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Quando credi che l’ultima edizione di King of the Hammers a cui hai assistito sia stata la più bella, dura e sbalorditiva ecco che gli organizzatori ti allestiscono (in piena pandemia da covid 19) un edizione ancora più incredibile. Dalla popolarissima Desert Challenge alla durissima Every Man Challenge, passando per la UTV KOH sino alla King of the Hammers vera e propria, nota ormai come la gara off road di un solo giorno più difficile del pianeta, si è trattato di un crescendo di emozioni forti e senza pausa. La Toyo Tires Desert Invitational ha dato il via alla settimana con un montepremi di 270.000 dollari assegnati ai veicoli T1 (i velocissimi pick up “illimitati”), T2, B1, B2, B3 e Classe 11. Bryce Menzies, tra i più famosi e vincenti specialisti americani, è stato letteralmente dominante. Più veloce sia in qualifica che in gara con il suo pick up nr. 7 è riuscito a vincere la gara per il secondo anno consecutivo, portandosi a casa la bellezza di 50.000 dollari… il che non fa mai male. Il giorno seguente la Desert Challenge è toccato ai motoclicisti divertirsi un po’ mentre il giovedì è arrivato il turno degli scatenati protagonisti della UTV King of the Hammers,
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che hanno affrontati i terreni più impegnativi che si possano immaginare per i loro veicoli. Erano ben 113 al via… ma solo in 46 hanno visto il traguardo entro il limite di dieci ore. Ma a veicoli, team e piloti hanno fatto passi da gigante se si pensa che nel 2013 (anno di esordio della categoria) avevano finito solo in 3 su 35.
Can-Am ha conquistato il podio con Kyle Chaney, Cody Miller e Phil Blurton. Da sottolineare che per il successo Chaney ha vinto 25.000 dollari che si sono sommati ai 10.000 che aveva intascato due giorni prima alla Desert Challenge. Si è trattato di una bella rivincita per Chaney, che lo scorso anno si era ribaltato rompendosi un piede.
La gara combinava un giro nel deserto con creste strette e curve tortuose, fondi misti e parecchia velocità, per poi arrivare in un tratto di “brutali” passaggi rocciosi, dove spesso i concorrenti hanno dovuto far ricorso al verricello.
Per parte sua la gara detta Every Man Challenge ha presentato il percorso più impegnativo nei nove anni di storia dell’evento. Un percorso di 121 miglia, che molti hanno chiamato addirittura “punitivo”, era caratterizzato da velocissime strade sterrate nel primo giro e da alcuni dei canyon più duri nel secondo giro. Soltanto 37 dei 115 veicoli al via hanno preso la bandiera d’arrivo entro il limite di undici ore.
Con così tanti equipaggi alla partenza in alcuni passaggi si sono verificati veri e propri ingorghi dovuti al “traffico”, cosa che ha consentito ai piloti in testa di avvantaggiarsi ancora di più.
Chi tra i 115 al via ha saputo guidare meglio (e approfittare di tutte le situazioni favorevoli) è stato il giovanissimo Chayse Caprara, capace di vincere alla sua prima apparizione nella gara. Il diciannovenne ha iniziato a gareggiare al King of the Hammers nella classe UTV tre anni fa, prima di salire di classe su un buggy Bomber.
“Cerco di guidare con fluidità – ha detto Caprara alla fine – di non rompere nulla e di andare più veloce che posso. Abbiamo preso il comando subito dopo l’uscita dal box… ma non ho mai pensato che avremmo vinto, perché qui fuori può succedere davvero di tutto”.
Da segnalare che la classe 4600 è stata ancora dominata da Justin Reece. Nonostante abbia gareggiato in un pickup Toyota del 1985, con un motore a quattro cilindri e molle a balestra, Reece è stato in grado di superare una miriade di altre vetture con motori molto più potenti, sospensioni più moderne e budget più importanti. In questa classe il prossimo anno Ford prevede di iscrivere tre Bronco ufficiali.
E veniamo infine alla King of the Hammers vera e propria, dura e pura… tanto dura
che solo 37 degli 84 concorrenti hanno raggiunto il traguardo entro il limite di 14 ore, dopo 190 miglia (oltre 305 chilometri) di terreno spietato nella Johnson Valley, la più grande area degli USA dedicata ai veicoli fuoristrada.
Alla fine Randy Slawson e suo cugino Dustin Emick hanno saputo trionfare per la terza volta, portando a casa un premio da 65.000 dollari e una Ford Bronco nuova di zecca… “Il mio anno inizia e finisce a febbraio, non a gennaio come tutti gli altri – ha spiegato Slawson – questa è l’unica cosa che vivo, mangio, respiro e sogno: la King of the Hammers.”
Slawson ha costruito il buggy con le sue stesse mani e a lui si deve anche il buggy con cui Chayse Caprara che aveva vinto il Every Man Challenge il giorno prima.
Mota a margine: c’era molto interesse per il debutto dello squadrone ufficiale Ford. Ebbene tutte e tre le Ford Bronco hanno visto la bandiera a scacchi; la superstar Vaughn Gittin Jr. ha concluso al quinto posto mentre i suoi compagni di squadra, Jason Scherer e Loren Healy, hanno concluso rispettivamente 9 ° e 13 °.
Nel complesso anche questa edizione del King of the Hammers si è rivelata un grande successo e gli organizzatori hanno dichiarato parecchi milioni di spettatori per le dirette screaming, dirette che hanno coperto tutti gli eventi in modo pressoché integrale.