2 minute read

VIAGGI

Next Article
POSSIBILE

POSSIBILE

Niente baldoria con balli ed alcolici, ma solamente una parca cena con cibi tipici locali e subito a nanna dopo lo scambio degli auguri. Il giorno seguente abbiamo riempito i serbatoi delle nostre auto spendendo circa un quindicesimo di quanto avremmo speso in Italia ed abbiamo viaggiato per tutto il giorno, fino a fare campo nei pressi della base di Ghassi Touil. La nostra marcia è stata molto rallentata dai frequenti posti di blocco e dai numerosissimi dossi dissuasori, disseminati in tutte le strade delle cittadine attraversate.

Il giorno seguente, dopo aver viaggiato per l’intera mattinata ed aver fatto una sosta per un pranzo al sacco nella cittadina di Bordj Omar Driss, abbiamo lasciato l’asfalto ed abbiamo imboccato una pista sterrata sabbiosa che ci ha portato finalmente nell’agognato deserto, nei pressi della catena montuosa Tahinaouine. Dopo aver constatato l’insidia della sabbia che bloccava le nostre 4x4 anche in pianura se solo si rallentava e ridotta la pressione dei nostri pneumatici, abbiamo fatto una entusiasmante corsa su dune piatte e lunghe e, poco prima del tramonto, abbiamo allestito il campo.

Advertisement

Arrivati ad un abbeveratoio circondato da una miriade di orme dei cammelli che lì si dissetano, abbiamo ripristinato la giusta pressione delle gomme e quindi abbiamo proseguito su una pista molto polverosa, in parte costituita da pietraie, fino a giungere in serata a Illizi, dove abbiamo cenato e trascorso la notte in hotel.

La mattina dopo, fatto rifornimento, ci siamo incamminati per attraversare un altopiano, il Plateau Fadnoun, per giungere nella mitica Djanet, nell’estremo sud-est del Paese, ma purtroppo un inconveniente meccanico ci ha costretti a fermarci per tutta la giornata. Comunque, il giorno successivo ci ha visti in marcia di buon’ora ed abbiamo attraversato il bellissimo altopiano Fadnoun, caratterizzato da rocce dalle forme bizzarre e da fantastici panorami.

Nel pomeriggio siamo arrivati a Djanet dove abbiamo pranzato, visitato l’interessante museo cittadino e fatto rifornimento, avendo cura di riempire anche i serbatoi supplementari e le taniche, dovendo poi affrontare alcuni giorni di deserto completamente privo di distributori di carburante.

Ripreso il viaggio, ci siamo fermati dopo una quarantina di chilometri per allestire il campo e fare un’ottima cena, preparata dal nostro capogruppo Giampaolo, che si è rivelato un ottimo cuoco. Anche le nostre guide non sono state da meno, accendendo un bel fuoco e cucinando le loro pietanze.

La mattina seguente abbiamo ripreso il viaggio per il Tadrart Rouge, passando per la strada più a sud dell’Algeria, al confine con la Libia ed il Niger. Nel primo pomeriggio siamo entrati nel deserto. Dapprima percorrendo piste polverose, ma poi addentrandoci nelle dune, dalle quali si ergevano rocce e picchi montagnosi. Uno spettacolo!

Le dimensioni delle auto viste in lontananza, davano il senso delle proporzioni. Non sono mancate le foto di gruppo e le soste culturali nei siti archeologici, ben conosciuti dalle nostre guide e famosi nel mondo, come le incisioni ed i dipinti rupestri. Non sono mancati nemmeno i passaggi impegnativi sulle dune più alte, soprattutto per il pesante Daily.

Dopo la fatica delle giornate di guida ininterrotta per 8-9 ore a macinare decine e decine di chilometri, la sera ci vedeva impegnati a macinare ottimo cibo con primi all’italiana e carne alla brace, ottimamente preparati da Giampaolo; il tutto innaffiato da succhi di un certo tipo di frutta a grappolo.

Quindi, bellissima esperienza di guida su dune particolari sia per conformazione, sia per composizione, perché costituite da sabbia grossa e molto cedevole, da affrontare in velocità. Infatti i criteri di guida per affrontarle sono state l’uso delle marce lunghe per mantenere una velocità di 50-60 km/h e l’utilizzo delle marce ridotte solo per i passaggi più impegnativi o per uscire dagli insabbiamenti. Quando questo non è bastato, si è fatto ricorso alla forza del gruppo per spingere l’auto oppure per spalare la sabbia che imprigionava le ruote o il pianale ed il telaio. Se nemmeno questo era sufficiente, si ricorreva al verricello, che risolveva il problema.

Il viaggio di ritorno è stato lungo e faticoso per la lunghezza delle tappe, ma il tutto è stato affrontato con piacere, avendo negli occhi dei panorami fantastici e un’esperienza unica.

This article is from: