Redatto in continuità ai processi già consolidati nel precedente regolamento, il nuovo Regolamento raduni 2024 della Federazione Italiana Fuoristrada è stato integrato di doverosi aggiornamenti legati alle responsabilità legali ed assicurative e di nuove linee guida derivanti dall’ammodernamento telematico dei processi e da esigenze territoriali segnalate al Consiglio Federale
Il nuovo Regolamento raduni è stato elaborato da un gruppo di lavoro presieduto dal Consigliere Federale Responsabile Raduni ed approvato dal Consiglio Federale il 14 giugno 2024 con effetto immediato.
Il nuovo Regolamento raduni è un documento a cui tutti i Club organizzatori devono fare riferimento per la corretta attuazione delle norme e dei processi relativi alla gestione di eventi radunistici. Per questo motivo lo stesso dovrà essere letto ed accettato con firma in sede di stesura di calendario, e sarà cura del Delegato Regionale sincerarsi dell’avvenuto rispetto di questo processo prima della definitiva calendarizzazione.
Nota: nel periodo transitorio fino alla redazione dei nuovi calendari regionali e visti i programmi di raduni già in essere, potrà essere omessa la firma di accettazione del nuovo regolamento. Gli organizzatori dovranno comunque attenersi a tutte le restanti norme e processi descritti nel nuovo regolamento.
La Federazione Italiana Fuoristrada adotta a partire dall’anno 2024, e fino a successivo aggiornamento, il seguente Regolamento per il Circuito Raduni Nazionali FIF. Le manifestazioni, destinate ai veicoli 4x4, per le quali è possibile richiedere l’iscrizione al Circuito Raduni Nazionali FIF ed al relativo inserimento a Calendario, devono rispettare le seguenti condizioni:
A) PRIMA DELLA MANIFESTAZIONE
1 - Il Club organizzatore deve essere regolarmente affiliato alla Federazione Italiana Fuoristrada, con pieno adempimento degli obblighi previsti dallo Statuto Federale.
2 - I Club dovranno concordare con il Delegato Regionale competente le date delle manifestazioni radunistiche annuali, preferibilmente entro la fine di ogni anno e comunque non oltre il 15 febbraio dell’anno successivo. Al Delegato Regionale, in sede di stesura del calendario regionale, è dato il compito di predisporre apposito modulo di accettazione del presente regolamento, che dovrà essere firmato dal Presidente (o suo delegato presente sul posto) di ciascun Club richiedente l’inserimento di un proprio raduno nel calendario stesso. L’inserimento del raduno nel calendario regionale non comporta la pubblicazione sul sito istituzionale; ciò avviene esclusivamente solo quando il Club organizzatore compila ed invia modulo elettronico e ricevendo il relativo nulla osta.
3 - Il Club organizzatore, almeno 30 giorni prima della data di svolgimento, deve presentare la richiesta per l’inserimento della manifestazione al Calendario Nazionale Raduni, utilizzando obbligatoriamente la piattaforma Web di Federazione Italiana Fuoristrada, di seguito “gestionale”, allegando copia digitalizzata del versamento della quota per l’iscrizione del raduno a Calendario.
Il materiale pubblicitario fornito dal Club e relativo al raduno (locandina, Facebook, etc.) dovrà riportare il logo ufficiale della FIF.
La pubblicazione sul sito istituzionale attraverso una pagina dedicata alle attività radunistiche, rende possibile attingere a tutte le informazioni che il Club avrà voluto trasmettere attraverso la compilazione del modulo elettronico, oltre ad un link Web di preiscrizione al raduno. Una volta inserita, la richiesta è automaticamente notificata al Delegato Regionale competente per territorio ed ai settori FIF dedicati per eseguire la procedura di approvazione.
La Federazione Italiana Fuoristrada confermerà l’inserimento a Calendario della manifestazione con l’invio del nulla osta e la pubblicazione sul sito istituzionale.
In caso di mancanza di tale indispensabile parere positivo, la manifestazione potrà essere accettata in via del tutto eccezionale solo dopo consultazione con il Delegato Regionale di competenza ed il Consigliere Federale, nella persona del responsabile del Settore Raduni, che dovranno formalizzare il parere positivo di entrambi comunicandolo alla Segreteria Federale.
Nel caso di mancato rilascio di autorizzazione, sarà obbligo del Consigliere Federale, nella persona del Responsabile del Settore Raduni, comunicare agli organizzatori le motivazioni di tale scelta e tramite il Delegato Regionale di competenza, sarà restituita la quota di iscrizione precedentemente versata.
4 - Il Club organizzatore attraverso il modulo elettronico deve inserire l’elenco dei Comuni interessati al passaggio della manifestazione. Sarà facoltà del Delegato girare la comunicazione ricevuta a tutte le Associazioni affiliate ricadenti nella propria Regione, al fine di meglio armonizzare le attività federali e nell’ottica di prevedere qualsiasi problematica territoriale tra le Associazioni affiliate e/o le realtà locali. Il Delegato, se lo riterrà opportuno, potrà limitare la comunicazione alle sole Associazioni affiliate ricadenti nei territori comunali interessati dal transito della manifestazione.
5 - Il Raduno deve svolgersi nel pieno rispetto del Codice della Strada e di tutte le altre norme che regolano queste tipo di manifestazioni. Il Club organizzatore dovrà dunque provvedere in tempi utili ad effettuare le comunicazioni e ad ottenere tutte le autorizzazioni necessarie. Il Raduno deve, in ogni caso, svolgersi nel massimo rispetto della natura, l’ambiente circostante e gli eventuali altri fruitori del territorio.
6 - È consentita l’iscrizione alle manifestazioni ai soli soci di Club federati FIF. Il Presidente del Club organizzatore è l’unico a poter porre il veto all’iscrizione all’evento da parte di una o più persone, purché motivato nel rispetto del presente regolamento. Tale decisione deve essere condivisa con il Delegato Regionale di competenza e comunicata alla Segreteria Federale con la motivazione di tale decisione.
La guida del veicolo fuoristrada iscritto al raduno è consentita, durante tutta la durata della manifestazione, solo ai soci di Club federati FIF dichiarati nel modulo di iscrizione alla partenza; in fase di iscrizione è possibile inserire eventuali conducenti aggiuntivi tra i passeggeri, purché siano anch’essi soci di Club federati FIF; per i passeggeri non conducenti non vige alcun obbligo di tesseramento. Alle operazioni di iscrizione potrà collaborare il Delegato Regionale o persona da questi delegata.
7 - Ai Club organizzatori è lasciata facoltà di accettare o non accettare il rilascio di nuove tessere ed iscrizioni al Club il giorno stesso della manifestazione; tale possibilità, seppur concessa, non è consigliata da FIF, in quanto verrebbe meno l’opportuna frequenza ed informativa di sicurezza prevista dallo “Starter Course” da parte del neoiscritto, per il quale l’organizzatore resta responsabile. L’iscrizione da parte del neoiscritto dovrà essere effettuata seguendo la procedura descritta al capitolo B punti 1, 2, 3 del presente regolamento.
Ai Club organizzatori la Federazione Italiana Fuoristrada fornirà:
• assistenza tecnica da parte della Segreteria nella fase di iscrizione
• nulla osta allo svolgimento della manifestazione
• una tabella adesiva porta numero per ogni veicolo partecipante
• la copertura assicurativa FIF per la “Responsabilità Civile Organizzatori nei confronti dei terzi”
• la copertura assicurativa FIF per la “Tutela legale del Club Organizzatore”
• la copertura assicurativa “infortuni soci FIF” durante lo svolgimento della manifestazione
• spazio sugli organi di divulgazione federali (sito internet, social media)
• iscrizione al Circuito Raduni Nazionali FIF
Nelle tabelle adesive porta numero fornite in occasione di Raduni, la Federazione potrà apporre loghi e/o scritte relative a sponsor ufficiali FIF nazionali. I Club organizzatori sono tenuti ad esporli durante la manifestazione e potranno inserire i propri sponsor esclusivamente negli appositi spazi previsti.
Il Delegato Regionale, o un suo incaricato, potrà fornire al Club organizzatore della manifestazione:
• consigli sulla stesura del road-book
• supporto sulle pratiche di iscrizione e tesseramenti
• se presente, il supporto di un Istruttore della Scuola Federale per fornire ai partecipanti neofiti le nozioni basilari per affrontare un percorso in sicurezza
È fatto obbligo al Delegato Regionale o alla persona da questi incaricata, la cui presenza resta a carico del Club per il solo vitto ed alloggio (ove indispensabile), di interfacciarsi con gli organizzatori al fine di ottimizzare il suo preventivo e costruttivo apporto per la riuscita della manifestazione.
L’auspicabile documentazione fotografica, che il Club organizzatore potrà fornire all’Ufficio Stampa della Federazione Italiana Fuoristrada tramite la Segreteria Federale, sarà impiegata per promuovere la conoscenza della manifestazione.
B) DURANTE LA MANIFESTAZIONE
1 - Ultimate le operazioni di iscrizione e la partenza dei veicoli, il Club organizzatore deve dare immediata comunicazione di chiusura delle iscrizioni attraverso la prevista procedura sul gestionale FIF. Prima della partenza dei veicoli iscritti alla manifestazione, nell’eventualità che fossero state accettate ed emesse nuove tessere di iscrizione al Club, il Club organizzatore deve provvedere ad inviare la richiesta di nuove iscrizioni, tramite apposita procedura sul gestionale FIF, che ne registra l’orario ai fini assicurativi.
2 - In caso di mancanza di connessione/rete o risulti impossibile l’accesso al gestionale FIF, il Club organizzatore deve inviare, sempre prima della partenza dei veicoli, un messaggio SMS/WhatsApp all’utenza +393488500110, riportante il solo numero delle vetture iscritte alla partenza ed i nominativi, comprensivi di codice fiscale, delle sole eventuali nuove tessere emesse. Nell’immediata avvenuta possibilità di accedere al gestionale FIF, occorre finalizzare la richiesta di nuove iscrizioni come al punto 1 precedente. L’elenco cartaceo di tutti i partecipanti dovrà poi essere caricato nel gestionale tramite apposita funzione.
3 - Il Club organizzatore deve comunicare immediatamente alla Segreteria Federale, e comunque entro e non oltre le 48 ore dall’avvenimento, qualsiasi eventuale occorso o incidente che possa comportare l’attivazione della copertura assicurativa prevista per gli iscritti FIF.
4 - Se in una manifestazione tipo “SUV”, “Turistica” o “Storica” sono presenti passaggi richiedenti abilità di guida particolari, si dovranno obbligatoriamente predisporre opportune varianti facilitate.
ATTENZIONE: la mancata osservanza dei punti sopra elencati comporta l’inapplicabilità in pieno delle relative polizze assicurative previste per le manifestazioni iscritte a calendario nazionale e potrebbe comportare la revoca del nulla osta da parte del Delegato Regionale o suo incaricato presente sul posto.
C) CHIUSURA MANIFESTAZIONE
Non oltre i 10 giorni dalla data di fine manifestazione, il Club organizzatore dovrà provvedere alla chiusura dell’evento tramite apposita funzionalità sul gestionale FIF, per la successiva archiviazione da parte di FIF. Il gestionale fornisce al Club Organizzatore gli spazi di caricamento dove poter archiviare i documenti digitalizzati relativi alle iscrizioni effettuate in modo cartaceo. Nell’eventualità che il Club Organizzatore non ritenga opportuno utilizzare la funzione di archivio digitale, si impegnerà comunque a garantire la custodia e la consultazione dei documenti comprovanti l’iscrizione dei partecipanti, rispettando scrupolosamente la normativa di legge in materia, compresa la normativa privacy.
ATTENZIONE: Non lasciare incompleta la procedura di chiusura della manifestazione a gestionale.
NORME GENERALI COMUNI
Vengono inoltre stabilite le seguenti norme, al fine di uniformare su tutto il territorio nazionale l’organizzazione dei raduni FIF.
a) L’associazione di nuova affiliazione che non abbia dimostrabili competenze organizzative per la tipologia di evento, non potrà organizzare manifestazioni qualora non siano trascorsi 365 (trecentosessantacinque) giorni dalla data di delibera dell’affiliazione. Durante questo periodo le sue attività potranno essere rivolte esclusivamente ai propri soci. Viste particolari situazioni e accertabili competenze in merito, il Delegato Regionale, in linea con gli accordi di Delegazione e interpellando i Club regionali, assumendosi l’impegno a seguire in prima persona l’organizzazione e la supervisione del raduno, potrà proporre al Consigliere Federale responsabile del Settore Raduni una deroga a tale limitazione temporale al fine di ottenerne l’autorizzazione.
b) Il presente Regolamento vale per i Raduni per i quali non deve essere stilata alcuna classifica.
c) È vietata a qualsiasi titolo la partecipazione ai veicoli con targa prova o privi di obbligatoria assicurazione RCA in corso di validità.
d) È lasciata a discrezione dell’organizzatore la partecipazione dei veicoli palesemente difformi dalle prescrizioni del Codice della Strada, fatto salvo quanto stabilito al punto C.
e) La Federazione Italiana Fuoristrada, pur lasciando totale libertà di scelta ai Club organizzatori circa le quote d’iscrizione ai Raduni F.I.F., auspica che le medesime siano congrue rispetto alla qualità dei servizi offerti ai partecipanti. La qualità è uno degli obiettivi che la Federazione si è imposta di mantenere alti per i raduni organizzati sotto la propria egida.
f) Per ogni Raduno sarà cura del Delegato Regionale assicurare la propria presenza o di un collaboratore da egli nominato con il compito di visionare tutti gli aspetti della manifestazione e di relazionare agli Organi Federali competenti.
g) Ciascun Club federato ha facoltà di organizzare più raduni nell’anno, previo accordo con la Delegazione di appartenenza, e la quota di iscrizione va versata per ciascuno dei Raduni iscritti.
h) La Federazione Italiana Fuoristrada, nell’intento di promuovere le manifestazioni finalizzate a scopi sociali o di beneficenza, rimborserà ai Club organizzatori di tali raduni il pagamento della quota di iscrizione prevista dal presente Regolamento. A tal fine è necessario che nel modulo di richiesta per l’iscrizione del raduno al Calendario Nazionale FIF il Club o i Club organizzatori evidenzino gli scopi della manifestazione mettendo in risalto, anche sul relativo volantino, che il ricavato verrà interamente devoluto in beneficenza. Successivamente alla data di svolgimento della manifestazione, e comunque entro 15 giorni, il Club o i Club organizzatori dovranno inviare alla Segreteria Federale idonea documentazione che attesti quanto erogato in beneficenza, con il nome dell’ente, associazione o privati beneficiari; solo a seguito di ciò sarà restituita la quota precedentemente versata.
i) Per i Raduni con tracciati tecnici si suggerisce ai Club orga-
nizzatori di prevedere congruo limite del numero di partecipanti in funzione delle difficoltà del percorso e di munirsi di tutte le autorizzazioni necessarie.
j) Il Club organizzatore che non ottemperi a quanto dettato dal presente regolamento non potrà ottenere il nulla osta per l’inserimento di nuove manifestazioni nel calendario nazionale dell’anno in corso e per i successivi, anche se già concordate in sede Regionale, fin quando non avrà adempiuto agli obblighi previsti.
NOTA INTEGRATIVA
Nell’ottica di razionalizzare la quota di iscrizione a calendario dei Raduni Nazionali, il Consiglio Federale ha elaborato un aggiornamento che consentirà al Club organizzatore una migliore gestione dei portanumero e, finalmente, una quota uguale per tutte le manifestazioni, senza più distinzione di durata.
La presente nota integrativa del Regolamento entrerà in vigore il 1° settembre 2024.
La quota di iscrizione a calendario nazionale sarà di 100 euro per qualsiasi Raduno Nazionale, per qualsiasi Master e indipendentemente dalla durata.
La quota versata comprenderà:
• iscrizione al Circuito Raduni Nazionali FIF
• assistenza tecnica da parte della Segreteria nella fase di iscrizione
• nulla osta allo svolgimento della manifestazione
• fornitura di n. 100 tabelle adesive porta numero
• copertura assicurativa FIF per la “Responsabilità Civile Organizzatori nei confronti dei terzi”
• copertura assicurativa FIF per la “Tutela legale del Club Organizzatore”
• spazio sugli organi di divulgazione federali (sito internet, social media)
Visto l’esponenziale aumento dei costi di produzione sofferti da oltre un anno a questa parte, i Club organizzatori potranno richiedere l’invio di ulteriori tabelle adesive oltre la fornitura prevista, a blocchi di n° 50, ad un costo addizionale di 50 euro per ogni blocco.
ASSEMBLEA GENERALE FIF 2024, IL RESOCONTO
Domenica 30 giugno si è svolta a Modena
l’Assemblea Generale Ordinaria 2024 della Federazione Italiana Fuoristrada. Riportiamo integralmente la relazione del Presidente federale, che fa il punto della situazione sulla gestione di tutti i settori della Federazione
Di Marco Pacini
Il Consiglio federale, nel corso di tutto l’esercizio terminato il 31 dicembre 2023, ha continuato senza alcuna sosta la programmazione e la realizzazione di attività, con investimenti tesi ad ottenere lo sviluppo e la crescita della nostra Federazione.
Nel corso degli ultimi dieci anni, infatti, e quello che andremo oggi a votare è solo un tassello di un piano di sviluppo che era ed è immaginato a piani quinquennali, la Federazione Italiana Fuoristrada si è completamente trasformata. E noi speriamo in meglio, con il conforto e l’appoggio dell’Assemblea generale.
Abbiamo dovuto affrontare in rapida successione tutta una serie di eventi negativi esterni e talvolta interni che se volessimo osservare con dovuta distanza per poterne apprezzare i contorni, ci dicono a chiare lettere che l’attività fuoristrada in generale è stata continuamente sotto assedio.
Quell’attività fuoristrada che molti di noi hanno conosciuto trent’anni fa o vent’anni fa, oggi non esiste più, o meglio oggi, senza interventi adeguati, sarebbe stata a rischio di estinzione.
I vari Consigli federali che si sono succeduti, e che mi onoro di aver presieduto dal 2013 ad oggi, hanno quindi dovuto immaginare un futuro alla nostra attività che la rendesse più sostenibile, più coinvolgente, più articolata e allo stesso tempo capace di guardare al futuro con ragionevole serenità.
La Federazione non nasce e non esiste solo per raggruppare sotto di sé Associazioni accomunate dallo stesso obiettivo e con le stesse finalità, ma anche e soprattutto con il fine di salvaguardare, tutelare e promuovere il fuoristradismo a trecentosessanta gradi.
Ed è questa la chiave di lettura di ogni singolo anno di attività. Già i numeri parlano da soli.
Nel 2013 i nostri Club affiliati erano 160, oggi sono 237. Gli iscritti ai Club affiliati erano 5600, al 31 dicembre 2023 sono 12000, in continua crescita.
Ma allo stesso tempo abbiamo visto sciogliersi decine di sodalizi, abbiamo visto distruggere un’attività commerciale che fino ai primi anni 2000 sembrava inviolabile e che invece, con scelte errate e scellerate di quegli anni, è venuta meno fino ad azzerarsi. Al punto tale che abbiamo dovuto ricostruirla e rigenerarla da zero.
Abbiamo dovuto affrontare una crisi profonda del settore sportivo che fino alla fine degli anni 90 sembrava inscalfibile e che nel 2013 era invece già ai minimi termini. Le gare sportive a calendario ufficiale ACI Sport infatti erano 12, oggi sono oltre 60.
Abbiamo dovuto affrontare una continua disaffezione dei Club federati alle attività comuni, fino ad arrivare addirittura a porsi la domanda se avesse avuto ancor senso proseguire con un’attività federata.
Abbiamo dovuto affrontare una cronica mancanza finanziaria che perdurava dagli inizi degli anni 2000 e che ha causato un’instabilità tale da non poter garantire più un’attività federata degna di questo nome, con continui tagli ai servizi per i Club e con la sistematica incapacità a far fronte alla spesa corrente. E questo solo sul piano interno.
Se dovessimo osservare anche ciò che proveniva dall’esterno e che comunque condizionava pesantemente l’attività federale, dovremmo porre l’accento sulla peggior crisi del settore automotive di tutti i tempi, che perdura anche oggi, nonostante l’avvento o, sarebbe meglio dire, il ritorno del veicolo elettrico che ancora non convince del tutto e i cui numeri, soprattutto nel nostro settore, sono insignificanti.
E nell’ultimo quinquennio, una più generale crisi economica strisciante che a fronte di una apparente forza della moneta unica, diminuiva in realtà di anno in anno una capacità di spesa che non era sostenuta da conseguenti aumenti salariali o più in generale reddituali, tali da consentire, in un mondo tutto nostro di passione e di volontariato, la facilità di approccio al fuoristradismo che per sua natura è un’attività che in ogni bilancio familiare è certamente secondaria.
Come se non bastasse abbiamo subito una pandemia che ha ridotto ancor di più la serenità e per quasi due anni addirittura la libertà delle persone ed ha drasticamente e ulteriormente colpito la capacità di spesa delle famiglie e quindi degli appassionati oltre che la capacità finanziaria delle aziende di settore.
Senza contare, infine, una serie di conflitti che stanno mettendo in discussione le economie interne dei maggiori Paesi europei, i lori sistemi di welfare e di conseguenza, ancora una volta, la capacità di spesa dei nuclei familiari all’interno dei quali, tradizionalmente, nasce, si evolve e si alimenta la nostra comune passione.
Nonostante tutto questo e, badate, non è assolutamente banale, la Federazione è cresciuta, si è rafforzata, si è ammodernata, si è dotata di una struttura ramificata sul territorio che non ha eguali rispetto al passato e si è sviluppata in ogni campo del fuoristradismo.
Nel 2023 abbiamo festeggiato il 50° anniversario e la FIF che abbiamo di fronte è più forte, più dinamica e capace di affrontare le sfide future.
Sfide future che avete potuto certamente cogliere anche dall’analisi degli ultimi due bilanci d’esercizio: quello del 2022 e quello che tra poco andrete a votare del 2023.
Siamo infatti convinti che i migliori investimenti per il futuro devono sempre essere realizzati nei momenti di crisi economica, per porre la propria organizzazione in condizioni di guardare al futuro con serenità, ponendola al contempo in una posizione di assoluto primato nel settore di riferimento.
In questa programmazione rientra a mero titolo di esempio la creazione e l’organizzazione della “Fiera Internazionale Fuoristrada”, giunta ormai alla quarta edizione.
Un evento creato dal niente, in piena pandemia e quindi con tutte le difficoltà operative del caso e fronteggiando una normativa nazionale estremamente restrittiva, ma fortemente voluta dal Consiglio federale al fine di sviluppare un evento fuoristradistico d’eccellenza, in un contesto di grande qualità e visibilità e che finalmente ponesse l’accento sulla vera promozione del nostro settore, sia a favore degli operatori commerciali che degli appassionati tutti, senza alcuna distinzione e totalmente gratuito.
Questo “totalmente gratuito” dovrebbe far riflettere molti sul fatto che era ed è possibile offrire un evento di riferimento assoluto per rilanciare il settore fuoristradistico e porlo su un piedistallo in grado di farlo meglio conoscere a chiunque.
Certamente questa scelta ha comportato un grande investimento finanziario anche per il 2023, unitamente ad uno sforzo organizzativo senza precedenti.
Le prime tre edizioni hanno avuto un successo importante, sia in termini commerciali che di partecipazione, ma soprattutto hanno finalmente generato nel grande pubblico la convinzione che il fuoristrada non può e non deve essere rinchiuso in un recinto autocelebrativo e fine a se stesso, ma che ha le carte in regola per essere apprezzato da tutti coloro che, pur possedendo un veicolo 4x4, ancora non lo conoscono a fondo e soprattutto non ne conoscono le potenzialità e le innumerevoli positive sfaccettature.
La quarta edizione della Fiera Internazionale Fuoristrada avrà luogo a maggio 2025 e sarà completamente rinnovata. Sarà il maggior evento fuoristradistico per il nostro settore, da sempre.
Sempre in questa programmazione rientra a pieno titolo la continua crescita ed organizzazione del settore di Protezione Civile della Federazione che ha visto nel corso degli ultimi due anni l’inizio della propria capillare presenza territoriale in molte Regioni italiani e che ha necessitato, a sua volta, di finanziamenti importanti affinché ciò avvenisse.
Stiamo infatti definendo il riconoscimento presso gli Elenchi territoriali dei primi due Coordinamenti regionali, con l’obiettivo di arrivare almeno a cinque entro il 2025 e abbiamo acquistato i primi due fuoristrada di proprietà esclusivamente dedicati alle missioni di Protezione civile e che rappresentano l’inizio di una serie importante di veicoli costituenti la nostra colonna mobile nazionale.
Anche in questo caso abbiamo dovuto effettuare un investimento importante solo in parte finanziato dal Dipartimento nazionale e peraltro non ancora completamente erogato. L’Assemblea infatti è opportuno che sia edotta sul fatto che tutti i progetti di Protezione Civile finanziati in percentuale dal Dipartimento prevedono che in prima battuta l’organizzazione richiedente anticipi i denari necessari e solo a distanza di almeno un anno, riceva quanto di sua spettanza. Ai fini del computo e dell’analisi di bilancio, questo è un dato importante.
Ma noi riteniamo che tali investimenti siano opportuni, perché il settore Prociv è un comparto strategico per Federazione e per tutto il nostro mondo, in grado di inserirsi a pieno titolo nel solco di quello sviluppo sano e positivo del mondo fuoristradistico con un’innegabile valenza sociale e di aiuto a coloro che ne avranno bisogno in caso di emergenze e calamità nazionali.
Comunico che, ad oggi, i volontari formati sono oltre 600 in quattordici Regioni italiane.
Un altro importante investimento è stato rappresentato, nel corso dell’esercizio 2023, dall’organizzazione dell’Eurotrial che dopo dieci anni è tornato in Italia.
Un’organizzazione complessa, resa ancor più difficile da un cambio di location in corso d’opera e dall’intervento di organizzazioni ambientaliste a noi ostili e, indirettamente, ostili anche allo sviluppo del territorio. Un malvezzo tutto italiano che ha creato grosse problematiche, anche di carattere economico. Sebbene si sia trattato di un evento eccezionale ha certamente pesato molto sul bilancio d’esercizio della Federazione, causando da solo una perdita superiore ai 35.000 euro tutta da imputarsi alla parte istituzionale del bilancio.
Anche in questo caso si è trattato di un investimento voluto da Federazione in ambito sportivo, un altro settore in cui stiamo investendo molto negli ultimi anni ma, nonostante i numeri ci diano ragione, rimane ancora un comparto eccessivamente autoreferenziale.
L’Eurotrial infatti, nonostante il successo di partecipazione e di pubblico, non ha portato i benefici sperati ed anzi ha causato una frattura importante all’interno del gruppo organizzativo che necessiterà un intervento del Consiglio federale atto a ristabilire la chiarezza e l’opportuno riordino dei fattori, alterati da incomprensibili prese di posizione inconciliabili con gli sforzi e le responsabilità assunte, sia di tipo organizzativo, che finanziario e finanche sportivo.
Ancora, in ambito di comunicazione, continuano incessanti gli investimenti, anch’essi estremamente copiosi per FIF, sia per la stesura del nostro mensile digitale “Fuoristrada 4x4”, sia per la continua presenza televisiva che ci vede ormai protagonisti di una trasmissione dedicata, praticamente ogni settimana.
Anche in questo comparto, inutile dirlo, gli investimenti sono importanti e continui, sebbene discontinui siano i risultati, sia come efficacia che come penetrazione delle notizie.
Trattasi anche in questo caso di un comparto di vitale importanza per la Federazione, ma che certamente sarà riorganizzato e ottimizzato nel corso del 2024.
Eravamo perfettamente consapevoli che tale imponente mole di investimenti, per giunta tutti effettuati nel corso di soli due esercizi contabili, avrebbe inevitabilmente comportato anche per il 2023 un deficit di bilancio.
Ma tale programmazione era prevista e controllata ed è stata avallata dal Consiglio federale proprio perché strategica e al contempo sostenibile.
Abbiamo quindi operato con convinzione e serenità sapendo perfettamente che tale disavanzo sarebbe stato perfettamente gestibile dal punto di vista finanziario.
Basti riflettere su un dato che riteniamo significativo, nonostante gli imponenti investimenti messi in campo, il totale delle risultanze attive degli ultimi dieci bilanci è comunque superiore ai 400.000 euro. Lontani quindi quegli anni in cui, addirittura senza piani sviluppo, tali cifre la FIF le perdeva in soli uno o due anni di esercizio.
Essere quindi riusciti a concludere l’anno 2023 con i risultati di bilancio che tra breve andremo ad analizzare, senza alcun aiuto esterno né creditizio, è stato possibile solo grazie alla grande solidità economico-finanziaria della Federazione che è stata raggiunta, con enormi sacrifici. Se infatti investimenti di tali proporzioni, in un periodo di crisi importante, fossero stati posti in essere in anni precedenti, non sarebbero stati minimamente effettuabili.
Di questo è opportuno che tutti voi siate consapevoli e allo stesso tempo, mi permetto di suggerirvi, fieri ed orgogliosi.
Il bilancio 2023 indica infatti che, nonostante tutto ciò che abbiamo dovuto affrontare, si è proseguito nell’attività volta al rafforzamento e alla crescita della Federazione in ogni ambito di interesse.
Riteniamo infatti di poter affermare che per l’anno 2023 mai, in ambito sportivo, ludico-amatoriale e dei servizi legati al settore automotive, potreste apprezzare investimenti, ovviamente in termini proporzionali, di tale entità. Senza, oltretutto, dover ricorrere a nessun taglio del personale, a nessun scioglimento delle collaborazioni, a nessuna diminuzione dei servizi e degli impegni, sia contrattuali che finanziari, assunti precedentemente.
Tutto ciò è il frutto del lavoro e dell’impegno di molti e vorrei in particolar modo ringraziare i Club federati che per la quasi totalità hanno compreso quanto fosse di vitale importante continuare a sostenere la Federazione, proprio in un momento critico come quello che abbiamo vissuto negli ultimi anni.
Ricordo a tutti voi, infatti, che Federazione Italiana Fuoristrada non gode di alcun contributo pubblico e che quindi basa tutta la propria tenuta finanziaria esclusivamente su attività proprie sia istituzionali che commerciali e sulle adesioni degli iscritti dei Club affiliati.
Crediamo sia interessante e opportuno ricordare a tutti voi che per l’anno 2023, nonostante il deficit del comparto istituzionale, il bilancio commerciale registra comunque un risultato positivo.
Il bilancio istituzionale è in perdita di € 60.928,57.
Il bilancio commerciale è in attivo di € 1.614,56.
Quelli che tra poco andrete ad approvare, saranno inoltre bilanci che evidenziano, con chiarezza, la totale autonomia finanziaria della nostra Federazione per l’ottavo anno consecutivo.
Sarà in approvazione anche un bilancio preventivo 2024 che è stato redatto dal Consiglio federale in forma assolutamente prudenziale al fine di consentire all’Assemblea di poter già apprezzare un conto economico che garantirà la piena programmazione di tutte le attività oggetto di investimento, pur rispettando non solo la tenuta economico-finanziario della nostra
Federazione, ma anche la completa erogazione di tutti i servizi e di tutte le attività rivolte ai nostri Soci ed Iscritti.
Nella consapevolezza di aver fatto quanto ritenuto giusto per il bene della Federazione e nella speranza che il nostro impegno vi sia giunto con chiarezza, concludiamo questa relazione ringraziando tutti coloro che hanno collaborato con il Consiglio federale nel corso dell’anno 2023: i Delegati Regionali, i Consiglieri regionali, i Club associati, la Scuola federale con gli Istruttori ed Assistenti, la Segreteria federale, il settore di Protezione Civile, tutte le Commissioni tecniche, così come tutti coloro che, a vario titolo, hanno contribuito alla realizzazione di questi risultati.
I CONSIGLIERI REGIONALI PUGLIA E SICILIA
I Consiglieri Regionali rappresentano la “voce” dei club verso la Federazione Italiana Fuoristrada, quindi è molto importante conoscerli. In questo numero vi presentiamo i Consiglieri della Puglia e della Sicilia
Giuseppe Stramaglia
Classe 1963, è nato a Bari e risiede a Triggiano (BA).
La sua vita lavorativa ha innescato la passione per il fuoristrada: è stato vigile del fuoco con mansione di elisoccorso, speleo alpinista e DOS (direttore operazioni spegnimento), e l’automezzo che utilizzava è sempre stato il fuoristrada. Col tempo si è aggiunta la passione per la meccanica a corroborare quella per l’off road. Nella sua carriera fuoristradistica è stato accompagnato prima da un Nissan Patrol GR ed oggi da un Toyota LJ70, entrambi di grande soddisfazione. Iscritto alla FIF dal 2009, è al suo secondo mandato da consigliere regionale. È sempre presente in operazioni di volontariato in occasione delle calamità (per fortuna rare) nel suo territorio. Vanta moltissime partecipazione a raduni, e qualche partecipazione come commissario di percorso alle gare di trial organizzate da club FIF.
“Una bella esperienza” dice Giuseppe “è stata partecipare, invitato insieme al mio Delegato, a una dimostrazione della Guardia Costiera sulla sua funzione come stazione satellitare su Bari: gli strumenti che hanno a disposizione permettono di raggiungere e salvare vite umane in zone prive di segnali telefonici. Un grande aiuto per chi si trova in difficoltà”.
Luciano Battaglia
Classe 1972, è nato e vive a Ragusa.
Appassionato della vita all’aperto a 360 gradi, fin da piccolo aveva voglia di esplorare luoghi fuori dal comune con qualsiasi mezzo. Quando, sempre da piccolo, in campagna percorreva a piedi antiche mulattiere pensava a come poterle percorrere studiando dove mettere le ruote, e già sognava di possedere un fuoristrada.
Da allora si sono susseguite un’Alfa Matta, un paio di Lada, l’inseparabile Mercedes G e tante altre.
Le ama tutte ed è convinto che per fare fuoristrada non servano milioni di preparazione: “Con un po’ di passione unita a un pizzico di ingegno si va ovunque!”, dice.
Presidente da tempo del Sahara Club 4x4 Ragusa, è al secondo mandato di consigliere regionale e insieme a un nutrito gruppo di soci è molto attivo nel sociale, nella Protezione Civile e anche nelle Guardie Ambientali con FSN. Poi, di tanto in tanto, qualche capatina in Tunisia non se la fa mancare.
Salvo Cataneo
Classe 1966, è nato e vive a Noto (SR).
È socio del Club 4x4 Val di Noto ed iscritto FIF dal 2003. Fotografo di professione, ha effettuato diversi viaggi in fuoristrada all’estero (Messico, Jamaica, Congo) per reportage fotografici. Nel 2022 ha partecipato al Campionato Italiano Trial 4x4 ottenendo un buon terzo posto assoluto. Legato alla Protezione Civile Nazionale, opera con salvataggi estremi in fuoristrada durante calamità naturali.
Da 12 anni guida da presidente il suo club, che vanta l’organizzazione di numerose manifestazioni conosciute in tutta la Sicilia ed oltre. Citiamo il classico raduno del club, giunto alla 34a edizione, e la manifestazione atipica Top One, giunta alla 28a edizione, nonché un raduno che da qualche anno ripercorre le tracce degli americani, inglesi e canadesi sbarcati in Sicilia durante la seconda guerra mondiale.
Quest’anno il club organizza anche una tappa del Trofeo Regionale di Trial 4x4 ed una di Extreme. Inoltre, insieme al direttivo del club, da anni Salvo organizza una traversata siciliana lungo la Regia Trazzera Noto-Palermo, un’antichissima strada consolare (forse ha 2000 anni) che congiunge due meravigliose città ricche di storia ed aneddoti.
Marco Crisafulli
Classe 1968, è nato e vive da sempre ad Enna.
Nel 1988 si è tesserato per la prima volta alla FIF con il Club Enna Fuoristrada dell’allora presidente Nico Blanca, pioniere del 4x4 in Sicilia. Nel novembre dello stesso anno fa parte, con il suo Suzuki SJ410, della spedizione ennese al Rally di Grecia Off Road. Dal 1989 al 1991 ha fatto parte dello staff organizzativo del Rally di Sicilia Internazionale Off Road curando percorsi, redigendo road book, tabelle tempi e distanze, cartine e tabelle di marcia. Nella stessa manifestazione ricopriva l’incarico di “Apripista 0”.
Negli anni a seguire ha fatto parte dello staff delle prove di Endurance 4x4 organizzate dal medesimo sodalizio realizzando road book e stampati. Venuto a mancare Nico Blanca, a Enna si è creato un nuovo club, l’Enna 4x4 Nico Blanca Club, a cui Marco si è iscritto e di cui è stato anche presidente per diversi anni. In questi anni ha fatto anche l’apripista delle edizioni del Raid dell’Etna valido per il Campionato Italiano Rally Tout Terrain organizzato dall’Isea 4x4. Inoltre, per le edizioni del Rally Terra del Sole con la medesima validità, ha curato percorsi, autorizzazioni, road book, tabelle di marcia, tabelle tempi e distanze e, anche in questo caso, è stato apripista. Nel 2021, insieme ad altri appassionati della provincia di Enna, ha fondato il TLC4x4 Club con il quale è attualmente tesserato. Nel 2022 ha partecipato al Trofeo Regionale Regolarità Fuoristrada Sicilia piazzandosi al secondo posto di classe. Nel corso degli anni, inoltre, ha partecipato a tanti raduni FIF. È in possesso del 1° Brevetto di Guida Sicura in Fuoristrada e di licenza di Ufficiale di gara ACI Sport, Segretario di manifestazione ACI Sport, Ispettore per la sicurezza ACI Sport, Licenza di conduttore C ACI Sport.
Angelo Di Nolfo
Classe 1968, è nato e residente ad Enna.
L’autodromo “cittadino” di Pergusa lo ha molto influenzato: nel 1986 la passione per i motori lo ha portato a intraprendere la carriera di Ufficiale di gara ACI Sport e, nel 1991, ha iniziato il percorso di Commissario di Gara in Federazione Motociclistica Italiana, ruoli che ricopre tuttora. Appassionato di fuoristrada da sempre, nel 1989 ha acquistato il primo 4x4 e nel 1990 si è iscritto alla FIF. Nel 2012 è stato eletto presidente di Enna 4x4 Nico Blanca Club, incarico che ancora oggi ricopre, ed ha conseguito il 1° Brevetto di Guida Sicura in Fuoristrada. Nel 2018 ha frequentato il corso di Giudice di Percorso organizzato dalla FIF. Nel 2019 è stato eletto Consigliere Regionale, quindi è al suo secondo mandato. Insieme ai club FIF vicini di Nicosia, Leonforte e Gangi ha organizzato quattro edizioni del Raduno del Centro Sicilia. Estimatore della regolarità fuoristrada, nel 2022 e 2023 ha organizzato una prova del Trofeo Regionale Regolarità Fuoristrada, che verrà organizzata anche quest’anno. Nel 2023 ha organizzato una prova del Trofeo Regionale Trial 4x4.
Rosario Galipò
Classe 1977, è nato a Messina e risiede a Capo d’Orlando (ME).
Appassionato dell’aria, delle corse e dei circuiti, ha trascorso infiniti weekend a seguire amici e a partecipare a gare di kart e per anni ha organizzato nel suo paese, in collaborazione con Karting Sicilia, eventi in circuiti cittadini di kart.
“Nel 2018 sono stato invitato e coinvolto da un mio carissimo amico a partecipare come navigatore in un Master di fuoristrada” dice Rosario, “in quel momento mi sono reso conto che stavo facendo qualcosa che mi divertiva e mi faceva stare bene, ed è scattata una molla. Mi sono messo subito alla ricerca di un fuoristrada e l’ho acquistato”.
Complice un gruppo di fuoristradisti, nel 2019 ha fondato con un obiettivo ambizioso il club ASD Club Lions Nebrodi 4x4, affiliato alla FIF. Nel club ricopre il ruolo di presidente e insieme a tutti i soci partecipa a manifestazioni di fuoristrada. Ha conseguito il 1° e 2° Brevetto di Guida Sicura in Fuoristrada. Con il club in questi anni ha organizzato vari eventi come Raduno Nazionale FIF, Master, Regolarità su Pista, Trofeo Regionale Trial 4x4, corsi di formazione per i soci.
Roberto Leonardi
Classe 1981, è nato e vive ad Acireale (CT).
Dal 2008 è socio del club Wild Tracker’s 4x4 di Santa Venerina, dal 2011 al 2016 ne è stato consigliere e dal 2016 ne è il presidente. “Guidare il fuoristrada è la mia passione!” dice Roberto, “questa è la strada, tracciata ormai da molti anni, nei miei fine settimana”.
Ha conseguito il 1° e 2° Brevetto di Guida Sicura in Fuoristrada. Ha partecipato ad eventi FIF e organizzato manifestazioni di fuoristrada. Ha partecipato a tre edizioni dell’Eurotrial come giudice di gara.
Da due anni è responsabile della disciplina Extreme ed è componente del consiglio direttivo della Protezione Civile FIF Sicilia.
Cosimo Emiliano Materia
Classe 1986, è nato e vive a Catania.
Nutre la passione per il fuoristrada dalla tenera età di 10 anni, coinvolto dal padre nelle attività del club Warriors 4x4. Il padre gli regalò la sua prima Suzuki a 12 anni (“altri tempi”...). Da sempre è innamorato del trial, dove cominciò a gareggiare minorenne come coopilota dei suoi genitori che correvano entrambi, con vetture diverse, nei trofei regionali, e dal 2004 da neo patentato come pilota, ovviamente tesserato FIF. Negli anni ha posseduto 4x4 di quasi tutti i marchi, ma nel cuore è un suzukista: da sempre è accompagnato dal suo Samurai, attualmente affiancato da un Nissan Patrol GR Y61. Nel 2010 ha fondato il club Nel dubbio accelera 4x4, di cui è stato presidente per dieci anni ed oggi è vice presidente. Dal 2011 è organizzatore e pilota di gare del Trofeo Regionale Trial 4x4 e di raduni organizzati dal suo club. Nel 2022 ha vinto il TRT nella categoria Verdi e nel 2023 nella categoria Blu. Nel 2023 e 2024, con il suo club, ha vinto il Master siciliano. Ha conseguito il 1° e 2° Brevetto di Guida Sicura in Fuoristrada e intende continuare il percorso di studio per entrare a far parte della Scuola Federale. Inoltre ha svariati attestati di guida sportiva e sicura di altre realtà motoristiche. È cofondatore e membro del direttivo della Protezione Civile FIF Sicilia. È al suo secondo mandato come consigliere regionale.
Santo Scaffidi
Classe 1971, è nato a Palermo, cresciuto a Catania e attualmente vive a Sant’Angelo di Brolo (ME).
I suoi hobby sono vivere e capire gli equilibri della natura, stare in sinergia con la montagna come con il mare. Ama vivere tutto il mondo 4x4 così come il mare in freedive (apnea profonda). Pratica attività off road sin dal 1990, quando ha acquistato il suo primo mezzo 4x4. La principale finalità è sempre stata, e oggi continua ad esserlo, promuovere una logica educativa del 4x4 compatibile con la natura che ci ospita.
Possiede una Daihatsu Rocky 2.8 e una Jeep Wrangler TJ 4.0. Dal 2017 è in FIF come fondatore e presidente del Club Nebrodi Off Road nel messinese e da subito operativo nel sociale. Il club vanta ad oggi l’organizzatore di quattro Raduni Nazionali, di cui quello del 2022 con il numero record di 418 partenti. Inoltre Santo è stato parte attiva nell’organizzazione del Trofeo Interregionale Extreme Sicilia Calabria nel 2019 e solo Sicilia nel 2021, anno in cui la Federazione lo ha nominato responsabile regionale della specialità Extreme. Nel 2020 è stato promotore in Federazione dell’inedita specialità TRP (Regolarità su Pista), che nel 2021 ha visto i natali in Sicilia nel Crossodromo di Basicò (ME).
Il suo progetto è apportare migliorie al fuoristrada in Sicilia ed educare ad un uso consapevole dei mezzi in off road.
UNA GIORNATA INDIMENTICABILE
Domenica 21 luglio il Club Fuoristrada Maiella
Adventure ha fatto vivere emozioni forti ai ragazzi dell’AMA (Associazione Mielolesi d’Abruzzo)
Le due associazioni hanno unito le forze per regalare una giornata indimenticabile a persone con lesioni al midollo spinale e altre disabilità. A bordo dei fuoristrada preparati guidati dai membri del club teatino, i ragazzi dell’AMA hanno provato l’ebbrezza dell’off road, in totale sicurezza, sulla pista del club situata a Podere Peca, a Chieti.
“Fin dal primo momento, l’adrenalina e l’entusiasmo si sono mescolati in un’esperienza unica di inclusione e avventura” dice il presidente di AMA Antonio Polichetti. “I ragazzi non potevano essere più felici di assaporare l’ebbrezza dei percorsi argillosi. Il percorso si snodava tra buche, canaloni, salite impervie, rocce, gradini e discese mozzafiato. Ogni ostacolo superato aumentava l’eccitazione e il senso di realizzazione. I più temerari si sono persino lanciati in qualche drift, facendo urlare di gioia i passeggeri”.
“I fuoristrada, tutti diversi e guidati dai migliori piloti del club, erano una garanzia di sicurezza e divertimento. Nessuno voleva scendere: l’emozione di ogni salita e discesa li teneva incollati ai sedili, con il sorriso stampato sul volto. A conclusione di questa giornata ricca di emozioni ci siamo ritrovati tutti insieme al tramonto per una meritata pizza. Ridendo e condividendo le esperienze vissute, abbiamo celebrato un’avventura che resterà nei nostri cuori per molto tempo. Grazie, Maiella Adventure, per aver reso possibile tutto questo” conclude Polichetti.
ESPERIMENTO RIUSCITO
Non solo fuoristrada “tradizionale”: il Valdinievole 4x4 Club si è visto promotore di uno dei primi raduni nazionali in Toscana organizzato su due giorni con pernotto in tenda
Il primo Overland Jamboree, organizzato dal Valdinievole 4x4 Club il 6 e 7 luglio, è stato un evento completamente nuovo per il club toscano, organizzato all’insegna della condivisione, della passione e dello stare insieme divertendosi.
La scelta del nome, infatti, non è stata casuale: “Overland” indica uno stile di viaggio autosufficiente e avventuroso, dove l’esperienza del viaggio stesso è l’obiettivo principale, mentre “Jamboree”, letteralmente “marmellata di ragazzi”, indica nel gergo scout un raduno di persone.
L’intento di questo raduno era, quindi, trascorrere due giornate nella natura, condividendo la stessa passione e le proprie esperienze. E l’obiettivo è stato centrato. La manifestazione ha preso il via sabato 6 luglio nel paese di Pinocchio, Collodi, una frazione del comune di Pescia (PT).
I mezzi camperizzati degli iscritti, provenienti anche da fuori regione, si sono avventurati nella Svizzera Pesciatina, passando per luoghi di interesse storico-culturale come la Linea Gotica e godendo di paesaggi mozzafiato e di una bellissima compagnia. La giornata è terminata nel comune di Marliana, dove è stato allestito il campo base.
Dopo la cena tutti a letto, pronti per la seconda giornata di raduno. Un percorso complessivo di circa 60 chilometri, adatto a tutti i mezzi dotati di ridotte e autonomi nel pernotto. È stato un evento nuovo e difficile da organizzare, ma che ha raccolto l’entusiasmo e l’apprezzamento sia dei soci che dei partecipanti.
Il Valdinievole 4x4 Club ci tiene a ringraziare tutti i partecipanti e le amministrazioni dei comuni di Pescia e di Marliana, capaci di accogliere eventi nuovi in grado di promuovere questi meravigliosi territori. Questa prima edizione dell’Overland Jamboree vedrà sicuramente una continuazione, perciò rimanete sintonizzati sui canali social del club.
UN’ESPERIENZA DI VITA
Un habitué di Tre Giorni Nel Cuore dell’Abruzzo ci racconta come ha vissuto la decima edizione, diventata 3 (+1) Giorni, di quello che per lui, più che un viaggio, è un’esperienza di vita
Di Oriano Ongarato - Foto di Achille Di Cintio
Posso dire che esiste il “mal d’Africa”, ma per me e i miei compagni di viaggio posso dire che esiste anche il “mal d’Abruzzo”.
La decima edizione di 3 (+1) Giorni Nel Cuore Dell’Abruzzo (+1 giorno vista la coincidenza del ponte del 25 aprile) per noi inizia, e dura, ben di più dei suddetti giorni.
Già un paio di mesi prima dalla data stabilita per la partenza l’eccitazione cresce e si aspetta che il Club Fuoristrada Maiella Adventure pubblichi la locandina con il programma e il link per l’iscrizione sul sito della Federazione Italiana Fuoristrada. Quindi nei mesi prima ci si trova, spesso ci si sente al cellulare, considerato che siamo un bel gruppetto con due coppie di Treviso, una di Padova e due di Bolzano - amici da sempre anche al di fuori del fuoristrada - e si cerca sempre di coinvolgere quello più indeciso, o con la moglie indecisa, magari mentendo e promettendo un ottimo hotel con spa: ehi, no, non puoi mancare, non puoi tirarci il pacco, e così via, finché sfinita ci dice “ok vengo anch’io!”.
Arrivati a pochi giorni prima della partenza, dato che la strada è lunga (più di 500 km), decidiamo di iniziare la trasferta il giorno prima del raduno e di tornare il giorno dopo la fine della manifestazione, altrimenti si rischia di passare ore ed ore incolonnati in autostrada (esperienza fatta il primo anno).
Ritrovo per noi veneti, quindi, la mattina del 24 aprile a Padova con i bolzanini, per poi proseguire verso Bologna, calcolando di arrivare a Senigallia per le 13, dove conosciamo un bel posticino per pranzare con dei buoni piatti di pesce, e fare così un primo “allenamento a tavola”, sapendo cosa poi ci aspetterà durante il raduno.
Viaggiamo sotto la pioggia, CB acceso per ingannare il tempo e sparare battute a non finire, quando ad un certo punto sento un “clock”: il mio tergicristallo muore di colpo!
Arriva giù qualche imprecazione, e non c’è verso di far ripartire il tergicristallo. Per fortuna nel frattempo la pioggia è diminuita e si può viaggiare ugualmente in totale sicurezza.
Sono ormai le 17: la cittadina di San Giovanni Teatino (CH), luogo di partenza della manifestazione, è vicino, così come pure l’albergo, che già conosciamo. Si parcheggia, una bella birra fresca ci attende insieme ad un più moderato aperitivo analcolico per le nostre signore.
Si sale in camera, subito valigie disfatte, e giù per un altro aperitivo prima di andare a cena presso l’aeroporto di Chieti, dove è prevista la cena di tutti quelli che arrivano la sera precedente il raduno.
È un’occasione, questa, per incontrare i vecchi amici sparsi per l’Italia conosciuti nelle precedenti edizioni della 3 Giorni, e ovviamente per incontrare i due artefici principali di questo evento, Benito e Simone. Apro una parentesi su questi due “brutti ceffi”.
Nei mesi precedenti il raduno, sia su FB che sul gruppo WhatsApp dedicato al viaggio, questi due continuavano a postare video e foto sulla preparazione della manifestazione, e li vedevi in mezzo al fango, oppure a tagliare erbacce, o peggio ancora a giocare di verricello per tirarsi fuori dal fango, lamentandosi pure dicendo: stiamo lavorando per voi!
Ma credo invece che fosse una scusa bella e buona per divertirsi alle nostre spalle...
Tornando a noi, ottima cena, chiacchiere e risate, ma ora a nanna: domattina si inizia a far sul serio.
25 APRILE, PRIMA TAPPA
Con i postumi della cena della sera prima - ancora non del tutto smaltita, forse per l’abbondanza e la bontà della stessa, o forse per quanto si è bevuto - ci accingiamo a raggiungere il punto di ritrovo fissato per le iscrizioni e la partenza: parcheggio Decathlon di San Giovanni Teatino (CH).
Mi preoccupo subito: in bella mostra ci sono delle canoe gonfiabili, e viste le piogge dei giorni scorsi penso: ocio ché ci tocca usare le canoe al posto del fuoristrada!
Gli organizzatori già la sera precedente ci avevano avvisato che ci sarebbero stati dei bei guadi e, quindi, ci stava bene il pensiero delle canoe!
Formalizziamo l’iscrizione fatta già a suo tempo online, ritiriamo i gadget e, cosa più importante, i 4 roadbook previsti per l’evento.
Il road book è quel “quadernetto”, tanto carino, che ti indica la strada da percorrere e, da fuoristradisti incalliti e assatanati di off road, cerchiamo subito la descrizione delle varianti tecniche previste: sono lì, in bella mostra già in seconda pagina, e sono ben 8.
“Wooowwww” diciamo noi uomini, di contro subito le mogli replicano: “non penserete di farle tutte, vero?”. Il gelo cala tra noi uomini duri e puri, ci guardiamo tra noi e, con sguardo sommesso e orecchie basse, diciamo: “no, no, solo alcune... eh eh eh!”.
Iniziamo la lettura:
- Variante 1 Noceto: vietata con bagnato. Va be’, restano le altre 7.
- Variante 2 Roccia: molto tecnica e non serve il verricello. Ok, bene, almeno questa si fa.
- Variante 3 Annunziata: anche questa con bagnato quasi infattibile, e così via di questo passo. Uffa!Sempre sotto gli sguardi attenti e imbronciati delle mogli. Alla fine di 8 varianti ne restano fattibili (per le nostre mogli) solo 3, e con nostro sommo rammarico, e con gioia delle stesse, ci accingiamo ad iniziare il tour. Ok, si parte.
Il road book prevede una ventina di chilometri di asfalto, per
poi iniziare con uno sterrato semplice.
Noi siamo cinque equipaggi insieme ad un paio di altri equipaggi di Napoli, ovviamente simpaticissimi, con dei bei Wrangler preparati di tutto punto, che alla partenza ci hanno chiesto di unirsi a noi non avendo dimestichezza con il road book: accettiamo di buon grado, in quanto il fuoristrada è anche questo, aiutarsi a vicenda e conoscere nuove persone.
Iniziato lo sterrato, ci fermiamo quasi subito: dopo pochi chilometri c’è “stop obbligatorio”.
Prima sosta a cura dello staff che, come da tradizione, ha preparato la colazione appena dopo la curva su un ponte sul fiume Foro: appare il famoso “camper staff” apparecchiato di tutto punto con caffè, thè, acqua, bibite varie e gli ormai celebri maritozzi con panna che, non so perché, mi ricordano il povero Fantozzi nei suoi film, intento a strafogarsi a tavola.
Riconosciamo subito, nello staff, le persone viste nei raduni precedenti, che ci accolgono con sorrisi e abbracci che ricambiamo quasi commossi, ed una volta espletato questo primo obbligo, ripartiamo percorrendo strade sterrate attraverso la campagna e le vigne della famosa Cantina Tollo.
C’è qualche zona fangosa ed almeno, per lunghi tratti, non c’è polvere come è successo un paio d’anni prima. Proseguiamo tranquilli, qualche battuta sul CB con i nuovi amici napoletani e, dopo una decina di chilometri, si arriva al Birrificio Ordeum a Tollo (CH), divenuto anch’essa una tappa obbligatoria quando passiamo da queste parti.
Qui ci aspettano i titolari, i fratelli Tiberio con le rispettive famiglie, per la degustazione del pane locale con vari tipi di olio di produzione propria, e dell’ottima birra artigianale sempre di loro produzione. Rifocillati per bene, ripartiamo ed al km 42,040 troviamo l’innesto della Variante n. 1 Noceto che ovviamente saltiamo (ma lo sarà da tutti in quanto chiusa dall’organizzazione) accontentando le nostre donne che già avevano iniziato a brontolare qualche chilometro prima.
Sono quasi le ore 13 e pochi chilometri dopo il salto della Variante Noceto si arriva alla sosta pranzo presso i piazzali dell’Officina Meccanica Gianfranco Casalanguida a Villa Tucci di Crecchio (CH).
Il pranzo prevede un abbondante piatto di sagne e fagioli (piatto tipico locale) e una porchetta con contorno di verdure grigliate: tutto buonissimo e soprattutto abbondante. Ci si rimette in marcia ben sazi e satolli, e dopo pochi chilometri ci aspetta la prima variante fattibile da tutti, la n. 2 Roccia, molto tecnica, non molto lunga e passata agevolmente non senza qualche imprecazione da parte delle mogli.
Almeno noi abbiamo sgranchito le molle dei nostri fuoristrada, pensiamo noi maschi, e continuiamo a seguire il road book, che dopo appena 4 chilometri ci porta alla Variante n. 3 Annunziata, che le nostre compagne avevano già deciso a priori di non farci fare.
Da infingardo quale sono, fingo di sbagliare nota e ci ritroviamo nella Variante n. 3: ormai siamo dentro e dobbiamo proseguire, non potendo tornare indietro. Le donne minacciano ritorsioni, ma noi... banzai, avanti tutta!
La superiamo senza grosse difficoltà visto il terreno asciutto, a parte una salita un po’ fangosa che mette alla prova la nostra abilità. E che sarebbe stata tutta un’altra storia se fosse stata bagnata.
Continuiamo navigando con l’ottimo e preciso road per i successivi 30 chilometri tra tratturi, campi, colline e ad un certo punto leggo “Variante n. 4 Foro”. Rileggo le note iniziali dove vengono descritte le varianti e noto che c’è solo un dosso impegnativo: ok, la facciamo. Sul dosso c’è Simone Spada, presidente del Maiella Adventure, che ci dà le giuste indicazioni e tutti la passiamo con facilità.
Proseguiamo tra piccoli guadi, un po’ di sterrato e un po’ di asfalto, e alle 17 arriviamo alla sosta presso la Calcara di San Camillo De Lellis a Bucchianico (CH). Qui ci attende un bel panino con una salsiccia locale, ma noi adocchiamo il retro del baretto dove stanno cuocendo i famosi arrosticini abruzzesi e, che fai, non li assaggi? Quindi giù di arrosticini e birra, ma con moderazione, dobbiamo guidare!
Di nuovo in cammino: poco dopo passiamo davanti alla Variante n. 5 Chiesetta, che prevede una ripidissima discesa. Pre-
feriamo non farla perché è bagnata, e continuiamo verso la variante n. 6 , che prevede l’obbligo del verricello, ma solamente per la presenza di una fangaia definita “molto importante”. Decidiamo di farla in quanto siamo attrezzati di tutto punto, compreso il verricello.
La prima parte è relativamente semplice, divertente, un po’ tecnica con la presenza di molti guadi. Fango leggero, passaggi stretti tra alberi e, dopo un po’, arriviamo in un punto dove ci troviamo tutti fermi in fila. Passano i minuti e ancora tutti fermi: decido di scendere per andare a vedere il motivo del perché non si prosegue, ed ecco la famosa fangaia: 200 metri di fango bello profondo, con solchi lunghi e profondi, dove i fuoristrada fanno 20 metri e devono poi tirarsi fuori col verricello per le inevitabili piantate.
Purtroppo, prima di noi, passano dei Wrangler molto ben preparati, con ruote molto grandi e larghe, che scavano per bene nei solchi, rendendo impossibile il passaggio di fuoristrada meno allestiti.
Ci ritroviamo così fermi in colonna, impossibilitati a procedere.
Dopo più di un’ora (!) di fermo, e tanti tentativi di Simone e Benito di sgrossare la fila, si decide di tornare indietro. Rifacciamo parte della Variante n. 6 Alento al contrario e, devo dire, è bella anche nel tornare indietro.
Usciamo su asfalto. Si è fatto tardi e quindi decidiamo di non proseguire seguendo il road book ma di andare direttamente all’ultima sosta staff prevista, dove ci aspettano i dolci locali fatti rigorosamente a mano, caffè, thé e bibite varie, sempre elargiti dal famoso camper staff. Rifocillati, e pure un po’ stanchini, dirottiamo verso l’albergo dove ci aspettano un letto e una cena, tanto per cambiare...
26 APRILE, SECONDA TAPPA
Ben riposati, a colazione diamo uno sguardo al road book: ci aspettano ben 160 km di percorso più 4 varianti. Leggiamo le caratteristiche.
La Variante n. 1 mi sembra molto bella, con 9,5 chilometri di percorso tecnico e descrizione molto dettagliata. Percorreremo un lungofiume con diversi guadi e attraversamenti, e probabilmente sarà abbastanza impegnativa perché “devastata” dal passaggio di 400 moto di una gara un paio di week end prima! Già pregusto il piacere di riuscire nei passaggi più difficili usando il verricello.
La Variante n. 2 presenta salite e discese ripidissime, ed è vietata col bagnato; dato che non sono un amante delle salite ripide, che mi mettono ansia a causa di un incidente subìto diversi anni fa in una manifestazione, decidiamo di evitarla, con grande felicità delle mogli.
Le Varianti n. 3 e 4 non presentano particolari difficoltà e quindi le faremo.
Oggi il percorso sarà panoramico in quanto si salirà in quota nel mezzo delle montagne abruzzesi, nei dintorni del massiccio della Maiella, che spicca innevato su tutti i rilievi.
Percorriamo i primi km, usciamo dal paese di Manoppello (PE), percorriamo un po’ di tratturi, un piccolo guado e ta daaaaaa, ecco la prima sosta staff! Iniziavo a preoccuparmi (ha ha ha). La colazione è pronta, con biscottini favolosi, pizzelle al limone e all’anice, cookie, tarallini al limone, caffè... Non manca nulla: ormai ci hanno abituati bene!
Ripartiamo, siamo gasatissimi, tra pochi km ci aspetta la Variante n. 1 Cigno Nuovo. La ricordo bene questa variante, essendo la più bella a mio parere fatta nelle varie edizioni. E poi è il terreno che piace a me, molto tecnico con le giuste difficoltà. Una decina di minuti e ci ritroviamo fermi in fila a tutti gli altri fuoristrada. “Uffa” penso “ora ci tocca fare la variante a passo di lumaca con tutti gli altri davanti”. Passa il tempo, troppo tempo, ed ancora tutti fermi. “Ma che succede?” penso, così decido di andare avanti a piedi, oltrepassando altri equipaggi fermi in fila, e scopro che siamo fermi perché i Carabinieri Forestali stanno spiegando che non è più possibile percorrere quella strada perché nella notte è stata se-
questrata, a causa di alcuni “delinquenti” che hanno abbandonato delle macerie di demolizione lungo la strada. Nonostante la trattativa con le Forze dell’ordine da parte di Simone e Benito, purtroppo dobbiamo abbandonare, ma poco male: continuiamo lo stesso su strade sterrate preparandoci per la prossima variante.
Riprendiamo quindi il road book e cerchiamo un punto dove tornare sul percorso saltando la Variante n. 1 Cigno Nuovo. La nota n. 57 riporta un punto GPS (ne sono stati saggiamente inseriti diversi in varie note del road) con l’indicazione di un traliccio elettrico. Inseriamo le coordinate nel navigatore e iniziamo a cercare il punto indicato. Nel frattempo è stato divertente vedere diversi equipaggi provenire da più parti e uscire da stradine improbabili, tutti alla ricerca di un punto dove riprendere il tracciato sul road book. Dopo qualche km lo troviamo: una delle nostre donne è abile nel navigare e ci ha portato nel punto giusto! C’è da dire che sarebbe bastato seguire il road book base per raggiungere il traliccio, ma noi abbiamo preferito inserire le coordinate e partire all’avventura! Le strade si susseguono, un po’ di asfalto, tanto sterrato, qualche tratturo, e ci portano all’innesto della Variante n. 2, che avevamo deciso di saltare per le forti pendenze, raggiungiamo quindi la Variante n. 3, fattibile facilmente, e la percorriamo senza difficoltà, con qualche passaggio carino. È da evidenziare che molte varianti “tranquille” con l’asciutto sarebbero state improponibili con il bagnato. Per questo motivo su diverse c’era scritto “vietata con bagnato”.
Intanto si sono fatte le 13, arriviamo alla pausa pranzo presso un rifugio di montagna, Campo Base Corvo, dove il nostro palato viene deliziato da un antipasto tipico abruzzese, fettuccine al ragù teramano e dolci della zona. Un buon amaro per digerire il tutto, qualche chiacchiera con gli altri commensali e via, si riparte lasciando il posto agli altri arrivati dopo.
Riprendiamo il percorso e dopo pochi km ci attende l’ultima variante della giornata, semplice anche questa, per la gioia delle nostre donne. Corta, ma carina, e ci divertiamo non poco nel superare questo tratto. Si riprende il road, che per la successiva quarantina di km ci porterà tra altopiani rocciosi con poca vegetazione, sentieri poco tracciati con panorami stupendi e sfondo costante di cime ancora innevate, attraversamento di boschi e bellissime faggete.
Poi iniziamo a riscendere a valle, dove a Castel Camponeschi, situato nel comune di Prata d’Ansidonia (AQ), ci attende il camper staff per la classica sosta, con pane fritto con uovo e vino rosso Montepulciano D’Abruzzo. Ci attardiamo un po’, le fette di pane fritto meritano la nostra attenzione e diventano 2, 3, 4...
Al momento di ripartire ci rendiamo conto che è tardissimo. Decidiamo di saltare il resto del percorso, visto che mancano più di 40 km. Sfogliamo il road book e puntiamo direttamente alla sosta enogastronomica di San Benedetto in Perillis (AQ), presso il bar di Luciano. Non possiamo non passare da questo simpaticissimo personaggio, conosciuto nei precedenti raduni. Faceva l’insegnante universitario a Roma, a un certo punto si è rotto le scatole ed è venuto in questo paesetto di 39 anime. La sua accoglienza è sempre delle migliori: il paesino è costellato di grotte sotto le abitazioni, che una volta erano le stalle dove i pastori tenevano gli animali. Ora, ristrutturate, sono dei luoghi accoglienti dove ritrovarsi per gustare lo spuntino (almeno lui l’ha chiamato così!). Per noi è diventata la cena: salumi tipici, pizza con mortadella, focacce varie, arrosto con salsa, vino locale e birre artigianali. Due ore son passate senza neanche renderci conto, tra mangiare, ridere e sfottò vari. Per non farci mancare nulla, poi, siamo saliti al bar dove Luciano ha fatto i caffè e tirato fuori la famosa genziana locale, un altro amaro tipico della zona. Per discrezione non posso rivelare il numero di bicchierini consumati (hi hi hi).
Salutiamo Luciano, che ci siamo ripromessi di tornare a tro-
vare a settembre, quando faremo un giro in moto per goderci ancora l’Abruzzo sotto un’altra veste.
Ora via diretti in albergo: la giornata è stata lunga ma molto, molto piacevole e appagante.
27 APRILE, TERZA TAPPA
Eccoci arrivati al terzo giorno: già si pensa che domani sarà l’ultimo ed un velo di tristezza cala su di noi. Ci stavamo abituando troppo bene a girovagare per l’Abruzzo, coccolati dallo staff del Maiella Adventure, ma orsù, un sorriso e si pensa ad oggi. Solita trafila mattutina: durante la colazione uno sguardo al road e alle descrizioni delle varianti che oggi sono ben 6 (!). Varianti che subito vengono sfoltite dalle nostre accompagnatrici: questa no, quest’altra neanche, quella figuriamoci, questa neppure... Alla fine ne rimangono due, le ultime.
Si parte. Il percorso oggi è più breve: “solo” 112 km. Dopo pochi km iniziamo a inerpicarci su una strada in salita stretta, con asfalto molto rovinato, che corre sul fianco della montagna portandoci in quota e facendoci godere di un bel panorama sulla valle sottostante. Probabilmente è una vecchia strada di collegamento tra il fondo valle e i paesi sopra la montagna. Incrociamo un paio di macchine solamente e, una volta arrivati in quota, proseguiamo per strade sterrate, un saliscendi continuo in mezzo a prati, alberi, case sparse a destra e a manca e via diretti verso Pescosansonesco (PE), dove c’è la pausa caffè al bar del paese, ma soprattutto il camper staff con dell’ottima frutta fresca tagliata a pezzettoni e molto gradita da tutti. Visitiamo il paese nella parte abbandonata per via di una antica frana e le bellezze del Santuario di San Nunzio Sulprizio. Quindi ripartiamo verso Cugnoli (PE), dove arriviamo dopo aver percorso una ventina di km tra strade sterrate immerse nel verde, e avendo saltato due varianti molto interessanti (ahimè).
A Cugnoli è prevista una sosta gastronomica, con la Pro loco che ha allestito qualcosa di stupendo nella piazza del paese: tavoli imbanditi, musica, affettati vari, arrosticini e vini della zona. Ovviamente con porzioni più che abbondanti. Ci soffermiamo per una buona oretta a parlare con le giovani ragazze della Pro loco, facendo loro i complimenti per quanto sono riuscite a fare per noi. Ci spiegano le difficoltà che hanno incontrato nel preparare il tutto e così, prima di andare via, Lorenzo, uno dei nostri compagni di viaggio, che fa parte della Pro loco del paese in cui vive, ci propone di lasciare qualcosa in segno di riconoscimento, ed ovviamente accettiamo.
Si riparte seguendo il road e, qualche nota dopo, saltiamo un’altra variante (ufffaaa) e, voltando la pagina, troviamo scritto in rosso ed in grande “sosta pizza”. Ma come, abbiamo pranzato nemmeno mezz’ora fa?! Ma voi del Maiella Adventure volete metterci all’ingrasso?
E sia. Ci fermiamo in pizzeria e vediamo le pizze arrivare agli altri tavoli. Ad occhio sembrano buone. Ci accomodiamo e attendiamo le nostre. Qui una birra ci sta bene. Arrivano le pizze e in effetti sono molto buone, ma ora chi si alza più?
E non siamo nemmeno a metà road book. Ci facciamo coraggio. Lasciamo posto agli altri che stanno arrivando ed i prossimi 25 km proseguono spediti, tra asfalto e tratti sterrati con qualche guado, il tutto tra colline e panorami a perdita d’occhio.
Finalmente arriviamo alla Variante n. 1, denominata Pretoro, gentilmente concessa dalle nostre signore. Variante molto tecnica, molto stretta, con passaggi accidentati, non lunghissima (5 km circa) ma molto bella e direi impegnativa il giusto per divertirsi in tutta tranquillità.
La percorriamo con qualche urlo da parte delle donne (ha ha ha) mentre noi piloti ci stiamo divertendo un mondo. Proseguiamo, arriviamo a valle e ci fermiamo ad aspettare gli altri della nostra carovana che avevano saltato la variante.
Ma, che succede? Sotto la mia macchina c’è una chiazza di olio. Qualcosa sta perdendo abbondantemente. Mi butto sotto, guardo e noto che gocciola dalla coppa dell’olio. Porca la miseria, dico, il mio raduno finisce qui!
Chiamo Simone, il presidente del club, che era nelle vicinanze, ed arriva con Manuel, meccanico di professione che fa parte dello staff del Maiella. Guarda, controlla ed alla fine si scopre, fortunatamente, che è una cosa da poco: quando l’auto è dritta non gocciola e quindi posso continuare, con l’attenzione di tenere sotto controllo il livello dell’olio motore.
Arrivano gli altri, ripartiamo. Qualche km e ci inoltriamo nella vegetazione, su una strada sterrata stretta, molto carina. Circa 4 km così e arriviamo all’immancabile, ultima sosta staff della giornata.
Qui troviamo caciocavallo con marmellata di peperoncino, varie frittate (anche con cipolla) e aperitivo: beh, certo, dobbiamo stimolare la fame per la cena!
Di nuovo in movimento per l’ultima variante della giornata che è la n° 6 denominata Toboga, così chiamata perchè sembra appunto di essere in un toboga, con sponde laterali alte e alberi che a volte sembra di stare in un tunnel. Molto bella, scenografica e lunga, anche un po’ tecnica in alcuni passaggi. La percorriamo lentamente, gustandoci ogni metro di questa ultima variante: domani, domenica, sarà solamente un giretto tranquillo (forse) di una quarantina di km.
Terminata la variante si va all’albergo, cena ovviamente tipica, e tutti a nanna.
28 APRILE, QUARTA TAPPA
Il titolo potrebbe essere “una tranquilla domenica d’aprile”, e invece... Quest’anno il raduno 3 Giorni è un 3+1, vista la concomitanza del ponte del 25 aprile, quindi i famigerati brutti ceffi citati all’inizio racconto hanno ben pensato di fare questo giretto domenicale defaticante di una cinquantina di km. Tranquillo, facile, che dovrebbe portarci dalla partenza dell’ultima tappa al pranzo finale presso il centro Decathlon di San Giovanni Teatino (CH), dove ci aspettano gli gnocchi con asparagi, zafferano e pancetta, oltre all’antipasto di salumi e formaggi vari.
Ho detto dovrebbe portarci alla partenza perchè Simone, alla sosta staff, ha detto una frase che ci ha scombussolato la mattinata: “Beh, visto che siamo rimasti in pochi (una ventina di fuoristrada), potremmo, per chi vuole (e lo diceva guardando noi veneti con sguardo sornione), andare a fare la Variante Alento del primo giorno, quella della famosa fangaia, dove siamo dovuti tornare indietro, ma al contrario.
A me, Lorenzo e Alessandro si sono illuminati gli occhi: quella fangaia saltata a dire il vero c’era rimasta un po’ sullo stomaco e quindi, entusiasti dell’idea, abbiamo subito detto di sì. Immediatamente nella valle si è udito un urlo disumano, le tre donne hanno gridato “Nooo, la variante non si fa!”.
Inizia il confronto: Lorenzo è il più audace e tenta una ribellione, ma viene subito zittito. Dopo lunghe e concitate trattative, propongo una soluzione che viene accettata dalle donne, anche se non molto volentieri. Loro prenderanno il mio Defender 110 con alla guida mia moglie e proseguiranno con il road book previsto, mentre noi andremo a fare la famigerata fangaia.
Ok, salgo con Alessandro e Lorenzo ci segue. Simone ci manda il punto di ritrovo per percorrere all’inverso la variante. Eccoci qui. Poche auto, 7-8, ma sono quelle che bastano per far pomeriggio inoltrato, visto quello che stiamo per affrontare. Simone passa per primo: il primo tratto nessun problema, ma verso la fine è costretto ad usare il verricello anche lui. Simone si posi-
ziona dall’altra parte, con il cavo fuori pronto per il recupero: sappiamo già che ne avremo bisogno. Parte il secondo fuoristrada, un pick up di un ragazzo dello staff. Solito copione, con immancabile piantata a metà fangaia. Viene estratto come un dente cariato dal verricello di Simone. Poi è il turno di due ragazze, con un Suzukino prettamente di serie. Dall’altra parte c’è il fidanzato di una delle due che dà consigli, non esattamente seguiti da lei. Incredibilmente percorre più metri degli altri passati prima, ma anche loro vengono estratte dal fango col verricello.
Poi ci siamo noi. Primo pezzo, il più temibile, passato senza problemi. Nel frattempo sono già passate un paio di orette. Procediamo, ora tutto è più semplice anche se c’è da superare ancora un tratto fangoso e con solchi profondi. Siamo secondi: davanti a noi, in una esse sinistra-destra, il pick up rimane spanciato, ma con qualche manovra riesce ad uscire. Ed ora tocca a noi.
Alessandro mi chiede: seconda o terza? Aveva paura di rimanere fermo visto il pick up di prima. Seconda, dico io, mica dobbiamo volare! Ingrana la seconda, parte a razzo ed io grido “Non così veloce!”. Nemmeno il tempo di terminare la frase e alla curva a destra ha ancora il volante girato a sinistra. In questo modo prendiamo il cordolo, il Defender salta, ci impenniamo e ricadiamo sul fianco destro. Dentro sembrava di essere in una lavatrice e, miracolosamente, o vuoi per la velocità, ci rimettiamo dritti, ripartendo a razzo. Alessandro non ha mai mollato di accelerare. La GoPro all’interno ha registrato tutto, anche le mie imprecazioni (che nel dizionario veneto si chiamano rafforzativi).
Comunque, fangaia insidiosa passata con successo, anche se con qualche ferita di guerra: barra di sterzo storta, con ruote “leggermente” divaricate, e botta sul parafango destro (ora come lo giustifichiamo a Federica, la sua compagna? Boh, ci penseremo).
Arriva Manuel e sistemiamo la barra di sterzo, raddrizzandola con il verricello. Ormai sono le 12.
Ripartiamo in direzione del Decathlon di San Giovanni Teatino per il pranzo. Siamo soddisfatti: ci voleva la ciliegina sulla torta! A un certo punto, via CB, Lorenzo chiama e dice che il suo Defender non va più, si è fermato. Porca miseria! Quando Simone non ci vede arrivare, ci chiama chiedendo il motivo del nostro ritardo.
“Ok” dice “venite qui a pranzare e poi recuperiamo la macchina”. Così facciamo. Andiamo a pranzo: ci voleva, eravamo affamati. Nel frattempo Simone chiama Manuel e così dopo pranzo torniamo al Defender guasto. Dopo mezz’ora di prove il responso è: pompa del gasolio bruciata!
Fortunatamente avevamo deciso di tornare a casa il lunedì successivo, quindi portiamo il Land in officina da Manuel, che è poco distante. “Domani” dice “mi procuro la pompa e ve ne tornate a casa”.
Torniamo in albergo. Lorenzo ci dice che domattina noi possiamo partire, non vale la pena aspettare tutti quanti la riparazione. Noi rispondiamo che siamo partiti assieme e assieme si torna. Questa è la regola del fuoristrada. Per consolarci, la sera andiamo a cena in un ristorante di pesce consigliatoci da un amico di Lorenzo. Cena superlativa che almeno placa la delusione della rottura. Lunedì mattina ci rechiamo a Tollo (CH) presso il frantoio Ordeum dei Fratelli Tiberio, quelli della sosta del primo giorno. Avevamo promesso di ripassare per rifornirci di olio e birra artigianale. Fatta la scorta e salutato i proprietari, andiamo in officina da Manuel. Diagnosi del giorno prima confermata: pompa gasolio bruciata. Ricambio ordinato, appena arriva lo monta.
Però, nel frattempo, si è fatto mezzogiorno, così decidiamo di andare a pranzare in un posto consigliato da Francesco, un amico di Manuel: un primo e degli immancabili arrosticini abruzzesi.
Torniamo in officina, Manuel sta già montando la pompa appena arrivata. Sono ormai le 18 quando termina il lavoro. Lo ringraziamo e ripartiamo verso casa: mancava questa piccola avventura per concludere la nostra presenza alla decima edizione di Tre Giorni Nel Cuore Dell’Abruzzo! D’altronde si sa, queste sono le cose che poi restano nei ricordi.
Ed ora, come nei titoli di coda dei film, ci sono i ringraziamenti:
1 - Ai due artefici, al secolo Benito e Simone, e a tutti i soci del club che ci hanno assistito, supportato e sopportato!
2 - Al camper staff ed alle persone dello stesso (Marilia, Bruno, Maria Rita e Luisa), al quale va il nostro più vivo grazie per il loro lavoro
3 - A Manuel Di Nardo e il suo staff per l’assistenza meccanica
4 - A tutti gli altri equipaggi che con la loro presenza ci hanno tenuto compagnia
5 - A tutte le persone che ci hanno rifocillato nelle soste pranzo, in particolare a Luciano di San Benedetto in Perillis e allo staff della Pro loco di Cugnoli
6 - A tutti quelli a cui chiedo scusa per non averli menzionati in questo racconto.
Grazie, siete fantastici. E arrivederci nel 2025!
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EUROTRIAL 2024, LOTTA NEL FANGO
L’Italia ha partecipato con ben 18 equipaggi all’edizione 2024 del Campionato Europeo di Trial 4x4, disputata in Germania il 17 e 18 agosto. Dopo una gara durissima, caratterizzata da un mare di fango e non priva di qualche pecca organizzativa, due equipaggi italiani si sono piazzati terzi nelle categorie Original e Prototypes, mentre un equipaggio di San Marino ha vinto nella Pro-modified
Il Team Italia si è fatto onore a Banteln in Germania, dove sabato 17 e domenica 18 agosto 146 equipaggi provenienti da 17 nazioni europee si sono sfidati nell’Eurotrial 2024, il Campionato Europeo di Trial 4x4 in prova unica.
La compagine azzurra era così suddivisa nelle varie categorie: Original 1 equipaggio; Standard 4 equipaggi; Modified 4 equipaggi; Pro-modified 6 equipaggi; Prototypes 3 equipaggi. È da notare che il Team Italia era tra i pochissimi ad avere la licenza sportiva e la rappresentanza di una Federazione (ACI Sport by FIF 4x4).
In ciascuna delle due giornate di competizione, i concorrenti dovevano affrontare 8 prove, ognuna delle quali prevedeva 5 porte, ed il tempo concesso per superare ogni prova era di 5 minuti.
La pioggia, caduta abbondante in entrambi i giorni, ha complicato tutto rendendo estremamente scivoloso e impegnativo il campo di gara, che era interamente su terra.
Gli equipaggi italiani hanno dato il massimo da subito, ma la variabile pioggia ha avuto la sua influenza, stravolgendo le strategie di gara. Le prove di tutto il team azzurro sono state degne di nota, con passaggi spettacolari e a volte anche con qualche capottamento, a dimostrazione della difficoltà del percorso.
Alla fine, i risultati migliori li hanno ottenuti Davide Carattoni e Lorenzo Cevenini (Scuderia San Marino) che hanno conquistato il primo posto nella categoria Pro-modified. Terzo posto, tra i Proto, per Mario e Umberto Toselli. E terzo posto nella categoria Original per Claudio Brunetti e Lucio Malavolti.
Nella classifica per nazioni l’Italia si è classificata al quarto posto, e non al terzo, per via dei punti dati a San Marino.
Tutto il Team Italia è stato comunque soddisfatto dei risultati ottenuti da ognuno degli equipaggi che, abbracciandosi, hanno brindato alle proprie posizioni di classifica, insperate visto il terreno “impossibile”.
Abbiamo sentito un paio di protagonisti per farci raccontare come hanno vissuto questa esperienza.
Umberto Toselli (Prototypes)
Mario e Umberto Toselli, rispettivamente figlio e padre e vincitori lo scorso anno dell’Eurotrial in Italia nella categoria Modified, quest’anno sono passati ad una categoria superiore gareggiando con un nuovo prototipo tubolare con motore Volkswagen 1.8 G60, abbinato al suo cambio automatico, con ponti a portale Volvo e gomme Mud Trepador 38,5.
“Per noi l’esperienza dell’Eurotrial 2024 è stata, nel complesso, più che positiva” dice Umberto. “Ci siamo presentati con una macchina completamente nuova, acquistata a marzo. In questi mesi abbiamo lavorato per migliorarla secondo le nostre esigenze di guida, ma non siamo praticamente mai riusciti a testarla in maniera approfondita. L’abbiamo usata nella gara di Campionato Italiano Trial 4x4 FIF a Castrocaro Terme (FC), e in una del Trofeo Regionale Trial Liguria, dove l’esito non è stato dei migliori, in quanto abbiamo rotto e capottato. Inoltre, siamo andati all’Eurotrial consapevoli di un problema al motore che non siamo riusciti a risolvere in tempo”.
“Il primo giorno, nella mattinata, siamo andati benissimo, con il terreno di gara che era abbastanza umido ma non bagnato. La nostra strategia prevedeva di iniziare con le prove che a nostro avviso erano un po’ più semplici, anche per scaldarci un po’ psicologicamente, e poi via via proseguire con le altre. La giornata è andata avanti più che bene, con la macchina che rispondeva esattamente come piaceva a noi. A tre quarti del pomeriggio il motore ha cominciato a dare qualche segno di cedimento, ma nonostante ciò abbiamo concluso il sabato al primo posto in classifica, con pochissime penalità in meno rispetto al secondo. Sapevamo di aver fatto un bel risultato, però onestamente non pensavamo di essere così ben messi”.
“Il mattino dopo ci siamo svegliati con una brutta sorpresa. Pioveva dalle tre di mattina e i percorsi erano diventati scivolosissimi. Anche questa volta siamo partiti dalle prove che ci sembravano più fattibili. Dopo due prove discrete, durante la terza il motore ci ha abbandonato, non siamo riusciti a finire la prova e abbiamo preso diverse penalità. Era metà mattina e siamo andati nel parco assistenza senza avere grandi idee su cosa fare”.
“Poi mi è venuta l’illuminazione: visto che la centralina non ragionava come doveva, abbiamo staccato i sensori elettronici e il motore ha iniziato a funzionare meglio, pur rimanendo irregolare. Prendeva tutti i giri solo in prima marcia, sicché siamo ripartiti e abbiamo fatto il resto della gara quasi esclusivamente con la prima, col motore che arrivava al limitatore. Naturalmente abbiamo scelto le prove che sembravano più fattibili per noi. Alla fine della giornata ci siamo piazzati al terzo posto, attestandoci poi al terzo posto anche nella classifica finale”.
“Eravamo partiti da casa con l’obiettivo di divertirci, portare a casa la macchina integra, e possibilmente, di ottenere un discreto risultato. E invece è andata super bene. Per noi è stato un risultato splendido, inatteso e con soddisfazione al 100%”.
“Quanto all’organizzazione, un po’ di problemi li ha creati la poca ampiezza del parco assistenza. Al Team Italia, che aveva 18 vetture, avevano riservato un’area abbastanza ristretta, che poteva contenere al massimo 5 o 6 macchine. Ma in una gara del genere può capitare che debbano fare assistenza anche 20 auto contemporaneamente. Roberto Cevenini, il Team Leader Italia, si è prontamente lamentato e i tedeschi ci hanno concesso un po’ del loro spazio. In qualche modo ci siamo fatti bastare l’area, ma se fossero capitati più guasti meccanici, sarebbe stato un grosso problema”.
“Altro problema il parco chiuso: le macchine erano disposte su tre file, una davanti all’altra, tutte addossate tra loro. Così chi decideva di partire più tardi doveva comunque stare lì alle ore 7, all’apertura, per spostare l’auto onde evitare di bloccare qualcun altro”.
“Ma la pecca più grande, a mio avviso, è l’aspetto dei recuperi dei veicoli in panne. Alcuni mezzi erano al servizio di più prove, quindi bisognava aspettare che si spostassero da una prova all’altra. In alcuni punti, poi, questi mezzi non riuscivano ad arrivare direttamente, quindi si arrivava a fare il recupero magari con quattro strop fissate insieme e tiri di quattro metri per volta. E ancora: il primo giorno, ogni mezzo (escavatore, gru o muletto) che raccoglieva una vettura, poi la portava nel parco assistenza. Al secondo giorno si è capito che in questo modo i tempi si allungavano a dismisura, e si è cercato di ovviare: l’escavatore tirava fuori i veicoli dalla pista, ed i muletti con le forche li portavano in assistenza”.
“È per via di questi ritardi che il sabato gli organizzatori hanno posticipato di 1 ora e mezza l’orario di chiusura della gara (dalle 18 alle 19.30). Noi per fare l’ultima prova del sabato abbiamo aspettato in fila per due ore, e siamo riusciti a passare come penultimo equipaggio prima delle 19.30. Ma tre o quattro equipaggi arrivati dopo non hanno potuto disputare la prova. La domenica è andata un po’ meglio: un po’ perché erano rimaste meno macchine in gara e un po’ perché avevano aumentato il personale di assistenza per i recuperi”.
“L’area a disposizione per il campeggio, invece, era bella am-
pia, e ogni zona dedicata ai team nazionali aveva dei servizi igienici. Però per fare le docce bisognava prendere una navetta che, ogni mezz’ora, ti portava a una piscina comunale distante 3 chilometri: decisamente scomodo”.
“Dal lato prettamente tecnico, personalmente alla gara darei un 8, nonostante le condizioni meteo che però non dipendono da nessuno. A livello logistico il mio voto è 6, perché qualche problema si poteva prevedere ed evitare organizzando le cose in maniera diversa”.
Davide Carattoni (Pro-modified)
Davide Carattoni, sanmarinese, ha gareggiato in coppia con il navigatore bolognese Lorenzo Cevenini. L’equipaggio corre con i colori della Scuderia San Marino ma, di fatto, è anche un membro del Team Italia.
“Il primo giorno abbiamo iniziato dalle prove un po’ più facili, quelle dove il terreno sembrava tenere meglio l’acqua” dice Davide. “E abbiamo fatto bene perché la sera le prove difficili non si erano rovinate, anzi forse erano un pelo migliorate. Abbiamo azzeccato la strategia di gara e abbiamo guidato bene, senza fare grossi errori, e a fine giornata ci siamo trovati in testa alla classifica con un bel margine”.
“La domenica le previsioni indicavano che avrebbe smesso di piovere verso le ore 13, e così abbiamo pensato di mantenere la strategia del giorno prima, rimandando le prove più impegnative al pomeriggio. Ed invece è stato un disastro, con pioggia, nebbia e freddo fino a sera. Il terreno era talmente scivoloso che sembrava di guidare sul ghiaccio: bastava un minimo errore per finire fuori prova o per ribaltarsi. Di conseguenza la classifica del giorno prima è stata stravolta, e noi abbiamo concluso al terzo posto, ma con la somma delle penalità che era sempre la più bassa abbiamo vinto molto bene la gara. Non ce l’aspettavamo, perché la mia macchina è studiata più per la roccia, però con le modifiche che abbiamo fatto siamo andati benissimo anche sul fango”.
“Se non ci fosse stata la pioggia, sarebbe stata una gara come quelle che facciamo in Italia, decisamente alla nostra portata. La pioggia ha cambiato tutti i piani, soprattutto per gli organizzatori tedeschi, perché ha reso tutto impraticabile. Il sabato hanno dovuto allungare la gara di 1 ora e mezza perché i mezzi di recupero impiegavano troppo tempo a togliere dalla pista le macchine ferme. Addirittura a volte sono andate ad aiutarli due o tre macchine che gareggiavano, in quanto dotate di verricelli.
Con i recuperi gli organizzatori sono andati un po’ in crisi, e chi guidava gli escavatori, a mio parere, non era all’altezza del compito assegnato”.
“Un altro problema è dovuto al fatto che l’area di gara non era molto grande, tanto che gli organizzatori avevano posto un limite alle iscrizioni a 150 vetture. Il parco assistenza era troppo piccolo, ed infatti ci siamo arrabbiati, ed anche tanto. Alla fine lo abbiamo fatto ingrandire un po’, ma è rimasto troppo piccolo per tutti gli altri, ed è stato un grande problema, con anche il parco chiuso assolutamente caotico: se avevi la macchina in fondo dovevi aspettare che si togliessero tutte quelle davanti… un Tetris”.
“Il fango ha reso tutto più complicato per tutti, organizzatori e partecipanti. Si faceva fatica non solo a fare le prove, ma anche a stare tutto il giorno sotto l’acqua, per andare a vedere i percorsi. Non si riusciva a stare in piedi. Io non riesco a guidare con gli scarponi, guido con le scarpe basse, perciò sono stato con i piedi bagnati per due giorni.
E la domenica, dopo la gara, ogni mezzo, ogni camper che c’era è rimasto inevitabilmente incagliato, con altrettanto inevitabile traino fuori dall’area campeggio”.
IN MOLISE LA REGOLARITÀ RADDOPPIA
Per il secondo anno di fila il Molise è diventato lo scenario perfetto per un’avvincente tappa del Trofeo Regolarità Centro Italia 2024, organizzata il 22 e 23 giugno dal Club Trigno Fuoristrada
Di Maurizio Pettini
La terza tappa del TRCI 2024, disputata a Trivento, è stata una competizione attesa da molti e resa unica dai percorsi estremamente variegati presenti sul territorio.
La tenacia di tutto lo staff del Trigno Fuoristrada nell’organizzare lo scorso anno la prima tappa, pur non avendo numeri favorevoli (solo 8 erano stati i partenti) , oltre all’impegno in regione nell’organizzazione di eventi propedeutici per far avvicinare nuovi equipaggi alla specialità, hanno fatto la differenza.
L’impegno profuso ancora una volta quest’anno e la bellezza della gara hanno portato ottimi risultati, ovvero l’iscrizione di ben 16 equipaggi, che hanno ripagato tutti gli sforzi fatti per far crescere questa specialità nella regione. C’è ancora un buon margine di crescita e gli organizzatori stanno lavorando al meglio per colmarlo e rendere questa tappa sempre più avvincente.
La gara prevedeva la partenza e l’arrivo dei 90 chilometri di percorso a Trivento (CB), una piccola cittadina molisana tra le prime in regione come estensione territoriale. È proprio qui che si svolgono alcune delle manifestazioni fuoristradistiche più belle della regione, dato che qui la cultura del fuoristrada è fortemente radicata. Il Club Trigno Fuoristrada, fondato più di venti anni fa e diretto dal presidente Diego Florio, come sempre si è impegnato al meglio per organizzare una gara che avesse un percorso tecnico ed estremamente variegato negli scenari, includendo anche lunghi tratti di sterrato scorrevole per far salire tanto i livelli di adrenalina.
Il sabato le verifiche tecniche e amministrative degli equipaggi sono iniziate alle 17. I partecipanti hanno mostrato i loro veicoli ai commissari, che hanno controllato minuziosamente ogni dettaglio per assicurarsi che tutto fosse in regola. La piazza di Trivento si è trasformata in un vivace centro di attività, con equipaggi che discutevano strategie e spettatori curiosi che ammiravano i veicoli.
Più tardi si è svolta la presentazione ufficiale della gara. Il presidente Diego Florio ed il responsabile sportivo Adriano Messina hanno accolto i partecipanti e il pubblico, ringraziando tutti per la loro presenza e il loro supporto, e durante il briefing pre-gara hanno sottolineato l’importanza della sicurezza e del rispetto per i luoghi attraversati, invitando tutti a godersi l’evento con responsabilità. Quindi gli equipaggi hanno ricevuto le ultime istruzioni sul percorso e sulle regole della competizione. Il cielo limpido e il clima favorevole promettevano una serata perfetta per la gara.
Il primo equipaggio è partito alle 21 in punto. I veicoli, accuratamente preparati per affrontare la competizione, si sono incamminati sul primo trasferimento libero per raggiungere la prima prova cronometrata.
PC 1: velocità e precisione
La prima prova cronometrata è stata una sfida di velocità su un percorso lungo circa 7 km. Questo tratto relativamente semplice includeva più di un chilometro di strada brecciata molto veloce, dove alcuni equipaggi hanno toccato gli 80 km/h. Come dimostrato dalla tabella dei tempi, due equipaggi sono riusciti a chiudere la prova in tempo perfetto.
PC 2: tecnica e strategia
La seconda prova era molto più tecnica, con un percorso di circa 12 km che alternava tratti di sterrato veloce a sezioni di fuoristrada più impegnative. Alcuni equipaggi hanno avuto difficoltà a causa di bivi che traevano in inganno, mettendo alla prova la loro capacità di navigazione e la loro strategia di gara.
PC 3: resistenza e abilità
La terza prova era la più lunga della gara, estendendosi per circa 14 km. Iniziava con una strada stretta nel bosco, seguita da un chilometro di discesa molto ripida e ad alta velocità. La prova alternava lunghe salite e discese veloci e impegnative. Nella parte finale, molti equipaggi hanno avuto difficoltà in un sottopassaggio a causa della presenza di acqua, terra e fango che rendevano difficile il passaggio.
PC 4: velocità in salita
La quarta prova era una delle più veloci della gara, con un percorso di 8 km quasi interamente in salita, e un dislivello di circa 600 metri dal fiume alla montagna. La parte iniziale era estremamente tecnica e impegnativa, mentre la parte finale consisteva in uno sterrato molto veloce.
PC 5: navigazione e adrenalina
L’ultima prova presentava un percorso di circa 10 km quasi totalmente sterrato. La prima parte era piena di bivi e ingressi a strade e campi coltivati che hanno messo a dura prova i navigatori. La seconda parte era molto più lineare, in pieno sterrato attraverso campi coltivati, offrendo un finale entusiasmante ed adrenalinico.
Tra i 16 equipaggi iscritti due veicoli hanno avuto problemi tecnici e non sono riusciti a completare la gara. Tuttavia, gli altri equipaggi sono rientrati tutti, dimostrando grande abilità e resistenza. Dopo ore di competizione intensa, gli equipaggi sono tornati al punto di partenza a Trivento, dove sono stati accolti dagli applausi del pubblico e dagli organizzatori. La premiazione si è svolta alle ore 3:00 del 23 giugno, seguita da una cena con prodotti tipici enogastronomici, che ha offerto un momento di relax e convivialità dopo l’intensa gara.
Sul podio, al terzo posto si sono classificati gli esordienti Emiddio Scarano e Marco Ciafardini su Mitsubishi Pajero 2.8; secondo posto per Antonello Marano e Luca Macrini su Pajero 3.5 V6; il primo posto è stato conquistato ancora una volta da Stefano Moro e Tiziano Menichini su Pajero 3.2.
La terza tappa del Trofeo Regolarità Centro Italia 2024 a Trivento si è conclusa con successo, lasciando un segno indelebile nei cuori dei partecipanti e degli spettatori. L’evento ha dimostrato ancora una volta la passione e la dedizione del Club Trigno Fuoristrada, che ha saputo organizzare una gara emozionante e ben gestita.
L’incremento nel numero degli equipaggi iscritti rispetto all’anno precedente è un segnale positivo per il futuro del fuoristrada in Molise. Gli organizzatori stanno già pensando alla prossima edizione, con l’obiettivo di rendere la gara ancora più entusiasmante e partecipata. Con il suo mix di tecnica, velocità e strategia, il Trofeo Regolarità Centro Italia continua a essere un appuntamento imperdibile per gli appassionati di fuoristrada. E il Molise, con i suoi paesaggi mozzafiato e la sua comunità appassionata, si conferma una location ideale per eventi di questo calibro.
Il presidente e tutto lo staff del Club Trigno Fuoristrada ringraziano i comuni di Trivento e Salcito, le forze dell’ordine, i forestali e tutte le comunità limitrofe per il loro supporto indispensabile alla riuscita dell’evento. Appuntamento al prossimo anno, per nuove sfide e nuove emozioni sui percorsi off road del Molise.
La provincia agrigentina ha ospitato per la prima volta una tappa del TRR Sicilia, organizzata nel fine settimana del 27 e 28 luglio in collaborazione dal Bulldog 4x4 Offroad Licata e dal neo club FIF Canicattì 4x4 Offroad
Di Orazio Lucà
La prima Regolarità Agrigento, terza prova del Trofeo Regionale di Regolarità Sicilia 2024, si è svolta quasi interamente nel territorio licatese, toccando soltanto marginalmente il territorio del comune di Butera che ricade nella provincia di Caltanissetta.
La tappa è stata pensata da Massimiliano Oteri, presidente del Bulldog 4x4 Offroad Licata, supportato sia dai suoi soci che da Emmanuele Lalomia, presidente del Canicattì 4x4, anch’egli coadiuvato da tutto il suo club. Massimiliano, con non pochi sforzi, ha realizzato una tappa che è risultata oltremodo impegnativa per i sette equipaggi in gara, con un susseguirsi di tratti duri e tecnici e tratti veloci ma da navigare con attenzione che hanno messo a dura prova i concorrenti ed i loro veicoli tanto che, purtroppo, due equipaggi si sono dovuti ritirare per rotture meccaniche.
I territori attraversati sono luoghi in cui la fonte principale di sostentamento ancora sono, fortunatamente, l’agricoltura, la pastorizia e la pesca, non è però da meno il turismo estivo che raddoppia la popolazione di Licata nei mesi di luglio ed agosto. Grazie al patrocinio del Comune di Licata la partenza, il riordino e l’arrivo sono avvenuti dal piazzale Enzo Baldoni, messo interamente a disposizione dall’amministrazione comunale. La gara prevedeva cinque prove di classifica intervallate da quattro trasferimenti di classifica.
La prima prova di classifica, seppure breve (poco più di 4,6 km), con il tempo imposto di 7’46” ha impegnato gli equipaggi in modo significativo, tanto che nessuno ha potuto azzerare. Il primo posto in questo settore è stato conquistato da Giuseppe Fazio e Ferdinando Taviano (Nebrodi Offroad), che in questa occasione erano a bordo di un Mitsubishi Pajero Pinin U1, con 461 penalità. La seconda piazza è stata agguantata dal team familiare (marito e moglie) formato da Pietro Virgona e Alessandra Folisi (Xibet Off Road 4x4 Club), a bordo di Toyota LJ70 U3, con poco più di 150 penalità rispetto ai primi. Al terzo posto hanno concluso gli affiatati Sebastiano Raciti e Antonio Barbaro (Ciclopi Catania Club 4x4) a bordo di Land Rover Discovery U3, con 881 penalità.
La seconda prova di classifica, anche questa abbastanza breve (poco meno di 5 km), aveva un tempo imposto di 8’18”. Due equipaggi hanno azzerato il tempo di percorrenza, Fazio-Taviano ed il team familiare (padre e figlio) di Antonio e Riccardo Ricciari (Club Peloro Fuoristrada), su Mitsubishi Pajero 3.2 DI-D U3. Al secondo posto si è piazzato il duo attualmente in testa al TRRS 2024, Paolo Seminara e Stefano Gallone (Xibet Off Road 4x4 Club), a bordo di Toyota LJ70 U3, con 112 penalità. In terza posizione hanno concluso Francesco Raniolo e Giovanni Caliò (Sahara 4x4 Club Ragusa) su Lada Niva U1, con 141 penalità.
La terza prova di classifica, la più lunga con i suoi quasi 13 km, ed un tempo imposto di 21’32”, ha visto primeggiare Raniolo-Caliò con 732 penalità, seguito nell’ordine da Virgona-Folisi con 793 penalità e da Raciti-Barbaro con 852 penalità.
Dopo due trasferimenti di classifica, intervallati dal riordino, gli equipaggi si sono dati battaglia nella quarta prova di classifica. Questa prova, di circa 4,7 km, con un tempo imposto di 7’48”, ha visto primeggiare i Ricciari con 252 penalità, tallonati (con sole 5 penalità in più) da Fazio-Taviano, mentre Virgona-Folisi si sono attestati in terza posizione con 285 penalità.
La quinta ed ultima prova di classifica, lunga poco meno di 6,2 km e con un tempo imposto di 10’19”, è stata vinta da Virgona-Folisi con 341 penalità, che hanno preceduto nell’ordine Seminara-Gallone (377 penalità) e Raciti-Barbaro (601 penalità). Come al solito al TRR Sicilia nulla è scontato fino all’ultimo settore di gara. Infatti è stata proprio la quinta prova a determinare la classifica finale della tappa.
In questo settore, infatti, il Pajero dei Ricciari ha subìto un guasto, pregiudicando così tutti gli sforzi fatti fino a quel momento. Ed il team Raciti-Barbaro ha perso il primo posto in classifica assoluta e di classe.
La classifica finale ha visto dunque prevalere, finalmente, Virgona-Folisi che, “assetati di vittoria” dopo due gare in cui avevano dovuto abbandonare per rotture, hanno potuto dimostrare il loro valore nonostante il fatto che, anche in questa tappa del TRRS, il loro mezzo non fosse perfettamente in forma, accusando problemi al ripartitore-riduttore.
Si coglie l’occasione per ringraziare gli sponsor che quest’anno stanno sostenendo il TRRS 2024: Pulvirenti Car Service di Riposto, Leonardo Seminara Srl impresa edile di Calascibetta, Shoppinando gadget utili e personalizzabili di Catania.
CLASSIFICA 3° GARA
SULLE ROCCE CONTA LA PRECISIONE
Per la quarta tappa 2024 il Trofeo Interregionale Trial
4x4 Piemonte Liguria domenica 14 luglio è tornato sulla pista Pianeta Marte, nei pressi di località Palo, a Sassello (SV)
Di Umberto Toselli - Foto di Fabio Tomaghello
La pista Pianeta Marte, immancabile nel panorama del trial 4x4 ligure-piemontese, è situata in un territorio al confine tra le due regioni, in una zona collinare che permette anche la vista di ottimi panorami.
Gli equipaggi che hanno dato vita alla quarta gara del trofeo interregionale di trial 4x4 si sono ritrovati a metà luglio, sotto un sole cocente ed una leggera brezza, sull’arido terreno roccioso costellato di piccoli arbusti e scarsa vegetazione che caratterizza la pista, un terreno che ben si presta al tracciamento di percorsi trialistici.
Solo due categorie erano popolate di concorrenti, Blu (Superserie) e Rossi (Prototipi), questi ultimi divisi in due sottoclassi per la presenza di un veicolo a quattro ruote sterzanti. Viste le caratteristiche di ottima aderenza del terreno, la gara si è giocata sul filo di pochissime penalità e sulla precisione di guida, fatta salva qualche rottura che ha costretto alcuni concorrenti all’abbandono prematuro.
Nella categoria Blu si sono confrontati come sempre equipaggi tutti su Suzuki Samurai. Grazie ad un’ottima prestazione si sono aggiudicati il primo posto Simone Siviero e Federico Piovano, che hanno lasciato sul terreno pochissime penalità sia nel girone di andata che in quello di ritorno. Secondo posto per Francesco Lupi, con qualche penalità in più ma sostanzialmente molto vicino agli avversari. In terza piazza hanno concluso Fabio Ferrando e Eleonora Marrè che, malgrado un’ottima prestazione per tutta la gara, hanno pagato caro il mancato superamento di una porta nel ritorno di prova due. Attardati, e relegati quindi in quarta posizione, Alex Solari e Luca Figari che per alcuni problemi non sono riusciti a superare l’andata di prova 2 ed il ritorno di prova tre.
La categoria Rossi ha visto il piacevole ritorno sui campi di gara del trofeo interregionale di Maurizio Gandino, navigato come di consueto da Livia Mihai, che stanno alacremente lavorando per terminare il nuovo prototipo da presentare al mondo delle corse. Per l’occasione si sono presentati in gara con il proto Jeep CJ3 che già aveva corso con Marcello Bergamaschi in precedenti occasioni, proprio per mantenersi in allenamento in vista del ritorno alle gare.
Considerata l’affidabilità del mezzo e la capacità dell’equipaggio, non sorprende che Gandino-Mihai siano andati a vincere la gara con la sola penalità di un tocco di paletto. Al secondo posto si è classificato Felice Contessini su Proto Jeep con 57 penalità, seguito al terzo posto con 94 penalità da un ottimo Erik Gardiol, navigato da Mirko Rubatto, che malgrado la poca esperienza nelle gare ha evidenziato notevoli capacità di guida e di tecnica nell’affrontare gli ostacoli su terreni duri e compatti. Attardati dalla rottura di uno pneumatico, al quarto posto hanno concluso Andrea Farnatale e Mauro Riva, che sono stati fermati dall’inconveniente già dopo la prima prova e quindi non hanno potuto dimostrare le loro capacità.
Classifica a parte quella dei veicoli a quattro ruote sterzanti, con la presenza dell’unico equipaggio composto da Mario Toselli e dalla moglie Elisa Salcio, che hanno concluso i percorsi con una sola retromarcia. La loro partecipazione era rivolta soprattutto alla messa a punto del nuovo prototipo da poco portato nelle gare di trial 4x4. Infatti tale veicolo, benchè già performante anche se ultimamente un po’ trascurato, sta subendo in questo periodo delle importanti modifiche, soprattutto a livello di assetto e di funzionalità dei vari elementi che la contraddistinguono, il tutto realizzato in proprio dal team Toselli come ormai è abitudine in questi anni.
CLASSIFICHE 4° GARA
UNA PROVA BOLLENTE
È stato il crossodromo di Ripi (FR) il teatro della quin-
ta prova del Trofeo Interregionale Abruzzo Lazio Molise, organizzata domenica 7 luglio dal club ciociaro IGOR 4x4
La tappa laziale ha visto la partecipazione di 21 equipaggi venuti anche da fuori regione, in particolare dall’Abruzzo e dalla Campania, impegnati su un percorso naturale con la presenza di dossi , canali scavati dalle acque di scolo e forti pendenze di terra di riporto.
Non ha scoraggiato la presenza di tanti appassionati neppure il caldo torrido di questa giornata di piena estate, in un’area inusuale per la disciplina ma comunque accattivante per molti. L’organizzazione, curata nei dettagli come d’abitudine del club Igor 4x4, è stata condotta con particolare attenzione volta a non deludere le aspettative dei partecipanti e del pubblico.
I commissari e i capi prova hanno potuto così svolgere il loro prezioso compito nella segnalazione delle penalità, potendo contenere la calura della giornata grazie anche alla premura degli organizzatori nel fornire l’acqua necessaria per combattere la sete e l’arsura della giornata.
La pausa di un’ora concessa a tutti, oltre a favorire il ristoro con la consumazione dell’ottimo pranzo, ha favorito anche un po’ di riposo, rendendo meno stressante la giornata. È stato così possibile approfittare di questa tregua per recuperare vitalità ed energie sufficienti a completare il programma della giornata.
Tre le prove previste in andata e ritorno con il superamento di cinque porte per le diverse categorie, ricavate all’interno di un circuito per moto da cross che fino al pomeriggio del giorno precedente la gara aveva ospitato gare di questa specialità.
Le verifiche tecniche, come da programma, sono state condotte seguendo i protocolli ormai testati nel rispetto della sicurezza, con l’attenzione rivolta ai dispositivi previsti dal regolamento per salvaguardare l’incolumità dei partecipanti.
Alcune porte, con ostacoli ricavati sfruttando pendii scoscesi e canali scavati, si sono rivelate subito insidiose mettendo a dura prova piloti e navigatori. In particolare alcune di esse sono state studiate con l’intento di stimolare gli equipaggi alla ricerca di traiettorie idonee al superamento di dossi senza rimanere “spanciati” con il proprio veicolo e, di conseguenza, non poter completare la prova.
Numerosi sono stati gli interventi di recupero dei veicoli impossibilitati a completare la prova per un guasto meccanico o rimasti all’interno delle porte a causa di ostacoli divenuti difficili per le modifiche del terreno di riporto a consistenza sabbiosa. Alcuni ribaltamenti, senza conseguenze per gli occupanti, hanno movimentato la giornata, rendendo il pubblico entusiasta e concitato fino alla conclusione delle prove previste per le 18.30.
I veicoli della categoria Verdi hanno dovuto superare porte con ostacoli predisposti ad esaltare le capacità meccaniche e di assetto degli stessi. Una buona spinta dei motori ha fatto la differenza soprattutto dove veniva richiesta potenza e risposta immediata anche a bassi regimi, permettendo l’attraversamento delle porte collocate su terreno accidentato e in continua modifica per la sua consistenza.
Al primo posto si sono riconfermati Manuel Natalizia e Simone Nafra (Cinghiali 4x4), seguiti da due equipaggi del club Scanno Off Road, la coppia formata da Marco Belgiovine e Giorgia Lancione (Scanno Off Road), al secondo posto, e Pietro Colarossi e Mattia Schiappa, al terzo posto.
La categoria dei Blu, la più numerosa del trofeo, ha visto competere equipaggi ben affiatati e di buon livello che hanno condotto le prove senza prendere troppe penalità, divisi da una manciata di punti. A sorpresa si è imposto Bruno Petricca (IGOR 4x4), che ha superato le prove con impegno e tecnica. Al secondo posto si sono classificati Dino Bragalone e Roberto De Santis (Cinghiali 4x4), Terzi Fabio Bontempo e Matteo Masucci (Ji Cinghiali Extreme 4x4).
La più combattuta è stata la categoria dei Bianchi, con veicoli impegnati in passaggi molto tecnici e un livello di difficoltà tale da compromettere alcuni risultati considerati all’inizio quasi scontati. Una porta, in prossimità di un canale resa ancora più insidiosa per la presenza di un vistoso dente, ha costretto molti equipaggi a richiedere l’aiuto esterno per il recupero del veicolo rimasto bloccato, cumulando così penalità tali da compromettere la posizione in classifica. Primo posto, conquistato con coraggio e tanta carica adrenalinica, per Massimo Colella e Alessio Fulgenzi (Ji Cinghiali Extreme 4x4), la cui vittoria tanto attesa riscuoteva l’apprezzamento del pubblico per aver condotto le prove senza esclusione di colpi. Al secondo posto si sono piazzati Gabriele Dell’Uomo e Francesco Tagliaferri (Cinghiali 4x4) con una prova spettacolare condotta con determinazione anche considerata la preparazione del veicolo, sicuramente meno competitivo rispetto a quello degli avversari. Terzo posto per Luca Cicolani Luca e Giuseppe Colapietro (Ji Cinghiali Extreme 4x4).
Le prove dei veicoli nella categoria dei Rossi presentavano passaggi molto impegnativi sia per le forti pendenze sia per la consistenza del terreno, poco compatto e di riporto, che limitava l’aderenza rendendo quasi impossibile il superamento di alcune di esse. Successo di Domenico Di Leonardo e Maurizio Nustriani (Lupi della Laga) davanti ad Adriano e Carmine Di Biase (Mutria Fuoristrada).
Dopo il rientro di tutti i veicoli nel parco chiuso si procedeva a stilare e a pubblicare le classifiche. La premiazione dei vincitori si svolgeva alla presenza di un pubblico numeroso, in un clima di euforia e di gioia. Con i ringraziamenti a tutti gli intervenuti da parte del presidente dell’IGOR 4x4 Gerardo D’Alonzo si concludeva la giornata ricordando l’appuntamento per la sesta prova del trofeo, domenica 15 settembre a Trivento, in terra molisana, a cura del Club Trigno.
CLASSIFICHE 5° GARA
A METÀ STAGIONE IL SUD LA FA DA PADRONE
Con l’ultima tappa in Basilicata la stagione 2024 della Formula Track è arrivata al giro di boa e, dopo la pausa estiva, è pronta a riprendere a settembre con le ultime 4 tappe. Ecco il punto della situazione
Il trofeo 2024 di Formula Track ha visto vecchie conoscenze della specialità sfidare nuovi volti che si sono aggiunti quest’anno. Il trofeo ha fatto molta presa nel sud d’Italia, infatti nelle prime della classifica provvisoria si trovano sette equipaggi provenienti da Campania, Calabria e Sicilia, i quali hanno messo un freno al dominio degli equipaggi del Lazio che per due anni di fila hanno vinto il trofeo, la categoria Coppa Club e la Coppa Dame.
Ad oggi, dopo la quinta tappa, troviamo al primo posto della classifica generale l’equipaggio campano Racio-Macchia, del Matese Experience 4x4, con 88 punti di penalità. Al secondo posto ci sono i siciliani Di Mauro-Maccarone del Trinacria Team 4x4 con 116 punti di penalità, mentre in terza piazza troviamo il duo calabro-laziale Belvedere-Spalvieri, dei club Tuareg Team Off Road Polistena e Aquilotti 4x4.
Quest’anno l’introduzione della categoria Team al posto di quella dei Club ha portato una novità accattivante nella Formula Track: in tre delle cinque tappe svolte si sono formate delle squadre che si sono misurate su un percorso più impegnativo sia in termini di guida fuoristrada, per cui bisognava avere mezzi con allestitimenti off road superiori, sia per la navigazione, molto più difficile della traccia della categoria Individual.
Questa nuova categoria ha fatto nascere delle sane e goliardiche rivalità tra club di diverse regioni, rendendo l’ambiente della Formula Track ancora più vivace e allegro, senza screzi. Al momento le prime tre posizioni se le stanno giocando i club della Sicilia, della Calabria e del Lazio ma aspettiamo l’ultima tappa per dare il nome dei vincitori: un po’ di suspense, in questa categoria, la vogliamo mantenere.
Per la Coppa Dame, invece, al momento sono in testa Campana-Alessi del club laziale Dimensione Fuoristrada, che vantano un bel distacco dai restanti team femminili e occupano anche la decima posizione nella generale su un totale, fino ad ora, di 78 partecipanti iscritti al trofeo Formula Track.
Queste sono le prossime tappe del trofeo Formula Track 2024 (tra parentesi gli organizzatori):
8 settembre Sicilia (Delegazione FIF)
22 settembre Lazio (Aquilotti e IGOR)
12 ottobre Sardegna (Sardinia Extreme 4x4)
27 ottobre Campania (Salerno fuoristrada)
GRAN FINALE IN TUNISIA
Quest’anno l’atto finale di Formula Track si svolgerà in Tunisia, dove l’equipaggio vincitore del trofeo 2024 sfiderà i migliori equipaggi di tutto il trofeo. La manifestazione si svolgerà dal 18 al 22 novembre con base nella città di Douz, la “porta del deserto”.
I partecipanti partiranno da Civitavecchia (RM) il 15 novembre per arrivare il 16 sera al porto di Tunisi. Dopo i controlli doganali si pernotterà a Tunisi.
Il 17 i partecipanti, in autonomia, scenderanno a Douz per arrivare all’hotel dove verranno effettuate le iscrizioni alla manifestazione. La sera si terrà la presentazione delle cinque tappe da parte del responsabile di Formula Track Silvio Capparella, che ha tracciato il percorso della manifestazione, lungo circa 950 km tra piste sterrate sabbiose e cordoni di dune. Per ridurre al minimo i problemi di vario genere che possono capitare in manifestazioni off road di questo tipo Silvio ha optato per un percorso a margherita che fa ritorno sempre a Douz, in modo che l’eventuale recupero dei mezzi danneggiati e la riparazione dei guasti siano più facilmente gestibili.
Il 18 i partecipanti inizieranno con una tappa di 90 km di pista con dunette alte un metro ma impegnative soprattutto per il navigatore che dovrà trovare il percorso giusto per uscirne. Come per la Formula Track in Italia è previsto un tempo di percorrenza da rispettare più un orario di fuori tempo massimo che cambia a seconda della tappa. Anche qui vigerà un limite di velocità da rispettare, e i partecipanti dovranno cimentarsi anche in prove fisiche di vario genere come da regolamento.
Il 19 è in programma una tappa di 250 km, Douz-Tembaine-Douz dove, oltre alle piste sterrate e sabbiose, i partecipanti avranno a che fare con le prime dune di media grandezza e tre cordoni di dune.
Il 20 si svolgerà la tappa più impegnativa, Douz-Matmata-Douz, di circa 280 km, in cui si incontreranno tutti i tipi di terreno tipici di un deserto, e la navigazione sarà essenziale.
Il 21 la tappa sarà Douz-Ksar Ghilane-Zmela, di 150 km con pista e cordoni di dune impegnativi per i navigatori che dovranno trovare il passaggio giusto. A Zmela si dormirà in un meraviglioso campo tendato, circondati da maestose dune.
Il 22 ultima tappa, Zmela-Douz, di 170 km. Qui l’organizzatore ha voluto essere molto “cattivo”: i partecipanti affronteranno subito un tratto di 7-8 km tra dune e catini per poi passare a 60 km dove non vi è una traccia di pista e, infine, a una serie di dune e cordoni di dune fino a Douz. Qui, la sera, si terrà la premiazione di questa prima finale in terra tunisina.
Il 23 il gruppo risalirà la Tunisia per imbarcarsi alle ore 24 e rientrare in Italia il 25 alle 6 del mattino a Civitavecchia (RM).
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