Metodi e strumenti della progettazione meccanica. Prof. Roberto Groppetti AA 2008-2009 IUAV, facoltĂ di Design e Arti Battistella Filippo Danese Silvia Durofil Cristian Fornasier Angelo Michielan Davide
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Storia L’arco è sicuramente ai primi posti nella classifica delle invenzioni dell’ uomo. Pensato ed elaborato in tempi diversi e indipendenti, sconosciuto agli aborigeni australiani e polinesiani nonché in tutta la zona della Micronesia, è invece noto in tutto il resto del globo. Il primo arco appare in una rappresentazione graffitica di trentamila anni fa e, ovunque nel mondo, se ne ritrovano vestigia sotto forma di disegni e punte di freccia. Si può affermare che l’uomo sin dal Paleolitico conosceva, grazie a questa arma, il sistema di colpire la preda a distanza di sicurezza. L’ Occidente basa la sua cultura in epoche non eccessivamente remote se paragonate ad altre zone e civiltà del passato. Infatti, quando l’Europa era ancora abitata da popolazioni selvagge, la Cina si trovava già a livelli altissimi di specializzazione. Confucio esponeva gli aspetti filosofici connessi
3 all’arcieria e, nel duemila a.C. , l’arcieria era parte delle arti da guerra cinesi e “compagnie” di arcieri erano integrate nell’esercito. Quindi, mentre l’Europa segnava il passo, in Oriente ed in Africa si raggiungevano livelli di abilità e di equipaggiamento che solo da pochi decenni noi abbiamo raggiunto. Nei tempi biblici esistevano già archi metallici o composti da materiali diversi ed è grazie ad essi che le cronache egizie parlano di imprese incredibili, quali una spedizione di caccia all’elefante che riportò un bottino di 120 animali. Quanto gli antichi Egizi amassero i loro archi viene dimostrato dal Faraone Tutankamon il quale ordinò che i suoi ventisette archi l’accompagnassero nella tomba. Non dimentichiamo poi la grande abilità degli arcieri mongoli e giapponesi che erano in grado di centrare il bersaglio scoccando frecce dalla groppa di un cavallo al
4 galoppo. In un mondo che non conosceva gli odierni mezzi di locomozione, spostarsi a cavallo era indispensabile. Sino alla fine del secolo scorso, un’ altra popolazione d’ origine mongola, i Pellirosse, andava a caccia con metodi molto simili a quelli dei loro lontani cugini riuscendo ad abbattere bufali e bisonti. Si racconta di cacciatori in grado di scagliare una freccia con tanta forza da farla penetrare per tutta la sua lunghezza nel corpo dell’animale. In Europa la storia dell’arcieria è di marchio inglese. In Inghilterra l’arco venne probabilmente introdotto dai danesi e, inizialmente, si diffuse nel Galles. Le cronache del tempo narrano di schiaccianti vittorie dei Gallesi sui Sassoni, proprio in virtù dell’arco da essi usato. L’arco gallese era corto e pesante, ma la sua potenza formidabile: le frecce potevano trapassare una porta di quercia dello spessore di 6 cm .
Dopo la conquista normanna l’arco gallese venne adottato in tutta l’isola anche se modificato nella forma (meno tozza ) e nella lunghezza ( m. 2,10 ): da qui l’appellativo di ‘longbow’ o arco lungo. Il long-bow era usato comunemente dalla classe povera in quanto era meno costoso attrezzarsi con un arco ed una faretra piuttosto che con cavalli, armature e bardature. Fu appunto questa parte di popolazione (denominata “liberi uomini d’Inghilterra”), che componeva le Compagnie di arcieri, a sconfiggere la cavalleria francese nelle battaglie di Crècy (1346) e Poitiers (1356). Con l’avvento delle armi da fuoco (archibugi e bombarde) iniziò un graduale declino nell’uso dell’ arco; arco e frecce uscirono dalla scena bellica verso la fine del secolo diciassettesimo cedendo definitivamente il passo alle armi da fuoco.
PUNTA
INCAVO FLETTENTE SUPERIORE
Tipi di arco
LUNGHEZZA 60î−66î
FINESTRA SGUSCIO RISER
ALTEZZA DELLA CORDA IMPUGNATURA
CORDA
FLETTENTE INFERIORE RICURVO
Tipologicamente gli archi si distinguono in ricurvi e compound. Qualunque sia il tipo di arco che si vuole utilizzare, occorre trovare il giusto compromesso tra velocità e stabilità. Il carico o libraggio dell’arco, ovvero la sua forza espressa in libbre, non è l’unico parametro che permette di stabilire le prestazioni dell’attrezzo; responsabile del risultato è anche la geometria costruttiva. Nel tiro con l’arco si utilizzano unità di misura anglosassoni: il pollice per la lunghezza, la libbra per la forza e i grani per la massa. Ogni arco è costituito da un elemento centrale detto riser, e da due flettenti che agli estremi sono provvisti di incavi per l’alloggio della corda detti tip. Gli archi longbow e i ricurvi devono essere caricati e scaricati, cioè gli si deve mettere la corda ogni qualvolta li si usa, per poi smontarla subito dopo la fine dell’utilizzo.
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6 Ogni attrezzo riporta su di se i dati tecnici che lo caratterizzano, generalmente sulla faccia interna del flettente inferiore (parte che guarda l’arciere). Esistono archi destri e archi mancini, utilizzabili a seconda dell’ occhio dominante. Gli archi destri s’impugnano con la mano sinistra, mentre la destra tende la corda, al contrario quelli mancini. L’arco ricurvo E’ un arco veloce, efficace ed esteticamente elegante. E’ l’arco normalmente in uso nelle scuole di tiro e infatti è il più indicato per imparare i fondamenti tecnici. Può essere intero (monolitico) o smontabile (take-down) più diffuso per la maggiore facilità di trasporto. Durante il tiro, nei flettenti, si sviluppano delle straordinarie
forze di trazione sul dorso, e di compressione sul fronte. La differenza tra le une e le altre permette all’arco di accumulare l’energia necessaria a spingere la freccia. Appare evidente, quindi, quanto sia importante la scelta dei materiali impiegati. Il pregio dei take-down, sta nella possibilità di sostituir loro i flettenti con la massima facilità e rapidità, così da poter incrementare il libbraggio semplicemente acquistando flettenti più forti. Più largo è il flettente, più lenta sarà l’uscita della freccia; più ingombrante e pesante esso apparirà all’estremità, più lento ma stabile risulterà l’arco. E’ consigliabile che il riser, ossia la parte centrale, non superi un terzo della lunghezza dell’intero
7 arco, così da non avere una trazione disomogenea nel momento di mira. Generalmente oggi i riser hanno misure standard, e in linea di massima non superano i 25” di lunghezza. Inoltre, più la distanza arco-corda è ridotta più l’arco sarà veloce ma difficile da controllare. Il longbow E’ l’arco di Robin Hood e delle guerre medievali. Quando è carico, presenta un’unica incurvatura e nei modelli moderni può essere costituito da più essenze laminate, rinforzate con fibra di vetro. Nei modelli tradizionali si può utilizzare un’unica essenza, come il tasso, il frassino o l’olmo, oppure due essenze con caratteristiche diverse (per esempio olmo e tasso).
Il compound E’ l’arco tecnologico per eccellenza. Utilizza un sistema di carrucole eccentriche e di cavi che consente di ridurre lo sforzo di trazione fino al 65% in fase di mira. E’ in grado di scagliare frecce a velocità più elevate rispetto agli archi tradizionali. Il carico e l’allungo di quest’arco sono adattabili alle caratteristiche e alle esigenze dell’arciere. All’inizio della trazione, l’arciere che utilizza il compound avverte un aumento molto repentino del carico, fino a giungere a un punto di carico massimo che può durare più o meno a lungo a secondo dei modelli. Questa fase è detta picco. Una volta superata, lo sforzo diminuisce progressivamente fino a raggiungere il minimo di trazione, dal 50% al 65% inferiore al carico di picco
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I Componenti Il nostro progetto si basa sullo studio di un oggetto particolare e complesso, l’arco sportivo, le cui parti devono rispondere diversamente alle sollecitazioni, quindi le deformazioni elastiche (reversibili) risulteranno differenti da pezzo a pezzo. Le parti in cui abbiamo diviso l’arco per snellire il lavoro sono divise in due tipologie, la prima tipologia riguarda pezzi sia modellati che analizzati con il software CAE Cosmos Express; la seconda invece concerne oggetti solamente modellati. Più specificamente, il primo gruppo è composto da: il corpo centrale (o riser), parte su cui l’utente fa presa; due flettenti che fissati agli estremi del riser hanno il compito di tenere in tensione la corda per lanciare la freccia con forza e due viti che devono tenere assieme flettenti e corpo centrale. Il secondo comprende la freccia, due placche presenti tra riser e flettenti e alcune viti più piccole.
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Riser Il riser è il cuore dell’arco. Fino a circa 30 anni fa, la maggior parte dei riser erano fatti in legno,spesso combinazioni di più tipi di legno.
Con l’avvento dei materiali moderni (frecce in carbonio, e corde Fast Flight) questi riser in legno non hanno più potuto far fronte allo sforzo richiesto, dando così inizio al loro ammodernamento. La maggior parte dei riser in legno si piega, mentre larga parte degli archi monolitici non possono reggere carichi consistenti, che quasi certamente li spezzerebbero. Ci sono inoltre le variazioni climatiche che possono creare problemi agli archi in legno, ad esempio l’umidità, che può lesionare la colla usata per laminarli. La maggior parte degli archi moderni è lavorata con il metodo CNC. Durante gli anni, altri metodi sono stati usati per produrre i riser: -Fusione: I riser possono essere fabbricati usando uno di questi due metodi: presso-fusione e fusione in sabbia. La lega utilizzata per entrambi i metodi è una miscela d alluminio e di magnesio.
10 Sono stati creati per evitare difetti come le bolle d’aria o la dispersione irregolare dei materiali componenti. Forgiatura: Il riser all’inizio è una barra di metallo che viene disposta in una matrice e sottoposta ad un’elevata temperatura e pressione. Questo processo produce un riser molto robusto, ma che richiede molta lavorazione. Produzione con macchine a controllo numerico (CNC): Garantiscono elevate produzioni a basso costo ed alta qualità. I riser possono essere estrusi ad alta pressione attraverso una sagoma al fine di ridurre la quantità di lavorazioni necessarie. In legno: I riser tradizionali sono fatti con compositi di vari materiali quali, legno, corno, tendine, colla di pesce ecc. Il futuro sta nei compositi avanzati, il principio è lo stesso, ma i materiali
sono gli equivalenti moderni quali fibre di carbonio, Spectra, il Kevlar. Molti riser in composito sono stati prodotti in piccola scala da diversi fornitori, con due principali metodi produttivi: la stratificazione in prepreg di carbonio e lo stampaggio a iniezione. Il Prepreg è realizzato con fibre di carbonio e kevlar impregnate con resine epossidiche. La stratificazione è un metodo produttivo costoso che però consente infinite possibilità realizzative in termini di resistenza e flessibilità, in funzione dei materiali usati. L’RTM, o stampaggio ad iniezione, consiste nella produzione di un’anima interna in resina espansa, sopra alla quale viene applicato uno strato di fibre. Il tutto viene posizionato in uno stampo in cui viene iniettata resina termoplastica. Il tutto viene polimerizzato per completare la lavorazione.
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Introduzione Il corpo centrale (riser) ha come funzione pricipale l’impugnatura (in gergo tecnico grip) da parte dell’utente. Di seguito si procede all’analisi grazie al software CAE e alla visualizzazioni delle sollecitazioni e delle deformazioni. Materiali Num
Nome corpo
Materiale
Massa
Volume
1
centrale
[SW]faggio
0.6847 kg
0.000978143 m^3
Nome della proprietà
Valore e Unità
Modulo elastico
1.4e+010 N/m^2
Coefficiente di Poisson
0.35 NA
Densità di massa
700 kg/m^3
Snervamento
6e+007 N/m^2
Dati relativi al carico e al vincolo Vincolo1
attivo 1 Facce immovable (no translation)
Carico1
attivo 2 Facce applica forza normale 250 N uso di distribuzione uniforme
Proprietà di studio Informazioni mesh Tipo di mesh:
Mesh di elementi solidi
Mesher usato:
Standard
Transizione automatica:
Disattivo
Superficie uniforme:
Attivo
Controllo Jacobian:
4 Points
Dimensione dell’elemento:
7.9431 mm
Tolleranza:
0.39716 mm
Qualità:
Alto
Numero di elementi:
17901
Numero di nodi:
28061
Tempo per completare la mesh
00:00:07
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14 Sollecitazione Nome
Tipo
Min
Ubicazione
Max
Ubicazione
Grafico1
VON: sollecitazione von Mises
7455.13 N/ m^2
(2.00387 mm, 5.66244e-007 mm, 19.5951 mm)
2.86283e+ 007 N/m^2
(188.539 mm, 40.2554 mm, -21.6135 mm)
Nome
Tipo
Min
Ubicazione
Max
Ubicazione
Grafico1
URES: spostamento risultante
0 mm
(277.225 mm, 0.380642 mm 6.49429 mm, -25.4004 mm)
Spostamento (-86.2831 mm, 0 mm, -19.539 mm)
Conclusione Il riser si deforma di 0,380642 mm e assolve bene le sue funzioni avendo un buon coefficiente di sicurezza (2,09583), infatti questa parte è la struttura portante dell’oggetto.
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16 Commento Il riser è costruito in legno di faggio ed è stata la parte più difficile da modellare poichè non è prodotta industrialmente, ma artigianalmente e quindi le linee, le curve, i profili, gli smussi, i raccordi sono molti variegati e numerosi e ciò rende difficoltosa la modellazione digitale con Solidworks. Al momento dell’analisi del pezzo abbiamo posto un solo vincolo nella sottoparte, chiamata grip, del riser che accoglie la mano che non tiene la freccia; è da ricordare che i vincoli assolvono la funzione di ostacolo al movimento del corpo. Dopo aver delineato il vincolo abbiamo posto il carico ai due estremi dove sono presenti delle
placche di metallo che racchiudono in se’ le due grosse viti che tengono assieme il riser e i due flettenti. Il carico posto ha un valore di 250 newton cadauno per entrambi i due estremi; il carico è di tipo normale cioè perpendicolare al piano. Dopo che il software Cosmos Express ha analizzato vincoli e carichi abbiamo constatato che lo spostamento massimo del pezzo è di 0.380642 mm, naturalmente ai due estremi più lontani dal vincolo e sedi delle viti; il fattore di sicurezza minimo è di 2.09583. Il fattore di sicurezza è un coefficiente introdotto dagli ingegneri per tenere conto delle effettive grandezze di carico e le specifiche del materiale.
17 Materiali
Flettenti I flettenti sono senza dubbio la parte più critica dell’arco. Alla fine sono loro che impartiscono il movimento alla freccia. Buoni flettenti perdoneranno errori di rilascio e saranno facili da tendere. La potenza nominale stampigliata sui flettenti indica la potenza dei flettenti ad un allungo di 26.25” misurato dal punto di pivot (il punto più profondo della grip) ovvero 28” misurati dalla faccia anteriore del riser.
Ci sono tre principali tipi di materiali con cui vengono costruiti i flettenti: -laminato in legno e fibra di vetro -laminato n legno e fibra di vetro e strato di fibra di carbonio -fibre di carbonio con un’anima interna di resina espansa dura, o di ceramica. I flettenti in legno e vetroresina lavorano bene in ambienti con temperatura e umidità costante, comunque il legno è incline all’allungamento e alla deformazione quando il calore e l’umidità variano sensibilmente. La presenza di stratificazioni in carbonio aumentano la potenza dei flettenti e riducono la tendenza alle torsioni. I moderni flettenti in schiuma-carbonio resistono bene alle variazioni climatiche, e quindi sono più costanti.
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R0,50
545
18
55
80
10
100
7
4 2,50 18
190
42
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Introduzione Il flettente (limb) permette di tendere la corda per lo scocco della freccia e imprimono potenza all’attrezzo trasmettendo alte doti di velocità, stabilità e robustezza. Di seguito si procede all’analisi grazie al software CAE e alla visualizzazioni delle sollecitazioni e delle deformazioni. Materiali
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Num
Nome corpo
Materiale
Massa
Volume
1
flettente
[SW]fibra di vetro
0.318563 kg
0.000167665 m^3
Nome della proprietà
Valore e Unità
Modulo elastico
2.6e+010 N/m^2
Coefficiente di Poisson
0.25 NA
Densità di massa
1900 kg/m^3
Snervamento
1.5e+008 N/m^2
Dati relativi al carico e al vincolo Vincolo1
attivo 3 Facce immovable (no translation).
Carico1
attivo 1 Facce applica forza -250 N normale al piano di riferimento rispetto al riferimento selezionato Piano destro uso di distribuzione uniforme
Proprietà di studio Informazioni mesh Tipo di mesh:
Mesh di elementi solidi
Mesher usato:
Standard
Transizione automatica:
Disattivo
Superficie uniforme:
Attivo
Controllo Jacobian:
4 Points
Dimensione dell’elemento:
5.5158 mm
Tolleranza:
0.27579 mm
Qualità:
Alto
Numero di elementi:
14129
Numero di nodi:
24384
Tempo per completare la mesh
00:00:20
21 Sollecitazione Nome
Tipo
Min
Ubicazione
Max
Ubicazione
Grafico1
VON: sollecitazione von Mises
253.041 N/ m^2
(0 mm, 13.9356 mm, 16.9751 mm)
2.87815e+ 008 N/m^2
(7.79077 mm, 165.869 mm, 41.1665 mm)
Nome
Tipo
Min
Ubicazione
Max
Ubicazione
Grafico1
URES: spostamento risultante
0 mm
(3.59215e015 mm, 18.1569 mm, 24.7339 mm)
306.836 mm
(189.559 mm, 544.351 mm, 19.9894 mm)
Spostamento
Conclusione L’elemento risulta avere dei punti nei quali il fattore di sicurezza scende al di sotto di 1. Il minimo FOS è 0,521169. Ciò è dovuto al fatto che nella realtà il flettente ha centralmente un’anima di faggio.
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23 Commento I due flettenti riprodotti in Solidworks sono stati modellati con come unico materiale la fibra di vetro anche se nella realtà sono presenti anche altri materiali; è da notare soprattutto un’anima di laminato di faggio all’interno di due fasce di fibra di vetro. Pe l’analisi delle sollecitazioni tramite Cosmos Express sono stati fissati i vincoli sulla faccia de flettente appoggiata al corpo centrale, sulla filettatura all’ interno del flettente dove va infilata la vite e sulla faccia dove poggia la vite. Il carico, come sopra, ha un valore di 250 newton ed è perpendicolare al flettente ed è posto limitatamente nell’area dove viene fissata la corda al flettente. L’analisi del programma CAE ha mostrato come risultato un fattore di sicurezza di 0.521169; il fattore è si insufficiente perché
inferiore a 1, ma bisogna tener conto che nel pezzo modellato in Solidworks manca l’anima di faggio che conferisce maggiore resistenza al pezzo. Nel nostro studio abbiamo tentato di modificare il flettente per aumentare il FOS ma con risultati insoddisfacenti; aumentando lo spessore del flettente esso perde di flessibilità e aumentando la larghezza dello stesso non si migliora la situazione, ma anzi si limita la velocità dello scaglio. Di certo il flettente è la parte che maggiormente crea dei problemi nella progettazione per reagire alle sollecitazione perché esso deve deformarsi elasticamente per natura senza mai però arrivare allo Yield Point (punto di plasticizzazione) e men che meno alla rottura che non deve essere nemmeno concepita nella mente di un progettista.
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Vite Le due viti sono prodotte in acciaio inox al cromo per scongiurare il pericolo di corrosione col passare del tempo. Le viti sono molto complesse è più grandi rispetto alle viti che siamo soliti vedere nella vita di tutti giorni, ciò è dovuto al fatto che devono sopportare forze e sollecitazioni maggiori a quello delle viti comuni. L’analisi realizzata grazie al software CAE è stata impostata ponendo il vincolo lungo tutta la filettatura della vite.
Abbiamo posto il carico sulla faccia superiore dell’ipotetico tronco di cono al di sopra della filettatura della vite; il carico posto ha un valore di 250 newton per ciascuna vite con una forza normale(perpendicolare) applicata al piano superiore. L’analisi ha delineato un fattore di sicurezza (FOS per Cosmos express) minimo di 11.0578; un coefficiente così elevato si spiega con l’eventuale presenza di uno o più bilancieri (fattore che per il nostro studio non abbiamo considerato) che comporterebbero delle sollecitazioni diverse e maggiori. Lo spostamento massimo avviene nell’attaccatura fra il cilindro con la filettatura e il tronco di cono sopracitato e ha un valore massimo di 0.000152244 mm. La deformazione è asimmetrica per la presenza di una maggiore filettatura da un lato della vite (la vite si deforma meno dal lato in cui la filettatura è leggermente maggiore).
18,74
25 11
0 R0,5
9
6
37
6
1 4
6
4
R0,50
37
30
R4
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Introduzione La vite deve fissare i flettenti e altresì sorreggere gli eventuali bilancieri. Di seguito si procede all’analisi grazie al software CAE e alla visualizzazioni delle sollecitazioni e delle deformazioni. Materiali Num
Nome corpo
Materiale
Massa
Volume
1
vite
[SW]Acciaio inossidabile al cromo
0.100927 kg
1.29394e-005 m^3
Nome della proprietà
Valore e Unità
Modulo elastico
2e+011 N/m^2
Coefficiente di Poisson
0.28 NA
Densità di massa
7800 kg/m^3
Snervamento
1.7234e+008 N/m^2
Dati relativi al carico e al vincolo Vincolo1
attivo 1 Facce immovable (no translation).
Carico1
attivo 1 Facce applica forza 250 N normale al piano di riferimento rispetto al riferimento selezionato Piano superiore uso di distribuzione uniforme
Proprietà di studio Informazioni mesh Tipo di mesh:
Mesh di elementi solidi
Mesher usato:
Standard
Transizione automatica:
Disattivo
Superficie uniforme:
Attivo
Controllo Jacobian:
4 Points
Dimensione dell’elemento:
2.3486 mm
Tolleranza:
0.11743 mm
Qualità:
Alto
Numero di elementi:
19156
Numero di nodi:
30365
Tempo per completare la mesh
00:02:11
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28 Sollecitazione Nome
Tipo
Min
Ubicazione
Max
Ubicazione
Grafico1
VON: sollecitazione von Mises
0.075865 N/ m^2
(3.36761 mm, 1.55853e+ 0.852458 mm, 007 N/m^2 -1.60581 mm)
(-0.161747 mm, 36.8506 mm, -3.56911 mm)
Nome
Tipo
Min
Ubicazione
Ubicazione
Grafico1
URES: spostamento risultante
0 mm
(0.249091 0.0001522 mm, 44 mm 2.78149 mm, -3.45302 mm)
Spostamento Max
(-7.77878 mm, 41.8815 mm, 3.36317 mm)
Conclusione La vite ha deformazioni minime perchè ha il compito fondamentale di tenere assieme flettenti e corpo centrale. Il coefficente di sicurezza è alto (il minimo è a 11,0578)
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30
Freccia Realizzate in fibre di vetro (aste pesanti usate solo in fase di apprendimento), in legno (principalmente usato per costruire aste per archi storici e alluminio. Alluminio: Le frecce in alluminio sono la scelta più comune per il tiro indoor. La freccia è realizzata con un tubo di alluminio estruso. Sono in genere più pesanti di quelle realizzate con aste in carbonio dato che la loro resistenza deriva esclusivamente dallo spessore del materiale con cui sono state realizzate. Le frecce in alluminio sono soggette a storcersi, ma è possibile raddrizzarle. Possono essere facilmente tagliate alla lunghezza necessaria. Carbonio: Le aste più diffuse sono realizzate mediante un composito alluminio-carbonio. Le frecce hanno un’anima interna realizzata con un tubetto di alluminio ed un rivestimento esterno in carbonio. Le
frecce in carbonio hanno la tendenza a frantumarsi piuttosto che a piegarsi. Le punte sono prodotte con differenti pesi, in funzione alle esigenze degli arcieri. Per inserire le punte nelle frecce in alluminio si utilizza la colla a caldo. Le penne sono il sistema di guida delle frecce. Nel tiro indoor vengono usate alette di grosse dimensioni, sfruttandone la caratteristica di raddrizzare rapidamente la traiettoria. All’aperto alette di grandi dimensioni hanno l’effetto di abbassare il volo della freccia e quindi la scelta si orienta su alette di piccole dimensioni. Le alette sono di solito realizzate in plastica morbida di varie forme e dimensioni. Alette di diverso colore hanno diversa rigidità: quelle bianche sono le più morbide, seguite dalle blu, dalle gialle, dalle rosse e dalle nere. Le cocche sono realizzate in plastica rigida e per le aste in alluminio sono incollate sulla coda dell’asta, sono prodotte in 6 differenti dimensioni
15
7
750
31
32 Placca
33
8
2,50
1
10
34 Vite
35
Sommario 3
Storia
5
Tipi di arco
8
I componenti
9
Il Riser
17
Flettenti
24
Vite
30
Freccia
32
Placca
34
Vite
37