LA DIVERSITÀ: UN LIMITE O UNA RISORSA?
VERONICA BATTISTELLA 5°BE I.T.C.S. “L.B. Alberti” ANNO SCOLASTICO 2010-2011
Indice
INTRODUZIONE
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STORIA Il razzismo Hitleriano INGLESE Il manicomio di San Servolo
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LA DIVERSITÀ:
ITALIANO La particolare follia di Enrico IV
UN LIMITE O UNA RISORSA?
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TEDESCO Tonio Kröger emarginato da due mondi
SPAGNOLO L’interesse per gli emarginati in Romanzo Gitano 13
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CONCLUSIONE
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Introduzione 4
Ho scelto l’argomento della diversità perchè ha due sfumature, ovvero due diversi modi di guardare l’altro: da una parte una connotazione molto negativa che vede la diversità di persone o cose, come una mancanza, un limite, un dato incomprensibile che, in quanto tale, può mettere in crisi la cosiddetta”norma”, “normalità”. Dall’altro lato però, sono affascinata da un modo più positivo ed arrichente di intendere la diversità, l’altro da me: ovvero come possibilità di esserne completata, la possibilità di vedere persone e cose diverse da me come mondi che incrociano il mio ed in questo incontrarsi si arricchiscono a vicenda. La Storia ci fornisce infiniti casi in cui la diversità è stata motivo di timori verso l’altro o di assurde pretese di superiorità ed ha provocato terribili delittti, guerre e genocidi; tuttora, per questo motivo, in molti paesi vi sono atroci combattimenti. E mentre noi, giustamente, dedichiamo grandi attenzioni a quanto avviene in nord Africa, nel silenzio di tutti in altre regioni (per esempio al centro dell’Africa stessa) si consumano orribili violenze tra conterranei di diverse etnie. Per noi Europei il tentativo di cancellare l’altro che più ha segnato la nostra storia è stato il genocidio del popolo ebreo. Se ci si pensa, è impossibile accettare che milioni di persone “per bene” potessero considerare giusta una simile atrocità senza senso e che altri milioni e milioni nell’intero nostro continente abbiano in qualche modo “non visto”, non compreso o taciuto la gravità di quanto stava accadendo. Perciò per quanto riguarda l’argomento di Storia, parlerò del nazismo. Nel periodo nazista, non solo la “razza” ebrea fu giudicata tanto inferiore da dover essere cancellata perchè non contaminasse quella ariana...ma anche disabili, zingari, omosessuali, malati di mente erano per lo stesso motivo destinati allo sterminio. Le persone affette da malattia mentale sono sempre state considerate un pericolo per la società, anche quando non lo erano affatto e rinchiuse spesso per sempre, in manicomio. La loro diversa percezione della realtà era così inaccettabile ed inquietante da dover essere nascosta dietro le alte mura di quegli istituti. Spesso per tutta la vita. In un approfondito lavoro fatto con l’insegnante di Inglese sulla città di Venezia, mi sono inbattuta in quello che oggi è un meraviglioso centro per studi e congressi: l’isola di San Servolo. Ma fino alla legge 180/78, fortemente voluta dal veneziano dr. Franco Basaglia, quel luogo è stato un manicomio: un’intera isola, discosta dalle altre che compongono la città, era dedicata a tenere “i matti” fuori dal mondo. Ho inserito anche una parte della testimonianza che ho raccolto dall’attuale Direttore del Dipartimento di Salute Mentale della nostra ulss, dr. Salvatore Russo, il quale per alcuni anni all’inizio della sua carriera lavorò proprio a San Servolo. Seguendo il filo di quella diversità estrema che è la follia, tra gli argomenti di Italiano mi sono soffermata sull’opera “Enrico IV” di Pirandello, un uomo che, pur guarito, sceglie di fingersi ancora pazzo per vivere fuori dalle convenzioni e non dover rispondere dei suoi crimini. In questo particolare episodio la sua diversità è anche la sua salvezza perchè è proprio a causa della sua visione alterata della realtà che si decide di non processarlo. Sull’onda della diversità, per la lingua Tedesca, ho studiato il racconto di Thomas Mann “Tonio Kröger”, tratto dal libro “Tristano”, in cui il protagonista deve trovare un sua collocazione tra l’appartenenza alla società borghese e la vocazione artistica. Entrambi i mondi non lo riconoscono perchè diverso da loro: i primi perchè ne colgono l’inclinazione ribelle tipica dell’artista che turba la loro mediocre tranquillità; i secondi perchè non gli perdonano la provenienza dalla banalità del ceto borghese. Per Tonio la diversità finirà per essere una risorsa in quanto lo spinge a dare un contenuto più significativo e ricco alla sua arte, anche se per sempre proverà una certa nostalgia per la tranquillità che la vita borghese consente. Infine, nelle lezioni di Spagnolo ho conosciuto alcune opere di Federico Garcia Lorca: protagoniste sono persone sofferenti, emarginate, inette. In particolare in “Romancero Gitano” l’autore si sofferma con interesse sulla cultura gitana e sulla drammaticità della vita comune a tutti gli uomini, anche a quelli così apparentemente diversi come gli zingari. 5
Il Nazismo 6
Il razzismo hitleriano si fonda sull’idea dell’eliminazione del diverso come modalità unica per preservare la purezza della razza eletta: in questo consiste il senso e la missione dello stato. Il testo che segue è tratto da “Mein Kampf”, libro che Adolf Hitler ha scritto durante il periodo di prigionia dopo il fallito colpo di stato in Baviera nel 1923. “Dobbiamo distinguere con la massima nettezza fra lo stato, che è un recipiente e la razza, che è un contenuto. Questo recipiente ha un senso solo se è capace di contenere e salvaguardare il contenuto; in caso diverso non ha valore. [...] Il primo compito non è quello di creare una Costituzione Nazionale dello Stato, ma quella di eliminare gli ebrei. Si pensi alle devastazioni che l’imbastardimento giudaico rappresta ogni giorno al popolo nostro e si rifletta che questa intossicazione del sangue potrà solo dopo secoli, e forse mai, essere eliminata dal corpo della nostra nazione. [...] Questo avvelenamento del nostro sangue, di cui non si rendono conto centinaia di migliaia di tedeschi, è oggi procurato sistematicamente dall’ebreo. Sistematiacmente questi neri parassiti del popolo corrompono le nostre giovani, bionde, inesperte fanciulle rovinando così qualcosa che è insostituibile.” Con questo odio, con questo disprezzo e con questa superiorità Adolf Hitler distrusse tutti i valori di libertà, uguaglianza, democrazia e giustizia che erano stati creati con fatica e difficoltà in Francia. Il nazismo cancellò l’Illuminismo, ponendovi al suo posto il razzismo, l’antisemitismo, l’ideologia della disuguaglianza e l’obbedienza al “capo”. Hitler impose una politica di sterminio e di discriminazione che portò alla morte non solo gli ebrei ma anche le popolazioni slave, i comunisti, gli oppositori politici, gli omosessuali, le minoranze religiose, i disabili e i malati di mente. Questi sentimenti di odio e disprezzo erano sgorgati in lui ed in altri giovani a causa della delusione politica avuta dalla sconfitta nella prima guerra mondiale e dai provvedimenti imposti dai trattati di pace. Il senso di scontento delle classi medie e la grave crisi economica che affliggeva la repubblica di Weimar furono il trampolino di lancio di Hitler, il quale grazie alla sua capacità di oratore, fece dilagare le sue idee naziste, anticomuniste, razziste e antisemite. Nel 1923 tentò un colpo di stato a Monaco con l’aiuto del NSDAP (Partito Nazionalsocialista Operaio Tedesco) e delle squadre militari, tuttavia fallì e fu arrestato ed incarcerato per 8 mesi. Negli anni successivi, durante le elezioni, il partito hitleriano otteneva sempre più voti e Hitler pretendeva gli venisse affidato il governo; tuttavia il presidente Paul von Hindenburg per due volte volte rifiutò di concederglielo. Nonostante ciò, nel 1933 Hitler venne nominato Cancelliere, grazie soprattutto all’aiuto del capo del governo Franz von Papen. Nel brevissimo arco di tempo (alcuni mesi) il neo-cancelliere distrusse la democrazia ed instaurò un rigido stato totalitrio incentrato sulla sua figura, ottenendo dal parlamento pieni poteri, mettendo fuori legge tutti i partiti tranne quello nazista e sopprimendo l’opposizione. Pochi mesi dopo la sua nomina di cancelliere, costituì, a Dachau, il primo campo di concentramento per i prigionieri politici. Dopo la morte nel 1934 del presidente Hindenburg, Hitler diventò anche capo di stato, ereditando così tutti i poteri del precedente presidente e aumentando maggiormente il suo prestigio. Una volta ricosrtuita l’economia tedesca e dopo aver riarmato l’esercito, il “Fuhrer” si focalizzò sulla politica estera, mirando a conquistare lo “spazio vitale” di cui necessitava la Germania. La sua volontà egemonica comportò l’invasione della Polonia, il 1° settembre 1939, dando così il via all’inizio della II Guerra Mondiale. Il 30 aprile 1945 attaccato dagli eserciti alleati anglo-americani e dalle truppe sovietiche, Adolf Hitler si tolse la vita nel suo bunker di Berlino. 7
San Servolo 8
San Servolo was a madhouse from 1717 to 1978. In the beginning it hosted many invalid soldiers and mariners but also some crazy people, especially aristocratic. The “Fatebenefratelli” were people helping the invalid people and they operated in Italy and in Europe, too. The roles of this group were two: they had a medical and therapeutic function and another of custody, control and discipline, too. In 1725 the first true insane arrived in the madhouse of San Servolo and he was the first of a long series. When a family decided to shelter someone in the madhouse of San Servolo, it had to pay, indeed the families had to be rich, aristocratic or bourgeois. The crazy people who had a poor family had to go to other madhouse because they couldn’t pay the fees to stay there and for this reason the staff of San Servolo didn’t accept them. The poor families who couldn’t pay the fees had to put away the crazy person in the “Pubblica Fusta”, a horrible and terrible madhouse in Venice. In 1797 the Napoleonic government abolished the “Pubblica Fusta” and all the people in it were locked up in San Servolo; this closing implied an increase of the people in San Servolo and in this period there were rich and poor people but also men and women. In 1804 San Servolo became officially the Central Madhouse and all the crazy people of Veneto lived there. The municipality paid the hospitalization of crazy poor people and for this reason the sehlters increased. After the italian unification, the province of Venice managed all the madhouses and it institute new madhouses like San Clemente, a madhouse for the women. On 13th August 1978 the story of San Servolo madhouse finished because the law 180 (law Franco Basaglia) imposed that the madhouses had to close. Besidens it regulated the obligatory medical treatment and the competence of it is assigned to terriotorial service, so the crazy people can go to a madohouse which is near where the crazy person lived before. This law was very discussed beacause it would also create relationships with staff and the society but this scared them, because the diversity of madness returns inside the society. In spite of the criticst, the Basaglia law regulates the italian psychiatric care. Dr. Russo said when he begann to work in San Servolo, the main purpose was to transform the psychiatric hospital in closed areas that the staff could administrate freely. Indeed, for this reason, they tranformed some departments in a sort of “free department” where some patients could catch the vaporetto to go to work but, of course, these departments were only for some patients. He also said there were some accidents and some difficulties but fortunatly the well-done and successful cases were very much. This experience in San Servolo and the relations with the crazy people have impressed dr. Russo, indeed now his the director of the Mental Health’s Department. Now San Servolo is a conference place where you can organize some events like conference, seminar or meeting... There are 11 conference rooms from a minimum of 12 seats to a maximum of 240 seats and near them there are internal and external areas for the organization of catering services, banquets and coffee breaks. The living room is divided into six buildings surrounded the park and it offers 193 rooms with a total of 319 beds.
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Una delle rappresentazioni teatrali piu famose di Luigi Pirandello è la tragedia “Enrico IV”. Il tecnica usata da Pirandello per raccontare la vicenda consisteva nel spiegarla passo per passo, privando il pubblico, che vedeva o leggeva le sue opere, della possibilità di comprendere il significato ed il messaggio che egli voleva esprimere. Questi ultimi infatti erano completamente comprensibili solo alla fine, quando veniva svelato l’elemento chiave di tutta la storia. Anche con l’opera “Enrico IV” utilizzò la medesima tecnica; le scene inziali mostravano il Re che con eloquenza parlava tra le mura della sua reggia tuttavia le scene subito dopo danno una svolta alla storia mostrando quella vera e propria: un borghese che credeva di essere il Re Enrico IV e che veniva assecondato dai finti servitori che lo circondavano. Erano ormai trascorsi vent’anni da quando il suo rivale Belcredi, durante una festa in maschera, lo aveva volontariamente fatto cadere da cavallo per poter ottenere il cuore di Matilde, la donna che entrambi amavano. Una volta rispresi i sensi, il protagonista credette di essere veramente Enrico IV e per dodici lunghi anni rimase fermo nella sua convinzione; quando a poco a poco gli riaffiorarono i ricordi, capì l’accaduto ma vedendo il suo rivale sposato con Matilde, decise di vivere pacifico nella tranquillità della sua follia, godendo dei privilegi che otteneva fingendosi pazzo. Così ai dodici anni di vera follia, se ne sommarono otto di finzione che fecero capire al borghese che solo vivendo al di fuori di quella corrotta società e quindi ritanandosi nella follia, avrebbe potuto salvaguardare e recuperare la sua integrità. Questa sua nuova visione della vita e della società, lo portarono nelle scene finali ad uccidere Belcredi che era andato con la moglie Matilde e uno psichiatra a fargli visita. Tuttavia le cose non vanno come loro si aspettavano perchè il borghese decise nuovamente di “salvare” la sua figura di pazzo, di diverso per poter guardare la vita da fuori e viverla realmente fuori dalla forma, non pagando neppure per il reato appena commesso. Gli anni della stesura e della pubblicazione dell’opera “Enrico IV” rientravano in una fase della vita di Pirandello in cui il letterato siciliano si era concentrato ed impegnato soprattutto in campo teatrale. Infatti, prima di “Enrico IV”, compose un’altra importante rappresentazione teatrale, fischiata a Roma ma applaudita a Milano, che si intitolava “Sei personaggi in cerca d’autore” . La tecnica usata da Pirandello fu quella del “teatro nel teatro”, un artificio teatrale con il quale, all’interno di un dramma, si mette in scena un ulteriore dramma che diventa pretesto per una discussione sul teatro stesso. Con “Sei personaggi in cerca d’autore” ebbe inizio una stagione teatrale di grande successo che divenne addirittura internazionale, portando l’autore a Londra e New York. Inoltre nel 1925, grazie agli aiuti finanziari ottenuti da Mussolini, Pirandello creò la compagnia del Teatro d’Arte di Roma con la quale fece anche una lunga tournée in vari Paesi europei.
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Enrico IV 11
Tonio Krรถger 12
Inhalt Tonio Kröger ist der Sohn eines Lübecker Kaufmanns und Konsuls und einer südländischen Frau. Mit 14 Jahren freundet er sich mit dem Schuljìkameraden Hans Hansen an, obwohl die beiden ganz verschiedene Wesensarten aufweisen. Nachdem Tonios Großmutter und Vater gestorben sind, heiratet seine Mutter einen Musiker mit italienischem Namen und folgt diesem romanischen Mann in “blaue Ferne”. Tonio bleibt nichts anderes übrig, als sich der Literatur und der Kunst mit aller Leidenschaft hinzugeben. Er sammelt Erfahrungen verschiedenster Art und begreift schließlich, dass die Kunst wie ein Fluch ist, der ihn zum Außenseitertum verurteilt. Die zwei entscheidenden Aspekte seiner Person, die Gesundheit und die Kunst, entwickeln sich parallel, aber in entgegengesetzte Richtung. Seine Gesundheit wird immer schwächer, während sich seine Kunst in gleichem Maße immer mehr verfeinert. Er zieht nach Süden, um seiner Bestimmung als Künstler zu folgen. In München begegnet Tonio der russischen Malerin Lisaweta Iwanowna. Das Gespräch mit dieser Küstlerin bildet das essayistische Mittelstück der Novelle. Lisaweta erkennt genau, was Tonio ist: “ein verirrter Bürger oder ein Künstler mit schelchtem Gewissen. Tonio spricht von seiner zehrenden Sehnsucht nach dem Normalen, Wohlanständigen und Liebenswürdigen, dem Leben I seiner verführerischen Banalität. Er gesteht der Malerin, er lebe in zwei Welten und in keiner fühle er sich zu Hause, aber trotzdem gibt er zu, er “liebe das Leben”. Unter dem Eindruck dieses Geständnisses zieht die Malerin die Bilanz seiner Existenz: “Sie sind ein Bürger auf Irrwegen, Tonio Kröger - ein verirrter Bürger”. Mit einem lakonischen “Ich bin erledigt” quittiert Tonio dieses scharfsinnige Urteil von Lisaweta. Die jugendnovelle “Tonio Kröger” (1903) ist vielleicht das autobiographischste Werk von Thomas Mann. Das zentrale Thema der Novelle, der Kontrast zwischen Künstlerexistenz und bürgerlichem Leben, kommt so stark zum Tragen, dass der Schriftsteller sogar versucht gewesen ist, der Novelle den Titel “Literatur” zu geben. Das Werk besteht aus neun Kapiteln unterschiedlicher Länge und berichtet über das Leben von Tonio Kröger im Zeitraum von seinem vierzehnten Lebensjahr bis ein wenig jenseits der Dreißig. Thomas Mann wurde in Lübeck als Sohn einer reichen Bürgerfamilie geboren. Sein Vater war Kaufmann und später Senator, seine Mutter Südamerikanerin. Als 1933 die Nationalsozialisten die Macht übernahmen, wurde Thomas Mann zur Emigration gezwungen. Wärhend des Exils lebte er in Frankreich, in der Schweiz und in die Vereinigten Staaten. Erst nach dem Ende des Zweiten Weltkrieges konnte Thomas Mann wieder nach Europa reisen, 1949 endlich auch nach Deutschland. Er ließ sich aber in der Schweiz nieder, wo er 1955 starb.
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Romancero Gitano 14
Entre 1924 y 1927 el famoso poeta español Federico García Lorca escribió “Romancero gitano”, una obra poética publicada en 1928. Este escrito es una colección de 18 poemas, cada uno con su título, que tratan de varios temas: la muerte, la luna, el cielo, la noche, pero el más importante y común es el tema de la cultura gitana. Lorca siempre se preocupó para los emarginados y sobre todo para los gitanos que estaban perseguidos por la Guardia Civil. De hecho estas personas son las protagonistas de muchos poemas de la colección “romancero gitano” que está ambientada en los barrios gitanos de Andalucía. En esta colección se puede reconocer uno de los aspectos principales de García Lorca y de sus ideas de la vida: el tema del destino trágico. El sentimiento trágico de Lorca de la vida es un aspecto llave y se puede verlo en los personajes que, durante todo el libro, encuentran siempre problemas y dificuldades para vivir. Además este libro es muy importante porque Lorca utilizó un lenguaje elevado y en el mismo tiempo popular, uniendo así éstats característica y obteniendo muchos éxitos. Federico García Lorca nació en 1898 en Fuentevaqueros, en la provincia de Granada y se licenció en Derecho. En 1919 vivió en la Residencia de Estudiantes de Madrid, donde conoció y encontró escritores consagrados, artistas jóvenes y poetas que consituyeron su grupo poético del que fue pronto a la cabeza. En los años 1929 y 1930 marchó a Nueva York como becario y en 1932, cuando regresó a España, creó un grupo teatral universitario que se llamaba “La barraca”. Este grupo era particular porque representaba obras clásicas en los pequeños pueblos de España que no las conocían. Después de un viaje a Buenos Aires donde tuvo gran éxito, regresó de nuevo a España y obtuvo cada vez más prestigio. Por eso su fama y sus obras tuvieron máxima admiración y numerosos homenajes, sin embargo su acercamiento al pueblo asustaba a los hombres que tenían el poder. De hecho un mes después del inizio de la guerra civil, en agosto de 1936, fue fucilado.
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Conclusioni 16
Mi sembra infine di poter dire che quando la diversità è stata vista come quacosa di altro da sè, ma utile all’arricchimento, essa è diventata una preziosa opportinità, una risorsa in più, un modo più ampio di vedere il mondo e la vita. Quando invece essa è stata vista come qualcosa di estraneo e pericoloso che poteva mettere in crisi o cambiare lo stato delle cose, l’altro è stato invece considerato come un ostacolo, come un “virus” intollerabile contro cui far barriera, fino al limite estremo ed inumano della sua eliminazione anche fisica. Un’ ultima riflessione riguarda il fatto che questi esempi che ho portato non riguardano solo il passato: anche oggi ognuno di noi, ognuna delle nostre diverse culture, si trova davanti a questa scelta quando si incontrano persone o fenomeni diversi da come noi immaginiamo che dovrebbero essere. Anche a noi tocca allora scegliere se vogliamo che l’incontro con la diversità sia un limite che ci tiene chiusi dentro i nostri schemi, o un’opportunità che arricchisce noi stessi e la comunità.
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Bibliografia
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