Mabedo Magazine - Marzo 2020

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N.

Magazine Magazine

2/2020

WINE

Quali vengono prodotti? Intervista a Marco Maggi

RETORBIDO: SPECIALE POLENTA LEONARDO A PAVIA ButtafuocoARTE: Storico:

24 anni di successi

TORTI WINES: IL VINO CROATINA

24 anni di Buttafuoco MOTORI: LA STORIA DELLE ARROWS



EDITORIALE Il numero di Marzo si può definire di transizione. Siamo in attesa della grande kermesse Vinitaly — abbiamo iniziato a parlare del vino che troverete negli stand— e che la vita riprenda normalmente dopo l’allarme Coronavirus. Il mensile si apre con un grande evento: i festeggiamenti per il 24esimo compleanno del Buttafuoco Storico. Si è tenuto l’11 Febbraio e Mabedo ve lo racconta con immagini, protagonisti e testimonianze. Vi documentiamo un accordo importante, tra TDO e La Versa, e poi l’azienda Torti Wines ci porta alla scoperta del Croatina.

Viaggiando nelle nostre zone scopriamo che Retorbido è terra di polenta: ce lo racconta la pro loco del paese. Un numero ricco di spunti : uno sguardo sul nostro bellissimo territorio e le sue eccellenze.

Il Direttore


LA REDAZIONE

FILIPPO QUAGLINI

Direttore Responsabile

FEDERICA TRONCONI Redattore

ISA MAGGI Rubrica Sportello Donna

LUCIA TUOTO Scrittrice e fotografa


ORNELLA DELLA FIORE

Foodblogger

SIMONA NOVARINI Foodblogger

PIERO VENTURA Giornalista sportivo

MICOL PIAZZA Collaboratrice


SOMMARIO

In evidenza Tutto Wine

Soste golose

24 anni di Buttafuoco Storico:

Retorbido:

il reportage

Il Polentone di Bertoldo

Torti Wines:

B&B Cucuti:

il nostro Croatina

un angolo di paradiso


In evidenza Di tutto un po' Motori: la storia delle Arrows

Leonardo a Pavia Il punto della stagione al Fraschini




TUTTO WINE



Una storia di successo e rivincite

IL BUTTAFUOCO

COMPIE 24 ANNI


I


24 anni di successi e rivincite per il Buttafuoco Storico, il vino icona dell’Oltrepò Pavese che lunedì scorso 11 Febbraio ha festeggiato il compleanno insieme ad appassionati e wine lovers, giornalisti, istituzioni e i suoi 16 produttori. Con l’occasione Armando Colombi, Direttore del Buttafuoco Storico, ha presentato al pubblico la nuova cantina membro del Club: Piccolo Bacco dei Quaroni, di Tommaso Cavalli. Il Presidente del Club Marco Maggi lo accoglie con queste parole: “Tommaso è da sempre un amico e un collega, oggi lo festeggiamo con gioia perché è il simbolo che l’Oltrepò funziona e ha voglia di crescere con qualità. Noi crediamo nelle vigne, e crediamo in un vino che racconta un Oltrepò Pavese dalla forte identità. La nostra forza è l’unione tra noi produttori, la condivisione di valori e intenti che negli anni ci ha portato fin qui”. Un progetto supportato anche dalle Istituzioni: Regione Lombardia, ERSAF, Camera di Commercio di Pavia. Presente in sala Alessandro Fede Pellone, Presidente ERSAF, che esordisce: “Noi di ERSAF e di Regione Lombardia vogliamo supportare questi progetti, il Buttafuoco Storico è un Consorzio che non solo promuove un vino, ma anche un intero territorio. Ci auguriamo che tante altre belle realtà dell’Oltrepò Pavese possano fare della qualità e dell’importanza del territorio il loro business”.


Il Buttafuoco Storico è parte della denominazione Buttafuoco DOC, riconosciuta indipendente dal ministero nel 2010. Il Buttafuoco Storico è un marchio privato e registrato, regolamentato da un rigido disciplinare soggetto a controlli interni su tutta la filiera: dalla vigna alla messa in bottiglia attraverso analisi tecniche e controlli a campione. Il Club del Buttafuoco Storico, nato nel 1996 da 11 vignaioli sagaci e coraggiosi, ha permesso di far conoscere il Buttafuoco al di fuori della provincia pavese e milanese, raggiungendo anche i mercati orientali e americani. Oggi sono in 16 a collaborare e fare squadra per raccontare un vino storico, grande icona dell'Oltrepò Pavese.

Un marchio privato, sotto la Denominazione di Origine Controllata del Buttafuoco




I vitigni del Buttafuoco Storico sono forti, possenti e intrisi di storia quanto il vino che si produce. Oggi il Club conta 16 viticoltori: giovani produttori e aziende storiche dell’Oltrepò Pavese, animati da uno spirito di unione e di rivalsa. Nato nel 1996, il Club del Buttafuoco Storico è una libera associazione per tutelare il prodotto, vino vincente il cui prestigio è riconosciuto dalla provincia di Pavia all’estero. Non è incoscienza, né superbia ma consapevolezza di avere tra le mani una grande possibilità: i vignaioli del Club del Buttafuoco Storico vogliono trasformare un vino della tradizione in un prodotto nuovo. Un territorio e dei vitigni capaci di competere con i grandi italiani, un gruppo di vignaioli mossi dalla caparbietà, dalla voglia di riportare in auge il nome e la storia del Buttafuoco Storico. Nel 1996 erano in 11 a voler dare una scossa a questa realtà: oggi le 16 aziende conducono insieme un attento lavoro di ricerca, dalle caratteristiche storiche alle vigne più vocate, fanno gioco di squadra nella produzione controllata e certificata, e sono attivi con una moderna e sviluppata comunicazione e promozione del vino prodotto, dando vita ogni anno a 70.000 bottiglie.

Il Club del Buttafuoco Storico


Un marchio unico, rappresentato dal Veliero del Buttafuoco

Un simbolo unico e non replicabile, intriso nel vetro per distinguerne originalità e autenticità. E’ il marchio del Veliero, un disegno elegante che si trova solo nelle bottiglie del Buttafuoco storico e che permette di riconoscerle. Il Veliero è anche il logo del Club, contenuto in un ovale - botte tipica dell’Oltrepò Pavese, e sostenuto dalla scritta Buttafuoco. Da qui si dipartono due nastri rossi che rappresentano il Versa e lo Scuropasso, i due torrenti tra cui tradizionalmente si produce il Buttafuoco Storico: la primissima fascia collinare dell’Oltrepò Pavese denominata “Sperone di Stradella“. Una posizione geografica che obbligava i condottieri, i pellegrini ed i mercanti ad attraversarla e che nella storia ha permesso al territorio di diventare grande sbocco commerciale del vino qui prodotto e anche di arricchirsi di nuove conoscenze sul settore. Fra storia e leggenda Peter Schenk narra che nel 1859 una compagnia di marinai Austriaci impegnata a traghettare le truppe sul fiume Po, invece di andare in battaglia in terraferma si ferma a fare strage di botti e bottiglie di un vino locale chiamato Buttafuoco. Lo scrittore lega questa storia ad un fatto però realmente accaduto: la marina Austroungarica dopo alcuni anni varò una nave chiamandola “Buttafuoco“. E’ da questo racconto che il Club del Buttafuoco Storico decide di adottare il veliero come loro simbolo: una grande nave dalle vele infuocate.


Il 7 febbraio del 1996 nasce il Club del Buttafuoco Storico dall’unione di undici giovani viticoltori: Bruno Barbieri, Davide Brambilla, Giuseppe Calvi, Valter Calvi, Claudio Colombi, Ambrogio Fiamberti, Stefano Magrotti, Franco Pellegrini, Andrea Picchioni, Umberto Quaquarini, Paolo Verdi. L’intento è quello di collaborare nella ricerca delle caratteristiche storiche, nella selezione delle vigne più vocate, nella produzione controllata e nella promozione del vino Buttafuoco. Una sfida importante senza incoscienza, ma con il convincimento fondato di poter guerreggiare ad armi pari con i grandi vini italiani e internazionali. Un’ avventura del tutto nuova per l’Oltrepò: arrivare ad avere il vino della tradizione paradossalmente nuovo, concepito e realizzato con criteri inconsueti per le nostre cantine, dove il parametro più sicuro per la qualità del vino era da sempre la capacità di esplodere in una spuma compatta al solo versarlo. Il 5 marzo del 1996 viene registrato lo statuto, che vincola i soci a produrre il Buttafuoco secondo un rigido regolamento interno. Il marchio adottato è composto da un ovale, rievocazione della botte tipica dell’Oltrepò Pavese, sostenuto dalla scritta Buttafuoco e dal quale si dipartono due nastri rossi rappresentativi dei due torrenti, il Versa e lo Scuropasso, che delimitano la zona storica di produzione; all’interno la sagoma di un veliero sospinto da vele infuocate a ricordare che nella seconda metà del 1800, la Marina Imperiale austro-ungarica varò una nave dal nome “Buttafuoco”. La leggenda vuole che il nome sia il ricordo di una battaglia perduta da una compagnia di marinai imperiali, comandati a operazioni di traghettamento sul fiume Po nei pressi di Stradella e successivamente impiegati su queste nostre colline nella guerra contro i franco-piemontesi. Un vino del luogo chiamato Buttafuoco ebbe più successo del fuoco della battaglia nell’ attirare a sè i baldi marinai, i quali, dentro una grande cantina, fecero strage di botti e bottiglie.

Il Club


I terreni del Buttafuoco Storico

La Zona Storica di produzione del Buttafuoco è situata in Oltrepò Pavese in provincia di Pavia, piú precisamente in quel territorio chiamato “lo Sperone di Stradella”, delimitato a Ovest dal torrente Scuropasso, a Est dal torrente Versa, a Nord dalla Pianura Padana, a Sud dai confini comunali di Castana e di Pietra de Giorgi e a metá attraversato dal quarantacinquesimo parallelo. Il territorio comprende i comuni di Broni, Canneto Pavese, Castana, Cigognola, Montescano, Stradella e Pietra de’ Giorgi. Il clima è abbastanza freddo in inverno, ma caldo e ventilato in estate, di solito non interessato dalle nebbie del catino padano. La felice esposizione delle vigne permette una lunga insolazione giornaliera, mentre nelle ore serali correnti ascensionali calde si insinuano fra i filari. Tutto ciò garantisce una maturazione graduale e completa dei grappoli.




TORTI WINES


L’Eleganza del Vino dal 1910


Nelle nostre Cantine la passione per il Vino diventa Arte La famiglia Torti vanta antiche tradizioni nella produzione dei vini DOC dell’Oltrepò Pavese. La produzione di vini e spumanti di qualità è affidata alle sapienti mani di papà Dino, erede di una grande tradizione e passione per il vigneto, in particolare per il Pinot Nero. Possediamo un vasto appezzamento situato nel cuore del 45° parallelo, a Montecalvo Versiggia, zona particolarmente vocata per la produzione del Pinot Nero e della Croatina,nei nostri vigneti coltiviamo uve pregiate per la produzione di vini e spumanti di qualità.

“Guardiamo al futuro mantenendo inalterate le tradizioni: la nostra storia continua, è una tradizione che si rinnova”


La nostra produzione Un Barbera secco e sapido, dal profumo vinoso, affinato in barrique; un Bonarda con origini antichissime; infine un Pinot Nero vinificato in Bianco, fermo, vivace, oppure barricato, vinificato in Rosso o ancora, spumantizzato con metodo Martinotti e Cruasé DOCG, sono i vini che costituiscono il vanto della Nostra Azienda. La nostra cantina è dotata di moderni impianti per la vinificazione, la maturazione e l’invecchiamento dei vini: dalle moderne presse a polmone alle grandi botti, dalle barriques alle modernissime macchine per l’imbottigliamento e l’etichettatura, dalle pupitres alle sale “dormitorio” dove il vino riposa in attesa di poter esprimere il suo meglio.

“I nostri prodotti sono caratterizzati dalla cura e dall’amore di chi lavora il vino da generazioni”



Vi presentiamo la “Croatina” L’ Az. Agricola Torti “L’Eleganza del Vino” questo mese presenta in anteprima la Croatina: parliamo di un vitigno autoctono di uva rossa detta anche croatina, segnalato fin dal 1200 nella zona. Questa Croatina è la versione ferma della nota tipica Bonarda Vivace tipica dell’Oltrepò Pavese. Temperatura di servizio 16 - 18°C. Bottiglia da: 750ml

Caratteristiche Vino di colore rubino carico; profumo intenso e gradevole; sapore tipico asciutto, armonico.

Come degustarlo questo vino consente felici matrimoni con cibi aromatizzati, coniglio, agnello, pollame in umido, zamponi e cotechini, formaggi e pasta semidura.

Az. Agr. Torti “ L’Eleganza del Vino” Frazione Castelrotto, 6, 27047

Montecalvo Versiggia PV Tel. 0385 951000 www.tortiwinepinotnero.com







FUSIONE TDO – LA VERSA


Fusione TDO e La Versa: un risparmio di 100mila euro Un passo fondamentale. Giorgi: “La cantina torna ad essere ufficialmente tutta oltrepadana” “Una fusione necessaria e fondamentale per ridurre i costi e per creare un’entità unica di gestione che dovrà rispondere ad un preciso piano industriale”. Con queste parole il presidente Andrea Giorgi di Terre d’Oltrepò saluta la fusione tra la grande cantina cooperativistica, la più imponente della Lombardia per quantità di prodotto immesso sul mercato, e la storica cantina La Versa. Un processo metabolizzato negli anni, da quando nel 2017 il nuovo management della realtà di Broni ha deciso, insieme al colosso trentino Cavit, di salvare il brand da una morte annunciata. Ora è arrivato il momento in cui il passo è obbligatorio. Lunedì 10 febbraio, presso il teatro Carbonetti di Broni, è stata convocata l’assemblea straordinaria dei soci che dovrà approvare il progetto di fusione per l’incorporazione della società controllata al 100% “Valle delle Versa srl” nella società controllante Terre d’Oltrepò. “Questa assemblea segnerà una svolta – spiega il presidente Giorgi – perché ci permetterà di avere sotto un unico cappello entrambe le cantine e ci consentirà non solo di ridurre notevolmente i costi di gestione, ma anche di mettere in pratica un piano industriale condiviso che possa riposizionare il marchio La Versa ed intensificare le vendite per le linee di Terre d’Oltrepò”.

Un percorso, la fusione, iniziato ben prima. Come afferma il numero uno della cantina: “Appena insediati nel 2017, ci siamo messi alla ricerca di un marchio importante che rilanciasse la Cooperativa Terre d’Oltrepò. Lo abbiamo individuato sul nostro territorio: un brand conosciuto ed amato che aveva assolutamente bisogno di essere rilanciato. Insieme a Cavit si è deciso di rilevare la parte attiva di La Versa, ovvero il marchio, le bottiglie di Metodo Classico ed ovviamente gli impianti. è stata una scelta ponderata sul piano economico, pensata sotto il profilo industriale e voluta perché la cantina rappresenta un orgoglio oltrepadano”. Alla fine di novembre 2019, di comune accordo, Cavit ha ceduto a Terre D’Oltrepo il 30% della quota.


“Tutto fa seguito a delle esigenze aziendali ben precise. Prima di tutto Cavit è impegnata nel rilevare e risanare una nota cantina trentina. Nel contempo Terre d’Oltrepò necessita di spingere l’acceleratore sul proprio piano industriale, finalizzato alla riorganizzazione della politica commerciale e industriale. Da questi presupposti, consensualmente, le parti si sono accordate per la cessione della quota al prezzo nominale, dilazionando il pagamento in 6 anni”. Ma quali saranno i benefici dell’operazione? Il presidente Andrea Giorgi ha le idee chiare: “Ora Terre d’Oltrepo possiede il 100% di La Versa, giocoforza, è naturale procedere ad una fusione per incorporazione, in modo da realizzare delle economie sia dal punto di vista dei costi, sia dal punto di vista organizzativo”. Secondo una precisa analisi ci sarà: un’evidente riduzione delle imposte locali; una riduzione dell’apparato amministrativo dovuto alla gestione di due entità; una semplificazione dei rapporti fra le cantine; una uniformazione dei contratti di lavoro. “Una cifra importante – spiega Giorgi - che ci permetterà di dirottare risorse in altri settori utili alla crescita della cantina. In seguito all’assemblea straordinaria la nuova Terre d’Oltrepò sarà lo “scrigno”, per usare un termine più sentimentale e meno economico, nel quale sono custoditi i marchi La Versa (che guarda il mondo HO.RE.Ca – Negozi), il brand storico Casteggio per il canale della grande distribuzione e Sansaluto per il canale negozi”.


Il futuro dell’azienda è ancorato su dei binari ben saldi. Così il presidente Giorgi: “La riorganizzazione aziendale, frutto dell’approvazione dell’assemblea straordinaria della fusione per incorporazione, assieme al percorso virtuoso dell’aumento della qualità dei nostri vini attraverso un’attenta lavorazione delle uve, dal conferimento alla trasformazione definitiva, completeranno il percorso di stabilizzazione e accrescimento progressivo della liquidazione delle uve. Anche sul piano commerciale abbiamo le idee chiarissime e alcune di esse sono già state attuate con risultati immediati, come l’accordo con il gruppo Francoli. Il marchio La Versa da un lato e, dall’altro, le linee premium dei nostri vini, firmate dall’enologo di fama internazionale Riccardo Cotarella, saranno l’ariete che consentirà l’entrata nei mercati dei nostri prodotti con tutte le linee”.


“Terre d’Oltrepò sarà lo “scrigno” nel quale sono custoditi i marchi La Versa , il brand storico Casteggio per il canale della grande distribuzione e Sansaluto per il canale negozi”






SOSTE GOLOSE Itinerari, eventi, specialitĂ

gastronomiche direttamente dal produttore








MATRIMONIO AL CASTELLO


Vuoi fare il grande passo? Stai pianificando il giorno del tuo matrimonio? Prova a visitare il Castello di San Gaudenzio, roverai personale appassionato, competente ed esperto nella splendida location di Cervesina a pochi chilometri da Voghera e Pavia che da 40 anni e più organizza "il Tuo giorno più bello" .

Il Castello

Un resort che dal 1977 offre il meglio dell’ospitalità italiana nella suggestiva cornice di un autentico castello del XIV secolo immerso in un parco secolare. Un ristorante raffinato ed un hotel quattro stelle accogliente, per week-end romantici, per le famiglie, per ritrovarsi con gli amici oppure per soggiorni di lavoro. Una location che offre esperienze indimenticabili da vivere nel vostro tempo libero e nei momenti importanti della vostra vita. Il Castello di San Gaudenzio è il luogo ideale per eventi quali matrimoni, battesimi, comunioni, cresime, compleanni, meetings di lavoro e convegni. La sua posizione vicino a Voghera in provincia di Pavia è facilmente raggiungibile da Milano, capitale mondiale della moda e del design.


Il proprietario della location, Maurizio Marcone, ci racconta l’esperienza annuale alla Fiera degli sposi, evento cardine per tutto il settore wedding. “Anche quest'anno, l’ 7, l'8 ed il 9 febbraio, abbiamo partecipato alla più importante esposizione interamente dedicata agli Sposi: "LA FIERA DEGLI SPOSI" di Assago-Milanofiori, che tradizionalmente si svolge tutti gli anni in primavera ed in autunno al Forum di Assago.

Abbiamo incontrato centinaia di coppie che vogliono sposarsi, immaginando ed organizzando con "i futuri Sposi" l'Evento, con la E maiuscola e l'esclusività che garantisce ogni cerimonia fatta al Castello di San Gaudenzio. Possiamo consigliare i futuri Sposi su tutto quello che riguarda gli allestimenti anche con l'aiuto dei nostri partners quali wedding planner, fioristi, fotografi, musicisti, animatori per bambini, etc..”

Il Castello di San Gaudenzio alla Fiera degli Sposi



Al Castello di San Gaudenzio si può officiare, nell'attigua ed antica Chiesa Parrocchiale, la cerimonia religiosa e nella suggestiva Sala Cesare Taverna cosÏ come nello splendido parco del Castello, può essere officiata la solenne cerimonia del rito civile in collaborazione ed a cura del Comune di Cervesina.

Vuoi prenotare un appuntamento? Chiama il 03833331 oppure tramite whatsapp allo 03833331 (dopo aver registrato il numero di telefono sul proprio telefono cellulare) oppure tramite e-mail info@hcsg.it




Alla scoperta della polenta

IL POLENTONE DI BERTOLDO


Speciale Sagre: Retorbido


A Marzo, a Retorbido, si festeggia il 102° Polentone di Bertoldo, festa storica che ogni anno richiama nel piccolo paese ai piedi delle colline pavesi migliaia di persone pronte a trascorrere una giornata all’insegna della tradizione e del divertimento festeggiando il Carnevale.

Ma chi è

Bertoldo?

Gli scritti di Giulio Cesare Croce narrano la figura del villano per eccellenza, il povero contadino Bertoldo che con la sua astuta loquacità arriva fino a sedersi stabilmente al banchetto dei potenti, a parlare e ragionare come loro fino quasi a tradire le sue umili origini, la sua diversità per poi, in punto di morte redimersi e riappropriarsi della dignità perduta lasciando al suo erede, Bertoldino, saggi consigli per una migliore vita fondata sulla sincerità e autenticità dei valori umani più profondi.



Bancarelle e stand gastronomici ricopriranno le vie principali e le tre piazze del paese formando una vera e propria “fiera dei vecchi tempi” dove il piacere di curiosare tra i banchetti è allietato dalla possibilità di passeggiare gustando prodotti tipici locali e facendo quattro chiacchiere con il conoscente o l’amico di turno incontrato per caso. La regina della festa è, ovviamente, la polenta, preparata come tradizione vuole all’interno di un enorme paiolo scaldato su caldaie rigorosamente a legna e servita con “contorno” di salamini cotti. L’atto solenne del versamento del prezioso impasto è un momento particolare, festeggiato dai presenti con gioia e soddisfazione alla pari di quando si stappa lo spumante a capodanno o all’inizio dei fuochi d’artificio nelle feste moderne. Raccontare la storia di una festa ultracentenaria non è mai semplice, si rischia sempre di perdersi in contraddizioni o falsi miti che ne sminuiscono senso e significato, per questo vi rimando alla lettura del bellissimo libro <Avanti, chi ne vuole?> realizzato occasione del centenario della festa, da Cecilia Demuru e Vittorio Pessini con la preziosa collaborazione dei saggi veterani Retorbidesi e con il sostegno del Comune, un’ intensa lettura nella storia di una tradizione che ha radici lontane e ben radicate nel territorio.



Da alcuni anni ad occuparsi dell’organizzazione del Polentone è la Pro Loco in collaborazione con il comune che proprio dal 1° Gennaio di quest’anno ha visto nuova vita nella Nuova Pro Loco di Retorbido, un gruppo di volontari che con entusiasmo e volontà cercano di portare avanti le tradizioni locali aggiungendo idee al programma dell’evento. “Quest’anno in occasione della festa del polentone abbiamo voluto introdurre delle novità e ripresentare in chiave moderna alcune celebrazioni storiche ormai perdute – dice Renzo Giampà, Presidente della Nuova Pro Loco di Retorbido – “Infatti, ad aprire la manifestazione ci sarà la Quatar pass in mess al turbi, una corsa amatoriale non agonistica adatta a tutti, per gli adulti sarà organizzato un percorso di 6 km mentre per i bambini un mini percorso di 1 km lungo le vie del paese.” Ovviamente non mancheranno i carri di carnevale e la band musicale che apriranno le danze della festa pomeridiana lungo tutte le vie e le piazze del paese tra balli, musica e divertimenti prima della distribuzione dei piatti di polenta e salamini.

“Abbiamo fortemente voluto anche che, come tutti gli anni, ci fosse la rappresentazione teatrale della storia di Bertoldo che si concluderà con la sfilata delle maschere tra applausi, coriandoli e stelle filanti. Altra novità di questa edizione è la Corte contadina e degli antichi mestieri allestita nei pressi del piazzale della chiesa principale e abbiamo confermato gli ormai tradizionali divertimenti per famiglie e bambini come gli scivoli gonfiabili e il servizio truccabimbi per i più piccini”. Immancabili poi gli stand gastronomici e i gazebo di birra artigianale, che fanno da corollario ai piatti tradizionali preparati dalle associazioni del Paese come porchetta e risotti e ancora polenta con sugo di funghi oppure il sempre gradito panino con la salamella alla griglia il tutto innaffiato dal buon vino dei produttori locali.

Non ci resta che aspettare l’8 Marzo per trascorrere una giornata in compagnia, con la famiglia o con gli amici o anche solo con chi “tè incùntra par strà” per assaporare quella sensazione dello stare insieme che solo la vera festa di paese sa trasmettere.

Buon Polentone a tutti.



CONTATTI: Loc. Vicomarino, 142/b - 29010 Ziano Piacentino (PC) TEL: +39 349-5632981 EMAIL: cantinemarasi@libero.it


AGRITURISMO CA’ DEI MARASI




Cucuti Un piccolo angolo di paradiso

B&B CucutĂŹ Via Casa Pallaroni, 10 29010 Ziano piacentino PC T. 0523 179 8029 www.cucuti.it



Sono Barbara, vi racconto la storia di come è nato Cucuti. Vivevo in Africa ma dopo anni ho sentito nostalgia della mia terra e delle mie origini. Ho fatto dei lavori ad un magione che era dei miei nonni. Dopo quattro anni inalmente la casa è tornata agli antichi splendori. Una moltitudine di rose, piante aromatiche, perenni, alberi da frutto ed un giardino d’inverno fanno da cornice al Cucutì… Il Cuculo frequenta assiduamente il vigneto circostante ed il giardino, ed il suo canto assiduo mi accompagna dalla primavera alla fine dell’estate. CUCUTI’ è lo sfottò che noi bambini cantavamo al cuculo, quasi a schernirlo per il suo strano canto. Da qui nasce l’idea e la scelta di aprire la casa agli amici creando il B&B con questo bizzarro nome. CUCUTI’ si trova sui Colli Piacentini, nella Valtidone, immerso in un giardino all’inglese. Il B&B è dotato di un’unica grande ed accogliente suite indipendente che delizia gli ospiti regalando il privilegio di essere completamente immersi nella propria privacy in un ambiente di charme.

Un luogo ideale per rilassarsi, passare momenti magici, organizzare il giorno del proprio matrimonio

o fare servizi fotografici La suite di Cucuti è uno dei luoghi magici del locale. La Suite è cosi composta: Un piccolo e romantico soggiorno riscaldato da un camino a legna Una luminosa camera matrimoniale impreziosita dalla biancheria di lino della nonna deliziosamente ricamata che si sposa a meraviglia con il letto in ferro battuto Una grande sala da bagno, un tempo utilizzata come cantina. Il lavello recuperato, era in origine una vecchia mangiatoia. Le gocce in cristallo dei lampadari chandelier ingentiliscono l’ambiente regalando un tocco di eleganza.





White Rabbit e Neverland

WHITE RABBIT Via XXVI Aprile 40 27049 Stradella (PV) T: 0385 090518 E: info@whiterabbitsecret.it


Musica, eventi e buon cibo

NEVERLAND Via P. Bianchi, 2, 27049 Stradella PV T. 339 436 1003










I consigli della Food Blogger Simona Novarini


VINO A TAVOLA



Risotto ai mirtilli e Buttafuoco Ingredienti per 4 persone: 320 g di riso carnaroli 70 g di burro 200 g di mirtilli

1 bicchiere di vino Buttafuoco Doc affinato brodo vegetale q.b. sale q.b. 30 g di grana padano grattugiato

Preparazione: Lavate i mirtilli molto delicatamente. Mettete in una pentola il burro e fatelo sciogliere lentamente, appena incomincerà a friggere leggermente aggiungete il riso e fatelo tostare per qualche istante. Ora unite il bicchiere di vino e fatelo evaporare per bene mescolando. A questo punto unite i mirtilli, mescolate e versate un pò di brodo vegetale, salate a piacere e fate cuocere aggiungendo il b rodo man mano che verrà a calare fino ad ultimata cottura. Aggiungete in ultimo il grana padano grattugiato, mescolate delicatamente e fate mantecare per qualche secondo.

Impiattate e servite.






SPECIALE PRIMI PIATTI APERITIVO

I CONSIGLI DELLA FOOD BLOGGER ORNELLA DELLA FIORE



C'è sempre un'occasione per preparare un primo piatto, si fa sempre bella figura e se poi è preparato con amore... Beh non c'è storia.

Zuppetta di cozze, vongole e gamberi Ho fatto spurgare le vongole in acqua fredda leggermente salata per due ore, quindi le ho lavate per togliere i residui di sabbia, ho lavato accuratamente le cozze. Ho preparato un soffritto di aglio, lasciato intero, l'olio evo e gambi di prezzemolo e ho fatto aprire cozze e vongole e ho sfumato con il vino bianco. Ho tolto i molluschi e filtrato il liquido. Nel frattempo ho fatto scottare i gamberi, puliti dal loro budellino. Ho quindi unito i vari ingredienti, la mia conserva di pomodoro, l'acqua di cottura e il pesce. Ho preparato una polentina lasciandola morbida morbida ed ho impiattato. Una bontĂ ....


Risotto alla

salvia purpurea Per questa preparazione ho utilizzato il riso di Nori, un carnaroli semilavorato prodotto nel vercellese, caratterizzato da un chicco piĂš grande che mantiene la cottura e il sapore in un modo incredibile. Ho tritato lo scalogno l'ho fatto rosolare nel burro, ho aggiunto il riso, l'ho tostato quindi sfumato con un resling dell'oltrepo pavese. Ho continuato la cottura aggiungendo brodo vegetale. Alla fine ho aggiunto alcune foglie di salvia tritate fini e ho mantecato con crescenza, grana e una noce di burro chiarificato. Ho Impiattato e guarnito con il fiore della salvia... Una bontĂ

La salvia purpurea

E’ una salvia particolare di un colore violaceo/ lilla, una pianta

officinale profumatissima che ha proprietĂ

antidepressive, balsamiche, digestive .





Il MOLINO DI ROVESCALA



DI TUTTO UN PO’ Cultura, territorio, tempo libero


Rubrica a cura di Isa Maggi Sportello Donna Stati Generali delle Donne Stati generali del Po


OTTOMARZO TUTTOL'ANNO EDIZIONE 2020


Come gli uomini possono diventare

i migliori alleati delle donne Ecco un decalogo per gli Uomini Illuminati.

Tre anni fa abbiamo lanciato a Pavia un grande progetto, quello di attivare alleanze con “Uomini illuminati”! E' stato un grande lavoro di scouting, ancora in corso per la prossima edizione che si svolgerà in anteprima a Parma, capitale italiana della cultura il prossimo 4 aprile e poi a Pavia a fine anno, il 28 novembre. Le candidature devono essere inviate a isa.maggi.statigeneralidonne@gmail.com entro il 30 ottobre 2020, corredate di lettera di motivazione e del cv del candidato. Molte sono le sollecitazioni che abbiamo creato con questa iniziativa.

Anche la letteratura a livello internazionale*ci conforta sul fatto che la direzione che abbiamo avviato sarà foriera di traguardi positivi, per donne e uomini. Creando eventi rivolti agli uomini, si spera di includere gli uomini nelle discussioni sull'uguaglianza di genere nei luoghi di lavoro e rendere più efficaci gli sforzi sulla diversità organizzativa.


Le prove mostrano che quando gli uomini sono deliberatamente coinvolti in programmi di “inclusione” di genere, il 96% delle organizzazioni vede progressi, rispetto al solo 30% delle organizzazioni in cui gli uomini non sono coinvolti. Ma oggi, troppe organizzazioni sono carenti in queste iniziative e concentrano sforzi di equità di genere sul cambiamento delle donne. Gli approcci individualistici per risolvere le disuguaglianze di genere trascurano le cause strutturali sistemiche e rafforzano la percezione che questi siano solo problemi delle donne, dicendo efficacemente agli uomini che non hanno bisogno di essere coinvolti. Senza il supporto degli uomini, spesso le parti interessate più potenti nella maggior parte delle grandi società, è improbabile che si realizzino progressi significativi verso la fine delle disparità di genere. Cosa c'è in ballo? Uno studio di McKinsey prevede che in uno scenario di "pieno potenziale" in cui le donne partecipano all'economia in modo identico agli uomini, $ 28 trilioni di dollari (26%) verrebbero aggiunti al PIL globale annuale rispetto allo scenario attuale delle normali attività. Ma includere gli uomini negli sforzi per la diversità non è così semplice come invitarli a un evento di equità di genere. Questi sforzi rivelano spesso riluttanza, se non palpabile, ansia tra gli uomini presi di mira. Il sessismo è un sistema e, sebbene sia un sistema che privilegia gli uomini, controlla anche il comportamento maschile. Comprendere che è importante per cambiare il sistema. Ecco le sfide per gli “alleati maschi”. Definiamo “alleati maschi” i componenti di un gruppo avvantaggiato impegnato a costruire relazioni con le donne, esprimendo il minor sessismo possibile nel loro comportamento, comprendendo il privilegio sociale conferito dal loro genere e dimostrando sforzi attivi per affrontare le disuguaglianze di genere sul lavoro e nella società. Debra Meyerson e Megan Tompkins si riferiscono a tali uomini come radicali temperati: sono catalizzatori del cambiamento, sfidando le strutture organizzative che svantaggiano le donne pur rimanendo impegnate per il successo dell'organizzazione. Mentre alcune ricerche hanno dimostrato che gli uomini bianchi non affrontano alcuna penalità per la promozione della diversità, altri studi suggeriscono che ci può essere un costo per agire come alleato.


Innanzitutto, c'è la temuta penalità di WIMP. Una nuova ricerca rivela che gli uomini percepiti come più collaborativi e che condividono il potere sono valutati da uomini e donne come meno competenti (e, per inciso, meno maschili). Gli uomini egualitari possono sentire gli effetti del contraccolpo dello stigma dell'associazione “simili alle donne”. Ciò è più probabile nelle organizzazioni in cui le persone sostengono una prospettiva a somma zero sulla parità di genere. Il contraccolpo contro gli “alleati maschi” è una possibilità reale. Gli “alleati maschi” autodidatti possono anche affrontare critiche da parte delle donne con cui cercano di allearsi. In una recente conferenza per le donne in tecnologia, una donna di Bingo ha fatto circolare una carta del Bingo poco prima di un panel composto da uomini sul tema dell'alleanza maschile. Alcuni uomini durante conferenze con donne turano fuori “cliché logori e frasi difensive” del tipo: "Sono un femminista; Siamo tutti sulla stessa barca; Mia madre mi ha insegnato a rispettare le donne; e ho visto la luce dopo la nascita di mia figlia! ” Comprensibilmente, molte donne inizialmente sono scettiche riguardo agli sforzi per includere gli uomini nelle conferenze delle donne. In primo luogo, questi incontri hanno storicamente offerto alle donne un senso di comunità e cameratismo, uno spazio sicuro per condividere esperienze e formulare strategie per raggiungere l'uguaglianza sul posto di lavoro. Questa comunità relazionale è inestimabilmente importante e gli uomini devono rispettarla. In secondo luogo, alle sottotracce e alle sessioni di breakout per uomini in occasione di eventi femminili vengono spesso assegnate etichette come “Manbassador” o “Male Champion”, formidabili per attirare uomini, ma in verità, piuttosto grandiose per le orecchie delle donne che possono sospirare e chiedere: “Davvero amico ? Dobbiamo chiamarti campione solo per farti essere equo, rispettoso e inclusivo? " Questo “effetto piedistallo” in cui agli uomini viene riservato un trattamento speciale è comprensibilmente gratificante per le donne che per anni hanno svolto il lavoro emotivo e hanno portato il peso dell'uguaglianza con un “uomo in vista”. E c'è sempre il rischio che un'eccessiva concentrazione sugli uomini negli eventi delle donne possa in definitiva rafforzare piuttosto che smantellare lo status quo della gerarchia di genere.


Terzo, c'è il problema del “femminista maschio falso”. Conosci questo ragazzo. Adora il femminismo come un mantello da supereroe quando il suo capo lo sta guardando e lo fa per impressionare - o peggio, sedurre - le donne o per evitare di essere etichettato come sessista nonostante il suo modello di comportamento sessista. Infine, c'è l'uomo sincero ma assolutamente ingenuo, mal informato o con un EQ basso che la nozione di alleanza equivale al salvataggio, o persino al tentativo di diventare il portavoce delle donne nell'organizzazione. Come una volta rifletteva Martin Luther King, la comprensione superficiale da parte di persone di buona volontà è più frustrante di un assoluto fraintendimento da parte di persone di cattiva volontà. Quando gli aspiranti “alleati maschi” non riescono a comprendere l'importanza fondamentale di collaborare e collaborare con l'umiltà, c'è il rischio reale che alla fine possano minare le iniziative delle donne tentando di dominarle. La consulente per la diversità Jennifer Brown riconosce che non tutti gli “alleati maschi” sono ugualmente evoluti. Riordina l'alleanza su un continuum, che va dall'apatico (all'oscuro e disinteressato riguardo alle questioni di genere) al consapevole (ha una certa comprensione dei problemi ma non è affatto attivo o impegnato ad affrontarli) a attivo (ben informato e disposto a impegnarsi nel genere sforzi di equità, ma solo quando richiesto) per sostenere (sistematicamente e proattivamente sostiene l'inclusione di genere). Anche se potremmo non perdere tempo a reclutare uomini apatici per eventi di inclusione di genere, siamo lieti di entrare in una stanza con le altre tre varietà, tentando di stimolare la loro motivazione interna e affinare le loro abilità alleate. Li vogliamo solo nella lotta! L'evidenza è disponibile. Più alta l'interazione positiva tra gli uomini e le donne in ambito professionale è tanto minore il pregiudizio e l'esclusione che tendono a dimostrare. Gli organizzatori delle iniziative delle donne che desiderano coinvolgere alleati di sesso maschile dovrebbero anche prendere in considerazione ricerche recenti sulla posizione psicologica (una percezione della legittimità come alleata delle donne). Le prove rivelano che gli sforzi di parità di genere sono più efficaci quando gli uomini credono di avere un ruolo dignitoso e importante da svolgere, che la trasformazione sul posto di lavoro è qualcosa in cui possono condividere. La motivazione per questo ruolo è spesso legata ad esempi personali e un senso di equità e giustizia. Inoltre, quando gli alleati si sentono accettati dal gruppo svantaggiato si sforzano di sostenere, la loro motivazione interna a partecipare viene rafforzata. Se gli uomini si sentono come unicorni, incontrati da sopracciglia alzate quando raccolgono i mezzi per partecipare a una pista di “manbassador” in una conferenza femminile, gli sforzi dell'alleanza di genere vacillano. Come gli uomini possono essere i nostri migliori alleati? Ecco alcune con raccomandazioni concrete per gli uomini che sono invitati a partecipare alle conferenze delle donne o ad altre iniziative come alleati della parità di genere sul posto di lavoro. Queste sono le migliori pratiche per gli uomini che vogliono essere migliori collaboratori con le donn e.



Decalogo per gli Uomini Illuminati

Innanzitutto, ascolta! Il consulente Chuck Shelton ricorda agli uomini che ascoltare le voci delle donne in un modo che ispira fiducia e rispetto è una relazione fondamentale che devi promettere, e poi mantenere, con le donne che ti invitano a partecipare all'equità. Un ascolto generoso richiede concentrazione, sincerità, empatia, rifiuto di interrompere e una valutazione genuina della sua esperienza e della sua volontà di condividerla.

Rispetta lo spazio. Le conferenze delle donne sono spesso una conseguenza delle esperienze di esclusione, emarginazione e discriminazione. Molte di queste esperienze sono dolorose. Grandi eventi e gruppi di risorse locali hanno offerto alle donne una potente piattaforma per la condivisione di esperienze, il supporto e la strategia di iniziative azionarie. Cammina rispettosamente in questi spazi e prima di pronunciare una parola, rivisita la raccomandazione sopra. Ricorda, non riguarda te. Chiedi alle donne come puoi amplificare, non sostituire o usurpare gli sforzi di parità di genere esistenti. Una grande dose di umiltà di genere aiuterà. Decenni di ricerche sul comportamento prosociale rivelano una netta differenza di genere nel modo in cui viene espresso. Mentre le donne spesso esprimono disponibilità a livello comunitario e relazionale, gli uomini mostrano utili intenzioni attraverso comportamenti orientati all'azione. Gli uomini si devono astenere dal prendere il centro della scena, parlare per le donne o spiegare come le donne dovrebbero affrontare gli sforzi di equità di genere.

Mettiti comodo sentendoti a disagio. Lo sviluppo della posizione psicologica richiede un impegno per l'apprendimento e la promozione dell'uguaglianza di genere. Imparare a conoscere le sfide professionali delle donne può produrre sentimenti di vergogna o auto -colpa che causano ansia. La soluzione è più interazione e apprendimento, non meno. Impegnarsi in partenariati di sostegno con le donne. Le migliori relazioni alleate tra i sessi sono reciproche e si rafforzano a vicenda. Occorre condividere il proprio capitale sociale (influenza, informazioni, conoscenze e risorse organizzative) con i gruppi di donne, ma chiedi loro - non dare per scontato - come puoi sostenere al meglio i loro sforzi. Ricorda le due parti da alleare. Tieni presente che impegnarsi a esprimere il minor sessismo possibile nelle interazioni con le donne è la parte facile dell'alleanza. La parte difficile richiede di agire in modo informato. Usa l' esperienza negli eventi e nelle iniziative delle donne per imparare a diventare il miglior alleato pubblico per la giustizia sociale sul genere.




LOOKING FOR MONNA LISA Percorsi culturali e enogastronomici



La mostra

“Looking for Monna Lisa. Misteri e ironie attorno alla più celebre icona Pop”, a cura di Valerio Dehò, esposta fino al 29 marzo presso la chiesa di Santa Maria Gualtieri, lo Spazio Arti Contemporanee del Broletto, il Castello Visconteo e la Piazza del Municipio. Le quattro prestigiose sedi, oltre a celebrare Leonardo da Vinci, in occasione del quinto centenario della morte, offrono un vasto repertorio di opere realizzate da artisti contemporanei che hanno reinterpretato Monna Lisa, la più celebre donna leonardesca. Le opere, che spaziano dalla pittura alla scultura, dall’installazione a lavori multimediali, conciliano l’immersione totale in quelli che sono stati i luoghi pavesi frequentati dal genio fiorentino. Afferma Valerio Dehò: “Arte concettuale, Fluxus, Poesia Visiva, Neopittura, Pop Art sono solo alcune fra le espressioni artistiche esposte che istituiscono un ponte temporale fra passato e presente, in un’ottica di arte contemporanea volta a farsi conoscere e a far conoscere anche il passato”. Il Comune di Pavia, che ha promosso e organizzato l’esposizione con il sostegno della Fondazione Banca del Monte di Lombardia, di Confindustria Pavia e con il Patrocinio di Camera di Commercio Pavia, ha puntato su un “rinascimento” di Pavia, come afferma il Sindaco Mario Fabrizio Fracassi, caratterizzato dal connubio tra storico e contemporaneo, in una città che ha, da entrambi punti di vista, un forte potenziale.


Informazioni mostra: Sedi Castello Visconteo (Piazza Castello); Spazio Arti Contemporanee del Broletto (Piazza della Vittoria); Santa Maria Gualtieri (Piazza della Vittoria); Piazza del Municipio Date 24 novembre 2019 - 29 marzo 2020 Orari per tutte le sedi aperto tutti i giorni dalle 10 alle 18 - chiuso il martedì Ingresso Intero € 15,00; Ridotto (under 26, over 65 e gruppi di minimo 15 massimo 30 persone) € 10,00; Ridotto scuole e under 18 € 5,00; Gratuito under 6, possessori Abbonamento Musei Lombardia Milano, soci ICOM, guide turistiche e giornalisti dotati di tesserino professionale, disabili con un accompagnatore

Biglietteria unica presso lo Spazio SaperePavia del Broletto in Piazza della Vittoria. Aperta tutti i giorni di apertura della mostra fino alle ore 16.45 Info pubblico: leonardopavia@comune.pv.it - mob. + 39 331 6422303 - www.vivipavia.it


Arte e cultura incontrano

il food and wine locale Il mondo dell’enogastronomia, con l’iniziativa “I piatti e le bottiglie di Leonardo” organizzata e promossa dal Comune di Pavia, partecipa alla mostra diffusa “Looking for Monna Lisa. Misteri e ironie attorno alla più celebre icona Pop. In città, infatti, presso i rinomati ristoranti Antica Osteria del Previ, Vita Restaurant & Cafè, La Torre degli Aquila, Locanda del Carmine, Piazza Italia Ristorante e Ristorante Lino è possibile degustare piatti a tema leonardesco e d’ispirazione rinascimentale, a base di riso, carni di vitello, maiale, manzo e cacciagione, oltre ad erbe e spezie, come il prezioso zafferano, tutti ingredienti che caratterizzavano le portate dell’epoca.

Piatti a tema Leonardesco rinascimentali Tra le varie proposte per l’antipasto troviamo La dolce mela di Leonardo, portata molto aromatica a base di mela, vaniglia e cannella, oppure La Bat Lisa del Lino, un foie gras d’oca con melagrana, barbabietola e delicato al cioccolato; per il primo si va da un Risotto alla Leonardo da Vinci con pistilli di zafferano del Pavese, crema al grana padano e polveri di verdure, ai tradizionali Cappellacci del Previ con carne di manzo e vitello brasata al burro e salvia, senza dimenticare le tipiche Pappardelle con ragù di cinghiale. Per il secondo si spazia tra la Fagianella alla rinascimentale con verdura e frutta di stagione, il Maialino al girarrosto su crema di piselli e foglie di maggiorana, e la classica Trota in carpione dal caratteristico sapore agrodolce. Accanto ad un piatto gustoso, cosa c’è di meglio di un buon bicchiere di vino. In occasione della mostra, tre cantine dell’Oltrepò Pavese hanno selezionato altrettante bottiglie, impreziosite da un’etichetta d’artista firmata da Stefano Bressani, di cui in mostra è possibile ammirare l’inedita “scultura vestita” Giokonda. I vini scelti per accompagnare il menù cinquecentesco sono uno spumante Metodo Classico dell’Azienda “La Piotta” di Montalto Pavese, un Riesling Renano della Marchesi di Montalto e un Rosso di croatina e pinot nero barricato IGT della società agricola Frecciarossa. E per portarsi a casa un ricordo di questo viaggio attraverso i gusti e i sapori dei banchetti del Rinascimento alla corte di Ludovico il Moro, basta esibire il biglietto d’ingresso all’esposizione presso i ristoranti convenzionati per ricevere subito in omaggio un piatto d’autore, che riproduce al centro l’opera Bat Lisa di Gianni Cella oppure la già citata Giokonda di Bressani, entrambe esposte al Castello Visconteo.



Da Nanninella Via Circonvallazione, 16, 27043 Broni PV 0385 255348



Nel cuore della stagione teatrale

Credits Photo: MATTEO DELBO’


TEATRO FRASCHINI


Beppe Soggetti, della Segreteria Artistica del Teatro Fraschini, spiega cosa ci aspetta nei prossimi mesi a Teatro: “Nei prossimi mesi la Stagione teatrale del Fraschini entra nel vivo, presentando una serie di spettacoli teatrali che, se da una parte richiamano testi classici di autori noti a tutti –Il giardino dei ciliegi, Don Chisciotte, Arlecchino servitore di due padroni, Orgoglio e pregiudizio- portano sul palcoscenico registi del nostro tempo con uno sguardo moderno – Alessandro Serra, Valerio Binasco, Artruro Cirillo al fianco di attori come Alessio Boni, Natalino Balasso, Valentina Picello, Gabriele Lavia.

Gli spettacoli: i prossimi mesi

Non mancheranno i “maestri” della danza Angelin Preljocaj e Abou Lagraa, il Balletto di Montréal e una serie di spettacoli imperdibili per gli appassionati di teatro sperimentale: Romeo Castellucci, il regista italiano più apprezzato all’estero, con Schwanengesang D744 che porta in scena le melodie di Franz Schubert, Carrozzeria Orfeo con il suo irriverente e spassoso Cous Cous Klan, When the rain stops falling di Lisa Ferlazzo Natoli tratto dal testo di Andrew Bovell che racconta la saga familiare di quattro generazioni, spettacolo “rivelazione” dell’anno, vincitore del Premio Ubu per la regia, per il testo e i costumi”.

Credits Photo: MATTEO DELBO’


Credits Photo: MATTEO DELBO’

ORGOGLIO E PREGIUDIZIO di Jean Austen

Il regista e attore Arturo Cirillo rilegge per il teatro un classico della letteratura. Arturo Cirillo affronta il testo ottocentesco di Jane Austen (1775-1817) definendo l’autrice come “la più grande drammaturga mancata del teatro inglese”; in effetti fu abile nei dialoghi e nelle descrizioni, con uno sguardo acuto e distaccato sui personaggi. Non attraverso processi introspettivi, ma attraverso l’osservazione di luoghi, abiti, passeggiate. Creò atmosfere e tonalità leggere andando a fondo dell’animo umano. Un romanzo pervaso di giovinezza, nel quale è centrale il processo di crescita- ragazze da marito e giovani scapoli da sposare - con le loro insicurezze, i turbamenti e anche l’orgoglio e i pregiudizi che quell’età porta con sé. E’ cosciente la condizione dei giovani, pieni di ideali e speranze, in un’epoca nella quale gli adulti decidevano per i figli, entro un universo rigido. Esseri umani che entrano in relazione attraverso le azioni sociali e formali come la danza o le conversazioni. La Austen prese decisioni coraggiose come quella di sacrificare la propria vita per la scrittura, forse già accarezzata da un vento rivoluzionario che avrebbe portato scelte coraggiose anche tra i giovani dell’epoca, pronti a cominciare a imporre le loro scelte rifiutando alcune regole.

Arturo Cirillo è nella doppia veste di regista e attore – nei panni del capofamiglia Signor Bennet e della zia Lady Catherine de Bourgh – innesca un meccanismo a orologeria, infondendo ritmo alle vicende delle due coppie di giovani innamorati. La scenografia tende all’astratto e all’onirico, rappresenta un eterno salone da ballo, dove i corpi giocano a farsi guardare, il mostrarsi era importante allora come oggi. Nella scena campeggiano specchi mobili e inclinabili con cui tutti i personaggi si confrontano, le loro relazioni si consumano attraverso uno o più specchi: ci si scruta e si cerca di intuire i comportamenti altrui nel tentativo di difendersi dal male.

L’attualità del testo. Il romanzo catapulta il lettore in situazioni e condizioni lontane dalla nostra realtà, mette a confronto una classe nobiliare decaduta con un nuovo mondo borghese. I genitori sono ansiosi di procurare alle figlie dei mariti benestanti tra balli di società e conversazioni che sembrano duelli al fioretto. Ma dietro a questo affresco si cela una condizione femminile che ha faticato (e fatica ancora oggi) a mutare: una difficoltà della donna a determinare autonomamente le scelte della propria vita. Il messaggio della Austen diventa ancora più emblematico, il diritto di ogni donna di decidere il proprio futuro.





Speciale mostra “Squali”

Museo Kosmos



Squali: predatori perfetti Kosmos, il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pavia, propone la nuova mostra “Squali, predatori perfetti” che consentirà un affascinante viaggio alla scoperta dei temibili abitanti di mari e oceani: sarà possibile toccare con mano oltre 30 modelli a grandezza naturale che riproducono con estrema fedeltà forme, anatomia interna, pelli e colori di questi pesci. Un’esperienza speciale che, soffermandosi sullo studio delle loro abitudini e delle loro strategie di predazione, farà scoprire al visitatore inediti aspetti di questi animali spesso vittime di una ingiustificata psicosi: tra gli altri saranno esposti i modelli di uno squalo bianco di oltre 6 metri, uno squalo tigre, uno squalo martello e altre curiose specie fino al piccolissimo squalo pigmeo, con una particolare attenzione alle specie a rischio di estinzione. Tutti i modelli sono realizzati in resina dal gruppo Naturaliter di Capannoli (Pisa), specializzato in riproduzioni naturalistiche e installazioni museali. L’allestimento prevede anche modelli animati, pannelli tattili e una collezione di piccole e grandi mandibole degli squali più rari al mondo.

All’interno della mostra ci saranno inoltre alcuni approfondimenti: L’uomo e gli squali. Uno speciale approfondimento sarà dedicato al rapporto uomosqualo: se i popoli che vivono sul mare spesso hanno divinizzato gli squali e hanno decorato i loro corpi con amuleti e tatuaggi a forma di squali, pesci martello e mante come offerta agli dei del mare, l’uomo civilizzato ha iniziato a temere questi pesci in misura sproporzionata rispetto al reale rischio di attacco. La mostra svelerà le strategie e i motivi all’origine degli attacchi all’uomo. Da predatore... Se i serpenti in un anno provocano circa 10.000 vittime tra gli uomini, gli scorpioni 5.000 e i coccodrilli 2.000, solo 5 attacchi di squali risultano fatali. … a preda. Ogni anno sono circa 100 milioni gli squali uccisi. Di questi la maggior parte è sottoposta alla pratica dello shark finning (spinnamento), cioè privati ancora vivi delle pinne da vendere sul mercato come ingrediente della cucina orientale, e rigettati mutilati in mare. Questa tecnica consente di non avere sulle barche le ingombranti carcasse. Solo nel 2012 la pratica è stata ufficialmente messa al bando in Europa, Stati Uniti e Taiwan.

INFORMAZIONI E BIGLIETTERIA La mostra sarà aperta dal 15 febbraio al 15 luglio 2020 da martedì a domenica ore 10.00-18.00 (ultimo ingresso ore 17.30). Chiuso Pasqua e 1° maggio. Museo Kosmos – Pavia—Piazza Botta 9



e toniche


Nuoto Bebè Il sorriso di un neonato in piscina con i suoi genitori suscita sempre tenerezza. Anche in Italia un numero sempre maggiore di centri sportivi e club propongono tra le varie attività anche il nuoto bebè. Ma quali sono i reali vantaggi di una simile attività? Esistono controindicazioni? E cosa spinge i genitori a portare in piscina la loro piccola creatura prima ancora che parli o che cammini? La nostra esperienza di corsi con i neonati e con i loro genitori è iniziata nel marzo 1996, dopo la realizzazione di una piscina coperta di limitate dimensioni adatta anche a questo tipo di attività: il Centro IDEA BLU di Pavia. Secondo la nostra esperienza i genitori si avvicinano al nuoto bebè per tre motivi: per evitare che il proprio piccolo abbia come loro paura dell'acqua; per motivi riabilitativi seguendo il consiglio di un medico; per divertirsi in acqua con il loro figliolo. Poi frequentando la piscina e scoprendo la ricchezza di contenuti di una simile attività, in genere i genitori si riconoscono motivati dal piacere del rapporto che si crea all'interno della propria famiglia, dal piacere di stare in acqua tutti insieme a giocare. I bimbi che partecipano ad un corso di nuoto bebè ottengono benefici dal rapporto con l'acqua; dal rapporto con l'ambiente circostante; dal rapporto con l'ambiente sociale; dal rapporto in acqua con i genitori. Grazie alla permanenza in acqua nei bimbi vengono stimolati: - la circolazione sanguigna, - l'attività respiratoria, - l'attività muscolare,

- il rilassamento muscolare, - la propriocezione, - il senso di equilibrio.


Importante e fondamentale il rapporto in acqua tra bimbi e genitori. Siamo in un contesto affettivamente privilegiato in cui i bimbi percepiscono bene l'attenzione esclusiva di cui godono in piscina, senza telefoni, televisori o altro che rubi l'interesse dei loro "giganti". Qui il bebè riconosce il suo genitore come "presenza rassicurante", che asseconda la sua voglia di scoperta e la sua volontà di esplorazione. Attento e sorridente il genitore favorisce lo sviluppo dell'autonomia del suo piccolo.

Fondamentale il ruolo dell'insegnante, che deve essere competente, rassicurante e soprattutto educatore. Deve conoscere le problematiche legate all'attivitĂ , deve sapere scegliere i tempi ed i modi per interagire con i genitori, deve essere attento, delicato, discreto e disponibile. Deve avere coscienza che quanto i genitori apprenderanno nel rapportarsi con i propri bimbi in acqua, verrĂ poi da loro utilizzato anche nel rapporto educativo quotidiano.






MOTORI LA STORIA DELLA ARROWS


Rubrica a cura di Piero Ventura


L'inizio del Campionato Mondiale di Formula 1 si sta avvicinando a grandi passi. Assisteremo ad una stagione lunghissima che si apre il 15 marzo con il Gran Premio d'Australia, a Melbourne, e termina il 29 di novembre con il Gran Premio di Abu Dhabi. Il mondiale di F1 compie quest'anno 70 anni; un lungo lasso di tempo in cui auto e piloti si sono succeduti a ritmo impressionale. In questa nostra piccola rubrica, vediamo di andare a ricordarne alcuni. Il mese scorso ci siamo occupati della curuiosa Tyrrell P34, la famosa 6 ruote, in questa occasione invece, ci dedicheremo ad una monoposto nella sua epoca molto interessante, la Arrows. L'ultima volta che gli appassionati hanno avuto modo di vedere questa vettura in pista é stato a Monza per Coppa Intereuropa, prova valida per il Fia Historic Formula One Championship, in cui la Casa di Milton Keynes era rappresentata da due vetture: una Arrows A4-3 del 1982 dello svizzero Hubertus Bhalsen ed una Arrows A6-4 del 1983 del britannico Steve Hartley. Due monoposto in rappresentanza di un team che battendosi tra difficoltà finanziarie e polemiche, ha concorso a scrivere la storia della F1 per un quarto di secolo. Il team Arrows prende vita nel novembre 1977 a Milton Keynes, da un’idea del finanziere italiano Franco Ambrosio. Il nome del team, viene formato prendendo le iniziali dei nomi dei fondatori: la “A” di Ambrosio, quindi: la “R” di Alan Rees, la “O” di e dai Jackie Oliver, la “W” di Dave Wass e la “S” di Tony Southgate .


Questi ultimi tre, transfughi dal team Shadow. A.R.O.W.S. è una sigla lunga e non ha alcun significato. Basta quindi togliere la punteggiatura e aggiungere una “R” ed ecco nascere il Team Arrows, “Freccia” appunto.Nel 1978 la Arrows si presenta al GP del Brasile con la sua prima vettura realizzata ed ecco nascere le prime polemiche. La Arrows FA1, realizzata in meno di due mesi, è la copia perfetta della Shadow DN9 (di cui Southgate era stato il progettista). La Shadow fa reclamo e la sentenza si avrà solamente in estate. Nel frattempo la Arrows FA1 corre, con il solo Riccardo Patrese, anche lui proveniente dal Team Shadow che ha portato con se lo sponsor Warsteiner, il cui colore oro caratterizzerà per lungo tempo le vetture di Milton Keynes. Patrese fa segnare il 18° tempo ed in gara sarà 10° nella corsa vinta dalla Ferrari di Reutemann davanti alla Copersucar-Ford di Fittipaldi e alla Brabham-Alfa di Lauda. Al pilota padovano, viene poi affiancato a stagione inoltrata Rolf Stommelen. Arrivano alcuni punti a Long Beach nel GP Usa West dove Patrese è 6°, così come a Montecarlo, in Svezia invece, arriva un inatteso ma preziosissimo 2° posto sempre grazie al pilota italiano. Ma scoppia una nuova polemica, questa volta tra Peterson e Patrese, con il pilota svedese che accusa l’italiano di utilizzare tattiche estremamente scorrette per non farsi passare . Nel frattempo arriva il mese d’agosto e la sentenza circa la FA1 dà ragione alla Shadow: il team Arrows è costretto a ritirare la FA1 dalle competizioni ed a consegnare tutti i suoi componenti alla Shadow. Il team era preparato a questo ed in Austria fa debuttare la nuova monoposto, che a differenza della precedente, è molto difficile da bilanciare ed i piloti hanno notevoli problemi a sfruttarne il potenziale. A questo si aggiunge un altro episodio che vede coinvolto Patrese in Olanda, quando entra in collisione con Pironi alla curva Tarzan; ancora una volta i colleghi puntano il dito contro l’italiano.


Questa situazione peggiora drammaticamente al Gp d’Italia, quando il pilota Arrows è indicato come il responsabile principale dell’incidente che causa la morte di Peterson. Accade quindi qualcosa di mai visto nella storia dei Gp: gli altri piloti di F.1 si coalizzano contro Patrese, minacciando gli organizzatori di boicottare il successivo Gp degli U.S.A. se il pilota italiano avesse preso parte alle qualifiche. Patrese si ritrova così appiedato in America, ma ha modo di rifarsi con il 4°. posto nel Gp del Canada che chiude la stagione. Nel 1979 Stommelen viene sostituito con Mass e la nuova vettura, la A2, debutta a Digione per il Gp di Francia. Il concetto di “wing-car” è estremizzato al massimo, alla sua apparizione la vettura è addirittura priva di ali, tanto è il carico aerodinamico che dovrebbe generare il condotto Venturi delle fiancate, ma la monoposto (al pari della contemporanea Lotus 80) risulta incredibilmente lenta, ed il team decide di ripiegare sulla vecchia A1. I primi punti della stagione arrivano solo dal Belgio dove Patrese è 5°, poi, Mass è 6° a Montecarlo, 6° in Germania e 6° in Olanda. Alla fine del campionato la Arrows è solamente al nono posto nella classifica costruttori. Nessun esperimento estremo nel 1980, la A3 è piuttosto convenzionale, ma non ha un potenziale elevatissimo. Patrese è 6° in Brasile, Mass lo emula in Sud Africa, Patrese riesce a conquistare il 2° posto nel Gp di Long Beach, poi, Mass agguanta il 4° posto a Montecarlo. Dopo il Gran premio del Principato, la Arrows ha una parabola discendente, l’atmosfera nel team si deteriora e Oliver decide di licenziare Southgate e lasciare la progettazione a Wass. Il 1981 si apre contro tutte le aspettative, il pacchetto A3 funziona a dovere e Patrese mette a segno a Long Beach l’unica pole position della storia del team. In gara, invece, il motore lo tradisce quando è in testa, ma le prestazioni rimangono su di un ottimo livello e Riccardo Patrese conquista il podio al GP del Brasile (3° gradino) e a Imola (2° gradino), mentre in Canada (penultimo appuntamento di campionato) tenta di partecipare alla gara di casa anche Jacques Villeneuve, fratello del più noto Gilles, salito sulla Arrows dell’appiedato Stohr, ma manca la qualifica.


Va detto, che a partire dal Gp di Francia la Arrows rimane senza fornitura ufficiale di pneumatici, deve ripiegare sui Pirelli, ancora troppo acerbi (e pesanti) per fornire delle prestazioni di primo livello, così il team scompare dalle posizioni interessanti dello schieramento. Per il 1982 presenta due nuovi piloti: Mauro Baldi e Marc Surer (che salta la prima gara a causa dei postumi di un incidente in prova), a cui viene affidata la poco competitiva A4: la qualificazione diventa l’obbiettivo ad ogni Gp, ma la vettura è talmente intrattabile che si decide di non investire ulteriormente sulla A4, così al Gp di Svizzera è pronta la A5, che porta qualche miglioramento in termini di prestazioni, ma non esattamente il salto di qualità sperato, tanto che per il 1983 il team perde tutte le sponsorizzazioni e si presenta, come alla prima gara del 1978, con una livrea completamente bianca. Jackie Oliver decide di mettere sotto contratto l’ex campione del mondo Alan Jones che, tuttavia, non sembra propriamente in forma per delle vetture da F.1. Il suo peso è aumentato di 15 kg. dal 1981 (per un totale di 96 kg) ed inoltre una caduta da cavallo ne ha minato l’integrità fisica. La classe c’è ancora, tanto che al suo primo Gp batte il compagno di squadra in qualifica, ma la forma precaria fa sì che Jones dopo pochi giri si renda conto che non è più adatto per le F.1. e dopo 59 giri si ritiri dal Gp e dalle corse. E’ questo l’unico episodio saliente della stagione 1983, anche perché, con i turbo imperanti, è veramente difficile competere con un “vecchio” Ford Cosworth…Qui, dopo aver raccontato la nascita del Team inglese e delle due vetture viste in gara alla Coppa Intereuropa, si ferma la nostra storia della Arrows che comunque continua tra grosse difficoltà sino al 2003.




Riserva

Pianeta Verde Oasi naturalistica all'interno del parco agricolo sud, tra i comuni di Milano, Buccinasco e Corsico, il Pianeta Verde nasce dalla profonda passione che legava Vittorio Ugolini e numerosi amici al mondo della pesca e della natura. Sorto da una cava dismessa, dal 1986 si impegna a risanare, valorizzare e salvaguardare sul territorio il suo ecosistema; venne costituita l'associazione senza scopo di lucro Gruppo Sportivo Dilettantistico di pesca che sottoscrisse con il comune di Milano una convenzione per il mantenimento dell'area a parco. Oggi una parte dell'area è stata completamente recuperata creando quell'osmosi indispensabile per un rapporto rispettoso tra la natura e l'uomo.

La storia


Il lago

Il Pianeta Verde affiliato A.I.C.S., si rende socialmente utile nell’ organizzazione e collaborazione di eventi a scopo benefico con diverse associazioni no profit, scuole e comune di Milano al fine di promuovere e divulgare il messaggio socioculturale-ricreativo su cui basa le proprie fondamenta. Inoltre, possiamo intrattenerci con pescatori amatoriali che catturano CARPE giganti, SILURI e il pregiato PERSICO TROTA, con l’obbligo di rilascio dopo la pesata del pesce. Numerose sono le specie autoctone di pesci che hanno trovato il loro habitat in queste acque come il CAVEDANO preda ambita, la SCARDOLA, il TRIOTTO che vive in branchi numerosi, la TINCA, il LUCCIO, il PESCE GATTO, l’AMUR pesce di grande taglia e tanti altri ancora


Via Buccinasco 45 Milano Www.riservapianetaverde.org


PUBBLIREDAZIONALE N.1 MARZO 2020 Realizzato da Mabedo S.r.l. Responsabile: Filippo Quaglini Direttore Editoriale: Filippo Quaglini Redazione: Federica Tronconi

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