MaBeDo MAGAZINE n°32
Magazine
PERSONAGGIO Ermal Meta
WINE Terre d’Oltrepò OSPITALITÁ Hotel Montescano
Soste Golose Ristorante Bazzini Hosteria la Cave Cantù di Damiano Dorati Ristorante I Sapori di Ceylon
CITTÁ D’ARTE Pavia, percorsi Longobardi
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MaBeDo EDITORIALE
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ari lettori, si chiude il mese di settembre e con lui i ricordi di un’estate caldissima. Ma le sorprese autunnali sono dietro l’angolo, tra una manciata di foglie rosse, la vendemmia e il tepore dei primi camini accesi. Mabedo Magazine questo mese ci porterà a conoscere importanti personaggi come il cantautore Ermal Meta, e ci farà gustare i sapori delle Terre d'Oltrepò nello spazio Wine. La rubrica Ospitalità ci aprirà le porte dell’ Hotel Montescano, mentre il tour delle soste golose si fermerà al Ristorante Bazzini, all’ Hosteria la Cave Cantù di Damiano Dorati, e da Sapori di Ceylon. Mabedo Magazine questo mese ha scelto, tra le Città d'arte, la Pavia longobarda, con un itinerario storico che celebra la storia di questo popolo. Nella rubrica Eventi vi racconteremo la nostra visita alla mostra I Longobardi. Un popolo che cambia la storia, insieme a tanti reportage e anticipazioni come Oltrepò, vini d'autore alle Robinie Bistrot con i vini della cantina Finigeto e la Degustazione di Champagne all'Enotaca Wine All di Pavia; e ancora Milano Fashon Week e Salone auto e moto d'epoca di Padova. La sezione viaggi, poi, ci farà volare in Albania, il paese delle aquile. Infine, nel Mondo dei motori si parlerà di Siropietro Quaroni, il padre del rally 4 regioni. Mabedo Magazine vi augura buona lettura!
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MaBeDo SOMMARIO
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IN COPERTINA: Testarossa, La Versa, Terre d’Oltrepò
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6 PERSONAGGIO Ermal Meta
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WINE Terre d’Oltrepò
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OSPITALITÀ Hotel Montescano
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SOSTE GOLOSE
Ristorante Bazzini Hosteria la Cave Cantù di Damiano Dorati Ristorante I Sapori di Ceylon
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CITTÀ D’ARTE
Pavia, percorsi Longobardi
EVENTI e REPORTAGE
I Longobardi, un popolo che cambia la storia “Oltrepò, Vini d’autore”, Le Robinie Bistrot e Vini Finigeto Enoteca Wine all, degustazione 22 settembre Milano Fashon Week Salone auto moto d’epoca
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VIAGGI Albania, il paese delle Aquile
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MOTORI Siropietro Quaroni
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Dopo dischi di platino e concerti sold-out il talento di
Ermal Meta
è pronto a volare oltreoceano. TESTO e FOTO di VALERIA PORTINARI
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e si parla di autori italiani, uno dei nomi più noti e richiesti della scena musicale degli ultimi anni è sicuramente quello di Ermal Meta, cantautore e compositore di origini albanesi naturalizzato italiano. La sua storia, però, è molto più di ciò che può sembrare. Nato a Fier, ha lasciato la terra di origine all’età di 13 anni con la madre, il fratello e la sorella per stabilirsi a Bari. Nella sua vita c’è sempre stata la musica, la madre è stata primo violino dell’orchestra di Fier e lui ha iniziato già molto giovane ad ascoltare, suonare e successivamente comporre. Dopo una prima esperienza nel gruppo Ameba 4, con la quale ha partecipato nel 2006 al suo primo Festival di Sanremo, Ermal fonda nel 2007 La Fame di Camilla, con cui pubblica 3 album in studio, calca alcuni dei più importanti palchi italiani e partecipa nuovamente al Festival nel 2010. Lo scioglimento della band segna l’inizio della carriera solista di Ermal Meta, prima come autore e poi come cantautore. Interpreti del calibro di Francesco Renga, Emma, Marco Mengoni, Patty Pravo (per citarne alcuni) portano alla ribalta canzoni scritte da lui, conquistando dischi d’oro e di platino e facendo emergere ed apprezzare al grande pubblico il talento di Ermal. Il sogno nel cassetto di realizzare un disco solista diventa realtà nel 2016, con la partecipazione al Festival di Sanremo nella sezione Nuove Proposte e la conseguente pubblicazione del primo album in studio: Umano.
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Odio le favole è il brano con cui si classifica terzo al Festival ed il singolo di esordio tratto dall’album. Da quel momento in poi Ermal inizia un tour che lo porta in giro per l’Italia a presentare dal vivo le tracce di Umano e non solo. In scaletta infatti sono presenti anche brani come Era una vita che ti stavo aspettando (scritta per Francesco Renga), Occhi profondi (scritta per Emma) e Straordinario (scritta per Chiara Galiazzo), interpretati in chiave “Meta” e portati nuovamente all’orecchio del pubblico con un diverso sound e con l’emozione del loro autore. Il 2016 è un anno fortunato per Ermal, ed è l’anno che lui definisce “della semina” perchè ha posto le basi per ciò che è venuto dopo. Nonostante i numerosi impegni infatti torna in studio e a fine 2016 viene annunciata la sua partecipazione tra i Big del Festival di Sanremo 2017, il suo quarto festival. Qui Ermal ci arriva emozionato, con una canzone forte, che parla di disobbedienza. Vietato Morire si classifica terza dopo Francesco Gabbani e Fiorella Mannoia. Nella stessa edizione, Meta vince il premio della critica ed il premo della serata delle cover, durante la quale ha interpretato una intensissima “Amara Terra Mia” di Domenico Modugno, impreziosita da una strofa in più per una voce femminile scritta ed interpretata egregiamente dallo stesso Ermal.
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a aprile 2017 Ermal parte per il “Vietato Morire Tour” che lo porta nelle principali città della penisola registrando sold-out in quasi tutte le tappe e che si conclude dove tutto è iniziato, al Teatro Ariston di Sanremo. Dopo una breve pausa, a fine giugno la tranche estiva del tour lo vede protagonista di oltre 40 date da nord a sud fino a metà ottobre. Al momento è impegnato nelle ultime date del tour e nella promozione del suo ultimo singolo Voodoo Love con il feat. di Jarabe de Palo. La stima reciproca ha portato i due artisti a collaborare su una canzone dal ritmo ipnotico che parla della magia dell’amore, quello spontaneo, comune, nascosto tra migliaia di persone senza riflettori, senza perfezione fisica, senza ricchezza, se non quella che ognuno di noi raccoglie strada facendo durante il proprio percorso di vita. Il grande talento di Ermal gli è valso numerosi anche premi e riconoscimenti, oltre che dischi d’oro e platino per l’album Vietato Morire e il singolo omonimo, il Premio 105 al Wind Summer Festival e la presenza tra i finalisti delle Targhe Tenco.
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a ciliegina sulla torta di un anno ricco di tanti successi e soddisfazioni, è stata l’annuncio che dall’1 al 19 novembre Ermal Meta sarà l’headliner di Hit Week, il più importante festival di musica italiana nel mondo, che farà tappa in Europa, Stati Uniti e Canada e che lo porterà a far conoscere i suoi brani ad un pubblico sempre più ampio ed internazionale. L’arte di Ermal è “tridimensionale”, non coinvolge solo udito e vista ma chiama in causa le emozioni e arriva dritto al cuore, vuoi per le note e le armonie, vuoi per i testi e le tematiche, vuoi per la voce e la gestualità. Sul palco Ermal è in grado di creare la magia, riesce a portare nel suo mondo il pubblico, dandosi completamente ed interagendo con le prime file così come con le ultime. Non si può conoscere ed apprezzare pienamente la musica di Ermal Meta solo dal cd, la dimensione live è qualcosa di imprescindibile, senza la quale mancherebbe una parte fondamentale dell’intero progetto.
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Terre d’Oltrepò
Un nome importante per la viticoltura lombarda, un marchio espressivo, depositario di ben centodieci anni di storia!
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numeri attuali, altrettanto importanti come il suo secolo e oltre di vita, sono il risultato dell’impegno e del lavoro dei suoi ottocento soci conferitori, il volume di uva vinificata è pari a quattrocentomila quintali e genera un fatturato di quasi cinquanta milioni di euro.
Di REMO PÀNTANO
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erre d’Oltrepò, un nome e una tradizione che è specchio dei luoghi che ne hanno visto i natali.
I marchi, quelli storici come SVIC e Casteggio, gusti e colori nuovi come quelli dei brand Sansaluto, Etesiaco e Anamari, e infine la grande tradizione spumantistica di La Versa.
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“Terre d’ Oltrepò” è il nome della società cooperativa creata il 1 luglio 2008 in seguito all’atto che ha sancito la fusione della Cantina Sociale Intercomunale di Broni nata nel 1960 e la Cantina di Casteggio fondata nel 1907; l’unione di queste importanti realtà, generata dalla volontà di unire le forze per ottimizzare il risultato ha dato origine alla più grande impresa vitivinicola dell’Oltrepò Pavese e della Lombardia. Il patrimonio vitivinicolo dell’Oltrepò Pavese ha radici molto antiche, vanta una vocazione che ritroviamo in molti vini di qualità e che certamente potrà ancora meglio esprimersi in futuro, con un altissimo potenziale di crescita e chi meglio della maggiore realtà territoriale può guidare questo progresso? Il territorio collinare dell’Oltrepò Pavese, così vario e interessante, grazie ai suoi diversi microclimi ha permesso l’impianto di vitigni particolari e molto interessanti, senza dimenticare naturalmente il valore delle varietà autoctone che rappresentano comunque un baluardo storico della produzione oltrepadana.
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una terra nobile come il suo vino
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e variegate peculiarità territoriali, le scelte agronomiche più confacenti e la selezione dei vitigni più adatti hanno favorito la coltivazione di varietà di primaria importanza come il Pinot Nero che in alta collina, vinificato in bianco o in rosato, permettono di ottenere le ottime basi spumanti che rientrano nella Denominazione di Origine Controllata e Garantita; nei rilievi più bassi da origine a vini rossi con particolari e piacevoli caratteristiche, il Pinot Grigio, il Riesling e il Moscato che esprimono, le loro migliori e più affascinanti caratteristiche, sui bianchi terreni calcarei.
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L’Oltrepò Pavese vanta quindi la capacità di esprimersi in vini bianchi di grande personalità e di eccellente piacevolezza e spumanti di classe in grado di competere con i blasonati contendenti di altre rinomate aree produttive. Questo territorio è comunque da sempre caratterizzato da vini rossi molto tradizionali dal carattere unico, particolari e molto versatili come il Bonarda, così com’è straordinario il rosso frizzante, dolce e fruttato Sangue di Giuda, oltre che dal grande rosso di struttura, più impegnativo e longevo Buttafuoco.
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erre d’Oltrepò, forte dell’impegno verso il territorio e protesa alla valorizzazione del lavoro dei propri soci viticoltori, si sta facendo carico, in compartecipazione con il grande partner CAVIT, del rilancio di “La Versa” un grande marchio storico dell’Oltrepò Pavese apprezzato in tutto il mondo che rappresenta un capitolo fondamentale della spumantistica lombarda. Vini Buoni d’Italia
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Terre D’Oltrepò Cantina di Broni Via Sansaluto, 81 27043 Broni (PV) Cantina di Casteggio Via Torino, 96 27045 Casteggio (PV) Tel.: +39 0385.51505 Fax: +39 0385.56025 Email: info@terredoltrepo.it www.terredoltrepo.it
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Hotel Montescano
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a sezione Ospitalità di questo numero di Mabedo Magazine presenta l’Hotel Montescano, una delle attività d’eccellenza del territorio oltrepadano, che ha fatto dell’ospitalità il suo punto di forza. Di SILVIA BRIGADA
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’Hotel Montescano si inserisce nel contesto storico e naturalistico delle meravigliose colline dell’Oltrepò Pavese, che nulla hanno da invidiare a luoghi ben più noti come le colline toscane. Un angolo di paradiso ancora poco conosciuto immerso nei dolci e verdi pendii della valle Versa da sempre dediti alla coltivazione delle uve, costellati da pittoreschi borghi medievali dove sembra che il tempo si sia fermato. Il territorio è completamente coltivato a vigneti che producono rinomati vini D.O.C. quali Bonarda, Barbera, Buttafuoco, Sangue di Giuda, Rosso Oltrepò, Riesling e Pinot. Motescano è la meta ideale sia per chi vuole rigenerarsi, respirare aria pulita e allontanarsi dallo stress della quotidianità, sia per chi vuole scoprire nuovi posti e nuovi sapori. L’Hotel Montescano si trova in questo piccolo borgo adagiato sul colle omonimo: secondo la leggenda, infatti, il nome Monte Scanus è dovuto alla posizione dell’antico borgo; sembra che sia comodamente seduto sul monte, da scanus, in dialetto lombardo scàgn, che significa sedia. Un’altra versione sostiene che nome del paese deriva da Mons Tuscanus divenuto poi Monte Tuscano che viene attestato per la prima volta nel 1099 e che deve forse la sua origine a un antico proprietario dell’Etruria.
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a moderna struttura pur vicina ai collegamenti principali (dista solo 25 km da Pavia ed è poco distante dalla stazione ferroviaria di Broni - Stradella) è al contempo lontana dal traffico cittadino. L’Hotel dispone di camere confortevoli e dotate di ogni comodità per un soggiorno perfetto tra relax e piacere. Ogni camera è arredata con gusto e modernità e, grazie all’ausilio della domotica, ci si può ritrovare immersi in un meraviglioso cielo stellato.
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asciatevi trasportare dal gusto del ristorante dell’Hotel, la rinomata chef Vjollca “Viola” Qesaraku che propone una cucina curata nei particolari, attenta alla qualità delle sue materie prime, nel rispetto della loro stagionalità, dai sapori e profumi dell’Oltrepò, secondo la tradizione della cucina italiana e lombarda. Infine, per accompagnare i piatti, la cantina propone una ampia selezione di vini dell’Oltrepò Pavese, nonché molte etichette nazionali.
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a sala del ristorante, elegante ed accogliente, si affaccia su una verde vallata di vigneti offrendo un quadro naturale delle tipiche colline dell’Oltrepò Pavese. L’atmosfera rilassata e la calda ospitalità sono qui una garanzia per trascorrere piacevoli momenti in compagnia di amici o una serata romantica: nelle serate estive potrete cenare in giardino al lume di candela godendo della frescura delle colline. Il giardino con terrazza dispone anche di sedie sdraio e di una vasca idromassaggio dove gli ospiti possono rilassarsi in totale tranquillità sorseggiando uno spritz ammirando il dolce panorama. L’acqua della vasca essendo calda permette di essere utilizzata tutto l’anno! La cortesia e l’ospitalità dell’Hotel Montescano vi accompagneranno per tutta la vostra permanenza, colazione compresa: non rinunciate al servizio della “colazione in camera”, dolci prelibatezze e un buon caffè per iniziare al meglio la giornata!
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Hotel Montescano
el periodo invernale, invece, barsalotto con camino è perfetto per gustare un aperitivo o un distillato in un ambiente caldo ed accogliente di legno e mattoni con dettagli contemporanei. L’Hotel Montescano dispone anche di molti altri servizi, come una sala riunioni (capienza 60 posti), la possibilità di organizzare eventi, da cocktail party, meeting e conferenze, riunioni e seminari, cerimonie e compleanni anche con menù ad hoc; è possibile usufruire anche, previa richiesta, dei servizi di trasporto per/da aeroporto e stazioni e di autonoleggio. Durante il vostro soggiorno, inoltre, potrete partecipare al Tour alle cantine vinicole dell’ Oltrepò, dove scoprire come vengono prodotti i famosi Vini nelle colline del Pavese e Piacentino riscoprendo antichi lavori e degustando il nettare delle uve pregiate. Gli eventi e le possibili attività di svago in questa bellissima zona d’Italia tra cultura, natura e buonissime degustazioni sono tantissime … l’Hotel Montescano vi aspetta.
Via Montescano, 61, 27040 Montescano (PV) Tel. 0385 262454 E-mail: info@hotelmontescano.eu www.hotelmontescano.eu
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Ristorante Bazzini
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ircondato dal magnifico paesaggio collinare di Canneto Pavese il Ristorante Bazzini offre, in un ambiente elegante, moderno ed ospitale, una cucina caratterizzata da sapori tradizionali dell’Oltrepò Pavese, ma sempre capaci di sorprendere i palati più raffinati ed esigenti. Il locale ha una lunga storia famigliare: fondato dalla famiglia Bazzini nel 1938, nato come bottega, è stato gestito da ben 3 generazioni, dai nonni ai genitori Angelina e Livio ai due figli Giorgio e Bruno Bazzini che hanno portato avanti l’attività con passione, mantenendo la tradizione fino a Dicembre 2016. I fratelli Bazzini hanno cercato di lasciare l’eredità del locale di famiglia a qualcuno di fidato, della zona, in grado di garantire continuità e di mantenere la tradizione e storicità. Grazie alla professionalità, legami di affetto, stima e amicizia la nuova gestione è stata affidata a Mariella Mariotti e Riccardo Rezzani.
Riccardo Rezzani e Mariella Mariotti
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al Maggio 2017 Mariella e Riccardo hanno inaugurato il nuovo Ristorante Bazzini,completamente ristrutturato, dando nuovi colori alle pareti, nuovi pavimenti, nuova vita ai mobili tradizionali della gestione precedente che sono stati recuperati e rimodernati. Questo storico locale di Canneto Pavese, oltre alle squisite pietanze, offre nella bella stagione la possibilità di cenare o pranzare all’aperto sulla terrazza panoramica che regala il suggestivo paesaggio delineato dalle dolci colline dell’Oltrepò. Ma veniamo ai piatti, sempre gustosi, nutrienti e genuini, preparati secondo tradizione dagli chef Silvio Zanaboni e Stefano Bertoni che, seguendo il ritmo delle stagioni, sapranno stupirvi e accontentarvi con la loro creatività, passione e dedizione in cucina.
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ltre ai salumi tipici e ai formaggi locali che, in Oltrepò regnano durante gli antipasti, al Ristorante Bazzini potrete trovare i prodotti della Cascina Pizzavacca, fra i quali è degna di menzione una superba giardiniera. Fra i numerosi primi piatti spiccano gli eccezionali “bata làvàr”, i tipici ravioli di brasato dal gusto indimenticabile. Ottimi anche i risotti, specialmente con funghi porcini freschi, con la zucca o con gli asparagi. Succulenti i secondi di carne, fra i quali spicca un ottimo filetto alla Bonarda con profumo di tartufo. Non sono da meno i dolci: crostata di frutta fresca con crema pasticcera, macedonia, frolla al cioccolato farcita di pere e amaretti con panna e crema allo zafferano e non si può non provare il cavallo di battaglia del Ristorante Bazzini, la Tarte Tatin con gelato alla vaniglia, sempre presente nel menù I migliori vini del territorio, come l’imperdibile Buttafuoco o una bottiglia di bollicine Metodo Classico Oltrepò Pavese, completano il quadro per un’esperienza gastronomica di assoluto piacere.
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ltra peculiarità del Ristorante Bazzini è la presenza di un emporio nel quale è possibile acquistare alcuni degli eccellenti prodotti utilizzati nella realizzazione dei piatti. Attualmente potete trovare i prodotti della Cascina Pizzavacca e il cioccolato di Pura Delizia. L’emporio è in fase di ampliamento, e a breve troverete un’ ampia scelta di prodotti del territorio, selezionati fra i migliori produttori enogastronomici locali , con la possibilità di creare cesti o confezioni regalo. Inoltre, in aggiuta al ristorante, Bazzini ha anche un locale Bar, l“Emporio Cafè”, dove potrete rilassarvi leggendo un giornale, bevendo un buon caffè o thè, sorseggiare un bicchiere di vino e concludere la vostra giornata con un aperitivo seduti ai tavolini nell’intima e accogliente sala interna o nel grazioso patio all’esterno. Bazzini è sinonimo di qualità, storia e tradizione: meta imprescindibile per gli amanti del gusto. Mariella e Riccardo sapranno accogliervi con cordialità e professionalità facendovi sentire parte della famiglia e tradizione Bazzini, rendendo così la vostra esperienza unica.
Ristorante Bazzini Via Roma, 11 27044 Canneto Pavese (PV) Tel. 0385 88018 E-mail: info@ristorantebazzini.com www.ristorantebazzini.com
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Hosteria la Cave CantĂš di Damiano Dorati
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a Hosteria La Cave CantÚ porta il nome della Certosa che la ospita, edificata nel Settecento dai monaci Certosini in cima al centro storico di Casteggio, cuore vinicolo dell’Oltrepò Pavese. Oltre il portale, accolgono e meravigliano la geometria simmetrica della Corte, il pozzo con la cupola barocca dalla linea orientale, le mura cariche di storia. Negli ambienti interni, pietra, legno e vetro, accostati a opere di arte contemporanea evocative del territorio circostante, creano atmosfere calde e armoniose. I tavoli sono allestiti con eleganza e attenzione al dettaglio di design. Ampie vetrate affacciano sulla Corte esterna dove nella bella stagione si può sorseggiare un aperitivo e cenare nel tramonto. Delimita la Corte un piccolo orto di aromatiche, coltivate e raccolte con rito quotidiano per insaporire i piatti della cucina.
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Chef Damiano Dorati
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MaBeDo SOSTE GOLOSE Maria e Daminao Dorati
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a cucina di Damiano Dorati, chef dell’Hosteria, è focalizzata sulla cultura del territorio nel quale nasce: l’Oltrepò Pavese. Un patrimonio di tradizioni e prodotti enogastronomici pregiati reinterpretato con stile personale e giocoso, in dialogo con il pescato della vicina Liguria e con ingredienti stagionali e di qualità cercati in Italia e nel mondo, con una predilezione per il Sud America, meta di frequenti viaggi insieme alla compagna di vita e di lavoro Maria Peña che del ristorante cura la cantina – caratterizzata da un’ampia selezione dell’Oltrepò Pavese e da etichette italiche e internazionali - e l’accoglienza.
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sempi dello stile di cucina di Dorati sono piatti divenuti già classici come L’apparenza inganna: un pomodoro coltivato nell’orto poi laccato al miele e farcito di tartara di pesce crudo, guacamole e Burrata affumicata; L’orto e il mare: una composizione nella quale densità e sapori si mescolano in un viaggio che parte dall’orto “di casa” e arriva al mare; il Risotto Carnaroli extra del Basso Pavese con aromi dell’Hosteria e Crescenza della Valle Staffora in una riduzione di Moscato dell’Oltrepò Pavese e preparazioni nuove come Fino al midollo: gratinato alle erbe, tartara di Scottona battuta al coltello, mandorle e zafferano da comporre a tavola, i Crostacei nel mezzo di un carpione o la Lingua di manzo caramellata. E poi le galuperie, dal Tiramisù assemblato a tavola dallo chef alle selezioni di cioccolato fondente offerte con i distillati.
Hosteria La Cave Cantù di Damiano Dorati Via Circonvallazione Cantù 62 27045 Casteggio (PV) 0383.1912171 - 345. 5814154 www.lacavecantu.it Facebook: HosteriaLaCaveCantuDamianoDorati Instagram: ddorati
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Sapori di Ceylon
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er chiunque si aggiri, per le strade del centro a Pavia, verso l’ora di cena e attraversi la bellissima piazza dirimpetto alla chiesa del Carmine, non è raro che imbocchi via Mascheroni e all’improvviso lo trovi: il posto perfetto per cena, un localino illuminato da una esotica luce dorata che incuriosisce ad entrare e a dimenticare presto il grigio pavese. Si tratta del ristorante I sapori di Ceylon, una vera chicca nel panorama della cucina etnica della città, che non ha niente a cui spartire con i tristi All you can eat cinogiapponesi, ma che offre una cucina di ottima qualità a prezzi davvero competitivi. Il locale all’interno è molto suggestivo, illuminato da luci soffuse e ornato di allegre tende colorate e fregi caratteristici.
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Jimmy Vithana e Filippo Quaglini
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n ’atmosfera tranquilla e accogliente che si rivela perfetta sia per una serata romantica sia per rilassarsi in compagnia. Il personale del locale è gentilissimo e disponibile e non è insolito scambiare quattro chiacchiere con il gestore sulla composizione e la preparazione dei piatti, che, osiamo dirlo, sono davvero fenomenali. Il menu è vario e le portate abbondanti, preparate con ingredienti freschissimi e non troppo speziati, adatti anche a famiglie con bambini. Particolarmente consigliati sono i piatti unici a base di riso basmati accompagnati da pollo o pesce con verdure stufate e caramellate. Per ogni coperto inoltre è compresa una piccola entrée di pane tipico accompagnato da gustose conserve agrodolci o piccanti , una piacevole aggiunta a una serata già perfetta che coniuga bontà,un luogo confortevole e una piacevole atmosfera orientale.
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Sapori di Ceylon
Cucina Tipica Indo Sri Lanka Via Mascheroni 52/54 Pavia Tel. 0382 1864405 Cell. 338 1066872 Facebook: Sapori di Ceylon
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UnipolSai Assicurazioni S.p.A. dal 1963 è la Compagnia assicurativa multiramo del Gruppo Unipol, leader in Italia nei rami Danni. Fortemente attiva anche nei rami Vita, UnipolSai è la più grande rete agenziale d’Italia, tramite la quale offre una gamma completa di soluzioni assicurative per la mobilità, la casa, il lavoro, la protezione, il risparmio.
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WINTERASS, Agenzia generale in Pavia della UnipolSai Assicurazioni, è legata alla città e alla provincia da 30 anni. In questi anni consolida il proprio portafoglio con quasi 10.000 clienti sia nella linea Persona oltre che nella linea Imprese e Professionisti. La missione è “ Proteggere i sogni dei clienti”, perchè costruire una vita serena per sè e per la famiglia, veder crescere la propria impresa o la propria professione, è il sogno di ognuno di Noi. La visione è la salvaguardia dell’interesse del Cliente come priorità iniziando con la ricerca accurata dei nostri dipendenti e collaboratori che operano con competenza e professionalità
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Pavia, percorsi longobardi Di SILVIA BRIGADA
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“ Il passaggio a Pavia della dominazione longobarda e dei suoi protagonisti è ancora vivissimo in molti luoghi della città. In occasione della mostra I Longobardi. Un popolo che cambia la storia Pavia svela il suo lato “longobardo” attraverso visite guidate, percorsi ad hoc, eventi unici sulla storia di questo popolo (per tutte le proposte rimandiamo al sito http://www.mostralongobardi.it).
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i certo vi sono alcuni luoghi magici e nevralgici della città dove i Longobardi hanno lasciato traccia, come alcune stupende cripte (dal greco κρύπτη, kryptē, da cui il latino crypta, significa “nascosto”, nell’architettura medievale era una camera situata al di sotto del pavimento di una chiesa, spesso contenente le tombe e reliquie): la Cripta della chiesa di San Giovanni Domnarum (foto 1,2,3,) , in via Mascheroni, la Cripta di sant’Eusebio, Piazza Leonardo Da Vinci (foto 4), capolavoro d’arte altomedievale con i suoi meravigliosi capitelli; infine la cripta dell’Ex Monastero di San Felice ,piazza Botta (foto 5) oggi sede della Facoltà di Economia dell’Università di Pavia.
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ungo il percorso di una visita “longobarda” a Pavia non possono mancare la Basilica di San Michele Maggiore (piazza San Michele) (foto a sinistra), fondata in origine come cappella palatina longobarda, divenne successivamente luogo delle incoronazioni regali di molti sovrani italici, e la Basilica Romanica di San Pietro in Ciel d’Oro (foto a destra) dove sono custodite le spoglie di Sant’Agostino (filosofo, vescovo e teologo, nonché dottore e santo della chiesa cattolica, autore delle celebri “Confessioni”) traslate a Pavia dal re longobardo Liutprando, anch’egli sepolto nella stessa basilica. (Nella cripta della chiesa riposano anche le spoglie del filosofo romano Severino Boezio).
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l percorso longobardo pavese continua presso il complesso di San Salvatore, via Riviera (foto 6), la chiesa di Santa Maria alle Cacce, via Scopoli, oggi sconsacrata (foto 7) e l’importante Monastero di Santa Maria Teodote, oggi Seminario Vescovile, in via Menocchio (foto 8,9). Questo monastero, fondato nel VII secolo, durante il regno del re longobardo Cuniperto, ospitava un oratorio intitolato a San Michele, l’angelo guerriero particolarmente venerato dai Longobardi. Il monastero era detto “della Pusterla” a causa della prossimità di una piccola porta della città o “di Teodote” perché legato alle vicende dell’amante di re Cuniperto, che fu accolta nel monastero (è stato tuttavia anche ipotizzato che lo stesso sovrano lo abbia fondato proprio per rinchiudervi la giovane).
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Tra i vari eventi legati alla mostra, segnaliamo con piacere la mostra Regine e Re longobardi, presso la Biblioteca Universitaria di Pavia in Cso Strada Nuova (foto in alto) che ha dato il proprio contributo alle manifestazioni dedicate ai Longobardi attraverso un’esposizione realizzata prevalentemente con i materiali della Biblioteca, quindi manoscritti, libri, stampe e disegni. “A partire dall’Historia langobardorum di Paolo Diacono, di cui è esposta la copia in facsimile del manoscritto di Cividale XXVIII, appena realizzata e generosamente donata dall’Editore CAPSA Ars Scriptoria alla Biblioteca, storia e leggenda continuamente s’intrecciano. Regine e Re longobardi sono stati oggetto di opere letterarie, che vanno dal Bertoldo di Giulio Cesare Croce all’Adelchi di Alessandro Manzoni, ma hanno ispirato anche artisti in campo figurativo, così la Biblioteca espone le incisioni commissionate nel Seicento da Ottavio Ballada, le litografie a colori e oro realizzate da Franco Fraschini nel Novecento e infine, dei nostri giorni, le tavole originali di Marco Giusfredi, raccolte nel libro Tribolamenti longobardi”. La mostra Regine e Re longobardi è visitabile dal 14 settembre al 28 ottobre.
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er chi volesse completare la visita di una città ricca di arte e di storia come Pavia, suggeriamo di uscire dal percorso prettamente “longobardo” per visitare alcune delle meraviglie della città. Non perdetevi, ad esempio la bellissima Chiesa di San Teodoro, nella graziosa piazza San Teodoro, incastrata tra bellissime viette medievali. La chiesa, di impianto tardo romanico, fu eretta nel XII secolo su una precedente chiesa altomedievale dedicata a sant’Agnese. Successivamente, dopo che vi furono trasferite le spoglie, venne intitolata a san Teodoro. La chiesa sorge su un’area sopraelevate naturale digradante verso il Ticino, in una zona della città anticamente abitata da pescatori, barcaioli e commercianti che svolgevano le loro attività lungo il fiume. È probabile che proprio le associazioni corporative di questi mestieri abbiano avuto una parte decisiva nella costruzione della chiesa. Dalla facciata romanica in cotto decorata da numerosi bacini ceramici presenti anche nelle altre chiese romaniche pavesi, si entra bella chiesa a pianta basilicale, tripartita. Al suo interno conserva importanti cicli di affreschi: nel transetto meridionale sono affrescate le Storie di Sant’Agnese, opera di un ignoto artista degli inizi del cinquecento mentre, sulla parete sinistra del transetto, si trova l’affresco con la storia di san Teodoro, realizzato nel 1514 nell’ambito del rinnovo della decorazione della chiesa.
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Il ciclo si basa sulla tradizzione che vuole Teodoro salvatore della città longobarda, assediata invano da Carlo Magno in quanto protetta con miracoli dal suo vescovo. La storia illustrata del Santo inizia con un angelo che appare al re longobardo Desiderio (insomma, i Longobardi tornano a Pavia, per via indiretta, anche nel Cinquecento!) per suggerirgli l’elezione di Teodoro a vescovo di Pavia e si conclude con la sua morte. In realtà Teodoro, vescovo di Pavia tra il 770 e il 785, visse i primi anni in esilio e rientrò in città dopo la vittoria dei Franchi nel 774. Due fasce, sopra l’arco di accesso al transetto e sopra il catino absidale di sinistra, rappresentano la morte di san Teodoro e il suo funerale. Nella prima campata della navata sinistra, dietro il battistero, vi sono due affreschi molto importanti che rappresentano la vista di Pavia a volo d’uccello (1522) attribuiti al pittore Bernardino Lanzani. Nella chiesa è possibile ammirare anche un mosaico medievale riscoperto in anni recenti con scene contornate da fasce con motivi decorativi e iconografici tipici del repertorio romanico. L’altare maggiore custodisce le spoglie di San Teodoro, mentre la cripta ospita l’arca in granito di San Teodoro e il monumento funerario del prevosto Luchino Corti, della prima metà del Cinquecento.
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el cuore della città sorge il suo imponente e rinascimentale Duomo. Il Duomo di Pavia è una delle maggiori attrattive del nord Italia, riaperto dopo anni di lunghi restauri. La sua cupola, che arriva a 92 metri di altezza, svetta sull’abitato medievale ed è visibile da molti scorci suggestivi sulla città. La Cattedrale dedicata a Santo Stefano e Santa Maria Assunta sorge su edifici religiosi medievali. L’impulso di costruire una così imponente cattedrale venne direttamente dal popolo dei fedeli, che ne richiese l’erezione al cardinale Ascanio Sforza (nonché fratello di Ludovico Il Moro). Era il 1487. Un anno dopo sotto la direzione di Donato Bramante si pose la prima pietra per un edificio grandioso e di impressionanti dimensioni: uno dei migliori esempi di architettura rinascimentale lombarda. Il Duomo fu consacrato solo nel 1615. La facciata ricoperta in mattoni e la cupola sono stati, invece, eseguiti in tempi più recenti (XIX sec.). La cupola è sorretta per le sue dimensioni da otto pilastri dalle forme articolate e si presenta in forma ottagonale, in muratura: è una delle cupole più alte d’Italia.
Una volta entrati, cercate l’altare di San Siro…il patrono di Pavia! E’ riconoscibile dal meraviglioso altare in marmo e alabastro dell’artista secentesco Orsolino, che conserva il corpo del Santo. Proprio di fianco al Duomo, infine, sulla sinistra, appare oggi quel che resta della Torre Civica, crollata nel 1989, nefasto episodio della storia della città. La Torre fu eretta già nel 1330, con aggiunte nel Cinquecento. Dal suo crollo sono continuati i lavori di consolidamento che avevano interessato anche parte del Duomo. La Torre non fu mai più ricostruita. Vi troverete un bassorilievo commemorativo e, per il venticinquesimo del crollo, è stato inaugurato un memoriale: una vasca l’acqua che riflette la profondità e da l’idea della torre…o del suo ricordo.
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Ristorante Pizzeria Palinuro Pavia
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el cuore del centro storico di Pavia, nella suggestiva e romantica ambientazione di via Teodolinda, ci si imbatte nel Ristorante Pizzeria Palinuro, un luogo ideale per trascorrere una piacevole serata all’insegna della migliore tradizione gastronomica cilentana. Sotto la guida esperta di Vincenzo questo locale è da anni un punto di riferimento per tutti gli amanti dei sapori genuini del sud Italia: una vasta scelta di gustose pizze realizzate con ingredienti di prima qualità. Da segnalare l’ottima pizza «Maurino» con una mozzarella di bufala a regola d’arte, carpaccio di tartufo e guanciale. Ma non solo pizza al Ristorante Pizzeria Palinuro: davvero gustosi i primi piatti di pesce (notevolissima la pasta fresca alla Vincenzino, le linguine alla Vesuvio e gli scialatielli all’astice) e i secondi di pesce freschissimo, capaci di soddisfare ogni palato. Ottimi i dolci che esprimono la migliore tradizione di una terra ricca di passione: pastiera, cannoli, zeppole; il tutto accompagnato da un’ampia scelta di vini italiani e da birre artigianali.
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Via Teodolinda, 38 Pavia Tel. 0382 22266 E-mail: pizzapalinuro@gmail.com www.ristorantepizzeriapalinuro.it Pagina Facebook: Ristorante Pizzeria Palinuro
Sapori di Ceylon Pavia
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l ristorante I sapori di Ceylon è una vera chicca nel panorama della cucina etnica della città, capace di offrire una cucina di ottima qualità a prezzi davvero competitivi. Qui troverete un ambiente molto suggestivo e un’atmosfera tranquilla e accogliente, perfetti sia per una serata romantica sia per rilassarsi in compagnia. Il menu è vario e le portate abbondanti, preparate con ingredienti freschissimi e non troppo speziati, adatti anche a famiglie con bambini. Particolarmente consigliati sono i piatti unici a base di riso basmati accompagnati da pollo o pesce con verdure stufate e caramellate. Per ogni coperto inoltre è compresa una piccola entrée di pane tipico accompagnato da gustose conserve agrodolci o piccanti , una piacevole aggiunta a una serata già perfetta che coniuga bontà,un luogo confortevole e una piacevole atmosfera orientale. Via Mascheroni 52/54 Pavia Tel. 0382 1864405 - Cell. 338 1066872 Pagina Facebook: Sapori di Ceylon
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Papi’s Bar Pavia
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pochi passi dalla meravigliosa chiesa di S. Michele, in pieno centro storico a Pavia, in Corso Garibaldi, si trova il Papi’s Bar: il primo bagel bar della città. Un locale giovane, vivace, ideale per rilassarsi dopo una passeggiata con gli amici o in coppia, gestito con competenza e simpatia. Al Papi’s Bar verrete subito conquistati dalla bontà delle speciali ciambelle salate, i bagel, che qui vengono realizzati con le migliori materie prime, secondo la tradizione che li vuole originari di Cracovia attorno al 1610. Bellissimo il dehor, con vista sul Corso, dove godersi un buon calice di vino,una vasta scelta di birre o sorseggiare un cocktail. Ottime le colazioni e il brunch che vedono protagonisti torte, biscotti e dolci preparati in casa con passione e gusto. Inoltre il locale offre un interessante servizio per il pranzo che prevede la prenotazione del servizio, senza costi aggiuntivi e senza pagare il coperto: davvero perfetto per chi deve scappare in ufficio o a lezione e vuole pranzare senza dovere attendere. Ma le sorprese non finiscono qui: infatti, ogni giovedì, il locale propone intriganti serate musicali, contrassegnate dal tema del viaggio. Musica, cibo, una bella atmosfera: cosa chiedere di più?
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Corso G. Garibaldi, 8 Pavia Tel. 0382 154 7239 Pagina Facebook: Papi’s Bar
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Enoteca Wine all Pavia
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ella caratteristica e suggestiva piazza del Duomo a Pavia, a pochi passi dalla statua del Regisole, si trova un’enoteca, che da molto tempo è diventata per tutti gli amanti del buon vino un vero e proprio punto di riferimento. Molto più di un semplice negozio l’Enoteca Wine All è il sogno realizzato da Antonio Allegretti che, con competenza e passione, è in grado di offrire una vasta gamma dei migliori vini del territorio nazionale e internazionale. Oltre le straordinarie bottiglie presenti all’Enoteca Wine All si possono trovare numerose proposte alimentari, accuratamente selezionate fra le eccellenze che la nostra tradizione è in grado di offrire. Ma non finisce qui: ogni sabato vengono proposte degustazioni guidate di grandi vini e spumanti e svariati assaggi. Un luogo davvero unico dove lasciarsi conquistare dalla vera qualità e dalla gentilezza e competenza dei gestori, sempre capaci di andare incontro alle esigenze dei clienti, offrendo servizi quali la consegna a domicilio e la realizzazione di confezioni regalo.
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Piazza Duomo 20 Pavia Tel. 0382 23177 E-mail: info@wineall.it www.enotecawineall.it Pagina Facebook: Enoteca Wine all
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Buroni Pavia
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uanto sono importanti gli accessori per le signore? La borsa, la pochette, o la valigia, segni inequivocabili di stile e prime manifestazioni di buon gusto. E per gli uomini, lo stesso, cinture, portafogli, ventiquattrore. Fondamentale è quindi sapere dove cercare il giusto accessorio. Chi abita a Pavia può dirsi fortunato: in città c’è Buroni, negozio storico di pelletteria e valigeria, nato nel 1937 da un piccolo laboratorio artigiano e ingranditosi fino a espandersi in 2 eleganti punti vendita dislocati nel centro città, in Corso Cavour e in Piazza Vittoria, e nell’Outlet di via Olevano, famoso per le offerte vantaggiose. A differenza di tante altre attività storiche del centro che hanno dovuto chiudere fagocitate dalla mediocrità commerciale, da Buroni gli affari vanno a gonfie vele, per l’altissima qualità dei prodotti coniugata a una filosofia di continuo aggiornamento mirata alla soddisfazione della clientela. Buroni raccoglie nelle sue collezioni i migliori brand della categoria, tra cui Gabs, Coccinelle, Patrizia Pepe, Piquadro e tante altre. Oltre alle splendide borse è disponibile una vasta scelta di articoli da regalo e accessori, quali custodie, cinture e portatablet, adatti ad ogni occasione. È possibile farsi un’idea delle collezioni anche consultando il sito dell’azienda, davvero ben fatto e continuamente aggiornato, esempio lampante di una cultura aziendale che coniuga rinnovamento e tradizione.
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Corso Cavour 25 Pavia Tel. 0382 32164 E-mail:info@buroni.it www.buroni.it Pagina Facebook: Buroni Pelletterie Valigerie CorsoCavour25
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Flora (ex Tres Chic) Pavia
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pochi passi dalla storica Minerva, lungo l’animato Corso Cavour, in pieno Centro Storico di Pavia, si trova un piccolo negozio di abbigliamento femminile che da undici anni è un punto di rifermimento per lo shopping di qualità. Uno scrigno che, gestito con competenza, gentilezza e cortesia da Flora Ornella Todeschini, ha saputo divenire un luogo imprescindibile per tutte le donne in cerca di uno stile unico e riconoscibile, caratterizzato da capi di abbigliamento di qualità, ma adatti a tutte le occasioni. Se state cercando il vestito perfetto oppure scarpe, stivali, accessori e borse i vostri desideri sono stati esauditi, da Tres Chic troverete quello che state cercando.
Corso Cavour 32 /E Pavia
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Paolo Rovati Pavia
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ostumi per balli latini e caraibici, per danza classica e moderna, per ginnastica ritmica ed artistica, per pattinaggio. E ancora accessori pregiati, divise per le migliori scuole di danza, di scarpe da ballo. Tutto questo e molto altro si può trovare nel negozio-laboratorio di Paolo Rovati, un mondo fatato di lustrini e tessuti di colori brillanti che ti cattura grazie alla bellezza dei suoi articoli. Il negozio apre alla fine degli anni ‘80 e si afferma da subito nel settore della produzione di costumi per la danza e lo spettacolo. Rovati è specializzato in costumistica per opere liriche ed è stato responsabile dei costumi nei più importanti teatri d’Italia, da Pavia a Jesi, da Novara a Trapani. Ha esportato il suo stile unico in tutto il mondo, lavorando in paesi come il Libano, la Norvegia o il Brasile, diventando un’eccellenza del Made in Italy all’estero.Ogni suo costume è fatto a mano e curato fin nei minimi dettagli, per diventare una vera opera d’arte da indossare. Non c’è un catalogo dal momento che le creazioni sono sempre diverse e personalizzate per ogni cliente. Qualunque sia la sostanza del tuo sogno, ballerina o cheerleader, atleta o attore, puoi essere certo che da Rovati ci sia l’abito perfetto.
Via Volturno 13, Pavia Tel. 0382.303738 E-mail: paolo.rovati.pv@gmail.com Pagina Facebook: Paolo Rovati costumi
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MaBeDo Card 2015
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I Longobardi
un popolo che cambia la storia di SILVIA BRIGADA
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“At vero Ticinensis civitas post tres annos et aliquot menses obsidionem perferens, tandem se Alboin et Langobardis obsidentibus tradidit. In quam cum Alboin per portam quae dicitur Sancti Iohannis ab orientali urbis parte introiret, equus eius in portae medio concidens, quamvis calcaribus stimulatus, quamvis hinc inde hastarum verberibus caesus, non poterat elevari. Tunc unus ex eisdem Langobardis taliter regem adlocutus est dicens: “Memento, domino rex, quale votum vovisti. Frange tam durum votum, et ingredieris urbem. Vere etenim christianus est populus in hac civitate”. Siquidem Alboin voverat, quod universum populum, quia se tradere noluisset, gladio extingueret. Qui postquam tale votum disrumpens civibus indulgentiam promisit, mox eius equus consurgens, ipso civitatem ingressus, nulli laesionem inferens, in sua promissione permansit. Tunc ad eum omnis populus in palatium, quod quondam rex Theudericus construxerat, concurrens, post tantas animum miserias de spe iam fidus coepit futura relevare”.
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(Ma la città di Ticino, che sopportava l’assedio da tre anni e alcuni mesi, alla fine si arrese ad Alboino e ai Longobardi che l’assediavano. Mentre Alboino entrava in città dalla parte orientale, attraverso la porta che è detta di San Giovanni, il suo cavallo cadde proprio al passaggio della porta e, per quanto spronato, per quanto colpito di qua e di là con le lance, non si riusciva a farlo rialzare. Allora uno degli stessi Longobardi si rivolse al re e disse: “Ricordati, o mio re, del voto che hai pronunciato. Rompi un voto così duro ed entrerai nella città: perché questo popolo è veramente cristiano”. Alboino aveva infatti giurato che avrebbe passato a fil di spada tutta la popolazione, perché non aveva voluto piegarsi. Ma quando, rompendo questo voto, promise indulgenza ai cittadini, subito il cavallo si rialzò ed egli, entrato nella città, mantenne fede alla sua promessa non recando offesa ad alcuno. Allora tutto il popolo, accorrendo a lui nel palazzo che il re Teodorico aveva un tempo costruito, cominciò dopo tante miserie a risollevare l’animo, già fiducioso in un futuro migliore.) Paolo Diacono, Historia Langobardorum
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avia celebra il popolo longobardo attraverso una mostra unica e ricchissima presso le Scuderie del Castello Visconteo, dal 1 settembre al 3 dicembre 2017. Una mostra importante, punto di arrivo di oltre quindici anni di nuove indagini archeologiche, epigrafiche e storicopolitiche su siti e necropoli altomedievali. La mostra espone oltre 300 opere provenienti da più di 80 i musei ed enti prestatori. Pavia e la dominazione longobarda hanno un legame inscindibile, il cui retaggio appare ancora oggi nei tratti e nei toponimi della città. Correva l’anno 568 quando i Longobardi giunsero in Italia dalla Pannonia (territorio corrispondente all’attuale Ungheria), imponendosi dapprima sui territori del Nord Italia (il primo presidio militare fu stanziato a Forum Iulii, oggi Cividale del Friuli, con il re Alboino), passando dal Veneto, Lombardia, Piemonte e Toscana. La conquista proseguì con la fondazione del Ducato di Benevento e Spoleto (la cosiddetta Longobardia minor); le conquiste raggiunsero, poi, tutto il territorio del centro e sud Italia, da Ancona fino a Cosenza e a fiume Bradano, in Puglia. Dal VI al VII secolo il re Agilulfo conquistò anche Mantova, gran parte dell’Emilia e la Liguria.
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rima dell’invasione longobarda l’Italia era dominata dai Goti di Teodorico, che avevano già scelto Pavia quale capitale regia e che passò tale ai Longobardi. Pavia era allora il centro nevralgico dell’Europa medievale, crocevia di importanti vie di comunicazione, ben collegata con Milano, Piacenza, Aosta e la Gallia Cisalpina; via fiume si potevano facilmente raggiungere Ravenna e l’Adriatico grazie alla vicina confluenza del Ticino nel Po. Già Teodorico fece costruire a Pavia il suo grande palazzo reale, che restò ancora in uso con il Longobardi. Dopo oltre duecento anni di dominio, l’egemonia longobarda vide il suo tramonto con l’arrivo dei Franchi di Carlo Magno che, alleato del papato, si impose con la forza sui territori longobardi contro l’ultimo re, Desiderio, con il celebre assedio di Pavia (nel 774). Il re fu fatto prigioniero e il figlio Adelchi, simbolo della resistenza longobarda, fuggì in esilio. La mostra I Longobardi. Un popolo che cambia la storia testimonia la storia di questo popolo e dei processi, non sempre facili, di integrazione con i popoli autoctoni. La mostra si sviluppa in otto sezioni lungo gli spazi delle Scuderie: la prima racconta dei tre popoli, Goti, Longobardi e Franchi, che dal VI secolo si sono avvicendati nel territorio italiano, mentre la seconda sezione, “Verso l’aldilà, credenze e tradizioni”, è dedicata alla religione e alle modalità di sepoltura dei Longobardi, con ben 58 i corredi funerari esposti integralmente e ricostruzioni di tombe umane ed animali (come la curiosa sepoltura di un cavallo e di due cani!); ricchissimi ornamenti, collane, orecchini, fibule ed oggetti di uso quotidiano ci fanno capire quanto questo popolo fosse evoluto.
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Si passa, poi alla sezione “Economia e insediamenti” dove troverete esposte meravigliose armi e scudi decorati con motivi apotropaici e, successivamente, la parte che spiega come dalla Gens di è passati al regno di religione cristiana. Qui sono esposte meravigliose sculture e bassorilievi votivi come la celebre lastra di ambone con i pavone proveniente dal monastero di San Salvatore di Brescia e la testa di agnello, parte di un pluteo, ritrovata nel Palatium longobardo di Corteolona, oggi distrutto; nel percorso si possono ammirare anche suppellettili in vetro, come i curiosi corni potori, e vasi in ceramica. La mostra prosegue con un’interessantissima sezione dedicata alla scrittura attraverso l’analisi di molte lapidi e manoscritti, che si possono sfogliare in digitale; parte della storia della scrittura è legata alle vicende dell’abbazia di Montecassino, luogo di alta cultura, distrutta dal passaggio dei longobardi nel 577. Prima di fuggire verso Roma, alcuni monaci di Montecassino riuscirono a salvare il preziosissimo codice contenente la Regola di San Benedetto. Solo dopo il VII secolo, durante la fase storica cosiddetta di “fusione” e integrazione dei popoli, Montecassino fu ricostruita dai Longobardi in accorso con il papato. Da allora prese avvio un intenso processo di alfabetizzazione e di produzione scrittoria che portarono alla fioritura di scriptoria come Bobbio, Monza e Natantola, nonché della fortuna della scrittura cosiddetta “beneventana”. Il percorso della mostra pone l’attenzione anche sul primo codice di leggi scritto longobardo e redatto proprio a Pavia: il famoso “Editto di Rotari” (dal nome del re che promulgò le leggi), datato 643. La copia esposta proviene dalla Stiftsbibliothek di St.Gallen, in Svizzera.
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i passa, quindi, al tema del rapporto tra Italia ed Europa nel momento dell’ascesa dell’Impero Carolingio. Le ultime due sezioni sono dedicate alla Longobardia minor, terra di capitali e monasteri, tra cui quello di Montecassino, già citato, e quello di San Vincenzo al Volturno. Tra le opere più interessanti vi è la serie dei sigilli, come quello di Faolfo, da Chiusi, e quello di Teofilatto, dal Museo Nazionale di Roma; la splendida fibula a “S” proveniente da Cividale del Friuli, esempio mirabile della tecnica «cloisonné» e della niellatura, e le fibule a staffa con elementi antropomorfi. Bellissime le crocette in lamina d’oro, il Dittico di Rambona (XI secolo, in avorio intagliato), la statuetta del guerriero altomedievale in bronzo e vetro, e la spada con decorazioni auree proveniente da Nocera Umbra, simbolo della mostra. Il percorso è corredato da ben 17 video ed installazioni multimediali. Oltre la mostra temporanea, consigliamo vivamente di visitare la Sezione archeologica dei Musei Civici di Pavia (sempre all’interno del Castello Visconteo) dove troverete altri reperti longobardi pavesi di inestimabile bellezza e valore, come il Pluteo di Teodote con pavoni proveniente dall’oratorio di San Michele alla Pusterla, di inizio VIII secolo.
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La Mostra I Longobardi. Un popolo che cambia la storia continuerà a raccontare la storia dei Longobardi attraverso un percorso itinerante: dal 15 dicembre 2017 al 25 marzo 2018 sarà al MANN di Napoli e da aprile a giugno 2018 al Museo Ermitage di San Pietroburgo. Per tutte le info: www.mostralongobardi.it
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on l’arrivo dell’autunno, oltre a godersi i magnifici colori che caratterizzano questa stagione e colorano il nostro splendido Oltrepò, sono ricominciati gli attesi appuntamenti «Oltrepò’, vini d’autore», organizzati in collaborazione con il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese e il Distretto Vino Oltrepò Pavese. Il primo di questi imperdibili eventi ha visto protagonisti i vini dell’Azienda Finigeto in abbinamento a uno speciale menù d’autunno, nella magica cornice del Ristorante Le Robinie Bistrot. Noi di Mabedo non potevamo certo lasciarci sfuggire un’occasione così gustosa e ricca di emozioni per degustare i migliori vini di questa Azienda giovane, nata nel 2005, per volontà di Aldo Dallavalle, determinato a produrre vini d’eccellenza e gusto.
Fabio e Maria Rosa Colombi
Diana Tihulca, Filippo Quaglini e Aldo Dallavalle
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a serata è stata inaugurata dalle bollicine dello Spumante “Extrà” metodo Martinotti, extra dry, prodotto con uve Pinot Nero selezionate e raccolte a mano dai vigneti di Montalto Pavese e davvero ideale come aperitivo. Si è proseguito con la degustazione di una squisita «Tartare di Fassona con lamelle di porcino e gelato alla senape», accompagnata dall’ottimo Riesling Renano «Lo spavaldo», fresco, intenso, dalle marcate note floreali. Per quanto riguarda il primo i numerosi presenti sono stati conquistati da un fantastico «Risotto mantecato alla crema di Zucca e funghi», accompagnato dall’elegante Chardonnay «Il fermo». Un ottimo Pinot Nero in rosso «Il Nirò» si è sposato a meraviglia con un «Filetto di Vitello», cotto alla perfezione, con contorno di «Patate schiacciate e crema al parmigiano e tartufo». Dulcis in fundo di brinda ancora con lo Spumante “Extrà” metodo Martinotti, extra dry sulle note di una «Bavarese al Gianduia e salsa all’Amaretto». Una serata davvero ben riuscita. Se siete anche voi, come noi di Mabedo, sempre sulle strade del gusto e dell’eccellenza ecco le date delle prossime imperdibili serate di «Oltrepò, vini d’autore», vi aspettiamo!
Gli appuntamenti di Ottobre Ristorante Bazzini: 6 ottobre. Hosteria La Cave Cantù: 11 ottobre Sapori di Ceylon: 18 ottobre La Korte dei Sapori Persi: 26 ottobre
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Filippo Quaglini e Aldo Dallavalle - Az. Finigeto
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Wine All, VenerdĂŹ 22 Settembre
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l modo migliore per celebrare l’arrivo dell’autunno: prendete una meravigliosa piazza, come è Piazza Duomo a Pavia; l’ora è quella classica dell’aperitivo, il venerdì, la fine della settimana; fate caso di trovarvi nella migliore enoteca della città, l’Enoteca Wine All, gestita con mano esperta e competente da Antonio Allegretti. Ecco, aggiungete un catering impeccabile gestito da Ambrosia Banqueting. E poi arriva il pezzo forte: una degustazione di quattro straordinari Champagne e la presenza di Mauro Camerini, ambasciatore di Gaja Distribuzione, da quaranta anni una vera e propria istituzione nel settore dei vini. Noi di Mabedo, come sempre sulle strade dell’eccellenza, non potevamo lasciarci sfuggire questa incredibile serata.
Filippo Quaglini e Antonio Allegretti
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umerosi ed entusiasti i partecipanti hanno potuto degustare le migliori bollicine francesi. Le danze si sono aperte con un calice di «Gosset Grand Reserve», uno champagne classico, rotondo, equilibrato di uno dei più antichi produttori di vino in Champagne. Si è proseguito, poi, sulle note di uno straordinario «Pierre Péters Blanc de Blancs», dal colore chiaro, brillante, dalla freschezza e mineralità decise e uniche. Mentre il sole tramonta, al suono dei calici, è stata poi la volta di scoprire le esclusive bollicine di un «Bouchard»,per poi concludere in crescendo con un «Pierre Paillard Grand Cru». Una serata decisamente indimenticabile che ha fatto sognare tutti gli amanti del vino e delle bollicine. Inutile aggiungere che anche noi di Mabedo,da sempre al vostro fianco sulle strade dell’eccellenza, ci siamo lasciati conquistare. Per tutti gli appassionati che non vogliono perdersi i prossimi eventi presso l’Enoteca Wine All queste le date: 7 Ottobre: Pinot Nero «Arfena», di Andrea Picchioni 14 Ottobre: Barbaresco, dei Marchesi di Gresy. Con la presenza del Marchese Alberto di Gresy 21 Ottobre: Amarone della Valpolicella, Azienda Agricola F.lli Tedeschi 28 Ottobre: Buttafuoco e Buttafuoco Storico, Giulio Fiamberti
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Benvenuti alla Milano Fashion Week. Testo e foto di VALERIA PORTINARI
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ettembre per Milano è il mese della moda. Le strade si trasformano in passerelle, la città si anima di frenesia, colori, macchine scure e taxi che sfrecciano da una sfilata all’altra. Non è raro imbattersi in personaggi famosi e modelli che solitamente non capita di incontrare tutti i giorni entrare ed uscire da boutique ed eventi, e poi giornalisti, blogger ed influencer vorticare come trottole da una location all’altra. Ad anticipare la Fashion Week, alcuni eventi collaterali, a cominciare dalla Vogue Fashion’s Night Out, il 14, che ha visto appuntamenti mondani disseminati in tutto il centro e l’esclusiva esibizione di Liam Gallagher sulla Terrazza Duomo 21. Uno show acustico breve ma intenso, 4 canzoni per l’ex Oasis, attesissimo dai fan che hanno potuto assistere al live direttamente dalla piazza grazie alla proiezione su un maxi schermo. Il 19 invece è stata inaugurata la mostra Elle 30 anni, esposizione en plain air per celebrare l’anniversario della storica rivista di moda. In zona Brera, più precisamente in via dei Fiori Chiari, installazioni hanno riportato alla luce le fotografie più significative pubblicate dal giornale dalla sua fondazione ad oggi. Dal 20 al 25 settembre in scena c’erano le collezioni donna primavera/estate 2018, presentate dalle Maison più famose in Italia e nel mondo. A dare il via alle danze la sfilata di Gucci, un vero e proprio spettacolo con statue greche e romane ed una passerella che si snodava come il fiume Tevere.
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opo Gucci è stata la volta di Byblos e Alberta Ferretti. Fendi, Prada e Moschino i fashion show del secondo giorno che hanno portato in passerella gonne a sigaretta, pelle e colori pastello, grafismi, dettagli punk, camicie maschili, stampe e sovrapposizioni. Pantaloni a vita alta invece per Versace, che ha ricordato Gianni, scomparso vent’anni fa. La sfilata ha riproposto i capi iconici dello stilista: dettagli barocchi, stampe, gonne minime e stivali altissimi, capi vintage e senza tempo. Il momento clou dello show è stata l’uscita finale di Naomi Campbell, Carla Bruni, Claudia Schiffer, Cindy Crawford ed Helena Christensen, le 5 super top care a Gianni Versace che hanno accompagnato Donatella nel suo saluto al pubblico e nel suo omaggio al fratello sulle note di Freedom di George Michael. Il weekend ha visto sfilare, tra gli altri, le collezioni di Blumarine, Missoni, Ferragamo e Trussardi e tra la gente che passeggiava in centro a Milano non è stato difficile avvistare qualche personaggio conosciuto.
REPORTAGE EVENTI
Non solo passerelle ma anche eventi e party esclusivi. A dare il via alla serie di serate di gala è stato Swarovski che nelle sale di Villa Gernetto, in Brianza, ha celebrato la Holiday Campaign con 400 invitati al Crystal Wonderland Party. Presenti Karlie Kloss, madrina e volto del brand, Naomi Campbell, Boy George, Chiara Ferragni, Alessandra Ambrosio e Marco Mengoni, per citarne alcuni. Davvero uniche le performance musicali della violinista Saulè Kilaité e di Andrea Bocelli, seguiti dall’esclusivo dj set di Boy George. Vogue Italia ha affidato invece a Riccardo Tisci il party per il nuovo corso della rivista ed il lancio del numero di settembre. Una celebrazione ispirata alla Divina Commedia all’ex Scalo Farini di Milano alla quale hanno preso parte migliaia di persone.
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REPORTAGE EVENTI
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omenica 24 i Green Carpet Fashion Awards, organizzati dalla Camera Nazionale della Moda Italiana in collaborazione con Livia Firth, founder e direttore creativo di Eco-Age, e con il supporto del Ministero dello Sviluppo Economico, di ICE e il patrocinio del Comune di Milano, hanno puntato i riflettori sul tema della sostenibilità. Dodici i premi consegnati tra i quali il The Art of Craftsmanship consegnato alla Maison Valentino, il CNMI Recognition of Sustainability a Giorgio Armani, Miuccia Prada, Pierpaolo Piccioli e Alessandro Michele ed il Sustainable Producer consegnato a Taroni. Tra gli appuntamenti anche la nona edizione di amfAR Milano, la serata di gala dedicata alla lotta contro l’HIV/AIDS alla quale hanno partecipato numerose personalità del mondo della moda e dello spettacolo. Un red carpet che ha avuto tra i protagonisti Karolina Kurkova, madrina della serata, e Kenneth Cole, Chairman di amfAR, Jourdan Dunn, Alessandra Ambrosio, Anna Wintour, Dean e Dan Caten e Remo Ruffini. La serata di beneficienza ha visto anche la consegna ad Angela Missoni l’Award of Courage per il suo impegno nel sostegno della ricerca.
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Nei 10 giorni dedicati al fashion, Milano si è colorata di istallazioni extra large per valorizzare il made in Italy e la creatività. Da “La Biblioteca dei tessuti”, una grande libreria in legno già montata sul fronte del palazzo della Ragioneria a “Il Cosmo della bellezza”, maschere dipinte sulle facciate della Rinascente ad interpretazione del tema della cosmesi. In Galleria Vittorio Emanuele “il salotto delle gioie” ha raccolto ritratti di epoche diverse esposti con gioielli italiani contemporanei, mentre in piazza Croce Rossa “L’ultimo dono” racconta la storia della filiera produttiva della pelle, dalla materia prima al prodotto finale. In Montenapoleone le pareti esterne dei palazzi sono diventate grandi proiezioni di racconti di arti e mestieri protagonisti della moda italiana.”Vestire il volto” in piazza San Carlo, ha omaggiato l’eccellenza dell’occhialeria italiana nel mondo attraverso il video-mapping. Non è mai solo moda quella che si vede sfilare durante la fashion week; che sia in passerella o per strada ciò che emerge è un mondo patinato fatto sì di abiti firmati ma anche di un pattern di storie raccontate e da raccontare che si intrecciano tra loro tutto l’anno ed hanno la loro massima espressione durante questi giorni di frenesia assoluta.
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EVENTI
Auto e Moto d’epoca alla fiera di Padova dal 26 al 29 Ottobre 2017 oltre trent’anni di auto e moto d’epoca
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orna anche quest’anno l’attesissima rassegna Auto e moto d’epoca alla Fiera di Padova, un appuntamento che nasce trent’anni fa (nel 1983) come mercato di auto d’epoca. Inizialmente dedicato esclusivamente ai collezionisti, si è sviluppato successivamente in una realtà che ospita oggi le più importanti case automobilistiche. Riconosciuto come uno degli appuntamenti più importanti a livello internazionale, Auto e Moto d’Epoca rimane il mercato dell’auto vintage più grande in Europa, con un numero crescente di espositori, di auto in vendita e di visitatori. 90.000 metri quadrati espositivi suddivisi in 11 padiglioni, 1600 espositori per un totale di 4.500 auto esposte … un vero paradiso per i nostalgici e per gli amanti del genere! Oltre all’esposizione ci saranno tantissimi eventi, curiosità, aste d’auto e moto d’epoca, per una fiera dove la cultura automobilistica, la storia del costume e del design di ieri e di oggi si fondono e dialogano. Dal 26 al 29 ottobre non mancate ad Auto e moto d’epoca alla Fiera di Padova … noi ci saremo!!! Per tutte le info cliccate sul sito ufficiale: www.autoemotodepoca.com
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MaBeDo Card è una preziosa carta sconti che accompagna chi la possiede negli acquisti e che permette di risparmiare nelle attività convenzionate in tutta Italia. Il circuito MaBeDo Card è costituito da un insieme di strutture operanti sul territorio nazionale, principalmente dedicate all’enogastronomia, al tempo libero, al turismo, allo shopping e ai servizi. Ogni struttura ha una propria convenzione che consente al titolare della Card di ottenere lo sconto concordato con MaBeDo alla presentazione della tessera.
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Ristorante Pizzeria Quattro Ristorante Vigna del Pero Trattoria La Pesa Il Boss de le Balze Ostaria da’l Gondolièr Osteria del Naviglio Albergo Ristorante Selvatico Trattoria Da Lina La Locanda di Calvignano Locanda Vecchia Pavia al Mulino Hotel Castello di San Gaudenzio Ristorante Pizzeria Charlot Le Rubinie del Po Ristorante Pizzeria Palinuro Bierhaus – Ristorante bavarese Moya Japanese Restaurant
Ghezzi Car S.r.l. Scotti S.r.l. Winterass Assicurazioni e Investimenti Rilauto Maripa Omi Autolavaggio Axel Shopping Gioia Sport 3000 Ghelfi Paolo Rovati D’acqua e di vento Contrasti Illuminazione
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Albania il Paese delle Aquile Di TITTI MIGLIAVACCA
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Origine del nome: Non si vedono molte aquile in Albania, allora perché “il paese delle aquile?” Originariamente l’Albania si chiamava ARBERIA e i suoi abitanti “ARBERESH”. Soltanto dopo la morte di Scanderberg
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lbania: piccolo stato situato nella penisola balcanica rimasto isolato fino al 1992, tenuto in pugno da Enver Hoxha . Popolo che mai ha saputo ribellarsi, lavorando e subendo a testa bassa senza lontanamente immaginare ciò che succedeva nel resto del mondo. Paese interessante per la sua storia, per le sue bellezze naturali, architettoniche e archeologiche.
iniziò a chiamarsi “SHQIPERI” (aquila) . Pirro chiamava aquile i suoi soldati e portava in battaglia il simbolo di un’aquila nera in campo rosso. Scanderberg utilizzò quel simbolo per farne la sua bandiera. I suoi soldati si riconoscevano in battaglia perché portavano il vessillo rosso con l’aquila bicipite. Tuttavia è bello credere che la denominazione “il Paese delle aquile” derivi da una leggenda che narra le sorti di un giovane molto coraggioso il quale un giorno, andando a caccia per le montagne, notò un’aquila maestosa che serrava nel becco un serpente. L’aquila si posò sulla cresta dove aveva il nido, volando via subito dopo. Il giovane incuriosito si avvicinò al nido e vide che, il serpente ancora vivo stava per inghiottire l’aquilotto. Prontamente tirò fuori arco e freccia, uccise il serpente , prese il piccolo e si avviò verso casa. Mamma aquila vedendolo andare via con il suo piccolo gli chiese perché mai lo stesse rubando ; il ragazzo replicò che , avendolo salvato dalle fauci del serpente, che l’aquila non aveva ucciso, lo considerava suo. L’aquila allora lo supplicò di restituirglielo in cambio di invincibilità e di tributi nel suo nome. Il giovane consegnò l’aquilotto e da quel giorno l’aquila lo guidava e proteggeva dall’alto. La gente iniziò a chiamarlo SHQIPETAR, figlio dell’aquila e il suo regno fu conosciuto come SHQIPERIA cioè terra delle aquile.
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Albania oggi La storia
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a popolazione si considera direttamente discendente dagli antichi Illiri, stanziatisi nella penisola Balcanica prima dell’arrivo dei romani nel II secolo A.C. Alla divisione dell’Impero Romano in Occidente e Oriente la maggior parte del territorio Balcanico fu accorpato all’Impero d’Oriente. I Bizantini dominarono i Balcani per 10 secoli senza tuttavia riuscire ad impedire varie incursioni barbariche. Dal 1300 l’Albania fu minacciata dall’impero Ottomano. La popolazione capeggiata da George Kastriot detto SKANDERBERG eroe nazionale albanese, riuscì a tenere testa all’esercito Ottomano impedendogli di conquistare il Paese. Tuttavia alla morte di Skanderberg gli Ottomani s’impadronirono del territorio dominandolo fino al 1912, quando fu proclamata l’indipendenza e definiti i
Monumento a Skanderbeg a Tirana
confini nazionali. Allo scoppio della “Grande Guerra” l’Albania divenne campo di battaglia ; alla fine del conflitto venne ammessa alla Lega delle Nazioni e fu riconosciuta Stato e Governo legittimo. La dichiarazione di costituenda Repubblica avvenne nel 1925, tuttavia il primo Presidente, eletto con mandato settennale, cambiò la Repubblica in regime totalitario dichiarandosi re d’Albania pochi anni dopo. Nel 1939 Mussolini attaccò il Paese e, nonostante la resistenza popolare se la annesse insieme al Kossovo.
La casa delle foglie Tirana
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Bunkart museo Tirana
Quando l’Italia fascista era ormai allo stremo l’Albania fu invasa dai Tedeschi. I partigiani albanesi lottarono per la liberazione del loro territorio, che avvenne nel 1944 . Dal 1946 al 1992 il Paese fu nelle mani del dittatore Enver Hoxha che si alleò con vari stati comunisti avendo sempre in mente che questi lo tradissero. Di fatto tenne il popolo in pugno usando durissima repressione e pesantissimo spionaggio, facendo costruire in tutto il Paese una quantità di bunker per il timore di invasioni. Vi sono a Tirana ben 2 musei che rievocano la grande sofferenza del popolo e di coloro i quali, quasi sempre senza motivo, venivano ritenuti dissidenti. Il paese ormai libero, era tuttavia nel caos più totale , la mancanza di leggi (ad es. quella sulla proprietà causa ancora oggi grandi controversie fra lo Stato e i cittadini e tra i cittadini medesimi), di lavoro, di ogni forma di assistenza, di prassi burocratiche consolidate hanno favorito l’insorgere di gruppi malavitosi. Molti cittadini cercarono di emigrare con ogni mezzo principalmente verso l’Italia. La popolazione attuale conta poco meno di 3.000.000 di abitanti.
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Tirana
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La Capitale
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irana, maggiore città dell’Albania, centro culturale del Paese, Sede di
Università e Politecnico. Locali alla moda, gallerie d’arte, negozi all’avanguardia fanno di Tirana una città molto “cool”, vivace e accogliente. Il Blloku quartiere centrale nel quale al tempo dei “comunisti” viveva la nomenklatura, è oggi gremito di negozi alla moda e frequentato dal jet set.
Molti dei ragazzi che a partire dal 1991 erano arrivati in Italia con i”barconi” di fortuna, dopo avere studiato e lavorato in Italia e nel mondo, sono tornati a Tirana mettendo a frutto la loro esperienza e investendo in servizi. La vera rinascita dalla città tuttavia risale ai primi anni 2000 quando l’allora sindaco e artista, oggi Premier,Edi Rama decise con il “progetto Green” di mettere sottosopra la città aumentando gli spazi verdi, colorando e dando nuova vita e destinazione ai grigi e tristi edifici del periodo comunista.
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Tirana
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Apollonia
Tempio
Monastero di Santa Maria
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el V secolo a.c. un gruppo di Greci provenienti dall’Isola di Corfù, cercando nuovi porti per i commerci e nuove zone da popolare fondò una città consacrandola ad Apollo e chiamandola Apollonia. Sorgeva su dodici colline vicinissima alla foce dell’Aous , oggi Vojiussa che serviva da porto alle piccole navi veloci. Dalla cima delle colline si scorgeva il mare. La posizione era incantevole ed inespugnabile al contempo. Gli Illiri, abitanti dell’entroterra dell’Albania , notando come la città fosse cresciuta, prosperasse e si arricchisse di nuovi edifici pubblici e privati, non vedendo di buon occhio le colonie di stranieri l’assalirono intorno al 230 a.c. Gli Apolloniati per fronteggiare l’invasione chiesero e ottennero aiuti da Roma. Da quel momento Apollonia divenne fedelissima alleata di Roma e una delle più rinomate “Università” del Mediterraneo (Ottaviano sudiò retorica ad Apollonia nel 44 a.c.)
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L’ascesa di Apollonia continuò e ai monumenti Greci si aggiunsero quelli romani. La città aveva teatro, terme, odeon. A causa del terremoto il fiume ritirò la sua foce, lasciando terreno melmoso e malsano, i monumenti caddero e gli abitanti superstiti scampati alla malaria, dovettero abbandonare la zona e cercare altri luoghi in cui vivere. Alla decadenza completa poi pensarono i Turchi, che portarono pietre e colonne non ancora seppellite in altri luoghi per fabbricare moschee, serragli e case. Di Apollonia era rimasta soltanto una colonna. Sulle rovine del tempio di Apollo nel XV secolo sorse un monastero dedicato alla Madonna Assunta. Archeologi francesi con lavori di scavo durati dal 1923 al 1928 riportano alla luce quel che rimaneva della città grecoromana.
Teatro
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Berat
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Collina con le 1000 e più finestre
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ondata nel IV secolo dagli Illiri Berat è una delle più antiche città del Paese. È stata dichiarata
dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, Il centro storico è diviso in 2 dal fiume Osum e sovrastato da una imponente collina sulla cui cima è posizionato il castello. In città hanno sempre convissuto pacificamente la popolazione di fede cristiana nel quartiere di Gorica e quella di fede musulmana nel quartiere di Mangalemi. Le tipiche case musulmane fanno di Berat una città unica che, anche nel periodo “comunista” non fu mai toccata. Particolarmente suggestiva è la vista della collina illuminata all’imbrunire.
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Castello di Berat
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l museo iconografico Onufri occupa la parte più alta del Castello di Berat e prende il nome dal più famoso pittore iconografico del Paese. Onufri visse e operò nel XVI secolo ed è famosissimo per avere utilizzato una particolare tonalità di rosso detta appunto “rosso Onufri”, il segreto della cui composizione mai trapelò e morì con lui. La raccolta di icone è ospitata nella chiesa dedicata alla Vergine Maria.
Iconostasi
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Museo Iconografico Onutri
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Butrinto
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ichiarata patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1992 Butrinto non è solo il più importante sito archeologico albanese ma anche parco nazionale che ospita una serie di specie animali in via di estinzione, luogo di ecosistemi naturali e uno dei più bei siti archeologici in Europa. Situata all’estremo sud del Paese proprio di fronte all’isola di Corfù, nella regione anticamente denominata
Epiro in importante posizione strategica. La città era famosa per un santuario dedicato ad Esculapio dio della Medicina, fondato nel IV secolo a.c. dove i fedeli e gli ammalati si recavano per curarsi, immergendosi nell’acqua, e ricevere miracoli lasciando una volta guariti oggetti e denaro. Anche il culto delle Ninfe, Dee della salute legate all’acqua, era molto praticato A Butrinto sono approdati troiani, la leggenda narra che la città sia stata fondata da Eleno figlio di Priamo, greciepiroti, romani, bizantini e veneziani.
Il Battistero
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Le mura
Il Teatro Greco - Romano
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Scutari
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MaBeDo VIAGGI Via Pedonale
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ra l’antica capitale dell’Illiria ed era abitata già nell’età del bronzo, fu conquistata dai romani , successivamente dagli slavi e poi dagli ottomani. È la culla della civiltà albanese ed è anche denominata la “Firenze dei Balcani” poiché qui la stampa a caratteri mobili di Gutemberg arrivò prestissimo. Sorge tra le sponde del lago omonimo e alla confluenza dei fiumi Bojana e Drin prossima ai due valichi di confine con il Montenegro. Scutari è oggi importante centro commerciale e industriale. Il castello di Rozafa situato sulla collina alle porte della città è il monumento simbolo.
Il Lago di Scutari
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Castello di Rozafa
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l castello di Rozafa presenta ancora oggi ben visibili tracce di tutti i dominatori che lo hanno invaso e posseduto. Dopo l’ultimo imperatore Illirico Genti ci fu la dominazione romana seguita da quella bulgara, poi la bizantina e da ultimo la serba.
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La Leggemda di Rozafa
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a leggenda narra come la costruzione del castello di Scutari fosse alquanto difficoltosa poiché, ciò che veniva costruito di giorno misteriosamente crollava di notte. I tre fratelli impegnati nella costruzione decisero di rivolgersi ad un saggio che consigliò loro di sacrificare una delle loro mogli. I tre stabilirono allora che fosse la sorte a decretare quale moglie dovesse essere murata viva e che fosse colei che il giorno successivo avesse portato il pranzo. Si accordarono anche di non farne menzione con le donne. Tuttavia i due fratelli maggiori raccontarono tutto alle loro mogli e dissero loro di non portare il pranzo il giorno successivo. Quando Rozafa, la moglie del fratello più giovane, madre di un bambino piccolo, arrivò con il pranzo le spiegarono quale sorte le era toccata. La donna accettò di sacrificarsi , ma volle rendere il sacrificio più dolce chiedendo di lasciare fuori un seno , un braccio, una gamba e un occhio per poter allattare, abbracciare, cullare e vedere il suo bambino.
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Krujia
ittà natale di George Kastriot detto Scanderberg e antica capitale. Tipicamente medievale con un “antico bazar”, salvato dal regime comunista, e con un imponente castello che la sovrasta. All’interno del castello si trova il museo George Kastriot, l’eroe nazionale che riuscì per 25 anni a contrastare l’invasione degli ottomani. Particolarmente imponenti le gigantesche statue che accolgono il visitatore. Il castello ospita anche un interessante museo etsnografico.
Castello di Krujie
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Affresco - Museo Kastriot
Antico Bazar
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Ingresso museo Kastriot
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Centro Commerciale S.P. Vigentina An Telefono: 03
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€ 780 |
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Ricordando Siropietro Quaroni
10 anni fa ci lasciava colui che per tutti era “il papà del 4 Regioni” Di PIERO VENTURA
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Rally 4 Regioni 1974 - Quaroni in veste di mossiere
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Quaroni premia il vincitore Attilio Bettega vincitore del 9° rally 4 Regioni
Rally 4 Regioni - Quaroni brinda con Cerrato-Guizzardi
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In alto - 1979 - Quaroni (a dex) accanto alla Seat degli iberici Zanini-Petisco
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avia – Mai come oggi, che all’interno dell’Automobile Club Pavia sono tornate figure di personaggi legati allo sport delle quattro ruote, si sente più vivo che mai il desiderio di rivolgere un pensiero a chi, nella nostra città, di questo sport ne è stato maestro: Siropietro Quaroni. Sempre nella vita si cerca di lasciare un segno, di regalare qualcosa a chi verrà dopo di noi; a volte si tratta di piccole impronte labili, tracciate come sulla sabbia, a volte è qualcosa di più. Ciò che Siropietro Quaroni ha lasciato all’automobilismo, è ben più di un’impronta. E’ una pietra miliare che nulla e nessuno potrà mai rimuovere. Quaroni, se n’è andato ormai da 10 anni portandosi via ben tre decenni di storia di un automobilismo che ha costruito, cullato e cresciuto come un figlio, consegnandolo poi a coloro che ne avrebbero dovuto farne tesoro, ma non sempre é stato così. Gli sportivi lo chiamavano il “papà del 4 Regioni”, ma legare il nome di Siropietro Quaroni esclusivamente al Rally 4 Regioni è sminuirne la figura, la sua carica incontenibile e il suo profondo senso sportivo.
E’ stato un organizzatore di successo a 360 gradi, estroso e innovativo in tutti i settori in cui s’impegnava. Fu solo la grande passione per le 4 ruote che lo spinse a dare una sferzata incisiva al rallysmo degli anni ’70 e ’80 rendendolo moderno, al passo con i tempi. A metà anni Settanta inventò le “Ronde” inserite nel suo fiore all’occhiello, il “4 Regioni”. La gara divenne di levatura mondiale, tanto da essere ritenuta prova di riserva per la corsa al titolo iridato. Per 15 anni, piloti dai nomi prestigiosi provenienti da tutte le nazioni giunsero a Pavia per misurarsi sulle strade del Rally 4 Regioni, che implicavano in un duro e spettacolare toboga le strade più impervie della fascia appenninica di Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia. Un evento che ha permesso a molti di immergersi nella bellezza della natura dell’Oltrepo Pavese, nel suo fascino e nella sua storia fin li sconosciuta, promuovendo lo sviluppo del territorio, permettendo a piloti, tecnici, meccanici e amici di lasciarsi guidare attraverso i sapori e i colori di questa regione italiana famosa nel mondo per la produzione di vini tradizionali!
Quaroni, per l’automobilismo pavese e nazionale è stato ben più di un organizzatore di un rally seppure importante, passato alla storia per la sua durezza e per il suo aspetto tecnico.
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Quaroni con i vincitori del 4 Regini n° 9, Bettega-Perissinot
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alla sua mente è poi nato un altro rally che ancor oggi è tra i più blasonati in Italia: il Rally del Ciocco. Inventò il rally a Isernia, una gara di successo finche la curò in prima persona. E, come a Isernia, altre sue iniziative, tutte accompagnate da successo, sorsero in altri centri dello Stivale, giù, giù, sino a Napoli. Lanciò il “Rallycross” e il “Rallypista”, in cui orde di appassionati della guida su terra si affrontarono quasi settimanalmente sulla pista di Groppello Cairoli, un impianto che in breve tempo giunse a ospitare i campionati europei della specialità. Ma in quegli anni vi erano tante altre cose da fare e da cambiare. Quaroni ci credeva, lavorò sodo. Già allora, nel palazzo romano della Federazione vi erano elementi capaci di manovre non chiare. Quando fu eletto Presidente della Sottocommissione Rally in seno alla federazione nazionale, Quaroni volle vederci chiaro, si batté come un leone per mantenere sano quello sport in cui credeva, ma fu lasciato solo, completamente solo nel portare avanti le sue campagne innovative e “purificatrici”.
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Gli crearono ostacoli su ostacoli, gli furono proposte soluzioni concilianti, ma per Quaroni, lo Sport era e doveva essere solo ed esclusivamente Sport, lontano da interessi personali o di quelli di alcune piccole “congreghe” abiette. Non cedette ai giochi di palazzo, non accettò una poltrona accomodante. Sbattè la porta e se ne andò, orgoglioso, a testa alta. Per oltre trent’anni fu presidente dell’Automobile Club Pavia, furono anni belli anche se non facili, ma furono momenti che nessuno degli appassionati di allora dimenticherà mai. Carattere a volte impulsivo, personaggio difficile ma diretto e leale, innamorato dello Sport e profondamente onesto. Questo era Siropietro Quaroni. Non bisognava farsi trarre in inganno dal carattere a volte non facile. Oltre ai suoi slanci impulsivi, certamente eccessivi, ai quali aveva abituato chi gli stava intorno, era anche l’uomo che dinnanzi alle cose importanti non si perdeva d’ animo alle prime difficoltà, ma che cercava sempre e ovunque gli stimoli per andare avanti e continuare a lottare contro tutto e tutti, pur di arrivare alla sua meta. Siropietro Quaroni, ancora oggi, è considerato uno dei personaggi più importanti della storia rallystica, un uomo con tante qualità e tante doti.
Quaroni da il via ad uno dei tanti equipaggi stranieri
l’abbraccio della folla alla creatura di Quaroni
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Siropietro Quaroni
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Quaroni, presidente Aci e Panathlon, qui ad una conviviale con Munari, De Adamich e Audetto
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iropietro Quaroni era nato a Pavia il 14 ottobre del 1934. Diplomato ragioniere e perito commerciale nel 1954, diplomato all’Isef (Istituto superiore di educazione fisica) nel 1960, dal 1989 al 1996 ha collaborato con l’ispettorato di educazione fisica del ministero della pubblica istruzione e con le attività promozionali del Coni per i giochi e i campionati studenteschi. Dal 1952 al 1960 Quaroni è arbitro di calcio della Lega semiprofessionisti. Dal 1964 al 1969 è vicepresidente della sezione di Pavia Aia settore arbitrale. Dal 1965 al 1969 è delegato tecnico provinciale. Dal 1958 al 1964 è delegato provinciale di Fipav, la federazione di pallavolo. Dal 1959 al 1966 è segretario del Comitato provinciale del Coni. Dal 1993 al 1997 è vicepresidente del medesimo. Dal 1967 al 1970 è stato vicepresidente della Commissione sportiva dell’Automobile Club Pavia e dal 1970 al 1973 presidente. Quaroni ha occupato la carica di presidente dell’Automobile club Pavia dal 1973 al 1997.
Dal 1971 è stato direttore di gara internazionale per i rally. Ha creato i Rally delle Quattro Regioni, e il Rally del Ciocco, entrambi con validità europea, hai quali ha fatto seguire altri rally come Isernia, Campania e la prestigiosa Coppa Colline Oltrepo. Nel 1978 è stato insignito del cavalierato della Repubblica per meriti sportivi. Nel 1985 è stella di bronzo del Coni e nel 1997 è stella d’argento. Nel 2004 Siro Pietro Quaroni ha coronato un’altro sogno. E’ stato insignito della Benemerenza di San Siro. E’ stato ancora consigliere del Panathlon Club Pavia dal 1973 al 1976, presidente dello stesso Club dal 1976 al 1978 e rieletto nuovamente dal 1997 al 1999. Dal primo luglio 1998 è stato segretario generale del Panathlon International, carica che ha mantenuto fino all’ultimo.
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Magazine
Pubbliredazionale N°32 Settembre 2017 Realizzato da MaBeDo S.r.l. Responsabile: Filippo Quaglini Direttore Editoriale: Emanuele Bottiroli Grafica: Sara Giammona Testi: Dario Bertini, Silvia Brigada,Titti Migliavacca, Remo Pàntano, Valeria Portinari, Piero Ventura Web Manager: Sara Giammona Web Hosting: Zeus Telematica Tutti i diritti riservati, la riproduzione totale o parziale è vietata in qualsiasi forma.