magazine n.28
ARTE
Guercino a Piacenza
Fino al 4 giugno, una mostra e un ciclo di affreschi... ad alta quota! SOSTE GOLOSE
gusto, natura e relax
Una pausa “fuori dal mondo” al Ristorante le Robinie Bistrot EVENTI
Apericena in Castello
La magia continua con il “Principe della notte” Filippo Quaglini MONDO DEI MOTORI Un viaggio in casa Marcos
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editoriale
Cari lettori di MaBeDo Magazine, questo mese inauguriamo una nuova rubrica dedicata all’Arte portandovi a Piacenza dove fino al 4 giugno potrete vistare la mostra dedicata a Guercino. Doppio appuntamento con le Soste Golose dove vi portiamo in Oltrepò Pavese, nella Valle Versa al Ristorante Colombi e alle Robinie Bistrot. Anche quest’anno torna Bollicine in Castello, giunta alla sua quarta edizione; vi diamo qualche anticipazione “spumenggiante”. Mabedo “fuori confine” tra i Castelli del Monferrato, Golosaria al
Castello di Piovera. Siamo stati a Vinitaly 2017; ancora una volta grande successo per il salone internazionale del vino e dei distillati. Proseguono le cene-racconto di “Oltrepò, vini d’autore”, vi raccontiamo la quinta serata che si è svolta presso il Ristorante Il Feudo Nico. Si sono conclusi i “Giovedì” di Mabedo, Apericena al Castello di San Gaudenzio, ma non temete, la magia continua grazie al “Principe della notte” Filippo Quaglini. Non manca l’amatissima rubrica dedicata ai motori; questo mese svogliamo un viaggio in casa Marcos! Buona lettura!
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sommario In copertina Filippo Quaglini
ARTE
Guercino a Piacenza
Fino al 4 giugno, una mostra e un ciclo di affreschi...ad alta quota!
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SOSTE GOLOSE
Leggerezza, tradizione e qualità.
Certezza a tavola nella Valle Versa: il Ristorante Colombi Gusto, natura e relax
Una pausa “fuori dal mondo” al Ristorante le Robinie Bistrot
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EVENTI
Bollicine in Castello 2017
Pronti per il brindisi? (siamo in vena di spoiler...) Tra i Castelli del Monferrato
Golosaria al Castello di Piovera
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Vinitaly 2017
Un altro successo per il salone internazionale dei vini e dei distillati! “Oltrepò, vini d’autore”
Quinta serata al Feudo Nico
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Apericena in Castello
La magia continua con il “Principe della notte” Filippo Quaglini
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MONDO DEI MOTORI Un viaggio in casa Marcos
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arte
Guercino a Piacenza
Fino al 4 giugno, una mostra e un ciclo di affreschi … ad alta quota! Testo di Silvia Brigada
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sate la fantasia ed immaginate di trovarvi a Piacenza nel 1627, anno in cui l’artista Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino (Cento – 1591 – Bologna 1666), viene chiamato dal Vescovo Linati per terminare la decorazione della grandiosa cupola del Duomo, rimasta incompiuta dopo la morte del Morazzone. Ma andiamo per ordine. L’iniziativa “Guercino a Piacenza” vuole celebrare uno dei massimi artisti del barocco emiliano di tutti i tempi, il Guercino, così chiamato per un difetto della vista (probabilmente era affetto da stabismo). L’artista aveva vissuto per gran parte della sua vita a Bologna, e successivamente fu chiamato dal suo grande ammiratore Alessandro Ludovisi, appena divenuto papa col nome di Gregorio XV, che intendeva affidargli commissioni di grande prestigio, come la decorazione della Loggia delle Benedizioni in San Pietro. Il nipote di papa Gregorio, il cardinale Ludovico Ludovisi, gli affidò, inoltre, la decorazione del Casino Del Monte, un villino appena acquistato, che assumerà pertanto il nome di Casino Ludovisi.
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Umberto e Maria Teresa Quaquarini
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Piacenza - Piazza Cavalli
Piacenza vuole portare Guercino all’attenzione del pubblico attraverso un percorso, tra sacro e profano, che si snoda in due luoghi simbolo della città di Piacenza: i visitatori avranno la possibilità, quasi unica e irripetibile, di ascendere all’interno della cupola del Duomo per ammirarne gli straordinari affreschi e di contemplare una selezione di 20 capolavori in mostra a Palazzo Farnese. Prima tappa: il Duomo. A Piacenza il Guercino realizzò uno dei suoi capolavori, affrescando tra 1626 e 1627 la cupola del Duomo. Un lavoro monumentale, di grande respiro, eppure poco ricordato. Forse perché di fruizione complicata – anche piegando completamente il collo all’indietro gli affreschi - che si trovano a ben quaranta metri da terra! – si trovano talmente lontani che diventa quasi impossibile apprezzarli. Per lungo tempo a Piacenza hanno pensato a un modo per valorizzare e rendere più avvicinabili i profeti e le sibille che ammiccano dall’alto. E finalmente ci sono riusciti, con risultati che lasciano a bocca aperta.
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Arrivati al Duomo, dedicato a Santa Maria Assunta e splendido esempio di romanico – gotico emiliano, si accede da un ingresso secondario, passando attraverso una struttura in legno, realizzata ex novo, che porta nell’area dell’altare (sopraelevata rispetto alla navata). Da qui. passando sotto alla fantastica pala d’altare, si arriva alla canonica, dove si ammirano antichi manoscritti autografi che raccontano il pagamento al Guercino per l’opera realizzata, e poi alla sagrestia, dove si assiste a un meraviglioso filmato sulla storia degli affreschi della cupola: un videowall, composto da 12 schermi in verticale, l’opera viene raccontata grazie a un’altissima risoluzione delle immagini, una perfetta fedeltà cromatica e la ricostruzione del periodo piacentino di Guercino.
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Guercino - Affreschi della Cupola del Duomo di Piacenza, 1926
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Guercino “Cleopatra morente”
Dopo di che, si è pronti ormai alla salita. Perché la vera, grande novità di “Guercino a Piacenza” è la salita “in quota”, resa possibile grazie al recupero di spazi finora inaccessibili, liberati da decenni di macerie e di polvere. Attraverso stretti cunicoli, ripide scale intra mura, camminamenti interni ed esterni si sale prima nel muro della navata laterale, poi sopra di essa, poi sopra quella centrale - scoprendo che tra il tetto della chiesa e il soffitto della navata c’è un’intercapedine inaspettatamente grande. Da qui si accede al tamburo della cupola, da cui si possono ammirare, ravvicinatissime, le possenti figure affrescate … Sibille, i Profeti, e scene della vita di Cristo nelle lunette. Uno spettacolo impagabile che prosegue (ma la scansione del percorso non è obbligatoria!) con la mostra intitolata “Guercino tra sacro e profano”, curata da Daniele Benati e Antonella Gigli, allestita a Palazzo Farnese, sede dei Musei Civici di Piacenza. Qui, nella Cappella ducale del Palazzo, sono esposte una ventina di opere di Guercino, come “l’Immacolata concezione” conservata ad Ancona, o la straordinaria “Cleopatra morente” , “Susanna e i vecchioni”, “l’Ortolana” e la “Sibilla”: un teatro di sentimenti, di fede e di colori che solo un grande artista come Guercino può esprimere.
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Guercino “La Sibilla”
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soste golose
Leggerezza, tradizione e qualitĂ
Certezza a tavola nella Valle Versa: Il Ristorante Colombi Testo e foto di Sara Giammona Testo di Valeria Portinari
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ulla strada provinciale che collega Stradella a Santa Maria della Versa, nella Frazione di Loglio Di Sotto, appartenente al comune di MontÚ Beccaria, ai piedi delle dolci colline della Valle Versa in Oltrepò Pavese, sorge il Ristorante Colombi.
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Il Ristorante Colombi è un locale storico, fondato e gestito con passione e dedizione da più di cinquant’anni dalla famiglia Colombi. Il locale è disposto su due piani, offre varie e ampie sale dotate di climatizzatore oltre a un vasto parcheggio e un suggestivo giardino. La cucina, all’insegna della leggerezza e nel rispetto della tradizione, propone piatti tipici stagionali, abbinati ai vini dell’Oltrepo Pavese. Le caratteristiche ne fanno diventare un punto di riferimento adatto a ospitare colazioni di lavoro, banchetti nuziali, riunioni conviviali e pranzi tradizionali dai menu appropriati. La scelta dei menu per cerimonia è molto variegata ed altamente personalizzabile e trova nell’abbinamento dei vini il suo completamento perchè, Luigi Colombi, attento a quanto accade nel campo della ristorazione, resta fedele alle più genuine tradizioni offrendo, oltre alla qualità del cibo, un servizio con personale altamente qualificato.
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Flan di baccalĂ su su vellutata di pane integrale
Filetto di salmone alla planche su crema di cannellini e scarola ripassata con pinoli e uvetta
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Risotto mantecato al Cruasè con brunoise di verdure e prosciutto di Longhirano croccante
Cheese Cake “a modo nostro”
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La posizione del Ristorante Colombi consente di essere il punto di partenza per piacevoli passeggiate, sia a piedi che in bicicletta, alla scoperta dei vigneti e della natura che naturalmente decorano queste colline ancora incontaminate. Il locale propone agli ospiti due diversi itinerari dell’Oltrepò Pavese partendo ed arrivando proprio al ristorante, in un piacevole sali e scendi, faranno da complemento ai pranzi che la Famiglia Colombi offre agli ospiti. Itinerario Valle Versa: l’itinerario si sviluppa fra i vigneti delle Valle Versa. E’ percorribile a piedi e in bicicletta e si sviluppa per una lunghezza di circa 3,8 km. Itinerario della Natura: l’itinerario delle natura si sviluppa esclusivamente su carrareccie di facile percorrenza fra la natura della Valle Versa. Percorribile a piedi e in bicicletta si sviluppa per una lunghezza di circa 3,4 km.
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La famiglia Colombi propone ancora, altre due visite a pochi minuti d’auto dal Ristorante. Infatti è possibile raggiungere il vicino comune di Montecalvo Versiggia, base di partenza di 5 facili percorsi di lunghezza compresa fra 0,8 km. e 1,5 km. e visitare il Museo del Cavatappi; oppure, indirizzandovi verso Montescano, oltre alla passeggiate fra i vigneti, potrete visitare il Museo di reperti archeologici risalenti all’epoca messiniana, periodo in cui, in questa splendida valle, c’era il mare! La cucina del Ristorante Colombi è una piacevole certezza; che aspettate, la famiglia Colombi vi aspetta!
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Ristorante Colombi Frazione Loglio Di Sotto – 27040 MontÚ Beccaria (PV) Tel. 0385 60049 info@ristorantecolombi.it | www.ristorantecolombi.it
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soste golose
Gusto, natura e ralax
Una pausa “fuori dal mondo� al Ristorante Le Robinie Bistrot Testo e foto di Sara Giammona
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e Robinie Bistrot è il luogo dell’ospitalità, del relax, della cucina sana e di qualità. Al centro del paesaggio dolce e ondulato delle colline dell’Oltrepò Pavese, in mezzo al verde della natura e alle linee disegnate dalle viti, il Ristorante Le Robinie Bistrot vi accoglie per farvi respirare la sua atmosfera unica, lontano dal rumore e dal traffico, ma a due passi da casa. Uno spazio a cielo aperto, da abitare sotto le stelle. Gestito con amore e passione da Maria Rosa Colombi insieme al marito Fabio.
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Fabio e Maria Rosa Colombi
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La location è da sogno: circondati dalla magia della natura, dalle imponenti acacie o robinie, da cui prende il nome il ristorante, che durante il periodo primaverile regalano con la loro fioritura un delizioso profumo, la vista mozzafiato delle colline adiacenti, dei vigneti, il canto degli uccellini, dei grilli, regalano un’emozione indimenticabile. Il ristorante è elegante e molto accogliente; suddiviso in due sale al coperto, interni in stile cottage, ben arredati e curati, e la splendida e suggestiva “sala” all’aperto sotto un delizioso gazebo situata nel meraviglioso e curato giardino, ricco di colori e profumi, e “postazioni relax” con comodi divanetti e poltroncine che consentono di rilassarsi e svagarsi prima e dopo aver degustato gli ottimi piatti offerti dal ristorante.
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Calamari con ripieno di spinacini su zuppetta di pomodoro, polpettine di baccalĂ , spiedino di tonno in crosta di semi di sesamo su cipolle rosse.
Semifreddo al pistacchio e coulis di frutti rossi.
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Ricciola su crema di cimette di rapa e pomodorini
Il menù segue le stagioni, ed è un mix perfetto di tradizione e innovazione. Ottima cura nella scelta delle materie prime. Si possono gustare antipasti a base di salumi dell’oltrepò, tagliere di formaggi accompagnato da miele e confetture, ottimi primi piatti come ravioli e risotti, carni prelibate e ottimo “menù in riva al mare” nel quale emerge il piatto forte delle Robinie: il fritto misto, unico piatto sempre presente nel menù! Non manca la dolcezza con gli squisiti e golosi dolci. La carta dei vini è ricca delle etichette più prestigiose dell’Oltrepò Pavese e nazionali.
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Il “piatto forte delle Robinie�: il fritto misto
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Le Robinie di Cà d’Agosto Bistrot è anche la location ideale per rendere indimenticabili i propri momenti felici. Durante tutto l’anno è possibile festeggiare i propri compleanni, matrimoni, lauree, addii al celibato e al nubilato e ogni ricorrenza importante della vita. Lo staff del ristorante è a disposizione per organizzare party, eventi, meeting e convegni di lavoro in questo luogo elegante e prestigioso.
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Le Robinie di Cà d’Agosto Bistrot 27040 Montescano (PV) – Lombardia Tel. 0385 82244 info@lerobiniebistrot.it www.lerobiniebistrot.it
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eventi
Bollicine in Castello 2017
Pronti per il brindisi? (siamo in vena di spoiler‌) Testo di Silvia Brigada Foto di Valeria Portinari
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iete pronti? Non vedete l’ora? Come perché?! Perché sta per iniziare la quarta, frizzantissima Edizione di … Bollicine in Castello! Location d’eccezione dell’evento si conferma il Castello di San Gaudenzio, che accoglierà una ricchissima selezione tra i migliori produttori food&wine da tutta Italia. Qualche anticipazione? Fiore all’occhiello della manifestazione sarà La Cantina Ferrari Trento; tra i produttori della Franciacorta sarà presente l’Azienda Cà d’Or e, a rappresentare la terra del Piemonte, avremo Castello di Tagliolo, Cuvage e Bosca, insieme ad una rappresentanza di Champagne.
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Ci sarà, ovviamente, il meglio dell’Oltrepò Pavese, con Giorgi Wines, l’Azienda Agricola Quaquarini Francesco, Monsupello, Cà del Gè, Guerci Vini, La Costaiola, Terre d’Oltrepò e La Versa, Cantina Scuropasso, Cantine Torti, Ballabio Wine, Tenuta Elisabet e La Parrocchiale. A rappresentare la Lugana i pregiati vini dell’Azienda Perla del Garda. Grande novità di Bollicine in Castello Edizione 2017 la partecipazione delle aziende food: assaggeremo i prelibati prodotti rigorosamente a Km 0 dell’Azienda il Boscasso di Ruino (PV), Vallenostra di Mongiardino ligure (AL), Azienda Parizzi Elicicoltura di San Secondo Parmense (PR) e tanti altri!
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Bollicine in Castello, nata dalla consolidata collaborazione tra il Castello di San Gaudenzio e Mabedo (in partnership con il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese) si aprirà la sera del 20 maggio con l’elegante Cena di gala, unica e glamour, (la prenotazione è obbligatoria al numero 0383 3331); la manifestazione continuerà per tutta la giornata del 21 maggio con l’apertura al pubblico dalle 10 alle 19. Infine il 22 maggio, lunedì, sarà la volta degli operatori del settore. Vi aspettiamo!!!
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Tra i Castelli del Monferrato
Glosaria al Castello di Piovera Testo di Silvia Brigada
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tavolta Mabedo ha superato i confini territoriali consueti e si è spinto nel verde della campagna alessandrina, ai confini con il Monferrato, per un evento davvero unico. Domenica 2 aprile, infatti, Mabedo, in collaborazione con il Castello di Piovera, ha orchestrato la rassegna Golosaria. Location d’eccezione per l’evento: le cantine del Castello di Piovera, uno dei meravigliosi e magici castelli del basso Piemonte, una location esclusiva ed elegantissima. Il castello di Piovera nasce come fortezza per la difesa del territorio nel XIV sec. su antecedenti accampamenti romano, longobardo e carolingio (Castrum Pioperae) e sulle rovine di un convento probabilmente templare. Passato indenne sotto molteplici dominazioni, dai Visconti di Milano, signori del territorio nel 1300, che ne ordinarono la costruzione, ai Mandelli, poi agli Sforza, ai Gallarati, ritornò ai Visconti. Dal 1500 andò al colonnello don Alvaro De Sandez, quindi a Don Carlo Omodeo e dal figlio di quest’ultimo al nobile genovese Francesco Maria Balbi che ne otteneva l’investitura come ultimo feudatario da Amedeo III di Savoia nel 1651. I marchesi Balbi mantennero il possesso del vasto territorio agricolo e del castello fino al XX sec. Gli ultimi eredi, i nobili D’Oria e Odescalchi lo cedettero all’attuale proprietario, loro cugino, il conte Niccolò Calvi di Bergolo alla fine degli anni Sessanta. Proprio il conte Niccolò Calvi di Bergolo ha aperto le porte del suo castello agli oltre cento visitatori che, muniti di tasca con bicchiere, hanno preso parte a Golosaria.
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Le storiche cantine del castello hanno accolto ben dodici stand di food&wine … formaggi, vini, dolci, salumi, cioccolato e molto altro! Tra le aziende presenti, gli amici Filippo Molinari di Molinari Vini (Borgo Priolo – PV) e Rebollini Bruno (Borgoratto Mormorolo – PV); presente anche Adriana Parolin di CookieDri con i suoi golosissimi dolci! Insieme al gusto, gli ospiti hanno potuto godere anche della storia e dell’arte custodita tra le antiche mura del castello, seguendo interessanti visite guidate al piano nobile del castello, al Museo degli Antichi Mestieri e al curioso Padiglione delle Radici (anticipando le aperture di primavera del castello!!!). Una giornata all’insegna del gusto, un appuntamento imperdibile … per tutti gli imperdonabili golosi!!!
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Filippo Molinari
Adriana Parolin e la figlia - Cookie Dri
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Laura Castellani - Az. Rebollini
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Vinitaly 2017
Un altro successo per il Salone internazionale dei vini e distillati! Testo di Silvia Brigada
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rrivata alla sua 51° edizione, la rassegna di Vinitaly anche quest’anno si è conclusa con un grande successo di qualità e di pubblico. Dal 9 al 12 aprile Verona ha ospitato la più grande rassegna di produttori di vini e distillati d’Italia! Eventi, degustazioni e convegni … tutti all’insegna del vino! Vinitaly 2017, piattaforma per il business del vino, in questa edizione diventa sempre più internazionale, pur avendo ben fermo il proposito di valorizzare i prodotti enologici del nostro Paese. Qualche dato? Gli operatori esteri in crescita rispetto al 2016 quest’anno sono arrivati da Stati Uniti (+6%), Germania (+3%), Regno Unito (+4%), Cina (+12%), Russia (+42%), Giappone (+2%), Paesi del Nord Europa (+2%), Olanda e Belgio (+6%) e Brasile (+29%). Debuttano buyer da Panama e Senegal.
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Pierangelo Boatti titolare dell’Azienda Monsupello insieme a Marcello Campeggio
Con oltre 4000 espositori presenti (4.270 aziende espositrici da 30 paesi!!!), dai più noti, come Ferrari di Trento, a molte cantine dell’Oltrepò Pavese, che hanno portato (e raccontato) la lunga tradizione vitivinicola dell’Oltrepò Pavese, quest’anno Vinitaly si è chiusa con 128mila presenze da 142 nazioni. Oltre 30mila i top buyer stranieri, in aumento dell’8 per cento!!! Un risultato che parla da sé e che conferma che la produzione ed il turismo enologico sta andando dalla parte giusta … e merita attenzione ed investimenti!
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Emanuele Bottiroli Direttore del Consorzio Tutela Vini dell’Oltrepò Pavese
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Giovanna Prandini dell’Azienda Perla del Garda e Filippo Quaglini
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Stefano Rangoni e di Cà d’Or Filippo Quaglini
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Antonello Maietta Presidente AIS, Simona Natale e Filippo Quaglini
Insieme a Michele Rossetti, Presidente del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese
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insieme a Emanuele Bottiroli, Direttore Consorzio Tutela Vini dell’Oltrepò Pavese
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Ottavia Giorgi di Vistarino - Az. Conte Vistarino
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Diana Tihulca e Aldo Dallavalle dell’Azienda Finigeto
Sara e Carlo Padroggi dell’Azienda Cà del Gè
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Laura e Patrizia Torti dell’Azienda Torti WInes insieme a Filippo Quaglini
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Umberto Quaquarini dell’Azienda Quaquarini Francesco
Alessandro Paoletti e Marcello Campeggio
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Famiglia Torti - Azienda Torti Wines - L’eleganza del Vino - insieme a Enrico Odetti di Marcorengo
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Laura Boatti dell’Az. Monsupello e l’enologo Dott. Marco Bertelegni
Marcello Campeggio, Patrizia e Dino Torti, Gianni Maccagni, Massimo Bergaglio, Maurizio Marcone
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Gruppo Terre d’Oltrepò
Edo del Ristorante Le Rubinie del Po
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Antonio Giorgi e Francesca Panizzari Sindaco del Comune di Canneto Pavese (PV)
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Cristina Cerri - Az. Travaglino
Paolo Goggi dell’Azienda Gravanago, Stefy Palumbo, Maurizio Gazzotti - Gazzotti Vini
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Filippo Quaglini con lo Chef Moreno Cedroni
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Conferenza stampa di presentazione di “Nato in una vigna”
Siamo particolarmente orgogliosi di segnalare la collaborazione presentata a Vinitaly tra Fabiano Giorgi della Giorgi Wines di Canneto Pavese e … sì, proprio lui, Gerry Scotti!!! Gerry ha lanciato a Vinitaly un progetto a cui pensava di anni “continuando a ripetere che ‘a 60 anni smetto con la tv’ e vado a produrre vino - ha raccontato - Quando si è sparsa la voce che cercavo un vigneto mi sono arrivate offerte da diverse regioni, ma io volevo restare nella mia terra”. Per la foto sull’etichetta sotto il marchio ‘Nato in una vigna’, un selfie mentre annusa soddisfatto il contenuto di un bicchiere, ricordando i profumi e i colori di quando, da bambino, seguiva la vendemmia nella vigna del nonno. La vigna ideale (un ettaro e un accordo di 3 anni) l’ha trovata a Canneto Pavese, dalla famiglia Giorgi, già titolare di una rinomata cantina. Ora sono pronte le prime 50000 bottiglie. Insomma, un’ottima occasione per rilanciare l’immagine dell’Oltrepò Pavese!
Un grande successo, una grande soddisfazione: il vino dell’Oltrepò si fa strada tra le eccellenze italiane a Vinitaly … e non solo!!!
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Beppe Vessicchio, Gerry Scotti e Rudy Zerbi
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Davide Van De Sfroos e Eleonora Giorgi
Beppe Vessicchio, Ruben Cittarella e Filippo Quaglini
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Ruben Cittarella del Ristorante La Korte dei Sapori Persi e Antonio Giorgi
Eleonora Giorgi e Ileana Rampini
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Eleonora e Fabiano Giorgi e la moglie Ileana Rampini
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“Oltrepò. vini d’autore”
Quinta serata al Feudo Nico Testo di Emanuele Bottiroli
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na serata speciale di «Oltrepò, vini d’autore» al Feudo Nico di Mornico Losana, una finestra sulle colline del vino e del gusto, a cura di Mabedo. A creare il clima giusto sono stati cucina e accoglienza della famiglia Madama, che ha salutato il pubblico con un calice del suo Metodo Classico, per poi lasciare spazio alle cantine protagoniste della serata-racconto: Monsupello di Torricella Verzate e Conte Vistarino di Rocca de’ Giorgi, due star sul panorama della valorizzazione del Pinot nero dell’Oltrepò Pavese nella versione rosso e spumante classico. Al tavolo del ristorante, insieme al pubblico preparato e attento, hanno preso posto i produttori: presenti per Monsupello Carla, Pierangelo e Laura Boatti, accompagnati dal direttore Marco Bertelegni; presenti per Conte Vistarino Guido Vivarelli Colonna, marito di Ottavia Giorgi di Vistarino, e il direttore Tommaso Bucci, la cui consorte si è prestata come aiuto ai fornelli per impreziosire la serata con un menu che ha celebrato la tradizione culinaria umbra e toscana in abbinamento a importanti etichette dell’Oltrepò Pavese.
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Massimo Madama, titolare de Il Feudo Nico
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Guido Vivarelli Colonna
Ai tavoli anche Francesco Cervetti, consulente dell’azienda Il Feudo Nico e decano degli enologi del territorio prima a Le Fracce poi a La Versa e Ballabio, il coordinatore dell’Enoteca Regionale della Lombardia di Cassino Po, Carlo Torretta, Emanuele Bottiroli, direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, Filippo Quaglini, in rappresentanza di Mabedo, e Giuliano Pozzi, ex presidente del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese e profondo conoscitore del territorio, della sua vocazione e della sua storia. Gli abbinamenti sono stati curati da Francesco Beghi, degustatore e firma del Gambero Rosso, e hanno saputo emozionare e raccontare la storia di un terroir unico in Italia: 13.500 ettari di vigneti, da cui nasce il 62% del vino di Lombardia, e una tradizione millenaria legata in particolare ai 3.000 ettari di Pinot nero (cloni da vino e cloni da spumante) che fanno dell’Oltrepò la prima zona in Italia dedita alla coltivazione qualitativa di questa varietà. Sono stati serviti dallo staff, coordinato dal giovane e dinamico Massimo Madama, una serie di vini da ricordare: il Metodo Classico “Nature” di Monsupello, il Pinot nero vinificato in bianco “Saint Valier” di Conte Vistarino, il Pinot nero in rosso “Pernice” di Conte Vistarino, il Metodo Classico “Rosé” di Monsupello e per finire il Moscato “Albadoro” del Feudo Nico.
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Pierangelo Boatti
Carla Boatti
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L’occasione della cena-racconto è servita per raccontare al pubblico due storie importanti di aziende agricole storiche e d’imprenditori concentrati nel proiettarle nel futuro. L’azienda agricola Monsupello è nasta nel 1893, quando la famiglia Boatti in località Cà del Tava nel comune di Oliva Gessi già si dedica alla cura di propri vigneti. Nel 1914 i Boatti acquistano a pochi chilometri di distanza, un altro fondo detto “Podere La Borla” nel comune di Torricella Verzate. Qui costituiscono la cantina, quella stessa che oggi è stata potenziata e ammodernata per la vinificazione delle uve dei poderi originari e di quelli via via acquistati. Nel 1959, Carlo Boatti, imprime all’azienda un ulteriore sviluppo, la rimoderna acquisendo nuovi terreni nei comuni di Casteggio, Redavalle, Pietra de’ Giorgi, ridisegna la struttura varietale con l’introduzione di nuovi vitigni, attua nuove strutture di cantina, realizza un moderno impianto di vinificazione, imbottigliamento e stoccaggio dei vini.
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Il Direttore dell’Azienda Monsuoello Marco Bertelegni
Oggi la Monsupello è gestita dagli eredi di Carlo, la moglie Carla e i figli Pierangelo e Laura Boatti, affiancati da un preparato staff tecnico in vigneto e cantina coordinato dall’enologo Marco Bertelegni. I 50 ettari di vigneti di proprietà, coltivati per avere basse rese di uva ad ettaro, la vendemmia manuale esclusivamente in cassetta, le rese uva/vino inferiori al 55% sono l’impegno che l’azienda si pone per presentare vini strutturati ed armonici che possano dare al consumatore delle emozioni. L’azienda è in continua evoluzione secondo le attuali esigenze di mercato e ben determinata a proseguire il cammino di Carlo Boatti, basato su obiettivi qualitativi che l’hanno portata nel tempo ai vertici dell’enologia italiana, con numerosi riconoscimenti dalle varie guide nazionali e internazionali. La punta della piramide qualitativa aziendale è rappresentata dagli spumanti Metodo Classico: Nature, Brut, Millesimato, Rosé e la riserva Ca’ del Tava.
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Gabriella Madama
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La serata al Feudo Nico ha acceso l’attenzione anche sulla storia della più grande privata singola dell’Oltrepò Pavese: Conte Vistarino. Proprietaria dalla metà del XV secolo di un’ampia tenuta agricola nel comune di Rocca de’ Giorgi, famiglia Giorgi di Vistarino ha contribuito a definire, nel tempo, l’intimo legame tra viticoltura e terroir all’interno di un’oasi incontaminata di grande interesse paesaggistico e faunistico. Da Augusto Carlo Giorgi di Vistarino, che per primo – alla fine dell’800 – avviò in Oltrepo la coltivazione del Pinot nero, ai successori Ottaviano e Carlo, sino ad arrivare all’attuale generazione rappresentata da Ottavia Giorgi di Vistarino, continua a rimanere identica la volontà di perseguire la qualità attraverso la creazione di vini autentici ed eleganti, fedele espressione del territorio da cui hanno origine. La proprietà si estende per oltre 826 ettari dei quali 200 vitati, tutti iscritti all’albo della Doc Oltrepò Pavese e coltivati a Pinot nero, Riesling Renano, Pinot Grigio, Moscato, Croatina e Barbera. L’azienda è però concentrata soprattutto sul racconto e la valorizzazione del Pinot nero, in rosso e Metodo Classico. Non è un caso se oltre allo storico “Pernice”, degustato al Feudo Nico, Conte Vistarino abbia dedicato altre due etichette di Pinot nero in rosso di grande pregio ai suoi cru “Bertone” e “Tavernetto”. Tanti i cenni storici e le emozioni nel corso di una cena-racconto che ha dato all’Oltrepò un’iniezione di energia, per guardare al futuro con entusiasmo e lungimiranza.
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Sig.ra Bucci e Massimo Madama
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eventi
Apericena in Castello
La magia continua con il “Principe della Notte” Filippo Quaglini Testo di Silvia Brigada
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Il 27 aprile si è conclusa la prima, fortunatissima, stagione della rassegna Apericena in Castello nella magica location del Castello di San Gaudenzio a Cervesina, una collaborazione tra Mabedo e il Castello. Gli appuntamenti di Apericena in Castello sono partiti l’11 febbraio con una serie di date organizzate nelle suggestive cantine dello storico castello, tra gusto, ottimo vino, risate e tanta musica, con Giulia Thaler, il duo storico pavese di Emilio Conca e Dario Mascherpa, l’energico e coinvolgente Carlo Andreoli, Lele Baiardi e Nico.
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Filippo Quaglini
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Luli e Massimo Bergaglio
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Giorgia Aresu
Maria Rosa Colombi
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Luli e Massimo Bergaglio
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Alessandro Calvi di Bergolo, Giulia Thaler, Filippo Quaglini, Filippo Fiorito Fezia
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Emilio Conca e Dario Mascherpa
Giulia Thaler
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Carlo Andreoli
Lele Baiardi e Nico
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Lele Baiardi
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L’iniziativa, in questa sua prima fase di prova, ha portato davvero risultati soddisfacenti, tanto che, nelle ultime quattro serate, abbiamo avuto il tutto esaurito. Un risultato raggiunto promuovendo le serate esclusivamente via web e che ha portato gli organizzatori , Filippo Quaglini per Mabedo, Massimo Bergaglio e Maurizio Marcone (Direttore del Castello di San Gaudenzio), a riproporre l’iniziativa anche per il periodo, estivo a partire dal 25 maggio. Ma, attenzione, stiamo pensando ad una formula completamente nuova!!! Aspettatevi, quindi, grandi novità ‌ stay tuned!!!
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Federica Barbieri, Filippo Quaglini e Silvia Bergamasco
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MaBeDo Card è una preziosa carta sconti che accompagna chi la possiede negli acquisti e che permette di risparmiare nelle attività convenzionate in tutta Italia. Il circuito MaBeDo Card è costituito da un insieme di strutture operanti sul territorio nazionale, principalmente dedicate all’enogastronomia, al tempo libero, al turismo, allo shopping e ai servizi. Ogni struttura ha una propria convenzione che consente al titolare della Card di ottenere lo sconto concordato con MaBeDo alla presentazione della tessera.
ALCUNE DELLE NOSTRE STRUTTURE CONVENZIONATE Agriturismi Agriturismo La Sorgente Castello di Luzzano Agriturismo Il Fienile Agriturismo Hermione Aziende Vinicole Cantina Scuropasso Ca’ di Frara Giorgi Vini La Parrocchiale Cascina Montagnola Molinari Vini Castello di Luzzano Az. Agr. Quaquarini Az. Agr. Finigeto Az. Agr. Monsupello Az. Agr. Rebollini Bruno & C. Azi. Agr. Anteo La Costaiola Bar e Caffetterie Pasticceria Bordoni Time Out Cafè Bar Cerere Cafè Il Ponte
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Benessere MaxFa Diffusion Stile&Bellezza Nuova Immagine New Style Acconciature Il Ricciolo by Monica Al mistero del capello by Tina Acconciature Sara Acconciature Gigi&Alessia Enoteche Oh...Perbacco Enoteca Regionale della Lombardia Enoteca Scooter Moda Wine All CRU Enoteca Gastronomia Paolino Hotel, B&B Le Stanze del Cardinale Galleria Arnaboldi Albergo Ristorante Selvatico Hotel Castello di San Gaudenzio Le Dimore La Locanda di Calvignano Ristoranti e Pizzerie Locanda del Carmine
Ristorante Pizzeria Quattro Ristorante Vigna del Pero Trattoria La Pesa Il Boss de le Balze Ostaria da’l Gondolièr Osteria del Naviglio Albergo Ristorante Selvatico Trattoria Da Lina La Locanda di Calvignano Locanda Vecchia Pavia al Mulino Hotel Castello di San Gaudenzio Ristorante Pizzeria Charlot Le Rubinie del Po Ristorante Pizzeria Palinuro Bierhaus – Ristorante bavarese Moya Japanese Restaurant
Ghezzi Car S.r.l. Scotti S.r.l. Winterass Assicurazioni e Investimenti Rilauto Maripa Omi Autolavaggio Axel Shopping Gioia Sport 3000 Ghelfi Paolo Rovati D’acqua e di vento Contrasti Illuminazione
Produttori Az. Agr. La Coccinella Servizi Agenzia Viaggi Bluvacanze Bardelli Service Banqueting Vittoria Banqueting Impresa Edile Merli Ratt Service Tecnoteam Studio Medico Marco Nugara Carrozzeria Novauto Autotrasporti De Giovanni Luigi
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mondo dei motori
Un viaggio in casa Marcos Testo di Piero Ventura
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l nostro appuntamento mensile con il mondo dei motori pone oggi la sua attenzione sulla Marcos, una piccola casa automobilistica inglese, fondata a Luton nel 1959 da Jem Marsh e Frank Costin (il nome “Marcos” deriva, infatti, dalla fusione delle prime tre lettere del cognome di Marsh con le prime tre di quello di Costin). La Casa nacque con l’intento di produrre automobili sportive caratterizzate dal telaio in legno. La notevole esperienza acquisita da Frank Costin (fratello, tra l’altro, di Mike Costin, cofondatore della casa produttrice di motori Cosworth) nel settore aeronautico, dove aveva appreso tutti i segreti delle strutture in legno, fu fondamentale nei primi anni d’attività della Marcos. Come tanti altri piccoli costruttori britannici dell’epoca, la Marcos formò il suo pedigree di mercato grazie ai risultati ottenuti in pista. Tra i suoi primi clienti infatti, si includono nomi di prestigio quali: Jackie Stewart, Derek Bell, Jackie Oliver e Jonathan Palmer. La prima automobile prodotta dalla Marcos fu la GT Xylon nel 1960, spinta da motori d’origine Ford Anglia (997cm³). Tipo di carrozzeria coupé 2 porte con apertura ad ali di gabbiano, cambio manuale a 4 marce, motore a benzina con cilindrata: 997 cm3, potenza: 45 kW / 60 CV / 61 (lordo), di coppia PS: 80 Nm / 59 lb-ft, lunghezza 3658 mm, peso: 480 kg/1060 libbre, velocità massima: 146 km/h (91 mph), accelerazione: 0-60 mph 10 s; 0 - 100 km/h 10,7s, consumo 7,7 l / 100km. Per nulla gradevole alla vista (venne infatti soprannominata “ugly ducklin”, ovvero brutto anatroccolo) la GT Xylon, prodotta in appena 39 esemplari, nelle mani di giovani e promettenti driver, si ritagliò una discreta reputazione sportiva. Con questa vettura, tra gli altri, si mise in luce il giovane Jackie Stewart (futuro campione del mondo di F1 nel 196971 e 73), tra l’altro, vincitore al debutto con la vettura inglese nell’aprile del ’62 a Charterhall.
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Roberto Violini premia Jarno Trulli Lancia Lambda
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Le GT che hanno fatto epoca Il 1961 vide apparire sulla scena la GT 1500, un’originale coupé a 3 volumi, mossa dal motore di 1498 cm³ della Ford Consul 315. L’abbandono della casa da parte di Frank Costin, esperto nelle strutture in legno e vetroresina, le sempre più esigenti norme di sicurezza automobilistica (specie negli Stati Uniti, mercato a cui la Marcos guardava con interesse) e la necessità di facilitare le riparazioni in caso d’incidente (eventualità ricorrente nell’impiego agonistico), indussero la casa ad utilizzare l’acciaio per la struttura dei telaio anziché il legno. Fu proprio la GT, lanciata nel 1964, a portare all’esordio il nuovo telaio a tubi d’acciaio di sezione quadrata progettato dai fratelli Admas (che avevano rimpiazzato Costin alla guida tecnica della Casa). La carrozzeria, invece, rimaneva in vetroresina. Muscolosa, acquattata sulle ruote, la nuova coupé 2 posti Marcos, incontrò finalmente i gusti estetici del pubblico che rimase affascinato dall’originale coda “a papera”. Oltre al moderno e robusto telaio in acciaio, la GT portava all’esordio un nuovo e raffinato retrotreno De Dion progettato dalla Casa (davanti, invece, c’era un classico schema a quadrilateri deformabili). Per spingere la nuova sportiva venne invece scelto il 4 cilindri in linea Volvo di 1778cm³ da 116cv che trasmetteva il moto alle ruote posteriori attraverso un cambio a 4 rapporti con overdrive. La scelta del gruppo motore-cambio, apparentemente strana, era dovuta al fatto che la Volvo P1800, che impiegava questi organi meccanici, veniva, in quel periodo, assemblata dalla Jensen Motors Ltd in Inghilterra. Le difficoltà finanziarie della casa imposero di ridurre i costi e di ampliare la produzione. Nel 1965 venne lanciata una più economica GT, ospitante un motore a quattro cilindri Ford Kent di 1500 cc, per ridurre i costi, poiché il 1800 era piuttosto costoso da commercializzare, furono sostituiti anche i carburatori passati da Weber a Stromberg. Nel 1967 appare la Marcos GT 1650. Tecnicamente la Marcos GT 1650 non è altro che una GT 1500 con un impianto frenante più potente e un motore elaborato.
Marcos GT 1500
Marcos GT 1500
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Marcos GT
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E’ una delle coupé più rare realizzate dalla Casa britannica scomparsa nel 2007: una sportiva realizzata in soli 32 esemplari. Carrozzeria in vetroresina, assale posteriore rigido e un propulsore derivato dal 1.5 Ford Kent (già visto sotto il cofano di altri modelli della Casa dell’Ovale Blu come l’Anglia e la Cortina) a quattro cilindri da 86 CV con cilindrata aumentata a 1,65 litri e potenza portata a 122 CV dal preparatore inglese Lawrence Tune. Il motore della Marcos GT 1650 è un’unità particolarmente briosa che ama molto frequentare la zona rossa del contagiri ma è anche molto più fragile del “cugino” 1.5. Nel 1969 la gamma dei motori venne rivoluzionata, con l’introduzione di nuovi motori Ford Essex V4 e V6 con cilindrata, rispettivamente, di 2 (104cv) e 3 litri (140cv). Al solo mercato USA era riservato il 6 cilindri in linea 3 litri della Volvo 164. Questo motore, più pesante ed ingombrante del V6 Ford Essex, era meglio adattabile ai dispositivi antinquinamento, ma modificava (a causa del maggior peso all’avantreno e alla necessità di applicare distanziali agli assi anteriori) in peggio il comportamento stradale della GT. Una caratteristica che è comparsa sulle Marcos GT ed è stata mantenuta fino ad oggi, sono i pedali regolabili. Piuttosto che avere un sedile che si muove avanti e indietro sulle guide, tutte le Marcos GT hanno un sedile fisso e i pedali che si regolano in relazione al conducente. La posizione dei pedali è facilmente gestibile da un comando posto sul cruscotto. Questa funzionalità è quasi unica, ma rende la Marcos una vettura estremamente confortevole.
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Piero Ventura
Marcos GT 1650 -Abitacolo
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Marcos GT Xylon
Marcos GT 1800 - Abitacolo
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Marcos GT xylon - Abitacolo
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Marcos TSO GT
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Marcos Mantis XP
La Mantis XP La Marcos non si fece mancare neppure tentativi prettamente corsaioli. Nel 1968 fu realizzata la XP Mantis. Una vettura da corsa progettata per la categoria Gruppo 6 prototipo, alimentata da un motore Repco V8 montato centralmente. La sua unica presenza in gara è stata la 1000 km di Spa in Belgio del ‘68, dove si ritirò per problemi elettrici dovuti alla fitta pioggia. La vettura fu poi venduta in America ed equipaggiata con un motore V8 Buick. Nel 1971 venne lanciata la Mantis, una sgraziata coupé 4 posti in fibra di vetro con motore Triumph di 2,5 litri da 160cv. Le difficoltà finanziarie ed economiche portarono, nel corso del 1972, la Marcos alla chiusura. Nel 1976 Jem Marsh rientrò in possesso del marchio Marcos e degli stampi, e, a partire dal 1982, ripropose, col nome di Mantula (poi anche Mantara), una riedizione della GT, spinta dal noto motore V8 3500 Rover. Questa vettura, con varie modifiche (inclusa una versione spyder) e diverse motorizzazioni motori, venne proposta fino al 2006, quando venne rimpiazzata dalla TSO. Altre date importanti da ricordare in casa Marcos sono: il 1982 con il lancio della Mantula, riedizione della GT, mossa dal motore V6 Ford Cologne di 2,8 litri da 150cv. Il 1984 quando fu adottato il motore Rover V8 di 3528 cm³ da 160cv. Il 1986 quando ci fu il lancio della Mantula Spyder, seguita nel 1992 della Mantara, variante sportiva della Mantula.
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Marcos Mantis XP - Abitacolo
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La Marcos non si fece mancare neppure tentativi prettamente corsaioli. Nel 1968 fu realizzata la XP Mantis. Una vettura da corsa progettata per la categoria Gruppo 6 prototipo, alimentata da un motore Repco V8 montato centralmente. La sua unica presenza in gara è stata la 1000 km di Spa in Belgio del ‘68, dove si ritirò per problemi elettrici dovuti alla fitta pioggia. La vettura fu poi venduta in America ed equipaggiata con un motore V8 Buick. Nel 1971 venne lanciata la Mantis, una sgraziata coupé 4 posti in fibra di vetro con motore Triumph di 2,5 litri da 160cv. Le difficoltà finanziarie ed economiche portarono, nel corso del 1972, la Marcos alla chiusura. Nel 1976 Jem Marsh rientrò in possesso del marchio Marcos e degli stampi, e, a partire dal 1982, ripropose, col nome di Mantula (poi anche Mantara), una riedizione della GT, spinta dal noto motore V8 3500 Rover. Questa vettura, con varie modifiche (inclusa una versione spyder) e diverse motorizzazioni motori, venne proposta fino al 2006, quando venne rimpiazzata dalla TSO. Altre date importanti da ricordare in casa Marcos sono: il 1982 con il lancio della Mantula, riedizione della GT, mossa dal motore V6 Ford Cologne di 2,8 litri da 150cv. Il 1984 quando fu adottato il motore Rover V8 di 3528 cm³ da 160cv. Il 1986 quando ci fu il lancio della Mantula Spyder, seguita nel 1992 della Mantara, variante sportiva della Mantula.
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Nel 1993, la Marcos diede inizio alla partecipazione alle gare del campionato britannico GT e alla 24 Ore di Le Mans. Nel 1996, la Mantara LM 600 vince il campionato britannico GT (categoria GT2). Nel 1997, c’è il lancio della Mantis, variante con motore V8 Ford Mustang della Mantara, e vittoria, da parte della Mantara LM 500, del campionato britannico GT3. Il nuovo millennio vede la vittoria Marcos del campionato GT inglese e spagnolo, ma nel 2001, la Casa viene posta in liquidazione. Il settore corse viene acquisito dalla Eurotech, mentre l’attività produttiva viene venduta al manager Rory McMath che nel 2002, lancia la TS 250, versione ristilizzata ed economica della Mantis, spinta da un V6 di 2,5 litri Ford. L’anno seguente c’è la presentazione della TS 500 evoluzione con motore V8 Chevrolet della TS 250, seguita nel 2004 dalla nuova coupé TSO, con motore Chevrolet V8. Nel mese di ottobre del 2007, la Casa è nuovamente in amministrazione controllata.
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Mabedo è un portale online di promozione territoriale e turistica da oltre dieci anni. Il numero di visitatori sul nostro portale e sui nostri social, elevato ed in continua crescita, rappresenta un riscontro importante al nostro impegno per fornire un servizio informativo di qualità e professionalità elevate. Vogliamo ora ampliare e rafforzare la nostra rete commerciale. Ricerchiamo, pertanto, persone di elevata professionalità, specializzate nella vendita di SPAZI PUBBLICITARI e REDAZIONALI, capaci di porsi nei confronti della clientela anche come consulenti di comunicazione.
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Caratteristiche richieste: · Diploma di scuola superiore o laurea; · L’esperienza commerciale nella vendita di spazi pubblicitari e siti web con particolare riferimento ai settori del turismo e dell’enogastronomia costituirà titolo preferenziale; · Monomandatario o Plurimandatario con interessante portafoglio clienti; · Massima affidabilità e serietà; · Empatia e capacità di stabilire relazioni efficaci, durature, costruttive; · Conoscenza dei principali pacchetti informatici; · Domicilio nell’area commerciale assegnata. Il lavoro da svolgere prevede le seguenti attività: · Sviluppare il portafoglio clienti nell’area assegnata; · Essere in grado di proporsi come consulente per la comunicazione Internet degli stessi. Provvigioni di sicuro interesse. Area di lavoro: Provincia o Regione italiana. I candidati interessati come Agenti o Rappresentanti sono invitati a spedire il proprio curriculum vitae con foto inviando una e-mail a mabedo@mabedo.it o chiamando il numero 0382 1543534 il lunedì dalle 9.30 alle 12.30
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