MaBeDo Magazine n° 39 - Giugno 2018

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MAGAZINE n°39

MaBeDo MAGAZINE n°32

MAGAZINE

Magazine

WINE

OSPITALITÀ

MOTORI

GRUPPO LUNELLI un sogno di ECCELLENZA e BOLLICINE

SPORT HOTEL PPRODONGO

RALLY 4 REGIONI “Historic Rally”


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EDITORIALE Finalmente è arrivato il profumo dell’estate, dei tigli in fiore, il caldo sulla pelle e quella voglia irrefrenabile di vivere, di divertirsi, dello stare all’aria aperta in compagnia di amici o delle persone che più amano. Conoscerne di nuove. Partire, tornare, i week end fuori porta, le fughe al mare o in collina, le passeggiate in montagna alla ricerca del fresco.. Ed è così che l’estate colora tutto: le persone, il cibo, i vestiti, le strade. È così potente il potere del sole che scatena in ogni cosa reazioni chimiche di energia e vitalità! Voglia di vivere, voglia di una pausa, voglia di coccolarsi dopo un anno di intenso lavoro. Ecco che su questo numero di MaBeDo vi daremo tanti spunti di svago! Vi parleremo del Gruppo Lunelli, della cantina di Marco Maggi e dei suoi ottimi vini da provare; vi parleremo degli eventi ai quali abbiamo partecipato il mese scorso: Scollinando, un ottimo pranzo all’azienda La Piotta, degustazione al tramonto alla Tenuta Quvestra, Cantine aperte e molto di più! Vi porteremo alla scoperta di Sarajevo e vi racconteremo il Rally 4 regioni! Un numero ricco che vi invitiamo a leggere in completo relax! Buona lettura

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SOMMARIO

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WINE

EVENTI IN OLTREPÒ PAVESE

6 - GRUPPO LUNELLI Un sogno di ECCELLENZA E BOLLICINE

50 - “Scollinando nelle vigne del BUTTAFUOCO STORICO” 2018

32 - Vi raccontiamo MARCO MAGGI la promessa dell’Oltrepò Pavese

58 - Grande Festa in Cantina all’Azienda LA PIOTTA

OSPITALITÀ

64 - Cantine aperte emotions 2018 Tramonto DiVino alla TENUTA QUVESTRA

38 - SPORT HOTEL PRODONGO

70 - Cantine Aperte 2018 alle aziende Torti e Travaglino

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VIAGGI 82 - SARAJEVO un viaggio nella storia contemporanea

MONDO DEI MOTORI 104 - RALLY 4 REGIONI 2018

www.mabedo.it |

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GRUPPO LUNELLI

Un sogno di eccellenza e di bollicine

di Silvia Brigada

Foto - gentile concessione del Ferrari f.lli Lunelli

Alessandro, Marcello, Matteo, Camilla_ph Ronny Kiaulehn Weinwelt

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l Made in Italy è sinonimo di sogno, un sogno tutto italiano che si avvera. Sono sogni di uomini che hanno creduto in un progetto e nei prodotti del nostro Paese, anche nei momenti piÚ bui. Sono questi personaggi che, con i loro sogni, la loro bravura e lungimiranza, hanno fatto dei prodotti italiani le grandi eccellenze conosciute in tutto il mondo. E quando si parla di marchi Made in Italy certo non si può dimenticare il marchio Ferrari, del Gruppo Lunelli di Trento, che da sempre accompagna la nostra vita nelle occasioni importanti, sinonimo di qualità e di eleganza.

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Bruno Lunelli

Anche il Gruppo Lunelli nasce da un sogno, dal sogno di Giulio Ferrari, il quale sognava di creare in Trentino un vino capace di confrontarsi con i migliori Champagne francesi. Era il 1902, quando egli per primo intuì la straordinaria vocazione della sua terra alla coltivazione di vitigni pregiati e, per primo, diffuse lo Chardonnay in Italia. Nel 1952 Giulio Ferrari, non avendo eredi diretti, cerca un successore a cui affidare il suo sogno. Passa così il testimone a Bruno Lunelli, titolare di un’enoteca a Trento. Grazie alla passione e al talento imprenditoriale, Bruno Lunelli riesce a incrementare la produzione senza mai scendere a compromessi con la qualità. Dagli anni Settanta sino ad oggi Bruno Lunelli e la sua famiglia hanno consacrato il marchio Ferrari come leader in Italia e il brindisi italiano per eccellenza. In questi anni vedono la luce alcune delle etichette destinate a entrare nella storia: sono il Ferrari Rosé, il Ferrari Perlé e il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore.

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Giulio Ferrari


Gino, Bruno e Mauro Lunelli

“etichettatura�

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Oggi l’azienda del Gruppo Lunelli è condotta dalla terza generazione della famiglia Lunelli, con Marcello, Matteo, Camilla e Alessandro che guidano l’azienda, con l’obiettivo di innovare nel solco della tradizione, mantenendo un forte legame con il territorio e portando Ferrari nel mondo quale ambasciatore dell’Arte di Vivere Italiana.

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Marcello, Matteo, Camilla e Alessandro Lunelli_GF Collezione

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Il forte legame con il territorio trentino emerge dal recente progetto di restyling del meraviglioso ed elegantissimo ristorante di Casa Ferrari, la Locanda Margon, a Trento. Locanda Margon è un vero e proprio “Salotto Gourmet” dal carattere fieramente italiano, la cui eleganza essenziale e pulita è la più efficace e immediata anticipazione della cucina dello Chef Alfio Ghezzi, che ha portato per la prima volta in Trentino la seconda stella Michelin nel 2016. Una dimora di campagna contemporanea, dove accogliere chi desidera provare un’esperienza enogastronomica di altissimo livello. Questo il concetto alla base del progetto di restyling, seguito dall’architetto Diletta Stazzi, di Locanda Margon, il ristorante del Gruppo Lunelli immerso tra i vigneti a pochi passi da Trento. Locanda Margon accompagna con il nuovo interior design il percorso di crescita della sua cucina, aggiungendo ulteriore piacevolezza agli ambienti e regalando così un’esperienza di ospitalità sempre più completa.

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Come in una casa, gli ospiti sono accolti nel “Salotto Gourmet”, dove carte da parati e arredi vintage sono sapientemente abbinati a elementi del miglior design italiano, come le sedute B&B e le stoffe Dedar e Rubelli. L’attenzione all’italianità e alla raffinatezza dei nuovi ambienti si riflette nella proposta gastronomica, di cui la pulizia del gusto è l’elemento centrale, esaltato da una scelta di materie prime di altissima qualità, spesso legate al territorio trentino. Sono proprio prodotti provenienti da piccole realtà locali, se possibile con uno sguardo al sociale, ad arricchire la proposta gastronomica con sapori autentici, stimolando sempre nuovi abbinamenti con le bollicine Trentodoc. La “Veranda”, immersa nel verde dei vigneti, ricorda i classici giardini d’inverno, con uno stile essenziale che sposa l’offerta gastronomica di questo spazio della Locanda, dedicato a chi non vuole rinunciare alla qualità anche in una cucina più semplice e veloce. Il risultato è un ambiente armonico, dove gli spazi dialogano tra loro e con la cucina e si trasformano a seconda dei momenti in cui sono vissuti.


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Chef Alfio Ghezzi, Camilla and Matteo Lunelli

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Locanda Margon si conferma cosĂŹ una tappa fondamentale del percorso del “Bello e del Buonoâ€? di Casa Ferrari, un itinerario che inizia con la visita in cantina, prosegue nella vicina Villa Margon, splendido complesso cinquecentesco, sede di rappresentanza del Gruppo Lunelli, e si conclude proprio alla Locanda con un viaggio enogastronomico legato alle bollicine.

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La cantina trentina continua la riflessione sull’ospitalità partecipando ad importanti iniziative come Identità Golose 2018, dove è stata segnalata tra i tre migliori ristoratori al mondo secondo The World’s 50 Best Restaurants, confrontandosi sull’Arte dell’Ospitalità La magica alchimia fra accoglienza, servizio e convivialità in grado di rendere memorabile un’esperienza enogastronomica è alla base della ricerca delle Cantine Ferrari. Un argomento, questo, che da anni le Cantine Ferrari sostengono e approfondiscono attraverso molte iniziative - tra cui la collaborazione con The World’s 50 Best Restaurants, con cui hanno istituito il Ferrari Trento Art of Hospitality Award - e che quest’anno ha trovato una perfetta rispondenza nel tema di Identità Golose “Il Fattore Umano”. Se l’obiettivo del Congresso è mettere al centro le relazioni, l’uomo-chef e tutti coloro che lo circondano sul lavoro, dalla cucina alla sala, parlare di ospitalità è ancora più naturale.

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Le novità in Casa Ferrari non finiscono qui. Il Gruppo Lunelli quest’anno ha scelto l’appuntamento imperdibile di Vinitaly a Verona per raccontare un progetto ambizioso che vuole rilanciare e rendere Bisol un punto di riferimento sempre maggiore per il Prosecco Superiore di Valdobbiadene. Bisol, marchio storico del Prosecco Superiore di Valdobbiadene, da oggi si racconta al mondo attraverso un nuovo linguaggio che ne interpreta i valori cardine: unicità, autenticità e tradizione, secondo le intenzioni di rilancio del Gruppo Lunati. Il progetto sottolinea il grande legame con il territorio e la continuità con la storia del marchio e al tempo stesso guarda al futuro per adeguarsi alle sfide e cogliere le grandi opportunità del mercato.

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Dopo quattro anni dall’acquisizione, l’azienda è stata pienamente integrata sfruttando le sinergie con il Gruppo Lunelli e sono stati attuati investimenti, in campagna e in cantina, volti alla continua ricerca dell’eccellenza produttiva. L’inizio di questa nuova fase di sviluppo di Bisol si manifesta oggi con una completa revisione della gamma prodotti e dell’immagine della marca, studiata con il supporto dell’agenzia Robilant Associati. Cambia innanzitutto il logo, nel quale viene evidenziata la data del 1542, anno in cui un documento storico testimonia la presenza della famiglia Bisol come viticoltori nella zona, e si sottolinea il legame con il territorio attraverso l’indicazione di Valdobbiadene e la rappresentazione stilizzata di una ripida collina coltivata che ricorda il Cartizze.


Gianluca Bisol e Matteo Lunelli

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La nuova immagine coordinata ha inoltre un colore distintivo, il “verde Bisol”. Un tocco di verde che richiama il rigoglioso paesaggio coltivato a vite che contraddistingue da secoli queste colline. “Oggi celebriamo una tappa importante del nostro percorso – spiega Gianluca Bisol, Presidente della Bisol Desiderio & Figli – Da sempre utilizziamo il verde come tratto distintivo nelle nostre etichette per esprimere lo storico e intimo legame con Valdobbiadene. Oggi, con un tratto di verde ancor più vivo, confermiamo la volontà di diventare sempre di più ambasciatori di questo meraviglioso territorio. Una sfida lungimirante, che con il prezioso contributo della famiglia Lunelli, raggiungerà traguardi ancor più ambiziosi, perché per essere originali bisogna essere originari, e chi più di Bisol può essere originario nel mondo del Prosecco?”

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La linea Bisol è fatta solo di Prosecco Superiore DOCG e vuole raccontare la varietà del territorio di Valdobbiadene e sperimentare tutte le sfumature del Prosecco Superiore, perché ciascuna etichetta è espressione di un particolare terroir e di una specifica composizione del terreno. Una collezione fatta di eccellenza senza compromessi, che racconta il faticoso lavoro della terra, frutto di una viticoltura eroica. Proprio per valorizzare ed avere il massimo rispetto per l’identità del territorio, sono state create due nuove etichette della Denominazione Rive: il Relio Rive di Guia, che vuole essere il vertice della produzione della Casa e il Rive di Campea, espressione del più importante vigneto di proprietà.

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Accanto alla gamma Bisol è stata rivista anche la collezione Jeio. Se Bisol è il cognome, Jeio è il soprannome. Jeio era infatti il soprannome con cui Desiderio Bisol nel dopoguerra era affettuosamente chiamato dalla moglie. Se Bisol è l’anima legata a un saper fare, Jeio è l’espressione più fresca della marca, il volto contemporaneo, l’anima gioiosa del Prosecco che esprime la capacità di godere della qualità della vita, tipicamente italiana. Queste due collezioni sono due anime complementari della stessa marca che convivono e giocano l’una con l’altra.

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“È un progetto strategico per il Gruppo Lunelli ma vuole dare anche un contributo allo sviluppo del territorio” afferma Matteo Lunelli, Amministratore Delegato del Gruppo Lunelli e Vice Presidente di Bisol. “Il Prosecco in tutto il mondo continua a crescere a ritmi straordinari, ma sul mercato viene richiesta prevalentemente la categoria senza indicare la preferenza per uno specifico marchio. Siamo convinti che sia fondamentale sottolineare la differenza tra Prosecco e Prosecco Superiore e auspichiamo che si sviluppino marchi riconosciuti e riconoscibili dal consumatore, al fine di promuovere la qualità e valorizzare questo grande vino. Bisol vuole essere sempre di più protagonista del Prosecco Superiore di Valdobbiadene”.

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Milano (Aeroporto Malpensa e Linate), Roma (Aeroporto Fiumicino) e Madonna di Campiglio sono le città che ospitano gli scintillanti Wine Bar e Wine Star dei Ferrari Spazio Bollicine, luoghi magici per trascorrere momenti importanti tra luci e ottime bollicine, portando il marchio Ferrari in tutto il mondo. Un marchio che è sinonimo di garanzia da più di un secolo, di bollicine che ci rendono orgogliosi di essere italiani e di celebrare il Made in Italy.

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FERRARI F.lli Lunelli S.p.A. Trento, Italia, Via Ponte di Ravina 15 Email info@ferraritrento.it Orari: 9:00 – 18:00 dal lunedì al venerdì T. punto vendita +39 0461 972 361 | +39 0461 972 347 Email: visit@ferraritrento.it Orari: 9:00 – 13:00 14:00 – 18:00 dal lunedì al venerdì Orari: 10:00 – 17:00 sabato


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Vi raccontiamo

Marco Maggi,

la nuova promessa dell’Oltrepò Pavese Di Cristina Dinatale

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arco Maggi, titolare dell’Azienda Agricola Francesco Maggi, fondata dal nonno nel lontano 1940, e’ un giovane ragazzo di 38 anni, alto; molto alto. Un viso dall’espressione simpatica, gentile ed un sorriso rassicurante. Realista ed allo stesso tempo ottimista, aperto all’ascolto e propositivo. Il suo legame con il vino e’ caratterizzato da anni di esperienza nel settore; un legame profondo, viscerale, trasmesso di generazione in generazione. Anni di esperienza, di studio, dedizione, ricerca dell’annata migliore, di “segreti” tramandati di padre in figlio e che Marco vive da sempre, dalla nascita. Elementi di cui ha fatto tesoro e che lo hanno spinto a proseguire l’attività di famiglia.

Da questo febbraio 2018 Marco è stato eletto dai membri del consiglio di amministrazione presidente del Club del Buttafuoco Storico. E’ con affetto ed orgoglio che noi di MaBeDo abbiamo avuto il piacere di intervistare Marco Maggi: professionista, attento ricercatore, tradizionalista ed allo stesso tempo innovatore. Marco ci accompagna in un viaggio chiamato Oltrepo’ Pavese. Scopriamo panorami incantevoli fatti da dolci e morbide colline che conferiscono immediatamente un senso di pace agli occhi che osservano. La vegetazione è ricca, colorata, viva. Filari di vite, infinite distese di vigneti caratterizzano questa splendida zona suggestiva in ogni stagione: misteriosa e malinconica in inverno con le sue gelate e le sue palpabili nebbie, vivace, luminosa, frizzante, florida nei mesi più caldi e irrimediabilmente romantica in autunno con i suoi colori caldi; sfumature di rossi, gialli, arancioni… una vera bomboniera a pochi chilometri dal grigiore frenetico della città coi suoi rumori metallici, i suoi clacson, il suo “tram tram” quotidiano, una bomboniera ancora poco conosciuta dal turismo. “Intendiamo far conoscere il territorio che vi ho raccontato attraverso un vino che lo rappresenti e che consenta all’Oltrepo di farsi conoscere dal turismo, non solo locale! Credo fermamente in questa possibilita’ e sono sicuro che accadrà, magari ci vorrà qualche anno, ma accadrà!” ci svela Marco con un sorriso ottimista sulle labbra che contraccambiamo con condivisa speranza.

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Come detto poc’anzi, l’Azienda Maggi Francesco nasce a Montescano nel lontano 1940, in un periodo storico difficile caratterizzato da contrasti e povertà. Solo 3 ettari di terreno e tanta volontà, voglia di rivalsa, di crescita e creatività. Arrivano gli anni ‘70, anni di rivalsa, di innovazione; un vento di novità anche per l’azienda Maggi che si trasferisce a Canneto Pavese, centro del magnifico territorio dell’Oltrepò, conosciuto per le uve ed i vini di grande prestigio. Da sempre l’azienda esalta la tradizione, la cultura ed il sapore delle sue colline. Oggi, dopo tanti anni di duro e costante lavoro, di sviluppo e di positività, l’Azienda, gestita da Marco Maggi, copre 26 ettari vitati divisi tra i comuni di Canneto Pavese, Montescano, Castana e Montù Beccaria. Terre conosciute per i suoi grandi vini a Denominazione di Origine Controllata come il Buttafuoco, il Sangue di Giuda, la Bonarda, la Barbera, il Pinot Nero, il Pinot Chardonnay, il Riesling, il Moscato e per finire il superbo “Buttafuoco Storico”. La mission aziendale è quella di produrre vini di alta qualità; per tale ragione, ancora oggi, la raccolta delle uve viene fatta rigorosamente a mano per mantenere intatta la buccia fino alla pigiatura a temperatura controllata in cantina e la potatura, operazione fondamentale per la produzione di vini importanti, viene affidata esclusivamente all’esperienza di poche persone. Vi consigliamo una degustazione in cantina, siamo sicuri che tornerete a casa con il bagagliaio pieno di ottime bottiglie di vino!

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Azienda Agrciola Maggi Francesco

Via Costiolo, 87, 27044 Canneto Pavese (PV) Tel. 0385 60233 www.maggifrancesco.it


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Sport Hotel Prodongo

Un luogo magico, tra sport e natura Di Silvia Brigada

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ra le alte colline dell’area di Brallo di Pregola, in località Podrongo, sorge un luogo ameno e unico, un hotel dove accoglienza e disponibilità sono al centro della gestione della famiglia Tornari. La bella struttura dalla facciata in pietra locale vi accoglierà e vi assicurerà un soggiorno veramente piacevole ed unico.

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Gli ospiti si potranno riposare nelle eleganti camere (Delux Matrimoniale e Junior Suite) arredate in maniera esclusiva, nel rispetto della tradizione, con l’utilizzo di materiali naturali e in cui ogni particolare è curato con amore.

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La struttura offre anche un meraviglioso Ristorante con vista sulle verdi colline. Le prelibatezze regionali propongono sempre specialità tipiche dell’Alta valle Staffora e piatti tipici della cucina italiana.


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Ciliegina sulla torta dello Sport Hotel Podrongo è la bellissima spa con la sua impagabile sauna con vista sulle colline dell’Alto Oltrepò Pavese. Questo è il luogo ideale per allontanare da lo stress quotidiano ed immergetevi nel silenzio, dove regnano armonia ed equilibrio. Hotel Prodongo Vital: un tesoro di rilassamento e refrigerio. L’oasi benessere e silenzio, la sauna finlandese con vista panoramica, il bagno a vapore turco, l’area relax con vista panoramica, l’idromassaggio all’aperto immerso in un manto di neve in inverno e in un bel prato verde in estate sarà certamente fonte di armonia e relax. Bellezza, armonia, acqua, forza vitale, equilibrio interiore, natura ed alimentazione sono i sette pilastri del benessere e della filosofia wellness su cui si basa Hotel Prodongo Vital. Una vacanza all’insegna del wellness del tutto particolare, nel cuore di questa bellissima valle incantata, circondati dall’ incantevole Monte Lesima: questa sarà l’occasione per rilassare corpo e mente, staccare la spina, rigenerarvi e riposarvi.

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Lo Sport Hotel Podrongo vi accoglierà e vi proporrà attività per tutte le stagioni. In estate, i Piani del Lesima e dintorni, vi stupiranno per la gran varietà di escursioni che, dalla semplice e comoda passeggiata, alle escursioni in alta quota con panorama mozzafiato, nelle splendide Val Trebbia e Val Staffora. Poi godetevi uno splendido panorama, mentre vi riposate nella bellissima piscina all’aperto dell’hotel. Sono possibili anche escursioni in bici, mountain bike, parapendio. E ancora, tennis, equitazione, nuoto, fitness.

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Per gli amanti della storia, sappiate che il Monte Lesima è stato luogo di scontri per alcuni popoli ed eserciti storici, tra i quali il famoso comandante Annibale, quando ridiscese l’Italia con gli elefanti. Alcune leggende, con numerosi fondamenti di verità, raccontano che il nome del monte derivi da una ferita alla mano (mano lesa - lesima) procuratasi dallo stesso Annibale. In inverno la posizione privilegiata dello Sport Hotel Podrongo vi permetterà di godere pienamente della montagna, mediante gite guidate in motoslitta, avrete la possibilità di praticare risalite in stile alpino con ciaspole e pelli di foca. Ad attendervi anche piste per lo sci di fondo e noleggio attrezzatura. E’ possibile effettuare escursioni sulla vetta della Monte Lesima, l’arrampicata, lo scii fuoripista, lo freeride, lo scii di fondo, passeggiate con le racchette da neve.

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SPORT HOTEL PRODONGO Loc. Prodongo, 27050 Brallo di Pregola (PV) Te l:0383 500555 info@hotelprodongo.com – www.hotelprodongo.com

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Scollinando nelle vigne del

Buttafuoco Storico 2018

Testo Cristina Dinatale Foto Sara Giammona

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omenica 20 maggio ha avuto luogo la tanto attesa manifestazione “Scollinando 2018”

La partenza è stata prevista per le ore 9:00 a Canneto Pavese, in piazzetta del Buttafuoco Storico, Frazione Vigalone 106. Una camminata distensiva tra le colline dell'Oltrepò Pavese, 10 i chilometri da percorrere, 5 tappe dove poter degustare i vini delle cantine del Club del Buttafuoco Storico e gustose pietanze locali. Ai partecipanti, divisi in gruppi, sono stati assegnati cappellini di diversi colori ed un bicchiere a calice con tasca per le degustazioni. Ad ogni gruppo poi è stato assegnato un capogruppo la cui funzione è stata quella di guida agronomica, storica ed ambientale.

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La prima tappa e’ stata organizzata presso l’azienda di Francesco Maggi dove abbiamo incontrato l’attuale presidente del Club del Buttafuoco Storico Marco Maggi e dove gli ospiti hanno degustato una gustosissima focaccia artigianale con pancetta abbinata a Buttafuoco Storico delle aziende: Quaquarini Francesco, Tenuta La costa, Fiamberti Giulio, Maggi Francesco, Calvi Davide; a disposizione uno Spumante Metodo Martinotti extra-dry. La seconda tappa che si e’ tenuta presso l’azienda Vigna Cà d’Agosto di Rebasti dove sono stati proposti Mini-Spiedini del “Filzettone” accompagnati da pane artigianale abbinati a Buttafuoco Storico delle aziende: Giorgi Franco, Colombo Carla, Diana, Riccardi Luigi, Poggio Rebasti; a disposizione un Riesling.

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La terza sosta prevista per l’ora di pranzo, ha avuto luogo presso il Parco di Castana: ottimi i Pisarei e Fasò ed il Salame Cotto di Daturi, abbinati a tutti i Buttafuoco Storico. Intrattenimento musicale per la quarta tappa: “musica delle 3 valli” e le squisite Offelle di Parona, Sangue di Giuda della Cantina Scuropasso ed i Buttafuoco Storico delle aziende: Colombi Francesco, Giorgi F.lli, Piovani Massimo. Per l’ultima tappa, a conclusione di questo splendido tour tra le vigne un ottimo Chinato. Una splendida giornata di sole trascorsa tra divertimento, relax; un momento gioviale e conviviale tra ottimi vini e tipiche prelibatezze locali. Uno “Scollinando” che non vediamo l’ora di ripetere il prossimo anno!

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Grande

Festa in cantina all'azienda

La Piotta Testo Cristina Dinatale Foto Sara Giammona

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rande “Festa in cantina” questa domenica 20 maggio alla “cantina La Piotta” situata nel cuore dell’Oltrepò, a Montalto Pavese, in un’area particolarmente vocata alla produzione di vini e spumanti di pregio. “La Piotta” è stata fondata nel 1985 da nonno Luigi, seguendo le orme della famiglia Padroggi dedita da generazioni al mondo vitivinicolo. Sono quindici gli ettari di superficie aziendale interamente vitati, per una produzione annua di circa 70.000 bottiglie. Oggi l’azienda e’ gestita da Luigi Padroggi, dalla moglie e dai figli Enrico e Luca che abbiamo avuto il piacere di incontrare durante questa splendida festa che ha richiamato numerosi visitatori che vi hanno partecipato.

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La giornata è stata caratterizzata da un gustosissimo menu’ abbinato ai vini biologici “La Piotta” e per tutta la giornata sono state organizzate visite guidate in cantina e tra i vigneti questo con lo scopo di far conoscere agli utenti la realtà aziendale, dei vigneti e del territorio sia da un punto di vista enologico che ambientale. Noi di MaBeDo abbiamo avuto il piacere di essere stati invitati dall’amico Luca Padroggi a partecipare a questa magnifica “Festa in cantina”. Per pranzo abbiamo ottimi piatti tra cui:

assaporato

Culatello di Zibello con pane casereccio al Bonarda, bis di risotti “ubriachi” allo spumante ed al bonarda e salsiccia, una squisita grigliata a base di salamelle, costine e patatine fritte; il tutto accompagnato dai vini biologici dell’azienda che

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Cantine aperte emotion 2018

Tramonto diVino alla Tenuta Quvestra Testo Cristina Dinatale Foto Sara Giammona

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abato 26 maggio presso la Tenuta Quvestra, si e’ tenuto un evento suggestivo dal nome sacro e profano: Tramonto diVino! Organizzato da una giovane e splendida coppia, Miriam e Simone, Tramonto diVino ha richiamato a sé numerosi ospiti. Una passeggiata tra i vigneti al calar del sole con degustazione itinerante. L’evento è iniziato con una visita guidata in cantina dove Simone ha saputo incuriosire e coinvolgere tutti gli ospiti che hanno partecipato con entusiasmo.

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Con il bicchiere al collo gentilmente offerto dalla Quvestra siamo stati condotti in barricaia. Siete mai stati in una barricaia? È un luogo sempre suggestivo dove si viene pervasi da profumi lignei e mosto, dove la luce soffusa e l’ambiente caldo intensificano l’esperienza misteriosa che aleggia attorno alla produzione di buon vino. Qui, guidati da Simone abbiamo goduto della prima degustazione, una bollicina fine fresca disseta i nostri palati e ci fa desiderare la prossima degustazione.

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Il tour prosegue tra le vigne della Tenuta Quvestra che Simone e Miriam curano personalmente; arrivati in cima alla collina principale della Tenuta, circondati da un panorama strepitoso consumiamo la seconda degustazione e poi via verso la terza e quarta degustazione accompagnata da salumi, formaggi e lievitati realizzati da Miriam e Simone! Un tramonto splendido in un’azienda strepitosa gestita con passione e professionalità! Un tramonto che non vediamo l’ora di vedere ancora!


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Cantine aperte 2018

Torti Wines Testo Cristina Dinatale Foto Sara Giammona

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Sabato 26 e questa domenica 27 maggio si e’ tenuta CANTINE APERTE l’appuntamento più amato del Movimento Turismo del Vino, da Nord a Sud dello Stivale. Cantine aperte nasce con l’idea di avvicinare gli appassionati di vino ai produttori e dal 1993, l’ultima domenica di maggio, le cantine socie del Movimento Turismo del Vino aprono le loro porte al pubblico, favorendo un contatto diretto con il pubblico richiamando di anno in anno sempre più turisti ed enoappassionati. Un evento imperdibile durante il quale potrete visitare le cantine delle aziende, degustare vini e prodotti tipici, ascoltare la storia del vino, scoprire i passaggi ed i segreti che rendono un vino unico; potrete vedere e respirare la magica e suggestiva atmosfera che le botti in legno di barrique, i mattoni a vista, le vigne conferiscono. Potrete vivere un’esperienza unica per giovani, comitive, coppie, famiglie… per tutti i curiosi, gli enocuriosi! Cantine Aperte ha riscosso nel tempo un successo crescente, anche grazie ad una maggiore consapevolezza dei produttori, che hanno visto svilupparsi potenzialità di accoglienza inattese. Per quest’anno, il nostro appuntamento con Cantine aperte ha fatto tappa all’azienda Torti ed all’azienda Travaglino.

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Arriviamo all’Azienda “Torti l’eleganza del vino” dove, ci permettiamo di dire, prima del vino troviamo l’eleganza della famiglia Torti: Dino, la moglie Giusy e le figlie Laura e Patrizia che ci accolgono con grande entusiasmo e spirito di ospitalità. La location e’ meravigliosa, solare come i sorrisi di questa famiglia, il cibo offerto è ottimo e sposa alla perfezione i vini Torti in degustazione. Laura, Giusy e Dino in questa giornata si sono occupati dell’accoglienza, Patrizia delle visite guidate in cantina, mostrando le incantevoli botti e spiegando con professionalità ogni passaggio necessario per ottenere gli ottimi vini aziendali.

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Numerose le persone presenti, musica dal vivo, convivialità , allegria ed un piacere per noi essere stati ospitati all’azienda Torti dove abbiamo trascorso ore gioiose assaporando salumi, formaggi ed ottimi calici di vino!

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Cantine aperte 2018

Travaglino Testo Cristina Dinatale Foto Sara Giammona

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rima di rientrare, facciamo un’ultima tappa all’azienda Travaglino presente sul territorio dal 1868 dove veniamo accolti dall’amica Cristina Cerri che ci accoglie con quattro calici di ottimo vino che degustiamo nell’aia di questa splendida location dove si respira profumo di storia. Una bellissima giornata tra le vigne, una splendida edizione di cantine aperte!

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SARAJEVO Viaggio nella storia contemporanea di Titti Migliavacca

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a Bosnia - Erzegovina è un Paese della penisola balcanica nel sud-est dell’Europa.

Nella campagna si trovano paesini medievali, fiumi e laghi, oltre alle impervie Alpi Dinariche. Nella capitale Sarajevo, il quartiere storico Baščaršija è ben conservato, con edifici distintivi come la moschea Gazi Husrev-bey del XVI secolo. Sul Ponte Latino, di epoca ottomana, è avvenuto l’assassinio dell’Arciduca Francesco Ferdinando, che, insieme a un particolare assetto politico-economicogeografico dell’Europa, ha scatenato la prima guerra mondiale.

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Da sempre linea di demarcazione tra l’Est e l’Ovest del Continente, luogo in cui l’Impero Romano d’Occidente, la Serenissima Repubblica di Venezia, l’Impero Austro Ungarico,contrapposto a quello Bizantino e Ottomano hanno portato le loro culture, abitudini, tradizioni e religioni. Chiese cattoliche e ortodosse, moschee e sinagoghe condividono spesso la stessa piazza. La città è il frutto della lotta secolare contro forze esterne con la capacità di mixarle, farle proprie e assimilarle. La collocazione geografica della città, ne fa una capitale unica, circondata dalle montagne che le fanno da corona e allungata tra di esse, attraversata dal fiume Miljacka e dotata di centro storico unico.

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Oggi Sarajevo è una città giovane, vivace, moderna che ce la mette tutta a recuperare il tempo perduto. Ma … la storia della città inizia molto lontano. L’area infatti è stata continuamente abitata dall’Età della Pietra ed una città romana dal probabile nome di Aquae Sulphurae lì sorgeva nell’antichità. Si trattava tuttavia di un insieme di piccoli villaggi raggruppati intorno ad una fortezza per il mercato. La fortezza si chiamava Vrhbosna. L’idea di riunire i villaggi in una città che sarebbe divenuta capitale venne al governatore ottomano in Bosnia nel 1461. Isa Beg Isakovic fece costruire una Moschea, il Palazzo del Governatore chiamato Saray, da cui deriva il nome della città, Bagni Pubblici e un caravanserraglio. La città iniziò a crescere dopo il XVI secolo quando il suo maggior costruttore realizzò la gran parte di ciò che oggi compone il centro storico Dal 1878 la Bosnia fu occupata dall’Impero austro-ungarico che la volle a somiglianza di una moderna città europea. Allo scopo un esercito si architetti invasero la città costruendo la parte verso il fiume in stile austriaco. Nel 1914 Sarajevo divenne teatro dell’uccisione dell’erede al trono Imperiale Austro Ungarico. L’arciduca Francesco Ferdinando insieme alla moglie Sofia fu assassinato dall’anarchico Gavrilo Princip durante la sua visita ufficiale della città. Molti storici fanno risalire l’origine dello scoppio della 1° guerra mondiale a questo increscioso episodio, anche se le ragioni vere erano ben più profonde e da ricercarsi nell’evoluzione che avevano avuto i vari Stati Europei Russia in testa. Dopo la seconda guerra mondiale Sarajevo divenne un importante centro commerciale ed industriale della Jugoslavia crescendo molto rapidamente e continuando quel clima di assoluta tolleranza ed accettazione per qualsiasi fede religiosa. Il massimo splendore venne raggiunto all’inizio degli anni 80 del secolo scorso quando Sarajevo divenne città ospitante dei giochi olimpici invernali.

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Dopo la caduta del muro di Berlino e il conseguente smembramento della confederazione Jugoslava iniziò per Sarajevo e la Bosnia tutta, il periodo più nero della sua storia. Il 6 aprile 1992 la città venne assediata dall’esercito serbo, l’assedio durò fino alla fine del 1995, e portò distruzione, morte, povertà … TUNNEL DELLA SALVEZZA Tutti sanno che esiste, anche se non si trova sulle guide turistiche e nemmeno sulla piantina della città! È il Tunnel che collegava le due parti libere della città: DOBRINJA e BUTMIR. Il tunnel anche chiamato della salvezza, era diventato una necessità impellente per la gente comune, che doveva in qualche modo sopravvivere all’atrocità di un assedio senza fine. L’inverno era freddissimo, i viveri e l’acqua scarseggiavano, mancavano medicine e ogni bene di prima necessità. Scavato da 200 volontari in condizioni da medioevo e senza mezzi, ha aiutato i cittadini a sopravvivere alle barbarità di una guerra senza senso che più che altro ha distrutto migliaia di vite. Si entrava, e si entra, nel tunnel passando dalla casa della famiglia KOLAR situata vicino all’aeroporto

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MUSEO DELLA GUERRA Volutamente lasciato “diroccato” come a ricordare a tutti gli orrori che i conflitti producono, non tanto ai politici e ai signori della guerra, ma ai comuni cittadini i quali altro non chiedono che di vivere serenamente. L’edificio in stile socialista anni ’70 anche all’interno non è meglio, in alcuni punti quando piove, l’acqua si infiltra creando rigagnoli che bagnano muro e pavimento. Ma i visitatori non se ne curano, intenti come sono a voler vedere e capire testimonianze. Non è un museo di guerra in generale, ma il museo della guerra 1992-1995

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LE ROSE DI SARAJEVO Camminando lungo le vie o sulle piazze della città capita di imbattersi in macchie rossastre dalla vaga sembianza di una rosa: sono le cosiddette “ rose di Sarajevo”. Si trovano vicino al mercato, ai luoghi di culto nel punto esatto dove una granata lanciata aveva ferito e lacerato una o più vite scoppiandogli sotto il naso. Alla fine del conflitto giusto in quel punto è stata VIALE DEI CECCHINI Ulica Zmaja od Bosne , la via che collega la città all’aeroporto divenne tristemente famosa per la presenza durante il lunghissimo assedio di Sarajevo, di “cecchini” tiratori scelti che, appostati sui tetti dei grattacieli e sulle montagne circostanti la città abbattevano chiunque passasse di là.

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BASCARSIJA Bascarsija è il centro storico e culturale della città, quello sorto nel XV secolo quando Sarajevo fu fondata. Il quartiere, distrutto durante la guerra, è stato completamente ricostruito ed è diventato luogo di attrazione turistica con le sue botteghe artigianali, i suoi numerosi locali e caffè dove, soltanto sedersi , gustare una bevanda calda o fredda e vedere la vita scorrere davanti a sé è già divertimento. Il quartiere ospita la moschea dell’imperatore.

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MOSCHEA DELL’IMPERATORE È la moschea più grande e antica di Sarajevo, costruita nel periodo di dominazione ottomana nei Balcani. Iniziata e finanziata da Isa Beg Isakovic fu in seguito finanziata e terminata da Solimano il Mgnifico.. il minareto è a pianta ottagonale ed è considerato tra i più belli dei Balcani. Nel sepolcreto si dice sia conservata la tomba di Isa Beg. Il porticato è costituito da archi sormontati da cupole.

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MERCATO Il mercato coperto di Sarajevo è tristemente famoso per “la strage del mercato” nella quale 68 persone persero la vita e 140 rimasero ferite, è ora un luogo di ricordi e di memorie, ma anche un posto dove fare acquisti di genere alimentare e non. CATTEDRALI: CATTOLICA. ORTODOSSA E SINAGOGA In città hanno sempre convissuto tutte le confessioni: cattolica, ortodossa, ebraica e musulmana, lo dimostra ancora oggi la vicinanza delle varie cattedrali e chiese che spesso sono situate una accanto all’altra o nella medesima piazza.

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PONTE LATINO E BIBLIOTECA NAZIONALE Ai piedi di questo ponte nel 1914 avvenne l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando e di sua moglie Sofia per mano di Gavrilo Princip. L’avvenimento avrebbe in qualche modo cambiato il destino dell’Europa segnando di fatto lo scoppio della prima guerra mondiale. Ufficialmente inaugurata nell’aprile 1896 e utilizzata come municipio fino al 1949 quando vi fu trasferita la Biblioteca Nazionale e Universitaria. Nel 1992, durante l’assedio di Sarajevo il palazzo fu barbaramente attaccata dalle bombe incendiarie e dalle cannonate dell’esercito serbo, nell’intento di distruggere l’identità culturale della popolazione. Bruciò per ore e non fu possibile domare l’incendio che distrusse gran parte dell’edificio e la maggior parte dei volumi. È stata ricostruita e riaperta al pubblico nel 2014.

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PIATTI TIPICI La base della cucina bosniaca è di origine turca, ricca di carni e stufati di verdura. Un piatto tipico è il Cevapi consistente in rotoli di carne serviti in pane tipo pita con cipolle e formaggio. Va gustato molto caldo per assaporarne tutta la fragranza. Bevanda tipica è la birra , ma anche… vino e ottima grappa.

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RALLY 4 REGIONI “Historic Classic” di Piero Ventura

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ella prima decade dello scorso mese di maggio, le strade dell’Oltrepo sono state teatro di uno splendido spettacolo a quattro ruote che ci ha riportati indietro nel tempo, a quando le regine dei rally si chiamavano Lancia Stratos, Porsche 911, Fiat 124 Abarth, Lancia Fulvia, Alpine Reanault, Fiat 125, Ford Escort, Opel Manta e Kadett,, fino alle rivoluzionarie Lania Rally 037…... e il pubblico di allora sentiva nelle valli il rombo inconfondibile dei loro motori, amplificati dall’eco, sempre più vicini e forti, seguiti dai fari che accendevano la notte e i brividi gli correvano lungo il corpo. Erano i rally della musica: si poteva sentire il canto del quattro cilindri Abarth che spingeva sia le Fiat 124 che le Fiat 131; l’urlo sguaiato del sei cilindri Ferrari che muoveva la fantastica Lancia Stratos dalla notevole potenza, il sommesso borbottio del sei cilindri di Stoccarda che era il cuore pulsante delle Porsche, in mezzo ai quali non stonava il sibilo del Fiat che muoveva le piccole e velocissime 127 preparate a Rivalta da Piero Lavazza. Ma i rally dell’epoca erano soprattutto lunghe gite dal sapore zingaresco, passate dagli appassionati e dagli uomini delle assistenze nel rincorrere i piloti da una prova speciale all’altra, (allora non esistevano Parchi Assistenza, tanto meno, Motorhome) in zone fuori mano, con l’unico ausilio di una cartina spesso imprecisa che ti faceva attraversare posti fantastici, dove, se non fosse stato per la corsa, mai nessuno sarebbe andato. Luoghi in cui, rallysti, pubblico e uomini delle assistenze sarebbero poi tornati con le famiglie, con le fidanzate, dando così il via al progresso in quei territori.

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Un evento, il rally 4 Regioni Historic 2018, che ci ha fatto rivivere gli anni in cui lo spettacolo notturno per il pubblico (si correva prevalentemente di notte, proprio come la prima tappa di quest’anno) era fatto di staccate esasperate, curve in derapata, accelerate rabbiose… e all’interno degli abitacoli, illuminati dalla luce fioca della lampadina del navigatore, due figure che sembravano folletti. Il pilota con le mani sul volante eseguire movimenti veloci come un giocoliere, il navigatore a fianco con lo sguardo fisso verso il basso sul quaderno delle note ad indicare curve e rettilinei; era il Rally 4 Regioni, creatura dell’indimenticato Siropietro Quaroni. Allora l’atmosfera diventava magica. Erano gli anni ’70 e per gli appassionati, la fantasia diventava realtà.

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A distanza di tanti anni, l’Aci Pavia, in collaborazione con la transalpina YL di Yves Loubet, ha riproposto quella manifestazione rimasta nel cuore degli appassionati. Un evento che ha riacceso l’entusiasmo dei piloti di allora e l’interesse di quelli di oggi, che non hanno perso tempo, rimettendosi in gioco per una sfida d’antan. Il Rally 4 Regioni Historic 2018 é stato un rally in piena regola, di levatura internazionale (unico in Italia, per chilometraggio e durezza), che appunto, per la sua unicità, ha richiamato a Salice Terme rallysti di svariate nazioni tra cui ricordiamo: Francia, Svizzera, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Inghilterra, Irlanda, Portogallo, Argentina e Qatar quest’ultimo rappresentato addirittura dal principe Abdullah Al Thani, esperto dei dei rally-raid, i quali si sono confrontati con i migliori specialisti italiani. Questo perché i rally sono fatti di persone vere che amano guidare o tifare, persone che si incontrano, diventano amici e si divertono. Niente litigi, guerre tra due, tre, quattro clan.

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Ai rally, tutti tifano per tutti. Si riconosce la bravura di alcuni, pur non denigrando le debolezze di altri. I rally sono fatti da gente coraggiosa, portatrice di buon umore che riversa sul proprio pubblico, il quale non si spaventa di stare ore e ore con i piedi nel fango, i vestiti bagnati e il vento che ti taglia il volto pur di applaudire i suoi beniamini ...


Luisa Zumelli e Paola Valmassoi al Rally 4 Regioni 2017

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Dando una sguardo alla cronaca, la vittoria dei vogheresi Matteo e Claudia Musti con la loro Porsche 911 RS, approntata dalla Ova Corse, la struttura a cui fa capo il padre Filippo, al Rally 4 Regioni Historic 2018, é giunta quando la gara sembrava ormai saldamente nelle mani del lariano Enrico Melli affiancato sulla Porsche 911 dal pavese Matteo Nobili, costretti al ritiro dopo 4 giorni di gara dominati dall’inizio fino in vista del traguardo. Il secondo gradino del podio é andato al monegasco Pierre-Manuel Jenot, terzo assoluto e primo di classe lo scorso anno, con al suo fianco sulla Ford Escort Mk2, l’ormai collaudato “Slo” Milo. Jenot, pilota molto veloce sull’asfalto, ma anche sui fondi sconnessi, come quelli della gara pavese. Meritatissimo terzo gradino del podio per gli stradellini Claudio Covini e Andrea Brega con la stupenda Lancia rally 037. Una vettura che ha dato inizio negli anni ‘80 all’epopea dei Gruppi B. Il Rally 4 Regioni Historic racchiudeva in se anche il rally 4 Regioni storico nazionale, gara basata su due giornate di gara, in cui la vittoria é andata ad Alessandro Ghezzi e Agostino Benenti con la Porsche 911 RS by Ova Corse al termine di una gara iniziata in salita con uno stop forzato sul prologo d’apertura: la prova speciale di “Cecima” in notturna. Senza perderci in meandri regolamentari, diciamo semplicemente che le normative federali prevedono la riammissione in gara con attribuzione di penalità. Ghezzi-Benenti, gravati della penalità prevista, sono ripartiti a spron battuto il giorno dopo e vincendo 5 prove speciali sulle 6 in programma andando a vincere meritatamente con 12”8 su Mariotti-Sanesi, bravi con L’Alfa Romeo GT Turbodelta e con 1’02”0 su Bertinotti-Rondi (Opel Manta GT/E). Da sottolineare lo spettacolo offerto dai numerosi “traversi” di Mombelli-Leoncini su Ford Escort MKI, noni assoluti e primi di classe. In coda ai due rally, la WHRS – Sport, nella prima la vittoria é andata ai francesi Van Hecke-Sgubbi con la piccola Autobianchi A112 Abarth, nella regolarità sport nazionale, la vittoria é andata a Gemme-Bisio con l’Alfa Rpmeo Alfetta Gt. In chiusura, degna di nota la prestazioni delle tre “amazzoni del volante in Gara: Luisa Zumelli, Isabella Bignardi e Catherine Desbrueres, rispettivamente decima, tredicesima e diciassettesima nella classifica generale assoluta.

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Pubbliredazionale N°39 Giugno 2018 Realizzato da MaBeDo S.r.l. Responsabile: Filippo Quaglini Direttore Editoriale: Filippo Quaglini Grafica: Sara Giammona Redattori: Silvia Brigada, Cristina Dinatale, Titti Migliavacca, Piero Ventura Web Manager: Sara Giammona Web Hosting: Zeus Telematica Tutti i diritti riservati, la riproduzione totale o parziale è vietata in qualsiasi forma.


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