MaBeDo Magazine n°31 - Luglio 2017

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MaBeDo MAGAZINE n°31

Magazine

PERSONAGGIO Gianmario Viola, imprenditore del benessere

WINE Giorgi Wines CITTÁ D’ARTE Ferrara

ITINERARI PER VIAGGIATORI Alla scoperta della Valle Versa in Oltrepò Pavese

MONDO DEI MOTORI Rally 4 Regioni


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MaBeDo EDITORIALE

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ari Lettori di Mabedo Magazine,

siamo a Luglio: avete già pensato alla meta ideale per le vostre vacanze? In questo numero vi proponiamo tante novità e idee per un’estate davvero spumeggiante!

Che ve ne pare di un un viaggio verso un bella Città d’arte come Ferrara o un giro sulle colline dell’Oltrepò? Mabedo Magazine vi consiglia un weekend nell’Alto Oltrepò, scoprendo Romagnese, Zavattarello e Valverde e proseguono gli itinerari per viaggiatori questa volta in Valle Versa,terra ricca di storia, vino e buon cibo. Oltrepassiamo i confini grazie alla rubrica dedicata ai viaggi: Granada e la seconda parte dedicata a New York. Il personaggio di questo mese è Gianmario Viola, un uomo che ha saputo guardare lontano, intelligentemente, e che ha saputo raccogliere le sfide per crescere e migliorare. Tra le eccellenze del nostro paese e del nostro territorio scopriamo gli ottimi vini dell’Azienda Giorgi Wines di Canneto Pavese (PV). Come sempre non mancano eventi raccontati per voi: il resoconto del grande successo dell’Esate in Castello Visconteo di Pavia che ha visto protagonisti il gruppo Le Luci della Centrale Elettrica, Paola Turci e il comico Andrea Pucci; l’edizione 2017 del Convivium di Golferenzo. Tutto questo e molto altro su questo nuovo numero di Luglio... Mabedo Magazine sempre con voi sulla strada dell’eccellenza. Continuate a seguirci, sapremo ancora stupirvi.

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MaBeDo SOMMARIO

IN COPERTINA: Gianmario Viola

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6 PERSONAGGIO Gianmario Viola, imprenditore del benessere

WINE Giorgi Wines

CITTÀ D’ARTE Ferrara, la città delle biciclette

WEEKEND

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Weekend enoscursionistico in Alto Oltrepò

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ITINERARI PER VIAGGIATORI Val Versa

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EVENTI Estate in Castello Convivium 2017 - Golferenzo VIAGGI

New York, seconda parte. Granada

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MOTORI Rally 4 Regioni,

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Gianmario Viola,

imprenditore per il benessere

Stefano Bressani Il Sarto dell’Arte - Foto di Stefano Giorgi

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a sempre ci interessiamo delle eccellenze del nostro Paese, delle sue irraggiungibili bellezze e di chi ha saputo rappresentare l’Italia con fierezza e talento. Per la nostra rubrica il personaggio di questo numero è un uomo che ha saputo guardare lontano, intelligentemente, e che ha saputo raccogliere le sfide per crescere e migliorare. Stiamo parlando di Gianmario Viola, imprenditore di successo del nostro territorio e pioniere dell’agricoltura biologica fin dal 1993. Noi di Mabedo lo abbiamo incontrato e proveremo a raccontarvelo. Gianmario Viola è un uomo davvero carismatico, dall’energia contagiosa e dal grande entusiasmo. Non c’è la minima traccia di presunzione quando racconta la sua avventura imprenditoriale e di come ha cominciato quasi trenta anni fa a sviluppare l’idea di un agricoltura biologica e sostenibile. Un vero pioniere, dicevamo, che ha saputo creare un’azienda dinamica e all’avanguardia, con grande attenzione all’ambiente e alla soddisfazione dei dipendenti. Dai primi campi a Lungavilla, dove si trova la casa di famiglia, Gianmario Viola ha saputo espandersi e divenire un punto di riferimento mondiale e un orgoglio nazionale, ma senza perdere l’entusiasmo iniziale. Ha gli occhi che brillano quando ci mostra i suoi campi e le moderne attrezzature per la coltivazione, quasi la passione di un bambino che ci mostra orgoglioso i suoi regali.

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d è davvero sorprendente osservare le sue coltivazioni di riso in Oltrepò, quasi da non credere, e le numerose colture di soia, grano, ceci e molti altri cereali e leguminose. Tutti ottenuti da agricoltura biologica, senza l’utilizzo di diserbanti ma affidandosi a metodi naturali per preservare il terreno e migliorarne la fertilità, come ad esempio la rotazione delle colture e altri sistemi di agricoltura simbiotica. Uno di questi, ad esempio, è la coltivazione del khorasan che funge da tutore alle lenticchie (pianta leguminosa rampicante) le quali cedono azoto in cambio al terreno arricchendolo notevolmente. E poi una grandissima attenzione nell’utilizzo di macchinari all’avanguardia, scelti con cura, per un’agricoltura di precisione come ad esempio impianti satellitari installati sui trattori per facilitare e migliorare il lavoro dei suoi dipendenti. Molti gli sforzi in questa direzione, ma tutti ripagati.

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otevolissimo anche l’impianto di produzione situato a Pancarana, dove si stagliano alti 14 metri numerosi silos d’acciaio per stipare i prodotti. Qui due dei dipendenti di Gianmario, rispettivamente Nicola e Gabriele, ci spiegano con passione e precisione il funzionamento dell’impianto e dei macchinari di altissima tecnologia. E poi ancora a Lungavilla dove è presente un altro stabilimento di produzione e altri terreni, conosciamo Damiano e Cristian che si occupano di alcuni terreni dove è presente un sistema idrico all’avanguardia che prevede un’irrigazione sotterranea, per capillarità, che permette non solo di mantenere il terreno umido e soffice, ma anche di risparmiare risorse. Un’ azienda che rispecchia l’idea del suo fondatore Gianmario Viola, uomo dalla grande passione per il lavoro, ma anche per i motori. Passione, quest’ultima, ereditata dallo zio Giovanni che gli deriva come un entusiasmo giovanile, non tanto per la velocità, quanto per il ruggire dei motori, per l’idea dell’incontro, dello scambio e della condivisone.

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na grande eccellenza di cui sentirete ancora a lungo parlare, un imprenditore che si è fatto portabandiera del Bio e anche del nostro territorio nel mondo. Noi di Mabedo, sempre al vostro fianco sulla strada dell’eccellenza, siamo stati felici di incontrarlo e raccontarlo un po’ per voi..

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Gianmario Viola s.r.l. S.P. 99 n° 1 27050 – Pancarana (Pavia) Tel: 0383 362948

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Giorgi Wines

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ulla è lasciato al caso, tutto l’impegno della famiglia profuso da cento quarantasette anni per la realizzazione dei migliori vini dell’Oltrepo’.

Dalla vigna al marketing, dalla qualità dell’uva all’immagine più impeccabile, nel rispetto dell’ambiente e della tradizione. Di REMO PÀNTANO

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n’Azienda che può considerare il portabandiera dell’Oltrepò Pavese. La famiglia al centro della realtà produttiva aziendale, un inscindibile legame con il proprio territorio ma con lo sguardo sempre rivolto al mercato, da quello nazionale ai paesi più lontani, in tutto il mondo. Grande l’attenzione per il rinnovamento tecnologico sempre al passo con i tempi. Con la realizzazione della seconda cantina, negli anni settanta, parte il forte impulso al rinnovamento e all’affermazione dell’Azienda Giorgi che proseguirà con l’inaugurazione della terza cantina a Camponoce. Gli anni ottanta vedono impegnata l’azienda nell’avvio commerciale con la diffusione del marchio nei migliori ristoranti e più qualificate enoteche. Oggi l’Azienda Giorgi conta ben sessanta ettari di proprietà più una serie di selezionati produttori che conferiscono le loro uve, tutto ciò permette di raggiungere una produzione annua di un milione e mezzo di bottiglie, ha una rete commerciale che solo in Italia conta centosessanta collaboratori, i vini Giorgi sono apprezzati in almeno cinquantanove paesi al mondo, avvalendosi di una rete di distributori molto qualificati.

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Da sin. Ileana Rampini, Eleonora, Fabiano e Antonio Giorgi

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a famiglia Giorgi è completamente impegnata in azienda: Antonio, il padre, coordina e sovrintende tutte le operazioni aziendali, grazie alla sua esperienza, mentre il figlio Fabiano dirige l’azienda, occupandosi delle vendite e del marketing sovraintendendo i propri enologi dalla produzione all’imbottigliamento; Eleonora è responsabile dell’amministrazione e Ileana si dedica alle relazioni con l’estero. Persino la generazione più giovane ha iniziato a collaborare con la famiglia, con la piccola Ginevra alla quale è stata dedicata una recente produzione. La grande intuizione di produrre un pinot nero di grande qualità, vinificato in bianco e con il brio frizzante, confezionato in una bellissima bottiglia che si è fatta notare nelle glacette poste sui banchi dei migliori locali italiani, negli anni ottanta, è stata l’espressione della forte propensione al marketing di quest’azienda e gli ha impresso quella velocità utile per raggiungere le mete più ambiziose.

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ggi altrettanto interessante è la collaborazione di Giorgi con Gerry Scotti per la produzione dei vini alla quale ha voluto dedicarsi. La scelta di Gerry di affidarsi all’Azienda Giorgi, per produrre i suoi vini “democratici” è sicuramente ben riposta e sarà certamente vincente. Il marchio “Nato in una vigna” di Gerry è generato da un fatto personale, raccontato da lui stesso: “Alla mamma di Gerry, quando era in sua dolce attesa, si sono rotte le acque proprio mentre si riposava, all’ombra dei melograni, vicino alla vigna dove stavano lavorando suo marito e suo suocero”. La linea “Nato in una vigna” è composta di tre vini, anche se per le festività natalizie è prevista l’uscita di uno spumante. Ora i vini sono: Regiû “capofamiglia”, Barbera Oltrepo’ Pavese DOC. Mesdí “mezzogiorno”, Riesling Oltrepò Pavese DOC. Pumgranin “melograno”, Pinot Nero rosato Oltrepo’ Pavese DOC.

Gerry Scotti e Fabiano Giorgi - “Nato in una vigna”

Da sin. Eleonora, Fabiano, Gerry Scotti, Ileana Rampini e Antonio Giorgi

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Da sin. Ileana , Fabiano, Gerry Scotti, Antonio, Eleonora e la piccola Ginevra Giorgi

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a Giorgi Wines, produce ottimi vini rossi, nell’ambito della migliore tradizione dell’Oltrepò Pavese e di alta qualità ma si contraddistingue per una forte anima spumantistica che va dai prodotti classici, con intensa espressione territoriale, sino ai prodotti più eclettici e coinvolgenti, la completa e variegata produzione è così articolata:

GIORGI SPUMANTI GIORGI 1870 Spumante Metodo classico DOCG CRUASÉ Spumante Metodo classico DOCG GIANFRANCO GIORGI Spumante metodo classico Pinot nero D.O.C.G. CUVEÉ ELEONORA GIORGI Spumante Metodo Charmat V.S.Q CUVEÉ ELEONORA GIORGI ROSÉ Spumante Metodo Charmat V.S.Q. CRUDOO Pinot Nero e Chardonnay : Un prodotto “naturale”, senza alcun trattamento d’illimpidimento e non è filtrato volutamente per preservare integralmente tutte le caratteristiche organolettiche e le proprietà del vino. Perciò “Velato”. CRUDOO ROSÉ Pinot Nero e Chardonnay DEMI SEC Vino spumante di Pinot Nero Metodo Charmat V.S.Q TOP ZERO Vino spumante metodo classico PINOT Spumante Metodo Charmat V.S.Q.

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VINI BIANCHI CLASSICI PINOTNERO GIORGI Pinot nero vinificato in bianco frizzante DOC IL BANDITO Riesling Renano fermo PINOTNERO ROSÉ Pinot Nero LA DIANA Pinot Grigio O.P. DOC. LA COSTA Riesling fermo O.P. DOC IL COPPO Chardonnay O.P. DOC. LADY GINEVRA Bianco fermo IGT provincia di Pavia VINI ROSSI CLASSICI BONARDA - O.P. Doc frizzante BARBERA – O.P. Doc frizzante CASSINELLO BONARDA - O.P. Doc CASSINELLO BARBERA - O.P. Doc VIGALON - Rosso IGT provincia di Pavia GIORGINERO - Pinot nero O.P. DOC. LA GALLINA – Bonarda O.P. Doc frizzante


VINI DOLCI MOSCATO SPUMANTE – IGT PROVINCIA DI PAVIA MOSCAROSA – ROSATO DOLCE FRIZZANTE IGT PROVINCIA DI PAVIA MOSCATO – O.P. DOC MALVASIA - DOLCE FRIZZANTE O.P. DOC SANGUE DI GIUDA – O.P. DOC LE VIGNE STORICHE LA MANNA - Buttafuoco frizzante DOC LA BRUGHERA - Bonarda frizzante DOC BADALUCCA - Sangue di Giuda frizzante DOC GRANDI CRU E BARRICATI PANAU - Barbera fermo O.P. DOC BUTTAFUOCO STORICO - O.P. DOC 2009 OLTRAJA - Rosso IGT provincia di Pavia CLILELE – VINO ROSSO MONTEROSO - Pinot Nero rosso DOC

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’impegno e la storia di questa bellissima azienda e quindi di questa grande famiglia, sono ben rappresentati dall’importante e ricco palmares che i vini prodotti hanno conquistato nel tempo, partecipando ai più qualificati e più ambìti concorsi e selezioni internazionali: AWC Vienna Challenge International du Vin Concours Mondial de Bruxelles Concorso Vini Frizzanti d’Italia Douja D’Or Asti Guida L’Espresso Guida Luca Maroni Grappoli AIS Gambero Rosso Golden Star Guida Touring Club Italia I Vini Di Veronelli Mostra Nazionale Vini Pramaggiore Merum Miglior Etichetta d’Italia Mondus Vini Roma wine Festival Selezione nazionale Vini da Pesce Slow Wine Sparkling Star Talento d’Oro Vini Buoni d’Italia

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Giorgi Wines Frazione Campo Noce, 39, Canneto Pavese (PV) Tel. 0385 262151 Fax 038560440 E-mail: info@giorgi-wines.it www.giorgi-wines.it

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Ferrara... la CittĂ delle biciclette Di SILVIA BRIGADA

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“Del re de’ fiumi tra l’altiere corna or siede umile [diceagli] e piccol borgo: dinanzi il Po, di dietro gli soggiorna d’alta palude un nebuloso gorgo; che, volgendosi gli anni, la più adorna di tutte le città d’Italia scorgo, non pur di mura e d’ampli tetti regi, ma di bei studi e di costumi egregi” Ludovico Ariosto, L’Orlando Furioso (canto XXXV, ottava VI)

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osì descrive Ferrara uno degli autori più celebri della letteratura rinascimentale italiana, Ludovico Ariosto che, proprio in questa meravigliosa città, visse molti anni fecondi (e qui è stato sepolto, presso Palazzo Paradiso, sede della Biblioteca comunale Ariostea). Ferrara è a buona ragione considerata una delle città rinascimentali più belle d’Italia, con la sua perfetta simmetria e tantissimi monumenti, musei ed edifici storici che la rendono unica.

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Casa del Poeta Ludovico Ariosto

lazzo Paradiso e sede della Biblioteca Ariostea

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MaBeDo CITTÀ D’ARTE Palzzo Vescovile e Duomo

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ranquilla ed assolata nel periodo estivo, schiva e nebbiosa nelle stagioni fredde, come appare in molte pellicole della storia del cinema, prime fra tutte, “Cronaca di un amore” (1950) e “Al di là delle nuvole” (1995) del regista ferrarese Michelangelo Antonioni.

Michelangelo Antonioni

Scena tratta dal film “ Al di la delle nuvole”

Scena tratta dal film “ Cronaca di un amore”

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ella e magica in tutte le stagioni, Ferrara apre ai visitatori le porte del suo centro storico dai sapori quattrocenteschi, poco mutato dal tempo in cui qui vissero gli Este, una delle famiglie più importanti d’Europa con una spiccata predilezione per la cultura, le lettere, le arti e le cose belle. Il mecenatismo degli Este nei confronti di grandi artisti e uomini di cultura continuò per quasi tre secoli, portando nella città emiliana personalità quali lo stesso Ariosto, Tasso, Copernico, Mantegna, Tiziano, Bembo e Pico della Miarandola. Fu, ancora, Alberto V d’Este che, nel 1391, fondò quella che sarebbe divenuta l’Università degli Studi di Ferrara, uno degli atenei più antichi e riconosciuti del nostro Paese.

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Castello Estense

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no dei centri del potere della famiglia, oggi uno dei simboli della città, è il Castello Estense, eretto nel 1385 per volere di Niccolò II d’Este e commissionato all’architetto Bartolino da Novara, già artefice del Castello di Pavia. Nel corso dei secoli il castello ha svolto funzioni inizialmente di difesa, con scuderie, armerie, magazzini e officine, per poi diventare una vera e propria residenza nobiliare della corte estense. Oggi è possibile visitare l’edificio storico circondato dal fossato e di scoprire gli appartamenti decorati da bellissimi affreschi, le cucine, le prigioni, il giardino e la cappella all’interno di un contesto ben conservato.

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Piazza del Duomo di Ferrara

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oco oltre, in Piazza delle Erbe (oggi Trento e Trieste) e di fronte al Palazzo Comunale, sorge uno dei capolavori del romanico – gotico emiliano: l’imponente Duomo di Ferrara, dedicato a San Giorgio. Costruita a partire dal XII secolo, la Cattedrale presenta una singolarissima facciata in marmo bianco con preziose decorazioni scolpite, come il bellissimo protiro addossato all’ingresso principale: nella parte bassa il protiro è sorretto da due colonne raffiguranti un vecchio e un giovane seduti su due leoni. Al centro del portale è raffigurato San Giorgio che uccide il drago al di sotto del quale ci sono scene della vita di Cristo. La parte superiore del protiro è un esempio unico in Italia: è formata da una loggia al di sopra della quale si sviluppa, su tre registri, il tema del

Le anime che escono dalle tombe, vengono giudicate da San Giovanni Battista, che pesa le loro anime e le indirizza verso il Paradiso o, incatenate, verso l’Inferno. Ad accoglierle ci sono Abramo o il calderone. Nel timpano, la figura di Cristo Giudice all’interno di una mandorla, tipico dell’arte medievale. L’interno della Cattedrale a tre navate, è stato interamente rifatto in stile barocco dopo il devastante incendio del XVII secolo. Da non perdere una visita al Museo delle Cattedrale, ospitato nella vicina ex Chiesa di San Romano. Qui sono ospitate la maestosa Madonna della melagrana di Jacopo della Quercia (1403-1406), le forme del Maestro dei Mesi e le monumentali ante d’organo raffiguranti San Giorgio e il drago e l’Annunciazione di

Giudizio Universale.

Cosmè Tura.

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Patio del Museo della Cattedrale

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Madonna della melagrana di Jacopo Della Quercia

Ante d’organo - San Giorgio e il drago e l’Annunciazione di Cosmè Tura

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Palazzo Municipale

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ra voltate lo sguardo e vi apparirà il Palazzo Municipale di Ferrara. Il nucleo originario dell’edificio fu iniziato nel 1245 lungo la via Cortevecchia; assunse le attuali dimensioni fra il 1472 e il 1481. L’accesso principale, posto davanti alla cattedrale chiamato Volto del Cavallo, è fiancheggiato dalla statua equestre del marchese Niccolò III e da quella del duca Borso d’Este. Il Palazzo fu residenza ducale degli Este fino al XVI secolo, quando la corte si trasferì al vicino Castello . Oggi è sede del comune di Ferrara e conserva alcune sale di grande impatto, come la Sala degli Arazzi (o Sala dei Matrimoni), in cui sono conservati due antichi arazzi fiamminghi, la Stanza Dorata, coperta da un soffitto ligneo a cassettoni con rose dorate del XV secolo, e la Sala dell’Arengo, decorata dagli affreschi di Achille Funi (1934) raffiguranti Il mito di Ferrara. Attraverso il Volto del Cavallo di cui si è detto, si accede nel Cortile ducale (ora Piazza del Municipio), vero e proprio salotto elegantissimo della città, dove si possono vedere le finestre in marmo degli appartamenti estensi, lo scalone d’onore datato 1481 e la ex Cappella di Corte, ora Sala Estense (utilizzata prevalentemente per conferenze e spettacoli).

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Palazzo Ducale Estense e Scalone monumentale

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Piazza Trento e Trieste (Piazza delle Erbe)

“Addizione Erculea”

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Palazzo Diamanti


MaBeDo CITTÀ D’ARTE

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iazza delle Erbe (oggi piazza Trento e Trieste) è il punto di riferimento del passeggio cittadino, su cui si affacciano anche il Palazzo della Ragione, la Loggia dei Merciai dove avevano bottega i mercanti di stoffe e lana, e il campanile incompiuto attribuito a Leon Battista Alberti. In Piazza delle Erbe inizia il “listone”, un marciapiede largo 12 metri e lungo 120 abituale luogo di passeggio, di bancarelle e di mercatini natalizi. Era il 1484, quando Ercole d’Este decise di ampliare il centro della città con la sua “Addizione Erculea” (successiva ad una prima addizione voluta da Borso d’Este) ed incaricando del progetto l’architettto Biagio Rossetti. L’aggiunta urbanistica rispetto al vecchio asse del castello medievale comprendevano anche la nascita di due arterie che si incrociavano, e si incrociano tutt’oggi nel celebre “Quadrivio degli Angeli” dove si affacciano il Palazzo dei Diamanti, il Palazzo Turchi di Bagno e il Palazzo Prosperi-Sacrati.

L’edificio di maggior pregio era il Palazzo dei Diamanti, affacciato sul quadrivio, che deve il nome al rivestimento a bugne appuntite, che creano un suggestivo effetto di chiaroscuro: 8500 blocchi di marmo bianco striati di rosa formano la sua struttura esterna. Una composizione magnifica, progettata nel 1493 da Biagio Rossetti per creare insolite prospettive ed effetti di luce. Esso presenta lastre decorate da candelabre in corrispondenza dell’angolo sul quadrivio, dove si imposta anche un balcone. Oggi il palazzo ospita importanti mostre temporanee organizzate dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, mentre al primo piano l’edificio ospita la Pinacoteca Nazionale di Ferrara, che conserva una collezione di opere di eccezionale valore. Sono presenti opere di Cosmè Tura, Andrea Mantegna, Ercole de Roberti e Dosso Dossi. Per chi ama passeggiare e scoprire luoghi nascosti, suggestivi e romantici, suggeriamo di percorrere la Via delle Volte, una strada acciottolata di 2 km che attraversa Ferrara.

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n tempo, prima che il corso del Po venisse deviato, questa bella via medievale svolgeva una funzione commerciale. Qui si trovavano le case dei commercianti che trafficavano con il resto d’Italia attraverso il fiume. Le volte, i passaggi ad arco ancora oggi visibili, permettevano di arrivare rapidamente ai magazzini sul fiume; oggi Via delle Volte non è molto frequentata, ma per secoli è stata anche un “luogo di malaffare” come scrive Bacchelli nel “Mulino del Po”, proprio ambientato a Ferrara. Per gli amanti dell’arte tappa obbligata è il Palazzo Schifanoia, che conserva un singolarissimo ciclo di affreschi, il celeberrimo Ciclo dei Mesi. Il nome di questo palazzo non è stato scelto a caso: Alberto V d’Este lo fece costruire nel 1385 come luogo di ozio in cui schivar la noia ma fu Borso d’Este a dare al palazzo il tocco che oggi lo rende famoso. Il Salone dei Mesi è il più grande ciclo rinascimentale di affreschi pagani in cui, più o meno allegoricamente, si celebra il buon governo del duca attraverso la mitologia e l’astrologia. Per realizzare l’opera in poco meno di un anno, il duca chiamò a lavorare artisti dell’ “Officina ferrarese” (titolo assegnato al gruppo di artisti della scuola ferrarese dal grande storico dell’arte Roberto Longhi) tra i quali Francesco del Cossa, Ercole dè Roberti e forse Cosmè Tura.

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Sampei

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Monastero di Sant’Antonio in Polesine

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ltro luogo da visitare assolutamente è il Monastero di Sant’Antonio in Polesine, fondato nel medioevo dagli agostiniani e poi passato alle monache benedettine della beata Beatrice II d’Este. Abitato e gestito ancora dalle monache di clausura, il monastero conserva il chiostro, con la cappella con i resti di Beatrice d’Este e il coro delle monache. Successivamente si apre la chiesa riservata alle monache con tre cappelle, tutte decorate da preziosi affreschi di scuola giottesca. Curiosa e singolare, vale una visita anche la Palazzina di Marfisa d’Este, residenza signorile del XVI secolo. Venne costruita a partire dal 1559. Questo complesso era di proprietà di Francesco d’Este e passò in eredità alla figlia Marfisa, che abitò qui fino alla sua morte. Tra il 1910 e il 1915 la palazzina venne restaurata per assumere dal 1938 la funzione di Museo. L’interno è decorato da mirabili affreschi e fantasiose grottesche. Il mobilio risale al XVI e XVII secolo ed è in parte ferrarese, in parte proveniente da acquisti sul mercato antiquario. Attraversate la Sala delle Imprese (o Sala Rossa), la Loggetta dei Ritratti, la Sala di Fetonte, la Sala dei Banchetti e lo Studiolo, trascorrete un momento di riposo nel bel giardino a corte. Ferrara ospita altri interessanti musei, come il Museo Archeologico Nazionale, il Museo d’arte Filippo de Pisis, il Museo Giovanni Boldini e l’importante Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah (meis), allestito nel vecchio carcere cittadino. Ferrara è da sempre una città di grande fede ebraica, raccontata soprattutto dallo scrittore Giorgio Bassani nel suo “Il giardino dei Finzi-Contini” (1962), dove in luoghi, le strade, le piazze citati nel romanzo appartengono al quotidiano, e sono ancora oggi riconoscibili attraverso un vero e proprio percorso letterario tra biografia e romanzi, dal cimitero ebraico a Casa Bassani.

Salita sulla Croce

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Ferrara e il gusto … Sulla tavola ferrarese non manca mai la pasta fresca, dai cappellacci con zucca, cappelletti e passatelli in brodo, lasagne, il pasticcio di maccheroncini, conditi con ragù, funghi o tartufo. Secondo piatto tipico, la salama da sugo, una salsiccia di carne di maiale, fegato, lingua suina, cotiche, insaporita con spezie e vino rosso; provate anche l’anguilla ammarinata, proveniente dalle vicine Valli di Comacchio. Presente anche la faraona e gli animali da cortile. Il tutto accompagnato dalla “coppia”, il pane ferrarese IGT dalla strana forma. Tra i dolci, un classico locale è il panpepato, tipicamente natalizio ma che ormai si trova sempre ma sono da provare anche la brazadela aromatizzata al limone. Non c’è molta scelta di vini locali, tranne il rosso del Bosco Eliceo e il classico Lambrusco emiliano. Dopo un pranzo abbondante, vi consigliamo di concludere la vostra visita della città con una bella pedalata in bici (non a caso Ferrara è detta “città delle biciclette”) attorno alle Mura cittadine che circondano il centro e che sono da sempre grande attrazione turistica! Il centro storico di Ferrara, così ricco di storia e di scorci senza tempo, le è valso il titolo di Patrimonio dell’Unesco come città rinascimentale nel 1995; nel 1999 il titolo è stato esteso all’area del Delta del Po e alle cosiddette Delizie Estensi, luoghi di piacere e svago dell’epoca cortigiana, tra natura ed artificio … ma questo ve lo racconteremo un’altra volta!!!!

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Weekend escursionistico nell’Alto Oltrepò

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er tutti gli appassionati di escursioni fra antichi borghi e natura noi di MaBeDo abbiamo pensato un avvincente itinerario nell’Alto Oltrepò, un territorio ricco di sorprese, splendidi paesaggi, castelli e passeggiate naturalistiche fra i boschi.

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Lo splendido Borgo di Romagnese

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er il nostro week-end abbiamo scelto come base Romagnese, meraviglioso borgo che si trova nell’Alta Val Tidone, che dal 2012 può fregiarsi del titolo di «Gioiello d’Italia» per la sua unicità. Facilmente raggiungibile seguendo la ex SS412 e distante una cinquantina di Km da Pavia e Piacenza, Romagnese si candida come base ideale per conoscere meglio questo territorio. Non lontano dal Passo Penice, situato a 650 m di quota, Romagnese è un prestigioso luogo di villeggiatura estiva ed invernale da sempre noto per la salubrità dell’aria. In base alla tradizione che affonda le radici nella leggenda, l’antico borgo di Romagnese (Castrum Romaniense) avrebbe avuto origine da un accampamento di legionari romani, in fuga dopo la sconfitta nella battaglia del fiume Trebbia ad opera delle truppe di Annibale nella seconda guerra punica (218 a.C.).

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n un contesto naturale, ricco di boschi e rigogliosi prati, il paese di Romagnese caratterizza la valle per la sua armoniosa urbanizzazione e la caratteristica componente delle case che si arroccano attorno al massiccio ed imponente castello medievale. Sorto nell’alto medioevo, nel 1383 il feudo di Romagnese fu acquistato dal condottiero Jacopo Dal Verme, la cui famiglia, tra il XIV e il XV secolo, eresse il castello che da loro prende il nome sopra il precedente. Oggi sede del municipio, nella torre ospita anche il Museo dell’arte rurale e degli strumenti agricoli. Gli spazi espositivi raccolgono numerosi oggetti tra i quali: arnesi da falegname, varie tipologie di stufe, riproduzioni in miniatura di attrezzi agricoli, macchine per calzature, angoli di cucina rurale ecc. Inoltre, pare che all’interno vi siano dei graffiti risalenti al XVII secolo. Per alloggiare vi segnaliamo due comode strutture, ideali per trascorrere un fine settimana di tranquillità e relax: Agriturismo Cascina Felice e l’Agriturismo Giaredi.

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Palazzo del Municipio

Museo dell’Arte Rurale

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on lontano da entrambe le sistemazioni sorge, in localitĂ Pietra Corva, lo splendido Giardino Botanico Alpino. Il Giardino Alpino di Pietra Corva è ubicato sul versante orografico destro della Val Tidone, a 950 m di altitudine, sulle pendici del Monte Pietra di Corvo, suggestivo e dirupato affioramento di scura roccia vulcanica che si erge sino a 1070 m. Lasciato il centro abitato di Romagnese, si procede in direzione della frazione Grazzi, superata la quale si raggiunge, in auto o in pullman, l’ampio piazzale adibito a parcheggio. Infine, salendo un breve sentiero, si giunge di fronte alla rustica e caratteristica cancellata che immette al giardino. Al di lĂ , tra conifere e faggi, si snoda un dedalo di piccoli sentieri, percorrendo i quali si possono ammirare innumerevoli piante che trovano dimora negli anfratti e nelle nicchie delle rocce. Sotto il profilo didattico educativo, il Giardino Alpino di Pietra Corva si presta a diventare meta ottimale per gruppi con interessi naturalistici.

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MaBeDo WEEKEND

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a bellezza del luogo, l’impatto estetico, la ricchezza di forme e di colori lo rendono meta consigliabile per escursioni e gite; il visitatore potrà pertanto unire al piacere di una passeggiata nel verde dei boschi la possibilità di osservare piante rare o provenienti da luoghi lontani. Ideato e realizzato dal Dott. Antonio Ridella, valente veterinario e cinofilo, ma anche naturalista e grande appassionato ed esperto di botanica, il Giardino alpino di Pietra Corva fu aperto ufficialmente al pubblico nel 1967 con la finalità di conservare e adattare piante d’alta quota che egli stesso andava scoprendo attraverso viaggi ed escursioni botaniche effettuati non solo sulle Alpi ed Appennini ma anche su Pirenei, Carpazi, Caucaso sino all’Himalaya e Ande. Il Giardino è dotato di una foresteria, di un centro-visita che illustra i diversi aspetti del territorio ed è completato da una serie di pannelli didattici esposti lungo i sentieri interni. I recinti confinanti con queste strutture ospitano inoltre una nutrita presenza di animali quali cervi, daini e mufloni. Dopo aver visitato il Giardino Botanico, potete rilassarvi al Bar Ristorante Giardino Alpino di Pietra Corva.

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Pieve di San Zaccaria

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Monte Penice

Piscina di Romagnese

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ono molte le possibilità che Romagnese offre, in grado di soddisfare le più svariate esigenze di chi si intrattiene in questi luoghi. Numerose le escursioni che si possono intraprendere. A questo proposito segnaliamo, per gli amanti della natura e delle passeggiate nel bosco, un’escursione che parte proprio dal Giardino Botanico. Da qui un sentiero conduce alla cima del Monte Pietra di Corvo (1078 m), per poi scendere leggermente al Pan Perduto ed ai Sassi Neri (1034 m), fino ad arrivare al Passo Penice (1149 m). La zona è suggestiva per la presenza di rocce ofiolitiche che emergono dai crinali boscosi ricchi di faggi, larici, e pini . Molte anche le specie animali che è possibile incontrare, per non parlare della numerosa presenza di fiori, funghi e piante spontanee che caratterizzano il sottobosco.

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Per chi invece volesse rinfrescarsi è immancabile un tuffo nella Piscina Comunale di Romagnese. La Piscina dispone di una vasca olimpionica per adulti e una vasca per i bambini, ideali per nuotare all’aperto disponendo dello splendido panorama del borgo, sotto lo sguardo vigile dei bagnini Cesare e Sebastiano. Inoltre la struttura non manca di bar e ristorante dove sarete serviti dalla gentilezza di Barbara, Loretta e Paula. Ma dopo un tuffo in piscina o una giornata a passeggiare nei boschi si sa che la fame bussa alla porta. Noi di Mabedo vi consigliamo di fare un salto alla Pizzeria Blu River, situata esattamente sopra la piscina.

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er gli amanti dello sport vi segnaliamo la pista Renzo Gallini, inaugurata nel settembre 2006, che si sviluppa a partire dallo Ski Lift del Passo Penice fino a Casa Matti. Su questa pista chiunque, in tutta sicurezza, affiancato dagli esperti collaboratori ed istruttori del Progetto Penice, può praticare diversi sport che si alternano nelle varie stagioni come lo sci, snowboard, ciaspolate, motoslitta, sci d’erba, mountainboard. Partendo dalla pista si possono effettuare ciaspolate o escursioni di vari livelli di difficoltà, percorrendo diversi sentieri che raggiungono la località “Tre Passi” a 1100 metri di altezza, dove il panorama si apre in modo suggestivo su pascoli e vallate scoscese. Inoltre, durante la stagione invernale, è anche possibile effettuare gite in motoslitta. Ma le possibilità non finiscono qui: per gli appassionati di mountain bike e lo sport all’aria aperta è davvero imperdibile il Romagnese Trail Parkbike&walk, nato da un’idea di Ada Debora Risi e Ivan Elfi con il sostegno di tutta l’amministrazione comunale, che offre un bike park ufficiale, oltre 50 km di trail, strutturato per una ricezione a misura di ciclista e di trekker.

www.progettopenice.it

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a Romagnese non è solo sport e natura; è capace di soddisfare i desideri anche dei palati più golosi. A questo proposito noi di MaBeDo vi consigliamo di fare un salto al Panificio Alimentari Provendola, in centro al paese, per assaggiare la famosa “Torta Sabiosa” di Romagnese. Nel negozio si possono anche trovare prodotti del territorio come miele da agricoltura biologica, funghi porcini secchi, mostarde e salumi. Sempre a proposito di salumi questo territorio è in grado di offrire un prodotto di altissima eccellenza, una vera prelibatezza. Stiamo parlando del notissimo Salame di Varzi. Infatti il Comune di Romagnese, con l’omonimo Salumificio, fa parte del Consorzio di Tutela del Salame di Varzi DOP: qui si produce l’ottimo salame, ma anche le coppe, la pancetta, i salamini, i cotechini e non solo. Il salame di Varzi è il frutto di una cultura contadina che giunge da molto lontano, è il risultato di una tecnica di produzione perfezionatasi nel corso dei secoli dove il sale ha avuto un ruolo centrale - a partire dalla civiltà longobarda, la cui corte risiedeva in Pavia. Furono proprio i sudditi di re Alboino a introdurre una tecnica innovativa sconosciuta agli abitanti del posto: insaccare nei budelli animali la carne tritata, a mano. Una rivoluzione nella conservazione e nell’utilizzo abituale del suino: per il suo consumo non necessitava di fuochi per la cottura, poteva essere facilmente porzionato, e si presentava gustoso e morbido alla masticazione, a differenza della dura carne secca o salata. La località Casale, dove si trova il salumificio, è una piccola frazione di Romagnese, a 650 m. di altitudine, adagiata su verdi ondulazioni, oggetto di una subitanea infatuazione, quasi fosse un luogo immaginario sottratto allo spazio, al tempo, alle mode e agli stili. Resistono il clima e le stagioni, i querceti e i castagneti, la purezza dell’aria e l’atmosfera che contribuiscono a creare quel microclima, che fa di questa terra la culla in cui nasce questo straordinario “prodotto”.

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DA NON PERDERE: Ma Romagnese è anche un luogo dove le tradizioni continuano a vivere ed emozionare. A questo proposito è davvero imperdibile la festa della Gallina Grigia (“La Galëina Grisa”) che si svolge ogni anno nei tre giorni che precedono la Pasqua. Questa festa, davvero molto sentita dagli abitanti del paese, prende il nome dal canto rituale della “Gallina Grigia”: “Süza süza, gh’è chì ‘l galante de la vostra galina griza. E la negra, e la bianca püra che la canta.” Questa manifestazione prende il via il Giovedì Santo con una processione nella quale un anonimo penitente incappucciato e vestito con una tunica rossa porta una croce di legno e, partendo dalla chiesa parrocchiale di San Lorenzo, giunge fino all’oratorio di Casa Picchi. Poi il Venerdì Santo vengono accesi vari falò in tutta la vallata in concomitanza con la processione che porta il Cristo morto. Infine il Sabato Santo avviene la questua vera e propria, che si svolge con le modalità del cantamaggio itinerante, dunque con il canto augurale della “Gallina Grigia” (“Galëina Grisa”) e la raccolta delle uova. I cantori si trovano in paese, si dividono in squadre, dotate di “cavagna” (un cesto per raccogliere uova o cibo) e vanno in giro per le varie frazioni di Romagnese. Un evento davvero coinvolgente da non lasciarsi scappare.

Altra interessante manifestazione che si svolge ogni anno l’ultima domenica di Agosto è la sagra della Brusadela. La “brusadela” è una tipica focaccia, salata o dolce, che viene preparata nei forni a legna prima di infornare il pane. La brusadela non è un prodotto commerciale, ma il frutto di una tradizione antica, tramandata di generazione in generazione. La caratteristica che rende unica questa sagra è l’accoglienza espressa dalla popolazione che in questa giornata porta in piazza la produzione del proprio forno familiare, facendo idealmente diventare tutti i partecipanti ospiti del paese intero. A destra: alcune foto delle sagre di Romagnese di Valerio Maruffi (www.valeriomaruffiphoto.com)

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Agriturismo Cascina Felice Romagnese, Pavia

L’Agriturismo Cascina Felice, offre due appartamenti (per un totale di 8 posti letto) , intimi e indipendenti, completamente ristrutturati, ma con il gusto rustico del soffitto in legno, in un edificio estremamente curato e ricco di fiori. Qui sarete accolti dalla simpatia e professionalità di Stefano, che potrà consigliarvi le strade migliori da percorrere in mountain bike o i sentieri più entusiasmanti in mezzo al verde, e da Dorian, un bellissimo pastore belga, irresistibile mascotte dell’agriturismo. Il tutto con una spettacolare vista panoramica sul monte Penice e sulle colline che circondano Romagnese.

Frazione Grazzi, 23 Romagnese (PV) Tel. 0383580258 - Cell. 3493233034 E-mail: cascinafelice79@libero.it

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Agriturismo Giaredi Romagnese, Pavia

L‘Agriturismo Giaredi, realizzato in una struttura dei primi del ‘900, con la facciata in pietra, completamente ristrutturato e composto da tre spaziosi appartamenti dotati di ogni comfort, con pavimento originale in cotto, camino e soffitto in legno. Un ambiente perfetto per rilassarsi anche grazie alla disponibilità e gentilezza dei gestori e un’ottima base per passeggiate immerse nella natura che in questo territorio non manca di certo. Ottimo punto di riferimento anche per i camminatori più incalliti, essendo inserito sul percorso della storica Via Del Sale e non lontano più di 15 Km da Bobbio.

Frazione Grazzi, 100 Romagnese (PV) Cell. 335 158 4358

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Ristorante Pietra Corva Romagnese, Pavia

Il Bar Ristorante Giardino Alpino di Pietra Corva è un luogo accogliente, immerso nel verde, ai piedi del bosco, dove verrete accolti dalla simpatia e disponibilità di Katia, in un contesto perfetto per rilassarsi, mangiare e bere qualcosa. Numerose le specialità della casa per una cucina genuina tipica del piacentino e dell’alto Oltrepò. Si va dai tortelli ai ravioli ripieni, dagli immancabili pisarei agli arrosti, ai brasati con polenta senza dimenticare la selvaggina. Ottimi anche i vini della Cantina Valtidone e dell’Azienda Villa Galà di Montebello della Battaglia (PV). Non mancano di certo le birre alla spina (Pils, weiss e hedelhell) e in bottiglia, ideali per rilassarsi o rinfrescarsi sulla terrazza panoramica, dalla vista mozzafiato, dotata di amache e sdraio. Un vero e proprio punto di riferimento il Bar Giardino Alpino di Pietra Corva che nessuno che passi da queste parte potrà ignorare.

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Località Pietra Corva Romagnese (PV) Tel. 0383 580698 Chiuso il Lunedì eccetto il mese di Agosto


Pizzeria Blu River Romagnese, Pavia

La Pizzeria Blu River, situata esattamente sopra la piscina; storico punto di riferimento per gli amanti dei sapori mediterranei questa pizzeria offre da ben 24 anni, sotto la guida esperta di Gennaro Cavaliere, una ampia scelta di 40 pizze gustose e saporite, cotte in forno a legna, con una meravigliosa vista panoramica sul borgo di Romagnese e sulla piscina. Specialità della casa è il pesce fresco ( ottimi gli spaghetti ai frutti di mare), tipico della cucina mediterranea, servito da un personale gentilissimo e sempre disponibile a soddisfare le esigenze dei clienti. Una vasta selezione dei migliori vini campani, piacentini e dell’Oltrepò completano il quadro. Inoltre la cucina aperta fino alle 24.00 e un ampio e comodo parcheggio fanno sì che questa pizzeria si candidi come una metta irrinunciabile per chi dovesse trovarsi da queste parti. Per la cronaca il locale d’estate rimane sempre aperto, mentre d’inverno il giorno di chiusura è il mercoledì.

4 Via Circonvallazione, Romagnese (PV) Tel. 0383 580410

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Panificio Provendola Romagnese, Pavia

Il Panificio Alimentari Provendola, in centro al paese, per assaggiare la famosa “Torta Sabiosa” di Romagnese Questo negozio è gestito dalla famiglia Provendola da quattro generazioni, il panettiere è il signor Riccardo che alla bell’età di 85 anni ogni notte prepara ancora in modo artigianale la “micca” di pasta dura tipico pane dell’oltrepo. In questo negozio si sfornano torte fatte artigianalmente con ingredienti naturali, dalla torta di mele alle crostate a quelle di mandorle, ma la vera specialità è la torta “Sabiosa” prodotta dal 1957. La ricetta di questa torta viene da molto lontano è stata reinterpretata e impreziosita nel tempo dalla passione innata per i dolci da Maria Provendola. Nel negozio si possono anche trovare prodotti del territorio come miele da agricoltura biologica, funghi porcini secchi, mostarde e salumi. Piazza Castello, 2 Romagnese (PV) Tel. 0383 580425

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Salumificio Romagnese Romagnese, Pavia

Il Salumificio Romagnese nasce nel 1975, quando ancora era usanza macellare il maiale nelle aie delle case durante l’inverno. Fu così che tra un allevatore della zona e il norcino del Casale nacque un connubio inscindibile, che si perfezionò negli anni, accumulando esperienze che ci permettono tuttoggi di gustare un salume genuino e prelibato. Tra i prodotti di spicco potete trovare il Salame di Varzi DOP, la perla di diamante dell’azienda e ancora Salame Casalino, Coppa nostrana, Fiocchetto di coscia da 1,5-2 Kg, Pancette arrotolate con cotenna, Cotechini, Costine, braciole e salamelle ottime per grigliata. Salami da cuocere, Zamponi e altri prodotti su ordinazione. Potete trovare tutti i prodotti presso la sede. Orario punto vendita: dal lunedì al venerdì dalle 07:00 alle 12:00 e dalle 13:30 alle 17:00 il sabato dalle 08:00 alle 12:00

Frazione Casale, 35 Romagnese (PV) Tel. 0383 580380 www.salamedivarzidop.com

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Merenda - Shopping I più golosi non possono certo lasciarsi scappare una specialità di Mornico Losana: le ciambelle. Questo biscotto tipico dell’Oltrepò è realizzato con prodotti semplici empre mantenendo Romagnese come base ideale per e genuini il nostro itinerario ci dirigiamo verso lo splendido borgo ( uova, zucchero, burro, farina, medievale di Zavattarello, dominato dal Castello Dal sale, lievito e un pizzico di vaniglia) Verme, immerso in una natura incontaminata, in cui regnano ed è delizioso da accostare ai vini pace e serenità. Qui il tempo pare una categoria diversa del territorio. La produzione di dal resto del mondo: tradizione e modernità si mescolano, questo dolce è portata avanti, convivono e si fondono in un equilibrio armonioso. secondo tradizione, dal 1956, dai Fratelli Calvi, con la stessa dedizione e seguendo l’autentica ricetta che regala un sapore e una fragranza unici.

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Zavattarello

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avattarello è in grado di regalare, a chi vive qui e a chi è solo di passaggio, il ricordo permanente di uno stile di vita legato ai ritmi di un tempo ma aperto al futuro. Come scrive Daniele Bertacchi nella “Monografia di Bobbio” del 1859 ““Zavattarello è forse il paese più storico della provincia per antichi fatti d’armi, perciò giustizia vuole che se ne faccia particolar menzione.” Allora ecco che noi di MaBeDo vi portiamo alla scoperta del Castello. Completamente costruito in pietra, con uno spessore murario fino a 4 metri, il Castello Dal Verme di Zavattarello è un formidabile complesso architettonico medievale che ha resistito a numerosi assedi. Questa fortezza inespugnabile dell’Oltrepò Pavese montano deve il suo nome alla famiglia che per ben sei secoli ha segnato la storia del castello: la famiglia Dal Verme. Dalla terrazza e dalla torre si gode un panorama mozzafiato del territorio circostante: le verdi campagne, i freschi boschi, le colline con gli altri castelli della zona - Montalto Pavese, Valverde, Torre degli Alberi, Pietragavina. Ben si capisce, da qui, la scelta strategica del luogo dove edificare questo maniero. L’imponente rocca sovrasta il borgo medievale abbarbicato sulla collina, che una volta era completamente priva di vegetazione per consentire ai difensori del maniero di avvistare ogni malintenzionato. Oggi invece il verde che attornia il castello è un’area protetta, un parco di circa 79 ettari ricco di pace e silenzio, in cui si possono scoprire angoli fiabeschi.

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noltre nelle sale del Castello Dal Verme di Zavattarello dal 2003 ha sede una collezione di arte contemporanea in continua crescita ed evoluzione, che costituisce solo una delle attrattive offerte ai visitatori che a migliaia ogni anno salgono a visitare la rocca medievale. Il Museo espone opere dell’arte italiana dalla seconda metà del XX secolo a oggi, oltre a quadri più antichi dipinti dal Conte Giuseppe dal Verme, proprietario del Castello all’inizio del Novecento. Proprio all’artista Conte Giuseppe dal Verme e alla moglie Titina Gavazzi è intitolato il Museo, come atto di omaggio al grande amore per l’arte e per questa rocca, donata alla cittadinanza di Zavattarello dagli eredi nel 1975. L’eterogeneità delle opere è dovuta alle vicende che hanno portato alla nascita del Museo: gli artisti che hanno allestito proprie mostre all’interno delle sale del Castello hanno donato al Comune di Zavattarello alcune loro opere, che costituiscono il nucleo originario del patrimonio museale, in continua crescita proprio grazie alla prosecuzione delle donazioni.

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Le opere donate dagli artisti che hanno allestito proprie mostre all’interno delle sale del Castello costituiscono la prima sezione del patrimonio museale, la più dinamica e in continua crescita proprio grazie alla prosecuzione delle donazioni. Si sviluppa in cinque sale, ciascuna dedicata a un diverso tema, in cui grande attenzione è riservata ai giovani emergenti: tra gli artisti la cui produzione è qui esemplificata troviamo Ernesto Treccani, Stefano Bressani, Pino di Gennaro, Alessandro Spadari. Uno degli scopi principali del Museo è la valorizzazione degli artisti legati al territorio locale: il clima e la tranquillità di Zavattarello hanno attirato personaggi di varia provenienza, che si sono fermati qui per soggiorni di breve o lunga durata, instaurando legami anche molto duraturi con la comunità locale. Ecco che si incontrano lungo l’esposizione numerosi artisti il cui percorso è passato per Zavattarello, tra cui Carlo Cinquini, Aldo Antonini e, soprattutto, Giuseppe Maria Cattano, Aldo Gambuzzi, Luciana Magrini.


Uno spazio speciale è riservato, al piano nobile, alle opere di Giuseppe dal Verme, legato più di altri al castello che ancora porta il nome della sua famiglia. Egli dedicava grande cura alle tele ad olio, la sua tecnica preferita, ma non sono di minore qualità gli acquarelli, che spesso rappresentano gli appunti dei suoi numerosi viaggi in Italia e all’estero. Le opere esposte, donate dagli eredi a seguito di una importante mostra retrospettiva, riassumono i temi, le tecniche e l’evoluzione della ricerca artistica del Conte, che fu un artista apprezzato da personaggi illustri quali Carlo Carrà. L’opera più antica della collezione museale venne realizzata dal Mulinaretto per volere di Gian Battista Cattaneo della Volta, avo per linea materna del Conte ing. Giuseppe dal Verme, a fine XVII secolo. Pervenne in proprietà, per più successioni dirette, alla Contessa Ippolita dal Verme, la quale lo ha donato al Comune di Zavattarello per essere esposto permanentemente nella Sala delle Feste del Castello di Zavattarello. Il dipinto ritrae la sposa di Gian Battista Cattaneo della Volta, la Marchesa Maddalena Gentile, che mostra compiaciuta agli ospiti i figli. L’opera mostra un’impostazione alla maniera del pittore fiammingo Antoon Van Dyck, inserendosi così nel filone tipico della ritrattistica genovese barocca rappresentata, ad esempio, da Giovanni Bernardo Carbone.

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naugurata nel 2011 è la collezione di oltre 40 sculture dell’artista Aldo Gambuzzi, in arte Gambaldo, donate al Museo dagli eredi. Questo artista di origini mantovane amava definirsi scultore pavese: nato a Suzzara (Mn) nel 1922, si è trasferito a Pavia e ne ha fatto la sua città d’adozione, dedicandole numerose e importanti opere. Specie negli ultimi anni della sua vita, fino alla morte avvenuta nel 1988, Gambuzzi amava vivere nella sua casa di villeggiatura di Zavattarello, di cui era cittadino onorario. Proprio il profondo legame dello scultore con il territorio locale ha portato i suoi eredi a donare al Museo di Zavattarello la cospicua collezione. Abile artigiano del metallo, la sua sensibilità e la voglia di comunicarla l’hanno reso un artista completo, che ha saputo comunicare con profondità i propri messaggi. Egli si è espresso con gli strumenti del suo lavoro quotidiano, la fiamma ossidrica e i metalli, creando così una particolare forma d’arte: la saldatura artistica.

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Nata a Milano ma molto presente a Zavattarello, Luciana Magrini si è sempre dedicata intensamente sia all’attività di insegnamento sia alla produzione artistica, in particolare alla decorazione “a terzo fuoco” della ceramica. Una grande passione per l’Oriente è evidente in molti soggetti di ispirazione cinese, giapponese o indiana, influenzati dal suocero, instancabile viaggiatore. È però la natura il soggetto prediletto delle decorazioni, nate dai numerosi schizzi copiati dal vivo durante le vacanze estive. Notevole è la capacità di ciascun disegno di adattarsi al supporto su cui è dipinto, in un rapporto continuo tra forma e contenuto. Dopo la scomparsa dell’artista, i figli hanno voluto donare al Museo una selezione esemplificativa della numerosissima produzione di Luciana Magrini, comprensiva di alcuni schizzi, opere non finite e attrezzi da lavoro che permettono di immergersi nell’attività instancabile della decoratrice.


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ltre a importanti fatti storici, il Castello Dal Verme è stato anche testimone di numerosi strani eventi che restano tutt’ora senza una plausibile spiegazione. Essi sono attribuiti allo spirito di Pietro dal Verme, signore del castello nel XV secolo. Pietro era promesso sposo a Chiara Sforza, la figlia del potente signore di Milano Galeazzo Maria: si trattava di pure nozze di convenienza che miravano ad unire due esponenti di due ricche e potenti famiglie del Nord Italia. Pietro però si era innamorato di Cecilia Del Maino, figlia del consigliere ducale Andreotto. Con quest’ultimo, Pietro iniziò a trattare per poter sposare la sua amata, ma agli Sforza la cosa non piacque. Galeazzo Maria lo fece arrestare per disobbedienza, nel tentativo di convincerlo alle nozze con sua figlia Chiara. Il dal Verme fu infine liberato grazie alla mediazione di Federico da Montefeltro e ottenne, infine, anche il consenso alle nozze con Cecilia. La coppia trascorse insieme alcuni felici anni, fino alla morte prematura di lei nel 1479. Poiché Chiara Sforza era ancora nubile, in breve tempo venne celebrato il matrimonio tra lei e Pietro.

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Però gli storici dell’epoca sostengono che la sposina non avesse accettato il fatto che Pietro le avesse preferito un’altra donna: il matrimonio era stato sì di convenienza, ma la Sforza non era contenta di essere la seconda scelta. Così, istigata forse dallo zio Lodovico il Moro, che avrebbe ottenuto discreti vantaggi dalla morte del dal Verme, Chiara uccise suo marito. Si vocifera che il 17 ottobre 1485 la donna abbia aggiunto un potente veleno alla colazione di Pietro: per il dal Verme non ci fu scampo. Numerose sono le testimonianze di avvenimenti inspiegabili accaduti nelle sale del castello di Zavattarello: sedie spostate, strani rumori, porte aperte misteriosamente, spartiti scomparsi durante i concerti, voci maschili senza volto. Su queste testimonianze indagano i ricercatori del paranormale. Nel 2013 i ragazzi di hesperya hanno compiuto alcuni sopralluoghi nel castello, durante i quali hanno potuto registrare anomalie sospette. Nel 2014 i ricercatori di Idp Melegnano hanno iniziato approfondite rilevazioni ambientali. I loro risultati sono solo l’inizio. Chissà quali altri segreti e sorprese saprà rivelare questa leggenda...


Castello Dal Verme, Zavattarello

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Foto aerea di Flavio Chiesa

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Valverde

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opo questa interessante ed avvincente visita al Castello di Zavattarello decidiamo di dirigerci verso Valverde, un piccolo comune di circa 300 abitanti situato nella zona di transizione tra la collina e la montagna, a cavallo tra le valli del Tidone e del Nizza. Non a caso, infatti, Valverde deve il suo nome a una predominante presenza di boschi, prati e una ricca biodiversità, dal colore verde brillante favorito da un clima fresco e ventilato. Valverde, antico possesso dell’abbazia di San Colombano di Bobbio, compare come “Corte di Verde” (Virdi) nei possedimenti bobbiesi nella Carta di Wala, abate di Bobbio nell’833 assieme alla curia ed ai territori di S. Albano e Val di Nizza. Nel 1014, con la creazione della Diocesi di Bobbio, passa alle dipendenze del vescovo di Bobbio rimanendovi anche dopo l’occupazione di Piacenza con l’amministrazione prima piacentina e poi del conti Landi (1155-1351).

Concesso in enfiteusi ai Malaspina, come livellari del vescovo di Bobbio, venne di fatto in seguito aggregato al loro marchesato, e nelle successive suddivisioni ereditarie della famiglia (a partire dal XIII secolo) rimase alla linea dello Spino Fiorito, e precisamente ai Malaspina di Oramala e Godiasco. Nella successiva suddivisione di questi in cinque linee, Valverde appartenne in prevalenza ai Malaspina di Monfalcone, che prendevano nome da un castello ormai scomparso che sorgeva tra Valverde e Sant’Albano (oggi frazione di Val di Nizza), detti poi anche Malaspina di Valverde. Il loro dominio si estendeva appunto su Valverde e Sant’Albano; ed erano, insieme agli altri rami, condomini della giurisdizione del Marchesato di Godiasco, cui Valverde apparteneva. Unito con il Bobbiese al Regno di Sardegna nel 1743, in base al Trattato di Worms, entrò a far parte poi della Provincia di Bobbio.

Nel 1801 il territorio è annesso alla Francia napoleonica fino al 1814. Nel 1848 come parte della provincia di Bobbio passò dalla Liguria al Piemonte, nel 1859 entrò a far parte nel Circondario di Bobbio della nuova provincia di Pavia e quindi della Lombardia, nel 1923, dopo lo smembramento del circondario di Bobbio, rimase assegnato alla Provincia di Pavia, a differenza del confinante Comune di Zavattarello, che passò alla provincia di Piacenza per ritornare alla provincia di Pavia nel 1926. Nel 1929 il comune di Valverde venne unito a Zavattarello, che prese il nome di Zavattarello Valverde; fu quindi ricostituito nel 1956.

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“Il giardino delle farfalle”, Valverde

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i particolare interesse è il “Giardino delle farfalle”, che si trova nel parco del Castello di Valverde. Il “Giardino delle farfalle”di Valverde è sicuramente una delle prime strutture in Italia con la finalità di salvaguardare, incrementare e accentuare lo studio di questi meravigliosi insetti che vivono inseriti in un contesto naturalistico intatto e ricco di biodiversità. Allo scopo di facilitare l’osservazione delle farfalle comodi sentieri, che si snodano fra prati fioriti, cespugli e boscaglia. Un posto di assoluta pace e quiete con un panorama stupendo, aria pulita e tracce di una storia che non cessa di manifestarsi.

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Valverde e il suo Castello

Foto aerea di Flavio Chiesa

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l castello di Valverde, tuttora denominato Castello Verde, fece parte per lungo tempo del feudo di Oramala. Nel Medioevo il luogo fu rifugio del partito guelfo ed è per questo che ancora oggi gli abitanti del comune vengono indicati con il soprannome di “Guelfi”. Il “Castrum de Virdis” appartenne, nei primi anni del 1300, alla famiglia Landi. Passò poi ai Malaspina, signori della vicina Oramala, per essere successivamente donato a Federico del Verme, unitamente ai diritti feudali sul castello di Monfalcone.I ruderi del castello sono ora ridotti a una torre cilindrica incompleta che presenta un basamento scarpale terminante, superiormente con una cordonatura ad anello, sormontata da un pianetto in cotto. Le torri e le rimanenti vestigia sono in arenaria. Nel suo interno c’è un locale seminterrato cui si accedeva tramite una botola, ora murata. Probabilmente tale ambiente venne utilizzato come magazzino viveri; i feudatari vi conservavano le scorte di viveri in caso di lunghi assedi. Nel prato antistante alla torre scavi archeologici hanno rinvenuto resti di un monumento tombale databile all’età del ferro e forse risalente alla civiltà celtica di Golasecca (5000 a.C.).

Sullo stesso prato, vero terrazzo panoramico, si affaccia l’Oratorio, eretto nel 1608 dai Malaspina e dedicato alla Madonna della Neve; si tratta di un modello di architettura religiosa minore con la facciata in cocci di arenaria locale e custodisce al suo interno un affresco raffigurante Santa Barbara e Santa Lucia. La chiesa rimane aperta il 5 agosto, festa della Madonna della Neve e ogni lunedì di Pasqua. Per appassionati di antiche chiese ed oratori consigliamo anche una visita alla chiesa parrocchiale di Santo Stefano, risalente al XII secolo ed edificata in cotto e arenaria. Questa chiesa presenta tuttora le eleganti forme del romanico lombardo, con un bel portale sormontato da un arco a tutto sesto e ornato da una cornice di archetti poggianti su mensole, mentre all’interno si può ammirare un bel fonte battesimale del 1581.

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Az. Agr. Il Boscasso Ruino, Pavia Dulcis in fundo, per concludere il nostro viaggio fra le bellezze dell’Oltrepò, noi di Mabedo vi portiamo in un posto magico, un vero fiore all’occhiello e portabandiera dell’eccellenza di questi territori. Stiamo parlando dell’ «Azienda Agricola il Boscasso», situata a circa 600 metri d’altitudine nel cuore delle colline dell’Oltrepò Pavese, dove i vigneti si diradano lasciando il posto a pascoli, campi coltivati a grano ed erba medica e boschi di latifoglie, in località Boscasso, lungo la strada che da Ruino conduce a Pometo. Un luogo magico, dicevamo, ma anche esempio di passione e grande determinazione. La nascita di questa azienda agricola è dovuta a una scelta di vita di Maria Chiara Onida e Aldo Galbiati che, nel 1988, seguendo la loro inclinazione di vivere a contatto con la natura, hanno voluto realizzare una esperienza concreta: quella di allevare capre e di produrre con il loro latte del formaggio secondo precisi criteri di qualità, guidati dalla propria passione e fantasia. Da qui la scelta di condurre in prima persona ed a livello familiare un’attività che vede tutte le fasi della produzione: la raccolta del fieno, l’allevamento delle capre e dei capretti, la produzione del formaggio e la sua commercializzazione. Da dicembre del 2009 Aldo è uscito dall’azienda e l’attività attualmente è portata avanti da Maria Chiara e dal figlio Nicola, che ha creato all’interno del Boscasso l’attività di giardinaggio che porta avanti con passione e professionalità. Attualmente sono presenti in azienda circa 70 capre in lattazione, oltre a 16 primipare, e 3 becchi. La razza Camosciata delle Alpi è stata scelta in particolare per il suo elevato livello produttivo, ma anche per la sua buona adattabilità e per la qualità del latte prodotto. Davvero eccellenti i prodotti, già da anni presidio slow food e utilizzati dai più grandi chef italiani, che si contraddistinguono per genuinità e artigianalità. Infatti nella lavorazione tutti i processi sono manuali e non viene usato alcun additivo chimico e nessun conservante.

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Ma andiamo a conoscerne qualcuno: si va dai cremosissimi yogurt allo squisito latteinpiedi, ideale da consumare sia dolce abbinato a miele, confetture di frutta e frutti di bosco, sia salato abbinato a verdure crude o cotte o frullato così da ridurlo a una crema per condire. Da sogno i tomini di capra al naturale o aromatizzati con semi di finocchio o pepe verde; per non parlare del freschissimo caprineve, del caprino fresco alle erbe, del caprino in foglia di castagno o in foglia di noce e per concludere del delizioso Capra blu, erborinato stagionato da 60 giorni fino a 5 mesi, da gusto piccante e persistente, ottenuto grazie alla presenza di Penicillium Roqueforti. Un vero paradiso per gli amanti dei formaggi di capra. Inoltre, dal 2002, è possibile pranzare tutte le domeniche con i prodotti freschissimi dell’azienda per un pasto completo con piatti elaborati a base di formaggi e carne di capra. Qui nulla è lasciato al caso: grande attenzione al cliente e fantasia nei piatti; perfino il pane è fatto in casa in diverse versioni, con farina di mais, ai cereali, alla segale, con fichi o uvetta, utilizzando farine biologiche macinate a pietra. Ampia anche l’offerta di vini in bottiglia selezionati tra le migliori cantine dell’Oltrepò Pavese. Infine, nello spirito più autentico dell’agriturismo, l’azienda si apre al pubblico permettendo al cliente di visitare la stalla e conoscere le capre, degustare sul posto i prodotti che consumati nel loro contesto sono sempre più buoni,avere uno dialogo diretto con il produttore per imparare e comprendere meglio le caratteristiche di quello che ha degustato, viversi una giornata di relax in un bell’ambiente naturale di collina. Noi di Mabedo, sempre al vostro fianco sulla strada dell’eccellenza, non ci siamo certo fatti da parte e con lo sguardo che si perde nell’orizzonte verde di questi luoghi straordinari vi salutiamo e vi aspettiamo per il prossimo emozionante viaggio.

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Loc. Boscasso, 1 Ruino (PV) Tel. 0385-955906 Cell. 338-8680179 E-mail: info@ilboscasso.it www.ilboscasso.it

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MaBeDo Card 2015

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Tour enogastronomico: tra calici e piatti un Oltrepò da sogno

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er chi vuole staccare dalla frenesia cittadina o più semplicemente è alla ricerca di emozioni enogastronomiche senza dovere andare troppo lontano, noi di Mabedo abbiamo pensato un meraviglioso tour nel nostro Oltrepò e più precisamente nella magica Valle Versa. Situata in Provincia di Pavia e precisamente in Oltrepò Pavese, la Valle Versa è uno splendido territorio caratterizzato dalla natura che mostra aspetti di straordinaria bellezza, dalla storia e dalle tradizioni popolari e gastronomiche: la verde vallata prende il nome proprio dal fiume che l’attraversa, il Versa. Dolci colline coltivate a vite, quiete e natura dominano questo meraviglioso territorio. Ma andiamo con ordine. Per potere apprezzare le bellezze di questa vallata decidiamo di alloggiare all’Hotel Montescano, base ideale per esplorare il territorio.

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a torniamo al prodotto principe di questi territori: il vino. In Oltrepò Pavese, ma in particolare in Valle Versa, la viticoltura veniva praticata già dalle popolazioni “Liguri”, qui stanziali, prima dell’arrivo dei romani. Tanto che il geografo greco Strabone, al seguito delle legioni romane, viene impressionato dalla ricchezza di queste popolazioni che coltivavano la vite e usavano mettere il vino in botti, esageratamente grandi. In tutto il periodo medioevale queste colline sono state occupate dai vari Monasteri di Pavia e dalle nobili casate che qui producevano il vino necessario per le loro mense.

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La viticoltura in questi luoghi non ha mai smesso, nei secoli, di essere il motore trainante di tutta l’economia. Su questi ripidi pendii, nei territori di Canneto pavese, Castana, Montescano e in parte Stradella, Broni, Cigognola e Pietra de Giorgi nascono il Buttafuoco e il Sangue di Giuda, due rossi di grande stoffa seppur completamente diversi. Da centinaia di anni i vignaioli locali usavano impiantare nella stessa vigna diversi vitigni per ottenere vini “complessi” e duraturi nel tempo. Ogni vigna ha la sua storia, per esposizione al sole, giacitura e tipo di terreno, in alcune i vini rimangono con un residuo zuccherino e diventano piacevolmente briosi, come il Sangue di Giuda.

Altre vigne invece, su terreni magri e di solito su ripidi pendii, portano le uve a maturazione perfetta, producendo vini molto alcolici e ricchi di materia, che durano moltissimi anni, come il Buttafuoco. Dalla riva destra del torrente Versa salgono le colline di Montù Beccaria, qui i terreni sono ancora diversi e sono il luogo ideale per la produzione di due grandi vini Oltrepadani, Bonarda e Barbera; numerose sono le aziende, grandi e piccole che eccellono nella produzione di questi vini. Risalendo la valle, nei territori di Santa Maria della Versa, Golferenzo e Volpara, troviamo la culle per due grandi bianchi, Moscato e Riesling.


Montecalvo Versiggia e il suo Castello

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Anfiteatro Costantino, Volpara S

anta Maria della Versa è un delizioso paese di fondovalle, ordinato e tranquillo; ma basta aprire un poco di più gli occhi per scorgere dietro tanta apparente pacatezza quanto ferva il lavoro sulle colline che l’abbracciano e da cui si riversano nella vendemmia migliaia di grappoli che i viticoltori in gran parte contadini da generazioni, ricavano dalla terra con sapiente fatica. Non per nulla Santa Maria, terra di vini, è denominata “capitale del pinot” o “dello spumante”; un paese ricco di risorse, la cui gente è rigorosa nella fatica e cordiale nella festa. Ma è a Volpara dove le uve Moscato concentrano il massimo dei profumi e degli aromi da donare all’apertura delle spumeggianti bottiglie.

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Qui, infatti, è possibile per tutti i «devoti» di questo dolcissimo vino rimettere i propri peccati presso il Tempio del Moscato, un piccolo oratorio presumibilmente realizzato nel XVII secolo, oggi adibito ad attività di promozione turistica ed enologica. In alta valle, nei comuni di Canevino e di Montecalvo Versiggia, il Pinot Nero è la base per la produzione di importanti Spumanti metodo Classico; per la cronaca, già nella seconda metà del 1800 in questi luoghi si producevano questi speciali vini. Tutti comuni viticoli della valle Versa sono molto adatti per la produzione di Pinot Nero vinificato in rosso, un ottimo lavoro di zonazione ha evidenziato i versanti dove questo delicatissimo vitigno può esprimere il meglio nella difficile vinificazione in rosso.


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Museo del Cavatappi, Montecalvo Versiggia

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rima di tuffarci alla scoperta delle numerose cantine che rappresentano l’eccellenza di questo territorio vi consigliamo una visita a due strutture interessanti per gli amanti del vino. La prima tappa consigliata, dunque, è l’Ecomuseo della Vite e del Vino, situato a Canneto Pavese , che è stato istituito nel 2008 dall’Unione di Comuni Lombarda Prima Collina (Canneto Pavese, Castana e Montescano), al fine di valorizzare il patrimonio ambientale e culturale dei luoghi. L’attività svolta ha permesso di rafforzare le relazioni con i Comuni limitrofi tanto che si sono aggregati i Comuni di Broni e Cigognola. Il suo territorio è prevalentemente coperto da vigneti, e ben identificato per le sue caratteristiche paesaggistiche, socioeconomiche, e per identità culturali omogenee.

Le terre a cavallo fra il Versa e lo Scuropasso contengono testimonianze di un passato sui cui porre l’attenzione dei cittadini e delle istituzioni. Ciò è valido soprattutto per la vitivinicultura, che guardando anche ad esempi vincenti altrove, potrebbe trarre vantaggio da un uso “culturale” di vigneti e di edifici rurali, in cui siano meglio conosciute e salvaguardate memoria storica, tradizioni, strade e sentieri campestri, architettura rurale, potenzialità ambientali, nell’ottica di un rilancio del turismo rurale ed enogastronomico, che è sempre più alla ricerca di un abbinamento fra qualità e tipicità del prodotto con la cultura del territorio. La seconda tappa si trova a Montecalvo Versiggia: stiamo parlando del Museo del Cavatappi, che inaugurato nel 2006 all’interno di un vecchio edificio, annesso alla chiesa parrocchiale di S. Alessandro, un tempo adibito a canonica e in seguito

a scuola elementare, è il primo museo di questo tipo allestito non da un privato, ma da un ente pubblico. Il Museo che è unico in Italia, raccoglie diversi esemplari di cavatappi, un video ed una audioguida al museo del cavatappi e raccoglie circa 200 esemplari, con lo scopo di raccontare una tradizione che è più di un patrimonio storico, un’azione esatta e meticolosa, quasi un’arte. Si “cavano i tappi” per liberare la gioia di vivere. A questo proposito andiamo alla scoperta delle numerose Cantine di questo meraviglioso territorio. Ci seguite?

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MaBeDo ITINERARI PER VIAGGIATORI OSPITALITÀ

Hotel Montescano Montescano, Pavia

L’Hotel Montescano è situato in un delizioso borgo adagiato sul colle (secondo la leggenda, infatti, il nome Monte Scanus è dovuto alla posizione dell’antico borgo: sembra che sia comodamente seduto sul monte, da scanus, in dialetto lombardo scàgn, che significa sedia) circondato da colline dal profilo dolce con i filari di viti allineati che conferiscono a questo paese dell’Oltrepò Pavese un fascino particolare. La moderna struttura pur vicina ai collegamenti principali è al contempo lontana dal traffico cittadino. L’Hotel dispone di camere confortevoli e dotate di ogni comodità per un soggiorno perfetto per il relax ed il piacere. Inoltre per gli ospiti c’è la possibilità, durante la stagione estiva, di godersi un aperitivo immersi in una splendida vasca idromassaggio, ammirando il panorama. Degno di menzione anche il ristorante dell’Hotel che propone una cucina curata nei particolari, attenta alla qualità delle sue materie prime, nel rispetto della loro stagionalità, dai sapori e profumi dell’Oltrepò, secondo la tradizione della cucina italiana e lombarda. Inoltre durante le serate estive è possibile cenare in giardino al lume di candela. Il bar-salotto con camino,invece, è perfetto per gustare un aperitivo o un distillato. Infine per accompagnare i piatti, la cantina propone una amplia selezione di vini dell’Oltrepò e nazionali.

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Via Montescano, 61 Montescano (PV) Tel. 0385 262454 E-mail: info@hotelmontescano.eu www.hotelmontescano.eu Albergo a

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MaBeDo ITINERARI PER VIAGGIATORI SHOPPING

Giorgi Wines

Quaquarini Francesco

Fiamberti Vini

Canneto Pavese, Pavia

Canneto Pavese, Pavia

Canneto Pavese, Pavia

Le origini delle Cantine Giorgi risalgono al lontano 1875. I Giorgi hanno sempre fortemente puntato sull’intera filiera produttiva: dall’uva alla bottiglia, gettando sin dall’inizio le basi per realizzare il loro grande progetto di creare un’azienda vitivinicola di primaria importanza, portabandiera dell’eccellenza italiana nel mondo. Vini di altissima qualità, ottenuti da uve sapientemente selezionate e una forte attenzione ai vigneti. La Cantina Giorgi è in grado di soddisfare ogni più segreto desiderio dei wine lovers: si va dai meravigliosi spumanti metodo classico agli immancabili protagonisti di questo territorio (Bonarda, Barbera, Pinot, Riesling, Buttafuoco) fino a una decisa selezione di grappe.

Da tre generazioni la famiglia Quaquarini si occupa di produzione vinicola. Oggi l’azienda è guidata da Francesco e dai figli Umberto e Maria Teresa. L’azienda Quaquarini rispetta la terra, l’ambiente e il lavoro, e può vantare numerosi premi e riconscimenti in ambito enologico. Inoltre fa parte dell’Associazione Produttori del Classese, che riunisce i più qualificati produttori di spumante Metodo Classico dell’Oltrepò Pavese, ed è tra i soci fondatori del prestigioso Club del Buttafuoco Storico. Meravigliosi, per l’appunto, il Classese Metodo Classico e il Buttafuoco Storico Vigna Pregana, senza dimenticare gli altri eccellenti prodotti tipici di questo territorio (Bonarda, Barbera, Pinot, Riesling, grappa).

L’azienda agricola Fiamberti di Canneto Pavese è una delle aziende più antiche dell’Oltrepò Pavese e dell’intera Lombardia. Nel 2014 ha festeggiato i 200 anni dalla sua fondazione e ora guarda sicura al futuro sotto la guida di Giulio Fiamberti. Oltre ai vitigni tipici dell’Oltrepò Pavese, espressi con arte ed eccellenza, la Famiglia Fiamberti è proprietaria di alcune vigne da generazioni e questa esperienza ha insegnato il miglior connubio terroirvitigno, facendo di fatto nascere dei veri e propri Cru: la Vigna Solenga, di proprietà della famiglia già nel 1700, è stata ampliata nel corso delle generazioni ed è ora la culla in cui nascono le uve da invecchiamento del Buttafuoco Storico. Altro Cru è il Bricco della Sacca, vigna storica, deputata alla creazione del vivace Bonarda, uno dei figli prediletti dell’Oltrepò Pavese. Infine, la Vigna Costa Paradiso, nella quale gli sbalzi termici e le dolci terre generano le uve che diverranno il delicato Sangue di Giuda.

Frazione Campo Noce, 39, Canneto Pavese (PV) Tel. 0385 262151 Fax 038560440 E-mail: info@giorgi-wines.it www.giorgi-wines.it

Via Casa Zambianchi, 26 Canneto Pavese (PV) Tel. 0385.60152 Fax 0385.262056 E-mail:info@quaquarinifrancesco.it www.quaquarinifrancesco.it

Via Roma, 31 Canneto Pavese (PV) Tel. 0385 88019 Fax 0385 88414 E-mail: info@fiambertivini.it www.fiambertivini.it

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Az. Agr. Verdi Bruno

Picchioni Andrea

Riluce - Wine of Light

Canneto Pavese, Pavia

Canneto Pavese, Pavia

Canneto Pavese, Pavia

“Il rispetto della vigna, della vite e del vino uniti a cuore, passione e testa”: questa è la filosofia di Paolo Verdi, che conduce da trent’anni l’azienda ereditata in giovane età dal padre Bruno, dove la vigna è il vero cuore pulsante di tutta l’attività e viene trattata nel rispetto della tipicità delle uve. La cantina è sita nella località Vergomberra di Canneto Pavese e conserva ancora locali della primissima cantina dei Verdi, ove sono sistemate le botti in rovere per la maturazione di alcuni vini rossi. Le uve destinate a produrre vini bianchi vengono vendemmiate a mano rigorosamente in cassette forate al fine di preservare l’integrità delle stesse dal vigneto alla cantina, in particolare quelle aromatiche: Moscato e Riesling Renano dopo essere state raffreddate vengono diraspate delicatamente per essere poi criomacerate; le altre uve (Pinot e Riesling Italico) vengono pressate sofficemente. Degni di nota il loro OP Metodo Classico Vergomberra DOCG 2012 e OP Rosso Riserva Cavariola DOC 2013.

L’Azienda Agricola Picchioni Andrea è un fazzoletto di terra di dieci ettari ubicati nella piccola Valle Solinga, presso Canneto, su un versante collinare che volge a mezzogiorno e sul quale profonde venature di suolo sciolto, anche ciottoloso, s’inerpicano in pendenze proibitive. Azienda di eccezionale prestigio può fregiarsi della Chiocciola Slow Wine, marchio che premia le cantine per il modo in cui interpretano valori organolettici, territoriali e ambientali in sintonia con Slow Food, rispondendo anche a un rapporto qualità/prezzo vantaggioso. Eccezionali i vini: si va dal Buttafuoco “Bricco Riva Bianca”, premiato come “Vino dell’Eccellenza 2016” da L’Espresso – I Vini d’Italia 2016, al pregiatissimo metodo classico “Profilo” Oltrepò Pavese Metodo Classico Pinot Nero DOC.

Più che un’azienda è un’espressione del gusto che emancipa le forze originarie della natura. Situata a Canneto Pavese e guidata da Giorgo Mercandelli, figlio d’arte di Giovanni che fondò Cabanon, e da Sonia, la sua compagna, questa azienda si contraddistingue per il forte senso spirituale che cerca di trasmettere. Il produttore, tra la guida spirituale e l’alchimista, rivela il successo dei suoi prodotti nell’assenza di interventi in vigna e in cantina. Rivendica infatti la denominazione di «metodo biotico», senza uso di zolfo e rame. Vini eccellenti e altissimo pregio, che spiccano per l’essenzialità delle bottiglie e contraddistinti unicamente da una lettera. Un’esperienza mistica che merita ben più di un assaggio.

Via Vergomberra, 5 Canneto Pavese (PV) Tel. 0385 88023 Fax 0385 241623 E-mail: info@brunoverdi.it www.brunoverdi.it

Frazione Campo Noce, 4 Canneto Pavese (PV) Tel: 0385 262139 Fax: 0385 262040 E-mail: info@picchioniandrea.it www.picchioniandrea.it

Via Casabassa, 49 Canneto Pavese (PV) Tel. 333 34 18 574 E-mail: info@riluce.wine www.riluce.wine

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SHOPPING

Torti Wines

Az. Agr. Calatroni

Podere Scabini

Montecalvo Versiggia, Pavia

Montecalvo Versiggia, Pavia

Golferenzo, Pavia

L’Azienda Torti, a conduzione famigliare, è situata nel triangolo di Santa Maria della Versa, Montecalvo Versiggia e Rocca Dé Giorgi, in una posizione ottimale per la coltivazione dei vigneti, in particolare per il Pinot Nero. Sotto la guida sapiente di Dino Torti l’Azienda, che si fregia del motto «L’Eleganza del Vino», ha saputo ampliarsi per la produzione dei più pregiati vini e degli spumanti. A questo proposito spicca l’eccellente Torti Cruasé Spumante DOCG Pinot Nero Rosé, massima interpretazione dell’espressione delle uve Pinot Nero Metodo Classico Rosé DOCG, dal perlage fine e persistente e dalla fragranza di piccoli frutti di sottobosco. Indimenticabile anche il Pinot Nero D.O.C. O.P. Affinato in Barrique “Selezione”, vino prestigioso per le grandi occasioni, affinato in barriques per almeno 12 mesi. Infine come non parlare della linea «Poker di vino», dal taglio “casual chic” pensata per i più giovani, ma adatta a tutte le età e palati.

L’Azienda Agricola Calatroni nasce nel 1964 per volontà di Luigi Calatroni. Negli anni successivi l’azienda si ingrandisce e si sviluppa sotto la guida di Fausto e Marisa Calatroni: arrivata alla terza generazione di vitivinicoltori, l’azienda coniuga oggi l’esperienza della tradizione con le moderne tecniche enologiche e agronomiche che i giovani fratelli Cristian e Stefano hanno apportato con professionalità e passione.Le continue migliorie tecniche e i progressi qualitativi hanno consentito la piena valorizzazione delle uve dei vigneti di proprietà, siti nel comune di Montecalvo Versiggia. Tra i numerosi vini proposti da questa Azienda Agricola spiccano l’eccellente “Pinot 64″ Metodo Classico Brut Pinot Nero VSQ e il caratteristico «Perorossino Oltrepò Pavese Rosso DOC», ottenuto dall’uvaggio di croatina, barbera, uva rara e altri vitigni autoctoni dimenticati e sprigiona tutta la rusticità del territorio, ma non senza regalare profumi eleganti.

L’azienda agricola Podere Scabini si trova a Golferenzo. Qui l’amore per la vigna e per il vino, trasmesso di generazione in generazione, ha permesso a Lorenzo, il giovane titolare, di continuare l’attività, conducendo i terreni dell’azienda del papà Francesco e quelli del nonno Artemio che apportano a tutt’oggi la loro esperienza lavorativa nella coltivazione. Grande attenzione alla produzione a partire dalle concimazioni, l’impiego di antiparassitari ridotti al minimo per abbassare la resa per pianta creando quindi le migliori condizioni per ottenere uve di altissima qualità, che esprimono al massimo con le loro caratteristiche organolettiche e qualitative la tipicità del territorio. La vendemmia viene interamente effettuata a mano e così è possibile mantenere una maggiore integrità delle uve e operare una prima selezione del frutto. Spiccano particolarmente il Pinot Rosé I.G.T, purificato in purezza, dal profumo fruttato con note di confetture di ciliegia e il Moscato I.G.T, dal colore giallo intenso perfetto per accompagnare dolci e pasticceria secca.

Località Casa Grande, 7 Montecalvo Versiggia (PV) Tel. 0385.99013 Fax 0385.99013 E-mail: info@calatronivini.com www.calatronivini.com

Località Chiappeto, 23 Golferenzo (PV) Cell. 339.7557468 Tel. 0385.99951 E-mail: info@poderescabini.it www,poderescabini.it

Fraz. Castelrotto, 6 Montecalvo Versiggia (PV) Tel. 0385 951000 www.tortiwinepinotnero.com

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Az. Agr. Giorgi Franco

Tenuta Borgolano

Az. Agr. Manuelina

Montù Beccaria, Pavia

Montescano, Pavia

Santa Maria della Versa, Pavia

L’azienda inizia l’attività agricola produttiva con Giorgi Luigi che, nell’immediato dopoguerra, l’11 maggio 1919, acquista la Vigna Garlenzo. La continuazione e l’estensione di questa vigna, è dovuta al padre Franco, che ha saputo far nascere vini caldi e armonici, tra cui il Buttafuoco Storico. L’azienda tuttora si estende su circa 7,5 ettari e annovera fra i suoi prodotti tutte le realtà vitivinicole della zona. Davvero eccezionale il Buttafuoco storico “VIGNA GARLENZO” 2007, prodotto da uve selezionate raccolte a mano nella “vigna Garlenzo”, coltivata a basso impatto aziendale, con Uvaggio: 50% Croatina, 30% Barbera, 20% Uva Rara. Si abbina perfettamente a piatti saporiti, perfetto in abbinamento a carni e a cacciagione.

La Tenuta Borgolano affonda le sue radici nel 1903 nel Comune di Montù Beccaria (PV). Dal 1960, però, il centro vitale dell’azienda è a Montescano (PV), un piccolo borgo nella Val Versa, a 200 mt. di altitudine. Qui sorgono i “Poderi del Burlan”, con l’azienda e la storica casa padronale. Dal 1992 Donatella, che ha ereditato dal nonno la passione per la vigna ed il vino, è la figura di riferimento dell’azienda. Con le sue sole forze ha scommesso sulla potenzialità dei vitigni che parlano la dolce lingua delle sue colline: Croatina, Barbera, Riesling e Pinot Nero, classici intramontabili, da cui, sapientemente, si ottiene il massimo della qualità, senza far venir meno il totale rispetto per la natura, seguendo le fasi fenologiche e attenendosi al metodo della lotta integrata. Davvero da scoprire i vini, fra cui spiccano «Dheon», un eclettico spumante brut elegante ed armonico e «Decameron», un ottimo Buttafuoco D.O.C, dalla bottiglia accattivante e dal corpo intenso.

Nata nella prima metà del ‘900 dai fratelli Luigi e Gudo Achilli, l’Azienda Agricola Manuelina è ubicata nel comune di Santa Maria della Versa, nel cuore dell’Oltrepò Pavese. Da allora l’azienda ha percorso molta strada, fatta di dedizione e di paziente selezione delle uve per una produzione vinicola di qualità. Una grande passione che Luigi Achilli ha trasmesso ai figli Paolo e Antonio, che hanno contribuito a trasformare l’azienda nella realtà odierna. Oggi l’Azienda Agricola Manuelina, chiamata così in omaggio a una delle figlie di Paolo, conta su 22 ettari di vigneti di proprietà, e produce, vinifica e imbottiglia direttamente in azienda circa 3500 quintali di uva, cercando al meglio delle proprie possibilità di fare un prodotto di qualità in grado di soddisfare sempre la clientela. Numerosi i vini rossi, bianchi, spumanti metodo classico e martinotti. Degno di nota ĂCHILLIUS - BONARDA DEI PRODUTTORI Bonarda dell’Oltrepò Pavese DOC, dalla caratteristica bottiglia, nata dal progetto comune di diversi produttori di Bonarda per offrire e garantire un prodotto di assoluta eccellenza e genuinità.

Via Pianazza 44/46 Montescano (PV) Tel. 0385 60070 Cell. 339 7265912 E-mail: info@tenutaborgolano.it www.tenutaborgolano.it

Frazione Ruinello di Sotto, 3/A Santa Maria della Versa (PV) Tel. 0385 278247 Cell. 0385 79251 Fax 0385 278749 E-mail: info@manuelina.com www.manuelina.com

Frazione Loglio Di Sotto, 16 Montù Beccaria (PV) Tel. 0385241770 Cell.3391253866 E-mail:pierluigi.giorgipmq5@alice.it

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Club del Buttafuoco Storico Canneto Pavese, Pavia Il Buttafuoco è un vino rientrante nella denominazione Oltrepò Pavese ed è prodotto in sette comuni della provincia di Pavia, tra cui Cigognola, Stradella, Canneto Pavese e Broni. Fu il poeta dialettale Carlo Porta, nato a Milano nella seconda metà del settecento, ad attribuire il nome Buttafuoco, in dialetto “Butafeug“, a questo vino di grande corpo e alcolicità che quasi bruciava la bocca. Il 7 febbraio 1996 i principali produttori del Buttafuoco si sono riuniti in un consorzio, il Club del Buttafuoco Storico, che svolge funzioni di controllo e di promozione in Italia e all’estero; ogni anno i consorziati assaggiano i vini delle aziende associate per verificare la rispondenza dei rispettivi prodotti agli standard qualitativi richiesti per far parte della congregazione. La bottiglia con impresso il “Marchio del Veliero” è il simbolo del consorzio ed è l’unica che garantisce l’autenticità del prodotto. Nella seconda metà dell’Ottocento, durante la Seconda Guerra d’Indipendenza, la Marina Imperiale Austro-Ungarica varò una nave chiamandola “Buttafuoco“ in onore del vino locale; i vignaioli che hanno fondato il Club si sono ispirati a questo episodio, sospeso tra leggenda e realtà, e hanno adottato il veliero come loro simbolo.

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Fr.ne Vigalone 106 Canneto Pavese (PV) Tel. 0385 60154 Email info@buttafuocostorico.com www.buttafuocostorico.com Orari: aperto da mercoledì a domenica Orari merc-sab 9.30-12.30 e 15.00-19.00 dom 10.00-13.00 e 14.00-18.00


Az. Francesco Maggi Canneto Pavese, Pavia

Storica azienda nata a Montescano negli anni ‘40, ha sempre voluto esaltare la tradizione, la cultura e il sapore delle sue colline, ed ancora oggi rispetta tali usanze conducendo sapientemente l’attività di famiglia. Numerosi e tutti deliziosi i vini prodotti, all’insegna dell’eccellenza. Degno di nota il Buttafuoco Storico 2003 “Vigna Abbondanza”, fiore all’occhiello dell’Azienda, nato da un’accurata cernita delle varietà autoctone che danno vita al più antico e tradizionale uvaggio di questo territorio: Croatina (55%), Barbera (25%), Ughetta di canneto (5%), Uva rara (15%). Per gli amanti delle bollicine spicca sicuramente lo spumante I.g.t. «Armonia», prodotto da uve Pinot Nero ( 85% ) e Chardonnay ( 15% ), e affinato per almeno trenta mesi in bottiglia su lieviti selezionatissimi . Infine per i nostalgici del passato, per tutti coloro che amano crearsi la propria “cantina”, imbottigliando, ettichettando, tappando personalmente il nostro vino proprio come una volta, l’Azienda Maggi Francesco offre la possibilità di acquistare il vino sfuso.

Frazione Costiolo, 87 Canneto Pavese (PV) Tel. 0385 60233 E-mail:info@maggifrancesco.it www.maggifrancesco.it

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MaBeDo ITINERARI PER VIAGGIATORI SHOPPING

Il Tempio del Moscato Volpara, Pavia

Il Tempio del Moscato, gestito con passione e attenzione al cliente dalla famiglia Rampuzzi, è un tempio a tutti gli effetti essendo un piccolo oratorio sconsacrato che da Volpara si affaccia sulla vallata sottostante offrendo un panorama incantevole, specialmente dopo il tramonto. Oltre al panorama qui si può godere di ottimi taglieri di salumi e formaggi nostrani immancabilmente accompagnati dal dolce Moscato locale, una vera prelibatezza e da un’incredibile gelatina di Bonarda. Decisamente il posto perfetto dove «confessare i propri peccati» in un’atmosfera rustica e gioviale, sorseggiando uno dei migliori vini che questo territorio è in grado di offrire.

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Strada Provinciale 40, 1, Volpara (PV) Tel. 0385.99729


Az. Emilio Calatroni Golferenzo, Pavia

L’Azienda Agricola Calatroni di Golferenzo, a conduzione famigliare, è guidata da Emilio e da suo figlio Daniele ed è ubicata nel Comune di Golferenzo, sulle prime colline dell’Oltrepò Pavese. La mission di questa Azienda Agricola consiste nel preservare nel tempo l’originale genuinità dei propri vini, ricavati totalmente dalla spremitura delle uve prodotte dai vigneti coltivati. La tracciabilità dei prodotti è data dal lavoro giornaliero dedicato alla cura della campagna prima ed alla cantina dopo e può essere meglio apprezzata durante una visita che l’Azienda propone giornalmente. Spiccano l’ottima Bonarda «Il Vicario», ottenuto dalla vinificazione di uve Croatina 85% ed Uva Rara 15% , dal colore rosso vivo, profumo intenso, sapore pieno, e il «Moscato di Volpara tradizionale», fiore all’occhiello di questa azienda.

Località Molinello, 21 Golferenzo (PV) Tel. 385.99074 E-mail: cantina.calatroni@libero.it

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MaBeDo ITINERARI PER VIAGGIATORI SOSTE del GUSTO

Le Robinie Bistrot Montescano, Pavia

Le Robinie Bistrot è il luogo perfetto dove lasciarsi tentare dall’ospitalità, dal relax, da una cucina sana e di qualità.Al centro del paesaggio dolce e ondulato delle colline dell’Oltrepò pavese, in mezzo al verde della natura e alle linee disegnate dalle viti, vi accoglie per farvi respirare la sua atmosfera unica, lontano dal rumore e dal traffico. Uno spazio a cielo aperto, da abitare sotto le stelle. Un’occasione per assaporare piatti prelibati, rivisitati dalla fantasia dello chef, per godere della vista panoramica delle colline circostanti, apprezzare il fresco d’estate e fare riposare lo sguardo. Dopo una squisita «Crema al Parmigiano, asparagi e uovo pochè» come antipasto, abbiamo molto apprezzato dei «Maccheroncini del torchio con cipollotto fondente, guanciale e scaglie di pecorino» e «Petto d’anatra con brumoise di verdura e riduzione al balsamico» per concludere con un golosissimo «Cuore morbido di fondente con mantecato aromatizzato al cocco», il tutto innaffiato dai migliori vini di questo straordinario territorio.

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Loc. Cà d’Agosto Montescano (PV) Tel. 0385 82244 E-mail: info@lerobiniebistrot.it www.lerobiniebistrot.it Orari di apertura: Venerdì a cena Sabato – Domenica pranzo e cena infrasettimanale su prenotazione.

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MaBeDo ITINERARI PER VIAGGIATORI SOSTE del GUSTO

Ristorante Prato Gaio Montecalvo Versiggia, Pavia

La storia del Prato Gaio inizia nel 1890, quando in frazione Versa di Montecalvo Versiggia la famiglia Daprati apre un’osteria con campi da bocce. Nel 1970 viene costruito l’attuale edificio: sotto la guida di Teresita Ester Ghelfi e Vittorio Liberti, il Prato Gaio diventa il luogo sacro della tradizione oltrepadana. Nel 1990 Giorgio Liberti raccoglie il testimone di papà Vittorio e del fratello Mariano e, affiancato in cucina dall’esperienza e dalla sensibilità di Daniela Calvi, continua a rinnovare la lezione di cultura gastronomica e di ospitalità del Prato Gaio. Il Ristorante Prato Gaio vuole essere il luogo della naturalità dei sapori tipici oltrepadani, caratterizzati dalla semplicità di preparazione che fu arte sublime della cucina contadina. Allora ecco che si viene deliziati da piatti come «Gnocco soffiato con salsa al basilico, pinoli tostati e pecorino» o «Collo ripieno al fegato grasso d’oca e mostarda di anguria verde» per concludere con una deliziosa «Zuppetta tiepida di amarene cotte in vino rosso con gelato fiordilatte (fatto in casa)». Il tutto accompagnato da un’ampia selezione dei migliori vini, rigorosamente Oltrepò Pavese.

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Frazione Versa, 16 Montecalvo Versiggia (PV) Telefono: 0385.99726 www.ristorantepratogaio.it Chiusura: lunedĂŹ e martedĂŹ

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MaBeDo ITINERARI PER VIAGGIATORI SOSTE del GUSTO

Ristorante Colombi Montù Beccaria, Pavia

Il Ristorante Colombi, fondato e gestito da più di cinquant’anni dalla famiglia Colombi, sorge tra le dolci colline dell’Oltrepò Pavese, sulla provinciale che collega Stradella a Santa Maria della Versa. Il ristorante di Frazione Loglio Di Sotto, disposto su due piani, offre varie e ampie sale dotate di climatizzatore oltre a un vasto parcheggio e un suggestivo giardino. La cucina, all’insegna della leggerezza e nel rispetto della tradizione, propone piatti tipici stagionali, abbinati ai vini dell’Oltrepo Pavese. Le caratteristiche ne fanno diventare un punto di riferimento adatto a ospitare colazioni di lavoro, banchetti nuziali, riunioni conviviali e pranzi tradizionali dai menu appropriati. Noi ci siamo lasciati deliziare da dei meravigliosi «Tortelli ripieni di zucca con vellutata di gorgonzola e noci tostate» e da un eccellente «Filetto di lombo con salsa alle prugne su letto di patate alla cenere».

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Frazione Loglio Di Sotto MontĂš Beccaria (PV) Tel. 0385 60049 info@ristorantecolombi.it www.ristorantecolombi.it

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MaBeDo ITINERARI PER VIAGGIATORI SOSTE del GUSTO

Sasseo

Vino dei Frati

La Verde sosta

Santa Maria della Versa, Pavia

Santa Maria della Versa, Pavia

Montecalvo Versiggia, Pavia

Il Ristorante Sasseo sorge su un’antica cava di sassi (da cui il nome), nel cuore dell’Oltrepò Pavese, poco sopra Santa Maria della Versa.Il complesso del ristorante è ricavato in questi spazi, ristrutturati riportando alla luce il casolare settecentesco e il palazzo padronale in pietra, che custodisce anche le affascinanti cantine a volta.Si accede al Sasseo da un grande cancello che si apre sulla corte divenuta giardino, dove in primavera e in estate si può sorseggiare un aperitivo lasciandosi ispirare dal meraviglioso paesaggio dell’Oltrepò. Inoltre, nel casolare di pietra un’ampia sala è stata allestita per conferenze, esposizioni ed eventi.L’antica cantina duecentesca ospita una ricca scelta di vini, con uno spazio dedicato ad assaggi e degustazioni.Lo chef del ristorante Sasseo è Vincenzo Agrillo sempre capace di stupire con le sue creazioni come ad esempio un magico «Risotto con fiori di zucca del nostro orto e pasta di salame» o il fantastico dessert « Rabarbaro al cardamomo con il suo sorbetto,neve di guava e crumble al cacao e peperoncino».

Il Ristorante Vino dei Frati, sin dalla fondazione, ha sempre voluto mantenere la famigliarità dell’accoglienza tipica delle osterie di una volta, fondendola con la cucina della tradizione piemontese dello Chef Massimo e le radici piacentine di Celeste, con l’aggiunta di elementi moderni e innovativi. Le tradizioni si tramandano di generazione in generazione e anche al Vino dei Frati si sono trasmesse di padre in figlia, Beatrice, attualmente Chef del Ristorante, capace di sorprendere con piatti estremamente elaborati e gustosi. Come non parlare allora delle paste fresche lavorate a mano: «Caramelle di ricotta e spinaci con burro e salvia, «Gnocchetti su letto di buratta con pomodoro fresco,e «Cappellacci di stracotto alla piacentina» sono solo alcune delle delizie proposte. Eccezionale la carne, da sepre fondamentale nella cucina piemontese: da non perdersi la «Tartare di Manzo con tartufo estivo» e l’ottima «Tagliata di manzo».

Questo Ristorante si trova in cima ad un crinale, in frazione Crocetta, sulla strada che da Santa Maria della Versa conduce al Passo del Carmine. Qui si viene subito accolti dalla genuina ospitalità di Patron Pino e letteralmente coccolati dalla cucina di sua moglie Grazia. Davvero deliziosi i vari tipi di Ravioli, rigorosamente preparati a mano, che la cuoca propone con vera passione: «Ravioli con patate e salsiccia e semi di papavero», «Ravioli con fave, pecorino e pancetta» e ancora «Ravioli con Castelmagno e Tartufo Nero». Ma non solo fantastici primi, ma anche ottima carne come il succulento «Galletto al vino rosso» o le «Costine di maialino da latte al forno con erbe mediterranee». Davvero un luogo magico dove trascorrere una serata, tra ottimo cibo, delizioso vino e una stupefacente vista sulle colline e vigneti.

Località Sasseo, 3 Santa Maria della Versa (PV) Tel. e fax 0385278563 E-mail: info@sasseo.com www.sasseo.com Chiuso il lunedì tutto il giorno e il martedì a pranzo

Fraz. Soriasco 106, Santa Maria della Versa (PV) Tel. 338.2843005 Orari: Giovedì: 20.00 – 00.00 Venerdì: 20.00 – 00.00 Sabato: 12.00 – 16.00 - 20.00 – 00.00 Domenica: 12.00 – 20.00

Frazione Crocetta, 2 Montecalvo Versiggia (PV) Tel. 0385 99734 E-mail: info@laverdesosta.it www.laverdesosta.it Chiuso il lunedì e il martedì ad esclusione di ricorrenze speciali.

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Olmo Napoleonico

Agriturismo Crevani

Az. Agr. Il Fienile

Golferenzo, Pavia

Golferenzo, Pavia

Canevino, Pavia

Situato a Golferenzo, in mezzo al verde delle colline e dei vigneti, questo Ristorante offre in un accogliente ambiente rustico, in una bella atmosfera famigliare, una cucina genuina a base di piatti tipici dell’Oltrepò pavese e del piacentino. Noi abbiamo particolarmente apprezzato un fantastico «Risotto Radicchio e speck», un succulento « Rollé di Faraona ripiena alle castagne» e un sublime «Brasato di manzo accompagnato da una composta di cipolle e zenzero”, davvero da applausi. Ottime anche le pizze cotte in forno a legna, ben farcite e croccanti. Un posto ideale dove trascorrere una bella serata in famiglia.

L’agriturismo sorge ai piedi di Golferenzo, una delle località più caratteristiche e con connotazioni storiche dell’Oltrepò Pavese. L’agriturismo è caldo e confortevole ed ha sia il ristorante interno che una grande terrazza da cui, mentre si gustano i piatti di casa Crevani, si può ammirare uno splendido panorama delle colline circostanti, particolarmente suggestivo la sera. L’ambiente è familiare e amichevole e la cucina, il regno di Antonella Crevani, immette direttamente nella sala. Tutti i prodotti e i piatti preparati da Antonella provengono dalle stalle e dagli orti, dalle vigne e dai campi della famiglia Crevani e sono curati da Donato e dai figli Davide e Matteo. Ottimi e genuini gli antipasti a base di affettati locali, seguiti dai tradizionali «Ravioli al sugo di brasato» e «Tortelli burro e salvia». Come secondo un «Brasato di cinghiale» cotto a regola d’arte. Il tutto in un ambiente famigliare, prezzi contenuti e un’atmosfera rilassata.

L’ agriturismo, a conduzione famigliare, nasce dalla volontà della famiglia Monfredini di trasferirsi dalla Brianza all’Oltrepo’ Pavese alla fine degli anni ’90 e intraprende l’attività agrituristica nel 2001. Mamma Carmen ha dato il via alla passione culinaria, le figlie Ilaria e Maria Novella curano la sala e tutto ciò che riguarda l’organizzazione degli eventi oltre che all’attenzione e cura nella preparazione dei prodotti inseriti nel menù e dei deliziosi dolci. Il menù offre tante varianti, partendo dagli antipasti con le pere all’aceto, zucchine sott’olio, rotolino di spinaci, cruditè di zucchina e frittata del contadino. Tra i primi piatti spiccano le «tagliatelle del contadino» e il «Risotto di zucchine con sopra le fettine di zucchine croccanti saltate in padella».Alcuni secondi proposti sono la «Coppa di maiale con le patate al forno» e l’»Arrosto di manzo con salsa di funghi porcini». Da non dimenticare che il vino è rigorosamente di loro produzione e deriva dall’uva dei vigneti circostanti.

Via Circonvallazione 7, Golferenzo (PV) Tel. 0385 99778 Orari: da mercoledì a domanica dalle 12.00 - 15.00 e 19.00 - 22.30

Via Provinciale Golferenzo (PV) Tel. 0385/99093 Cell. 333/4181776 E-mail: info@agriturismocrevani.it www.agriturismocrevani.it Chiuso dal Lunedì al Giovedì.

Frazione Costa De’ Piaggi, 3 Canevino (PV) Cell. 3382958534 Tel. e fax 0385 99384 E-mail: fienile2007@libero.it www.agriturismo-ilfienile.it

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MaBeDo ITINERARI PER VIAGGIATORI SOSTE del GUSTO

Agr. Franco Pellegrinini

Ristorante Bazzini

Al fuoco di brace

Stradella, Pavia

Canneto Pavese, Pavia

Canneto Pavese, Pavia

L’azienda “Pellegrini Franco” è stata fondata nei primi anni ‘90 da Franco, che ne è tuttora il titolare, coadiuvato dalla moglie Annamaria e dai figli Davide e Rita. Qui le parole importanti sono ospitalità, serenità e benessere: si mangia, si alloggia e ci si diverte in un’atmosfera che ricorda quella di tempi di un passato contadino, dove le giornate erano scandite dal lavoro e dal riposo dei vignaioli. Oltre ad essere produttore di eccellenti vini, questa azienda offre la possibilità di alloggiare in due mini appartamenti (da 4 posti letto ciascuno) dotati di ogni comfort e dalla spettacolare panorama sulla Val Versa. Genuina e tradizionale la cucina proposta dove in un’atmosfera sempre conviviale e familiare è possibile organizzare, sia per piacere che per lavoro, pranzi e cene a partire da pochi intimi fino a 40 persone. Assolutamente da visitare.

Il Ristorante Bazzini di Canneto Pavese si contraddistingue per essere il luogo ideale dove trascorrere una magnifica serata e lasciarsi docilmente accarezzare dal fresco delle colline sulla terrazza panoramica, gustando del cibo raffinato e magistralmente impiattato. Un posto elegante , curato nel dettaglio, molto luminoso, senza risultare pretenzioso dove sarete accolti dalla cortesia e gentilezza del personale. Ottimi i piatti che ripropongono i classici della cucina dell’Oltrepò (ravioli, tortelli, risotti, salumi e brasati) . Un’ampia scelta di ottimi vini dell’Oltrepò pavese completa il quadro, per un’esperienza gastronomica da non sottovalutare.

Se siete amanti della carne il Ristorante Al Fuoco di Brace, situato a Canneto Pavese, è il posto che fa per voi. Ottima carne, dicevamo, in un ambiente rustico e accogliente e la possibilità di cenare anche all’aperto. Da assaggiare anche i primi: assolutamente imperdibile il «Risotto al petto d’oca». Per i secondi c’è solo l’imbarazzo della scelta: Fiorentina, Stinco di Maiale, Grigliata mista, Tagliata di manzo con crema di gorgonzola,brasato di asina sono solo alcune delle portate in menù, cotte alla perfezione. Un posto tranquillo, personale cordiale e disponibile, attento anche alle intolleranze alimentari (celiachia e intolleranza al lattosio), dove trascorre una piacevole serata all’insegna del buon cibo.

Strada Vicinale Solinga, 15 Stradella (PV) Tel. 0385 88305 Cell. 338 532 88 33 E-mail: info@pellegrinifranco.it www. pellegrinifranco.it

Via Roma,11 Canneto Pavese (PV) Tel. 0385 88018 E-mail: info@ristorantebazzini.com www.ristorantebazzini.com Chiuso: Domenica sera e Lunedì

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Frazione Vigalone, 22 Canneto Pavese (PV) Tel. 0385 262248 E-mail: donatellabarabaschi@libero.it


Soriasco, Santa Maria della Versa

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Golferenzo uno dei Borghi più belli dell’Oltrepò

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Musica e spettacolo sotto le stelle

Grande successo per l’Estate in Castello di Pavia Testo e foto di VALERIA PORTINARI

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opo il debutto comico con Giuseppe Giacobazzi, la rassegna Eventi in Castello ha visto sul palco del Cortile Visconteo altri grandi nomi della musica italiana e del teatro. Protagonista del secondo appuntamento il 29 giugno è stato il progetto musicale del cantautore ferrarese Vasco Brondi, Le Luci Della Centrale Elettrica, che ha fatto tappa al Castello con la tournèe che prende il nome del loro ultimo album “Terra”. Un atteso ritorno a Pavia, l’ultima volta è stata nel 2011, con il loro rock indie e alternativo, Le Luci hanno radunato fan provenienti da tutta la provincia, per un live energico che ancora una volta ha dato risalto alle parole di Brondi. Terra, l’album uscito a marzo di quest’anno, è stato prodotto insieme a Federico Dragogna de I Ministri ed è un mix sapiente di cantautorato, suoni tribali, elettronica e distorsioni. Ad aprire il concerto le band pavesi La colpa e i Nylon.

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opo Le Luci della Centrale Elettrica, il primo luglio ha calcato il palco una cantautrice romana molto conosciuta ed apprezzata: Paola Turci. Il Secondo Cuore Tour è ripartito proprio da Pavia per la tranche estiva, dopo un mese di pausa dalla tournée primaverile che ha visto Paola protagonista nei teatri di tutta Italia. Il concerto è stato grintoso e vivace con una Paola Turci in grandissima forma e pronta ad emozionare il proprio pubblico pavese. Tra i brani in scaletta la canzone presentata a Sanremo 2017 “Fatti bella per te” e il secondo singolo tratto dall’album, “La vita che ho deciso” oltre ai successi dei primi anni di carriera come “Sai che è un attimo” e “Questione di sguardi”, riarrangiati ed apprezzatissimi dal pubblico.

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Verso il finale del concerto i fan si sono avvicinati alle transenne in una sorta di abbraccio collettivo, un momento di gioia e condivisione fortemente voluto dall’artista per questo tour che segna il suo definitivo ritorno sulla scena dopo i momenti difficili degli anni novanta. Oggi Paola Turci è più coraggiosa e consapevole dei propri limiti e delle proprie fragilità che l’hanno accompagnata per tanto tempo e che ha saputo sempre affrontare a testa alta. L’ultimo album, “Il Secondo Cuore” è un vero e proprio inno alla vita ed all’accettazione di sè stessi, un disco maturo ed emozionante in ogni sua sfaccettatura.


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opo le due date musicali, l’Estate in Castello ha portato a Pavia un altro grande cabarettista, Andrea Pucci, conosciuto al grande pubblico per aver vinto “La sai l’ultima?” negli anni novanta e per essere parte del cast di Colorado dal 2005 ad oggi. Nel suo spettacolo “In...tolleranza zero” ha affrontato in chiave comica la società moderna ed i suoi problemi, le mode, le tecnologie e le nuove generazioni. Senza toccare mai la politica, Pucci ha fatto divertire i presenti con una satira di costume, ironizzando sulla fatica di vivere dei cinquantenni di oggi. L’ultimo appuntamento con la rassegna estiva di spettacoli avrebbe dovuto vedere sul palco Giovanni Allevi, talentuosissimo pianista e compositore marchigiano. Purtroppo, durante una tappa del suo tour in Giappone, Allevi è stato ricoverato ed operato d’urgenza per un distacco di retina, che lo ha purtroppo costretto ad annullare tutti gli impegni previsti per i mesi estivi.

La volontà dell’artista e del suo management è comunque quella di recuperare gli show cancellati non appena le sue condizioni di salute lo permetteranno. Non ci resta che augurargli una prontissima guarigione nella speranza di poter ascoltare presto la sua meravigliosa musica sotto il cielo pavese. Anche se si è conclusa in modo inaspettato, la rassegna Estate in Castello ha radunato fan, appassionati di musica e teatro e cittadini di pavia e dintorni. Grazie all’impegno di Promoter PV e della Fondazione Teatro Fraschini la città di Pavia ha potuto godere di quattro appuntamenti interessanti e imperdibili dedicati al divertimento ed alla buona musica.

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SaXbere

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n altro grande successo per Convivium 2017 Degustazioni al tramonto nel borgo antico di Golferenzo

Testo e foto di VALERIA PORTINARI

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i è tenuta il 24 luglio a Golferenzo la rassegna Convivium, annuale inziativa organizzata dall’Associazione SaXbere per le strade ed i cortili storici del borgo antico di Golferenzo, sulle colline dell’Oltrepò. Lo scopo di questi eventi e manifestazioni è quello di permettere ai partecipanti di degustare le etichette migliori del territorio e valorizzare la ristorazione della zona. Il meraviglioso scenario che fa da cornice agli eventi è quello di un antico borgo medievale, che si arricchisce di fascino con la luce del tramonto e l’aria fresca delle colline oltrepadane. A partire dalle 20, il paese si è così animato di appassionati, winelovers ed amanti della buona cucina del nostro territorio che hanno potuto assaporare patti ed abbinamenti eccezionali, curati dai migliori ristoranti e cantine della zona. Protagonista della serata è stata quindi l’eccellenza del territorio.

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Ogni “angolo enogastronomico” ha presentato un piatto con due abbinamenti vinicoli di cantine diverse, studiati ad hoc per l’occasione e per incontrare i gusti dei visitatori. Nove ristoranti per nove squisitezze legate alla tradizione, all’esaltazione delle materie prime ed al territorio e diciotto vini tra i migliori dell’Oltrepò Pavese: bianchi, rossi, rosè, bollicine, ognuno scelto per valorizzare i sapori in abbinamento, dai salumi alla pasta ripiena, dalla carne al riso, dall’antipasto al dolce. All’ingresso sono stati consegnati ai visitatori un calice ed una mappa delle vie del borgo nelle quali trovare le varie tappe enogastronomiche in cui fermarsi per una sosta di tutto gusto.


Nico Di Palo

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MaBeDo EVENTI

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ra le prime degustazioni, l’Azienda Agricola Il Feudo Nico ha proposto un ottimo antipasto composto da un tris di salumi di produzione propria e bruschettona con pomodorini e olio EVO Bricco degli Spiaggi. In accompagnamento al piatto, il Pinot nero “Nerot” dell’Az. Cavallotti ed il Pinot Rosè “Hatakama” consigliato dall’Az. Maggi Francesco. Per la nostra prima tappa del Convivium una accoglienza calorosa da parte di tutta la famiglia Madama.

Massimo Madama e lo Staff dell’Az. Agr. Il Feudo Nico

Filippo Quaglini con Gabriella, Massimo ed Edoardo Madama - Az. Agr. il Feudo Nico

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Marco Maggi - Az. Maggi Francesco

Az. Cavallotti

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Filippo Quaglini, il Sindaco di Golferenzo Claudio Scabini, Elena Cavallotti e il marito.

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MaBeDo EVENTI Lo staff del Ristorante Sasseo

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l Ristorante Sasseo, altra interessante tappa del tour, ha presentato invece un piatto a base di porro alla lavanda ripieno di baccala mantecato, burro acido, nocciole e cipolla bruciata. Ad accompagnarlo, i vini delle Az. Verdi, Bonarda “Possessione di Vergombera” e dell’Az. Borgolano, Riesling “Dedalo”. Tra gli alberi ed i tavolini allestiti per l’occasione, le note degli Oh Lazarus sono state un’ottima compagnia per chi si è fermato ad assaggiare la pietanza del Sasseo, creando un’atmosfera rilassata e bucolica.

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Tenuta Borgolano - Donatella e marito

Palo Verdi - Az. Bruno Verdi

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Sindaco, VIce Sindaco, Nico Di Palo con la Pro Loco di Cervesina

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Oh Lazarus

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entre il tramonto colorava le colline, proseguiva anche il viaggio enogastronomico tra gli abbinamenti. Ai piedi della Chiesa Parrocchiale San Nicolò il ristorante Prime Alture ha offerto ai visitatori un ottimo Riso Venere al salto con pomodorini in confit, pinoli tostati, basilico e ricotta salata. Un piatto delicato al quale abbinare un buon calice di “Testarossa” dell’Az. La Versa – Terre D’Oltrepò o uno di Chardonnay “Fagù” dell’Az. Torti.

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Alessio Gaiaschi, Filippo Qauglini e Marco Stenico - Terre d’Oltrepò

Az. Pietro Torti

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Georgiana Ripa

Fausto, Prime Alture

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Filippo Quaglini e Georgiana Ripa

Simona Lechiancole, Prime Alture

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Agriturismo Crevani - Davide, Antonella e Donato

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na delle soste più gustose è stata poi quella dell’Agriturismo Crevani, dove è stato possibile assaporare gli incredibili ravioli della tradizione con sugo di brasato, preparati con amore e passione dalla signora Antonella. In abbinamento al piatto, la Bonarda frizzante “Il Vicario” dell’Az. E. Calatroni ed una Bonarda ferma “Il soffio” dell’Az. Brandolini Alessio.

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Filippo Quaglini e Daniele Calatroni - Az. Emilio Calatroni

Luigi Chiesa e Filippo Quaglini

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Filippo Qauglini, Pier Achille Lanfranchi, Daniele Calatroni

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MaBeDo EVENTI

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ra le varie tappe della serata, non potevamo mancare all’assaggio del Rosè “Pumgranin” di Giorgi Wines con la Battuta di fassona piemontese con insalata di riso al tartufo nero e panzanella di pomodoro della La Locanda dei Beccaria. Il secondo accostamento vedeva invece protagonista il “Barbera” di Podere Scabini per una degustazione con gli amici attorno ad una piscina nella quale campeggiava un grande fenicottero rosa gonfiabile mentre sullo sfondo si distingueva ancora il tramonto oltrepadano. “Pegranegra” di Vigna Soul e “La mora”, Bonarda di Giorgi Franco, hanno accompagnato invece il guanciale di maialino stracotto al Pinot Nero e miele d’acacia, cremoso di patate ai semi di senape e verdure croccanti del ristorante Liros. Un piatto saporito e profumato, opera dello chef Silvano, che ha raccolto grandi consensi tra i presenti.

Vigna Soul

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Adriana Camillo, Enrico Rezzani - Giorgi Wines

Lorenzo Scabini - Podere Scabini

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Pierluigi GIorgi - Girogi Franco

Chef Silvano - Ristornate Liros

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Oreste Vercesi

F. Quaglini con FIlippo Arsi - Ristorante Liros

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Emiliano Genesi - Ristorante Olmo Napoleonico

Giovanna Pullia - Olmo Napoleonico

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n altro ottimo piatto a base di carne è stato proposto dal ristornate Olmo Napoleonico: un appetitoso Brasato di scottona al Bonarda con composta di cipolle di Tropea e zenzero accompagnato per l’occasione da un calice “La Grangia”, Bonarda di Montelio e dalla Bonarda dell’Az. Martilde. Per MaBeDo, la serata si è poi conclusa in una affascinante location con piscina nella quale abbiamo potuto deliziarci con la dolcezza di una Zuppetta tiepida di amarene con gelato alla cannella e cialda croccante alle mandorle accompagnato dall’ottimo “Sangue di Giuda” dell’Azienda Quaquarini e dal moscato dell’Az. Rampuzzi. Nel nostro viaggio abbiamo incrociato tanti amici e conoscenti che ci hanno accolto calorosamente ed hanno reso le nostre tappe ancora più piacevoli. Tra i graditi incontri fatti tra le vie del borgo anche le sorelle Camilla e Federica Sgorbati.

Federica e Camilla Sgorbati

Staff Olmo Napoleonico

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Az. Martilde

Az. Montelio

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Az. Rampuzzi Giorgio Liberti - Ristorante Prato Gaio

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Staff Prato Gaio


Az. Quaquarini Francesco

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Empire State Building

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on I suoi 443 metri di altezza è stato fino alla fine degli anni ’70 il grattacielo più alto del mondo. È diventato monumento nazionale nel 1981 e dal 2000 è stato designato una delle sette meraviglie del mondo moderno. La sua costruzione iniziò nel marzo 1930 in piena crisi depressiva, sorge sul sito ove era il Waldorf Astoria, già trasferito al 301 di Park Avenue. Il progetto per la sua realizzazione fu affidato allo studio Lamb & Harmon che produsse i disegni definitivi per un edificio in stile art decò e fu redatto in sole 2 settimane. Il progetto inizialmente prevedeva 80 piani, ma la competizione innescata in città per costruire grattacieli sempre più alti fece aumentare il numero dei piani in corso d’opera a cui venne poi aggiunto il pennone alla sommità. Fu solennemente inaugurato il 1° maggio 1931. La destinazione dello stabile era principalmente commerciale, tuttavia gli uffici e i negozi rimasero a lungo vuoti guadagnandogli il soprannome di Empty State Building. La società di gestione era quasi in bancarotta quando l’apertura di un osservatorio e della terrazza panoramica fecero diventare il Building una delle maggiori attrazioni turistiche della città.

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Statua di Timur

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Rockefeller Centre

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i tratta di un gruppo di 19 edifici commerciali.

I primi 14 edifici in stile art decò, a cui si aggiunsero gli altri negli anni’ ’60 e ’70, furono costruiti in sole 9 anni. Il terreno era della Columbia University che lo aveva ceduto in diritto di superficie per 87 anni al magnate petrolifero J.D. Rockefeller. Durante l’inverno nella piazza antistante l’edificio centrale viene collocata una frequentatissima pista di pattinaggio, sovrastata dal maestoso Albero di Natale che con le sue luci multicolori attrae un numero impressionante di turisti. L’accensione delle luci dell’albero è una vera e propria cerimonia che si tiene il Giorno del Ringraziamento e che apre ufficialmente il periodo delle feste Natalizie. In cima al grattacielo vi è la terrazza panoramica top of the Rock da cui si gode vista mozzafiato sulla città.

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Crhysler Building

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l grattacielo più alto costruito con mattoni e struttura di acciaio. È considerato dagli esperti uno dei più bei grattacieli di New York e splendido esempio di art decò.

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Flatiron

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l Fuller Building meglio noto come Flatiron è in stile neorinascimentale ed è stato ultimato nel 1902. Si trova in un punto particolarmente esposto alle raffiche di vento, tant’è che il giorno della sua inaugurazione i presenti dubitarono sulla sua tenuta. In seguito i giovanotti passeggiavano nella zona attendendo folate che facessero alzare la gonna delle signorine per ammirarne le gambe. Fu subito soprannominato Flatiron per la sua spiccata forma a ferro da stiro.

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Ground Zero

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ra stato cosÏ denominato il sito ormai sventrato e annientato su cui sorgevano le Twin Towers del World Trade Center. Le Torri avevano svettato per quasi 30 anni e furono abbattute nell’attacco terroristico dell’11 settembre 2001

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Freedom Tower

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ne World Trade Center anche conosciuto come Diamond o Freedom Tower è il risultato della ricostruzione della zona. Insieme alla due grandi vasche del memorial che ricoprono l’area precedentemente occupata dalle torri, commemora le oltre 3000 vittime dell’attentato che hanno mortalmente ferito la città. Nelle giornate di sole il nuovo grattacielo, quarto più alto del mondo, svetta con i suoi riflessi argentei ed è visibile anche da uptown.

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Brooklyn Bridge

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l Ponte di Brooklyn è stato costruito tra il 1870 e il 1883, primo in acciaio e per lungo tempo il ponte sospeso più lungo del mondo. Vero capolavoro d’ingegneria, collega Manhattan a Brooklyn , è lungo due Km circa, ed è una delle maggiori attrazioni turistiche della città. Una passeggiata sul ponte è un “must” da non perdere. Vale la pena di percorrerlo da Brooklyn a Manhattan al tramonto per godere un’ incredibile vista dello skyline di Manhattan. Per la sua costruzione furono impiegati 600 operai , 27 dei quali perirono per embolia gassosa. Anche il progettista Roebling perse la vita durante la costruzione.

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Liberty P

er i migranti che arrivavano in America a bordo dei piroscafi alla fine dell’800 e all’inizio del ‘900 il primo impatto con il nuovo mondo era la Statua della Libertà . Ancora oggi simbolo inconfondibile della città. È situata su Liberty Island (precedentemente Bedloe’s Island), si può in lontananza vedere anche da Battery Park, dal Brooklyn Bridge e dalla Highline, ma vista da vicino maestosa sulla sua isola fa tutt’altro effetto… Ad iniziare dall’imponente basamento che la proietta in alto. Fu inaugurata il 28 ottobre 1886 ed era un dono del popolo francese al popolo americano. Il dono era stato pensato da Auguste Bartholdi e dal suo amico Edouard de Laboulaye per celebrare l’amicizia tra le due nazioni e commemorare l’indipendenza conquistata da entrambi i popoli. La Francia avrebbe provveduto alla statua e l’America avrebbe costruito il basamento. Bartholdi ha preso a modello per la statua il viso della madre; la statua rappresenta Libertas la dea roman della libertà. Alla costruzione della statua ha collaborato anche Gustave Eiffel.

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Ellis Island

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llis Island, isolotto artificiale costruito con i detriti derivanti dagli scavi per la metrpolitana , arsenale Militare dal 1892 al 1954, ospita ora un interessantissimo museo Ellis Island Immigration Museum. È stato il principale punto d’ingresso per 12 milioni di immigrati che sbarcavano in America. L’atrio dell’ingresso principale accoglie con un video interattivo Flags of Faces in cui i volti degli immigrati di ieri e di oggi concorrono a comporre la bandiera nazionale. Tributo e riconoscimento per il decisivo apporto degli immigrati alla costruzione della grande nazione americana.

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Granada Di TITTI MIGLIAVACCA

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Sierra Nevada

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a città di GRANADA fu: fondata dagli Iberici, poi colonia Romana con il nome di Iliberis, conquistata dai musulmani e riconquistata dai Re Cattolici. Il suo nome significa melagrana, simbolo del Paradiso per i musulmani, della Passione per i cristiani e della Ricchezza per gli ebrei. Si trova proprio ai piedi della Sierra Nevada; arrivando dall’autostrada si scorge un paesaggio mozzafiato. La città , sulla cui altura spicca uno dei più bei complessi monumentali: l’Alhambra, si presenta incorniciata da montagne dalla cima innevata , con il sole che si specchia e rispecchia nei fiumi Darro e Genil, alla confluenza dei quali sorge Granada.

La città onobbe il suo periodo migliore durante l’occupazione musulmana che iniziò nell’ottavo secolo e con la dinastia Nazaride (1238-1492) divenne uno dei più importanti centri culturali e artistici d’Europa. Nel 1492 i re cattolici Ferdinando e Isabella riconquistarono la città al Cristianesimo cambiandone il destino: vennero espulsi i Mori e, nella parte nuova, si costruirono edifici in stile Gotico o Rinascimentale. Tutti o quasi i monumenti di Granada sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.

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Alhambra S

e i Re Cattolici Isabella e Ferdinando non avessero assunto a loro dimora lo splendido palazzo principesco dell’Alhambra, forse anche questo gioiello sarebbe andato distrutto. Si dice che la Regina Isabella vedendo questo luogo se ne innamorò al punto da volerci vivere, a dispetto delle origini e della precedente storia del posto. Unico esempio di complesso medievale musulmano giunto quasi intatto fino a noi, è una piccola città fortificata che sorge in cima alla collina che domina la città. Era già conosciuta nel IX secolo e fu edificata con materiali di reimpiego iberico e romano. Anche Carlo V scelse l’Alahambra come sua dimora facendo edificare un sontuoso palazzo che tuttavia mai abitò.

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MaBeDo VIAGGI Palazzo Carlos V

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l nome Qal-at- al-hamrà significa “la cittadella rossa” derivato dal caratteristico colore della pietra con cui fu costruita. È una vera città murata che ha funzionato sempre autonomamente rispetto alla città di Granada. I Palacios Nazaries, i più visitati per le splendide ricchezze architettoniche ed artistiche, rappresentano un complesso di palazzi costruiti negli anni ’30 del XIV secolo avevano funzioni sia amministrative che private. Il patio des Leones è circondato da 124 colonne di marmo bianco di Almeira, tutt’intorno vi sono le sale private del Sultano con le finestre che danno sul cortile e non sull’esterno come da tradizione musulmana. I leoni della fuente des Leones sono del XI secolo e rappresentano le 12 tribù di Israele.

Palacios Nazaries

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Patio des Leones

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Il patio dei leoni e il giardino Generalife

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na passeggiata nei giardini del Generalife ristora dalla calura estiva e gratifica il gusto del verde e dei fiori, nel labirinto poi ci si può agevolmente perdere per prendersi una pausa. Il Generalife ( i giardini dell’architetto Dio) fu la residenza estiva dei sultani Nazaridi. Il palazzo e i giardini furono costruiti agli inizi del 1300 durante il regno di Maometto III.

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Albayzin

roprio di fronte all’Alhambra vi è il colle dell’Albayzin storico quartiere moresco patrimonio dell’Unesco, che ha conservato il caratteristico dedalo di vie strette che, per percorsi differenti, giungono al Mirador San Nicolàs punto panoramico che regala una vista straordinaria sull’Alhambra e sulla Sierra Nevada. Sorgevano nel quartiere più di 30 moschee e lungo le vie si possono ancora notare le Carmenes, ville con giardini moreschi completamente isolate dall’esterno dagli alti muri di cinta.

Brooklyn

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MaBeDo VIAGGI

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roseguendo dal Mirador San NicolĂ s si giunge al Sacromonte, collina famosa per le tradizioni legate al flamenco gitano. Molte abitazioni erano situate nelle grotte ora trasformate in taberne flamenche, luoghi di grande attrazione turistica per gli spettacoli di balli gitani.

Mirador San NicolĂ s

Taberna Flamenca

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Casa tipica del Barrio Albayzin

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La Cattedrale dell’Incarnazione

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on c’è foto che possa rappresentare l’immensità della Cattedrale di Granada, seconda più grande di Spagna, eccelso esempio di stile rinascimentale spagnolo. Sorge sul sito ove si ergeva la moschea Nasride; la sua costruzione fu voluta dai Re Cattolici dopo la riconquista della città. I lavori incominciato all’inizio del XVI secolo furono terminati nel XVIII. Adiacente alla cattedrale sorge la Cappella Reale che conserva nella cripta i resti di Ferdinando, Isabella, Giovanna la Pazza, Filippo II il bello e l’infante Miguel.

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Cappella Reale

Veduta della Cattadrale

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Tomba dei reali Ferdiando e Isabella

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MaBeDo VIAGGI

Università

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u fondata da Carlo V nel 1531 , è una delle più antiche in Spagna. È particolarmente impegnata in campo ambientale, consta di una popolazione di studenti molto numerosa: 80,000 circa su una popolazione totale di circa 250,00. la città e l’Università sono cresciute insieme integrandosi molto bene e collaborando sinergicamente. La popolazione studentesca vivacizza la vita sociale e conviviale già molto radicata nella città.

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Rally 4 Regioni. un ritorno al passato Di PIERO VENTURA

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Ventura, Loubet e Scabini (foto Barbieri)

Partenza da Pavia (foto Barbieri)

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uando è nato il 4 Regioni, all’inizio degli anni ’70, c’era un altro modo di affrontare i rally. Erano gli anni in cui il percorso di gara era l’avversario più ostile da superare. Erano i tempi in cui, specialmente per i piloti gentleman, il portare a termine la corsa permetteva loro di sentirsi appagati per tutto il resto della stagione. Erano i tempi del Rally 4 Regioni osannato e temuto da tutti, una gara veloce e massacrante che ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo rallystico. Erano gli anni dei grandi campioni. Ebbene, quei tempi sono tornati grazie al Rally 4 Regioni Historic Classic che ha fatto riassaporare i profumi, rivivere i suoni, ripercorrendone le strade, quelle mitiche di Rocca Susella, Oramala, Castellaro, Penice, Cecima, Pozzolgroppo ecc, e in parte, anche le distanze e la partenza da Pavia, alla presenza di Sindaco e Prefetto come un tempo.

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Tutto questo grazie allo splendido connubio tra l’Aci Pavia con il presidente Marino Scabini e l’YL Historic Rally Event con a capo l’ex campione europeo rally Yves Loubet. Quattro giorni di spettacolo, una vasta e variegata tipologia di vetture spaziante dalla vasta gamma Lancia formata da: Stratos, 037, Beta e Fulvia, alle innumerevoli Porsche 911 e ancora: Mazda, Ford, Talbot, Fiat, Alfa Romeo, Renault ecc, condotte da bravi piloti italiani e stranieri, sono stai il menù di questo Rally 4 Regioni. Alla fine, hanno prevalso i fratelli vogheresi Matteo e Claudia Musti su Porsche 911 gruppo 4, i quali si sono ampiamente rifatti dalla delusione patita lo scorso anno, uscendo di strada sull’ultima “speciale” con la vittoria in pugno. Balzati al comando sulla seconda prova della prima giornata di gara, Matteo e Claudia hanno poi incrementato il vantaggio sino a mettere un margine di sicurezza sugli immediati inseguitori.


Il prefetto di Pavia, Erminia Rosa Cesari, al volante della Fulvia coupĂŠ di Ventura

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MaBeDo MOTORI

Tre splendide Lancia Stratos

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la Porsche 911 di Matteo e Claudia Musti (foto Barbieri)

la Lancia 037 di Covini-Brega (foto Barbieri)

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La Fulvia di Ventura-Carena

A la Cooper di Politi-Scabini

nche il posto d’onore è stato un affare di famiglia, infatti sul secondo gradino del podio sono saliti i velocissimi cugini lariani Enrico e Emma Melli anch’essi con una 6 cilindri di Stoccarda. Terzo posto per il primo degli attesissimi stranieri, i monegaschi Jenot-“Slo” con la Ford Escort MK II, eletti all’unanimità i più spettacolare di questo Rally 4 Regioni. Ai piedi del podio troviamo un altro equipaggio locale, quello formato da Alessandro Ghezzi e Agostino Benenti con l’ennesima Porsche 911 gr.4. Non sono andati oltre la quinta piazza i vincitori del rally del Marocco Barrile-Chiappe con la Sumbeam Talbot, i quali hanno sacrificato la possibilità di un migliore risultato finale a favore dello spettacolo. Sesto posto assoluto per Antonio Contento e Anna Sabadin sull’Opel Manta Gt/e, spettacolari anch’essi, ma penalizzati da numerosi problemi alla vettura. L’equipaggio di Bagnaria, hanno comunque realizzato il loro sogno, correre e concludere un 4 Regioni vecchia maniera con una splendida rimonta.

Settimo posto per Thizy,J.l. - Mollard,S. (Porsche 911) che precedono le brave e irriducibili Luisa Zumelli e Paola Valmassoi (Porsche 911 Sc Gruppo 3), primo equipaggio femminile al traguardo seguite nell’ordine da: Julien,J.J. - Juif,B. (Ford Escort MkI) e Vandromme,P. - Vivier,F. (Lancia Stratos Hf) a comletare la top ten. Al traguardo anche i locali Salviotti-Invernizzi, 12° con l’Autobianchi A112 Abarth e Scarani-Bernini, 14° con la Fiat X1/9). Nel Rally 4 storico, basato su due giornate di gara, la vittoria è andata ad un altro vogherese, Giorgio Buscone, navigato sulla Lancia Delta Integrale dalla giovane e poco più che esordiente stradellina Ilaria Maggi. Secondo posto per Riccardo Bianco e Roberta Barbieri a bordo della Ford Sierra Coswort 4×4, mentre sul terzo gradino del podio salgono Sergio Mano e Marco Dalmasso a bordo della Toyota Celica ST 165.

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La Mazda di Duroux-Fargers

i vincitori del 4 regioni Historic classic Claudia e Matteo Musti

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l’Opel Manta GTE di Contento-Sabadin

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uarto posto sofferto per Bruciamonti-Calvi con la Ford Sierra Cosworth. Chiudono la top five i bravi Marco Bellinzona e Marta Achino con la Lancia Delta Integrale. Ottimo il nono posto di Isabella Bignardi con Elena Migliorini sull’Opel Kadett, che le è valso loro il successo tra le dame. In coda al rally storico, una trentina di vetture si sono contese la vittoria nella Regolarità sport andata ai pavesi Massimo Politi e Silvia Scabini con la Mini Cooper MKIII. Buona la prova di altri equipaggi pavesi come il 5° posto di Zelaschi-Fronti (A112), il 6° di Guarnone-Dealberti (Lancia Fulvia Coupè), l’8° di Paghini-Paghini (VW Golf), il 9° di Gregorelli-Gregorelli (A112) e l’11° di Ventura-Carena (Lancia Fulvia Coupé), meglio classificato della scuderia Paviarally che al 4 Regioni festeggiava i 40 dalla fondazione. Gli altri equipaggi del team del capoluogo si sono piazzati reciprocamente al 12° posto, Verri-Negrini (Fiat 125S), al 13° Perelli-Roveda (Lancia Fulvia Coupè, al 15° posto Minotti-Zavoli (Opel Manta) e al 18° si sono classificati Carrera-Sperandio (Fiat 124 Abarth). Buscone-Maggi (Diessephoto)

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Magazine

Pubbliredazionale N°31 Luglio 2017 Realizzato da MaBeDo S.r.l. Responsabile: Filippo Quaglini Direttore Editoriale: Emanuele Bottiroli Grafica: Sara Giammona Testi: Dario Bertini, Silvia Brigada,Titti Migliavacca, Remo Pàntano, Valeria Portinari, Piero Ventura Web Manager: Sara Giammona Web Hosting: Zeus Telematica Tutti i diritti riservati, la riproduzione totale o parziale è vietata in qualsiasi forma.


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