magazine N.14
PERSONAGGIO
Il mondo fantastico di Fiorenza Orseoli
Viaggio tra forme, colori, gioco e poesia pura MONDO DEL VINO
Anniversario glorioso per il vitigno di punta di Conte Vistarino e dell’Oltrepò Pavese
150 anni di Pinot Nero MADE IN ITALY
La distillazione come arte, cultura e stile di vita
Mazzetti d’Altavilla - Distillatori dal 1846 SOSTE GOLOSE
A Rivanazzano Terme, un gioiello di ospitalità e buona cucina
Albergo Ristorante Selvatico LOCATION PER EVENTI
Dal pranzo con gli amici al matrimonio da favola
La location perfetta si chiama Cascina Ca’nova EVENTI
Il circo, la tauromachia, le donne e la politica.
Picasso e le sue passioni in mostra a Palazzo Vistarino
editoriale
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n questo doppio numero vi portiamo a scoprire l’arte di Fiorenza Orseoli; faremo un giro per le cantine del Conte Vistarino, Finigeto e Ferrari per poi assaporare i prodotti della Società Agricola Malbosca e degustare i distillati di Mazzetti D’Altavilla. Assaggeremo le specialità de La Finestra sul Po e del Ristorante Selvatico, due perle di ospitalità oltre che di buona cucina, mentre nel lodigiano scopriremo la Cascina Ca’nova. Novembre è stato il mese degli eventi: dalla serata con Sherrita all’Enoteca Regionale della Lombardia, alla presentazione del libro di Valerio Bergamini, all’inaugurazione della Club House del Club dei Cento. Tra le nostre pagine troverete anche l’anteprima della mostra Picasso e le sue passioni, in apertura il 19 dicembre. Immancabile la rubrica “Mondo dei Motori”: questo mese si parla di Jaguar!
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sommario
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PERSONAGGIO Il mondo fantastico di Fiorenza Orseoli
Viaggio tra forme, colori, gioco e poesia pura
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MONDO DEL VINO Anniversario glorioso per il vitigno di punta di Conte Vistarino e dell’Oltrepò Pavese
150 anni di Pinot Nero
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Dal produttore al consumatore, con un’iniziativa molto speciale
Finigeto e i vigneti di Montalto Pavese
28
L’eccellenza del bere italiano come ricerca della qualità e valorizzazione del territorio
Cantine Ferrari e il Gruppo Lunelli
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MADE IN ITALY La distillazione come arte, cultura e stile di vita
Mazzetti d’Altavilla - Distillatori dal 1846
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Disidratazione e innovazione
I segreti della Società Agricola Malbosca
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SOSTE GOLOSE Nella campagna piacentina, un angolo di paradiso
La Finestra sul Po
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A Rivanazzano Terme, un gioiello di ospitalità e buona cucina
Albergo Ristorante Selvatico
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52 112
84 LOCATION PER EVENTI Dal pranzo con gli amici al matrimonio da favola
La location perfetta si chiama Cascina Ca’nova
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EVENTI Il circo, la tauromachia, le donne e la politica
Picasso e le sue passioni in mostra a Palazzo Vistarino
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Inaugurata la sede del Club dei Cento
Grande evento per gli Orgogliosi di essere Lodigiani
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Enogastronomia e musica all’Enoteca Regionale della Lombardia
Apericena con Sherrita Duran
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Un racconto di vita, di passione e di vino
Valerio Bergamini e Il Signor Barbacarlo
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MONDO DEI MOTORI Dagli anni venti ad oggi, la storia di un mito
L’Amico del Jaguaro
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Gatto Pasquale - critico felino
personaggio
Il mondo fantastico di Fiorenza Orseoli
Viaggio tra forme, colori, gioco e poesia pura Testo di Valeria Portinari
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uando si è trasferita da Treviso a Pavia, Fiorenza Orseoli non ha portato con sè solo la voglia di studiare, ma anche e soprattutto la sua arte. A Pavia si è laureata in Scienze Politiche, è diventata funzionario nella Pubblica Amministrazione e nel 1996 è stata insignita da Oscar Luigi Scalfaro dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Repubblica Italiana. Da sempre appassionata di disegno, Fiorenza ha dedicato gran parte della sua vita alla pittura ed alla sperimentazione di accostamenti cromatici e materici, in un tripudio di colori e forme che riportano al mondo del fumetto e del gioco. Le sue tele sono spontanee, frizzanti e colorate, con soggetti accattivanti, in grado di catturare lo sguardo e l’attenzione dell’osservatore per risvegliare in lui la curiosità e farlo riflettere sulle proprie emozioni, riuscendo a strappargli anche un sorriso. Ogni opera è caratterizzata dalla creatività e originalità e dall’uso di materiali differenti sempre perfettamente in armonia tra loro, in un’atmosfera quasi magica che riporta all’infanzia. 7
Omaggio a Jawlensky
La ragazza con le mele
Madame Parvenue et chat Froufrou (opera esposta al Carrousel du Louv
Sacerdote di Ra-Amon
I suoi protagonisti vanno dai fiori, alle forme geometriche, alle figure femminili ai personaggi più ironici ed inusuali (come il Gatto Pasquale) ma in ogni quadro il filo conduttore resta sempre la genuinità della composizione e della cromaticità, un vero e proprio tesoro artistico custodito in ogni tela. L’ispirazione viene da tutto ciò che la circonda, dalle sue emozioni, dalla vita quotidiana. Fiorenza è una grande osservatrice e riesce a trasformare ciò che la colpisce con un guizzo di creatività e con la propria sensibilità artistica in qualcosa di unico nel proprio genere. Numerosi critici d’arte l’hanno apprezzata ed hanno scritto di lei e delle sue opere, una su tutti la dottoressa Elena Gollini, che scrive “Le rappresentazioni, assimilabili a rievocazioni dal sapore un po’ naif e per certi versi paragonabili agli scenari delineati dalle immagini in stile fumetto, rimangono sospese in bilico tra reale e irreale, visione realistica e proiezione onirica e si possono ricondurre a una curiosa formula rivisitata di realismo magico”. E ancora, il critico Jean Charles Spinà: “Nelle sue opere osserviamo l’intensa emozione filtrata dal suo diario emozionale, creando nello stesso tempo, opere dal fascino unico e particolare.” 10
vre)
Il cavallo e la fata
Gatto Certosino il pavesino
"Non bisogna mai smettere di giocare con la propria fantasia e con i propri sogni."
�Non bisogna mai smettere di giocare con la propria fantasia e con i propri sogni.� Gatto Giorgio critico e interista
Primavera in fiore
Fiorenza è riuscita negli anni a portare la sua arte in tutta Italia, riscuotendo un grande successo di critica. A Salice Terme, nel 2012, ha ricevuto il premio speciale della Giuria per “la tecnica, la freschezza dei colori e la bellezza della composizione”, è stata inserita nel Catalogo Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea “Galleria Italia” (edizioni 2014 e 2015), e nel Catalogo Nazionale Arte e collezionismo - pittori e scultori del ‘900 (edizioni 2015 e 2016) ha esposto i suoi quadri a Pavia (personale alla Biblioteca Civica Bonetta), Milano (Mostra Milano Expo 2015 International Contemporary Art curata da Giorgio Grasso con Enel presso la centrale idroelettrica di Trezzo e durata 6 mesi), Forlì (Contemporanea Arte Forlì), Genova (Genova Art Expo 2014), Parigi (Exposition d’Art Contemporain presso Carrousel du Louvre per cui è stata inserita anche nella pagina Ufficiel delle mostre) ed a Rotterdam (International Art Fair presso la Laurentkerk) solo per citare alcune esposizioni. Il futuro è già ricco di programmi per Fiorenza: il critico d’arte Giorgio Grasso l’ha selezionata per le esposizioni collettive dal nome “L’Arte uccide la mafia” che si terranno in tutta Italia, un modo per sottolineare come solo attraverso l’arte e la cultura si può contrastare la diffusa mentalità mafiosa. Grasso porterà l’arte di Fiorenza per tutto il mese di marzo anche a “La Biennale d’Arte contemporanea sulle Dolomiti”.
Fiorenza Orseoli Pagina Facebook Fiorenza Orseoli Artista
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mondo del vino
Anniversario glorioso per il vitigno di punta di Conte Vistarino e dell’Oltrepò Pavese
150 anni di Pinot Nero Testo di Valeria Portinari
I
l Pinot Nero ha una storia che nasce nel 1850, anno in cui il Conte Augusto Giorgi di Vistarino importa il vitigno dalla Francia e lo impianta nella Tenuta di famiglia. Nel 1865, dopo anni di sperimentazioni delle pratiche enologiche, una accurata vendemmia e lavoro in cantina, crea il primo Spumante Secco italiano, che riscuote un grande successo non solo nel nostro paese ma anche all’estero, con riconoscimenti a Londra e a Parigi. Il Pinot Nero è oggi il vitigno simbolo dell’Oltrepò Pavese. Quest’anno, per il 150° anniversario, Conte Vistarino presenta il Metodo Classico 1865 in un’edizione speciale solo in magnum. Una ricorrenza importante, che non solo rende omaggio all’innovazione portata oltre un secolo fa in Oltrepò dal Conte Giorgi, ma anche a quella che i suoi discendenti hanno attuato in cantina e in azienda per essere sempre al passo con i tempi e mantenere viva la tradizione e i sapori classici di questo importantissimo vitigno. 18
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Villa Fornace
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Ottavia Giorgi di Vistarino (foto di Lucia Tuoto)
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Fam. Giorgi di Vistarino
La figura di riferimento della Cantina è oggi Ottavia Giorgi di Vistarino, che ha rivoluzionato l’azienda portandola da leader nella produzione di vini sfusi a viticoltore a marchio proprio, ponendosi l’obiettivo di far conoscere ed apprezzare Conte Vistarino ed il Pinot Nero dell’Oltrepò in tutto il mondo. L’azienda si estende per 826 ettari ed occupa il 95% del Comune di Rocca de’ Giorgi. Dei 200 ettari destinati a vigneto, la metà sono destinati al Pinot Nero con portainnesti e cloni importati dalla Francia con caratteristiche produttive molto precise: bassa produzione, grappolo e acino piccolo e grande potenziale aromatico. Il Pinot Nero è sicuramente una delle varietà più difficili da interpretare ma che allo stesso tempo racchiude i segreti del terroir e dei suoi produttori, trovando sulle colline di Rocca de’ Giorgi il sito ideale per esprimere al meglio le sue potenzialità. Grazie alle pendenze decise del luogo, l’uva non è mai sottoposta al caldo eccessivo e, al contrario, le forti escursioni termiche regalano profumi intensissimi e una buona acidità. Gli altri vitigni della Tenuta sono suddivisi in Pinot Grigio, Riesling Italico, Chardonnay, Croatina, Riesling Renano, Moscato, Barbera, Cabernet Sauvignon e Uva Rara. 23
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Foto di Lucia Tuoto
Conte Vistarino Fraz. Scorzoletta 82/84 27040 Pietra de’ Giorgi (PV) 0385 85117 info@contevistarino.it www.contevistarino.it
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Conte Vistarino ha un occhio di riguardo anche per l’impatto ambientale, ogni vigneto viene infatti condotto secondo un’agricoltura integrata che punta ad ottimizzare le caratteristiche naturali di ogni parcella, utilizzando concimi organici con un ulteriore supporto solo dove necessario, in dosi minime e senza disperdere sostanze superflue nel terreno. La Tenuta ottocentesca di Rocca de’ Giorgi vede al centro Villa Fornace, costruita nel 1700, circondata da un parco meraviglioso disegnato da Achille Majnoni (architetto del Re Umberto I). Attorno alla Villa, il territorio ha mantenuto la sua impostazione ottocentesca e oggi l’azienda vede la presenza di 25 insediamenti rurali. Della Tenuta, una parte è ancora gestita a colonia mentre la maggior parte delle cascine è affittata. A Rocca de’ Giorgi una delle grandi novità introdotte da Ottavia Giorgi di Vistarino è una sala degustazione recentemente allestita nel ‘giardino d’inverno’, per assaporare ed acquistare i vini dell’azienda. 26
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Dal produttore al consumatore, con un’iniziativa molto speciale
Finigeto e i vigneti di Montalto Pavese Testo di Valeria Portinari
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mondo del vino
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Aldo Dallavalle, Diana Thiulca e Beatrice
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er mettere in piedi un'azienda vinicola dal nulla bisogna avere una grande passione per la viticoltura e tutto ciò che riguarda il mondo del vino. È proprio questa passione che ha portato Aldo Dallavalle a dare vita all'azienda Finigeto, nel 2005. Finigeto si trova a Montalto Pavese, nel cuore dell'Oltrepò, immersa in un paesaggio che toglie il fiato, circondata dai vitigni tipici della zona: Pinot Nero, Pinot Grigio, Chardonnay, Riescling, Croatina, Barbera e Moscato. Aldo e la moglie Diana puntano molto sulla ricerca della qualità, per questo motivo tutte le viti sono allevate interamente a guyot con impianti ad alta densità per ettaro con basse produzioni. L'obiettivo dell'azienda è di produrre una quantità limitata di bottiglie di alta qualità al giusto prezzo. Grande attenzione viene data anche all'ambiente: la nuova cantina, costruita nel 2011, rispetta pienamente l'architettura locale ed è totalmente ecocompatibile. Si trova a Cella di Montalto Pavese e si affaccia sui vigneti della proprietà e sul Castello di Montalto. 31
È articolata in più moduli adiacenti, a pianta rettangolare, elevata ad un solo piano. L'edificio ha una zona pensata anche per il ricevimento delle uve, l'ammostamento, la vinificazione, lo stoccaggio e l'affinamento delle bottiglie. Ogni fase della vinificazione, dalla vendemmia all'imbottigliamento, è condotta con tecniche all'avanguardia. È possibile effettuare visite guidate in azienda, alla scoperta di tutte le fasi di lavorazione dell'uva, e degustazioni con i prodotti tipici della zona. Il contesto è ideale anche per organizzare grandi eventi come pranzi, cene e matrimoni. L'azienda Finigeto ha pensato poi ad una bellissima ed originale iniziativa: si chiama "Adotta un vigneto" e permette a tutti di diventare produttori di vino dell'Oltrepò Pavese. Il progetto permette di diventare "proprietario" di una porzione di un filare di vigneto, con tutto ciò che comporta il concetto di "proprietà": in ogni momento è possibile visitare il vigneto, verificarne le caratteristiche ed apprezzarne il processo evolutivo dalla crescita alla fruttificazione. 32
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Dalla vigna alla cantina, il "proprietario" può quindi partecipare ai momenti più importanti della stagione vinicola, dalla potatura, alla legatura, alla vendemmia fino ad arrivare alla creazione del vino ed al ritiro delle bottiglie prenotate con eventuale etichetta personalizzata. "Adotta un vigneto" permette di vivere a 360° l'esperienza del vino Finigeto ed è un ottimo modo per approfondire tutto ciò che gira intorno al mondo vitivinicolo, è possibile così capirne la storia, la complessità della lavorazione e delle tecniche usate. L'obiettivo di Finigeto è anche quello di favorire la relazione tra produttore e consumatore, Finigeto far conoscere in modo innovativo la terra e la vigna, garantire al consumatore la tracciabilità loc. Cella del prodotto e promuovere la conoscenza delle 27040 Montalto Pavese (PV) qualità del prodotto e del suo produttore. 328 7095347 Un'iniziativa davvero originale che, unitamente info@finigeto.com alla qualità della materia prima, dei processi di www.finigeto.com lavorazione e del prodotto finale, fanno di Finigeto un'azienda vitivinicola all'avanguardia e tra le migliori dell'Oltrepò Pavese. 35
mondo del vino
L’eccellenza del bere italiano come ricerca della qualità e valorizzazione del territorio
Cantine Ferrari e il Gruppo Lunelli Testo di Valeria Portinari
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antina Ferrari dal 1902, nel 1952 passa nelle mani della Famiglia Lunelli direttamente da quelle del fondatore, Giulio Ferrari. Oltre un secolo di eccellenza e tradizione che da Trento ha portato Ferrari ad essere conosciuta nel mondo come simbolo del bere italiano, grazie al Metodo Classico come unico processo produttivo e al Trentino con la viticoltura di montagna. Vincitore di numerosi e prestigiosissimi premi dal 1906 ad oggi, Ferrari esporta i suoi vini in 50 paesi del mondo ed è il simbolo dell’arte di vivere italiana, accompagnando tutti i momenti più importanti dello spettacolo, della cultura e dello sport. Dagli anni ottanta nascono i primi vini fermi che prendono il nome della famiglia Lunelli, mentre nel 2000, alla viticoltura di montagna vengono affiancati territori dalla consolidata vocazione per la produzione di vini rossi in Toscana e in Umbria. Nella Tenuta Podernovo, sulle colline toscane, dai vigneti prevalentemente dedicati al Sangiovese, ora convertiti al biologico, nascono due eleganti rossi: il Teuto e l’Aliotto. 36
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Tenuta Podernovo
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Marcello, Matteo, Camilla e Alessandro Lunelli
Cantina Ferrari
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La cantina è stata realizzata nella totale salvaguardia del paesaggio circostante, con pietra locale e colori in sintonia con l’ambiente. Accanto ad essa, in un complesso di edifici rustici del ‘700, sono stati ricavati appartamenti per gli ospiti che vogliono godersi un favoloso soggiorno immersi nella magia delle colline pisane. La Tenuta Castelbuono si trova invece sulle colline umbre, territorio di produzione di vini potenti ed affascinanti come il Montefalco Sagrantino. Peculiarità della Tenuta è la cantina, progettata da Arnaldo Pomodoro e denominata “Carapace”. Il “Carapace” è l’unica scultura in cui si vive e si lavora, un’opera in cui arte, natura, scultura e vino sono in stretta connessione tra loro al fine di sottolineare l’eccellenza sia del contenitore che del contenuto: all’esterno si presenta come una grande cupola di rame, incisa da crepe che ricordano i solchi del terreno. “Il paesaggio”, racconta Pomodoro “mi ricordava il Montefeltro dove sono nato, così come l’ha raccontato in tanti quadri Piero della Francesca. Il mio intervento quindi non doveva disturbare la dolcezza delle colline dove si estendono i vigneti, anzi doveva integrarsi perfettamente con l’ambiente. Ho avuto l’idea di una forma che ricorda la tartaruga, simbolo di stabilità e longevità che, con il suo carapace rappresenta l’unione tra terra e cielo”. I vini toscani e umbri sono riuniti sotto il marchio Tenute Lunelli. 41
Tenuta Castelbuono - Carapace Arnaldo Pomodoro
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Oltre alle bollicine Ferrari, nel 1982 la famiglia Lunelli ha acquisito Segnana, una storica distilleria che da quel momento in avanti ha saputo reinventare la grappa, facendone un distillato moderno. Nel 1988 nel Gruppo Lunelli è entrata invece Surgiva, l’acqua minerale italiana più leggera, che sgorga nel cuore del Parco Naturale Adamello Brenta. Raffinata sia nel sapore che nel design (viene proposta esclusivamente in vetro bianco per esaltarne le qualità organolettiche), nelle sue tre versioni, Naturale, Frizzante e Mossa, è l’acqua ufficiale dell’Associazione Italiana Sommelier, per la sua innata capacità di non alterare il gusto dei cibi e dei vini. Surgiva completa la gamma dei prodotti del Gruppo Lunelli, dalle bollicine Ferrari alla grappa Segnana, passando per i vini trentini, toscani e umbri a marchio Lunelli. Nonostante le varie acquisizioni, il territorio per eccellenza della famiglia Lunelli è quello trentino. 44
Parco Naturale Adamello Brenta
Distilleria Segnana
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Villa Margon
FERRARI F.lli Lunelli Via Ponte di Ravina Trento 0461 972 311 0461 913 008 info@ferraritrento.it www.ferraritrento.it
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Alle porte di Trento, la Villa Margon è la sede di rappresentanza di Ferrari, accanto alla quale si trova la Locanda Margon, una splendida terrazza naturale, immersa nei vigneti. Cuoco della Locanda è il trentino Alfio Ghezzi, chef che si lascia ispirare dal territorio e crea i suoi piatti in una sintesi tra rigore formale, precisione e creatività. La Locanda Margon propone ai propri ospiti una doppia offerta in due spazi distinti: il Salotto Gourmet, in cui viene celebrata la cucina d’autore à la carte e in menù degustazione dove è il vino il vero protagonista, scelto dagli ospiti e abbinato ai migliori piatti direttamente dallo chef; e la Veranda, con proposte più semplici e veloci in grado di coniugare perfettamente il talento dello chef con l’eccellenza delle materie prime. Cantine Ferrari, Villa e Locanda Margon sono l’espressione massima del percorso di “Bello e Buono” che la famiglia Lunelli ha voluto per coniugare ai più alti livelli arte, natura, bollicine e cucina d’autore. 47
Locanda Margon Chef Alfio Ghezzi
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Vitello con verdure stufate allo zafferano - Veranda
Chiocciole di Kamut - Salotto Gourmet (foto di Paolo Chiodini)
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made in Italy
La distillazione come arte, cultura e stile di vita
Mazzetti d’Altavilla Distillatori dal 1846
Testo di Mazzetti d’Altavilla
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razie ai quasi 170 anni di ininterrotta dedizione all’arte distillatoria, Mazzetti d’Altavilla si configura come una delle grapperie più antiche, supportata dalla storia familiare arricchita da un patrimonio di saperi tramandati nel tempo attraverso sette generazioni della famiglia dei Mazzetti “Distillatori dal 1846”. Un cammino lungo e segnato da continui riconoscimenti che fanno delle Grappe e dei Distillati di Casa Mazzetti un prestigioso scrigno di raffinatezza e qualità. L’attenzione alle tecniche produttive di carattere artigianale, la meticolosa scelta delle più nobili e fresche vinacce di soli vitigni piemontesi e la quasi maniacale dedizione ad un packaging ricercato e prezioso fanno di quest’azienda un fiore all’occhiello del “made in Italy”, come dimostra il nutrito elenco di premi ottenuti dai Distillati Mazzetti d’Altavilla, ultimo dei quali il trionfo tributato dalla Guida Bibenda 2016 che riporterà ben due Grappe Riserve di Casa Mazzetti ritenute meritevoli dei “Cinque Grappoli”, emblema di eccellenza nell’arte della distillazione italiana. 53
Si tratta di Riserva Gaia Mazzetti, grappa di vitigni Moscato e Cortese invecchiata oltre diciotto mesi in botti di piccoli carati di legni pregiati, e di Segni, grappa che invecchia per oltre cinque anni seguendo il metodo dell’Aceto Balsamico Tradizionale ovvero soggiornando, con travasi periodici, in sei piccole botticelle di capacità decrescente (da 100 a 10 cl) e di essenze lignee tutte differenti. Gaia Mazzetti e Segni sono soltanto alcune delle pregevolezze distillatorie che Mazzetti d’Altavilla propone alla sua clientela in queste settimane che ci separano dal Natale. Un vasto panorama di Grappe piemontesi, giovani, invecchiate e Riserve, di Acquaviti d’Uva (giovane e invecchiata), di Brandy e di tante declinazioni di Grappa (Liquori, Frutta al Liquore, Zuccherini Spiritosi ed ancora Marrons Glacés e Grappés ®) si presenta all’affezionata clientela che entra in contatto con il mondo dei Distillati Mazzetti d’Altavilla. A completare la gamma contribuiscono anche eccellenze quali salse, pesti e confetture della linea Altavilla Gourmet. 54
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Da sin. Silvia, Elisa e Chiara Belvedere Mazzetti (La Settima Generazione Mazzetti d’Altavilla)
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Mazzetti D’Altavilla Srl Idee golose e preziose per il Natale alle porte sono Viale Unità D’Italia, 2 Oro di Mazzetti ®, liquore prezioso a base di Grappa di Moscato con scaglie di oro alimentare (23 15041 Altavilla Monferrato (AL) 0142 926147 carati) oppure gli squisiti Cioccolatini alla Grappa. info@mazzetti.it Le produzioni di Casa Mazzetti sono presenti nei www.mazzetti.it migliori negozi di tutta Italia e sull’e-commerce aziendale attivo sul sito. Per gli interessati è possibile anche visitare la sede dell’azienda, in cima alla collina di Altavilla Monferrato. Su prenotazione, si possono effettuare, sette giorni su sette, suggestivi tour della storica Distilleria e dell’affascinante Barricaia: qui l’Enoteca Monferrina attende i visitatori per degustazioni gratuite e propone anche mostre d’arte ad ingresso libero. A Marcallo, alle porte di Milano, sorge anche il Grappa Store Mazzetti d’Altavilla, showroom dove è altrettanto possibile effettuare degustazioni, visitare esposizioni artistiche e, come ad Altavilla, scegliere le soluzioni personalizzate per i propri regali. 59
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made in Italy
Disidratazione e innovazione
I segreti della Società Agricola Malbosca Testo di Paola Visigalli
L
a Società Agricola Malbosca è una giovane realtà, situata a Rivanazzano Terme, i cui soci fondatori sono Paola ed Emanuele Visigalli. La “Malbosca” è voglia di cambiamento, di rinnovamento, ma allo stesso tempo è anche desiderio di tradizione e tipicità del territorio in cui risiede, l’Oltrepò Pavese. Nata nel 2011 con la produzione di fragole tramite utilizzo della tecnica del “fuori suolo”, da settembre 2013, ha voluto ampliare e diversificare la propria attività dedicando una parte della produzione agricola alla coltivazione di frutta e ortaggi per poterla trasformare in frutta e verdura disidratata. La disidratazione è nota come una dei più antichi metodi di conservazione degli alimenti. La “Malbosca” in tal senso si avvale di un sistema denominato “a freddo”: l’impianto frigorigeno, raffredda l’aria, la disidrata e la riscalda per raggiungere temperature di 35°/40°C con umidità del 8-10%. Tale processo permette di essiccare e mantenere inalterati gusto, colorazione e struttura dei prodotti poiché viene estratta solo l’acqua sino a circa il 95%. Le qualità organolettiche, l’aspetto e la facilità di conservazione assicurano così un prodotto dal valore aggiunto decisamente alto, poiché la maggior parte degli enzimi, vitamine e sali minerali si preservano quasi totalmente a differenza di altri metodi di conservazione. 61
L’obiettivo è quello di proporre al cliente un prodotto ottimale a partire dalla materia prima proveniente al 100% da filiera italiana, dal “campo alla tavola”. Tutte le verdure provengono una parte dall’azienda stessa e una parte da aziende agricole locali, per lo più certificate sui metodi di produzione e lavorazione. La disidratazione avviene solo su prodotti di stagione anche se ciò può creare qualche periodo di attesa per mancanza di disponibilità. Tra i prodotti della Malbosca, oltre alla fragola, si può trovare la tipica Mela della Valle Staffora, verze, erbette, zucche, zucchine, pomodori, basilico, radicchio, carote, cipolle e spinaci. Utilizzare frutta e verdura disidratati è uno stile di vita! Vi è una parte di consumatori che, consapevoli della naturalezza dei prodotti, li utilizzano nel loro quotidiano: la frutta è un pratico e sano snack da consumare quando e dove si vuole; la verdura invece risulta ottima per cucinare minestre, risotti, pasta fresca, torte salate, contorni, sughi, chips di zucchine e frittate. Per questo, la clientela finale è variegata. 62
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SocietĂ Agricola Malbosca Via J. F. Kennedy 27055 Rivanazzano Terme (PV) 338 1551076 aziendamalbosca@gmail.com malbosca.blogspot.it
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Tenendo conto di tutte le qualità elencate, il vantaggio è soprattutto il risparmio di tempo per la riduzione delle ore utilizzate nel lavare, mondare, cuocere le verdure che invece così sono pronte all’uso, dopo qualche minuto di reidratazione; risparmio anche in termini di spazio dal momento che il processo di disidratazione riduce il volume e il peso (all’incirca 1 kg di fresco equivalgono a 100 gr di secco). La shelf life dei prodotti disidratati è di 18 mesi: ciò consente anche una migliore programmazione del lavoro. All’innovazione, la Malbosca contrappone la tradizione, producendo anche Vino e Farina di Mais. Proprio la zona “Malbosca” è, dalle origini, zona di produzione di vino: per questo, Paola ed Emanuele non hanno smesso di coltivare e vinificare. Conosciuti per la produzione del “Crapulone”, un vino ottenuto dagli uvaggi di Merlot, Croatina e Barbera vinificato in botte d’acciaio ed affinato in tonneaux per dodici mesi, con le ultime vendemmie hanno voluto vinificare in purezza il Barbera ed il Merlot, pronti per la prossima primavera. Grazie alla collaborazione con l’Istituto Agrario Gallini di Voghera, che dopo opportuni studi ha ritrovato la semente, Malbosca produce anche la nota varietà di Mais Ottofile Oltrepò Pavese. Per mantenere selezionato il prodotto finale, si effettua la raccolta a mano e una volta essiccato viene macinato a pietra presso il Mulino Bruciamonti di Santa Maria della Versa ottenendo un’ottima farina per polenta, proprio come quella di una volta! 65
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soste golose
Nella campagna piacentina, un angolo di paradiso
La Finestra sul Po Testo di Valeria Portinari
A
metà strada tra Piacenza e Cremona, nel cuore di Monticelli d’Ongina, si trova La Finestra Sul Po, un agriturismo con ristorante immerso nella natura piacentina. Dalla recente ristrutturazione di una vecchia Locanda, situata di fronte all’attracco del Vecchio Ponte di Barche, è stato realizzato l’Agriturismo che si affaccia proprio sulle sponde del fiume, nel punto in cui il Po crea un’ansa che si allarga fino a creare un lago. La struttura si compone di due parti: una dedicata all’ospitalità, con dieci stanze, gestita da Giulia Zangrandi e da sua zia, e l’altra dedicata alla ristorazione, gestita dal fratello di Giulia, Nicola Zangrandi. La particolarità dell’agriturismo è racchiusa in ogni stanza, arredata diversamente da tutte le altre, ognuna con un proprio tema. I mobili sono pezzi unici presi ai mercatini dell’antiquariato, il cotto dei pavimenti è antico e pregiato, lo stile è quello tipico del piacentino con colori caldi e accoglienti. 67
All’esterno, l’edificio è circondato dalla natura e c’è la possibilità di fare gite lungo il fiume, escursioni a piedi e in bicicletta anche sui colli piacentini, gite in barca, partite a beach volley e, per gli esperti, di praticare anche la pesca sportiva. A pochissimi chilometri si trova anche la città di Cremona, raggiungibile in bicicletta sulla pista ciclabile che collega i due centri abitati. Adiacente all’agriturismo c’è il ristorante, composto da due sale più una con il bar. Lo chef Francesco propone i piatti tipici della cucina piacentina, rivisitati in chiave moderna, mantenendo però i sapori tradizionali della zona. Tra le specialità, oltre ai salumi e agli arrosti piacentini, si possono gustare i pesciolini fritti, le tagliatelle ai sapori del Po e il pesce di fiume, una vera chicca. La selezione dei vini è molto vasta e si concentra soprattutto sulle migliori etichette piacentine ma è possibile abbinare i piatti anche a scelte fuori regione come Piemonte o Chianti. 68
La finestra su Po Via Centro S. Nazzaro San Nazzaro (PC) 0523 1730922 info@lafinestrasulpo.it www.lafinestrasulpo.it
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Tutti i prodotti utilizzati all’interno del ristorante vengono selezionati dai produttori e coltivatori della zona, a chilometro zero, in modo da mantenere viva la tradizione ed i sapori tipici della terra piacentina. Oltre all’ospitalità ed alla ristorazione, la famiglia Zangrandi si occupa anche dell’azienda agricola che produce soprattutto cereali e aglio bianco, il prodotto tipico di Monticelli d’Ongina, famoso per la fiera che che si tiene ogni anno in paese, ad ottobre. L’agriturismo La Finestra sul Po è il posto ideale per staccare la spina dalla vita quotidiana e dalla frenesia della città, per riscoprire la bellezza della natura e ritrovare il silenzio e la tranquillità. Con il patio annesso, l’agriturismo è il luogo perfetto anche per organizzare eventi, pranzi e cene di gruppo. È un luogo speciale per famiglie con bambini piccoli e anche per chi ha un amico a quattro zampe, ben accetto sia in camera che al ristorante. Giulia e Nicola vi aspettano a Monticelli.
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soste golose
A Rivanazzano Terme, un gioiello di ospitalità e buona cucina
Albergo Ristorante Selvatico Testo di Valeria Portinari
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Rivanazzano Terme, nel cuore dell’Oltrepò Pavese, in Valle Staffora, dal 1912 si trova un albergo ristorante davvero speciale. Gestito dalla famiglia Selvatico, oggi alla quarta generazione, sorge in una casa di campagna ristrutturata e dotata di tutti i comfort. Le camere dell’albergo sono arredate con mobili dell’epoca e curate fin nei minimi dettagli per garantire a tutti gli ospiti il migliore dei soggiorni. La zona in cui sorge l’albergo offre innumerevoli possibilità di svago: dagli itinerari culturali a quelli enogastronomici, dai percorsi a cavallo o in bicicletta alle passeggiate immersi nella natura, dalle attività sportive a mercatini e sagre. Impossibile annoiarsi, senza contare che la località, Rivanazzano, è famosa soprattutto per le sue terme. Il Ristorante Selvatico fa sempre parte della casa di campagna ed è il regno di Piera Spalla Selvatico, che si dedica con passione ai suoi piatti. Ad affiancarla in cucina c’è sua figlia Michela, che si occupa dei pani e dei dolci, mentre in sala ci sono Francesca, la primogenita, e suo marito Sergio, esperti conoscitori di vini ed abbinamenti. 72
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Albergo Ristorante Selvatico Via Silvio Pellico, 27055 Rivanazzano Terme (PV) 0383 944720 info@albergoselvatico.com www.albergoselvatico.com
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La cucina di Piera è semplice ma curata nei minimi dettagli, a partire dalle materie prime, sempre freschissime e scelte stagionalmente dai produttori della zona, da Rivanazzano al varzese, con alcune delle verdure coltivate anche nel terreno di proprietà. La peculiarità del Ristorante è da sempre la massima attenzione per il prodotto del territorio, a chilometro zero, per valorizzarne i sapori e la tradizione. Nel menù troviamo le inimitabili paste fresche, arricchite con le erbe spontanee come le ortiche, che vanno a caratterizzare ogni piatto: i malfatti sono la specialità della signora Piera ma anche le zuppe e le paste ripiene sono assolutamente da assaggiare. Se Piera Spalla Selvatico è la colonna portante del ristorante, Michela ne è invece l’anima dolce. Dal pane ai dolci, ogni sua creazione è una delizia per il palato ma anche per gli occhi, vista la manualità acquisita dagli studi artistici. Accanto al ristorante, di recente è stata ristrutturata quella che un tempo era l’osteria, per trasformarla nella Casa dei Sapori, una bottega di prodotti tipici dell’Oltrepò Pavese. Un luogo per i produttori della zona dove esporre le proprie specialità, in cui è presente anche la Comunità del Cibo Slow Food. L’Albergo Ristorante Selvatico è il luogo perfetto in cui trascorrere il tempo all’insegna del relax, della tradizione e della buona cucina. 75
Il menù, stagionale, è costantemente aggiornato e non mancano le serate a tema, come quella del 23 dicembre intitolata Lâ senâ di sèt sén (La cena delle sette cene). Si tratta di un pasto “di magro” che tradizionalmente veniva consumato l’antivigilia di Natale, composto da sette portate, che Piera Spalla Selvatico ha voluto far rivivere dal 1987, dopo aver raccolto le testimonianze degli abitanti di Rivanazzano. La cena ha una valenza scaramantica e mescola gastronomia, religiosità e ritualità della tradizione: ogni piatto o ingrediente consumato ha un particolare significato che vale per tutto l’anno ed è di buon auspicio. Le portate sono semplici e composte da ingredienti poveri e legati al territorio come il pane, la zucca, le cipolle e l’aglio.
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Menù 23 Dicembre 2015
Lâ senâ di sèt sén Insâlàtâ âd bidràv, püvrón e inciùd Insalata di barbabietole, peperoni e acciughe Turtâ d’sücâ Torta di zucca Sigùl cul pen Cipolle ripiene Fas dâ Bâmbén cun l’âjà Fasce del Bambino con l’agliata Mârlüs cun l’üvâtâ Merluzzo con l’uvetta Furmâgiâtâ cun mustàrdâ Formaggetta con mostarda Per giâsö cöt cun i câstégn Pere ghiacciolo cotte con le castagne 77
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location per eventi
Dal pranzo con gli amici al matrimonio da favola
La location perfetta si chiama Cascina Ca’nova Testo di Valeria Portinari
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Cascina Ca’nova si trova immersa nella campagna lodigiana: una deliziosa cascina a corte riedificata sulle basi di una struttura di metà '800. Ca’nova è il luogo ideale per organizzare qualsiasi evento: dagli incontri aziendali, ai pranzi di gruppo, alle cene tra amici, ai matrimoni in grande stile, fa da sfondo alle grandi occasioni con le sue meravigliose sale interne e gli spazi esterni. All’interno, la Sala Ristorante è elegante e ariosa, adatta agli eventi per grandi gruppi di persone, mentre la Sala Camino è più intima e raccolta, per una romantica cena davanti al fuoco. All’esterno, il Cortile è il luogo perfetto per gli aperitivi, momenti di condivisione e convivialità, mentre la Piscina si presta per attimi di relax e magici brindisi sotto le stelle. Cascina Ca’nova, oltre ad essere la location perfetta per i vostri eventi, è anche agriturismo, ristorante e pizzeria. 79
Cascina Ca’ Nova Via Don Lorenzo Milani 26867 Guardamiglio (LO) 393 9015385 info@cascina-canova.it www.cascina-canova.it
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Le proposte gastronomiche si concentrano più che altro sui piatti tipici della tradizione piacentina e lodigiana, rivisitati con innovazione e creatività. Le paste fresche, il pane a lievitazione naturale, la pizza e i dolci vengono preparati con prodotti di stagione a chilometro zero. Tra le specialità ci sono lo gnocco fritto con i salumi, i gustosissimi risotti e la pizza alta, soffice e croccante, il tutto realizzato con estrema cura del dettaglio. Accanto al ristorante, l’agriturismo è composto da 8 camere indipendenti, arredate con cura e classe, ognuna con un proprio tema e colore, perfette per chi vuole prolungare la propria esperienza nella meravigliosa cascina. Le camere sono dotate di tutti i comfort e per chi decide di soggiornarvi è prevista anche la possibilità di fermarsi al ristorante per colazione, pranzo e cena. Agli ospiti, nei mesi estivi è riservato anche l’uso della piscina e del campo da volley nonchè del parco con i gonfiabili per le famiglie con bambini. A pochi passi dalla struttura, un centro sportivo offre anche i campi da calcetto e da tennis. Una location molto versatile per tutte le esigenze: romantica per i matrimoni, ampia ed elegante per le cene aziendali, accogliente e sofisticata per le feste. 82
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eventi
Il circo, la tauromachia, le donne e la politica.
Picasso e le sue passioni in mostra a Palazzo Vistarino Testo di Valeria Portinari
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opo il successo di Catania, la mostra “Picasso e le sue passioni”, curata da Lola Duran, sbarca a Pavia, nelle meravigliose sale settecentesche di Palazzo Vistarino, sede della Fondazione universitaria Alma Mater Ticinensis, che ne cura l’organizzazione in partnership con MUSA GROUP e in collaborazione con il Comune e l’Università di Pavia. Situata in riva al Ticino, la “villa delle delizie”, per la prima volta aperta al pubblico, farà da cornice a più di 150 opere dell’artista spagnolo, tra disegni, ceramiche e oli, provenienti da tutto il mondo. Il tema della mostra è sì l’arte di Picasso ma soprattutto è un percorso tra le sue fonti di ispirazione, tra gli elementi che ne hanno segnato la vita, la pittura e l’immaginario artistico. Un vero e proprio viaggio tra le opere che rappresentano il circo, la tauromachia, le donne e la politica: il percorso parte dai primi anni parigini dell’artista fino ad arrivare alle sue opere più mature e permette di capire l’evoluzione del suo linguaggio artistico. 84
Tauromaquia
Gongora
Le ceramiche costituiscono un nucleo tematico molto importante all’interno della mostra, una sperimentazione alla quale Picasso si è dedicato negli anni dopo la seconda Guerra Mondiale, con il ciclo Tauromachia (1959), che va ad intrecciarsi con gli altri suoi lavori, dalla scultura, ai disegni, alle tele. Centrale è anche il tema della donna, il soggetto più vivo della sua pittura. Si pensa che sia stata Dora Maar ad esercitare un forte influsso sulla vita di Picasso e sul cambiamento del suo stile pittorico. Picasso ha sempre rivelato anche una forte passione per se stesso il suo doppio, l’artista e il demone. L’esposizione ha la sua massima espressione in due dipinti ad olio: Tête de femme, 1943 e Autoritratto del 1967. “Picasso e le sue passioni” costituisce un percorso e un’occasione assolutamente unici per immergersi nell’opera del grande pittore e comprenderne l’innovazione che ancora influenza l’arte dei giorni nostri. La mostra sarà anche un’opportunità per avvicinare i bambini ed i ragazzi delle scuole all’opera di Picasso, grazie ad attività didattiche specifiche per ogni fascia di età. Dai laboratori creativi per i più piccoli ai percorsi guidati attraverso la vita e le opere per le scuole secondarie, fino gli itinerari specifici per le scuole d’arte e i licei artistici. “Picasso e le sue passioni” verrà inaugurata il 18 dicembre con un evento speciale in collaborazione con FQ Communication e con i vini Monsupello.
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PICASSO E LE SUE PASSIONI
19 dicembre 2015 - 20 marzo 2016 Palazzo Vistarino - Via Sant’Ennodio, 26 - Pavia
Orari apertura
lunedì 14.00-19.00 martedì-sabato 9.00-19.00 domenica 10.00-19.00 Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura
Aperture straordinarie
24 dicembre dalle 10.00 alle 16.00 25 e 26 dicembre dalle 15.00 alle 19.00 31 dicembre dalle 10.00 alle 20.00 1° gennaio 2016 dalle 15.00 alle 19.00 6 gennaio 2016 dalle 10.00 alle 19.00
Ingresso
Intero 12 € Intero residenti Pavia 10 € Ridotto convenzioni 8 € Ridotto scuole 6 € Biglietto speciale treno a/r Trenord da qualunque stazione in Lombardia a Pavia e biglietto mostra 15,00 €
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Tricorno
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eventi
Inaugurata la sede del Club dei Cento
Grande evento per gli Orgogliosi di essere Lodigiani Testo di Valeria Portinari
Domenica 29 novembre è stata inaugurata, a Casalpusterlengo, la Club House del Club dei Cento, il circolo esclusivo dei sostenitori dell'UCC Assigeco Basket. Il Club dei Cento è nato per aggregare i sostenitori della squadra ed offrire loro un’offerta vantaggiosa per la promozione della propria attività. In tanti hanno aderito con entusiasmo al Club e hanno avuto occasione di seguire le partite giocate in casa e partecipare alle iniziative. All'evento inaugurale della Club House erano presenti il Vice Presidente di Confartigianato della Provincia di Lodi, Vittorio Boselli, il sindaco di Casalpusterlengo, il Presidente della squadra, Franco Curioni, il Vice Presidente Gian Marco Bianchi e Filippo Quaglini, il responsabile della comunicazione. Presenti anche i primi soci del Club, tra cui Giuseppe Siboni di Edildecor, Daniele Labadini di FreeCar, i fratelli Aiello di Aeffe Costruzioni e molti altri, tutti entusiasti dell’iniziativa e di quelle che seguiranno per sostenere l’Assigeco Basket. Tutti insieme hanno brindato alla squadra ed al Club dei Cento, con i vini offerti dalle migliori Cantine dell'Oltrepò Pavese: Conte Vistarino e Monsupello.
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Da sin. Vittorio Boselli (Segretario Generale della Confartigianato Lodi) e Filippo Quaglini
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eventi
Enogastronomia e musica all’Enoteca Regionale della Lombardia
Apericena con Sherrita Duran Testo e foto di Valeria Portinari
Sherrita Duran
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Diana Thiulca
Aldo Dallavalle
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ovembre si è chiuso con un evento speciale che sa di Oltrepò Pavese, di tipicità e di musica. Domenica 29, all'Enoteca Regionale della Lombardia di Cassino Po è passata tanta gente che ha potuto assaporare le specialità lombarde in abbinamento agli ottimi vini delle cantine nostrane. Negli spazi della nuovissima Enoteca è stato allestito il tutto per la giornata, iniziata alle 11 con un aperitivo-degustazione per poi proseguire con il pranzo alla Carta con i numerosi piatti proposti dal Bistrot in abbinamento alle etichette più pregiate della Lombardia. Dai taglieri di salumi e formaggi selezionati ai primi tipici, alle carni cucinate con maestria fino ai dolci, il tutto preso dalla tradizione e rivisitato in chiave moderna. 99
È stato però nel tardo pomeriggio che l'evento ha avuto il suo momento clou. Un apericena fatto di specialità lombarde riunite in "isole": l'Isola dei Formaggi abbinata ad un ottimo Riesling Renano, l'Isola dei Salumi accompagnata da una Bonarda Frizzante e il Buffet delle specialità del Bistrot, con il Metodo Classico Brut. L'abbinamento più azzeccato all'atmosfera della serata è stata però la voce incredibile di Sherrita Duran, che ha intrattenuto gli ospiti con un repertorio internazionale e coinvolgente sfoggiando tutta la sua bellezza e bravura. Da Leonard Cohen a Tina Turner, passando per Domenico Modugno, ogni canzone ha contribuito a creare il clima perfetto per un evento all'insegna della convivialità e della buona cucina. Appena rientrata dalla California, il suo paese di origine, Sherrita ha colto anche l'occasione per fare un bellissimo discorso a tutti i presenti, in memoria del tradizionale Giorno del Ringraziamento americano. 100
Da sin. e Sherrita Duran e Laura Boatti
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Enrico Crespi
Mario Lisi e Katia Ferrari
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Gruppo di artisti
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Da sin. Diana e Aldo di Finigeto, Filippo Quaglini e Sherrita Duran
Valerio Bergamini
Tra gli ospiti della serata, oltre allo staff MaBeDo, che ha curato una parte dell’organizzazione, c'erano anche gli amici Laura Boatti di Monsupello, che con la sua contagiosa allegria ha coinvolto tutti i presenti, Diana Tihulca e Aldo Dallavalle di Finigeto e Valerio Bergamini, che ha portato il suo libro, appena pubblicato e presentato, su Lino Maga e il Barbacarlo. L'apericena si è concluso con un morbido e raffinato Risotto Carnaroli al Metodo Classico e ragù di Storione, in abbinamento a Metodo Classico Cruasè che ha avuto grande successo con tutti i commensali. Sherrita ha poi lasciato tutti a bocca aperta con il Nessun Dorma, durante il quale ha rivelato a chi ancora non la conosceva il suo lato lirico. Una voce potente e cristallina che ha commosso la sala intera. La sorpresa vocale di Sherrita è stata il degno epilogo di una giornata particolare che ha dato la possibilità a tante persone di conoscere la realtà fresca e nuova dell’Enoteca Regionale della Lombardia, un luogo ricco di tradizione e di prodotti di ottima qualità. 105
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Un racconto di vita, di passione e di vino
Valerio Bergamini e Il Signor Barbacarlo Testo e foto di Valeria Portinari
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hi conosce la storia dell’Oltrepò Pavese, delle sue vigne e delle sue cantine, sa bene che questo territorio è ricco di storia, di tradizione, di sapori e di segreti. I segreti però non sono veri segreti, come quelli sussurrati alle orecchie, di cui nessuno dovrebbe parlare, sono quelli della terra, quelli dell’uva, quelli delle persone che creano vini incredibili restando spesso nell’ombra. Una di queste persone è Lino Maga, vignaiolo storico di Broni, contadino verace legato alla terra, ma soprattutto alla sua terra. La storia del Barbacarlo è la storia della sua vita, la storia di una vigna e di un’uva che matura al limite estremo delle condizioni climatiche e che in cantina diventa un vino d’eccellenza: un vino rosso prodotto solo a Broni, solo dalla famiglia Maga, la cui produzione conta circa 10000 bottiglie l’anno. Valerio Bergamini ha avuto l’occasione di immergersi in questa bellissima storia, è stato catapultato nel mondo genuino di Lino Maga dallo stesso Lino Maga ed ha riversato tutti i fatti, i pensieri e le riflessioni nel suo ultimo libro, “Il Signor Barbacarlo”. 107
Valerio Bergamini
valerio.bergamini52@gmail.com
Associazione Enocuriosi www.enocuriosi.it
L’autore ci porta con sè in questo viaggio, all’interno della cantina storica, ci mostra ciò che c’è sugli scaffali, ci fa sentire gli odori, i profumi che respira entrando in quella wunderkammer che è la realtà di Lino Maga, tanto che il lettore ha la sensazione di essere proprio lì con loro, con il Signor Barbacarlo in persona. Valerio con grande maestria fa da intermediario tra Lino Maga e il lettore, di fatto lasciando che sia Lino Maga stesso a raccontarsi: ci parla in prima persona della guerra, della famiglia e della terra, della vendemmia e del vino, e il tutto sembra familiare come raccontato da un amico. Nelle sue parole c’è tutta la passione, la vita e l’amore per quel territorio, quel vitigno che è natura pura, esperienza e genuinità. “Il Signor Barbacarlo” è davvero un libro ben concepito, ben scritto e ben strutturato, che ci regala uno spaccato di vita di un grande uomo che a sua volta ci racconta tra le righe i segreti del suo vino e della sua amata terra. Il libro è stato presentato dal suo autore per la prima volta alla Fiera Mercato FIVI - Piacenza Expo il 28 e 29 novembre e verrà proposto per tutto il mese di dicembre in diverse enoteche e ristoranti. 108
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Valerio Bergamini è un appassionato di due ruote, di poesia dialettale, di buona cucina e buon vino. Ha conosciuto Lino Maga grazie all’Associazione Enocuriosi di Pavia, di cui è il responsabile della promozione eventi, e da quel momento ha voluto approfondire sempre di più la sua storia e quella del suo pregiatissimo vino. L’Associazione Enocuriosi si occupa infatti della promozione dei prodotti alimentari italiani, in particolare del vino e dei prodotti tipici, unitamente ai loro produttori, alla tradizione ed al territorio per aggregare le persone interessate e favorire la condivisione e lo scambio di esperienze e idee. Grande intenditore di vino e di enogastronomia, Valerio Bergamini ha sempre più approfondito la sua conoscenza enologica seguendo i corsi e le degustazioni organizzate dall’AIS di Milano. 110
Rivenditori Nuova Libreria Il Delfino - piazza Cavagneria, Pavia C.L.U. - via Omodeo, 17, Pavia Libreria Cardano - via Cardano, 48/52, Pavia Enogastronomia Rampini Ferdinando - via Olevano, 14, Pavia Libreria Vanetta - via Emilia, 174, Broni (PV) Cartolibreria Zambianchi Danilo - via Emilia, 254, Broni (PV) Edicola Cantarini - piazza Vittorio Veneto, Broni (PV)
Presenterazioni con l’autore Giovedì 3/12 ore 20.00 - Cantina dell’Azienda Andrea Picchioni, Canneto Pavese (PV) - su invito Sabato 12/12 ore 19.00 - Enoteca Scooter Moda, Casteggio (PV) Martedì 15/12 ore 20.00 - Ristorante Dal Peri al Maneggio, Pavia Venerdì 18/12 ore 19.00 - Vineria In Oltre, Pavia Sabato 19/12 ore 12.00 - Enoteca I Crespi, Pavia Sabato 19/12 ore 20.00 - Ristorante Le Scuderie del Borgo, Pavia A gennaio, in date ancora da definirsi, sono previste presentazioni presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (CN), il Teatro Civico di Tortona e il Castello di Montegioco (AL).
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William Walmsley
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mondo dei motori
Dagli anni venti ad oggi, la storia di un mito
L’Amico del Jaguaro Testo di Piero Ventura
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olte volte, la nostra vita viene completamente stravolta da fattori casuali. Prendiamo ad esempio il giovane William Lyons, figlio di un commerciante di strumenti musicali di Blakpool nella contea inglese del Lancashire. Nel 1921 accadde un fatto che influenzò il futuro del giovane William: nei pressi dell’abitazione dei Lyons si trasferì infatti un giovane pilota motociclistico di nome William Walmsley, con alle spalle anche una significativa esperienza nel settore della costruzione artigianale di sidecar. Per il giovane William Lyons non ci volle molto a stringere amicizia con il nuovo arrivato. Il 4 settembre 1922 i due fondarono la Swallow Sidecar Company (SSC). Durante la seconda metà degli anni venti la produzione arrivò man mano ad includere anche il settore automobilistico. In particolare l’azienda si specializzò in versioni ricarrozzate della Austin Seven. Nel 1928 si trasferirono nella storica sede di Coventry. Intorno al 1930 avvenne il definitivo passaggio dalla produzione motociclistica a quella automobilistica. Nel 1934 William Lyons rimase solo al comando dell’azienda, poiché William Walmsley diede le dimissioni.
Da sin. Lyons e Heynes
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Nel 1945, dopo il periodo bellico, la produzione riprese utilizzando il solo marchio Jaguar, già comparso sui precedenti modelli d’anteguerra. Il relativo cambio della ragione sociale si rese doveroso poiché, al termine della Seconda guerra mondiale, la sigla “SS” era associata alle Schutzstaffeln naziste. Il primo modello a marchio Jaguar ad esordire nel 1945 fu la celebre Mark IV con motori a 4 o 6 cilindri da 1,5, 2,5 e 3,5 litri. Queste vetture, benché il nome commerciale dell’epoca fosse semplicemente Saloon, sono abitualmente conosciute come Mark IV. Venne poi il momento della mitica XK120 che fu lanciata in versione roadster al salone dell’automobile di Londra nel 1948. L’intento della presentazione era anche quello di proporre una vettura, a scopo dimostrativo, che montasse il nuovo motore XK6 della Jaguar. Il modello destò però molto interesse e suscitò molti commenti positivi, che convinsero William Lyons a produrlo in serie. Mark IV
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XK120
La cifra “120” nel nome del modello si riferiva ai 120 mph (193 km/h) di velocità massima facendo diventare la XK120, al tempo del suo lancio, la vettura di produzione standard più veloce al mondo. Il motore che la muoveva, era con la testata in lega, i carburatori doppio corpo SU ed un doppio albero a camme in testa, dotato di sei cilindri in linea da 3,4 L di cilindrata, tecnologicamente molto avanzato all’epoca, rispetto ai propulsori installati sulle altre auto di serie. Grazie anche ad un rapporto di compressione di 8:1 esso erogava 160 CV di potenza. La XK120 montava anteriormente sospensioni a barra di torsione indipendenti con quadrilateri deformabili, mentre posteriormente era installato un assale rigido con balestre semi ellittiche. Inoltre, era installato uno sterzo a circolazione di sfere con piantone a regolazione telescopica e dei freni a tamburo sulle quattro ruote che erano però soggetti a fading, cioè ad affaticamento dopo un uso intenso, per esempio in pista, che portava i freni a perdere temporaneamente la loro efficacia. 115
Per evitare quest’ultimo problema, alcuni esemplari vennero dotati di tamburi Alfin (acronimo di ALuminium FINned, cioè con alette in alluminio). Ma il mondo Jaguar è ancora tutto da scoprire e sul prossimo numero del magazine continueremo il viaggi dell’amico del Jaguaro.
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