magazine n.17
MONDO DEL VINO
Mezzo secolo di storia e tradizione familiare
L’essenza del Roero nelle bottiglie di Cascina Chicco SOSTE GOLOSE
Delizie di mare ad un passo dalla spiaggia
Ristorante La Corona OSPITALITĂ€
Un angolo di Paradiso in terra Toscana
Poggio ai Santi EVENTI
Al Ristorante Selvatico si celebra lo Slow Food
Prodotti, ricette e sapori che toccano il palato e il cuore
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editoriale Il personaggio del mese di Marzo è Nadia Buroni, artista pavese che riesce a comunicare passione ed emozioni attraverso i suoi ritratti. In questo numero vi portiamo nel Roero, a conoscere Cascina Chicco, per poi trasferirci sull’isola di Tavolara per gustare gli ottimi piatti di pesce del Ristorante la Corona. A seguire, un salto in Toscana, per immergersi nella tranquillità di Poggio ai Santi, un gioiello di ospitalità con vista sull’Isola d’Elba. Si continua con gli eventi del mese, dalla gustosa cena Slow Food al Ristorante Selvatico, all’evento Ink racconta Picasso, ultimo prima della chiusura di “Picasso e le sue passioni”. Per concludere, Piero Ventura ci porta a Milano Autoclassica e ci regala uno speciale motori dedicato ai 100 anni di BMW. Buona lettura!
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sommario
PERSONAGGIO
La pittura come specchio dell’anima
L’arte di Nadia Buroni
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MONDO DEL VINO
Mezzo secolo di storia e tradizione familiare
L’essenza del Roero nelle bottiglie di Cascina Chicco
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SOSTE GOLOSE
Delizie di mare ad un passo dalla spiaggia
Ristorante La Corona
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OSPITALITÀ
Un angolo di Paradiso in terra Toscana
Il regno della tranquillità si chiama Poggio ai Santi
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EVENTI
Al Ristorante Selvatico si celebra lo Slow Food
Prodotti, ricette e sapori che toccano il palato e il cuore Ogni bambino è un Artista
INK racconta Picasso
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MONDO DEI MOTORI Milano Autoclassica
BMW Festeggia i 100 anni
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Le Stanze del Cardinale
Bed & Breakfast di Charme in Piazza Duomo Pavia, via dei Liguri, 4 (Piazza del Duomo) www.lestanzedelcardinale.com info@lestanzedelcardinale.com
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personaggio
La pittura come specchio dell’anima
L’arte di Nadia Buroni Testo di Valeria Portinari
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adia Buroni è un’artista pavese. Per qualche tempo allieva della pittrice Maria Angelini, ha poi frequentato i corsi di pittura e scultura all’Istituto di Arti Figurative Marabelli per coltivare quella che è sempre stata una sua grande passione: l’Arte. Nadia dipinge più che altro ritratti di celebrità, basandosi su fotografie che interpreta con la sua creatività. Nascono così ritratti incredibilmente somiglianti che si stagliano su sfondi inusuali e originali, creati con grande maestria e in cui vengono racchiusi sentimenti ed emozioni.
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Punto cruciale di ogni opera sono gli occhi, sempre espressivi e carichi di significato, che rendono la somiglianza ancora più evidente. Ciò che colpisce è l’assoluta espressività dei volti, modellati attraverso giochi sapienti di ombre e di luci, che fanno sembrare tridimensionali i soggetti, come se uscissero dalle tele. In tutto ciò l’artista cerca di cogliere il carattere del personaggio per esprimerlo attraverso la sua personale rappresentazione della realtà, cercando di andare a fondo nella personalità di chi è ritratto. Il colore gioca un ruolo fondamentale in questo contesto, e permette all’osservatore, insieme agli altri elementi, di immedesimarsi e riflettersi nell’opera. Nadia Buroni è molto conosciuta ed apprezzata sia nel pavese che in Italia e all’estero. Dal 2004, ha esposto in diverse gallerie d’arte, partecipando anche a numerose mostre collettive con i propri quadri a Milano, Torino, Roma, Montecarlo, Parigi, Londra, Barcellona e Miami.
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“Per me fare Arte, è qualcosa di vitale, che mi aiuta ad essere me stessa ad esprimere sentimenti attraverso le mie opere e se, chi guarda un mio quadro o una mia scultura percepisce l’emozione che volevo rappresentare, mi sento veramente realizzata e gratificata come artista e come persona.” |
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Nadia si distingue per la sua notevole tecnica e precisione nella rappresentazione realistica del vero. Ogni particolare è curato nel dettaglio, per una riproduzione fedele ed estremamente curata. Le sue tele tuttavia sono originali per l’interpretazione proposta di questa realtà raffigurata, talvolta sono dominate dai forti contrasti e dal chiaroscuro oppure esprimono spensieratezza, in un gioco voluto tra positivo e negativo, emozioni forti e leggerezza. In ogni quadro prevale la passione, quella per la pittura e per l’arte in generale, che scivola fuori da ogni colore, da ogni pennellata, e che lascia l’osservatore incantato e rapito. Nadia Buroni attualmente è impegnata fino al 9 aprile in una mostra collettiva con altri 38 artisti, riuniti all’ex ospedale di San Rocco di Matera, per ‘Face arts 2016’. Si tratta di una mostra internazionale di arte contemporanea che vede esposte 90 opere tra pittura, scultura e monili, realizzati con varie tecniche e materiali, per unire artisti di varie regioni e Paesi nella valorizzazione di linguaggi ed esperienze tracciati da Matera Capitale europea della cultura per il 2019.
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mondo del vino
Mezzo secolo di storia e tradizione familiare
L’essenza del Roero nelle bottiglie di Cascina Chicco Testo di Valeria Portinari
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Cascina Chicco Via Valentino n. 14 12043 Canale (CN) Tel.+39 0173 979411 cascinachicco@cascinachicco.com www.cascinachicco.com
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ascina Chicco ha una tradizione che si tramanda da tre generazioni, da quando Ernesto Faccenda, negli anni ’50 acquistò il primo ettaro di terreno a pochi passi da Canale d’Alba, nel cuore del Roero, e cominciò a produrre Nebbiolo e Barbera. Una passione, quella per il vino e per la sua terra, che è sempre stata viva e che continua a crescere nel tempo. Federico Faccenda, figlio di Ernesto, ha il merito di aver portato l’innovazione all’interno dell’azienda iniziando, negli anni ‘80, a condurre i primi investimenti per modernizzare la produzione. Oggi, con lui, ci sono i figli Enrico e Marco, con energie ed obiettivi nuovi, che mirano alla comunicazione del territorio attraverso il vino.
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Cascina Chicco è diventata nel tempo un punto di riferimento per tutto il Roero: da un piccolo terreno con una damigiana di vino, a 45 ettari coltivati e vinificati con 14 etichette prodotte. La forte tradizione familiare è racchiusa anche nel nome, Chicco, che deriva dal soprannome, Chicu, dato ai Faccenda dai compaesani, simbolo di amicizia e complicità, come si faceva spesso nelle Langhe e Roero. Cascina Chicco è quindi identitaria del luogo e delle persone, e porta avanti tradizioni, gesti e cultura di una famiglia che cerca sempre e solo di puntare al miglioramento per dare prodotti di assoluta eccellenza. Per questo motivo, dietro ad ogni etichetta c’è studio, coraggio, competenza e un pizzico di follia, che permettono di mirare alla perfezione in ogni bottiglia. I terreni sono i migliori del territorio, ed è in base alle varietà che esprimono maggiormente il terroir di provenienza. Ogni bottiglia racchiude in sè il sapore e la storia di questa zona e la ricchezza delle etichette vuole comunicare il Roero e tutte le sue sfumature.
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La cantina di Cascina Chicco è stata oggetto di un recente ammodernamento. È un luogo accogliente, in cui efficienza tecnologica ed esaltazione del territorio si incontrano per dare vita a vini corposi e ricchi di storia. Scavata nella collina al di sotto della casa colonica, la cantina ha una superficie di 1800 metri quadrati per una profondità di 28 metri e si compone di barricaie, stanze per l’affinamento, corridoi per lo stoccaggio ed apposite stanze ricavate nella roccia per la conservazione delle Riserve e delle annate storiche. Al centro della cantina, la Sala della Ruota costituisce il cuore di tutto il progetto. Si tratta di un’ampia sala dodecagonale, sormontata da una cupola, sul cui pavimento è raffigurata la Ruota dei Roero, il simbolo della famiglia che ha governato il territorio fin dall’Alto Medioevo. Al di sopra della cantina, nel 2007 ha trovato spazio anche una sala degustazione composta da due grandi saloni in cui si organizzano non solo degustazioni ma anche eventi esclusivi.
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soste golose
Delizie di mare ad un passo dalla spiaggia
Ristorante La Corona Testo di Valeria Portinari
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l Ristorante La Corona si trova in uno dei luoghi più belli d’Italia, l’Isola di Tavolara. Quest’isola “atipica” spunta dal mare come un gigantesco scoglio dalle pareti verticali di calcare e granito, alto 500 metri. Si tratta di un luogo quasi del tutto incontaminato, in cui l’ecosistema si è mantenuto intatto, grazie anche alla difficoltà degli approdi che da sempre caratterizzano il territorio. L’isola si raggiunge facilmente in estate via mare da Porto San Paolo a Olbia. Il settore orientale è zona militare ed inaccessibile, mentre sullo Spalmatore di Terra, la striscia più bassa, si trovano spiagge, un porticciolo, due ristoranti e qualche casa. Insieme alle vicine Molara e Molarotto, l’isola è parte di un parco marino che tutela numerose specie animali e vegetali, oltre che essere teatro di escursioni ed immersioni guidate nei vari paesaggi sottomarini incontaminati.
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Ristorante La Corona Isola Di Tavolara 07026 Olbia Marittima Tel.+39 335 7837994 ollastu@ollastu.it www.ollastu.it
Proprio qui, sulla spiaggia principale di questo luogo magnifico, si trova il Ristorante La Corona, recentemente ristrutturato e riaperto nel 2015. La posizione è unica, di fronte ad uno dei moli di attracco delle imbarcazioni, con una vista che si perde nel mare cristallino della Sardegna. Al Ristorante La Corona, la cucina è prevalentemente di mare, con ricette e sapori tradizionali che stuzzicano il palato. Il pesce è sempre fresco di pescato e la qualità della materia prima è unica e genuina, grazie ai pescatori della zona che forniscono sempre e solo il meglio. Accanto al ristorante si trova anche il Corona Beach Bar & Lounge, il locale perfetto per gustare deliziosi piatti unici o rilassarsi con un ottimo aperitivo mentre si gode del tramonto sul mare cullati dalla musica e dal rumore delle onde. Tavolara, durante i mesi estivi, ospita dal 1991 il festival cinematografico “Una notte in Italia”, una interessante rassegna cinematografica che richiama sull’isola artisti famosi, turisti ed appassionati. Il ristorante offre ai clienti un servizio transfer per raggiungere l’isola, su richiesta o quando non è disponibile il servizio traghetti pubblico, per assicurare maggior qualità ed accoglienza all’interno dell’offerta di ristorazione.
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Vi aspettiamo a Rocca de’ Giorgi! www.contevistarino.it
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Foto di Lucia Tuoto
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ospitalitĂ
Un angolo di Paradiso in terra Toscana
Il regno della tranquillitĂ si chiama Poggio ai Santi Testo di Valeria Portinari
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mmerso tra i declivi delle colline toscane, dove il silenzio regna sovrano e i profumi della natura arrivano trasportati dal vento, circondato da un magnifico parco botanico panoramico, Poggio ai Santi è un angolo di paradiso a pochi passi dal mare, con vista mozzafiato sull’Isola d’Elba. Il luogo ideale dove passare una vacanza in pieno relax, per godersi il verde e la piacevole brezza marina, sorseggiando un aperitivo davanti ad un piatto leggero dai sapori toscani. Poggio ai Santi è un agriturismo e azienda agricola biologica, composto da Podere, Scuderia e Villa, che nella loro conformazione utilizzano tutte le risorse del clima locale.
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Royal Suite
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Immerse nel silenzio, rotto solo dal frinìo delle cicale, le suite del poggio sono divise in tre edifici e la maggior parte dispongono di terrazze e di un accesso diretto al giardino. Le suite più grandi sono situate nella Villa, a sud del parco, e si affacciano su uno dei più bei panorami della Toscana. Le tre suite nelle Scuderie e le quattro del Podere sono invece affacciate sull’interno del parco ed ognuna ha un suo stile e sue particolari caratteristiche. Il Podere comprende anche un ristorante gastronomico ed una sala di lettura e, a seconda del periodo dell’anno, offre una particolare disposizione degli ambienti: in estate si apre su tre verande mentre in inverno offre un caldo focolare davanti al quale rilassarsi e leggere un buon libro. Poggio ai Santi è sì il luogo ideale dove trovare quiete e tranquillità ma è anche situato in una zona strategica, ad un passo dalle principali attività turistiche, culturali o artistiche; dal mare alla collina, passando per lezioni di cucina o visite in cantina.
Poggio ai Santi Ristorante
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Royal Suite
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L’ambiente di Poggio ai Santi è accogliente e magico in ogni stagione: forte di una temperatura sempre mite, è una location perfetta sia in estate, con la sua calma privilegiata ed esclusiva, che in inverno, per passeggiate e degustazioni di alta qualità. Tra i filari di pini ordinati e i vigneti tra più quotati al mondo, Poggio ai Santi è anche un’azienda agricola di circa 40 ettari di terreno. Qui si produce un olio particolare, dal sapore delicato ma corposo, ideale per arricchire piatti leggeri ma che abbiano carattere, da gustare sulla terrazza del ristorante contemplando l’Isola d’Elba disegnata sull’orizzonte.
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Terrazza
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Poggio ai Santi strada di San Bartolo, 100 57027 San Vincenzo (LI) Tel.+390565 798032 poggioaisanti@toscana.com www.poggioaisanti.com
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in Oltrepò Pavese 14 e 15 MAGGIO 2016
CASTELLO DI SAN GAUDENZIO
CERVESINA (PV)
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Sabato pomeriggio (dalle 17 alle 20) Domenica (dalle 11 alle 20) Cena Tango sabato sera ore 20.30 Per informazioni info@castellosangaudenzio.com
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eventi
Al Ristorante Selvatico si celebra lo Slow Food
Prodotti, ricette e sapori che toccano il palato e il cuore Testo e foto di Valeria Portinari
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Rivanazzano Terme, venerdì 4 marzo, si è svolta la cena organizzata dal Ristorante Selvatico in collaborazione con l’Alleanza Slow Food dei Cuochi e Slow Food Oltrepò Pavese. Una serata molto importante, per celebrare i prodotti genuini delle nostre terre ed andare al di là della ricetta per capire a fondo il significato di Slow Food e dei suoi Presìdi. Tutte le portate realizzate dalla insuperabile Piera Selvatico, hanno infatti visto protagonisti numerosi presìdi Slow Food, cucinati sapientemente fino ad ottenere sapori interessanti e unici. Durante la serata la Cuoca ha accuratamente illustrato le fasi di lavorazione delle materie prime utilizzate, processi che hanno permesso di assaporare il gusto di ogni singolo ingrediente, senza intaccarne le qualità o l’essenza.
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L’antipasto, un carpaccio di razza Varzese, è stato marinato sottovuoto con sale, zucchero, olio e aromi. La semplicità del piatto lasciava spazio ai sapori e al gusto della carne deliziosa che si scioglieva in bocca. Uno sformatino di parmigiano di latte di vacca bianca modenese con crema di porri e sedano era il secondo antipasto. Lo sformato, cotto sottovuoto all’interno del contenitore nel quale era presentato, è stato una vera e propria delizia per il palato. Due squisiti piatti per cominciare al meglio la serata. Come prima portata, un nido di delicatissimi taglierini realizzati con farina dell’Oltrepò Pavese e germe di grano accompagnati da una salsa di pomodoro fatta in casa con i pomodori dell’orto e Cece Nero della Murgia Carsica. Un primo incredibile con un ingrediente segreto che ha incuriosito tutti i presenti: l’anice stellato. Dopo qualche bicchiere di Roccapietra Cruasé Pinot Nero Rosè della Cantina Scuropasso, è stato proposto un Rosso di Vigna Montelio, abbinato al secondo piatto: un Carciofo Spinoso di Menfi ripieno di carne di Varzese su crema di Mais Biancoperla.
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Teresio Nardi e Piera Selvatico
Teresio Nardi e Mario Maffi
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La carne di Varzese è stata la protagonista in due diverse proposte e non ha mai deluso le aspettative, grazie anche alle ricette studiate alla perfezione da Piera Selvatico per esaltare al massimo il gusto di ogni ingrediente. Teresio Nardi e Piera Selvatico hanno arricchito la serata con interventi legati alla storia dell’Associazione Slow Food ed ai prodotti utilizzati per la creazione dei piatti, mentre Mario Maffi ha presentato le due etichette in abbinamento alle portate. I presenti, incuriositi, hanno avuto così la possibilità di apprezzare appieno i sapori, i profumi e la qualità delle materie prime utilizzate. Un dolce inedito, un delicato ma saporito budino di Fagioli bianchi di Controne con crema al cioccolato, per concludere la serata in bellezza e con gusto. Grande successo per il Ristorante Selvatico e per Slow Food, che unendo le forze hanno realizzato una cena indimenticabile all’insegna del gusto e della genuinità, per portare avanti una tradizione legata al Made in Italy ed alla buona cucina.
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Da sin. Piera Selvatico, Teresio Nardi, Filippo Quaglini, Michela Selvatico. Nella foto in alto: Piera Selvatico, Filippo Quaglini, Francesca Selvatico e Michela Selvatico
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Che cos’è Slow Food e l’Alleanza dei Cuochi. Slow Food è un’associazione internazionale no profit, che ha come obiettivo quello di ridare il giusto valore al cibo e a chi lo produce, rispettando l’ambiente e gli ecosistemi, valorizzando i territori, i saperi e le tradizioni locali. Il programma cerca di salvaguardare i produttori di piccola scala, favorendo la biodiversità e un’agricoltura che sia equa e sostenibile, costruendo relazioni forti tra produttori e consumatori. Nascono così i Presìdi Slow Food, progetti che mirano al sostegno delle piccole produzioni tradizionali che potrebbero scomparire, valorizzando il territorio e recuperando tradizioni, antichi mestieri e tecniche di lavorazione per proteggere i prodotti a rischio estinzione: solo questi ultimi entrano a far parte dell’Arca del Gusto. L’Alleanza dei Cuochi è una rete solidale in cui i cuochi italiani si impegnano a cucinare e valorizzare le materie prime dei produttori dei Presìdi Slow Food e dei Prodotti dell’Arca del Gusto. Ogni cuoco dell’Alleanza unisce il piacere di realizzare grandi piatti alla responsabilità verso i produttori, per avere un cibo buono, naturale, genuino e rispettoso di chi lo ha prodotto. Collaborando con i piccoli produttori, si sostiene la tutela dell’ambiente, le tradizioni, la storia e la cultura locale.
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eventi
Ogni bambino è un Artista
INK racconta Picasso Testo e foto di Valeria Portinari
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orniamo ancora una volta a parlare di Picasso e le sue Passioni per un’altra grande serata a Palazzo Bellisomi Vistarino, venerdì 11 marzo, il cui protagonista è stato Valerio Tagliacarne con i suoi Pezzi Unici dedicati al pittore spagnolo. Insieme ai suoi gioielli firmati INK, una selezione dei lavori più belli dei ragazzi della 4^C dell’Istituto Comprensivo via Croce Rossa di San Donato Milanese, che hanno reso omaggio a Picasso durante un corso nel 2009, reinterpretando alcune delle sue opere più famose. L’iniziativa legata alla scuola ed al coinvolgimento dei ragazzi è stata proposta dall’avvocatessa Sabrina Orsini, mentre FQ Communication di Filippo Quaglini ha avuto il merito di creare le basi per la collaborazione di INK con Palazzo Vistarino e gli organizzatori della mostra, Elisabetta Fedegari ed Alessandro Pantoli.
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Valerio Tagliacarne, fondatore di INK Pezzi Unici
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Sabrina Orsini, Alessandro Pantoli e Valerio Tagliacarne durante la presentazione
Da sin. la prof.ssa Ethel Moreno, il prof. Carlo Massaro, Sabrina Orsini, Alessandro Pantoli e Valerio Tagliacarne
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All’interno della sala conferenze di Palazzo Vistarino, i presenti hanno potuto ammirare i particolarissimi gioielli realizzati da Valerio Tagliacarne per l’occasione: spille e ciondoli con raffigurazioni dei più celebri quadri di Picasso come la Guernica o il Ritratto di Dora Mar. Vere e proprie opere d’arte in miniatura, Pezzi Unici davvero speciali. Disposti sui tavoli all’interno della sala, i disegni dei ragazzi hanno attirato gli sguardi curiosi e interessati di tutti, soprattutto degli insegnanti e studenti che hanno partecipato al progetto di qualche anno fa e si sono ritrovati insieme all’evento. Alessandro Pantoli ha introdotto brevemente la serata, ripercorrendo la storia della mostra Picasso e le sue Passioni e del palazzo che la ospita, dando poi la parola a Valerio Tagliacarne, fondatore di INK Pezzi Unici. Presente anche Sabrina Orsini, che ha spiegato la genesi del progetto e della collaborazione con INK e Palazzo Vistarino. Dopo la presentazione, gli ospiti hanno potuto dedicarsi alla visita guidata nelle sale del palazzo, alla scoperta dei disegni, bozzetti, oli e ceramiche che rappresentano le Passioni di Picasso.
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Filippo Quaglini, Valerio Tagliacarne e Lele PicĂ
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Filippo Quaglini, Valerio Tagliacarne e Stefano Bressani
Carla Negri con il marito in una delle sale di Palazzo Vistarino
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Alcuni degli studenti che hanno realizzato i disegni ispirati a Picasso
Al grido di “Every child is an artist“, citazione dello stesso Pablo Picasso, l’evento è stato una celebrazione dell’arte pura, della visione fresca e genuina dei ragazzi sull’arte e sulla pittura. Tre dei disegni sono stati scelti per essere rappresentati sui Pezzi Unici di INKids, la linea di INK pensata per l’arte dei più piccoli, poichè ogni disegno è un pezzo unico da conservare. L’iniziativa, legata alla mostra Picasso e le sue passioni, ha avuto un grande successo, con tanti ospiti e amici che si sono uniti alla festa “innaffiata” dalle ottime bollicine del 1870 di Giorgi. Fra i presenti, anche altri due artisti pavesi, Stefano Bressani e Lele Picà, e la titolare dell’Azienda Agricola La Coccinella, Carla Negri. Un altro grande successo per Picasso e le sue Passioni a Pavia, una bellissima ed interessante esposizione che ha portato una ventata di arte e cultura nel pavese e che chiude le sue porte a fine marzo, portando con sé il ricordo delle meraviglie di Palazzo Bellisomi Vistarino.
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Da sin. Valerio Tagliacarne, Samanta, Filippo Quaglini ed Elisabetta Fedegari
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Galleria Arnaboldi
Maison d’Hotes – Pavia Pavia, Piazza del Lino 11 www.galleria-arnaboldi.com info@galleria-arnaboldi.com
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mondo dei motori
Milano Autoclassica
BMW Festeggia i 100 anni Testo di Piero Ventura
Ermini 357, Porsche 550 RS e Ferrari 750 Monza
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ome tradizione, Milano AutoClassica 2016, tenutasi a Fiera Milano Rho dal 18 al 20 marzo scorso, si è mostrata un appuntamento imperdibile per gli appassionati di auto d’epoca. Millecinquecento auto, oltre 350 espositori, aree dedicate ai ricambi originali, mercato privati e un circuito esterno per gare, esibizioni e test drive che ha ospitato - tra le altre cose - la prima edizione dell’Historic Speed Milano Auto Classica (prova di velocità per vetture storiche GT e Turismo) da cui è uscito vincitore Gianluca Grossi su Mini Cooper 1300, seguito da Massimo Sordi su Alfa GTA 1300 e Alessandro Trentini su Auto Bianchi A 110. AutoClassica è stata un evento che nei suoi tre giorni di durata ha chiuso con un’affluenza record di oltre 50 mila visitatori. Segno che la decisione di puntare sull’eleganza e di allargare la partecipazione alle Case ufficiali premia. Lo spettatore ha iniziato a spalancare gli occhi sin da subito, infatti, ad accoglierlo già all’ingresso, c’erano tre regine del 1955: una rara Ferrari 750 Monza; una spettacolare Porsche 550 RS Spyder con tanto di alettone e una altrettanto rara Ermini 357 Sport carrozzata Scaglietti. Per continuare l’elenco con la Ferrari 365 P2/P3 vincitrice del titolo di Best of Show del Trofeo Milano AutoClassica 2016, una perfetta Lamborghini Miura SV e a una altrettanto bella Maserati Ghibli SS. A Milano erano presenti in via ufficiale ben 14 marchi auto che con la loro partecipazione hanno arricchito non poco la presenza di vetture di alto livello collezionistico; parliamo di Abarth, Alfa Romeo, Aston Martin, Bentley, Fiat, Infiniti, Jaguar, Lamborghini, Lotus, Maserati, McLaren, Mercedes-Benz, Porsche e Smart. Ferrari era invece presente con la sua divisione “Ferrari Classiche” dedicata al restauro e alla certificazione delle Rosse d’epoca.
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Lo stand BMW
Da segnalare anche l’interessantissima esposizione di vetture storiche Bmw allestita per celebrare i 100 anni della fondazione della Casa di Monaco. E’ proprio a quest’ultima che dedicheremo la nostra attenzione sul magazine di questo mese. Con uno stand a tema, BMW ha festeggiato a Milano Autoclassica un secolo di storia ricordando i tempi passati quando, proprio nel 1916 dava inizio ad un’industria che si occupava della produzione di motori per l’aviazione prima, di moto poi e infine di auto e che aveva tra i suoi principali azionisti il finanziere Camillo Castiglioni. Nasceva così 100 anni fa la Bayerische Motoren Werke, oggi nota come BMW, casa destinata a raccogliere successo con il proseguire degli anni, ma la cui storia fu “favorita” da alcuni aiuti che ne facilitarono la crescita proprio sul finire della Grande Guerra. Alla fine del Primo conflitto mondiale, Castiglioni aveva comprato tutte le quote BMW dagli altri azionisti, i quali senza commesse militari pensavano che l’azienda non avrebbe avuto un futuro; sbagliandosi.
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BMW Dixi 3-15
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Com’è nata la BMW? Nell’agosto 1920 la Knorr-Bremse comprò tutte le azioni BMW di Castiglioni, operazione che si ripeté in senso inverso nel ’22 quando Castiglioni riuscì a riacquistare dalla Knorr-Bremse il marchio BMW e la sua divisione motori, che trasferì negli stabilimenti di un’altra azienda di sua proprietà: la Bayerische Flugzeugwerke AG, costruttrice di aerei durante la guerra e poi di motociclette. Da questa fusione deriva l’attuale gruppo BMW, La Bayerische Motoren Werke con sede a Monaco di Baviera, che in seguito fece corrispondere la propria nascita a quella della vecchia BFw, avvenuta il 7 marzo 1916. Le automobili con il marchio BMW vennero prodotte solamente dal 22 marzo 1929, quando la prima BMW 3/15 PS uscì dalla linea di produzione. La BMW 3/15 PS era un’evoluzione dell’omonimo modello a marchio Dixi, una versione del modello economico inglese Austin Seven che veniva costruita su licenza dalla Fahrzeugfabrik Eisenach, azienda acquistata da BMW il 1 ottobre 1928. Il numero 3 indicava la classe fiscale cui l’auto apparteneva, mentre il 15 corrispondeva ai cavalli vapore (CV) erogati dal motore 750 cc di cilindrata (vettura che ha fatto bella mostra di se a Milano Autoclassica).
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BMW 303
Nasce la BMW 303 Dopo alcuni anni, la gamma auto Bmw, si spostò progressivamente verso una clientela più abbiente proponendo la 303, un’autovettura di fascia media prodotta dal 1933 al 1934. All’inizio degli anni trenta, nonostante il successo dei modelli 3/15 e 3/20, la BMW si rese conto che il mercato tedesco dava ampi spazi di possibilità anche nelle fasce di mercato più alte, per cui cominciò a lavorare al progetto di un’auto che strizzasse l’occhio anche ad una clientela leggermente più agiata. Perciò, su un telaio completamente nuovo, di 2.4 m di interasse, fu montato il 6 cilindri M78, da 1182 cm³, nato dall’aggiunta di altri due cilindri identici al 4 cilindri da 788 cm³ della 3/20. Ovviamente, per far fronte a ciò, dovettero essere riprogettati anche la testa e i supporti di banco. Come nel caso della 3/20 identico fu pure lo schema della distribuzione a valvole in testa. Per quanto riguarda il motore, in realtà, la scelta fu piuttosto combattuta tra un 4 cilindri ed un 6 cilindri. Alla 303 fecero seguito modelli come la BMW 320 e la 326.
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BMW 326
BMW 326 Questa vettura fu realizzata nel 1934 per una clientela sempre più esigente. Per quanto riguardava il corpo vettura, fino a quel momento le berline BMW erano state tutte con carrozzeria a due porte. Per rompere con tale tradizione e proporre quindi una soluzione più confortevole e comoda, degna di una vera vettura di fascia alta, per la prima volta nella storia BMW, si optò per una carrozzeria a quattro porte. La parte meccanica fu affidata invece all’esperienza di Rudolph Schleicher, che progettò il nuovo propulsore: un 6 cilindri di 1971 cm³. La distribuzione era a valvole in testa, comandate da aste e bilancieri, mentre l’alimentazione era affidata a due carburatori Solex. La potenza massima era di 50 CV a 3750 giri/min. La nuova vettura fu presentata il 15 febbraio 1936 al Salone di Berlino.
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BMW 328
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BMW 328 – la sportiva In livrea rosso lucente, come tacita regola per le vetture sportive, la Bmw 328 richiamava l’attenzione al centro dello stand della casa tedesca. A metà degli anni trenta, la BMW riusciva a strappare non pochi successi grazie alle sue sportive dell’epoca, ossia la 315/1 e la 319/1, due roadster basate sullo stesso telaio e con meccanica simile. La Casa tedesca, però, divenne sempre più interessata anche a quel mondo in cui le gare venivano disputate non da vetture strettamente di serie o quasi, bensì da vetture derivate dal mondo della produzione in serie, ma opportunamente riviste per essere competitive in campo agonistico. E le due vetture con cui la BMW aveva fino a quel momento gareggiato erano strettamente di serie, nel migliore dei casi con pochissime modifiche. Occorreva quindi una vettura che lanciasse la Casa bavarese nel mondo delle competizioni d’alto livello. A tale scopo, il progetto fu affidato a Fritz Fiedler, già autore di quasi tutti i modelli prodotti dalla BMW nei primi sette anni della sua storia. Fu progettato e realizzato un telaio di nuovo stampo, simile negli ingombri a quello impiegato sulle 319 e 315, ma di concezione più moderna ed adatta ad un uso più estremo. Il propulsore fu invece derivato dall’unità motrice che equipaggiava la 319/1, dalla quale si ottenne, tra l’altro, il motore andato ad equipaggiare anche la 326, vista in precedenza.
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Per la carrozzeria, si optò nuovamente per una roadster, dotata di un corpo vettura molto profilato ed aerodinamico, per vincere l’attrito dell’aria durante le gare. La nuova vettura, battezzata BMW 328. Questa vettura fece la sua prima apparizione davanti al pubblico il 14 giugno 1936, in occasione dell’appuntamento agonistico dell’Eifelrennen. Non poté andare meglio alla 328: pilotata dall’esperto Ernst Henne, la roadster tedesca conquistò il primo posto di categoria. Poche automobili, nella storia, hanno saputo esprimere il concetto di dinamicità applicata allo sport meglio della BMW 328 Sarebbe impossibile parlare di ogni singola vittoria della 328, talmente ricco è il palmarès di tale vettura. Tra le più significative affermazioni della 328 ricordiamo la 24 Ore di Le Mans del 1939, dove si piazzò ancora una volta prima di categoria. Ma una delle competizioni in cui la 328 si dimostrò regina indiscussa delle gare fu la Mille Miglia: nel 1938 le quattro 328 partecipanti si piazzarono ai primi quattro posti della loro categoria; nel 1940, alla stessa manifestazione sportiva, cinque 328 furono schierate sulla linea di partenza: due di esse erano carrozzate come coupé. Una di queste coupé, la cui linea fu firmata da Touring, conquistò il primo posto nella sua categoria, pilotata da Von Hanstein-Baumer. In totale l’albo d’oro della BMW 328 ammonta ad oltre 220 vittorie, un risultato notevole che ha proiettato la 328 nell’olimpo delle vetture storiche sportive. Dopo l’uscita di produzione della 328, ci vollero oltre trent’anni prima di rivedere una nuova sportiva da gara marchiata BMW, anzi due: all’inizio degli anni settanta arrivarono infatti la BMW CSL e la 2002 Turbo.
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BMW 502
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BMW 503
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Lo stand BMW a Milano Autoclassica è ancora ampio e ricco di modelli sui quali soffermarsi, ma il nostro spazio sul magazine termina qui ed è un vero peccato non parlare della 502, della 503, della 3200 SC, oppure della 507, presentata nel 1956 e prodotta in soli 252 esemplari fino al 1959 senza mai ottenere il successo sperato, fu scelta da un personaggio unico come Elvis Presley come auto personale durante la sua permanenza come militare in terra tedesca, nel 1958. La foto di Elvis che ritira la sua bianca 507 con i classici cerchi Rudge con gallettone centrale e hard top è una delle più note della vettura, ma pochi conoscono la storia dell’esemplare prima e dopo la sua breve ma intensa carriera da star. Di questo, ne parleremo magari in futuro.
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BMW 3200 CS
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BMW 507
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Pubbliredazionale N°17 Marzo 2016 Tutti i diritti riservati, la riproduzione totale o parziale è vietata in qualsiasi forma. Realizzato da MaBeDo S.r.l. Responsabile: Filippo Quaglini Redattore: Valeria Portinari Grafica: Valeria Portinari Testi: Valeria Portinari, Piero Ventura Web Manager: Valeria Portinari Web Hosting: Zeus Telematica