Magazine 21

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magazine n.21

PERSONAGGIO

Originalità di carta ed emozione

L’universo femminile di Maria Battistina Errica

MONDO DEL VINO

Una Cantina nuova che racconta una storia lunga 60 anni

Santa Cristina e i suoi pregiati vini

SOSTE GOLOSE

Arte, abilità e irriverenza

Da Modena, Massimo Bottura conquista il Mondo

SPECIALE MUSICA

Le regine del Pop sbarcano a Milano

La musica dell’estate tra grandi spettacoli, gossip e attesi ritorni

MONDO DEI MOTORI

Più di un secolo di storia per la sportiva inglese più famosa del mondo.

Il successo dell’Aston Martin firmato Bertelli e James Bond


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editoriale È tempo di vacanze estive e per rendere le vostre giornate sotto l’ombrellone ancora più piacevoli, ecco il nuovo numero di MaBeDo Magazine! Maria Battistina Errica ci mostra le sue donne senza volto ma con tanta espressività. A Cortona andiamo ad assaggiare gli ottimi vini Santa Cristina mentre in Oltrepò il Distretto del Vino di Qualità si occupa della valorizzazione del nostro territorio e dei suoi frutti. Massimo Bottura con la sua Osteria Francescana ha conquistato il mondo e anche noi, che gli abbiamo dedicato le nostre pagine. Se siete in Romagna il nostro consiglio è di fare una sosta alla Brasserie di Milena Neri mentre se siete a Firenze, il Sasso di Dante è perfetto per gustare le specialità toscane. Ripercorriamo insieme gli Incontri di Stile all’Enoteca Regionale per poi immergerci negli eventi musicali dell’estate, con una playlist tutta da gustare. Piero Ventura ci racconta dell’Aston Martin e del suo grande successo. Buona lettura e buona estate!

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sommario

PERSONAGGIO

Originalità di carta ed emozione

L’universo femminile di Maria Battistina Errica

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MONDO DEL VINO

Una Cantina nuova che racconta una storia lunga 60 anni

Santa Cristina e i suoi pregiati vini

Più di 70 produttori uniti per la valorizzazione del vino e del territorio oltrepadano

Una rete che porta il nome di Distretto del Vino di Qualità

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SOSTE GOLOSE

Arte, abilità e irriverenza

Da Modena, Massimo Bottura conquista il Mondo Tradizione e creatività dentro e fuori dalla cucina

Una Brasserie che profuma di passione e genuinità Sapori di Toscana all’ombra della Cupola del Brunelleschi

Antico Ristorante Sasso di Dante

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EVENTI

Grande successo per gli “Incontri di Stile” all’Enoteca Regionale della Lombardia

Degustazioni di qualità in una location di gran classe

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SPECIALE MUSICA

Le regine del Pop sbarcano a Milano

La musica dell’estate tra grandi spettacoli, gossip e attesi ritorni

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MONDO DEI MOTORI

Più di un secolo di storia per la sportiva inglese più famosa del mondo.

Il successo dell’Aston Martin firmato Bertelli e James Bond

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personaggio

Originalità di carta ed emozione

L’universo femminile di Maria Battistina Errica Testo di Valeria Portinari

C’

è chi la passione per il disegno che si ha da bambini la abbandona con l’adolescenza e con l’età adulta, e chi invece la coltiva giorno dopo giorno, disegno dopo disegno fino a farla diventare una passione, un interesse che va al di là del puro e semplice hobby. Maria Battistina Errica fa parte di questa seconda categoria di persone e il fatto di non aver frequentato una scuola di disegno non ha mai fatto sfumare questo suo entusiasmo. Da autodidatta ha perfezionato sempre di più il tratto, passando dal disegno alla pittura a olio per poi sviluppare una tecnica propria ed innovativa, sperimentazione dopo sperimentazione. Il tratto della matita viene sostituito da carta di giornale e colla, il tutto lavorato su pannelli di compensato.

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I soggetti di Maria sono le donne, ritratte in varie fasi della loro vita, nelle loro attività, nelle loro emozioni ed esperienze vissute. Sono donne che ci rispecchiano e in cui ci possiamo immedesimare. La loro peculiarità è che sono sempre senza volto ma dentro di loro racchiudono un’anima che scaturisce dai gesti, dai colori, dalle movenze fissate sulla tavola. Le opere di Maria sono una celebrazione dell’universo femminile in tutte le sue sfaccettature, l’esaltazione di una figura che troppo spesso, soprattutto ultimamente, viene sopraffatta. Queste donne senza volto rappresentano il concetto universale di donna, nella quale tutte noi ci possiamo riflettere, l’archetipo della donna definita nei suoi momenti più profondi e pieni di vita.

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Maria Battistina Errica è originaria di Sassari ma vive a Pavia fin da quando era bambina e proprio qui ha elaborato la propria dimensione artistica, facendosi conoscere ed apprezzare dai pavesi e dai turisti, partecipando a diverse esposizioni tra cui “ImbarcaArte” e “GustArti”. Le sue opere, firmate con la sigla MBe, sono pezzi unici che valorizzano non solo ciò che è rappresentato ma anche la tecnica utilizzata, creando un vero e proprio mondo in cui la carta è protagonista e diventa materia da plasmare e modellare.

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mondo del vino

Una Cantina nuova che racconta una storia lunga 60 anni

Santa Cristina e i suoi pregiati vini

Testo di Valeria Portinari

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oscana, terra di vino e di memoria, in cui trova radice la storia di Santa Cristina, una cantina recente ma con alle spalle una antica tradizione vinicola. Siamo tra Siena e Perugia, precisamente a Cortona, una cittadella della dalle origini antichissime che si affaccia sulla Valdichiana, una distesa ordinata di vigneti puntellati di ville e casali. Su questo splendido panorama, dal 2006 sorge la Cantina di Santa Cristina, realizzata da un rinomato studio di Firenze nel pieno rispetto del territorio, secondo criteri per la minimizzazione dell’impatto ambientale, la “casa� in cui scoprire e cogliere tutte le sfumature del percorso di produzione del vino, dalla vigna alla bottiglia.

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Qui, a metà tra la collina con il suo borgo e la spaziosa pianura, nascono i vini Santa Cristina, classici e raffinati, rossi e bianchi, che portano avanti una tradizione di 60 anni, quando cioè fu prodotta la prima annata sotto questo nome, nel 1946. La costante ricerca della qualità è il motore principale che muove l’azienda, che da sempre è votata all’innovazione ed all’aggiornamento di impianti e tecniche di vinificazione, rimanendo però al contempo ben salda alla antica tradizione ed all’amore per la terra. I vini Santa Cristina rispecchiano la filosofia di questa azienda e della sua tradizione rinnovata, hanno personalità e raffinatezza e sono intensamente legati al territorio al quale appartengono, la Toscana. Da sempre la cura e la dedizione in tutti i processi produttivi, dal lavoro in vigna a quello in cantina, contraddistinguono Santa Cristina ed hanno dato la possibilità di confrontarsi con varietà sia autoctone che internazionali.

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Cantine Santa Cristina S.P.A Piazza Degli Antinori, 3 50123 Firenze Tel. +39 055 23595 info@santacristina1946.it www.santacristina.wine

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I prodotti hanno uno stile comune, un fil rouge che li accomuna, ma ognuno ha le proprie peculiarità pur mantenendo il forte legame tra vigna, terroir e mano dell’uomo. Nella Bottega di Santa Cristina è possibile trovare tutti i prodotti, dal rosso classico al bianco Capsula Viola, grandi selezioni e specialità come vin santo, grappa e olio extravergine d’oliva. Santa Cristina consiglia anche ricette ed abbinamenti originali e ricercati per offrire a clienti ed appassionati winelovers la possibilità di gustare al meglio ogni bouquet, valorizzando reciprocamente i sapori toscani racchiusi in ogni linea e in ogni piatto.

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mondo del vino

PiĂš di 70 produttori uniti per la valorizzazione del vino e del territorio oltrepadano

Una rete che porta il nome di Distretto del Vino di QualitĂ Testo di Valeria Portinari

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Oltrepò Pavese è da sempre sinonimo di qualità. Questo triangolo di terreno è situato a sud della Lombardia, al di là del Po, ed è coltivato a vite fin dai tempi antichi. La stessa forma di questo territorio ricorda un grappolo d’uva ed è attraversato dal 45° parallelo Nord, chiamato anche “parallelo del vino”, che percorre tutte le zone più vocate alla viticoltura. Con il suo clima asciutto nei mesi invernali e ventilato in quelli estivi, questa terra raccoglie i vigneti di 11 mila produttori ed è uno dei pilastri del nostro Made in Italy. Oltrepò Pavese è anche sinonimo di Pinot Nero, un vitigno che si coltiva qui da ormai 150 anni, quando nel 1870 a Codevilla iniziava la prima produzione di spumanti dal nome “Champagne d’Oltrepò”. Ed è proprio dalla Francia che abbiamo adottato il “metode champenoise” (il metodo classico odierno) per la produzione delle prime bollicine italiane, divenute ormai il simbolo dell’Oltrepò.

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Vigneti Giorgi

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Distretto del Vino di QualitĂ Via Circonvallazione CantĂš, 62 27045 Casteggio (PV) Tel. 333.7754731 info@distrettovinooltrepo.com www.oltreppavese.com

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Da sin. Ileana, Eleonora, Fabiano e Antonio

La storia delle Cantine Giorgi è intrecciata a quella dell’Oltrepò fin dal 1875, quando la prima generazione della famiglia produceva il vino per gli abitanti dei paesi vicini. Fin da allora, la vocazione all’ambizione di spingersi oltre ai confini è sempre stata una peculiarità di questa casata ed è ciò che ha sempre fatto di Giorgi una cantina proiettata verso il futuro. Oggi Giorgi rappresenta l’Oltrepò Pavese in Italia e in oltre 59 Paesi del mondo, esportando ogni giorno la qualità delle nostre terre e del vino che ne deriva. Ponendo la famiglia sempre al centro dell’impresa, Giorgi ha fondato la propria azienda sull’innovazione tecnologica puntando tutto sulla filiera produttiva, dall’uva alla bottiglia, per garantire una qualità unica per ogni linea del proprio vino. Fabiano Giorgi dirige l’azienda, affiancato dal padre Antonio che si occupa di coordinare tutte le operazioni aziendali, dalla sorella Eleonora, responsabile dell’amministrazione, e dalla moglie Ileana che invece si occupa delle relazioni con l’estero.

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Fabiano è attualmente anche presidente del Distretto del Vino di Qualità dell’Oltrepò Pavese, una aggregazione di imprese vitivinicole con l’obiettivo comune volto alla valorizzazione della filiera del vino di qualità, dal vigneto alla bottiglia. Una rete di aziende che persegue la rivalutazione del settore vitivinicolo del suo territorio collegandola ai prodotti tipici dei propri soci, sostenendo il binomio vino-territorio, il turismo di qualità, la salvaguardia ambientale, la cultura e le tradizioni, avvalendosi di innovazione tecnologica, iniziative di ricerca e sviluppo per il sostegno socio-economico dell’area di produzione vitivinicola dell’Oltrepò Pavese. I Soci del Distretto hanno maturato una profonda esperienza del territorio e si impegnano per la promozione di un Marchio ad altissimi standard qualitativi, per diffondere la migliore produzione dell’Oltrepò Pavese. Nel 2015 il Distretto ha lanciato il Progetto Bonarda di Qualità, attraverso il quale 19 aziende si sono poste l’obiettivo di recuperare la tipicità di questo vino e le sue unicità.

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soste golose

Tradizione, arte e irriverenza

Da Modena, Massimo Bottura conquista il Mondo Testo di Valeria Portinari, foto di Paolo Terzi

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steria Francescana apre a Modena nel 1995, nella città natale del suo Chef, Massimo Bottura. Il ristorante è da sempre impegnato in una costante ricerca attraverso il territorio e la tradizione, che si esprime in una concentrazione di sapori autentici e puri. Oggi Osteria Francescana rappresenta l’evoluzione della cucina italiana: ha ridefinito, utilizzando tecniche di cottura contemporanea, gli ingredienti, le tradizioni culinarie e il ricco patrimonio gastronomico italiano. Dopo la prima stella Michelin ricevuta nel 2002 e la seconda nel 2006, nel 2009 Osteria Francescana entra nei 50 Migliori Ristoranti del mondo, conquistando il tredicesimo posto, e nonostante le diverse sfide affrontate e le numerose critiche, il ristorante persegue da sempre il proprio approccio contemporaneo. Osteria Francescana è considerato il miglior ristorante d’Italia, nel 2011 si aggiudica la terza stella Michelin, mentre nel 2016 viene classificato il primo dei 50 migliori ristoranti al mondo.

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Bollito misto non bollito

L’Osteria si trova in una locanda centenaria, trasformata nel corso degli anni in un laboratorio di cultura, arte e design. L’esperienza culinaria dell’Osteria Francescana è fatta di racconto e di richiami al mondo dell’arte, della musica e del gusto, con l’unico scopo di suscitare un’emozione e rimanere nella memoria. Proprio l’arte è stata fondamentale per l’evoluzione della cucina, sia per quanto riguarda l’aspetto estetico che quello concettuale. All’interno del ristorante dipinti, fotografie e sculture, opere di alcuni dei più celebri artisti della scena nazionale e internazionale, che hanno contribuito ad affermare il carattere e lo stile anticonformista e innovatore dell’Osteria Francescana. Una di queste opere è la statua di Duane Hanson che rappresenta “Frankie”, una guardia di sicurezza che accoglie in silenzio gli ospiti del ristorante. Qui i clienti possono scegliere tra i piatti del menù à la carte o dei due menù degustazione (Sensazione e Tradizione in evoluzione), tra ricette creative ed originali ma sempre ancorate al territorio e alla tradizione. Ad Osteria Francescana è possibile assaporare una vasta gamma di etichette, birre artigianali e succhi, oltre che incredibili cocktail d’autore.

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Autumn in New York 2

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Tortellini in Parmigiano Reggiano cream

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The crunchy part of the lasagne

Lo staff di Osteria Francescana è una famiglia di professionisti, ognuno dei quali parte integrante dell’identità del ristorante. Tra loro, Beppe Palmieri, in qualità di maître e sommelier è stato per gli ultimi sedici anni il punto di riferimento per l’accoglienza dell’Osteria ed ha seguito l’evoluzione della cucina con il suo particolare intuito per gli abbinamenti. Dal 2004, lo staff si è arricchito anche del talento di Davide di Fabio, abruzzese dal carattere deciso e razionale, e Takahiko Kondo che da Tokyo ha portato il rigore e la precisione all’interno della cucina. Leader carismatico ed appassionato, Massimo Bottura ha caratterizzato la cucina sia dall’interno che all’esterno.

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This little piggy went to market

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Caesar salad in bloom

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Tra libri e documentari a far conoscere le sue ricette e le sue idee, Bottura ha potuto approfondire il ruolo dello chef contemporaneo impegnandosi socialmente e affrontando anche il problema dei rifiuti alimentari. Nel 2015, in occasione di Expo, lo chef ha creato un progetto fuori-Expo, in collaborazione con il Vaticano per far fronte al problema dello spreco e della fame nelle nostre città. Con oltre sessanta altri chef internazionali, Massimo Bottura ha cucinato per i senza tetto presso il Refettorio Ambrosiano, sviluppando ricette nuove per ridurre lo spreco alimentare in cucina. Il primato di Osteria Francescana è stato decretato da una giuria di circa 1.000 esperti internazionali che ha eletto la tradizione rivisitata con innovazione e creatività dello chef stellato quale migliore del mondo. Nel ristorante di Massimo Bottura ciò che più colpisce, oltre alla qualità superlativa del cibo, è l’esperienza culinaria e gastronomica assoluta all’interno della quale si può percepire il senso del piatto e l’intenzione alla base della creazione dello stesso.

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Osteria Francescana Via Stella, 22 41121 Modena (MO) Tel. 059 223912 info@francescana.it www.osteriafrancescana.it

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soste golose

Tradizione e creatività dentro e fuori dalla cucina

Una Brasserie che profuma di passione e genuinità

Testo di Valeria Portinari

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estate, siamo sulla Riviera Romagnola, precisamente a Riccione, alla ricerca un locale dove poter pranzare in relax, che riesca a coniugare la qualità delle ricette con quella dell’ambiente. Questo locale è la Brasserie di Milena Neri. Da oltre 20 anni l’identità di questo ristorante è rimasta intatta nella sua unicità. Un sogno nato nel 1992, quando Milena rileva il locale in cui lavora, ma che ha radici profonde nella sua infanzia. La passione per la cucina è infatti una caratteristica di famiglia, per cui Milena è cresciuta tra ricette e fornelli, fino ad affiancare il padre Enrico nella gestione di alcuni ristoranti.

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Appassionata di design di interni e di oggettistica, Milena fa sfociare questo suo interesse all’interno del neonato ristorante “Brasserie”, creando un ambiente unico, di ispirazione provenzale, in cui si respira l’intimità di una vera e propria casa nonostante i 40 posti a sedere. Dagli arredi alle bow-window, la cura del dettaglio è fondamentale per dare quel tocco fresco e attuale che, dopo 20 anni, fa sembrare ancora la Brasserie un locale appena aperto. Ogni oggetto in mostra all’interno del locale è un pezzo unico acquistato nei mercatini di Italia, Francia e Inghilterra, o realizzato appositamente come i bicchieri francesi ed i lampadari di Murano. Ognuno di loro è in vendita e permette così di portarsi a casa un “pezzo” della Brasserie, un ricordo unico della serata. Unica è anche la possibilità di osservare una vera “azdora” romagnola all’opera, intenta a preparare la pasta a mattarello, il pane e la piadina.

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A pochi passi da Viale Ceccarini, il ristorante di Milena è una piccola oasi di quiete e relax, in cui è possibile assaporare il gusto della tradizione romagnola all’interno di ricette che esaltano l’ottima qualità delle materie prime selezionate tra le migliori del territorio e la maestria e creatività della padrona di casa. Prodotti freschissimi e stagionali che vengono da botteghe e produttori della zona sono la base per la creazione di piatti fantasiosi e sempre nuovi, nei quali spicca soprattutto il pesce preparato personalmente da Milena per offrire solo il meglio ai suoi ospiti.

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Ristorante Brasserie Via Ippolito Nievo, 14/16 47838 Riccione (RN) Tel. e Fax +39 0541 693197 info@brasserie.it www.brasserie.it

Ogni elemento della Brasserie, dall’ambiente alla cucina, passando per l’accoglienza e la preparazione dello staff, contribuisce a creare una vera e propria esperienza emozionale che ha lo scopo di mettere a proprio agio il cliente e rimanere a lungo nella sua memoria. La Brasserie non è però solo ristorante: Milena con il figlio Gianluca e tutti i professionisti che collaborano con loro, organizza anche corsi di cucina, consigli culinari, consulenze e collaborazioni commerciali. Milena vi aspetta quindi per immergervi con lei nel suo mondo fatto di cucina, passione e fantasia.

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soste golose

Sapori di Toscana all’ombra della Cupola del Brunelleschi

Antico Ristorante Sasso di Dante Testo di Valeria Portinari

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i narra che alla fine del XIII secolo, durante la costruzione della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, Dante Alighieri sedesse su un grosso masso situato presso la piazza a contemplare l’avanzamento dei lavori. A ricordo di quel luogo, sorge oggi una lapide ottocentesca con la scritta “Sasso di Dante” in Piazza delle Pallottole, chiamata così per il gioco delle Pallottole, una specie di gara di bocce permesso allora solo in questa piazza. Proprio qui, all’ombra della Cupola del Brunelleschi, sorge l’Antico Ristorante Sasso di Dante, una piccola trattoria tipicamente toscana in cui si respira un’atmosfera gioiosa e familiare.

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Il ristorante ha una parte interna ed una esterna, arredate con mobili dal sapore rustico che ti fanno sentire subito a casa. Il dehor è ricavato nella piazzetta, nella parte antistante l’entrata, e permette agli ospiti di godere di un esclusivo scorcio sulla Cattedrale e sulla Cupola, che rende la sosta ancora più speciale, non bastassero i piatti squisiti. All’interno, invece, sulle pareti campeggiano frasi del Sommo Poeta, a sottolineare ancora di più il legame con la storia e la leggenda. Il personale è affabile e cordiale, con il tipico temperamento toscano e la parlantina che mette tutti a proprio agio. Tra una battuta e qualche consiglio sia culinario che turistico, illustrano i piatti del ricco menù e le specialità del giorno, suggerendo abbinamenti e portate.

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Tagliatelle fatte in casa con scaglie di tartufo nero freschissimo

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Bistecca alla Fiorentina

La cucina è tipicamente toscana, con ricette profondamente legate al territorio ed alla tradizione, senza moderne rivisitazioni o stravolgimenti; le materie prime variano in base alla stagionalità ed alla disponibilità ma sono sempre freschissime di giornata ed ogni piatto permette di gustare a fondo ogni sapore. Gli antipasti variano dai classici Crostini alla toscana, passando per un gustoso Tagliere di affettati misti toscani o il Carpaccio di lardo su letto di rucola & pecorino toscano fino al raffinato Petto d’oca affumicato con radicchi misti, grana & olio al tartufo. Tra i primi piatti la Ribollita della nonna è imperdibile per chi voglia immergersi fino in fondo nei sapori del luogo ma anche le Tagliatelle al ragù di carne della tradizione o Risotto asparagi di stagione & pecorino fuso sono in ogni caso da assaggiare. I secondi assolutamente da provare sono il Petto di pollo & scamorza in salsa di peperoni, il Filetto grigliato in tutte le sue declinazioni e l’immancabile Bistecca alla fiorentina.

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Tortelloni ripieni di pecorino e pere con crema di gorgonzola e glassa di aceto balsamico

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Antico Ristorante Sasso

Piazza delle Pallottole, 6r ( 50122 Firenze Tel. 055.282.113 info@sassodidante www.sassodidante

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Cantucci e Vin Santo

o di Dante

(al Duomo)

3 e.it e.it

Il menù offre comunque una vasta scelta di piatti in grado di incontrare anche i desideri dei palati più esigenti. In abbinamento alle portate, gli osti consigliano gli ottimi vini della casa (il Chianti classico è davvero delizioso), ma sono presenti anche diverse etichette provenienti da tutta Italia. Per concludere la serata, se siete rimasti fedeli alla tradizione toscana in ogni vostra scelta, i Cantucci con il Vin Santo sono il dolce epilogo perfetto. Se amate Firenze e la sua regione, e state cercando un luogo intimo e unico per godere di una pausa pranzo o una cena davvero speciale, Il Sasso di Dante è ciò che fa per voi. Qui la leggenda si unisce alla tradizione, la genuinità si fonde con il profumo di Toscana ed è sempre come essere ospiti a casa di amici, amici che sanno fino in fondo cosa vuol dire gusto, genuinità e ospitalità.

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eventi

Grande successo per gli “Incontri di Stile” all’Enoteca Regionale della Lombardia

Degustazioni di qualità in una location di gran classe Testo di Emanuele Bottiroli

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Da sin. Emanuele Bottiroli, Fabiano Giorgi e la moglie Ileana

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ubblico delle grandi occasioni e tutto esaurito il 6 luglio all’Enoteca Regionale della Lombardia a Cassino Po di Broni per l’appuntamento di “Incontri di Stile” firmato dall’azienda Giorgi F.lli di Canneto Pavese. Una serata dal tema “Fiume Bianco”, con creazioni culinarie a base di pesci di fiume della regione in abbinamento al Riesling e agli spumanti, dal Giorgi 1870 al Cruasé, della Cantina Giorgi. Una serata magica sulle note degli Uva Rara Band. Nel corso della serata Fabiano Giorgi, titolare dell’azienda e presidente del Distretto del Vino di Qualità, ha rilanciato il messaggio del bere a chilometri zero: «Scegliete vini e spumanti dell’Oltrepò Pavese, chiedeteli in ristoranti e wine bar, la loro qualità vi sorprenderà sempre». Ai tavoli, si è ripercorsa anche la storia dell’azienda Giorgi, una delle più premiate e meglio commercializzate dell’intero Oltrepò Pavese. Le origini delle Cantine Giorgi risalgono al lontano 1875. La prima generazione vitivinicola della famiglia Giorgi produceva vino per le famiglie dei paesi vicini, secondo le usanze del tempo. A differenza di altri, però, già con grande ambizione, si spingeva al di fuori dei propri confini.

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Da sin. Emanuele Bottiroli, Giuditta Pasquino e Gian Marco Bianchi

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Eleonora Giorgi

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I Giorgi hanno sempre fortemente puntato sull’intera filiera produttiva: dall’uva alla bottiglia, gettando sin dall’inizio le basi per realizzare il loro grande progetto di creare un’azienda vitivinicola di primaria importanza. Questo progetto è diventato realtà già nel 1970, quando i fratelli Gianfranco e Antonio, costruirono una seconda cantina, moderna e tecnologicamente molto avanzata, a Canneto Pavese. Enologo uno e uomo marketing l’altro, riuscirono a costruire un’immagine dell’azienda e della qualità dei vini prodotti rimasta indelebile nel tempo. Con la costruzione della terza cantina, a Camponoce, Giorgi negli anni ’80 raggiunge finalmente la consacrazione nazionale, con una rete vendita di 80 rappresentanti e con la presenza nei migliori ristoranti e nelle migliori enoteche nazionali. A “Incontri di Stile” si è ricordato che oggi Giorgi esporta in 59 Paesi nel mondo, ha più di 160 agenti in Italia, ha vinto i più importanti premi internazionali e nazionali (Tre Bicchieri Gambero Rosso e Cinque Grappoli sommelier). Un successo formato famiglia: Antonio, il padre, con la sua lunga esperienza coordina e sovrintende tutte le operazioni aziendali coadiuvato dai propri figli: Fabiano dirige l’azienda occupandosi di vendite e marketing e coordinando gli enologi dalla produzione all’imbottigliamento. Eleonora, la sorella, è responsabile dell’amministrazione. Ileana, la moglie, si occupa delle relazioni con l’estero. Infine l’ultima generazione è già entrata in azienda con la piccola Ginevra che ha prestato il proprio nome ad una nuova creazione Giorgi.

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Mattia Nevelli

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Andrea Bergaglio e Maurizio Marcon


ne del Castello di San Gaudenzio

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All’Oltrepò Pavese serviva un luogo in cui celebrare il lato edonistico dei suoi grandi vini: obiettivo raggiunto all’Enoteca Regionale della Lombardia di Cassino Po di Broni, gestita da Filippo Arsi, con la rassegna “Incontri di Stile”, che prosegue in crescendo. La serata del 30 giugno è stata la volta dell’appuntamento dedicato al manzo varzese in abbinamento a una selezione di vini e Metodo Classico dell’Azienda Agricola Travaglino di Calvignano, fra le più antiche d’Italia e al centro di un percorso attento di restyling e posizionamento mirato, e di Bruno Verdi di Canneto Pavese, firma di grandi vini noti a livello nazionale tra i quali il “cru” Cavariola, emblema di un territorio vocato sia alla spumantistica che a rossi evoluti di grande struttura.

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Roberto Lechiancole di Prime Alture e il suo staff

Filippo Arsi, Mariella Mariotti con gli ospiti

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Luca Bellani di Ca’ di Frara e i suoi ospiti

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Il 14 luglio serata alla Corte Estiva dell’Enoteca con le etichette di Bertè & Cordini di Broni, azienda a metà fra tradizione e innovazione che esprime grandi vini ed eleganti metodi classici, e Prime Alture di Casteggio, cantina che è anche primo Wine Resort del territorio. Il 21 luglio cena-degustazione con Metodo Classico e grandi vini delle aziende Calatroni di Montecalvo Versiggia, azienda rivelazione dell’anno 2016 con i suoi primi Tre Bicchieri per il suo Pinot ‘64 Metodo Classico, e la storica Ca’ Di Frara di Mornico Losana, guidata dall’estroso e innovativo enologo Luca Bellani, in abbinamento a piatti gourmet a base di porcini e tartufi. La serata del 28 luglio ha visto invece protagoniste la Cantina Scuropasso, il cui titolare Fabio Marazzi e il suo staff interpretano con grande attenzione e rigore stilistico sia i vini della tradizione che le bollicine Metodo Classico, e Marchesi di Montalto, il cui proprietario, Gabriele Marchesi, ha lanciato il progetto “SoloPinotneroeRieslinRrenano”, per rivendicare le due identità della sua terra e dell’Oltrepò.

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Cristian Calatroni

Ospiti di Luca Bellani

Cantina Scuropasso e Marchesi di Montalto hanno proposto in assaggio Metodo Classico, Cruasé e grandi Riesling in abbinamento a piatti a base di baccalà. Tante serate speciali, quelle di “Incontri di Stile” ospitate nella Corte dell’Enoteca, il ristorante estivo, un nuovo e suggestivo spazio all’aperto dove poter degustare i migliori prodotti enogastronomici lombardi. La regia tecnica degli appuntamenti è stata sempre affidata a Mattia Nevelli e al suo staff.

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Mattia Nevelli

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MaBeDo Card è una preziosa carta sconti che accompagna chi la possiede negli acquisti e che permette di risparmiare nelle attività convenzionate in tutta Italia. Il circuito MaBeDo Card è costituito da un insieme di strutture operanti sul territorio nazionale, principalmente dedicate all’enogastronomia, al tempo libero, al turismo, allo shopping e ai servizi. Ogni struttura ha una propria convenzione che consente al titolare della Card di ottenere lo sconto concordato con MaBeDo alla presentazione della tessera.

ALCUNE DELLE NOSTRE STRUTTURE CONVENZIONATE Agriturismi Agriturismo La Sorgente Castello di Luzzano Agriturismo Il Fienile Agriturismo Hermione Aziende Vinicole Ca’ di Frara Giorgi Vini La Parrocchiale Cascina Montagnola Molinari Vini Castello di Luzzano Az. Agr. Quaquarini Az. Agr. Finigeto Az. Agr. Monsupello Az. Agr. Rebollini Bruno & C. Bar e Caffetterie Pasticceria Bordoni Time Out Cafè Enoteche Enoteca Regionale della Lombardia Enoteca Scooter Moda

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Gastronomia Paolino

Produttori Az. Agr. La Coccinella

Hotel, B&B Le Stanze del Cardinale Galleria Arnaboldi Albergo Ristorante Selvatico Hotel Castello di San Gaudenzio Le Dimore La Locanda di Calvignano

Servizi Bardelli Service Banqueting Vittoria Banqueting Impresa Edile Merli Ratt Service Tecnoteam Studio Medico Marco Nugara Carrozzeria Novauto Autotrasporti De Giovanni Luigi Ghezzi Car S.r.l. Scotti S.r.l. Winterass Assicurazioni e Investimenti Rilauto Maripa Omi

Ristoranti e Pizzerie Ristorante Pizzeria Quattro Ristorante Vigna del Pero Trattoria La Pesa Il Boss de le Balze Ostaria da’l Gondolièr Osteria del Naviglio Albergo Ristorante Selvatico Trattoria Da Lina La Locanda di Calvignano Locanda Vecchia Pavia al Mulino Hotel Castello di San Gaudenzio Ristorante Pizzeria Charlot Le Rubinie del Po Ristorante Pizzeria Palinuro Bierhaus – Ristorante bavarese

Shopping Sport 3000 Ghelfi Paolo Rovati D’acqua e di vento Contrasti Illuminazione Wellness MaxFa Diffusion

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Foto di Elena Di Vincenzo

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speciale musica

Le regine del Pop sbarcano a Milano

La musica dell’estate tra grandi spettacoli, gossip e attesi ritorni Testo di Lorenzo Matera

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uesto mese, due regine della musica mondiale hanno portato i rispettivi tour allo stadio San Siro di Milano, i fan sono accorsi da tutt’Italia per venire ad assistere a due dei concerti più attesi dell’estate. 13 Luglio­Rihanna e il suo ANTi World Tour Seconda data italiana del tour della cantante (ha fatto anche tappa a Torino l’11 luglio), sono 50.000 le persone a San Siro ad assistere allo show della cantante delle Barbados. Sfortunatamente il maltempo fa ritardare lo show di un’ora, ma i fan aspettano trepidanti di sentire Rihanna sotto una pioggia che sembra infinita. Dopo l’apertura di Big Sean e DJ Mustard, finalmente alle 22.15 le luci si spengono e Rihanna sale sul palco. Fa cantare tutto lo stadio nonostante la breve durata dello show (1h e 20’) con una scaletta di 22 brani, che include hits, remix, mashup e canzoni di “ANTi”, l’ottavo album studio che da il nome al tour. A dispiacere dei fan non rientra sul palco per l’encore.

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Foto di Elena Di Vincenzo

La scenografia semplice e i costumi d’alta moda firmati Manolo Blahnik, fanno risaltare ancora di più la figura sensuale e affascinante della cantante di “We Found Love”. Il concerto si chiude con un’ indimenticabile performance di “Love On The Brain”, l’esecuzione di questo brano e la voce della bella Rihanna vengono accompagnati da un mare di palloncini rossi che i fan sventolano orgogliosamente verso il cielo, lasciando nei cuori di tutti i presenti un ricordo unico. 18 Luglio­Beyoncè e il suo Formation World Tour La bella e leggendaria cantante texana porta il suo tour, record d’incassi, allo stadio di San Siro, infiammando il pubblico con un show che lascia tutti senza parole.

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Foto di Daniela Vesco

“Formation”, la canzone che da nome al tour, apre il concerto in grande stile, il resto dello spettacolo è un susseguirsi di coreografie mozzafiato, costumi appariscenti che mettono in mostra il famoso lato “B” della cantante, fuochi d’artificio, giochi d’acqua e acuti che lasciano i fan senza respiro. A tutto questo si aggiunge un bellissimo gesto dei fan: ad un tratto le tribune alzano un foglio colorato al cielo e quello che appare è magnifico, un messaggio con scritto “Italy in Formation”. La cantante, alla vista della fan action sorride e ringrazia i fan. Più che un concerto, il Formation World Tour è stato una tempesta di emozioni che trascina tutti al suo interno, li lascia senza parole e che riconferma Beyoncè come una delle più grandi performer dei giorni nostri.

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Da sin. Taylor Swift, Kanye West e KimKardashian

Pop Fact: Taylor Vs Kanye Si riaccende lo scontro tra la celebre stella del rap Kanye West e la cantante americana Taylor Swift. L’origine delle tensioni risale al lontano 2009, durante i MTV VMA Kanye salì sul palco gridando che Beyoncé avrebbe meritato il premio appena vinto da Taylor. L’anno scorso i due si erano riappacificati in un’apparente tregua, saltata un paio di mesi fa, quando Kanye ha pubblicato la canzone “Famous” che contiene una frase in cui viene coinvolta la cantante. La Swift sorpresa, si è sentita umiliata, mentre Kanye si è giustificato dicendo che Taylor era al corrente di tutto. Pochi giorni fa, è scesa in campo in difesa del marito anche Kim Kardashian che, attraverso il suo profilo Snapchat, ha pubblicato dei vecchi video che risalgono alla registrazione del singolo.

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Questi video mostrano chiaramente Kanye West che parla al telefono con Taylor Swift e chiede approvazione alla cantante per pubblicare una canzone nella quale lei è citata. Taylor Swift cerca di chiarire la questione con un post: “Dov’è il quel video in cui Kanye mi dice che sarei stata chiamata “quella stronza” nella sua canzone? Non esiste perché non è mai successo. Non puoi controllare la reazione emotiva di qualcuno che viene chiamato “that bitch” davanti al mondo intero.” Il post continua riportando: “Ovviamente volevo che la canzone mi piacesse. Volevo credere a Kanye quando mi ha detto che avrei amato la canzone.” Scoppia così una guerra sui social, i commenti sul profilo Instagram della Swift si riempiono di emoji che raffigurano un serpente, altre celebrità scendono in campo per dire la propria opinione sulla vicenda. La domanda sorge quindi spontanea, qual’è la verità?

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Uscite del mese Katy Perry - R ­ ise A 3 anni di distanza dall’uscita dell’album “PRISM” , la cantante americana torna sulla scena musicale con un nuovo brano, che non si tratta del primo singolo ufficiale dell’imminente nuovo album, ma bensì una canzone per le Olimpiadi che si terranno a Rio quest’anno.

Britney Spears - M ­ ake Me (Feat. G­Eazy) Il brano, rilasciato ufficialmente in esclusiva su Apple Music il 15 Luglio, è il primo singolo del suo atteso nono album in studio che uscirà verso la fine del 2016.

Rihanna -­ Sledgehammer La canzone è contenuta nella colonna sonora del nuovo capitolo della saga di Star Trek, intitolato “Star Trek Beyond”. La canzone è stata scritta da Sia, la quale aveva già scritto per la cantante delle Barbados la celebre Diamonds.

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Non può mancare.. Ho scelto queste cinque canzoni che non possono mancare dall vostra libreria musicale per affrontare l’estate:

One Dance­- Drake Feat. Wizkid & Kyla Lush Life­- Zara Larsson All In My Head (Flex)­- Fifth Harmony Feat. Fetty Wap Treat You Better­- Shawn Mendes Kill Em With Kindness­- Selena Gomez

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mondo dei motori

Più di un secolo di storia per la sportiva inglese più famosa del mondo.

Il successo dell’Aston Martin firmato Bertelli e James Bond Testo di Piero Ventura

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a Aston Martin, nata poco più di cento anni fa, nel 1913, è senza dubbio la più rinomata casa costruttrice inglese di vetture sportive ad elevatissime prestazioni. A volerla furono due amici, Robert Bamford, di professione meccanico e Lionel Martin, un buon pilota gentleman che dopo aver aperto nel 1908 un’officina vicino a Londra, per la riparazione di automobili, nel 1913, già bene inseriti nel settore dell’automobile, decisero di unire ufficialmente le loro capacità e fondare a Kensington la “Bamford & Martin”, una concessionaria per la vendita di automobili prodotte dalla Singer, dotata ovviamente di officina per le riparazioni e preparazioni. L’anno successivo, siamo nel 1914, i due soci realizzarono un prototipo da competizione, adattando un motore Coventry a un vecchio telaio dell’italiana Isotta Fraschini. Con tale vettura Lionel Martin vinse la corsa in salita: Londra-Aston Clinton e, in ricordo di questa vittoria, fu deciso di rinominare il veicolo “Aston Martin”: nacque così, la futura denominazione della casa automobilistica.

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Allo scopo di sfruttare il successo ottenuto, decisero di costruire altre vetture sportive destinate per le competizioni, ma l’inizio della del Primo Conflitto Mondiale rimandò i loro propositi. Al termine della Prima Guerra Mondiale, la fabbrica venne rifondata, sempre a Kensington e nel 1922 presentò i primi modelli destinati alle competizioni automobilistiche. Questi modelli non furono confortati da successo sportivo, né da successo economico. La “Aston Martin” si barcamenò per quattro anni, costantemente sull’orlo della bancarotta, fino alla dichiarazione di fallimento e al definitivo ritiro di Lionel Martin, dopo una produzione di 55 autotelai, variamente carrozzati. Nel 1926, fu acquisita da Bill Renwick e Augusto Bertelli, proprietari di un’azienda che produceva motori aeronautici e che, avendo messo a punto il primo propulsore automobilistico, trovò conveniente rilevare un marchio già noto in campo sportivo. L’azienda venne rinominata “Aston Martin Limited” e trasferita a Feltham.

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La direzione commerciale della Aston Martin venne assunta da Renwick, mentre la direzione tecnica fu appannaggio del genovese Bertelli che aveva una buona esperienza nel settore, essendosi formato come progettista e pilota nel reparto corse della Fiat e, successivamente, alla Ceirano. Bertelli rimase alla direzione tecnica della Aston Martin per 12 anni, fino al suo ritiro, determinando un grande prestigio sportivo per le vetture dell’azienda che in quegli anni, era più conosciuta sui campi di gara come “Auto Bertelli”. L’inizio fu subito entusiasmante e il motore progettato da Bertelli e Renwick, un quattro cilindri in linea con distribuzione bialbero di 1,5 litri, si dimostrò potente e affidabile, procurando una lunga serie di ottimi piazzamenti e vittorie di classe in gare internazionali. In pochi anni la Aston Martin ebbe la fama di automobile veloce e robusta, in grado di portare a termine le competizioni senza rotture o intoppi. Ma questo a Bertelli non bastava, angustiato dall’assenza di vittorie assolute in gare importanti. La leggenda vuole che, da buon Italiano, il superstizioso Bertelli si convinse che l’assenza di risultati eclatanti fosse dovuta a una sorta di “sfortuna nazionalista” dovuta al colore delle automobili. Infatti, le Aston Martin, come la gran parte delle vetture da competizione inglesi erano verniciate nel classico verde O.B.R.G. (Old British Racing Green) e Bertelli concluse che essendo il progettista e costruttore italiano, si dovessero colorare le automobili in rosso.

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A partire dal 1934 le automobili ufficiali scesero in gara verniciate di rosso e conquistarono numerose vittorie. Nel 1933 la maggioranza azionaria della Aston Martin fu acquistata da Arthur Sutherland che pur lasciando la direzione tecnica a Bertelli, orientò l’azienda verso la produzione di vetture stradali in piccola serie, che ebbe inizio nel 1936. All’inizio della seconda guerra mondiale la produzione venne di nuovo sospesa per la costruzione di parti per aeroplani impiegati nel conflitto bellico. La ripresa produttiva del dopoguerra iniziò con l’acquisto dell’azienda da parte dell’imprenditore David Brown che per 20.000 sterline, unendola l’anno successivo alla Lagonda, altra marca inglese in difficoltà economiche. Dal 1950 cominciarono ad essere presentati i modelli che hanno fatto la storia del marchio, riconoscibili dall’iniziale DB in onore del proprietario. I modelli che hanno fatto conoscere la Aston Martin in tutto il mondo sono stati certamente le DB4 e DB5, quest’ultima immortalata nei film di James Bond. Furono Missione Goldfinger e Thunderball: Operazione Tuono con Sean Connery a dare alla DB5 notorietà planetaria. Prodotta a partire dal 1963, l’ultimo modello Aston del tempo era stato scelto dai produttori per rimediare alla svista di Ian Fleming, che nel romanzo Goldfinger aveva affidato il ruolo di auto di James Bond alla DB3, che però era una vettura destinata alle competizioni.

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La Eon Productions contattò dunque la Casa di Gaydon per avere l’ultima nata DB5, ma ricevette sulle prime un secco no. Solo dopo lunghe negoziazioni i produttori convinsero David Brown a portare la DB5 sul grande schermo, che avrebbe dato la fama che meritava alla sua lussuosa e velocissima berlinetta. Diventò una star grazie ai gadget passati alla storia del cinema: le mitragliatrici nascoste dalle luci di posizione, lo schermo antiproiettile sul cofano posteriore, il sedile eiettabile, la targa rotante, gli uncini che fuoriescono dai gallettoni delle ruote... Dopo due fortunatissime apparizioni per rivedere la DB5 bisognerà però attendere gli anni ‘90, quando ricompare in GoldenEye e successivamente in Il domani non muore mai e Casino Royale. In “007 Skyfall” c’è una finezza: è ancora una DB5 targata BMT 216A, la stessa matricola della vettura impiegata negli anni ‘60 e che era anche quella del primo esemplare realizzato all’epoca da Aston Martin. Quell’esemplare è stato battuto all’asta nel 2010 per un cifra vicina ai tre milioni di euro. La sigla iniziale DB distinse tutti i modelli della casa fino al 1972 quando iniziò anche la serie Vantage. Dopo aver contribuito al risanamento finanziario dell’azienda Brown decise di cederla nel 1972, al momento del suo massimo splendore, ad altri investitori. Per alcuni anni la proprietà passò di mano in mano fino ad approdare nel 1986 alla Ford.

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Il successo della Casa si misurava in ogni caso sempre su piccoli numeri di vetture prodotte avendo prodotto nel ventennio fra il 1968 e il 1988 un quantitativo approssimativo di 5.000 unità. L’ingresso del colosso di Detroit significò un ampliamento della produzione che raggiunse le 700 unità prodotte nel 1995 e addirittura le 2.000 nel 1998, grazie anche all’ampliamento della gamma di vetture, anche se il modello di punta restava sempre la DB7, proposta in molte versioni differenti. L’Aston Martin pur navigando in non buone condizioni economiche riuscì a risollevare le proprie sorti perché divenne la protagonista nel film James Bond - La morte può attendere - che aveva per protagonista il nuovo agente 007. Con la presentazione prima della Vanquish e poi della DB9 che aveva sostituto la DB7 nel corso del 2004, i volumi hanno continuato a crescere fino a raggiungere nel 2006 la quota record di 7.000 auto vendute. Anche l’attività sportiva della casa che aveva per anni subito una interruzione è ripartita nel 2004 con un programma destinato alle più importanti competizioni di durata come la 24 Ore di Le Mans che la casa si era già aggiudicata nel 1959. Il resto è storia di oggi.

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Pubbliredazionale N°21 Luglio/Agosto 2016 Tutti i diritti riservati, la riproduzione totale o parziale è vietata in qualsiasi forma. Realizzato da MaBeDo S.r.l. Responsabile: Filippo Quaglini Redattore: Valeria Portinari Grafica: Valeria Portinari Testi: Lorenzo Matera, Valeria Portinari, Piero Ventura Web Manager: Valeria Portinari Web Hosting: Zeus Telematica



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