magazine n.22
MONDO DEL VINO
Gambero Rosso, i Tre Bicchieri italiani in anteprima
L’editore della guida “Vini d’Italia” compie 30 anni Autunno Pavese, la Camera di Commercio fa centro
Grandi numeri e show da tutto esaurito alla 64^ edizione Cantina Scuropasso, il Metodo Classico rispettoso ed elegante
In Oltrepò Pavese Fabio Marazzi racconta “Roccapietra”, un progetto che valorizza la vocazione della valle del Pinot nero spumante MADE IN ITALY
A Rivanazzano Terme, un angolo di pura genuinità
L’ Aperitivo al Ristorante Selvatico sa di tradizione… Pavese! OSPITALITÀ
Hotel Rizzi a Castel San Giovanni
Ospitalità di tradizione e cucina di innovazione
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editoriale
Mabedo Magazine si rinnova per parlare sempre più e sempre meglio dell’eccellenza “made in Italy”: dall’accoglienza al vino, dall’enogastronomia al turismo, dai piccoli produttori ai grandi marchi che fanno grande il nostro Paese. L’Italia è un museo diffuso di cultura, di beni storico artistici che convivono in ogni provincia con prelibatezze e unicità da far conoscere capillarmente, dentro e fuori dai nostri confini nazionali. Mabedo Magazine sarà lo strumento per fare storytelling dei territori, per mettere al centro dell’attenzione le storie di persone e imprenditori che, da generazioni, sono concentrate nel mettere a valore un’eredità straordinaria, che merita di arrivare con strumenti nuovi a un pubblico capace di riconoscere e premiare la qualità. Su ogni numero daremo vita a un viaggio tra passato, presente e futuro. Un viaggio che vi chiediamo di condividere con noi, perché all’Italia delle eccellenze servono ambasciatori ed estimatori. La redazione di Mabedo Magazine lavora ogni giorno per quanti ancora, in un calice e in un piatto, sanno vedere una cultura, rifuggendo gli effetti negativi di una globalizzazione che appiattisce. Vi accompagneremo per mano a scoprire l’identità di un’Italia che, con un po’ di coraggio e qualche riforma che dia ossigeno a chi investe, potrebbe davvero puntare in alto. La considerazione parte però dalla consapevolezza, che talvolta non c’è, perché ancora troppo spesso le testate nazionali generaliste relegano a folclore tutti gli eventi del settore wine&food, quando invece si tratta di valorizzazione territoriale a sistema. Noi lo sappiamo. Aiutateci, leggendoci e condividendo i nostri contenuti, a farlo capire. Emanuele Bottiroli
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sommario In copertina Vittorio Moretti, patron di Bellavista (Franciacorta)
MONDO DEL VINO
Gambero Rosso, i Tre Bicchieri italiani in anteprima
L’editore della guida “Vini d’Italia” compie 30 anni Psr Regione Lombardia, assegnati 647 milioni
Gianni Fava: «Noi in vetta per performance di spesa»
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Zonin1821, l’Italia del vino che si fa largo nel mondo
Fatturati in crescita e obiettivo export per il colosso del vino italiano
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Testo Unico sul Vino, la Camera approva
Pronte semplificazioni e una sola legge-guida per il settore Autunno Pavese, la Camera di Commercio fa centro
Grandi numeri e show da tutto esaurito alla 64^ edizione
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Cantina Scuropasso, il Metodo Classico rispettoso ed elegante
In Oltrepò Pavese Fabio Marazzi racconta “Roccapietra”, un progetto che valorizza la vocazione della valle del Pinot nero spumante
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MADE IN ITALY
Ristorante Selvatico ha scelto MaBeDo Card
Francesca Selvatico: “Un circuito per far crescere la ristorazione di qualità” A Rivanazzano Terme, un angolo di pura genuinità
L’ Aperitivo al Ristorante Selvatico sa di tradizione… Pavese!
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Guidando con Gusto, l’Oltrepò Pavese in una guida
La Strada del Vino va in libreria con un territorio da vivere e da gustare
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PERSONAGGIO
Quando la creatività è passione
I volti di Maria Sole
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144 BENESSERE
Termalismo in Italia, storia di un’antica virtù
Inizia il nostro viaggio nel termalismo nazionale
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OSPITALITÀ
Hotel Rizzi a Castel San Giovanni
Ospitalità di tradizione e cucina di innovazione
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SOSTE GOLOSE
La natura, il mare e la passione per le cose buone
Da novant’anni a Portonovo l’eccellenza porta il nome di Emilia
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MONDO DEI MOTORI
100 anni di Lamborghini, 50 di Miura
Ferruccio Lamborghini, il papà dell’auto più bella del mondo
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mondo del vino
Gambero Rosso, i Tre Bicchieri italiani in anteprima
L’editore della guida “Vini d’Italia” compie 30 anni Testo di Emanuele Bottiroli
La storica guida «Vini d’Italia» del Gambero Rosso, curata da Marco Sabellico, Gianni Fabrizio ed Eleonora Guerini, ha assegnato 437 Tre Bicchieri e annunciato l’assegnazione dei suoi premi speciali. Sull’edizione del 2017 (presentazione ufficiale a Roma il 29 ottobre), la Toscana primeggia con 80 vini premiati seguita dai 75 piemontesi. Il Veneto risulta invece ultimo con soli 38 vini classificati al top. Bellavista, reginetta di Franciacorta, è la “Cantina dell’Anno”; Istine, del Chianti Classico, si aggiudica il premio “Cantina Emergente”. Per Gambero Rosso il “Rosso dell’Anno” è il Gioia del Colle Primitivo Muro Sant’Angelo Contrada Barbatto 2013 di Chiaromonte; premio “Bianco dell’Anno” al Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Misco 2015 della Tenuta di Tavignano.
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Marco Sabellico, Gianni Fabrizio ed Eleonora Guerini
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Gambero Rosso incorona anche “Viticoltore dell’Anno” la ligure Aimone Vio (BioVio), azienda certificata biologica. Ad aggiudicarsi il premio “Miglior Rapporto Qualità Prezzo” è il Pecorino 2015 di Tiberio. Scettro di “Bollicine dell’Anno” al Valdobbiadene Extra Dry Giustino B. 2015 di Ruggeri. Premio “Dolce dell’Anno” al Tal Lùc Cuvée Speciale di Lis Neris. Ad aggiudicarsi il “Premio per la Viticoltura Sostenibile” è Roccafiore, in Umbria. Tra le novità Tre Bicchieri 2017 c’è un risultato storico: il primo Bonarda dell’Oltrepò Pavese DOC (rosso frizzante) raggiunge l’ambito riconoscimento. Si tratta del Campo del Monte 2015 dei Fratelli Agnes di Rovescala, zona molto vocata alla coltivazione dell’uva Croatina. È la rivincita del rosso quotidiano di qualità.
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Fratell Agnes
“Tre Bicchieri” 2017 Gambero Rosso Valle d’Aosta La Vrille, Valle d’Aosta Chambave Muscat Flétri 2014 Anselmet, Valle d’Aosta Chardonnay Élevé en Fût de Chêne 2015 Rosset Terroir, Valle d’Aosta Cornalin 2015 Elio Ottin, Valle d’Aosta Petite Arvine 2015 Lo Triolet, Valle d’Aosta Pinot Gris 2015 Les Crêtes, Valle d’Aosta Syrah Côteau La Tour 2014 Piemonte Castello di Neive, Barbaresco Albesani S. Stefano Ris. 2011 Rocca, Barbaresco Angelo 2013 Ceretto, Barbaresco Asili 2013 Giacosa, Barbaresco Asili Ris. 2011 Ca’ del Baio, Barbaresco Asili Ris. 2011 Gaja, Barbaresco Costa Russi 2013 Sottimano, Barbaresco Currà 2012 Busso, Barbaresco Gallina 2012 Roagna, Barbaresco Pajè 2011 Rocca, Barbaresco Rabajà 2012 Nada, Barbaresco Rombone 2012
Coppo, Barbera d’Asti Pomorosso 2013 Olim Bauda, Barbera d’Asti Sup. Nizza 2013 Chiarlo, Barbera d’Asti Sup. Nizza La Court 2013 Spertino, Barbera d’Asti Sup. V. La Mandorla Ed. La Grisa 2014 Accornero e Figli, Barbera del M.to Sup. Bricco Battista 2013 Castello di Uviglie, Barbera del M.to Sup. Pico Gonzaga 2013 Cascina Fontana, Barolo 2012 Mascarello, Barolo 2012 Scavino, Barolo Bric dël Fiasc 2012 Cavallotto-Tenuta Bricco Boschis, Barolo Bricco Boschis 2012 Vajra, Barolo Bricco delle Viole 2012 Azelia, Barolo Bricco Fiasco 2012 Cogno, Barolo Bricco Pernice 2011 Marengo, Barolo Brunate 2012 Fenocchio, Barolo Bussia 90 Dì Ris. 2010 Oddero, Barolo Bussia V. Mondoca Ris. 2010 Marchesi di Barolo, Barolo Cannubi 2012 Burlotto, Barolo Cannubi 2012 Rosso, Barolo Cerretta 2012
Altare-Cascina Nuova, Barolo Cerretta V. Bricco 2010 Vite Colte, Barolo del Comune di Barolo Essenze 2012 Conterno, Barolo Francia 2012 Corino, Barolo Giachini 2012 Grasso, Barolo Ginestra Casa Maté 2012 Conterno, Barolo Ginestra Ris. 2008 Germano, Barolo Lazzarito Ris. 2010 Borgogno & Figli, Barolo Liste 2011 Mascarello e Figlio, Barolo Monprivato 2011 Alessandria, Barolo Monvigliero 2012 Pio Cesare, Barolo Ornato 2012 Fontanafredda, Barolo Paiagallo Casa E. di Mirafiore 2012 Vietti, Barolo Ravera 2012 Brandini, Barolo Resa 56 2012 Veglio, Barolo Rocche dell’Annunziata 2012 Brovia, Barolo Rocche di Castiglione 2012 Palladino, Barolo San Bernardo Ris. 2010 Conterno Fantino, Barolo Sorì Ginestra 2012
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Ca’ Viola, Barolo Sottocastello di Novello 2011 Porro, Barolo V. Lazzairasco 2012 Massolino, Barolo Vigna Rionda Ris. 2010 Pira, Barolo Vignarionda 2012 Piane, Boca 2011 Ferrando, Carema Et. Bianca 2012 Abbona, Dogliani Papà Celso 2015 Tacchino, Dolcetto di Ovada Sup. Du Riva 2013 Orsolani, Erbaluce di Caluso La Rustìa 2015 Antoniolo, Gattinara Osso San Grato 2012 Villa Sparina, Gavi del Comune di Gavi Monterotondo 2014 Bergaglio, Gavi del Comune di Gavi Minaia 2015 San Bartolomeo, Gavi del Comune di Gavi Pelöia 2015 Torraccia del Piantavigna, Ghemme 2011 Vicara, Grignolino del M.to Casalese 2015 Prevostura, Lessona 2012 Ca’ d’Gal, Moscato d’Asti Canelli Sant’Ilario 2015 Doglia, Moscato d’Asti Casa di Bianca 2015 Falchetto, Moscato d’Asti Ciombo 2015 Bricco Maiolica, Nebbiolo d’Alba Sup.
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Cumot 2013 Costa, Roero Gepin 2012 Almondo, Roero Giovanni Almondo Ris. 2013 Cascina Ca’ Rossa, Roero Mompissano Ris. 2013 Monchiero Carbone, Roero Printi Ris. 2012 Negro, Roero Sudisfà Ris. 2013 Malvirà, Roero V. Mombeltramo Ris. 2012 Montalbera, Ruchè di Castagnole M.to La Tradizione 2015 Liguria Lunae Bosoni, Colli di Luni Vermentino Et. Nera 2015 Ottaviano Lambruschi, Colli di Luni Vermentino Il Maggiore 2015 La Baia del Sole-Federici, Colli di Luni Vermentino Sarticola 2015 Terre Bianche, Dolceacqua Bricco Arcagna 2014 BioVio, Riviera Ligure di Ponente Pigato Bon in da Bon 2015 La Ginestraia, Riviera Ligure di Ponente Pigato Le Marige 2015 Lombardia Monsupello, Brut 2011 Ballabio, Brut Farfalla Villa, Franciacorta Brut Rosé Boké 2012
Ca’ del Bosco, Franciacorta Dosage Zéro Vintage Collection 2011 Ricci Curbastro, Franciacorta Extra Brut 2012 Lo Sparviere, Franciacorta Extra Brut 2009 Guido Berlucchi & C., Franciacorta Nature 61 2009 Barone Pizzini, Franciacorta Non Dosato Bagnadore Ris. 2009 Ferghettina, Franciacorta Pas Dosé 33 Ris. 2009 Bosio, Franciacorta Pas Dosé Girolamo Bosio Ris. 2009 Bellavista, Franciacorta Pas Operé 2009 Contadi Castaldi, Franciacorta Zero 2012 Cà Maiol, Lugana Molin 2015 Castello di Cigognola, O.P. Brut ’More 2012 F.lli Agnes, OP Bonarda Vivace Campo del Monte 2015 Tenuta Il Bosco, OP Cruasé Oltrenero Giorgi, OP Pinot Nero Brut 1870 2012 Conte Vistarino, Pinot Nero Bertone 2013 Mamete Prevostini, Valtellina Sforzato Albareda 2013 Nino Negri, Valtellina Sfursat 5 Stelle 2013
Ar.Pe.Pe., Valtellina Sup. Grumello Buon Consiglio Ris. 2007 Aldo Rainoldi, Valtellina Sup. Sassella Ris. 2012 Sandro Fay, Valtellina Sup. Valgella Cà Moréi 2013 Trentino Bossi Fedrigotti, Fojaneghe Rosso 2012 San Leonardo, San Leonardo 2011 Roberto Zeni, Teroldego Rotaliano Pini 2012 Cavit, Trento Brut Altemasi Graal Ris. 2009 Abate Nero, Trento Brut Domini 2010 Ferrari, Trento Brut Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2005 Letrari, Trento Brut Ris. 2010 Maso Martis, Trento Dosaggio Zero Ris. 2011 Cesarini Sforza, Trento Extra Brut Tridentum 2009 Mezzacorona, Trento Rotari Flavio Ris. 2008 Alto Adige Erste+Neue, A. A. Cabernet Puntay Ris. 2012 Tenute Alois Lageder, A. A. Chardonnay Löwengang 2013 Tenuta Ritterhof, A. A.
Gewürztraminer Auratus Crescendo 2015 Cantina Kurtatsch, A. A. Gewürztraminer Brenntal Ris. 2014 Cantina Tramin, A. A. Gewürztraminer Nussbaumer 2014 Castelfeder, A. A. Gewürztraminer Vom Lehm 2015 Castel Sallegg, A. A. Lago di Caldaro Scelto Sup. Bischofsleiten 2015 Erbhof Unterganzner-Josephus Mayr, A. A. Lagrein Ris. 2013 Cantina Bolzano, A. A. Lagrein Taber Ris. 2014 Gumphof-Markus Prackwieser A. A. Pinot Bianco Praesulis 2015 Nals Margreid A. A. Pinot Bianco Sirmian 2015 Cantina Produttori San Michele Appiano, A. A. Pinot Grigio St. Valentin 2014 Maso Hemberg-Klaus Lentsch, A. A. Pinot Nero Bachgart 2013 Cantina Girlan, A. A. Pinot Nero Trattmann Mazon Ris. 2013 Glögglhof-Franz Gojer, A. A. Santa Maddalena Cl. Rondell 2015 Cantina Produttori Colterenzio, A. A. Sauvignon Lafòa 2014 Cantina Meran Burggräfler, A. A. Sauvignon Mervin 2014 Cantina Terlano, A. A. Terlano Nova Domus Ris. 2013
Manincor, A. A. Terlano Pinot Bianco Eichhorn 2015 Falkenstein-Franz Pratzner, A. A. Val Venosta Riesling 2014 Unterortl-Castel Juval, A. A. Val Venosta Riesling Unterortl 2015 Kuenhof-Peter Pliger, A. A. Valle Isarco Grüner Veltliner 2015 Köfererhof-Günther Kerschbaumer, A. A. Valle Isarco Pinot Grigio 2015 Garlider-Christian Kerschbaumer, A. A. Valle Isarco Sylvaner 2014 Taschlerhof-Peter Wachtler, A. A. Valle Isarco Sylvaner 2015 Cantina Produttori Valle Isarco, A. A. Valle Isarco Sylvaner Aristos 2015 Abbazia di Novacella, A. A. Valle Isarco Sylvaner Praepositus 2015 Veneto Guerrieri Rizzardi, Amarone della Valpolicella Cl. Calcarole 2011 Tenuta Sant’Antoniom Amarone della Valpolicella Campo dei Gigli 2012 Villa Spinosa, Amarone della Valpolicella Cl. 2008 Allegrini, Amarone della Valpolicella Cl. 2012 Bertani, Amarone della Valpolicella Cl. 2008 David Sterza, Amarone della Valpolicella Cl. 2012
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Viviani, Amarone della Valpolicella Cl. Casa dei Bepi 2011 F.lli Tedeschi, Amarone della Valpolicella Cl. La Fabriseria Ris. 2011 Lorenzo Begali, Amarone della Valpolicella Cl. Monte Ca’ Bianca 2011 Roberto Mazzi, Amarone della Valpolicella Cl. Punta di Villa 2011 Zenato, Amarone della Valpolicella Cl. Sergio Zenato Ris. 2010 Masi, Amarone della Valpolicella Cl. Vaio Armaron Serègo Alighieri 2011 Speri, Amarone della Valpolicella Cl. Vign. Monte Sant’Urbano 2012 Ca’ Rugate, Amarone della Valpolicella Punta Tolotti 2012 Vigneti Villabella, Bardolino Cl. V. Morlongo 2014 Villa Sandi, Cartizze Brut V. La Rivetta Il Filò delle Vigne, Colli Euganei Cabernet Borgo delle Casette Ris. 2012 Cavalchina, Custoza Sup. Amedeo 2014 Monte del Frà, Custoza Sup. Ca’ del Magro 2014 Ottella, Lugana Molceo Ris. 2014 Italo Cescon, Madre 2014 Serafini & Vidotto, Montello e Colli Asolani Il Rosso dell’Abazia 2013 I Campi, Soave Cl. Campo Vulcano 2015 Leonildo Pieropan, Soave Cl. La Rocca 2014 Tamellini, Soave Cl. Le Bine de Costiola 2014 Suavia, Soave Cl. Monte Carbonare 2014 Graziano Prà, Soave Cl. Staforte 2014 Agostini Vicentini, Soave Sup. Il Casale 2015 Dal Cero-Tenuta di Corte Giacobbe, Soave Sup. Vign. Runcata 2014 Sorelle Bronca, Valdobbiadene Brut Particella 68 2015 Merotto, Valdobbiadene Brut Rive di Col San Martino Cuvée del Fondatore 2015 Ruggeri & C., Valdobbiadene Extra Dry Giustino B. 2015 Bortolomiol, Vald Rive di S Pietro Barbozza Nature G Cuvée Fond Motus Vitae 2013 Monte dall’Ora, Valpolicella Cl. Sup. Camporenzo 2013 Marco Mosconi, Valpolicella Sup. 2012
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Roccolo Grassi, Valpolicella Sup. 2013 Corte Sant’Alda, Valpolicella Sup. Mithas 2012 Roeno, Venezia Cristina V. T. 2013 Friuli Venezia Giulia Castelvecchio, Carso Malvasia Dileo 2015 di Lenardo, Chardonnay 2015 Eugenio Collavini, Collio Bianco Broy 2015 Livon, Collio Bianco Solarco 2015 Schiopetto, Collio Friulano 2015 Fiegl, Collio Friulano 2015 Doro Princic, Collio Friulano 2015 Russiz Superiore, Collio Friulano 2015 Ronco dei Tassi, Collio Malvasia 2015 Primosic, Collio Ribolla Gialla di Oslavia Ris. 2012 Tiare-Roberto Snidarcig, Collio Sauvignon 2015 Tenuta Luisa, Desiderium I Ferretti 2013 Livio Felluga, FCO Bianco Illivio 2014 La Tunella, FCO Bianco LaLinda 2014 Tenuta di Angoris, FCO Friulano 2015 Le Vigne di Zamò, FCO Friulano No Name 2015 Zorzettig, FCO Pinot Bianco Myò 2015 Torre Rosazza, FCO Pinot Grigio 2015 La Viarte, FCO Sauvignon Liende 2015 Volpe Pasini, FCO Sauvignon Zuc di Volpe 2015 Le Monde, Friuli Grave Pinot Bianco 2015 Skerk, Malvasia 2013 Jermann, Pinot Grigio 2015 Damijan Podversic, Ribolla Gialla 2012 Gravner, Ribolla Gialla 2008 Lis Neris, Tal Lùc Cuvée Speciale Emilia Romagna Monte delle Vigne, Colli di Parma Rosso MDV 2014 San Patrignano, Colli di Rimini Cabernet Sauvignon Montepirolo 2012 Cantina della Volta, Lambrusco di Modena Brut Rosé M. Cl. 2012 Chiarli Tenute Agricole, Lambrusco di Sorbara del Fondatore 2015 Zucchi, Lambrusco di Sorbara Secco Rito 2015
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Cavicchioli, Lambrusco di Sorbara V. del Cristo 2015 Ermete Medici & Figli, Reggiano Lambrusco Concerto 2015 Gallegati, Romagna Albana Passito Regina di Cuori Ris. 2012 Celli, Romagna Albana Secco I Croppi 2015 Villa Papiano, Romagna Sangiovese Modigliana I Probi di Papiano Ris. 2013 Torre San Martino, Romagna Sangiovese Modigliana Sup. V. 1922 Ris. 2013 Noelia Ricci, Romagna Sangiovese Sup. Godenza 2014 Paolo Francesconi, Romagna Sangiovese Sup. Limbecca 2014 Fattoria Nicolucci, Romagna Sangiovese Sup. V. del Generale Ris. 2013 Toscana Monteraponi, Baron’Ugo 2012 Ca’ Marcanda, Bolgheri Camarcanda 2013 Sapaio, Bolgheri Rosso Sup. 2013 Grattamacco, Bolgheri Rosso Sup. Grattamacco 2013 Donna Olimpia 1898, Bolgheri Rosso Sup. Millepassi 2013 Macchiole, Bolgheri Rosso Sup. Paleo 2013 San Guido, Bolgheri Sassicaia 2013 Motta, Bolgheri Sup. Le Gonnare 2013 Ornellaia, Bolgheri Sup. Ornellaia 2013 Luoghi, Bolgheri Sup. Podere Ritorti 2013 Poggio al Tesoro, Bolgheri Sup. Sondraia 2013 Poggio di Sotto, Brunello di Montalcino 2011 Le Chiuse, Brunello di Montalcino 2011 Caprili, Brunello di Montalcino AdAlberto Ris. 2010 Giodo, Brunello di Montalcino Giodo 2011 Marroneto, Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2011 Baricci, Brunello di Montalcino Nello Ris. 2010 Capanna, Brunello di Montalcino Ris. 2010 Canalicchio di Sopra, Brunello di Montalcino Ris. 2010 Tenuta di Sesta, Brunello di Montalcino Ris. 2010
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Biondi Santi-Tenuta Il Greppo, Brunello di Montalcino Ris. 2010 Talenti, Brunello di Montalcino Trentennale 2011 Mastrojanni, Brunello di Montalcino V. Schiena d’Asino 2010 Ragnaie, Brunello di Montalcino V. V. 2011 Farnete/Cantagallo, Carmignano Le Farnete Ris. 2013 Piaggia, Carmignano Ris. 2013 Castello del Terriccio, Castello del Terriccio 2011 Isole e Olena, Cepparello 2013 Borgo Salcetino, Chianti Cl. 2014 Val delle Corti, Chianti Cl. 2013 San Felice, Chianti Cl. 2013 Poggerino, Chianti Cl. Bugialla Ris. 2013 Cigliano, Chianti Cl. Cigliano 2013 Castello d’Albola, Chianti Cl. Gran Sel. 2013 Barone Ricasoli, Chianti Cl. Gran Sel. Colledilà 2013 Rocca delle Macìe, Chianti Cl. Gran Sel. Riserva di Fizzano 2013 Castello di Ama, Chianti Cl. Gran Sel. San Lorenzo 2013 Lamole di Lamole, Chianti Cl. Lamole di Lamole Et. Bianca 2013 Istine, Chianti Cl. Le Vigne Ris. 2013 Brancaia, Chianti Cl. Ris. 2013 Castello di Volpaia, Chianti Cl. Ris. 2013 Castello di Radda, Chianti Cl. Ris. 2013 Lilliano, Chianti Cl. Ris. 2013 Nittardi, Chianti Cl. Ris. 2013 Cecchi, Chianti Cl. Villa Cerna Ris. 2013 Torre a Cona, Chianti Colli Fiorentini Badia a Corte Ris. 2013 Frescobaldi, Chianti Rufina Nipozzano V. V. Ris. 2013 Valgiano, Colline Lucchesi Tenuta di Valgiano 2013 Tenimenti Luigi d’Alessandro, Cortona Syrah Il Bosco 2012 Carpineta Fontalpino, Do ut des 2013 Duemani, Duemani 2013 Castellare di Castellina, I Sodi di S. Niccolò 2012 Montevertine, Le Pergole Torte 2013 Rocca di Frassinello, Maremma Toscana Baffo Nero 2014 Camillo, Maremma Toscana Ciliegiolo V. Vallerana Alta 2014 San Cristoforo, Maremma Toscana Sangiovese Carandelle 2015
Colle Massari, Montecucco Rosso Ris. 2013 Basile, Montecucco Sangiovese Ad Agio Ris. 2012 Terenzi, Morellino di Scansano Madrechiesa Ris. 2013 Roccapesta, Morellino di Scansano Ris. 2013 Dei, Nobile di Montepulciano 2013 Bindella, Nobile di Montepulciano I Quadri 2013 Boscarelli, Nobile di Montepulciano Il Nocio 2012 Tenute del Cerro, Nobile di Montepulciano Ris. 2012 Gracciano della Seta, Nobile di Montepulciano Ris. 2012 Orma, Orma 2013 Petra, Petra Rosso 2013 Cinciole, Petresco 2012 Civettaja, Pinot Nero 2013 Uccelliera, Rosso di Montalcino 2014 Pupille, Saffredi 2013 Castello di Monsanto, Sangioveto 2010 Castello di Fonterutoli, Siepi 2013 Ghizzano, Terre di Pisa Nambrot 2013 Antinori, Tignanello 2013 Petrolo, Valdarno di Sopra Galatrona 2013 Sette Ponti, Valdarno di Sopra V. dell’Impero 2013 Colombaio di Santa Chiara, Vernaccia di S. Gimignano Albereta Ris. 2013 Montenidoli, Vernaccia di S. Gimignano Carato 2012 Capezzana, Vin Santo di Carmignano Ris. 2009 Marche Casal Farneto, Castelli di Jesi Verdicchio Cl. Crisio Ris. 2013 Mattioli, Castelli di Jesi Verdicchio Cl. Lauro Ris. 2013 Marotti Campi, Castelli di Jesi Verdicchio Cl. Salmariano Ris. 2013 Pievalta, Castelli di Jesi Verdicchio Cl. San Paolo Ris. 2013 Fazi Battaglia, Castelli di Jesi Verdicchio Cl. San Sisto Ris. 2014 Montecappone, Castelli di Jesi Verdicchio Cl. Utopia Ris. 2013 Bucci, Castelli di Jesi Verdicchio Cl. Villa Bucci Ris. 2014 Umani Ronchi, Conero Campo San Giorgio Ris. 2011 Spinelli, Offida Pecorino Artemisia 2015
Oasi degli Angeli, Kupra 2013 Tenuta Cocci Grifoni, Offida Pecorino Guido Cocci Grifoni 2013 Velenosi, Offida Pecorino Rêve 2014 Dianetti, Offida Rosso Vignagiulia 2013 Sparapani - Frati Bianchi, Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Il Priore 2014 Tavignano, Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Misco 2015 Sabbionare, Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Sabbionare 2015 Collestefano, Verdicchio di Matelica Collestefano 2015 Monacesca, Verdicchio di Matelica Mirum Ris. 2014 Belisario, Verdicchio di Matelica Vign. B. 2015 Bisci, Verdicchio di Matelica Vign. Fogliano 2013 Umbria Bussoletti, Brecciaro 2014 Castello della Sala, Cervaro della Sala 2014 Pardi, Montefalco Sagrantino 2012 Tabarrini, Montefalco Sagrantino Campo alla Cerqua 2012 Arnaldo Caprai, Montefalco Sagrantino Collepiano 2012 Palazzone, Orvieto Cl. Sup. Campo del Guardiano 2014 Decugnano dei Barbi, Orvieto Cl. Sup. Il Bianco 2015 Barberani, Orvieto Cl. Sup. Luigi e Giovanna 2013 Roccafiore, Todi Grechetto Sup. Fiorfiore 2014 Lungarotti, Torgiano Rosso Rubesco V. Monticchio Ris. 2011 Lazio Casale del Giglio, Antium Bellone 2015 Coletti Conti, Cesanese del Piglio Sup. Hernicus 2014 Tenuta di Fiorano, Fiorano Rosso 2011 Poggio Le Volpi, Frascati Sup. Epos Ris. 2015 San Giovenale, Habemus 2014 Falesco, Montiano 2014 Sergio Mottura, Poggio della Costa 2015 Abruzzo Masciarelli, Cerasuolo d’Abruzzo Villa Gemma 2015 Valentini, Montepulciano d’Abruzzo
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2012 Villa Medoro, Montepulciano d’Abruzzo 2014 Castorani, Montepulciano d’Abruzzo Amorino 2012 Zaccagnini, Montepulciano d’Abruzzo Chronicon 2013 Illuminati, Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Zanna Ris. 2011 Terraviva, Montepulciano d’Abruzzo Luì 2013 Tollo, Montepulciano d’Abruzzo Mo Ris. 2012 Tiberio, Pecorino 2015 Cataldi Madonna, Pecorino Frontone 2013 Torre dei Beati, Trebbiano d’Abruzzo Bianchi Grilli per la Testa 2014 Valle Reale, Trebbiano d’Abruzzo V. del Convento di Capestrano 2014 Molise Di Majo Norante, Molise Tintilia 2013 Campania Alois, Caiatì 2014 Agnanum, Campi Flegrei Piedirosso 2015 Marisa Cuomo, Costa d’Amalfi Furore Bianco 2015 Sammarco, Costa d’Amalfi Ravello Bianco V. Grotta Piana 2015 Torre a Oriente, Falanghina del Sannio Biancuzita 2014 La Guardiense, Falanghina del Sannio Janare 2015 Terre Stregate, Falanghina del Sannio Svelato 2015 Fontanavecchia, Falanghina del Sannio Taburno 2015 Colli di Lapio, Fiano di Avellino 2015 Sarno 1860, Fiano di Avellino 2015 Ciro Picariello, Fiano di Avellino 2014 Rocca del Principe, Fiano di Avellino 2014 Favati, Fiano di Avellino Pietramara 2015 Villa Diamante, Fiano di Avellino V. della Congregazione 2015 Pietracupa, Greco di Tufo 2015 Ferrara, Greco di Tufo V. Cicogna 2015 Montevetrano, Montevetrano 2014 San Giovanni, Paestum Bianco 2015 Nanni Copè, Sabbie di Sopra il Bosco 2014 Contrade di Taurasi, Taurasi Coste 2011 San Salvatore, Trentenare 2015 I Cacciagalli, Zagreo 2015
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Basilicata Grifalco della Lucania, Aglianico del Vulture Gricos 2014 Cantine del Notaio, Aglianico del Vulture Il Repertorio 2014 Re Manfredi-Cantina Terre degli Svevi, Aglianico del Vulture Re Manfredi 2013 Fucci, Aglianico del Vulture Titolo 2014 Puglia Torrevento, Castel del Monte Nero di Troia Ottagono Ris. 2014 Polvanera, Gioia del Colle Primitivo 17 2013 Chiaromonte, Gioia del Colle Primitivo Muro S. Angelo Contrada Barbatto 2013 Cantine Tre Pini, Gioia del Colle Primitivo Ris. 2013 Coppi, Gioia del Colle Primitivo Senatore 2010 Carvinea, Negroamaro 2014 Tenute Rubino, Oltremé Susumaniello 2015 Felline, Primitivo di Manduria 2015 Cantine Paolo Leo, Primitivo di Manduria Passo del Cardinale 2014 Vespa-Vignaioli per Passione, Primitivo di Manduria Raccontami 2014 Leone De Castris, Salice Salentino Rosso 50° Vendemmia 2014 Cantine Due Palme, Salice Salentino Rosso Selvarossa Ris. 2013 Calabria Librandi,Gravello 2014 Ceraudo,Grisara 2015 iGreco,Masino 2014 Sicilia Rallo, Alcamo Beleda 2015 Planeta, Cerasuolo di Vittoria Cl. Dorilli 2014 Feudi del Pisciotto, Cerasuolo di Vittoria Giambattista Valli Paris 2012 Rudinì, Eloro Pachino Saro 2013 Cusumano, Etna Bianco Alta Mora 2014 Tenuta delle Terre Nere, Etna Rosso Prephylloxera La V. di Don Peppino 2014 Girolamo Russo, Etna Rosso San Lorenzo 2014 Pietradolce, Etna Rosso V. Barbagalli 2013 Cottanera, Etna Rosso Zottorinoto
Ris. 2012 Casematte, Faro 2014 Palari, Faro Palari 2012 Firriato, Favinia La Muciara 2014 Assuli, Lorlando 2015 Nicosia, Nero d’Avola Sosta Tre Santi 2010 Donnafugata, Passito di Pantelleria Ben Ryé 2014 Feudo Maccari, Saia 2014 Baglio di Pianetto, Shymer 2013 Tasca d’Almerita, Sicilia Carricante Buonora Tascante 2015 Settesoli, Sicilia Mandrarossa Carthago 2014 Occhipinti, SP 68 Rosso 2015 Pellegrino, Tripudium Rosso Duca di Castelmonte 2013 Sardegna Sella & Mosca, Alghero Torbato Terre Bianche Cuvée 161 2015 Contini, Barrile 2013 Dorgali, Cannonau di Sardegna Cl. D53 2013 Gabbas, Cannonau di Sardegna Cl. Dule 2013 Argiolas, Cannonau di Sardegna Senes Ris. 2012
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mondo del vino
Psr Regione Lombardia, assegnati 647 milioni
Gianni Fava: «Noi in vetta per performance di spesa»
«Il Piano di sviluppo rurale di Regione Lombardia, ad un anno dalla approvazione da parte della Commissione Europea (15 luglio 2015) ha già messo a disposizione risorse per i territori e le imprese per 647 milioni di euro, pari al 57% della dotazione finanziaria». Lo ha spiegato l’assessore regionale all’agricoltura Gianni Fava, rispondendo in commissione Agricoltura del Consiglio regionale sullo stato di attuazione del Psr e delle risorse assegnate. A chi parla di gravi ritardi accumulati, Fava ha risposto che «questi non esistono: al contrario abbiamo più che abbondantemente recuperato da un lato il ritardo dovuto tutto a motivazioni politiche e veti contrapposti tra Commissione e Parlamento che fecero slittare l’approvazione definitiva del budget della nuova Programmazione Europea, e dall’altro il tempo perso per colpa di chi aveva attuato un atteggiamento dilatorio nei confronti della Lombardia, poiché evidentemente dava ‘fastidio’ dover approvare per primo il nostro Psr».
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GAP ANNULLATO – «Trascorso appena un anno di reale attuazione del Psr – ha aggiunto Fava -, questo gap è stato più che annullato. Chi parla di gravi ritardi forse ha sbagliato Regione. Questa attività - ha proseguito - consente a Regione Lombardia, soprattutto nell’ambito delle Regioni Competitività di collocarsi in vetta tra le migliori in termini di performance di spesa anche se, in tale ambito, andamenti e risultati più stabili potranno aversi indicativamente tra la fine del 2016 e i primi mesi del 2017». I FINANZIAMENTI NEI DIVERSI SETTORI – «Tale attività ha consentito di assicurare finanziamenti nei diversi settori strategici di interesse del Programma – ha precisato l’assessore – e tra questi ricordo gli investimenti aziendali per la competitività delle imprese (due bandi per 140 milioni di euro) ai quali si aggiungono i 159 milioni di euro per i progetti integrati di filiera; lo sviluppo locale ‘Leader’ (individuazione di nuovi Gal, oltre 64 milioni di euri), lo sviluppo per la Banda Ultra Larga per le aree rurali interessate (48,5 milioni di euro), il sostegno per l’agricoltura biologica, per i giovani agricoltori, per i pagamenti agro-climatico-ambientali, per indennità compensativa per le zone svantaggiate di montagna (complessivamente circa 80 milioni di euro) per la partecipazione ai regimi di qualità, per i progetti pilota di sviluppo e innovazione (3 milioni di euro), il sostegno alla diversificazione mediante lo sviluppo di attività agrituristiche (6,5 milioni di euro), il sostegno ai giovani agricoltori (23 milioni di euro), ai costi di impianto per operazioni di imboschimento e forestazione (3 milioni di euro)».
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LE ALTRE INIZIATIVE A SOSTEGNO – «A queste attività – ha aggiunto Fava – vanno aggiunte tutte le altre iniziative assunte attraverso avvisi, che hanno consentito di mettere in disponibilità ulteriori risorse per oltre 100 milioni di euro per la realizzazione della fase di transizione in ambito agroambientale, di investimenti aziendali e di imboschimento. Ricordo ancora che tale importante risultato ha dovuto scontare anche la necessità di dover procedere, in molti casi, alla preventiva attivazione della notifica degli aiuti di stato alla Commissione Europea (35 operazioni su 59 del programma richiedono l’attivazione di tale procedura, nonostante la decisone di approvazione del Psr). Ad oggi tra l’altro, rispetto alle risorse rese disponibili che hanno consentito di finanziare domande nei diversi ambiti (investimenti, agroambiente, sviluppo locale, ecc.) per oltre 9000 beneficiari e superfici a premio per circa 191 mila ettari, sono già stati concessi contributi per circa 240 milioni di euro». SITUAZIONE DA RECORD – Entro dicembre 2016, infine, è in fase di programmazione la pubblicazione di altri nove avvisi di bando, che metteranno in campo ulteriori 52 milioni e 750 mila euro di risorse, in particolare per quel che riguarda l’ambito “montagna- foreste”. «I ritardi non esistono – ha concluso Fava -, siamo avanti per tempistica e quantità di risorse erogate. Una situazione che giudico migliorabile, in attesa di qualche nuovo record: per ora siamo contenti di detenerlo».
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mondo del vino
Zonin1821, l’Italia del vino che si fa largo nel mondo
Fatturati in crescita e obiettivo export per il colosso del vino italiano
ZONIN1821 rappresenta una delle più importanti aziende vinicole private italiane ed una delle prime anche in ambito internazionale. È un’azienda che distribuisce e commercializza vini e spumanti pregiati a marchio Zonin e delle dieci Tenute di famiglia. Ispirandosi al principio “ad ogni regione la sua tradizione, ad ogni regione il suo vino”, fin dalla fine degli anni ’60 son stati selezionati territori d’eccellenza portando la realtà di ZONIN1821 all’attuale estensione vitata di circa 2.000 ettari, condotti da un team di 32 enologi e agronomi, su 9 Tenute dislocate nelle 7 regioni italiane a più alta vocazione vitivinicola, oltre alla tenuta americana di Barboursville Vineyards in Virginia (USA). La territorialità, le peculiarità climatiche e morfologiche delle aree di produzione, l’esperienza e la professionalità degli agronomi ed enologi e l’individuazione di strategie commerciali dinamiche sono i valori più importanti su cui si fonda la filosofia della casa vinicola.
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Domenico, Francesco e Michele Zonin
La ZONIN1821 ha chiuso l’esercizio 2015 con un fatturato in crescita del 16% a 186 milioni di Euro (conseguito per l’84 % all’estero e per il 16% all’interno dei confini italiani), e ha recentemente modificato la governance aziendale, completando di fatto il passaggio generazionale avviato nel 2006, dopo l’ingresso in azienda dei figli di Gianni Zonin: Domenico, Francesco e Michele Zonin. A distanza di 10 anni, con il fatturato quasi triplicato (68 milioni di euro il fatturato 2006), e tutti i principali indicatori in forte crescita, si completa il passaggio generazionale attraverso la nomina da parte del Consiglio di Amministrazione di ZONIN1821 di Domenico Zonin in qualità di nuovo Presidente, il conferimento dell’incarico di Amministratore Delegato a Massimo Tuzzi e l’incarico di Vice Presidente affidato a Francesco, Michele e Giuseppe Zonin. Domenico Zonin, 43 anni, dal 2014 Amministratore Delegato di ZONIN1821 e già presidente di Unione Italiana Vini, succede alla Presidenza raccogliendo il testimone lasciato dal padre Gianni Zonin, che ha guidato l’azienda dal 1967 per quarant’anni portandola da una dimensione locale fino a diventare una delle più importanti realtà vitivinicole italiane e un brand conosciuto e affermato a livello internazionale.
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Massimo Tuzzi
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Domenico Zonin
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Casa Vinicola Zonin spa Via Borgolecco, 9 36053 Gambellara (VI) Tel. +39 0444 640111 info@zonin1821.it www.zonin1821.it
«Non è certo facile ricevere il testimone da una persona di grande esperienza - dice Domenico Zonin -, ma sono pronto a questa nuova sfida. I cambiamenti fanno parte della vita delle aziende ed il passaggio generazionale è un processo naturale di ogni realtà famigliare. Il nostro passaggio di consegne era iniziato esattamente 10 anni fa ed è avvenuto per gradi e condiviso con tutti i nostri 800 collaboratori in Italia e nel mondo. La ZONIN1821 è pronta a dare continuità alla propria storia, forte anche di una struttura che ha saputo rafforzarsi nel tempo: molti giovani manager oggi sono diventate colonne portanti insieme alle quali scrivere il nostro futuro. Tutti noi siamo molto orgogliosi dell’azienda per cui lavoriamo e saremo ancora più impegnati a farla crescere e a promuovere il vino italiano nel mondo».
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Testo Unico sul Vino, la Camera approva
Pronte semplificazioni e una sola legge-guida per il settore Testo di Emanuele Bottiroli Approvato all’unanimità dalla Camera il nuovo Testo Unico sul Vino, la nuova normativa di riferimento per il settore che ha l’obiettivo di sburocratizzare e unificare le regole passa ora all’esame del Senato per l’approvazione definitiva. In una sola legge di 90 articoli tutte le normative sparse che attualmente regolano una filiera che vale più di 14 miliardi di euro. Il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, commenta: «Vogliamo vincere la sfida del valore, dopo aver conquistato ancora una volta il primato mondiale nella produzione di vino. Con il Testo unico abbiamo un’arma in più in questo percorso. Il provvedimento è frutto di un lavoro parlamentare approfondito e condiviso, che dà alla filiera nuovi strumenti operativi». Martina riassume così il senso del Testo Unico: «Avere in una sola norma di 90 articoli tutte le disposizioni, unificando, aggiornando e razionalizzando le leggi esistenti, rappresenta un risultato storico - aggiunge Martina - Parliamo di un settore che vale oltre 14 miliardi di euro e che può arrivare a 7,5 miliardi di euro di export entro il 2020. Il nostro lavoro di semplificazione e innovazione del comparto va avanti, consapevoli che dobbiamo tagliare burocrazia e supportare le aziende sui mercati internazionali. Il Testo unico rappresenta un tassello importante di questo mosaico. Ora è decisivo chiudere al più presto l’esame parlamentare e arrivare al Senato all’approvazione definitiva». Con il testo unico sul vino, l’Italia sarà il primo Paese al mondo a poter vantare una normativa organica sulla coltivazione della vite e della produzione e commercio del vino.
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Tra le novità inserite è prevista una disposizione sulla salvaguardia dei vigneti storici al fine di promuovere interventi di ripristino, recupero e salvaguardia specialmente nelle aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico o di particolare pregio paesaggistico. Nuova è anche la disciplina dell’attività di enoturismo, che riguarda l’accoglienza e l’ospitalità dei turisti presso vigneti e cantine. Tra le principali innovazioni ci sono poi le semplificazioni per le comunicazioni da effettuare all’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) in merito alla planimetria dei locali degli stabilimenti enologici. Si prevede poi la facoltà per i vini DOP ed IGP di poter apporre in etichetta la denominazione di qualità, purché autorizzati dal Mipaaf d’intesa con la regione competente e si ribadisce che solo le denominazioni di origine possono prevedere l’indicazione di sottozone, oltre alla coesistenza di più DOCG e/o DOC o IGT nell’ambito del medesimo territorio. Inoltre è stato ridotto da dieci a sette anni l’arco temporale entro il quale un vino DOC può richiedere il riconoscimento DOCG e da quattro a tre le campagne necessarie alla richiesta di cancellazione della protezione qualora le DOP e IGP non siano state rivendicate o certificate.
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A tutela del patrimonio viticolo nazionale viene stabilito che possono essere impiantate, reimpiantate o innestate soltanto le varietà di uva da vino iscritte al Registro nazionale delle varietà di viti e classificate per le relative aree amministrative come varietà idonee. Inoltre viene istituito dal Mipaaf uno schedario viticolo contenente informazioni aggiornate sul potenziale produttivo nel quale dovrà essere iscritta ogni unità vitata idonea alla produzione di uva da vino. È poi previsto un sistema sanzionatorio meno soffocante per le imprese grazie ad una risoluzione preventiva delle irregolarità attraverso il ravvedimento operoso, prevedendo la riduzione delle sanzioni amministrative pecuniarie nel caso di violazioni riguardanti comunicazioni formali e qualora non sia già iniziato un procedimento da parte dell’organismo di controllo. Infine vengono previste norme per la produzione e la commercializzazione degli aceti ottenuti da materie prime diverse dal vino e per uniformare la dicitura tra imballaggi e recipienti. Le organizzazioni della filiera vitivinicola esprimono la loro piena soddisfazione dopo l’approvazione con voto all’unanimità alla Camera dei Deputati del Testo unico della Vite e del Vino. «È stato il frutto di un lavoro intenso – commentano Cia, Confagricoltura, Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Federvini, Unione Italiana Vini, Federdoc, Assoenologi - durato anni, che ha visto impegnati tutti i gruppi parlamentari e le organizzazioni del settore vitivinicolo, uniti dal comune intento di semplificare, innovare e valorizzare un comparto strategico per il made in Italy. Rivendichiamo con orgoglio che il nostro Paese potrebbe essere presto il primo a dotarsi di un unico strumento a livello europeo, in grado di conferire maggiore competitività alle nostre imprese. Attraverso un confronto costante ed approfondito sul complesso quadro normativo di riferimento, si è giunti alla stesura di un unico testo di legge che contiene tutta la normativa che disciplina la materia vitivinicola, dal campo fino al consumatore, con disposizioni che vanno dai controlli alla tutela delle produzioni di qualità e alla riduzione dei costi a carico degli operatori». Le organizzazioni di categoria hanno rivolto anche un particolare ringraziamento al relatore del Testo Unico alla Commissione Agricoltura della Camera, Massimo Fiorio, per il paziente lavoro di ascolto e di sintesi che ha portato avanti, in constante dialogo con i territori, affinché nel testo di legge trovassero spazio le diverse peculiarità e le tante ricchezze della viticoltura italiana. Ora l’auspicio è che il provvedimento tanto atteso venga trasmesso al Senato in tempi rapidi per essere approvato definitivamente entro la fine dell’anno.
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UnipolSai Assicurazioni S.p.A. dal 1963 è la Compagnia assicurativa multiramo del Gruppo Unipol, leader in Italia nei rami Danni. Fortemente attiva anche nei rami Vita, UnipolSai è la più grande rete agenziale d’Italia, tramite la quale offre una gamma completa di soluzioni assicurative per la mobilità, la casa, il lavoro, la protezione, il risparmio.
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mondo del vino
Autunno Pavese, la Camera di Commercio fa centro
Grandi numeri e show da tutto esaurito alla 64^ edizione Foto di Valeria Portinari
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Fabio Rugge, Rettore dell’Università di Pavia
Il Sindaco Massimo De Paoli
Successo di pubblico e di critica per Autunno Pavese DOC 2016, la rassegna enogastronomica dedicata ai prodotti pavesi e lombardi, andata in scena al Castello Visconteo di Pavia dal 23 al 26 settembre, come sempre a cura di PaviaSviluppo e della Camera di Commercio di Pavia. Presenti all’appuntamento anche Mabedo con Winterass Assicurazioni, in un elegante stand impreziosito dalla possibilità di degustare vini e spumanti dell’azienda Giorgi F.lli di Canneto Pavese. Tra gli espositori anche Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese e Distretto del Vino di Qualità con i rispettivi banchi d’assaggio. Novità dell’anno la partnership con Gambero Rosso con “visual food”, comunicazione e show. Un click alle ore 20 di venerdì 23, al posto del taglio del nastro, ha dato il via ai giochi di luce e di suoni ideati dal direttore artistico, Marco Lodola e inaugurato la manifestazione che da sessantaquattro anni di seguito mette in mostra i prodotti di qualità delle aziende agroalimentari e vitivinicole del territorio pavese. Sulle mura dell’antico monumento è comparso il segno grafico che ha caratterizzato l’edizione 2016 dell’Autunno Pavese DOC: la “boule de neige” del #gustopavese.
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Da sin. Marco Lodola, Giovanna Fra e Filippo Quaglini
Da sin. Roberto Mura e Filippo Quaglini
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Il momento del “click”.
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Il presidente della Camera di Commercio di Pavia, Franco Bosi, ha spiegato: «Continuiamo nel nostro percorso di valorizzazione dell’intero territorio attraverso i prodotti di qualità che le nostre imprese sanno realizzare. Lo abbiamo fatto anche quest’anno con un Autunno Pavese che ha offerto al pubblico un’idea di territorialità ricca di enogastronomia abbinata a cultura, storia, arte, musica, convinti che questo è il miglior modo per proiettare all’esterno il valore della nostra provincia». Autunno Pavese DOC 2016 si è svolto in collaborazione con il Comune di Pavia, con il patrocinio di Regione Lombardia e con il contributo della Fondazione Banca del Monte di Lombardia. Ottanta stand di prodotti tipici: riso, vino, salumi, formaggi, ortaggi, funghi, tartufi, prodotti da forno e non solo, disposti nel cortile interno del castello sotto la tensostruttura progettata dall’architetto Carlo Golgi.
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Vittorio Poma ed Erminia Rosa Ces
Angelo Ciocca
sari
Gustavo Cioppa
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Filippo Quaglini e Angelo Ciocca
Filippo Quaglini e Giovanni Merlino
Sindaco De Paoli, Gloria Anselmi, Fra del Gambero Rosso
Gianluca Impastato
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Paolo Ruffini
Filippo Quaglini e Alessandro Paoletti allo stand Mabedo
anco Bosi con un rappresentante
Ron
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Da sin. Ileana e Fabiano Giorgi con G
Cristina Cerri di Travaglino
Da sin. Fabiano Giorgi, Filippo Quagl Marco Bianchi e Alessandro Giuliani
Laura Scarati e Filippo Quaglini
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Gloria Anselmi
lini, Elisabetta Fedegari, Gian
La zona degustazione è stata dedicata ai formaggi, ai salumi tipici e ai risotti. Novità l’angolo “street food d’Autunno” dove piatti a base di carne o vegetariani, conditi o accompagnati da ortaggi e prodotti tipici, sono stati cucinati nelle tipiche forme dello street food da mangiare sul posto o da portare via. Grandi consensi anche per alcuni focus di approfondimento sui prodotti del territorio, realizzati in collaborazione con l’Università degli Studi di Pavia e le associazioni di categoria. Autunno Pavese DOC 2016 ha rappresentato anche la prima tappa in provincia di Pavia per il #ilPassaporto, l’iniziativa lanciata da Regione Lombardia il 29 maggio 2016 attraverso il suo brand di promozione turistica inLOMBARDIA nell’#Anno del Turismo #inLombardia. #ilPassaporto è lo strumento che permette al viaggiatore di collezionare le destinazioni turistiche e le esperienze #inLombardia che, tappa dopo tappa, vengono vidimate, presso punti autorizzati, da speciali timbri raccolti durante i viaggi: 28 pagine da riempire con le mete e gli eventi più cool consigliati da Regione Lombardia e Explora e da ulteriori 4 pagine da riempire con le destinazioni extra che si è deciso di visitare. I timbri sono personalizzati per tematiche esperienziali rispondendo a campagne come Cult City, Sapore #inLombardia, siti Unesco, e a quelle che verranno. Sono stati pensati timbri speciali per eventi e WOW destination. Il #ilPassaporto #inLombardia, viene consegnato semplicemente lasciando il proprio indirizzo email presso gli infopoint oppure durante gli eventi in Lombardia o ancora presso i punti autorizzati dove verranno anche timbrati. Sono previsti premi speciali per chi riuscirà a collezionare tutte le destinazioni indicate sul passaporto e ad aggiungerne di nuove (Per informazioni: speciale.in-lombardia.it/it/ilpassaporto/).
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Filippo Quaglini con Elisa Cremonesi e Carlo Aguzzi di Ais Pavia
Edo del ristorante Le Rubinie del Po e Gian Marco Bianchi
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Fiorenzo Detti e Filippo Quaglini
Con Gaia Servidio e Francesco Pantano
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Enrica Verdi di Bruno Verdi
Valerio Tagliacarne
Ad Autunno Pavese sono state, insomma, quattro giornate scandite da degustazioni, laboratori,spettacoli e showcooking. Spettacoli da tutto esaurito, presentati dalla showgirl vogherese Gloria Anselmi. Ogni serata è stata animata da personaggi del mondo musicale e dello spettacolo alternati a dj set: Eiffel 65, Paolo Ruffini e Ron, il cantautore dal cuore pavese che ha chiuso la manifestazione. Applausi anche per Gianluca Impastato, Matthew Lee e DisconInferno. Lunedì 26, Federico Buffa ha portato invece anche il calcio sul palcoscenico con il talk show “Goal A Grappoli”. Una manifestazione per fare spettacolo ma anche per educare il mondo consumatore attraverso laboratori tematici condotti da esperti, aziende vitivinicole, artisti e chef: dalle bollicine del Metodo Classico d’Oltrepò, alle degustazioni al buio alle mise en place per la tavola con i fiori, ai dialoghi tra arte e vino, agli showcooking di specialità e dolcezze pavesi. I laboratori per adulti si sono alternati a quelli per i più piccoli per esperienze diverse ogni giorno.
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Winterass Omnia Basket Pavia
Lorella Soldati della Locanda del Carmine con il suo staff
Ileana Giorgi
Patrizio Chiesa
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Da sin. Ileana e Fabiano Giorgi, Filippo Quaglini, Gian Marco Bianchi, Gloria Anselmi e Giovanni Merlino
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Fabiano Giorgi con Rubens Citarella
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Piero Gatti, Gloria Anselmi, Antonio Giorgi e Filippo Quaglini
Durante la manifestazione grande spazio anche all’arte con l’apertura serale della mostra “Il Novecento nelle collezioni dei Musei Civici”: esposte una settantina di opere, dipinti ed incisioni, dei Musei Civici di Pavia in un apposito allestimento. Con il biglietto di Autunno Pavese DOC si è potuto inoltre godere della riduzione sul biglietto della mostra “Guttuso. La forza delle cose” allestita nelle Scuderie del Castello.
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mondo del vino
Cantina Scuropasso, il Metodo Classico rispettoso ed elegante
In Oltrepò Pavese Fabio Marazzi racconta “Roccapietra”, un progetto che valorizza la vocazione della valle del Pinot nero spumante Foto di Valeria Portinari
L’anima più storica e sincera dell’Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG ha il volto di Fabio Marazzi, titolare di Cantina Scuropasso in frazione Scorzoletta di Pietra De’ Giorgi. Il suo Pinot nero spumante è un’arte che si tramanda da generazioni e che, ogni anno, si arricchisce di esperienza. Perché Fabio sa coltivare la vite, sa produrre con meticolosa cura ma sa anche ascoltare, con quell’umiltà che diventa un motore straordinario per non smettere mai di evolvere, come le sue bollicine di grande eleganza. Grandi vini e rispetto dell’ambiente da un’azienda in conversione biologica e che, attraverso il suo impianto fotovoltaico, è anche indipendente sotto il profilo energetico. Fabio si sente cucita addosso una missione, fatta di rispetto meticoloso degli antichi vigneti e d’impegno in cantina: valorizzare in Italia e nel mondo la storia della sua Vallescuropasso, che molto ha da raccontare, in termini di terroir e identità. «I miei spumanti – spiega – devono più del 70% a Madre Natura e a chi mi ha preceduto tra queste vigne che oggi sanno dare un frutto che noi dobbiamo solo mettere in bottiglia, senza sciupare la magia della terra».
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Una frase che dice tutto di lui, della sua filosofia e della sua azienda. Cantina Scuropasso è nata nel 1962 per volontà del padre Fabio Marazzi, Federico, dello zio, Primo Decontardi, e di un amico di famiglia, tutti provenienti da precedenti esperienze nel settore. Già agli albori della sua storia, l’azienda inizia subito a pigiare uve rosse e a dare il via alla pressatura del Pinot nero per preparare basi spumante per importanti aziende spumantistiche di prestigio nazionale, a partire da uno dei più noti brand della Franciacorta con cui nasce una collaborazione protrattasi per 35 anni. In quegli anni, complice il boom economico che spinge in alto il settore del vino, l’azienda cresce in dimensioni. All’epoca un ruolo di primo piano era ricoperto dal mercato di Milano e hinterland, ma i clienti arrivavano già da tutta la regione. Si decide così di aumentare la vinificazione del Pinot nero. «All’inizio degli anni ‘80 – racconta Fabio Marazzi - la vendita domiciliare e sul mercato di Milano si affievolisce e così a Cantina Scuropasso cresce l’attività d’imbottigliamento con nostre etichette. Tutto questo mentre all’inizio degli anni ‘90 approda qui una grande azienda piemontese ad approvigionarsi anch’essa di Pinot nero base spumante.Forti di questi riscontri di mercato, usciamo con le prime bottiglie di Metodo Classico nel ‘91».
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Flavia, Manuela, Francesca e Fabio Marazzi
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Fabio, entrato in azienda nel 1988, si concentra proprio sul dare un’anima di mercato propria all’azienda di famiglia. E proprio nel ‘91 debutta ufficialmente lo Scuropasso Metodo Classico brut. «Occoreva però – confessa Fabio - un marchio per distinguere bene l’alta gamma spumantistica aziendale dal resto dei vini, peraltro qualitativi ma destinati a un’altra fascia di mercato. È così che nel ‘97 nasce la linea “Roccapietra”, come modo di valorizzare il meglio che potevamo offrire ma anche la nostra vallata. A Pietra de’ Giorgi c’è grande vocazione per il Pinot nero. La Vallescuropasso ha infatti caratteristiche che ben s’addicono alla coltivazione dei cloni base spumante». “Roccapietra” diventa dunque il nome di una passione e di un amore del territorio.
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Oggi Cantina Scuropasso lavora direttamente 15 ettari di vigneti e acquista uve solo da conferitori storici, legati alla cantina fin dal lontano 1963. La sua produzione punta sulla qualità e non sulla quantità: 100.000 bottiglie/anno, di cui 10.000 bottiglie sono di Metodo Classico. La clientela è costituita da estimatori e clienti privati fidelizzati. Per il resto il target italiano è rappresentato da ristoranti, bar ed enoteche. L’export è attualmente in fase di sviluppo. Sul fronte della comunicazione l’azienda vuole puntare anche molto sui giovani, attraverso le sue bollicine.
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Flavia e Francesca con il nonno Carlo
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Cantina Scuropasso Fraz. Scorzoletta 40/42 27040 Pietra dè Giorgi (PV) Tel. +39 038585143 info@scuropasso.it www.scuropasso.it
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La linea “Roccapietra” La storia di questo marchio nasce nel 1997. Cantina Scuropasso parte dal brut affiancato subito dal brut rosé (poi divenuto Cruasé, marchio collettivo ideato dal Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese per dare identità collettiva al prodotto; spiegare con un nome solo zona, metodo e vino). Nel 2005 Cantina Scuropasso presenta “Zero”, il suo spumante non dosato nato dalla predilezione del titolare e degli estimatori con cui si confronta dell’anima più vera e senza aggiunte del Pinot nero Metodo Classico. «Prima di presentarlo – spiega Fabio Marazzi – ho organizzato una sessione di assaggio alla cieca con titolati esperti. Mettendo il nostro spumante a confronto con altri prodotti simili ho capito che in catasta era buono e poteva ricoprire una posizione importante sul nostro mercato». E così è nata un’etichetta per valorizzare Pinot nero e la sua grinta, la sua purezza e vigneti vocati.
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La vigna conta «La vigna è il fattore che conta di più – sottolinea Fabio Marazzi -, poi sono fortuna e abilità di chi conduce l’azienda a fare il resto. Nelle ultime annate 2015 e 2016, però, solo a titolo di esempio, sono già le uve a possedere naturalmente il corredo necessario e sufficiente per arrivare all’eccellenza. Partendo da un’uva mediocre o non perfettamente all’altezza non potremmo ottenere nulla. Con uva buona possiamo solo ottenere buoni risultati. Se sbagliamo la colpa è nostra». La sostenibilità «Siamo passati in conversione biologica nel 2015 perché in vigneto facevamo già largamente ciò che il disciplinare del biologico prevede. Questo è il secondo anno. Il nostro vigneto è biologico e quella del 2018 sarà la prima vendemmia rivendicabile anche come vino con marchio “bio”. Sarà una garanzia in più offerta a chi sceglie di premiare i nostri sforzi. Noi, tutti i giorni, lavoriamo per arrivare ad offrire solo il meglio».
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Ristorante Selvatico ha scelto MaBeDo Card
Francesca Selvatico: “Un circuito per far crescere la ristorazione di qualità”
“MaBeDo Card è un’opportunità offerta a clienti vecchi e nuovi, a intenditori di cultura sempre alla ricerca del bello e del buono”. Parola di Francesca Selvatico che, a Rivananazzano Terme, fa ristorazione raccontando l’Oltrepò Pavese che non ti aspetti. Le caratteristiche distintive? Meticolosa cura nella ricerca della materia prima territoriale, rispetto delle stagioni, carta dei vini e menu che raccontano un’identità. All’Albergo Ristorante Selvatico c’è una famiglia che ti accoglie in un ambiente piacevole ed elegante, in cui la passione per la buona cucina tradizionale e l’attenzione al gusto più raffinato coinvolgono il cliente in un viaggio sensoriale sempre diverso ma comunque unico. Il ristorante, nato nel 1912 in una casa di campagna, è ora gestito dalla quarta generazione della stessa famiglia: una continuità che è già una garanzia. Le diverse ristrutturazioni del locale ne hanno però mantenuto l’antico fascino, per offrire i migliori standard all’affezionata clientela. Il ristorante offre la possibilità di gustare i classici piatti della tradizione locale e specialità culinarie basate su reinterpretazioni, estro e passione ai fornelli. In cucina c’è Piera Spalla Selvatico, cultrice e custode di antiche ricette, sempre alla ricerca degli ingredienti migliori e più genuini per offrire il gusto vero di un tempo.
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Al suo fianco c’è la figlia Michela, autrice di pani e dolci inimitabili e originali; in sala ci sono invece Francesca, l’altra figlia della signora Piera, e il marito Sergio Daglia, entrambi capaci di guidare gli ospiti con grande competenza nella scelta dei piatti e dei vini della prestigiosa cantina, vero paradiso per enologi e buongustai. Le materie prime usate in cucina sono legate alla stagione e al territorio, non a caso Selvatico è sede della Comunità del Cibo della locale condotta Slow Food. La valorizzazione dei prodotti enogastronomici dell’Oltrepò ha lo scopo di far conoscere le sue diverse anime: montagna (Appennino Lombardo), collina, pianura e fiume. Il menu viene adeguato a seconda della stagionalità e delle forniture degli amici produttori a “chilometri zero”, sempre disponibili a collaborare alle moltissime iniziative speciali e alle serate a tema in cui si fa storytelling territoriale.
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made in Italy
A Rivanazzano Terme, un angolo di pura genuinità
L’ Aperitivo al Ristorante Selvatico sa di tradizione … Pavese! Testo di Silvia Brigada
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Martedì 13 settembre l’insuperabile staff del celeberrimo Ristorante Selvatico di Rivanazzano, nel cuore dell’Oltrepò Pavese, ci ha invitati a partecipare all’appuntamento settimanale dell’aperitivo pavese (finalmente momenti di gioia per la redazione di Mabedo!). L’accoglienza al Ristorante Selvatico, locale storico fondato con l’annesso albergo nel lontano 1912 dall’omonima famiglia Selvatico, ci ha regalato una piacevolissima serata di gusto e di bollicine! Ultimo appuntamento estivo con l’Aperitivo Pavese del martedì (da ora sarà solo di venerdì), incentrato sulla rivisitazione dei gusti più contemporanei in chiave tradizionale. Ecco che, così, nasce lo Spritz pavese, che sapientemente concilia l’aperitivo per eccellenza del momento con le bollicine del nostro Oltrepò, con un pizzico di menta e zenzero.
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Sergio Daglia
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Dalla sua decennale esperienza il Sommelier Sergio Daglia ci spiega che nessun sapore (e nessuna moda) è stata mai completamente “inventata”, ma sono le tradizioni del territorio che ritornano: questa rivisitazione dello Sprtitz, come dell’Americano, vuole riproporre i buonissimi prodotti locali in chiave moderna. Sergio ricorda quando, negli anni Ottanta, tornò di moda lo sciroppo di sambuco quale ingrediente di punta per i cocktails, in particolare per lo storico Hugo. Ma forse molti non sanno che sua nonna, qualche anno prima, proponeva sciroppo di sambuco fatto in casa allungato come bevanda dissetante durante i pomeriggi estivi! Dalla cucina del ristorante, gestita dalla mamma Piera Spalla Selvatico e dalla figlia Michela, abbiamo gustato piatti tipici pavesi, dal pasticcio di carne varzese, lingua con caponata, praline di uva e ricotta e crocchette di riso e ortica, ricetta settecentesca (tra le preferite, raccontano le fonti, dal giurista Cesare Beccaria, che visse per molto nel pavese, e che le volle come portata principale nientemeno che per la sua festa di laurea!).
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Silvia Brigada
Silvia
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Renata Di Caccamo
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Sergio Daglia e Francesca Selvatico
A coronare la serata, un lieto omaggio della Cantina Scuropasso, da poco partner Mabedo: una bottiglia di superbo Roccapietra Cruasè Pinot Nero del 2010 dal colore intenso… un sentito grazie a Fabio Marazzi da parte di tutti noi! Sotto il cielo stellato di una fresca serata di fine estate, un elegante pergolato, il tintinnio dei calici e le risate degli amici, abbiamo trascorso una deliziosa serata. Ringraziamo Francesca Selvatico, perfetta padrona di casa, per l’accoglienza… e voi? Che aspettate a prenotare il vostro Aperitivo Pavese?
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Guidando con Gusto, l’Oltrepò Pavese in una guida
La Strada del Vino va in libreria con un territorio da vivere e da gustare
Debutta in libreria e sull’e-shop on line dedicato il nuovo libro-guida turistica «Guidando con Gusto» (www. guidandocongusto.com), a cura della Strada del Vino e dei Sapori dell’Oltrepò Pavese presieduta da Roberto Lechiancole. Gli autori sono Patrizio Chiesa e Gianni Maccagni, con la collaborazione del giornalista Massimo Tamburelli. Il progetto, sostenuto in particolare da Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, Regione Lombardia e Camera di Commercio di Pavia, vuol rappresentare una sintesi di quanto ha di meglio da offrire l’Oltrepò. «Perché in Oltrepò Pavese si fa tutto con gusto – spiega Lechiancole -. Il gusto è qualcosa che trasmette una sensazione di piacere; il piacere è sempre e comunque un’emozione». Guidando con Gusto cerca di trasmettere il concetto del gusto come esperienza emozionale al lettore, che diventerà successivamente viaggiatore e ospite nel territorio. “Guidando”, perché guidare sulle strade dell’Oltrepò Pavese è emozionale per tutto quanto offre l’ambiente, la natura, la storia e la cultura, per tutto quello che gli occhi riescono a trasmettere al cuore; “Gusto”, perché l’Oltrepò Pavese è la cassaforte di preziosi tesori del gusto, dai suoi vini e spumanti al Salame di Varzi, dai formaggi ai tartufi e da tanti altri prodotti di nicchia che ristoranti, agriturismi, produttori e negozi offrono al viaggiatore.
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Ma come trasmettere tutti questi gusti, tutte queste emozioni con una guida? Guidando con Gusto non vuole essere la solita guida turistica con un elenco di risorse, ma una vera e propria narrazione del territorio. Sono stati individuati sei itinerari che coprono l’intero territorio oltrepadano in modo dettagliato e romanzato. Tra le pagine si trovano le strade dell’itinerario e le soste consigliate, tra storie, ricette, leggende e aneddoti affinché al lettore si trasmetta l’emozione del terroir e il desiderio di provare le stesse sensazioni divenendo così ospite del territorio. Sei itinerari per un totale di 500 km di possibili scelte. Percorsi per auto, moto e anche bicicletta, che porteranno il viaggiatore dalle rive del Po fino ai rilievi dell’Appennino, ai confini con la Liguria.
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IL PRESIDENTE ROBERTO LECHIANCOLE - «Guidando con Gusto è il primo progetto della mia presidenza e vuole essere l’inizio di un percorso promozionale dell’Oltrepò Pavese che coinvolga il maggior numero di operatori delle filiere dell’agroalimentare e del turismo, nonchè gli Enti Pubblici locali, ponendo così l’associazione Strada del Vino e dei Sapori come referente del territorio per turisti, agenzie e media. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno creduto in questo progetto, dalle numerose imprese che hanno aderito in qualità di Soci agli Enti Pubblici, primi fra tutti Regione Lombardia, Camera di Commercio di Pavia, Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese e i Comuni del territorio; ognuno per la sua parte ha contribuito alla realizzazione di questa guida che spero sia utile per il “vostro viaggiare” in Oltrepò Pavese.
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personaggio
Quando la creatività è passione
I volti di Maria Sole
Testo di Valeria Portinari - Foto di Maria Sole Sala
L’abbiamo conosciuta durante la sua piccola esposizione di scatti fotografici della vendemmia presso lo stand di Ais Lombardia all’Autunno Pavese Doc. Con 18 anni appena compiuti ed una lista di passioni che toccano praticamente ogni ramo dell’arte, Maria Sole Sala è una ragazza giovane ma con le idee chiare in testa. È nata e cresciuta a Varzi, ma nel sangue ha anche la Lomellina e la passione per il cibo sano e il Bonarda. Figlia di due rinomati architetti (il padre è uno dei fondatori dello studio AL14 di Milano), inizia ad appassionarsi al mondo dell’arte fin da bambina, sperimentando la danza, la musica e, soprattutto, la fotografia. Al liceo musicale studia violoncello ed arpa, e con la compagna Camilla Nosotti ha anche vinto il primo premio ad un concorso internazionale di musica elettronica, ricreando brani secondo lo stile di Berio e Maderna.
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Maria Sole Sala
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La creatività non le manca, dipinge, scolpisce ma allo stesso tempo coltiva anche questa forte passione per l’immagine, scattando per la scuola e per diletto, chiedendo agli amici di posare per lei per creare ritratti che raccontino qualcosa. Il bianco e nero dà espressività ed un velo di eleganza, forse è per questo che è uno dei temi fotografici preferiti da Maria Sole, che lo usa per i ritratti ma non per paesaggi e design, gli altri soggetti che ama immortalare e che devono invece avere tutt’altra connotazione. La sua fotografia è attenta, ricerca il dettaglio, seppure non sempre perfetto, per una composizione dal grande potenziale. L’ispirazione la trova negli scatti dei suoi fotografi preferiti, Henri Cartier-Bresson, Helmut Newton, Vivian Maier, grandi maestri ineguagliabili ma allo stesso tempo modelli di creatività e di riflessione sulla vita nei quali specchiarsi per trovare la propria strada e migliorare ogni giorno di più.
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La tecnica le è stata insegnata all’interno di un corso scolastico con Simone Ludovico e di un workshop con Giovanna Calvenzi, moglie del grandissimo Gabriele Basilico, il resto è tutto amore ed esperienza sul campo. I viaggi sono il terreno perfetto per sperimentare nuove tecniche ed inquadrature e per questo motivo, appena può, Maria Sole segue i genitori durante i viaggi di lavoro, cogliendo l’occasione non solo di conoscere nuove terre ed appassionarsi a nuove culture ma anche di approfondire l’aspetto fotografico degli itinerari ogni volta diversi.
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I suoi scatti l’hanno portata a collaborare con Lavgon, un laboratorio tutto al femminile di Moda Etica e sartoria creativa ed artigianale, per il quale ha realizzato alcune immagini a cui è molto legata. Sogna un futuro legato all’arte, all’architettura, al design; magari all’estero dove le idee prendono forma più velocemente e si può sognare in grande. Una cosa però è certa: la fotografia non l’abbandonerà mai.
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benessere
Termalismo in Italia, storia di un’antica virtÚ
Inizia il nostro viaggio nel termalismo nazionale Testo di Emanuele Bottiroli
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Il termalismo in Italia è una risorsa, un tratto identitario, una potenzialità per molti aspetti non pienamente compresa e valorizzata come meriterebbe. Da questo numero inizia un viaggio nel sistema termale italiano. Per meglio comprendere il significato di questo comparto è bene cominciare da alcuni cenni storici. L’impiego delle acque termali per idroterapia, nel bacino del Mediterraneo, era conosciuto fin dai tempi antichi, come evidenziato dai reperti archeologici, dalle testimonianza letterarie e scientifiche, dalle numerose epigrafi. I Greci praticavano i bagni in acque calde e ritenevano che le acque calde e i vapori che sgorgavano dalla terra avessero un significato sovrannaturale. Non è un caso che presso località termali sorgessero importanti templi come quello di Olimpi e il famosissimo Tempio di Apollo a Delfi, ove la Pizia, avvolta dai fumi, prediceva con arcane parole il futuro. Agli occhi delle popolazioni antiche la presenza di divinità giustificava i poteri terapeutici e le proprietà caratteristiche delle acque termali. Lo stesso Ippocrate, incoraggiava il ricorso alle terme e nel trattato “Uso dei liquidi” decantava le virtù delle acque minerali e delle sorgenti calde. Se, dunque, i Greci furono tra i primi popoli a conoscere ed apprezzare le acque termali, i Romani esaltarono questo strumento di cura e di relax attraverso la realizzazione delle monumentali Thermae pubbliche che si affiancavano al balneum privato. Nella sola città di Roma si arrivò al punto di censire più di 800 stabilimenti termali pubblici e privati, ma l’estensione del ricorso alle terme avvenne su tutti i territori dell’impero dotati di fonti. I Romani sfruttarono le acque sia per finalità igieniche che per quelle curative e fino a quando il bagno non diventò un raffinato piacere. Le terme diventarono così un luogo di incontro al pari del foro e accanto agli stabilimenti vennero creati spazi per le passeggiate, parchi e giardini, musei e biblioteche.
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Tra le più note strutture oggi ancora visibili nella città di Roma possiamo ricordare le Terme di Diocleziano e quelle di Caracalla. In questi «balnea» sono transitati personaggi di prima grandezza come gli imperatori Plinio il Vecchio, Seneca e Marziale che alle Terme dedicò alcuni dei suoi epigrammi, ma poi ancora Catullo, Tito Livio, Tibullo, Vitruvio, Orazio e l’elenco potrebbe proseguire a lungo data la rilevanza e la quotidianità del ricorso ai bagni termali che coinvolgeva persone appartenenti a tutte le classi sociali. Per tale ragione, per consentire il più ampio accesso alle terme, il costo d’ingresso veniva contenuto. D’altra parte anche i medici romani e tra questi Plinio, Celso e Galeno confermavano i salutari effetti del ricorso alle acque provvedendo a vari tentativi di classificazione in relazione alle caratteristiche chimico-fisiche e alle patologie. La caduta dell’Impero Romano, il decadimento delle strutture, il consolidarsi della religione cristiana che invitava a fuggire dalle occasioni di edonismo e ad evitare luoghi diversi dalle chiese portò al declino delle terme come fenomeno culturale e sociale. Nel corso del Medioevo la pratica termale venne ristretta al solo uso terapeutico. È questo il periodo in cui l’indagine sui benefici delle cure si mescola con le speculazioni empiriche e popolari che ricollegano ad un’acqua un particolare effetto.
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Da queste valutazioni empiriche si distinguono, invece, i primi studi idrologici condotti a partire dal XIII secolo da scienziati e medici come Pietro d’Abano, Michele Savonarola, Pietro da Eboli che con il suo De Balneis Puteolanis descrisse le qualità mediche di ben 35 fonti campane e che risulta arricchito da stupende miniature, Gentile da Foligno, Pietro da Tossignano, Tura di Castello, Falloppio, Ugolino da Montecatini autore del Tractatus de Balneis, Andrea Bacci autore del De Thermis, un esame delle analisi e dei bagni noti in Italia nel XVI secolo. Da centri di cura le località termali si andarono trasformando in centri di villeggiatura e di vita mondana richiamanti la popolazione dell’intero continente e destinate ad assumere una fisionomia propria ed autonoma riconosciute come stazioni e città termali. Ciò con un notevole riflesso anche sull’architettura dei centri che si dotano di ampie ville, hotel, parchi e giardini. Ci avviamo così al termalismo dell’età moderna caratterizzato sotto il profilo degli studi da un’applicazione del metodo sperimentale con un approccio innovativo circa le cure, sotto il profilo dell’erogazione delle cure si assiste, invece, a quello che è stato definito il termalismo d’élite. Le classi economicamente e culturalmente elevate si recavano presso le Terme, rinnovati centri di vita mondana per “passare le acque” e trascorrere giornate di riposo.
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I due conflitti mondiali certamente ridussero considerevolmente l’afflusso verso le stazioni termali che ripresero la loro attività nel dopoguerra in quella che è stata definita la stagione del termalismo sociale. La riconosciuta efficacia terapeutica delle acque termali ha, infatti, comportato il loro inserimento nel sistema sanitario nazionale e nei livelli essenziali di assistenza prevedendo, nell’ottica costituzionale della tutela della salute, l’estensione delle terapie, a costi contenuti, all’intera popolazione. Ci lasciamo così alle spalle il passato e c’inoltriamo in quello che è il presente del mondo termale. Una realtà che rinuncia a qualsiasi etichetta e che si conferma come il luogo più idoneo per il raggiungimento delle condizioni di completo benessere della persona dove è possibile procedere alla cura delle malattie sposando la terapia naturale con una altrettanto naturale immersione in oasi di verde e di pace. Sarà forse per questo che un campione pari al 70% della popolazione ha il desiderio di dedicare una parte del proprio tempo libero alla cura della propria salute in un’azienda termale. Oggi le terme sono centri di cura ma anche luoghi in cui coltivare il proprio star bene, con pacchetti wellness e beauty adatti ad ogni esigenza e tipologia di pubblico.
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MaBeDo Card è una preziosa carta sconti che accompagna chi la possiede negli acquisti e che permette di risparmiare nelle attività convenzionate in tutta Italia. Il circuito MaBeDo Card è costituito da un insieme di strutture operanti sul territorio nazionale, principalmente dedicate all’enogastronomia, al tempo libero, al turismo, allo shopping e ai servizi. Ogni struttura ha una propria convenzione che consente al titolare della Card di ottenere lo sconto concordato con MaBeDo alla presentazione della tessera.
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ALCUNE DELLE NOSTRE STRUTTURE CONVENZIONATE Agriturismi Agriturismo La Sorgente Castello di Luzzano Agriturismo Il Fienile Agriturismo Hermione Aziende Vinicole Cantina Scuropasso Ca’ di Frara Giorgi Vini La Parrocchiale Cascina Montagnola Molinari Vini Castello di Luzzano Az. Agr. Quaquarini Az. Agr. Finigeto Az. Agr. Monsupello Az. Agr. Rebollini Bruno & C. Azi. Agr. Anteo La Costaiola Bar e Caffetterie Pasticceria Bordoni Time Out Cafè Bar Cerere Cafè Il Ponte
Benessere MaxFa Diffusion Stile&Bellezza Nuova Immagine New Style Acconciature Il Ricciolo by Monica Al mistero del capello by Tina Acconciature Sara Enoteche Enoteca Regionale della Lombardia Enoteca Scooter Moda Wine All CRU Enoteca Gastronomia Paolino Hotel, B&B Le Stanze del Cardinale Galleria Arnaboldi Albergo Ristorante Selvatico Hotel Castello di San Gaudenzio Le Dimore La Locanda di Calvignano Ristoranti e Pizzerie Ristorante Pizzeria Quattro
Ristorante Vigna del Pero Trattoria La Pesa Il Boss de le Balze Ostaria da’l Gondolièr Osteria del Naviglio Albergo Ristorante Selvatico Trattoria Da Lina La Locanda di Calvignano Locanda Vecchia Pavia al Mulino Hotel Castello di San Gaudenzio Ristorante Pizzeria Charlot Le Rubinie del Po Ristorante Pizzeria Palinuro Bierhaus – Ristorante bavarese
Winterass Assicurazioni e Investimenti Rilauto Maripa Omi Autolavaggio Axel Shopping Sport 3000 Ghelfi Paolo Rovati D’acqua e di vento Contrasti Illuminazione
Produttori Az. Agr. La Coccinella Servizi Bardelli Service Banqueting Vittoria Banqueting Impresa Edile Merli Ratt Service Tecnoteam Studio Medico Marco Nugara Carrozzeria Novauto Autotrasporti De Giovanni Luigi Ghezzi Car S.r.l. Scotti S.r.l.
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ospitalità
Hotel Rizzi a Castel San Giovanni
Ospitalità di tradizione e cucina di innovazione Testo e foto di Valeria Portinari
Ai piedi dei colli piacentini, situato a Castel San Giovanni sulla provinciale 412 che attraversa la Val Tidone, l’Hotel Rizzi si erge maestoso ed elegante attirando l’attenzione. Di proprietà della famiglia Rizzi, già gestori da più di ottant’anni del celebre ristorante Barca, al centro del paese, l’hotel è stato un progetto ambizioso voluto dal padre di Stefano Rizzi, attuale proprietario assieme al fratello Giuseppe. Nasce infatti nel 2004 l’idea di ampliare l’offerta di famiglia affiancando l’attività alberghiera a quella di ristorazione, nasce l’Hotel Rizzi. Per soddisfare le richieste e rendere la struttura ancora più accogliente, l’hotel è di recente stato oggetto di lavori di ampliamento che hanno portato alla costruzione di 20 nuovissime camere. Completano l’offerta ricettiva una sala meeting da 200 posti per incontri di lavoro, seminari e manifestazioni che risponde ai criteri tecnologici più avanzati (in quanto sono disponibili apparati di amplificazione, audiovisivi, proiezioni, connessione internet Wi-Fi e cavo), un’area benessere dotata di sauna, bagno turco, minipiscina idromassaggio e una zona fitness ben attrezzata per i più attenti alla forma fisica ed alla salute del corpo. Il bar con personale altamente qualificato può soddisfare anche le richieste dei clienti più esigenti ed è possibile organizzare rinfreschi o coffee-break nel dehors attrezzato.
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Nel complesso è presente anche Il Ristorante Pizzeria 412 che prende il nome dalla provinciale sulla quale si affaccia ed è un luogo dal sapore raffinato e moderno con ampie sale luminose ed arredamento minimal. Aperto agli ospiti dell’hotel come ai clienti esterni, il ristorante offre un menù principalmente di pizza e pesce, che varia ogni 40/60 giorni e vede specialità stagionali e piatti innovativi. La peculiarità della cucina del 412 è la cottura a bassa temperatura abbinata al sottovuoto, un metodo che prevede una lunga preparazione del piatto ad una temperatura costante per garantirne la cottura uniforme, senza dispersione di principi nutritivi e una maggiore morbidezza delle carni. Questo binomio assicura un risultato più vantaggioso rispetto alla cottura tradizionale, perchè mantiene intatti i sapori e le particolarità degli alimenti, garantendo un’esperienza culinaria completa e di alto livello.
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Stefano Rizzi ha potuto collaborare negli anni con dei veri e propri guru della cottura a bassa temperatura e del sottovuoto, come Michele Cocchi, chef bolognese, e Marco Pirotta. Tra le specialità della casa, occupa un posto speciale la Piovra croccante cotta sottovuoto per sette ore, passata in burro chiarificato e servita con maionese di arachidi. Un piatto gustoso e innovativo, nel quale poter cogliere tutti i sapori degli ingredienti esaltati dalla cottura. Un’altra delizia, la Scrocchiarella, fa parte delle proposte del ristorante. Una focaccia bianca con impasto lievitato per 36 ore, è tipica della tradizione romana e viene servita al 412 principalmente con la pancetta, anch’essa cotta a bassa temperatura, del salumificio Capitelli di Borgonovo Val Tidone, ma si può ordinare anche in diverse altre varianti.
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Per gli amanti della pizza, a menù si possono trovare combinazioni per tutti i gusti, compresa quella con il Prosciutto Cotto San Giovanni fornito dallo stesso salumificio. Per Stefano e tutto lo staff del 412, la cottura a bassa temperatura è la peculiarità che rende speciale ogni piatto e lo differenzia dagli altri, portando in tavola l’innovazione ma allo stesso tempo anche la tradizione nella preparazione. L’Hotel Rizzi attualmente dispone di 52 camere totali. Accogliente e dotato di tutti i comfort moderni è il luogo ideale per chi si trova a Castel San Giovanni per lavoro o per svago, in cui trovare la tranquillità e le comodità di casa, a due passi dalle colline oltrepadane.
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Stefano Rizzi
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Hotel Rizzi Via Borgonovo 46/F 29015 Castel San Giovanni (PC) Tel. +39 0523 882290 info@hotel-rizzi.it www.hotel-rizzi.it
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soste golose
La natura, il mare e la passione per le cose buone
Da novant’anni a Portonovo l’eccellenza porta il nome di Emilia Testo di Valeria Portinari
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Emilia, al secolo Giulia Palmina Gasparoni, è la donna che ha portato per prima a Portonovo, alle pendici del Monte Conero, la vera ospitalità. Dagli anni ’20, prima per i ricchi signori di Ancona che scendevano in spiaggia e negli anni successivi per i primi turisti, Emilia è il punto di riferimento della baia. L’attività ha letteralmente trasformato i contorni di questo piccolo territorio, rendendolo ospitale e attraente. Da Emilia nasce nel 1950 sulla spiaggia fatta di sassi bianchi del Conero, ed è il primo ristorante della baia, una terrazza proiettata verso il mare, quasi a toccare quell’elemento naturale che lo caratterizza. Da qui, negli anni sono passati turisti ed esponenti del jet set ed il ristorante si è tramandato naturalmente di madre in figlia, per portare avanti una tradizione che profuma di mare e di famiglia. Oggi in cucina troviamo Marisina, la figlia minore di Emilia, mentre in sala la figlia Federica si occupa della gestione dell’attività, aiutata dal padre Franco che intrattiene gli ospiti con aneddoti e ricordi della baia. Edoardo, fratello di Federica, si dedica invece alla gestione della spiaggia.
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Il locale è ampio e luminoso, ogni dettaglio è curato con attenzione, le foto appese nella sala interna rimandano ai tempi passati, alla baia ed alla sua storia. La veranda protesa verso il mare è l’unica della baia ed ospita i tavoli del ristorante che godono di una vista davvero speciale. Nella sua semplicità, Emilia è il luogo perfetto per trascorrere piacevoli momenti di pace, immersi nella cornice del parco naturale del Conero, gustando i sapori unici che sanno di mare e di genuinità.
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I piatti di Emilia sono quelli della tradizione locale, come gli spaghetti al mosciolo selvatico, specialità della casa. Presidio Slow Food dal 2004, il mosciolo selvatico è una tipologia di cozza che si riproduce naturalmente sugli scogli sommersi del tratto di costa compreso fra Pietralacroce ed il confine tra Sirolo e Numana. ra gli altri piatti, tutti curati personalmente da Marisina occupano un posto speciale la grigliata mista cucinata sulla brace, la frittura dell’Adriatico o il bollito misto di pesce. Tutto il pesce della cucina viene acquistato freschissimo ogni giorno ma anche pescato da Franco ed Edoardo al largo della costa. La pasta fresca artigianale e gli antipasti caldi e freddi (tra cui anche le ostriche), fanno del menu un vero e proprio tripudio di sapori e profumi di tra i quali è difficile scegliere, ma si può contare in ogni caso sui preziosi i suggerimenti del personale.
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I dolci fatti in casa completano la carta e addolciscono un pranzo o una cena già di per sè praticamente perfetti. La carta dei vini presenta una selezione di etichette perlopiù locali, tra bianchi, rossi e bollicine, per ottimi abbinamenti con le pietanze a menù, ma anche rinomate etichette nazionali per i più affezionati ai sapori classici delle nostre terre. Una peculiarità del ristorante, è il servizio take away per turisti e barche ormeggiate nella baia di Portonovo, per offrire la possibilità di gustare la genuinità e la qualità dei piatti anche a casa propria.
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Emilia non è solo ristorante ma anche noleggio sdraio e ombrelloni per godere appieno di tutte le caratteristiche di questo luogo unico, dalla vista all’acqua limpida del mare, dalla frescura data dal Monte Conero al profumo di natura e di vita in cui è immersa la baia. Da Emilia si possono affittare anche barche e sup per divertirsi al mare in famiglia o con gli amici. Oltre ai pranzi ed alle cene, Emilia offre il servizio bar aperto da mattina a sera per una colazione, uno spuntino o un aperitivo in riva al mare e con il servizio “le nostre buone idee sotto l’ombrellone” è possibile consumare il pranzo comodamente distesi in spiaggia.
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Dall’alba al tramonto con la sua offerta di altissima qualità e grande simpatia e cortesia, Emilia è il luogo ideale per trascorrere la giornata in pieno relax in una cornice unica, all’“ombra del Conero”.
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Ristorante Emilia baia di Portonovo, 60129 Ancona Tel. e fax +39 071801109 Tel. invernale +39 071801328 info@ristoranteemilia.it www.ristoranteemilia.it
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mondo dei motori
100 anni di Lamborghini, 50 di Miura
Ferruccio Lamborghini, il papà dell’auto più bella del mondo Testo di Piero Ventura
Sono veramente poche le auto in grado di cambiare il mondo dell’automobile come fece 50 anni fa la Miura, considerata negli anni ‘60 e ‘70 la sportiva più bella al mondo, ancora oggi piena di fascino con il suo motore V12 centrale e un corpo davvero affascinante. Cento anni fa, nel 1916, a Renazzo (Ferrara) nasceva sotto il segno del toro Ferruccio Lamborghini. Dopo Enzo Ferrari, è divenuto il costruttore di automobili italiano più famoso del mondo. Come dicono ancora oggi i più vecchi da quelle parti: “il Signor Ferruccio, è uno che ha fatto la storia”. Nulla di più sensato; Ferruccio Lamborghini ha veramente fatto la storia, quella storia dell’Italia di ieri, dove l’innovazione era un concetto molto diverso da quello di oggi. Ed è uno di quelli che ha trasformato in oro ogni sua idea. I titoli di studio? Superflui: scarpe grosse e cervello fino. Lamborghini l’ha dimostrato: cultura poca, intelligenza da vendere. Come i suoi trattori, che ha iniziato a piazzare di persona in giro per i casolari dei paesi vicino al suo, fino a produrne 52 al giorno. Poi la frizione sulla sua Ferrari rotta, da lì le sue contestazioni del fatto a Enzo Ferrari. È curioso che tutto ebbe inizio proprio da quel litigio tra di loro. Fu quel diverbio che fece scattare in Ferruccio Lamborghini la decisione di iniziare a produrre automobili sportive. La storia della frizione fragile della Ferrari 250 GT e delle lamentele di colui che per Ferrari “sapeva guidare solo i trattori” è famosa quasi quanto la Miura, la supercar più rappresentativa dell’azienda di Sant’Agata Bolognese, in grado di rapire i sogni di almeno un paio di generazioni.
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Ferruccio Lamborghini
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Ferruccio Lamborghini e Don Ediardo Miura
Sebbene la Lamborghini non abbia mai partecipato ufficialmente a competizioni sportive e abbia sempre prodotto meno automobili rispetto alla Ferrari, il valore del suo marchio non si discute. Se, parlando di auto, ci si riferisce a qualcosa di esotico e di estremo, non può che trattarsi di una Lamborghini. Fu nel 1965 che Ferruccio Lamborghini attuò la sua “vendetta” su Ferrari e costituendo un team ingegneristico ecco che apparve il prototipo “Miura”. Sotto la guida di Gian Paolo Dallara e Paolo Stanzani e disegnata da Marcello Gandini per la Carrozzeria Bertone, la Lamborghini Miura rappresentò una vera rivoluzione nell’ambito delle Gran Turismo di lusso degli anni ‘60. Il prototipo del telaio, presentato con la sigla P400, debuttò al Salone di Torino nel novembre del 1965: era realizzato in lamiera di acciaio saldata, che evidenziava il motore a 12 cilindri a V collocato posteriormente in senso trasversale, le sospensioni a quattro ruote indipendenti, il cambio in blocco con lo stesso motore. Pochi mesi dopo la Miura era pronta, e venne presentata al Salone di Ginevra di 50 anni fa, nel 1966, sconvolgendo tutti i criteri di riferimento per l’epoca nel settore delle auto sportive e riscuotendo un successo entusiasmante, sia da parte del pubblico di appassionati, sia da parte della stampa. Improvvisamente, tutte le gran turismo che fino al giorno prima erano considerate la massima espressione della modernità, diventano vecchie di fronte a quell’audace insieme di linee battezzato “Miura”, il nome di una feroce razza di tori da corrida tra i più famosi e temuti, sicché Lamborghini scelse quel nome per la sua auto.
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Ma quando Don Eduardo Miura, famoso allevatore spagnolo dell’omonima razza di tori, seppe della cosa ad auto presentata, andò su tutte le furie. Non sopportò che un tizio, in Italia, avesse usato il suo nome per identificare un’automobile. La leggenda vuole che Ferruccio Lamborghini in persona viaggiò fino in Spagna con una Miura per incontrare Don Eduardo. Quando si incontrarono, questi prese l’italiano a male parole, lamentandosi per l’uso improprio del suo nome, fino a che quando calmatosi gli venne mostrata l’auto, che ancora non aveva avuto modo di vedere. Don Miura rimase senza parole e colpito dalla bellezza e dalla ferocia del mezzo esclamò: “Miura… certo Miura… un’auto così ovviamente non può che chiamarsi Miura!” Miura. Un nome che per tutti gli appassionati di automobilismo suona da sempre come qualcosa di speciale quando si parla di auto sportive. Questo Toro viene considerato da molti come una delle supercars più belle della storia. Gli appassionati di mezzo mondo la considerano ancora oggi – e non dubitiamo sarà così anche in futuro – come l’oggetto del desiderio, nata per andare a sfidare le concorrenti più dirette di quell’epoca che erano le Ferrari 250 LM e Ford GT40.
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Rivali anche nella tipologia di costruzione visto che la Miura riprende il motore centrale posteriore che, nel caso della Lamborghini, viene posizionato trasversalmente. Una soluzione che poi verrà ripresa dalle Lancia Stratos e Ferrari Dino. Motore centrale posteriore, dunque, disposto in senso trasversale a 12 cilindri a V di sessanta gradi, quattro litri di cilindrata, unico blocco con cambio e differenziale, sviluppava una potenza di 350 CV a 7000 giri e una velocità massima record per quei tempi di 280 km/h. Era la vettura in assoluto più veloce. Grazie al design rivoluzionario e alle inconfondibili e affascinanti ciglia, la Miura 350 CV fu prodotta in 475 unità. Ma la storia di successo andò ben oltre: la Miura venne sviluppata ulteriormente nella Miura S con 370 CV e nella Miura SV, che aveva parafanghi più larghi e un motore notevolmente migliorato da 385 CV con sistemi di lubrificazione separati per motore e cambio. Della Miura si innamorò il jet set di tutto il mondo, e la vettura venne acquistata da gente come Dean Martin, Frank Sinatra, Johnny Hallyday, lo Scià di Persia, il Principe di Monaco, Little Tony, Claudio Villa, Bobby Solo, Rod Steward e la modella britannica Twiggy. Nel mondo ne vennero consegnati in totale 763 esemplari in tre differenti versioni dal 1966 al 1973 e in ben 60 diversi colori.
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Nel 1974, Ferruccio Lamborghini si ritirò a vita privata, sul Lago Trasimeno a produrre vino nella tenuta La Fiorita fino alla fine dei suoi giorni, avvenuta il 20 febbraio 1993. Condotta con grande professionalità dalla figlia Patrizia, l’azienda è oggi uno dei fiori all’occhiello del panorama vitivinicolo umbro. Dagli oltre 32 ettari di vigneto specializzato, coltivato principalmente a Sangiovese, Ciliegiolo, Merlot, e Cabernet Sauvignon si ricavano circa 120.000 bottiglie di vino. Due i vini prodotti, il Trescone e il Campoleone, il livello qualitativo è decisamente molto buono, soprattutto per il secondo, a conferma che il lavoro fatto in cantina è esemplare. Nel mentre, sotto la cura Volkswagen, oggi la Lamborghini a Sant’Agata produce due berlinette a motore centrale che possono essere guidate da chiunque, senza che rischi di mettersele per cappello, come poteva succedere con una Miura o una Diablo. Certo, un po’ tutte le supercar contemporanee sono “a prova di imbranato” e l’arrivo del suv (nel 2018) sarà un altro passo verso la standardizzazione del marchio, ma la Miura rimarrà per sempre una pietra miliare dell’evoluzione delle auto sportive europee, tanto che, presso le aste internazionali, quattro diverse SV fra il 2010 e il 2013 sono state aggiudicate a prezzi compresi fra 800.000 e 1.300.000 Euro.
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