Magazine 8

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n.8 PERSONAGGI

. Stefano Bressani

CHEF

. Luigi Rana

MONDO diVINO

. Az. Agr. Negro . Zonin . RESTAURANTS . Ristorante Marconi

SOLO MadeInItaly

. Olio Roi

SPECIALE MOTORI

. California Dreaming

EVENTS

. Palazzo del Gusto . Vinitaly MaBeDo-Mangiare Bere Dormire c/o Centro Commerciale Poli, C.so Cavour 18/20-27100 Pavia www.mabedo.it - Tel. 0382301373 - email: mabedo@mabedo.it


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EDITORIALE

Un nuovo numero di MaBe-

cale gestito da una chef dav-

Do Magazine il meglio del

vero speciale:

Made In Italy, enogastro-

Marconi di Aurora Mazzuc-

nomico... e non solo!!

chelli. Un articolo speciale lo

Per la rubrica PERSONAG-

meritano i re dell’olio: Olio

GI, infatti, un’intervista a

Roi. Per la rubrica tutta in-

Stefano Bressani, artista

dirizzata agli esperti di MO-

di fama internazionale che

TORI, un aricolo dedicato

con le sue Sculture Vestite

all sogno americano, CALI-

ha conquistato il panorama

FORNIA DREAMING scritto

artistico

Abbiamo

dal nostro Piero Ventura.

voluto dedicare un articolo

Infine, come non dedicare

a uno CHEF che ha portato

EVENTS a Palazzo del Gus-

la cucina italiana nel mondo:

to, un evento espositivo con

Luigi Rana.

i migliori prodotti del pavese,

Per la rubrica MONDO diVI-

che si terrà 11 e 12 aprile

NO, due aziende d’eccellenza:

a Palazzo Pegazzera, Ca-

Tenuta Il Bosco di Zonin e

steggio, Pavia. E ancora, a

Azienda Agricola Negro.

Vinitaly!!

italiano.

Ristorante

In RESTAURANTS, un lo-

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SOMMARIO PERSONAGGI Stefano Bressani

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CHEF Luigi Rana. Cucina in prospettiva d’avanguardia

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MONDO diVINO Azienda Agricola Negro

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Zonin, Tenuta Il Bosco

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RESTAURANTS Ristorante Marconi

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SOLO MadeInItaly Olio Roi

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SPECIALE MOTORI CALIFORNIA DREAMING – Va dove ti porta il vino

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EVENTS Palazzo del Gusto a Tenuta Paegazzera

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Vinitaly

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In Copertina: Sculture Vestite di Stefano Bressani - Pop Corner - 50x75 cm - 2013


PH: Renzo Chiesa

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Stefano Bressani

Essere artista è un’esigenza. Un’esigenza che si trasforma in modo di vivere perché è la necessità di tradurre le emozioni per farle arrivare agli altri”. Questo è l’artista per Stefano Bressani. E questo è Stefano Bressani, artista pavese che dalla sua prima mostra (nel 2008) ad oggi di strada ne ha fatta tanta con le sue “Sculture Vestite”.

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PERSONAGGI

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P

adre fondatore di una tecnica unica al mondo, Bressani veste le sculture utilizzando le stoffe. Il suo “strumento di lavoro” non è il pennello ma le forbici, sulla sua tavolozza il profumo degli oli e della trementina è sostituito da morbide e colorate stoffe che arrivano da vestiti reali, acquistati per avere sempre a disposizione un campionario di colori in continua evoluzione. Il successo di oggi in giro per i musei d’Italia per Bressani è motivo di grande soddisfazione: “Tutto questo ha comportato tantissime ore di lavoro, di sperimentazione, ore di esperienza che oggi arrivano sulle mie opere”. E di vera sperimentazione si tratta perché come dice Bressani stesso: “Sono approdato sul mio ‘mondo delle stoffe’ quasi per caso, non ispirandomi a nessuno. Questo mi ha permesso di avere carta bianca su un terreno assolutamente fertile e di approfondire una tecnica che poi è diventata la ‘mia’ tecnica”.

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PERSONAGGI

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E

la sperimentazione Stefano Bressani la usa anche tra i fornelli. Amante del buon cibo, Bressani si accosta alla cucina con lo stesso spirito con cui ha iniziato il suo operato nel mondo delle stoffe: sperimentando. “Recentemente ho provato a improvvisarmi cuoco e devo dire che non è andata male: ho cucinato per qualche amico che ha apprezzato. Credo che il bello per chi cucina non sia seguire passo passo un libro di ricette ma aprire il frigo e con quello che trova creare qualcosa di buono, di unico. Proprio in questo senso la cucina è arte. Come l’arte coinvolge molti sensi contemporaneamente: l’olfatto, il gusto, lo stesso rumore che si produce mentre si cucina, possono avere qualcosa di poetico se li si sa guardare con occhi differenti”.

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A

proposito del connubio cibo-arte, tra le opere di Stefano Bressani possiamo ammirare anche diversi soggetti “culinari” come nature morte e cibi sfiziosi quali popcorn o hamburger, ma anche eccellenze del gusto italiane: una su tutte il gianduiotto. “Nel 2014 ho ‘vestito’ il Gianduiotto di Torino: ho realizzato la confezione della scatola dei cioccolatini di una pasticceria storica della città utilizzando una fantasia molto colorata. Questo per trasmettere quel senso di benessere e di allegria che si ha quando si gusta un cioccolatino così”.


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STEFANO BRESSANI www.stefanobressani.com

Fino al 19 aprile in mostra a Vigevano, Seconda Scuderia Castello Sforzesco con “Walking the Art. Skultoshoes”

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Luigi Rana. Cucina in prospettiva d’avanguardia

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uigi Rana: 27 anni, pugliese DOC e cosmopolita d’adozione. Ma soprattutto cuoco per passione.A 15 anni inizia la sua carriera spinto dai familiari presso la scuola alberghiera dove già a partire dal secondo anno comincia a prendere parte a stage nelle cucine di grandi cuochi e chef internazionali. La sua formazione inizia al fianco del maestro Michele Gioia, nel ristorante “La Posta Vecchia” di Ladispoli, e continua nell’entourage del maestro Umberto Celentano, il primo chef a lanciare la cucina creativa pugliese. Dalla Puglia, Rana arriva fino al Four Season di Londra, passando per Milano, Valle d’Aosta fino ad arrivare a Manhattan dove lavora in un ristorantino di appena 30 posti: stiamo parlando di “ABBOTTEGA” dell’imprenditore David Ranucci.

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CHEF

PH: Donato Calvi

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uigi Rana si definisce un “folle passionale”. Il suo modo di vedere la cucina é tutto particolare, ma nemmeno troppo stravagante: la cucina per lui é un’arte vera e propria. Fortemente legato e innamorato della sua terra, il suo obiettivo é riuscire a far riflettere le persone sulla bellezza della Puglia che niente ha da invidiare a terre esotiche e altrimenti famose. Per far questo porta in tavola la tradizione dei nonni condita con l’esperienza maturata all’estero e guarnita con la filosofia dei grandi artisti. Eh sì, perché Luigi Rana si ciba di tradizione e cultura pugliese ma anche di libri di artisti come Andy Warhol e Kandinsky.

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CHEF

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a la cucina non è solo passione e creatività, é anche sacrificio e dedizione: come una scienza, alla stregua della psicologia e della matematica, va continuamente studiata e continuamente si impara. Per questo non ama definirsi chef, vocabolo inflazionato e anche riduttivo.La sua “follia” é far conoscere l’aspetto cool della sua terra che tanto ha da offrire in termini di talenti, prodotti, vini e tutte le ricchezze che possono venirvi in mente. Il suo sogno é una Puglia Cool ed ogni giorno sogna di vedere la sua terra, la sua passione, diventare un posto all’avanguardia.

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Azienda Agricola Negro

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avorita e Arneis a frutto bianco, Nebbiolo, Barbera, Bonarda, Dolcetto e Brachetto dal grappolo lungo tra quelli a frutto nero. Sono questi i vitigni autoctoni delle colline del Roero, splendido angolo di Piemonte, ai quali la famiglia Negro dedica i suoi vini dal 1670. Tra Monteu Roero e Canale, dove le colline si protendono piÚ maestose verso il sole, si trovano le vigne e le cantine dell’Azienda Agricola Negro Angelo e Figli: quasi 60 ettari di vigneti - distribuiti tra la storica Cascina Perdaudin in Monteu Roero, la cascina San Vittore in Canale e Basarin in Neive - che privilegiano, come detto, le varietà tradizionali della zona.

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MONDO diVINO

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tiamo parlando di vini gradevoli, impeccabili dal punto di vista qualitativo, ricchi di una personalitĂ spiccata, con profumi intensi e strutture complesse, capaci di conquistare consensi in Italia e nel mondo intero. A testimonianza di tutto questo ci sono i tanti i premi che hanno riconosciuto la personalitĂ di questi vini. Vini ai quali Giovanni Negro si dedica con passione insieme ai figli Gabriele (responsabile vigneti), Angelo (enologo), Emanuela (responsabile estero), Giuseppe (responsabile commerciale) ed alla moglie Marisa.

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MONDO diVINO

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lei è riservato il compito di ricevere gli ospiti nell’accogliente cantina in Sant’Anna di Monteu Roero. Proprio nella frazione S. Anna, a Cascina Riveri, si trova il cuore dell’azienda: i locali di cantina dove i vini nascono, maturano e si affinano; gli spazi per l’accoglienza di chi arriva per conoscere i prodotti e le persone che li creano; i luoghi dove si mettono a punto le strategie produttive e quelle di mercato, in un confronto continuo e positivo.

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MONDO diVINO

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Azienda Agricola Negro Angelo & Figli Frazione Sant’Anna 1 12040 Monteu Roero (CN) Telefono: 017390252 Mail: negro@negroangelo.it www.negroangelo.it

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ZONIN Tenuta Il Bosco

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una delle piÚ importanti aziende vinicole private italiane e anche una delle prime a livello internazionale. Stiamo parlando della Casa Vinicola Zonin la cui storia è secolare: con radici a Gambellara, nel cuore del Veneto, si tramanda da ben sette generazioni.

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MONDO diVINO

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spirandosi al principio “ad ogni regione la sua tradizione, ad ogni regione il suo vino” il Presidente Gianni Zonin fin dalla fine degli anni ’60 ha selezionato i terroir d’eccellenza portando la realtà di Casa Vinicola Zonin all’attuale estensione vitata di circa 2.000 ettari, condotti da un team di 32 enologi e agronomi, su 9 Tenute dislocate nelle 7 regioni italiane a più alta vocazione vitivinicola (Veneto, Friuli, Piemonte, Lombardia, Toscana, Sicilia e Puglia), oltre alla tenuta americana di Barboursville Vineyards in Virginia. Si tratta di aziende modello, presidi di qualità e civiltà rurale, perfettamente integrate con il territorio: oasi in cui la tradizione si sposa con l’innovazione e con la modernità.

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ra queste troviamo la Tenuta Il Bosco in Lombardia, nel cuore dell’Oltrepò Pavese, territorio che da sempre per l’Italia rappresenta la patria del leggendario Pinot Nero. “Nel mondo esistono alcuni vitigni che, più di altri, sono per i winemakers e gli appassionati fonte di studio, di confronto, di grandi discussioni e di forti emozioni. Il Pinot Nero è per me, senza ombra di dubbio, il principe e il più entusiasmante di tutti questi vitigni” afferma Piernicola Olmo, direttore della tenuta. Quando fu acquistata nel 1987 dalla famiglia Zonin, gli ettari a vigna della tenuta erano solo 30. Anno dopo anno la superficie vitata è stata ampliata e oggi la tenuta comprende 152 ettari di vigneto di proprietà. In questa fase di ampliamento, è stata privilegiata la grande ricchezza di varietà autoctone nobili come la sorprendente Bonarda e la Barbera, che raggiungono eccezionali standard qualitativi. Molte attenzioni vengono riservate al vitigno principe dell’Oltrepò -il Pinot Nero appunto- che qui, da oltre due secoli, esprime tutta la sua classe e personalità.

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MONDO diVINO

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TENUTA IL BOSCO LocalitĂ il Bosco 27049 Zenevredo (PV) Telefono: 0385 245326 Mail: info@ilbosco.com www.ilbosco.com

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Ristorante Marconi

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ono ormai 15 anni, dal 2000, che Aurora Mazzucchelli e il fratello Massimo hanno preso le redini del ristorante di famiglia, il Ristorante Marconi.

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RESTAURANTS

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resciuti entrambi tra i tavoli del ristorante e i profumi della cucina, i fratelli Mazzucchelli sono ora alla guida di uno dei più importanti locali della zona: Aurora, chef in cucina che nonostante le sue innumerevoli esperienze ama definirsi “autodidatta” per passione, e Massimo, sommelier professionista che ritrova nella coerenza, nell’integrità e nella qualità che non scende a compromessi i suoi credo nel lavoro. Dal 2000 ad oggi tanta strada è stata fatta: il locale di famiglia ha cambiato “faccia” e la cucina, fino ad allora prevalentemente incentrata su piatti a base di pesce, è stata arricchita della storicità e diversità dei prodotti del territorio e da un più ampio respiro creativo a livello internazionale.

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RESTAURANTS

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reatività, curiosità, grande personalità, costante attenzione ai prodotti del territorio e della tradizione, materie prime selezionate con cura e di qualità. Tutto questo, unito a un costante e duro lavoro, ha condotto Aurora e il Ristorante Marconi a ricevere, nel 2008, la prima stella Michelin, a cui sono seguiti nel corso degli anni altri importanti riconoscimenti dalle principali guide gastronomiche italiane (L’Espresso, Gambero Rosso, Touring Club e Jeunes Restaurateurs d’Europe). Nel 2012 Aurora viene premiata dal giornalista Paolo Marchi come “Migliore Chef d’Italia” dalla guida Identità Golose.

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RESTAURANTS

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gni giorno il lavoro in cucina di Aurora viene affiancato dall’impegno e dalla professionalità di Massimo nella cantina del Ristorante: qui la sua ricerca è costante mentre in sala il suo più grande desiderio è quello di emozionare con naturalezza, condividendo con gli ospiti il piacere di servire un’esperienza. “Non sono alla ricerca della perfezione ma dell’emozione. Sono convinto che uno spartito imparato a memoria non sarà mai coinvolgente come uno suonato con il cuore e la passione” afferma Massimo.


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PH: Alessandra Locatelli

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RISTORANTE MARCONI via Porrettana, 291 40037 Sasso Marconi (BO) Telefono: 051 846216 Mail: info@ristorantemarconi.it www.ristorantemarconi.it

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Olio Roi

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a storia dell’Olio Roi è antica, secolare. L’attività della famiglia Boeri inizia nel 1900: da qui prende il via un lungo cammino che arriva ai giorni nostri e che ha portato la famiglia a mietere successi, ad ampliare la sua proprietà e arrivare agli attuali 20 ettari di terreni con circa 6000 alberi di olivo cultivar Taggiasca. Oggi è Franco che, insieme al padre, impegna tutto il suo tempo e la sua passione nel frantoio di famiglia, una famiglia che da ben quattro generazioni si occupa di olio.

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SOLO MadeInItaly

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a parola d’ordine in azienda è qualità: una qualità certificata che fa dell’Olio Roi un prodotto conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Roi propone infatti oli extra vergine di altissima qualità, dei veri e propri cru, extravergini millesimati frutto di una sapiente selezione annuale e territoriale delle migliori olive Taggiasche. Ma non solo: oltre agli oli, tipiche della produzione Roi sono anche le olive Taggiasche in salamoia o denocciolate in olio extra vergine, il pesto e le salse della tradizione locale. Ogni prodotti Roi è conservato in olio extra vergine di oliva che ne esalta le caratteristiche ed il gusto e ne garantisce una perfetta conservazione. Il frantoio Roi si trova immerso tra i colori e i profumi della valle Argentina, nell’entroterra di Sanremo, a Badalucco per la precisione.

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ui spremitura e lavorazione sono realizzate a freddo, per garantire le migliori proprietà organolettiche, nutritive e di conservazione. L’attuale frantoio è costituito dal mulino tradizionale con macine in pietra e due presse, al quale è stato affiancato un mulino di nuova concezione a ciclo continuo con estrazione a freddo a due fasi, così da mantenere intatte le proprietà organolettiche e la qualità dell’olio extra vergine. Infine, una curiosità: “Roi” è il soprannome storico della famiglia Boeri ed è scelto come marchio dell’azienda a simboleggiare un legame molto forte con il passato.

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OLIO ROI Via Argentina, 1 18010 Badalucco (IM) Telefono: 0184 408004 E.mail: info@olioroi.com www.olioroi.com

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CALIFORNIA DREAMING Va dove ti porta il vino

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rrivare in California è un emozione unica, ma vederla con un viaggio on the road non ha prezzo. Da noi, la celebre canzone dei Dik Dik “Sognando la California”, pur avendo ormai quasi 50 anni, rievoca in modo più che attuale il sogno di molti di visitare la California. Definito “The Golden State” stato dell’oro, è il paese più popoloso degli Stati Uniti, questo territorio ospita senza ombra di dubbio i paesaggi più affascinanti degli USA, montagne innevate, deserti, canyon, vulcani, coltivazioni, vigneti sconfinati, boschi di immensi alberi secolari, una costa selvaggia, cascate ed infine affascinanti laghi. Uscendo da San Francisco ad Est, attraversando il Bay Bridge e Berkeley che si trova sulla sponda opposta della baia, imboccate l’autostrada Highway 80 East in direzione Sacramento. Attraverserete le morbidi colline delle regioni di Sonoma County e Napa Valley, rinomate per la produzione vinicola californiana e punteggiate di cantine dove è possibile assaggiare ed acquistare i vini locali. Se avete molto tempo vale la pena fermarsi almeno un giorno in zona, soprattutto per viaggiare nelle strade secondarie di campagna in mezzo ai vigneti e alla polvere che rendono ancora più emozionante l’atmosfera.

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SPECIALE MOTORI

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Sono nato in una famiglia di viticoltori della Valle del Napa – racconta il nostro ospite, Vincent Gagliano (viticultore, di chiare origini partenopee, con la passione per le auto d’epoca, con il quale condividiamo un calice del suo buon Sauvignon blanc,) e, per quanto ricordo, fin da ragazzo ho sempre amato andare in giro tra le vigne al volante di una vecchia Piercer Arrows modello 845 Sedan del 1935 di mio padre. Il profumo della vite, della terra e dell’uva mi inebriava. Mio nonno mi diceva: “Per fare del buon vino, bisogna scegliere il posto giusto: là dove l’uva beve il sole e mangia la polvere”. Non l’ho mai dimenticato. Ho trascorso la mia infanzia tra Napa, capoluogo della contea dove andavo a scuola e le Valli di Sonoma dove passavo le vacanze.

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ue poli rappresentativi delle valli omonime, tra le più belle al mondo dove si fa il buon vino”. Vincent, è una persona ospitale e molto disponibile. Parliamo di tante cose, di vino, di auto (in tutti gli Usa è molto diffusa la cultura del collezionismo di auto d’epoca, specialmente in California. Vincent ne possiede parecchie; oltre alla già citata Pierce, la cui effige l’ha usata per l’etichetta di un suo ottimo rosso, chiamato appunto “Arrows Gagliano” che non commercializza, ma lo offre agli amici in occasione dei raduni per Auto d’Epoca. Oltre alla Arrows 845, ha in garage delle splendide La Salle, Cord, Deusenberg ecc), poi parliamo ancora di vino, infatti ci propina l’assaggio di altri nettari della sua produzione, tutti veramente di ottima fattura. Gli chiediamo quale sia il segreto di tanta qualità.

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a risposta non si fa attendere: “Il segreto – dice - risiede nel territorio composto da ambienti diversificati: catene montuose, colline marittime, deserti. I microclimi locali permettono l’ottenimento di differenti varietà di vino. In generale sia il tipo di terreno sia le condizioni climatiche della California favoriscono lo Chardonnay, il Sauvignon blanc, il Pinot nero così come il Cabernet Sauvignon. Lo Zinfandel, un vitigno paragonato da alcuni esperti al vostro primitivo di Manduria, che da un rosso eccellente”. Tutto questo mentre, bicchiere in mano, ci accompagna a far visita a quella Pierce Arrow che conserva ancora con tanto amore e cura nonostante i suoi ottant’anni di storia vissuta sulle strade della California. “L’ho ristrutturata per benino – dice Vincent – saltuariamente mi presento ai concorsi di eleganza con grandi soddisfazioni”. La Pierce Arrows non è una casa californiana, anzi, la sua sede era da tutt’altra parte degli States, eppure, nessuno ha saputo spiegarlo, le vendite maggiori le ha effettuate nelle due aree di mare più rinomate degli Stati Uniti, cioè California e Florida. Vediamo allora un poco della sua storia.

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a Pierce-Arrow è stata nei primi quattro decenni del secolo scorso una importante casa automobilistica con sede a Buffalo nello Stato di New York, lungo la costa orientale del lago Erie là dove ha inizio il fiume Niagara che lo connette al lago Ontario. Il suo nome, oggi è ormai dimenticato dai più, infatti è stata attiva nel periodo dal 1901 al 1938 e solo gli appassionati ne conoscono le radici. Le origini però risalgono al 1872 quando George Pierce rilevò le quote societarie della Heinz, Pierce and Munschauer, attiva dal 1865 nella produzione di manufatti per la casa, rinominandola George N. Pierce Company. Nel 1896 aggiunse alla produzione una linea di biciclette e nel 1900 fece un primo tentativo, non riuscito, di avviare la costruzione di una automobile con motorizzazione a vapore. I primi autoveicoli di Pierce del 1901 furono delle vetturette monocilindriche, dette “Motorette”, con motori da 2,75 e 3,75 hp costruiti su licenza De Dion- Buton. Nel 1904 Pierce decise di concentrare la produzione su grandi e lussuose automobili che si dimostrarono essere il suo prodotto più riuscito, macchine solidamente costruite e con motori potenti che guadagnarono pubblicità positiva vincendo varie competizioni. Durante questo periodo i prodotti di Pierce di alto livello, in particolare il modello 24/28 hp del 1904, furono reclamizzati e divennero noti come “Great Arrow”, così nel 1908 la Pierce Motor Company cambiò denominazione in Pierce-Arrow Motor Car Company e iniziò la produzione delle più lussuose automobili per un mercato ricco. Le Pierce-Arrow sono state commercializzate come molto più di un auto. Erano simboli di ricchezza e status. Nel 1909, Presidente Americano William Howard Taft ordinò due Pierce-Arrow per essere usate in occasioni di Stato e furono le prime automobili ufficiali della Casa Bianca.

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erbert M. Dawley (più tardi attore e regista a Broadway) entrò a far parte della Pierce-Arrow nel 1912 e disegnò quasi ogni modello fino al 1938. Dal 1914 Pierce adottò il suo design, in particolare quando i fari del veicolo passarono dalla disposizione tradizionale ai lati del radiatore ad una carenata nei parafanghi. Questo conferiva alla macchina un’identificazione visiva immediata e di notte dava alla vettura l’impressione di essere più larga. Pierce brevettò questa disposizione che rimase fino all’ultimo modello del 1938. Anche se Pierce offriva alla clientela la scelta di fari convenzionali solo una piccola minoranza di clienti acquistò questi modelli meno distintivi. Dal 1910 la Pierce-Arrow produsse anche autocarri e dal 1914 anche una linea di motociclette. Negli anni Venti la Pierce-Arrow è accomunata a due altre case americane, la Packarde la Peerless per le sue vetture raffinate ed eleganti: insieme vennero chiamate le “tre P”. Nel 1915, l’azienda si ampliata fino a superare un’area di oltre 1.500.000 mq, dando lavoro a quasi 10.000 uomini e donne.

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a Pierce-Arrow divenne uno status symbol, posseduto da molte star di Hollywood e anche i reali di molte nazioni straniere avevano almeno una Pierce-Arrow nelle loro collezione, come l’imperatore giapponese Hirohitoe lo Scià di Persia Reza Phalavi che nel 1930 ne acquistò per 30000 dollari una versione da parata con finiture in oro, seta, pelliccia di lupo siberiano e con un ornamento reale tempestato di pietre preziose. Tra le macchine di lusso americane dell’epoca potevano rivaleggiare con le Pierce-Arrow solamente la Peerless e la Packard. L’esperto di produzione industriale Gramk Gilbert celebrò le virtù della Pierce-Arrow, per la qualità e la possibilità di trasportare in sicurezza un’ampia famiglia come la sua. Nel 1928 la Studebaker Corporation acquisì il controllo della casa di Buffalo, ma il sodalizio durò solo cinque anni con scarsi benefici per entrambe le aziende che, pur collaborando, continuarono nella loro funzione in due separate entità. Di quel periodo furono i modelli più lussuosi, grandi e potenti della casa, come i modelli “41” e “42” del 1931, dotate di un motore a 8 cilindri in linea di 6306 cm³ per una potenza di 132 hp e di generose dimensioni, con un passo da 3607 a 3743 mm. Nel 1933 venne prodotta la “Silver Arrow”, una vettura dall’aspetto avveniristico, la cui carrozzeria era costruita dalla Studebaker, e dotata di un motore V12 in grado di spingerla a 185 km/h.

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ll’esposizione al New York Auto Show ottenne un buon successo di pubblico e di stampa, presentata con lo slogan “Improvvisamente è il 1940!”. Pierce ne vendette cinque esemplari ma quando il prezzo venne fissato in 10000 dollari, nel periodo peggiore della grande depressione, anche i clienti più benestanti esitarono e la Silver Arrow rimase di fatto una “concept car” di cui solo tre esemplari sono sopravvissuti. Sempre in collaborazione con la Studebaker si passò allora a produrre modelli più economici, nacque cosi 1934 Pierce-Arrow 845 Sedan, quattro porte spinta da un motore a otto cilindri di 399.71 pollici cubi (pari a 6550 cc) capace di erogare una potenza di 140 cavalli, fu poi realizzata una versione con motore portato a 7000 cc V12 (come detto, uno di questi modelli, uscito dalla factory di Buffalo nel 1935, é tutt’oggi di proprietà di Vincent e valutata circa 65.000 dollari), ma l’operazione non ebbe successo, forse proprio la mancanza delle caratteristiche di lusso che avevano contraddistinto la casa causò un progressivo calo delle vendite e la conseguente mancanza di liquidità ed impossibilità di sviluppo portarono la Pierce-Arrow all’insolvenza e alla chiusura nel 1938. Piero Ventura

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Palazzo del Gusto a Tenuta Pegazzera

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ella splendida cornice di Tenuta Pegazzera, uno degli scenari più belli dell’Oltrepò Pavese, sta per arrivare la più grande esposizione di prodotti tipici del territorio pavese (e non solo!), accompagnata da eventi dedicati all’arte, alla cultura, e alla musica. Stiamo parlando di “Palazzo del Gusto” che sabato 11 e domenica 12 aprile darà l’opportunità a tutti i visitatori di scoprire le più grandi e rinomate eccellenze enogastronomiche del territorio: sarà una due giorni ricca di incontri, assaggi e degustazioni. Già confermate le presenze di alcune delle migliori aziende enogastronomiche della provincia di Pavia: a “Palazzo del Gusto” si potranno degustare - solo per citarne alcuni - i vini Monsupello e Travaglino, e i prodotti tipici del Salumificio Valverde. Inoltre, accanto agli spazi espositivi dedicati ai produttori sarà allestito un vero e proprio ristorante che, gestito da Vittoria Banqueting, permetterà di assaporare i migliori piatti della tradizione accompagnati naturalmente da ottimi vini di qualità.

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Palazzo del Gusto” è organizzato da FQ Communication in collaborazione naturalmente con la Tenuta Pegazzera e il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese. E proprio gli organizzatori dell’evento hanno pensato a un’imperdibile promozione: per tutti i lettori di Mabedo Magazine e per tutti gli amici Facebook di Palazzo del Gusto l’ingresso alla manifestazione sarà di Euro 10 (anzichè 15), con bicchiere ricordo e degustazione illimitata e gratuita di tutti i vini e i prodotti esposti. Per aderire alla promozione basta scrivere a mabedo.mabedo@gmail.com. Riceverete direttamente via mail i biglietti da stampare, per voi e per i vostri amici, per trascorrere così un week-end all’insegna del gusto e del divertimento e alla scoperta di sapori e di tradizioni enogastronomiche che vi lasceranno senza parole.

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PALAZZO DEL GUSTO Tenuta Pegazzera Loc. Pegazzera 151, Casteggio (PV) Telefono: 051 846216 mabedo.mabedo@gmail.com

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Vinitaly

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Verona, dal 22 al 25 Marzo, si terrà Vinitaly, la maggiore manifestazione del settore vinicolo, con oltre 4 mila espositori, dei quali 56.000 esteri provenienti da 120 Paesi. In questi quattro giorni potrete partecipare ad importanti eventi, grandi degustazioni dove le varie cantine si incontreranno, confrontandosi. Oltre 95 000 m², dove produttori, importatori, distributori, ristoratori, tecnici, giornalisti e opinion leaders arrivano da tutto il mondo per assistere a questo importantissimo evento. Un programma che affronta le principali tematiche legate alla domanda ed offerta del mercato del vino. Oltre al vino si cerca di promuovere il made in Italy. Vengono inoltre organizzati concorsi e premi internazionali, i più famosi sono: il Concorso Enologico l’Internazionale, International Packaging Competition e il Premio Internazionale Vinitaly che assieme all’International Wine and Spirit Competition promuove la divulgazione della cultura del vino nel mondo.

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’era anche lo staff Mabedo a Verona, dal 22 al 25 marzo, al salone internazionale del vino e dei distillati. Di certo il Vinitaly non ha bisogno di presentazioni ma per amor di cronaca (e di vino soprattutto) eccovi qualche informazione.

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l Vinitaly Ê la principale manifestazione di riferimento del settore vinicolo: oltre 4 mila espositori, 155 mila visitatori, dei quali 56.000 esteri provenienti da 120 Paesi. Una fiera composta da padiglioni dove ogni settore rappresenta una regione, principalmente italiane ma non mancano anche le eccellenze internazionali con vini che hanno sempre meno da invidiare ai classici nostrani. Quelli di Verona sono stati quattro giorni di grandi eventi, rassegne, degustazioni e workshop mirati all’incontro delle cantine espositrici con gli operatori del comparto, assieme ad un ricco programma convegnistico che ha approfondito i temi legati alla domanda ed offerta in Italia, Europa e nel resto del mondo.

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a bellezza del Vinitaly é che potenzialmente si dovrebbe riuscire a girare tutta l’enologia italiana e internazionale in una giornata; in pratica é però molto difficile riuscire a non fermarsi a degustare ogni vino e distillato con il serio pericolo di non arrivare in fondo! Come tutti gli anni anche il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese ha partecipato per promuovere una delle prime cinque storiche Denominazioni d’Italia per numero di ettari vitati: ben 13.500, di cui 3mila dedicati alla coltivazione di Pinot nero. Da qui arriva il 65% del vino prodotto in tutta la Regione Lombardia.

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o staff di Mabedo ovviamente non poteva mancare l’occasione e, tra un evento e un workshop, ospite del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese ha potuto degustare ottimi vini oltrepadani, e non solo. Tante le cantine visitate tra gli stand e altrettante le degustazioni delle eccellenze presenti in fiera. Tra le bollicine degustate ricordiamo i vini della cantina Velenosi, accompagnati dalla degustazione delle creazioni culinarie dello chef Moreno Cedroni, e i vini Pilandro gustati insieme ai piatti dello chef Fabrizio Ferrari. E ancora i vini Balter del Friuli e quelli dell’Azienda Zonin, solo per citarne alcuni.

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