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CHEF
. Donato Calvi
MONDO diVINO
. Feudo Principi di Butera . RESTAURANTS . La perla del Mare
B&B
. Le stanze del Cardinale
SPECIALE MOTORI
. Auto e specialità d’antan serviti in Coppa D’oro . Si avvicina l’ora “X” per il Rally 4 Regioni
EVENTS
. Palazzo del Gusto, il reportage . Bollicine in Castello
MaBeDo-Mangiare Bere Dormire c/o Centro Commerciale Poli, C.so Cavour 18/20-27100 Pavia www.mabedo.it - Tel. 0382301373 - email: mabedo@mabedo.it
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EDITORIALE
Il nuovo numero di MaBeDo
proprio nel capoluogo: qui,
Magazine torna a proporre
nel cuore della città potete
il meglio del Made In Italy,
trovare un’accoglienza dav-
enogastronomico...
non
vero d’eccellenza presso il
solo, in un viaggio lungo lo
B&B di Charme “Le stanze
stivale che ci porta a conos-
del Cardinale”. Per la ru-
cere le eccellenze italiane. Ad
brica MONDO diVINO, ecco
iniziare da quelle dell’Oltrepò
tornare la Casa Vinicola Zo-
Pavese che grazie alla ker-
nin, questa volta con la tenu-
messe BOLLICINE IN CAS-
ta siciliana “Feudo Principi
TELLO farà
le
di Butera”. CHEF del mese,
sue grandi cantine, con le
Donato Calvi, proprietario
loro grandi bollicine. Oltrepò
dell’Osteria Calvi ad Altamu-
che si era già presentato al
ra. In RESTAURANTS, un
grande pubblico lo scorso
locale d’eccellenza: il Ris-
mese di aprile a PALAZZO
torante “La Perla del Mare”,
DEL GUSTO, evento di suc-
affacciato sul mare della Tos-
cesso di cui vi proponiamo
cana. E per gli appassionati
un interessante reportage.
di Motori, il nostro Piero
Rimaniamo in provincia di
Ventura ci parla di Rally!
e
conoscere
Pavia, e più precisamente
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SOMMARIO
CHEF Donato Calvi
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MONDO diVINO Feudo Principi di Butera
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RESTAURANTS La perla del mare
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B&B Le stanze del Cardinale
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SPECIALE MOTORI Auto e specialità d’antan serviti in Coppa D’oro
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Si avvicina l’ora “X” per il Rally 4 Regioni
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EVENTS Palazzo del gusto, il reportage
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Bollicine in Castello
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In Copertina: Feudo Principi di Butera
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Donato Calvi
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no show cooking quotidiano per appagare occhi e testa oltre che il palato. E’ quello che accade all’Osteria Calvi - Questione di Gusto che dal 2009 ad Altamura propone, dietro al vetro della sua cucina a vista, la preparazione di patti che sanno sorprendere ogni volta con un’esplosione di gusto ed emozioni per il palato. Piatti che sono in grado di “sposare il mondo con la Puglia” come ci spiega Donato Calvi, lo ‘cheffino’ del ristorante.
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CHEF
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Non dobbiamo essere egoisti di fronte al concetto di globalizzazione che ormai è entrato anche in cucina: dobbiamo imparare ad usare ogni tipo di prodotto, imparare a prendere spunto da quello che il mondo ci offre e farlo nostro, sposarlo con i nostri piatti senza sconvolgere le nostre radici” spiega Calvi. Alla base della cucina di Donato Calvi c’è la materia prima, sempre di qualità e di stagione: “Mi ispiro molto alla mia terra ma non mi fermo solo al connubio dei miei prodotti. Vado oltre, sposando il mondo nei miei piatti: la mia passione per la cucina mi porta a creare portate che stupiscono innanzitutto me e poi cerco di stupire chi viene nel mio ristorante.
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l rispetto della materia prima deve essere alla base di ogni concezione culinaria, è solo così che le nostre mani e la nostra mente possono creare grandi piatti”. E di grandi piatti all’Osteria Calvi ne potete assaggiare davvero tanti: piatti tipici regionali, piatti rivisitati o creati dall’estro dello cheffino ma sempre tutti curati dalla professionalità, dalla passione e dall’esperienza di Donato Calvi. ntrare all’Osteria Calvi significa vivere un’emozione unica data dal cibo e non solo. Ogni portata qui può essere accompagnata da vini eccellenti, scelti con cura e attenzione per offrire sempre le etichette migliori senza tralasciare bottiglie di nicchia per i palati più esigenti.
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OSTERIA CALVI Questione di Gusto Via IV Novembre Altamura Telefono: 0803142942 email: osteriacalvi@live.it www.osteriacalvi.it
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Feudo Principi di Butera
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ella secolare storia della Casa Vinicola Zonin già vi abbiamo parlato sullo scorso numero di Mabedo Magazine. Solo per rinfrescarvi un po’ la memoria: Casa Vinicola Zonin, con radici nel cuore del Veneto, vanta un’estensione vitata di circa 2.000 ettari condotti da un team di 32 enologi e agronomi. In tutto sono 9 le Tenute dislocate nelle 7 regioni italiane a più alta vocazione vitivinicola (Veneto, Friuli, Piemonte, Lombardia, Toscana, Sicilia e Puglia), alle quali si aggiunge la tenuta americana in Virginia.
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opo avervi presentato la realtà lombarda di “Tenuta Il Bosco” in Oltrepò Pavese, viaggiamo ora lungo lo stivale ed arriviamo in Sicilia dove a Butera, nel territorio della DOC “Riesi” (in provincia di Caltanissetta), troviamo il Feudo Principi di Butera. “Sono orgoglioso che la nostra tenuta siciliana sia oggi un presidio di qualità e civiltà rurale, oasi di tradizioni che vogliamo difendere”. Così Gianni Zonin, Presidente della Casa Vinicola Zonin, parla dell’antica Tenuta siciliana. Tenuta che oggi comprende 320 ettari di terreno, di cui 180 vitati con nuovi impianti, e rappresenta uno dei più grandi investimenti vitivinicoli compiuti dalla Famiglia Zonin, che la acquistò nel 1997.
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a tenuta si estende nelle antiche terre del Feudo Deliella in un terroir esclusivo, reso tale da un clima caldo e arido che ottimizza lo sviluppo e la perfetta maturazione delle uve, dalla brezza marina che infonde il suo influsso benefico sui vigneti, ed infine dalla luce calda e forte, tipica della zona sud dell’isola.Appartenuta ai Principi Branciforte e ai Lanza di Scalea, la storica azienda vitivinicola è dotata oggi delle più avanzate attrezzature enologiche grazie alle quali il Feudo Principi di Butera produce vini esclusivi che nascono da vigne uniche. Vini dalla qualità assoluta, di classe mondiale, che esprimono tutta l’anima e la forza di una terra unica come la Sicilia.
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Feudo Principi di Butera Contrada Deliella Butera 93011 Caltanissetta Tel. +39 0934 347 726 Fax +39 0934 347 851 www.feudobutera.it info@feudobutera.it 23
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La perla del mare
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San Vincenzo in provincia Livorno, sulla costa tirrenica, immerso in un’atmosfera magica e affascinante troviamo, direttamente affacciato sul mare, il Ristorante La Perla del Mare. Qui, dal 1992, Deborah Corsi, insieme al marito Emanuele, conduce il locale tenendo fede a una precisa filosofia: valorizzare il legame con il territorio con un pizzico di creatività .
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RESTAURANTS
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roprio la creatività e la continua voglia di sperimentare stimolano Deborah - chef del ristorante - a rivisitare i classici della cultura gastronomica locale e dare origine a piatti colorati e divertenti, con particolare predilezione per il pesce. I piatti della tradizione vengono quindi reinterpretati mantenendo sempre una elevata qualità che deriva anche dalla scelta dei prodotti utilizzati in cucina: tutti freschi e rigorosamente di stagione. Oltre al pesce, in menù non manca mai qualche piatto di carne così come non manca il pane: “Adoro la panificazione - dice Deborah - e il mio cestino del pane offre sempre varie tipologie: il pane al nero di seppia, ai pomodori secchi, alle acciughe e limone, alle olive o noci. E ancora, grissini e focacce”.
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La mia innata curiosità mi spinge a scoprire, a sperimentare e a guardare avanti con un occhio sempre rivolto al passato, quindi il mio percorso è in continua progressione e la nostra carta varia di frequente, a seconda delle ispirazioni e delle stagioni” spiega Deborah Corsi. E proprio a proposito di ispirazioni e sperimentazioni ecco che Deborah ci propone una rivisitazione della bruschetta davvero innovativa e gustosa: per preparare questo piatto si parte da una baguette, naturalmente fatta nella cucina del ristorante, che viene abbattuta a -18°. Subito dopo viene tagliata e farcita con verdure di stagione (piselli, fave, carote) tagliate a piccoli dadini. Infine, viene cotta con burro fuso e finita con altre verdure (asparagi, cipolla, fiori di rosmarino e di timo) e un’emulsione di salmone affumicato. Alle tante specialità che qui potete gustare si possono abbinare i migliori vini grazie alla fornitissima cantina del ristorante che vanta ben 160 etichette tra vini nazionali ed esteri, con particolare risalto a quelli del territorio.
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La Perla del Mare Via della Meloria, 9 San Vincenzo (LI) Telefono 0565 702113 -Cellulare 339 8119272 E-mail:info@laperladelmare.it www.laperladelmare.it 32
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Le stanze del cardinale
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’idea delle stanze del Cardinale è nata dal desiderio di far conoscere ai turisti il Duomo di Pavia e la sua piazza, ma anche di aiutare i pavesi a riscoprirne il fascino e il valore. La vista che si gode dalle finestre affacciate sulla cattedrale è di grande impatto, e la sensazione di trovarsi proprio nel cuore della città è molto netta. L’ingresso secondario, da via dei Liguri, prevede il passaggio sotto un sistema di antiche volte che rivela l’esistenza di una torre ormai perduta e immette in un vicolo della città medievale ora privato, pavimentato con i tipici sampietrini.
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a torretta nella quale dopo un restauro conservativo sono state realizzate le Stanze del Cardinale, con il passare degli anni e dei secoli, si è integrata con le costruzioni adiacenti costituendo con esse un fronte unico, affacciato sul Duomo e con le spalle al fiume. In origine il quartiere era forse abitato da pescatori. Nella prima metà del Novecento, via dei Liguri divenne il ghetto ebreo. Il Cardinale cui fa riferimento il nome è Agostino Riboldi, lo stesso cui è intitolata la via che delimita la piazza sul lato sud del Duomo, il lato su cui si affacciano le Stanze. Agostino Riboldi fu vescovo di Pavia nella seconda metà dell’Ottocento e promosse uno dei tanti restauri della Cattedrale. L’ultimo, successivo al crollo della Torre Civica nel 1989, si è da poco concluso.
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porre la prima pietra del Duomo, invece, fu un altro cardinale, Ascanio Sforza, nel 1488. Era il 29 giugno: “Alle ore 11 del mattino – si legge nella cronaca dall’epoca redatta da mons. Gianani - il Cardinale Ascanio Sforza assistito dal nipote Gian Galeazzo Duca di Milano, da Ermete Sforza fratello di questo, da Lodovico il Moro fratello suo, dagli Arcivescovi di Milano e di Genova, dai vescovi di Como, Lodi, Tortona, Alessandria, dagli ambasciatori, presso il Duca, del re di Napoli e delle Repubbliche di Venezia, di Genova, e delle città di Bologna e Firenze, e del Duca di Savoia, e da una folla immensa, poneva solennemente la prima pietra della nuova Cattedrale”.
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li edifici di quella che oggi è via Cardinal Riboldi furono quindi occupati dagli uffici della Fabbriceria nei quali passarono, in pieno Rinascimento, architetti come l’Amadeo, il Bramante e Leonardo da Vinci. Di tanta storia sono state testimoni le spesse mura, ora imbiancate a calce, della stretta scala che porta ai quattro piani delle Stanze del Cardinale. Gli spazi non sono ampi, ma ogni angolo è arredato con cura. Al primo piano si trova la suite: un bilocale con angolo cottura celato in un armadio di noce e di fronte un camino di design moderno tra le due finestre che si aprono sulla piazza. Nella zona notte, invece, tutta la quiete del vicolo privato che porta in via dei Liguri. Dalle stanze dei piani superiori, matrimoniali o doppie, si gode da una prospettiva piÚ alta la veduta del Duomo con la sua piazza, e dei tetti del centro storico.
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obili e quadri d’epoca convivono in tutte le stanze con le soluzioni di arredo più moderne ed efficienti. I letti sono in legno o in ferro battuto. E’ evidente la cura prestata alla biancheria da letto, quasi sempre in puro lino, e a quella da bagno. Asciugamani e accappatoi in morbida spugna sono spesso impreziositi da pizzi e ricami a mano. Nell’insieme, il rigore quasi monastico della struttura e degli spazi trova il giusto contrappeso nell’attenzione ai dettagli e in tanti piccoli “lussi” che permettono anche all’ospite più esigente di sentirsi a casa.
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lavori di ristrurazione sono stati seguiti personalmente dai padroni di casa con l’aiuto dell’architetto pavese Nicola Bisio. Gli arredi sono forniti da D’acqua e di vento, lo studio di interior design a cui fa capo lo show room al piano strada che durante il giorno funziona anche come ricevimento per gli ospiti del B&B in arrivo o in partenza. Un ultimo particolare: tutti i mobili, i complementi e gli oggetti che si trovano nelle Stanze del Cardinale sono in vendita. Chi desidera portare con sé un ricordo concreto di un soggiorno un po’ speciale, o riprodurre – nell’insieme o attraverso un solo dettaglio - la suggestione di un ambiente davvero unico nel suo genere, ha solo l’imbarazzo della scelta.
LE STANZE DEL CARDINALE Bed & Breakfast di Charme in Piazza Duomo Via dei Liguri, 4 (Piazza del Duomo), Pavia T: 0382-304695- M: 334- 266 4 662 www.lestanzedelcardinale.com info@lestanzedelcardinale.com 46
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Auto e specialità d’antan serviti in Coppa D’oro
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lessandria - Per gli amanti del rallysmo, sia moderno che storico, c’è stato più di un motivo per recarsi a fine aprile al Rally Coppa d’Oro ad Alessandria, terra in cui ancora oggi la cucina utilizza materie prime di alta qualità derivanti dai campi della pianura, dai numerosi allevamenti di ovini e bovini, dai vigneti, dai funghi e tartufi. Luoghi in cui i piatti tipici della provincia sono spesso riconducibili alla cucina piemontese, ma i legami di parte di questa terra con la Liguria sono evidenti anche a tavola. Dal punto di vista enogastronomico infatti più si procede verso la parte sud della provincia, più sono forti le influenze liguri e mediterranee nei prodotti locali e nelle specialità culinarie del territorio: esempi di questo tipo sono le focacce tra cui la famosa focaccia novese, vicina per preparazione e degustazione alla focaccia genovese, la farinata, i pansotti, i corzetti, i ravioli al tocco e i dolci come i biscotti della salute di Ovada, molto simili ai biscotti del Lagaccio di Genova.
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lessandria è famosa anche per la ricchezza della sua pasticceria fatta di amaretti, baci di dama e Krumiri. Poi, (anche se chi si mette al volante dovrebbe accantonarlo) non dimentichiamolo, c’è il dio Bacco. Tra i vini tipici della provincia alessandrina c’è l’ottimo Barbera del Monferrato, il Brachetto d’Acqui, il vino Cortese dell’Alto Monferrato, il Dolcetto D’Acqui, il Dolcetto di Ovada, tutti adatti ad accompagnare l’immancabile in tavola, pollo alla Marengo, una ricetta affascinante e leggendaria quasi quanto la storia dei rally, quest’ultima esaltata non solo per la spettacolarità della guida dei piloti che ci sorprendono a ogni curva mostrando come si può guidare al limite di ogni legge fisica su di una normalissima strada, ma anche e soprattutto per il fascino che questa tipologia di gara è riuscita a trasmettere dalla sua nascita sino ai giorni nostri. Specialità del posto e spettacolo offerto dai protagonisti del Coppa d’Oro, è stato il menù della giornata. Va però detto, senza mancare di rispetto ai rally attuali, che buona parte degli appassionati concordano su di un punto; l’epoca d’oro dei rally è quella che va dai primi anni ’70 alla fine degli anni ’80, con i suoi campioni e con le sue mitiche vetture, che spaziano dalla Fulvia HF, alla Fiat 124 Abarth, alla rivoluzionaria Stratos, sino alla Fiat 131 che la soppiantò.
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a poche stagioni più tardi è partita un’evoluzione che ha portato alla nascita di veri e propri mostri. Prima a due, poi a quattro ruote motrici e la storia dei rally mutò. Tuttavia quelle vetture, le “iene” come le chiamavano, non si sono estinte, sono gelosamente custodite. E non si sono nemmeno estinti i superpiloti che le portavano al successo, che oggi si aggirano sui 60 anni o qualcuno in più. Le loro imprese più spettacolari sono ben conservate, in fondo basta una semplice ricerca su youtube per trovare video affascinanti, che poco hanno da invidiare a quelli dei pilota cult di oggi. Ma talvolta belve e domatori si ritrovano nella stessa arena; le occasioni non sono molte, e per questo è importante non perderle. Ed è esattamente ciò che è avvenuto in una giornata tutta particolare sulle strade del Rally Coppa d’Oro in cui piloti di un tempo, altri di anni più recenti, hanno sfilato con le loro splendide vetture per la gioia dei presenti. Ma ciò che rende veramente importante la storia dei rally, non sono solamente le vetture di un tempo o i campioni che le hanno condotte al successo, ma i giovani. Si, i giovani piloti affascinati da quel rallysmo scritto con tutte le lettere maiuscole, giovani come il pavese Matteo Musti o il bresciano Nicolas Montini, rispettivamente campioni italiani rally per auto storiche 2013 e 2014, o la velocissima veneta Lisa Meggiarin, tricolore nel 2013, e via via sino alla giovane piacentina Camilla Sgorbati, giunta ai rally nel 2009 correndo nelle moderne con diversi piloti. Attratta poi dalla storia rallystica, ha iniziato a correre nella categoria “auto storiche” nel 2012 affiancando Dino Fabbrica sulla Porsche Carrera.
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a poi corso al Rally dell’Isola d’Elba nel 2013 con Alessandro Ancona pilota messosi in mostra al volante della Bmw M3, ha navigato Micky Martinelli campionessa italiana negli anni 80, mentre nella scorsa stagione ha disputato tutto il campionato triveneto con Pierluigi Zanetti, anche lui driver di spicco in quegli anni, vincendo su Opel Kadett GTe 2000, la classe d’appartenenza, il gruppo, la classifica navigatori e il campionato femminile. Nello scorso mese di marzo Camilla Sgorbati si é cimentata al volante di una scattante A112, affiancata da Iside Zandonà, sulla vettura iscritta dal Team Bassano al 5° Rally Lessinia Sport. Con la piccola
A112 della Auto Motorsport di Vicenza, Camilla ha ottenuto un’ottima seconda posizione nel femminile e trentunesima assoluta su più di 100 partenti. Alla parata del Coppa d’Oro, così come le sue colleghe, Nadia Battaglia, Rita Mozzata, Giorgia Rigobello e altre ancora, Camilla non ha voluto mancare e ha letto le note a Dino Fabbrica sulla Porsche 911 gruppo B preparata da Piero Gobbi, presente all’appuntamento con la sua bellissima Lancia Sratos bianca e rossa in livrea Marlboro, che schierata con altre vetture gemelle, sono state la vera attrazione motoristica. Piero Ventura
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Si avvicina l’ora “X” per il Rally 4 Regioni
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avia – L’ora “x” si sta avvicinando a grandi passi. La data di svolgimento del Rally 4 Regioni per Auto Storiche, inserito nel calendario sportivo nazionale per i prossimi 5 e 6 Giugno è sempre più vicina e con il mese di maggio si sono aperte ufficialmente le iscrizioni. Il Rally 4 Regioni 2015, dopo l’apparizione in versione Regolarità sport nel 2011 e in veste storica nel 2012 promosse ottimamente dalla TCS Motorsport di Cesena su concessione della vecchia gestione Aci Pavia, torna ora ad essere organizzato direttamente dall’Automobile Club Provinciale. Sarà una gara sobria tutta da vivere, studiata per dare modo a chi la disputerà, di trovare il giusto appagamento alla tecnica di guida su strade impegnative calcate dai più grandi campioni.
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ntorno all’evento, si sta registrando un notevole interesse, e grande fermento. Il lavoro intenso del Comitato Organizzatore è gratificato anche da molti segnali di grande partecipazione. Espressioni di attenzione soprattutto legati al percorso di gara, definito di qualità, “alla vecchia maniera”, quindi assai tecnico e selettivo, peraltro ricavato su strade che nel passato hanno tracciato momenti indimenticabili dello sport del volante. Una gara dunque, che dopo quasi 30 anni vede ancora l’Automobile Club Pavia, in questo suo nuovo corso, ispirarsi alla gloriosa tradizione di un tempo con una manifestazione di massima importanza. Il teatro di gara, oggi come allora, sarà l’Oltrepò con la sua forma approssimativa di un grappolo d’uva, la cui parte più ricca di chicchi è la riva destra del Po e il vertice, racchiuso fra le province di Alessandria e Piacenza, che s’incunea fino all’Appennino ligure-emiliano.
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re eventi in uno sarà il prelibato piatto che l’Aci pavese offrirà ai partecipanti e agli appassionati: Rally, Regolarità Sport entrambi espressamente vòlti alla competizione e Parata Hall Star per sfoggiare lungo le strade di Pavia e Oltrepo le bellezze delle vetture storiche, senza l’assillo della sfida con il cronometro e certamente per far apprezzare ai partecipanti le bellezze delle zone attraversate. Questi ultimi, più degli altri, avranno infatti la possibilità di ammirare luoghi di raro incanto, siti naturalistici ricchi di tradizioni contadine, ville ottocentesche di ineguagliabile bellezza, colli bordati da vigneti centenari in mezzo ai quali le comunità dei secoli passati hanno edificato pievi e chiese dagli alti campanili e castelli che ancora oggi, a distanza di tanti secoli, sembrano ergersi a protettori delle loro valli e delle colline che costituiscono la terza zona italiana per numero di ettari coltivati a vite, il che le trasforma nel primo bacino vitivinicolo della Lombardia.
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l Rally 4 Regioni 2015 ci sarà dunque di che soddisfare i palati più esigenti del settore delle auto storiche. Due, le giornate di gara: venerdì 5 Giugno in cui, dopo le verifiche Tecnico-sportive a Salice Terme, la manifestazione, prenderà ufficialmente il via alle 19,31 dalla centralissima Piazza della Vittoria di Pavia, già sede di partenza nell’edizione della gara nel 1972, agli arbori del Rally 4 Regioni, per affrontare i primi 73 km del percorso che dopo aver sostenuto la prova spettacolo in autodromo alle 20.01, il cui esito non avrà rilevanza ai fini della classifica assoluta, ma solamente per l’assegnazione del Trofeo Automobile Club Pavia, i concorrenti alle 20,42 (orario della prima vettura), faranno il loro arrivo a Salice Terme dove si conclude la frazione di
gara iniziale. Nella giornata di sabato, per i concorrenti del Rally e della “sport”, non vi saranno distrazioni. Si farà sukl serio. Prenderanno il via alle ore 11,35 dal famoso Viale delle Terme di Salice, per affrontare i 257 chilometri della seconda tappa con 9 prove speciali (3 da ripetere 3 volte: Oramala, Cecima e Castellaro), mentre l’arrivo della prima vettura è previsto alle ore 21,50 sempre sul Viale delle Terme a Salice. Particolare cura è stata data al tracciato di gara, per cui si sono riprese “Prove Speciali” che hanno fatto la storia delle corse su strada in Oltrepo sulle quali si prevede l’arrivo di una folta quantità di pubblico impaziente di riassaporare il profumo del “mito”.
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SPECIALE MOTORI Cos’è stato il Rally 4 Regioni? Perché il suo nome è ancora oggi attorniato da una sorta di alone magico? C’era un tempo un altro modo di affrontare i rally, proprio quando il percorso di gara era l’avversario più ostile e la passione fortissima. Non si correva solo per vincere, erano i tempi in cui, specialmente per i piloti gentleman, il portare a termine quella corsa permetteva loro di sentirsi appagati per tutto il resto della stagione. Erano tempi in cui i veri specialisti erano pochi. Tanti invece coloro che, rubando ore al riposo, con pochi mezzi a disposizione, e tanti sacrifici, partendo direttamente da casa con la propria vettura da corsa, approntata con l’aiuto degli amici, raggiungevano i campi di gara per dare sfogo alla loro passione. Facendo poi (quando andava bene), il percorso inverso tornando a casa, magari a mani vuote, ma felici e appagati.Erano questi i tempi del Rally 4 Regioni, voluto fermamente nel 1971 dall’Automobile Club di Pavia nelle persone di Benedetto Pelliccioni e Siropietro Quaroni. Una gara che ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo rallystico degli anni Settanta fino a metà degli anni Ottanta. Erano gli anni in cui salivano alla ribalta i grandi Campioni italiani, da Munari, a Ballestrieri, Paganelli, Barbasio, Trombotto, Carello, Cambiaghi, Verini, Tony, Luky, Ormezzano, Bettega, Biasion, Pittoni, Cerrato, Pregliasco, Vudafieri, e stranieri quali Lampinen, Coleman, Zanini, Dariche, Andruet, Beguine ecc. Dopo aver lavorato in simbiosi, proponendo nel 1969 e nel ’70 due edizioni del Giro della Provincia sottoforma di “Regolarità Sprint”. Sull’onda del successo riscosso e del crescente entusiasmo generale
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che investì tutta la provincia, nel 1971 Quaroni e Pelliccioni si lanciarono in quella che molti definirono: “la grande follia”: l’organizzazione di un rally vero e proprio che si sarebbe distinto per la sua durezza e tecnicità. Nacque così, nel mese di giugno di 44 anni fa, il Rally 4 Regioni.Ben 1.656 chilometri (900 dei quali di prove speciali) ricavati tra i più impegnativi asfalti e sterrati dell’Appennino lombardo, emiliano, ligure e piemontese, furono il teatro del primo atto di una splendida avventura durata sino al 1986. La vittoria di Lampinen con la Fulvia HF, in un’edizione massacrante che vide solo 17 vetture al traguardo e la partecipazione della Squadra Lancia ufficiale che piazzò tre vetture ai primi tre posti, collocò da subito la gara pavese ai vertici dell’interesse generale, dando così il via ad una storia amata da tutti gli appassionati di rally. Nel 1973 Siropietro Quaroni fu eletto presidente dell’Aci Pavia e con Pelliccioni Direttore dell’Autoclub ebbero mano ancora più libera per far grande la gara. La sola validità al Campionato Italiano Rally stava alquanto stretta. Si puntava in alto. Ci furono innovazioni, si scoprirono tratti ancora più affascinanti e tecnici. Dopo la vittoria di Paganelli-Russo nel ’72 con la Fiat 124 spider ufficiale, fu la volta di BalestrieriMaiga (Fulvia HF ufficiale) a firmare l’albo d’oro. Alla fine del 1973 Pelliccioni lasciò Pavia e tutto il peso dell’organizzazione per l’edizione ‘74 ricadde sul solo Quaroni, il quale si avvalse esclusivamente di collaboratori locali; due su tutti: Mario Giuliano e Gigi Bigatti. Il rally era ormai divenuto di validità europea, in quel periodo a dominare la scena era la Lancia Stratos, la quale dominò il 4 Regioni per un intero lustro. Munari-Mannucci vinsero nel ’74 e ’75, Darniche-Mahe fecero loro le edizioni ’76 e ’77, mentre Carello-Perissinot si aggiudicarono quella del ’78.
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SPECIALE MOTORI
Solo grandi nomi nell’Albo d’Oro “Se non si è campioni non si vince il 4 Regioni” questa fu una frase storica pronunciata dal suo creatore Siropietro Quaroni, infatti, a iscrivere i propri nomi nell’albo d’oro della manifestazione furono solo grandi rallysti. Dopo quelli già citati, nel ’79 fu la volta dei compianti Attilio Bettega e Maurizio Perissinot con la Fiat 131 Abarth davanti agli iberici ZaniniPetisco (Seat) e Cerrato-Guizzardi (Opel Kadett GTE), nel ’80 i transalpini Beguin-Lenne con la Porsche vinsero davanti a Tabaton-Redaelli (Stratos) e Vudafieri-Mannucci (Fiat 131 Abarth). Doppietta Ferrari nel 1981 con le 308 dei francesi Andruet-Emanuelli ed dei nostri Pregliasco-Mannini. Tripletta delle Opel Ascona di Conrero invece nel ’82 grazie a Luky-
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Penariol, Tony Fassina-Rudy Dalpozzo e Biasion-Siviero, questi ultimi passati sulla Lancia 037 vinsero l’anno successivo. Sempre con la Lancia 037, Vudafieri-Pirollo si aggiudicarono l’edizione 1984. Il 1985 segnò il preludio alla fine. Difficoltà economiche e una situazione politico-sportiva delicata, indussero Quaroni a desistere dal mandare in scena l’edizione numero quindici, che fu ripresa l’anno successivo in tono minore in cui, prima che il sipario calasse definitivamente sul 4 Regioni, Ormezzano-Mello con la Toyota Corolla, riuscirono a iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro di una gara rimasta nel cuore di tutti gli appassionati. Piero Ventura
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Palazzo del Gusto, il reportage
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n week-end tutto dedicato al territorio e alle sue eccellenze. E’ quanto è “andato in scena” sabato 11 e domenica 12 aprile nella splendida cornice di Tenuta Pegazzera a Casteggio (PV) dove FQ Communication, in collaborazione con la Tenuta e il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, ha organizzato “Palazzo del Gusto”, la kermesse che ha permesso ai tanti visitatori intervenuti di scoprire ed apprezzare le più grandi e rinomate eccellenze enogastronomiche del territorio.
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uello trascorso è stato, infatti, un week-end di incontri, assaggi e degustazioni tra salumi, tipicità gastronomiche e ottimi vini: su tutti, particolarmente apprezzati sono stati i vini delle aziende pavesi Monsupello e Travaglino. Da sottolineare anche l’eccellente servizio di Vittoria Banqueting che ha servito vere e proprie prelibatezze.
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rande successo anche per le visite guidate alla Tenuta Pegazzera che Gastone Mattioli ha deciso di aprire per mostrarla agli ospiti. Ospiti che hanno scoperto cosÏ un vero gioiello immerso tra le colline dell’Oltrepò. I cancelli della Tenuta torneranno ad aprirsi il prossimo anno per una nuova edizione di Palazzo del Gusto ma prima sono ancora tanti gli appuntamenti in programma per i prossimi mesi, alla scoperta di un affascinante territorio e delle sue tante eccellenze tutte da gustare.
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Bollicine in Castello
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opo il successo della prima edizione al Castello di Mornico Losana, sabato 9 e domenica 10 maggio torna “Bollicine in Castello” che per la sua seconda edizione ha scelto l’incredibile cornice del Castello di San Gaudenzio a Cervesina (Pv), nel cuore dell’Oltrepò Pavese. Dopo il successo della prima edizione al Castello di Mornico Losana, sabato 9 e domenica 10 maggio torna “Bollicine in Castello” che per la sua seconda edizione ha scelto l’incredibile cornice del Castello di San Gaudenzio a Cervesina (Pv), nel cuore dell’Oltrepò Pavese. Dopo il successo della prima edizione al Castello di Mornico Losana, sabato 9 e domenica 10 maggio torna “Bollicine in Castello” che per la sua seconda edizione ha scelto l’incredibile cornice del Castello di San Gaudenzio a Cervesina (Pv), nel cuore dell’Oltrepò Pavese.
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ncora una volta FQ-Communication/Mabedo e Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese scendono in campo per valorizzare le grandi produzioni spumantistiche, locali e non solo, in una cornice storica inedita come il Castello di San Gaudenzio. In questa suggestiva location arriveranno le grandi cantine dell’Oltrepò Pavese, con le loro grandi bollicine di Pinot Nero. Ma non solo: saranno presenti anche ospiti provenienti da altre zone spumantistiche che contribuiranno ad impreziosire ancora di più l’evento. Il programma della manifestazione prevede l’apertura al pubblico di winelovers e addetti ai lavori il sabato pomeriggio dalle ore 15 alle 19, mentre domenica l’apertura è dalle ore 11 alle 19.
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ante le sorprese di questa edizione 2015: su tutte vi anticipiamo una grande serata dedicata al tango che incontrerà le grandi tradizioni spumantistiche nazionali. Serata che è in programma sabato 9 maggio, alle ore 21, quando per l’occasione arriveranno in castello Luis Castro e Claudia Mendoza, star internazionali del tango. E ancora, domenica pomeriggio sarà la voce della cantante californiana Sherrita Duran ad accendere la kermesse e ad impreziosire il pomeriggio di incontri e degustazioni.
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a due giorni sarà arricchita dalla possibilità di beneficiare dell’ottima ristorazione del Castello di San Gaudenzio, tra sfiziosità “finger food” e grandi piatti della tradizione. Infine, una novità: Bollicine in Castello 2015 vanta la preziosa collaborazione con un grande artista pavese, Stefano Bressani. L’artista ideatore delle “Sculture Vestite” è infatti l’autore del nuovo logo della manifestazione.
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Bollicine in Castello 9 e 10 maggio 2015 Castello di San Gaudenzio, Cervesina (Pv) www.bollicineincastello.it 99
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