N°01 - Febbraio 2019
Rovescala,
Pietra De’ Giorgi, un antico paese in metamorfosi
la Primavera dei Vini
Addio Inverno! Buttafuoco Storico, 23 anni di Club e amicizia
Slow Wine 27 cantine premiate
Elio delle Storie Tese in Oltrepò per il suo nuovo libro
Polenta e vino in Cantina Guerci
Piatti tipici, eventi, sport e non solo!
Filippo Quaglini
Direttore responsabile
Veronica Marigo
Art Director e redattrice
Elisa Ajelli Redattrice
Simona Novarini Food Bloger
Micol Piazza Redattrice
di NON SOLO PAVIA magazine
la REDAZIONE
Intro Chi è Pavia Panoramica Personaggi News e curiosità Cultura e leggende
Spettacolo Letteratura eArte Teatri e Cinema Personaggi Artisti e mostre Scrittori e libri Patrimonio artistico
SOMMARIO INTERATTIVO Clicca sui MACRO argomenti
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Intro
Pavia e i suoi territori Clicca sull’articolo
Angelo Ciocca In battaglia per il Made in Italy
Non Solo Pavia Magazine vuole essere un giornale fresco,
divertente e che porti i lettori alla scoperta dei gioielli di questo territorio. Scopriremo insieme tutto ciò che la città di Pavia, L’Oltrepò, la Lomellina e il Basso Pavese hanno da offrire.
Parleremo spesso di cibo: spazieremo dal salame di Varzi
a quello d’oca di Mortara, dal peperone di Voghera alla micca di Stradella, dal riso agli agnolotti alla mostarda. Il tutto senza dimenticare, naturalmente, il buon vino. In questo territorio sono davvero tanti i vini di qualità e pian piano vi porteremo a scoprire le aziende vitivinicole e i produttori locali.
E ancora lo sport… calcio, pallavolo, basket e altri sport cosid-
detti minori troveranno spazio sulle pagine del nostro giornale. Vi terremo aggiornati sulle sagre di paese… la primavera sta arrivando e gli eventi saranno tanti e tutti davvero imperdibili. Ma soprattutto, vi porteremo a conoscere nel dettaglio tutto il territorio.
Parleremo dell’Oltrepò e dei suoi innumerevoli castelli, dei parchi e dei musei, della Lomellina e del suo riso: nella zona è diffusa, infatti, la coltura di questo prodotto, come testimoniato dalla Sala Contrattazione Merci di Mortara, la più importante in Italia per quanto riguarda la compravendita del riso. E ancora del Basso Pavese con i suoi tanti comuni. Intervisteremo i Sindaci, parleremo con personaggi illustri del
territorio e ascolteremo le persone che vogliono raccontare una storia... per fare storia! Vi porteremo con noi in questo viaggio lungo questo meraviglioso territorio e promettiamo di farvi scoprire sempre qualche bella novità, qualche aneddoto speciale, qualche curiosità ancora da portare alla luce.
Sempre in battaglia per il Made e per la nostra gente
in Italy
Vittoria sull’applicazione dei dazi sul riso Cambogiano!!
Diciamo No alle etichette farlocche, sì al vero Made in Italy Altra battaglia importante che dobbiamo ancora vincere: etichettatura del sistema agroalimentare. Difendere il Made in Italy vuol dire difendere la nostra produzione, i nostri posti di lavoro, la salute dei nostri cittadini e tornare ad impadronirci dei 60 miliardi di euro che perdiamo ogni anno a causa della contraffazione alimentare dei nostri prodotti di qualità, aumentando l’occupazione e rilanciando l’economia.
Provo ora a ripercorrere velocemente insieme a voi alcune delle azioni portate avanti contro questi Euroburocrati: Stop invasione dei galeotti tunisini: Missione in Tunisia per protestare contro il governo tunisino che scarcera i propri detenuti che poi raggiungono l’Italia; A difesa della caccia: Contro la Direttiva Armi che impone forti limitazioni al diritto legittimo di possedere armi per la caccia, il tiro sportivo e la difesa; No alla Turchia in Europa: Contro il finanziamento e l’ingresso della Turchia in Europa; Insieme ai nostri amici a quattro zampe: Contro il mercato illegale degli animali interno dell’Ue; Sveglia Parlamento europeo: Il Parlamento europeo si occupi di lavoro, clandestini e di pensioni e non butti 250 mila euro l’ora per parlare dell’ORA LEGALE; No a nuove tasse europee: Contro la proposta di inserire nuove tasse europee che farebbero affogare le famiglie italiane.
Dopo due anni di battaglie al Parlamento europeo per difendere il nostro riso e il lavoro dei nostri risicoltori, finalmente un primo grande risultato: la Commissione Europea, sollecitata più volte in questi anni, ha deciso di ripristinare i dazi sull’importazione di riso proveniente da Cambogia e Myanmar mettendo fine a una pratica altamente lesiva per la nostra economia, e per il nostro comparto agricolo. Sono soddisfatto del risultato anche in virtù del mio impegno preso durante la missione in Cambogia per documentare la concorrenza sleale verso il nostro paese. Finalmente questa catena si è spezzata. I nostri produttori potranno così programmare le semine senza temere quella distorsione dei mercati causata dall’invasione di prodotto di scarsissima qualità e a basso prezzo e portare nelle nostre case un prodotto buono, sicuro e di altissima qualità. Questo si trasforma in nuovi posti di lavoro e occupazione in un settore strategico come quello agricolo. Ma le battaglie non finiscono qui, il prossimo obiettivo è quello di estendere la durata dei dazi e non limitarli al solo riso lavorato. Un primo passo nella giusta direzione, ma non possiamo di certo fermarci adesso. Dobbiamo continuare a combattere!
Made in Italy
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Rovescala e la Primavera dei Vini
Car nev ale
....... in Oltrepò
Torta Sbrisolona
Simona Novarini
la FOOD BLOGGER della porta accanto
Slow Food
28 cantine dell’Oltrepò e Osterie della tradizione
la ricetta che sposa il Passito
Buttafuoco Storico
a Milano per i 23 anni
Pietra De’ Giorgi un paese ricco di storia in metamorfosi
Scopri la Cantina
Cantinone Madievale
Nuovi progetti per una comunità più social
Conte Vistarino
Polenta e Vino
F.lli Guerci Vini, un addio spensierato all’inverno
Scopri l’azienda Guerci
Festa della DONNA
Tra storia e attualità
Isa Maggi Sportello donna e tanti progetti
AgriStudio
Consulenza vitivinicola in un team tutto femminile
Rovescala La culla del Bonarda Veronica Marigo e Micol Piazza
Sapori d’Arte Arrivati nella piazza principale di Rovescala, la chiesa della Beata Vergine Maria del ‘600, in stile Rinascimentale e Barocco, caratterizzata da un bellissimo organo a 865 canne del 1700. Con uno sguardo alla dolce vetta si scorge il castello di epoca medievale, con una storia travagliata e protagonista di innumerevoli mutamenti, da sempre guardiano del paese. Infatti a guardarlo bene, nessuno lo chiamerebbe castello; ha mantenuto l'autentica ossatura, ma la sua veste appare come un palazzo fortificato privo di merlatura e di ogni altra apparecchiatura militare, dove il suo smantellamento risale al 1636, quando l'edificio fu incendiato dalle truppe francesi. Al suo interno, fortunatamente, custodisce ancora oggi degli splendidi affreschi di fine ‘600, dipinti dall'artista Gian Angelo Borroni, rappresentanti scene di evocazione paradisiaca, delicate, di elevata bellezza nel raffigurare l'anatomia con quell'inconfondibile incarnato femminile color latte, l'originalità inventiva e la cura per la scelta degli accostamenti cromatici.
Un affresco del Castello, raffigurante Il Bacco, affrescato da G.A. Borroni.
Storie tra passato e presente
Intervista a Daniele Passerini, Consigliere Comunale e giovane imprenditore dell’azienda Il Molino di Rovescala.
Il racconto di Rovescala prosegue a casa Passerini, dove Daniele, Consigliere Comunale responsabile della promozione territoriale, ci aspetta nella sua accogliente abitazione. E come non iniziare con un assaggio di salumi di produzione propria, una fetta di miccone e un calice di buon vino della sua azienda “Il molino di Rovescala”! Giusto per rendere l'intervista più emozionante inizia a raccontarci dei ritrovamenti nelle terre proprio qui fuori, dove negli anni 60-70 nella località Molino, furono rinvenuti cimiteri di epoca romana-etrusca ed
oggetti di epoca longobarda. Al di sotto di soli 3 metri, nei campi, anzi ovunque si possono trovare reperti di civiltà antiche, anche lo zio di Daniele durante il suo lavoro quotidiano in vigna, con un colpo di badile troppo ha scoperto una tomba contenente uno scheletro, oggi custodita al museo di Casteggio. Ma non sono questi ritrovamenti che rendono prezioso il terreno di Rovescala, che oggi è abitato da neanche 1000 persone, la maggior parte di essi  rappresentano il tessuto vitivinicolo, sia per quanto riguarda la produzione dell'uva che la trasformazione. Circa 50 aziende familiari con una lunga storia nel settore vitivinicolo, lo può accertare il primo documento ufficiale del 1192 dove dichiara che Rovescala portava al vino a Milano sotto ordine del Visconti, 1000 anni di storia di questo territorio eccezionalmente evocato nella produzione di un vino di pregio.
Tutti riconoscono il valore delle uve di Rovescala, anche i comuni vicini, non di centinaia di km, ma addirittura di centinaia di metri, grazie e soprattutto alla tipologia del terreno argilloso e sabbioso che permette di far esprimere ai vini qualità organolettiche eccezionali. Proprio come la Croatina, l’uva che dà origine al Bonarda, è un vitigno molto particolare, in natura si trova solo in Oltrepò, dai sentori di marasca, mora e mandorla, poco produttivo, che perde acidità e matura lentamente quasi sempre accompagnato da una considerazione di vino pesante da bere (qui da noi si dice vino gnucco), invece a Rovescala non perde l'acidità, eccezionale anche in purezza, assolutamente mai necessaria l'aggiunta di altri vini come il Barbera. Sul territorio di Rovescala sono presenti solo piccoli produttori, aziende di medio-piccole dimensioni, ed in questo momento storico viene visto e vissuto come un vantaggio perché sempre più visitatori e amanti del vino cercano la nicchia, quei prodotti lontani dalla globalizzazione. Sempre più giovani imprenditori stanno continuando questo splendido lavoro che mantiene viva la tradizione, la Pro Loco il Comune si impegnano da 36 anni a promuovere l'evento La Primavera dei vini - festa del Bonarda, dove nella piazza principale per quattro domeniche di marzo vi è una una vera e propria festa di vicinanza e confronto tra i produttori, gli abitanti di Rovescala e tutti i visitatori amanti delle degustazioni autentiche.
Croatina deriva dal dialetto “croatta” che significa “cravatta”, perchè era il vino dei giorni di festa.
Non dobbiamo dimenticare che nei primi del ‘900 era l'unico paese dell'Oltrepò con degli alberghi, la gente veniva qui in villeggiatura, per passare dei momenti di vacanza e rilassarsi. C'era un collegio dove i benestanti mandavano i propri figli non solo per l'istruzione ma anche con la convinzione di farli vivere in un ambiente salutare. La viticoltura all'epoca non era molto diffusa e partendo da Rovescala, pian piano si è creato un network vitivinicolo che ora ricopre una superficie di oltre 13.000 ettari, un tempo boschi o campi dedicati alla produzione di cereali. Negli anni 80-90 ci fu il boom del Pinot e del Bonarda, alcune aziende compravano il top di gamma e lo lavoravano altrove, ma col tempo e con l'avidità questo prodotto ha perso la sua autenticità. Il vero Bonarda di Rovescala raggiunge i 14 gradi, è vellutato e conserva dei profumi particolari che colto a giusta maturazione diventa un vino molto strutturato, da meditazione.
Quindi bisogna mantenere intatta l’identità che negli anni ha donato a Rovescala lustro e successo; l’amministrazione comunale odierna è molto attenta a mantenere al centro dell'attenzione la promozione di questo pregiato prodotto: il vino. Il Consiglio Comunale, rappresentato dal Sindaco Marco Scabiosi, ha in cantiere due grandi eventi, dove vedremo Tato Dellafiore, presidente della Pro Loco in prima linea in collaborazione con Mabedo: uno a giugno che si svolgerà con una passeggiata itinerante nelle vie del borgo fino ad arrivare al castello, un incontro di sapori autentici, una libera degustazione di cantine di Rovescala ma anche dei territori limitrofi, con leccornie offerte dalla Pro Loco. L'altro evento, molto ambizioso, si svolgerà ad agosto in collaborazione anche con Calici Sotto le Stelle, allestendo la piazza come un ristorante a cielo aperto, dove oltre al vino si vorrà regalare un contenuto extra. Musica, giochi di luce, animazione per vivere una serata estiva in Oltrepò indimenticabile!
Marzo è la Primavera dei Vini
La prima edizione della Primavera dei Vini si è svolta nel lontano Marzo 1983. Le aziende agricole, col prezioso aiuto dell’allora presidentessa della Pro Loco, Vercesi Piera, decisero di organizzare, a Rovescala, delle giornate di degustazioni del Bonarda, vino principe delle colline rovescalesi. I primi anni servirono come promozione del territorio. La manifestazione era concentrata nei saloni del Collegio di Rovescala, dove la Pro Loco e i piccoli alimentari di Rovescala si occupavano di servire piatti caldi e panini mentre i sommelier presentavano i vini dei produttori rovescalesi. Dopo qualche anno il Collegio venne venduto e la manifestazione si spostò nel salone della Società Operaia, ai piedi del viale. Vista la continua e sempre più numerosa affluenza di pubblico, si decise di creare, in quel salone, degli stand dove i produttori potevano presentare autonomamente il loro vino. La cucina iniziò ad essere gestita totalmente dalla Pro Loco nel piano inferiore.
Col passare degli anni, la festa prese notevolmente piede fino a diventare un appuntamento fisso per tutti gli amanti del buon cibo ma soprattutto del buon vino, con la Pro Loco sempre in prima linea ad occuparsi di tutta l’organizzazione e tutta la gastronomia che da qualche anno, vista l'eccellente qualità raggiunta, ha dovuto spostarsi in un salone al centro del paese con oltre 250 coperti.
Negli ultimi 2 anni, e anche per questa 36^ edizione, in accordo coi produttori, la manifestazione si è spostata anch'essa in piazza in una tensostruttura coperta e riscaldata. Al momento è possibile degustare oltre 120 etichette. E’ nostro dovere ringraziare chi ha creduto fin dall’ inizio a questa manifestazione, a chi l’ha fatta crescere e a chi la porterà avanti sempre con lo spirito di regalare a tutti gli astanti una domenica allegra, tra buon cibo, buon vino e buona compagnia. Un ringraziamento speciale al Comune, al Gruppo Alpini e all'Auser di Rovescala per averci sempre sostenuto ed aiutato. Grazie anche all’amico Luigi Pirotta, sommelier per questo 36° anno e anche di tutte le passate edizioni.
XXXVI Primavera dei Vini Festa del Bonarda 2019 tutte le Domeniche DI MARZO PER TUTTO IL GIORNO: DEGUSTAZIONE DI OLTRE 100 ETICHETTE DI ROVESCALA STAND GASTRONOMICO CON PIATTI LOCALI E RICETTE TIPICHE PASSEGGIATE GUIDATE TRA I VIGNETI, CENTRO STORICO, FATTORIA (per prenotazione 340 1469195 - 335 8499267)
BANCARELLE E MERCATINI SELEZIONATI TRUCCABIMBI E GONFIABILI
ore: 10.30
Apertura festa col ministro del Turismo e Agricoltura Gian Marco Centinaio
ore 11.00
arrivo delle auto d'epoca con la SCUDERIA LEGEND CARS
dalle 14.00
canzoni dialettali e da osteria con gli amici Piracanta
partecipate e condividete!!! www.rovescala.com - info@rovescala.com FB ProLoco Rovescala
Pietra de’Giorgi Un paese in metamorfosi Veronica Marigo
Tra leggende e assedi Pietra de’ Giorgi, un paese sulla cresta delle colline dell’Oltrepò, in lontananza si scorge l’unione di casette in mattoni, muri vecchi ma mai stanchi di raccontare il proprio passato, accogliendo sempre nuove generazioni di cittadini. Il piccolo castello del 1012, si fa notare con la sua unica torre rimasta, dopo gli innumerevoli assedi subiti. Con impronta medievale mai modificata racconta la sua storia dai merli ghibellini binati, segno di unione delle due famiglie Giorgi e Beccaria, perchè l’ultima discendente Beccaria sposò un Giorgi… e da lì anche il paese modificò il nome. Dove oggi sembra banalmente un edificio comunale, era una parte di castello costruita intorno al 1500, e solo nel 1876 fu acquistato dal Comune per dedicare la struttura ai cittadini, anche come scuola…
La torre del castello dai merli ghibellini binati di Pietra de’ Giorgi
E LA CHIESA DOV’È?
Spesso è vicino al castello, o in una piazza tra le viette, invece in paese non c’è… e per tutto c’è una spiegazione! La chiesa fu costruita staccata dal paese perchè si dice che in quel luogo ci fu un miracolo. Il figlio di una famiglia importante era gravemente malato, il padre andò nel bosco di castagne, (oggi sorge la Frazione Castagnara) e chiese un miracolo di guarigione. Il luogo fu benedetto nel 1300 e successivamente costruita la chiesetta dedicata a S. Maria Assunta, nel 1600 ci furono dei lavori che portarono la chiesa alle sembianze magnifiche attuali, affrescata poi nel 1927 da pittore Rodolfo Gambini. La piccola chiesetta a fianco veniva utilizzata come cimitero, infatti nel sottosuolo ci sono ancora delle camere dedicate ai defunti. La conformazione attuale del paese discende dal 1818 quando ci fu l’unione di tre comuni: Pietra de’ Giorgi, Pecorara e Predalino, allargandosi su un’estensione di 11 km2, ed oggi la popolazione conta circa 900 abitanti. Un’area prediletta per la produzione vinicola, piccoli e grandi produttori lavorano ancora tramite le antiche tradizione in chiave moderna, per mantenere vivi gli ottimi vini come Barbera, Bonarda, Riesling e Pinot. Una festa importante celebrata a Pietra de’Giorgi è il Patrono S. Antonio Abate, dove il 17 gennaio si ricorda la terribile pestilenza del 1574 che decimò a popolazione. I cittadini colpiti da questa disgrazia affidarono le proprie preghiere al Santo. Una giornata dove si elegge il Consiglio Comunale dei ragazzi, vengono celebrate benemerenze e cittadinanze onorarie… insomma il Sindaco Gianmaria Testori è molto attento sia alla storia religiosa che quella civile, per non dimenticare le radici del paese.
“Abbiamo voluto creare un Comune a misura di famiglia. Dal 2011 abbiamo riaperto la scuola materna, elementare e poi nido, una scommessa nel futuro ma un servizio molto importante per le famiglie che vivono nel presente! Più di 100 i bambini, che con le loro famiglie collaborano, creando un ottimo rapporto con le istituzioni!” Sindaco Gianmaria Testori
Parole sante...
In una giornata di febbraio dai sentori primaverili, aria fresca e sole abbagliante anche se ancora mattina, in poco tempo pa piazza del Municipio si anima di vita.
Siamo a Pietra de' Giorgi, un piccolo paese dell'Oltrepò, che oggi ha tanto da raccontare… ci dirigiamo nel Cantinone medievale per accogliere il Vescovo è tutta la comunità. Prende la parola il sindaco Gianmaria Testori, ringraziando tutti i presenti e specifi-
cando tutti i progetti e stanno cambiando la vita dei cittadini. “Tanti volontari e più di 30 famiglie si sono occupati del progetto Auser, un servizio importante per gli anziani, l'associazione Kids mobbing organizza diverse attività per i nostri bambini, la Protezione Civile e la Pro Loco sono attivi nella distribuzione di beni alimentari per le famiglie in difficoltà. Invece un progetto che si sta realizzando è recupero dell’ex asilo di Castagnara, grazie anche ai finanziamenti della Fondazione Cariplo, che ha creduto fortissimamente in questo progetto perchè l’Oltrepò
Pavese ha dimostrato di aver messo il cuore e dimostrato una forte vitalità. La collaborazione più importante è con l’Associazione Agar, che aiuta ad accogliere i bambini leucemici in cura all’ospedale San Matteo di Pavia. 6000 alloggi ospiteranno le famiglie di questi bambini; la sfida più grande inizia adesso e ci deve far sentire tutti impegnati perché queste famiglie non saranno mai le stesse, avranno esigenze diverse, avranno bisogno di compagnia per passare le giornate, perché la situazione per loro non è per niente facile… Nel 1955 c'era la volontà di costruire un asilo per bambini ma per diversi motivi è rimasto in disuso per diversi anni, ora quella struttura inizia a tornare all’'idea iniziale, recuperare per accogliere di nuovo i bambini.
“Il cuore delle nostre piccole località si può collegare alle necessità delle grandi città, aiutando non solo gli anziani i bambini difficoltà ma anche le famiglie. Vogliamo trasmettere un senso di comunità viva, dove tutti cercano di vivere con gli altri e per gli altri” Sindaco Gianmaria Testori
Voglio anche ricordare il parroco don Valentino, che grazie a lui e all’amore per il paese tutto questo è stato possibile.
Non dobbiamo vivere nei ricordi ma di esperienze… esperienze di altre persone che ci hanno preceduto e hanno dato il cuore per la comunità”. In un applauso sentito e commosso, il ruolo del Sindaco si sgretola tra gli ospiti, perchè le sue parole hanno sciolto il cuore e la sensibilità di tutti. Il Vescovo di Tortona, Vittorio Francesco Viola, con un concreto concetto riconosce la fatica e l’unione di questo paese, un discorso nuovo e moderno, semplice ma per niente scontato:
“Le città sono come i sogni: espressione di paure o di desideri. La paura ci prende quando non abbiamo un progetto, quando non abbiamo prospettive o ci manca una visione… in questa comunità mi sembra che le paure siano state affrontate!”
“La negatività non deve entrare a far parte della nostra quotidianità, perché quando qualcuno se ne va è sempre un dispiacere, come perdere un membro della famiglia” Sindaco Gianmaria Testori
CONTE VISTARINO TRA LUSSO E TRADIZIONE Veronica Marigo
In visita all’inaugurazione della Cantina Conte Vistarino ci accoglie il Direttore Ing. Tommaso Bucci raccontando la vastità del territorio, che occupa l'80% del Comune di Rocca de Giorgi tra vigneti ma anche di boschi naturali, prati e piante seminative da legno. “La cantina è quasi sottodimensionata per tutti questi vigneti,” spiega l'Ingegner Bucci, “dove ogni anno vengono lavorate quintali e quintali di uve diverse”. La meccanizzazione è molto attenta ai dettagli, ai processi della fermentazione delle uve, delle bucce, della colorazione del primo liquido: “Le bucce delle uve a bacca nera contengono componenti colorati che tendono ad estrarsi
man mano che vengono effettuate le lavorazioni di cantina. La temperatura bassa consente di estrarre di meno, maltrattando il meno possibile il delicato mosto. La tecnologia moderna è un processo sottrattivo, si parte dalla massima qualità del frutto ancora sulla vite fino ad arrivare in cantina, e ad ogni movimento, in ogni minuto che passa all'interno del chicco qualcosa svanisce, ma noi stiamo lavorando per sfatare questo mito rispettando la delicatezza e l'integrità del prodotto. Meno interveniamo con le lavorazioni meccaniche e più riusciamo ad avere vini migliori, come le selezioni delle parti migliori dei vigneti, lavorati poi in un metodo particolare in piccoli tini che andranno poi a dar vita a: Pernice, Bertone e Tavernetto”. Il tour in cantina termina davanti all'ultramoderno wine shop, dove i gruppi separati delle visite guidate si incontrano e dedicano quattro chiacchere prima di entrare in Villa per la degustazione finale.
Percorriamo il viale curatissimo circondato da prati perfetti e alberi secolari che fanno da contorno alla splendida architettura settecentesca, ancora splendidamente conservata.
Gli ospiti si dirigono verso la sala degustazione da dove proviene un'elegante musica Jazz, al centro della sala regna sovrano un buffet ricco di leccornie rustiche come: salumi, focacce caserecce, sformatini aromatici, saltimbocca con una leggera panatura croccante... ma anche finger food ricercati e unici come la piccola sfera di cioccolato fondente ripiena di mousse al tartufo, un dolce salato che inebria i sensi, che accompagnato da un ottimo Pinot Grigio Merlino ne rinfresca i sapori.
Riusciamo a strappare qualche aneddoto sulla storia dell'Azienda Conte Vistarino a Paolo Fiocchi, agronomo e Sindaco di Rocca de Giorgi (nella foto). “Il Signor Conte, nonno di Ottavia era amico di Napoleone III, ed entrò a Crema per liberare la città dalla dominazione austriaca e come scambio gli furono svelati i segreti della coltivazione del Pinot Nero dagli esperti di coltivazione che allevavano le viti con la tecnica Guyot, un metodo che favorisce la resa produttiva e qualitativa della pianta. Nel 1902 Rocca de Giorgi divenne un vivaio, dove parte dell'azienda era centro di moltiplicazione di innesti di piante madre. Da qui gli innestatori tramandarono questo delicato procedimento di coltivazione del Pinot Nero che si diffuse poi a Montecalvo, Lirio e tantissime città limitrofe. Da quest'azienda agricola sono passati quasi tutti ad imparare l'innesto o a lavorare come mezzadri, come operai, a vendemmiare... E la collina ha ancora bisogno di molta manodopera, si è meccanizzato dove si può, ma per ottenere un ottimo vino abbiamo bisogno delle persone”.
La Famiglia proprietaria dalla metà del XV secolo di un’ampia tenuta agricola nel comune di Rocca de’ Giorgi in Oltrepò Pavese, la famiglia Giorgi di Vistarino ha contribuito a definire nel tempo l’intimo legame tra viticoltura e terroir all’interno di un’oasi incontaminata di grande interesse paesaggistico e faunistico.
Certosa CantĂš Presentazione Slow Food 2019
27 aziende dell’Oltrepò nella Guida Slow Wine che esaltano la qualità dei vini e del territorio, per raccontare e far conoscere le varie identità.
WINE
“Una guida che incontra il racconto del vino, cosa c’è dietro al lavoro della vinificazione e non più basata sui premi. Visitare le aziende, la vigna, incontrare i produttori... questo è stato il nostro impegno per poter trasmettere i reali valori. L’Oltrepò è coerente alla filosofia Slow Food, i personaggi descritti portano avanti con convinzione la difesa di questo territorio. Piccoli produttori, ragazzi che continuano la tradizione di famiglia o iniziano nuove imprese... le virtù del singolo produttore faranno la differenza”. Paolo Camozzi, Slow Food
“L’unico problema dell’Oltrepò penso che siano le troppe cose da valorizzare e far conoscere, e spesso non si sa bene che strada percorrere... Questo è sia un dispiacere ma anche una speranza per il futuro”. Riccardo Binda, Direttore Consorzio Tutela Vini Bolgheri
“Visitare le aziende, la vigna, incontrare i produttori... Questo è stato il nostro impegno per poter trasmettere i reali valori”
OSTERIE “Osterie per scoprire e degustare i prodotti della tradizione che stanno scomparendo. Osterie premiatr con la chiocciola significa che rappresentano pienamente le caratteristiche dei territori e che hanno un’ospitalità tipica delle osterie. Osterie premiate per la qualitàdei vini e della cura dei propri prodotti a KM zero, 1500 sono all’interno della guida per rappresentare i veri sapori d’Italia”. Teresio Nardi, fiduciario della condotta Slow Food Oltrepò Pavese
A seguire una degustazione delle cantine dell’Oltrepò che hanno qualcosa di particolare da raccontare e da far degustare. Oltre alle classiche bottiglie eleganti infatti, si sono visti cimeli impolverati, magnum dimenticati in cantina, pronti per essere versati nei calici e scoprire le caratteristiche di quel vino invecchiato ancora inedito!
Il tutto accompagnato dalle prelibatezze cucinate dai ragazzi della scuola alberghiera Enaip di Voghera, utilizzando i prodotti delle osterie pavesi presenti nella Guida. Un’occasione per scoprire gusti nuovi o rispolverare la memoria assaporando quei sapori casalinghi, con un tocco moderno e giocoso.
La notevole struttura di questo vino viene affinata con una lunga permanenza in botti e successivamente rifinita in bottiglie, tappate con eccellenti sugheri e mantenute coricate in cantine buie con temperatura costante. Il Buttafuoco Storico  può essere apprezzato dopo 3-4 anni dalla vendemmia per sentire le note di frutta e la forte mineralità ; capace anche dopo 15 anni di esprimere un carattere elegante, morbido e ricco di personalità .
Buttafuoco Storico
23 anni di Club e amicizia Veronica Marigo
7 Febbraio 1996
Il 7 febbraio del 1996 nasce il club del Buttafuoco Storico dall’unione di undici giovani viticoltori: Bruno Barbieri, Davide Brambilla, Giuseppe Calvi, Valter Calvi, Claudio Colombi, Ambrogio Fiamberti, Stefano Magrotti, Franco Pellegrini, Andrea Picchioni, Umberto Quaquarini, Paolo Verdi. Oggi i produttori di Buttafuoco Storico sono 14 e l’intento è quello di collaborare nella ricerca delle caratteristiche storiche, nella selezione delle vigne più vocate, nella produzione controllata, nella promozione del vino Buttafuoco. Nel febbraio 2015 dopo lunghi studi vengono unite le varie partite di atto a divenire “Buttafuoco Storico” per far nascere il Buttafuoco DOC “I vignaioli del Buttafuoco Storico”.
Nella punta più a nord della catena degli Appennini, nasce il Buttafuoco, immerso in un ambiente unico: dalla fantastica esposizione al sole del ripidi versanti di queste colline alla forte mineralità del suolo, combinate alle sapienti mani dei vignaioli. Croatina, Barbera, Uva Rara e Ughetta di Canneto sono le uve autoctone dell'oltrepò Pavese, dove hanno trovato le migliori condizioni ambientali per svilupparsi, fermentano nella stessa botte, si completano formando un unico Rosso possente ed estremamente ricco.
Il marchio è composto da un ovale, che rievoca la botte tipica dell’Oltrepò Pavese, sostenuto dalla scritta Buttafuoco e dal quale si dipartono due nastri rossi rappresentativi dei due torrenti, il Versa e lo Scuropasso, che delimitano la zona storica di produzione. All’interno la sagoma di un veliero sospinto da vele infuocate a ricordare che nella seconda metà del 1800, la Marina Imperiale austro-ungarica varò una nave dal nome “Buttafuoco”.
8 Febbraio 2019,
Palazzo Bovara di Milano
Marco Maggi, portavoce del Buttafuoco Storic, un gruppo unito dal territorio dell'Oltrepò Pavese, custodisce da 23 anni un'amicizia sincera e l'amore per la tradizione di questo uvaggio. Un evento nel cuore milanese, riconoscimenti importanti da enti internazionali che vogliono esaltare quei prodotti rari del territorio ancora poco conosciuti.
A richiamare l'attenzione di tutti gli invitati, è la voce dell’esilarante di Gene Gnocchi, che confida di essere qui presente oggi per “mancanza di lavoro”, ma soprattutto perché lui non potrebbe vivere senza Buttafuoco Storico! Umorismo sottile adatto all'atmosfera raffinata ed elegante della location e ai personaggi della politica e dello spettacolo (in incognito).
FABIANO GIORGI, PRESIDENTE DEL DISTRETTO VINI DI QUALITÀ Concezioni diverse idee contrapposte, Ma quando c’è passione, traduzione e spirito di sacrificio si può dare vita ad un unico core business. Il mercato ci vuole all’estero, vuole grandi numeri, invece il Buttafuoco è una nicchia, una “chicca”, una piccola realtà condotta da grandi produttori che si impegnano ad eliminare le problematiche di un territorio. GIANMARCO CENTINAIO, MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI E DEL TURISMO In particolare gli amici del Buttafuoco Storico stanno svolgendo nn grande progetto per il territorio che al di là del vino o promuovere solo un’etichetta, appoggiano il valore dell’enoturismo.
FRANCESCA PANIZZARI, SINDACO DI CANNETO PAVESE Bisogna aumentare il valore del territorio, perchè il vino è l'espressione delle caratteristiche dell'area vitivinicola evocata in cui emergono tradizioni e tipicità. I produttori devono sfidare il mercato globale per riuscire a tutelarele le produzioni locali.
Da sinistra: Federico Giordini, Ministro Gianmarco Centinaio, Marco Maggi, Armando Colombi Dietro: Fiorenzo Detti, Umberto Quaquarini
Marco Maggi, Presidente Consorzio Buttafuoco Storico
In 23 anni abbiamo fatto molto, spinto sulla comunicazione del nostro prodotto, siamo entrati in guide sia nazionali che internazionali, è la nostra priorità è quella di entrare in ancora più guide, nella carta dei vini di tanti ristoranti, cercando sempre di fare del nostro meglio!
Dopo aver sentito la dichiarazione dei sostenitori e dei produttori, dopo aver assaporato questo cosĂŹ discusso Buttafuoco Storico, in qualsiasi posto del mondo in cui vi trovate, chiudete gli occhi e immaginatevi una tavola imbandita di buon cibo tradizionale, antipasti di salumi e formaggi, pane caldo appena sfornato, sugo della nonna, antico
brasato, aromi che inebriano i sensi, un’atmosfera calda e avvolgente di chi fa parte di una vera famiglia. Le finestre vengono illuminate dal tramonto che riflette il suo colore su quelle dolci colline dove il vino prende vita... Questo è quello che troverete in Oltrepò, anche se arrivate dall'altra parte del mondo!
CLOSE UP TUTTI PER UNO, UNO PER TUTTI
QUAQUARINI “Vigna Pregnana”
GIORGI VINI O.P. Doc 2009
FRANCESCO MAGGI “Vigna Costera”
Dalla zona più tipica dell’Oltrepò ha origine il Buttafuoco. Ottenuto con uve Barbera, Croatina e Ughetta di Canneto è un vino di forte personalità: pieno, rotondo, armonico e gradevolmente maturo. Il biologico significa abbracciare e favorire uno stile di vita sostenibile, per sé e per gli altri, nell’ottica di un futuro migliore per tutti.
L’alta qualità dei vini nasce nel vigneto e viene portata a compimento in cantina. Consapevoli di questo, Giorgi Vini ha valorizzato i vecchi vigneti di famiglia e, quindi, selezionato ed acquisito nuovi appezzamenti di terreno, badando che l’esposizione e la composizione del terreno, sempre in alta collina, fossero ideali per ciascun tipo di vitigno.
Il vino ha maturato in botti di legno per 16 mesi e si è affinato in bottiglia per circa 10 mesi prima della vendita che può avvenire solo dopo il conseguimento del parere positivo della commisione di cantina e comunque non prima dei 36 mesi dalla raccolta delle uve. Al palato è molto strutturato, con un buon equilibrio, grande personalità e lunga persistenza
Simona... LA FOOD BLOGGER DELLA PORTA ACCANTO Veronica Marigo
L’ho conosciuta già al lavoro, indaffarata a preparare il tavolo del corso di cucina, Simona Novarini, Food Blogger di grande creatività ma anche molto concreta e umile. La vedo attenta ad ogni dettaglio, a dirigere lo staff della cucina come se ci fosse nata, ogni ingrediente è servito per accogliere le “Cuoche per passione” del nuovo corso creato insieme al Ristorante Bazzini di Canneto Pavese. Mi spiega velocemente il suo percorso fino ad oggi, perchè devo dire che sono molto interessata a questo argomento… come crearsi un proprio business, basato sulle proprie passioni.
Come fare a trovare un lavoro e divertirsi? Come riuscire ad intraprendere la propria carriera digitale e renderla reale? Per questi motivi (che spesso si tralasciano perchè possono cadere nel personale, e durante un corso intensivo di cucina non si ha tempo di approfondire) ho voluto dedicarle questa rubrica, che oltre a scoprire ogni mese una ricetta che esprime tutti i profumi del nostro territorio Pavese e Oltrepadano, va a conoscere più a fondo una donna, un’amante di cucina, semplicemente Simona.
le feste: a Carnevale non sono mai mancate le chiacchere o le frittelline, a Natale si iniziava 4 giorni prima per preparare i ravioli intrecciati o i ravioli ripieni d'asino… crescendo così con l'idea di stare tanto tempo in cucina! Da tempo consultavo il sito di ricette firmato Giallozafferano, rimanendo sempre entusiasta dall’ampia scelta creativa delle proposte culinarie, accuratamente presentate e spiegate. Ogni volta che entravo nei blog c’era sempre l’invito a crearne uno proprio ed incuriosita mi sono detta che forse è possibile reinventarsi... Era l'inizio del 2015, la bambina iniziava ad avere 3 anni e mezzo il più grande, teenager, ormai sembrava non avere più bisogno della mam“Facevo l'impiegata alla Confagricoltori, lavorando per 11 anni nel settore fiscale… e con la nascita della mia seconda bambina, ho dovuto fare una scelta perché, nata prematura e bisognosa di cure, non ho potuto accettare l’offerta di lavoro full-time. Dopo una vita dedicata al lavoro, ammetto di essermi sentita un po’ smarrita, ho dovuto riorganizzare il mio tempo per gestire la famiglia e accettare di fare la casalinga e mamma a tempo pieno. Mi è sempre piaciuto cucinare, fin da bambina seguivo le istruzioni per imparare a fare la pasta fresca o ripiena con la nonna e la mamma, anche se adesso ho sempre poco tempo da dedicare a queste semplici ma laboriose ricette... Era bellissimo perchè loro trovavano sempre dei momenti liberi, soprattutto sotto
Bisogna avere costanza, pubblicare ogni giorno qualche ricetta sfiziosa... ma; ho iniziato a leggere tutte le normative e tutti i passaggi per aprire il mio blog, anche se non è stato semplicissimo ce l'ho fatta da sola! Bisogna avere costanza, pubblicare ogni giorno qualche ricetta sfiziosa, perché all'inizio sono in pochi a seguirti, nessuno ancora conosce il tuo nome… e così ha iniziato a prendere forma il mio blog “La cucina di Lice”, chiamato così in onore della nonna. Ho seguito dei corsi di pasticceria, di cucina più professionali, ho fatto un corso intensivo di due giorni a Milano di fotografia, per poter migliorare gli scatti fotografici delle mie mie ricette. Appena finito il corso mi sono fiondata in un negozio di bricolage per comprare tutti i materiali che mi servivano per creare un set fotografico casalingo: pannelli di legno, fondali, accessori e ovviamente oscuratori e lampade per intervenire sulla professionalità dello scatto… Non sono mai contenta delle mie foto ma tanti mi dicono che sia un bene per potersi sempre migliorare!!
E da qui sono nate anche le collaborazioni con aziende di Food, guardano il mio blog, sfogliano i miei social e mi contattano proponendomi di utilizzare i loro prodotti nelle mie ricette. Contratti annuali per potermi sbizzarrire su più sfumature dello stesso prodotto come il cous cous, oppure proposte del mese dove mi richiedono alcune ricette, mi spediscono i prodotti e poi racconto tutto tramite le mie fotografie. Devo dire che è una soddisfazione dopo l'altra, anche se ultimamente pubblico molte meno ricette sul mio blog, che il 25 dicembre scorso ha compiuto 4 anni! Sto lavorando tanto esternamente, però cerco sempre di mantenere attiva la pubblicazione delle mie ricette, anche perché per me il blog non è lavoro ma svago. Infatti, tante volte succede che dedico i momenti della cena per cucinare qualcosa da pubblicare, ma va a finire che tra la luce non adatta e i bambini affamati non ho tempo di scattare nemmeno una foto! Oppure è successo anche, in un pomeriggio tranquillo, ho sfornato una bellissima torta, giusto il tempo di prendere la macchina fotografica, e mio figlio l'aveva scambiata per la merenda… sono andata su tutte le furie! E la risposta di mio figlio è stata: “Mamma, ma insomma se fai la ciambella e la metti lì Io penso che è la merenda per noi!”
Ora hanno capito che è un lavoro a tutti gli effetti, e prima di toccare qualcosa sul tavolo mi chiedono se ho già fatto la foto! Perché ovviamente dopo lo scatto è tutto per loro!
Quando sono stanca, non posso nemmeno più comprare sughi già pronti che i miei figli lo notano subito!
Un altro grande e bellissimo impegno mi è stato proposto da Mariella Mariotti del ristorante Bazzini a Canneto Pavese: organizzare delle serate di cucina… all’inizio pensando di non essere all’altezza perché fino ad ora ero stata io l’allieva. Ammetto che prima di cominciare questa sfida non ho dormito per due mesi, le richieste di partecipazione sono state parecchie e avevo paura di non riuscire a gestire un tavolo di venti persone con solo tre fuochi e tantissimi sformatini da infornare! La prima sera abbiamo finito a mezzanotte, c’è stata un po’ per tutti una leggera improvvisazione, ma il mio stupore è stato quando tutti i partecipanti hanno confermato per le altre serate! Quindi tutto sommato non è andata così male!! Quest'anno abbiamo suddiviso le serate su tre giorni a settimana, proponendo ricette semplici ma molto innovative, come l'altra sera abbiamo fatto un tortino di ricotta al cioccolato fondente con le spezie… buonissimo!”
Una collaborazione affiatata tra Mariella, il giovane staff e la food blogger Simona Novarini, che entra nel cuore di tutti grazie al suo sorriso e alla sua spontaneità genuina e appassionata! I prossimi progetti la vedranno allontanarsi verso il lago Maggiore, con la richiesta di preparare ottimi dessert da abbinare alla presentazione di Spumanti… Sperando che non ce la porti via nessuno, perchè il territorio dell’Oltrepò Pavese ha bisogno di lei, della sua determinazione e della sua voglia di creare qualcosa per gli appassionati di ricette casalinghe professionali!! Seguitela sui Social!!!
Torta Sbrisolona LA TORTA SBRISOLONA È UN DOLCE DURO E FRIABILE, TIPICO DELLA TRADIZIONE LOMBARDA, E PARE CHE LA RICETTA RISALGA A PRIMA DEL ‘600. IL SUO NOME DERIVA DAL SOSTANTIVO BRÌSA, CHE NEL DIALETTO SIGNIFICA BRICIOLA. LA CARATTERISTICA DI QUESTA TORTA STA NELLA SUA CONSISTENZA IRREGOLARE, DOVUTA ALLA LAVORAZIONE E AL TAGLIO GROSSOLANO DELLE MANDORLE. QUESTO BUONISSIMO DOLCE VA ACCOMPAGNATO CON UN VINO LIQUOROSO COME AD ESEMPIO IL PASSITO!
INGREDIENTI: 250 g Mandorle Spellate 250 g Farina 00 250 g Farina Di Mais 250 g Zucchero 3 Tuorli 180 g Burro 1 bustina Vanillina 1 Scorza Limone o d’Arancia
PREPARAZIONE: Per prima cosa tritate le mandorle grossolanamente. Mettete ora in una ciotola le mandorle, la farina 00, la farina di mais e mescolate. Aggiungete ora i tuorli, lo zucchero, il burro ammorbidito e ridotto a pezzettini, la vanillina, la
scorza di un limone o di un’arancia grattugiata e lavorate. Mescolate fino ad ottenere un impasto amalgamato ma formato da tanti grumi separati. Imburrate ed infarinate ora una teglia da 24 cm di diametro dopodiché versate a pioggia i grumi d’impasto. Livellate ora l’impasto creando uno strato uniforme. Mettete in forno preriscaldato a 180 °C e fate cuocere per circa 40/45 minuti. Ultimata la cottura sfornate la vostra sbrisolona e lasciatela raffreddare prima di servirla. Per decorarla distribuite sulla superficie delle mandorle.
Buon appetito!
AGRISTUDIO
G I R L S T E A M
In una realtĂ ancora cittadina ma dalla forte influenza agricola nasce Agristudio Stradella, che dal 1983 si occupa di consulenza nel settore vitivinicolo. Veronica Marigo
Gloria Gariboldi, perito agrario, dopo una lunga esperienza nel campo, ha deciso di creare un qualcosa di nuovo e tutto suo, per dedicarsi personalmente alle necessità delle singole aziende per favorire un supporto gestionale, legislativo e tecnico. Inizia a farsi conoscere sul territorio sviluppando soluzioni e piccoli accorgimenti per proporre la propria consulenza. Le aziende dell’Oltrepò iniziano ad avvalersi del servizio, e lo studio assume la propria identità.
voler crescere insieme e conoscere ogni aspetto della vinificazione e della personalità aziendale.
Un team tutto al femminile, raffinato e professionale con un tocco moderno ed elegante. Verrete infatti accolti in studio da ragazze giovani, glamour e viziati con caramelle e una buona tazza di caffè.
Insomma, belle, brave e fanno il lavoro che tanti rifiutano di fare: la burocrazia! Perchè oltre ai registri di cantina (commercializzazione e imbottigliamento) lo studio si è specializzato nella vinificazione, nella gestione di registri per i trattamenti enologici, arricchimenti e spumanti. Per conto delle aziende si elaborano domande di tiraggio, si verificano etichette e packaging.
La new entry è Silvia Braga, laureata in ingegneria, giovane donna intraprendente, attenta ad ogni informazione, disponibile ed energica si unisce alla forza di Gloria nel seguire personalmente i propri clienti, partecipare agli eventi e lavorare a stretto contatto con i produttori, dimostrando di
Gli aspetti più tecnici e professionali vengono trattati con quella massima cura che solo le donne sanno fare, restando sempre al passo con le ultime tecnologie, consentendo alle aziende di essere sempre aggiornate ed avere la certezza di continuare a fare i passi giusti!
“Noi di Agristudio siamo il partner ideale per la gestione degli aspetti tecnici e burocratici legati alle vostre produzioni.”
AGRISTUDIO SI OCCUPA DI +VINIFICAZIONE/Elaborazione del processo di trasformazione delle uve attraverso il monitoraggio dei prodotti intermedi sino all’ottenimento del vino finito nel rispetto dei disciplinari di produzione e delle rese, sia per i vini DOC e senza DOP
+REGISTRI DI COMMERCIALIZZAZIONE/Registrazione
dei documenti di entrata e uscita dei prodotti nonché operazioni di cantina (come tagli, riclassificazioni, etc.)
+DOCUMENTAZIONE PER IMBOTTIGLIAMENTO VINO/Registro d’im-
bottigliamento e Gestione fascette per le DO
+TRASMISSIONE DOCUMENTI SETTORE AGRICOLO ED ENOLOGICO +GESTIONE E-AD, REDAZIONE E TRASMISSIONE +DOCUMENTI PER CONTO DELLE AZIENDE +GESTIONE METODI DI SPUMANTIZZAZIONE SIA METODO CLASSICO CHE CHARMAT +GESTIONE ESTERO/Compilazione dei documenti FDA (Food and Drugs Admini-
stration) necessari per l’esportazione del vino nei territori degli Stati Uniti. realizzazione pratiche GS1 GLN (Global Location Number) per il rilascio dell’ Euro1, certificato di origine, documenti per l’esportazione in tutto il mondo. Nel settore vitivinicolo, in Italia come all’estero, sono in vigore leggi specifiche in merito all’analisi dei vini, ai metodi di trasporto dei prodotti, al packaging, all’etichettatura e alla traduzione di quest’ultima nella lingua del paese di destinazione. Agristudio può verificare la corretta realizzazione del vostro packaging, fornire traduzioni, controllare la simbologia e assistere le aziende nella preparazione e commercializzazione dei prodotti, offrendo anche un servizio di trasporto efficiente e controllato; sdoganamenti, certificazioni e dichiarazioni.
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Lo scopo è proporre un servizio veloce e preciso in grado di garantire qualità e caratteristiche organolettiche dei vostri prodotti come se fossero degustati direttamente nella Vostra Cantina, così il vostro consumatore finale riceverà un prodotto integro e fedele rispettando quello che è il Vostro Territorio, la Storia e le Tradizioni che fanno Grande la Nostra Italia Enogastronomica.
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CONSULENZA TECNICA PRATICA SUL “CAMPO”
+PERIZIE ESTIMATIVE per beni immobili (case e cascine), terreni e frutti pendenti +ATTI AMMINISTRATIVI PER DICHIARAZIONE DI INIZIO ATTIVITÀ/ Realizzazione di SCIA e DIA per le aziende
+RILEVAMENTO TOPOGRAFICO CANTINE/ Rilievi tecnici e planimetria di cantine etc.
+HACCP/Sistema di controllo di produzione alimentare +MANUALI/Realizzazione manuali personalizzati +DEMATERIALIZZAZIONE DEI REGISTRI VINICOLI/La dematerializzazione prevede che ogni azienda debba comunicare le operazioni di cantina e di vendite attraverso un unico sistema messo in rete. Considerando che molte aziende non dispongono di supporti informatici adeguati; Agristudio offre questo servizio, attraverso programmi gestionali interfacciati con il sistema del Ministero delle Politiche Agricole(Sian), per permettere alle proprie aziende di essere sempre all’avanguardia nel pieno rispetto della normativa relativa ai registri dematerializzati del vino e procedere alla digitalizzazione dei registri. In questo senso Agristudio si pone come intermediari per la trasmissione dei dati all’ente preposto. +SERVIZIO LEGISLATIVO/Agristudio presta assistenza professionale sia online, at-
traverso l’area riservata apposita, oppure direttamente in azienda, con l’obiettivo di offrirvi una consulenza a tutto tondo sulla legislazione del settore.
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Quindi, per riassumere il tutto, se siete piccoli o grandi produttori vitivinicoli e non avete la minima intenzione di passare notti insonni su documenti indecifrabili chiamate Gloria, Silvia e il suo girls team, verranno teletrasportate nella vostra azienda per instaurare un rapporto di fiducia e trasparenza in modo da garantirvi sempre consigli utili e un supporto per la crescita verso il futuro!
Elisa Ajelli
CARNEVALE A PAVIA E NON SOLO...
Passato il Natale, la festa più attesa è sicuramente il Carnevale.Tutti, bambini, grandi e anziani aspettano l’arrivo di questa festa per spezzare la monotonia invernale che caratterizza i primi mesi dell’anno. Una folla colorata di principesse, supereroi, maghetti, animali di ogni tipo, si prepara quindi a girare anche per le vie dell’Oltrepò, in mezzo a coriandoli e stelle filanti.
IL CARNEVALE, FESTA TIPICA DI FEBBRAIO, QUEST'ANNO INIZIA TARDI...
Il giovedì grasso è infatti il 28 febbraio e il 5 marzo si chiuderanno le danze con il martedì grasso seguito dal mercoledì delle ceneri col quale inizia la Quaresima. Il grande dilemma legato al Carnevale è però lo stesso tutti gli anni: qual è la data? Il Carnevale è strettamente legato alla Pasqua, che è una festa mobile. Per calcolare la Pasqua si parte dal giorno d'equinozio di primavera, il 20 o il 21 di marzo. Si prende il primo giorno di luna piena dopo l'equinozio e la prima domenica successiva al giorno di luna piena viene eletta come giorno di Pasqua. Quest'anno, per esempio, sarà domenica 21 aprile. Non si sa da dove derivi il nome “carnevale”: c'è chi dice da “car navalis”, il rito della nave sacra portata in processione su un carro; secondo altri significa carnem levare ("togliere la carne") o carne vale ("carne, addio") e allude ai digiuni quaresimali, dato che il Carnevale si conclude con il martedì grasso, il giorno che precede, nei paesi cattolici, il mercoledì delle Ceneri. Nel Medioevo il Carnevale era il tempo delle scorpacciate comunitarie e delle danze infinite. Come a Capodanno, “semel in anno licet insanire”: si può
ben essere folli una volta l'anno. I ruoli sociali si invertivano: gli uomini si vestivano da donne e viceversa, i poveri da ricchi, i ricchi da accattoni o da giullari. Le maschere italiane nacquero a Venezia: esse erano usate per diversi scopi. Da Venezia si diffusero dapprima in Italia e poi in Europa e furono adottate dal teatro dell'arte. Ebbero la massima diffusione nei festini di Carnevale del Settecento, in cui conobbero grande fama personaggi come Rosaura la dama, Florindo l'innamorato, Lelio il bugiardo, inseriti da Goldoni nelle sue commedie. Le maschere celebrano le tradizioni delle cittĂ e delle regioni d'Italia: il Piemonte con Gianduia, Bergamo con Arlecchino, Venezia con Pantalone e Colombina, innamorata di Arlecchino, Milano con Meneghino, la Toscana con Stenterello, Roma col Sor Tartaglia, con Rugantino e Capitan Spaventa, Napoli con il mitico Pulcinella, la Sicilia con Peppe Nappa e i personaggi della tradizione dei paladini.
Tutti parlano delle famose feste di Venezia, Viareggio... ma anche in Oltrepò la tradizione del Carnevale è molto sentita. Grandi e piccini aspettano sempre con trepidazione le sfilate dei carri allegorici nei vari paesi.
Anche quest’anno si inizia con Varzi domenica 3 marzo. Come ogni anno e come da tradizione dopo la sfilata e la festa di carnevale, al termine della manifestazione verrà eletto il carro più bello, premiando anche il tema rappresentato appartenente al mondo fantastico e all’attualità. Ogni gruppo allegorico sarà composto inoltre da ballerini e figuranti che contribuiranno a vivacizzare l’atmosfera. Il Carnevale rappresenta da anni il primo appuntamento importante dell’anno non solo per i Varzesi e per i paesi vicini, ma anche per molte persone, turisti, che ormai da anni partecipano alla festa andando alla scoperta del Borgo Medioevale di Varzi e delle risorse storiche, culturali ed enogastronomiche dell’Alto Oltrepò Pavese.
Domenica 10 sarà la volta di Santa Maria della Versa.
La Pro Loco festeggia con Carnevalandia. Dalle 10.30 ci sarà il mercatino con le bancarelle e i nostri "Giög d'una volta". Seguiranno il pranzo con la tradizionale polenta e i dolci di Carnevale e alle 14 la PazzaAnimazione e il trucca bimbi per i più piccoli.
Ultimo appuntamento è quello con il carnevale stradellino,
nel weekend del 16 e 17 marzo. Si parte il sabato con la grande frittellata e la cena in tensostruttura riscaldata con musica anni Sessanta e karaoke. Domenica 17, dopo il pranzo a base di polenta, frittura e salame cotto, partirà la sfilata dei carri allegorici e gruppi mascherati che riscuote sempre un notevole successo. Alla fine estrazione dei biglietti della lotteria del Carnevale, che anche quest’anno prevede ricchi premi.
Elisa Ajelli
E’ marzo, donne!
VOTES FOR
WOMEN
Manca poco all’ottavo giorno del mese, momento tradizionalmente legato al mondo femminile. Come tutti sanno, la ricorrenza è però legata ad un vero sentimento di rivendicazione dei diritti delle donne. Il significato della festa della donna è, infatti, quello di ricordare le conquiste politiche, sociali ed economiche delle donne e le violenze che hanno subito nella storia. Per molto tempo si è fatta risalire la scelta dell'8 marzo ad una tragedia accaduta nel 1908, che avrebbe avuto come protagoniste le operaie dell'industria tessile Cotton di New York, rimaste uccise da un incendio. L'incendio del 1908 è stato però confuso con un altro incendio nella stessa città, avvenuto nel 1911 e dove si registrarono 146 vittime, fra cui molte donne. I fatti che hanno realmente portato all'istituzione della festa della donna sono in realtà più legati alla rivendicazione dei diritti delle donne, tra i quali il diritto di voto. Sono molti gli avvenimenti che, dall'inizio del Novecento, hanno portato alla lotta per la rivendicazione di questi diritti e all'istituzione della Giornata internazionale delle donne. Il primo evento importante fu il VII Congresso della II Internazionale Socialista svoltosi a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907. Durante questo congresso si discusse della questione femminile e del voto alle donne. I partiti socialisti si impegnarono a lottare per riuscire ad introdurre il suffragio universale. Pochi giorni dopo, il 26 e 27 agosto
s ’ n a m o W y a D 1907, si svolse invece la Conferenza internazionale delle donne socialiste, durante la quale fu istituito l'Ufficio di informazione delle donne socialiste e Clara Zetkin ne fu eletta segretaria. Tuttavia i socialisti erano contrari all'alleanza con le femministe borghesi, ma le donne non erano della stessa idea. Nel febbraio 1908 la socialista Corinne Brown dichiarò sulla rivista ‘The Socialist Woman’ che il Congresso non aveva "alcun diritto di dettare alle donne socialiste come e con chi lavorare per la propria liberazione". Il 3 maggio 1908 la Brown presiedette la conferenza del Partito socialista a Chicago, che venne ribattezzata "Woman’s Day", durante la quale si parlò dello sfruttamento dei datori
di lavoro nei confronti delle operaie, delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto. Alla fine del 1908 il Partito socialista americano decise di dedicare l'ultima domenica del febbraio del 1909 all'organizzazione di una manifestazione per il voto alle donne: la prima "giornata della donna" negli Stati uniti si svolse quindi il 23 febbraio 1909. Un paio di anni dopo, durante la seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste che si svolse a Copenaghen il 26 e 27 agosto 1910, si decise di seguire l'iniziativa americana istituendo una giornata internazionale dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne. In realtà per alcuni anni negli Stati Uniti e in vari Paesi europei la giornata delle donne si è svolta in giorni diversi.
Negli anni successivi, fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, sono state poi organizzate molte altre giornate dedicate ai diritti del genere femminile. A San Pietroburgo, l'8 marzo 1917, le donne manifestarono per chiedere la fine della guerra. In seguito, per ricordare questo evento, durante la ‘Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste’ che si svolse a Mosca nel 1921, fu stabilito che l'8 marzo fosse la ‘Giornata internazionale dell'operaia’. In Italia la prima giornata della donna si è svolta nel 1922, ma il 12 marzo e non l'8. Nei decenni successivi il movimento per la rivendicazione dei diritti delle donne ha continuato ad ingrandirsi in tutto il mondo. Nel settembre 1944 a Roma è stato istituito l’UDI, Unione Donne Italiane, e si è deciso di celebrare il successivo 8 marzo la giornata della donna nelle zone liberate dell'Italia. Tuttavia in Italia si deve arrivare agli anni Settanta per vedere la nascita di un vero e proprio movimento femminista. L'8 marzo 1972 in Piazza Campo de Fiori a Roma si svolse la manifestazione della festa della donna, durante la quale le donne chiesero, tra le varie cose, anche la legalizzazione dell'aborto. Il 1975 è stato definito dalle Nazioni Unite come l'Anno Internazionale delle Donne e l'8 marzo di quell'anno i movimenti femministi di tutto il mondo hanno manifestato per ricordare l'importanza dell'uguaglianza dei diritti tra uomini e donne.
Possiamo riassumere il tutto possiamo dicendo che questa festa ha origine nei movimenti femminili politici di rivendicazione dei diritti delle donne di inizio Novecento. Per alcuni anni la giornata delle donne è stata celebrata in giorni diversi nei vari Paesi del mondo, mentre l'8 marzo divenne la data più diffusa da un certo momento in poi. La scelta del fiore simbolo risale, invece, al lontano 1946: le organizzatrici delle celebrazioni a Roma cercavano un fiore che fosse di stagione e costasse poco…la mimosa, appunto. Oggi la festa della donna ha sicuramente un po' perso il suo valore iniziale. Mentre ci sono organizzazioni femminili che continuano a cercare di sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi di varia natura che riguardano il sesso femminile (come la violenza contro le donne e il divario salariale rispetto agli uomini), molte donne considerano questa giornata come l'occasione per uscire con le amiche per passare una serata di puro divertimento.
a s o m i M
OTTO MARZO TUTTO L'ANNO EDIZIONE 2019 Rubrica a cura di Isa Maggi
(Sportello Donna, Stati Generali delle Donne con il Patrocinio della Commissione Europea e della Provincia di Pavia)
A Pavia il tasso di disoccupazione femminile ha superato il 13% e quello delle inattive è ancora più alto. Ma non possiamo più lasciarci andare al pessimismo. Ritrovare fiducia nel futuro è una condizione necessaria perché senza questa spinta è difficile riuscire ad andare oltre la crisi e costruire nuovi scenari. NON CERCARE LAVORO, CREALO! CHIAMACI AL 366 2554736 PER INIZIARE PERCORSI DI ORIENTAMENTO ATTIVO AL LAVORO
Per tutto l'anno in locali disseminati a Pavia e in Provincia, in collaborazioni con professionisti/e ed associazioni, è attivo uno Sportello di Ascolto per Donne e Uomini con una serie di specialiste/i per svolgere attività di accoglienza, ascolto, assistenza in particolare a donne in fragilità economico e sociale, vittime di violenza, rifugiate e richiedenti asilo.
Per tutto l'anno svolgiamo attivitĂ di incontro fra chi offre lavoro e chi cerca lavoro. Badanti, baby-sitter referenziate (anche condivise, come le badanti di condominio), collaboratrici domestiche, segretarie on line, educatrici, operatrici sanitari, colf e assistenti sociali. Ma anche artigiane, sarte, svuota cantine, stiratrici, cuoche a domicilio,addetti all'acquisto e consegna di spesa e farmaci a domicilio. Ci sono anche pet e flower sitter, docenti di musicoterapia e arte terapia, fotoceramica, fisioterapiste, lezioni di inglese, russo, francese. Assistenza per i compiti e lezioni di latino, matematica, scienze e filosofia. Lezioni di chitarra, creazione di siti web e molto altro.
PROGETTI Una voce contro il femminicidio ANCORA PANCHINE ROSSE SU TUTTO IL TERRITORIO PROVINCIALE Una panchina è luogo di sosta e di riposo, di riflessione e di condivisione degli spazi. Le #panchinerosse, un progetto di Stati Generali delle Donne, promosse dai Comuni e realizzate da scuole, associazioni, cittadini, fanno si che esse siano anche simbolo di una sempre maggiore consapevolezza e di volontà di giustizia. Questo libro racconta come le comunità reagiscono e cerchino di contrastare la barbarie della violenza contro le donne. Esso testimonia le cose fatte e come la #panchinarossa abbia suscitato inte-
resse ed abbia unito individui e territori. Nel dare voce, nel ricordo, a tante donne ammazzate barbaramente, non vuole solo mantenere viva la memoria ma anche divenire uno strumento di sensibilizzazione e informazione verso un processo attivo di trasformazione che pone interrogativi e chiede risposte. E' uscito il libro #panchinerosse, a cura di Marta Ajò. Si può comprare su ogni store on line oppure scrivere un mail direttamente all'editore: andrea.ceriani@kkien.net
Call “Le parole delle/per le donne” Contribuisci anche tu alla scrittura del dizionario degli Stati generali delle Donne Gli Stati Generali delle Donne, dopo l'incontro a Matera dello scorso gennaio, stanno costruendo il progetto “Le città delle donne”, un grande e attivo contenitore di progettualità che sta man mano prendendo forma. Tra le azioni pensate vogliamo qui presentare una call che si trasformerà in una rubrica e speriamo anche in una pubblicazione di un dizionario sulle “parole delle/per le donne”. Chiediamo a tutte/i voi di esprimersi e partecipare alla stesura del dizionario proponendo un significato a queste parole già individuate a Matera e proponendo altre parole.
conciliazione, inclusione, resilienza, multitasking, etica, fiducia, crescita, lavoro, accettazione, autenticità, equilibrio, armonia, sostenibilità, dignità, solidarietà, sviluppo
"Le parole delle/per le donne” è un progetto pensato con l’obiettivo di spiegare, con modalità collettive, i termini che identificano i nostri percorsi, le nostre attività, le nostre emozioni e il nostro essere donne in questa società, dal nostro punto di vista.
Alcune parole, ormai nell'uso comune, sono diventate fuorvianti e non ci aiutano nel cammino intrapreso. Parola dopo parola a partire
dal 1 marzo al 31 dicembre 2019 gli Stati Generali delle Donne costruiranno e condivideranno via Facebook, Twitter e attraverso il sito www.statigeneralidelledonne.com il dizionario.
Partecipare alla call è semplice: basta inviare 10 righe di significato alle parole già suggerite o ad altre parole che si ritengono significative alla mail: isa.maggi.statigeneralidonne@gmail.com entro il 31 dicembre 2019. L’hashtag è #leparoledelledonne Cammin facendo forniremo strumenti utili per una piena consapevolezza e una diffusa capacità di comprensione e approfondimento. Ed anche i canali social diventeranno un utile strumento per contrastare le ambiguità, rilevare e comprendere i significati fuorvianti e contribuire alla chiarezza del percorso che le donne stanno compiendo per far diventare l'Italia un Paese per donne. Segreteria organizzativa isa.maggi.statigeneralidonne@gmail.com 366 2554736
#leparoledelledonne
#leparoledelledonne
F.lli Guerci Un’azienda operativa fin dal 1924, iniziata con il nonno e successivamente entrata a far parte della vita di 3 dei suoi 6 figli, per vedere continuare l’attività agricola, fino ai giorno di oggi raggiungendo la quarta generazione. Milena ci spiega che sono partiti da un piccolo appezzamento di 1 ettaro fino ad arrivare a 42 vitati, 5 dei quali in fase di reimpianto.
Una vera e propria azienda a Km zero, dal campo nudo all’impianto in vigna fino alla produzione di bottiglie finite. Il Pinot Nero è il prodotto di punta, lavorato in tutte le sue vinificazioni, per poi passare alla Croatina da Bonarda, Barbera, Riesling, Moscato e Rosato. Per la famiglia Guerci il Pinot Nero è un simbolo del territorio Olprepadano, perchè ottiene il vanto di essere l’area di maggior produzione d’Italia, puntando molta attenzione al Metodo Classico e Martinotti dove potrete degustare lo Spumante 924, chiamato in onore all’anno di apertura dell’azienda oppure il 222 A.C., dove in quella data, a Casteggio ci fu un’importante battaglia capitanata dal Console Marcello, per sconfiggere i Galli invasori… storie di un’altra epoca che si intrecciano ai giorni moderni, un attaccamento alle vicende del territorio che continua ad evolversi e la Famiglia Guerci lo segue continuando le antiche tradizioni, passando dal Brut Metodo Classico, al Cuvee più beverino o al Cruasè fruttato e floreale, infine al nuovo Pasdosè 222000 senza zuccheri aggiunti, richiamando l’attenzione di intenditori desiderosi di scoprire i vini di un’azienda completamente famigliare.
In otto sono a dirigere ogni cosa, dalla vigna, all’imbottigliamento, agli aspetti più di ufficio come contabilità e comunicazione, ognuno ha il suo ruolo indispensabile ma intercambiabile quando qualcuno necessita un aiuto in più.
“Non c’è separè tra i proprietari e i dipendenti, si fa tutto insieme per il bene della continuità dell’azienda” afferma soddisfatta Milena. Per concludere in bellezza, l’accostamento ideale ad un dessert sostanzioso è con il Moscato a macerazione a freddo, che mantiene tutta la sua freschezza del succo d’uva. Invece il Moscato Passito Apricus è un vero gioiello dai riflessi dorati, dolcemente morbido e persistente, con una gradazione alcolica che raggiunge i 15% vol, più adatto con abbinamenti di formaggi forti. La famiglia Guerci è molto attenta alla soddisfazione dei propri clienti, diffondendo l’amore per la viticoltura; partecipano a molte iniziative come Cantine Aperte, Festa di San Martino, la Vendemmia dei bimbi… proponendo anche degustazioni ricche di prodotti locali come polentate e risottate!! Scoprite tutte le esperienze da vivere in cantina e non solo!
A casa Guerci si festeggia cosi l’addio all’inverno
Addio inverno... Addio inverno...
... con Polenta e Vino!
Amici e famiglie unite da un buon cibo rustico, fumante e profumato... vino a volontà , lotteria a premi che anima la cantina, voci squillanti che pretendono di vincere, compleanni a sorpresa di chi sa stare al centro dell’attenzione! Milena e tutta la sua famiglia all’opera per non deludere nessun ospite, dove la dolcezza inizia dai bambini e finisce nel tradizionale dessert: torte e salame di cioccolato accompagnati da Moscato e Passito!
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Il Triangolo Teatrale
Pavia, Stradella e Broni... tra cultura e passione
Elio delle Storie Tese
In Oltrepò per la presentazione del suo nuovo libro
Davide Calvi e il Gruppo G74 Il teatro che fa ridere e fa del bene!
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TEATRO FRASCHINI DI PAVIA, TEATRO SOCIALE DI STRADELLA E TEATRO CARBONETTI DI BRONI: DAL 1700 AD OGGI Elisa Ajelli
Quando si parla di cultura inevitabilmente il pensiero corre al teatro. E La zona di Pavia, e l’Oltrepò in particolare, sono davvero ricchi da questo punto di vista. Basti pensare ai gioielli come il teatro Fraschini, il teatro sociale stradellino e il Carbonetti di Broni. Partiamo con il raccontarvi qualche aneddoto sul bel teatro della città di Pavia. Forse non tutti sanno che la storia dell’attuale teatro Fraschini nasce con il Teatro dei
Quattro Nobili Cavalieri, che viene pensato per contrastare i capricci del nobile Giacomo Omodei, unico proprietario a Pavia di un teatro. Omodei era un signore particolare abituato ad imporre i propri privilegi anche al pubblico, costretto a sottostare inutili imposizioni, come l’attesa dell’inizio dello spettacolo fino al suo arrivo. I quattro nobili (il Conte Francesco Gamberana Beccarla, il Marchese Pio Bellisomi, il Marchese Luigi Bellingeri Provera, e il Con-
Teatro Fraschini di Pavia
te Giuseppe de’ Giorgi Vistarino) decisero così di unirsi in consorzio per contrastare Omodei; la spuntarono e affidarono il progetto ad Antonio Galli Bibiena, rappresentante di un’antica e prestigiosa famiglia di scenografi-architetti. Dopo solo due anni dalla commissione, nel 1773 il Teatro venne inaugurato con l’opera Demetrio, con musiche di Giuseppe Mjslivečzek: nel cast era presente anche la famosa soprano Lucrezia Aguiari. Il Municipio acquistò poi il Teatro nel novembre del 1869, intitolandolo al celebre tenore verdiano di Pavia, Gaetano Fraschini, ancora vivente all’epoca della dedica. Nelle prime stagioni del Settecento erano rappresentate opere buffe, balletti e commedie in maschera. Dall’Ottocento, invece, vanno in scena la “Stagione di Carnevale”, la “Stagione di primavera” e spettacoli in occasione della Fiera di S. Agostino ad agosto. Il Novecento si caratterizza, infine, per gli spettacoli di prosa con i grandi capocomici dell’epoca, come Renzo Ricci, Angelo Musco, Cesco Baseggio. Dal dopoguerra i grandi divi del teatro classico come Vittorio Gassman, i divi della rivista Carlo Dapporto, Macario, il giovane Dario Fo, Giustino Durano e molti altri artisti hanno calcato questo palcoscenico. Le ultime stagioni sono all’insegna della prosa, del musical e delle musica. A marzo saliranno sul palco il musicista israeliano Avi Avital con il suo mandolino, Umberto Osini e Lucia Lavia con lo spettacolo di prosa “Il costruttore Solness”, il comico Pintus, e Franco Branciaroli e la sua compagnia con “I miserabili”.
Teatro Sociale di Stradella
Il Teatro venne costruito grazie all’iniziativa di alcuni signori della città, che avevano costituito, due anni prima, la «Società per l’erezione del teatro». Ne facevano parte l’avvocato Baldassarre Locatelli, l’avvocato Agostino Depretis, il conte Arnaboldi Gazzaniga, l’ingegner Giuseppe Sabbia, l’ingegner Callisto Longhi, l’ingegner Antonio Visini, l’ingegner Battista Coelli ed “altri nativi del Borgo”. Costruito su progetto dell’architetto Giovanbattista Chiappa, autore di importanti opere, sia private sia pubbliche, a Pavia, Lodi e Milano, l’edificio ricalca la tipologia del teatro neoclassico in voga nel secolo. L’intensa vita artistica che ruotava attorno all’istituzione incentivò anche la costituzione di compagnie locali: nel novembre 1918 nacque la Compagnia Filodrammatica Città di Stradella, sotto la direzione artistica di Ritù Rizzi, compagnia che fu stabile per circa vent’anni, mentre nel 1939 fu fondata, sempre dalla stessa artista, la Compagnia Operettistica Città di Stradella, che debuttò con l’operetta Primarosa di Giuseppe Pietri, mietendo successivamente consensi con gli allestimenti dei più famosi titoli come La vedova Allegra, Il paese dei campanelli, Cincillà, Scugnizza, Il conte di Lussemburgo.
A Stradella, invece, esiste un piccolo gioiello, da tutti definito “una Scala in miniatura”.
Dopo un lungo periodo di inattività, il teatro ha ripreso a funzionare nel 2006 con il nome di TESS (Teatro Sociale Stradella): in questi anni compagnie prestigiose e attori famosi hanno calcato il palcoscenico, facendo registrare ottimi successi. La stagione 2018/2019 ha già visto rappresentazioni molto valide, con attori del calibro di Michele Placido, Milena Vukotic, Luisa Ranieri, Giulio Scarpati e Valeria Solarino. Per il mese di marzo sono in programma gli spettacoli di prosa “Un momento difficile” con Massimo Dapporto e “Miss Marple, giochi di prestigio” con Maria Amelia Monti, l’opera napoletana “Scugnizza” e vari spettacoli di musica.
Teatro Carbonetti di Broni
Il terzo gioiello pavese si chiama Teatro Carbonetti di Broni. Un teatro moderno e sicuramente molto differente dagli altri due già descritti, nasce nel 1881 come teatro all’italiana. Dalla sua nascita, il Carbonetti si affermò sempre come centro nevralgico, come edificio significativo insieme alla Basilica, all’ospedale Arnaboldi e alle scuole e riuscì ad adattarsi molto bene ai mutamenti del tempo: con l’avvento del cinema, infatti, il teatro si adeguò al nuovo settore e la popolazione ne usufruì. Gli spettacoli teatrali all’inizio del Novecento iniziarono così ad alternarsi a quelli cinematografici.
Dopo anni di successi indimenticabili, la struttura chiuse nel 1985 per poi riaprire, in grande stile, nel settembre del 2013. Tutto questo è stato possibile grazie ai grandi lavori di restauro, eseguiti dallo studio Eandi di Torino tra il 2011 e il 2012. Sono passati solo pochi anni dalla riapertura, ma il successo degli spettacoli dimostra che l’idea dell’amministrazione è stata vincente. Sul palco si alternano spettacoli comici, di prosa, di musica e per tutte le età. Anche i più piccoli, infatti, hanno la possibilità di divertirsi, grazie alle rassegne domenicali dedicate a loro. In questo mese saranno in scena il comico Gabriele Cirilli con “La famiglia Addams”, Claudia Penoni nel giorno della festa della donna con “Donne della mia vita”, Drusilla Foer con “Eleganzissima” e la coppia Gaia De Laurentis e Ugo Dighero con “Alle cinque da me”.
Elisa Ajelli
DAVIDE CALVI E IL GRUPPO G74
Parlando di teatri, non si può non nominare il Gruppo G74. Una compagnia antica, nata, appunto, nel 1974 a Oliva Gessi, grazie ad un gruppo di ragazzi che all’epoca si sono ritrovati per fare qualcosa per aiutare un amico missionario, don Alfredo Ferrari, un prete del paese che si è recato poi in Africa.
«Esisteva già un teatro nel comune, il famoso teatro ora intitolato a Maurizio De Filippi, protagonista storico della compagnia» racconta Davide Calvi, vice presidente del gruppo attuale «Usando questo teatro hanno iniziato a fare commedie, con il regista storico Beppe Buzzi, comico vogherese: per più di 40 anni è stato la mente del gruppo». Negli anni 2000, dopo la morte del protagonista storico De Filippi, alcuni amici e interpreti della compagnia originale hanno ricostituito il gruppo.
«Sono passati 18 anni da allora e siamo cresciuti» continua Calvi «Abbiamo continuato a portare in scena le commedie: prima erano un po’ più legate ad Oliva Gessi, poi si è iniziato a girare un po’ per il territorio della provincia. Fini alla sua scomparsa il regista è sempre stato Beppe Buzzi, dopo ci siamo autogestiti sulla falsa riga della regia precedente».
Le commedie appartengono alla tradizione teatrale e vengono rappresentate generalmente in dialetto: «La lingua ufficiale della nostra compagnia è il dialetto oltrepadano» spiega il vice presidente...
«Lo scopo della compagnia è rimasto quello del '74: raccogliere soldi per le missioni di don Alfredo e di suor Maddalena Serra, originaria di Torricella Verzate, impegnata in Mozambico. A fine anno, tolte le spese vive del camion, tutti i ricavati vengono donati alle missioni. Tutti gli anni si fa una commedia nuova, quelle classiche in tre atti tradizionali, e rimane sempre attivo lo spettacolo di varietà che all’occorrenza portiamo in giro dove serve qualcosa di più smart e di meno impegnativo della commedia. A seconda dell’evento cerchiamo di adattarci a quello che può essere il riscontro del pubblico». Il gruppo è davvero unito, sempre in movimento, che cambia a seconda delle commedie. «Aldila’ del gruppo storico, cioè io, Andrea De Filippi, che è il presidente, le moglie e fidanzate: da semplici sbarbatelli siamo diventati adulti, ci unisce
Il Gruppo G74 al Teatro Sociale di Stradella
la passione per il teatro e il fatto di poter fare qualcosa di utile e bello per gli altri, un qualcosa che può portare aiuto. Siamo una seconda famiglia in tutti i sensi: si crea un legame particolare. Un gruppo eterogeneo che va dai 25 ai 40 anni. Io personalmente ho iniziato nel 2004, sono un veterano, sono tanti anni che calco il palcoscenico ed è molto bello. Far ridere la gente è stupendo. Il nostro pubblico è in prevalenza femminile e tante signore mi dicono alla fine dello spettacolo “grazie perché abbiamo passato due ore divertendoci e dimenticando i problemi che abbiamo”. Cosa posso dire di più? Il ridere è una medicina stupenda, ogni tanto un po’ di leggerezza serve proprio. Il nostro è sempre un teatro molto educato, con un dialetto che non è usato per far ridere in modo volgare. Il ruolo di capocomico lo si cambia a seconda delle commedie e dell’interpretazione» L’ultima fatica che il gruppo G74 sta portando in scena di intitola “Né di Venere né
di Marte”, una commedia che prende in giro la superstizione. «C’è il personaggio del capitan Brambilla legatissimo alla superstizione che ha una figlia che si vuole sposare e lui insiste per il matrimonio con un fidanzato prescelto» rivela Calvi «Ma gli intrighi famigliari permettono di far cadere nel tranello il signor Brambilla. E si dimostra così che la superstizione non esiste e le cose devono essere lasciate andare come devono andare. Abbiamo le ultime rappresentazioni a Rivanazzano Terme e a Portalbera nelle prossime settimane». Il gruppo è poi già al lavoro per preparare la nuova commedia: «Tutti gli anni da gennaio a giugno prepariamo il nuovo copione. Come da tradizione, facciamo ‘la prima’ a Oliva Gessi e poi partiamo con gli spettacoli in tutti gli altri paesi. In tutto sono una ventina di date. Parlare della nuova commedia è ancora prematura: possiamo sicuramente dire che sarà, come sempre, una commedia dialettale scritta da noi».
ELIO PRESENTA IL SUO NUOVO LIBRO “UAIRED” “Un libro scritto insieme ad un amico Franco Losi, una storia di Fantascienza, o meglio, di Fantacronaca. Una serie di eventi intrecciati che avvengono in 40 anni. Una storia di alieni indistinguibili dalla razza umana, che si svolge qui, da queste parti... Perchè tutti i fatti di alieni devono essere ambientati in America? Se gli alieni non conoscono i posti del mondo, allora uno vale l’altro... e perchè non l’Oltrepò?” Elio Un racconto ricco di riferimenti di musica italiana (immancabile) ma anche di tantissimi termini inglesi italianizzati, partendo la titolo: Uaired.
“Perchè dobbiamo fare fatica a leggere le parole?” Elio Elio non confida altro all’Enoteca Giorgi, circondato da amici rilassati da un buon calice di bollicine. Che dire, una sorpresa inaspettata, da gustare con gli occhi e immaginazione!
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Oltrepò in Sport
Calcio stradellino
Lucia Tuoto Fotografia in volo
Moda 2019
La parola alle esperte di Style: Federica Barbieri, Francesca Razore e Maria Cristina Guerci.
Elisa Ajelli
CALCIO STRADELLINO L’Oltrepò Pavese è molto ricco anche dal punto di vista sportivo. Come non pensare alla squadra di calcio OltrepoVoghera? O alle ragazze della pallavolo femminile di Stradella? E ancora al basket bronese. E non solo… anche a Pavia città si spazia dal calcio, al basket, al rugby. Nei prossimi numeri vi racconteremo tutte le belle realtà sportive presenti s ul territorio pavese. Come primo step abbiamo deciso di raccontarvi la storia del calcio stradellino.
La prima formazione calcistica della città di Stradella nasce nel 1920 con la costituzione della sezione calcio della Società Ginnastica Stradellina, che si iscrisse alla Terza Divisione Lombardia nel 1922. Un volta ottenuta la promozione in Seconda Divisione Nord nel 1930, nel 1931 cessa l'attività. Le subentra nello stesso anno l'Associazione Calcio Ezio Sclavi di Stradella, che si affilia al neonato U.L.I.C. e due anni più tardi passa alla FIGC, ripartendo dalla categoria abbandonata dalla preesistente S.G. Stradellina. L'esperienza cessa nuovamente nel 1935, in quanto la squadra Ezio Sclavi è costretta a interrompere l'attività a causa della partenza di molti giocatori per la guerra d'Etiopia. L'attività calcistica stradellina riprenderà regolarmente soltanto nel 1943, anno in cui rinasce la Società Ginnastica Stradellina, che dopo aver disputato il Torneo Misto Serie C-Prima Divisione, nel 1945 si iscrive alla Serie C nazionale. Dopo due retrocessioni di fila nel 1948 e 1949 e alcuni anni trascorsi tra Promozione e Prima Divisione, nel 1957 la Stradellina si unisce all'Associazione Calcio Ragazzi Primavera, mutando denominazione in Società Ginnastica Stradellina Primavera. Il nuovo sodalizio disputa due stagioni nel Campionato Lombardo Dilettanti, per poi stazionare in Prima Categoria fino al 1982 (salve le parentesi 1965-66 in Seconda Categoria e 1977-81 in Promozione). Nel 1982, dopo essere retrocessa in Seconda Categoria, l'S.G. Stradellina Primavera dichiara il fallimento e cessa l'attività.
Nel 1981 il neonato Football Club Stradella, si iscrive alla Terza Ca-
tegoria e assume la guida del movimento calcistico stradellino. Ripescato in Seconda Categoria nel 1983, il club muta nome in Società Calcistica Stradellina 1981 e nel 1984 si unisce all'Unione Sportiva Portalberese di Portalbera: la fusione genera l'Unione Sportiva Oltrepò, basata a Stradella, che rileva il titolo sportivo portalberese e viene quindi ammessa al campionato di Promozione. Dopo due stagioni concluse con altrettante promozioni consecutive, l'Oltrepò conquista la Serie C2; seguono nove anni di altalena tra essa e il campionato Interregionale (5 stagioni in Serie C2, 4 in Interregionale). Nel 1993 l'Oltrepò retrocede in Eccellenza, ove rimane fino al 2000, quando un'ulteriore retrocessione lo relega al campionato di Promozione. Nel 2001 l'U.S. Oltrepò si unisce al Football Club Bronese creando la Società Calcistica Oltrepò Bronese Stradella, che si iscrive alla Promozione, da cui tuttavia retrocede immediatamente in Prima Categoria. L'anno successivo si chiude con l'immediata risalita in Promozione e un nuovo cambio di denominazione: la società adotta infatti il nome Associazione Calcio Oltrepò Stradella.
Nel corso delle tre successive stagioni in Promozione, l'A.C. Oltrepò Stradella entra progressivamente in crisi finanziaria, che nel 2006 sfocia nel fallimento e nella trasmissione del titolo sportivo alla neonata Società Ginnastica Stradellina, che garantisce il mantenimento della categoria per le tre stagioni successive. Nel 2009 l'S.G. Stradellina si fonde con il FootBall Club Casteggio Broni (militante in Serie D) che cambia pertanto denominazione in Stradella Broni Casteggio Oltrepò S.r.l. Il nuovo sodalizio viene subito retrocesso in Eccellenza, rimanendovi per le tre stagioni seguenti, sfiorando costantemente la promozione. Nell'estate del 2013 la S.B.C. Oltrepò si unisce all'Associazione Sportiva Accademia Team Anni Verdi Voghera (attiva al tempo col solo settore giovanile). La fusione vie-
ne patrocinata dal comune di Voghera (in concomitanza con la cessazione dell'attività della AC Voghera, storica squadra cittadina) e dà vita all'Associazione Sportiva Dilettantistica OltrepoVoghera, che mantiene la sede sociale a Stradella, adottando però come sede delle gare casalinghe lo stadio Giovanni Parisi di Voghera. Il nuovo sodalizio debutta in Eccellenza (rilevando la matricola FIGC del S.B.C. Oltrepò), vincendo il proprio girone e conquistando la promozione in Serie D. Attualmente la squadra milita sempre nel campionato di serie D (girone D): la stagione in corso dell’OltreVoghe è parecchio in salita e la squadra ha come obiettivo principale la salvezza. Ma dopo aver battuto la Pergolettese, prima in classifica, nell’ambiente rossonero circola un cauto ottimismo a nove partite dalla fine del campionato e la zona salvezza non è più un’utopia.
Lucia Tuoto
Fotografa in volo
Un amore viscerale per le colline d’Oltrepò ed un’irrefrenabile desiderio di raccontarle da un punto di vista privilegiato: dall’alto. Mi chiamo Lucia Tuoto, sono fotografa e lavoro nel mondo della comunicazione da più di 10 anni. La passione per il volo e per la fotografia mi hanno portato a farne un lavoro ed una ragione di vita; quando non volo FOTOGRAFO e quando non fotografo, VOLO, ma spesso le due attività si fondono ed è EMOZIONE pura. Mi sento privilegiata perché ho la fortuna di vedere luoghi che è difficile, se non impossibile, vedere camminando o andando in bicicletta. Il parapendio è la massima espressionedella mia filosofia di vita: green, sostenibile, avventurosa edemozionante.
Vieni a volare con me?
CONTATTI: Cell. 327 6854788 - e-mail: luciatuotophoto@gmail.com
r e m m u S g n i r p S 019 2 LE GIORNATE SI ALLUNGANO, IL SOLE SCALDA SEMPRE DI PIÙ E LA PRIMAVERA È ORMAI ALLE PORTE. COME DA COPIONE, QUINDI, ARRIVA ANCHE LA VOGLIA DI VESTITI PIÙ LEGGERI E PIÙ COLORATI SENZA TRALASCIARE I DIKTAT DELLE NUOVE TENDENZE. Elisa Ajelli
Ma co Ab prim sa bia av pro FE DE p s RIC up mo era one e ch A er st la E M BAR espe iesto ate mo 2 da AR BIE rte a 0 IA RI, de tre 19? CR FRA l s do e n IST IN NCE ttore ne A GU SCA : ER RA CI . ZOR E
” e m m e F a L “ a c i r e d e F Giovane imprenditrice e titolare della boutique “La Femme”, in via XXVI Aprile a Stradella non ha dubbi e dichiara: «Febbraio ci ha regalato delle bellissime giornate di sole che hanno invogliato sia me che le mie clienti ad anticipare l’allestimento primaverile in negozio. La tendenza di questa stagione è data ancora dalle linee morbide, da sovrapposizioni di fantasie geometriche e floreali... e ovviamente tanto tanto
colore. Colori più pastello per la primavera e colori più accesi per l’estate. Mi piace creare look personalizzati, mischiando brand diversi e rivisitando gli outfit proposti dai singoli stilisti. Cerco di mischiare i prodotti più modaioli a quei capi che secondo me non devono mancare nell’armadio di ogni donna. Nelle cose semplici però io amo ricercare il dettaglio: è quello che fa la vera differenza».
a n i t s i r C ia rci MarG ue Anche Maria Cristina Guerci, oltrepadana doc e titolare dell’omonimo negozio in piazza Cavour a Casteggio parla dell’arrivo dei colori. «Finalmente colore! Ci sono anche abbinamenti un po’ nuovi, come rosa e fuxia, e poi i fiorati. La donna è sempre molto femminile, ritornano gli anni Trenta, che secondo me sono stati gli anni in cui la donna ha vestito meglio, e tornano le lunghezze con gonne lunghe, svasate e a vita alta. Dall’altra parte, le teenager saranno con la minigonna assolutamente. Diciamo che con questo tipo di moda, la donna può anche concedersi qualche chilo in più, perché è una donna anche estremamente morbida. Anche gli stilisti famosi hanno lanciato l’idea della modella un po’ più in carne: basta con le modelle anoressiche, adesso ci sono le donne più morbide, che si vogliono bene e sono in forma». La politica di Maria Cristina è di dare alle clienti articoli nuovi ogni settimana. «Ci arrivano circa 100/150 pezzi nuovi tutte le settimane e le clienti così hanno ampia scelta. E poi stiamo attente anche ai prezzi: abbiamo visto che è cambiata la mentalità e sopra ad un certo target la cliente non compra più».
a c s e c n a r F ” a i o i G o m “Inti
A pochi passi dalla piazza principale di Casteggio, in una via non molto trafficata, dal 2016, vi è una piccola boutique di intimo, raffinata ed elegante. Un delicato profumo di vaniglia, una vasta gamma di prodotti che si distinguono per comfort ed originalità, la gentilezza, dolcezza e preparazione della titolare, Francesca Razore, sono le principali caratteristiche che vestono questo splendido negozio. La clientela che si rivolge al negozio di intimo di Casteggio sa di poter trovare prodotti che soddisfano a pieno elevati standard sia in fatto estetico che di scelta di materiali, cuciture, vestibilità, fantasie e decorazioni. Numerose le novità tra cui la pos-
sibilità di acquistare le coppe differenziate, pigiami e sottovesti, costumi da bagno presenti in negozio sia durante i mesi invernali che estivi. Tante le novità anche per la collezione maschile; biancheria intima, calze, costumi da bagno, pigiami e molto altro. L’affidabilità, il comfort e la resistenza degli articoli di Gioia si affiancano ai prezzi concorrenziali, per soddisfare un’ampia e variegata clientela. Nello store è possibile trovare graziose idee regalo, fantasiose bomboniere, originali centrotavola e decorazioni in gesso realizzate a mano dalla stessa Francesca che vi aspetta numerosi con tante novità e prodotti di qualità.