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WINE&FOOD&FUN

. LE VALLI DEL VINO

Golferenzo ALTO OLTREPO’ Santa Margherita Staffora #VINO Colorfood@Expo2015 By Dan Lev DAL TAJADÙ Risotto con fagioli di Gambolò e verza SOSTE GOLOSE Agriturismo Crevani UNO DI NOI La pancetta pavese #SCOPRENDO Abbinamenti eccellenti a Riccagioia

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n.10





EDITORIALE

Questa settimana, seg-

Bergamini che ci propone

uendo gli itinerari sug-

una ricetta DOC: Risotto

geriti dall’Assessorato al

con fagioli di Gambolò

Turismo della Provincia

e Verza. Se ancora non

di Pavia, ci muoviamo in

siamo soddisfatti pren-

Oltrepò. Visitiamo Golf-

diamo spunto da Color-

erenzo, tra le Valli del

food, evento presentato

Vino, e, in Alto Oltrepò,

da Remo Pàntano. E per

Santa Margherita Staf-

la rubrica #Scoprendo:

fora. Durante una breve

“Abbinamenti

sosta ci prepariamo un

a Riccagioia.

Eccellenti

buon panino con Pancetta alla Pavese, pen-

Seguiteci

anche

su

sando già al menù per la

www.mabedo.it e sulla

serata. Ci Viene in aiuto

pagina facebook PVMag-

il nostro Tajadù Valerio

azine.

PVMagazine è realizzato con il patrocinio della Provincia di Pavia


SOMMARIO

LE VALLI DEL VINO Golferenzo.

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L’ALTO OLTREPO’ Santa Margherita Staffora.

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#VINO rubrica a cura di Remo Pàntano COLORFOOD@EXPO2015 by DAN LEV, un’esperienza fotografica di arte e food in Oltrepò da Travaglino.

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DAL TAJADÙ rubrica a cura di Valerio Bergamini 46

Risotto con fagioli di Gambolò e Verza.

SOSTE GOLOSE 54

Agriturismo Crevani.

UNO DI NOI: i prodotti tipici 60

La Pancetta Pavese.

#SCOPRENDO 66

Abbinamenti Eccellenti a Riccagioia.


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erra disseminata di vini e castelli, di boschi e piccoli borghi storici, questo è il “nostro” Oltrepò, da scoprire attraverso le strade che dalla pianura si arrampicano nelle valli, fino ad arrivare alla punta meridionale della nostra provincia, quasi affacciati sul mar ligure… Durante questo percorso incontriamo Golferenzo: il paese venne elencato tra le terre che l’imperatore Federico I pose nel 1164 sotto il dominio pavese. Anche Golferenzo, secondo l’opinione dominante, fu fondata dai popolazini celtiche. Il suo nome deriverebbe dall’unione dei due vocaboli celtici “goro” (che avrebbe significato “terra”) e “frin” (che avrebbe indicato il “monte”). Un’altra ipotesi, invece, fa provenire il toponimo Golferenzo da un nome longobardo “Wulfari”, latinizzato poi in “Gulfarius”. Nel 1690 Golferenzo fu venduto ai Belcredi e il feudo di Montecalvo, con Volpara e Golferenzo, durò fino al 1797, quando il feudalesimo fu abolito. Tuttavia fino alla fine della seconda guerra mondiale gran parte del territorio comunale


rimase di proprietà della famiglia Belcredi, i quali usufriivano di mezzadri per la lavorazione dei fondi agricoli. Salendo ancora più su, arriviamo a Santa Margherita Staffora, un paese immerso in un territorio che fu abitato nella preistoria, per poi passare nei possedimenti dell’Abbazia di San Colombano di Bobbio, fondata da San Colombano nel 614. Il paese fu quindi incluso nel vasto Marchesato dei Malaspina; nel diploma ufficiale di infeudazione del 1164 è nominato il luogo di Santa Margherita. Nel fondo valle transitava la via del sale, percorsa da colonne di muli che percorrendo mulattiere raggiungevano Genova attraverso il passo del Giovà e il monte Antola. E come sempre, buon viaggio e… buon appetito!

Emanuela Marchiafava Assessore al Turismo – Provincia di Pavia


Ristorante Le R

Loc. Ponte della Becca, Telefono: 03 Mail: info@ler www.lerubi


Martedi 26 novembre Timballo di ricotta e carote al miele con riduzione di barolo e gourme di vegetali croccanti Raviolone imperiale su cavolo cappuccio e profumo di burro e animelle arrostite al sentore di bavere d’inverno Farcitello in volo con canto di cavoletti su grata di parmigiano in riduzione alla malvasia nera Tortino di riso in crema al moscato Martedì 3 dicembre Zuccotto salato con anima di cuore morbido al selvatico in salsa di provenze dei visconti in gourmè di tuberi rosolato in agro dolce Risotto fantasia dei tempi nobili con quaglia al cacio affumicato Liste di guancio con sapori rustici delle rive del Po’ Caciucco del fiume con crosta di pane aromatizzato Cuore morbido alla gianduia in crema di zabaione e ananas caramellata

Rubinie del Po

1- 27011 Linarolo (PV) 382 587039 rubiniedelpo.it iniedelpo.it


Le Valli del Vino

Golferenzo.

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olferenzo è una piccola comunità collinare nell’Oltrepò pavese, sulla sponda sinistra del torrente Versa, al confine con la provincia di Piacenza, di antica origine, con un’economia fondata essenzialmente sull’agricoltura. I primi insediamenti nella zona risalgono ai celti, ai quali andrebbe riportata anche l’origine del nome, fatto derivare dall’unione dei vocaboli celtici “goro”, che vuol dire territorio, e “frin”, che significa monte; non manca però chi ritiene che esso derivi dal nome latino di persona GULFARIUS. Nel medioevo appare nel privilegio imperiale del 1164 di Federico Barbarossa. Golferenzo ebbe a soffrire per il lungo conflitto che opponeva i pavesi ai piacentini, appoggiati dai milanesi. Federico Barbarossa, nella sua opera di redistribuzione dei feudi, aveva deciso di destinare Golferenzo ai pavesi, e Federico II aveva confermato l’assegnazione, ma, nel 1216, le truppe di Milano e Piacenza, tra loro alleate contro Pavia, entrarono in paese.

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olferenzo iniziò così a essere coinvolto suo malgrado in una gurerra che fu molto nociva al paese e fu colpito da contagi e carestie. A metà del XVII secolo divenne proprietà dei marchesi Dal Pozzo, cui subentrarono i Belcredi, che la acquistarono nel 1691 e la mantennero fino all’istituzione dei feudi decretata da Napoleone. Tale feudo venne elevato a marchesato e i Belcredi sono ricordati come i marchesi del luogo. Oltre ad essere stati uomini d’armi, essi furono uomini di pensiero: tra loro ricordiamo Giuseppe Gaspare, professore di diritto feudale, e donatore di sostanze alla biblioteca Ambrosiana di Milano per l’acquisto di libri e manoscritti. Il feudo di Montecalvo con Volpara e Golferenzo durò fino al 1797, quando il feudalesimo fu abolito. Tuttavia, fino alla fine della seconda guerra mondiale, gran parte del territorio comunale rimase di proprietà della famiglia Belcredi, i quali usufriivano di mezzadri per la lavorazione dei fondi agricoli. Nella struttura del centro storico arroccato sulla cima della collina si conservano le tracce dell’impianto medioevale. Pare che la torre del castello, che fu distrutto nel 1216, fa a lungo usata come prigione. La chiesa parrocchiale, risalente agli inizi del XVII secolo, dedicata a San Nicola di Bari, è appartenuta alla Diocesi di Piacenza e poi assoggettata nel 1817 a quella di Tortona.

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Golferenzo si svolgono due interessanti feste dedicate ai prodotti enogastronomici del territorio: Saxbere a giugno e Convivium a luglio. Camminare tra le vie del centro storico dell’antica Golferenzo degustando specialità locali come il Bonarda Doc del Podere Scabini ed il Moscato di Volpara dell’Azienda Rampuzzi è un’esperienza da non perdere. Sosta d’obbligo è il Ristorante Pizzeria dell’Olmo Napoleonico, aperto dal 1968 e rimasto immutato nel corso dei decenni. Il nome del locale deriva da una pianta di olmo (da cui oggi è stata ricavata l’insegna) che, secondo la tradizione, ospitò sotto le sue fronde Napoleone Bonaparte dopo la Battaglia di Lodi nel 1796. All’interno si è accolti in una sala arredata con gusto antico dal sapore rustico. In cucina, la signora Lina prepara i piatti tipici dell’Oltrepò Pavese, scegliendo le materie prime secondo stagione e secondo quel che la fantasia suggerisce. La scelta dei vini è molto accurata: bianchi, rossi e spumanti provengono dalle migliori cantine del territorio. Emma Scognamiglio Foto gentilmente concesse dal Comune di Golferenzo

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Menù del week end 22-23 novembre Salumi misti di nostra produzione accompagnati da una sfiziosa focaccia fatta in casa Carpaccio di lingua di manzo con salsa verde nostrana Frittura di cavolfiori dell’orto dorata Insalatina di verza con fagioli borlotti e pancetta affumicata all’aceto balsamico Salamino cotto caldo Risotto carnaroli alla milanese con pasta di salame Tortelli di radicchio fatti in casa con fonduta al gorgonzola Arrosto di carni bianche farcito con finocchi dell’orto al burro Osso buco di vitello nostrano con purè all’erba cipollina Cheese cake ai frutti di bosco Caffè



L’alto Oltrepò

Santa Margherita Staffora.

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a natura in questi giorni ci sta dando segnali importanti , forti alluvioni ha messo in ginocchio il nostro Oltrepò, ma la natura è anche questo e dopo ogni tempesta , il cielo smette di piangere e torna il sole sui nostri sconfinati paesaggi e lo staff Mabedo è già “on the road “ alla ricerca di nuove curiosità per i nostri lettori . Questa volta ci fermiamo a Santa Margherita Staffora, un comune italiano di circa 500 abitanti nel cuore della provincia di Pavia , a pochi km da Varzi , ma già abbastanza in “alto” da essere considerata meta montana turistica. Partendo dal nome che porta,. il nome Santa Margherita sta ad indicare una “santa” venerata ed ancora oggi il significato è rimasto tale. Per darvi piccoli cenni storici , i libri raccontano di un periodo dominato dai longobardi e già alcuni nomi dei luoghi , come ad esempio “SALA” ne dà certezza tangibile , sala sta ad indicare la sala padronale nelle abitazioni signorili.

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elle successive suddivisioni storiche, questa zona toccò al ramo dello Spino Fiorito e , negli anni a venire, fu spartito tra i Malaspina di Varzi e quelli di OramalaGodiasco. Con quest’ultimo feudo coincise il comune di Santa Margherita, detto Santa Margherita di Bobbio dal 1863. Importanti tappe si susseguirono poi negli anni,nel 1923 venne smembrato il Circondario di Bobbio e suddiviso fra più province ed infine il comune di Cella fu abolito ed in parte fu unito a Varzi. Da un punto di vista territoriale, le frazioni che comprendono questo centro sono Bersanino, Casanova Destra, Casanova Sinistra, Cignolo, Fego, Pianostano, Casale, Pian del Poggio, Cegni, Negruzzo, Vendemiassi, Sala,Massinigo, S.Margherita. Siamo in Alta Valle Staffora, dicevamo , una Valle che , mano a mano che la si risale, presenta trasformazioni non solo territoriali ma anche morfologiche. Si tratta di un terreno ricco di vegetazione con zone bagnate dal noto torrente che la attraversa e da cui prende la seconda parte del nome; lo Staffora però non è il solo torrente, altri corsi d’acqua minori caratterizzano la zona insieme con boschi di latifoglie, di conifere e una buona componente prativa. Molto estesa è la presenza di boschi di latifoglie e conifere; i primi in particolare di roverella, faggio, castagno e carpino nero, i secondi di pino nero e pino silvestre, il tutto alternato a zone di caccia aperte come campi e radure e che fanno dei boschi dimora di diverse specie di rapaci.

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iò che colpisce è la componente davvero rilevante di insediamenti rocciosi e la sua durezza rocce: non banchi di terriccio friabile, ma grandi blocchi di marne, calcare o rocce vulcaniche.. Una volta conosciuta un po’ Santa Margherita Staffora, cosa possiamo andare a vedere una volta arrivati qui ? Cosa consigliamo ai nostri lettori ? Tra le cose che più mi hanno colpita, il più conosciuto rimane “ il sentiero dei briganti”, un percorso escursionistico, lungo circa 5 km, collega i paesi di Brallo al paese di Fego. Nello specifico, da Brallo si raggiunge la frazione di Bralello in circa 15 minuti, il percorso attraversa la piccola frazione e scende verso il Bosco dei Giganti, uno stupendo bosco di castagni secolari. Il castagno forma estesi boschi nelle località montuose tra i 300 metri e i 1000 metri di altitudine. E’ un albero con un bel tronco e con una chioma quasi rotonda. Da non poter assolutamente non visitare è “la fornace romana, una struttura doveva servire principalmente alla cottura di mattoni e tegole, come è dimostrato dal notevole spessore del piano di cottura e dal rinvenimento di un gran numero di laterizi tra l’argilla che occludeva l’interno del forno. Tra le tipicità locali , fondamentali sono gli insaccati ed i formaggi.


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ra le ricette più locali , si citano gli “sciatt” , che deriva da una miscela di farine,grappa e sale, aggiungendo acqua minerale, ottenendo un impasto non troppo morbido. Tagliarti poi a cubetti di formaggio, immersi nella pastella, raccolti con un cucchiaio e lasciati cadere nell’olio bollente. Altra golosità sono gli spaghetti ai 3 formaggi. Tra gli eventi e le feste, impossibile non aver partecipato almeno una volta nella vita al “ carnevale bianco”, che ogni anno, al mese di agosto, porta in valle persone di ogni provenienza. Vanno inoltre ricordate le feste patronali di San Giacomo e di San Michele , delle frazioni vicine. Più si sale e più l’amore per la propria terra e per le proprie radici aumenta e lo si percepisce tra la gente che si incontra lungo le vie ed i sentieri. Durante il nostro viaggio, ci stiamo sempre più accorgendo di questa tendenza perché più sono paesi di “montagna” e più si è ancora legati ai vecchi mestieri, alle vecchie abitudini ed anche le nuove generazioni hanno questa indole innata. Mai come qui abbiamo incontrato giovani adolescenti in compagnia dei loro nonni , su trattori e carretti e questo ci ha letteralmente commossi. Stefania Bertonazzi

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Menù del week end 22 e 23 novembre Verdure alla griglia Prugne con pancetta Fesa affumicata di Chianina Affettati : Crudo di Dozza, Salame di Varzi, Coppa e Pancetta Antipasto misto completo € 9,00 Tagliolini freschi al tartufo nero € 13,00 Orecchiette al mascarpone e zafferano € 9,00 Fettuccine con gamberoni e lime € 9,00 Tagliatelle di farina di castagne con pancetta affumicata e pecorino € 9,00 Risotto zafferano e funghi porcini (min. 2 pers.) €. 9,00 Gnocchi di patate noci e gorgonzola € 9,00 Bucatini cacio e pepe € 9,00 Caprino al forno con anello di spinaci € 12,00 Filetto di branzino al lime e menta € 12,00 Manzo all’olio € 15,00 Costata di Chianina alla griglia € 18,00 Anatra ripiena al forno € 18,00 Filetto di manzo al passito € 18,00 Tagliata di manzo Kobe alla griglia con scaglie di grana e aceto balsamico € 19,00 Cotoletta impanata di filetto Fassona alla piemontese € 19,00 Tartare di manzo Kobe al coltello con tartufo nero € 23,00 Sfogliatina di frutta al forno € 5,00 Castagnaccio € 5,00 Torta di mele € 5,00 Carpaccio di ananas al lime € 5,00 Pane,coperto e servizio € 2,00


La Locanda di Calvignano Via Roma 10/12- 27040 Calvignano (PV) Telefono: 0383 398014 | Cell. 335 232960 Mail: info@lalocandacalvignano.it www.lalocandacalvignano.it


#VINO

COLORFOOD@EXPO2015 by DAN LEV, un’esperienza fotografica di arte e food in Oltrepò da Travaglino. 30


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ell’attraente cornice della Cantina Travaglino a Calvignano, territorio dalle antiche vestigia, risalenti all’anno 1111, venerdì 14 novembre si è celebrato un evento artistico unico, per un’azienda vitivinicola, Colorfood@ Expo2015, una performance fotografica, ideata dal food photographer israeliano Dan Lev, per Expo Milano 2015.

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a creatività, ispirata dal cibo, vissuta attraverso le mani di uno chef-artista, è catturata all’istante da un artista dell’immagine attraverso la fotografia, un connubio particolarmente frizzante se vissuto in un luogo desueto per la produzione d’arte ma di per sé artistico, come una casa vinicola. Nell’aia, dove pochi giorni prima sostavano i carri colmi d’uva matura, dove si respirava ancora l’odore acre del mosto in fermentazione, dove per secoli, nel divenire delle stagioni si è perpetuata la magica arte di trasformare il frutto della vite in vino.

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e artiste del cibo, Iside De Cesare, da Viterbo, ispirata dal colore giallo, Aurora Mazzuchelli, da Bologna, affascinata dal colore bianco, Victoire Gouloubi, di origini congolesi, che ama il rosso. Questi chef hanno saputo esprimere tutta la loro carica artistica attraverso una performance legata alla loro alta professionalitĂ .

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utto ciò non poteva che accadere da Travaglino, grazie alla sana ambizione di Cristina Cerri, a quell’impeto vigoroso che domina le persone lungimiranti, il desiderio di portare eventi di valenza internazionale in terra d’Oltrepò, per diffondere la conoscenza di questi luoghi, arricchendo la loro millenaria storia con proposte di ampio respiro e visibilità.

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er gli ospiti e i visitatori e stato un vero tripudio d’arte, sapore e piacere, specialmente per quei fortunati che si sono ritrovati nell’antica ghiacciaia della Tenuta dove mani esperte hanno carpito il nettare migliore dalle riserve padronali dei grandi vini dell’azienda. Prosit, alla prossima! Remo Pà ntano

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DAL TAJADÙ

Risotto con fagioli di Gambolò e verza. 46


Ingredienti 1 salame sotto grasso stagionato (almeno 8/10 mesi), 1 scalogno di medie dimensioni, 300 gr di Riso Carnaroli, 50 gr di prosciutto crudo, 1 bicchiere di Riesling Renano Oltrepò Pavese e 150 cl. circa di olio d’oliva e.v.

Per il brodo: 1 osso di prosciutto crudo, 1 pezzo di biancostato, 150 gr di fagioli di Gambolò (ammollati per 12 ore), una carota, una cipolla di Breme di piccole dimensioni, 1 gambo di sedano, 1/2 verza verde e sale.

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Preparazione

mi vesto con la camicia bianca e il cravattino. Stappo una botta di Barbacarlo Provincia di Pavia Rosso IGT 2009 di Lino maga e la mia gola si scompiglia perchè è gelosa della bocca che, per prima, assapora quella passione rossa liquida che crea dipendenza in chi lo assume. Grandi intenditori di vini e di vita come Luigi Veronelli e Gioànn Brera ave- vano, presso la cantina di Lino maga, una loro riserva personale di Barba- carlo cui attingevano cospicuamente nelle crisi di astinenza. Io non sono fortunato come loro ma, durante una recente degustazione proprio nel tempio del Barbacarlo a Broni, mi sono procurato una discreta scorta di bottiglie di varie annate che stappo solo nelle grandi occasioni, come questa. Inserisco nel lettore cd Le quattro stagioni di Vivaldi e alzo (leggermente) il volume e (cautamente) il calice. L’esecuzione sarà lunga (per fare le cose bene ci vuole il “suo” tempo) e il suono del violino mi accompagnerà nel “Cimento dell’armonia e dell’in- ventione...”

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Esecuzione

metto tutti gli ingredienti per il brodo in una pentola con circa tre litri di acqua oligominerale naturale e una manciata di sale. Faccio bollire lentamente e, a cottura ultimata, filtro il brodo e metto da parte fagioli e verza. mentre il brodo bolle preparo un soffritto sminuzzando il salame sotto grasso, battendo al coltello il prosciutto crudo e grattugiando con una grattugia fine lo scalogno fino a farne una specie di omogeneizzato (così si scioglierà completamente sugli altri ingredienti). metto tutto in una padella di rame con olio d’oliva e faccio rosolare finchè il grasso del salame si scioglie indorando la crema di scalogno. Aggiungo il Carnaroli e con un cucchiaio di legno giro i chicchi facendoli amalgamare agli ingredienti del soffritto e lasciandoli tostare brevemente. Sfumo con un bicchiere di Riesling Renano Oltrepò Pavese e aggiungo il brodo di fagioli e verze (tenuto sempre ben caldo sul fuoco), i fagioli e la mezza verza tagliata a tocchettini. Porto a cottura senza mai smettere di girare il riso nella padella col cuc- chiaio di legno e senza mai smettere di aggiungere brodo perche alla fine il risotto si deve presentare all’onda cioè bello cremoso o, meglio, “mostoso”. Valerio Bergamini

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Soste Golose

Agriturismo Crevani. 54


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’Agriturismo Crevani si trova a Golferenzo, magnifico comune sulle colline dell’Oltrepò Pavese. I prodotti genuini, l’ambiente familiare e amichevole lo rendono il luogo ideale per passare ore in tranquillità, a stretto contatto con la natura. La struttura si affaccia sulla vallata, la sala interna, curata in ogni particolare è semplice e accogliente.

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a famiglia Crevani porta in tavola piatti genuini e preparati con cura dalla Signora Antonella, i figli Davide e Matteo e il padre Donato si occupano delle stalle, degli orti, delle vigne e dei campi, dai quali derivano tutti i prodotti, dalla buonissima insalata russa all’ottimo vino e gli squisiti affettati della casa, passando per i ravioli di pasta fresca, arrosto, l’ottimo coniglio con i pinoli contornato dal bagnetto di verdure, infine il gustosissimo tiramisÚ, una delizia! Questi sono solo alcuni dei piatti offerti dall Agriturismo Crevani.


Agriturismo Crevani

Via Provinciale - 27047 Golferenzo (PV) Telefono: 0385 99093 Cellulare: 333 4181776 Mail: info@agriturismocrevani.it www.agriturismocrevani.it

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Uno di noi: i prodotti tipici

La pancetta pavese.

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a Pancetta pavese, chiamata in dialetto Panséta è uno dei prodotti tipici della provincia di Pavia, dove a tradizione e le tecniche di lavorazione dei prodotti utilizzati in passato vengono impiegati ancora oggi nella produzione di prodotti d’eccellenza!Per ottenere la pancetta viene utilizzato lo strato adiposo nella parte ventrale del suino, le carni del maiale devono provenire da femmine e maschi castrati. La Panséta è a forma cilindrica con un peso che può variare fra 1,5 e 3,5 chilogrammi e segue un particolare processo produttivo che inizia con la messa in frigorifero dello strato adiposo per far sì che si rassodi, agevolando le successive fasi di lavorazione.

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seguire la fase di salatura a secco, molto importante per la buona riuscita del prodotto, infatti vengono utilizzati: sale, nitriti, nitrati, chiodi di garofano, pepe nero e molte altre spezie. L’utilizzo di questi elementi durante il corso della stagionatura del prodotto permettono la comparsa e la stabilità del colore ed influiscono piacevolmente nella definizione dell’aroma e del sapore. Infine, dopo ‘arrotolamento, la cucitura e l’insaccamento si passa alla fase di stagionatura, che dura per circa 60 giorni. Una degli aspetti caratterizzanti della Panséta è la sua morbidezza... adatta da servire come affettato, e altrettanto prelibata per la preparazione delle più svariate pietanze. Valentina Nardecchia

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#Scoprendo

Abbinamenti eccellenti a Riccagioia.

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nche Mabedo era presente domenica 16 novembre al centro Riccagioia:stand di abbinamenti eccellenti ,una edizione veramente indimenticabile! Un gran plauso va ad Alessio Alfretti ed Eleonora Lardini per l’eccezionale organizzazione e cosÏ pure alle Pro loco per la loro preziosa collaborazione. Grande plauso agli chef Damiano Dorati per le sue prelibatezze e il racconto della sua passione divenuta professione e ai maestri Mario Musoni e Gianni Magnini per il risotto Riccagioia cruase’, ai giovani e promettenti talenti


dell’Enaip e alla Confraternita del Risotto,sempre efficiente e unica. Complimenti ad Emanuele Bottiroli, direttore del Consorzio Tutela vini dell’Oltrepo pavese,che ha accolto la Mabedo con la sua consueta carica di simpatia e professionalità e a Gaia Servidio per l’accoglienza allo stand del consorzio.Grazie a Laura Boatti per l’intervista che ha concesso riguardo al premio”Bollicine dell’Anno”Gambero Rosso 2015. Ci si augura che manifestazioni così ben costruite possano ripetersi sempre per il piacere di tutti i visitatori e per tutto l’Oltrepo pavese. Graziella Dezza

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Simo Resturant orno i g o z ez

aM

Men첫 Piatto unico 10 Euro

Piatto unico con calice di vino Euro 12

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via Cavour, 26 - 27049 Stradella (Pv) Telefono: 0385 43983 - 333 9546754 Mail: simonecucchiarelli@live.it www.simorestaurant.it


www.mabedo.it Pubbliredazionale Tutti i diritti riservati, la riproduzione totale o parziale è vietata in qualsiasi forma Realizzato da Fq Communication di Filippo Quaglini Immagini di MaBeDo Grafica: Federica Ferrari Webmaster: Zeus Telematica Pavia


Menù del 22-23 novembre Aperitivo della casa Salame, coppa e pancetta Crostino con lardo Chiodini all’olio extra-vergine Marinata di lonza al pepe rosa Involtino di bresaola al caprino gelatinato Strudel di sfoglia con mele, speck e salsa al parmigiano Salamino cotto con purea di zucca Risotto allo spumante con castelmagno e nocciole Tagliolini ai funghi porcini Ravioli allo stufato Girello di manzo tiepido alle erbe aromatiche Patate al forno Faraona nostrana al cartoccio profumata agli agrumi Misticanza di stagione Dessert Caffè e vini Montini € 30 bevande incluse Agriturismo Corte Montini Via Edoardo Montini 1, Fraz. Manzo Santa Giuletta (Pv) Tel. 0383/899382 - Fax 0383/899837


ll Circuito MaBeDo Card rappresenta pertanto il miglior modo di conoscere e apprezzare il territorio pavese, a prezzi agevolati! Gli sconti applicati variano da struttura a struttura e rappresentano sempre un interessante offerta.

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