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WINE&FOOD&FUN

n.4

. VERSO L’ALTO OLTREPÒ

Montesegale LE VALLI DEL VINO Montalto Pavese LE TERRE DEI RE il San Michele CASTELLI E RISAIE: Il Duomo di Vigevano #VINO La Vendemmia DAL TAJADÙ “Nature” Monsupello SOSTE GOLOSE Annabella Cafè Glamour Cafè UNO DI NOI Il Salame di Varzi #SCOPRENDO Bollicine in Castello Centro Ricreativo Carlo Boatti Oltrevini a Casteggio

. . . . . . . .





EDITORIALE

Anche questa settimana,

omo e a Pavia in San Mi-

la mission di PVMaga-

chele. Il tema principale

zine sarà quella di farvi

delle nostre rubriche? La

scoprire

territorio,

vendemmia, trattata da

quello del pavese, ricco

Remo Pàntano, e il mi-

di sorprese. A volte ci

glior spumante d’Italia:

capita di programmare

il Nature Monsupello, de-

gite fuori porta che poi

gustato per voi dal nos-

si rivelano essere este-

tro

nuanti se fatte nel week

Per i golosi, due fette di

end. Noi vi segnaliamo

Salame di Varzi, e poi

luoghi tutti da esplora-

via

re con piccoli pesini che

tazione ufficiale di Bol-

sono perle fatti di bellez-

licine in Castello, la due

ze storico

artistiche.

giorni dedicata al meglio

itinerari

della spumantistica Itali-

proposti dall’Assessorato

ana. Senza però esserci

al Turismo della Provin-

dimenticati di far tappa

cia di Pavia siamo stati

a Oltrevini e a Torricella

nella “città del pane”,

Verzate per ricordare il

Montesegale e a Mon-

mitico Carlo Boatti.

Seguendo

un

gli

Valerio

verso

Bergamini.

la

presen-

talto Pavese, patria del vino. E poi nelle nostre

Seguiteci anche su www.

due splendide città: a Vi-

mabedo.it e sulla pagina

gevano per visitare il Du-

facebook PVMagazine.

PVMagazine è realizzato con il patrocinio della Provincia di Pavia


SOMMARIO VERSO L’ALTO OLTREPÒ Montesegale.

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San Michele e la sua storia.

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LE VALLI DEL VINO Montalto Pavese.

LE TERRE DEI RE CASTELLI E RISAIE Vigevano, ilvescovado, il Duomo.

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#VINO rubrica a cura di Remo Pàntano La vendemmia, eterna competizione tra la fatica umana e l’allegria dell’anima.

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DAL TAJADÙ rubrica a cura di Valerio Bergamini 48

Il Nature, migliore spumante d’Italia.

SOSTE GOLOSE 58

Annabella Cafè al Demetrio.

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Glamour Cafè.

UNO DI NOI: i prodotti tipici 66

Il salame di Varzi.

#SCOPRENDO Sagre ed eventi in provincia. 70

Bollicine in Castello.

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Centro Ricreativo Carlo Boatti.

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Oltrevini a Casteggio.


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oniugare benessere e piacere della gola, cultura e appagamento dei sensi. Esigenze importanti per la nostra qualità della vita alle quali rispondere coniugando la

conoscenza del nostro territorio alla storia del cibo e dei sapori. Storie di uomini e di donne. Come quelle che ci tramandano le chiese di Pavia, storie di re e di regine come la potente ed influente Regina Teodolinda il cui nome si lega alla bellissima chiesa di San Michele, di fondazione longobarda, che durante il regno italico si afferma come luogo privilegiato dei rituali regi e in particolare di quelli di incoronazione. L’architettura della chiesa costituisce uno dei capolavori del Romanico Italiano. Le tre facciate, così come i pilastri e gli elementi decorativi interni, sono in pietra arenaria proveniente dall’Oltrepò. Oggi siamo più portati a identificare l’Oltrepò non come la terra dalla quale è scaturito il materiale per una delle chiese più belle di Pavia ma per i suoi prodotti enogastronomici. I suoi salumi, ad esempio. Anzi, il salume per eccellenza: il “salame di Varzi” prodotto tipico dell’Oltrepò Pavese. Il suo successo deriva anche dal microclima originato dall’incontro dell’aria della Pianura Padana


con quella proveniente dal mare che permette a questo insaccato un’eccellente stagionatura. Siamo nell’Alto Oltrepò da dove potete scorgere, se alzate lo sguardo, il castello trecentesco di Montesegale che, sorto sulla preesistente rocca del XII secolo, domina dall’alto il paese e si presenta come un austero complesso di corti e corpi di fabbrica cinto da mura merlate. Ricco di fascino e di grande eleganza è il castello di Montalto Pavese. Vi si accede attraverso un magnifico portale ornato da pinnacoli e vasi in terracotta. Il Museo della Civiltà contadina di Villa Illibardi, il Museo della Api a Palazzo Cristina e il belvedere della Madonna del Vento sono altri punti di attrazione per chi visita Montalto. Di tutt’altro impatto la piazza di Vigevano, disegnata tra il 1490 e il 1494, dal Bramante. Uno dei suoi quattro lati è occupato dalla Cattedrale, fatta erigere all’inizio del Cinquecento da Francesco II Sforza che le donò un tesoro di suppellettili liturgiche, reliquiari, codici miniati, paramenti oggi conservati ed esposti nel Museo del Duomo.Viaggiare è nutrirsi, conversare, vivere. Come lo stare a tavola. Buon appetito a tutti! Emanuela Marchiafava Assessore al Turismo – Provincia di Pavia


Verso l’Alto oltrepò

Montesegale.

S

ulle colline dell’OltrePo pavese, cuore di un riscoperto vino d’eccellenza, domina la valle del torrente Ardivestra, il Comune di Monteségale. Con poco più di 300 abitanti, la comunità sparsa nelle sue frazioni, può vantare di far risalire le proprie origini a prima del XI secolo. Il territorio di Montségal (in dialetto oltrepadano) fu sottratto alla signoria del vescovo di Tortona nel 1219 quando Federico II lo incluse al dominio pavese, concedendo il possedimento ai Palatini di Lomello del ramo dei Gambarana, i quali governarono sino all’abolizione del feudalesimo nel 1797.

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urono i nobili palatini che trasformarono nei secoli il borgo e il castello, contraddistinguendo l’impianto difensivo sino all’aspetto attuale. Oggi il fortilizio conta una cinta muraria con merlature e due corpi di fabbrica di epoche differenti. Di proprietà privata al suo interno vengono ospitate alcune manifestaizoni oltre che il Museo di Arte Contemporanea nel quale si possono apprezzare le opere di Bartolini, Brindisi, Crippa, Gattuso, Schifano e Treccani. L’abitato si integra al paesaggio, offrendo alla vista un interessante panorama con le tradizionali colture e aree boschive, testimonianza delle origini contadine del luogo, alle quali già in antichità si faceva riferimento per le coltivazioni di segale indicando la collina come: Montesicalis.

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l carattere rurale ha fatto conoscere in tutta Italia Montesegale come la “Città del Pane” ottenendo il riconoscimento De.Co. della Provincia di Pavia del Pansegale, insieme alla torta di mandorle, la Mundiöla (salume tipico del borgo), il Salàam da cöta (salame da cuocere) e la Trêsa, una treccia di pane artigianale di pasta dura a lievitazione naturale. Oltre alla visita delle chiese di interesse storico, il territorio offre per chi ama la vita all’aria aperta percorsi naturalistici immersi nel verde a contatto con gli animali. Marco Ariatta

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Le Valli del Vino

Montalto Pavese.

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ontalto è un castello, due Musei, il Riesling e un luogo magico che si chiama Belvedere, dove la magia consiste nel vedere tutto: le colline, la pianura, il fiume Po, i suoi pioppeti, Milano e le Alpi verso Nord, ma anche gli Appennini che si elevano e da Pavesi diventano Liguri verso il mare, verso Sud. E c’è il cielo, dove volano aquiloni, aeromodelli e deltaplani o da dove qualcuno osserva le stelle, che da qui sono tante e vicine. Montalto significa – è superfluo dirlo – Monte Alto: è per questo motivo che dal Belvedere è possibile vedere tutto. Ma il punto più alto di Montalto è il castello, a 466 metri di altitudine.

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È

così in alto il castello di Montalto che lo si vede da tutti i punti di quel tutto elencato sopra. Non soltanto è in alto, ma è anche grande: 120 metri di fronte, 20 di profondità, una dimora residenziale fra Medioevo ed Età Moderna, più villa imponente che rocca minacciosa, più estetica che guerra. Iniziarono la sua costruzione i Taverna e i Belcredi, alla fine del XVI secolo, sui resti di un castello d’avvistamento e difesa, uno dei due che all’epoca aveva Montalto. La costruzione proseguì nel tempo e si arricchì di due giardini, uno all’inglese e uno all’italiana. A metà ‘800 divenne proprietà dei conti Balduino e la è ancora, luogo privato, che si vede da ogni punto dell’Oltrepò, ma da lontano soltanto. E, forse, anche questo suo essere inavvicinabile è parte del suo fascino. Montalto è anche un Museo Contadino e un Museo delle Api: il primo sarà presto riaperto al pubblico dopo un periodo di chiusura, mentre il Museo delle Api è attivo e frequentato.

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oi, anzi, prima di tutto c’è il Riesling, che a Montalto e nei territori vicini trova massima espressione. Non solo Riesling, perché Montalto è nel cuore dell’Oltrepò, vigneti di bianco e di rosso tra i più estesi d’Italia. Infine, la Fiera, che si tiene a San Martino da secoli e che è una delle più antiche dell’Oltrepò. Nel 2014 si svolgerà nel finesettimana del 9 novembre e, come indica il Sindaco Angelo Villani, porterà in mostra artigianato e prodotti del territorio. Un territorio di solo verde e vigneti, 5 agriturismi, un B&B, due ristoranti e una trattoria che raccontano nei loro ambienti e nelle loro ricette la tradizione. Cinzia Montagna

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Le Terre dei Re

San Michele e la sua storia.

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a Basilica di S. Michele Maggiore è un capolavoro con il suo stile rappresenta uno dei più importanti monumenti religiosi di Pavia. Il perfetto stile romanico lombardo si testimonia in ogni suo dettaglio anche nel più piccolo, evidenziando il periodo di massimo splendore della nostra città ovvero quando Pavia era la capitale del Regno Italico. La costruzione, che ha raggiunto i giorni nostri, venne eretta tra il 1118 ed il 1155 periodo in cui svolse l’importante ruolo di sede per le cerimonie di incoronazione dei re.

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celta anche per la maestosità del suo edificio accresciuto dalla devozione dei suoi fedeli e dal materiale che la riveste, l’arenaria, pietra in grado di assorbire la luce e di rifletterla con diverse e bellissime tonalità , capace di donare alla Basilica di S. Michele Maggiore un certo alone di mistero. L’imponente Basilica si trova quasi nel centro della città. La planimetria con la sua forma a Croce Latina, aumenta la sua solennità con le tre navate, i cui rispettivi portoni si inseriscono nella facciata principale.

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Transetto si sviluppa per 38 metri e, ha una propria facciata con annesso un’ampia piazzetta che assolve alla funzione di sagrato. Dietro al transetto quasi sotto alla cupola ottagonale sorge l’altare maggiore in uno splendido legno dorato, che aumenta l’importanza del bassorilievo raffigurante il Canonico Giovanni inginocchiato davanti a San Michele. L’interno della Basilica è arricchito da numerosi affreschi di Bernardino Lanzani, inoltre possiamo ammirare la Madonna con i Santi Sebastiano e Rocco del Moncalvo e l’incantevole Incoronazione di Maria creata da Agostino e Giovanni Vaprio. Valentina Nardecchia

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Castelli e Risaie

Vigevano, il vescovado, il Duomo.

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oluto da Francesco II Sforza, nono ed ultimo duca di Milano, il Duomo di Vigevano resta il simbolo, con il castello e l’antistante piazza ducale di un incompleto progetto capace a rende grande la città natale di Ludovico il Moro. Per intercessione del pontefice Clemente VII, nel 1529 la città divenne sede diocesana avendo in dote oltre le tre parrocchie cittadine un’ampia porzione della terra Lomellina.

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a prematura morte del duca, concluse lo sfarzoso sviluppo della città ma non ne precluse l’edificazione della cattedrale incominciata nel 1532. Le offerte dei fedeli e del Comune permisero l’avanzamento dei lavori riuscendo ad avere nel 1606, sotto la guida del vescovo Giorgio Odescalchi, uno stato rustico del luogo di culto. Terminata nel XVIII sec. la facciata manierista non si abbinava alle linee scenografiche della piazza, utilizzata, per mezzo di una rampa quale ingresso del castello.

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u il vescovo Juan Caramuel y Lobkowitz che cercò di armonizzare il contesto rinascimentale ridisegnando l’ingombrante ingresso sotto la torre del Bramante e ideando la facciata barocca del duomo. Accanto alla cattedrale si erge la torre campanaria costruita su una primordiale struttura trecentesca. Marco Ariatta

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#VINO

La vendemmia, eterna competizione tra la fatica umana e l’allegria dell’anima.

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entre in molte zone d’Italia quest’anno si dovrà rinunciare a grandi vini quali ad esempio l’Amarone o la riserva del Brunello di Montalcino, l’Oltrepò Pavese nonostante gli allarmismi e il tempo bizzarro, è in vendemmia, quantità minore di uva, rispetto alle medie di questi ultimi decenni, ma di buona qualità. L’andamento climatico e le piogge, hanno obbligato i viticoltori a fare parecchi interventi nei vigneti per difenderli dai parassiti fungini e ciò significa un maggiore investimento economico che spesso purtroppo non è recuperato sul prezzo del vino venduto. Grazie alla conformazione dei vigneti di collina, alle diversità degli ecosistemi, delle diverse aree che compongono l’Oltrepò Pavese, alla cura cui si sottopongono i vigneti, sicuramente avremo delle differenze di maturazione e di resa ma sempre con risultati soddisfacenti.

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a vendemmia si è aperta il 25 Agosto con la raccolta del Pinot Nero e del Chardonnay base spumante, è proseguita con il Pinot Grigio e il Moscato e ora siamo in piena raccolta delle uve rosse. Per condividere l’aspetto più gioioso e tradizionale che questo evento rappresenta annualmente, veramente lodevole è stata l’iniziativa, presa dal Consorzio dei Vini, di proporre un’offerta turistica, molto accessibile e ricca di sorprese, rappresentata da “Vendemmia in Oltrepò Tour”, un “pacchetto” completo, per andare alla scoperta di luoghi ancora sconosciuti e vivere momenti unici, in un’antica realtà di fatica contadina che si trasforma in allegria, avvolta nel profumo del mosto che ribolle nelle cantine.

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uesta vendemmia, assume un valore ancora maggiore se ricordiamo che precede di qualche mese l’evento principe del prossimo anno, l’EXPO 2015, dove il vino, nell’ambito dei prodotti alimentari, sarà protagonista e l’Oltrepò Pavese, così vicino e presente nella realtà milanese e lombarda, è sicuramente una delle zone che sarà più facilmente ambita e raggiungibile dai milioni di visitatori che verranno in Italia per l’occasione. Remo Pàntano

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DAL TAJADÙ

Il Nature, miglior spumante d’Italia.

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ccompagnato dal mio angelo custode che è anche il mio “spiritello di vino” , arrivo in quel di Torricella Verzate, alle Cantine Monsupello. Una splendida creatura di nome Laura mi riceve sull’androne di casa. È leggiadra, coi suoi capelli lunghi e neri, la pelle bianca come porcellana, le forme procaci e armoniose che catturano il mio sguardo non sempre fugace. Si muove quasi danzando mentre viene verso di me per abbracciarmi e sembra volteggiare con le stesse ali del mio angelo custode che , sornione , mi affida alle sue cure, sapendo che rischio decisamente di trasformarmi in un novello Francesco Petrarca.

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aura non è la musa del poeta coronato d’alloro del Canzoniere ma Laura Boatti che, con suo fratello Pierangelo (Pier) e sua madre Carla (Dallera) conduce la Monsupello, la prestigiosa casa vinicola fondata nel 1893 e diventata fiore all’occhiello dell’Oltrepò grazie al padre Carlo (Carletto) Boatti che, nel 2010 a 77 anni compiuti, ha salutato tutti per andare a produrre il suo straordinario “ Nature” in paradiso. A dar man forte a Pier adesso c’è Marco Bertelegni , un enologo di grande stoffa , come dice lui “votato al sacrificio” perché , in Oltrepò , i lavori in cantina sono come gli esami per Eduardo , “non finiscono mai “. Laura si scioglie dall’abbraccio in cui mi aveva avvinto e mi mette nelle mani di Marco che con grande maestria mi accompagna in un viaggio nel cuore dell’Azienda. Dapprima mi conduce nel cortile da dove mi mostra le vigne da cui ricava i suoi nettari.

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inquanta ettari di filari ; ad ovest quelli a bacca rossa, maggiormente esposti al sole e ad est , la bacca bianca. Poi, giù in cantina, dove iniziano le degustazioni di varie cuvée base spumante prelevate direttamente dalle vasche. Infine mi pone tra le mani una bottiglia di Nature che devo tenere rigorosamente col collo all’ingiù , perché è ancora da sboccare, e in quella posizione il deposito feccioso resta a contatto col tappo e non si sparge nel prezioso liquido. Lo seguo col mio trofeo in mano fin sulla terrazza della casa padronale e da lì iniziamo il degorgement. Appena il tappo vola via, erutta , dal collo del vitreo vulcano, un flusso di liquido spumeggiante, lo stesso che ha reso famosa la Monsupello in tutta Italia e anche fuori , facendole conseguire i più importanti riconoscimenti ( qualcosa come 112 medaglie d’oro). Oggi questo nettare è stato classificato, dalla rivista Gambero Rosso, lo spumante più buono d’Italia. Deglutisco il fluido divino estasiato e rideglutisco sempre più soddisfatto ma non appagato perché non vorrei più smettere di bere. Mi riempio ancora il calice e rimango incantato dal “ lieve mussare della schiuma, come un gemito dolce,una risatina furtiva ….Il vino messo a nudo che si avvolge di spume come certe donne di veli e di pizzi…”. Ispirato dalla poesia di Gianni Brera, che non sarà aulica come “l’amor che move il sol e l’altre stelle” ma molto più intrigante, accendo nella mia mente “One” degli U2 e mentre Bono Vox sussurra che “l’amore è un tempio “ seguo Marco che non è ancora pago di stupirmi e mi invita a entrare in casa dove ci aspettano altre seducenti bottiglie e io sono visibilmente smanioso di farmi sedurre.


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ntriamo nel salone dei ricevimenti, che è poi il regno di Laura e inizio a danzare con lei mentre Marco tira fuori le sue pepite. Guardo Laura in quegli occhi in cui si riuniscono il tramonto e l’aurora e dal cui corpo si diffondono profumi come in una sera di tempesta. Proprio sul punto in cui la trasmutazione petrarchesca sta per compiersi, vengo salvato dal mio angelo custode che mi impedisce di fare l’ultimo passo per entrare nel nirvana porgendomi l’ennesimo calice di Nature che mi conduce ad altre, ma altrettanto straordinarie, beatitudini. Valerio Bergamini

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corso Garibaldi, 11/c 27100 - Pavia Tel. 328 638 3021 www.bottegaorigini.com


Soste Golose

Annabella CafĂŠ. Al Demetrio 1758.

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el cuore della bella Pavia, dove il cardo incontra il decumano, dal 1758, l’Annabella Cafè, al Demetrio, è sinonimo di gusto ed eleganza. Luogo di incontro della crème cittadina, di illustri docenti, e di intraprendenti studenti dell’Ateneo, accoglie gli avventori con un lampadario oversize in vetro di murano, opera artistica dei mastri vetrai veneziani.

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ermarsi “al Demetrio” per un aperitivo o un caffè, dopo aver ammirato i capi di haute couture della Pellicceria Annabella, ci riporta in un’atmosfera vintage dal sapore aristocratico, e ci fa tornare alla mente i ricordi di un affascinante passato che per nulla al mondo vorremmo perdere. Ecco perchè fermarsi all’Annabella Cafè è, per i pavesi e non solo, un rito da rivivere giorno per giorno, fatto di “momenti” che donano attimi di pura felicità. Federica Giorgia Ferrari

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Annabella Cafè. Al Demetrio 1758 Corso strada nuova 86 27100 Pavia Tel.: 0382 539592

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Soste Golose

Glamour Cafè Pavia.

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el dehor del Glamour Cafè, i magnifici anni ‘50 e ‘60 si mischiano in un locale moderno gestito da giovani rampanti! Stefano Ballabene è il nostro barman con una passione per le moto, Elvis, Brando e il sidecar … no, no ragazzi intendevo il cocktail di tipo sour! Avete presente? Succo di limone, Cointreau, Cognac in un bicchiere dal bordo zuccherato…dolce e aspro nello stesso tempo e diciamocelo, un po’ come la vita stessa! Il mitico Stefano prepara, ogni giorno colazioni, pranzi e aperitivi con ingredienti stuzzicanti, freschi e genuini.

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I

l locale si trova nel Politeama proprio a fianco al cinema, è luminoso grazie alle ampie vetrate e può contenere fino a cinquanta persone fra interno ed esterno per feste di laurea, eventi, compleanni… e ovviamente le loro magnifiche serate, che finalmente ravvivano questa Pavia un po’ sonnacchiosa. Il loro sogno è lavorare sempre meglio, perché come ha detto Elvis “Quando ero un ragazzo ero un sognatore. Leggevo i fumetti ed ero l’eroe di quei fumetti. Andavo al cinema ed ero l’eroe dei film. Adesso ogni mio sogno è diventato realtà un milione di volte”.

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Glamour Cafè

c.so Cavour, 20 - Pavia Telefono: 0382 311702

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Uno di noi: i prodotti tipici

Il Salame di Varzi.

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na delle eccellenze dell’ Oltrepò Pavese non può che concretizzarsi nel Salame di Varzi. Preparato ancora secondo la tradizione contadina, per il Salame vengono usati solo alcuni tagli pregiati del maiale, procedendo quindi ad una tritatura grossolana della carne, che dopo essere stata insaporita viene inserita nei budelli. Il salame passa da una stufatura ad un’asciugatura in locali arieggiati, con umidità e con una temperatura controllata. Infine abbiamo un ultimo passaggio per la realizzazione del salame, la stagionatura, che avviene nelle cantine di Varzi con un microclima adatto, dove la temperatura si aggira intorno ai 10-12 C° e l’umidità è del 95% circa.

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urante la stagionatura è molto importante la spazzolatura per la rimozione delle muffe e per favorire la traspirazione del budello , portandolo ad una stagionatura ottimale. A comporre il gusto del nostro salame sono gli immancabili profumi e sapori della nostra collina: vino, aglio, sale, pepe. Servito fin dai tempi dei longobardi, e oggi tutelato dal “Cosorzio di tutela del Salame di Varzi”, questo prodotto, riesce a dare quel tocco in più di prelibatezza alle nostre tavole accompagnato dalle immancabili bollicine del nostro Oltrepò che ne esaltano il gusto delicato. Valentina Nardecchia

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#Scoprendo

Bollicine in Castello. 70


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stata ufficialmente presentata alla stampa la due giorni tutta dedicata al meglio della spumantistica italiana, che si terrà nell’esclusiva location del Castello di Mornico Losana, l’11 e 12 ottobre.

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QCommunication, in partnership con il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, hanno voluto impegnarsi per valorizzare il territorio e, in particolare, i vini top delle nostre colline, con la prima edizione di un evento destinato a diventare un festival. La manifestazione, che ha ottenuto i patrocini del comune di Mornico Losana e della Provincia di Pavia, sarà ospitata nella prestigiosa cornice del Castello Medievale di Mornico, dolcemente adagiato sui pendii collinari, nella valle del torrente Verzate.

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ante le aziende presenti, pronte a far conoscere a giornalisti e curatori di guide, le loro eccellenze, promuovendo i migliori spumanti delle loro cantine attraverso una degustazione guidata da esperti che coinvolgerĂ il grande pubblico ma anche appassionati e consumatori di bollicine.

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Per tutte le info: www.bollicineincastello.it


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#Scoprendo

Centro ricreativo culturale Carlo Boatti. 76


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on basterebbe un paese intero, forse nemmeno una nazione, da dedicare al re del vino Carlo Boatti, al Signor Monsupello. Pochi giorni fa è stata a lui intitolata una sala del Centro Ricreativo Culturale di Torricella Verzate, il paese della sua azienda, la terra delle sue viti.

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ritirare il premio l’amatissima moglie Carla, la figlia Laura e l’erede Carlotta che, assieme allo zio Pierangelo conduce l’Azienda. Monsupello anche quest’anno è stata pluripremiata dalla critica enogastronomica risultando essere la miglior prodruttrice d’Italia di bollicine con il

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suo “Nature”. Si lavora quotidianamente nel ricordo di papà Carlo che tanto ha insegnato ai suoi figli e che ha regalato al mondo intero il suo vino, prodotto d’eccellenza dell’Oltrepò Pavese. Federica Giorgia Ferrari

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#Scoprendo

Oltrevini a Casteggio. 80


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nche quest’anno si è svolta a Casteggio la manifestazione Oltrevini,rassegna imperdibile di numerose cantine produttrici di vino dell’Oltrepò Pavese. Le tre serate venerdì 19 sabato 20 e domenica 21 settembre si sono svolte in una atmosfera frizzante e di grande accoglienza.

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umerosissimo è stato il pubblico di ogni è intervenuto a degustare sia i buoni vini che il buon cibo offerti con professionalità e simpatia. Gli stand, di grande impatto visivo, erano curati nei minimi dettagli.Tante le aziende amiche che abbiamo ritrovato: Prime Alture di Roberto Le Chi-

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ancole di Casteggio,Ca’del Ge’ di Montalto Pavese,Travaglino rappresentato dalla dottoressa Cristina Cerri, Monsupello di Torricelle Verzate, La Costaiola sulle colline di Montebello della Battaglia, Le Fracce di Mairano, Percivalle Paolo con i suoi vini biologici e Mazzolino.

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urante la serata di inaugurazione, alle 21 circa, si è svolta la premiazione dei Talenti, ovvero di tutte quelle persone che si sono contraddistinte per impegno,dedizione e amore nella loro professione. Tanti i premiati con le loro storie e tra questi Carla Boatti, la regina delle bollicine Monsupello. Graziella Dezza



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