SpZiano ecialPiacentino e Alla scoperta delle soste enogastronomiche
Cantine, agriturismi, eventi, ricette e non solo!
Il Progetto
Speciale Ziano Piacentino
di PAVIA e NON SOLO magazine
Filippo Quaglini
Direttore responsabile
Veronica Marigo
Designer e redattrice
Pavia e Non Solo Magazine è una rivista sfogliabile ed interattiva Online che da oltre 6 anni percorre le vie del gusto di Pavia e provincia, proponendo gite fuori porta lontane dal turismo di massa. Luoghi che parlano di tradizioni enogastronomiche da scoprire, raccontare e far conoscere al nostro pubblico di appassionati! Un sindaco come Manuel Ghilardelli, dinamico ed attento al suo territorio, ci ha spinti a voler indagare di più su questo Comune che si espande su sette colli. Un percorso durato quasi un anno tra eventi, degustazioni in cantina, assaggi abbondanti di piatti tipici, collaborazioni, idee, progetti... Un territorio che va capito a fondo, che deve essere vissuto a contatto con le persone che ci vivono, perchè, per noi, è il modo giusto per gustare a pieno una gita indimenticabile! Lo Speciale Ziano Piacentino ha come obiettivo quello di comunicare le aziende del vino e le soste del gusto come ristoranti e agriturismi, raccontando le bellezze naturali, culturali ma anche eventi imperdibili! Ancora tanto c’è da scoprire ed assaggiare... ma nel frattempo che noi fotografiamo, intervistiamo e raccontiamo, vi dedichiamo questo Speciale Ziano Piacentino!
Manuel Ghilardelli, Sindaco di Ziano Piacentino, si racconta...
I progetti di Ziano Manuel Ghilardelli, un giovane Sindaco che sembra conoscere ogni angolo nascosto di Ziano Piacentino; lo immagino da ragazzino che tranquillamente cresceva e giocava tra le vie del paese, esplorando sempre più in là, ondeggiando tra le sette colline del comune di Ziano, fino a rendere noto il suo volto e anche la sua sensibilità verso il cambiamento. Da quando aveva diciotto anni, mi racconta, è sempre stato all'interno del Consiglio Comunale, ben venticinque anni parte attiva in progetti per migliorare l'aspetto turistico, fino ad arrivare ai giorni di oggi, rieletto Sindaco a pieni voti! “Ci sono sempre stati posti magnifici, ma un tempo non venivano valorizzati, la prima cosa che un'amministrazione deve fare è investire sulla parte funzionale delle strutture, partendo dalle strade, rendere fruibile un territorio dal punto di vista delle vie di comunicazione è indispensabile”.
Sono anche state fatte opere di ristrutturazioni importanti al Palazzo Comunale, un bene storico del '500 è stato liberato, ridonato al popolo per diventare una struttura polifunzionale, centro di feste e convegni, un palazzo che rappresenti i prodotti del territorio. Un progetto molto ambizioso è quello di rendere agibile la parte sotterranea del palazzo, creando una vera e propria enoteca, con il progetto di farla diventare la succursale dell'Enoteca Regionale Piacentina, ora risiedente nel castello di Dozza, a 200 km da Ziano, una collaborazione che vedrebbe molte cantine locali in competizione con altissimi livelli, molto importante per questi territori e agricoltori che hanno bisogno di stimoli.
Ziano
Un altro progetto in via di sviluppo è la valorizzazione dei percorsi cicloturistici con possibilità di noleggio biciclette, che vede diversi stakeholder come: cantine, agricoltori, ristoranti, agriturismi ma anche associazioni culturali e naturalistiche a condividere un progetto per incrementare il business locale ma anche creare delle esperienze che coinvolgano un pubblico sempre piÚ vario, dalle famiglie con bambini, alle coppie sportive ai gruppi di amici che vogliono sperimentare percorsi enogastronomici...
Montalbo
Ziano Vicobarone
Montalbo
Per molti turisti è stato, e continua ad essere sconveniente un tour per le chiese e castelli, i quali, purtroppo, sono chiusi al pubblico oppure hanno aperture che rispettano un rigido calendario. L'amministrazione sta infatti collaborando con parroci e tenutare di castelli per renderli accessibili ai visitatori, perchè è impensabile, come dice Manuel, che una chiesa come quella di Ziano (Chiesa Parrocchiale di San Paolo Apostolo) custodisca due dipinti di Ulisse Sartini, unico artista vivente che abbia mai fatto opere di questo livello, considerato il ritrattista dei Papi.
Comune di Ziano
Promozione del territorio
Vedo che di lavoro ce n'è tanto, molto è stato raggiunto ma ancora bisogna impegnare corpo e mente coinvolgendo la grande famiglia dei sette colli del Comune di Ziano Piacentino, e per concludere Manuel dichiara:
“Investire sulla promozione è essenziale, i miei obiettivi e speranze sono a favore del rilancio delle produzioni tipiche attraverso un nuovo canale di comunicazione: Pavia e Non Solo Magazine, un portale attivissimo sui social, capace di lanciare un messaggio popolare che deve
arrivare anche al di fuori della provincia; per tutti coloro che vogliono trascorrere una giornata, un weekend o una settimana da queste parti, verranno sicuramente accolti da un territorio che offre i massimi piaceri e luoghi in cui spesso tornare e risentirsi a casa”.
Un po’ di storia di Ziano Piacentino Oltre a Roma, in Italia c’è almeno un’altra “città dei sette colli”: è Ziano Piacentino e i sette colli in questione sono quelli della Media Val Tidone. Con un’economia da sempre basata sull’agricoltura, e fino alla Prima Guerra Mondiale in particolare sull’allevamento, a partire dal secondo dopoguerra l’intero territorio di Ziano ha dato grande impulso alla viticoltura, prima con la produzione di uve da tavola e in seguito con la produzione di uve da mosto, tanto che attualmente sono circa 250 le aziende che lavorano in questo settore e che dal 1967 possono fregiarsi della produzione di prodotti D.O.C. Dal 1998 Ziano è diventata “città del vino“. Confluenze
Foto di @wideopennature e @gigigalantin Fonte: Pagina Facebook Proloco di Ziano Piacentino
CONFLUENZE Verso una nuova economia di vallata
www.confluenze.net
Un progetto di rete che si muove per creare connessioni, scambiare esperienze, fare comunità.
Lungo il confine tra Emilia Romagna e Lombardia, andando su e giù per le colline della Val Tidone, capita di imbattersi in una freccia verde. È la freccia di Confluenze e indica il percorso verso una nuova economia di vallata: un progetto di rete che si muove per creare connessioni, scambiare esperienze, fare comunità. Il progetto è nato per impulso dell’ASP Casa Grande in occasione della prima edizione di Confluenze Festival nel 2015 ed è cresciuto sia grazie a numerosi eventi culturali e di promozione del territorio organizzati sia mediante tavoli di lavoro per una nuova economia di vallata che hanno portato alla creazione di una prima rete di ospitalità.
Confluenze usa già da tempo la metafora del “filo che unisce“, al quale ognuno può annodare il proprio per diventare, insieme, più forti e concreti.
Confluenze attualmente organizza: • Confluenze Festival appuntamento biennale • Eventi culturali e itineranti nell’intero territorio • Tavoli di Confluenze per una nuova economia di vallata • Passeggiate (tra le quali la “Marcia delle Streghe”) Cosa significa per Confluenze fare RETE? Negli ultimi anni e in diversi settori si utilizza sempre di più – e magari si abusa – del concetto di “rete” e di parole che comunicano nuova modalità collaborative. Sarà forse anche una moda, ma la base c’è e anche noi non esitiamo a proporci come veicolo per fare rete sul territorio. Non una rete che trattenga, ma che metta in relazione ogni singolo con gli altri.
Siamo in cammino, ogni giorno, per raccogliere storie, tracciare sentieri, unire le forze. Piccoli ma importanti passi per far conoscere come scoprire un territorio nel modo piĂš naturale e vero. (Foto di @gudobaldo)
Il coraggio di credere in se stessi, nel proprio valore, nelle proprie risorse, conoscendo i limiti ma senza paura di superarli. Un territorio, la Valtidone, che cresce grazie a nuovi punti di vista... magari il tuo!
Confluenze usa già da tempo la metafora del “filo che unisce“, al quale ognuno può annodare il proprio per diventare, insieme, più forti e concreti. Siamo convinti che solo attraverso l’unione delle forze, la condivisione delle esigenze, il confronto, soprattutto da posizioni differenti, potremo arricchirci di esperienze e trovare il modo per creare un vero progetto condiviso.
La nuova economia di vallata di cui parliamo è un’economia di relazione. La relazione è una leva potentissima.
2017 | Prima edizione dei Tavoli di Confluenze per una nuova economia di vallata I primi Tavoli di Confluenze per una nuova economia di vallata si sono tenuti nel 2017 con un doppio appuntamento, sul versante pavese e sul lato piacentino della Val Tidone. L’incontro lombardo si è tenuto venerdì 10 marzo a Varzi (PV) ed è stato coordinato dall’associazione ChiCercaCrea. In concomitanza con la terza edizione di “Chi Semina Raccoglie”, il mercato coperto di Varzi nel pomeriggio ha ospitato Semi di Comunità, tavoli di lavoro per “R-ACCOGLIERE una COMUNITA’ DI INTENTI e SEMINARE nuove sinergie per un Oltrepo di Domani”.
I Tavoli della comunità piacentina sono invece stati ospitati dalla Tenuta La Torretta di Sala Mandelli (Nibbiano). L’incontro, molto attivo e partecipato, è stato aperto con la presentazione dei progetti realizzati da Confluenze a partire dalla nascita nel 2015.
Oggi Casa Grande ha un patrimonio utile sia per chi vive in Val Tidone, sia per il turista che desidera conoscere il territorio in profondità: gustando i sapori, camminando lungo i sentieri, scoprendo le bellezze naturali, le storie delle persone e le scelte che modellano un paesaggio meraviglioso.
2018 | Proseguono i Tavoli di Confluenze per una nuova economia di vallata
Nasce il sito di Confluenze Il sito di Confluenze nasce con l’obiettivo di diventare riferimento per il turista, con focus sul TURISMO LENTO e sulle ATTIVITA’ OUTDOOR
Nasce la prima rete di ospitalità in valle. Con una serie di incontri l’associazione Casa Grande presenta i nuovi progetti, gli sviluppi delle attività in corso e avvia la prima rete di ospitalità in valle. Il progetto Confluenze è nato nel 2015 da un’esigenza concreta – fornire uno strumento di maggiore conoscenza tra le persone stesse che vivono il territorio al fine di instaurare relazioni di fiducia e di collaborazione – si sviluppa ora su 3 azioni: • Azione dell’ascoltare > le effettive necessità di una comunità autentica • Azione del mettere a sistema > le realtà produttive presenti sul territorio • Azione del promuovere > una valle meravigliosa e molto meno conosciuta di quanto meriterebbe (anche dalle persone stesse che la vivono oltre che dai potenziali turisti) Tre azioni da portare avanti mantenendo l’equilibrio tra interno ed esterno.
• sentieri e cammini • trekking leggero • mtb e cicloturismo • equitazione di campagna • birdwatching • scoperta dei borghi • esperienze e laboratori A oggi l’utente può trovare: • Info sull’ospitalità in Val Tidone e nelle zone vicine, con schede dettagliate • Itinerari di 1 o più giorni per non vedere solo “le solite cose” • Indicazioni e mappe per boschi, sentieri e aree pic-nic • Storie di confluenze: racconti e video per conoscere chi vive il territorio • Info e programma di Confluenze Festival, appuntamento biennale
L’itinerario by Confluenze
L’itinerario che proponiamo in questa zona immersa tra i vigneti è un percorso medio lungo per complessivi 32 km. Si tratta del Sentiero CAI 223 un anello che i camminatori più allenati possono percorrere interamente in giornata a piedi oppure in bicicletta. Diversamente è possibile spezzare il percorso in due parti: Tratto A) Trevozzo – Caminata km 20 panoramico Tratto B) Caminata – Trevozzo km 10 lungo il torrente Tidone Vediamo nel dettaglio il tratto A che ci porta alla scoperta del castello di Montalbo e del Santuario della Madonna del Monte, luogo davvero molto suggestivo.
Partiamo da Trevozzo per raggiungere il borgo di Verago attraverso lievi colline ricoperte di vigneti. Raggiungiamo Sala Mandelli e proseguiamo fino al Castello di Montalbo. Ecco che ora siamo nel Comune di Ziano Piacentino e possiamo ammirare questa fortificazione di pianta esagonale. La torre e la torretta sopra l’ingresso sono le parti più antiche. Il castello di Montalbo di Ziano, sorto nel 1138, venne ricostruito due volte: nel 1215 e nel 1516. Scendiamo fino a Cesura dove, con uno strappo, si risale fino al punto più alto del sentiero che offre uno splendido panorama su tutta la valle. Il Santuario della Madonna del Monte è luogo che certamente merita una sosta, magari per fare un pic-nic nel prato. Se si ha fortuna di incontrare Mario, il custo-
de, diventa possibile visitare la chiesa da poco restaurata. Questo è un punto panoramico di grande fascino. Da qui si ha una visione a 360° che consente di vedere la vicina Tassara, con il suo castello, intravedere Genepreto; scorgiamo Trevozzo al centro della valle e Pianello al di là del fiume. Riprendiamo il cammino seguendo le indicazioni che portano in prossimità di un maneggio accanto alla strada asfaltata e poco dopo torniamo sul sentiero per percorrere la costa che divide la provincia piacentina da quella pavese. Lì accanto il sentiero continua con sali e scendi tra campi e boschetti fino a intravedere la Pieve di Stadera che dista un paio di chilometri dal paese. L’ultimo tratto è tutta discesa fino a Caminata. Passando per Torre Gandini si arriva alla chiesa che domina il paese medioevale caratterizzato da vicoli ben curati e antiche case in sasso.
Scopri le soste del gusto di Ziano
TORRE FORNELLO cantina e location
Loc. Fornello
B&B CUCUTÌ
Loc. Vicobarone
ANTICA TRATTORIA DEL TEMPIO
Clicca sui punti di interesse
Loc. Vicobarone
CANTINA SAVINI AGRITURISMO LA VOLPE R L’UVA Loc. Montalbo
IL GINGER dance
AGRITURISMO BACCHANALIS Loc. Negrese
Loc. Negrese
RISTORANTE LOCANDA SAN LUPO Loc. San Lupo
ZIANO PIACENTINO FESTA DELL’UVA
TENUTA LA FERRAIA
BADENCHINI VINI Loc. Albareto
Loc. Vicomarino
AZ. VITIVINICOLA MOSSI 1558 SEMINÒ CALICI DI STELLE
Loc. Albareto
AGRITURISMO CASA GALLI MONTALBO FESTA MANGIUM IN PË
Loc. Albareto
Agriturismo Bacchanalis Tradizione in chiave moderna
La promozione del territorio di Ziano Piacentino continua con successo, una nuova rubrica è nata all'interno del Pavia e Non Solo Magazine, che racconterà le innumerevoli gite fuori porta a contatto con l'enogastronomia locale ma anche tanti luoghi culturali e naturalistici. Mi cattura l'attenzione un'insegna mai notata prima, dove, ai piedi delle colline, a “due passi” da Pavia, Piacenza e volendo anche da Milano, sorge una nuova struttura. La curiosità è tanta perchè fin ora ho conosciuto aziende che hanno segnato la storia, personaggi “autoctoni” del territorio, che sanno rappresentare a pieno la cucina tipica, interpretare i vini della tradizione e tramandare le radici vissute con l'esperienza professionale ma soprattutto personale.
Leggo agriturismo Bacchanalis e Tenuta Rita Solari,
percorro il lungo sentiero sterrato che parte dalla strada principale fino a giungere ad un'imponente struttura, ad accogliermi è un giovane dall'accento leggermente diverso da quello piacentino, ed intuisco che non è di queste parti, l'odore di vernice fresca è ancora percepibile, nel giardino sul retro c'è grande trambusto per i lavori in corso: il trattore scava e il cagnolino impedisce le manovre! Ma è tutto calcolato, perchè siamo in aperta campagna ed ognuno deve avere i suoi spazi! Paolo La Fauci, originario di Genova, mi racconta che tutto ciò è nato per caso, due anni fa, quando è stato attratto da un'asta per l'acquisto di terreni a Ziano Piacentino. “All'inizio nemmeno sapevo dove fosse questo posto, i terreni erano abbandonati e bisognosi di essere rimessi in sesto, e così mi sono buttato in questo mondo agricolo da me ancora totalmente sconosciuto”.
Successivamente, l'azienda vinicola necessitava di una sede, di un capannone dove riporre macchinari e attrezzi, così “giusto per complicarsi la vita” ha trovato quello che ora, da pochi mesi è l'agriturismo Bacchanalis, riproponendo la cucina tipica piacentina in una versione moderna.
Piatti a base di pasta fatta in casa sarà un must, perchè dall'anno prossimo parte dei terreni acquistati all'asta saranno destinati alla coltivazione di grano, che andrà a produrre le farine a km zero utilizzate in cucina; pisarei, tortelli, agnolini, fettuccine, tagliolini, per poi inserire nel menù le verdure dell'orto, e carni di vitello e maiale.
“Pur essendo genovese ho voluto parlare del territorio locale, ma presto porterò anche dei profumi della mia terra...”
Un vasto terreno è nelle mani di Paolo, che ha voluto realizzare la sua missione convertendo le coltivazioni al biologico e ad accogliere gli ospiti sarà uno spazio verde e fiorito che andrà a circondare delicatamente l'agriturismo e l'azienda vinicola. Un luogo fornito anche di accoglienza per il pernottamento, dove la visuale dalle camere si affaccia verso l'alba che sorge dai colli piacentini e verso il tramonto che termina sui campi di grano.
Mi racconta che la prima vendemmia è stata effettuata a settembre del 2018, producendo il suo primo Malvasia Fermo e il grande classico Gutturnio frizzante e fermo, confidandomi che una parte l'ha voluta conservare per poter sperimentare un invecchiato e un nuovo taglio con l'aggiunta di Pinot Nero.
Paolo è un giovane uomo all'inizio di una nuova sfida, una nuova esperienza, ha saputo inventarsi un lavoro, perchè da legale e collaboratore nell'azienda di abbigliamento di famiglia è andato a cercare qualcosa di totalmente diverso e lontano dalla sua terra...
I progetti sono tanti e le idee non mancano, ancora molto c'è da raccontare e scoprire, soprattutto i piatti creativi uniti ai piatti della tradizione utilizzando prodotti dell’orto!
Scoprite l’Agriturismo Bacchanalis, tra i campi di grano e il verde delle vigne, immergetevi in una cucina chilometro zero gourmet!
Stiamo scoprendo sempre di più il territorio ad un passo dall'Oltrepò Pavese, dirigetevi verso i colli di Ziano Piacentino e tutti i suoi graziosi paesini. Avrete la possibilità di immergervi in luoghi con tantissime proposte escursionistiche tra le vigne, soste del gusto tradizionale e degustazioni di vini autoctoni in cantine storiche ma anche emergenti. Voglio proprio parlarvi di quest'ultimo argomento: l'emergente. In un vasto territorio dove le regole fondamentali sono il rispetto per il passato, a volte diventando un po' troppo ridondante in un mondo proiettato al futuro... ed ecco che arrivano i giovani imprenditori a sconvolgere tutto con nuove idee e nuove proposte. Io penso che ognuno debba avere il suo spazio, c'è chi crede fortemente nelle proprie radici e non deve assolutamente cambiare ciò che in centinaia di anni è stato
costruito e chi invece si trova a dover creare una nuova identità, seguendo i propri gusti, la propria personalità, le proprie conoscenze anche se diverse da tutti gli altri. L'unicità è quella cosa astratta che crea ognuno di noi, ed ognuno di noi in concreto condivide con gli altri le proprie peculiarità riflesse in se stesso ma anche nel lavoro. Trovate tutto questo ai piedi dei colli piacentini, nella località Negrese, dove ci sono ancora distese di campi di grano attorniati da boschi e vigne, il contrasto di colori fa da cornice ad una grande struttura, un tempo una tradizionale cascina, l'Agriturismo Bacchanalis, con annessa l’azienda vinicola Tenuta Rita Solari. Una filosofia che non vuole essere classica, perchè a fare da padrone è il minimalismo ed il prodotto a chilometro zero valorizzato con nuove ricette, contrasti inaspettati e serviti con creatività... insomma un agriturismo gourmet!!
Capire il territorio, usarne i prodotti scoprire i sapori... per creare qualcosa di nuovo. Scopriamo la cucina del Bacchanalis!
Le ricette che rappresentano il territorio non vengono dimenticate ma le influenze liguri di Paolo, il proprietario, con le abilitĂ e conoscenze dello chef, vi proporranno dei menĂš fusion che esaltano la bellezza dei sapori italiani con qualche spunto etnico. I lavori sono ancora tanti, ma la sala interna e il dehor con vista campestre sono operativi per una pausa pranzo rilassante, una cena tra amici o in coppia. Da dove si parte? Da un fresco Malvasia della casa e da un ricco antipasto di salumi del territorio, gnocco fritto friabile e leggero, verdure in pastella, soffici frittate con verdure miste, pane rigorosamente fatto in casa... e fino a qui siamo nel pieno rispetto di un agriturismo tradizionale, che valorizza i prodotti dell'orto e dei produttori locali.
Quei semplici ingredienti naturali, con un’aggiunta di creatività per stupire chi assaggia... et voilà un antipasto sfizioso è pronto!
Ma sta arrivando il pezzo forte, un piatto umile, pochi dettagli per fargli cambiare aspetto e subito diventa gourmet: caponatina di melanzane con gelato di mozzarella decorato con foglie di basilico fritto e riccioli di buccia di melanzane... semplicemente delizioso. Il menù varia di continuo ma oggi mi butto e assaggerò per voi un tris di primi (dopo gli antipasti che vi ho raccontato): un classico piatto di tortelli piacentini, che ormai posso dire di averne una certa cultura e devo ammettere che sono eseguiti da manuale, pasta fine con la tipica treccia perfetta, cottura ottimale che rende il tortello intatto fino all'assaggio e ripieno ricco di sapore con due semplici ingredienti: ricotta e spinaci.
Successivamente mi vengono proposti dei tagliolini fatti in casa con pomodorini comfit adagiati su riduzione di melanzane, saporito e veramente appetitoso! Gli assaggi proseguono e osservo lo chef posarmi un coloratissimo risotto alle zucchine con riduzione di zafferano, cremoso e profumato, esaltandone i sapori vegetali. Devo ammettere che le portate sono tante ma talmente deliziose e leggere che non mi fanno temere il secondo piatto (quinto in realtĂ ): anatra all'arancia con verdure grigliate; un contrasto di morbidezza saporita e succulenta della carne con la croccantezza del contorno lasciato al naturale, in abbinamento al Gutturnio Superiore della casa.
Nulla è lasciato al caso, una nuova attività , un cambio di vita, seguire le tradizioni ma anche saper ascoltare le tendenze. Colore e gusto in ogni portata!
Per finire in bellezza mi coccolo con la scomposta Bacchanalis, servita in un vasetto di vetro con base di sablè sbriciolato al burro salato, sommerso da tantissima crema pasticcera decorata con marmellata di frutti di bosco, more e mirtilli freschi. Un dolce fresco, delicato con i giusti contrasti di dolcezza, croccantezza e morbidezza!
Devo dire che per quanto riguarda menù, sala interna, dehor e l'ospitalità dotata di quattro camere con bagno privato, direi che non manca niente!!
Paolo mi racconta che il prossimo passo è far parte dei matrimoni fuori dal Comune, un'iniziativa promossa dal Comune di Ziano Piacentino, dove è proprio il Sindaco a celebrare l'unione della coppia in diverse location, ovviamente capaci di ospitare un significativo numero di persone e garantire un servizio impeccabile.
E’ ora di far luccicare l’Agriturismo Bacchanalis!!
www.bacchanalis.it
Agriturismo Bacchanalis Autunno Gourmet Prima serata evento con degustazione wine & Food e Live Music Show
Loc. Negrese 311 Ziano Piacentino (PC) Tel: 3478107358 info@bacchanalis.it www.bacchanalis.it
L’autunno in un piatto, nell’aria e in un’atmosfera calda creata dagli amici più cari. Un totale coinvolgimento dei sensi. Sopra: Filippo Quaglini con Paolo La Fauci, titolare dell’agriturismo Bacchanalis e la bimba Beatrice
Un agriturismo ai piedi dei colli piacentini, nuovo di zecca, anche se le sue mura parlano di antiche tradizioni campestri... ma Paolo, il titolare dell’agriturismo Bacchanalis, ha voluto stravolgere lo standard di una location classica, travolgendo i propri ospiti di una luce moderna e techno. L’arredo minimal trasforma la cascina in un ambiente chic e giovane; tanto spazio, cucina a vista, vetrate immense per gustare il panorama d’estate... ma oggi, la prima serata/evento, si vuole festeggiare l’arrivo dell’autunno, in una veste gourmet delle portate e con un live music show proposto da Massimiliano Sacchi, Consigliere Comunale di Pianello Val Tidone... o meglio Dj Max!!
Massimiliano Sacchi
La serata inizia con le bollicine in attesa di tutti gli invitati, per poi sedersi alle tavolate di amici ed assaggiare gli antipasti proposti dagli chef... e se pensavate di assaggiare i pisarei o tortelli vi sbagliavate di grosso! In attesa che Max molli gli assaggi di sformatino alla zucca, salumi piacentini e gnocco fritto in abbinamento al Malvasia della casa, leggermente mosso, dolce e minerale allo stesso tempo... la musica di sottofondo invade dolcemente la sala, le luci si abbassano, lasciando spazio ai giochi di colore. Al secondo round di gnocco fritto, Max afferra il microfono ed annuncia la prima serata musicale dell’agriturismo Bacchanalis, ringraziando Filippo Quaglini e lo staff del Pavia e Non Solo Magazine per aver organizzato questo evento, con lo scopo principale di lanciare questa nuova sosta del gusto nel territorio piacentino. Un agriturismo, un B&B, una location per matrimoni, eventi, feste e compleanni grazie all’enorme spazio sia interno che ester
Silvia Mandini
Francesca Schiavone
Massimiliano Sacchi
Capire il territorio, usare ingredienti innovativi, immaginare sapori e colori che danzano... Libero sfogo alla creatività in cucina!
no, con il progetto di costruire una piscina e ampliare le camere; insomma le idee non mancano... ma ora bisogna tornare a gustare la serata! Per scaldare gli invitati si comincia con le canzoni cult italiane anni ‘70... per arrivare ai mitici 883! Ma vediamo che da solo Max non può reggere l’emozione, così lo raggiunge la sua bellissima e sorridente compagna (da lui definita scherzosamente “frequentante”) Francesca, una voce calda e pulita che abbraccia di gioia gli ascoltatori, regalandole un profondo applauso! La cena prosegue con una degustazione di risotto cremoso alla zucca, con un decoro centrale di funghi profumati, un abbinamento fantastico che trionfa di sapori dolci e cremosi con quelli terreni e saporiti. L’autunno felice in un piatto.
Un attimo di pausa per lasciare esibire Max e Francesca in altre canzoni che coinvolgono il pubblico in cori appassionati e un po’ nostalgici, la bella musica manca un po’ a tutti, anche alle nuove generazioni di intenditori! Sta arrivando il secondo piatto, una coppa di maiale arrosto, tipica del piacentino, adagiata su una purea di mele, una carne sofficissima, prelibata e saporita si sposa perfettamente con la vellutata di frutta, in abbinamento al Gutturnio Riserva fermo della casa; un altro piatto che rappresenta i colori e i profumi del dolce autunno.
Un po’ di canzoni classiche da karaoke per contagiare gli amici canterini, assaggi di salame di cioccolato e tiramisù, cocktails oppure amaro Bargnolino per gli amanti della tradizione piacentina... bimbi che giocano, cagnolini
che osservano curiosi, applauso agli chef e ringraziamenti finali... insomma, una piacevole serata augurando a Paolo dell’Agriturismo Bacchanalis, la prima di una lunga serie!!
MAP
www.cantinavicobarone.com
O N A I Z I D R
! E e t G n N a z n GI a d e n o i z a augur In
Pochi minuti di auto da Castel San Giovanni e si entra in contatto con la natura campestre piacentina, piccole curve accennano la presenza dei colli e fanno immaginare rustiche cascine, luoghi della tradizione e cultura da scoprire. Ma stasera non vi parlerò ne di chiese, castelli o soste del gusto, ma di un luogo che sta diventando introvabile se non nelle metropoli come Milano... sto parlando della discoteca! Le discoteche sorgevano da un giorno con l’altro molti anni fa, il boom della disco music, del pop, dei balli scatenati di coppia oppure ritmi che accompagnavano delle figure singole e barcollanti. Il concetto di pura discoteca, di un luogo a volte pericoloso, buio, assordante, da perdere se stessi non fa per noi ed è lontano dallo stile di Pavia e Non Solo Magazine.
26 settembre, la stagione autunnale ha preso il suo ritmo dolce e delicato, la mattina ci si sveglia avvolti dalla nebbia ma il sole del giorno ancora scalda i nostri corpi, mantenendo quel look da voglia di fare festa! Questa sera infatti si presenta particolarmente tiepida, invogliando ad uscire per riunirsi all’inaugurazione del Ginger di Ziano! (Ziano Piacentino, Piacenza) Dalla strada principale si viene subito catturati da mille lucine colorate e dalla musica in lontananza, alle 21:30 il parcheggio è quasi pieno, pulmann giganti, macchine sportive e scintillanti che fanno presupporre la presenza di tanta bella gente! La band mi saluta, accogliendomi con infiniti sorrisi e presentandomi al pubblico che invece non vede l’ora di unirsi in coppia e danzare! Ancora poche presentazioni e ringraziamenti ed è il momento che le dita sfiorino la fisarmonica, i tasti della tastiera o del sax e la voce cominci a scaldarsi. Le
luci e i fumogeni creano un’atmosfera da concerto, la pista si illumina di mille colori accogliendo i primi ballerini, per poi riempirsi in pochi secondi!
L’orchestra di Marianna Lanteri
è spigliata, giovane, divertente, ammiccante e super in forma! Le voci calde maschili aprono con un ritmo dance, latino e poi tantissime canzoni su musica da ballo classica! La folla gira e rigira, si allarga e si stringe per tutta la pista, colori e luci illuminano a turno coppie diverse che si perdono nella musica che amano, esprimendosi con il corpo e con il volto sorridente. Chi non balla può comodamente chiaccherare nei salottini in pelle nera che si confondono con la penombra dell’ingresso, illuminato solamente dalla grande isola scintillante del piano bar, oppure sedersi composti ai tavolini per continuare l’aperitivo o cena in compagnia di fresche bollicine!
! ! e c n a D
a r t s e h c r O arianna Manteri L
Marianna Lanteri
Insomma, non manca niente... anzi si, manca l’entrata della bellissima e biondissima Marianna! (nella foto in alto) Arriva dopo alcune canzoni, lasciandosi desiderare dai suoi fan inebriando con una voce bellissima, pulita, che esprime tutta la gioia dell’estate, un’esplosione di pura energia positiva che inserisce una miccia sotto i piedi danzanti dei ballerini: c’è chi si esibisce con piroette e movimenti professionali, chi morbidamente e lentamente si unisce alle note... tutte le età da bambini a signori e signore si divertono come non mai. E vedere questa gioia sprigionata da note musicali che diventano un inno alla vita è veramente raro di questi tempi. L’unione delle voci di Marianna Lanteri e di Valerio Fantoni, stupendo ragazzo della band, crea un’intesa d’altri tempi, il palco è tutto loro, magicamente abbracciato dai musicisti che sanno creare un ritmo so-
gnante, i due cantanti si guardano, si sfiorano, allungano le mani come per voler accarezzare le coppie danzanti ma è la loro voce che lo fa ed arriva direttamente al cuore.
Amore e musica è questo che accende la serata di questa inaugurazione al Ginger di Ziano! Seguite la pagina Facebook per rimanere aggiornati su tutti gli eventi!
MAP
Torre Fornello E i vini unici di Enrico Sgorbati
www.torrefornello.it
Non è un caso se abbiamo scelto il territorio di Ziano Piacentino, per scoprire, insieme a voi, tantissime storie tra cultura, arte, tradizioni ed enogastronomia locale. Ogni borgo ha i suoi misteri, le sue leggende e i suoi ricordi che solo i padroni di casa custodiscono intatti, tramandati da generazione in generazione, diventando oggi storia vivente, ed incontrando la nostra curiosità e voglia di raccontare si possono lasciare andare in discorsi infiniti, dove il tempo non esiste più, anzi veniamo noi stessi catapultati in un'altra dimensione temporale. Avvolto da un fascino austero e silenzioso si presenta l'ingresso di Torre Fornello, un brand nato nel 1998 da un giovane cresciuto tra le vigne di famiglia, che ha voluto dare una svolta alla propria azienda. Incontro Enrico Sgorbati, un uomo mite, dai toni eleganti e pacati, che conserva un interminabile sapere e con interesse ascolto l'inizio del suo racconto: “Nulla in questi storici edifici sono stati demoliti, ma solamente ristrutturati, perchè, da mie ricerche storiche, queste mura risalgono al 1400, un tempo destinate alle scuderie e ai signori dell'antico Piemonte. Nel 1970 invece, tutto questo fu acquistato da mio nonno, che utilizzava i terreni solo per coltivare la vigna, lasciando chiusi per anni tutti gli immensi e affascinanti edifici. Nel 1992 entrai a far parte dell'azienda, ma non mi bastava più fare del vino, avevo voglia di creare qualcosa di mio!”
Tutti i terreni dell'azienda Torre Fornello sono di tipologia calcarei e argillosi, i primi ideali per le uve bianche dai sentori minerali, gli altri per donare alle uve rosse molta corposità e pienezza.
Enrico lavorò per tre anni sotto gli accurati insegnamenti dell'azienda La Pernice, con l'unico scopo di immagazzinare più informazioni possibili ed avvicinarsi sia al mondo della produzione di vino che quella commerciale.
Capì che il vino è un mondo a parte, non esistono solo “frizzantini” come si usa sulle tavole di queste zone, ma per affrontare un mercato internazionale bisogna creare vini con tanta personalità.
Vigne forti e biologiche che si autogestiscono grazie ai terreni fertili e al clima favorevole, dove non viene effettuato il diserbo e nemmeno la concimatura. La fantastica esposizione e le dolci colline consentono una maggior presenza di luce durante la giornata; infatti i terreni di Ziano Piacentino sono famosi per i suoi vini profumati e puliti, dai sentori fruttati e decisi, anche grazie alle correnti fresche che arrivano dal Monte Penice, rinfrescando le notti di fondo valle.
La cantina si trova al di sotto di 3 metri dalla strada, perchè Enrico l'ha voluta nascondere il piÚ possibile per non deturpare il paesaggio dell'edificio storico... un'attenzione quasi maniacale per quanto riguarda tutta la progettazione dell'architettura ma anche per il suo vino, raccontando meticolosamente ogni passaggio, ogni modifica da lui inventata per imprimere ancora di piÚ la sua personalità in un prodotto che nasce dalla terra ma viene coltivato da menti esperte.
L'atmosfera in barricaia si presenta buia, umida, antica, dove riposa il Gutturnio Superiore e altri vini strutturati, che prenderanno forma solo dopo le degustazioni alla cieca per capire i gusti prediletti che andranno a creare il vino perfetto, equilibrato, unico.
ZU
Zu, vino nato da un esperimento, che doveva rimanere in cantina, ma apprezzatissimo da un cliente di Caserta, il quale consigliò ad Enrico di attribuirgli il nome della vigna: Zu, antico mappale dove sono coltivate le sue uve, un nome quasi arcaico che nasce dalle viscere della terra. Un vino giovane dalle forti sensazioni, note vinose e sanguigne si sprigionano al palato, unendosi a sentori di cuoio e carne arrosto, che solitamente si acquisisce a contatto con il legno.
Zu, un vino ribelle, che non ha mai visto l'ombra del legno, è pronto ad essere degustato in un breve periodo, ma con molta calma, bisognoso di meditazione.
Torre Fornello Un vino dedicato a Donna Luigia
Donna Luigia, vissuta nella prima metà del 1800, proprietaria dell’azienda e discendente da nobili famiglie, lasciò un particolare testamento da far invidia ad un’enciclopedia, partendo dai suoi semi dai, alle posate fino a calcolare una serie di casistiche di eredi di eredi... una donna da una grande personalità così come il vino che Enrico Sgorbati , attuale produttore dell’azienda Torre Fornello, che ha voluto dedicarle un Malvasia di Candia aromatica.
Un vino che esprime un mistero antico per le sue note ambrate e dai suoi profumi mutevoli, note da leggere man mano che si apre al naso, percependo intensi sentori di menta, anice stellato e frutto della passione. Il sapore si presenta persistente, aromatico, complesso, rotondo e piacevolmente fresco.
Assaporato all’interno delle mura di questo edificio storico, autentico, dal fascino emblematico, perchè alcune sale vuote suscitano austerità e un richiamo ai tempi passati, invece durante gli eventi sembra che tutto riprenda a splendere di un’opulenza quasi divina, moderna e di alta classe. Infatti Enrico Sgorbati, nel susseguirsi degli anni, delle esperienze e con l’intenzione di voler condividere questa bellissima location per eventi indimenticabili, ha creato un vero e proprio business nell’organizzare matrimoni con un team ormai consolidato, che parte da un catering di altissimo livello, organizzatori, fotografi e ovviamente, per chi si vuole tuffare nella mente di Enrico, sceglierà senza ombra di dubbio i vini dell’azienda.
www.torrefornello.it
DONNA LUIGIA 100% Malvasia di Candia Aromatica Tipologia: Fermo, secco, affinato il 20%in barriques per 6/9 mesi e l’80% in acciaio. Sapori intensi, abbinamenti con piatti a base di carni bianche, decisi e corposi, paste al radicchio rosso, pesto, accostamenti con funghi, pesci di lago, baccalà, salmone e carni affumicate, fois gràs, formaggi e risotto al tartufo.
MAP
&B tì B cu Cu
B&B Cucutì
C ’era una volta...
... in un paese lontano lontano, un luogo in cui il tempo era sospeso, i fiori crescevano anche d'inverno e il pane profumava di torta candita. A custodire questa raffinata dimora c'era Barbara, una fatina simpatica, sempre spintonata dal suo cagnolone scodinzolante dal ruggito di una tigre ma buono come un agnellino e osservata dal suo attento gatto con gli occhi gialli...
Barbara Bocedi
Questo potrebbe essere l'inizio di un'incredibile racconto fantasy, ma fortunatamente è tutto reale! Ci troviamo a Ziano Piacentino, nel bellissimo e raffinatissimo B&B Cucutì di Barbara Bocedi. Tour leader per quasi vent'anni in giro per il mondo, dai safari in Tanzania e Kenia, poi in Sud America, Stati Uniti, Asia... Mentre Barbara era via, la casa dei nonni restava sempre in vendita, perchè aveva sempre sognato di andare a vivere in Africa o di non smettere mai di viaggiare. Ma per diversi problemi di scontri politici in Medio Oriente, guerriglie diffuse in gran parte del mondo, è stata l'occasione giusta per rientrare in Italia, e togliere definitivamente il cartello “vendesi” dalla porta di quella casa colma di ricordi d'infanzia.
La ristrutturazione è partita senza un'idea precisa, ma grazie ai tanti consigli di amici cari, Barbara, è riuscita a creare una piccola bomboniera a sua misura, un luogo dove la passione per la cucina e l'accoglienza si potessero notare in ogni angolo.
Sapori di Provenza e raffinata Inghilterra, quando l'opulenza era alta classe, quando i colori erano pastello e i pizzi fatti a mano.
“Materiali di recupero in stile Vintage, mobili che ho scovato nei mercatini dell'usato, per donare una nuova vita a tutto, anche a questa casa. Una demolizione importante per far sparire quei blocchi di cemento come il garage, la cantina ed il portico, per far tornare il verde, i fiori e gli alberi... un sogno per me è stato poter riascoltare il cinguettio degli uccellini, proprio qui, fuori dalla mia finestraâ€?.
Good Morning
Una casa che è anche un B&B inglobato da gelsomino e rose rampicanti, il giardino d'inverno è stato creato per le colazioni e aperitivi, sempre a disposizione degli ospiti che vogliono rilassarsi a leggere un libro o ascoltare musica, perchè oltre alla suite con letto a baldacchino e l'ampia sala da bagno, possono usufruire di tutti i piccoli spazi a tema, proprio come se fossero a casa loro!
Una sola piccola e confortevole suite apprezzata soprattutto da giovani coppie in cerca di coccole, parigini affezionati tornano ogni anno dopo i loro tour in Italia, una location dove i matrimoni trovano il loro habitat naturale: le spose arrivano, trascorrono mezza giornata a prepararsi tra vestizione, trucco e parrucco... vanno finalmente a sposarsi e poi tornano per la notte e la prima colazione. Colazione che si crea insieme alla coppia, perchè Barbara prepara in casa focacce e torte, succhi freschi e marmellate con prodotti a km zero! E la bella tavola creata con gusto piace ancor prima dell'assaggio... fiori freschi, vecchie posate d'argento, porcellane, ceramiche... una rara coccola per l'ospite che non si aspetta tutto questo!
Per Barbara è molto importante l'accoglienza: “Non basta dire qui c'è la suite e arrivederci, secondo me bisogna interagire con le persone e farle sentire a casa loro; offro sempre un ricco aperitivo con leccornie preparate da me, vino o bevande fresche, mi piace conoscere gli ospiti ed instaurare un'amicizia che può durare negli anni, perchè qui voglio trasmettere il senso di accoglienza e di casa”.
MAP
www.cucutì.it
The end
Antica Trattoria del Tempio , i r o p a s i d a t s e f a n U ! a c i s u m a t n a t e i n o tradizi
Pagina Facebook Antica Trattoria del Tempio
Il viaggio alla scoperta dei colli della provincia di Ziano Piacentino continua verso un borgo dalla storia molto antica. Le prime notizie storiche risalgono intorno all'anno 833 in pieno medioevo, dove, nel cuore verde e collinare della a Val Tidone, sorge la piccola località di Vicobarone. Ai piedi della graziosa Chiesa Parrocchiale di San Colombano, che domina il borgo, è situato un luogo per gli amanti della cucina tradizionale piacentina, ma con uno spirito giovane e frizzante! Sto parlando dell'Antica Trattoria del Tempio, gestita dal 1999 dalla simpatica coppia Moreno e Katia, che mi raccontano: “Abbiamo trovato l'ambiente giusto; al piano di sopra, dove un tempo c'erano gli alloggi per gli ospiti, ora abitiamo noi, e qui, al piano terra è conservata intatta la storica locanda, mantenendo clientela e piatti originali. Non possono mai mancare gli agnolini, i pisarei e i tortelli, ma ogni tanto dobbiamo aggiungere qualcosa di nuovo, anche per dare un tocco di personalità in più”.
Una giovane coppia originaria del luogo, attenta alle tradizioni ma con un'energia nuova tutta da vivere, perchè non si può perdere Moreno che lancia il cappello da chef per unirsi alla band della serata oppure passeggia tra i tavoli sfoggiando la sua fisarmonica, allietando gli ospiti con qualche melodia popolare. Un ambiente rustico, caldo, semplice, molto accogliente e con un pizzico di creatività country, infatti non passano di certo inosservate le sedute del piano bar sotto forma di sella di cavallo stile far west! Nel retro un ampio giardino dedicato agli ospiti che hanno voglia di rilassarsi all'aria aperta, all'ombra dei grandi pini, alberi, arbusti e fiori da creare un'oasi di fresco verde; per i bambini e ragazzi invece è dedicato uno spazio speciale, la sala giochi, proprio come un tempo, quando la gente del borgo si riuniva all'interno di queste mura.
Katia e Moreno
Un ambiente rustico, caldo, semplice, molto accogliente e con un pizzico di creativitĂ country.
Un luogo di aggregazione sociale, quindi, che non smette di esserlo, perchè in programma per l'estate ci saranno tantissime serate musicali ed eventi, ma soprattutto la bellissima partnership tra la trattoria e il Podere Casale, altro bellissimo edificio storico che si trova proprio qui a fianco, permette una speciale degustazione di piatti estivi e poi un tuffo rilassante in piscina, dove durante la settimana vi sembrerà di essere voi i padroni di casa!
Una coccola creata dalla genuinità delle persone, dall'accoglienza di queste antiche mura in veste moderna e dagli ottimi piatti fatti a mano e con passione. Pisarei e fasò come la tradizione comanda, tortelli delicati dalla pasta sottilissima e con un ripieno ricco e morbido, secondi di carne saporiti e super teneri in abbinamento ai vini delle cantine “vicine di casa” ma anche di tutta la valle! Una completa immersione in questo territorio ricco di cultura e autenticità, non ancora invaso dal turismo di massa, ma una perla che brilla tutta da scoprire, ammirare, fotografare e vivere! Sì perchè le colline piacentine sono rilassanti e possono essere percorse sia in bicicletta che a piedi, e devo dire che dopo una bella mangiata al Tempio una bella passeggiata ci vuole proprio!
e t a t s e ’ D a i v l i e prend da o m t i r un o t i u g n i Chir
Se mai vi capiterà di giungere alla Trattoria del Tempio (Vicobarone, Ziano Piacentino), prima del servizio di pranzo o cena, potrete usufruire del tantissimo spazio in guardino per rilassarvi, bere un buon Malvasia spizzicando salumi locali e se siete bambini ancora meglio! Qui il gioco non è vietato! Moreno infatti, ha riservato per voi un campetto da calcio, scivolo con vista mozzafiato, altalene e tappeti elastici!
Katia è già in cucina, i primi ospiti stanno per sedersi sotto il rustico portico circondato da verde e fiori, un riparo dal sole estivo che vanta un’atmosfera quasi esotica. Tavolini, piano bar, bevande fresche... ma al posto dei ritmi caraibici, qui al Tempio non può mancare la melodia della fisarmonica! Moreno dove sei? In cucina hanno bisogno di te! Dopo i lavoro di carico e scarico merce, ecco che lo trovo ad allenarsi alla sbarra in giardino, intento a fare le trazioni con nessuna fatica. Ma quanta energia ha quest’uomo? Corre a cambiarsi, esce dalla cucina dopo qualche istante ed ecco che fluttua tra i tavoli con un invitante antipasto per gli ospiti!
Lo immortalo mentre coglie qualche foglia di basilico fresco che servirà per aggiungere quel sapore casalingo alle sue ricette creative e super gustose!
Moreno
Un ambiente rustico dei colli piacentini che d’estate si trasforma in un chiringuito profumato di basilico!
Questo non è un ristorante, e nemmeno un agriturismo, questo luogo è la casa di Moreno e Katia che vi ospiteranno con amicizia e simpatia, perchè voi non sarete mai degli estranei ma degli ospiti che entreranno a far parte del magico mondo del Tempio!
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SCOPRI DI PIÙ
la ferraia
di Roberto Manara Un'azienda modernissima e curatissima nei minimi dettagli, con una storia molto affascinante che narra la nascita della famiglia Manara, una delle piĂš antiche che opera sin dagli anni '30 nel mondo della viticoltura nel favoloso territorio di Ziano Piacentino, piĂš precisamente nella localitĂ di Vicomarino.
Roberto Manara
Ad accogliermi è Roberto Manara, seconda generazione che ha preso in mano le redini dell'azienda di famiglia, portando le antiche tradizioni e conoscenze del vino in un mondo tutto nuovo, quello della tecnologia. Mi racconta che fin da bambino ha vissuto a stretto contatto con la sua terra, e ironicamente scherza: “Eh si, al posto di andare a giocare a calcio con gli amici, ero sempre in vigna a lavorare!â€?.
Il padre di Roberto, Vito, prima di fondare la sua azienda agricola era capo cantiniere dell'Enopolio, situato all'interno delle mura del castello, l'ingresso al paese, un luogo in cui si lavoravano le uve trasformandole in vino e dove è nato il primo Gutturnio. Il signor Vito Manara , dopo una lunga esperienza a contatto con il mondo della viticoltura, decise di creare qualcosa di suo, da pochi ettari destinati alla produzione del Gutturnio, fu il primo a depositare il nome di questo vino, simbolo della zona, sulla sua etichetta.
Ora Roberto e il fratello si dedicano a ben 55 ettari di terreno tutti coltivati a vigneto, dando una nuova luce all'azienda agricola La Ferraia, promuovendo prodotti di qualità e curando le esigenze del territorio: dalle adeguate densità d'impianto con le giuste rese per ettaro, fino all'attenzione di interpretare le personalità, qualità ed aromi del vitigno.
Non possono quindi mancare i vini autoctoni come il Gutturnio, il Malvasia e l'Ortrugo, ma stanno avendo molto successo anche le produzioni di vini internazionali come il Grì 100% Sauvignon, il Brigà, un vino rosso 50% Merlot e 50 % Cabernet Sauvignon. Simbolo dell'azienda è il Gutturnio Classico Superiore, fermo e secco, dal colore rubino scintillante, che inebria di profumi freschi, fruttati, con netto sentore di frutti di bosco e marasca, al palato molto ricco, pieno ed equilibrato. Affascina anche l'etichetta, un antico progetto del papà, che rinforza l'immagine di questo grande vino rosso.
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Ma all'azienda La Ferraia piace anche osare, sperimentare e donare leggerezza a questi vini cosÏ importanti, lanciando una linea di Spumanti metodo Charmat molto particolari tutti da scoprire, senza farsi mancare i due Metodi Classici: un Premiere Couvee e un Dosage Zero. La cantina è uno spettacolo, ampia, operativa, moderna, dove tutti i vini prendono vita, dalla vendemmia, all'affinamento in acciaio per i vini frizzanti, mentre per i vini fermi e strutturati vengono utilizzate le barriques di primo e secondo passaggio. Dalla vigna alla cantina, una strada a senso unico, che unisce il prezioso frutto dell'uva ad un prodotto di altissima qualità , perchè tutto il processo di vinificazione e imbottigliamento viene svolto esclusivamente in azienda.
www.robertomanara.it
www.mossi1558.com
Azienda vitivinicola Mossi 1558, proiettata verso il futuro.
Il viaggio verso la scoperta del territorio di Ziano Piacentino (Piacenza) prosegue e ci fa incontrare l'azienda vitivinicola Mossi 1558, in Località Albareto dove tutti sono gentili e simpatici, famiglie che fin da subito hanno accolto a braccia aperte il nostro lavoro per far conoscere i luoghi autentici del territorio. Da Pavia ci spostiamo non troppo lontano, ma abbastanza per varcare il confine verso i colli piacentini, un mondo nuovo, da scoprire e con tantissime storie che necessitano di essere raccontate. Incontro Silvia e Marco, i padroni di casa, che mi accolgono con quei sorrisi completi, dove non solo le labbra tendono all'insù, ma tutto il viso segue quel riflesso naturale e spontaneo. Mi fanno accomodare nella sala riunioni, all'interno di questo edificio storico, dove lo spessore delle mura fortunatamente non lascia passare il caldo rovente di inizio estate. Mentre mi accomodo noto la grande organizzazione di Silvia nel dividersi il racconto tra lei e il marito... “Allora, tu inizi con la storia, poi continuo con la descrizione dei vini...”
Nella pagina a fianco: Silvia Mandini e Marco Profumo dell’Azienda Mossi 1558.
Ma non è possibile fermare l’entusiasmo di Silvia, spinta da una passione irrefrenabile e tangibile, iniziando lei a raccontare come è nata quest’azienda: “Già nel lontano 1558, prima data del censimento Farnese, è stata certificata la presenza della famiglia Mossi, proprio qui, in Località Albareto; nel documento storico erano dichiarati i possedimenti terrieri finalizzati all'allevamento e i vigneti destinati alla produzione di uva da tavola e da vino”. 460 anni quindi, che hanno visto il susseguirsi delle generazioni della famiglia Mossi, fino al 2014 quando Silvia e Marco hanno deciso di prendere in mano la storia del signor Luigi. La giovane coppia ha lasciato Milano per immergersi totalmente in un ambiente ancora sconosciuto, e, come afferma Silvia: “Ci ha ridato una nuova linfa, una passione inaspettata che ci coinvolge tutto il giorno, tutti i giorni”. Grazie alla loro determinazione sono riusciti in pochi anni a far conoscere il marchio nel mondo.
“Una scelta dovuta è stata continuare la produzione dei vini ereditati dal signor Luigi Mossi, vini tradizionali, ed essendo un’azienda storica dobbiamo valorizzare il territorio scegliendo di coltivare varietà locali, tipiche delle nostre colline”. -Silvia-
Il vino, per Silvia e Marco, prima del 2014, era solo un simbolo che univa la famiglia nei momenti di festa e questo significa che hanno dovuto imparare un nuovo mestiere riuscendo però a trasferire le conoscenze precedenti. Marco, una mente brillante e scientifica, ha sposato perfettamente le esigenze della cantina, dove la chimica la fa da padrona. Più delicata e complessa è la gestione della vigna, ma grazie ai preziosi consigli di Luigi, l’esperienza del Responsabile di Produzione (Mattia Biffi) e le indicazioni dell’Agronomo (Fabio Bernizzoni) la gestione è sempre stata puntuale e metodica, riuscendo ad ottenere grappoli sani e al meglio delle condizioni stagionali. La pluriennale esperienza nel settore marketing di Silvia ha permesso uno studio approfondito della strategia aziendale partendo da una nuova identità, allo scopo di creare una forte personalità per ogni prodotto.
Marco mi racconta che la valorizzazione dell'Ortrugo è molto importante per l'azienda perché, ai tempi, Luigi volle dare a questa varietà di uva una seconda opportunità, un esperimento di nuova concezione per l’epoca, vinificandolo in purezza in versione frizzante. Piacque talmente tanto da diventare una DOC! “Noi crediamo nei vitigni autoctoni. Luigi ci ha seguito in due vendemmie dopo le sue sessantaquattro, un uomo dal grande sapere, soprattutto è stato per noi un importante supporto nel lavoro in campagna, una fase che va vissuta giorno per giorno, compresa, per poter dare un'impronta autentica alla nostra produzione...” -Marco-
Circa tre anni di investimenti per poter dare alla luce una cantina tutta nuova, per poter sentire “loro” i vini prodotti, e finalmente mi svelano di essere soddisfatti di tutto questo enorme lavoro svolto: dalla realizzazione delle nuove etichette al posizionamento sul mercato fino al conferimento di circa una trentina di medaglie e riconoscimenti a livello nazionale e internazionale!
Marco, da gennaio 2019, è inoltre Presidente del Consorzio Tutela Vini DOC Colli Piacentini; accettando la nomina si è fatto carico di una grande responsabilità in quanto crede fortemente in questo territorio che si trova al centro tra Milano, Genova e Bologna, ancora bisognoso di essere riconosciuto in Italia e all’estero. Mi spiega che un passo molto importante è portare le persone a conoscenza delle bellezze dei colli piacentini, proponendo esperienze a contatto con professionisti che sanno trasmettere la cultura enogastronomica locale, ma anche portando un marchio e una filosofia che crede nella valorizzazione del prodotto all'estero. L'azienda Mossi 1558 infatti non manca mai negli eventi internazionali che li impegnano a viaggiare in tutto mondo!
“Luigi ci ha lasciato un vigneto sperimentale con oltre ventiquattro varietà sia conservative che sperimentali, permettendoci di continuare un'importante collaborazione con l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, per cercare di capire se alcune di queste possono essere utilizzate all'interno di progetti mirati a prevenire i problemi dovuti al cambiamento climatico o per migliorare alcuni prodotti”. Marco
Insomma, un vero e proprio paradiso terrestre in 60 ettari di terreno, coltivati in lotta integrata per produrre vini unici e rappresentativi dello storico brand, ma anche destinati a ricerche per il futuro del mondo: una “piccola” ambizione che Silvia e Marco hanno assolutamente a cuore.
Ma ora parliamo di un prodotto innovativo, nato per desiderio di Silvia e realizzato grazie alla forte complicità della coppia, un vino aromatico ed elegante come una Lady, prodotto con una varietà rara coltivata in meno di un ettaro di terreno.
Così nasce Semi Croma, Spumante Rosé extra-dry, 100% Malvasia Rosa, un Metodo Martinotti affinato sui lieviti per tre mesi che esalta tutti gli aromi varietali del frutto, dallo splendido colore rosa antico. Silvia, con un'espressione soddisfatta dice: “Ora questa Malvasia Rosa può parlare, esprimere la sua raffinata personalità, un'idea vincente che ci ha aperto tante porte”. Come non portare alle stelle anche Lui, l'Ortrugo, un vitigno autoctono dalla forte personalità, capace di essere apprezzato alle fiere internazionali e di essere ricordato dai buyers, avendo la possibilità di volare fino in America nella bottiglia del Contro Tempo, Metodo Martinotti lungo (6 mesi di affinamento) spesso confuso con un Metodo Classico, a testimonianza che quest’uva, vinificata con cura e metodo, può dare vini capaci di invecchiare, così come i rossi fermi, andando contro la tradizione che da sempre afferma una consumazione giovane. Come anche il Gutturnio DOC Classico Riserva Congedo, 70% Barbera e 30% Croatina, che si è aggiudicato medaglie nella stessa categoria di Barolo e Chianti. “Il nostro territorio ha tutti i requisiti per arrivare molto in alto, dove nemmeno alcuni produttori locali pensano!” -SilviaFortunatamente le nuove generazioni dei produttori piacentini stanno lavorando molto per alzare il livello qualitativo dei vini, anche perché oggi si devono confrontare con il mercato internazionale; come sostiene Silvia: oggi il mercato è il mondo!
Alla mia domanda conclusiva sul significato dei nomi dei vini, si apre un altro immenso mondo di ricerca, cultura e attenzione per i dettagli che esprime a pieno l'energia e la passione di Silvia e Marco per questo nuovo lavoro.
Sono state create tre famiglie che raggruppano tipologie di vino differenti: “Vini della credenza”, “Vini nella vetrinetta” e “Vini sotto chiave”. I nomi dei vini e la grafica delle etichette rimandando ad un'ideologia vintage, più precisamente agli anni '20 del boom industriale e artistico perché anche il packaging è uno strumento per raccontare una storia.
Per i “Vini della credenza” sono stati scelti degli aggettivi “futuristi”: Fulgido: Ortrugo frizzante secco, interpreta il lampo di genio di Luigi Mossi che negli anni '70 decise di vinificare quest’uva in purezza. Travolgente: Malvasia frizzante secco, un nome che gli calza a pennello, soprattutto durante le sue esibizioni “travolgenti” durante la stappatura. Indomita: Bonarda frizzante amabile, stuzzica elegantemente il palato. Impetuoso: Gutturnio Classico Superiore, racchiude dentro sé un'anima di un giovane in tumulto, che sa donare al naso sentori freschi e fruttati. Sfacciato: Bonarda fermo, vezzoso, malizioso, come una donna consapevole del suo morbido fascino, capace di sedurre al primo sguardo (o assaggio, in questo caso). Ruggente: Bonarda frizzante secco, un vino potente, corposo, che ruggisce come il motore di un’auto d’epoca.
Ai “Vini nella vetrinetta” sono stati assegnati nomi ispirati alla musica delle ballate tradizionali: Contro Tempo: quando la musica cambia il ritmo per identificare la bollicina di Metodo Martinotti 100% Ortrugo. Semi Croma: una nota ma anche un “semi colore”, la via di mezzo rappresentata dalla Malvasia Rosa in versione spumante Metodo Martinotti. Fox Trot: il Gutturnio frizzante ideato da Silvia e Marco, corposo e potente, pieno, un vero e proprio ballo a due, veloce e dinamico, tra Barbera e Croatina. Per i fermi invece sono stati scelti Baciamano e Congedo, ovvero i gesti che aprono e chiudono le danze.
I “Vini sotto chiave” sono quei vini che potete trovare solo nella Cantina Mossi 1558, una produzione esclusiva. Per queste bottiglie Silvia e Marco hanno scelto di mantenere i nomi che già Luigi Mossi gli aveva dato e che si riferiscono a zone particolari dell'azienda:
Ca' del Morino: è l’edificio che ospita gli uffici, il negozio, il museo, la vinsantaia e, nel prossimo futuro, anche un agriturismo con camere. Il vino che porta questo nome è un Metodo Classico, 70% Ortrugo e 30% Chardonnay e Pinot nero. Infernotto: nome derivato dal termine infernòt del dialetto piemontese che indica una “cantina nella cantina”, ovvero un locale sotterraneo dove il proprietario custodisce gelosamente le sue bottiglie migliori; è un vino rosso riserva, intenso, dalle note di liquirizia, spezie e tabacco. Rosamata: a memoria dell’usanza di piantare le rose all'inizio dei filari per monitorare lo stato di salute delle viti, come preavviso di qualche malattia. In bottiglia una vendemmia tardiva 100% Malvasia Rosa. Le Solane: il solaio che oggi ospita il museo e la vinsantaia dove riposa da più di 10 anni, in botti di rovere, il Colli Piacentini DOC Vin Santo 100% Malvasia di Candia Aromatica.
Tutto calza a pennello, nessun nome, nessuna azione è lasciata al caso, i premi non sono un vanto ma una conferma che queste due straordinarie persone, Silvia e Marco, sono riuscite a rivoluzionare un'azienda bisognosa di identità, di un nuovo splendore, mantenendo viva la storia di Luigi Mossi, ultimo discendente che in soli due anni è riuscito a tramandare tanto sapere a due persone sconosciute, che hanno saputo ascoltare e reinterpretare una nuova filosofia fondata su delle importantissime promesse, oltre a mantenere intatti i vitigni storici. E tutto questo non lo stanno facendo solo per il bene dell'azienda ma anche per l'amore, il rispetto e la fede che hanno nei confronti di questo ricco territorio nel cuore della Val Tidone!
Azienda vitivinicola MOSSI 1558 In movimento verso il sostenibile Loc. Albareto, 80, Ziano Piacentino (PC) Tel. 0523 860201 - info@mossi1558.com www.mossi1558.com
L'azienda vitivinicola Mossi 1558 già sotto la guida di Luigi Mossi, che ha sempre abbracciato una filosofia aziendale rivolta alla collaborazione con l'istituto di ricerca dell'Università Cattolica di Piacenza, focalizzandosi sulla biodiversità e mettendo a disposizione un ettaro di vigneto sperimentale. Le ricerche ancora oggi continuano, e alcune varietà di uve vengono utilizzate dall'università per le varie fasi sperimentali. Mario Fregoni, professore di Viticoltura, è stato il primo ad intervenire sulle mutazioni genetiche creando nuove tipologie di uva come la Malvasia Grigia e la Malvasia Rosa, quest'ultima è uscita dal vigneto sperimentale per essere coltivata e vinificata a tutti gli effetti! Il desiderio di Silvia Mandini e Marco Profumo, nuovi proprietari dell'azienda Mossi 1558 è di continuare la ricerca per diventare un'azienda 100% sostenibile.
“Vogliamo raggiungere l'equazione: prendo dall'ambiente e sostituisco all'ambiente... in modo da mantenere un equilibrio perfetto tra la presenza umana e l'ambiente naturale”. Silvia Mandini Molti gli obiettivi che l'azienda Mossi 1558 sta raggiungendo dal 2017, il tutto è cominciato con lavori di ristrutturazione della parte produttiva: nuovi macchinari, pavimentazione tecnica, diverse vasche di vinificazione con temperatura controllata, pannelli solari e batterie che ricevono e accumulano l'energia... Un grande progetto che è stato presentato a OCM Vino, ottenendo i finanziamenti europei a fondo perduto destinati ai viticoltori.
Nel 2019 i pannelli solari sono raddoppiati ed hanno permesso alla cantina di diventare energicamente autonoma, fondamentali i lavori al capannone trasformato in cella frigorifero, per conservare le bottiglie ad una temperatura costante, ideale per i vini frizzanti, eliminando il rischio della rifermentazione nel periodo estivo. Un altro accorgimento è quello di creare un ambiente idoneo, pulito e sicuro per la salute dei lavoratori nell'area dedicata all'imbottigliamento: pannelli fonoassorbenti per diminuire l'eco e i rumori continui dei macchinari, vernici speciali che hanno la capacità di eliminare le polveri sottili purificando l'aria... insomma tantissimi piccoli cambiamenti che migliorano la qualità della vivibilità e della sostenibilità, in modo tale da certificare l'azienda con CasaClima.
Migliorare le prestazioni di sostenibilità della filiera vitivinicola attraverso l’analisi di quattro indicatori: Aria, Acqua, Territorio e Vigneto.
Grandi risultati si aspetta l'azienda Mossi 1558 per essere entrata a far parte del progetto VIVA, dove, purtroppo, ancora pochissime cantine in Italia e soprattutto in Emilia Romagna, si sono inserite in questo progetto riconosciuto dal Ministero dell'Ambiente. “Un progetto molto impegnativo, gran parte del lavoro è dedicato alla raccolta dei dati, e con l'aiuto dell'Università di Piacenza, abbiamo incontrato la disponibilità di una bravissima ragazza laureata, che ci assisterà per poter iniziare a percorrere la strada verso la certificazione”. Silvia Mandini Il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha avviato nel 2011 il progetto nazionale VIVA, che mira a misurare e migliorare le prestazioni di sostenibilità della filiera vitivinicola attraverso
l’analisi di quattro indicatori (Aria, Acqua, Territorio, Vigneto), avvalendosi della collaborazione scientifica del Centro di Ricerca OPERA per l'agricoltura sostenibile dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e il Centro di Competenza Agroinnova dell'Università di Torino. Gli obiettivi del progetto VIVA “La Sostenibilità della Vitivinicoltura in Italia”, che mira a migliorare le prestazioni di sostenibilità della filiera vitivinicola attraverso l’analisi di quattro indicatori (Aria, Acqua, Territorio, Vigneto), sono: lo studio di un anno solare dell'impatto dell'azienda e dei loro prodotti, prendere in considerazione tutti gli interventi in campo della gestione agronomica dei vigneti, misurare la qualità ambientale a livello di biodiversità del territorio e del paesaggio, formare i tecnici aziendali e comunicare alla comunità locale, in modo tale da migliorare le prestazioni di sostenibilità nel tempo.
Progetto VIVA Scopri di più “Ho fatto il corso di formazione “Operatori di Sostenibilità in Vitivinicoltura” a Roma per diventare consulente ed aiutare le aziende per la compilazione dei dati, mappare il territorio individuando i tutti i vigneti, le aree agricole, le zone sensibili, percorsi di acqua... in modo da studiare e tracciare tutti gli interventi e trattamenti, dalla raccolta fino alla produzione in cantina, registrando i consumi di acqua, energia ecc...
Essere sostenibili non è un traguardo ma un percorso! Bisogna avere l'immagine esatta della situazione, qual'è il livello di impatto ambientale, e dove appaiono le criticità bisogna intervenire e migliorare: dopo aver raccolto ed inserito i dati, elaborato i report si arriva alla comunicazione comprensibile al consumatore... una comunicazione diretta molto trasparente, che, grazie al QR code sulle etichette, rimanda al sito VIVA, visualizzando i risultati di ogni bottiglia!” Francesca Walmsley, consulente progetto VIVA.
Cosa succede veramente in vigneto e in cantina?
Infatti fin ora, il prezzo della bottiglia viene valutato in maniera puramente indicativa, ma grazie al progetto VIVA possiamo sapere quante volte abbiamo lavorato in vigna, le ore di vinificazione... Tempo e quantità calcolati nei minimi dettagli che si trasformano in valore economico, per determinare il guadagno di una singola bottiglia. Voglio concludere sottolineando che la sostenibilità non è sinonimo di biologico... il sostenibile va oltre: permette all'azienda di avere sotto controllo i propri consumi, utilizzare dei trattamenti mirati sulle singole piante che non vanno ad intaccare l'integrità del frutto e la salute dell'uomo; lavorando in lotta integrata si ha inoltre la possibilità di conoscere meglio la chimica e i dosaggi dei trattamenti, con lo scopo di ridurre al minimo i residui e l'impatto ambientale, ottenendo migliori risultati rispetto ai prodotti autorizzati nel biologico”. Silvia Mandini
“Abbiamo ereditato i saperi di Luigi Mossi, e li abbiamo mantenuti per due anni, portando tante innovazioni tecniche... ma spesso si finisce per non accorgersi di quanto si sta consumando e producendo...
Con la diffusione di questo movimento per la salvaguardia dell'ambiente, si ha senza dubbio un ritorno economico se mantenuta nel tempo e studiata nei minimi dettagli come sta proponendo il progetto VIVA, capace di valorizzare l’identità del territorio in cui l’azienda è inserita, proteggere e promuovere il patrimonio culturale.
Chef Massimo Maganza
Metti una sera a cena... Piatti esclusivamente pensati per l’Azienda Vitivinicola MOSSI 1558, dallo Chef Massimo Maganza.
Loc. Albareto, 80, Ziano Piacentino (PC) Tel. 0523 860201 - info@mossi1558.com www.mossi1558.com
Una vera esperienza nel mondo dei sapori... Un’espressione artistica di un grande Chef e di una fanciulla che ama ascoltare, proporre sperimentare...
La chiamata arriva attorno alle undici del mattino: “Ciao Massimo sono Silvia. Come stai? Dimmi che giovedì non hai impegni! Io e mio marito abbiamo quattro invitati a cena che vengono appositamente per assaggiare alcuni nostri vini e ci terremmo tanto che, quella sera, cucinassi tu. Conosci molto bene i nostri prodotti e sono sicura che saprai valorizzarli abbinando loro le preparazioni adeguate” Esito, rifletto un attimo e poi… accetto. Silvia Mandini, titolare dell’azienda Mossi 1558 è una donna che sa bene il fatto suo. Colta, decisa, estremamente preparata. Occorre che mi metta subito all’opera. Il primo vino in degustazione è uno splendido “Metodo Classico Brut” dal nome CA’ DEL MORINO. Ottenuto da un uvaggio di Ortrugo, Pinot Nero e Chardonnay, racchiude in sè tutto il fascino che i grandi spumanti devono avere.
Voglio esaltare il suo bouquet ampio e varietale, il suo elegante profumo di lieviti e le sue note di crosta di pane con piatti di personalità che, senza dubbio, questo prodotto è in grado di reggere.
Ho le idee chiare: un piccolo “Amuse bouche” di polenta e lumache cui faranno seguito dei sapidi tagliolini di pasta fresca con finferli, dadolata di patate e pinoli tostati. Ci siamo! Mi sembra di essere partito col piede giusto. Non mi resta che proseguire. La portata successiva, si deve accompagnare ad un vino di tutto rispetto: rosso, fermo, caldo, suadente. “INFERNOTTO” riserva, che viene vinificato solo nelle migliori annate, è ottenuto da un sapiente mix di Barbera, Croatina e Pinot nero e ti affascina e coinvolge sin dal primo assaggio.
Silvia Mandini
Capire il territorio, usare ingredienti innovativi, immaginare sapori e colori che danzano... Libero sfogo alla creatività in cucina! Chef Massimo Maganza in posa di pensatore
Il suo “naso” etereo, boisè e speziato, unito al gusto di grande struttura in cui emergono note di liquirizia e cacao, mi fanno subito pensare ad una preparazione di carne rossa di spiccata personalità.
Propendo per un petto d’anatra a bassa temperatura glassato da una succulenta demi-glace e, permettetemi di osare un poco, guarnito da fichi caramellati. Mentre immagino il piatto idealizzato mi tornano alla mente alcune interessanti riflessioni del grande Gualtiero Marchesi. Aveva proprio ragione da vendere! Con l’avvento della nuova stagione i cambiamenti che avvengono in natura si spostano anche in cucina. Riappaiono le spezie, prevalgono i piatti di carne su quelli di pesce e le cotture complesse sovrastano quelle essenziali.
Alle cromaticità dell’estate succedono tinte sfumate, smorzate. Il rosso e il giallo dei peperoni, il verde del cetriolo e il viola della melanzana sono già dimenticati. Insomma, la cucina non può essere scollegata dai cambiamenti che avvengono in natura, in quanto ne è, essa stessa coinvolta. Mi piacerebbe dilungarmi su queste elucubrazioni ma il tempo stringe e devo ancora occuparmi del gran finale: il dessert. In questo caso, a mio avviso, ho a che fare con un vero fuoriclasse. “LE SOLANE”, Vin Santo dei colli piacentini, è, senza dubbio un vero Elisir da centellinare. Ottenuto dalla vinificazione della Malvasia Aromatica di Candia, dopo un lento e sapiente appassimento naturale i suoi grappoli vengono lavorati a dovere fino ad ottenere una resa del 30% in mosto. Fermentato in barrique di legno francese, il vino ottenuto appare di un giallo ambrato brillante con dei meravigliosi sentori di fico mandorla e splendide note agrumate. Lo adoro!
Lo accompagnerò ad una delle torte della mia infanzia: crostata di frolla con crema cotta al cardamomo e lamelle di mandorle tostate. Un richiamo al passato, ancora estremamente attuale, in cui, tutte le note gustative, troveranno nelle caratteristiche organolettiche del vino un vero matrimonio d’amore. Ci siamo, il giovedì fatidico si sta avvicinando ed io comincio ad entrare in “modalità operativa”. La divisa, lavata e stirata è pronta, le attrezzature personali ordinatamente riposte nella valigetta, la spesa stivata nelle capienti borse termiche e la vettura è già in direzione Ziano Piacentino. “Pronto Silvia… ARRIVO!”
Volta pagina e scopri le ricette!
Le Ricette di Massimo per l 'Azienda Mossi 1558 Tagliolini di pasta fresca all’uovo con finferli, dadolata di patate e pinoli tostati PROCEDIMENTO: Pulire per bene i funghi e mondarli dalle eventuali impurità. In un poco di olio e burro soffriggere a fuoco basso un trito fine di aglio e cipolla. Aggiungere i funghi ed iniziare a cuocerli bagnandoli con del vino bianco. Portare a fine cottura aggiungendo, di tanto in tanto, un poco di brodo. Nel frattempo bollire le patate e, una volta raffreddate, tagliarle a dadini piuttosto regolari. Cuocete al dente la pasta e, una volta scolata, saltatela nel sugo di funghi aggiungendo le patate ed i pinoli precedentemente tostati in padella. Completate con una generosa manciata di prezzemolo tritato.
Petto d’anatra glassato cotto a bassa temperatura con fichi caramellati PROCEDIMENTO: Insaporire il petto d’anatra con sale, pepe ed eventuali erbe aromatiche (personalmente ho utilizzato solo sale, pepe e bacche di ginepro). Mettere il tutto in un sacchetto da sottovuoto, sigillare e cuocere per due ore attorno ai sessanta gradi. Una volta terminata la cottura, raffreddare il prodotto immergendolo in una bacinella di acqua e ghiaccio al fine di arrestarne la cottura. Preparare nel frattempo la glassa utilizzando, in un padellino, una noce di burro, un paio di cucchiai di salsa di soia, del miele, del buon vino rosso ed alcuni mestoli di brodo e facendo, a fuoco medio, ridurre il tutto fino alla giusta densità. Prendere i fichi, tagliarli a metà e caramellarli in burro, un cucchiaio di zucchero di canna e per ultimo un cucchiaio della glassa dell’anatra. Procedere ora alla cottura finale della carne: Incidere in verso obliquo in entrambe le parti la pelle del petto formando così dei piccoli rombi. Mettere sul fuoco a freddo e lasciare abbrustolire per bene il lato inciso. Una volta raggiunta l’adeguata rosolatura, girare dall’altra parte e cuocete per un paio di minuti. Togliere dal fuoco, lasciar riposare un minuto e scaloppare delle fette dallo spessore di circa un centimetro nappando con la salsa e completando con i fichi.
MAP Crostata di frolla con crema cotta al cardamomo e mandorle tostate PROCEDIMENTO: Preparate la frolla secondo la ricetta classica a voi conosciuta. Impellicolate l’impasto e mettetelo per un’ora circa in frigorifero a riposare. Preparate, nel frattempo, la crema cotta nel seguente modo: La sera precedente lasciate in infusione in 150 ml di latte e 80 ml di panna fresca una manciata di semi di cardamomo. Filtrate il tutto e mettete a scaldare sul fuoco. A parte, montate quattro tuorli d’uovo con 120 grammi di zucchero e 20 grammi di fecola di patate. Quando i liquidi iniziano a bollire versatevi il composto e, con l’aiuto di una frusta, continuate a mescolare fino all’addensamento del tutto. Stendete la frolla e dopo aver imburrato e infarinato una tortiera di circa 20 cm di diametro, foderatela con la pasta. Versatevi, cercando di livellarla, la crema ottenuta e cospargetela, in superficie, con lamelle di mandorle. Cuocete a 180 gradi circa per, più o meno, 35 minuti.
Agriturismo Casa Galli e r a t s u g e Vivere e piacentina n o i z i d a r t la
o n i t n e c a Ziano Pi
Per tutti quelli che vivono in città , dalle metropoli come Milano, alle cittadine anch'esse avvolte da un ritmo frenetico della routine giornaliera e da ore di punta dove è impossibile respirare. I palazzi appaiono come funghi, la primavera avanza e non siamo in grado di percepire la natura che cresce, respirandone i profumi e il senso di libertà . Noi cittadini siamo in una sfera di cemento, case, auto, strade e muri che ostacolano la visione dell'orizzonte, chiudendoci nel nostro piccolo mondo, impedendo ai nostri occhi, ma soprattutto alla nostra mente di vedere la bellezza di questa stagione in cui tutto rinasce.
Proseguite dritto, fino a Castel San Giovanni, e appena potete salite verso la Val Tidone, che vi condurrà dolcemente sulle sue affascinanti colline piacentine.
Fatevi cullare dalle strade che salgono e scendono, un attimo siete ai piedi delle vigne che si aprono verso il cielo e l'attimo dopo siete sulla cresta ad ammirare il paesaggio che si estende a 360°: da una parte la Pianura Padana fino ad arrivare alle Alpi, dall'altra colline a perdita d'occhio, attorno a noi vigneti e piccoli borghi incontaminati ricchi di tradizione... in attesa di essere scoperti!
Un'esperienza unica ed indimenticabile è stato l'incontro con Alberto Bosi, un vero piacentino DOC! Per trovarlo e vivere il momento del pranzo o di un evento, dovete raggiungere Ziano Piacentino, seguire le indicazioni per Seminò e successivamente arrivare ad Albareto, una piccola frazione di circa 90 abitanti, dove alle 11 del mattino si respira già un'aria appetitosa. Suono il campanello dell'Agriturismo Casa Galli e nessuno mi apre alla porta, perchè in cucina la musica non manca mai, e immagino le ragazze attente a cucinare con il sorriso sulle labbra ondeggiando sulle note musicali.
Alberto Bosi
Tutto ciò che osservo mi trasmette allegria e serenità, dal gatto che si stiracchia sotto la panchina alle rose che stanno sbocciando... fino alla voce roca che interrompe il ritmo: “Ma qualcuno ha suonato il campanello?”. Ed ecco che arriva Alberto, un uomo dall'aspetto burbero e minaccioso, ma conoscendolo e una volta seduti con un buon bicchiere di Ortrugo si dimostra molto legato alla sua famiglia, alle tradizioni e con un profondo amore per tutto ciò che viene servito in tavola!!
Mi racconta che dal 1932 al 1992 in questo edificio rustico di proprietà della nonna paterna, c'erano dei semplici affittuari e dopo di loro si è dovuto decidere se vendere tutto oppure inventarsi qualcosa per far rivivere questo grande complesso. Nei primi anni novanta, in questi piccoli paesi cominciava ad arrivare il concetto di agriturismo, cosÏ Alberto si iscrisse ad un'associazione per intraprendere la carriera di imprenditore agricolo a titolo principale, successivamente fece il corso per diventare operatore agrituristico e finalmente il progetto prese vita. Da allora mai si è fermato, prima con i lavori di ristrutturazione ottenendo anche delle camere per il pernottamento, scelta vincente che con gli anni è stata apprezzata da numerosissimi ospiti, fino ad essere considerato un'eccellenza nel campo della ristorazione tipica piacentina!
Un agriturismo nel cuore dei colli piacentini dove non possono mancare 15 ettari di vigneti autoctoni come l'Ortrugo e uve Barbera e Bonarda, miscela che da origine al Gutturnio. Non chiedete altro che acqua o vino, perchè Alberto non vuole sentire parlare di bibite o di birra!
Quattro ragazze sempre operative che creano e fanno vivere una vera esperienza del gusto, armate di santa pazienza e dedizione sanno preparare ottimi piatti della tradizione capaci di valorizzare il territorio, grazie anche alle materie prime d'eccellenza e la cura della lavorazione fatta rigorosamente a mano!
n i i n a M pasta!
Profumatissimi tortelli con la coda dalla pasta sottilissima che si scioglie in bocca per arrivare ad un ricco ripieno di ricotta e spinaci setoso ed aromatico, pisarei e fasò come da tradizione: fatti con il pane raffermo e inumiditi da una vellutata di fagioli che unisce gradevolmente il piatto, un tempo considerato dei poveri, ma ora una delizia per il palato, e credetemi, le porzioni sono abbondanti ma è impossibile fermarsi! Un piatto rigorosamente invernale sono gli agnolini in brodo con ripieno di stracotto e Parmigiano Reggiano... questa delizia la rimandiamo tra qualche mese! Per i secondi, mi racconta Alberto, che si affida ad un esperto della carne, per poter poi cucinare sia le carni bianche come pollo, faraona, tacchino ed anatra oppure costine di maiale, coppa arrosto, stinco... il tutto accompagnato da patate deliziose e verdure sott'olio della casa! Anche i dolci sono fatti a mano: crostate alla marmellata, torte alla frutta... uone da mangiare e belle da fotografare!
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u n e M
All'esterno, da due anni, sono stati ristrutturati anche i portici che aumentano la capienza degli ospiti, un'attrazione che ha destato molto interesse soprattutto per l'organizzazione di cerimonie come cresime, comunioni e anche matrimoni. Momenti di puro svago all'aria aperta, che con semplici addobbi o addirittura carrozze e cavalli, rendono questa location ancora piĂš magica!
Alberto, mi svela che ha concordato un contratto di comodato d'uso con il Comune di Ziano Piacentino, dove il sindaco può sposare le coppie proprio qui, sotto il porticato! Un valore aggiunto sia per l'agriturismo che per le coppie e tutti gli invitati: una volta sposati, si fanno pochi passi per dirigersi sotto al portico con l'aperitivo e brindare in allegria, per poi sedersi comodamente per il pranzo! Un vero percorso sotto lo stesso tetto.
Un posto c'è sempre per tutti, perchè Alberto potrà cedervi il suo tavolo riunioni nella saletta con il camino, richiestissima per i gruppi che vogliono il loro “privè” e gustarsi lle squisite ricette della tradizione. Ma io ho preferito il rustico salone, dalle travi e mattoni a vista, un tempo antiche mura di un castello o casa padronale, perchè si può ancora notare la classica pendenza verso l'esterno.
Ogni angolo è affascinante, ogni piatto è prelibato, i sorrisi, gli abbracci e le risate non mancheranno di certo, perchè verrete accolti da Alberto e le ragazze come se foste amici da sempre!
www.agriturismocasagalli.com
Agriturismo Casa Galli
i r o u f i n o m i r t a M omune! dal C
Avete mai sentito parlare dei Matrimoni Fuori dal Comune? Un po' tutte le coppie che stanno progettando il proprio matrimonio lo vorrebbe fuori dal comune, memorabile, pazzesco, bellissimo, elegante... un giorno dove sposo e sposa (soprattutto la sposa) sono al centro dell'attenzione! Nessuno osi giudicare la cerimonia, la location, il servizio, il buffet... perchè (parlo da donna) voi non sapete cosa vuol dire progettare un matrimonio con centinaia di invitati, mesi e mesi prima e dirigere il tutto con uno sguardo fulmineo.
Penso che questo bellissimo giorno debba essere piĂš rilassante, piĂš sincero, piĂš easy!
Il Comune di Ziano Piacentino, infatti ha voluto promuovere un nuovo evento diffuso per le attività che hanno a disposizione un ampio spazio che racconti l'autenticità del luogo e un servizio impeccabile! Scopro che l'agriturismo Casa Galli di Albareto, ha aderito a questa iniziativa, spopolando soprattutto nella stagione estiva! Alberto mi racconta che è così semplice sposarsi, il Sindaco si reca direttamente qui in guardino, gli invitati sono già tutti seduti sotto gli alberi con vista colli piacentini, gli sposi arrivano in carrozza (per le coppie più romantiche) e... a matrimonio finito bastano due passi per raggiungere il buffet ricco di leccornie!!
www.agriturismocasagalli.com
E non è finito qui, un altro portico raffinatamente allestito per il pranzo o la cena attende gli ospiti per un servizio senza sosta, proponendo un menĂš che “sposiâ€? le richieste della nuova coppia ma con la propria firma tradizionale! Tutto fila liscio come il velo della sposa, cibo rustico, squisito e abbondante che rende felici tutti gli invitati, torte casalinghe coloratissime di frutta fresca, un'atmosfera famigliare e genuina che crea unione e divertimento.
Finalmente gli sposi, a fine serata, arriveranno a casa rilassati, sereni e soddisfatti!!
MAP
Azienda Vinicola BADENCHINI Paolo e Andrea Badenchini
La quarta generazione che ci farĂ scoprire il passato.
Loc. Albareto 89/A Ziano Piacentino (PC) Tel: 0523 860256 Cell: 347 5970608 347 7156605 info@badenchini.com www.badenchini.com
Quante cose si possono scoprire in un piccolo angolo di mondo? Scoprite i veri personaggi di Albareto...
Le sagre di paese, come quella vissuta e raccontata da noi: Mangium in pĂŤ di Montalbo (Ziano Piacentino), servono per scoprire la tradizione di un luogo, ma anche conoscere le nuove generazioni che stanno divulgando i loro saperi custoditi all'interno dei nuclei famigliari. Si possono scoprire ricette, sapori, profumi, fino alla degustazione di quei sapori della terra estrapolati da profonde radici per nutrire i preziosi grappoli d'uva, che sapientemente vengono lavorati per donarci il loro nettare: il vino. Vengo catturata dalla simpatia e spontaneitĂ dei fratelli Andrea e Paolo, dell'azienda vinicola Badenchini, mi fanno assaggiare il loro Bonarda frizzante ed iniziano a raccontarmi la storia della loro cantina, passandosi la parola l'uno con l'altro. Li fermo subito, la fila dietro di me in attesa della degustazione sta aspettando il momento dei saluti... ma prometto di passare presto in azienda per scoprire di piĂš!
Eccomi qui, ad Albareto, un piccolo paesino dei sette colli di Ziano Piacentino, un piccolo angolo di mondo dove si è creata una sfera di tradizioni e attaccamento alla cultura soprattutto per le nuove generazioni, proprio come i fratelli Badenchini che finalmente possono avere tutto il tempo per raccontarmi la loro esperienza: “Siamo alla quarta generazione, il nostro bisnonno all'inizio del XX secolo, scese delle alte colline improduttive, quando vide questo bel vigneto, se ne innamorò a prima vista e decise di acquistare una piccola e vecchia casetta, proprio qui ad Albareto,... è da allora, dopo più di cento anni che la nostra famiglia risiede qui, iniziando da un ettaro a circa 20 ettari di vigneto!” Andrea Con gli anni, mi raccontano in simbiosi, si sono specializzati sempre di più alla produzione di vitigni autoctoni come: Barbera, Croatina, Malvasia, Ortrugo... ma non
mancano anche gli internazionali come Chardonnay e Cabernet, vinificati in purezza per mantenere l'originalità dell'uva, oppure miscelati per produrre le principali DOC piacentine.
Sono giovani viticoltori che hanno già passato una vita a stretto contatto con la vigna e le fasi produttive della cantina, Andrea sommelier e Paolo enologo, ulteriori specializzazioni per garantire la massima qualità e conoscenza del prodotto... e gli innumerevoli premi lo dimostrano: medaglia d'argento per il Bonarda secco frizzante proveniente da una vigna di oltre 50 anni, miglior Malvasia secco dell'Emilia Romagna, premiato lo scorso anno alla guida dell'Ais Emilia Da Bere.
Un aspetto fondamentale per garantire il successo è senza dubbio l'immagine, bastano piccoli accorgimenti che l'aspetto cambia, proprio come l'idea di utilizzare il tappo a fungo per tutti i vini frizzanti sia bianchi che rossi, ottenendo eccellenti risultati. Un investimento sia d'impegno che di costo che è riuscito a realizzare un ottimo prodotto. “Noi teniamo tantissimo all'alta qualità, sono le nostre vigne e le seguiamo tutti i giorni dell'anno: dalla potatura, rilegatura dei germogli, vendemmia, fino a tutte le fasi di produzione... Infatti, fino a mezz'ora fa eravamo in vigna!” Andrea “Da quando siamo piccoli, la nostra vita ruota attorno ai vigneti, e così abbiamo voluto specializzarci sempre di più nel
mondo del vino intraprendendo un percorso di studi... Eravamo solo dei ragazzi quando abbiamo dovuto affrontare il difficile momento della perdita di nostro padre, ma ci siamo messi di buon impegno per riuscire a ricostruire una nuova azienda. Non è stato facile perchè eravamo giovani, ma con la passione, la specializzazione e il giornaliero contatto con la vigna ci hanno fatto crescere e migliorare... e continueremo a farlo!” Paolo
Sono le nostre vigne e le seguiamo tutti i giorni dell’anno!
“Appena finito il militare, già collaboravamo con nostro padre, una formazione che ci ha permesso, dopo la sua scomparsa, di proseguire da soli, introducendo la produzione del vino e l'imbottigliamento, perchè anni fa si prediligeva la vendita di vino sfuso o in damigiana. Abbiamo creato la nostra immagine, aumentato la qualità ma restando legati alle radici del territorio”. Andrea
Un'azienda giovane, che è cresciuta a contatto con il vero territorio, che punta all'alta qualità e all'innovazione. Vini apprezzati in tutt'Italia e anche all'estero, esportazione iniziata con un passaparola tra amici e poi ampliata grazie alla partecipazione di Paolo e Andrea alla fiera del vino di Francoforte, una tra le più famose in Europa, capace di competere con gli eventi italiani e francesi.
Un aspetto molto importante, mi spiegano, è l'arrivo del turista straniero che vuole visitare le dolci colline piacentine ricche di borghi e monumenti, spinto soprattutto dalle innumerevoli proposte di itinerari enogastronomici. Il ricambio generazionale ha permesso la riscoperta del valore di questa terra, sia da parte dei visitatori che dei cittadini, infatti si possono notare le innumerevoli ristrutturazioni di aziende ma anche case private... Questa valle sta crescendo di interesse turistica e di business locale!
Quindi vi consiglio, nella vostra prossima gita alla scoperta della Val Tidone, una sosta enogastronimica al Albareto: Azienda vinicola Badenchini... e sfogliate il nostro magazine per scoprire di piĂš!
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La Ricetta di Simona Novarini Food Blogger di Giallo Zafferano. Seguitela su “La Cucina di Lice”!
Ricette che parlano del territorio, che profumano di casa e di ricordi. Una cucina semplice ma raffinata come la nostra dolce Simona!
Panzerotti Piacentini AVETE MAI GUSTATO I PANZEROTTI PIACENTINI?!
SONO UN GUSTOSISSIMO PRIMO PIATTO TIPICO DELLA TRADIZIONE PIACENTINA CHE UN TEMPO SI PREPARAVA PER LE GRANDI OCCASIONI E PER I GIORNI DI FESTA. MENTRE SONO IN FORNO A GRATINARE SPRIGIONANO UN PROFUMO MOLTO INVITANTE E DI CERTO VI VERRÀ L’ACQUOLINA IN BOCCA! IL SUCCESSO È ASSICURATO!!! ORA PASSIAMO ALLA RICETTA…
INGREDIENTI PER 4/6 PERSONE 4 uova intere 1/2 litro di latte 8 cucchiai di farina un pizzico di sale 30 g di burro
PER IL RIPIENO:
450 g di ricotta romana fresca 100 g di parmigiano reggiano grattugiato 1 manciata abbondante di erbette o spinaci lessati e ben strizzati 1 rosso d’uovo sale q.b. besciamella morbida q.b. per ricoprire i panzerotti parmigiano reggiano grattugiato q.b. per spolverizzare
Panzerotti Piacentini PREPARAZIONE • Mettete le uova in una ciotola e sbattetele con l’aiuto di una frusta, poi unite la farina passata a setaccio, un pizzico di sale e continuando a mescolare unite il latte poco alla volta. • Mescolate accuratamente con la frusta fino a che avrete sciolto ogni eventuale grumo, ed infine aggiungete il burro fatto sciogliere e raffreddare precedentemente. • Con il composto ora preparate le crespelle utilizzando una crepiére apposita e facendole cuocere per circa 1 minuto per lato. • Se non siete in possesso di una crepiére, scaldate una padella antiaderente leggermente unta dopodiché toglietela dal fuoco e versate un piccolo mestolo di pastella. • Muovete la padella ruotandola leggermente in modo di distribuire la pastella uniformemente. • Ora riposizionate sul fuoco e fate cuocere la crespella a fiamma media per circa un minuto poi girate velocemente la crespella sull’altro lato con l’aiuto di una spatolina e ultimate la cottura. • A questo punto fate scivolare la crespella su un piatto. Procedete a cuocere le altre crespelle ungendo ogni volta la padella. • Mettete in una ciotola la ricotta romana, il parmigiano grattugiato, le erbette o gli spinaci, il rosso d’uovo, il sale e mescolate per amalgamare bene il tutto. • Stendete ora sulla superficie delle crepelle il ripieno appena preparato poi arrotolatele su se stesse come per creare dei cannoli ed infine tagliatele a rondelle alte circa 3/4 cm. • Imburrate una pirofila e disponetevi all’interno le rondelle appena tagliate mettendole in piedi. • Arrivati a questo punto versate sulla superficie la besciamella e cospargete con parmigiano reggiano grattugiato. • Mettete in forno preriscaldato a 200 °C e fateli cuocere per circa 20/25 minuti. I vostri panzerotti piacentini sono pronti da servire…
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Menu Wedding, Allestimenti, Musica... CONTATTACI: Tenuta Rita Solari SocietĂ Agricola srl Loc. Negrese 311 - Ziano Piacentino (PC) Tel: 3478107358 - info@bacchanalis.it www.bacchanalis.it
Ristorante LOCANDA SAN LUPO
Un’opera d’arte di sapori e colori.
Loc. Albareto, Strada Comunale Lupo,101 Ziano Piacentino (PC) Tel. 3917426466 E-mail: locandasanlupo@gmail.com www.locandasanlupo.it
Se amate il mare, il surf ed i tramonti, ho il locale che fa per voi. Prendete l'onda giusta che da Seminò porta alla Locanda San Lupo (Loc. Albareto, Ziano Piacentino), per immergervi in un ambiente surreale, ricco di sapori e colori.
Conosco Annamaria, originaria di Potenza, che mi racconta la sua incredibile storia: “Ho studiato Architettura a Firenze, per poi spostarmi a Milano, dove un ritmo lavorativo frenetico mi perseguitava tutti i giorni. Amavo Milano ma con gli anni ho iniziato ad accusare la stanchezza di vivere in una grande città. Una sera, una mia cara amica mi portò qui, tra i colli di Ziano Piacentino per una pizza... e me ne sono innamorata; le colline, il profumo degli alberi, dell'erba appena tagliata... a soli 60 km da Milano mi è sembrato un sogno, così decisi di comprare una piccola tenuta, perchè il solo pensiero di avere un rifugio dove poter staccare era già un passo verso la libertà; vivevo qui poche settimane l'anno, ma col tempo i giorni aumentavano, e dopo la sfida di aver trascorso il primo inverno sulle colline non me ne sono più andata!”
Con l'occasione di poter cominciare un'attività di ristorazione, la vita di Annamaria è cambiata, ha dovuto ricominciare da zero, seguire i lavori passo dopo passo e andare contro alle malelingue degli amici, che la consideravano una matta! Già me li immagino: “Ma come? Da Milano ad una piccola località di collina?”, “Studi di architettura buttati” ,“Una brillante carriera avviata ed ora devi ricominciare tutto da capo, ma chi te lo fa fare!”.
L'animo di Annamaria è pacifico, la mente è attenta ad ogni dettaglio e il carattere è forte, determinato e consapevole, ma con la giusta dose di ribellione: “Sapete quali sono le tre regole fondamentali per un'attività? Pubblicità, Prodotto, Prezzo, Personale, Posizione. Le cinque “P”, ed io sono andata contro queste regole, non ho mai fatto pubblicità, perchè se il cliente vive una bella esperienza avrà modo di tornare e magari con altri amici. La posizione parla da sola, colline a perdita d'occhio e un vigneto a disposizione per i pranzi e le cene all'aperto. Per la scelta del personale ho voluto imparare da chi ne sapeva più di me, da come si impiatta a come si piegano i tovaglioli...”
Il pesce tra i vigneti?
Quello che lo chef inizia a pulire si mette in tavola, proprio come accade nelle locande di mare, il pesce del giorno appena pescato è lo stesso... e le onde ci sono anche qui, solamente sono di un altro colore e hanno un altro profumo.
Un'impronta di alta conoscenza delle materie prime la sta condividendo anche Angelo, lo chef, quindici anni a contatto con il mercato ittico a Milano, ed oggi nessuno gli volta le spalle. Se il pesce che desidera non c'è, nessun problema, una telefonata ai clienti per avvisarli che oggi si rimane chiusi, Annamaria mi svela il modo in cui è nata la sua filosofia, perchè ai suoi clienti non vuole minimamente pensare di offrire una linea secondaria.
Solo materie prime di stagione del luogo, l'investimento nei prodotti di altissima qualitĂ come l'olio extravergine di oliva, le farine e soprattutto il pesce, ha portato la Locanda San Lupo a poter esprimere tutti i sapori originali anche a crudo.
Una cucina mediterranea gustosa ma autentica, le verdure vengono leggermente sbollentate per mantenere un'anima croccante, i crudi vengono preparati al momento e presentati senza salse o condimento, ma solo accostati a materie prime come avocado o mozzarella di bufala che non vanno a coprire gli aromi naturali del pesce. Piatti puliti e minimal, con un contorno di genuinitĂ e precisione; l'atmosfera calda della Locanda San Lupo vi conquisterĂ e per immaginare di essere in riva al mare, basta chiudere gli occhi e sognare.
Un atipico ristorante nel cuore dei colli piacentini. Sapore di mare con vista vigneti!
Se vi piacciono le immersioni nel magico mondo marino ma al tempo stesso volete respirare l'aria di collina ed ammirare un paesaggio che al tramonto si illumina di tantissime tonalità di verde, il ristorante Locanda San Lupo è il posto perfetto per voi.
Con una cucina gourmet a base di pesce, prediligendo accostamenti di sapori innovativi e contrasti di colori e forme, proprio come fanno gli artisti... in questo caso il piatto diventa opera d'arte. Uno chef che arriva da Milano, Angelo, che mi racconta la sua lunga carriera iniziata a soli 15 anni, allevato da grandi chef, poi ha
intrapreso altre strade, ha vissuto tante esperienze viaggiando per l'Italia, poi è tornato a Milano ed ha lavorato a stretto contatto con il grande mercato ittico, fino ad arrivare ad oggi, cogliendo l'opportunità di staccarsi dalla grande città, proprio come ha fatto Annamaria, la titolare, da una vita frenetica dettata dai ritmi della metropoli, rifugiati in questo piccolo angolo paradiso... Per anni tutto il preparatissimo staff del ristorante Locanda San Lupo ha nuotato controcorrente, grazie all'entusiasmo di Annamaria hanno sconfitto chi non credeva possibile poter assaporare pesce di altissima qualità tra le colline piacentine... anche se il mare è lontano, ora c'è sempre la fila fuori! L'unicità di questo locale vuole solamente trovare il suo spazio tra la cucina tipica piacentina, e come afferma Annamaria:
“Noi non vogliamo pestare i piedi a nessuno, ma semplicemente proporre qualcosa di nuovo”.
Di sera è uno spettacolo, soprattutto nei mesi primaverili ed estivi quando è possibile cenare a contatto con la vigna, che confina con il dehors del ristorante, seguendo verso ovest il calare del sole, illuminando e inebriando gli ospiti di profumi campestri. Un menÚ apparentemente semplice ma che nasconde sorprese inaspettate di colori e sapori, come i coralli aromatizzati allo zafferano, primi piatti con pasta fatta in casa e conditi con verdure croccanti e pesce freschissimo, tartare lasciate al naturale, solo con un filo di olio extravergine di alta qualità per non coprire il vero sapore di pesce appena tagliato, ed accompagnato con materie prime delicate come insalate di verdure croccanti, avocado, mozzarella di bufala, funghi porcini...
Non fatevi sfuggire la tagliata di tonno in crosta di pistacchi, da assaporare con gli occhi chiusi per immaginare il suono delle onde del mare. Qui l'orizzonte si perde tra le ondeggianti colline vitate, fino a scomparire nell'oscurità di un tramonto avanzato, per lasciare spazio alla lieve luce delle candeline sui tavoli, aumentando il romanticismo e il rilassamento di corpo e mente. La coccola finale arriva con i dolci, che sanno stuzzicare piacevolmente e raccontano la passione per l'utilizzo di creme fatte in casa e contrasti di frutta fresca e cotta, creando un dessert equilibrato e raffinato.
Un'esperienza unica che vi lascerà un ricordo di benessere, l'ospitalità di Annamaria vi coinvolgerà in un ambiente caldo e sincero, la location vi farà immergere in un mondo incantato, quasi surreale: il rustico, tipico di collina, incontra i sapori inebrianti e sofisticati del mare.
www.locandasanlupo.it
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, o n i v o n o v e b n o n i r o t i d n e t n i i r I ve i t e r g e s i l o a n a D t r s o a d a u v Sal deg
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Cantina Savini La Volpe e l’Uva La bellezza di un panorama diviso a metà , da una parte l'estensione della Pianura Padana che fa intravedere le Alpi nelle giornate piÚ limpide, dall'altra colline vitate che arrivano a sfiorare vere e proprie montagne ricche di boschi incontaminati.
www.cantinasavini.it
Osservare dall'alto le città che sembrano cosÏ lontane e silenziose, immersi in una tranquillità quasi surreale, attraversata da una singola strada che percorre tutta la cresta della collina fino al piccolo paese di Montalbo. La chiesa di San Cristoforo da il benvenuto ai visitatori presentandosi in una veste ottagonale molto affascinante, e nelle giornate di pieno sole la cupola si accende in tutto il suo bagliore ramato. A fare da guardiano è il castello, che si erge disinvolto tra le abitazioni in pietra, ancora oggi perfettamente ben conservato, attrazione notevole per i visitatori nei giorni di sagre ed eventi. Tutt'intorno si possono notare tantissime vigne che danno vita a molte escursioni naturalistiche e stradine che uniscono i vari paesi.
CANTINA SAVINI
Conosco un viticoltore del posto, di nuova generazione, Paolo Savini, 40 anni appena compiuti, che vuole continuare le antiche tradizioni tramandate dal nonno Franco che negli anni '30 fondò la sua azienda, situata proprio qui, a Montalbo, uno dei borghi più suggestivi dei sette colli del territorio di Ziano Piacentino. L'esplosività di Paolo è contagiosa, trasmette forza e dinamicità, un giovane uomo instancabile e con una forte devozione per la viticoltura. Mi racconta che per fare questo lavoro bisogna avere una vocazione, sentirlo nella pancia e nell'anima per potersi immergere completamente in quello che è sentimento e quello che è realtà e fatica.
“Penso sempre alle mie viti, anche mentre mi sono sposato, perfino adesso che sto parlando con te, sto pensando a quello che devo fare oggi pomeriggio in cantina”. Ma così, dice, si sente realizzato.
Paolo è così, è super dinamico ma sempre attento a tutto ciò che lo circonda, sempre con la battuta pronta, sa come mettere a proprio agio i suoi ospiti. La Cantina Savini gode di un'eccezionale esposizione a 360°, ideale per i vini rossi come Gutturnio, Barbera e Bonarda e per dei bianchi profumati come Ortrugo e Malvasia; 30 ettari vitati che hanno visto la forza e le fatiche del nonno, del padre e ora del giovane Paolo, che sta seguendo le stesse impronte ma con una frizzantezza gioiosa di chi ha sempre voglia di divertirsi. Questa forte personalità la esprimono anche i suoi vini come l'importante e austero Gutturnio Superiore, una miscela di annate migliori, oppure un amabile lievemente frizzante Gutturnio classico di annata. Non possono mancare il Bonarda, il Barbera, l'Ortrugo ed un elegante ed intenso Pinot Noir Rosè, per rinfrescare l'anima ed ammaliare la vista per quei toni rossi aranciati brillanti. Le bollicine Metodo Charmat vengono dedicate alla giovanissima moglie Lucia, da cui prende il nome il Pinot 100% extra dry molto floreale e fresco dai sentori aromatici.
Ma non è tutto, con la decisione di ampliarsi e creare l'agriturismo La Volpe e l'Uva, ha dato la possibilità di esprimere tutto se stesso e le sue idee di enogastronomia piacentina. I visitatori possono degustare comodamente seduti i vini della cantina, serviti e riveriti dall’attento Antonio, gestore della cucina e inventore di tante ricette!
La rustica ma raffinata sala rivestita di bancali e bottiglie, illuminata da una luce calda ed intima crea un'atmosfera accogliente e piacevole, adatta per iniziare a rilassarsi e consultare il menù. D'obbligo sono i salumi selezionati del territorio, che come ammette scherzando Paolo: “Non sono a km zero, ma km 5”, accompagnati da una speciale insalata russa fatta in casa. Pochi ma semplici piatti come i tortelli piacentini, i pisarei e fasò, le tagliatelle fatte a mano al ragù e le carni arrosto come la coppa di maiale, le costine, la faraona con patate, o selvaggina in umido molto appetitosa e saporita. Insomma un luogo dove non si rimane mai con la bocca asciutta e la pancia vuota, ma soprattutto verrete avvolti da una piacevole solarità ed energia positiva
Agriturismo La Volpe e l’Uva i Tortelli Tricolore
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www.cantinasavini.it
Dopo un bellissimo servizio fotografico alla Cantina Savini e all’agriturismo La Volpe e l’Uva, passa qualche giorno e mi chiama www.cantinasavini.it Antonio, gestore dell’agriturismo, dicendomi che non posso perdermi i tortelli tricolore da lui inventati. Mi domando di cosa si tratta e perchè tutta questa fretta... scopro che le donne in cucina eseguono questa ricetta solo un paio di volte all’anno solo ed esclusivamente per eventi speciali!
Ma cosa avranno mai di speciale questi tortelli piacentini tricolore? Qui a fianco: Paolo Savini, titolare dell’Agriturismo La Volpe e L’uva e la Cantina Savini Loc. Montalbo, Ziano Piacentino.
Voglio seguire le cuoche passo dopo passo, partendo dalla creazione dei tre impasti colorati da materie prime naturali come: uova, carote e spinaci. Una semplice macchina per il tiraggio e la pasta si fa sempre più sottile, viene tagliata e unita insieme creando una vera e propria bandiera italiana! Da qui in poi il procedimento è il classico: le strisce di pasta sottilissima si tagliano a quadratini, si farcisce con il ripieno di ricotta e spinaci e abilmente si cuce il tortello con le dita creando la famosa treccina! Sei mani che non smettono nemmeno per un attimo, una tira la pasta, l’altra taglia e l’altra ancora spalma il ripieno. Affascinante è vedere tutte e tre all’opera a chiudere i tortelli, movimenti rapidissime che nemmeno con la modalità sport della mia reflex riesco ad immortalare, così gentilmente chiedo di rallentare... So che in questo momento vorrebbero che sparissi, ma lo spettacolo è troppo bello e necessita di essere raccontato per far capire quanto lavoro c’è dietro un semplice tortello.
A mezzogiorno Antonio mi fa accomodare al tavolo, e senza nemmeno chiederlo mi porta un vino rosato della Cantina Savini, di un colore scintillante, dai sapori freschi e fruttati, accompagnato da un tagliere di ottimi salumi piacentini. Cotti e impattati, i tortelli tricolore acquistano un fascino festoso, allegro, invitante. Il gusto non cambia, ma per l’occhio è arte allo stato puro. Sto per assaggiare la tradizione, un prodotto di alta professionalità e abilità manuale unico nel suo genere!
o c i o v E i e r a t o pren
a ? e t a t t so a aspe ! e r o l o c i r T i l l e i Tort
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Il racconto dell’evento enogastronomico
A Montalbo, nel cuore della Val Tidone, un evento che sa far rivivere la contrada del castello ... Nella pagina a fianco: Agata Ferrari In questa pagina: Verdure in pastella dell’Agriturismo L’Oca d’Oro.
7, 7 alle ore 7...
ma di sera, quando il sole tramonta giù per quei magici colli piacentini, e da qui, a Montalbo (Ziano Piacentino) si può ancora ammirare la cupola ramata della chiesa di San Cristoforo riflettere di calore, facendosi notare anche da lontano, per richiamare tutti gli ospiti che stanno accorrendo ad un insolito evento: Mangium in pe, uno street food creato dai sapori tradizionali degli agriturismi della valle e accompagnati dalle cantine che rappresentano il mondo enologico autoctono.
Ma come è nato questo evento?
Agata, dell'agriturismo l'Oca d'Oro (Montalbo, Ziano Piacentino) mi racconta che è stata un'idea della sorella Marta, per voler rivedere la contrada che porta al castello di nuovo colma di vita, dai produttori agli ospiti che percorreranno un tour enogastronomico, per conoscere i veri sapori del territorio.
Il primo anno è stato un grande successo, ed oggi vedremo la seconda edizione, un giovane evento che promette di diventare grande! E come può una persona soltanto radunare migliaia di persone? Ci troviamo nell'era digitale, dove le informazioni sono veloci quanto un click, un post dettagliato, un evento da mettere in calendario, una comunicazione mirata grazie ai blogger del territorio amanti di enogastronomia locale, e detto fatto.
Ma non è così semplice come sembra...
Per organizzare un evento ci vuole un Comune che ha capito quanto importante è per Agata, Marta e tutta la famiglia dell'agriturismo l'Oca d'Oro, far rivivere questo Batarò di Aradelli di Trevozzo
giorno
7
mese
7
ore
VERDURA IN PASTELLA & ORTRUGO FRIZZANTE
Agriturismo L’Oca d’Oro / Cantina f.lli Piacentini •
PISAREI E FASÖ & GUTTURNIO FRIZZANTE
Agriturismo L’Oca d’Oro / Cantina Terre di Cuccagna •
PANINO CON IL COTECHINO & BARBERA FRIZZANTE Agriturismo e Cantina Civardi Racemus •
TORTELLI PIACENTINI & ORTRUGO FRIZZANTE RIFERMENTATO IN BOTTIGLIA
Trattoria Chiarone / Azienda Vitivinicola Valla •
BATARÖ GORGONZOLA E PANCETTA O VERDURE GRIGLIATE & VINO BIANCO FRIZZANTE Aradelli di Trevozzo / Cantina Primogenita •
PESCE FRITTO & CHARDONNAY SPUMANTE
Circolo Amici del Po / Cantina Scotti Nicola •
ROASTBEEF & GUTTURNIO SUPERIORE Agriturismo e Cantina il Viandante •
TORTE CASALINGHE & MALVASIA DOLCE FRIZZANTE Azienda Eredi Ferri •
ACQUA, BIBITE E CAFFÈ ... punto bar Belvedere
IL MENÙ
7pm
Circolo Amici del Po
Ritornano in mente quei sapori di casa, quelle piccole attenzioni che solo i nonni sapevano dare... ed oggi li possiamo ritrovare in giovani che fanno rivivere il passato.
Cantina Scotti Nicola
piccolo e magnifico borgo che divide a metà il paesaggio: da una parte la Pianura Padana che si estende fino a toccare le Alpi, dall'altra gli appennini che finiscono di essere vitati e si innalzano in tutto il loro manto selvaggio. Osservando le persone coinvolte nell'evento, noto l'intesa derivante da una forte amicizia e collaborazione, una grande famiglia che crede nelle potenzialità dei propri prodotti e vuole farsi notare, anzi assaggiare!! Sì, perchè il proprio prodotto diventa parte integrante di sé, della propria vita e delle proprie passioni. Non è un lavoro, ma un progetto che rispecchia la propria personalità ed esprime la creatività dei produttori. Malgrado il tempo che quest'anno non si decide ad aggiustarsi, un'estate piovosa, un giorno ci sono 40 gradi e l'altro giorno grandina, ma questa sera, dopo l'ennesimo temporale improvviso è apparsa la luna, rendendo l'atmosfera della contrada ancora più magica.
Photo by
Dalle ultime ore di luce si è dato inizio all'evento Mangium in PÍ, la seconda edizione di un incontro enogastronomico che vede partecipi agriturismi e cantine della Val Tidone, proponendo abbinamenti di piatti tipici e vini della tradizione piacentina! Tanti i giovani imprenditori che si sono messi in gioco, vivendo per una sera qualcosa di diverso, qualcosa che li rendesse parte delterritorio, condividendo curiosità e sorrisi da parte degli ospiti.
Bambini liberi di correre, assaggiare, ridere e giocare... Saranno loro a ricordare per poi replicare!
Bellissimo vedere il contatto con le verdure fresche e la pastella morbida, disinvolte mani che afferrano la materia prima e la trasforma in un fumante piatto capace di emanare l'aroma tipico da “streetâ€?: il fritto genuino, che invoglia l'assaggio con l'Ortrugo frizzante. GiĂ da lontano si percepisce il calore del forno a legna degli immancabili Batarò e come non fermarsi a vedere il serissimo signore che ne sforna uno dopo l'altro e tutti pronti a farcirli con gorgonzola e pancetta, in abbinamento a freschi Ortrugo e Riesling. Qui non si scherza con il tipico panino con cotechino fumante e degustazione di Barbera frizzante! Un fast food molto gustoso, ma che proviene da lunghe preparazioni con basse cotture, per mantenere l'aroma della carne intatto, autentico.
Sara Piacentini, dell’azienda vinicola F.lli Piacentini
Impossibile non assaggiare i famosi Tortelli Piacentini con un particolare Ortrugo frizzante rifermentato in bottiglia. I giovani hanno voglia di creare prodotti nuovi, ancora meglio quando sperimentano su un classico e lo trasformano in qualcosa di unico! Ed è notevole come ricette della tradizione si abbinino molto ai sapori di innovazione. Abbinamento Pisarei e Faso con Gutturnio frizzante, il classico dei classici, immancabile simbolo del territorio piacentino, un piatto apparentemente semplice, preparato un tempo con gli scarti del pane, ma ora sempre presente nei menù dei ristoranti e agriturismi più ricercati! Troviamo anche delle proposte leggere ed estive come il Roast-beef in abbinamento ad uno strutturato Gutturnio superiore, le regole questa sera non valgono più, bisogna solamente lasciarsi stupire. Un tuffo nel passato, quando i genitori appassionati di pesca tornavano a casa Simpatica Lidia dell’Agriturismo l’Oca d’Oro
con i pesciolini di fiume o di fosso, dove ormai le biodiversità acquatiche sono state quasi distrutte dall'assiduo inquinamento... ma non ci scoraggiamo! L'associazione Gli Amici del Po ripropongono i pesciolini fritti in abbinamento ad uno Chardonnay spumante! Tutta la famiglia all'opera: c'è chi impana, chi frigge e chi pesa la giusta quantità da essere sgranocchiata passeggiando e sorseggiando! Tutta la dolcezza viene espressa dalle crostate casalinghe: pasta frolla croccante e saporita ricoperta di marmellate, in abbinamento al fruttato Malvasia dolce frizzante. In ultimo, ma con un ruolo fondamentale ci sono le “Polpette del Sindaco”, dove c'è davvero il Sindaco di Ziano Piacentino, Manuel Ghilardelli a spiegare la gustosa ricetta, ad impanare e friggere le polpettine apprezzate da grandi e piccini! Salse casalinghe e un abbinamento che richiama il ricordo della tavolata di casa: il Bonarda frizzante. Agriturismo Il Viandante
Filippo Quaglini con il Sindaco Manuel Ghilardelli
Un banchetto con lo scopo di finanziare l'asilo di Ziano, ma il Sindaco stasera gioca un ruolo vincente: fa parte di noi, lui, con il suo spirito genuino e amante del cibo locale si è messo in gioco piÚ di tutti, separandosi dagli abiti formali e ideologie di supremazia per raccontarsi, mettendo il cuore insieme a tutti gli organizzatori dell'evento.
Paolo e Andrea dell’azienda Badenchini
Azienda Agricola Sandro Oddi
Batarò di Aradelli di Trevozzo
E questo l'hanno fatto per noi, noi “stranieri”, ospiti, assaggeri... ma anche noi abbiamo avuto un ruolo importante: aver condiviso la notizia, averla messa in calendario ed esserci stati, portare un amico o la famiglia, pubblicare selfie, inviare foto di piatti ed etichette mai provate... questo è stato il nostro fondamentale ruolo... che farà crescere sempre di più questo gustoso evento! Agriturismo Civardi Racemus, Davide Valla dell’azienda vitivinicola Valla
Ci rivediamo l’anno prossimo!
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Calici di Stelle a Seminò Un castello, una notte stellata d’estate...
Il 10 Agosto può sembrare una data scomoda, un giorno in cui si pensa solo al mare o alla montagna, alle meritate ferie... e invece c’è qualcuno che illumina la notte, offrendo la possibilità di vivere una serata piacevole, conviviale all’insegna del buon cibo locale e ottimi vini della tradizione... Calici di Stelle, un evento che ogni anno diventa sempre più importante e riconosciuto, una data che si fa attendere, perchè sa interpretare l’anima di un vero piccolo angolo di mondo all’italiana. Possiamo nominare le grandi città del vino, ma noi adiamo a ricercare la nicchia, abbiamo vissuto un’esperienza unica, abbracciata dalle mura grazioso castello di
Nella pagina accanto: Azienda Agricola Malvicini, Azienda Agricola Molinelli In questa pagina: Moreno, Katia e bimba della Trattoria del Tmpio
Seminò (Ziano Piacentino, PC) dove si è svolto una intima e gioiosa festa di mezza estate! L’atmosfera è calda, il tramonto sta lasciando spazio alle stelle, che, dalla corte del castello, in cima al colle sembrano ancora più grandi e luminose. L’aria fresca della lieve altitudine fa apprezzare ancora di più il piatto caldo di Pisarei e Fasò dell’Agriturismo Il Tempio, serviti da Katia e Moreno con amore e sorrisi, titolari e attenti osservatori delle ricette tradizionali, ma con un pizzico di creatività in più!
Le cantine sono disposte a semicerchio, per accogliere i visitatori che entrano al castello e si vogliono circondare di tradizione del gusto, di antichi saperi, di unicità ed autenticità, ma anche di sorrisi ed allegria! CANTINE PRESENTI A CALICI DI STELLE PRESSO IL CASTELLO DI SEMINÒ: Azienda Agricola Civardi Racemus Azienda Agricola Molinelli Azienda Agricola Civardi Azienda Agricola Malvicini Azienda Rossi Terre di Cuccagna Azienda Vinicola F.lli Piacentini Azienda Vitivinicola Formaggini e Peveri Azienda Vitivinicola Aradelli Azienda Vitivinicola Lusenti Azienda Vitivinicola Mossi 1558 Badenchini Vini Cantina Primogentita Cantina Valtidone Cantina di Vicobarone Vitivinivola Valla
Piccole cantine vinicole affiancate a grandi nomi del vino piacentino che esportano in tutto il mondo... Intesa, unione e collaborazione per creare una notte stellare! Sopra: Cantina di Vicobarone Nella pagina a fianco: Vitivinicola valla e il Sindaco di Ziano Piacentino Manuel Ghilardelli
Nomi di cantine che hanno fatto storia, che credono da generazioni alla salvaguardia dei vini autoctoni e alla promozione del territorio, anche partecipando a questi eventi locali. Cantine importanti, che girano il mondo, che vincono premi ma che non mancano mai a rappresentare il proprio territorio, nel territorio. Perchè, proprio questa unione di esperienze, di menti, di amici di sempre saranno i punti di forza per creare turismo ed incrementare l’economia locale, che vive ancora (e per fortuna) di cose semplici come l’agricoltura, l’allevamento, i prodotti tipici e lui, il signor vino! Tra un sorso e l’altro non possono mancare i tipici Batarò, un pane creato da una miscela di farine di un tempo, un semplice impasto steso a forma ovale che a contatto con il forno a legna si gonfia, lasciando spazio per la farcitura di formaggio e salumi!
Invece per chi gradisce vini freschi, bollicine e un posto a sedere ammirando le stelle e ascoltando la musica dal vivo... per non far raffreddare il piatto c’è la proposta dell’Agriturismo Il Viandante: un ottimo Roastbeef con insalatina! Seduto con amici e famiglia, non manca mai il Sindaco di Ziano Piacentino: Manuel Ghilardelli, definito da chi lo conosce bene, una buona forchetta e un amante del vino... guarda caso si trova proprio in un territorio ricco di leccornie e con una selezione di vini e cantine interminabile!
Un piccolo territorio che vanta il primato di essere quello più vitato in Europa in rapporto alla superficie... Un paese che si sta muovendo, evolvendo, si pensa alla sostenibilità e creare sempre più attrazioni per il turismo sia locale che estero!
Ma stasera lasciamo spazio al divertimento e alla spensieratezza, degustiamo un vino che ha avuto una storia lunga di lavorazione prima di essere versato in questi calici... rilassatevi e lasciate tempo ai produttori di svelarvi i loro segreti... o meglio, una parte... perchè fare vino è un’arte, e bisogna lasciare spazio anche all’immaginazione! Scoprite il territorio, ricercate le mete meno turistiche... perchè grazie a voi lo diventeranno! 10 agosto 2020... Calici di Stelle a Seminò vi aspetta!
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Nella pagina accanto: Manuel Ghilardelli e l’agriturismo Il Viandante. In questa pagina: Silvia Mandini con Maurizio Serafino, sotto con il marito Marco Profumo (titolari dell’azienda Vitivinicola Mossi 1558)
ZIANO PIACENTINO, e la Malvasia di Leonardo.
Una conferenza per capire ancora più da vicino lo straordinario vitigno di Malvasia di Candia Aromatica. Il Sindaco Manuel Ghilardelli e tutto il team di relatori
Seconda domenica di settembre, Festa dell’Uva di Ziano Piacentino e secondo appuntamento del Valtidone Wine Fest itinerante, una giornata che spaventa tutti per il fantastico temporale mattutino. Ma il Sindaco Manuel Ghilardelli non accenna minimamente ad un pensiero negativo di annullamento. La festa si fa! L’appuntamento è alle 11 in una sala del Comune, per la presentazione della storia antica della Malvasia Aromatica di Candia, che tra leggende e studi autentici rivelano la relazione con il genio di Leonardo Da Vinci. Come afferma Marco Profumo, titolare dell’Azienda Vitivinicola Mossi 1558 e Presidente del Consorzio dei Vini Doc Piacentini: “La Malvasia è un uvaggio splendido
che regala grandi vini, e Ziano è cresciuto qualitativamente anche grazie ai viticoltori che hanno saputo raccontare...” Fiera del proprio territorio è anche Simona Caselli, Assessore dell’Agricoltura dell’Emilia Romagna, dove sottolinea l’importanza della vigna ripristinata di Leonardo, perchè il nome Malvasia di Candia non deve più essere riconosciuto come brand commerciale ma uno stimolo alla maggior valorizzazione di un vitigno autoctono. Roberto Miravalle, docente di Agronomia presso Università degli Studi di Milano e grande esperto del mondo della viticoltura racconta la storia di Leonardo: “Il genio di Leonardo inizia a manifestarsi in giovane età, quando a soli 16 anni affianca artisti di bottega, integrando il lavoro con la sua curiosità verso natura e scienza. Dopo aver frequentato l’accademia del Giardino di S. Marco sotto il patrocinio di Lorenzo il Magnifico, prepara una lettera con riportato nel dettaglio tutte le sue Sopra: Roberto Miravalle. Sotto: Manuel Ghilardelli con Simona Caselli
abilità, quello che oggi tutti noi chiamiamo semplicemente curriculum: ingegnere, artista, scultore, costruttore... e viene presentata al Duca di Milano Lodovico Sforza, il quale ben lo accoglie, dandogli la possibilità di esprimere tutta la sua genialità artistica, lasciando per sempre il ricordo di Leonardo impresso su tele e affreschi... come l’Ultima Cena della famosissima Chiesa di Santa Maria delle Grazie... Nata questa stima reciproca, Lodovico Sforza detto il Moro dona a Leonardo la proprietà di una vigna... 500 anni sono passati e gli scavi per cercare la vigna di Leonardo a Milano sono divenuti realtà, trovando passaggi, radici e DNA della Malvasia coltivata a quel tempo, anni e anni di ricerca per capire cosa si beveva a quell’epoca: Nel 1500 correvano anni freddi in tutta l’Europa, così i vini venivano importati dall’est, soprattutto dall’isola di Creta, chiamata Candia, portando alle stelle Venezia come prima capitale di questo nuovo commercio. I famosi vini buoni dell’epoca, apprezzati Agriturismo Il Viandante
Nella pagina accanto: Filippo Quaglini con Giovannella Fugazza Sotto: Marco Profumo, Giuseppe Gaddilastri, Manuel Ghilardelli e Filippo Quaglini
in tutta Europa ma soprattutto in Italia proveninavo da Malvasia (un comune della Grecia situato nella periferia del Peloponneso) riconoscendo così questo nome come definizione di alta qualità e amabilità del vino”. Nel 2015, per l’Expo a Milano, torna in vita la vigna di Leonardo, e solo nel 2018 è nato il primo vino imbottigliato seguendo l’originale procedura di 500 anni fa, grazie anche all’aiuto di Giovannella Fugazza attuale proprietaria del Castello di Luzzano. PERCHÈ IL CASTELLO DI LUZZANO? Tra l’Oltrepò Pavese e i Colli Piacentini, sorge un’azienda storica che conserva le vigne autoctone di Malvasia Aromatica di Candia, legate alla famiglia degli Atellani, di cui il castello era una volta un feudo e proprietaria della Casa degli Atellani a
Nella pagina a fianco: Stefano Pizzamiglio Qui a lato: Azienda Agricola Molinelli
Milano, nel cui giardino si può oggi visitare l’Orto di Leonardo con la Vigna ripiantata a Malvasia. La casa degli Atellani, proprietà dell’architetto Portaluppi, fu da lui attentamente restaurata negli anni ‘40. Negli stessi anni la famiglia Fugazza affidò al Portaluppi il restauro del Castello di Luzzano, che la trasformò in una residenza moderna e piena di fascino. MA OGGI, LA MALVASIA AROMATICA DI CANDIA, COME SI PRESENTA? Stefano Pizzamiglio, titolare dell’Azienda Agricola La Tosa, sottolinea le caratteristiche incredibili che si nascondono all’interno di ogni chicco d’uva di questo misterioso vitigno. Un’uva buona anche da mangiare, racconta, che sprigiona tutta la sua dolcezza, sapidità e acidità degli agrumi maturati al sole. Una vigna creata da singole piante che originano una propria identità ogni anno diversa: grappoli più maturi e altri meno, chicchi dorati oppure verdognoli, sapori di frutta e sapori vegetali, una variabilità genetica unica. Un vigneto sensibile ad ogni micro cambiamento del suolo, dell’inclinazione del terreno, della tipologia della terra... originando degli uvaggi più adatti al fermo oppure al Malvasia mosso. “La Malvasia, è come una donna moderna: indipendente, floreale, aromatica, speziata, complessa che sprigiona acidità, sapidità e mineralità... una donna dinamica e alla moda che cambia sempre look: frizzante secca, frizzante dolce, ferma, passita...”
Quante cose si possono scoprire in un piccolo acino di uva? Scoprite i veri personaggi del vino e le loro storie... Sopra: Giovannella Fugazza Nella pagina accanto: Paolo Badenchini
Prende la parola Giovannella Fugazza, proprietaria del Castello di Luzzano, nonché azienda agricola: “Per noi che siamo nati nel vigneto riusciamo a capire le diversità e le complessità della Malvasia. Il vigneto di Milano è di nuovo in vita, è stata fatta la prima vendemmia 2018, un momento di raccolta e di gioia, che ha unito le famiglie e gli amici più cari. Lavorare a mano vuol dire fermarsi e chiedersi come si lavorava un tempo e ricercare gli attrezzi dimenticati in un angolo, che in un’azienda storica come la nostra, si possono trovare tinozze originali per poter pigiare coi piedi!” PERCHÈ RIPROPORRE LA VIGNA DI LEONARDO? Sempre Giovannella Fugazza spiega: “Abbiamo voluto ricostruire un sistema di vinificazione dell’epoca di Leonardo da Vinci, che a pensarci bene, non è molto diverso da quando ero io bambina.”
Il succo dell’uva, dopo aver passato un periodo nelle anfore, proprio come gli studi rivelano, passerà all’imbottigliamento dal design proposto dalla ditta Alessi, riprendendo le bozze di Leonardo. Ma ancora non viene svelato nessun dettaglio, perchè prossimamente verrà presentato il tutto, proprio nella vigna di Milano. Una vigna che è vissuta 500 anni fa ed è stata riportata alla luce, con l’orgoglio di Milano ma anche di Piacenza, che, attraverso il ricordo di Leonardo, possiamo scoprire le mille sfumature della Malvasia Aromatica di Candia, un vitigno antico, che non è mai stato così attuale, emozionante raffinato e complesso. Paolo Badenchini, Vicesindaco di Ziano Piacentino e titolare dell’azienda Badenchini Vini, pone una domanda agli ospiti che hanno parlato dell’evoluzione della Malvasia, una domanda posta da produttore appassionato, che sa cosa vuol dire il contatto quotidiano con la vigna, una
sola domanda per comprendere il futuro della Malvasia, dopo aver scoperto il suo passato: “Quale sarà la Malvasia che piacerà al mondo?”. Ognuno dice la propria opinione, soprattutto oggettiva, seguendo i trend del mercato e dei gusti della gran parte della popolazione mondiale che rema verso le bollicine, ma la mia soggettiva opinione è quella di chiudere gli occhi ed immaginare gli aromi dell’uva che si trasformano in un vino complesso, profumato ed aromatico, prendendo un’aggressività speziata e una freschezza minerale sprigionando tutte le peculiarità del terreno... insomma, ce n’è per tutti i gusti!
Si da il caso, che fuori dall’aula comunale ci siano produttori locali che ci aspettano impazienti, è ora di stappare le loro Malvasie ma non solo!
ELENCO DELLE CANTINE PRESENTI ALLA FESTA DELL’UVA DI ZIANO PIACENTINO: Cantina Val Tidone, Badenchini Vini, Azienda Agricola Civardi Racemus, Tenuta La Ferraia, Cantine Casabella, Cantina di Vicobarone, Azienda Agricola Gaiaschi, Azienda Vitivinicola Lusenti, Cantina Civardi, Azienda Agricola Zerioli, Azienda Vitivinicola f.lli Piacentini, Azienda Agricola La pioppa,Molinelli Vini, Torre Fornello, Azienda Vitivinicola Mossi 1558, Azienda Vinicola Marchesi, Cantine Marasi, Azienda Agricola Vercesi Ercole e Claudio, Tenuta Pernice.
Sopra: Tenuta La Ferraia Qui accanto: Azienda Vitivinicola Lusenti Nella pagina accanto: Azienda Agricola Zerioli e F.lli Piacentini
Malvasia, Gutturnio, Ortrugo... vini che caratterizzano il territorio ma anche tante novità che raccontano i viticoltori. Perchè il vino esprime sia la terra che la mente di chi la coltiva.
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Una degustazione ricca, interrotta dalla macchina del tempo di Leonardo, dal carro allegorico pieno di bambini, successivamente giocolieri e corteo invadono la strada... Una degustazione che rispecchia un paese unito e ricco di passione per il vino, sorrisi ed accoglienza, spiegazioni dettagliate di chi davvero vive in simbiosi con la propria vigna e ne ac-
cudisce ogni fase... fino ad oggi, quando dalla bottiglia esce il vino per essere degustato da tantissimi appassionati. Esperti del settore o semplicemente amanti del vino, tutti lasciano lo spazio ai produttori di esprimere la propria anima che rappresenta il carattere dei propri vini. Nella pagina accanto: Azienda Agricola Gaiaschi e Civardi Sopra: Cantina di Vicobarone
DIACONO GERARDO 1028 GUTTURNIO RISERVA
Un lascito testamento del 1028 attesta che il “Diacono Gerardo” del clero di San Martino concede in eredità le terre di Fornello ad una nobildonna piacentina. Fermo, affinato il 100% in botti e barriques di 2° e 3° passaggio per 18 mesi. Colore rosso rubino di straordinaria intensità, profumo suadente, ricco e complesso in cui si avvertono violetta, piccoli frutti e note speziate su piacevole fondo di susina di lunga persistenza.
Loc. Fornello, Ziano Piacentino (PC) Tel. 0385 861001 vini@torrefornello.it www.torrefornello.it
o b l a t n o M a d a t s i V
Si Ringraziano: Il Sindaco Manuel Ghilardelli per la sua attenzione verso il nostro progetto. L’associalzione Confluenze per il contributo di crescita ed unione verso il territorio piacentino, scoprendolo lentamente raccontando storie e organizzando tantissime iniziative. La Cantina di Vicobarone per essere sempre presente come sponsor di eventi e progetti finalizzati alla promozione del territorio. Paolo dell’Agriturismo Bacchanalis che ha creduto subito in noi ed è sempre pronto ad accettare nuove sfide: vino, piatti creativi, accoglienza e prossimamente eventi musicali! Franco, titolare del Ginger di Ziano, che ci ha accolto calorosamente durante l’inaugurazione della stagione MUSICA DA BALLO!! Enrico dell’Azienda Vitivinicola Torre Fornello, che ci stupisce sempre con la sua parlantina e i suoi vini unici! La dolcissima Barbara del B&B Cucutì, che ci ha ammaliato con uno stile ricercato, unico e delicato... una pardona di casa uscita dalle fiabe! Moreno dell’Antica Trattoria del Tempio, ci ha accolti nel suo mondo creato da piatti tipici creativi e note di fisarmonica! Paolo della Cantina Savini, che ci ha regalato un frizzante ed energico benvenuto a suon di calici di vino e un incontro inaspettato con Antonio, gestore dell’Agriturismo La Volpe e L’Uva... guai a voi se non assaggiaate tutto! Roberto della Tenuta La Ferraia che ci ha fatto catapultare nella storia del la nascita del Gutturnio. Alberto dell’Agriturismo Casa Galli, un’intesa da colpo di fulmine, un uomo sincero e genuino che ha preso a cuore il nostro progetto di promozione del territorio! Silvia e Marco dell’Azienda Vitivinicola Mossi 1558, una giovane coppia che ha saputo rilanciare una storica cantina... e con noi parteciperanno a tantissimi progetti! Andrea e Paolo dell’Azienda Badenchini Vini, due fratelli instancabili, che ci hanno dato la giusta carica per continuare a sviluppare nuovi progetti. Annamaria del Ristorante Locanda San Lupo, una donna forte e determinata, che ha saputo proporre al territorio qualcosa di innovativo: il pesce di alta qualità tra i vigneti. Noi seguiremo il suo esempio stravolgente!
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