Week end in
Oltrepò Val di Nizza
Guide
Mangiare Bere Dormire www.mabedo.it 2013
Week end in
Oltrepò Val di Nizza
Guide
Mangiare Bere Dormire www.mabedo.it 2013
L
a copertina della Guida Mabedo è opera dell’artista contemporaneo Marco Lodola, pavese e notissimo per i lavori a olio e le sculture luminose. Le sue opere sono oggi presenti in tutto il mondo e recensite dai critici internazionali. La poliedricità è un tratto caratteristico dell’arte di Lodola, il quale ha realizzato illustrazioni per copertine di numerosi romanzi e saggi e ha collaborato in campo musicale e teatrale. Lodola ha esposto al Padiglione Italia della 53° Biennale di Venezia, all’Expo internazionale di Shangai; nel 2012 ha partecipato alla 54̊ Biennale di Venezia con “Cà Lodola”, la magnifica installazione luminosa posta alla Cà d’Oro, un progetto curato da Vittorio Sgarbi. Il logo ideato per noi da Marco Lodola rappresenta il nostro territorio dove vengono identificate graficamente le vie di terra, le vie d’acqua e le terre che a esse si correlano, divise ed intersecate dal tipico cromatismo di Lodola. Lo sfondo è “calpestato” dai passi del viandante, che percorre con lento incedere i nostri territori, in qualità di pellegrino, di turista curioso e di semplice amante delle proprie terre d’origine. Sono, questi, i passi di un turismo lento e radicato, che consente di godere degli aspetti naturalistici, storico-artistici e ambientali in modo nuovo perché guardati con occhi nuovi. Un procedere lento che regala il gusto delle piccole cose, il piacere di momenti importanti ma anche quella poesia del cibo che passa attraverso l’attenzione ad antichi sapori legati alla tradizioni della terra. Nel logo ideato da Marco Lodola, le gambe piegate dall’incedere, a volte anche con fatica, stanno proprio a simboleggiare un percorso intrapreso non solo fisicamente, ma anche e soprattutto, spiritualmente.
Indice 10
Week end: Val di Nizza
14
Castello di Oramala
30
San Ponzo e le sue Grotte
36
Eremo di Sant’Alberto di Butrio
62
Mangiare, Bere e Dormire
64
Osteria del Libero Pensiero
74
Agriturismo La Collina degli Aceri
84
Agriturismo Cascina Serzego
90
Prodotti Tipici
92
Azienda Agricola Oranami
96
Azienda Agricola Verardo Lino
Prefazione di Mabedo
F
QComunication ha deciso di lanciarsi in una nuova sfida e crea la nuova Collana Week end. Una serie di guide volte a promuovere il turismo locale, ad invogliare le persone a visitare le splendide colline dell’Oltrepo’ Pavese, tra le quali rilassarsi e vivere momenti indimenticabili. Attraverso queste guide, lo Staff di FQComunication, s’impegna a rilanciare la filosofia e cultura del viaggio. E’ ora di partire, on the road, con il vento in faccia, quasi a portare via il grigiore cittadino, i pensieri, le preoccupazioni, tra le splendide colline dell’Oltrepo’ Pavese, tra la natura pressochè incontaminata e rigogliosa.. E’ li, che di fronte alla maestosità ed alla creatività di Madre Natura, la mente si libera lasciando spazio ad un senso di pace, di libertà, di voglia di scoprire le bellezze culturali, la storia e le leggende che queste splendide terre offrono a tutti noi. Lo scopo dei week end proposti nelle guide di FQComunication, è quello di raccogliere e proporvi informazioni utili circa la cultura, tradizione, il dove soggiornare, mangiare e scoprire i prodotti tipici che da anni dominano il nostro Oltrepo’Pavese.
Week end: Val di Nizza
S
ono la routine, la frenesia nel correre sempre avanti, col fiato alla gola verso una meta che a volte si fa avvicinare ma che altre scappa, così schiva e misteriosa, mai scontata e sempre sorprendendente, aver quell’esigenza del guardare avanti, l’affrontare pensieri sempre più numerosi, invadenti, caotici che ci spingono ad avvertire il desiderio dell’arrivo del weekend, la voglia d’evasione, di relax, di calma, di energia pura, fresca, voglia di verde, voglia di vento, di libertà, voglia di cadere tra le braccia di Madre Natura ed affidarsi alle sue rivelazioni, alle sue bellezze.. E per questo weekend è in Val di Nizza che vi consigliamo di prendervi una pausa tra relax, cultura, leggerezza e natura!
I
l viaggio, breve o lungo che sia è avventura, è cambiamento, è serenità e non ha inizio dall’arrivo ma dalla partenza, dalla strada che cambia, dal rivelare paesaggi in continuo cambiamento, dal cielo che si schiarisce, dalla mente che si schiarisce, dalla natura che diventa più fitta, ricca di sfumature di verde fino ad aprirsi, fino a portarci in un oasi di pace, di colore.. fino a portarci in Val di Nizza. Un piccolo paesino tra i territori di Tortona e Bobbio, di circa 676 abitanti e ricco di storia, di leggende, di arte, di cultura, di tradizione, di buon cibo e di ottimo vino. Un Weekend durante il quale potrete visitare il mistico e suggestivo Eremo di Sant’Alberto di Butrio, La Grotta di San Ponzio, Il Castello di Oramala con la sua storia e la sua misteriosa leggenda. Di seguito troverete anche i bellissimi locali, scelti da noi, che vi consigliamo per l’intero soggiorno. Buona Lettura!
Castello di Oramala V
al di Nizza.. luogo di meditazione, relax, contemplazione delle immense ed infinite bellezze che la natura ci offre, luogo di storia, di cultura, di leggende e di mistero. Si, di mistero! Tutti noi fin da piccoli siamo stati attratti dai racconti dei nonni, dalle leggende narrate dai più grandi che ci lasciavano col fiato sospeso che ci attraevano con le loro parole, che un po’ ci spaventavano e un po’ ci facevano sognare mondi nuovi, da scoprire, da esplorare, da vivere. Ed è proprio questo spirito che si risveglierà in voi visitando il Castello di Oramala, ascoltando la sua storia e la sua misteriosa leggenda. Tra il profumo di robinia, di biancospino, mimetizzato tra i boschi di castagno sorge il Castello di Oramala, quasi a nascondersi, mimetizzarsi, proteggersi da attacchi nemici. Dopo aver attraversato la splendida natura incontaminata, arrivati ai piedi del poderoso castello, si avvertirà la sensazione di aver fatto un viaggio nel tempo.. di essere stati catapultati nel X secolo, ai tempi dei Malaspina, della famiglia D’Este, di Federico I Barbarossa, ai tempi delle grandi conquiste e delle grandi battaglie.
Cenni Storici
I
l Castello di Oramala, fu costruito dalla famiglia Malaspina nel X secolo, successivamente passò ai Marchesi D’Este e nel 1161 al Vescovo di Tortona. Nel 1164, come premio per i servigi svolti, l’imperatore Federico I Barbarossa concede ad Obizzo Malaspina il possesso di quasi tutte le terre precedentemente avute che partono dalla Pianura Padana ed arrivano all’alta Toscana, comprendendo il Castello d’Oramala. Tre anni più tardi, nel 1167, Obizzo ha modo di ripagare il suo signore per avergli concesso le terre sopracitate. Questi, lasciata Roma preda di un’epidemia che aveva decimato il suo esercito, giunse a Pontremoli con l’intenzione di arrivare a Pavia attraverso l’appennino, ma si vide sbarrare la strada dalle truppe della Lega Lombarda. L’imperatore deviò, perciò, verso Villafranca sul Magra; da lì, sotto l’esperta guida del marchese Obizzo, arrivò a Pavia attraverso l’itinerario dei paesi liguri, attraverso i sentieri tracciati dai mulattieri, discendendo poi la Valle Stàffora e sostando a pernottare nel castello d’Oramala, che era il più difeso della zona.
F
u grazie ad Obizzo se, il primo settembre, Federico poté giungere a Pavia e da lì riorganizzare la sua compagine per proseguire oltralpe. Questo periodo fu per i Malaspina ed il castello d’Oramala il momento di maggior splendore, anche culturale, perché riposero in parte le armi e le scorribande militari, per far fiorire il culto della gentilezza e della poesia. Successivamente, in seguito a divisioni feudali, i Malaspina scesero nei paesi di fondovalle lasciando ad Oramala una funzione secondaria. Dal XIV secolo il castello d’Oramala fu interessato a fatti d’arme e congiure in seguito alle quali il castello venne fortificato per resistere ai colpi d’artiglieria che avrebbero messo in seria difficoltà i castellani.
La Leggenda Narra...
A
rrivati al Castello, la cosa che ci colpisce istantaneamente è proprio quel senso di mistero che ci riporta alle grandi battaglie, alle conquiste, alla vita di Corte, agli amori vissuti o a quelli platonici, alle poesie.. Tutto questo ci attrae come fosse una calamita e la voglia di sapere, di conoscere ci pervade sempre più! E l’arcano s’infittisce quando veniamo a conoscenza della leggenda che impregna di curiosità e mistero ogni singolo mattone del Castello. Il proprietario del Castello Luigi Panigazzi, afferma che la fortezza è infestata da fantasmi. Ogni 24 dicembre, a mezzanotte, si accende la luce della terza sala che misteriosamente si spegne dopo un paio d’ore. Questo fenomeno sarebbe provocato dallo spirito del grande imperatore Federico Barbarossa e dai Marchesi Malaspina, che lo aiutarono a scappare dall’Italia, inseguito dalle truppe del Carroccio.
D
a anni accadono fatti strani all’interno del Castello, quasi come se la vita di Corte non si fosse mai interrotta, ma proseguisse sotto forme diverse, più discrete e silenziose ma presenti, “vive” ed attive... Il Signor Luigi racconta che una volta gli è stata recapitata una lettera firmata proprio dallo stesso Barbarossa e dal Marchese Malaspina nella quale gli veniva chiesto il permesso di utilizzare una sala del Castello per riunirsi. Nessuno oltre ai fratelli Panigazzi possiede le chiavi della rocca, nessuno può entare oltre a loro; eppure, raccontano di aver trovato, in una delle sale, una tavola ben apparecchiata con numerosi piatti sporchi. Qualcuno aveva cenato all’interno del Castello! Ma come?! Visto che tutte le porte erano chiuse e nessuno oltre ai proprietari poteva entrare! Il proprietario del Castello, non è l’unico testimone degli strani fatti misteriosi che lo circondano, anche chi abita da molti anni ai piedi del Castello racconta che soprattutto durante i mesi autunnali ed invernali si sentono strane voci, sottili e lontane, il rumore di zoccoli di cavallo lanciati al galoppo passare per le strade del paese e cessare proprio davanti all’ingresso del Castello.. Voci, passi, mistero, storia, cultura, leggende, è tutto ciò che vi faranno vivere una bellissima esperienza al Castello di Oramala!
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i ringrazia, l’Associazione Spino Fiorito che dal 2008, si occupa di valorizzare il castello e le terre dei Malaspina in relazione alla presenza dei trovatori, realizzando, oltre alle visite guidate, letture poetiche, spettacoli letterari con musica e figuranti in costume medievale.
INFO: Il Castello è aperto la Domenica dalle 14:00 alle 19:00 Telefono: 333/3418574 - 339/2098288 www.spinofiorito.net
San Ponzo e le sue Grotte Cenni Storici
I
l nostro viaggio prosegue poi, a San Ponzo di Semola.
A differenza di Ponte Nizza, questo piccolo borgo costruito tutto in pietra arenaria, ha conservato il suo antico aspetto quasi a riportare tutti noi, nel passato.. ai tempi in cui la mano d’opera era l’unico strumento per costruire, dove la solidarietà ed il dialogo erano i cardini della società e dove la partecipazione alla vita della comunità era attiva per tutti coloro che la vivevano. Originariamente chiamato “Le Cascine”, questo piccolo paese deve il suo attuale nome al torrente che lo costeggia, “Semola” ed al Santo che vi abitò e che, con il suo stile di vita ed il suo modo di divulgare la fede, divenne un esempio per molti.
S
an Ponzo nasce a Roma nel 3° secolo. Cresce in famiglia pagana ma in un ambiente ormai popolato da cristiani convinti e fervorosi nella pratica religiosa. Convertitosi al cristianesimo, iniziò un lungo periodo di pellegrinaggio che lo portò fino all’attuale San Ponzo di Semola. Il luogo dove visse Ponzo, lo troverete a pochi chilometri fuori dal centro abitato; passeggiando tra querce secolari, castagni e ginepri, addentrandovi nella natura un po’ selvaggia e dalla disarmante bellezza, è in questo luogo, solitario e decisamente suggestivo che troverete le famose Grotte di San Ponzo, anfratti che col tempo, l’acqua ha scavato nella roccia ed è proprio in una di queste, che il famoso Santo decise di vivere. La grotta nella quale visse San Ponzo è venerata dalla popolazione del luogo ed è considerata una meta per tanti fedeli ed “avventurieri” che, attribuendo all’acqua, proveniente dal soffitto della grotta, virtù prodigiose ne raccolgono sempre qualche goccia. All’interno della grotta si nota una specie di giaciglio sul quale, secondo la tradizione, dormiva il Santo ed una piccola nicchia nella quale l’affezionata gallina deponeva le uova che, insieme ai frutti boscherecci, costituivano il pasto giornaliero di Ponzo.
La Leggenda Narra...
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uelli in cui visse San Ponzo, furono anni di forte Fede ma anche di persecuzioni e lotte da parte dei cultori del paganesimo che mal accettavano il diffondersi di una nuova religione, di una nuova filosofia, di un nuovo modo di vivere e di pensare. Fu proprio in questo clima di terrore che Ponzo in seguito al suo “nuovo credere” venne decapitato. La leggenda narra che il parroco di Montalto Pavese, avuta la testa del Santo volesse portarla nella sua parrocchia ma non ci riuscì in quanto, una volta giunto a Fortunago, dove il Santo aveva passato qualche tempo, la testa divenne così pesante che fu impossibile trasportarla da altre parti. Per questa ragione, i resti di San Ponzo sono tutt’oggi contenuti in due chiese diverse: La testa, così pesante ed irrimovibile si trova nella chiesa parrocchiale di Fortunago, mentre l’urna, contenente il corpo del Santo, è situata nella chiesa di San Ponzo.
Eremo di Sant’Alberto di Butrio Cenni Storici
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i spostiamo, verso l’imperdibile Eremo di Sant’Alberto di Butrio, situato a Butrio, una frazione di Ponte Nizza, circondato da verdi boschi di querce e da campi dedicati all’agricoltura. Secondo la tradizione il monaco Alberto nel 1020 vagando proprio nelle terre tra la Valle Staffora e la Val di Nizza, decise di fermarsi in questi luoghi e di fondare il primo nucleo della futura chiesa. Inizialmente il monaco si rifugiò in caverne e ripari di fortuna nella Valletta del Borrione, dove oggi si può visitare una cappelletta dedicata al cenobita. Secondo la tradizione a quel tempo Alberto guarì il figlio muto del Marchese Casasco (Malaspina), signore del territorio, che miracolosamente riacquistò la parola. Riconoscente, il marchese edificò per il monaco una chiesa romanica dedicata alla Madonna; qui Alberto si trasferì insieme ad alcuni suoi seguaci che nel frattempo lo avevano seguito nel suo percorso ascetico.
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ol tempo si costituì una piccola comunità di monaci, che fondarono il primo nucleo del monastero di Sant’Alberto sulle vestigia di una vecchia fortificazione romana. Successivamente il marchese Malaspina donò al frate tutta la contea di Pizzocorno. Il monaco Alberto adottò subito la Regola Benedettina, secondo la regola di Cluny (ma mantenendo sempre lo spiccato aspetto cenobitico) e presto la sua predicazione, legata ad eventi miracolosi da Egli compiuti, richiamò schiere di fedeli al convento, all’Oratorio, allora, dedicato a Santa Maria. Dopo la morte di Alberto nel 1073, la chiesa fu dedicata al frate stesso santificato, ivi sepolto e la struttura passò alle dirette dipendenze del Papa. Durante la seconda metà del X secolo l’aspetto esteriore dell’eremo si modificò e sorse il castello – monastero, con la torre quadrata, le mura e i bastioni visibili ancora oggi, il ponte levatoio ed i fossati. Secondo la tradizione l’Abbazia ospitò nella storia illustri personaggi ecclesiastici e non, tra i quali possiamo annoverare il fuggiasco Re d’Inghilterra Edoardo II Plantageneto nel 1320 (un documento del 1877 riporta che il re inglese morì e fu inizialmente sepolto qui), l’imperatore Federico Barbarossa nel 1167 e Dante Alighieri.
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opo questo significativo momento di splendore, verso la metà del XV secolo, l’Abbazia iniziò un lento ed inesorabile periodo di declino con l’avvento degli abati commendatari. Nel 1595 la chiesa di Sant’Alberto divenne parrocchia, ma l’Abbazia trascorse molti anni nel degrado e nell’abbandono; alcune parti, come la torre, venne distrutta. All’inizio del XVII secolo, con l’avvento di Napoleone, l’eremo fu soppresso e passò nelle mani del governo. Solo all’inizio del Novecento l’Abbazia tornò ad occupare l’interesse delle amministrazioni e del clero, quando vennero riesumati i resti del corpo di Sant’Alberto, che furono allora deposti all’interno di una statua che si trova tutt’oggi all’interno della chiesa. Dagli anni Venti l’eremo fu affidato a Don Orione, che vi collocò gli eremiti della Divina Provvidenza. Dopo la prima guerra mondiale i monaci di Sant’Alberto vissero un periodo di estrema povertà, di lavori agricoli per potersi mantenere, mentre dopo la seconda guerra mondiale divenne una sorta di istituzione provvidenziale.
L’
abbazia oggi è costituita dalla chiesa di Santa Maria (del 1050), quella costruita dal monaco, e da tre piccoli oratori comunicanti, uno dedicato a Sant’Alberto, costruito dai monaci dopo la morte del Santo, formato da quattro piccole campate a volta, dov’è conservata la reliquia del santo, l’oratorio di Sant’Antonio, trecentesco e a pianta trapezoidale, e la cappella del Santissimo. Molte parti del complesso architettonico sono decorate con pregevoli pitture, ma in particolare nella cappella di Sant’Alberto ammiriamo i pregevoli affreschi datati 1484, con la Vergine tra Santi (tra cui Bartolomeo Malaspina), il Miracolo di Sant’Alberto alla Corte Papale e il ritratto di un imperatore. Questi sono stati di recente attribuiti alla scuola dei flli Manfredino e Francesco Boxilio di Castelnuovo Scrivia, ma al momento è più accreditata la versione secondo cui gli affreschi furono opera di un solo monaco che preferì restare nell’anonimato. Gli ultimi importanti restauri dell’edificio risalgono all’inizio degli anni Settanta. Insomma, un incontro davvero particolare con la storia, la religione, l’arte e il raccoglimento. Un luogo di meditazione, che sorge a 687 slm, su uno sperone calcareo che emerge dal fondo della valle, dove ci si può fermare a pensare, lontani dal caos della vita e dalla frenesia contemporanea.
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icordiamo la personalità che ha reso onore al monastero negli anni recenti, Frate Ave Maria (alias Cesare Pisano), il monaco non vedente, che venne accolto da Don Orione tra gli Eremiti della Divina Provvidenza e inviato all’Eremo di Sant’Alberto di Butrio. Qui crebbe la sua santità e la sua fama; visse dal 1923 al 1964. Qui il monaco condusse una vita di preghiera e penitenza. Le sue reliquie si trovano in una cripta all’interno dell’eremo; qui è anche conservata la sua stanza, con gli originali effetti personali del monaco. Attualmente è venerabile e si attende la sua beatificazione. Il bellissimo e curatissimo chiostro dietro la chiesa, datato XIV secolo, con arcatelle binate e divise da colonnine chiuse tra pilastri, è un’oasi di pace, il luogo ideale per la riflessione e la preghiera. In fondo al chiostrino si può vedere la tomba di Edoardo II scavata nella roccia e posta sotto un arco in pietra, segno d’onore per i guerrieri nordici. Pregevole la torre che svetta tra le colline e qualche rudere del muraglione di cinta. Il monastero di Sant’Alberto non fu mai amplissimo e popoloso di monaci, come i coevi monasteri di Bobbio o di Montecassino, ma ebbe tuttavia una sua caratterizzazione, degna di essere annoverata nella storia.
Mangiare, Bere e Dormire
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al di Nizza, colore per gli occhi, pace per lo spirito, amore per il cuore, profumo per l’olfatto, gusto per la gola.... Il buon Cibo, il nettare degli Dei, sono da sempre tra i primi motivi per il quale l’uomo gioisce, appaga ed innonda di bellissime sensazioni ogni singolo senso. Il cibo ci fa riunire attorno al tavolo, ci fa parlare, ridere, passare bellissime serate.. il cibo è amore, è condivisione, è gioia, è romanticismo... è voglia di vivere! Noi di Mabedo vogliamo proporvi i migliori luoghi dove Mangiare, Bere, Dormire nei quali poter trascorrere bellissimi momenti da ricordare!
Osteria del Libero Pensiero
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ra le vigne, la lavanda in fiore, i salici piangenti, la Budleja, una pianta dai fiori profumo di miele sui toni del viola, la cosìddetta casa delle farfalle, Alessandro e Rosi hanno deciso di creare con tanto amore: Osteria del Libero Pensiero. Una vera e propria Oasi di pace e tranquillità, una sosta piacevole per la vista ed il gusto! Arrivati, tante saranno le cose che vi colpiranno.. la gentilezza dei proprietari che hanno messo passione ed amore in ogni mattone, nella cura del giardino, nell’arredamento rifinito nei minimi dettagli e nelle pietanze servite rigorosamente preparate con ingredienti freschissimi e genuini, come le verdure colte direttamente nell’orto adiacente alla vigna. Potrete godere dell’ottimo cibo, nella sala interna dall’arredamento caldo ed accogliente con un grande e bellissimo camino o sotto al porticato situato vicino all’elegante piscina, messa a disposizione degli ospiti che dopo il pranzo o la cena, potranno rilassarsi a bordo vasca, rinfrescarsi o farsi una bella nuotata rigenerante.
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er chi invece preferisse passeggiare, tra il verde delle vigne, le rose, la lavanda.. vi è un sentiero ben curato che consente una bellissima passeggiata “digestiva”. All’Osteria Del Libero Pensiero, Alessandro e Rosi, pongono molta attenzione alle esigenze di ogni singolo cliente; per questo propongono anche menù vegetariani, insoliti e creativi che ben soddisfano la voglia di novità che ciascuno di noi ha quando decide di cenare o pranzare fuori casa. La cucina proposta vuole essere un momento di incontro con il gusto in un ambiente raccolto, elegante e discreto, dove il menù, proprio per la scelta di perseguire una “ricerca naturale”, cambierà ad ogni stagione. La missione dell’Osteria è quella di seguire i cicli naturali e di riproporli nei piatti cucinati e proposti alla propria clientela. L’Osteria del Libero Pensiero vi propone un’ottima cucina Italiana di alto livello che privilegia i prodotti locali, quelli legati alla tradizione dell’Oltrepò, a km zero. In cucina regna uno chef, che con passione ed esperienza decennale, pensa, elabora, crea, dipinge e scolpisce piatti creativi e davvero poco scontati.
S
tessa accuratezza vale per la scelta dei vini della cantina dell’Osteria. L’attento e approfondito esame delle proposte dei vini sottende la stretta congiunzione con i cibi. Gli abbinamenti cibo vino sono fondamentali e tutta l’attenzione è volta ad evitare squilibri in questo funambolico rapporto. Curiosi? L’Osteria del Libero Pensiero vi aspetta con idee e pensieri sempre nuovi! INFO: Frazione Fontanino, 13/c Tel. 0383/578111 - 333/7006027 www.osterialiberopensiero.com
Agriturismo La Collina degli Aceri
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uogo ameno, immerso completamente nelle belle colline dell’Oltrepò Pavese, la Collina degli Aceri si propone come un esclusivo agriturismo, strettamente legato alle attività equestri. Ben dieci anni fa la famiglia Zicari decise di abbandonare la caotica Milano per trasferirsi in Oltrepò, poco lontano al Comune di Val di Nizza. La passione di Alessandra, la proprietaria, per i cavalli e l’equitazione, ha portato alla creazione di questa bellissima struttura, nata dopo un sapiente lavoro di restauro di un antico cascinale che oggi ospita le camere per gli ospiti, il ristorante dell’agriturismo e un attrezzatissimo maneggio, all’interno del quale si trova una scuola di equitazione, specializzata nella monta all’inglese. La scuola è gestita direttamente da Alessandra, che ricopre il ruolo di istruttrice (affiliata F.I.S.E.); in special modo i corsi si incentrano sul salto ad ostacoli.
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a scuderia de La Collina degli Aceri accoglie 20 tra cavalli e pony, di proprietà dell’agriturismo o in “pensione”, affidati alle cure di Alessandra e ospitati in una scuderia di 18 box, con selleria e doccia per cavalli, dotata di campo ostacoli (30x50), tondino e campi paddock, per far godere anche ai nostri amici cavalli la salubrità dell’ambiente naturale, con la frescura del bosco limitrofo. L’agriturismo si trova in una delle zone più affascinanti dell’Oltrepò Pavese, vicino ad uno dei borghi storici, Val di Nizza, che da sempre incontra le culture di Lombardia, Liguria e Piemonte. La Collina degli Aceri vi accoglierà nella sua struttura a conduzione familiare che sorge in un’oasi naturale, a 600 m s l, che ne garantisce sempre un clima fresco e ventilato, che allieterà le vostre giornate, anche quelle più calde della stagione estiva. La posizione della struttura, infatti, è abbastanza isolata, lontana dal logorio della modernità, dal traffico e dalla vita frenetica: ciò permette ad ogni visitatore di godere di una vacanza rilassante, all’insegna della tranquillità e del relax, in compagnia del cinguettio degli uccelli e, con un po’ di fortuna, della vista di famiglie di lepri, cinghiali, caprioli e scoiattoli.
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atura e aria pulita, dolci verdi colline costellate da antichi castelli, fitti boschi di castagni faranno da cornice alle rilassanti passeggiate a cavallo organizzate dall’agriturismo, in itinerari panoramici mozzafiato. Gli appassionati di equitazione, o chi vuole conoscere questi affascinanti animali per la prima volta, possono usufruire di cavalli per passeggiate ad ogni livello di difficoltà; inoltre è possibile prendere lezioni di equitazione durante la propria permanenza, seguiti da personale tecnico qualificato. Il territorio si presta anche ad escursioni a piedi, in bicicletta (vi sono delle mountain bike a disposizione degli ospiti). Gli altri membri della famiglia gestiscono, invece, l’azienda agricola e la struttura agrituristica. L’agriturismo mette a disposizione ben otto camere ricavate nel vecchio fienile ristrutturato (venti posti letto in tutto) che danno tutte sul magnifico panorama delle dolci colline, da cui si possono ammirare romanticissimi tramonti.
I
l ristorante dell’agriturismo, accogliente, caldo ed elegante, ha una capienza di ottanta posti; in cucina vengono preparati gustosissimi piatti della tradizione locale, tutti preparati con ingredienti a km zero, ma anche “degustazioni di portate meno scontate e banali, frutto della fantasia e del buongusto di chi esercita con passione questo tipo di attività”. L’offerta de La Collina degli Aceri spazia anche nell’organizzazione di banchetti per cerimonie, come matrimoni, Comunioni e Cresime, o pranzi e cene di lavoro, nei quali l’apprezzata strategia del “preparare tutto in casa”, unita ad all’attenzione e alla cura dei particolari nella preparazione della location, offrono un rapporto qualità/prezzo decisamente interessante. Tutti i Venerdì sera La Collina Degli Aceri organizza La Pizzata! Ideale per chi ama la natura, i cavalli, l’aria pura...e la buona cucina!
INFO: Fraz. Monteacuto 3 Tel. 0383.541156 - 338.6717837 www.lacollinadegliaceri.it
Agriturismo Cascina Serzego
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ircondata da un ambiente molto suggestivo, ricco di bellissimi animali come daini, caprioli, cinghiali e leppri, sulle rive di un piccolo stagno chiamato Serzego, si trova la Cascina Serzego; una struttura a conduzione familiare dove ogni piatto, anche il più raffinato, è frutto del lavoro di mani casalinghe e di ricette ereditate dalla tradizione. L’azienda si estende oggi per circa 30 ettari, e si compone di diverse strutture, tra cui l’agriturismo, il fienile, i due magazzini, i pollai e la stalletta per l’allevamento semibrado dei vitelli e dei cavalli. Nulla qui viene modificato, nessun prodotto e nessun ingrediente viene elaborato artificialmente...la Famiglia Romagnese non lo permetterebbe! E’ nella loro concezione portare in tavola solo piatti tradizionali, sani e fatti in casa anche se questo significa scontrarsi con le nuove tendenze oggi di moda.
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er chi ama quindi il profumo e la croccantezza del pane e dei grissini fatti in casa, il gusto della pasta fatta a mano, dei risotti tostati, dei funghi trovati nei dintorni, torte e focacce di una volta… beh, si trova nel posto giusto ed una volta seduto a quel tavolo ci ritornerà quanto prima. La Cascina Serzego propone buonissimi antipasti come il crostino di paté di coniglio, il cotechino in crosta, l’orzotto all’italiana e il tortino di spinaci su fonduta di parmigiano; tra i primi il risotto carciofi e maggiorana, le penne alla vogherese e le tagliatelle alla rapa, pesto e pomodorini freschi, proseguendo con coniglio all’arancia, pinoli e noci, finendo golosamente con un semifreddo pinoli e menta e soufflé di cioccolato e ribes. Il tutto è sempre accompagnato dall’ottimo vino della casa, ma anche, per gli intenditori più raffinati, da nomi importanti come il Monsupello. Una tappa imperdibile per i palati di “bocca buona“, ideale in inverno con la rustica saletta davanti al calore del camino a legna e perfetta in estate al fresco del porticato esterno con vista panoramica! INFO: Loc. Cascina Serzego 1 Tel. 338 3262753 www.agriturismocascinaserzego.it
Prodotti Tipici
O
rmai il weekend è agli sgoccioli ed il ritorno a casa è vicino, ma non temete! Porterete con voi il ricordo di bellissimi giorni trascorsi in assoluta armonia ed inizierete la settimana con una carica ed un energia positiva in più! Se i prodotti tipici dell’Oltrepo Pavese che avete gustato durante questo bellissimo weekend, vi sono piaciuti e desiderate portarli con voi, Mabedo vi suggerisce due aziende nelle quali potrete rifornirvi.
Azienda Agricola Oranami
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i trova a Pizzocorno sulle colline dell’Oltrepò Pavese, lungo l’antico percorso che collega il mar Ligure con la pianura Padana. L’azienda si trova inerpicata a mezza collina ai margini di una grande distesa di boschi di castagno e querce che si unisce alla zona di prati e di coltivazioni. L’azienda è condotta con il metodo di conduzione biologico fin dal 1987 ed Aderisce all’Associazione Biodinamica. Il ciclo biologico è assicurato dalla rotazione delle colture per l’alimentazione degli animali. Con la farina dei cereali coltivati in azienda vengono prodotti otto tipi di pane a lievitazione naturale e cotto nel forno a legna.
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ell’azienda agricola non mancano gli animali: qui vengono accudite quindici vacche brun-alpine e una trentina di capre camosciate. Il latte di alta qualità viene trasformato in ottimi formaggi, a latte crudo per conservarne il sapore. Pregevoli sono le ricotte di latte vaccino, caprino, ovino e misto, così come i primosale, i tomini, i caprini e le tome semi-stagionate. I prodotti che caratterizzano l’Azienda Agricola Oranami sono, inoltre, il pizzocorno a pasta cruda e il montecorno a lavorazione presamica prodotto con latte vaccino, caprino e ovino.
INFO: Fraz. Pizzocorno,64 Tel. 0383 542160 - 335333909 www.oranami.it
Azienda Agricola Verardo Lino
L’
azienda agricola si trova a San Ponzo, sulle colline di Ponte Nizza, nella Valle Staffora. LINO è uno dei pochi superstiti che alleva ancora la “VACCA VARZESE”, una razza in via di estinzione dal cui latte derivano i formaggi da lui prodotti. Ricordiamo che ogni anno la prima domenica di agosto viene celebrata a Ponte Nizza la festa dedicata a tale esemplare. Nell’azienda vengono allevati anche altri animali molto particolari, come la vacca cabannina, la mora romagnola, il coniglio grigio di Carmagnola e la gallina padovana. Lino lavora nel rispetto dell’ambiente, alimentando i propri animali esclusivamente con i prodotti coltivati da lui stesso.
L’
azienda è specializzata nella produzione di formaggi freschi o stagionati. Ricordiamo in primis il MONTAGNINO, una toma fatta con latte vaccino di vacca varzese e cabanina, e il MONTAGNINO MISTO, con latte vaccino caprino e ovino. La ricetta di questo formaggio deriva dall’antica tradizione della zona che Lino ha “recuperato” da una signora di 90 anni del paese. Gli altri prodotti sono ricotta primosale e caprini.
INFO: San Ponzo Tel. 0383 59548
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