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9.3 La Buona Azione
Capitolo 9 – La pista del lupetto, il sentiero della coccinella [ 175 ]
9.3LA BUONA AZIONE
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art. 26 L/C art. 33
Le Buone Azioni sono gesti gratuiti dei bambini, rivolti a tutti. La pratica della Buona Azione promuove una costanza di impegno che diventa stile di custodia dell’altro ed esperienza piena di servizio al prossimo. Sorpresa, gioia e cortesia ne sono gli ingredienti irrinunciabili: la sorpresa di scoprire che qualcuno ha fatto una cosa bella proprio per te, la gioia di vedere lo stupore altrui e la cortesia che viene generata e che fa comprendere di essere parte di una ricca rete di relazioni di cura. Baden-Powell nel Manuale dei Lupetti chiamava questo modo di agire «tiro birbone» e lo intendeva come un gioco che diverte chi lo fa e stupisce chi lo riceve. Diventa, poi, buona abitudine e infine consapevolezza di poter essere felici rendendo felici gli altri. Sarebbe bello riuscire veramente a compiere almeno una Buona Azione al giorno nei confronti di qualcuno, possibilmente senza essere scoperti!
È importante che il gioco abbia visibilità, ma allo stesso tempo che sia rispettata la gratuità e l’intimità del gesto. La visualizzazione in sede serve a far cogliere ai bambini la bellezza di poter costruire un mondo migliore grazie alle azioni congiunte di tutti, e così di consolidare la comunità, comprendendo che quello è un impegno che ciascun membro della comunità è pronto ad assumere.
[ 176 ] Parte 3 – Giochiamo!
Anche la visualizzazione individuale è importante: può risultare efficace che i bambini portino con loro (o su di loro) qualcosa che richiami il gioco e che evidenzi il cambiamento, una volta compiuta la Buona Azione (ad esempio, il nodo al fazzolettone da sciogliere).
Anche questo gioco va lanciato una volta durante l’anno in maniera significativa. Va poi ripreso e valorizzato ogni qualvolta se ne presenti la necessità. Il lancio va fatto quando si è già creato un bel clima di famiglia felice, che coinvolga tutti. L’idea di fondo è che la Buona Azione divenga buona abitudine, perciò si tratta di un gioco continuo, che idealmente permea tutta la vita di branco e cerchio. Ogni bambino gioca da solo, ma in contemporanea con gli altri del branco o del cerchio.
È un gioco da sperimentare ovunque, anche al di fuori della vita di branco e cerchio, così che diventi una buona prassi da vivere ogni giorno e in ogni luogo, uno stile che possa essere vissuto in prima persona anche dal capo, chiamato egli stesso a partecipare al gioco, occasione per lui di concreta testimonianza.