EV-Fleet 2022 - auto elettriche e ibride in flotta

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SPECIAL EDITION

Ev-fleet elettriche ibride in flotta

Grecale GT MIld Hybrid

Dossier Maserati la gamma elettrificata

ANIASA 21esimo Rapporto

Auto elettriche arriva l'usato dI Auto1




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MM

Fleetime Magazine Spinoff fleetime.it Direzione e redazione 20097 San Donato Milanese (MI) Tel. 02.80888386 redazione@fleetime.it

ARIO Rapporto ANIASA 2022

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Dossier Maserati

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FleetRestart

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Talking press

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Usato elettrico

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Transizione Energetica

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Redazione Flavio Prada, Barbara Davi redazione@fleetime.it

EliMedia P.iva 10671390960 pubblicità Tel. 02.80888286 elimedia@fleetime.it

Hanno collaborato Giuseppe Donadei, Giulia Marrone, Elia Donadei, Riccardo Bellumori Redazione Roma, Federica Fusco, Daniele Invernizzi, Vincenzo Di Bella.

Giuseppe Donadei giuseppe.donadei@fleetime.it



Editoriale - Ritorno al passato Un 2022 tutto in salita. Per il mercato dell’automotive che guarda al futuro, per adesso c’è solo un brusco ritorno al passato. La proiezione dei dati delle immatricolazioni fin qui registrate nei primi 4 mesi dell’anno ha prodotto il seguente risultato: meno di 1.120.000 veicoli venduti. Un livello che, se confermato, riporterebbe indietro l’industria dell’auto di almeno sessant’anni. La news è l'arrivo importante dell'usato elettrico, il commercio di veicoli elettrici rappresenta tuttora una sfida in alcuni mercati, ma i dealer europei prevedono di di fare buoni affari sul 2022, ma questo è tutto da vedere.

Giuseppe Donadei



di redazione Roma

Mobilità ed auto tra La ricerca Bain & Company La ricerca “La mobilità che non cambia – Un’Italia a due velocità, tra chi abbraccia il nuovo...e chi non può ancora permetterselo” condotta da ANIASA, l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, e dalla società di consulenza strategica Bain & Company, analizza i cambiamenti nelle abitudini di mobilità degli italiani, approfondendo l’andamento della transizione verso la mobilità elettrificata. Negli ultimi mesi gli italiani sono tornati ad utilizzare massivamente l’auto, circa il 60% in più di quanto facevano pre-pandemia (a gennaio 2020), come certifica anche l’App Mappe di Apple : l’auto personale è il mezzo di trasporto usato più spesso (dal 69% del 2020 al 73% del 2021) e gli utenti sono molto più propensi degli anni scorsi ad utilizzare il car sharing (dal -54% del 2020, al -16% del 2021 al +2% del 2022) ed i monopattini elettrici (dal -8% del 2021 al +5% del 2022).

Il Rapporto Aniasa quest’anno esprime quasi una linea di frontiera tra criticità e ripresa: divisioni territoriali nelle scelte di acquisto, immatricolazioni ferme, la sfida elettrica ancora ferma e localizzata. Su tutto, il Noleggio per i Privati che continua lentamente il suo trend di favore.

L’Auto invecchia sempre di più, ma viene usata sempre di più. Un rischio? La ricerca mostra come, nonostante la ritrovata mobilità, il mercato automotive sia tuttavia alle prese con la peggior crisi dagli anni Settanta. Se nel 2020, infatti, la crisi pandemica aveva già colpito duramente, la carenza di chip e lo scoppio del conflitto in Ucraina, con la conseguente mancanza dei sistemi di cablaggio prodotti sul territorio, hanno continuato a soffiare sul fuoco della crisi. Nel 2021 le immatricolazioni sono scese sotto quota 1,5 milioni di unità, con il 2022 che sta segnando una contrazione del 27% da inizio anno. Il temporaneo arresto del mercato, tuttavia, potrebbe non essere di per sé un problema assoluto, visto che l’Italia ha un indice di motorizzazione tra i più alti al mondo (670 auto ogni 1.000 abitanti, circa 1,5 auto per nucleo familiare). Peccato però che si continui a registrare un costante invecchiamento del parco circolante passato dal 2000 a oggi da un’età media di 8,8 a 11,5 anni.


opportunità e divari

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L’elettrico cresce in Nord Italia e nel mondo flotte. Faticano Sud e privati I consumatori non hanno ancora sposato i nuovi trend della mobilità, che faticano ad imporsi nel contesto attuale. Le auto full electric (BEV) hanno visto aumentare la propria quota nel 2021, pur restando ancora concentrate nelle grandi metropoli del Nord Italia (5,3% di quota), grazie a profili di consumatore inclini all’innovazione e con buona disponibilità economica. Appare oggi evidente la correlazione tra il reddito pro-capite regionale e la penetrazione di BEV. Questo segmento è tutto sommato ancora poco rilevante, con un peso di circa il 4% sul totale 2021 e un calo al 3,3% nel primo trimestre del 2022 (dimezzato nel canale privati, sceso all’1,8%). I consumatori preferiscono piuttosto gli acquisti di ibrido-mild, che non sembra però avere effetti significativi sulle emissioni complessive.

Noleggio, unica via alla diffusione dell’elettrico Stante queste contraddizioni strutturali del mercato automobilistico, il noleggio emerge come l’unica leva in grado di “democratizzare le novità”, rendendole accessibili ai più. Il canale del noleggio a lungo termine, infatti, garantisce oggi un mix di emissioni molto più sostenibili rispetto all’acquisto diretto. Ad esempio, nel canale privati (con solo codice fiscale) ben il 30% delle vetture a noleggio ha emissioni sotto i 60 gr/km, contro il 6% delle vetture acquistate. E anche tra le aziende, l’immatricolato con emissioni superiori ai 160 gr/km è pari al 28% per le imprese che acquistano e scende al 9% per quelle che scelgono il noleggio. La conferma viene dai consumatori, che hanno dichiarato di essere più propensi all’utilizzo del noleggio a lungo termine (+5% nel 2022 vs 2021, rispetto al -2% del 2021 vs 2020).


Alberto Viano Presidente ANIASA “Lo studio conferma la centralità assoluta dell’auto per gli spostamenti degli italiani anche in questa fase di ripresa delle attività lavorative e della socialità”, evidenzia Alberto Viano – Presidente ANIASA, “La strada è ormai segnata, l’elettrico è il futuro della mobilità. Il noleggio costituisce un naturale volano per una sua più rapida ed efficace diffusione, sia presso le imprese che tra i privati che oggi per motivi economici sono meno attratti da queste motorizzazioni. Grazie al noleggio si distribuisce su più anni il valore, ancora elevato, di una vettura più nuova e meno inquinante, garantendo un costo certo ed eliminando il rischio di deprezzamento”.

Gianluca Di Loreto Partner Bain & Company “Il mondo dell’auto si sta preparando per un nuovo futuro e l’Italia deve farsi trovare pronta, pur nel rispetto delle proprie caratteristiche peculiari. Ci sono forti diversità da colmare, ed il noleggio è la leva più efficace per garantire che questa transizione avvenga con un linguaggio (ovvero con formule commerciali) semplice, uniforme e comprensibile a tutte le tipologie di utenti, a partire dai privati. In questo senso, la transizione del settore va vista anche dal punto di vista della sicurezza, di cui il consumatore deve essere ben consapevole: le auto a noleggio, più nuove, hanno livelli di guida assistita più avanzati e sono quindi una garanzia in più per la sicurezza di automobilisti e pedoni.” spiega Gianluca Di Loreto, Partner Bain & Company.





ATTACCHI HACKER “BLACK HAT” ALLE COLONNINE IN AUMENTO . “Stiamo già iniziando a vedere i primi hack. Sicuramente ci sono molti casi accaduti che non sono stati resi noti”. Yoav Levy, CEO di Upstream Security esperto in sicurezza informatica sostiene che gli attacchi alle colonnine di ricarica aumenteranno sempre di più nei prossimi mesi. Il metodo è lo stesso utilizzato per bloccare l’attività di grandi multinazionali: entrano nelle reti pubbliche e private con lo scopo di ottenere un riscatto. Ma non è escludibile l’ipotesi che possano hackerare una colonnina di ricarica per non pagare l’utilizzo. Fino allo scorso anno, secondo Levy, gli attacchi sono stati effettuati principalmente da hacker “white hat”, che lavorano per le stesse aziende che mettono alla prova la vulnerabilità dei loro sistemi. Secondo una ricerca di Upstream, la maggior parte degli attacchi informatici recenti è avvenuta ad opera di hacker “black hat” che agiscono illegalmente per trarre profitti.

COLONNINE DI RICARICA HACKERATE: QUALI RISCHI PER LE FLOTTE AUTO


14 di redazione Milano

Con la diffusione delle reti di ricarica smart e connesse, il rischio che le colonnine di ricarica siano esposte ad attacchi è alto, secondo Levy. Questo rischio, spiega l’esperto, riguarda principalmente soggetti da cui gli hacker trarrebbero un maggiore guadagno. Ad esempio flotte di veicoli elettrici impiegati per le consegne, provider di ricarica sulle autostrade, etc., piuttosto che un automobilista privato. In casi remoti un’auto elettrica potrebbe essere vittima degli hacker se la colonnina fosse attaccata durante la ricarica. A questo dobbiamo aggiungere la terza incognita, cioè l’occasione di cambio o intervento in garanzia del pacco batterie. E ricordare, anche in previsione del nuovo Round sulla “B.E.R.” nel 2023, che ancora tanto rimane da capire sulla effettiva possibilità delle Reti Indipendenti di Autoriparazione e per l’Aftermarket di poter svolgere interventi in concorrenza con le Reti Ufficiali. Diciamo la verità: forse il primo motivo da ricercare nella valutazione ed accettazione di mezzi totalmente elettrici può essere quello della “stretta normativa” sui requisiti ambientali : senza il timore di una guerra senza frontiere delle Istituzioni al motore endotermico, come avvenuto sinora, quanti automobilisti abbandonerebbero a cuor leggero il caro vecchio motore e tutta l’esperienza che su questo abbiamo maturato? Su tutte queste incognite, infatti, emerge in risposta la piena vitalità del mercato Ibrido, che significa: conoscenza e predittività su una componente fondamentale del sistema (il motore endotermico), significa abitudine ad uso e gestione consolidata, e significa alternativa maggiore nelle fonti di alimentazione, questione oggi tornata davvero al centro dell’attenzione. Forse, dunque, il Consumatore Automobilista – Privato e Fleet - ha già espresso il suo verdetto? Almeno fino al grande appuntamento previsto per il 2035, sembrerebbe di si…..


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di redazione Roma

come Maserati

Maserati è stata in grado di dar vita a un rinnovamento continuo del brand, procedendo rapidamente verso l’elettrificazione dell’intera gamma. Questo processo è iniziato nel 2020 con l’introduzione della tecnologia Mild Hybrid: l’Ibrido “Made in Maserati” riesce perfettamente a trasportare nel moderno concetto di rispetto ecologico, efficienza energetica e di mobilità connessa tutti quei valori di potenza, sportività, lusso e distinzione tipici del brand Maserati. Gli stessi valori vengono riproposti anche nell’offerta del Tridente destinata al mondo delle flotte aziendali: la gamma Maserati rappresenta una sicurezza in termini di status, valore residuo, gestibilità ed efficienza. Questa filosofia di stile, mobilità unica ed inconfondibile viene interpretata da tutti i modelli della gamma Maserati.

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come Hybrid


Grecale GT MIld Hybrid


Ghibli

La

Levante

Grecale

gamma MHEV Maserati

La Ghibli è stata il primo modello della gamma del Tridente ad essere offerto nella variante Mild Hybrid nell’autunno del 2020 ed è ora arrivato alla terza generazione con il lancio del Model Year 23. Dodici mesi dopo Ghibli è stato il turno di Levante. Questo ha permesso a Maserati di fare un ulteriore passo verso il suo progetto di elettrificazione. A chiudere il cerchio, il lancio di Grecale, neonato SUV del segmento D presentato il 22 Marzo 2022 e che arriverà in concessionaria a partire da giugno. Tutti e tre i modelli condividono il motore a 4 cilindri abbinato a una batteria a 48 volt che sviluppa 330 CV (su Grecale disponibile anche nella versione da 300 CV), garantendo sia alte prestazioni sia una riduzione dei consumi e delle emissioni rispetto alle varianti benzina e diesel. Quello che rimane inalterato è l’inconfondibile sound Maserati. Con l’introduzione della motorizzazione ibrida migliora inoltre la distribuzione dei pesi e la vettura guadagna in maneggevolezza.


Infotainment e Adas All’interno dell’abitacolo il driver interagisce con i comandi tramite gli schermi touch screen dotati di sistema operativo Android Auto oppure utilizzando i comandi vocali integrati con gli assistenti personali Amazon Alexa e Google Assistant. Il controllo delle funzioni della vettura è inoltre possibile da remoto con app via smartphone o smartwatch. L’evoluzione tecnologica coinvolge anche le funzioni degli ADAS che integrano la funzione Active Driving Assist, ovvero, la guida assistita di Livello 2 superiore, con il mantenimento di corsia e la gestione adattiva della velocità non solo in autostrada ma su tutte le strade con una segnaletica orizzontale ben delineata. Oltre all’Active Driving Assist le funzionalità ADAS offrono il sistema anticollisione durante le manovre in retromarcia, il riconoscimento della segnaletica stradale ed il monitoraggio degli angoli ciechi di tipo attivo, cioè in grado di correggere la traiettoria della vettura per evitare un incidente.

Pensate per le flotte aziendali: Maserati Ghibli e Levante Executive

L’allestimento più richiesto nel segmento delle flotte aziendali è stato rinnovato su Ghibli MHEV e Levante MHEV anche sulla gamma Model Year 23. La versione Executive garantisce al cliente finale un vantaggio del 30% sugli opt più richiesti in questa categoria, quali il navigatore con radio DAB, i sistemi di assistenza alla guida, i sedili anteriori riscaldabili e regolabili elettricamente e la pelle estesa all’interno dell’abitacolo.

Gestione attenta delle risorse e dei processi produttivi In un contesto dove i tempi di produzione e di consegna delle vetture è fortemente influenzato dalla situazione economicopolitica globale, Maserati è riuscita a gestire in modo esemplare i processi di approvvigionamento e di produzione garantendo la consegna delle proprie vetture con le stesse tempistiche pre-pandemia, indipendentemente da modello, motorizzazione ed allestimento. Questo, insieme ad una gestione mirata dei piani di supporto destinati ai canali flotta, oltre all’introduzione delle motorizzazioni ibride su Ghibli e Levante, hanno consolidato la posizione di Maserati all’interno del mondo B2B.


Maserati Grecale: Everyday Exceptional Il neo-nato suv Maserati Grecale, rappresenta il SUV best in class per abitabilità e comfort che va ad inaugurare un segmento inedito per il Brand del Tridente. Passione, innovazione, versatilità ed eleganza sono gli ingredienti di Grecale che sarà presto disponibile in un’ampia gamma di motorizzazioni: nella versione GT, equipaggiato con un 4 cilindri Mild Hybrid in grado di sviluppare 300 CV; nella versione Modena, con motore 4 cilindri Mild Hybrid da 330 CV e nella performante versione Trofeo con il V6 Nettuno da 530 CV. Anche per Maserati Grecale, le soluzioni ibride adottate puntano a migliorare le prestazioni, riuscendo al tempo stesso a ridurre i consumi per consentire a Grecale di essere l’auto per tutti i giorni, tenendo fede al claim “Everyday Exceptional”. Un anno dopo l’uscita delle versioni MHEV, arriverà la Full Electric “Grecale Folgore” il primo SUV 100% elettrico di Maserati. Sarà interamente made in Italy ed equipaggiato da una batteria da 105kW/h che utilizzerà la tecnologia a 400 Volt. Il nuovo SUV elettrico di Maserati sarà in grado di erogare ben 800Nm di coppia, garantendo le prestazioni tipiche del Brand. Sarà inoltre riconoscibile dall’esclusivo colore Rame Folgore.


Grecale Folgore


AUTOMOTIVE

A cura di Giulia Marrone

Corporate, Direct & Special Sales Manager presso BMW Group

Fabio Fiandanese Clicca sulle immagini e segui la video intervista

La voce delle case auto costruttrici tra presente e futuro

Vincenzo Vavalà

AUDI Italia Sales Director at Volkswagen Group Italia S.p.A.


Presidente ANIASA

Alberto Viano

Mobilità ed auto tra opportunità e divari

Clicca sulle immagini e segui la video intervista

Vincenzo Di Loreto

Partner Bain & Company




PODCAST

TALKINGPRESS

Giulia

FLEETIME AUTOMOTIVE NEWS FOR YOUR BUSINESS


Il nuovo dibatitto ai microfoni della TalkingPress

Vincenzo di Bella Da dove arrivano le batterie delle auto elettriche?

Riutilizzo ed economia circolare nel segmento dell'elettrico

Fleet Specialist Clicca sulle immagini per ascoltare i protagonisti intervenuti ai microfoni della Talkingpress

Daniele Invernizzi eV-Now! President

di redazione TALKINGPRESS


QUALI SONO LE CITTÀ PIÙ PREPARATE ALLA MOBILITÀ ELETTRICA? Uswitch.com ha valutato 33 città europee sulla loro preparazione infrastrutturale all’e-mobility. Prima in classifica Reykjavik, seguita

A

di Redazione Milano

da Glasgow e Lisbona.

Glasgow il 92% delle colonnine pubbliche offre una ricarica gratuita

Quanto sono preparate le città europee alla mobilità elettrica? E quale realtà urbana offre un “servizio” migliore ai possessori di e-car? A queste domande risponde Uswitch, compagnia britannica specializzata nel confronto prezzi, con un nuovo studio. La società ha elaborato un indice di valutazione con cui identificare le migliori città in Europa per i possessori di auto elettrica. Nel dettaglio, la misura valuta una serie di aspetti chiave per l’e-mobility, quali: numero di punti di ricarica gratuiti, i prezzi medi dell’energia, potenza media dei caricatori e distanza tra le colonnine. E in base a questi assegna un punteggio da uno a 10 all’impegno urbano. Gli esperti di Uswitch hanno utilizzato l’indice su 33 celebri città europee tra cui Torino, Roma e Milano, per identificare le realtà meglio attrezzate per ospitare le auto con la spina Il risultato? Con un punteggio di 7,94, Reykjavik è risultata la prima in classifica. La capitale islandese si è meritata il piazzamento grazie ad una distanza media tra le stazioni di ricarica particolarmente bassa (0,55 km) e alla presenza di un 65% di caricatori gratuito. Seguono in classifica Glasgow, dove le colonnine gratuite sono addirittura il 92% del totale, e Lisbona che possiede il prezzo per kWh più basso in Europa (0,17 €/kWh). Menzione d’onore per L’Aia che sebbene non rientri nella top ten della mobilità elettrica, vanta una distanza tra le stazioni di ricarica sotto i 500 metri. Anche l’Italia non ce la fa a guadagnarsi un posto nelle prime dieci. In questo caso la più “e-mobility frendly” appare Milano, con un punteggio di 6,36 su 10 e la più breve distanza media tra i punti di ricarica (1,03 km) in Italia. Molto più in basso, invece, il posizionamento di Torino e Roma.



Lunghi viaggi in elettrico di Federica Musto

Come siamo messi in Italia con la ricarica ad alta potenza?

Free To X Per chi effettua lunghe tratte, quotidianamente per lavoro o saltuariamente per piacere, ha bisogno di un’infrastruttura di ricarica ultrarapida che non impatti sui tempi di percorrenza. Dall’autostrada ai nodi più trafficati: vediamo come siamo messi in Italia ad HPC

La

ricarica ad alta potenza per le lunghe tratte

Spesso quando si parla di mobilità elettrica ci si chiede se l’infrastruttura di ricarica sia sufficientemente sviluppata per garantire all’utente di viaggiare senza preoccupazioni lungo tutto lo stivale. I dati Motus-E (marzo 2022) contano 27.857 punti di ricarica distribuiti sul Paese, ma per chi deve affrontare ogni giorno lunghe tratte in auto per lavoro o anche per chi decide di attraversare l’Italia per le vacanze, è una potenza di ricarica elevata che garantisca soste brevi durante il viaggio a fare la differenza. Per questo gli operatori stanno lavorando per implementare la rete di ricarica ad altissima potenza italiana, che già oggi risulta ben distribuita lungo le tratte ad alta percorrenza, sia in autostrada che fuori.

La ricarica HPC in autostrada

In autostrada Free To X sta svolgendo un capillare lavoro di infrastutturazione che porterà entro la fine del 2023 ad avere stazioni di ricarica con potenza fino a 300 kW in 100 delle aree di servizio dislocate sulle tratte di competenza di Autostrade per l’Italia, con una distanza media tra una stazione e l’altra di circa 50 km. Ad oggi sono 13 le stazioni di ricarica attive tra Milano e Bari, e altri 24 cantieri saranno ultimati entro l’estate 2022.


IONITY

la ricarica HPC oltre l'autostrada

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Ma per chi viaggia frequentemente in elettrico ricaricare in autostrada non è sufficiente per raggiungere tutte le località italiane. Ad oggi è IONITY ad avere la rete più capillare per le infrastrutture di ricarica ultrarapida lungo le vie ad alta percorrenza e i nodi più trafficati: 97 punti di ricarica con potenza fino a 350 kW distribuiti su 21 aree di ricarica attive. IONITY è presente anche in quelle regioni non coperte dalla rete di ASPI, come la Calabria, la Sicilia e le aree del nord est. In linea con l’aumento del numero di auto elettriche in circolazione, sia italiane sia provenienti dal resto d’Europa, IONITY ha recentemente avviato un’operazione di upgrading su larga scala delle stazioni già esistenti, portando il numero di charger per stazione da 4 a 6, oltre a procedere con la propria roadmap di installazione con l’obiettivo di arrivare a circa 7000 punti di ricarica in tutta Europa. Un prossimo, notevole passo - almeno per lo standard italiano - prevede il progetto con cui IONITY ha vinto una gara pubblica nel comune di Affi e grazie al quale andrà ad installare ben 18 chargers con potenza fino a 350 kW ciascuno, che saranno operativi entro il 2023. L’area di ricarica sarà protetta da un sistema di copertura fotovoltaica con il doppio obiettivo di produrre energia rinnovabile e riparare utenti e veicoli in carica da sole e intemperie.

Costi e modalità di pagamento Ad oggi una ricarica ad altissima potenza prevede un costo che varia tra 0,70€ e 0,80€ al kWh, ma sono diverse le offerte di abbonamento e tariffe flat che i diversi MSP mettono a disposizione di chi fa tanti chilometri in elettrico. Oltre ai provider che si interfacciano direttamente, Free To X è interoperabile anche con tutti gli operatori presenti sulla piattaforma di eRoaming Hubject. IONITY dal canto suo offre una tariffa speciale per la ricarica per tutti i possessori di veicoli appartenenti alle Case Auto del Gruppo e possiede l’unica infrastruttura HPC ad oggi in Italia ad avere implementato la tecnologia Plug&Charge. Questa, grazie al protocollo di comunicazione ISO 15118, permette ad alcuni modelli di veicoli (ad oggi Ford Mach-E, Porsche Taycan e Merceds EQS) di avviare la ricarica automaticamente all’inserimento del connettore nell’auto, senza la necessità di utilizzare App o RFID. Una soluzione che potrebbe risultare estremamente comoda per tutti i possessori di flotte elettriche che volessero gestire agevolmente flussi e fatturazione delle auto dei propri clienti.


Aziende

Gigafactory, noi ci siamo! di Redazione Milano

Transizione Quella italiana a Termoli è solo l'ultima di una lunga lista che porterà a 40 impianti, per oltre 1.000 GWh di produzione

? in arrivo

Quella delle batterie è una delle gare più importanti per l’auto elettrica e la transizione energetica. E l’Europa sta correndo per non rimanere troppo indietro rispetto all’Asia, da dove arriva oggi la maggior parte degli accumulatori. Le gigafactory in cantiere sono tante, ma quante esattamente? Circa 40, per una capacità totale che supera i 1.000 GWh di produzione. Vediamo quali.

Tre in Italia La lista non può che partire dai fatti di casa nostra, un po’ per vicinanza geografica, un po’ perché quella italiana è una delle ultime fabbriche annunciate in ordine di tempo. Parliamo ovviamente dello stabilimento a Termoli (Campobasso) di Automotive Cells Company (ACC), la joint-venture che ha per soci Stellantis, Mercedes e TotalEnergies. Guardando ai numeri, qui saranno prodotti almeno 120 GWh entro il 2030. Oltre a questo, l’Italia potrà contare su altri due impianti. Uno è l’ex Whirlpool di FIB a Teverola (Caserta), che dovrebbe lavorare a pieno regime nel 2024, per produrre 7,5-8 GWh di batterie agli ioni di litio destinate alle rinnovabili e all’automotive, in particolare a veicoli commerciali, autobus elettrici e trasporto pubblico in generale. L’altro è quello a Scarmagno (Torino), nell’ex area Olivetti. Madre del progetto è Italvolt, con una roadmap che fissa l’avvio dei lavori alla fine del 2022 e l’obiettivo di aprire i battenti entro il 2024. Capacità? Fino a 75 GWh.


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Tutte le Gigafactory in Europa

Dalla Scandinavia all’Europa del Sud, passando per tutti i punti cardinali, alla fine sono dieci i Paesi che si stanno muovendo: di Italia, Germania, Spagna, e Svezia abbiamo già parlato, all’appello aggiungiamo ora Francia, Norvegia, Polonia, Regno Unito, Slovacchia e Ungheria. Qui sotto, la lista di tutte le gigafactory annunciate o già in costruzione nel Vecchio Continente (fonte principale Transport & Environment; molti dati sono aggiornati a maggio 2021).






di redazione Roma

EV e mercato Usato "Ricerca di Auto1.com che analizza i volumi di compravendite degli EV nel mercato Usato, con particolare attenzione al B2B. Mentre in diversi Paesi europei i volumi di transazione sono consistenti da tempo, in Italia siamo ancora alla fase di partenza. Ma il 2022 sembra l'anno buono"

in Italia sta per arrivare la scossa


Trends in crescita esponenziale AUTO1.com ha analizzato i propri dati sui veicoli elettrici e ha condotto una survey online tra i partner per realizzare uno studio sui veicoli elettrici nel

+100% la crescita su base annua dei veicoli elettrici (elettrici, ibridi e ibridi plugin) commercializzati su AUTO1.com, e nel 2021 circa l'80% dei veicoli elettrici (EV) è stato venduto fuori dai confini nazionali in virtù delle differenze relative a offerta, domanda e prezzi tra i vari mercati. Il trend globale dell’elettrico è innegabile. Nel 2020 lo stock globale di veicoli elettrici ha raggiunto le 10 milioni di unità di veicoli elettrici (BEV) e ibridi plug-in (PHEV)), con un aumento del 43% rispetto al 2019. Nel 2021, il 37,6% delle autovetture di nuova immatricolazione in Europa era a ricarica elettrica. Secondo McKinsey, l'Europa gioca un ruolo importante e si avvia a superare la Cina e gli Stati Uniti in termini di veicoli elettrici immatricolati. AUTO1.com compra e vende auto in oltre 30 Paesi europei, i partner registrati traggono vantaggio dal commercio internazionale sfruttando le differenze di prezzo locali e l'ampio stock disponibile a livello europeo. Di conseguenza, i BEV, HEV e PHEV non vengono commercializzati solo localmente, dato che l'offerta e la domanda di auto possono variare sensibilmente nei diversi Paesi. Nel 2021, il commercio transfrontaliero di BEV, HEV e PHEV sulla piattaforma AUTO1.com ha raggiunto quasi l'80%, principalmente per via delle differenze in termini di offerta, domanda e prezzi tra i vari mercati in cui è possibile osservare differenti livelli di domanda. Nel 2021, AUTO1.com ha registrato la più alta domanda di auto elettriche e ibride in Danimarca, Finlandia e Paesi Bassi. Secondo l'ACEA , alcuni fattori importanti, come il numero di stazioni di ricarica ogni 100 km, sono correlati alla situazione del mercato locale dei veicoli a propulsione alternativa.

In Italia sta per arrivare la 2021. scossa La survey online di

AUTO1.com, condotta su 16.700 partner, rivela che il commercio di veicoli elettrici rappresenta tuttora una sfida in alcuni mercati, ma i dealer europei prevedono di venderne di più nel 2022


Più mercato ed infrastrutture in Europa del Nord Per esempio, delle 259.884 colonnine di ricarica disponibili nell'Unione Europea nel 2021, più del 30% si trovava nei Paesi Bassi (82.172), il che spiega almeno parzialmente perché si osserva una domanda più elevata nei Paesi che dispongono di infrastrutture avanzate per i veicoli elettrici6 . Inoltre, le tasse sulle importazioni di auto usate nei Paesi nordici, come la Danimarca e la Finlandia, sono pensate per favorire i veicoli elettrici, così da incrementarne la domanda.

Top Player confermati quasi ovunque

Nel 2021, i tre brand principali per la vendita di veicoli elettrici su AUTO1.com sono stati Toyota, Tesla e Volkswagen. Nella maggior parte dei Paesi europei in cui AUTO1.com è attiva, i modelli ibridi di Toyota sono quelli più venduti sulla piattaforma. Le auto da uno e cinque anni di età hanno rappresentato quasi il 60% di tutti i BEV, HEV e PHEV commercializzati da AUTO1.com nel 2021. Circa il 40% di questi aveva un chilometraggio compreso tra 10.000 e 50.000 km. In linea con gli studi europei sulla mobilità elettrica, le risposte fornite dai dealer che compongono il network di AUTO1.com avidenziano che, in proporzione, i dealer dei Paesi nordici (Svezia, Danimarca, Finlandia) e dei Paesi Bassi hanno commercializzato più veicoli elettrici usati rispetto agli altri Paesi europei nel 2021. Per quanto riguarda le unità previste per quest'anno, il Belgio (46%), i Paesi Bassi (56%), e l'Italia (44%) sono sopra la media europea del 43% in termini di commercio di almeno un veicolo elettrico.


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Il Trend EV

USATI

"I trend che osserviamo nel mercato del nuovo si ripropongono sempre, in un secondo momento, anche nel mercato dell'usato: le auto nuove di oggi saranno infatti le auto usate di domani. In qualità di principale piattaforma B2B per le auto usate in Europa, notiamo dunque che i trend di mercato si riflettono inevitabilmente anche sulla nostra piattaforma. Più “giovani” sono le auto, più alta è la quota di veicoli elettrici. Possiamo osservare che è in arrivo una quota rilevante di veicoli elettrici nel mercato dell’usato. Aggiorniamo costantemente i nostri servizi in base ai trend e agli sviluppi attuali e in linea con il settore. Ecco perché abbiamo aggiornato l'app EVA e tutti i sistemi con informazioni specifiche riguardanti i veicoli elettrici, come ad esempio il check sulla presenza del cavo di ricarica. L'app include ora tutti i dati e le informazioni necessarie per determinare i prezzi dei veicoli elettrici, per la loro pubblicazione sulla piattaforma e quindi per una compravendita redditizia degli stessi", spiega Stefano Galluccio, VP AUTO1 Group Italy. "Siamo un'azienda europea a tutti gli effetti. La crescita in Europa del numero di veicoli ad alimentazione alternativa consentirà ad AUTO1.com di venderne sempre di più agli oltre 60.000 partner registrati. La nostra piattaforma B2B contribuisce alla digitalizzazione e alla semplificazione del commercio di auto usate a livello internazionale, favorendo inoltre l'aumento della quota di veicoli elettrici. Grazie a noi, i dealer hanno accesso al mercato europeo B2B delle auto usate e possono contribuire alla trasformazione dell’intero settore. I dealer in tutta Europa possono sempre contare su uno stock diversificato, inclusa una quota crescente di auto elettriche usate", spiega Francesco Rocchi, Director Sales & Remarketing AUTO1 Group Italy



Pneumatici auto elettriche e ibride plug-in: equipaggiamenti in aumento

La tecnologia Pirelli Elect scelta dalle principali case auto Pirelli ha raddoppiato nel 2021 il totale delle omologazioni di pneumatici su auto elettriche e ibride plug-in. Dal lancio della marcatura Elect nel 2019, i costruttori automobilistici stanno sempre più spesso scegliendo questa tecnologia e hanno consentito a Pirelli di ampliare il portafoglio di omologazioni superando le 250 omologazioni totali su auto green. Un dato che conferma l’accelerazione del mercato verso la mobilità elettrificata ma anche che le case automobilistiche trovano nei Pirelli Elect i pneumatici con le caratteristiche più adatte ai loro veicoli “alla spina”. Come l’Audi A6 Avant e-tron concept, esposta nello stand Pirelli nella fiera “Tire Cologne” in corso in questi giorni, che monta coperture con tecnologia per le auto elettrificate. Premesse che portano Pirelli a stimare di raggiungere già nel 2022, con 3 anni in anticipo, il target di market share sull’alto di gamma EV pari a circa ~1,5 volte quella sui veicoli Premium / Prestige a combustione interna.

Pneumatici auto elettriche e ibride plug-in – più autonomia della batteria Per soddisfare le specifiche tecniche richieste dai veicoli elettrici e ibridi plug.in, lo sviluppo dei pneumatici Elect ha tenuto in considerazione le seguenti particolari caratteristiche: 1. Durata della batteria. La resistenza al rotolamento dei pneumatici dei veicoli elettrici deve essere la più bassa possibile, così da favorire il minor consumo di energia. I pneumatici Pirelli con la tecnologia Elect ottimizzano la durata della batteria grazie alla bassa resistenza al rotolamento. 2. Potente coppia del motore in fase di partenza. Facendo un comparazione con i classici motori a combustione interna, la trasmissione della coppia motore dei veicoli elettrici alle ruote è immediata. Per trasferire questa potenza ai pneumatici senza consumi eccessivi e per gestire al meglio le prestazioni del veicolo, i pneumatici Elect hanno una mescola che favorisce il grip immediato. 3.Il peso delle batterie fa sì che i veicoli elettrici abbiano un particolare distribuzione del peso verticale. Questo comporta un enorme stress sui pneumatici durante la guida e in fase di accelerazione. I pneumatici Elect sono sviluppati per supportare questo peso grazie una combinazione ottimale di materiali, geometrie e corrette deformazioni della struttura favorendo il controllo delle performance del veicolo anche in fase di frenata. 4. I motori di questi veicoli sono silenziosi. I pneumatici Elect favoriscono questo elemento positivo per il comfort di guida, grazie all'ottimizzazione del disegno battistrada e della carcassa, consentendo un basso rumore generato dal rotolamento dei pneumatici così da permettere di muoversi in silenzio.


mobilità elettrica

di Vincenzo Di Bella

Transizione

Flotte aziendali e i dubbi in car list

Quando si parla di transizione energetica, soprattutto al mondo della mobilità sostenibile, spesso sussistono numerose perplessità e curiosità; anche tra coloro che sono impegnati nello sviluppo delle flotte sentiamo spesso avanzare dubbi e paure. Queste sono di diversa natura e origine: Sarà veramente la via da seguire? Avremo davvero dei vantaggi perseguendo questa direzione? L’ambiente è davvero tutelato? Cosa vedremo in futuro? Ma i dubbi non finiscono qui. Uno dei quesiti più sentiti negli ultimi mesi è sicuramente relativo alla capacità del sistema Italia (ma anche del sistema europeo) di poter rispondere alla maggiore richiesta energetica aggiunta nel caso in cui la mobilità su gomma dovesse essere trasformata tutta o in parte in elettrico.

Quanta energ bisogno per la energetica dell

Ovvero se domani dovessimo avere solo auto elettriche (e furgoni, camion, mezzi da lavoro, etc) il sistema elettrico del nostro paese potrebbe sostenere davvero quel carico di lavoro o avremmo continui blackout? La domanda è assolutamente attuale ed è anche logica dato che capita soprattutto nel periodo estivo, di subire dei blackout localizzati a causa della maggiore richiesta degli impianti di condizionamento degli immobili. In questa panoramica partiamo da alcuni dati pubblicati recentemente per analizzare in maniera numerica il problema e capire quale sia il reale rischio, anche prendendo spunto da studi di enti e aziende.

Produzione elettrica e distribuzione


Energetica

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gia abbiamo a transizione le nostre auto?

Iniziamo col dire che in Italia il problema della produzione elettrica è soprattutto la sua distribuzione: dal dopo guerra in avanti sono state realizzate grandi dorsali elettriche e griglie locali con tecnologie e potenze non omogenee; a volte anche nella stessa regione troviamo tecniche appartenenti a decenni differenti, installazioni vecchie e nuove insieme con potenze diverse in alcune zone industriali molto alte e moderne, nella zona residenziale dello stesso paese, invece, molto più vecchia e capace di gestire potenze molto più basse. Questo porta squilibri di gestione che fino a momenti di basso assorbimento non generano instabilità ma ai primi picchi porta al collasso non solo la piccola rete più vecchia ma a volte anche quella di prossimità (anche se più recente e più potente da sola non riesce a sostenere tutto il carico proprio perché si sta assorbendo molto in maniera geograficamente estesa. Insomma, è un pò a macchia di leopardo: se quella vicina cambia

colore anche quella vicina ad essa cambia ma poi si ferma li. Infatti quest’effetto lo possiamo trovare nelle grandi città dove quando va in blocco una rete a cascata se ne bloccano altre 2 o 3 per alcuni minuti. Poi, una volta che l’assorbimento complessivo scende tutto si riavvia e ritorna una situazione di equilibrio e di normalità. Un esempio recentissimo: Terna, il gestore della rete elettrica, investirà infatti oltre 200 milioni di euro per la nuova rete elettrica dei Giochi Olimpici e Paraolimpici Milano-Cortina 2026 per incrementare con opere a ridotto impatto paesaggistico l'affidabilità energetica nei luoghi in cui si svolgeranno le Olimpiadi invernali previste per febbraio e marzo del 2026. Questo porterà ad avere un grande ammodernamento dell’intera rete di trasmissione in alta tensione tra Lombardia, Trentino e Veneto con circa 130 km di nuovi elettrodotti interrati e invisibili capaci di gestire efficacemente il maggior carico elettrico richiesto dalle olimpiadi.


Di quanta energia abbiamo bisogno?

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assiamo al tema richiesta di energia: In Italia Terna dichiara una richiesta annua nel 2021 (il fabbisogno) di poco oltre 318 TWh (dato non sempre costante negli anni ma tendente a scendere a causa delle operazioni di efficientamento energetico generale, alla perdita di produttività industriale del nostro paese, alla maggior attenzione ambientale). Di questi 40 TWh sono stati importati da altri paesi vicini portando la nostra produzione netta a circa 278 TWh totali nel 2021. Il 40% circa erano rinnovabili, soprattutto solare e eolico, meno idroelettrico a causa del periodo di siccità che persiste anche nel 2022. Adesso prendiamo in considerazione il consumo energetico delle auto: le EV sono efficienti. Molto efficienti, non consumano materia prima come il petrolio (fino a 16 volte il loro peso nel corso del loro ciclo di vita) come anche le pompa di calore per il riscaldamento, i led per le luci, gli inverter per i climatizzatori, etc. Quando misuriamo i consumi reali di energia abbiamo un’efficienza del 80-90% rispetto al 20-30% dell’auto termica. Questo significa che i volumi di energia utilizzati per le EV sono molto inferiori rispetto a qualsiasi endotermica, anche di ultima generazione.

Ogni auto elettrica, con una percorrenza media di circa 12.500 km ogni anno, consuma poco meno di 2 MWh di elettricità, quindi un milione di auto sono quasi 2 TWh, 10 milioni 20TWh. Per i 4 milioni di BEV e i 2 milioni di PHEV, che consumano anche benzina, previsti dal Piano Nazionale Energia e Clima, il PNIEC, al 2030 la stima di Terna è 10 TWh di energia elettrica all’anno. Quindi dobbiamo precisare che queste sono le stime degli scenari alla base dei piani strategici energetici Italiani. Rispetto al fabbisogno nazionale di 320 TWh dell’ultimo anno pre Covid, questo numero è significativo ma facilmente gestibile. Dunque una fortissima crescita del parco circolante attuale in EV porterebbe una maggior richiesta rispetto alla situazione attuale di 320 TWh complessivi di soli 10 TWh e nulla fa pensare che queste stime possano sbagliare molto nei prossimi anni; al massimo potrebbero migliorare. Ma non finisce qui: Il parco circolante in Italia, sempre nel 2021 era di quasi 40 milioni di veicoli, compresi furgoni e mezzi speciali. Dunque, se tutti ma proprio tutti, i veicoli attualmente circolanti in Italia fossero solo EV (quindi anche le PHEV fossero solo a trazione elettrica) la richiesta sarebbe di poco meno di 80 TWh. Sembrano tanti ma….


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Produzione energetica da fonti rinnovabili in Italia

Nel 2020 in Italia sono stati prodotti da fonti rinnovabili circa 116 TWh. Un dato che copre poco più del 37% del fabbisogno nazionale, ma a causa della forte crisi energetica dovuta al conflitto in Ucraina lo stato italiano ha sbloccato autorizzazioni per ben 53 nuove istallazioni eoliche, tutte offshore e semplificando le norme per le istallazioni fotovoltaiche (sia pubbliche che private). La stessa cosa la sta facendo per la produzione di Biogas e BioMetano con lo scopo di pareggiare a breve la carenza di Metano Russo, e comunque fossile. L’insieme di queste 3 tecnologie e la loro realizzazioni in tempi brevi porterebbe entro 4 o 5 anni ad avere una produzione aggiuntiva all’attuale di ben 65 TWh. Dato che porterebbe, se realizzato nei tempi previsti, ad avere una produzione rinnovabile totale di ben oltre 180 TWh e dunque capace di rispondere alla sovrarichiesta di un mercato auto principalmente elettrico. Basti vedere un dato interessante scaricato dall’applicazione di TERNA: Già oggi in condizioni favorevoli, la produzione elettrica arriva a superare il 50% della generazione totale Italiana. Anche nei momenti di grande richiesta (nel pieno pomeriggio di una caldissima giornata di fine Maggio a oltre 30 gradi) le rinnovabili arrivavano da sole a produrre oltre 232 GWh riuscendo a sostenere il 45% del totale della generazione elettrica Italiana. Se raddoppiassimo le istallazioni attuali, e sarebbe un progetto già avviato e facilmente realizzabile, l’insieme di biogas, vento e sole ci permetterebbe di guardare verso l’auto elettrica con molta più serenità.



Le elettriche crescono del 53% in UE, in Italia scendono Da una recente panoramica del mercato auto Europa fotografata da ACEA (Associazione europea costruttori auto) emerge il dato di quota dei veicoli ibridi (HEV) che ha raggiunto nei primi tre mesi del 2022 il 25,1% rispetto al 20,9% del primo trimestre 2021. Bene le auto elettriche la cui quota di mercato è arrivata al 10%, superando i modelli Plug-in che si fermano all'8,9%. Per quanto riguarda le auto elettriche BEV, nel primo trimestre del 2022 le vendite a livello di Unione Europea sono aumentate del 53,4%, pari a 224.145 unità. Alcuni mercati hanno mostrato crescite importanti, con la Romania che ha registrato l'aumento più rilevante (+408,0%). Venendo ai quattro mercati più importanti, la Spagna ha registrato una crescita del 110,3%, la Francia del 42,7% e la Germania del 29,3%. Male l'Italia che è stato l'unico mercato dell'Unione Europea a registrare un calo delle vendite dei modelli BEV (-14,9%). Come sappiamo, a pesare su questo risultato del nostro Paese è stata anche l'attesa dell'entrata in vigore dei nuovi incentivi. Venendo alle vetture Plug-in, le vendite sono diminuite del 5,3% in tutta l'Unione Europea durante il primo trimestre dell'anno. Tuttavia, questi modelli possono comunque contare su di una quota di mercato in crescita. Nei quattro mercati principali, i modelli PHEV hanno ottenuto risultati differenti. In Germania e in Francia si sono registrati cali pari al, rispettivamente del ,13,2% e 6,2%. In Spagna e in Italia, invece, è stata registrata una crescita, rispettivamente, del 46,3% e del 18,9%. Mentre i modelli ibridi HEV. Nel primo trimestre del 2022 sono state immatricolate 563.030 auto, pari ad una crescita del 5,3%. Tutti i mercati dell'Unione Europea, ad eccezione dell'Italia, hanno contribuito a questo risultato. Un accenno anche alle vetture a metano che fanno registrare un calo del 56%. Infine, in forte crescita i veicoli alimentati a GPL (+48,6%), pari a 67.717 unità immatricolate nell'Unione Europea. Questo aumento è stato trainato principalmente dai guadagni di tutti e quattro i mercati principali: Germania (+287,7%), Francia (+76,6%), Spagna (+41,5%) e Italia (+17,3).



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