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Perchè l'intelligenza artificiale rischia di fare aumentare l'assicurazione auto
Boom nel 2023 dell'intelligenza artificiale
Grazie a sistemi user friendly come ChatGPT, l'AI è entrata nelle case delle persone, aprendo di fatto un mondo che la maggior parte di noi ignorava soltanto fino a poco tempo fa. Ovviamente anche il settore automotive ne è stato invaso, e così che su scooter e moto ISO è arrivata la guida assistita e l'intelligenza artificiale. Che dire dire poi dei concept realizzati tramite l'AI, come ad esempio la Ferrari Purosangue se fosse nata negli anni 80, un mix fra la Ritmo e la BB. Come sempre, però, c'è il rovescio della medaglia, ed è quello che sostiene Aiped, (associazione italiana dei periti ed estimatori danni), che ha lanciato l'allarme: l'intelligenza artificiale rischia di destabilizzare il mercato assicurativo con delle conseguenza negative sulle tariffe.
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"L'intelligenza artificiale – spiega Aiped - sta progressivamente sostituendo l'attività sul campo dei periti assicurativi. Oggi si assiste ad un vero stravolgimento del concetto di perizia: l'utilizzo sempre più diffuso dei sistemi da remoto, perizie in authority, videoperizie e addirittura il crescente ricorso alla AI (intelligenza artificiale) da parte delle compagnie di assicurazioni pone seri dubbi sulla compatibilità di tali modalità operative con il quadro normativo che consente la stima del danno solo ai periti iscritti al ruolo” .
I pericoli di tali cambiamenti non sono solo per gli operatori del settore, ma anche per i cittadini e gli assicurati. Una perizia svolta da remoto o tramite AI, oppure condotta da operatori non qualificati, non consente di accertare con precisione la complessità di un danno da sinistro stradale. Questo significa che, in caso di sottostima dei danni, l'assicurato riceverà un risarcimento inferiore a quello cui avrebbe diritto. In caso di sovrastima, invece, la compagnia subirà un maggiore costo che sarà scaricato sugli utenti finali attraverso un incremento delle tariffe Rc auto, che negli ultimi mesi, come certifica anche l'Istat, hanno ripreso a crescere".
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Mercato automotive
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Nel 2022, nonostante il buon andamento dell’economia nazionale, il mercato dell’auto ha registrato il secondo peggiore risultato degli ultimi dieci anni: 1,317 milioni di immatricolazioni, poco al di sopra del livello più basso toccato nel 2013 con 1,304 milioni. Il parco circolante a fine anno era composto da 44 milioni di veicoli a quattro o più ruote, di cui 39 milioni di autovetture con anzianità media di 12,5 anni e il 25% ante Euro 4; 4,2 milioni di mezzi commerciali leggeri con età media 14 anni e il 41% ante Euro 4; 725.000 veicoli industriali con età media 14,3 anni di cui il 50% ante Euro 4; 62.400 autobus con 12 anni di età in media e per il 37,5% ante Euro 4.
L'Italia arretra NLT IN COSTANTE AUMENTO
Elettriche ?
Le vetture elettriche (pure + ibride plug-in) hanno subito una battuta d’arresto perdendo in un anno oltre 20.000 unità (da 136.800 a 116.500), scendendo a quota 8,8% e bloccando il nostro Paese all’ultimo posto fra i cinque maggiori mercati d’Europa. Un ritardo che pesa sull’ambiente a causa di una discesa molto lenta delle emissioni di CO2, appena un grammo nel 2022, da 119,7 a 118,7 g/Km. Questo, nonostante nel frattempo siano migliorate le performance tecnologiche delle auto BEV e PHEV: autonomia cresciuta rispettivamente del 12% e del 26% negli ultimi 4 anni e consumi ridotti. Nel 2022 è scesa anche la quota delle auto a benzina dal 30% al 27,8%, e delle diesel dal 22,1% al 19,6%, mentre continua la corsa in solitaria delle ibride salite al 34%. Fra i canali di vendita continua a crescere il noleggio a lungo termine, con circa 305.000 auto (+19,6%) e una quota salita dal 17,5% al 23,1%, saldamente al secondo posto dopo i privati la cui quota è scesa da 63,2% a 58,9%.
le preferenze dei consumatori portano sul podio crossover e fuoristrada, salite a quota 53,7%, che scalzano le berline scese al 39,6%. Nel 2022 ha sofferto un calo di mercato anche il settore dell’usato, che è sceso del 7,5% con 4,6 milioni di trasferimenti complessivi Per quanto riguarda gli altri comparti, si segnala il calo del 13% dei veicoli da lavoro (161.000 immatricolazioni), dove prevalgono i furgoni con il 70% di quota, salgono i motori ibridi al 10,9%, di poco gli elettrici puri (al 2,7%) nonostante gli incentivi, in calo anche il diesel che però resta al primo posto con quota 76,5%. Stabile il mercato dei veicoli industriali (+1,4% con 25.600 unità immatricolate), ottima crescita di rimorchi e semirimorchi (+12% a 16 800 unità) Con 2 400 immatricolazioni le vendite di autobus sono aumentate del 5,6% recuperando il calo del 2021, ma crescono di più i bus interurbani, scalando 20 punti a quota 57,5%, a scapito degli urbani, mentre è stabile livello del noleggio/turistico Qualche dato statistico internazionale: nel 2022 a livello mondiale sono stati immatricolati circa 57,5 milioni di autovetture, di cui oltre il 65% in Asia, il 17,7% in Europa Occidentale, il 6,3% nel mercato Nafta (USA, Canada, Messico), il 5,1% nel Centro e Sud America, il 4,3% in Europa Orientale. Nello stesso anno nel mondo sono stati prodotti 61,6 milioni di vetture, in aumento del 7,9%: con 42,3 milioni l’Asia copre il 68,7% della produzione mondiale, e più della metà di questa quota (23,8 milioni) è fabbricata in Cina, che ormai pesa il 39% sul totale mondiale; in Europa la quota produttiva è di circa il 22% rispetto al 27% di 4 anni fa, con un rischio marginalizzazione tutt’altro che remoto. In particolare in Europa Occidentale è del 14% e in Europa Orientale dell’8,4%. I Paesi Nafta valgono il 4,4%, il Sud America il 3,5%, mentre una piccola quota residua viene prodotta in Africa
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Quello che la i4 eDrive 35 promette è piacere di guida, prestazioni, comfort in un abitacolo elegante, confezionato in una scocca dalle linee filanti e dallo stile tipicamente BMW. Abbiamo voluto toccare con mano in un viaggio con destinazione un piccolo ristorante di charme. Il risultato? Ben oltre le promesse.
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Cresce l'interesse , ma cala la propensione all'acquisto