FLEETIME MAGAZINE N° DI DICEMBRE - GENNAIO - FEBBRAIO

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FLEETIME

AUTOMOTIVE NEWS FOR YOUR BUSINESS

8102 4°N

JAGUAR I-PACE

IL suv elettrico britannico dOSSIER E -PACE

NOLEGGIO PRENDE QUOTA

tASSE AUTO




FLEETIME

-

automotive news for your business

Mancano

pochi

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buone

Feste

Giuseppe Donadei



FLEETIME

OIRAMMOS

AUTOMOTIVE NEWS FOR YOUR BUSINESS

8

Editore Giuseppe Donadei

www.fleetime.it

Dossier Jaguar I-PACE

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Noleggio dichiarazioni Pietro Teofilatto

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Noleggio e tecnologia

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Noleggio e sicurezza

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Tasse automobilistiche i

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Fatturazione Elettronica Automotive

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Truffe post vendita

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Tecnologia Carpooling

giuseppe.donadei@fleetime.it

Fleetime Magazine Direzione e redazione Viale Monza 270 - 20128 Milano Tel. 02.80888386 redazione@fleetime.it

Redazione Flavio Prada, Barbara Davi redazione@fleetime.it

Direttore responsabile

Iternet Datum srl p.iva 07067801212

Armando Prada redazione@fleetime.it

pubblicità Tel. 02.80888286 advertising@fleetime.it

Hanno collaborato Armando Prada,Flavio Prada, Rita Sarrocchi, Andrea Barbieri, Elia Diego Donadei, Dott.Giuseppe Mancini,



Dossier

di Armando Prada

I-PACE

IL SUV ELETTRICO DI


9

di Armando Prada

Sarà un vero Competitor Il modello di produzione corrisponde alle specifiche che Jaguar aveva originariamente previsto con il concept I-Pace. Una batteria da 90 kWh gli darà una autonomia di 480 km (nel ciclo europeo WLTP), che è più che sufficiente per la guida quotidiana. Quando l’auto si ricarica praticamente da zero, Jaguar sostiene che le batterie possono arrivare fino all’80% di carica in soli 40 minuti in stazioni di ricarica veloce da 100 kW DC. Secondo il brand britannico, tuttavia, una carica simile con un caricabatterie domestico di livello 2 richiederà circa 10 ore. Per quanto riguarda le prestazioni, i due motori – uno su ogni asse – si combinano per dare all’IPace la potenza di 400 cavalli, che le consente di passare da 0-100 km/h in 4,5 secondi. Oltre alle prestazioni importanti, l’azienda promette una guida fluida, dato che le sospensioni pneumatiche attive sono di serie. Saranno incluse anche le funzioni di assistenza alla guida. Molti considerano proprio il SUV creato da Elon Musk il diretto concorrente della nuova I-Pace. In effetti, le specifiche della prima auto elettrica Jaguar si allineano con il Model X 75D entry-level, che va da 0-100 in 5,2 secondi e ha una autonomia di 417 km. La Model X 100D di Tesla, che ha un pacco batteria più grande, può raggiungere quasi 565 km di autonomia e 250 km/h di velocità massima, mentre la versione “performance” (la P100D), si contraddistingue per lo scatto fulmineo da 0 a 100 km/h in soli 3,1 secondi.


Dossier

di Armando Prada

Progettata come un vero EV

D

ESIGN

I-Pace offre un design audace dalla grande efficienza aerodinamica e uno spazio interno di livello superiore.

I magnifici tocchi di manifattura artigianale che nobilitano l'interno rendono l'atmosfera dell'abitacolo ancora piĂš elegante. Le finiture preziose e robuste sono avvolgenti mentre le cuciture doppie a contrasto aggiungono un tocco di sofisticatezza sartoriale. Di notte, l'illuminazione bianca accentua i raffinati dettagli.

Navigazione predittiva Un nuovo sistema di navigazione analizza la topografia del percorso e i dati dei tragitti precedenti, come ad esempio lo stile di guida, per calcolare con eccezionale precisione l’autonomia e lo stato di carica della batteria.


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CARICA DOMESTICA Per una ricarica domestica ottimale, ti consigliamo di installare un wall box approvato da Jaguar1. I-PACE ha in dotazione un caricatore di bordo monofase da 7 kW2, che può ricaricare completamente l'auto durante la notte e garantire fino a 35 km di autonomia all'ora. Quando si usa una presa domestica, la velocità di ricarica è inferiore rispetto al wall box (fino a 11 km di autonomia all'ora), ma sufficiente per coprire il tragitto medio giornaliero di 60 km con la ricarica di una notte.


Noleggio

IL noleggio

prende quota

Pietro Teofilatto Direttore ANIASA

2018 caratterizzato per la prima parte da una crescente domanda di auto aziendali, attenuatasi dopo l’estate, mentre gli acquisti dei privati arrivano al 56% del meAnche il noleggio, dopo il boom del primo semestre (record del 26% del mercato), con l’approssimarsi dell’autunno ha ridotto la velocità, complice anche la regolamentazione WLTP, che ha influito sul business, con un rallentamento delle immatricolazioni e delle consegne. UN

Rinnovo ed ampliamento delle flotte per le aziende, nuova clientela nell’area delle micro imprese e dei professionisti. Queste le armi vincenti del noleggio a lungo termine, che si appresta a completare positivamente l’ottavo anno di crescita consecutiva, con un’offerta ancora più flessibile di servizi mid-term e con un allargamento ai privati, sempre più prossimi interessati ad offerte modulabili. In attesa dei dati consolidati, si prevede a fine dicembre un totale di 275.000 immatricolazioni, un incremento rispetto al 2017 del 5-6% e una quota di mercato che arriva al 14,3% per il solo lungo termine. La flotta gestita raggiunge le 880.000 unità, di cui 180.000 veicoli commerciali. E’ da rilevare che anche il mondo dei concessionari sta comprendendo la valenza del noleggio a tutto campo, come moltiplicatore di attività, ivi compreso l’after market. Da inizio anno i dealer ed il canale dei concessionari hanno immatricolato quasi 35.000 veicoli uso noleggio, un sistema di servizi che aiuta nella delicata fidelizzazione del cliente.


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In attesa dei dati consolidati, si prevede a fine dicembre un totale di 275.000 immatricolazioni, un incremento rispetto al 2017 del 5-6% e una quota di mercato che arriva al 14,3% per il solo lungo termine. La flotta gestita raggiunge le 880.000 unità, di cui 180.000 veicoli commerciali. E’ da rilevare che anche il mondo dei concessionari sta comprendendo la valenza del noleggio a tutto campo, come moltiplicatore di attività, ivi compreso l’after market. Da inizio anno i dealer ed il canale dei concessionari hanno immatricolato quasi 35.000 veicoli uso noleggio, un sistema di servizi che aiuta nella delicata fidelizzazione del cliente.

Riguardo le alimentazioni della flotta noleggio a lungo termine, i dati sulle immatricolazioni confermano come il diesel di ultima generazione sia ancora soluzione ottimale per le aziende (+12%, per un’incidenza sull’immatricolato che sale al 75%). Si conferma la funzione del noleggio di accelerazione della domanda di veicoli a bassa emissione: il 2018 registra infatti in particolare forti aumenti di immatricolazioni di vetture a noleggio ad alimentazione ibrida (+155%), a metano (+112%) e in special modo elettrica (+320%), con oltre 2.500 veicoli, pari al 50% dell’intero mercato nazionale.

La flotta del noleggio, comprendente anche il breve termine e il car sharing, costituisce il migliore esempio di risposta alle coniugate esigenze di mobilità e di salvaguardia dell’ambiente, grazie al rapidissimo turn over (ogni anno sono immessi in circolazione circa 450.000 veicoli nuovi di fabbrica) si tratta di una flotta di 1.020.000 unità, tutte Euro 6, oggetto di manutenzione e di controllo continui, che, essendo veicoli più moderni e affidabili, contribuiscono anche alla sicurezza della circolazione.



Aggiungi corpo del testo


Noleggio di Rita Sarrocchi

Noleggio e tecnologia

a possibilità di noleggio di un bene - con contratto esclusivo oppure per condivisione temporanea non rappresenta di per sé una novità, anche se nel mondo auto i rapporti tra i piatti della bilancia L stanno registrando una evidente progressione della “usership” a scapito della “owenership”. A introdurre una ventata di ulteriore novità, in questo concetto senza tempo, è il contributo derivante dalla ricerca tecnologica.Rimbalza d’oltreoceano la notizia dell’accordo siglato tra Hertz e Clear, azienda che sviluppa e fornisce sistemi di riconoscimento biometrico, ossia basati su una o più caratteristiche biologiche/comportamentali, rilevate e confrontate con quanto contenuto all’interno del database.

Quali sono i termini di

contratto ?

lear ha fornito a Hertz, che lo sta attualmente testando presso il suo ufficio aeroportuale di Atlanta (scalo internazionale Hartsfield-Jackson), un dispositivo che consente un prelievo super-rapido del C veicolo a seguito dell’identificazione dell’utente mediante riconoscimento facciale o delle impronte digitali. Perché ciò avvenga, serve ovviamente un passaggio preventivo, che comprende la registrazione del cliente e l’inserimento dell’elemento a cui l’algoritmo sarà chiamato a fare riferimento per il raffronto e la validazione della richiesta di sblocco del mezzo e inizio utilizzo dello stesso. Il nuovo sistema lanciato dalla società di noleggio a breve termine, impegnata nelle celebrazioni per i cento anni di vita, è stata ribattezzata “Hertz Fast Lane” e coinvolge al momento i soli membri iscritti al programma “Gold Plus Rewards”, a cui sono richiesti un’iscrizione separata a Clear e la corresponsione di costi extra rispetto a quelli contrattualmente stabiliti. In termini di tempo, si parla, già dal secondo accesso al servizio, di un risparmio del 75% rispetto alla norma. Mezzo minuto e si dovrebbe essere già pronti per lasciare il garage. Partendo dall’aeroporto di Atlanta, “Hertz Fast Lane” è pronta a toccare, entro il prossimo anno, oltre quaranta hub di rilievo sempre del territorio statunitense, come il J.F.K. di New York e gli aeroporti internazionali di Los Angeles e San Francisco. Non è stata invece diffusa alcuna informazione circa un possibile sbarco della soluzione in Europa.


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Verso una velocizzazione nell’accesso al servizio di noleggio, che dematerializzi completamente l’esperienza e permetta all’utente di muoversi in completa autonomia, si pone anche la nuova versione dell’app Elefast di Locauto Rent. La tecnologia abilitante è firmata Targa Telematics, che ha fornito al Marchio dell’Elefantino Blu un sistema ininterrottamente operativo, che consente al cliente di operare la propria scelta del veicolo una volta raggiunto fisicamente il parcheggio, cambiando eventualmente i termini di una precedenza prenotazione, anche laddove ci si voglia orientare su una differente categoria.

Dando uno sguardo alle analisi fornite da Dataforce e ai dati d’uso comunicati da Fleet&Mobility, l’italianissima Locauto Rent e altre società di eguali dimensioni stanno conquistando terreno, per quanto riguarda il nostro Paese, rispetto ai tre colossi del settore: Avis Budget, Hertz ed Europcar (quest’ultima ha però acquisito nel 2017 Goldcar, riuscendo così a superare, sul dato cumulato, la competitor dalla storia centenaria). La società milanese ha archiviato i primi nove mesi dell’anno in corso con poco meno di 9.500 veicoli immatricolati, in crescita del 33%.

Nel novero della “top ten”, incrementi in tripla cifra sono iscritti, nello stesso intervallo, a Sixt (ex partner del progetto di car sharing Drive Now) e a un’altra realtà tricolore, l’Autovia di Trento. Si parla di un dato in salita rispettivamente del 155% e del 128%, risultato - quest’ultimo - che permette all’operatore di posizionarsi davanti alla WinRent, ora di proprietà di Leasys e coinvolta nell’iniziativa “U Go by Leasys”. Più in generale, nel periodo gennaio-settembre 2018 le vendite del comparto noleggio a breve mercato hanno fatto registrare una crescita dello 0,8%, che tiene conto e compensa la perdita del 36,2% annotata nel mese di settembre 2018.


Noleggio di Rita Sarrocchi

IL

Noleggio e

binomio rappresenta uno tra quelli venutisi a creare in questo momento storico piagato dal pericolo di attentati terroristici. Di qui la necessità di arrivare a conoscere chi si nasconda effettivamente dietro alla persona che fa richiesta di un’auto per un periodo più o meno lungo.

Il Decreto Sicurezza – o Legge 113 del 27 novembre 2018 – è intervenuto sul punto, introducendo l’obbligo, in capo agli uffici per il renting, di comunicazione dei dati identificativi del cliente al Centro Elaborazione Dati (CED) del Ministero dell’Interno, ossia alle forze dell’ordine. Tale passaggio deve essere portato a termine nel momento in cui sono indicati nero su bianco, e controfirmati dall’utente del servizio, le condizioni che regolamenteranno la possibilità di utilizzo del mezzo nel periodo concordato. In ogni caso dovrà essere rispettato “un congruo anticipo rispetto al momento della consegna”, anche se al momento manca un’indicazione più precisa sulla forbice temporale da rispettare e la stipula del contratto è contestuale al prelievo del veicolo. Entro dopo sei mesi dall’approvazione del decreto, arriverà comunque un provvedimento analogo volto a definire quali dovranno essere le “modalità tecniche” che permetteranno il collegamento con il CED, e quindi la comunicazione. Si parla di inoltro automatico nel momento di compilazione dei campi, senza necessità di step aggiuntivi. I dati al centro dello specifico passaggio normativo non sono altro che quelli contenuti nel documento di identità che chi sottoscrive un contratto di noleggio è chiamato normalmente a esibire/produrre (consideriamo che sono ormai molti coloro che avviano e concludono la prenotazione su Internet). Espletata questa procedura, a cui comunque si prevede che non saranno legati rallentamenti o blocchi per l’utente del servizio (ovvio, però, che, in caso di pratica aperta allo sportello, dovrà essere conteggiato il tempo di raccolta dei dati), sarà cura delle forze dell’ordine raffrontare le informazioni prodotte con gli elementi contenuti all’interno del suo database, con particolare riguardo ai provvedimenti legati alla pubblica sicurezza, alle condanne e alle annotazioni varie che si richiamano, appunto, all’attività di contrasto al terrorismo. Qualora il noleggiante si sia rifiutato di fornire le proprie generalità complete, oppure si sia rivelato impossibile pervenire a una prova certa della sua identità, la polizia ha la facoltà di sottoporre il soggetto a rilievi segnaletici.


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sicurezza La disposizione del Decreto Sicurezza si applica a qualsiasi tipologia di veicolo, a due come a quattro ruote, e incrocerà le due differenti declinazioni del noleggio: a lungo termine (quello rivolto alle aziende prevede un invio di dati duplice relativo da un lato al driver e, dall’altro, a chi gli ha affidato il mezzo in conduzione – ossia il datore di lavoro, specialmente se si tratta di operatori terzi); e a breve termine. Escluso in corsa, grazie a un emendamento, il car sharing. Tale via è stata suggerita dalla stessa architettura del servizio, che prevede già in origine una schedatura, e quindi la creazione spontanea di una banca dati con tutte le informazioni sugli utilizzatori abilitati. A indirizzare, sempre su questa strada, è stato inoltre il ragionamento sul fatto che un nuovo step valutativo avrebbe gravato su una soluzione che fa della rapidità e della facilità i propri punti di forza in un panorama in costante fermento dove la ricerca della formula più adatta in ciascuna situazione fa sì che i caratteri di ciascuna offerta siano ben chiari e definiti. Si noti tuttavia che il contenuto dell’art. 17 del Decreto 113/2018 non rappresenta una novità assoluta, dal momento che ANIASA (Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici), che coltiva una stretta collaborazione con le forze dell’ordine anche su altri fronti, aveva già predisposto da oltre un anno una sorta di procedura operativa per unire le proprie forze a chi lotta contro la piaga del terrorismo.


Mobilità

SUNOB

la nuova riformulazione del bonus-malus presentata il 19 dicembre in Commissione al Senato, dimostra che ad essere colpite non saranno solo le auto di “grossa cilindrata” Le principali Associazioni del settore (ANFIA, FEDERAUTO e UNRAE), rinnovano il grido d’allarme al Governo, al Parlamento e ai consumatori, sugli impatti che la misura in discussione avrà sul settore automotive. Le analisi della misura nella sua nuova riformulazione evidenziano come, ad essere colpite dal malus, non saranno solo le autovetture di lusso o di grossa cilindrata, peraltro già assoggettate ad una gravosa imposta quale il superbollo, ma anche moltissimi modelli ampiamente diffusi sul mercato, molti con una fascia media di costo sul quale l’aggravio di una tassa di 1.100 € appare veramente irragionevole. Solo a titolo di esempio non esaustivo, si riporta di seguito un elenco di autovetture colpite, in particolare nella prima fascia di malus penalizzata da un aggravio eccessivo per il cliente:

SULAM -

Non colpirà solo le auto di grossa cilindrata

marca e modello

ALFA ROMEO GIULIETTA - CITROEN SPACE TOURER - DACIA DOKKER DACIA DUSTER - FIAT TIPO FIAT DOBLO FIAT DUCATO PAN. - FORD C-MAX FORD FOCUS FORD KUGA FORD MONDEO - HONDA CIVIC HONDA CR-V - HYUNDAI I30 HYUNDAI TUCSON KIA SORENTO KIA SPORTAGE KIA STINGER - MINI COUNTRYMAN MITSUBISHI PAJERO NISSAN - JUKE NISSAN X-TRAIL - OPEL CORSA OPEL INSIGNIA OPEL MOKKA OPEL ZAFIRA - RENAULT KOLEOS RENAULT MEGANE SSANGYONG KORANDO SSANGYONG REXTON SSANGYONG RODIUS SSANGYONG TIVOLI SSANGYONG XLV - SUBARU BRZ SUBARU FORESTER SUBARU LEVORG SUBARU OUTBACK SUBARU WRX - SUZUKI JIMNY TOYOTA GT86 TOYOTA LAND CRUISER TOYOTA YARIS - VOLKSWAGEN GOLF VOLKSWAGEN MULTIVAN VOLKSWAGEN TIGUAN

Gli impatti della misura considerata dimostrano, inoltre, che il “malus” è di gran lunga superiore rispetto alla necessità di copertura del “bonus”. Una misura così strutturata, appare pertanto socialmente iniqua, poiché richiede ad un’ampia fascia di cittadini un importante sforzo economico per finanziare l’acquisto di pochi veicoli. Riteniamo al contrario di fondamentale importanza lo stanziamento previsto a supporto delle infrastrutture di ricarica, a nostro avviso il primo necessario passo che il Paese deve fare per creare le condizioni abilitanti per lo sviluppo della mobilità elettrica.



Norme e Fisco

a cura del dott. Giuseppe Mancini

Guida alla fattur Premessa

Il conto alla rovescia

per il debutto

dell’obbligo di

fatturazione elettronica

è iniziato anche se tutto

appare ancora un

I soggeti obbligati

L’obbligo di emettere le fatture in formato elettronico, infatti, entrerà in vigore il prossimo primo di gennaio e sarà un obbligo che graverà su tutti i soggetti titolari di partita Iva residenti, stabiliti o identificati nel territorio italiano eccetto i soggetti che applicano il regime forfettario (di cui ai commi 54-89, art. 1, Legge 190/2014) e i contribuenti c.d. minimi o di vantaggio (di cui ai commi 1 e 2, art.27, DL 98/2011). La novità non deve spaventare in quanto nulla cambia sotto l’aspetto normativo. Ciò che in pratica cambierà è la modalità di compilazione e trasmissione della fattura che, anziché essere consegnata direttamente al cliente, verrà consegnata al c.d. SDI (Sistema di Interscambio) che provvederà a consegnarla al cliente.

“cantiere aperto”. Sono

ancora tanti i dubbi, i

timori e gli interrogativi

che serpeggiano tra gli

addetti ai lavori e,

soprattutto, tra i

destinatari della novità.

Cosa cambierà e lo SDI

La fattura elettronica si differenzia da quella cartacea in quanto: - va necessariamente redatta utilizzando un pc, un tablet o uno smartphone; - dev’essere trasmessa elettronicamente al cliente tramite il SDI. Il SDI altro non è che un “postino elettronico” che riceverà la fattura dal fornitore; controllerà che la stessa contenga i dati obbligatori ai fini fiscali, l’indirizzo telematico (PEC e codice univoco) a cui il cliente desidera venga recapitata, verificherà la partita Iva dell’emittente e la partita Iva o il codice fiscale del destinatario e, nel caso in cui detti controlli abbiano esito positivo, la trasmetterà al cliente. Per permettere al SDI di leggere i dati contenuti nella fattura sarà necessario redigerla in un particolare formato chiamato XML. Pertanto, mentre fino ad oggi per redigere una fattura si utilizzavano software tipo Word, Excel o software gestionali specifici, dal 1° gennaio sarà semplicemente necessario, al posto o a implementazione di questi, utilizzare applicativi informatici che permettano di tradurre la fattura in linguaggio XML. Per fare questo si possono utilizzare i software gratuiti messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate o da Infocamere oppure i software proposti a pagamento dalle software house private.


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all'amministratore razione elettronica Le piccole realtà del settore “automotive”

Per i commercianti di beni e servizi al dettaglio, che hanno come clienti i “consumatori finali”, ossia persone fisiche che possono essere titolari o meno di partita Iva, il problema dell’emissione della fattura elettronica si presenterà solo se il cliente richiede la fattura. Infatti, considerato che, come già detto, normativamente nulla è cambiato, questi imprenditori se hanno sempre emesso ai loro clienti scontrini o ricevute fiscali, continueranno a farlo. Nel settore dell’automotive sono molti gli operatori che si configurano come commercianti al dettaglio, basti pensare agli aftermarket o ai piccoli concessionari di autoveicoli. Per loro la regola è la stessa: solo se il cliente, è possessore di partita Iva o privato senza posizione Iva, dovesse chiedere la fattura sarà necessario compilarla e consegnarla elettronicamente ossia emetterla in formato XML e inviarla al SDI. Sarà poi cura di questo sistema recapitare al cliente il documento elettronico.

La fase della

compilazione

In conclusione, l’introduzione della fatturazione elettronica non deve spaventare, è importante affidarsi al proprio commercialista di fiducia con l’ausilio del quale organizzare adeguatamente la fase di emissione della fattura e scegliere un software che sia semplice da utilizzare e che, possibilmente, si interfacci con quello di contabilità.

La fase più delicata sarà quella della compilazione elettronica della fattura. Per adempiervi correttamente sarà necessario, operativamente, rispettare le seguenti regole: i) se il cliente non è titolare di partita Iva, la fattura dovrà essere compilata indicando i soliti dati dell’operazione con la precauzione di indicare nel campo relativo alla partita Iva del cliente sette zeri “0000000”. Poiché il privato non ha l’obbligo di possedere un codice univoco né tantomeno è tenuto ad avere una PEC, la fattura emessa elettronicamente verrà collocata dal SDI nell’area riservata del sito web dell’Agenzia delle Entrate del cliente. In questo caso al cliente, nonostante la trasmissione elettronica, bisogna consegnare ugualmente una copia della fattura a mezzo e-mail (non necessariamente PEC), o cartacea, a meno che il cliente non vi rinunci. ii) se il cliente è, invece, un titolare di partita Iva dovrebbe essere in possesso del codice destinatario oppure della PEC che avrà cura di comunicare affinché il cedente possa indicarlo nella fattura. L’assenza o l’erronea indicazione del codice o della PEC non rappresenterà un problema nel caso in cui il cliente abbia provveduto a comunicare all’Agenzia delle Entrate il suo codice univoco. In questo caso, infatti, sarà il sistema di interscambio che assocerà alla partita Iva il codice comunicato autonomamente dal cliente all’Agenzia delle Entrate e consegnerà in modo puntuale la fattura. Nel caso contrario, la fattura verrà collocata nell’area riservata del cliente e il cedente/prestatore avrà solo l’obbligo di comunicare tempestivamente al cessionario/committente, per vie diverse dallo SDI, che l’originale della fattura elettronica è a sua disposizione nella predetta area riservata.


Nuova gamma Renault business a misura di flotte aziendali

Scopri di piĂš


Post vendita di Rita Sarrocchi

Prevenire ed educare

tema è delicato e l’augurio è che l’ultima disposizione relativa alla lettura del chilometraggio in fase di revisione auto (la circolare prot. n. 26868 - 30 ottobre 2018 - della Direzione Generale della Motorizzazione Civile), introducendo il modulo di autocertificazione - possa realmente contribuire, oltre che sul piano della semplificazione delle procedure, a contrastare il fenomeno delle truffe nel settore automotive. Una piaga che mette a rischio di infezione mortale i canali riservati alla “second life” dei veicoli. Per contrastarla stanno tuttavia comparendo sul mercato dispositivi tecnologici “ad hoc”, sviluppati per attingere le informazioni direttamente dalle varie centraline dal mezzo. IL

Lettura chilometraggio

Le voci contenute nel modulo di cui sopra sono essenziali: generalità della persona che si dichiara garante dell’autenticità del dato, comprensiva della sua “qualità” (ruolo), nonché di targa del veicolo, luogo/data e firma. La compilazione del documento è stata resa obbligatoria nel solo caso in cui la revisione venga effettuata presso una delle sedi incluse nell’elenco della Motorizzazione Civile. Nel caso di officine private, infatti, la scelta della procedura è demandata ai responsabili della struttura, che potranno decidere di percorrere la via dell’autocertificazione oppure altra, sapendo però già di soggiacere, qualora “non ritengano di uniformarsi alle indicazioni fornite”, a una “gestione in autonomia delle eventuali contestazioni”.


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Ritorniamo però sul concetto di “qualità” della sottoscrizione. Oltre al proprietario dell’auto e a un suo famigliare, ulteriori soggetti di cui gli ispettori abilitati potranno accettare la firma sul modulo preparato dalla Motorizzazione Civile sono i seguenti tre: l’autista di imprese di trasporto/flotte aziendali; l’utilizzatore in caso di leasing o di noleggio a lungo termine; tra gli altri, gli agenti che si occupano di pratiche auto, se i loro uffici sono riconosciuti dalla legge 264/1991 - i rappresentanti di autoscuole - i centri di consulenza - i costruttori di veicoli/componenti – gli iscritti ad associazioni legate alla categoria degli autotrasportatori -, figure diverse, ma tutte raggruppate genericamente sotto l’etichetta di “soggetti normalmente abilitati a presentare pratiche per conto terzi agli sportelli della Motorizzazione Civile”.

Com’era la situazione prima di questo passaggio dispositivo? Occorre ripartire dal DM 214 in data 19/05/2017, che ha imposto, a partire dal 20 maggio scorso, l’aggiunta della rilevazione del dato dei chilometri percorsi nel momento in cui si sottopone un mezzo a revisione obbligatoria presso un centro di controllo pubblico. Il comma a cui guardare è il 5 dell’art. 8, che prescrive che “durante la revisione è effettuato il controllo e la lettura del contachilometri, se di normale dotazione; il dato relativo alla lettura è messo a disposizione degli ispettori per via elettronica”. Si chiude con il richiamo importante al fatto che “la manomissione del contachilometri è punibile ai sensi del decreto legislativo 30/04/1992 n. 285”, ossia del Nuovo Codice della Strada. Nel corso dei primi mesi di sperimentazione, l’assenza del proprietario al momento del controllo comportava la necessità, per chi ne faceva le veci, di produrre un documento di delega e una copia dei documenti del delegante. Un iter dispendioso in termini di tempo e di carta (specialmente in un momento in cui si sta spingendo sulla dematerializzazione delle pratiche). Ora siamo entrati invece in un nuova fase storica, dove la responsabilità non sarà più in capo al solo certificatore autorizzato, chiamato in causa e attaccato qualora, nel passaggio di proprietà, il dato fornito non sia veritiero, ma condivisa con chi firmerà il modulo di autocertificazione. Che, lungi dalle pene previste in caso di dichiarazione mendace, varrà, in una certa misura, anche da strumento di educazione di massa.



Mobilità di Rita Sarrocchi

Le nuove frecce all’

e aziende sposano sempre più la L soluzione del carpooling. Anche quando si tratta di garantire la mobilità di soggetti terzi – privati come pubblici -, quali altre realtà corporate, comuni e università. La conferma (se ve ne fosse stato bisogno) passa attraverso l’acquisizione a inizio 2018 da parte della tedesca Robert Bosch, di una start-up d’oltreoceano e della sua piattaforma di gestione del ride-sharing: SPLT – Splitting Fares. Una soluzione tecnologica che è alla base del progetto recentemente illustrato dalla multinazionale a Torino nel contesto della prima edizione, in Italia, del Vehicle and Transportation Technology Innovation Meeting. Partiamo da alcuni numeri richiamati espressamente da Bosch. Innanzitutto il tasso di occupazione media dei veicoli che circolano sulle strade del nostro Paese, che è di poco superiore a 1 (1,3 passeggeri per mezzo). Già iniziando a trasportare un collega – o anche un lavoratore la cui azienda sia nelle vicinanze di quella del driver – si ottiene un saldo positivo di meno 628.000 auto in moto, con evidenti ricadute benefiche a livello di traffico e inquinamento. Non trovarsi imbottigliati nel traffico può inoltre tradursi in un carico minore di stress preventivo, che finirebbe inevitabilmente per andare a sommarsi a quello legato alla propria attività professionale.

soluzioni di traffico senza tunnel sotterraneo

Ad oggi sono già oltre 140.000 le registrazioni uniche sulla piattaforma SPLT, cumulando utenti tedeschi, inglesi, statunitensi e messicani. La situazione relativa all’Italia vede Bosch impegnato in un’attività informativa e di promozione presso tutte le aziende che hanno in carico e gestiscono flotte veicolari. Il servizio, dedicato, si combina con lo stimolo verso la clientela a coinvolgere nel progetto altre strutture corporate utilizzando la doppia leva del risparmio economico e della tutela ambientale. Sono previsti percorsi di accompagnamento pre- e post lancio, nonché una “linea calda” di assistenza disponibile in modalità 24/7. Sulla schermata della App è indicato in tempo reale l’orario di arrivo del driver. I costi connessi agli spostamenti sono caricati sulla piattaforma e ripartiti tra gli occupanti il veicolo. Elemento caratterizzante la proposta tecnologica di SPLT è la possibilità di integrare nel sistema anche la gestione delle navette aziendali.


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arco per il carpooling Libertà di movimento

Con quest’ultima iniziativa in ordine di tempo, Bosch punta a offrire una soluzione di mobilità alternativa a chi non deve soddisfare esigenze estemporanee (in quel caso, la scelta dell’utente dovrebbe ricadrebbe su altre formule, come il car sharing o il noleggio a breve termine). Parliamo invece di ‘commuter’, la storica categoria dei pendolari, che neppure l’accelerata tecnologica in materia di mobilità – privata e professionale - ha fatto estinguere. Anche il servizio proposto da SPLT ha natura mista, intersecando sia chi è costretto a spostarsi per il proprio lavoro e sia i cosiddetti “studenti fuori-sede”. Quanto al terzo soggetto verso cui muove la strategia di engagement di Bosch – alludiamo ai comuni – sono sempre più le amministrazioni – a cominciare dalla pioniera della mobilità condivisa in Italia, ossia Milano - che si stanno muovendo in tal senso.

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Secondo le stime contenute nel rapporto “Spostamenti quotidiani e nuove forme di mobilità”, curato e diffuso dall’Istat, nel 2017 circa 30 milioni di persone hanno affrontato una trasferta quotidiana per motivo di studio o professionali, con un incremento di circa 2 milioni raffrontando il dato con quello dell’ultimo ventennio. I lavoratori pendolari hanno rappresentato circa un terzo della popolazione (35,5%). I fuorisede si sono invece attestati ul 18,5%. Sempre nello stesso documento si sono evidenziati un aumento del raggio degli spostamenti e l’incertezza legata alla durata del trasferimento.

continua



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