FLEETIME
AUTOMOTIVE NEWS FOR YOUR BUSINESS
LEVANTE VULCANO LEVANTE VULCANO 9102 5°N
Limited Edition
Dossier Maserati VULCANO
Intervista Pietro Teofilatto ANIASA
Intervista Giovanni Giulitti ALD
E d i t o r i a l e
Aftermarket,
FLEETIME
componenti
A u t o m o t i v e
n e w s
che
cambiano
f o r
y o u r
b u s i n e s s
CBI segnala con forza l'aumento dell'intelligenza e della connettività delle auto. Questo impone a tutti gli operatori un aumento delle loro conoscenze/competenze perché i prodotti stanno diventando sempre più complessi: le parti che produci/vendi soddisfano per esempio la “compatibilità elettromagnetica” riguardo i dispositivi elettronici quali radar, LiDAR, videocamere e così via? Le doti “intellettive” delle auto sono anche uno strumento di vendita: le auto più nuove e le più costose sono più intelligenti dei modelli precedenti e di quelli più economici. Da non sottovalutare anche l'influenza di Internet nelle politiche commerciali delle Case: anche se le vendite dirette sono ancora rarissime, le continue visite ai siti dei costruttori generano Big Data utili per profilare i potenziali clienti. Nell'aftermarket i rivenditori e i consumatori utilizzeranno sempre di più la Rete per ordinare i prodotti e la cosa è arrivata anche alla catena delle forniture: gli OEM e diversi fornitori Tier 1 (quelli che vendono direttamente alle Case e commissionano subforniture a quelli Tier 2 e 3) hanno creato marketplace per i loro supplier. Un altro aspetto con il quale tutti si dovranno confrontare, è la corsa alla leggerezza vista come una strategia per ridurre consumi ed emissioni. Questo implica un crescente uso di materiali diversi (compositi, plastiche, acciai altoresistenziali e leghe leggere) che occorre saper produrre e trattare anche come ricambio: gli esperti prevedono infatti che nel 2020 il 18% del peso di un'auto sarà costituito da materie plastiche. La spinta verso l'efficienza aumenterà la complessità dei powertrain con dispositivi di riduzione delle emissioni sempre più sofisticati e una crescente diffusione delle tecnologie ibride, tutti fattori che imporranno una preparazione migliore agli operatori dell'aftermarket.
Giuseppe Donadei
FLEETIME
www.fleetime.it
OIRAMMOS
AUTOMOTIVE NEWS FOR YOUR BUSINESS
Dossier Maserati
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Aniasa - intervista Pietro Teofilatto
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ALD - intervista a Giovanni Giulitti
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Smart City/Smart Mobility
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Milano Design Week
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Norme e fisco contenzioso tributario
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Il carburante del futuro
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Stato di salute aftermarket
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Fleetime Magazine Direzione e redazione 20097 San Donato Milanese (MI) Tel. 02.80888386 redazione@fleetime.it
Redazione Flavio Prada, Barbara Davi redazione@fleetime.it
Direttore responsabile
EliMedia P.iva 10671390960
Armando Prada redazione@fleetime.it
pubblicitĂ Tel. 02.80888286 advertising@fleetime.it
Hanno collaborato Armando Prada, Giulia Marrone, Elia Donadei, Francesco Pistocchi dott.Giuseppe Mancini,, Emanuela Pani
Editore Giuseppe Donadei giuseppe.donadei@fleetime.it
Dossier
Dossier
di Giulia Marrone
di Giulia Marrone
LEVANTE VULCANO
ONE OF 150
P
rodotto in soli 150 esemplari, disponibile in entrambe le motorizzazioni benzina twin-turbo V6 da 350 CV e 430 CV progettate da Maserati Powertrain e prodotte nello stabilimento Ferrari a Maranello.
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Dossier di Giulia Marrone
L
Maserati Lusso su Misura
evante One Of One di Allegra Antinori
Maserati, l’eccellenza del made in Italy quando si parla di automobili di prestigio e curate nei minimi dettagli, fa anche rima con eleganza ed esclusività. Caratteristiche che sono sottolineate nelle nuove arrivate: la Levante Vulcano e la Levante One Of One di Allegra Antinori. La prima verrà prodotta in soli 150 esemplari. La seconda e’ stata realizzata ‘su misura’, realizzata raccogliendo i desideri della signora Antinori, con la quale si è lavorato a stretto contatto per dare vita ad una vettura che soddisfacesse tutte le sue aspettative e raccontasse una storia fatta di emozioni e ricordi.
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Marco Dainese Head of Corporate Sales EMEA Region
Marco Dainese, Head of Corporate Sales EMEA Region di Maserati, sottolinea come anche nel 2019 l’orizzonte del mercato flotte è sgombro da incertezze e corredato da un percorso ben preciso che vuole il marchio impegnato nell’esaltazione del made in Italy, della personalizzazione e della capacità di soddisfare tutte le esigenze del cliente finale. “Quest’anno Maserati nel mondo flotte continua ad essere presente nelle grandi aziende e presidia molto bene anche il settore delle piccole e medie imprese” dichiara Dainese “L’anno scorso oltre il 40% del mercato globale in Italia è stato rappresentato dalle flotte e questa è la direzione che stiamo perseguendo con obiettivi di crescita” Quali sono le attività importanti a supporto di visibilità e ampliamento? “Sicuramente essere presenti agli eventi di settore con un focus specifico nell’attività di Test Drive delle nostre vetture”. Come definisce una vettura Maserati e quali le novità? “Un’auto elegante, raffinata e ideale per tutti i giorni. Siamo in grado di realizzare vetture esclusive grazie al nostro programma di personalizzazione che ci permetterà di conquistare la piena soddisfazione del cliente. La Maserati Levante One Of One realizzata per Allegra Antinori è un progetto che racconta come si possa creare un prodotto su misura e completamente made in Italy”
NLT
Noleggio
2019
intervista al
direttore
ANIASA Pietro Teofilatto Direttore ANIASA Apertura 2019
comportamento del mercato del noleggio
on brillano i risultati del mercato auto nel primo bimestre targato 2019. Dall’autunno scorso è offuscato, rallentato, dalle preoccupazioni per l’andamento congiunturale, viste le oscillanti politiche economiche del governo. In questi mesi si registrano flessioni anche sul fronte delle auto aziendali. Vari fattori agiscono contemporaneamente a partire dall’esaurimento definitivo del superammortamento, al rallentamento delle consegne dei veicoli con le nuove specifiche di omologazione, per finire alle incertezze sulla normativa bonus/malus decisa con l’ultima Legge di bilancio. E poi si è aggiunta la pressione mediatica avverso il diesel, sollecitata da provvedimenti di grandi comuni che, per presunti obiettivi di contenimento delle emissioni, ne limitano la circolazione. N l’orizzonte
Le politiche del governo in che modo hanno condizionato le car policy delle aziende?
Congiuntura incerta e legislazione sfavorevole, dibattito acceso e spesso con tesi poco attendibili sul diesel non favoriscono le scelte di aziende di noleggio e di fleet manager su quale tipo di alimentazione scegliere. Una situazione di riflessione, in cui si considera una proroga anche di pochi mesi dei contratti, auspicando maggiore chiarezza sull’andamento del business. In ogni caso il noleggio continua ad essere sempre il sistema di mobilità preferito dalle aziende, per i vantaggi economici e di gestione. Anche perché l’offerta si è ampliata. Le car policy stanno apprezzando la possibilità di contratti mid term, di durata tra i 6 ed i 18 mesi, il car sharing aziendale, aperto perfino a esigenze dei fine settimana. In pratica con il noleggio si possono utilizzare servizi di mobilità dai 5 anni ai 5 minuti.
Tema/problema delle alimentazioni
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Quali sono le scelte dei fleet manager?
Dall’anno scorso l’anatema sul diesel è diventato viscerale: dopo anni di progressivi incrementi, nel 2018 ha segnato una contrazione generale delle immatricolazioni di oltre il 12%. Calo continuato nel primo bimestre di quest’anno, portando la quota di incidenza dal 55 al 49%. Anche se sotto pressione per il contenimento dei costi, i fleet manager hanno visioni più razionali rispetto ai privati. Le percorrenze medie delle flotte sono alte, tra i 26-28.000 chilometri anno, ed i costi nonché il consumo indirizzano necessariamente al gasolio, in quanto ad oggi non vi sono valide alternative economiche, specialmente per i segmenti medio-alti (il 60% del parco). E poi visti gli obiettivi di efficienza e di sicurezza della loro flotta, il diesel è ancora l’alimentazione migliore. Senza dimenticare che il diesel produce meno Co2, il parametro su cui le imprese basano la loro sensibilità ambientale. Nel 2018 il noleggio nel suo complesso ha immatricolato più che altro veicoli a gasolio, oltre il 70%, mentre si riscontra una diminuzione delle auto a benzina. Un calo a tutto vantaggio delle alimentazioni alternative, che complessivamente sono un volume di circa 33.000 unità, arrivando a una quota del 7,5%, quasi il doppio rispetto al 2017. Spicca per percentuali il boom dell’elettrico a noleggio, + 270%, pari al 54% dell’intero mercato, anche se i volumi sono, come ben sappiamo, ancora molto ridotti. Scenari 2019
E arduo indicare quale alimentazione sarà preferita per le scelte aziendali. Probabilmente l’evoluzione verso l’elettrico continuerà a passi sempre più sostenuti, supportata da calo dei prezzi, nuove tecnologie, maggiori dotazioni di infrastrutture per la ricarica. Ibrido, GPL, e metano saranno gli ulteriori canali in crescita. Comunque gasolio e benzina continueranno ad essere di interesse, con un calo molto graduale e soggetto a momenti di rilancio. Che succede sul fronte bonus/malus? Per adesso quasi niente. Con rottamazione o senza, la normativa, criticata da tutti ed a fine marzo ancora non completata con il previsto decreto attuativo, ha al momento prodotto solo un accelerazione di acquisti per evitare l’ecotassa. E poi le risorse sono utili per massimo 12.000 autovetture all’anno.
Noleggio di Emanuela Pani
ALD Automotive al servizi
La società di noleggio a lungo termine supporta le scelt le Pmi fino ai liberi professionisti e i privati.
Per tali realtà, ALD ha messo a pun premiato agli International Fleet A piattaforma completamente digitale ottimizzare la loro flotta e metterla utilizzo privato da parte dei loro dip risultato virtuoso fatto di maggiori effi welfare, accolte con il crescente con Un’importante novità, frutto della p possibilità di introdurre nelle flotte di veicoli elettrici, aggiungendo ai bene significativo abbattimento delle em
Giovanni Giulitti
general manager ALD Automotive Italia
Formule di mobilità in grado di soddisfare diversi target e qualità dei servizi offerti: da sempre, la strategia di business di ALD Automotive ruota attorno a questi due pilastri. Il 52% dei clienti della società di renting, parte del Gruppo Société Générale, è rappresentato da aziende con una flotta media composta da 3-4 a 2.000 veicoli. Realtà che, negli ultimi anni, hanno maturato una sempre più forte consapevolezza verso il risparmio e la riduzione delle emissioni. “Le grandi aziende corporate, pur con la quotidiana attenzione al tema prezzi/costi, sono sempre più interessate ai temi della sicurezza e della mobilità sostenibile”, spiega Giovanni Giulitti, general manager di ALD Automotive Italia.
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io della mobilità sostenibile
te di molteplici tipologie di clienti: dalle grandi aziende e Ecco i capisaldi della sua offerta corporate.
to il prodotto ALD Carsharing, Awards 2018. Grazie a una e, le grandi aziende possono a disposizione anche per un pendenti. Questo genera un cienze e di proposte virtuose di nsenso da parte dei lavoratori. partnership con Enel X, è la i corporate car sharing anche i efici appena descritti anche un missioni per l’azienda cliente.
“Il nostro mercato – commenta Giulitti – si sta dimostrando in continua evoluzione. Per questo dobbiamo essere sempre più in grado di rivolgerci a clienti differenti per natura ed esigenze, ponendoli realmente al centro dei nostri processi operativi. Nel 2019, dunque, proseguiamo sulla stessa strada, disegnando nuovi prodotti e servizi, implementando strategie specifiche e innovative e cercando di proseguire quel percorso, anche culturale, che sta portando via via al superamento dell’idea che il noleggio sia una formula per sua natura adeguata solo alle aziende”.
Mobilità di Armando Prada
Smart city e sm
Milano Digital Week
Intelligenza urbana
Il Festival della Crescita ha dato inizio al suo viaggio da Milano, dove ha dedicato
Inserito nel ricco palinsesto della Milano Digital Week, la più grande manifestazione italiana dedicata all’educazione, alla cultura e all’innovazione digitale quest’anno dedicata al tema dell’intelligenza urbana. il Festival della crescita è stato l’occasione per un grande racconto collettivo, fatto di esperienze e progetti in divenire, esempi virtuosi di trasformazione e nuove opportunità. L’obiettivo? Comprendere come l’innovazione sta cambiando il nostro modo di vivere, muoverci, lavorare, interagire e come può contribuire sempre di più a migliorare il nostro quotidiano, la qualità della vita e il futuro stesso della città. Mobilità connessa
ell’ambito della mostra Smart City: People, technology and materials, ideata e organizzata da N Material Connexion Italia e curata dall’architetto Giulio Ceppi, la giornata organizzata dal Festival della crescita ha puntato i riflettori sulla smart city. Una smart city che racchiude in sé il concetto di smart mobility, termine che significa tecnologia, infrastrutture per la mobilità (parcheggi, reti di ricarica, segnaletica, veicoli), soluzioni per la mobilità (tra cui i modelli di new mobility) e le persone. La Smart mobility punta offrire un’esperienza di mobilità senza soluzione di continuità, dal primo all’ultimo miglio, che sia flessibile, integrata, sicura, on demand e conveniente. La mobilità urbana può essere innovata attraverso nuove tecnologie mobile e
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mart mobility
latigiD onaliM
keeW
to una giornata di incontri e testimonianze al futuro della città e alla mobilità.
applicazioni in grado di integrare il trasporto pubblico, una migliore infrastruttura e il car sharing (o comunque la condivisione di veicoli). Smart Mobility significa anche green, che si tratti di auto elettriche o di piste ciclabili. L’obiettivo finale dell’introduzione di una mobilità smart nelle nostre città è ridurre il traffico, ridurre l’inquinamento, creare flussi intelligenti e senza interruzioni, e rafforzare le economie di scala per promuovere una mobilità accessibile a tutti. Un esempio italiano di strumento per la smart mobility è Telepass Pay, applicazione che consente di individuare il parcheggio sulle strisce blu, verificare la disponibilità del servizio e indicare quanto tempo si vuole sostare, per poi pagare da app.
Mobilità
Milano Digital Week
La fiducia dei fleet manager per elettrificazione
ncontrando Grégoire Chové (durante la Smart City), direttore generale di Arval Italia di mercato per il noleggio, abbiamo ascoltato le sue parole sulla fiducia dell'auto elettrica e ibrida, per imprese e privati. Quello che osserviamo è un interesse crescente per le motorizzazioni alternative al diesel, anche metano e Gpl, soluzioni che in certi contesti in Italia possono essere ancora interessanti. Le aziende, nonostante le politiche che in Arval incentivano la scelta di un veicolo più ecologico, specie per percorrenze sotto i 15-20 mila chilometri anno, spesso con un Tco (il costo gestionale complessivo di un’auto, ndr) più competitivo, continuano a privilegiare il diesel. Il passaggio culturale a volte non basta e anche le misure restrittive sul traffico adottate in alcune città non sembrano avere un effetto significativo sui comportamenti di acquisto. Anche le recenti disposizioni fiscali non aiutano, anzi remano contro. In tema di alimentazioni alternative la leva economica è ancora una discriminante importante, specie per chi percorre molti chilometri l’anno. Serve più cultura, soprattutto nelle aziende dove la consapevolezza su temi come emissioni e impatto ambientale crescono, ma spesso sono ancora temi legati all’immagine e alla CSR.
Ileader
Digitalizzazione, efficienza e qualità, quali fra queste la più rilevante ?
a qualità sicuramente. Pensate alla reportistica, alla fatturazione, a qualunque tipo di interazione, se non c’è qualità si perde anche l’efficienza. Qualità insieme all’affidabilità. Per chi si occupa di noleggio, la qualità incide sulla riparazione di un’auto, su un tagliando, sul soccorso stradale. La digitalizzazione è uno strumento importante per accedere più velocemente e facilmente ai servizi. Persone e aziende però non sempre conoscono gli strumenti a disposizione e le loro funzionalità.
L
Sicurezza in auto, gli Adas in costante aumento in Europa,
l'italia fanalino di coda, perchè ?
Il tema è certo di grande interesse, la consapevolezza c’è, ma costruire una car policy (quella che in azienda definisce i criteri di utilizzo e assegnazione ai dipendenti dell’auto aziendale, ndr) con un livello di Adas adeguato è ancora appannaggio di poche aziende. Io distinguerei fra sensibilità e capacità economica: in Arval stiamo sfruttando i nostri dati per realizzare uno studio sull’incidenza delle sinistrosità fra auto con e senza Adas. Il nostro obiettivo è integrare nel Tco i vantaggi che potrebbero derivare dall’adozione di questi sistemi. Se i dati raccolti ci daranno ragione, e cioè dimostreranno il vantaggio di dotare un’auto dei più evoluti sistemi di sicurezza attiva, cercheremo di incentivare anche economicamente aziende e privati a investire in questo senso. Fare cultura sulla sicurezza rimane fondamentale. In Arval lo facciamo da tempo con progetti di Corporate social responsibility come Sulla Strada Giusta, o con l’Osservatorio, che grazie a un’analisi accurata sulla sinistrosità stradale aumenta la consapevolezza nelle persone. Per concludere, la sensibilità sulla sicurezza stradale c’è, ma la sua declinazione in una politica di flotta aziendale richiede ancora un po’ di tempo.
Norme e Fisco a cura del dott. Giuseppe Mancini
Autotrasportatori tra carburan
Premessa
Delle recenti novità
introdotte in materia di
fatturazione e di
documentazione da acquisire
per la validità fiscale del
costo del carburante, abbiamo
già avuto modo di parlarne
negli editoriali pubblicati
sugli ultimi due numeri di
questo magazine. Oggi,
invece, vorrei concentrare
l’attenzione sulle disposizioni
fiscali che disciplinano, nello
specifico, gli acquisti di
Il Contenzioso Tributario
L’attuale interesse per tale materia è legato sia all’intensificarsi (per quanto ho potuto constatare) degli accertamenti fiscali sia all’importanza delle conseguenti sanzioni previste. Va rammentato, infatti, che per l’Amministrazione Finanziaria è diventato abbastanza semplice rilevare eventuali incongruenze nei documenti fiscali utilizzati dagli autotrasportatori per certificare gli acquisti di carburante grazie all’analisi delle comunicazioni inviate ai sensi dell’art.21 del DL 78/2010 (c.d. “Spesometro”). Inoltre, non bisogna dimenticare che le incongruenze riscontrate, con detta attività, potrebbero portare ad accertamenti fiscali con i quali vedersi contestare reati quali ad esempio l’infedele dichiarazione dei redditi e dell’Iva, l’inesattezza dei dati della dichiarazione Irap, l’indebita detrazione dell’Iva ai sensi dell’art. 19 del DPR 633/72, o l’omessa regolarizzazione di acquisti senza fattura. Il tutto con conseguenze economiche (e non solo) non trascurabili. Tanto premesso, considerato che i periodi, ad oggi, ancora accertabili sono quelli che vanno dal 2014 in poi, appare opportuno riepilogare come la normativa fiscale, a tal proposito, si è evoluta in quanto potrebbe tornare utile sia per impostare una buona difesa sia per cercare di prevenire il procedimento tributario.
carburante per gli
autotrasportatori conto terzi.
La disciplina fiscale
prevista per generatalità
dei soggetti Iva
ino al 31.12.2018, per disciplinare gli acquisti di carburante effettuati dagli autotrasportatori presso impianti stradali di distribuzione, erano previste specifiche disposizioni che divergevano rispetto a F quelle applicabili alla generalità degli altri soggetti Iva. Per quest’ultimi, è stato l’art. 2 della Legge 31/1997 che ha introdotto le norme dirette a disciplinare la documentazione relativa agli acquisti di carburante rimandando a successivi decreti la loro attuazione. Con il decreto del Ministero delle Finanze del 07.06.1977, infatti, veniva introdotta nel panorama giuridico italiano la scheda carburante fissandone le modalità di compilazione, registrazione e conservazione. Successivamente, l’art.3, comma 137, lett. d) della L. 662/1996 delegava nuovamente il Governo ad emettere un apposito regolamento, al fine di semplificare le annotazioni da apporre sulla documentazione relativa agli acquisti di carburante. In attuazione di tale delega veniva emanato il DPR 444/1997 che ha introdotto, quale documento sostitutivo della fattura ed equipollente della stessa, la scheda carburante.
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nte & contenzioso tributario
La disciplina fiscale specifica per gli autotrasportatori di cose per conto terzi
Con specifico riferimento, invece, agli autotrasportatori conto terzi in deroga a suddetta disciplina che prevedeva, per la generalità dei soggetti passivi IVA, la compilazione della scheda carburante, era previsto l’obbligo, introdotto con la legge finanziaria del 2006 (Legge 266/2005), di richiedere al gestore dell’impianto di distribuzione carburanti il rilascio della fattura, in luogo dell’annotazione dell’acquisto sulla classica scheda carburante. Sostanzialmente il comma 109 dell’art. 1 della Legge Finanziaria 266/2005 prevedeva che le disposizioni in materia di scheda carburante non si applicassero alle cessioni di carburante per autotrazione effettuate dai gestori degli impianti di distribuzione nei confronti degli autotrasportatori di cose per conto terzi. Questo ha comportato che, con decorrenza 10 gennaio 2006, la documentazione degli acquisti di carburante effettuati dagli autotrasportatori di cose per conto terzi doveva essere costituita da fatture, opportunamente emesse su richiesta degli stessi, non oltre il momento di effettuazione del rifornimento. La fattura differita e il documento di consegna
La disciplina a partite dal 1° Gennaio 2019 Per l’autotrasportatore era possibile, inoltre, richiedere al gestore l’emissione di fattura differita. In tale eventualità il gestore doveva però rilasciare all’atto del rifornimento, un documento di consegna (bolla di consegna o documento equipollente). Il documento di consegna sopra citato, doveva riportare, le seguenti indicazioni: 1) data e numero progressivo; 2) dati identificativi del gestore dell’impianto e dell’acquirente; 3) qualità e quantità del prodotto consegnato. A parere di chi scrive, invece, non era necessario indicare la targa dell’automezzo rifornito nonostante gli Uffici Finanziari la pensino, ancora oggi, in modo diverso. La fattura differita doveva essere emessa dal gestore entro il giorno 15 del mese successivo a quello di consegna e doveva riportare gli estremi del documento di consegna relativo. In tale eventualità era consentito anche, tra le stesse parti, emettere una sola fattura riepilogativa per le cessioni effettuate nel corso di un mese solare, ovviamente sempre con il richiamo dei documenti di consegna emessi. In definitiva, gli autotrasportatori di cose conto terzi
che acquistavano carburante per autotrazione presso impianti di distribuzione, se intendevano esercitare il diritto alla detrazione dell’Iva, nonché documentare il costi sostenuto per la deduzione dal reddito, dovevano richiedere l’emissione della fattura riepilogativa e conservare i buoni di consegna relativi ai rifornimenti effettuati. La
disciplina a partire dal 1° gennaio 2019
Tuttavia, a partire dall'1.1.2019, è stata soppressa la disciplina di cui al DPR 444/97 in materia di scheda carburante ed è stato introdotto l'obbligo generalizzato di fatturazione elettronica. Al pari di quanto previsto per gli altri soggetti passivi IVA, dal 2019 anche gli acquisti di carburante da parte di autotrasportatori per conto terzi sono documentati mediante fattura elettronica ai sensi dell'art. 1 co. 3 del DLgs. 127/2015. Inoltre, è opportuno rammentare che ai fini della detraibilità dell'IVA assolta sull'acquisto di carburanti e lubrificanti, l'avvenuta effettuazione dell'acquisto deve essere provata dal pagamento con carte di credito, carte di debito o carte prepagate emesse da operatori finanziari soggetti all'obbligo di comunicazione di cui all'art. 7 co. 6 del DPR 605/73 o da altro mezzo ritenuto idoneo (art. 1 co. 923 della L. 205/2017).
Eco mobilità di Francesco Pistocchi
L'invenzione
dell'Universita di Perdue
Rifiuti plastici il
carburante del futuro econdo i ricercatori americani, può essere riciclato il 90% dei materiali plastici basati sulle poliolefine, ovvero circa un quarto di quelli esistenti. S La chimica è un mistero che in pochi capiscono. Alcune menti geniali, però, sono in grado di scoprire persino qualcosa di nuovo. I ricercatori dell'Università di Purdue, in Indiana, sembrerebbero aver inventato una procedura che potrebbe risolvere in un colpo solo un paio dei problemi che attanagliano la Terra: l'inquinamento da materie plastiche - secondo le Nazioni Unite ogni anno vengono riversate negli oceani otto tonnellate di rifiuti plastici - e la continua corsa all'estrazione di carburanti fossili. Questi ricercatori hanno definito un processo per convertire la plastica in un liquido oleoso che una volta distillato può essere utilizzato per creare carburanti come la benzina o il diesel.
Scopri di piĂš
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Non tutta la plastica può essere usata per questa conversione, ma solo quella basata sul 90% delle poliolefine esistenti che rappresentano comunque un quarto del totale. “Vogliamo riuscire a industrializzare questo processo per convertire i rifiuti fatti di poliolefine in una vasta gamma di componenti utili, come i polimeri, la nafta e i carburanti puliti. Questa tecnologia può aumentare i profitti dell'industria del riciclo e diminuire la presenza di rifiuti plastici in tutto il mondo” ha dichiarto Linda Wang, responsabile del team di ricerca della Davidson School of Chemical Engineering dell'Università di Purdue. Gli inventori di questa procedura (brevettata) si chiamano Wang, Kai Jin e Wan-Ting Chen. “I rifiuti plastici, che siano riciclati o buttati via, sono comunque dannosi - ha spiegato Wang perché si degradano lentamente e rilasciano microparticelle tossiche che penetrano sia nel terreno che nell'acqua con effetti catastrofici. Sono sostanze inquinanti che si legano alla materia in profondità e che sono impossibili da bonificare”. Il punto chiave dell'invenzione sta nell'estrazione selettiva e nella successiva liquefazione che crea la nafta. A questo punto la nafta può essere usata come materia prima per creare altri composti chimici oppure scissa ulteriormente per creare solventi o altri prodotti. I carburanti creati dal riciclaggio della plastica, secondo le stime dell'ateneo americano, questi potrebbero coprire il 4% del fabbisogno globale annuale di diesel e benzina.
di Dino Collazzo
Aftermarket, il mercato rallen
autopromotec blog Contrazione
economica, incertezza
e bassi consumi
spengono la domanda.
Nella filiera le
acquisizioni rendono
più selettiva la
competizione
mercato dell’Independent aftermarket italiano rallenta. Dopo 4 anni di espansione a partire dalla seconda metà del 2018 la maggior parte degli indicatori economici del settore mostrano segni meno. E le prospettive per il 2019 indicano che l’andamento negativo IL potrebbe prolungarsi per l’interno anno. Le cause di questa frenata, stando all’analisi realizzata dal Politecnico di Torino e presentata durante la nona edizione del convegno Iam Italia, sarebbero da imputarsi a un rallentamento dell’economia globale, a un drastico calo dei consumi in area Euro e a una forte incertezza lungo tutta la filiera Iam. Proprio quest’ultimo elemento ha un peso rilevante sugli investimenti delle aziende che, a dispetto dei tassi bassi e quindi di maggiore disponibilità di denaro, preferiscono attendere tempi migliori per delineare piani strategici a lungo temine. Questa fase d’attesa però non va confusa con una situazione d’immobilismo all’interno della filiera. Infatti, stando a quanto riportato nell’analisi realizzata da Silvano Guelfi, responsabile scientifico del centro di ricerca Automotive independent aftermarket, insieme al suo staff, all’interno del settore si sta assistendo a una “ipercompetizione”. Acquisizioni, fusioni e partnership commerciali tra imprese stanno infatti spingendo molti attori a unirsi per affrontare al meglio i cambiamenti in corso nel mondo automotive. L’obiettivo è di riuscire a conquistare sempre più quote di mercato per trovarsi poi in una posizione di vantaggio quando la produzione industriale tornerà a crescere. I ricercatori del Politecnico stimano che nel giro di 3 anni i primi 10 distributori Iam avranno il 70% del mercato. E questo perché si assisterà a uno sfoltimento di aziende. I volumi e le quote di mercato liberate, per un valore di 361 milioni di euro, andranno a rinfoltire i bilanci di quei player che oggi, in una fase di volumi e prezzi in contrazione, scelgono di sacrificare parte del proprio fatturato pur di rimanere nel mercato. Non va dimenticato però, ha ripetuto più volte Guelfi, che per continuare ad avere un business serve anche puntare sul rinnovamento aziendale. Che per il professore del Politecnico passa dalla capacità di migliorare le competenze in azienda scegliendo personale qualificato e coerente con i cambiamenti in atto, investire in innovazione tecnologica e ammodernare strumenti e processi produttivi.
nta dopo 4 anni di espansione
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Mercato Iam
Il mercato Iam 2018 registra una forte tensione. Una maggiore sensibilità ai volumi accompagnata dalla crescita dell’indebitamento finanziario e dalla discesa da prezzi ha ridotto di molto i rendimenti delle aziende. Una situazione che rischia di protrarsi – visti i segnali non certo incoraggianti dell’economia mondiale – per tutto il 2019. Nell’ultimo anno per i distributori (64,12% sell out complessivo analizzato dal Politecnico), il cui mercato vale 2 miliardi di euro, la crescita del fatturato è stata negativa. Il settore a fine anno ha fatto registrare un -0,8% (-1,2 nei primi due mesi 2019). Questo dato è il diretto risultato dell’azzerarsi della spinta dei volumi, che negli ultimi 4 anni è passata dal +5,4% del 2015 al +0,1% del 2018 (-1% nei primi due mesi 2019). A fare il paio con il brusco rallentamento del mercato dei distributori Iam c’è poi l’andamento al ribasso dei prezzi: il calo, ormai una costante degli ultimi 4 anni, a fine . dicembre ha toccato quota -1,6% (-1,2% nei primi due mesi del 2019). Non tutti però, all’interno della filiera, soffrono questo momento di difficoltà. Infatti, tra i primi 10 grandi distributori, 6 hanno registrato nel 2018 un tasso di crescita medio del +11,5%. Questi gruppi sono quelli che stanno sì sacrificando un po’ di margine a vantaggio dei volumi per non perdere quote, ma sono anche quelli che continuano a investire e a perseguire una strategia di acquisizione e fusione per meglio strutturarsi. Una situazione simile, sia dal punto di vista dei dati che della strategia, la si riscontra anche nel settore dei ricambisti dove le categorie prodotto con marginalità maggiore del 30% hanno avuto una flessione tra il 2017 e il 2018 di 0,3 punti percentuali. In questa fase di cambiamenti nel mondo dell’automotive le imprese della filiera Iam stanno adottando una strategia di rafforzamento della loro posizione. Ma non basta. Serve infatti una nuova strategia di business che consideri come affrontare i mutamenti portati da elementi come l’auto ibride, elettriche, i sensori per la guida autonoma e strumenti per la diagnosi da remoto. Tutti aspetti che impatteranno, nel lungo periodo, su una grossa parte del mondo aftermarket spingendo molte realtà a chiudere se non sapranno governare i cambiamenti.