FLEETIME AUTOMOTIVE NEWS FOR YOUR BUSINESS
N°1 2018
Maserati Levante
Dossier Maserati
GranLusso MY18
ForumAutoMotive
Intervista Archiapatti
FLEETIME - automotive news for your business
E’ un progetto editoriale nato con la volontà di diventare un punto di riferimento per il mondo delle flotte aziendali ma soprattutto per chi vuol comprenderne le nuove opportunità di business. Un progetto editoriale che a regime prevede: oltre al sito web attivo dal 2012 , un App dedicata per mantenere in costante aggiornamento i nostri lettori e un magazine trimestrale disponibile gratuitamente da oggi in edizione digitale, che darà una maggiore offerta informativa raggiungendo oltre 100 mila utenti unici. La scelta del magazine digitale è dovuta ai vantaggi di diffusione, al numero elevato di utenti che si riesce a raggiungere e soprattutto aziende nuove. Il magazine digitale offre approfondimento immediato, soddisfacendo i lettori e gli investitori.
Buona lettura
Giuseppe Donadei
FLEETIME
www.fleetime.it
AUTOMOTIVE NEWS FOR YOUR BUSINESS
SOMMARIO
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Dossier Maserati
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Intervista Massimiliano Archiapatti
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Leasing o Noleggio
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Il Noleggio cambia pelle
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Start-up Automotive
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Start-up mobilità
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Mobilità provider manager
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Tecnologia al volante
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Dazi auto
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Mobilità elettrica
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Nuova Mobilità
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ForumAutomotive
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Mercato auto
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Mercato Auto Italia Marzo
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Car Sharing e Ride Sharing
Fleetime Magazine Direzione e redazione Viale Monza 270 - 20128 Milano Tel. 02.80888386 redazione@fleetime.it
Redazione
Hanno collaborato
Flavio Prada, Barbara Davi redazione@fleetime.it
Armando Prada,Flavio Prada, Elisa Sarrocchi, Andrea Barbieri, Elia Diego Donadei, Giulia Marrone, Dott.Giuseppe Mancini, Francesca Druidi.
Direttore responsabile
Iternet Datum srl p.iva 07067801212
Armando Prada redazione@fleetime.it
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Editore Giuseppe Donadei giuseppe.donadei@fleetime.it
Dossier
Il
2018 riserva importanti novita' per la gamma della Maserati Ghibli. La berlina di segmento E del Tridente, infatti, si rinnova con l'introduzione di due nuove versioni, GranLusso e GranSport, che si affiancano alla Essence portando in dote numerosi aggiornamenti tecnici e tecnologici. Un risultato che a Modena hanno raggiunto introducendo i fari full-led con funzionalitĂ matrix, sviluppati in collaborazione con Magneti Marelli, ed un nuovo sterzo elettrico che ha aperto le porte ai sistemi di assitenza alla guida di livello 2.0.
Sicurezza totale per Maserati
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aragonandola alle avversarie del segmento E, la berlina modenese ha sempre primeggiato in dotata, su richiesta del cliente, del pacchetto di dispositivi ADAS comprendente Highway Ass equipaggiamento la Ghibli regola la velocitĂ in funzione della distanza dalle auto che la precedono sia il rischio di impatto laterale con altre vetture, “leggeâ€? la segnaletica stradale e decelera/frena se
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MASERATI oltre 100 gloriosi anni di storia
i Ghibli GranSport e GranLusso...
n termini di personalità stilistica e di prestazioni. Con la nuova versione MY18 Ghibli può essere sist, Lane Keeping Assist, Active Blind Spot Assist e Traffic Sign Recognition. Con questo o, mantiene automaticamente il centro della corsia di marcia, corregge la traiettoria nel caso ci si verifica il rischio di una collisione frontale.
...anche per la Maserati Levante GranLus
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al lancio ad oggi la Levante è diventata la vettura più venduta del marchio Maserati, conquistand design, ma affina più che altro le sue doti tecnologiche ed aggiunge a listino due nuove versioni, esclusive e ben definite. L’introduzione del nuovo sterzo elettrico, consente tutta quella serie di operaz Assist, Active Blind Spot Assist e Traffic Signs Recognition.
so e GranSport la sicurezza è in prima linea.
do clienti in ogni parte del mondo. Il recente aggiornamento introdotto con la MY18 non stravolge il , GranLusso e GranSport, pensati per soddisfare al meglio le richieste dei clienti avendo due anime zioni che permettono di utilizzare i nuovi sistemi di assistenza alla guida: Lane Keeping Assist, Highway
SCOPRI DI PIÙ
NLT di Andrea Barbieri
Il settore automotive corre train
Crescita delle nuove immatricolazioni nonostante la fine del “superammortamento” e aumento de
IL
Massimiliano Archiapatti, presidente Aniasa
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2017 è stato l’anno del recupero del settore automotive: boom di vendite, boom di immatricolazioni e boom del settore del noleggio. Soprattutto nel lungo termine, infatti, si è avuta una crescita inarrestabile, con un +16% rispetto al 2016 e quarto anno di crescita consecutiva con oltre 260mila vetture consegnate ad aziende, pubblica amministrazione, partite Iva e privati. Ed è proprio questo ultimo settore che è entrato in maniera preponderante nella “torta” della clientela facendo numeri via via più interessanti. “In generale – spiega Massimiliano Archiapatti, presidente Aniasa (l’associazione delle società di noleggio) nel mondo delle flotte aziendali si stima che oggi 610.000 veicoli circolanti siano gestiti con la formula del noleggio a lungo termine (o NLT, in termini tecnici), 670.000 siano ancora in proprietà e i restanti 380.000 acquisiti in leasing operativo. Negli ultimi anni il NLT ha visto aumentare significativamente la propria quota di mercato”. Intanto la quota di auto aziendali e a noleggio sta proseguendo la propria inarrestabile ascesa al punto che nel 2018 ha raggiunto, rispettivamente, il 46% e 26,2% sul totale immatricolato: in pratica, oltre 1 auto nuova su 4 è a noleggio. Si tratta di un trend già evidenziato in altri Paesi europei e di un gap, quello connesso al mancato pieno sviluppo delle auto aziendali e dell’autonoleggio, che si sta lentamente colmando negli ultimi anni.
Partite iva alla riscossa
onsolidata la fascia delle multinazionali, delle grandi e medie imprese, il noleggio a lungo termine ha registrato nell’ultimo triennio un’ulteriore penetrazione nel mondo delle partite IVA e dei professionisti ed è oggi approdato anche ai privati con codice fiscale, con oltre 25.000 contratti in essere a fine 2017” aggiunge Massimiliano Archiapatti. “L’interesse dei privati per il long term è cresciuto rapidamente negli ultimi anni, anche se si tratta di numeri ancora marginali rispetto ai dati complessivi espressi dal settore. Proprio per ampliare la diffusione del business in questo specifico segmento, gli operatori del settore hanno stipulato accordi commerciali con istituti bancari e addirittura partnership con gruppi della grande distribuzione, innovando incredibilmente il target di potenziale clientela ed aprendo nuovi scenari per la mobilità privata”. A crescere molto nel 2017 è stata Arval azienda del gruppo francese Bnp Paribas che con una flotta di 185mila veicoli noleggiati – per la stragrande maggioranza nel lungo termine - ha registrato un +10% rispetto al 2016. “La tendenza del 2018 – spiegano in azienda – è di puntare molto al target dei Millennial, con una comunicazione sempre più digitale e al lancio della pagina facebook”.
ato dal Noleggio a Lungo Termine
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ei clienti privati e delle Pmi. La “torta” del NLT fa gola a molti e prende sempre più piede Crescita anche per Alphabet, azienda del gruppo Bmw che ha chiuso il 2017 con una crescita a doppia cifra percentuale fino a 29.200 unità tra auto e veicoli commerciali. Da non dimenticare anche una strategia elettrica: “In quest’ottica – dice il sales e marketing director Marco Girelli - abbiamo messo a punto AlphaElectric, una soluzione a misura delle aziende che intendono affrontare il tema della mobilità sostenibile. A loro offriamo molto più di un NLT per veicoli elettrici. Partendo da un’analisi del potenziale di elettrificazione individuiamo, in base alle esigenze di business, quali veicoli elettrici possono essere introdotti nella flotta, quali soluzioni di ricarica possono essere adottate e quali servizi di e-mobility possono supportare al meglio i driver e i fleet manager in un cammino di ecosostenibilità”.
Superammortamento “Ci attendiamo un anno di ulteriore crescita per le flotte a noleggio – aggiunge Massimiliano Archiapatti - con un eventuale possibile rallentamento nella prima metà del 2018 a causa degli effetti della fine dei benefici fiscali collegati con la misura del superammortamento terminata a dicembre 2017”. Fra gli operatori del breve termine che puntano sulle flotte auto aziendali e sul NLT c’è anche Europcar, che tramite il servizio Ubeeqo (1.200 auto in tutta Europa) offre soluzioni di corporate
carsharing, permettendo alle aziende di ottimizzare il proprio parco auto beneficiando di un saving tra il 30 ed il 40% con risvolti significativi anche per la Corporate Social Responsability e per Welfare Aziendale - vista la possibilità di utilizzo privato delle auto data ai dipendenti. Con 170mila veicoli in flotta e più di 45.000 clienti, ALD sta invece puntando anche verso le pmi, mercato ancora da conquistare e dove la prossimità e chiarezza delle proposte sono i driver principali di successo. “Nell’ultimo periodo – ha detto il general manager Gianni Giulitti - si registra un focus importante verso la digitalizzazione dei processi di accesso e gestione dei contratti con sviluppo di servizi e dispositivi legati alla telematica. Anche per questo, circa il 40% dei nuovi contratti sottoscritti da ALD proviene da clienti individuali o piccole imprese che stanno dimostrando particolare interesse verso i nostri prodotti e il nostro brand”. Dopo ALD Permuta – una formula studiata per chi pensa al noleggio ma ancora non sa come liberarsi del proprio usato – l’azienda ha lanciato ALT 2Life, il servizio di noleggio a lungo termine di auto usate.
Crescita anche nel 2018 Il 2018 è iniziato in crescita per i principali attori del mercato. A febbraio 2018, le società di NLT controllate dalle case auto hanno immatricolato il 14,7% in più rispetto allo stesso mese del 2017. I generalisti sono cresciuti ancor di più toccando un +25,1%. Nei primi 2 mesi, Leasys è l’azienda di NLT che ha immatricolato più vetture: 15.624 unità con un incremento del 4,6% ma un calo nella quota di mercato, passata dal 29,4% al 26,7%. Al secondo posto – dati di Dataforce, azienda di analisi di mercato – ALD, con 12.332 unità e +22%. Al terzo e al quarto, Arval e Leaseplan, con 10.197 e 7.633 nuove immatricolazioni (+11,9 e +19,2%). A seguire la classifica delle immatricolazioni del primo bimestre 2018 ci sono Volkswagen, Car server, Alphabet, Mercedes, Athlon (controllata da Daimler), Sifa, Psa, Renault / Nissan, Pan, Program e Gfc. Le previsioni di Dataforce per il 2018 indicano che il comparto del NLT crescerà ancora, arrivando a toccare le 305mila nuove unità con un incremento del 15,4% sul 2017.
NLT - Leasing di Elisa Sarrocchi
Q
Leasing o noleggio, una sempli
uello che era partito come un quesito (“per quale motivo un professionista dovrebbe scegliere la formula del noleggio a lungo termine piuttosto che quella del leasing”) è in realtà una risposta priva di domanda effettiva. Perché la conclusione appare subito chiara in tutta la sua evidenza: si tratta di due soluzioni egualmente valide, con caratteristiche proprie, anche se nel momento storico che stiamo vivendo, in questo come in altri campi, i confini si stanno facendo via via meno netti e più sfumati.
Per perseguire l’obiettivo di partenza possiamo calarci nei panni di un cliente immaginario e raccontare quale situazione si troverebbe a fronteggiare nel primo come nel secondo caso. Partiamo dal professionista che abbia optato per il noleggio a lungo termine, specificando che, come per il leasing, dovrà interfacciarsi con un solo referente. Si tratta del “concedente”, ossia di colui che, dietro il versamento di un canone, affida l’oggetto fulcro del contratto nelle mani di chi l’ha sottoscritto. Nel caso specifico in esame, si parla di un utilizzo documentalmente contenuto in un dato lasso di tempo, come quando scegliamo di pagare una rata al mese per poter vivere in un appartamento.
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a prima differenza rispetto al noleggio a lungo termine riguarda il “fuoco” della trattativa che dall’oggetto in sé si sposta sul corrispettivo economico associato. Nel campo delle operazioni, il leasing appartiene infatti a quelle di finanziamento. passaggi sono due dapprima il concedente (che può essere un istituto bancario o un intermediario iscritto in apposito elenco) acquista il veicolo; una volta ottenutane la proprietà, acconsente a farlo utilizzare da un soggetto terzo, che, per rispondere a tale concessione, si impegna a versare un contributo economico periodico. Il contratto sottoscritto non può essere annullato per alcun motivo.
mplice questione di scelta
ice questione di scelta
Colui che noleggia il veicolo non deve avere interesse al riscatto finale del bene (sfruttando la metafora di poco fa, sa che non potrà mai acquistarne la proprietà). Le clausole di cui al contratto firmato pongono interamente a carico suo l’onere di mantenere il mezzo nello stato in cui gli è stato consegnato. Mentre quelle che abbiamo elencato sono condizioni generalmente valide, l’ammontare della spesa mensile richiesta al cliente si costruisce a partire dalle voci inserite nel pacchetto di noleggio. L’attività di renting non richiede a chi la esercita l’appartenenza a determinate categorie stabilite per legge. Ecco perché, accanto alle grandi società del ramo, vi potrà capitare di imbattervi in piccole e medie realtà commerciali. Vediamo invece quali caratteristiche potrebbero indurre il nostro cliente immaginario a rivolgersi al leasing.
Giunto al termine del periodo fissato documentalmente, il nostro cliente sarà chiamato a scegliere una tra le seguenti tre opzioni: acquistare l’auto detenuta in leasing, tenendo però conto del tempo trascorso e dell’inevitabile usura del mezzo, il cui valore è andato riducendosi nel tempo; far proseguire il contratto in essere, vedendo però calare in maniera sensibile l’importo del canone; reimmettere il veicolo nella piena proprietà del concedente, decretando di fatto la chiusura del fascicolo. Si dà tuttavia conto di intermediari finanziari che cercano di allettare la clientela arricchendo il contratto di leasing con una serie di servizi che si ritrovano generalmente associati alle pratiche di renting, nonché di noleggiatori che tentano la stessa strada agendo sulle condizioni economiche del servizio. Una ibridizzazione accennata che caratterizza ormai più in generale il settore della mobilità.
NLT usato
Il noleggio cambia pelle: sul mercato auto perfette, ma di seconda mano
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LD Automotive, azienda leader dei servizi innovativi di mobilità, lancia ALD| 2life, l’offerta di noleggio a lungo termine di auto usate. L’obiettivo: garantire all’utente prezzi ancor più accessibili, mettendo a disposizione veicoli di seconda mano ma in perfette condizioni con la garanzia della qualità ALD. ALD| 2life è una formula “zero pensieri” e tutto compreso: tassa di proprietà, assicurazione, consegna del veicolo, manutenzione ordinaria e straordinaria, soccorso stradale 24 ore su 24, Servizio Clienti dedicato e piattaforma web per la gestione del proprio contratto e tutti i servizi.
IL
cliente, può visionare tutte le offerte sul sito di Hurry!, primo portale e-commerce specializzato nella mobilità e partner esclusivo di ALD Automotive Italia. ALD| 2life va ad aggiungersi ai vari prodotti e servizi innovativi che the-hurry.com offre agli utenti per rendere sempre più semplice e conveniente l’utilizzo di un veicolo. In particolare, l’esclusiva mondiale di Ricaricar, la mobilità “pay per use” che consente al cliente di acquistare un pacchetto di km da abbinare a un mezzo nuovo, pagando dunque solo i chilometri effettivamente percorsi, come con le ricariche telefoniche. “ALD Automotive continua sulla strada dell’innovazione e del potenziamento dell’offerta” – dichiara Gianni Ferrazza, Communication & PR Manager, che aggiunge: “Con ALD| 2life, Ricaricar e l’offerta di veicoli un tempo “lontani” dal mondo del NLT come le due ruote e le minicar, cresce la gamma di prodotti e servizi che ALD Automotive mette in campo per ampliare il parco clienti e rispondere alle diverse esigenze di mobilità di un pubblico sempre più ampio e informato, in particolare quello dei privati che ormai rappresenta il 40% dei contratti sottoscritti”.
Star Automotive
Economia
di Dott. Giuseppe Mancini
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impresa che punta a svilupparsi attraendo capitali di altri investitori e a diventare un modello replicabile è tecnicamente conosciuta come “Start up”.
Una particolare forma di start up, figlia dell’era tecnologica, è la “startup innovativa”, ossia una società di capitali le cui azioni o quote rappresentative del capitale sociale non sono quotate su un mercato regolamentato e che ha come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico. Introdotta dagli artt. 25 e ss. del DL 179/2012 questa realtà, molto diffusa oltre confine, non si è ancora affermata sul territorio italiano, anche se le ultime statistiche sono confortanti: al 18.12.2017 le startup in Italia erano 8.315. Numeri importanti ma certamente non equiparabili a quelli realizzati in altri Paesi dove spesso accade che le principali case automobilistiche non investono più in dipartimenti interni, ma preferiscano investire o, addirittura, acquisire la proprietà di startup innovative che hanno sviluppato un prodotto tecnologicamente innovativo utilizzabile nel settore automobilistico. In tal senso, lungimiranti sono state le iniziative della Ford o della Daimler che hanno investito rispettivamente in startup come “Argo Ai” (ideatrice di soluzioni di guida autonoma) e “ChargePoint” (produttrice di caricatori per auto elettriche). Un esempio tutto italiano, invece, è la MotorK startup milanese il cui successo è dovuto allo sviluppo di una piattaforma di marketing digitale per il mercato dell’auto.
rUtP
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I requisiti necessari
- costituita da non più di 60 mesi; - valore della produzione annua non superiore a € 5.000.000,00; - non deve distribuire o aver distribuito dividendi/utili - non derivare da un’operazione straordinaria - spese di R&S almeno pari al 15% del maggiore fra costo o valore della produzione - parte del personale dotato di specifico titolo di studio - possesso di una privativa industriale
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iò che rende la startup una realtà perfetta a garantire lo sviluppo dell’automotive è la capacità di riuscire ad attrarre capitali privati necessari per sviluppare progetti tecnologicamente innovativi che altrimenti verrebbero abbandonati proprio per mancanza di fondi.In Italia, la spinta allo sviluppo delle startup è arrivata dal legislatore che ha ideato alcuni strumenti di natura fiscale volti proprio ad incoraggiare l’investimento dei privati in suddetto sistema. Tra le agevolazioni vi è il riconoscimento: di una detrazione di imposta pari al 30% della somma investita (limite massimo Euro 1.000.000,00) all’investitore persona fisica; di una deduzione del 30% della somma investita (limite massimo Euro 1.800.000,00) all’investitore persona giuridica; di una detrazione fiscale del 30%, su investimenti fino a 1 milione di euro, alle aziende quotate (c.d. “aziende sponsor”). Ulteriori vantaggi fiscali non trascurabili sono: l’esonero dal pagamento del diritto annuale, dei diritti di segreteria e dell’imposta di bollo dovuti per gli adempimenti al Registro delle Imprese e la possibilità di risparmiare i costi notarili attraverso l’utilizzo di una piattaforma web per la costituzione digitale della startup.In conclusione, la startup innovativa rappresenta una leva fondamentale per l’economia dell’automotive e per il suo sviluppo in chiave moderna.
Economia di Armando Prada
StarUtP Mobilità Grégoire Chové, Direttore Generale di Arval Italia
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er Arval, da sempre, l’attenzione all’innovazione rappresenta un asset fondamentale della propria strategia, con alcuni obiettivi primari: favorire la digitalizzazione dei propri servizi e dei propri processi e ridurre il time to market. Soprattutto in un settore in profonda evoluzione come quello della mobilità, è importante riuscire a comprendere le tendenze emergenti e saper agire proattivamente verso i clienti e verso il mercato, per anticipare le nuove esigenze” afferma Grégoire Chové, Direttore Generale di Arval Italia È in questo contesto che la partnership tra Arval Italia, leader nel noleggio a lungo termine e nei servizi di mobilità, e Réseau Entreprendre Lombardia, un’associazione senza scopo di lucro con sede a Milano che accompagna aspiranti neo imprenditori nella creazione e nell’avvio delle proprie attività, siglata alcune settimane fa, acquisisce un’importanza strategica per Arval.
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a partnership si declinerà attraverso delle “call” su tematiche inerenti la mobilità individuate da Arval e che saranno lanciate da Réseau, che si occuperà quindi della selezione delle start-up autrici dei progetti più innovativi. Arval Italia condurrà infine un’attività di mentoring sulle start-up selezionate, nell’ambito di un percorso di affiancamento costante volto allo sviluppo e alla realizzazione delle idee presentate e al consolidamento dei business degli aspiranti neo imprenditori. “Réseau Entreprende Lombardia” aggiunge Chové “è una realtà che opera concretamente per lo sviluppo del tessuto imprenditoriale locale e ora potremo sostenere le numerose start-up del territorio, mettendo a loro disposizione la nostra competenza e la nostra profonda conoscenza del settore della mobilità, nell’ambito del quale operiamo in Italia da oltre 20 anni”.
"Siamo orgogliosi di poter contare sul prezioso supporto di Arval Italia alle nostre attività, che metterà a disposizione dei neo imprenditori del territorio la propria expertise". Nei nostri 30 anni di attività, abbiamo aiutato molte start-up ad avviare e consolidare il proprio business e a creare numerosi posti di lavoro che ancora oggi sono garantiti. In Lombardia, dalla sua nascita nel 2015 ad oggi, Réseau Entreprendre ha convalidato 9 neo imprese e start-up, 8 delle quali in fase di accompagnamento, mentre altre 7 sono in fase di professionalizzazione pre-convalida. Ora, grazie a questa partnership, potremo rafforzare il nostro impegno in un settore in pieno sviluppo come quello della mobilità” dichiara Fabrizio Barini, Presidente Réseau Entreprendre Lombardia.
Mobilità di Elisa Sarrocchhi
La mobilità tra provider e manager: una favola dal finale aperto
REVOLUTION
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’erano una volta realtà commerciali, conosciute perché focalizzate su un servizio preciso. E figure in azienda che avevano una precisa incombenza, racchiusa nella qualifica professionale con cui erano state inserite. Oggi quelle stesse realtà e figure continuano a operare, solo che hanno dovuto in parte cambiare pelle per adeguarsi ai mutamenti in corso nel decennio che - tra elettrificazione, test sulla guida autonoma, servizi in condivisione e il boom dell’Internet of Cars - sta spostando gli orizzonti di settore. Quella dei mobility services provider e dei mobility manager può essere raccontata come una favola dal finale aperto. Perché, si sa, tutto scorre, e nel settore della mobilità pensare a una situazione di immobilismo farebbe letteralmente a pugni con il concetto stesso. I cambiamenti più importanti sono improntati al principio-guida della flessibilità e trovano declinazioni diverse a seconda delle specificità di ciascuna fascia di utenza, professionale come privata. Ecco allora che l’auto di flotta (tra assegnate e di pool) e quella di proprietà non rappresentano più l’unica risorsa a disposizione. Fenomeni come il car sharing, anche in declinazione 100% elettrica, per gli spostamenti limitati nello spazio e nel tempo, e il car pooling sono ormai entrati nel vocabolario abituale dei dirigenti incaricati di gestire il piano della mobilità dei dipendenti aziendali. La rivoluzione concettuale risiede però a monte, nella sostituzione - sempre più progressiva e generalizzata - dell’idea di possesso (anche se noi italiani siamo un popolo ancora emotivamente affezionato all’oggetto auto e tendiamo a non volerlo condividere con altri) con quella di utilizzo. Sin qui, nulla che non si sappia già da tempo. La lente va spostata piuttosto sulla risposta a valle da parte dei player impegnati ad erogare servizi di mobilità. Che non sempre sono nati con questa accezione, ma che hanno saputo ripensarsi, e continuano ogni giorno a farlo, basandosi sui trend principali riscontrabili sul mercato. Un esempio emblematico è rappresentato da Europcar Group, conosciuto per il car - e van rental. Nel farsi alfiere dell’altro grande tema - “mobilità integrata” o “intermodale” -, la società ha avviato a livello globale una serie di acquisizioni tese a consentirgli di proporre un’offerta a tutto tondo. Ricordiamo le principali, partendo da Wanderio, la piattaforma che consente, a partire dall’indicazione di un punto di partenza e di uno di arrivo, di calcolare tutte le possibili combinazioni, sfruttando gli algoritmi di base per sfogliare le tabelle di viaggio di treni, autobus e altri mezzi di trasporto. Vi è poi il servizio di “ride hailing” entrato in famiglia grazie all’inglese Brunel. Presenta soluzioni utili ad accontentare anche chi non è nelle possibilità di spendere molto. Un dato da tenere in considerazione - la variegazione della clientela potenziale - si lega proprio allo stesso aspetto economico che sta alterando gli equilibri all’interno del mercato automotive. Non è un caso che ormai la gran parte delle aziende abbia abbandonato, per costruire le proprie flotte, le auto di proprietà, preferendo affidarsi al noleggio a lungo termine. E per abbattere ancor di più i costi di gestione, sono sempre più le realtà che stanno implementando progetti di corporate car sharing, evitando così che vi siano modelli che rimangono fermi per la maggior parte del tempo. Di mobilità condivisa in ambito aziendale si occupa del resto Europcar grazie alla sussidiaria Ubeeqo.
Tecnologia di Andrea Barbieri
Quando la tecnologia gu
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el futuro i cruscotti delle auto diventeranno dei display con immagini ad alta risoluzione, funzionanti grazie a tecnologie laser e a nanomateriali di ultima generazione che proietteranno video e informazioni. E’ questo l’obiettivo di Miledi, il progetto europeo di ricerca coordinato dall’Enea al quale, per almeno 3 anni, lavorerà un team composto da 9 partner tra cui il Centro Ricerche Fiat. “Ci concentreremo sulla realizzazione di micro display da montare a bordo delle automobili, abbattendo i costi per l’installazione di singoli schermi e valorizzando il design della vettura” recita un comunicato dei coordinatori del progetto.
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uto connesse, infotainment, cybersecurity e tecnologia chiavi in mano. Ecco quanto messo in campo da Harman International, azienda controllata da Samsung che in occasione del Salone dell’auto di Ginevra ha lanciato una serie di tecnologie auto e di infotainment per alcune delle principali case auto mondiali, fra cui Mercedes, Maserati, Bmw, Kia, Ford, Audi e Alfa Romeo. Una tecnologia che non riguarda solo strumenti per il tempo libero in auto ma che tocca anche le auto a guida autonoma, quelle al cui sviluppo si sta lavorando in diverse parti del mondo.
Harman e Peugeot: in campo per la cybersecurity A tal proposito, Harman ha siglato un accordo con il gruppo Peugeot per sviluppare una strategia legata alla sicurezza informatica delle future vetture dell’azienda francese a bordo delle quali saliranno le tecnologie internet di ultima generazione e le piattaforme per la guida autonoma, che vede in Psa uno dei gruppi più impegnati in tal senso dopo che nel giugno dello scorso anno è stato lanciato il programma “Autonomous Vehicle for All”. La connettività sempre maggiore nel mondo automotive – spiega Eric Dequi, responsabile della sicurezza digitale del gruppo Psa – e con novità tecnologiche sempre più rapide che cambiano il modo di concepire le vetture, aumenta la
uida chi è al volante
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sicurezza di chi è a bordo ma aumentano anche i rischi legati alla cybersecurity. Per questo motivo sono 5 anni che Psa affronta il problema. E la partnership con Harman risulta fondamentale”. Nella scaletta delle priorità, al primo posto c’è, un prototipo di sistema a prova di intrusione che potrebbe equipaggiare le auto del domani. Dalla security alla safety: al Salone di Ginevra, Pirelli ha presentato la tecnologia Cyber Car attraverso cui i pneumatici – attraverso dei sensori che misurano la pressione, l’usura del battistrada, il cerico del veicolo– possono interagire con l’auto calibrando l’Abs e controllando la stabilità del mezzo adattandola alle situazioni contingenti. Tale tecnologia sarà disponibile nel corso del 2018, prima negli Usa e a seguire in Europa. Quanto messo in campo da Porsche, la tecnologia Blockchain, rientra nel concetto di mobilità intelligente e che nei prossimi anni vedrà le automobili connesse e “dialoganti”. Nel caso specifico, chi è al volante di una di queste auto potrà autorizzare transazioni di ogni tipo con la vettura, dai pagamenti presso le stazioni di servizio, ai pagamenti autostradali e delle Ztl. Il software di Porsche potrà pertanto documentare ogni transazione svolta dall’auto, che potrà dialogare solo con chi avrà l’accesso, come il proprietario stesso o il fleet manager. La nuova Audi A6, invece, ha presentato a Ginevra Park Pilot e Garage Pilot, 2 sistemi di assistenza alla guida che permettono un “autoparcheggio” mentre il proprietario osserva attentamente tramite smartphone. Ancora a livello di concept è la I.D. Vizzion, l’auto elettrica di Volkswagen con oltre 600 km di autonomia che sarà in grado di muoversi nel traffico senza bisogno dell’intervento dell’uomo, anche se al volante dovrà sedersi qualcuno. Questa berlina sarà dotata di sistema di riconoscimento del proprietario, che impedisce l’utilizzo di persone non volute e che regola automaticamente il sedile in base a chi è alla guida, e di fari che proiettano sull’asfalto messaggi e figure. A vantaggio della sicurezza. Dalla Germania alla Francia: la tecnologia che Renault ha fatto salire a bordo della concept EZ-GO, una sorta di taxi del futuro che permette il trasporto di persone senza il controllo umano sui comandi e capace di interagire con l’app di uno smartphone come se fosse l’autista del film “A spasso con Daisy”.
Guida autonoma, ologrammi, laser, display di ultima generazione e auto che dialogano con gli utenti. A oltre 30 anni dalla Delorean di “Ritorno al futuro”, ecco come cambierà il modo di guidare.
Economia di Andrea Barbieri
Dazi sulle auto: Usa e Ue pro
Oggi le vetture importate in Europa dagli Stati Uniti subiscono un dazio del 10%, contro il 2,5% in senso inverso. La Casa Bianca potrebbe arrivare al 35%, scatenando le possibili ritorsioni europee.
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’è chi parla di guerra commerciale e chi invece minimizza dicendo che tutto si risolverà in una bolla di sapone e che tutt resterà come prima. Fatto sta che la possibilità che il presidente americano Donald Trump metta dei dazi alle merci in arrivo negli Stati Uniti ha messo in moto un turbinio di polemiche fra imprenditori, governi e ministri di mezzo mondo. Stati Uniti inclusi, visto che il principale consigliere economico dell’inquilino della Casa Bianca, Gary Cohn, si è dimesso per palese disaccordo. ntanto, dopo aver annunciato i dazi su acciaio e alluminio, il presidente ha aggiunto anche che stessa sorte potrebbero subire le automobili prodotte in Europa ed esportate oltre Atlantico qualora la Ue decidesse le sue contromisure. Facendo i conti in tasca ai costruttori – e limitandosi ai dazi sui metalli - si vede che per le 1,8 milioni di vetture che Fca costruisce negli Usa ogni anno l’azienda guidata da Marchionne potrebbe subire un impatto di 440 milioni di euro, con un colpo negativo anche sull’utile qualora tali dazi non venissero trasferiti sui clienti finali ma rimanessero confinati alla produzione. Diverso è il discorso sulle auto che fisicamente vengono esportate già finite: oggi negli Usa esiste già un dazio del 2,5% che sale al 25% su veicoli commerciali e pick up), contro il 10% dei dazi alle auto importate in direzione inversa (in Europa dagli Usa). Washington vorrebbe portare il dazio al 35%. I numeri dicono che Fca ha esportato oltreoceano 141mila auto prodotte nel vecchio continente, con ricavi per 3 miliardi di euro. Peggio andrebbe ai costruttori tedeschi, che nel 2017 hanno esportato negli Usa 494mila veicoli (-25% in meno rispetto al 2013) contro gli 804.000 prodotti nelle fabbriche a stelle e strisce (in aumento del 22-23% rispetto al 2013) e quindi anch’esse soggette a dazi “in senso inverso” visto che il 60% di queste sono destinate all’export. Trump ha reso noto in un tweet ufficiale di poter ritornare sulla sua decisione qualora l’Unione Europa abbassasse i suoi dazi verso gli Usa, dazi su cui per il momento sono esentati i prodotti in arrivo da Messico, Canada e Australia.
nti allo scontro commerciale
Un accordo simile è stato appena sottoscritto con la Corea del sud: nessun dazio ma “riequilibrio” del flusso di merci in entrata e in uscita. L’obiettivo di Washington sembra quello di trattare con gli altri paesi e che l’argomento dazi sia solo un modo per spingere i governi al tavolo delle trattative.
Commenti in chiaro-scuro
il Wall street Journal ritiene che unità i lavoratori americani, visto che gran parte dell’industria a stelle e strisce è strettamente correlata con la produzione di alluminio e acciaio. “I dazi porteranno a rappresaglie commerciali che mineranno l’export americano e potranno provocare un aumento di 300 dollari del prezzo medio delle auto straniere” dice il quotidiano finanziario, che aggiunge che “le aziende che utilizzano acciaio impiegano 6,5 milioni di dipendenti mentre i produttori appena 140mila”. Di diverso avviso il New York Times: nonostante sia tradizionalmente contrario alle amministrazioni repubblicane, il quotidiano della Grande Mela butta acqua sul fuoco: “Non preoccupatevi dei dazi di Trump” titola sottolineando poi che le reazioni siano state eccessive anche perché i dazi potrebbero addirittura avere un effetto positivo. “Se si dovesse fare la guerra dei dazi fino alla fine vincerebbe l'America” ha detto laconico Sergio Marchionne. Secondo i dati Acea (l’Associazione dei costruttori europei) il settore automotive rappresenta il 10% degli scambi commerciali complessivi fra Europa e Stati Uniti, paese che rappresenta il terzo grande esportatore di auto nel vecchio continente in termini di valore, pari al 15,4% delle importazioni europee nel 2017. Lo scorso anno, infine, gli Usa sono stati anche i primi destinatari delle esportazioni europee di automobili, pari al 20,4% dell’export in termini di numero di vetture e del 29,3% in termini di valore. Sempre considerando il fatto che molte case europee producono grandi numeri oltre Atlantico.
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Mobilità di Elisa Sarrocchi
Chi alimenta l'onda elettrica in Italia
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i lega alle quattro lettere del nome Enel la prospettiva più concreta di creare in Italia un contesto infrastrutturale adatto alla diffusione della mobilità elettrica. Un impegno che l’utility energetica nazionale ha abbracciato sin da quando - una decina d’anni fa - sono apparsi i primi modelli 100% zero emissioni, tra cui l’eSmart (il nome l’abbiamo inventato per l’occasione) coinvolta nel progetto-pilota “e-mobility Italy”. E se per alcuni già allora si ponevano le basi di un successo commerciale che non doveva conoscere crisi (alludiamo a Nissan LEAF, regina del mercato dell’elettrico), altre case, oltre a quelle francesi, iniziavano a prendere in considerazione la carta delle auto a batterie. Nulla di paragonabile, sia chiaro, a quanto si sta verificando negli ultimi tempi, quando è divenuto ormai chiaro a tutti gli OEM (Original Equipment Manufacturers) che il futuro per il settore della mobilità - anticipato dal boom della tecnologia ibrida - passa necessariamente attraverso alimentazioni diverse da quelle a cui eravamo abituati da sempre.Resta però, come detto, lo snodo delle infrastrutture di ricarica. Sul punto sono due i fronti su cui si giocherà la partita, anche se non di pari peso. Da un lato abbiamo lo PNIRE (Piano Nazionale Infrastrutturale per la Ricarica dei veicoli alimentati ad energia Elettrica). Vi è stato posto mano, l’ultima volta, nel 2016, ma l’estate scorsa è stata data notizia del parere positivo formulato dal CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica). Porterà allo stanziamento dei 72 milioni di euro previsti nel quadro dell’accordo Stato-Regioni. Quasi 30 milioni di euro saranno destinati allo scopo dal Ministero dei Trasporti. La pronuncia del CIPE dovrebbe preludere all’installazione nel nostro Paese, entro il 2020, di un numero di punti per la ricarica dei veicoli elettrici, compreso tra un minimo di 4.500 e un massimo di 13mila unità per le infrastrutture con potenza inferiore o pari a 22 kW (Quick Charge), e tra 2mila e 6mila per quelle con capacità maggiore.Parallelo allo scenario prospettato corre il piano nazionale annunciato da Enel. L’utility si è impegnata a posare, entro il 2020, circa 7mila colonnine, che dovrebbero raddoppiare trascorsi soli altri due anni. Al dato numerico si accompagna la preoccupazione di dislocare le stazioni lungo l’intero territorio nazionale. Oltre ad accompagnare la diffusione della mobilità elettrica, il programma di Enel dovrebbe favorire nelle intenzioni la crescita del numero di veicoli 100% zero emissioni/ibridi in circolazione. Finalità sostenuta anche grazie all’apertura, presso l’autodromo di Vallelunga, di un polo tecnologico, il primo in Italia, dedicato dall’utility ad attività di ricerca specifiche. L’investimento comunicato da Enel in riferimento al suo Piano nazionale legato alle infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici oscillerà tra i 100 e i 300 milioni di euro. Saranno impiegati, nello specifico, per installare circa 1.400 colonnine - tra soluzioni Fast (ossia con potenza di 50 kW) e Ultra Fast (150 kW) - in aree extraurbane (ricordiamo che Enel è il provider energetico ufficiale per il nostro Paese all’interno del progetto Eva+, che interessa le reti autostradali). Alla quota restante (circa l’80%, corrispondente a circa 5.600 colonnine), composta da infrastrutture Quick Charge (22 kW), sarà assegnata una collocazione in città. Si tratterà tuttavia solo per il 21% di grandi aree metropolitane.
di Francesca Druidi
Una nuova mobilità
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La digitalizzazione e la ricerca sul fronte della sostenibilità guidano l’evoluzione dell’automotive.
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n uno scenario globale in crescita per il settore dell’automotive, la produzione di autovetture supera in Italia le 560mila unità nel periodo gennaio-settembre 2017, risultando in aumento del 5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016. Anche la chiusura dei primi nove mesi del 2017 rimane positiva, con una crescita tendenziale del 7,1 per cento. Più della metà dei veicoli prodotti sono destinati all’export, con una quota di unità vendute all’estero rispetto alla produzione del 55 per cento per le autovetture che sale al 64 per cento per il totale degli autoveicoli. Con Aurelio Nervo, presidente Anfia, Associazione nazionale Filiera industria automobilistica, facciamo il punto su un settore che ha di fronte a sé molte sfide da affrontare, dalla riduzione delle emissioni di CO2 alla sostenibilità fino alla connessione tra tecnologia e mobilità. Qual è l’andamento del comparto automotive, soprattutto guardando al 2018?
«In Italia, sia la domanda interna sia l’export hanno trainato la produzione di autoveicoli, portando a oltre 1,1 milioni di unità nel 2016 (+9 per cento), dopo il superamento della soglia del milione nel 2015, con ripercussioni positive sull’intera filiera nazionale e una conferma di questo trend anche per la produzione 2017, seppur a ritmi inferiori. Difficile, oggi, fare previsioni sui futuri volumi produttivi in Italia e in Ue, condizionati dagli indirizzi della Commissione europea sui nuovi target di riduzione delle emissioni e dalle politiche nazionali, che influenzano la domanda, con un impatto sui piani produttivi delle case. Il superammortamento previsto dalla legge di Stabilità 2016 e dalla legge di Bilancio 2017, che ha contribuito alla crescita del mercato delle auto intestate alle società (+21 per cento nel 2016 e +24 per cento nei primi 10 mesi del 2017), ad esempio, non è più previsto, per le auto, nella legge di Bilancio 2018 in attesa di approvazione, e stiamo lavorando affinché venga reinserito».
Innovazioni tecnologiche, industria 4.0, digitalizzazione, quali sono i driver chiave di evoluzione dell’automotive?
«L’evoluzione che il settore automotive sta vivendo in questi anni, segue in Italia alcune grandi direttrici. In primo luogo, il miglioramento continuo delle tecnologie green e smart, sia quelle legate ai sistemi di propulsione a gas, grazie a una leadership mondiale consolidata, sia quelle della componentistica per il veicolo connesso e l’elettronica di bordo, capaci di fornire importanti contributi in termini di efficienza, riduzione dei consumi e sicurezza, fino alle sperimentazioni sul veicolo a guida autonoma. Parallelamente, cresce l’offerta di prodotti e servizi per la mobilità urbana: veicoli elettrici compatti, servizi innovativi nel segno della sharing economy, con il ricorso al car sharing per uso privato ma anche aziendale. Infine, oltre a impattare sul prodotto auto, l’Internet of Things sta investendo i processi industriali con una digitalizzazione degli stabilimenti e significative conseguenze sui modelli organizzativi e sull’evoluzione delle competenze della forza lavoro».Aggiungi corpo del testo
Mobilità di Giulia Marrone
Donne e Nuova mob #FORUMAu
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d introdurre i lavori è stato il giornalista e fondatore di #FORUMAutoMotive Pierluigi Bonora, mentre alla tavola rotonda tutta al femminile erano presenti donne manager di primo piano che, partendo dalla propria esperienza, hanno illustrato come l’apporto femminile stia concretamente contribuendo al cambiamento all’interno delle aziende e, più in generale, all’evoluzione dell’approccio verso la “nuova” mobilità; focus anche su come la presenza del “gentil sesso” in ruoli di responsabilità nelle attività di marketing e comunicazione di grandi aziende ne stia influenzando l’approccio all’interno dell’evoluzione digitale di questi anni.
empre più spesso donne manager rivestono ruoli e incarichi di primo pian all’interno di aziende leader nel settore della mobilità e non solo. Come sta contribuendo la loro presenza, anche in posizioni apicali, all’evoluzione dell’economia, in generale, e dell’automotive in particolare?
Donne al volante, il tocco femminile alla guida di un’azienda automotive Luciano Nicolis Silvia Nicolis Protagonista di donne e nuova mobilità
bilità protagonisti a utoMotive “Mobilità a motore tra sogno e realtà”
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tema della mobilità a motore del futuro prossimo e più lontano rimane sospeso tra sogno e realtà. La tecnologie è in continua evoluzione e i risultati sono evidenti, tuttavia si ha la sensazione che ci siano i presupposti per un vero e proprio salto generazionale senza che questo diventi tangibile. Soprattutto in Italia, infatti, i fatti concreti non vanno di pari passo con le parole.
Vodafone Automotive e il confronto tra filiera e mondo della politica a #FORUMAutoMotive
Tavola rotonda #ForumAutomotive
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n settore che occupa un milione e duecentomila lavoratori in Italia, per un PIL nazionale pari all’11%. Un settore, però, che paradossalmente è trascurato dalla politica. Anche se passi in avanti ne sono stati fatti Questo quanto emerso dalla tavola rotonda “La visione di una mobilità connessa”, che ha aperto la due giorni di #FORUMAutomotive, il serbatoio di idee e centrale di dibattiti sui temi della mobilità a motore. Al dibattito, moderato da Pierluigi Bonora, giornalista e promotore dell’iniziativa, e che ha visto la presenza importante di Gion Baker, CEO di Vodafone Automotive, hanno preso parte tutte le associazioni di categoria ma anche due esponenti della politica. Su tutti Alessandro Cattaneo, neo deputato di Forza Italia e già vicepresidente di Anci: “La politica, spesso, invece di essere colei che ha una visione guida per il cambiamento si trova a governare un processo – le sue parole – passi avanti se ne sono fatti, siamo in cammino verso una direzione di marcia precisa, l’obiettivo è avere dei processi il più governabili possibili; il politico moderno deve confrontarsi con chi sta sul terreno, senza sedersi a due parti diverse del tavolo”.
#ForumAutomotive Intervista Gion Baker di Pier Luigi Bonora
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Analisi di merc
Mercato - auto
In calo il mercato auto a febbraio 2018, -1,4% Bene le alimentazioni alternative, +9%. Sorpasso delle vendite di auto commerciali sulle auto dei privati. Immatricolazioni mensili di autovetture nuove, variazioni % tendenziali
Analisi del mercato autovetture ITALIA nel dettaglio – Febbraio 2018 Nel mese di febbraio sono state immatricolate 181.867 autovetture, l’1,4% in meno rispetto a febbraio 2017 (elaborazioni ANFIA su dati Ministero Infrastrutture e dei Trasporti in data 05/03/2018). Il Gruppo Fiat Chrysler Automobiles (incluso Maserati e Ferrari) registra un calo tendenziale del 10,7%, con 48mila nuove registrazioni e il 26,6% di quota; hanno segno positivo le vendite di Alfa Romeo, Jeep, Maserati e Lamborghini. Sono sei i modelli italiani nella top ten di febbraio, con Fiat Panda (10.206 unità) sempre in testa, seguita da Fiat Tipo (5.011) in seconda posizione, Fiat 500 (4.583) in terza posizione e Fiat 500X (4.839) in quarta posizione. In ottava posizione, con 4.256 immatricolazioni, troviamo la Fiat 500L, mentre in nona posizione troviamo la Lancia Ypsilon, con 4.185 immatricolazioni. Da settembre 2013 Fiat Panda è al primo posto nella top ten mensile dei modelli più venduti in Italia.Aggiungi corpo del testo
Mercato per alimentazione
Nel mese di febbraio, la quota di auto diesel immatricolate in Italia è del 56% e le vendite risultano in calo dello 0,9% rispetto a febbraio 2017. Le immatricolazioni di autovetture a benzina registrano un calo maggiore, -5,4% ed una quota del 32,1% (1,4 punti in meno rispetto a febbraio 2017). Il calo maggiore si registra per il mercato delle autovetture alimentate a GPL, -10,3%, il secondo consecutivo, dopo tredici mesi di crescite ininterrotte. Le altre alimentazioni risultano tutte in crescita. Le immatricolazioni di autovetture a metano registrano una buona performance a febbraio, con una crescita tendenziale del 64,2% e con una quota di mercato del 2,4%, la più alta degli ultimi 20 mesi. Il mercato delle auto elettriche cresce del 109,4%. L’84% circa delle auto elettriche è venduto a società e il 16% a privati (il 21% a febbraio 2017). Le immatricolazioni di auto ibride registrano una crescita del 20% ed una quota di mercato del 3,6%, dopo quattro mesi in cui la quota è stata superiore al 4%. Tra le ibride, spicca la performance delle vetture ibride plug-in, il cui mercato, a febbraio, cresce del 71,5% rispetto a febbraio 2017. Nei primi due mesi del 2018, risultano in calo le immatricolazioni di autovetture a benzina (-2,8%) e a gpl (-6,1%), mentre risulta in lieve crescita il mercato di vetture diesel (+1,5%) e, con una crescita più sostenuta, il mercato delle autovetture elettriche (+69%), ibride (+35%) e a metano (+31,5%). La quota di mercato delle autovetture ad alimentazione alternativa del 1° bimestre è del 12%, un punto in più rispetto ad un anno fa.
ato Febbraio 2018
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Immatricolazioni autovetture nuove per alimentazione, quota sul totale mercato
Mercato per modalità d’acquisto A febbraio 2018, le vendite ai privati calano tendenzialmente del 13,6% nel mese e, con una quota di mercato del 49,1% rappresentano, per la prima volta, meno della metà del mercato delle autovetture vendute in Italia. Rispetto a febbraio 2017, la quota è inferiore di 7 punti. Crescono invece del 14,2% le vendite di auto intestate a società (incluso noleggio e leasing), che rappresentano il 50,9% del mercato (erano il 44% a febbraio 2017), avvicinandosi sempre più ai livelli dei major market europei. Nel cumulato di febbraio, le auto vendute a privati calano del 10%, con una quota di mercato del 52,3%, quasi 7 punti in meno rispetto allo stesso periodo del 2017. Le autovetture vendute a società, invece, crescono del 17% e sfiorano il 48% di quota di mercato.
Nei primi due mesi del 2018, i privati acquistano per il 46% auto diesel, per il 37% auto a benzina, per l’8,7% auto a benzina-gpl, per il 2,9% auto a benzina-metano, per il 5,4% auto ibride/elettriche. La quota delle auto ad alimentazione alternativa tra i privati sale al 17% (media nazionale 12%). Risultano in calo le vendite di auto a gasolio (-15%), a benzina (-8%) e a gpl (-18%), mentre aumentano le vendite di auto a metano (+30%), ibride (+36%), elettriche (+110%). La quota delle auto diesel intestate alle società si mantiene al 66%, con volumi in aumento del 20%, mentre le auto a benzina pesano per il 27% del mercato (+6% la crescita dei volumi). La quota di auto ad alimentazione alternativa tra le auto commerciali risulta in lieve aumento: 6,6% contro il 5,2% del primo bimestre 2017. Tra le autovetture intestate a società, crescono le immatricolazioni per tutti i tipi di alimentazione, soprattutto quelle a gpl, che nei primi due mesi del 2018 crescono del 75%.
Mercato - auto di Armando Prada
A MARZO RALLENTA NUOVAMENTE IL
Contribuiscono al calo gli effetti di calendario, l’attuale clima politico ancor
Marzo 2018 -5,7%
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econdo i dati pubblicati oggi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a marzo il mercato italiano dell’auto totalizza 213.731 immatricolazioni, con un calo del 5,7% rispetto allo stesso mese del 2017. I volumi immatricolati nel primo trimestre ammontano, così, a 574.130 unità, l’1,5% in meno rispetto ai volumi dello stesso periodo del 2017. “Per il secondo mese consecutivo, a marzo il mercato dell’auto registra una flessione (-5,7%), anche a causa di un giorno lavorativo in meno (22 giorni lavorativi a marzo 2018 contro i 23 di marzo 2017), determinando una chiusura del 1° trimestre con volumi in calo – commenta Aurelio Nervo, Presidente di ANFIA. Si rileva una certa lentezza nella raccolta degli ordini, su cui influiscono l’attuale clima politico ancora incerto e una ripresa economica più debole del previsto da inizio anno. Non aiuta nemmeno la mancanza di omogeneità nelle misure adottate da alcuni Enti locali per affrontare le emergenze smog e gli accessi alle zone a traffico limitato”. Analizzando le immatricolazioni per alimentazione1, le nuove registrazioni di auto ad alimentazione tradizionale rappresentano l'88% del mercato e subiscono una riduzione dei volumi nel mese di marzo e nel 1° trimestre del 2018 rispettivamente del 7% e del 3%. La quota di auto diesel nel mese è del 54% e del 55% nei primi tre mesi. Le auto ad alimentazione alternativa invece rappresentano il 12% del mercato e aumentano del 6% nel mese e del 9% nel cumulato; in particolare, sono cresciute le immatricolazioni di auto a metano, del 28% nel mese e del 30% nel 1° trimestre, mentre le auto ibride crescono del 29% a marzo e del 33% nei primi tre mesi. Infine, le auto elettriche vendute a marzo sono oltre 400, con un rialzo dell'86%, e del 76% da inizio anno; la quota di auto elettriche è dello 0,16% a gennaio-marzo 2018 (era dello 0,09% a gennaio-marzo 2017). In riferimento al mercato per segmenti, i SUV conquistano a marzo il 33,6% del mercato, grazie ai volumi dei SUV piccoli e compatti, che rappresentano oltre il 28% di tutte le immatricolazioni del mese. Nel 1° trimestre 2018 i SUV di tutte le dimensioni sono il 34,5% del mercato, 6,6 punti in più del 1° trimestre 2017 e 8,8 punti in più del
L MERCATO ITALIANO DELL’AUTO (-5,7%)
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ra incerto e una ripresa economica più debole del previsto da inizio anno 1°trimestre 2016. Bene anche i segmenti di alta gamma (medie-superiori e lusso), che nei primi tre mesi dell'anno crescono del 9%. In calo, invece, le nuove registrazioni di superutilitarie, che passano dal 19,2% di quota di gennaiomarzo 2016 al 16,2% di gennaio-marzo 2018. Le vendite del primo trimestre 2018 risultano in calo per i segmenti B (-10%), C (-7%), D (-14%). Secondo l’indagine ISTAT, a marzo l’indice del clima di fiducia dei consumatori (base 2010=100) aumenta da 115,7 a 117,5. L’indice composito del clima di fiducia delle imprese (Iesi), invece, peggiora, passando da 108,5 a 106,0. In riferimento al clima di fiducia dei consumatori, inoltre, per quanto riguarda l’acquisto di beni durevoli, tra cui l’automobile, il saldo relativo all’opportunità attuale risulta in calo (da -39,7 a -42,7). Secondo le stime preliminari ISTAT, a marzo l’indice nazionale dei prezzi al consumo aumenta dello 0,4% su base mensile e dello 0,9% su base annua (da +0,5% di febbraio). La ripresa dell’inflazione si deve a diverse componenti. La più rilevante è l’inversione di tendenza fatta registrare dai prezzi dei Beni alimentari; a contribuire all’accelerazione dell’inflazione sono anche i prezzi dei Tabacchi e dei Servizi relativi ai trasporti (+2,5% da +1,9%). Nel comparto dei Beni energetici non regolamentati, si segnalano cali congiunturali dei prezzi degli Altri carburanti, che scendono dell’1,7% - per effetto del ribasso del Gpl - mostrando su base annua una marcata attenuazione della crescita (+1,9% da +5,2%), della Benzina (-1,0%; +0,3% la variazione annua, in decelerazione da +1,3%) e del Gasolio (-0,9%; +1,8% il tendenziale da +2,8% di febbraio). Le marche nazionali, nel complesso, totalizzano nel mese 59.886 immatricolazioni (-12,9%), con una quota di mercato del 28%. Nei primi tre mesi del 2018, le immatricolazioni complessive ammontano a 159.409 unità (-8,2%), con una quota di mercato del 27,8%. I marchi di FCA (escludendo Ferrari e Maserati) totalizzano nel complesso 59.474 immatricolazioni nel mese (-12,9%), con una quota di mercato del 27,8%. Andamento positivo per i brand Alfa Romeo (+17%) e Jeep (+76,7%). Nel primo trimestre 2018, i marchi di FCA totalizzano 158.242 autovetture immatricolate, con un calo dell’8,2% e una quota di mercato del 27,6%. Nel cumulato da inizio anno, presentano risultati positivi i brand Alfa Romeo (+20,9%) e Jeep (+86,9%), ai quali si affianca Lamborghini (+5,4%). Sono sei, a marzo, i modelli italiani nella top ten delle vendite, con Fiat Panda sempre in testa alla classifica (13.291 unità), seguita, al secondo posto, da Fiat 500X (6.225), che guadagna due posizioni rispetto al mese precedente, e, al terzo, da Fiat Tipo (5.771). Al quarto posto troviamo Fiat 500 (5.596), seguita, in sesta posizione, da Lancia Ypsilon (5.265) e, in decima, da Jeep Renegade (4.448). Il mercato dell’usato totalizza 414.705 trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture a concessionari a marzo 2018, registrando un calo del 10% rispetto a marzo 2017. Nei primi tre mesi del 2018, i trasferimenti di proprietà sono 1.185.464, il 5% in meno rispetto allo stesso periodo del 2017.
Mobilità dI Armando Prada
Car Sharing e Ride Sharing, spiegato da AlixPartners
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n nuovo studio di AlixPartners a #FORUMAutomotive Car Sharing e Ride Sharing protagonisti della mobilità del futuro In Italia, dove oltre la metà degli utenti dichiara di aver evitato o rinviato l’acquisto di un nuovo veicolo grazie ai servizi di smart mobility La diffusione di innovative forme di mobilità condivisa, e in particolare di car sharing e ride sharing, è destinata a crescere significativamente nei prossimi anni in tutto il mondo. Gli italiani sono, in Europa, gli utenti più fidelizzati ai servizi di condivisione dell’auto e nei prossimi 12 mesi ci si attende un’ulteriore crescita di queste due nuove forme di mobilità nel nostro Paese. Già oggi il 61% degli utenti italiani dichiara di aver evitato o rinviato l’acquisto di un nuovo veicolo, grazie all’utilizzo di servizi di smart mobility, e dati simili si osservano anche in altri Paesi. Le Case automobilistiche stanno investendo in modo significativo in nuovi servizi di mobilità, ma i modelli di business di successo devono ancora essere individuati. Sono questi i principali trend che emergono dalla presentazione della società globale di consulenza aziendale AlixPartners dal titolo “Mobilità condivisa verso l’era del robotaxi”
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econdo gli ultimi dati disponibili (2016) gli utenti di car sharing in Europa hanno raggiunto i 4,5 milioni, con Germania e Italia (nel nostro Paese ben 1,1 milioni) leader in questo settore, di cui insieme rappresentano il 60% degli utenti, rispettivamente con il 40% e il 20%. L’Europa sembra confermare il trend che porterà a circa 8 milioni di utenti nel 2020. Lo studio di AlixPartners evidenzia scenari differenti nei mercati automotive di Germania, Inghilterra, Francia e Italia: l’utilizzo della “corse condivise” è più diffuso del car sharing nel Regno Unito e in Francia, mentre in Germania e Italia il car sharing gioca un ruolo da protagonista. “La mobilità condivisa sta indubbiamente trasformando il modo in cui le persone di tutto il mondo utilizzano i veicoli, cominciando a preferire la “disponibilità” di un’auto anziché la sua proprietà che implica un investimento significativo, per rimanere poi inutilizzata per la maggior parte del giorno. Nel corso del tempo, ci aspettiamo che queste tendenze si consolidino e abbiano un impatto crescente sulla quantità di veicoli personali di proprietà. Questo significa che, sia l’industria automobilistica tradizionale, sia i nuovi operatori devono iniziare ad adattarsi rapidamente per stare al passo con le aspettative e le inclinazioni dei consumatori”, spiega Giacomo Mori, Managing Director AlixPartners.