Effetto Biennale - Assisi 2012

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Eb EFFETTOBIENNALE III RASSEGNA INTERNAZIONALE D'ARTE CONTEMPORANEA

ASSISI 2012 - DIALOGO TRA LE CIVILTÀ



EFFETTO BIENNALE

IL CATALOGO \ THE CATALOGUE

IDEAZIONE \ CONCEPT

CURATORE \ CURATOR

Arte Studio S.r.l.

Rolando Bellini

PRESIDENTE \ PRESIDENT

PROGETTO GRAFICO \ GRAPHIC CONCEPT

Pasquale Celona

Jacopo Celona

VICE PRESIDENTE \ VICE PRESIDENT

STAMPA \ PRINT

Piero Celona

Art and Pixel, Firenze

DIRETTORE ARTISTICO \ ARTISTIC DIRECTOR

TRADUZIONI \ TRASLATIONS

Rolando Bellini

Arte Studio S.r.l.

DIRETTORE GENERALE \ CEO

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Jacopo Celona

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CURATORE \ CURATOR AND EXHIBITION PROJECT

scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore.

Lilia Lamas

La presente edizione può contenere eventuali refusi o errori per i quali Arte Studio declina ogni responsabilità.

COORDINATORE EVENTO \ EXHIBITION MANAGER Angelina Herrera

© Arte Studio S.r.l. Tutti i diritti riservati Finito di stampare nel mese di settembre 2012 a cura di Arte Studio S.r.l., Firenze. Printed in Italy www.effettobiennale.org

con il patrocinio:

con la collaborazione:

SPAZIO ARTE CONTEMPORANEA BIENNALE INTERNAZIONALE D’ARTE CONTEMPORANEA

La Bottega dei Sapori


Eb EFFETTOBIENNALE III RASSEGNA INTERNAZIONALE D'ARTE CONTEMPORANEA

ASSISI 2012 - DIALOGO TRA LE CIVILTÀ

22 / 30 SETTEMBRE 2012 P a l a z z o Va l l e m a n i - P i n a c o t e c a C o m u n a l e


Il mondo degli artisti, UN MONDO A PARTE Il mondo degli artisti è, nel sentire comune, un mondo a parte, un universo mondo a se stante entro cui domina sovrana l’armonia accompagnata da una sua bellezza che finisce poi per assumere i mille volti che le vengono affidati, di volta in volta, dalle singole azioni degli artisti intenti a dare corpo alla propria esigenza sorgiva che ne sollecita il “fare”. L’uomo solitamente ha del mondo artistico quest’idea élitaria poiché si rivolge a quanto lo circonda identificandolo secondo un ordinamento percettivo – ne ha scritto Sir Ernst H. Gombrich – che declina ogni cosa in bellezza proporzionale o cosmo. Lo stesso ordine divino dà ragione del cosmo e così chi vada contemplando un assorto tramonto, chi una fulgida e rasserenatrice alba o chi la volta stellata in una dolce notte d’estate sentirà nascere in sé il desiderio di una bellezza universale, profonda e rassicurante. Quella stessa bellezza che sta anche per armonia e pace e che infine motiva l’attrazione che si prova nei confronti dell’incessante e multiforme ricerca artistica protesa a un’analoga armonia relazionale nelle sue testimonianze di ieri o storiche come pure in quelle di oggi o contemporanee. L’arte è allora veicolo privilegiato attraverso il quale è possibile ri-scoprire e rafforzare in noi stessi la forza della ragione e della libertà di pensiero e di azione, che si sposa alla più piena

espressione della dignità umana. E così essa si dà come baluardo saldissimo contro ogni forma di violenza e di negligenza che la bestialità e la meschinità, sempre in agguato, possono suscitare anche nell’attuale società aperta e civile. È forse per queste ma anche per molte altre ragioni che gli artisti, in grado come sono di suscitare le fantasie più positive e ricche, le avventure percettive o sensibili (olfattive, tattili ecc.) più incredibili e rassicuranti tanto quanto sorprendenti poiché vincolate alle libertà più assolute, alle più spericolate sperimentazioni suscitate, di volta in volta, dal loro “fare”, abitano ai nostri occhi un sopramondo affascinante e universalmente noto. Questa mostra di Assisi, “effetto collaterale” della Biennale Internazionale di Arte di Firenze, esprime precisamente questo straordinario sopramondo e il contributo che ne deriva e che, in questo caso, si esprime attraverso le opere di quattordici artisti provenienti da sei diverse nazioni. Essa esprime anche, nel contempo, lo spirito che da sempre anima la Biennale Internazionale fiorentina che, aderendo al programma “Dialogo tra le Civiltà” delle Nazioni Unite, ha identificato il portato di quest’impegno nell’arte contemporanea. Spetta agli artisti, a questi uomini creativi sopra tutti gli altri, dunque, l’affermazione di tutti quei valori che sono ba-

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gaglio indelebile dell’umanità. Giacché solo gli artisti sono in grado di esprimere attraverso il loro operato tutte le potenzialità degli uomini, fino a comprendere i più umili, semplici e onesti e perciò buoni, che sovente sono anche i più liberi e sapienti. La Città di Assisi con tutto il suo carisma francescano dà a tutto questo un contributo pungente accogliendo queste opere d’arte contemporanea nel suo storico splendore. Nell’entrare infine nel monumentale Palazzo Vallemani, avvolto nel suo antico profumo, per vedere le opere di quest’esposizione d’arte

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contemporanea si ha modo di verificare come l’attualità si coniughi a tanti secoli di storia guadagnando l’incanto e l’eccezionalità di questo luogo d’incontro tra tutti gli uomini di buona volontà, al di là d’ogni credo religioso o politico, d’ogni convinzione ideologica, d’ogni appartenenza culturale o biologica, tutti quegli uomini che credono negli stessi valori in cui credono e operano, oggi come ieri, gli artisti.

PASQUALE Celona Presidente Florence Biennale


effetto biennale il percorso dell'arte Quando questo progetto prese il via avevamo come obbiettivo di proseguire il cammino intrapreso nel 2001 aderendo, con la Biennale di Firenze, al programma delle Nazioni Unite “Dialogo tra le Civiltà”. Effetto Biennale, così come nella vicenda biblica di “Adamo ed Eva”, nasce quale costola della sua parente più stretta, che ogni due anni ospita a Firenze una multidisciplinare e variegata rappresentativa di artisti provenienti da diverse nazioni del mondo. Partendo dall'esperienza fiorentina gli artisti hanno la possibilità di intraprendere nuovi percorsi che li portano ad esporre in luoghi diversi al fine di aprire un dialogo interculturale. Non a caso si scelse di inaugurare questo percorso nel 2010 proprio ad Assisi, un luogo che trasuda il trascendente, patria di San Francesco, che fece del dialogo con il prossimo una ragione di vita, arrivando perfino in Egitto pur di parlare con il Sultano nel tentativo di porre fine alla quinta crociata. Episodio per altro sapientemente raffigurato dal genio giottesco proprio nella Basilica superiore di Assisi.1 E non è stato un caso che la seconda edizione di Effetto Biennale si è svolta nella città messicana di Mérida,2 all'interno del Museo de la Ciudad, durante le celebrazioni dell'Equinozio di Primavera alla presenza di persone

giunte da ogni angolo del globo. Dunque questo rapporto di causa-effetto con la Biennale ci fa comprendere l’importanza di ampliare gli orizzonti della comunicazione grazie all’opera dell’ingegno umano, utilizzando la creatività come strumento di una civiltà libera e democratica in cui lo scambio di idee e valori rappresenta le cellule vive di una società in continuo mutamento. Gli artisti “itineranti” di Effetto Biennale sono il veicolo di questa comunicazione di idee, superando tutte le barriere, siano esse fisiche o culturali, con l’obbiettivo di sollecitare la sensibilità dello spettatore concedendogli importanti spunti di riflessione. Per questo ogni edizione di Effetto Biennale ha una diversa chiave di lettura, dettata dalla sempre mutevole compagine di artisti che vi prendono parte, a testimonianza di un’evoluzione costante. Tutto è in divenire, la società, le persone, le idee e il sentire comune e l’arte rappresenta una sua ideale trascrizione simbolica in cui verificare, attraverso inusuali prospettive, cosa accade intorno a noi.

JACOPO Celona Direttore di Florence Biennale

1. Maurizia Tazartes, Giotto, Rizzoli, Milano 2004 2. Mérida è stata eletta nel 2012 fra le 99 Città della Pace

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14 ARTISTI PER ASSISI, IN PALAZZO vallemani. un vademecum Ogni sapere è legato in qualche modo a un ordine classificatorio; allargare o modificare il sapere vuol dire sperimentare, con ogni tipo di azione, ma sovente grazie a azioni audaci, ciò che sovverte le classificazioni e ribalta tutto quello a cui crediamo o siamo abituati: questa è una delle riconosciute funzioni dell’arte, che agisce in primis sull’immaginazione e che si concreta attraverso continui esercizi protesi alla trasgressione. Vi sono nel multiforme universo artistico contemporaneo, infinite testimonianze di ciò così come vi sono altrettante affermazioni di audaci trasgressioni, innanzi tutto percettive ma poi anche tattili, olfattive, auditive, e via enumerando. Sovente il lavoro degli artisti declina in un lavoro metaforico che è così temerario da dissipare ogni possibile legame con il senso comune o il già noto e si propone poi in termini tali da rompere ogni possibile rapporto “naturale” tra la cosa rappresentata e la sua rappresentazione. Altre volte, invece, si tratta di un raffinato lavoro retorico e la retorica ha le sue figure: l’Occidente, com’è noto, vi ha meditato a lungo, per secoli, e tuttavia si continua a restare stupefatti di fronte ai trasferimenti di senso che si producono nella lingua e che di volta in volta debbono essere classificati per poter essere nominati. Analogamente, ciò accade anche in ambito formale attraverso la rappresentazione visuale

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degli artisti. Le tele o altri supporti agiti dagli artisti contemporanei si sono fatti veri e propri laboratori di topi, una rappresentazione gonfia di figure retoriche che rompono gli argini del possibile e del dicibile per imporre inedite relazioni, contaminazioni, avventure di senso e di non senso. In non troppi rari casi, vi sono artisti oggidiani che tentano di rinnovare la duplicità che è in Leonardo. Per meglio dire, nella doppia articolazione del suo segno: costituito da graffi che sono in parte immagine e in altra parte segno, un labirinto di segni. Allo stesso modo, altri artisti contemporanei operano assemblaggi inauditi, creano raffigurazioni composte di “cose” dissimili che nulla perdono della loro originarietà o identità primigenia o che, all’opposto, si disperdono entro altre cose e così diresti che trionfi una discendenza inaspettata, quella di Arcimboldo. Potrei insistere e direi sempre la stessa cosa con parole nuove: l’arte oggidiana è un’arte intrisa di storicità rifiutata o ritrovata ma è anche, al tempo stesso, un’arte senza radici e senza nome. Nuova in sé e anzi, unica. Dopo la caduta improvvisa – ma annunciata da poche voci che gridavano nel deserto (la mia inclusa, nei primi anni ’90 del secolo scorso… tempus fugit…) – e a suo modo rovinosa del Post Modern, si è ri-verificato, per dirla alla Roland Barthes, un “grado zero” delle arti tutte ma che ha tuttavia il


suo incipit, il suo atto di nascita tutto italiano. Curiosamente in ambito artistico e storico artistico (massime in quest’ultimo) si ragiona fino allo sfinimento dell’eredità duchampiana dei “ready made” come protagonista assoluta delle arti tutte nel tempo, breve, della post-modernità e si dimentica un fatto. Arturo Shwarz, a Milano, in Italia dunque, ha reinventato Dada e i suoi oggetti trovati e rivitalizzati o battezzati come opere d’arte, all’avvio degli anni ’60 (del secolo scorso). Lo ha fatto in una Milano fervorosa, avida di tutto e tra tutti i vari elementi o enti nuovamente Dada (da distinguersi bene da New Dada, da Nouvea Réalisme ecc., benché si tratti di un’unica costellazione, tenuta assieme da precisi gradi di parentela: cugini, biscugini, bis-biscugini ecc.) ecco comparire un unicum. Perché un originale e non già un remake come invece tutti gli altri, in ciò figli illegittimi dell’Alice che attraversa lo specchio e si ritrova magicamente in un altro universo mondo (vichiano, of course). L’oggetto nuovo-nuovo e da cui, difatti, discenderà la prima performance-rivelazione di un artista di genio come Aldo Spoldi, Marameo, anni ’60 appunto ma fine decennio o quasi, è dato, presso la revivalistica galleria e impresa milanese dello Shwarz, da un’opera surreale e dadaista ad un tempo, Questa non è una pipa! Viene da lì una gran parte dell’attualità artistica. Ernst, Duchamp, Picabia e pochi altri surrealisti, dadaisti ecc. si affiancano dunque ai caposcuola come i Cubisti e i Futuristi nel dare la stura a una

nuova galassia di fenomenologie e di azionismi artistici contemporanei. Schizzi di senso, all’infinito; slancio di non senso, all’infinito. Il tutto condito entro un nuovo recipiente che sta per globalizzazione ovvero omologazione della perdita del limite e del centro, sincronicamente. E dell’essiccarsi sincronico di tutte le possibili radici, per arrivare infine a definire nuovi linguaggi, altre plasticità e movenze, un divenire dell’arte senza precedenti e senza stella polare. Costretto dunque a navigare senza meta o rotta, alla deriva. Ma in grado di generare un’arte d’inedito conio, affascinante e nuova, carica di un senso e un valore autoriflessivo. In sé raccolta e motivata e tale, infine, da accendere una devastante rivoluzione dei sensi e della ragione, aprendo un varco verso inesplorati orizzonti. I 14 artisti in mostra, piccola ciurma di una babelica manifestazione biennale, o per meglio dire: effetto collaterale emblematico (e fors’anche simbolico, visto che si è nella carismatica Assisi, entro un contenitore monumentale come Palazzo Vallemani ecc., su cui rinvio agli altri testi in catalogo, nell’ordine: Jacopo Celona, Lilia Lamas) della Biennale Internazionale d’Arte di Firenze, esibiscono quanto sin qui esposto in estrema sintesi e per punti. Diresti: per poter dare vita a una metafora in costante movimento, che si interroga e si modifica costantemente per potersi rinnovare dopo la polverizzazione d’ogni pregresso discorso o senso, ogni pregressa rappresentazione o forma. Un’araba fenice. Anche, una rivelazione

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gonfia di trascorrente o mutevole stupore e di inafferrabile e metamorfica magia e dunque di mobilità rinnegante la fissità meccanicistica newtoniana. Uno per uno, quattordici artisti per altrettante (14) proposte linguistiche, tutte differenti e persino dissonanti, a riformulare un mondo il cui motore è Rabelais, colui il quale – parafraso Barthes – ha fatto larghissimo e quasi spropositato uso di linguaggi artificiali, borderline; linguaggi che sono parodie del linguaggio: forgeries, di cui s’è servito con profitto, tra i moderni, Queneau. Di cui vorrebbe servirsi anche la finanza bancaria odierna ma con esiti ben diversi. Dunque? Propongo di andare a osservare caso per caso i 14 artisti in mostra, di soppesarne singolarmente e collegialmente l’effetto collaterale rispetto alla Biennale fiorentina di cui sono a loro modo riflesso, per poter ragionare infine sugli accadimenti che condizionano, a vario titolo, la grande abbuffata d’immagini contemporanea e la svolta in atto in ambito artistico… Uno dopo l’altro, nazionalità o appartenenza in primo piano, personalità e espressività in primissimo piano – ma ne scriverà Lilia Lamas, in catalogo. Per cavarne un’unica lente di ingrandimento atta alla lettura d’assieme: libera, divertita, curiosa… Rivolta tra l’altro anche alla prossima (imminente) Biennale fiorentina, di cui dovrò occuparmi personalmente. E così questi 14 artisti, selezionati dallo staff fiorentino agguerritissimo degli organizzatori (Angelina, bravissima, me ne ha fornito l’elenco dei nomi, a cui dovrei

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e anzi vorrei aggiungere quello delle rispettive opere in mostra – ma lo farà Lilia Lamas – e, subito dopo, quello dello staff a cui far seguire perlomeno quello dei direttori scientifici o artistici delle pregresse sette Biennali fiorentine e infine quello di quest’ultima e ottava, l’amico Francolini, ai quali tutti vorrei rivolgere con gratitudine un saluto e ancora: a cui ancora dovrei aggiungere altri nominativi, fino a includere anche la prestigiosa Giuria Internazionale. Anche altro. E così lascio cadere, organizzatori e promotori della Biennale Internazionale d’Arte di Firenze; questi differenti 14 protagonisti dell’evento espositivo che vado presentando – dunque una mostra incisiva, oltremodo significativa anzi e da non trascurare affatto – possono dirsi, o no? Gli interpreti di punta, o di prima fila, della modernità più sfrenata che si è esibita a Firenze e che s’immerge tutta nella corrente inarrestabile di quel torrente-fiume maestoso e parimenti sorprendente, sempre uguale a se stesso e tuttavia imprevedibilmente mutevole, che è il grande fiume del contemporaneo… Il tempo è come l’acqua, recitava Leonardo.

ROLANDO BELLINI Direttore Artistico di Florence Biennale


Effetto Biennale Assisi 2012 L'individualità del "fare" di 14 artisti. Effetto Biennale è, in sostanza, una sezione traversale della Biennale, una mostra che è alla sua terza edizione e per la seconda volta nella città di Assisi. Come accennato nell'introduzione dal nostro Direttore Artistico, Rolando Bellini, questa mostra comprende 14 artisti che portano avanti una serie di elementi visivi che, attraverso rispettive individualità, e differenti background culturali, animano un dialogo in grado di rafforzare l’ideale che li unisce sotto lo stesso tetto. Non un qualsiasi tetto, ma una sede particolare che è la Pinacoteca Comunale di Assisi, all'interno del monumentale Palazzo Vallemani. Un palazzo del XIV-XVII secolo che ospita affreschi di Giotto, Puccio Capanna e Andrea d'Assisi. Vanta difatti un patrimonio storico artistico di assoluto valore, con particolare riferimento alla grande rivoluzione pittorica e figurativa che ha coinvolto una serie di grandi artisti ed è culminata nella figura e opera di Giotto di Bondone. I 14 artisti in mostra, provenienti da sei paesi, ma accomunati dalla universalità del “fare” artistico, sembrano rinnovare la collegialità artistica che ha nobilitato questa città carismatica in più di un senso. Una sfida mutatis mutanti, sostenuta con generoso slancio e con risultati che mi sembrano più che felici, che portano lo spettatore a esplorare mondi lontani e accogliere visioni inusuali che ne arricchi-

scono la fantasia e la sensibilità. La scena artistica contemporanea naturalmente è molto più complessa e diversa che non nel passato e cosi va riconosciuto che in essa convivono orologi storici disuguali, linguaggi formali differentissimi, proposte simboliche assai dissimili fino a costituire una vera e propria galassia in cui è arduo orientarsi; i 14 artisti in mostra non rappresentano che una parte di questo affollato e ricchissimo scenario, cosi come esprimono idealmente e parzialmente quanto è stato proposto nell’ultima edizione della Biennale d’Arte Contemporanea di Firenze riuscendo a testimoniare proprio questa straordinaria realtà odierna. E tuttavia riesce anche in virtù delle loro dissonanti provenienze ad esprimere il perdurare di una stanza universale, essere ogni espressione artistica, un atto che non conosce né confini né differenze e in quanto tale capace di trasmettere i propri valori a tutti coloro che siano disposti ad accoglierli. Gli artisti in mostra: Ajiana, artista cinese, crea composizioni a olio in cui si dispongono figure con un solo occhio che abitano realtà virtuali come "riflessioni del subconscio", il suo lavoro ha una qualità mistica che rievoca remote preghiere e al tempo stesso sembra dare corpo a visioni liriche o ancor più liberi stati d’animo, sentimenti ed emozioni che tra-

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scendono l’ordinarietà quotidiana scoprendo cosi una singolare implicazione neoplatonica, forse in questo si cela piuttosto un sotterraneo ricorso alla cultura, alla filosofia e al confucianesimo, ma può anche essere che tutto ciò si rivolga invece all’immediato futuro e ne azzardi una sua rappresentazione attingendo unicamente al proprio personale bagaglio fantastico. Elizabeth Almendra Andrade, artista brasiliana che rileva la figura femminile attraverso una originale tecnica mista, usando velature delicate che creano una tessitura cromatica serrata e mobile entro cui dominano le trasparenze e i movimenti meno percepibili poiché simili a un leggero alito di vento o al respiro della fantasia. Fernanda Calfat, fotografa brasiliana e designer, sembra di primo acchito realizzare una fotografia di moda, rispondente agli standard di questo settore che ha inevitabili ricadute commerciali, se nonché a ben osservare ogni suo scatto fotografico si coglie più di una trasgressione. Il suo occhio tende a catturare emozioni per lo più inaspettate o non rilevate e che rimandano ad altre situazioni, ad altri possibili scatti non visibili uscendo così dallo stesso campo dell’immagine proposta. Marilda Dib, artista brasiliana, che utilizza materiali come la resina, il vetro e il bronzo, in questo caso, usando il bronzo con inserti di vetro, realizza un delicato omaggio a San Francesco, attraverso una figura irreale in cui il voluto distacco dalla realtà finisce per enfatizzare il dato simbolico. Carmen Fonseca, artista brasiliana, ha

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dedicato gli ultimi anni alle arti pittoriche e performance, sia in Brasile che a livello internazionale. Utilizzando l'architettura, l’elemento che incorpora altre identità creando una composizione surreale. Artista italiano, nativo della regione di Perugia, Giovanni Iovene, pittore d’influenza futurista, ha un ampio corpus di lavoro che coinvolge la figura, gli elementi spirituali, paesaggi declinati in un’interpretazione astrattista. La sua opera e connotata da una pennellata vibrante e sciolta che conferisce al dettato pittorico un’identità inconfondibile. Juan Kelly, pittore costaricano-americano noto per il suo uso del colore applicato con una tecnica impeccabile. Realizza composizioni di metafore visive e giochi di parole e immagini permeate di elementi magici. Aguita de Melon (Succo di melone), è impersonificata da un’elegante e seriosa mucca che gentilmente beve il succo di melone. Un’immagine a un tempo ironica e paradossale e di una sottile poesia. M.E. Krane, artista norvegese, ispirato da vari movimenti artistici, in particolare dal cubismo, utilizza il colore e la forma come strumento per esprimere i suoi pensieri, le impressioni di vita e il modo in cui gli esseri umani interagiscono, le sue composizioni assemblano secondo una modalità originale sommersi richiami cubisti e art nouveau; levito e una pittura dominata da un ritmato linearismo. Izabel Litieri, artista brasiliana, esplora la propria sensibilità percettiva, la propria emozionalità attraverso una singolare rivisitazione di alcune stanze impressioniste che l’autrice tende


ad attualizzare e trasporre entro ordinate cartesiane ben differenti che riecheggiano piuttosto il tardo paradossale surrealismo sudamericano. Maria Aurora Pintore, artista italiana, da tempo sperimenta olio, collage, e fotografia. In quest’occasione ispirata dagli espressionisti astratti americani, tenta una tessitura pittorica vibrante concitata come una rapsodia di Ravel. Per meglio dire, sviluppa progressivamente un analogo dettato pittorico rispetto all’esemplare testo del Bolero di Maurizio Ravel. Celia Rachel R.V.K., artista brasiliana, intende unire una magica e remota ambientazione di simbologie, come antiche maschere di un presente declinato in puri stati d’animo la cui personificazione è affidata al colore. Realizza composizioni dai colori caldi contrastanti con la freddezza delle maschere. Elizabeth Tudisco, scultrice brasiliana, ha frequentato da sempre il mondo dell’arte, e questo può averla indotta a sperimentare nuovi materiali. Realizza in resina e metallo, figure semplificate o dalle diverse forme, aggiungendo eleganti elementi minimalisti che a volte sono giochi di parole. Vincenzo Vallone, architetto italiano, richiama l'attenzione nelle sue opere al contatto quotidiano con gli oggetti, le presenze che più connotano una trascorrente contemporaneità quali, elettrodomestici, lampade, sedie, automobili, aerei, in questo modo vuole sottolineare o denunciare i possibili contributi estetici derivanti da queste identità. Sovente nei suoi lavori viene proposta un’interazione tra gli esseri umani e questi oggetti inani-

mati. Marcela Vicuña, artista cilena, sperimenta con l’uso di diversi materiali, superfici finemente lavorate e pergamene su cui opera delle singolari trasposizioni della natura. Enfatizzando la lavorazione del supporto si ha una preparazione che pare voler rappresentare l’accidentalità e tutta la complessità di un territorio reale su cui l’artista re-interviene dipingendo. Anche la pittura manifesta una serrata elaborazione e cosi l’esito conclusivo a livello percettivo paragonabile a un brulichio. A qualcuno potrebbe venire in mente allora, un remoto possibile progenitore di questa intensa immobile texture, Arcimboldo. La caduta della soglia estetica dichiarata e sottolineata anni fa da Edgar Wind, la perdita del bello, e le conseguenti oscillazioni del gusto di dorflessiana memoria, molte altre ipotesi di lettura critica di una sempre più affollata e diversificata scena artistica contemporanea, consentono di dare visibilità e anche identità ai più inaspettati gesti, alle più sorprendenti istanze artistiche di oggi, ma al tempo stesso rendono arduo un giudizio. Esprimere una valutazione conclusiva in merito al “fare” dei 14 artisti elencati, tentare una qualche valutazione estetica, perché sempre è chiamata in causa l’estetica, oggi che non si può più parlare ne di belli arti ne di altro è effettivamente un compito tanto difficile da non poter essere assolto. Non almeno in questa sede. Mi limito pertanto a proporre un suggerimento che è anche un invito: proviamo a guardare ogni

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singola opera in mostra con uno sguardo il piĂš possibile libero da filtri o vincoli culturali, da pregiudizi percettivi, da ogni modalitĂ ormai codificata. Cerchiamo piuttosto di abbandonarci al vedere lasciando che le immagini proposte, caso per caso, dei 14 artisti in mostra possano stupirci. Provare stupore può voler dire difatti riuscire ad accettare ogni possibile sorpresa senza dover scrivere alcun giudizio e invece abbandonarsi al semplice piacere di un’esplorazione visiva.

lilia lamas Curatore presso Florence Biennale

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ARTISTI / ARTISTS


AJIANA CINA \ CHINA

Music is Power olio su tela - oil on canvas 150 x 120 cm 2010

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ALMENDRA ELIZABETH BRASILE \ BRAZIL

La Purezza tecnica mista - mixed media 80 x 100 cm 2012

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CALFAT FERNANDA BRASILE \ BRAZIL

Legata per sempre? fotografia - photography 100 x 150 cm 2010

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DIB MARILDA BRASILE \ BRAZIL

S達o Francisco bronzo e vetro - bronze and glass 50 x 20 x 25 cm 2010

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FONSECA CARMEN BRASILE \ BRAZIL

Teatro Municipal tecnica mista - mixed media 100 x 80 cm 2012

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IOVENE GIOVANNI ITALIA \ ITALY

Le Bois de l'Hermitage tecnica mista - mixed media 100 x 100 cm 2012

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KELLY JUAN COSTA RICA \ USA

Aguita de Melon olio su tela - oil on canvas 71,6 x 91,4 cm 2010

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KRANE MARIE E. NORVEGIA \ NORWAY

Running Bride acrilico su tela - acrylic on canvas 100 x 50 cm 2012

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LITIERI IZABEL BRASILE \ BRAZIL

Mar Sagrado acrilico su tela - acrylic on canvas 80 x 60 cm 2010

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PINTORE MARIA AURORA ITALIA \ ITALY

Percorsi di Vita acrilico su tela - acrylic on canvas 75 x 102 cm 2012

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RACHEL CÉLIA R. V. K. BRASILE \ BRAZIL

Falso Brilhante tecnica mista - mixed media 80 x 100 cm 2010

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TUDISCO ELIZABETH BRASILE \ BRAZIL

As Mascaras resina - resin 35 x 40 x 15 cm 2008

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VALLONE VINCENZO ITALIA \ ITALY

Edicola "Il transito di Francesco" tecnica mista - mixed media 75 x 62 cm 2012

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VICUĂ‘A MARCELA CILE \ CHILE

Renacer Mistico acrilico su tela acrylic on canvas 135 x 155 cm 2012

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BIOGRAFIE \ BIOGRAPHIES


Ajiana WANG Born in Chengdu Of China. In 2007 Graduated with a Master Degree in Fine arts, Sichuan University, Chengdu, China. If everyone has their own religion,that I was the art of pious believers. When we are born after, or an animal, and then acquire knowledge slowly become a man, and art is the highest accomplishment of human Painting is my life diary which describes my curiosity about the world. To the people and things into my heart how the presence of their? What a state in my heart they exist? How subconsciousness reflect them? I told them of the identification. Elizabeth Almendra Andrade Iniciou seus estudos artísticos em 1990, cursando técnicas em acrílico e estamparia em tecido, além de especialização em biscuit , vitral e Art Novoux. Cursou óleo sobre tela e desenho anatômico. Formou-se em Artes Plásticas na Escola Panamericana de Arte e Design – em São Paulo. Desenvolve especialização em pintura abstrata contemporânea. Elizabeth Almendra Andrade expõe coletivamente em exposições nacionais e internacionais. As principais exposições estão referenciadas abaixo. FERNANDA CALFAT NAMI HADDAD NASCIMIENTO nasceu em 27 de julho de 1966, em São Paulo. Cursou o ginásio e o colegial no “Colégio Pio XII”. Formou-se em Design pela FAAP, realizou cursos de Arquitetura de Interiores e de Fotografia Avançada na Escola PanAmericana de Arte e especializou-se em fotografia de moda em Nova York e Milão e participou de vários Workshops no ICP (International Center of Photography - NY). A paixão por fotografar fez com que um hobby se transformasse em profissão. Com ampla visão de que a fotografia e a arte andam sempre juntas, Fernanda Calfat é uma das precursoras fotógrafas de moda que exercem sobre os olhos de quem enxerga suas obras o começo de um desejo: “the beginning of desire”. Fernanda Calfat se destaca pelo seu olhar sempre em busca da melhor foto,dinamismo,e amor pela imagem refletida pela sua lente. Brinca com as cores, luzes e formas ,posicionando seu click “between the Fashion World and the Art World “. A fotógrafa está em constante aprendizado e troca de informações pelo mundo, primando pelo precisismo de seus resultados. MARILDA DIB Formou-se artista plástica na Escola Panamericana de

Arte e Design, em 2003. Fez cursos de Artes Plásticas e de Escultura no Museu Brasileiro de Escultura (MuBE), Recebeu três prêmios em bienais internacionais: em 2008, recebeu o terceiro lugar na Bienal de Roma com a obra Raízes da Memória; em 2009, recebeu o quarto lugar na Bienal de Florença com a obra Nicole; e em 2010, ficou com o segundo lugar pela obra Maternidade, na Bienal de Roma. No Brasil, em 2006 a escultura “Raízes da Memória” foi premiada com o segundo lugar no “XI Salão de Artes Plásticas”; em 2007 a premiação foi para a escultura “Chamas da Natureza”, que recebeu o primeiro lugar no “XII Salão de Artes Plásticas”; em 2009 a escultura “São Paulo” recebeu o prêmio como a escultura que melhor retratou o aniversário da cidade no “Salão Comemorativo aos 455 anos da Cidade de São Paulo”. Em maio de 2009, foi co-autora do livro Universo Feminino. Também participou de outras obras como os anuários da Casa Cor entre 2007 e 2009. A artista é catalogada no Livro Itália – Brasil Arte 2007. Possui obras expostas nos catálogos das Bienais de Florença em 2007 e 2009, e das Bienais de Roma em 2008 e 2010. Até o momento em sua carreira, a artista já realizou 46 exposições nacionais, 11 exposições internacionais. Aceitou os convites e ofertou 12 obras para diversos acervos nacionais como: o Museu do Parlamento de São Paulo, Parque das Bicicletas, Mosteiro de São Bento, e também para a Câmara Municipal, Museu de Arte e Pinacoteca do Município de São Bernardo do Campo. Para acervos internacionais foram 3 obras, sendo uma ao Museu do Vaticano e o duas ao Museu de D’arte de Pomézia – Itália. Em 2008 e 2009 a artista também foi convidada e criou os troféus para a Revista Decorar nas duas edições das premiações para cinqüenta arquitetos e decoradores de São Paulo. CARMEN FONSECA Artista perseverante, en los últimos años se ha dedicado a las artes plásticas, en especial a la Pintura al Óleo, y ha efectuado exposiciones dentro y fuera de Brasil. Idealizadora del Proyecto São Paulo – Sampa Nova Visão, bajo la tutela de Fabio Porchat y apoyo de la Academia Latino-Americana de Arte (ALA). La muestra Preview de ese proyecto se realizó en la Sala Camargo Guarnieri, en el área VIP del Complexo Estação Julio Prestes, en la Sala São Paulo, en noviembre de 2009. De esa muestra surgió el documental “Carmen Fonseca – Sampa Nova Visão” que se encuentra en YouTube.

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GIOVANNI IOVENE In giovane età si cimenta nel disegno e nella pittura, inizia a esprimersi come ritrattista sotto la guida maestra del futurista, amico di Gerardo Dottori, Prof. Vittorio Meschini e del prof. Luciano Maddoli anch’egli pittore. Frequenta l’Accademia Pietro Vannucci di Perugia e un corso di restauro. Affermato nella città di Mantova come pittore, torna a Perugia nel 1975. Ultime Mostre: Corciano, Pieve del Vescovo; Ascoli Piceno, Palazzo dei Capitani; Panicale, Chiesa di S. Agostino; Assisi, Sala della Conciliazione e Sala delle Logge;Torgiano, Piazzetta di Palazzo Malizia; Assisi, Castello di Biagiano “Il Maniero”; Biennale di Firenze; Norimberga, Assessorato cultura; Assisi, “Effetto Biennale”, sala Pinacoteca; Tavernelle (PG); Semeac (Francia); Tokyo, Four Season Hotel; Bruxelles, Galleria Amart Louise. È citato in varie pubblicazioni, tra cui, "I pittori mantovani", “Arti alla Ribalta”, “Catalogo dell’Arte Moderna” (Mondadori). Hanno parlato o scritto di lui, tra gli altri, Raffaele Nigro, Luciano Pellegrini, Vittorio Sgarbi, Tiziana Biganti, Aldo Trione, Massimo Duranti, Luciano Lepri, Carmen Lasorella. JUAN KELLY paints a magical world suffused with visual metaphor. Challenging our perceptions of reality, Kelly’s artwork refuses to offertidy resolutions to the questions posed. Utilizing the formal elements and techniques of old master paintings, Kelly constructs a enigmatic world that confronts our penchant for the familiar. Transported beyond stereotypical convention, Juan Kelly’s paintings mine the fertile territory of our collective subconscious and introduce us to layers of nuance and double entendres. Metaphors and archetypes play a central role in Kelly’s painting. Assembling an unlikely couterie of animals and settings, the artist alludes to our subconscious experience as well as our keenest moments of self-realization. Kelly’s use of archetypal imagery in combination with masterful compositional motifs, catapults us into a realm abundant with possibility. Kelly’s use of rich, jewel-like colors saturate the fruit, foliage and drapery so often found in his work. In his hands, paint is transformed into an ebullient luster, infusing each element with a luscious sensuality. Juan Kelly was born and grew up in Costa Rica and is currently living in the US. He is highly esteemed in his native country where his artwork is in major museums, including the Presidential Collection. Over the last 30 years, Kelly has exhibited work extensively throughout Europe, the United States and Latin America.

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Kelly’s oil paintings can be found in over 300 private collections. Marie E. Krane Born 1949 in the Nothern part of Norway, currently live in Oslo. I have a 3 year education from Det Tverrfaglige Kunstinstitutt (The Interdisciplinary Art Institute), Oslo. In addition, I have several courses in painting, drawing and graphics. Latest exhibition was in Effetto Biennale in Yucatan, Mexico. I work mostly on paintings with acrylic on canvas. The expression is often geometrical forms with strong colors, where composition and rythm is important. I find it interesting to realize how the different forms, colors and fragments put togehter make a different impression, wholeness and history. Just like a group of human beings from different cultures put together does. I am inspired by the Avantgarde art from the 40’s. Daily working at my Atelier in Høvik/Oslo. Izabel Cristina da Costa Litieri Artista plástica paulistana que vem exercendo a sua arte desde a década de 70. A sua trajetória teve início na Escola Panamericana de artes em São Paulo. Embora dominasse diferentes técnicas Izabel Litieri não se identificava com os estilos sugeridos pelos professores, pois, já apresentava o seu próprio estilo. A sua arte inspira-se na preocupação e dedicação ao crescimento e conhecimento do ser humano, na busca do próprio eu. Com o objetivo de multiplicar este conhecimento a artista ministra palestras espiritualistas. Sempre respeitando a sua própria maneira de expressar a vida e a arte, Izabel aperfeiçoou-se em aquarelas, pastéis, acrílicos e pontilhismo. A artista conseguiu de uma forma particular, juntar a sua sensibilidade à arte, o que pode ser visto no resultado de suas obras. MARIA AURORA PINTORE Lavoro con tecniche miste: Olio, acriclico, collage, fotografia, arte digitale. Sono interessata nella bellezza della gente e della natura, mi piace sperimentare con nuove tecniche e seguire la rotta dei miei sentimenti. 1986-New York Institute of Photography Certificate. Célia Rachel Daiuto Cursino Absorve em sua pintura características da arte abstrata e da figuração simbólica moderna, sem perder sua individualidade. Segue sua trajetória de


pintora voltada a um caráter orgânico e traçado forte, texturas e contrastes com tons escuros e claros. De onde parte a criação de seu universo plástico? Sem dúvida de uma busca de construção e dêsconstrução. Para Célia Rachel a arte é “um método de abrir áreas de sentimentos”. São várias escolhas temáticas e formais: equilibristas que remetem o observador a artistas que lidaram com este tema, mas sempre conectados com os limites ou malabarismos da existência humana. Suas obras foram expostas em diferentes edições da Biennale di Roma, recebendo o 1º Prêmio Regional do Lazio, em Roma no ano de 2004. Nasceu em São Paulo em 1951, e realizou vários cursos: de decoração no IAD; de escultura no atelier do Prof° Luis Morrone; xilogravura com Romildo Paiva; desenho publicitário e artes plásticas, entre outros. Participou de diversos salões das Secretarias de Cultura Municipais e Estaduais. Expôs em diversos espaços culturais como o Banco Central de 1994 a 1996, na Fundação Mokite Okada em 1992, no espaço Citibank em 1997, no Aeroporto JK em Nova Yorque em 1999, na Biennale Internacional di Roma em 2002, 2004, 2006 e 2008, no Palazzo Bamberini em Roma. Mostra Internacional Oltre Frontiere, na Exposição “Encontro Marcado” realizada na Galeria Spazio Surreale em 2007, na Exposição Arte- Manequim no D&D Shopping – evento organizado pela Elite Magazine em 2009, na Exposição “Ressonâncias” na galeria Spazio Surreale em 2010. No decorrer de sua carreira recebeu diversos prêmios e suas obras encontram-se em coleções particulares e oficiais no Brasil, Itália, EUA, Portugal e Suécia, assim como, no acervo da Fundação Cásper Líbero, no Museu de arte do Parlamento de São Paulo, no Museu de Arte e Esporte Olímpico em São Paulo e no Museu do Trabalho de São Paulo. Elizabeth Tudisco Nasceu em São Paulo, Brasil, em 1948. Formou-se pela Escola Panamericana de Arte (1982). Realizou cursos de desenhos com os professores Bastilha (1965), Cencini e Martini (1980). Foi aluna de Durval Peireira e Salvador Rodrigues em pintura à óleo e escultura, de Calabrone, Santos Lopes (1990) e Ângela Bassan (1999) em Escultura. Participou das seguintes exposições: XI Salão Limeirense de Arte Contemporânea, Ordem Rosa Cruz (1984); Sala Portinari, Núcleo de Arte Nova Era, SP, II Salão Poço Caldense de Belas Artes, II Salão de Mococa (1985), I Bienal do Anuário Latino Americano de Artes Plásticas, Centro Cultural São João

da Boa Vista (1987), Espaço Cultural C. A. Paulistano, Espaço Leonardo Da Vinci, Galeria Mali Villas Bôas, Esporte Clube Sírio (1998), Sociedade Antioquina do Brasil, Casa da Fazenda do Morumbi, Centro Cultural Tcheco, Open Studio do Hotel Intercontinental (1999), Espaço Leonardo Da Vinci, Casa da Fazenda do Morumbi, I Salão Oficial de Artes Plásticas Aricanduva, I Exposição Ação Coração, Casa da Fazenda do Morumbi (2000), Novo Milênio, Centro Cultural Árabe Sícilio (2001), 15º Salão de Arte da Associação Comercial de São Paulo - Distrital de Pinheiros (2002), Fundação Gregório de Matos, Salvador, Biblioteca Municipal de Abrantes (2003); “Encontro Marcado”, juntamente com a artista plástica Célia Rachel e Galeria Spazio Surreale, SP (2007). Possui obras em coleções particulares e oficiais no Brasil e no Exterior, bem como o Museu de Arte do Parlamento de São Paulo e no Museu de Arte do Esporte Olímpico, SP. VINCENZO VALLONE Nato a Telese Terme (Benevento), dove vive e lavora. Architetto. Ha studiato alle Scuole Salesiane, all’Accademia di Belle Arti e all’Università “Federico II” di Napoli. Il segno e le chincaglie, il taglio e la manualità riconducono a tematiche d'altri tempi, quelle cui si aggrappa la memoria di ciascuno di noi. L’opera esprime la sintonia dell'architettura, la più intellettuale delle arti, con le altre arti visive e si completa, in un nuovo campo narrativo ed estetico. MARCELA VICUÑA Art and life come together in personal artpieces, on canvases treated as parchment, doubled and wrinkled, through which paint and water flow freely, giving birth to new shapes, textures and colours. Images inspired by music and nature, that suggest journeys and verses in dialogue, images engraved in the memory give rise to an artpiece that combines both emotions and chance, with a subtle structure that brings harmony and balance to the artpiece. A wide experience including studies in design, paint, ceramics and flute, which combined with a liking for photography, travelling and a permanent interaction with nature, all are a source of permanent inspiration. Has exhibited her works in Santiago, Buenos Aires, Vienna, New York, having recently participated in the Florence Biennale, Effeto Biennale in Merida, Mexico, and Assisi.

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Ringraziamenti: Comune di Assisi Claudio Ricci Sindaco di Assisi Leonardo Paoletti Consigliere Comunale - Assisi Silvia Sensi Direzione Cultura - Assisi Annarosa Passeri Comune di Assisi Gianni Gulli General Manger Ora Hotel Cenacolo Fabrizio Pagliaccia La Bottega dei Sapori Giovanni Iovene Artista e caro amico Staff Florence Biennale LINEA Spazio Arte Contemporanea



E F F E T T O B I E N N A L E - D I A L O G O T R A L E C I V I LT À - A S S I S I 2 0 1 2

ISBN 978-88-98105-03-8


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