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ALBERTO SORDI Il cibo nei suoi film
from FOGLIE n.7/2020
by FOGLIE
In occasione dei 100 anni dalla nascita Le sette scene memorabili di
Alberto Sordi con il cibo Agroalimentare
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cena iconica del film diretto da Steno. Sordi è Nando Mericoni un giovanotto senza arte né parte che sogna e mitizza gli Stati Uniti e cerca di comportarsi come un americano, con tanto di parlata in inglese maccheronico (e qui l’aggettivo è doppiamente giusto). Torna a casa a sera tardi e trova la tavola pronta con la sua cena. Vede la zuppiera di spaghetti e si indigna: “Maccaroni? Questa è roba da carrettieri, io non mangio maccaroni. Vino rosso? Io non bevo vino rosso. Lo sapete che sono americano, gli ameri
el film diretto da Luigi Comencini, si racconta la vicenda di alcuni plotoni dell’esercito italiano dopo l’8 settembre allo sbando. Sordi è il sottotenente Alberto Innocenzi, a capo di un plotone che va allo sbaraglio in giro per l’Italia. Il film è tutt’altro che comico (toccante la scena del passaggio di un convoglio che porta gli ebrei verso i campi di concentramento al nord), ma contiene una serie di siparietti godibili. Come quella del geniere Ceccarelli (Reggiani) che porta sempre con sé una N
i tratta di un film a episodi, in un certo senso prequel di Dove vai in vacanza. Nell’episodio “La Camera” la stessa coppia (lui operaio metalmeccanico) si concede una vacanza in Costa Smeralda, ma nessun albergo dice di avere una stanza disponibile per cani non mangiano maccheroni, non bevono vino rosso. Bevono latte, per questo vincono gli apache. Maccarone, che mi guardi con quella faccia intrepida, mi sembri un verme, maccarone. Questa è roba da americani: yogurt, marmellata, mostarda… roba sana sostanziosa”. E addenta un morso di pane e mostarda irrorato di latte. Poi sputa subito tutto, pronunciando una delle frasi passate alla storia del cinema. “Ammazza che zozzeria! Gli americani aho… Maccherone, mi hai provocato e io ti distruggo, adesso maccherone, io me te magno”. E tra
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una forchettata di pasta e l’altra, ecco che fine fanno gli altri ingredienti: “Questo lo damo ar gatto”, il latte, “questo al sorcio”, lo yogurt, “con questo ci ammazziamo le cimici”, la tanto citata mostarda (che poi è la senape).
valigia pesantissima: deve consegnarla a un maggiore che si trova a Napoli, la controlla sempre e rifiuta sempre di mostrare il contenuto, anche se tutti pensano che contenga particolari prodotti alimentari. A un certo punto, in vesti borghesi, riescono a prendere un treno. Ceccarelli finalmente stremato dalla fatica si addormenta e due commilitoni gli sottraggono “il pacco”. Sordi e compagni lo aprono e si rendono conto che contiene delle squisitezze, salami, tartufi neri, scatolette di tonno e conserve. Si chiudono nella toilette del treno a fare
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loro (in realtà è chiaro che non li considerano all’altezza della loro clientela facoltosa e aristocratica). Si consolano al ristorante con porzioni pantagrueliche. E poi lui la guarda dolcemente negli occhi e le dice: “Di’ quello che te pare ma le fettuccine… so sempre le fettuccine”.
la scorpacciata, poi riempiono il pacco di stracci e sassi per non far capire l’accaduto al povero geniere. Nello stesso film, divertentissima anche la scena della polenta.
i tratta di un film a episodi diretto dallo stesso Sordi del 1978. Alberto Sordi e Anna Longhi sono i protagonisti dell’episodio (in realtà della durata quasi di un lungometraggio) “Le vacanze intelligenti”, in cui interpretano due fruttivendoli romani, i cui tre figli, che hanno studiato e frequentano ambienti intellettuali, organizzano per loro “vacanze intelligenti”, con un programma che prevede, oltre a una ferrea dieta, visite a una necropoli etrusca e alla Biennale di Venezia. Non solo una scena ma un po’ tutto il film è carico di riferimenti al
l marchese ama mischiarsi al popolo, vestito in abiti plebei e frequenta osterie e taverne. In una di queste porta a cena fuori una cantante francese in tournee a Roma. Il marchese ordina rigatoni con la pajata. “Che cosa sono questi?” Chiede la bella Olimpia. E lui, sapendo che le interiora potrebbero non essere gradite, la invita a mangiare: “te lo spiego dopo” dice. Mentre manI
cibo: quello che i due coniugi sognano, quello che descrivono, che ricordano, che sperano di mangiare. Tra le scene più belle quella alle terme di Montecatini, dove in un ristorante con un buffet stracolmo di ogni bene, sono accompagnati nel settore dietetico e possono solo guardare ciò che mangiano nel settore “nortmale”. Poi la scena di Venezia: i due dopo essersi ribellati alla dieta si fermano in una trattoria e, con tanto di tovaglioli legati al collo, mangiano l’impossibile. Il locale è frequentato da nobili che inizialmente li prendono un po’ in giro, ma poi tutti
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sono contagiati dalla coppia all’ingrasso. Principi e contesse iniziano a ordinare quello che mangiano loro: dalle salsicce con i fagioli alle pappardelle al sugo di lepre. Con la principessa che sentenzia “è un’idea divina!”.
giano la pajata devono però fuggire perché arriva la moglie di Gasperino, un carbonaro a cui lui assomiglia molto. La donna lo aggredisce credendolo il marito fedifrago. Olimpia non vorrebbe andar via, ma Sordi le dice non importa, lascia stare è merda. Lei: “nel senso che non è cattivo, non ti piace?”. Spiazzante il marchese: “No, nel senso che è proprio merda, di vitello, sono bu
della. Tu volevi sapere che era? Ecco”.
el film di Dino Risi, i fidanzati interpretati da Alberto Sordi e Lea Massari sono comunisti ma siederanno a tavola col ‘nemico’. Infatti si trovano a passare sotto casa di una famiglia nobile fedelissima ai Savoia. Ma i nobili, riuniti a cena in attesa dei risultati del referendum su Repubblica/Monarchia sono scaramantici: non si può essere in 13 a tavola, che porta male. In strada raccattano i due ragazzi che, affamati, accettano l’invito dai marchesi Capperoni, perché nelle loro giornate sono più i pranzi saltati N
n film di Alberto Lattuada del 1962. Sordi interpreta un siciliano che vive a Milano. Con moglie e figli biondissimi e milanesissimi torna al paese in vacanza. In una scena c’è una enorme tavolata piena di ogni ben di Dio e tutti mangiano a quattro palmenti. Evidente dal punto di vista visivo-cromatiU
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di quelli consumati. Non hanno una lira, Elena e Silvio: lui fa il giornalista in un quotidiano comunista – Il lavoratore – e prende uno stipendio da fame. A tavola c’è una vecchia centenaria, un nipote cieco, un assortimento di nobili aggressivi. Chiede l’anziana signora: “Ma perché la gente vuole tanto male al re? Perché?». Silvio dice: «Forse perché se n’è andato a Brindisi invece di salire in montagna con i partigiani». Per fortuna arriva un colossale vassoio di pasta al forno. Elena ne serve a Silvio una porzione gigantesca: «L’ho abituato così, a casa. Polpetti
IL MAFIOSO
na?». Una ragazza sussurra al nonno cieco: «Si stanno mangiando tutto il pasticcio».
co la distinzione nord-sud: i siciliani vestiti di scuro e capelli neri, gli ospiti milanesi biondi e dagli abiti colorati. A un certo punto lei si accende una sigaretta, tutti si bloccano a guardarla. E lei si rende conto di essere al centro dell’attenzione e si giustifica: “Scusate disturba il fumo?”. Il marito le spiega: “No Marta è che non sono abituati
a vedere una femmina che fuma”. “Ah se non disturba, allora, sapete, ognuno ha le sue abitudini. Io a fine pasto mi fumo una sigaretta”. Tutti scoppiano a urlare e avvertono: “ma era solo l’antipasto. Dobbiamo ancora cominciare”. E dalla cucina inizia una processione di vassoi stracolmi e una zuppiera di spagehtti al nero di seppia.
Il punto con il Sottosegretario al Mipaaf l’On. Giuseppe L’Abbate Xylella Fastidiosa e Coronavirus: due facce della stessa medaglia? In Puglia red uci di un’emergenza fitosanitaria ancora irrisolta , quella da xylella diosa c he ha decimato un intero patrimonio , quello olivicolo salentino , ci troviamo ad affrontare un’emergenza ben pi ù grave , quella sanitaria da coronavir us. di Paola DILEO Agricoltura
fasti ora
prima , a ca usa di un patogeno da palme infette , nella da quarantena seconda da persone
importato
positive in Salento al Covid dal Centroamerica 19 provenienti , pres udalla Cina .
ertamente rappresenta uno degli effetti collaterali di un mondo sempre più globalizzato e che ha aumentato i propri scambi di merci e persone in maniera esponenziale. In un recente studio Agrinnova, il centro per l’innovazione agroambientale dell’Università di Torino, ha contato ben 63 nuovi patogeni sbarcati nel nostro Paese, un po’ per colpa della globalizzazione degli scambi, un po’ aiutati dal cambiamento climatico e dal surriscaldamento terrestre. Tutti minacciano seriamente le produzioni agricole italiane con una conta dei danni stimata in 1 miliardo di euro. Tra questi spicca la cimice marmorata asiatica al nord Italia che ha colpito il comparto ortofrutticolo e al Sud, oramai da anni purtroppo e senza un possibile antagonista naturale, la Xylella fastidiosa veicolata dall’insettovettore la cosiddetta Sputacchina. A fronte di questo scenario, che ci vedrà sempre più contrastare fitopatie provenienti da altre parti del Pianeta, siamo al lavoro per una riorganizzazione ed un efficientamento del Servizio Fitosanitario Nazionale: c’è bisogno di una regia condivisa tra tutte le Regioni per rendere davvero efficace le azioni. Dovremmo gestire le crisi virali che colpiscono gli umani organizzando un sistema europeo condiviso, imparando dalla crisi sanitaria correlata alla BSE (Encefalopatia Spongiforme Bovina). Le conseguenze non furono non per nulla differenti da queste del Covid-19 con decessi umani, chiusura di attività produttive, interruzioni di approvvigionamenti, decapitazioni di allevamenti. Ne uscimmo con una solida unità di crisi presso il Ministero della Salute oggi punto di riferimento mondiale e demmo impulso in Europa alla nascita dell’EFSA e al rafforzamento del Sistema di Allerta Rapido RASFF. Anche da questa crisi, l’Ue deve C Possiamo considerare le d ue epidemie facce della stessa perversi della globalizzazione e della velocit à d’interscambio
medaglia
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uscirne più forte di prima dando valore alle proprie istituzioni.
Con l’emergenza xylella fastidiosa, la produzione e commercializzazione di piante è stato oggetto di una serie di restrizioni (es. campionamenti, analisi preventive e certificazioni di laboratori accreditati, limitazione alle movimentazioni delle piante), il “dopo coronavirus” vedrà scenari analoghi con restrizioni nei flussi di persone da e per i paesi extra UE? O comunque sarebbe auspicabile?
Quando giungerà finalmente la cosiddetta “Fase 2” di questa emergenza Covid-19 lo sa soltanto Dio, per chi è credente, o il fato. Quanto sarà possibile allargare le maglie delle attività concesse, ce lo dirà di volta in volta il Comitato TecnicoScientifico che supporta e sostiene il percorso che intraprendono le decisioni del Governo, nell’interesse dell’intera nazione. Il nostro com
pito è quello di farci trovare pronti per rilanciare la nostra economia. Quasi tutta la filiera agroalimentare sta continuando ad operare, nonostante le tante difficoltà di questa emergenza, ma necessita liquidità nonché di una programmazione futura, soprattutto in ottica esportazioni. Proprio in tal senso, abbiamo creato con il Dl Cura Italia un fondo apposito presso il Ministero degli Esteri, denominato Fondo per la promozione integrata, che avrà una dotazione iniziale per il 2020 di 150 milioni di euro. All’inizio del mese di marzo, poi, il ministro Di Maio aveva già annunciato un Piano straordinario per il Made in Italy che può contare complessivamente in risorse per 716 milioni di euro.
Nel caso della xylella fastidiosa che ha visto focolai circoscritti al territorio pugliese con danni a livello ambientale, paesaggistico ed economico, ci siamo arresi ad una fatalistica rassegnazione, senza poter individuare un responsabile. Per il coronavirus a crisi conclusa, il nostro Paese seguirà lo stesso copione? La richiesta di un risarcimento per disastro ambientale e strage colposa può trovare un senso? O in forza di un’azione diplomatica dobbiamo supinamente accettare solo qualche simbolico gesto di solidarietà?
C’è colpevolezza laddove la politica e chi amministra non ascolta i pareri scientifici e le indicazioni che il mondo della ricerca dà per fronteggiare le diverse emergenze, che riguardino un virus che colpisce gli umani o un batterio che porta al disseccamento degli olivi. L’Italia questa volta ha preso decisioni in maniera pressoché immediata: si poteva fare meglio e fare prima? Certo, col senno del poi è sempre facile parlare. Ma ai proclami dell’ “aprite tutto” il Governo Conte ha tenuto la barra dritta: le decisioni draconiane sono state appoggiate dagli italiani che sono stati resi via via sempre più consapevoli dell’importanza dell’attuazione delle misure. Altri Paesi che, in un primo momento, ci hanno deriso, hanno in breve tempo posto riparo copiando i nostri decreti governativi. Ciò, negli anni scorsi, in Puglia per fronteggiare la Xylella non è accaduto e si è preferito ascoltare voci di piazza piuttosto che quelle tecnico-scientifiche: il risultato è sotto gli occhi di tutti, con patrimonio olivicolo compromesso. Reddito e bellezze paesaggistiche che difficilmente torneranno presto. La tempestività è importante ma siamo ancora in tempo anche sul versante Xylella per non pregiudicare definitivamente la situazione. Le responsabilità, però, vanno individuate in un secondo momento, successivo a quello dell’agire immediato. Avremo occasione di capire come è andata ed ognuno dovrà guardarsi allo specchio, facendosi un esame di coscienza. I gesti di solidarietà che stiamo ricevendo rappresentano un indubbio riconoscimento alla nostra rete diplomatica che è stata in grado, nei primissimi giorni dell’emergenza Covid-19, a fronteggiare i blocchi alle frontiere, le guerre commerciali e le pratiche sleali messe in campo da altri Stati nei confronti dei nostri prodotti.
Il destino vuole, almeno nel caso pugliese, che il contenimento della xylella fastidiosa (ancora in atto) e quello del coronavirus sopraggiunto, debbano coesistere. Le misure di contrasto alla batteriosi dell’olivo prevedono interventi agronomici e trattamenti insetticidi autorizzati contro il vettore, già a partire dalla primavera. Possono gli agricoltori muoversi liberamente per esercitare queste attività o rischiano di incorrere nelle violazioni previste dal DPCM Covid 19 del 24 marzo 2020? Gli agricoltori sono esclusi dalle limitazioni del decreto “Chiudi Italia”?
L’ art. 1, comma 1, lettera f), del Dpcm del 22 marzo 2020 ammette espressamente l’attività di produzione, trasporto e commercializzazione di “prodotti agricoli”. Questa attività, infatti, rientra tra quelle produttive e commerciali specificamente comprese nell’allegato 1 dello stesso Dpcm “coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali”, con codice ATECO 0.1, per le quali è ammessa sia la produzione sia la commercializzazione. Le attività agricole e quelle correlate alla produzione, pertanto, sono escluse senza alcuna ombra di dubbio dai limiti imposti dal cosiddetto “Chiudi Italia”. Per quanto riguarda, invece, gli interventi di aratura e trinciatura per le aree delimitate per il contenimento da Xylella fastidiosa, dopo il mio appello, il Dipartimento regionale Agricoltura ha comunicato ai Prefetti che le misure fitosanitarie da attuare devono essere ritenute “attività indifferibili” e di “pubblica utilità” e, pertanto, devono essere
assicurate con la massima tempestività, pur nel rispetto di ogni precauzione tesa a contrastare il contagio del virus. Tutti i soggetti, pubblici o privati, pertanto sono obbligati nel mese di aprile ad effettuare le lavorazioni dei terreni necessarie all’eliminazione della coltre erbosa su cui vive lo stadio giovanile dei vettori. Ivi inclusi i cosiddetti “hobbisti”.
Sempre in tema di pandemia da Coronavirus, è di questi giorni la proposta, giunta da diversi fronti, politici e non, di utilizzare i percettori del Reddito di Cittadinanza in attività agricole, per fronteggiare il fabbisogno di manodopera, carente per le misure Covid 19. Può concretizzarsi data l’emergenza e la conseguente crisi economica?
È necessario provvedere sotto diversi aspetti al reclutamento di personale da impiegare nelle operazioni agricole che il comparto necessita. Questa emergenza COVID-19 non ha fatto altro che acuire e portare a galla le difficoltà che nel settore primario ci sono da tempo. Manca un vero punto d’incontro tra domanda e offerta, specie nelle regioni più inefficienti e meno strutturate. Piattaforme dedicate potrebbero incrociare con facilità le richieste delle imprese agricole con le necessità di impiego di forza lavoro italiane e straniera, percettori di reddito di cittadinanza o di altre forme di sostegno al reddito o persino fuoriuscita da poco da altri settori rimasti fermi a causa delle
misure di contenimento. Ciò può già avvenire attraverso l’utilizzo dello strumento dei voucher ma non escluderei la possibilità di dar vita a strumenti più agevoli per l’ingaggio immediato di manodopera a breve tempo. Nel frattempo, nel Dl Cura Italia abbiamo dato un sostegno ai piccoli produttori estendendo sino al sesto grado di parentela le prestazioni ritenute gratuite, oggi permesse sino al quarto grado. Tali prestazioni, svolte in modo meramente occasionale o ricorrente di breve periodo, non integrano in ogni caso un rapporto di lavoro autonomo o subordinato e sono effettuate a tiolo di aiuto, mutuo aiuto, obbligazione morale senza corresponsione di compensi, salvo le spese di mantenimento e di esecuzione dei lavori. Ma continuiamo ad adoperarci affinché queste problematiche si risolvano in maniera definitiva e risolutiva per il futuro.
Quali le iniziative in cantiere postpandemia a sostegno del settore primario (agricoltura, pesca, vivaismo, turismo enogastromico)?
Come detto in precedenza, sarà fondamentale e cruciale essere pronti per la ripartenza. Mentre fronteggiamo le tante emergenze in corso, nei diversi comparti, stiamo al contempo seminando attraverso misure di sostegno alle esportazioni agroalimentari. Ci sono ampi margini e spero di poter dare presto notizia di importanti risultati rag
giunti. In tal senso mi piacerebbe accennare all’ afflusso di liquidità per il settore primario, permettendo alle aziende agricole l’accesso diretto al Fondo di Garanzia per le PMI, comprendendo ovviamente i benefici previsti dal Dl Cura Italia, rappresenterebbe in questo momento un importante sostegno alla nostra agricoltura. Attualmente, infatti, il comparto primario può accedere solo attraverso i Confidi agricoli che, però, di fatto non esistono a livello nazionale e riescono a far erogare finanziamenti in poche province e per importi di entità modestissima. Basterebbe una copertura di 100 milioni di euro a valere sul Fondo di Garanzia per permettere la erogazione di prestiti di liquidità, ripianamento passività e investimenti al settore agricolo di oltre 1,3 miliardi di euro. Nel settore agroindustriale, collaterale a quello agricolo, il Fondo ha svolto un ruolo fondamentale negli ultimi anni, erogando quasi 1 miliardo di euro solo nel 2019, come dimostrano i dati dello stesso Mediocredito Centrale.
Nonostante Covid 19 stia mettendo a dura prova le catene produttive IL CONSORZIO DI PACHINO IGP ASSICURA
LA TUTELA DI TUTTA LA FILIERA Agroalimentare
icurezza e tutela di tutta la filiera produttiva prima di ogni cosa” - commenta Salvatore Lentinello, Presidente del Consorzio del Pomodoro di Pachino IGP, intervenendo in merito all’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia del Covid 19 che il nostro paese si sta trovando ad affrontare. “La catena produttiva, logistica e distributiva del distretto IGP Pomodoro di Pachino è riuscita a garantire le forniture ai propri clienti della GDO per fare fronte alle richieste dei nostri consumatori fidelizzati; il tutto è avvenuto nel rispetto delle condizioni lavorative dei dipendenti, ai quali i datori di lavoro hanno assicurato la fornitura di dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti e disinfettanti). Nel corso delle attività lavorative precisiamo che sono rispettate le distanze imposte dall’emergenza (almeno un metro) e che i locali sono sanificati con regolare periodicità. Al personale, a cui va un particolare ringraziamento per l’impegno profuso in questo momento di emergenza, viene poi sempre assicurato
un opportuno e adeguato periodo di riposo”. Sicurezza prima di tutto quindi. In questi giorni più che mai indispensabile per preservare non solo tutta la filiera agricola, ma anche la salute della cittadinanza e della collettività. La grave emergenza sanitaria richiede ancora più tutela nei confronti dei consumatori, non solo con prodotti agroalimentari di qualità, ma anche con controlli particolarmente attenti e capillari in merito alla sicurezza. “In questo momento storico così difficile - prosegue Lentinello - riteniamo più che mai necessario proseguire le nostre attività - rispettando tutte le norme messe a punto dal Governo - e fornire assistenza ai produttori garantendo la sicurezza dei prodotti e intensificando i controlli necessari a vigilare sul mercato, affinché non si verifichino irregolarità, speculazioni o contraffazioni”. In questo senso il Consorzio di Pachino è già attivo con l’utilizzo della tecnologia Blockchain, di cui si serve per tracciare, con la massima trasparenza, le sue coltivazioni,
la qualità dei prodotti finali e le condizioni di lavoro. Il consumatore finale, proprio a garanzia della sicurezza alimentare, ha accesso - tramite un semplice QR code - a tutte le informazioni sul prodotto, rendendo così immediatamente trasparente tutta la filiera. “Si tratta di una tecnologia - precisa il Direttore Sebastiano Barone - che da quest’anno, già prima che scattasse l’allarme Covid 19, abbiamo ottimizzato con la Pmi innovativa EZ Lab, pioniera nell’applicazione della Blockchain per l’agrifood, attraverso il suo partner locale TechNrgy srl, per tracciare i nostri pomodori dal campo al supermercato e combattere così le contraffazioni e le sofisticazioni alimentari, garantendo sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale”. Per quanto riguarda quest’ultima, l’impegno del Consorzio si concretizza nel packaging sostenibile utilizzato a partire dall’inizio della campagna di produzione di quest’anno, realizzato in cartone e ricoperto con film PLA biodegradabile al 100% ricavato dal mais.
-90% VENDITE VINO
URGENTE PIANO SALVA VIGNETI PER CHIUSURA RISTORANTI E BAR
nche per il vino serve una trincea nella lotta all’emergenza Coronavirus per cui Coldiretti Puglia ha inviato un ‘Piano Salva Vigneti’ alla Regione Puglia che si articola negli interventi per sostenere agricoltori e cantine, creando al contempo le condizioni per la ripartenza quando il momento di criticità sarà superato. Coldiretti Puglia ha stimato un danno di oltre il 35% a carico del settore vitivinicolo, con punte fino al 90% per le cantine storicamente impegnate nei canali di vendita Ho.Re.Ca, con la richiesta alla Regione Puglia di dichiarare lo stato di calamità anche per il settore vitivinicolo. “A pesare sul mercato interno è stata anche la chiusura forzata di ristoranti e bar e considerato lo stato di crisi per cui abbiamo chiesto che specifiche agevolazioni fiscali e previdenziali si applichino a tutte le imprese agricole operanti nel settore vitivinicolo che ha subito effetti particolarmente negativi per l’emergenza epidemiologica COVID -19, una necessità che va sostenuta anche garantendo liquidità alle imprese del settore con interventi emergenziali a livello regionale, nazionale e comunitario senza appesantimenti burocratici”, dichiara Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. “E’ necessario sostenere un settore che è il fiore all’occhiello della Puglia, con il vino di qualità che è stato volano di promozione e sviluppo del turismo, dell’agriturismo, anche nei ristoranti e negli alberghi e che paga a caro prezzo il blocco delle strutture ricettive e della ristorazione”, insiste il presidente Muraglia. “Lo scenario del settore vitivinicolo va analizzato – spiega Gianni Cantele, presidente di a
Coldiretti Lecce e responsabile del settore vitivinicolo di Coldiretti Puglia - a seconda dei canali di vendita su cui le diverse strutture di produzione e commercializzazione indirizzano le proprie produzioni. Si registra il 90% delle disdette degli ordini di vino destinato al canale Ho.Re.Ca per la chiusura di ristoranti, bar, pizzerie, la riduzione del 15% degli ordini dalla Grande Distribuzione Organizzata, mentre per quanto attiene la commercializzazione sui mercati internazionali si sono accumulati ritardi negli ordini sottoscritti prima della pandemia e il rinvio di circa il 30% degli ordini in corso di conferma durante la pandemia, con lo slittamento del pagamento delle fatture per ordini di vino già consegnato”. Lo scenario è aggravato – aggiunge Coldiretti Puglia - dal problema della manodopera, con i disagi dal punto di vista logistico e degli spostamenti e l’aggravio dei costi per fornire quotidianamente DPI e igienizzante e una sostanziale riduzione della produzione giornaliera, causata dalla rivisitazione dei carichi di lavoro, considerate le rotazioni dei dipendenti in ferie e cassa integrazione. “Abbiamo chiesto di attivare la distillazione dei vini non ad indicazione IGP e DOP, da attuarsi esclusivamente nel periodo antecedete alla prossima campagna vendemmiale, per svuotare le cantine e scongiurare possibili frodi durante le fermentazioni, il premio allo stoccaggio per i vini IGP e DOP o DOCG, tutte le semplificazioni che risultano tuttora inattuate e gli indennizzi alla imprese, anche per quelle di trasformazione, attraverso fondi regionali, nazionali e comunitari per dare liquidità immediata, con regole commerciali che riportino trasparenza e
corretta nei rapporti”, insiste il presidente Cantele. Inoltre, Coldiretti Puglia ha chiesto di attivare prestiti di conduzione garantiti dallo Stato con una possibilità di benefici in conto capitale e/o conto interesse, da erogare direttamente alla cantina in rapporto agli ettari di superficie vitata risultante dal fascicolo aziendale alla data dell’inizio della pandemia, le proroghe scadenza autorizzazioni impianti vitivinicoli, l’attività finanziata e coordinata di promozione e valorizzazione in Italia e all’estero dei vini di Puglia, l’accelerazione dei collaudi e della liquidazione del PSR e dell’OCM e l’abbattimento totale o almeno parziale dei contributi per i lavoratori agricoli. Per far recuperare nell’immediato liquidità alle aziende vitivinicole sono stati richiesti tra l’altro – conclude Coldiretti Puglia - forme di accesso al credito agevolato e finanziamenti ponte di almeno 5 anni con estensione a titolo gratuito delle garanzie statali.
CHIMA IL 380.623.8672 OPPURE MANDA UNA MAIL A: r.pavone@foglie.tv
Agricoltura: Mipaaf, iscrizione virtuale per Sos manodopera. “Manteniamo la calma e confidiamo nel nostro paese” Agricoltura
er agevolare il reperimento della manodopera in agricoltura stiamo pensando a una lista di iscrizione virtuale per chiunque voglia proporsi sul lavoro, che potrebbe essere gestita da noi e condivisa con il ministero del Lavoro, le Regioni, i centri per l’impiego e le organizzazioni agricole”. Ad anticiparlo è la ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova in un incontro in video conferenza con gli Assessori regionali, dove ha indicato la strategia a tutto tondo su diversi temi agricoli, perché segnerà anche i provvedimenti successivi del governo. “La nostra parola d’ordine è lavorare per reperire la manodopera - ha detto la ministra - e sulla base dell’anagrafica che avremo faremo in modo di ragionare sullo strumento ottimale per impedire che i raccolti restino nei campi”. In tema
di florovivaismo, la ministra ha anticipato la circolare che il ministero dell’Interno sta inviando ai Prefetti per rafforzare lo spirito dell’interpretazione autentica sulle vendite al dettaglio e il lavoro in atto perché nel “Decreto Cura Italia bis sia presente un fondo dedicato per l’indennizzo dei danni subiti”. A questo proposito secondo la ministra “potrebbe essere opportuno avviare una stima regionale dei danni effettivi”. Sul versante suinicolo, Bellanova ha confermato che “è allo studio degli uffici un intervento sui prosciutti e una valutazione su un incremento della compensazione Iva” e che domani si terrà la riunione tecnica del Tavolo suinicolo. Sul fronte del biologico, infine, la ministra ha ricordato la firma del “Decreto Rotazioni”, provvedimento molto atteso dalle aziende, punta a fare chiarezza sugli avvicendamenti colturali, tra gli aspetti più importanti del metodo dell’agricoltura
bio. Avviati i pagamenti da parte dell’Inps, controllate il vostro conto. “Sono in corso i pagamenti e già da questa mattina quasi due milioni di autonomi troveranno nel loro conto corrente i 600 euro ed entro venerdì tutti i pagamenti saranno ultimati”. A confermarlo è il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che ha confermato anche i prestiti garantiti al 100% per le piccole imprese: “Abbiamo avuto l’autorizzazione della Commissione europea a questo nuovo schema, quindi questo nuovo strumento è operativo ed è possibile online mandare la richiesta di questo prestito garantito”. Anche il ministro Catalfo assicura: “Circa il 50% di coloro che hanno presentato la domanda riceveranno l’indennizzo sul proprio conto corrente nella giornata di mercoledì 15 ed entro la fine della settimana si chiuderanno tutte le restanti pratiche”.