FOGLIE n.7/2020

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groalimentare

In occasione dei 100 anni dalla nascita

Le sette scene memorabili di Alberto Sordi con il cibo Sordi riesce sempre a rappresentare stati d’animo e situazioni psicologiche in pochi semplici gesti. Anche nei film in cui il tema non è gastronomico, lo troviamo spesso di fronte al cibo, come metafora, nel bene e nel male, delle condizioni sociali.

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cena iconica del film diretto da Steno. Sordi è Nando Mericoni un giovanotto senza arte né parte che sogna e mitizza gli Stati Uniti e cerca di comportarsi come un americano, con tanto di parlata in inglese maccheronico (e qui l’aggettivo è doppiamente giusto). Torna a casa a sera tardi e trova la tavola pronta con la sua cena. Vede la zuppiera di spaghetti e si indigna: “Maccaroni? Questa è roba da carrettieri, io non mangio maccaroni. Vino rosso? Io non bevo vino rosso. Lo sapete che sono americano, gli ameri-

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el film diretto da Luigi Comencini, si racconta la vicenda di alcuni plotoni dell’esercito italiano dopo l’8 settembre allo sbando. Sordi è il sottotenente Alberto Innocenzi, a capo di un plotone che va allo sbaraglio in giro per l’Italia. Il film è tutt’altro che comico (toccante la scena del passaggio di un convoglio che porta gli ebrei verso i campi di concentramento al nord), ma contiene una serie di siparietti godibili. Come quella del geniere Ceccarelli (Reggiani) che porta sempre con sé una

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i tratta di un film a episodi, in un certo senso prequel di Dove vai in vacanza. Nell’episodio “La Camera” la stessa coppia (lui operaio metalmeccanico) si concede una vacanza in Costa Smeralda, ma nessun albergo dice di avere una stanza disponibile per

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Un americano a Roma cani non mangiano maccheroni, non bevono vino rosso. Bevono latte, per questo vincono gli apache. Maccarone, che mi guardi con quella faccia intrepida, mi sembri un verme, maccarone. Questa è roba da americani: yogurt, marmellata, mostarda… roba sana sostanziosa”. E addenta un morso di pane e mostarda irrorato di latte. Poi sputa subito tutto, pronunciando una delle frasi passate alla storia del cinema. “Ammazza che zozzeria! Gli americani aho… Maccherone, mi hai provocato e io ti distruggo, adesso maccherone, io me te magno”. E tra

una forchettata di pasta e l’altra, ecco che fine fanno gli altri ingredienti: “Questo lo damo ar gatto”, il latte, “questo al sorcio”, lo yogurt, “con questo ci ammazziamo le cimici”, la tanto citata mostarda (che poi è la senape).

Tutti a casa valigia pesantissima: deve consegnarla a un maggiore che si trova a Napoli, la controlla sempre e rifiuta sempre di mostrare il contenuto, anche se tutti pensano che contenga particolari prodotti alimentari. A un certo punto, in vesti borghesi, riescono a prendere un treno. Ceccarelli finalmente stremato dalla fatica si addormenta e due commilitoni gli sottraggono “il pacco”. Sordi e compagni lo aprono e si rendono conto che contiene delle squisitezze, salami, tartufi neri, scatolette di tonno e conserve. Si chiudono nella toilette del treno a fare

la scorpacciata, poi riempiono il pacco di stracci e sassi per non far capire l’accaduto al povero geniere. Nello stesso film, divertentissima anche la scena della polenta.

Le Coppie loro (in realtà è chiaro che non li considerano all’altezza della loro clientela facoltosa e aristocratica). Si consolano al ristorante con porzioni pantagrueliche. E poi lui la guarda dolcemente negli occhi e le dice: “Di’ quello che te pare ma le fettuccine… so sempre le fettuccine”. www.foglie.tv


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