Foglie n.13/2021

Page 1

I dati della “sofferenza” idrica Xylella: monitoraggi col contagocce

AGROALIMENTARE Vino: i Consorzi di Tutela

e em

AGRICOLTURA

i ns

Pochi controlli e più di un azienda agricola su due non a norma di legge

i ni an

È REGOLARE?

15

Numero 13 - 15 luglio 2021 www.foglie.tv

da

foglie

Agricoltura - Agroalimentare - Turismo rurale


foglie

AGRICOLTURA AGROALIMENTARE TURISMO RURALE

IL MONDO DELL’AGRICOLTURA A PORTATA DI MANO MAGAZINE - WEB TV - WEBINAR

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti gli aggiornamenti.

www.foglie.tv


foglie

Numero 2020 Numero 18 13 -- 15 Ottobre Luglio 2021

Sommario

www.foglie.tv

Copertina

In Puglia il 59% delle aziende è irregolare

Agricoltura

QUINDICINALE DI AGRICOLTURA AGROALIMENTARE TURISMO RURALE Iscritto all’Albo Cooperative a Manualità Prevalente N.A182952

Editrice

G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore Responsabile Vito Castellaneta

Gianvito Gentile Hanno collaborato: Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Donatello Fanelli, Mara Coppola, Gianvito Gentile, Rosa Porro Raffaele Cicorella, Angela Quatela Francesco Martella, Paola Dileo Pubblicità G.Ed.A. Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa

Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61 / 06 del 15 / 11 /2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 904 0264 Iscritta al Registro Operatori Comunicazioni ROC n.26041 TESTATA GIORNALISTICA ACCREDITATA

Partnership

Xylella: ulivi infetti a monopoli e polignano

Agricoltura

Conaf: cambio passo dopo legge bilancio

Agroalimentare

Agrodriver: guida in campo per imprese olivicole

Agricoltura

Vietato lavorare nei campi nelle ore più calde

Agroalimentare

Tartufo: una risorsa per l’Alta Murgia

Agroalimentare

Medinno: al via i primi seminari formativi online

Ambiente

Parco del Gargano: emergenza danni da fauna

Agroalimentare

Affumicatura liquida, un sistema innovativo

Agricoltura

Compag: procedura UE per rinnovo glifosate

Agricoltura

Cia Puglia e Laco contro multinazionali uva senza semi

Agricoltura

Gelsomino ospite di Confaglicoltura Puglia

Agroalimentare

M5S: Rafforzare filiere e distretti agroalimentari

Agricoltura

Ordinanza Emiliano “anti-caldo” nei campi

Agricoltura

Siccità: Salento tra le zone a rischio

Approfondimenti

Approfondimento (dott. R. Cicorella) Approfondimento (avv. A. Quatela) Approfondimento (P. Dileo)

4 11 12 13 16 17 18 19 20 22 23 24 26 27 28

7

8

30





Approfondimento

Il fiorone e sua la polpa dal gusto unico ed incantevole! Il fiorone e la danza della pioggia Il fiorone rappresenta uno tra i prodotti più tipici ed apprezzati del nostro territorio e della nostra Puglia. Sebbene tutti per facilità lo considerano un frutto di stagione, in realtà, il fiorone è tecnicamente un fiore che, con una particolare impollinazione, compare nelle nostre campagne di solito nella seconda metà di giugno fino ai primi di luglio. Quest’anno a causa della scarsità di piogge che perdura da parecchi mesi sia nella nostra Conversano e sia nell’intero territorio pugliese e che sta diventando sempre più un’emergenza ambientale per le nostre coltivazioni e non solo, la qualità dei fioroni e gli alberi del fico sono in parte compromessi. Il caldo afoso di questo periodo, che tra l’altro peggiora il tutto e non da respiro, non è ideale per la qualità e la grandezza del fiorone prima e del fico dopo, ammesso che l’albero coltivato sia una “bifera” ovvero una varietà che li produca entrambi. Proprietà nutrizionali I fioroni sono molto gustosi e nel mangiare la loro polpa ne si diventa quasi dipendenti 8

ma attenzione al quantitativo di zuccheri in essi presenti. Certo, la moderazione in questi casi vale più di ogni altra regola a tavola per cui lasciate perdere chi afferma che si ingrassa mangiando fioroni e mangiatene 1-2 al giorno senza problemi, a meno che non abbiate serie controindicazioni legate a glicemia ed insulina (*). Tra le varie proprietà, i fioroni sembrano essere validi antiossidanti e capaci di regolarizzare l’intestino perché ricchi di lignina, fibre, semini e mucillagini. Inoltre, essi sono abbondanti principalmente in vitamina A, B, C ed E ed in beta-carotene, calcio, sodio, ferro, potassio e magnesio donando benefici alla pelle, ossa, denti, vista e all’intero organismo come energizzanti e antinevrotici. Ricetta I fioroni, oltre ad essere gustati senza buccia esterna così

come sono freschi ed appena raccolti, possono essere abbinati a fette di prosciutto crudo o utilizzati nella preparazione di marmellate. Oppure, i fioroni possono essere utilizzati in risotti con speck croccante o in insalate con uova e spinaci conditi con il nostrano olio extravergine d’oliva ed un pizzico di sale. E vedi che ti mangi! (*) Per ulteriori informazioni in merito vi rimando ad una consulenza che per te, che stai leggendo la rivista Foglie ed il mio articolo, è completamente gratuita!

Biologo Nutrizionista Conversano (BA)

7


Approfondimento

PROMOZIONE E PROTEZIONE DELLE DOP ED IGP DEL VINO I CONSORZI DI TUTELA Al fine di di garantire lo sviluppo delle Denominazioni d'origine e delle Indicazioni geografiche di cui il nostro Paese è ricco sono nati i Consorzi di Tutela ai quali negli ultimi anni sono stati riconosciuti significativi ruoli e responsabilità in tema di protezione e promozione delle produzioni territoriali. Benchè la realtà consortile non sia una prerogativa esclusiva del settore vitivinicolo in questo breve approfondimento ci concentreremo sul mondo enoico. La storia dei Consorzi nel settore vitivinicolo nasce nei primi anni del '900 quando vennero istituiti per lo scopo specifico di combattere la filossera, poi negli anni '30 per la difesa del nome e dell'origine di vini celebri, negli anni '60 per la promozione della cultura enologica, per arrivare agli anni 2000 e successivi con una legislazione sempre più dettagliata ed approfondita in tema dei compiti e ruoli. Anche la normativa comunitaria è intervenuta, prima con il Reg.(CE)1234/2007 e poi con il Reg.(CE) 1308/2013 (www.europa.eu) ad individuarne ambiti di operatività con una particolare attenzione allo sviluppo di iniziative nel settore della promozione e della commercializzazione. In Italia, significativa è stata la portata del Dlg n.61/2010 dedicato alla tutela delle DOP ed IGP 8

dei vini dove si delinearono scopi e poteri dei Consorzi con l'inserimento di alcuni elementi innovativi, successivamente abrogato dalla Legge 12/12/2016 n.238 (c.d. Testo Unico del vino) che però all'art.41 ne ha recepito i contenuti, rinviando ad un apposito decreto attuativo MIFAAP: il DM 18 luglio 2018 pubblicato su G.U. n.232 del 05/10/2018 (www.gazzettaufficiale.it) . Indipendentemente dal susseguirsi della legislazione nel tempo, tutte hanno previsto che ogni produzione vitivinicola DOP o IGP potesse avere un unico consorzio di tutela che si configura come un soggetto privato con finali-

tà pubbliche i cui associati sono inseriti nel sistema di controllo della Denominazione. Sono costituiti tra i soggetti viticoltori, vinificatori ed imbottigliatori della Denominazione vincolati dal contratto di consorzio che ai sensi dell'art.2602 codice civile, deve essere redatto in forma scritta a pena di nullità e contenere : l'oggetto e la durata del consorzio, la sede dell'ufficio,gli obblighi assunti e i contributi dovuti dai consorziati, le attribuzioni e I poteri degli organi consortili, le condizioni di ammissione dei nuovi consorziati,i casi di recesso e di esclusione, le sanzioni per l'inadempimento.


Approfondimento Il Consorzio si deve dotare di uno Statuto, in conformità delle linee guida previste dal Reg.(UE) 1308/2013 e DM 18/07/2018 indicando:il nome della Denominazione da tutelare, le modalità di ammissione e gli obblighi degli associati con modalità di esclusione e recesso, l'individuazione e le funzioni degli organi sociali, le norme per la nomina dell'organo di controllo, le modalità di nomina degli organi sociali, la regolamentazione delle modalità di voto e di rappresentanza, le norme in materia di arbitrato in caso di insorgenza di controversie. Il Consorzio di tutela regolarmente costituito può chiederne il riconoscimento al MIFAAP nel rispetto del requisto della rappresentanza minima sia sotto il profilo soggettivo in termini di percentuale di presenza di viticoltori (35%o40%) che sotto quello della produzione media certificata ( 51%-66%) così come previsto dagli artt. 2,4 e 5 del DM del 2018. Ottenuto il riconoscimento, il Consorzio ha la facoltà di occuparsi delle procedure di approvazione e modifica dei disciplinari di produzione dei vini certificati, di essere un organo consultivo in merito alla Denominazione o Indicazione tutelata, di svolgere attività di assistenza tecnica, studio e valutazione economico congiunturale delle DOP e IGP tutelate, di porre in essere attività di tutela e salvaguardia degli interessi da abusi, concorrenza sleale, contraffa -

8

zioni e uso improprio delle Denominazioni tutelate anche in collaborazioni con le Regioni, di svolgere attività di vigilanza nella fase del commercio nei confronti dei soli associati all'ente consortile e realizzata in collaborazione con ICQRF (Ispettorato Centrale Qualità Repressione Frodi). La legge n.238/2016 (art.41 comma 4) prevede che il Consorzio incaricato, in rapporto all'ampiezza della rappresentività secondo i criteri innanzi indicati, possa acquisire ulteriori e più ampi incarichi oltre quelli precedentemente descritti ma ampliati a beneficio di tutti I soggetti inseriti nel sistema dei controlli della DOGC,DOP e IGP anche se non associati. In questo caso si parla di incarico erga omnes che si sostanzia nel compimento delle politiche di gestione delle produzioni finalizzate a salvaguardare e tutelare la qualità dei prodotti certificati per un migliore coordinamento dell'immissione della denominazione nel mercato; nell'agire in tutte le sedi giudiziarie e amministrative per la tutela degli interessi dei produttori; esercitare le funzioni di tutela, di promozione, di valorizzazione di informazione del consumatore e di cura generale degli interessi della relativa denominazione; svolgere azioni di vigilanza mediante degli specifici programmi con l'ausilio degli agenti vigilatori, nei confronti di tutti i soggetti inseriti nel sistema DOP e IGP anche ai non soci del Consor -

zio soprattutto nella fase della commercializzazione. Per il corretto svolgimento di tutte queste attività aggiuntive, il Consorzio è autorizzato ad accedere al SIAN per acquisire le informazioni necessarie per la valutazione dell'andamento produttivo e commerciale. I Consorzi di Tutela riconosciuti ai sensi del Testo Unico del vino sono inseriti in un apposito elenco periodicamente aggiornato (ultimo agg.11/06/2021) consultabile sul sito internet del MIPAAF(www.politicheagricole.it) In sintesi, sia che si parli di produzione,programmazione, valorizzazione e di gestione del territorio, sia che si tratti di informazione, comunicazione, vigilanza e valorizzazione anche a livello internazionale, è evidente che l'efficacia consorile trova linfa vitale nel fatto che i Consorzi di tutela sono costituiti dagli stessi soggetti coinvolti nella filiera produttiva, con un'esperienza specifica ed una conoscenza approfondita delle caratteristiche del prodotto che tutelano e del territorio che rappresentano.

A cura di Angela Quatela Avvocato civilista e Giurista della Filiera Agroalimentare avv.angelaquatela@gmail.com

9



Agricoltura

www.foglie.tv

XYLELLA: MONITORAGGI COL CONTAGOCCE SOLO 15 SQUADRE SU 90 DEL 2020 11 ULIVI INFETTI A MONOPOLI E 1 A POLIGNANO

Monitoraggi anti Xylella col contagocce, in ritardo rispetto al piano di azione 2021 pubblicato lo scorso aprile, a cui sono impegnate solo 15 squadre con 30 tecnici rispetto alle 90 squadre e 180 tecnici dell’anno scorso, con il rischio che salti la scadenza programmata di ottobre 2021 per la chiusura dell’attività di monitoraggio e campionamento, utile a salvare la Piana degli ulivi monumentali e fermare l’avanzata della malattia verso l’area ancora indenne. E’ quanto stigmatizza Coldiretti Puglia che chiede una stretta ad Arif per portare a regime il piano di monitoraggio entro i tempi prestabiliti, con l’impiego di almeno un numero pari a quello degli anni precedenti di agenti dedicati al monitoraggio e al campionamento degli ulivi, mentre sono già stati conclamati infetti alla Xylella 11 olivi e Monopoli e 1 a Polignano. “Uno scenario ‘senza difesa’, soprattutto nell’attuale contesto pugliese dove è determinante l’attività di contenimento della malattia, è inimmaginabile. Lotta al vettore anche finanziata, monitoraggi e campionamenti sono attività cruciali considerato che non esiste ancora una cura per la batteriosi, per l'individuazione dei focolai nei primissimi stadi della infezione su piante sensibili e la successiva rimozione secondo legge, così come il controllo della presenza di potenziali vettori contaminati, restano l'unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento della infezione.

8

L'efficacia e sistematicità è garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe e non va messo in alcun modo in discussione, anzi il sistema dei monitoraggi e campionamenti va potenziato, perché la lotta all’insetto vettore è stata trascurata e monitoraggi e campionamenti degli ulivi ancora oggi si basano principalmente su analisi visiva di piante troppo spesso asintomatiche", afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. Intanto, continua la conta degli ulivi infetti a Monopoli, mentre a Polignano l’ulivo infetto è ubicato nei pressi della frazione di Triggianello, in un focolaio individuato nella precedente campagna di monitoraggio, ovvero un’area con raggio di 50 metri nel contorno delle piante già trovate infette e, salvo deroghe, già abbattute. Si tratta di un olivo che, sulla base del requisito di monumentalità, che era stato escluso dalla Determina di abbattimento – spiega Coldiretti Puglia sulla base degli aggiornamenti di Infoxylella - avvalendosi della possibilità di deroga prevista appunto per i Monumentali risultati negativi alle analisi. Analoga la situazione per 2 dei 3 nuovi positivi di Monopoli, anch’essi monumentali ricadenti in due precedenti focolai, mentre il terzo olivo infetto di Monopoli, essendo appena 4-5 metri fuori dei 50m del focolaio già demarcato, genera a sua volta un nuovo focolaio.

11


Agricoltura

15 Luglio 2021

CONAF “La legge di Bilancio 2020 ha segnato un cambio di passo importante per le imprese agricole” AGRICOLTURA 4.0 E CREDITO DI IMPOSTA La legge di Bilancio 2020 ha segnato un cambio di passo importante per le imprese agricole: anche il settore primario può accedere alle agevolazioni, grazie alla trasformazione in crediti di imposta dei precedenti regimi di aiuto del superammortamento e iperammortamento. Un cambio positivo, afferma in una nota il CONAF (Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Forestali), ma che per funzionare necessita di tecnici che conoscono le peculiarità del mondo agricolo. Il CONAF è intervenuto avviando un confronto con le istituzioni affinché si apportasse una modifica alla norma attualmente vigente (articolo 1, comma 1062, della legge di bilancio 2021), che limita la redazione della perizia tecnica asseverata esclusivamente a ingegneri o periti industriali iscritti nei rispettivi albi professionali. Tale previsione normativa diviene fortemente limitante se applicata al settore primario ove gli elaborati richiesti necessitano di una profonda conoscenza specialistica del settore agricolo. Da qui la richiesta a tutte le forze politiche di approvare l’emendamento al decreto legge Semplificazioni e Governance del PNRR, avanzato dal deputato Giuseppe L’Abbate, membro della commissione Agricoltura. “Riteniamo che l’estensione del credito di imposta al settore primario sia stata un’ottima intuizione del Governo, poiché consente alle imprese agricole di sfruttare importanti 8 12

agevolazioni utili a stimolare gli investimenti e favorire la transizione digitale” - dichiara il Presidente CONAF Sabrina Diamanti “Seguiamo con attenzione l’iter dell’emendamento al decreto legge Semplificazioni e Governance, in questi giorni al vaglio delle commissioni, perché allargando la platea dei professionisti abilitati si consentirebbe di avere perizie tecniche realizzate da specialisti con una profonda conoscenza di un settore peculiare com’è quello agricolo. Confidiamo, perciò, nell’unanime approvazione da parte di tutte le forze politiche.”

Cosa dice la legge La norma attualmente vigente consente all’impresa agricola di ottenere un credito che varia in relazione al tipo di bene acquisito e alla data di investimento. Si può passare da un “rimborso” che, per il 2021, è pari al 10% per gli investimenti in beni materiali e immateriali diversi “generici” (diversi da quelli di cui agli allegati A e B della legge n. 232/2016) al 20% per beni immateriali 4.0 (compresi nell’allegato B della legge 232/2016) e sino al 50% per beni materiali 4.0 (compresi nell’allegato A della legge 232/2016). Per accedere ai benefici predetti, le imprese che effettuano investimenti superiori a 300.000 euro in beni (previsti negli allegati A e B) sono tenute ad acquisire una perizia tecnica asseverata attestante che il bene possiede caratteristiche tecniche tali da includerlo negli elenchi di cui all’allegato A o B, ma soprattutto che è un bene interconnesso al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura.


Agroalimentare

WWW.foglie.tv

“AGRODRIVER”, LA GUIDA IN CAMPO PER LE IMPRESE OLIVICOLE

NEI PRIMI 6 MESI DEL 2021 PIANTATI PIÙ DI 250MILA ALBERI DI FAVOLOSA Una guida in grado di accompagnare costantemente le aziende nella gestione agronomica, dallo studio delle caratteristiche del terreno alla scelta dell’impianto più adatto fino alla trasformazione del prodotto. È Agrodriver, il nuovo servizio del Consorzio Oliveti d’Italia già attivo per tutti gli imprenditori che hanno deciso di innovare la propria olivicoltura da reddito puntando sulla FS-17 Favolosa. Grazie ad una fitta rete di collaborazioni con alcuni tra i migliori agronomi presenti su tutto il territorio nazionale, dall’Umbria all’Abruzzo, dalla Puglia alla Basilicata fino alla Calabria, le aziende che scelgono l’investimento della Favolosa avranno la possibilità di avvalersi di un “consulente agricolo” in grado di guidarle verso un business sostenibile. Il servizio di assistenza rientra nella mission del Consorzio Oliveti d’Italia che, attraverso la condivisione del proprio modello agronomico costruito in oltre 20 anni di esperienza, ha l’obiettivo di trasferire alle imprese metodiche consolidate di conduzione di impianti olivicoli moderni. Nei primi 6 mesi del 2021, il Consorzio Oliveti d’Italia ha contribuito alla piantumazione di più di 250mila alberi di Favolosa Fs-17 nei campi del Salento distrutti dalla xylella, ma anche in altre regioni come Basilicata, Calabria, Campania e Umbria. Dal 2017 al 2020, invece, sono state vendute in Italia quasi 1,3 milioni di piante di Favolosa, su 800mila c’è la firma del Consorzio Oliveti d’Italia che con i suoi tecnici specializzati ha predisposto un modello agronomico, adottato da oltre 500 imprenditori lungo lo Stivale, basato su qualità, investimenti e costi di gestione contenuti, redditività per le aziende.La cultivar Favolosa, italiana al 100% e certificata nel 1988 dal Cnr, unica insieme al Leccino resistente alla xylella, rappresenta un percorso razionale, sostenibile e conveniente adattabile per ubicazione, tipologia di terreno e dimensioni aziendali a ogni sistema produttivo in tutta Italia. 8

La pianta inizia a dare frutti già al secondo anno dal trapianto e l’evoluzione rapida di incremento produttivo porta la produzione al 50% nel terzo anno, 80% nel quarto anno per raggiungere il 100% dal quinto anno in poi. La Favolosa non soffre della ciclicità produttiva degli impianti tradizionali e, a regime, arriva a produrre in media 100-120 quintali di olive per ettaro, da raccogliere a inizio ottobre, per regalare un olio extravergine d’oliva eccellente, dal fruttato medio intenso, con il piccante che prevale sull’amaro e un alto contenuto di polifenoli. “L’assistenza tecnica che già stiamo garantendo a chi decide di puntare sulla Favolosa è un ulteriore servizio necessario per consentire agli imprenditori di ottimizzare l’investimento con scelte agronomiche già consolidate – spiega il Presidente del Consorzio Oliveti d’Italia, Nicola Ruggiero -. Puntare sulla Favolosa significa proiettarsi nel futuro, rispettando la biodiversità e mantenendo inalterata la grande qualità della tradizione olivicola italiana”. 13


REGISTRO DEI TRATTAMENTI? CON IOAGRI NON È PIÙ UN PROBLEMA! Il nuovo aggiornamento sui trattamenti fitosanitari Uno degli obiettivi principali di IoAgri è dare supporto ai professionisti del settore agricolo come agricoltori, tecnici, agronomi, cooperative ed OP per rendere più efficiente il loro lavoro e snellire l’iter burocratico. IoAgri è il software di gestione tecnico-economico pensato per le aziende agricole con il quale è possibile monitorare l’andamento ed il progresso delle attività da svolgere. Oltre alla gestione economica, IoAgri nasce come aiuto concreto sul campo: permette di gestire ogni operazione colturale, prevedendo per ciascuna di essa un’analisi dettagliata di costi e della resa produttiva della coltura. Inoltre, semplifica l’inserimento dei dati utili per generare automaticamente la documentazione richiesta dalla UE per poter accedere ai contributi PAC. È poi possibile registrare i trattamenti fitosanitari grazie alla partnership con BDF, la banca dati agrofarmaci sempre aggiornata, con 800 sostanze attive e 9.000 formulati commerciali. Questo consente di utilizzare i prodotti fitosanitari in totale sicurezza.

Dopo aver indicato la coltura da trattare e scelto il prodotto commerciale, IoAgri ti suggerisce le avversità ammesse sulla coltura. In base poi allo stadio fenologico della pianta e al metodo di applicazione, non solo vengono indicate le dosi per ettaro e per ettolitro, ma anche i tempi di rientro e carenza, come anche il volume d’acqua ottimale e lo stato amministrativo del prodotto (autorizzato, revocato, scaduto e sospeso).

148

Questa funzione garantisce la certezza che i dati necessari alla stampa del registro dei trattamenti siano conformi alle normative aggiornate. IoAgri permette che si rispettino: 1- gli adempimenti previsti dai principi di difesa integrata, in cui il ricorso ai metodi di difesa con prodotti di sintesi chimica deve essere sempre giustificato (D. Lgs. 150/2012 e PAN, D.M. 30125/2009 - Condizionalità, Reg. UE 1305/13 - Misura 10) 2- le linee guida che regolano l’agricoltura biologica (Reg. CE 834/07 e Reg. CE 889/08, Reg. UE 1305/13 - Misura 11) 3- gli standard imposti dalla certificazione GLOBAL GAP. All’interno del quaderno di campagna ritroviamo la sezione dedicata ai dati catastali, oltre all’anagrafica aziendale e all’elenco delle unità produttive. Nello specifico vengono indicate le particelle che costituiscono la coltivazione, l’area catastale e l’area effettivamente utilizzata dalla coltura da integrare con un semplice click al fascicolo aziendale. Inoltre la vista satellitare con la sovrapposizione della mappa catastale, garantisce una panoramica precisa dei lotti di campo con i relativi dati tra cui le particelle, l’estensione in ettari, l’annata agraria e la cultivar. Favorire la digitalizzazione dei processi agricoli è da sempre lo scopo primario di IoAgri, soluzione che consente di monitorare tutti gli aspetti del processo produttivo aziendale, in modo semplice, veloce e completo.



Agricoltura

15 luglio 2021

VIETATO LAVORARE NEI CAMPI NELLE ORE PIÙ CALDE: ORDINANZA ANCHE IN CALABRIA, BASILICATA E MOLISE É vietato il lavoro in condizioni di esposizione prolungata al Sole, dalle ore 12:30 alle ore 16:00 con efficacia immediata e fino al 31 agosto 2021, sull’intero territorio regionale nelle aree o zone interessate dallo svolgimento di lavoro nel settore agricolo, limitatamente ai soli giorni in cui la mappa del rischio indicata sul sito www.worklimate.it/scelta-mappa/sole-attivita-fisica-alta/ riferita a: “lavoratori esposti al sole” con “attività fisica intensa” ore 12:00, segnali un livello di rischio “ALTO”. Dopo che anche in Basilicata, cosi come in Puglia, è stata emanata l’ordinanza che vieta il

lavoro nei campi con esposizione prolungata al sole e nelle ore più calde della giornata, i commenti che ci giungono da operai e agricoltori sembrano unanimi: nessun ostacolo alla direttiva per le operazioni colturali, ordinarie o straordinarie che siano. Al momento, le regioni italiane in cui è in vigore il divieto di lavoro agricolo nelle ore più calde sono quattro: Basilicata, Calabria, Molise e Puglia.

Vuoi affittare il tuo spazio per convegni, ufficio e aule formative? Rivolgiti a noi: +39 393 668 4463 Conversano, via dell’Ulivo 5

8 16


Agroalimentare

www.foglie.tv

TARTUFO, UNA RISORSA PER ALTA MURGIA

UN PROGETTO DI RICERCA PUNTA A VALORIZZARE IL PREGIATO FUNGO IPOGEO

Un progetto scientifico per valorizzare le specie di tartufo presenti nel Parco dell’Alta Murgia, in Italia tra le zone più ricche del pregiato fungo ipogeo. L’Ente Parco e il Di.S.S.P.A, il Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti dell’Università di Bari, hanno firmato la convenzione di ricerca “Il tartufo nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia”, per individuarne le specie, stimarne le produzioni e valutare le possibili ricadute sugli ecosistemi delle aree di raccolta. Un progetto le cui finalità sono state condivise a monte con l’assessorato all’Agricoltura della Regione Puglia e i cui risultati serviranno anche a stabilire le modalità di raccolta, in un’ottica di sostenibilità ambientale. Le attività progettuali sono state presentate nella sede del Parco di Gravina in un incontro con le con le associazioni dei tartufai. Prevedono la predisposizione di schede di monitoraggio, l’individuazione di tutti i cercatori di tartufo autorizzati dall’Ente Parco, la somministrazione di questionari, la raccolta e l’analisi dei dati e infine la valutazione delle incidenze sugli ecosistemi, come previsto dall'art. 4 della Legge regionale n. 8 del 2015 che disciplina il numero massimo di autorizzazioni. Le varie fasi dovranno svolgersi nell’arco di dieci mesi dalla sottoscrizione della convenzione, con relazioni intermedie a cura del Di.S.S.P.A e tavoli tecnici per fare il punto sull’avanzamento delle ricerche.

8

Per esaltare le qualità del tartufo e potenziarne la promozione nella filiera agroalimentare, il Parco ha proposto l’istituzione di una consulta volta a monitorare le attività di ricerca, raccolta, conservazione e commercializzazione dei tartufi freschi. Il gruppo di lavoro comprenderebbe Ente Parco, la Federazione Nazionale Associazione Tartufai Italiani, l’Associazione Nazionale Tartufai Italiani, l’Associazione Nazionale Tartufai Italiani Regione Puglia, l’Associazione Tartufo del Parco dell’Alta Murgia e l’Associazione Tartufai Alta Murgia. «Tra le numerose eccellenze del Parco spicca il tartufo – dichiara Francesco Tarantini, presidente PNAM – un tesoro da tutelare la cui concentrazione abbonda in molte aree del territorio. L’obiettivo del progetto è la piena valorizzazione delle specie presenti, una risorsa per l’intera regione, che puntiamo a sviluppare con un approccio sostenibile alle aree di raccolta, coniugando la crescita economica con la conservazione dell’ambiente naturale».

17


Agroalimentare

15 luglio 2021

“AZIENDE E TERRITORIO” FILIERA DELLA CARNE E LATTIERO-CASEARIA INTERREG MeDInno

Sono partiti i primi Seminari Formativi online, organizzati da UPI Puglia (Unione Regionale delle Province Pugliesi), nell’ambito del progetto MeDInno “Joint development of innovative processes and products based on local dairy and meat tradition pertaining to ruminant farming and relevant agri-food sectors”, finanziato dal Programma di Cooperazione Territoriale Europea Interreg V/A Grecia-Italia 2014/2020. In totale saranno otto i Seminari Formativi previsti, la cui partecipazione è gratuita, divisi in quattro Moduli e dedicati, tra l’altro, alla promozione del brand di progetto, e più generale, all’orientamento delle politiche territoriali di marketing per il mantenimento dell’equilibrio tra lo sviluppo e la sostenibilità ambientale, sociale ed economica dei territori. Il primo Modulo “Aziende e Territorio” affronterà alcune delle tematiche legate al marketing territoriale, al concetto di “itinerario turistico” in chiave sostenibile e al connubio tra brand e territorio, fondamentali per lo sviluppo e la crescita del settore lattiero-caseario e di produzione delle carni nelle aree coinvolte dal progetto. Una preziosa opportunità di formazione, dunque, che coinvolgerà non soltanto i produttori locali, ma anche gli operatori eno -

188

gastronomici, i rappresentanti di categoria e tutti coloro che intendono accostarsi o approfondire tali tematiche. I Seminari saranno un’occasione unica per discutere e confrontarsi sulle opportunità, le buone pratiche, ma anche sulle criticità del settore agroalimentare locale, oltreché un punto di partenza strategico per una collaborazione mirata allo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio. Il progetto Interreg MeDInno, di cui UPI Puglia è partner progettuale, nasce con l’obiettivo di sostenere le micro e piccole imprese agroalimentari attraverso lo sviluppo di processi e prodotti innovativi basati sulla tradizione locale del latte e della carne dell'area del Programma, contribuendo alla sua crescita intelligente, sostenibile e inclusiva nel pieno rispetto con l'obiettivo del programma. Il progetto si propone principalmente di esaminare i parametri chiave della produzione e del marketing dei ruminanti e di facilitare lo sviluppo di un settore innovativo per la carne e il formaggio, attraverso il trasferimento delle conoscenze, la standardizzazione e la certificazione dei prodotti locali esistenti, lo sviluppo di nuovi prodotti e la creazione di cluster.


Ambiente

www.foglie.tv

PARCO DEL GARGANO: “SI PASSI DALL’INDENNIZZO AL RISARCIMENTO” EMERGENZA DANNI DA FAUNA

Sulle alture del Gargano e, ormai, anche nelle zone collinari e in pianura, gli impatti derivanti dalla presenza di lupi, cinghiali e, più in generale, di fauna selvatica sono notevolmente aumentati. Nel territorio del parco nazionale del Gargano, tra il 2016 e il 2020, le richieste di pagamenti per aver subito danni da fauna selvatica sono cresciute di circa il 200%. Solamente nell’ultimo anno, le imprese del comparto agro-zootecnico hanno presentato domande di pagamenti per un ammontare complessivo di circa 300mila euro. Questa problematica è attualmente oggetto di grande attenzione da parte dell’Ente Parco Nazionale del Gargano che – nell’ambito delle sue competenze e possibilità – non manca di manifestare il suo effettivo sostegno agli operatori del comparto. Nei giorni scorsi il presidente Pasquale Pazienza ha invitato i parlamentari della provincia di Foggia a un incontro nella sede di Monte Sant’Angelo per chiedere il loro aiuto e la più ampia collaborazione nell’affermare dei percorsi risolutivi del problema. Dopo aver presentato le dinamiche del fenomeno e aver evidenziato che, tra le altre cose, esso rappresenta una condizione di oggettivo disagio per gli abitanti del territorio e per i turisti/visistatori, Pazienza ha chiesto di compiere ogni sforzo utile a modificare la normative attuale per consentire il passaggio dal regime d’indennizzo, oggi in essere, a quello risarcitorio.

Il presidente ha affermato che “… nell’area del Parco occorre procedere con l’individuazione e l’adozione di politiche d’intervento sia di breve che di medio/lungo termine ed evitare che le politiche di conservazione portate avanti dall’Ente Parco possano trovare resistenze sul fronte della loro accettabilità sociale. In una logica di breve periodo, l’Ente Parco è già impegnato nell’organizzare delle attività sul campo per ridurre i danni da fauna selvatica attraverso la mitigazione della presenza di certi tipi (in particolare, di cinghiali). A ciò si aggiunga, per via parallela, anche l’attività di mitigazione del randagismo canino già avviata nei mesi precedenti in collaborazione con il Dipartimento di prevenzione della ASL Foggia. Nel contempo bisogna procedere a una modificazione normativa che consenta di riconoscere agli agricoltori e agli allevatori del territorio il diritto al risarcimento integrale del danno effettivamente subito e non, invece, a un indennizzo, che – a conti fatti – si attesta su circa il 50%”. All’incontro erano in presenza presso la sede dell’Ente parco i deputati Giorgio Lovecchio e Antonio Tasso, la senatrice Gisella Naturale, il sindaco di San Marco in Lamis Michele Merla in rappresentanza dei Sindaci della Comunità del Parco. Collegati, in videoconferenza, l’on. Michele Bordo e l’assessore del comune di Vieste Dario Carlino.

Un’immagine dell’incontro

8

19


Agroalimentare

15 Luglio 2021

AFFUMICATURA LIQUIDA: INNOVAZIONE PRATICA, ECONOMICA, SALUTARE ED ECO-FRIENDLY

zione attraverso atmosfera modificata e i sistemi di refrigerazione a 0°, l’azienda deve decidere se buttarlo, se utilizzare la legge Gadda e quindi distribuirlo ai meno fortunati oppure se effettuare una lavorazione che sia in grado di prolungarne la conservazione.

DALLA RICERCA DI UNCI AGROALIMENTARE E IL DAFNE DELL’UNIVERSITÀ DI FOGGIA

Da qui lo studio avviato presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimenti, Risorse Naturali e Ingegneria (DAFNE) dell’Università di Foggia: “una delle più belle realtà nel panorama nazionale in fase di sperimentazione - tiene a sottolineare il presidente nazionale di UNCI Agroalimentare, dott. Gennaro Scognamiglio -, per garantire nell’ambito della filiera ittica quei processi innovativi di garanzia di prodotto di qualità made in Italy, volti all’esaltazione dei gusti attraverso l’utilizzo di tecniche antiche, come quella dell’affumicatura, rimodernate con il supporto della ricerca scientifica.Riascoltando così la voce di un passato che riempie il futuro”. L’uso del fumo liquido, o essenza di fumo, si è diffuso in Europa (soprattutto nelle nazioni del nord) a partire dal 1980: prodotto naturale costituito da concentrato di fumo utilizzato per conferire l’aroma affumicato senza ricorrere alla tecnica tradizionale di affumicatura. L’idea di UNCI Agroalimentare mira ad incrementare l’efficacia dell’affumicatura partendo dall’utilizzo di fumo liquido in combinazione con molecole di origine naturale (oli essenziali, composti fenolici, acidi grassi, batteriocine, etc), ottenute da fonti rinnovabili ed estratte biologicamente, in grado di inibire, singolarmente o in combinazione, i microrganismi specifici responsabili dell’alterazione del pesce. Con tali procedimenti si esaltano le caratteristiche proprie dei prodotti ittici affumicati, rispettando la tipicità e la qualità degli stessi; contemporaneamente si mette a punto un protocollo standard che regola la produzione di un alimento sano e di qualità. I prodotti ittici scelti (spigole e orate) provengono dall’acquacoltura, tecnica produttiva minimamente impattante e quindi più sostenibile da un punto di vista ambientale. I risultati della sperimentazione saranno chiaramente resi noti agli operatori, che avranno a

Il settore ittico è tradizionalmente poco incline all’innovazione, ma negli ultimi anni ha mostrato un particolare interesse verso la ricerca e la produzione di prodotti nuovi. Questo cambiamento di rotta è stato determinato sia dalle mutate abitudini dei consumatori, sempre più consapevoli delle caratteristiche nutrizionali e salutistiche degli alimenti, sia dalle strategie gestionali di settore (nazionali e europee) volte proprio a favorire l’innovazione attraverso incentivi piuttosto importanti. Il PO FEAMP 2014/2020, infatti, si articola in 6 Priorità, ciascuna delle quali prevede una serie di “Misure operative” miranti al sostegno di attività di pesca e dell'acquacoltura che si pongano sostenibili ed efficaci economicamente. La Misura 1.26 è intesa a promuovere l'innovazione nel settore sostenendo progetti volti a sviluppare o a introdurre prodotti e attrezzature nuovi o sostanzialmente migliorati, processi e tecniche nuovi o migliorati, e sistemi di gestione e organizzativi nuovi o migliorati, compreso a livello della trasformazione e della commercializzazione. In questo ambito la Regione Puglia ha accettato il progetto di ricerca di Unci Agroalimentare, affidato al Dafne dell’Università di Foggia, “VALORIZZAZIONE DI SPECIE ITTICHE AFFUMICATE, MEDIANTE TECNICHE TRADIZIONALI E INNOVATIVE”. Un progetto che, nella sua apparente semplicità, ha obiettivi ambiziosi: promuovere tecniche innovative di affumicatura con nuove metodologie di trasformazione del prodotto ittico. Il pesce fresco ha una durata di conservazione limitata. Un’impresa ittica cercherà di ottimizzare la sua economia provando a venderlo nei primi 3-5 giorni, terminato il limite di conserva8 20


Agroalimentare disposizioni nuove opportunità di produzione, e ai consumatori che potranno contare su una maggiore consapevolezza del pesce consumato. Aspetti nutrizionali e salutistici del progetto Quando si parla di “pesce” è di fondamentale importanza analizzare la tipologia a cui si fa riferimento: pesce magro, semi-grasso, grasso. Le specie ittiche considerate nella sperimentazione appartengono alla categoria del “pesce bianco”, noto per il suo basso contenuto di grassi. Uno dei punti deboli del comparto ittico, in riferimento ai prodotti che rientrano nella denominazione di “pesce bianco”, è l’impiego pratico in cucina e di conseguenza l’introduzione di queste specie nel regime alimentare. Avanzare un’ipotesi basata sullo studio e l’elaborazione di ricette che abbiano come prodotto principale specie ittiche affumicate, quali orate e spigole, potrebbe portare ad un incremento della produzione, vendita e consumo del pesce bianco; le ricette, in via di elaborazione, sono studiate per creare dei piatti: completi dal punto di vista nutrizionale, in linea con il regime alimentare mediterraneo; vantaggiosi dal punto di vista salutistico; ecosostenibili, visto l’utilizzo di prodotti ottenuti con tecniche innovative a ridotto impatto ambientale; “L’augurio - afferma il presidente Scognamiglio - è che questa visione possa contribuire a diffondere l’idea che si può mangiare in maniera da soddisfare il palato e allo stesso tempo potenziare la nostra salute, valorizzare alimenti di difficile impiego come il pesce bianco e di educare alla corretta alimentazione partendo da prodotti semplici, salutari ed ecosostenibili”.

8

Aggiornamento sulla ricerca Negli ultimi mesi, i ricercatori del dipartimento DAFNE dell’Università di Foggia - coordinati dalle professoresse Maria Rosaria Corbo e Milena Sinigaglia con il supporto del team tecnico-scientifico di Unci Agroalimentare costituito dalle biologhe Veronica Buzzo, Piera Marigliano ed Ester Mocerino - hanno focalizzato l’attenzione sulla valutazione dell’accettabilità dei prodotti proposti attraverso test sui concept qualitativi e quantitativi e sull’individuazione dei composti naturali di estrazione biologica da aggiungere al fumo liquido. Dopo aver individuato le molecole di origine naturale in grado di inibire i microrganismi specifici responsabili dell’alterazione del pesce, le attività sono state volte ad individuare la composizione ottimale del liquido di affumicatura con la scelta delle concentrazioni di composti naturali da aggiungere al fumo liquido, in grado di garantire le caratteristiche di sicurezza e qualità del prodotto. Il processo di affumicamento è più un trattamento in grado di conferire un aroma gradevole e particolare al prodotto piuttosto che una prolungata conservazione. Per tale motivo, ad una leggera salatura e all’affumicatura a freddo, si affiancherà l’uso delle molecole naturali con attività antimicrobica. Le attività stanno procedendo con la realizzazione effettiva dei trasformati affumicati e la valutazione della loro qualità microbiologica e chimico-fisica, oltre che dell’impatto eventuale del liquido di affumicatura ottimizzato sul profilo organolettico originale del prodotto.

21


Agricoltura

15 Luglio 2021

COMPAG: “NECESSARIA PIU’ INFORMAZIONE”

LA PROCEDURA UE PER IL RINNOVO DEL GLIFOSATE: UN PERCORSO A OSTACOLI Non è amore cieco e incondizionato nei confronti della famosa e contestata molecola che spinge Compag (Federazione nazionale delle rivendite agrarie) a seguirne attentamente le altalenanti vicende, ma il desiderio di contrastare la disinformazione che ormai sembra imperversare in qualunque settore, compreso quello del diserbo chimico e di questa sostanza che, se utilizzata correttamente, permetterebbe di risparmiare tempo e lavoro nel pieno rispetto della salute. Era il 12 dicembre 2017 quando i leader europei, nel desiderio di mantenere il difficile equilibrio tra opinione pubblica ed evidenze scientifiche, approvarono per soli 5 anni l’utilizzo del glifosate in agricoltura, nonostante i dati scientifici analizzati da ECHA ed EFSA dessero garanzie del rispetto dei requisiti del Regolamento europeo deputato all’approvazione delle sostanze per la difesa delle colture. Poiché tale periodo scadrà a breve (dicembre 2022), è ormai iniziato il percorso (ad ostacoli) che dovrebbe portare all’approvazione della molecola. Il 15 giugno il gruppo di valutazione sul glifosato, costituito da Francia, Ungheria, Paesi Bassi e Svezia (AGG), ha consegnato il proprio rapporto sulla valutazione dei rischi (RAR) all'Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) e all'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) per una valutazione completa. Si tratta del primo passo istituzionale da parte delle autorità pubbliche per avviare la valutazione e l’eventuale rinnovo del principio attivo. Le conclusioni del RAR, un dossier di ben 11000 pagine, sottolineano come le asserzioni di mutagenicità o cancerogenicità secondo il regolamento Classificazione, etichettatura e imballaggio (CLP) non siano finora giustificate, né le proprietà di reprotox/interferenti endocrini, così come la tossicità specifica per organi bersaglio. Sono state tuttavia individuate alcune lacune nei dati. Vanno sottolineati, inoltre, i numerosi dati riportati dal Glyphosate Renewal Group delle aziendeagrochimiche sulle conseguenze socio-economiche di un potenziale divieto del glifosato e il confronto con alternative chimiche/non chimiche. Aspetti che non sembrano essere stati presi nella dovuta considerazione da parte dell'AGG.

8 22

Sulla base del RAR elaborato dai 4 stati, l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) dovrà eseguire una valutazione approfondita del rischio entro la seconda metà del 2022, la quale verrà analizzata dalla Commissione Europea che preparerà la discussione nello Standing Committee on Plants, Animals, Food and Feed (SCoPAFF) in cui sono rappresentati gli esperti di valutazione del rischio di tutti gli Stati membri. Nel frattempo, l'Austria ha optato per un divieto parziale nell'uso del principio attivo, in seguito alla procedura di consultazione TRIS a livello UE dello scorso anno (a cui ha preso parte anche COCERAL in rappresentanza delle associazioni delle rivendite europee). In quest’occasione la nostra azione si è dimostrata proficua poiché l'UE non ha provveduto al divieto completo del glifosate, che sarebbe stato in contrasto con il diritto armonizzato dell'UE. L'attuale decisione austriaca è un sostanziale ridimensionamento dell'intenzione iniziale del governo, votata in Parlamento nel luglio 2019, di imporre un divieto completo all'uso del glifosato, limitandosi a escluderne l’uso nei trattamenti pre-raccolta e in determinate aree (pubbliche o frequentate da gruppi vulnerabili di persone, come parchi pubblici, aree sportive e ricreative, strutture educative, giardini). Il divieto riguarda anche gli utilizzatori non professionali. La decisione è stata sostenuta all'unanimità dalla commissione agricoltura e il gruppo dei socialdemocratici (SPO) chiede anche lo stop delle attività promozionali legate alla molecola, ma questa richiesta è stata rinviata. I socialdemocratici chiedevano addirittura che i sussidi agricoli fossero collegati alle aziende agricole che non utilizzano gli erbicidi ad ampio spettro, ovvero il glifosate.

COMPAG Federazione Nazionale delle rivendite agrarie

www.compag.org


Agricoltura

www.foglie.tv

CIA PUGLIA E LACO CONTRO LE MULTINAZIONALI DELL’UVA DA TAVOLA SENZA SEMI AGCOM certifica la fondatezza delle contestazioni sui breeders ma non applica la sanzione “Non avete vinto niente!”. CIA Agricoltori Italiani della Puglia e LACO (Liberi Agricoltori e Commercianti Pugliesi e Lucani) rispondono così alle multinazionali dei brevetti dell’uva da tavola senza semi che, in questi giorni, esultano per una ‘non-sentenza’ dell’AGCOM. Proprio CIA Puglia e LACO, infatti, nel 2019, hanno proposto una segnalazione innanzi alla AGCOM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) contestando la legittimità della condotta e delle pratiche commerciali poste in essere da quattro breeders/costitutori varietali (SUN WORLD, SNFL, IFG e Grapa Varieties-AVI) in ordine alle nuove varietà di uva da tavola senza semi ormai coltivate e commercializzate in Italia da diversi anni. Le organizzazioni segnalanti hanno contestato ai breeders, tra le altre, le seguenti condotte ritenute scorrette: l'obbligo per il produttore di vendere il frutto prodotto dalla coltivazione delle varietà tutelate solo a pochi licenziatari costituiti in Clubs dai breeders; l'unilaterale ed arbitraria decisione dei clubs di accettare il prodotto, fissando il prezzo unilateralmente ed oralmente, peraltro non al momento del conferimento dell'uva da parte del produttore; la corresponsione al produttore di un prezzo inferiore a quello di mercato proprio a causa dell'obbligo contrattuale di vendita dell'uva solo ai pochi licenziatari costituiti in clubs. Divieto di vendita dell'uva prodotta ad acquirenti non facenti parte dei clubs, anche se limitatamente alle produzioni rifiutate da questi ultimi; l'illegittima previsione contrattuale di un potere assoluto di controllo riservato ai breeders, comprensivo perfino del potere di procedere all'estirpazione delle varietà; il rifiuto discriminatorio dei breeders di concedere le licenze a produttori del settore, anche se organizzati in Organizzazioni di Produttori. All'esito dell'istruttoria, con provvedimento del 09/06/2021, pur verificando la fondatezza delle contestazioni segnalate dalle scriventi, l'AGCOM ha ritenuto di non poter applicare alcuna sanzione reputando che la quota totale di mercato delle uve senza semi complessivamente riferita ai 4 breeders

8

segnalati non sia superiore al 35%. Il dato è falsato e sottostimato, calcolato su stime vecchie ed anteriori al 2019. Del resto l'AGCOM non ha tenuto conto dell'attività di cartello esercitata dai 4 breeders, che operano in sintonia allo scopo di condizionare il mercato (a tal scopo hanno perfino fondato la società The Breeders Alliance Co Ltd, lanciata a Londra durante il London Produce Show 2019). Non si comprendono affatto, dunque, l'entusiasmo e i commenti di vittoria rilasciati alla stampa specializzata dai 4 breeders segnalati successivamente alla prima decisione dell'AGCOM del 09/06/2021. Onestamente incomprensibile appare anche l'iniziativa di un neo costituito breeder che ha perfino convocato una riunione di alcuni produttori per segnalare la presunta vittoria dei breeders segnalati, cui ha perfino partecipato uno studio legale barese. Del resto è del tutto frainteso lo scopo della lotta intrapresa dalle scriventi organizzazioni che sono consapevoli di combattere “una battaglia per il futuro dell'agricoltura”. Lo scopo della segnalazione è quello di impedire l'abuso dei diritti di privativa vegetale, giammai quello di sottrarsi alla giusta remunerazione dell'attività dei breeders. Tuttavia, consentire ai breeders di conservare la proprietà delle piante consegnate ai produttori vuol dire consentire loro di controllare le aziende di produzione, vuol dire trasformare questi produttori in servi della gleba. Ai signori che festeggiano per i 4 breeders segnalati occorre chiarire una cosa: non avete vinto niente!. La battaglia è appena iniziata! State attenti piuttosto, perché leggendo il provvedimento dell'AGCOM è ben comprensibile che se le quote di mercato realmente detenute dai 4 breeders segnalati fosse superiore al 35%, (quota così sottostimata dall'AGCOM per mancanza di istituzioni titolari di dati aggiornati), la segnalazione sarà totalmente accolta. A questo scopo lavoreremo con impegno, nell'interesse di una agricoltura senza padroni, ma al servizio di liberi imprenditori.

23


Agricoltura

GELSOMINO

OSPITE DEL DIRETTIVO CONFAGRICOLTURA PUGLIA AL CENTRO INFRASTRUTTURE, INTERNAZIONALIZZAZIONE E IL RUOLO DI UNIONCAMERE Internazionalizzazione infrastrutture e ruolo di Unioncamere sono state le tematiche al centro del direttivo Confagricoltura Puglia tenutosi ieri a Bari al quale ha preso parte il presidente di Unioncamere Puglia Damiano Gelsomino. All'inizio dell'incontro il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro ha sottolineato come il rilancio dell'economia regionale non possa prescindere dalla crescita e dall'ammodernamento del sistema agricolo del territorio. "Sono tre i punti chiave su cui il sistema Puglia deve intervenire – ha detto Lazzàro - la realizzazione di infrastrutture dedicate (irrigue, logistiche e stradali), una maggiore internazionalizzazione in grado di eliminare l'annoso gap che rende le imprese agricole e agroalimentari regionali meno competitive rispetto alla concorrenza e, infine, la creazione di un programma di crescita dei prodotti del territorio sui mercati attraverso fiere e promozione". che. Aspetti che non sembrano essere stati presi nella dovuta considerazione da parte dell'AGG. "Sostenere l'apertura internazionale dell'economia pugliese non vuol dire puntare unicamente sull'aumento delle esportazioni ma anche su collaborazione, investimenti e integrazioni ma questo – ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Puglia - è possibile solo attraverso un'attenta gestione del patrimonio idrico, una maggiore digitalizzazione e una reale assistenza alla gestione delle aziende agricole. Se questo è fondamentale su tutto il territorio regionale diventa indispensabile per la città di Taranto e la sua provincia dove la secolare

8 24

15 Luglio 2021

tradizione agricola si pone come uno dei fattori principali su cui puntare per la realizzazione di un sistema economico sostenibile nel dopo Ilva. Desta infine preoccupazione – ha detto - la fusione delle Camere di commercio di Taranto e Brindisi, fusione che non genera risparmio ma che penalizza le piccole realtà dei due territori”. Dopo aver raccolto le varie sollecitazioni, il presidente di Unioncamere Puglia Damiano Gelsomino ha ribadito come in questa delicata fase di ripartenza, in cui le istituzioni locali sono chiamate a realizzare le riforme e i progetti indicati nel Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR), Unioncamere intende porsi come interlocutore privilegiato tra la Regione e le imprese. "La centralità e la condivisione degli obiettivi da parte di tutte le componenti del sistema d'impresa regionale sarà fondamentale per rispondere in modo adeguato alle sfide che ci attendono - ha spiegato Gelsomino - e per far questo il dialogo e l'interlocuzione costante con le rappresentanze delle diverse categorie produttive è imprescindibile". Il presidente di Unioncamere Puglia ha quindi affermato che “il potenziamento delle infrastrutture materiali e immateriali nelle aree dedicate alla produzione agricola, la digitalizzazione e la semplificazione burocratica sono linee d'azione assolutamente condivisibili e non più rimandabili se si vuol far sì che il mondo agricolo pugliese sia protagonista attivo della ripresa economica".

Damiano Gelsomino presidente Unioncamere Puglia



Agroalimentare

“1,2 MILIARDI DI EURO PER RAFFORZARE FILIERE E DISTRETTI AGROALIMENTARI” SUD, MARZANA (M5S)

“Attraverso i Contratti di Filiera e di Distretto per i settori agroalimentari, della pesca e dell’acquacoltura, della silvicoltura, della floricoltura e del vivaismo, il sistema produttivo del Sud Italia potrà finalmente superare la frammentazione aziendale, gli elevati costi operativi, la scarsa integrazione con la rete di distribuzione e con il comparto di trasformazione che purtroppo lo caratterizzano”. Lo dichiara la deputata Maria Marzana, esponente M5S in commissione Agricoltura, a seguito dell’approvazione alla Camera del Fondo complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che destina a questi strumenti ben 1.203,3 milioni di euro sino al 2026.

15 luglio 2021

“Le imprese meridionali - aggiunge - potranno così superare le proprie criticità, raggiungendo una migliore penetrazione nei mercati, contrastando la volatilità dei prezzi, rafforzando i rapporti tra gli operatori e garantendo una maggiore redditività, soprattutto alla parte più debole, ossia quella agricola. Crediamo fortemente in questi strumenti che valorizzano il lavoro delle filiere agroalimentari italiane e rafforzano le sinergie territoriali". "Sia i contratti di filiera che quelli distrettuali prosegue Marzana - saranno indirizzati a incentivare pratiche agronomiche sostenibili, nel solco delle principali strategie comunitarie, come ‘Green Deal’ e ‘Farm to fork’, affinché si possa raggiungere una vera, concreta e proficua transizione ecologica anche nel comparto primario, garantendo sia la sostenibilità ambientale che quella economica e sociale”. “Sarà determinante, dunque, saper cogliere appieno le potenzialità di questi ingenti finanziamenti per ampliare le occasioni commerciali delle imprese agroalimentari del Sud Italia, migliorando la produzione e rispondendo meglio agli indirizzi del mercato e alle richieste dei consumatori. Grazie al PNRR, poi, accompagneremo le imprese potenziando le infrastrutture logistiche per la commercializzazione anche oltre confine, a cui sono destinati ulteriori 800 milioni di euro. Questi fondi serviranno a ridurre l’impatto ambientale del sistema dei trasporti; a migliorare la capacità di stoccaggio delle materie prime per preservare la differenziazione dei prodotti per qualità, sostenibilità, tracciabilità e caratteristiche produttive; a potenziare le capacità di esportazione e la logistica dei mercati all’ingrosso, anche attraverso la digitalizzazione, valorizzando la tracciabilità dei prodotti e riducendo gli sprechi alimentari” conclude.

Maria Marzana esponente M5S in commissione Agricoltura

8 26


Agricoltura

www.foglie.tv

UILA PUGLIA: “IL RINNOVO DEI CPL SIA OCCASIONE PER TUTELARE LA SALUTE DEI LAVORATORI” ORDINANZA DI EMILIANO “ANTI-CALDO” NEI CAMPI “Dopo l’ordinanza che vieta il lavoro agricolo nei giorni ad alto rischio e nelle fasce orarie più calde, diviene necessaria la sottoscrizione di un accordo tra le organizzazioni Sindacali e datoriali per meglio tutelare la salute dei lavoratori”. Così il Segretario Generale Uila Puglia, Pietro Buongiorno, dopo l’ordinanza con la quale il governatore il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano è intervenuto al fine di tutelare i braccianti pugliesi, dopo l’ennesima tragedia accaduta nei giorni scorsi. L’ordinanza vieta: “il lavoro in condizioni di esposizione prolungata al sole, dalle ore 12:30 alle ore 16:00 con efficacia immediata e fino al 31 agosto 2021: la decisione dopo anche quanto accaduto a Brindisi dove un bracciante agricolo di 27 anni è morto dopo aver lavorato molte ore sotto il sole, a temperature elevate”. Le restrizioni valgono “nelle aree o zone interessate dallo svolgimento di lavoro nel settore agricolo, limitatamente ai soli giorni in cui la mappa del rischio indicata sul sito www.worklimate.it/scelta-mappa/sole-attivita-fisica-alta/ segnali un livello di rischio Alto”. “È necessario – continua Buongiorno- provvedere ad un accordo tra il partenariato datoriale e sindacale, di cui la regione sostiene che si farà promotrice; un accordo che possa meglio tutelare, in via ordinaria, la salute dei soggetti che operano nelle condizioni climatiche più pericolose, viste le alte temperature registrate nella nostra regione. Come Uila Uil riteniamo che il negoziato con le parti datoriali per il rinnovo dei Contratti Provinciale degli operai agricoli e florovivaisti in corso in tutte le province Pugliesi possa essere l'occasione per una interlocuzione costruttiva con le organizzazioni datoriali nella speranza, tuttavia, che questa sia occasione proficua per avvicinare le posizioni tra le delegazioni trattanti chiamate al rinnovo dei Contratti Provinciali di Lavoro scaduti il 31

8

dicembre 2019 e che interessano, nella sola Regione Puglia circa 170mila lavoratori con un numero di giornate annue lavorate superiore a15 milioni”. Il lavoro agricolo e florovivaistico rimane un impiego “fragile”, che dà sempre meno garanzie e serenità ai braccianti. “Da tempo ribadiamo che il rinnovo dei CPL può creare l’opportunità per una seria valorizzazione e tutela della salute e sicurezza del lavoro e di sorveglianza sanitaria. La Uil da mesi sta portando avanti una campagna di sensibilizzazione nazionale sotto lo slogan Zero Morti sul Lavoro. Lo ha ribadito lo stesso Segretario Generale Nazionale, Pierpaolo Bombardieri dal palco di Bari: il nostro obiettivo non è diminuire, non è ridurre, ma azzerare. E’ la lotta della vita, è la battaglia per la civiltà del lavoro."

Michele Emiliano presidente Regione Puglia

27


Agricoltura

SICCITÀ: -9MLN METRI CUBI D’ACQUA IN 7 GIORNI

SALENTO TRA ZONE A MAGGIORE SOFFERENZA IDRICA

La Puglia perde 9 milioni di metri cubi d’acqua dai bacini utili alla piena attività irrigua in una settimana, ma è in Salento la punta dell’iceberg, perché entra nel report di Maggio dell’EDO (European Drought Observatory) come una tra le zone in maggiore sofferenza idrica, con il conto salato del dissesto idrico in Puglia di oltre 300 milioni all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, sulla base dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche che segnala il caso dell’incompiuta diga di Pappadai in provincia di Taranto, che una volta ultimata andrebbe a servire l’Alto Salento, ancora oggi irrigato esclusivamente con pozzi e autobotti, con i volumi invasati che scendono a 4,42 milioni di metri del 2021 dai 5,04 del 2020, a testimoniare una condizione peggiore dell’anno scorso, quando una forte siccità condizionò pesantemente l’economia agricola della Puglia.

8 28

15 luglio 2021

A risentire è tutto il settore agricolo nel 2021 divenuto rovente con 9milioni di metri cubi di acqua in meno, con le albicocche, l’uva e le ciliegie scottate dal solleone e i frequenti incendi, oltre 30 al giorno solo in provincia di Lecce, che mandano in fumo migliaia di ulivi ormai secchi a causa della Xylella e i 70 roghi dei campi di grano nel foggiano. Stanno soffrendo il caldo gli animali nelle stalle – spiega Coldiretti Puglia - dove le mucche per lo stress delle alte temperature stanno producendo fino al 15% circa di latte in meno rispetto ai periodi normali.Alla diminuzione esponenziale di acqua si aggiungono i disservizi dei pozzi artesiani gestiti da ARIF, con i casi più eclatanti a Conversano dove il pozzo è fermo da oltre 20 giorni a causa di un guasto alla pompa di sollevamento, con l’evidente danno per le aziende zootecniche della zona, dove l’erogazione di acqua risulta importantissima al fine di soddisfare le esigenze agricole e soprattutto quelle del bestiame. Per i pozzi ubicati in agro di Noci relativi agli impianti irrigui di Scarciullo, Madonna della Scala e Perrotta l’erogazione è a singhiozzo, mentre in agro di Triggiano l’impianto di Fringuello non è funzionante e gli impianti Paradiso, Torrelonga, Pennalatorta di Via Capurso e Via Noicattaro necessitano di manodopera straordinaria e ordinaria al fine di sostituire componenti della rete idrica ormai esausti e logori, tali da non permettere una corretta erogazione dell’acqua.


Agricoltura “Le opere non possono restare eterne incompiute e vanno sfruttate al meglio tutte le risorse messe a disposizione della programmazione degli interventi idrici e di riassetto del territorio nei prossimi anni, perché è andata persa finora l’opportunità di ridisegnare politica irrigua e di bonifica integrale in Puglia. Un lusso che non ci si può permettere in una situazione in cui con l’emergenza Covid l’acqua è centrale per garantire l’approvvigionamento alimentare in uno scenario globale di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti e speculazioni che spingono la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l’alimentazione delle popolazione”, afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. La mancanza di una organica politica di bonifica e irrigazione comporta che lo stesso costo dell’acqua sia stato e continui ad essere caratterizzato da profonde ingiustizie. Per questo vanno rivisti gli accordi fatti con la Regione Basilicata, circa il ristoro del danno ambientale e con la Regione Molise per la realizzazione di una condotta di 10 km per drenare acqua dall'invaso del Liscione fino all'invaso di Occhito. Necessaria una stretta – insiste Coldiretti Puglia - per non perdere le risorse e avviare immediatamente nel 2021 il complesso piano per le infrastrutture irrigue in Puglia e le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria, con la costituzione di un tavolo regionale istituito dall’assessore regionale all’Agricoltura Pentassuglia per avviare un monitoraggio capillare e costante delle azioni richieste e messe in campo, secondo una tempistica certa. “Per cogliere una opportunità unica Coldiretti ha elaborato e proposto per tempo un progetto concreto immediatamente cantierabile per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie, con una esigenza resa necessaria dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua”. E’ inoltre necessario reinserire nel P.N.R.R. il miliardo di euro per le forestazioni pedecollina-

8

www.foglie.tv

ri ed i 500 milioni per la digitalizzazione delle reti idriche. Questi interventi migliorerebbero la condizione soprattutto di territori difficili, invertendo la tendenza al loro abbandono, riducendo il divario fra aree del Paese, grazie all’insediamento di nuove attività produttive. Il piano della Coldiretti sulle risorse idriche per il Recovery Plan punta alla transizione verde in modo da risparmiare il 30% di acqua per l’irrigazione, diminuire il rischio di alluvioni e frane, aumentare la sicurezza alimentare dell’Italia, garantire la disponibilità idrica in caso di incendi, migliorare il valore paesaggistico dei territori e garantire adeguati stoccaggi per le produzioni idroelettriche green in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni dell’UE per il 2030. Un progetto ideato ed ingegnerizzato e poi condiviso – conclude la Coldiretti Puglia - con ANBI, Terna, Enel, Eni e Cassa Depositi e Prestiti con il coinvolgimento anche delle Università.

29


Approfondimento

LE MAGICHE INSALATE: REGINE DELL’ESTATE MA NON SOLO ALLA LENTE DELL’ASS. CIBOACCULTURARSI LE VIRTÙ DI QUESTI PREZIOSI ORTAGGI

Le insalate: regine indiscusse delle pietanze estive, protagoniste di soluzioni fast food e di piatti più elaborati, dove gli ortaggi incontrano i carboidrati (pasta, riso e altri cereali) o le proteine (carne, pesce, uova e formaggi), il cosiddetto “piatto unico” tanto in voga ai nostri giorni, la versione più evoluta della vecchia e povera insalata a base di lattuga, olio, sale e aceto; ebbene le mitiche “sempreverdi”, lo scorso tre luglio, hanno tenuto banco nella serata organizzata dall’Associazione Ciboacculturarsi e dell’Accademia dei Georgofili (Bari –Sez. Sud Est). Ad ospitare l’evento l’Azienda Agricola Terra di Caanthea a Castellana Grotte. All’interessante dibattito moderato dal dott. Nicola Simonetti, sono intervenuti il prof. Vittorio Marzi, la dott.ssa Laura dell’Erba e il prof. Pasquale Montemurro. I relatori hanno illustrato “varietà, virtù, storia delle regine dell’estate”. Alla dott.ssa dell’Erba (specialista in Endocrinologia e Malattie del Ricambio), chiediamo: Perché le insalate? Come dice lo stesso manifesto dell’evento, le insalate sono regine dell’estate. Un piatto fresco, leggero con tantissime proprietà nutritive, in particolare sali minerali (soprattutto potassio) e molte vitamine la A, B, C, E. La maggior parte delle insalate ha un buon contenuto di fibre, utili alla salute dell’intestino; inoltre sono ipocaloriche e conferiscono senso di sazietà più a lungo. La parte verde delle foglie d’insalata, rispetto alla bianca, è più ricca di Beta Carotene (precursore della vitamina A)

8 30

Che cosa s’intende per insalata? Insalata è il participio passato femminile del verbo insalare, che significa condire col sale. Per insalata non s’intende un piatto a base di uno o più vegetali, ma qualsiasi pietanza di ortaggi, di solito in foglie, condita con olio sale e aromi. L’insalata può essere di sola lattuga o di radicchio, ma anche di patate e pomodori o di cavolo. L’alternativa può essere un’insalata mista con tante verdure crude o cotte. E ancora un’insalatona con ingredienti non solo vegetali. Il piatto che noi chiamiamo insalata prendeva il nome di acetaria per gli antichi romani, visto che l’aceto era il loro condimento preferito, del quale facevano largo uso. Quali sono le varietà di ortaggi più utilizzate per preparare le insalate? Esistono vari tipi di ortaggi a foglie appartenenti a diverse famiglie, utili per questa pietanza. Ricordiamo per esempio, le cicorie, che includono i radicchi e le indivie, tutte caratterizzate dal sapore amarognolo. Poi ci sono le lattughe, a queste si affiancano le brassicacee come il crescione, la rucola e le numerose erbe di campo (es. tarassaco e portulaca). Le caratteristiche nutrizionali di questi ortaggi sono differenti o comuni? Nonostante le varietà siano molteplici, le caratteristiche nutrizionali in micronutrienti degli ortaggi in foglie per insalate, variano di poco. Cicoria, radicchio, indivia, lattuga, rucola, sono un alimento molto leggero e digeribile, particolarmente consigliato a chi ha bisogno di disintossicare l’organismo. Che cosa contraddistingue la cicoria, il radicchio e l’indivia in termini salutistici? Nella cicoria prevale una percentuale più alta di calcio e ferro e una buona quantità di sodio, rame, fosforo e cloruri. Fra tutte la cicoria indivia è quella più ricca di potassio e Vit. A. Il loro caratteristico amaro è una componente utile a stimolare la secrezione biliare e quindi a prevenire la formazione di calcoli biliari. Il radicchio rosso in particolare, è


Approfondimento nico). Uno studio coreano del 2009 e uno giapponese del 2015 hanno dimostrato l’incidenza dei carotenoidi nella prevenzione e contrasto dell’osteoporosi. Altri studi hanno confermato che gli antociani (di cui la lattuga è ricca) prevengono l’insorgenza di malattie tumorali al colon.

più ricco di luteina, che ha proprietà protettive per gli occhi e riduce il rischio d’insorgenza di malattie cardiovascolari o aterosclerosi. L’acido cicorico come ha dimostrato uno studio italiano del 2008, è utilissimo nel contrastare il processo di deterioramento cellulare indotto dai radicali liberi. In aggiunta l’acido clorogenico, presente in generose quantità, è in grado di svolgere un’azione antidiabetica e stimola una maggiore secrezione d’insulina. La cicoria è poi l’ortaggio più ricco d’inulina, un extranutriente che riduce l’assorbimento intestinale di colesterolo e stimola la moltiplicazione dei cosiddetti “batteri amici”, in particolare di bifidobatteri e lattobacilli, utili a regolarizzare le funzioni intestinali e a prevenire tumori. Il radicchio poi si rivela una vera pozione magica di bellezza e salute per il suo contenuto di vit. A, B1 e B2 (una quantità elevata di antiossidanti pari a quella dei mirtilli); contiene anche triptofano, benefico per il sistema nervoso centrale e quindi anche per contrastare l’insonnia. La lattuga invece? Anch’essa è un’ottima fonte di antiossidanti, in particolare carotenoidi (beta carotene e luteina) e (acido caffeico, quercetina, acido cloroge-

8

Mentre la rucola che proprietà possiede? È un’erba ricca di Vit. C e di Sali minerali (ha valide proprietà antiscorbutiche). In passato era apprezzata più per le sue virtù medicinali che per l’uso alimentare. Oltre ad avere proprietà depurative, digestive, stimolanti, toniche (è però controindicata nei soggetti con gastrite e ulcera gastroduodenale), ha proprietà diuretiche, disintossicanti e depurative per il fegato. la presenza di carotenoidi e flavonoidi conferiscono alla rucola proprietà antiossidanti in grado di contrastare gli effetti nocivi dei radicali liberi e l’insorgenza di malattie croniche come il cancro e a carico del sistema cardiocircolatorio. Quanto sono sicure da un punto di vista igienico sanitario le insalate in busta? Di recente alcuni media hanno sollevato dubbi sulla salubrità delle insalate di IV gamma, ritenute pericolose perché ricettacolo di virus e batteri, per cui andrebbero rilavate a casa, o meglio, disinfettate o non consumate, anche se gli accertamenti hanno riscontrato contenuti irrilevanti per causarne intossicazioni nell’uomo. Invece un articolo pubblicato sul mensile il Salvagente, sempre sulle insalate in busta, ha destato preoccupazioni a seguito di alcuni test di laboratorio per la presenza ricorrente di multiresidui fitosanitari (tutti nei limiti della norma se considerati singolarmente.) Ma l’EFSA intende approfondire a breve termine l’effetto cocktail di questi residui sulla salute umana. Paola Dileo

31



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.