Colori, profumi, personaggi che animano gli scambi in diversi angoli del mondo
Quaderno-catalogo n° 17 Collana PInAC Gli Occhi le Mani Assessorato Cultura e Pubblica Istruzione Comune di Rezzato A cura di Elena Pasetti Testi di Mariella Foresti Davide Giacomini Elena Pasetti Filastrocche e canzoni I topi golosi di M.A. Scavuzzo La pigrizia, filastrocca popolare Andò al mercato il pollice, filastrocca popolare Al mercato dei fiori Patty Pravo Le giubbe rosse Franco Battiato Porta Portese, Vecchi Claudio Baglioni Alla fiera dell’est Angelo Branduardi Zan zan le belle rane Enzo Jannacci Al mercato Luca Bassanese Supermarket Lucio Battisti La mula di Parenzo canto popolare Segreteria Maria Grazia Morandi Digitalizzazione delle opere Carla Cinelli Grafica Luisa Goglio
Colori, profumi, personaggi che animano gli scambi in diversi angoli del mondo
Pinacoteca Internazionale dell’Età Evolutiva Aldo Cibaldi Comune di Rezzato Assessorato alla Cultura Rezzato (Bs) Italia
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Niente in svendita È colorata, esotica ma anche familiare. Sapori e odori a volte sono inusuali, a volte noti e confortanti e cari al cuore. I prodotti arrivano dai tanti paesi del mondo come dalle scuole sotto casa. In ordine negli scaffali dei cassetti riposano tranquilli, fino a quando la mano sapiente della direttrice ne sceglie di adatti per il catalogo di stagione e li manda per un po’ in bella mostra in vetrina. Di che bancarella si tratta? Possiamo andare avanti per un bel po’ a giocare con le parole tra PInAC e mercato, perché molto hanno in comune: la varietà dei prodotti e delle provenienze, l’incontro delle differenze, il ritmo del prendere e dare. Innanzitutto lo scambio, la relazione duale che è forma fondativa del dialogo e della comunità. Il senso primo del mercato è che non bastiamo a noi stessi, ma abbiamo bisogno di quanto ci viene dagli altri. Non possediamo tutto, non possiamo solo prendere, sottrarre, predare: dobbiamo scambiare. Il mercato è il mio bisogno colmato dall’altro. Il genere di mercato che più ci piace in via Disciplina è quello che mette in circolo la qualità e la fa crescere nello scambio col meglio degli altri. Quello che insegna attraverso l’arte della negoziazione a individuare il punto dell’interesse reciproco,
il valore accettabile da entrambe le parti. Sarebbe bello che gli adulti reimparassero quanto le relazioni e la pace abbiano bisogno di negoziazione. La PInAC, la casa dei disegni e dei diritti dei bambini del mondo, promuove un’idea di eccellenza che non ha a che fare con l’esclusività del privilegio, ma con la pienezza della felicità espressiva e il diritto a crescere in pace, senza lupi mercanti pronti ad azzannare e razziare. Invece del piacere di consumare senza requie coltiva il gusto di esprimersi e produrre senso, comprensione, relazioni. Propone la logica del dono, della gratuità, dell’eguale diritto di accesso ai beni della cultura. Dichiara col suo fare che l’infanzia deve essere per tutti, a qualunque latitudine e PIL, mercato invogliante, invito alla scoperta del mondo dentro e fuori di sé, incoraggiamento a incontrare gli altri e crescere attraverso loro. La mostra Al mercato chiude il 2008, 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e della Costituzione della Repubblica Italiana e Anno Europeo per il Dialogo Interculturale, e avvia il 2009, che vedrà la PInAC e il Settore Cultura impegnati sul tema W le differenze.
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È un modo per dire che nel nostro Comune amiamo le diversità: le riconosciamo, le valorizziamo, ne siamo arricchiti e fieri. Non dimentichiamo che la parola greca “economia” anticamente indicava le regole di buona gestione della casa. Per Rezzato e la nostra unica casa comune, la Terra, vogliamo una economia di giustizia e nessun diritto in svendita
Mariella Foresti Assessore alla Cultura e pubblica Istruzione
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Il mercato Un mercato è un complesso di negoziazioni, caratteristicamente simili per condizioni, concentrate in sufficiente numero riferito a periodi brevi, questi ultimi per una loro successione di durata non effimera. Inoltre, tale insieme di negoziazioni, svolte da più aziende, è costituito in sistema dinamico per motivi di molteplici relazioni che, in connessione evidente anche con le diverse condizioni che caratterizzano le negoziazioni, lo fanno diverso e distinto da altri 1. In questa definizione di uno dei più importanti economisti aziendali italiani, Carlo Masini, troviamo tutti gli elementi caratterizzanti i mercati: le relazioni, le negoziazioni, l’ambiente e le aziende 2. L’idea di partire da una definizione non propria dell’economia politica ma dell’economia aziendale mi è venuta quando, nel tentativo di descrivere il mercato, mi sono trovato di fronte all’aporia frutto del confronto tra le teorie che sommariamente potremmo definire “pro” e “antimercato”. L’idea astratta di mercato che l’economia politica ipotizza lascia spazio ad esaltazioni ed a critiche feroci, che seppur parzialmente condivisibili, presentano l’enorme lacuna di non proporre soluzioni alternative o, meglio, propongono chimeriche vie d’uscita al mercato. Partendo da queste premesse, ed evitando di avventurarmi nel campo dell’economia politica, tenterò di proporre alcune considerazioni sui mercati, senza alcuna pretesa risolutrice. Presupposto fondamentale ad
ogni altra riflessione è che la persona nella sua totalità deve essere posta al centro dell’analisi economica e che la persona svolge (o dovrebbe svolgere) l’attività economica non come fine ma come mezzo per realizzare i fini di persona; è quindi capziosa l’assunzione dell’homo economicus 3 come principale attore dei processi economici. Nel mercato, riprendendo la definizione di Masini, assistiamo a negoziazioni tra attori diversi in ambienti mutevoli: ciò che caratterizza positivamente i mercati sono appunto le sfide continue che essi pongono e la loro dinamicità che impone una continua propensione all’innovazione ed alla ricerca di soluzioni che possano soddisfare il maggior numero di clienti possibili. L’impresa deve continuamente rimettersi in discussione per poter operare in un’ottica di autonomia e durabilità; inoltre non vanno dimenticate l’efficacia e l’efficienza che i mercati richiedono ai loro operatori: grazie a queste condizioni imprescindibili nei mercati viene massimizzata la produzione di valore e vengono ricercate soluzioni innovative. Chiarite le principali qualità del mercato, prima fra tutte quella di aver portato a condizioni di benessere diffuso nei paesi del Nord del Mondo, vanno sottolineate anche le criticità che questo propone, soprattutto quando viene spinto fino al suo parossismo.
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Un primo dubbio riguarda la disponibilità delle risorse: fino a quando è possibile sostenere un’economia basata sulla crescita dei consumi? Gli esempi dell’aumento del prezzo del petrolio e le difficoltà nello stoccaggio dei rifiuti sono i più palesi tra i tanti segnali d’allarme che indicano l’insostenibilità di un modello di sviluppo basato sulla smisurata crescita dei consumi. Il progresso tecnologico sicuramente fornirà delle risposte ma è difficile ipotizzare che esse saranno sufficienti se la crescita globale continuerà a questi ritmi e sempre più persone di quei paesi definiti emergenti (Cina, India e altri paesi asiatici) vorranno, legittimamente, avvicinarsi agli standard di vita occidentali. Un altro problema che si pone, a livello umano prima ancora che economico, è la distribuzione della ricchezza: il mercato alloca le risorse nel sistema produttivo ma questo non garantisce una ripartizione equa della ricchezza. Il concetto di equo è per sua natura indefinito e soggettivo ma i dati sulla distribuzione dei redditi lasciano pochi dubbi: negli ultimi trent’anni abbiamo assistito ad un aumento del divario tra paesi ricchi e paesi del Sud del Mondo ed all’interno degli stessi paesi definiti sviluppati il processo di polarizzazione della ricchezza ha portato ad una riduzione della cosiddetta classe media; il ricorso sempre più massiccio all’indebitamento è una delle conseguenze più tangibili del calo delle rimunerazioni del lavoro a favore delle rendite da capitale. La rimunerazione del lavoro e del capitale è da sempre vexata quaestio e probabilmente sempre lo sarà, è innegabile che il capitale abbia diritto ad un riconoscimento della perdita del potere
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d’acquisto e soprattutto del rischio d’impresa sostenuto così come è incontestabile che il lavoro abbia almeno pari dignità del capitale come condizione primaria di produzione. Il fenomeno cooperativo merita qui una menzione, in quanto, da ormai centocinquant’anni 4 riesce a contemperare, non senza difficoltà, capitale e lavoro ed ad ottenere risultati economici positivi che gli consentono di perdurare nel tempo in autonomia e durabilità. Infine va rilevata un’altra problematica relativa ai mercati ed alla loro estensione: fin dove devono arrivare i meccanismi di mercato? La sanità, l’acqua, i trasporti, la scuola, le infrastrutture devono esser gestite dallo Stato o devono essere oggetto di private negoziazioni? A mio parere alcuni servizi (istruzione, sanità ed acqua in primis) devono essere liberamente fruibili da tutti ed il mercato non sembra il meccanismo più adatto a garantire che ciò avvenga: domanda e offerta incontrandosi liberamente5 determinano un prezzo e una quantità d’equilibrio, ma se per il servizio di cui ho bisogno non ho le risorse per pagare il prezzo determinatosi come posso fruirne? Certamente il mercato, anche per questi beni, che potremmo definire essenziali (e di collettivo interesse), offre degli strumenti che la gestione pubblica deve imparare a far propri: controllo di gestione, efficienza, efficacia e meritocrazia. Esistono diverse risposte alle criticità evidenziate: gruppi di acquisto solidali6, commercio equo e solidale 7 e farmer markets 8: queste realtà, che ottengono risultati positivi (alcune solo in via sperimentale, altre con riscontri empirici evidenti) ed
adesioni crescenti sanno confrontarsi con il mercato e riescono a sopravvivere con risultati economici positivi. Tuttavia esse sono insufficienti, sia perché ancora poco diffuse (ed il mio invito è di informarsi ed avvicinarsi a queste realtà che sono un investimento nel presente e soprattutto nel futuro) sia perché non risolutive di tutti i problemi che il sistema economico pone. Riguardo al mercato le domande sono tante e le risposte poche, è necessario un confronto sereno che non parta da basi ideologiche inamovibili che vedano dogmaticamente il mercato come unica soluzione possibile o che lo identifichino come male assoluto. La base di partenza è chiara: il mercato funziona bene
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Carlo Masini, Lavoro e risparmio, Utet, Torino 1979.
Per azienda si intende l’ordine strettamente economico dell’istituto. L’istituto è una società umana che persegue il bene comune dei suoi membri.
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Uomo privato dei caratteri dell’umanità.
Le prime cooperative sono nate intorno alla metà del XIX secolo ma già prima di tale periodo vi sono state esperienze molto simili alla cooperazione.
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Il modello della domanda e dell’offerta viene qui presentato con una semplificazione, forse eccessiva, ma è doveroso rilevare che si basa su punti di partenza confutabili: l’incontro tra domanda ed offerta è veramente libero? In quanti mercati non esistono asimmetrie informative? L’accesso al mercato è libero?
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Un gruppo d’acquisto è formato da un insieme di persone che decidono di incontrarsi per acquistare all’ingrosso prodotti alimentari o di uso comune, da ridistribuire tra loro.
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in molti casi ma in alcuni no, la Banca Mondiale9 doveva ridurre la povertà attraverso il libero mercato ed oggi il divario tra ricchi e poveri continua drammaticamente ad aumentare, la società dei consumi è insostenibile nel lungo periodo. Ovviamente si può anche essere in disaccordo con questa base di partenza ed il confronto può partire da più lontano ma quando si parla di economia un concetto deve essere, a mio parere, sempre condiviso: l’attività economica non deve essere un fine ma un mezzo per realizzare i fini di persona.
Un gruppo d’acquisto diventa solidale nel momento in cui decide di utilizzare il concetto di solidarietà come criterio guida nella scelta dei prodotti. Solidarietà che parte dai membri del gruppo e si estende ai piccoli produttori che forniscono i prodotti, al rispetto dell’ambiente, ai popoli del Sud del mondo. Il Commercio Equo e Solidale è un approccio alternativo al commercio convenzionale: il suo scopo è promuovere giustizia sociale ed economica e sviluppo sostenibile attraverso il commercio, la formazione, la cultura, l’azione politica. Il Commercio Equo e Solidale vuole riequilibrare i rapporti con i Paesi economicamente meno sviluppati, migliorando l’accesso al mercato e le condizioni di vita dei produttori svantaggiati; garantisce, infatti, ai produttori un giusto guadagno e condizioni di lavoro dignitose. Elimina le intermediazioni speculative e sostiene, con il prefinanziamento, progetti di autosviluppo.
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Davide Giacomini Esperto di economia solidale
I farmer markets sono mercati ‘senza mercanti’, che accorciano la filiera in quanto permettono l’incontro diretto tra produttore e consumatore.
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La Banca Mondiale (o World Bank nella dizione inglese) è un organismo internazionale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, istituito il 27 dicembre 1945, insieme con il Fondo Monetario Internazionale, a seguito dell’entrata in vigore degli accordi della conferenza di Bretton Woods (tenutasi tra il 1° ed il 22 luglio del 1944) con sede a Washington (USA), il cui scopo originario era quello di finanziare la ricostruzione e lo sviluppo nei paesi coinvolti nella seconda guerra mondiale. Successivamente lo scopo è stato allargato al finanziamento dei paesi in via di sviluppo tra gli stati membri, solitamente in cambio dell’adozione di politiche liberiste. Sul sito www.crbm.org è possibile conoscere la campagna per la riforma della Banca Mondiale.
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Al mercato che ha per confini il mondo L’ultima mostra PinAc del 2008 propone un tema attualissimo ed antichissimo: il mercato. Il termine, agli adulti, può evocare immagini esotiche e lontane, profumi intensi e colori abbaglianti, voci e suoni e rumori, tempi scanditi dal cammino del sole, ma anche la nostra quotidianità fatta di incontri fuggevoli e di necessità da espletare, di tempi strettissimi e di innumerevoli offerte, super offerte imperdibili come quelle dei super mercati. Mercato, o meglio i mercati rimandano anche a tutto ciò che attiene al mondo della finanza e degli scambi reali o virtuali di denaro e titoli di investimento. E molto altro di cui Davide Giacomini parla nelle pagine precedenti. Ma gli occhi dei nostri giovani autori che cosa hanno visto e riproposto, del mercato, attraverso colori, pennelli e sgorbie? Le 44 opere che costituiscono la presente esposizione sono la testimonianza di sguardi analitici e curiosi, attenti alle merci e alla loro disposizione sui banchi, alle geometrie compositive e alle nuances cromatiche. Sono inquadrature che colgono dettagli e totali, personaggi e ambienti in dialogo fra loro, capaci di interpellare l’osservatore esterno e di coinvolgerlo nel gioco del viaggio immaginario dentro un mercato che ha per confini il mondo.
Entriamo. Fra le bancarelle di diversa forma e struttura ci si imbatte in pescatori africani e in pescivendoli nordamericani, si incontrano fruttivendoli giapponesi e floriste peruviane. Il suk iraniano confina con il mercado serrano, animato dalla lotta dei galli, dalle venditrici di terracotta, di variopinti presepi e dal contadino che offre le patate appena raccolte. La venditrice di rane viene da Pavia, il venditore di dolci da Verona, il banchetto dei würstel è arrivato da Merano, l’ombrellaio dalla provincia bresciana. Al mercato polacco possiamo comperare oche, al marchet di Nairobi soprattutto molta coloratissima frutta. Quelli di Bucarest vengono al mercato con l’ombrello per ripararsi dalla pioggia, della russa Tula si ammirano i giocattoli, inaccessibili, dietro le vetrine. I piccoli fanno una gran fatica ad arrampicarsi per poter raggiungere il banchetto con le leccornie in vendita, e noi sorridiamo di tenerezza. Troviamo anche bazar, botteghe, drogherie stracolme ed odorose e grandi magazzini con le loro intriganti scale mobili. Un andirivieni ovattato che sale e scende dai diversi piani. Al mercato c’è chi arriva col carretto o a piedi, con la sporta o con un cesto sulla testa, generalmente in compagnia.
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Di automobili neanche l’ombra. È una festa di colori, di lingue e di persone. Adulti e bambini, donne e uomini, nonostante le diversità, tutti si intendono, si scambiano le merci migliori, offrono i prodotti più belli. Basta un sorriso, il gesto fiducioso della mano, un cenno cortese di ringraziamento. Ovviamente abbiamo comprato di tutto e ora ci dirigiamo verso quel gruppetto di donne africane. Oh! African women... Ci sediamo in cerchio con loro, mostriamo i nostri acquisti e inventiamo storie misteriose. Quattro musicisti andini regalano un concerto. Un mercato davvero magico, restate con noi, finalmente c’è posto per tutti.
Elena Pasetti Direttrice PInAC
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Florista Romero Rocio Dacal, 11 anni Lima, Per첫, 1986 Tempera cm 65,5x51 FA 2170
Il mercato Ada Baroni, 5 anni Pontenuovo, Ravenna, Italia cm 50x70 FA 4184
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The fishmonger John Jeffs, 10 anni Columbus, Ohio, Usa, 1967 Tempera cm 31x25 FA 2027
Fishing sale Martin Ombura, 14 anni Nairobi, Kenya, 1983 Tempera cm 34,5x43 FA 2520
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Visita al mercato Mario Caldarelli, 12 anni Brunate, Como, Italia, 1987 Tempera cm 24x33 FA 2159
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Les marchands Maryla Jasinska, 6 anni Warszana, Polonia Tempera cm 29,7x42 FA 2624
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Il mercato del pesce Daniela Moreni, 12 anni Montichiari, Brescia, Italia, 1970 Linoleografia cm 22x45 FA 2142
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Il fruttivendolo Joshida, 10 anni Nagoya, Giappone, 1968 Tecnica mista cm 36,5x52,5 FA 790
Feria dominical de huanoayo Maria Luisa Quiroz Bravo, 10 anni Brena, PerĂš Matite colorate cm 31x20 FA 2364
L’artigiana del villaggio Tatjana Belova, 9 anni Tula, Russia 1995 Tempera cm 28x38 FA 3387
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Africa !!! Oh african women !! John Mwadimeh, 16 anni Nairobi, Kenya, 1983 Tempera cm 42,3x53,5 FA 1592
Il fruttivendolo Stefania Roselli, 9 anni Castenedolo, Brescia Italia, 1971 Linoleografia cm 31x30 FA 2141
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Bancarelle Milena Alberti Giani, 7 anni Domodossola, Italia, 1978 Pastelli a cera cm 48x65,6 FA 2341
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Le bancarelle dei venditori ambulanti Federica Farinazzo, 8 anni Merano, Bolzano Italia, 1985 Pastelli a olio cm 24x33 FA 2043
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Canzone popolare
Il mercato Guglielmina Fiorio, 10 anni Bussolengo, Verona, Italia, 1985 Pastelli cm 33x48 Intero e particolare FA 2046
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Mercato Camilla M., 11 anni Bologna, Italia, 2006 Matite colorate cm 27,9x35 FA 5177
Il mercato Manuela Arrighi, 12 anni Como, Italia, 1981 Tempera cm 23,8x33 FA 2457
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Il venditore di pastine Lucia Bongiovanni, 9 anni Bussolengo, Verona, Italia, 1987 Linoleografia cm 48x33 FA 2149
Senza titolo Luci Rancy Brasile Pastelli a cera cm 23,8x22,8 FA 3337
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Pe ploaie Doina Rosu, 13 anni Bucarest, Romania Tempera cm 29,5x42 Intero e particolare FA 3100
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Senza titolo Rosa CassarĂ , 13 anni Torino, Italia, 1987 Tempera cm 24x33 FA 4033
Il mercatino Mario Barbieri, 11 anni Castenedolo, Brescia, Italia, 1976 Carboncino cm 24x38,2 FA 2489
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Pelea de gallos Carlos Ovidio Huatuco Nanzer, 7 anni Chaclacayo, Per첫, 1986 Tempera cm 30x39,5 FA 2407
The market Arda Marcirian, 13 anni Abadan, Iran, 1961 Tecnica mista cm 35x50 FA 4111
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Feria artesanal Olenka Gonzales Huerta, 13 anni Lima, Per첫, 1986 Tempera cm 50x50 Intero e particolare FA 2340
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Artesanìa Milagros Lecaros, 13 anni Pueblo libre, Lima, Perù Tecnica mista cm 38x85 FA 4115
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Market scene Martha Berger, 14 anni Nairobi, Kenya, 1983 Matite colorate cm 41x57,5 Intero e particolare FA 2061
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Le bancarelle Simona Borghetti, 8 anni Brescia, Italia, 1978 Pastelli a cera e pennarello cm 35,3x50 FA 2472
Il banchetto dei w端rstel in piazza Marco Molinari Merano, Bolzano, Italia, 1987 Pastelli cm 24x33 FA 2498
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Cosecha de papas Luis Jorge, 9 anni Gastelumendi, Lima, Per첫, 1986 Tempera cm 50x64,5 Intero e particolare FA 4136
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Mercado serrano M. Carol Raquel Su, 14 anni Lima, Per첫, 1986 Tempera cm 48,5x50 FA 2395
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La venditrice di rane Giulia Giordani, 9 anni Pavia, Italia, 1980 Pastelli a cera e pennarelli cm 33x48 FA 2041
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Samotny bialy zagiel Grazyna Andrzejewska, 14 anni Posrednik, Polonia Tempera cm 40x29 FA 3104
Al mercato Stefania Biscontini, 14 anni Perugia, Italia, 1981 Tempera cm 24x33 FA 2060
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L’ombrellaio Lucia Calzoncini, 12 anni Carpendolo, Brescia, Italia, 1971 Linoleografia a piÚ colori cm 30x45 FA 2151
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AttivitĂ nella valle Mauro Molinari, 11 anni Darfo, Brescia, Italia, 1987 Pastelli a cera cm 32,5x48 FA 2156
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Drogheria Luisa Franconi, 14 anni Perugia, Italia, 1971 Pennarelli cm 24x33 Intero e particolare FA 2030
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Bottega Stefano Valentini, 9 anni Brescia, Italia, 1993 Pennarelli cm 24x33 FA 3359
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Bottega Elisa Rinaldi, 9 anni Brescia, Italia, 1993 Pennarelli cm 24x33 FA 3347
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Senza titolo Ruben Arturo Sanchez Gavilano, 7 anni Lima, Per첫, 1986 Tempera cm 25x16,5 FA 3246
Picanteria Flavia Cecilia Melendez, 11 anni Lima, Per첫, 1986 Tempera cm 24,5x34,5 FA 2375
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Negozio di giocattoli Lida Filimonova, 14 anni Tula, Russia, 2001 Tempera cm 61x 43 Intero e particolare FA 3143
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Grandi magazzini Elena Milotti, 14 anni Trieste, Italia, 1977 Graffito cm 20,3x 30,8 FA 3471
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Bazar Karnia Malgorzata, 12 anni Posrednik, Polonia Tempera cm 43x65 Intero e particolare FA 3981
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Grandi magazzini Raffaella Lostuzzi , 14 anni Trieste, Italia, 1977 Graffito cm 15,5x20,4 FA 2019
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Finito di stampare nell’ottobre 2008 da Color Art, Rodengo Saiano, Bs