M2=museo in musica 2011

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Parma, Galleria Nazionale

MUSICA

al Museo

8,9,15 marzo 2011

Dialogo tra musica e pittura


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SOPRINTENDENZA PER I BENI STORICI ARTISTICI E ETNOANTROPOLOGICI DI PARMA E PIACENZA GIOVANNA DAMIANI - Soprintendente per i Beni Storici, Artistici e Etnoantrolopolgici di Parma e Piacenza FONDAZIONE ARTURO TOSCANINI ROSETTA CUCCHI - Direttore Artistico ORER - ORCHESTRA REGIONALE DELL’EMILIA ROMAGNA SEBASTIANO ROLLI - Direttore progetto a cura di Carla Campanini, Servizi Educativi, Comunicazione e Valorizzazione - Soprintendenza BSAE di Parma e Piacenza Cristina Quagliotti, Ufficio Catalogo e Documentazione - Soprintendenza BSAE di Parma e Piacenza Gianluigi Giacomoni, Responsabile Area Pomozione, Distribuzione e Sviluppo - Fondazione Arturo Toscanini Cecilia Taietti, Progetto Educational - Fondazione Arturo Toscanini; progetto grafico brochure Info: Fondazione Arturo Toscanini 0521.391380 - Galleria Nazionale di Parma 0521.233309 www.fondazionetoscanini.it - www.gallerianazionaleparma.it


M

usica al Museo è un affasciante percorso culturale dalle molteplici suggestioni sonore, visive ed emozionali.

IL PROGETTO

L’analisi guidata di alcune opere pittoriche della Galleria Nazionale, appositamente scelte in relazione al programma musicale, sarà seguita da un concerto dell’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna. Linguaggi e ambiti sensoriali differenti, coniugati insieme, consentono lo sviluppo di una tematica comune e un differente approccio alla conoscenza di opere pittoriche e musicali. Il pubblico, accompagnato da esperti storici dell’arte, dal direttore musicale e dai professori d’orchestra può così comprendere regole e canoni relativi all’opera d’arte.

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SENTIMENTI DI SUONI E COLORI 8, 9, 15 marzo 2011 EDUCATIONAL 4

LA DONNA NELL’ARTE 8 marzo 2011 FESTA DELLA DONNA

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ella rappresentazione artistica sentimenti ed espressioni costituiscono un elemento linguistico fondamentale che contribuisce alla definizione del soggetto rappresentato, alla sua iconografia e alla comprensione del suo significato. Partendo dalla lettura dei gesti e delle espressioni dei personaggi raffigurati nelle tele e dall’ascolto delle composizioni musicali correlate, si illustrano le tematiche espressive utilizzate da pittori e compositori. Osservando elementi strutturali delle opere d’arte quali ambientazione e genere musicale, luce e colore, ritmo e melodia, forma e spazio, armonie e tratti espressivi, si evidenziano le convergenze artistiche e stilistiche proprie delle due Arti.

L

a donna è soggetto di ispirazione per il linguaggio dell’arte: corpo e spirito, passione e sentimento, amor sacro e amor profano, madre, moglie e amante. Nei secoli le rappresentazioni artistiche hanno colto ogni sfaccettatura del suo intelletto, della sua bellezza, della sua eleganza, del suo essere archetipo stesso della dimensione umana. In occasione della Festa della Donna, Musica al Museo propone un viaggio nell’iconografia e nella musica alla ricerca delle emozioni proprie dell’animo femminile.


G. LANFRANCO Salita al Calvario

F.J. HAYDN Die sieben letzten Worte Introduzione

B. SCHEDONI Deposizione

F.J. HAYDN Die sieben letzten Worte Terremoto

PERCORSO VISIVO

G. PITTONI Maddalena che adora il Crocifisso

G. VERDI La Traviata

CORREGGIO Madonna di San Gerolamo

S. BARBER Adagio per archi,

G. BALDRIGHI Ercole che libera Prometeo

L.v. BEETHOVEN Coriolano

A. BOCCHI Annunciazione

P. MASCAGNI Cavalleria rusticana

Atto III - Preludio

Ouverture, op.62

Intermezzo

G.F. DOYEN Morte di Virginia

op.11

L.v. BEETHOVEN Egmont Ouverture, op.84

PERCORSO MUSICALE

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Die sieben letzte Worte Introduzione FRANZ JOSEPH HAYDN

violen

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abbandono

l

l linguaggio musicale di chiara matrice settecentesca di Franz Joseph Haydn riesce ad essere sì teatrale ma anche fortemente spirituale. La violenta tragicità della crocifissione viene descritta nelle Die sieben letzten Worte (Le ultime sette parole) in modo realistico (incedere ritmico intenso e continuato) ma anche sublimato (linea melodica sempre riconoscibile e mai angosciata). Nell’Introduzione, l’indicazione dinamica Maestoso ed Adagio , fa convergere l’insieme degli elementi musicali (armonici, melodici, timbrici e dinamici) in un ardente tratteggio di dramma collettivo. Dramma che, pur vissuto con atteggiamenti e sentimenti differenti, rimanda prospetticamente a quanto accadrà sul Calvario.

calvario


nza

Salita al Calvario

GIOVANNI LANFRANCO (bottega di)

dolore

I

l dipinto raffigura l’episodio biblico della salita al Calvario con Gesù che cade sotto la croce. La scena è strutturata come un’immagine corale: il protagonista al centro della composizione è circondato da una serie di figure articolate su vari piani spaziali, che partecipano all’azione narrativa secondo ruoli e modalità espressive diverse. L’intensa drammaticità del racconto pittorico prelude all’atto finale della crocifissione, sottolineata dalla teatralità e dalla forte carica patetica propria dell’arte barocca, che si manifesta nel Cristo dolente caduto sotto il peso della Croce, nell’abbandono di Maria che sviene tra le braccia di Giovanni, nella preghiera disperata della Maddalena piangente e nei gesti tesi e violenti dei soldati. Il coinvolgimento emotivo dello spettatore è rafforzato dall’intensità delle cromie, dai contrasti di luce e ombra e dal taglio compositivo della scena impostata secondo linee diagonali.

preghiera

Giovanni Lanfranco (bottega di) Salita al Calvario metà XVII sec., olio su tela, cm 195 x 145

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Deposizione BARTOLOMEO SCHEDONI

I

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l dramma della crocifissione si è compiuto: il Cristo morto, deposto dalla croce, viene calato nel sepolcro. La disperazione collettiva che si genera per il tragico evento della perdita del divino determina un vero e proprio terremoto emotivo. Tutti i personaggi ruotano intorno alla figura del Cristo, creando una convergenza ritmica di forte impatto teatrale, che si manifesta attraverso una concitata espressività gestuale. Non c’è isolamento nel dolore ma un dialogo disperato: nell’incredulità e nell’affannata accettazione di quanto è avvenuto, i personaggi si interrogano e cercano conforto fra di loro, in un contrasto di sentimenti ed emozioni profondamente umani, che esteriorizza fisicamente tutta la loro disperazione. L’atmosfera corrusca dello sfondo, la marcata energia delle tonalità cromatiche, i forti contrasti di luce e le pieghe taglienti dei panneggi, accentuano la dimensione tragica messa in scena da Schedoni, suscitando la compartecipazione del pubblico.

Bartolomeo Schedoni Deposizione 1613-1614 ca., olio su tela, cm 228 x 283

disperazione

contrasto cromatico

convergenza ritmica


Die sieben letzte Worte

espressività gestuale

Terremoto FRANZ JOSEPH HAYDN

L

collettiva

a descrizione musicale, lo stile compositivo e la struttura sonora del Terremoto, anch’esso facente parte della composizione Die sieben letzten Worte, creano un risultato complessivo di grande efficacia espressiva e drammaturgica. La dinamica Presto e con tutta forza sottolinea un ampio contrasto di sentimenti e stati d’animo profondamente ed intimamente umani. Tutti gli elementi musicali infatti - dalla tonalità in do minore alle dissonanze, dai tremolii e trilli alle frequenti note accentate e ribattute - esprimono, con un linguaggio tipico del Settecento, una disperazione collettiva. A rinforzo di questa chiara espressività sonora si aggiunge una gestualità musicale dai tratti marcati anche se mai scomposta: è semplicemente e solo la Natura e il suono che parlano, non lo Spirito.

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La Traviata

ricordo

Atto III - Preludio GIUSEPPE VERDI

I

fisicità

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l Preludio dall’atto terzo de La Traviata sottolinea con il cullante incedere di un Andante il melanconico afflato musicale della protagonista. Esso evidenzia la profonda fisicità di Violetta finalizzata sempre ad una tensione emotiva – che diventa struggimento - rivolta verso il Puro Amore. Le acute note di apertura dai violini divisi a quattro si pongo con grande realismo descrittivo come lacrime di profondo dolore, aggravato dalla solitudine sociale (e, forse, morale). Il ricordo di quanto è accaduto, ma anche il presentimento di quanto accadrà nel corso della vicenda, è in questo preludio di una evidenza sonora e timbrica chiarissima: la musica di Giuseppe Verdi diviene elemento teatrale anche senza l’intervento, sul palcoscenico, di elementi drammaturgici.

struggimento


amore

Maddalena che adora il Crocifisso GIAMBATTISTA PITTONI

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aria Maddalena peccatrice, penitente e santa è una delle figure più complesse e articolate del racconto evangelico. Nel dipinto di Pittoni la Maddalena è raffigurata nel momento in cui, dopo la morte di Cristo si ritira in solitudine, in una dimensione di preghiera meditativa. Ripiegata su stessa nell’atto di contemplare il Crocifisso che tiene fra le mani, ella esprime la sua intima sofferenza per il ricordo del tempo passato, nel desiderio di abbandonare le cose terrene per il raggiungimento dell’unione spirituale col Cristo. Il sentimento d’amore profondo viene espresso attraverso lo struggimento delle carni e l’intensa fisicità gestuale. La giovane donna, figura sensuale più che di asceta penitente, tutta giocata su raffinati toni grigi, azzurri e violacei, emerge dal fondo scuro dell’antro aperto su di un paesaggio notturno, cui si contrappongono, ben illuminati, gli oggetti in primi piano, la stuoia, il teschio, lo staffile , la catena, il Vangelo, simboli di penitenza e meditazione. La composizione fortemente teatrale, nell’ambientazione e nella scelta degli attributi, rafforza l’effetto drammatico della scena suscitando una forte suggestione emotiva. Giambattista Pittoni, Maddalena che adora il crocifisso metà XVII sec., olio su tela, cm 241 x202

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Madonna di San Gerolamo ANTONIO ALLEGRI detto IL CORREGGIO

L

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a Madonna di San Gerolamo, celebre dipinto di Correggio, raffigura una Sacra Conversazione ambientata in un paesaggio naturale immerso in una calda e intensa luce mattutina. Il soggetto di questa pala d’altare, eseguita per una cappella funebre, esprime il sentimento di unione con il divino, la cui sacralità viene resa più spontanea e coinvolgente grazie alla naturalezza di gesti ed espressioni dei personaggi. Maria si rivolge al Figlio, che con tenera vivacità indica e tocca gli altri protagonisti della scena creando un indissolubile ed intenso legame fra di loro che si mostra in tutta la sua rassicurante umanità. La dolcezza dello sguardo di Maria, l’affettuosa carezza di Maddalena, l’Angelo che si rivolge al Cristo Bambino creano un sistema di relazioni circolari che unisce tutti i personaggi in un clima di grande armonia e serenità. La luminosità dello spazio terreno e famigliare in cui si svolge questo sacro incontro porta lo spettatore in una dimensione sublimata e paradisiaca.

Antonio Allegri detto Il Correggio Madonna di San Gerolamo 1526-1528, olio su tavola, cm. 205 x141

purezza


serenità

Adagio per archi, op.11 SAMUEL BARBER

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sacrlità

e celebri, suggestive armonie di questa composizione creano un’atmosfera austera e raccolta, confermata anche dal continuo alternarsi di tonalità e modalità. L’esecuzione strumentale affidata ai soli archi rafforza ulteriormente il senso di omogeneità che permea fortemente tutto il brano. La linea melodica da eseguirsi in modo molto adagioespressivo cantando, viene riproposta quattro volte, esattamente tanti quanti sono i contenuti espressivi principali riportati dal Correggio nella tela Madonna di San Gerolamo. La morbidezza timbrica richiesta dalla partitura, anche in una tessitura che diviene molto acuta, pretende da tutte le sezioni strumentali una omogeneità di raffinata fattura: una sottile filigrana tracciata dal canto dei violini primi si pone come elemento portante di tutta la composizione, appoggiata sulle moderne armonie utilizzate dal compositore.

armonia luminosità

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Coriolano

eroismo

Ouverture, op.62 LUDWIG VAN BEETHOVEN

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sentimento

Q

uesta Ouverture è esemplificatrice dello stile compositivo di Beethoven; essa infatti pone l’accento sulla battaglia interiore che ruggisce dentro il petto dell’eroe e che è marcatamente laica o quantomeno pagana. Ciò lo si evince sin dal Do iniziale in fortissimo, sfociante nel vigoroso accordo di tutta l’orchestra. Di rilievo è anche l’ episodio caratterizzato da accenti sincopati di incisiva espressività mediante cui si arriva ad una melodia in Mi bemolle maggiore, affettuosamente distesa e sentimentale, simulacro di implorazione verso l’animo orgoglioso di colui che si erge a Mito. Il discorso musicale quindi si sviluppa con varietà di figurazioni ritmiche ed una suadente frase melodica che si affaccia nella coda, prima del ritorno al tema iniziale. La possanza con cui l’Eroe compie le proprie gesta è scomponibile anche in mille sfaccettature emotive che, come nel caso di questa partitura, non vivono solo di una fisicità apparentemente semplificatrice, ma anche di intimi sentimenti; infatti l’atmosfera tesa e sanguigna si dissolve in un impercettibile pianissimo.

paganità

fisicità


Ercole che libera Prometeo GIUSEPPE BALDRIGHI

mito

I

l mito di Prometeo, che ruba il fuoco a Zeus per portarlo sulla terra e donarlo agli uomini, segna l’affermazione di un eroe laico e pagano, che si ribella all’autorità divina rivendicando il diritto alla libertà e alla proprio coscienza individuale . Zeus lo punisce legandolo con catene d’acciaio ad una roccia sulle montagne del Caucaso, inviandogli un aquila che ogni giorno gli divora il fegato, ricresciuto la notte precedente, condannandolo ad un tormento eterno, simbolo di tutte le colpe e le sofferenze umane. Ma Ercole libera l’antico eroe spezzandone le catene e uccidendo l’aquila con una freccia. La composizione, risolta tutta in primo piano, è focalizzata sui due protagonisti, riducendo l’ambientazione a pochi scarni elementi paesaggistici. Tutta la rappresentazione è giocata sul contrasto tra la possanza fisica di Ercole e la tensione di Prometeo nell’atto di liberarsi dalle catene terrene che ne imprigionano lo spirito, messa in evidenza dal fascio luminoso che colpisce la schiena dell’eroe, quasi a sottolineare l’affermazione della luce della ragione e dell’intelletto umano contro la rigida imposizione di un’autorità superiore. Le due figure maschili, nella loro opposizione, divengono entrambe simbolo dell’orgoglio e dell’animo umano, ergendosi a mito eroico nella consapevolezza della propria umanità e del proprio valore morale e intellettuale. Giuseppe Baldrighi Ercole che libera Prometeo 1772 ca., olio su tela, cm 102 x 138

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dolcezza

mistero

bellezza

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speranza

Amedeo Bocchi Annunciazione 1920, olio su tela incollata su legno, cm 51 x 47


Annunciazione

Cavalleria rusticana

AMEDEO BOCCHI

Intermezzo PIETRO MASCAGNI

I

U

l tema dell’Annunciazione è raccontato da Bocchi attraverso l’immagine di una figura femminile di struggente e sublimata bellezza, espressione di un profondo sentimento interiore. Il turbamento spirituale suscitato dall’annuncio dell’angelo, è qui risolto in una dimensione mistica di speranza e di piena accettazione del ruolo di madre divina. Ricurva su se stessa con la testa reclinata e le mani incrociate sul petto, la giovane donna appare raccolta in una dimensione intima e personale che esclude lo spettatore. Tuttavia emana da lei una sensazione di avvolgente dolcezza e di pacata serenità espressa attraverso i delicati tratti del volto, che sembra illuminarsi per effetto di una luce interiore, riflettendosi sulle tenui nuances violacee dell’abito. E’ La luce dell’anima che si espande tutt’intorno creando un alone luminoso che si spegne mano a mano che ci si allontana verso il fondo. Il pittore concentra tutta la sua attenzione sulla figura portata in primo piano, indagando con grande sensibilità l’intima e misteriosa natura dell’animo femminile: l’Annunciata diviene così simbolo e rappresentazione di un ideale ritratto di donna.

na ventata di luce, un raggio di speranza in mezzo a tanta violenza e miseria. Un attimo fugace di struggente bellezza. Ed è quanto Mascagni fa trasparire in controluce in questo Intermezzo della Cavalleria Rusticana in cui la bellezza è rappresentata con catartica semplicità. L’armonia degli archi su cui si posano gli interventi dei fiati è una delle principali caratteristiche di questa intesa, dolcissima pagina sinfonica. Lo stile fine (ancorché un poco decadente) di questa partitura indìce afflati di misteriosa speranza (in un futuro migliore? in una deità salvatrice? in un Fato comprensivo? o, forse, solo nell’Uomo?) pur in una vicenda, quella di Cavalleria, in cui il tragico epilogo segna tutta la vicenda.

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Egmont

Ouverture, op.84 LUDWIG VAN BEETHOVEN

N

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ell’ Ouverture di Egmont, in fa minore, il compositore segue i principi della forma-sonata, ma trasforma la musica in un condensato d’azione sia sul piano drammatico sia su quello psicologico, evitando tuttavia la magniloquenza e ponendo in evidenza la fierezza, la dignità e gli ideali del protagonista. Beethoven erge al Conte Egmont un monumento funebre che vincerà i secoli. L’introduzione lenta, Sostenuto ma non troppo, si apre con un accordo all’unisono di tutta l’orchestra, poi si muove alternando gli accordi gravi degli archi e gli accenti degli strumenti wwa fiato, quindi lascia emergere una breve frase lirica, sostenuta dal ritmo insistente di archi e timpani. L’Allegro, che corrisponde al momento della lotta e del conflitto è percorso da energia selvaggia e tensione emotiva ed è abilmente costruito da una serie di motivi musicali, ciascuno ricavato da una cellula già ascoltata precedentemente. Alla fine tutto improvvisamente si arresta su un accordo in pianissimo, un momento di calma prima del crescendo e dell’accelerazione ritmica che convergono in una fanfara gioiosa dei fiati, trionfo degli ideali dell’Eroe.

Morte di Virginia GABRIEL FRANÇOIS DOYEN

I

l dipinto che appartiene al genere solenne della pittura di storia molto amato nella Francia del settecento rappresenta il momento in cui il plebeo romano Virginio sacrifica la figlia Virginia, pur di sottrarla alle richieste del decemviro Appio Claudio, come narrato da Tito Livio. Doyen costruisce la scena con grande eloquenza nella dinamica dei gesti e delle espressioni, nella scelta calibrata delle cromie in funzione dell’andamento narrativo: l’accordo tra il bianco, il rosa e l’oro che caratterizzano l’innocente eroina si contrappongono all’alone rossastro che circonda Appio Claudio. La forte tensione drammatica dei protagonisti principali si espande in una tragedia collettiva che coinvolge tutti i personaggi presenti in una messa in scena teatrale retorica e magniloquente. Una regia altrettanto accurata e filologicamente attenta delinea l’ambientazione antiquaria dello sfondo, le suppellettili e i costumi degli abiti. La scelta dell’episodio raffigurato traduce il tema dell’Historia magistra vitae e dell’eroe come “ exemplum virtutis” tipica del neoclassicismo: Virginia diviene simbolo della libertà personale contro il potere e l’oppressione, affermando l’ideale della virtù e del sacrificio come valore etico cui improntare la propria esistenza.è quello di una forte emotività nell’esprimere l’intenso dolore del Cristo, nel momento della caduta sotto la Croce, a cui partecipano con un diverso coinvolgimento Maria e Maddalena in primo piano e l’uomo che aiuta il Cristo, in contrapposizione alla gestualità più concitata dei soldati.


ideale

libertĂ G.F. Doyen Morte di Virginia 1759 ca., olio su tela, cm 383 x 660

tensione

conflitto

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© Luca Trascinelli


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