GELASIO CAETANI, Epistolarium Honorati Caietani

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FONDAZIONE CAMILLO CAETANI

CENTRO DI STUDI INTERNAZIONALI GIUSEPPE ERMINI FERENTINO

ROMA

Digitalizzazione delle opere di Gelasio Caetani

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GELASIO CAETANI

Epistolarium Honorati Caietani Lettere familiari del cardinale Scarampo e corrispondenza della guerra angioina (1450-1467)

San Casciano Val di Pesa 1926-1927


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

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DOCUMENTI DELL" ARCHIVIO CAETANI

GELASIO CAETANI

EPISTOLARIVM HONORATI CAIE TANI .

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LETTERE FAMILIARI DEL CARDINALE SCARAMPO E

CORRISPONDENZA DELLA GUERRA ANGIOINA ( 1450-1467)

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Edizione di 300 esemplari.

~ PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA ~


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La segnatura dei documenti (C- 2056. II) corrisponde al nuovo ordinamento cronologico dei cartacei dell'Archivio Caetani.

BIBLIOGRAFIA Nunziante E.: - I primi anni di Ferdinando d·Aragona e r invasione di Giovanni d•Angiò, in Arch. Stor. per le Prov. Nap., voi. XVII-XXIII. Giampietro D . : - Un registro aragonese nella Biblioteca· Nazionale di Parigi, in Arch. Stor. per le Prov. Nap., an. 1884. Volpi cella L . : Regis F erdinandi Primi Instructionum Liber ; Napoli, 1916. Caelani G.: Caietanorum Genealogia, Perugia, 1920. Caetani G.: - Domus Caietana, voi. I, Sancasciano, 1926.

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SigiUi e sottoscrizioni dcli' istrumento di tregua del 20 ottobre 1456.

INTRODUZIONE.

ogni archivio, ma specialmente in quelli familiari, si riscontra, a seconda dell'epoche, ora una pletora ora una mancanza quasi assoluta di documenti, perchè non tutte le generazioni hanno avuto in ugual misura modo e cura nel raccogliere e custodire le proprie carte. Incendi, saccheggi, manomissioni e dispersioni sono stati spesso causa che interi gruppi di documenti siano andati irreparabilmente perduti. Ma in compenso è accaduto ·a volte che, per qualche fortunata circostanza, il carteggio di alcuni speciali periodi è sfuggito quasi integralmente all'opera distruggitrice del tempo, Sigillo di Giacomo Piccinino. dei tarli e ~egli uomini. T aie è il caso, nel nostro archivio, per il periodo corrispondente alla gioventù di Onorato III Caetani, signore di Sermoneta. Nella Domus Caielana e nella Caieianorum Genealogia è narrata dettagliatamente la breve e movimentata vita di Onorato e sono illustrati i legami di parentela con i Gaetani di Fondi e con gli altri rami della Casa. In conseguenza mi limiterò in questa introduzione a dare solo brevi notizie della vita di Onorato Caetani, ossia quanto è sufficiente al migliore intendimento dei documenti che seguono. N

Onorato nacque verso l'anno 1422 e, in età infantile, rimase orfano d'entrambi i genitori. Diventò così erede di un vasto e redditizio stato, formato dalle terre di Sermoneta, Bassiano, Cisterna, Ninfa, San Donato é S. Felice che, estendendosi dai Monti Lepini sino al mare, comprendeva buona parte dell'odierno Agro Pontino. Tanta ricchezza suscitò la cupidigia de' minori parenti e dei vicini, e perciò il popolo di Sermoneta, sempre devoto ed affezionato a' suoi signori, nel 1433 affidò la tutela di Onorato e della sorella Beatrice allo zio Ruggero, prode uomo d'arme che militava per Giovanna II di Napoli e che, dopo la di lei morte, prese le parti di Alfonso V d'Aragona. Ma la tutela ebbe breve durata: Ruggero si staccò da Alfonso e, unitamente al pupillo, fu dichiarato ribelle; poco dopo, non si sa bene né come né perchè, fu trucidato per ordine dello zio Cristoforo Gaetani, conte di Fondi, oppure del figliolo di costui Onorato II.

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Do e u M ENTI D EL L' A Re H I V I o e A ET AN I

Allora gli uomm1 di Sermoneta, ai primi di marzo del 1436, chiamarono al governo dello stato ed alla tutela degli orfani Francesco Caetani di Maenza, fratello di Ruggero. La scelta non avrebbe potuto essere più infelicè, perchè Francesco, uomo ru~e, malvagio, e rapace, approfittò della sua posizione per arricchirsi a danno de' pupilli e dei loro vassalli ; governò da tiranno perseguitando crudelmente chi gli si dimostrava contrario ed ebbe anche in animo di appropriarsi lo stato dei nipoti, sul quale accampava pretese per il fatto che Giacomo IV, padre di Onorato, era morto intestato. Ma dopo non molti anni le popolazioni., esasperate dalle violenze e dai soprusi, cacciarono Francesco a ciò non mandasse tucto questo stato in ruyna come haveva comensato (feb. 1442). Allora il malvagio tutore volle imporsi con la forza e cercò di prendere Bassiano con un colpo di mano, ma il suo intento fu reso vano; quindi mosse causa al nipote. La vertenza fu sottoposta al giudizio arbitrale di Antonio de Rido, l'onnipotente castellano di Castel Sant'Angelo, il quale si lasciò corrompere da Francesco e pronunziò un lodo del tutto iniquo; finalmente, dopo molte controversie, si giunse ad un compromesso poco soddisfacente all'una ed alraltra parte (28 mar. 1444). Oramai, però, Onorato era giunto ali' età maggiore ed aveva preso nelle proprie mani la tutela de' suoi interessi: degno discendente di tanti illustri e prodi guerrieri, addestratosi nelle armi, ben presto diede prova di essere uomo ardimentoso, battagliero e singolarmente tenace ne' suoi propositi. In breve tempo costrinse lo zio a desistere da qualsiasi tentativo di carpirgli lo stato con la violenza. Ma questi non si diede per vinto e, per più di venti anni, continuò ad intrigare e complottare : ora fabbricando documenti falsi in base ai quali rinnovare la lite, ora alleandosi con i Gaetani di Fondi e con gli altri nemici del nipote e pare certo, persino, che cercasse di insidiargli la vita. Ma trovò in Onorato, quantunque poco più che ventenne, un formidabile avversario: questi, pieno di giovanile ardore, non sognava altro che di diventare un grande condottiero alla pari del Piccinino, del Colleoni e degli altri capitani, la cui fama risuonava da un capo ali' altro dell'Italia. Ma l'ottenere una condotta, come egli ambiva, non era cosa tanto agevole per un giovane della sua età; né le responsabilità dello stato,· né le cure familiari gli permettevano d'andar vagando alla ventura in cerca di quanto così ardentemente bramava. Onorato si dovette accontentare perciò ad addestrarsi nelle armi prendendo parte a cavalcate e guerriglie contro i vicini o i parenti, le quali in quei tempi erano una delle occupazioni · predilette dei signori. Sin dal 1442 attaccò briga col distante cugino Onorato Caetani di Filettino per -certe offese e depredazioni di bestiame, delle quali l'uno riversava la colpa sull'altro. Fu istruito regolare processo, che si protrasse, per circa dieci anni e che finalmente fu risolto a danno del parente di Filettino. Anche Sezze, il cui territorio confinava con quello di Sermoneta, gli diede molto da fare: tra le due comunità vi era un'antica, anzi antichissima, questione per ragione dei · confini e del decorso delle acque che inondavano e 'impantanavano le campagne. La origine di questa controversia, che si perde nella oscurità storica del XII secolo, per quasi cinquecento anni dette motivo ad una interminabile sequela di offese, di guerriglie e di processi che, appena appianati per intervento o dei pontefici o dei comuni amici, si riaccendevano più aspri che mai : rotti gli argini, violati i confini, gli uomini dell'una e dell'altra terra scorrevano la campagna incendiando le capanne, predando il bestiame, guastando le messi, torturando i prigionieri, sino a che, o un nuovo giudizio, o l'autorevole intervento del pontefice riconduceva per qualche tempo la quietè nell'insanguinata palude. Altra lunga e fastidiosa lite arse tra Onorato e Antonio Colonna, pnnc1pe di Salerno, suo cugino per parte della zia Sveva Caetani, per la giurisdizione sul litorale che si stende da

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INTRODUZIONE

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F oceverde al Circeo. La causa fu affidata ali' arbitrato di Sveva, la quale nel 1453 pronunziò un lodo ingiusto, ragione per cui poco mancò che non si venisse a guerra aperta. Nei primi anni Onorato, trascinato dall' impulso giovanile, nella difesa dei propri interessi trascese a qualche deplorevole eccesso, come quando fece precipitare dall'altissima torre di Ninfa alcuni vassalli ribelli che gli avevano trucidato a tradimento il castellano ; per tale colpa il giovane signore fu costretto a far pubblica penitenza, andando con la corda al collo da una chiesa ali' altra di Ninfa, scalzo e completamente nudo, brachis dumtaxat relentis. Però coli' andare degli anni si moderò, specialmente sotto I' inlluenza del cardinale Ludovico Scarampo di Mezzarota, patriarca di Aquileia, suo compare, che gli fu sempre accanto come mentore ed angelo custode, prodigando buoni consigli al giovane e focoso signore di Sermoneta. Ludovico Scarampo, sortito da umili natali in Padova, per coltura, abilità e senno salì rapidamente ad altissima posizione e, come patriarca di Aquileia, diventò straordinariamente ricco. Uomo di stato e condottiero, più che ministro di Dio, apprese l'arte .della guerra e del governo dispotico dal terribile cardinale Vitelleschi che poi, nel 1440, connivente Eugenio IV, fece carcerare e mettere a morte in Castel Sant' Angelo; dopo di che prese le veci del Vitelleschi e governò lo stato della Chiesa con mano ferrea facendosi, ad un tempo, temere ed odiare. Non sappiamo né come né perchè prendesse sotto la propria protezione i due orfani signori di Sermoneta ; è certo però che si attaccò ad essi in modo singolare, forse trovando, in questo puro e disinteressato affetto, ristoro e consolazione ali' animo tormentato dalle durezze e dalle angosce della vita pubblica. Privato delle gioie domestiche volle crearsi una famigliola propria su cui riversare, senza riserva, quanto di buono albergava nel suo cuore, e per più di venti anni ebbe cura di Onorato e di Beatrice come se fossero figlioli suoi. Verso l'anno 1448 tenne a cresima Nicola, primogenito di Onorato, di cui curò l'educazione ; si occupò di ogni più picéola questione che interessava la famiglia e lo stato e, diventato camerlengo di Santa Romana Chiesa, non cessò mai di stendere sui signori di Sermoneta il suo manto protettore, specialmente negli anni più difficili quando Onorato, seguendo le parti di Giovanni d'Angiò, si era reso disobbediente e, di fatto, quasi ribelle a Pio Il. Questo lato dell'animo dello Scarampo, forse sino ad ora rimasto ignoto, è illustrato dalle numerose epistole che fanno parte della presente pubblicazione. Esse solo in parte hanno interesse storico, ma ho creduto riprodurle integralmente, perchè gettano singolare luce sulla vita intima del cardinale e della famiglia Caetani. Sotto l'influenza benefica dello Scarampo, Onorato crebbe e maturò saggio e previdente amministratore dello stato e ottimo padre di famiglia, nonchè valoroso uomo d'arme. Già sin dal 1432 era stato fidanzato a Caterina figlia del prefetto di Roma, Francesco Orsini, conte di Gravina. Il matrimonio ebbe luogo nel 1437 e da esso nacquero Nicola, che fu destinato alla carriera delle armi, Giacomo a cui fu assegnata quella ecclesiastica nella speranza, forse, che un giorno diventasse cardinale e magari papa, Guglielmo terzogenito, Jacobella, Giovannella e Polisena. Il destino riservava a questi figlioli una dura sorte ; i maschi, travolti dalla bufera borgiana, perirono miseramente e solo Guglielmo, più fortunato degli altri, sopravvisse e da lui discendono gli attu~li duchi di Sermoneta. Giovannella sposò Pier Luigi F arnese e diede vita ad Alessandro, che nel 1534 salì sul soglio pontificio col nome di Paolo III. Jacobella entrò nella casa dei Margani, sulla quale, in vero, sembra pesasse la maledizione di Dio. Onorato fu liberale e magnifico al pari degli altri gran signori del nostro Rinascimento ; estese favori agli artisti ed ai letterati ed esplicò grande attività ingrandendo e rendendo più bella la sua dimora preferita, cioè la rocca di Sermoneta. Grandiose furono le accoglienze che diede


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DO C U M ENTI DEL L' A R C H 1V 1O CA ET AN 1

al cardinale Scarampo ed a vari ambasciatori e personaggi: il più memorando de' ricevimenti fu quello dato nel 1452 all'imperatore Federico Ili: questi pernottò a Sermoneta con tutta la sua comitiva, mentre con la vergine sposa, Eleonora di Portogallo, si r·ecava a Napoli per visitare re Alfonso. Ma l'animo di Onorato era volto più ali' avventure di guerra che ai fasti della vita cortigiana. Avere una condotta, una grande condotta, che ad un tempo gli dess~ lucro ed onori, era il più ambito dei sogni suoi. Il cardinale Scarampo gli diede qualche soddisfazione quando, nel 1446, lo condusse seco nelle Marche contro Francesco Sforza. Dopo di ciò militò con Sigismondo Malatesta. Ciò non gli bastò ; bramava di cimentarsi a più grandi imprese e perciò verso l'anno 1459 mandò in Alta Italia il suo cancelliere Carlo di Cesi nella speranza di poter assicurarsi qualche importante condotta con la repubblica di Venezia, col Colleoni o con qualche principe di quelle parti. A poco valsero i consigli del compare Scarampo, il quale si meravi-gliava che tanto poco si preoccupasse d'abbandonare la famiglia e lo stato. La più grande però, di tutte le imprese, alla quale bramava dedicarsi, fu quella di re Renato d'Angiò per la conquista del reame di Napoli. Non è probabile che le sorti della tramontata dinastia angioina gli stessero specialmente a cuore ; il movente era di natura assai più personale ed era la conquista della contea e dell'intero ricco e vasto stato de' suoi cugini i Gaetani, conti di Fondi. Debbo ricordare che ai tempi di Giovanna II di Napoli, i Caetani erano signori feudali di tutto il territorio che da Torre Astura si stende al Garigliano. Ma l'esperienza di oltre un secolo aveva dimostrato che era assai arduo mantenere integro così vasto dominio che per metà era soggetto alla Chiesa e per metà al re di Napoli. Difatti, ogni qualvolta il re ed il papa erano in disaccordo {il che si verificava sovente), i Caetani venivano a trovarsi in difficile ed ambigua posizione, perchè mantenendosi fedeli all'un sovrano, per necessità diventavano ribelli alr altro. In considerazione di ciò Giacomo II, compiacendosi dell' alte . qualità dimostrate dal secondogenito Cristoforo e del grande ascendente che questi si era acquistato alla corte di Napoli, stimò atto saggio e previdente di scindere in due il dominio della propria Casa legando a Giacomo IV, suo nipote primogenito, Sermoneta e tutte le altre castella nello stato pontificio, e ottenendo da Giovanna II che Fondi e gli altri feudi del napoletano venissero concessi in perpetuo a Cristoforo ed ai di lui discendenti. Così ebbe luogo la divisione dello stato e della famiglia tra i due rami dei Caetani di Sermoneta e dei Gaetani di Fondi che, imparentatisi con la famiglia reale, s'intitolarono poi _ Gaetani d'Aragona ( 1466). T aie disposizione, certamente molto saggia, importava non pertanto una violazione delle consuetudini ereditarie le quali miravano a creare un maggiorasco: quel che è peggio, Onorato II Gaetani, figlio di Cristoforo, non contento d'aver avuto in sorte la più bella parte della signoria avita, carezzava la speranza di poter anche possedere buona parte dello stato di Sermoneta. Di rimando, Onorato III di Sermoneta, non senza qualche buona ragione, pretese che tutto lo stato di Fondi e di T raetto spettasse a lui per il diritto ereditario di primogenitura. T aie condizione di cose creò una profonda inimicizia tra l' uno e l'altro Onorato, resa più aspra dal ricordo della tragica e crudele morte di Ruggero, zio e tutore di Onorato · di Sermoneta. Dal 1435 al 1459 le relazi·oni tra le due famiglie furono, a volte, amichevoli, ma più spesso ostili. Nel J454 fu fatto un decisivo tentativo di creare duratura concordia ed a tal fine fu deciso di dare in moglie a Nicola, figlio di Onorato 111 di Sermoneta, una figliola di


INTRODUZIONE

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Onorato II, conte di Fondi, e precisamente quella Bannella che poi, nel 1487, si meritò universale ammirazione : diventata principessa di Bisignano, con ardimentosa fuga sottrasse i figlioli al crudele Ferdinando il quale, mirando a distruggerne la stirpe, aveva imprigionato il di lei marito, Geronimo Sanseverino, per aver questi preso parte alla famosa congiura dei baroni. Oltre a ciò per assicurare duratura concordia, nel gennaio del 1458, fu stipulata nella rocca di Sermoneta una lega difensiva ed offensiva a cui parteciparono i Gaetani di Fondi, Prospero Colonna in nome suo e ·dei fratelli e Onorato Caetani di Sermoneta. Purtroppo nel secolo XV gli impegni assunti con giuramento valevano ben poco quando veniva a mancare la convenienza di osservarli ; anzi il più delle volte erano già violati in pectore al momento che in calce ali' istromento s• imprimeva dai contraenti il sigillo nella calda cera. . Credo che i propositi di pace fossero tutt'altro che saldi nell'animo di Onorato di Sermoneta quando firmò gli atti sopra ricordati. Egli non aveva mai rinunziato, neanche per un istante, alla speranza di poter, al momento opportuno, privare il « parente » dello stato che, a suo parere, questi illegalmente ed ingiustamente deteneva. Il conte di Fondi era uno de' più ricchi e potenti baroni del Regno ed il più fido amico del re Ferdinando ; quindi la sola speranza che poteva nutrire Onorato di Sermoneta per entrare in possesso dei feudi della Campania era che re Renato d'Angiò tornasse un giorno a rivendicare la corona di Napoli e, scacciati gli Aragonesi e i loro seguaci, conferisse a lui tutto il ricco stato del cugino. È perciò assai probabile che Onorato si mantenesse in corrispondenza con i sovrani della Provenza e che li sollecitasse a scendere in Italia molto tempo prima che, morto Alfonso d'Aragona, Renato si decidesse all'impresa.

* ** Il 9 ottobre 1459 Giovanni d'Angiò, sedicente duca di Calabria e primogenito di Renato, salpava da Porto Pisano con 21 navi alla conquista del Reame. In quel tempo Onorato di Sermoneta, quale vassallo di re Ferdinando, militava agli ordini di Marino Marzano, principe di Rossano, e si trovava con questo ali' assedio di Capriati, castello del ribelle Galeazzo Pandone. I due signori erano già d'intesa con il pretendente; questi il 16 novembre potè approdare senza difficoltà a Castellammare del V oltumo con l'aiuto che gli prestò il principe. Onorato mandò un suo rappresentante a ricevere l' invasore, a cui fece dichiarare d'esser pronto a schierarsi con lui e ad alzare le bandiere di Francia a due principali condizioni: che gli fosse assegnata una importante condotta e che, a conquista compiuta, gli fosse dato l'intero stato del conte di Fondi; tra le altre condizioni chiedeva anche che gli fosse concessa una delle sette grandi cariche del Regno. Tutte queste richieste furono elencate in un lungo memoriale e, a dire il vero, le pretese non erano poche. Giacomo de Sanostris fu incaricato di. trattare l'accordo con il duca Giovanni e con il principe di Rossano, principale consigliere di quello ; dopo aver alquanto ridotto le pretese, il duca Giovanni approvò i capitoli, che furono firmati dai rappresentanti delle due parti : dopo di che Onorato alzò la bandiera angioina e si presentò al pretendente per prestargli debito omaggio e giuramento di fedeltà. Ad Onorato fu affidato il compito di presidiare e guardare il passo di San Germano, ossia la parte della vallata del Liri sottostante alla badia di Montecassino, uno dei principali accessi al regno di Napoli. lvi Onorato rimase di stanza per quasi l'intera durata della guer~a, salvo quando ebbe ordine dal duca di accorrere o in una o in altra località a rinforzo del regio esercito, del Piccinino o di qualche barone.


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XVI

Do e u MENTI DEL L' A Re HIV I o

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Dal posto assegnatogli si tenne in continua corrispondenza con il duca Giovanni informandolo di quanto accadeva dalle proprie parti ; per tale corrispondenza, quando di natura segreta, erano in uso cifrari che frequentemente venivano cambiati. Alcuni di essi, che si conservano nel nostro archivio, vengono riprodotti nel presente volume; purtroppo non danno la chiave delle lettere cifrate qui pubblicate, ma è da sperarsi che potranno servire a decifrare documenti di altri archivi. L • incarico assegnato ad Onorato era di primaria importanza e questi adempì bene il proprio dovere quantunque, abbandonato a se stesso e senza adeguati rinforzi, non fu in grado d' impedire il passaggio alle preponderanti schiere nemiche che calarono in aiuto di re Ferdinando. Soltanto il duca di Sora ed il principe di Rossano ogni tanto vennero a confortarlo. Ma, quel che è peggio, per un anno e mezzo Onorato non ricevette· dal pretendente neanche un ducato di sovvenzione e le somme versategli più tardi furono del tutto irrisorie. Da principio Onorato provvide con i propri mezzi al pagamento della soldatesca ed alle altre spese di guerra; ma in breve si trovò completamente asciutto; impegnò quel che possedeva, persino i ricchi vestiti e trasse quanto più potè dallo stato di Sermoneta. Purtroppo i redditi di questo ben presto si inaridirono perchè Pio 11, sdegnato che Onorato avesse preso le parti di Giovanni d'Angiò contro re Ferdinando, alleato del papa, e che, quasi ribelle, ostacolasse le operazioni dell'esercito pontificio, permise che i nemici personali di Onorato gli recassero gravi noie nello stato ecclesiastico e che gli uomini di Sezze, riaccese le antiche contese, gli guastassero le campagne di Sermoneta e ne depredassero il bestiame. Il cardinale Scarampo faceva quanto •gli era possibile per proteggere il compare e sottomano gli anticipò qualche somma ; ma ciò era ben poca cosa, né sarebbe stato lecito al Camerlengo della Chiesa di operare di più a favore d'un così evidente fautore del partito avversario. Invano Onorato insistette presso il duca Giovan~i per ottener denari onde poter pagare la truppa che, sdegnata di non ricevere neanche un briciolo, protestava in malo modo e già cominciava a sbandarsi. Un messo dopo l'altro veniva spedito con iettere, nelle quali Onorato s~ongiurava il duca di mandare denari e di mantenere le promesse fatte; ma ad esse, o non veniva dato riscontro, o si rispondeva con belle frasi contenenti vaghe e vane promesse nonchè molte esortazioni a voler nobilmente pazientare : i denari dovevano giungere fra pochi giorni ed Onorato avrebbe largamente avuto la parte sua; ma poi non giungeva niente e l'attesa esasperante si protraeva di mese in mese. Intanto però quelli che stavano più vicini al pretendente riuscivano a carpire qualche cosa; se non denari, almeno qualche castello o qualche onorifica, per quanto vana, carica. Ma Onorato che aveva il grave torto di essere assente, rimaneva a mani vuote e si sentiva umiliato sospettando che la gente ridesse di lui e della sua cieca fedeltà. Di tutto ciò egli si lagnava scrivendo lettera su lettera a tutti i dignitari di campo ed a tutti gli amici, ripetendo le stesse cose al punto da rendersi addirittura fastidioso. Ma non era questa l'unica iattura del nostro Onorato: sin dai primi giorni dell'invasione Ferdinando, probabilmente per mano del conte di Fondi, gli aveva fatto imprigionare il primogenito Nicola. Sapeva quanto Onorato di Sermoneta amava il figlio, ed il giovane, carcerato in ~ torrione di Castelnuovo, costituiva un prezioso ostaggio col quale tenere a bada il padre nbeUe. <:>nor~to ~mosse. mare e terra nella s~eranza di ottenere la liberazione del figlio di cui crede:a. la vit~ m pencolo e non senza ragione, perchè tanto il re quanto il conte di Fondi, se spmtl dal dispetto, non avrebbero avuto scrupoli di fargli qualche brutto tiro. Invano Onorato scrisse al compare cardinal Scarampo, al papa, al duca di Milano , e a tant'1 a ltn· pregand o,


XVII

INTRODUZIONE

scongiurando che si adoperassero a liberare Nicola; supplicò Giovanni d'Angiò che gli desse qualche prigioniero d'importanza perchè si addivenisse ad uno scambio ; prese in prestito denari per pagare la taglia. Ogni tentativo però (e ve ne furono di seri), ogni offerta riuscì inutile, perchè l'onnipotente e testardo conte di Fondi aveva giurato di non lasciarsi sfuggire il prezioso ostaggio sinchè il cugino di Sermoneta non fosse tornato all'obbedienza di re Ferdinando ed avesse abbandonato per sempre l'idea di carpirgli la bella contea di Fondi e le altre terre.

*** Malgrado tutto ciò e nonostante la profonda umiliazione che sentiva nell'essere trattato peggio degli altri baroni, Onorato non vacillò un istante nella fede giurata al proprio signore. Invano il « parente », conte di Fondi, cercò con arti sottili di distaccarlo dal pretendente ; invano Antonio Piccolomini gli fece assicurare che la Chiesa gli avrebbe dato subito .una buona parte di quanto Giovanni d'Angiò aveva promesso, ma non avrebbe mai potuto mantenere. Onorato, a differenza degli altri signori e condottieri, con vera nobiltà d'animo rimase incrollabile nella sua fede e fu · l' ultimo dei baroni ad abbandonare l' impresa quando lo stesso pretendente vi aveva già rinunziato. Non tenterò di ricordare in queste pagine la parte che Onorato Caetani ebbe nella guerra, perchè il soggetto è stato dettagliatamente trattato nel primo volume della Domus Caielana; aggiungerò soltanto che quando, dopo la battaglia di T roja ( 18 ag. 1462), le sorti del duca Giovanni declinarono e i baroni ad uno ad uno cominciarono a defezionare ed a pr~vvedere alle cose loro ; quando anche il principe di Rossano, principale fautore degli angioini, ebbe prestato obbedienza a re Ferdinando e lo stesso pretendente ebbe alzato vela per la Provenza (4 apr. 1464), Onorato solo, abbandonato da tutti, non volle piegarsi alle preghiere degli amici e del figlio prigioniero, perchè non voleva deporre le armi sino a che il proprio signore non gliene avesse dato licenza. li duca Giovanni da Firenze finalmente gli fece dire che pigliasse accordo con chi meglio parerà .. . el s/orzese non micterse in potere del re. Allora, ed allora soltanto, Onorato piegò il çapo alla fatalità e dichiarò essere disposto a tornare all'obbedienza di re Ferdinando (mag. princ. ). Fu perdonato e con i pochi uomini rimastigli ritornò a Sermoneta, ove gli venne incontro la· fedele consorte Caterina Orsini, che durante la sua assenza aveva virilmente difeso i figlioli e lo stato come sapevano fare le donne di quella rude ma forte epoca. )

La sconfitta subita, lo svanire di tante speranze ed illusioni se~brano avere scosso lo spirito guerresco del prode Onorato. Tornato a Sermoneta si lusingò ancora per qualche anno che potesse rinnovarsi l' impresa del Reame ; poi si rassegnò a rinunziare ad avventure guerresche e provvide unicamente a rimettere in ordine il proprio stato, impoverito e disorganizzato da quattro anni di assenza. Si occupò di molteplici cause ed affari e molto dovette penare perchè il pontefice gli restituisse l'Acqua puzza e S. Felice ; cercò anche di venire a qualche, per quanto temporaneo, accomodamento con Sezze. Poco sappiamo degli ultimi anni della sua vita. Invecchiatosi anzi tempo, nel decembre 14 77 testava ed ai primi del mese seguente spirava nella rocca di Sermoneta. La morte prematura gli risparmiò l'angoscia ed il dolore di vedere il proprio stato confiscato e la famiglia pressochè sterminata dalla rapacità e dalla crudeltà di Alessandro VI e di Cesare Borgia. Roma, I maggio I 926.


..


AVVERTENZA

La trascrizione dei docume~ti contenuti nel presente volume è stata eseguita con sin~olare competenza dal Comm. Pompeo Barbato; la revisione delle bozze e la compilazione degli indici furono eseguite dal Dr. Cesare Ramadori e dal Sig. Pietro Van Aarssen : a tutti e tre i collaboratori debbo parole di riconoscenza. . Il carteggio di Onorato Caetani è stato riprodotto attenendosi fedelmente alla grafia originale, ma per renderne più agevole la lettura, si sono seguiti criteri moderni nella punteggiatura, nell' uso ' delle maiuscole e minuscole ed in quello delle abbreviazioni ; alcuni lunghissimi periodi, in cui • gli scrittori hanno trattato soggetti diversi, sono stati spezzati in frasi separate ; inoltre le parole erroneamente accoppiate {come unaltra, lonore, alloro, d_italia) sono state divise e quelle indebitamente divise {come grande mente, in presa) sono state accoppiate. Si è creduto bene omettere quasi completamente le note illustrative e biografiche intercalate nel testo: per le prime provvede la Introduzione; per le seconde si è adottato il sistema d'inserirle nell'Indice, ciò qie presenta molti vantaggi specialmente per chi, non del tutto informato dei fatti e personaggi dell'epoca, desidera consultare questi documenti. Il carteggio qui pubblicato non comprende che una parte dei documenti dell'epoca conservati nel nostro archivio e precisamente quelli più direttamente attinenti alla guerra angioina ed alle relazioni tra il cardinale Scarampo ed i Caetani; d'altra parte, sono state inserite alcune pergamene che più · propriamente trovano posto in questa raccolta che non nei Regesta Chartarum, ove tuttavia verranno cronologicamente ricordate.

Sigillo di Alessandro Sforza.


.

..


L Autografo del card, Ludovico Scarampo.

VOLUME UNICO

e - 140 b=-.

1450. 1. 20 • Roma - Il card. Ludovico Scarampo di Mezzarota a Onorato III Caetani di Sermoneta: tità vuole che consegni la rocca dell'Acquapuzza •> al latore, Stefano da Reggio. Fuori :

Magnifico viro compatri et amico nostro dilectissimo Honorato Gayctano.

L

cardinali, •

aquileyensis

j

Sua San-

s.

domini pape ca_merarius.

Entro: Magnifice vir, c[ompa]ter et amice noster dilectissime, post salutem. Ad questi dij sonno state diete molte cose innanti [alla] Santità de N . S . della roccha de Acquapucza et perchè se diceva ·non era in man della Sua S.te nostro Signor, ad satisfattion sua et per declaration de questo, vole la dieta roccha sia consignata qui ad Stefano da Regio, portator della presente, sì che liberamente et de bona voluntà farrete consignarlila in fin che perfectamente serrà declarato questo facto; et Lorenzo nostro famiglio ce mandate in dirietro. Valete. Rome XX ianunrii 1450.

C-741.

1450. I. 22. Roma - Il card. Scarampo a Onorato Caetani: slione del l'A cquapuzza. Fuori:

[Magnifico) viro compatri et amico nostro (dilecto) Honorato Gaielano Ser• (monete) domino etc.

[L.

cardina)lis aquileyensis domini pa)pe camerarius

i

manda il suo cappellano Bernardo per la qui-

s.

etc.

Entro: Magnifice vir, compater et amice noster dilecte, post salutem. Nui mandamo ad vui de là lo eximio doctore misser Bernardo, arciprete etc., capellano nostro, portatore de la presente, a lo quale havemo commesso vi dica alguna cosa sopra lo facto de la Aquapuza. Pregamovi diati al dicto piena fede, quanto ad nui proprij et più li diati bona et presta expeditione. Valete. Datum Rome, die XXIJ • .. o o o 1anuanJ M ecce L • Nos L. Card. Aquileyensis manu propria. a) La Torre dell'Acquapuzza, piccolo fortilizio situato tra Sermoneta e Sezze sulla via consolare che conduceva da Roma a Napoli, ebbe grandi»ima importanza strategica perchè ·coman• dava l'accesso nello alalo pontificio dal lato di Terracina. Per•

venula nelle mani della famiglia Caetani durante il grande se.i. sma d'occidente, diventò oggetto di interminabili controversie e fu di continuo tolta e restituita ai Caelani, come è dettagliatamente narrato nella Domu:s Caiclana (voi. I, cap. XLV).


DOCUM E,NT I DELL'ARCHIVI O CA ET AN I

2

C-742.

1450.1.24. Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: del/' Acquapuzza. Fuori:

Magnifico viro compatri et amico nostro dilccti~imo Honorato Gayetano

L

,.

cardinnlis . . aqu1lcyen111

}

circa le intenzioni di Sua Santità nella quistione

s.

domini pape camcrarius.

Entro: Magnifice vir, compater et amice noster dilectissime, post salutem. Inteso quanto ne havete scripto circa el facto dell 'Acquapucza, dove, per hora, non bisognia fare altra resposta se non che son circha octo dij N. S. ne dixe voler mandare lì uno homo delli soi per respecto che li era dicto da alcuni che quella rocha non era in mani della sua Sanct.tA. Poj è restato così, et non è seguito più ultra; non perhò ve ne tconfortate, chè reputamo se faccia ad bon fine. Se pur N. S. vorrà mandar lì un delli soj, noj ve ne advisaremo per nostre lettere et per un delli nostri che sopra de ciò ve refererà ad boccha, et se altro seguirà ve ne advisaremo. Actendete ad star sano et de bona voglia. Datum Rome, XXIIJJ ianuarii 1450.

1450 .I. 27. Roma -

C-743.

Il card. Scarampo a Onorato Caetani: -

Fuori :

Magnifico viro compatri et amico nostro dilccto Honorato Gaictano Sennoncle domino

L

cardinalis • • aqut1cycna11

i

sullo stesso oggello della precedente.

s.

domini papc camernrius.

Entro: Magnifice vir, compater et amice noster dillecte, post salutem. Per una altra nostra, li dì proximi passati, ve scrivissimo che mandavamo ad vui lo eximio doctore misser Bernardo, arciprete etc. capellano nostro, portatore de la presente, lo quale per certa bona casone allora non mandassimo. Al presente mandamo lo dicto misser Bernardo, a lo quale havemo commesso vi refferisca alguna cosa per parte nostra, maxime sopra lo facto de l 'Aquapuça. Pregamovi li diate piena fede quanto ad nui propij et più li diati bona et presta expeditione. Valete. Datum Rome, die XXVJJ ianuarij millesimo cccc0 L0 • L. C a r d . A q u i I e y e n s i s m a n u p r o p r i a .

1450. I. 31.

C-744.

Roma - Il card. Scarampo a Onorato Caelani: rocca dell'Acquapuzza. Fuori:

Magnifico viro conpatri et amico noalro dilccto. Honoralo Gaetano Scrmoneti domino etc.

L

cardinali, aquilcgycnais

domini papc camcrariua

}

per in/ormarlo che presto gli sarà restituita la

s.

etc.

Entro: ·Magnifice vir, compater et amice noster dilecte, salutem. Per ritorno de l'arciprete et Lorenzo nostri habiamo ricevuta vostra lettera et da li preditti intexo quanto sia seguito nel resignare da la rocha de 1•Aquapuça etc. Compadre nostro, benchè, in ogni occorente facto et acto vosb·o, sempre . cum prudentia ve abiate governato et cum integerrima fede, siate stato obedientissimo a Santa Chiesa, summamente ne à piacesto che, in re ista, etiam prompto corde et obedienti fide, abiadi obedito lj


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

3

comandamenti de N. S. Speramo che questa vostra prompta obedienta et summa fede hedificherà la mente de la sua S .1à ••• et taliter che, cum tempore, 'et de lu rocha predicta et in le altre occorrentie de lj comodi et honori vostii, porete sperare bene de la dementia et de la Beatitudene soa. Nuy veramenta (quod scribere satis superfluum est), sempiterno tempore pro conservatione et augmenlo honoris vestri et proficuj tanto promptissimo et parato ne haverete, quanto se extenderà le forçe nostre et quanto rechiede et debito de la vera amicitia et compaternità nostra. Valete. Ex Urbe, XXXJ ianuarii MccccL. Su ligula, fissala con cera rossa: Magnifico Signore, dopoi scripta questa de comandamento del reverendissimo signore mio, in quest'ora, la sua Signoria collendissima (card. Scarampo) mi ha fatto chiamare et dittome corno l'à parlato a la Santità de N. S. per modo che l'à trovato la clementia de la sua Beatitudine dispositissima per la Mcia. va. e che non avete a dubitare ponto de la restitutione de la rocca de l' Aquapuça et che la V 11• Mcia. debia stare de bona voglia, perchè presto sarete in facto isto restituto et reconsolato. Açò bene a certificare et preavisare la va. Ma. che debia tenere questa novella secretissima, perchè non fosse iterum desturbata, per chi à disturbato la prima. Magnifico Signore mio, cum summa leticia ò scripto et additto questo breve ad hore XXIJ: Magnificencie V estre. servitor Bernardus archipresbiter cum recomendatione.

1450. II. 6. Roma -

C-745.

Il card. Scarampo a Onoralo Caetani:

Fuori::

sullo stesso oggetto della precedente.

s.

Magnifico viro conpatri et amico nostro dilecto Honorato Gaetano Sermoneti domino

L

i

cardinalis aquileyensis •

domini nostri pape cameranus

etc.

Entro: Magnifice vir, compater et amice noster dilecte, salutem. Heri recevessemo vostra lettera a nuy ultimo loco scripta. Et per quella ce foe grato intendere de la salute vostra. De la vostra sincerissima fede e~ integerrima mente et obedientia demostrata in ogni facto a Sancta Chiesa, superflum est chel scrivate a nuy, che de çiò stati siamo et semo optimo et vero testimonio. Compadre magnifico, avendo l'onore vostro continuamente in memoria, iterum questa matina pariamo cum N. S. del facto de la rocha de I' Aquapuçça. In qua re, trovassimo la clementia de la Santità sua optimissimamente disposita dicendo la Beatitudine sua, per buono respecto, volere che, solamente per mesi duy, a nome suo, la dieta rocha si tennesse; et poi realiter farvella resignare a vuy. Soprazonzendo la Santità soa, se niuno el saverà, et che a noticia cc venga questo essere divulgato, nuy daremo la colpa a vuy, et retegniremo per nui la rocha. Compadre mio, questo che è l'onore e 'I dexiderio vostro solamente el comunicamo cum vuy, nè persona viva el saperà per nuy. Et anche in secreto l'abiamo commesso a l'arciprete nostro, perchè scrive lui la presente lettera. La vostra Magnificentia è hora certa del suo desiderio in ista re. Ben ve pregiamo et per vostro et nostro honore che, per revelarlo a persona vivente, vuy non guastate la promessa cum vostri dannj. Idio cum vuy sempre. Rome, VJ februarij MCCCCL, hora prima noctis.

C-746.

1450. II. 26.

Roma - li card. Scarampo a Onoralo Caetani: - perchè gli mandi alcune some di pesce per la 3tazione di S. Lorenzo in Damaso, dove intende recarsi il papa a desinare. Fuori:

Magnifico viro compatri et amico nostro carissimo Honorato

s.

Gayctano Sermoneti etc.

L

cardinalis aquileyenais

domini pape camerarius

l f

etc.

Pigliando fiducia in Voj, corno havemo Entro: Magnifice vir, amice noster carissime, salutem. soluto fare, ve pregamo ce vogliate provedere possamo bavere una o vero doj some de quel vostro

.

---

,..

.......

,lf


- - - ---- ---

Do e u MENTI D EL L' A R e H I V I o

4

e A ET AN I

-··- - -- ------ - -pescie •> del più bello sia possebile, el quale vorriamo fossi qui allj XVJ dij del mese che deve venire, perchè allj XVIJ è la statione ad Sancto Laurentio, che è la nostra ecdesia, dove intende venire la Sanctità de N. S. con questi altrj signor cardinalj ad desinare et de questo ne farrete gran piacere. Datum Rome, XXVJ februarij 1450.

C-747.

1450 . III. 5 . Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: il pesce. Fuori:

Magnifico vivo compatri et amico nostro carissimo Honorato Gayetano Sermoneti ecc.

L

cardinaJis aquileyensis •

domini pape camerarius

perchè gli /accia sapere se potrà mandargli

s.

l

etc.

Entro: Magnifice vir, amice et compater noster canss1me, salutem. Ad questi dij passati ve scripsimo una lettera per la quale ve pregavamo ce volessivo procurare che allj XVJ de questo mese potessimo havere una o vero doj some de pesce del più bello che fossi possebile, perchè allj XVJ del mese è la statione ad Sancto Lorenzo in Damaso, dove dovemo recepere N. S. Et anche ve scripsimo un'altra lettera de nostra mano, della quale non havemo hauta resposta; sì che, tanto ad quella quanto alla parte del pesce, ve pregamo ce vogliate respondere se'l porremo havere. Valete. Datum Rome, V martij 1450.

C-748.

1450.111.10. Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: del conte Francesco Sforza in Milano.

sollecita l'invio del pesce; accenna all'entrala

I

Fuori :

Magnifico viro compatri et amico nostro carisaimo Honorato Gayetano Sermoneti etc.

L

cardinalis aquileyensis

domini pape camerari111'

s.

!

etc.

Entro: Magnifice vir, compater et amice noster carissime, salutem. Ad questi di passati havemo scripte tre lettere alla Magnificentia, infra le quale una ne scripsimo de man nostra et demola ad quel vostro cancellerj era qui, velia mandassi. Meravigliamone assaj maj de veruna havemo hauta resposta. Hora, per questa, ve scrivemo et pregamo ce vogliate provedere con quellj vostrj pescatorj possamo havere doj some de pesce de mare del più bello sia possebile, et questo vorriamo fossi qui per tucto lunedì proximo da venire, perchè allj XVIJ dì del mese, che serrà martedì, è la station ad Sancto Laurentio in Damaso, dove dovemo recepere la Sanctità de N. S.; si che ve pregamo, se possebile è, siamo servitj de queste doj some de pesce o de quel che se porrà et noj pagaremo allj pescatorj quel che per voj serremo advisati; et piacciave farce resposta de questo per lo presente portatore. Credemo habiate sentito corno el conte Francesco ha octenuta Milano; altre non occurre parate. Datum Rome, X martij 1450.

a) Pesce delle famose peschiere di Fogliano.


I EPISTOLARJVM HONORATJ CAJETANJ

5

1450 • III . 11 • Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: lieto di ricevere il pe3ce nel giorno promf!3Jogli, accenna alla lite ed ali'entrala del conte Franc~co S/orza in Milano. Fuori :

'

I

Magnifico viro compatri et amico nostro honorando Honorato Gaiclilno Sermoneti domino etc.

L

s. l f

cardinalis aquileyensis domini pape camcrarius

etc.

Entro: Magnifice vir, compater et amice noster dilectissime, post salutem. In questo dì, ad hore XXI}, havemo receputa una vostra lettera, data in Sermoneta adì X de marcio, la quale c'è stata molto cara et inteso quanto ce scriveti. Haveremo carissimo se lo pescie verrà a lo tempo che scrivete, del quale ne haveremo grande piacere et quanto più bello serrà. Al facto de la litte, la sollicitaremo come se fusse cosa nostra propria. De le novelle de Lombardia, altro non c'è, se non che lo conte Francesco Sforza è fato Signore de Milano et intrato dentro, come crede[m]o, vuj havere sent[it]o. S[e] alcuna cosa è che possiamo fare. per vuj, semo sempre apparechiati a vostri [p]iacerj. Datum Rome, die XJa marcij M0 cccc0 1. I)

[1450] III .16. Roma -

C-842.

Il card. Scarampo a Onoralo Caetani: -

Fuori:

lo ringrazia del p~ce.

Magninco viro compatri et amico nostro carissimo Honorato Gayetano Scrmoneti etc,

L

cardinali, aquileyensia •

l

s. etc.

domini pape c:amerariua ~

Entro: Magnifice vir, compater et amice noster carissime, salutem. Havemo reciputa vostra lettera et anche el pesce, el quale è stato molto bello et assai et non che honorebile ad noj ma ad un papa; del quale summamente ve regratiamo et anche dellj animalj, dellj qualj havemo hauto gran piacere. Noj havemo voluto far pagare el pesce ad questi vostri, che lo hanno portato. El vostro famiglio non ha voluto per niente. Noj non vorriamo darve così spesso queste cavature, perchè la intention nostra fo de volerlo pagare, si che tanto più ve ne simo obligatj. _V alete. Datum Rome, XVJ martij.

C. 339. XCII.

[1450]. III .16. Roma -

Il card. Scarampo a Caterina Orsini: -

Fuori:

Magnifice domine commatri nostre dilecte domine Catcrine dc Uninis etc.

L.

cardinalis aquileyensia

come la precedente.

s. J etc.

domini pape camerariua

Entro: rv1agnifica domina tanquam in Christo filia, salutem. · Havemo reciputa vostra gratissima lettera et anche el pesce, el qu~le è stato bellissimo et in gran copia. La nostra intentione era volerlo pagare, ad questo vostro famiglia non è piaciuto; de dar queste spese così continue al signor Honorato ne regresce assaj, perchè se usa questo ne par esserli obligato tanto che è troppo, niente de meno regratiamo voj et la M. sua. Valete. Datum Rome, XVJ martij . 1)

L • ultima cifra dcli' anno fu corretta dallo ~tuo amanucnx.


Do e u M ENTI D EL L. A Re H I V I o

6

e A ET A N I

C-2202.

[1450]. X .10.

Roccasecca - Marchese Berardo Gaspare di Aquino, agli ufficiali ed ai vas:,alli ordina di ubbidire a suo cognato Onoralo Caetani. Berardus Gaspar de Aquino, milex, 'Piscarie marchio ac Laureti et Sadrianj comes etc. Ad tucti et singulj nostri capitanij, castellanj, camerlingo, mastrj massarj et altri officialj, ac eciam ad tucti et singulj nostrj vassallj et subditi de tucti et singulj nostrj castellj, terre et lochi, per tenore del presente nostro comandamento et patente lictera expressamente conmandamo che al magnifico sengnore Honorato Gaytano, nostro congnato et fratello, in tucte quelle cose che sarrando da sua Singnoria recercati et conmandati, tanto de dj quanto de nocte, per qualunche accasione, in qualunche lochi et tempi, senza alcuna exceptione et dilacione debiano effectualemente hobedire et lj soy conmandamenti ad execucione mandare eciandio bisongiando per nostro stato et parendo al prefato nostro fratello et congiato permutare castellanj, ho in favore loro ponere nelle nostre fortize et castella più conpagni et hominj per loro guardia et tutela e 'l debiano similiter hobedire et fare quanto a loro per sua Sengioria li sarrà commandato, non aspectando altra demostracione de intersingno nè altri conmandamenti ho specialj conmissioni qualj da nuy avissero, ma solu volimo lj basteno la sola demusb·acione de la presente lictera et generaliter volimo et conmandamo che in omnibus et per omnia el predicto sengiore sia hobedito et reverito quanto la nostra propria persona ; et in questo volimo non se facza lo contrario in quanto anno cara la nostra gracia et la nostra indegiacione desiderano evitare, et ad pena de rebillione et tradimento, la quale nostra concessione et mandato volimo che duri ad nostro beneplacito ; et ad fede et cautela de tucte sopra diete cose la presente patente lictera avimo subscripta de nostra propria manu et sigillata de nostro et consueto sigillo. Datum ex Roccha Siccha, hodie X 0 octubris, Xllj6 indictionis. Manu propria. S. lacobus subscripsit.

1450. X .11. Roma -

C-753.

Il card. Scarampo a Caterina Orsini: -

Fuori:

Magnifice domine commatri nostre cariaaime domine Caterine de Urtinia etc.

L

card'.n~lia aquileyensi~ dom1n1 pape cameranus

credenziale per il ,uo /amiglio Malatesta.

s.

J etc.

Entro: Magnifica domina, comater nostra dilecta, salutem. Mandamo alla M. V. Malatesta nostro famiglio, presente portatore, con alcune cose et ad quello comesso debia de ciò confe1ire colla· M. V., a la quale sia de piacere prestarlj fede, offerendo[ce] ad tucte cose ad voj grate. Confortate el nostro figliolo in Cristo conte Nicola. Datum Rome, XJ octobris 1450.

1451.11.10.

C- 764.

Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caetani: - ha letto alla presenza dei cardinali Luigi de la Palu de Varembon e Prospero Colonna la rispo,ta di lui alle 3ue due letlere, facendone loro rilevare l'ollima intenzione. ~

Fuori:

[Magnifico) viro compatri et [amico) nostro dileclo Honorato [Gayetan)o Sermoneti etc.

[L

l

card~n~Ji, • dom1n1 pape

aquileye_nsis cameranus

s. l ~

etc.

Entro: Magnifice vir, amice [noster] dilecte, salutem. Havemo reciputa una vostra lettera, data m S[er]moneta alli VJIJ del presente, la quale havemo habuta m[ol]to cara, ha,1endo inteso la resposta

.....


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

7

alle doj nostre (lettere] quale ve scripsimo. De che ad questa respondemo che h[avemo IJecta questa in presentia delli mei reverendissimi signori cardinali Morinense (L. de la Palu) et (Pro,pero) Columpna et dicto della vostra optima inten[tione]. Altro non ce è per adesso. De quanto seguirà sarete ad~-isati. _Actendete ad star sanj et confortate da nostra parte la commatre nostra et anche el conte Nicola et tucta la brigata. Datum Rome, X februarij 145 I. Su ligula, fissala con cera rossa: Post scriptum. Havemo ancor reciputa un'altra lettera de vostra mano, alla quale per mo non fecemo altra resposta. Piacene bavere inteso quanto havete scripto, la qual lettera vostra, per lo presente portatore, ve remandamo con questa ligata.

1451. II .12 . Roma -

C- 765.

Il card. Scarampo a Onoralo Caelani:

Fuori:

Magnifico viro compatri et amico nostro dilcctusimo domino Honorato Gaictano Salmonete etc.

L.

cardinalis aquileycnsis domini pape camerarius

invia lellera confidenziale.

s.

1 etc.

Entro: Magnifice vir, compater et amice noster dilectissime, post salutem. Non ce occorre al presente darvj noticia de alcuna altra cosa, se non che noj con tucta la nostra famiglia siamo sanj, el che de continuo desideramo sentir de voj et de tucti li vostri. Apresso ve mandiamo questa interclusa la quale, come haverete lecta, subito brusiate. Valete. Datum Rome, XIJ fcbruarii Mcccclj.

1451.11.13.

C-766.

Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caetani: da Piperno. Fuori:

Magnifico viro compatri et amico nostro dilecto Honorato Gayetano Sermoneti etc.

L

cardinalis aquileycnsis •

domini pape can\erarius

perchè traili umanamente Pietro del notaio Vello

s.

J etc.

Entro: Magnifice vir, compater et amice noster dilecte, salutem. Havendo sentito corno site indignato contra ad un Peb·o de notaro Vello da Piperno, et considerato tucti quellj da Piperno son nostri amici et quellj che son nostri anche possete stimare esser ad voj, per questa ve exhortamo, se alcun rancore de animo havessivo inver lo dicto Petro, vogliate, per vostro honore anche nostra complacentia, removerve da omne malivolentia havessivo a lluj ; et da hora innanti humanamente vederlo. Valete. Datum Rome, Xlii februarii 14 51 .

C-767.

1451. III . 9 .

Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caetani: - spera che il fallo, di cui ha già parlalo e parlerà ancora con Sua Sanlità, avrà buon fine; due figliuoli di Francesco Caetani di Maenza sono stati presentati e raccomandati a Sua Santità. Fuori :

Magnifico viro compatri et amico nostro dilecto Honorato Gayetano Sermoneti domino etc.

L

cardinali, aquileyenai1 domini pape camerariu1

~

s. etc.

Benchè al presente non occ[o ]rra cosa Magnifice vir, compater et a[m]ice noster dilecte, salutem. n~cessaria de seriverve, niente · de meno per ad ... ve scrivemo, acciò che habiat[e] ... [ad]visarne noj


-

-- -

...,,..__,,,,--~---

o o e u M E N T I o EL L' A Re H I V I o

8

e A ET AN I

del vostro. Noj, gratia de Dio, passamo ben s ... con tucta la nostra brigat~ et qui, m Roma, se [sta] assaj bene et è bono aere. Del facto vostro, non è mentovato più olh·a. E ben vero che alle volte ne havemo parlato colla Sanctità de N. S. et parlaremone secondo li tempi che vederemo apti ad ciò, et speramo questo facto haverà bon fine, sì che non ve ne date malanconia alcuna. Ad questi dij, sonno stati qui doj figliolj del magnifico Francesco Gayetano li qualj, per li reverendissimi mej monsignor Morinense (Luigi de la Palu) et (Prospero) Colonna, sono stati inducti alla S. de N. S. et simplicemente recomandatelj. Altro non ce è stato fatto ; de quanto sequirà ne serrete advisati. Confortate la magnifica nostra commatre, vostra consorte, e lo conte Nicola. Se alcuna cosa volete da qua, advisatene, chè ve la mandaremo volenterj et scrivatene alle volte quando ve accade. Datum Rome, Vlllj martij 1451.

C-770.

1451.IV.1. Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: dergli pomaranci per l'orto di Roma. Fuori:

Magnifico viro compatri et amico nostro dilectissimo Honorato Gayetano, Scrmoneti etc.

L

per ringranziarlo delle cose mandategli e per chie-

s.

card'.n~lis aquileyensi~ ) etc. dolDlnt pape cameranus j

Entro: Magnifice vir, compater et amice noster dilecte, salutem. Havemo reciputa una vostra lettera, la quale ad noi è stato multo grata. Et havendo, per quella, certeza corno voj con tucti li vostri state bene, ne havemo presa gran consolatione et così ne advisate spesso, perchè non potete far cosa che più cara ce sia. Havemo recipute le cose ce havete mandate, le quale tucte son state bone. Regratiamone grandemente la M. V. Li pomaranzi, se alcuno se ne potessi havere, li vorriamo piantare qui, in questo orto de Roma. Se alcuna cosa ve bisogna de qua, advisatene chè darremo el modo ad mandarle. · Datum Rome, prima aprilis 1451.

1451. IV. 30. Roma -

C- 771.

Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: -

Fuori:

Magnifico viro compatri et amico nostro dilectissimo Honoralo Gayetano, Sermoneti etc.

L. •

cardinali, aquileyenais

credenziale per ser Iacono.

s.

1 etc.

domini pape camerariua

Entro: Magnifice vir, compater et am1ce noster dilecte, salutem. Ser 'Iacono [ver]rà ad voj de nostro consiglio, allo quale havemo dicto el nostro parere tanto circa al facto del vino che hebero li homini vostri della Saiectia (?) che ruppe, quanto li facti dell'Acquapuccza; sì che, secundo da lui sentirete el nostro parere, ne pare che de biate fare; allo quale date piena fede. Datum Rome, ultimo aprilis 14 51.


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

C- 772.

1451. V. 27. Roma - Il .card. Scarampo a Onoralo Caelani: sollecito ed allento. Fuori:

nel fallo del vino, come in tulle le cose di luf, sarà

Magnifico viro compatri et amico nostro dilccto Honoralo Gayctano, Scrmoncti etc.

L

9

cardinali. aquilcycnsis •

domini papc camcrarius

s. J etc.

Entro: Magnifice vir, amice et compater noster, salutem. Her da sera venne lì quel vostro messo ad Albano, dove noj eravamo, et e[x]pusene quanto per voj li fu comesso. Noj li diximo che non ne credevamo niente ; non de meno questa matina simo tornati qui, et per sentire quel che era, non trovamo se non de questo vino. Noj serremo actenti et solliciti in questo et in tucte cose vostre. Dal vostro homo senterete quel che li ·diximo. Actendate ad star sanj. Datum Rome, XXVJJ maij 1451.

1451.Vl.8.

C-773.

Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caetani: - intorno ad una lega che contro di lui intenderebbero fare Francesco Caetani di Maenza, Alessandro Caelani Palatino, vescovo di Terracina, e il fratello di questo con l'intervento di Onoralo li Gaetani, conte di Fondi.•> Fuori:

Magnifico viro compalri nostro dilcctissimo, Honoralo Gaytano, Scrmoncti etc. domino

L.

cardinali, aquilcycnsis domini pape camere.rius

s. J etc.

Entro: Magnifice vir, amice noster dilectissime, post salutem etc. Hogi tornasimo d'Albano et subito averno sentuto che le vescovo de Terracina et lo suo fratello se intendanno con Francisco Gayetano, vostro cyo, ciercando de fare contre de voi uno trattato et credasse che lo conte dc F undy intervengna in questo facto. Per tanto siate avisato et provedete corno pare a voi. Ben ci pareria che _'l serria bon de accordarese con dictj e vescovo et suo fratello. Vogliateci rescrivere sopra di ciò la vostra voluntà, et valete. Ex alma Urbe, octava iunij. McccclJ. Sopra la ligula: Post scriptum : per lo portatore de questa averno recevuto le cerase vostro che ci avete mandato et venne regraciamo assay etc.

C-774.

1451.VI. 9. Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caetani: S. Paolo in A !bano. Fuori:

[Magnifico) domino compatri cl amico nostro honorando Honorato Gayetano, Sermonete etc.

L.

cardinalis aquileyensis d omini pape camcrarius

J

gli procuri uomini e bestiame per •la badia di

s.

etc.

Entro: Magnifice domine, compater et amice noster honora~de, post salutem. Perchè havendo nui quello loco de Sancto Paulo de Albano, come sa la Mag.tia V. haveressimo piacere de farlo a) Cf.

2

Domu,. I, cap. XLVII.


,o

Do e u M ENTI D EL L" A Re H I V I o

e A ET AN I

redure in modo che ne pobss1mo havere piacere et per fare questo havemo bisogno de homeni apti ad ciò. Pertanto pre[g]amo la dieta M.iia V. vogli fare (ve)dere per le terre vostre se si trovassero dui homeni, li quali fossero apti et pratichi ad zappare et fare orti et falzare et reponer feno et paglia et fare ogni cosa necessaria in simile loco, et fideli. Et nuj serissimo contenti, oltra le spese, darli quello salario paresse ad vuj fosse conveniente; et potendosi haverne duj, corno havemo dicto, haveremo caro che vui ce li mandate et, quanto più presto, meglio. Apresso havemo desiderio de havere et tenere in lo predicto loco perfino 300 overo 400 capro et non havendo nuj altramente ei' modo de trovarle, vi pregamo faciati cercare per le diete vostre terre se se ne potessero trovare perfin a la dieta quantità cum li homeni suffitiente ad guardarle et pratichi et se non in le terre vostre, in le ' terre vicine, in lo Reame et de ciò advisatice et provederemo del denaro subito. Non alia. Valete. Ex Urbe, die VIIIJ iunij 1451.

1451. VI .11. Roma -

C-775.

Il card: Scarampo a Onoralo Caelani: -

Fuori :

Magnifico domino compatri et amico nostro dilectissimo Honorato Gaitano, Sermoneti etc. domino benemerito.

L

l

cardinalis aquileyensis •

domini pape cammarnrius

credenziale per il suo f amiglio, Lorenzo da Pisa.

s.

etc.

Entro: Magnifice compater et amice noster dilectissime. Nuj mandamo Lorenzo da Pisa, nostro fidato famiglio, a la M. Vostra, el qual ve exponerà per nostra parte alchune chosse, al qual ve pregamo ne piaça dare piena f[i)de quanto a nuj proprij, parati sempre ad ogm vostro honore e stato etc. Datum in Roma, a dì Xl zugno 1451. L. Cardinalis Aquilegensis manu propria.

1451. Vl.21.

C- 777.

Roma - Il card. Scarampo a Onorato Caelani: - per conoscere le intenzioni di lui circa la domanda di Alessandro Caetani Palatino e del fratello di questo, Bonifacio, per la cessione di ogni loro ragione su Ninfa e Norma. Fuori:

Magnifico domino amico et conpatri nostro dilectissimo domino 1-lonorato Caietano etc.

L

cardioali1 aquileyeiui, • • d omani pape camerarius

s.

J etc.

Entro : Magnifice domine, compater et ami ce noster tamquam frater, post satutem. V e avisamo che havemo parlato cum lo veschovo de Teracina (Alessandro Caelani) et cum Bonifacio, suo fratello, lo quale ce pare essere molto desideroso de lo achordo vostro. Et avemoli, insieme et da parte, confortati quanto a nuj è paruto poter fare cum bone rasone che voglino pigliare achordo cum vuj sopra la differencia de Ninfa et de Norma. Da lì fin mò non potemo avere altra resposta se non che tuti desiderano e vogliono molto volentieri pigliar bono achordo cum la V. M. et sempre vivere bene cum vui più tosto che pigliar alchuna altra via e dicono volere, a lo meno precio, da vuj ducati d'auro setemillia cedando a vuj ogni sua rasone de li diti lochi de Ninfa et de Norma. Nuj li averno sempre confortati più allo achordo dicendo che tal s[o]ma saria a vuj impossibile a pagare e che credete avere bona rasone in diti lochi e che, se li vorete dare alchuno danaro, lo farete perchè sono vostri parenti e per viver cum loro chomo cum frateli. Non averno aula altra resposta da loro; però ve ne avisamo açochè ne pigliate lo meglio partito chomo fa li savij signori. E mandamovj questa nostra lettera, a la quale ve piacia respondere presto, perchè nuj volemo andar verso lo nostro patriarchato et a V enecia e volentiera vedessamo prima essere dato a questo vostro fato achuna conclusione o bono principio. Lo nostro partire de qua sarà per tuta questa seti mana. Datum in Roma, adì 21 zugno 145 I , a hore 24.


- . --- ... -~---

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

C-339. XCI.

[1451] .VII. 26. Ferrara - Il card. Scarampo a Onorato Cactani: marchese di Ferrara. Fuori :

Magnifico viro compatri et amico nostro dilccto Honorato Gayetano, Sermoneti etc.

L

cardinalis aquileyensis •

domini pape camerarius.

i

circa le accoglienze ricetJute da Bor3o d'Es~.

s. etc.

Entro: Magnifice vir, compater et amice noster dilecte, salutem. Ve avix1amo per la presente che in questo dì siamo rivati in Farara ~ani e salvi con la nostra fameia. Da questo illu(stre) segnore Marchexe honoratamente recevuto e tratato da molti nobili zentilomeni, homeni d'arme e fanti a piè, accompagnati per honore e securitate nostra, avegnachè nullo pericolo ne sia stato. Qua crediamo stare uno dì solo, el dì seguenti partirse e driçar la via nostra verso V enexia. V oj in questo meço curati de star bene, et scrivetine molte volte del bon stato vostro e de ogni altra cossa occorente, respondendo a la presente lettera nostra, la qual cossa façendo a noj serà molto grato. Datura Ferrarie die XXVJ iulij, hora I S•.

1451.VIII. 24. Philiberg -

C-778.

Il card. Scarampo a Onorato Caetani: -

Fuori:

Magnifico viro compatri et amico nostro dilectissimo Honorato Gayctano, Scrmoneti etc.

L.

per conoscere il prezzo del 'orzo di Sermoneta.

s.

cardinalia aquileyensis domini pape camerarius.

} etc.

Entro: Magnifice vir, compater et amice noster dilecte, salutem. Perchè ce bisognia gran quantità de orzo per la nostra munitione et anchor non simo provvisti con sicurtà, ve volemo gravare che ve sia de piacere b·ovare in quelle vostre terre circa ad ducento rugia de orzo. Et prima che se pagassero, vorriamo vedere, se conducte fossero ad Roma, pagate le vecture et tucto, etiamdio havendo respecto alla mesura, venesse meno el rugio, pagato tucto posto in Roma ad farlo venire da S[erm]oneto che quel, perchè se trovassi ad Roma, sì che se se ne havessi miglior mercato el vorriamo. Et per tanto ne scrivemo ad misser Marco, nostro cappellano, che ne ad visi la M. V. de quel, perchè se trovaria ad Roma et quel che serrà el meglio seguirete. Noj li (I) trovamo, in questa patria del nostro patriarcato, sanj et salvj con tucti li nostrj et ben veduti da tucti. Actendate ad star sanj tucti con tucta la vostra brigata. Datum Philiberg, XXJIIJ augusti 1451.

1451. IX. 7. Treviso -

C-780.

Il card. Scarampo a Ooorato Caetani: -

Fuori :

Magnifico viro compatri et amico nostro dilectissimo Honorato Gayetano Sermoneti etc.

L.

cardinali, aquileyensis domini pape camcrarius.

intorno alla sua visita nel patriarcato.

s. J etc.

Entro: Magnifice vir, c[om]pater [et] amice noster dilecte, salutem. Per advisare continuamente la M . V. delli nostri progressi, per questa ve significamo corno, da poi non ve scripsimo, simo stati

..

,-----


--·

D

12

o C u MENTI

DEL L' A R C H I V I o CA ET AN I

questa patria del nostro patriarchato, et facta la v1s1tatione, in nella quale simo stati occupati XVJ dij. Simo tornati ad T revisio, dove restarremo doj die, poi, ne andaremo ad Padua et nel paduano allj bagnj. Restarremo qualche die et poi dirizaremo el nostro camino verso Roma. Se in questo mezi alcuna cosa havemo da fare per voj, advisandone, el farremo de bonissima voglia. Actendnte ad star sanj voj con tucti li vostri, li qualj confortate per nostra parte. Datum Tervisij, VIJ septembris 1451. 10

C- 784.

1451. Xl. 27. Roma -

Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: -

Fuori :

partecipa il

$UO

Magnifico viro compatri et amico nostro dilecto Honorato Gayetano, Sermoneti etc.

L

cardinali, aquileyenw •

arrivo in Roma.·

s. J

domini pape camerariua.

etc.

Entro: Magnifice vir, compater et amice noster dilecte, salutem.

Per satisfare in parte· alla anncia nostra, et ad nostra et vostra consolation ve advisamo corno hoie, alli XXVJJ del presente, simo tornati dalle parte de V enetia et intrati in Roma sani et salvi con tucta la nostra brigata. Serriano caro sentire della vostra bona prosperità et de tucti li vostri. Se havemo de fare più una cosa che un'altra, non ve famo proferte da novo, perchè sapete l'animo nostro. Datum Rome, XXVJJ novembris 1451.

1452. II. 7.

C- 793.

Albano - Il card. Scarampo ad Onoralo Caelani: - sull'accordo tra Alto Con/e e Benedetto Mafoi da Verona nella faccenda di Torrecchia; •> sulla prossima incoronazione di Federico :uI, re dei Romani; sull' opporlunilà che vi si /rovi il figlioccio Nicola per prendere da Sua Maestà la milizia. Fuori:

Magnifico domino amico et compatri carissimo Honorato Gayetano Scrmoneti domino etc.

L.

cardinalii aquileyensis

domini pape camerarius

s.

l

etc.

Entro: Magnifice domine et amice et compater noster dilectissime, post salutem.

Avisamo la Vostra Magnificencia come simo stati quj duj dì a spasso, e questo dì ritomamo a Roma, e simo sanj e cussì desiamo sentire de vuj. Et avisamovi come Alto Conte è rimasto in acordio con Benedetto Mafoi da Verona ~e la facenda de T urrichia. •> Apresso, lo serenissimo Re de Romanj serà infra pochi dì a Roma per pigliare la corona. Et a nuj pare che a questo singolare acto se degia retrovare el nostro magnifico filiano, vostro figliolo, cl quale porà pigliare la militia da la sua M. 11 honorevolemente, come nuj ordinaremo e faremo ben passare; e da Roma vi daremo avisamento quando serà il tempo del suo venire. Piacendo a la Vostra Mci•. che esso vegna, la magnifica Sria. Vostra vorà retrovarse a le predicte cose serà in vostra determinatione. Piacavj responderme a questa letra. Ex Albano, VJJ 0 februarij I 45JJ.

3)

Tenuta presso Cisterna, per la quale vi fu aspra controversia

tra

i Cactani ed i Conii (Cf. Domu,, I, cap. XLII).


13

EPISTOLARIVM HONORATI CAJETANI

C- 793. 1 bi,.

1452. II. 13.

Roma - Il card. Scarampo al conte Nicola Caetani: - perchè, in:1ieme col padre, ,i trovi in Roma in occasione della prossima incoronazione di Federico III re dei Romani. Fuori:

Magnifico comiti Nicolao Cayetano, filio nobis in Chri.sto dilecto ;

L

cardinalis aquileyensis domini pape camernrius.

l

s.

etc.

Entro: Magnifice comes tanquam fili in Christo dilecte, salutem. Accepimus literas tuas humanitate et beneivolentia (I) plenas, que nobis fuerunt gratissime, tum quia te salvum et icolumem esse cognovimus, tum etiam ad virtutem incitatum, quo nihil ad amplitudinem et gloriam tue domus magis convenire existimamus. In principio huius proxime quadragesime hic aderit serenissimus rex Romanorum corone gratia suscipiende, quandoquidem res erit notabilis et gloriosa poteris una cum tuo magnifico genitore huc accedere, ut etiam intersis preclaris rebus, quarum exemplo ad maiorem gloriam mandaris. Vale. Datum Rome, XIIJ februarij 1452.

1452 .VII. 6. A !bano -

C-798.

Il card. Scarampo a Onorato Caetani: -

. Fuori:

Magnifico domino Honorato Caietano amico nostro carissimo.

L.

cardinalis aquileyensis

lo ringrazia della frulla .

s.

J ~

domini pape camerarius \.

etc.

Entro: Magnifice domine, amice noster carissime, post salutem. Non ne occorre altro a scrivere se non che habiamo receputa la lettera vostra con grande piacere et le frutte ne haviti mandate. De che vi ringraciemo. Se accadarà più una cosa che un'altra, ve scriveremo. Valete. Ex Albano, die VJ iulij 1452.

1452 .VII. 7.

C-799.

Albano - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: dei sezzesi a) e lo ringrazia delle frulla. Fuori :

,

Magnifico domino domino Honorato Caietano amico nostro carissimo.

L

cardinalis aquileiensis •

domini pape c.unerarius

l

accenna ai provvedimenti presi circa l'ingiuria

s.

etc.

Entro: Magnifice domine, domine amice noster carissime, post salutem. Gravis et molestus nobis fuit nuntius iniurie accepte ab hominibus Sezij, patientiam tamen et prudentiam vestram collaudamus: patientiam quia quietus fuistis, prudentiam quia ad quos oportuit perscripsistis. Si quid nostra opera futurum vobis videbitur, nobis significate, quod visum est fecimus; nam ad dominum Solimanum nostrum virum multe auctoritatis scripsimus, ut reverendum dominum Perusinum ( Giacomo Vannucci) et Nellum conve-

a) I Caetani per ragioni di confini e del decorso delle acque per quasi cinque secoli ebbero liti e guerre con la popolazione di Sezze (Cf. DomuJ, I, cap. LI).

1· .... --~

-


Do e u M E N T [ D EL L' A R e H I V I o e A ET AN I

14

niret et remedia debita huic negotio adhiberi curaret. Fructus a vobis accepti suavissimi nobis fuerunt, sed si nos amatis, nullo modo mittatis plures, nam non libenter facturus estis quod nobis ex vestra molestia grave est, immo nullo modo quod nobis hac m re non placet velitis facere. Nos valemus, vos similiter valete. Ex Albano, die VlJ iulij 1452.

1452 .VII. 9.

C-800.

Albano - /( cardinale Scarampo al milite a) Nicola Caelani: Albano. Fuori:

lo esorta allo studio

l

cardinalis aquileiensis domini pape camcrarius

lo invita in

s.

Magnifico militi domino Nicolao Caietano tanquam 6lio no1tro dilectiuimo.

L

e

etc.

Entro: Magnifice miles tanquam fili noster carissime, post salutem. Ex literis vestris dulcedinem amoris in nos veslri perspeximus, que etsi nobis cognitissima esset, fuit tamen suavissima. Vos plurimum hortamur et patria quadam affectione precipimus, ut diligenter doctrine insistatis ex qua melior et nobis cotidie carior estis futurus. Si quando locorum illorum tedium vos tenet, potestis commutare mansionem et nos visitare, ut, sacietate depulsa caloribus, melius restistatis. Valete. Ex Albano nostro, die V111J iulij 1452.

1452 .VII. 9, Roma -

C- 801.

Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: -

Fuori:

manda in dono un cavallo.

Magnifico domino domino Honorato Gayetano amico noatro cariuimo

L

cardinalis aquilcycn1i11 dominj pape camerarius

s.

J etc.

Entro: Magnifice domine. Per latorem presentium m1thmus vobis certum equum, quj nempe optimus et valens fuit: set ex modico tempore infra quasi lumen amisit oculorum: quem quidem non legamus ut ipsum alicuius muneris aut precij vel extimationis facimus, sed pocius opinantes etiam optimam naturam fore convenientem ratiç equarum vestrç dominationis. Qua propter eumdem susscipite pro ilio quo est et non aliter etc. Valete semper felix et fauste. Ex Urbe, die 9 iulij 1452.

1452 .VII .13.

C-803.

Roma -

Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: - parlerà col oescovo perugino ( Giacomo Vannucci) e con gli altri cui compete provvedere. circa l'ingiuria f aitagli dai seizesi.

Fuori:

Magnifico domino Honorato Caietano amico noalro carissimo.

L

cardinalis aquileien1is

)

domini papc camerarius.

j

s.

etc,

Entro: Magnifice domine, amice noster carissime, post salutem. lniurias acceptas ab hominibus Sezij et non esse restitutas res egre tulimus. Cras erimus in palacio et reverendum episcopum perusinum ac ceteros, ad quos attinet providere, alloquemur et vobis de eo quod egerimus, significabimus. Interea loci nostrum consilium est ut equo animo quiescatis, neque aliquid omnino novitatis faciatis. In tempore nisi aliud fiat consilium cum die capiemus. Valete, animo quoque sitis placato, quia omnibus rebus providebitur. lterum valete. Rome, die XIIJ iulij 1452. a) Nicola, il 19 marzo, era stato onoralo del cingolo militare dal!' imperatore. Federico

lii. Cf, lcllera del 1452 . Il. 7-13 .


I EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

15

C-804.

1452 .Vll .15.

Albano - Il card. Scarampo a Onorato Caetani: - gli comunichi, per norma. la sua intenzione circa la differenza •> con Onorato Caetani di Filettino. Fuori:

Magnifico domino amico et compatri carissimo domino Honorato Cayetano etc.

L

cardinali, aquileyensi1 •

s.

etc.

domini papc camerariua.

Entro: Magnifice domine, amice et com pater noster canss1me, post salutem. Volendo noi perseverare ne la pratica circha la differentia che vertisse fra vuy. per una parte, e lo magnifico Honorato da F eletino, per l'altra, che sortischa bono effetto. corno desideremo, ve confortiamo ne vogliati advisare o per lettere de vostra mane propria, vel corno meglio vi pare, de l' intentione vostra, particulariter sopra la materia. E così se sforsarimo, intendando essa vostra intentione fare sopra de ciò bona e grata opera, quanto a noi serà possibile. Ex Albano, XV iullij 1452.

1452 .VII. 26.

C-805.

A !bano - Il cardinale Scarampo a Onorato Caelani: - per inJormarlo che a Roma non si vuol Jar nulla senza la relazione del governatore di Campagna o di altra persona proveniente da quelle parti. Fuori :

Magnifico domino domino Honorato Caietano compatri nostro carùaimo.

L

cardina1is aquileiensi1 •

J

s.

etc.

domini papc camerarius

Entro: Magnifice domine, compater noster canss1me, post salutem. Non ve habiamo scripto cosa alcuna a questi zorni passati, pur expectando dietim intendere qual forma prendeano le cose vostre. Siamo avisati di verso Roma che questi non volino far nulla insino che 'l non se habia relatione dal governatore de Campagnia o da altro chi vegnia de là, la quale s'attende. V e confortiamo che se voy ne haveti cosa alchuna. che ce avisati; però che, bisogniando, andaremo fino a Roma solum per questa cosa, aciò che presentialiter ne vediamo el fine. Noy siamo in bono essere con la famiglia nostra. Confortati la donna vostra, magnifica nostra comare et misser Nicola da nostra parte. Valete. Ex Sancto Paulo prope Albanum, die XXVJ iulij 1452.

1452 .VII. 27.

C-806.

· A [bano - Il card. Scarampo ad Onorato Caetani: consigliandolo ad attenersi al contenuto di essa. Fuori:

Magnifico domino compatri et ami• co nostro dilectiasimo Honorato Gayetano Sermonete etc.

L

cardinalis Aquilegiensis •

domini papc camerarius

l

rimanda la lettera del rettore di Campagna,

s. etc.

Entro: Magnifice domine, compater et amicc noster honorande, post salutem. In questa hora havimo reçevuta una vostra lettera insieme cum una del rectore de Campagna, le quale ve remandamo a) Qucatione per reciproche depredazioni che ai protaue per molti anni (Cf. Domus, I, cap. XLVlll).

'

\ I

I l


OOCU MENTI D ELL' ARCHI VI O CAE TANI

16

introcluso in questa et inteso quanto ce scrivete. Assai ce recresse de lo affano vostro, ma ve confortarne et consigliamo che siati obediente ad quello v' è scripto per parte de N. S. perchè, a la fine, non dubitarne vi serà facta bona iustitia, quando la Santità Soa intenderà lo facto e la rasone vostra. Et nuj in quello che potremo vi . seremo favorevole; non alia. Valete. Datum in Sancto Paulo prope Albanum, die XXVIJ iulij, hora IJ noctis, 1452.

C-807.

1452.VIl.27. A [bano -

Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: - gli faccia conoscere a quale concluaione. intenda venire con Onoralo Caelani di Filettino, essendo stato da questo interessalo ad un accordo. Fuori:

Magnifico domino domino Honorato Caictano compatri nostro carissimo.

L

cardinalia aquileicnsia

domini pape camcrarius

s.

1

etc.

Entro: Magnifice domine, compater et frater noster dilectissime. Honorato da F eletino è ad Albano e molto ne prega che faciamo bono achordo infra vuj et esso ; e dice vole essere sempre vostro menor parente. Nuj desideremo ognj vostro bene et sempre conforteremo la V. M. ad ogni amore e pace cum ogni persona et massime cum li suoi parenti, ma non faressemo però, cum vostro manchamento, alchuna facenda vostra. Per tanto ve pregamo ne vogliate scrivere a che conclusione volete venire cum lo predito Honorato, et, intesa vostra intencione, vederimo se sarà possibile lo achordo fra vuj doi, se no tener.eme secreto ogni chossa e, cum bono modo, se leveremo questo impaço de mano. E benchè, l'altro dì, ce scrivesti che volesti stare ad ogni nostro _iudicio, non volemo proceder più oltra se non sapemo de vostra intencione. Valete; scrita de nostra mano propria. Ex 1> sancto Paulo propre Albanum, die XXVIJ iulij 1452. I)

1452.VII .28.

C-808.

Albano - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: - rimanda le lettere comunicategli e gli dà suggerimenti nei riguardi del governatore di Campagna e del commissario del senatore di Roma. Fuori :

Magnifico domino domino Honorato Caietano compatri no1tro carissimo.

L

cardinalis aquileiensis •

domini pape camerarius

s.

J etc.

Entro: Magnifice domine, còmpater noster canss1me, post salutem. Habiamo recepute le lettere vostre, le quale ve remandiamo tute, et inteso quello ne ·ha referto a bocha misser Mariotto, vostro capitano. A noy despiace li affani de la S. V. quanto dicere se puossa, et tanto ne piaceria che, una volta voy ne uscisti. Piacesse la via del governatore de Campagnia, ma non approvamo epso governatore venga da noy per non mettere sospetto a persona. Ma manderemo el spectabile Doto de Doti da Padua, el quale è con noy, gentilomo da bene et pratico et opportunissimo a questa cosa, al dicto governatore, el quale non farà meno come haverebbe operato la venuta sua qua. Ma vi confortiamo bene a dare audientia, corno desiderosissima, al commissario delegato del senatore et intendere qual termino prenderà la cosa ne le sue mani. Interim intenderemo anchora la via del governatore et, de le due, s'accosteremo a quella che più farà per noy. Non dubitemo che intendereti questo et misser Mariotto ve referirà anchora epso, al quale è piaciuta molto questa via. Salutati la magnifica vostra consorte et misser Nicola da parte nostra. Ex Sancto Paulo prope Albanum, die XXVIIJ iulij 1452.

1)

Ex- I ◄52 u:ritlo da mono, dloma.


I EPISTOLARIVM I-IONORATI CAIETANJ

17

C-809.

[1452]. VIII .10. A /bano Fuori:

Il card. Scarampo a Onorato Caelani: -

credenziale per Lorenzo da Pi,a.

s.

[Magnifi)co domino Honoralo Caictano compaio nostro carissimo.

L.

cardinalis aquilcicnsia

}

domini pope camcrariua

clc.

Entro: Magnifice domine, compater [noster] canss1me, post salutem. Quello che vi dirà Lorenzo da Pisa da par[te nostra] .... sia creduto corno a noy, che ve ne preghemo. Ex Sancto Paulo prope Albanum, die X augusti, hora IJ noctis.

1452 .VIII .12.

C- 810.

A /bano - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: Venezia. Fuori :

perchè gli rimandi la lellera della Signoria di

s.

Magnifico domino domino Honorato Cai-:tano, compatri nostro carissimo

L.

cardinalis aq uilcicnsis

1

etc.

domini papc camcrarius

Entro: Magnifice domine, compater noster ca11ss1me, post salutem. Dominica passata, noy vi mandassimo per lo castellano de Acquapuzza una lettera de la Signoria de Venezia con una copia, con conrruss1one che ne la remandasti per lo primo. Anchora non l'averno reavuta. Quando intenderemo da Lorenzo quello gli scrivimo, provederemo a tutto. Valete. Ex Sancto Paulo, die XIJ augusti 1452, propre Albanum.

1452 .VIII .12.

C-811.

A /bano - Il card. Scarampo al suo familiare Lorenzo da Pisa: la commissione presso Onoralo Caelani, chiede chiarimenti. Fuori :

Dilcclo familiari nostro Laurcntio dc Pisia

L.

cardinalis aquilcicnsia domini papc camerarius.

1 !)

non soddis}allo della risposta circa

s.

etc.

Entro: Dilecte noster. Quando noy te mandamo, te commisimo che conferesti con lo magnifico signore Honorato et ne havisassi del parere suo, chè, parendo a egli, noy te manderiamo fanti et uno notayo da V e lii tre, el quale fossi rogato de queste cose. A visane del parere suo et poy provederemo a tutto, però che questa tua riposta non ne satisfa a sufficientia. Ex Sancto Paulo propre Albanum, die XIJ augusti 1452.

1452 .VIII .16. A /bano -

C-812.

Il card. Scarampo a Onoralo Caelani:

Fuori:

Magnifico domino domino Honorato Caiclano compatri nostro carissimo.

L

circa il richiamo di Lorenzo da Pisa

e

dei f anli.

s.

cardinalia aquilcicnsia ) domini papc camcrariua j clc.

Enlro: Magnifice domine, compater noster canss1me, post salutem. Le lettere vostre ne hanno avisato de quello ha fatto Lorenzo: n'è dispiaciuto. Li scrivemo se ne torni con li fanti. Ex Sancto Paulo prope Albanum, XVJ augusti 1452. 3


18

-

Do e u M E N TI D E L L' A R e 1-1 I V I o e A ET A N I --- - ----- - -- - - -- ---- - - - - --· - - - - -·-

- -- -- - -- - - -

Su ligula: a) Magnificho compatre nostro etc. Havemo despiaccre de quanto à fato Lorcnço in preterire in tuto li nostri chomandamenti. A fato molto male, ma se vole non far più ; per tanto volemo che esso subito tornj qua a nuj e queli fanti insieme. Scrita manu propria in Sancto Paulo etc.

C- 813.

1452 .VIIl.19. A [bano -

Il card. Scarampo a Onoralo Caetani:

Fuori :

rimanda Lorenzo da Pisa, incaricato di parlargli.

Magni6co domino domino Honorato Caiclano compatri nostro carissimo.

L

s.

card~nalis aquilcicnsis . 1 clc. domme papc camcranus j

Entro : Magnifice domine, compater noster etc. Egli è tornato a noy el mareschallo con una vostra lettera, alla quale non accade fare altra resposta. Lorenzo torna a voy; epso ve dirà a bocha alchune co!e et starà lì alchuni zorni fino che a voy parirà. Et in tutto starà a vostri commandamenti corno uno de proprii vostri famegli et così usatilo in ogni cosa. Ex Sancto Paulo prope Albanum, die XVlllJ augusti, hora prima noctis, 1452.

C-816.

1452 .Vili. 20.

Albano - Il card. Scarampo a On:,ralo Caclani: -- perdono impetralo dai sczzesi; istruzioni al castellano di Acquapuzza per la garanzia del loro debito per recuperare il lino e per i pascoli. Fuori:

Magnifico domino domino Honorato Caielano compatri nostro carissimo.

L

cardinalis aquileiensis

domini pap~ camcrarius

s.

J etc.

Entro: Magnifice domine, compater noster etc. Hodie post recessum Laurentij dc Pisis, venerunt tres homines setini ad nos humiliter deprecantes nos, ut vellemus eos habere recommissos quia ostendimus nolle eos audire nisi in iudicio, et acerbe multum eis loculi fuimus, sicut requirebat eorum contumacia et ivimus usque ad silvam demonstrantes sibi magnam nostram indignationem. Expectaverunt nos donec reversi fuimus et, cum maxima reverentia atque humilitate, dixerunt velie facere onnia, que nos vellemus; nec velie discedere a nobis nisi venia impetrata, quod de cetero in omnibus voluntati nostre complacebunt. Scripsimus bono respectu visa ipsorum inclinatione ad castellanum Aqueputride, ut caperet validam obligationem a sex civibus setinis, qui obligarent se sub forma iuridica, quod solvent omne illud in quo fuerint condemnati iuridice ad solvendum pro aquatione lini sui in aquis castri Aqueputride, item pro pascuis et tali modo accepta obligatione concederet sibi posse linum ex aqua extrahere, et domum reportare: hec scripsimus ut quid actum esset intelligeretis. Bene valete. Ex Sancto Paulo prope Albanum, die XX augusti 1452.

1452 .VIII. 22. Il card. Scarampo a Nicola Caelani: -

Albano in Albano. Fuori:

C-815.

Magnifico militi domino Nicolao Caictano, adolescenti nobis carissimo.

L

cardinalis aquilcicnsis

1 elc.

per rir,graziarlo dei polla5lri e per invitarlo

s. -... _

domini papc camerarius )

Entro: Misser Nicola. Li pollastri vostri sonno boni et belli et gratissimi a noy da vostra parte, ma voy seti troppo liberale. Pur quando volevati far così, dovevati venire a goderli insieme con noy a)

Il poscrillo è d i mano del cardinale.


EPISTOLARIVM HONORATI CAJETANJ

l9

che non meno desyderemo vedervi che voy noy, et ben credemo che ne habiati grande voglia. Grande mercede a voy del presente vostro. Quando havereti fatto cl debito alla magnifica madre vostra, vi ricordereti tornare da noy ; ma non lassiati da nul tempo lo sollicitare el studio. Ex Sancto Paulo, die XXIJ augusti 1452.

C-814.

1452. VIII. 22. Albano - Il card. Scarampo a Onorato Caetani: ali'accomodamento con i sezzesi. Fuori:

Magnifico compatri nostro carissimo domino Honorato Caiclano, Scrmoncti clc.

L

lo ringrazia delle frutta ed accenna, fra l'altro,

s.

1

card:n~li, aquilcicnsis_ clc. dommi papc camcranus j

Entro: Magnifice domine, compater noster carissime, post salutem. V oy ce haviti mandati tanti e tali fructi che basteriano ad fornire una fera. Ce recresce che ve donati quisti affani. Pur corno è debito, infinitamente ve rengraciamo. Del vostro andare di Roma, pare a noy la V. M. expecte de sapere più oltra corno passano le cose et poy prendereti partito. Noy ne seramo avisati et voy anchora. Questo, ad ogni modo, vi preghemo che, quando vi parirà de ire a Roma, faciati el camino di qua aciò conferiamo con voy. L'altro dì, noy deliberassimo mandare uno de nostri a Caieta. Poy, per bono respetto, soprastetimo ; per questo non vene a voy le lettere, le quali al presente vi mandamo. Quello che fecemo con quelli di Sezze, lo fecimo maturamente per aconciare la cosa più tosto col molle che col ferro. Di Lorenzo da Pisa,. al vostro piacere sia de tenerlo quanto voleti et s_e altri de nostri voleti anchora, li manderemo. Noy stiamo bene, gratia di Dio, con tutta li brigata nostra. Valete et salutate da parte nostra la magnifica nostra comare. Ex Santo Paulo, die XXIJ augusti, prope Albanum, 1452.

C- 817.

1452 .VIII. 24. A /bano -

Il card. Scarampo a Onoralo Caetani: -

si compiace che le cose di lui passino bene a Roma; accenna alla quistione del lino con i sezzesi. Fuori:

Magnifico domino compalri cl :imico nostro dilcllissimo Honoralo Cayelano Sermoneli etc.

L.

cardinalia aquilcgiensis

s.

l

· elc. dominj papc camerarius )

Entro: Magnifice domine, compater et amice noster dilectissime, post salutem. Havemo recevuta una vostra lettera cum una introclusa et havemo inteso quanto ce scrivete. Grandemente ce piace che le cose vostre passano bene a Roma. A la parte de lo lino, se ne portano seçisi non obstante lo · sequestro facto per lo merescalco. Procedano le diete cose vostre da Roma in bona forma, chè ad questo li provederemo per bona via et presto. Se altro se innovasse de là per seçisi, fatene advisati. Se vuj haviti letta la lettera, nuj scrivissimo a lo castelano de I' Aquapuça, ce piace; se non, fate de vederla advisandone che, secondo in quella havemo scripte, volemo se faccia. Nui ve remandamo la lettera vo• stra ·introclusa. Valete. Ex sancto Paulo, XXIIIJ augusti 1452.

- ......

.,

"-


DOCUMENTI DE LL' ARCHI V 10 CAE TANI

20

- --- - ---- - -- - -- -- - --- - - - - - ---- - -- - - -

(1452) .VIII. 25.

C-818.

Albano - Il card. Scarampo a Nicola Caelani: - esprime il piacere di rivederlo e ringrazia per i frulli mandatigli dal compare, Onoralo Caelcmi. Fuori :

s.

Magnifico militi domino Nicolao Caietano adolescenti nobis carissimo

L

cardinalis aquilciensis domini pape camer arius

J etc.

Entro: Domine Nicolae. Periocunde fuerunt nobis littere tue. Tu quoque cum ad nos veneris longe futurus es iocundissimus. Parens tuus, compater noster, fructus suos ad nos plures mittit, quos ipsi ex arboribus, si istic essemus, colligeremus ; magnas illi obbligati gratias habemus, in quarum par. tem te heredem suum libentissime advocamus. Cura ut bene valeas. Ex Sancto Paulo, die XXV augusti.

1452 . VIII. 28 . Albano Fuori:

C- 819.

Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: Magnifico compatri nostro carissimo domino Honoralo Caietano, Scrmoneti etc.

L

cardinalis aquilcyenais domini papc camcrarius

dà suggerimenti

e

notizie.

s.

J etc.

Entro: Magnifice compater etc. Per la vostra et una copia con epsa a noy mandata intendiamo quanto ne scriviti. El nostro parere è che voy non eati anchora a Roma, ma faciati ben sollicitare per li vostri. Dol'!lane, misser Solimano gli retornerà et da lui potramo essere avisati corno passano le cose. De rnisser Nicola, allo vostro piacere, mandatilo quando voliti. Starà al meglio potremc. Non è rimedio potiamo ha vere uno muratore per far fornire alchune cameruççie havemo fate fare; pur ne serà carissimo ad ogni modo. Ex Sancto Paulo prope Albanum, die XXVIIJ augusti 1452.

1452. IX. 3.

C-821.

A lhano - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: - incaricalo dalla comunità di Sezze di definire ogni vertenza, gli manda copia del relativo mandato. Fuori:

Magnifico domino compatri et amico nostro dilcctissimo Honorato Gayctano Scrmoneti etc.

L.

cardinalis aquilegen&is dominj papc camcrarius

l

s.

etc.

Entro : Magnifice domine, compater et amice noster dilectissime, post salutem. Questa matina so stati qui certi ambassatori de la comunità de Seccia con lettere de credenza et in effecto ce hanno portato uno mandato, per lo quale loro se comprometteno in nui de ogni differentia loro havessero ~on la S. V. De lo quale mandato vi mandamo la copia. Loro parlano molto largamente cum nui de volere fare ogni cosa. Credemo forsi faciano questo per fuzire la stretta se senteno vegnire adosso da Roma: sopra ciò haveremo bono respetto. V uj vederete lo dicto mandato et quello vuj ce adviserete nuj faciamo, faremo. Messer lo vescovo di Perosa (Giacomo Vannucci) al presente se retrova qui da nuj, a lo quale parlaremo de questo facto quello bisogna : non alia. Valete. Ex Sancto Paulo prope Albanum, die IIJ septcmbris MCCCCLJJ.


EPISTOLARIVM I-IONORATI CAIETANI

(1452]. IX. 4. Albano -

21

C-822.

Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: - comunica u~a lei/era conlenenle notizie del Turco.

Fuori: "'-

Magnifico domino Honorato Caytano compatri et amico nostro cariasimo Scrmineti etc.

L.

cardinali, aquileicnai, domini pape camcrariu,

s.

J etc.

Entro: Magnifice domine, compater noster canss1me, post salutem. Heri sera noy hebimo la introclusa, continente de le novelle d[el] Turcho, la q[ua]le [a] voy ve mandamo aciò sapiati el tutto. Remandatila per lo primo che venga da noy. Datum in Sancto Paulo apud Albanum, die IIIJ septembris [1452].

1452 . IX .15. Albano -

C-823.

Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: -

Fuori:

Magnifico domino Honorato Caytano Sermineti etc. compatri nostro carissimo

L.

cardinalis aquilcicnsis

domini pape camerarius

lellera di ringraziamento.

s. J etc.

Entro: Magnifice compater etc., post salutem. Munus vestrum pulchrum fuit et vobis dignum qui dedistis illud, ac nobis gratum qui accepimus. Set vellemus iam finem V. M. faceret totiens nos donandi. Vos nobis videmini nunquam satis fecisse, nos autem nimis multa accepisse adeo ut, si dici dignum est, nobis grave quodammodo sit, vos totiens et tam multa ad nos mittere; non expedit amplius similia vos facere. Bene valete. Ex Sancta Paulo prope Albanum, die XV septembris 1452.

1452 .IX.15.

C-825.

A /bano -

Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: - lo ringrazi(!, delle troie di Ninfa ed approva l'invio Jallone al vescovo di Perugia ( Giacomo Vannucci) e a Nello. Fuori:

Magnifico domino Honorato Gaytano Scrmincti etc. compatri nostro carissimo,

L

s.

card~n~li, aquilciensi,_ ) etc. dommi pape camcranus

i

Entro: Magnifice compater etc., post salutem. Haveti fatto bene a mandare le troitte al vescovo di Perosa et a Nello, ma ce dole che tanto speso voy le mandate a noy. Pur necessario è ad fare nosh·o debito chè vi rigratiamo. Ma, corno sta dimane vi serissimo, non mandate più -al modo usato, chè parene grando carico tanto recevere. V oy fatti da magnanimo gentilomo et bon fratello, ma noy non voressimo facesti a questo modo. Valete. Confortate nostra comare da parte nostra. Ex Sancto Paulo prope Albanum, die XV septembris 1452.


Do e u M ENTI D EL L' A Re H I V I o

22

e A ET A N I

C- 826.

1452 .X .3.

Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caetani: - dopo la pubblicazione degli islrumenli con i sezzesi, gliene mandi copia; venda le erbe di Acquapuzza. Fuori :

Magnifico viro comp:itri et amico nostro dilectissimo Honor:ito Gaietano Sermoneti etc.

L.

cardinali, aquileyensis domini pape camerarius

s.

J etc.

Entro: Magnifice vir, compater et amice noster dilecte, salutem. Havemo reciputa una vostra lettera, data ad Sermoneta alli 2 del presente, et inteso quanto ne scrivete. Circa gli istrumenti infra noj et seczisi, ce piace. Publicati serranno, ce ne mandate la copia. Circa lo facto delle herbe dell' Acquapuza, fatene quel. che ve pare. Se le volete vendere ad Janocto o ad chi pare ad voj, simo contenti, et anche se'I volete fare ad nostre nome, per questa presente, haveremo rato et fermo de quel che farrete delle diete herbe et così ve damo omne piena facultà. Valete. Datum Rome, IIJ octobris 1452.

C-829.

1452. X .16. Roma -

Il card. Scarampo a Onoralo Caelani :

Fuori :

Magnifico domino Honorato Gayt:ino Scrmoneti etc. compatri nostro carissimo.

L.

cardinali, aquileiensis

J

domini pape camerarius

circa i capi/oli con quei di Sezze.

s.

etc.

Entro: Magnifice domine, compater noster carissime, post salutem. Hoggi è ~enuto a noy Collapetri, vostro famiglio, con le lettere vosh·e et del castellano de l'Acqua puzza, con la copia de li capitoli de quelli di Seza. Havimo inteso tutto et seremo sopra di noy; et quando li setini venerano a noy, saperemo che responderli et del tutto faremo avisata la Vostra M .ci•. Noy, Dio laudato, starno bene et similiter el magnifico vostro figliolo con l'altra brigata tutta. Rome, die XVJ octobris 1452.

1452. X.18.

C-830.

Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caetani : fida di alcune bufale. Fuori:

Magnifico viro compatri et amico nostro precipuo Honorato Gaietano Serminete elc.

· L •

cardinali, aquileyensis

}

domini pape camerarius

j

raccomanda messer Giovanni Baroncello per la

s. etc.

Entro: Magnifice domine, compater et amice noster singularis. Ce ricordamo altre fiade havervi scripto, a requisitione de meser Giovanne Baroncello, chè voleste esser contento che alcune bufale sai, le quali hanno in soccita particolari persone da Seza, fossero affidate ne li tenimenti vostri venduti a Nello per la carnera. El pare che, in fine a questa hora, al desiderio del dicto mesere Giovanne non sia stato satisfacto. Si che de novo ve replicamo, perchè compiaceressemo volentieri de omne gran cosa ad esso meser Giovanne, el quale è homo notabile pregandovj lo vogliate compiacere per nostro amore, che quelle soi bestie siano affidate in quelli vostrj tenimenti se, senza danno et preiudicio vostro, se pò fare; el che ce serà cosa grata. Valete. Rome, XVII} octobris 1452.


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

- --- - -- --

----- - - - -

-- --- -

C- 831.

1452. X. 19. Roma - _Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: occupalo in qualche ufficio. Fuori:

23

raccomanda il latore, Ruffino ..., cl,e desidera essere

Magnifico viro compatri et amico nostro aingulari Honorato Gayclano Scrmincti etc.

L

. etc. papc camcrarius 1

cardinalis aquilcycnsi.s •

domini

s.

,

Entro: Magnifice vir, compater et amice noster singularis. Ruffino d .. .fania, presente aportatore, viene da la Vostra Mag. eia per essere operato da vuj in qualche officio et maxime per consequire quello de Sermoneta, come da luj più largamente intenderete. Et perchè noi lo havemo conoschuto de continuo virtuosa persona et homo che in zaschuno suo exercicio sempre se è portato laudabilmente, ve lo ricomandiamo caldamente come nostra cara cosa. Valete. Rome, XVIIIJ octobris 1452.

145[2]. X. 23.

C-827.

Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: - per manifestare il suo inleressamenlo alle cose di lui; circa il ritorno di Palamides, vescovo di Catanzaro, e di Lorenzo da Pisa. Fuori:

Magnifico domino compalri cl amico noslro carissimo Honoralo Gayetano Sermonclc etc.

L

cardinalis aquilcgicruis

j

domini papc camcrarius

s.

clc.

Entro: Magnifice domine, compater et amice canss1me, post salutem. Questa sera habiamo rizeute vostre lettere, le quale ce son state gratissima [et) molto ne piaze ne cosse passeno ben, secondo scriveti. Compare, per non multiplicar molto in parole, questo habiati per certo che lo stato vostro non estimo manco che nostro e quello medessimo faremo per lo vostro che per lo nostro. N _o n essendove pyù bisogno lì miser lo veschovo nostro di Catanzaro (Palamides) nè Lorenzo da Pisa, siamo contenti che ritornano quanto pyù presto è possibile. Bene valete. Datum Rome, die XXIIJ 0 octobris 145[2].

C-828.

1452. X .25. Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: troversie per lo stato suo. Fuori:

Magnifico domino Honorato Gaytano Scnnincti etc. compabi nostro carissimo.

L I \

\

cardinali1 aquilcicruis

'J

farà in modo ·da farlo restare vincitore nelle con-

s.

etc.

domini papc camcrarius

Entro: Magnifice compater etc. Havimo inteso quel voy ne scriviti di man vostra propria. Lassiati da parte ogni affano et cura, cbè in le cose vostre haveremo tutto el debito reguardo et faremo in modo che ne restereti honorevole vincitore. Hor questa sia la somma, lassiati el pensiero a noy. Bene valete. Rome, die XXV octobris 1452.


Do e u M E N T I D E L L' A R e

24

I-{

IVIo

e A ET A N I

- - - - ------ - - - - - --- - - - -C-339.XC.

[1452). X. 26. Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caclani: sezzesi. Fuori:

Magnifico domino Honorato Gaytano Scrmincti etc. compatri cl amico nostro carissimo.

L

cardinalis aquilcicnsis •

domini papc camcrariua

lo invita a recarsi da lui per la quislione con i

. s.

J etc.

Entro : Magnifice domine, compater noster canss1me, post salutem. presente bora li ambasciatori de' 5eciesi et hanno mostrato plenum mandatum ogni cosa. Havemo sperancia che tuto passerà alla voluntà nostra et ben·e . li ne pare che voy habiati a conferirve da noy. Valete. Rome, XXVJ octobris,

Sono stati da noy in la de potere contrahere in perchè, visis presentibus, hora XXIIIJ.

C- 833.

1452. Xl .1.

Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: - Sua Santità, cui ha parlato della condizione di Sermoneta, oi manderà il procuratore fiscale ed, occorrendo, anche genie d'arme. Fuori:

Magnifico viro compatri et amico nostro dilcctiuimo Honorato Gayctano Scrmoncli etc.

L

I.

cardinali, aquilcyensis

domini papc camcrariu1

s. etc.

Entro·: Magnifice vir, compater et amice noster dilecte, salutem. Poi tornò lo episcopo de Catanzaro (Palamides) et Lorenso da Pisa, intendendo da loro le condition de Sermoneto, deliberaimo, per quanto ce era possibile, dar remedio ad quelle cose. Et sì ne parlaimo colla Sanctità de N. S., lo quale trovamio multo gratioso et ben desposto circa omne vostro stato. Hora, havendo queste altre vostre lettere et inteso questo vostro messo, anche ne havemo parlato con N . S., lo quale, in simile modo, trovamo gratioso et ben desposto con offerire ciò che bisogna per lo stato et favore vostro. Et mandarà presto lì lo procuratore fiscale, lo quale è homo da bene et molto nostro amico con l!no breve della Sua Sanctità ad voj et allj homini de Sermoneto, collo quale forsa anche mandaremo uno dclii nostri. Dice anche se ve hisognia gente de arme, o ad piè o ad cavallo, che anche provederà de mandarvene. Pame vedere et comprendere sia ben desposto ad darve omne favore. Se altro bisognia advisatene, chè provederemo quanto ne sen-à possebile. Mandamove inderetro questa lettera interclusa. Datum Rome, prima novembris 1452.

C- 841.

1452. XII .15. F erenlino -

Giulio • • giudice generale a Onoralo Caelani: - circa la prossima andata del governatore in Marillima; accenna alle macchinazioni contro la persona e lo staio di lui, ali'esecuzione del breve contro quei di Filellino, al fallo della bombarda ed altro.

Fuori:

Illustri ac magnanimo domino domino Honorato Gayctano Scrmoncti etc. domino mco colendissimo.

s.

Entro: Signore. A viso la S. V. come con omne diligentia l\o referite tucte le cose a me inposte per la S . V . al governatore; et dicendoli de le offerte de la S. V., .non mino gratamente quelle acceptando, con tucto el suo podere se olfere a la S. V., a la quale questo signore et prelato porta tanto


EPISTOLARIVM HONORATI CAJETANI

2S

amore che non poderia scriverlo in uno anno de tempo. Et venendo a le particularità, et primo quanto al so venire, io ve ne aviso che, solo per compiacervj, serria stato disposto al presente de venire. Ma per una certa nova conmissione ha havuta da N. S., li bisogna andare a Subiaco per refonnare alcune cose in quelle terre, et subito tornato de là, la signoria sua verrà in Maritima, dove spero, con onge honestà et ingenio la natura li ha prestato, la S. V. comprenderà ve porta affectione. Questo serrà al fine de quisto, o vero a la intrata de l'altro, pochi giorni, fine al quando la S. V. pò soprasedere a li facti de li cacciadori. Quanto al facto de le cose de inportantia de alcuno •> che havesse machinato contra la · vostra prosperità et contr' al vostro stato, Madamma, vostra zia, b) sapendo che monsegnor ve porta singulare affectione, li ha mandata quista propria cedola, quale ve mando qui interclusa. La quale monsegnore me l'à data, a ciò la S. V. possa havere materia cercare quista facenda più chiaramente. Et subito ne .s entite altro, la S. V., per proprio messo, ne avise el governatore, el quale non meno è dexideroso demonstrarse in questo, che se mostrasse contra li compagni de mesere Stefano Porcaro:· et omnino sollicitate el breve. Quanto al facto de la executione contra quil (Onoralo Caelani) da Fellectino, ho rasionato con la signoria sua. Fate venga el breve executivo, come dissi a la S. V., la quale vederà che- monsegnore ve serverà regalmente, perchè ha de le genti a fare questo et altro in servitio de la S. V., come a boccha ve rasionay. Al facto de la bombarda, la signoria sua ne la venuta là, provederà per modo che quando la S. V. el pregarà, et anche informandose del vostro bisogno, forsa ve ne compiacerà levandola, per vostro amore, del loco dove dixi a la S. V. l'avia deputata. Quil memoriale et anco quella pergamene'> me sforzarò presto haverle etc. Segnore, del governatore ne fate capitale, perchè è prelato d' assay e la S . tà de N. S. ne fa grande èxtima. Ex Ferentino, XV decembris. Reconmandome al capitano et diceteli che ho facte le so embaxiade et che monsegnore è contento possa tenere qual no tario vole a l' offitio suo con luj. E.

D. V.

Servitor lulius legum doctor et iudex generalis.

Sulla cedola: Ceterum pregamo la S. V. ve voglja piacere mannare petenno notaro lannj de Castro, habitatore de Sezze, lo quale dice avere inteso da uno che à dicto dello signore Honorato « N'à scampata una, non camparà l'altra, ancora de accepta li bisogna morire ». Perchè sapemo che la S. V. porta amore ad Honorato, per tanto ve ne avvisamo et se notaro lannj non ve Ilo volesse dire, scrivatene, perchè un altro l'à odito inseme con ipso, dello quale non averno ad memoria lo nome al presente ; ne spiarimo et scriverimo alla S. V.

1453_. III. 29 .

C-845.

Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: ad aiutarlo con ogni sua facoltà. Fuori :

non disperi del torto ricevuto; si dichiara pronto

Magnifico viro compatri et amico nostro dilectissimo Honorato Gayelano etc. Serminelj etc.

L.

cardinalis aquileyensis domini pape camerarius

l

s.

etc.

Entro : Magnifich(o) compatre charissimo. A ~emo vedute le vostre lettere scrite di vostra mano, a le quale respondemo che a vuj è stato fato manifesto torto ; ma non se vole però desperare. Dio e la justicia ne aiterà. Nui averno più a male questo fato cha vuj, ma non lasseremo mai ni questo ni alchu(na) altra vostra facenda et aiteremole cum li danari e cum ogni nostra fachultà. E siate pur de bono animo. Valete felix. In Roma, a di 29 de marzo 1455. L. Card. Aquilegensis manu proprja.

a) Probabilmente Francesco Caelani di Maenza. 1) AUr. pÌne: d'Incerta lettura.

--

b)

Sveva Caetani-Colonna •


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

26

C-848.

1453 .VI. 4.

Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: - raccomanda messer Ludovico da Visso, persona di singolare virtù e scienza, per il primo officio che vacherà in Sermoneta. Fuori :

Magnifico viro compatri et amico nostro dilectissimo Honorato Gayetano Scrmoneti etc.

L

cardinalis aquileyensis •

s. J

domini papc camerariua

etc.

Entro: Magnifice vir, compater et amice noster dilecte, salutem. Credemo sia noto alla M. V. quanto sia nostro amico et ad noi caro, per le soe virtù, lo eximio doctore misser Lodovico da Visso. Et perchè 'l al presente è otioso et anche lui desideraria esser in qualche loco, dove potessi haver corno· dità delli soi studij, volenterj verria lì, ad Sermoneta, ad quello officio. Et perchè è tal persona che meritamente se deve exaltare per le soe singular virtù et scientia, corno per fama et per effecto eredemo sia noto alla M. V., ve pregamo strectamente vi sia de piacere, sì per nostra intercessione si etiandio per soj me~iti, compiacerlj de quello officio per lo primo vacarà po' la fine de questo. Et in verità, quando noj lo havessimo ad dare, lo darriamo solo al prefato misser Lodovico, non dubitando esser sì ben locato, quanto fossi possebile ad verun altro, perchè è tal persona meritaria molto maior cosa, de et anche porrà esser utile alla M. V. in maior cose, considerato questi litigij ha in mano,. donde ve sia de piacere rescriverne in dietro. Et . quando fossi ad voj de piacere, advisarlo· quando porria venire. Valete. Datum Rome, IIIJ junii 1453.

1453 .VI. 6. Roma -

C-850.

Il card. Scarampo a Caterina Orsini: -

Fuori:

la ringrazia dei prosciutti e dei capponi.

Mngnifice domine tanquam sorori multiplicitcr ') honorande domine Chaterine de Uninis

L

Cardinalia [aquileycnsis] •

l

domini papc camcrariua

s.

etc.

Entro: Magnifica domina tanquam soror honoranda, post salutem. Havemo receputa vostra lettera in questo dì cun li presutti et caponj, li quali, ce scriviti, vuj ce mandati. Le visitationj de lo signore Honorato et le vostre so tante et cossì spesse che, in verità, non sença grande molestia et affanno de mente, lo recordamo et recrescece assai de lo affanno vuj pigliati per nuj. Et pregamovi vuj vogliati mettere fine ad questo et non pigliati più quisfr incarchi. Perchè la roba è venuta qui, non la volimo recusare et rengratiamovene grandemente. Dio ce fac;ia gratia che ve ne possiamo rendere bono cambio. Se de qua potemo alguna cosa per vuj, [sia]mo apparechati. Valete. _E x Urbe, die VJ junij MCCCCLIIJ.

C- 339. LXXXIX.

[1453 •VI ].15 • Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: neta Ludovico da Visso. Fuori:

Magnifico viro compatri et amico nostro dilccto Honorato Gaye• tano Scrmoneti etc.

L

cardinalis aquileyenais •

1

raccomanda nuovamente per l'officio di Sermo-

s. etc.

domini papc camerariua

Entro: Magnifice virt compater et amice noster dilecte, salutem. Altre fiate scripsimo alla M. V. dello officio de Sermoneta per lo egregio doctore misser Lodovico da Visso et perchè ve trovavate haverlo 1 )

Abbr. mr.


EPISTOLARIVM HONORATI CAJETANJ

27

- - - - -- -- - - -- - - - - - - -- - --- - ·promesso ad instantia de monsignor (Prospero) della Colonna, non ne fecimo più instantia. Considerato ·cl dicto misser Lodovico esser notabilissimo doctore et tale che in tucte vostre faczende serria utilissimo, iterum ne movemo ad rescrivere che se non se pò per lo primo, almeno finito quel de monsignor della Colonna, vogliate compiacere del dicto officio al prefato misser Lodovico, perchè in verità havessimo ad deputare noj una persona in quel loco, non saperiamo provedere de persona più sufficiente · et che più conducessi al facto vostro che 'l prefato misser Lodovico; et per lo presente portatore ne respondete, corno speramo, perchè li havemo data ferma speranza et farrete cosa cc serrà summamente grata. Datum Rome, XV. ')

1453 .VI .15.

C-851.

Roma. - Il card. Scarampo a Onorato Caetani: - assicura del suo appoggio in questa ed in ogni altra c~usa; da persona 'intendente /accia vede,~ le cavalle, di cui, come pure dei puledri e degli stalloni, chiede notizie. Fuori :

Magnifico viro compntri et amico nostro dilecto Honor:ito Gayetano Scrmoncti etc.

L.

s.

cardinalis aquileycnsis domini pape camcrarius

J

etc.

Entro: Magnifice vir, compater et amice noster dilecte, salutem. Havemo reciputo una vostra lettera, data ad Sermoneta ad XIIJ del presente, et inteso quanto ne scrivete. Ve respondemo che, in questa causa et in omne altra vostra, prestaremo omne favore non meno se fossi nostra propria, et non dubitate de cosa alcuna perchè 'l vedrete con e.ffecto appresso. V e pregamo vogliate far vedere quelle nostre cavalle per qualche persona intendente et se hanno figliate tucte et, se non, quante ne restano ad figliare et corno stanno li polletrj et se llj stallonj hanno facto el dovere; et anche quellj cinque polletrj, che foro lcvatj, corno passano; et de tucte ne date ad visamento per vostre lettere. Misser Nicola ( Caetani) sta bene et tutta nostra brigata. Datum Rome, XV junij 1453.

1453 .Vl.15.

C-852.

Ferentino - Giulio • •, giudice generale, a Onorato Caelani: - il governatore di Campagna e Marittima ha dichiaralo all'ambasciatore di Francesco Caelani di Maenza, del vescovo di Terracina (Alessandro Caelani) e dei fratelli di costui, di non potere, senza una speciale commissione del papa, autorizzare la donazione, che volevano /are in occasione del matrimonio della figliola di detto Francesco, essendo dalle costituzioni proibite leghe e donazioni. Fuori:

Illustri ne magnanimo domino domino Honornto Gayetano domino meo singularissimo

s.

Entro: Lettera secretissima. lllustris ac magnanime domine, domine mi singularissime, post humiSo certissimo che la S. V. non dubitò may de la mia entegerima fé verso la lem recomandationem. prefata Signoria, per la quale sempre so stato et sto actento et vigilante a poderli fare cosa li piaccia. Et per questo aviso et notifico a la S. V. come hoggi havite recevuto uno relevatissimo servitio per modo che sempre ne senile contentissimo. Già più dì sonno che •1 nostro reverendissimo governatore meser Stefano (Nardini) fo rechiesto per parte del vescovo de Taracina e de li fratelli et ancho da parte del signor Francesco, vostro zio, che piacesse a la signoria sua volere autorizzare, insinuare et interponere el suo decreto en una certa donatione, quale entendiva fare el vescovo de T aracina e li fratelli al decto signor Francesco, per basiatura de la sua figliola. Et ancho scrivea a me con summa ') Nd l~lo omeui il m- e l'anno.


Do e u M ENTI D EL L. A Re H I V I o

28

, /

e A ET AN I

ynstantia pregandome qevesse, come conmissario, per speciale conmissione de monsegnore andare cnfino a Piperno ad enterponere quisto decreto a la dieta donatione. Onde che 'l prefato reverendissimo governatore, come signore prudentissimo, per volere sapere espressamente qual cosa era questa che se donava, et ancho altre cose, nele quale havesse ad enterponere la dieta autorità. Respuse a l'ambaxiadore, che la signoria sua volea prima entendere chiaramente quale cose erano queste se donavano etc., et questo aviso havuto, deliberarea quello havesse da fare. Benchè conferendone io con la sua signoria extimò, · et così io, che questo era qualche b·actamento in preiuditio de la S. V. Hoggi, venardi, · è retornato l'ambaxiadore da parte del signor Francesco, con lectere soy et ancho del vescovo de Taracina, a la prefata sua reverendissima signoria et ancho a me, pregando la signoria sua me volesse mandare là hogi ad enterponere quisto decreto e fare quista insinuatione sopra la dieta donatione, avisando ancho come hoggi vanno el vescovo de Taracina, d'Anagne a Sancto Lorenzo (Amaseno), et li fratelli per fare quista donatione e menare la sposa. El quale ambaxiadore ha portati li capitoli facti tra 'l signor Francesco e el vescovo e· li fratelli sopra la dieta donatione e altre cose tra loro. El tenore è quisto in effecto che prima el signor Francesco promecte per. dota fiorini tremilia e cinquecento, de li quali promecte darne al presente una parte, l'altri promecte pagarli annuatim, quando haverà Sermoneta et l'alb·e ·cose in pieno dominio. Ancho fanno tra loro perpetuo unione et confederatione ad aytarse al bene e al male contra omne barone et altre persone, da la S.ta de N. S. enfore, e tenere amici per amici et inimici per inimici etc. Da l'altro canto, el vescovo de T aracina e li fratelli donano al signor Francesco, per la prima basiatura, la mità del castello de Nempha con certi altri capitoli de Norma etc. Veduti adumqua el prefato monsignore, mesere Stefano quisti capitoli, et compreso che questo non se fa nè ordena se non en dapnno e preiuditio de la S. V. e del vostro pacifico stato, e secondo ho conosciuto e compreso, per farve a quista volta uno servitio relevatissimo et piacere grandissimo, come homo el quale, a mio juditio, ve porta singularissimo amore e affectione come nu li' è a fratello, ha facta una regale, cauta e honestissima resposta in quisto modo: in effecto cioè, che, essendo queste cose de grande importantia et le lighe prohibite da le constitutione, et ancho donare quello possede altri, a suo juditio, più presto da generare scandalo et conmotione de guerre e discordie, non li pare da mectere sua autorità, e che may el farrà prima che N. S. el senta molto bene e sensa sua spetiale conmissione. E così malcontento l'ambaxiadore se n'è retornato, havendo veduta la integrità de quisto signore, el quale non è de li passijti nè corruptibili per quil modo sa et entendeme la S. V. Quisto è l'effecto de tucta la materia la quale aviso la S. V. e notifico per tre cose: primo, per notificarve aciochè con mano toccate la fede sencirissima et l'amore ve porta me sere Stefano, per amore del reverendissimo monsignoré el camerlengo (Scarampo) e per le inmense humanite de la S. V., verso la quale el conosco così avido et dexideroso a fare cosa ve piaccia, quanto may la S. V. ne podesse al mondo haverne un altro, come ne vedete la experientia. L'altra si è che la S. V. possa provedere da Roma et presto come sapete fare. La terza si è che la S. V., non mostrando haverlo sentito da me, rengratie la signoria sua in quillo modo debito pari a la S. V. at faccianeli scrivere ancho ·da monsegnore el camerlengo. Quista lettera, prego la S. V., la mectiate nel foco con le proprie mano, perchè, trovandose, a me generarà scandalo et a la S. V. non serria piacere niuno. E responditime aciochè senta la lettera essere presentata per lo presente. Ex Ferentino, XV junij 14LIIJ. Servitor vester Julius etc. Segnore, omninamente facete venire da monsegnore lettere a mesere Stefano et la S. V . . ce mande in spem 1> a rengratiarlo etc.

1453.VI. 29 •

C-849. I.

Roma - Guglielmo Ungarello di Padova a Onoralo Caelani: Scarampo, I 00 ducali papali, e gli chiede notizie. Fuori:

Magnuico domino domino meo aingularj domino Honorato Gayetano Sermoneti domino.

manda, per incarico del cardinale

s.

Entro: Magnifico segnor mio, da poj hognj debita ricomandacione. lo ricevj per frati celo da Sermoneta, meso de la V. S., portator de la presente, la lettera de essa V. S. e, intesa la continenlia ~

1)

Abir. ,pé: lnctr/a la lettura Ira •~m o 1pecie.

-----

.

. - - --- . ..__,.....__,,~--~~------ -·

~


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

29

de essa vostra letera, per comissione del mio reverendissimo signore, li ho contati ducati cento papalj, zoè ducati I 00. E bisognandone più, la V. S. aviserà monsignore Il a Santo Paulo d'Albano e subito li manderà a la V. S. Monsegnore sarà infalanter domenica matina a disnare a Santo Paulo con la fameglia per stanciare lì questo istade. Prego la V. S. sj degne avisarme de lo ricever de diti cento ducati, avisando quella che chi in Campo Fiori si trova per carlinj cinque lo rubio posto suso el granaro, sì che veda la V. S. far el meglio se può. A la qual umilmente m'aricomando, offerendomj a quella per quanto vaglio e posso come suo vero servitore. Valeat ad vota. In Roma, a di 29 zugno 1453. Lo reverendissimo segnor mio vi saluta e conforta asaj. dorninationis tue mm1mus servus Gulielmus Ungarelus d e P ad u a ex mandato.

1453. VII. 7.

C-853.

' Albano - Il card. Scarampo a Onoralo Caetani: - comunica una letlera del governatore della Marca, contenente le tristi notizie della presa di Costantinopoli ed un•altra di Sua Santità. Fuori :

Magnifico domino Honoralo Gaylano compalri nostro carissimo Sermineli elc. domino

L.

cardinalis aquileiensis domini pape camerarius

J

s.

clc.

Enlro: Magnifice domine, compater noster canss1me, post sal~tem. A ciò che la V. M. sapi quale sono le novelle miserabile et triste che noy sepimo heri, vi mandamo la lettera a noy scripta dallo governatore de la Marcha con la copia di quella de Nostro Signore. Quando l'avereti letta, mandatila indreto per lo primo. Noy da più altre parte ne siamo avisati anchora. Dio voglia che non seguite pezzo. Dio vi guardi. El magnifico vostro figliolo, misser Nicola, sta bene, Dio gratia; reccomandase a voy et alla magnifica sua madre. Salutati da parte nostra la magnifica nostra comatre. Valete etc. Ex Sancto Paulo apud Albanum, die VIJ julij 1453.

1453 .VII .10.

C-854.

Albano. - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: - manda un suo /amiglio incaricalo di parlargli; l' in/orma di Costantinopoli e di Sigismondo Malatesta. Fuori:

[Magnifico) domino Honorato Gay[lano co)npatri nostro carissimo [Sermoncti] etc. domino.

[L ] •

[cardin)alis aquilcicnsia [domini] pape camcrariu,

S •

l

clc.

j

Entro : Magnifice domine, compater noster canss1me, post salutem. Mandamo el vilano nostro famiglio alla M. V. con la presente, al quale havimo commesso vi dica alchune cose da parte nostra. Donateli fede come a noy. lnsuper è gionte altre lettere per le quale havimo certa la infelicità de Constantinopoli. El signore Sigismondo Malatesta ha corso el terreno fiorentino corno loi:o inimico. Altro non havemo de novo al presente. Noy siamo sani et così el magnifico vostro figliolo, nostro figliano, misser Nicola; recommandasi a la~ M. V. et alla magnifica sua madre, nostra commadre, la quale voy salutaretti da nostra parte. In Sancto Paulo apud Albanum, die x julij 1453.


Do e u MENTI o EL L' A Re HIV I o e A ET AN I

30

- - - - - - - ---- - -- - - - - -- -·- - - -- --

C- 849.111.

1453.VIl.10. Albano - Damiano di S. Damiano a Onoralo Caelani: e lo prega di procurargli qualche popone. Fuori:

Magnifico viro et domino meo honorandiwmo domino Honorato Gaytano Scrmoncti domino etc.

il card. Scarampo lo ringrazia delle frutta

s.

Enlro: lehsus. Magnifico signor mio, cum humile recomandatione. Ho receputa la lettera de la V. S. et tutti gli fructi scriviti. De che monsignore nostro reverendissimo ne regracia asay la V . M. et pargli habiati tolto a fargli ]e spese. De le suche, dice la sua reverendissima signoria non vi afatigate a mandarne più, perchè de cha se ne trovano asay. Degli poponi, come scripse l'altro giorno a la M. V., ve prega la signoria sua vogliate adoperarvj ne habia domenica qualche uno per tempo, se possibile è. Meser Cristoforo Visconte se recomanda a la V. S.; dice aver· inteso la sua cavalla essere venduta nove ducati. Vi referisse gratie singularissime de ]a diligentia vostra, et non essendo partito lo vilano di à, dice, la S. V. gli mandi per esso; a la quale h~milmente mi recomando. Valete. Ex Sancto Pavolo Albanj, die x• julij 1453. M,tie Vestre d.

fidelis servus Damianus de Sancto Damiano etc.

1453.VIl.18.

C-856.

Albano - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: pace presso il re d'Aragona, alloggerà in Sermoneta.

il card. Domenico Capranica, recandosi per la

..

Fuori:

Magnifico domino 1-lonorato Gaytano Sennineti etc. compatri nostro carw1mo.

L.

cardinalia aquileiensis domini papc camerarius

J

s. ett.

Entro: Magnifice domine, compater noster carissime, post salutem. Anchora che noy -pensiamo la S. V. esser avisata de ]'andata del reverendissimo mons.re de Fermo (Domenico Capranica) alla M.tà del re d'Aragona, per ]o fatto de la pacie, nondimeno a ciò non falle siati svisato del t1Jtto, vi notificamo corno questa mattina, passate le tredeci hore, mons.re di Fermo prefato s'è partito da Roma accompagniato fino alla porta da tutti ]i cardinali, secondo l'usanza de ]i legati, et essene venuto a Marino, et serebbe questa sera venuto con noy ad Albano, ma l'ora tarda lo ha revocato. Noy a quest'ora siamo gionti passate le XVJJ hore ; domane al matino epso mons'e venerà a Sarmonetta ad alloggiare con la S. V., perchè questa notte dormirà a Marino. Ve ne havimo scripto a ciò siati avisato et non trovato da la reverendissima signoria sua imparato. Bene valete. Datum m Sancto Paulo apud Albanum, die XVIJJ julij, hora XVIJJ, 1453.

1453 .VII. 20. A !bano -

C-855.

Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: -

Fuori:

Magnifico domino Honorato Gaietano Sermoneti etc. compatri nostro carissimo. ·

L.

cardinali, aquilegiensis domini papc camerarius

1

dona lulle le sue cavalle di Sermoneta.

s.

etc.

Entro: Magnificho signore e chompare charissimo. Nui ve donamo liberamente tute quele nostre chavale, le quale stano appresso che vuj, chomo ve dirà per nostra parte lo vilano, nostro famiglio, por-

-

.,__ __ ,.,.._~

-.

--- -- .

.... _.,,,..-


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

.31

tator de la presente, al qual ve p1aça dar piena fide. Data in Sancto Paulo presso Albano, a li XXti di de luglio 1453. L. Card. Aquilegensis manu

propria.

Su ligula, di mano di Onorato Caetani:

Lu sparevero de missere Loriensi farelo fare a mastro langni de Secze, retunno in capo et quatro in pede, com.o è lu lecto. Item trovare duy homini lauraturi che siano acti a ciò. Item ducento crape belle per massaria.

1453. IX. 6. A !bano -

C- 857.

Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: -

Fuori:

Magnifico domino compatri nostro carissimo Honorato Gaieiano Sermoneti etc.

L.

cardinali, Aquilegicnsis domini pape camerarius

credenziale per un 5UO Jamiglio.

s.

l

etc.

Entro: Magnifice compater carissime. Mandemo da voi il villano, famiglio nostro, al quale havemo com esso alchune cosse vi dica per parte nostra. Vogliatili dare piena fede; et, volendo voi, se adoperiamo pyù in una cossa che in un'altra per ben vostro et di vostro stato, avisandone, il faremo di benissimo animo. Valete. Datum m Sancto Paulo apud Albanum, VJ septembris 1453.

1453. IX. 26.

C-858.

Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: - dice Sua Sanlilà di 5lare di buon animo, perchè le truppe del re di Napoli non verranno per offendere lo 5lato della Chie5a e degli amici di e55a. Fuori:

Magnifico domino compatri et amico nostro carissimo Honorato Gayetano Sermoneti etc.

L

c[ardinalis Aq]uilegiensis

) etc.

d (omini pnpc came]rarius

j

s.

Entro: Magnifice domine, compater et amice noster carissime, post salutem. Como per un'altra vi havemo scrito, siamo stati con N. S. e parlato con la S.tA Sua sopra [la] continentia de la vostra lettera e quanto vi haveva refferito quello vostro, il quale vene di campo; et in effecto la S.tl sua dice che staghati di bono animo, perchè la M .tl de lo re ( di Napoli) nè sue gente non vegnano per offendere il sta.to de la Ecclesia, nè di suoi amici. Per questo non habiati pesero nè affano alchuno, ma attendiati a ben vivere e ben governare vostri homini e vostre cosse. Se cossa alchuna pyù oltra sentiriti et sia a fare pyù una cossa che un'altra, avisandone, sempre saremo apareghiato al vostro ben. Bene valete. Datum Rorne, XXVJ septembris 1453. 0


D o e u M ENTI D EL L' A Re H I V I

32

o

e A ET A N I

1453. IX. 28.

C-859.

Roma Il ~ard. Scarampo· a Onoralo Caetani: - per assicurarlo che Sua Sanlità, cui rJorrà mandare qualche bella trota di Ninfa, è ben disposta verso di lui e che non sarà molestato dal re Alfonso d'Aragona. Fuori:

Magnifico domino Honorato Gaytano Sermincti etc. compatri nostro canas1mo.

L •

cardinalis aquileienais •

J

domini pape camerariua

s. etc.

Entro: Magnifice domine, compater noster carissime, post salutem. Siamo stati longheti a respondere alle vostre lettere, le quale recepimo questi dì passati. La cagione è stata che, per le occupationi et sinistro de la S.I.i di N. S . no se ha potuto parlargli. Hoççi li havemo parlato et, quanto alli fati de la M. V., lo havemo cognosciuto benigno et bene disposto ad ogni cosa; molto gratamente et con grande dolcezza ne ha mostrato esservi assai affettionato. Quanto allo essere in quelli confinij de la M.tà del re di Ragona, a) dice la S.tA Sua che stinti securo et leto chè nè a V. M., nè ad altro huomo di Sancta Chiesa serà data molestia nè impedimento; et che questo caricho vole la S. 1A Sua sia lassato alla sua cura et provisione. Dopo queste parole, parlando de cose domestiche, venimo in mentione, da una cosa in un'altra, de le trutte, et noy li diximo la M. V. haveme a Nympha de belle et bone et de dolce gusto. D1xene che voluntieri ne haveria la S.tà Sua alcuna. Per tanto el primo di chi vengha da pesso, confortamovi tegniati modo la S.t.1 Sua ne habbia una o doe o tre belle de le più se potrano pigliare. Salutati nostra magnifica commatre da nostra parte. El magnifico vostro figliolo sta bene, Dio gratia. Valete. Datum Rome, die XXVIJJ septembris 1453. b) « Magnifice compater. Nuj averno parlato cum nostro Signore, la chui S.1• ce à resposto sempre bene et in fine mandatelli alchuna trota, quando ne porite avere, .chè li piacerano assai. Quando venirete de qua, se parlerimo de ogni vostro fato insieme. Salutamo la nostra magnificha chomatre. Valete. Mano propria ».

1453.X. 22.

C-860.

Roma - Il card. Scarampo a Onorato Caetani: manda Palamides, vescovo di Catanzaro, e Lorenzo da Pisa con lettera credenziale presso gli uomini di Sermoneta, rimettendone a lui l'opportunità della presentazione. Fuori:

Magnifico domino compatri et amico nostro carissimo Honoralo Gayetano Scrmoneti etc.

L.

cardinali, aquilegensis

domini pape camerarius

l

s. etc.

Entro: Magnifice d·omine, compater et amice noster canss1me, post salutem. Mandemo là da voi il reverendo miser lo veschovo da Catenzaro e Lorenzo da Pisa, a li quali havemo comesso fazano e dicano quanto a voi parirà sia necessario e, bisognando, stiano, fazano o dicano pyù una cossa che un'altra. Tuto farano secondo. li diriti, quanto li dicessimo noi stessi, et cussì li havemo comesso. Valete. Datum Rome, die XXIJ octobris 1453. Scrivemo a li homini di Sermonetta lettera di credenza in persona del predicto miser lo veschovo et Lorenzo da Pisa. Parendo a voi se debbiamo presentare, fatile presentare e, non parendo, fatine corno a voi parirà per lo meglio. a) Ferdinando, duca di Calabria, aveva inizialo una seconda campagna contro i Fiorentini. I,)

Il poscritto è di mano propria del cardinale.


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

.3.3

C- 861.

1453.XI. 3.

Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: - . Sua Santità manda in Sermoneta il procuralore fiscale Michele da Prato insieme a Lorenzo di Pisa, f amiglio del cardinale. Fuori :

Magnifico viro compatri et amico nostro dilcctissimo Honorato Gaietano Sermoneti etc.

L.

cardinalis aquileyensis domini pape camcrarius

s.

l

etc.

Entro: Magnifice vir, amice et compater noster dilecte, salutem. La Sanctità de N. S. manda ad Sermoneta el suo procuratore fiscale in vostro favore; e noi co llui mandamo Lorenzo da Pisa, nostro famiglio, allo quale havemo commesso debia conferire alcune cose; si che darreteli piena fede. Altro non occurre, se non che actendiate. ad darve bona voglia. La Sanctità de N. S. è ben desposta ad darve omne favore bisognarà per lo vostro stato, et noi dal canto nostro per quanto ce serrà possebile. Datum Rome, IIJ novembris 1453.

1453. XI. 3.

C-862.

Roma - Domenico Capranica, card. di Fermo, a Onoralo Caelani: - voglia benignamente lrallare Michele da Prato, procuratore fiscale, invialo da Sua Sanlità in Sermoneta. Fuori:

s.

Magnifico domino domino Honorato Gaytano etc. amico nostro carissimo

D

tituli Sancte ~ in Hierusalem } preabiter cardinali,

firmanus.

Entro : Magnifice domine, ami [ce] noster carissime. Dominus Michael de Prato sanctissimj domini nostri procurator fiscalis, lator presentium, quj impresentiarum per Sanctitatem eiusdem mittitur, est valde amicus noster et potest magnifica dcminatio vestra de eo ita confidere ut de propria persona nostra. Ea propter licet sciamus non oportere, tamen Magnificam Dominationem V estram rogamus ut eundem benigne videre et tractare velit; quoniam vir benemeritus est et, si nos aliquid efficere possumus pro honore et commodo vestro, sumus semper libenti animo paratj et ita nos semper oflerimus. Datum Rome, IIJ novembris Mcccc0 liij.

1453 . XI .15 .

C-864.

Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caetani: da Prato. Fuori:

Magnifico viro compatri et amico nostro dilccto Honorato Gayetano Sermoneti etc.

L.

cardinalis aquileyensis domini pape camerarius

acclude una lellera del procuratore fiscale Lorenzo

s. etc.

Entro: Magnifice vir, amice noster dilecte, salutem. Lo procuratore fiscale, tornato per alcun die, parlò con N. S., secundo scrive alla S. V. questa interclusa, la quale porrete legere. Non alia. Datum Rome, XV novembris 1453.

.s

-- ----.

--


D

34

-

oeu

ME N TI D EL L' A Re H I V I

o

e A E,.. A N I

----- -·-- --·-

C-865.

1453. Xl .15. Roma - Michele di Prato ad Onorato Ca etani: del castello di Sermoneta.

per riferire la descrizione falla al papa Nicolò V

Magnifice et potens domine, domine mi singularissime, post debitas recommendationes. Avisovj che herisera io fui colla Santità di Nostro Signore et non potetti essere prima per le molte occupationj che ebbe la Sua Santità. Et nella prima mia entrata la S. tà Sua amorosissimamente mi dimandò di voi et disse se mi avavate fato honore; rispuosi che non chome a me, ma chome a qualunque principe et anchora dua dì che sempre ucellame et fagianj et pollamj non in chopia ma a chataste, per modo che Ila Sua S. tà fecie boccha a riso replicando et dicendo : « A chataste » ; et io anchora replicaj. Et la Sua S.•à richordò lo honore grandissimo che fece la V. S. allo reverendissimo monsignore camarlingho nella selva fra Sermoneta et Velletrj, •> recitando de' padiglionj, chamere, tavole, vivande, argentiere et altre magnificienzie fatte per voj, diciendo ch'eglj era allora subdiacono et che voj facieste tanto che non credeva che signore di chotesti paesi avesse saputo, nè potuto tanto fare et laudovvj grandissima et gratissima mente. lo lo domandaj se la Sua S.tà era mai stata in Sermoneta. Rispuose che no, dimandandomi se Ila S. V. ci aveva fortezza; rispuosi che la terra per sè era fortissima, sì per lo sito, sì etiamdio per le strate, le quali tutte si potevano isbarrare; et dissiglj delle mura faceva la S. V. di nuovo et maxirne del grossissimo muro et deglj torriciellj tondj et scarpatj, a exemplo di queglj che à fatti la S.tà Sua; et dissigli delle belle et fortissimi torri della vostra chorte et disegniandoglj le torri, chorte, sale, chamere, stalle et narrandoglj quando (I) benissimo eravate proveduto di letta, dicendoglj che io ò dormito in uno letto che era chome una montagna, ornatissimo di choperta et di lenzuola et di origlierj et che v'era una coltrice prima di piuma, poi uno altissimo et bonissimo materasso dj bambagia, et etiam uno bonissimo materasso di lana tale che in Roma sono molti ricchi che non ànno tale quale è quello di lana in ne llo~o lettj; et de buon fuochj et paniciellj, panni da razza, b) tappetj et banchalj et argientiera et schiudierj, chavallj et famiglj. Item del grano et chome la S. V . lo teneva per li vostrj huominj per poterlo loro prestare a bisognj, chome altre fiale avavate fatto sechondo che io avevo inteso da vostri huominj. Item mi bisognò designiare el vostro cellaro, imperò che Ila S.11 Sua mi dimandò quanto era grande, sichè io lo equiperai a una delle sale di p3lazzo, diciendo chome da una parte era alto et lì stavano una parte di bottj delle maggiorj et dall' atra parte descendeva et lì erano moltissime bottj, nelle qualj erano mille some di vino o piue et che io non avevo veduta più bella sorte di botte et che parevano fatte a tornio; et dissiglj dello honore avavate fatto allo Imperatore e) et chome e suoi andavano nel vino insino a ginocchio, et chome furono pienj. Dimandomj che vinj erano, dissiglj che una grande parte erano chottj et che io avevo beuta di quello da Bassiano; et volse sapere dove era et tutto gli disegnaj et anchora Nenfa etc. Poi gli dissi chon quanta reverentia et allegrezza avavate ricevuto el breve et, fatta che io v'ebbi la imbasciata, quante gratie voi rendeste alla Sua S.11 et quante obligationi vi pareva rimanere; et chosì mi imponeste che io dicessi alla Sua S. là et della benivolentia di voi verso i vostri huominj et della grandissima fedelità et obedientia d'essi verso la V. S., narrandoglj lo modo tennoro dello breve, chome no lo volsero aperire se prima no Ilo portarono a voj et simile dello instrumento che non volsorono si publicasse se non pareva alla S. V. Anchora chome mi dissono che era tanta la fede et tanto era lo amore che se la Sua S.•à , lo quale era loro supremo signore, chomandasse che essi faciessoro alchuna chosa che fosse contro la V. S., essi si gitterebbono dinanti alli piedj suoj adimandando misericordia, et prima variano essere morti che pensare, non tanto fare, contro la persona e stato della Vostra Magnifica Signoria, lo quale se avevano allevato et cresciuto, ricordando infinitj benefitij riceputj dalla S. V. etc.

~> In quei

tempi Cisterna era ancora in gran parte diruta ; e la selva di cui si fa menzione è probabilmente quella di S . Biagio, che era io vicinanza della via consolare che conduceva a T crracina.

..

-

b) Arazzi. e) Federico lii, coronato imperatore in Roma ai 16-19 marzo 1452, partì per Napoli il 24 e ,i fermò in Sermoneta il 25.


35

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

Dissi anchora alla Sua S,tà chome la vostra magnifica donna si raccomandava alli piedi della Sua S. tl ringratiandolo infinitamente, et che sempre essa, quando ricordava la S. 11 Sua, s' inginochiava infino a terra. Allora la Sua S.11 mi dimandò della dispositione della madonna: io gliela designaj; dimandomj che figliolj avavate : dissiglj che avavate un altro figlio maschio simile in effigie, moribus et gravitate a quello •> che era in chasa di monsignore lo camarlingho, e che avavate circa tre o quattro figlie. Et di tutto prese la Sua S .1à grandissimo piaciere, sempre laudando la V. S. de magnificentia, nobilitate et bonitate. . Naraoglj lo chaso occorso de verbo ad verbum et chome la S. V. tucto questo aveva per fare misericordia et non giustitia, dicendoglj chome avavate già tempo passato perdonalo et che Ila Sua S. 11 sa, per avere luj perdonato que' scandolj anno avutj a sequire. Dimandandolo di consiglio, disse perchè esso era ponteficie, rimetteva questa facienda alla S. V. di chostà et, se venisse a Roma, mi disse che io facessi l'olfitio mio, sichè la S . V. è avisata. Dissiglj quello non dissi alla S. V ., perchè per via intesi da Lorenzo da Pisa tali parole che per mezzo suo lo amicho venirà nelle vostre forze. Disse el papa che luj la rimetteva alla S. V., sichè io ne parlaj alla signoria dello camarlingho, et luj disse che io ne parlassi a Lorenzo; et parlandoglj glj parse duro ; pure credo farà per lo stato vostro chome buono amicho et credo che monsignore ve ne scriverà et, secondo sento, Lorenzo averete da voj et presto: sapienti pauca. Al facto deglj statutj, la S. 11 Sua gli vuole vedere et farà quello vorrete infine, sichè ditelo alli huominj vostrj et mandateglj nelli manj di monsignore lo camarlingho et ly gli farà dispacciare et io solliciterò. Dissi a N. S. del presente mi faceste et che io no Ilo volsi et che vj fu molestissimo. Replicò che voi eravate magnifico in omnibus et che la S. V. fece suo honore et che io feci bene, sichè mille et infinitas gratias Dominationi Vestre in omnibus et per omnia refero. Et per a viso della S. V. io fui con N. S. circa una hora o piue, tanto gli piaceva udire le chose essere succedute bene et a vostra voglja. Et tutto ò refe1ito a monsignore lo camarlingo et a esso è piaciuto sommamente, chome credo vi scriva più a pieno. Queste chose ò referite a buona fede; perdonatemj se aio manchato et questo che scrivo lo fo per satisfare in parte al mio debito ; et credo che Ila Vostra fvlagnifica Signoria ne debba pigliare grande allegrezza et chosì anchora Madama et tutti vostri parentj, amici et bene voglientj. Et a mio parere la S . V. et tuttj vostri discendentj, usque in infinitum, sono sempre obligatj alla Santità dj N. S., considerato quanto perfecto amore vi porta. Le rachomandationj etiam della università ò fatte et è stata molto grata alla Sua S.t1 et confortaglj a perseverare nello bene fare. Per hora non dirò più se non che sempre mi vi rachomando. Fatta in Roma, adì XV di novembre MCCCCLIIJ. E V estra Magnifica Dominatione s e r V i to r M i C h a e l de p a t o S. d. n. pape procurator fiscalis.

r

1453 . XII. 3.

C-869. II.

Roma - Guglielmo U ngarelli a Onorato Caetani: - lo ringrazia della roba mandata al cardinale Scarampo e a lui; Nicola sta bene e va a scuola. Fuori:

Magnifico domino domino meo singularj domino Honorato Gayetano Sermoneti etc. domino.

s.

Entro: Magnifice domine, domine mi singularissime, post debitam recomandacionem. Ozi, per lo mulatiero de la V. S., receveti una lettera de essa V. S. e, leta e intesa e vista tuta la roba mandavj a monsignore, subito la presentai a la reverendissima signoria sua per parte de la V. S., la quale li fu gratissima e molto cara per più rispeti, zoè fasanj vinti, uno maschi e fasani femjne nove, tuti vivj e gagliardi, e cossi le trote, el spigolo e li girj, li qualj a la signoria sua sono boni e vedeli volentiera e infenite gratie ve rende de tute cosse. Meser Lodovigo da Visa (Visso) e Lorenzo da Pisa, ozi sono

- - - ·----.) Nicolò Caetani, il quale venne educato dal -cardinale Scarampo.

,


o o e u M E N T l o E L L' A Re H l V lo e A ET A N I

36

partiti de qua, doman sarano con la V. S., si che non li ho potuto dire quello che la V . S. me comandava li dicese. Ho inteso quanto scrive la V. S. del grano, lo quale suplico non falj, perchè è de bisogno. lo ho recevutj li cordevanj e la pele rossa, li qualj la V. S. me manda per uno paro de stivalj. lo li aceto con riverentia e porterolj in memoria de essa V. S ., la quale certo non bisognava pigliase affano nulo de un suo servitore e fiolo, nè usase tanta umanità verso uno che è tuto suo. lo, benchè sia superfluo, non posso dir altro che ringratiar la V. S. de tanta umanità e cortesia offrendome a quella per quanto vaglio e posso. La V. S. sa eh' io son suo bon e vero servo e amicho : faza de me come de cossa sua, a la qual sempre m'aricomando. La reverendissima signoria de monsignore saluta e conforta cordialmente la V. S, e cossi la magnificha madona, sua comare; meser Cristoforo Visconte e tuta la casa a la V. S. se aricomanda insieme con mj. Meser Nicola nostro sta bene e gaiardo e va ogni zorno a la scola. Valete. In Roma, adi 3 decembre 1453, hora 2• noctis. dominationis tue servitor et filius Guilielmus Ungarelus.

C-869.111.

1453. XII. 9.

Roma - Guglielmo Ungarelli a Onoralo Caetani: - lo ringrazia del pesce mandato al cardinale Scarampo e chiede l'ammontare del bestiame suino, intendendo questi pagarlo. Fuori :

/

Magni6co domino domino meo singularj domino Honorato Gayetano Sermoneti etc. domino.

s.

Entro: Magnifice domine, domine mi singularis, post debitam et umilem recom~ndacionem. Eri recevi una lettera de la V. S., data a dì 7 de questo, e con essa recevj una anguila grossa e cinque trote, tra le quale ce n'era una grossa e due orate, le quale· tute cosse immediate, per parte de essa V. S., apresentay al mio reverendissimo segnore, el quale ne ebe gran piacere e rendeve infenite gratie ; ma tropo speso lo visitate. Ozi, per Pietro e Cexarj, vasalj de la V. S., presenti latorj, ho recevuta un'altra vostra letcra e insieme con essa porci 17, bellj e grasi ; holo refferito a monsignor~. el quale al tuto li vuole e cossi intende pagarlj a la V. S. Sì che piaza ad essa scriver quanto montano; subito sarano mandati li denarj, altramente la signoria reverendissima sua ve li pagerà asaj più de quello che valeno. Domatina, per tempo, sarano uccisi e governati. Se bon tempo sta, la V. S. può mandare el resto ozi .oto zomj; in questo mezo anche la V. S. sarà avisata del tuto. Quando la V. S. n'arà mandati altretanti, con quelli sey grossi, non ne bisogna più, perchè sarano asay per lo bisogno de la casa; sì che la V. S. non pi glie pensiero de mandarne più. A meser Nicola nostro ho fata l'ambasata de la V. S. Post modum per lo notaro lacomo ho recevuta un'altra de la V. S. e con essa una nota, la quale ha piacesto asay a la reverendissima signoria de monsignore la quale vi saluta e conforta cordialiter. A la V. S. umelmente m'aricomando oferendome a quella per .quanto vaglio e posso. Tuta la brigata de casa a la V. S. se aricomanda. In Roma, a dì 9 decembre 1453, hora 2J• dominationis vestre servitor et filius ' Guilielmus Ungarelus de Padua.

1453. XII.IO.

C-869.IV.

.

Roma - Guglielmo Ungarelli a Onoralo Caelani: - lo avverte di non inviare più doni, avendogli il cardinale Scarampo ordinalo di accettare soltanto cereali e porci. Fuori :

Mirgnificho domino domino meo singularissimo domino Honorato Gayetano Sermoneti etc.

S.

Entro: Magnifice domine, domine mi singularissime, post recomandacionem. In qùesta hora, per lo presente portatore, vasale de la V. S., ho recevuta una letera de la V. S. e uno porcho e una


--

- - - --

-

37

EPISTOLARIVM 1-IONORATI CAIETANI

lenpha salvatichj, i qualj ho presentati subito con li 29 grili, a lo reverendissimo signor mio, el quale è corezato con la V. S. ; e à me comeso che io scriva a la V. S. che, in verità, se mandate più grilj nè porci, nè altra cossa la signoria reverendissima sua se corecerà a l' ultimo D seno ; e à me comeso, soto pena de la sua desgratia, eh• io non acetti più cossa che la V. S. mande. La quale priego non voglia più mandare niente, perchè io non laserò descargare niente in casa, ne aceterò cossa che la V. S. mande, salvo el grano e legumj, e orzo e li porci: da lì in suso, io non aceterò niente: sl che non mandate, perchè, in verità, la reverendissima signoria de monsignore se turba con la V. S., a la quale me aricomando sempre. In Roma, adì . I O decembre 1453, in presa (I). servitor vester Guilielmus Ungarelus de Padua ex mandato

1453 . XII .14.

C-869. V.

Roma Guglielmo V ngarelli a Onoralo Caelani: - dice, fra l'altro, di avere ricevuto cacda e pesce per il cardinale Scarampo, da cui è alle.so in Roma. Fuori :

Magnifico domino domino meo singularj domino Honorato [Gayela)no Sermoneli elc. domino.

s.

Entro: Magnifice domine, domine mi singularissime, post recomandacionem. Per comissione del mio reverendissimo segnare, per questa la V. S. sarà avisata come, yeri sera, la sua reverendissima signoria recevette una Ietera de man de essa V. S. e un'altra de man del canzeliero vostro, le quale ha bene intese e piacelj quanto li aviti scrito. Per mò non par a la signoria sua che acada altra risposta, perchè ad essa pare ve transferate fina qua: volete domenicha partirve qe là e lunj essere qua o quando par a la V. S. Preterea per esso mulatiero de la V. S. receveti una Ietera vostra e duj porci salvatichi, zoè lu porcho grande e la lenpha e l'è la caza a la reverendissima signoria de Monsignore, la quale ne prese gran piacere, ma più ne aria ricevuto se lì fosse stato personalmente, avisando la V. S. che se la cossa non fosse passata per quello modo scrisse la prefata S. V., zoè che la caza l'avesate fata in per[so]na, a nome de la sua reverendissima signoria, se aria turbata forte del mandare di diti porci ; pur sentendo lezere la letera me scrivevi, aquetò e stete contento. · Questa sera tardi è zonto qui el presente latore, vasale de la V. S., e à dato uno spigolo e una orata, come scrive essa V. S., le quale sono apresentati a la sua reverendissima signoria la quale, insieme con nuj altrj vostrj fidelj e servi, v'aspeta con gran piacere; la quale venuta faza la V. S. che sia lunj o marti: a la quale sempre m'aricomando. In Roma, adì 14 decembre 1453, hora 2• noctis. Servitor et filius G. Ungarellus de Padua

C-867.

453. XII. 15. Ferentino - Stefano Nardini, protonotario apostollr.o, a Onoralo Caelani: fallo riferire dal giudice, ha incaricalo costui di rispondere.

intorno a quanto gli aveva

Fuori : Magnifico et polenli domino domino Honoralo Gaylano Sennineli elc. domino meo honorandissimo

s.

Entro : Magnifice et potens domine, domine mi honorandissime, post commendationem. El judice me ha referito, per parte de la S . V., alcune cose, allo quale glie ho imposto, per multe occupationj ho al presente, faccia particularemente, in mio nome, resposta. Et de questo, per hora, sanò contento, ') AH,. luimo.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

38

se prima di novo redurò a memoria alla V. S. che, per lo stato et bene de quella, non ha homo più volentieri contraponesse la vita et ogni sua facultà de mj, corno se maj ne farrite pericolo alcuno o experientia, epsa V. S. lo conoscerà per effecto, ad cui sempre me ricommando. Datum F erentinj, die XV decembris 1453.

E. V. D.

servitor S. sedis apostolice protonotarius.

C - 869. I. II.

1454. I. 6.

Roma. - I cardinali Ludovico Scarampo e Prospero Colonna commettono a Stefano Nardini, protonotario apostolico e governatore di Campagna e Marillima, l'esecuzione del lodo da essi pronunzialo nella causa tra Onoralo Caelani e la comunità di Sezze.

I

/

Nos Ludovicus tituli Sancti Laurentij in Damaso, presbiter sanctissimi dominj nostri pape camerarius, et Prosper Sancti Georgij ad Velum aureum de Colunna, diaconus, sancte romane ecclesie cardinales, magnifici viri Honorati Gaytani, Sermineti, Bassiani, Nimphe et Sancti Donati etc. domini, ex una, et venerabilis comunitatis, consilij, populi et universitatis terre Setie, partibus ex alia, arbitri, arbitratores et amicabiles compositores et in hac parte interpretatores, moderatores et executores infrascripti, vobis reverendo patri domino Stephano de Nardinis, prothonotario apostolico et de presenti provintiarum Campanie et Maritime gubematori, tenore presentium committimus et mandamus, non valentes per nos ipsos ad infrascripta loca personaliter in maioribus arduis impediti accedere, quatenus laudum et arbitramentalem sententiam per nos latam inter huiusmodi, Honoratum et comunitatem Setie, partes antedictas, exequi et executioni mandare valeatis, possitis et debeatis cum potestate et omnimoda auctoritate loca in huiusmodi arbitramentali sententia contenta reperiendi, de eis partes ipsas, prout iuris fuerit, investiendi et in corporalem possessionem et tenutam mittendi, fines, limites ac terminos affigendi, construendi et edificandi, silvam castri Bassiani terminandi; necnon modificationibus, interpretationibus et totaliter monitionibus nostris, quas per presentes vobis totaliter concedimus, uti valeatis et possitis. Volentes insuper pro dignitate vestre persone et gravitate oflitij, cuius curam obtinetis de presenti, quod in hijs ad que vos personaliter conferre nequiveritis, possitis alium vobis ydoneum subdelegare, necnon harum serie committimus et mandamus quatenus omnes et singulas inter huiusmodi partes exortas aut oriendas dictis occasionibus ambiguitates, controversias et differentias decidatis, tollatis et extinguatis, prout vobis melius visum fuerit expedire, nulla penitus iuris solemnitate servata, facti veritate duntaxat inspecta et earumdem partium iure bone vicinitatis, concordie et pacis semper salvo et servato. In quorum fidem presentes per nostrum infrascriptum notarium subscribi et nostrorum parvorum sigillorum iussimus impressione munm. Datum Rome, in palatijs nostrarum residentiarum, anno Dominj millesimo CCCC0 LIIJJ 0 , die VJ januarij, indictione secunda, pontificatus sanctissimi in Christo pah·is et dominj nostri Nicolai divina providentia pape quinti anno septimo.

S. del card. L. Scarampo; S. del card. P. Colonna. Marcus de Sole prefatorum

reverendisiimorum dominorum

Nel ver,o:

«

R.ta in ordine LX.

l

notarius de mandato aubscripsi.

»

1454.1.7.

C- 879.

Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caetani: conte di Fondi. Fuori:

Magnifico viro compatri et amico nostro dilecto Honorato Gayetano Sermoneti etc.

L

cardinalia aquileyensis

comunica una lettera di Onoralo li Gaetani,

s. ) etc.

j Entro: Magnifice vir, compater et amice noster dilecte, salutem. Havemo reciputa questa lectera del conte de Fundi, la quale mandamo qui interclusa alla M. V.; ponete legerla et, lecta la haverete, remandacela inderetro. Non alia. Datum Rome, VIJ januarii 1454. •

domini pape Camerarius


.39

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

C-870.

1454. I .13.

riliene che l'allegala lellera al rettore di CampaRoma - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: gna e Marillima farà frullo; in caso contrario, invierà uno o due dei suoi per definire equamente /e cose di Sezze e di Acquapuzza. Fuori:

Magnifico viro compatri cl amico nostro precipuo Honoreto Gayctano Scrmincti etc.

L.

cardinalis aquilcycnsis domini papc camcrarius

J

s.

etc.

Entro: Magnifìce compater dilectissime, salutem. Questa sera havemo recevute doj vostre lcctre, l'una de vostra mano et a quella non facemo altra resposta: a l'altra, per satcsfare a quanto cc scrivete, per adesso ce è paruto scrivere questa aligata al rectore. La quale, credemo, farà fructo, e quando non lo facesse, man daremo uno et duj de li nostrj, quanto serà necessario, perchè quelle cose de Seza e de l' Acquapuza se terminassero, per forma che l' una et l'altra parte remanessc al justo et al devere. Valete. Rome, XIIJ januarij 14 54, hora IJ& noctis.

C-871.

1454. I .14. Roma -

Il card. Scarampo a Onorato Caelani: -

Fuori:

Magnifico viro compatri et amico nostro singulari Honorato Gayctano, Scrmincti etc.

L

inforno ali' invelliva falla per quelli di Sezze.

s.

cardinali, aquilcycnsis

l

domini papc camcrarius

etc.

Entro: Magnifìce vir, compater et amice noster dilectissime, salutem. Havemo inteso quanto ce scrivete de la invettiva facta per quellj da Seza, et de li duj loro cittadinj che sono stati pigliati, et de le loro parole erano amaestrati dicessero. A che non accade fare altra resposta. Valete. Rome, XIIIJ januarij 1454.

C-880.

1454. I .20.

Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani : - circa il memoriale presentalo al rellore di Campagna e Marittima per i confini; sull'appello commesso al card. melense Guglielmo d' Estaing. Fuori:

Magnifico viro compatri et amico nostro dilecto Honorato Gayc( tano) Scrmoncti etc,

L.

cardinalis aquilcycnsis domini pape camcrarius

l

s. etc.

Entro: Magnifice vir, amice et compater noster dilecte, salutem. Havemo reciputo una ·vostra lettera et inteso quanto ne scrivete. Primo alla parte dello transunto havete facto dare allo rectore, ne pare che 'I possa vedere et conoscere delli confini. Al facto del confermare ... sententia, sapete che fu commessa l'alp]pellatione al r.0 cardinale melense et non sta ad noj com ... perché non cercariamo ... visa de meno nè ce pareria honesto, etiamdio per no Ili mostrare che havessi[mo] la ••. ecta poi questo s ... monsignore (Prospero) della

.

,..

--

\


DOCUMENTI DELL . ARCHIVIO CAETANI

40

Colonna corno ad noj, lo quale è stato ... alcunj dij et non se li ... parlare. Domane ce andaremo ad visitarlo, et si nellj parlan ... noj scrivemo allo rectore ... mectere li confìnj, credemo el farà perchè è rasonebile e a lluj serrà chiaro per lo transunto li havete mostrato. Valete. Datum Rome, XX januarii 14 54.

C-872.

1454.I. 22.

Roma --.. , Il card. Scarampo a Onoralo Caetani: - la comunità di Sezze dovrà prima eseguire la sentenza emanala dal card. Prospero Colonna e dallo scrivente, e le eventuali differenze potranno essere dichiarale dal rettore di Campagna e Marillima; è d'avvis~ che non si levi la causa al card. melense, Guglielmo d' Estaing. Fuori:

Magnifico viro compatri et amico nostro dilectinimo Honoralo Gayelano Sermoneli etc.

L

cardinalis aquilcyensis •

domini papc camcrarius

s.

l

etc.

Entro: Magnifìce vir, amice et compater noster dilecte, salutem. Havemo reciputo vostre lettere et, con esse, quelle de misser Luca et, inteso lo tenore de esse, respondemo el nostro parere. Che, primo et ante omnia, la comunità de Secze debia confermare, ratificare, acceptare et exequire la sententia et laudo dato per lo r.mo mio monsignor (Prospero) della Colonna et noj, corno novellamente ce hanno dicto _li ambassatorj loro de volere fare, et così è debito honesto et rasonebile. Appresso, con volontà delle parte, debiamo monsignor (Prospero) de Colonna et noj havere el tempo ad posser interpretare et declarare et procedere ad ulteriora, secondo serrà necessario: et, se in questo dar de tempo fossi infra de voj alcuna differentia, el porrà declarare el rectore. Oltra, ad noj non par per niente che se debia levar~ la causa de mano allo r.mo mio monsignor metense, perchè non serria honesto et haveria iusta casone doverse indegnare levandoseli de mano ; anche ne pare in tucto che se debia haspectare la sententia et sollicitare se dea presto ad chi harà la rasone. Datum Rome, XXIJ ianuarii 14 54 .

\

)

. 1454 . II . 5 .

C-873.

Roma _- Il card. Scarampo a Onoralo Caelani : - il rellore di Campagna e Marillima ha commesso a· Giulio di porre i confini ira Sezze e Acquapuzza. Fuori:

Magnifico viro compatri et amico nostro dilectisaimo Honorato Gayetano Sermoneti etc.

L

cardinalis aquileyensis •

domini papc camerarius

s.

l

etc.

Entro: Magnifice vir et [a]mice et compater dilecte, salutem. Havemo reciputo scrivete, usaremo omne diligentia in le cose vostre quanto in le nostre proprie. Lo rectore ce scrive corno la comunità de Seze ha remessa omne autorità et volutà sua in luj de acceptare lo laudo, dato per monsignor (Prospero) de Colonna et noj. Et così luj ha comesso ad missere Julio che deba fare et olca (?) che ha posti Ii confinj infra Io tenimento de Secza et l'Acquapucza secondo lo registro etc. Ne piace che queste vostre cose se vengano reassectando. Altro non occurre. Actendate ad star sano et confortate tucta la brigata vostra per nostra parte. Datum Rome, V februarij 1454.

------


EPISTOLARIVM HONORATJ CAIETANJ

41

C-874.

1454.11.16.

Roma - Il card. ·Scarampo a Onoralo Caetani: - l'isl~umenlo del lodo, ratificalo dalla comunità dt Sezze, gli sarà dato da Luca de Toczoli e dal notaio Giacomo; il rellore di Campagna e Marittima è incaricalo di appianare altre difficoltà; intanto mantenga buoni rapporti con la sle3Sa comunità. Fuori:

Magnifico viro compatri et amico

s.

nostro dilccti:.simo Honorato Gaictano Scrmineti clc.

L

cardinalis aquilcycnsis •

domini p.1pc camerarius

1 etc.

Entro: Magnifice vir, compater et amice noster dilectissime, salutem. Li imbasiatorj de la comunità de Seze sonno stati da nuj con lo instrumento de la ratificatione de la sententia et laudo dato per noj intra loro et la Mag.cia V. El quale instrumento havemo facto dare a meser Lucha et a notaro Jacomo, che ve lo debbia mandare; sì che, havendolo, tenetelo apresso de vuj. Et perchè li prefati imbasiatorj dicono la loro comunità esser in alcuna cosa gravata et domandano che per noj se voglia dieta sententia modificare, el r.mo cardinale (Prospero) de Colonpna et nuj scrivemo al reetore che voglia intendere l'una et l'altra parte, et possendo riducervj a concordia che 'l faccia, et non possendo, ce deb~ bia avisare in che consiste le differentie. Hora, havendo noj inteso che questi da Seze sonno disposti a bene vicinare con vuj, ve pregamo vogliati fare el simile con essi, per pace et reposo de ciaschuna de le parte, et ancho, in verità, ce pare faccia per vuj. Rome, XVJ februarii 1454.

1454.11.16.

C-922.

Roma - I cardinali arbitri, Ludovico Scarampo e Prospero Colonna, a Stefano Nardini protonotario apostolico, rettore di Campagna e Marillima: - commellono di udire la petizione dei sezzesi circa la richiesta modificazione della sentenza e di procurare di ridurli a concordia con Onoralo Caelani, riferendo loro, qualora non vi riesca, in che consistano le dijferenze. Fuori :

Reverendo patri amico nostro carissimo domino Stephano apostolicc acdis prothonotario, Campanic etc. rcctorj.

L. P.

cardi(nalis aquilcycnsis] domini papc camcrarius cardinalis dc Columpna

!

etc.

l

etc.

s. s.

Entro: Reverende pater, amice noster dilectissime, salutem. Veduta la ratificatione, facta per la comunità et hominj da Seza, del laudo et arbitraria sententia per noj alias data, in le differentie che erano tunc fra essi, d11 una, et el mg.co Honorato da Sermoneta, da l'altra parte: et perchè ne la dieta sententia, inter cetera, ce reservassemo la potestà et auctorità possere interpretare et dechiarare ogne · . differentia che occurressi, come in essa se contene: havendoci li ambasiatorj d'essa comunità de Seza dechiaratoci essere disposti de ben vicinare con lo prefato Honorato et cerchando loro che per noj se modificasse dieta sententia in alcune cose: ve pregamo, havendo la persona et prudentia vostra indubitata fede, vogliati, per pace et bene de le parte et a nostra contemplatione, dare opera in audire le petitione de questi da Seza et procurare, quanto ve serà possibile, redurre le parte a concordia, et dove non se concordassero, ce porreti significare in che consiste le differentie, et noj deinde provederemo quanto ce parerà expediente. Valete. Rome, XVJ februarii 1454. 6


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

42

C- 875.

1454.11.25. Roma - Il card. Scarampo a Onorato Caetani : dai sezzesi. Fuori:

circa la modificazione della sentenza domandata

Magni6co viro et amico et compatri nostro dilecto Honorato Gaietano Sermoncti etc.

L.

s.

cardinalis aquileyen1i1

domini pape camerariua

J

etc.

Entro: Magnifice vir, compater et amice noster dilecte, salutem.

Per bona pace et comune concordia infra voi et quessi vicini vostri de Seze, viene lì lo egregio doctore misser Luca de T ozoli, informato al nostro parere; sì che vogliate darli piena fede. Ad noj ce pare che, per boni respecti et rasoni, non debiate esser renitente alla modifìcation de quella sententia; et più presto voler relaxare qualche cosa alle rason vostre che mustrare non· voler bene advicinare con quessi vostri vicini; et cosi havemo dieta con notaro Jacovo ve scriva. Datum Rome, XXV februarij 1454.

C- 881.

1454 .VI. 28.

Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caetani: - nel transito per il Reame, alloggerà un giorno in Sermoneta, pregandolo di fargli apparecchiare alcune barche sino a Terracina.•> Fuori:

Magnifico viro compatri et amico nostro singularj Honorato Gaietano Sermineti etc.

L.

cardinali, aquilcyensia domini pape camerarius

s. etc.

Entro: Magnifice vir, compater noster dilectissime, salutem.

Noi mandiamo li Lorenzo da Pisia per significarvj la nostra venuta et come, nel transito che faremo nel Reame, havemo deliberato essere uno giorno in quelli vostri luochi. Et perchè havemo facta conmissione al prefato Lorenzo ve debbia · dire alcune cose circha el nostro alogiare lì, ve pregamo li vogliate prestare piena fede, et sopratucto ve stringemo et carchiamo, per quanto amore ce portati, che non vogliati excedere el modo et l'ordine che 'I prefato Lorenzo ve dirà per nostra parte, p~rchè ce serà carissimo. Et facendo altramente, ve certificamo che ce farete cosa de singularissimo despiacere. Mesere Cola, vostro figliolo, restarà apresso de vui infine a la nostra venuta. Ce è paruto fare el meglio mandarlo innanze. Ben ve pregamo ce vagliati fare aparechiare alcune barche et farle coprire et mettere in ordine che ce possa portare fine a T eracina, dove intendemo andare, al più con Xlj persone. Confortati nostra comare. Rome, XXVIII junij )454.

1454 .VII. 21.

C-883.

Sezze - Potestà, consiglio e comune di Sezze ad Onoralo Caelani: della Cavata.

Fuori:

Magnifico et eccellenti domino domino Honorato Gaitano Sermoneti etc. nostro uti domino intimo 1) honorando.

per acconciare la bocca (a stramazzo)

s.

Entro: Magnifice et excellens domine et tanquam domine noster honorande, post recomenAvisamo la V. M . corno, per utilitate delli nostri campi, domane XXIJ instantis mensis, dationem. a) Date le misere condizioni in cui ai trovavano le strade,

molti ,ignori ,i valevano della via fluviale da Sermoneta a 1 )

o· incerta lettura.

Terracina, seguendo il Portatore, la Cavata ed il Fiume Antico ( ora SiGto).


43

EPISTOLARIVM J-IONORATI CAIETANJ

intendcmo apparare la bocca della Parata. Non altro: sempre ne reccomandamo alla V. M., Ex Setia, XXJ iulij 1454. Servitores · E. V. M. Potestas

Consilium Commune

Ponlecorvo - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: gli rimanda le due lettere comunicate. M:ignifico domino Honorato Gayetano compatri cariaaimo Sermoneti etc.

L.

Terre Setie

C-884.

1454 .VIII .17.

Fuori :

l

cardinali• aquileyen1is domini pape cammararius

lo ringrazia del can~lro di trote di Ninfa

e

s. J

etc.

Entro: Magnifice domine et compater carissime. Questa hora habiamo ricevuto vostra lettera con uno canistro de troti, le quale habiamo havute grate. Ve remandiamo qui introcluxe quelle due lettere. Atendite a spazare presto e bene li fati vostrj. Idio gratia, siamo sanj. Ex Pontecurvo, XVIJ augusti 1454.

[1454]. X. 15.

C-997.

Acquapuzza - Scillonus di Cori al card. Scarampo: con i sezzesi. Fuori:

circa le modificazioni del compromesso fatto

Reverendissimo in Christo patrj et domino domino L. miserntione divina titulj Sancti Lnurentii in Damaso _sncrosanctè Romane ecclesie dignitsimo cardinnlj aquilegensi ac sanctissiiuj (domini) noatrj pape d ignissimo camerario etc. suo domino singulariasimo et benefactorj precipuo R. 16 oct. In quibus differunt illi de Secia qui millunt oratores etc.

Entro : Reverendissime in Christo pater et domine, domine mi singularissime, humili et devota Pc obedire ad quanto per V . R. P. me fo conmandato, subbito, tomàndo reconmendacione premissa. de qua, me condussy ad S !Ze conducendo anque con meco duj notarj de Core et tre fide dignj testimonij er farlj rogaty dello novo scindicato et conpromisso; dove per la communità de Seze fosse acceptato in nelle lettere della R. P. V. se adimandava. De che, presentate le predicte lettere allo potestà et officialj de Seze et per ipsy vedute et intese, presenty li dicty notarj, respondono facendose grande admiratione delle adictionj mo novamente facte in nello primo scindicato et specialmente de quella adictione dove dice : « Item ad limitandum et ponendum confinia et terminos inter tenimenta et pertinentias diete rocce Acqueputride et tenimenta et pertinentias diete comunitatis Setie, tam in montibus quam in planitijs, aqujs, fluminibus, pratis, vallibus, nemoribus et ·pascuis » ; considerato, dicono, non essere differentia se non sulo da uno loco chiamato la Via dello Bellohomo, essendo allo Peschio ruscio per directo alla montagnia, secundo pate nello registro de Campagnia, et de questa differentia '> se contentariano la V . R. P. havesse auctorità diffinirela come piacesse alla V. R. P. con farecy ponere li terminj evidenter ad perpetua memona. 1) Alih,. dria.

,. ...__.. ......_ _... -~

-------------------

...~--.---..___.---.


44

DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

lnsuper dicono la adictione facta dicente: « tam de iure quam de facto et partim de iure et partim de facto » essere differente dallo primo scindicato et in ciò, secondo me pare cognoscere, feciano resistentia ; ben dicono non essere loro intentione appellare et nè contra dire alla sententia della V. R. P. Item fando ammirativa et grandedissima (I) difficultà de quella adictione · dicente: « videlicet, cupientium quod omnis materia et occasio que per preteritum tempus versa est inter ipsos et magnificum dominum Honoratum de Gaytanis, tunc dominum rocce Aqueputride, occasione iurisdictionis passus, tenimentorum sive aquarum diete rocce » ; dicendo lo dicto Signore et ipsy sezisy delle predicte cose non essere may stata alcuna differencia; tame '> finalmente dicono havere deputaty sopra de ciò, l'altre loro facende, duj loro citadinj ambasciaturj alla V. R. P. per li quali darrando sopra de ciò piena et determinata resposta de loro . intentione, collj qualj la V. R. P. poterà pillare quello meglio et più savio partito vy piacerà et per potere mellio respondere ipsy sezisy delle predicte adictionj ad ipsy dubie, a lloro adimando, ne anno pillata la copia, cer.tificando la V. R. P. lo intendo personalmente venire per havere informatione delle cose predicte et dello modo debia servare per havenire ; et, Domino concedente, serrò diman ad sera colla V. R. P. Ceterum ecco mando le predicte copie dello scindicato et della obliEx tu1i vestra Acqueputride, di~ xv octobris. ganza. Sempre me reconmando alla V. R. P.

E. V . R. P. humilis et devotus servitor- Scillonus de Cora.

C-888.

·1454. X . 29 . Roma - Il card. Scarampo a Onorato Caetani: condotta.

F u_ori :

s.

Magnifico viro domino Honorato Gayetano amico nostro dilcctissimo

L.

cardinali, aquilcyensis domini pape cnmerarius

circa il desiderio da lui manifestato per una

J

etc.

Entro: Magnifice domine, amice noster dilectissime, post salutem. Questi proximi dì passati, recevessemo la vostra lettera scripta de vostra mano, per la quale intendessemo el pensiero et desiderio vostro. Et respondemove che lo dicto vostro pensiero non ne d_ispiace, ma ce pare vedere che le conditione et occorrentie del presente tempo facciano essere carestia de boni partiti. Et però besogna spectare almeno che passi questa vernata per vedere corno meglio se potesse exsequire el dicto vostro pensiero con più vostro utile et honore, et etiamdio, in questo mezo de tempo, assectare et componere tucte le vostre faccende et etiamdio quella de la parenteza nova. a) E se a voi fosse occorso o occorresse alcuno bono partito, lodessamo che lo piglieste. Ce piacerà che respondessate qualche cosa a questa lettera. Datum Rome, die XXViiij octobris MccccLiiij.

1454 .Xl .12.

C-890.

Roma - Il card. Scarampo a Onorato Caetani: condotta. Fuori ·:

Magnifico domino compatri et amico nostro carissimo domino Honorato Gaietano etc.

·L.

cardinali. aquileyen1i1 domini pape camerarius

chiede chiarimenti intorno alla domanda per la

s. J

etc.

Entro: Magnifice domine, compater et amice noster canss1me, post salutem. Hoggi havemo receputa una vostra lettera per la. quale ce replicate el desiderio vostro ; et nostr~ intentione è, et serria Per sedare le discordie, era stato stabilito che Nicola, figlio di Onorato Ili, sposasse Bannella nipote di Onorato Il Gaetani, conte di Fondi. (Cf. Domu1, I, cap. XLVIJI). a)

1 )

For,e per tamen.


45

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

sempre, satisfare ad ogni vostro desiderio. Et in questo che al presente ne rechiedete non sapemo nè vedemo dove potere trovarve loco degno de voi. Et perchè non intendemo pienamente questo vostro pensiero, piacciave dame più piena notitia de la vostra intentione cioè, se intendete adoperarve in facto de arme o altramente, recordandove che, al presente, el mestiero de l'arme ha molto cattiva conditione. Apresso pigliamo admiratione che 'I desiderio vostro sia tanto acceso de alienarve da casa ; però advisatene qual è la cagione de ciò, perchè non stiamo nello animo nostro sospeso. Datum Rome, die Xij novembris Mccccliiij

1454.Xl.14.

C- 891.

Roma - Il card. Scarampo a Onorato Caelani: - lo prega di Jar dare buona compagnia alloggio agli ambasciatori del duca di Milano.

e

Fuori :

MnEnilico domino compatri et amico cari!3imo domino Honorato Gaietnno etc.

L.

cardinalis aquileyenais domini pape camerarius

comodo

s.

l

etc.

Entro: Magnifice domine, compater et arnice noster dilectissimo (I), post salutem. Vengono là li ambasciatori de lo ili. duca de Milano, nostri amicissimi. Pregamove che, per reverentia del loro signore et per essi, facciate che dal hoste li sia facta bona compagnia et che allogino comodamente. D i che a noi farrete gran piacere. Apresso ve recordamo che, inter tante spese facete, ce vogliate anche admettere questa, cioè de fare che la hostaria sia commoda a quelli passano et allogiano lì, et ampiarla secondo parerà a voi. Daturn Rome, die Xiiij novernbris Mccccliiij

1454. XI. 15 .

C-889.

Roma -· - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani : - sia cauto, perchè Francesco Caelani di Maenza è staio sollecitalo a muover guerra a lui e a Onoralo Il Gaetani, conte di Fondi. Fuori:

[Magnifico) domino compatri et (amico) nostro cari~imo domino Hono[rato Ga]ietano etc.

L.

(cardi]nalia aquileyensis

}

(domini) pape camerarius

1

s. etc.

Entro: Magnifice domine, compater et amice noster canss1me. Per che Francesco Gaietano è sollecitato a fare guerra a voi et al conte de visamo siate cauti et diligenti et fate bone scoverte, acciochè el predicto danno alcuno over con cavalcate, over in altro modo. Valete. Datum Rome,

bona via siamo stati informati F undi. Et per tanto ve adFrancesco non ve possi fare die XV novembris Mccccliiij.

C-892.

1454. XI .18 .

Ro~a - 1l card. Scarampo a Sie/ano Nardini, rellore di Campagna e Marillima : - per impedire a Onorato Caelani di aiutare Onorato Il Gaetani, conle di Fondi, e Francesco Caetani di Maenza. Fuori:

Reverendo patri amico nostro dilecto domino sanctc sedis apostolice prothonolario Campanie ac Maritime rectori etc.

L.

cardinali, aquileyensis domini pape camerarius

J

s. etc.

Entro: Reverende pater, amice noster dilecte, salutem. Quanquarn noverimus magnificum Honoratum Cayetanum erga statum [ecclesie] affectum et in omnibus obsequentissimum, nec turbulentiam

- .....-...----_.,,,,---

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DOCUMENTI DELL'ARCI-IIVIO ·cAETANI

◄6

aliquam ingerere, quam dignus reprehensione iudicarj possit, nihilominus, bonis respectibus et causis, rogamus patemitatem vestram ut sibi mandare velit, sub certa pena ut comi ti F undorum ac etiam magnifico Francisco Caietano, quorum uterque sibi sanguine coniunctus est, nullo pacto, favorem aliquem, quavis occélsione, prestare velit nec se in illorum negotijs intromictere ne in aliquem errorem possit Incidere. Datum Rome, XVIJJ novembris 1454.

1454. XII. 7.

C-893.

Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caetani: - da Giacomo Vannucci, vescovo di Perugia, ha ottenuto le lettere per mandar via le genti rimaste a Roccagorga; lo con/orla a porre in effello l'acrordo con Alessandro Caelani, vescovo di Terracina. Fuori :

Magnifico domino Honorato Caietano Sermoneti etc. compatri et amico nostro carissimo.

L.

cardinalis aquileiensis domini papc camerarius

l

s. etc.

Entro: Magnifice vir, compater et amice noster dilecte, post salutem etc. Habiamo ricevuto vostra lettera, datum '> 5 decembre, per la qual ce scrivete de le zente restate a Rochaborga e de la suspicione che havete di guerra etc. Subito mandassemo dal veschovo di Perosa et obtenessemo lettere, per le qual non dubitamo che subito quele zente si leverano. Vi exhortemo che dal canto vosb·o, voglate rimovere ogni occasione che vi possa parturire alcuno male. Nui ad alchuno vostro bene mai verremo a meno. Per un'altra vostra habiamo inteso quanto scrivete esser prompto a l'acordo col veschovo dj Terracina (Alessandro Caelani} etc. Credemo esser cussì, ma vi confortemo che questo voler vostro ponate ad cffeto et assetate el viver vostro in tranquillità e riposo, come spesso vi habiamo scrito. Non alia. Valete. · Ex Urbe, die 7 decembris 1454.

C-895.

1454. XII .17. Roma - Il card. Scarampo a ·Onoralo Caelani: Nicola sta bene. Fuori:

Magnifico domino Honorato Caietano Sermoneti etc. compatri et amico

s.

nostro carissimo

L.

cardinalis aquileiensis domini pape camerarius

J

apprenderà dal suo cancelliere quanto ha fallo;

etc.

Entro: Magnifice domine, compater et amice canss1me, post salutem etc. Per uno vostro cancelliero, venuto da nuj per nome vostro, intenderete a bocha quanto habiamo successo ne la facenda, vostra; e per tanto di quella altro non vi scrivemo. Meser Nicola è ritornato da nuj sano e sta bene. Se de qui possiamo per vuj far altro, adoperatice come meritamente dovete. Bene valete. Ex Urbe, die 17 decembris 1454.

1455 . II . 12 .

C- 919.

Roma - Pietro di Anguillara dichiara di avere ricevuto da Onoralo· Caetani una bolla di Innocenzo IV ed un altro istrumento, prestatigli per la lite che Onoralo aveva con la comunità di Sezze. Ego Petrus de Anguilla1:ia, sedis apostolice protonotarius etc., confiteor habuisse et recepisse a domino Honorato de Gaietanis unam bullam plumbatam felicis recordationis lnnocentij pape quarti et 1)

Abb,. dat.


-

EPISTOLARIVM HONORATI CAJETANI - --·- - -·· - - - -- - ·· ·---- ---·- -··- - ·---- ·- - -

47

- - - - - -- - -

unum aliud istrumentum, que mutuavimus 1ps1 supra dicto Honorato in quadam lite quam prefatus dominus habebat cum conmunitate Sectie, in quibus fit mentio de aliquibus posscssionibus monastcrij Sanctc Marie dc Gloria de Anania, positis in territorio ninfano, et ad cautelam prefati domini Honorati 0 feci hanc apodissam manu propria et meo solito sigillo sigillavi. Rome, die XIJ mensis februarij M cccc0 LV,

s. 1455 . III . 1 .

C- 923.

Roma - li card. Scarampo a Onoralo Caclani: Salerno, ne traili umanamente gli uomini. Fuori:

Magnifico domino Honorato Caietano Sermoneti etc. compatri nostro carissimo.

L•

card_inalis aquileyensis

,.m,

d. n. pp.e camerarius

pendente la cau5a con Antonio Colonna, principe di

s.

l

etc.

Entro: Magnifice vir, amice noster canss1me, salutem. È stato a noi referito che, piscando alcunj hominj del Principe della Colonna in certo loco, per li vostri hominj glie è stato aminacciato et dicto de male parole dicendolj che, se ce venivano più, glie abbrusiariano le barche et farrianoglie delle altre cose che non glie piaceriano. Et benchè, per la prudentia vostra, ne rendiamo .c erti che da voi non se farriano se non cose custumate, pure ve confortamo et pregamo che vogliate humanamente portarvj con li hominj del dicto principe fino ad tanto che la causa havete con luj, •> la quale è già commessa, serrà diffinita et terminata. Valete. Rome, die prima martii MCCCCLV.

1455. III. 3 .

C-924.

Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caetani : sto di Torrecchia. 1) Fuori :

per ricevuta dei I 000 ducati pre5lati per l'acqui-

Magnifico domino Honorato Caietano Sermoneti etc. compatrj nostro carissimo.

L

cardinali, aquileyensis. •

a.mi domini nostri pape amerariua

s. 1

etc.

Entro: Magnifice domine, compater noster carissime, salutem. È stato qui notario Janni el quale, per nome ,•ostro, ce ha numerati ducati mille, quali ve prestassemo per la compra che faceste de Torrichia. Altro non ne occurre. Valete. Rome, die IIJ martij M0 ccccLv.

1455. III. 9.

C- 925.

Sezze - Pode5là, consiglio e comune di Sezze a Onoralo Caelani: renti per spurgare i fiumi e i campi. Fuori:

Magnifico et excellenti domino Honoralo Gaitano Serminelo etc. domino honorando

per ollenere le bufale occor-

s.

Entro : Mangnifice et excellens domine et domine honorande, recomendationem. Confidandoci della V. E. per Ile cose ad nuy fussero necessarij per vostro utile, corno etiamdio simo senpre adpaa) Causa per la giurisdizione sulla $piaggia di Fogliano, che

') Cf. C-793 del 1452. Il. 7.

fu arbitrala da Sveva C.etani (C(. Domus, I, cap. XLVIII).


48

Do e u M ENTI o EL L ' A Re 1-1 I V ro e A ET AN I

- - ----- - -- -- -- ---- -- -- - -rechiati per tucte le cose fussero utile alJa Excellentia Vostra, non ce reincresce facere pehhone alla E. V. Et advendo al presente necessità per acconciare li nostrj fiumj et campi et non avendo sufficentia et quantità de bufale per fare lo exercitio de nostrj fiumj et campi, supplicamo alla E. V. se digne farece conmoditate de cento bufale delJe vostre, le quale, insemj colJe nostre, possamo fare li nostrj exercitij. Reconmandamoce senpre alla S. V. et parati ad vestra mandata. Ceterum per questa necessità per acconciare li nostrj campi volemo apparare la vocha della Cavata.

V. E.

Servitores . Potestas Consilium Comune

l

Terre Seczie, ibi IX martij 1455. -

C-354e355.

[1455? III -1456? III .] Liquidazione per la condolla d'arme al servizio di Sigismondo Malatesta. Copia etc. ( del sec. XV).

Condussese el sig.re Honorato col sig.re mesere Sigismondo Pandolfo'> de Malatesti in Roma, adì XXV de marzo, per mano de Ranierv cancelJiero, fo sua conventione et pacti: ducati papali quactrocento l'anno. Denari sborsati al sig. re

Honorato Gaythano etc.

In pnm1s habe per manj de Raniero cancelliero, adì vinticinque· de marzo, m Roma, ducati cento due. 100 El sig.re Honorato accepta questa posta. Item habe el sig.re Honorato in Roma, adì sey de maio, per manj de dompno Ghirardo cappellano'> ducati cinquanta. due. 50 El signore Honorato accepta questa posta. Item promise et pagò al vicecamerario el signore per lo sig.re Honorato ducati trentacinque. due. 35 El sig.re Honorato accepta questa posta dummodo se lii facia fè per monsignore prefato haverli receputi etc. Item habe el signore Honorato per manj de Castracano famiglo in la te1Ta de Fiorentino, adì decesepte de augusto, ducati vinticinque. due. 25 El sig.re Honorato acepta questa posta. Item habe el sig.re Honorato all'aloiamento de Norscia per mano de Jacovo Panzuto, adì nove de septembre, ducati <ludici. due. 12 El sig.re Honorato accepta questa posta. Item, a dì diciocto de febraro, dedi et pagao Raniero cancelliero in Roma, per uno debito de sig,re Honorato ad mastro Simone, ducati trentacinque. due. 35 El sig.re Honorato accepta questa posta, dummodo se IJi facia f~ per mastro Simone haverli receputi. Item habe el sig.re Honorato in Roma, adì deci de marzo, per manj de Raniero cancelliero, quando retornò ad Sermoneta, ducati vinticinque. due. 25 El sig.re Honorato accepta questa posta. Item have retenuto la camera apostolica per dampnj facti per lj hominj d' arme al bestia~e e ad Norscia et all'alogiamento del Pantano de Griphi, toccano per rata ad quilli del sig.re Honorato ducati cinque et uno quarto. due. 5 1 / .e Qui el sig.re Honorato disidera essere chiarito quali del soi haveno facti questi dampnj et que dampnj aciò li possa computare ad rata del diliquente, considerato non n'è stata per prima facta mal parola et per lo prefato sig. re meser Sigismondo nè per soi hominj ad epso sig.re Honorato. Item franca el sig.re Honorato el mese, ad rascione de quactrocento ducati l'anno, el mese ducati trentab·e et uno terzo. Stecte circha uno mese et mezo a condurse al loco deputato : se lii retene sino due. 33 1/ 3 uno mese che monta ducati trentatre et uno terzo come vole la rascione. Qui responde el sig. re Honorato che 'I sig. mcser Sigismundo Ii dixe et promise al sig. Honorato ') Ahhr. Pan.

7) Ahbr. capp.no


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

49

- - --- --- - -- -prefato non volendo comparire m campo non comparisse o volesse stare in Sermoneta o in Roma o dove meglio li paresse ad sua electione; et la provisione delli quattrocento ducati stesse ferma per epso sig.re Honorato: per questo non era obligato condurse al tempo come l'altri hominj d'arme et per consequens non se Ili deve fare sconto. Non obstante che dal jorno se parti de Roma dal prefato sig. meser Sigismondo el prefato sig.re Honorato tre dì stecte in Sermoneta per expeditione de alcune cose, depoi se conduxe in Campagna al loco deputato, come per lo reverendo mons. lo governatore et per altri hominj da bene se potirà ad tucte volte fare indebitata fè. Ultra hoc, non obligato, el prefato sig.re Honorato have servito com sey coraze computando la sua con hominj da bene et notati et bene in ordene da comparire in omne bono exercito, prout liquido al prefato sig. meser Sigismondo pò constare. A presso di ciò, volendo el prefato sig. meser Sisgismondo tractare el sig. re Honorato come homo d 'arme, dechiarò sua prefata signoria a la tornata de Norscia dentro Tybulj, a la sua stantia, ad tucti soy hominj d' arme come li faceva bono el soldo da quello dì recipiere el denaro: et cussi da quel jomo curreva el soldo prelibato con volere intendere quello haveno hauto et quel doveno recepire. Et nota che al sig. re Honorato non se lii retene nè honoransa del capitano 1) nè retentione è facta al signore per la camera apostolica de tanto per cento de la sua provisione l'anno o el mese, secondo che se Ili vene sborsando, ma fasellj solamente al sig.re Honorato le sue rascionj liberalmente. Qui responde el sig.re Honorato che, stando ad provisione come sopra, non se Ili deve fare sconto de cosa alcuna. Resta havere el sig.re Honorato de sua provisione, per uno anno che 'l have servito, ducati septantanove. due. 79 Qui dice el sig.re Honorato che 'I decto calcolo non è bono per le rascionj avanti decte et devese radure al suo dovere prout la rascione vole. Et mo' da intendere de la securtà che fece el prefato sig.re Honorato ad meser Lansillocto. Qui responde el sig.'° Honorato che 'l è vero promise representare sub certo termene meser Lanzillocto con soi cavallj et famigli : et cussì al termene dato lo representò secondo la sua obligatione in Roma con soi cavallj et famigli, prout consta al signore da Camerino et ad altri valenti hominj : et che delle robe erano ad Fiorentino el sig. meser Sigismondo se contentò non fossero altramente toccate: in quel se malò sua signoria. Et più, ultra la sua representatione, el decto meser Ansillocto recipuo dal prefato sig. meser Sisgismondo ducati sey per intercessione del signor prefato da Camerino. Ultra hoc el prefato sig. meser Sisgismondo dopo la predecta representatione, etiam dopo lo denaro predecto receputo per esso meser Ansillocto, comise a lo signore da Camerino prefato dovesse vedere la mustra de cavalli et famigli del predecto meser Lanzillocto et cussì fece et a la decta mustra chiamò el signore da Camerino epso signore Honorato in sua compagnia, sichè per le antedecte accascionj o vero rascionj vene esso signore Honorato desobligato da la decta securità. Ultra predicta el signore Honorato confessa et dice havere receputi dal prefato sig. meser Sisgismondo, per una promessa facta al vicecamerario fra ponte et valle, per uno polletro cavallino tolto da sua signoria ducati quinici, quali non sendo in questa lista nè missi ad conto per epso sig. meser Sisgismondo questo per dimustrare essere amatore del vero: etiam amare l' honore et no la roba.

C-927.

1455. III. 31. Roma -

Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: -

Fuori:

Magnifico domino Honorato Gaietano compatri et nmico noslro carissimo.

L.

cardinalis aquileyensis sedia aposlolice camerarius

!

risponde di aoere bene accollo gli ambasciatori di Sezze.

s. elc.

· Havemo receputo Entro: Magnifice domine, compater et amice noster canss1me, post salutem. una vostra, datum Sermineti a di xxviij martij, per li amasciatori seczini, li quali ce li recommandate, ') Abbr. cap. •

7


Do e u MENTI DEL L' A Re HIV I o

50

e A ET AN I

Havemoli receputi, per vostra contemplatione, con bono animo et fronte et datoli favore secondo ce scrivete. Et se de qua cosa alcuna o per voi o per li vostri volete, scrivatecelo, chè lo faremo molto 0 volentiera. Valete. Datum Rome, ultimo martij M cccclv.

C-928.

1455. IV. 2.

/Roma/ - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: - per ricevula di 300 ducali d'oro in · conto dei I 000 residuali del muluo per l'acquisto della tenuta di Torrechia. 1) Nos Ludovicus, miseratione divina, tituli Sancti Laurentij in Damaso, sancte romane ecclesie presbiter cardinalis et patriarcha aquilegensis, camerarius apostolicus, confitemur habuisse et recepisse a magnifico domino Honorato Gaytano Sermineti etc., et pro eo a notario lohanne Machario, ducatos lrecentos auri de camera pro parte ducatorum mille auri similium, quos ipse debebat nobis pro residuo ratione mutui per nos eidem domino Honorato facti in solutum et pagamentum castri seu tenute T orrichie. In cuius fidem presentem cedulam fieri fecimus et nostri secreti sigilli impressione muniri, die secunda aprilis millesimo ccccLV10 , apostolica sede vacante.

[S.]

C-339. LXXXVII.

1455 .VI. 29.

Roma - Luca de T ozolis a Onoralo Caelani: - il card. Lalino Orsini è pronto ad aiutarlo, impegnandosi anche ad assoldare nuove genli d'arme e, se del caso, a firmare patti per la difensioa e l'offensiva contro l'avversario (Antonio Colonna?). Fuori:

Magnifico cl potenti domino domino Honoralo Gaytano Sermineti etc. domino honorando.

Entro: Signore. Recevuta vostra lettera, incontenente fommo notaro lacomo et jo colla R." S. dellj Orsinj et luj in effecto .. conclude che poj che cognosce la vostra integrità et fede delibera ogne vostro acto pigiare per suo. E contenta della pace et della guena secondo la V. S. deliberarà. Et che non ternate cha site più forte de l'altra parte. Sempre monsignore mandarà gente et fratellj et ciò che ne bisogna secondo rechiederete, et mentre luj ha .gente, maj ne mancharonno, et dove da novo più 2> bisognassj soldarle, sempre luj pagarà per doj parte et la V. S. per una. Vole le cose vadano molto secrete affine non ve manchj lo favore dello prefetto et dello conte de Fondj. Bene è contencto che quanno l'altra parte sparla, che li date ad intendere cha la V. S . ha quanto che loro et più · et ancho dellj capellj rosei. Hora se havete lo modo ad pigiare terre o ad offendere, o se devete stare alle defese o de volerve intendere coli'altra parte o ad pace o ad guerra o ad triva, deliberateve et piglate lo partito ; et tanto monsignore sequerà quanto li domandarete sensa exceptione. Et se con monsignore volete capitolj, fatelj fare et mandatelj cha monsignore li accepta. Ma con luj et voj me pare non sia necessario : fra bonj non bisogna scripta, tuctavia se exequera quanto deliberarete. Se ve pare venga lo sig. Alexandro, ancho verrà. Notaro lacovo scriverà più ad pieno. Valete. N ec alia; parati etc. Ex Urbe, die penultimo iunii 1455. Del parente de Maensa et del Prato notaro lacovo ancho scnve. Lucas de Tozolis

Su ligula: Yesus. Post scriptam, la V. S. ha g1a librato lj 50 ducati perchè lo vescovo ha conferito lo canonicato et beneficiato etc.

') Cf. C ~ 924 del 1455. lii. 3.

:!) Nel ltito

+

,.


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

1456. X. 20.

5f

C-943.

Scapoli - Capitoli della tregua tra Onorato III Caelani di Sermone/a, signore di Macchia e Monteroduni, e le vicine università di S. Vincenzo, Caslellone, Pizzone, Scapoli e Castelnuovo al Volturno. t{◄ lehsus. Capitolj, pacti et conventiuni de tregua habiti, tractati et fumati infra lo excellente signore Honorato, signore de Sermoneta et conte de F undi •> etc., tanto per se ipso, proprio nomine, quanto per nomo et parte de tucte et singule cità, terre, castella et lochi del prefato signiore Honorato et per nomo et parte de soi gente d' arme, famelgi et stipendiarij da cavallo et da pede nec non per tucte altre persone et genti quovismodo conmoranti et stanti in le prefati cità, terre, castella et lochi del prefato signor Honorato et soi vasalli et subditi, da una parte, et lo spectabele capitano, offitialj, universitati et homini del castello de Sancto Vincenzo, de Castelgione, del Piczone, de li Scappali et de Castelnovo, tanto per se ipsi, proprio et principali nomine, quanto per altri hominj habitanti et commoranti in ipsi castellj et loro destricto, stipendiarij, soldati et da cavallo et da pede, per li qualj ciaschuno de ipsi li prefati capitano, offitiali, università et homini promectono de rato et rati habitione; et e contra, lo prefato excellente sig.re Honorato, conte ut supra etc., promecte per sè et nominibus quibus supra, promecte a li prefati capitano, offitiali, università et homini de li prefati castelli de rato et rati habitione ; et sunt videlicet : In primis promectono li prefati capitano, offitiali, università et homini del diete castella, tanto per se ipsi quanto per singule et tucte castella ut supra, ·et homini habitanti, receptanti et conmoranti in ipse, gente d'arme da cavallo et da pede, stipendiarij, subditi et soldati, non offendere nè fare offendere, nè consentire sia ofliso, publice vel occulte, nec aliquo quesito colore, durante el tempo de la presente tregua, nè in persona nè in benj al prefato excellente singiore Honorato, conte ut supra etc., citade, terre, castella et locha del prefato sig. Honorato, nè ad hominj habitanti, receptanti et conmoranti in ipse, nè ad soi soldati, stipendiarij et gente d'arme, da cavallo et da pede, nè a lloro cose et benj. Item promecteno li prefati capitano, offitialj, università et homini, ut supra, tam pro se ipsis quam nominibus quibus supra, non receptare gente durante el tempo de la presente tregua, quale venisse per offendere et danpnificare, o vero che havesse offiso et danpnificato al prefato sig. Honorato, conte etc. et ad soy cità, terre, castellj et lochi, ut supra, et ad hominj habitanti, receptanti et conmoranti in ipse, nè a lloro cose et benj ut supra; et se caso fosse che gente andasse per offendere a li prefati signor Honorato, citade, terre, castella et lochi de ipso et loro benj etc., farlo ad sapere lo più presto che poterando a li prefati sig. Honorato, cità, terre, castella et lochi, zoè ad quello o quellj cità o vero locho più vicino a le terre supradictc per patente lettera o misso speciale. Item promecteno li prefati capitano, offitialj, università et hominj, ut supra, a li prefati signor Honorato, conte ut supra, citade, terra, castella et lochi de ipso et habitanti et receptanti in ipse et loro gente, ut supra, che, se durante el tempo de la presente treugua se facesse alchuno danpno et lesione tanto per ipsi capitano, offitialj, università et hominj del diete castellj quanto per gente et hominj habitanti, receptanti et conmoranti in ipse, subditi, soldati, stipendiarij da cavallo et da pede a li prefati signor Honorato, citade, terre, castella et lochi de ipso et hominj habitanti, receptanti et conmoranti in ipse o vero a lloro genti in persona et in beni, ut supra, facta querela, per persona fidedigna, del dicto dapno dato a li prefati capitano, offitialj, università et hominj, et costito de danpnj dati veritate, promectono restituirle o vero fare la emenda infra termene de dì dece proximj inmediate seguenti, conputando a die habite veritatis et, facendose la dieta restitutione et emenda, la parte dampnificante non incorra a la pena contenta illj presenti capitoli, et per t~le offensione la presente treugua non se intenda ropta, ymmo sia et reste firma et valida. Item promecteno li prefati capitano, offitialj, università et homini, ut supra, a li prenominati signor Honorato, citade, terre, castella et lochi de ipso, ut supra, che, venendo alchùna differentia sopra a li presenti capitolj del dicto dampno dato o vero altre differentie che potissoro incadere inter le prefate

a) Titolo arroeatoai ubusiv..:unente da Onorato lii .


Do e u M ENTI DEL t.' A Re H I V I o

52

e A ET A N I

- -- -- -- - - -- - - -parti, che per chiarifìcatione de quelle se debia el_egere ~no ··h~mo per l'una ~arte et l'altro per l'altra, li qualj habiano a dechiarare et determena.re le diete d1fferentle et dampno mfra termene de dece dì immediate sequenti, summarie, sinpliciter et de plano, sola veritatis substantia inspecta, et essendo li dicti duj hominj electi in disconcordia, se debia elegere un terzo conmunemente per ciascheduna de le parti, et interim non se pocza fare represalgie, nè altra novità per la parte dampnifìcata,' li qualj tre homini habiano a dechiarare et sententiare tucte differentie, et dampni infra termene de lj dì dece, et non dechiarandosi infra lo <lieto termene, sia licito a la parte dampnificata fare represalgia usque ad condignam satisfationem dampni dati sensa incorrere a la pena de li presenti capitolj contenta. Item promecteno li prefati capitano, offitialj, università et hominj, ut supra, tam pro se ipsis quam nominibus quibus supra, a li prefati sig. Honorato, conte ut supra, cità, terre, castella et lochi, ut supra, che passando li prenominati sig. Honorato et hominj de ipse citade, castella, terre et lochi, ut supra, hominj receptanti et conmoranti in ipse, gente d'arme soe da cavallo ·et da pede, ut supra, per li territorij et destricti de lj prefati capitano, offitialj, università et hominj, tanto per via quanto fore de via, de dì et de nocte, et a ccavallo o a pede, con bestie carche et scharche et bestie de ciaschuna rasone, et tucte robbe et mercantie non Ili offendere et nè fare offendere, publice vel occulte, nè in persona nè in beni, ma lassarli passare senza impedimento reale o vero personale, in tucte parte de amici et de inimici, tanto se vando armati quanto senza arme, dummodo che in lo passare non andassero per offendere o che havissoro offiso a le terre et hominj fidelj de la sacratixima mayestà del sig. re F erdinando, re di Sicilia etc., et passando tanto in lo andare quanto in lo tornare infra le antique et consuete · sbarre del diete castella, sia licito a li prefati C3pitano, offitialj, università et hominj de le diete castella et gente d' arme, da cavallo et da pede, ut supra, poterlj offendere et tractare corno verj inimici et lassando la dieta preda et presunj siano receptati et non siano offisi etc. Item se per caso fosse che la sacratixima mayestà del re Ferdinando, re di Sicilia etc. o vero a lo ill.0 et exc.1e signor donno Alfonso de Davalos, capitano d'arme etc., sigiore del prefate castella o altro capitano de la dieta mayestà canpiasse contra le prefate citade, terre, castella et lochi, sia licito al predicto capitano, o.ffìtiali, università et hominj del diete castella et homini habitanti, receptanti in ipse, subditi, stipendiarij, citadinj et gente d'arme da cavallo et da pede andare ad canpigiare et dampni .. ficare colli prefati mayestà o illustrissimo o vero capitanij, li predicti citade, terre, castelle et lochi, ut supra, et loro benj, et per la dieta offensione la presente treugua non se intenda ropta, ymmo sia et reste firma et valida, la quale treugua voleno che sia duratura et firma ad beneplacito de le parti con desdicta de dece dì, computandosi da quello dì che se disdirrà. Et forniti li <lieti dece dì, sia licito, offendere, la qual desdicta se debia fare in scriptis per li prefati capitano, offitiali, università et homini a lo prefato sig. Honorato, conte ut supra, o vero cità, castella et lochi ut supra, zoè ad quella o quello che li sarrà più comodo et vicino; la quale treugua voleno li prefati capitano, offitialj, università et hominj se intenda con quelle clausule debite et necessarie, quale se debiano intendere in ciascuna piena et valida treugua corno se particularmente ce fossero specificate de verbo ad verbum. Et per observatione de tucte cose promesse et contente in li presenti capitolj et ciascuna de ipse li prefati capitano, offitialj, università et hominj legitime promecteno habere rato, grato et fumo et accepto tucti pacti, conventiunj et promessiunj in li prèsenti capitulj contenti et in nullo contra facere vel venire in totum vel in parte, publice vel occulte, seu aliquo quovismodo quesito colore, scilicet illa observare et observarj penitus facere pure, sinpliciter et bona fide iuxta illorum formam, tenorem pariter et continentiam, ad penam et sub pena unciarum mille solvenda per partem contravenientem parti observanti. Et pro maiorj cautela, robore et firmitate et predictorum observantia, li prefati capitano, offitialj, università, et hominj, tam pro se ipsis quam nominibus quibus supra, corporaliter ad sancta Dei evangelia prestiterunt iuramenta, Unde in fidem et testimonium premissorum facta sunt duo paria capitulorum in effectu, videlicet li presenti per li prefati capitano, offitialj, università et hominj ut supra, soctoscripti de manu de ipso capitano et sigillati del loro sigillj. Datum in castro Scapulorum, die XX0 octobris mil1 lesimo CCCC0 LVJ 0 • S. S. S. S. S. S. > Nota ri u s

') Vedi illuatr.

a pag.

Xl.

BI asi u s Nove Il i e api tane u s manu pro p n a .


5.3

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

C-950.

145 7 . II. 13 . Sezze -

Il comune di Sezze a Onoralo Caelani: -

Fuori :

circa il guasto di un termine e i /alli di Fanlauzo.

Magnifico et potentj domino Honorato Gaytano domino Sermonetj etc. eorum tamquam domino honorando.

s.

Entro: Magnifice et potens domine, post reconmendationem. Havemo receputa la lettera della S. V., in nella quale scrivete che, tornando la S. V. dello Reame et passando de qua, havete veduto ·uno termine meczo guasto. Della qual cosa ne dolemo, perchè non è tale per acto facto de nostra conscientia, nè credemo sia facto per homo dellj nostrj, perchè la intentione nostra è colla S. V. sempre volere ben vicinare, quando alla S. V. piacerà. Ceterum ally factj di Fantauzo noy lo farremo advisato et connestrengeremolo ad fare lo dovere. Paratj senper ad vosb·a mandata. Ex Setia, XIIJ februarii 1457. Potestas Consilium Commune

1457. IV.12.

~ Terre Setie C-952.

Rodi - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: - raccomanda Antonio da Bassiano, in servizio della sacra /lolla, che lo in/armerà delle cose occo"enti in Oriente. a) Fuori:

Magnifico domino Honorato Gaetano Sermoneti etc. amico nostro canssamo.

L.

cardinalis aquileyensia domini pape camerarius

apostolice 5edis et classis legatus etc.

Entro : Magnifice domine, compater et amice noster canss1me, post salutem etc. De statu nostro et de rebus in hoc Oriente occurrentibus non scribimus, quia de his omnibus lator presentium litterarum, Antonius de Bassiano, vassallus et servi tor vester, satis copiose narrabit. Ceterum dictum Antonium vobis plurimum commendamus, nam in servic,js sacre classis nostre fideliter ac laudabiliter se habuit; preterca rogamus ut aliquando ad nos scribatis ac de valetudine vestra, de qua cupimus certi · aliquid intelligere, certiores nos faciatis. Bene valete. Ex Rhodo, die XIJ aprillis MCCCCLVIJ.

C-953.

1457 .V.19.

Rodi - Il card. Ludovico Scarampo a Onorato Caetani : - dà buone notizie anche di tutta la sua brigala; con i necessari aiuti spera di /are cose grate a Sua Santità ed a tutta la cristianità. Fuori :

Magnifico domino Honorato Gayetano Sermoneti etc. domino, compatri nostro carissimo.

L.

cardinalis aquileyensis

s.

apostolice scdis et dassis legalus etc.

domini pape camerarius

Eniro : Magnifice domine et compater noster carissime, post salutem. Aciò vuj habiati noticia de nui e di nostro stato, ve advisamo corno, Idio gratia, siamo sani con tuta nostra brigata i che '1 simile di vuj e di tute le cose vostre desideramo. Di novo, di qua, non ci occure altro salvo che nuj spetamo di Ponente e da le parte di là subsidio et armata, che venendo speramo, con l' adiutorio de Dio, fare cose a) Callisto lii, desideroso più di ogni altra cosa di promuovere una nuova e grandiosa crociata contro il turco, il 17 decembre 1455, nominò il cardinale Scarampo ammiraglio

. .. ..

della Botta pontificia e legalo nell' Egeo ed in tutto il vicino Oriente. Questi partiva da Roma il 31 maggio 14 56.


Do e u M ENTI D EL L' A Re H I V I o

54

e A ET AN I

grate al nostro signore papa e a tuta christianitade, et non venendo dubitamo non ci rompi nostro designo. Vi pregamo bene che, a nostra contemplatione, ci volgliate scrivere spesso, a ciò sentamo di vuj e de vostra convalescentia; offerendoci sempre a vostrj bon p1acen, corno sempre siamo stati per lo passato : Datum Rhodi, XVIIIJ 0 maij 145 7. I

C- 954.

1457.Vl.8. Rodi - Il card. Scarampo a ·onoralo Caelani: ricevuta delle provviste mandategli. Fuori:

per assicurarlo del suo appoggio

Magnifico amico et compatri nostro carissimo Honorato Gayetano Sermoneti etc. domino

L.

cardinali, aquileyerws domini pape camerarius

l

e

per accusare

s. apostolice iedia et clauia lcgatus.

Entro: Magnifice vir, amice noster et compater carissime, post salutem. Questo die zonse la nostra galeaza a Rhodi, per la qual habiamo ricevuto vostre lettere a nnuj molto gratissime sentendo di vostro bon stato e convalisentia. Rincresenè asai di vostrj affanj, corno ne scrivile. Ma vi confortamo ad portarli in patientia sino a Dio piacerà. Sempre li favorj nostrj, et lontani e propinqui, vi serano propicij e di ciò non dubitati. Habiamo ricevuto quello grano, provature e somatc ce haviti mandato, e sonoce state carissime. Scrivite spesso, et advisatice de le cose di là. Idio gratia, siamo sanj con tuta nostra brigata, che 'l simile di vuj e di tuti li vosbj desidramo. Datum Rhody, VJIJ 0 junij 1457.

1457 .IX.15.

C- 958.

Rodi - Il card. Scarampo a Onoralo Caetani: - sulle perdite dell'armala turca nel bombardamento del castello di Molicho nell'isola di Mililene Fuori :

Magnifico domino Honorato Gaietano Sermoneti etc., amico et compatri nostro carissimo

L.

cardinali, aquileyemis domini pape camerarius

l

s. ap.ce sedia et clas~i, legatus.

Entro: Magnifice domine, amice et compater noster carissime, post salutem etc. Aciò vuj sentati de le nove di qua, ve advisamo corno lo archiepiscopo di Metalino hè venuto da nuj mandato dal signore di Metalino; qual dice l'armata del turcho essere stata a l'isola di Metalino con circha 160 vele, et ha bombardato uno castello de l'isola chiamato Molicho: sichè la vigilia di Santo Lorenzo s'è partita con gram suo danno e vergogna. E dic'esserli morti duamilia turchi e più de mile feriti. Nuj habbiamo mandata l'armata nostra a le parte di là per defensione de quele isole e de tuti cristianj. Idio gratia, siamo sanj con tuta nostra brigata. Che 'I simile de vuj e de li vostrj desidramo. Bene valete. Ex Rhodo, XV septembris 1457.

1457. IX. 2[4]. Sezze - · Il comune di Sezze a Onoralo Caelani: Fuori:

Magnifico domino Honorato Gaytano Serrnincti etc. nobis ut plurimum honorando

C-959. per chiudere la bocca a stramazzo della Cavala.

s.

Entro: Magnifice domine nobis ut plurimum honorande, post honorandom salutem. Per acconcio delli nostri campi ce è necessario appilare la bocca della Cavata, n) et per questo ne advisamo la V. S.: · a) Ls Cavala e la Cavalella erano i due principali canali che

conducevano a mare le acque dei territori di Sezze e Sermoneta.

o•~tate i iezzeai ne traevano acqua per irrignre i campi e all"avvicinarsi dell"inverno veniva chiusa e la bocca-», Cf. pag. 42.


,

.55

EPISTOLARIVM HONORATJ CAJETANJ

offerentes nos semper ad singula grata V. D. quam Deus ad vota conservet. Ex Setia, XXfllU] septembris 1457. Officiales ~ Consilium et Terre Setie. Comune

[145 7]. XI. 3.

C- 961.

Napoli - · Onorato Il Gaetani, conte di Fondi, a Onorato Ili Caetani: fatto parentela con casa Colonna.

,menti,ce di aver di nuovo

Fuori: Magnifico

et excelleoti domino Honorato Gaytano Sermoneti etc. fratri noatro honorandiasimo.

Loghotheta cl prothonotarius

J Regoj

s.

Sicilie etc.

Entro: Magnifice et excellens domine, frater honorande, salutem. In una delle lettere per V. S. ad nuj in questi dì mandata, se contenea una partita che nuj, per lettera di missere Francisco d'Anagnie, V. S. à sentuto, havemo de novo facta parentecze con quissi di casa Colonna. Della quale cosa, signor Honorato, non pocho ce maravegliamo poczate credere che nè quessa nè altra may per nuj se facesse, sensa farene primo notitia alla S. V. La quale avisamo che da poy che fra nuj fo facta la unione, 1> non farria may cosa che prima da vuj non pigliasse deliberatione et consiglio ; et quando dicerite de sì,- la fan·imo et quando no, non la farrimo may, perchè da quella hora facemo stima essere un'anima con vuj. Et se missere Francisco (Caetani di Maenza) à volutj seminare fiorj, quillj mecterando poche radicine et de questo state così certj, corno semo certj cha devemo morire. Datum Neapoli, die IIJ novembris, ye indictionis. Fundorum Comes

[1457]. XII .18.

l

etc.

C- 962.

Fondi - Onorato Il Gaetani, conte di Fondi, a Onorato lii Caetani: - per manifestargli, fra l'altro, il suo contento per la visita di Nicola Caelani, fidanzato della nipote. '> Fuori:

Magnifico domino Honorato Gaytano Sermoneti etc., fratri nostro honnrando. Loghotheta et prothonotarius

s.

l

Regoj Sicilie etc.

Entro: Magnifice et excellens domine, frater honorande, salutem. Havemo receputa la lettera della S. V. et la trocta, quale ce havete mandata che è stata multo bella, della quale ve rengratiamo. Che missere Nicola sia venuto bello et polito ce piace, perchè tanto è stato actiso quanto nostro figliolo proprio, che per quello lo reputamo. Nuj siamo multo devotj; domani andamo ad Sancta Marièt de Sperlonga. Niente de meno havemo havute lettere nove dalla parente nostra, quale cordialemente ve sse reconmanda. Dio ce Ilo perdone, chè lo dicemo cha so parole otiose. Salutamo la magnifica vostra consorte et benedicemo vostrj figliolj. Fundi3, XVIIJ decembris, V indictionis. Fundorum Comes 1 )

a.

Introduzione,

~i:.

XIV.

\ etc.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

56

C-972.

1458. I .12.

Sermoneta - Capitoli della nuova lega tra il card. Prospero Colonna e suoi fratelli ed aderenti, da una parte, e Onoralo II Gaetani, conte di Fondi, e Onorato III Caetani, signore di Sermoneta, dall'altra. In nomine dominj, amen. Quisti infrascripti sono li capitulj de la nova lega, confederacione et unione facta et contracta fra el reverendissimo monsignore cardinale (Prospero) de la Colonna, ex una, quale promecte de rato per li illustrj signiurj soi fratellj, principe de Salerno et duca de Marsia, e lo magnifico et potente signiore conte de F undi et del reame de Sicilia loghoteta et prothonotario suo parente el magnifico signiore Honorato Gaytano de Sermoneta suo fratello, •> ex altera, ad honore et stato prencepalemente de N. S., de Sancta Ecclesia et anche de la serenissima maistà de re de Ragona, secundo che de socto più chiaro distintamente appare. In primis, li prefati reverendissimo monsignore lo cardinale de la Colonna per sè et soi fratellj, per li qualj promecte de rato et ch'essi soctoscriverando allj presenti capitulj, ex una, ad honorem et stato de N. S. et Sancta Ecclesia, se collega, confedera et uni scie con li prefati magnifico et possente signiore conte de F undi et magnifico sig. Honorato, ex altera. Et così viceversa ipso sig. Conte de F undi ad honore et stato de la prefata mai.ti. et lo sig. Honorato, ad honore et stato de N. S. et Sancta Ecclesia, similemente, ex altera parte, se confederano, uniscono et collegano con li prefati r.mo monsignore lo cardinale et soi fratellj ad perpetua lega, unione et amore prencepalemente de le persunj loro, deinde per bene, exaltacione de lo stato et de le casi loro. Item acciò che tale lega, confederacione et unione habia ad havere stabele fondamento et continuata perpetuytate, vogliano et intendano le diete parti et ciaschuna de epse che epsa confederacione, unione et lega se intenda essere facta et contracta non solamente per sè, ma eciamdio per le loro heredi et ~uccessurj. · Item che questa lega, confederacione et unione se intenda essere facta che l'una parte et l'altra hinc inde debiano stare ad uno bene et ad uno male, ad uno volere et ad uno nolere, et havere amici per amici et inimici per inimici, secondo in simele confederacione et lega è costumato et usato de fare. Item che in questa presente confederacione, unione et lega se intendano, dal canto de li prefati r.mo monsignore et soi fratelli, etiam tucti li confederati, adherenti et complici loro, li quali sono quisti, videlicet: lo magnifico signiore lacobo Colonna, Stephano Colonna, misser Iuhanbactista et soi fratelli de Sab~llj, Andrea de lo Moricone et quillj gentilominj de Rocca Sinibalda, con potestà che l'una parte et l'altra possa tucta volta agiongere novj adherenti. Item che questa lega, confederacione et unione, acciò non habia ad essere in alcuna particula dubia o de varia interpretacione, le prefate parti et ciaschuna de epse vogliono et dechiarano che, se ad alcuno de loro o dicti complici et adherenti fosse d'alcuna signioria, potencia, università, barone o signiore data alcuna molèstia o facta alcuna molestia o guerra, per qualunca modo se fosse, l'altra parte . sia tenuta prestarilj agiuto o darilj omne favore et soccorso ad sè possibele sencza reserva alcuna non sulo de le genti de arme, quale ciaschuna de le parti è tenuto ad tenere, ma eciandio de omne altra facultà, sustantia del proprio stato loro. . Item chel prefati r.mo monsigniore et soi fratellj, da l'una parte, debiano tenere per defensione de l'una parte et de l'altra continuamente sexanta cavallj ad stipendio et soldo loro ad protectione et mantinimento de lo stato de ciaschuna de epse parti, per tutti li casi et bisongnie che potessero intervenire, et similiter debiano tenere li prefati sig. conte et sig. Honorato. Item che le diete parti et ciaschuna de epsc debiano et siano tenute accresciere lo dicto numero de cavallj secondo li casi più una volta che un'altra bisogninsi et non mancareno maj. Item che accadendo el caso che l'una de le parti mandasse agiuto et subsidio ad l'altra, per qualunca modo fosse, li guadagnie provenienti allora se debiano convertire et comunicare.

a) Leggi cugino.

-


.. 57

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

Item che, durante tale agiuto et subsidio, la parte ad chi fosse dato, sia tenuta ad fare la grasscia ad quillj hominj et cavallj in subsidio mandati ad spese de ipsi hominj, et supra mandati. Item che nisuna de le diete parti debia o possa fare nova lega, o rompere o fare alcuna impresa de novitate o guerra, sencza saputa o consentimento o intelligencia de l'altra parte, excepto se epsa parte la volesse fare alle soi spese proprie. Item vogliono et dechiarano le diete parti et ciascuna de epse che, se per ventura nasciesse fra epse alcuna rugene, sdengnio o differencia, debiano et siano tenuti farene libero compromisso in duj arbitrj che de iure et de facto possano deffenire omne altercacione, discordia et differencia fra epse parti nata, con potestà de elegere uno terzo quanno ipsi duj (ar)bi(trj] non fossero d'accordo a diffenire et concordare ut supra. . Item che questa presente unione, ~onfederacione o lega, acciò che la hahia ad perpetuamente dur[a]re, promecteno et per loro iuramento affermano le diete parti, et ciascuna de epse havere et tenere et realemente observare quanto in li [presenti] capitulj se contene socto et alla pena de ducati vintimilia, d'applicarese alla cammora de lo superiore et per l'altra mità alla parte ad chi foss~ contrafacto, la quale pena se intenda incorrere tante fiate quanto ·fosse contrafacto sencza remissione alcuna. In quorum omnium robur et efficacius testimonium, epse parti et ciaschuna de epse ando socto. scripti li presenti capitulj de loro proprie mani et sigillati de loro propri sigilli. Et quisti capitulj de la presente confederacione et lega foro no facti et contracti per le diete parti in la terra de Sermoneta, ne lo palaczo o vero roccha del prefato sig. Honorato, adl dudici de jennaro anno Dominj millesimo ccccLVIIJ 0 , ad laudem Dej, amen. Et ego Prosper . c ardinalis de Columna qui supra ad fidem manu propria me subscripsi.

s. ')

[1458]. 1.16.

C-1010.

Bassiano - Onorai~ Caelani al notaio Giovanni Macario: - dà i5lruzioni per il convegno con Giovanni Conti in occasione della presa di pos5esso di Torrecchia, acquistata dai Conti. Fuori :

Spectabili viro nolario lohannj Machario locumlenenti nostro precarissimo Honoralus Gaylanus

~

s.

Sermoneti etc.

Entro: Locutenente, havemo receputa questa leetera da notaro lacobo da Bassiano, la quale vi mannamo. Ancho ò veduta la leetera, la quale à mannata a vuy et tacte {?) contenente lo pilgliare della possessione domane de T orrecchia et li modi da tenerese etc. Pertanto siate avisati per questa corno domatina nanti duy hore de dl ne parleremo da qua per annare a T orrecchia et farrimo la via della valle della badia et vuy serrete all'alba a Nenpha et portarete con vuy fina tre salme de pane et tre de vino et una unciata de caso: questo per nesuno modo manche et se potessate portare pesce frischo o salato, portatene quanto ne possete avere et qualeche hovo, perchè ce deve venire missere loanni Conte a ciò li possamo fare honore. Deliberamo no ponere Bassiano per castellano. Pertanto provedate menare una persona fiata ~on sey compagni, per octo dì, che stia per castellano a T orrecchia et in quisto tempo prevederimo de una persona fiatissima et acta a ciò. De quanto scryvimo, fate con sollicitudine sia seguito a llictera. Lo notaro frostero averrimo da Core et così ordinato avere notaro lacobo de Roma et mannarocce a bon'ora che serranno a Torrecchia al tempo. Queste lectere portarite c6n vuy a ciò no potessemo fallare etc. De tucto ne informite Chatarina (Orsini). Portarite ancho fina a quaetro coppie de pane biancho et frisco per missere loanni. Siate sulliciti et puro sulliciti et d' esequire quanto scryvimo. Bassiani, die XVJ ianuarii, circha ora octo de nocte. honoratus

gaytanus l) Siaillo del cardinale Prospero Colonna. Vedi

6

ill1utr, in Domus, cap. XLVlll,

!

etc. m a n u p r o p r 1 a .


58 - --·-- ----------

Do e u MENTI

o EL L' A

Re H I V I o

e A ET A N I

- -~ - - --- - - ·- - --

C-973.

1458. I. 29. Roma - Il card. Prospero Colonna a Onorato Caelani: Santità par recarsi nel Reame. Fuori:

Mangifico domino fratri nostro dilectiuimo Honoralo Gailano Sermineli etc.

P

Cardinalis dc •

Columna

l

partecipa, fra l'altro, l'assenso di Sua

s.

etc.

Entro : Magnifice domine, frater dilectissime, salutem. Semo stati el reverendissimo monsignore di Fermo ( Enea Silvio Picco/omini) et noi con lo N. S. re per lo facto de la vostra licentia de l'andare in el Reame et la Sua Santità è rimasta contentissima; sichè, a sua posta, porrà andare la S. V. come li piace. Alla parte del breve, per la licentia che quel medico possa medicare, la Santità Sua non ne ha voluto odire parola, dicendo che maj simil licentia concesse a zudeo alcuno, Et perchè noj, altra fiata havevamo veduta una minuta de simile breve, fommo inanimati de replicare a Nostro Signore per rigore di tal minuta. Et pur nocere a qualchuno, deliberammo più presto dovere tacere, maxime parendoce tal breve non essere necessario, considerato che li zudei nostri, qua di Roma, tutte medicano senza bavere breve nè bolla da papa ; et così poria fare el vostro. Non alia. Valete. Rome, die XXVIIIJ januarij 1458.

[1458). VIII .19. «

C-975.

Striala, in lo campo, alla Folana de Chipo » •> - Piero de Lamana b) a Onorato Caetani: - il nobile Antonio del Giudice, lo informerà delle cose di colà e del di lui figliolo Nicola; è desideroso di avere notizie del papa e delle cose di Roma; accenna a novilà del popolo di Firenze Fuori:

(Exce]llcnti domino mi fratri re(ve]rendo domino Honorato [Ga}ylano

s.

Entro: Excellens domine, domine mi frater, post recommennacione. Per nobele homo Atonj de ludice seri te informato de le cose de qua. De meser Nichole, felulo de V. S. sta bene, mediate la gratia de Dio et le vertute de V. S., ve farà h~nore et lo signor re lo vede multo bene. A madama la marchesa (Beatrice Caetani) et madama Cataria (Orsini) me areconmanati. Lo signor conte mio patre ve saluta, sta bene et lo signor re lo vede voletere. Si ve acade, avisateze de lo papa et de cose de là. Le cose de qua stano bene se no lo conte Atoni et lo signor Iosia (Acquaviva ì) che vono mu stiano via, con lo aiuto de Dio lo signor re arremedia. Per bona via ca ene venuta nova che Floreza ave facta novitate, lo populo contra li getilomini. Yo ve areconmado Atoni de lo ludice che ene bono servitore. Li facti de li Proiule '> già ave avuto grade afano, tre ne porta et dui ne lassa ca. Sempre so allo comado de V. S. Ex Striata, in lo campo, alla F otana de Chipo, XVJIIJ de avusto, VI inditionis. Prego V. S. perchè ò setito che V. S. ave uno bello para de ffachari et fauda, prego V. S. si me le potisseve manare, me fariti sigolare gracia. Lo v. fra tre obediente Piero de Lamana

[1458] .VIII. 21.

C- 996.

/Napoli/ - Nicola Caetani a .suo padre Onorato: - circa la elezione di Pio li, la fuga di Antonio Centelles, marchese di Cotrone, la presa di Fornello e il trattamento che riceve dal re. Fuori:

Magnifico et excellenti domino Honorato Gaytano patri honorando

s.

Entro: Magnifice et excellens domine, pater honorande, post humilem recommendationem. Heri sera, stando in nella cammorecta de ligname del re, quale era in lecto, venne Nardo lanni ad dui (Nunzianle, XVUI, P· 29). Pierro de la Mangnya (d'Alemagna), accennalo m

a) Tra Calvi e Teano b)

') Ahbr. piuk :

e/' Inculo ltlluro,

Giampietro D: Un registro della Bibl. Naz. di Parigi, Are. St. Nap., an. 1834.


59

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

hore ·de nocte et m~ndome le lettere, donne lo signor re le aperse et dene una ad mi et la altra ad Buccino et la maestà soa lesse la soa et quella che venne da Roma. Della creatione del papa (Pio Il) multo li piace et anche ad my, se fossemo securi ce fecessc bene. Lo marchese dc Cotrona stava ad Margliano; vennerdi passato, ad nocte, senne fugio in Puglia et andò al principe de Taranto (G. A. Or!ini) con secte cento fanti et qua se dice lo principe li darrà aiuto per rccuperationc delle terre aoi. Lo conte Antoni have pigliato lo F ornillo. In Napoli, dice, è megliorato assai lo airo. Prego Vostra Signoria me mande presto Cola Iacobo et lo panno nigro, che sia fino, perchè ne ho grande bisognio, chè non posso lassare niente la corte et lassandola me forria grande danno; et questo scrivo, accascando altra volta lo scrivere non porria scrivere per la accasciane predicta. In vero lo signore re mc mostra tanto bon favore come se Ili fosse figliolo et anche più. La altra sera me disse puro in camera, che non ci era nesciuno, me domandò se ve delectavate de caccia; respusi de no et poi me duce haverria facto più per V. S. che per homo habia, et dixeme ve voleva meglio che ad uno che fosse stato parente al patre. Altro non ci è : sempre me recommando ad V. S. Die XXJ augusti. Ceterum prego V. S. me mande lo coco, perchè Buccino non ne have nullo et ipso lo ave domandato.

E. V. D. Reverens filius Nicolaus Gaytanus miles etc.

[1458]. VIII. 23.

C-976.

Ceccano - Onorato II Gaetani, conte di Fondi, a Onoralo II/ Caelani: - percliè, come barone di Campagna, vada da Sua Sanlilà, al cui nipote egli aveva mandato il conte di Morcone. Fuori :

Magnifico cl exc:cllcoti domino Honorato Gaytano Sermoneti etc. fratrj nostro hooorando. Loghotcta cl prothonotarius

l

s.

regnj Sicilie etc.

Entro: Magnificc et excellens domine, frater honorande, salutem. Havemo receputa la lettera de V . S., alla quale respondemo che, per omne respecto, ce pare che andate ad Roma per nuj anchora. Se non havessimo altro respecto corno ad barone de Campagnia, andarimo personalmente ad visitare N. S. et offerirenellj, ma non potenno andare nuj al papa, mandammo allo nepote (Antonio Piccolomin;;,) lo conte de Morcone ad visitarlo et offerirenellj. Et, in bona fè, ce fece grandi proferte et per tanto li scrivemo che, se niuna gratia et servitio ce devesse fare, che sia fagorebele alle cause vostre et sopra zò mandamo Carlo da Cortona. Havemo veduta la lettera del vostro cancellero sopra lo facto de missere Luca. Parece che se non provedete de altro avocato, quisso missere Luca è de tanto gran pasto, che ve desfarrà ; ma poy che lo havete usato ad così, ce pare li mandate lo vino per fare in quisto principio bene per la causa vostra. Haverimo mandato ser Bicto, ma perchè non havemo altro cancellero, non ne potemo spesare de ipso. Carlo supplerà ad zo che bisognia. Ceccanj, XXIIJ augusti, YJ indictionis. Comes e te. Fundorum

i

C - 339 . LXXXVIII.

[1459 -1464 ?] Il card. Scarampo a (Onoralo Caelani :l} Fuori:

rimanda la lettera scrillagli, dopo averla resa illegibile.

(Manca la llgula su cui era scritto l'indirt"zzo).

Entro: Nuj ve remandamo la letera sc1~ta de vostra mano perchè siate certo che non sia venuta in mano de altri, sopra la quale faremo pensiero e de poi ve ne daremo avisamento. La dita vostra letera averno inbratata, perchè chapitando in altre mano non possa essere intesa.

L. C n r d . A q u i l e y e n si s m a n u pro p r 1 a .

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Do e u M ENTI DEL L' A Re H I V I o

e A ET A N I

C-563.

1459-1464.

Cifrario del partito angioino

( 1459-1464).

[1459 princ., oppure 1466 c.]

C-989.

Istruzioni di Onoralo Caetani · a Carlo da Ce.si, capitano di Sermoneta, per trattàre con la Signoria di Venezia le condizioni di una condotta d'armi. - Minuta lnstructione ad vuj Carlo capetanio de Sermoneta, mandato dal excellente signor Honorato Gaytano, Sermineti et conte de Fundi etc., da exponere et exequire per nome de sua signoria colla ill.ru:a signoria de Venetia o vero con altro commessario o vero proveditore et auctorità havente de la prefata ili. ma Signoria prout qui de socto partitamente per omne sua parte se contene. Primo, domandare per sua ordenaria conducta lance cento et provisionati sexancta. Item domandare per prestansa del stipendio delle decte cento lance almeno ducati cinquanta per lancia et per ducati sey per provisionato. Item domandare, ultra la predecta conducta et stipendio, per honoransa de sua signoria per suo piactello de provisione annua ducati milli, (in margine : durante la ferma), non computando però ad soldo, nè a quale sia stipendio de soa conducta. Item domandare et per capitolo (sul rigo : specifico) impetrare che si per alcuno de hominj d' arme, famigli, {in margine: provisionati), galuppi et rigazi del prefato signore fosse commesso alcuno dilicto, quello non possa essere ponito si no per sua signoria reservato non concernesse offentione facta con lo stato (sul rigo: o) in persona de officiali de la prefata ill. 111 • S.0• Item domandare che per nisuno se lii possa comandare nè ad sua signoria, suoi hominj d'arme et provisionati si no per lo proveditore della prelibata iIJ.ma S.ria o per altri havente la plenaria auctorità da quella. Item impetrare che si per la sua signoria o per suoi soldati fosse pigiata alcuna terra, ciptà videlicet ·c astella, roccha o villa, la roba et presciunj sieno integre del prefato signore et le mura sia tenuto consegnare al proveditore de la prenominata ili.ai• S.ri• o _ad altri legitimo mandato de quella. Item domandare che durante el soldo et stipendio del prefato, e casu fosse pigiato per sua signoria o per sue genti d'arme et provisionati alcuno signore o quale sia homo de reputatione o de prezo, tanto


EPISTOLARJVM HONORATI CAIETANI

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61

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nel m1st1ero de la militia quanto fore de militia, sia libere permesso al prefato signore posserlo recaptare, etiam contractarlo in suo uso et beneficio. Item domandare che lo soldo de sua conducta fosse ammesso et facto bono per epso signore, soi hominj d'arme et provisionati dal jomo primo se partirà da Sermoneta et da quello proprio jorno se numeri et metta ad conto el suo servire computando a la sua ferma etc. Item domandare che da quello jorno sirà (sul rigo ed in margine: nel terreno de la signoria o de soi confederati o recomandati) com sue genti d'arme et provisionati, li sia permesso per patente de la prefata ili.ma S .ria potere pigiare da tucti quilli lochi dove havesse a pasare strame, acqua, legna et sensa alcuno pagamento et obstaculo, similiter victuaglo per suo denaro: com francheza et exemptionj de tucte et singule gabelle, passi et de altre graveze. Item domandare per tucti lochi de la prelibata ili. ma S. ria per securità del transito del prefato signore, sue genti d'arme, provisionati et cariagi, possa petere et impetrare scorte et altre guide in suo besogno, favore et adiuto. Item che non sia leceto a la prefata ili.ma S.ria nè suo capitano, conductieri et nè ad altri quali sieno stipendiati de la prefata Signoria tollere nè recevere ad stipendio nè ad suo servitio o soi hominj d'arme, famigli, galuppi nè provisionati durante la sua ferma sensa expressa licentia in scriptis de sua signoria, · videlicet de famigla de sua casa nè de sua compagnia. Item domandare che duj misi innanti del fine de la ferma sia tenuta la prefata ili.ma S .ria recercare al prefato excellente signor Honorato si vole et intende essere a li stipendij de quella per lo anno futuro : et e converso sia tenuto et obligato el prefato excellente signore, non piacendoli, finita la ferma, acceptare referma infra li dicti duj misi, cercare suo stipendio com qualunqua al prefato signore, meglo parirà et piacerà. Item che, finita la ferma, sia leceto al prefato signore partire da la prefata i)J.ma S.ria com tucti soi hominj d'arme, famigli, galuppi, rigazi et provisionati de epso signore et de sua compagnia salvo et securo com tucti el predicti et loro benj, cavalli, a1me, cariagi. argenti, arme, robe et armise per tucte ciptà, castellj et lochi de la prefata ili.ma S.ria. de soi recommandati, adherenti. confederati et sequaci fare transito, allogiare et pigiare strame, legna et acqua sensa prezo et pagamento alcuno et victuaglo per suo denaro et sensa pagamento alcuno, datio, passo, fundo de .navj o de qualsia gabella. Item che si al prefato signore o ad suo stato fosse per alcuno mossa guerra o che patesse lisione sontra suo stato, li sia leceto per defensione de sè et de suo stato retornare a li soi lochi com tucte sue genti quanto ad cavallo quanto ad pe', data primo la significatione de la licentia, datis ydoneis acutionibus, o de retornare al debito servire o vero remandare indirieto quel più havesse receputo ultra al suo servito et stipendio. Item durante la ferma o vero referma del prefato signore contengesse al duca de Calabria primogenito del ser.m0 re Renato o vero altri per suo nome vinire a la impresa del reame de Cicilia, sia leceto et permesso al prefato signore partire da la prefata ili. ma S.ria con tucte sue genti d' arme ad cavallo et ad pe', facto primo calculo del tempo servito, etiam satisfacto quelo tucto ultra el servito havesse receputo. puro salvo et securo modo et forma, ut supra, com grata licentia et bona pace de la prefata ill.ma S.ria, et questo per la singulare obligatione have più tempo col prefato ill,mo Signore et per grave interesse de suo stato. Item che, militante epso signor Honorato a li stipendij de la prefata ill.rna S.ria, non sia tenuto nè per nisuno modo obligato, nè per sè nè per sue genti d'arme a pe' et ad cavallo, a pigiare arme in modo de offendere nè fare offendere a lo stato de la S.11 de N. S. nè ad soi lochi nè lochi de soi subditi et soiecti de Sancta Chiesa nè etiam de soi recomandati, nè retrovarse in cosa ledesse per qualunqua via et modo l'honore, el bene de Sua S.1à ; et si e casu la S.11 de N. S. o de suo successore o altri per suo nome facesse a sè rechiamare ad soi servitij o de Sancta Chiesa el prefato signore, li sia leceto partire da la prefata ili.ma S.ria con annare a li servitij de la prefata S.11 o al chiamo de quella o de altri per suo comandamento, facto calculo del debito et credito, et si in debito alcuno se trovasse, quello dopo ad certo ydoneo tempo, satisfare puro cum pacti de possere partire et fare transito salvo et securo com tucti soi genti ad cavallo et ad pe', cariagi et altri benj, prout nel precedenti capituli se contene: et questo perchè ell'è obligatissimo come ad suo principale et _naturale signore. Item che durante la fer~a et referma del prefato signore (sul rigo: vinise a casu a pigiare) la ili.ma S .ria de Venetia prefato lo ili. mo capitano, signore o potentia al stipendio de quello epso signore se


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DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

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retrovasse (sul rigo: a pigliare) la impresa del reame de Cicilia, tunc lo stato integre tene (sul rigo: et possede) el signore asserto conte de F undi violenter et tirandico titulo: •> o che sponte se d_esse o rendesse O chiamasse epso signore Honorato (sul rigo: o altro per suo nome) o quomocunque se acqmstasse, fosse tucto libero, francho, expedito et indominuto cum pieno et pienissimo iure ad verum dominium el proprietatem dominij (in margine: intratarum et fructus) cum tucto et singuli prerogativo de epso signore Honorato et de soi heredi et successori, prout ab antiquo è stato et è de sua generosa casa : et ad sua signoria legitime tanto specta.

Altro esemplare sincrono: Copia. lnstructione ad vuj Carlo de Cesi, capitano generale de Sermoneta, mandato del excellente signor Honorato Gaytano, signore de Sermoneta et conte de F undi etc., da exponere et fidelmente seguire per nome de sua signoria con la ili.ma Signoria de Venetia, con suo proveditore overo conmissario auctorità havente da la prefata ili.ma Signoria, col ili. aio capitano Bartholomeo ( Co/leoni) da Bergamo, col signor missere Alexandro (Sforza .l) overo con qualsia signore et potentia da condur genti d'arme et apta al tempo novo de dare stipendio et condictione de militia, prout qui de socto partitamente per omne sua parte se contene. Primo domandare per sua ordinaria conducta lance cento et provisionati sexanta: Item domandare per prestansa del stipendio de le diete cento lanze almeno ducati quaranta per lanza et ducati sei per provisionato. Item domandare ultra la predicta conducta et stipendio per honoransa de sua signoria et de sua casa, per suo piactello ordinario de provisione annua, durante la ferma, ducati mille non computando però quelli nè ad soldo nè ad qual sia stipendio de sua conducta. Item che durante la ferma overo referma del prefato signore contignesse al ili. mo signor duca de Calabria, figliolo primogenito del ser.mo signor re Renato o altrj per suo mandato et nome venire a la impresa del reame de Sicilia, sia licito et libere permesso al prefato signore partire da la prefata ili.ma Signoria o da qual sia potentia, capitano et signore ad stipendi del quale se trovasse con tucte sue gente d'arme ad cavallo et ad pe', facto primo calculo del tempo servito etiam satisfacto con tucte sue genti, carriagi, robe et benj con francheza et exemptione de tucti passi de omne datio overo gabella, liberi etiam et securj da omne graveza, con grata licentia et vera pace de la prefata ili. au Signoria, de quel capitano, signore overo potentia al stipendio del quale militasse, et questo per la singulare obligatione have epso signore in più tempo col prefato ili.mo signor duca etiam per lo occurrente grande interesse del suo iuridico stato. Item che militante epso signor Honorato a li stipendij de le prefata ili. ma Signoria, de altro capitanio, signore overo qual sia potentia non sia tenuto nè modo aliquo obligato nè per sè nè per sue genti d'arme, da cavallo et da pe', ad pigliare arme in modo de offendere nè etiam fare offendere nè fare qual sia obstaculo o violentia al stato de soi subditi nè de soi subiecti dove quomodocunque pretendesse interesse de sua S.t1 et de Santa Chiesia, nè retrovarse in cosa quacunque de causa, via et modo violasse lo honore et lo bene de Sua S.tà Et si e casu la S.tl de N. S., o del summo pontefice pro tempore existente, o altrj per suo nome facesse quavis de causa, beneplacito et sua voluntà, ad sè rechiamare o ad soi stipendij o de Sancta Chiesia overo per altro emergente volere, el prefato signor Honorato, qual sia capitanio, signore o potentia dove per stipendio se trovasse obligato con annare sine mora a li servicij de la prefata Sanctità o al chiamo de quella o de l'altrj per suo mandato, facto primo calculo del debito pariter et del credito, et si in debito alcun se trovasse, quello de po' ad certo idoneo tempo satisfare pur con pacti de posser partire et far transito salvo et securo con tucte soe genti a ca vallo et a pe', carriagi et altre robe et benj, prout in precedenti capitulo se contene ; et questo per Ja singularissima obligatione tene et have epso signore ab origine de sua casa inver de Santa Chiesia et de N . S . come ad suo principale et naturale signore.

a) Cf. Introduzione pp. XIV-XV.


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

1459. X.14.

63

C-986.

Capriali a Volturno ( dagli accampamenti pre33o) - Marino Marzano, principe di Ro55ano, luogolenenle generale del regno di Sicilia, per ricompensare Onoralo Caetani, signore di Sermone/a, che insieme con lui aveva assedialo con le proprie genti Galeazzo Pandone, ribelle di sua maestà, nella terra di Capriali, ordina a Guglielmo giudeo di Monteroduni, che consegni ad Onoralo due pialle/li d'argento, che Galeazzo aveva impegnalo per 60 ducati. Yhesus. MARINUS IOHANNES FRANCISCUS de Marczano Ruffus, princeps Rossanj, dux Suesse et Squillacij, Montisalti et Alifie comes, regnj Sicilie ammiratus ac regius locumtenens generalis etc. Per tenore de lo presente significamo ad te Guilelmo de w * *, iudio de Monteroduni, corno è pervenuto ad nostra noticia che missere Galeaczo Pandone, per ipso o per altro per sua parte, inpignao ad te predicto Guillelmo plactellj doj de argento grandi per ducati sexancta ad raysone de tarj cinco per ducato, et lo dicto missere Galeaczo è stato et è notorio contumace et inhobediente a la prefata m. 11 de re, et anco ad nui corno suo generale locumtenente, ut supra; per la quale inhobediencia et contumacia et per altre iuste cause ene stato necessario ad nuj andarelj ad canpo et farelj generale execucione ad tucta soa roba, mobile et stabile, burgensatico et feudale, et tractarelo corno inimico de la prefata m. 1• de re et convocare a lo dicto canpo fidelj, vaxallj, servitorj et amici de la prefata m.1• et, intra l'ultro, convocammo a lo dicto canpo, per reducere lo prefato Galeaczo a la fidelità de la m.ia de re, lo excellente signore Honorato Gaytano, signore de Sermoneta etc., lo quale gratamente, corno bon servitore et amico de la prefata m. 1• se conduxe con sua gente de cavallo et da pede contra lo dicto missere Galeaczo inseme con nuj et multo tempu lo havimo tenuto assediatò a la terra de Crapiata de la baronia de Prata, sensa che lo dicto signore Honorato havesse havuto pagamento alcuno nè de la m.1• de re nè da nuj; li quali servicij de lo prefato signore Honorato et soi gente no deveno passare sensa remoneracione. Et nuj, havendo consideracione no potere providere per altro modo a li servicij et stipendij de lo dicto signore Honorato et soi genti supra la roba de lo dicto missere Galeaczo, si no sopra li dicti plactellj impignatj ut supra, imperò, predicta regia auctoritate qua fungimur, dicimo et comandamo ad te predicto Guilelmo iudio che, reciputo lo presente nostro conmandamento, facendone pagare lo dicto signore Honorato cl dicto vostro debito, li debiatj consignare et dare a lo <lieto signore Honorato o ad altri de parte soa li dicti plactellj de argento. Li qualj volimo li siano consignati per salario seu stipendio del dicto signore Honorato et soi gentj ; et per la presente li le consignamo et liberamo, predicta nostra regia auctoritate qua fungimur; et comandamote a la pena de once cento, da deverese applicare a lo regio fisco, se per te se farrà lo contrario, debij assenare li dicti plactellj et hobedire, ut supra. Ex eiusdem regie maiestatis castris contra Crapiatam, die XIIIJ 0 octobris, vme indictionis, 1459.

Die XV ottubris, Vlll indictionis; presens mandatum prensentatum fuit et requmtum fuit par Martinum Vespaneum capitaneum Montisrodonj etc. pro parte illustrissimj et exelle[n]tis principis Rossanj locum te~entis sacre regie magestatis.


o o e u M ENTI o EL L' A Re H I V I o

64

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e A E T AN I

- - - - --- - -- ---- - - - --- -- -- C- 987.

1459. XI. 1.

Roma - Luca de Tozolis a Onoralo Caelani: - circa il malcontento del rellore di Campagna e Marillima, perchè i sermone/ani sono stati Javorili dal governatore e dai conservatori di Roma e per chiedergli le bufaie promesse pel procoio. Fuori:

Magnifico et eccellenti domino domino Honorato Gaytano Sermoneti etc. domino honorando.

s.

Entro: Yehsus. Magnifice domine mj, post commendationem etc. Ho lecte le lettere, che me hanno monstrati monsignore lo governatore et li magnifici signorij conservatorj quale ha mandate la V. S. ad loro; et ho vista la resposta che fa mons. prefato. Li signori conservatorj non respondo adesso, cha per Ila festa non sonno assiemj. L'uno et l'altrj me hanno imposto scriva. In pertanto sappia V. S. che dallj prefati signori li vosti'j de Sermoneta hanno hauto favore et aiuto in modo è · pocho piaciuto ad lo rectore. Et ultra, ad mea instantia, hanno scripto ad N. S. et ad più signorj cardinalj in vostro favore, secondo io ho ordinate le lettere et lacomello è andato, come penso sia noto ad V. S. Et più sappiate che quella prima vostra lettera che mandassivo allj signori conservatorj la mandaro allo papa, chè molto me piacque, perchè era honesta et bona lettera. Conclusive, de qua V. S. ha favore quanto è de bisogno, ma fa poco fructo cha lo rectore è senese, benchè non sia pocho cha li sermonetanj stanno sensa acqua et sezesi sonno in pelago. •> Bisogna aspectamo la tornata de lacomello. Licet et hore ch'avemo rascionato che vada ad lo loco Baptista Leno per parte de monsignore et li signori conservatÒrj, non so que seque-rà. Ceterum, Signore, V. S. me promise le bufale per fornire lo procoio. Sappiate come mio cognato ha vendute le soie, et sto male con quelle poche: pregove, se V. S. è per farme lo debito, seri.vate io le haia al presente, perchè lo tempo curre et tucto lo spendo in vostre faccende. lnsuper misser Antonio Tinaccio è qua ad sollecitare et, per sollecitudine, scienti.a et integrità, se porta bonissimo et so certo per volontà ha da stare in bono locho et fra hominj da bene se portarà con mancho spesa de l'altrj, so obli.gato recommandarvelo. Resta piaccia alla V. S. haverme per racomandato cha, in vostra absentia, so mal tractato, nè grano solito nè cosa alchuna se più recorda et le faccende se moltiplicano. Ex Urbe · J0 novembris 1459. Per levar tempo de mano allo rectore feci mandare misser P. 0 de Godis et è partito sensa utilità. Lucas de Tozolis Advocatus etc.

1599. Xl. 9.

C- 988.

[Roma] -

Luca de Tozolis a Caterina Orsini: - l'avverte, fra l'altro, che ordini pervenuti da Mantova limitano la facoltà di agire al rettore di Campagna.

Fuori:

Magni6ce domine domine Catherine de Ursini1 domine honorande.

s.

Entro : Magnifica domina mea, post commendationem etc. In questa hora è gionto uno cavallaro quì ad monsignore lo governatore de Roma, che vè da Mantua et porta uno breve ad lo prefato monsignore et domane è in cammino et porta l'altro allo rectore de Campagna: nellj qualj brevi se contene che, in questa ~faccenda nostra, lo rectore non faccia sensa lo nostro governatore. V. S. adunqua tengo questo secreto et fate con diligentia percunctare que' modj terrà lo dicto rectore et de tucto me

•>

Cf. nota a pag. 54.


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

6.S

advisate particularmente de tempo in tempo. Et nè monstrj V. S. sapere queJto, per non rendere sospecto monsignore lo governatore, dallo quale ho quanto scrivo. El quale insuper rengratia V. S. dello pesce quanto che se l' avessj recevuto. Et benchè fussj ordinato lo pigliassj per mezo dello protonotario de Cesarinj, tamen non l'à voluto nè per recto nè per obbliquo rècevere. Ben rengratia V. S. della affectione quanto se luj l'avessj recevuto. Come lo rectore advisarà monsignore lo governatore de qua, così ordinarò se levj lo interdicto. Et de qunnto, jà più dì so, scrissj et feci scrivere ad V. S. se era da mandare Baptista Leno o altrj de sà, V. S. non me ha maj resposto. Quj è ordinato se faccia quanto pare ad me. lo so stato sospecto per non havere havuta vostra resposta, ' benchè ad Baptista havite resposto. V. S. porrà rescrivere come occurre da ponto in ponto. Nec plura. Die 9 novembris 1459. Lucas de Tozolis etc.

1459. XI .16.

Mantova - Il Cardinale Scarampo a Onoralo Caelani: merà di quanto lo ha incaricalo. Fuori :

[Magni)fico domino Hon(ornto) Caictano [Scrmi) ncti etc. compatri noatro cariasimo.

[L.

l

cardinalis nquilcicnsi1 domini papc camcrnriua

J

C-982.

lacohello, di ritorno da Mantova, lo infor-

s.

etc.

Entro: Magnifice domine, com pater noster carissime, salutem. Non curamo al presente scrivervi più distesamente perchè, venendo là el vostro Iacobello (Malli i), el qual è molto diligentemente corno vero affectionato del vostro stato, portatose per solicitare le facende vostre, lui, et de le occurrentie et de alcune cose gly habbiamo commesso, vi dica per nostra parte, ve referirà ad pieno. Bene valete. Mantue, die XVJ novembris MCCCCLVlllJ.

1459. XII. 30.

C-983.

Andria (negli accampamenti preJso) - Re Ferdinando al marchese Berardo Gaspare d'Aquino: - gli accorda una proroga di 20 giorni per poter proporre, avanti il consigliere Valentino Clave,, le proprie ragioni nella vertenza tra lacobuccio Ca/dora e il camerlengo di Castel di Sangro. Fuori:

Illustri et mag.co viro Birardo Gnspari dc Aquino marchionj Piscnric ac Laureti et Sadrinnj comiti consilinrio fidelj nobi$ dilccto.

s.

Enlro; Rex Sicilie etc. lllustris et magnifice marchio, consiliarie fidelis nobis dilecte. Havcmo receputa la lectera vostra et inteso quanto diffusamente per quella ne scriveti. Circa lo comandamento impetralo da Nostra Maiestà per lo magnifico lacobuccio Candola contra lo vostro camberlingo de Castello de Sangro, respondemo che quando alla Maiestà Nostra se domanda rasone, non possemo rasonevilmente denegare de non prestare audienci~, eciam in absencia dell'altra parte, et, non per altro, per la corte nostra se fanno li comandamenti et lectere cum la clausula iustificata che per non fare iniusticia, et acciocchè la parte possa comparere infra lo termine ad allegare soy rasunj et gravamenti, et cussì per tal comparicione lo comandamento se vene ad resolvere in vim simplicis citacionis ; sicchè si la expositione facta alla Maiestà Nostra per lo dicto lacobuccio è facta, tacita verità, secundo vuy diciti, devestivo fra lo termine mandare vostrj procuraturj ad proponere et allegare vostrj gr~vamenti, secundo la rasane ve astringeva, et non lassare decorrere cussì invano lo tennin~ senza providere altra9


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

66

mente al facto vostro. Ma aciocchè la verità habea suo loco e, anche havendo respecto allj serv1c1J 0 prestati per lo spectabile et magnifico condam comte de Laureto, vostro patre, et _p~r vuy. al ser.m signore Re nostro patre, de inmortale memoria, et non mino resguardando a qmllJ haveh facto et facili alla Maiestà Nostra, volemo che, non obstante lo dicto termine sia decurso, habeati, a die date presencium numerando, jornj vinti, fra li quali possati providere et mandare vostrj procuraturj ad allegare et proponere li rasunj vostrj nanti al magnifico nostro consiglierj misser Valentino Claver, lo quale intendirà l'una parte et l'altra, et quello che la rasone persuaderà, haverà il suo loco, senza che 'l pnmo termine decurso sia in cosa alcuna preiudiciale a vostrj rasunj. Datum in nostris felicibus castris prope 0 0 Andriam, die penultimo decembris VII lndictionis M°CCCCLV 111J •

T. Girifalcus V. Cl aver vie. maiestatis mandato(?).

(1460 -1465]

C-2239.

Memoriale relativo ai danni arrecali dalla comunità di Sezze a quella di Sermoneta durante il tempo che Onoralo III Caetani militava per Giovanni d'Angiò nel napoletano. > - Copia sincrona 0

lnformatio facta inter dominum Honoratum Gaytanum Sermineti et comunitatem tene Setie super damnis illatis etc. Primo : Comunitas setinorum damnificavit primo anno bone memorie pape Pij JJdi dominum Honoratum prefatum et eius vassallos discurrendo hostiliter, pace vigente inter eos, ultra bestias bubalinas ~remilia et nonnullos vassallos ipsius dominj, quos pecunialiter recaptaverunt. Item quod eodem anno paulo post predicti setinj, vigente treuga inter eos, de mandato prefati pape Pii facta de novo una cum (Baldassare) comite Merchoni (Morcone), filio dominj comitis Fundorum, (Onoralo II Gaetani), nullam habendo advertentiam ad ipsam treugam, discurrerunt et depredarunt de territorijs dicti dominj ultra duomilia animalia et bestias inter bubalinas, baccinas, equinas et pecudinas. Item quod simili anno, non contenti predictis, ipsi setinj soli discun-erunt et depredarunt territoria ipsius dominj et de ipsis abstulerunt circha centum bestias baccinas armenhc1as. Item quod eodem anno, armata manu, noctis tempore, dicti setinj venerunt iuxta molendinum Sermineti et exinde abstulerunt tricentos porcos et ultra vassallorum dicti domini. Item quod anno preterito, modicum ante mortem prefati pape Pij, discurrendo dominus Antonius eius nepos, tunc assertus capitaneus ecclesie, territoria prefati domini et abstulendo ex ipsis maximum numerum animalium, ipsi setinj ex latere eorum versus Setiam, non requisiti, non moniti, scilicet eorum proprio motu ut inimici ipsius dominj, abstulerunt et depredaverunt de territorio ipsius dominj circha sessingentas bestias baccinas inter domitas et armenticias, ac etiam quatuor sandalatas granj et quinque vassallos per ipsos setinos captivatos. Item post mortem prefati pape Pij inmediate, tempore collegij et non presentis dominj nostri pape, vassalli prefati domini Honorati tanquam iniuriati, depredati, vulnerati, mortuj, recaptati et spoliati tot

a) Cf. Introduzione, p. XVI.


67

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

tantis vicibus supradictis tempore pape Pij predicti, qui indebite et iniuste contra ipsos ostendit se et demostravit pro satisfatione ipsorum in aliqua dannorum et iniuriarum receptorum, discurrerunt territorium ipsorum setinorum et ex ipso abstulerunt circha ducentas bestias baccinas inter domitas et indomitas, que quidem bestie fuerunt et sunt de illis proprijs bestijs, quas ipsi setinj depredaverunt et abstulerunt ipsis vassallis de territorio dicti dominj tempore depredationis et discursionis facte per dictum capitaneum.

1460. I. 5.

C-1020.

Teano - Giovanni d'Angiò a Onoralo Caelani: - lo esorta ad alzare bandiera angioina, come hanno fallo altri signori del Regno, promellendogli congruo ed onorevole premio. Fuori:

Magnifico Honorato Caielano Scrmonele domino etc. amico nostro cara»1mo.

s.

Dux Calabrie et Lothoringie etc. regni Sicilie locumtenen1 et vicarius generalis.

Entro: Magnifice amice noster carissime. Bon tempo è che la M.11 del signor (Renaio), nostro padre, et nui ne rendemo certi vui essere benissimamente affectionato verso la Maiestà soa et desideruso de ognj suo bene et stato. Et così similemente lui et nui semo et sempre sarrimo optimamente disposti verso de vui et apparrichiati in ogni vostro bene et honore. Et così volemo presupponate fermamente etiam in nello animo vostro, et monstrarimovello per effecto, loco et tempo. Per la qual cosa ve confortamo quanto possemo alla obedientia et fedelità della M.11 supradicta et nostra ad alsare le nostre bandere et monstrandole apertamente colli effecti et operationi per lo stato nostro, come ando facto et fando li illustri signuri prencepe de Taranto (Giovanni Antonio Orsini del Balzo) et de Rossano (Marino Marzano), nostri cosini, et lo excellente conte Antonio Candora et lo illustro duca de Sora (P. G.-P. Canlelmo) et più altri signurj de quisto regno. Et quanno altramente deliberassevo fare, haveriamo caro sapere la vostra intentione, certificandove che d'ognj bona demostratione et operatione farrite allo presente per_ le cose nostre, corno speramo in vuj, vende serà tale digno et honorebele premio renduto che vuj et li vostri meritamente sempre, per ognj tempo, haverite accasone de starene ben contenti, corno circa questo et ognj occurrentia de qua. Ser Luca, portatore de questa, ve ode informarà più destesamente, allo quale piacza credere corno ad nui proprio. Datum in castro Theanj, quinto januarii millesimo cccc0 lx0 • Andreas.

lehan subscripsi.

(1460. I .1-11].

C- 999.

Memoriale delle concessioni e dei privilegi che Onoralo Caelani chiede a Giovanni d'Angiò, luogotenente generale di re Renaio. Memoriale de tutte cose domanda lo magnifico Honorato Gaytano alla maestà dello re Renato overo allo ili. mo duca de Calabria, suo primo nato et vicario et locotenente generale de epsa prefata maieistà. In prima epsa prefata maestà o epso prefato vicario conceda allo prefato signor Honorato : T raietto con lo suo contado cioè, Castelloforte, Sugio, Spigno, lo Garigliano, Castellonuovo, le Fratte. Lo contado de F ondj con tutti castella pertenente ad epso contado, Pedemonte d' Alifi con quelli · casalj se tegnono per casa Gaytana ad presso T elese, lo contado de Marcone, certe terre se tegnono per meser Jacomo Gaytano, qual terre et contado tutte de rascione et justitia pertengnono allo prefato . signore. . Item che mo' al presente sua ill.ma signoria consignj o faccia consegnare allo prefato signore Castelloforte, Sugio, lo Garigliano, quali se tegnono in podere de epsa ili.ma signoria et queste li consignj o faccia consegnare corrio cosa pertinente ad epso signore.

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66 Item sua m. 11 o

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u M ENTI D EL L' A Re H I V I o e A ET AN I

ili.ma signoria conceda allo prefato signore lo criminale governo de Sancto Giorgio,

Vallefreda, Sancto PolJinaro, Sancto Andrea, Sancta Ambroscio, Pedemonte dell'Abbadia de Sancta Giermano per accascione le predicte castella se ll'à aquistate ad sue spese. Item sua ili.ma signoria o prefata m. 11 concieda ad epso prefato signore l'isola Castelluccio, l'Isoletta, quali castelli se tegnono per conte de Fundj, et Monteaquilo, quale se tene per lo piscopo de Sergne (Isernia) et per li fratelli, quale castella per molto tempo s'è tenuto per li antecessurj de epso signore~ Item che tutte predicte cose sua ili.ma signoria et epsa prefata m. 1& li faccia privilegi in forma con tutte clausole et circostantie se pertegnono in ipsi privilegi. Item sua m. là o ili. ma signoria conceda allo prefato signore uno delli s epte primi offitij dello Regno, perchè da lugno tempo se nn'è tenuto uno o duj per li antecessurj de epso signore et de questo fornelli privilegio ad epso et su eredi. Item sua m. 11 o ili. ma signoria dia et conceda allo prefato signore annuatim, per sua prov1S1one, ducatj duj milia con li quali possa sequire la corte de epsa m. 11 et de questo ne lii conceda privilegi per epso et sue heredj. Item sua ili. ma signoria dia et conceda allo prefato signore cavallj quattro cento et fantj duj cento et diali de prestanza ad marzo ducatj cinquanta per lanza et quatro per paga et faccialj buonj ducatj dece per lanza lo mese et duj per paga. Item sua ill.ma signoria, mo' al presente, dia allo prefato signore per soventione delle gentj de epso signore tantj denarj possa mantenere epse genti, quale tene allo presente. Item lo prefato signore, post hec predicta concessa et expedita, promette alsare la banniera de epsa prefata maiestà et iurarli magio et fedelità et esserli fedelissimo vassallo et servitore et promette fare guerra et rompere guerra contra omne persona li fosse comandato da epsa m. 11 o ili. ma signoria et contra omne persona fosse de contra ad epsa prefata maiestà o epsa ili. ma signoria. Item sua ili.ma signioria confinnj allo prefato signore Machie et Monterodonj, soe naturalj terre, , quale tene et possede. Item che sua ili. ma signoria tutte le sopradicte terre et lochi li conciede, li concieda con aotorità de justo et merum inperio cum gradio et mera podestà, con tutte chlausole necessarie et oportune, et che in tutte terre et lochi de sua signoria non ce possano commandare, nè fare comandare, nè ffare executionj, nè fare fare agozinj, nè altrj pravj commisssarij o per qualunca altro nome se possano chiamare, et questo li concieda ad sè, sue heredj et soccessorj in perpetuo. Item sua m. 11 o ili.ma signoria li concieda la provisione dell'offitio lilli concieda sopra le terre sue et si le colte delle terre de sua signoria a questo nostro non bastassero, lo resto li concieda in loco dove le possa avere, altremente per passere molto meglo exequire la corte de sua m. 1& et similiter la provisione delli duj milia ducatj per Io· suo piattello.

[1460]. I. 6. Teano -

C - 339 • XXXVI ..

Marino Marzano, principe di Rossano, a Onoralo Caetani: -

Fuori:

Excelleoti domino Honoralo Caytano Sulmoneti domino etc. tanquam fratri nostro carissimo. Regni } Sicilie j Admiratus etc.

credenziale per ser Luca.

s.

Entro: Excellens domine et tamquam frater noster carissime, salutem. Averno commiso a lo egregio ser Luca, exibitore de la presente, oretenus, alcune cose che abia da nostra parte a la V. S. explicare. Et per tanto pregamo epsa lj piaczia in quello ipso vi dirà da nostra parte donarelj piena fede quanto ad nuj proprio. Offerentes etc. Ex Theano, VJ 0 ianuarij, VII}° indictionis. Lu vostro fratre lu princepe de Rossano manu propria.


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

C-1022.

1460. I. 10. Mantova - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: da Bartolomeo da Recanati, voglia favorirlo. Fuori :

Magni6ce domine Ca1herine de Ursinis Sermoneli etc., commatri nostre carissime.

L.

69

cardinnlis aquileiensis domini papc camerarius

pregandola che, ove sia richiesta di guida o scoria

s. J etc.

Entro: Magnifica domina, commater nostra canss1ma, salutem. Exhibitore di questa serrà Bartholomeo da Rachanati, homo che a noj per li soj meriti è assaj grato. Il perchè ve pregamo che, recercandovj de guida o scorta alcuna, per nostro respecto, el vogliate compiacere et havere per recommandato. Bene valete. Ex Mantua, die X ianuarij 1460.

1460. I .11.

C- 1023.

Teano - Giacomo de Sanotris a Onorato Caetani: - circa le concessioni e i privilegi che Giovanni d'Angiò, duca di Calabria, è disposto a fare; gli chiede il mandato per promellere omaggio e fedeltà; fra le altre cose, accenna alla cillà di Aquila, che aveva alzata bandiera angioina. Fuori:

Excellenti et potenti domino domino suo signulariuimo domino Honorato Gaytano Sermineti etc.

s.

Entro : Excellens et potens domine, domine sue signularissime, post commendationem. Quanto me sia stato possibele, ho sollecitato el fatto de V. S. et porti quelli capitolj me diè V. S. et parlato con lo duca de Calabria, et etiam con lo princjpe (di Rossano). A pparole l'ò trovatj bene desposti inver de V. S. et maxime lo duca, quale arìa volontà de fatti et de parole, ma per non desdegnare altruj non exequiscie et non fa più che se possa mo, ma ve aviso che à buono animo de fare per lo tempo. Lo princepe parla bene et offerese de fare et so certo faria più che non dice et sonno certo ve Ilo mustrarà, salvo de quello piace ad sua signoria, ciò de Traietto con lo contado et de Pedemonte. De tutto lo resto so certo farà più che non dice, perchè conosco che ve ama. Al fatto delli capitolj, · non n' ò pussuto ottenere più che questo. Ve dirò in prima che mo al presente ve intitola conte de Fondi •> con ltro, Maranola, Castello Honorato, Spigno, Monticelli, Sunnino, Sancto Lorenzo, V allecorsa, Pastena, Lenola, Campo de Mele et Falvaterra, per mo che va ad Traietto con tute le genti, ve cce vole aitare ad quistarlo. Et, ullo tempore, vole pigiare in gratia lo conte de F onnj et, per qual via s' aquista, vole sia vostro et più ve concied e l' isola Castelluccio et l' Isoletta et, per qual via s•aquista, sia vostro et cossi Monteaquilo. Et confermave Macchie, Monterodunj et Rocca Secca, Castrocielo et Aquino, ullo tempore ve sse possa addomandare. Et conciedeve lo fieno da Capua o d'Aversa et le case de Napoli con tutte le iurisditionj et li iuris patronali et tutte le iurisditionj della casa. Item ve vole dare milli ducatj de provisione per vostro piattello per anno. Item ve vole dare cento lanze et cjnquanta fantj per vostra cundutta fino ad guerra finita et voi ve dare quaranta ducatj per lanza ad marzo et farve buonj lo mese quello che alli altrj. Li privilegij ve lii vole fare quanto più cauti et con tutte clausole se possono fare. Item li milli ducatj della provisione ve lla conciede sopra le terre vostre. Lo contado de Morcone l'à promesso a meser lacobo, b) ma ve ne reserva l'autorità a V. S. de quello et delle altre sue terre de posserle domandare de rascione et promette farvella. Item allo fatto dell'offitio maiurato, l'à promessj et datj, lo protonotariato l'à dato allo conte Antonio Caldoro. lo ne domandava a) Di fatti molte delle lettere pubblicate qui appresso portano

tale titolo aia nel!' indirizzo aia dopo la firma, e perciò spesso Onora-

to li di Sermoneta ~ stato confuso con l' omonimo cugino di Fondi. b) Giacomo Gaetani, fratello di Onorato li di Fondi.


Do e u MENTI DEL L· A R e H I V I o

70

e A ET AN I

uno delli primi vacanlj poj l'aveva dati. Lo princepe non à voluto. A' dicto: « Non voglo lo Signore incarchi lo duca de questo al presente, chè forsa non lo averia ». Et à dicto: « Lassi fare ad me, chè io intendo esserenelli procuratore, et si se finasse lo mondo, si vivemo, lo primo che reccade l'averà sua signoria ». M'à toccato de parentezza per cascione fra voy non albia may ad essere errore et de questo m 'à dicto duj fiate: « So certo, si a1Tescie, · se cci e adconciarando molte cose ». Item allo fatto dello criminale de tisti castellj, lo duca prega V. S. non nel lo incarchi, perchè non vorria guastare l'offitio della badia. Et dice, a V. S. siria molto puoco utele; ve ne promette per lo tempo remeritirve de altro più che questo. · Averia domandato l'offitio della badia, ma, me pare, siria de poco utele, et poco honore ad uno signore come V. S. Item allo fatto de lo contado de T raietto, •> et de Pedemonte, dice I' à promesso allo princepe (di Rossano) et dice prima lasserria questa inpresa che non osservasse quello che à promesso, et m[a]xime allo princepe che è cascione de darlj questo stato et tenelo più che frate et che questo per niente se cce pensi. N' ò dicto collo principe; et dicto che ve Ilo à promesso; m'à resposto che quello à fatto contra lo re Ferrante, à fatto per queste terre, et diceme che per queste terre ci à messo• a ppericolo la persona et lo stato. Honellj fatto dire ad molte persone; responde che quanno sirà con V. S., ve farà remanere contenti et più che contentj et che ce sirando delle altre cose per V. S. da sè ad intendare ne sia cascione io, et dice che inseme ve intendete più che fratj. Ad grande desiderio de omne persona site aspettatj de qua. Prego me respondate presto de quello volete io facia, et quello ò da fare. Si volete siquitare questa via, mandateme lo mandato in forma. lo ho dicto allo duca et allo princepe che ve aviso de tutto et che credo che me mandante lo mandato che possa promettere et iurare maio (omaggio) et vassallaio secondo ànno fatto li altrj. Si me volete mandare lo mandato, ve mando la carta de coro. Fatelo fare possa pigiare denari et fare quitanza con tutte quelle clausole se recerca. Allo fatto delle lettore delli priscionj d'Aquino dicono che fatto questo ve Ili farando rendere. La patente, dicono che non bisognia che depo' sirà spacciato questo, si nisuno se moverà ad niente conh·a vostri hominj, li darando da grattare. lo non me parto fino non me scrivato. Prego me mandate qualche denaro che non n'ò più che non bisognj lassare la mula all'oste et questo non manchi. Ad sey de questo mese ll'Aquila alzò la bandiera de questo signore. Lo princepe s'è lamentato de non so que lettere avete scritte al conte Antonio (Picco/omini)), quale lettere l' à mandate qui allo duca. Prego pensate presto a quello avete da fare: nec alia, paratus, Ex Tiano, die Xl jenuarij 1460. Domane se parte lo princepe et lo etc. me recomando a V. S. duca et vanno ad Castelloforte et Il, poy, deve venire lo conte Antonio con tutte quelle gentj. Quisti s1gnon ve scrivono una lettera per uno de no so que ; ve Ile mando. Ex M. d. V.

minimus servulus Jacobus Amerinus.

1460.I .17.

C-1013.

Sessa Aurunca - Capitoli stipulati ira il duca Giovanni d'Angiò, vicario e primogenito di re Renaio, e Onoralo Caelani, rappresentalo dal suo procuratore e cancelliere ser Giacomo de Sanolris, d' Amelia, che in tale qualità presta giuramento di sudditanza e di omaggio. (Due copie sincrone, di cui una senza l'escatocollo). Magnificus Honoratus Gaytanus, Solmonete dominus etc. Sentiens et recognoscens serenissimum principem regem Renatum esse verum et iustum dominum huius regni Sicilie, ad recuperationem ipsius regni iam venisse ill.m dominum ducem Calabrie et Lothoringie etc., primogenitum prefati regis et maiestatis eiusdem in suo prefato regno locumtenentem et vicarium generalem, volensque dictus magnifìcus Honoratus pro iustitie debito sese reducere ad obedientiam et fidelitatem prefati regis naturalis domini sui et illi parere atque prestare omnia debita servitia, ut interest boni servitoris suo legitimo superiori, suum verum

a) Traello (ora Minturno) era un antico feudo di casa Cae-

tani, e quindi Onorato di Sermoneta pretendeva che gli fosse

dato unitamente olla contea di Fondi, ma poi vi rinunziò a favore di Marino Marzano, principe di Roarano.

\


71

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

et indubitatum procuratorem, mandatarium et nuntium specialem, egregium virum ser lacobum de Sanotris de Ameria, cancellarium suum, prout de procuratione et mandato suo piene constat patentibus litteris ipsius Honorati, sua propria manu subscriptis et impressione sui sigilli roboratis, misit ad presentiam illustrissimi principis domini ducis Calabrie etc. cum eo paciscendum, capitulandum et concludendum. Qui quidem ser lacobus, procurator ut supra, sponte offerens et promictens prefato ili.mo duci etc. tamquam vicario maiestatis predicte dictum dominum Honoratum eidem maiestati Sicilie parere et obedire et iuramentum debite fidelitatis prestare, prout ipse procurator nomine ipsius domini Honorati in manibus prefati ili.mi domini ducis etc. prestitit, ceteraque omnia et singula facere ad que verus et debitus vassallus suo domino de iure debito et honesto tenetur: benignitate principis experiri desiderans, nomine et pro parte dicti domini Honorati, postulat et requirit ab ipso illustrissimo domino duce prefato petitiones inferius particulariter annotatas sibi liberaliter et gratiose dari atque concedi ut fieri solet suis subditis benemeritis ab optimis munificisque principibus. In primis che la ili.ma signoria del dicto duca etc. li conceda lo contato de Fondi con tucte castelle, fortezi, tenute, passi, ragionj, iurisdictionj che al dicto contato appartengono et con quelle iurisdictionj che l'à tenuto et tene al presente lo conte de Fondi et soi antecessorj, et con le castelle _ socto scripte appartenenti al dicto contato, videlicet Fondi, Ytro, Maranola, Castello Honorato, Campo de Mele, Lenola, Pastina, F alvatera, Vallecorsa, Sonnino, Sancto Laurenzo, Monticello, Sperlonga, Ceccano, Pophi et altrj casali et tenute sonno nel dicto contato, et che li conceda con auctorità de juxto mero imperio et con gradij {I) potestate, et qualuncha modo fosse acquistate lo dicto contato per lo dicto illustrissimo signor duca o per altri soi servitorj o che se rendesse ad sua ili. ma signoria de loro spontanea volontà, la ili. ma signoria sua li lo habia ad fare consignare et mecterlo in possessione, sì che il possa fructare, usare et tenere corno vero signore et possessore, et che sua ili.ma signoria non habia ad recogliere in gratia lo conte (Onoralo Il) che al presente tene lo dicto contato con remanare lo dicto contato in sua possanza, ita che lo dicto conte non possa intrare nè tenere lo dicto contato contra la volontà del dicto signore Honorato et de soi heredi et successorj et che ex nunc lo intitule conte : a) / i a l. Item che la dieta ili.ma signoria del duca li dia et conceda, quandocumque se acquistano, l' isula Castelluczo et l' lsolecta, quale tene el dicto conte de Fondi al presente indebite, et Monteaquilo ad sè, soi heredi et successorj, cum iuribus et iurisdictionibus suis etc., corno cose non obstantibus iuribus alienis : / i a l . Item che lo dicto ili. mo signor duca li conceda le case che lo dicto conte tene nel (!) Napoli con tucte ragionj, iurisdictionj et ima patronatus et altre pertinentie soe, corno al primo homo de casa Gaytana, b) et concederli lo feudo che lo dicto conte tene al presente quale è tra Capua et Aversa con tucte le ragionj, iurisdictionj, pertinentie et vassallj al dicto feudo appartenenti, tanto per sè quanto per soi heredi et successorj : / i a l. Item che lo dicto ili.mo signor duca li conceda Sancto Felice, che sta in terra de Roma, lo quale re de Ragona destrusse et tolse al dicto signore Honorato et deola a la cità de T aracina, la quale fo de li antecessurj del dicto signor Honorato, li quali la compararo dal papa ducati et concederli la possa refare et restrengere li homini che habitano a la dieta terra, li quali al presente stanno in T aracina, retornare ad habitare al dicto castello con quelle ragionj che haveano primo: / i a t. Item che lo dicto ili. mo signor duca, corno a suo fidele vassallo et servitore, et acciocchè il possa più honoratamenti sequire la corte, come è sua intentione, se digne concedere al dicto signor Honorato, pro se et pro suo primo herede succedente, pro provisione annua, ducati mille, la quale provisione li sia assignata sopra le colte de le terre soe: / i a t. Item che lo dicto ili. mo signor duca conferme et conceda lo castello de Cepalone e) ad madamma Catarina Ursina, moglie del dicto signor _Honorato et questo de poi la morte de la madre de la dieta Catarina d) corno li appartene : / i a t.

1x

a) Onorato

lii di. Sermoneta rappresentava il ramo pn•

mogenito (d. lntroduz., p. XIV). ' b) San Felice fu acquistala non dal papa ma da Riccardo

Anibaldi ( cf. DomuJ, I, p. 130); essa fu distrutta nel 1441 da re Alfonso (Cf. /1)/, I, cap. XLIII). e) Castello in valle del Liri. d) Ilaria di Scillato.

_____... - -·


DOCUMENTI DELL.ARCHJVIO CAETANI

72

Item che lo dicto ili. mo signor duca li conferme Monterodonj et Macchia, quali tene al presente et sono so1 naturali, et conceda omne terra, castello, cità, casali, a li qualj apartenesse avere rayone et ad ipso signor Honorato se le dessero et reducessero soptta suo dominio, cho le bandere de la vostra ili.• signoria et cusì omne altra cosa li appartenesse in omne altro loco et terra de questo reame et concedali Roccasicca, · Castrocelo et Aquino, quali se ha acquistate al presente per stato de la ili.ma signoria sua, corno cosa de rebellj cum iuribus, iurisdictionibus et pertinentijs omnibus 1psorum locorum pro se et pro li heredi soi : •> f i a t • Item che lo dicto ili.mo signor duca faccia fare al dicto signor Honorato de tutte le predicte cose autentichi privilegij con tucte le clausule necessarie et oportune: / i a t. Item che lo dicto ili. mo signor duca conduca el prefato signor Honorato al soldo et stipendij soi et per conducta durante la guerra li dia cavalli tricento et fanti cento et ~ questo primo tempo li dia la imprestanza per la dieta conducta, corno darrà alli altri soi soldati: / i a t. Prefatus ill.m111 dominus dux etc., auctoritate regia patema et deliberatione .sui sibi assistentis cconsilij, ipsum magnifìcum dominum Honoratum predictum in sinum, fidem, vassallagium et obedientiam maiestatis .paterne recipiens, eidem domino Honorato predicta omnia et singula liberaliter et more munifici principis conccssit, confirmavit et de novo contulit. Datum in castro civitatis Suesse, die XVlj° januarii M°CCCC0 LX. lehan. Visa, Palamedes locumtenens prothonotarii ; per dominum ducem m consilio, Stefanus. Registrata : La. de V arcio.

1460. I .19.

C-1025.

Sanl'Ange/o Giovanni d'Angiò a Onoralo Caelani: avuta notizia della perdila di Calvi, b) lo prega di recarsi subilo con cavalli e fanti a Sant'Angelo e, non trovandolo ivi, di proseguire per Teano. Fuori:

Magnifico Honorato Gaytano Scrmonclc etc. domino 6deli regio paterno nobis dilccto et carissimo.

s.

Dux Calabrie et Lothoringie etc. regni patemi Sicilie locumtcncns cl vicarius generalia.

Entro: Magnifice fidelis regie paterne nobis dilecte et carissime. Perchè de poi la partita vostra da qui, ce è sopravenuta novella che Calvi è perduto per scalamento, ve pregamo che, con li più cavalli et fanti possete, ve ne vengati a grande diligencia; che questa nocte siate qui perchè, <lavante iorno, ne parteremo et si puro trovassevo che fossemo partiti, venetevene a presso prestamente chè tyramo a Theano. Datum in Sancto Angelo, die XVIIIJ januarii MCCCCLX.

J eh a n

sub s cri psi.

Stephanus. N.

(Su ligula di carta): Post datum. Noi ve havevamo mandata questa lettera et lo messo non trovandove a Sancto Georgio l'à retornata a dietro. Et perchè non porrite essere qui nanti che partiamo, ve pregamo venitevene a presso con li cavalli prestamente et li fanti lassate in guardia d~ la badia. Datum ut supra, hora Jja noctis.

Macchia, Monteroduni e Montaquila furono lasciale per testamento ( 1432 lug. 22) da Roasa d'Eboli al figlio Giacomo lV Caetani, padre del nostro Onoralo ; e nel 1444 le due prime furono date n Ber. ,Gaspare d'Aquino, signore di Roccasecca, in sccurtà della dole di Beatrice sorella di Onorato. Questi nel a)

chiedere le auddetle castella voleva ad un tempo assicurarsi dei beni propri e tutelare quelli dcli'amala 1orella. b) L'aaaedio di Calvi aveva cominciato il 13 dee. 1459 e l'espugnazione fu CQnsiderata una grande villoria (Cf. Nunzlanle, XlX, p. 219).


73

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

C-1026.

1460. I. 21. Teano - Giovanni d'Angiò a Onoralo Caelani: perchè re Ferdinando va a Calvi. Fuori:

Magnifico Honorato Caylano Scrmoncti etc. domino .fidcli regio paterno nobia dilecto et carissimo.

lo raggiunga immediatamente con cavalli e fanti

s.

Dux Calabrie et Lothoringie etc. paterni regni Sicilie locumtenens et vicariua generali,.

Entro: Magnifice fidelis regie paterne nobis dilecte et carissime. Non obstante quello che questa matina ve havemo scripto, perchè de poi semo stati avisati che don Ferrando se ne vene a Calvi, ve pregamo instantissimamente che volanter ve ne vengati con li cavalli vostri et li fanti lassarite per favore et guardia de quelle terre da là. Datum in castro Theani, die XXJ januarii, hora post meridiem 0 M ccccLX. Stephanus. N.

Jehan subscripsi.

(1460). I. 24.

C-1027.

Teano - Giovanni d'Angiò a Onoralo Caetani: - lo invita a recarsi m Teano; accenna ali'entrala del parente Orsini in Foggia ed al principe Gio. Antonio Orsini che si dirige verso Nocera ,e San Severo. Fuori:

Magnifico Honorato Caielano lidcli regio paterno nobis dilecto.

s.

Dux Calabrie et Lolhoringe etc. regni Sicilie locumtcnena et vicarius generalis.

Entro: Magnifice fidelis regie paterne dilecte noster. Ve havemo scripto questi dì passati più lettere a più propositi. Al presente effectualiter ve dicemo che ve isforzate più presto ve sia possibile venire a noi, perchè volemo siate qui presente, al meno per un dì, per intendere le conclusione havemo a prendere per lo stato nostro et menate cum vuj solum quella comitiva che sia bastante per accompagnare la persona vostra. Ceterum ve avisamo chome F oggie in Puglia ha invocato lo nome del signor re nostro padre, et messo a saccho duj capo de squadra de don F erante, che erano là cum lor compagnie et ence intrato lo signor parente Ursino cum ducento cavallj, et aspectavasence ancora lo conte Urso. li perchè, e da llà et da ogni parte, le cose nostre prosperano et speramo, mediante la divina gratia, Datum Theani, XXlllj januarii. sempre andaranno da bene in meglio. lnsuper lo signor principe de Taranto similiter se ne viene, cum bona possanza, verso Nocera et San Severo et quelle terre da llà. Essendo possibile, ve trovate qui sabbato o domenica al più tardo. Jehan subscripsi

A n d r e a s R. s u b s c r i p s i . (Su ligula di carta): Signior Honorato, vui vederite quanto monsignor ve scrive. È bene la S. V. venirvo presto per trovarve alle conclusioni serrando ad prendere. Et serrà bene fare venire alcunj hominj de Sancto Giorgio et de Pedemonte ad iurare homagio corno hanno fac;to li altrj lochi della. abadia. Recomandome alla S. V. IO

....


74

Do e u MENTI DEL L' A Re HIV I o

I

e A ET AN I

Prg .1853.

1460.11.2.

Venafro - Giovanni d'Angiò, luogotenente di re Renato, concede in feudo ad Onoralo Caetani alcuni beni in Castellone ed in Gaeta appartenenti ai ribelli Raimo « Ranchi » e Colella Gaetani. •> lohannes Renati regis lerhusalem et Sicilie etc. primogenitus, dux Calabrie et Lothoringie ac marchio Pontis et eiusdem regis in suo regno Sicilie locumtenens et vicarius generalis, universis presentes licteras inspecturis. Actendentes servitia oportuno tempore nobis per magnificum Honoratum Gaytanum Semionete etc. dominum fidelem nobis dilectum prestita queve pro exaltatione regii paterni et nostri status quotidie prestat et speramus ipsum prestiturum, volentes cum eo benigne agere, eidem Honorato ac heredibus suis utriusque sexus ex suo corpore legitime descendentibus et imperpetuum ortum quendam ad Castellonem, positum iuxta ortum heredum condam Gorelli de Oliveto, viam publicam et Ìnare antiquum, necnon montanum unum ad portam dicti Castellani positum cum vinea iuncta antiquo fossato et oliveto, supra aquatorium sive abeveratorium Sancte Lucie sito et posito: que bona suis fini bus supradictis limitata fuerunt et sunt heredum condam Raymi Ranchi de Gayeta ; pariter et domum Colecte Gaytani in regia patema civitate Cayete, iuxta dohanam salis diete civitatis, iuxta domum Francischelli Gactole, mare et viam publicam, et per notoriam rebellionem Raymi et heredum ac Colecte adherendo Alfonso olim asserto regi Aragonum et nunc Ferdinando prefati asserti regis asserto naturali filio, paternis et nostris notorijs hostibus, fuerunt et sunt ad manus regie paterne curie et nostre devoluta, cum iuribus, actionibus, redditibus et pertinentijs omnibus ad dieta bona sive feudalia sint sive burgensatica spectantibus, regia patema auctoritate et deliberatione nostri nohis assistentis consilij, donamus: feudalia in feudum, si qua sunt, et sub feudali servitio debito iuxta usum regni Sicilie prestando per eundem Honoratum et suos heredes regi genitori nostro nobisque et heredibus nostris quociens comitibus et baronibus alijs feudotarijs militare servitium sive adoha generaliter indicetur, quod servitium Honoratus in nostri presentia prestare promisit : burgensatica vero in burgensaticum et burgensaticorum naturam ac franca ab omni onere nove servitutis, redditus et prestatione quacumque per eundem Honoratum et eius heredes, feudalibus sive militaribus servitijs sive adohis et alijs regie· curie et nostre iuribus semper salvis; investientes Honoratum pro se et suis heredibus per anulum nostrum, ut est moris. Et ut nostra donatio Honorato et suis heredibus sit realis et perpetua, ecce serie presentium, nostri vicariatus auctoritate, mandamus magistro iusticiario regni Sicilie eiusque locumtenenti et regenti curiam vicarie ac iudicibus magne et vicarie curiarum, necnon vicegerentibus, iusticiarijs, capitaneis, commissarijs ceterisque officialibus eorumque locatenentibus in regno Sicilie et presertim in regia paterna civitate Gayete quatenus, forma presentis nostre gratie actenta, illam observent et faciant observari, necnon ad requisicionem Honorati prefatorumque heredum circa caplionem possessionis orti, montani, oliveti et domus cum iuribus faveant illosque super pacifica possessione conservent, contradictores compellendo, et contrarium non faciant sicuti regiam paternam gratiam ac nostram caripendunt et indignationem cupiunt evitare. In cuius rei testimonium presentes licteras fieri et nostro pendenti sigillo iussimus communiri, quas pro ipsarum validiori firmitate propria manu subscripsimus. Datum in regia paterna civitate Venafri, die secundo mensis februarij anno millesimo quadrigentesimo sexagesimo. I oh a n ne s subscripsi. Sig.

(Nel margine inferiore, a destra): Visa, P à lame de s locumtenens prothonotarii; (sulla plica): per dominum ducem in suo consilio, S te p han u s. N.; registrata La. de V a re i o, 92.

[1460]. Il. 6.

C-1028.

Vena/ro - Giovanni d'Angiò a Onoralo Caetani: sporlo dell'artiglieria. Fuori: Magnifico domino Ho-

richiede bestie da soma occorrenti per il tra-

s.

norato Gayetano etc.

Entro: Magnifice vir. Avimmo deliberato mandarmo l'artegliaria colle carra fino donde potrano venire. Per tancto ordenate che tucte le bestie da soma siano fino al fiume (?) a quello luogo, aziò le pozano carrecare · et portare dove serrà ordenato. Ex Venafro, VJ frebuarij. Jehan subscripsi. a) Forac Colantonio, detto Colella

(t

1479), fratello di Onorato Il conte di Fondi.


75

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

C - 339 . LXXVIII.

[1460]. II. 22.

Sant'Angelo - . Marquet du Pui, a Onorato Caelani: perchè prt!lli aiulo a quei di Vallefredda nel caso venisse loro recata offesa dai forestieri giunti in Castelnuovo. Fuori:

s.

Magnifico domino domino Honorato Gaytano domino magiorj honorando,

Entro: Magnifice domine, domine, post salutem. Quisti de Vallefreda songo venuti chesta matina qui ad avisareme co' a Castellio novo è gionta gente frosterj et dubitandose che lloro non divissoro offendere a ccasa loro m'ànno pregato che llj volisse mandare fine a XX o XXV fanti et perchè, a mino è possibile, adesso prego la S. V. che se vuj sentessete remore là, volliate mandare li vostrj per dare fagore allj bonj homini corno sazo cha farrà la S. V. corno ragione vole che ciascheuno agia a defendere li soi, ben che lii vostrj no lo ficero lu altro dì, accosì dicono che tucti li vostrj praticano co lloro tucto lu di. Ora che sete venuto, so che Ila S. V. derrà bon providimento a ctucto. Sempre me recomando a VUJ. Ex [S]ancto Angelo, die XXIJ frebuarij, VIIJ indictionis. Votre serviteur Marquet du Puis.

1460.111.20.

C-1031.

Capua - Re Ferdinando a Nicola Caetani, prigioniero•> in Castelnuovo: al regio consigliere Luigi Toraldo. Fuori :

Magnifico viro Nicolao Gayetano militi consiliario fideli nostro dilecto.

perchè venda il suo cavallo

s.

Entro: Rex Sicilie etc. Magnifice vir, consiliarie fidelis nobis dilecte. L'altro dì ve scripsemo pregandovj si erivo contento vendere lo vostro cavallo a lo magnifico e dilecto consellerj nostro Loyse de T oraldo che relo vendissivo. De presente simo informate che ve hanno dato ad intendere che nuj non simo contenti. Per _tanto ve pregamo et incarrjcamo, quanto più strectamente potimo, che se site disposto vendere lo dicto cavallo, lo vogliate vendere a lo dicto Loyse, perchè nende farrite grato et accepto servjtio. Datum in civitate nostra Capue, XX0 marcij, anno M°CCCC0 LX. Rex Ferdinandus. A. de Aversa.

C-1033.

1460. III. 28.

Siena - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: nell'assicurarlo di interporre ogni opera per la liberazione del figlio Nicola, fra l'altro, gli comunica i provvedimenti per terminare le differenze con i sezzesi. Fuori:

[Magnifico) domino Honorato Caictano Sermoneti etc. compatri nostro carissimo.

L.

cardinali, aquileiensis domini papc camerarius

l

s.

etc.

Entro: Magnifice domine, compater noster carissime, salutem. Per lacobello, vostro cancelliero, quale, a nostra instantia, è stato qui più et più giorni et al presente torna de là, pienamente intenderite de cose de qua; però non ce extenderemo molto in longo. Prima, a la parte de meser Cola, siate a) Cf. lntroduz., p. XVI.


DOCUMENTI DELL.ARCHIVIO CAETANI

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certlssimo che noi el tenemo per figliolo corno voi et non restaremo interponere ogni opera per la sua liberatione; che quando fusse necessità, ce cavalcaremmo in persona. Expectaremo alcuni pochi dì que fructo farrà alcune provisione facte. Poi, besognando, ce mandaremo uno et etiam farremo alcune altre provisione, che haverà effecto el nostro commune desiderio. lnterea non vi bisogna dubitare eh' elio receva alcuno detrimento nella persona et cosi vi pregamo et confortamo state di bona voglia. A la parte de le stranicze ve usano li sezesi, •> ingegnative sufferire. Noi hahiamo de tucto data bona informatione ad N. S. et facto che lacobello, et in presentia et in absentia dei sezesi, ha ad suo piacere parlato ad sua S.11 Et in effecto verrà là uno ad intendere et terminare tucte quesse differentie. Bisogna, in ogni modo, se levi quessa cassa b) et così fate, che aliter non si può più flectere nè mitigare N. S. et così fate infallanter corno intenderite da dicto lacobello. Al facto de li cavalli ce domandate, vi respondemo che, al presente, noi non se~o forniti de cavalli quali per altri tempi semo usati havere, et se alcuni ne havemo, male volentieri ce li levamo de nanti, non perchè non vi volessamo compiacere in ogni cosa, ma perchè ce serria grande man[camen]to non tenire per la nostra persona qualche bono cavallo. Et per tanto habbiateci excusati, che ciò non procede se non per non bavere ... ne el modo corno noi vorressemo per vostro respecto. Vi confortamo per expeditione de l[e co]se vostre in corte e), ce mandate continuo lacobello prefato, perchè el trovamo tenerissimo de lo honore et utile vostro et affectionatissimo a lo stato vostro. Lui ha sollecitate al presente le cose ha havute in commissione molto animosamente et con bona diligentia, prudentia et solicitudine. Bene valete. Senis, die XXVIIJ martij MCCCCLX.

1460. III. 30.

C-1033.I.

Roma - Luca « de Tozolis » a Caterina Orsini: d) - mandi un incaricalo perchè il governatore di Roma, nella questione con i sezzesi, ha deliberalo che le parli si resliluiscano prigioni e prede. · Fuori :

Magnifice domine, domine Catcrine de Uninis Sermineli etc. domine honorande.

s.

Entro : leshus. Madamma, herj zezesi mandaro una lettera ad monsignore lo governatore nostro con molte querele. Et benchè, da prima, havesse deliberato monsignore de ciò non se volere più impacciare, tamen, per posserve fare favore honesto, ha deliberato che, da una parte et da l'altra, se restituisca presonj et animalj et tucte cose che hinc inde fossero occupate et che l' una parte et l'altra mandino qua uno homo per uno. Et così me ha commesso per soa parte scriva ad V. S. Hora laudo V. S. faccia offerire ad sezesi de volere, per obedire ad monsignore, restituire tucto, con conditione che loro restituisca similiter ad V. S. Et de subito mandate uno intendente de tucte cose ad ciò che ce conservamo la bontà et bono volontà de monsignore et perchè è meglio vederla qua che de là. Altro non occurre. Se sezesi obederanno bene est. Alias honestise V. S. et fate vostra scusa collo rectore et poj non bastannove attendete ad vencere, perchè chj vence, é lo buono, et chj perde, lo Ex Urbe, die penultimo martij 1460. captivo. De qua in omnèm eventum non ve mancharà maj favori. Lucas de Tozolis advocatus.

(Poscrillo): leshus. Madamma, io ho informato lacovo Marano, presente portatore, ad pieno et, ancho luj bisognando andarà ad Sezi et farrà tutto per Ilo vostro stato et è fidato homo et amorevole.

a)

Cf. C- 2239 a pag. 66.

b) I sermonetani avevano costruito una par:i.ta nella Cavala o Cavatella, per cui le acque defluivano nel territorio di

Sezze. c) Pio Il molto si adirò che Onoralo avesse preso le parti di Giovanni d•Angiò cd incoraggiò i sezzesi a molestare Sermo-

neta. Il card. Scarampo si trovò assai imbarazuto a difendere gli

interee..si del compare Onorato; il rifiuto di vendergli cavalli per imprese guerresche fu dettato dal timore che, ciò facendo, avrebbe offeso il pontefice. d) Durante rasscnza del m.irito, Caterina Orsini assume il governo di Sermoneta in qualità di luogotenente di Onorato.


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

C-1037.

1460. IV. 7. Siena - . Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: Fuori:

77

Maanifico domino Honorato Caictano Scrmoneti etc. compatri nostro cariuimo

L.

credenziale per il .mo cameriere Nicolò Scarampo.

s.

cardinalis aquilciensis domini pape camerarius

} etc.

Entro: Magnifice domine, compater noster carissime, salutem. Mandamo da la S. V. el spectabil nostro camoriero, Nicolò Scarampo, exhibitore presente, al qual habbiamo commesso vi exponga alcune cose, per nostra parte, Piacciavi darglj piena fede, quanto ad la nostra propria persona. Bene valete. Senis, die VIJ aprilis MCCCCLX.

1460. IV.11.

C-1034.

Siena - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: - acclude una lettera per « Docto da Padua >, cui raccomanda Ruggero Riccardelli da Traelto, aspirante al « rnagistromassariato > di Siasci e di S. Castrese di S. Benedetto, presso Sessa Aurunca. Fuori :

Magnifico domino Honorato Caietano Sermoneti etc. compatri no~tro canss1mo

L

cardinalis aquileyensis domini pape camerarius

s. J

etc.

Entro: Magnifice domine, compater noster canss1me, salutem. Havemo receputa lettera de la Mag. liA Vostra, nella quale etiam manu propria, ultra la lettera, per una sua cedula ce recommanda uno suo intimo et cordiale amico chiamato Rugeri da Ricciardello da Traiecto, habitante in Sexa (Sessa _Aurunca), pregandoce li vogliamo concedere lo officio del magistromassariato de Siasci et de Sancto Crastese de Sancto Benedicto nel tenimento de Sexa. Il perchè, non essendo noi de ciò bene informati, scrivemo al Docto nostro da Padua, che se ne informi et, trovando che questo se possa fare senza dampno et preiudicio de l'abbadia, ne compiaccia ad vostra instantia al prefato Rugerj, che così vogliamo et così per nostre lettere li commandamo, le quale ve le mandamo alligate, acciò voi li possiate a luj derizare. A le altre parte ce scrivete, per altre nostre ve responderemo. Bene valete. Senis, di~ XJ aprilis 1460.

1460 .IV.15 _.

C-1035.

Siena - Il card. Scarampo a Onoralo Caetani: uomini d'arme. Fuori:

Magnifico domino Honorato Caietnno Sermoneti etc. compatri nostro carissimo.

L.

cardinalis nquileiensis domini pnpe camerarius

ha /alto scrivere a Braccio per la richiesta di due

s. J

etc,

Entro: Magnifice domine, compater noster canss1me, salutem. Havemo efficacissimamente facto scrivere ad Braccio et facto dare le lettere al vostro messo, et fermamente credemo ci compiacerà de quilli due homini d' arme. Se altro bisogna, advisatice che 'l faremo volentieri. Noj speramo assai presto essere de là. De le alb·e cose scrivemo distesamente a la nostra commare, però non curamo extendeme alb·amente. Bene valete. Senis, die XV aprilis MccccLX.


DOCUMENTI I:>ELL'ARCHIVIO CAETANI

78

C-1036.

1460. IV. 24.

Roma - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: - nel con/orlarla a tollerare con animo virile gli inconvenienti causali dai sezzesi, le comunica di averne informato il cardinale Prospero Colonna. Fuori :

Mngni6ce domine commatri nostre carissime domine Catherine de Ursinis Sermoncti etc.

L.

cardinalis aquilcicnsi1 domini pape camerarius

s. 1 etc.

Entro: Magnifica et carissima commater, salutem. Significamovi che heri, Dio gratia, ad salvamento arrivammo in questa ciptà. Ma, havendo inteso de )i inconvenienti facti per sezisi, ce è stato despiacere singularissimo et quasi uno tossico in modo che crediamo el nostro despiacere col vostro sia equale. Havendo in ~amino ricevuto per vostre lettere adviso de questi inconvenienti, derizammo el vostro messo ad Siena, et scrivemmo opportunamente allo r.mo monsignore de Colonna; et presto credo haveremo resposta. Noi, corno vi havemo dicto, havemo hauto di questa cosa molto magior despiacere, che voi non porreste pensare, et non vorremo fosse ragione de aggiungere foco ad foco et al mal el peggio. Unde vi pregamo et confortamo che, considerate le conditioni da tempi, li animi de altri vogliate con animo non muliebre, ma virile et constante sforzarvi tollerare, perchè l'uno tempo adduce l'altro. Attendete pur con prudentia e vigilantia governare et far custodir le cose vostre et togliere cagion de novi scandoli, perchè e) foco, quanto più legna ha, più arde. De una cosa vi rendete certissima, de le opere et facultate nostre per bene di vostro stato, e) qua) reputamo nostro, porrete sempre liberamente disponere. Bene valete. Rome, die XXIIIJ aprilis MccccLX.

C- 739.hi,.

[1460. V. 20. circa]

Onoralo Caelani a Giovanni d'Angiò: avvi,a che re Ferdinando ha messo a sacco e fuoco le Pesche e ri/erisce · sui movimenti del nemico nelle vicinanze di Isernia e sugli agguali tesi alla propria persona {Minuta).

..

Serenissime etc. Per avisare V. I. S. delle occhorrentie de qua et ancho della mia venuta: Prima, lo paese è tucto sbavetito et quasi sonno smarriti per la venuta de donne F en-ante da queste parte essere in n'arme etc. et ancho lì enno apauriti per lo mectere focho et sacchizare che fa delle terre; et a questa venuta, che à facta verso Sergne (Isernia) ave posto a saccho le Pesche et a ffocho et portatose tucti li homminj de chillo locho; delle donne non ve so dire el vero ; la torre delle diete Pessche ancho auta la quale è puro infochata. Questa matina se partio dalle Pessche et annansanne verso Monteroduni, vero presentao le bactalglie nanti Macchye et perchè la trovò proveduta de homini per lo melglio la lassao stare. No so a questa hora se è allogiato a Campo Saccho, terreno de Monteroduni, o si enne passato più oltra; vero questa sera ò odite pomarde verso Monteroduni. No so se fosse lì o vero alla rocha della Gravinula o a Santa Maria dello Rovito. Y o ò scripto subito a Monteroduno, me aviseno dove lo campo è posto et che ànno facto fi allo presente et de tucte connitiuni de ypso me debiano avisare et così, quanno se parterà de lì, e Ilo cammino che fa a ciò de tucto posa avisare de verità la S. V. et così, da passo in passo, essa serrà avisato. Venenno ogi per lo cammino, arrivay a Pectorano, dove trovay Antoni Reale et parlay con ypso a llonguo adomanannoli delle cose dalle banne de qua, como erano passate per la venuta de lo dicto don F en-ante, donne me avisò come scrivo alla V. S .... Poy me partivi per annare a Monteroduni o verò a Macchie et, essenno quasi allo piano socte alli Porso, locho de Cola Santo Achapito, alcuni delli mey, che mannava innanti per scope[rire] lo paese, scopersero nella strada maestra c[irc]ha cavallj deyce et altri tanti fanti. Subito tornaro da me et informarome de chello che ave[vaJno veduti. Yo, per volere essere più certo, lo volse vedere oculatim et cosi lo vidi et fo la verità et fici alto colla mia briata et, consilgliennoce inseme de seguire lo cammino o no, per lo melglio fo pilgliato lo partito de no seguire lo cammino et, senno prima in quisto, io sbacto, ve[demmJo li dicti deyce cavalli et fanti spartirese; la mità se nne ann:rro verso Sergne, e Ilo resto

-


79

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

se nne annaro verso Longnara, terra de missere lacobo Gaytano. Vedenno qu[ist]i acti e modi, tirai per annaremenne alli Porso et essenno vicino, fici alto; et veden[no] che modi teneano chillj cavalli, che se spartero verso Sergne et così verso Longnara et vcdenno et provedenno bene tucto, vedemmo una coHa mia briata chillj cavallj e fanti, che tornaveno verso Sergne, erano quasi puro Il vicino, cioè nella strada et nanti alla porta de Sergne grande quantità de gente a pede ; et poy venenno verso la straa de Longnara, vedemmo circha cavalli trenta, che erano amosichati et altri tanti fanti, ultra a chillj che se partiro dalla strada. Vedenno melgliore lo facto et comprennenno che Ile cose no annavano necte, massime le cose erano facte a posta facta per me, volsi sequire io per dicto cammino de li Porso et essenno vicino, quistj eri (?) ce scopersero e conmensaro a gridare e Ragona Ragona • et e Gaytana, Gaytana •. Odenno yo questo dire fici griare e Raynere Raynerj • et loro puro e Ragona, Ragona • et e Gaytana •. Vedenno questo, dubitaj non ce fosse rebellata (Macchia) et ancho non ne so chiaro et, reconnucto in locho che Ilj cavallj non ce potevano operare, e Ile diete gente tuctavia se scopereano più vicino da mi et quasi m'erano a presso, pilgliay partito desarmareme; et così 6ci et tiray per la montagna a pede con circha octo balestreri delli mey verso Pectorano et caminay a pede per montagne asperisime circha quactro milglia che credo may porci cingnialj ce foro, tanto era piacevole et emeno e ll'autra mia briata, chi a pede e chi a cavallo, tornaro onneuno per diverse vie tanto che tucti, per Dio gratia, ce siamo raducti qui in · Pectorano. Et iunto nello predicto Pectorano, trovay che erano venuti dereto da ma cavalli trenta et fanti quaranta, li quali s'erano partiti da Boano a posta facta per me et no me poctero iongnere chè trovaro yo era passato Pectorano per seguire lo cammino etc. Ebero a ffare con quisti de Pectorano et fienalemente ne so stati morti duy vilglianj, cioè, uno de Pectorano et l'aufro era de Castello Petruso. E llj predicti cavallj et fanti se nne annaro a Sergne, cioè [qu]isti che ànno auti da fare con chisti vilglianj.

1460.V.10. Roma -

C-1039.

Il card. Scarampo a Caterina Orsini: -

Fuori:

Magnifice domine domine Cathcrine de Ursinis Sermoneti etc, commatri nostre c.:iris!ime.

L.

cardinalis aquileicnsis domini pape camerarius

)

j

le dà ,uggerimenli per le cose di Sermoneta.

s. clc.

Entro: Magnifica et carissima commater, salutem. Per vostre lettere de vuj, de magio, havemo inteso quanto dal magnifico nostro compare, vostro consorte, havete in commissione, in le cose da quesse bande, non discordare dal parere nostro. Dovete et possete rendervi certa et sicura che noi, et in consigliare et in favorirve, omm tempore, non restaremo interponere el posser nostro. Et circa ciò, havendovi molte fiate molte cose scripto, non ci pare, et non è nostra natura dire molte parole. Rome, die X maij MCCCCLX.

C-1041.

1460 .V. 23.

Roma - Il card. Scarampo a Onoralo Caelani: - ,i compiace che egli ,ia ritornalo salvo dal duca di Calabria; attende lacobello da Siena con qualche buona conclusione; gli raccomanda le ,ue cose di Montecassino. Fuori:

Magnifico domino Honorato Caietano Sermoneti etc. compatri nostro carissimo.

L.

cardinalis aquileicnsis

domini pape camerariua

s.

l

etc.

Entro: Magnifice domine, compater noster canss1me, salutem. Havemo hauto piacere havere sentito siate tornato da lo duca de Calabria ad salvamento. Expettamo continuo vostre lettere, le qual

9'

-


DOCUMENTI D ELL. ARCHI V IO CAE TANI

80

v[e]deremo volentieri. De le cose vostre de qua già dovete· esser advisato da la [m]agnifica nostra commare. Expettamo presto torni lacobello da Siena con qual[che] bona conclusione. Le cose nostre de Montecassino •> vi ricommandamo et p[r]egamo, omni prudentia et studio, vi sforzate siano reguardate, chè ci par ci resulte ad grande mancamento ricevano tanti danni et detrimentj. Rome, die XXIIJ maij MccccLX.

C-1042.

1460. V. 23. Monteroduni - •~· al conte della pre.sente.

-

intorno alle promesse tra il duca di Calabria e il conte de.slinatario

Entro: Signore Conte, vuy sapete quello che havete promisso a lo illustrissimo signor duca de Calabria, imperò de questo non me stendo più ultra. La i. signoria • sua studiose me have mandata qui affinchè più expeditamente possate prosequire quello cha simul havete ordinato, certificandove che de quello, che da sua signoria ve è stato prom1sso, ve sarrà observato ad unguem. Datum in Monterodunj, XXIIJ maij M.CCCC.LX.

J

C-1043.

1460. V.28. e

Apud Ripam longam » (negli accampamenti) Giovanni d'Angiò a Onoralo Caetani: lo ringrazia per gli avvisi inviatigli; si duole per la perdila di Macchia; col principe Gio. Ani. Orsini del Balzo è in cerca del nemico in Terra di lavoro.

Fuori:

Magnifico Honorato Gaytano Sulmonete etc. domino fidcli regio paterno nobis sincere dilecto et carissimo.

s.

Dux Calabrie et Lothoringie etc. paternj regnj Sicilie locumtencns et vicarius generalis.

· Entro: Magnifice fidelis regii paterne nobis sincere dilecte et canss1me. Havemo recevuto doe vostre lettere, l'una scripta a Pectorano et l'altra a Monterodonj, et per quelle inteso li progressi de do~ Ferrando et li pericoli che havete portati, et laudamo molto la diligencia havete facto de avisare Venafro et l'altri lochi convicinj. Dispiacene ha biate perduta Machia et più che se havessemo perduti doi de le molto megliore terre nostre domaniale che Machia non è ; ma dateve bona voglia, chè presto ve la recuperaremo et porremo, mediante la gratia de Dio, restaurarve de maior damno che Machia non ve è, et certificamove che ne havemo bona intencione. Noi semo in camino et con noi lo ili. padre nostro, principe de Taranto, con bella et possente compagnia, per andare in Terra de Lavore, deliberati trovare lo inimico dovucha serà, si che dateve bona voglia et confortate tucti li fedeli che speramo in Dio presto se mecterà fine a questa guerra. Avisatice continuamente de li progressi de lo inimico et de quello che da là occorre, chè l'averimo caro. Datum in regijs paternis et nostris felicibus castris apud Ripam Longam, die XXVIIJ maij MCCCCLX. Jehan subscripsi. Stephanus. N.

a) Il card. Scarampo nel 14 54 era 1ucceduto ad Antonio Carafa nella rettoria di Montecll5$ino, ed ora voleva che F cr. dinando gliene desse la signoria.


-

81

EPISTOLARIVM HONORATI CAlETANI

e -1038.

1460.V. 29.

Castelfranco (negli accampamenti contro) - Giooanni d'Angiò a Onoralo Caelani: - sui progressi di re Ferdinando; l'aooerle che il principe Gio. Ani. Orsini si dirige in Terra di Laooro; di Montaquila e delle altre cose domandategli si sforzerà di accontentarlo, quando sqrà da quelle parli. Fuori:

Magnifico Honorato Gayctano Sulmoncte etc. domino fidcli regio paterno nobis sincere dilcclo cl carissimo.

s.

Dux Calabrie et Lothoringic etc. patemi rcgnj Sicilie locumlcncns et vicarius gcncralis.

Entro : Magnifice fidelis regie paterne nobis sincere dilecte et canss1me. Havemo recevuto vostra lettera et inteso la diligentia havete facta in confortare li lochi circunstanti, che n'è summamente piaciuto et ringraciamovene de la bona voluntà vostra. Semo certissimi che sarete quello che sempre sete stato et sete. Havemo etiamdio inteso per quella li progressi de don Ferrando et la prova ha facta a Venafro •>. Noi, una con lo ili. nostro patre, principe de Taranto, corno per altre heri ve scripsimo, semo in camino per andare in Terra de Lavoro a trovare lo inimico et speramo, mediante la gratia de Dio, farlo remectere in loco che 'l non saprà dove se voltare, non che offendere a li servitori et fideli nostri. De Montaquilo et de alcune altre cose che havete adomandate, corno saremo da là che sarà presto, ne sfonaremo fare cosa che ve agratarà. Datum in regijs paternis et nostris felicibus castris adversus Castellum F ranchum comitatus Ariani, die XXviiij maii Mccccl..X. Jehan subscripsi. Stephanus N.

1460 .VI .18.

C-1047.

Roma - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: uomini d'arme siano liberali. Fuori:

Magnificc domine commatri nostre carissime domine Cathcrine de Ursinis Sermoncli etc.

L.

cardinalis aquileycnsis

domini papc camerarius

l

perchè Antonio di Paolo di Mattuzzo

e

i suoi

s. elc.

Entro : Magnifica domina, commater nostra car1ss1ma, salutem. Ad questi dì passati è stata facta querela da questi ciptadini romani che voi, overo li vostri, tengano presone Antonio de Paulo de Mattuzo et li soi homeni d' arme, del quale altre volte ve havemo scripto. Il perchè, havendo sentuto el modo de la captura sua, corno per altre havemo facto, de novo ve confortamo vogliate commandare alli vostri vassalli che lo lassino andare dove li piacerà con li prefati homeni d'arme, cavallj et arme ; et non vogliate persistere che de ciò se ne habbia ad fare più querela, perchè questo cognoscemo rechiedere li tempi de mo et fa molto etiam per lo stato de V. S.ria Bene valete. Rome, die XVIIJ junij Mccccl..X.

a)

11

Ferdinando, valendosi di alcuni partigiani, tentò, bcnch~ invano, di far ribellare Vcnafro (Cf. Nunzlante, XX, p. 243).


Do e u M E N T l DE L L' A Re H l V l o

82

e A ET A N l

C-1044 e 1049 .I.

1460.VI .19.

Sarno (negli accampamenti presso il borgo di) - Giovanni d'Angiò a Onorato Caetani: - in previsione dell'imminente battaglia, gli ordina di raggiungerlo subito con tutta la sua gente d' arme, unitamente a Marino Marzano. Fuori :

Magnifico fideli regio paterno Honorato Gnylano Sermoneti etc. nobis sincere dilccto et carissimo. Dux Calabrie et Lothoringic etc. paterni regni Sicilie locumtcnens et vicarius generalis

s. J

etc.

Entro: Magnifice fidelis regie paterne nobis sincere dilecte et carissime. Non dubitamo harete sentito don F en-ando, unito con quella gente del papa, essere venuto nel fiume de Sarno, et heri nui col ili. principe de Taranto, nostro padre, èssendomo da l'uno canto del fiume, cioè da la banda de San Marçano, a) luocho de nemici, el dicto don Ferrando se trovò da l'altro,.dove, facto alcun facto d'arme con fare passare alcuni de nostri dal canto suo, mai hebero animo mostrarce el viso. De po', havuto tra nui alcuno consiglio, fu deliberate essere necessario anche nui dovermone unire con tucti li nostri, et per questa cagione ce semo retracti al burgo de Samo. Hogi el duca de Melfi ( Giovanni Caracciolo), el conte lulio, l9 figliolo del conte de Santo Angelo (Giovanni Cola;, Tamulla), el conte d'Avellino (Caracciolo ;,) sono giunti a Nola. Et perchè deliberanio, mediante la divina gracia, presto mectere fine a questa guen-a, siamo desposti fare un capo sì grosso che non solamente sia bastante frontegiare l'inimico, imo campegiarli et caciarlo per tucto, ve pregamo, per quanto desiderati el stato nostro, che subito, sença alcuna demora, con la gente vostra, ve vogliatj unire con lo illustre principe de Rossano, nostro fratello, et venire tucti insieme da nui, per li camini dal dicto .principe intendenti. Et questo ve pregamo vogliati fare a tucta diligentia et sença dillacione alcuna. Datum in regijs patemis et nostris felicibus castris, in burgo Sami, die XVIIIJ junij MccccLX. Sj puro non trovassjvj el dicto pi:incipe, insieme col duca de Sora (P. G. - P. Canlelmo) et con li altri che trovarjte seguite el camino che intendente harà facto el dicto prmc1pe. Jehan subscripsi. A. Paganus.

(L'altra lellera originale (C- 1049. I.), con qualche variante nella grafia, è controfirmala: S te p han u s, N. e ha il seguente poscrilto su ligula): Post datum. Essendo già chiusa questa lectre, haven:io recevuta una vostra per la quale havemo inteso la diligencia haveti facta perchè le gente de la Chiesia non se unissero con don Ferrando ; de la qua.le non forno mai in dubio et, ultra ciò, inteso la voluntà haveti venire da nui; piacene siati col ili. principe de Rossano, nosh·o fratello: conduritive come esso ve dirà et sareti presto con nuj. De la qual cosa ve pregamo et strengemo perchè, essendo mo tucti insieme, faremo delle cose relevate et la victoria non ce po' manchare. Datum ut supra.

1460. VI. 21.

C-1049. III.

Roma - Antonio Picco/omini, nipote di Pio Il, commissario di Sua Sanlilà, impone a Caterina Orsini moglie e rappresentante di Onoralo Caelani, nonchè ali' università di Sezze una tregua fino ali'arrivo del papa in Roma e per due mesi suecessivi, sollo pena di I O 000 fiorini d'oro. In nomine Domini amen. Anno a nativitate eiusdem millesimo quadrigentesimo sexagesimo, indictione octava, [di]e vero vicesima prima mensis iunij, pontificatus sanctissimi in Christo patris domini nostri domini Pij divina providencia pape secundi [anno] secundo. Cum hoc sit quod inter magnificum [dominum] Honoratum Gaytanum, dominum castrorum Sermone[tj] et Bassianj, et homines ipsorum castrorum, [vas]sallos eiusdem dominj adherentesque, complices et sequaces, ex [una] parte, et a) Torre, detta la Biutida di San Marzano, intorno alla quale ai avolacro le prime schermaglie della battaglia del Sarno (Cf. Nun-

zianle, XX, p. 445).


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

8.3

populum, commune et universitatem terre [Se]cie, eiusdem cives, incolas et habitatores, ex parte a[ltera], viguerit et in presentiarum vigeat guerra seu di[scor]dia in qua, ut asseritur, intervenerunt hinc inde dis[sen]siones, depredaciones, hominum captivitates, bestiar[um] ablaciones aliaque plurima et enormia dampna, [ma]gnificus et excellens dominus Antonius de Picco[lominibu]s, nepos sanctissimi nostri domini Pij pape secundj ac [e]iusdem sanctissimj dominj nostrj pape in hac parte commissarius specialiter deputatus, volens ipsis discordie, gucr[re] et differencijs inter partes ipsas hinc inde incursis et per se, Deo . dante, salubriter obviare, auctoritate sue commissionis precipiendo, mandavit providis et egregijs viris ser Piacentino de Amelia, ser lacobello Antonij Mactij, Antonio de ludice et Rogerio Calamite de Ser· moneto, oratoribus magnifice domine domine Katherine [de] Ursinis, uxoris dictj magnificj dominj Honoratj, et nu[nc] et hattenus propter [ab]senciam dietj dominj Honoratj omnia bona, castra et vassallos predictos dictj dominj Honoratj, de ipsius Honoratj commissioné et mandato, ut eciam oratores diete domine Katherine assereverunt, regentis, gubernantis et ibidem presentis et comparentis vice et nomine dictj magnificj dominj Honoratj et suorum vasallorum predictorum, et Dominica Ballj Colleanancii (?) Coleriardj, notario Andree lohannis Castrj et notario Antonio Cicchj, equaliter de Sicia, oratoribus civitatis terre Secie predicte, similiter presentibus et comparcntibus vice et nomine hominum universitatis et populi communitatis terre predicte, eedem fiant inter partes ipsas treuge, durature hinc et usque ad adventum predietj sanctissimj dominj nostrj pape Pij secundj ad Urbem et per duos menses immediate sequentes post eius adventum, cum hijs pactis quod diete partes et ipsarum quelibet cessent et cessare debeant ex nunc ab offensionibus imposterum faciendis, videlicet quod una pars ipsarum non offendat nec offendj faciat alteram et alia alteram per se ipsam aut eius vassallos, cives, complices, adherentes et sequaces in bonis, personis seu rebus quibuscumque et qualitercumque aliquomodo vel causa seu aliquo quesito colore, ad penam et sub pena decem milium fforenorum aurj de camera, applicandorum pro medietate immediate camere apostolice et pro alia immediate partj observantj ; necnon idem magnificus dominus commissarius precepit omnibus supranominatis quatenus infra spacium vig[inti] dierum proxime· sequentium debeant cum effectu agere et curare quod magnificus dominus Honoratus predictus nec non universitates et homines dictorum c[astrorum Sermonetj) et Bassianj mittant unum aut plures cum s[pecialj] mandato in forma iuris valida et sufficientj et [item] oratores terre Secie debeant similiter agere [et] curare quod dieta civitas mittet unum aut plures cum sufficientj mandato ad ratificandum, acceptandum et emulgandum (I) treugas predictas modo predicto cum pactis, modis et penis predictis, quas idem magnificus dominus commissarius ex nunc haberj voluit pro ductis et inductis cum omnibus capitulis supradictis. Et ad [ma]iorem cautelam et firmitatem dictarum treugarum [v]oluit quod dictj oratores utriusque partis prestent [cor]porale iuramentum in mani bus nostrj notarij infrascriptj; quj oratores et quilibet eorum ad mandatum supradictj commissarij iuraverunt, tactis per eos et eorum quemlibet corporaliter scripturis sacrosanctis ad sancta Dej evangelia, cum hac reservacione quod predicta omnia non preiudicent sentencie et declaracionj iam late per sanctissimum dominum nostrum papam Pium predictum super tenementorum divisione et ffuminum fabricacione et cursu alijs[que] in litteris apostolicis predictis, confectis inter dictas partes, sub datum Rame apud Sanctum Petrum die XVIIJ januarij annj millesimj quadringentesimj quinquagesiminonj, neque iuribus dictj magnificj domini Honorati et suorum vassallorum quovis modo preiudicare vel in aliquo derogare, sed ea omnia iura et singula suprascripta pro utraque parte quantum in vobis est suis viribus permanere. Acta fuerunt hec Rome, in palatio apostolico, in loco habitacionis prefatj dominj magnificj commissarij, anno, indictione, die, mense et pontificatu quibus supra: presentibus ibidem honorabilibus viris domino Nicolao Andree de Picholominibus, vicecastellano Sanctj Angelj, et lohanne de Marcijs de Castello et ser Babtista Bartholomej de Crusio, revisore gencium armorum sanetissimj dominj nostrj pape, et Andrea de Duragio alias Albanese armigero, testibus ad premissa vocatis, habitis et specialiter rogatis. ST.

Et ego V escontes Bartholomei de V ulterris publicus imperiali auctoritate necnon apostolice camere notarius, quia presentis tregue costitutioni omnibusque alijs et singulis dum sic ut premictitur agerentur et fierent una cum prenominatis testibus presens interfui eaque sic fieri vidi et audivi, id circho hoc preseQ.S publicum instrumentum exinde confeci et in hanc publicam formam redegi, per alium me alijs occupato negotijs fideliter scriptum, signoque et nomine meis solitis et consuetis signavj, subscripsi et publicavj, rogatus et requisitus in fidem et testimonium omnium et singulorum premissorum.

_ _.:.,-:.._:·_: --::..:·...:..:.·:.._________:____1!.~L--......:!~~~"!!!""- - - - ---~~-- :. - ._:..


Do e u MENTI DEL L' A R e H I V I o

84

e A ET AN I

C-1049. II.

1460. VI. 23.

Sarno (negli accampamenti presso il borgo di) Giovanni d'Angiò a Onoralo Caetani: l'ordine di raggiungerlo al più presto con Marino Marzano. Fuori:

Magnilico Honorato Gayetano Sulmonete elc. domino fidelj regio paterno nobis sincere dilecto et carissimo.

rinnova

s.

Dux Calabrie et Lothoringie etc. patemj regni Sicilie locumtenens et vicarius generalis.

Entro: Magnifice fidelis regie paterne nobis sincere dilecte et canss1me. Come per altre ve haverno scripte, per la presente ve replicamo, pregamo et incarcamo che, lo più presto possete, con tucte vostre genti che iongate insemj con lo ill. principe de Rossano, nostro fratello, et ove per caso trovassevo fosse partito, sequerite lo lor camino, perchè al presente è tempo de ce iongere tucti insemj et fare lo più forte capu che porrimo per offendere lo inimico. Fate in questo usate ognie vostra diligentia et de vuj confidamo. Datum in regijs paternis et nostris felicibus castris apud burgum Sarnj, XXJIJ junij M.CCCC.XL.

Je han

subsèripsi. Stephanus N.

Sarno (negli accampamenti presso) vanni Macro, suo consigliere.

Giovanni d'Angiò a Onoralo Caetani: -

1460 .VI. 23. Fuori :

Magnifico Honorato Gaytano Sermoneti etc. domino fideli regio paterno nobis sincere dilecto et carissimo.

credenziale per Gio-

C-1045.

s.

Dux Calabrie et Lothoringie etc. patemj regnj Sicilie locumtenem et vicarius generalis.

Entro : Magnifice fidelis regie paterne nobis sincere dilecte et canss1me. Per alcune cose quale a boccha da nostra parte ve dirà, mandamo da là lo egregio notar lohannj Macro, nostro consiglierj, al quale ve pregarno vogliate dare piena fè et credenza corno a la persona nostra propria, et in quello ve dirà, sforzarve corno è la confidencia che havemo in voi. Datum in regijs paternis et nostris felicibus castris apud Sarnum, die XXIIJ junij MccccLX. Jehan subscripsi. Stephanus N.

(1460 .VI. 25-VII. 7.]

736

bi,.

Poscrillo su ligula di caria relativo alla rolla del duca di S. Marco. Post salutem. In questa hora havemo lettere da Calabria chome lo marchese de Cotrona ha rotto et sfracassato tutte le gente del duca de Sa (I) Marcho (Sanseverino) a .Mesurata, dove quelle erano, et havuta la terra, et quasi tutti li signorj de Calabria et le terre sono venute alla nostra obedientia. Speramo in Dio che presto quella provincia tutta integra sarà alla fidelità nostra. A visatene spesso de l' occorrentie. Dalla data ut in litteris.


85

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

C-1046.

1460 .VI. 26. Roma - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: Mattuzzo. •> Fuori :

insiste per la scarcerazione di Antonio di Paolo di

Magnificc domine commatri noatre carissime domine Co.therine de Urainis Sermineti etc.

L.

cardinalis aquilcicnsis domini pape camerarius

s.

J etc.

Entro: Magnifica domina, commater nostra canss1ma, salutem. Per altre nostre ve havemo scripto che lo parere nostro è debbiate relaxare quesso ciptadino romano che havete sostenuto. Non lo avete facto et vedete quello è sequito per volere stare dura nel proposito. Hora, per non tenervi più in parole, ve confortamo, per evitare magiore scandalo vostro, lo vogliate in ogni modo lassare per quello megliore modo ve parerà, et consignarlo in mano de meser Antonio (Picco/omini), nepote de la Santità de N. S. et questo è lo nostro consiglio et parere. Bene valete. Rome, die XXVJ junii MccccLX.

1460 .VII. 7.

C-1049.

Sarno (negli accampamenti presso) Giovanni d'Angiò · a Marino Marzano: - informandolo della al passo del Sarno e della disfatta del duca di San Marco in Calabria. grande villoria riportata La copia della lettera de lo signor duca de Calabria mandata allo signor principe de Rossano. b) lllustris princeps, consanguinee et frater noster carissime. Per farve sentire le felici progressi nosb·i, ve advisamo che questa matina, all'albe del dì, lo inimico nostro con tucto 'I campo suo per assaltarene qui, in questo burgo, vende alla foce et prese el passo. Non essendo ancora li nostri ad pena svigliati, intrò in del forte de lo passo con circa X o XIJ squatre, et fanti soy aveano priso el monte. Li nostri verilmente forono alle manj con loro et li fanti nostri, ad uno medesimo tempo, con lj loro. El facto d'arme se appiczò per sì facta manera che li averno ructi et fracassati in modo che may più se arrepeczano. Sono prisi de li loro circa duj milia cavallj, tra li qualj sono stati prisi homini de cunto: el conte de Consentanio (?), figliolo che fo de missere Coreglia, don Ferrando de Giuvara, parente Ursino, el quale se trovò dentro de Nola quando el principe de Salerno se sevoltò contra de nuj et era cunzo con don Ferrando, lacobo Ferraro, lo fratello del marchese de Cotrona, Francesco Carrafa, Uliverj Caraczolo, Santiglia Catalano et infiniti conducterj et altri capi de squatra et homini d'arme, de li qualj ancora non se sape el numero nè 'l nome, perchè ancora li nostri sonno presso ad quelli che sono .in fugha et maxime ad don Ferrando, el quale se nde fuge al camino de Nola. El campo suo tucto messo a ssaccho, paviglionj et ogni altra cosa·. El capitano Simonecta, e) ne la pressa del facto d' arme, è morto et altri infiniti et feriti assay et cavaglj, senza numero, morti. Perchè ancora li nostri non sono tucti ricolti, non sende po' sapere el cunto ni de prisi ni de morti fine ad questa hora, perchè non se trova se no, corno è dicto, ultra li morti, dui rnilia cavalli prisi. Ad gaudium ve ne advisarno, sindificandove eciarndio corno li nostri in Calabria, a li XXV del passato, roppero lo duca de San Marcho et tolcerolj, tra ad pedi et ad cavallo, circa mille prisonj, sicchè da ognj canto, corno manifestamente se vede, per gratia de Dio, le cose nostre vahono prosperissirne, perchè sperarno presto presto dare quiete ad questo riarne. Daturn in regijs paternis et nostris felicissimjs castris apud Samum, die VIJ 0 mensis julij, hora . Mo terc1arum, . ecce. OLXo. Vostro bon fratello lohannes. A . Paganus. a)

Cf. C-1047 a pag. 8 I.

b)

Pubblicata in parte dal Nunziante (XX, p. 452).

---

e)

Comandante delle truppe pontificie.

-


o o e u M ENTI

86

DE L L. A R e H l V l o

e A ET A N I C-1050. .

[1460]. VII. 9.

Sessa Aurunca - Marino Marzano a Caterina Orsini: - manda copia della lettera ( docum. precedente), saittagli da Giovanni d'Angiò, sulla rotta di re Ferdinando; spera che Onorato, giunto nel campo del duca di Calabria, dopo la vittoria, otterrà suo figlio Nicola in cambio di prigionieri. Fuori:

Exccllcnti domine tamquam sororj nostre honornndc domine Catarinc dc Ursinis consorti exccllcntis dominj Honorati Gaylanj Sclmoncli Rcgnj Sicilie

~

s.

Ammiralus etc.

Entro: Excellens domina tanquam soror canss1ma, salutem, ad gaudium. Ve notificamo corno lo ili.mo signor duca de Calabria have ructo don Ferrando et adzò che saczate plu ampiamente la cosa corno è passata, ve mandamo la . copia de la lettera che ipso signor duca ce have scripta, per la quale comprenderite el tucto, benchè ve certificamo che, secondo ce scrive uno hqmo nostro che se ce è trovato, la victoria è assay plu che non ne scrive ipso signor duca. Pertanto ve confortite, perchè speramo che lo signor Honorato, nostro honorando fratre, quale ionse in campo de lo signor duca po• de . . con e1111 cava11·1 et eVII fanh. ... ce rnnc1mmo . . (") ' de fare a Icuno camb'10 I a VJctona r sapato passato, optenera de alcuno de quisti signurj pigliati con lo magnifico misser Nicola, vostro figlio, et nuj da equa ne lo Suesse, VJIIJ 0 julij, VIIJ inqictionis. scriverimo che ce actenda. Princeps Rossanj dux Suesse et Squillacij

1460 .VII .16. Albano -

C-1052.

Il card. Scarampo a Caterina Orsini: -

Fuori :

Magnifice domine Catherinc dc Uniois Sermoocti etc. commatri nostre carissime.

L.

cardinalis aquilcicnsis domini pape camerarius

partecipa che è in Albano per ricreazione.

s.

l

etc.

Entro: Magnifica domina, commater nostra canss1ma, salutem. Occorrendoce el presente messo, el qual torna ad voi al presente, ci è parso per consolatione vostra, scrivervi la presente, et non essendo altro che significarvi, scrivervi che noi al presente ne starno qua per recreatione et più riposo nostro. Speramo, de qui ad pochi dì, mandar ad voi uno de li nostrj, per farvi dire alcune cose. Bene valete. Ex nostro monasterio Sancti Pauli, die XVJ julij MccccLX.

1460 .VII .18.

C-1053.

Albano - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: Perugia. Fuori:

[Magni6c]c domine commalri (nostre) carissime domine [Cath)crinc dc Uninis Scrmoncti.

[L.

car)dinalia aquilcicnsis domini) pape camerariua

credenziale per il suo uditore, messer Fermano da

s. J

etc.

Entro: Magnifica et carissima commater nostra, salutem. Mandamo ad voi el venerabile doctore meser Fermano da Perosia, dilecto auditor nostro, exhibitore presente, el qual vi exponerà quanto gly habbiamo commesso per parte nostra vi debbia explicare. Piacciavi dargly piena et credula fede. Bene valete. Ex nostro monasterio Sancti Pauli, die XVIIJ julii MccccLX.

• J _ _ _, . , _ , . - - -


87

EPISTOLARIVM HONORATI CAI ETANI

C-1048.

1460 .VII. 24. Albano - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: piccole vendetle in danno di Onoralo Caetani. fuori:

intorno alla sistemazione dell'Acquapuzza ed a

Magnifice domine domine Catherine de Ursinis Sermoneti etc. commatri nostre cariasime.

L

cardinali, aquileicn1i1 •

domini papc camcrariua

s.

l

etc.

Entro: Magnifica domina, commater nostra carissima, salutem. Per el presente exhibitore havemo ricevuto vostre lettere et certo pesce, el qual è stato bellissimo et regratiamovene assai. Ma non volemo, per adesso, per alcuno modo, per noi pigliate più alcuno affanno de nisuna sorte, perchè consideramo et compatimur vobis, chè ce pare ne habbiate troppo. A la parte de Aquapuza, in bona forma provideremo et subito scriveremo et mandaremo uno al castello in modo speramo se pigliarà partito ne remarrete satisfacta. Vi confortamo, con patientia et prudentia ve arricate dal lato vostro la ragione. De la vita del nostro compar (Onorato) ne pigliamo quella consolatione che credemo lui faccia verso di noi. Ben vi certificamo che sempre firmiter extimammo, quello è seguito, piccole vendette sonno queste, et cusì non vi possano mai far le maggiore chi ciò ha conficto et che haveria voluto. Attendete ad vivere sana et de bona voglia. Ex nostro monasterio Sancti Pauli Agri Albani, die XXIIIJ julii Mccccl..X.

1460. VIII. 11 .

C-1055.

Albano - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: - perchè i danni arrecali dai vassalli di lei al bestiame vaccino di Evangelista di Renzomarfino siano soddisfalli. Fuori:

Magnificc domine Catherine dc Ursinis Scrmoncti etc. commatri nostre carissime.

L

cardinalis aquilcicnsis •

domini pape camcrarius

s.

l

etc.

Entro: Magni ca domina, commater nostra car1Ss1ma, saluiem. Habbiamo inteso dal spectabile homo Vangelista de Renzomartino, ciptadino romano, che havendo, a li mesi passati, mandato lì in I~ terreno de Sermoneta certo suo bestiame vaccino, el qua' da voi fo fidato; di che allora anche ve scrivemmo; et eh' elio, da homini vostri ricivì multi et varij dannj, de li qual già dice da voi essergly promesso satisfarlo, corno era ragionevol. Et quantunqua crediamo non bisognare, pur perchè habbiamo sempre cognoscuto dicto V angelista essere al magnifico nostro compare (Onoralo) et ad tutta la sua casa affectionatissimo, et è homo el qual deve meritamente esser tenuto caro, vi confortamo et, per cl debito et per lo honore vostro et anchi per perseverare con lui in bona amicitia, vogliate fare eh'elio di sui danni sia satisfacto in modo eh' elio non habbia i usta cagion de dolerse et ad noi serrà caro, .perehè havemo <lieto V angelista per nostro carissimo et spetial amico. Bene valete. Ex nostro monasterio Sanctj Pauli Agri Albani, die XJ augusti MccccLX.

C-1056.

1460. IX. 5.

Albano - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: la consiglia di non immischiarsi dei falli di Terracina, rivoltatasi contro re Ferdinando dietro sobillazione di Onorato Caelani, il quale voleva riprendere possesso di San Felice. Fuori:

Magni/ice domine domine Cathcrinc dc Ursinis Sermoneti etc. commatri nostre carissime.

L

cardinali, aquilcicn$Ìa domini pape camcrarius

s. J

etc.

Entro: Magnifica et canss1ma commater nostra, salutem. Inteso quanto ce scrivete de quanto terracinesi vi hanno ricercato etc., vi respondemo che havete facto benissimo fare quanto cl rectore

~

. ~ ;r-. --- - - - ~

.

. - .......

~

-

.

----....__....___.:.___


Do e u M E N TI DEL L' A Re H I V I o

88

e A ET AN I

vi ha significato. Et cusì dicemo debbiate far de cetero, et quanto per el dicto rector de Campagna vi serrà dicto, tanto debbiate fare, non variando per alcuno modo da sua voluntà, perchè, cusì facendo, non possete se non esserne commendata, et aliter poteria succederne inconveniente. Ex nostro monasterio Sancti Pauli Agri Albani, die V septembris MccccLX,

C-1057.

1460. IX. 7. Roma -

Il card. Scarampo a Caterina Orsini:

Fuori :

rinnova il consiglio dalo nella lellera precedente.

Mngnilicc domine domine Cathcrinc dc Uraini1 Scrmoncti etc. commntri nostre carissime.

L.

cardinnlis aquilcicnsis

s. . J

domini pnpc camcrarius

etc.

Entro: Magnifica domina, commater nostra carissima, salutem. Per lo exhibitore presente havemo ricevuta una vostra lettera per la qual vi regratiamo di quanto ce havete significato. Al facto de Terracina vi dicemo che, senza requisitione de N. S. o per parte de Sua S.•1 o sui nuncij, non obstante qualunqua cosa, per niente vi debbiate impacciar in niente, perchè per varie vie ne potereste guadagnare qualche carco, che 'l dovete fuggire omni diligentia. Bene valete. Ex nostro monasterio Sancti Pauli Agri Albani, die VIJ septembris MccccLX.

1460 .IX. 8. Albano -

C-1058.

Il card. Scarampo a Caterina Orsini: -

Fuori:

rinnova i suggerimenti dati nelle due precedenti lellere.

[Magnif]icc domine commatri nostre [carissi)me domine Cathcrine dc [Ur)sinis Sermoncti etc.

[L.

s.

car) dinalis Aquilcicnsis domini] pape camcrarius

Entro: Magnifica domina, commater nostra canss1ma salutem. Inteso quanto ce scrivete del subcesso de le cose .de Terracina, vi ringratiamo ce l' habbiate significato; et cusì, se altro sequirà, falecei sentire. A l'altra parte vi respondemo che, como per altre vi havemo scripto, igegnative con omne studio non variar nè deviar da la volontà de li officiali de N. S. et quant~ per loro vi serrà ordinato, tanto mandate ad effecto. Et in quanto dicono quilli circa la parte de Sancta Felice, lassate far ad quilli, et voi per niente vi scoprite in cosa alcuna. Bene valete. Ex nostro monasterio Sancti Pauli · Agri Albani, die VJIJ septembris MccccLX. 1

1460. IX.19.

C-1059.

Roma - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: nelle precedenti. Fuori :

Magni6ce domine domine Catherine de Uninis Sermoneti etc. commatri nostre carissime.

L.

cardinalis aquilciensis domini pape camerarius

l

ringrazia che abbia seguilo i suggerimen(i dati

s. etc.

Entro . Magnifica domina, commater nostra canss1ma, salutem. Habbiamo inteso quanto per la vostra lettera ce scrivete. Vi respondemo che non guardate ad tal parol[a], perchè sappiamo bene che, quando cosa alcuna da voj vorremo, lo exequirete senza exceptione. A la qual parte non ne extendemo Rome, die XVlIIJ septembris MccccLX. più. El pesce habbiamo ricevuto et regretiamovine. Bene valete.


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

C- 1060.

1460.IX.25. Roma - ll card. Scarampo a Caterina Orsini: lettera de./ card. Pcospero Colonna. Fuori:

manda per ser lacobello, cancelliere di lei, una

Magni6ce domine domine Catherine de Urainia Sermoneti etc.

s.

commatri nostre carissime.

L.

89

cardinalis aquileiensia

}

domini pape camerariua

etc.

Entro: Magnifica domina, commater nostra canss1ma, salutem. Quantunqua, tornando là ser lacobello, exibitore presente, vostro cancelliero, non bisognasse scrivere altro, p'erchè da lui pienamente intenderete corno le cose sonno passate etc., tamen per più vostra satisfaction cc è parso scriver queste poche parole et mandamovi anche inserta una lettera, corno vederete, del r. mo cardinal de Colonna, la qual, per primum fidum occurrentem, ce remandarete. State de bona voglia, chè le cose speramo pas• saranno tuttavia bene. Rome, die xxv septembris Mcccdx.

1460. IX.27.

C-1061. Il card. Scarampo a Caterina Orsini: - accennalo al breve papale comunicatogli, •> relativo

Roma a San F e/ice, le suggerisce come deve contenersi. Fuori:

Magni6ce domine domine Catherine de Uninia Sermoneti etc. commatri nostre carissime.

L.

cardinali, aquileienaia domini pape camerariua

l

s.

etc.

Entro: Magnifica domina, commater nostra car1ss1ma, salutem. Habbiamo ricevuta una vostra lettera et con essa el breve di N. S. [et la letter]a del governator di Campagna, derizata ad voj etc. ; li qual intesi et exam[inati], non sappiamo comprendere onde ciò possa procedere. Ad ciò non incidatis in aliq[uid erro]neum, ci pare non debbiate, aliquo modo, innovar alcuna cosa set obbedire mandatis D. N. et temporeggiar corno meglio, sì che nihil vobis impingi possit. Noi, in questo mezo, vederemo se di ciò poteremo sentir alcuna cosa, chè, sentendola, ve ne darremo adviso. Bene valete. Rome, die XXVIJ septembris _MccccLX.

Prg. 279.

1460 .X.3.

Viterbo. - Pio Il permette ad Onorato Caelani e a Caterina Orsini di rioccupare San Felice a condi. zione di non riedificare il castello. Fuori:

Dilectis 6liis Honorato Gnietano et Caterine comorti eiua Sarmineti etc.

AP,

Entro: Pius papa Il. Dilecti filii, salutem et apostolicam benedictionem. Quamvis prox1me inhibuerimus vobis per literas nostras ac mandata nostrorum comissariorum ne in possessione seu loco tenute castri olim Sancti F elicis vos intromitteretis aut castrum ipsum reedifìcaretis, cum tamen lacobellum cancellarium vestrum ad nos miseritis fidem ac devotionem vestram erga romanam ccclesiam ostendentem, contentamur ac vobis concedimus ut possessionem ipsam possideatis sicut hactenus tui predecessores possederunt, dummodo ab ipsius castri reedifìcatione penitus abstineatis usque ad beneplacitum nostrum, dictis mandatis nostris in contrarium emanatis et ceteris contrariis non obstantibus; quod si a predicta castri edifìcatione non cessaretis, volumus et declaramus vos in penas prioris nostre inhibitionis incidisse et a vobis irremissibiliter exigendas esse. Datum Viterbii, sub annulo piscatoris, die Ili octobris MCCCCLX, pontificatus nostri anno tertio. Ia • P a pie n sis . · a) Il Caetani, approfittando della rivolta dei terracinesi, tentò di rioccupare e riedificare il proprio feudo di San Felice, ciò che Pio Il aveva già severamente proibito.

12

~Cli,.....


Do e u M E N TI D EL L' A Re H I V I o

90

e A ET A N I

- ------- -· C-1062.

1460.X.6.

Vicovaro - Angelo Farnese al cardinale Scarampo: - circa il matrimonio di suo fratello Pierluigi con Giovannella Caetani figlia di Onoralo e circa i movimenti militari fra falombara e Montecelio. Fuori :

Reverendissimo in Chrislo patrj domino domino L. presbitero cardinalj Sanctj Laurcnti [in) Damaso, palriarcc Aquilcgcnsi [sanctc) Romane ccclcsic camcrario ••• ac bcncfaclorj singularissìmo.

s.

Eniro: Reverendissime in Christo pater et domine ac domine mi singularissime, post humilem. recomandationem. Avisamo la V. R. S. como, ilio tunc che avemmo la lettera della V. R. S. sopra al facto · della parentezza de mio fratello, noy subbito la mandammo a la S. Sua et credemo che la S. Sua o sia v_e nuto o habia risposto a la V. R. S., sichè in questa parte non ce extemdemo più oltra. Noy non averno possuto più presto respondere a la V. R. S. perchè non semo stati in luochi comodi ad possere respondere a la V. R. S. più presto. Mo, al presente, semo equi in Vicuaro con duj squatrj et semo per defensione de quisto luoco sì per comandamento de monsignore de Tiano (card. Nicola Forliguerra) et sì per comandamento de monsignore (card. Latino) delli Orsinj. Delle novelle di qua sentemo che el conte laco (Piccinina) s'è levato da campo dove luj stava et esse tirato inderieto verso le terre del conte de Maniero; Diophebo (dell'Anguilla,a ?) et Antonello da Forlì dicese essere infra Palombara e Montecellj. Se de qua vede la V. R. S. averno da fare alcuna cosa, piacciavj avisarci et semo sempre preparati. Nec plura; recomandamoce semper a la V. R. S. quam Altissimus ad vota conservet. Vicuarij, die VJa octubris 1460.

E. V. R. D. servus vester Angelus de Farnexio.

1460.X. 8.

C-1063.

Roma - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: - comunica la precedente lellera di Angelo Farnese relativa al proposto parentado Caetani-Farnese. Fuori:

Magnifice domine domine Cathcrine de Unìnis Scrmineti etc. commatri nostre carissime

L.

cardinali& aquilciensis domini pape camerarius

s. J

etc.

Entro: Magnifica domina, commater nostra carissima, salutem. • Heri ricevessemo una lettera dal signor Angelo da Farnese supra al facto di quella parenteza etc., la qual vi mandamo in questa, corno vederete. Pensamo presto haveremo resposta dal fratello del dicto signor Angelo, perchè etiam ad lui tunc scrivemmo. Bene valete. Rome, die VIIJ octobris MccccLX.

1460. X. 24.

C-1072.

Gambatesa (negli accampamenti presso) Giovanni d'Angiò a Onoralo Caelani: - gli ordina di partire insieme con la squadra di Giovanni Caracciolo, duca di Melfi, e di alloggiare a « Ripa », terra del conte di Campobasso.

Fuori:

Magnifico Honorato Cayetano armorum etc., fidcli regio paterno nobis cariasimo.

s.

Dux Calabrie et Lothoringie etc. regnj Sicilie locumtenens et vicarius generalis.

Entro: Magnifice fidelis regie paterne, nobis dilecte. Non obstante che ve havessimo lassato ordinato che non ve partessivo da llà per domane, nientedimeno al presente havemo mutato consiglio per


91

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

- - - - - - - - - - - - -- -- --------------- - nova causa che nc'è succesa tra le mane. Il perchè volemo et comandiamove che domane, a bon'hora, vi partite da llà cum li vostrj et cum quella squadra del duca de Melfe et andatevene ad allogiare domane a sera alla Ripa, terra del conte de Campobasso, dove ve havemo facto ordinare li vostrj alloEx regijs giamenti. Et in questo non fate manchamento alchuno si havete cara la gratia nostra. 0 paternis et nostris felicibus castris prope Gambatisiam, XXIIIJ octobris MCCCCLX. Jehan subscripsi. Andreas.

C-2258.

1460. X. 26. Campobasso - Giovanni d'Angiò a Onorato Caelani: cui lo raggiunga il giorno successivo. Fuori:

si assicuri del conte di Montesarchio, con

Magnifico Honorato Gaylnno Sermonete clc. domino, consiliar;o et fideli regio paterno nobis sincere dilecto et carissimo.

s.

Dux Calabrie et Lothoringic etc. patemi regni Sicilie locumtenena et vic:arius generalis.

Entro : Magnifice consiliarie et fidelis regie paterne, nobis sincere dilecte et canss1me. Havemo recevuto vostra lettera et inteso quanto scriviti. Non c'è altro de novo da qui. Vediti con bon modo questa nocte essere securo del conte de Montesarchio et honestamente, et domane venerite insieme con Datum in Campobasso, die XXV] octobris MCCCCLX. Fa telo in modo che 'I esso qua da noi. non se ne aveda. Jehan subscripsi. Stephanus.

1460. Xl. 9.

N.

C-1065.

Roma - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: - arrivando in Sermone/a il suo amico Gabriele Cardona, prega di provvederlo di compagnia e di scoria. Fuori:

Magnifice domine domine Catharine de Urainis Sermonete etc. commatri nostre carissime.

L.

cardinalis aquileiensis domini pape camcrarius

s. J

etc.

Entro: Magnifica domina, commater nostra canss1ma, salutem. Arrivando lì, a Sermoneta, il spectabile homo miser Gabriello Cardona, nostro intimo et singulare amico, et recercandovj de scorta o vero d'alcuno altro aiuto o favore, ve pregamo caramente che quanto facessate per la nostra persona, tanto vogliate fare per el dicto miser Gabriello, perchè omne honore et favore et careze farrete a luj, reputaremo essere facto a noj proprij. Et questo non manchi per quanto havete caro fare cosa che ne sia Ex Urbe, die Vili] novembri,s M°CCCCLX. summamente grata. Bene valeat M. Yestra cui nos offerimus. (Su ligula /issala con cera): Per questo nostro scrivere non intendiate che vogliamo glie facciate spese, ma che solo glie provediate de compagnia et de scorta sichè, per lo vostro terreno, non receva alcuna m1una o mancamento.

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Do e u M ENTI DEL L' A Re H I V I o

92

e A ET AN I

C-1066.

1460.Xl.14.

Roma - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: - si offre di adoperarsi per la liberazione del figlio Nicola e per il fidanzamento di Giovane/la; le raccomanda di far dare scoria e compagnia al latore Laudadio. Fuori ;

Magni6ce domine Catherinc de Ursinis Sermoneti etc. commatri nostre carissime.

L.

cardioalis nquileicnsis domini pape camerarius

s.

J etc.

Entro: Madonna commater. Havemo diligentemente inteso quanto voj et el signor Honorato ce scrivete et etiam quel che luj scrive a voj de li facti de miser Nicola, cioè de la sua liberatione et del novo parentato etc. In tucte · le cose siamo apparechiati ad operare et fare quanto per noi se poterà et cognoscerà essere expediente, havetene adunque ad recercare. Bene valete. Ex Urbe, die 0 XIIIJ novembris M ccccl..X. lnsuper l'apportatore de questa serrà el magn.co Laudadio, nostro intimo et caro amico et homo digno di essere amato, el quale noi mandamo per la liberatione de miser Nicola. Il perchè la M. V.'• se opere che, per el suo terreno, non solo non glie sia facto iniuria, ma glie sia dato scorta et compagnia et tractato quanto fosse la persona nostra.

C-1067.

1460. Xl. 21.

Roma - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: - circa la callura di Giovanni « Cole Sirini » di Bassiano, accusalo di /urlo in danno di Sante Ji Domenico di Lapo, canonico di S. Eustachio. Fuori:

Magnilice dom[inc domine Cath]erine de Uninis Sermoncti etc, commatrj nostre carissime.

L

s.

cardinalis aquilciensis } etc. domini pape camerarius j

Entro: Magnifica domina, commater nostra canss1ma, salutem. È stato ad noi 'el venerabile homo meser Santi de Domenico de Lapo, canonico de Sancto Eustachio, et narratoce che, havendo luj recolto uno povero homo, benchè maligno et iniquo multo fosse, per lavorare una sua vigna, et tenendolo in casa fidandose de luj, poi alcuni pochi giorni, non essendo alcuno alla custodia de la casa, dicto homo robbò furtivamente ad lo dicto meser S[ancti] ... denarj et anelle la. valut ... tanta ducati et senza fare alcuna parola se ne fugg(ì] ... olj dericto el dicto meser ... cognati et questi essendo per lo lungo ca ... a Ninfa et [A]quapuza ... da Bassiano fratello de uno ... de ... cuj nome dicti cognati ... promettendolj darlj bono beveragio dicto ... vassallo •.. dal suo camino revocarono ... al dicto ladro mandarono perochè più fresco et più p ...sente era al camino. Per la qual cosa havendolo trovato che accompagnato andava con tre homeni de Core, che con grano andavano alle molina de Seza, tiratose inseme con lo dicto ladro, esso da la via che haveva principiata revocò et menò fore de via menandolo per lochi asprj et alpestrj, forsi con animo de partire inseme lo furto et esso ladro campare da le mano de lj dicti cognati de meser Sancti prefato; poi retornando ad questi che lo beveraggio li haveano promesso, dixe non haverlo trovato. Il perchè questi predicti, intrati in suspitione, trovarono quellj tre che con lo grano andavano, li quali, domandati se uno tale homo havessero veduto, dandoli li signalj, resposero de sì: et tucto lo conveniente narrarono. Sichè, essendo questo tale vassallo vostro et cagione del scampo de lo ladro, el prefato meser Sancti ha havuto recorso ad noj affirmando bavere de ciò apertissime chiarezze. Per la qual cosa vi pregamo et confortamo che dieta vostro vassallo faciate pigliare, et dove voj non lo vogliate qua mandare, retenetelo presso voj fino ad tanto che meser Sancti . produca sopra de ciò le sue testimonianze ; et trovandose questo essere vero, vi confortamo faciate ragione, che ce farrete piacere assaj. Bene valete. Rome, die XXJ novembris MccccLX.


93

EPISTOLARIVM HONORATl CAIETANI

Prg. 585.

1460. XII. 4.

Roma - Pio Il a Caterina Orsini: - perchè faccia restituire a Sante di Domenico di Lapo, canonico camerario di S. Eustachio, i denari e gli anelli rubatigli da Giovanni « Cole Sirini » da Bassiano, o mandi costui in Roma. Fuori:

Dilectc in Christo filie Catherinc consorti Honorati Gaietani Sermoncti etc.

AP.

Entro: Pius papa IJ. Dilecta in Christo filia, salutem et apostolicam benedictionem. Exposuit nobis humiliter Sanctes, canonicus camerarius Sancti Eustachii de Urbe, quod cum requisierit devotionem tuam, ut ei iustitiam ministrare faceres contra quemdam loannem Cole Sirini de Bassiano, suspectum de furto sibi facto de centum florenis auri et annulis quinque aureis, id facere recusasti, de quo miramur satis, propterea hortamur te ut vel ipsum loannem cogas ad restituendum Sancti quod suum est vel eum huc mittas ad standum iuri et rendendum dicto Sancti, alioquin pro indemnitate dicti Sanctis cogimur huic Datum Rome, sub anulo piscatoris, die IIIJ decembris MCCCCLX, negotio aliter et opportune providere. pontificatus nostri anno tertio. la. Papiensis .

[1460]. XII. 13.

C-1068.

SC$sa Aurunca - Marino Marzano a Onoralo Caelani: - arresti gli ambasciatori di re Ferdinando, che passeranno per le sue terre, anche perchè questa è l'unica via per riscattare il figlio. Fuori :

Excellentj domino Honorato Caytano Sulmonctj domino etc. tnmquam fratrj nostro carissimo. Regnj . .. S1c11te

}

s.

Ammiratus etc.

Entro: Excellens domine et tamquam frater noster canss1me, salutem. Sentimo che m1ssere Valentino Clavez catalano et missere Ciccho Antonj Guindaczo de Napolj et missere Cola Antonj de Capua andano ad lo papa o •> ad certi lochi ad istanccia de don F erante et passaranno per le terre vostre. Et da quisti se porranno sapere molte cose et aver cosi in mano scorbariamo lo :facto de don Ferrando et farrite relevato servicio ad quisto signor duca et porriase da lloro avere uno grosso dinaro et ancho forci ne recuperarà V. S. vostro figlio da lo dicto don Ferrando. Et pertanto pregamo la detta V. S., tanto per servicio de lo dicto ili.mo signor duca quanto per beneficio vostro, vogliate con prestissima velocità mandare, se fosse possebele volando, ad le vostre terre et vedate se li potete avere in mano et che lo dicto ili. mo signor duca conosca et con prenda che V. S. enne tenera de sou stato. Pregamove et strengemove quanto ne enne possebele, mandate presto cha sentimo non poteno passare se non da le diete vostre terre et sentimo che questa sera, die dominico, sono desmontati da una fusta ad Gaeta. Advisando la detta V . S. che non conosceriamo altra via che con questa recuperare vostro figliolo et con questa lo recuperarite subito. Et sentimo che lo conte de F undi lo ave facto retinn[a]rj lo dicto Suesse, die XIIJ decembris, VIIJ vostro figliolo. Actenda iterum V. S. mandare presto ; offerentes etc. indictionis. Princeps Rossani dux Suesse et Squillacii.

a) Le parole papa o furono poi $Cancellate.

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Do e

94

u M E N TI

D EL L' A Re H I V I o

e A ET AN I

C-1069.

1460. XII .15. Roma - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: la provr>isla di pesce. Fuori :

Magni6ce domine Catharinc dc Uninis Scrmoncti etc. commatrj nos!rc carissime.

L.

manda il suo familiare Francesco da Treviso per

s.

cardinali, aquilcicnsis

)

domini papc camcrarius

j

etc.

Entro : Magnifica domina, commater nostra canss1ma, salutem. Per provedere de havere certa quantità de pesce, de la quale abbiamo bisogno, mandamo ad alcunj lochi el dilecto nostro familiare, . Francesco da Trivisio, presente exhibitore, al quale, in quello ve exponerà, daretelj piena fede. Bene valete. Ex Urbe, die XV decembris 1460.

C-2176.

1460. XII. 29. Laurito -

Ordinanza di Giacomo Piccinina alle comunità e terre soggelle a re Renaio.

lacobus- Picininus de Aragonia, ·vicecomes etc., regius locumtenens 'et capitaneus generalis etc. Mandando lo s.re Honorato Gaietano de Sermoneta verso Pontecorvo, comandamo a cadauna comunità, terra et loco, supposita al ser.mo s.re re nostro, re Renato, che li diano stantie et strame nel suo transito et cussi victualie et altre cose necessarie per li suoy dinari, et chi farà lo contrario se intenda essere incorso in la pena di cento onze. Ex Laureto, die XXVIIIJ 0 decembris 1460. Cordiolus.

s.

1460. XII. 29.

C-1071.

Roma - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: - perchè, spirata la tregua, i guardiani del cilladino romano Evangelista di Renzomarlino non siano molestati dagli uomini di lei. Fuori:

Magnifice domine domine Cathcrine dc Ursinis Scrmoncti etc. commatri nostre carissime.

L.

cardinali, aquilcicnsis domini papc camcrarius

s.

J etc.

Entro : Magnifica domina, commater nostra canss1ma, salutem. È stato da noi Evangelista de Renzomartino, ciptadino romano et singular amico nostro, et dictoce havere certi buttari et altri garzoni a la guardia del suo bestiame in lo tenimento de San Piero in Forma, li qual sonno da Saza, et dubitare che da li vostrj hominj, de po' la expiration de la tregua, non sia contra li dicti facto alcuna novità. Et perchè sì perchè elio è amico nostro, sì anche perchè, essendo ciptadino romano, non dovete fargly alcuna novità maxime ip Io territorio de Roma, vi confortamo et pregamo date ordine che, per alcuno modo, dicti garzoni non ricevano alcuna molestia. Ex Urbe, die XXVJIIJ decemb1is MCCCCLX.

_.,_


95

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

C-1070.

1460. XII. 31. Roma - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: anno, la tregua con i sezzesi. Fuori:

dal papa sarà spedilo il breve che proroga, per un

Magnificc domine domine Cathcrinc dc Urainis Scrmoncti etc. commntri nostre carissime.

L

card'.n~lis aquilcicnsi, . dommJ papc cameranua

l

s. etc.

Entro: Magnifica et canss1ma comater nostra, salutem. Habbiamo ricevuta una vostra lettera de XXVIIJ del presente, per la qual veduto quanto ce scrivete per la prorogatione de la tregua con sezisi, habbiamo efficacemente facto solicitare supra questa materia N. S.; et finaliter, post multa, in questa hora, Sua Santità ci ha mandato ad dire che 'l crediva già fosse prorogata, ma ~he in effetto, questa sera, farrà fare el breve in bona forma et prorogare dieta tregua per uno anno et che questo omnino serrà facto. Questo è quanto in questa materia occorre ad respondervi. Bene valete. Datum Urbe, die XXXI decembris MCCCCLX.

C-1081. I.

[1460. fine circa] BOTTINO DI ALFEDENA.

Lo botino di Alfedena cum bestiame et presonj monta ducati milecinquanta ad raxione de cardue M. L.ta lir.j dece per ducato de la predicta summa devese chavare la infrascripta quantitade de denarj. Et primo per lo cinquino de li presoni che sonno deceocto due. novanta due. LXXXX. Item devese chavare per uno cavallo per lo signore due. centodece due. CX Item devese chavare per li savj conductj fati tre fiate due. decedoto due. XVIIJ Item devese chavarle per la captura de li presonj ducati decedoto due. XVIIJ Item devese chavare per lo cavallo morto a lohannj Calabrexe due. venticinque due. XXV Item devese chavare per lo cavallo morto a Rinaldo due. dece due. X. Item devese chavare per la guardia del bestiame due. quatordece due. XlllJ Item devese chavare per li botinerj due. dece per ziaschuno due. trenta due. XXX. somma ducati CCCXV ducati vucxxxv

Resta neto lo botino ducati Vllcxxxv

Le paghe sonno in tuto trecentovintj et una de Sancto Anthonio de che tocha per paga ducati duy, carlinj duy et uno ragonexe, et avanza sopra più ducati JllJ, tari UJ, grani X. Le paghe de Monterotondi sonno eentododeee, monta Le paghe de Machia sono quarantanove, monta Le paghe de fante sono vintieinnove, monta Le paghe del grecho sonno ventisey, monta Le paghe del signor Honorato et homenj d' arme sonno eentoquatro, monta La pagha de Santo Anthonio

due. W LlllJ tr. lllJ due. Jc XJ tr. IJ gr. VIJ due. LXV tr. lllJ gr. XVIJ due. LVlllJ gr XVIJ due. ne XXXVJ tr. IIJ due. IJ, tr. gr. VIJ

Somma due. VW

X tar.

J gr.


DOCUMENTI DELL.ARCHIVIO CAETANI

96

In m m m m m m ID

cellj ragoms1 carlinj cellj et agentonj carlinj tornisj ducati venetianj ducati d'oro

ducati 55 due. 40 due. 204 due. 18 due. IO due. 5 due. 118-8 due. 145

595-8 Lo signor Honorato deve havere in manj Li botinerj hanno havutj per 80 paghe a ducati 2, carlinj 6, gr. I O Item have havutj per la guardia del bestiame Item a lohannj Calabrexe per lo cavallo Item a Renaldo per lo cavallo Item have havutj li botinerj per sua provixione Item per la paga de Sancto Antonio Item have havutj per scharamuza

ducati due. due. due. due. due. due. due.

648 212 15 25 10 30

2

tr. IIJ

1

294 tr. IIJ

1461.I. 3. Roma -

Il card. Scarampo a Caterina Orsini: -

Fuori: I

,/

C-1082. Magnificc domine commatrj nostre carissime domine Catherine de Uninis Sermoneti etc.

L

I

cardinalis aquileiensis dominj pape camcrarius

intorno alla proroga aella tregua con i sezzesi.

s. )

etc.

j

Entro: Mag.ca domina, commater nostra car.rn:i, salutem. Havemo recevuta vostra lettera et inteso quanto scrivete. Vi respondemo. Et primo, quanto alla parte che, per altre vostre ce habbiate scripto et sollecitato che se desse qualche modo alla confirmatione della tregua fra voj et sezesi, et che hon habbiate maj havuto risposta alcuna, ce maravigliamo assaj, perochè vi havemo risposto et in simile cose non è nostro custume usare negligentia. Che siate desiderosa sentire qualche conclusione, vi notificamo che, per nostra sollecitudine et opera, è stata spacciata, giovedì (I genn.) matina, una bolla per via de commissione, per la quale se commette ad lacomo Tholomej che sta ad Fresolone con meser Antonio, nepote della S.tA de N. S ., che dieta triegua se confermj per ciascuna de le parte per uno anno proximo futuro. Sichè, quanto ad questo, ce pare havere facta sufficiente provisione. Se altra cosa sen-à da farse, datecene aviso che, come nelle altre vostre cose, quale reputamo nostre, ce usaremo, et noj in persona et per lj nostrj famiglij, debita diligentia. Bene valete. Rome, die IIJ januarii MccccLXJ. Credemo· che ad questa hora serrà mandato ad executione quanto per dieta bolla è stato commesso se facci.

1461. I. 6.

C-1090.

Tours - Copia sincrona della lellera di un gentiluomo italiano nella quale è dato il resoconto delle udienze concesse da Carlo VII re di Francia: - Milano, Venezia, Firenze, il principe di Taranto e il conte Giacomo Piccinina inviano i rispettivi ambasciatori al re; propositi di S. M. di voler aiiendere al ricupero di Genova ed ali' impresa del Reame; par~ntado della figlia del re col figliolo del duca di Calabria; esortazioni del re per essere aiutalo nell'impresa,· invio di ambasdaiori al papa per far appoggiare il duca di Calabria; nomine di cavalieri /alle dal re. Copia. Honorande frater etc. A questi dì, per via de Milano, te scrissi de la nostra giunta et entrata qui, come el re e'era venuto deliberatamente a scontrarci per farci honore, andando ad


EPISTOLARIVM HONORATI CAJETANI

97

Ambo,a. E di poi seguito, che tornato el re d•Ambosa, dove, per suo spasso, stette alcuni ~i, ~ dette audienza mercordì passato, adì 30 di decembre •> et, mandato per noi honorevole compagnia, Cl ricevette et gratiosissimamente ~t humanissimamente, quanto più si potessi ; fececi monsignore d.e Pias (card. Giuliano Ricci) grande honore, et alla terra nostra et a sè, che fece bella et accommodata .oratione, et al re molto grata. Et laudata fu la risposta che, per parte del re, fece el legato del papa, monsignore d'Aras (card. Giovanni Geo.ffroy), molto gratiosa et honorevole per la terra nostra, raccogliendo le parti, et •non solamente confirmando, ma aggiungendo alla reciproca benivolentia, et benefici nostri etc. Accostammoci etiamdio poi in cerchio più familiarmente, et lui ci disse humanissime et a.ffectuosissime parole. Eravamo de' suoi specialissimi et antichi amici, et li quali havea sempre amati et amarebbe etc. Erano nel luoco de la detta · audienza tutti li signori che qui si trovano, che c' è quasi tut~a · Francia, monsignore di Bretagna, monsignore d'Orlians, monsignore di Lanzone, di Berrj et infiniti altrj temporali et spirituali. Et, in effettc, secondo le demostrazioni fatte, è stato tenuto che a noi habia fatto più · carezzi et più gratamente · ricevuti che nesun altro. Questo etiamdio, senza dubio, è stato che universalmente -a tutta la corte è piaciuto più et più commendato el venire, et gli . abbiti, et in ogni parte la legation nosh·a che nessun altra. Mandocci dipoi a visitare per cl cancellerj di Savoia et monsignore di Persigni et manifestare l'antention sua, che era totalmente volere attendere alla recuperation di Genoa, et all'aiuto del re Ranieri et monsignor di Calabria (Giovanni d'Angiò) all'ampresa del Reame, chè sono quelle doi cose che a luj et alla sua casa apartengono. Et in niuno modo questo voleva omettere. De l'altre non si voleva impaciare, et che havea fatto ét' parentado de la figlia sua col figliuolo del duca di Calabria con questo incarico, di sforzarsi pèr ogni modo far ricoperare loro el reame di Napoli. Soggionseno apresso che, per . la fede havea in noi et per la benivolenza .nostra verso la casa di F ranza et d'Angiò, ci richiedeva et stringeva volessimo et dar favore et aiutare monsi8Jlor di Calabria a la prefata impresa, acciochè più facilmente et con meno turbatione d•1talia potesse conseguitare questo suo desiderio, con molte altre parole accommodate a questo effecto. A . le qual cose monsignor de- Pisa, di nostro consentimento, feci et grata et conveniente risposta sicondo la commissione che era solamente de visitare et rallegrarsi etc. Ma come da noi dovevano ben sapere le condicioni d'Italia etc., mandò dipoi el re per noi et con pochi ci ricevette tanto domesticamente, et domesticamente, ·et con tanta dimostration d'affectione, quanto · più dire si potessi. Et quasi le medesime parole replicò, ma molto più efficace et caldo circa a quelli effecti, dicendo non voler cosa alcuna, come è loro costume, se non quello che di ragione s' apartiene, cioè Genoa et lo Reame. Ma che per la recuperatione di' queste farrebbe ogni cosa, et che li era carissimo poterlo fare con pace d•1talia et con meno turbatione potessi. Et che pregava et confortava noi, come quelli in chi havea principalissima fede et speranza, lo volessimo aiutare in detta impresa del Reame, con molte altre efficacissime parole et conforti. Et rispondendoli noi quasi simile e più diligente risposta, ce tirò a parte solamente con luj, et monsignor lo senescallo de Provenza ·et monsignor di Persigni et, rimosso ogni altro, ci feci un gran parlare mostrando in questo fatto del Reame tanta aflectione et haverlo tanto a cuore che, se fussi suo proprio, non haverebbe potuto mostrar più, dicendo prima de la gran b~nevolenza et fede verso noi, appresso, volendo provare che questa via faceva grandemente et per lo duca de Milano (Francesco S/orza) et per noi, per la sicurtà de venetianj e da loro, et per fermeza de lè cose d'Italia che altra turbatione non potessi venire. Et che voleva, in quanto potessi, securare el duca de Milano in quella forma che sapessimo dire de lo stato suo contra ad ogni huomo; et haverlo lui et noi in optimo grado d'amicitia et protectione et lega che sempre a llui, et alle virtù sue havea . voluto bene, et più tosto per questa via, in quanto potessi, che altra voleva andare. Ma che dovessimo intendere che, per ogni via, la voleva aiutare et che cognosceva senza dubio che quando el re Rinierj fossi re del Reame, et dal canto -di qua in perfetta amicitia et protection sua, che lo stato del du~a de Milano et de figliuoli et nostro era sicurissimo. Nè ci poteva esser turbato d'alcun caso, con tante ragioni che, per mia fè, ad ogni intendente italiano seriano state difficile. Et infine ci pregò che volessimo esser mezo a comporre et ricordare col duca de Milano queste cose che sapeva niuno meglior mezo poterci essere che quello de la terra nostra, et specialmente in proprietà di Cosmo (Medici), in chi egli havea grandissima fede, et con lui volea retinir buona amicitia. Et usò queste parole che, da quelli di casa de Medici a Brugia

a)

13

Il 30 dcc. del 1360 cadeva di martedì.


98

-----

I) ~

o o e u MENTI o E L L. A Re H I V I o

- - -- ·---- - - -

e A ET AN I

- - - - - - - --

havea ricevuto molti piacerj et che gli era grandemente tenuto. Et che voleva che Cosmo pot~ssi far de luj et del regno suo come gli piaceva. Et volendo più gratificare, disse che voleva essere de la casa de Medici, con tante altre parole et humane che dal conte di Poppi sarebbono state troppo . .Et splicocci alcune particularità de l'accordo, le quali a boccha ci riserviamo. Furono le risposte nostre, che più · volte replicamo più gratamente et in meglior modo potemmo. Regratiandolo et in comune et in particulare de sì grande amore, quanto ci portava, certificandolo de la grande divotion nostra verso la sua maestà, excusando et dicendo la cagione de la liga d'Italia, la lunga guerra et gli affanni ha havuti la terra nostra etc., la grande amicitia tra 'l duca de Milano et noi, et le ragioni. Et finalmente, confortandolo a detto accordo col duca de Milano per ogni modo, che questo, insieme con la sua maestà et in privato, con chi io ho parlato innanzi, ad ogni altra cosa se siamo sforzati ch'egli intenda la grande amicitia et unione che è tra 'I duca di Milano et noj, et che l'accordo del duca de Milano sia la buona et vera via alle cose d'Italia, et quella sola che debbono cercare, et ogni altra vana et non resistibile, et a noi in supremo gratissima. In verità luj dimostra grande amore al duca de Milano, et desiderare innanzi ad ogni altra cosa questo accordo et, come dico, ci dissi alcun'altre particularità le quale, a bocca, potremo molto meglio referire. Gli ambasciatori milanesi, sentendo ed essendo suto loro referito quanto habiamo et decto et tractato, et quello che in specialità io ho detto et confortato ce n'anno grandemente regratiato et dettoci si tengono molto ben contenti, et me in specialità ringraciatome. F aciamo conto essere con la sua maestà anchora qualche volta ; da poi prender licentia et tornarcene. Con li ambasciatorj venetianj ce siamo alcuna volta visitati et loro noi, et noi loro et che, in verità, con noi et humanamente et honorevolmente si son portati. La maestà del re dice voler partire fra doi dì, ma crediamo fra tutta questa septimana. Dice voler andare in Ghienna et a Bordeos par visitare quelli luochi, ma più per intentione che pare habbi de conciare le cose d'Araona et di Navarra. Et pare che habbia buona credenza d'avernj buona parte. Apresso alla primavera affermano verrà a Lione per poter meglio et intendere et attendere alle predette cose d'Italia. Ha etiamdio molte pratiche d'accordo con genovesi dentro et di fuorj et ha alcuna speranza de rihaverla per .accordo. Et, non gli 1iuscendo, dice voler fare ogni gran forza per rihaverla et dicono manda in Asti monsignor de Dunas (I) con cavallj JIJM et, non seguendo l'accordo et I' effecto, vi usarà magior forza. Qui sono gli ambasciatorj del principe di Taranto et del conte lacomo (Piccinina) per intendere el fatto loro, et maxime del denaro. Dice senza fallo volere aiutare et provedere una volta et più di somma di denarj, ma di che quantità, per hora, non ha anchor dichiarato. Farallo innanzi parta. Sonnogli d'intorno questi signori de la casa d'Angiò, i quali con lui son molto potenti et, più che altrj, hanno con lui gratia et auctorità, chè a tutti gli ambasciatorj ha pubblicamente detto et affermato esser de la casa d'Angiò, et amarla innanzi ad ogni altra e per tal cagione haverli dato la sua figliuola. Ha pur levato liberamente la pragmatica, quantunche molte controversie et contradictioni habia havute et, al presente, manda ambasciatorj al papa per fatti solamente del re Renierj et del Reame. Gli ambasciatorj sono: el legato del papa monsignor d'Aras, el cardinal di Costanza (Riccardo Oliviero de Longuei/), el vescovo d'Angierj (Giovanni de Beauoeau) et alcuni altrj. Et ha pubblicamente detto et ultimamente iurato ·in presentia de molti signorj et prelatj che, avendo compiaciuto al papa de la pragmatica, che niun altro l'à voluto fare. Et volendo essere in ogni altra cosa buono et divoto figliuolo di Sancta Chiesa et da questo papa se non gli compiace de ritirar le gente sue del Reame et dar favore a monsignor di Calabria, prese le manj de monsignor d'Aras, giurò a Dio et per quelle mani sacrale che farebbe contra a la persona del papa al pegio che potessi et farebbc concilio et come inimico in ogni cosa lo tractarebbe. Partiranno fra doi dì. Questa ti scrissi stamane. E di poi seguito che, havendo miser Bernardo lustiniano richesto el re d'esser per sue mani cavallierj, et essendo venuto questo dì de l'Epifania (6 gen.), detto miser Bernardo, nel conspetto suo per questo effetto, dove erano tutti e signorj temporali et spirituali, ci si trovorono così infiniti gentilominj et noi, essendovi richesti da detti ambasciatorj venetiani insieme con milanesi ; è venuto cl re et, fatto cerchio et silentio innanzi che si cominciassi cosa alcuQa, me feci da legato, in sua presenza, chiamare, et per sua commissione dal legato dirmj che, per rispetto de la patria, donde io ero, et la qualità de la casa nostra, et persona mia et affectione, et piacere della casa nostra verso la casa d'Angiò, di che grandemente et ringratiava et sapeva buon grado etc., haveva in ogni modo deliberato farmi cavallierj. Et ~i pregava eh' i_o fussi contento et,: in ni~n modo, lo renuntiassi, con molte altre honorevo)i et gratissime parole. D1 che, quantunche 10 fuss1 tutto stupefatto et


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

99

attonito per la novità de la cosa, sendo in presenza di tanti signori, tamen, con più cortesi parole eh' io seppi, lo ren~atiaj del dono et pregai non ne volessi caricare. Replicò el detto et etiamdio con più efficace et honorevole parole, mi strinsi et pregò, per parte del re, in ogni modo lo volessi fare, perchè .v eduta tanto buona et efficace voluntà del re, et da molti essendone confortato, · extimando maxime che fussi honore, et non ingrato alla terra nostra, quantunche fussi contro· al proposito mio, deliberai consentire et compiacer al re. Perchè prestato el mio consentimento, feci da poi chiamar el re meser Bernardo et, alla presenza del prefato legato, ci feci dire molto honorevole parole, commendando le patrie, le persone nostre et la dignità exaltando della militia. Et, finalmente, quanto era grato et accepto al re, fussimo per sue mani cavallierj. Apresso inginocchiatoci a lluj ci feci cavallierj. Et fattoci, ci ringratiò lui medesimo grandemente del honore gli haveamo fatto d'essere per le sue mani cavallieri. Tanta fu la sua humanità, et me in specialità et tutta la casa n~stra, oltre a questo, in presentia de tutti e signorj de gran servigi et piacirj fatti al suo cio et al suo cusino monsignor de Calabria, con molte altre affectuose et honorevoli parole, ringratiamolo ciascun di noj come meglio et più degnamente sapemmo. Hora, così è passato a punto la cosa. Et tornando alle cose di sopra circa a fatti de Reame, non fare alcun dubio che questo re di Francia è in optima dispositione et deliberatione de far ogni cosa che 'l re Rinierj ottenga el Reame, et mostrasi tanto ardente, et di tanto buon volere che el re Rinierj non dimostra esser de miglior voglia, et dice volerla fare totalmente sua impresa. Darà denarj hora et non solo una volta, ma più. Non so la quantità, ma fia buona summa. Apresso dice volere a operare le dolci et fare ogni cosa per far d' acordo el duca de Milano et volere ben intendersi con lui et con noi. Et, non potendo, dice expressamente ad ogni huomo et a li ambasciatorj ducali, che se dovessi impegnarse et lo regno suo et fare tutto quello che vogliono e venetianj, non per:derà questa punta. Mandarà senza fallo gente in Astj, et luj verrà altrove. Et, in effetto, secondo le dimostrazioni, l'ò tro-. vato assai meglior eh' io non credetti et non potrebhono esser magiorj. Questi angioini, come di sopra dico, et maxime monsignor de Bella V alle, sono con lui el tutto ; et se da persona è governato et presta fede, è, senza fallo, da loro. V enne el figliuol de monsignor de Calabria et dal re fu ricevuto con tante carezze et amore, che suo proprio figliuolo non potea meglio ricevere. Et con lui concluseno et pubblicorono el parentado. Et è un bello et gratioso garzonetto, et el re lo vuole continuamente apresso. El re Rinierj etiamdio debba venire a lluj, cioè al re di Francia et dicono dovea partire di Provenza el lunedì (6 apr.} doppo la ,Pasqua, non ne hanno perciò altro, ma, senza dubio, dicono verrà. Potrebbe essere et, credo, lo scontraremo et aboccarommi con luj, chè se io lo posso fare, mi serà caro et credo far buona opera et in commune et in particulare. T urone, die VI ianuarii 1461.

1461.1.13.

C-1083.

Roma - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: - lo informi esattamente del danno fattole da Andrea Conti a); ne scriva a _Sua Santità e gli mandi la lettera. Fuori:

Magni6cc domine domine Cathcri• ne dc Uninis Sermoneti etc. commatri nostre carissime.

L.

cardinalis aquileiensis domini papc camerarius

l

s. etc.

Entro: Magnifica et carissima commater nostra, salutem. Inteso quanto ce scrivete del danno factovi dal sig. Andrea Conte etc. Quisti lor de qua expressamente dicono non essere stato al vero, El perchè, per posser opportunamente providere ad questa cosa quam primum, ad noi in secreto ci rescrivete punctaliter la pura verità et tutto el subcesso de la cosa. Et scrivitine etiam una lettera a la Santità de N. S., in optima forma, narrando el danno et iniuria ricevuta, et mandatice etiam la dieta lettera: et vedremo poi quello se haverà ad fare in questo. Rome, die XIIJ januarij MccccLXJ. Le inimicizie con i Conti per dilfercnza d'interesse rimontano al principio del XV secolo e durano quui cento anna (Cf. Domu,, I). a)

\


DOCUMENTI DELL. ARCHIVIO CAE TANI

IOO

C-2013.

1461. I .14.

Roma - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: - le manda due lettere di Onorato; l'assicura del suo appoggio; accenna alle pretese di Francesco Caetani di Maenza ~u San F e/ice ed ai fatti dei sezzesi. Fuori:

Magni6ce domine domine Catherine de Ursinis Sermoneti etc. commatri nostre carissime.

L

cudinalis aquileienus •

)

s.

etc.

domini papc camcrariua

Entro : Magnifica domina, commater nosti:a carissima, salutem. Habbiamo ricevute due lettere, como vederete, dal nostro compar, le qual vi mandamo in questa inserte, per le qual molto si dole de li sui affanni. De li qual ne reputamo noi participi. Credemo essere superfluo, pure, per satisfactione vostra, vi dirreino queste poche parole : noi, per quanto ce sia possibile, non restaremo mai per ben de voi et de tutta la vostra fameglia, finchè la vita ce durarà, fare quanto porremo et cusì quantunqua non debbia bisognare vi certificamo per que.sta. · Non si po, negare al signor Francesco che I) pretende haver ragione in Sancta Felice non sia veduta la sua ragione. Di una cosa potete essere certi che le ragioni vostre non valeranno mai meno che quelle de altri. De li facti de sezesi non restamo nè restaremo, per favore et ben vostro, et con opere et con consiglio, fare quello ce sia possibile. De le qual cose più ad pieno per ser lacomo haverete resposta a la sua · tornata. Scrivendo voi al nostro compare, el confortarete per nostra parte et de queste cose, parendovi Rome, die XIIIJ significareli più u[na c]osa che una altra, fate el parere vostro et bene valete. .[ja]nuarii MCCCCLXI.

1061.1.14.

C-2072.

Roma - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: - circa i provvedimenti per gli alti ostili agli interessi dei sermone/ani /atti dai sezzesi sarà in/armata dal notaio Giacomo.

/

Fuori :

Magni6ce domine yitharine de [Ursinis) Sermoneti etc. commatri [nostre car)issime.

L.

cardinali, aquileiensis

domini papc camerariua

l

s. etc.

Entro: Magnifica domina, commater nostra canss1ma. Per una vostra lettera, recevuta per el portatore de la presente, havemo inteso quanto è stato innovato per quellj de Seze. Unde, es~endo qui arrivato notaro lacomo, non ve facemo altra resposta, se non che de la provisione, in ciò se farrà, per lui ne sarete avisata. Tanto ve significamo che questa cosa, con molto magiore sollicitudine la procuraRome, die XIIIJ januarii 1461 . remo che fosse nostra. Bene valete.

[1461. I .15. ant. al]

C-990. I.

Onoralo Caetani a Broccardo Persico conte di Sabbione/a, cancelliere di .Giacomo Piccinina: - si duole di Giovanni d'Angiò che non ha mantenute le promesse né date le provr>isioni di prestanza e le altre sovvenzioni; fa presenti le sue deplorevoli condizioni economiche e le gravi difficoltà incontrale per il mantenimento dei soldati; supplica perché voglia interessarne il duca in modo che le in.finite promesse fattegli siano osservale (Minuta).

Ili.me et esscel.me domine, tamquam pater et domine honorandissime, post commendationem. Più et più lettere ho scripte alla Ill.m:a S. V., primo per sapere nova della felicità et prospero stato de 1)

Na

tuto

de,

poi ~mito.


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

101

quella, demum per notificarli quanto sia comodamente tractato dallo Ili. mo S. duca de Calabria tanto delle cose ad mi promesse, quanto de provisiuni de prestansa et altre soventiuni. Et Dio sape et la S. V. pote essere certa che in l'ando passato non habi prestansa ne ho havuto soventione alcuna, ~t per fare Jo· stato del prefato ili.mo signore ci ho misso. del mio quel che ho havuto et quel che no et, purchè da Sermoneta potesse fructaré le mci intrate corno per lo passato, non curaria nè me serria necessario tanto domandare. Ma, in verità, le oppressiuni che pate queila povera terra dal papa son cose incredibili et ha omne altro affando da campo fermo in fori, per modo che le intrate de epsa sonno impedite et io ne so absente. Io non so dapiù che me sia, nè posso più che me possa et la Ili.ma S. V. deve pensare con quanta difficultà habia mantenuto quisti soldati tanto tempo et più volte ho scripto allo iIJ.mo signore prelibato et finalmente la mia imprestansa se mette in tanta dilatione che so certissimo, per lo mio ·infortunio, perderò li homini de arme, lo stato et la reputatione. Dogliome non possendoci reparare. Una volta allo prefato me so dato in anima et in corpo, et con questa oppinione delibero perseverare fine alla morte et seguirlo quanno debesse andare ad pede ; pur me rencresce che perdendo io li homini de arme, lo stato et la reputatione alla ili.ma signoria soa non serri a utile veruno. Per tanto supplico Vostra Ili.ma Signoria se digne extendere el soo braccio circa le mei facciende et operare che Ile infutite promesse ad mi facte habiano effecto, perchè sensa per alcuno modo non vego possenne sostentare et de questo multo strengo et exorto Vostra Ili.ma S. corno mio signore e benefactore et padre, appresso dello il1.m0 signore prefato. Non dubito la Ili.ma S. V . darrà sopra de quanto scrivo tal determinatione che meritamente haverrò cascione de restar satisfacto, secundo è mia unica fè e speransa in quella alla quale sempre me recommando.

[1461]. I. 15.

C-1084.

Gesualdo - Broccardo Persico a Onorato Caetani: - aS3icura che Giovanni d'Angiò manterrà le promesse; è in allesa di Giacomo Piccinina; spera di dargli buone novelle. Fuori :

Magnifico et potenti domino Honorato . Gaittano Sermonete etc. quam plurimum honorando.

s.

Entro: Magnifice et potens domine quam plurimum honorande, recomendacionem. Ho recevuta vostra lettre et inteso quanto scriviti. Y o la ho subito mostrata a monsignore, et trovo la signoria sua tanto dispositissima verso li facti vostri, corno de signori o altro barone sia in questo Reame. Et non sono multi dì che, accadendo parlare de vuj, con tanto amore et benivolentia ne audiva ragionare et parìa ve havesse tanto obligo corno dire se potesse, sichè non dubite la S. V., non solamente alle cose promesse, ma ad ogni altra cosa che concernerà l' onore et exaltatione del stato vostro, continuamente lo trovareti prontissimo sì tanto quanto per vui se potesse desiderare. Et de questo, Signore, ve conforto a stare de buona voglia. De novelle de qua, actendemo lo ili. conte lacomo quale, giunto che sarà, spero sentireti delle cose ve piaceranno. Quando cognoscereti ve possa servire d'alcuna cosa, sempre me trovare~i continuo paratissimo. Gisualdj, XV januarij. Brocardus de Persico comes Sabloneti

1461. I. 21.

C-1085.

Roma - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: - provveda $ubito ove Simone di &/prato e Bartolomeo Ribera, transitando per Sermoneta, le richiedessero guida o $Corta. Fuori:

Magnince Domine domine Catherine de Ursinis Sermoneti etc. commatri nostre carisaime.

L.

cardinalis aquilciensis domini pope camerarius

I

s.

etc.

Entro: Magnifica et canss1ma commater nostra, salutem. Se passar anno de lì li spectabili 11 Simone de Belprato et Bartolomeo Ribera, homini de la m. del signor re et nostri spetiali amici, et


OOCUM ENTI O ELL' ARCHI V I O CAE TANI

102

·

richiedessevi de alcuna guida o scorta, provedete omnino che l'abbiano subito, sicchè habbiano ad passare per el vostro terreno libera et secura mente et senza alcuno impedimento: et loro a le diete guida o Rome, die XXJ januarij MccccLXI. scorte provideranno rationabiliter. Bene valete.

C-1086.

1461.I. 28.

Aquino - Onorato Caelani a Luigi Dentice: - ricordali i suoi fedeli servizi, la prigionia di suo figlio e la rovina di Sermoneta, lo prega di adoperarsi perchè Giovanni d'Angiò gli dia le terre promessegli (Minuta). Magnifice vir, tamquam frater honorande, salutem. Perchè sempre ho cognosciuto vuj verso de me operare corno bon fratello, et accepto come bon servitore apresso del ser.rno come signore duca de Calabria, ve prego vogliate operare con sua signoria se digne ohservarne le cose più volte me have promese, maxime l'isola Castelluzo, l'Isoletta, Cepalunj et Monteaquilo, quali sonno in potere de fideli et de sua ser.ma signoria. Et quanno annaj in Apruzo a>, me promesse, a la mia tornata, farmele consignare infallanter. Fine ad mo, non ne vego effecto veruno. Ad vuj- è noto con quanta affectione habia sempre servita et serva sua ili. ma signoria et per congnoscerlo per vero signore non ho curato nè curo tenere mio figliolo in presone, et ho patuto me sia disfacta Sermoneta dal papa. Vedendo quello è promisso ad me possiderse da chi b) più de me noi merita, non multo me piaceria et darriamese ad intendere non essere extimato quanto l'altrj, che forsa son multi, non hanno facto quanto me in favore de quisto stato, se me fosse renduto ben per male, pensite quanto sia cosa ben facta et che monsignore ·recusasse actendere ad me per non corocciare lj compagnj, questo pensero faccia anche de me, perchè me tiro la calsa quanto verun de loro. De tucto scrivo più in longum ad sua ili. ma signoria secondo, so certo, vederite; niente de mino ve prego vogliate fare per me, secondo è mia speranza, et operare me sia observato quello m'è stato promisso; et che non me voglia ahandonare, .perchè vederà con effecto quello spero acquistare mediante lo favore de sua ili.ma signoria con quello ho al presente in lo Reame et in tena de Roma, mectendo per suo stato, so quanto utile serria al stato de sua ili.ma signoria. Et al mio canto da equa, havendome facta alcuna demustratione de darme le cose predicte, per le quale li serviturj ho nel contato (di Fondi), haveriano pigliate animosità per modo serria gran favore ad questo stato. Piacciave operare per me secondo volessite operasse. per vuj bisognj per lo qualj, se ho da fare più una cosa che un'alEx civitate Aquini, XXVIIJ januarii 1461. tra, me offero par[a]tissimo.

A tergo Mag. co viro Alloysio de Entici de Neapoli suo tamquam fratri honorando. Honoratus Gaytanus

1461.1.28.

l

Sermineti F undorumque comes etc.

C-1087.

Aquino - Onorato Caelani a Giovanni d'Angiò: circa le scorrerie del nemico e l'opportunità di prendere San Germano e la contea di Fondi; si duole di come viene trattalo in confronto degli altri signori, nonostante i suoi fedeli servigi, della prigionia di suo figlio e della rovina di Sermone/a; chiede le terre promessegli e i mezzi per mantenere i suoi uomini d'arme e gli ricorda anche la promessa di uno dei selle uffici del Regno (Minuta). L'altro dì scripsi a V. 1.rna S. et non ho havuta resposta veruna. N~n so se per non essere el mio misso spacciato, overo che, per cammino, al venire o al tornare, sia stato pigliato: per questo et per haver nova de V. I. ma S., ho ·voluto ad quella iterum scrivere certificandola che, per Dio gratia, quissto paghese passa sensa impaccio, benchè l'altro dì questi di San Germano, dove è Giorgio da Massa, con lore fanti, cursero ad Sancto Angelo dal canto da llà et pigliaro duj villani et lannino nepote de a) Nov. circa del 1460.

b) Pietro Giampaolo Cantelmo.


, EPISTOLARIVM HONORATI CAJETANI

103

Marchetto et ammazaro un francese uxorato là, et del bestiame ce lassarono fra poco et niente ; et perchè li villanj . erano mal contenti, ce mandaj XXX fanti, quali a quest'ora ce sonno; altre genti in queste parti non ce so de inimici. È ben vero che in Campagna son sparse multe genti d 'arme della Ecdesia et de sforsichi •>, et novamente tucti conducterj sonno andati o hanno mandato ad Roma per denarj, dove ho un mio cancelliere ad sentire tucto et, secondo haverò da lui informatione, la 1.m• S. V. serrà avisata. Monsignore, non bisogna dechiare più alla J. S. V. quanto sia de quella alfectionato et abannonato servitore, perchè la experientia è quella dà vero iudicio de tucto. Hogi è quel di aspectato da me ià longo tempo; sia certa la 1. S. V. che, per cognoscere quella per vero et indubitato signore al quale, merito et de iure, deve succedere questo Reame, non ho curato nè curo tenere mio figliolo in presone, quale, per tucto questo Reame, non haveria consentuto fosse sulo un'ora stato substenuto, et con quanta fideltà habia servito et serva la I. V . S. Et fine ad mo, quanto a la specialtà del stato, non ho un punto megliorata mia conditione et vego tucti I' altri signori subditi de quella, chi in tucto et chi in parte essere satisfacto de sua promixione, et forsa ce son multi non hanno facto quanto me in favore del stato de V. I. S. La qual supplico se digne observarme quello me ha\'e promesso, videlicet: farmi ·consignare l' isula Castelluczo, I' lsolecta, Cepalunj et Monteaquilo, quali sonno in potere de fideli de epsa, et vedendo la I. V. S. non me observare quanto me have promesso, me darrà ad intendere fare minore stima de me che delli altrj, et pote considerare serria non multo ben contento; non però che per lo mio essere malcontento nocesse al stato de V . I. S., .chè. prima vorria morire. Certificandola che per lo mio inimico, quale è don Ferrando, se piglia infinita vanagloria vedendome ad .comparation de li altrj subditi de V. I. S. essere manche extimato. Anche li serviturj et vassallj mej quali ho al presente et (quelli di Fondi) che spero de havere mediante el favore de la I. S. V., ne restano stupefactj; chè se la I. S. V. incommensasse ad farme una piccola demustratione ad assignarme le cose promesse, li servitorj mei pigliariano animosità per modo che [lo stato J dc V. I. S. haveria meglior . conditionc dal canto da equa, perchè, essendo forte, haveria più de quactro terre nel contato che non l' ho. lo non parlo tanto per lo interesse mio quanto per ·qui Ilo de V. I. S., perchè havendo victoria quella, come spero, ad me non mancarà el piactello. Sia certa V. 1. S. che io me lamento perchè me dole la testa, et ad questo la I. S. V. pote essere bon medico, quale supplico se digne contentarme, et vederà tanto quello ho nel Reame quanto in terra de Roma, mecterò omne dì, con la persona, figlioli et robe per stato de V. 1. S. et de questo, ad omne ho:-a, pote vedere vera experientia; et tucta via dal papa me son facte cose enorme ultra modum ad Sermoneta, che, in verità, da campo in fare, de tucte cose quella povera terra è tractata come ve~a inimica et tornata penitus d isfacta, et questo da po' deventai servitore de V. I. S., chè prima simili cose non me serriano facte. Sichè, vedendo el . , compagno possidere quel ch'è stato promesso ad me, et che più de me noi merita et tirarne la calsa quanto ipso, considere V . I. S . quanto l'animo mio restasse contento eo plus che, ultra alli capitolj V. I. S. me promese in V enafrj, alla mia tornata da Apruczo, farme consignare quanto me h~vea promise. Preterea, pareriame la I. S . V. facisse multo maiore stima de questo paghese che non fa, et che se pigliasse partito levare via San Germano et lo contato de F undi, et havendo questi passi et essendo dal conte lacobo ( Piccinino) in Apruczo, la I. S. V. porria campigiare Napuli et tucte altre terre de inimici o con poca o con assaj gente, come ad quella paresse. et niuno porria farce impaccio, avisando V. I. S. che, facendo un bon sforso ad San Germano et al contato cle F undi con li amici ho dentro, in piccolo tempo, serria reducto alla fideltà de V. I. S . ; et se sentissero me essere forte de genti, farriano de le cose che agratariano a la Ili.ma S. V. Ho voluto fare cl mio debito ad avisarla de quello sia honore · et suo stato, non possendo supplire io ad fare quanto è necessario. Lo conte de Morcone (Baldassare Gaetani) et Andrea Conte vando tucti da equa deintomo et intendo fare un gran sforso con questi ecclesiastici et sforsischi et intrare dentro de San Germano. lo me sforsarò con omne ignegno fare come vero servitore de V. I. S. et, per le cascion predicti et per altrj bon respecti, me pareria la I. S. V. tenesse un poche più l"occhij aperti in quisto paghese. lnsuper, io per altra ho scripta a V. I. S., tra Sermoneta et equa ho circa XL homini d'arme et cento fanti, quali tengo là per più securità de quelli homini et anche fanno assaj • utilità ad quisto

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di Alcmndro Sforza.


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tato··; et Dio sape, so tanto assueto che non ho da darveli un picciolo ; anche · ho promesso a· la · mità de marzo darveli la imprestansa; per tanto supplico V. I. · s. se digne dàrme lo modo li possa mantenere, avisandola che intendo tenere tutta la mia conducta de cavallj . et de fanti, acciochè, allo uscire · in campo, venga per modo sia honore de V. I. S. et anche miò; et, non dando la imprestaòsa al tempo predicto, serrà necessario, me ahannoneno, perchè da me non ho modo posserli governare un dì et, perdendoli, non serria utile al stato de V. I. S. nè al mio, et non me pare sia bono havere perduta la spesa fada. Supplico la I. S. V. piglie con effecto deliheratione ad quanto scrivo. Monsignore, io so de quilli che son de carnj et de ossa et, come sape V. I. S. meglior de me, la natura delli homini · è fragilissima et lassase conducere multo alli vitij et precipue · ad quello della invidia, el quale in me regna come in tucti l'altrj mortalj. lo [vedo] quilli che non meritano più de ·me, chi vice re, chi haver delli officij principali, chi passi reali et chi de stato essere ... facto, et io essere de tucti quisti honorj absente. Sia certa la V. I. S. che, vedendo tutti quisti honorj, glorie, [pré]minentie alli altri, sensa io haverce p~rte, non molto m' ·è caro, maxime cognoscendo · meritarlo come l'altri si de ... si etiam de fideltà et sonci de li signori che hanno tucto quisto che scrivo. Ceter_u~. se io non faccio lo facto mio, non ho chi lo faccia. La I. S. V. me pi-omese la provisione annoa et ià ... è passato un anno et principiato lo secondo che non ho havuto un sospiro. Anche V. I. S. me ha più volte date bon paro(le] de concederme un delli septe officij, sichè la supplico se digne fanne mangnare del pan che magnano l'altrj. Ricoman[dome] sempre a V. I. S. Ex civitate Aquinj, XXVIIJ ianuarii 1461. E. V. I. D. Minimus servulus Honoratus Gayetanus Sermoneti, Fundorum comes. Post scriptum. Ricordo a V. L S. piglie avantagio uscire m campo prima del inimico.

I

)

A tergo Ill.mo et Ser.m0 dno. dno. suo sing[ularissimo] dno. I. Calabrie et Lothoringie duci etc. ac regni Sicilie locumtenenti et vicario generali et benefactorj" optimo. Post scriptum: Dubitando, ut supra, del primo misso havea inviato lo presente et scontrandose insemj per cammino, son tornati et ho veduto quanto V. I. S. me scrive, supplicandola se digne poi de le bon parole seguire verso de me megliorj effecti, accioché comprenda me habia per . vero servitore. So certo ad quest'ora el signor lohan Cossa deve essere iuncto a la S . V. Dignese Carme consignare le cose me have promesse et vederà quello con quello spero havere da V. S. et quello ho al presente qua et in terra de Roma mecterlo·, omne dì, per suo stato; sichè supplico, per Dio, V. I. S. se digne recognoscenne come l'altrj soi verj et perfecti serviturj, a la quale de continuo me recomando. Sento è revoltato lo conte de San Severino è revoltato (I); dignese V. I. S . concederme lo suo officio.

.

1461. I. 28.

C-1088.

Aquino - Onoralo Caelani al conte Broccardo Persico: come a Luigi Dentice •in pari data, · lo interessa perchè sia messo in grado di mantenere la sua condotta; accenna infine ai panni impegnali per la sua andata in Abruzzo e che i suoi uomini d'arme chiedono d'essere pagali (Minuta). Excellens et potens domine tanquam pater honorande, salutem. Per humanità de V. S. ho sempre quella trovata · con bono animo pigliare affanno nelle mei occurrentie, non alb·amente che· ·se fosse stata la bona memoria de mio padre; de che resto ad quella in perpetuum o brigato (I) pregandola voglia~ per lo avenire, far per me secondo mia unica fè et speranza. Credo la S. V. sappia che;· da po• la rocta de don Ferrando, essendo lo ili. mo monsignore nostro socto ad Cancello, supplicai ad sua signoria se dignasse farme dare Ceppalunj et Montaquilo, qualj ad quel tempo erano reducte in mano de soj fìdelj. Deinde, ad Castello a Mare, parlai sopra de ciò ~on V. S. fosse con monsignore ad fanne dare le duj terre perdute, et respondesteme che sua signoria havea verso de me bono animo vero, che haveria voluto darme un scambio de Ceppalunj. Et, in verità, sempre ho cognosciuto sua signoria haver verso de me optima volumptà, avisandove che quanno me havesse data la meglior cità de questo Reame, non haveria consentuto nè lo consenteria, perchè quello de iure è cosa de mia


. 105

EPISTOLARJVM HONORATJ CAJETANI

- - - - - - - -- -- ---- - - - - ~- -- - - - -- - ----· mogliere. Poi, essendo socto alla foce de Sarno, occorse che lo duca dc Sora, con Antonio da F orlj et Deiphebo, pigliaro l' isula Castelluzo, l'lsolecta, quale sonno promese ad me; et com'è noto a V. S., supplicando a monsignore me le facesse consignare, fo mandato Marchecto sopra de ciò, et niente è sequito per mio favore. Venendo monsignore in Venafrj, come sa la Signoria, fommo ad parlare de questa materia et conclusive sua signoria, presenti più signori et gentilominj, me promesse, a la mia tornata da Apruzo, observarme quanto m'havea promisso et immediate farmelo assignare. La S. V. sape con quanta affectione abia servita et servo sua signoria, che, per esserli servitore et cognoscerlo per vero signore, non ho curato nè curo tenere mio figliolo . in presone, et dal papa, per questo respecto, m'è stata disfacta Sermoneta et, da campo in foro, ha patuto omne insopportabile danno, et tuctavia se perseguita più. Vedendo possidere al compagno quello deve essere mio et che lo merito quanto luj, sia certa V. S. non serria multo bon contento, non perhò che, per lo mio essere mal contento, se preiudicasse lo stato de lo prefato monsignore, chè prima vorria. morire ; et se sua signoria mectesse dilactione ad questo per non corocciare el compagno, simile pensero habia ·de me, perchè, vedendo fare più stima de altrj che de me, non multo me agratarria et precipue meritandolo quanto verun delli altrj ; che forsa ce son molti non hanno facto quanto me in favore de quisto stato ; se per ben fare devj essere mal meritato, chi ha discrectione pensa quanto sia cosa congrua et honesta, certificando V. S. che se monsignore me havesse facta una piccola demostracione de darme le cose promesse, haveria dato animo a li serviturj che ho in lo contato per modo che lo stato che sua signoria haveria meglior condicione dal canto da equa. De tucto scrivo ad sua signoria più in longum, secondo vederrà la S. V., quale supplico interceda con monsignore me sia observato quello m'è promisso con effecto et per modo che io resta satisfacto. · Preterea, come per altra ho scripto, tra Sermoneta et equa, ho circa XL homini d'anne et Dio sape so restato tanto assueto che non posso più. La S. V. sape come sonno stato tractato questo anno; io intendo tenere tucta mia conducta de cavallj et de fanti, et ho promiso darneli la imprestansa a la mità de marso. Per questo prego V. S. opere habia da posserli mantenere et che, al tempo prediclo, possa darneli la imprestansa. Sape V. S., a la mia annata in Apruzo, non habi un piccolo, et quellj pannj habi per vostre mano, me li bisognò impignare ad quella annata et sonno per circa mc ducati. Mo li homini d' arme me lj domandano et non so che me fare, sichè, in omne modo, son mal contento et, bisognandomeli perdere, considere V. S. quanto sia cosa utile per lo stato de monsignore et per lo mio; quale supplico se digne fare, secondo ha continuo facto in mio favore, a la quale sempre me recommando. Ex Aquino, XXVIIJ 0 ianuarii 1461. Honoratus i Gaytanus ~ Sermineti F undorumque comes.

A tergo Ex.t et potenti diio tanquam patri suo honorando, domino Brochardo de Persico comiti Sabloneti ac regio consiliario etc.

1461. I. 28. Aquino -

Onoralo Caelani a Marino Marzano: -

C-2093. come a Luigi Dentice in pari data'> (Minuta)

Ill.me et Excellent.me domine tanquam frater maior honorande, comendationem. So più dì scripsci ad V. I. S. et ad quest'ora non ho havuta resposta. Non so se lo mio misso al venire o al tornare fosse stato pigliato overo per non havere havuto spacciamento ; per questo e per lo gran desiderio ho sentire nova de V~ I. S., ho voluto scrivere la presente, pregandola se digne avisarme corno passa de sanità et de stato. Preterea a la I. S. V. sonno noti li capitulj ho con lo ili. mo comune signore monsignore duca de Calabria, qualj forono factj per mano de V. I. S. et, tra l'altre cose, me· promesse l' isula Castelluzo et l'Isoletta Cepalunj et Monteaquilo, qualj sonno in potere de subditi de sua ili.ma signoria, et sape V. I. S. ') Cf. C-1086.

1-4


D

106

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M ENTI DEL L· A Re H I V I o e A ET AN I

li parlaj, sopra de ciò ad Sessa deinde ad Venafrj più strectamente: poi, essendo con monsignore ad parlare de ciò in Venafrj, presente V. I. S. et più altri signori et gentilominj, me promesse, a la mia tornata da Apruzo, fanne consignare tucto. La I. S. V. volse et dixemc essere obrigato et tenuto farmelo consignare, et procurare sopra de ciò con monsignore per modo fosse satisfacto. Per questo et per omne respecto, recercho V. I. S. se digne supplicare ad sua ili. ma signoria me faccia consignare quello · me· have promisso, aliter me darrà ad intendere far minor stima de me che dellj altrj. Et, vedendo possidere altrj quello m'è stato promisso, considere V. I. S. non serria molto ben contento, non però che per lo mio essere malcontento preiudicasse lo stato de sua ili. ma signoria, chè prima voria morire, ma me rencresceria essere peio tractato che li altrj, perchè ce son multi non hanno facto quanto me in favore del stato de sua ili.ma signoria. Et fine ad mo, quantò alla specialtà del stato nostro, non ho un punto megliorata mia condicione ; anche da poi deventai servitore de sua ili. ma signoria ho Sermineta penitus disfacta dal papa, che, in verità da campo in fore, ha recevuto più danno che quanno a) de resto de quisto paghiese, et tucta via recepe più cose enorme; poy non ho curato nè curo, per cognoscere la prefata ili.ma signoria per vero· et indubitato signore tenere mio figliolo in presone: sichè, signor principe, non me pare sia cosa iusta, signore, quillo è promisso a me, lo posseda el compagno, maxime non meretandolo più de me. De tucto scrivo più in longum ad la ili. ma signoria de monsignore nostro, et de le condictionj de questo paghese secondo la I. S. V., so certo, vederà; et perchè appresso ad la ili.mo signoria prefata non ho altra fè et speranza che in V. I. S., La supplico iterum atque iterum se digne procurare me sia observato quello m'è prornisso, maxime essendome intrata securità, certificando V. I. S. non lo faccio tanto per l'utilità quanto per lo honore, perchè so quanto preheminencia et favore me serria stato, havendo le cose predicte, ad conquistare lo contato de F undi : a la quale sempre me reconmando. Ex civitate Aquinj, XXVIIJ ianuarii 1461. 0

Honoratus ~ Sermineti F undorum comes etc. Caytanus

)

A tergo III.~ ac ex.mo domino tanquam fratri maiorj honorando, domino M. de Marsano prmc1p1 Rossanj duci Suesse et Squillacij ac regni Sicilie ammirato etc.

1461.I. 31.

C-1089.

Roma - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: da Bassiano. Fuori:

Magni6ce domine Catherinc dc Uuinis Scrmoneti etc. commatri nostre cariuimc.

L.

cardinalis aquileien1is

domini papc camcrarius

intorno alle rappresaglie causale da Giovanni Serino

s.

l

etc.

Entro: Magnifica et canss1ma commater nostra, salutem. Ser lacomo vostro ve scrive ad pieno quanto sia nostro Signore sdegnato contra quello lohannj Serino da Basciano, per cagione del cui errore sono state commesse le represaglie, corno dovete sapere; et se ad ciò presto non fate opportuna provisione, dubitamo et tenemo per certo si farrà aspera executione contra li homini vostrj. El perchè, non volendo voi pagare questi denari o far pagare ad altri de li vostrj, vi confortamo omnino ·mandate qua el dicto lohannj ad stare ad ragione. Bene valete. Rome, die ultima ianuarij MccccLXI.

a)

Abbr. qui; incerto lo lellura fra quui e quanno.


107

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

,

C-2000.

(1461] . II . 7.

Tripalda - Palamede Forbino, vicario di Giovanni d'Angiò, a Onoralo Caelani: le promesse fattegli da Giovanni d'Angiò saranno, a momento opportuno, manlenule; alla condo/la :1arà provveduto con ; denari che verranno dalla Francia; alla di:1cesa che faranno in Terra di Lavoro :1aranno pure ricuperali i panni impegnali; il giorno successivo muoveranno alla ricerca del nemico; faccia recapitare l'acclusa lettera ·in mano di Pietro Giampaolo Cantelmo. Fuori:

Excellenti et potenti domino domino Honorato Gaytano Sulmoneti domino F undorum comi ti etc. domino admodum aibi honorando.

s.

Entro: Magnifice et excellens domine michi quam plurimum honorande, post plures comendacioAggio ricevute le lictere de V. S ., quale à aportato questo portatore; et le altre dice avere nes. scripte, non le aggio recevute, ni monsignore anchons, perchè cxtimo cl messo serà mal capitato. Et circa quanto scrive la Signoria V. de lo facto de l'Isoletta etc., vi aviso che lo signor lohanni Cossa è rimasto in Puglia per governo de quello paeze e de la dohana, et per tanto monsignore non have saputo quanto per esso sia bisognato cum lo amico, ma quam primum lo saperà, e nce darà monsignore quello ordene bisognarà per fare cum effecto habiatti lo optento vostro; et de questo me crediatti che, per Dio, non vi gabarò may, certificandove che monsignore à tanta voglia dc dimostrarve corno se tene contento de li portamenti de la S. V. che non vi lo porria dire ; et di questo non mi trovaretti mai in bosia. A lo facto de Cepalone et Monteaquilo, per Dio, Signore, spectati che lo signore nostro possa fare quello dimandati, che videretti per luy non mancherà, et sopra de ciò non ne posso più scrivere; credo essere certo che conosce la S. V. la condictione de lo tempo et quante cose per ciò bisognie lassare passare contra la voglia propria. Signore, de lo facto de la conducta a viso la S. V. che monsignore è stato certificato per lettere de la maestà de lo re, suo padre, che li mandarà grande somma de dinari et corno per lettere de soa signoria intenderetti, esso ve ne darà vostra bona parte, corno è ben debito. De lo facto de quelli vostri vestiti, zoè iornee e gipareli et altro, a questa descesa famo in Terra de Lavore, farò tutto a ricoperali et gli tenerò ad peticione de V. S., et incontinente ve ne darò aviso. Signore mio, non vi saperia altro dire salvo che siempre serò a vostro comando. Ex Tripalda, donde cray partemo zoè monsignore, le ili.me signorie de lo principe de Rossano, signor conte lacomo (Piccinino), conte lulio et più sorj altri signori et tiranno, sensa stallarce, trovare lo inimico, si aspectarà et spero ne scriverò a V. S. presto prospera nova per vostra consolatione, Vlja februarii . .Ceterum, monsignore scrive una lettera a lo signor duca de Sora in favore de uno suo provisionato; et perchè à molto a caro la signoria soa la dieta lettera venga in mano de lo. dicto signor duca, per tanto vi la mando et prego la S. V. donne ordene cha la dieta lettera sia mandata a lo dicto signor duca presto et securamentc V estre dominacionis bonus servitor et amicus Palamedes F orbinus.

C- 2001.

1461. II. 8. Roma - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: Pierluigi Farnese. Fuori :

Magnifice domine domine Catarine de Urainis Sermoneti etc. commatri nostre dilectisaime.

L.

cardinolia aquilcyensia domini pape camerarius

intorno agli sponsali Ira la figlia Giovannella e

s. etc.

Entro: Magnifica domina, commater nostra dilectissima, salute"". Per le cose ragionate de la vostra figliola al signor Pieroalovisio da F arnese, de novo siamo stati ricercati, per parte de quellj


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAET AN I

108

gentilhominj, che mandando loro uno de' soi ad veder la donna, anche noi ce volessemo mandare un altro. De che niuno altro ne è parso megliore che messer lacomo da V assano vostro. Il perchè, venendo là l'uno et l'altro, farrete et tractarete quanto ve parerà et convense fare in simile cose. Bene valete. Rome, die 8 februarij 1461.

C-2002.

1461. II. 9. Troia - Giovanni Cossa a Onorato Caetan;: Giovanni d'Angiò. Fuori:

promelle il suo interessamento a favore di lui presso

Exccllcnti domino quamplurimum honorando domino Honorato Gaictano Surmoncte ac F undorum comcs etc,

s.

Entro: Excellens domine quam plurimum honorande, reconmendatione. Ho receputa una vostra lettera, et quella intesa: me recresce non esserme trovato ad la Torta, •> corno l'omo vostr~ ha veduto, perchè monsignore et la serenità del prencepe hanno voluto eh' io remanga da equa. Ma perchè la sua segnoria presto retomerà da equa, quello che non ho possuto fare al presente in vostro favore, lo farrò ad l'ora, pereh è omne vostra faccenda la repoto mia propria. Ad voy iterum me reconmando: paratus ubique. Ex T roya, VIIIJ februarii 1461. lohannes Cossa etc. comes Troye

l

1461. II .15.

)

I

C-2003.

Roma - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: - Provveda a che l'esibitore Luigi F onogliet, invialo da Sua Santità al re, transiti senza alcun impedimento per le sue terre. Fuori:

Magnifice domine domine Catherine de Uninis Sermoneti etc. commatri nostre carissime:

L.

cardinalis aquileicnsis domini pape camerarius

l

s. eti:.

Entro: Magnifica et carissima commater nostra, salutem. Havendo messer Aluisi F onogliet, cxhibitore presente, ad far transito de lì per andar per commandamento de la S.t1 de N. S.re a la m. ta del signor re, vi confortamo et pregamo provediate in modo che 'I passe bene sicuro e senza alcuno impedimento per el vostro terreno et che, bisognandoglij alcuna scorta, glij la fate fare, sicch 'ello habbia ad fare bona relatione, et noi lo haveremo ad complacentia singular. Rome, die XV februarij MCCCCLXJ.

[1461. II. 18. ant .] n

C-1081.

lstr~ioni date da Onorato Caetani al suo cancelliere Michele da Mantova per la missione affidatagli presso Giovanni d'Angiò (Minuta). lesus. Instructiones tibi Michaelj de Mantua cancellario nostro. Et primum recomanderece humilemente· a la ser.t1 del nostro monsegniore de Calabria et similiter al ili.mo s.re prencepe de Taranto, al s. re misser lohan Cassa et a tucti l' altrj signori cortesani. Et supplicare la ser,ti del prefato monsignore lo ducha se digne operare fare un scambio per misser Cola, nostro figliolo, et pregarelo che, al presente, ce è lohan Malavolta, qual~ farsa foria bono, a) 1)

Abbr. tort.

ç - 2017 : Michele da Mutova

parte

in missione il 18 febbraio 1461.


EPISTOLARJVM J-IONORATJ CAJETANI

109

et credemo quando tal cosa se temptasse, lo papa operaria con don Ferrante che lo scambio haveria effecto; sicchè, per Dio, lo supplicate lo voglia fare secondo sempre soa ser.11 ce ha promisso, aliter li exponate ce sarà necessario vendere ciò che havemo per noi vedere et fare morire in presonia; sentimo è mal tractato, etiam penitus desperato in modo non sarà forte un di a buctarese del castello in su; per questo sopra de ciò replicate iterum atque iterum con gran instantia. Item supplicarite la prefata ser.11 de ipso monsignore ce voglia concedere et confirmare le terre e·t castelle che tene misser lacobo Gaytano col contato de Morchone, quale spedano a nuj naturaliter secondo, subito voltato lo dicto misser lacobo, fo la soa ser. 11 avisata et certificata da nuj. Item peterelj lo dinaro de la inprestanza secondo la conducta, narrandolj li nostri debiti et affandi che, non havendolo servito, may ne uscirimo, et sopra de ciò ve extendate per qualunche megliore via ve parerà, pur che possamo desdevitare et pagare nostre genti, secondo la inprestanza darà soa ser.14 Item narraritelj a pieno la quantità degli nostrj soldati, qualj al presente son ducento vinti cavallj VIVJ et trecento fanti, numerandoce quillj havemo in Sermoneta, quali aspectamo da dì in dl, et in vero ce son di bonissimj cavallj et valenti homini d'arme et usati; et li <lieti soldati li narrarite infallanter a ciò soa ser.11 consider~ nostrj affandi et spese, Item narraritelj a soa ser.11 che tucto via semo solli citati da homini del contato de F undi et che volentierj se voleriano redurre, ma perchè vedemo lo ·conte de Morchone (Baldassare Gaetani) potente, dubitano non capitare male. Nuj solo non semo sufficienti, ma, voltandosece l'armata per decedi, con lo aiuto nostro per terra et che lo signore Antonio Spinello rompesse, tucto lo prefato contanto (I) se acquistaria; et, in quisto modo, se assediaria Gayta per mare et per terra, et più che a Spelonga sta la contessa de Fundi (Francesca di Capua) con lo figliolo piccolo, quale è castello de marina, et non multo forte. Levariase, ancho per quisto modo, la via a genti ecclesiastice che volessero trasire nel Reyame et similiter in brevi se pigliaria San Germano; et, accostandose l'armata al dicto contato, non dubitamo casa Colonna romperia contra ipso contato in nostro favore. Item narraritelj che tucti vicinj del conte de Morchone haveno facta con lui tregua, for che nuj, et tucta via ce stimula, quando semo absenti, et per suspictione ha facto commandare a tucti soy che non sia niuno che ce nomine nel contato. Item narrarite tucte queste cose ancho al ill.mo s.re prencepe de Taranto et al s.re misser lohan Cossa, locho et tempore pregandolj intercedano per nuj, secondo è nostra speranza. Anche ce invocarite altrj s.ri cortesanj, nostrj amici, secondo meglio ve parerà. Item se, ultra al predicte cose, poy sarite con lo prefato monsignore vedessate fosse da dire et iungere più una cosa che un'altra che facesse per lo nostro statu et honore nostro, per altre occurrentie che intervenessero, supplate a tucto et replicate a quanto è de bisognio, secondo speramo. Item dirite a la ser.11 del dicto monsignore nostro che, staendo a Sancto Angelo per defensione de ipso et passando le genti ecclesiastice, li venerimo sempre apresso, et semo qui, in Tiano, col ili.mo s.re prencepe de Rossano, diritelj andarimo et starimo dove la soa ser.11 commandarà.

1461. II .19. Roma -

C-2004.

Il card. Scarampo a Caterina Orsini: -

Fuori:

Magnifice domine domine Catharine dc Ursinis Sennoneti etc. commatrj nostre carissime.

L.

cardinalis Aquileiensis domini pape camerarius

l

per il detenuto Giovanni Sereno.

s.

etc.

Entro: Magnifica domina commater nostra, salutem. Per vostra lettera averno inteso quanto ce scrivete de Giovannj Sereno, retenuto etc. A che respondemo che, mandandolo qua, come oflerite de fare, potete essere certa che, non havendo errato, noi l'aiutaremo et defenderemo quanto fosse uno de casa nostra propria: ma, essendo in culpa, permetteremo la ragione e la iustitia abbia suo locho, etia:n quando fosse el più caro famiglio che abbiamo. Bene velete. Rome, XVIIIJ februarii 1461.


o o e u M E N TI o EL L' A Re H I V I o

I IO

1461. II. 28.

e A ET AN I

C-2005.

SalvacondoUo rilascialo a Ire mulallieri del monastero . di Montecassino a) da Onoralo Caelani, regio commissario della badia e governatore generale per la guerra (Minuta).

!

Honoratus Gaytanus, Sermineti, F undorum ~omes etc. In abatia casinensi ac civitatis Venafrj et terre Pontiscurvj regius conmissarius et ad guerram generalis gubernator etc. Tenore presentis nostrj salvjconductu~ ad contemplactionem et comoditatem venerabilium fratrum sacri monasterij casinensis, assecuramus et affidamus ac assecuratos et affidatos esse volumus tres muliones cum sex mulis, quod possint cum dictis mulis, tam oneratis quam exoneratis, accedere ad quascumque civitates, terras, castra, et loca tam domanialia quam non domanialia et tam iurisdictioni serenissimj regis Renati ac illustrissimj Calabrie et Lothoringie ducis etc. subiectas et subiecta quam alibi ubicumque pro frumentis, victualiis et alijs rebus quibus~is necessarijs pro usu monasterij predicti ac curie eiusdem in Sancto Germano in eisque stare, morarj, pernoctare ignemque facere, cum eorum rebus et bonis omnibus quibuscumque simul vel separatim et ~b eis locis discedere et retroverti ad prefatum monasterium seu quecumque alia loca de die vel de nocte, per mare vel per terram, cum armis vel sine, per vias vel extra viam, pedester vel equester, cum dictis bestijs oneratis vel exoneratis ut supra, semel, bis et pluries ac tociens et quociens eis melius videbitur et piace bit, tute, li ber[ e] et securius absque noxa noxia et contrarietate quacumque, eis et unicuique ipsorum in personis et rebus eorum predictis per qusovis screnissimj regis Renati ac illustrissimj Calabrie et Lothoringie ducis et nostros stipendiarios, adherentes, subditos et sequaces quomodolibet inferendis ; quorum mulionum nomina et cognomina, licet in presenti bus non exprimantur, haberi tamen volumus pro sufficienter expressis et specifice declaratis, volentes quod presens noster salvusconductus duraturus per menses quatuor proxime futuros a die date presentium numerando, sit plenus et plenissimus et in eo intelligantur clausule necessarie et oportune, que in quolibet salvoconductu pieno et pienissimo requiruntur. In cuius rei testimonium presentes salvus conductus literas fierj iussimus cum nostre proprie manus subscriptione et nostrj sigillj robore conmunitas. Datum in civitate nostra Aquinj, die ultimo februarij 1461.

l;

1461.11. 28.

C-2006.

Aquino Onoralo Caelani a Giovanni Cassa: come a Luigi Dentice; b) lo prega inoltre di adoperarsi presso Giooanni d'Angiò per essere messo in grado di mantenere la sua condolta di cavalli e f anU, aggiungendo di aoere deliberalo l'invio del suo cancelliere al duca di Calabria per il pagamento delle spese sostenute e del!' annua sua provisione; suggerisce infine l'uscila in campo al più presto (Minuta). Excellens et potens domine tamquam pater honorande, comendatiònem. Perchè appresso del ser.m comune signore, sempre ho tenuta la S. V. come vero signore benefactore et padre et hola trovata, in tuctj mej bisognj, propitia et favorebele, piglio securtà darli affando de mei fazende, quantuncha sia certo lo pigliarà come da vero figliolo. A la S. V. so note le promessione facte ad me per monsignore, precipue, de Cepalunj, Monteaquilo, l'Isola, I' lsolecta et Castelluzo et sapite quando monsignore era sotto a la foce de Sarno, mandao Marchetto con conmissione de pigliare queste tre terre dal duca de Sora per consignarle ad me, et non fo obedito; et so stato tuctavia mantenuto socto speranza che, a la venuta de monsignore contra San Germano, me fossero consignate le terre predicte et, essendo conducti fine ad Venafrj, sapete fo necessario che sua signoria tornasse indereto et nuj altrj annassimo in Apruzo et promesseme, a la tornata mia, farme contento : tornato, non ne vego effecto veruno. Non bisogna a la S. V. se dica quanto sia abbannonato servitore de sua ser.m• signoria et con quanta 0

a) li card. Scarampo sin dal 1454 era rettore della badia e nel I 460 ai era fatto concedere da re Ferdinando la signoria di San Germano. b) {Cf. C - I 086). Questa e la seguente lettera 1ono quasi

identiche a quelle del 28 gennaio e perciò è probabile che fossero scritte ritenendosi che le precedenti missive no~ fosaero giunte a destinazione.


"'

EPISTOLARIVM HONORATI CAJETANI

affecione ho continuo servito et servo che, per cognoscere sua signoria per vero signore non ho curato nè curo tenere mio figliolo in presone et patere che dal papa me sia disfacta Sermoneta. Et tucta via me se fanno maiorj obrobrij, vedendo quello è promisso ad me essere posseduto dallj altrj, che noi meritano più de me. Sia certa V. S. serria mal contento che forsa, et son multi, non hanno facto quanto me in favore de questo stato et intendo fare; se per ben servire acquistasse mal merito che noi fo a questo fine, qualuncha have intellecto pense quanto sia cosa condecente, maxime vedendo per vera experiencia essere peio tractato dellj altrj et se monsignore recusasse, per non volere corrocciare li compagnj, faccia de me simile pensero, perchè me tiro la calsa quanta niun de loro, avisando la S. V . che, per lo mio inimico, se piglia gran vanagloria vedendome essere cusì mal tractato ad comparacion del resto, anche per mej serviturj et vassallj, quali ho et che spero have[re], se piglia pusillanimità, chè se vedessero essereme facta veruna demustracione de le cose promesse, so quanto utile fosse al stato de monsignore et mio. Pertanto prego V. S . opere con la prefata ser.m• signoria non se scorde de me, et che me voglia con effecto observare le cose me bave promesse, altramente me darrà ad intendere non me have accepto nè per bon servitore. Ceterum, tra Sermoneta et equa ho circa XL homini d'arme et cento fanti et Dio sape so tanto assueto che non ho un dinaro da darveli. La S. V. sape in che forma so stato tractatò questo anno; intendo onnino tenere la mia conducta de cavallj et de fanti et fine ad mo ho tenuta tanta gente ad mej spese che non m'è restato a pena lo fiato, et tucta via faccio maiorj spesa, sensa havere un subsidio. Per tanto prego la S. V. opere con monsignore possa matinere (!) questi homini d'arme et darvelj la imprestansa a la mità de marso, secundo ve le ho promisse, aliter serria necessario se annassero con Dio, et non me pare sia bene per lo stato suo nè mio; et, quod peius est, quanno annaj ad Apruzo, inpignaj quillj pannj, ma de sua signoria ad Pontecorvo per posserce annadare (?), et stando pigno per IW ducati et li homini d'arme me lj domandano, non so che me fare; sto in più modi mal contento, ho deliberato mandare da Monsignore un mio cancellero con la scripta de la spesa ho facta dal tempo so homo de sua ser.m• signoria con intencione essere de tucto restituito; poy me fo promessa la provisione ducati, et è passato uno anno et principiato lo secondo et non ho havuto suspiro. Piaccia annua de a V. S. fare che de quanto scrivo abbia verj offerti, seconde;, è mia unica speranza in la S. V. et che al mino me sia dato ad magnare del pane, che la prefata ili. ma signoria dà alli altrj soi verj et bonj serviturj. Piaccia a V. S. recordare a monsignore sia sollecito ad uscire più presto in campo che lo inimico, perchè chi primo uscirà haverà avantagio. De tucto scrivo a la ser.m• signoria sua, secondo V. S. so Ex Aquino, XXVII]° februarii 1461. certo vederà, a la quale me reconmando sempre.

!

Honoratus G aytanus

i

.

Sermoneb F undorum Comes etc.

A tergo Excellenti et potenti domino tanquam patri suo honorando domino I. Cossa comiti T roye etc.

1461. II. 28. Aquino - Onoralo Caetani a Palamede Forbino, vicario di Giovanni d'Angiò: cardo Persico '> (Minuta).

C-2100. come al conte Broc-

Excellens et potens domine tamquam frater maior honorande, comendationem. Per humanità de V. S., sempre ho trovata quella con bono animo pigliare affando de mej fazende, come fosse stata la bona memoria de mio padre. Pregamo Dio che lo ili. mo monsignore nostro habia victoria; chè ad tucti quillj, dalli quali me sento essere servito, non serrò ingrato presertim a la S. V., quale tengo in capite. So più dì scripsi ad monsignore et a V. S., et non ho ad quest'ora havuta resposta. Non so per che cascione; dubito non sia pigliato el misso per cammino a lo annare o al tornare. Ho voluto rescriverli de mej bisogni. La S. V. sape che, essendo monsegnore socto la foce de Sarno, mandao Marchecto con > cr. c. 1osa.

1


o o e u MENTI

I 12

o EL L' A Re HIV I o

e A ET AN I

comm1ss1one fanne havere l'Isola, Castelluczo et I' lsolecta et non fo obedito dallo amico. So stato sempre mantenuto con speranza eh'a la venuta de monsignore contra San Germano me fosse dato tucto ; poi venendo monsignore ad Venafrj, come sapete, per altre fazende, fo necessario sua ili. ma signoria tornasse in direto et nuj altrj annassemo in Apruczo, et promeseme, a la mia tornata, forme consignare le cose predicti. Deinde scrivendo ad sua signoria et alla S. V., alla mia partita da Roccasicca, me respusero devesse annare de bono animo che, alla tornata, seria satisfacto ; tornato, non ne vego effecto veruno. A la S. V. è noto con quanta affectione habia servito et serva la prefata ili.ma signoria per cognoscerla per vero signore. Non ho curato nè curo tenere mio figliolo in presone et hone disfacta Sermoneta, et tucta via pato cose insopportabili, vedendo lo compagno possidere quel eh' è mio. Sia certa V. S. non multo serria ben contento, benchè lo mio essere mal contento non pr~iudicaria nl stato de monsignore, chè prima vorria morire, et se forsa monsignore dicesse non volere corrocciare lo compagno, faccia de me simile pensero, perchè so certo meritarlo quanto niuno delli altrj, et forsa, et son multi, non hanno facto quanto me, in favore de questo stato. Se per ben servire, devesse havere mal merito, considere chiuncha have intellecto quanto si cosa iusta; ad monsignore scrivo più in longum, secondo, so certo, vederite. Per tanto prego V. S., in la quale è tucta mia fè et speranza, appresso de monsignore opere con sua ili.ma signoria me observe le cose promesse. So certo queste cose hanno ad passare per vostre mano; prego, fate secondo site soliti in tutte mej occurrentie, et che habia con effecto expeditione ad possedere le cose predicte etiam Cepalunj et Montaquilo. Preterea, tra Sermoneta et equa ho XL homini d'arme et cento fanti et Dio sape so restato tanto scosso, che non porria darveli un picciolo. La S. V. sape in che forma so stato tractato questo anno. lo intendo tenere tucta mia conducta de cavallj. et de fanti, et ho promiso darveli la imprestansà, a la mità de marso. Per questo prego V. S. opere habia da posserli mantenere et ad quel tempo ve li possa dare la imprestansa. V. S. sape, a la mia annata in Apruczo, non habi un picciolo et bisognaome impignare quilli pannj habi da monsignore, per mano de V. S., per annare in Apruczo, chè aliter non me serria stato possibile annare; et sonno in pigno per circa lIJc ducati, et li homini d'arme me li domandano. Non so che me fare, sichè, in più modi, so mal contento et bisognandomeli perdere, pense V. S. quanto serria utile per lo stato d~ monsignore et mio, quale supplico provega ad tucto remedio oportuno, et de la provisione me fo promessa annua; è passato uno anno et cominsato l'altro che non ho havuto un sospiro; fate sì che non sia absente. Ricomandome sempre a la S. V. Ex Aquino, XXVIIJ februarii 1461. Honoratus Sermmeh F undorum Comes. G aytanus A tergo Excellenti et potenti domino tamquam fratri suo maiorj honorando, domino Palamedj F orbino illustriss1mJ ducis Calabrie vicario. 0

1461. III. 4.

i ..

C-2010.

Aquino -. Onorato Caelarzi a Giovanni d'Angiò: - acclude una lellera di Onorato Gaetani conte di Fondi; con genie sufficiente ridurrebbe ali'obbedienza il contado di Fondi e Gaeta; genie ecclesiastica si apparecchia ad andare in favore di re Ferdinando; parla di Alessandro Sforza e di altri; chiede la cifra, compensi e denaro; annuncia la callura di circa I 00 uomini di Venafro (Minuta). III. rue ac ser. rue domine, domine mi singularissime, humillimam comendationem. Ad lo Jj 0 del presente, un mio provisionato, chiamato Mactheo Corso, quale tengo in custodia de San Giorgio, mandando un suo fratello al signor Antonio Spinello, me ha portata la inclusa lettera, mandata ad me dal mio parente (Onoralo Il Gaetani), la quale haveano portata duj -fanti del prefato studiose alla Rocca _Goglielmo. Mandola a la I. S. V. supplicandola se digne vederla et avisarme se sopra de ciò ho da far resposta et in che forma; et secondo la I. S. V. me comandarà, serrà per me seguito; una volta per tucto ho deliberato quel tempo de vita, me have prestato Dio, consumarlo et finirlo con V. I. S. et per stato de epsa, et questo se vederà per eflecto. Ma, come più volte ho scripte, la I. S. V. dà materia al mio parente havere tanto ardire, vedendo me non posserli dare impaccio, che se V. S, me desse el modo posserme condure in lo contato con gente sufficiente, non però multa, in


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

113

piccolo tempo serria reducta a la obedientia de quella ; et pote esse certa che, essendo levato San Germano et lo contato predicto, habilmente Gayeta serrja assegiata per terra sensa altro campo: et, venendo l'armata per mare, non porria fare non venire a la obedientia di V. I. S., et più che genti de inimici non porriano da veruna parte venire contra de la S. V. e, secondo vederà, li inimici fanno multo forte la loro parte. Prego la S. V. vogliamo actendere, mediante la prudentia et vertù de V . I. S. et Io bono animo de tucti verj et bonj serviturj de epsa, levarveli la forsa et lo ignegno, presertim essere prima de loro alla campagna, perchè serrà grandissimo favore pigliare avantagio. È tornato un mio cancelljerj da Sermoneta, el quale me dice haver sentito certo che lo capitanio de la ecclesia (Ani. Piccolomini), nepote del papa, Johan Conte, Andrea et lacobo Conte, lo conte de Marcone (Bald. Gaetani) con gran quantità de genti ecclesiastice se mecteno, tucta via, in ordine per passare da equa et annare in favore de don Ferrando,· dove verrà anche un cardinale legato. lo farrò come vero servitore de V. I. S. e, se li convicinj se voleno intendere meco, spero haverando poco honore. Dic~ deveno passare a la mità o per tucto marso. Monsignore, che se · dica habia in presone mio figliolo, per stato de V . I. S., non obstante luj, ma quando fossero XXV, li lassaria andare con la benedictione de Dio. Supplico la S. V. me dia el modo ad mantenere ·la conducta quale V. I. S. me have concesa, certificandola me serrà multo impossibile posser regere li mei soldati per tutto lo presente, benchè habiano lassato la maior parte de loro genti a le frontere et dicese che presto tornaranno. Lo signor Alexandro Sforsa è tornato alle terre soe, et similiter lo conte de Urbino. Don Federico, figliolo de don Ferrando, è ad Gayeta venuto novamente; de tucto credo la I. S. V. sia informata, la qual supplico se digne dare expeditione con effecto al mio cancellerj secondo la instructione et foglio per luj portato, et quello se farrà ad mc, non se perderà. Per un'altra ho scripto a V. I. S. come lo marchese de Pescara (B. G. d'Aquino) havea mandato un suo homo al papa et uno ad don Ferrando, lo quale li ha mandati cento ducati et è suo homo, benchè de ciò non era in dubio, dignese per questo V. S. çoncederme Gifonj. Supplico V. I. S. me mande la cifra. Et se pur con omne ignegno li regerò per tucto marrn, certifico la S. V. non aspectarando un dì de aprile, et restando sulo al passare de le genti predicte, con le quali verrà lo marchese et queste terre son state soe, io perderia questo stato, la qual cosa serria grandissimo danno de la I. S. V. et ad me danno et mancamento, et questo lenite per evangelio, so certo all'ultimo serrà imputato lo defecto ad me o per V. S. o per altrj, ma io me ne scuso ad Dio et ad la S. V.; in me non sperate ve li possa dare un dinaro, perchè non ho lo modo et le mej intrate noi posso fructare ; fine ad mo ce ho misso quel che ho havuto e quel che no et, secondo ho scripto per altra a la S. V., Dio sape quello ce ho impignato. Ricordome havere più volte parlato con V. I. S. et per un'altra scripto del facto del signor Alexandro Conte, quale è totalmente deliberato essere de V. S. ; come io, lui pote de le cose utili al stato vostro con lo mio in terra de Roma et have duj bon castellj. Se la I. S. V. have volontà tener lo freno in terra de Roma, ad me pare se piglie con darli qualche provisione et deceopto o XX lancie, e de ciò se digne V. I. S. dechiararme per lo presente, a ciò luj se possa provedere ad pigliare homini d'arme et ali' altre cose li serando necessarie. Monsignore, io parlo con V. S. con securità et confidandome de epsa vego tucti l' altri signori, chi in tucto et chi in parte havere loro promissionj, chi per haver havuto lo modo per subvention dj dinarj tenere le genti d' arme ad fare lo facto suo, chi per esserli mandato tucto lo exercito et chi per esserli date le terre manualiter; et ad me, volesse Dio, fosse stata data la quarta parte del dinaro per mantenere la mia compagnia. Per questo me accorgo de me essere facta poca stima et per me conprendere lo ioco sia speciale et non generale, chè, se vedesse tucti l' altri non havere come io, serria contento Ex Aquino, lllj0 martii 1461. come I' altri patere. A la S. V. sempre me reconmando.

E. V. I. D. Minimus servulus. Post scriptum. Conclusa questa per inviarla a la l. S. V., li homini de Venafrj me hanno scripta una lettera continente come, annando Scipione Pandone ad correre ad Venafrj, sono usciti fora, et luj s'è lassato cacciare fino allo V ulturno, dove tenea le genti reposte et finalmente son stati pigliati circa 15


o o e u MENTI o EL L' A Re H I V I o

114

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-· .

e A ET AN I

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cento homini de Venafrj, et delli principali, secondo la lor lettera, perchè ahramente non ne poITia informare la S. V. Hannome scripto voglia annare là con le mej genti et, secondo scrivo di sopra a la S. V., perchè ad omne hora ho aviso debiano passare da equa le genti della ecclesia dubito fare maiore errore. Hone scripto al signor duca de Sora (P. G. Cantelmo), et consultaremoci insemi et vederimo pigliare quale partito serrà megliore. Questo dubito anche succederando dell'altre cose peiorj, perchè se io havesse havuti dinarj et fare le genti et tenerle sperse in più lochi, da equa, questo non serria succeso. Ali' ultimo, più ce perde la S. V. che niuno. Io, o ricco o povero che sia, so de Y- S. et non ce ho ad mectere se non la persona et, se alcuna cosa m'è restata, ben supplico V. I. S. habia per recomandato lo suo stato, avisandove m capo dell'ando spende più lo avaro che lo cortese.

C-1001.

[1461.111. 4 .]

(Aquino] - Onoralo Caetani a (Federico di Valmont]: - dolente del trattamento ·avuto, ricorre a lui perchè Giovanni d'Angiò osservi le promesse fallegli e lo metta in grado di manlcnere la sua condolla d'armi; accenna ad una lellera di Onoralo di Fondi e alle genti della Chiesa a favore di re Ferdinando, manifestando il timore di perdere Aquino (Minuta). Non bisogna che de mei faccia più par.Magnifice domine tamquam frater honorande, salutem. ticular notitia a la S. V., perchè più volte, per mia parola et per più et più mei lettere, anche per instructione del mio cancellerj, quale essa la S. V. è de tucto informata, la qual, dal primo dì fuj homo del comune signore, se dignao pigliar carcho de mei fazende, de la qual cosa non sarò .ingrato. Parme essere scorto come mammolo, e questa non è stata nè è la fè et speranza mia. La S. V. sape in che forma so stato tractato et so, tanto de le cose me son state promesse, quanto del dinaro per mantenere le genti d'anne. lo non so più dove me voltare. Dogliome essere tractato ad modo de stranio. Per tanto prego V. S . opere con lo ili. mo monsignore come se digne observarme le cose ad me promesse, et darme el modo ad mantenere quisti soldati, quali dubito e so certo non aspecterando per tucto marzo, et io non posso più substentarli, chè fine da mo ce ho misso quello che ho havuto et quel che non, avisando V. S. che fine ad tanto habia le cose predicte, mai serrò ben contento, quantuncha lo mio mal contento, non serria in preiudiciò del stato de sua ili. ma signoria. Non credea nè ho intentione essere però tractato de tucti l'altrj, et che al tempo ho fame, me se debia denegare el pane. La S. V. sape tucto lo facto mio; piaccia prevedere sia recognosciuto come vero servitore del comune signore prefato, et sopra tucto operite lo mio cancellero non sia tenuto in parole. Lo mio parente (Onoralo II Gaetani) me have mandata la lettera, quale mando ad monsignore. So certo la S . V. la vederà, per questo non ve ne ho mandata altra copia. Haveria facta la risposta, ma intendo in questo et in omne altra cosa sequire quanto monsignore comandarà. · Ho a viso per un mio cancellerj, . tornato nuovamente da Sermoneta, · come lo capitanio della eccie sia ( A nt. Piccolom[ni), nepote del papa, lohan Conte, Andrea et lacomo Conte, lo conte de Marcone (Bald. Gaetani) con un cardinale legato se mecteno in punto, con gran quantità de genti ecclesiastice, per passare da equa et annare in favore de don Ferrando ; et questo serrà a la mità o per tucto marso, et lo marchese de Pescara (B. G. d'Aquino) verrà con loro. Considere la S. V. che, trovandome sensa genti, et questo stato è stato del marchese, facilemente lo pigliariano et serria gran mancamento et danno et serria cascione farme perdere l' honore et la reputatione et all'ultimo ad me serria dato lo defecto. Voglio al meno essere excusato a Dio, a la sua ili. ma signoria et ad omne persona, sicchè provedate, provedate et provedate, et presto et con effecto. Ho scripte al mio cancellero che, accorgendose essere tenuto in parole, me ne avise subito.

C-1002.

[1461.111. 4 .] [Aquino] -

Onorato Caelani al conte • • •: -

come la precedente.

Illustris et potens domine tamquam frater honorande, salutem. Non dubito che de mej fazende la S . V. è pienamente informata et sape quali siano stati li portamenti usati verso de me, tanto de le cose ad me promese, quanto del dinaro per la substentatione de le genti d'arme. Et come è noto a


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

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la S. V. monsignore volse venesse con queHa in Apruczo; me promese, a la tornata, infaHanter farme consignare quilli lochi etc. Fino al presente non n'è seguito effecto veruno, et parme essere traclato et delegato come mammolo, avisando V. S. fine ad tanto habia le cose predicte et la imprestansa per la mia conducta con tucte l'altre cose se contengono nella instructione et foglio portati per lo mio cancellerj, maj sarò ben contento, non preiudicando el stato de monsignore, perchè me vego perdere la compagnia quale per mantenerla ce ho misso quel che ho havuto et quello che non : ora non so pi~ dove me voltare. Prego la S. V. opere con lo prefato ili. mo monsignore sia recognosciuto come suo vero servitore et che lo mio cancellerj non sia tenuto in parole, al quale scrivo che, accorgendose de tale acto, me ne avise subito. At presente so avisato da un mio canceHeri, tornato da Sermoneta, che lo capitanio della ecclesia, lohan Conte, Andrea et lacomo Conte, lo conte de Morcone et un cardinale legato, a la mità o per tucto questo mese, deveno passare da equa con gran quantità de gente ecclesiastice per annare in favore de don Ferrando, con li quali verrà lo marchese olim de Pescara, de chi è stato questo stato, et trovandome sensa genti, come so certo, me lo levarando. Et quanto questo sia favore al stato de monsignore et mio honore et utile, la S. V. el pò comprendere, et infine lo defecto sarria imputato ad me ; voglio saltem excusarmene a Dio, ad sua ili. ma signoria et ad tucto lo mundo; provedate, provedate et provedate presto et con effecto. · Dal mio parente ho receputa la lettera, quale mando ad monsignore: secondo la S. V. vederà, havevali facta resposta, ma intendo sequire quanto comandarà sua ill.ms signoria, signor conte; vego tucti l'altri signori, chi in tucto et chi in parte, haver loro promissionj, chi per haver havuto lo modo per subventione de dinarj tener le genti d'arme ad fare lo facto suo, chi per esserli mandato tucto lo exercito e chi per esserli date le terre manualiter, et ad me, volesse Dio, fosse stata data la quarta parte del dinaro per mantenere la mia compagnia; per questo me accorgo de me esser facta poca stima et panne comprendere lo ioco sia speciale et non generale, chè se vedesse tucti l'altri non haver come io, serria contento come l'altra patere.

[1661.111. 4.]

C-1006.

(Aquino - Onorato Caetani a Palamede Forbino, vicario di Giovanni d'Angiò]: (Minuta).

come la precedente

Excellens et potcns domine tamquam frater honorande, salutem. A la S. V. non fa mistiero narrare più in longum le mej fazende, perchè ne sapete lo principio et lo fine. Fine ad mo, anche per instructione del mio cancellerj, quale essa, so certo, la S. V. più ad pieno è stata de tucto informata. Ad me pare essere scorto per mammolo et questa non è stata la fè et speranza mia. La S. V. sape quanto commodamente sia stato et sia tractato, tanto de le cose me son state promesse, quanto del soldo per mantenere le genti d'arme. Non so più possente che me sia; dogliome essere tractato ad modo de stranio. Pertanto prego la S. V. opere con lo ili.mo monsignore se digne observarme le cose ad me promesse et darme cl modo ad mantenere quisti soldati quali, dubito et so certo, non aspectaranno per tucto marso, et io non posso più substentnrli; fine al presente ce ho misso quel che ho havuto et quel che non; avisando la S. V. che fine ad tanto habia le cose predicte, mai serrò ben contento, benchè questo non noceria al stato de sua signoria. Non credea nè ho intentione essere peio tractato de tucti l'altri, et che al tempo ho fame, me se debia denegare el pane. La S. V. sape tucto lo facto mio; piaccia provedere sia recognosciuto come vero servitore del ili. 1110 monsignore prefato, et sopra tucto operite lo mio cancelle1i non sia mantenuto in parole. Ho receputa una lettera dal mio parente (Onoralo li Gaetani), quale mando ad monsignore. So certo la S. V. la vederà ; per questo non ve ne ho facta altra copia. Haveria facta la resposta, ma sequirò quanto sua signoria me comandarà. Un mio cancellerj tornato da Sermoneta novamente, el quale dice che lo capitanio della ecclesia, nepote del papa, lohan Conte, Andrea et lacobo Conte, lo conte de Marcone, con un cardinale legato se mecteno in punto con gran quantità de genti ecclesiastice per passare, a la mità o- a la fin de questo mese, da equa et annare in favore de don Ferrando, et lo marchese de Pescara verrà con loro, d~l quale è stato questo stato. Considere la S. V. che, restando sensa genti, facilementc lo pigliariano et

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DOCUMENTI DE·LL'ARCHIVIO CAETANI

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serria gran disturbo al stato de monsignore et ad me gran mancamento et danno, et serria cascione farme perdere lo honore et la 1·eputatione et all'ultimo ad me serria dato lo difecto. Voglio almino essere excusato a Dio, ad sua ill.m~ signoria et ad omne persona; sichè provedete, provedete et provedete presto et con effecto. Ho scripto al mio cancellero, nccorgendose essere tenuto in parole, me ne avise subito.

C-1007.

[1461. III. 4 .] [Aquino] -

I .

Onoralo Gaetani al conte Giacomo Piccinina: -

come la precedente (Minuta).

Illustrissime domine, domine mi honorande, post commendationcm. Quando fui in Apruczo, parlai con V. I. S. de alcun cose ad me promesse dallo ili.mo monsignore, duca de Calabria, quali non me son state observate, nè anche ne vego executione veruna. Et so certo la S. V . è informata tanto de le promissionj ad me facte, quanto del danaro ho havuto per le genti d'arme, quali ho tenute per mantenerle, non ho curato vendere et impignare et mectere quel che ho havuto et quel che non. Et, come è noto a la V. S ., ce ho misso mio figliolo, quale è ià intrato in lo secondo anno, che è stato in presone. Se I' altri ci hanno misso più stato de me, havendolo havuto io, ce lo haveria anche misso. Pote essere certa V. S. che, per dece reamj, non haveria misso mio figliolo al partito che sta. Dogliome essere tractato come mammolo. Et per tanto supplico V. I. S., in la quale è tucta mia fè et speranza, appresso de lo ili.mo monsignore prefato se digne operare che le cose me son state promesse me siano observate et siame data la imprestansa, secondo la mia conducta, che possa mantenere questa compagnia, quale dubito me serria difficile posserla mantenere per tucto marso ; et sape V. S. et ad mantenerle non ce voleno parole ; signor conte, la Casa mia è stata sempre devota ad quello de V. S. et, precipue, mio padre, el quale recepiò innumeri beneficij da la bona memoria del signor Braccio; lo simile spero io dalla S. V., la qual supplico per Dio voglia fare per me et per lo stato mio secondo è mia speransa. So avisato da un mio cancellero, tornato da Sermoneta, come lo capitanio della ecclcsia, nepote del papa, Johan Conte, Andrea et lacobo Conte, lo conte de Marcone, con un cardinale legato, se mecteno in punto con gran quantità de genti ecclesiastice, con li quali verrà lo marchese olim de Pescara, del quale era questo stato, et ha receputi cento ducati da don Ferrando per passare da equa in favore de don Ferrando. T rovandome sensa genti, sensa alcuna difficultà, me levarando questo stato, la qual cosa serria gran disturbamento al stato de monsignore et ad me gran manchamento et danno et causa farme perdere l'honore et la reputatione, et all'ultimo serria dato lo defecto ad me. Voglio farne la mia scusa ad Dio, allo prefato ili.mo monsignore, alla I. S. V . et ad tucto lo mundo. Dignese, per Dio, V. S. non scordarse de me et essere causa de la mia exaltatione, secondo ho longo tempo desiderato, maxime operare che lo mio cancellerj, quale è ssà, non sia mantenuto con parole, al quale ho scripto che, accorgendose de simile acto, me ne debia immediate avisare. Dal mio parente, olim conte de F undi, ho recevuta una lettera, quale mando ad monsignore. Et perchè so certo la S. V. la vederà, non ne ho facta altra copia. Haveria facta la risposta, ma ho voluto aspectare quanto comandarà monsignore se debia respondere sopra de ciò et secondo quello delibero sequire. Signor conte, vego tutti l'altri signori, chi in tucto et chi in parte, bavere loro promissionj, chi per haver havu.to lo modo per subvention de denarj tener le genti ad far lo facto suo, chi con esserli date tucto lo exercito, et chi per esserli date le terre manualiter; et ad me, vo[le]sse Dio, fosse stato dato la quarta parte del dinar<? per mantenere le mej genti d'arme. Per questo me accorgo de essere facta poca stima et parme comprendere lo ioco sia spetiale et non generale ; chè se vedesse tucti l'altrj non bavere come io, serria contento patere come l'altrj. 1

[1461. III. 4 >.J [Aquino] -

Onorato . Caeiani a Giovanni Cossa: -

C-1008. come le precedenti.

Excellens et potens domine tamquam pater honorande, salutem. Non è necessario narrare a la S. V. quali et quanti siano stati li portamenti facti verso de me, tanto delle promissioni ad me facte, ') Non pc»teriore a1 4 marzo.


117

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

quanto del danaro ho havuto per la mia conducta. La S. V. sape quando lo ili.mo monsignore volse annasse in· Apruczo con la S. V. et con lo signor conte de · Vallemonte me promese, presenti più signori, in Venafrj, ;illa mia tornata, farme consignare quelli lochi, delli quali V. S. è informata; et fine al presente non se ne fa demustratione con veruno effecto. Parme essere delegiato come mammolo et tractato _ad modo de stranio. Et pertanto prego V. S. ve piaccia operare con lo iJ).mo monsignore prefato se digne observarme quello me have promisso et darme la imprestansa per la mia conducta. Fine ad mo, per governarme le genti d'arme, non ho curato vendere nè impignare et missoce quel che ho havuto et quel che non. Ora non so più dove me voltare et dubito et so certo li mei soldati non me aspectarando per tucto marso, avisando V. S. che, fine ad tanto habia le cose predicte, sto malissimo contento. Non credea nè ho intentione essere tractato peio delli altri, et che al tempo che ho fame, me se debia denegare el pane. Ad vuj è noto lo facto mio. Piaccia provedere sia recognosciuto come . vero servitore de sua ili. ma signoria et sopra tucto operare che lo mio cancellero non sia tenuto in parole, al quale scrivo, accorgendose de simile acto, me debia subito avisare. Ho novo aviso da Sermoneta per un mio cancellerj, tornato da llà, che lo capitanio della ecclesia, lohan Conte, Andrea et lacobo Conte, lo conte de Marcone et un cardinale legato se mecteno in punto con gran quantità de genti ecclesiastice per passare, a la mità o al fin de questo mese, da equa et annare in favore de don Ferrando, con lo quale verrà lo marchese olim de Pescara, de chi è stato questo stato, quale facilemente me levarando, trovandome sensa gente d'arme. La qual cosa serri a gran preiudicio al stato de monsignore et ad me gran mancamento et danno, et causa farme perdere lo honore et la reputatione et, in fine, lo defecto serria imputato ad me; voglio esserne scusata a Dio, ad monsignore, a la S. V. et ad tucto lo mundo; sichè provedate, provedate et provedate presto et con effecto. Ho receputa una lettera del mio parente, olim conte de F undi, la qual mando ad Monsignore. Haveriali resposto, ma intendo sequire, secondo comanderà sua ili. ma signoria. Signor lohannj, vego tucti l'altri signori, chi in tucto chi in parte, havere loro promissionj, chi per haver vavuto lo modo per subvention de dinarj tener le genti d' arme ad fare lo facto suo, chi per esserli mandato tucto lo exercito, et chi per esserli date le terre manualiter; et ad me, volesse Dio, fosse stata data la quarta parte del danaro per mantenere le mej genti d' arme. Per questo me accorgo de me essere facta poca stima, et parme comprendere lo ioco sia speciale et non generale, chè se vedesse tucti l'altri non haver come io, serria contento patere come l'altri.

1461. III. 9.

C-2011.

Aquino - Onorato Caetani a Giovanni d'Angiò: - lo informa dei lavori per impedire il transito delle genti della Chiesa; chiede la terra di Gifoni; accenna, fra l'altro, alle insistenze dei suoi soldati per la paga, all'accordo di lui con Onoralo di Fondi e agli uomini presi in Venafro (Minuta).

III.me et ser.me domine, domine mi singularissime, humillimam comendationem. Per assiduj avisj, ho da mei cancellerj, quali tengo in Roma et da altri speciali serviturj de -V. I. S., che, vedendome de quella abandonato servitore, fanno ad me recurso, de le genti de ecclesia deveno passare o a la mità o per tucto lo presente. So stato per multi dì et sto al presente ad reparare in quisto passo de Aquino et dove se dice Capodacqua, per obstare al transito delli inimici et spero, secundo per altra ho scripto a la S. V., se li convicinj me sequitarando, la S. V. ne senterà optime nove. Dal canto mio, restarò fare per la S. V. secondo so tenuto, et mecterce fine a la vita, perchè me contento più presto morire per stato de V. I. S . che vivere con altruj; et questo non piglie in ciancie, perchè li effecti darrando vera sententia de tucto. Preterea, ho certissimo aviso come lo marchese condam de Pescara (B. G. d'Aquino), allo VJ 0 del presente, nel_dì de Sancto Thomasi de Aquino, passò de la vita presente in Stramgolagallo. Et pertanto supplico V. I. S. se digne donarme Gifonj et non me lo voglia denegare ; al presente la I. S. V. non have scusa de dir de no, et supplicola non voglia dirlo et, come alias ho scripto, lo prefato marchese . era vero ragonese et homo de ecclesia. lterum supplico V. I. S. se digne concederme tal gratia, la qual denegandome, comprenderò non me portare affectione secondo la mia speranza, supplicandola non me voglia dir di no, et al presente, in meo nome, mecterne in possessione el mio cancellero, quale è appresso de V. I. S.

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e A ET AN I

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Monsignore, so certo la I. V. S. piglia fastidio de tanto mio scrivere, e~ Dio sape la ne~essi~~ me constrenge per la importunità de quisti soldati, quali tucto dì me molestan~ m forma che vorna p1_u presto ad omne hora haver ad fare con lo inimici, chè ne haveria qualche piacere, che con loro, av1sando la I. S. V . che maj fo mia usansa far taglia ad mio signore, maxime ad chi deliberò essere abannonato servitore come a la S. V., a la quale ho data l'anima et lo corpo, ma lo bisogno et gran necessità me conmove ad tanto scrivere, chè in verilà, se vedesse la V. I. S. li mej affandi, ne pigliaria qualche pietà, et de !'altre cose ad me promesse digne darme ad votum spacciamento, et quello 0 farrà ad me, non perderà. Ricomandome sempre a V ~ I. S . Ex Aquino, VIIIJ martij 1461. Da equa, honesto modo, se fa fama che lo mio parente ( Onorato Il Gaetani) è in accordo con V. I. S. et multe persone, chi me ha dicto et chi me ha m:rndato a dire simile nova, alli quali ho risposto rengratiando et mustrando noi credo et, per la fè ho in V. I. S., noi credo, certificando niuno sdegno me farria perdere sua devotione se non questo, non che annasse ad servire don Ferrando, ma annaria in loco che de me mai se senteria più nova, usando tale acto per desperatione; parme essere certo questo non sia, pur ad satisfactione più presto de altri che mia, dignese V. I. S. per sua lettera farmene chiaro. Per un'altra ho scripto ad V. S. et, con questa, duj . Non se voglia scordare · de questo paese et, per omne bon respecto, voglia tenere l'occhij [un] poco più aperti per suo stato. Piaccia a la I. S. V. far per ricordo de un suo servitore. Ho havuto più certo aviso de l'homini pigliati ad Venafrj, quali non so più de LXIIIJ ; io ce serria annato, ma so restato dubitando non fare maiore errore, per queste genti se diceno dever passare.

1461.111. 16.

C-2012.

/

Salerno (negli accampamenti presso) - Giovanni' d'Angiò a Onoralo Caetani: - ha ricevuto le lellere e parlato col cancelliere di lui; scriverà a Pietro Giampaolo Cantelmo per i 3alvacondolli; lo assicura che sarà uno dei primi ad essere soddisfallo; confida che quei di Pontecorvo lo compiaceranno; lratlerrà il cancelliere fino ali'arrivo dei denari. Fuori :

Magnifico conailiario fideli regio paterno Honoralo Gailano comili Fundorum etc. nobi, sincere dileclo.

s.

Dux Calabrie et Lothoringie elc. patemi regni Sicilie locumlenens cl vicarius generali, .

Entro: Magnifice consiliarie fidelis regie paterne nobis sincere dilecte. Havemo recevuta vostra lettre et inteso qu~nto per lo vostro cancelliere, da vostra parte, e' è stato referito, et quanto in la instructione a lui data se contenea. Nui scrivemo oportunamente al ill. duca de Sora delli salviconducti per sua gente rotti. Delli denari del servito vostro havemo viduti lo computo, et quello inteso ve dicemo che al presente non saria possibile ve potessemo satisfare; ben v'avisamo delli primi signori sareti ad haveme in più quantità ch'altri ce siano per la qualità vostra; et non siati in dubio, et del servito et de l' imprestansa col tempo ve contentaremo in modo che sareti contento. De farve assignare le terre, deveti considerare se vuol vincere, et quando se potrà al più presto, sariamo malcontenti se non fossero tanto exaltato et in honore et stato quanto signore de questo Reame per lo grado vostro, nonchè ve observassemo quello v'è stato promesso et de questa incomutabilc voluntà ne trovareti sempre, et ve certificamo che, in verso de nui, non hareti mai iusta cagione de querella, perchè l'animo nostro è in tal disposicione che quando sarà el tempo, da nui consequiriti multo megliore effecto che per lettre non possemo scrivere. Signore Honorato, siati certo che havemo et sempre haremo le operatione et servicij vostri in tale memoria che meritamente cognoscereti nui haverli havuti accepti. A Pontecurvo scrivemo in buona forma et non dubitamo ve compiaceranno, a nostra contemplacione, de quanto servite. Et perchè, come dicemo, per lo <lieto vostro cancelliere havemo veduta I' inslructione et a vui a pieno è resposto, corno havemo visto, per questo non ne extendemo. Ipso demora qui per fin a la venuta delli predicti denari. Datum in regijs paternis et noslris felicibus castri prope Salernum, XVJ martij MccccLXJ. lehan subscrips i.

Laurentius.

---


,

119

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

C- 2016.

1461. 111.17.

Salerno - Federico conte di Valdmont a Onoralo Caetani: - dei denari, che Giovanni d'Angiò altende, riceverà una parte, essendo costui molto ben disposto verso di lui. Fuori:

Magnifico domino Honorato Gaietano Sermoneti etc. F undorum comiti tanquam fratri nostro cariAimo.

Entro: Magnifice et strenue vir, fidelis regie amice noster canss1me. Havemo receputo vostra lettera et inteso quanto ne havete scripta. Semone . stati cum lo ili.mo signor duca et dictoli in favore de li cose vostre, come meglio n'è parso. Luj è benissimamente disposto verso de vuj, quanto verso alcuno altro suo servitore de questo Regno, et è de intentione firmissima de ve remunerareve talmente de la devotione et servicij vostri in modo che, per ognj tempo, ve terrete contentissimj de luj. Aspecta li denarj da giorno in giorno in grande quantità et, subito venute, ne harete la parte vostra et più assaj che non credete. Luj ve ama et have bene a mente; lo cancelliero vostro più distesamente ve informarà de tucto circa questo et de og~j progresso de monsignore; il perchè, più ultre, non me estendemo al Datum Salernj, XVIJ 0 martij MCCCCLXJ 0 • scrivere. Semo alli vostrj piacere.• V ester F edericus comes etc. V allismontis etc.

i

C-2014.

1461. III. 17.

Salerno (negli accampamenti presso) - Giovanni d'Angiò a Onoralo Caetani: - d'intesa con Pietro Giampaolo Cantelmo e con Antonio Spinello, impedisca il passaggio dei nemici. Fuori:

Magnifico 6deli regio paterno Honorato Gaitano Comili Fundorum etc. nobis ainccre dilccto

s.

Dux Calabric cl Lothoringie etc. paterni regni Sicilie locumlenens el vicariua gcnernlis.

Entro: Magnifice fidelis regie paterne nobis sincere dilecte. Perchè havemo inteso l' inimici volere passare da quelle vostre bande, ve pregamo vagliati havere buona intelligentia una con lo ili. duca de Sora et magnifico Antonio Spinello, alli quali de questa propria materia scrivemo a pieno, et obstare, iuxta posse, non li <lieti nemici passano, chè non dubitamo, intendendove come è dicto et vui operando vostra solita dilligentia, loro contrariareti in modo che ne harano pocho honore. Circa questo vogliati fare corno in vui confidamo; a nui pare, dove siti, le cose nostro non potere succedere altro che prospere. Confortamove a stare de buona voglia, chè presto speramo farve sentire novelle ve piacciano. Datum in regijs paternis et nostris fidelibus castris prope Salernum, XVIJ martii MCCCCLXJ. lehan subscripsi. Laurentius.

1461. III .18.

C-2017.

Salerno - Michele da Mantova a Onorato Caelani: - riferisce intorno alla sua m1ss1one, presso Giovanni d'Angiò, accennando fra l'altro al suo viaggio, alle risposte date dal duca alle varie richieste /allegli da parie di Onorato, al bollino di Paolo « de Morisi » ed altri, ali~ callura di uomini a Bar/ella, al saccheggio di Cosenza, ai preparativi di Giovanni Antonio Orsini per la guerra, alla cattura di don Alonso, alla cifra, alle buone intenzioni del duca, ad Onoralo Gaetani di Fondi. al conte Giacomo Piccinina e ad altri. Fuori:

(Excelc]nti cl potenti domino domino suo mcluendissimo domino Honorato Gaytano Sermincti F(u]ndorum comiti etc.

s.

Entro : Excelens et potens domine, domine mi metuendissime, post humillimam conmendationem etc. Adì XVIJ de febraro fece partensa da V. S. et, illa die, restete a Sancto Georgio, et lì feci assay bona iornata circha la fortificatione de quello luocho. A li XVlllJ arivay a Monterotondo (Monteroduni ì) e Il fece dimora tra lo spazo del denaro et altre per msma a li XXJ ; poy fece partita a lo

..


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

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mio camino; arivay a li XXIJ ad Campobasso; a li XXII} a la Gielenze; a le XXIII} arivay a Nocera et lì, per meser lacomo patre de lohan Francesco, vostro camorerj, me fue fate m~lte careze et honore et proferte asayssimj, et così per Raphaello et sua matre, matre et fratello de Gabnele, de V. S. camorerij, a Ii quali rimarò, per l'onore fato ad uno creato de V. S., imperpetuo ubligatissimo. Dopoy, cum molte mal passi et guay, passay da T roya et arivay a la Rossara (Orsara) sempre cum spie et latronj de li homenj d'Ariano me sequitavano de passo in passo per arobarme et haverme in mano. Ad voluntà de Idio, la notte me partì insalutato hospite da Rossara et fece la via de Montelione et anday a Castello et, in quella iornata, passay molte et gran pericolj. Deinde, a li XXVI} passay la baronia de Flombere et anday a lusugualdo et passay a Paterno. lo so al fiume et continue sequitato per don Alonse, che havia spia del mio passare et in quella iornata tanto cavalchay che ionse a la Tripalda et in quello luocho sprofondato dimoray per iornj tredece non pontenno andare anima creata per lo paese; et questo hera perchè lo campo havea abrusiato et sachegiato Montorio, et hera transito a l'Aqua de la Mele; deinde non potendo ha[ver]le '> andorono ne la foria de Salerno et tuta sachizata et posta a scornano (I) et posta ad ubedientia ita et taliter che ... '> le Casali de Giffonj se acordaro una cum lo Castello cum pactis che vogliano stare a la ubedientia de casa d'Aquino et dare passo et feragio a lo campo nostro et così lì so state observate omnia, et lo castellano sta a petitione de casa d'Aquino. A li dodece de marzo, partendomj da li Tripalda, essendo concordato Gifonj, modis ut supra, perchè per altra via non se potia passare, passay per la via de la montagnia, ponendome come homo desperato, et a lo luocho de la montagnia fue preso per li homenj de Giffonj, a li qualj, vedendome conducto lì, naray corno hera fameglio de V . S., et in quella hora me fue fate molte et grande proferte in modo tale che fue conducto sotto a Gifonj ad uno monasterio de Sancto Francesco, et lì mi fue dato a fare colatione, offerendome etc. et ponerme in campo, lo qual o hera a la rocha de Monte Vetrano, fortissima, la quala aspeto lo campo et molti tracti de bombarda in modo tale che, sentendo la voce del conte lacomo (Piccinino ;>) volerla ponere a sacho, lo patrone meser Troyano s'acordò cum pactis, videlicet salvi li loro personj et homenj et dompne et robn, et quelle de foresterj, zioè de li Casali, de la foria et altri a discreptione in forma et modo che tuti quelli soldati del conte lacomo sonno richisti ... 1> e vino et pane se sonno repezati, avisando che per tuto vale carlinj IJIJ0 lo tumolo de la biada, lo rotolo del pane uno ragonese, lo rotolo del fieno IJIJ 0 tornisi, lo sacho de la paglia sey carlinj, e de tuto, ad gran faticha, se ne pote havere. Item a li XIIIJ de marzo, ad !JnO casale sotto la rocha de Merola, me apresentay a la presentia de lo ili.mo monsignore, a la qual presentia hera tuti questi signorj : lo ili. mo conte lacomo (Piccinino), lo prencepe de Rossiano, lacomo da Montagheni, meser lohanni Antonio Caldora, lo conte lullio, lo conte Urso (Orsini), lo conte de Capace, lo signore Michele de Sancto Severino, tute le signore cortesanj, Io conte de Samo ( ... ·Coppola), lo conte de !'Atripalda, lo co_n te de Montesarchio; lo quale monsignore, vedendome posto a li piedi de sua ill.m• signoria cum lettere in mano, humanamente, cum lieta fazia, stricte me abraziò palam dicenno: « Che nove buone havemo de lo s_ignore Honorato? » Oopoy la debita riverentia per mi fata a sua ili. signoria, quella aperse le lettere et lette senza altro risguardo de tanti signorj, me aferò la mano et, una grossa hora et più, · a piedi de uno alboro, me dette una gratissima et buona audientia. Dopoy intesa l' ambasiata, aperse et particulariter lesse la instructione da capo a ffine, et a ttute me alegò suoe efficacissime et vere suoe ragione. Dopoy la notte seguente, a tre hore, me fece le resposte, le quale per questa presente intendente et, etiam per lettere de sua ill.ma signoria V. S. sarà informata et a questo cognoscerà et vederà V. S. se quella sarà amata et menata per parole. Ben ve certificho, signore et patrone mio, et a questo non colorise niente, che, may dopo che V. S. et cum questa parte fosse may tanto ben veduto huomo _m andato da signore veruno de questa parte, quanto a questa fiata è stato veduto l'omo de V. S. generalmente da tuti, e tuti a proferirse per V. S., corno per questa mia sarite avisato. Item circha la instructione, le risposte particulariter: quanto a la prima parte del servito etc., sua ili. m• signoria dice non poterne più ad V. S. corno ad altri signori darve uno tornese per insin a tanto vene l'armata quanto volare e che totaliter è disposto che V. S. sia de li primi signori spatiati, sì de lo servito et de la imprestansa, lo qualo servito particulariter sua ili. signoria ha visto et fato vedere et, ilio tunc sarà li denarj, V. S. haverà suo intento, perchè, così parendome tochare cum mano, seguirà lo 1)

Parola donne11lato.


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

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effecto che la intentione de sua ili.ma signoria è cosi et molto ben disposta, et ultra chiamase in genere et in spetie in tute le cose sucedute et ocorse per suo stato essere et è molto ben servito et satisfato da V. S. et non meritando V. S. molto più che de le cose promesse, sua ili. signoria dice che a luy pareria usare il vitio de la ingratitudene, eo maxime perchè conose veramente ~ssere V. S . suo eficacissimo abandonato servitore per ~olti respeti etc. Item a la seconda parte, che V. S. ha promesso la imprestansa per tuto marso: sua ili. signoria responde che aspeta de hora in hora l'armata et, al più tardo, a dece dì de aprille prossimo. Et perchè V. S. possa et debia conprendere che la impresa principiata de questo Regnio vada et debia andare per via et modo et vincere, remette il iudicio nd V. S., perchè ipsa pote considerare senza denarj simele impresa non se pote vincere, mediante li perfecti et buoni opperationj de li pari servitori de V. S. Item a la terza parte, de intendere quanto se darà per lanza de prestansa : a questa parte non se pote dechiarire per insina a la venuta de li denarj, li qualj, sperase, saranno grandissima quantità et la parte de V . S. non mancharà. · Item a la quarta parte, de non pigliare lo denaro de la imprestansa, se prima ~on se cJà lo servito: ad questo m'è certifichato per sua ili. signoria che intende et vole lo primo denaro sia exborsato del servito a V. S., cosi come fuoe promisso. Item a la quinta parte, de le terre promisse, le quale sonno in potere et pigliate etc. : a questo sua ili. signoria responde, dice che la S. V. dicha che ipso non voglia desdignare il compagno per adimplere le cose promisse ; che V. S. deve considerare la inpotentia de non essere in !ella et che lo bastone non è derizato, et più dice che la S. V. deve considerare due cose, se havimo a vincere o no; sapienti pauca etc. Se la parte de V. S. vince, non tanto de adimplere le cose promisse, ma per respecto de li buoni et perfecti servitij da V. S . receputi, de may non recusare dono in · n abisogni, cum effecto vederà et tocharà cum mane V. S. se li servitij de quella saranno scordati. Et più alegando io, per fare buon lo ditto de V. S., che lo ili.mo principe Rossano havea dato et assignato lo castello de Sancta Maria a lo excelente signor Anthonio Caldora, lo qualo staeva per promissione de capitoli, corno proprio, stanno quelli de V. S.; a questo sua ili.ma signoria rispose humanamente che se tutti li servitori foseno de una equalità ad utele et honore del suo superiore, non foria may discordia, ma che li buoni servitori atendano sempre a vincere cum vittoria et nome del patrone, dopoy il patrone, havendo il iardino, pote distribuyre il pro~isso puomo etc. E de questo non stia in dubio la mente de V. S . che, in tuto il voto de ipsa, sarà cum effecto adimplito. E de ziò io ne restaria cum il capo al ceppo che a quello vedo V. S. sarà più che la promissione satisfacta. · Item a la sexta parte, che del servito V. S. se contentaria de pigliare terre: a questa parte me fue resposto che V. S. poteva conprendere che se fosero duy reamj, a li domandatori non bastariano, ma cum lo denaro se satisfaria le cose promese circha zò a V. S., prout in quarta parte continetur etc. Item a la septima parte che, per non bavere havute le terre promesse, V. S. ha perduto Monte Sancto lannj et che puoche terre del contato (di Fondi) ve sariano rimaste: sua ili. signoria dice che a questo non ha potuto più prout in quinta parte continetur, ma che ben conosse et~intende sua ili. signoria che li homenj del contato sonno affectionati ad V. S. et comprende molto bene sua ili. signoria che V. S., non havendo altro adiuto et favore per mo al presente, ipsa non foria suficiente etc., ma ben certificha V. S. non passarà mezo mayo, Deo duce, cum il suo nome cavalcarà V. S. per lo contato cum più de dua milia persone. Item a la octava parte, se piovese li offitij etc.: sua ili. signoria dice non volerne prometere nè de li septe offitij, nè benefitij et non vole dechiarire per mo la intentione sua, ma cum il tempo V. S. vederà per effecto se la casa drita Gaytana sarà scordata de offitij, benefitij, honori et preminentie et se may casa Gaytana per via de signoria temporale fue in tal preminentie et signoria che sarà Honorato Gaytano de Sermineta ; et in questa parte se contene la nona parte etc. Item a la decima parte, venendo a la particolarità del denaro servito, essendo spisi etc.: sua ili. signoria scrive in modo tale a Pontecorbo che li pannj saranno assignati ad V. S., la qual lettera mando insieme aligata etc. Item a la undecima parte, non havendo havuto risguardo ad vostro figliolo· et a li oppresione del papa etc.: me responde che de tuto è chiarito da molti altri e de zò n'è malissimo contento e, se valese per dicere, sua ili. signoria dice che non diria tanto per lo signore re, suo patre, quanto faria per V. S., ma cum il tempo; la V. S. se dia de buono animo, che ipsa vederà, cum effccto, l'amore porta a V. S., perchè ha conducto ad sè uno iudice de appelatione etc. 16


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o o e u M ENTI o EL L· A Re H I V I o e A ET AN I

_Item a la Xlja parte, de lo assignare de le terre et de la expeditione del denaro etc. : quanto a l'asignatione de le terre V. S. è chiarita ut supra in la quinta parte, et de la expeditione del denaro, per buon rispecto, sua ili. signoria me vole retenere par insina a li dece d'aprille proximo, che serà venuta l'armata et alora intende sua ili. signoria darme cxpeditione sì del servito et de la imprestansa, alegando ipsa sua ili. signoria una cum lo ili. conte lacomo (Piccinino) che, venendo io senza expeditione, foria metere l' omene d'arme in rotta. et cossì staranno non venendo in speransa etc.: a questo et ogni altra cosa la S. V. me dia ad viso lo modo ho à da fare. Item a la Xllja parte, se tute l'alb·e servitori manzaseno pane et aqua etc.: la sua ili. signoria responde· et dice facendo la iosa che non è signore de questo reame che manze più amare · vivande et aqua de sua ili. signoria e de ugnj cosa se porta in pace considerando che lo patre è et deve essere re de questo regnio; patrone mio, nota sapienter etc. Signore mio, de le parole et promissione larghe in colaudare V. S. asaysimj in modo che in. tre iomj non li poteria scrivere, ma in substantia et sotto brevità V. S. è chiarita, prout supra continetur, perchè me pare havere tocado cum mano et scalzado la inchiodatura, e sse ben la S. V. nota le suprascripte resposte ad me fate, considerarà V. S. che lo ili. duca de Calabria, combate ad duy parte, una è cum la povertà, altra cum la fortuna etc. Signore mio, a fare li fati vostri non ce à bisognato mezanj, perchè havite lo advocato et procuratore in corte, lo qualo è monsignore lo Duca, patrone de tuti, perchè la intentione sua buona è tuta senza fele de fare bene a la S. V. Item lo iudece vostro et quello che fa prima spatiare V. S. si è lo ili. mo conte lacomo ; non poteria tanto scrivere quanto più ha adoperato et adopera et intende per stato utele et honore de V. S. et luy vole che de li primi spatiati de omnia sia V. S. et ha gran desiderio che ad questa usita in campo V. S. sia cum ipso. Item lo ili.mo signor prencepe Rossano molto ·ha dimandato de V. S. et haveria caro asay de venire a stare una cum V. S. da le bande· de sà cum suoe gente, perchè ha gran voluntà de darne una petonata a lo parente ( Onorato II Gaetani) etc. et àrrie molto proferto. Item lo ili. conte Valdemonte grandemente ha favorito la parte de V. S. et favorise mirabiliter ita et taliter che · fa et farà cum dimonstrationj li effecti etc. Item lo conte Biaxio, gran partesano in favore de V. S., et afanase volunterj et pote in corte. Item lo conte Brochardo (Persico) et lo vicario (Palamede Forbino}, ipsi sonno partiali corno buonj amici et servitori et de V. S., como sa pite, et non fingono fanno a buon iocho. Item lo conte meser lohanni Antonio Caldora tante proferte, se abisognava fare cosa veruna per V. S., hera paratissimo et proferimo denarj et altre cose et alegramente etc.; achadenno de scrivere, li prenominati se voleno reingratiare etc. Item mando lo salvoconducto de lo sacro monastero seconno lo adimando, lo qualo salvocondutto è stato facto ad conplacentia de V. S. ltein mando etiam la lettera a lo signore ducha de Sora (Pietro Giampaolo Cantelmo) directiva, circha la quietatione de le capre, presoni et denarj etc. in modo tale che omnia sarà restituyto, et cossì intendo et scrive monsignore in ipsa lettera che tuti li asecurationj fa et farà fare V. S. siano integraliter observati. Item mando tre altre lettere da parte de monsignore; una directiva ad V. S., a lo signor ducha de Sora et a lo signor Anthonio Spinello, che tute se debiano intendere una cum Vostra Signoria per lo stato comune etc. Apreso aio visto quanto V. S .... 1> data a li quatro de marso et udiencia data a li nove, ayo fato circha lo fato de Giffonj quanto c'è stato possibele; monsignore responde che non è in sua libertà Gifonj et che ha havuto per vigore del stato gran piacere che siano reducti cum pactis, prout in anthea continetur, zioè che intendono stare a la ubedientia de casa d'Aquino, tanti adimandatorj circha zò hera uno storno, ma ben dico che se V. S. potesse havere la curatione de meser Francesco, poteria V. S. guidare etc. et laudo a questa parte ve intendeste cum la marchesa (Beatrice Caelani. Item de progressi et oppresione de amici et inimici, a questi dì per Paulo de Morisi, Bernardo de la Marra, lo duca d'Andria (Pirro del Balzo) corseno la dohana et piglioreno in due fiate circha xvm

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') Parola danne11lola.


EPJSTOLARIVM HONORATJ CAIETANJ

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pecora et anchora per le gente de meser Hercules et ducha de Melfi ( ... Caracciolo), zioè le gente suoe andando a corere a Barleta per li nostri amici furono advisati li inimici ita che de li nostri fue presone circha trenta homenj d'arme. Cosenza per lo conte Sanseverino et lo cavalirj Ursino è stata sachizata. Item lo serenissimo principe de Taranto dà denarj et mete in ordine Iljm cavallj, Jjm fanti et sarano de tuto ponto in ordine a mezo aprille et intrarà in campo cum monsignore. Havemo in campo nove che don Alonse è stato pigliato. De la preda fata per lo signor conte da Campobasso (Nicolò di Monforle), credo V. S. ne sia informata, .nondimeno ve adviso che lo contato de Marchone è tuto disfacto et predato ; per lo prefato conte è stato facto. In questa hora semo dentro alogiati, zioè li francesi in Salerno, l' altri soldati stano di fora per li casali, e dicese al secreto che andemo tuti domatina a Napolj. Secondo passarà le cose, V. S . sarà advisata. La gran carestia c'è dentro de ugni cosa, lo tumolo ... 1 vale carlini XJJ. Item de li iorney, iuparellj et coregia, farimo la via de Nola, mandarò ad executione quanto scrive V. S. et mandare lo mastro de lo padeglione et quello per lo centimolo farò ugni diligentia. Item mando la gifera. Avisaritece se l'averite havuta o no. Signor et patrone mio, de quanto scrivo a V. S . ve scrivo lo evangelio, credo che da monsignore in parte sarite advisato et cosi d'alcunj cortesanj. Più presto voglio che V. S. se doglia de ipsi, mentendo, cha de me, et non potente may imputare ad me negligentia et che sia stato et rimasto che non habia ditta li fati et abisogni vostri cum replicare etc. De tuto per me quanto è seguito, per questa presente V. S. è advisata. Ben supplico et prego V. S. me . dia adviso et presto de tuto quello ò a da fare, advisando V. S. che ugni iomo me dispendo per la gran carestia del vivere dece et undece carlinj. Sa V. S. le denarj arechay; dubito che anday ad cavallo, ritornarò a pedi, benchè me conforto che pigliaremo tanti denari che, tra l' altre male spese, questa li poterà cadere. Signore, ve aricomando mio figliolo et quella famegliola in li abisognj siano sovenuti. Item, perchè monsignore è dexideroso sentire de le nove de Roma et come se portano cardinalj, et li romanj che fanno, et maxime che fa et dove sta monsignore (Prospero) de la Colona et li fratellj, si che informateve de tuto et darite adviso a sua ili. signoria et anche ad me, aziò ne possa comunicare cum questi altri signori . Item de lo signor Alexandro de Montefortino spero, a complacentia de V. S., sarà conducto per la prima mia de adviso, ne advisarò V. S. coma et quanto etc. Tuti quessi signori ·cortesanj se aricomandano a V. S., lo argenteri Lazaiolo, Zachagnino, da Sondino, meser Bartolamio, Bataglino da Zenova, tute se aricomandano a V. S. ; Anthonazo pisano, che sta cum lo signor prencepe Rossano, s'aricomanda a V. S.; Anthonio de la Porta s'aricomanda infinite volte ad V. S.; Lorenzo Pagliare m'à voluto pigliare et combatere cum Miccho, quello vostro soldato salernitano, ma l'ayo fato remanere cum una bestia. Fazo una post scriptum per confortare l'omene d'arme, se pare ad V. S. de farla legere ad ipsi ; fate corno pare ad V. S ., a la quala infinite volte me aricomando. Item a la parte del parente vostro (Onoralo Il Gaetani), la faba sua non ce vale et che habia mandato misso nomine, niente, ma ben dice monsignore che se per lo passato havesse voluto dare orechie ad suoe parole e che havesse voluto agarbare V. S., de molti stimulatorj herano che dicevano acordando lo parente, lo stato comune foria stato vinto. E de zò sua ill.ma signoria non volse may consentire et che prima staria a sententia de andare cum ugni cosa a diabolo che venire mancho de quello è promisse a V. S. Et più ve adviso in palese et al secreto, lo il!.mo conte lacomo è suo vero inimico. A la parte de la lettera mandata ad V. S. per lo parente, monsignore inmediate la monstrò in Consiglio et prima che persona dicese alcuna cosa, lo conte lacomo disse tal parole, videlicet : « Verso de la iniquità del parente, per mia fe', questo homo may non ha pensato de perdere nisi a lo presente, et voria cerchare cum suoe malitie de trare qualche cosa da lo signor Honorato per poter monstrare, perchè, havendo qualche cosa tracta de pecto, per poter dicere: Ecce lo signor Honorato cercha questo, acordatime me hora ». Tuti l'altre signori lodonno questo dito et che poteva essere veresimele. Patrone, site da tuti colaudato, sapio. Apreso procurate aziò non se vada al tempo de li denarj cerchando homenj, fate che habiate dove et donde bavere a la summa de quaranta homenj d'arme et non dubita V. S. de denarj. Signore et patrone mio, se V. S. rimarà gabata, quod non credit, havete tante fè de valenti homenj che ve scriveno, che non sazo che dicere ; ma in vero conoscho che de tuto sarite integraliter satisfacto. Non altro et perdonatime se ayo dicto longo, perchè cose asay e de gra~ peso non se panno dicere in poche parole. Ex Salerno, XVIIJ martij 1461. servulus M i c ha e l Man t u a n u s cum reconmendatione etc. E V. Cel.

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. .--x---•••· .,..___


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

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Post scriptum. Aziò non credate stia a dormire, questa matina sequente, ayo receputo in Salerno, per mane de meser Agabito, huomo de madama Lucretia, ducati dua milia et septocento; et questi m'à fato assignare monsignore per parte de la inprestansa et spero che no~ tardarà dodece iornj haverò lo integro spazamento, et che a Nola me farà assignare quatro o sey peze de seta et una peza de brochado d'argento. Non sazo li pretie, perchè no l' ayo viste et anche non ayo risposto nè si nè no, per insina tanto non ayo adviso da V. S. De tuto quello ayo ad afare da li bandi de ·sà, sonno de bellissimj cavallj,• ma sonno carissimj. Se 'I pare a la S. V. che debia conperare per insina a sey o vero otto cavallj, farò quanto scriverà V. S. et così de li muli che, per mia fè, ce ne sonno de bellj. Apreso prego V. S. me voglia advisare quello eh' è de Gaspare da Montava et anche non recrescha a la S. V. confortare et a tuti vostri soldati aricomandarme avisandolj che li portarò denarj asay. Per Dio, signore et patrone mio, siave aricomandata la famiglola mia, et fateli avisati che sto bene, Dio gratia; me aricomando ad miser Tornasi, Honofrio et a Pietri Paulo et a tuta gens de casa etc.

1461. III .18. Salerno - Broccardo Persico a Onoralo Caelani: che ad altro signore o barone del Reame. Fuori :

IUustri et potenti domino mi honorando domino Honorato Gaielano de Honoratu S11rmonele elc.

C-2018. Giovanni d'Angiò si sente più obbligalo a lui

s.

Entro: Illustris et potens domine mi honorande. Ser Michele (di Mantova) presente portatore è stato qua; allo illustrissimo signor duca et alla sua serenità ha molto distinctamente exposto cl facto della S. V. cum summa diligentia. Et perchè me pareria fare torto alla sua prudentia, mediante la quale saperà meglio riferire che io non lo sapesse scrivere, non me extenderò altramente. Si non che certifico la S. V. monsignore essere tanto bene disposto verso la S. V. quanto dire se potesse, et io che so qualche parte de · I' intrinsico della sua celsitudine, in secreto lo trovo in meliore dispositione che 'I non sa dire: et molte volte me ha replicato che 'I è più obligato alla S. V. che ad signore o barone de questo reame per bavere havuto cussì liberale servitio et sì fedele quanto ha da quella. Et se la S. V. non ha dalla sua ser.111 • meglio che non saperia desiderare, voglio lo imputi ad me, et tengame per busardo. Michele cl tutto li exponerà. · A la S: V. me ricommando et a Luyse el simile. Ex Salemo, 18 martij 1461. Brochardus de Persico etc. comes S a bi onete

!

1461. III .18. Salerno - Giacomo Piccinina a Onoralo Caelani: preslo Giovanni d'Angiò. Fuori :

Magnifico et strenuo militi tanquam f ratri honorando domino Honornto Gaytano ac Fondorum etc. comiti.

C-2019. risponde assicurandolo del suo interessamento

s.

Entro: Magnifice et strenue miles, tanquam frater honorande. Ho veduto quanto la S. V. me ha scripta per una sua, et inteso quello me ha exposto Michele (di Manlova) suo cancellero. Respondendovi, dico che doveti essere certo farò li facti vostri appresso questo nostro comune ili. ·


125

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

signor duca, corno li mei proprij, perchè vi ho per buono et honorebule fratello, et tanto più lo debbio fare quanto haveti ad essere cum mi a quella impresa de Appruzo. Concludendo, monsignore me ha promisso spazarvi de li primi dinari che 'l habia de la vostra prestanza, et attendervi quello ve ha promisso del stato, et etiam darvi tutto lo vostro avanzo et, non obstante questo, mi ha dicto adesso solicitare quanto sarà bisogno farvi havere quello la serenità sua vi ha promesso, et cosi me offero, offerendome ad ogni vostro piacere pàrechiato. Salemi, die XVIIJ marcij 1461. lacobus Picininus vicecomes de Aragonia regius capitaneus et locumtenens generalis etc.

[1461]. III. 20.

C-2020.

Salerno - Il vicario Palamede Forbino a Onorato Caetani: - conferma il ,uo inlert!33amento alle cose di lui, aggiungendo che di lutto sarà per lettera informato dal Giovanni d'Angiò. Fuori:

Excellenti et potenti domino Honorato Gaytano comiti Fundorum et Sermonete etc. auo reverendo

s.

Entro : Excellens et magnifice domine, reconmendacione premissa. Aio recevuta la lettera de V. S.ria et quella intesa. Deve essere più che certa V. S. che, corno altre volte ve ho raionato, sempre me trovante circa li facti de vostra con quillo calore et amore corno se fosse facto mio proprio et de questo ve rendite certissimo. Per lo ili.mo signore duca per extensum serrite informato per sua lettera de tucto, de le nove et altre cose et per questo 'no me distendo al scrivere in cosa alcuna. Dicovi, signore, una cosa che, per quanto me basta lo mio intellecto, io conusco la intencione de lo ili. mo signore duca essere tale verso la V. S. che io puro ne so qualche cosa che barone de quisto reame non se pò tenere contento per gratia de signoria corno ve passite teniri contento vui : et in quisto no me gabba lo videre. Ser Michele vostro ve informarà particolaremente de tucto. Sempre me reconmando a la V. S. Ex Salerno, XX marcij, VIIIJ indictione. Vester m omnibus Palamedes Forbinus vtcanus.

1461 . III. 22.

C - 2021.

Roma - Il card. Scarampo a Onorato Caetani: - perchè dia buona licenza a Giuliano di Rienzo Altiero, cittadino romano, non potendo costui, in seguito alla morte del padre, attendere più al mt!3tiere delle armi. · Fuori:

Magnifico domino compatri nostro carissimo Honorato Caietano Sermineti etc.

L

l

cardin11li1 aquileie!ISÌI domini pape camerari us

s.

etc.

j

Entro: Magnifice domine, compater noster canss1me, salutem. Havemo havuto informatione essere alli vostrj servitij el strenuo homo, luliano de Rienzo Altier[o], ciptadino romano, el quale poi la morte del padre è venuto qua per componere le sue ·cose, et hora se ritrova in Roma. Et perchè da suoj · parenti è stretto non faccia più el mestiero de l'arme, perchè li torna in despiacere et preiuditio non piccolo, semo stati rechiestj che in suo favore ve scrivamo la presente. Pregamo adonque et conforta[m]o la Mag.1• V. che, ad nostra contemplatione, li vogliate concedere bona licentia et' tractarlo per modo che de voj continuo se possa summamente laudare. Bene valeat M. V. Rome, die XXIJ martij MccccLXI.

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o o e u MENTI o ·EL L • A Re H Iv I o e A ET AN 1

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C-2022.

1461.111. 24.

Aquino - Onoralo Caelani [ad Eleonora d'Aragona principessa di Rossano]: - genie della Chiesa, in Marittima e Campagna, pronta ad affrontarsi Ira Mignano e Presenzano con le truppe di re Ferdinando per dare guerra alle terre di lei; sollecita rinforzi essendo insufficiente la brigata di cui egli e Pietro Giampaolo Cantelmo dispongono; chiede notizie del suo cancelliere inviato a Giovanni d'Angiò, dei progressi di costui, del conte Giacomo Piccinina e del consorte di lei (Minuta).

Ill.ma ac excel.m• domina, domina honoranda, commendacione.

Per avisare de continuo V. I. S. degli progressi del gente de la ecclesia et per sentire felice nove del comune stato non retardo a scrivere. Lo nepote del papa (Antonio Picco/omini), in quest'ora et dì, è in Ceperano con gente assaj, quale ·tene sparse fra Fresolone, T orrece, Sabucho et altre terre de Campagna et Maretima, non tanto da longha che in un dì non possano essere tucte insiemj et aspectase solu lohan Conte quale, secondo so avisato da Roma, venerà presto, perchè ià ha receputi dinarj, non saccio la quantità. luncti serano insieme, passarano et, secondo sento, se voleno affrontare con don Ferrante et fra Mignano et Presensano, et dare guerra al terre de V. I. S. Ma quisso paese, per questo et per omni altro respecto, foria molto utile per tucto lo comune statu domare ad no glj lassare passare et che vogliamo dire che veneranno con quello augurio che venero I'altri l'anno passato; questo è indu bio, ma no gli lassanno passare, so certo ce posseno dare pocho inpaccio, sicchè prego V. I. S. voglia ordonare et sollecitare che a queste frontere vengano del gente nostre o per via del conte Antonio (Ca/dora;>) o del conte Campobasso (Monforle) o ce mandite del vostre, purchè vengano gente, vale tanto. lo per me ho facto • mio devere con fare reparj et fossi et sto con la mia brigata apparichiato ; purchè habia aiuto, non dubito se haverà honore. Lo ili. ducha de Sora (P. G.-P. Cantelmo) ancho me scrive se apparechia. tucta via, ma, in vero, non semo ambeduj sufficienti per niente; V. I. S. è prudentissima, rendome certo provederà a tucto. Hogi fa XXXVJ dì, . dimandaj un mio cancellerj a la ser.11 de monsignore nostro, lo Duca de Calabria, et cinque missi poy, l'uno presso a l'altro, et niuno ne è may retornato, nè saccio che sia de loro, tanto del cancellerj, quanto degli missi. Prego V. I. S. se dingne fare demandare lj vostrj che ne venno, se del dicto mio cancellerj et missi senteno alcuna co~a et de ciò V. Ili. S. me voglia avisare et similiter degli felicissimi progressi de la ser. 11 prefata, del' ili. conte lac[com]o, de l' ili. signor princepe vostro · consorte, et particulariter del comune stato, et questo a mia consolatione; et se per V. I. S. posso più una cosa che un'altra, so sempre paratissimo agli comandj de quella. Ex Aquino, XXIIIJ martij 146 I. Prego ancho V. Ili. S. me avise che fanno nostrj inimici et dove se troveno. Honoratus ~ Sermineti F undorum comes etc. Gaytanus

1461. III. 25.

C-2023.

Aquino - Onorato Caetani a Giovanni d'Angiò: - nella prossima sellimana sarà compiuta la fortificazione del passo; tenga d'occhio Aquino; voglia soccorrerlo e mantenere le promesse,· degnisi far consegnare l'acclusa lettera al suo cancelliere; provveda ad impedire il transito del nemico, che trovasi a Ceprano (Minuta). Illustrissime ac serenissime domine, domine mi singularissime, humillimam commendationem. Come per più altre ho scripto a la I. S. V., so stato et sto assiduamente sopra la fortificatione de questo passo, quale spero, questa septimana proxima, serà expedito. Et non dubito, havendo li convicinj ad defensione del decto passo, secondo ho più volte con loro replicato, la I. S. V. ne sentirà nove li piacerando. El mio debito ce ho facto et fo et, dal canto mio, de mej homini et vassallj et soldati, non restarà fare quanto sia necessario, per augumentatione del stato et favore de V. I. S. et vorria volenterj essere sufficiente obstare ad questa pugna. So più che certo la mia possibilità essere ad quella


I27 .

EPISTOLARIVM HONORATI CAJETANI

manifesta, voglio saltem fare mia excusa; per me non è restato nè resta fare fossi, antifossi, tagliare acque, far bastionj, sticcati et altre cose necessarie per roboratione de questo passo per modo che mei soldati et vassalli, fine ad quest'ora, hanno pigliato fastidio guardarlo de di de nocte per dubio che li inimici propinqui non venissero ad guastarli. Ben supplico V. I. S., secondo ho più volte scripto, habia più avertentia ad questo paese, et per più et più bonissimj respecti ce tenga l'occhij aperti. lo, o ricco o povero che sia, una volta per tucto, ho dato l'anima, lo corpo, figlioli et stato a V. S. et questo se vederà con effecto. Preterea, son XXXV dl, mandaj lo mio cancellerj (Michele di Mantova) con la instructione et foglio, quali so certo V. I. S. habia veduti, el quale conduxe con seco duj currerj per avisarrne de li progressi de mei fazende, et fine ad mo non ho resposta, se son vivj o morti, et quocl peius est, da po' de loro, ho mandati quactro altri con lettere, quali credo V. I. S. habia havute; non so se son tucti morti. La I. S. V. sape lo mio bisogno ; dignese subvenirme secondo è mia speransa et observarme le cose promesse; et postremo supplico V. I. S. se digne far consignare la alligata lettera al mio cancellerj. Monsignore, credea, a la mità del presente, haver la imprestansa per la mia conducta, secondo ho promisso a lj mej soldati, et son certo che, essendo da me tanto tempo tenuti in parole, se annarrando con Dio; io non posso più substenerli, dignese V. I. S. provederce. Ccterum, so multo vexato et tentato da quisti ecclesiastici. Credo, lo facciano per cognoscere et vedere la mia constantia; non bisogna più dire quanto sia dato penitus a la servitù de quella, a la quale so dato in anima et corpo et con epsa intendo vivere e morire, a la quale me reconmando sempre. Ex civitate Aquinj, XXV martij 1461. . Post scriptum. Aviso V. I. S. come lo capitanio de la ecclesia (Antonio Picco/omini), nepote del papa, è a Ceperano, no però con multa gente, benchè tucta via se aspecta. Piaccia a V. S. provederce et reparare al loro transito et non fare corno l'anno passato. Rengratiamo Dio che l'anno venne bene per nuj, non vogliamo mectere in dubio lo facto nostro.

1461.111. 25.

C-2063.

Aquino - Onoralo Caelani [al suo cancelliere Michele di JW'anlova]: - dolendo:si fortemente che non gli abbia ancora scritto, gli raccomanda di definire al più presto le sue/accende con Giovanni d'Angiò. Cancellere· noster carissime, salutem. Sapete ve mandemmo ad monsignore per cavare fructo de le nostre fazende et per havere de tucto particulare aviso. Mandemmo con vuj duj currerj et poy ve ne havemo mandati tre altri et per non sapere de verun nova, havemo scripto ad monsignore et ad vuy per haver noticia, se site vivj o morti che sono trentacinque dè ve partiste da nuj. Vuj sapete con quanta difficultà ce lasseste circa lo mantenere de nostrj soldati, a li qualj promectcmmo la imprestansa a la mità del presente. Ora, è finito· de mese e volesse Dio havessimo da vuj una piccula lecteruza, avisandove che tuctj nostrj homini d'arme, vedendose mantenuti da nuj in parole, se voleno annare con Dio. Per questo havemo grandemente ad quardarce (I) de la vostra pigricia; avisi~ece al mino se site vivj o morti, o vero se site tenuti in parole, quel che non credemo, et se site vivj, ve sforsate portarece le giornee, iopponj et corregia havemo in Nola. Recomandatece infinite volte ad monsignore et solleEx civitate nostra Aquini, XXV marcij 1461. citate havere spacciamento de nostre facende. Honoratus > l Sermineti F undorum comes etc. Gaytanus J

1461. III. 31.

C-2025.

Aquino - Onoralo Caetani [al suo cancelliere Michele da Mantova]: - non a«Jendo avuto altro che buone parole, vuole che rimanga colà fino a che non abbia ottenuto « prestanza •, servizio e provvisioni; si duole perchè, avendo tutto dato, nulla ebbe finora; accenna ai tentativi del papa per ridurre in pace i Colonnesi con gli Orsini, alle offerte /attegli per indurlo ad abbandonare il partito angioino; informi di tutto Gioranni d'Angiò pregandolo di concedere a lui la licenza di battere moneta e il capitanato di Pontecorvo a Pietro di notar Nicola (Minuta).

ili.mo

Cancellarie noster carissime, salutem. Havemo recevuta vostra lettera una con quelle dello monsignore duca (di Calabria) et dello ill.0 conte laccomo (Piccinina} et dc più altri signurj,


126

I

DOCUMENTI O ELL' ARCHIVIO CAETANI

le quali, sub brevità, non hanno altro che bon parole sensa effecto veruno. Inteso quanto scrivete de le resposte ad vuj facte da monsignore, alle particularitatj della instructione porteste, nuj sapemo et simo certi che de resposte et scuse con bon parole se trovano assai et sonce molti modi, ma vorressimo questo satisfacesse alla impossibilità nostra, quale sapete quanta sia. Nuj ve mandemmo per essere subvenutj de facti et non per haver parole, et duolce siate tanto restati, havendo la grossa spesa quanto scrivete, perchè de fare la spesa da ssà et da equa non ce mecte ben a rascione ; pur essendo tanto stato, ce contentamo siate finchè se possa haver el fine de questa prestansa et del servito et la proviscione, et Dio sape et anche vuj quanto simo assueti. Fine ad mo ce simo possuti ayutare col nostro, et omne persona ha veduto ce havemo misso quel che havemo havuto et quel che non, et non havemo finitto fare quanto e' è stato possibile. F orsa alcun non crede che per lo appressione havemo havute et omne di havemo, più ad Sermoneta non potemo haverne un piccolo de intrata; ad vuj è noto quella povera terra da campo fermo in fore have tucte l'altre importunità. Dove decete che alla parte del domandare delle terre promesse, monsignure responde che se vole actendere ad vincere, de bono; ma haverissimo più caro che sua ili.ma signoria che questo potesse essere satisfacimento de nostri bisognj et ad nuj non desse mala condicione; et non dubito de la vera affectione et del bono animo ha verso de nuj, quale havemo una condictione cusì facta che quan~o ce possemo regere del magiare, mai cerchamo pane ; et homne homo pote pensare, quando lo domandamo, ne havemo bisogno. Li homini de Pontecorbo se fanno beffe della lettera de sua ili.ma signoria quanto ali facto delli pigni, •> sicchè, non havendo subvencione da ssà nè da equa, non possimo stare se non male, avisandove che son partiti fino ad mo quactro delli nostrj homini d'arme et non obstante possano pigliare delli altri fine in quaranta, dubitamo se partiranno dellj altrj per modo che, da quactro in fore, che ce servino più per amore che per dinaro, tucti l'altri se ne annarando; chè, havendo havuto almino questo panno, serria bastato mantenerli fine alla impre_. stansa, la quale procurate haver ben ben presto una con lo servito et la provisione ; et potile essere più che certi non ce ne porrimo mectere in borsa un dinaro, anche ce bisogna mectere molto più del nostro, volendo haver in borsa qualche Borino da dispendere per stato del prefato ~t per mectere in ordine la famiglia nostra, la quale sapete quanto sia desordinata et mal in punto. V uj site persona prudente et havite lo intellecto con vuj parendove lo vostro domando, tanto della imprestansa quanto del servito et de la provisione, non haver veruno effecto; meglio, meglio è tornare che instare, et perchè havete pienissima informactione della necessità nostra non ce extendimo più ulra (I). Multo ce maravegliamo monsignore non ce habia voluto concedere per al barano uno delli septe officij, benchè ad nuj habia più volte diete quelle medesime parole che con vuj ha referite, cioè volerlo tenere sopra de sè. Fine ad mo havemo veduti accaderce delli dicti officij, et maj ce è stato lo locho nosh·o, per questo sia uno tacito renuntiare. Ser Michele, havemo caro de tucte queste cose habiate colloquio con monsignore, chè, vedendoce absente de officij et beneficij et provisionj, de imprestanse, del servito et de subventionj et de le cose promesse non possemo essere se non mal contenti ; non però che questa habia ad preiudicare al stato de sua ili. ma signoria a la quale è noto, per suo stato, non havemo curato de roba, de stato de Sermoneta disfacta, nè havuto verun resguardo ad nostro figliolo. Anche per lo nostro servire credemo, quanno· niuno devesse havere de questo stato preheminensia, nuj ne devessimo recepere più merito de tucti l'altri, et non aspectare all'ultimo, perchè se tucti l'altri assectassero lo fine, nuj non curarissimo essere de quillj ; ma la doglia nostra et quello perchè niun modo possemo havere quiete è che vedima (I) tucti I' altri haver stati, officij et preheminensie, et nuj scimo pasciutj de parole. Et perchè semo desiderosi sentire de le nove, actento anche che da equa se dicono molte et varie cose, ve pregamo et incaricamo, per quanto amore ce portate, ce vogliate continuamente avisare de tucti progressi de amici et de inimici sensa diminutione et de pura verità. Vuj vedete lo tempo breve, et sulo in missi non bastaria: lo havere de Appollo, perchè ce vole, fra annare et venire, un mese; fate non siate ssà indarno et che all' ultimo non ce possamo querelare de vuj. Preterea, vuj non ce havete scripto niente , de Capalunj; avisatice se quello signore ha facta novità alcuna contra de· monsignore et per omne via ordinate con sua ili.ma signoria ne habiamo nova confermactione et de tucto ce informarete ad plenum, o che sia voltato o che non. Ad tucti quissi signori scrivemo la credensa in persona vostra ; referite omne cosa secondo ve scrivemo et ordinate habiamo spacciamento et presto.

. ...


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

129

Ordinate sia spacciato inseme con nuj lo signor Alexandro, perchè li havemo data ferma speranza et luj se ha pigliati li homini d' arme et ha gran spesa alle spalle. Quisti signori Colonnisi stanno fermi e constanti al volere di monsignore et quantuncha lo papa ve li dia molti assalti per redurli ad pace collj Ursini, fine ad mo' non è sequito effecto; sopra de ciò starno continui sospecti et tenimoce spie ; secondo senterimo, serrite avisato, acciò ne possate dire con monsignore, al quale dirrite che serria bono, havendo li serviturj, non se li lassare perdere, maxime quisti che posso (I) fare delle cose favoribili per stato de sua ili.ma signoria. Annando Loduicho da Bologna, nostro homo d'arme, ad Roma per sue fazende, annao ad visitare Johan Pazaglia, quale dice essere suo parente, et mustra che per altri tempi habia havuta notitia con Johan Mala Volta et col nepote del papa (A nlonio Picco/omini), quali mandarono per luj in la camera del dicto nepote del papa, et domandandolo de le conditionj da equa et de questi reparj fatti, vinnero ad dirli devesse fare imbassata ad nuj che, volendoce redure alla voluntà de Nostro Signore (Pio Il) et farriano dare lanze et fanti et provisionj et grandissimo stato. Et lo dicto Lodovico tornando da nui et referio tucto, ad che non havemo facta resposta veruna, se non che avisamo vui, acciò ne informite monsignore, perchè ad sua signoria havemo una volta data l'anima et lo corpo et con quella iritendemo vivere et consumare li nostrj iornj ; ad quella ne scrivemo similiter et vuj ve porrete meglio stendere. Siate con monsignore et ordinite, con grandissima instantia et con sullicitudine, che se digne, ad nostra contemplactione, concedere lo officio del capitanato de Pontecorbo ad Petro de notaro Nicola, nostro vassallo de Bassiano, quale è homo idoneo ~t sufficiente et molto fidato nostro, et quelli son fidati ad nuj, son fidati de sua signoria. Et volendo concedere tal gratia, per lo primo che occorre ce mandite la conmissione in bona et cauta forma, per lo anno da venire, cominsando ex nunc, perchè lo capitano passato so più dì finio lo anno et li homini de Pontecorbo se contentano molto sia mutato. Starrite ssà finchè se habia la imprestansa et lo servito et la provisione perchè deliberamo vederne lo fine; ben ve dicemo non siate ad dormire et sforzative, nanti la fine de aprile, havere spacciamento. Ordinate habiamo la licencia possamo bactere la moneta et manditela una con la commissione del capitano et, se per caso non volesse monsignore fare quanto scrivemo de ciò, ordinate se mute l'altro capitano et che habia comandamento se debia intendere con nui. Silbestro corre ome (I) dì fine alle porte de Roma et fa prede et presuni infeniti, et Tioli (Tivo/0), secondo sentimo, si tene più presto alla fedeltà de monsignore che de altri, et non vole receptare gente de ecclesia et Silvestro non offende nè Tioli nè ad Riete. Serrite sempre per favore de· tucte nostre fazende con lo ill. conte lacomo (Piccinina), col signor vicario (P. Forbino) et signor conte Brecardo (Perlico) et con tutti !'altri, ma con questi fate maior fondamento, con dare et supplicarli oportuno per nuj secondo è nostra speransa, perchè sempre ce trovaraehbe (?) corona de fedeltà verso lo stato dello ili.mo monsignore nostro. Sforsitive habiamo quelli pannj da Nola et quel maestro de padiglione, et presto ce li mandite et, per subvention vostra, recorrite ad quissi signori. Manchandove niente et receputo lo dinaro, satisfaremo tucto et non ve dicimo altro ; fate secondo è nostra speransa, et recomandatice infinite volte ad monsignore, allo ill.0 conte lacomo et ad tucti quissi altrj signori et gentilominj. Ex Aquino, ultimo martii 1461. Honoratus Sermineti F undorum comes etc. Gaytanus 0

!

1461.IV.5.

C-2040.

Aquino - Onoralo Caelani a Giacomo Piccinina : - dagli uomini di Silvestro è 5talo preso F rancesco da Siena, invialo dal papa pre.5$0 re Ferdinando per ottenere la liberazione di Nicola; lo prega di ordinare il rilascio del commi55ario papale; 3crive a Giovanni d'Angiò per lollecitare l'uscita in campo; li duole di non aver potuto, per insufficienza di rin/orzi, impedire il pa~aggio delle genti della Chiesa andate a San Germano (Minuta). III.me domine, domine mi honorandissime, comendacionem. Aviso V. Ill.m• S. come, per intercessione de alcunj cardinalj, mey amici (card. Scarampo e P. Colonna;>), iocandoce alcun beverag10, la S.tà de N. S. è commossa ad volere che misser Nicola, minimo servitore de V. Ili.ma S. et 17

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-

. ..


130

DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAE TANI

mio figliolo, sia liberato ; et per tal materia ha per doe fiate mandato un suo conmissario con brevj ad don Ferrando et al mio parente (Onorato li Gaetani) qualj, pensando li dicti brevj non essere facti de voluntà de N. S. ma cavati subreptive de corte de Roma, hanno date verba generalia. Mandando don Ferrando un suo secretario, chiamato (Gaspare) Thalamanca, a la S.li prefata per altre sue faccende, inter alia, li e posse ') da sua parte se intendeva volere mio figliolo, de che N. S. se turbò grandemente. El dicto Thalamanca dixe che don Ferrando, el mio parente intendo non fare quanta (!) sua S. t1 comada. Tandem fo, eo tunc, deliberato mandare a lj prefati lo conmissario predicto, quale se domandava misser Francesco da Sena, con brevj de N . S., el quale dovea, omnino, condure mio figliolo questa Pasca in Roma; et, essendo in camino con un frate, quale era ad Roma ad ·sollicitare con cardinalj tal facto, forono pigliati fra Mareno et Vellitrj, dove erano quillj homini de Silvestro alla strada; et lo dicto conmissario è in presone ad Palombara. Pertan[to] supplico V. S . se dingne, ad contemplatione et singula1i gratia, scrivere ad Silvestro in binissima et cauta forma che mediante debia donarme, senza altro pagamento, el dicto conmissario con tucti soj cavallj et robe, dellj qualj altrimenti me bisognaria essere al tercio paccatore e facenno questo, corno spero, tra l' altri beneficij receputi da V. S., de questo restarò ad quella imperpetuum obligato. Scrivo ad monsignore che ce pare sua signoria habia caro se prolonghe qualche dì più del tempo che havesse ad durare, et benchè la iusticia et la potentia et la virtù de la m. là del signore re Renato, de sua i. s. sia sufficiente ad accupare et mantenere maiore impresa de questa, sperando all'ultimo venirne alla opta victoria, serria bono quèllo · se pote fare hogi, non se havesse da fare demani; et questo dicemo perchè sua singnoria porria tenere li inimici a bada et ciascuno suo haveria caro guardarse casa sua et mediante el suo temore alcun che da qualche favore ad don Ferrando, havendo lo foco in casa sua, non cercaria portare l'acqua al compagno et, in questa forma, nè cavallo nè fante passaria in favore del prefato. Et la signoria sua, più e peditamente 2> et con minor fatiga, haveria la victoria de questo reame. La S. V. è prudentissima et, sensa explanatione, intende al mio decto. Aviso la S. V. che hogi, v.0 del p~esente, nel dì di Pasca, le genti della ecclesia son passate et annate ad San Germano. Non so se annarando in favore de don Ferrando o vero se tomarando in dereto, dove ànno portate alcun some de grano. Ben me doglio non haver possuto demostrare quello ho desiderato et Dio sape, non per mio defecto, lo signor duca de Sora (P. G.-P. Cantelmo) ce ha mandato Francesco de Octiano con certi fanti et alcun cavallj et erano a Palazolo, li quali, vedendo una con me non erano sufficienti ad obstare, se ne annaro ad Pedemonte. Loro son state VIIIJ,X scquatro et circa ve fanti, et annate con multo temore, certificando V. S. se fossemo state sey scquatre e IIJC fanti, may serriano passati. lo ho facto el mio devere, et recercati tucti convicinj dallj quali non ho possuto haver un minimo favore. De tucto, da passo in passo, ho avisato la illustrissima princepessa de Rosano (Eleonora d'Aragona), ma, come scrivo de supra, se monsignore vole tenere succurso che pote annare ad don Ferrando, è necessario se legano altri modi che fino al presente. Secondo sequirando le cose, la V. S . serria avisata da passo in passo, la qual supplico se digne fare spacciare · Io mio cancellero de la imprestansa, del servito et de la provisione, secondo ho più volte scritto. Con le prefate genti è annato lohan Conte, et del nepote (A nl. Picco/omini) del papa non so certo, ma presto ne avisarò la S. V., a la quale sempre me reconmando. Ex Aquino, V aprelis 149 I. . E. V. I. D. Servitor Honoratus Gaytanus Sermineti Fundorum comes etc. Ill.mo diio diio suo honorandissimo domino lacobo Piccinino de Aragonia vicecomiti etc. ac ser.mi regis Renati locumtenenti et capitaneo generali etc. Post scriptum. Sera mandaj alcun saccomandi et fanti appresso ad questi ecclesiastici, quali se fermaro in campo prope ad San Germano alla Fontana Livida. Questa maytina so annali verso San Germano; da questo innanti non posso di altro av1sare V. S. per questa.

c .. 2041.

1461. IV. 5. Aquino - Onoralo Caelani al suo cancelliere Michele da Mantova: in pari data (Minuta).

come a Giacomo Piccinino

Cancellarie noster carissime, salutem. Per intercessione de cardinalj nostrj amici, la Santità de N. S. ha deliberato volere presso di sè misser Cola, nostro figliolo, et vole da nuj certo beveragio et ') Fo11e per li espoae.

•) Foru per espeditamente.

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....


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

131

per tal materia ha, per due fiate, mandato un suo conmissario con brevj ad don Ferrando et al nostro parente, quali pensando li dicti brevj non essere facti de volontà de N. S., ma cavati furtive de corte de Roma, fine ad mo' hanno dato verba generalia. Mandando don F ertando un suo secretario, chiamato T alamancha, a la Santità prefata per altre sue facende, inter alia, exposse da sua parte se intenderia volere nostro figliolo, de che Sua Santità se turbò grandemente. El dicto Thalamanca dixe che don Ferrando et nostro parente voleno de ciò fare quanto sua Santità comanda. Tandem fo, eo tunc, deliberato mandare a li prefati lo conmissario predicto, quale se domanda misser Francesco da Sena, con brevj de Sua Santità, el quale dovea condure, omnino, questa Pasca, nostro figliolo in Roma; et essendo in camino con fratre Paulo de Grosseto, qual' è in Sermoneta, et al presente stava in Roma per sollicitare con cardinalj tal_relapsacione, forono pigliati alla cava, fra Mareno et V ellitri, dallj hominj di Silvestro, qualj era alla strada, et lo dicto conmissario menaro prigione ad Palombare et là sta. Et benchè ce paghimo del nostro et noi possamo cusì presto haver in nostro potere, perchè N. S. lo vole con seco, purchè sia levato da tal mano, ce pare lo habiamo in dono. De ciò scrivimo ad monsignore et allo ili. conte lacobo (Piccinina), supplicando loro illustrissimo signori se digneno scrivere ad Silvestro ce renda lo dicto ·conmissario con soj cavallj et benj et sensa recapto alcuna. Simo certi loro signorie non ce negarando questo ; primo siate con loro ili. mc signorie, con interposicione del conte Brochardo (Persico) et del signor vigario (Palamede Forbino), a lj qualj scrivimo anche in bona forma, et ordinite, con tutto vostro sapere et ignegno, siamo dempliti de tal gratia mediate el favore de li prefati signori et de tucti altri nostrj amicj. Ser Michele, se vuj ce amate, come avite continuamente domostrato, et amate la liberacione de quel figliolo, secondo gredemo et parce essere certi, aciochè nuj et luj ve restimo obligati, ultra allj altri bonj servicij, de ciò siamo satisfati ad votum, avisandove ne sentente beneficio. Scrivemo ad monsignore, chè ce pare sua signoria habia caro se prolonge qualche di più del tempo che havesse ad durare, et benchè la iusticia et la potencia et la virtù de la maystà del signor re Renato et de sua illustrissima signoria siano sufficienti ad occupare et mantenere maiore impresa de questa, sperando all'ultimo venirne alla opta victoria, serria bono, quello se pote fare hogi, non se havesse da fare demane; et questo dicemo per sua signoria, porria tenere lj inimici" a bada et ciasque uno havaria caro guardarse casa sua, et mediante el suo temore alcun che da qualche favore ad don F erando, havendo lo foco in casa sua, non cercaria portar l'acqua al compagno ; et in questa forma, nè cavallo nè fante passaria in favore del prefato et la signoria sua, più expeditamente et con minor fatiga, havaria la victoria de questo riame. Simo certi ce intendite et porritene parlare chiaramente con sua s1gnona. Hogi, V 0 presentis, nel dì de Pasca, le gente della ecclesia son passate et annate ad San Germano con certe salme de grano. Non sape~o se annarando in favore de don Ferrando o se tornerando in dereto: dolemoce non v'aver possuto demostrare secondo .cl nostro desio, Dio sape, non per defecto nostro. Lo signor duca de Sora ha mandato ad Palazolo Francesco de Octiano con alcuni fanti et cavallj, li qualj vedendo che una con nuj non erano sufficienti ad tener la pugna, se ne annarando ad Pedemonte; loro son stati X 0 scquatre et circa . Ve fanti et annavano con multo tremore, chè, in verità, se fossemo stati sei squatre et mc fanti, may serriano passati: dove è annato lohan Conte et del nepote del papa non simo certi nuj ; ce havemo facto el nostro debito, recercati tucti convicinj et da niuno havemo possuto haver un minimo favore. De tucto scrivimo ad monsignore; vuj anche ne parlite con sua signoria più strectamente con fare nostra scusa et ordinati essere spacciati de la imprestansa, dello servito et de la provisione et presto possete comprendere come stamo. Portaretece lo iomee, lj giopponj et la corregia et sforsative posserece mandare lo maistro de padiglionj ; usite ad tucto vostra solita diligencia et recomanditeci infenite volte ad monsignore, allo illustrissimo conte lacobo et ad tucti quissi signorj cortesanj. Ex civitate nostra Aquinj, V 0 aprilis 1461. Ser Michaeli cancelliero nostro carissimo. Honoratus ~ Semuneh . . F und orum comes etc. . G aytanus Post scriptum. Sera mandemo appresso ad quisti ecclesiastici certi saccomandj et fanti, et lo campo era allogiato . alla Fontana Livida, donne è partito questa maytina et annato ad San Germano. Questa noète lo nepote del papa ce ha scripto una lettera, la qual mandamo ad monsignore, secondo vedente, alla quale non havemo facta resposta alcuna .

...___.


Do e u M E N T l D EL L. A Re H l V lo e A ET AN l

132

C-2042.

1461. IV. 5. Aquino Onorato Caetani a Giovanni d'Angiò: (Minuta).

come a Giacomo Piccinino in pari data

Ili.me ac ser.m• domine mi singularissime. humillimam comendacionem.

I

Aviso V. lll.m• S. come per interessione (I) de alcunj cardinalj. mey amici, iocandoce beveragio, la S.'1 de Nostro S. è commossa ad volere che misser Cola. minimo servitore de Vostra Ili. ma Signoria et mio figliolo. sia liberato; et per tal materia ha. per due fiate. mandato un suo commissario con brevj ad don Ferrando et al mio parent~. qualj, pensando li dictj brevj non essere facti de voluntà de N. S .• ma cavati subreptive de corte de Roma. hanno date verba generalia. Mandando don Ferrando un suo secretario, chiamato Thalamancha. a la S .tl prefata per altre sue facende. inter alia. li exposse da sua parte se intendeva voler mio figliolo, de che N. S. se turbò grandemente. El dicto Tholamanca dixe che don Ferrando. el mio parente intendo non far quanta sua S. tl comanda. Tandem fo, eo lune. deliberato mandare a li prefati lo conmissario predicto, quale se domanda misser Francesco da Sena, con brevj de N. S.. el quale dovea, omnino, condure mio figliolo questa Pasca in Roma et. essendo in camino con un frate. quale era in Roma ad sollecitare con cardinalj tal facto. forno pigliati fra Mareno et Vellitrj, dove erano lj homini de Silvestro alla strada. et lo dicto conmissario è in presone ad Palombara. So certo in omne modo la S . V., havendo avuto alcun scambio. lo havaria recaptato, havendo al presente questa fortuna che quantuncha ce piglia del mio. me pare me sia donato. Supplico V. I. S. se digne, ad una contemplacione et singulare gratia, operare con lo ili.0 conte lacobo scriva in bonissima et cauta forma ad Silvestro che immediatamente lasse el dicto conmissario. con tuctj soj cavallj et robe, aliter me è necessario satisfare omne cosa. Bene adviso la I. S. V. che non cusì presto porrò haver mio figliolo ad mia libertà, perchè lo papa lo vole presso de sua S.ll. La I. S. V. sape et ha veduto per experiencia, et vidi li ho data anima et lo corpo. so (I) intende habia mio figliolo al presente se pote fare per questa via. altramente. per un suo piccolo aviso. farrò quanto quella comanda perchè, non obstante de luj ma quanno fussero XXV, piacendo a la S. V., n~ restaria et restarò contento; voglio no sia da me prima perchè da altra avisata et non creda domande el dicto homo per altra cascione. Preterea. ho caro. quanno che me piace più una cosa che un'altra. a la S. V. dica questo me piace et questo non, et parleme largamente, come deve ciascuno signore ad suo vero et abannonato servitore, tanto ad quello scrivo al presente quanto per la avinire; et io tanto ad quello vederò essere necessario per vostrò stato quanto de mej fagende, sempre con la S. V. parlarò largamente et may denearò ad una minima parola contra lo mandato de epsa, certificandola che se la mia persona havesse un membro, el quale pensasse una piccola cosa contra sua volontà, me lo taglyaria. Monsignore, credo V. S. habia caro questa impresa se prolonge qualche · di più del tempo che havesse ad ~urare, et in quantuncha la iustida et la potencia et la virtù de la may.tl del signor re Renato et de V. I. S. siano sufficienti ad [durare] et mantenere maiore impresa de questa. sperando all'ultimo venirne alla optata victoria; ma pur serria bono, quello se potesse fare hogi, non se havesse da fare domane; questo dico per la S. V. porria tenere lj inimicj a bada et far che orime uno haveria caro guardarse casa sua et mediante el timore de V. S. alcun che da qualche favore ad don Ferrando, havendo Io foco in casa sua, non cercaria portare l'acqua al compagoo, et in questa forma nè cavallo nè fancte passaria in favore del prefato et la S. V., più expeditamente et . con minor fatiga, haveria la victoria de questo riame. So certo la S. V. è prudentissima et intende da re, non specificando altramente chi comanda. Aviso la S. V. che hogi, V 0 del presente, nel dì de Pasca, le genti della ecclesia son passate et annate a San Germano. Non so se annarando in favore de don Ferrando overo se tornarando in dereto, dove ànno portate alcun some de grano. Ben me doglio non haver possuto demostrare quello ho disiderato et, Dio sape. non per mio defecto; lo signor duca de Sora ce l'à mandato Francesco de Octiano con certi fanti et alcun cavallj et erano ad Palazolo, li qualj vedendo una con · me non erano sufficienti ad dostare, se ne annarono ad Pedemonte: loro son state (manca) squatre circa ve fanti maj sariano passati. lo ho facto el mio devere et recercati tucti convicinj, dellj qualj non ho possuto havere un minimo favore. De tucto, da passo in passo, ho avisato la illustrissima principessa de Rosano, ma, come scrivo


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

133

de supra, se V. S. vole tenere lo securso che pote andare ad don Ferrando, è necessario se tegano altri modi che sino al presente. Secondo sequirando lo cose, la V. S. serrà avisata da passo in passo, la qual supplico se digne spacciare lo mio cancellerj de la imprestansa, del servito et de la· provisione, secondo ho più volte scripto. Con le prefate genti è annato lohan Conte et del nepote del papa non so certo, ma presto ne avisarò la V. S., alla quale sempre me recomando. Ex Aquino, V aprelis 1461. Minimus servulus Honoratus Gaytanus Sermineti F undorum comes etc. Illustrissimo ac serenissimo domino domino ·suo singularissimo domino I. Calabrie et Lothoringie duci etc. ac regni Sicilie locumtenenti. Et vicario generali etc. benefactorj optimo. Post scriptum. Sera mandaj alcun saccomandi fanti apresso a questi ecclesiastici, quali si fermaro in campo appresso ad San Germano alla Fontana Livida et questa mattina so annati verso San Germano; de questo innanti non posso de altro avisare V. S. per questa. Questa nocte lo nepote dello papa, quale è con le gente predicte, me mandò la lettera quale mando alligata a la S. V., a la quale non ho facto veruna resposta. Come per più altre ho scripto, la S. V. farria gran utilità ad uscir in campo prima dello inimico, avisandove che luj è da dì in dì a la campagna; la S. V. è prudente, pur come minimo de epsa servitore ve lo recordo.

1461.IV.5. Aquino - Onoralo Caelani a Palamede Forbino, vicario di Giovanni d'Angiò: Piccinina in pari data {Minuta}.

C-2043. come a Giacomo

Magnifice domine tamquam frater honorande, salutem. A viso V. S. come, per intercessione de cardinali mei amici, mediante alcun beveragio, la Santità de N. S. è commossa ad voler che misser Cola, servitore de . V. S. et mio figliolo, sia libera~o ; et per tale materia ha, per due fiate, mandato un suo conmissario con brevj ad don Ferrando et al mio parente, quali pensando li dicti brevj non esser · facti de voluptà de N. S., ma cavati furtive de corte de Roma, hanno dato yerba generalia. Mandando don Ferrando un suo secretario, chiamato Thalamancha, a la S.u prefata per altre sue fazende, inter alia, li expose se intendeva volere mio figliolo, de che N. S. se turbò grandemente. El dicto T alamanca dixe che don Ferrando, cl mio parente voleno de ciò fare quanto Sua Santità commanda. Tandem fo, eo tunc, deliberato mandare a li prefati lo conmissario predicto, quale se domanda messer Francesco da Sena, con brevj de N. S., el quale devea, omnino, questa Pasca, condurre mio figliolo· in Roma, et essendo in camino con un fratre, quale era in Roma ad sollicitare con cardinali tale facto, forono pigliati fra Mareno et Velletri, dove erano li homini de Silvestro alla strada; et lo dicto conmissario è in prigione ad Palombara, et quantuncha ce paghe de mio, pur che se leve de tali mano, me pare lo habia in dono. Prego V. S., in chi è tucta mia fè et speranza et in tutte nostre occurrentie l'ho trovata verso de me favorebele, li piaccia operare collo ili.mo signor duca et con lo ili.mo conte lacobo se digne, ad mia satisfactione, scrivere ad Silvestro in cautissima forma che, • immediate, sensa altro rec3pto, me doneno el prefato conmissario con tucti soi cavallj et benj. De ciò scrivo alli prefati ili.mi signori et non dubito, ad mia· contemplatione et per interpositione de V. S., tal gratia me sia denegata, et de tanto beneficio, appresso de loro ili. me signorie, alla S. V. serrò perpetua obligate sottoposto; piaccia operare secondo è mia speransa. A viso la S. V. come, al V 0 del presente et dì de Pasca, le genti de la ecclesia son passate, dove è annato lohan Conte et del nepote del papa non· so certo, et sonno annate ad San Germano. Non so se tornarando in direto o annarando in favore de do_n Ferrando; hanno portate alcun some de grano. lo, sulo, con li mej non ho possuto tenerli, nè da convicinj ho havuto verun favore, havendoli più volte recercati, benchè lo i. s. duca de Sora ce habia mandati alcun fanti et cavallj et non simo stati sufficienti. Ben dico che, se monsignore vole tenere che non vada succurso ad don Ferrando, bisogna tenga altri modi che non al presente. Piaccia a la S. V. far spacciare lo mio cancellero de la


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

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imprestansa, del servito et de la prov1S1one, perchè oramai è tempo. Prego V. S. me reconmande Ex infinite volte ad monsignore et se per V. S. posso fare cosa grata, me offero paratissimo. 0 Aquino, V aprilis 1461.

A tergo Magnifico domino tamquam fratrj honorando domino Palamedi F orbino illustrissimj dominj ducis Calabrie vicario etc. Honoratus ~ Sermineti F undorumque comes etc. Gaytanus

C-2044.

1461.IV.5. Aquino Onoralo· Caelani a Broccardo Persico: (Minuta).

come a Giacomo Piccinina in pari data

Excellens et potens domine tamquam pater honorande, salutem. Aviso V. S. come per inter1 cessione de cardinalj mey amici, mediante alcun beveragio, la S. • de Nostro S. è conmossa ad volere che misser Cola, servitore de V. S. et mio figliolo, sia liberato ; et per tal materia ha, per due fiate, mandato un suo conmessario con brevj ad don Ferrando et al mio parente, qualj, pensando lj dicti brevj non essere facti de voluntà de N. S ., ma cavati furtive de corte de Roma, hanno dato verba generalia. Mandando don Ferrando un suo secretario, chiamato Thalamanca, a la S. tà prefata per altre sue facende, inter alia, li- exposse da sua parte se intendeva volere mio figliolo, di ·che N. S. se turbò grandemente. El dicto Thalamanca dixe che don Ferrando, el mio parente voleno de ciò fare quanto sua S,tà comanda. Tandem fo, eo tunc, deliberato mandare a li prefati lo conmissario predicto, quale se comanda misser Francesco da Sena, con brevj de N. S., el quale devea omnino, questa Pasca, condure mio figliolo in Roma, et essendo in camino con frate, quale era in Roma ad sollicitare con cardinalj tal facto, forono pigliati fra Mareno et Vellitrj, dove erano li homini de Silvestro alla strada; et lo dicto conmissario è in prigione ad Palombara, et quantuncha ce paghe del mio, purchè se leve de tali mano, me lo habia in dono. Prego S., in chi è tucta mia fè et speranza et in tucte mee occurrentie l'ho trovata verso de me favorebele, li piaccia operare con lo ili.mo signor duca e con lo ili.mo signor conte lacobo se digneno, ad mia satisfacione, scrivere ad Silvestro in cautissima forma che mediate, sensa altro recapito, me doneno el prefato conmissario con tuctj soj cavallj et benj. De ciò scrivo allj prefati ili.mi signori et non dubito, ad mia contemplacione et interposicione de V. S., tal gratia me sia denegata et de tanto beneficio, appresso de loro ili.me signorie, alla S. V. serrò de perpetua obligacione soctoposto : piaccia operare secondo è mia speranza. Aviso la S. V. come allo V 0 del presente mese, in dì de Pasca, le genti de la ecclesia son passate ; dove è annato lohan Conte et del nepote del papa non so certo, et sonno annate ad San Germano. Non so se tornarando in direto o annarando in favore de don Ferrando. Hanno portate alcun some de grano. lo, sulo, con li mey non ho possuto tenerlj, nè da convicinj ho havuto ver~n favore havendolj più volte ricercati, benchè lo i. s. duca de Sora ce habia mandati alcuni fanti et cavallj, et non simo stati sufficienti. Ben dico che se monsignore vole tenere che non vada soccurso ad don Ferrando, bisogna tenga altri modi che fine al presente. Piaccia a la V. S. far spacciare lo mio cancellero de. la imprestansa, de lo servito et de la provisione, perchè ora may è tempo. Prego V. S. me reconmande infenite volte ad monsignore et allo i. conte lacobo, et se per V. S. posso far cosa grata, me offero parabss1mo. Ex Aquino, V 0 aprelis 1461 . Excellenti et potenti domino tamquam patri suo honorando domino Brochardo de Persico comiti Sablonete ~te.

v:

Honoratus Gaytanus

I

Sermineti F undorum comes etc.


135

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

1461. IV.11.

C-2045.

Aquino - Onorato Caetani al card. Ludovico Scarampo: essendo stato catturato a Palombara il commissario che il papa aveva mandato per la liberazione di Cola, lo supplica di interessare Sua Santità per l' invio di altro commissario; prega altresì di adoperarsi perchè possa riedificare San F elice; accenna alle ingiustizie e depredazioni dei sezzesi (Minuta). Reverendissime in Christo pater et domine, domine mi singularissime, humillimam commendaQuantuncha il mio scrivere sia superfluo, ad mia satisfatione, supplico V. R. S. se digne cionem. operare, secondo è mia speranza, alla liberatione de misser Cola; et perchè sento lo conmissario mandato dalla S.11 de N. S. per la sua ultima relapsatione è stato pigliato et sta presone ad Palumbara, dignese V. R. S. solli citare con la S.tl. prefata che, loco suo, se mande un altro conmissario: sopra de ciò non dubito la R. S. V. ce usa omne oportuna diligentia come per minimj de epsa serviturj. La qual supplico se digne operare possa pacificamente rehedeficare et possidere Sancto Felice, •> et che le differentie fra me et sezisi siano poste in li primi terminj, qualj, omne dì, me fanno più obbrobrij ultra alle iniustitie et depredationj ad me facte per loro, quali non credo meritarlj ; ma me piace me se facciano sensa mio defecto, certificando V. R. S. che sezisi me hanno data tal ferita che mai me ne scordarò; et prima sopportaria omne iniuria de mogliere et figlioli che quello me è facto per loro. Se per lo superiore non se fa provisione, appresso de questo sento tucto de li mej vassallj sonno arrobati et feriti et sacchigiati: non fo altra oratione ad Dio che me preste pacientia ad sufferire tante importunità. Preterea, ho caro sempre sentire prospere nove de V. R. S.; supplicola se digne spisso avisarme de suo felice stato, ·de che come minimo de quella servitore ne pigliarò immortale consolatione; a la quale ricomando mia mogliere et tucto mio stato. Ex Aquino, XJ aprilis 1461. E. V. R. D. Minimus servulus Honoratus Gaytanus Sennineti. Reverendissimo in Christo patri et domino, domino suo singularissimo, domino L[udovico] tituli Sancti Laurentii in Damaso, presbite_ro c·a rdinali aquileiensi ac dnj pape camerario dignisimo etc. benefactorj optimo. ·

14.6 1. IV.15.

C-2046 .II.

Aquino - Onoralo Caetani a Giovanni d'Angiò (cifrata in parte) b): - accenna a tentativi e promesse di Onorato Il conte di Fondi per ridurlo a fedeltà di re Ferdinando; ali' invio di messer Raffaele commissario papale presso sua maestà per la liberazione di suo figlio ed alla cattura dell'altro commissario, Francesco da Siena, di cui chiede il rilascio; all'opportunità di prendere la contea di Fondi e San Germano; agli ecclesiastici che sono a tre miglia dalla Torre di Francolise, agli uomini di Pontecorvo che n:m vogliono lasciar pigliare le erbe dai suoi soldati, nè rendergli i pegni; al passaggio dei nemici; al suo cancelliere, di cui attende il ritorno con i denari dovutigli; a lettere del capitano della Chiesa, Fabrizio Cara/a, e del governatore di Montecassino (Minuta).

Ili.me ac serenissime domine, domine mi singularissime, humillimam commendationem.

Come per un mio cancelliero, da me mandato novamente in ROMA, ho aviso come LO CARDINALE COLONNA CON LI FRATELLI so tuctavia quasi SFORSATI DA FALIT ET DISPERSIT se reducano allo volere loro e dicono se non hanno quello che cercano a la S. V., lo farrando et FALJT ET DISPERSIT LI FARANNO OBSERVARE QUANTO LI promecte don Ferrando fine ad mo non è sequito, ma dubito, per la continua molestatione, se sequirà. Avisone la I. S. V., acciò habia ad tucto pigliare partito; dice anche che FALIT VOLEA MANNARE LO CAMPO ad Palombara et DISPERSIT ANNERANNO la via de Apruczo. Ho certissimo aviso come IN CIVITA DE PENNA (indecifrabile) [HA] TRACTATO et ha capitulato con DON FERANDO. a) Cf. noia a pag 89.

b) Le parole maiuscole furono cifrate ; le parole maiusco-

lette corsive forse non hanno senso e furono usate per confondere chi tentasse di decifrare la lettera.


DO C U MEN T 1 DEL L' A R C H 1 V l O CA ET AN 1

136

Ho inteso LO CAS[T]ELLO DE IENNA (t) se tene per V. S. et la terra in libertà, benchè se spera le cose se reducerando a bon fine. Per via DE LA MARCHESA (di Pescara) MIA SORELLA me è facta imbasciata da parte del mio parente (Onorato Il Gaetani) che me voglia redure alla fideltà de don Ferrando, et luj vole essere in bona concordia con meco. Ad chi ho resposto che la mia fè ho obligata et quanno haverà consignato lo stato mio in mie mano, quale tene iniuste et indebite, et spero, mediante la S. V., farnelo absente, sarò con luj in bona concordia. Se alla S. V. piace, ho lo modo ad pigliare alcune trafiche con MIA SORELLA de darli bona speransa volerme redure con DON FERANDO solo per levarli de mano MONTE SANTI IANNI, perchè dice volerme mectere in mano omne cosa et serria multo utile per lo stato de V. S. et per guerrigiare LO CONTADO DE FUNDI. Piaccia a la S. V. parlarne largamente de sua voluntà et, hav~ndo intentione, lo sequisca: piaccia avisarmene per lettera subscripta de vostra mano. A viso V. S. come lo papa ha deputato · et mandato un altro conmissario, che se domanda misser Raphael, ad don Ferrando per la liberatione de mio figliolo con conditione che, ultra al beveragio me bisogna fare, faccia liberare misser Francesco, quale annava per la prefata liberatione et è stato pigliato dalli homini de Silvestro, al quale ho scripto sopra de ciò et respondemene non posserlo fare sensa conscienza dello ill. 0 conte lacobo (Piccinina); et ha de ciò scripta ad sua signoria. Pertanto supplico V. I. S. se digne scrivere, una col prefato ili. 0 conte, ad Silvestro, me sia donato lo conmissario con tucti soi benj, aliter m'è necessario recaptarlo del mio. Niente de meno farrò quanto V. S. me comandarà ; ben me pare, essendo levato mio figliolo donne sta, qùantuncha sia in Roma per la amicitia ho con più signori cardinali, me pare sia in casa mia, perchè non vorria niun ·d e mej fosse là, reservato con V. S. o vero col nome de epsa, quantuncha se mio figliolo fosse equa lo mandaria dove piacesse a la S. V. per suo stato et mecterialo ad omne retaglio, come ià ho facto non obstante luj ma' se fosse ne havesse ordine(?), certificandola che ho TRACTATO IN QUA DENTRO TERRE DEL CONTADO (di Fondi) et, per non ·essere forte, no Ili posso sequire. La S. V. sape le genti che ho: supplicola me voglia recognoscere tra l' altrj soi verj et bon serviturj (perchè se son ricco e son povero son suo} 1> et, come per altre ho scripto a la S. V., levando lo contado de Fundi et San Germano, ad don Ferrando non porri a annare verun succurso e, sensa altro campo, ·serria assegiata Gaeta per terra, la qual pote comprendere la S. V.; quanto fosse favorebele ad suo stato et che se dica parlo per lo interesse mio, è vero, ma più per interesse del stato de V. S., perchè, havendo stato quella, ad me non mancarà havere la parte mia. Se la S. V. have ad pigliare impresa IN TERRA DE ROMA, supplico per Dio se digne, ad mia contemplatione et singulare satisfattione, PIGLIARLA CONTRA SEZE MIA INIMICA ab antiquo ; et depò TORNAI SERVITORE VOSTRO, NE HA F ACTI GRAVISSIMI opprobrii et de ciò piaccia a la S. V. farme certo. Depo' la passata ·delle genti della ecclesia non c'è occurso altro se non che so avisato dalla ili.• principessa de Rossano (Eleonora d'Aragona) come son tre miglia vicine alla torre Fracolisi, certifica[ndo] V . S. che, se fossemo state sei squatre et IIW fanti, mai serriano passate, se altro danno non havessero receputo. Aviso V. S. come questo anno da li homini de Pontecorbo è stato necessario habia comparato lo strame per Ji mej soldati, quali son stati là per comandamento de epsa, et al presente non voleno lassare pigliare herba, nè domestica nè silvatica. Pote considerare V. S. che, annando per questi modi, non bastaria lo thesoro de Venetia, et sape lo denaro che havemo. Dignese la S. V. proveder per modo che non sia cusì mal tractato, avisandola che alli bisogni, quanno da me son stati recercati tucti convicinj, se son stati alle lor case, reservato lo ill.0 s. duca de Sora (P. G.-P. Cantelmo) che mandò Francesco de Ottiano con circa Jc provisionati et circa XV almecti, quali prima che li inimici venissero al passo, forono ad Pedemonte, vedendo non possere obstare, et li villani che mandao Sua Santità stectero alla Montagna (sic). lo sulo, con una mia squatra et certi fanti et mej vassalli, me representaj non al passo primo ma vicino, perchè con una squatra non me era possibile obstare ad X. Più volte ho scripto che V. S. habia più l'occhij aperti ad quisto paese et cusì replico ~t non ve lassate scordare de farme maiore stima che fine al presente. Ben me pare, secondo per altra ho scripto, la 1 )

Le po,ole Ira porcnlul furono canullole.


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

137

S. V. non habia volontà de vincere, perchè, ad vostro arbitrio, possete levare omne su~curso allo inimico. Li mei pignj da Pontecorbo non ho possuto havere; considere V. S., non avendo quelli et da essa non essere subvenuto, in che modo possa governare questi mei soldati, chè me aerria meglio stare assegiato da inimici che essere tanto da loro stimulato et continuamente percosso con novj partiti. Dignese la S. V. provederce, per quella meglior via li pare, che io habia ·ad havere immediate li dicti . . . mei pigm. Monsignore, quantuncha lo mio parente me vada tentando, come faceva el diabolo alli apostoli in la cena de Cristo, dico quel che dixe Pilato: « quod scripsi scripai » ; una volta me so dato in anima et in corpo alla S. V. et mai esecrò de tale opinione et per epsa mecterò omne di xm volte la persona, li figlioli, lo stato et ciò che ho, et sempre me trovarà corona de vera et integra fideltà, et mai ne trovarà lo contrario ; faccia pure. de me quel che li pare et piace. De mie fazende non bisogna più replicare; supplico V. S. se digne dare spacciamento al mio cancellero (Michele da Mantova) secondo la instructione portò, maxime de la prestansa, del servito et de la provisione et farimo secondo è mia speranza per tollere l'animo alli mei inimici et accrescerlo alli amici et serviturj mej, perchè se son riccho et con grande reputatione e gran favore a la S. V. et ad me, benchè, come voi me sia, so de quella. La S. V. sape le genti che ho et, come per altre ho scripto a la S. V., levando lo contado de F undi et San Germano, ad don Ferrando non porria annare verun succurso et, sensa altro campo per terra, serria assegiata Gayeta; et che se dica per lo interesse mio, è vero, ma più per interesse del stato de V. S., perchè, avendo stato quella, ad me non mancaria haver la parte mia. Depo' l'altra che scripsi a la S. V., lo capitano de la ecclesia, Fahricio Carrapha, et Docto da Padua, •> gubernatore de Monte Casino, me scripsero le lettere quali mando a V. S. e ad niuna feci resposta, reservata ad Docto, della quale mando la copia inclusa in la presente. Sia certa ·V . S. che non ho facta nè farrò veruna cosa che epsa non ne hahia noticia, alla quale ricordo lo mutare de capitaneo ad Pontecorho. Quantuncha non faccia mistiero, pur, come servitore de V. I. S., ricordo ad quella lo uscire in campo et pigliare avantagio allo inimico, quale possemo dire essere alla Campagnia et in arme. Per più altre ho scripto et facta mia scusa a la S. V. del facto de la imprestansa, la quale ho promesa dare alli mei homini d'arme per infine alli XX del presente, et questa è l'ultima, certificandola, se ad quel tempo et per tucto lo presente non l'hanno, se ne annarando. Rencresceme non esser criso: la persona mia con la famiglia de casa è parata servirve o per famiglio o per homo d'arme o come at quella piace; ben me doglio perdere li homini d'arme, perchè anche non fa per sta[to) de V. I. S. Facta questa, lo governatore de Campagnia me have scripta la lettera, quale mando a la S. V. una co la resposta li ho facta, et secondo quello l'ho remisso allo i. s. duca de Sora. · Monsignore, supplico V. S. me habia per recomandato cha, in verità, non posso più. Vorria volentierj la S. V. sulo con le parole facesse lo facto suo et, in verità se, V. S. vedesse le stimulationi me fanno questi soldati, haveria de me qualche pietà. lo, come più volte ho dicto, quanno altro non Ex Aquino, XV aprelis 1461. porrò, servirò V. S. fantappede, alla quale sempre me ricomanno.

E. V. I. D.

. Minimus servulus Honorat us Gaytanus Sermineti, F undorum comes.

1461. IV.15.

C-2046.

Aquino - Onoralo Caetani al conte Giacomo Piccinino: - replica per la liberazione di France3co da Siena; parla delle genti della Chie.sa e dei pegni di Pontecorvo; rievocata la memoria di Braccio da Montone, lo prega di assisterlo nella conquista della contea di Fondi (Minuta). Illustrissime domine domine, mi honorandissime, post comandationem. De alcun nove occurse novamente scrivo in cifra allo ili.mo monsignore duca de Calabria, le quale, so certissimo, la lll. S. V.

a)

Doto de Doti di Padova (?) Cf. C- 308 a pag. 16 e C- I034 a pag. 77.

16

.... ...., ___ ..


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

138

vederà, alle qualj la S. V., una con sua ill.m• signoria, porrà fare optima provisione, secondo è solita in ma1orJ cose. Aviso V. I. S. come el papa ha deputato et mandato un altro conmissario, che se domanda misser Raphael ad don Ferrando per l'ultima relapsation de mio figliolo, al quale ho promiso, ultra del beveragio, far liberare misser Francesco, conmissario, mandato sopra de ciò dal papa, quale_ fo pigliato da li homini de Silvestro; et questo ho facto promectere confidandome octinerlo da la S. V. ; hone scripto ad Silvestro et ha me risposto haver de ciò scripto a la S. V. et finchè habia da quella risposta non ne deliberaria altro. Pertanto supplico V. S. se digne scrivere al prefato Silvestro che, ad mia contemplactione, libere lo dicto conmissario con soi benj, aliter me i;erria necessario recaptarlo del mio, et la persona, la roba et ciò che ho è de V. S. So certo monsignore ne parla con V. S.; dignese fare secondo è mia speranza. Scrivo anche ad monsignore, havendo ad pigliare impresa, secondo V. S. · senterà, la voglia pigliare in un loco ad mia satisfactione, pregando V. S. me nte voglia essere favorebile. Depo' la passata delle genti della ecclesia non è occurso altro, se non che per la ili.• principessa de Rossano (Eleonora d'Aragona) so avisato come son vicine ad tre miglia alla torre Francolis_i. Quisto anno, è stato necessario che li mei soldati, quali so stati per stantia in Pontecorbo de comandamento dello ill. mo monsignore, habiano comperato lo strame et al presente li homini non voleno togliano de lo loco herbe, nè domestiche nè salvatiche. La I. S. V. è expertissima et cronica (I) de quisto mistiero, pote pensare et sape quanto sia cosa iusta. Scrivone ad monsignore supplicando sua signoria non me faccia essere cusì mal tractato; supplico etiam la S. V. se digne provedere, una col prefato monsignore, in bona forma, avisando V. S. che, quanno so stati recercati allj bisogni, tucte so stati alle case; so certo la S. V. è informata come monsignore scripse alli homini predicti, me rendessero li mei pegnj et hannosene facto et fanno beffe. lo non posso più che me possa non havendo quellj, et da sua signoria niuna sobventione ; possete comprendere quanto quomodamente possa substentare quisti mei soldati, che me serria meglio essere adsegiato da inimici che de essere continuamente da loro urtato cori novj partiti. Prego V. S. opere. in forma che li dicti pegni me siano restituiti sensa più dilactione. Benchè non bisogne, pur come servitore dello ili.mo monsignore et de V. S., ricordo lo uscire m campo et pigliare avangio allo inimico, quale possemo dire essere alla Campagnia in arme. De mie fazende non bisogna più replicare alla S. V.; supplicola se digne far dare spacciamento al mio cancellero (Michele da Mantova), secondo la instructione che portò, maxime de la imprestansa, del servito et de la provisione, aciochè io possa far de le cose per levare l'animo alli mei inimici et accrescerlo alli amici et serviturj, certificando V. S. che, essendo forte, farria de le cose utili al stato de monsignore et de la S. V. et mio. Signor Conte, secondo ho più volte scripto, tucta mia casa, precipue la bona memoria de mio padre (Giacomo IV), recepio innumerj beneficij de la bona memoria del signor Braccio (da Montone), non meno spero recepere da la S. V. Supplicola voglia essere causa de la mia exaltactione et favorirme con tucto suo potere ad haver quisto contato (di Fondi), de quale non dubito, mediante lo favore dello ili.mo monsignore et de V. S., in breve tempo, serrò possessore et, apresso de sua i. signoria., me pareria me lo donasse V . S., a la quale sempre me recomando. Ex Aquino, XV aprelis 1461.

E. V. D. Servitor Honoratus Gaytanus Sermineti F undorum comes.

1461. IV. 15. Aquino -

On.orafo Caelani a Giooanni Cossa: -

C-2047. come la precedente (Minuta).

Scrivo allo ili.mo monsignore Excellens et potens -domine tamquam pater honorande, salutem. duca et allo ili.mo conte lacobo (Piccinina), perchè lo papa ha mandato un altro conmissario ad do Ferrando per l'ultima relapsacione de misser Cola, mio figliolo, al quale ho promisso, ultra al beveragio, far liberare lo primo conmissario mandato sopra de ciò, quale fo pigliato dallj homini de Silvestro; et questo ho facto confedandome octinerlo da li prefati. Pertanto prego V . S. li piaccia operare con loro


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

1.39

signori scrivano in mediate ad Silvestro in forma che lo dicto conmissario, con soi bonj, mc sia donato sensa altro pagamento, altramente mc serria necessario recaptarlo del mio; sichè iterum prego la S. V. che appresso de li prefati da epsa mc senta in questa materia satisfacto ad votum. Depo' la passata dc le genti della ecclesia non è occurso altro, se non che la ili. principessa de Ressano me ha avisato come so posate tre miglia appresso allla torre F rancolisi. Preterea aviso V. S. come, questa invernata, in Pontecorbo, dove so stati allogiati li mei homini d'arme de conmandamento de monsignore, è stato necessario habiamo comperato lo strame et al presente non voleno togliamo de loro herbe, nè domestcche nè silvatiche. Piaccia a la S. V. provedere con lj prefati ili.mi signori non sia tractato in questa manera, avisando V. S. che, quanno so stati recercati allj bisognj, se son stati in .le loro case, et dclii pignj scripse monsignore me fossero restituiti, se fanno befe et io non [so] più in che modo mantenere quisti soldati dallj quale, omne dì, me son facti novj partiti et hanno rascione ; non so· che altro me dire se non che prego la S. V. operare li pignj predicti me siano restituiti, sensa altro induciarc. Piaccia ricordare ad monsignore lo uscire in campo et pigliare avantagio allo inimico, quale possemo dire essere alla Campagna et in arme. De le particulari mei fazende V. S. è bene informata : piaccia operare che lo mio cancellero habia spacciamento, maxime de la prestansa, del servito et de la provisionc. Non dubito la S. V. ce usa omne sua diligencia, secondo è solita in tucte mei faczende; piacciali far secondo è mia speranza. A viso V. S. che io non posso più et non posso più et non so dove me voltare et dogliome me sia facto questo mancamento, et se alcun dicesse non posso aspectare come li altri, non me è possibelj, perchè tucti l'altrj, chi in tucto et chi in parte, hanno havuto stato, denarj, officij et beneficij et io de tucto obsente; et la S. V. è prudente et experta in quisto mistiero, et sape se li homini d'arme voleno parolj o ffacti. Serria più che contento le parole satisfacessero ad tucte faczende de monsignore, ma me par, dove non so li effecti, le parole facciano non multo fructo. Dalli XX del presente innanti, non m'è possibele regere tanto li homini d'arme ma li mei saccomandi: hone fanti (I) più scuse et questa è l'ultima. Prego V. S. voglia far la mia scusa con monsignore et collo ili. mo conte lacobo. lo, con certi mei famigli, sempre sequirò lo signore quanno devesse venire ad pede, et non pensa la S. V. dica questo per dare ad tendere cha non posso, et posso, perdico {I) lo evangeljo et la S. V. sape le gente che ho tenute et quel ·che ho havuto. Pregola voglia fare sì che lo mio cancellero sia spacciato con effecto et quantuncha sia luj ssa, essendocc V. S ., pare esserce io personalmente per la vera fe' et speranza ho in V. S., la qual continuamente ho b·ovata propic:a et favorebele in tucte mje occurren::ie. Ex Aquino, XV aprelis 1461 . Honoratus ~ Sermineti F undorumque comes etc. Gaytanus ,

1461. IV. 15. Aquino -

C-2048.

Onoralo Caelani a Palamede Forbino: -

come le precedenli (Minuta).

Magnifice domine tamquam frater honorande, salutem. Scrivo allo ili. mo monsignor duca et allo ili.mo conte lacobo (Piccinino), perchè lo papa ha mandato un altro conmissario ad don Ferrando per l'ultima relapsactione de misser Nicola, mio figliolo, al quale ho promisso, ultra al beveragio, far liberare lo primo conmissario mandato supra de ciò, quale fo pigliato dallj homini de Silvestro, et questo ho facto confidandome octinerlo · da li prefati. Pertanto prego V . S. li piaccia operare con loro signori · scrivano in mediante ad Silvestro in forma che lo dicto conmissario, con soi bonj, me sia donato sensa altro pagamento, altramente me serria necessario recaptarlo del mio, sichè iterum prego la S. V. che appresso de li prefati da epsa me senta in questa materia satisfacto ad votum. . Depo'. la passata de le gente de la ecclesia non n'è occurso altro, se non che la ili. principessa ·de Rossano me ha avisato come so passate tre miglia appresso alla torre Francolisi. Preterea a viso V. S. come, questa invernata, in Pontecorbo, dove so stati allogiati li mey homini d'arme de coroandamento de monsignore, è stato necessario habiamo comperato lo strame, et al presente non voleno togliamo de loro herbe, nè domestiche nè salvatiche. Piaccia a la S. V. provedere con li prefati ili.mi signori non sia tractato in questa manera, avisando V. S. che quanno so stati recercati allj bisognj, se son state in le loro case, et delli pignj scripsi monsignore me fossero_ restituiti, se fanno

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140

o o e u M ENTI o EL L" A Re H I V I o

e A ET AN I

beffe et io non [so] più in che modo mantenere questi soldati, dallj quali, omne dì, me son facti novi partiti et hanno cascione; non so che altro core (I) dire se non che prego la S. V. operare lj pignj predicte me siano restituiti, sensa altro induciare. Piaccia recordare ad monsignore lo uscire in campo et pigliare avantagio allo inimico, quale possemo dire essere alla Compagnia et in arme. De le particularj mei fazende V. S. è bene informata; piaccia operare che lo mio cancellero habia spazamento, maxime de la prestansa, del servito et de la provisione. Non dubito la S. V. ce usa omne sua diligencia, secondo è solita in tucte mey fazende; piaccialj far secondo è mia speranza. Aviso V. S. che io non posso più et non so dove me voltare, et dogliome me sia facto questo mancamento, et se alcun dic~sse non posso aspectare come li altri, non me è possibile, perchè tucti l'altri, chi in tucto et chi in parte, hanno havuto stato, dinarj, officij et beneficij, et io de tucto obsente; et la S. V. è prudente et experta in questo mistiero, et sape se li homini d 'arme voleno parole o facti. Serria più che contento le parole satisfacessero ad tucte fazende de monsignore, ma me pare, dove non so li effecti, le parole facciano non multo fructu. Dalli XX del presente innanti non m"è possibile regere, non tanto li homini d"arme, ma li mei saccomandi; hone facti più scuse et questa è l" ultima. Prego V. S. voglia far la mia scusa con monsignore et collo ili.mo conte lacomo. lo, con certi mei famigli, sempre sequirò lo signore quanno devesse venire ad pede, et non pense lo S. V. dica questo per dare ad intendere cha non posso, et posso ; perdico (I) lo evangelio et la S. V. sape le genti che ho tenute et quel che ho havuto. Pregola voglia fare sì che lo mio cancellero sia spacciato con effecto et, quantuncha sia luj ssa, essendoce V. S., pare esserce io personalmente per la vera fe' et speranza ho in V. S., la qual continuamente ho trovata propicia et favorebele in tucte mie occurrencie. Ex Aquino, XV aprelis 1461. Honoratus J Sermimeti F undorumque comes etc. Gaytanus

1461. IV.15.

C-2144.

Aquino - Onorato· Caetani a Michele da Mantova : - accenna, /ra l'altro, al rilascio, del commissario papale, Francesco, preso dagli uomini di Silvestro; al nemico che è vicino a Francolise; al contegno di quei di Pontecorvo; alla licenza di poter battere moneta; alla concessione, per a/barano, di uno dei selle uffici del Regno; alle lettere scrillegli da Antonio Picco/omini, da Fabrizio Cara/a, da Doto di Padova e dal governatore di Campagna (Minuta). Cancellane noster carissime, salutem. Scrivemo ad monsignore et allo illustrissimo conte lacobo (Piccinino). Lo papa ha deputato et mandato un altro conmissario, chiamato misser Raphael, per l' ultima relapsatione de nostro figliolo et è stato necessario che, ultra al beveragio, habiamo facto promectere far~ liberare misser Francesco, primo conmissario, pigliato da li homini de Silvestro: la qual promissione ho facta fare confidandoce et essendo più che certi optinerlo da lj prefati. Hamemone (I) scripto ad Silvestro et respondece ne hano avisato lo ili. conte lacobo et, sensa resposta de sua signoria, non ne porria deliberare cosa veruna. Pertanto serrite con li prefati illustrissimj signori con favore del signor conte Borchardo (Persico) et del signor vicario (Palamede Forbino), alli quali ne scrivimo et, ultra alle altre nostre fazende, sollicitate, con omne vostro ignegno et solita diligencia, che loro signorie, optime et con cautissima forma, scrivano ad Silvestro che, sensa altro induciare, lo conmissario predicto, con tucti soi benj, sia misso in nostre mano et donatocè sensa pagamento alcuno; aliter ce bisognaria rescoterlo del nostro, e loro signorie sapeno che la persona, la roba et ciò che havemo, è ad petitione de epse et non è necessario che le cose nostre vadano cercando. Ser Michele, se vuj amate nuj et qual figliolo, fate de questa domanda habiamo effecto immediate et invochjtece, strectamente et con grande instancia, tucti nostrj amici. Oepo' la passata de questi ecclisiastici non occurrere altro, se non che la illustrissima principessa de Rossano (Eleonora d'Aragona) simo avisati come sono vicini ad tre miglia alla torre Francolisi. Sapete è stato necessario che, questa invernata, habiamo conparato lo strame per li nostrj cavallj et de nostrj soldati dallj homini de Pontecorbo et, al presente, non voleno dare un filo de herba, nè

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141

EPISTOLARIVM HONORATJ CAIETANI

salvaticha nè domesticha, et fanno mille stramezi. Operante con monsignore ci prevega in modo che non siamo cusl malj tractati, perchè, ad voler comparare l' herba, bisognaria dare ducati la septimana per homo d' arme, et sua signoria sape se possemo fare queste spese et questo ve sia in memoria. Dc li pignj, quali monsignore scripse alli homini de Pontccorbo ce restituissero, se ne fanno befe ; ordenate per quct.nto amor ce portati, non vicano questa pugna, et che monsignore ce dia sl facto modo ce siano consignati avisandone se lettere manda, non è facto niente, perchè lo hanno pigliato ad ponta et possete conprendere no li havendo nè da ssà essere subvenuti, come possamo tenere questi soldati, dalli qualj tudavia havemo novj partitj. Havemoli tenuti in parole da di in dl, et mo' ce hanno facto el bel partito con dire si allj XX del presente non hanno la imprestansa, se ne annarando tucti et hanno rascione; havemone facta più volte la scusa ad monsignore et non simo ... che ce re'ncresce et duolce li perdamo, perchè non fa per lo stato. de sua signoria nè per lo nostro. Nuj non posscmo più, la persona nostra et li famigli de Casa non mancarimo scquire sua signoria, o per famiglio o per homo d' arme et come meglio li parerà ; sic cc fate la nostra ultima scusa. Ricordarle ad sua signoria lo uscire in campo, pigliare avantagio allo inimico quale, possemo dire, se fortifica tucta via alla Campagna, è in arme. Ricordarite anche a sua signoria habia più l' occhij aperti et faccia maiore stima de quisto paese che non ha facto fine al presente. Sforsateve habiamo lo privilegio saltem l'albarana della minuta porteste da misser Thomasi et che habiamo la commissione del capitanato de Pontecorbo per Petro de notaro Nicola, secondo scripsemmo. Portarite le iomee, iopponj et corregia da Nola et fate habiamo lo maestro de paviglionj. Procorate mandarece o menar con vuj quello maestro lohannj Spingardenj, che lassemo ad Castello a mare et date ordene habiamo la licencia de posser bactere la moneta. Non ve scordite possamo havcr un dellj septe officij, quale ce sia concesso per albarano lo primo che occurraria. De le particularità de nostre fazende per instructione et per più altre nostre lettere site informato ; non bisogna ve ne facciamo più mencionc ; sollecitate, secondo la instructione, haver spacciamento maxime de la imprestansa, del servito et de la provisione. Nuj facemo stima essere ssà personalmente, purchè ce siate vuj; mancandoce la fe' _c he havemo in vuj, serria cascione may più ce fidassemo de homo del mundo nè de amico nè de servitore. Non dubitamo ce usarite omne vostra solita prudencia et farrite come vero servitore, secundo sempre havete facto in tucte nostre fazende. Fate non restimo ingannati et che non ce falla la speranza havemo in vuj. Sapete in che forma ce lasseste et possete comprendere como slamo al presente. Lo nepote de N. S. (Ant. Piccolomini) et Fabricio Carrapha et Docto da Padua, depo' ve mandammo 1> l'altra, ce hanno scripte le lettere, qualj mandamo ad monsignore, et ad niuna havemo facta resposta, rcservato ad quella de Docto, della quale mandamo la Copia. Depo' facta questa, lo governator de Campagna ce ha scripto la lettera, quale mandamo anche ad monsignore una co la copia de la resposta, la quale havemo remessa a lo illustrissimo signor duca de Sora (P. G. P. Cantelmo), perchè sua signoria lo voleva buctare sopra de nuj et non ce mancava o da ssà haver male gracie a lj homini mei non mancaria fussero maltractati; per questo volemo che lè gratie et le desgracie che non haverando ad seguire siano de sua signoria. L'altro dì, erano certi fanti de Georgio de Massa ~d San Germano, de lj qualj vennero duj da nuj ad domandarece un salvo conduto per loro et per una bestia con certe corazine et altre arme, allj quali neghemmo expresse, non volendo fare ; era equa lohan Georgio, quale mostra per altri tempi sia stato et habia havuta pratica con Georgio et lui et lohan Moffato ficero una confaffa inciemi con illj fanti, secondo consodimo, de annarlj ad passare securj de nocte et annare sensa nostra consiencia per volerlj passare. Tandem, passando socto ad Pedemonte, la nocte forono tucti pigliati, li fanti et Johan Georgio et lohan Muffato dalli homini del ducha de Sora et tenelj in presone, benchè vorrissimo li appiccasse per la gola et, se ncene scrive, confortaremo sua~ signoria ad inpiccharlj et dialj mille tractati de corde per saperle la virità. Havemove advisate acciochè, venendone relacione de ciò ad monsignore per calunniare nuj, sappiate che respondere et se ve pare referirlo subito con- monsignore ce piace; vero se ve pare aspectare, fate ad vostro parere. Havemo caro se senta più presto da nuj che da altrj, come homo che havemo volontà d'annare necto ad lohan Muffato, havemo tolta l'arme et lj cavallj et, se fosse nostro figliolo in simile errore, havemo caro sia impiccato.

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Nell" Interlineo: al

pre,ente.

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Do e u MENTI DEL L~ A Re H I V I o

142

e A ET A N I

Ser Michele, come scrivemo de sopra, vuj sapite in che modo ce lasseste et possete conprendere fine ad mo' simo piu frustrj et dissiccati. Pregamove in loco de bon padre ce avisite per lo presente se ve pare et cognoscite questo haver de inprestansa et de servito et de provisione habia ad havcre effecto et presto ho (1) son dilacionj, non però che intendamo ve portate da ssà ~inchè habiate la inprestansa; ma non la J>Qssendo havere secondo lo tempo promisso per minimo nostro mancamento, volemo più presto dar licencia alli homini d'arme che se vadano con Dio che non volemo se ne fugano, perchè de aspe~tare fine a la armata, non possemo sofferire questo ioco, corno I' altri che hanno avuto stato, denarj et officij et beneficij et nuj de tucte queste cose simo absenti al presente. Ce bisogna rescotere nostro figliolo et siati certi non è beveragio de un paro de calse, sichè, vedendoci sensa imprestansa, sensa provisione et sensa servito, ce pare che lo nostro servire non debia meratar questo ; et credevamo, quando ce fosse bisognato rcscoterc nostro figliolo xxm ducati, sua signoria, essendolj noto perchè via sta presone, lo havcssc rescosso del suo; ma ne vedemo multo male exempli, sichè, iterum, ve pregamo ce avisite de la verità sensa dire un'ora de buscia de prolongatione de tempo. Simo certi vuj non volite l'ultima nostra disfacione, et de assucarce in questa manera non ce mecte bon rayscione, et ali' ultimo ne haveressimo lo mancamento et lo danno. Nuj lo sequerimo quanno devessemo annare ad pede, pur havemo caro buctite tucte queste cose innante ad sua signoria, et non creda siamo tanti grossi che noi cognoscamo. Da equa se fa fama como lo signor principe de Rossano è venuto ad Sessa et lo ill.0 conte lacobo ad Aliphi. Noi sapemo certo ; si ita est, la lettera indirizata ad sua signoria darrite al conte Brochardò et una con sua signoria porritc dare ordene che monsignore scriva in bona forma allo ili.0 conte (Piccinino) per la liberacione del conmissario ut supra, et nuj farrimo dal quanto quanto (IJ fa mastiero. Ex Aquino, XV aprilis 1462. Honoratus ~ Ser Michaele. Sermoneti Fundorem comes etc. Gaytanus

e ~2049

1461. IV. 25.

Lucera - Palamede Forbino a Onaralo Caelani: - accenna, fra l'altro, alle buone disposizioni di Giovanni d'Angiò verso di lui, al conte Giacomo Piccinino ed a Beatrice Caetani, marchesa di Pescara. Fuori: Excellenti domino Honorato Gaytano F undorum comi ti et Sul monete etc. auo domino honorando.

s.

Entro: Excellens do~inc michi adomodum honorande. Aggio recepute le lictere vostre et perchè, per sier Michele (da Mantova), cancelliere vostro, serata (I) informata V. S. de quanto ce è facto per la resposta de lictere scrietti a monsignore, non mc estenderò a più ve ne tediare; solum aviso V . S. che monsignore à tanta bona disposiçione a fare, venuto che serà lo ili. signor conte lacobo insieme cum la signoria soa, che abbiati quanto ~ecerchatti che più non poteria. Stando comunicata ogni cosa cum lo dieta signor conte, vi responderà a quelle particularità cbe dimandati, et del facto de la pratica avessetti da pigiare cum la marchesa, monsignore lo remette a voi che ne {assiali como va pare. Per mo' non vi dirò altro, però che, ritornato el dicto signore conte lacomo, monsignore vi rescriverà più ad plenum de ogni cosa : sempre a voustro comando. Ex Luceria Saracenorum, xxv• aprilis. D · ex . P a Ia me d e s F or b In . u s manu propna. serv1tor

1461. IV. 29.

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C-2030.

Roma - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: cavalle e degli stalloni. Fuori:

Magnifice domine Catharine de Urainia Sermoneti etc. commatrj noatre e&riuime.

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cardinali, Aq uileienai, Domini papc camerariua

ha comme33o al latore, lacovello, la cura delle sue

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etc.

Havemo commesso a lacovello, Entro: Magnifica domina, commater nostra dilectissima, salutem. presente ostensore, lu cura de le nostre cavaHe et de li stallonj; ~he ne faccia secundo glie havemo


14.3

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

ordinato; et cusì ne siate avisata che quanto lui in ciò farrà, tanto è de nostra · intentione. Havemoli data questa comissione volentieri come ad homo vostro che ne porta affectione et farrala diligentemente. Bene valete. Rome, die XXVIIIJ aprilis 1461.

1461.V.1.

C-2050.

San Seoero - Giooanni .d'Angiò a Onorato Caetani: - oieta a lui e a Pietro Giampaolo Canielmo, duca di Sora, di /are sàloacondotti a quelli di San Germano. Fuori:

Magnifico et strenuo Honorato Caietano Sermoneti etc. F undorum comiti fideli regio paterno consiliario nostro carissimo~

s.

Dux Calabrie et Lothoringic etc. regnj Sicilie locumtenens et vicarius generali,.

Entro: Magnifice fidelis regie paterne, dilecte noster consiliarie, nobis canss1me. Volemo et per la presente vi comandamo che nè l' ili. duca de Sora nè vuj non facciali salvaconducto alchuno ad quelli di San Germano, nè e null'altro da llà nostro inimico o a persona che praticasse per lo favore di quelli di San Germano senza nostro spetiale mandato, non obstante qualunche possanza haveasivo avuto da noi circa le cose de quellè bande. Ex Sancto Severo, primo maij MccccLXJ. J eh a n s•u b s c r ip s i.

A n d re a s .

C-2051.

1461.V. 4.

Lucera - Giooanni d'Angiò a Onoralo Caetani: - si comporti amichevolmente con Antonio Spinello e faccia restituire le cose tolte agli uomini di costui. .

Fuori:

.

M11gnifico consiliario fideli regio paterno Honorato Gaytano comiti F undorum Sermonete etc. nobia sincere dilccto et carissimo.

s.

Dux Calabrie et Lothoringie etc. patemi regnj Sicilie locumtenens et vicarius generali,.

Entro: Magnifice consiliarie fidelis regie paterne, nobis sincere dilecte et canss1me. Perchè 11 desideramo ognj uno fidele de la m. del signor re, _nostro padre, et nostro, l'uno con l'altro se debia ben portare insieme et con bona amicitia, amore et carità, per tanto ve pregamo, rechidemo et strengemo che, a nostra contemplacione, ve vogliate amichebilemente portare, et bona et perfecta amicicia et intelligencia havere· con lo magnifico Antonio Spinello. Et voj savite che a noi ha tanto bene et fidelemente servito, et con tanto abandonato amore, che meritamente lo devemo amare et havere in speciale recomendacione ; et cossi ve pregamo non vogliate darlj inpaczo alcuno al officio suo, et cossi fare restituire quelle cose forono tolte alli homini suoj, certificandove che, d"ognj amicicia et bon portamento havite con luy, ne sarà singolare piacere et per lo simile ~e sarà summamente caro cognosca questa nostra lettere essere cagione de la vostra amicicia. Datum in civitate Lucerie, quarto maij Mcccclxj0 • Jehan subscripsi.

1461.V.12.

Laurentius.

C-2052.

Aquino - Onoralo Caetani al conte Broccardo Per5ico: - reclama r 035erVanza delle promesse f atlegli; parla della taglia richiestogli per la liberazione di Francesco da Siena e di altro; lo prega d'informare di tutto Giovanni d'Angiò e di adoperarsi, siccome spera, efficacemente a suo favore (Minuta). Excellens et po~ens domine tamquam pater honorandissime, salutem. A la. S. V. è noto el mio cancelliero (Michele da Mantova) essere ià longo tempo dimorato appresso de monsignore, et conti-

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144

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Do e u M E N TI DEL L' A Re H I V I o

e A ET AN I

nuamente sua ili. 111a signoria, lo ili. mo conte lacomo ( Piccinino) et la S. V. essere (I~ !o prefato c~ncelliero me hanno scripto che, de li primi spacciati de prestansa, de servito et de prov1s1one serrò 10 ; et la presente me scrive ser Michele come monsignore vole aspectare li denarj da Fiorenza : et parme comprendere, non obstante sia de li primi spacciati, ma che serrà gran facto ad posser essere octava delle feste delli ultimi. Vengo (I) tucti I' altri signori chi in tucto et chi in parte spaciati. Benchè non ho ad cercare si non de me, che me dole la testa, et ad me bisogna aspectare ora li denarj da Franza ora da F-iorenza, et conclusive ne so sensa; et ho qui perduti tucti li homini d'arme. La S . V. sape li tractamenti usati in me lo hanno (I) passato, et quello ho hav1;1to de la provisione et quanto me siano observati et dati li lochi promissi quali intendo volere. Non dubito haver servito monsignore et servo con grandissima lialtà et perfecto amore et, se sua signoria non ha tal opinione, me ne doglio, et ricordolj non li mectendo bon rascione la spesa fa in me no Ila faccia, nè de verun altro che la spesa no lii resulte in utilità. Benchè non parlo si non de me, ho caro de queste cose parlite largamente con sua signoria, a la quale de ciò scrivo. Nel paghese de terra de Roma, donne me appello per lo interesse che ce ho, se dice essere più et varie le licentie cortisane, et la più honesta è dir: Va te con Dio. T ucte l' altre me pare haverle havute et questa intendo per descrecione, quantuncha habia deliberato servire finchè me dura la vita se non in un modo in un altro et come meg_lio li parerà; et se dice che li febrj continue son quelle che .consumano li homini. lo ne ho, omne dì, una, et fin in mo•, appena m• è restata la vita; ora non ce è più che vendere nè che impegnare, et may fui reducto ad tanta miseria quanto hogi; et, per danne un gran subsidio, ho domandato lo conmissario, quale tene Silvestro, et voleno paghi VJUC ducati; _non posso più aspectare da crai in cray; per questo scrivo ad ser Michele che serria bono ad tornare la via de casa. La sua rignoria ha dclii altrj che hanno havuto stato, prest~nse, subventioni, et da loro porrà haver meglior servito che da me. Non creda sia tanto grosso che non cognosca de chi si fa stima, et che si trovano ·prestanse, provisioni, officij, preheminensie et beneficij et più stato che quello ve li è stato promisso, quali medessimi, vedendome absente de le cose predicte et annare a la bona fè et servire con gran fiducia, se hanno festa de li facti mei. lo ho tanto scripto che me pare debia dar rencrescimento a tucto 'I mundo ; per questo non scriverò più de tal materia, et con questo, volesse Dio, non me fossero date più parole sensa eflecto. Prego la S. V. de tucto voglia haver colloquio con monsignore et operare secondo è mia speranza. Ex Aquino, XIJ maij 1461. Domino comiti Brochardo.

1461.V.12.

Honoratus Gaytanus

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Sermineti F undorum comes etc.

C-2053.

Aquino - Onoralo Caelani a Giovanni Cassa: - accenna ai servizi resi e ad altre sue benemerenze, alle promesse Jattegli e non mantenute, alle spese sostenute, alla perdita della maggior parte dei suoi uomini d' arme, alla taglia richiestagli per la liberazione del commissario papale e alle sue graoi condizioni economiche, pregandolo di intercedere presso Giooanni d'Angiò perchè gli siano dati danaro e terre (Minuta).

J

A la S. V. è manifesto che Excellens et potens domine tamquam pater honorande, salutem. prima monsignore nostro desmontasse in terra ad Castello in mare (/ 6 nov. 1459), troveste lo mio cancellero là, con deliberacione far el mio debito per recognoscere la m. 11 del signore re Renato et sua ili. ma signoria per vero re et indubitati signori de quisto Reame; et de questo lo ili. mo signor principe de Rossano me pote rendere vero testimonio, perchè, più misi nanti la venuta del prefato, hebi animo fare le cose predicte, poy la S. V . venne nel paghese de San Germano cum lo signore con O Anto~io Cando!a (Ca~dora) et io li dechiarai totalmente lo animo mio, referendome a la opinion prelibata. Deinde mandai lo mio cancellero da sua ili. ma signoria con alcun capitulj, secondo appare, quali benignamente acceptò et, da Il a pochi (dì), non riguardando ad liberare mio figliolo nè ad altro respecto, me scopersj ~bannonatam~nte sua creatura ; et venendo ad Sancto Angelo, annay personalmente ad dare obidencia et 1urare homamo ·11 . aia Signona • • et sapete con quanto amore et h ab.1a servito · et serva e t a· et fed eltà a d sua 1


EPISTOLARIVM HONORATI CAJETANI

145

quanto, per mio ben servire, de tucto cose sia stato dignamente remunerato, comensando da la prestansa et subvencione dell'ando passato, de le quali la S. V. è informata guanto habia havuto. Benchè questo appare in libro, le terre promesse, guaii sono in potere de fideli de sua ili. ma signoria, vedite me siano observati che quellj medesimi le tengono hanno festa et fanno gran iochi de mie facti, scorgendome come mamolo. Annaj in Apruzo, et sapite in quanta extremità me reduxi per servire sua ili. rna signoria ad votum; tornato da equa, non ho possuto havere una piccola sobvencione et so me scolato per modo che non vaglio per me nè per amici, et ho perduta la maior parte de mie homini d'arme, et credo et so certissimo, nanti la fin del presente, restarò sulo non obstante dalli homini d' arme; ma, in Dio, da la antiqua famiglia fine ad mo', monsignore, lo ili.mo conte lacobo et tueti I'altrj signori cortesanj me hanno scripto, una cum lo mio cancellero, quale è ià longo tempo stato con sua ili. ma signoria, che de li primi spacciati de la imprestansa devea essere io et similiter del servito et provisione ; mo' me scrive vole a~pectare li denarj vengono da Fiorenza, et tucti l'altri signori, chi in tucto et chi in parte, sono spacciati et lo mio spacciamento se reserva alla venuta de Messia; et credo in questo stato haver facte benjssime experiencie quanto verun dellj altri et tanto più quanto ce ho misso mio figliolo, et al presente, per intercession de signori cardinalj, mei amici, la S." de N. S . era commossa, con alcun beveragio, ad volerlo far liberare; et mandando per due volte sopra de ciò un conmissario, fo pigliato dalli homini Silvestro tra Mareno et Vellitrj, donde la S.11 prefata ha mandato un altro conmissario per mio figlio. Vero che ha voluto io habia promisso far liberare lo primo ; de questo ho supplicato ad monsignore et allo ili. mo conte lacobo (Piccinino) et conclusive, per farme piacere, voleno paghe VIIJC ducati. Non credea li mey servitij devissero generare tali premij, anche pensaria quanno fosse stato necessario recaptare mio figlio xm ducati, actenta la cagion perchè sta presone, se li havissero caviati de loro borsa: questi me son malj exempli et dalle cose minime se posso comprendere li maiorj. Forsa che mio servire ad sua signoria non è accepto, che me ne doglio usque ad animam, et ricordolj se la spesa fa in me, no li è utile, no Ila faccia. Decesse nel paghese de Roma che le licencie cortesane se dando in più modi et la più honesta è dire: Va te con Dio. Tucte l'altre me pare haver havute et questa intendo per discrecione. Cognosco per questo bavere quasi mezo sperduto lo tempo mio, benchè, havendo servito et servendo ad tal signore, non se ne possa perdere. Cognosco anche non me se fa lo dovere, et questo sento non essere usansa de sua ili.ma signoria: forsa voi principiare et finire con meco. Et sia certa V. S. me ne doglio et stone malissimo contento, vedendome conducto allo hospitale et non ce posso per veruna via da me reparare. Ho scripto più et più volte et ho gran copia de lettere con bonissime parole, et sapete ad mantenere li exerciti vole lo verbo principale che so dinarj et dinarj et pur dinarj ; chè, se con parole se potessero mantenere li exerciti, multi più homini li farriano che no lj fanno. lo non so più che dire nè che fare; la inopia me ha tanto occupato che non ho dove far recapito de verun subsidio; non me so restate nè tenute nè possessionj nè argento et fine alle camise che non sia impignato. V ego questo ioco essere speciale et non generale, et niuno è peio de me tractato de tucte le cose. Signor Conte, la S. V. è padre universale de questo reame; deinde io la tengo in specialtà come padre et benefactore. Pertanto la supplico, per Dio, voglia come per suo vero figliolo operare con lo ili. mo monsignore prefato me sia data la imprestansa, lo servito et la provisione, perchè lo tempo è non obstante venuto ma ià passato, et che me faccia consignare le terre me ha promese, quali delibero volerle; et se, per questa, lo mio cancellero non h~ vero spacciamento, li scrivo che serria bono tornare la via de casa. Prego la S. V. operare sopra de tal materia secondo è mia speranza, et secondo ho sempre quella trovata in mie faccende propicia et favorebole, al quale sempre me recomando. Ex Aquino, XIJ maii 1461. Domino I. Cosse.

Honoratus Gaytanus

[1461] .V.12.

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Sermineti F undorum comes etc.

C-2054.

Ruvo - Gioùanni Antonio Orsini principe di Taranto a*** - si parla di 18 galee fatte armare dal re di Francia, che, già parlite da Savona, si troverebbero nelle acque napoletane; dell'entrata in Genova di un araldo che, a nome del re, intima al doge di lasciare la città; dei /ranct!li che tengono quella terra molto ristretta facendo ogni dì prigioni; della domanda inoltrala dalla 19

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o o e u MENTI o EL L. A Re H I V I o

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comunità di Verona per avere dal marche:1e di Mantova le Ire fortezze che sono sui tre fiumi; dell'invio a Venezia di un ambasciatore del duca di Milano per indurla a recedere da tale domanda; del[' ordine dato al conte di Conversano di trasferirsi in Lavello per impedire l'entrata di vettovaglie in Venosa.

Copia. Illustrissimo Signore, puoe la debita commendatione. Heri sero, al tardo, receppi letter~ da misere Baptista, per le quale me avisa de molte particularità et, tra l'altre, come la m.tà de re ha armato impressa octo galee, in pochi di, et cum alcunj de corsarj et altri, che erano armato, sono in numero de XVJ, le quale erano già venute a Savona. Il che me dà ad intendere la novella ha scripta lo Conte Urso (Orsini;>) de la dita armata, che sia aparsa in piagia romana, essere vera, et credo a questa hora l'armata predicta debia essere in l'acque de Terra de Lavore. Dice ancora misere Baptista .come a lenoa è venuto uno araldo de la m.tà de lo re de Franza (Carlo VII) et, intrato in la cità cum cinque cavalli, se ne andò al palaczo del duce et, per parte de la prefata m. tà, comandao a lo duce che se partisse dal palà.zo et da la terra et lassasse quello stato libero a la sua m.tà et, in casu non partisse, li ha protestato che, infra puochi di, la dita m. 1à farà tale provisione che tristo lui et chi è stato cagione de quella novità. Fato questo, dixe che voleva andare ad Castelletc. Lo duce lo fece retenere et, congregati li ansiani et certi principali, fecero deliberatione de lasarelo andare et così, in capo de tre hore vel circha, chi luy hebe exposta sua ambassiata et facto lo protesto, se ne andò in Castellecto, dove ha confortati el gubernatore et tuti l'altri a stare forti et constanti, promictendo, per parte de la prelibata m.11, che presto farà tale provixione chi non solamente serà sufficiente a recuperare quello stato, ma appresso farà pentire chi li ha dato impazio et farà sentire de le cose molto relevate et così quelli franciosi, primo ingrossati, fortificati et ben forniti de victuarie et hora, cum questo conforto, fanno per manera lo dovere chi tengono quella terra molto restrecta et omne dì pigliano presoni et le taglie loro sono tute victuarie. Per conservarse le monetione hanno preso una chiesia de San Francescho, la quale è in forteza et vicina al castello et, omne dì, scorrone per la cità per manera se stima che quello stato non poterà troppo durare che non torna al suo luoco. Dice, preterea, come, ne li dì passati, la ili.ma signoria de Venetia fece movere la comunità de Verona a domandare certi fuochi chi lo marchexe de Mantua tene in su li confini del veronese, et queste sono tre forteze che sono in su tre fiumi, le quale se lo dicto marchexe perdesse, la signoria haveria l'addito libero in mantuano et remaneria quello stato molto debele. Lo marchexe, credendose · bavere rasione et che li diti luochi fossono in su lo mantuano, mandao in V enetia duy ambasiadori per videre questa differentia de rascione ; finalmente, vidute le scripture et stato sopra lo luocho, se trova li diti luochi essere del veronese. Viduto questo el prefato marchexe, mutato proposito, domanda di gratia che questa signoria non voglia innovare, altramente questi confini che siano per lo passato, ma la signoria vole per omne modo le dite fortezze. Inteso questo, il duca de Milano ha mandato in Venetia uno ambassiatore, chiamato misere Albericho Maneta, solamente per pregare et strengere la signoria quanto è possibele che, a sua contemplatione, voglia desistere de questa impresa. La risposta et stato determinato nel consiglio de pregati, dove se determinano le cose grandi, che la signoria vole li diti luochi per sè, sicome gli aperteneno de ragione. El prefato ambassiatore li ha proferto de volere fare pagare certo censu annuatim per le dite forteze, non ha possuto optinere niente; la qual risposta et conclusione sentendo lo marchexe, è andato a Milano; stimase che più presto vorà perdere le dite forteze cum la spala in mano che per altra via, et da l'altra parte la · dita signoria delibera de volereli o per amore o per forza ; parme vedere che facilmente se moverà qualche trabuglio. Il che sequendo, seria buona facenda a nostro preposto. V oglione havere dato noticia cosi distintamente a V. 111.m• S. sì per aver fato mio debito, corno perchè so certo ne haverà gran piacere. Ceterum, habiando havuto ad viso de certo victuario se doveva tramectere in Venosa, scripsi al conte de Conversano (Giulio Ant. Acquaviva) se dovesse transferire in Lavello et così so informato per sua lettera che habia facto, et che starà quanto li parerà in Lavello per obviare che 'l dito victuario non intra in Venosa ; può se ne tomarà in Ascole. Recomandome ·continuamente a V. Ili.ma S . Datum Rubi, XJJ maii, VJJIJ indictione. V. S. princepe de Tarante A. de Agello.

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EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

147

C-2055.

1461 .V.12.

Aquino - Onoralo Caetani al 3UO cancelliere Michele da Mantooa: - per rinnotJare premure a Gio,;anni d'Angiò per il pagamento dei danari dooutigli e per il mantenimento delle prome3se /allegli (Minuta). Cancellarie noster carissime, salutem. Havemo recevuta vostra lettera, et inteso lo spacciamento dato allo ili.mo conte lacobo (Piccinina) et l'altre particularità de epsa. Credemo non haver facto tali demustractioni con effecti verso lo stato de monsignore che non meritassimo appresso dello ili.mo conte prefato essere totalmente spacciati, eo maxime, volendo h~ver riguardo alli portamenti facti per nuj passi in l'anno passato; et, ultra hoc, ce havete continuamente scripto che serrimo stati de li primi spacciati. Questo ce pare intendere serrà quanno ce serrà tanta habundancia de dinarj che se buctarando per desprezati, che possite con (I) comprendere mai serrà, et de bon parole havemo gran copia et effecto veruno; et quanno ce bisogna aspectare li denarj de F ranza et quanno da Fiorenza, et con omne dilactione siamo lransferiti con bon parole come mamolo. Scrivemo ad monsignore, che sape quanto siamo stati ben tractati in ranno passato, et se ce so state consignate le terre ad nuj promesse, et la provisione quanto l'habiamo havuta, et havemoli domandata la liberactione de missere Francesco, quale tene in presone Silvestro, et per applaudirce et recognoscerce per vero et abannonato servitore, vole paghimo VIIJc ducati. Questa non è nostra speranza. Credevamo quanno nostro figliolo devesse essere stato rescosso xm ducati, sua signoria lo havesse paghati de propria bursa, essendo manifesta la cagion perchè è stato et sta presone, et vedemo tucti l' altri signori chi in tucto et chi in parte spacciati, quantuncha non delli altrj, ma de nuj habiamo ad piangere che ce dole la testa, et ad nuj fa mistiero aspectare l'~mata, et quanno ce se dà una dilactione et quanno un'altra, per modo che simo sensa dinari et sensa homini d'arme. Credemo et simo certi haver servita sua ili.ma signoria et servirla con lealtà et con perfecto amore , se non ha el nostro servitio accepto, ce ne rencresce, et recordamoli, se il nostro servire no Ili genera utilità per suo stato, et la spesa fa in nuj essere soverchia et sensa fructo, no Ila faccio (I). Dicese nel paghese de terra de Roma, donne nuj simo, per lo interesse che e havemo, in corte · se dando più et diverse licentie et la più honesta è dire: Va con Dio; da questa in fore, vedemo tucte l'altre esserce date ; havemo deliberato servire sua signoria finchè ce dura la vita, et se lo nostro servire no lii agrata in un modo, lo farrimo con altro, et come ad quella piacerà. Sapete le febri continue son quelle che danno angustie et consumano li corpi humanj; de tal culpi simo, ad omne hora, percossi da li homini d'arme, et vedemo hanno ragione; simo tucti impignati fino alle cammise, et non havemo più che vendere nè che impignare. Da Sermoneta .non havemo intrata de un pigolo, et le nostre tenute Dio sape quanno per nuj se porrando rescotere, et simo conducti in tanta inopia che mai fommo ad tempo nostro, et non paghandose verso de nuj · altro modo, tuctavia venemo al peio; sapete. ad che partito ce lasseste, et possete pensare fine ad mo' non siamo visti demanda, . et parce aspectare lo spacciamento quanno verrà Messia. La signoria sua ha de quilli che hanno havuto stato et prestanse et subventioni, et quilli lo porrà nel servire et sequire con maiore habilità de nuj : non creda siamo tanto grossi che non cognoscamo de chi fa stima et ad chi pote dare prestanse, provisionj, officij, preheminencie et beneficij et più stato de quanto ve li è stato promisso, et nuj de tucte quiste cose privato; et quilli medesimi, vedendo annarce a la bona fè, se fanno beffe de nuj. Havemo scripto per un'altra che da nuj non haverrite più misso; non possemo fare per questa non ve scrivere; narrante tucte le cose preèlicte ad monsignore, primo supplicando sua signoria che, havendo in tedio tanto nostro scrivere, se digne perdonarcc et imputarlo al nostro gran bisogno, perchè, non dicendo nuj lo facto nostro, non è chi lo dica; parla.rite largamente come dicemo, benchè più de ciò non li scriveremo per non essere importuni nel scrivere, et volesse Dio che con questo havessimo effecto veruno. Breviter concludendo, intendemo voler la imprestansa, lo servito et la provisione et le terre ad nuj promesse, perchè, sensa, non è possibile possamo fare, quantuncha questo non bisogne darlo ad vuj. Se vedete essere alcuna conclusione con effecto al nostro spacciamento, receputa questa, a la bon' ora, aliter ce pare non sia bono far la spesa indarno, pregamove non vogliate consenti.re la disfaction nostra, _et dirrite ad monsignore non permecta ce conducamo allo hospitale, perchè essendo da poco, a la si~oria sua serria mancamento et ha.vendo reputactione li serria honore et utilità et corno voi ce siamo, sequerimo sua signoria in qual modo ce vorrà. Rendite infinite gratie ad monsignore del salvaconducto facto ad Docto da Padua, ad contemplation nostra; por-

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Do e u MENTI DEL L. A Re H I V I o

e A ET AN I

tarrite le iomee, iopponj et corregia et sforsative condure lo mastro de padiglionj, perchè da equa non è possibile lo possamo far fare, nè che lo trovemo facto, benchè, secondo li modi, simo certi, .per questo anno, staremo sotto li coppi. La ratification de li capituli del signor Alessandro non havemo ad quest'ora havuta, benchè li e . capituli habiamo con nuj et, non havendo la ratification, non li mandaremo. Dirrite ad monsignore che quanno non havemo possuto octinere una gratia de VIIJ ducati, possemo haver mala speranza in le cose maiore, et che questi son mali· exempli ad me et alli alltrj soi serviturj • . Havemo mandato ad visitare lo signor conte Antonio Caldola et factelo recercare ce volesse render Monte Aquilo, come cosa de Casa nostra et ad nuj promessa, et finalmente ha resposto che luj non vole essere lo primo et, quanno I'altri comensarando, sua signoria è presta et apparecchiata. Parlarrite de ciò con monsignore et diteli che, ora mai, sta ad sua signoria far principiare. E sforsative in animare monsignore al venire ad pigliare quisto contato (di Fondi) et San Germano, quali in breve tempo se haveriano, perchè sapemo stanno malcontenti et hanno gran carastia. Ex Aquino, Xl]° maii 1461. Honoratus Sermineti F undorum comes etc. Gaytanus Michaeli Mantuano.

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1461.V.12.

C-2056.

Aquino - Onoralo Caetani al conte Giacomo Piccinina: - come a Giovanni Cassa in pari data, facendogli anche presente la f aciliià di poter prendere San Germano e la contea di Fondi in pochi giorni {Minuta).

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Illustrissime domine, domine mi honorandissime, comendationem. E' noto alla S . V. che son più iomj lo mio cancellerj (Michele da Mantova) è stato appresso del ser.mo signor duca de Calabria, quale mandai ad sua ilJ.m• signoria et alla S. V. per haver spacciamento de mie facende, zoè de la imprestansa, del servito et de la provisione, et farme consignare le terre ad me promesse, quale al presente possedeno li fidelj de sua ser.ma signoria et fine ad mò de veruna de queste cose ho conclusione, nè me sonno haver spacciamento ; ho carco de questi mey soldati da li quali so tucta via stimulato et, lo anno passato, habi poco dinaro per imprestansa et de subvencione, inter parum et nihil ; et quanno fuj in Apruczo, me forono· dati all'Aquila LXX ducati fra dinarj et pannj et lo resto de li cento me promese lo signor lohan Cossa dare ad Populi et mai l' habi et, dapo' la tornata da equa, mai habi un suspiro. Voglio de tucto sia avisata V. S. et pote comprendere ad qual partito sia reducto che, in verità, ho fine ad mo' impignato tenute, possessionj et qualuncha altra cosa ho havuto, et non ho più dove recorrere, et, da po' manday lo mio cancellero, ho persi la maior parte de mie homini d'arme et, se non ho la prestansa nanti la fine del presente, tucte se ne parteno, et io ho deliberato perdere primo la vita ·che la · reputacione, come più volte ho scripto. Signor Conte, la bona memoria del signor Braccio (da Montone) actribuio stato et condicione ad Casa mia maxime ad mio padre, et successive, havendo io la praticha de V. S. per li beneficij receputi et che spero recepere, restarò sempre ad quella servitore : supplicola se digne dar sì facto modo, per qual meglior via li pare, che io habia la imprestansa, Io servito et la provisione, perchè . sulo con la imprestansa non porria fare, essendo tanto scosso quanto dico de sopra, certificando V. I. S. non me ne mecterò dinaro in borsa; più presto ce mecterò del mio più che non valeno duj meglyurj cavallj de quisto reame, et questo se parerà. Supplico in V. S., come mio signore et benefactore, che appresso del prelibato serenissimo monsignore se digne farme consegnare le terre predicte, quali delibererò volerle, et non essere mustrato a dito, certificando V. S. che quellj le tengo(no), se fanno joco de facti mej, et io intendo quel che è stato promisso ad me, nol'posseda altrj, cognoscendo maxime haver facto in questo Stato tali demustrationi quali loro, et tanto più quanto ce ho misso mio figliolo. Preterea, Io mio cancellero me scrive come V. S. vole VIIJC ducati per la taglia facta al conmissario pigliato da Silvestro, quale annava per la relapsacione de mio figliolo ; crederia quando mio figliolo fosse rescosso de xm ducati, la S. V., essend' in prigione per stato de monsignore, ce ne mectcria V et VJm de la borsa sua. Pertanto la supplico se digne scrivere me sia donato, :e t riguarde


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EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

ad me suo m1mmo servitore in chi non pote tenere li dicti Vlljc ducati per persi et io et lo prefato mio figliolo, non obstante li beneficij receputi, restarimo ad quella obrigatissimj. Mando questo ·mio famiglia studiose, per lo quale se digne darme final conclusione de mia domanda ; haveria mandato homo de condicione, non come meritasse V. S., ma secondo mia possibilità, ma lo impute a li caminj suspecti da amici et da inimici. Ceterum, se la S. V . . se conducesse dalle bande da equa, in men di XV dl che fosse in questo contato de Fundi et ad San Germano, se haveria, et la S. V. farria più beneficij. Anche io, per la benivolencia ch'ò appresso de quella, ce farria gran fructo et levariase la via de omne seccorso poter annare a lo inimico, et me mecteria in casa mia ; et considerato che, ad instancia delli altrj signori, è annato ad pigliar delli altrj contadi, deveria pur per me, suo minimo servitore, commoversele per sl piccolo tempo, quale generaria maior conditione ad questo stato che forsa verun dellj altrj, et io haveria la roba mia col favore de V. S., a la quale sempre me reconmando ; da equa per mò non so altre nove. Ex Aquino, XIJ 0 maij 1461. E. V. I. D. Servitor Honoratus Gaytanus Sennineti Fundorum comes etc. 111.mo comiti lacobo Pezinino.

1461.V.12. Aquino -

C-2057.

Onorato Caelani a Federico di Lorena, conte di Valmont: -

come le precedenti (Minuta).

Illustris et potens domine tamquam frater maior honorande, salutem. La S. V. ha noticia quanto tempo lo mio cancellero sia stato cum monsignore per haver la imprestansa, lo servito •et la provisione cum li lochi ad me promisi et continuamente da sua ili.ma signoria et per lettere del mio cancellero me è stata speranza che serria de .li primi_spacciati. Ora me scrive che monsignore vole aspecti li dinarj vengono da Fiorenza et panne questo mio spacciamento debia essere a la venuta de Messia. La S. V. sape con qual conmodità sia stato tractato l'anno passato de tucte cose et quello ho havuto de mia provisione, et quanto me siano observate le cose promesse, presertim le terre, quali intendo omnino volerle. Appresso de questo, ho domandato ad monsignore lo conmissario, quale tene presone Silvestro, et vole una cum lo ili. mo conte lacobo paghe, per suo recapto, VIW ducati per farme un relevato piacere ; che creda quanno mio figliolo devesse essere rescosso per xm ducati, loro signori lo havessero paghato de loro borsa. Ora mai omne speranza me falla. Vego tutti l'altri signori spacciati, chi in tucto et chi in parte, benchè me habia ad doler sulo de me che ho male de testa; et bisogna io sulo aspecti dinarj, ora da F ranza et ora da Fiorenza, et in fine so sensa dinarj et sensa homini d'arme. Non so in dubio haver con bono animo e con perfecto amore servito et serva sua signoria et dogliome non habia tal concepto. Ricordoli se la spesa fa in me et in chi -voi delli altri, no lii mectere bon rascione, la leve via ; questo dico quanto per me, et pregove de queste cose habiate colloquio con sua signoria et parliteli apertamente, a la quale per lo presente scrivo. Dicese nel paghese de Roma che se danno in diversi modi le licentie cortesanj, et la più honesta è dire: Va con Dio; tucte l'altre me pare haver havute et questa intendo per discrectione ; ho deliberato, finchè viva, servire sua signoria in qualuncha forma più li agratarà, et sempre farrò lo mio devere. Dicese etiam che le febrj continue son quelle che consumano li mundanj, le quali io pato ad omne hora et hannome conducto ad tanta extremità che apena ho lo fiato, et mai fui in tanta miseria inviluppato quanto hogi, et la maior doglia mia è non essere criso. Dio sape, non ho più che vendere nè che impignare; scrivo al mio cancellero serria bono tornare ad casa, et monsignore ha delli altri che hanno havuto stato, prestanse, subvencioni, et da quilli porrà havere piu commodo servitio che da me. Non creda sia tanto ignorante che non cognosca de chi se fa stima et ad chi se possono dare prestanse, provisionj, officij, et beneficij et preheminensie èt più stato che non hanno domandato, quali, vedendome de omne cosa absente et servire con bona fe', se hanno festa de me. Ho tante volte scripta che ad me medesimo vene in rencrescimento, et con questo ho gran copia de parole et eflecto veruno; più non ne scriverò. Prego V. S. voglia .tucto narrare ad monsignore et operare con sua ill.ma signoria in mio favore e mia speranza. Ex Aquino, XIJ maij 1461 Domino Federico comiti Vallismontis.

Honoratus ~ Caytanus ~ Sermineti F undorum comes etc.


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1461.V.12.

Do e u M ENTI DEL L' A Re H I V I o

e A ET A N I

C-2058.

Aquino - Onorato Caetani a Giooanni d'Angiò: si lagna di nulla aver avuto finora; si giustifica dalle calunnie sparse sul suo conto; chiede il mantenimento delle promesse e lo assicura dell' osservanza del divieto di rilasciare salvacondotti a quelli di San Germano {Minuta).

Illustrissime et serenissime domine, domine mi singularissime, humillimam comendacionem. Alli X del presente ho recepute lettere dal mio cancelliero et scriverne, inter alia, fin ad mo' non have verun spacciamento, et che la Ill.m• S. V. dice vole aspecte li dinarj vengono da Fiorenza, la qual sape primo lo anno passato in che forma so stato tractato; secundarie de le terre et lochi ad me promessi quanto li ho havuti; tertio quanto ho havuto della provisione; quarto de la domanda ho facta alla lll. ma S. V. et allo ill. mo conte lacobo (Piccinino), per .la relapsatione de misser Francesco, quale tene Silvestro, per singular gratia, me bisogna paghare VIIJc ducati. lo parlo con la lii.ma S. V. largamente et come deve omne vero servitore ad sua signoria: haveria pensato, quando mio figliolo fosse dovuto essere rescosso per xm ducati, quello lo havesse. rescosso del suo, perchè sape la cagion perchè sta presone; de bon parole so assaj servito, de facto niuno. Quinto vego tucti l'altri signori spacciati, chi in tucto et chi in parte, benchè non ho ad vedere se non de me che me dole la testa, et ad me quando bisogna aspecte li dinari da F ranza, quando da Fiorenza et quando me se dà una dilatione et quanto un'altra; conclusive so sensa dinarj, et ho perduti la maior parte de mei homini d'arme; et nanti la fin del presente, so certissimo non me ne restarà veruno. Credo haver servito la S. V. con grandissima lialtà et perfccto amore, se quella no Il' ha accepto, me ne doglio et, vedendo la mia spesa esserli soverchia et non utile per suo stato, li ricordo no Ila faccia; et cusì de omne altra persona con la S. V. parlo apertamente, et con chiarezza li dico lo mio animo • . Ceterum, sento per alcunj signori convicinj essere facte alcune sinistre informationj de me a la S. V. et, come per altra ho scripto, quilli medesmi che . tengono li lochi ad me promissi, me delegiano et, ultra, loro cerchano tucta via calumpniarme , con nove infamie et dico che, salva la parola de V. Ili.ma S., qualuncha altrj parla de ciò se parte da la verità et offerome esserne ad omne paragone, benchè omne cosa me stia bene et meritolo. Ho receputa la lettera de V. I. S., dove me scrive me debia portar bene et amichevolmente con lo signor Antonio Spinello. Credo et veramente me do ad intendere con luj et con tucti l'altrj esserme portato et porte con grandissima honestà et che, se a grave siano stati pigliati li homini de Sancto Andrea con li mulj et robe, certifico V. S. che li prefati homini portavano grascia alli inimici et lettere, et non portavano lettera veruna del signor Antonio, benchè le lettere non erano de importantia, perchè le portavano ad un comestabile che sta col mio parente (Onorato Il Gaetani), quale è de Sanclo Andrea, chiamato Salapione, et li mei soldati, essendo alla strada, li pigliarono, et hoveli facti rendere li muli et parte de le robe; ma se la S . V. vole che li inimici se tracteno per amici, se farrà. Lo signor Antonio se lamenta et fa quel che toccharia fare ad me, chè, questo anno passato, se ha tolti de mei circa lljc thomoli de victuaglio, fra granj et biada, et ricordome haverne in campo parlato con la S. V. la qual, per due volte, ne scripse al prefato et, da po' la venuta mia, li ho più volte scripta, et non me ne ha facta anche resposta. Non credo la S. V. voglia niun me usurpe el mio, nè che habia ad superare, et quando pur lo consentisse, ne serria mal contento, supplicola se digne provvederce. Seriace da dire multe cose, quali voglio reservare per referirle quando a Dio piacerà, sia in conspecto de V. I. S ., la qual supplico iterum se digne dar spacciamento al mio cancellero (Michele da Mantova) de la prestansa, del servito et de la provisione et de farme consignare li lochi promissi. Che la S. V. dica voglia aspectare lo fin de la victoria, se l'altrj aspectass.ero ad quel tempo, .io serria contentissimo, ma l' altri non aspectano ; supplicala non voglia fare aspectare me, perchè sensa de epse non posso fare et non voglio da niuno essere scoperto per mamolo ; et ad questo comprenderò la affection me porta V. I. S. Facta questa, ho receputa una lettera de V. I. S., dove me comanda che lo duca de Sora (P. G. P. Cantelmo) nè io non debiamo fare alcun · salvaconducto a quelli de San Germano, nè a null'altro inimico de epsa, nè a persona che praticasse per lo favore de quelli de San Germano, sens~ special mandato de quella, non obstante omne possanza havesse da V. S. circa le cose da equa, certificandola che mai se trovarà per me essere fatto verun salvoconducto ad homini de San Germano nè a null'altro


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EPJSTOLARIVM HONORATI CAIETANI

m1m1co de V. I. S.; et chi ha data tale informatione, haveria possuto dire più verità che non ha dicto. È ben vero che a quilli del sacro monasterio de Montecasino ho facti salviconducti per legna, per salsume et per ova, et non veruno altro victuaglio, a) et mai la S. V. trovarà lo contrario; et quando la S. V. haverà ben recercato, trovarà chi fa li salviconducti et in che modo. Sento in Campagna se muta novo gubematore, quale è lo episcopo de Chiusi. A la S. V. sempre me recomando. Ex Aquino, XIJ 0 maij 1461.

E. V. I. D. Minimus servulus Honoratus Gaytanus Sennoneti F undorum comes etc. Illustrissimo duci Calabrie et Lothoringie etc.

1461.V.12. Aquino -

Onoralo Caelani al conte

C-2064. «

Blasio • • • • -

come le precedenti (Minuta).

La S. V. è informata lllustris et potens domine tamquam frater maior honorande, salutem. quanto tempo lo mio cancellerj habia demorato appresso de monsignore per haver la imprestansa, lo servito, la provisione et li lochi ad me promesi, quali intendo volerli et continuamente sua ili. ma signoria et lo prefato me hanno data speransa che serria de li primi spacciati, et mo' me scrive come monsignore vole aspecte li dinarj da Fiorenza. Parme comprendere questo mio spacciamento debia essere a la venuta de Messia. La S. V. sape quanto iustamente, l'anno passato, sia stato de tucte cose tractato, et quello ho havuto de la provision mia, et quanto siano observate l"e cose promese, maxime le terre; quale intendo volerle. Ho domandato ad monsignore et allo ili. mo conte lacobo me vogliano donare lo conmissario pigliato da Silvestro et, per farme singular gracia, voleno paghe VIW ducati~ Credea quanno mio figliolo dovesse essere stato rescosso per xm ducati, actenta la cascionc perchè sta presone, lo havessero paghato de propria borsa: ora tucte speranze me vengono meno. V ego tucti l' altrj signori spacciati, chi in tutto et · chi in parte. Benchè me lamento del mio male non del ben d altruj, et sulo io bisogna aspecti dinarj quanno da F ranza et quanno da Fiorenza, et infine so sensa denarj · et sensa soldati ; so piu che certo haver servito et serva con bono animo et volenteruso sua signoria; dogliome se epsa non ha tal concepto. Ricordarlj se la spesa fa in me et in che voi delli altrj, no llj mectere bon rascione, la leve via ; questo dico quanto per me et pregove de quiste cose vogliate parlare apertamente con sua signoria, a la quale scrivo per lo presente. Dicese nel paese de Roma che in diversi modi se danno licencie cortesane et la più honesta è dire: Va con Dio; tucte l"altre ine pare· haver havute, questa intendo per discrecione, benchè ho deliberato, finchè viva, servire sua signoria in qualuncha forma più li agratarà et sempre farò lo mio ·d evere. Dicese etiam che le febrj continue so quella che consumano li mundanj, le qualj io pato ·a d omne ora, et hanno me conducto ad tanti\ extremità che apena ho lo fiato et mai fui in tanta miseria• inveluppato quanto hogi, et la mia maior doglia è non essere criso. Dio sape, non ho più che vendere nè che impegnare. Scrivo ad mio cancellero serria bono tornare ad casa, et monsignore à dellj altrj che hanno havuto stato, prestanse et subvencionj et da quelli porrà havere più conmodo servicio che da me. Non creda ·sia tanto ignorante che non cognosca de che se fa stima et ad chi se possono dare prestanse, provisionj, officij et beneficij et preheminencie et più stato che non hanno domandato, qualj, vedendome de omne cosa absente et servire con bona fe", se hanno de me festa. Ho tante volte scripto che ad me medesimo è venuto in rencrescemento et con questo ho gran copia de parole et effecto veruno; più non ne scriverò. Prego V. S. voglja narrare tucto con monsignore et operare con sua ill. ma signoria in mio favore secondo è mia speranza. Ex Aquino, XIJ maij 1461 . 0

Domino comiti Blasio. Honoratus ~ Sermineti F undorum comes etc. Gaytanus a) Ciò Onorato faceva per riguardo al card. Scarampo, rellore della badia.

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152

Do e u MENTI DEL L· A Re H I V I o

e A ET AN I

[1461] .V.13.

C-2061.

Se.ua - Marino Marzano a Onorato Caetani: - risponde che non gli avrebbe richiesto il danaro prestatogli, se non fosse stato costretto dalla estrema necessità per i suoi soldati: lo prega, quindi, di soccorrerlo in tale bisogno. Fuori:

Exccllcnti domino Honorato Gaylano Scrmoncti F undorum comi ti etc. tamquam fratrj nostro honorando Regnj Sicilie

\

}

s.

Ammiratus etc.

Entro: Exccllens domine tamquam frater honorande, salutem. Havimo receputa la lettera vostra et intesa. Sia certa V. S. che, se la gran necessità non ne strengesse per queste genti d'arme che tenimo in dosso, non havcriamo mandato recerchandovc lo dinaro; ma la extrema necessità et lo affanno che quisti soldati cc donano dc continuo, ce havc constricto ad scrivcrvc zò che ve scrivemo. Et perchè non ve prcstemo lo dinaro da parte del signor duca de Calabria, ma corno cosa nostra propria et che ad nuj ne havcssctc ad rcspondcrc, per questo non è da spectarc quillo che scrivite che aspectemo, ma grandemente ve pregamo che, in questa necessità, cc vogliate soccorrere del dinaro predicto, perchè, in verità, la necessità ne sforza. Dc li progressi de lo ili. mo signor duca de Calabria ve advisamo che, per uno vostro famiglio, sera, rcccpemmo la lettera de la ili. signoria sua, cl quale sta multo bene et ponesc in ordene con gente assay ad conduccresc in Terra de Lavoro una con li caldarischi et lo conte de Campobasso (... Manforte) et le genti del princepe de Taranto in bona parte; sicchè ipso sulo, con le genti che portarà, sarrà cquipolletc al nemico. Ex alio latere, lo ili. conte lacobo (Piccinina) se multo affrecta per se potere presto conducerc pur da equa, dove speramo se farrando gran· facti de la guerra et forsi se poncrà ad fine. De lo bcrgantino che scrivitc, ve advisamo che non site informata del vero, perchè qui tale bergantino non havimo mandato; è ben vero che, per via de Roma et de multi altri lochi de lo presto venire dc l'annata sentimo, omnino l'armata deve etiam venire et de questo ne pare essere certo. Se cosa nlcuna porrimo da equa per V. S., simo. sempre gratamente parati. Suessc, XIIJ0 maij, VIIIJ indictione. Princeps Rossanj dux Sucsse et Squillacij.

1461.V. 20.

C-2062.

Lucera - Giovanni d'Angiò a Onoralo Caetani: - stia di buon animo perchè, fra pochissimi giorni, gli rimanderà Michele da Mantova spacciato della « prestanza » e provvederà poi al servizio personale ed alla provvisione con i primi denari, che riceverà dal re di Francia. Fuori:

Magnifico Honorato Caielano Sermoneti etc. F undorum comiti elc. .6deli conailwio regio paterno cl nostro nobis ca~imo

s.

Dux Calabrie et Lothoringie etc. regni Sicilie locumtenena et vicarius gcneralis

Entro: Magni6ce fidelis consiliaric regie paterne et nostcr, nobis carissime. Havemo receputa vostra lettera et inteso quanto dite de la prestanza vostra et degli altre cose, circa le quale distinctamcnte ve avisarà de la resposta et intentionc nostra scr Michele, vostro cancelliero, al quale dareti piena fede dc quanto ve scriverà. Al facto de imprcstança vostra, vi rcspondemo che, non havendo possuto ancora spacciare ad votum cl prcfato ser Michele, chome grandemente desyderamo et intendemo de fare prestissimo, perchè li meriti vostri lo ricercano, non lo havemo voluto lassare rctomare vacuo per tre ragione : prima, per non dare desperatione alle vostre gente d' arme; secondaria per non dare causa dc murmurare alli popoli; tertia che ne saria stato mancamento de reputatione; quibus rationibus non obstantibus, dative bona voglia, signore Honorato, chè, fra pochissimj giornj, -vi mandarcmo ser Michcl


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

spacciato de la prestanza vostra in modo che merito ne restareti contento chè, per più lettere del signor re nostro padre et vie assai, sapemo che la maiestà sua, tanto de li soi chome etiam de li nostri proprij, et da la maiestà de re di Franza ne manda grande quantità di denari, secondo pensamo habiate inteso et noi più volte ve havemo scripto, et cusse li aspectiamo da giorno in giorno, maravegliandose assai siano tanto tardati; et subito venute, vi certificamo sareti de li primi spacciati, chè cussì è stata et è firmissima nostra intentione. Et Dio sa quanto haveriamo voluto che fossivo stato spacciato più presto, non solamente che saria stato utile al stato nostro, in favore del quale haressimo facte più cose, ma etiam per succurirve in li bisogni vostri, che li reputamo nostri proprij, et per contentare la voluntà vostra, la quale, et per perfecta fede verso di noi et per grande et laudabile operatione, sempre chiaramente havemo conosciuta optima et promptissima in favore del stato nostro. Et sappiate per certo, signor Honòrato, che tanto non ve havemo facto nè facemo quanto non havemo havuto lo destro : che speramo in Dio, in brevissimo, haveremo el modo cusse largamente che a vui et agli altri nostri potremo pienamente satisfare. Havemo facto fare el saldo de le ragione vostre cum ser Michele, el quale in le facende vostre è diligentissimo; luj ve le mandarà. Del resto, del servito vostro ve avisamo che vi faremo fare la assignazione sopra li primj denari haremo ultra la imprestanza ; et similiter de la provisione vostra, et cusse in ognj vostra cosa, quanto in noi serà, cognoscereti, per effecto, la nostra gratitudine et benignità: perchè la persona et meriti vostri ne sono tanto cari, che sempre le havemo al core, cum intentione et firmo proposito de farvene, a vuj et alli vostri, fructuosa et honorevole remuneratione. Il perchè vi confortamo a stare de bona voglia et ad essere cum lo animo firmo et constante, chome è di natura et costume vostro : et adimostrarve et operarve volintiero et favorevelmente per lo stato nostro, che il possete tenere vostro proprio: perchè in esso grande parte ve ce ne è reservata, perchè ve avisamo, che non ne sapria bona la victoria de questo regno, si vuj non ne sentissivo el meritevole fructo. _Datum 0 Lucerie, vigesimo maij MCCCCLXJ • Jehan subscripsi. Andreas.

Post datum. Havemo per lettere da Franza che, al presente, debono essere conducte a Fiorenza grande summe de denarj et più che non credevamo, et cusse lo signor Sigismundo ha havute XIJ IQ ducati-. Dative bona voglia che harremo lo modo de darve presto la vostra prestanza et lo servito et pròvisione. Item havemo chome lo Dalphino è d'accordo cum la maestà del re de Franza, suo padre, et poterasse da llà adesso meglio attendere alla impresa de Lombardia contra li nostrj inimici, et similiter la reyna de lngliterra, nostra soio, ha vinte tucti soi inimici da llà; la qual victoria et accordo, siate certo, redundaranno in favore del stato nostro da qua. Datum ut in literis. Andreas.

Prg.292.

1461.V. 20. Roma -

Pio Il a Caterina Or3ini: -

Fuori:

intorno alla liberazione di Nicola, figlio di lei.

Dilccte in Chriato 6lie nobili mulicri Catcrine de Uninia

AP.

Entro: Pius papa ij. Dilecta in Christo filia, salutem et apostolicam benedictionem.

F uit apud nos dilectus filius Paulus de Grosseto, ordinis minorum professor ac presentium exhibitor, rettulitquc nobis te plurimum esse anxiam super negocio filij tui Nicolai Gaytani, vehementerque exoptare eius liberationem. Nobis, dilecta filia, ea res cordi est: sed si aliquod tamen non longum spatium ad, eam conficiendam interponitur, velis id patienter et equo animo ferre, nam ex. bonis respectibus ita fit. Interim filius tuus ut bene tractetur curabimus et, cum tempus aderit, eius ad nostras manus habendi curam habebimus diligentem, ut latius a dicto fratre Paulo tibi referetur. Datum Rome apud Sanctum Petrum sub annulo piscatoris, die XX maij MccccLXJ, pontifìcatus nostri anno UJ 0 • G. de Piccolominibus. 20

.

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DOCUMENTI D ELL. ARCHIVI O CA ET AN I

154

1461.V. 28.

C-2059.

Aquino - Onorato Caetani a Marchetto « de Puteis », regio capitano di Ponlecorvo: - risponde manifestando sentimenti di devozione e di affetto pel duca di Calabria e fraterni pel duca di Sora; osserva che le terre promessegli dal duca sarebbero meglio in mano sua che di . altri; avrebbe caro che i salvacondotti, da lui /atti per i sei muli e i tre mulattieri del monastero ~i . S. Benedetto, Jossero osservali (Minuta). Fuori: Copia Entro: Magnifìce domine tanquam frater honorande, salutem. Ho receputo la lettera della V. Mag.ti• et intiso quanto me screvete delli rancuri, avisando epsa V. Mag.ti• che io non ho rancore con persona, maxime che sia detrimento del stato della serenità de monsignore nostro, lo duca de Calabria, per lo quale, possendo, mni nè nocte nè dì, mancaria mettere la persona et ciò cche ho. Collo illust.0 duca de Sora (P. G. P. Cantelmo) non ho rancore veruno, secondo vuj screvete. lo ho la illust.• signoria soa in loco de ma giure frateglio. È ben vero che li lochi, quali me so stati promissi per monsignore nostro, voleria fossero meglio Ìn mei mano che de altri, a) corno forria del ·devere ; et anco me forria caro li salvoconducti ho facto con auctorità ad mi attribuita del prefato monsignore nostro, fussero obser-vati et maxime quello ho facto allo sacro monasteryo de San Benedicto delli sei muli et tre molacteri. Paratus ad grata. Ex civitate nostra Aquini, die XXVJIJ maij 1461. Onoratus Caytanus

J Sermineti F und_orum comes etc.

A tergo. Magnifico domino tanquam fratri honorando domino Marchetto de Puteis terre Pontiscurvi regio capitaneo etc.

1461.VI .1.

C-2070.

Galeno - Marino Marzano a Onoralo Caetani: urla roba toltagli. Fuori:

raccomanda perchè a SteJano Damila sia restituita

Exccllcnti domino domino Honor~to Gay• tano Sclmoncti F undorumquc comi ti etc. lamq~am fratrj cariuimo

R.~. J. S ICJ1IC

l

s.

Admirahll etc.

Entro: Excellens domine tamquam frater carissime, salutem. Vene ad Aquino Stefano Damila, presente ostensore, nostro amato et caro provisionato, quale dice deverece havere certa sua roha, de la quale piene informarà V.ra S. Pertanto pregamo ipsa, pro nostro amore. lu voglia havere per recomandato, et subito li facza havere sua roba quanto sia de iusticia, adzò che presto se nde possa retornare~ perchè havimo bisogno de ipso, et de questo V. S. ne piacerà multo. Calenj, primo iunij 1461. Princeps Rossani l dux Suesse Squillacij ~

1461.VI. 6.

2084.

Lucera - Giovanni d'Angiò a Onoralo Caelani conferisce, quando sarà vacante. l'ufficio del protonotariato del Regno. JOHANNES, Renati regis Hierusalem et Sicilie etc. primogenitus, dux Calabrie et Lothoringie,

marchio Pontis et eiusdem regis m suo prefato regno Sicilie locumtenens et vicarius generalis.

•> Cf.

pag.

I02, ep. C. I 086 C: nota b).

Sincera


155

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

atque perspecta fides et merita · magnifici viri Honorati Gaietanj, Sermoneti etc. Fundorum comitis, fidelis · regij paternj consiliarij nostri carissimj, et plurima sua servicia erga statum paternum regium et nostrum circa rccuperationem huius regnj nos iure inducunt ut cum gratijs et favoribus nosrris complectamur. Eaproptel" de certa nostra scientia, cum deliberatione matura consilij nostri, regia patema auctoritate qua fungimur, · tenore presentium, eidem Honorato promittimus et ex nunc conferimus et donamus ci officium prothonotariah.1s huius regnj sua vita durante, quamprimum vacaverit dictum officium, quomodocumque et qualitcrcumque illud vacet, facturi dicto Honorato pro prefato officio privilegium in debita et cauta forma, cum opportunum tempus advenerit dictum privilegium faciendi, ut co exhibito possit deinde dictus Honoratus dicti officij realem habere usum et possessionem. lnterea vero ad cautelam [ipsi]us reique testimonium Datum presentes fieri iussimus subscriptas propria nostra manu sigillique nostri impressione munitas. 0 Lucerie, die sexto iunij MccccXLJ •

Je h a n

subsc rip si. S. P~r dominum ducem in suo consilio Andreas T. R.

1461 .VI .10.

Visa Palamedes VIcanus. Registrata Sa Iv a tor Lucer. L. 3. Andreas M.

C- 2071.

Lucera - Giovanni d'Angiò, in considerazione dei meriti di Onoralo Caelani, 3fgnore di Sermoneta, conferma alla consorte di lui, Caterina Orsini, i diritti che ha 3ul ca3tello di Ceppaloni, in provincia di Valle Beneventana, devoluto alla regia Camera per la ribellione di Giacomo « Antonii Serini della Marra », di parte aragonese; e ad Onoralo e ai legilimi discendenti, in perpetuo, a33egna in feudo il detto castello. lohannes, Renali regis Hicrusalem etc. Sicilie etc. primogcnitus, dux Calabrie et Lothoringie, marVacante chio Pontis et eiusdem regis in suo prefato regno Sicilie locumtenens et vicarius generalis. ·noviter castro Cepalonj in provincia Vallis Beneventane, de iure ac rationabiliter devoluto ad Cameram regiam paternam et nostram propter publicam et notoriam rebellionem lacobi Antonij Serinj de Marra, qui dictum castrum hactenus tenuit, iam rebellis nostri et faventis ac adherentis Ferdinando de Aragonia, hosti' regio paterno et nostro, huius paternj regnj publico invasori· et occupatori contra statum nostrum: cumque intelligamus, sicut fidedigno testimonio relatum nobis est, magnificam Caterinam, uxorem magnifici Honorati Caietani, Sermoneti dominj comitisque F undorum, regij paternj fidelis et nostri consiliarij nobis dilecti, habere aliquas actiones et rationes in et super dicto loco seu castro Cepalonj, exigente sua singulàri devotione erga nos statumque nostrum, magnisque dicti sui mariti meritis in favorem rerum nostrarum, cupientesque propterea ut ipsa domina recognoscat suam in nos optimam fid.e m et devotionem ·sibi beneficam et fructuosam esse, de certa nostra scientia, cum deliberatione matura consilij nostri, regia patema auctoritate qua fungimur, tenore presentium, eidem domine Catherine confirmamus et approbamus pro se suisque filijs et heredibus ex suo corpore legitime descendentibus utriusque sexus, natis et nascituris, omnes et singulas rationes, actiones, iurisditiones et causas ac iura quelibet ipsi prefate 'Catherine quocunque et qualitercunque spectantes et spectantia in et super castro prefato Cepalonj eiusque utili dominio et iurisditione ; · et rursus consyderantes probatissimam fìdem et merita plurimaque servicia nobis profecto grata et accepta magnifici atque spectati viri Honorati Caietanj, regij paternj fìdelis et consiliarij nostri predicti, per eumdem demonstràta et prestita oportuno tempore pro statu nostro in hoc paterno regno et que prestat irrtpresentiarum et prestaturus est, ut confidimus de bono iugiter in melius perseveratione laudabili ; volentesque idcirco cum eodem grate et benigne agere, de scientia, deliberatione et auctoritate quibus supra, damus, donamus· et concedimus gratiose prefato Honorato imperpetuum pro se et suis filijs et heredibus legitimis utriusque sexus ac successoribus, natis I) et nascituris, in feudum nobile et sub feudali servicio exinde contingenti vicibus et temporibus opportunis, iuxta usum et consuetudinem huius regnj, ultra iura et rationes predictas, totum reliquum castrum predictum de Cepalono eiusque utile dominium, ad regiam patemam cameram iuste ·devolutum ratione qua supra, cum eius fortelicio, hominibus ,vassallis vassallorumque redditibus, introitibus, iuribus, iurisdictionibus, terris, membris et pertinentijs suis et alijs ad dictum castrum 1) N.I

,~,lo nucitur

ON z: ..


156

Do e u M ENTI DEL L' A Re H I V I o e A ET AN I

eiusque utile dominium quomodolibet spectantibus et pertinentibus, facturi eisdem Honorato et memoratc sue coniugi de confirmatione et nova concessione in et de dicto castro, ad eorum omnem requisitionem aut alterius suj nomine, cum opus erit, unum vel plura privilegia in cauta et autentica forma, sicut expedierit, ut eo vel eis exhibitis possint ipse Honoratus et eius uxor gratie et benignitatis nostre huiusmodi iuxta formam et tenorem privilegiorum propterca factorum de dictis castro, iuribus in illo realem et corporalem assequi et habcre possessionem et cius fructu gaudere. lnterea autem ad eorum cautelam et rei fidem prcsentes fierj iussimus subscriptas propria nostra manu sigillique nostri roborc communitas. Datum 0 decimo junij, in Luceria Saracenorum MCCCCLXl •

\

,~JA=iil~-'{àio l_

-O' C-2074.

1461.Vl.8.

Aquino - Onoralo Caelani a Michele da Mantova: - per il rilascio di Scipione, tenuto prigione da MarcheJto « de Puteis », per la resliluzione della roba toltagli, per la libera1:ione di Nicola Caelani, per conoscere la quantità dei panni e a chi /urono impegnali (Minuta).

)

Cancellane noster carissime, salutem. Per un'altra ve havemo scripto per Angelo de Barlecta, ià fa tre dì, del fatto de Scipio che era molestato da Marchecto, volendoli tolliere tanto la roba sua quanto quella dello zio. Al presente Marchecto, per acconsare meglio lo facto, ha facto pigliare Scipio et postolo in presone destrectamente con ferri in pc', et pete expresse con arduissimi conmandamenti tucte robe soi et del zio et che pona ragione particulariter de tucte le prefate robe et, ad maior velipendio, pete li denari prestò ad nuj ad Pontecurvo lo dicto Scipio. Nui ne havemo scripto al dicto Marchecto, sentento (I) questo et pregatolo •.. voglia soprasedere sopra de ciò, finchè ne scrivevamo et habiamo resposta da monsignore. Credevamo lo devesse fare et luj ha perorato venia (?); per questo volemo, veduta presente, siate alla presentia de monsignor nostro lo duca de Calabria et narritilj tucto et fate per modo ce donne lo dicto Scipio et la dieta roba et questo per honore et reputation nostra et fate dotengnamo questo, quando devessate postponere tucte altre nostre facciende, advisandove che, quando nuj non potessamo optinere questo da monsignore, ci darrimo ad intendere con vero potere pocho appresso de soa serenità. Ser Michele, ordenate infallanter optenamo tale gratia per quanto non volessate farci perdere lo animo de tucte le altre cose et sopra de cciò, bisognando, adoperarite tucti signori ad nuj benivoli et altri che sopra de questo ci potesse fare utile, perchè, havendo tale gratia, ci recrearà in modo che ne restarimo multo contenti. Nuj ne scrivimo alla serenità de monsignore in longum, . secondo senterite, ordenati sua serenità ad ciò sopra de cciò non se habia più ad replicare et donne lo dicto Scipio et le prefatc robe secondo ad sua serenità ancho scrivemo. Mandamo studiose Moreglio, latore de questa; fatelo spacciare presto con lettere inhibitorie ad Marchecto in bona forma et subito ci llo mandite indercto collo spacciamento, ad ciò lo povero Scipio et suoi robe non vadano male et ad ciò anco {?) ad nuj togliate questa fantasia della testa, perchè havemo pigliata la impresa colli modi, fatela vencamo. Screvemo ancho ad monsignore lo facto cli·misser Cola ; se cci accadesse alcuno scambio, ci llo voglia dare et, ad magiure memoria, ce nne voglia fare uno albarano, operante haverlo et mandaritecilo colli .•. dello officio di Cepalunj, dello officio, dello servito et, havuta questa gratia de Scipio, farrite fare una scripta ad ipso Scipio in bona forma, chè niuno li possa dare impaccio per lo advenire. Del facto del dinaro non screvemo

...


1.57

EPISTOLA~IVM HONORATI CAIETANJ

altro se non come havemo scripto per Angelo de Barlecta: simo certi considerate li aflandi et necessità nostre: miete (?) sapienti nichil dicas; in tucto farrite secondo in vuj speramo. Perchè intendimo rescotere li panni, se possemo per qualche via, volemo per le presenti ci advisate della quantità delli impignati et ad chi, et se nne faceste alcuna memoria che credemo de sl, et havetela appresso de vuj, ci Ila mandante per quisto ;. havendola lassata qui, alla donna vostra screverite ci sia assignata. Ex civitate nostra Aquini, Vllj iunij 1461. Advisariteci dclii progressi dclii amici et dclii inimici particulariter et con verità et fateci fare dui acceptole simile ad quelle che comparemo ad Lucera da queli mastri che sapite vuj. Honoratus ~ Sermineti F undorum comes etc. Caytanus Cancellario nostro canss>mo Michaele Mantuano.

[1461] .VI .12.

C-992.

/Napoli) - Lettera segreta di Nicola Caetani a sua madre Caterina Or.sini: - manda Meo per informarla . di una congiura propo.sta al re da quei di Roccasecca in danno di .suo padre; rJorrehbe sapere perchè que.sti abbia pre.so accordo col duca di Calabria rifiutando le offerte f altegli dal papa; circa la sua liberazione rimane inteso delle nuorJe pratiche tenute col papa ed aggiunge che sarebbe bene intere.ssarne, per mezzo del card. Pro.spero Colonna, il duca di Milano e Antonio Cicinello, ambasciatore del re; accenna ad Onoralo II Gaetani di Fondi, ad Antonio Centelles, pregandola in fine d'informa re di tulio suo padre. Fuori: Alla mia madamma Entro: Jhesus. Madamma, post recomandationem. Per Meo ho sentito corno sonno venuti dui de Roccasecca al re· dicendoli se soa màestà li vole dare trecento fanti, ca li danno in mano lo signore (Onorato). Subito che io ahi tale nova, deliberai mandare Meo, dal quale sarrete informata ad plenum et fate che lo signore stia colli occhi aperti, perchè, da qua, lo parente ( Onorato II Gaetani) non pensa mai altro che farce desfare; et, per mia fe', ancora che io abia gran malanconia dc perdere la ioventù mia qua, pur a me rencresce più li travaglii in che state. Pregove, per Dio, madamma, che vogliate stare sollicita ad quesso stato et non vogliate farli praticare con troppa gente, perchè, mo' che praticano in omni loco, mo• è lo pericolo. V ui avete veduto colle pratiche de T aracina fo scoperto quillo tractato a). De quanti homini vengono da qua, ancora che porteno lettera mia, non ci li fate stare troppo et quello ·poco che ci stanno, non li fate avere pratica con homo della terra; considerate che non ci è· castello nè freno nullo et poco favore et però è gran pericolo. lo ve scrissi una lettera, poco è, per un frate Chiemento, ca la reina me ne fe' pregare. lo la scrissi dc mala voglia e con sospitionc, perchè quillo frate me fece proferta de andare al signore et io, non avendolo mai conosciuto, dubitai che non sensa che se era proferto; poi Meo me avisò de questo che entrai in magiore sospitione che non avesse qualche pratica o ad Sermoneta o ad Roccasecca; però ne avisate lo signore che se fide poco de quelli de Roccasecca; avisandove che se lo signore non ci tene gente de arme· o fantaria, isso ce sta . con gran pericolo. Voleria che me avisassivo; è cosl bene tractato lo signore dal duca de Calabria, che abia avuta ragione de non pigliare accordo col papa facendoselli puro bono partito o vero perchè è remaso; et avisateme se tene homini d'arme et se ave avuti denari dal duca quist'anno et quanti. Pregove per mio piacere me avisate de tucto, perchè, stando qua et standoci con alcuna bona speransa, è meno male, et avisateme della verità per lannuzo, quale subito me mandàrete et Meo; per fin che abiate tentato col papa del mandare qua, non me lo mandate; se el papa vole mandaré lo homo, mandate Meo con isso et, se non venesse, me mandate subito puro Meo. Con aviso particulare ho sentito le nove pratiche tenete col papa. Bono sarria promectere zò che vole, puro che me cave una volta de qua; a) La lettera, di cui una riproduzione ~ data a pag.

celarla in un baalonc o nelle cuciture del veatilo.

J27 della 2 3 parie del 1° voi. della Domus, fu pi~hellala per mealio


DOCUMENTI DELL.ARCHIVIO CAETANI ·

158

avisateme che· fine ànno. El mandare al duca de Milano bono sarria per non ci lassare che fare: voleria scnV1ss1vo ad Antonio Cicinello, el quale è ambassiatore del rei, che me è multo amico quanto frate, che per mio amore prestaria omne favore ad quillo che mandassete et sarria bono scrivesse al duca ·el cardinale Colonna e che ci invocassete omne faore che possete. T engate omne via possibile ad farme ensire da qua. Se lo signore se fosse accordato, me averria cavato da qua et po' me averria possuto fare quello che avesse voluto. L'altro dì ensio da qua un gentilomo et fo ad parÌamento col parente, el quale li domandò de me et ·disse: « Ài veduto ché lo padre et isso ànno cercato levarme lo stato, ma diase bona voglia ca non enserà da là per fin che lo re abia vinto o che lo padre se accorde ». Vedete che animo tene I A visove che lo conte de Sarno ave pigliata la figlia bastarda soa a). Del facto del marchese de Cotrona ve aviso ca è certo, et lo figlio (A. C.entelles) se è fugito dal prencepe: se qualcuno signore volesse andare allo signore, non ci lo mandate et fatelo poco stare là : avisate lo signore che non faza de questo como fece de Aquino, et puro ne fo avisato. Ho sentito Cola de Macto essere presone: averria caro sentire se era in lo tractato et se lo fratre anche ci era: de che sto multo maravegliato. Fate dirve ad Meo in· che modo me dà le lettere: cosl dite ad lannuzo che me dia quella che porta secreta: abogliatela de cera, perchè questa venne tucta guasta. lo non ve sc~ivo altro se no che stiate con bona guardia et che non . ve fidate de amici nè de inir:nici, perchè se avissimo ructo colla ecclesia, saperessivo de chi ve guardare: mo' che stanno le cose così, mo' è lo pericolo · che sub specie de amici non ve la calassero. Io me recommando sempre ad ·vui. Scripta alli Xli iunij. Subito lecta la abrusiate. A visate subito lo signore per qualche homo fidato et non per lettera o ci mandate · Meo proprio, azochè non se trovasse lettere che facessero mentione de mio ·aviso, c(tristo me, madamma, la pagura et lo dispiacere mio non ... no ; ad Rocchasecca et sà per qualche tractato ho caro ci tengate ducento fanti : per Dio, avisatene lo signore presto et discretamente. vester filius N i e o l a u s Gai t a n u s •

1461.VI .16.

C-2073.

Aquino - Onoralo Caetani a Marchello « de PuteiJ »,· capitano di Pontecorvo: - saputo che costui, contrariamente agli ordini, intende togliere a Scipione di Simone/lo da Traello i propri beni e quelli dello zio, lo prega di sopraMedere fino a tanto che possa informare Giovanni d'Angiò (Minuta). Fuori: Copia Magnifico domino tanqu'am fratri 1uo honorando domino Marcheno de Puteis regio capitaneo terre Ponti.curvi etc.

I

Enlro: Magnifice domine tanquam frater honorande, salutem. Quisto anno passato, quando era colla mia brigata ad Pontecorvo, andando alla serenità de monsignore nostro, lo duca de Calabria, per lo spacciamento dello dinaro della imprestansa, trovai che ad Scipio de Simmoneglio de Traiecto se dava impaccio per la corte nella robba soa et del zio, et, attento che 'l dicto Scipio è mio creato et . tucti soi ab antiquo so stati servituri de mio padre et mei, inquantunca al presente siano della parte adversa, supplicai alla prefata serenità de monsignore nostro lo duca se dignasse, ad mia istansia et per mio amore, non fare molestare lo prefato Scipio in ancuna cosa. La dieta serenità de monsignore, como benigna et clemente, ad tucti commandò expresse, allo dicto Scipio non se daesse impaccio et che sse soprasedesse in tal cosa, finchè epsa serenità veneva nel paese de equa et che interim lo dicto Scipio se possedesse tanio soi robe quanto dello zio et fructassese sensa impaccio de persona alcuna ; et fin ad mo' non ho intiso sia stato molestato da niuno, non è stato bisogno se nei faccia altra provisione. Al presente intendo V. S. lo molesta et expresse lo ha facto vetare non se accoste in quello dello zio et che lii volete et che lii volete (sic) togliere tanto lo soo quanto che quello dello dicto zio. Non credo questo proceda da voluntà del prefato monsignore nostro, attento che so certo che quelle cose, che me promette et potele observare, non me le romperia maj : sicchè de cciò ho pigliata alquanta admiratione. Per la qual cosa, o che ne habiate havute lettere· o conmissiuni o non, prego V. S., per a)

Di questo matrimonio ())

non ai ha altra notizia.


159

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

mio respecto, voglia sopra de cciò soprasedere fino ad tanto che io mandarò al prefato monsignore nostro et, havuta la resposta, se exequirà secondo sua serenità commanda. Et se V. S. non farrà questo, me darrà poco ad intendere me vogliate compiacere et tucto quello se farrà allo dicto Scipio, finchè non se have resposta de monsignore, lo reputarò in nella mia propria persona, et questo per lo honore, perchè monsignore fece ad me et ad mci progere (I) la dieta gratia, et essendo passate per mei mano queste cose, me Ilo teneria in gran mancamento, finchè non havesse resposta da monsignore nostro sopra de cciò. So certo questo son parole soperchie, chè non dubito amate me et lo mio honore corno vuj .Ex Aquino, die XVJ junii 1461. proprio, sicchè prego V. S. voglia fare _secondo in epsu confido. ·

Honoratus C aytanus

1461. VI. 18.

i

.

Scrmonetl · F undorumque comcs etc.

·c -201s.

Aquino - Onoralo Caetani a Giovanni d'Angiò: ringraziatolo dell'ufficio di protonotario e di logoteta, nonchè della nuova conce3sione di Ceppaloni, lo prega di far liberare Scipione di Simonello da Traetto, nipote del Ve.!covo di Aquino, tenuto prigione da Marchetto « de Putei3 », capitano di Pontecorvo; accenna alla prigionia ed alle 30.fferenze di 3uo figlio Nicola, pregandolo di ottenerne la liberazione col cambio di _altro prigioniero; lo 3upplica di metterlo in grado di mantenere la su.a brigata (Minuta). Fuori: Copia. Jll.mo a aer.mo domino domino suo singulariasimo domino I. Calabrie ·et Lothoringie duci etc. ac regni Sicilie locumteneoti et vicario generali etc.

Entro: Illustrissime ac serenissime domine, domine mi singularissime, humillimam comendationem. A quisti dì ho receputa una lettera da ser Michele, mio canccllerj, corno benignamente Vostra Serenità me ha concesso lo officio del prothonotariato et logothetha de quisto regno et similiter me ha facta nova concessione de Cepalonj ; et de tucto me . ha facti albaranj in bona forma, ·d el qualj cose rengratio epsa V . Ser.1• , qual creda indubitative l'havete concese ad un fedelissimo de epsa et per la gran fè et lialitatc porto a V♦- Ser.1• mc pare meritare tucto. Dio sia pregato ce preste victoria, quale non dubito, Christo duce, la conseguiremo. Quisto maio proximo ha facto ·uno anno che venj a V. Ser.1• a Nocera, sì per visitarla sl per lo spacciamento del dinaro de la imprestanza, corno so certo V. Ser.11 se ricorde, dove trovay se dava impaccio ad un chiamato Sci pio de Simon~llo de T raiecto, residente in Pontecorvo et nepote del episcopo d'Aquino, quale al presente è in T raiecto secondo vanno li stati. Lo quale Scipio è mio creato et tucti soy son stati bon servitorj dc mio patrc et ancho mey, supplicay per questo cpsa V. Ser.11 mc facesse gratia che al dicto Scipio non se daesse impaccio, tanto negli robbe soy quanto in quelle del episcopo sou zio. V. Ser. 1• a mey preghiere, per soa bontà et clementia, me fece la gratia se soprasedesse sopra de ciò, finchè V. Ser.11 venia al bande di equa et fin mo' la tal gratia havuto locho. Al presente Marchecto, capitano de Pontecorvo, ha facto pigliare lo prefato Scipio ~t missolo presone con ferrj ·in pedi, et dice vole tanto robbc soy quanto quelle del dicto tio et vole li metta rascione de tucto; etiam li pete a vilipendio certi dinarj prestò a me lo dicto Scipio ; hone pigliata gran ammiratione; non credo, proceda da V. Ser. t1, attento so certo quello me promette me l'observa, maxime quello è nel pecto de V. Ser.t1, corno è quisto facto; et quanno io, per casu, vedesse che V. Ser.11 non me observasse questo, ne foria malcontento. Considerato, rompendomese questa cosa picchola, a comperatione de l'altre, mal poteria sperare nel maiore, et più me ne doleria che pareria aprcsso de V. Sei-.tà io potesse ·multo pocho, che tengo per humanità de epsa posserece assay: sicchè supplico humilemente V . Ser.11 se digne, per lo presente, far scrivere al prefato Marchecto libere subito lo dicto Scipio et restituischalj tucto, tanto lo sou quanto quello del tio, li havesse tolto; done a me lo prefato Scipio con soy beni et robbc del tio. lo mando lo presente misso studiose a V. Ser.1• sopra dc ciò et questo non scrivo a pregarie d'altrj, ma solu per lo honore et accasoni predicte; supplico V. S.11 non me deneghi tal gratia, <!uale non reputo piccola, ben che V. Ser. 11 , a mia instantia et prcghere, l' habia facto soprasedere.

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o o e u M E N TI o EL L' A Re HIV I o

160

e A ET AN I

Al presente, totalmente con audacia, pete in dono tucto a V. Ser.11 per non replicare più sopra de ciò. Et perchè la pratica della deliberatione de mio figliolo, della quale scripsi ad V. Ser.11 , è tolta, tucta via et omne dì è tractato pegio in modo che ne verria piatà alli canj, supplico epsa V . Ser.tà se degne, per sua bontà, accadendoci più uno scambio che un altro in mano de V. Ser.11 o de altro subdito ad epsa V. Ser.11 , se nne voglia recordare et ad magiure memoria la prego se degne farmene una poca de scripta et mandarmela ad mia satisfatione. Advisando epsa V. Ser.11 che, se ad me fosse stato assignato, lo anno passato, lo conte de Consentanea (Conversano i' cioè Acquaviva) per scambio, havria havuto mio figliolo. Ben sia certa V. Ser.11 che se nei ne havesse vinticinque li presuni de figlioli, dove è misser Nicola, ne farria pocho caso quanto allo stato. Supplico V. Ser.tà se voglia recordare de me, et dare infallanter qualche modo io possa mantenere questa mia brigata, la quale fine ad mo• Dio sape con quanta fatiga et affando la ho mantenuta. Multo volenteri vorria esscre~appresso de V . Ser.tà ; dogliome E~ non havere lo modo da poter venire; Dio lo sape non posso più. Paratissimus ad mandata. 0 civitate Aquini, die XVIIJ junii 1461.

E. V. S.

Servulus Honoratus Gaytan1Js Sermineti F undorum comes.

C-2076.

1461.VI .19.

Garigliano (dal campo presso il) - Marino Marzano a Onoralo Caelani: - risponde di avere avuto buone nuove della salute di Giovanni d'Angiò; sollecita l'invio del denaro che gli deve. Fuori :

Excellentj domino tamquam &atri nostro honorando Honorato Cayetano comitj Fundorum etc,

·1

RegnJ

s.

ammiratus etc.

Sicilie

Entro: Excellens domine et tamquam frater honorande, salutem. Averno ricevuto la lictera de Vostra S., a la quale responclir~10 che de la serenità de lu ili.mo signor ducha averno bone et prospere nove et che presto lu averrimo da queste bande secondo che sua ili. ma signoria ce scrivi; sichè queste so le nove che averno da sua illustrissima signoria pregandove che quello denaro, che la V . S. sape, che me site tenuto secondo le scripte de V. S., che me nde vollyate sobvenire me, che me sono bisognio; per questa no altro, semo allo piacere dela V,ra S. Ex campo nostro prope Garilianum, XVIIIJ 0 junii, VIIJJ jndictione. Princeps. ~ etc. R ossam

I

1461.VI .19.

C-2077.

Aquino - Onorato Caelani a Gio. Ant. Orsini: - lo avverte che sarà alla fine del mese abbandonalo dai suoi uomini d'arme, se non li avrà 3oddis/atti; desiderando essere con la sua brigata presso Giovanni d'Angiò, lo. interessa a fargli dare i mezzi necessari (Minuta). Fuori: Copia. Principi de Taranto.

Entro : Illustrissime et excellentissime domine tamquam pater et domine mi honorandissime, comenPer più altre ho scripto ad V. Ili.ma S. et mai ho possuta haver resposta, la quale per la dationem. presente aviso che ad quest•ora non ho havuta imprestansa nè me pare se piglie via la possa havere de questi di. Aviaando V. S. che ho una conpagnia de homini d'arme che, vedendola, non desprezando veruna dell'altre, ne pigliaria piacere, et dubito che al fin de questo mese, se non ho mo.d o farveli lo devere, se annarando con Dio. Del mio non ho più modo ad gubemarlj, perchè, fine ad mo', ho venduto et impignato quanto ho possuto per mantenerli et la S. V. pote comprendere quanto fine ad mo' me sia stata fatiga. Serriame summa gratia essere appresso de monsignore et V. S. colla mia brigata, corno se

-- -

.


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

161

recerca. Dio sape non posso più; supplico V. 111.m• S. digne non farme stare ad monetione certificandola che, dal canto da equa, haveria lo modo ad fare de le cose utile per questo stato, ma sto 11 factamente arrenato che non posso moverme un passo. Dignese V. S. farrne dare el modo possa essere appresso de monsignore prefato et de epsa, perchè, essendoce con tucto lo mal del mundo, me pareria star meglio che qua con xm sanitati, benchè sia in tanta penuria che è cosa incredibele. A la S. V. non fa mistiero me offera altramente, perchè è signore et patrone de tucto, et ad epsa serria maior fitiga comandarme che ad me obedire, alla quale sempre me recomando. Ex civitate Aquinj, die XVlllJ Junii 1461 . Honoratu~ Serrnmeh F un d orum comes etc. G aytanus

I ..

1461.Vl.19. Aquino -

C-2079.

Onoralo Caetani a Giovanni Co,sa: -

come la precedente (Minuta).

Fuori: Copia Excellenti et potenti domino tanquam fratri suo honorando domino I. Cosse comiti Troie etc.

Entro: Excellens ac potens domine tanquam frater honorande, salutem. Sape V. S. quanto tempo lo mio cancellero è stato appresso de monsignore per havere la imprestansa et parme hogi ci sia più lontano che dal primo dì. Sia certa la S. V. se io potesse fare, col mio nomme segneria; ma, Dio sape, so tanto desiccato che non posso più et alla S . V., che è norma de questo mistero, è manifesto se le genti de arme se possono tenere sensa dinari et pote comprendere quanto me sia stato duro ad mantenerli fine ad mo', attento lo piccolo sobsidio ho havuto. Serriame summa gratia essere appresso de monsignore colla brigata mia in ordine, corno se recerca. Advisando V. S . che ho una compagnia, ad non desprezare niuna dell'atre, che vedendola la S. V., li paceria et, non havendo lo modo per tucto lo prese~te darvili la imprestansa, se andarando con Dio, et cognosco non serria utile ad monsignore et ad mi serria grandissimo mancamento et danno. Dal canto di qua haveria modo de far delle cose utili per questo stato, ma sto sl factamente arrenato che non posso per mc nè per altri. Prego V. S. opere con monsignore non me faccia stare più ad monitione, perchè è 'l tempo non da stare socto l'ombra del ticto. Alla S. V. non bisogna me offera, perchè de me pote disponere corno li piace. Ex civitate Aquini, XVlllJ iunij 1461. Honoratus Serrmneh F undorum comes etc. G aytanus

! ..

1461. VI .19.

C-2078.

Aquino· -

Onorato Caetani ad Ercole d'Este, duca di Ferrara: - lo interf!33a perchè il suo cancelliere, 3enz'altra dilazione, sia spacciato da Giovanni d'Angiò; accenna ai 3uoi soldati, che lo abbandoneranno se non saranno soddisfalti entro il mese, nonchè alla prigionia di suo figlio {Minuta). Fuori: Copia 111.ri et potenti domino tanquam fratri suo maiori honorando domino Herculi Estensi de F erraria armorum 1tre11uo conductori etc.

Entro: lllustris et potens domine tamquam frater maior honorande, salutem. Per la benivolencia et perfecto amore, quale ab experto ho veduto V. I. S. portare verso de me, piglio securtà pregarla li piaccia supplicare al ili. mo comune signor duca de Calabrila (I) sè degne dare spacciamento al mio cancellero, dimorato longo tempo appresso de sua ili. ma signoria sopra de ciò, et non ce vengo (I) eflecto veruno et so certissimo tucta via el tempo se prolongarà più. Dio sape quanto me doglio essere stato et stare tempo in monitione, et per lo stato de monsignore non fa tanto, dico per me quanto per tucti l' altrj 21

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162

DOCUMENTI DELL. ARCHIVIO CAETAN I ,

fideli de sua iU.m• signoria et, se ad quest'ora fossimo inseme in campo, non dubito lo stato de epsa haveria meglior conditione ; ad me serria summa gracia essere appresso de quella in ordene con la mia brigata, come se convene. Avisando V. S. che ho quella compagnia, quale conduxi in Apruzo et ho pigliati alcunj altrj homini d'arme et la S. V., ch'è a orma a) del mistero dell'arme, pote conprendere se ho facto assay ad mantenerlj fine ad questo tempo et se, per tucto lo presente, non ho lo modo ad darvelj la imprestansa, se ne anna,ando et ad monsignore non serria utile veruno et ad me grandissimo mancamento et danno. Prego iterum V. S. interceda cum monsignore prefato non me faccia perdere tempo et che 'l mio spacciamento non habia più dilatione, perchè è 'I tempo non da star sorto l'ombra del tecto. Ceterum è stato missere Cola, mio figliolo, in presone dal tempo che monsignore venne in questo paghese ; secondo so certificato, son deici misi non è uscito de la camera de le bombarde et hogi, più che may, pate asperissima vita. Prego V. [S.] opere con monsignore me conceda per albarano lo primo prisone che accaderà, sufficiente al cambio de mio figliolo o che sia in potere de sua ili.ma signoria o de soi subditi, et, quantuncha non obstante ad luj, ma quando fossero XXV, donaria la mia benediccione per stato de sua ili.ma signoria, pur havendo cl mcdo ad liberarlo, me pareria essere un Nerone ad non farce lo dcv[ere] et, optinendo questo, la S. V. me farrà singulare gratia, alla quale non me ·offero altramente, perchè de me et de mie cose pote disponere come li pare; Piaccia V. S. salutare tucti soi da mia parte et farme avisato delle nove da ssà. Ex Aquino, XVIIIJ iunij 1461. Honoratus Gaytanus

l. Sermineti F undorum com es.

1461.VI .19.

C- 2080.

· Aquino - Onoralo Caelani a Marchetto « de Puteis » regio capitano di Pontecorvo: - dice che gli darà prova di poca _amicizia, ove non liberi Scipione e non soprassieda ad esigere altro, fino a che non sarà pervenuta la risposta di Giovanni d'Angiò (Minuta). Fuori: Copia. Magnifico domino tanquam fralri suo honorando domino Marchetto de Puteia regio capitanco terre Pontis 'Curvi etc.

)

Entro: Magni6ce domine tamquam frater honorande, salutem. Heri ve manday ad dire certe cose per Honofrio mio cancellerio, et maxime del facto de Scipio, quale me ha resposto · che V. S. li dette bona audiensia et disse voleva mitigare tucto con bonissime parole. Poi de quelle ho inteso V. S. non ha liberato lo dicto Scipio, ymo lo detene puro in quello modo et tucta via molesta la roba soa et del zio, de che me maraveglio assai, adtento che credeva che, ad mia istansia, V. S. se restasse da tale impresa, actenta maxime la promissione me fece la serenità de monsignore nostro lo duca, secondo per un'altra ni ho scripto ad pieno. Adviso V. S. tucto quello se fa al dicto Scipio et al prefato robe, lo reputo in mia propria persona et questo per lo honore, perchè son passate per mie mano appresso de monsignore nostro, sicchè ve aviso se non liberate lo dicto Scipio et soprasedete ad non cxiquire altro, finchè non habia resposta de sua serenità, et stodiose ci ho mandato un misso, me darrite ad intendere con meco volete pocha amicitia, corno da Marcheto ad Horato (I) Gaytano et ccrtificove che ho pigliata questa cosa per haverne honore et delibero farci tanto quanto se nei fosse miscr Nicola, mio figliolo, et più a tucto per havere honore de quelle cose ci passano per le mano; sichè prego V. S. non vogliate procedere più sopra de cciò fine ad tanto se habia la resposta de monsignore nostro et, havuta la prefata resposta, se farrà secondo la serenità de monsignore conmanEx Aquino, die XVIIIJ iunij 1461. darà. Honoratus } Sermineti F undorum comes etc. Gaytanus a) a norma.

)


163

EPISTOLARJVM HONORATI CAJETANI

C-2081.

1461. VI. 24.

Lucera - Federico di Lorena, conte di Valmonl, a Onoralo Caelani: - Giovanni d'Angiò lralliene il cancelliere di lui per rimandarlo con la « pre3lansa » ; a villoria conseguita, le prome3se gli saranno non solo mantenute, ma accre3ciute; attende il conte Giacomo Piccinina per muovere, insieme con Giovanni Antonio Orsini, contro il nemico_. Fuori:

[Ex)cellenti domino tanquam [fra)tri carissimo Honorato [Gay)tano Salmonete et Fun[dorum) etc. Comiti armorum capitaneo etc.

s.

Entro: Excellens domine tanquam frater canss1me. Ho recevuta una vostra lettera più dì fa, a la quale havendo resposto, el vostro messo se dimentighò pigliare la mia lettra. Al presente achadendo me fo questa a la vostra respondendo, benchè ancora per lo vostro cancellero de quanto me scrivessevo, io ne fusse a pieno informato. Et pensate, signor Honorato, eh' io in ogni vostra cosa vorria fare tale operatione che res~assevo contento et satisfatto: ma fin mò non s'è possuto più. Et benchè presso lo serenissimo Monsignore, non ce besogna altro sollicitatore per voi, pur, per l'obligatione ho con voi, per lo singulare amore tra nuy cordialissimo et·per molti altri respecti, me adoperarò, totis viribus, sopra lo spacciamento vostro, in modo che, non dubito, el vostro cancellero retomarà da voi ad votum expedito, el quale monsignore fa aspectare. Et dove me scrivessevo monsignore havere actese le promission per sua signoria facte più ad altrj che a voi, ve dico, che di questo non devete prendere admiratione, perchè, ultra che 'I tempo, non ha patuto (I) fare altramente. Sapete che norma de signori è de prendere securtà a le volte de li più affectionati et cari servitori et benivoli che l' habiamo et quellj agravare, intendendo poi a Boro al tempo congruo non solamente attenderli le promissioni facte, ma molto più accrescerle et amplificarle, dechiarandone, che se Dio ce dona gratia, come firmamente speramo, di questa nostra impresa conseguire l'optata vittoria, haverite prima da la m.ll del signor re Renato, poi da lo serenissimo monsignore duca, per le vostre bone, fidele et fructifere operatione per voi continue facte per questo stato, tale remuneratione et gratitudine che ve contentante haver seguite le nostre victorie et in tal modo che quello tal vostro parente et altrj vostrj emuli haranno legitima cagione altristarse et haverne invidia. Attendemo cquj da dì in dì lo ili. conte lacono, cl qual gionto, ne unerimo co la serenità del princepe de Taranto et quest' altre nostre gente qui a torno, et subito andaremo a trovare l' inemico con sì facta possanza che facilmente li guastaremo ogni suo disegno. Confortove a stare de bona voglia, chè spero in brevj metteremo desiato fine a questa guerra con nostra prospera et felice victoria, quale devemo tucti tenere per indubitata. De le occorrentie di queste parte, non dubito, cl vostro cancellero ve nne dà pieno adviso; però restarò scriverne. Se da qua posso altra cosa, ve sia gratia, advisatime, chè me trovarite sempre parato a comp1acerve. Datum . Lucerie Saracenorum, 0 XXIIIJ iunij M cccclxj. F edericus de Lothoringia l comes V allismontis f etc.

1461.VI. 26.

C-2082.

Lucera - Giovanni d'Angiò a Onorato Caetani: - partecipa la spedizione della patente per la liberazione di Scipione; ha continuamente a cuore la liberazione di Nicola, figlio di lui; gli manderà i denari, appena li avrà ricevuti. Fuori:

Magnifico et exc:ellenti Honorato Caietano Sermone ti etc. F undorum comiti 6deli collaterali consiliario regio paterno etc. nostro nobis 1incere dilecto et carissimo Dux Calabrie et Lothoringie etc. regnj Sicilie locumtenen1 et vicariu1 generalis

l

s.

'

Entro : Magni6ce et strenue fidelis regie paterne, consiliarie noster carissime. Havemo receputa vostra lettera et inteso quanto ne scriveti. Vi respondemo, in primo, al facto de Scipione: nuj havemo facto

-


DOCUMENTI DELL" ARCHIVIO CAETAN I

164

fare la patente, secundo videreti, per la liberatione de quello et de le cose sue, per lo ben del quale, a nostra riquesta, sempre seremo parati et, a contemplatione vostra, vorriamo fare maior çosa di 9uesta, Di quello ne scriveti di messer Nicola, vostro figliolo, lo havemo et haveremo continue al core et siat~ certissimo, signore Honorato, che, accadendo el caso de posserlo excambiare per alchuno, chome grandemente desideramo, ne haveremo quella cura et sollicitudine de liberarlo non altramente che si fosse figliol nostro proprio. De li denarj vostri che scriveti, vi dicemo che nuj, una cum vuj et cum tucti gli altri debbono havere, ne paterno disaso et dolemone assai, chome più volte ve havemo scripto; chè tanto siano tardati venire, nè possemo estimare che ne sia cagione ; dispiacene la pocha diligentia che li nostri hanno havuta da llà in farne portare lo dinaro, ma semo certi che, ad ognj modo, ne verrà, nè po' hoggi mai più tardare et, subito che sarà venuto, sapiati che vuj ne hareti la parte vostra et sereti de li primj spacciati. Datum Lucerie, XXVJ iunij MccccLXJ 0 • lehan suhscripsi.

Andreas.

C-2083.

1461.VI. 28. Lucera -. Federico di Lorena, conte di Valmont, a Onoralo Caetani: degno eq equivalente al figli~ di ll;li, sarà tenuto per il cambio~

Fu~ri:

Excellenti domino tamquam fratri carissimo Honorato Gay~o Sermineli et Fu~dorum ~miti etc. armorum ~pit~~ ~~~-

a,ssicura eh~ il primo prigion,e~

s.

Entr.o: Excellens domine tamquam frater can:ss1me. Ho recevuta novamente una vostra lettera, per la quale voi me regratiate de le operatione ho facte per voi ; el che m~ è parso superfluo, considerato robligatìone ho con voi per la nostra strecta amicitia et tra nuy mutua benivolentia d~ non mancare mai per nisun tempo, et lo sincero amore· havite demonstfato sempre con evidente opere verso el stato d~ la sacra m11 del re Renato et de lo ìll. mo suo figliolo, per le qu~l cose non solamente con parole, ma Gon mettere ad ogni pericolo et fatiga la mia propria persona, me. 41doperaria in ogni vostra utilità et exaltatione; et cosi ve priego ne vogliate vedere l'expenentia quando ve occorre · più una cosa che altra, chè me trovarite sempre 'promptissimo, leto animo, ad exequirlo con effecto. Del pregione che voi scrivete per scambiare con vostro figliolo, teneteve securo et certo che lo primo achaderà che sia degno et cquiv~lente a vostro figliolo, de qualunche gran conditione se sia, faremo se tenerà per voi et io, per vostro amore, pigliarò questo caricho, et poi subito ve advisarò quello vorrite se ne facia. El che me pare non possa manchare de non incaparcene qualchuno buono in le mane, dechiarandove eh' io no~ haveria manc~o cara I~ liberatio~e de vostro figliolo che d'uno mio proprio; sichè dative de l:>ona voglia che çe ~er?, vigilante et S(?ll_icito. De le occorrentie da qua resto scrivervene, perchè per lettere de ser Michele (da Mantova), vostro cancelliero, non dubito ne harite pieno adviso. Appa_rechiato sempre a li Datum Lucerie Saracenorum, XXVIIJ iunij M 0 ccccLXJ. vostri piaceri.

Federicus de Lothoringia } . . . etc. ~Q~es. V ~li-1sm~nt~~

1461.VI. 28 - VII. 12.

C-2086.

Nota dei paramenti e degli oggelli sacri di S. Nicola di Me_lfi con~eg~q_(( in, <!epos(lo dq Scipione nipote del vescovo di Aquinq a Onorato Caetani. . Die XXVIIJ iunij 1461. Hec sunt bona Sancti Nicolaj a Melfe, data per S.cipìonem nepotem episcopi aquinatis magnifico ~(?mino 1--fonorato Sermoneti ~Jc. i~ deposinu~~ pres~ntibu~ ~i15 vid.e\icet Nicol~o, P~tr4tij g~ Fractis, \e~~ f'ontisçqfVj rcctore,. ~bpat~ çleµi~nte et S~ipicm~ pr~f~t9.


EPISTOLARIVM HONORATI CAJETANJ

IP primis v~d~lic~t: \ma pi~neta de purpur" l?iancha; una pianeta verde. fegurata d'oro; una pianeta verde figurata rossa et violata foderata de gialdo ; un pioveyale de drappo d'oro foderato de gialdo : un frontale con friso d'oro con apostolj; un panno per nanti ad altare intessuto d'oro; un camiso con friso d'oro in parte da pe'; un manipolo de seta celesto foderato de gialdo ; una stola gialda ; un manipolo gialdo ; una croce d'arge~to çon una tqh~lia ropta; un tabernacolo d' actone; un amictu ; un cingulo. Pi~ XIJ cJç iµ\ij M°CCCCLXI, Vllll indictione. Cofesso yo donnoi Antonio de Petro de Rocca Succa (I) avere receputa tutte le cose sopra scripte dallo m. sigor~ Ho~orato Gaitano Sermoneta etc. in deposto et promìcto ad soa signoria tenerle ad soa stantia ublicadome tutti mej benj mobilj et stabilj de non ne fare lo contrario et non lo assenare ad persona veruna sensa soa licentia et a fede et per cautela della pr~f~t~ de 11Oa sengicioria (I) ne l'aio facta la presente scripta de mia propria mano, presente h~ 1rcip.s:-e.t~ de Aquino donno Nicola de •.. •> et lo ... de Aquino. 1461.VII .1.

C-2090.

Lucera - Giovanni d'Angi~ a Onorato Caetani: - per il cancel/ie,e Michele da Mantova gli manda la nomina a capitano e governatore della città di Venofro. Fuori:

Magnifico Honorato Caietano Senno~eti ~te. F1mdc;,rum comit\ 6d~li colla.~ terlll.i co1c1Siliitrio re~9. P~!ern~ e\ nostre;,

no\>is cariuimo

s.

01,1x 4labr~~ et Lo\hori!'gie ~!ç. regt1j Siciliç locumtenens et vicariu1 generalis.

entr<J: Magni&c~ ijdeHs r~gi~ patern~! çQpsiHari~ nost~r çan$Stme.

Perchè havemo havµto et h~v~,;no c.aris~iq-io ogi1j VO$tro ~ervicic;> et de~id~ram9 us~rlo et adqperame contjnuamente in c;>gni cosa perti~ n~n\e ~~ statq nostro, cqnsyçlen1to çhome li t~mpi ct,1rren9 ~I prel!ente in ognj caso potesse intervenire, confi~ dandpne de l~ virtù, fod~ et prudentia vo~tr~. v~ Qavemo c;>rdinato ~t facto çapitano et guvematore a guem~ j~ la, çità de V~n~fro, secundo, vider~\i per 1~ çqµnnissig11~ ~he di cig vi haveJl\O facta, quale vi man,diamo per ser Michele, vostro cancellierj ; il perchè vi pregamo, quanto p~~ pos~emo, ç.he vogliati pigliare questa fatiga per ampr µostro ~\ anqar li~ çt,tm H yosqj ~J circa lo favore di quelli hominj e bona guardia et conservatiope ~~ quell~ ci\~! per lo st~t9 ~PStrQ vi ex~rcitare et adoperare chome sempre haveti facto et in vuj fermamente speramo: quelli homini sono contenti ce andiati et ve acceptaranno voluntierj. Semo certissimi che da loro havereti ogni commodità a llor possibile in modo che ne sareti cont~ptq. Supr~ qj ciò et d'ognj occorrentia da qua più distesameute ve ne dirà, da nostra parte, el prefato ser Michele; pj~çci~v~ d~rgli~ piena fede qua~to a ~01 pr9prio.. A~~~t~n~ ~pis~c;> çle I~ pqvel)e çl~ U~! Oa:\l_lµt ·k~ç~d~. ~r~mç juJij Mçc~çµ<J°.

Andreas.

Jehan subscripsi.

1461.VII. 8.

C-2091.

Popoli (negli accampamenti contro) - Nicola Piccinina a Onorato Caett;mi: - intç,rm~ {llla cattura di Donato del Conte ed alla vittoria di Sigismondo Malatesta nella Marca contro le genti della Chiesa. Fuori:

Magni6co domino tanquam fra,tri honorando Honorato Gaytano Sermincti f undorum comiti tttç, ~er~n~imi re~, ~cnit~ aqnq~~

conduc~or~ ctç.

Recevuta una vostra lettera me hai (I) eomosso quella: et quanto a la prima parte che V. S. me scrive del mio respondere,

l;.ntrq: l\1agnifice domine tanquam frater h(morande.

~cl sq-ÌvCl'.rç per n~spondere ad \


DOCUMENTI DELL.ARCHIVIO CAETANI

166

dico che ben che la V. S. habia usato humanità de scrivere, el che haveria voluta fare mi, se la incomodità non fosse obstata, non de mino la poca diligentia de li apportaturi non ha voluto et questo me habia cquì escusato. Deinde de li progressi nostri ve damo uno aviso, al presente, corno havemo preso Donato del Conte et mandatolo verso l'Aquila, sotto bona custodia, ad dì 7 del presente mese de luglio. Etiam havemo per lo certo corno el s.re Sigismondo (Malatesta) ha rotto de nuovo (1461. VII. 2) in la Marcha el campo de la Chiesia. Se altro occurerà, ne ·darremo notitia ad V. S., la quale, se cosa Ex castris regijs contra Populum, die VUJ lulij 1461. posso, quanto ad fratello me comande. Nicolaus Piccininus de Aragonia vicecomes ac armorum etc.

C-2092.

1461.VII~ 9.

Raiano (negli accampamenti presso) - Giacomo Piccinina d'Aragona a Onorato Caetani: - replica che, potendo andare o mandare parte dei suoi uomini d'arme, gliene /accia presto dimostrazione. Fuori:

Magnifico domino tanquam fratri honorando domino Honorato Gaytano Sermoneti et F undorum comiti etc.

s.

Entro: Magnifice et potens domine. tanquam frater honorande. Veduto quanto la S. V. me risponde scusandose non poter venire nè mandare per le gente mal in ordine, malcontente per mancamento del denaro, et che quando non fosse, veniria o mandaria voluntera etc., dico che cognossuto per eff_ecto l'amore et benivolentia, che sempre la V. S. me ha portato, ne son più certo che quella non me scrive. Et quando io me mossi a scrivere et rechiedere la S. V., non lo feci già perchè non sapesse la S. V. essere bisognosa, ma perchè desidereva che come quella s'è ritrovata al principio de questa impresa, così gli fosse al mezzo et fine : et anche inseme ·cu~ mi participasse de ogni honore et utile che se habia a conseguire contra questi nostri inimici, che non dubito serrà presto. Ma veduto el bisogno et quanto la V. S. me ne scrive, accepto la scuxa sua, et non voglio da quella se non el suo volere et potere. Haverò ben caro che, possendo venire o mandare parte de le sue gente, che la S. V. me ne fatia presto. dimonstratione, a li piaceri de la quale son sempre parechiato. Ex felicibus castris reg11s 0 apud Radianum, die VIIIJ iulij 1461. lacobus Piccininus de Aragonia vicecomes 1 regius capitanens et locumtenens generalis j etc.

1461.VII .15.

C-1051.

Lucera -· Giovanni d'Angiò a Onorato Caetani: - villoria di Sigismondo nella Marca contro le genti della Chiesa; perdile di don Ferrando a Troia e sul Fortore; allesa di rin/orzi per muovere contro il nemico; buone notizie dalla Calabria. Fuori:

Magnifico Honorato Caietano Sermoneti

etc. F undorum comiti 6ddi regio paterno et nostro consiliario nobis carissimo

s.

Dux Ca]abrie et Lothoringie etc. regnj Sicilie locumtenens et vicarius generalis

Entro: Magnifice fidelis regie paterne, consiliarie noster carissime. Havemo receputa vosb·a lettera et inteso guanto ne scriveti. Rigratiamovi assai de le bone novelle ne scriveti de la victoria del signor Sigismundo (Malatesta) contra quelle gente del papa in la Marca, chè, non obstante lo havessimo saputo per altre lettere, pur n'è stato carissimo haverlo inteso per via vostra che tanto più ne remanemo certi, pregandove che de le cose da llà continue ce dati aviso che, per più ragione, havemo multo care le vostre lettere. De le occorrentie da qua vi facemo assapere che, essendo stato don F erando più giorni a campo a Troia, chome credemo habiati sentito, non ce ha possuto fare niente, perchè quella terra è stata et è ben provista; anche ce ha perduti multi de li soi, assai morti et feriti senza numero; finaliter se n'è partito cum suo grande dampno et vergognia. Quasi tucta la fantaria gli è fugita et assai homini,


167

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

d'arme et ognj di se ne fugono constricti da wande povertà et intollerabile fame che, secundo dicono quelli se ne fugono, più giornj hanno mangiato grano cotto. Doppo s• è partito da Troia, alchuni di è stato allogiato da qua, vicino a sei et octo miglia et facto alchune leggierj correrie, ma non ce ha possuto dampnificare, perchè questi nostri subditi, da ogni banda et ad ogni hora, stanno in riguardo et ben provisti; anche sempre ce ha perduto o fanti o cavalli, et l'ultima volta ce vennero a correre, ce lassarono sei homini d. arme de bona conditione. Non possendo fare altro da equa, se nde andò ad allogiare da llà de Civitate, in sul Fortore, donde mande lo conte d'Ariano et don Alons a temptare la Serra Capriola: dove li fo resposto cum bone colubrine et bombarde et lassatoce de li sei morti et feriti, se ne retomorono cum grande scorno et dampno. Adesso è allogiato a Pantano per intrare in la montagna de Sancto Angelo, dove mancho farà che ha facto in questa piana Puglia da equa, non solamente perchè lo paese non lo pale chi è sicco et aspero, ma etiam chi quelli nostri lochi sono ben provisti. In questo paese ha perduta la reputatione et ece poco stimato, perchè, essendoce venuto cum la maior potentia habia havuta, non ce ha perciò ancora possuto far cosa digna, nè di che noi facciamo stima alchuna et multo meno farà per lo avenire, che, chome di sopra dicemo, ogni di, lo exercito suo amanca. Benchè potria accadere esserce lo mal venuto, perchè. questa sera lo magnifico conte di Campobasso deve essere dentro San Severo cum tucti li soi, da cavallo et da piede, de una bona et utile conpagnia, et noi, ultre le gente nostre et de messer Hercules (d'Este) aspectiamo, da giorno in giorno, lo conte lulio et lo duca de Melfe (Giovanni Caracciolo) cum tucte quelle gente del signor principe de Taranto, da cavallo et da piede, che ce maravegliamo non sià venuto : lo quale arrivato sarà, subito, tucti insieme andaremo a trovare lo nemico dovunche sarà, et se 'I ce aspectarà da qua vicino o si se lassarà trovare nella montagna de Sancto Angelo, semo certi, mediante la divina gratia, farlo pentire d'essere venuto in Puglia et cusse speramo farve a sentire presto de grande et relevate novelle. Le cose nostre in Calabria vanno bene, la Dio merzè; aspectamo, da di in di, bone nove da Abruzo dal conte lacobo (Piccinina): lo qual perhò, questi di passati, ruppe la scorta de li saccomannj de li nemici et presi multi cavallj et saccomannj, et ha preso Donato del Conte, lo principale homo venuto cum messer Alexandro (Sforza) et carissimo al duca di Milano. Di quanto succederà, alla giornata, ve ne darrimo aviso ; vuj interim, signor Honorato, fate da llà per lo stato nostro chome sete accostumato et chome in vuj confidamo; chè, non obstante siano assai et grandi li vostri meriti verso de noi, li quali sempre ne saranno al core et non vi havendo fin adesso possuto meritare chome semo obligati et chome intendemo de fare, nihilominus speramo prestissimo remunerarve de tucto in modo che ne restareti contentissimo. Datum Lucerie, XV iulij MccccLXJ.

Andreas.

Jehan subscripsi.

C-2094.

1461.VIII. 5. 0/anlo (negli accampamenti presso) - Giovanni d'Angiò a Onoralo Caelani: Giacomo Piccinino; alla ricerca del nemico presso Bar/ella. Fuori :

Magnifico Honoralo Gaytano Sulmonele domino etc. consiliario et fiddj regio paterno nobis sincere dilecto.

trovasi col conte

s.

Dux Calabrie et Lothoringie etc. patemi Regnj Sicilie locumtenens et vicariu, generali,.

Entro: Magnifice consiliarie et fidelis regie paterne, nobis sincere dilecte. P.erchè semo certi stati sempre desiderosi sentire novella de li felici progressi nostrj, ve avisamo come heri, una con le gente del ill. s[ignore] principe (di Taranto), nostro padre, se ionsemo insemi sopra lo Aufido con lo ili. conte lacobo (Piccinina) et demane, col nome de Dio, se partiremo da quj con deliberacione de andare a trovare lo nemico, el quale s'è retirato presso le mura de Barlecta. Ce speramo, mediante la gratia de esso Dio, ve ne faremo sentire non minore novella che fo quella de Sarno. Datum ex regijs patemis et nostris felicibus castris, apud Aufidum, die V augusti MCCCCLXJ. Post datum. Per conforto vostro, ve avisamo che, spacciata questa iomata che andamo a fare, subito volando ne venerimo in Terra de Labore. Ste·phanus N.

Jehan subscripsi.

e

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DOCUMENTI DELL• ARCHIVIO CAETAN I

168

1461.X. 21.

C-2164.

Palena - Giacomo Piccinina a Onoralo Caetani: il po~ibile per accontentarlo. Fuori:

Illustri domino fratri honorando Honorato Gayetano de hono• Sarmoneti armorumque etc.

per assicurarlo che Giovanni d'Angiò farà oltre

s.

Entro: lllustris domine tanquam frater honorande. Ho ricevuto la lettera della V. S. et inteso quanto quella me scrive, et cusì ad onsignore nostro. Et rispondendo dico che, mquantunche appresso la serenità sua, che ve ha in loco delli più chari et intimi suoi fideli amici et è tanto bene disposta verso la V. S . quanto meglio dire non se potteria, non sia bisogno el mio pregare et exhortargla ad alcuna cosa concernente el bene dela V. S., tamen per satisfactione della nostra amicitia et benivolentia, sonno stato cum quella, che risponde volerse sforzare, oltra el possibile, per contentare la V. S., da la quale, ne l'essere et stato suo, se tenne meglio servito che de barone o signore de questo reame. Et havendossi in brevi ad ritrovare tutti insieme, •> corno per altre lettere la V. S. haverà possuto intendere, se pigliarà tale partito a le cose de la V. S. che la vederà effettualmente quello non se farà essere per non pottere. Ma spero in tale modo che la resterà contenta. Ex Pallena, die 21 octobre 1461. lacobus Picininus de Aragonia vicecomes etc.

1461.X.22.

C-2101.

Roma - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: da Onoralo Caetani.

ordini a Iacobello Malli che si rechi immediatamente

Fuori: Magni6ce domine domine Catherine de Urainia Sermoneti etc.

s.

commatrj nostre carissime

/

L

cardinali1 aquileien1i1 domini pape camerarius

} etc.

j

Entro: Magnifica domina, commater nostra dilectissima, salutem. Havemo commesso ad lacobello, exhibitore presente, debbia transferirse per alcune bone cagioni insin al nostro compare, corno intenderete da luj ; cl perchè ordinate vada immediate. Non alia. Bene valete. Rome, die XXIJ octobris 1461 •

1461. XI .11.

C-2102.

Roma - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: - dona i mille ducati prestatile; la prega di mandargli un cavallo ed uno dei migliori puledri per mezzo di Iacobello Matti. Fuori:

MagniJice domine commatri nostre cariuime domine Catherine de Unini1 Scrmoneti etc.

L

cardioalia Aquileien1i1 •

domini pape camerariu1

s.

J etc.

Entro: Magnifica domina, commater nostra carissima, salutem. Havendo rispecto a li segni de la grande et continua carità, che del continuo et el nostro compare et voj ci havete mostrato visitandoce tanto spesso con le cose vostre, et havendo grande despiacere et amaritudine de li vostrj affannj, molto maggiore che non porreste pensare, habbiamo deliberato donarvi et remettere li mille ducati vi a) Nelle terre di Marino Marzano.

.....

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a

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169

EPISTOLARIVM HONORATI CAJETANI

prestammo, et cusl habbiamo facto, corno dal dilecto nostro ser lacobello, presente portatore, intenderate, al quale darrete piena fede circa quanto per nostra parte cl vi dirrà. Noi vi pregamo ci mandate quel cavallo corno el serrà guarito ; dicemo quello sta mal di quello piè, et che di quelli poledri havete cavati, ce ne mandate uno de li migliori; che 'l sia tal che noi ne possamo chiamare contenti et consolati, perchè ci sarrà gratissimo, li qual farrete al suo ritorno consignare al suprascripto ser lacobello che ci li farrà condurre. Et solicitamente el dicto lacobello che, corno gly havemo commesso, vada al nostro compare presto, el qual compare nostro circa dicti cavalli, ce ha scripto ce ne manda 3 et che di li Bene valete. Rome, die XJ novembris 146 I. poledri ne pigliamo quali et quanti volemo.

1461. XI. 11.

C-2015.

Roma - Il card. Scarampo, in ricompensa dell'affezione e dei servigi r~igli da Onoralo Caetani, non solo in Italia ma anche in Oriente, gli dona mille ducali d'oro papali, che amichevolmente gli aveva mutuali a Siena per mezzo d~l di lui cancelliere lacobello Malli di Sermoneta. (Ludovicua c)ardinnlis aquileiensis domini pape c:amerariua

l

etc.

Pateat universis et singulis pr[esentes] literas inspecturis, quod cum anno Domini MccccLX.0 , dic iovis decimaseptima mensis martii proxime pre[teriti, in] civitate senensi, in prompta et numerata pecunia, nomine puri et amicabilis mutui, dari et tradi fecerimus [magnifico] compatri nostro, domino Honorato Caietano, Sermoneti etc., per manus ser lacobelli Matti de Sermoneto, cancellarij eiusdem domini Honorati, ducatos mille auri papales, prout patet manu domini Hugolini F onloni, decani bisuntini, sccretarij nostri, inde rogati; nos, considerantes singularem caritatem et antiquam benivolentiam, quam dictus dominus Honoratus iampridem erga nos gessit, qui non solum in Italia, verum etiam dum ad partes orientales accessimus, in pignus et monumentum sui amoris, de rebus et bonis suis sepius ad nos transmisit; animadvertentes etiam alia plurima sue in nos benivolentie signa, adductique eximia nostra in eum dilectione, pluribusque alijs bonis respectibus ac rationabilibus causis nostram mentem moventibus, nostra propria sponte et ex certa nostra scientia, tenore presentium, dictos mille ducatos auri papales prefato domino Honorato, titulo donationis inter vivos, omni meliori modo et forma quibus melius et validius possumus, donamus, remittimus, concedimus et elargimur; absolventes ex nunc eum harum serie ac quietantes et liberantes de dictis mille ducatis ac si nobis eos in numerata pecunia solvisset ac integraliter reddidisset et restituisset ita et taliter quod, nullo unquam tempore, ullo quesito colore, ab aliqua persona, occasione dictorum mille ducatorum, modo aliquo inquietari valeat vel molestari ; annullantes ex nunc et irritantes quamcumque obligationem de dictis mille ducatis per prefatum ser lacobellum nobis factam, mandantesque harum serie cassari, circumdari et aboleri instrumentum desupcr confectum. In quorum fidem presentes fieri ac nostri rotundi sigilli impressione muniri et per secretarium nostrum scribi et subscribi fecimus. Datum Rome, apud Sanctum Laurentium in Damaso, die XJ novcmbris MccccLXJ, pontificatus sanctissimi nostrj dominj Pij divina providentia pape ij anno quarto. la: Condulmario.

s.

1461. Xl .14. Roma -

C-2103.

Il card. Scarampo a Caterina Orsini: -

Fuori:

Magnifice domine Catherine de Ursinis Sermonetj etc. commatrj nostre carissime.

L

aedenziale pel notaio lacovello (Matti}).

s.

cardinalis aquileienai,

domini pape camerarius

Entro: Magnifica domina, commater nostra dilectissima, salutem. Ad notario lacovcllo, presente exhibitore, in quello ve exporrà, per nostra parte, darretelj fede quanto a noj. Bene valete. Ex Urbe, die XIIIJ novembris 1461. · 22

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o o e u M E N TI o EL L' A Re H I V I o

170

e A ET AN I

C-2104.

1461. Xl . 24 . Roma - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: da Parma. Fuori:

credenziale per il suo cappellano Giovanni

Magni6ce domine Catberine de Uninis Sermoneti etc. commatrj nostre carissime.

L.

cardinalis aquileiemis domini pape camerarius

s.

l

etc.

Entro: Magnifica domina, commater nostra canss1ma, salutem. · Havendone dicto per vostra parte lacomo da Bassano che havereste caro vi mandassemo uno nostro fidato, con el quale havete a conferire alcune cose, vi mandamo el venerabile sacerdote don Giovannj da Parma, nostro capellano dilectissimo, con el quale securamente poterite conferire omne cosa quanto con la persona nostra propria ; al quale anche noi havemo imposto alcune cose ve dirrà per nostra parte. Darretelj adunque fede et spacciatelo presto, perchè male ne possiamo ~urare de luj. Bene valete. Ex Urbe, die XXIIIJ novembris 1461.

C-2105.

1461. XI . 30. Roma - Il card. Prospero Colonna a Caterina Orsini: Sermoneta,· come egli ha /allo per le proprie terre. Fuori :

Magnifice et insigni domine domine Caterine de Ursinis Sennoneti etc. tanquam sorori nostre carissime.

P /

cardinalis de

}

Columna

j

la consiglia a provvedere alla di/esa di

s. .

Entro: Magnifica et insignis domina tanquam soror nostra canss1ma, salutem. Perchè la V. S. po' bavere sentito il facto del duca de Sore (P. G.-P. Cantelmo) et come ha concluso, il perchè non pare molto extraneo pinsare che, da inde poi, per lo paese, omne uno se habbia attendere bavere l'occhio al facto suo et al vivere più attento et più vigilante, et già per custodire bene l'omo il facto suo, non fa iniuria a persona et ad se medesmo conseglia bene: parene che la V. S . dega confortare li vostri tucti alla bona guardia et ad stare solicito et vigilante in omne modo, che certamente noi, in le nostre terre tucte, havemo dato modo et ordine siano ben guardate, etiam per altra forma che non han facto per lo paxato. Cosi voglia fare la V. S. chè ne pare, per omne respecto, el debbate fare et se 'l ve pare, habbiate li vostri officiali et fateli moniti de tucto et svegliateli ad omne ben fare; et se, per caso, la V. S. volesse da noi alchuna cosa o gente o altro che in potestà nostra sia, farritene avisati, Bene valeat D. V., cui nos oflerimus etc. Rome, chè subito provederemo ad quanto ne ricercharete. ultima novembris 1461.

(1461. XII~ e: ] .

C-736.

Lettera anonima che denunzia le macchinazioni di alcuni per far cadere in mano al nemico Aquino ed altre castella. Fuori:

Ego aum qui sum set bonus homo sum Pater noster qui es in celia Ego. Ego aum Qui quisquis amet et

Entro: In primo me à dicto cha vole fare inpiccare fratimo alla marchese, cha dici ch'à mandato adbisendo O) li nimici quilli de Castrocelo cha lannj lacobo Laurenzo ce vol:a mectere li fanti. L'autra,

..

-

·-

-- -- .


EPJSTOLARIVM HONORATJ CAJETANI

J71

lo tradimento che confessau Petro Passcuto, tucto è vero eh' a contato ad me da poy che fui presone corno et quale volea rebellare Auquino et volea pillare vuj et che lii dessite Roccasecca et Castrocelo et secundo {?) potea autro fare ve volea adcidere et à dicto con mico cha se Ilo lassa te andare cha lassa inpiccare tucti li frij {I) et anco tuctu dl avesse potuto favellare ad notaro Antoni et tuctavia dici male de lacobo Pocio et tuctavia se masca et dici : « se io ce Ilo poczo collere cha Ilo pao se me lassa gire > .

[1461]. Xl. 30. Aix -

C-1012.

Re Renato a Giovanni d'Angiò: - parla del matrimonio tra la figliola di re Carlo VII e il figlio di Giovanni; dell'impresa del Reame; delle offerte di dello re al conte France3co Sforza e a Sua Santità perchè siano favorevoli a Casa d'Angiò.

Copia litterarurn serenissimi regis Renati ad ili. mum dominum ducem Calabrie eius filium translatarum de galica in lingua italiana. Mio figlio, vostro fratello, è qui arrivato de ver me et me have tucto dicto. Lui ve mena vostro figliolo de ver lo re, lo qual lo vole havere et, dopo quatro o cinque dì, è lo gran seneschalco signor de Bellavalle che me ha portato lettre che lo re me scrive de sua mano, le quale, insieme con l' instructione che lui che lui (sic) li have donate, ve ne mando la copia; et in effecto io non ve saperia dire lo amore singolare et l' affectione che lui have a tucta la Casa et lo possete cognoscere, perchè lui vole donare sua figliola a vostro figliolo et da lui medesimo la appertura, et dice che lui donarà uno grande et bono maritagio. Ipso vole et me manda, corno per la copia de diete sue lettre passite vedere, che in continenti io me tiri der ver lui ; lo farò lo più presto che potrò. Li ambassatori de vostro bon patre et mio, lo principe de Taranto et Albertino del conte lacomo (Piccinina) sono qui et havemo visto et audite tucte queste novelle, et corno el prende tucto questo facto del reame de Sicilia a core, et li termini et modo che prende per fare retrahere lo papa et lo conte Francesco, et l'offerte che loro fa per questo fare. lo non so quello che ne faranno, benchè lui tiene et cossì ciascuno che non faranno lo contrario fando ciò che loro offere : che che se sia, ipso è deliberato che se loro non lo fanno pro bono che lo farà fare, vogliono o non, et che se lo conte Francesco va fan do del asino, li mecte a la coda sei cento lance che sono già a l' intorno de Lione preste. Incontinente la stagione venuta, se lui non si mette a iube per passare ultra le monte, et le doneranno adosso, et perchè, per lettre del dicto vostro fratello et dclii dicti ambassatori, saperete particularrnente et più a longo de tucte novelle, perchè io loro ho incarricato et me sono reportato ad epsi de ve lo scrivere et fare a sapere, non ve ne scrivo se non in grosso come voi vedete. D'una cosa siate più che sicuro che lo re non porria megliore al mondo prendere Ile bisogne né più ·a core che le prende, et dice a tucte proposte che lo facto de la casa d'Angiò è lo suo, chè tale lo reputa essa. lo ho mandato, bon peczo è, lo vescovo de Marsiglia a lui, per queste ambassate d' Italia che vengono, affinchè sia là quando ipse arrivaranno, non obstante che vostro cio et lo signore de Persignì sono là, che haveno megliore auctorità che giamai, et arrivaranno, corno spero, vostro figliolo et fratello de ver lo re nanti che loro habiano niuno spaczamento, et ancora, corno yo credo, nanti che habiano niuna audientia ; et li ho incarrighato che toche che lo dicto maritagio per più favore se facza in presentia_de dicti ambassatori et lo re remanda lo vescovo d' Arras (Giovanni Geoffroy) a lo papa, et lo cardenale de Costanza (Riccardo Olivier de Longueil) insieme con lui principalmente per lo facto del reame de Sicilia et li dona la pragmatica de suo Reame con questo che lui ve done lo Reame pacifico et che sia favorevele per la casa d'Angiò, corno è contrario non altramente ; lui have facto suo procuratore lo dicto d' Arras in corte de Roma et have ordenato che tucto cossì corno a noi è stato contrario per lo tempo passato che, da qui nanti, sia favorevele et bon servitore de nostra Casa, et questo lui have promesso fare in fazone che lui et noi ce ne avedremo. lo non so che più ve dir.e se non che metto et metterò tucto lo mio studio a farve havere tucto lo più p~ompto soccorso et aiuto che possibile sarà. Questo pendente, actendete a substinerve et aiutare lo megliore che poterite, et me avisate de tucte vottre novelle, et yo ve ne prego, pregando Dio ve habia tucti in sua sancta guardia. Scripta in Aix, die ultimo novernbris. De pò queste lettre scripte, noi havemo avisato de remandare per lo megliori insieme con lo dicto vostro fratello lo dicto gran seneschalco, li quali se partiranno dernane senza mancamento. Vostro padre re Ranyeri.


172

DOCUMENTI DELL.ARCHIVIO CAETANI

C-2174.

1461. XII. 2. Aix -

Renato d'Angiò a Onorato Caetani: - accenna alla fedeltà, alle fatiche ed alle spese di lui per la difesa e l'aumento del suo stato esortandolo a perseverare; parla degli aiuti del re di Francia e del parentado tra la figliola di costui e il marchese di Ponte, figlio del duca di Calabria. Fuori :

Magnifico Honorato Cayetano F undorum comiti et Sul monete domino conailiiuio el 6deli nostro nobia aincere dileclo •

s.

.

Renalu1 Dei gratia lheruaalem et Sicilie

J Rex.

Entro: Magnifice consiliarie et fidelis noster dilecte. Benchè per più avisi, avuti da lo ili. duca di Calabria, nostro fìglolo, e da molti altri da llà, fossimo bene instructi de la sincera vostra fidelità verso de noi e de le operatione facte per voi e che ogne dì faceti contra li comunj nostri inimici per recoveration de quello nostro regno, pur ancore novame~te lo ill. nostro genero e figliolo conte de Vaodemonte (Federico di Lorena) ne à più certificati di la costantia e persevarancia vostra in la dieta nostra fideltà e corno ve eravati messo con quell'altri signori convicini, nostrj fideli, allo opposito di lo conte de Urbino (Fed. di Montefeltro), che se sforzava entrare nello Reame per damnificare et subvertere il stato nostro, che n'è tanto piacuto, è stato tanto grato che più non porria: l'amore antiquo verso di noi ve fa supportare et sustenire multe fatighe e spese per defensione et augmento del stato nostro. Speramo in Dio che, presto presto, e vui e li altrj regnicoli, nostri fideli, seriti relevati da tante fatighe, perchè cl cristianissimo re di Francia ce apparecchia tal aiuto e favore per quisto novo tempo che non se porà, Deo favente, dubitare de la victoria nostra. Avisandove che 'I dicto ill. conte de Vaodemonte e il magnifico seneschallo nostro de Provenza se partono domane e conducono lo ill. marchese de Ponte, .figliolo di lo ili. figlio nostro, duca di Calabria, allo prefato cristianissimo re, perchè la maestà soa lo vole presso di sè e tenerlo per figliolo con darli la figliola soa per mogliere : el qual matrimonio, sensa dubio alcuno, partorerà la tota! vittoria di quel nostro regno. La m.•à soa ce à scripto di soa mano, e per lo dicto nostro senescallo mandato a dire che 'l intende il facto nostro sia suo, cl suo nostro, e ne declara essere inimico de tucti li inimici nostri, e pregarcze che ne vogliamo transferire alla m.1à soa, perchè desidera molto viderce e conferire con noi de molte cose, che 'I intende fare. La qual cosa faremo fra brevi dì, perchè ve confortamo a perseverare nella vostra bona dispositione e a resistere alli inimici che, corno è dicto, al primo novo tempo haveriti nel dicto Reame tanto aiuto e favore che li inimici non haverano reparo alcuno a distorbarce la desiderata victoria, de la Ex civitate quale, insieme cum vui, intendimo gaudere et cussì ve persuadeati et tegnati per fermo. nostra aquensi, die secundo mensis decembris 1461.

I. Lardeau. ,

-----·--------··---

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173

EPISTOLARIVM HONORATI CAJETANI

C-1009.

[1461. XII. 2 • post.]. Arai -

Marino Marzano a Onorato Caetani: -

Fuori :

gli fa recapitare una lei/era di re Renaio.

Excellenti domino Honorato Sermonete F undorum comiti tanquai:n fratri nostro honorando Regni Sicilie

s.

1 Admiratt11 etc.

Entro: Excellens domine tanquam frater honorande, salutem. Ad nuj è recapitata in mano questa lettera, che ve manda la maestà de re Ranerj, quale credemo sia consimile ad quella che have mandata ad nuj, advisandove che, da po' de questa lettera, so venuti altre lettere in Roma, facte ad lj sey de iennaro da parte de Perrj de Paczi che andao inmassatore ad re de Fransa, per le quale notifica assay meglore novelle, e perchè vuj siti più vicinj ad Roma, credendo che nde habiate Arate etc. piena noticia, non vi nde scrivimo. Princeps Rossani dux Suesse et Squillacii

-J

etc.

C-2108.

1461. XIl.13. Roma - Il card. Scarampo a Caterina Or.sini: co.se comunicategli dal papa. Fuori:

manda lacobello Matti per informarla di alcune

Magni6ce domine Catherine de Ursinis Sermoneti etc. commatrj nostre carissime.

[L

cardinali}s aquileiensis •

domini pape c]amerarius

s. )

j

.

etc.

Entro: Magnifica domina, commater nostra carissima, salutem. Per alcune cose havemo havute questa matina da Nostro Signore, che tucte havemo conferite con notaro lacomo da Bassano et lacovello (Malli)), c'è parso mandare uno de loro che serrà lacovello, presente exhibitore: pertanto darretelj fede. Bene · valete. Rome, die XIIJ decembris 1461.

C-2114.

1462. I. 6.

Piedimonte - Lellera di Filippino de Mili.s, intercettata da Onorato Caelani, all'università e agli uomini di San Giorgio: - li e.sorta a prendere partilo per Ca.sa d'Aquino, e.s.sendo que.sla tornata in possesso della città. Fuori:

Egregij, viris Quatuor univenitati et hominibus caatri Sanctj Georgij ami-

s.

c1s cangs1m11.

Entro: Amici carissimj. Avisovj come mo' Acquino è ritornato allo natural suo et datose a chasa de Acquino et gridano: « Viva la Chiesa et lo patriarca » ; de la qual cosa sonno da essere molto lodatj. Ve ne ho voliuto dare notitia, imperò questo ne deve essere ad exemplo. Voliatj ora mai ancor vuj piliar simil partito et, volendolo fare subito, vj semo a le spale cum socorso sufficiente. Questi de Acquino non ànno havuto altre spale che le mie; et a questo lor fatto me ho trovato là cum cento garzoni et, sensa altro aiuto, ha fatto quanto intendetj. Quanto mazormente, se intenditi lo fatto vostro, devetj oramai piliar partito. A visatime de vostra intentione. Ex Pedemonte, 6 ianuarii 1462. Filipinus de Milis abbatie casinensis pro r. mo domino patriarcha

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Do e u M ENTI DEL L' A Re H I V I o

174

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C-2115.

1462. I. 8.

Pontecorvo - Tommaso, dottore in leggi, luogotenente etc., a Onoralo Caelani: - notifichi, entro il termine prescritto dai capitoli, a messer Filippino de Milis e al camerlengo card. Scarampo i danni per l'occupazione d'Aquino chiedendone l'ammenda. Fuori:

Magnifico et excdlenti domino domino Honorato Gaytano Sermineti F undorum comiti etc. nostro domino 1ingulariaimo et benefactorj precipuo.

s.

Entro: Magnifico et excellente patrone, segnore, patrone et benefactore mio, post recomendaHeri, hora tarda, recevi una vostra lettera, quale intesa, respondo che se yo havesse la tionem. copia delli capituli della treugha, porria più ampiamente consegliare V. S. ; ma secundo de quello me ricordo che se contene nelli capituli, laudo che V. S. notifiche ad misser Philippino de tucto quello V. S. è dannificata da luy et dalli suoy, recercandolo della emendatione et restitutione de tucti danni et interesse, infra termene de sey dì, secundo se contene nelli dicti capituli. Quanto al facto della pena, laudo che V. S. lo notifiche alla reverendissima signoria de monsignore lo camerlingo, perchè, se bene mi ricordo, lo dicto misser Philippino se è obligato, come gubernatore et officiale del prefato reverendissimo segnore, et non proprio nomine ; sicchè, nanto V. S. havessse risposta, laudo che V. S. non faccia mentione de pena: sulo al presente, per observantia delli capituli, basta che insistate circha la restitutione delli dannj. Al presente no altro, se no che sempre me raccomando ad V. S., per lo stato de la quale, se alcuna cosa posso con persona et robba, sto apparecchiato et, del caso succeso, come servetore de V. S., ne ho rencrescimento infinitamente. Ex Pontecurvo, die VIIJ ianuarii 1462. V.

Ex. D.

Fidelis -servitor Tomas legum doctor, locumtenens etc.

1462.1.13.

C-2116.

Lucera - Giovanni d'Angiò a Onoralo Caetani (Ci/raia in parte): - nel manifestargli il suo rincre$Cimenlo per la perdita di Aquino aggiunge che ne sarà largamente ricompensalo; accenna a preparativi del re, .suo padre, ed alla morte del duca di Milano. I

Fuori :

Magnifico comiliario 6deli regio paterno Honorato Gaytano F undorum comiti Sermonetique etc. nobis 1incere dilecto.

Dux Calabrie et Lothoringie etc. patemi

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regni Sicilie locumtenena et vicariua generalis )

Entro: Magnifice consiliarie fidelis regie paterne, nobis sincere dilecte. Havemo recevuta vostra lettre et inteso quanto scrivile de Aquino et de la perdita vostra, de la quale più ne dispiace per lo danno vostro proprio che per quello ne potesse sequire al stato; però che, in brevi, non dubitamo fare tali progressi che •1 stato ne patirà pocho detrimento, et voi ancora, · tanto de questo corno delli altri, sarete restaurati in modo che vi laudarete de nostra gratitudine. Il più dispiacere nostro è per la necessità ne portarete, pendente questo tempo, et affinchè ne siate più securo, vi mandamo la copia d' una lettre havemo havuta da la maistà de signor re, nostro padre, per le quale vederete li preparamenti sono stati facti per lo subsidio nostro. Et, ultra ciò, da diverse bande, :semo certificati lo duca di Milano essere passato de questa vita•>, corno similmente potrete vedere per la copia d'una lettre havemo dal ili. principe (di Taranto) nostro padre ultimamente da noi recevuta, a la quale forte credemo per e.ssere concorde con l'altri avisi havemo d'altronde. Sichè non dubitamo, per uno camino o altro, presto conseguire l'optata victoria et a voi potere demostrare nostra bona voluntà et, in parte, satisfaccione de tanti detrimenti, delli quali non semo senza memoria. Ceterum, affinchè siate certo, iuxta lo potere nostro, noi avere animo conservare et deffendere lo stato vostro, lo quale, non manco per le bone vostre opere, desideramo essere illeso che lo nostro proprio che iltramente non lo reputamo continuamente pen-

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tratta di una faJ.a voce. Cf.

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175

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANJ

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che, pendente questo tempo, non li fusse dato impaczo. Sichè, signor Honorato, de quanto c'è possibile, mai de alcuna cosa trovarete vi mancamo, et se tal volta non succedeno iuxta vostro et nostro desiderio, solum resta per non poterne più. Siate certissimo che sempre saremo et semo prompti a la exaltacione et honore vostro. Datum Lucerie, Xlii ianuarij 1462. Laurentius

Jehan subscripsi.

1462.1.17.

C-2117.

Roccasecca - Onorato Caelani a Filippino de Milis: dei danni arrecatigli. Fuori :

chiede la re3lituzione di Aquino con l'ammenda

Copia littere domioj ad dominum Philippinum de requiaitione ad emendationem

civitati1 Aquinj et damnorum etc. ibi perceptorum pro rebellatione eiu1dem civitatia ob favorem ipaiua dominj Philippinj contra eapitula lreughe.

Entro: Eximie legum doctor et tamquam frater honorande, salutem. Sapete tra vuj et me essere la treugha, socto la quale grandemente mi posso di vuj querelare, secondo la forma dellj capitoli nostrj. perchè me havite tolta la cità de Aquino, dove personalmente ve site trovato con fanti circha cento et dannificatome tra cavallj, armature et vestiti et ioppone et iomee et bestiame. dinarj et altre robbe dc valore de {n ducati, ultra allj mey homini d' arme ammazati et feriti et altrj mey vaxallj et homini d'arme et lo capitano, che sonno là in presone. Ho voluto notificarvelo recercandove alla restitutionc della dieta cità et robbe perse, ut supra, secondo la obligatione dellj predicti capitolj. Avisatice de vostra intentione. Ex Rocchasiccha, XVJJ ianuarii 1462. Eximio legum doctorj et tamquam fratri honorando domino Filipino de Milis etc.

Honoratus } Sermineti F undorum comes etc. Caytanus

Regius conmissarius } generalis gubernator abatie casmens1s etc.

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Do e u MENTI o EL L' A Re H I V I o

176

e A ET AN I

C-2118.

1462.1.19.

San Germano - Filippino de Milis a Onoralo Caelani: - risponde di non esser tenuto alla restituzione di Aquino nè ali'ammenda dei danni, essendosi la città ribellata ali'obbedienza di lui; per incarico del card. Scarampo gli chiede un colloquio. Fuori:

Magnifico domino domino Honorato Gaytano Serminetj etc. 1uo maiori honorando.

s.

Entro: Magnifìce domine. Heri recevè una vostra de 17 de questo, per la quale prese grande admiration de V. S. per quanto in dieta littera me rechiedete. Aviso prefata V. S. che io may vi tolsi Aquino, ma, intendendo io quella terra essere levata a remore et in quella gridarse « Patriarcha », me condusi in fino là per intendere questa cosa et in effecto trovai quella terra totaliter essere remossa da vostra obedientia, de che subito me ne tornai in dereto et, per messo proprio, del tuto deti aviso a lo mio reverendissimo signore (cardo Scarampo). La signoria del quale, che oramai per veri effecti intende· lo animo vostro perverso circa il stato di quella, per sue littere me à comisse alcune cose le debbia conferire con V. S. quanno a voy piacerà. Et per tale cagion à mandato qua a me un scudero de sua reverendissima signoria, sì che, qu~nno ad V. S. pare et piace, ·ordine in qual locho possi abocanne con .quella, chè subito verrò. Et per tornare al facto nostro, per quanto io fece a iudicio cuiuscumque recte sentientis, non me pare in alcuna cosa aver contrafato alli capituli et, per consequens, non essere obligato a restitution de quella terra nè ad emenda de danni receputi ne la perdita di quella. Considerato nihil minus che tute quelle promissione et obligatione forono facte, nomine prefati reverendissimi domini mci, dc tuto darò aviso a sua reverendissima signoria aciò che, per quella avcndose a refarvi in qualche cosa, possa dare modo non ne patiate longamente sinestro ; ma son certo che sua reverendissima signo~a serà de lo parere mio, cioè, in cosa alcuna non esservi obligato. Prego adunque V. S. volia svegliarsi et, alquanto tornato in sè, fare tal demostration verso lo prefato reverendissimo signor mio che ogni homo possi veramente indicare per voy non esser osata ingratitudine verso quel signore che per stato vostro à fato et tuta via fa quelo deve fare bon patre verso caro fìolo. Non altro. Ex Sancto Germano, ·1 9 ianuarii 1462. Filipinus de Milis l gubemator de Verona li. doct. ~ casin. etc.

1462. [I]. 22. Palena -

C-2119.

Giovanni d'Angiò a Onoralo Caelani: -

Fuori :

Magni6co Honoralo Caietano Sermonete domino Fundorum comiti 6ddi regio paterno consiliario noalro cariaaimo. Dux Calabrie et Lothoringie et regnj Sicilie locumtenena et vicarius generali.a

l

lo invita a reearsi con i suoi da lui.

s. etc. ·

Entro : Magnifice fidelis regie paterne, consiliaric noster carissime. Hier sera, a ta~do, recevemmo una vostra in ziffra, per la quale havemo inteso quanto scriveti del facto vostro. Et pensate, signor Honorato, che dc ciò ne dispiace più a noi che a voi, che, per li grandi meriti vostri verso noi, vi vorriamo posser compiacere in questo et in ogni altra cosa per contentarve. Ma vi pregamo quanto più possemo, chome per un'altra nostra vi havemo scripto, che vi vogliate transferire da noi cum li vostri: chè, quando saremo insieme, speramo fare tale provisione al facto vostro et metterce tale remedio che ne restareti per contento, chè multo lo desideramo sl per li boni servicij havemo recevuti da vuj, de che vi semo multo obligati, chome per lo amore che portiamo alla persona vostra. Ex Palena, XXI], MccccLXIJ 0 • Jehan subscripsi.

Andrcas.

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177

EPISTOLARIVM HONORATI CAJETANI

1462. I. 24.

C-2120.

Ponlecorvo - Tommaso di Ponlecorvo a Onoralo Caelani: - gli dà 1uggerimenli pel caso intenda replicare a Filippino de Milis per la quistione di Aquino; 1i meraviglia del fatto di Scipione; accenna ai processi di Se rmonela. Fuori:

Magnifico et exccllenti domino meo aingularwimo domino Honorato Gaytano Sermincti F undorum comiti ac abbatie casinensia generali gubernatori et regio commissario etc.

s.

Entro: Magnifico et excellente patrone et segnore mio, post recomendationem. Herj recevi una lettera de V. S. scripta a dì XXJ del presente, co una copia de lettera mandata per misser Philippino alli homini de Sancto Giorgio; et anche ho veduta la copia della lettera mandata alla V. S. per lo dicto misser Philippino: qualj bene intese, respondo che, se ben me ricordo per un'altra scripsi alla V. S. che, essendo cÒntra venuto alli capituli della treugha per li acti tenuti per lo dicto misser Philippino, et luy havendo promesso, corno procuratore et governatore del reverendissimo signore monsignore lo camerlingho ( card. Scarampo), serria necessario havere recurso al principale tanto per la emenda delli danni quanto per la pena. Parerne che V . S. sopraseda, chè respondere et replicare et non potere conseguire effecto non serria utile, maxime non ce essendo el terzo iudece: ma quanto alla verità del facto ce basta la confessione del dicto misser Philippino, quale pare per sua lettera alli homini de Sancto Giorgio; della quale laudo ne fate conserva, che multo è favorebile alle rasciunj de V. S. Et se pur V. S. vole replicare al dicto misser Philippino, possete replicare che luj confessa havere prestato aiuto et favore alla perdita de Aquino etc., per la quale cosa manifestamente appare essere contravenuto alli capituli; et questo appare per quillo capitulo, quale comensa: Item che durante la dieta treugha et desdicta etc. Al facto de Scipio, per Dio, quando lacobo de Matheo et suoy figlioli et yo lo havemo saputo, ne havemo havuto rencrescemento, chè ha facto ribaldescamente et iovenilemente, havendo da V. S. recevuto tanto honore : nientedemeno tucti supplicamo V . S. rispecto alli suoy, et no a lluy et ad suoy custumj, benchè semo certi V. S. per humanità vostra lo faccia. Al facto delli processi de Sermoneta adviso V . S. che foro spacciati nel dì, qual per un'altra mia ultima scripsi ad V. S. Como V. S. mandarà per essi, li mandarò sigillati in bona forma. De salario yo ston contento de quel che V . S. ha ordinato, advisandovj che della mia persona et de tucte mey fatighe V. S. ne pò disponere ad votum corno de vostro servitore. Al presente non altro se no che de continuo me raccomando ad V. S. Ex Pontecorvo, XXIIIJ ianuarii 1462.

E. V. Ex.

Fidelis servitor T omas de Pont.'"° legum doctor locumtenens etc.

C-2121.

[1462]. I. 28. San Germano - Filippino de Milis a Giannino nel territorio di Aquino. Fuori :

Magnifico viro lanino de Puteo regio capitaneo digni&aimo tamquam fratrj honorando.

«

de Puteo »: -

chiede la restituzione del bestiame preso

s.

Entro: Magnifice vir tamquam frater honorande. Mo', per lo corso, ho receputo una vostra lettera, responsiva ad una mia, la quale per lo detto ne aveva mandata et per quella rechiedeva Vostra Magnificencia alla restitutione de quella preda etc. Prefata Vostra M. me aresponde acostumatamente che, se la rasone et lo dovere lo vorrà, sareti presto et aparechiato a farlo ; ma che sapeti questa essere roba de Acquino et presa in su quello de Acquino et che come roba de inimici la retenetj etc. ,. Replico a Vostra M. che, prima scrivesse, avea hauta piena informatione detta roba essere de lj homini de Piedimontj et cusì vi testifico con fede de lial huomo et. quando trovaretj che sia altramente, volio me portiatj di piato. Pregovj adonque voliatj, per ogni modo et via, restituirzc detta 23


Do e u M ENTI D EL L' A Re H l V l o

178

e A ET A N I

preda, che è porzi 801 et capre 1O, lj qualj avenga habiati presi ne lo territorio de Acquino. Segondo la forma de lj capitulj ( della tregua), non lo havitj potuto fare de iure, imperochè, segondo lo tenore de lo quinto capitolo, et vuj in tutte le terre de la parte vostra et nuy de la nostra, potiamo securamente pratichare, come credo expressamente habiati visto. Che sopra de ziò habiatj consultato lo signore Honorato (Caelani), aviti fatto bene; ma quando sua signoria vi consiliasse alla retentione de questa roba, non voliatj seguire il consilio suo come de persona appassionata, perchè questo averia a parturire scandolo, lj qual fugo come dal fuocho. Quando pur Vostra M. volesse sopra de ziò altra informatione, prego quella la volia piliar quanto più presto lj sia possibile per dare fine a queste pratiche et siatj certissimo che, in simel casone, non vj daria se non quanto fosse lo vero per quanto amo lo honor mio. lo naturaliter son inimicho de villanj et quando volesse ... poter iuridice retenere questj bestiamj, non :ve ne faria una preda; ma che, contra iustitia, lassi oppressare lj vassallj nostrj, Vostra M. non me lo persuaderia. Averò a caro per vostra lettera essere avisato de vostra final intentione, offerendome sempre a tuttj li piacerj vostrj. Ex Sancto Germano, 28 ianuarij. F. de Milis etc. gubernator

[ 146 2 . II . 1 C.·] •

C-2111.

Giacomo Piccinina a • • • - sulla voce universale che il duca di Milano sia morto e sulla cillà di Piacenza levatasi a rumore per nuove gabelle. Copia d' una parte di una lettera de d. Piccinino.

/

De la morte del ducha · de Milano anchora sta dubioso a) che 'l non possa canpare: se afferma ad Fiorenza, a Sena et a Perosa et da· quillj che so veri sforzischi che non può campare et gli più lo iudicano essere morto maxime perchè, da XX dì in qua, non se è mai veduta madamma Biancha, nè anchora non s'è facta mustra alle fenestre de luj proprio. Et Thiberto Blandolino et le gente d'arme stanno allogiati nel burgo de Porta Comasina di Milano: queste son cose che se hanno chiare per lettere et per missi et che fanno fare le bregate titubante et credente più presto la morte che la vita ; puro, corno ho dicto di sopra, la novella chiara de la morte non s'è anchora divulgata. Hogi ho havuto da uno mio amicho, che ha parlato col potestà de Peroscia, lombardo et vostro vicino, il quale ha dicto che ha havute lettere da Lombardia continenti · come il ducha per anchora se dice non essere morto, ma per niente non potere · campare de questa malatia et pochi dì; et che la cità di Piasenza s'è levata ad rimore (25 gen. 1462) con dire: « Mora el sale et le gravizi extraordinarie » ; et andarono pei· ammazare lo commissario, se non che fugì et fo morti duj soy famigli et d. Thiberto gli andò per volere repacificare le cose. Il popolo non volse che intrasse ne la cità et dicono che sonno apparichiati prima alla guerra et a la moi:te che. più substinere tale graveze; vero è che questo rimore è levato socto_tale .colore; non so se vorrà inportare altro. Dio faccia quello sia el meglio per nuj.

1462. Il. 21 .

C-2111.

Firenze - Giacomo de' Pazzi ad Antonio de Acerbis: - accenna all'arrivo in Milano degli ambasciatori del re di Francia che vanno dal papa, a Federico di Lorena, conte di Valmonl, e ad A [berlino, ambasciatore del conte Giacomo Piccinina. •

I

Copia d'una lettera de lacobo de Pacci in Fiorenza a dì 21 febr. 1462. Per lo presente portatore recevecti una lettera la quale mandai ad Antonello Scaglione, che se trova al presente a Rezo, et così l'altra gli dirizai, dico quella mandasti per quello franzese, come esso me haveva ordinato. Di novelle da equa breviter dico: Gli ambasciaturj del re de F ranza, che vanno al papa, sonno arrivati a Milano et attindiano quj fra otto giornj; heri hebbe lettere da Vignione de dì XJ del presente; contano esservj arrivati monsignor· de Valdimonte et Albertino ambasciatore del conte Iacobo (Piccinino), con scudi LM contanti, el quali per bona via portano · nel Reame et presto e contanti, et d'altri L • · che hanno assignamento, fanno cammio e verranno per da Venetia et qui secondo credo. Nec alia de novo, ad vuj me recommando. a) J) duca Francesco ai ammalò di idropisia e nel geon'lio

d'Italia, ad an. 1462.

1462 corse voce per tutta l'Europa che fosse morto. Cf. Mur., Ann.


179

EPJSTOLARJVM HONORATJ CAJETANJ

.C-2130.

1462 . II. 21 •

San Germano - Filippino de Milis al noi. Antonio Toppe/a: - lettera evidentemente intercettata dalla gente di Onoralo Caetani, in cui si parla, ira l'altro, della rottura della tregua da parie di costui. Fuori: Spectabilj

et egregio

. viro notario Antonio Toppeta de Sanclo Germano tanquam fratrj .

s.

Entro: Spectabilis et egregie vir tamquam frater. Mandendo lo corso per dare nohha alla maiestà de lo signor re (Ferdinando) et allo ili. signor conte de Urbino (Fed. di Montefeltro), come Honorato Gaietano ze ha rotta la treugua, de lo quale nihilminus facessemo pocho conto, se quillj che vanno per grano fossero- segurj ne le terre et territorio de lo ducha de Sora (P. G. P. Cantelmo), ne la quale zoè a Canzello, hozi, alcunj de San Germano cum lor veture et grano da gente de lo signor Honorato son stati presi non obstante che ad Atino da esso duca fossero asseguratj : allo qual scandolo se per li prefatj signor re et conte non se provede, questa terra starrà a mal porto. Son deliberato scrivere questa, ne la quale prima ve a viso come in questj dì recevitj ·d oe vostre et inteso quanto in esse se conteniva: piacerne habiatj preso lo partito de andare, non obstante le parole ve ha usate quello se fa nepote de misser Aluyse, lo quale non è de la familia de monsignore (Scarampo;>), cum lo quale etiamdio nè cum alcun altro era necessario comunicare quello andavatj per fare per la conditione de lj tempi che corrono, et cusì ve prego de cetero faciatj, aziò non siatj apostato per qualche nuno •> et se a casu danarj ve veneranno alle mano, siati cauto ne lo andare da uno loco ad uno altro, cum essi non capitiatj male, et sforzative cum tutte quelle vie ve siano possibile procurare de scotere se non tutto saltem parte, aziò omnino non siatj andato invanum. La donna vostra, da zorni otto in qua, ha parturito uno putto et ambj duj stanno bene ; l'altro vostro fiolo è stato pur grave, ma hora è alquanto meliorato. De novo non ho che scriverve se non che stiamo con gran travagj, imperò ze pare essere certj lo duca de Sora non avere la mente sincera verso lo stato de lo signor re et cum questa tera lo demostra permettendo sienter siamo depredatj ne le tere sue da zente ·de lo detto Honorato: più volte de po• la partita vostra lo conte et tuttj vuj seti stati fatti presi et mortj et questa nova ha chazata li vassallj de lo duca de Sora. Recomandavitime assai a Fabritio et diritilj da parte mia che per rispetto suo ho remesso fra lovannj a Monte Cassino. Per lo corso rescriveritime que condit~one è a Gaieta de le robe ve ditti in commissione comprastj et que speranza avitj de rescotere; alla qual cosa ve conforto Ex Sancto Germano 21 februarij. usiati quanta dilligentia potetj. Non altro.

F. de Milis gubemator etc.

1462. II. 24.

C - 2131.

Lucera - Giovanni d'Angiò a Onorato Caelani: - accennalo ali' imminente arrioo di denari dalla Francia, gli promette di dargli, a villoria conseguita, tangibile prova di quanto siano stati accetti i servigi da lui resi. Fuori: Magnifico consiliario 6deli regio paterno Honorato Gaytano Sermoneti F undorum comi ti nobis sincere

dilecto. Dux Calabrie et Lothoringie etc. paterni Regni Sicilie locuntcncns et vicarius gcneralia

l

s.

Magnifice consiliarie fidelis regie paterne, nobis sincere dilecte. Havemo recevuta vostra lettre et inteso quanto scrivite ; del succorso delle genti•> . et le ragione allegate perchè . . siate certo havemo voluto maturamente consultare . . quali a) 1)

Seguono parole e /ra3i 3crllle in cifra. Abhr.

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Do e u MENTI DEL L. A R e H I V I o

180

/

e A ET AN I

ce hano . non credemo se facessero . et ultra questo v'avisamo che haranno . . che quando . . manco . . perochè, da hora in hora, actendemo la particularità del favore et denari ce deveno venire da Fransa, corno potrete vedere per la copia d'una lettre scrive messer Piero de Paczi a), inbasciatori de la comunità de Firenze a lacomo suo fratello, mediante el quale non dubitamo essere sì presto et possenti in campo che faremo tenere ad ognuno la briglia in mano, et quando a quello tempo fosse el bisogno, che non credemo, ve potremo . et de ciò possete essere certo et stare de buona voglia et securo. A la parte scrivite de fare . voi savete che . . al qual noi per fare quanto c'è possibile per . • scrivemo li voglia scrivere . signore Honorato, siate in la forma che ce scrivete narrando lo facto vostro. A quanto scrivile . certo che sempre se sforzaremo farve et exaltarve iuxt~ li meriti vostri et possibilità nostra. Il è ben vero che noi havemo facto tenor, et questo perchè. mai ne fu antiquamente sempre fu delli suoi ma parlato, nè noi lo fariamo, sichè non ve ne maravigliate ; se l'havemo facto, non credate, signore Honorato, faciamo sì pocha stima de voi, quanto dicite che, quando cossi fosse, ce pareria usare grande ingratitudine et che Dio non ce dovesse fare bene, ma, corno havete chiaramente possuto cognoscere, quello non ve havemo facto, è stato per non poterne più, et non dubitati, se Dio ci presta gracia de victoria, corno in brevi non dubitamo, ve faremo cognoscere quanto ci siano stati grati et accepti li servicij vostri, et che non sarete malcontento bavere patuto tanti detrimenti et affanni, corno havete facto, non obstante che senza quelli assai c'è nota vostra buona voluntà, ma pure ve ne restamo più obligati et meritamente pensamo più a l' exaltacione vostra et a beneficarve. A quanto scrivite de provederve de denari, corno supra dicemo et anchora vederete per la copia predicta, da hora in hora, actendemo haverne gran summa da la prefata maistà, et più li desideramo per potere subvenire a voi et l'altri nostri servitori che per nostra comodità propria. Havemo novamente lettre da monsignor d'Avigione (card. Alain de Coelivy) come a Firenze et Venetia sono arrivati ducati cinquanta millia per via de cambio. Havemo de continente scripto al magnifico Antonello Scaglione che, per questa cagione, facemo demorare da llà, omni mora postposita, veda de transmettere dicti denari da qua, delli quali, per fin che l 'altri ce veneranno, harete la parte vostra, sì corno è debito. Voi siti più vicino al prefato monsignor d'A vigione et possete, de questa cagione, intendere megliore ogni particularità. Signore Honorato, siate certissimo quando de presenti havessemo el modo a poterne supplire cossì voluntieri et più lo fariamo che tardare quindice dì o vinti; ché a noi non saria più spesa a l'uno modo ~omo a · l'altro, et a voi forse ne seguirria magiore comodità, qual reputariamo nostra propria. Li corrieri vostri havemo continuamente con ogni celerità spacciati, ma se loro tardanno et al andare et al venire, soggiornando per camino, non è defecto nostro. El portatore de questa giunsi alli XXI del presente; hogi l'havemo spacciato; non sapemo a che tempo arrivarà da voi, pure ve ne volemo havere avisato aciochè intendati non procede da noi. Confortamove a stare de bona voglia che fra pochi dì vederete saremo aiutati de tanti et sì diversi favori che pocho dubitarete de la optata victoria et sarete tolto da tanti affanni, li quali speramo vi si converteranno in piacere: da qua ve avisamo corno lo ili. signor principe (di Taranto), nostro patre, era andato a Leccie per dare modo a l' imprestansa de sue gente et ancora d'alcuna subventione al ili. conte lacomo (Piccinino) per essere in campo questo mese de marzo, . et de già credemo sia in camino per retornare. Qe quanto sentite da llà, vogliate darcene aviso, chè ce farete cosa gratia. Datum Lucerie, XXIIIJ februarij 1462. Jehan subscripsi.

1462 . II. 24.

Laurcntius.

C-2111.

Ortona - Antonio « de Acerbis • a Pietro Lalle Camponesco, conte di Montorio, vicerè di Abruzzo: - parla dei preparativi del re di Francia e del re di Sicilia in favo re del duca di Calabria; del · matrimonio della figliola del re di Francia col figlio del duca; del!' invio di I 00 mila ducati al duca di Calabria; de.Il'ordine a monsignore d' Arras di muover guerra, insieme con i soldati della Savoia, della Provenza e del Delfinato, al duca di Milano, qualora questi non si ritiri dal favorire

•> Vcdi

C - 2111 a pag. 177.


181

EPJSTOLARIVM HONORATI CAIETANI

re Ferdinando; del/' invio di ambasciatori al papa e al duca di Milano, perchè non o,tacolino l' impre!ia del duca di Calabria; delle sovvenzioni di danaro da parte del re di Sicilia; del/' imminente partenza del conte di Valmonl, con denari, galee e approvvigionamenti.

Fuori :

Copia littcre dominj Anlonii de Acerbi, ill .mi principia Taranti oralorja ad viceregcnti Aprutij comitem Montorij etc.

Entro: Copia. Illustri domino comiti Montorij et vicegerenti utriusque Aprutij. Magnifice domine et mi preceptor, post comendationem. V. S. vederà la lettera della m. 11 del signor re (Renato), per la quale po' ben conprendere quale sia la preparatione che la m. 11 del signor re de Franza et lo signor nostro de Sicilia fa et ancho hanno facta in favore del ili. signore nostro ducha de Calabria, ma perchè io vengo da loro signorie, posso de ciò dare et rendere bona certificatione. Perhò substantialmente scrivo ad V. S., quantunche io per prima pensai fare testa via in la mia tornata et presentialmente informare V. S. et la magnifica vostra comunità, puro con questa lettera supplirò. La substantia è che la maestà de re de F ranza ha presa la inpresa nostra per sua et, per evidentia certissima, ha dupplicato parentato con lo ili. nostro signor ducha de Calabria, corno so certo havete intiso et, in presentia de tucti ambasciaturj de Italia, ha celebrato lo parentato et dato, de sua spontania voluntà, la sua unicha figliola al ili. signor marchese, figliolo del ili. nostro signor ducha, con opinione che, in negli tempi, quella habbia ad essere regina et non duchessa. Et questo ha publicato ad tucti ambasciaturj italici, nè ad altro fine li bisognava duplicare parentato con li nostrj serenissimj signorj re et ducha, se non per acrescere agli prefati signorj reputatione; degli soi favorj, facto el parentado, subito havendo sentito lo bisogno, ha disborzati sopra C" scudi de Franza et datolj in mano de monsignore de Valdemonte (Federico di Lorena) et de monsignore de Marcilia (Nicola de Brancas), recipienti per lo ili. signor ducha de Calabria ; poi in mediate ha ordinato monsignore de Donas, alias lo bastardo de Orliens, che habbia passare in Astj et in Versegli con Vjc lancie de Franza, quali, per tucto marzo, serranno negli dicti lochi et io, nel mio venire, gli ho trovati ad fine che, se lo ducha di Milano non si ritira dagli favu1i de don Ferrando, quisti ronpano guerra una con gli soldati et gente de la Savoia, Provenza et Dalfinato et non sia sua maestà tenuta in tempo et per tucto lo dicto mese soa maestà se deve trovare a Lione et bisognando passare in Astj et rompere con intentione di non tiraui indireto, a posta de lo inimicho·: et per iustificarsi sua maestà manda, et io gli ho veduti et lassati in via, per soi ambasciaturj monsignore lo legato cardinale trabactensis a) (Francesco Todeschini Picco/omini il) monsignore di Costanza, lo episcopo d'Angiò b) ( Giovanni Beauveau )) et monsignore de Cremonte e) ( Giacomo de Comborne )) li quali, sensa fallo, so hora in Milano et poi passano ad Roma per ricercare la Stà de N. S. et lo signor ducha, che se removano da questa impresa et, volendo puro perseverare, sua m. t1, se scusa che, per multi ragionj, è obligata ad aiutare monsignore lo ducha de Calabria et havere li soi amici per amici et inimici per inimici et contra lo duca con la spada, contra lo papa per altra via se vole aiutare; onde stimo che forci quillj che fin in hora hanno favorito lo nostro inimicho, per miglior partito pensaranno altro, se non haveranno tanto affanno in casa loro che non poteranno actendere allj favorj d'altruj; et, dal suo lato, lo nostro serenissimo re de Sicilia, per diverse vie, ha accumulati L• ducati, onde, in quisto anno, havemo sufficiente numero de dinarj et parte ne so remissi in Fiorenza per mano de lo magnifico misser Pietri de Pacci, parte in V enetia et parte ne porta lo ill. signor conte de V aldemonte in le galee, lo quale con XIIJ galee et una nave, carca de grano, et altri navilij si parte di Provenza ad mezo quisto mese. Excellente signor conte, vicerè dignissimo, multe cose ve poteria longamente scrivere ad questo effecto, ma longo serria; questo ve concludo essere la verità et, se in una minima parte me trovate mentire, so contento me chiami ti falso, busciardo et homo de vile conditione. Questa lettera bastarà a V. S. et agli magnifici signorj de la Cammora, agli quali continue me reconmando. Per la lettera del v. m. capitaneo, mio honorando, credo sentente questo medesimo, ma forsa più diffusamente : concludo che V. M. S. possenosi rendere securj de la victoria de lo nostro serenissimo In Ortona, signore re de Sicilia, da la quale, per vostrj meriti et sua clementia, potete ben sperare. die XXIIIJ de febraro 1462. V. M. D. servitor Ant. de Acerbis orator ser.mi principis Taranti. a) For~e trabaricn1i1.

b)

For~c di Angen.

e)

For~c di Clennont.

_____.___ _ ....

._____


182

DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAE TANI

1462 . III .1.

C -1029. I.

Debito di Giovanni d'Angiò t>erso Onorato Caelani dal / 0 febbraio 1460 al 28 febbraio /462. Fuori:

Qui è lo saldo dc la rascionc del dinaro deve havere lo cxcellentc signor Honorato dall' illustriuimo monsignore duca dc Calabria.

Entro: Lo excellente signore Honorato Gaytano de Sermoneta conte de Fondi etc. de' havere da lo ili. mo monsignor ducha de Calabria per lo servito del suo stipendio, comensando adì primo de febraro MCCCCLX et finendo per calculo facto ad ultimo d'apri Ile MCCCCLXJ, che sonno misi XV, per lanza sexantasey et fanti sexantasey, ad raxione de ducati septe per lanza il mexe et de ducati duy per paga il mexe, de comandamento del prefato ili. mo monsignor, relatione facta per lo magnifico generale vicario ad Conrado de Catanj argentero et ad miser Thobia Genovexe, calculata et facta raxione: monta le lanze predicte, sicomo apare ne lo libro de_l prefato argentero, per lo tempo predicto servito ducati sey milia novecentotrenta videlicite . Item deve havere lo prefato signore Honorato per li fanti predicti per lo tempo servito ut supra ducati mile novecento octanta videlicet . . . Summa due.

vur'

6930

due.

1980 8910

VIIIJCX

Lo antescripto excellente signore Honorato resta ad havere da lo prefato ili. mo monsignore, per calculo facto del receputo cum li prefati magnifici vicario Conrado argentero et miser Thobia ac Anthonio Schagliono cum Michele da Mantua cancelerj del prefato signore Honorato, del servito predicto ducati sey milia septantasey videlicet . . • • Item de' havere lo prefato signore Honorato da lo prefato ili.mo monsignore per la provuuone sua de duy annj. ad raxione de ducati mille per anno, monta ducati-duamilia .

/

· due.

Summa in tuto servito et prov1x1one ducati VIIJ"' LXXVJ

due.

6076

due.

2000 8076

Item de' havere lo prefato signore Honorato lo soldo destexe (I) ·dal dì ultimo de aprille 1461 per tuto il mexe de febraro 1462, che sonno dece misi, per la · rata de cento lanze, a raxione de ducati septe per lanza il mexe, ducati setecento il mexe, monta . . . . . . ducati VIJM videlicet _ Item deve havere per fanti cento per lo servito ut supra, a raxione de ducati duy per paga, ducati ducento il mexe, monta ducati dua milia videlicet • • .

due.

7000

due.

2000

Summa ducati VIIIJm ./

9000

Summa summarum omnibus conputatis due. XVW' LXXVJ.

1462. III .18. Caslrocelo Fuori :

C-2150.

Memoriale dei denari ricevuti per la visita del vescovo.

A d1 XVIIJ martii 1462 Memoriale dc dinarj ricevuti per la visita del episcopo. ~

Entro: Memoriale delli dinarj ricevuti della visita dellu Colle per lu exceli ente signor H [onorato] conte de F undi etc. per mano de Angelo de Barletta in anno M°CCCCLXIJ 0 , xe indictionis. lmprimis dallu arcipreyte dellu Castro Celi 1> tarj quattro . • . . • Item da dompno Iannj dellu Colle tarj quattro . . . • Item da donno Coloczo dello Colle charljni octo et tornisi vintj, li quali ce have portati per sua parte Sancto Cerrone de Castrocelo in eodem die. 1 )

Nell'Inter/Ineo: ero ~alo

xrltlo. Colle, poi

tr. tr.

IIIJ , IIIJ

cancellato.

p: . . ...


183

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

C-2140.

[1462] . IV. 5.

Sessa Aurunca - Marino Marzano a Onoralo Caelani: - spera con le opere dimostrargli i suoi sentimenti di affetto fraterno; ha già scrillo e, appena possibile, . tornerà ad interessare Giovanni d'Angiò per lui. Fuori:

s.

Excellenti domino. Honorato Gaytano Sermone ti F undorum comiti etc. tanquam fratrj nostro honorando Regni Sicilie

l

Admiralus etc.

Entro: Excellens domine tamquam frater honorande, salutem.

\

Havimo receputa la lettera vostra et entesa. Non bisognia rengraciarccé de la nostra offerta, perchè ve certificamo che, corno ve la havimo scripta, simo disposto con effecto sequirla; et non solamente ve scrivemo, ma in tucto quello che ce sarrà possebele con la persona, genti et roba, ce trovarite sempre allo vostro succurso et favore, como ad honorando fratre che ve riputamo, et non bisognia, de ne scrivere nè in altra via reputareve per nostro servitore, corno scrivite, perchè, in verità, ve havimo in loco de fratre honorando et Dio ce presta gratia che con opere ve possamo mostrare quello amore che ve portamo in cosa. che sia utele a relevamento del vostro stato. De le nove che ce scrivite, multo ve rengraciamo pregandove che tucte cose che senterite digne de adviso, ne vogliate, quando occoresse, advisare. Del scrivere allo i. signor duca del facto de la V . S ., ve advisamo che ne havimo scripto et per mo' non havimo da ce mandare; pur, quando ce mandarimo, ce scriverimo corno scriverimo del facto nostro proprio. Et pur per Hector Scaglione che anderà, secundo credimo, presto alla sua i. signoria, ad bocca li mandarimo ad dire quanto sarrà expediente, certificandove che per modo alcuno porrà mancare che sua signoria non proveda al facto vostro in manera che restarete contento. Suesse, V 0 aprilis, X indictionis. Princeps Rossanj ] dux Suesse et Squillacij

1462

a). IV.10.

C-2142.

Roma - Il ·card. Scarampo a Caterina Orsini: di lei, Giovannella, con Pierluigi Farnese. Fuori:

intorno alle traltalive pel matrimonio della figliola

Magnifice domine domine ~tharine de Uninis Sermonete etc. commatrj nostre carissime.

L.

cardinalis aquileiensis domine pape camcrarius.

s.

1

Entro : Magnifica domina, conmater nostra car1ss1ma, salutem.

Inteso quanto ne scrivete de quel serria vostro acconcio in lo facto de vostra figliola et questo, non obstante ve ne remettete al parer nostr'o, non, deliberamo pigliarr:,.e determinatione alcuna, finchè Pierlovisio serrà qui, el quale de di in dì expectamo, secundo una lettera ne scrive, significandone esserse conducto con Napolione Ursino. Intenderemo luj, et sforzaremo adaptare le cose che, quanto possibile sia, passeno con satisfactione de tucte due le partL Rome, d1e X aprilis 1461. a)

•J Per la scrittura incerta fu letto i 462; ma evidentemente doveva leggersi 1461 riferendosi la lettera alle trattative del 6danzaménh.1, di cui a p:.g. 90, ()2 e I O?.

..

,_,..,,_.......


Do e u M ENTI DEL L' A Re HIV I o

184

e A ET A N I

C-2143.

1462. IV.14. Sessa · A urunca - Marino Marzano agli uomini e all' università di Pontecorvo : oassalli di Andrea Conti, perchè non sia loro fatta villania.

raccomanda alcuni

Fuori : Magnificia viria hominibua et universitatj Pontis Curvj amicis nostris carissimia. Regnj

Sicilie

s.

} Admiralua etc.

Entro: Magnifici virj, amici nostri plurimum car1ss1m1, salutem. Non solum per far lo stato de monsignor de Calabria ce movemo a scrivere la presente, ma etiam per cordiale affectione, quale non inmeritamente ve portamo, confidandoce assaj in voj. Dal magnifico Andrea Conte semo strectamente pregatj ve vogliamo recomandare certj soj vaxallj che monstra siano stato, più tempo fa, presonj in Ponte Corbo, non sapemo da cui, et non se lj fa quella debita compagnia che se recerca. Unde, havendo respecto che ipso et suo fratello novamente sian deventatj hominj del prefato ili. mo monsignore, ve recomandamo li dictj suj varallj non permettendo li · sia facla villania, pregando vogliate per modo operare che cognosca el prefato Andrea el nostro scrivere non esser stato sensa effecto. Offerendoce ad omne vostro piacere. Suesse, XllJJ aprilis 1462. Princeps Rossanj l Suesse et Squillacij dux i etc.

1462 .V. 2.

C-2153.

Intorno ad una contesa avvenuta a Ceprano ira partigiani di don Ferrante e del duca Giovanni d'Angiò. Ihesus Cristus. Anno Dominj M0 cccc0 LXJJ 0 , die secundo maj, xe indictionis. Venendo Petrj de Salvatore de la F aymo de Pontecorvo da Ceperano, che venia per rescotere lu fratre che sta presone là, scontao ad messore de Pemano de sopra lu Rio quanno veni da qua da Sancta Margarita et toccandose la mano lu dicto messore se tomao collo dicto Petrj per lu portare in casa soa et fare li honori; et, essendo arrivati ad Sancto Petrj, denanti la poteca de Bartolomeo de Basi, dove erano li socto scripti homini de Roccasecca, toccandose la mano collu dicto Bar. 0 de Basi, lu dicto messore disse ad lacomo Urzulo et ad Cola de lanni Pecza: « Dicevate che lu conte de Urbino (Fed. di Montefeltro) era ad Campomorto et quisto che vè de Ceperano ne senteria cobelle se ne fosse qual che cosa ». Et ad questo respose lacomo Urciolo et dixe : « Ecco Donato de Arpino che lo dixe » ; et lu dicto mesore respose et dixe : « So certo cha paricchi vorriano che fosse se no è, ma se vederà chi vencerà, se lu duca Iuhanni, se re Ferrante ». Et ad quisto respose lu abbate de ~aneto Vito: « Tu lo farrai vencere cha li ha facta la oratione alla messa de questa maytina ». Et lu dicto messore respose et dixe: « Per despecto de quanti ragonesi ce songo, lu signore ha tanti angioini in questa terra per despecto de quanti sete, se ben venesse lu conte de Urbino, lu signore tenerà questa terra » • Et dicto questo lu dicto Bar.0 dixe una con lacomo Urciulo: « Pensaraite essere più liale tu allu signore Honorato che li altri? • Et lu dicto messore disse: « Se vederà chi sarrà piu liale »; et poi se voltaro li dictj Bar.0 et lacomo Urcilo dicendo: « Mente per la gola chiunca dicesse che io sia ragonese; ma se sa in questa terra ·chi so traditurj I » Et poy lu abbate se voltao allu dicto messore dicendo: « Tu menti per )a gola, corno ad traditore, che io sia ragonese et male ne agia populo che crede ad tali preveti che diceno la messa che portano odio ». Et essendo in questa contesa, fra le molte parole diete da lu messore et circumstanti, se levò lannj Scoito con dire queste parole: « lo non posso fare che non ce


E PISTOLA Rl V M HONORA TI CAI ET AN I

185

responda et dica quattro parole; io vorria essere da tanto con honore dellu mio segnore de dare lu stato ad re Ferrante et metterelu sopra dellu duca luhannj •· Et poy questo, sopravenne lu capitano et, collu so comandamento, imposse silentio alla dieta contentione. Quilli che lo audero foro più persone, ma non se recorda se no de quisti, videlicet: Simione Pecza lanni Pecza Scariotta Lisi Bordone lacomo Urciulo Cola de Rampino Antonio de la de Castro.

1462 .V. 23.

C - 2151.

Lucera - Giovanni d' A11giò a Onoralo Caelani: - si scusa di non avergli potuto mandare maggior somma di danaro e gli dà varie notizie sul!'andamento della guerra e su diversi personaggi. Fuori:

Magnifico et strenuo consiliario 6deli regio paterno Honorato Gaetano Sermineti F undorum comiti etc. nobis sincere dilccto.

s.

Dux Calabrie et Lothoringie etc. patemi Regni Sicilie loeumtenem et vicarius generalis.

. Entro: Magnifice et strenue consiliarie fidelis regie paterne, nobis sincere dilecte. Havemo recevuto vostra lettera et inteso quanto scriviti del spacciamento ve ha portato ser Michele vostro. Non dubitati chè troppo ben conoscemo quillo dinaro essere stato pocho al bisogno vostro et a quello noi semo tenuti per la prestansa vostra, ma c'è necessario . fare el taglio secondo è el panno. Per quillo dinaro che c'è venuto, ve ne havemo facta quella parte è stata possibile et per tanto ve pregamo vegliati haver patientia et remediare ne la megliore forma che potreti, chè, a la iomata, di quillo ce venerà, sempre providerimo ne habiati la parte vostra: et a questo bisogno vegliati considerare la possibilità nostra et non quello in che ve semo obligati. El conte d'Urbino, è vero, ha havuto alchuno p[och}o dinaro dal papa; dal duca de Milano non ne ha havuto nè ha speransa de haverne più, sichè dativi buona· voglia, chè lui non porrà fare quello che se pensa dare ad intendere ad altri. Visto quanto scriviti del providere de alchune gente da le bande da là, ve avisamo chome se è ordinato lo ili. signore misser Sigismondo se ne venga da quelle bande, el quale ce serà ben presto et per lo simile credemo in quest'hora ve debia essere arrivato el magnifico Deiphebo de l'Anguillara, la venuta de li quali serverà non solum al favore di quelle bande ma etiam al facto de l' ili. duca de Sora (P. G.-P. Cantelmo). Et di quello che per cifra ne scriveti, noi, dal canto da qua, in questi di, havemo recoverata tucta la montagna de Sancto Angelo, che era la turbatione de tucta questa Puglia et che era cagione farne stare da le bande da qua, avisandove, tra l'altro, habiamo havuto la cità de Vesti et vinto lo castello per forsa, chome peraltro ve havemo scripto: solum resta el castello del monte de Sancto Angelo, el quale sta assediato in modo che, per fame e per ogn' altro respecto, li bisognarà pigliare partito. Lo ili. signor principe (di Taranto), nostro patre, una con lo conte lacomo (Piccinina), in questi di passati, sono stati a campo a Trani et reducta la terra a la nostra fidelità. Hanno lassati alchuni fanti per lo assedio del castello et venuti a campo a BarÌecta, la quale credemo, in quest' hora, per lo simile sia accordata. Noi damo ordine de essere presto in campo et, la prima levata farimo da queste parte, intenderne spengerce da le bande da là et con tal potentia che potremo exequire ciò che vorremo ; et cossi ve confortamo a starne de bona voglia, et per lo simile potreti confortare tucti li amici et servitori de quelle parte. Del magnifico vostro figliolo non bisogna ce dati recordatione, chè lo havemo bene in memoria et, per via de excambio che ce accadesse e per ogn'altro modo possibile, haremo cura recoverarlo. Inteso quanto scriviti de la lettera et ambasciata v'è suta facta per parte del dicto conte d'Urbino 24


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

186

et per lo simile vista ... I) vostra ... I) le vertù son tante et tale et per experientia havemo conosciuta la costantia vostra essere tale che non potristivo fare nè pensare cosa che contro lo vostro honore fosse, certifìcandove, et de reputatione et de honore et de stato, questo ve renderà sì gran fructo che ne seriti voi et tucti vostri perpetuamente contenti: chè, preter et ultra tucti I'altri gran servitii da voi recevuti, quisto concepto fati de l' honore vostro, ne fa essere a voi più che obli gato. El magnifico Filippo Lancurta, 2> che haveamo mandato a la mae~tà de re de F ransa, in quisto punto è ritornato da noi et portatoce novella de le gente d'arme passate contro lo duca de Milano per rompergli subito guerra, al caso che, de continente, non revoche tucte le gente sue da questo Reame et, per lo simile, per lo a11_1basciatore, che in quest' hora deve essere arrivato dal papa, per toglierelj la obedientia, notificarli el conseglio et commandare a tucti cardinali, prelati et altri beneficiati de Fransa se ne debiano retornare in Fransa socto pena de perdere tucti loro benefìcij, dando loro tempo solum uno mese de partirnese; sichè ve confortamo a stare de allegro animo chè, da ogni canto, vederiti le cose nostre prosperare in modo che non se porà dubitare de la victoria. Datum Lucere, die XXII] maij McccclXIJ 0 • Jehan subscripsi.

A. Paganus.

C-2160.

1462 . VIII. 18.

Troia - Giovanni d'Angiò a Onoralo Caelani: - descrizione della batlaglia di Troia; Giacomo Piccinino conduce gran parie del!'esercito a Venosa presso il principe di Taranto; sollecita l'arrivo degli alleati. Fuori :

Magni6co consiliario fideli regio paterno Honorato Gaetano F undorum comiti etc. nobis dilccto et carissi~o.

s.

Dux Calabrie et Lothoringie etc. patemi Regnj Sicilie locumtenens et vicarius generalis

Entro: Magnifièe consiliarie fidelis regie paterne, nobis sincere dilecte. Per darve noticia de questo dì ce è socceso, ve avisamo come essendo li nemici a campo a l'Ursara, la quale havea preso tempo tre dì de accordarse con loro, non havendo tra questo mezo da noi soccorso, deliberassemo andare a pigliare un · monte vicino al campo loro per dare favore a la terra. Et cossì, questa matina, partiti dal nostro campo con lo nostro exercito, tirassemo verso el decto monte dove, gionti et montando tucti via li nostrj fanti, scopressemo li nemici essere descesi al basso ordinatamente con loro squadre, quali erano stati avisati noi andare al soccorso predicto. Unde lassammo de più montare el monte et, andati verso loro, ne appicciassemo insemj et fessemo sì aspro facto d'arme quanto fosse ancora mai facto per longo tempo; et essendoce a le manj, alcuni de loro· se ne andarono a li nostrj allogiamentj, et, accorgendose de questo la nostra fantaria, lassati noi, andarono loro medesmo anci de nemici a sachigiarle. Sentendo questo, noi ce andammo a soccorrere che ne recoverammo gran parte de carriagi et pigliati assai hominj d' arme, tanto che, a la fine reteratase l'una e l'altra parte, trovamo che molti più havemo presì de li loro che essi de nostrj in modo che, s' il caso de li decti carriagi non succedeva in cotal modo, l<;>ro ne hariano portata la pegiore. Ma volendoce in questo expeditamente. providere, lo ili. conte lacomo (Piccinino) se ne va a l' ili. signor princepe (di Taranto), _nostro padre, quale è a Venosa, e portato con esso gran parte del exercito del suo et del decto signor princepe, el resto de le gente rimaste con noi, chè speramo in pochissimo tempo se farà tal provisione che più presto serimo superiorj a decti nemici che e·qualj. Et, per lo simile, loro tanto de l'hominj d' arme persi et feriti chome de cavis.Ilj stanno in modo che, per più di, loro bisognarà de refarsi: et per questo ve vagliati confortare più mò che mai; et per disturbare ogn'altro designo de nemicj, scrivemo a l'ill. signor princepe ( di Ro5$ano), nostro fratello, voglia, con tucto suo sforso, accelerare la sua venuta et cossì a l' ili. duca de Sora (P. G.-P. Cantelmo), Deiphebo (dell' Anguillara) et ad altrj signorj. Per lo simile pregamo voi, quanto possemo, con tucte vostre gente sensa nisuno tardare, debiati subito venire, chè la sollicitudine vostra darà exempio a fare co~ diligentia venire l'altrj. In questo ve piacza usare ogni expedicione, 1)

I

Danno nella caria.

I) Sollollncota ; nel mar•lne ln/erlare di altra mano i acrlllo: Leaiocurta.


f87

EPJSTOLARIVM HONORATI CAIETANI

chè doveti sapere, essendomo tue ti uniti insemj, daremo ad intendere al nemico, che 'I suo pensero l'ha Troye, XVJIJ augusti 1462. Et da là manfallato. Non dubitamo fareti chome in voi confidamo. diamo el spectabile Marino Marsella, che quanto da nostra parte ve dirà, gli dareti piena fé, come a noi proprio. Andreotius. Jehan subscripsi.

1462 . IX. 26.

C-2162.

Milano - Francesco Sforza, duca di Milano, a Onorato Caelani: - manda Fado Gal/erano presso re Ferdinando per la liberazione di Nicola Caelani; . lo comiglia a ridur,i a devozione del re; s'interesserà· circa le differenze di lui con Onoralo Gaetani, conte di Fondi. Fuori :

Magnifico amico nostro ciirissimo Honorato Gaetano Scrmonctc etc.

s.

Entro: Magnifice amice noster canss1me. Havemo inteso quanto ne ha decto et exposto Jacobello (Matti) da Sermoneta, vostro cancelliero: volgliamo operare circha la liberatione dello spectabile cavaliero d. Nicola Gaetano, vostro filgliolo, detenuto dal 1459 fine al presente per la m.11 del s.re re nel Castello Novo de Napoli. Et desiderosi noi fare cosa che piaccia alla M. V., havemo imposto al nobile F acio Galerano, nostro familglio, dia opera con effecto colla prefata maestà del signor re et con qualonqua altro serà expediente et necessario che omnino consequisca la liberatione et relassatione de epso vostro fiolo, sperando certamente farà tale opera che la M . V. restarà bene contenta. lnsuper, perchè la M. V. vede et cognosce apertamente la victoria la m.11 del re ha conseguita et ogni dì consequisce, pregamo quella ad redurse alla devotione del signore re et ad pilgliare questo partito salutifero et buono per la M. V. et quanto più presto melglio. Circha le differentie vostre col magnifico signore conte de Fundi, vederà V. M. che, dal canto nostro, non gli mancharimo de niente in che speramo gli farimo bona opera, come de tucto più ad pieno ha vemo dicto ad epso vostro cancelliero, et informatolo de quanto ve habbia ad referire per nostra parte, al quale piaccia alla M. V. credere et darli piena fede come alla persona nostra propria. Mediolani, XXVJ 0 septembris MccccLXJI. R. n. pi.

1462. X. 6. Firenze -

C- 2163.

Il card. Scarampo a Caterina Orsini: -

Fuori :

Magnificc domimc diie Catarine dc Uninis Sermoneti etc. commatrj nostre carissime

L.

cardinalis aquileicnsis

dominj pnpc camerariua

circa la spedizione di certi panni:

s. J etc.

Entro: Magnifica domina, commater nostra carissima, salutem. Tornato acobello (Malli) vostro da Milano, dessemo spacciamento al faccenda de li velluti et sete, secundo ordine de la vostra lista : le quale cose tucte, come nostre, per le gabelle che non se havesseno a pagare come nostre cose, le havemo mandato a Roma in mano del nostro miser lo vescovo de Frequento, dal quale le pigliarete. Bene valete. Ex Florentia, die Vj octobris 1462.

r


... DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

188

C-2201.

[1462].X.6. Sessa Aurunca - Marino Marzano a Onoralo Caelani: per informarlo di tutto. Fuori :

Exccllcnti domino et tamquam fratri nostro honorando domino Honorato Gaytano Scrmoncti F undorumquc comiti etc. Regni Sicilie

J

risponde che presto gli manderà Andrea

s.

Ammiratu1 etc.

Entro: Excellens domine et tamquam frater honorande, salutem. Havimo receputa la lictera vostra et intiso quanto per lu presente ce è stato explicato per parte de V. s·. Advisamo · pertanto V. S. che presto ve mandarimo missere Andrea, nostro fidato, per lu quale ve advisaremo de tucto. Offerenctes etc. Suesse, VJ octobris, XJ indictione. Princeps Rossanj dux Suesse et Squillacij

l

1462. X.19. Napoli -

J

Arch. Stato di Milano: Carteggio Estero, Napoli.

Facio Gal/arano al duca di Milano: -

pratiche per la liberazione di Nicola Caelani.

Illustrissimo Signor mio. Da Beleb·i avisay la Vostra Excellentia dell'esser giunto lì, da poi non hovi più scripte per non essere achaduto al bixogno. Et per questo facio avisato la Vostra Signoria corno sabato proximo passato aryvai a Gayeta e trovay il mare molto fortunoso et così era stato parecchi di inanzi; pur la matina seguente fu bon tempo et subito montay sopra una bona fusta con un'altra fusta et una saietera per scorta in modo che in tre hore fussemo a Castellamare. Et quella sera propria furono là in porto due galee de Ischia, che credo havessero presentita la venuta mia ; pur Dio sia lodato che sono qui a salvamento ieri sera. Questa matina lo signor conte de Fundi (Onoralo Il Gaetani), volendo sua signoria cavalcare verso la maestà de lo signore re, havendo esso signore inteso la mia venuta, venne molto per tempo a trovarmi domandandomi stretissimamente de Vostra Signoria et offrendosi a tute quelle cose bixogniasse che a Vostra Signoria fussero grate etc. (omissis). lo molto lo ringratiay de tante offerte e, dopoy molte cose, presentatoli le lettere de credenza de Vostra Signoria, lo recerchay per parte vostra circa la liberatione de miser Nicola Gayetano cum quella più humanità che a me fosse possibile, allegando a sua signoria le infinite casone quale moveano Vostra Signoria a fare tale rechiesta. Et per sua signoria et ancho per me furono dite cose assay e tute humanamente. Tandem la conclusione fu questa che sua signoria voleva cavalcare verso la maestà del signor re, quale si trova in quello del conte di Campobasso (Nicola di Monforte) e che io me trovaria là et che poy insieme le parlaressimo sopra questa materia et che semper s'adaptarà a fare tute quele cose che sono grate a la Vostra · Excellentia. Non ·so quello sequirà; dubito che sarà alquanto difficile la liberatione de dicto messer Cola; pur nondimeno si farà tanto quanto per Vostra Signoria m'è stato comisso et niente più (omissis). Ex Napoli, die XVllll octobris 1462. Ili. Dominationis V estre s e r v u s F a c i u s G a Il a r a n u s .

[1462) .X. 25.

C-2203.

Sessa A urunca - Marino Marzano a Onoralo Caelani: - per non incorrere entrambi nella pena prevista dalla tregua con Piedimonle, /accia subito restituire al conte Marco persone, bestie e grano, presi dai soldati di lui. Fuori:

ExccUcnti domino Honorato Gaytano Sallincti (1) cl F undorum comi ti etc. tamquam fratrj nostro honorando

Rcgnj

Sicilie

1

s.

Admiratus etc.

Entro: Excellens domine tamquam frater canss1me, salutem. Per omne bono respecto et per bene de li vostrj vassallj, de li quàlj non havemo minura cura che de li nostrj havemo, Vostra Signoria


169

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

con li vostrj con fiducia in la trega che havemo facta con Pedemonte: per tanto ve piacza per quello amore che è intra nuj observarela et farela observare usque ad unguem. Et perchè nanti li capitulj de la trega fossero concluse, essendo levata la offensa intra li nostrj et Pedemonte et l'altri vassallj de lo conte de Fundo (Onoralo II Gaelani), in ne la quale levata de offensa fiducialiter fecimo includere Vostra Signoria et li vostrj, uno lacobo de Thora, che era vostro soldato con certj altri de li vostrj, hanno pigliatj tre de Alvegnano con cinquo bestie et cinquo sume de grano. Per tanto ve pregamo. per quella fraternale effictione, che è intra nuj et per quanto non volissetj che incurrissimo alla pena de sey milia ducatj, che subito vogliati fare conducere la bestiame, lo grano et li persone ad Sancto Angelo de Roba Canina(?) in mano de lo magnifico conte Marco, che se possano rendere, altramente forriamo caduti in la dieta pena et la dieta trega se intende ne li terre de F rabicio de Lagonessa et de misserj Iacoho Suesse, xxv0 octobris, XJ 0 indictionis. Gaytano et de li conmandatj de lo conte. Princeps Rossanj dux Suesse et Squillacij

[1462]. X. 28.

J

C-1000.

Sessa Aurunca - Marino Marzano a Dei/ebo dell'Anguillara: - tenga l'occhio addosso a cerio Antonio Damiano, giunto colà, probabilmenle con inlenzione di far aver la città di Venafro al Conlicello, di cui era sia/o prigione. Fuori:

Excellenti domino Oeyphebo de Anguillaria armorum etc. ductorj etc. tamquam fratri nostro carissimo Regnj Sicilie

s.

}

j

Admiratu1 etc.

Enlro: Excellens domine tamquam canss1me, salutem. Advisamo V. S. corno per certi nostrj fidati, che so secreti, simo stati advisati che 'I Contecello have, più dì, tenuta practica con uno Antonio Damiano de V enafro, che tenea presone, de liberarelo et ipso Antonio actendere de li fare avere Venafro et intra ipso et lo Conticello" non era altra differentia senonchè lo Conticello volea [o]stagi tucti duj li filj del dicto Antonio, et quillo ne lj volea dare uno. Al presente ne lj ha dati tucti duj [o]stagi et ipso è venuto in Venafro. Et perchè dubitamo che venga ipso Antonio con deliberacione de sequire quello che con lo dicto Conticello ha practicato et rasonato, per questo ne advisamo V. S. che li habiate lo occhio indosso, et provedatece per la meglior via che ve parerà, advisandone che iunti che foro li filj del dicto Antonio in Prata, con gran pressa se partio Antonio predicto. Suesse, XXVIIJ 0 octobris, XJ indictionis. Nui sarrimo in quesse parti, se ad_ Dio piacerà, lunedì. Datum ut supra. Princeps Rossani · dux Suesse et Squillacij

1462. X. 28. «

C-2166.

Rivasonorj » - Giovanni d'Angiò a Onorato Caelani: mandi al più preslo le spingarde. Fuori:

Magnifico et strenuo conailiario regio paterno fideli Honorato Gaetano F undorum comiti Sermonetique ac armorum etc. nobis sincere dilecto Dux Calabrie et Lothoringie etc. patemj Regnj Sicilie locuntenens et vicarius generali,

l 1

che non si muova da Venafro e che gli

s. l j

Magnifice consiliarie regie paterne fidelis nobisque sincere dilecte. Havemo recevuta et inteso vostra lettera et quanto scriveti. V e pregamo vogliate suprasedere lì finchè da noi hareti altro aviso.


Do e u M E N T l D EL L' A Re HIV lo e A ET AN I

190

Scrivemo al strenuo Lucantonio, per lo simile, voglia con voi soprasedere finchè pigliaremo altra provisione. Et si ancora voi fossivj iunto con lo ili. signor Principe (di Rossano), nostro fratello, retornareti a suprasedere a Venafrj. L'altro dì, ve scripsemo che portassivj quelle nostre spingarde: ve pregamo ce le vogliati mandare quanto più presto et commodo ve sarà. Ceterum ve dicemo al facto di quelli doi presoni, vogliatilj mandare a Monterodonj lo più honestamente posseti et lì le examinare multo bene, et avisaretice de tucto. Scrivemo al capitano ve le done in vostre manj et, per lo simile, li scrivemo ve debia dare le spingarde et le bestie da portargle: et in ciò vogliate usare diligentia. Ex Rivasonorj, 0 XXVUJ octobris 1462. Jehan subscripsi.

Laurentius.

1462.X.30. «

Rigosonorj • Fuori:

C-2167. Giovanni d'Angiò a Onorato Caetani: -

Magnifico consiliario regio paterno 6deli Honorato Gaetano comiti F undorum Sermonetique etc. nobisque sincere dilecto.

come la precedente.

s.

Dux Calabrie et Lothoringie etc. paterni } Regnj Sicilie locumtenens et vicarius generalia j

Magnifice consiliaric regie paterne fidelis nobisque sincere dilecte. Chome per un'altra ve havemo scripto, ancora per questa ve replicamo che vogliati suprasedere lì fin a la venuta nostra, o vero che da noi hareti altro aviso. El simile scrivemo al strenuo Lucantonio voglia restare con voi. Et si fussivj giunti con lo ili. signor principe (di Rossano), nostro fratello, vogliati tornare a suprasedere a Venafrj. Volemo che quellj dui presonj ha presi el capitano, al quale heri scripsemo, vi le devesse dare in manj, li mandiati con lo più honesto modo posseti a Monterodonj et lì le examinare multo bene: et avisatece de tucto. Datum Rigosonorj, penultimo octobris 1462. · Scripta la presente, havemo rccevuta vostra lettera in cifra: a la quale non ve respondemo altro che quanto è dicto de supra. Noi saremo presto da là et faremo bona provisione. Jehan subscripsi. Laurentius.

1462 .X. 30.

C-2165.

• Rigosonorj • - Giovanni d'Angi~ a Onorato Caetani: - renda a Lucantonio la propria roba e gli facda dare lo strame per i cavalli; n()n si muova fino alla sua prossima andata colà. Fuori:

Magnifico consiliario fideli regio paterno Honorato Gaetano F undorum comiti Serminetique etc. nobiaque sincere dilecto.

Dux Calabrie et Lothoringie etc. patemj regnj Sicilie locumtenena et vicariu1 generali.a

l

s.

Entro : Magnifice consiliarie regie paterne fidelis nobisque sincere dilecte. È stato da noi el magnifico Lucantonio, al qual ce pare et piaceriane li rendisseti la roba sua, non novandoli alcun'altra cosa. Imo ve intertenessivj al più humanamente con lui che potreti, et questo per ogni buon respecto, perchè la venuta nostra, la quale sarà presto, speramo redurre la cosa in forma che sareti ben contento. Similiter vogliatili fare dare strame per li cavallj soi. Ceterum, visto quanto in cifra ce scrivete, laudamo et pregamo, corno per altre ve havimo scripto, la dimora vostra fin al venir nostro che indubitatamente Datum Rigosonorj, penultimo octobris 1462. sarà la conservatione de quel luocho ( Vena/ro). Jehan subscripsi. Laurentius.


,•'

,. EPISTOLARIVM HONORATI CAJETANI

1462. X. 31.

191

Prg. 1170.

Terracina - Il sindaco e gli officiali di Terracina, passali dall'obbedienza di re Ferdinando a quella del pontefice, assicurano ai vassalli di Onoralo III Caelani di Sermone/a libero transi/o per i territori di Terracina e di San Felice e protezione dai vassalli e stipendiali di Onoralo II Gaetani, con/e di Fondi. Anno millesimo quadricentesimo sexagesimo secu~do; indictione decima, pontificatus Pij pape secundi anno quinto, mensis octobris die ultimo. Clemens Lampadarie de ci vitate T erracene, generalis scindicus comunitatis civitatis Terracene, Antonius Bellj Balli, F ranciscus Vis~onte, lacobus Petri Murconis, Mactheus magistrj lohannis, Ruscius Simonis, Antonius Capoferrj, Marfius, lohannes Rentij Panici et Antonius lanninj novem officiales comunitatis civitatis iam diete, cum consensu dominj lohannis de Maczancollis de lnterande, apostolici protonotarij ac civitatis Terracene in spiritualibus et temporalibus gubematoris, promiserunt pro parte eorum et comunitatis et pro parte domine Catarine de Ursinis, consortis domine Honorati Gaitanj Sermineti etc. quod omnes suditi, vaxalli et sequaces ipsius Catarine de Ursinis ac etiam Honorati coniugis, commorantes ac transeuntes per silvam et territorium civitatis T erracene et Sanete F elicis, libere et secure, de die et de noete, in sii va et territorio T errac~ne et Sanete F elicis stare, transire et commorare possint cum eorum bestijs et rebus ibidem affidatis seu conductis et assecuratis per dictos scindicum et officiales ac gubernatorem seu eorum successores, ita quod non erunt in dictis territorio et silva ab aliquo eorum iurisdietionj subiecto offensi tam in rebus quam in personis neque a subditis, hominibus, vaxallis seu stipendiarijs Honorati Gaitanj comitis F undorum et Baldesaris comitis Murconis, eius filij et generalis locumtenentis, per totum mensem maij futurum: cum hac conditione quod si per quoscumque eorum iurisdictionj subiectos seu stipendiarios comitum F undorum et Murconis per totum · mensem maij iniurie seu danna illate fuerint aut bona ablata subditis, vaxallis et sequacibus Catarine seu Honorati eius coniugis, illa promiserunt scindicus et officiales satisfacere infra unum mensem computandum a die querele exposite: quo mense elapso post expositam querelam per Catarinam gubernatorj, scindico et officialibus civitatis predicte et per eos non fuerit sibi Catarine de dannis illatis tam per suiectos eoruni iurisdictionj quam per vaxallos, subditos et stipendiarios comitum F undorum et Murconis satisfactum, tunc licitum sit Catarine executionem facere in bonis et rebus tam diete comunitatis quam hominum diete comunitatis usque ad emendam dannj illati: hoc tamen intellecto quod, si dictam conventionem oportere revocare per ipsos scindicos et officiales vel eorum successores, dicti scindicus et officiales promiserunt Catarine per decem dies ante notificare ; omnia promiserunt observare sub ypotheca et obligatione omnium bonorum diete comunitatis et suppena (I) mille ducatorum, applicanda pro medietate domine Catarine cum refeczione (I) dannorum, expensarum ac interesse, et pro reliqua medietate illj curie cuj facta fuerit Actum Terracene, in domipus episcopatus terracinensjs: Bartolomeo Pemutis, Marcho proclamatio. Rosa et notario Dominico Rosa testi bus de T erracena. Marchus Mundj de T erracena imperiali auetoritate notarius. ST.

1462. X. 31.

Arch. Stato di Milano : Carteggio Estero, Napoli.

Benevento - F acio Gallarano al duca di Milano: la liberazione di Nicola Caelani.

Ferdinando I gli ha dato o/time speranze per

Ili. mo Signore, Gionsi qui a Benevento (omissis) a dì XX de questo. Et intendendo il campo quale stava contra Sancto Martino, terra del conte Cola (Nicola di Monforte), da Campobasso venire verso le terre del principe de Rossano (omissis). Da poi adì 27, essendo giunto al campo qui presso a X miglia presso a Fregnisto, terra nel castello del soprascritto conte Cola (omissis), fui cum la maestà del re sopra la liberatione de misser Nicolò Gayetano, come la Vostra Excellentia me co.misse, et in effetto me respose ch'io aspettasse che 'l conte de Fundi (Onoralo Il Gaetani) fusse in campo et che operaria che 'l remanesse contento de dita liberatione in quelo modo che richiede Vostra Signoria. La qual cosa sarà difficile, benchè sua maestà me ne ha data bonissima speranza. Sichè, lllustriss. 0 Signore mio, me so ridotto qui a Benevento per non potere stare in campo per il grande freddo et vento quale


Do e u ME N TI D EL L' A Re Hl V lo e A ET A N I

192

gli è, et qui aspectare che dicto principe sia in campo, qual si aspetta de dì in dì et, poy che sia gionto, subito ne caverò le mani et cum honesto modo, e de tuto ne avisarò la Vostra Excellentia, a la quale me recomando (omissis). Dato a Benevento, adì 31 ottobre 1462. Illustrissime Dominationis Vestr~ se rvitor Facius Gallaranus cum recomandatione.

C-2170.

1462. XI.1.

Cmtel di Sangro - Giooanni d'Angiò a Onorato Caetani: - ordini le stanze e quant'altro occorra per il suo arrioo in Macchia; non si muooa, ma allenda al governo della città. Fuori: ·

Magnifico conailiario 6delj regio paterno Honorato Gaetano F undorum comi li Sermoneti etc. nobia sincere dilecto

Dux Calabrie et Lothoringie patemi Regni Sicilie locumtenena et vicarius generalis.

s. }

j

Entro : Magnifice consiliarie regie paterne fidelis nobisque sincere dilecte. In quest• hora, essendomo quj arrivati, recevectemo vostra lettera, et inteso el caso soccesso che n'è dispiaciuto, pure essendo facto, è mesterj havere pacientia. Noi ne partiriamo domatina, ma sonno supragionti l'altrj nostrj, quaj son stracquj ; chè parleremo postdomane con lo nome de Dio et andaremo a Machia. Ve pregamo vogliati scrivere che ce siano ordinate le stancie et quello ce bisogna : et voi non ve partiti da là, ma attendiate al bon governo de quella cità, chè speramo presto essere insemj et daremo bona provisione a quanto bisogna. Datum in Castro Sangrj, primo novembris 1462. Jehan subscripsi .

Laurentius.

1462. XI. 4.

C-2171.

Roccarainola (negli accampamenti presso) - Marino Marzano a Onoralo Caelani: - avuta assicurazione di una congiura di Giovanni Grande contro la sua persona, lo prega di farlo pigliare e di mandarglielo. Fuori:

Magni.6co domino Hono-

rato Gayetano F undorum comitj tamquam fratri honorando Regni Sicilie

l

s.

Admiralua.

Entro: Magnifice domine tamquam frater honorande, salutem. Perchè nuj havemo sentito certissimo de certo tractato che ne volea fare Giohannj Grande, che ne volea fare morire, inpertanto si ne voleti bene, corno semo certissimj et che amaiatj (I) la vita et honore nostro, voliatelo, per nostro amore, pigliarlo et mandarlo in le mane nostre, chè magiore gratia non ne poresti fare al presente de questa. Datum in nostris felicibus castris propre arcem Ravinole, die quarta novembris MccccLXIJ. } Princeps Rossani Dux Suesse et Squillacij j manu propria ·subscripsi.

1462.XI. 6.

C-2155.

Cerro al Volturno - Giovanni d'Angiò a Onoralo Caetani: - per il ,uo arrivo a Macchia, voglia ordinare gli alloggiamenti anche per Marino Marzano e per P. G.-P. Canlelmo Fuori:

Magni.6co consiliario 6deli regio paterno Honorato Gaetano F undorum comiti Sermonetique ac armo rum

capitaneo etc. nobis carissimo, Dux Calabrie et Lothoringie etc. paternj regni Sicilie locurntenem et vicarius generalis.

s.

}

j

Entro: Magnifice et strenue consiliarie fidelis regie paterne, nobis carissime. Recevuta vostra lettera, a la quale non faremo risposta, chè, essendo hogi giunti quj, domatina partemo et saremo a


193

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

Machia; postdomane, con cl nome de Dio, ne transferiremo in quella cità et Il pigliaremo buono Datum ex Cerro, V1° novembris 1462. ordine a quanto bisognarà. Per la presente non dicemo altro. Post datum. In quest' hora havemo molato preposito, chè, domane a sera, verremo · allogiare ]à. Vogliate ordinare li allogiamenti secondo per lo memoriale havete havuto da Campobasso, et ancora per 1a persona de l' ili. princepe, nostro fratello, con so1 de casa, et cossi per lo ili. duca de Sora. In questo usareti bona diligentia. Datum ut supra. Jehan subscripsi .

Laurentius.

(Su ligula): lo Loisi Dentice me recomando a la V. S . et pregovj me trovati bono allogiamcnto, perchè non ho cosa che sia al mondo, et cossi ve prego ne trovati un altro buono per Laurenso, secretario, vicino a lo alogiamento de monsignore.

1462 .Xl.17.

C-2172.

Sermoneta Procura Ji Caterina Orsini e dell' università di Sermoneta in persona del cancelliere Giacomo Matti, per chiedere al card. Ludovico Scarampo in Firenze un mutuo di 2000 ducali per il riscatto di Nicola Caelani. In nomine sanctç et individuç T rinitatis amen. Anno a nativitate Domini nostri lesu Christi benedicti 1462, pontificatus vero sanctissimi in Christo patris et domini nostri domini Pij divina providentia pape Il anno 5°, indictione xa., mensis novembris die 17. In presentia mei notarij et testium subscriptorum ad hçc specialiter vocatorum et rogatorum, constituti personaliter primo magnifica et excellens domina domina Catharina de Ursinis, consors atque generalis commissaria magnifici et excellentis domini domini Honorati Gayetani Sermonetç, nec non gubematrix et tutrix legitima ex parte dicti sui excellentis consortis videlicet [domini) terre Sermonçti et castri Bassiani, ac pertinentiarum et districtus totius Maritime, et omnium et singulorum fidelium, vaxallorum suorum, cum plenaria potestate et auctoritate omnia et .singula faciendi necessaria et opportuna, quomodolibet contingentia, quç ipse excellens dominus Hònoratus facere posset et deberet si personaliter interesset, tam pro se ipsa et suo prçfato nomine, et pro parte prçfati sui magnifici consortis, pro quo eius absentia dc rato et rati habitione promisit mihi notario infrascripto, tanquam publicç personç legitimc stipulanti vice et nomine omnium et singulorum quorum interest, vel in futurum poterit quomodolibet interesse, se facturam, curaturam ita et taliter quod ipse excellens dominus Honoratus .... rata, grata, firma et irrevocabiliter habebit omnia et singula quçcumque ipsa magnifica domina faciet et obligabit, quocumque pretextu, vigore, modo, iure, forma, vel causa. Nec non providi et discreti viri Leonardus loannis Stefani, Paulus notarij loannis, Nicolaus Matthiç Bacarelli, Nicolaus loannis Pazzi, Thimotheus Mellis, Antonius Donati, Bartholomeus Blasij, Stefanus Masij, Oratius Lucç, loannes lacobi Bartholomçi, loannes Masij, Petrus Marrocchi et loannes Marrocchi, duodecim quidem consiliarij et principales officiales predictç terrç Sermoneti, nihilominus Antonius T oseronus et Antonius Coluzzi vistalerii et sindaco (I) dictç terrç, et secundario nomine ipsius terrç, et pro ea representantes indubie totam universitatem hominum omnium et singulorum terrç prclibatç in omnibus et singulis exercendis, ministrandis, deliberandis, promittendis et obligandis, pro parte et nomine totius universitatis predictç, quin etiam Antonius ludicis, loannes ludicis, dominus Antonius Tinatij, Petr1:1s Razza, loannes Razza, lacobus lmperantis, loannes Petri Leonis, lacobus Bassianensis, loannes Celtç, Nicolaus Macthi Scanellç, magister Christhopharus Cuti, loannes Francisci Caprioli, notarius Remigius Antonij Macthi, Antonius Butij, notarius Nicolaus Stefani, magister Petrus Americi, Ludovicus Toscani, Leonardus lacobi, magister Nicolaus Panici, loannes Nardi Lucç, Antonius de Quatrassis, Petrus Bonus, Antonius notarij Stephani, lacobus Mesanotte, Antonius lmperantis, Bartholomeus Antonij Toscani, Antonius de Arpino, loannes Antonij Marini de Burgo, Antonius Gilij Matthiç, Nicolaus delli V cechi, Ambrosius de Quatrassis, loannes Pontellus, Nicolaus Antonij Roberti, Thomas notarij Leonis, F ranciscus loannis Pazzi, magister Petrus de Maczancollis, F ranciscus lohannes delli Boni, lohannes Macthiç Caporossi, Petrus Tutij Simeonis, Stephanus loannis Perutij, loannes Colç Dani, Leonardus Colç Dani, Nicolaus Petrus Celoni, Antonius lacobi F raghç, loannes Baghi Berti, 2S


Do e u M E N TI DEL L' A Re H I V I o

194

e A ET A N I

Blasius Gilij Benedicti, Sanctus Martinelli, Barhtolomeus Patoti, Fraticellus loannis lacobi, Nicolaus loannis Colelli de Mesa, Nicolaus magisb·i lacobi et Andreas magistri lacobi, et quamplurimi alij boni viri et maxarij predictç terrç conmorere (I) solentes cum principalibus quatuordecim officialibus, quorum Ifomina hic pro brevitate expressa abfuerunt, tamquam maior et sanior pars hominum et universitatis predictç, ex alia parte: congregati et choadunati simul ad vocem Antonij Ma1Tocchi, publici prçconis curiç Sermoneti, et ad sonum campanç ... corum in sala maioris palatij curiç ... in qua quidem plerumque celebrantur publica ... consilia et deliberationes ... occurrentia fieri et expediri pro omnibus ministerijs opportunis prçfatç terrç ... et cum . ipsa excellens domina commissaria ut supra pro se ipsa, nomine quo supra supradicti magnifici sui consortis cum dictis quattordecim officialibus et cum alijs bonis viris et maxarijs, coniunctis cum eis more solito, nec non ipsi quattordecim officiales. et alij boni viri et maxarij dictç terrç pro se ipsis et tota universitate predictç terrç ac pro omnibus et singulis hominibus eiusdem universitatis, pro quibus omnibus de rato et rati habitione promiserunt et convenerunt mihi notario infrascripto, tamquam publicç et authenticç personç, presenti et legitime stipulanti vice et nomine omnium et singulorum, quorum interest vel in futurum poterit interesse, videlicet, quod tota ipsa universitas et homines ipsius universitatis omni tempore rata, grata, firma et irrevocabilia habebunt quçcumque per pr~libatos quatuordecim officiales et alios bonos viros et maxarios supradictos fiet et deliberabitur quomodocumque et qualitercumque. lgitur de bona, sincera, pura et mera liberalitate utriusque partis, deducto finaliter et concluso ad unum · velie huius parlamento ac firmato et stabilito irrevocabiliter cum gratia Salvatoris super liberatione et excarceratione magnifici adolescentis militis çgregii domini Nicolai Gaytani, filij prelibati excellentis domini Honorati Gaytani ac prçnominatç excellentis dominç Catherinç de Ursinis, eorum itaque et cuiuslibet ipsorum bonis, meris, liberis et spontaneis voluntatibus ac certis scientijs liberoque arbitrio, et non per errorem, et nemine discrepante: confisi de fide, discretione, virtute et probitate discrçti viri domini lacobi Antonij Macthi, concivis sermonetani, unanimiter et concorditer elegerunt, fecerunt, constituerunt, creaverunt et solemniter ordinaverunt quanto perfectius et validius de iure vel consuetudine facere potuerunt et debuerunt prçnominatç excellentis dominç ac prefatorum quatordecim officialium et aliorum bonorum virorum et maxariorum et prçlibatae totius universitatis ac hominum omnium et singulorum universitatis eiusdem procuratorem, factorem, negotiorum gestorem et certum nuntium specialem, seu quocumque alio nomine melius et perfectius conseri potest et debet ac etiam nuncupari prçnominatum dominum lacobum, absentem tamquam. prçsentem, ad eundum cum Dei omnipotentis nomine Florentiam, vel alio quocumque erit expediens, personaliter reperire et repertum, incolumen et incundum, cum omni debita reverentia, ex parte d~ctorum constituentium, ilariter visitare reverendum in Christo patrem et dominum dominum patrem, divina O tituli Sancti Laurentij in Damaso sacrosanctç romanç ecclesiç dignissimum prçsbiterum cardinalem ac sanctissimi domini nostri papç camerarium et dominum singularissimum ac benefactorem .•. recommendareque eidem omnes et singulos •.. suç reverendissimç paternitati et dominationi, cuius refugium singulare, tamquam ad fontem sitibundi recurrere audacter non verentur, et si, ut firmiter creditur et tenetur, gliscit patemitas et dominatio sua reverendissima redemptionem et excarcerationem filij in Christo sui domini Nicolai Gaytani visere, supplicatur humilliter et devote ex parte eorumdem constituentium suç dominationi praelibatç quod dignetur caritative et benigne sua reverendissima patemitas sub nomine mutui vel depositi, boni, cauti et cautissimi in presentiarum subcurrere et subvenire, efficaciter ipsis constituentibus pro huiusmodi redemptione de duobus milliaribus ducatorum de Camera, pro tanto tempere quanto· suç paternitati gratiose placebit. Et super hiis omnibus et singulis peragendis et eorum expeditione votiva concludere cum reverendissima dominatione sua, prout sibi melius et comodius videbitur et placebit, dantes propterea et concedentes pr~fati constituentes ipsi suo procuratori super premissis et quomodolibet promissis et mihi notario infrascripto tamquam public~ et autenticç personç presenti et legitime stipulanti, vice et nomine omnium et singulorum quorum interest vel in futurum quomodolibet [poterit] interesse, plenam licentiam et liberam potestatem ac facultatem omnimodam super huiusmodi denariorum depositione faciendi inslrumentum vel instrumenta, unum vel plura, ex parte dictorum constituentium, et eorum nomine eidem domino reverendissimo domino cardinali, depositari in forma valida et autentica, ad sensum sapientis, cum omnibus et singulis clausulis necessarijs et opportunis qu~ ad huiusce instrumenta bene cauta requiruntur de consuetudine vel de iure, videlicet cum largis et bene cautis promissionibus, denunciationibus et obligatioI) Omu,o /oru misericordia.


195

EPISTOLARIVM HONORATJ CAIETANI

nibus, pçnanum appositionibus et solitis iuramentis et supplementis alijs copiosis, necnon obligandi precipue ipsam magnificam dominam constituentem et magnificum eius consortem et terram Sermonetç et castrum Bassiani, castrum Ninphç, castrum Normarum, cum omnibus et singulis territorijs et pascuis eorum nec non territorium Thiberiç, in provincia Maritimç constituta, ex parte dictç magnificç constituentis, necnon ex alia parte quatuordecim officiales et alios bonos viros et massarios superadditos (I) ac totam ipsam universitatem praedictç terrç ac universitatem Bassiani, quin etiam omnia et singula bona eorum mobilia, stabilia, prçsentia et futura eorumdem et cuiuslibet eorum ad habendum ... possidendum, utendum, fruendum usque quo ... dominationi suç reverendissimç fuerit de ipsis in depositum integre satisfactum, et ad omnia alia et singula faciendi, perficiendi et administrandi quç merita causç exigunt et requirunt, et quç ipsimet constituentes facere possent et deberent si personaliter interessent, etiam si talia forent quç mandatum propterea requirerent speciale. Et promittentes prçfati constituentes ipsi eorum procuratori et mihi notario infrascripto tamquam publicç et autenticç personç, presenti et legitime stipulanti vice et nomine omnium et singulorum quorum interest vel in futurum poterit interesse, sese ratum, gratum, firmum et inrevocabilem hahere propterea omne totum et quidquid per dictum eorum procuratorem actum, factum, gestum, procuratum et administratum fuerit in premissis et quolibet premissorum ac dependentibus, emergentibus et connexis ab eis, et in nullo eorum contrafacere, agere vel venire per sese vel alium seu alios, eorum nomine vel alieno, quovis quçsito colore, aliqua ratione, vigore, pretextu modo, titulo, iure vel causa, sub ypotheca et obligatione omnium et singulorum ·bonorum suorum, mobilium, et stabilium, presentium et futurorum, ad pçnam et sub pçna, illamque in instrumento vel instrumentis depositi conficiendi {I) seu perficiendis, uno vel pluribus, continetur seriose, cui ex nunc subiacere voluerunt, relevantes quidem et relevare volentes dictum procuratorem ab omni onere satis dationis. Et ad maiorcm cauthelam et fumitatem omnium et singulorum in prçsenti instrumento seriose contentorum, dicti constituentes, tactis corporaliter sacris scripturis in manibus mei notarij spontaneum prçstiterunt ad sancta Dei evangelia iuramentum, prçmissa omnia et singula semper inviolabiliter observare et facere pariter Actum Sermineti fuit ipsius procuratorij instrumentum, in sala predicta, presentibus, auobservari. dientibus et intelligentibus· discretis et providis viris ser Piacentino de Sanctis de Ameria notario, lacobo Nicolai de Bassiano, Antonello Francisci Salvati de Gennazzano, domino loanne Francisci de Cora, ac Mario Alphonsi de Hyspania, testibus ad prçdicta vocatis et specialiter rogatis. D

1462. XI. 21.

C-2173.

Conca della Campania - Giovanni d'Angiò a Onoralo Caelani e a Deifebo dell' Anguillara: di marciare in soccorso di Castel di Sangro. ' Fuori:

Magnilicis ac 1trenuis viris Honorato Caietano F undorum comiti Sermonelequc etc. fidcli nostro et Deifcbo dc Anguillnria armorum capitaneia nobis cariasimis

ordine

s.

Dux Cnlabric et Lolhoringie etc. regni } Sicilie locumtcncns vicariua generali,. j

Entro: Magnifici ac strenui fideles et nohis dilecti. Chome per altre nostre ve havemo scripta, cossì per questa vi replicamo et pregamo chè subito cum li vostri vi conducati a V enafro per exequire l'ordine dato, chè a Venafro trovarete le gente del signor principe de Rossano, cum le quale andareti al soccorso de Castello de Sanguino. Et se quelle gente del principe, per alcuna cagione, non fossero presti da posser venire con vuj subito, vuj tamen prosequireti cum diligentia il camino vostro et andarete a trovar lo conte de Archi, chi sarà a Cerro o a Monte Nigro, col quale actendereti, al meglio che potereti, alla recuperatione de Castello, come è stato ordinato et in questo fate ogni celerità. Ex 0 Conca, XXJ novembris MCCCCLXIJ • Jehan suhscripsi. Andreas. ') C,pia del eec. XVlll, estratta <Lii re8istro dei contratti del notaio Antonio Tuzio di maeatio Pietro di Sermoneta, comenato ndl'arcbivio di detta terra, e autenticata dal notaio Francesco Tommuo de Ruba. di Sermoneta.


Do e u M ENTI D EL L' A Re H I V I o

196

1462 . Xl. 25 - 26. Sessa Aurunca -

)

e A ET AN I

C-2321. V.

Capitoli per la condotta di Onorato Caelani al servizio di Marino Marzano.

Capitoli initi et firmati inter lo ili. mo signor p1incipe de Rossano etc., da una parte, et lo excellente sir.re (I) Honorato Gaytano Sermoneti, conte de F undi etc., dalla altra parte, facti et firmati hodie vicesimo quinto mensis novembris, undecime indictionis, anno Domini millesimo cccc0 secptuagesimo 1> secundo . . In primis lo ili.mo signor principe, contentandose corno ad suo caro bono frab·e aggregare lo dicto excellente conte de F undi allo servitio dello mesterj dell' arme, lo dicto signor principe promccte de dare al dicto signor Honorato de conducta coracze al modo al presente se usa colla infrascripta provisione: cioè coracze et hominj de arme de coraza cinquanta et fanti vinticinque, provisionati del prefato signor conte, per li quali cinquanta homini d' arme et coraze et dicti fanti vinticinque lo dicto signor principe promecte dareli ·de provisione per uno anno, da incomensarese dallo primo dì de aprile proximo da venire dello presente anno, a) ducati secptemilia et cento, ad rasane de carlinj deyce dello Reamo per ducato, de bona moneta, ad raysone de centotrenta ducati per homo d'arme et coraza per anno, et ducati duj per cyasche uno fante el mese ; li qualj dinarj lo dicto signor principe promecte dareli subscripto modo: videlicet per tucto lo ·mese de aprile proximo da venire dello presente anno per prestansa delli dicti hominj d'arme et fanti ducati tremilia et seycento et li altri ducati tremilia cincocento restanti lo dicto signor principe promecte de dare omne mese da incomensarese dallo primo dì de octobre dello anno proximo da . vinire, duodecime indictionis, la integra rata che toccharà delli dicti tremilia cinquecento restanti ducati, sichè infine del dicto anno lo dicto excellente conte sarrà integramente satisfacto. Item perchè lo dicto excellente conte al presente è in ordene potere sirvire lo dicto signor principe con coracze et hominj d'arme da coraza, usati, bene in ordene et acti al mesterj, .vintiquactro et fanti vinticinque et li qualj hominj d'arme vintiquactro et fanti vinticinque lo dicto signor principe promecte al dicto excellente conte fare corre la simele provisione per tucto lo mese de marzo proximo da vinire dello presente ann·o, per quella rata che toccha mese per mese, a cyasque una coraza; con questo che 'I dicto ex.te conte sia tenuto fare la mustra delle diete coraze et facta così per cyasque una altra coraza et homo d'arme per lo advenire, che remectesse facta la representacione, li debbia corre la simile provisione da quel di che'I dicto homo d'arme et coraza se presenterà. Item lo ili. mo signor principe promecte allo dicto excellente conte che, quandunqua succedesse el caso che per ipso ex. te conte o soy genti alcuna terra o castello se pigliasse, assinare le mura et forticzi al dicto signor principe o ad altro homo per sua parte, ,tucta la altra roba et presunj debia essere del dicto ex.te conte. Item lo dicto signor principe promecte al dicto ex.te conte durante la dieta ferma, quandocunque lo stato o alcuna delle terre del dicto ex.te conte se campizasse o oppressasse da inimici, che lo dicto ex. te conte possa con tucte le soy genti andare a dareli sucurso; con questo che, dal di se partirà fino allo retomo, ipso ex.te conte, quale tempo se pigliarà in lo dicto sua (I) .favore, sia tenuto ad refarelo al dicto signor principe et reservirelo, excepto in quanto et quando lo dicto signor principe fosse oppressato de campo fumo de soy inimici. Item promecto. (I) lo dicto signor principe al dicto ex. te conte che, se alcuna de qualsevoglia terra del conte . de Fundi (Onorato li Gaetani) havesse intencione darese al dicto ex.1e conte et cosi omne altra terra al dicto conte concessa et promissa per lo ili.mo monsignore lo duca de Calabria, lo dicto ex. te Cònte se Ile possa acquistare et andare ad pigliare, et pigliate reteneselle per sua signoria, allo quale acquistamento bisognando altre genti, ultra le diete genti have collo dicto signor principe, ipso signor principe promecte subvenirelj et prestarelj dell'atre soe la maiure et più parte che possebele li

a)

L" e anno presente » correva _dal I O seU. 1462 al 31 ag. 1463.

I) Invece di .uqulmo, come rilevui dalla data appc»ta ndl' e1e4tocollo, pnma della 6rma.

..


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

197

serrà, reservato sempre al dicto signor principe Tragecto a) con tucto lo contato et restricto suo, quale non se habia ad intendere nel presente capitulo; ma quandocumque lo dicto ex.1• conte tanto per Tragecto quanto per omne altra terra del <lieto contato et restricto fosse chiamato per daresillj, sempre la debia acceptare, acquistare et pigliare et tenere per nome et parte del dicto signor principe, ad omne requisicione del quale lo assignarà ad chi lo signor principe volerà. Item lo dicto signor principe promecte allo dicto ex. te conte che per omne maleficio et delieto se comictisse per cyasque uno homo d' arme, famillio o regazo del dicto ex.te conte non concernente lo honore de Dio, stato del dicto signor principe et soy vassallj, non ne possa conosscere officiale alcuno del dicto signor principe ma remecteresse alla debita casticacione et reprehensione et voluntà del dicto ex. te conte. Et quando per ipso ex.te conte non ce facesse el devere, lo signor principe possa conosscere et comectere ad chi altrj volerà. Item lo dicto signor principe promecte al dicto ex.te conte de fareli dare stancia, strame, lignia et acqua ad sufficiencia. Et versa vice lo dicto ex.te conte, ratificando et acceptando et contentandose delli supradictj et infrascripti capitolj et pacti, dalla banda sua promecte al signor principe de Rossano etc. conduceresse alli dicti servitij dello mesterj deH' arme et essere in ordene per tucto lo mese de aprile proximo da venire del presente anno con coracze cinquanta de bonj electi et usati hominj d'arme, acti al mesterj, nec non et fanti vinticinque similemente bonj et usati, bene in ordene tanto li hominj d'arm.e quanto li fanti dc zò cche se recercha, al qual tempo ipso ex.1e conte sia tenuto fare la mustra et per quelle coracze. et hominj d' arme che tenerà, li correrà la dieta provisione sicchè se alcuna meno ne mustrarà et tenerà per quella rata meno debia recipere della dieta sua a~nua provisione. Lo quale ex.1e conte con Ile diete corazze et fanti ad omne honore et stato del dicto signor principe promicte et obligase, sub verbo et fide magnatum, servire bene et liale et fedelemente lo dicto signor principe contra omne persona, de quale stato et condicione se sia, inimica del -signor principe, havere et tenere ad defensione dei stato del signor principe amico per amico omne persona che lo dicto signor principe li dirrà et volerà et cossì ad offensione innimico per inimico tucte quelle persone che lo dicto signor principe li dirrà et volerà, non perdonando ad fatiga, fastigio et recerchamento et comandamento alcuno che dal dicto signor principe serrà ordinato, hobedire ad tucti soy comandamenti contra omne persona inimica de ipso signor principe. Item lo dicto ex.te conte predict°'promecte al dicto signor principe sempre essere defensore dello stato del dicto signor principe, soy vassallj et loro robe et- non consentire per li soy farelj arrobare nè altra asticia et maliora fareli fare, set quando per alcuno succedesse faresse quale che furto o arbaria, sempre farelo restituire al patrone, trovandose la roba, et non se trovando pacarela, et non pacandola scontaresella alla sua provisione et casticare lo male factore cosi corno lo dicto signor principe have conceso, reservato sempre al dicto signor principe. Item lo dicto ex.te conte promecte al dicto signor principe che, succedendo lo caso per ipso et per li soy se pigliasse alcuno signore capitano de gente d'arme o altra digna persona de quale stato et grande se sia, sempre ipso ex.'• conte sia tenuto assignarelo in dominio et potere del dicto signor principe, havendo lo suo usato et debito beveragio. Item lo dicto ex.te conte promecte al dicto signor principe che, fornito lo anno della dieta sua provisione, in fine del dicto anno, se lo dicto signor principe lo volerà refermare, lo possa per uno altro anno refermare et conducere colla simele provisione, condicione et pacti, reservato in questo omne uno dellj dicti singurj sia tenuto duj misi nanti lo tempo avisarà l'uno l'altro, lo signor principe se •1 volerà refermare, lo ex.te conte se volerà restare. Et per questo actendere et observare dall'una parte all'altra, li dicti signor principe, e.-<.'e conte ne haveno facti fare duj para de consimilj capitolj : uno ad cautela del dicto signor principe, subscripto de mano del dicto ex.te conte et l'altro, ad cautela del •dicto ex.te conte, subscripto de mano del dicto signor principe et sigillati delli loro proprj sigillj per cautela de ciasque uno. Suesse, vigesimo sexto 0 0 novembris, XJ indictione, anno Dominj M cccc LXII. Princeps Rossani manu propria su bscripsi. S. t> a) Marino Marzano 1i ribellò a re Ferdinando per il motivo che questi non gli voleva concedere Trnelto. Sin dai primi giorni della guerra fu convenuto tra Onorato di Sermoneta ed 1)

il principe di Rossano che il primo avrebbe rinunziato n qual1iui preteaa 1u Traetto (Vedi Pre/a:.lo~e).

Sisrillo rotondo, in cera roaa, di cui rimane traccia.

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DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

198

1462. XII. 2.

Arch. di St. di Milano: Carteggio Estero, Napoli.

Napoli - Onoralo II Gaetani, conte di Fondi, a Francesco Sforza, duca di Milano: - lo prega di non voler sollecitare Ferdinando I per la liberazione di Nicola Caetani, fino a che non sia ristabilita la quiete nel Regno. Fuori: Jll.mo

et cxccll.0 domino domino Francisco Sforcia Vicccomiti duci Mcdiolani Papic Anglaricque comiti ac Crcmone domino domino singularissimo.

s.

Entro: Illustrissime et excellentissime princeps et domine mi singularissime, post debitam recomendacionem. Inteso quanto lo magnifico messere Facio (Gallarano) oratore de la Vostra Ili.• Signoria me have riferito da parte de la prefata Vostra Ili.• Excell. circa la liberacione de messer Nicola, figliolo del signore Honorato Gaytano : rispondo che non saria cosa al mundo ad · me possibile che io non facessi per comandamento de Vostra lll.• Signoria, ma in questo stando le cose in li termini che stando, non posso dire de bono animo sì; et non dubito se la V.• Ili.• Signoria sapesse lo grande interesse ne porri a venire a lo stato mio per la dieta liberacione : lo quale benehè sia poco è de la V.• Ili.• Signoria et de tucti servituri de quella, no lo domandaria ca me rendo certo amate me et lo mio stato quanto altro barone de questo regnio. Prego la V.• Ill.• Signoria non voglia più strengere la maistà del signor re per la dieta liberacione, fìnchè li facti de questo regnio siano più quietati, tanto magis che io me trovo fore del mio stato : et fìnchè questo sta retenuto, lo patre se moderarà più contra la maistà del re et contra de me. Lo dicto messere F acio più largamente de tuçto informarà la V.• Ili. a Signoria : supplico ad quella li don e fede quanto ad me proprio : recomandome sempre a la V.• Ili.• Signoria. Datum Neapoli, Il decembre MccccLXll. Eiusdem V estre 111°. Dominationis servi tor Comes Fundorum.

[1462]. XII. 2.

Arch. Stat. di Milano: Carteggio Estero, Napoli.

Napoli - Onoralo II Gaetani, conte di Fondi, a Bianca Maria Visconti, duchessa di Milano: la precedente. . Fuori:

Ili.e et cxccll.e domine domine Blancc Vicccomiti ducissc Mcdiolani, Papic, Anglcrieque comitissc ac Cremone domine etc, domine mcc 1ingularissime.

come

s.

Entro: Ili.ma et exell.m• domina, domina mea singularissima, post debitam recomendacionem. Inteso quanto lo magnifico messere F acio ( Gallarano) I) oratore dello ili. mo signor duca me have referito da parte de la Vostra Excell.ia circa la liberacione de messer Nicola, figliolo de lo signore Honorato Gaytano: respondo che non saria cosa ad me possibile che io non facessi per comandamento de V . S. In questo, per lo grande interesse ne po' sequire a lo stato mio, lo quale, per poco che sia, è de Vostra Signoria et de tuti vostri serveturi, non posso de bono animo dire de sì. Prego la Vostra Ili. Exc.•, .fine che li facti de questo regno se assestarando meglio, che spero sarà presto, non voglia più sollicitare la dieta liberacione ca ad me porria essere multo nociva, secundo da lo dicto messer F acio per mia parte serà più largamente informata Vostra Signoria, a la quale me recomando et supplico me Datum Neapoli, voglia recomandarè a la illustrissima mia domna et signora Madonna prencipessa a). die secundo mensis decembris, XI indictione. Eiusdem V estre Illustrissime Dominationis servitor Co me s Fu n d o rum. a) Ippolita Maria Sforza Visconti, figlia del duca F ranccsco, nel 1495 fidanzala ad Alfonso d'Aragona, figlio di Ferdinando. ') ScrlUo, ,x,I cancellalo aruana.

,


199

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

C-2125.

1462. XII .4. e

Ponlem Latronem • (negli accampamenti contro) - Re Ferdinando a Caterina Orsini: - incarica il nob. Facio ·Gallerano di ritorno a Sermoneta, di comunicarle le condizioni che pone alla liberazione di Nicola, figlio di lei. Fuori:

Spcctabili et magnifice mulieri Catcrinc Unine domine Scrmoncte etc. nostre dilccte.

s.

Entro: Rex Sicilie etc. Spectabilis et magnifica mulier nostra dilecta. Per lo nobile homo F acio Gallerano, et per quello che me have referito, havemo apertamente compreso quanto sia da vuj desiderata la liberatione de vostro figliolo, circa la quale F acio predicto ne have copiosamente parlato et referito tutte le particularitate. Nuj in verità seriamo et serimo sempre prompti et facili ad compiacerve iQ. tutto quello desiderarete da nuj impetrare: et non solamente ad vuj ma ancho ad lo spectabile vostro marito, quando ipso se voglia disponere ad recevere meritamente li beneficij et piacerj nostri. Quello se sia, nuj tuttavia simo parati ad esserve benigni, tanto più interveniendoce la interpositione dell' illustrissimo duca de Milano, nostro carissimo padre. Retoma dunqua F acio predicto, dal quale intenderete in que termino et conditione sia quello havete demandato circa la libcratione 'de vostro figliolo; sichè donarete ad ipso pienissima fede corno ad nuj proprij in quanto ve refererà. Datum in nostris 0 0 felicibus castris contra Pontem Latronem, die 111] decembris M°CCCCLXIJ • Rex Ferdinandus. A . de A v.e r sa .

1462 . XII . 14 .

Arch. Stat. di Milano: Carteggio Estero, Napoli.

.

Sermoneta - Caterina Orsini a Francesco Sforza, duca di Milano: - mani/esta il suo grato animo per il tentativo /atto di liberare Nicola Caetani e per la protezione estesagli.. Fuori:

1llustrissimo principi et potentissimo domino domino suo singularissimo domino Francisco Sforcie Vicecomiti duci Mcdiolani Papie Anglcricque comiti ac Crcmone domino etc.

s.

Entro: Illustrissime et potentissime domine, domine mi singularissime, humillima cum recomendatione. Con ilerante viso et gratissima devotione ho receputo la desiderata lectera de Vostra Ili. Signoria et inteso anque appresso la cordiale istructione facta per quella al spectabile F atio Galerano, suo oratore, circa la relassatione de quil meschino mio figlio, per la quale m'è apparso veramente essere posto fine ad tanti mei affanni et mediante soccurso, quasi celitus divino vostro favore; quel fosse fore et scarco de omne sua ·nogia. lo per niente me cognosco de tale facultà in parte possere retribuire lo immortale. benemerito receputo se non recurrere a quil virgiliano se lege: « die tibi si qua pios respectant lumina etc. premia digna ferant • . Quello de me poterà, sì la vita me sarà compagna et de po• quanti de mi nascerando, perpetuo alli pè de quella sarrando obligati et fine alli cagnoli per suo nome se chiamano ; la mia casa, figlioli et stato li deverando semper con soiectione et liale fe'. ·Appresso retoma et quanto reporta del sperato fructo poterà da quello V.• I. Signoria pigliare notitia, dalla quale in omnem eventum me chiamo più che satisfacta, havendo compreso in el expedicte mio affare el desiderato et più che caro effecto; ma cognosco ben lo assiduo latrare del conte de Fundi (Onoralo Il Gaetani) interpellare ornne provision bona però non posso se non condolerrne per epso tanto patire la innocentia del mio figlio, al quale nè Dio nè Vostra lll. Signoria nè tucta Italia, obstante el conte, possemo prevalere. Tandem hogi io reputo per la Signoria Vostra haverlo in casa et totalmente reintegrato in nella sua pristina libertà per la fe' grandissima ho pigliata in quella della quale me chiamarò perpetuo et contenta et gloriosa. Serminete, die Xllll decembris 1462. Eiusdern V estre Illustrissime Dominationis h umili s se r V u 1a

e a t h eri n a

de

u r sin i s

se r mi n e·t i.


200

Do e u M E N TI DEL L" A Re H I V I o

e A ET AN I

C-2184;

1463 .I .15. Roma - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: per ogni eventuale opportunità. Fuori :

nell'annunziarle il suo arrivo in Roma, le si offre

Mngni6ce domine domine Catherine de Uninis Sermonetc etc. commatri nostre dilcctissime.

L

s.

I

cardinalis aquilcicnsis

\

domini pape camerarius

l

Entro: Magnifica domina, commater nostra canss1ma, salutem. Per questa vi avisamo come siamo ritornati in Roma sani et salvi con tucta la nostra famiglia. Se vedete possiamo fare cosa alcuna per voi, siamo apparecchiati continuamente con omne sincerità de fede ad compiacervi .. Prima et dopo la nostra retornata, havemo inteso de li affanni vostri li quali, Dio ne è testimonio, non manco essere molesti a noi che a voi medesima: et per quanto la nostra facultà se extende, non vi mancaremo mai nè vi trovarete ingannata da noi, come da molti altri ve siate trovata. Vogliate con forte et constante animo tollerare tali affannj con speranza che Dio, per sua clementia, glie abbia qualche volta ad 1mponere fine, corno anche noi speramo. Bene valete. Rome, die XV · ianuarij 1463.

e .21s5.

[1463] . I. 31. Sessa Aurunca - Marino Marzano a Onoralo Caetani: ciano danneggiare dai cavalli i campi seminati. Fuori:

Exccllcnti domimo Honorato Gaytano Sermincti ac F undorum comiti tamquam fratri honorando Regnj Sicilie

/

perchè i loro uomini d'arme non fac-

s.

j Ammiralus etc.

Magnifice et excellens domine tanquam frater carissime. Ence stato exposto .che lj vostrj mandano lj cavallj ad pascere et mectenollj intro lj campi de lj granj et altrj victuallj, eh' ence rencresce fine all'anima. Per tanto ve pregamo, per quanto amore nce portate, fare havisati tucti vostrj et ancho tucti nostrj hominj d•arme, da nostra parte, de le lanze spezate, songo loro che mandano lj cavallj ad pascere, che provedano dove lj mecteno, che non faczano dampno et eh• ence mandano la guardia havisandove che più non se farà, perchè conpensato lo tempo non è cosa da sopportare. Suesse, ultimo ianuarij, XJ indictione. Princeps Rossanj dux Suesse et Squillacij

1463. III .14. Isernia -

C-2223.11.

Capitoli della tregua fra Onoralo III Caetani di Sermoneta e la città di Isernia.

Capitulj pacti et conventiunj de tregua haviti, tractati et fermati tra lo excellente singiore signor Honorato Gaytano, conte de Sermoneta etc., tanto per se ipso proprio et principali nomine quanto per nomo et parte de tucti et singulj cità, terre, castella a) et lochi de lo prefato excellente signor Honorato et per nomo et parte de soe genti de arme, familgi et stipendiarìj da cavallo et da pedi, nec non per tutte altre persone et gente quovismodo commoranti, stanti et receptanti in le prefate JEHSUS -

a) Macchia e Monteroduni.

I \

I


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANJ

201

cità, terre, castella et lochi de lo prefato signor Honorato, conte ut supra, suoy vaxaUj et subditi, da una parte: et lo mangnifico homo Cola de Arpagia de Capua, regio capitaneo de la cità de Sergie, Ii prodenti hominj Angelo Mancino mastroiurato, Colella de lannacta, lohanne de Cicho del Sexto notaio, Alfonso Antonio Covecta, Russo de Pandutio et Dominico de Paschale, sey gobematurj de la dieta cità de Sergie, tanto per ipsi proprio et principalj nomine, quanto nomo et per parte de tutti et singulj citadinj et università de la dieta cità de Sergie, hominj habitanti, commoranti et receptanti in quella, subditi, stipendiarij, soldati da cavallo et da pedi, per li qualj et ciascuno de ipsi, li prefati capitaneo, mastroiurato, sey et gobernaturj, ut supra, promecteno a lo prefato excellente signor Honorato, conte etc., de rato et rati habitione; et e converso lo prefato excellente signor Honorato, con te etc., promitte pro se et nominibus quibus supra, a lj prefati Cola de Arpagia, regio capitaneo ut supra, Angelo Manchino mastroiurato, notaio Alfonso Colello de lannacta, lohanni de Cieco del Sexto, Antonio Covecta, Ruxo de Pandutio et Dominicho de Paschale, sey et gobcmaturj de la prefata cità de rato et rati habitione, dall'altra parte; sunt videlicet: lnprimis promecteno lj prefati capitaneo, mastroiurato et sey gobematurj, nominibus quibus supra, a lo prefato excellente signor Honorato, conte etc., tanto per se ipsi proprio et principalj nomine quanto per tutti et singulj citadinj et persone habitanti, commoranti et r_eceptanti in epsa citate de Sergie, gente de arme, da cavallo et da pedi, stipendiarij et soldati quovismodo commoranti, habitanti et receptanti in quella: non offendere, non fare offendere, non consentire sia offiso, durante lo tempo de la presente tregua, puplice vel occulte nec aliquo quesito colore, nè in persone, non in benj a lo prefato excellente signor Honorato, conte etc., nè ad soe cità, terre, castella et lochi, hominj, habitanti, commoranti et receptanti in quelle, gente de arme, da cavallo et da pedi, stipendiarij et soldati, nè ad cose loro et benj, reale voy personale. Item promecteno ancora lj prefati capitaneo, mastroiurato et sey gobematurj supranominati etc., per se ipsi tanto quanto nominibus quorum supra, a lo prefato excellente signor Honorato, conte etc., non receptare gente durante lo tenpo de la presente tregua, qualj andassero per offendere et dapnificare o vero che havessero offiso et dapnificato a lo prefato signor Honorato soe cità, terre, castella et lochi ad homini habitanti, commoranti et receptanti in quelle, nè ad loro cose et beni, ut supra. E se per caso fosse che gente alcuna andasse ad offendere a lo prefato signor Honorato, conte etc. soe cità, terre, castella et lochi ad loro cose et benj ut supra, sapendosi per ipsi, farelo ad sapere lo più presto che se porrà o vero ad ipso signor Honorato o ad soy officialj de Monteroduni o de Machie, dove più presto et comodo lj serrà per lictera o misso spetiale. Item promecteno ancora lj sopranominati capitaneo, mastroiurato et sey gobernaturj, tanto per ipsi quanto nominibus quibus supra, a lo prefato excellente signor Honorato, soe cità, terre, castella et lochi et gente, ut supra, che, se durante lo tenpo de la presente tregua, se facesse alcuno dapno o lesione tanto per ipsi capitaneo, mastro iurato et sey gobematurj, ut supra, quanto per hominj, citadinj, habitanti, conmoranti et receptanti in la dieta citate et loro gente de arme da cavallo et da pedj, stipendiarij et soldati ad loro cose et benj, ut supra, fsltta querela primo per persona fida et dingna del dicto dapno dato a li prenominati capitaneo, mastro iurato et sey gobernaturj ut supra, et costito de ventate dicti dapni dati, promecteno ristituyrelo o vero farende la emenda infra termine de dl deyce proximj et inmediate sequenti conputando a die habite veritatis et, facendose la dieta restutitione et emenda, la parte dapnificante non incorra a la pena contenta in li presenti capitolj et per tale oflensione la presente tregua non se nde intenda rotta nè violata, ymmo sia et reste ferma et valida corno primo. Item voleno et promecteno lj prefati capitaneo, mastroiurato et sey gobematurj che durante lo tenpo de la presente tregua, lj vaxallj, hominj et gente de lo prefato excellente signor Honorato, conte ut supra, soy sequaci et recommandati possano et sia ad loro licito pratticare, usare et conversare in la dieta citate de Sergie et soy distrittj con tutte mercantie et robe, bestie carche et scharche, vendere et comparare ad loro beneplacito, volentate (I), sensa offensione alcu_na, da ipsi prefati capitaneo, mastroiurato et sey gobernaturj et loro gente ut supra ; verum che lo intrare dentro de la dieta citate sia reservato in arbitrio et volentate de lo predicto capitaneo o vero mastro iurato et sey gobematurj, ut supra• Item promecteno etiam lj prenominati capitaneo, mastroiurato et sey gobematurj a lo prefato excellente signor Honorato, conte ut supra, che venendo alcuna defferentia sopra lj presenti capitolj del ditto dapno dato, o vero altre differentie che potessero incadere infra le predicte parti, che, per dichiaratione de quelle, se debiano elegere uno homo per una parte et un altro per l'altra, li qualj habiano 26


202

)

I

DOCUMENTI DELL' ARCHlV IO CAETANl

ad dichiarare et determenare le ditte differentie et dapno infra termine de deyce dì, inmediate sequenti, summarie, simpliciter et de plano, sola veritatis substantia inspecta. Et, essendo lj ·dittj duy hominj eletti in discordia, se debia elegere uno terzo communemente per ciaschuna de le parte et interim non se possa fare represalgia alcuna per ciascuna de le parti nè altra novitate per la parte dapnificata : li qualj tre hominj habiano ad dichiarare et sententiare tutte differentie et dapnj infra termine de deyce dì et, non se dichiarando infra lo ditto termene, sia licito a la parte dapnificata fare represalgia usque condingnam satisfactionem dapnj dati, sensa incorrectione de pena in lj presenti capitolj contenta, quinymmo la ditta tregua reste ferma, valida et inviolata. Item promecteno anchora lj prenominati capitaneo, mastro iurato et sey gobernaturj. ut supra, tanto per ipsi nomine proprio quanto nominibus quorum supra, a lo prefato excellente signor Honorato, conte etc., tanto ad ipso proprio nomine quanto nominibus quorum supra, che passando lo prenominato signor Honorato, soy vaxallj, subditi, gente de arme da cavallo et da pedi, stipendiarij et soldatÌ per lj territorij et pertinentie de la dieta cità de Sergie, tanto per via quanto fore via, de dì o de nocte, ad cavallo o ad pede, armate o sensa armi, con bestie carche o scharche, et con qualsevolgia merchantia et roba siano, non lj offendere et non fare offendere, puplice vel occulte, non in persone et non in benj ; ma lassareli passare et andare et non lj donare inpedemento, realj voy personale, in tutte parte et lochi tanto de amici quanto inimici de la s. m. re Ferdinando, dum modo che, in ne lo ditto passare, non andassero per offendere o che havessero offiso a le terre, hominj, benj, fidelj de la prefata s. m. re Ferdinando; et passandone tanto in lo an[da]re quanto in ne lo tornare infra le antique et consuete sbarre de la ditta cità de Sergie, sia licito a lj prefati capitaneo, mastro iurato et sey gobernaturj, loro gente, ut supra, poterelj offendere et trattarelj come verj, liciti hinimici andando ad offendere o havendo offiso a lj predicti fedelj de epsa prefata maestà, le quali sbarre se intendano Santo lovenale, lo Ponte de Santo Spirito, lo vallone Campanino et lo colle de lo Longano. Et havendo loro caccio et seguito, relassando la preda et presunj, se possano recuperare et receptare dentro le ditte sbarre et non siano offisi. Item se caso fosse che la s. m. re Ferdinando o vero sou capitaneo de gente de arme canpigiasse contra lo prefato excellente signor Honorato o vero soe terre, cità, castella et lochi et de soj haderenti, seguaci et reconmandati, eo casu sia licito a li prenominati capitaneo, mastro iurato et sey gobernaturj, citadinj de la ditta citate, hominj habitanti, conmoranti et receptantj in quella, loro gente de arme da cavallo et da pedj, stipendiarij et soldati et seguaci, andare con la prefata m.1l o vero sou capitaneo, ut supra, ad canpigiare et dapnificare contra lo prefato excellente signor Honorato, soy sequaci, haderenti et reconmandati, loro cità, terre et castelJa et lochi, robe et benj, ut supra, et per la ditta offensione la presente tregua non se nde intenda essere rocta, ymmo sia et resti ferma et valida; la quale tregua sia duratura, valida et ferma usque et per tutto lo mese de aprile proximo foturo et d~ inde in antea ad beneplacido de le parti con disditta de dì octo : la quale disditta se debia fare in scriptis per lj prefato capitaneo, mastro iurato et sey gobematurj, ut supra, a lo prefato excellente signor Honorato o vero ad qualucha officiale de ciaschuna terra de soa prefata signoria, dove più presto et comodo li serrà. Item I) lj prefati capitaneo, mastro iurato et sey gobernaturj, nominibus quibus supra, che, in questa presente tregua, se intendano tutte et singolj claosole debite, opportune et effigaci, qualj se deveno intendere in ciaschuna valida et pienissima tregua, corno se particolaremente ce fossero specificate de verbo ad verbum. Item voleno le ditte parti et expressamente dichiarano et prometteno l'una ad l'altra et l'altra ad l'una, nominibus quorum supra, che, durante lo tenpo de la presente tregua, non sia licito ad nisuna de le parti fare represalgia alcuna per qualucha debito, grande o pichulo, contratto in quacumque spetie per lo tempo passato per finj a lo tenpo de la presente tregua. Et per observatione de tutte le ditte cose promesse et contente in ne lj presenti capitolj et de ciaschuna de ipse, lo prefato capitaneo, mastro iurato et sey gobematurj, nominibus quibus supra, soplleniter et legitime promecteno havere, tenere rato, grato et fermo et accepto tuttj patti et conventiunj et promissiunj in ne lj presenti capitulj contentj et in nullo contra facere et venire in totum vel in parte, puplice vel occulte, seu aliquo quesito colore secundum illamque observare et observarj penitus, pure et simpliciter et bona fide, iuxta illorum formam pariter et continentia, ad penam et sub penam ducatorum mille


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

203

solvenda pro parte predictis contra venientem parti observanti adplicandam ; et che la parte non observante possa essese constretta, chiamata et conventa ad quella corte che a la parte observante piacerà. Et per maiorj cauthela, robore et firmitate et predictorum observantia, lj preditti capitaneo, mastro iurato et sey gobernaturj, nominibus quorum supra, tam pro se ipsis quam nominibus quorum supra, corporaliter ad santa Dey evangelia prestiterunt iuramentum, obligantes se ipsos et omnia bona ipsius civitatis, tam mobilia quam stabilia, bungensatiga (I) et pheudalia, reservato tamen in pheudalibus regio absensu et beneplacito sub pena predicta in casu contraventionis. Unde in fide et testimonium premissorum facta sunt duo paria capitulorum in effectu, videlicet lj presenti de lj prefatj capitaneo et sey gobematurj, ut supra, sigillati de lj proprj sigillj de lo preditto capitaneo et de la ditta citate et soptoscripti de proprie mani de ipso capitaneo et singnati de lo singno de la croce de propria mano de lo ditto mastro iurato et de Russo de Panduntio, qualj non sapeno scrivere et sopto scripti de mano propria de notaro Alfonso lohannj de Cicho, de Colella lannatta et de Antonio Antonio Covecta, sey et gobernaturj ut supra, li qualj habiano ad refare in mani de lo prefato signor Honorato ad soa cauthela et la soa excellentia faccia ad nuy lj consimilj ad cauthela nostra. Datum m regia civitate Y semie, die XlllJ mensis martii anno Domini M0 cccc0 LXm.

s.

t t t t t t

s.

Ego Nicolaus de Anzadio de Capua regius capitaneus civitatis Y sergoie confirmo et acepto predicta et me subscrissi. Singnum crqcis proprie manus Angelj Mancinj magister iuratus ut supra qui scribere nesciente presente et acceptante omma predicta. Singnum crucis proprie manus Rubey de Panduntio unus de sex qui scribere nesciente presente et acceptante omnia predicta. Ego Antonius Nicolay Colecte unus de sex predicta accecto et me subscrissi. Ego lohannes de Y sernie uno de sey predicto acceto et me subscrissi. Ego notarius Alfonsus de Vetulis de Y sernia predicto accepto et me subscripsi.

[1462] .a) IV. 7.

C-2141.

Sessa Aurunca - Marino Marzano a Onoralo Caelani: - non può mandargli rin/orzi, perchè circondalo dal comune nemico; sollecita Giovanni d'Angiò per l'invio di adeguali soccorsi; aggiunge, fra l'altro, che le monete di quelle parli non sono in corso in Pontecorvo. Fuori :

Excellenti domino Honorato Caitano Sermoneti F undorum comiti etc. tamquam fratri nostro honorando Regnj Sicilie

J Ammiratus

s.

etc.

Entro: Excellens domine tamquam frater honorande, salutem. Havimo receputa la lictera vostra et intesa. Deve essere certissima la V. S. che nuj vorriamo essere de tanta possansa che potessemo in omne loco de li nostrj benivolj et sequaci de la comone voluntà provedere, dare recapito, aiutano et favore. Ma, corno V. S. po' ben conprendere, el stato nostro è tanto vicino et circundato da la maiore potencia che habia el comone nemico, dal quale non mino è continuo molestato et travagliato che se molesta et travaglia quisso stato de quisse parti da li nemici che so ad quillo vicino; donde continue ce bisognia con quisti vostri stare con l' arme in mano per defensarne et, per questo, provisione de mandare queste nostre genti da quesse bande, per nuj non se po' fare. Che ne habia V. S. scripto allo ili. signor duca più volte, sia certissima che nuj anco li havimo più volte scripto sopra questa cosa ad sufficiencia et anco scriverimo corno ce accaderà. Et pur Hector Scaglione, quale presto ce anderà, ad bocca sarrà ad sua signoria da nostra parte dicto tanto che più non se ce porria dire. Che lo dicto ili. signor duca creda questa victoria passere consequire sensa spesa et per disposicione fatale, nuj a)

Fu trascritto indictione Xl, /m,ece di indictione X; sicchè Il documento è dell'anno 1462 e non del / 463.

....


Do e u MENTI DEL L· A Re H I V I o

204·

e A ET AN I

non sapemo sua intencione, perchè, corno sa la V. S., è uno anno che non lo havimo visto nè con sua signoria parlato. Che V. S. sia inpotente et non possate et che siate in mano de lj villanj, de questo ce rencresce multo et conoscemo essere cossì, perchè sapimo la prudensa vostra, quale reputamo nostra, et dal stato vostro de Sermoneta simo certi che non ve po' venire pecuniario subsidio: per questo ve dicimo ch"t, ultra quello che per nuj è stato scripto al signor duca et che se conmecterà al dicto Hector, seriverimo presto. Bisogniarà et presto ce scrivesse la S. V., quale confortamo che ce voglia mandare uno de li vostrj che sia bene intelligente che anco sollicite el signor duca, certificandove che più volte havemo scripto che voglia mandare da queste bande gente per favore et nostro et vostro et de tucti, ma che li scrivamo che o venga sua signoria o mande el conte lacomo (Piccinina) ad nuj, non specta ponerillj lege di chi habia ad venire o mandare. Basterance che ce mande gente sufficiente et vengate chi piacerà ad sua signoria. De lo mandare del conte Marcho et lo signor Mariano in Pontecorvo, ve advisamo che queste genti le havemo mantenute et mantenimo con quiste monete che corrono da equa, le qualj in Pontecorvo non valeno nè se ce voleno spendere, donde, per nullo modo, se ce haveriano possuto mantenire nè nuj anco spesare da equa, perchè se bisognia continuo stare sopra la sella ad fare scorta alli nostrj vassallj per procurare li victuagli, che non siano da nemici pigliati et, con tucto questo, non ce basta, chè pur alle volte le nemici ce haveno facti et fanno dapnj insupportabilj. De mò mandare queste nostre genti per fare quanto in la cedula intro scripta scrivile per le genti de San Germano andate in Campagnia, sia certissima V. S. che ce forria carissimo farlo, ma pesete che tucti li nostrj hominj d' arme donano herba, quale è multa tendera, et nullo modo porriano fare longa cavalcata. L'altra, tucti stanno ad aspectare la prestansa, quale non havendo havuta, volendolj dare carrico de cavalcare, perchè lo havimo experimentato in simile caso, ve certificamo che nullo modo li porriamo movere et per questo, dolendone che non se possa exequii-e la voluntà vostra, quale serria conforme alla nostra, ve pregamo che ce habiate paciencia, corno anco nuj ce la havimo, chè in verità ce serria stato più caro possere havere facta tale cavalcata che guadagniate uno gran facto per avere possuto un poco fare sentire da quesse bande la voluntà nostra. Ultimo ve declaramo, corno per più altre ve havimo scripto, che gratissimamente, ad omne [vostro] bisognio, ve disponimo mandareve cento fanti in vostro succurso, alli qualj non bisogniarà che V. S. donne dinarj nè altro, se non che, con li loro dinarj et ad competente pretio, troveno quello che li bisognie. V erum, como V. S. sa, nuj non havimo aula altra moneta, · nè lj havimo da dare che questi tornisi et quartinj, qualj so de bona condicione; placza alla V. S. provedere che li .possano spendere et siano pigliati in queste terre, che altro non ve ce .bisognia de ponere : quisto vostro misso vende questa nocte alle sey hore et partese alle XIIIJ. Altro al presente non occore de scrivere, se non che ve confortamo ad actendere ad mantenirvi chè nullo modo la victoria ce pò mancare. Suesse, VII aprilis, X indictionis. Princeps Rossani Dux Suesse et Squillacii.

)

1463.V.14.

C-2188.

Roma - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: - inteso esservi qualche sospetto di peste in Sermoneta, chiede notizie della salute di lei e della /amiglia. Fuori :

Magnifice domine domine Catarine de Uninis Sermoneti etc. eommatrj

s.

nostre carissime.

L.

eardinalis aquileiensis domini pape eamcrarius

J

etc.

Entro: Magnifica domina, commater nostra canss1ma, salute.

Sonno più giornj che de Vostra Magni.ficentia non havemo havuta lettera nè nuova alcuna, de ·che ce miravigliamo et starno anche alquanto suspecti per qualche suspitione de peste havemo inteso essere li in quessa vostra terra. Il perchè ve confortamo ad scrivere et advisarce del stato et convalescentia de V.1• M. 1i• et tutta sua famiglia, et item del vivere et conditione de la terra, perchè, habbiando de ciò sentire desiderio, ne 0 receveremo summa consolatione. Bene valete. Ex Urbe, XIIIJ ·maij M ccccLXIIJ.

_____

.....,

.........

--. ..

. ..

,.

.


EPIS.TOLARIVM HONORATI CAIETANI

1463. V.19.

C-2187.

Roma - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: in Albano. Fuori :

205

manda lacobello per far condurre le sue cavalle

Magnilice domine Caterine de Ursinis Sermoneti etc. commatrj noatre cansa1me.

L

cardinali, aquileiensis

·

dominj pape camerariu1

s.

1

etc.

Entro: Magnifica domina, commater nostra carissima, salutem. Mandamo là lacobello, presente portatore, per fare condure le nostre cavalle ad Albano, per mescolare con quelle alcunj cavallj vechi havemo in la nostra stalla. De che ce ne è parso dare adviso a la Vostra M.tia Bene valete. Rome, XVIIIJ maii _I 463. (Su ligula): Post scriptum: Operate che el cavallaro, facendo resistentia alc~ rimagna contento, perchè noi el satisfaremo de quanto deve bavere integramente : et se 'I vorrà venire qua, serrà pagato.

1463.V. 30.

C-2152.

Aquila - Pietro Ralle Camponesco a Marino Marzano: siansi voltati in favore del papa. Fuori:

Illustri et ezcellenti domino tamquam fratri honorando domino Marino de Marzano principi Rossani duci Suesse etc. regni Sicilie Amirato. Rcg~i

smenlisce che egli e la città di Aquila

s.

} Mag. luatitiarius etc.

Sicilie

Entro: Illustris et excellens domine tamquam frater honorande. Perchè forsia è facta fama et sinistra relatione ad V. Ili. S. che questa cità sia dirizata ad volere del papa, per levare questa caligine della verità, havisamo V. Ili. S. che alcuni emuli, ex inimici del nostro stato, usando tali astutie et lettere per armi, per favore della loro impresa per avere manigiata la treuga con la s.t1 del papa, con licenza dello ili.mo comune nostro signore, monsg.'e duca di Calabria, hanno facta fania essere questa cità inclinata alla devotionc della dieta s.t1 La quale cosa mai è stata nè è el vero, certificando V. Ili. S. che, corno per lo passato, siamo stati in nella fidelità della serenissima maestà del nostro signor re Renato et del sou illustrissimo fiolo duca di Calabria, cosi stando in nel presente, in quella sempre fervente. mente intendiamo perseverare. Aquile, die penultimo maij 1463. Comes Montorij •ac F aureti etc. Camerarius et . A . c1v1tabs Aquile etc. qumque rtlum

j .. .

1463.VI. 9. Roma -

C-2189.

Il card. Scarampo a Caterina Orsini: -

Fuori:

Magnilice domine Caterine de Uninis Sermoneti elc. commatri nostre canwme.

L

credenziale per lacobello.

s.

cardinalis aquileiensia

dominj pape camerariu1

Entro: Magnifica domina, commater nostra canss1ma, salutem. Recrescene fino all'animo del danno havete recevuto; sopre dc che, quanto fino ad hora habbiamo facto et opcratoce, per lacobello ve ne serrà dato pieno adviso. Nè anchi mancaremo dc farce quanto cc serrà possibele, che non se faccia tanta iactura de le cose vostre. Bene valete. Romc, die VJIIJ iunij 1463.


Do e u M ENTI D EL L· A Re HIV I o e A ET AN I

206

C-2190.

1463 .VIIl.10. Sessa Aurunca (negli accampamenti presso) - Giooanni d'Angiò a Onoralo Caelani: Puglia il suo scudiero Filippo, lo prega di proooederlo di secura scorta. Fuori:

mandando in

Magnifico et strenuo conailiario regio paterno fi.deli Honorato Gayetano comi li F undorum Sermonetique armorum etc. nobis sincere dilccto,

Dux Calabrie et Lothoringie etc. paternj Regnj Sicilie locumtenens et vicarius generalis

J

Entro: Magnifice et strenue consiliarie regie paterne fidelis, nobis sincere dilecte. Perchè mandamo im Puglia Phelippo, presente latore, nostro scudiero, per cose importante al stato, ve pregamo che, bisognandoli. da llà, per passare securo, guida o scorta, li ne vogliati providere ; et. de questo a noi fareti singulare piacere. Ex regijs paternis et nostris felicibus castris prope Suessam, die X 0 augusti 1463. Jehan subscripsi · Laurentius.

C- 2191.

1463.VIll.11.

Sessa Aurunca (negli accampamenti presso) - Giooanni d'Angiò a Onoralo Caelani: - non aoendo avuto finora comodità di rimunerarlo dei seroizi resi, spera nella oitloria per poler ciò /are. Fuori:

)

Magnifico et strenuo consiliario regio paterno fiddj Honorato Gayctano comiti F undorum Sennonelique armorum

s.

etc. nobis sincere dilecto.

Dux Calabrie et Lothoringie etc. patemj

)

Regnj Sicilie locunlenens etc. vicarilll generalis

j

Magnifice et strenue consiliarie regie paterne fideli.s nobisque sincere dilecte. Havemo recevuta vostra lettera et inteso el tenore de essa. Vi respondemo che per essermo ben serviti da voi, non ne potriamo tanto laudare quanto più ne hariamo ragione et meritamente. Del che, si non fine adesso ve ne havemo resposto secondo el merito, siate ben certo che non è restato per nostra buona intencione, ma per non havennone havuta la comodità, corno voi anchora ce ne posseti essere testimonio, et tanto più per non havermone possuto fine adesso meritare de vostri meriti, ve restamo obligati; et se più potessimo dire, più diriamo, et non dubitamo ancora voi esserne in conscientia de questo insieme con noi; et se Dio ce farà victoriosi, corno speramo indubitatamente de l'impresa de questo regno, più evidentemente ve lo dimostraremo et suppliremo a ogni moderno manchamento. In ciò non curamo più dilatarse. Circa el subsidio ce replicate al presente per le ragione che voi dicete, siati certo che più ne foriamo volunterosi noi de farvelo che voi de riceverlo. Ma voi sapite corno che noi, che adesso non havemo la comodità, per questo non saperiamo che responderve, volendo aspettare finchè haremo el subsidio, corno, da hora in hora, aspectamo : de quello ve faremo tal parte che hareti cagione più de gratularvene che agravare di noi. Ex regijs paternis et nostris felicibus castris prope Suessam, XJ° augusti 1463. Jehan subscripsi. Laurentius.


207

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

C-2192.

(1463) .VIII .13. Sessa Aurunca - Marino Marzano a Onoralo Caelani: comprenda quei di Santa Maria e della Rocca. Fuori:

P.erchè nella tregua col

«

Contecello •

Excellenti domino Honorato Caytano Sermoneti F undorum

comiti etc. tanquam fratri honorando

Regni Sicilie

J Admiratua

s.

etc.

Entro: Excellens domine tanquam frater honorande, salutem. Como credemo ve sia manifesto, in tucte le tregue che havimo facte da quesse bande et con lo Contecello et con dopno Alanso (I), sempre ce havimo interclusi quissi vassallj vostri corno li nostrj proprij. Per tanto ve pregamo che quessa tregua che farrite con lo Contecello, ce vogliate intercludere quissi nostrj vassallj de Sancta Maria et della Rocca et de questo multo ce placerite. Parauts etc. Suesse, XIIJ augusti, XJ jndictione. Princeps Rossanj ] Dux Suesse et Squillacij

1463.VIll.14.

C-2193.

Forcella (negli accampamenti presso) - Marino Marzano a Onoralo Caelani: Carino/a che i vassalli di lui intenderebbero guastare. Fuori:

Exccllenti domino Honorato Caytano Sermineti ac F undorum comitj tanquam fratrj carissimo Rcgnj

Sicilie

l

circa il pa"o di

s.

Admiratua.

Entro: Excellens domine tanquam frater carissime, salutem. Havimo sentuto~che lj vostrj vaxallj intendono guastare lo passo de la Ravinola, de che nce maravegliamo sinciramente. Per la quale éosa ve pregamo non vogliate ciò consentire chè altramente nce despiaceria assay. Per questa non altro, offerentes etc. Datum in nostris felicibus castris apud Forcillas, XlllJ augusti Mcccclxiij. Princeps Rossanj ] Dux Suesse et squillacij

C-2161.

1463.VIII. 20. «

San Giovanni de Archiano » (negli accampamenti presso) - Giacomo Piccinina a Onoralo Caetani: ·_ faccia accompagnare, fino a Venar/o, i due portatori della presente e gli mandi, al più pre.:sto, un suo fidato. Fuori:

t

Magni6co et exccllenti domino tanquam fratri honorando domino Honorato Caytano Fundorum comiti etc.

s.

Entro: Magnifice et excellens domine tanquam frater honorande. Mando questi duj mey messi, presenti portatorj, fin a Venafri. Prego la V. S. che gli facij dare bona compagnia, acciochè possano andare securj. Item prego la V . S. che mande uno suo fidato fin qua, perchè gli ho da parlare de cose de importantia. Et questo sia quanto più presto sia possibile. Paratus etc. Ex castris nostris apud sanctum lohannem de Archiano, die XX augusti 1463. lacobus Piccininus de Aragonia Vicecomes etc.


f

208

DOCUMENTI DELL. ARCHI V 10 CAETAN I

1463·.VIII. 23.

C-2194.

Sessa Aurunca (negli accampamenti presso) - Giovanni d'Angiò a Onorato Caetani: - lo prega di continuare ad informarlo degli avvenimenti; gli manda l'autorizzazione a rilasciare saloacondotti e gli promette parte dei denari, che riceverà da Firenze. Fuori:

Magnifico consiliario regio paterno fideli Honorato Gayetano Sermoncti F undorum comiti armorum etc. nobia sincere dilecto

s.

Dux Calabrie et Lothoringie elc. palernj Regni Sicilie locuntenena elc. vicarius generali,.

Entro: Magnifice consiliarie regie paterne fidelis, nobis carissime. Recevuta vostra lettere et visto quanto ce scriviti. Havemo havuto a caro li avisi ce dati et cossì ve pregamo de quello a la iornata sentiriti ce vogliati avisare, chè l' haverimo molto a caro. Al facto de la possanza che rechiediti de fare salviconducti, questa è pichola adomanda che ce faciti, chè in maiore cosa ve vorriamo compiacere per li meriti vostri et servicij ce haviti facti ; noi ve la mandamo spaczata in buona forma. A la parte diciti voi havere sentito esserce venuto certo subsidio de denarj in Firenze et che ve ne vogliamo fare parte, ve dicimo che, per non essere anchora certificati de la somma che è venuta, non saperiamo corno distribuirli: havuta ne haverimo piena noticia, de quello ce sarà ve ne farimo pro rata tal parte che de noi restariti contenti. Havemo havuto molto a caro l'offerta ce havete facto del stato vostro, de che, quanto possemo, ve ne rengraciamo : pur fin a qui non havemo a dubitare che peste regne da qua. · Datum in regijs patemis et nostris felicibus castris apud Suessam, XXIIJ augusti 1463. · Jehan subscripsi.

/

Laurentius.

[1463] .VIII. 23. e

C-2195.

Montemtanum » (negli accampamenti presso) la sua fermezza. Fuori :

Marino Marzano a Onorato Caetani: -

Excellentj domino fratti nostro cariuimo domino Honorato Gaytano comiti F undorum etc. Regnj Sicilie

lo loda per

s.

} Ammiratus etc.

Entro: Excellens dompne, frater honorande, salutem. · Havimo receputa la lettra de la S. V., quale multo ce have piazuto, sì de la bona fermeze de la S. V., che conprendimo per quella, benchè maj ne fossemo in dubio, sì del bono conforto et proferta. E cossì per la presente certificamo la S. V. como simo in quillo proposito sa V. S. eravamo, e maj intendimo da quillo levarene, reservato la morte ce lo non togliesse, et questo la S. V. vederà continuo per effecto. De lu signor conte lacobo (Piccinino) havimo quella certeze la S. V. ne have et maiore, chè ne è venuto novo misso ad lu ili. signor duca, nostro comune signore, chomo el dicto conte maj fo in semele proposito quale se dando ad intendere, benchè non ne sia da credere lo contrario. E benchè ad lo presente lo inimico ce sia intorno, bisogniando una cosa piò che un'altra bisogniasse per lu stato et honore de la S . V., avisatene che lasarrimo omne altra nostra cosa per sopplire et seccorrere ad la S. V. Ex felicibus castris nostris prope Montemtanum, XXJfJ agusti, XJ indictione ) 463. Princeps Rossanj dux Suesse et Squillacij

l


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

209

C-2180.

1463 ·.VIII . 24 . Sessa Aurunca (negli accampamenti presso) - Giovanni d'Angiò a Onoralo Caefani: data così al ritorno voglia dare al latore sicura guida. Fuori :

Magnifico conailiario regio paterno fideli Honorato Gayetano Scrmoneti F undorum comiti armorum etc. · nobia sincere dilecto.

come nell'an-

s.

Dui: Calabrie et Lothoringie etc. paternj Regni Sicilie locuntenen1 etc. vicariu1 generali,

J

Entro: Magnifice consiliarie regie paterne fidelis, nobis sincere dilecte. Per lo presente portatatore, homo de l' ili. conte lacobo (Piccinina), semo stati avisati con quanto solicitudine et diligentia al venire suo à facto da noi, li haviti dato guida et scorta per potere venire securo da noi con proferirli etiam, se bisogno era, volerce venire in persona cum tucte le gente vostre. De la qual cosa, Dio sa quanto piacere ne havemo havuto. Et perchè con grandissima celerità lo remandamo al prefato signor conte a ciò che vada sccuramente, li havemo comisso facia capo a voi. Pregamove li vogliate dare tal compagnia che possa fare lo suo camino securo, etiam se lo devessevj fare accompagniare fin in campo ; in questo ve pregamo vogliate usare quella solita diligentia che, in l' altre cose concernente al stato, siti socostumato, fare, chè ne fariti singulare piacere. Datura in regijs patemis et nostris felicibus castris apud Suessam, die XXIIIJ augusti 1463. .Jehan subscripsi. Laurentius.

1463 .VIII. 29.

C-2196.

Sessa Aurunca - Giovanni d'Angiò a Onorato Caetani: ringrazia per le notizie fornitegli; parlerà al principe di Rossano delle vettovaglie; scriverà ali' università di Agnone per le sovvenzioni in danaro; stia di buon animo e prosegua nei suoi propositi, perchè, nonostante il fatto che Marino Marzano sia tornato ali'obbedienza di re Ferdinando, non potrà mancargli la vittoria. Fuori :

Magnifico conailiario fideli regio paterno Honoralo Gayetano Sermoneti F undorum etc. comiti armorum etc. nobis aincere dilecto Dux Calabrie cl Lothoringie patemj Regni Sicilie Locuntenena et vicariua generalis

s. }

Entro: Magnifice consiliarie regie paterne fidelis, nobis sincere dilecte. Recevuta vostra lettere et visto quanto ce scriviti. Havemo havuto molto a caro li avisi ce dati. Circha lo facto de le victualie, noi ne parlarimo con lo ili. signor principe (di Rossano) et ne adoperarimo chè habiate l'intento vostro et cossì anchora scriverimo u la università de Agnone che per li denarj vostrj ve debiano subvenirne. Et benchè l'accordo del prefato principe sia successo, non de meno per li presidij et favori a noi apparichiati, li quali sono tanti et tali che sarimo sufficienti a prosequire la victoria non che a reaquistare lo perduto, non deliberamo per cosa niuna interlassare l'impresa, ymo sequirla con maiore animo, a ciò che li già dicti favorj et presidij in vano non ce fossero preparati. Confortamove a stare de bona voglia et seguire el vostro principiato proposito, corno semo certissimi fariti, perchè, quantunche questi siano donj de fortuna, pur speramo, mediante la divina gratia et le pratiche che havemo, che la victoria non ce mancharà, certificandove che, quando altramente fosse, pigliariamo partito al facto nostro. Datum Suesse, die XXVlllJ augusti 1463. Jehan subscripsi. Laurentius. 27


210

DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

[1463] .VIII. 30. e

C - 2197.

Montem Tanum » (negli accampamenti presso) che è oenuto in buon accordo col re.

Marino Marzano a Onorato Caetani: -

avvisa

Fuori: · Exccllcnlj

domino Honoralo Gaytano comiti Scrmoncli cl F undorum nobia lanquam fratrj canss1mo. Rcgnj

Sicilie

l

s.

Amiralua etc.

Entro: 'Excellentj socij et tanquam frater etc. nobis canss1me, salutem. - Avimo ricevuta vostra lictera. Ve advisamo che nuj, da lj vintj duj delo presente, simo venutj in bono accordio co la magistà de re (Ferdinando): che de lo facto de la grassa, nuj non ve Ila purriamo fare donare con nostro honore et bandarimo la nostra pacze et in quisto siatj advisatj. Si altra cosa da qua ve potimo serVIrJ, simo ad' vostro piacere. Datum in felicibus castrjs nostrjs apud Montem Tanum, penultimo augustj, X]° indictionis. Princeps Rossanj Sues~e et Squillacij dux

l

1463.VIII. 31. «

C-2198.

San Giovanni Archiano » (negli accampamenti presso) - - Giacomo Piccinina a Onorato Caetani: lo ringrazia di aver fatto accompagnare i suoi. Fuori :

Magni6co domino tanquam frntri cariuimo Honoralo Gaylano Sermincli • F ondorum comiti etc.

s.

Entro: Magnifice domine tanquam frater carissime. Havendo recevuta una littera de la S. V. per Eugenio, suo homo d' arme, la ringratio che la facesse acompagnare quelli mei et similiter ringratiola de le sue dolce et humane offerte che la mi fa, quale tengo gratissime et per accepte. A l'altre parte, per esso rasonate cum mi, non sarò longo in scrivere, remettendome a la relatione sua, quale Yene ad totum informato. Sempre son a li piaceri vostri paratissimo. Ex felicibus castris regijs penes · Sanctum lohannem Archianum, die ultimo augusti 1463. Jacobus Piccininus de Aragonia Vicecomes Regius Capitaneus ac locumtenens generalis etc.

1463·. IX .1.

Arch. Stato di Milano, Carteggio Estero, Napoli.

Monteroduni - Onorato Caelani a Francesco S/orza, duca di Milano: indotto a mellersi contro il re Ferdinando e se ne scusa. Fuori:

espone le ragioni che l'avevano

lii.mo ac cxcellcntiasimo principi et domino domino suo aingu• lariasimo domino F. Sfortie duci Mcdiolani Papie Anglericque comiti ac Crcmonc domino suo precipuo et bencfactori etc.

" Entro: Ili.me ac excell.me princeps et domine et domine mi singularissime, post umillimam commendationem. Dio me sia ius,to iudice quanto Ò desiderato sempre servire V. Ili.ma Signoria, alla quale 50 grandemente oblicato per molti et varii casciuni, consi?erato tutti mei so sempre stati veri servituri delli precessuri della V. IIJ.m• S. Donne multo me doglio allo presente stato inobediente ad essa non per offendere nè con voluntà nè con potere io essere offeso, ma solo per uno respecto. La V. Ili.ma

'


211

EPISTOLARIVM HONORATJ CAJETANJ

Signoria me Ilo deve ammectere lo mio errore, se errore se pò chiamare, considerato ad mi meritamente spectare et pertinere lo contato de F undi, iure pat~rno, et io come principale della casa mia, ma solo per tanti dispecti quanti lo conte de F undi per lo passato me ào facti, io, vedendo tanti principi et conti et altri signori, maiuri, minori et eguali ad mi, esserse voltati contro alla maestà del signor re, io conoscea per altra via non potere recuperare lo stato de mio padre, me dispusi fare anco, corno li altri aveano facto; per questo et anco per altro V. Ili. ma S. me deve admettere la mia scusa, donne mando da essa signor lacovello (Matti), mio fidelissimo cancellieri et vaxallo, più pienamente informato; dignese essa dunche darli credula fè quanto alla mia persona propria. Sempre me reccomando alla V. III.ma S . Ex Monterodono, die primo septembris 1463.

E V. ·1. D. .m 1 n 1 m u s se r v u I u s Ho nor a tu s Gay t a n u s ~ermi net e.

[1463].IX.2.

C-2218.

Carino/a -

Mariryo Marzano a Onorato Caelani: - è venuto in buono accordo con Ferdinando I; per .suo conio, non riceverà danno alcuno, ma .se, per comandamento del re, dove.s:se andare contro di lui, lo avvertirebbe tre giorni pri~a. Fuori:

Excellenti domino ·Honorato Gaytano comiti Sermonetj etc. suo carissimo Regnj Sicilie

l

s.

Admeratus etc.

Entro: Excellens domine tamquam frater honorande, salutem. Nuj vi avisamo corno simo venuti in bono acordio et pache cum la m. là de re et si simo cum vuj viv ... bene et da nuj non haveriti dapno, excepto conmandando solo la mtà de re, nuj lu fariamo non solum in contra vuj, ma in contra mio figlo et essendochè conmandato, in nantj che vj movissimo in contra vuj, vi ode aviserimo Ex civitate nostra Carinula, IJ 0 septembris, XIJ indictione. O . b·e dì innanti. P . (I) m a n u p r o p n a •

C-2181.

1463.IX.3.

Se.ssa A urunca - Giovanni d'Angiò a Onoralo Caelani: - .stia di buon animo e .segua l' impre.sa, come ha fin qui fallo; in breve tempo, le cose .si àddrizzeranno in modo da non far dubitare della villoria. Fuori:·

Magnifico consiliario et 6deli regio paterno Honorato Gayetano Sermoneti F undorum etc. comiti annorum etc. nobis sincere dilecto

s.

Du:r. Calabrie et Lothoringie etc. paternj } Regni Sicilie locumlenens elc. vicarius generali, j

Entro : Magnifice consiliarie regie paterne, nobis smcere dilecte. Recevuta vostra lettere et inteso quanto ce scriviti. Non forno mai in dubio de la vostra ·perfecta fede et constancia verso noi et lo stato nostro, perchè ne havemo vedute tante experiencie che de voi ne fanno stare con l'animo quieto. Rengraciamove del buon conforto ne dati, quantunche, per le cose successe, non pigliamo sbigotimento alcuno, perchè, per li favorj a noi apparechiati, speramo che, in breve tempo, le cose se adrizarano per modo che de la optata victorid non haverimo a dubitare; et siate certi che, per l'amore et affectione per voi et I' aÌtrj nostrj servitorj a noi portata et con effecto demostrata, per niente porriamo lassarve in preda a li nemici. Confortamove a stare de buona voglia et sequire l'impresa con quello perfecto animo ha viti facto fin · a qui, corno semo certissimj fariti, chè, mediante la divina gratia et le pratiche havemo, speramo prestissimo farve sentire novelle ve p1acerano. Datum Suesse, tercio septembris 1463.

J eh a n

s u b s cri p si . I

1) L• indizione areca comincia il I• 1ett. Nel aiu1no 1464 viene arreatalo M. Manano.

La u r enti u s .


Do e u M ENTI D EL L' A Re H I V I o

212

e A ET AN I

C-2199.

1463.IX.8. «

San Giovanni Arclano » (negli accampamenti presso) - Giacomo Piccinina a Onoralo Caetani: ricordati i rapporti di benevolenza dei suoi predecessori verso la Casa di lui, dice di non poter, per ora, fare quanto gli ha domandato; Alessandro Sforza sosta sollo Civita Sani' Angelo. Fuori:

Exccllenti domino tanquam fratri honorando Honoralo Gayetano Sermoneti F undorum comiti etc.

s.

Entro: Excellens domine tanquam frater honorande. Ho recevuto vostra lettera, a la quale respondando dico che, se la V. S. ha ferma opinione che io l'ami fraternalmente, che io desideri lo suo bene como lo mio proprio, non se inganna de niente, perchè, se l' altri mey predecessori di Casa Bracescha hanno facto bene a la Casa · vostra, io, per quello che posso, sonno aparechiato et disposito fare de bene in meglio et la V. S. ne vederà effecto a qualche tempo. Ma non havendo ancora assectato le cose mie più che mi ho, ni havendo il modo de presenti più, como la V . S. pò intendere, non me saria possibile de presenti fare quello che la V. S . me domanda, ma sempre de quello che poterò, la V. S. ne haverà parte et porrà disponere de le cose mie corno de le sue proprie, offerendomi sempre a tutti li suoy piacerj. De novelle qua non c'è cosa alcuna excepto che 'I signor d. Alexandro se sta sotto · Civita Sancto Angelo, su lo Salino. Ex castris apud S. lohannem Arclanum, die VUJ septembris 1463. lacobus Picininus de Aragonia Vicecomes etc.

1463 .IX. 8. «

San Giovanni Ardano » (negli accampamenti presso) - Broccardo Persico a Onoralo Caetani: nell'assicurarlo delle buone disposizioni di Giacomo Piccinina, si offre di fare per lui quanto fa per il conte. Fuori :

)

C-2200.

Excellenti domino maiori honorando Honorato Gaytano Sermineti F undorum comiti etc.

s.

Entro: Excellens domine maior honorande. La V. S. vederà quanto lo conte li scrive respondando a le vostre lettere et imperhò non replicarò altro. Ben vi certifico che la signoria sua non poria essere meglio disposta corno è verso V. S. et cussl volesse Dio che havesse el modo, corno l'ha bono animo; ma de quello che haverà la signoria sua, sempre ne havérite parte, et io me ne offero sempre vostro bono procuratore et sempre farrò per la S. V. quanto facio per lo conte lacomo (Piccinina) proprio. a la quale me recomado. Ex castris apud Sanctum lohannem de Ardano, die 8 septembris 1463. Vester in omnibus Brocardus de Persico comes Sablonete

1463.XI. 3.

l f

etc.

C-2205.

Vena/ro - Marino Marzano a Onorato Caetani: - vuole conoscere al più presto le intenzioni di lui verso la cillà d'Isernia ed aggiunge che, qualora intendesse muoverle guerra, egli dovrebbe aiutare la detta cillà come lutti gli altri luoghi soggetti al re Ferdinando.

Fuori:

Magnilico domino Honora-· to Gayetano Fundorum comiti tanquam fratri hononmdo

Regni Sicilie

l

s.

Admiratus.

Entro: Magnifice domine, salutem. Essendo nuj venutj quj per sta_to de la m. 11 del re et nostro et dubitando la comunità de Sergnj de Vostra S. per le cose potessero succedere depò la partita


, EPJSTOLARIVM HONORATI CAIETANI

213

nostra, quale fessemo de questa cità, volemo sapere da la S. V. come intendetj volere passare et vicinare con la dieta cità de Sergnj; chè volendolj fare guerra V. S., a nuj è bisognio adiutarla et favorirla la dieta cità de Sergnj et tuctj altrj lochj, qualj fossero de la m. 11 del re: et prestissimo prcgamo V. S. ne voglia avisare de sua volontà. Datum in civitate nostra Venafrj, die tertia novembris MCCCCLXIIJ. Princeps Rossanj dux Suesse et Squillacij etc.

1463 .XI. 28. Pacentro Fuori:

C-2209.

Giooanni di ser Giooanni a Onoralo Caelani: Excellcnti domino Honorato Gaytano Sirmoneti etc. tamquam [f]ratrj honorando

circa l'ao'anzarsi del nemico.

s.

Entro : Excellens et magnifice domine tanquam frater honorande, salutem. Famovj poche parole : et dicemovj chomo donpno Alonso è in camino verso nostrj lochi da llà o vero verso vuj. Siate avisati et de nuj non fate ·fama, ricomandandovj tucti quissi lochi nostrj da quesse bande cum offerirene Et vene cum circa 600 persone tra semper etc. Pacentrj, 28 novenbris 1463, 12 indictione. pede et a ccavallo se may etc.

V. C. M et C.

lo. ser lohannj servo vostro et partisano per la vita me ricomando sempre alla E. V.

1463. XII .19.

C-2206.

Prato - Il card. Scarampo a Caterina Orsini: - Peste in Roma e Firenze; la con/orla ad essere, come sempre, magnanima e forte ricorrendo, all'occorrenza, a Sua Santità. Fuori :

Magnilice domin[e] Catherine de Urainis Sermoneti etc. commatri nostre carissime.

L

cardinali, aquilciensia dominj pape camerariu1

} etc.

j

Entro: Magnifica domina, commater nostra carissima, salutem. Questa sera, per el mandato de Vostra Magnificentia, havemo recevuto so lettere: et per quelle, non senza grande despiacere, inteso de li vostrj affannj, de quali non altramente ne dolemo et pigliamo summo rincrescimento che se quelli advenissero non che in le facultà, ma in la propria nostra persona. Acrcsie tale nostro dolore la absentia nostra da Roma, dove più vicino poteressemo aiutarvj et favorirvj sl che, o in tutto o parte, ve sublevaressemo da tale fatighe. Et de zò, ne è cagione questa ·exacranda peste, la quale, siando ad Roma, non ce permette tornare lì, salvo non volessemo mettere ad pericolo noi et la nostra famiglia. Pure aspectamo, de zomo in zomo, sentire che la peste sia mancata, ·ad z[ò potesse)mo finalmente redurce in corte et ad presso [a la] S.11 de nostro Signore se ... almente hozi de nostro desid. . .. le molte nostre facende pru ... retirano lì quanto per li nostrj amici, quali, per non esserce, patono molte volte detrimento in varie et diverse loro cose. Damovj speranza, noi serremo presto ad Roma, dove, quando serrà bisogno, tanto mancaremo in quanto ce serrà possibile a la M.ti• Vostra, quanto ad noi medesimj. In questo mezo la confortamo ad essere magnanima, forte et constante, come l' havemo sempre cognosiuda ; et de quanto accaderà, ne voglia dare adviso a la S. 11 de nostro Signore, el quale, non dubitamo, come è sanctissimo et iustissimo, non che permettarà ve sia facto alcuna ioctonia, ma punirà chi la fesse, et fav~regiarane contra ognj tristo et qualunque caso. Noi, per essere 111 peste in Firenze, ne siamo redutti qui in Prato, X miglia de longi, stando de dì in dì pigliare la via verso Roma: sichè dagase de bona voglia la Vostra M. quam optamùs bene valere. Ex Prato, XVIIIJ decembris 1463.


• Do e u M ENTI D EL L· A Re H I V I o

214

e A ET A N I

C-2207.

[1463] .Xll.27. San Vincenzo al Volturno - Alfonso d'A,ialos a Onoralo Caelani: uomini e dai soldati di lui in danno del latore. Fuori :

Exccllcnti domino domino Honornto Gaytano Scrmoncti F undorumquc comi li lamquam fralri nostro honorando Comitalu1

Molisij

l

circa il furto commesso dagli

s.

Viccrcx elc.

Entro: Excellens domine tamquam frater honorande, salutem. Lo exibitore de la presente me dice per li hominj et soldati de V. S. essere stato robbato, secundo per luy V. S. serrà informato. Et pertanto prego quella ·c e vollya provedere, actale consequisca so debito, nec alias ; offerendome ad similia et ad maiora. Ex castro nostro Sancti Vincencij, XXVIJ decembris, x1r indictionis. Alfonsus de Davalos . . A R egms rmorum cap1taneus

1463 .XIl.30.

J etc.

C-2208.

Isernia - Alfonso d'Avalos ad Onoralo Caelani: lo ringrazia per le troie; manifesta il suo dispiacere delterrore fallo da quelli di Castello; assicura che quelli di Macchia saranno risarciti · del danno e promelle di rimborsargli il rame e gli asini perduti a Scapoli. Copia.

)

Excellens domine tamquam frater honorande, salutem. Ho receputo una lettera de V. S. et duy grosse et belle trocte: de che rendo ad quella infinite gratie, et respondo che ho havuta assay displacentia dello errore facto per quillj de Castello et che ad V. S. facza bisongnio, per Ile trangressionj dellj nostrj, fare tante literj et querele. Ma perchè similj cose soleno in dette terre occorrere et potixime havendo le persunj dispersi in più lochi, exorto V. S. che hagia pacientia, perchè may cesserò provedere et reparare et dare modo et expediente a la restituytione et satisfatione et corregerò quilloro che, per loro inscipientia, son causa de dare ad V. S . tanta molestia et ad me, et che haveno sì pocho reguardato al nostro honore et observantia della nostra fe'. Per la quale cosa, ad ciò che V. S. sia certissima de nostro bono proposito et fermissima intentione, sia ad unguem obsèrvate la dieta treua et de vivere con quella chomo con parente et fratello, ho scripto in forma tale aè:l Castello che non dubito restarà V. S. satisfacta et contenta. A la restituytione del danpno de Macchia, iunto cquj et retrovando che per lo mastro iurato non ce era facta diligentia, subito scripsemo ad quillj de Macchia, che havevano patuto lo dapno, che fossero venuti da nuy che Ilj satisfarimmo sì che, venuti serrando, li farrimo retomare contentj. Al facto del rame et somarj perduti a lj Scappulj, iuro ad V. S. per la mia fe' che, suctilemente et con omne diligentia, ho cerchato per retrovarelj et restituyre, perchè amamo più lo nostro honore et de conpiacere o conportare tale cosa ad uno villa.no o soldato et non ne retrovo coniactura alcuna; sichè non sapemo che nce fare altro, non trovando lj somarj et rame predicto ; sichè V.: S., non restando contenta ad questo, mande da me et yo lj pagarò, et così · anche de li presupti farrò restituytione, inquantuncha V. S. no lj extima, perchè io extimo fare mio devere con quella; sichè conclusive certifico V. S. che queste tale cose non soccederando più et, soccedendo per disventura, serrà proveduto et reparato et satisfacto per modo che V. S. serrà contenta. Et lasso lo capitano de Isernia, mio locumtenente, al quale V. S. haverà ad recorrere in de le cose che accascassero per fine a la mia retornata, quale serrà prestissima. Ex Isernia, penultimo decembrjs 1463. · Supplico V. S. facza restituyre le soye cose ad Urla:ido et ad quillj dellj Scappulj, secondo scrive, a la quale me offero etc. Alfonsus de Davalos regms armorum capitaneus.

4


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

215

C-2214.

[1464]. I .18. ·

Scapoli - Il noi. Blasio Novelli, • capitano del!'abazi!l vulturnense, a Onoralo Caelani: essendo alcuni soldati .del suo signore andati a Castelnuovo, lo richiama ali'o:sservanza dei capitoli che ne vietano il ricetto. Fuori:

Excellenti et strenuo domino Honorato Gaytano Sermoneti F undorumquc (comiti] etc. tamquam domino 1ingularissimo

s.

Entro: Excellens domine, domine uti domine singularissime, humilem comendacionem. Passando V. S. presso li Scappulj ad conducerese in Monterodonj, manday uno mio da quella per intendere Caste[l]novo a q~ale obediencia era. De che, secundo il predecto me referio, V. S. resposse che era a la vostra, et per V. S. se regea et tenea. Qual cosa, actento quello hancho el sincero et perfecto amore, pace et unione era inter V. S. et lo mio illustre signore, me parse quietareme in quel lo. Et stando su quella protepcione, in la quale al presente sto, parerne quisto vostro Castellnovo me faza acti et cose insopportabile, exponendo, benchè credo da V. S. non proceda, che per quella no se tene invocando nomj che anchora non ho odite; et perchè, pur la iuventù anche el sentimento non me pale, me se donne ad intendere altro che la veritate, considero et conprehendo siano industrie de V. S., de le quale resto grandemente confuso anche ppiù, chomo credo, V. S. sia ampiamente informata de li capitolj et contenencia de quillj che no se devono receptare soldati de l' una parte et de l'altra ; et al presente certi che erano a li Scappulj, soldati del mio signore, so informato siano andati al decto Castellnovo. Forse V. S. non ha noticia de zò : quella exorto vollya observare el so honore et quello è soa natura et custuno, maravellyandome de questo che se a V. S. gratassero de li soldati del predecto mio illustre signore, non per questa via, ma solo per una minima vostra lettera, ne possevati bavere non sì pochi, ma tucti quillj so ad mia ordenacione. Et perchè qui sto facto de Casteli novo me pare vada multo confuso et pertanto supplico V. S. se dengnc advisareme se se tene per V. S., o se quella ne ha facto contento ad altri, et dc zò V. S. me farà summa gracia abstinendolo sì et tanto quanto dire se possa. Reconmandome de continuo a V. S. Ex terra Scappulorum, XVIIJ ianuarii, Xlj° indictioois. Ex D. V. servitor no tari u s B la si u s N ove Il u s J etc. de Pod.la (?) Abbacie Vulturnensis capitaneus

[1464] . I. 28. San Vincenzo al Volturno - Il notaio Blasio NovE-lli a Onoralo Caelani: signore non partecipò ali' impresa di Castelnuovo.

C-2215. lo a:ssicura che il suo

Ceterum al presente, zoè ogi che so li XXVIJ del presente mese de ianuarii, lohannj de Y sernia, mandato per la università et capitano da llà, è venuto da me et ostesame, intra le altre, una lettera de V. S., mandata al decto capitano sopra el facto de Castellnovo, in la quale se contene che per li soldati, me et vaxallj del mio illustre signore esserne stato tolto el decto castello. De che resto grandemente maravellyato la voluntà ve habia sportato a questo; benchè credo sia errore del scriptore, chè V. S. deve sapere ipso mio illustre signore essere approbato che niuno ronporso se Ili pò opponere et essere senza niuno manchamento al mundo; et cossì sequitano soy vassallj et serveturj, chè corno è lo magistro so li scolarj. lo ve scrivea la presente ma, per lo fierissimo tempo, no Ila ho possuta mandare, mn pò vedo la cosa essere per altra via, secondo scriveti, de la quale ne so ingnorantissimo et per la presente, scripta de mia propria manu, ve certifico in tale acto nullo del mio signore esserce trovato nè acconstato per nulla via, obligandome in questo, toto tempore vite mee, che may el contrario de zò se repeterà, chè bene se deve recordare V. S. che, io havendo voluto consentire, la offensione a V. S. non serria stata per mura ropte, exepto per le milliara de lj ducati et abilemente lo haverria possuto fare et Dio sa se nze forria intervenuto altro che robba et dennrj'; et considerata la unione treuga, amecicia et beni-


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAE TANI

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volencia del mio illustre signore con V. S., hanchora li cxpressi comandamenti del decto mio illustre signore may haverria consentuto tale facto, chè prima vorria morire che prohibire el honore del mio signore. Sichè certissimo pò essere V. S. che in tale facto nullo' del mio signore ce è trovato nè vaxallo nè soldato. Ben prego V . S., se nde haveti facta promissione ad altri, che me vollya per lettera de quella exprimere et che non me se donne ad intendere una per un'altra; qual cosa, V. S., credo, cossì essendo, mende advisarrà, a la quale de continuo me comendo. Ex castro [Sancti] Vincencij, XXVII} ianuarij, 0 XIJ indictionis. Idem n o t ari u s BI asi u s servitor etc.

C-1004.

1464 . Il . 15. Il card. Scarampo a Caterina Orsini: 500 ducati da lei domandato.

Firenze -

Fuori:

accenna, tra l'altro, al compare e al prestito di

Magnifice domine domine Cathcri• ne de Ursinis Scrmoncti etc. commatri nostre carissime.

L

cardinali, aquilcicnsis

dominj pape camcrariu1

s.

l

etc.

Entro: Magnifica domina, commater nostra canss1ma, salutem.

)

Per el vostro mandato havemo recevuto lettere de Vostra Magnificentia et per quelle inteso quanto ne scrivete. Respondemovj breviter che ne havemo summa compassione in tanti vostrj affanni ne li qualj quel che debbiate fare, per altre nostre, ve l'habbiamo dechiarato. A la parte del signore nostro compare, largamente et ad bocca et per lettere ve scrivessemo per lacovello, come anchi fessemo ad esso nostro compare. Credemo la Vostra Signoria habbia havutò diete lettere d~l prefato lacovello [et] anchi da lui inteso ad bocca quanto era el nostro parere, sichè ce miravigliamo ... de tale cosa ce replicate più, et maxime in modo che pare non habbiate nè vi[sto la]covello, nè dieta nostra lettera recevuta. Ultra de questo, per meser Hugolino nostro, ce è stà referito per vostra parte quanto li scrivete delli 500 ducati ce debbia per nome yostro domandare in prestanza etc. Respondemovj che, per adesso, qui non havemo modo ; ma presto credemo andare ad visitar la Santità di N. S. in qualunqua luoco serrà, et poi venir verso Roma dove, quando serrimo et preterea Vostra Signoria trovarà la securtà de qualche banco,· forsia ce operaremo sì che ve farremo servire. In ogni altra vostra facenda, quando serrimo da Nostro Signore, dandoceni voi aviso, in tutto quello ce serrà possibile, ve darrimo aiuto et favore, non altramente farressemo ad noi medesmo. Bene valete. Florentiis, XV februarij 1464.

1464. III .4.

C- 2223. I.

Castel di Sangro Matteo di Capua a Onorato Caelani: insieme con parecchi abruzzesi dal re Ferdinando. Fuori:

Excellcnti domino tanquam fratri honorando Honorato Gayetano armorum etc.

gli richiede un lasciapassare per recarsi

s.

Entro: Excellens domine tanquam frater honorande.

Quantunquè non me para necessario havere alcuna securtà da V. S. per lo mio passare ultra, chè sempre cum bono ardire vegniria in le terre de V. S. como in quelle che me pare posserne pigliare confidentia, per lo amore che porto a quella, tamen, havendo io ad andare a la maystà del signore et cum mi vengono paricchi apruzisi, prego V. S. me voglia mandare uno pocho de securtà in scriptis, chè possa passare securamente cum tucti quilli che vengono in mia compagnia: et l'haverò quamplurimum grato et caro, offerendome apparecchiato. sempre a li vostri piaceri. Ex Castro Sangri, die IIIJ martij 1464. Matheus de Capua dux Adrie ] tn" A t" . . . . u usque pru 11 v1cerex etc. Teram1que et SanctJ FlaVJanJ comes

,


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANf

1464. III. 30.

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Archivio di Stato di Napoli, Istrum.ti Farnesiani, n. 0 143.

Ischia Pier Luigi Farnese nomina Paolo di Guglielmo di Maria 3UO procura/ore a ri3cuolere da Onorato Caelani la dote di Giovannella Caelani, 3Ua moglie. In nomine Domini amen. Anno Domini a nativitate eiusdem millesimo quatricentesimo sexageg1mo quarto, indictione xua., tempore ss. in Christo patris et domini nostri d. Pii divina providentia pape Il, die vero penultimo mensis martii, in presentia mey notarii et testium introscriptorum ... Magni.ficus d. Petrus Lovisius condam magnifici d. Ranutii de F arnesio, omni meliori modo •.. fecit, constituit, ordinavit et deputavit suum verum legiptimum ac indubitatum procuratorem, actorem, factorem, negotiorum gestorem ac numptium specialem spectabilem virum ser Paulum Guglelmi de Marta, absentem tanquam presentem, specialiter ac nominatim, ad componendum, tractandum, capitulandum et paciscendum cum magnifico d. Honorato Gayetano, sive alio quocumque procuratore legiptimo, in et super facto solutionis dotis magnifice d. lovannelle, filie legiptime et naturalis prefati magnifici d. Honorati et uxoris prefati magnifici d. Petrilovisii constituentis, sihi magnifico d. Petrolovisio promisse et debende, et ad recipiendum de ipsa dote solvenda ydoneas cautiones, ut dicto ser Paulo procuratori melius videbitur et placebit; nec non ad ipsam dotem ah eodeni magnifico d. Honorato, sive alio quocumque suo nomine solvente, totaliter sive particulariter recipiendum, et de receptis omnibus se habuisse et recepisse confitendum et finem ac refutationem de ulterius non petendo faciendum, ac etiam bona quecumque prefati magnifici d. Petrilovisii constituentis, in omnem casum et eventum dotis restituende, quod absit, pro observatione omnium et singulorum pactorum ac promissionu·m per dictum ser Paulum procuratorem, nomine prefati magnifici d. Petrilovisii principalis, factorum, obligandum ... ; et generaliter ad omnia et singula faciendum .•. que fuerint utilia, necessaria et opportuna et que ipsemet magnificus d. constituens .facere potuisset ... Et ad maiorem cautelam et firmitatem omnium et singulorum predictorum prefatus magnificus d. Petruslovisius principalis iuravit ad sancta Dei evangelia, corporaliter manu tactis scripturis in manibus mey notarii introscripti, omnia et singula predicta perpetuo et omni tempore hahere rata ... Actum fuit hoc in aree castri lschie et in sala magna superiori diete arcis, presentibus egregio viro ser Quiricho ser Lodovici de Lugnano potestate dicti castri lschie, lohanne Donati de Aretio, Georgia Cinelle et Menicho Antonotti de dicto castro lschie testibus ad predicta habitis, vocatis specialiter et rogatis. Et ego Angelus condam Nicolay de Montepolitiano, publicus imperiali auctoritate notarius et iudex ordinarius, omnibus et singulis predictis presens interfui et ea scribere rogatus scripxi et publicavi et ad fidem omnium et singulorum predictorum signum meum apposui consuetum.

1464. IV.15.

Are. Col., Prg. LXIV - 3.

Sermoneta - Caterina Orsini, in nome di Onorato Caetani, e gli uomini di Sermoneta prestano garanzia di tutti i loro beni a favore di Antonio Colonna, principe di Salerno, il quale darà fideiulSione a re Ferdinando per l'impegno preso da Nicola Caelani di non operare contro lo stes30 re e contro Onorato Il Gaetani, conte di Fondi, durante la guerra suscitata da Giovanni d'Angiò. Anno millesimo cccc0 LXIIII, pontificatus Pii pape secundi anno sesto, indictione duodecima, die quintodecimo mensis aprelis. Magnifica et generosa domina Catherina de Ursinis domina Sermineti etc., habens plenitudinem potestatis a magnifico et potenti domino Honorato Gaytano, domin'? diete terre etc., tam ad se ipsam eiusque dotes et bona obligandum quam etiam ad obligandum ipsum Honoratum coniugem ad omnia infrascripta, cuius m_andati tenor talis est : Nos Honoratus Gaytanus dominus Sermoneti etc., confisi ab experto de fide et legalitate magnifice et generose domine Catherine de Ursinis, coniugis nostre, ipsam absemptem constituimus actricem, procuratricem et numptiam ad nos, sub ypotheca et obligatione omnium bonorum nostrorum ohligandum coram illustri et excelso domino Antonio de Columna, Salemi principe ac alm~ Urbis prefecto etc., vel eius procuratore, occasione obligationis seu fideiuxionis facte vel fiende per ipsum prefectum coram Ferdinando rege Sicilie etc. de eo quod magnificus Nicolaus Gaytanus

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o o e u M ENTI DEL L· A Re H I V I o

e A ET AN I

miles, filius noster, prom1s1t seu in futurum promictet prefate sacre regie mayestati, silicet quod ipse Nicolaus numquam ullo tempore erit contra statum diete regie mayestatis et ipsius comitis F undorum durante guerra quam ipsa mayestas habet cum illustri et potenti domino duce lohanne et eius sequacibus, sub pena per ipsum Nicolaum promissa aut promictenda et per ipsam mayestatem stipulata aut stipulanda, pro quo dictus prefectus seu eius procurator fideiuxit seu fideit•bebit ad eandem penam ad quam obligatus est vel erit ipse Nicolaus; et ad promictendum de indempnitate, ·dantes eidem Catherine potestatem obligandi et ypothecandi pro predictis suas dotes et bona coram domino prefecto et suo procuratore, relevantes ipsam ab honere sntisdandi; fieri fecimus hoc mandatum per manus Antonii Quatrassi, nostri cancellarij. 0 Datum in castro nostro Montisrodoni, anno millesimo CCCC LXIIII, indictione duodecima, die primo mensis aprelis. Et erat ibi sigillum domini Honorati cum subscriptione proprie manus, videlicet Honoratus Gaytanus Sermineti etc. ; et in fine erat manus dicti cancellarii, silicet Antonius Quatrassi de mandato domini scripssi.

/

Et Antonius notarii Stefani, magister Petrus de Americis, Petrus Marrocchi, lohannes Marrocchi, Antonius de Butio, lohannes Marinelli, Petrus Trallione, Rogerius Calamita, Angelus Scammella, Nicolaus Scammella, Petrus Racza, notarius lohannes Tutii Caroli, lacobus Pistillione, magister Nicolaus Panichi, Paulus notarii lohannis, Angelus V ari, dominus Antonius Tinatii, Petrus notarii Antonii, Stefanus Perione, lacobus Meczanocte, lohannes Masii ; et scindici seu vistalerii diete terre, videlicet Antonius Colutia et Antonius Thoscani, habentes mandatum ab ipsa universitate : omnes abitatores et cives terre Sermoneti, ex una parte; et legum doctor dominus Loysius Manganella de Gayeta, procurator ad infrascripta pro illustri et excelso domino Antonio de Columna, Salemi principe ac alme Urbis prefecto etc., ut patet instrumento facto manu notarii lesmundi de Neptuno, lecto per me notarium infrascriptum, parte ex altera. Asserente domina Catherina et aliis qualiter prefatus prefectus, ipsorum precibus et mandato, ordinavit notarium Paulum Antonii de Varonibus de Genaczano suum procuratorem coram Ferdinando rege Sicilie citra etc: ad promictendum et fideiubendum pro magnifico Nicolao Gaytano milite, nato magnifici Honorati ·Gaytani Sermoneti etc., et ad obligandum ipsum prefectum suosque heredes et successores sub ypotheca et obligatione omnium bonorum suorum penes sacram regiam mayestatem, in eo videlicet quod Nicolaus miles unquam et ullo tempore erit contra statum diete regie mayestatis nec offendet seu offendi faciet magnificum Honoratum Gaytanum, F undorum comitem etc., aliosque subditos et adherentes diete regie mayestatis et comitis F undorum, durante guerra quam ipsa regia mayestas habet cum illustri et potenti domino duce lohanne et eius sequacibus, sub pena per ipsum Nicolaum promissa aut promictenda et per ipsam sacram regiam mayestatem stipulata vel stipulanda : cui obligationi asseruerunt accedere debere vel accessisse prefectum per mediam personam sui procuratoris, obligando se, heredes, successores et bona sua omnia ad penam ad quam incideret Nicolaus si contra predicta venisset: Catherina tam nomine suo quam etiam pro parte magnifici Honorati Gaytani et Antonius Stefani, magister Petrus de Americis, Petrus Marrocchi, lohannes Marrocchi, Antonius de Butio, lohannes Marinelli, Petrus Trallione, Rogerius · Calamita, Angelus Scammella, Nicolaus Scammella, Petrus Racza, notarius lohannes T utii Caroli, lacobus Pistillione, magister Nicolaus Panichi, Paulus notarii lohannis, Angelus Vari, dominus Antonius Tinatii, Petrus notarii Antonii, Stefanus Perione, lacobus Meczanocte, lohannes Masii, et Antonius . Colutia et Antonius Thoscani, ambo scindici seu vistalerii terre Sermoneti, tam nomine proprio quam pro parte ipsius universitatis, promiserunt et in solidum se obligaverunt, sub ypotheca et obligatione omnium bonorum suorum et universitatis mobilium et stabilium, Loysio Manganella procuratori, stipulanti pro parte ipsius prefecti, heredum et successorum suorum, occasione prefate fideiuxionis facte seu fiende penes dictam sacram regiam mayestatem, quod si dictus Nicolaus contra predicta per se promissa vel promictenda venerit, nullum dampnum prefectus incurret nullaque lix vel molestia ei inferetur quodque ipsum eiusque heredes et successores conservabunt indempnem et inlesum ab obligatione et fideiuxione predictis et ab omnibus in dicto instrumento contentis seu continendis, sub pena dupli quantitatis promisse vel promictende sacre regie mayestati, stipulatione in singulis capitulis huius contractus in solidum premissa, obligantes se se Loysio procuratori quod si omnia promissa per ipsum Nicolaum, pro quo prefectus fideiuxit, non fuerint per eum observata et . quod prefectus incideret in aliquam penam, r~fic~re et resti_tuere ipsi prefecto omnia dampna, expensas et interesse: dantes prefecto potestatem quod s1 N1colaus m1les fecerit contra per se


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EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

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promissa vel promictenda sacre regie mayestati, quod sit licitum ipsi prefecto, sine requisition~ aut denuntiatione fienda oflicialibus vel ipsis promissoribus, tam de iure quam de facto, et inmediate et armata manu, venire tam contra magnificum Honoratum, magnificam Catherinam quam etiam contra alios promixores necnon etiam contra eorum universitatem et terram Sermineti pro eius indempnitate conservanda; omnia promiserunt sub pena dupli fideiuxionis et promixionis pene facte seu fiende ab ipso prefecto ; ypothecaverunt et obligaverunt sese, eorum omnia bona. Actum Sermineti, in domidus seu palatio magnifici Honorati: notario Nicolao lacobi de Cifris de Bassiano, presbitero lohanne Francisci, lohanne de ludicibus et lohanne magistri lacobi archipresbitero Sancte Màrie de Sennineto testibus. Petrus notarii Nicolai de Cifris de castro Bassiani inperiali auctoritate notarius. ST. Nicolaus notarii lacobi de Cifris de Bassiano. lohannes de ludicibus de Sermineto. Presbiter lohannes F rancisci. Dompnus lohannes magistri lacobi archipresbiter sennonetanus.

1464 .IV.16.

C-2220.

Napoli - Broccardo Persico a Onorato Caelani: - accenna al suo interessamento ed a quello di Giovanni Caimi, ambasciatore del duca di Milano, per la liberazione di Nicola, figlio di lui; al duca Giovanni che ha abbandonalo Ischia per andare in Provenza; al re di Francia che ha dichiarato di non volersi impicciare nell'impresa; ed infine al pericolo, cui il destinatario si esporrebbe, mettendosi contro il re. Fuori: Magni6co et strenuo armorum etc. maiorj honorando domino Honorato Gaytano Fundorum Salvonete (1) etc.

s.

Entro: Magnifice et strenue maior honorande. Quista matina ho scripto a V. S. de quanto ho facto cum la m. là del signor re in le facende vostre per uno proprio messo. Hora venendo da mi quisto homo de V. S., delibero, per magiure cautela et totale notitia de V. S., quella medesima lettera replicare. Ho receuta la lettera de V. S. circa la liberatione Magnifice et strenue maior honorande. del mag.co d. Nicola, vostro filgliuolo, la captivitate del quale non mancho rencrescie a mj come vostra creatura et servidore che a Vostra propria S. Et respondendo dico che più volte ni ho parlato cum la m.tà del signor re et supplicato a la celsitudine sua che si digne, a complacentia del conte (Piccinino), liberarlo. Et invero ho trovata la m.tà sua bene inclinata ad tutte li apiacere del conte, nè anco non essere male disposta verso Vostra S. Ma la durezza vostra contra lo stato suo tene sua m.u suspesa al diliberare. Pur receuta la vostra lettera, mi ritrovai cum il magnifico lohani Caymo, oratore de l' ili. mo signor duca, et pregai la sua m. eia che li piacesse insieme cum mi ricomandare la causa del prefato vostro filgliuolo a la dieta m.tà a ciò che, cum la auctoritate di l'ill.mo signor duca insieme cum li mej pregherj, la cosa havisse melgliore exito. Lui che sa quanto lo ili.mo signor duca ama la S. V. et quanto la celsitudine sua è compaxionevele delli infortunij delli signorj et gintilomenj et voluntieri, dovj il pote, li presta favore, promptamente se offersi essere cum mi, et cussì ambe doj fossimo cum la sua m.tà et cum quilli modj, che melglio ne parvj, recomandassimo tanto strictamente la liberatione di meser Nicola et anco la S. V. quanto possibili ni fo. La quale benignamente ni auditte et ni respusi che quando la S. V. volesse usare la clementia sua, come hanno usate tutte li baronj de quisto reame, non nj saria mancho scarsa a la S. V. che a quillj che l'ànno offesa più che voj. Ma che, per certo, troppo li dolea che la S. V. stesse tanto pertinace contra sè senza nulla speranza de aiuto, che non era altro che una dimostratione de mal animo verso ipsa. Del che tanto più se dolea quanto non possa intendere la cagione. Circa la quale cosa raxionassimo multo ; la m. tà sua in dolersi, et lo imbaxiatore et io in nel iustificare la causa de V. S. A la fine comprendemmo la sua m.tà inclinarsi a le nostre preghierj et defensione ; per la qual cosa havimo deliberato il magnifico ambaxiatore et mj mandare quista lettera a V. S. et avisarla che, quando quella voglia usare clementia verso il signor re, noi ce confidamo farglj havere forse più sincera et magiore che quilla non crede; et speramo fare lassare il magnifico vostro 6.lgliuolo d. Nicola non cum talglia, come la S. V. recercha, ma senza talglia. Et a ciò che la S . V. possa melglio deliberare, mj pare expediente avisarvj in che terminj sonno le cose, perchè melglio porrà alhora consultare il facto suo, quando haverà inteso le occurrentij. Et, in prim1s, dico che 'l signor duca lohannj, sentendo che veniano de Pulglia quattro galee al signor re, le


Do e u M E N TI DEL L" A Re HIV I o

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)

e A ET AN I

quale, gionte all'altra armata della sua S.t1, era sufficiente a pilgliare la sua; cognosciuto havere perduta la terra et non podere difendere il mare, ha abandonata Ischia et è · montato in su l'armata per andare in Provenza. La quale, insieme cum li stati suoi, era multo sublevata per la absentia sua, maxime essendo morto il padre o vero in caso di morte. Item il re di Francia non li ha dato aiuto nisuno: nè de uno cavallo, nè de uno ducato che se senta, et quale se sia la possanza de Angiò, sola, come è contra il s.mo signor re, la S. V. lo ha experimentato et intende, che quisto s.mo signor ha tanta possanza in stato et in dinarj più che non ha signoria nè signor de Italia. Et ha spazato, fra domanio et barone, insieme cum ill. conte lacomo, al quale ha observato ogni cosa ad hunghem, LXXXXIIIJ squadre de gente d'armj, cum le quale saria sufficiente reaquistare tutto quisto reame da uno capo et l'altro, quando non tenesse si non una cassina. Et perchè forse la S. V. porria stare a cavallo supra le cancie, che, a quisti dì, sonno state diete de le lighe facte fra la m. t1 del ~e de Francia et signore duca de Milano, aviso la S. V. che quille leghe sonno in favore de quisto signore, perchè il re di Fra~cia ha dechiarito totalmente non volersi impazare de quista impresa. Et il prelibato duca è in melgliore dispositione e parentado cum quisto signore che ni"aj fosse per niuno tempo, et non è persona che 'l sappia melglio che 'l conte lacomo, al quale il dicto signore ha mandato a chiarire la voluntà sua. Le quale cose ho voluto significare a V. S. a ciò che quella intenda in quanto pericolo ella se trova non solamente de perdere vostro filgliuolo, ma de pericolare lei stessa cum lo stato et cum la vita, avisandovj che multi sonno che ricordano alla m.t1 dii re a non vi torre niuna gratia, dicendo che usciendo la m. 11 sua im campo, come ella escie adesso, non pò uscire cum magiare reputatione che de venire a deifare voj, che acordandovj la m. tà sua non ha a fare altro. Ma lo magnifico ambaxiatore et mj ce confidamo supplicare per modo alla sua m. tà che vi reconciliarimo cum essa et fari mo liberare el magnifico vostro filgliuolo. Piaciavj adunqua, receuta questa, per vostro messo proprio famj resposta, perchè lo ambaxiatore et mj havimo a stare poco qui: a ciò che volendo la S. V. consilgliare le cose sue, possiamo aiutarlj fin che siamo quj, perchè, -quando ni saremo partite, vj certifico che non vi sarrà alcuno riparo. Et acciochè la S. V. non creda che io me sia messo a scrivere quista · lettera per altro che per amore che vj porto, ex nunc sonno contento se quella non trova che tutto quillo che scrivo sia vero, mi depingiate per il magiore traditore che si trova. Responda adunqua la S. V. per proprio messo, a ciò che non perdiamo tempo quj et sappiamo que fare. Et da l'altro canto prego la S. V. che mj volglie mandare uno salvoconducto per mj et tutte quillj del conte che vanno inante et inderetro, chè non recevano danpno nè impaccio per vostre terre et luochj nè da vostrj soldatj. A vostra S. mj ricamando. Neapoli, XVJ aprilis 1464. M. V. Broccardus de Persico comes Sablonete etc. • lterum prego V. S. che volglie quista volta credere a suo servitore, come sonno io, et per dare bono et sano consilglio, a ciò che noj, vostrj servitorj, non piangamo la nostra diffatione, la quale mj pare certo videre non prendendo a loro bon partito. (Su ligula): Post iam scripta. Ho conferito longamente e·t cum grandixima confidentia de più cose cum Meo, homo de V. S. et vassallo, al quale prego V. S. dia piena fide a quanto vj dirà da mia parte non aliter uti mihi. A V. S. iterum mi ricomando. Idem. B.

1464.IV.23.

C-2221.

Sermonela - ,Pietro Paolo a Onorato Caetani: - nell'avvertirlo della sua partenza per Firenze, gli dirige e raccomanda il fratello di Bartolomeo da Pavia, perchè lo assuma ai suoi servizi; gli propone l'assunzione di /2 uomini d'arme, offerti da Francesco da Perugia che seco conduce in Firenze. Fuori:

Excellenti et potenti domino domino suo 1ingulariuimo domino Honorato Gaytano Senoineti Fundorum comiti et benefactorj optimo.

s. 0

Entro: Signore, a li XXIJ del presente tornò el misso da V. S.; a li XXIIJ sono messo in camino verso lo · amico (Scarampo }). Benchè sia alquanto soverchio retardato, non per mio defecto, spero, tro-


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

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vandolo, farrò bon fructo. Ceterum quisto presente latore, che fo fratello de Bartholomeo da Pavia, vene da V. S. per essere a li servicij soi. È più tempo se è demustrato servitore de V. S. ; prego lo voglia bavere per recomandato, etiam per mio amore demustrarli bon viso. Francesco da Peroscia meno in mia compagnia: ha trovati XIJ homini d 'arme, havendo el danaro, li ordinò V. S. Madamma ( Caterina Orsini) ; dice non ha el modo ; V. S. proveda corno meglio li pare. Serria bene non perderli. Sono homini de la vita et satisfacevoli a la S. V . et fidati. Me recomando ad V. S. Sermineti, XXII]° aprilis 1464. E V. D. mini m u s s e r v u I u s P et r u s P a u I u s.

C-2222.

1464. IV. 26. Mòntagano Fuori :

Giacomo di Montagano a Onorato Caetani: -

Leltera ci/rata.

Magnifico et excel lenti domino Honorato Cayetano Sermineti et F undorum comiti etc. suo . tanquam filio honorando.

s.

Entro : Magnifice et excellens domine tanquam fili honorande, salutem.

Ho bene inteso quanto el vostro cancellero ve scripse et anche heri sera ritornò equa el mio misso, qual inviay a li cardinali de Rugha (Guglielmo d'Estoutevillet) et d'Avignion (Alain de Coetivy), quali me scriveno in modo che per loro scrivere et per lo dicto haviso del vostro cancellero verissimamente se cogniosce

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In questo non me extenderò in più lungho scrivere. Plazave dunche havisarme de quel che ve pare se exequa, et cossì de ogni haviso havissete dal prenominato vostro cancellero; per questa non Montisagani, XXVJ aprilis 1464. altro, offerendome continuamente al possibile ad piacere vostro. lacobus de Monteagano

I

armorum capitanues etc.

1464. IV. 27.

C-2223.

Atri - Matteo di Capua, duca d' Atri, a Onorato Caetani: - grato della benignità da lui usata al suo cancelliere e ad altri suoi vassalli, si dichiara pronto a Jare per lui, ora e sempre, quanto per un suo fratello. Fuori: Excellenti domino Honorato Gaytano Sermonete domino etc. suo tanquam fratrj Honorando.

Entro : Excellens domine tanquam frater honorande, salutem.

s.

Haio receputa una lettera da parte de V. S. et inteso per Stephano Ruta de Capua, mjo canc~llerj, quanto de ipsa se lauda.


Do e u M ENTI D EL L' A Re H I V I o e A ET AN I

222

Cum penna non se porrja scrivere de tanta benignità ad ipso et a quisti altri mei vaxallj de Morrone per la V . S . usata, a la quale multo ne resto obligata, non essendo may in dubio de soa antiqua magnanimità, de la quale non sulo per quisto reame anco per tucta ltalja è fama, et quantunca per lo passato intra nuy sempre sia stata bona amicicia et fraternitate ; actento la bona compagnia et gratia usata per la S. V . a lj dicti Stefano et mei vaxallj, non mi trovarò may sacio operare et fare per quella mo' et sempre quanto che per mjo bono fratre. Et per tucti · lj soy, quanto che per lj mei, piacza ad ipsa pillare secmità de mj, che in tucti soy facti, mi trovarà millore in facti che cum parole. Et cossi trovarà la S. V. lo dicto Stefano nostrò comune servitore, parato sempre ad tucti soy comandi, corno bono servitore. Piacza a la S. V . salutare da mja parte li strenuj Spangniolecto et lo Corso, soy conpangnj, per li qualj mj offero mò et sempre. Valete. Ex civitate Adrje, XXVIJ aprilis 1464. Matheus de Capua dux Adrje } regius armorum capitaneus Teramj et Sancti Flavianj comes j ac utriusque Aprucij vicerex etc.

C-2225.

1464. V. 3.

Castel di Sangro - Alessandro Sforza, 'conte di Colignola, a Onoralo Caetani: - lo richiede di salvacondotto per sè e per 60 cavalli con carriaggi ed ~ltro; ove voglia parlargli, si valga della presente, come ampio salvacondotlo, per l'àndata e pel ritorno. Fuori:

Magnifico domino tanquam fratri cari11imo li,:,norato Gayelano Sermonete etc. Regni Sicilie magnus comestahulus regius locumtenem generali,.

)

s.

l

Entro: Magnifice domine tanquam frater canss1me. In questa hora son arivato qui per passare 11 via et andare a la may. del signor re. lo mando da la S . V. per doe. cose: l'una, perchè vi piaza farme salvaconducto in amplissimo et bona forma per lo mio passare ultra liberamente, et che vi piaza mandarmelo in scriptis a Fornello, dove serò, per mi et per LX. 1• cavalli di mei, cum nostri cariagi et robe et beni et sei some de panni eh' io ho cum meco; l'altra cosa si è per offerirmeve, chè se ho a dire o a fare o sperare cosa vi sia grata et de piacere, che me ne avisate, perchè me trovariti a li piaceri vostri paratissimo. Et se 'l vi parerà et piacerà de venire a parlarme, serò contento che vegnate, corno et dove parerà et piacerà a la S. V . ; et la presente mia }itera vi sia, per lo venire et tornare, Ex Castro Sangri, die IIJ maij 1464. libero et valido et ampio salvoconducto. Alexànder Sfortia Cotignole comes Pisauri etc. ducalis armorum capitaneus

[1464J. V .4. Praia - Scipione Pandone, conte di Vena/ro, a Onorato Caetani: specificata nei capitoli della tregua. Fuori:

[Ma]gnihco et excellenti domino [tan]quam fratri honorando domino Honorato (Gay)tano Sermineti etc.

l ~

generalis.

C-2226. circa la sicurtà dei vassalli, non

s.

Entro: Magni6.ce et excellens domine tanquam frater honorande. Havemo recevuta lictera del V. S., la quale intesa, respondemo che la S. V. dica che in li capitoli de la nostra tregua, non enne speci1ìcato che li nostri et anco li vostri siano securi in toto regno, licet non sia specialemente specificato, perchè lo primo capitolo dice generale et cosi intendemo lo dicto capitolo se debia intendere; et così anco, corno V. S. sa enne stato observato fra nuj; che la V. S. scriva se nuj volemo la una parte e l'altra sia secura in toto regno, . che manda~o una lictera, qual~ se debia intercludere in Ii nostri capitoli. Nuj mand[amo] la presente hctera subscnpta de nostra propna mano, per la quale volemo che


223

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

tucti vostri vassallj, subditi, soldati, adherenti et recomandati et habitanti et commoranti in le terre et lochi de la S. V. siano securj da nuj et da tucte nostre gentj, soldati, vaxallj, subditi, adherenti et recommandati con tucte loro robe et dinarj, argenti, mercancie de qualuncha qualità et quantità in .toto hoc regno, corno se fosse lo tempo de la pace ; et volemo che in questa nostra lictera se intendano tucte et ·singole clausule che se debeno intendere in omne vera tregua con tucte sue appendicie, corno se fossero in epsa specialemente declarate; verum che la S. V. ce mande lettera consemile. Signore Honorato, nuj iocamo con la S. V. ad bon ioco; per la presente non altro. Prate, die llIJ maij, XIJ indictione. Comes. ] manu propria. . V ena f fJ

[1464) .V. 5. Praia - Scipione Pandone. conte di Venafro, a Onoralo Caetani: relativa alla sicurtà dei suoi oassalli. Fuori:

Magnifico et excellenti domino tanquam fratri bonorando domino Honorato Gaytano Sermineti etc.

C-2227.· accusa riceouta della lettera

s.

Entro: Excellens domine tanquam frater honorande. Advisamo la S . V. che havemo recevuta la lictera consimile de la securità de nostrj vassallj per la S. V. Se alcuna altra cosa potimo fare per la V. S. dal canto da equa, semo parati. Prate, die V mensis maij, XIJ indictione. Comes } V e n a f r i j etc.

1464. V. 6.

C-2228.

Sermoneta - Pietro Paolo a Onoralo Caelani: - l'informa che Giooanni d'Angiò, nel lrasferirsi in Francia, ha sciolto dal giuramento i suoi aderenti, raccomandando loro di non mettersi in potere del re; accenna al parentado della figliola del duca di Milano, alla prossima andata di Pio II in Ancona per la guerra contro il turco, a Sigismondo capitano generale dei veneziani, a Giacomo Piccinino e ad altri. Fuori :

Excellenti domino suo ,ingularissimo domino Honorato Gaytano Sermineti Fundorum comiti etc.

s.

Entro: Signore, cum comendatione. A li cinque del presente son tornato da lloco. Benchè sia stato tardo et non ho trovato l'amico, ritornato ad Florensa, trovai lì Antonello Scaglione, rimasto sulo, per doverme dechiarare la voluntà de monsignore, el quale me dice che ~ua signoria voleva dovesse annare ad Pisa credendo trovare lì lohan Cossa con certa quantità de dinarj, de li quali intendeva fare parte a la S. V. et non era venuto ; ma scripse con grandissima frecta ad monsignore dovesse inmediatamente transferirse a la maestà del re de F r~nza, perchè erano da mecterse in effecto multe cose utili per suo stato, quali non se possono contractare sensa la sua presentia et che non cure per al presente de volere altrj dinarj, benchè ne habia in ordine certa quantità, per condurre li quali ad Fiorensa, monsignore ha menato con seco misser lac. 0 de Paczi, el quale deve tornare per tucto lo presente mese et portarà la chiarecza de quanto se haverà da sequire et de tucto serrimo avisali per la via de Roma, dove li ho dato el modo ad chi habia ad fare assignare le l_ettere. Conclusive, condolendome io non havendo trovato monsignore, Antonello me dice: « V e so dire che da sua signoria non havereste per adesso havuto altro spacciamento che de parole et de quello che per me sarrete informato, zoè che monsignore prega el signor Honorato et tucti quelli altrj che fino al presente se


Do e u MENTI D EL L' A Re H I V I o e A ET A N I

224

ritrovano a la sua fideltà, vogliano sforsarse defenderse da le forse del nemico ; et quando non potesse più suhstinerse, per non perdere totalmente el stato et la persona, monsignore se contenta piglie accordo con chi meglio parerà ad sua signoria, et sforsese non micterse in potere del re, affìnchè non li sia facto dispiacere in persona •. Et de queste medesime parole Antonello scrive una lettera ad V. S ., la quale è parso a ·la brigata de qua retinerla, affinchè per camino non venisse ad perderse, perchè so certo V. S. l'haverà cara anche mille ducati; et in substantia non c'è altro che questo eh' io scrivo a la S. V ., la quale pote ora comprehendere corno vanno le cose. Ve so dire, secondo dice Antonello, et secondo dice misser Pietro de Paczi, monsignore, per mezanità de la prefata maestà, farrà el parentado de la figliola de l' ili.mo duca de Milano; l'armata, dice, serrà in questi marj a la mità de iunio proximo, zoè XVJ galee, due navj grosse et una galeaza. Altro non c'è; faccia ora V. S. corno meglio li pare. Ve recordo: attendate ad salvare et la persona et lo stato; sapienti satis est dictum. El papa intrò, el primo de maio, in Sena ; a Ii XV del presente deve essere in Roma et a li V de iunio in Ancona, dove al presente ha mandato el cardinale de Theano (Nicola Forleguerra) con la galeaza era facta ad Pisa, et annarà contra el turco. El signor Sigismundo (Malalesla) è capitaneo generale de venetianj per annare a la Morea, et tucta via se mecte in ordine de grandissima quantità di gente d'arme ; el turcho, dice, se provede multo bene per defenderse et per offendere multo piu che prima et ha conducto ad suo stipendio multe gente d'arme italiane. Appresso, ve aviso, sono stato in Roma et facto parlare da Francesco ad lohan Piccini no de li cavallj, el quale ha lassata l'arte et have )<IIIJ 0 homini d'arme et VJ famegli de coraza avantaiati, quali tucti se contentaria darli ad V. S., purchè li fosse data la provisione, la quale luj medesimo vorria assectare in modo che la V. S. se ne contentaria; et purchè fosse certo non restassino indarno, se contentaria, essendoli dato pane et vino, condurli in questa Maretima et aspectariano V. S. quindici dì, overo un mese, finchè sapessino se havessite el modo ad darli recapito. Madamma {Caterina Orsini) è de tucto informata da equa. Ve aviso niuno vole pigliare carco de parlare de tal cosa, non obstante de mecterlo ad executione per dubio; se ne havete voluntà, vedate el modo ce sia da pigliare et spacciate el presente subito et scrivate ad Madamma in bona forma azò se possa respondere a l'amico con effecto, perchè ha multe trame per le manu et tucta via è stimolato. Dice aspectarà quactro o cinque dì. El provedere ad tucto sta in V. S., a la quale sempre me recomando. Sermoneti, VJ maij 1464.

E V. D. Minimus servulus P e tru s P a u 1 u s.

1464. V. 7. Torre degli Schiavoni

Prg. 1846. Saloacondotlo di re Ferdinando ad Onoralo Caelani ed alla sua brigala.

FERDINANDUS, rex Sicilie, Hierusalem et Hungarie, universis presentium seriem inspecturis. Sub verbo et fide nostris regijs guidamus et assecuramus magnificum Honoratum Gaytanum Sermonete et cetera cum omnibus suis stipendiatis, equestribus et pedestribus, vassallis, familijs, servis, equis, mulis, quocumque numero existentibus, armis, carriagijs, valisijs, fardellis, sarcinis et omnibus bonis et rebus suis: quod possit libere et sicure ipse et quilibet ipsorum, coniunctim et divisim, ex loco sive castro Montisrotundi et Macchie, commitatus Molisij, provincie Terre Laboris, discedere et cum predictis stipendiatis, equis, armis -et bonis omnibus per omnes terras civitates et loca omnia transeundo ac per omnes passus, portus, pontes tute se se transferre ad terram Sermonete et Bassiani, die noctuque, per .vias rectas aut per devia; sine impedimento aut retardacione, ac sine solucione aut pagamento aliquo, nobis et nostre curie spectanti, passuum, platearum, pontium, navigij, vel gabelle; mandantes universis armorum capitaneis et ductoribus et gentibus armorum, nostro stipendio militantibus, necnon dominis vel terrarum dominabus, baronibus viceregentibus, capitaneis et subditis nostris quatenus Honoratum transire et morari permittant, nostrumque guidaticium et salvumconductum observent ac faciant observari, non contrafaciendo pro quanto gratiam nostram caripendunt, iram et indignacionem nostram reformidant ac penam mille unciarum cupiunt evitare : valituris presentibus per mensem unum proxime secuturum; in cuius rei testimonium presentes lieri iussimus ac magno nostro pendenti sigillo muniri. Datum in felici bus castris nostris apud T urrim Sclavonum, in Mazono Rosarum, per nobilem Ben ed i et u m de Balsamo, locumtenentem magnifici


225

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANJ

- - -- - - - - - -- -- -----------------------------·· - -----Honorati Gaytani, Fundorum comitis, huius regni logothetc, protonotarij, collateralis, consiliarij, fidelis nostri, die VIJ maij millesimo quadrigentesimo sexagessimo quarto, regnorum nostrorum anno septimo. R ex F e r d i n a n d u s . S. 1

(Nel margine inferiore, a sinistra): P. G a r I on. Dominus rex mandavit mihi A o ton e I I o de Petrutijs. Solvat tarenos duos; {a destra): I. Pontanus pro magno camerario; (sulla plica): Registrata in cancellaria penes cancellarium, privilegiorum p.0 ; Gin a r g e por Ho nor a t o G a y e t a no S .°' d e S a I m o n e t a per h u m rn e s .

1464 .V.10.

C-2229.

Montagano - Giacomo di Monlagano a Ono;alo Caetani: - risponde domandandogli quale partito abbia scelto e manifestando il suo contento per la liberazione del di lui figlio Nicola. Fuori:

Magnifico et excellenti domino Honorato Cayetano Sulmonete et F undorum etc. comiti etc. auo tanquam filio honorando.

s.

Entro: Excellens domine tanquam fili honorande, salutem. Ho receputa la lettera de Vostra S. et anche la copia de la lettera ve mandao el vostro Petro Paulo. Con lacrime agli occhi respondo ad V. S. : Y o volria, placendove, me havisassete che partito havete electo, o che sete per elegere; a> se essere possesse, multo me ne contentaristevo, havisandove che 'l conte et yo non havimo altro che I' appogio de lo ili. misser Alexandro (Sforza~); ma V. S. debbe ben comprehendere la mente de misser Alexandro, quando li parlassevo, chè io son certo che al menar de le labra V. S. comprese çiò che ipso havea in la mente, et cossì ve ne restrengo me ne havisete. Y o mando dieta copia a l' excellente conte de Campobaxo (Nicola Monforte). De la liberacione del signor Nicolo, vostro nato, ho tanta Montisagani, X 0 madij 1464. consolatione che dir non ve 'l potria. N ec alia; so al vostro commando. lacobus de Monteagano

J

armorum capitaneus cc.

Prg. 558.

1464. V.15.

Torre degli Schiavoni - Re Ferdinando chiede ai cardinali che il castello di San Felice venga restituito a Nicola Caetani. Fuori:

Reverendissimis in Christo patribus et dominis Sacro Sancle Romane Ecclcsie cardinalibus collcgioque amicis nostri, carissimis.

·Entro: Reverendissimi patres et arn1c1 nostri cas1ss1mJ. Nicolaum Caietanum, quem totiens Sanctitas dominj nostri pape mihi comendavit, ijs diebus liberavj oppida, que pater eius in hoc regno tenebat, restituì eidem, decrevique, paterne oblitus iniurie, filium posthac habere comendatissimum; et quoniam, ut accepi, eadem Sanctitas tenet oppidum Sancti F elicis desertum incolis, quod patris eius erat, R. D. V . rogamus ut id filio restituì ab eadem Sanctitate procurare nostra causa velitis eumque in omnibus negotijs eius apprime comendatum habere, quod nobis cedet ad beneficium singulare, plurimumque oh id vobis debebimus. Datum in nostris felicibus castris prope T urrim Sclavorum, die 0 XV mensis maij MCCCCLXIIIJ • R ex F e r di n a n d u s . Rex Sicilie etc. A . s e e r et a 2 r i u s. S. ·

a) Il Montazano fu perdonalo dal re il 1o e prestò ligio omaggio il 3 giugno 1464 (Cf. Volpicella, p. 372). 1)

29

/n cera ro"'1, ar,peJo alla plica con naJ/rlno Jerico rouo e tiallo.

') Nella pergamena ,e,lano i tagli a cui era a:,r,uo.


"

226

D OC U M E N TI DEL L' A R C H I V I O CA ET A N I

1464. V.15. Torre degli Schiavoni: a Nicola Caetani. Fuori :

Prg. 615. Re Ferdinando chiede a Pio Il che il castello di San Felice venga restituito

Sanctissimo ac beatissimo domino nostro pape.

Entro: Sanctissime ~t beatissime pater et domine, post humilem ,filij comendationem, pedum oscula heatorum. Nicolaum Caietanum, quem tociens Santitas Vestra mihi comendavit, ijs diebus liberavi, oppidaque, que pater eius in hoc regno tenebat, eidem restituì, decrevique, paterne oblitus iniurie, filium posthac habere comendatissimum, et quum, ut accepi, Beatitudo Vestra tenet oppidum Sancti F elicis desertum incolis, quod patris eius erat, oramus Sanctitatem V estram ut id oppidum filio restituì mandet eumque in omnibus negotijs eius opprime comendatum habere dignetur, quod nobis cedet ad beneficium singulare, plurimumque oh id Sanctitati Vestre debebimus. Datum in nostris felicibus castris prope 0 R ex F e r dina n d u s . E Sanctitate T urrim Sclavorum, die quintodecimo maij MCCCCLXIIIJ • V estra humilis et devotus 6lius. A . ·s e c r e t a r i u s • F erdinandus rex Sicilie Hierusalem etc. S.

C-2230.

1464. V. 15.

Capua - Broccardo Persico a Onorato Caetani: - risponde che non solo avrebbe cavato di prigione Nicola, figliolo di lui, ma avrebbe diviso la callività con esso. Fuori:

Magnifico et preslantissimo domino maiori honorando domino Honorato Gayetano Sermonete F undorumque comiti etc.

s.

Entro: Magnifice et prestantissime domine maior honorande. Respondendo a la lettera de la V. S ., dico che per me non se è possuto fare per lo magnifico d. Nicola, vostro filiolo, quillo che era la mia intencione, chè non solamente l'haveria cavato de presone ma haveria partita la captività cum ipso : et in tucte le cose che aspectassi a vostro stato et honore vostro et suo, faria quanto che per la mia propria salute. Et prego Dio che 'I conservj per la S. V. in perpetua prosperità et felicità perchè 'l non degenererà de le singulari virtù de la S. V.; a la quale me offerisco et pregola che de mj faczia capitale quanto de creatura sua, che de la S. V . faccio quanto de mio benefattore et maiore, a la quale me recommando. Capue, XV maij 1464.

M. V. servitor Broccardus de Persico comes Sablonete.

1464. V.19. Capua -

Alessandro Sforza a Onoralo Caelani:

Fuori:

Magnifico domino tanquam fratri honorando Honorato Gayeuno Scrmoneti et F ondorum comiti etc.

C-2231. manda le commendatizie richieslegli.

s.

Regni Sicilie magnus comestabulus regiusque locumlencns generali,.

Entro: Magnifice domine tanquam fratre honorande. Respondendo brevemente a quanto la magnifica signoria me scrive de la vostra optima voluntà et dispositione verso lo ili.mo signor duca de Milano et anche verso de mi, dico che de ciò ne son più che certo, nè me curarò troppo stendermi circha questa parte, nè anche circha la parte de tanti regratiamenti me fa la S. V., perchè ve prometto, che


227

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

- - - - - - -- -- - -- - --- - - --- - ---sono superffui. Perchè per la S. V. et per lo magnifico vostro figliolo faria sempre, in ogni cosa et in ogni caso, non altramente eh• io facesse per mi proprio, et così me offero largamente per mo' et per sempre. Le litere, de le quale V. S. me rechiede, ecco eh• io ve le mando in amplissima et bona. forma, cum la presente. Et se altro bisogna che a mi sia possibile, son sempre paratissimo. Ca0 pue, die XV111J maij 1464. Alexander Sfortia Cotignole comes Pisauri etc. ducalis armorum capitaneus f generalis.

.

1464. V.19.

C- 2224.

Capua - Alessandro Sforza a Francesco Sforza, duca di Milano: gli raccomanda Onorato Caelani che, per mezzo del suo cancelliere, gli manda ad offrire i suoi servigi. . Fuori :

lllu,triuimo principi et excellentissimo domino fratri et domino meo singularissimo Francisco Sfortie Vicecomiti duci Mediolani etc.

s.

Illustrissimo Signore. Quanto sia affectionatissimo et dedicatissimo a Vostra Ex.tia et a la Casa, et in specialità a mi bon amico et fratello, cl magnifico signor Honorato Cayetano Sermoneti etc., so che non bisogna me affatichi a dechiararlo ad essa Vostra Ex. tia perchè so che ne ha vera et ampia notitia. Luy desideraria molto demostrare cum effecto, et col servire suo, la mente et dispositione soa et voria essere vostro soldato: et per questo manda el presente suo ... cancelliero a la V. Ili.ma S. Lo recommando a quella quanto più caldamente me sia possibile, chè ogni bene gli farà la S. V. me serà grato et caro, corno se fosse facto a mi proprio. Capue, 19 maij 1464.

Ili.me D. V. frater et servitor Alexander Sfortia.

1464. V. 23.

Prg. 1876.

Torre degli Schiavoni - Re Ferdinando concede a Nicola Caelani e ai di lui discendenti i castelli di Monteroduni, Macchia e Montaquila, già posseduti dal padre di lui, Onorato. FERDINANDUS, rex Sicilie, Hierusalem et Hungarie, universis et singulis presentium seriem inspe-

cturis. Attendentes merita sincere devotionis et fidei consiliarji nostri Nicolai Caytani necnon grata, grandia et fructuosa servitia per ipsum oportuno tempore nobis prestita, ex quibus ipsum speciali nostra prerogativa et gratia benemeritum reputamus; preterea cum Honoratus Caytanus, eius pater, utilis quondam dominus terrarum Montis Rodoni et Macchie, de pertinentiis Terre Laboris, ipsas terras Montis Rodoni et Macchie in posse et manibus nostris et nostre curie. cum iuribus, rationibus, proprietatibus, redditibus et alijs omnibus et singulis ad ipsas terras spectantibus quoYis modo, resignaverit eisque renunciaverit, nosque resignationem et renunciationem acceptaverimus, sicuti etiam acceptamus serie cum presenti : propter que volentes cum Nicolao gratiosius agere, eidem Nicolao eiusque utriusque sexus heredibus et successoribus ex suo corpore legitime descendentibus .terras Montis Rodoni et Macchie, habentes confinia cum territorijs infrascriptis, videlicet terram Montis Rodoni cum castris Galli, Fosseceche, Crapiate, Longane, Sancte Acapite, et terram Macchie cum civitate lsernie, Sancte Agapite et Vallis Ampie et alios fines et castrum inhabitatum Montis Aquili, iuxta confinia Rocce Cravinule, F ulignani, Cerasoli et Collium et alios fines, quatenus tamen concessio castri Montis Aquili eiusque iurium proprietatis et pertinentiarum ad nos spectat et pertinet, que terre fuerunt dicti sui patris, cum hominibus, vassallis vassallorumqne redditibus, fortelicijs, domibus, casalibus, villis, utili dominio, possessionibus, tenimentis, territorijs, agris, terris cultis et incultis, pascuis, pratis, herbagjis montibus, planis, vallonibus,


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

226

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arboribus, arbustis, vinetis, olivetis, censibus, censualibus, aquis, decursibus aquarum, molendinis, battinderijs, iuribus, iurisdictionibus, proprietatibus, rationibus, actionibus, nec non cum mero mistoque imperio, gladij potestate, criminali iurisdictione eiusque exercitio, prout eius pater illas tenebat, alijsque omnibus et singulis ad terras Montis Rodoni et Macchie ac castrum Montis Aquili spectantibus, tam de consuetudine quam de iure, aut aliter quovismodo ac cum pertinentijs suis omnibus et singulis : tenore presentium, de proprij motus instinctu et gratia speciali, in feudum quidem et subinde contingenti feudali servitio seu adoha, quatenus indici contigerit, tradimus, concedimus et donamus ac titulo donationis queque revocari non possit, eciam vicio ingratitudinis ac iuxta usum et consuetudinem regni huius Sicilie ac humane regie sanctionis edictum de feudorum successionibus in favorem comitum et baronum omnium regni, a tempore adventus regis Karoli primi in ipsum comitatus, baronias et feuda inibi ex perpetua collatione tenentium, factum dudum per regem Karolum secundum et in parlamento publico celebrato Neapoli divulgatum: ita quidem quod Nicolaus eiusque heredes iam dictas terras in mediate et in capite a nobis et nostra curia nostrisque in hoc regno heredibus et successoribus perpetuo teneant et possideant nullumque alium in superiorem et dominum preter nos, heredes et successores nostros recognoscant, ser.v ireque propterea teneantur et debeant nobis et nostris heredibus et successoribus pro feudali servitio et adoha, exinde debito et debendo pro usu et consuetudine regni ipsius ; quod quidem servitium Nicolaus pro se et suis heredibus, in nostra presentia constitutus, nobis, et nostris heredibus et successoribus prestare suis vicibus obt~lit et promisit; ad habendum, tenendum, dominandum et possidendum dictas terras nec non locandum, dislocandum, censuandum, fructus et redditus percipiendum, alienandum, vendendum, permutandum; in dotem et dotis causa dandum, assignandum, in toto seu parte aut partibus donandum tam inter vivos quam in ultima voluntate, colendum, hedificandum, inhabitari faciendum, demumque alia omnia et singula disponendum que quivis verus dominus facere potest: nostris tamen assensu et beneplacito intervenientibus, legibus, usibus, consuetudinibus, capitulis, constitutionibus et ijs presertim que concessionem huiusmodi bonorum fiscalium aut feudalium fieri prohibent: nec non albaranis, promissionibus, scripturis, privilegijsque per nos forsan aut officiales nostros concessis et cum quibusvis clausulis nullatenus obstituris, quibus quo ad hec de nostra regia dominica potestate legibus derogamus; investientes propterea Nicolaum pro se et suis heredibus de prefatis terris et castro ac iuribus et pertinentijs ipsius et ipsarum per expeditionem presentium, ut est moris; a quo quidem Nicolao ligium homagium et fidelitatis debite in nostris manibus recepimus iuramentum: clausulis, conditionibus, reservationibus a modo et forma, qui et que in privilegijs regalium concessionum predecessorum nostrorum ac. nostris consueverunt exprimi et apponi, in presenti nostro privilegi_o intellectis et habitis pro expressis ac si forent in presenti expresse distincte ; saivis nihilominus · omnibus et singulis, que nobis et nostre curie competunt et debentur in predictis terris et castro maioris dominii ratione, nec non iurispatronatibus ecclesiarum ipsarumque collationibus, usibus quoque consuetudinibus alijs regni nec non fidelitate nostra, feudali quoque servitio seu adoha nobis et nostre curie reservatis. Serenissime propterea regine lsabelle consorti et Alfonso de Aragonìa duci Calabrie, filio primogenito, vicario et locumtenentibus nostris generalibus premissa intimantes. Mandamus expresse magno huius regni cammerario eiusque locumtenenti, presidentibus et rationalibus Cammere nostre Summarie alijsque officialibus nostris quatenus, presentis privilegii concessionis tenore inspecto, omnia in eo contenta servent et faciant observari. Volumus autem quod Nicolaus seu alius pro eo infrà me~ses sex ab expeditione presentium procuret presens privilegium annotari in Camera nostre Summarie ut, quotiens feudale servitium indicetur, contingat ibidem reperiri. In quorum testimonium presens privilegium fieri iussimus magno maiestatis nostre sigillo pendenti munitum. Datum in nostris felicibus castris prope T urrim Sclavorum per nobilem Ben ed i c tu m de Balsamo de P ed e monte, locumtenentem Honorati Gaytani, F undorum comitis, regni huius logothete et prothonotarij, collateralis, consiliarij nostri, die vicesimo tertio mensis maij anno MCCCCLIIIJ, regnorum • nostrorum anno septimo. Re x F e r d i n a n d u s

(Nel margine inferiore, a sinistra): P a. u, G a r I on. Solvet uncias decem; dominus rex mandavit mihi Antonello de Petrutijs; {a destra): N. A. de Monti bus locumtenens magni cam erari i; (sulla plica): Regestrata in cancellaria penes cancellarium in registro quinto. S. 1 Copia autenticala con allo del 1 febbraio 1501. in Prg. n. 1907.

1

Frammento, fn cero roua, oJtocuto olio plico con ntulro di uto rono e 1/01/0.


EPISTOLARIVM HONORATI CAJETANI

- -· - -- -- -

229

- - ----- -- -- - - - -C-621.

[1464. V. 23.] post.

Re Ferdinando a me.sser A nello: nell'informarlo di avere re.slituito Monteroduni e Macchia a · Onoralo Caetani e al figlio Nicola, gli ordina di favorirli specialmente in una differenza con · i Caetani di Maenza (Copia redatta da due amanuensi). Rex Sicilie etc. Novamente nui havemo recolti ad gratia et acceptati per nostri boni servitU[i et Missere Anello. subditi li magnifici Honorato Cayetano, signore de Sulmoneta, et missere Cola Caytano, suo figliolo. Et certamente, per le loro virtù et meriti, per effecti li havemo demonstrato lo amore et affectione li portamo, chè li havemo restituito Monteroduni et Macchia et havemo in animo onore di far demostraLione verso ipsi corno per nostri bonj creati et servituri ; et cossì tucto quello favore et indericzo serrà facto per ipsi et loro cose, reputarrimo tanto caro et accepto corno se in cose nostre proprie fosse ~ facto. Perciò volimo et ve comandamo che da mò innante vogliate fare quella demostratione et favore in loro facende che farrissemo in le nostre proprie ; et signanter in una certa differentia che hanno de presente con certi loro parenti a), secondo da ipsi sarrite informati : che non ne porrissevo fare cosa che più grata ne fosse. Datum

1464.VIII. 23 . «

C- 2239. II.

Ex galea nostra » - « Fracarle.s de Torrelhos » a Onorato Caelani: della morte di Pio Il ha mandalo ad avvisare Giovanni d'Angiò in Provenza, ov'è anche il figlio del duca di Borgogna con bella armata e con caravelle. Fuori :

Magnifico ac cxcclenti domino Honorato Gayetano Sarmonete etc. F ondorum commini lanquam fratri honorando etc.

s.

Entro: Magnifice ac excelens domine et tanquam frater honorande. Ritornando a v1S1tare Ischia et lo Castel del Ono (I) cum nostra armata et certa presa havemo facto a Corneto heri, primum intesemo la nova de la desiata morte del papa (Pio Il), la qual credemo a nostri amici sarà de conforto et profecto asay et ad inimici sfavore et danno: nuy sequiremo nostro proposito et secondo le occurrentie prehenderemo partito. A Vostra Excelencia starà dami a viso se per essa fare poteremo cosa li sia grata, et troverani prompto a ogni suo piacere de bon core cum ogni nostro podere. Per due nostre galee tramisse in Provenza per advisar la excellentia de l' illu. signor duca de contingentibus : de queste parte havemo novo sua illu. Signoria si ritrovana in Proventia, dove eciam erat lo illustre signore figlio de l' illustre et excelente duca de Bergogna cum bella armata et numero de caravelle, del che si può prehendere bona speranza: nec ali a. Ex galea nostra, die XXIIJ augusti MccccLXlllf. Fracarles (?) de Torrelhos qui me recomando a la S. Vostra.

1465. I. 21.

C-2252.

Nancy - Giovanni d'Angiò a Onoralo Caelani: - · accenna a lodi che di lui ha fatto il suo consigliere Giovanni « de Bo/fognino »; spera di risarcirlo pre.sto dei danni patiti. Fuori:

Magnifico consiliario fideli regio paterno Honorato Gaitano Sermoneti F undorumque comi ti etc. amico nostro carissimo.

s.

Entro: Magnifice consiliarie et fìdelis regie paterne, nobis car1ss1me. Tanto di voi si lauda el magnifico lohan de Bollognino, nostro carissimo consigliera, quanto potesse fare de proprio padre, de la a) Caetani di Maenza.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

230

quale cosa ne la presente non saperiamo tanto rengratiarve che bastasse. Ben vi dicemo che, accumulando questo a l' altri oblighi vi havemo, che speramo, senza longa dimora, restaurarve dc danni per noi patuti et retribuire degno premio a tanta vostra affettiva voluntà. Ma perchè nostro animo et benivolentia in ver di voi è molto megliore che per lettre non se potesse explicare, referendoni alli futuri effetti, non curamo ne la presente estenderse. De nostre occorrentie, quanto per questa vi possiamo dire, v• avisamo corno la demora nostra qui è stata per indriczare el facto nostro a l'optato camino, et speramo conseguirne buon fructo, el qual più desideramo per potere exaltare voi et I' altri, che ben sono pochi simili servitori che, per nostra propria cupidità di signoria, et in verità non vorriamo havere bene, quando non ne fussero partecipi. Datum Nancei, XX januarij 1465.

Jeh a n

s u s cri psi DuxL thCal~br~e t etc. et o ormg1e j

La urenti u 5 •

C-2253.

1465. II. 8. Napoli -

Re Ferdinando a Onoralo Caelani: -

Fuori:

Magnifico viro Honorato Gaytano Sulmoneti domino nobis plurimum dilecto.

credenziale per Rossello Ferramosca di Capua.

s.

Entro : Rex Sicilie etc. Magnifice vir, amice noster canss1me. Mandamo ad vuj lo dilecto et amato nostro lo Russecto F erramosca de Capua, informato de alcune cose, quale volimo ve referesca per nostra parte. Per tanto li darite quella fede et credença donarrissevo ad nostra propria persona. Datum in Castello novo 0 Neapolis, octavo februarij MCCCCLXV • Rex Ferdinandus. A. secretarius.

1465 .V.16.

930.

Roma - Polizza di Onoralo Ili Caelani di Sermoneta a favore di Onoralo II Gaetani di Fondi per 700 ducali veneti d'oro. Honoratus Gaytanus Sermineti etc. Presencium tenore fateor dare _debere vobis excellenti domino Honorato Gaytano, comiti F undorum, regni Sicilie logothete et prothonotario etc., ducatos septingentos venetos de auro, quos mihi graciose mutuastis illosque recepit de mea ordinatione et voluntate ser lacobus de Bassiano, meus cancellarius; quos quidem ducatos septingentos venetos de auro promicto sub verbo et fide procerum et magnatum vobis restituere per totum mensem decembris proxime venturj, annj proxime subsequentis, quarte indictionis. Unde pro futura memoria meaque certitudine et vestrj prefati dominj comitis cautela exinde 6erj feci presentem apodixam, mea propria manu subscriptam meoque solito sigillo munitam, subscriptionibus testium infrascriptorum roboratam. Datum Rome, in hospicio residentie dicti dominj comitis, prope Canpum Flore, die sextodecimo mensis maij MCCCCLV. Honoratus Gaytanus. Ego qui supra ser lacobus cancellarius predictis in testem interfuj et me propria manu subscripsi. Ego Petrus notarii Nicolai de Bassiano omnibus et singulis supradictis interfuj et presens fuj, ideo me in testem subscipsi. Ego P a u I u s de A n g e I o .. .. testis suscripsi. Placen. cancellarius de mandato subscripsi.

[1466. III. 26] ant.

C - 971. I.

Onoralo Caelani a Giovanni d'Angiò: rinnova sollecitazioni perchè venga ad eseguire l'impresa del Reame e gli dà suggerimenti in proposito; gli manda la ci/ra e parla anche del/' invio di Gaspare da Mantova, suo fidato vassallo, con cui potrà liberamente conferire (Minuta autografa di Onorato). Serenissime ac illustrissime domine, domine mi, post conmendationem. Quisti dì passati ho scripte più lectere alla V. Serenità, inter alia una per uno frate el quale se facea cappellano de

,


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

231

V. S. (Tommaso de Camerariis ?) et un'altra per uno familglio di lohanni Chossa, nelle quale in sustantia conteneano multo, sullicitanno la S. V. devesse venire ad eseguire la inpresa di quisto vostro reame che, se may fo acto a vencerese, è hogi. Et credeteme che ne dicho el vagelio: el rasuni per le quale no scrivo altramente, perchè quisto mio homo più pienamente informarà la V. S. Una sula chosa ve sflorsate essere bono filgliolo de Nostro Signiore et tirare la sua sanctità in faore de essa, chè scnsa chavare spada octenete la inpresa dello reame et quanno nove fosse per nove sia contra che sensa dubio puro se octene, dechiaranno V. S. farranno più fructo cento duchati delli vostri che non farranno mii gli dello conpagnio. Parerne diate fare provisioni subito, mannare ammasciaturi a Nostro S. sopre de ciò et che uno reste continuo in corte et pratichare con quisti signori chardinali quisto facto vostro, perchè spero ne sentente bono fructo, avisannove lo conpagnio no dorme etc. Et similiter mannare piu ammassciarie in Italia, videlicet alla illustrissima Signoria de Venetia, allo illustrissimo ducha de Milano et alli illustri marchisi de Ferrara et de Mantua, alla Signioria de Fliorensa et ad onne altra potentia de Ytalia vedesse la S. V. ve potesse fare faore alla inpresa etc. Et se tucte no Ile potessate indiriczare allo volere de essa, saltim senterite delle cose et <larrete spavento allo amicho etc. et chello no se potesse octenere ad una volta, se octeneria forsa all'antre et quisti ammasciaturi vorriano stare ferme a queste principale potentie de Ytalia et chesta provisione se debe fare prima, ma melglio tardo che may. De qua se dice largamente essere sequita la pace e Ila hunione in fra lo crystianissimo re de Frangia e Ili signiuri con autentichi capituli infra lo dicto cristianissimo et signiuri, inter li quali dice ce sonno cose multe rellevate in faore de essa per octenere la inpresa dello reame, de promissiuni dello prefato re et signiuri; in modo se fosse el vero, presto ne serrite signiore. Et pertanto supplicho quanto humilemente posso la V. S. se volglia digniare avisareme partichularemente de tucti li chapituli della dieta pace et hunione et presertim de quanto tocha allo interes (I) et fuore de essa, perchè donarete uno grarme faore et conforto a tucti vostri veri servituri, alli quali honestamente ne farrò parte ; et deliberanno venire alla inpresa predicta dello reame, dingniateve havisareme quanno serrà et se verrete per mare o per terra et con che sflorso et chi vi so faorebele o sflaorebile delle pote_ntie de Ytalia et se nello Reame ò da conb·atare più una cosa che un' alb·a et con chi, a ciò se possa fare cosa sia stato de essa et honore. Se alla V. Serenità paresse yo fosse troppo prosuntuusu a volere sapre (!) le vostre cose secrete et rccordareve allecune cose per lo stato de essa, lo inpute più presto alla grande fè et servitù ho con essa che ad altro. Manno una cifra alla V. S., acchadenno più che un altro per li accurrenti tempi con più securità da banna banna se nne possa donare adviso. No altro per chesta, se no manno Gasparro de Mantua, mio vassalglio fiatissimo, no possenno yo personalemente, come fosse mio grande disio, et vedere et parlare colla Serenità Vostra, chello per mio nome lo abia ad visitare, allo quale se dingne dare fè et conferire con luy come fosse mia propria persona ; alli pedi della quale infinite volte me reconmando et più questo mi move perchè ex maiori parte de chilli sonno veri servituri della Serenità Vostra concurrono a ~e come fedele servo de essa : sete bonni, avedi et desederusi de sentire nova in bonifichatione de vostro stato, li nne possa dare alquanta consolatione.

(1466). III. 26.

C-991.

Angers - Tommaso « de Camerariis », cappellano del duca di Calabria, a Onoralo Caetani: - nell' informarlo che Gaspare da Mantova è stato tanto ben visto da re Renato e da Giovanni d'Angiò, aggiunge che lo ha incaricato di dirgli alcune cose. Fuori: •

Mangnificho ac exccllcnti domino domino Honorato Cayctano F undorum comiti et Scrmoneti domino etc. domino meo singulariuimo.

s.

Entro: Magnifice et excellens domine, post humilem comendacionem. Ho havuto summo et infinito pyacer~ havere intiso la V• E. S. stare bene, a la quale de continuo me arcomando (I). Lo vostro sign_or Gasparrmo (da _Mantov~) è stato tanto bene visto da la m. 11 del signor re Renato et da lo suo primogenito figlyolo, duca di Calabria, quanto al munda dire se potesse; et isso signor Gasparrino diligenter et sol-

I

(


Do e u M ENTI D EL L' A Re H I V I o

232

e A ET A N I

lecitamente s'è portato in tucto quello à havuto da fare. Et. retomendosende, casualmente l'ò strectamente -preghato ancora che sia gran ammassatore a la dieta V . E. S .• me facza humelmente arcomandato et a cquella, da mia parte, conferischa alcune cose, la quale supplico beningnamente se dingnya darj fede come a me proprio. Unum dico: la disiderata victoria è apparicchyà per la quale spero vederve gran maystro. Datum in civitate Antegavie, die XXVJ martij. Humilis servitor dopnus T ho ma s de E. V . E. D. Camera r i j s cappellanus ili.mi domini ducis Calabrie condam archiepiscopi . ben.ni servitor.

C-1032.

1466. III . 27. «

Anger.s » - Giovanni d'Angiò a Onoralo Caetani: - nel restare inteso di quanto gli ha fatto riferire per Gaspare da Mantova, aggiunge di aver ordinalo agli amici italiani di agire, essendo morto il duca di Milano. Fuori:

Magnifico Honorato Gaietano Sermoneti F undorum comiti con1iliario 6deli regio paterno ac regni Sicilie logothete et prothonotario nobis carissime.

s.

Entro: Magnifice consiliarie fidelis regie paterne, nobis canss1me. Havemo recevuta vostra lettre et inteso quanto Gasparro de Mantua ce ha per vostra parte referito, al qual havendo noi diffusamente parlato et essendo certi che li crederete, non ce pare necessario estenderse in più lunga scriptura. Ben vi dicemo che, essendo qui venuta novella de la morte del duca de Milano (t I 466. III. 8.), havemo ordinato mandare in Italia alli a[mi]ci nostri et, mò che non ce havemo l'obstaculo fin a qui havuto, fare ogni cosa per consequire quello che iustamente ce appertiene, como con effetto a la giornata intenderete, et de tucto sempre ne adattaremo darve av1so. Datum Andegavie, XXVIJ marcii 1466.

J eh a n

sub s cri psi Dux Calabrie et Lothorinoie o

J etc. Laurentius.

1466 . III. 29 .

I

Angers - Boffillo del Giudice a Nicola Caelani: libertà. Fuori :

C-2260. gli manifesta il suo contento per la ricuperala

Excellentj domino Nicolao Gaytano et.e . suo honorando quam plurimum.

Entro: Excellens domine, post recomendiacionem. Da che intesi la S. V. esse liberata, ce ebé summa liticia, cossì corno de la preionia me so atristato. Dio ve facza che come v'à liberato, cossì ve prospera in ogni vostro progresso. lo so servitore del signor vostro padre et cossì vostro et, in ognj cosa che yo potesse, per effetto lo mostraria. Spero le cose nostre andaranno in modo che tuttj scremo contentj, con exaltatione de casa vostra. Però ve conforto ve donati a virtute come a vostrj parj se conviene. Et spero Dio e la fortuna ve faranno in felice stato prosperare. Se da qua posso alcuna cosa, corno ho de sovra detto, sarò sempre apparichyato. Per Cuasparro serà la S. V. de ogni cosa di qua diffusamente avisato. Ex Adegavo, die 291\ mensis marcij 1466. Vostro s[ervitore] Bo ff i 11 u s. · de ludice.


233

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

C-2261.

1466 .V.11. Ma/paga - Bartolomeo Colleoni a Onorato Caetani: di lui, spera di comunicargli presto buone nuove. Fuori:

circa l'a"unzione in servizio di Nicola, figlio

s.

Magnifico tamquam fratri domino Honorato Gayetano Sermonete etc.

Entro: Magnifice tanquam frater. Questi di passati, recepi lettere vostre et altre per Gaspare da Mantua in recomendatione de d. Nicolo Gaytano, vostro figliolo, per l' aconcio suo cum mi. Al presente non mi accade far altra risposta se non che, in brevi tempo, spero mandar da V. S. cum nove _c he credo gli piacerano. A li piaceri de la quale mi offerto. Ex Malpaga, XJ maii 1466. Bartolomeus Colionus etc. ) S.mi D. D. Venetiarum capitaneus generalis j

C-1040.

[1467). V. 24. Rom.a - Cola Caetani a sua madre Caterina Orsini: a soldo. Fuori:

Alla magnifica mia reverendissima madre Madamma domina Catharina Unina.

dubita che Sua Santità lo lasci andare

s.

Entro: Ihesus. Magnifica mia reverendissima madre, poj le humilissime etc. Per benchè Cola lacobo scriva, non però ve ave scripto ad sufficientia; ma per avisarve de tucto, ve aviso come, heri sera, essendo vespero papale, aveva deliberato buctarme alli pedj de monsignore et intendere che voleva da mi et recommandarme alla Santità Soa non volesse consentire la mia desfatione con tanto mancamento. Allo arcevescovo pareva, ma ad monsignore (Latino) delli Ursini no, et parioli Soa S., dove el papa li respuse un pezo del facto mio, benchè prima avessero parlato de altri facti, i~ era là presente ad tucto, non però che lo potesse intendere; ad ttultimo volendo intrare dentro la camera, lo areevescovo li disse: « Padre Sancto, missere Cola è qua, se la Vostra Santità vole niente, dicamello, et sarrà obedito ». El papa li respuse, me presente, et che lo intesi: « Voglio parlare co lui ». Lo arcevescovo li replicò: « Adesso~ » Lui dixe: « Non posso adesso » ; et con queste se ne intrò in camera. Ultimate io me accostai allo cardenale et dissi: « Monsignore_, che resposta avete avuta'? » Disseme: « Date bona voglia che aconzarò el facto too ad monsignore de Avignone (Alain de Coetivy) et ad altri cardenali ». Sempre ave resposto volerme parlare et nessuno me sa dire altro, excepto Ursini che dice questo parme comprendere sia per altro che per li maledicti cavallj et che de tale cosa se fida del cardenale Ursinj, che non se fida d'altri, perchè ave dicto ancora allo arcevescovo: « Di' ad misser Cola che abia patientia tre o quattro dì, che aconzarò el facto soo ». Sichè, per questo, me pare et dubito questo non aspecte qualche resposta et che non me lasse andare, la quale cosa sarria l'ultima desfatione mia, quando me soldassi luj, perchè non aveva altra speranza che retrovarme ad fare qualche cosa per posserme cazare nanti et fare da qualche cosa. La fortuna nostra infelice dubito in questo non se voglia demustrare anche quello che sa fare. Per questa no altro; pregamo Dio mecta in core al papa me lasse andare, perchè, andando, speraria qualche bene, altramente non sarria maj contento. Puro bisogna che abia patientia. Voglio siate avisata de tutto. lo aveva deliberato mandare hogi Cola lacobo allj mej per confortarli, ma per questo parlare de monsignore delli Ursini aspecterò tre o quattro dì. Cola lacobo ve scrive ad plenum de omne altra cosa, per questo non ve scrivo altro. lo saluto mej sorelle et omne altro nostro servitore de sa, quale ve recommando. Scripta in Sermoneta (I), a dì XXllJJ de magio. De S. V. hobediente figliolo Cola Ga(y)"ano de manu propria. 30


234

[1467] . VII. 29.

Do

e u ME NT

I DEL L' A R e H I V I o

e A ET A N I

C-993.

Roma - Cola Caelani a suo padre Onoralo : - ha pregalo il card. Latino Or.5ini di invocare, Jra l'altro, da Sua Santità che o lo assuma in suo servizio o gli dia licenza di andare con qualche signore, salvo che con Bartolomeo Co/leoni.

/

lhesus. Magnifico mio segnore et reverendissimo padre, poi le humile recomandationi. Per Nardo de Monteroduni ho receputa una lettera de V. S., della quale ho pigliata vera instructione ; et respondo alla prima parte. Come, el dì sequente, hebi quella resposta dalli ambasciatori della ili.ma signoria per parte de N. S., me ne andai da monsignore (Latino) delli Ursini, al quale, narrandoli la resposta facta per li ambasciaturi, me disse: « In summa, bene qua non ci se pò fare altro se no hobedire ». Respondendoli: « Bene, Monsignore, come farrò io de restituire li denari al capitanio (Bari. Colleoni .l) lo me li ho despesi con altri tanti de casa de mio padre per posserme dare qualche conditione : però, prego V. S. voglia parlare co la S.11 de N. S. et supplicarla me voglia dar, lo modo che non remanga con tanto mancamento ; et poi de mi volendose dignare acceptarme alla stalla, io remano contento; et . se non me volesse, dignese darmi licentia con altri, promectendoli mai in campo de Bartholomeo ( Co/leoni) non andare ». Dixe el cardinale : « Con chi volessi andare? Con re non anderessi et nè meno con nesiun della lega ». lo li respusi che col re non me acconzaria, non me rendendo quelle mej castelluze (Macchia e Monteroduni), perchè sarria segno non me volesse bene. Con altri della lega trovando, et maxime col conte de Orbino (Federico di Montefeltro), me acconzaria troppo, ma, quando quisti non avessero bisogno dei facti mei et trovasse colla s.ri• con capitoli non andare da Bartolomeo, tucto sarria uno. Respuse : « Se non te dà licentia con Bartholomeo, meno te darrà con venetiani » . All'ultimo li dissi: « Monsignore, io non ho altra speranza che in V. S.: supplicola se digne mectere quisti tre partiti nanti N. S. et, quando nesiun me ne volesse concedere, pe~ lo meno me conceda possa con sei o octo cavalli andare et trovare qualche partito ad servire qualche segnore, con lo quale possa vivere come gentile homo perfinchè abia in casa meglio el comodo ad possere stare ». Finalmente me respuse: « Bene; lassa fare ad mi, qualche cosa vederò de fare ». Non so quello che se farrà; de pò [me n]e andai da monsignore de Roana (Guglielmo d' Estouteville) et narrailo questo medesmo El quale me respuse que de bono animo volerne parlare col papa la prima volta andava in palazo; ma che li pareva devesse fare che questi cancelleri del capitanio li devessero dire che, se la Soa Santità non intendeva che andasse, Bartholomeo intendeva avere li soi denari. Questo è quello che feci depò la resposta delli ambasciatori. Et andando la matina ad sollecetare monsignore de Vicenza (Marco Barbo) et darli per scripta li pregi, zoè domandava securità delli dannj per mi facti de ducati cinquecento; l'altra voleva de mille, che devesse condure quilli mei hominj d'arme o in Roma o in Sermoneta, et che poi escesse de securità, et con questo me voleva rendere le robe. Respusi essere contento et darvili Petri Margano, Vangelista Madaleno et Lodovico Mactheo, li quali disse volere presentarli. al papa. La sera, tornando per la resposta, me disse che N. S. se era mutato de opinione et che li aveva resposto che scrivesse una lettera al governatore me fesse dare uno bono et comodo alogiamento. lo li respusi non avere bisogno de· allogiamento, sensa denari da posserme sostentare, et che m'era necessario, non possendo andare, tornare indereto, o me rendessero la roba o no. Lui me disse non possere fare altro : et in quello se fè nanti el cancelleri de Bartholomeo et disseli, meravigliandose, N. S. aveva domandato securità de non andare et che era segno avesse per inimico Bartholomeo. Monsignor de Vicensa diceva che N . S. era occupato in altre fazenne et che per questo domandò la securità, ma che intentione de Soa Santità era non volere securità. In questo venne el trombecta mio con una lettera da Petri Marrocco, che per niente possevano là resistere. lo, odendo questo, deliberai cavalcare per redurli in qua; poi pensai fosse el meglio aspectare avere resposta da quisti cardenali et vedere quello che se posseva fare et cosi mandai Macteo ad confortare quella brigata con dire avessero patientia per tutto domeneca che, De~ dante, ~~rria là io. Heri ser_a !acom~ Filippo et lo compagno stectero con N. S . et, post multa, replicando pm volte co? N. S., h ~1sse lu~ non me avere m'ai retenuto per quelli ronsini, ma che aveva facto male che non h aveva messi quelh ribaldi in nelle manu et che non aveva decto mai che non volesse che andasse da Bartholomeo, ma che me aveva retenuto per altro bono respecto. Allo ultimo, lacomo li respuse come oramai se ne vene el


235

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

verno et che soa intentione non era che andasse, che luj deliberava volere li soj denari: finalmente me diceno el trovarno un pocho meglio desposto verso le fazenne del capitano, la cosa sta qua; ad mi è bisogno omnino essere là per domenica per non perdere quello . resto. Al facto de Evangelista è vero ave avuti, dui di, la febre; votose alla Madonna de Genezano et elli passata et cosi, heri, andò là lui ; questa sera sarrà qua; parme V. S. li scriva una bona lettera, perchè credo farrà quanto volerete. Al facto del venire de V angelista Madaleno, io ce mandai lacobello el quale me ave resposto luj non possere venire perchè actende ad rescotere denari che req {?) et lo ... effecto et che ave parlato con lohanni de Nobele; nientedemeno, non possendo aspectare, V. S. faza con altri come meglio ve pare et che, avendo voluntà de fare con altri, ve prega ne sia avisato, perchè non se mecteria in paro (?) de rescotere altri denari avendo voluntà de fare con luj, puro ne sia avisato per più expeditione; sichè V. S., avendo ad venire, pò pigliare cl partito. Al facto de Cristofaro et nostro, monsignore de Tiragona, l'altra sera, ce fece chiamare et disse come ce pregava l'una parte et l'altra volessemo una volta accordarce. Omne uno respose non manchare questo da nuj et volendo venire ad qualche particularità delle cose dubie, monsignore li disse che li pareva devesse pigliare accordo de qùello era liquido et dello altro remicteretur iuri. lo li dissi : « Dello liquido mio padre remaneria contento darli el debito soo, dello altro non ce pareva iusto, ma che se remectesse ad iustitia et che nui eravamo contenti ». Allo ultimo, luj domandava avesse executione el laudo. Monsignore proprio respuse che lo laudo era tenuto ad farcelle bone et che constava ad luj del facto della cisterna essere piaitato tanto tempo, avendo avuta rascione alcuna ascosta, la devevano publicare per loro interesse : tandem fo · pigliata conclu;ione. Monsignore devesse scrivere una lettera ad V. S. pregandola devesse conferirse fin qua per questa fazenna, perchè Cristoforo, vedenno non possere venire alla soa de avere li fructi de queste cose comparate, disse bene: « Damme la parte mia • secundo li specta quasi dicat delli vassallj. Quanto ad mi, non possendo fare altro, sarria più contento darli questa parte dclii vassalli che darli la parte in queste cose comparate. Per questa non altro, sempre me recomScripta in Roma, a dì XXVIII} Julij. mando alla V. S. hobediente figlio Cola Gaytano manu propria.

C-995.

[1467]. VII. 30.

Roma - Cola Caelani a sua madre Caterina Orsini: ha ricevuto meloni e vino; è in allesa della risposta dei cardinali per prendere partilo; accenna, fra l'altro, alle truppe sforzesche inseguite da quelle di Bartolomeo Colleoni. Fuori:

Alla magnifica mia reverendissima madre madamma Catharina Ursina.

s.

lhesus. Magnifica mia reverendissima madre, poi le umili raccomandationi. Ho recepute trentaquactro melunj quali presentarò ad alcuni de questi mei segnuri. Parerne ne debiate mandare spesso, perchè forza sarrando bonj ad multe cose et multo piaceno ad chi sonno donati. Ho receputo anche el vino. lo sto in dubio partire domane, aspecterò certa risposta de cardinalj et, secondo quella, pigliarò el partito. L'altra sera questi ambasciaturi pariamo al papa et in summa ne cavarno queste duj conclusioni: l'una era se voleva tornare in casa, era contento ; l'altra pareva alla Soa Santità devesse aspectare lì alcuni pochi dì. lo li respusi: « Rendendome le mei robe, colle quali possesse vivere, pigliaria el partito volere anche aspectare qualche altro dì ». Sto su questo se 'l posso ottenere al nome de Dio, se no me bisogna andare ad redure li mej, al tram ente ci ne verranno pochi; et perchè li ambasciaturi dixero al papa come el capitanio rendeva li soj denari non contentandose che andasse lì, respuse: « Quanno el capitanio revolerà li soi denari, lilli farremo dare ». Non so corno el dica, o se lii rende luj o che me Ili farrà rendere ad mi. Quanto ad mi dirrò et gridarò non aver lo modo ; roba non ho, et non è iusto lo segnore mio padre paghi per mi. Questo è quanto me pare abia a dire; nientedemeno quando Bartholomeo volesse pure li soj denaii, li mandaria li cavallj mej che credo li satisfacessero per la quantità. , Per darve notitia delle nove da qua, ve aviso come, heri sera, vennero lettere dal capitanio allj ambasciaturi et alli soj cancelleri come el duca de Milano aveva levato campo cinque volte alla fila et

..


Do e u M ENTI D EL L' A Re H I V I o

236

e A ET AN I

che se era andato da là da Bologna et che de continuo Bartolomeo li era alle spalle, per modo che lo duca è reducto da là de Bologna et lo capitanio tre miglia de qua. Donne tucto el popolo se era · levato in arme. Credese abia ad fare novità per via delli esciti con favore de Bartholomeo; et subito, lecte queste lettere, andarno dal papa, el quale gridava tanto forte che per nuj altri, che :'eravamo da fori, se intendeva el soo gridare et subito mandò ad tucti cardenali devessero andare questa matina in palazo, che è dì non solito de concistorio. Credo sentesse nova non troppo li piacesse. Che Dio el ~ spesso 1 Stando le cose in questo modo, più guerra averà Bologna dallj ducheschi che da questi ! altri et per questo gridano bolognesi. Ancora ebero aviso questi ambasciaturi come, fra tre dì, se ne erano fugiti centocinquanta hominj d'arme et tucti erano andati ad Ravena et lì se dava denari ad tucti et poi la signoria li mandava in Lombardia. Conestaveli dice essersene fugiti quasi tucti. Per questa non altro, sempre me reconmando ad V. S. lo non scrivo altro allo segnore (padre) perchè intendo sta ad Bassiano: questa supplerà ad tucto. Dite ad lacobo me mande quello benedecto bracco ad rete, quale tene Angelo Somb_ella, co 1 trascino novo. Scripta in Roma, a dì XXX de luglio. De V. S. hobedente · figliolo Cola Gaytano manu propria..

C-2280.

1468. IV. 25. «

Emporium » Giovanni d'Angiò a Onorato Caetani: - risponde sperando di aggiungere altre vittorie a quelle già cons;guite colà in modo da poter in breve pensare agli altri più vasti disegni. Fuori :

Magni6co et strenuo Honorato Gaetano Sermonete ac F undorum Comiti armorum etc. conailiario 6delj regio paterno et nostro nobis sincere dilecto.

s.

Entro: Magnifice consiliarie fidelis regie paterne et noster, nobis carissime. A questi dì passati recevessemo vostra lictera, de che hebemo singulare piacere, sì per havere certa nova de voi, corno per intendere l'avisi et conforti ce donati. E per reciprocamente confortarve v'avisamo semo in quella optima disposicione circa le cose da llà che mai fossemo et, per la Dio gracia, ogne dì ce cresce l'aptitudine insieme col desio. F aremove partecipe dclii nostri progressi da qui, corno semo certi ne desiderati sentire. Noi, appresso la rocta dessemo a questi nostri nemici e poi la consequita de più castelle et terre sone redaete a nostra fidelità, restando in questa parte maritime la [vi]lla d'Empuries, fortissima de situ e d'ogn'altro preparamento bellico, li messimo la ... , la quale (benchè non sença effusione de sangue) havemo, per la Dio gracia, ex[p]ugnata. Lo che non ha dato minore detrimento a decti nemici che essa rocta ; donde segue che, sença impedimento, ne possemo transferire, come ià semo in camino, in l'altre provincie et al proprio capo (I) d'essi nemici. Speramo, mediante lo divino auxilio, el favore havemo de gendarme (I) sl ancora per la bona disposicione del paese, in breve exequire tali progressi che potremo pensare e vacare, sença dubio de la vittoria di questa impresa, a l' altri nostri più grandi designj (.5u Napoli). Confortareti tutti l'amici nostri et servitori da llà, come non dubitam6 fareti, a stare de bono animo delle cose nostre. Datum in regijs paternis et nostris felicibus castris apud Emporium, XXV aprilis 1468. J eh a n sub s cri psi Dux Calabrie et Lothoringie ac princeps Gerunde etc. Candida.


INDICI


J


INDICE DEI MITTENTI E DESTINATARI

Acerbis (Antonio de) a Pietro Lalle Camponesco :

1462. Il. 24

Pg. 180

Angiò (Giovanni d') a Onorato Caetani :

1460 . I. 5 Pg. 67 » I. 19 72 » I. 21 73 » > I. 24 11.6 74 V. 28 80 .'> V. 29 81 VI. 19 82 » » VI. 23 84 » VI. 23 ,, 90 X. 24 » X. 26 91 » 1461 . III. 16 118 III. 17 119 ))

1461 . V. 1 Pg. 143 » V .4 V . 20 152 VI .6 154 VI. 26 163 » 165 VII. 1 VII. 15 166 » VIII. 5 167 1462 . I . 13 174 » [I] . 22 176 ,, » 179 II. 24 » 185 V. 23 » VIII . 18 186 » » 189 X.28 ))

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1462. X . 30 »

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»

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J)

190 »

XI. 1 » XI. 6 » Xl. 21 1463. VIII. 10 » VIII. 11 VIII. 23 » VIII. 24 VIII. 29 » IX. 3 1465. I. 21 1466. III. 27 1468. IV. 25

»

192

»

»

»

195 206

Angiò (Giovanni d') a Marino Marzano: Angiò (Renato d')

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Anonime: 1460 . V . 23

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J) J)

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208 209

»

211 229 232 236

1460 . VII . 7

85

a Giovanni d'Angiò:

1461 .. Xl. 30

»

171

a Onorato Caetani :

1461 . XII . 2

»

172

1461 . XII . c.

»

170

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J)

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Pg. 80

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J)

» J)

»

96

»

214

1463 . Xli . 30

»

214

1458 .VIII. 21

»

58

1464. VII. 29

»

234

1461 .V. 12 1467 .V. 24

»

157 233

1467. VII. 30

»

235

1461 . III. 4

»

114

1461 .V. 12 » VI. 18 1467. III . 28 ant.

»

150 159 230

1461 . I. 6

Avalos (Alfonso d') a Onorato Caetani: 1463 . XII . 27 Caetani Nicola a Onorato Caetani : »

a Caterina Orsini :

»

Caetani Onorato a »

»

1460 .V. 28 1461. I. 28 » III. 4 » III . 9

»

...

a Giovanni d'Angiò: Pg. 78 1461 . III. 25 » 102 » IV. 5 » 112 » IV. 15 » 117

» » »

126 132 135

»

»


240

INDICE DEI MITTENTI E DESTINATARI

1461 . III . 24

Caetani Onorato a Eleonora d'Aragona: »

»

al conte Blasio ..... :

1461 .V. 12

»

15 1

a Carlo da Cesi :

1459 fine c.

»

60

1461 .VI. 19

»

161

1461 . I. 28

»

102

1461 .VI . 19

»

16 1

1461 . IV. 5 » IV. 15

»

133 139

a Giovanni Cossa : Pg. 110 1461. IV. 15

»

1461. II. 28 1461 . Ili . 4

»

116

»

Pg. 138

V. 12

»

144

Caetani Onorato a Luigi Dentice : a Ercole d'Este : a

10

Palamede F orbino :

1461 . II. 28 1461 . III . 4

111 114

» »

1458. I. 16

a Giovanni Macario : »

.

Pg. 126

a Michele da Mantova : 1461. II. 18 ant. Pg. 108 1461 . IV. 5 10 III. 25 10 127 » IV. 15

»

57

))

10

10

III . 3 1

»

130 140

» »

1461 .V. 12 » VI . 8

»

147 156

1461 . l. 28

»

105

»

»

Ca etani Onorato a Marino Marzano : a

Filippino de Milis.:

1462 . l. 17

»

11 7

li>

a

Giovanni Antonio Orsini :

1461 ..VI. 19

,,

160

li>

a

Broccardo Persico:

1461 . I. 15 ant. 1461 . I . 28

100 104

1461 . IV. 5 » V. 12

»

116

»

129

1461. IV. 15 » V. 12

»

154 158

» 10

))

»

134 143

a Giacomo Piccinino :

10

1461 . III. 4 . 1461 . IV. 5

))

))

137 138

a Marchetto de Puteis:

1461 .V. 28 1461 .VI. 16

»

1461 .VI. 19

»

162

lt

a Lud. Scarampo :

1461 . IV. 11

»

135

»

a Francesco Sforza :

1463. IX. 1

»

21 O

1461 .V. 12

»

149

Camerariis (Tommaso de) a Onorato Caetani :

1466 . III . 26 .

»

231

Camponesco Pietro Lalle a Marino Marzano :

1463 .V. 30

Capranica Domenico a Onorato Caetani :

1453. XI. 3

10

10

a Federico di V aldmont :

1461 . III . 4

»

114

205 ))

33

Capua {Matteo di) a Onorato Caetani :

1464. III. 4

2I 6

1464 . IV. 27

»

221

Colleoni Bartolomeo a Onorato Caetani :

1466 .V. 11

»

233

Colonna card. Prospero a Onorato Caetani :

1458. I. 29

»

58

lt

a Caterina Orsini :

»

1461 . XI. 30

170


;,

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

241

Cossa Giovanni a Onorato Caetani :

1461 . I. 9

Damiano di San Damiano a Onorato Caetani :

1453 .Vll. 10

»

30

Farnese Angelo a L. Scarampo : .

1460. X. 6 .

,,

90

Ferdinando I a Anello (missere) . ,. • a Berardo Gaspare d'Aquino:

1464 .V. 23

..

229

1459 . Xli . 30

,.

65

1460 . Ili . 20

,.

75

1465 . Il. 8

,,

230

1462. XII. 4

,.

199

a Nicola Caetani:

»

" a Onorato Caetani : a Caterina Orsini :

Pg. 108

»

»

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• ai cardinali

1464. V. 15

,.

225

a Pio Il

1464. V . 15

,,

226

1461 . IV. 25

,,

142

1458 .VIII . 23

,.

59

»

Forbino Palamede a Onorato Caetani : 1461 . li . 1 Pg. 107 1461 . III. 20 Pg. 125 Gaetani Onorato li a Onorato Caetani : 1457 . Xl. 3 145 7 . XII . 18 ))

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55 ~,

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a Francesco Sforza :

1462. XII. 2

198

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a Bianca Maria Visconti :

1462 . XII. 2

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198

Gallarano F acio a Francesco Sforza: »

188

1462. X. 31

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191

»

221

1464 .V. 10

,.

225

Giovanni di ser Giovanni a Onorato Caetani :

1463 . Xl. 28

,.

213

Giudice (Boffillo del) a Nicola Caetani:

I 466 . III . 29

,.

232

1453.VI.15

»

27

Lamana (Piero de) a Onorato Caetani:

1458 .VIII. 19

,.

58

Marzano Marino a Deifebo dell' Anguillara:

1462. X. 28

1462 . X . 19 Giacomo di Montagano a Onorato Caetani :

1464 . IV. 23

Giulio a Onorato Caetani : 1452 . XII . 15

»

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24

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68 93 152 154 160 173

1462. IV. 5 ,, . IV. 7 1463. X. 6 1462. X. 25 1462. Xl. 4 1463. I. 31

Pg. 183 ~

,,

203 188 »

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))

»

192 200

Marzano Marino a Caterina Orsini : ))

all'Università di Pontecorvo :

Michele da Mantova a Onorato Caetani : 1453. XI. 15 Milis (Filippino de) a Onorato Caet~ni : »

I)

31

189

a Onorato Caetani :

Pg. 1460. I . 6 1460 . Xli. 13 1461 .V. 13 1461 .V. 1 ,, » .VI . 19 1461 . Xli . 2 post. »

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a Giannino de Puteo :

Pg. 34

1463 . VIII. 13 • VIII . 14 • VIII . 23 li> 1463 .VIII . 30 • :, IX. 2 • Xl. 8 »

207

1460 .VII. 9

86

1462. IV. 14

184

1461 . Ili. 18

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119

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1462 . I. 19 1462. I. 28

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208 210 211 212

176 177


2◄2

I N D ICE D E I M I T TE N T I E DE S T 1NATA .R 1

1462 . Il . 21

Milis (Filippino de) a Antonio Toppeta: ,, » agli uomini di San Giorgio : Onorato Caetani:

Nardini Stefano

a

Novelli Blasio

Onorato ·caetani:

a

.

Orsini Caterina

a

Pg.

215

a

a ••. ••. •• ••• :

:,

222

Pazzi Giacomo a Antonio Acerbis: Persico Broccardo a Onorato Caetani: 1463 . IX . 8 1461.1.15 Pg.101 1464.IV .16 1461 . III . 18 » 124

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212 219

a • • . • • • • • • • . :.

Onorato Caetani: 1461 . lii. 18 Pg. 124 1461 . X . 21 » VII . 9 » 166 1463 .VIII. 20

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173

1453 . XII . 15

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37

1464 . I. 28

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215

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199

1461 .V. 12

J)

145

1464.V.5

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223

1462. Il . 21

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178

1464 .V. 15

»

226

1462. II . c.

»

178

1463.VIIl . 31 J> IX. 8

»

210 212

Onorato Caetani: 1464 .V. 4

· Piccinino Giacomo

1462. I. 8

1462. XII. 14

Francesco Sforza:

Orsini Giovanni Antonio Pandone Scipione

1464 . I. 18

Pg. 179

a

»

» »

168 207

Piccinino Nicola a Onorato Caetani : .

»

1461 .VII. 8

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165

Pietro Paolo a Onorato Caetani : Pio II a Caterina Orsini : 1460 . X . 3 Pg. 89

1464 . IV. 23

220

1464 .V. 6

»

223

1460. XII. 4

93

1461 .V. 20

,.

153

Prato (Michele di) a Onorato Caetani:

1453. XI. 15

Puis (Marquet du) a Onorato Caetani Sanotris (Giacomo de) a Onorato Caetani :

))

34

1460. II. 22

))

75

1460 . I . 11

»

69

1452 .VIII. 22 » VIII . 25

»

18 20

Scarampo Lud. a Nicola Caetani: 1452.11.13 1452 .VII. 9

»

13 14

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>

a Lorenzo da Pisa:

1452 .VIII. 12

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a Stefano Nardini:

1454. XI. 18

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45

..

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a Onorato Caetani : 1451 .VII. 26 VIII. 24

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11

1450. I. 20 > > 22 > > 24 .. 27 ,,, > 31 II.6 > 26 ,. III . 5 ,. > IO .. 1 I ,. > 16 7)

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1451 . II. 1O 12 J> 13 » III. 9 li> IV. 1 J> 30 V. 27 J> VI. 8 Il> VI. 9 > 11 ,. > 21 J)

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13

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14

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15


EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

Scarampo Lud. a Onorato Caetani : 1452 .VII . 27 Pg. 15 ,. ,. ,. 16 ,. »

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28 VIII. 10 » 12 »

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17 ,.

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16 » 19 ,. 20 ,. 22 » 24 28 IX. 3

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18 ,. 19

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X. 3 ,. 16 18 » 19 » » 23 ,. » 25 » » 26 » XI. I 1453. Ili. 29

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33 33 38 39 ,.

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94

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95 96 99 100

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I01 106 107

Scillonus di Cori a L. Scarampo : Sezze {comune di) a Onorato Caetani : 1454 .VII. 21 Pg. 42 1405 . III. 9

,.

47

Sforza Alessandro al Duca di Milano : ))

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3

,. 31 » IV. 2 1457 ,. 12 ,. V. 19 » VI. 8 ,. IX. 15 1459-1464 1459. Xl. 16 1460 . III . 28 » IV. 7 :, " 11 :, » 15 » V. 23 1461 . III. 22 )t

Pg. ,.

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49 50 53 ,.

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59 65 75 77

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79 125

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1454 .VIII. 17 X.29 » XI. 12 ,. 14 » ,. 15 » » XII. 7 ,, » 17 1455 . III . 1

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89 89 90 91 92 ,.

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Scarampo Lud. a Caterina Orsini : 1450. III. 16 Pg. 5 ., 1460. IX. 25 ,. » » » X. 11 6 27 ,. ,. » 1453.VI. 6 26 8 » 1460. I . I O 69 Xl. 9 ,. » » IV. 24 78 14 » » » V. 10 79 21 » VI. 18 81 XII. 15 » » » » 26 85 29 » » li> VII. 16 86 31 » » 18 1461 . I . 3 » » » 24 87 13 » » » » VIII . 11 14 ,. » » » IX. 5 14 » » » » » 7 88 21 ,. » » » 8 31 » » » 19 » Il . 8 ))

26

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VII. 7 ,. 10 ,. 18 » ,. ,. 20 IX. 6 ,. ,. 26 ,. » 28 ,. » 22 ,. » 3 ,. Xl. 15 1454 . I . 7 ,. » 13 ,. 14 » ,. ,. 20 ,. ,. 22 ,. II. 5 ,. ,. 16 ,. ,. 25 » VI. 28 ,. 21 »

))

Pg.

243

1411.II.15 Pg. ,. 19 ,. ,. ,. IV. 29 ,. ,. » X. 22 ,. » Xl. 11 ,. » » 14 ,. ,. » 24 ,. XII. 13 ,. 1462 . IV . 1O. ,. » » X .6 ,. 1463. I. 15 ,. V. 14 ,. ,. 19 » » » VI. 9 ,. XII. 19 » 1464 . II . 15 ))

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108 109 142 168

,.

169 170 173 183 187 200 204 205 »

213 216

1454. X. 15

»

43

1457 . Il . 13 » IX. 24

»

»

53 54

,.

227

1464 .V. 19

· a Onorato Caetani : 1464 .V. 3

»

222

1461 .V. 19

))

226


INDICE DEI MITTENTI E DESTINATARI

244

Sforza Francesco a Onorato Caetani :

.

1462. IX. 26 Pg.

187

1462. I. 24

»

177

1464. VIII. 23

»

229

1460. III. 30

))

76

64

1459. XI. 9 .

li>

64

1453 . XII . 14

»

37

1461 .VI. 28

»

164

1460. II. 2

»

74

1461 .VI. 10

»

155

1462 . III . 1

,.

182

1456 . II . 12

»

46

Aquino {Berardo Gaspare d'), Ordinanza :

1450. X . 10

»

6

Bottino di Alfedena: .

1460, fine

»

95

1462. Xl. 25.

10

196

,

Tommaso di Pontecorvo a Onorato Caetani: 1462 . I. 8 T onelhos (Fracarles de) a Onorato Caetani :

Pg. 174

.

T ozolis {Luca de) a Caterina Orsini: . »

a Onorato Caetani : 1455 .VI. 29 Pg. 50 1459. Xl . 1 »

»

»

Ungarelli Guglielmo a Onorato Caetani : 1453 .VI. 29 Pg. 28 1453. XII. 9 » XII . 3 » 35 » • 1O

»

36

»

»

V aldmont (Federico di) a Onorato Caetani : 1461. lii . 17 Pg. 119 1461 .VI . 24

»

163

DOCUMENTI. Angiò (Giovanni d•). e Gaeta:

Concessione in feudo di beni in Castellone

Angiò {Giovanni d•). Concessione di feudo: {Debito di): Anguillara (Pietro di). Ricevuta :

.

Caetani Onorato e Marzano Marino. Condotta d'arme

.

Capitoli della tregua tra On. Caetani e le università di S. Vincenzo, Castellone, Pizzone, Scapoli e Castelnuovo :

1456. X. 20

))

51

Capitoli tra G. d'Angiò e il proc. di On. Caetani:

1460. I. 17

))

70

1463 . III . 14

»

200

1454 . II. 16

li) .

41

Cifrario del partito Angioino :

1459-1464

»

60

F arnese Pier Luigi. Procura : .

1464 . III. 30

li)

217

Lega tra il card. P . Colonna e Onorato Caetani :

1458. I. 12

li)

56

Malatesta Sigismondo. Condotta d' arme:

1455 -1406? III

~

48

Marco (duca di San). Post scriptum : .

1460 .VI -VII.

li)

84

Marzano Marino. Ordinanza: .

1459. X. 14

Memoriale di Onorato Caetani a Giovanni d'Angiò:

1460 .1-1.-11

Memoriale di contabilità .

1462. III. 18

Memoriale intorno ad una contesa:

1462 .V. 2

Capitoli di tregua tra On. Caetani e città

q' Isernia :

Cardinali Colonna P. e Scarampo L. Mandato : 1454. I. 6

Pg. 38

Monteroduni, Macchia, e Montaquila (Concessione a Nicola Caetani di): 1464 .V23.

,. ))

,.

63 67 182

li)

184

»

227


..

....- -

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

245

1462. XI. 17

Orsini Caterina e università di Sermoneta. Procura:

1464. IV.

Pg. 193

217

Paramenti sacri di S. Nicola di Melfi:

1461 .VI. VII . ,.

164

Piccinino Giacomo. Ordinanza:

1460. XII. 29

»

94

Polizza di debito:

1465 .V. 16

»

230

Salvacondotto di Onorato Caetani .

1461 . Il . 28

11 O

Salvacondotto per il territorio di Terracina':

1462. X. 31

191

»

Scarampo Lud~vico. Donazione:

1464 .V. 7 1461 . XI . 11

224 169

Sezze (danni arrecati da) a Sermoneta :

1460-1465

lt

66

Tregua imposta da Pio II a Sezze e Sermoneta :

1460 .VI. 21

82

e i sermonetani. Garanzia a favore del principe di Salerno:

Salvacondotto di F e.rdinando I· a Onorato Caetani

.

,,

PERGAMENE ARC. CAETANI. Prg. » »

» » » »

279 292 585 1170 1486 1853 1876

1460 . X . 3 1461 .V. 20 1460. XII . 4 1462. X. 31 1464 .V. 7 1460. II. 2 · 1464 .V. 23

ARC. STATO MILANO. 1462. X. 19 1462. X. 31 1462. XII. 2 1462. XII. 7 1462 . XII . 14 1463. IX. 1 1464 . III . 30

PERGAMENA ARC. COLONNA. Prg. LXIV-3

1464. IV. 15.


INDICE DEI NOMI PROPRI E DELLE COSE NOTEVOLI. - - -- · -- -

A.,

aegrctario di re Ferdinando 225-6, 230. A. dc Agcllo, cancelliere del principe di Taranto 146. A. dc Avena, cancelliere di re Ferdinando 75, 199. Abbacie Vuhumensis capitaneus o. Bluiu1 Novcllus {not.). Abruzzi (vicerè di) o. Capua (Matteo di). Abruzzo 102-6, 110, 112, 115-7, 135, 145, 148, 162, 167; (viccrè di) o. Camponesco Pietro Lallc. Acerbis (Antonio de), oratore del principe di Taranto 178,

180, 181. Achapito (Santo) o. Cola Santo Achapito. Acquapuzza (rocca dell") 1, 3, 8, 17, 19, 22, 39, 40,

43-4, 87, 92. Acquaviva: Giulio Antonio; duca d' Atri, conte di Conversano 82, I 07,

120, 146, J60, 167. losia 58. Adrje dux o. Atri. Agapito (Sant') 227. Agapito, famiglio di madama Lucrezia 124, Agello (de) o. A. Agnone 209. Aix 171, 172. Alain o. Coetivy {de). Albanese (aliu) &1. Andrea dc Duragio. Albano 9, 12-2 I, 29-31, 86-8, 205. Albertino, ambasciatore di Giacomo Piccinino 171, 178. Alemagna {d') 58; &1. Lamana (Piero dc). Alessandro 50, 129, 148. Alcundro dc Montefortino (signor) 123. Alfedena 95. Alfonso I, re d'Aragona e Sicilia 30-2, 66, 71, 74. Alfonso Colello dc Iannacta, notaio, governatore di Isernia

201 , ;'03, Alfonso lohanni dc Cicho, notaio 203. Alife 142; (conte di) o. Marzano Ruffo Marino. Alphonso (don) 119, 120, 123, 167, 207, 213. Alphonsi o. Marius. Altamura (principe di) o. Balzo (Pirro del). Alticro o. !uliano dc Ricnzo. Aluysc o. Luigi. Alvignano 189. Amboisc, Ambo1& 97. Ambrogio (Sant') 68. .,, Amelia, Ameria 70, 71, I 95; (dc) o. Piacentino (scr). Amcricis (Petrus dc), di Sermoneta 2 I 8.

Amerinu1 lacobus &1. Sanotris (Giacomo de). Anagni 28, 47; "· Maria della Gloria (S.); Anagnic (d') 55 ; o. Francisco. Ancona 223-4. Andrea (Sant' ) 68, 150; (di) o. Salapionc. Andrea, Andrcozzo, cancelliere di Giovanni d'Angiò 67, 91,

143, 153, 155-6, 164-5, 167, 176, 187, 195, ·Andrea dc Duragio alias Albanese, armigero 8'3. Andrea dc lo Moriconc 56. Andrea magistri lacobi, di Sermoneta 194. Andrea (mincrc), famiglio del principe di Rossano 188. Andrea lohannis Castri, notaio, oratore di Sezze 83. Andria 65-6; (duca di) o. Balzo (Pirro del). Anello {messer) 229. Angelo {Sant') 72, 75, 102, 109, 144; {montagna di) 167, 185 ; {castello del monte di) 185; (conte di) o. T amulla Giovanni Cola; di Raviscanina 189. Angelo (dc) o. Paulu1. Angelo di Barletta 156-7, 182. Angelui cd. Nicolay, da Montepulciano, not. e giudice ordinario 217. Angelus Vari, di Sermoneta 218. Angcrs 98, 181, 231-2; (vcsc. di) o. Beauvcau (Giov, de). Angiò (Casa d') 171: . .. figlio di Giovanni 171 -2, 180-1. Giovanni, primogenito di re Renato, duca di Calabria e di Lorena e marchese di Ponte 61-2, 66-76,; 78-82,

64-6, 90-1 , 96-102, I 04-8, 110-3, 115-120, 122-13 5, 137, 145, 147-152, 154-168, 171, 174-6, 179-187, 189, 190, 192-3, 195-6, 203-6, 208-9, 211, 217-220, 223-4, 229-232, 236. Renato o. Renato. Anguillara (dcli'): Dcifcbo, capitano 90, 105, 185-6, 189, 195. Pietro, protonotario apostolico 46. Ansillocto o. Lancillotto. Antonazzo, pisano, seguace del principe di Rossano 123. Antonello, Antonio da Forll 90, 105. Antonellus F rancisci Salvati, da Genazzano 195. Antoni Antonii Antonii Antonii Antonii Antonii

"· Cola. Macthi "· Rcmigius. Macthi lacobus o. Matti Giacomo. Marini o. loannes. Robcrti o. Nicolaus. Toscani o. Bartholomcus.


EPlSTOLARIVM HONORATI CAIETANI

Antonio (S.) 95. Antonio, conte 58-9. Antonio, notaio I 71 . Antonio, vesc. di Aquino 159, 162, 164. Antonio Ciechi, noi., oratore di Sezze 83. Antonio da Bassiano, vassallo di Onoralo JJl Caet. 53. · Antonio o. Antonello da Fori\. Antonio de ludice, ludici,, di Sermoneta, oratore di ~lerina Onini 83. Antonio de la de Castro 185. Antonio de Paulo de Mattuzzo 81. Antonio de Petro, di Roccasecca 165. Antonius Belli Balli, officiale di Terracina 191 . Anlonius Butii, abitante di Sermoneta 193. Anlonius de Arpino, abitante di Sermoneta 193. Antonius Donati, officiale di Sermoneta 193. Antonius Gilii Matthie, di Sermoneta 193. Anlonius lacobi Fraghe, abitante di Sermoneta 193. Antonius lannini, officiale di Terracina 191. Anlonius Imperanti,, abitante di Sermoneta 193. Antonius Nicolay Colecte o. Colccte. Antonius, notarii Stefani, di Sermoneta 193, 218. Anlonius Thoscani 218. Anlonius Tinatii "· Tinaccio Antonio. Anlonotti Menicho, di Ischia di Castro 21 7. Anzadio (Nicolaus de), capitano di Isernia 20~. Apollinare (Sant') 68. Aqua de la Mele 120. aquen1i (civitate) o. Aix. Aquila 69, 70, 166, 205. Aquileia I O, 12 : (patriarca di) o. Scarampo Ludovico. Aquino 69, 70, 72, 102, 104-6, 110, 116-8, 126-7,

129-135, 137-140, 142-50, 147-1, 151, 154, 156-1, 162, 165, 170-1, 173-8: (vcsc. di) o. Antonio. Aquino (Casa d') 120, 122, 173: Berardo ·Gaspare, marchese di Pescara, m. Beatrice Caet. di Sermoneta, fautore di re Ferdinando 6, 65, 72, I 13-117,

136. Aragona (d') 98: Alfonso, primogenito di Ferdinando 1, duca di Calabria

228. Alfonso o. Alfonso I. Eleonora, principessa di Rossano 126, 130, 132, 138-140. Federico o. F cderico. Ferdinando o. Ferdinando I. Arat 173. Archi (conte di) 195. Archiano, Ardano, Ardano "· Giovanni (San). Arezzo, Rezo 176, 217. Ariano 120-1 ; (conte di) 167. Arpagia (de) "· Cola. Arpino (de) o. Antonius, Donato. Arras (monsignor di) o. Geoffroy Giovanni. Ascoli 146. A,ti 98-9, 181. Atina 179. Atri, Adrja 216, 221-2: (duca di) o. Acquaviva Giulio Antonio, Capua (Matteo di). Atripalda, T ripalda I 07 ; (conte di) 120. Aulidum (apud) o. Ofanto. Avalos (d') Alfonso, capitano, signore di San Vincenzo, Castellone, Pizzone, Scapoli e Castelnuovo al Volturno

51-2, 214, 216.

Avellino (conte di) o. Caracciolo Oliviero. Avena 69, 71 ; (de) o. A. de Aversa. Avignone 178, 221, 233 ; (monsignore di) o.

247

Coctiry

(Alain dc).

Babti1ta Barthol~mci de Crusio (scr), revisore delle genti d ' ~ pontificie 83. Bacarclli o. Nicolaus Mattie Bacarelli. Baghi Berti o. lohannes. Balli Belli o. Antonius. Balli Colleanancii Coleriardi o. Dominica. Balsamo (Benedetto de). di Piedimonle, luogotenente di Onorato Il Gaetani 224, 228. Balzo (Pirro del), di Francesco, duca d'Andria, m. Maria Donala Orsini 122. Baptista (misere) 146. Barbo: Marco, mon1ignore di Vicenza 234. Pietro o. Paolo Il. Barletta 119, 123, 167, 185; (di) o. Angelo. B:ironcello Giovanni (messere) 22. Bartholomei o. V cscontcs; (lacobi) o. lohanncs. Bartholomcu1 Antonii Toscani, di Sermoneta 193. Bartholomeus Blasii, officiale di Sermoneta 193. Bartholomcus Patori, di Sermoneta 194. Bartolamio (messere) 123. Bartolomei de CnJSio o. Babtisla. Bartolomeo da Bergamo o. Colleoni Bartolomeo. Bartolomeo da Pavia (fratello di) 220-1. Bartolomeo da Recanati, amico del card. Scarampo 69. Bartolomeo de Basi 184. Basi (de) o. Bartolomeo. bassianensis o. lacobus. Bassiano 34, 38, 57, 83, 92-3, 129, 193, 195, 219, 224, 230, 236; (da) o. Antonio, Giacomo, Sebastiano; (sig. di) "· Caet. Onoralo III. Bataglino da Zenova 123. Bcauvcau (Giovanni de), vesc. di Angers 98, 181. Belcaslro ( conte di) o. Centellcs Antonio. Bellavalle (monsignor di), gran siniscalco 97, 99, 171-2 Belli Balli o. Antonius. Bellomo (via dello) 43. Belprato (de) 1OI ; o. Simone. Benedetto (monastero di S.) o. Montecassino Benedicti (Gilii) o. Blasius. Beneventana o. Valle. Benevento 191-2. Bergamo (Bartholomeo da) o. Collconi Bartolomeo. Bernardo, arciprete, cappellano del card. Scarampo 1-3. Berri (monsignore di) 97. Berti (Baghi) o. loanncs. Bianca (madama) o. Visconti. Biaxio o. Blasio. Bicto (ser) 59. Blandolino o. Thiberto. Blasii o. Bartolomcus. Bluio (conte) 122, 151. Blasius Gilii Bcnedicti, di Sermoneta 194. Bluius Novcllus, Abbacie Vuhurnenais capitaneus (not.) 52,

215-6. Boiano, Boano 79. Bollognino (lohan de) o. Giovanni dc Bollognino.


INDICE DEI NOMI PROPRI E DELLE COSE NOTEVOLI

Bologna (da) 236; 1>. Loduicho. Boni (dclli) o. Franciscus lohannca. Bonus I>. Pctrus. Bordeaux, Bordcas 98. Bordone o. Lisi. Borgia Alfonso o. Cali,to lll. Borgogna (figlio dd duca di) 229. Braccscha (Casa) 212. Braccio da Montone o. Fortcbracci Andrea. Brancas (Nicola dc), vcsc. di Maniglia 171, 181. Bretagna (monsignore di) 97. Brugcs, Brugia 97. Buccino 59. Burgo 193. Butio (Antonius de), di Sermoneta 218.

Calisto lii (Alfori,o Borgia) 53, 56. Calvi 72, 73. Camera della Sommaria 228. Camerariis (Tommaso de), cappellano di Giovanni d'Angiò

231-2. Camerino (1ignore di) o. Varano Giulio Cesare. µmerlengo, camerario 1>. Scarampo Ludovico. Cammora ~ (,ignori di) 181. Campagna 43, 49, 103, 126, 137-.141, 151, 193, 204. 1

Caetani (Casa) 1, 12, 13, 67, 71, 79, 116, 121, 138,

141, 148, 212, 227; o. Gaetani. Alessandro Palatino, vescovo di Terracina, figlio di Bonifacio e di Pcma Stcfaneschi (t 1455 post.) 9, 10, 27, 28, 46, 50. Beatrice, di Giacomo IV, m. Berardo Gaspare d'Aquino_ (Cfr. Calci. Gcn., pg. 67, n. 50) 58, 72, 122, 142. Bonifacio Palatino, figlio di Bonifacio e di Perna Ste(aneschi (t 1468 ant.) 9, 10. di Maenza 229. di Maenza •.• (figliuola di ..•) 27. F ranccsco, signore di Maenza, zio e tutore di Onorato lll Cact. di Sermoneta. Vedi Prefazione (Cf. Calci. Gcn., Tav. LVI) 8, 9, 25, 27-8, 45-6, 50, 55, 100, 122. Giacomo IV, di Iacobello lii, m. Giovan nella Onini (n. 1390, 1433. Cf. Calci. Gen., n. 45) 116, 138, 148. Giovannella, di Onorato lll e di Caterina Onini, m. Pier Luigi Famcse (Cf. Caid. Gcn., pg. 68, n. 54) 90, 92,

t

107, 183, 217. Nicola, di Onorato lll di Sermoneta (n. 1442 c., t 1494). Vedi Prefazione (Cf. Calci. Gcn., n. 51) 6-8, 12-16, 18, 20, 22. 27, 29, 35-6, 42-3, 46, 55, 58-9, 75-6, 79, 86, 92-3, 102, I 05-6, 108, 111-3, 116, 121. 128-136, 138-140, 142, 144-5, 147-151, 153, 156-164, 185, 187-8, 191, 193-4, 198-9, 217-20, 225-9, 231-6. Onorato 1Il di Sermoneta. Vedi Prefazione. Pm:sim. Onorato di Filettino, di Antonio, distante cugino di Onorato II Caet. col quale fu in lite (Cf. Calci. Gcn., tav. XLlll) 15-6. 25. Sveva, contessa d'Albi, zia di Onorato lii, e cognata di Martino V, m. Lorenzo Colonna (Cf. Caid. Gen., n. 44)

25, 47. Caimi Giovanni, ambasciatore del duca di Milano 219. Calabrcxe o. lohanni. Calabria 84-5, 166-7; (duca di) o. Angiò (Giovanni d'), Aragona (Alfonso d'), (Ferdinando I). Calamita Rogerius, di Sermoneta, oratore di Caterina Orsini

83, 218. Caldo r a , Caldola, Caldoro, Candola, Candora : Antonio, conte di T rivento, figlio dd famoso capitano Gia• como (t 1439), gran conestabile del Regno, seguace di Giovanni d'Angiò 67, 69, 121, 126, 144, 148. lacobuccio 65. lobanni Antonio ( mescr), seguace di Giovanni d'Angiò 120,

122.

Campagna e Marittima (provincia della) 25, 43, 49, 126, 13 7-141 ; (governatore) o. Nardini Stefano. Campanino (lo vallone), sbarra di Isernia 202. Campobasso 120, 191, 193; (conte di) o. Monforte (Nicola di). Campodimele 69, 71. Campo dc' Fiori, in Roma 29 ; hospicium residentie [Honorati lii Caetani] prope Campum Flore 230. Campomorto 184. Camponeaco Pietro Lalle, conte di Montorio e di Loreto, vicerè di Abruzzo, prende la parte di Giovanni d'Angiò, poi torna all'obbedienza di re Ferdinando (Cf. Volpicclla, pg. 291) 180-1, 205. Campo Sacco o. Monterodumi. Cancello I 04, 178. Candola, Candora o. Caldora. Candida, cancelliere di Giovanni d'Angiò 236. Campum Flore (prope) o. Campo de' Fiori. Cantelmo Pietro Giampaolo, duca di Sora, conte di Popoli, primogenito di Nicolò: succeduto al padre, toglie al fratello Giovanni la contea di Popoli, cognato di Giovannella Gaetani, figlia di Onorato li. Segue il partito angioino e partecipa alla congiura dei baroni; perdonato in ambo i casi, deve finalmente fuggire a Ferrara (Marra, pg. 131) 67, 82, 102, 105, 107, 114, 116-9,

122, 126, 130-2, 134, 136,141,143,150,157,170, 179, 185-6, 192-3. Capaccio, Capace (conte di) o. Sanseverino Guglielmo. Capalunj u. Ceppaloni. Capodacqua, passo prcaao Aquino 1 I 7. Capoferri Antonius, officiale di Terracina 191. Caporosai lohannca Macthie, di Sermoneta 193. Capranica Domenico, romano, vesc. di Fermo, card. dal 1426; attivissimo in diplomazia e in guerra (t 1458) 30, 33. Cap~ali a Volturno 63, 227. Caprioli o. loanne1 F rancisci Caprioli. Capua 69, 71, 75, 221, 226-7, 230. Capua (di): Franccaca, contessa di Fondi 109. Matteo, duca d' Atri, conte di Teramo e San Flaviano, vicerè degli Abruzzi 216, 221-2. Caracciolo: Giovanni, duca di Melfi 62, 90, 123, 167. Oliviero, conte di Avdlino 82, 85. Cara fa:

Antonio, rettore della badia di Montccusino 80. Fabrizio, capitano della Chiea 135, 137, 140-1, 179. Francesco 85. Cardona Gabriele, amico del card. Scarampo 91. Carinola 21 I ; (passo di) 207 o. Ravinola. Carlo I, re di Napoli 228. Carlo Il, re di Napoli 228. Carlo Vll, il Vittorioso, re di Francia (1422 1461) 96-9,

t

145-6, 152-3.


. ..

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

Carlo di Ceai, capitano di Sermoneta 60, 62. Carlo da Cortona 59. · Ca.ali di Ciffoni o. Ciffoni. Castel dell'Ovo 229. Castel di Sangro, 52!-nguigno 65, 192, 195, 216, 222. Castelforte 67, .70. Caatclfranco 81 : Caslellamare I 04, 141, 144, 186. Ca11elle1to di Ccnqva ._145-6: Caatello 63, 120, 214. Castellone al Volturno 51, 74; Castellone (signore di) o. Avalos (Alfonso d"). Castellonorato 69, 71. Castello Nuovo di Napoli 167, 230. Castelluccio 66-9, 71, I 02-3, I 05, I I O, I 12. Castelnuovo 51, 67, 75, 215; (signore di) o. Avalos (Alfonso d'). Castelpetroso 79. Caslracano, fnmiglio di Onorato Ili Caci., nella terra di Ferentino 46. Castrese, di 5. Benedetlo (magislromassariato di San), nel tenimento di Sesaa 77. Castri (lohannis) o. Andrc:aa. Castro (de) o. lanni. Caalro (de la de) o. Antonio. Castrocielo 69, 72, I 71 ; o. Colle, San Cerrone di Castrocielo. Catalano o. Santiglia. Catani (de) o. Conrado. Catanzaro ( conte di) o. Centellea Antonio; ( vcac. di) o. Palamidea. Cavala, uno dei principali canali che conducevano a mare le acque dei territori di Sezze e Sermoneta 42, 46,

55, 76. Cavalella, uno dei principali canali che conducevano a mare le acque dei territori di Sezze e Sermoneta 55, 76. Ccccano 59, 71. Cclcnza 120. Ccloni v. Nicolaus Petrus. Cehae v. loannes. Ccnlclles: ••. , fratello del marchese di Colrone 85. Antonio, marchese di Cotronc, conte di Catanzaro e di Belca1tro, principe di Santa Severina, figlio di Gilberto, vicerè in Calabria, ebbe vita avventurosa. Esiliato dal regno, è perdonato ma, avendo macchinato di nuovo contro il re, è imprigionato in Castelnuovo da dove fugge (1460 aprile) e va a militare per Giovanni d'Angiò. Imprigionato una seconda volta e perdonato, cospira di nuovo cd è getlato nelle carceri di Castelnuovo ove muore. (Volpicclla, pg. 315) 56-9, 158. Ceppaloni, Capaluni, castello nella valle del Liri 7 I, l 02-5,

107, 110, I 12, 128, 155-7. Ceprano 126-7, 184; Ccruolo 22 7.

o. Margarita (Sancta), Petrj (Sancto).

Cerro al Volturno 192-3, 195. Cerrone di Castrocielo (San) 182. Cesi ( di) o. Carlo. Cexari, vassallo di Onorato 111 Caci. 36. Ccsarini (protonotario di) 65. Chiemenlo (frate) 15 7. Chiesa (alato, genti della) 56, 6 I -2, 82, 98,

I03, 109, I 12-115, 126, 129-137, 140, 158, 165-6, 173.

32

249

Chinugi Giovanni, vcsc. di Chiusi 15 I . Chipo (Fotana di) 58; o. Striata. Chiuai (vesc. di) o. Chinugi Giovanni. Ciechi o. Antonio. Cicho (lohanni dc) o. Alfonso. Cicho del Scxto (dc) e,. lohanne. Cichus, cancelliere del duca di Milano 187. Cicinello Antonio, ambasciatore di re Ferdinando 157 -8. Cifri• (de): Nicolaus lacobi, di Bassiano, not. 219. Pctrua notarii Nicolai, di Baasiano, not. 219. Cinelle o. Georgio. Clemena Lampadarie, aindaco di Terracina 191. Cisterna I 2, 34, 235. Civita di Penne 135. Civita Sani•Angelo, su lo Salino 212. Civitate sul Forlore 197. Clavcz, Claver Valentino, catalano, consigliere, inviato da re Ferdinando a Pio II pp. 65-6, 93. Clemente, abate 164. Clermonl, Cremonte (monsignore di) o. Giacomo de Comborne. Coctivy (Alain dc), card. di Avignone 180, 221, 233. Cola Antoni (misserc), di Capua, inviato al papa da re Ferdinando 93. Cola dc Arpagia, da Capua, regio capitano d' Isernia 20 I . Cola dc lanni Pccza o. Pccza. Cola dc Macto 158. Cola de Rampino 185. Cola lacobo 59, 233. Cola Santo Achapito 78; (locho de) o. Porso (li). Colapietro, famiglio di Onorato lii Caet. 22. Cole Oani e,. Ioannes. Colecte Antonius Nicolay, governatore di Isernia 201, 203. Colelli (loannis) e,. Nicolaus. Colello dc lannacta e,, Alfonso. Coleriardi (Balli Collcanancii) v. Dominico. Colle I 62; (dello) o. Coloczo, lanni. Colleanancii Colcriardi (Balli) o. Dominico. Colleoni, Colionus Bartolomeo, da Bergamo, capitano generale di Venezia 62, 233-236. Colli 227 . Coloczo dello Colle 182. Colonna (casa) 55, 109, 127, 129: Antonio, principe di Salerno e prefetlo di Roma, figlio di Lorenzo e di Sveva Caetani (t 1472. Cf. Caiel. Gen.,

n. 44) 47, 50, 56, 217, 218. lacobo 56. Odoardo, duca dei Mani: figlio di Lorenzo e di Sveva Caetani (t 1465. Cf. Caiel. Gen., n. 44) 56. Prospero, figlio di Lorenzo e di Sveva Caetani e quindi cugino di Onoralo lii Caet., card. di S. Giorgio in Vdabro

(1426 t 1463) 6-8, 27, 38-41, 56-8, 78, 89, 123, 129, 135, I 57-8, 170. Stefano 56. Coluzzi, Colutia Antoniu1, ,indaco di Sermoneta I 93. Comasina (Porta) o. Milano. Comborne (dc) o. Giacomo de Combornc. Conca della Campania 195. Condulmario Giacomo, segretario del card. Scarampo I 69. Conrado de Catani, argentiere I 82. Conscntanio (conte di) e,. Conversano (conte di). Conservatori di Roma 64.


250

INDICE DEI NOMI PROPRI E

DELLE COSE NOTE VOLI

Conte (Donato del), catturato 165-7.

Este (d'):

Conti: Alessandro l 13. Alto, 6g\io di lldebrandino, cognato di Ruggero Cael. che fu zio di Onorato Ili Caetani 12. Andrea 99, 103, 113-7, 184. Giacomo 113-4, 116-7. Giovanni 57, 113-7, 126, 131, 133-4. Conticello 189. 207. Conversano ( conte di) o. Acquaviva Giulio Antonio. Coppola, conte di Sarno 120, 158. Cordiolu1, cancelliere di Giacomo Piccinino 94. Coreglia (figliuolo di messere) 85. Cori 43, 57. 92, 195; (di) 1>. Scillonus. Cometo 229. Cono (lo strenuo) 222. Cortona (da) o. Carlo.

Ercole, duca di Ferrara 161, ·167; mescr Hercules 123. Estouteville (Guglielmo d'), arcivcsc. di Rouen e card. 221,

Cosenza 119, 123. Cessa Giovanni, conte di Troia 104, I 07-1 11, 116, 138, 144-5, 148, 161, 223, 234. Costantinopoli 29. Costanza (card. di) o. Longueil (Riccardo . de). Cotignola ( conte di) o. Sforza Alessandro. Cotrone (marchese di) o. Centelles Antonio. Covecta o. Colecte Antonius Nicolay. Crapiate (castrum) 227. Cristofaro 235. Christhopharus Cuti (mag.), di Sermoneta 193. Crusio (Bartolomei de), o. Babtista (ser). Cuti o. Cbristhopharus. Dalphino {10), figlio di Carlo VII re di Francia 153. Damiano (di San) 30; I). Damiano. Damiano Antonio, da Venafro 169. Damiano di San Damiano 30. Damila Stefano, provvisionato dal principe di Rossano 154. Dani (Cole) o. loannes. Dd6nato (soldati del) 160-1. Dentice Luigi, di Antonio, signore d' Ischitella, Peschici e Varano, marito di Adriana di Curano Caracciolo (t verso il 1463) I 04-5. 11 O; Aloyaius de Entici de Neapoli 102; Loiai Dentice 193; (segretario) "· Laurenao. Dominico Balli Colleanancii (?) Coleriardi, oratore della città di Sezze 63. Dominico de Puchale, governatore d' Isernia 20 I . Donas (monsignore di) o. Geofroy Giovanni. Donati o. Antonim. Donato (signore di San) o. Caetani Onorato lii. Donato o. Conte (del). Donato de Arpino 164. · Doti Doto (de"), da Padova, governatore di Montecassino 16, 77, 135, 137, 140-1. 147. Dunu (monsignore di) o. Geoffroy Giovanni. Duragio (dc) o. Andrea de Duragio.

Eboli (Roua d'), madre di Giacomo IV Caetani 72. e Emporium > 236. Empurics (villa d') 236. Entici o. Dentice Luigi. Eataing (Guglielmo d'), card. Meteme 39, 40. Este (d'): Borso, marchete di Ferrara 11, 231.

234. Eugenio, uomo d'arme 210. Evangelista di Renzomartino, cittadino romano, amico del card. Scarampo 87, 94.

Fabrizio 11. Carafa Fabrizio. Fabrizio de Lagonesaa 189. Falvaterra 69, 71. F antauzo 53. Farnese: Angelo 90. Pierluigi, di Ranuzzo, m. Giovannella Caet. figlia di Onorato Ili di Sermoneta, padre di Paolo lii (Cf. Caict. Gcn., n. 54) 90, 107, 163, 217. Ranuzzo, padre di Pier Luigi 21 7. F ayno (Salvatore de la) 11. Petrj. F edcrico 111, imperatore di Germania 12, 13, 14, 34, Federico, o. Montefeltro ( di). F cdcrico d"Aragona, figlio di re Ferdinando 113. Felice (San) 71, 87-9, 100, 135, 191, 225-6. Ferdinando I, prima duca di Calabria, poi re di Sicilia, detto il Bastardo 32, 52, 56, 58, 61, 63, 65-6, 70-1,

73-5, 60-7, 93, 103-4. 109, 110, 113-6, 126, 129-139, 155, 157-8, 166, 179-181, 184-5, 187-8, 191, 197-9, 202. 209-213, 216-220, 222-230. 234. F~rentino 24-5, 27-9, 37-6, 48. Fermano da Perugia, uditore del card. Scarampo 86. Fermo (monsignore di, card. di) u. Capranica Domenico, Piccolomini Enea Silvio. F erramosca Rossello, di Capua 230. Ferrando de Giuvara 11. Genova. Ferrara 11 ; (marchese di) o. Este (Bono d"). Ferraro lacobo 85. Fieschi Sinibaldo u. Innocenzo IV. Filettino 15, 24. .25. Filippino o. Milis (de). Filippo, scudiero di Giovanni d'Angiò 206. Fiorentino 11. Ferentino. Firenze 56, 96, 144-5, 147, 149-151, 178, 181, 167. 193-4, 208, 213, 216, 220, 223; Signoria de Fiorema 231. Fiume antico o. Sisto. Flaviano (conte di San) 216 o. Capua (di Matteo). Fliorensa r,. Firenze. Flombere (baronia di) 120. Flore (prope Canpum) o. Campo dc' Fiori. Foggia 73. Foglia 47. Fogliano 4, 47. Fondi 45, 51, 55-6, 60-1, 66-7, 69, 71, 102-3, 106, 109, 112, 121 , 135-8, 148 9,155,211; (contea di) 70; (conte di) o. Gaetani Onorato Il, Caetani Onorato lii; (contessa di) o. Capua (Francesca di). F onloni Ugolino, segretario del card. Scarampo 169. F onogliet Luigi, inviato papale a re Ferdinando I 08. Fontana Livida 130-1, 133 ; 11. San Germano. F orbino Palamede, vicario di Giovanni d'Angiò 74, I 07,

111-2, 115. 122, 125, 129, 131 , 133-4, 139, 140. 142. Forcella 207.


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EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

Forll (Antonio da) o. Antonello da Forll. Forma (in) o. Piero (tenuta di San). Fornello 58-9, 222. Fortebracci Andrea, dei Conti di Montone, detto Braccio da Montone, di Perugia, condottiero (1368. V. 6 t 1424) 77, 116, 137-8, 148. Fortiguerra Nicola, card. di Teano 90, 224. Fortore 166, 167. Fossacessia 227; Fosseceche (castrum) 227. Fotana di Chipo 58: "· Striata. F rac:arles ~ de T orrelhos 229. F raghe (lacobi) "· Antonius. F ragnito 191. Francesco (chiesa di S.), in Genova 145, 146; (mon. di S.), sotto a Gifonj 120. Francesco 224. Francesco da Perugia 220, 221. Francesco da Siena, inviato papale presso re Ferdinando 129-138, 140-1, 143-5, 147, 151. Francesco da Treviso 94. Francesco de Octiano 130-2, 136. Francia 223: (re di) o. Luigi Xl: (casa di) 97; (denari di) 144, 147, 149-151, 153, 179, 180; (lance di) 181; (scudi di) 181 : (beneficiati di) 186. F rancisci Caprioli o. loannes. F rancisci Salvati "· Antonellus. Francisco d'Anagnie (miasere) 55. Franciscus lohannes delli Boni, di Sermoneta 193. F ranciscus loannis Pazzi, di Sermoneta 193. Francolise (torre di) 135-6, 138, 140. Fraticellus Ioannis lacobi, di Sermoneta 194. Fratte 67. F rcgnisto u. F ragnito. F rcqucnto ( vcsc. dc) 187. F rosolonc 96, 126. Fulignano 227.

Gabriele, fratello di Raffaello, cameriere di Onorato lii Cact. 120. Gaeta 19, 74, 93, 109, 112-3, 136-7, 179, 188, 218. Gaetani d'Aragona: Baldassare, conte di Morconc, primogenito di Onorato Il di 1480 c. Fondi, m. Antonella Caracciolo ( n. 1443 ant. : Cf. Caiet. Gen., tav. LI) 59, 66, 103, 109, 113-7, 191. Bannclla (nipote di Onorato Il) 44. Colantonio, detto Colclla, fratello di Onorato 11, ribelle 74. Giacomo (fratello di Onorato Il) 67, 69, 79, 109, 189. Onorato Il, figlio di Cristoforo e Giovannella del Forno, conte di Fondi, logoteta e protonotario del Regno: fedele seguace di Ferdinando I. Vedi Prefazione (Cf. Caiet. Gcn., tav. LI) 9, 38, 44-6, 50, 55-6, 59, 62, 66, 68, 71, 93, 112, 114-6, 118-9, 122-3, 130-7, 150, 157-8, 187-9, 191, 196, 198-9, 21 I, 217 -8, 225, 230. Galeno 154. Gallcrano F acio, inviato dal duca di Milano presso re F crdinando 187, 191-2, 198-9. Calli (castello di) 227. Cambateaa 90, 91. Carialiano 67, 160. Carlon Paolo, della cancelleria di re Ferdinando 225, 228.

t

251

Gaspare da Mantova, cancelliere di Onorato lii Caetani 124, 230, 231-233. Gattola Francischello 74. Genazzano 195, 218; (la Madonna di) 235. Genova 96, 97; o. Castelletto, Francesco (chiesa di S.). genovexe (miser) Tobia o. Tobia genovexe. Geolfroy Giovanni, card., detto monsignor d'Arru (de Oonu), alias bastardo d'Orléans 97 -8, 171, · 180-1. Giorgio Cinelle, da Ischia di Cutro 21 7. Georgio lohan o. Johan Gcorgio. Germano (San) 68, 102, 103, 109, 110, 113, 129-132, 134-5, 137, 141, 143, 144, 148-150, 176-179, 204; (la Fontana Livida presso) 130-1, 133. Gcrunde (principe di) o. Angiò Giovanni (d'). Gerusalemme (re di) o. Renato d. Angiò. Gesualdo, lusugualdo I OI, 120. Ghienna o. Guyennc. Ghirardo, cappellano 48. Giacomo, cancelliere di Berardo Gaspare d'Aquino 6. Giacomo da Bassiano, cancelliere di Casa Cactani 36, 41-2, 50, 57, 64, 100, 106, 108, 170, 173; lacobus da Bassiano (ser) 230. Giacomo de Combome (?), monsignore di Clcrmont 181 . Giacomo di Montagano, capitano 120, 221, 225. Giacomo da Montaquila, vesc. d' Isernia 68. Giacomo da Pavia (la papicnsis), card. datario 89, 93. Giclcnze o. Cclcnza. Gifloni 113, 117, 120, 122; o. Francesco (mon. di S.). Gilii Bcncdicti o. Blasius. Gilii Matthie o. Antonius. Ginorge ... 225. Giorgio (San) 68, 72, 73, 112, 119, 177. Giorgio in Vclabro (S.), titolo del card. Prospero Colonna 38. Giorgio da Massa I 02 ; (fanti di) 141. Giovanni Archiano, Ardano, Ardano (San) 207, 21 O, 212. Giovanni, frate a Montccasaino 179. Giovanni Cole Sirini o. Sereno Giovanni. Giovanni da Parma, cappellano del card. Scarampo l 70. Giovanni de Bollognino, consigliere di Giovanni d'Angiò 229. Giovanni di ser Giovanni 213. Giudice (del): Antonio, nobile 58. Boffillo 232. Giulio, dottore in leggi, giudice generale 24-5, 27, 40. Giuvara (de) o. Guevara. Giustiniano Bernardo, fatto cavaliere da Carlo VII re 98-9. Godis (P. de) 64. Gorelli (credi del fu), da Oliveto 74. Cosenza o. Cosenza. governatore di Campagna e Marittima i,. Nardini Stefano; della Marca 29: di Roma 25, 64-5, 76, 234. Grande Giovanni 192. Gravinola 78, 227. Griphi (de) o. Pantano. Grosseto (da) o. Paolo. Guasparro u. Gaspare da Mantova. Guevara Ferdinando 85. Guglielmo, giudeo di Monterodumi 63. Guindaczo Ciccho Antoni, di Napoli, inviato da rè F crdi.nando a Pio Il pp. 93. Guyenne (Ghicnna) 98.

,


.

Hector 204 ; o. Suglione Ettore. Hercules (meser) 123; o. Este (Ercole d'),

la de Castro (de)

/ I

I

..

INDICE DEI NOMI PROPRI E DELLE COSE NOTEVOLI

252

\

. ,,.,., ..

o. Antonio. lacobello 235. lacobi o. Andrea:-., Leonardus, o. Nicolaus. lacobi Bartholomei o. loannes. lacobi F raghe "· Antoniu,. lacobi (loannis) "· Fraticcllus: (Nicolaus) o. Cifris (de). lacobo "• Cola, F enaro. lacobo dc Matheo I 77. lacobo de T ora 189. lacobus Amerinus "· Sanotris (Giacomo de). lacobus Antonii Macthi "· Matti lacobello. lacobus bassianen1is, abitante di Sermoneta 193. lacobus de Bnssiano "· Giacomo da Basaiano. lacobus de Monteagano "• Giacomo di Montagano. lacobus Imperanti,, di Sermoneta I93. lacobus MesanoUe, di Sermoneta 193. lacobus Nicolai, da Busiano 195. lacobus papienais I), Giacomo da Pavia. lacobus Petri Murconis, officiale di Terracina 191. lacomo (meser), padre di lohan Francesco, cnmeriere di Onoralo 111 Caetani 120. lacomo Filippo 234. lacovello o. lacobello. lacovo Panzuto 48. langni (mastro), da Sezze 31. lannacta (Colello de) "· Alfonso. lanni "· Nardo. lanni, notaio 47. lanni de Castro, notaio, abitante di Sezze 25. lanni dellu Colle I 82. lannini o. Antoniu1. lannino, nipote di Marche Ilo I02. Iannuzo, famiglio di Caterina Orsini 157, 158. Ianoclo 22. lenoa o. Genova. Iesmundi da Nettuno, notaio 218. Imperanti, (Antoniu, Iacobus) 193. Innocenzo IV (Sinibaldo Ficschi dei conti di Lavagna}

46. lnterande (de) 191 : o. Maczancollis (Iohannes de). loannes Antonii Marini, de Burgo, di Sermoneta 193. loannes Baghi Berti, di Sermoneta 193. loannes Celtae, di Sermoneta ·193. loannes Cole Dani, di Sermoneta 193. loannes Francisci Caprioli, di Sermoneta 193. loannes lacobi Bartholomei, officiale di Sermoneta 193. loanncs ludicis, dimorante in Sermoneta 193. loannes Nardi Luce, di Sermoneta 193. Ioanncs Petri Leonis, di Sermoneta 193. loannis Colelli o. Nicolaus. loannis lacobi o. F raticellus. loannis Pazzi o. Nicolaus. Johan Francesco, 6glio di meser Incorno 120. Johan Georgio, da Massa 141 . lohani Caymo o. Cairni Giovanni. lohanne de Cicho del Sexto, noi., governatore d' Isernia

201. lohanne de Marcii,, di Castello 83. lobannct Cole Sirini o. Sereno Giovanni.

lohanncs de l1emia, notaio 203. lohanncs Donati, da Arezzo 217. lohannes F rancisci, da Cori 195. Johannes F ranciaci, prete 219. lohannes magistri lacobi, arciprete di Santa Maria di Sermoneta 219. loannes Masii, officiale di Sermoneta 193, 218. lohannes Rentii Panici, officiale di Terracina 191 . lohannes Tutii Caroli, di Sermoneta 218. lohanni Calabrexe 95, 96. Iohanni de Cicho "· Alfonso. lohanni Serino "· Sereno Giovanni. lohannis (magistri) "· Mactheus. lohannis (nolarii) o. Paulus. lohannis Castri o. Andrea,. loannis Pazzi o. F ranci1cu1. lohannis Stefani o. Leonardu1. lovenale (Santo), sbarra d'Isernia 202. l1abella, regina di Napoli 228. Ischia I 88, 217, 219, 220, 229. Ischitella (signore di) o. Dentice Luigi. Isernia, Sergia, Sergna, 68, 78-9, 200, 202-3, 212-4, 227:

(sbarre di) o. Campanino (vallone), lovenale (Santo), Longano (colle de lo), Spirito (ponte di S .); (vesc. di) o. Giacomo da Montaquila. Isola 11 O, I 12. Isoletta 68-9, 71, 102-3, 105, 107, 110, 112. 1 Italia 169, 181, 189, 220, 222, 231-2. Itri 69, 71. ludice (de) "· Antonio. ludicibus (lohannes de) 219. ludici, o. Antonius, Ioanne1, !uliano de Rienzo Altiero, ciuadino romano 125. lu1ugualdo o. Gesualdo. Jean o. Angiò (Giovanni d'),

Jenne 136. Lagonessa (dc) o. Fabrizio. Lamana (Piero de), .de la Mangnya, d 'Alemagna 58. · Lampadarie "· Clemens. Lmcillotto 49. Lancurta, Lenincurta Filippo (magnifico) 186. Lanzone (monsignore di) 97. Lapo (di): Domenico, padre di Sante 92. Sante, di Domenico, can. di S. Eustachio 92, 93. Lardeaux I., cancelliere di re Renaio I 72. Laudadio, amico del urd. Scarampo 92. Laurenso, acgretario di Luigi Dentice 193. Laurentius, cancelliere di Giovanni d' Angiò 118-9, 143, 175, 180, 190, 192-3, 206, 208-9, 211, 230, 232. Laureto o. Loreto. Lavello 146. l..azaiolo, argentiere 123. Lecce 180. Lenincurla o. Lancurta. Leno Battista 64, 65. Lenola 69, 71. Leonardus lacobi, di Sermoneta 193. Leonardu1 loannis Stefani, officiale di Sermoneta 193. Leonia (notarii) o. Thomu.

I


... •

2.53

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

Leonia (Pctri) o. loannc1. Lione I 71, I 81. Liri 71. Liai Bordone I 85. Lodovico da Visso, dottore, amico del card. Scarampo 26-7,

35. Lodovico Matteo 234. Loduicho da Bologna, uomo d armc di Onorato III Caet. 0

233.

Mancino, Manchino Angdo, mutroiurato, governatore d'Isernia

201, 203. Maneta Alberico, ambasciatore del duca di Milano 146. Manganella Loysius, di Gaeta, dottore in legge 218.

Mangnya (dc la) o. Lamana (de). Maniero (le terre del conte di) 90. Mantova 64-5, 69; (da) o. Gupare, Michele; (marchese di)

146, 231.

129. Lombardia 5, 153, 178, 236. Longane ( castrum) 22 7. Longano (colle dc lo), ,barra di laer~ia 202. Longnara, terra di Giacomo Gaetani 79. Longucil (Riccardo Oliviero dc), card., detto di Costanza 98,

171, 181. Lorena (Federico di), conte di Valdmont, genero di re Renato 114, 117, 119, 122, 149, 163-4, 172, 178, 181. Lorena ( duca di) o. Angiò (Giovanni d'). Lorenzo (San), oggi Amaseno 28, 69, 71 . Lorenzo in Damaso (S.). titolo del card. L. Scarampo 3, 4,

38, 43, 50, 135, 169, 194. Lorenzo da Pisa, famigliare del card. L. Scarampo I, 2, 1O, 11, 17-9, 23-4, 32-3, 35, 42. Loreto 6, 65-6, 94; (conte di) o. Aquino (Berardo Gaspare d'), Camponesco Pietro Lalle. Loriensi 3 I • Luca (meuere) o. Tozolis Luca. Lucantonio (magnifico) 190. Luce o. Oratiu,. Luce (Nardi) o. loanncs. Luccr. o. Salvatore di Luccra. Lucera 142-3, 152-7, I 63-7, 174, 179, 180, 185-6. Lucia (S.), in Caatcllone 74. Lucrezia (madama) 124. Ludovicus Toscani, di Sermoneta 193. Lugn:mo 21 7. Luigi Xl, re di Francia (1461. VII. 22 1483. Vili. 30)

t

171-3, 178, 180-1, 219,220, 223-4, 231. Luysc 124.

Mac:irio Giovanni, notaio, luogotenente di Onorato lii Cact.

50, 57. Macchia 68-9, 72, 78-80, 95, 192-3, 200-1, 214, 224, 227-9 ; (signore di) o. Caetani (Onor:ito lii). Macro G iovanni, consigliere di Giov. d'Angiò 84. Matteo Scillonus, al servizio di Onor:ito lii Caet. 112. Mactheus magistri lohannis, officiale di Terracina 191 . Macthi, Macti, Mactii o. M atti. Macthi Scanclle o. Nicolaus. Macto (dc) o. Cola. Maczancollis (lohanncs dc), dc lntcrandc, governatore di Tcr• racina 191 . Maczancollis (Pctrus), di Sermoneta 193. Madaleno Vangeli1ta 234, 235. Madonna di Genazzano 235. Maenza 50, 55. Maenza ( di) o. Caetani di Maenza. Mafoi Benedetto, da Verona 12. Malatesta, famiglio del card. L. Scarampo 6. Malatesta Sigismondo Pandolfo, capitano generale dei veneziani

29, 48-9, 165-6, 185, 223-4. Malavolta Giovanni I 08, 129.

Malpaga

Marano Giacomo, messo di Luca de T ozolis 76. Maranola 69, 71. Marca I 65-6; (governatore della) 29. Marchetto o. Putcis (de). Marcho (conte) o. Marco. Marciis (de) IJ. lohannc. Marco (duca di San) o. Sanseverino Luca. Marco o, Sole (dc). Marco, cappellano del card. Scarampo 11. Marco, Marcho (mago. conte), in Raviscanina 188-9, 204. Marcus Mundi, di Terracina. notaio 191. Mar6us. officiale di Terracina 191. Margano Pietro 234. Margarita (Sancta), presso Ceprano? 184. Margliano 59. Maria (castdlo di Santa) 121; (vassalli) 207. Maria (S.) : dello Rovito 78; di Sermoneta (S.) 219; di Sperlonga (S.) 55; della Gloria di Anagni (S.)

47. Mariano (signor) 204. Mannelli lohanncs, di Sermoneta 218. Marini (Antonii) "· loanncs. Marino 30, 130-4, 145. Mariotto, capitano di Onorato lii uiet. 16. Marittima 195, 224 ; IJ. Campagna. Marius Alphonsi, di Spagna 195. Marocco Petri 234. Marra (della): Bernardo 122. Giacomo e Antonii Serini ,., ribelle 155. Marrocchi: Antonius, precone della curia di Sermoneta 194. loannes, officiale di Sermoneta 193, 218. Pctrus, officiale di Sermoneta 193, 218. Marsella Marino, messo di Giovanni d Angiò 187. Mania (duca di) IJ. Colonna Odoardo. Marsiglia (vcsc. di) IJ. Brancu (Nicola da). Marta ( di) 21 7 ; o. Paolo di Guglielmo. Martinelli IJ. Sanctus Martinelli. Martino (San) 191. Manano (torre detta Bastida di San) 82. Marzano Ruffo Marino G iovanni Francesco, principe di Rossano, duca di Sessa e di Squillace, conte di Montalto e di Alife, ammiraglio del regno di Sicilia : luogotenente generale e principale fautore di Giovanni d'Angiò. cognato di re Ferdinando 63, 67, 68, 69, 70, 82, 84-6, 93, 105-7, 109, 120-3, 126, 142, 144, 152, 154, 160, 173, 183-4, 186, 188, 192, 195-7, 200, ·203-5, 207, 209-213. Masii o. lohannes, Stcfanus. Massa (da) 102, 141; IJ. Giorgio . Matheo (de) IJ. lacobo. Matteo Ludovico o. Ludovico Matteo. Matthie Bacarclli o. Nicolau,. 0


254

INDICE DEl NOMI PROPRI E DELLE COSE NOTEVOLI

Mathic (Gilii) u. Antonius. Matti: Giacomo, lacobello, da Sermoneta, cancelliere e not. di Casa Cactani 65, 75-6, 79, 80, 63, 89, 168-9, 173, 187, 193-4, 205, 21 I, 216. Rcmigius Antonii, notaio, di Sermoneta 193. Matto (di) u. Nicola. Mattuzzo (dc Pau1o dc) o. Antonio. Mazono Rosarum (in) 224. Mcczanoltc lacobus, di Sermoneta 218. Medici (casa) 97, 98: Coaimo 97, 98. Melfi (di) 164 o. Nicola (S.); (duca di) 82, 90, 123, 167 u. Caracciolo Giovanni. Mcliii o. Thimotcus. Mco, vauallo di Onorato III Cact. I 57, 158, 220. Mcrola 120. Mesa 194. Mcsanottc o. lacobus. Mctalino, Mitilcnc (isola di): (signore, arcivcsc. di) 54; (castello di) u. Molicho. Melense (card.) o. Eataing (Guglidmo d'). Miccho, salemitano, 10ldato di Onorato Ili Cact. 123. Michele da Mantova, cancelliere di Onorato III Caci. 108, 113-9, 123, 130-1, 133, 135-6, 139, 142-5, 147-153, 156-7, 159, 161-5, 182, 185. Michele da Prato, procuratore fiscale del papa in Roma 22, 33-5, 50. Mignano 126. Milano 4, 5, 96, 161, 187; Porta Comasina (in) 178; (duca di) o. Sforza F ranccsco. Milis (Filippino dc), governatore dell'abazia c1Wincsc 173-179. Minturno o. T ractto. Misurata 84. Mitilcnc (ts0la) u. Mctalino. Molicho, castello ncll' isola di Mitilcnc 54. Moli.te 224. monastero o. Maria della Gloria (S.), Montecassino. Monforte (Nicolò di), conte di Campobasao 90-1, 123, 126, 152, 167, 188, 191, 225. Montagano, Montagheni 221, 225; ( da) o. Giacomo. Montaho (conte di) o. Marzano Ruffo Marino. Montaquila 68, 69, 71, 72, 81, I 02, !07, I I 112, I 48, 227-8; (da) o. Giacomo. Montecassino 79, 80, 110, 179; {monastero di S. Benedetto) I IO, 151, 154. Montccelio 90. Montefeltro (Federico di), conte di Urbino 113, 172, 179, 184-5, 234. Montefortino (dc) 123; u. Alexandro. Montdeone 120. e Montem T anum > { accampamenti prCIIO) 208, 21 O. Montcnero Val Cocchiara, Monte Nigro 195. Monteroduni 63, 68-9, 72, 78, 80, 95, 119, 190, 200-1, 215, 218, 224, 227-9, 234; (de) u. Nardo; (signore di) o. Caeta.ni {Onorato lii). Monte .San Giovanni 124, 136. Montesarchio ( conte di) 9 I, 120. Monte Vetrano 120. Montibus (N. A. de), luogotenente del gran camerario del RejnO 228. Monticelli 69, 71. Montone Braccio (da) o. Fortebracci Andrea.

o:

Montorio 120; {conte di) 180-1, 205 u. Camponcsco Pietro Lalle. Morcone (contado di) 67, 69, 123; {conte di) o. Gaetani Baldassare. Morea 224. Moreglio, messo di Onorato lii Caet. I 56. Moricone ( de lo) 56; o. Andrea. Morineme (card.) i,. Palu (Luigi de la). Morili (de) u. Paolo. Morronc 222. Mulfato Giovanni 141 . Mundi u. Marcu1. Murconi1 (Petri) i,. lacobus.

Nancy 229, 230. Napoli, I, 55, 58-9, 69, 71, 93, 123, 157, 188, 198,219, 220, 228, 230, 236; o. Castello Novo; (re di) o. Alfonso I d"Aragona, Ferdinando I, Renato; (reame di) o. Sicilia (reame di). Nardi Luce u. loannes. Nardini Stefano, protonotario apostolico, governatore e rettore di Campagna e Marittima I 5-6, 24-5, 27-8, 37-41, 45, 49. 64-5, 88-9, 137, 140-1, 151. Nardo de Monteroduni 234. Nardo Ianni 58. Navarra 93. Nello 13, 21. Nettuno 218. Nicola (S.), di Melfi 164. Nicola, notaio, padre di Pietro, di Bassiano 127, 129. Nicola de ... 165. Nicola di Mallo 158. Nicola Petrutii, di F ralle, rettore di Pontccorvo 164. Nicolai i,. lacobus. Nicolau1 Antonii Robcrti, di Sermoneta 193. Nicolaus lacobi u. Cifri1 (de). Nicolaus maiistri lacobi, di Sermoneta 194. Nicolaus loannis Colclli, de Mesa, di Sermoneta I 94. Nicolaus loannis Pazzi, officiale di Sermoneta 193. Nicolaus Macthi Sc:melle, di Sermoneta 193. Nicolaus Matthie Bacarclli, officiale di Sermoneta 193. Nicolaus Panici (mag.), di Sermoneta 193, 218. Nicolaus PelTUI Ccloni, di Sermoneta 193. Nicolaus Stefani (not.), di Sermoneta 193. Nicolay Colecte u. Antonit11. Nicolò V (Tommuo Parcntucelli) I, 4, 7, 8, 16, 24-5, 28-9, 31-5, 38. Ninfa IO, 28, 32, 34, 47, 57~ 92, 195. Nobele (lohanni de) 235. Nocera 73, 120, 159. Nola 82, 85, 124, 127, 129, 141, Norcia 49. Norma I O, 28, 195. Novellu1 u. Bla,ius.

Octiano (de) I), Francesco. Ofanto (accampamenti presso) 167; u. Aufidum. Oliveto (da) 74; I), Gorelli. Onofrio, famiglio di Casa Caetani 126. Oratius Luce, officiale di Sermoneta 193.


EPJSTOLARIVM HONORATJ CAIETANI

255

Oriente 53, 169. Orléans, Orliens (bastardo di) 18 I ; o. Geoffroy Giovanni, Orsara di Puglia (Rosaara, Unara) 120, 186. Orsini (famiglia) 127, 129: Caterina, figlia di Francesco conte di Gravina e di Ilaria di Scillato, moglie di Onorato lii Caet. (Vedi Prefazione) 5, 7, 15-6, 19, 21, 26, 29, 32, 35-6,

Paulus notarii loannis, officiale di Sermoneta I 93, 216. Pavia (da) o. Giacomo, Bartolomeo. Pazaglia Giovanni, parente di Lodovico da Bologna 129. Pazzi (de') : Giacomo I 78, 180, 223. Piero 173, 180-1, 224. Pazzi lohannis o. F ranciscus, Nicolau,.

42, 55, 57-8, 64. 69, 71, 76, 78-9, 61-3, 85-96, 99, I 00, l 06-9, 142, 153, 155, 157, 166-170, 1·73, 183, 187, 191, 193-4, 199, 200, 204-5, 213, 216-9, 221, 224, 233-5. Latino, card. 50, 90, 233-4. Napoleone 163. Orsino 73, 120, 123. Orso, conte 146. (parente 1), fatto prigione nella battaglia al Sarno 8 5. Orsini del Balzo: Giovanni Antonio, principe di Taranto 59, 67, 73, 80-2: 96, 98, 108-9, 119, 123, 145-6, 152, 158, 160, 163, I 67, 171, 174, 180, 185-6. Ortona 180, 181.

Pecza:

Pacentro 213. Paczi o. Pazzi. Padova 12, 16. Paganus A., cancelliere di Giovanni d'Angiò 82, 85, 186. Pagliare Lorenzo 123. Palamede, vicario di Giovanni d'Angiò 155, 156. Palamede, luogotenente del protonotario del Regno 72, 74. Pal11mides, vesc. di Catanzaro 23-4, 32. Palazzolo 131, 132. Palena 168, I 76. Palombara 90, 130-135. Palu de Varembon (Luigi de la), card. Morinensc 6-8. Pandone: Galeazzo, ribelle 63. Scipione, conte di Venafro 113, 222-3. Pandutio, Panduntio (de) o. Ru110. Panici o. lohannes Rentii Nicolaus. Pantano 167. Pantano de Griphi 48. Panzuto o. lacovo. Paolo (S.), di Albano 9, I 5-2 I. 29-31, 66-8. Paolo li (Pietro Barbo), 23 I, 233, 235-6. Paolo da Grosseto, professore, dell'ordine dei Minori 131,

153. Paolo di Guglielmo, da Marta, procuratore di Pier Luigi Farnese 217. Paolo de Morisi 119, 122. papiensia lacobua o. Giacomo da Pavia. Parata (bocca della) 43. Parentucelli Tommaso o. Nicolò V. Parma (da) o. Giovanni. Paachale (de) o. Dominico. Paascuto Pietro 171. Pastena 69, 71.

Paterno 120. Patoti o. Bartholomeus. patriarca d'Aquilea o. Scarampo Ludovico. Paulo de Mattuzzo (de) o. Antonio. Paulus de Angelo 230. Paulus Guglelmi da Marta (ser) o. Paolo di Guglielmo.

Cola de lanni 184. lanni 184-5. S imione 185. Perione Stefanus, di Sermoneta 218. Pemano, di sopra il Rio (messere di) 184. Pernutis Bartolomeo 191. Perosa, PeroKia o. Perugia. Penico Broccardo, conte di Sabbioneta, cancelliere di G iacomo Piccinino l Ol, l 04-5, 122, 124, I 29, 13 I, I 34, 140-4,

212, 219, 220, 226. Persigni (monsignore di) 97, 171. Perugia, Perosa, Peroscia 168; (da) 86, 220-1 o. Fermano, Francesco; (vesc. eh) o. Vannucci Giacomo. Pendii (loanni1) "· Stephanus. Pesaro (Pisauri comes) 222, 227; o. Sforza (Alessandro). Pescara (marchesa di) o. Caetani Beatrice; (marchese di) o. Aquino (d'). Pesche (torre delle) 78. Peschici (signore di) o. Dentice Luigi. Peschio ruacio 43. Petri Leonis o. loannes. P etrj (Sancto), presso Ceprano? I 84. Petrj de Salvatore de la Faymo de Pontecorvo 184. Petri Murconis . o. lacobus. Petro (de) o. Antonio. Petrus Americi (mag.), di Sermoneta 193. Petrus notarii Antonii, di Sermoneta 218. Petrus Bonus, di Sermoneta I93. Petrus notarii Nicolai, di Bassiano 230. Petrus T utii Simeonis, di Sermoneta 193. Petrutii o. Nicola. Petrutiis (Antonello de), della cancelleria di re Ferdinando,

225, 226. Pettorano 78-80. Phelippo o. Filippo. Philiberg o. Spilimbergo. Piacenza 178. Piccinino: Giacomo, visconte d'Aragona, capitano e luogotenente generale di Giovanni d'Angiò, figlio del famoso condottiero Nicolò e pronipote di Braccio da Montone. Imprigionato a tradimento da re Ferdinando~ fatto perire in carcere (1465) 90, 94, 96, 96, 101, 103, 107, 116, 119, 120, 122-5,

127, 130-4. 136-140, 144-5, 147-152, 163, 167-8, 171, 178,180, 185-6, 204,207, 208-210, 212, 219, 220, 223. Johan 224. Nicola 165, I 66. Piccolomini "· Todeschini: Andrea, padre di Nicola, vic~tellano di Sant'Angelo

83. Antonio, conte, nipote di P io li, capitano della Chiesa 59,

66, 70, 82-3, 85, 96, 113-6, 126-7, 129-131 , 133-4, 140-1. Enea Silvio, monsignore di Fermo o. P io Il.


INDICE DEI NOMI PROPR_l E

256

Piccolomini: G., della cancelleria di Pio Il pp. 153. Nicola di Andrea, vicccastcllano di Sant'Angclo 83. Pìedimontc 68-70, 73, 130-2, 136, 141, 173, 177, 188-9,

228. Picdimontc d'Alife 67. Piero in Forma (tenuta di San) 94. Picrro d'Alcmagna, dc la Mangnia i,. Lamana (Piero dc). Pietro del notaio Nicola, di Bauiano, vassallo di Onorato 111 Cact. 36, 127, 129, 141. Pietro del notaio V elio, da Piperno 7. Pietro Paolo, famiglio di Casa Cactani 124, 220-1, 223,

225. Pio li (Piccolomini Enea Silvio) 58-9, 61-2, 64, 66-7, 76,

82-3, 65, 69, 93, 95-6, 96-9, IOl-2, I 05-6, 106, 121, 126-7, 129, 130-6, 136-9, 145, 153, 157, 171, 173, 176, 161, 185-6, 191, 193, 205, 213, 216-7, 220, 223-7, 229. Piperno 7, 26: (da) i,. Pietro, Vello. Pisa 223-4; (di) i,. Lorenzo; (monsignore di) 97. PiYuri o. Pesaro. Pistillionc lacobUJ, di Sermoneta 218. Pizzonc 51 ; (aignorc di) i,. Avaloa (Alfonso d'). PJaccntino dc Amelia (1er) i,. Sanctia (Piacentino dc). Pocio lacobo 171. Pod. la (?) (de) 215; i,. Blasiua Novellua (noi.). Poli 71. Ponente 53. Pontano Giovanni, vicecamcrario del Regno 225. Ponte (marchese di) 172 ; o. Angiò (Giovanni d'). Pontecorvo, Pontecorbo, Pontecurvo, 43, 94, 111, 121, 127-9, 135-141, 156-9, 174, 177, 164, 203-4; (capitano di) 158-9 o. Puteis (Marchetto de); (de) "· Thomaao, Pctri Salvatore. Ponte de Santo Spirito, sbarra d'Isernia 202. Pontellua loannes, di Sermoneta 193. e Pontcm Latronem ,. 199. Popoli 148, 165-6 ; (conte di) i,. Cantelmo Pietro Giampaolo. Poppi (conte di) 98. Porcaro Stefano, romano, 25. Porso (li), locho de Cola Santo Achapito, presso Macchia 78-9. Porta (Antonio de la) 123. Porta Comaaina o. Milano. Portatore 42. Prata 189, 222-3; (baronia di) 63. Prato 213: (da) o. Michele. Presenzano I 26. procuratore fucalc del papa in Roma i,. Michele da Prato. Proiule (tra Calvi e Teano) 58. Provenza 99, 219, 220, 229; (1old~ti della) 180-1; (seoc,eallo dc) o. Bellavalle. Puglia 59, 73, 107, 167, 185, 206, 219. Puteia, Puit (Marchetto dc), regio capitano di Pontecorvo e commisaario di Giovanni d'Angiò 75, 105, 110-1, 154,

I 56, 158-9, 162. Pulco (Giannino de), capitano 177.

Qua1traui1 (de): Ambrosius, di Sermoneta 193. An1ooiu1, cancelliere di Onorato lii Caet. 193, 218. Quiricbo aer Lodovici (aer), di Lugnaoo, pode11à d ' Ischia di Ca.iro 217.

DELLE COSE NOTEVOLI

Rachanati i,. Recanati. Racza i,. Razza. Ralfaele, commissario papale presso re Ferdinando 135-6, 136,

140. Raffaello, cameriere di Onoralo lii Caci. 120. Ragona i,. Aragona. Raimo Ranchi (credi di), di Gaeta 74. Raiano 166. Rampino (dc) i,. Cola dc Rampino. Ranchi i,. Raimo. Ranieri i,. Renato d'Angiò. Raniero, cancelliere di Sigismondo Pandolfo Malatesla 46. Ravenna 236. Ravinola (passo de la) 207; Ravinole (arx) 192; i,. Rocca• rainola. Raviscanina, Roba Canina? ( di) 189; i,. Angelo (Sant'). Razz:a:

loaones, di Sermoneta 193. Pctrus, di Sermoneta 193, 218. Reale Antonio 78. Reame i,. Sicilia (reame di). Recanati, Rachan11ti (da) 69; i,. Bartolomeo. Reggio (da) i,. Stefano. Regno i,. Sicilia (reame di). Renato, Ranicri, Rinicri, detto e il Buono ,., conte di Pro• venza e re titolare di Napoli, tentò di farvi prevalere i suoi pretesi diritti 61-2, 67, 70-1, 73-4, 79, 94,

97-8, I 07, Il O, 130-2, 143-4, 153-4, 163-4, 173-4, 180-1, 205, 231 ; re di Gerusalemme e di Sicilia 171-2. Rcntii Panici i,. Iohanncs. Reozomartino (di) 11. Evangelista. Rczo i,. Arez:o. Ribera Bartolomeo, amico del card. Scarampo I OI • Ricci Giuliano, card. 97. Ricciardello (Rugcri da), da Tracllo, habitantc in Sessa Aurunca 77. Rieti 129, Ricnz:o (Altiero dc) i,. !uliano. Rinaldo 95, 96. Rinieri v. Renato d'Angiò. Rio ( di sopra il) 184 ; v. Per.nano. Ripa 90, 91. Ripalonga 80. Rigosonorj, Rivaaonorj 169-90. Roana i,. Rouen. Roba Canina (?) (dc) o. Raviscanina (de). Roberti (Antonii) i,. Nicolaus. Roccagorga, Rochaborga 46. Rocca Guglielma I I 2. Roccarainola 192; o. Ravinola. Roccasecca 6, 69, 72, 112, 157-8, 171, 175, 184; (signore di) V. Aquino (Berardo Gaspare d'). Rocca Sinibalda 56. Rodi 53, 54. Roma 15, 19, 20, 22-42, 44-50, 57-9, 64,

71, 76, 78-83, 85, 88-96, 99, I 00, I 02-4, I 06-9, I 13, 117, 123, 125-6, 129-136, 142, 145, 147, 149, 151, 153, 160, 168, 170-1, 173, 181, 183, 187, 200, 204-7, 213, 2 I 6, 223-4, 230, 233-6; i,. Campo Fiori, con•

servatori, governatore, Giorgio in Velabro (S.), ·Lorenzo in Oamàso (S.), procuratore fiscale, senatore. Romani (re dei) "· Federico lii.

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EPIST0LARIVM H0N0RATI CAIETANI

Ro,a:

·-

257

Scarampo:

Dominico de Tcrraccna, notaio 191. Marcho de T crracina 191 . Rossano (principe di) o. Marzano Ruffo Marino; (principeua di) o. Aragona (Eleonora d'). · Rossara o. 0r,ara. Roucn, Roana, Rugha 221, 234: (monsignore di) o. Estoutc·villc (Guglielmo d'). Rovito 78; o. Maria di Rovito (S.). Rubeis (Francesco-Tommuo dc), notaio di Sermoneta 195 .. Rubcy o. Russo. Ruffino di ...fonia 23. Rugha o. Roucn. Ru1ciu1 Simonia, officiale di T crracina 19 I . Ruuo dc Pandutio, governatore d'Isernia 201 ; Rubey dc Panduntio 203. Ruta Stcphano, di Capua, cancelliere del duca d' Atri 221,

222. Ruvo di Puglia 145, 146. Ruxo o. Russo.

Sabbioncta, Sabloncte ( conte di) o. Persico Broccardo Salvonete u. Sermoneta. Sabucho u. Sambuci. Saicctia (uomini della) 8. Salapionc, di Sant' Andrea, conestabile di Onorato li Gaetani 150. Salerno 118-120, 123-5 ; (principe di) o. Colonna Antonio. Salino 212; (su lo) u. Civita Sant' Angelo. Salvati F rancisci o. Antoncllus. Salvatore dc la Faymo (dc) 184: u. Pctrj. Salvatore di Lucera (Luccr.), cancelliere di Giovanni d'Angiò 155, 156. Sambuci 126. Sanctis (Piacentino dc), di Amelia, notaio, cancelliere e oratore di Casa Cactani 83, 195, 230. Sanctus Martinelli, abitante di Sermoneta 194, Sanotris (Giacomo dc), di Amelia, cancelliere di Onorato lii Cact. 69-71. Sanseverino (conte di) 104, 123: Guglielmo, conte di Capaccio 120. Luca, duca di San Marco 84, 85. Michele, acguacc di Giovanni d 'Angiò I 20. Santiglia Otalano 85. Sarno 82, 84, I 05, 110-1, 167; (battaglia del) 85; (conte de) o. Coppola: (passo del) 85. Satriano 6, 65 : o. Aquino (conte d'). Savclli Giovanbattista, 56. Savoia ( cancelliere di) 97 ; ( 1oldati della) 18 I • Savona 145, 146.

Scaglione: Antonello o Antonio, 178, I 80, 182, 223-4. Ettore I 83, 203-4. S cam mcl la: Angelus, di Sermoneta 2 I 8. di Sermoneta, 218. . l N 1co auI , Scancllc (Macti) "· Nicolau1. . Scappuli 51 -2, 214-5; (signore di) S capo11, (Alfonso d').

o. Avaloa

S c a r • m P O .: ) sedicente nipote • d'I Lu dov1co · 179• . Aluyae ( m1aser • . 33

Ludovico di Mczzarota, patriarca di Aquileia, card. di S. Lorenzo in Damuo, camerlengo dclJa Chieu, compare e protettore di On. III Cact. ( 1465). Vedi Prefazione:

t

1-47, 49, 50, 53-4, 59, 65, 69, 75-80, 85-92, 94-6, 99- 101, 106-110, 125, 129, 135, 142, 151. 168-170, 173-4, 176-7, 179,183,187, 193-4, 200, 204-5, 213, 216, 220. Nicolò, e camoricro • del card. L. Scarampo 77. Scariotta I85. Scillato (Ilaria di), madre di Caterina Onini 7 I. Scillonus di Cori 43. Scipione di Simoncllo, da Tractto, nipote del veac. di Aquino 156, 158-9, I 62-4, 177. Sclavonum {Turris) o. Torre degli Schiavoni. Sebastiano da Ba..iano 57. Sena o. Siena. senatore di Roma 16. Sermoneta I, 5, 6, 11, 22-4, 26-8, 30, 32-43, 45-5 I, 53-64.

66, 68-70, 76, 80-6, 88-91, 93-6, 99-103, I 05-7, I 09, 111 -7, 121 , 128.131-4, 147,157,169,177,187,191, 193-5, 199, 204, 216-7, 219-24, 233-4; (signore di) o. Cactani (Onoralo lii). Scrracapriola I6 7. Seaaa Aurunca, Scxa 70, 72, 77, 86, 93, 106, 141-2, 152, 183-4, 188-9, 196-7, 200, 203-4, 206-9, 211; (duca di) &I. Marzano Ruffo Marino. Severina (principe di Santa) o. Cenlellcs Antonio. Severo (San) 73, I43, 167. Se:u. o. Sessa Aurunca. Scxto (dc Cicho del) u. lohannc. Sezze: I , 13, 14, 18-20, 22, 24-5, 38-44, 47-9, 53-5, 64,

66, 75-6, 78, 82-3, 92-6, I 00, 135-6. Sforza:

Alessandro, conte di Cotignola e di Pesaro, fratello e capitano di F ranccsco duca di Milano, milita contro Giovanni d'Angiò 62, I 12-3, 167,212, 222, 225-7; sfor1ichi, (gente d' arme di) I03. Francesco, conte, poi duca di Milano (t 1466) 4, 5, 45,

97-9, 146, 157-8, 167, 171. 174, 178, 180, 185-7, 191, 198-9, 210, 219,220, 223-4, 226-7, 231-2, 235; (6gliola di) 223-4. Ippolita Maria, 6glia del duca Francesco, fidanzata ad Alfonso d'Aragona 198. Siasci ( magiatromasaaria to di) 77. Sicilia (reame di) 42, 53, 56, 58, 61-3, 67, 70, 74, 96-9, 101-4, 118-9, 121, 124, 144-5, 168, 171 -2. 178, 186, 198, 219, 220, 223, 228, 230- I ; (re di) o. Angiò (Renato d'), Ferdinando I. Siena, Sena 75-80, 178, 224; (da) o. F ranceaco, Sigismondo (messer) o. Malatesta Sigismondo. Silvestro, uomo d'arme 129, 134, 136, 144-5, 147-151. Simeonis (Tutii) o. Petrus. Simone (mastro) 48. Simone de Belprato, ambasciatore di Napoli a Milano 1OI • Simonetta di Castelpicro, capitano generale della Chiesa contro Giov. d'Angiò 85. Simonis o. Ruacius. Sereno, Serino: Giovanni, di Nicola, da Bamano, I 06, I 09. Nicola, Cole Sirini 92-3. Sergie, Sergni u. laernia. Sirini o, Sereno.

'


INDICE DEI NOMI PROPRI E

258

Sisto, fiume 42. Sole (Marco de), notaio 38. Solimano, famiglio del card. L. Scarampo I 3, 20. Sambella Angelo 236. Sonnino, Sondino 69, 71 ; (da) LI. Zachagnino. Sora (duca di) LI. Cantelmo Pietro Giampaolo. Spagna

195.

Spangniolecto (lo strenuo) 222. Sperlonga 71, 109; "· Maria (S.). Spilimbergo, Philiberg 1 I. Spinello Antonio, amico di Giovanni d" Angiò I 09, 112, 119,

122, I 43, 150. Spigno 67, 69. Spingardeni Giovanni (maeatro) 141. Spirito (Ponte de S.). sbarra d' Iaemia 202. Squillace ( duca di) "· Marzano Ruffo Marino. Stefani (notarii) "· Antonius. Stefnni (lohannis) "· Leonardus. Stefani o. Nicolaus (not.). Stefano da Reggio I • Stefano N ... , cancelliere di Giovanni d"Angiò 72-4, 80-2,

84. 91, 167. Stefanus Ma.sii, officiale di Sermoneta 193. Stephanus Ioannis Perutii, di Sermoneta -193. Strangolagalli 117. Striata (alla e Fontana di Chipo >) 58. Subiaco 25. Suessa r,. Sessa. Suio, Sugio 6 7. Summarie (Camera regia) 228.

Talamanca Gaspare,

)

segretario di Alfonso e poi di F crdin11Ddo I re di Napoli 130-I 34. Tamulla Giovanni Cola?, figlio del conte di Sant'Angclo 82. T anum o. Montem. Taranto (principe di) "· Orsini del Balzo Giovanni Antonio. Teano 67-70, 72-3, 109; (monsignore, card.' di) r,. Fortiguerra Nicola. Tclesc 67. Teramo ( conte di) 216, 222 ; v. Capua {Matteo di). Terra di Lavoro 80-1, 107, 146, 152, 167, 224, 227. Terracina I, 34, 42, 71, 87-8, 157, 191; (veacovo di) o. Caetani Alessandro. Thiberto Blandolino 178. Thimoteus Mellis, officiale di Sermoneta 193. Thomu notarii Leonis, di Sermoneta 193. Thomui, T omasi (miaer), famiglio di Caaa Caetani 124,

141. Thomuo de Pontecorvo, dottore in leggi, luogotenente 174,

177. Thoscani "· Antonius. Tiberia 195. Tmaccio Antonio (mwer), di Sermoneta 64, 193, 218. Tiragona (monsigno~ di) 235. 1ìvoli, Tioli 49, 129. Tobia genovese (miser) 182. T odeschini Piccolomini F ranccaco, card. legalo 181. Tolomei Giacomo 96. T omasi o. Thomui. T oppeta Antonio, notaio 179. Tora (de) 189; o. lacobo. T oraldo Luigi, regio consigliere 7 5.

DELLE COSE NOTEVOLI

Torre degli Schiavoni 224-228. Torrecchia, tenuta presso Cisterna 12, 47, 50, 57. Torrelhos (de) "• Fracarlea. T orrice 126. Torta 108. Toscani (Anlonii) "· Bartholomcus, Ludovicua. T oscronus Antonius, di Sermoneta 193. Tours, Turone 96, 99. Tozoli, Tozolis (Luca de), avvocato di Onoralo lii Cact. 40,

42, 50, 59, 64. 65, 67-8, 76. Traelto, Traiecto {ora Minturno) 67, 69, 70, 77, 159, 197; (da) "· Ricciardello (Rugcri dc). Trallione Petrus, di Sermoneta 218. Trani 185. Treviso 12; (da)"· Francesco. T ripalda LI. Atripalda. T rivcnto ( conte di) "· Caldora Antonio. Troia 108, 120, 166-7, 186-7; (battaglia di) 186; (conte di) "· Cossa Giovanni. Troiano (meser) 120. Turchia 21, 54, 223-4. T urone "• T ours. T urris Sdavonum "· Torre degli Schiavoni. Tutii Simeonis "· Petrus. Tuzio: Antonio, di maestro Pietro di Sermoneta, notaio 195. Pietro (maestro), di Sermoneta 195.

Ugolino 216. Ungarclli, Ungarcllo Guglielmo, di Padova 28, 35-7. Urbino, Orbino {conte di) "· Montefeltro (Federico di). Urcilo, Urciolo, Urciulo, Urzulo (lacomo) 184-5. Urlando 214. Ursara

LI.

Orsara.

Urso (conte) "· Onini Orso. Urzulo "· Urcilo.

V alle Beneventana (provincia di) 155. Vallecoraa 69, 71. Vallefredda. Vallefreda 68, 75. Valdemonte, Valdimonte, Valdmonl, V almonte, Vaodemonte (conte, monsignore di) "• Lorena (Federico di). Valle Ampia 227. Vangelista "· Evangelista, Madaleno. Vannucci Giacomo, vesc. di Perugia 13. 14, 20-1, 46. Varano (signore di) v. Dentice Luigi. Varano Giulio Cesare, succeue nel dominio di Camerino quando gli uccisero il padre Giovanni Il di Varano ( 1434); militò pei Fiorentini ( 145 I ), pei Seneai ( 1455) e per gli Angioini ( 1460) al soldo del Piccini no 49; Cf. Volpicella, pg. 459. Varcio L ..., cancelliere di Giovanni d'Angiò 72, 74. Varembon (de) o. Palu (Luigi de la). Vari "· Angelus. Varonibus (Paolo de), di Antonio, da .Genazzano, not. procuratore di Caterina Onini 218. Vecchi (Nicolaus dclii), di Sermoneta 193. Velletri, Beletri I 7, 34, 130-4. 145, I 88. V elio, notaio di Piperno 7. Venafro 74, 80-1, 105-6, I IO, 112-4. 118, 165, 188-190, 195, 207, 212-3; (conte di) "· Pandone Scipione.


-

EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI Venezia 10, 11, 12, 17, 60-2, 96, 136, 146, 178, 180-1, 231, 236. V cn0ta 146, 186. Verona 12, 146. V craaillcs, V cncgli 181. Veaconlca Bartholomci, da Volterra, noi. 83. Veapanco Martino, capitano di Monteroduni 63. V cali 11. Vicsti. Vctuli, (Alfonsus dc), da lacrnia, noi. 203. Vicenza (monsignore di) 234 : 11. Barbo Marco. Vicovaro, Vicuaro 90. Viesti, Ve11i (città di) 185. Vincenzo a Volturno (San) 51, 214-5 ; (aignorc di) LI. Ava101 (Alfonso d'). Viaa (da) v. Visso (da).

Visconte: Cristoforo (meacr) 30, 36. F ranciscua, officiale di T erracioa 191 . Visconti: Bianca Maria, duchessa di Milano I 78, 198. Ippolita Maria o. Sforza. Viuo, Viaa (da) 26, 35; o. Lodovico. Viterbo 89. · Vito (abate di S.) 184. Volturno, Vulturno I 13; (a) 214-5 ; 11. Vincenzo (San). Vultumcnsia Abbacie v. Abbacie Vulturnen1i1.

Zachagnino ~• Sonnino 123. Zenova (da) 123; v. Bataglino.

259


TAVOLA DI CORRELAZIONE · TRA LE SEGNATURE ARCHIVISTICHE E L ' ORDINAMENTO CRONOLOGICO.

Segnatura

e - 339.

Ordinam. cronolog.

( 1460). 1. 6. XXXVI. (1460). 11. 22. C - 339. L.XXVlll. 1455. VI. 29. e - 339. LXXXVII. (1459-1464}). C - 339. LXXXVlll. [1453. VI] . 15. C - 339. LXXXIX. [1452). X . 26. C - 339. XC. (1451 ]. VII. 26. C-339. XCI. [1450). 11 1. 16. C - 339. XCII. (1455} 111 - 1456} Ili.] C- 354. (1455"? III- 1456"? lii.] C - 355. 1464. V. 15. Pa. 558. 1459- 1464. C - 563. 1464. V. 15. Pg. 615. (1464. . V. 23) posi. c . 621 . [ 1461. Xli. c.] C- 736. (1460. VI. 25-VII. 7.) C- 736.bia (1460. V. 20. c.) C - 739.bia 1450. I. 20. c. 740.bù 1450. 1. 22. C - 741. 1450. I. 24. C - 742. 1450. J. 27. C - 743. 1450. I. 3 f. c - 744. 1450. Il. 6. C- 745. · 1450. Il. 26. C - 746. 1-450. Ili. 5. C- 7-47. 1450. Ili. I O. C- 746. 1450. IIJ. 11. C- 748·bia 1450. X . fl . C- 753. 145 I. Il. 10. C- 764. c. 765. 1451. Il. 12. 1451. Il. 13. C - 766. C- 767. 1451. III. 19. 145 J. IV. I. C-770. 1451. IV. 30. C-771. 1451. V. 27. C- 772. 1451. VI. 8. e - 773. 145 k VI. 19. C- 774. C - 775. 145 J. VI. Il . 1451. VI. 21. C - 777. 1.451 . VIII. 24. C- 778. 145 J. IX. 7. C- 780. 145 J. Xl. 27. · C- 784. 1452. Il. 7. C- 793.

Segnatura

C- 793.bia C- 798. C - 799. c . 800. C- 801. C- 803. C - 804. C-805. C-806. e. 807. c. 808. c -809. C- 810. C-811. C-812. C- 813. c - 814. c - 815. C- 816. C-817. C- 818. C-819. C-821. C-822. C-823. e - 625. C-826. e. s21. C - 828. e . 829. C-830. C- 831. e - 833. C-841. C - 842. C - 845. C-848. e. 849. I. C- 849. lii. C-850. C- 851. e - 852. e. 853.

Ordinam, cronolog.

1452. Il. 13. 1452. VII. 6. 1452. VII. 7. 1452. VII. 9. 1452. VII. 9. 1452. VII. 13. 1452. VII. 15. 1452. VII. 26. 1452. VII. 27. 1452. VII. 27. 1452. VII. 28. [ 1452.) Viii. I O. 1452. VIII. 12. 1452. Vili. 12. 1452. VIII. 16. 1452. VIII. 19. 1452. VIII. 22. 1452. VIII. 22. 1452. VIII . 20. 1452. Vili. 24. [1452), VIII. 25. 1452. VIII. 28. 1452. IX. 3. (1452]. IX. 4. 1452. IX. 15. 1452. IX. 15 . .. 1452. X. 3. 145[2]. X. 23. 1452. X . 25. 1452. X . 16. 1452. X. 18. 1452. X. 19. 1452. Xl. 1. 1452. XII. 15. [1450). lii. 16. · 1453. IIJ. 29. 1453. VI. 4. 1453. VI. 29. 1453. VJI. IO. 1453. VI. 6. 1453. VI. 15. 1453. VI. 15. 1453. VII. 7.

, •


EPISTOLARIVM HONORATI CA I ETANI Ordinam. cronolog.

Segnatura

C - 854.

e - 855. C- 856. e - 857. C- 858. C- 859. C- 860. e - 861. e. 862. C- 864. C- 865. C- 867. C-869. e - 869. C-869. e. 869. C-869. C- 869. C- 870. e . 871. e. 872. C- 873. C- 874. C- 875. C- 880. C- 881. C - 883. e - 884. C - 888. C- 889. C-890. C- 891. C- 892. e - 893. C - 895. e. 919. e . 922. e. 923. C-924. C - 925. e - 927. C- 928. C- 930. e. 943. e - 950. e. 952. C - 953. C - 954. e - 958. e. 959. C- 961. C-962. C - 971. C-972. C-973. C- 975. C-976. C- 982. e- 983. e - 986. C-987.

1. 11. li. 111. IV. V.

I.

1453. VII. IO. 1453. VII. 20. 1453. VII. 18. 1453. IX. 6. 1453. IX, 26. 1453. IX 28. 1453. X. 22. 1453. Xl. 3. 1453. Xl. 3. 1453. Xl. 15. 1453. Xl. 15. 1453. Xli. 15. 1454. I. 7. 1454. I. 6. 1453. Xli. 3, 1453. Xli. 9. 1453. Xli. IO. 1453. Xli. 14. 1454. I. 13. 1454. I. 14. 1454. I. 22. 1454. Il. 5. 1454. Il. 16. 1454. Il. 25. 1454. I. 20. 1454. VI. 28. . 1454, VII. 21. 1454. VIII. 17 . . 1454. X . 29. 1454. Xl. 15. 1454. Xl. 12. 1454. Xl. 14. 1454. Xl. 18. 1454. Xli. 7. 1454. Xli. 17. 1455. 11. 12. 1454. Il. 16. 1455. Ili. I. 1455. lii. 3. 1455. lii. 9. 1455. lii. 3 I. 1455. IV. 2. 1465. V. 16. 1456. X. 20. 1457. Il. 13. 1457. IV. 12. 1457. V. 19. 1457. VI. 8. 1457. IX. 15. 1457. IX. 2(4). (1457). Xl. 3. (1457]. Xli. 18. [ 1466. Ili. 26] ant. 1458. I. 12. 1458. I. 29. [ 1458]. Vlll. 19. (1458]. Vlll. 23. 1459. Xl. 16. 1459. Xli. 30. 1459. X. 14. 1459. XI. 1.

Segnatura

C-988. C-989. C-990. I. e - 991. C- 992. e - 993. C - 995. C-996. C- 997. C-999. e - 1000. C- 1001. e. 1002. e - 1004. c . 1006. e - 1001. C- 1008. C- 1009. e - 1010. C-1012. C- 1012. C- 1013. C - 1020. C - 1022. C- 1023. e - 1025. e. 1026. C- 1027. e - 1028. 1029. 1. C-1031. e - 1032. C- 1033. C-1033.1. C- 1034. C- 1035. e - 1036. C- 1037. e. 1038. C- 1039. e. 1040. e - 1041. e - 1042. e - 1043. e - 1044. C- 1045. e - 1046. e - 1047. C - 1048. C-1049. e - 1049. 1. C - 1049. II. e - 1049. m. e - 1050. C- 1051. e. 1052. e - 1053. C- 1055. C- 1056. e - 1057. C- 1058.

e.

Ordinam. cronolog.

1459. XI. 9. (1459 princ., oppure 1466 c.] (1461. I. 15.) ant.

(I 466). lii. 26. [ 1461]. VI. 12. (1467). VII. 29. (1467]. VII. 30. (1458). VJII. 21. (1454]. X . 15. [ 1460. I. I - I IJ. (1462). X. 28. [ 1461. Ili. 4.) (I 461. lii. 4.J 1464. Il. I 5. [ 1461. Ili. 4.) (1461. Ili. 4]. (1461. lii. 4.) [ 1461. XII. 2) post. (1458) . I. 16. 1461. lii. 16. (1461). Xl. 30. 1460. I. 17. 1460. I. 5. 1460. I. 10. 1460. I. 11. 1460. I. 19. 1460. I. .Zl. [1460). I. 24. (1460). Il. 6. 1462. 111. 1. 1460. lii. 20. 1466. lii. 27. 1460. lii. 28. 1460. lii. 30. 1460. IV. 11. 1460. IV. 15. 1460. IV. 24. 1460. IV. 7. 1460. V. 29. 1460. V. IO. (1467). V. 24. 1460. V. 23. 1460. V. 23. 1460. V. 28. 1460. VI. 19. 1460. VI. 23. 1460. VI. 26. 1160. VI. 18. 1460. VII. 24. 1460. VII. 7. 1460. VI. 19. 1460. VI. 23. 1460. VI. 21 . (1460). VII. 9. 1461. VII. 15. 1460. VII. 16. 1460. VII. 18. 1460. VIII. 11. 1460. IX. 5. 1460. IX. 7. 1460. IX. 8.

261


I

TAVOLA DI CORRELAZIONE

262

Segnatura

Ordinam. cronolog.

Segnatura

Ordinam. cronolog. ·

C- 1059. C- 1060. C- 1061. e. 1062. C- 1063. e. 1065. e. 1066. C- 1067. e - 1068. e. 1069. C- 1070. C- 1071. e - 1012. - C-1081. e - t08t. I. e - 1082. e. 1083. C-1084. C-1085. e. 1086. e - 1087. C- 1088. e . 1089. e. 1090. C- 2000. C- 2001. C-2002. C-2003. C- 2004. C- 2005. C-2006. C- 2010. C- 2011, C - 2013. C - 2014. e - 2015. C-2016. C - 2017. C- 2018. C-2019. C-2020. C- 2021. C-2321. V. C-2022. C- 2023. C- 2025. e - 2030. C-2040. C-2041. C-2042. C- 2043. C- 2044. C-2045. e. 2046. C - 2046. Il. C-2047. C- 2048. C-2049. C- 2050. C- 2051. C- 2052.

1460. IX. 19. 1460. IX. 25. 1460. IX. 27. 1460. X . 6. 1460. X. 8. 1460. Xl. 9. 1460. Xl. 14. 1460. Xl. 21. (1460). Xli. 13. 1460. Xli. 15. 1460, Xli. 31. 1460. Xli. 29. 1460. X. 24. , (1461. li. 18. ant.] [1460. fine c.]. 1461. I. 3. 1461. I. 13. (1461]. I. 15. 1461. I. .21. 1461. I. 28. 1461. I. 28. 1461. I. 28. 1461. I. 31 . 1460. I. 6. [1461). li. 7. 1461. Il. 8. 1461. Il. 9. 1461. 11. 15. 1461. Il. 19. 1461. li. 28. 1461. Il. 2R. 1461. III. 4. 1461. Ili. 9. 1461. I. ·14. 1461. Ili. 17. 1461. Xl. Il. 1461. lii. 17. 1461. Ili. 18. 1461. 111. 18. 1461: 111. 18, [ 1461 J. Ili. 20. 1461. Ili. 22. 1462. Xl. 25-26. 1461. Ili. 24. 1461. Ili. 25. 1461. III. 31. 1461. IV. 29. 1461. IV. 5. 1461. IV. 5. 1461. IV. 5. 1461. IV. 5. 1461.· IV. 5. I 461. IV. 1 I. 1461. IV. 5. 1461. IV. 15. 1461. IV. 15. 1461. IV. 15. 1461. IV. 15. 1461. V. I. 1461. V. 4. 1461. V. 12.

e - 2053.

1461. V. 12. [1461]. V. 12. 1461. V. 12. 1461. V. 12 • . 1461 . V. 12. 1461. V. 12. 1461. V. 28. (1461]. V. 13. 1461. V. 20. 1461. III. 25. 1461. V. 12. 146k VI. I. 1461. VI. IO. 1461. I. 14. 1461. VI. 16. 1461. VI. 8. 1461. VI. 18. 1461. VI. 19. 1461. VI. 19. 1461. VI. 19. 1461. VI. 19. 1461. VI. 19. 1461. VI. 24. 1461. VI. 26. 1462. VI. 28. 1461. VI. 6. 1461. VI. 28. - VII. 12. 1461. VII. I. 1461 . VII. 8. 1461. VII. 9. t 461. 1. ·28. 1461. VIII. 5. 1461. 11. 28. 1461. X. 22. 146 t. XI. Il . 1461. Xl. 14. 1461. Xl. 24. 1461 . Xl. 30. 146 I. Xli. 13. [1462. Il. I. c.] 1462. li. 21. 1462. 11. 24. 1462. I. 6. 1462. I. 8. 1462. I. 13. 1462. I. 17. 1462. I. 19. 1462. [I]. 22. 1462. I. 24. (1462]. I. 28. 1462. Xli. 4. 1462. 11. 21. 1462. 11. 24. (1462]. IV. 5. 1462. IV. 7. 1461. IV. IO. 1462. IV. 24. 1461. IV. 15. 1462. lii. 18. 1462. V. 23. 1463. V. 30.

C- 2054. C- 2055. e. 2056. C- 2057. C- 2058. e - 2059. e - 2061. C- 2062. C-2063. C- 2064. C- 2070. C-2071. e - 2012. C-2073. e - 2074. C- 2075. C- 2076. C- 2077. e. 2018. C- 2079. C-2080. C- 2081. C- 2082. C- 2083. C-2084. C- 2086. C- 2090. e. 2091. C-2092. e - 2093. e - 2094. C-2100. C-2101. C-2102. C-2103. C-ÌI04. C-2105. C- 2108. C-2111. C-2111. C-2111. C-2114. C-2115. e - 2116. C-2117. C- 2118. C-2119. e - 2120. C- 2121. C-2125. C-2130. C-2131. C- 2140. C-2141. C-2142. C-2143. C-2144. e - 2150. C-2151. C- 2152.


-- --

-EPISTOLARIVM HONORATI CAIETANI

Segnatura

Ordinam. cronolog.

Segnatura

Ordinam. cronolog.

e. 2153.

1462. V. 2. 1462. Xl. 6. 1462. VIII. I 8. 1463. VIII. 20. 1462. IX. 26. 1462. X. 6. 1462. X. 30. 1461. X. 21. 1462. X. 28. 1462. X. 30. 1462. XI. I. 1462. XI. 4. 1462. XI. 17. 1462. XI. 21. 1461. Xli. 2. I 460. Xli. 29. 1463. VIII. 24. 1463. IX. 3. 1463. I. 15. [ 1463). I. 31. 1463. V. 19. 1463. V . 14. 1463. VI. 9. 1463. Vili. I O. 1463. Vili. 1 I. [1463) . Vili. 13. 1463. VIII. 14. f463 . Vili. 23. (1463). VIII. 23. I 463. VIII. 29. [1463}. Vili. 30. 1463. VIII. 31. 1463. IX. 8. 1463. IX. 8.

e. 2201. e. 2202.

[1462). X 6. (1450). X IO. (1462). X. 25. 1463. Xl. 3. 1463. Xli. 19. [1463J. XII. 27. 1463. Xli. 30. 1463. XI. 28. [1464]. I. 18. [ 1464]. I. 28. (1463]. IX. 2. 1464. IV. 16. 1464. IV. 23. 1464. IV. 26. 1464. XIV. 27. 1464. Ili. 4 . 1463. lii. 14. 1464. V. 19. 1464. V. 3. (1464). V. 4. • (1464]. V; 5. 1464. V. 6. 1464. V. IO. 1464. V. 15. 1464. V. 19. (1460 - 1465]. 1464. Vlll. 23. 1465. I. 21. 1469. li. 8. 1460. X. 26. 1466. lii. 29. 1466. V. Il. 1468. IV. 25.

C-2155.

e. 2160. e - 2161. C- 2l6i.

e - 2163.

C-2163. C-2164. C- 2166. e - 2161. e - 2110. e. 2111 . C- 2172. C - 2173. C-2174. e. 2116. C- 2180. C-2181. C-2184. C-2185. C-2187. C- 2188. C- 2189. C- 2190. C-2191. e - 2192. C-2193. C-2194, e - 2195. C- 2196. C- 2197. e - 2198. C- 2 199. C-2200.

C- 2203. e - 2205. C- 2206. e - 2201. C- 2208. e - 2209. C- 2214. e - 2215. C- 2218. e - 2220. C- 2221. C- 2222. C- 2223. C - 2223. C - 2223. C- 2224. C- 2225. e - 2226. e - 2221• C- 2228. e - 2229. C- 2230. · C- 2231. e - 2239. C - 2239. e - 2252. C- 2253. e - 2258. e . 2260. e - 2261. C- 2280.

I. Il.

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Il.

ERRATA CORRIGE. Pg.

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33 r. 30 Lorenzo leggi Michele. ,. 1453. 37 ,. 36 453 ,. ,. 1459. 64 33 1599 84 ,. il iunto Ila iotto 1460. VI.23 (C - 1045). 115 ,. 25 1661 leggi 1461. · 205 r. 15 Ralle leggi Lalle. 205 ,. 32 Faureti leggi Laureti 207 /HJUO di Carinola leggi t,auo de la Ra11inola.

263


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FINITO

DI

STAMPARE

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IL 15 SETTEMBRE MCMXXVII PER I

TIPI

DELLO

STABILIMENTO

TIPOGRAFICX) FRATELLI STIANTI

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