FONDAZIONE CAMILLO CAETANI
CENTRO DI STUDI INTERNAZIONALI GIUSEPPE ERMINI FERENTINO
ROMA
Riproduzione digitale
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La rivista Botteghe Oscure e Marguerite Caetani La corrispondenza con gli autori italiani, 1948-1960 A cura di Stefania Valli
Roma 1999
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Fondazione Camillo Caetani Roma
LA RIVISTA BOTTEGHE OSCURE E MARGUERITE CAETANI La corrispondenza con gli autori italiani, 1948-1960 a cura di Stefania Va1li
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L'ERMA » di BRETSCHNEIDER I
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Pubblicazioni della Fondazione Camillo Caetani a cura di Luigi Fiorani Studi e documenti d'archivio, 10
LA RIVISTA BOTTEGHE OSCURE E MARGUERITE CAETANI La corrispondenza con gli autori italiani, 1948-1960 L) a cura di Stefania Valli
«L'ERMA»: di BRETSCHNEIDER
© 1999 Fondazione Camillo Caetani « L'Erma » di Bretschneider
CSBN 88-8265-092-8
Indice
IX
Prefazione, di Jacqueline Risset
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Introduzione, di Stefania Valli
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Epistolario, 1948-1960
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Appendice I. Lettere di Giorgio Morandi, 1930-1948 e di Gino Severini, 1930-1948
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Appendice Il. Conversazioni su Marguerite Caetani e « Botteghe Oscure »: Pietro Citati, Giovanni Macchia, Puci Petroni, Antonio Russi
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Appendice III. Bibliografia e indice dei venticinque quaderni di « Botteghe Oscure »
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Indice dei nomi
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Prefazione di Jacqueline Risset
Le moi libre habite Cosmopolis et pense en toutes langues. PAUL VALÉRY , Commerce , XI
Botteghe Oscure non è stata la prima impresa di Marguerite Caetani. Giunta a Parigi da Boston per perfezionare gli studi di canto, la giovane Marguerite Gilbert Chapin vi aveva sposato Roffredo Caetani, principe di Bassiano, compositore. Nella loro residenza - Villa Romaine a Versailles - i Caetani ricevevano amici scrittori e artisti. Un giorno, racconta Marguerite, Valéry disse, all'improvviso: « Perché non continuiamo le nostre riunioni pubblicando in una rivista le nostre conversazioni? Come titolo, suggerisco Commerce - commercio delle idee » . Quell'idea, continua la principessa, « incantò i presenti. I direttori furono designati immediatamente - Larbaud, Valéry, Fargue - . Adrienne Monnier ed io ci incaricammo della partenza, e iniziammo subito ». Il primo numero di Commerce uscl nel 1924, lo stesso anno del Manifeste du Surréalisme. Ma il nome di Marguerite non apparirà mai, neanche come autrice della traduzione di Chimera, una poesia di Rudolf Kassner (quel Kassner che Kafka tanto ammirava, presentato a Marguerite da Rilke nel 1925 e che poi avrà un grande ruolo in Botteghe Oscure). La principessa, entusiasmata dalla lettura di quel testo, la notte seguente si era messa a tradurlo, con risultati che Rilke definì « di grande audacia intuitiva ». Ma la traduzione uscl firmata soltanto da Bernard Groethuysen e da Jean Paulhan. Per gli otto anni della rivista, più dei tre direttori, fu Marguerite stessa insieme a Saint John Perse e con l'aiuto costante di Jean Paulhan, a fare Commerce. Rivista insolita in tutti i suoi aspetti: senza programmi né proclami; assenti la critica, le cronache, le polemiche e perfino ogni allusione all'attualità. Solo testi, testi di poesia e di prosa, tutti di grande valore e di forma perfetta (Joyce, Kafka, Pasternak, Woolf, Artaud, Breton, Aragon, Ponge, Michaux, Eliot, Mandelstam, e molti altri). Non si trattava tuttavia di una semplice raccolta o di una antologia. Attraverso le opere stesse
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Jacqueline Risset
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che pubblicava - racconto o versi che fossero - la rivista esprimeva una critica indiretta e una poetica implicita. Georges Limbour, poeta surrealista, amico e collaboratore fin dall'inizio, scrisse molto più tardi una « Ode all'Indice» - quell'indice di Commerce che iniziava con 'Artaud' e terminava con 'Zen' - ; la rivista vi era definita un « luogo di riconciliazione». Riconciliazione tra contemporanei nemici (Valéry/surrealisti o, a maggior ragione, Claudel/surrealisti) e tra epoche lontane (era la fine della Querelle tra Antichi e Moderni). Si trattava di « inattualità », in un senso pressoché nietzschiano: Commerce era capace, secondo Limbour, di « corrodere l'attualità», di « soustraire les vivants à leur mouvement historique » per portarli alla « confusion d'un temps anonyme, égalitaire et fabuleux ». Questa la poetica sottesa a Commerce: la « storia monumentale » di Nietzsche, in rapporto con quella della « pure imagination créatrice » evocata da Limbour. In questa prospettiva una rivista può dirsi « luogo » in senso pieno, in questo caso radice di una « società utopica universale » dove gli scrittori del ventesimo secolo si incontrano con Cardan, Coleridge, Eckhardt, Ghazali, Pouchkine, Nietzsche, Leopardi ecc. E questo « florilège di scrittori di prima grandezza » non è fatto per semplice godimento edonistico. La lettura così intesa è incitazione. Commerce inizia nel 1924, finisce nel 1932, e per tutti questi anni mantiene il rigore delle sue scelte. Tali date non sono indifferenti. Il 1924 era tempo di sperimentazione; si poteva credere allora finita l'era delle guerre devastatrici; il cosmopolitismo ampliava gli spazi... Il 1932, invece, è costellato di presagi sinistri: il nazismo monta, i fascismi sono al lavoro, lo stalinismo trionfa .. . Essere inattuali diviene sempre più difficile. Botteghe Oscure, che è in qualche misura il prolungamento e la realizzazione del sogno universalista di Commerce, nasce in un altro universo: a Roma, dopo la seconda guerra mondiale, baratro incolmabile che spacca il secolo in due. In Italia l'esperienza del fascismo ha diviso ulteriormente le coscienze e provocato riflessioni che allontanano la possibilità dell'inattuale. Intorno a casa Caetani ferve l'attività intellettuale, nella gioia della libertà ritrovata. Insieme ad Elena Croce, Marguerite ha fondato il « Il Ritrovo », circolo frequentato da numerosi scrittori e artisti italiani. Nasce l'idea di una nuova rivista. Il nome scelto Botteghe Oscure è quello della via di palazzo Caetani - titolo più umile e più misterioso di Commerce, che evocava la grande arte della conversazione del Siècle des Lumières; allude ironicamente, al nome della prima rivista, e an-
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Prefazione
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nuncia, velatamente, una delle mete di questa seconda impresa: oscuri saranno molti dei nomi che vi appariranno. Marguerite Caetani, che non si smentirà mai nei dodici anni di vita della rivista, punterà infatti a far emergere alla luce scrittori ancora ignoti. L'altra meta, quella decisiva, sarà di creare una rivista internazionale - la prima rivista integralmente internazionale, oltre la babelica « discordia delle lingue ». Come Commerce, Botteghe Oscure nasce senza dichiarazioni di poetica né programmi ideologici. Non ne avrà mai. Il primo numero, o« quaderno», affidato interamente a Giorgio Bassani (ma il suo nome appare unicamente nell'indice, di fronte al racconto« Storia d'amore»), si apre con L'Anguilla, di Montale; contiene poesie di Sandro Penna, di Attilio Bertolucci e altri, diverse prose fra i quali Azorin e Mirò di Manlio Cancogni. Il contributo centrale è quello di Guglielmo Petroni, Il mondo è una prigione, che racconta l'uscita, a guerra non ancora finita, dalla famigerata prigione nazista di via Tasso. Siamo ben lontani dal distacco di Monsieur Teste, che appariva alla lettera T dell'indice di Commerce, e tra gli autori del numero VI (hiver 1925). Sarà Giorgio Bassani che per tutto il tempo di vita della nuova rivista, ne curerà la parte italiana, aiutato e a volte contrastato da Marguerite, le cui decisioni rimarranno sempre sovrane. Grandi e futuri grandi scrittori sono presenti in Botteghe Oscure nella scelta di Bassani: Calvino, Gadda, Pasolini, Fortini, Caproni, Luzi, Silvio d'Arzo, Volponi, Cacciatore ecc ... Il gusto di Bassani esclude l'avanguardia e quelli che egli chiama « prodotti sperimentali ». Mentre Marguerite è invece alla ricerca continua di quello che percepisce come voce nuova, in tutti i paesi e in tutte le lingue. In Commerce aveva pubblicato alcuni dei testi più importanti del movimento surrealista, Nadja e il Discours sur le peu de réalité di Breton, Une vague de réves di Aragon, Fragments d'un journal d'Enfer di Artaud. E mentre Bassani nei testi italiani privilegia il romanzo, Marguerite per gli altri predilige la poesia ... L'originalità assoluta di Botteghe Oscure (oltre che nella qualità e nella novità dei testi) risiede indubbiamente nella sua dimensione internazionale e cosmopolita, che nessun periodico culturale, in Italia o altrove, aveva mai raggiunta. Commerce, con la sua apertura a letterature anche lontanissime (Groenlandia, Madagascar, India, ecc.) restava francese. Di Botteghe Oscure invece, non si può dire che sia una rivista italiana. Lo mostra la questione della lingua. I testi (tutti inediti) sono pubblicati nelle lingue originali, il più delle volte senza traduzioni. Accade perfino che testi tedeschi, o portoghesi, o spagnoli, siano pubblicati in
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francese o in inglese. Inversamente, grandi poeti del passato e del presente vengono tradotti da poeti contemporanei collaboratori della rivista nella propria lingua. Così Le Bateau ivre di Rimbaud è pubblicato in tedesco, nella versione di Paul Celan, così alcune poesie di René Char appaiono in lingua inglese a cura di Jackson Matthews e Denis Devlin (l'uno americano, l'altro irlandese). Uso moderno della traduzione: non vista per necessità tristemente riduttrice, ma come produzione di nuovi testi, fonte e forma di dialogo poetico. In Botteghe Oscure l'inglese è quattro volte più rappresentato del francese e dell'italiano, che si trovano a uguaglianza davanti al tedesco e allo spagnolo. Questa predominanza è certamente dovuta al fatto che Marguerite Caetani, cosmopolita perfetta, era tuttavia di madre lingua inglese. Ma conta probabilmente anche l'assenza, in questo caso, di una figura cen· trale: quella del corrispondente interamente o quasi responsabile della sua area, come René Char per la Francia, Paul Celan e Rudolf Kassner per la Germania, Giorgio Bassani per l'Italia. In America Marguerite si appoggia sulla sorella Katherine che a New York conosce ed esplora tutti i circoli dei nuovi scrittori; si appoggia anche su vari editori, coi quali stabilisce un intenso rapporto epistolare (con Amish Hamilton, ad esempio); e su una moltitudine di giovani scrittori pronti a battersi per i colori della principessa e delle sue romane botteghe (Paul West, Tom Scott, James Agee ecc.). Archibald Mac Leish che traccia nel numero XX un profilo di Botteghe Oscure, conta 568 scrittori, 5 lingue, 20 nazionalità. È superato e di molto, il progetto che era già di Marguerite al tempo di Commerce, una rivista in 3 lingue, il che spaventava Paulhan. « Lo stato attuale delle lingue in Europa, scrive Mac Leish, il fatto che l'universo del discorso creato dall'Europa sta divenendo una babele » è proprio ciò che fa « l'importanza particolare di Botteghe Oscure, della sua « piccola voce». « Piccola voce » che ha di fatto la capacità di mettere gli scrittori in rap~ porto con gli uni con gli altri, di creare legami particolari, di amicizia e insieme di scrittura. Maurice Blanchot, nel gennaio del '51, ne definisce la nozione quando descrive a Marguerite, le role si pur et si persévérant auquel vous vòus etes dévouée en maintenant entre les diverses régions et les divers langages de la littérature toute des rapports heureux.
Diversi scrittori di Botteghe Oscure scoprono con un certo stupore questa possibilità di « rapports heureux », di inedita « ar-
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monia » (Roger Laporte). Alcuni testi, alcune lettere ne danno una sorta di esemplificazione. Ad esempio Victor Mora, che scrive a Marguerite, nel '60, di aver scoperto nella poesia di Lena Leclercq, pubblicata nel numero XVI della rivista, il verso che gli occorreva per l'exergue del libro di racconti che ha appena terminato. O ancora Isabelle Gardner - nella quale il lettore ritrova inaspettatamente l'inventrice-mecenate dello splendido museo di Boston - : di essa il numero XIII (che contiene tre straordinarie lettere di Dylan Thomas a « My dear Marguerite Caetani ») pubblica un violento e arioso testo poetico sul pensiero della propria fine, O/ Flesh and Bone, attraversato dal dolore per la crudele morte di Dylan: I might elect the hour of my abating, to « cease upon the midnight with no pain », or fright, and go, unlike brave Dylan, gently into that long night.
Nessun commento o evocazione diretta, nelle pagine di quel « quaderno XIII » dell'aprile '54, sulla scomparsa recente di
questo poeta che può dirsi una scoperta di Marguerite. Ma nello stesso numero si leggono altri scritti, che danno l'idea di quello straordinario "réseau" - di quella rete che collega testi e scrittori di paesi, di lingue, e di pensiero diversi: Pour élargir, jusqu'à la lumière, la lueur sous laquelle s'agite, entreprend, souffre et subsiste l'homme, il faut l'aborder sans préjugés, allégée d'archétypes qui subitement sans qu'on en soit averti, cessent d'avoir cours. (RENÉ CHAR, Marge d'Hypnos) Les mots du poème, leur indocilité, leur nombre, leur insignifiance, retiennent sur le coeur l'instant impalpable, baiser lentement appuyé sur la bouche d'une morte, ils suspendent le souffle à ce qui n'est plus rien. (GEORGES BATAILLE, L'Etre indifférencié n'est rien) Il mare è il petto dell'uomo quando lo gonfia La certezza incredibile che il mondo sia. Segno d'indubitabile i muri a piombo Segnano invece il confine della follia. EDOARDO CACCIATORE,
Altri Graduali, Tetrasticha)
Il vascello veloce delle oscure botteghe imbarca così marinai diversi, ma tutti con la tensione, con l'ardore e la determinazione dei navigatori danteschi, quelli che inseguono il « legno che cantando varca ». « Spirit of adventure », lo definiva Alan Pryce-Jones. Se l'indice di Commerce ha potu'to suscitare un'Ode, quello di Botteghe Oscure dovrebbe ispirare un ditirambo. Stupisce la varietà dei nomi che vi si riconoscono; ma sorprende ancora di più l'anticipazione di alcuni rispetto al tempo nel quale diver-
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ranno famosi. Per la Francia, nel periodo in cui l'astro di Sartre occupava l'intero palcoscenico, è tutto un altro versante - a poco a poco se ne sarebbe compresa l'importanza - ad essere presente in Botteghe oscure: Georges Bataille et Maurice Blanchot, innanzi tutto, ed è principalmente grazie a loro, soprattutto grazie a Bataille, che la critica fa la sua apparizione (un tipo di critica appassionata che è scrittura quanto un poema), come ad esempio nel folgorante testo che prende la forma di una lettera a René Char, Lettre sur !es incompatibilités de l'écrivain (nel quaderno VI, del 1950). Dal gruppo di Sartre perviene il solo Albert Camus, anch'egli con un testo critico poco sartriano, consacrato a Sade, Un Homme de lettres, (VII, 19 51). Intorno a Char e portati da lui, i poeti che si affermeranno più tardi, Dupin, Du Bouchet, Jaccottet, e colui che sarà il grande poeta della fine del secolo, Yves Bonnefoy. Ma ancora, Edmond Jabès, Andrée Chédid, e molti altri. Per la lingua inglese, colpisce l'abbondanza di poeti giovani o giovanissimi. Alcuni torneranno nell'oscurità, altri saranno tra i grandi degli anni successivi: Wallace Stevens, Carson Mc Cullers, Zukovsky, George Steiner, Angus Wilson, ecc. Per la lingua tedesca, i testi vengono pubblicati non di rado in francese; tutti quelli di Rudolf Kassner (tranne uno, Morte di Menane, in italiano, nel quaderno II) . Così La Bonne Ame de SéTchouan, di Brecht, nel V. È Paul Celan a proporre, con grande efficacia e straordinaria modestia, numerosi nuovi scrittori: Georg Heym, Nelly Sach, Ingeborg Bachmann, Hans Enzesberger, ecc. Il caso più sorprendente è forse quello di Maria Zambrano, filosofa spagnola divenuta celebre in questi ultimi anni. Si trova in Botteghe Oscure già dal quaderno VII, con un testo tradotto in francese dall'autrice stessa, Le Mystère de la peinture espagnole chez Fernandez e nei quaderni XVI e XVIII, con due testi in spagnolo, La multiplicidad de los tiempos e Diotima (fragmentos). La pubblicazione delle lettere dei collaboratori a Marguerite Caetani, soprattutto per la sezione italiana che occupa per intero i primi numeri, ma anche per la sezione inglese, così ricca e intrecciata, ha l'interesse di farci entrare nel laboratorio della rivista, là dove la politica redazionale - mai esplicita sulle pagine di Botteghe Oscure - , si rivela in fieri, nel carteggio animato con Bassani e Elsa Dallolio, ad esempio oppure in quello straripante con la sorella Katherine, con Amish Hamilton e con molti diversi altri, che portarono il loro fervore all'elaborazione della rivista. Grazie a queste lettere, si può toccare con mano ciò che fa di quell'impresa unica, non una antologia di bei
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testi, ma una nv1sta dalla linea precisa e sempre coerente. La mano di Marguerite, invisibile al lettore dei venticinque quaderni, è onnipresente. Emergono la quantità del lavoro e l'energia costante, ma anche il rigore nel mantenere un ventaglio di scelte che talora i collaboratori (Bassani, soprattutto) vorrebbero più limitata o più morbida. Come già in Commerce, a Claudel che glielo chiedeva, aveva rifiutato di escludere i surrealisti, continua a rifiutare le proposte che non giudica idonee. Clamoroso appare il rifiuto di un frammento di Sartre, come si legge in una lettera di Francis Ponge dell'aprile 1951. Et maintenant, d'après votre dernière lettre, je ne sais plus si décidément vous publierez le fragment de Sartre ... A ce propos, je vous en supplie, ne le faites pas à contre-coeur; ne le faites pas, si c'est à contre-oeur! Il est bien entendu (jamais je n'ai pensé autrement!) que vous etes seule à décider ...
A volte, come con Auden, che lei preferirebbe escludere (« non mi piacciono le poesie che scrive adesso ») chiede il
parere del suo corrispondente, in questo caso T.S. Eliot, e finisce per accoglierlo. Politica ardita e varia, che continua ad arricchirsi man mano, attraverso il dialogo con gli scrittori e con gli editori; sicché la scomparsa della rivista, nel '60, suona in qualche modo innaturale, prematura. Diversamente che per Commerce, non è la situazione esterna a imporre la fine. Anzi, nel 1960, l'egemonia dell'impegno di marca sartriana si allenta, non soltanto in Francia. Botteghe Oscure è ormai ben nota e seguita nel mondo intero. In una lettera dell'aprile del 1956, George Bataille scriveva: Je vois que Botteghe Oscure suscite à Paris un intéret de plus en plus suivi et je m'en réjouis.
E Maria Zambrano, nell'ottobre del 1955, comunicava a Marguerite la notorietà della rivista ormai « in Messico, in Argentina, in Perù, a Cuba». Dispiace che molte delle lettere di Marguerite Caetani siano andate perdute (alcune, tuttavia, stanno riaffiorando). Emerge, in ogni modo, anche attraverso le lettere degli interlocutori, la capacità che era la sua di creare con ognuno di essi un rapporto di amicizia e di fiducia. Anche quelli abitualmente lontani da questo spirito, offrono il loro contributo. Scrive Albert Camus nel 1954: Ne craignez pas de me mettre à contribution, à Paris, pour Botteghe Oscure, soit en ce qui concerne mes textes, quand j'en aurai, soit pour en rechercher d'autres.
Come lui moltissimi, quasi tutti. Affetto, ammirazione, riconoscenza. La disponibilità di Marguerite verso questi scrittori
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(molti · vivono in condizioni di indigenza) appare a tutti cosl mirabile che uno dei suoi corrispondenti italiani, Niccolò Tucci, le scrive da New York: « a Lei si dovrebbe dare il premio Nobel della generosità». Dylan Thomas, il 15 settembre 1951, le scrive: « o how many times you have saved my life now ! ». E nell'ultima lettera, di novembre '53, si coglie tutto l'abbandono e la confidenza di quella profonda amicizia: I want, one day, to write to you an happy letter. Because I aro very often happy, and not alwas; here by the sea, without cause.
Il réseau si fa sempre più vasto, in una rivista costruita interamente, attraverso questa trama di umanità intelligènte, con ostinazione, con passione, dall'invisibile principessa tessitrice, a palazzo Caetani, a Roma.
Introduzione di Stefania Valli
Uno strano destino sembra aver accomunato le due riviste letterarie internazionali fondate, dirette e sostenute dalla Principessa Marguerite Caetani di Bassiano: « Commerce », edita a Parigi dal 1924 al 1932 e < Botteghe Oscure», pubblicata a Roma dal 1948 al 1960. Entrambe, infatti, conquistarono immediatamente l'interesse e l'ammirazione di una élite di intellettuali ed artisti, rappresentando, per tutto il periodo delle loro pubblicazioni, importanti punti di riferimento per la scoperta e l'affermazione internazionale di nuovi talenti: felicissime e coraggiose furono, come si dirà, certe intuizioni di Marguerite Caetani, dotata di un istintivo e notevolissimo fiuto per l'arte e sempre disposta ad accogliere, a sovvenzionare e a incoraggiare gli ·autori giovani e ancora sconosciuti, al cui successo ella contribuì talora assai efficacemente. A dispetto, però, dei riconoscimenti accordati da importanti artisti e uomini di cultura di varie nazioni, entrambe le riviste sono state per decenni pressoché dimenticate, almeno in Italia, dalla critica accademica e dalle storie letterarie, a parte rarissime lodevoli eccezioni 1 • Fino al 1985, comunque, la scarna bibliografia relativa a Marguerite Caetani e ai due periodici da lei fondati restava affidata a brevi interventi di carattere critico o memoriale (recensioni, articoli di giornale, capitoli di volumi saggistici) 2, ma non era mai stata affrontata in modo ampio e sistematico l'analisi di quelle esperienze. Già da tempo, la Fondazione Camillo Caetani si è quindi proposta il compito di promuovere studi e ricerche intorno al lavoro letterario di Marguerite e alle sue riviste, a partire dal1'analisi dei documenti disponibili e, in particolare, dei ricchi epistolari conservati presso la Fondazione stessa 3 • Il presente volume inaugura la serie di pubblicazioni relative a « Botteghe Oscure ». Nell'avviare ~e ricerche su questa rivista, si è ritenuto opportuno dare la precedenza all'edizione critica dei carteggi che ne hanno accompagnato la pubblicazione, visto che le possibilità di offrire fin dall'inizio un serio e relativamente esauriente contributo di sistemazione critica apparivano per di1
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versi motivi assai ridotte. Poiché, infatti, il materiale testuale è vastissimo (furono pubblicati venticinque volumi per un totale di quasi 12.000 pagine) ed eterogeneo (furono presentati più di settecento scrittori in cinque lingue diverse), la sola analisi critica dei testi avrebbe richiesto un lungo e approfondito lavoro di ricerca condotto da lettori e studiosi di diverse nazionalità; tanto più problematico sarebbe risultato pertanto il tentativo di sintetizzare in una visione unitaria i diversi aspetti della rivista individuandone le correlazioni ed elaborando una ipotesi critica e interpretativa sufficientemente fondata. Pertanto, è apparso più corretto ed opportuno tentare di offrire inizialmente soprattutto un ampio contributo informativo, ricavando dai documenti d'Archivio dei primi, provvisori, ma significativi dati conoscitivi, relativi anche e soprattutto alle caratteristiche editoriali e redazionali di « Botteghe Oscure » e dunque capaci di fornire, più o meno indirettamente, una serie di preziose informazioni sul lavoro che si svolgeva intorno alla rivista e soprattutto sul ruolo svolto in essa da Marguerite Caetani e dai suoi principali collaboratori. La vastità e la difformità (cronologica e linguistica) dei materiali presenti in Archivio hanno imposto la suddivisione del lavoro tra diversi ricercatori e determinato una necessaria gradualità nella divulgazione dei risultati. Questo volume intende illustrare e documentare soprattutto i rapporti di Marguerite Caetani con i collaboratori italiani di « Botteghe Oscure ». Tuttavia, proprio la mancanza di qualsiasi studio sistematico sul periodico ha suggerito di fornire, nell'Introduzione, una serie di dati tecnici e descrittivi e di proporre un primo tentativo di ricostruzione, per quanto sommaria, della storia editoriale di « Botteghe Oscure », degli orientamenti di fondo che ne guidarono la realizzazione e delle sue complessive vicende redazionali, per avviarsi solo successivamente a delineare in modo più specifico il contributo dei principali collaboratori italiani. Per la ricostruzione dei dati fondamentali mi sono avvalsa tanto della lettura dei 25 volumi della rivista, con particolare attenzione alla sezione italiana, quanto delle informazioni ricavabili più o meno direttamente dalle lettere dei corrispondenti italiani e dagli altri documenti conservati in Archivio (elenchi, manoscritti di testi inediti, copie di volumi, fascicoli e brochures pubblicati da « Botteghe Oscure» a margine della rivista), quanto infine dalle recensioni e dai ricordi di letterati ed amici che, per lo più in occasioni commemorative, dedicarono a Marguerite Caetani articoli di giornale o pagine di libri autobiografici e memoriali. Da segnalare inoltre il prezioso contributo offerto dalle testimonianze di Giovanni Macchia, Pietro Citati, Antonio Russi
Introduzionè
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e della signora Puci Petroni, che hanno ricordato per ·noi la figura di Marguerite Caetani e lo sfondo storico-letterario su cui si esercitava la sua attività di animatrice culturale. Nella seconda parte del volume viene presentata, con un vasto apparato critico, tutta la corrispondenza in lingua italiana che è stato possibile reperire (per lo più diretta a Marguerite Caetani e conservata nell'Archivio de11a Fondazione), relativa al periodo di pubblicazione di « Botteghe Oscure». Fanno eccezione, da una parte, le lettere di Salvatore Rosati, una di Italo Calvino ed una di Elsa Dallolio scritte in inglese (oltre ad una missiva di Severini scritta in francese e presentata in appendice), ma inserite in questo epistolario perché provenienti da collaboratori italiani della rivista; dall'altra, numerose lettere scritte in italiano da Niccolò Tucci, ma escluse dalla presente pubblicazione e inserite negli epistolari in lingua inglese sia perché lo scrittore viveva ormai stabilmente negli Stati Uniti, sia perché, nelle sue missive così come nei suoi testi, egli alternò sempre l'uso delle due lingue e ovvie ragioni di opportunità sconsigliavano di frammentare la presentazione delle sue lettere in volumi diversi. Nella Prima appendice al volume vengono proposte alcune lettere dei pittori Giorgio Morandi e Gino Severini: si tratta di scritti in gran parte precedenti il periodo di pubblicazione di « Botteghe Oscure » e comunque non collegati alla storia della rivista, ma dotati di un indiscutibile valore documentario, perché testimoniano la vastità degli interessi di Marguerite Caetani e il suo impegno a sostenere tutta la produzione artistica, al di là dell'ambito strettamente letterario. Nella Seconda appendice vengono riportati ampi stralci delle conversazioni con Pietro Citati, Giovanni Macchia, Puci Petroni ed Antonio Russi. Nella Terza appendice, infine, vengono presentati una Bibliografia relativa alla rivista e a Marguerite Caetani e gli Indici dei venticinque quaderni di « Botteghe Oscure». Va immediatamente segnalato che il progetto iniziale prevedeva la pubblicazione tanto delle lettere dirette a Marguerite Caetani, quanto di quelle da lei inviate ai suoi corrispondenti; più in generale, ci si proponeva di ricostruire i diversi scambi epistolari in lingua italiana collegati, più o meno direttamente, con l'esperienza di« Botteghe Oscure». Tuttavia, non solo Marguerite non conservava mai la minuta delle sue lettere (tranne una, diretta ad Alberto Mondadori) e durtque non se ne è trovata traccia in Archivio, ma anche j tentativi di reperire le sue missive presso altri Fondi e presso i vari corrispondenti o i loro eredi sono andati per lo più a vuoto. Una significativa eccezione è rappresentata dalle lettere inviate da Marguerite Caetani a Guglielmo Petroni, che è stato possibile riprodurre integralmente,
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Stefania Valli
visto che la moglie dello scrittore le ha messe gentilmente a nostra disposizione. Per il resto, le uniche tre missive di Marguerite che siamo riusciti a rintracciare appartengono a diversi fondi del Gabinetto Viesseux e sono dirette a tre destinatari (Alessandro Bonsanti, Giacomo Debenedetti e Giuseppe De Robertis) che peraltro non risultano autori di lettere a lei indirizzate. Più in generale, poi, va rilevato come il disordine e la disinteressata noncuranza che contraddistinguevano l'atteggiamento di Marguerite Caetani verso le cose materiali e la sua insofferenza per gli impegni burocratico-amministrativi abbiano certamente limitato la sistematicità e regolarità nella raccolta e nella catalogazione delle lettere inviate a lei e alla rivista, oltre che nella conservazione dei documenti redazionali (elenchi degli abbonati; ricevute di pagamento; bilanci; contratti di distribuzione ecc.). Non a caso, nelle lettere di diversi corrispondenti inserite nel presente volume si troveranno riferimenti a precedenti missive inviate a Marguerite, delle quali però non è rimasta alcuna traccia in Archivio. Inoltre, non va sottovalutato che, per quanto riguarda in particolare il rapporto con i collaboratori italiani, l'analisi degli epistolari offrirà indicazioni necessariamente limitate e parziali, dal momento che la redazione si trovava a Roma e qui Marguerite trascorreva la maggior parte del suo tempo: molti scrittori, che vivevano o comunque passavano per la capitale, avevano quindi la possibilità di incontrarsi direttamente con lei o, eventualmente, di parlarle per telefono, senza dover ricorrere necessariamente alla comunicazione epistolare. È significativo, in proposito, che buona parte delle lettere conservate in Archivio, e in particolare quelle dei più assidui collaboratori, siano state scritte nei mesi estivi, quando Marguerite trascorreva lunghe vacanze all'estero e il lavoro della redazione proseguiva nella capitale. Né si può trascurare, infine, che Giorgio Bassani ebbe un ruolo fondamentale nella sezione italiana della rivista, di cui egli fu redattore stabile dal primo all'ultimo numero, e la documentazione epistolare dei suoi rapporti con i collaboratori (o aspiranti collaboratori) italiani avrebbe avuto un'importanza centrale per il nostro lavoro. Purtroppo, in Archivio sono rimaste solo pochissime lettere indirizzate a Bassani e i tentativi di rintracciare altro materiale non hanno sortito gli effetti desiderati, ma è lecito ipotizzare che molti scrittori avviassero e mantenessero i contatti soprattutto con lui, per rivolgersi magari a Marguerite solo a pubblicazione avvenuta, per i ringraziamenti di rito. Non è un caso, quindi, che il corpus di lettere dei corrispondenti italiani sia numericamente assai inferiore non solo a quello,
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vastissimo, in lingua inglese (Marguerite era americana e, al di là dei rapporti con i collaboratori stranieri della rivista, mantenne una vasta rete di relazioni epistolari con amici e parenti lontani), ma anche a quello in lingua francese. Pur nella consapevolezza di limiti e lacune, si è ritenuto comunque opportuno pubblicare integralmente il materiale a disposizione, sia per il suo indubbio valore documentario sia perché esso consente, almeno in parte, di ricostruire le modalità del lavoro redazionale e di illustrare il contributo di « Botteghe Oscure » e di Marguerite Caetani alla cultura letteraria italiana del dopoguerra. Proprio in questa più ampia prospettiva, si è stabilito di corredare la presentazione dei testi con un apparato di note particolarmente vasto e approfondito e di suggerire una serie di ipotesi intorno ai criteri di selezione e di organizzazione editoriale, ai rapporti con i diversi collaboratori e alle funzioni che ciascuno di essi ricoprì nei tredici anni di vita della rivista. Caratteri generali della rivista
I 25 quaderni di « Botteghe Oscure » vennero pubblicati tra la primavera del 1948 e l'autunno del 1960. Il primo quaderno fu stampato a Napoli da Riccardo Ricciardi, mentre a partire dal secondo numero la pubblicazione del periodico fu affidata a Luigi De Luca, dell'Istituto Grafico Tiberino di Roma (che curò anche una seconda edizione del primo quaderno). L'analisi delle date di edizione 4 permette innanzitutto di rilevare che, nonostante le difficoltà tecniche e organizzative, la redazione della rivista si sforzò sempre di rispettare la scadenza semestrale nella pubblicazione dei vari quaderni: assai eloquente, in tal senso, il fatto che il secondo numero, la cui preparazione fu ritardata dal cambio di editore, usd comunque il 30 dicembre, dunque nel pieno delle vacanze natalizie, pur di non contravvenire all'impegno di stampare due quaderni all'anno. Altrettanto eloquente, d'altra parte, il fatto che l'unico caso in cui tale impegno fu disatteso sia rappresentato proprio dall'ultimo numero della rivista: infatti, nel 1960 per la prima volta non fu stampato il quaderno primaverile, ma solo quello autunnale, a testimonianza delle gravi difficoltà, soprattutto ma non soltanto economiche, nelle quali versava ormai l'impresa di Marguerite Caetani. Se si considerano, invece, i numeri di pagina dei vari quaderni, emerge con evidenza, come già' segnalato da alcuni recensori della rivista, che i cosiddetti « quaderni » assunsero ben presto le dimensioni di veri e propri volumi, composti in media di 477 pagine ciascuno, con punte intorno alle 600 pagine nel decimo
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anno di vita del periodico. Tra l'altro, a partire dal numero XIX, tutti i testi in prosa vennero stampati a interlinea ridotta, guadagnando così tre o quattro righe per pagina e, fin dai primi numeri, alcune prose di particolare ampiezza erano state stampate in caratteri più piccoli, sempre per risparmiare sul numero di pagine complessivo. Pertanto, se si considera che la rivista ospitò quasi esclusivamente testi creativi, per la stragrande maggioranza completamente inediti, si comprende la vastità e la novità del contributo offerto da « Botteghe Oscure » alla letteratura internazionale nei tredici anni della sua pubblicazione. Infatti, mentre il primo numero presentava solo testi in lingua italiana, tutti i successivi ospitarono, accanto agli scrittori italiani, anche autori stranieri di diversa nazionalità, disposti generalmente per sezioni linguistiche. Nel secondo quaderno apparvero per la prima volta poesie di autori inglesi e americani, seguite dalle traduzioni in lingua italiana. Nel terzo, oltre agli italiani, agli inglesi e agli americani, furono pr~ ti anche aytori fJ ancesi e, a partire dal quinto numero, e fino al venticinquesimo,il periodico ospitò stabilmente una sezione italiana, una francese, una inglese ed una americana, cui si aggiunse, in alcuni casi, una sezione tedesca e in altri una sezione spagnola. È da segnalare che, nell'attribuzione di un testo ad una sezione linguistica piuttosto che ad un'altra, contò sempre e unicamente il criterio della lingua in cui era presentato quel testo sulla rivista (in versione originale o in traduzione), indipendentemente dalla nazionalità del suo autore. L'ordine con cui le diverse sezioni linguistiche si alternarono all'interno di ogni quaderno non fu sempre lo stesso 5 e una particolare varietà e difformità caratterizzarono le sezioni in lingua inglese. Se per un'analisi più dettagliata si rimanda ai volumi di prossima pubblicazione relativi ai collaboratori stranieri del periodico, si può segnalare fin d'ora che, accanto alle opere di scrittori britannici e statunitensi, in diversi quaderni furono pubblicati testi in lingua inglese (originale o in traduzione) scritti da autori di diversa nazionalità (indiani, australiani, sudafricani, ma anche polacchi, coreani, olandesi, filippini ecc.): questi testi talvolta vennero inseriti più o meno casualmente ed isolatamente tra gli altri, spesso tra il gruppo dei britannici e quello degli americani, mentre in altri casi vennero raggruppati in sotto-sezioni (per esempio, sul numero XIV apparvero ben otto autori coreani, sul numero XV sette olandesi, sul numero XVIII cinque filippini, sul numero XXIII cinque polacchi) e presentati in coda alle due sezioni in lingua inglese: Una considerazione a parte merita la sezione italiana, protagonista assoluta del primo quàderno e collocata in apertura nei sei numeri successivi, per essere poi rinviata in chiusura di volume
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a partire dal quaderno VIII: o:ra, è evidente che tanto la posizione iniziale quanto quella finale sono dotate di particolare rilievo, ma è lecito ipotizzare che mentre nei primi anni di vita della rivista fosse prevalso il desiderio di segnalare con immediatezza al pubblico internazionale la novità e la validità della letteratura italiana, in un secondo momento Marguerite si fosse convinta che gli italiani, forti di un'affermazione e di un prestigio ormai acquisiti e riconosciuti, potessero retrocedere nelle posizioni finali, soprattutto per un dovere di cortesia nei confronti degli ospiti stranieri. Sappiamo con certezza che si trattava di una scelta di Marguerite e che essa incontrò resistenze nei suoi più diretti collaboratori italiani (in particolare, in Bassani e in Elsa Dallolio 6), che noti ritenevano opportuno sovvertite un criterio ormai consolidato. D'altra parte, sia in questo che in diversi altri casi documentati dalle varie lettere, il parere di Marguerite prevalse rispetto a quello dei suoi collaboratori, a conferma che era comunque ·lei a prendere le decisioni finali, anche quando esse apparivano del tutto imprevedibili perché poco coerenti con le soluzioni precedentemente adottate. In sostanza, come emergerà dalla lettura dell'epistolario, Marguerite cercava un confronto con i suoi collaboratori, ma in genere non era disposta ad · accettare consigli e suggerimenti che tenessero conto esclusivamente di motivazioni tecniche: non le bastava, cioè, il richiamo al rispetto di convenzioni generali ò di criteri adottati più o meno uniformemente nei numeri precedenti della sua rivista, se riteneva che in questo modo si potessero soffocare o contraddire ragioni più profonde, di natura artistica e culturale, ma anche affettiva e personale. Pertanto, anche in base alle brevi considerazioni fin qui svolte, risulta abbastanza evidente ciò che si chiarirà meglio in seguito: il fatto, cioè, che la rivista si muovesse tra spinte e tensioni contrapposte, combattuta tra il richiamo alla regolarità, alla sistematicità, all'uniformità dell'impostazione complessiva e la disponibilità alle eccezioni, agli imprevisti, alle deviazioni dal percorso, in nome di ragioni non sempre chiare e stringenti. I dati informativi di seguito riportati e soprattutto la lettura dell'epistolario offriranno una serie di conferme all'esistenza di tale dialettica, permèttendoci di ipotizzare che essa possa essere, almeno in parte, ricondotta all'incontro tra le due diverse personalità di Giorgio Bassani e di Marguerite Caetani, contrassegnate la prima da una fondamentale esigenza di serietà, di consapevolezza e di rigore, l'altra da generosissimi · slanci, improv~ visi entusiasmi e insofferenza per ·ogni costrizione e condiziona~ mento esterno.
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Caratteristiche tipografiche ed editoriali della rivista Come ampiamente documentato dalle lettere di Riccardo Ricciardi, l'editore napoletano curò con particolare impegno la scelta della veste tipografica per il primo numero della rivista e possiamo ritenere che Margnerite fosse rimasta soddisfatta del risultato ottenuto 7, se è vero che anche dopo il cambio di stampatore l'aspetto esteriore dei quaderni rimase sempre, almeno a prima vista, pressoché lo stesso, al di là del progressivo aumento di pagine. In effetti, tutti i quaderni di « Botteghe Oscure » ebbero sempre una copertina di colore avorio che recava in alto il nome della rivista e in basso il numero del fascicolo. A partire dal quaderno VII e fino al quaderno XVI, ogni copii._t di « Botteghe Oscure » venne avvolta da una fascetta rossa, che generalmente annunciava alcuni autori presenti in quel volume. Nel numero XVII, invece, la fascetta scomparve e fu sostituita da una sovracopertina a due colori: nella facciata anteriore comparivano i nomi degli scrittori che avevano collaborato al quaderno, mentre in quella posteriore venivano riportati una breve presentazione della rivista e brani di recensioni critiche (quasi sempre in lingua inglese). Questa consuetudine si impose poi fino all'ultimo quaderno di « Botteghe Oscure»; anzi, a partire dal numero XIX, vennero impiegati anche i risvolti interni delle sovracopertine per segnalare autori e opere particolarmente significativi apparsi nei quaderni precedenti. Quanto alle dimensioni dei fogli, esse non subirono sostanziali variazioni nel tempo (circa cm 14x23), nonostante la perdita di qualche millimetro in larghezza e l'acquisto di qualche millimetro in lunghezza a partire dal quaderno X, nel quale per la prima volta non si trovarono più i margini intonsi, ma uniformemente tagliati. In tutti i quaderni della rivista, dopo la copertina fu inserito sempre un foglio bianco, seguito da un primo foglio per l'occhiello (con il nome del periodico) e da un secondo con il numero del quaderno, il luogo e l'anno di edizione e, in qualche caso, l'indirizzo della redazione o il nome dell'editore-distributore italiano; il verso di questi fogli preliminari venne utilizzato diversamente nel tempo per informazioni e avvertenze di vario tipo, delle quali, ove necessario, si darà conto successivamente. Ai primi tre fogli non numerati segui sempre l'Indice del quaderno, inizialmente stampato su una sola pagina, poi su un numero variabile di pagine, a seconda della maggiore o minore corposità di ogni fascicolo. Nella presentazione dei testi sulla rivista, non si fece mai esplicito riferimento alla loro suddivisione in sezioni linguisti-
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che, né il passaggio da una sezione all'altra venne mai evidenziato a livello tipografico; solo nell'indice iniziale era possibile trovarne una debole spia, poiché si incontrava un'interlinea doppia tra l'ultimo testo di una sezione e il pritno di quella successiva. Quanto ai caratteri utilizzati, si scelse il classico bodoni corpo 10 8 • I testi in prosa vennero dati in tondo e le poesie in corsivo, uniformandosi a una convenzione assai diffusa, anche se tale criterio fu seguito con una certa elasticità, abbondando soprattutto nell'uso del corsivo, al quale si ricorreva non soltanto per i versi, le prose poetiche e le raccolte di pensieri, aforismi ecc., ma anche per alcuni brevi testi di carattere narrativo, riflessivo o epistolare ai quali Marguerite evidentemente attribuiva un particolare valore artistico 9 • A partire dal numero XI, comparvero nelle pagine finali delle brevi note sugli autori che collaboravano per la prima volta alla rivista. Tali note vennero realizzate secondo modalità differenti nel tempo e furono sempre stampate nelle ultime pagine numerate di ogni quaderno, nelle quali occuparono uno spazio variabile da una a sette pagine. Sul numero XI apparvero delle semplicissime Note biografiche, che riportavano accanto al nome di ogni nuovo collaboratore solo la data e il luogo di nascita (ed eventualmente quelli di morte), mentre a partire dal numero XII si dettero delle Note bio--bibliografiche un po' più ampie, nelle quali si fornivano alcune informazioni essenziali sulla vita e le opere degli autori, presentati in ordine alfabetico; ogni nota veniva scritta nella lingua usata dallo scrittore cui si riferiva. Nei numeri XIX e XX comparve per la prima volta il titolo in inglese Bio-Bibliographical Notes, gli autori vennero raggruppati per lingua, e solo all'interno di ogni sezione furono elencati in ordine alfabetico. Negli ultimi cinque numeri, infine, tutte le note vennero redatte in inglese, scomparve il raggruppamento per lingua e si tornò all'ordine alfabetico generale 10 • Nei primi nove quaderni della rivista, alle pagine numerate segui un gruppo variabile di pagine (da tre a sette) non numerate, due delle quali recavano rispettivamente un'avvertenza sulle modalità di trasmissione dei manoscritti e l'indicazione della data e del luogo di stampa, mentre le altre erano completamente bianche. A partire dal quaderno X, una delle pagine finali non numerate fu riservata dapprima all'elenco dei distributori della rivista nelle varie nazioni e all'indicazione dei costi delle singole copie e degli abbonamenti in U.S.A., Gran Bretagna, Francia e Italia, poi anche ad avvertenze ed informazioni di altro tipo. Come già accennato a proposito delle pagine iniziali non numerate, anche nell'utilizzo di quelle finali intervennero nel tem-
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po numerosi cambiamenti dei quali sarebbe inutile dar conto dettagliatamente in questa sede. È opportuno notare, però, che, al . di là della maggiore o minore significatività e coerenza delle soluzioni di volta in volta adottate, tali cambiamenti operarono soprattutto in due direzioni: l'aumento dell'apparato informativo e la cospicua riduzione delle pagine bianche. È abbastanza logico individuare, alla base di tale duplice scelta, il prevalere di ragioni economiche rispetto alle esigenze di armonia tipografica: in effetti. da una parte la necessità di diffondere la rivista presso un pubblico più vasto spinse a fornire il maggior numero di informazioni possibili sui canali ·di distribuzione, sulle modalità di vendita, sulle opportunità di collaborazione offerte dal periodico, e anche, in qualche caso, sugli altri volumi ed opuscoli pubblicati separatamente da « Botteghe Oscure»; dall'altra, l'esigenza di contenere le spese impòse di concentrare progressivamente dati e notizie di vario tipo nel minor numero possibile di pagine, tagliando tutto il superfluo e giungendo persino ad ospitare in ben sette quaderni una pagina di vera e propria pubblicità commerciale 11 • Pubblicazioni « a margine » della rivista
Nel primo decennio di vita di« Botteghe Oscure», l'impegno editoriale di Marguerite Caetani non si esaurl nella realizzazione dei vari quaderni del periodico, ma si diresse anche a promuovere una serie di pubblicazioni collaterali, di maggiore o minore ampiezza e respiro, finalizzate nel loro complesso soprattutto ad arricchire la conoscenza della rivista e a confermarne la dimensione internazionale. Da una parte, infatti, l'edizione di due indici, sia pur provvisori, di « Botteghe Oscure » e la stampa periodica di brochures con i sommari degli ultimi quaderni pubblicati avevano eviden~ temente come scopo principale quello di presentare la rivista nel suo complesso e di fornire informazioni dettagliate sul suo contenuto, per promuoverne una più ampia diffusione. Dall'altra - e si tratta dell'aspetto più originale e interessante - il notevole impegno profuso in lavori di traduzione testimonia il proposito di favorire la reciproca conoscenza e · la condivisione profonda di esperienze letterarie tra autori e lettori di diversa nazionalità. Non a caso, in un primo gruppo di traduzioni, pubblicate tra il 1949 e il 1950, si può riconoscere il tentativo di stabilire un dialogo· a distanza tra la letteratura in~ glese e americana e quella italiana. Ci si riferisce innanzitutto ai fascicoletti Quaderno IV: Poeti inglesi e americani, Roma, 1949; Quaderno V: Poeti e narratori
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inglesi e americani, Roma, 1950; Quaderno VI: Poeti inglesi e americani, Roma, 1950, che furono allegati ai quaderni IV, V e VI della rivista e che contenevano le traduzioni in italiano dei testi inglesi e americani presenti su ciascun quaderno 12 • Al lavoro di traduzione collaborarono stabilmente Salvatore Rosati e Nina Ruffini 13 , affiancati, tra gli altri, ·da Antonio Saffi e Vittorio Gabrieli, ma anche da amiche di Marguerite come Elsa Dallolio, Elena Croce ed Iris Origo. Proprio tra la pubblicazione del quaderno V e quella del quaderno VI si colloca l'edizione di An Anthology of New Italian Writers, Rame, 1950, una scelta di testi italiani .tratti dai primi cinque numeri di « Botteghe Oscure » e presentati direttamente in traduzione inglese nel volume 14 • L'antologia constava di 477 pagine e fu finita di stampare nel giugno 1950. Il titolo An Anthology of New Italian Writers appariva all'interno, mentre sulla sovracopertina (che riproduceva un quadro di Afro) esso risultava in qualche modo « spezzato» in due parti: The New Italian Writers sul margine superiore del foglio e Anthology /rom Botteghe Oscure a fondo pagina. Nei risvolti interni della sovracopertina si leggeva una brevissima presentazione del volume, seguita da un elenco dei vari testi presentati, prima di quelli poetici e poi di quelli narrativi. All'interno del volume, invece, non solo non si trovava alcuna separazione tra i generi letterari, ma, al contrario, . si rispettò abbastanza sistematicamente un criterio di alternanza tra poesia e prosa, come del resto avveniva anche sulle pagine della rivista, soprattutto all'interno della sezione italiana 15 • In fondo all'anto logia, nelle ultime tre pagine, vennero inserite delle Notes on Contributors; scritte ovviamente in lingua inglese e contenenti alcune essenziali informazioni sugli autori presenti nel volume ed elencati qui in ordine alfabetico 16 • Fra le varie pubblicazioni « a margine » di « Botteghe Oscure », l'antologia rappresenta sicuramente il maggior impegno editoriale e non a caso ricevette ampi riconoscimenti da parte dei lettori e dei critici più avvertiti 17 • Tale impegno aveva indubbiamente anche uno scopo propagandistico, ma era in primo luogo giustificato dal proposito di offrire al pubblico straniero un panorama vario e convincente della giovane letteratura italiana e la scelta degli autori_ soprattutto se analizzata a posteriori, riflette un'estrema consapevolezza critica, dal momento che si trattava di scrittori allora solo in parte conosciuti in patria, ma destinati per lo più ad affermarsi pienamente in seguito nel panorama letterario italiano e internazionale. A questo primo gruppo di traduzioni dall'italiano all'inglese e dall'inglese all'italiano seguì una serie di pubblicazioni relative allo scrittore francese René Char, grande amico di Marguerite 0
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Caetani e collaboratore di « Botteghe Oscure » non solo in qualità di autore 18 , ma anche, almeno in qualche occasione, come consulente ed assistente per la sezione francese della rivista 19 • Ad un primo saggio in francese di Pierre Guerre, René Char. Roma, 1952, seguirono diverse traduzioni dal francese all'inglese sia di testi di Char che di saggi critici sulla sua opera. In realtà, i due fascicoli con i testi di Char in versione originale e in traduzione inglese (René Char, Poems, translated by Denis Devlin and Jackson Mathews, Roma, 1952, e René Char, Leaves of Hypnos, extracts and Lettera Amorosa, traslated into English by Jackson Mathews, Roma, 1954) non rappresentavano degli inediti, ma degli estratti dalla rivista, dal momento che quei testi (comprese le traduzioni) erano già stati pubblicati, rispettivamente, sul quaderno X e sul quaderno XIV di « Botteghe Oscure ». Costituirono invece delle vere e proprie novità editoriali sia il fascicolo con la traduzione dei saggi di René Ménard, Interpretative Essays on T wo Poems by René Char: T o a T ensed Serenity, Lettera Amorosa, translated by Robert Fitzgerald, Roma, 1954, sia la raccolta René Char's Poetry - Studies, Roma, 1956, nella quale, accanto ad un primo gruppo di saggi di diversi autori francesi, relativi all'opera di Char e presentati qui per la prima volta nella traduzione inglese di David Paul, confluirono le traduzioni di Fitzgerald testé citate, uno studio inedito in lingua inglese di James Wright, Meditations on René Char, e una bibliografia dello scrittore. All'insieme di queste pubblicazioni si accompagnò, come già accennato, l'edizione di due indici: Botteghe Oscure: Indice, 1948-1952 , Roma, 1953, e Commerce, Index: 1924-1932 and Botteghe Oscure, Index: 1948-1957, Roma, 1958. Si trattava, in entrambi i casi, di indici per autori, ma il primo era un semplice fascicoletto di 30 pagine, che si riferiva solo ai primi dieci quaderni di « Botteghe Oscure »; non vi era alcuna presentazione della rivista e gli scrittori non erano divisi per ezioni linguintiche, ma semplicemente elencati uno di seguito all'altro in ordine alfabetico. Di ogni scrittore erano indicati, nella prima riga, il nome, il cognome e, tra parentesi, la data e il luogo di nascita (e l'eventuale data di morte preceduta da una croce), mentre nelle righe successive erano stampati i titoli delle opere sul margine sinistro, e il quaderno e il numero delle pagine sul margine destro. Il secondo indice era invece un volumetto di 125 pagine, che si apriva con due saggi: uno di Archibald MacLeish in lingua inglese, Reader to Readers: A Parenthesis 20 , relativo a « Botteghe Oscure» , e uno di Georges Limbour in lingua francese, Ode à l'Index, relativo a « Commerce ». Da p . 15 a p. 29 si trovava l'indice completo di « Commerce », seguito dall'elenco dei tra-
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duttori (pp. 30-31). Le pp. 33-37 ospitavano un saggio in lingua inglese di Alan Pryce-Jones, Twentieth Century Writing, relativo a « Botteghe Oscure» , mentre l'indice di questa rivista, che si riferiva ai primi venti quaderni, occupava le successive ottanta pagine. Un saggio in lingua italiana di Guglielmo Petroni, La coda di due comete (pp. 119-121) introduceva l'elenco finale delle pubblicazioni a margine di « Botteghe Oscure », riunite sotto il titolo Books and Pamphlets Issued by the Review e presentate da p. 123 a p. 125. Vale la pena soffermarsi brevemente sull'analisi degli indici delle due riviste presentati nel volumetto del 1958, perché essi furono realizzati secondo criteri parzialmente differenti. Nell'indice di « Commerce », gli scrittori non erano raggruppati per sezioni linguistiche, ma elencati uno di seguito all'altro in ordine alfabetico. Sotto il nome e il cognome di ogni autore erano indicati in ordine cronologico i vari testi pubblicati sulla rivista (con i relativi quaderni e numeri di pagine), ma solo per gli autori non contemporanei 21 furono riportati, ove possibile, l'anno di nascita e quello di morte. Nell'indice di « Botteghe Oscure », invece, gli scrittori erano suddivisi in cinque sezioni, a seconda della lingua usata nei loro testi 22 , e all'interno di ogni sezione essi erano elencati in ordine alfabetico; al termine delle prime tre sezioni si trovava sempre una pagina con la lista dei traduttori in quella lingua. Per l'elenco di autori e testi si mantenne una impostazione simile a quella utilizzata per l'indice di « Commerce » e si adoperarono gli stessi caratteri per i nomi degli scrittori e per i riferimenti alle opere, ma sotto il nome e il cognome di ogni autore vennero indicati sempre l'anno e il luogo di nascita e l'eventuale anno di morte. La maggior completezza dei dati anagrafici nell'indice di « Botteghe Oscure» si può spiegare facilmente, visto che, fin dai primi anni di vita della rivista, la redazione aveva chiesto ai nuovi collaboratori di inviare, insieme ai testi, anche alcune note essenziali sulla propria biografia 23 • Qualche perplessità potrebbe invece destare, almeno a prima vista, la scelta di organizzare per sezioni linguistiche solo uno dei due indici, dal momento che in realtà entrambì i periodici avevano avuto numerosi collaboratori stranieri. Ma si tratta di una contraddizione solo apparente: infatti, nell'indice di « Botteghe Oscure » il raggruppamento per sezioni era coerente con l'impostazione stessa della rivista, che presentava sempre , al suo interno, una suddivisione degli scrittori in base alla lingua usata nei loro testi; per l'indice di « Commerce », invece, il ricorso a tale forma di raggruppamento non avrebbe avuto ragion d'essere, poiché nel periodico parigino non erano mai state operate suddivisioni in
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sezioni e anche i testi degli autori stranieri erano apparsi quasi sempre in traduzione francese. Come già accennato, oltre all'edizione dei due indici per autori, vennero stampate, almeno periodicamente, delle brochures da allegare ai quaderni di « Botteghe Oscure »: si trattava di poche pagine, in formato ridotto, contenenti una breve presentazione della rivista, i sommari degli ultimi numeri pubblicati e, in qualche caso, l'elenco dei distributori del periodico e i prezzi di vendita al pubblico. Nell'Archivio della Fondazione sono conservate alcune copie di brochures allegate ai quaderni II, VII, VIII, IX e XIII 24 : nella loro veste tipografica esse presentano caratteristiche abbastanza uniformi, dal momento che si tratta sempre di foglietti di formato ridotto (ma le dimensioni non sono sempre esattamente le stesse), ripiegati a portafoglio, generalmente composti di otto pagine, e che i sommari veri e propri sono sempre preceduti da una presentazione più o meno ampia di « Botteghe Oscure ». Tuttavia, sulla base dei dati a disposizione. possiamo affermare che esse non uscirono a scadenze regolari, non fornirono sempre e sistematicamente lo stesso genere di informazioni e vennero stampate in lingue diverse, a seconda del pubblico a cui erano destinate. Certamente non possiamo escludere che anche in altre occasioni siano state allegate ai quaderni della rivista le brochures con i sommari, senza trattenerne alcuna copia presso la redazione 25 : per questo è difficile stabilire se la loro pubblicazione, sia pure periodica, accompagnò l'intera storia della rivista oppure se si interruppe nel 1954, dopo la stampa del quaderno XIII: sappiamo comunque che ancora nel 1956 si era, se non altro, progettato di allegare al numero XVIII un foglietto con i sommari in lingua francese, perché lo apprendiamo da una lettera dell'editore De Luca (doc. 87). In ogni caso, se risultasse confermata una cessazione volontaria dell'iniziativa, sarebbe lecito attribuirla prevalentemente a motivazioni economiche: dal momento, infatti, che il progressivo aumento dei numeri di pagina della rivista comportava già un sensibile incremento dei costi, è possibile che Marguerite avesse deciso di sospendere la pubblicazione dei sommari prevedendo comunque l'edizione, entro qualche anno, di un nuovo indice generale, dopo quello uscito nel 1953. Da segnalare, infine, che in numerose occasioni vennero tirati a parte degli estratti da vari quaderni della rivista: tra i documenti conservati in Archivio non vi è alcun elenco di tali pubblicazioni, ma sono stati reperiti alcuni estratti di testi apparsi, rispettivamente, sui numeri VI, VIII, IX, X, XV, XVII, XVIII, XX, XXII, XXIII. I dati a disposizione non permettono di stabilire se tale consuetudine fu rispettata per tutti i quaderni della
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rivista; risulta comunque che ciascun estratto presentava l'opera di un solo autore e che in alcuni casi le varie copie erano numerate; inoltre, sulla base delle informazioni contenute in alcune lettere di Elsa Dallolio 26 , è possibile ipotizzare che essi non fossero commercializzati ma inviati in omaggio dalla redazione, oltre che agli autori, anche ai lettori più affezionati e ai potenziali nuovi estimatori della rivista. Come nacque il progetto della rivista Il tentativo di delineare la genesi e la storia di « Botteghe Oscure » non può prescindere da un rapido sguardo alle vicende biografiche di Marguerite Caetani 27, che della rivista è stata non soltanto la fondatrice e finanziatrice ma anche la principale responsàbile e l'inesauribile animatrice. Nata a New London, nel Connecticut, il 24 giugno 1880, da una delle più antiche famiglie della città, Marguerite Chapin giunse a Parigi nel 1902 per studiare canto: qui cominciò a frequentare il mondo dei musicisti, dei pittori e dei letterati e conobbe il giovane compositore italiano Roffredo Caetani (18711961), principe di Bassiano, che sposò a Londra nel 1911 e dal quale ebbe due figli: Lelia (1913-1977) e Camillo (19151940). Dopo la prima guerra mondiale, i Caetani si stabilirono a Versailles, nella Villa Romaine, che divenne ben presto un importante luogo di ritrovo e di riunioni conviviali tra artisti e letterati di diverse nazioni: fu nell'ambito di tali incontri che andò delineandosi il progetto della rivista « Commerce », nata nel 1924 e pubblicata fino al 1932, quando i Caetani lasciarono Parigi per stabilirsi in Italia. Da allora, a parte frequenti soggiorni all'estero (soprattutto nei mesi estivi), i Principi vissero più o meno stabilmente tra Roma e Ninfa 28 , dove continuarono ad ospitare incontri e riunioni, per lo più informali, tra uomini di cultura affermati e artisti giovani e sconosciuti, statisti, economisti, diplomatici e semplici cittadini italiani e stranieri che erano riusciti in qualche modo a conquistare l'affetto e la simpatia dei padroni di casa. Durante la seconda guerra mondiale (nella quale, tra l'altro, i Caetani persero l'unico figlio maschio, caduto sul fronte in Albania), la tenuta di campagna divenne un luogo di rifugio per gli sfollati e per i partigiani. Nel dopoguerra, Marguerite riaprl le case di Roma e di Ninfa alle colazioni e agli incontri con artisti e letterati ma già nell'autunno del 1944 ella aveva accettato, dapprima controvoglia (vista la sua istintiva insofferenza per tutte le cariche e i ruoli istituzionali) e poi con sempre maggiore convinzione ed entusiasmo, di tornare a svolgere in prima persona un'intensa attività di animatrice e di pro-
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motrice culturale, assumendo la presidenza del circolo « Il Ritrovo», che aveva la sua sede a Roma, a Palazzo del Drago . .1 Il circolo, di cui Giuliana Benzoni e Nina Ruffini 29 erano state \ le principali promotrici, era nato dal desiderio di alcuni giovani J antifascisti di ricambiare la generosità degli alleati, offrendo loro ospitalità e occasioni di incontro e di scambio culturale. Nei suoi due anni di vita, « Il Ritrovo» organizzò moltissime iniziative di carattere disparato: conferenze, dibattiti, letture di poesie, concerti, mostre, che si svolgevano in un clima spontaneo e anticonformista e attiravano un pubblico imprevedibilmente vasto ed entusiasta di giovani all'epoca pressoché sconosciuti ma destinati per lo più ad affermarsi in seguito sulla scena politica o culturale 30 • Dopo la cessazione delle attività del circolo, riunioni e incontri informali proseguirono nelJe case dei Caetani e quasi naturalmente prese corpo il progetto di una nuova rivista letteraria. Marguerite era ormai sulla soglia dei settant'anni, ma avviò, finanziò e diresse con entusiasmo l'iniziativa, tornando a svolgere, attraverso la rivista e al di là di essa, un'importantissima attività di promozione e di mediazione culturale. In realtà, i dati in nostro possesso non permettono di stabilire con certezza se l'idea di « Botteghe Oscure » nacque direttamente da Marguerite, o se ella accolse e sostenne attivamente un'iniziativa partita da altri. In effetti, nella maggior parte delle testimonianze di amici ed estimatori, si sottolinea il carattere di continuità, pur nelle innegabili differenze, tra la rivista francese e quella italiana, attribuendo interamente, in forme più o meno esplicite, la paternità del progetto a Marguerite, alla sua inesauribile energia e generosità o, per dirlo con le parole di Elena Croce, alla « sua natura inquieta e molto vitale, irriducibilmente giovanile, [ ... ] assillata da nostalgia di intraprese» 31 • D'altra parte, proprio Elena Croce rivela, in un suo articolo 32 , che fu lei a comunicare « quasi incidentalmente» a Marguerite che « un gruppo di giovani scrittori vagheggiava un fascicolaccio [ ... ] per stampare i manoscritti che avevano nei cassetti », suscitando immediatamente l'interesse e l'adesione entusiasta della Principessa. Tuttavia, la stessa Croce, nel sottolineare la rapidità con cui Marguerite decise di assumere su di sé la responsabilità editoriale non di un fascicolaccio, ma di una vera e propria, ed elegantissima, rivista, riconosce che evidentemente si trattava di« un fuoco che dal tempo di "Commerce" covava sotto le ceneri ». In effetti ,anche a voler attribuire ad altri il primo abbozzo dell'iniziativa, risulta evidente l'impronta data fin dall'inizio da Marguerite alla elaborazione ed alla realizzazione del progetto. Non si vuole in questo moda negare l'importanza del contributo
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offerto da vari collaboratori (primo fra tutti Bassani, ma anche, nella fase iniziale, la stessa Elena Croce) alla definizione dei caratteri· fondamentali e degli orientamenti di « Botteghe Oscure »; si vuole sottolineare, però, come non solo i significativi elementi di continuità rispetto all'esperienza di « Commerce », ma anche il carattere estremamente vario ed eterogeneo di « Botteghe Oscure » e la disponibilità al rischio e al cambiamento che contraddistinsero questa rivista riflettono inequivocabilmente il ruolo prioritario di Marguerite nel determinare la fisionomia e le sorti 33 • E numerose testimonianze confermano, più o meno indirettamente, che ella difese sempre garbatamente ma strenuamente tale priorità, ostinandosi a rimanere l'unica finanziatrice della rivista, proprio perché ciò le garantiva una totale libertà da qualsiasi forma di condizionamento nelle scelte editoriali. Purtroppo la corrispondenza in lingua italiana non offre dati significativi sulle fasi di elaborazione del progetto, fatta eccezione per le lettere dell'editore Ricciardi, che forniscono soprattutto informazioni relative a specifiche questioni tecniche e tipografiche. D'altra parte, dal confronto tra le testimonianze contenute in articoli e recensioni e quelle raccolte a viva voce dalle persone interpellate, è possibile tentare di ricostruire un insieme di condizioni e di sollecitazioni, in parte lineari e coerenti, in parte contrastanti, che contribuirono a determinare la nascita di una rivista come « Botteghe Oscure ». Da un lato, l'esperienza gratificante di « Commerce », gli unanimi riconoscimenti tributati a quella rivista negli ambienti letterari più raffinati e consapevoli, l'inesauribile intraprendenza, generosità e spirito di avventura di Marguerite Caetani rappresentano uno sfondo imprescindibile per comprendere lo slancio e la serietà dell'impegno con cui la Principessa aderl al progetto di una nuova rivista e si coinvolse attivamente fin dall'inizio in tutte le fasi della sua realizzazione, quasi che il prestigio acqui• sito nel mondo letterario internazionale e le disponibilità finanziarie su cui poteva contare implicassero naturalmente, da parte sua, una piena assunzione di responsabilità nei confronti dei potenziali collaboratori e lettori del periodico. Dall'altro lato, non si può sottovalutare il contesto storico-ambientale .in cui nacque« Botteghe Oscure», profondamente mutato rispetto a quello in cui era maturata l'esperienza di « Commerce »: erano cambiate, infatti, le coordinate geografiche e soprattutto era intervenuta la tragedia del secondo conflitto mondiale a sconvolgere la società e, con essa, l'ambiente letterario. L'immediato dopoguerra era stato caratterizzato, in Italia, dal decadere delle riviste fiorentine e di un concetto di letteratura
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fine a se stessa, di « letteratura come vita », in nome di un prepotente richiamo all'impegno e alla compromissione con la storia e con la vita reale. Si era assistito, cosl, ad una grande fioritura di « fogli » e riviste militanti, di ispirazione marxista, cattolica o liberale, e di carattere prevalentemente polemico e saggistico, i~ cui scopo era soprattutto quello di indagare e valutare le possibili forme di partecipazione degli intellettuali al dibattito politico-ideologico e all'impegno sociale. Molte di quelle riviste ebbero vita breve, sia per l'emergere di contrasti con i gruppi politici di riferimento o, comunque, per la mancanza di sostenitori finanziari, sia, in molti casi, per la scarsa chiarezza ideologica e programmatica che, con il naturale affievolirsi dello slancio iniziale, aveva determinato un progressivo esaurirsi degli argomenti polemici. Le riviste che sopravvivevano erano per lo più caratterizzate da forti contrapposizioni ideologiche e, in parte, da settarismi e faziosità, e mantenevano comunque un impianto prevalentemente critico e saggistico: pertanto, per chi non si riconosceva in un gruppo, in una corrente, in una scuola, era difficile far sentire la propria voce, soprattutto se essa non si esprimeva in elaborazioni teoriche, ma in produzioni artistiche e creative. Fin dai tempi delle conferenze al « Ritrovo », Marguerite Caetani era diventata un punto di riferimento per tanti giovani letterati italiani, che ricambiavano la sua ospitalità e generosità rendendola partecipe delle loro preoccupazioni, dei loro slanci, delle loro prime esperienze. Tra l'altro, come si ricorderà, il «Ritrovo» era nat6 come luogo di incontro e di confronto tra persone di nazionalità differenti: si spiega dunque come, una volta cessata l'attività del circolo, Marguerite avesse ritenuto possibile proseguire in forme diverse quell'esperienza, attraverso la creazione di una rivista che rappresentasse, a sua volta, un terreno di incontro, di comunicazione autentica e di condivisione profonda nella letteratura e nell'arte, al di là degli steccati ideologici e dei confini nazionali, e quindi si offrisse agli scrittori e ai lettori di lingua e cultura differente come un veicolo per conoscersi nelle diversità e per ritrovarsi nelle affinità d'ispirazione. A questo proposito si affiancava evidentemente quello di offrire spazi di espressione (come auspicato, si ricorderà, anche dall'amica Elena Croce) soprattutto ai letterati italiani più giovani e sconosciuti, per permettere loro non solo di veder finalmente stampati i propri inediti, ma di -presentarsi immediatamente e contestualmente ad un pubblico internazionale. Marguerite aveva però una conoscenza relativamente limitata della letteratura italiana ed è lecito ipotizzare che, nel dopoguerra, varie ragioni di opportunità politica le sconsigliassero di ricercare la collaborazione di Ungaretti, che era stato consulente
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per l'Italia all'epoca di « Commerce » 34 • Pertanto, fu Elena Croce a proporre il nome di Bassani, allora poco più che trentenne e ancora scarsamente affermato presso il grande pubblico, ma noto come un giovane serio ed impegnato negli ambienti letterari antifascisti. Probabilmente fu anche e soprattutto per l'intervento di Bassani che, in un primo momento, l'esigenza di dare voce e risalto alla nuova letteratura italiana prevalse rispetto a quella di conferire alla rivista una dimensione internazionale; se non altro, si trattava di un progetto più facilmente realizzabile, per l'immediata reperibilità dei testi, oltre che per la più sicura competenza del redattore. Pertanto; è lecito ipotizzare che Marguerite, pur concependo fin dall'inizio il progetto di una rivista internazionale, si fosse lasciata convincere a procedere con gradualità, per sondare il terreno prima di lanciarsi in un'impresa di proporzioni più vaste. D'altra parte, il suo spirito d'avventura, il suo amore per i rischi e la sua insofferenza per ogni condizionamento esterno la portarono fin dal secondo quaderno a ricercare la collaborazione degli autori stranieri e a rinsaldare progressivamente nel tempo il carattere internazionale di « Botteghe Oscure », sulla scia di « Commerce » e addirittura al di là di quella esperienza. Il rapporto con « Commerce », tra continuità e innovazione
Considerate le difficoltà che, come già chiarito, si oppongono ad una chiara definizione della linea editoriale di « Botteghe Oscure» , prima fra tutte l'estrema vastità ed eterogeneità della rivista, può essere utile avviare il discorso tentando innanzitutto di individuare affinità e difformità rispetto all'illustre precedente di « Commerce », non solo perché il periodico francese presentava caratteri di maggiore omogeneità, ma anche perché è già stato oggetto di studi e ricerche. Nel complesso, i criteri e gli orientamenti cui si ispiravano i redattori di « Commerce » possono essere sintetizzati in questi termini 35 : mancanza di un programma prestabilito, rifiuto di identificarsi con qualsiasi gruppo o movimento e proposito di astenersi da ogni politica letteraria; scelta di rivolgersi al pubblico ristretto degli scrittori, anziché a quello vasto dei lettori; predilezione per i testi creativi e d'invenzione; concezione cosmopolita della letteratura e fiducia nel valore della traduzione letteraria; preferenza per gli inediti; coscienza dei legami con la tradizione e predilezione per l'accostamento di testi antichi, specialmente se poco noti, e testi moderni. . Ora, volendo istituire un parallelo tra gli orientamenti delle
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due riviste, osserviamo innanzitutto che anche « Botteghe Oscure» non aveva un programma prestabilito, non presentò mai dichiarazioni di poetica 36 , non ospitò mai recensioni, articoli, rendiconti letterari o saggi critici. In « Commerce », però, questa scelta appariva strettamente legata a quella di rivolgersi ad un pubblico riservato ed eletto di competenti, che non aveva bisogno di essere informato sugli sviluppi del dibattito letter2rio né di essere in alcun modo guidato nella conoscenza degli autori e nella comprensione dei testi. In « Botteghe Oscure », invece, l'atteggiamento verso il pubblico sembra, almeno in parte, mutato: certamente, resta fermo il proposito di astenersi da giudizi e prese di posizione dirette e di evitare qualsiasi forma dj partecipazione alle polemiche letterarie che coinvolgevano altri periodici. Tuttavia, soprattutto col trascorrere del tempo, è dato cogliere, nella rivista, una serie di « spie » che segnalano una maggiore attenzione per i lettori e, quindi, il tentativo di raggiungere un pubblico più vasto: ci si riferisce sia alle note bio-bibliografiche sui nuovi autori, sia agli elenchi dei distributori, dei costi delle modalità di abbonamento, sia ai trafiletti con la presentazione della rivista e con stralci di recensioni critiche che apparvero sulle sovracopertine degli ultimi nove quaderni, sia infine alla scelta di stampare periodicamente delle brochures con i sommari e di pubblicare in due occasioni degli indici generali del periodico. Se il proposito di arricchire l'apparato informativo e di promuovere una maggiore diffusione di « Botteghe Oscure » appariva in buona parte dettato da preoccupazioni finanziarie, esso probabilmente risentiva anche di un atteggiamento più tollerante, generoso ed accogliente di Marguerite tanto verso gli scrittori quanto verso il pubblico. In effetti, « Commerce >> era una rivista estremamente raffinata, difficile, colta; era - come affermava Umberto Morra « un territorio riservato. Ci stavano a guardia tre dei più prestigiosi, forse dei più difficili [ ... ] autori francesi di quel tempo: Paul Valéry, Léon-Paul Fargue, Valery Larbaud » 37 ; e non a caso, come chiarisce con vari esempi la Levie, erano stati proprio i redattori a sostenere che non bisognava aver l'aria di rivolgersi ai lettori, ma di intavolare un dialogo tra amici, che il pubblico poteva « regarder par la fenetre ». Marguerite Caetani aveva a suo tempo fatto proprie queste istanze e in qualche modo aveva confermato la stessa linea "in « Botteghe Oscure », comunque caratterizzata dalla n;iancanza di contributi critici e dalla ricerca di testi di elevata qualità stilistica. D'altra parte, tanto il generale cambiamento dei tempi quanto soprattutto la maturazione umana e culturale di Marguerite, la sempre maggiore sicurezza nel proprio fiuto per l'arte e, insieme, la ferma
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convinzione della necessità di offrire luoghi di espressione agli artisti più giovani, purché seri eJ impegnati, e a tutti coloro che avevano qualcosa di autenticamente nuovo da dire, tutti questi fattori concorsero a rendere l'atteggiamento della Principessa più aperto, benevolo e «democratico». Come affermava, ancora una volta, Umberto Morra nell'articolo già citato, « nel '48, dopo la guerra, la posizione di Marguerite Caetani di fronte alle lettere è diversa [ ... ], è soprattutto più sicura, perciò più accogliente, i confini del lecito letterario si sono allargati, [ ... ] c'è una rispondenza alle voci che le giungono da punti diversi dell'orizzonte, una accettazione larga e sorridente», che presumibilmente si manifestò con un atteggiamento di maggiore simpatia e disponibilità non solo verso gli scrittori ma anche verso il pubblico. In effetti, si ha l'impressione che, pur senza ammiccamenti o concessioni alle mode e ai gusti deteriori dell'epoca, con « Botteghe Oscure » Marguerite intendesse presentare il panorama più vario e più completo possibile della letteratura contemporanea per permettere ai diversi autori non solo di trovare un comune terreno di incontro e di dialogo, ma anche di farsi conoscere ad un pubblico più vasto : agli editori, agli agenti letterari, ai critici, ma anche, possibilmente, alle persone comuni 38 e ai potenziali nuovi scrittori, i quali, leggendo la rivista, potevano sentirsi incoraggiati a percorre le vie dell'arte e dell'invenzione creativa. E non è un caso che, se gia in « Commerce » si era manifestata una predilezione per i testi creativi (cui erano stati accostati però diversi saggi, soprattutto di carattere filosofico), in « Botteghe Oscure » questa tendenza si fosse rafforzata, per fare spazio quasi esclusivamente ad opere d'invenzione. Infatti, se, dopo la guerra, si era più che mai confermato il proposito di tenersi lontani dalle polemiche ideologiche e letterarie e di evitare dissidi, tensioni e contrapposizioni con gli esponenti di altre riviste o di altre tendenze, la scelta più coerente appariva quella di dare spazio alla immaginazione e alla ispirazione dell'artista più che all'analisi e alla valutazione del pensatore, se è vero, come affermava Edwin Muir in una recensione alla rivista, che « imagination units, or at any rate shows us in what we are united, while theory divides » 39 • Ed è significativo che su quell'articolo di Muir, conservato insieme ad altri nell'Archivio della Fondazione, Marguerite avesse annotato di suo pugno la frase « Questo è il più bello di tutti »: probabilmente ella sentiva che Muir aveva colto perfettamente il senso della sua operazione, tanto più perché in quell'articolo si sottolineava una correlazione profonda tra la scelta di pubblicare solo testi creativi e quella di fare di « Botteghe Oscure » una vera rivista interna-
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zionale; infatti, alla base di entrambe le istanze si individuava la ferma convinzione che l'arte si fondasse su valori universali e quindi potesse rappresentare un importante veicolo per il superamento di divisioni, frontiere e steccati di qualsivoglia natura. A proposito delle quattro sezioni linguistiche presenti stabilmente sulla rivista, Muir affermava: « all four literature follow the same human pattern, in spite of the differences of language and manners. These literatures do not appear set in relief against each other, or in contrast; they seem in the most natural way to be brought together. One [ ... ] realises that it could not have been brought about except through genuine imaginative work alone». Si è parlato già a lungo del carattere internazionale di « Botteghe Oscure » e anche a questo proposito si può osservare che nella rivista « italiana » non solo venne accolta quella concezione cosmopolita della letteratura che aveva ispirato le scelte di « Commerce », ma, per tutte le ragioni suesposte, essa si espresse in forme ancora più ampie ed evidenti. In effetti « Commerce », pur ospitando fin dal primo numero anche testi di autori stranieri, aveva avuto un carattere « francese » molto più di quanto « Botteghe Oscure » non ebbe poi un carattere « italiano»: non solo, infatti, tra i collaboratori della rivista parigina, il numero dei francesi fu superiore al totale di quelli provenienti da altre nazioni, ma tutti i testi di autori stranieri, tranne in rarissime eccezioni, non vennero mai presentati in lingua originale, bensì direttamente in traduzione francese, dal momento che, come dimostra ampiamente la Levie, Marguerite Caetani credeva nel valore della traduzione letteraria. Ora, in « Botteghe Oscure » il rapporto con gli autori stranieri e il problema correlato delle traduzioni non solo vennero affrontati fin dall'inizio diversamente rispetto a « Commerce », ma furono soggetti nel tempo a varie evoluzioni e ripensamenti. In effetti, dopo un primo numero tutto italiano, fin dal secondo quaderno apparvero testi di autori inglesi e americani presentati in lingua originale ma seguiti, in appendice, dalle traduzioni in italiano; nel terzo numero furono ospitati per la prima volta testi francesi, che vennero stampati solo in lingua originale, così come i pochissimi scritti in lingua inglese presenti in quel quaderno. Mentre anche nei numeri successivi i testi francesi non furono mai accompagnati dalla traduzione in italiano (presumibilmente perché in Italia la lingua francese era largamente conosciuta tra le persone di cultura), si ricorderà che ai quaderni IV, V e VI furono allegati dei fascicoletti con le traduzioni dei testi inglesi e americani. Dopo il 1950, invece, con la sola eccezione di alcune opere di Char, nessun testo venne più proposto sia in versione originale che in traduzione: infatti, tutti i
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testi in italiano, in inglese e in francese e, a partire dal 1954, anche quelli in tedesco e in spagnolo, apparvero, tranne rarissime eccezioni, in lingua originale, mentre gli scrittori di altre nazionalità (polacchi, filippini, olandesi, coreani ecc.) furono presentati direttamente in traduzione: è interessante notare, in proposito, che i testi di questi autori vennero tradotti per la maggior parte in inglese e, in misura minore, in francese, mentre non si ricorse quasi mai all'italiano. A prima vista questa scelta potrebbe apparire piuttosto singolare, dal momento che la rivista si pubblicava in Italia, ma essa si spiega perfettamente proprio in virtù del carattere internazionale del periodico e della consapevolezza che l'inglese e il francese fossero lingue internazionali molto più dell'italiano. Bisogna concludere, pertanto, che anche ai tempi di « Botteghe Oscure» non era venuta meno la fiducia di Marguerite Caetani nel valore delle traduzioni letterarie (e l'impegno profuso nelle varie pubblicazioni « a margine » della rivista rappresenta un'ulteriore conferma in tal senso). Semplicemente, da una parte, la progressiva ampiezza del contributo offerto dalle letterature straniere rendeva assolutamente impraticabile, soprattutto dal punto di vista finanziario, l'ipotesi di commissionare sistematicamente la traduzione in italiano dei vari testi; dall'altra, vi erano motivazioni più profonde, legate alla politica editoriale della rivista e, in particolare, alla sempre più decisa affermazione del suo carattere internazionale, che giustificavano il proposito di allontanare ogni sospetto di « campanilismo » e di evitare qualsiasi attribuzione di priorità ad un gruppo nazionale rispetto agli altri: tutti gli scrittori in lingua inglese, americana, francese ed italiana dovevano sentirsi ugualmente a casa propria sulle pagine di « Botteghe Oscure » e dunque essere trattati in modo assolutamente paritario, mentre quelli provenienti da culture e tradizioni diverse dovevano avere l'opportunità di farsi conoscere al pubblico più vasto possibile e, quindi, di essere tradotti nelle lingue più diffuse e conosciute a livello internazionale. Si è detto che già i redattori di « Commerce » cercavano soprattutto testi inediti, ma questa non era una conditio sine qua non per essere pubblicati sul periodico francese: in « Botteghe Oscure» , invece, anche questa tendenza si radicalizzò e la lettura dell'epistolario dimostra chiaramente che i testi già pubblicati o in via di pubblicazione non venivano assolutamente presi in considerazione dalla redazione della rivista. Ancora una volta, sarebbe riduttivo individuare dietro questa scelta semplici ragioni economiche (pagamento dei diritti di edizione), poiché essa si spiega soprattutto alla luce di quella inesauribile ricerca del nuovo che, ora più che mai, animava Marguerite Caetani. Non a caso, in « Botteghe Oscure » si attenuarono quell'inte-
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resse per la tradizione e quelJa disponibilità ad accogliere le voci della letteratura meno recente che avevano caratterizzato la politica editoriale di « Commerce »: con l'eccezione di pochissimi testi, presentati sulla rivista in traduzione 40 , tutta l'attenzione venne ormai rivolta verso la produzione artistica degli autori contemporanei. Vero è che solo molto raramente (e in sezioni diverse da quella italiana) furono ospitate su « Botteghe Oscure » opere che si collocavano su una linea avanguardistica, di rottura esplicita con la tradizione; al contrario, quest'ultima rappresentava, per la maggior parte degli autori accolti sul periodico, un punto di riferimento nella ricerca di contenuti e di messaggi nuovi. Non solo, ma, pur nei limiti cronologici dell'età contemporanea, gli scrittori già affermati, già entrati nella « tradizione » novecentesca, vennero accostati ai giovani artisti ancora sconosciuti, che magari si presentavano per la prima volta ai lettori proprio dalle pagine della rivista 41 • Ora, sappiamo che anche in « Commerce » si era dato spazio ad autori giovani e ignorati dal grande pubblico, ma ciascuno di essi generalmente era stato ospitato non più di una o due volte sul periodico; inoltre, si trattava di una possibilità riservata quasi esclusivamente agli scrittori francesi, dal momento che l'interesse per gli stranieri era limitato a coloro che avevano già raggiunto una certa notorietà nel proprio paese 42 • In « Botteghe Oscure», invece, gli autori giovani e sconosciuti rappresentarono, almeno programmaticamente, i collaboratori privilegiati della rivista: va segnalato, in proposito, che in fondo ad ogni quaderno apparve sempre, prima in italiano e poi in inglese, un'avvertenza sulle modalità di invio dei manoscritti, proprio per sottolineare fin dall'inizio che, al di là delle collaborazioni sollecitate e richieste direttamente dalla redazione, chiunque aveva la possibilità di proporre i propri testi alla rivista. Significative, inoltre, le parole usate da Bassani nel già citato Congedo, quando, nel ricostruire a posteriori la linea editoriale di « Botteghe Oscure », affermava che essa accoglieva « di preferenza, per non dire in modo esclusivo, contributi di persone niente affatto famose: persone oscure, appunto, cioè scarsamente conosciute nei loro stessi Paesi, e perfino nel ristretto ambito dei cenacoli letterari. Giovani, per lo più». L'osservazione di Bassani appare particolarmente interessante perché permette di collegare il discusso titolo della rivista ad una precisa linea programmatica. Sappiamo che la scelta del titolo fu accompagnata da un certo travaglio: non solo, infatti, Elena Croce, nel suo articolo su << La Stampa », afferma di averlo « proposto e difeso accanitamente », lasciando intendere che esso aveva incontrato resistenze e ostilità, ma anche le testimonianze di altre persone vicine a Marguerite e le stesse lettere
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dell'editore Ricciardi permettono di comprendere quali perplessità furono suscitate da quella scelta, che poteva essere facilmente fraintesa. Affermava infatti Ricciardi: « Confesso che "Botteghe Oscure" dice ben poco e più che al nobile palazz0 Caetani si potrà pensare ad altro ben più recente edifizio e non so con quanta utilità » 43 • Ma è significativo anche l'episodio ricordato da Guglielmo Petroni, a distanza di molti anni, nel suo intervento ad un convegno su Ninfa e i Caetani: <' Quando [Marguerite Caetani] mi domandò che ne pensavo del titolo che avrebbe dato alla rivista, le feci notare che poteva nascere qualche equivoco: già da allora il partito comunista sembrava identificarsi col nome della strada, "Ma Petroni" mi rispose sorridendo, "noi abitiamo qui da mille anni" »44 , a conferma della naturalezza e della disinvoltura con cui ella difendeva la sua assoluta libertà da pregiudizi e condizionamenti esterni. Vero è che, probabilmente a causa del perdurare di fraintendimenti e richieste di spiegazione, a un certo punto Marguerite dovette decidersi a fornire, sulle pagine stesse della rivista, le motivazioni che avevano determinato la scelta di quel titolo: come al solito, si evitarono interventi saggistici e riferimenti alla linea editoriale della rivista (non si fece alcun cenno, cioè, a quella interpretazione poi proposta da Bassani nel Congedo), limitandosi a far stampare sul verso della copertina di ogni quaderno, a partire dal numero XI, una nota informativa (seguita dalla traduzione in francese e in inglese) nella quale si leggeva: « Botteghe Oscure è il nome dell'antichissima via romana che correva lungo un fianco del Circo Flaminio, costruito nel 220 a.C. Nel Medio Evo i mercanti romani cominciarono a servirsi delle oscure arcate in rovina del Circo come di magazzini, i quali dettero alla via il nome di Apothecae Obscurae. Da tale nome è derivato quello attuale di via delle Botteghe Oscure e quello di questa rivista che, appunto in via delle Botteghe Oscure, ha la sua redazione». Ma al di là delle motivazioni uficiali, di carattere storico e topografico, con cui si giustificò il titolo della rivista, non può sfuggire un'ultima osservazione, relativa alla possibilità di istituire, anche in quest'ambito, un parallelismo con« Commerce »: infatti, nonostante il nome « Commerce » venisse usato nella sua accezione umanistica di « commerce d'idées », o di « commerce d'esprit», è abbastanza facile avvertire, nella scelta di quel termine, anche l'eco del suo significato più comune, quasi a suggerire che al lavoro dell'artista dovesse· essere riconosciuta la piena dignità di un « mestiere » e, quindi, una reale possibilità di sostentamento grazie alla commercializzazione dei propri « prodotti». Si trattava, evidentemente, di un tipo particolare di « com-
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mercializzazione » che, come già chiarito, escludeva programmaticamente il riferimento al grande pubblico e il ricorso ai normali canali di distribuzione e di vendita, mentre riproponeva e rinnovava la tradizione del mecenatismo come suprema garanzia per il lavoro degli artisti. Ora, è innegabile che il termine botteghe, sia pure più concreto e prosaico, presenta un forte legame di significato con il termine commerce e in questa scelta è forse possibile cogliere, ancora una volta, il desiderio, da una parte, di porsi su una linea di continuità rispetto alla rivista francese, dall'altra, di ridimensionarne il carattere elitario e i riferimenti alla tradizione, in nome di una maggiore apertura e disponibilità a scandagliare gli ambienti letterari più nascosti e più oscuri. Esaurite, a questo punto, le possibilità di confronto sistematico con l'esperienza di « Commerce », si possono tentare altre due strade per ricercare informazioni sugli orientamenti di « Botteghe Oscure »: analizzare i saggi critici relativi alla rivista in qualche modo convalidati da Marguerite Caetani e osservare direttamente i vari quaderni del periodico, per trarne una serie di indizi sui criteri di scelta adottati e sulla loro evoluzione nel tempo. Proverò a percorrere la prima strada, chiarendo che per saggi convalidati da Marguerite Caetani intendo sia quelli di MacLeish e di Bassani, pubblicati rispettivamente sui quaderni XX e XXV di « Botteghe Oscure », sia gli altri contributi critici che apparvero sul volumetto del 1958 con gli indici delle due riviste 45 • Partirò dal saggio di Bassani e mi soffermerò in particolare su di esso, sia pure cronologicamente posteriore rispetto agli altri, perché Bassani fu stabilmente, insieme a Marguerite, il principale responsabile della rivista, laddove MacLeish, Pryce-Jones e Petroni furono dei semplici, pur se autorevoli, collaboratori occasionali. Il Congedo di Giorgio Bassani
Nel suo Congedo, con il quale si chiudeva la storia di « Botteghe Oscure », Bassani rivendicava che la scelta di non pubblicare articoli, recensioni o inchieste letterarie non doveva essere interpretata come la rinuncia ad esercitare un'influenza critica. Egli affermava infatti: « tirando le somme, non direi che la rivista si sia mai limitata ad essere una semplice antologia periodica di buoni racconti e di buone poesie. C'è un modo indiretto di fare della critica, spesso più efficace di quello regolare, il quale consiste nell'operare in determinate direzioni piuttosto che in altre»; e subito dopo, facendo esplicito riferimento alla sezione italiana (e informando solo per inciso, forse senza altret-
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tanta convinzione, che « lo stesso discorso potrebbe estendersi anche alle altre sezioni») , chiariva che tali direzioni si identificavano soprattutto con « l'assenza di qualsiasi prodotto sperimentale » o col « ripudio ben precoce, a tener conto delle date, di ogni indulgenza nei confronti della cosiddetta letteratura d'avanguardia. Si puntava chiaramente sulla efficienza dei testi, insomma, sulla loro maturità e compiutezza espressiva, piuttosto che su personalità più o meno "interessanti" e promettenti. C'era, espresso nei fatti, un indiretto ma evidente fastidio del culto della personalità in letteratura, un bisogno non già di "riedificare" - demiurgico, retorico - ma, semplicemente, di esprimere qualcosa di chiaro, di necessario, di vero, e di comunicarlo a qualcuno ». Soffermiamoci innanzitutto sulla pars destruens delle affermazioni di Bassani, dunque, in particolare, sul rifiuto di ogni sperimentalismo e sul fastidio per il culto della personalità: il redattore non fa nomi, non chiarisce contro quali scrittori o quali movimenti si appuntassero i suoi strali polemici; tuttavia, non solo l'osservazione della rivista e l'analisi delle esclusioni più vistose, ma anche le interpretazioni suggerite da Pietro Citati e da Antonio Russi permettono di individuare in Vittorini e Pavese 46 , e nel modello di letterati e di operatori di cultura che essi rappresentavano, i principali bersagli di Bassani. Può essere interessante, in proposito, rileggere alcune affermazioni di Bassani in un articolo apparso sullo « Spettatore italiano» nell'Hprile 1948 47 : da notare, per inciso, che questo saggio riveste una particolare importanza ai fini del nostro discorso, poiché nella primavera del 1948, nel momento stesso in cui assumeva la responsabilità della redazione di « Botteghe Oscure», che si asteneva programmaticamente da ogni intervento critico, Bassani utilizzava le pagine di un'altra rivista (e si trattava, non a caso, della rivista diretta da Elena Croce) per chiarire le sue posizioni ed esprimere giudizi sulla letteratura italiana contemporanea. Dunque, in quell'articolo Bassani analizzava tre opere uscite recentemente per la collana « I coralli » della casa editrice Einaudi, Onda dell'incrociatore di Quarantotti Gambini, Il compagno di Pavese ed È stato così di Natalia Ginzburg, e a proposito del libro di Pavese affermava: « questi taciturni, fieri, sobrii, indipendenti, naturalmente affinati, sentimentali cazzottatori comunisti, in Italia, diciamolo francamente, non li abbiamo incontrati mai. È chiaro che tra Pavese e la realtà, quella stessa realtà che egli sembra così accanitamente impegnato a riprodurre nei suoi aspetti più documentati, si leva il grosso diaframma delle sue suggestioni letterarie [ ... ]. Il mondo dei racconti di Pavese non è già quello di una società italiana colta nel punto di sutura tra la piccola borghesia e il proleta-
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riato, bensì, quasi sempre, il prodotto di un'astrazione letteraria Il neorealismo [ ... ] non è, anche per Pavese, che un mito letterario, la chimera del critico sagace, del coltissimo conoscitore di letterature straniere ». Dei tre libri analizzati da Bassani, l'unico nel quale, a suo giudizio, i pregi superavano i difetti era quello della Ginzburg, perché « sembra che abbia qualcosa di veramente personale da dire. Gli sbagli del suo libro sono tutti letterari, vistosamente letterari; i pregi riguardano la sostanza, la poesia». Se, dunque, il libro della Ginzburg in qualche modo si salvava, ciò era reso possibile proprio dall'autenticità della sua ispirazione e, quindi, dalla verità personale del suo messaggio. E ci colleghiamo, in questo modo, alla pars construens del discorso di Bassani: gli autori accolti da « Botteghe Oscure» dovevano proporsi « di esprimere qualcosa di chiaro, di necessario, di vero, e di comunicarlo a qualcuno». Appare superfluo insistere oltre sui concetti di necessità e di verità, intesi soprattutto come fedeltà alle proprie intime ragioni interiori ovviamente sullo sfondo di una più vasta dimensione storica ed epocale; vale la pena, invece, soffermarsi sul richiamo alla chiarezza di scrittura come garanzia di efficacia del circuito comunicativo, per collegarlo con l'affermazione precedente di Bassani relativa alla « efficienza dei testi » ed alla « loro maturità e compiutezza espressiva ». Avere qualcosa di personale da dire era condizione necessaria ma non sufficiente per essere accolti sulla rivista (per lo meno, nella sezione italiana); agli artisti, narratori o poeti che fossero, erano richiesti un impegno e una ricerca di resa stilistica e di qualità letteraria che andassero soprattutto nella direzione di una chiarificazione del proprio messaggio. Implicita, in questa posizione, la presa di distanza tanto dalla produzione neorealista più incline alla cronaca e alla retorica populistica, quanto soprattutto dall'oscurità di linguaggio e dall'aristocratica chiusura degli ermetici. Significativo, in proposito, che nel Congedo Bassani proseguisse il suo discorso sostenendo: « Per una volta tanto si dovrà pur riconoscere che lo scetticismo non era dalla nostra parte, semmai sulle rive opposte, dove continuava frattanto la noiosa commemorazione delle poetiche d'anteguerra (1936-'41), dopo la splendida fioritura delle quali si diceva - non c'era stato che il deserto, o il caos»: affermazione nella quale è forse dato cogliere un'eco polemica nei confronti soprattutto di quelle operazioni di rivalutazione della tradizione ermetica che avevano caratterizzato la politica culturale di alcune riviste a partire dalla metà degli anni '50 48 • D'altra parte, come notato da Citati, l'avversione per l'ermetismo non impedì a Bassani di accogliere occasionalmente sulla rivista il contributo di autori che in quella
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tradizione si riconoscevano, poiché eglf evidentemente riteneva che nei testi presentati i criteri di « efficienza», di « compiutezza espressiva » e di chiarezza fossero sufficientemente rispettati soddisfatti. Ciò suona come un'ulteriore conferma non soltanto dell'apertura della rivista e della sua volontà di non schierarsi pregiudizialmente contro nessuna corrente, ma anche della convinzione che la « qualità » dei testi dovesse rappresentare una discriminante fondamentale per essere accolti sulle pagine di « Botteghe Oscure>>. Non a caso, Bassani concludeva le sue riflessioni sulla poetica implicita della rivista rivendicando la validità e la lungimiranza delle scelte operate dalla redazione ed elencando una lunga serie di autori italiani ormai largamente accreditati, che avevano iniziato la loro collaborazione al periodico quando erano ancora pressoché sconosciuti. I saggi di MacLeish, Pryce-Jones e Petroni
Se lo scopo principale del discorso di Bassani era quello di definire e motivare gli orientamenti della sezione italiana di « Botteghe Oscure», i saggi di MacLeish, di Pryce-Jones e di Petroni si collocavano in una prospettiva più vasta, tesa a individuare e a celebrare soprattutto la dimensione internazionale della rivista. Pur nelle profonde diversità di taglio e di impostazione, i loro tre interventi erano accomunati non soltanto dal riconoscimento di un elevato standard di qualità letteraria nella maggior parte dei testi pubblicati e dalla attribuzione a Marguerite Caetani di una particolare felicità di intuizione, ma anche e soprattutto dall'apprezzamento per la funzione esercitata da « Botteghe Oscure » come luogo di scambio e di relazione a vari livelli. Nessuno dei tre autori affrontava direttamente il problema in questi termini, ma a me sembra che, sia pure in forme differenti, tutti puntassero soprattutto ad evidenziare il ruolo di tramite svolto dalla rivista per mettere in comunicazione artisti e lettori diversi per età, per provenienza geografica, per lingua, per tradizione, per orientamento culturale. MacLeish, dopo aver sottolineato i rischi e le difficoltà impliciti nella decisione, non a caso sempre più rara, di realizzare una rivista« concerned not with writing about writing but with writing itself » 49 , osservava come la scelta di accostare e far convivere sulle stesse pagine autori giovani e sconosciuti e altri ormai largamente affermati risultasse particolarmente salutare sia per gli uni sia per gli altri: i giovani, infatti, trovavano finalmente uno spazio autorevole sul quale e dal quale presentarsi, mentre i più anziani avevano la possibilità di rinfrancarsi attraverso il contatto vitale con le voci più fresche e più nuove
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della letteratura. Subito dopo, MacLeish individuava il ruolo strategico di « Botteghe Oscure» che, in un'epoca di guerra fredda, di divisioni, di campanilismi, di rigide contrapposizioni politiche e culturali, aveva il coraggio di levare « its small voice » contro « that discord of tongues », proponendosi come mezzo di comunicazione tra tutti gli scrittori del mondo occidentale e, soprattutto, offrendo agli artisti più giovani, provenienti dai paesi più diversi, l'opportunità pressoché unica di entrare immediatamente in contatto gli uni con gli altri. Anche se nel saggio pubblicato sul quaderno XX MacLeish non approfondiva ulteriormente questo discorso, egli lo riprese e lo chiari qualche anno più tardi, dopo la cessazione delle pubblicazioni della rivista, nell'articolo Requiem for a Literary Haven (apparso su « Saturday Review »), nel quale affermava: « "Botteghe Oscure" offer the writers, particularly the young writers, [ ... ] an opportunity to find each other and so to find their common generation ». MacLeish spiegava infatti che ogni scrittore, nonostante lavori in solitudine, ha bisogno di sentire che egli non è solo, che fa parte di un gruppo, di una generazione, e che il suo lavoro individuale « is in some inexplicable but immediate way a part of the work of these others ». Il prodigio di « Botteghe Oscure >~ era proprio quello di permettere agli scrittori di riconoscere fratelli e antenati nelle voci di artisti lontani nel tempo e soprattutto nello spazio, di avvertire, attraverso l'immediatezza dei testi e senza il filtro della critica, le affinità di ispirazione che li legavano gli uni agli altri e quindi di accrescere per questa via la consapevolezza di sé e delle proprie ragioni poetiche. Questo non equivaleva a dire che tutti gli autori accolti su « Botteghe Oscure » presentassero un'affinità di ispirazione; al contrario, MacLeish affermava: « none of us can even ·be sure where he will find the living brother - whether a Frenchman born in Guadeloupe or a Spaniard [ ... ] . The one thing certain is that tbe relationship must be found and will be». A me sembra che quest'ultima frase riassuma assai efficacemente la linea su cui si muoveva « Botteghe Oscure »: non c'erano rapporti codificati, non c'erano norme o criteri stabili su cui fondare la scelta dei testi, il loro accostamento e le loro modalità di comunicazione intertestuale; c'era però la consapevolezza che ciascun autore potesse trovare voci affini ed echi inaspettati nelle opere di altri scrittori anche lontanissimi, e che insomma la rivista dovesse configurarsi come il luogo di tutte le relazioni possibili. Anche il saggio di Pryce-Jones, Twentieth Century Writing, ruotava fondamentalmente intorno a questi concetti; in particolare, egli notava che in un'epoca caratterizzata dalla sfiducia
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sempre più profonda nella validità dell'esperienza e pervasa dal senso del dubbio, l'avvento della televisione e del cinema ha relegato la scrittura ad un'arte minore, coltivata da nostalgici anacronistici e condannati alla solitudine, che credono ancora nel linguaggio scritto come mezzo di comunicazione, e sosteneva che « Botteghe Oscure » aveva cercato di reagire a tutto questo, mostrando gli scrittori « in relation to one another » e offrendosi come « n many-faceted mirror, reflecting the different interests and anxieties of a whole civilization ». Non solo ma, pubblicando anche commedie e testi per la radio, « it has acted as a bridge between the ordinary printed word and the new media », dimostrando che una relazione era possibile anche con quei nuovi mezzi di comunicazione sentiti da molti come una minaccia alle forme tradizionali di espressione artistica. Per il resto, Price-Jones si preoccupava soprattutto di indagare che cosa accomunava gli scrittori di « Botteghe Oscure », che cosa permetteva loro, al di là della estrema varietà e difformità dei loro testi, di provare un senso di appartenenza « to a single family ». Innanzitutto, egli individuava una caratteristica comune nello « spirit of adventure », inteso come disponibilità a ricercare una propria strada senza seguire sentieri convenzionali o direttive prestabilite: « freshness of writing is the criterion », laddove il termine « freshness » rimandava evidentemente ad un concetto di autenticità, di spontaneità, di verità personale (secondo una logica analoga a quella su cui poggiava il discorso di Bassani), ma risentiva, almeno in parte, anche di quell'interesse per tutto ciò che era giovane e nuovo che animava soprattutto Marguerite Caetani. Pryce-Jones proseguiva affermando che la lunghezza o la brevità dei testi non rappresentarono mai una discriminante per essere accolti o rifiutati dalla rivista: l'unico, vero, imprescindibile criterio di scelta era il gusto personale della editrice. E anche qui, come già nel saggio di MacLeish apparso sul quaderno XX, si esprimeva la sorpresa per l'elevata qualità letteraria che contraddistingueva mediamente i testi accolti sulla rivista: mentre però MacLeish insisteva sulla difficoltà e sulla rischiosità di operare delle scelte valide analizzando e valutando manoscritti di autori in gran parte sconosciuti e quindi fidandosi solamente della propria intuizione, Pryce-Jones suggeriva, almeno indirettamente, il piacere implicito di questa attività di lettura e di selezione dei manoscritti, sottolineandone il rapporto con una precisa scelta programmatica: « whatever is printed in the review is there to be [ .. ] enjoyed. It is not to be swallowed like medicine, nor administered like a salutary rap on the knuckles. It is not pedagogie, not minatory or bracing. It is an aspiration to gteat literature, written and published in the frank
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knowledge that great literature does not turn up, however warmly encouraged, at the bidding of the dock» . Ci interessa ora quest'ultima affermazione, perché sia PryceJones sia MacLeish, pur nel lodare la qualità della rivista e nel sottolinearne l'importanza e l'unicità nel panorama letterario dell'epoca, riconobbero alcuni errori nella scelta dei testi: MacLeish li identificava soprattutto in eccessive concessioni all'avanguardismo, « with its preference for means over ends and manner over meaning »; ed è curioso notare che anche Pryce-Jones, pur non parlando esplicitamente di avanguardismo, affermava che i difetti della rivista fossero quelli tipici di un'epoca accecata dalle prospettive della scienza, in cui ogni attenzione « is devoted to means and very little indeed to ends »: si tratta di affermazioni apparentemente contrastanti con le parole usate da Bassani a proposito di ogni rifiuto della « cosiddetta letteratura d'avanguardia », ma si ricorderà che il discorso di Bassani riguardava in particolare la sezione italiana della rivista, laddove le osservazioni di MacLeish e di Pryce-Jones si riferivano soprattutto, sia pure non esplicitamente, ai testi accolti nelle sezioni in lingua inglese. Nel saggio di Petrcini, invece, non si faceva alcun cenno ai difetti di « Botteghe Oscure »: probabilmente egli era talmente riconoscente verso la rivista che l'aveva lanciato e soprattutto verso Marguerite Caetani, che tanto validamente l'aveva sostenuto e incoraggiato nella sua opera di scrittore, da considerare quasi irriverente la sola ipotesi di mettere in evidenza i limiti di quella impresa editoriale. Oltre a celebrare la grandezza del periodico e il ruolo insostituibile della sua fondatrice, con argomenti comuni a quelli degli autori che l'avevano preceduto, Petroni si preoccupava soprattutto di presentare le varie pubblicazioni « a margine » di « Botteghe Oscure », chiarendo che esse venivano a completare e ad arricchire il circuito comunicativo promosso dalla rivista. In questo senso, egli insisteva sull'importanza dei vari lavori di traduzione, e soprattutto di An Anthology of New Italian Writers, che testimoniavano la convinzione che non solo fosse possibile una relazione tra lingue e letterature diverse, ma che essa andasse incoraggiata e stimolata attraverso l'impegno a fornire precisi strumenti di conoscenza e di reciproca comprensione. « Una rete a maglie larghe »
Dopo il parallelo con l'esperienza di « Commerce » e l'analisi dei pochi saggi apparsi su « Botteghe Oscure » o a margine di essa, quali altre indicazioni sugli orientamenti di fondo della
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rivista sono ricavabili semplicemente da una osservazione, per quanto sommaria, dei suoi venticinque quaderni? Colpisce innanzitutto ciò che, peraltro, fu notato dalla maggior parte dei critici e dei recensori: la presenza sul periodico, a parte rare eccezioni, di quasi tutti i grandi nomi della letteratura europea (se non altro, di quella italiana, inglese e francese, ma anche, in buona parte, di quella tedesca e spagnola) e nordamericana del dopoguerra. Certamente, ogni tentativo di esemplificazione appare riduttivo, ma non si possono non citare, tra gli italiani, i nomi di Montale, di Saba, di Calvino, di Silone, di Moravia, della Morante, di Pasolini, di Cassola, di Caproni, di Bertolucci, di Soldati, del1o stesso Bassani, oltre alle clamorose « scoperte » di Casa d'altri di Silvio D'Arzo e del Gattopardo di Tornasi di Lampedusa. E come non ricordare, tra i francesi, autori come Paul Valéry, Antonin Artaud, Georges Bataille, René Char, Pierre Reverdy, Francis Ponge o Albert Camus; tra gli inglesi e gli americani, rispettivamente, scrittori come W:H. Auden, Dylan Thomas, Edith Sitwell, Robert Graves e come Arcfiìbald MacLeish, Theodore Roethke, W.C. Williams o Truman Capote? L'elenco potrebbe continuare a lungo: basti dire che Umberto Morra, nel già citato articolo apparso sulla « Nazione », affermava che l'indice di « Botteghe Oscure» poteva essere letto « come un'anagrafe. Con appena lieve esagerazione si può dire che tutti coloro che hanno contato, in questo dopoguerra, nelle lettere, italiane, inglesi, francesi, americane, e non pochi dei tedeschi e degli spagnuoli, ci sono, quasi sempre con "pezzi" di rilievo, talvolta con le primizie o col meglio della loro opera». In realtà, non tutte le scoperte di « Botteghe Oscure » ebbero uguale fortuna, non tutti gli autori ottennero l'affermazione e i riconoscimenti auspicati; d'altra parte, come affermava Iris Origo, « se in mezzo a tutte queste opere ve ne erano alcune di qualità minore, sarebbe assurdo lagnarsene essendo Marguerite fermamente determinata a gettare una rete a maglie abbastanza larghe da dare ad ogni giovane scrittore la prima occasione di farsi avanti » 50 • Quanto al rapporto tra le varie sezioni linguistiche della rivista, del quale si è già parlato, resta da notare che gli italiani, oltre ad essere retrocessi, a partire dal numero VIII, dalla posizione iniziale a quella finale di ogni quaderno, videro ridursi gradualmente lo spazio a loro destinato dalla rivista, in favore di una sempre maggiore apertura alle letterature straniere, in particolare a quelle inglese e americana 51 • Ancora una volta, le motivazioni di questa scelta andranno ricercate soprattutto nella progressiva affermazione del carattere internazionale del periodico e nella conseguente decisione di valorizzare le collaborazioni straniere attraverso precise scelte editoriali.
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Da segnalare peraltro, a tale proposito, che, mentre nei primi anni di vita della rivista si faceva ricorso quasi esclusivamente alla lingua italiana per presentare le varie informazioni ed avvertenze contenute nelle pagine iniziali e in quelle finali di ogni quaderno, un po' alla volta anche in quest'ambito la lingua inglese sottrasse sempre maggiori spazi a quella italiana e, pur senza sostituirsi completamente ad essa, negli ultimi numeri venne utilizzata ormai sistematicamente per tutte le informazioni ritenute più importanti o più significative ai fini della diffusione di « Botteghe Oscure » (note bio-bibliografiche, elenchi dei distributori, condizioni di vendita e di abbonamento, modalità di invio dei manoscritti; brani di recensioni critiche riportate sulle sovracopertine). Certamente, come già notato precedentemente in relazione al problema delle traduzioni, l'inglese era ormai diventata la lingua internazionale per eccellenza e ciò sarebbe già sufficiente a spiegare la scelta di « Botteghe Oscure » di assumerla anche - potremmo dire - come la propria lingua redazionale. Non si può sottovalutare, però, come concausa, l'esistenza di particolari vincoli culturali ed affettivi che legavano Marguerite Caetani al mondo anglosassone e in particolare agli Stati Uniti, dai quali ella proveniva, nei quali aveva mantenuto una serie di contatti e nei quali la rivista ebbe un'accoglienza e una diffusione più larga che in Europa 52 • Qui, a nostro avviso, andranno ricercate anche le ragioni principali di una presenza sempre più massiccia . di testi in lingua inglese sulle pagine della rivista: da una parte, infatti, è probabile che particolarmente copiose giungessero dagli Stati Uniti le offerte e le proposte di collaborazione (anche o soprattutto per il tramite di amici e conoscenti diretti); dall'altra, è evidente che la maggiore conoscenza della lingua inglese e della cultura anglosassone nel suo complesso permetteva a Marguerite di leggere e selezionare i materiali con piena consapevolezza e autonomia di giudizio, tenendo conto, ancor meno che per le altre sezioni linguistiche, delle opinioni dei suoi consulenti e collaboratori: e poiché sappiamo che il suo giudizio si era fatto nel tempo sempre più generoso e benevolo (anche se, come afferma Elena Croce, « il suo umorismo coglieva prontamente i segni della eventuale mistificazione ») 53 , è lecito supporre che per le sezioni inglese e americana i criteri di inclusione fossero meno rigorosi di quanto non avvenisse per le altre sezioni, e in particolare per quella italiana, nella quale Bassani rappresentava una voce particolarmente autorevole. Va comunque segnalato che, in un'intervista rilasciata da Marguerite Caetani 54 , ella suggerì, sia pure indirettamente, l'esistenza di precise ragioni critiche dietro la scelta di riservare larga ospitalità agli scrittori statunitensi, affermando che « From Ame-
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rica comes work that appears to be more lìvely, more varied, more origina! than what is produced in Europe. Perhaps it is becaùse the United States is so much bigger, so much more diversified ». Ed è interessante notare che poco più oltre, in quella stessa intervista, Marguerite sosteneva: « The French have come up with relatively little, We have found many interesting, accomplished writers and poets whom we have pubblished [ ... ] But on the whole current French writing is not so exciting. There are too many prizes. People there are writing to win prizes. They write alike. They all write about Paris »: affermazione · che aiuta a comprendere le ragioni per cui la letteratura francese, assoluta!l}ente prevalente in « Commerce », avesse avuto in « Botteghe Oscure » uno spazio e una rappresentatività più limitati rispetto all'italiana, all'inglese e all'americana. A mio avviso, su tale scelta influirono diversi fattori, variamente legati proprio al precedente di « Commerce ». Innanzitutto, Marguerite era sicuramente consapevole di aver già fatto molto per la cultura francese nei nove anni di vita della rivista parigina e probabilmente riteneva di dover dedicare maggiori risorse agli artisti di altre nazioni. In secondo luogo, si può presumere che i riconoscimenti ottenuti da « Commerce » e la rete di conoscenze e relazioni sorte grazie a quella esperienza avessero spinto Marguerite a cercare certamente anche in Francia voci nuove, scandagliando però, almeno in parte, gli stessi ambienti, rivolgendosi a diversi collaboratori della prima rivista e, comunque, pubblicando testi nei quali l'impronta di « Commerce » era abbastanza evidente. Non a caso, anche solo sfogliando i vari quaderni di « Botteghe Oscure », si ha l'impressione che nella sezione francese regnasse un'atmosfera più raffinata, aristocratica e rarefatta di quanto non avvenisse nelle altre sezioni: la narrativa aveva uno spazio relativamente limitato, méntre si puntava maggiormente sulle poesie, sulle prose poetiche, sulle raccolte di pensieri e si accoglievano più che altrove contributi saggistici. Ora, sappiamo che il gusto personale di Marguerite era il criterio principale di selezione dei testi e dobbiamo pertanto ritenere scontato che ella riconoscesse la validità delle opere pubblicate nella sezione francese, ma è probabile che proprio perché esse si collegavano maggiormente ad una tradizione ormai già conosciuta e consolidata, le apparissero meno corrispondenti a quella insaziabile ricerca del nuovo che ormai animava la .sua attività editoriale. Si è accennato poc'anzi alla scarsa presenza di narratori nella sezione francese e appare opportuna un'ultima considerazione relativa al problema dei generi letterari e al modo in cui esso venne affrontato nelle altre sezioni della rivista. Da varie testi-
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monianze risulta che a Marguerite Caetani « interessavano sopra ogni cosa i poeti » 55 e che, nella prima fase di elaborazione del progetto di « Botteghe Oscure », le sue aspirazioni, ancora imprecisamente formulate, si volgevano ad una collana di grandi quaderni di poesia » 56 • In effetti, nelle sezioni in lingua inglese, tedesca e americana, oltre che in quella francese, si ricercarono soprattutto testi in versi, anche se la prosa ebbe comunque un'ampia rappresentatività. È significativo, in ogni caso, che nei primi due quaderni che si aprirono alle collaborazioni straniere (il numero II e il numero III), gli scrittori inglesi e americani pubblicati sulla rivista fossero tutti poeti, mentre solo nei quaderni successivi si cominciarono ad accogliere gradualmente testi in prosa (soprattutto opere narrative, ma anche testi per il teatro e per la recitazione radiofonica, brani di epistolari, raccolte di pensieri e rarissimi saggi). Nella sezione italiana, invece, salta agli occhi una presenza massiccia di narratori, sia pure accostati ad altri prosatori e ad un gruppo piuttosto folto di poeti: in un primo momento si era ipotizzato che questa scelta potesse essere attribuita soprattutto a Bassani e ad un suo prevalente interesse per la narrativa, verso la quale proprio in quegli anni egli si stava sempre più indirizzando come autore dopo gli esordi giovanili di poeta 57 • Dalla lettura dell'epistolario, invece, risulta piuttosto sorprendentemente che si trattava di una scelta di Marguerite, alla quale, tra l'altro, Bassani tentava di opporsi 58 • Possiamo ipotizzare quindi, come suggerito peraltro da Pietro Citati, che la Principessa, avendo una conoscenza più limitata della letteratura e della lingua italiana rispetto all'americana, all'inglese e alla francese, risentisse maggiormente, in quest'ambito, degli orientamenti della critica e, comunque, dei giudizi formulati da altri: e poiché in quegli anni, non soltanto fu soprattutto la narrativa italiana ad affermarsi a livello internazionale, ma tra gli stessi recensori di « Botteghe Oscure» e di An Anthology of New Italian WriterJ molti avevano segnalato la maggiore vitalità dei testi in prosa rispetto a quelli in . versi presentati nella sezione italiana della rivista 59 , è probabile che Marguerite non fosse rimasta insensibile a tali valutazioni e ne fosse stata poi, almeno in parte, influenzata nelle sue scelte editoriali. Come si giunse alla chiusura Per conoscere le motivazioni ufficiali che determinarono la cessazione delle pubblicazioni, è opportuno riferirsi ancora una volta alle parole di Bassani, che affrontava il problema nella parte iniziale del suo Congedo e lo riprendeva poi, circolarmente,
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alla fine della trattazione: il redattore, infatti, esordiva proprio comunicando la decisione di sospendere le attività di « Botteghe Oscure» per liberarsi « dall'assillo di una periodicità regolare », pur senza escludere la possibilità, per il futuro, di uscire saltuariamente con numeri speciali, cioè di « presentarsi al pubblico soltanto in casi eccezionali; quando [ ... ] si siano accumulate pagine di interesse veramente singolare » 6(). Poi, nella parte finale del saggio, dopo aver spiegato, almeno a grandi linee, le circostanze in cui era nata la rivista, averne individuato alcuni orientamenti e aver tratteggiato le modalità di collaborazione con gli editori Ricciardi e De Luca, Bassani concludev-a il suo discorso attribuendo proprio alla morte di De Luca una delle principàli ragioni della chiusura. Egli, infatti, affermàva: « Inutile nasconderlo: se « Botteghe Oscure», oggi, cessa le pubblicazioni, ciò è dovuto, in buona parte, al fatto che il nostro caro Luigi non è più tra noi. È vero che da qualche tempo si pensava alla triste eventualità che la rivista dovesse finire. Ma si pensava, anche; che · la fine non fosse così vicina. L'improvvisa, tragica sèomparsa del nostro àmico insostituibile [ ... ] ha indubbiamente affrettato le nostre decisioni, rendendo tanto più necessario, e doloroso, questo congedo» . .Si comprende che Bassani abbia voluto concludere le sue riflessioni rendendo omaggio alla memoria dell'editore e sottolineando la sofferenza che accompagnava l'addio ai lettori, ma desta qualche perplessità l'affermazione che la chiusura della rivista fosse dovuta « in buona parte » alla morte di De Luca. Si può certamente riconoscete che tale evento abbia accekrato una decisione ormai già presa per altri motivi, dei quali comunque lo stesso Bassani ammetteva l'esistenza, ma è fuor di dubbio che la crisi della rivista si era manifestata apertamente già prima della scomparsa dell'editore (avvenuta nell'estate), dal momento che, come si ricorderà, nel 1960 non era uscito alcun numero primaverile e, dunque, si era contravvenuti per .la prima volta :all'impegno di pubblicare due quaderni ali'anno. Quali, dunque, le vere ragioni della chiusura? Evidentemente, vi erano delle forti motivazioni economiche: la mole esagerata dei quaderni, la generosità di Marguerite nei pagamenti agli artisti e ai collaboratori, la scarsa rete di distribuzione di « Botteghe Oscure » avevano sempi-e contribuito a mantenere in passivo il bilancio della rivista, còsfringerido Màrguerite ad attingere costantemente al patrimonio di famiglia: e addirittura. a vendere quadri per sostenere le spese editoriali. D'altra parte, anche questa spiegazione non appare sufficien~ te: infatti, gli esborsi erano risultati eccessivi fin dall'inizio e ben presto amid collahotMori avevano cercato ·di convincere Marguetitè a ridurre le diménsioni dei quaderni e a gestire più
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oculatamente le spese, né erano mancati appelli pm o meno diretti ai lettori per il sostentamento della rivista 61 • Ma le difficoltà economiche per molti anni non erano bastate a scoraggiare la Principessa, finché le energie fisiche e mentali l'avevano sostenuta nella sua intensa vita di relazione e nella incessante attività di ricerca e di selezione dei materiali da pubblicare. Proprio nel venir meno di tali energie andrà assai verosimilmente individuata una delle ragioni principali della chiusura: i1 marito Roffredo era malato e bisognoso di cure e di costanti attenzioni e la stessa Marguerite, ormai ottantenne, era evidentemente stanca e affaticata dagli anni, oltre che particolarmente provata nella vista (dunque, nelle possibilità di lettura!); gli incontri a Ninfa e a Palazzo Caetani con artisti, letterati e uomini di cultura si erano ovviamente molto diradati ed era quindi sempre più difficile non solo individuare e contattare nuovi autori, ma anche mantenere vivi e fecondi i rapporti con i vecchi collaboratori della rivista. In tali condizioni, è presumibile che il carico principale del lavoro ricadesse ormai sulle spalle di Bassani (significativo, in tal senso, il fatto che nel quaderno XXV la sezione in lingua inglese si assottigli notevolmente e che, viceversa, quella italiana conquisti maggiori spazi rispetto ai numeri precedenti). Ma egli a cavallo tra gli anni '50 e '60, era nel pieno della sua produzione narrativa, lavorava stabilmente per l'editore Feltrinelli, collaborava anche ad altre riviste e quindi probabilmente non aveva altro tempo da dedicare a « Botteghe Oscure», tanto più - immaginiamo - poiché ora avrebbe dovuto mantenere i contatti anche con gli autori stranieri, dei quali non si era mai occupato direttamente in precedenza. Non solo, ma un'affermazione contenuta nella parte iniziale del Congedo, là dove Bassani non escludeva la possibilità di pubblicare eccezionalmente quakhe altra cosa se fossero arrivate alla redazione « pagine di interesse veramente singolare », tradisce l'esistenza di qualche dubbio e perplessità circa l'effettivo valore artistico dei testi accolti sulla rivista, o almeno di una parte di essi. Possiamo ipotizzare pertanto che Bassani, da una parte, avesse una serie di difficoltà materiali (in particolare, mancanza di tempo) per assumere stabilmente su di sé il maggior carico di lavoro; dall'altra, avvertisse qualche disagio a proseguire un'impresa della quale egli aveva certamente condiviso fin dall'inizio importanti responsabilità, ma che per certi aspetti si era caratterizzata diversamente rispetto alle sue aspettative. Pertanto, pur senza mettere in-dubbio l'effettiva afflizione per la morte dell'editore De Luca e la possibilità che essa abbia affrettato la decisione di cessare le pubblicazioni, c'è da credere soprattutto alla parte iniziale del Congedo di Bassani, e in par-
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ticolare a quel senso di liberazione che il redattore esprimeva per la fine dell'impresa e degli oneri ad essa collegati. Si capisce dunque perché Marguerite, pressata dall'Amministrazione di Palazzo Caetani, consapevole di non avere più le forze per portare avanti da sola la maggior parte del lavoro e probabilmente scoraggiata a proseguire dallo stesso Bassani, si fosse convinta che era finalmente giunto il momento di chiudere la rivista. Afferma Iris Origo che « col compimento dell'opera, che per tanti anni era stato il suo massimo interesse, spari anche una parte vitale di Marguèrite: il contatto non soltanto con la letteratura, ma coi giovani e quindi, in un certo senso, con la vita stessa » 62 ; e in effetti, dopo la conclusione di quella esperienza editoriale e la scomparsa del marito Roffredo, ella condusse in modo appartato, e spesso «assente», gli ultimi anni della sua vita e morì a Ninfa il 17 dicembre 1963. Il lavoro redazionale
Le testimonianze raccolte e la lettura degli epistolari permettono di escludere che « Botteghe Oscure » avesse uno stabile comitato di redazione e consentono di affermare con un buon margine di sicurezza che le uniche persone che si occuparono regolarmente e sistematicamente della rivista furono Marguerite Caetani e Giorgio Bassani, ai quali si affiancarono, di volta in volta, negli anni, collaboratori diversi, che intervennero in forme differenti e per periodi limitati di tempo. In realtà, sfogliando i primi tre numeri del periodico, non si trova alcun cenno ai suoi responsabili e curatori, mentre nel quaderno IV appare per la prima volta l'indicazione di Bassani come redattore e, a partire dal numero V, si legge finalmente anche il nome di Marguerite Caetani 63 • Nel quaderno XIV, Bassani viene presentato come « redattore capo » e accanto a lui figura Ben Johnson come« redattore» 64 • Già nel quaderno XV, però, il nome di Johnson scompare e Bassani viene nuovamente retrocesso al ruolo di semplice « redattore », che poi conserverà fino all'ultimo numero della rivista. Nei quaderni compresi tra il XVIII e il XXII, infine, i nomi di Marguerite Caetani e di Giorgio Bassani sono affiancati da quello di Eugene Walter 65 , presentato come « segretario di redazione ». Per il resto, nessun altro nome (a parte, ovviamente, quelli degli autori e degli eventuali traduttori) comparve mai ufficialmente sulle pagine della rivista, anche se all'interno delle « Note bio-bibliografiche » che accompagnavano il quaderno XVII si trova un rapido cenno (dotato, peraltro, di scarsa visibilità) al
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fatto che lo scrittore Stanley Moss, presente per la prima e unica volta come autore su quel numero del periodico; all'epoca vivevit a Roma e lavorava per « Botteghe Oscure ». Da una lettera di Elsa Dallolio e dal suo confronto con altre missive dell'editore De Luca e di Giorgio Bassani 66 , si intuisce che la collaborazione di Moss doveva essere iniziata nei primi mesi del 1955, che inizialmente Marguerite Caetani si aspettava da lui un valido contributo alla redazione, ma che poi il suo compito si era fon~ damentalmente limitato a quello di correggere le bozze per i testi delle sezioni di lingua inglese. Evidentemente, egli ricopriva ancora questo incarico nel marzo 1956 (quando venne pubblicato il quaderno XVII), ma non sappiamo se continuò a lavorare per la rivista anche dopo l'ingresso di Eugene Walter nella redazione. In ogni caso; è possibile che Marguerite Caetani si fosse rivolta a Moss pensando che egli potesse sostituire Ben Johnson, ma, non essendo pienamente soddisfatta dellà scelta, avesse preferito non far figurare il suo nome tra quelli dei responsabili della rivista e si fosse nel frattempo adoperata per individuare qualche altra persona, riuscendo infine ad affidate a Walter· l'io~ carico ufficiale di segretario di redazione, come esplicitamente indicato fin dal numero autunnale dello stesso anrio 1956. Da segnalare, inoltre, come risulta da una lettera di Bassani 67 , che nel settembre 1959 la redazione della rivista aveva recentemente acquisito due giovani collaboratori (una delle quali quasi certamente americana; l'altro di difficile identificazione, ma anche lui con un nome anglosassone). Probabilmente, essi erario stati contattati quando si era reso necessario sostituire Eugene Walter, ma i loro nomi non comparvero mai sulla rivista: infatti, come chiariva: lo stesso Bassani, quando fu pubblicato il quaderno XXIV essi erano ancora in prova, ed è facile supporre che in seguito, nell 1ultimo travagliato anno di vita di « Botteghe Oscure », i due giovani non fossero stati confermati nel loro incarico o che in ogni caso non si fosse ritenuto opportuno indi, care nomi di nuovi collaboratori nel numero XXV, dal momento che si trattava dell'ultimo quaderno del periodico. Come si è visto, comunque, gli unici nonii che apparvero ufficialmente (o ché si ipotizzò di far apparire) nelle pagine iniziali di alcuni quaderni, accanto a quelli di Marguerite Caetani e di Giorgio Bassani, appartengono a collaboratori americani; tuttavia, la lettura dell'epistolario rivela che, almeno per un certo periodo, la redazione poté avvalersi anche del prezioso contributo di Elsa Dallolio, un'amica italiana di Marguerite, che curò fin nei minimi dettagli la realizzazione del numero VIII della ri vista e in parte collaborò anche ad altri quaderni, pur rimanen. _ , do sempre nell'ombra 68 , Per il resto, i carteggi in lingua italiana e i vari documenti 0
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che è statò ·possibile ·consultare non permettono di individuare la presenza di altri collaboratori che abbiano ricoperto, almeno per qualche tempo, incarichi di responsabilità all'interno della redazione. Risulta invece da varie lettere di Giorgio Bassani e di-Elsa Dallolio che essi in parte si occuparono personalmente della correzione delle bozze (Bassani stabilmente e la Dallolio occasionalmente) e in parte distribuirono di volta in volta il lavoro a persone diverse, di varia nazionalità, individuate per lo più tra gli stessi giovani scrittori che avevano pubblicato qualche testo su « Botteghe Oscure » e che in questo modo avevano la possibilità di integrare le loro entrate. I rapporti con le società di edizione è di distribuzione erano gestiti direttamente da Marguerite, che spesso si avvaleva dell'aiuto e dei consigli di Bassani (soprattutto nella definizione degli accordi con le società italiane), ma alla quale comunque spettava sempre la parola decisiva. In genere, era la stessa Marguerite ad occuparsi anche dei contatti con l'editore-stampatore De Luca e gli epistolari dimostrano che, quando lei era assente da Roma, Bassani e la Dallolio le riferivano sempre tutti i problemi tecnici ed editoriali e le sottopònevano tutte le richieste e le proposte avanzate dallo stampatore, anche quando esse riguardavano dettagli apparentemente pòco rilevanti. Molto probabilmente; per la gestione della contabilità e per le questioni organizzative legate a spedizioni, abbonamenti, omaggi ecc., la redazione di << Botteghe Oscure» non poté mai avvalersi di personale apposito e si .servì dei dipendenti dell'amministrazione di palazzo Caetani, i quali ovviamente potevano occuparsi solo marginalmente della rivista. Ciò contribuisce in buona parte e spiegare il disordine, la confusione, le lacune che, come emergerà dalla lettura degli epistolari; contrassegnarono tanto l'erogazione e la certiftcazione dei pagamenti quanto là raccolta e la registrazione della corrispondenza, tanto la catalogazione di dati e informazioni di varia natura quanto persino la conservazione e l'eventuale restituzione dei manoscritti69 • Vero è ·che dalle lettere sia di Bassani che della Dallolio emerge che essi cercarono in qualche modo di supplire ai vari difetti organb;zativi, occupandosi personalmente (soprattutto la Dallolio, sia pure per il periodo limitato della sua collaborazione) di una serie di questioni pratiche, ma il fatto stesso che essi sottoponessero sempre tutti i problemi , anche i più banali, a Marguerite dimostra abbastanza eloquentemente che anche in quest'ambito era lei a coordinare il lavoro e a prendere tutte le decisioni. In effetti, la sua istintiva insofferenza per le regole e i criteri codificati, l'elasticità con cui interpretava anche le convenziopi ormai consolidate e la naturalezza con . cui_faceva e sosteneva ·scelte
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imprevedibili 70 impedivano ai collaboratori di fare riferimento a norme, canoni o direttive prestabilite e li costringevano a rivolgersi alla principessa per discutere ogni singolo problema e per sottoporre alla sua approvazione ogni ipotesi di lavoro. Sappiamo che amici ed estimatori cercarono di convincere Marguerite che una sola persona non poteva accentrare su di sé tutte le scelte editoriali, finanziare la rivista, tenere i rapporti con i collaboratori esterni, sovraintendere al lavoro redazionale e curare la stessa gestione amministrativa, perché ciò avrebbe comportato inevitabili falle nell'organizzazione generale dell'impresa. Truman Capote, per esempio, le scrisse: « Credo, ed ho sempre creduto, che lei voglia far troppo e tutto da sola ... Non è possibile leggere, accettare , rifiutare, correggere bozze ad infinitum » 71 • Ma sappiamo anche che, finché le forze e l'entusiasmo la sorressero, Marguerite continuò ad occuparsi di ogni cosa, difendendo ostinatamente e quasi capricciosamente il suo ruolo di prima curatrice e responsabile della rivista. Affermava Elena Croce che « esaltante per lei era soprattutto il sentimento del potere che deriva dalla scoperta della novità e del talento, dalla sicurezza del proprio intuito » 72 , mentre Iris Origo notava che « l'entusiasmo e l'energia che portavano in porto i progetti di Marguerite si colorivano a volte dell'insistenza e della irragionevolezza di un bambino cocciuto. Accaparrava gli amici e ne sorvegliava imperiosamente l'opera, impazientendosi in modo assai americano per ogni esitazione o indugio. Le pareva impossibile che qualcuno potesse rifiutare le sue richieste » 73 • In fondo, questo « sentimento del potere », in cui i migliori amici di Marguerite individuavano il suo maggiore, e forse unico vero difetto, probabilmente non era altro che la controfaccia della sua dedizione all'arte e agli artisti, della generosità, dell'impegno, della noncuranza per i rischi con cui guidava le sue imprese e della sicurezza con cui seppe sempre conservare e difendere l'assoluta libertà della rivista. Come fu notato da A. Pryce-Jones nel saggio più volte citato, ma anche da vari recensori della rivista, Marguerite Caetani interpretò e rinnovò in senso moderno la grande tradizione del mecenatismo privato, ormai rarissimo in Europa, impegnandosi attivamente in prima persona non solo ad accogliere gli artisti sulla sua rivista e a finanziarli con prodigalità, ma anche ad incoraggiarli e a fornire loro amicizia e concreto interessamento: faceva incontrare i giovani scrittori con persone di prestigio che avrebbero potuto aiutarli ad irrserirsi nell'ambiente letterario, assumeva s~ di sé le spese per far tradurre le opere in cui credeva, scriveva lettere e faceva pressioni su editori ed agenti per far pubblicare i testi degli autori a lei cari.
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Certamente, ella poté contare sempre su un largo aiuto da parte di Bassani che, oltre ad assisterla nell'analisi e nella soluzione dei problemi editoriali e delle questioni organizzative, rappresentò un filtro insostituibile per la selezione dei testi da pubblicare nella sezione italiana e per la gestione dei rapporti con i loro autori. Ma si trattava. appunto, di un tramite, di un anello intermedio, perché le opere approvate da Bassani passavano poi sempre al vaglio della Principessa, che decideva se avallare o rifiutare le scelte del suo redattore. Sappiamo inoltre che, a parte Bassani, vi furono altri scrittori italiani e stranieri, legati a Marguerite da rapporti diretti di conoscenza e di stima o da debiti di riconoscenza, che svolsero in qualche caso per lei anche funzioni di agenti editoriali 74 : essi, pur non avendo alcun ruolo stabile nella redazione, le segnalarono nuovi autori, le procurarono contatti con artisti già affermati e si adoperarono per reperire testi difficilmente raggiungibili, talvolta curandone personalmente la presentazione sulla rivista sotto forma di brevi note. Probabilmente, ci si avvalse di queste forme di assistenza e di consulenza soprattutto nei primi anni di vita di « Botteghe Oscure», quando si trattava di avviare e sollecitare nuove collaborazioni e c'era denaro sufficiente per compensare anche i vari mediatori; poi la rivista venne gradualmente consolidando il suo prestigio, gli autori cominciarono spontaneamente ad inviare manoscritti, si impose la necessità di contenere gli esborsi finanziari e possiamo ipotizzare che l'insie me di queste ragioni abbia contribuito a ridurre sensibilmente il numero dei collaboratori esterni alle attività della redaziohe. 0
Il rapporto con i collaboratori italiani Gli epistolari presentati in questo volume permettono di ricostruire solo parzialmente i rapporti tra Marguerite Caetani e i collaboratori italiani della rivista, per le ragioni chiarite nella Premessa; pertanto, ci si è dovuti limitare a formulare una serie di ipotesi sulla base delle lettere a disposizione e del loro riscontro con altre testimonianze. Occupiamoci innanzitutto del rapporto con Giorgio Bassani, il quale, come affermava Elena Croce, « fu l'unico che per l'intero dodicennio curò una sezione specifica con un'attentissima pianificazione, ed ebbe con la sua geniale editrice un vero e costante dialogo » 75 • Sappiamo che all'epoca in cui nacque « Botteghe Oscure » egli non era affatto famoso e che fu la stessa Elena Croce a proporlo come consulente per la rivista, poiché egli « possedeva tutte le doti di entusiasmo e passionalità letteraria che potevano essere congeniali a Marguerite » 76 • Sappiamo
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anche, perché le sue lettere sono ricche dì riferimenti in tal senso e perché i vari testimoni interpellati ce l'hanno confermato, che Bassani visse con grande impegno e dedizione il suo ruolo di responsabile della sezione italiana e di redattore della rivista., conquistando ben presto la stima e la fiducia della principessa: si dava molto da fare per procurare nuovi còntatti, era disposto a viaggiare per l'Italia per incontra.re direttamente gli autori e stabilire accordi con loro, ne leggeva i manoscritti e valutava quali proporre a Marguerite per la pubblicazione; poi, soprattutto quando lei era assente da Roma, si occupava delle varie questioni tecniche e tipografiche, teneva i rapporti con l'editore, i distributori, gli agenti, i vari collaboratori, anche stranieri, e su ogni problema faceva resoconti puntuali nelle sue lettere, offrendo motivati consigli per la loro soluzione. La principessa, dal canto suo, avallava la maggior parte delle scelte del suo più stretto collaboratore, anche se, come già più volte notato e come si chiarirà attraverso la lettura dell'epistolario, non mancarono casi in cui ella rifiutò testi caldamente consigliati da Bassani o, comunque, prese delle decisioni contrastanti con il suo parere e i suoi suggerimenti. Quando egli riteneva tali decisioni illogiche e contraddittorie, non rinunciava à difendere le proprie idee e a tentare con vari argomenti di convincere Marguerite a riesaminare il problema in questione: talvolta i suoi tentativi avevano successo, in altri casi si adottarono delle soluzioni di compromesso, ma vi furono occasioni in cui Bassani dovette sottomettersi controvoglia a delle direttive a lui completamente estranee. Si ha l'impressione - ·· e alcune testimonianze raccolte hanno offerto una parziale conferma in tal senso - che negli ultimi anni di vita della rivista fossero emerse più spesso ragioni di contrasto, sia pure non gra"\'e, tra Marguerite e il suo redattore: da una parte, si può ipotizzare che il crescente interesse della principessa per le letterature straniere e il rapporto di grande intesa che ella aveva stabilito con Eugene Walter avessero preoccupato Bassani, spingendolo su una posizione « difensiva » e por~ tandolo tanto a sostenere le ragioni degli italiani quanto a rimarcare l'adeguatezza delle proprie scelte con una particolare carica emotiva; dall'altra parte, è probabile che Bassani, forte del prestigio acquisito attraverso la rivista e al di là di essa, con i suoi successi di narratore e coi suor ormai rnolteplid impegni nel mondo editoriale, si sentisse sempre più sicuro e autorevole nei suoi giudizi, dunque più libero di esprimere con convinzione le proprie riserve. · . · In realtà, comunque, anche quando affiorava quakhe tensione, non venne mai meno in Bassani un fondamentale sentimento di affetto e di amicizia ,per la principessa, che si manifesta.va in forme diverse e, in parte, contrastanti: · come dimostrano infatti
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le varie lettere, non solo egli arricchiva con estrema naturalezza le sue comunicazioni tecniche e professionali di riferimenti (sia pur rapidi) alla propria vita personale e familiare, ma è interessante soprattutto notare che alla deferenza, all'ammirazione, alla gratitudine per Marguerite, si accompagnava a tratti un atteggiamento quasi paterno, protettivo, di bonario rimprovero per le varie inadempienze e dimenticanze e di pronta sollecitudine a intervenire per sanare i problemi o per proporre soluzioni. Certamente, in alcuni casi Bassani si spazientiva, soprattutto se qualche decisione improvvisa della principessa lo costringeva a venir meno agli impegni presi con i vari collaboratori, ma si trattava di una reazione perfettamente comprensibile se si considerano il rigore, la scrupolosità, la precisione con cui egli affrontava i vari aspetti del suo lavoro: ed è interessante notare in proposito che, anche quando non aveva nulla da obiettare alla principessa, o in ogni caso manifestava indulgenza e comprensione per le sue mancanze e i suoi ritardi, egli sentiva comunque il bisogno di sottolineare puntigliosamente tutto quello che lui aveva fatto per la rivista e di segnalare qua e là, più o meno indirettamente, l'adeguatezza, la completezza e il tempismo che avevano caratterizzato le sue scelte e i suoi interventi. Se le profonde differenze di carattere tra Bassani e Marguerite provocarono inevitabilmente qualche contrasto, mi sembra di poter affermare che esse ebbero però soprattutto un effetto vivificante per la rivista, perché ne alimentarono la dialettica interna e le permisero di evolversi e di rinnovarsi nel tempo, pur mantenendo una fision0mia relativamente stabile e riconoscibile. Ed è probabile che tanto l'editrice quanto il redattore fossero consapevoli di tale complementarità e che per questo continuassero a confermarsi reciprocamente stima, fiducia e rispetto. Particolarmente interessante, in questo senso, rileggere alcuni giudizi espre8si da Bassani dopo la morte di Marguerite Caetani, nei quali egli non si limitava a manifestare genericamente affetto e gratitudine per la principessa, ma le attribuiva anche una precisa influenza sulla sua personale maturazione di uomo e di scrittore. Infatti, in un'intervista rilasciata poche settimane dopo la scomparsa di Marguerite, Bassani affermava: « io ho imparato molto, da lei. Ho avuto occadone di conoscerla in anni difficili per tutti. Ero a quel tempo, nel 194 7, ancora in gran parte immerso in problemi miei, [ ... ] portato a vivere d'una realtà prevalentemente interiore e in certo modo ossessiva. [ ... ] Marguerite Caetani mi insegnò, non già a prendermi meno sul serio, ma a veder cose della mia vita in una prospettiva più reale. Era una donna di grande e severa generosità, e di grande carattere, ma possedeva anche il dono della distrazione interiore. Aveva della letteratura, della critica e del g iornalismo, perché ella non
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innato il senso delle propòrzioni e, come le persone che per istinto e per uso di mondo sono abituate a guardare da punti di vista superiori, quello della relatività »77 • E in un articolo del 1971 in cui ripercorreva la genesi delle Cinque storie ferraresi, Bassani svelava che erano state soprattutto le insistenze, le sollecitazioni e le affettuose premure di Marguerite Caetani a indurlo a rielaborare un suo antico racconto e a indirizzarsi poi prevalentemente verso la narrativa: « Avendo composto fra il '42 e il '47 esclusivamente poesie, mi consideravo ormai un poeta lirico, e basta. Fu Marguerite Caetani, fondatrice e direttrice di « Botteghe Oscure », a incitarmi a tornare su quelle pagine giovanili. Il racconto fu pubblicato nel primo numero della rivista col titolo Storia d'amore. Di più: qualche anno più tardi, fattolo tradurre in inglese da Margaret Bottrall, Marguerite Caetani volle includerlo in una antologia di New Italian Writers da lei stessa curata .•. Comunque sia, se all'inizio del '48 mi ripresentai narratore, non fu certo per obbedire al richiamo di una vocazione ineluttabile, quanto, piuttosto, per corrispon~ere alla richiesta, affettuosa e imperiosa insieme, di una persona amica» 78 • Da segnalare infine che all'inizio del 1994, nel corso di un breve colloquio informale, Bassani ebbe ancora parole di grande affetto per la principessa, ribadì che l'incontro con lei era stato molto importante per la sua personale evoluzione artistica e volle sottolineare non tanto le differènze quanto soprattutto le affinità che lo legavano a Marguerite, e che egli individuava nella passione etica e civile, nella convinzione di una superiore civiltà delle lettere rispetto alle meschinità e faziosità contingenti e in una profonda disposizione interiore alla poesia: mentre però la sua poesia si esrpimeva direttamente sulla pagina, quella di Marguerite si manifestava attraverso le cose, i fatti, i sentimenti e aveva trovato la sua realizzazione più compiuta nell'armonia e nello splendore del giardino di Ninfa; e Bassani svelava che proprio quel luogo incantevole aveva poi rappresentato il vero modelle, e il principale punto di riferimento per l'ambientazione del Giardino dei Pinzi Contini, ad ulteriore conferma dei « debiti » artistici che egli era consapevole di aver contratto nei confronti della principessa. Vale la pena soffermarsi ora brevemente sul rapporto con Elsa Dallolio, poiché si tratta della corrispondente italiana di Marguerite Caetani di cui è conservato in Archivio il maggior numero di lettere. Il nome della Dallolio non figura nelle storie della letteratura, della critica e del giornalismo, perché ella non fu autrice di pubblicazioni né assunse mai responsabilità ufficiali in attività editoriali o redazionali. Tuttavia, un libro a lei dedicato da Iris Origo rivela che si trattava di una donnà colta,
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sensibile, ricca di interessi letterari, molto impegnata sul piano sociale e assistenziale, ma estremamente discreta e riservata. In effetti, questi aspetti del suo carattere e della sua personalità emergono abbastanza chiaramente anche dalla lettura delle sue missive, le quali, tra l'altro, testimoniano l'esistenza di una profonda amicizia tra lei e Marguerite: non è stato possibile ricostruire con esattezza quando tale rapporto avesse avuto origine, ma è probabile che esso risalisse ai tempi del « Ritrovo », dal momento che Giuliana Benzoni e Nina Ruffini, che di quel circolo erano state le più attive promotrici, erano due tra le migliori amiche di Elsa Dallolio Nel libro della Origo si afferma che Marguerite Caetani si rivolgeva a Elsa « per la scelta di autori giovani e finora sconosciuti, fidandosi della sua capacità di distinguere quello che era realmente un nuovo talento da quello che era spurio» 79 • D'altra parte, il fatto che la Origo, nel ripercorrere piuttosto dettagliatamente la biografia della Dallolio, non abbia fatto alcun cenno ad un suo preciso e stabile impegno nella redazione di « Botteghe Oscure » fa presumere che la sua collaborazione alla rivista sia stata estremamente occasionale, legata a particolari situazioni di emergenza e mossa soprattutto dal desiderio di aiutare un'amica e di sostenere un'iniziativa in cui credeva. In effetti, la stragrande maggioranza delle missive della Dallolio risalgono all'estate del 1951 e quelle di carattere professionale si riferiscono esclusivamente alla realizzazione del quaderno VIII della rivista: poiché in quel periodo Marguerite tra~ scorse diversi mesi all'estero, impegnata nei preparativi per le nozze della figlia Lelia, è lecito ipotizzare che Elsa si fosse offerta (o comunque avesse accettato) di occuparsi personalmente di gran parte del lavoro redazionale e di fare da tramite tra la principessa e i diversi collaboratori per la soluzione dei vari problemi tecnici ed editoriali Le lettere dimostrano che la Dallolio assolse al suo compito con estrema serietà, rigore e precisione, sforzandosi di mettere ordine nei materiali e nella organizzazione del lavoro, sottoponendo minuziosamente a Marguerite tutti i problemi, fornendo con affettuosa discrezione autorevoli pareri e suggerimenti per la loro soluzione e rivelando sempre un'estrema consapevolezza dei criteri e degli orientamenti che avevano guidato le scelte editoriali di « Botteghe Oscure ». Proprio per queste ragioni, però, sembra piuttosto improba- · bile che la sua collaborazione alla preparazione del quaderno VIII possa essere considerata un episodio completamente isolato. Non a caso, in una lettera di L. De Luca del 1952 si fa riferimento a bozze ricevute dalla Dallolio, e in una lettera di Bassani, sempre del 19 52, egli afferma di aver visto Elsa assai spesso per riguardare insieme le bozze degli autori stranieri e
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« per risolvere le solite questioni tipografiche »: ella, quindi, in qualche modo dovette continuare a fornire un aiuto alla redazione anche per i quaderni successivi all'VIII, così come doveva aver già collaborato precedentemente, se è vero che in diverse lettere usa espressioni del tipo « abbiamo sempre messo », « abbiamo sempre stampato», « abbiamo sempre cercato». Alla luce di tali osservazioni, possiamo ipotizzare che, prima e dopo l'estate 1951, finché la salute glielo permise, la Dallolio abbia collaborato saltuariamente alla rivista, fornendo soprattutto consigli e suggerimenti a Marguerite e supportando in diverse occasioni lei e Bassani nella correzione delle bozze e nella soluzione di vari problemi tecnici, ma senza assumere mai una precisa responsabilità all'interno della redazione; mentre nel '51, dovendo Marguerite assentarsi da Roma per diversi mesi, è probabile che ella fosse stata incaricata di svolgere, sia pure per un periodo limitato, un ruolo di vera e propria « vicaria ». D'altra parte, il suo nome non apparve neanche nel quaderno VIII e non si trova mai citato negli articoli relativi a Marguerite Caetani e a « Botteghe Oscure »: ma non si tratta di una ragione sufficiente per sottovalutare il contributo di Elsa Dallolio, la quale presumibilmente, come già notato, era la prima a voler rimanere nell'ombra. Nelle sue lettere, infatti, ricorrono espressioni di umiltà, di modestia e di sincera fiducia nella superiorità di giudizio di Marguerite, che si accompagnano a frequenti attestazioni di stima, di gratitudine e di profondo affetto nei suoi confronti. Da segnalare però che, pur nel rimettersi sempre alle decisioni dell'amica, la Dallolio non rinunciava mai ad esprimere il proprio parere e a sostenerlo con dovizia di argomenti, sia se riteneva di dovere indirizzare Marguerite nell'analisi di un nuovo problema, sia se voleva invitarla a riconsiderare qualche scelta da lei non condivisa. E, come si vedrà, i consigli e i suggerimenti che ella offriva si caratterizzavano in genere per il rigore e la coerenza delle loro motivazioni: essi venivano espressi con lucidità e competenza, ma, al tempo stesso, con semplicità, con tranquillità, senza alcuna pretesa di approvazione e riconoscimento; si ha davvero l'impressione che la Dallolio li offrisse affettuosamente, ed autorevolmente, come un contributo di amicizia e di sincera sollecitudine per le sorti della rivista e che il fatto di vederli accolti o rifiutati da Marguerite non modificasse assolutamente il suo stato d'animo verso l'amica e non turbasse in alcun modo la serenità dei loro rapporti. Non a caso, essi rimasero improntati a grande affetto e reciproca stima anche dopo la cessazione di ogni collaborazione professionale, come dimostrano le ultime lettere di Elsa, sempre più impegnata a combattere contro gli attacchi della sua malattia, ma ancora piena di attenzioni
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e di preoccupazioni per Marguerite e per « Botteghe Oscure». Si impone, a questo punto, una breve considerazione sul rapporto con Elena Croce: infatti, anche se in Archivio sono conservate solo due lettere e nonostante il suo nome non compaia mai sulle pagine di « Botteghe Oscure » (tranne come traduttrice dall'inglese di alcuni testi presentati nei quaderni IV e V), sappiamo che ella, divenuta amica di Marguerite Caetani ai tempi del « Ritrovo », ebbe un ruolo importante e significativo nel determinare le sorti della rivista, dal momento che fu lei a sollecitare e ad incoraggiare la principessa nell'impresa, fu lei a suggerire il nome di Bassani come redattore e quelli di Ricciardi e poi di Luigi De Luca come editori, fu lei a procurare molti contatti con possibili collaboratori e sua, infine, fu la proposta del titolo « Botteghe Oscure », tanto strenuamente difeso poi dalla stessa Marguerite; e ancora, a distanza di molti anni dalla nascita della rivista, fu Elena a individuare per prima la grandezza del Gattopardo e a passare il manoscritto a Bassani, che ne stampò subito il primo capitolo sul quaderno XXI di « Botteghe Oscure», prima di far pubblicare da Feltrinelli la versione integrale del romanzo. Certamente, come chiarisce la stessa Elena Croce nel libro Due città, ella non poteva garantire un impegno stabile nella redazione di « Botteghe Oscure », anche perché in quel periodo era responsabile della sezione letteraria dello « Spettatore italiano », il mensile diretto da suo marito, Raimondo Craveri, e pubblicato per nove anni, dal 1948 al 1956, dallo stesso editore Luigi De Luca. Nel corso delle varie ricerche, si è cercato di stabilire se ci sia stata qualche forma di rapporto tra le due riviste, ipotizzando che Elena Croce potesse aver svolto per « Botteghe Oscure» un ruolo simile a quello giocato da Jean Patilhan per la rivista« Commerce » 80 , ma, almeno ad una prima analisi, gli elementi a riscontro di questa ipotesi sono piuttosto scarsi. Innànzitutto, dal momento che la rivista di Marguerite Caetani pubblicava esclusivamente testi creativi, mentre lo « Spettatore italiano » presentava soltanto recensioni, saggi critici e rassegne bibliografiche, si deve escludere qualsiasi forma di « travaso» diretto di testi da un periodico all'altro; inoltre, anche volendo ricercare negli articoli dello « Spettatore italiano » riferimenti diretti a « Botteghe Oscure», si riesce a trovare solo qualche recensione a non più di due o tre numeri della rivista, laddove manca qualsiasi tentativo di definirne e chiarirne il ruolo nel panorama letterario italiano e internazionale. D'altra parte, anche sulla scorta di una indicazione fornita per inciso da Citati, sono stati presi in considerazione autori e opere, italiani e stranieri, oggetto di analisi e di recensione •sul-
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le pagine dello « Spettatore » e si è rilevato che in diversi casi si trattava di scrittori o di testi presentati per la prima volta al pubblico italiano su « Botteghe Oscure » e magari censiti a qualche anno di distanza sulla rivista di Elena Croce, dopo la loro pubblicazione in volume 81 • Non solo, ma analizzando la lista dei collaboratori dello « Spettatore italiano » e confrontandola con quella dei collaboratori italiani di « Botteghe Oscure », si sono scoperte alcune interessanti, pur se abbastanza prevedibili, coincidenze, dal momento che diversi autori di articoli, recensioni e saggi critici pubblicati sullo « Spettatore » erano a loro volta autori di testi creativi o di traduzioni presentate su « Botteghe Oscure » 82 • Pertanto, anche se è opportuno escludere qualsiasi forma di rapporto diretto, e meno che mai concorrenziale, tra le due riviste, vista la loro fondamentale diversità di impostazione, si può ritenere che la solida amicizia tra le due rispettive anima-trici abbia inevitabilmente favorito non soltanto lo scambio, più o meno occasionale, di pareri e di segnalazioni, ma anche il consolidamento di una rete di relazioni comuni, coltivate poi da ciascuna delle due donne in forme diverse e secondo percorsi sostanzialmente separati 83 • Per quanto riguarda il rapporto con gli artisti e gli scrittori italiani che collaborarono più o meno occasionalmente alla rivista, si può tentare in questa sede di trarre dagli epistolari solo alcune indicazioni di carattere generale e di porle a confronto con le testimonianze offerte dalle persone che conobbero e frequentarono Marguerite Caetani. Particolarmente interessante appare la lettura del carteggio tra lei e Guglielmo Petroni, cl.al momento che si tratta dell'unico caso in cui abbiamo a disposizione le lettere sia dell'uno sia del1'altro corrispondente. Le missive di Marguerite, oltre a rivelare una estrema spontaneità di scrittura e la mancanza di ogni preoccupazione per la correttezza del periodare, mostrano chiaramente come ella manifestasse il suo affetto e la sua stima per il giovane artista non solo dichiarandogli amicizia e fiducia, incoraggiandolo nel lavoro, informandosi sulla sua vita personale e familiare, ma anche interessandosi concretamente alle sue sorti di scrittore, promuovendo la diffusione delle sue opere, finanziandone la traduzione, contattando direttamente gli agenti e gli editori, offrendogli consigli e suggerimenti per tutelare i propri diritti e spronandolo con insistenza caparbia, a tratti imperiosa, a inviarle nuovi testi da pubblicare su « Botteghe Oscure ». E poi, come si intuisce dalle lettere e comé ha testimoniato la signora Petroni, Marguerite coglieva ogni occasione per sostenere economicamente il giovane scrittore, senza offendere la sua dignità: lo pagava in anticipo per le sue collaborazioni alla rivista, gli
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inviava regali per i bambini e pacchi natalizi con i prodotti delle tenute di campagna, lo incaricava di procurarle contatti con altri artisti promettendo un adeguato compenso per queste attività di «mediazione». Petroni, dal canto suo, esprimeva sempre grande affetto, gratitudine e riconoscenza nei confronti della principessa, cui si sentiva tanto debitore non solo perché ella, per prima, aveva creduto in lui e gli aveva aperto la strada per affermarsi nel mondo letterario 84 , ma soprattutto perché, continuando a spronarlo e ad interessarsi fattivamente al suo lavoro, lo aiutava a vincere le proprie insicurezze e reticenze e ad avere maggiore fiducia in se stesso. Ed è interessante notare che, anche a distanza di molti anni, nel ricordare la figura di Marguerite e il suo rapporto con i collaboratori della rivista, Petroni affermava che la principessa « di ognuno recepiva, quasi misteriosamente, le esigenze intellettuali e umane [ ... ] . Le lettere che ricevetti da lei, nei periodi in cui era lontana da Roma, sono improntate ad un tono di impareggiabile sollecitudine. Un poeta, un artista, rappresentavano per lei il messaggero di qualche cosa che doveva essere rispettato, amato e aiutato » 85 • Certamente, il legame con Petroni si fondava su una reciprocità di affetto e di stima e su una consuetudine di rapporti 86 che non potevano rappresentare la norma, ma che verosimilmente non costituivano neppure una particolare eccezione. Significativa in tal senso, ancora una volta, la testimonianza offerta da Iris Origo, che affermava nel suo articolo: « Vi doveva essere in Marguerite non so quale perenne giovinezza che faceva gravitare intorno a lei tanti giovani scrittori [ ... ]. Con lei si trovavano completamente a loro agio, vivevano insieme, certi che nella sua inesauribile tolleranza essa li avrebbe perdonati anche se non avessero consegnato il lavoro promesso e per il quale, a volte, erano stati pagati in anticipo. La loro fiducia era l'istintiva risposta alla fede che essa aveva in loro [ ... ] . La sua generosità nasceva infatti dalla ben radicata convinzione - a cui né il passare degli anni, né le molte delusioni erano riusciti a toglier forza - che nessuna opera d'arte possa venir mai ripagata abbastanza e donatore rimanga sempre l'artista» 87 • Si comprende, dunque, perché non solo nelle lettere di Petroni ma anche in quelle di tanti altri collaboratori della rivista (soprattutto di quelli più giovani e meno noti) abbondino le espressioni di gratitudine, di ammirazione, a volte di sorpresa, se non di vero e proprio imbarazzo, per la disarmante generosità di Marguerite e per il concreto interessamento, spesso non sperato e non richiesto, da lei dimostrato nei loro confronti 88 • Ma, come risulta dagli epistolari, anche gli artisti già affermati, che verosimilmente non avevano difficoltà a trovare degli · editori disposti a pubblicare i loro testi, consideravano un onore
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essere accolti su « Botteghe Oscure » e avevano per Marguerite parole di lode, di gratitudine e di sincera ammirazione 89 • E sonc indicative del prestigio di cui godevano la rivista e la sua animatrice anche le poche voci di dissenso e di garbata protesta che giunsero a Marguerite da autori che si erano visti rispedire indietro i loro manoscritti sulla base di motivazioni da essi ritenute poco stringenti e avevano sentito il bisogno di rispondere alla principessa per chiarire le loro posizioni 90 • Si potrebbe insinuare che una così diffusa aspirazione ad essere pubblicati su « Botteghe Oscure», dunque su un periodico per lo più ignorato dalla critica e dai grandi circuiti di distribuzione, nascesse soprattutto dal fatto che Marguerite Caetani era nota per la generosità dei suoi pagamenti; non solo, ma si potrebbe sospettare una qualche nota di inautenticità nelle parole di lode, di apprezzamento e di ringraziamento espresse da tanti corrispondenti, molto attivi in seguito nell'ambiente letterario, visto che così pochi furono poi coloro che dedicarono saggi ed articoli a rievocare l'esperienza di « Botteghe Oscure » e la figura della sua fondatrice. Ma probabilmente si tratta di interpretazioni troppo malevole, e il confronto con varie testimonianze rappresenta una conferma in tal senso. Se non è da escludere, infatti, soprattutto per alcuni collaboratori, una particolare sensibilità al problema economico, c'è da credere soprattutto a quello che affermava la signora Petroni, quando spiegava che per molti scrittori « era un'ambizione pubblicare su "Botteghe Oscure" perché si sapeva che non tutti i testi venivano accolti sulla rivista e che Marguerite Caetani aveva un fiuto particolare, era una sorta di rabdomante, intuiva chi sarebbe diventato qualcuno»: pertanto, essere rifiutati da lei equivaleva :c>.d una sconfitta soprattutto sul piano del prestigio personale e dell'autostima, prima ancora di rappresentare una perdita in termini economici e propagandistici. Quanto, infine, all'apparente incongruenza tra l'ammirazione e l'interesse riservati da tanti artisti e letterati alla principessa e il silenzio critico che accompagnò le sue grandi imprese editoriali, ci vengono in aiuto ancora una volta le parole di Elena Croce, quando affermava che Marguerite « aveva disdegnato la volgarità della capitalizzazione del proprio successo e, di conseguenza, tra i tanti che erano stati fieri di conoscerla o anche di incontrarla, soltanto alcuni amici devoti l'avrebbero ricordata. Ma non si trattava di un comune caso di dimenticanza e ingratitudine: sembrava che tutti coloro che avevano appartenuto alla sua cerchia avessero avuto la sensazione che la sua persona e il suo gusto avventuroso non si prestassero a venire illustrati e divulgati per il nuovo grande pubblico dei consumi culturali » 91 •
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Il rapporto con gli editori iìaliani
Nell'Archivio della Fondazione Caetani sono conservate molte lettere di editori italiani e soprattutto stranieri: non solo, infatti, come già notato, Marguerite manteneva in prima persona una serie di contatti con le case editrici per far pubblicare in volume le opere dei collaboratori a lei più cari, ma le perenni difficoltà di distribuzione della rivista e il desiderio di ampliarne la diffusione la spinsero a tentare sempre nuove strade e a ricercare, via via, diversi editori di riferimento cui appoggiarsi per le vendite. Per quanto riguarda poi gli epistolari in lingua italiana, merita una particolare considerazione la corrispondenza con gli editori-stampatori della rivista, che furono, come si sa, Riccardo Riedardi e Luigi De Luca. Il prestigioso editore napoletano Riccardo Ricciardi, grande amico d Elena Croce e da lei celebrato in Due città come « punto di riferimento indispensabile » per la « cultura d'élite partenopea », era noto per la raffinatezza delle sue pubblicazioni, realizzate sempre con estro, eleganza e grande cura artigianale, ma « portate a termine con un'immensa pigrizia, che egli imponeva con crudeltà implacabile, e con un sorriso di candore sadico che si può dire fosse una sua creazione artistica » 92 • Dobbiamo ritenere che fosse stata la stessa Elena Croce, non solo a segnalare Ricciardi a Marguerite (su suggerimento del comune amico Raffaele Mattioli 93 ), ma anche a stabilire con lui i contatti iniziali, se è vero che la prima lettera dell'editore conservata in Archivio e relativa a « Botteghe Oscure » è indirizzata proprio ad Elena. Le missive di Ricciardi, tutte precedenti l'uscita della rivista, si riferiscono soprattutto alla progettazione della veste tipografica di « Botteghe Oscure » e rivelano non solo una grande perizia tecnica e una estrema :::ittenzione ai dettagli nella scelta dei materiali e delle varie soluzioni da adottare per la stampa, ma anche uno spontaneo coinvolgimento, affettivo e professionale al tempo stesso, nelle più complesse questioni editoriali e una vasta consapevolezza delle ragioni della letteratura e dell'arte. Quella di Ricciardi era certamente una voce molto competente e Marguerite accolse favorevolmente, e confermò nel tempo, buona parte delle sue proposte; tuttavia le lettere dimostrano che in diversi casi, e non solo quando erano in gioco problematiche artistiche o letterarie di vasto respiro (quali la scelta del titolo della rivista o i criteri per l'inclusione e l'esclusione di testi), ma anche in relazione a singole e apparentemente banali questioni tipografiche, le soluzioni offerte da Ricciardi vennero respinte dalla principessa, la quale dunque ribadiva anche in que-
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Stefania Valli
st'ambito la propria autonomia di decisione, nonostante l'autorevolezza e l'indiscutibile prestigio del suo interlocutore. Come sappiamo, la collaborazione con Ricciardi si interruppe dopo la pubblicazione del primo quaderno di « Botteghe Oscure » e si potrebbe insinuare, con qualche malignità, che tra le ragioni che spinsero a quella decisione vi fosse anche un problema di « scontro di personalità », una qualche insofferenza, insomma, da parte di Marguerite, nei confronti della perentorietà con cui Ricciardi esprimeva i propri giudizi e della naturalezza con cui egli « sconfinava » dalle questioni tipografiche a quelle editoriali. D'altra parte, nessuna delle testimonianze raccolte autorizza questa interpretazione, mentre c'è da credere che fosse stata sòprattutto la proverbiale lentezza con cui lo stampatore nàpoletano procedeva nel lavoro a convincere Marguerite che era necessario rivolgersi ad altri se si voleva garantire regolarità e· celerità alle pubblicazioni. È interessante rileggere, in proposito, le parole usate da Bassani nel suo Congedo, quando, nel ripercorrere a grandi linee la storia di « Botteghe Oscure », aveva indugiato in un affettuoso e divertito ricordo del « primo stampatore della rivista », probabilmente desiderando attribuire in tal modo un adeguato riconoscimento al ruolo svolto da Riedardi nel determinare la fisionomia del periodico e forse avvertendo al tempo stesso la necessità di giustificare la precoce cessazione di ogni rapporto professionale con un collaboràtore tanto prestigioso. Affermava, dunque, Bassani: « Ricciardi era, ed è, un grande editore. Ma, come molti napoletani illustri e no, diffidente per istinto verso il tecnicismo moderno . Sta il fatto che per la stampa di « Botteghe Oscure » trovò che andava benissimo la tipografia degli Artigianelli, uno stabilimento, cioè, che impiegava come mano d'opera squadre di ragazzi dai dieci ai quindici anni, orfani di guerra: per gran parte ex-sciuscià. I risultati non futono pari all'aspettativa, almeno per quanto riguardava le esigenze redazionali. Noi volevamo anzitutto che la rivista uscisse sul serio due volte all'anno e di ciò Ricciardi, napoletanamente, si mostrava quasi scandalizzato. Pretendevamo inoltre che le bozze, appena pronte, ci fossero inviate per espresso raccomandato; e qui altro motivo di meraviglia, da parte dell'ottimo Don Riccardo, al quale pareva inconcepibile che si fosse tanto prodighi nelle spese postali per motivi di urgenza tanto opinabili Quanto poi alla circostanza che le bozze, composte a mano dagh artigianelli, risultassero ogni. volta gremite di errori: che cosa pretendevamo - aveva l'aria di' dire Ricciardi - -, da dei poveri ragazzi orfani di padre e di madre? La sorda polemica tra nord ~ sud continuò così [ ...] sino all'inevitabile, precoce separàzione consensuale ».
Introduzione
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Come risulta dal riscontro tra varie lettere, la decisione di cercare un nuovo editore era maturata subito dopo la pubblicazione del primo quaderno, ma Elena Croce aveva consigliato a Marguerite di attendere la stampa del secondo numero prima di procedere all'eventuale sostituzione 94 e ancora nel settembre 1948 non era stato effettuato alcun cambiamento 95 • Il quaderno II, però, come si ricorderà, usci il 30 dicembre 1948 per le edizioni dell'Istituto Grafico Tiberino, e possiamo ipotizzare che De Luca avesse fatto i salti mortali per farlo stampare entro la fine dell'anno e rispettare così quell'impegno semestrale che la principessa, e forse soprattutto il suo scrupoloso redattore, non volevano disattendere. Si comprende, dunque, l'entusiasmo con cui Bassani, sempre nel Congedo, sottolineava le qualità del nuovo stampatore: « Anche lui meridionale, ma della Lucania, non nutriva nessuna nostalgia dei lavori fatti a mano. L'Istituto Grafico Tiberino, da lui fondato e diretto, disponeva, a Tivoli, di un'attrezzatura già fin d'allora di prim'ordine, quasi milanese [ ... ].Benché sensibile a tutte le esigenze della tecnica, e della puntualità, De Luca conservava miracolosamente il tipico amore artigianale per il prodotto. Anche perlui il libro restava un libro: una cosa unica, cioè, irripetibile, da ogni volta inventare, da accompagnare trepidamente attraverso tutte le successive fasi di lavorazione con un criterio e un gusto affatto personali ». Sappiamo che anche il nome di Luigi De Luca fu suggerito a Marguerite da Elena Croce, che lo conosceva personalmente e aveva avviato di recente con lui una positiva collaborazione pro, fessionale, affidandogli la stampa della rivista « Lo Spettatore italiano». Non solo, ma De Luca era noto per avere, fin dalla metà degli anni '30, scommesso su giovani autori, pubblicando riviste, come « Lettere d'oggi », aperte coraggiosamente al contributo di scrittori ancora quasi sconosciuti, ma destinati a diventare famosi (Giorgio Caproni, Ezra Pound, Cesare Pavese, Carlo Bernari, per citare solo alcuni nomi); e se si rileggono le parole dedicate a De Luca da Romeo Lucchese, quando afferma che la sua casa editrice era « specializzata in imprese quasi disperate come il rivelare e il lanciare giovani letterati e artisti che avessero cose nuove da dire con la penna, il pennello o lo scalpello», o quando segnala che « l'adesione di Luigi De Luca ad ogni proposta intelligente era immediata » 96 , si capisce perché il binomio De Luca - Marguerite Caetani fosse destinato a funzionare e ad essere riconfermato nel tempo. Tra l'altro, i due condividevano, ·oltre all'amore e all'impegno per la letteratura, anche l'interesse per le arti figurative e le missive di De Luca dimostrano che in qualche caso egli collaborò con la principessa non solo in veste di stampatore, ma anche fa-
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Stefania Valli
cendo da tramite per la vendita o l'acquisto di quadri. Più iP. generale, le sue lettere rivelano una praticità e una concretezza che dovevano soddisfare il pragmatismo americano di Marguerite: De Luca non metteva in discussione le decisioni della sua committente, non esprimeva giudizi che esulassero dall'ambito di sua stretta pertinenza e si limitava a scriverle per informarla sul procedere dei lavori di stampa o per interpellarla sulla soluzione di specifici problemi operativi. Vero è che nelle missive dell'editore non mancano ripetute richieste di pagamenti anticipati, sia pure mitigate dalla disponibilità a comprendere le ragioni di un eventuale ritardo da parte della principessa. E vale la pena ricordare che Hubert Howard, genero dei Caetani e amministratore, dopo le nozze con Lelia, del patrimonio di famiglia, lamentò più volte, con amici e collaboratori, la particolare esosità dei costi di edizione di« Botteghe Oscure» e imputò soprattutto a De Luca la scelta di far stampare, per ogni quaderno della rivista, un numero di copie largamente superiore alle effettive possibilità di distribuzione sul mercato. Nel complesso, comunque, la collaborazione con De Luca dovette essere considerata proficua e soddisfacente dai principali responsabili di « Botteghe Oscure », se c'è da credere a ciò che scriveva ancora Bassani nel Congedo, dunque con l'avallo di Marguerite, quando rivelava che « mai più, per dodici anni» fu presa in considerazione l'ipotesi di cambiare stampatore e quando affermava che quello con De Luca era stato « un incontro fortunato e felice », fino ad individuare, come si ricorderà, nella morte dell'editore una delle principali cause della cessazione della rivista. Prima di accennare brevemente al rapporto con gli editoridistributori italiani, va innanzitutto chiarito che da nessun documento risulta compiutamente la « storia » delle modalità di distribuzione di « Botteghe Oscure ». In particolare, le difficoltà riguardano i primi numeri della rivista, perché a partire dal quaderno X apparve sempre, nelle prime o nelle ultime pagine di ogni fascicolo, l'elenco dei distributori nelle varie nazioni, almeno di quelli ufficiali. In ogni caso, attraverso i riferimenti contenuti in alcune lettere e nelle brochures con i sommari stampate periodicamente, è stato possibile tentare una ricostruzione, almeno a grandi linee, della rete dei distributori in Italia e all'estero. Sarebbe inopportuno, in questa sede, dar conto di tutti i cambiamenti, ma vale la pena osservare che essi furono numerosissimi (sintomo, questo, di una perenne insoddisfazione per le soluzioni di volta in volta adottate) e operarono fondamentalmente in due direzioni: da una parte, rispetto alla scelta iniziale di
Introduzione
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appoggiarsi ad alcune librerie nelle nazioni maggiormente rappresentate su « Botteghe Oscure», si affermò sempre di più la tendenza a stipulare contratti per la distribuzione con grandi e prestigiose case editrici italiane e straniere; dall'altra, mentre nei primi anni la circolazione della rivista era limitata a Italia, Francia, Inghilterra e Stati Uniti, nel tempo si andò progressivamente allungando la lista delle nazioni in cui era possibile acquistare il periodico (e non parliamo soltanto della Germania, della Svizzera o dell'Olanda, ma anche, per esempio, del Canada, dell'Australia o del Sudafrica): in entrambi i casi, comunque, è evidente che lo scopo principale di Marguerite Caetani era quello di garantire alla rivista una maggiore capillarità di diffusione e, dunque, una più solida affermazione sul mercato. In realtà, come si intuisce da varie lettere, i contratti offerti dagli editori non dovevano essere particolarmente vantaggiosi per Marguerite, anche perché si può presumere che molti di loro accettassero di distribuire la rivista soprattutto per il prestigio della sua promotrice, senza aspettarsi un particolare successo di vendite e dunque facendo attenzione a tutelarsi da ogni possibile rischio; e fu probabilmente soprattutto la ricerca di condizioni più favorevoli a guidare Marguerite Caetani nel suo eterno pellegrinaggio da un distributore all'altro, fino a spingerla ad operare ancora dei cambiamenti nel penultimo anno di vita della rivista. Per quanto riguarda specificamente la situazione italiana, nella brochure allegata al quaderno II risulta che all'inizio la distribuzione era affidata alla Libreria Cremonese di Roma: in Archivio non è conservato però alcun documento relativo agli accordi con tale libreria, né è stato possibile stabilire fino a quando sia durata questa collaborazione. Ciò che risulta, invece, dagli epistolari, è che, almeno all'inizio del 1951, dunque dopo ]a pubblicazione dei primi sei quaderni della rivista, Marguerite Caetani aveva proposto all'editore Einaudi un contratto per la distribuzione di « Botteghe Oscure ». Nella sua lettera, Giulio Einaudi si era dichiarato molto onorato da tale richiesta ma poi aveva posto alla principessa delle condizioni particolarmente onerose: non sappiamo se in tal modo egli intendeva scoraggiare Marguerite senza offenderla con un rifiuto o se davvero riteneva che lei, in nome della sua generosità e prodigalità, potesse accettare di sottoscrivere quegli accordi. Sta di fatto che in quel periodo, non sappiamo se prima o dopo aver ricevuto la risposta di Einaudi, Marguerite aveva contattato anche l'editore Mondadori, con il quale poi stipulò effettivamente un contratto della durata di due anni, impegnandosi a far comparire il suo nome sul frontespizio di ·· tutti i quaderni compresi tra il VII e il X.
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Stefania Valli
Le condizioni poste da Mondadori erano sicuramente più favorevoli rispetto a quelle offerte da Einaudi e nel complesso i risultati di quella collaborazione furono definiti « più che soddisfacenti » da Bassani e da Marguerite 97 , anche se il riscontro tra le varie lettere evidenzierà una serie; se non di inadempienze, almeno di ritardi da parte della casa editrice e dunque giustificherà la decisione di sospendere il contratto dopo il primo biennio di prova, per tentare di provvedere direttamente alla distribuzione della rivista. 'Tale proposito, annunciato da Marguerite nella sua lettera ad Alberto Mondadori, fu realizzato però solo per un periodo molto limitato, dal momento che, effettivamente, nel quaderno XI non comparve il nome di alcun distributore per l'Italia, mentre già a partire dal numero XII, e fino al numero XIV, ci si avvalse della collaborazione di De Luca non solo per la stampa ma anche per la distribuzione di « Botteghe Oscure». Tuttavia, neanche questa soluzione dovette rivelarsi pienamente soddisfacente, se è vero che nel 1954 Marguerite tornò a ricercare anche per l'Italia l'accordo con una grande casa editrice: per i quaderni compresi tra il XV e il XIX la distribuzione fu affidata a Garzanti (la cui unica lettera conservata in Archivio non offre informazioni dettagliate sulle condizioni del contratto), mentre a partire dal quaderno XX, e fino all'ultimo numero della rivista, l'editore di riferimento fu Feltrinelli, sulla cui collaborazione non è stato possibile reperire alcun documento scritto, anche perché presumibilmente i termini dei vari accordi potevano essere discussi verbalmente per il tramite di Bassani, che all'epoca lavorava presso la casa editrice. Da segnalare infine che, se nel loro complesso le lettere degli editori italiani riguardano soprattutto i problemi della stampa e della distribuzione della rivista, non mancano, tra le missive di Einaudi e di Mondadori, riferimenti a quella più vasta attività di mediazione e di promozione editoriale che Marguerite Caetani continuò a svolgere instancabilmente per favorire la pubblicazione e la diffusione, in Italia e all'estero, delle opere in cui credeva. Presentazione dell'epistolario
L'epistolario di seguito pubblicato comprende 143 documenti (soprattutto lettere, ma anche. telegrammi, biglietti e cartoline), 7 dei quali in lingua inglese (5 léttere di Rosati, 1 di Calvino e 1 di Elsa Dallolio). Solo 18 missive sono state scritte da Marguerite Caetarii (14 a Petroni, 1 ad Alberto Mondadori, 1 a Bonsanti, 1 a Debenedetti e 1 a De Robertis), mentre le altre (iridi-
Introduzione
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rizzate per la stragrande maggioranza alla stessa Marguerite) provengono da collaboratori, editori ed estimatori della rivista. Nella prima appendice sono presentate altre 9 lettere (7 di Morandi e 2 di Severini), una delle quali in lingua francese. Nella trascrizione delle lettere si è seguito un criterio di suddivisione per corrispondenti, presentati in ordine alfabetico, poiché si è ritenuto che in tal modo sarebbero emersi con maggiore immediatezza elementi utili all'analisi dei rapporti tra Marguerite Caetani e i singoli collaboratori della rivista. All'interno di ogni blocco così individuato, le varie missive sono state pòi riprodotte in ordine cronologico. Certamente le lettere dei diversi corrispondenti sono caratterizzate da notevoli difformità sia nei contenuti sia nello stile sia nella veste tipografica. Alcune di esse (soprattutto quelle inviate da scrittori già affermati nel panorama letterario italiano) consentono in qualche caso di far emergere, più o meno indirettamente, aspetti significativi della personalità dei vari corrispondenti e, comunque, offrono un'importante testimonianza del prestigio di cui godevano Marguerite Caetani e la sua rivista presso letterati e uomini di cultura. Altre (e sono la maggior pàrte) forniscono direttamente o permettono di ricostruire una serie di notizie relative alla storia redazionale e editoriale di « Botteghe Oscure »: particolarmente significative, in tal senso, le numerose lettere di Giorgio Bassani e .di Elsa Dallolio, tna anche, per esempio, quelle degli editori e di altri collaboratori della rivista, poiché nel loro complesso esse consentono di ricavare preziose informazioni relative alla organizzazione del lavoro, ai criteri che guidarono la soluzione di una serie di problemi tecnici e editoriali, ai ruoli che le diverse persone, magari provvisoriamente, ricoprirono e alle influenze che esercitarono nelle scelte relative a « Botteghe Oscure ». Da non sottovalutare, infine, il valore documentario tanto delle lettere e dei biglietti di ringraziamento e di saluto inviati da scrittori ed estimatori riconoscenti, quanto delle missive provenienti da aspiranti collaboratori che non trovarono ospitalità sulla rivista: nel loro complesso, infatti, esse permettono di far emergere ulteriormente alcuni aspetti del carattere e del com~ portamento di Marguerite Caetani, confermandone quel ruolo di mecenate generosa ed accogliente, amante delle « iniziative a fondo perduto», di cui parlano affettuosamente le persone che l'hanno conosciuta, ma anche rivelandone, magari indirettamente, l'autonomia di giudizio e la determinazione a lasciarsi guidare quasi esclusivamente dal proprio intuito e dal proprio gusto nella scelta delle opere da pubblicare. Quanto al tono ed allo stile cui sono informate le varie lettere,
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Stefania Valli
vale la pena soffermarsi in questa sede solo su una breve riflessione: si noterà, infatti, che un atteggiamento deferente, quasi ossequioso, accomuna alcuni tra i personaggi più umili e sconosciuti, dunque più sorpresi e più riconoscenti verso la principessa, o più preoccupati di compiacerla per esserne, a loro volta, ricompensati: al contrario, si osserverà che una profonda schiettezza e sincerità e una certa vena di ironia caratterizzano, sia pure in forme e modi molto diversi, tanto le lettere, peraltro molto affettuose, delle amiche di Marguerite (Elsa Dallolio, Elena Croce) quanto quelle di personaggi che non frequentavano direttamente la principessa (Ricciardi, Salvemini) , ma, forti di un prestigio e di una affermazione ormai consolidati, non provavano alcuna soggezione nei suoi confronti e si sentivano liberi di esprimere stati d'animo, opinioni e suggerimenti senza timori di sorta. Nella presentazione delle lettere scritte da Marguerite Caetani, si è preferito considerare come un blocco a parte le 14 missive indirizzate a Petroni e trascrivere poi in ordine cronologico le quattro lettere inviate ad altri corrispondenti. Poiché era abitudine di Marguerite scrivere la data con l'indicazione del giorno e del mese, ma non dell'anno, la ricostruzione cronologica delle lettere a Petroni e di quella a Mondadori è avvenuta per lo più sulla base di congetture 98 • D 'altra parte, il contenuto delle missive di Marguerite, il loro riscontro con quelle dei suoi interlocutori e, nel caso del carteggio con Petroni, anche i ricordi della moglie dello scrittore hanno permesso di risalire con un buon margine di sicurezza alle varie date di spedizione. Solo per l'ultima lettera a Petroni sono sorti notevoli dubbi relativi alla collocazione cronologica ed è per questo che si è stabilito di trascriverla in coda al blocco. Resta da fare un'ultima considerazione relativa al tono ed allo stile usato da Marguerite nelle sue comunicazioni epistolari: se ne è già parlato a proposito del rapporto con Guglielmo Petroni e si può osservare ora che anche le missive indirizzate agli altri corrispondenti sono caratterizzate da un'estrema cordialità e da una disposizione amichevole e affettuosa, anche se si limitano ad affrontare questioni di carattere professionale. Inoltre, le lettere a Bonsanti e a Debenedetti condividono con quelle destinate a Petroni la totale noncuranza per un uso corretto dell'ortografia, della morfologia e della sintassi, laddove nelle missive dirette a De Robertis e a Mondadori il fondamentale rispetto delle regole grammaticali e una particolare cura per la fluidità e per l'organicità del periodare rivelano chiaramente l'intervento di altre persone nella stesura degli originali.
Introduzione
Numero della Data di edizione rzvista
I
I
J2 II
Pagine
Sezioni linguistiche
7 luglio 1948
226 99
italiana
4 agosto 1949
237
italiana
30 dicembre 1948 305+62
IO()
61
ital., ingl., amer.
III
24 maggio 1949
417
ital., anglo-amer., frane.
IV
dicembre 1949
419
i tal. , amer., ingl.
maggio 1950
468
ital. , frane., ingl., amer.
novembre 1950
473
ital. , frane ., ingl., amer.
aprile 1951
475
ital., ingl., amer., frane
VIII
novembre 1951
481
frane., ingl., amer., ital.
IX X XI XII XIII XIV
aprile 1952
478
frane., ingl., amer., ital.
ottobre 1952
479
frane ., ingl., amer., ital.
aprile 1953
539
frane ., ingl., amer., ital.
novembre 1953
532
frane., ingl., amer., ital.
aprile 1954
468
frane., ingl., amer., ital.
settembre 1954
466
frane ., ingl., ted ., amer., ital.
marzo 1955
495
frane., ingl., amer., ital.
settembre 1955
467
frane., ingl., spa. , amer., ital.
marzo 1956
543
frane., ingl., amer., ted., ital.
settembre 1956
531
frane ., ingl., amer., spa., ital.
aprile 1957
596
frane ., ingl., amer., ted., ital.
settembre 1957
615
frane. , ingl., amer., ital.
V VI VII
xv XVI XVII XVIII
XIX
xx XXI XXII
aprile 1958
543
frane., ingl.,amer. , ted ., ital.
agosto 1958
543
frane. , ingl. , amer., spa., ital.
XXIII
maggio 1959
471
frane ., ingl. , amer., ted., ital.
XXIV
settembre 1959
405
frane., ingl., amer., ital.
ottobre 1960
444
frane. , ingl., amer. , ted. , ital.
xxv 1 2
I edizione. II edizione.
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Stefania Valli
Avvertenza I documenti di seguito pubblicati si conservano, nella maggior parte, presso l'Archivio della Fondazione Camillo Caetani di Roma; fanno eccezione le lettere inviate da Marguerite Caetani a Guglielmo Petroni, custodite dalla moglie dello scrittore, e poche altre missive per le quali, di volta in volta, sono stati indicati in nota i fondi di provenienza. Nella trascrizione dei documenti, si è seguito un criterio di stretta fedeltà agli originali, dei quali è sempre stato riprodotto il testo integrale (compresi eventuali Post scripta ed aggiunte, che sono stati riportati di seguito al testo, facendo riferimento in nota a loro particolari colJocazioni sui fogli). Ci si è limitati a intervenire nei seguenti casi· indipendentemente dall'uso degli scriventi, sono stati trascritti in caratteri corsivi tutti i titoli di poesie, prose letterarie, saggi, articoli, volumi, mentre sono state utilizzate le virgolette per i titoli di giornali e riviste; si è fatto ricorso al corsivo anche per la trascrizione delle parole ed espressioni sottolineate dagli scriventi; sia i testi di telegrammi sia gli eventuali nomi di persona o di luogo, i titoli di opere o di riviste, gli indirizzi e gli altri vocaboli scritti interamente in caratteri maiuscoli sono stati riprodotti in caratteri normali; sono state uniformate la collocazione (in alto a destra) e la forma (per esteso) delle indicazioni relative a luoghi e date di composizione delle missive (ma sono state riportate fedelmente le date scritte in lingua straniera, al fine di non alterare eccessivamente gli originali), proponendo tra parentesi quadre eventuali integrazioni deducibili dal contesto o dal timbro postale; analogamente, sono stati uniformati i rientri paragrafo e le interlinee {eliminando, tra l'altro, le righe bianche lasciate da alcuni corrispondenti, tra un paragrafo e l'altro) e la collocazione delle dediche, delle formule di saluto e delle firme; sono state trascritte fedelmente le abbreviazioni e le sigle presenti sugli originali, segnalando in nota solo i casi di dubbia interpretazione; sono stati indicati con [ ... ] i termini non decifrabili e sono state proposte tra parentesi quadre ricostruzioni di parole non chiaramente leggibili; eventuali cancellature presenti sugli originali non sono state segnalate, tranne in casi significativi cui si ~ fatto riferimento in nota. Gli errori di battitura e i lapsus calami più evidenti sono stati corretti senza fornire alcuna spiegazione; nel caso di errori ortografici, si è proposta nella trascrizione la forma corretta, segnalando in nota la versione presente sull'originale, mentre non si è intervenuto sugli errori morfologici e sintattici, che sono stati fedelmente riprodotti. Si è sempre rispettato l'uso della punteggiatura fatto dagli scriventi, tranne nei rari casi segnalati in nota,
Introduzione
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nei quali si è ritenuto opportuno procedere a qualche lieve intervento per risolvere ambiguità di interpretazione. Un discorso a parte va fatto per le lettere scritte da Marguerite Caetani, nelle quali gli errori ortografici, morfologici e sintattici e le irregolarità nell'uso della punteggiatura sono molto frequenti: nella trascrizione delle lettere i più comuni errori di ortografia sono stati corretti senza fornire ogni volta segnalazione in nota; sono state, invece, riprodotte fedelmente le parole scritte impropriamente per analogia con altre lingue (a parte le à accentate con funzione di preposizione, che, frequentissime, sono state corrette) e sono stati mantenuti gli errori morfologici, al fine di non alterare eccessivamente il testo originale. Inoltre, pur rispettando fondamentalmente la costruzione sintattica delle varie lettere, in diversi casi si è ritenuto opportuno intervenire sull'uso della punteggiatura, inser.endo adeguati segni di interpunzione quando ciò appariva necessario per garantire rapida e sicura leggibilità al testo ed evitando di segnalare in nota ogni singolo intervento. Ogni documento è corredato da una sintetica nota descrittiva e da una serie di note esplicative. Inoltre, la prima lettera di ogni corrispondente è accompagnata da una breve nota di carattere bio-bibliografico, tesa a evidenziare, ove possibile, il percorso e le esperienze precedenti e contemporanee alla relazione epistolare con Marguerite Caetani e al periodo di eventuale collaborazione con « Botteghe Oscure ». Nelle note descrittive si è dato conto anche di eventuali intestazioni dei fogli: esse di norma sono state riportate interamente, tranne nei casi in cui erano particolarmente estese. Poiché la scelta di presentare un ampio apparato di note corrisponde, come già chiarito, al desiderio di fornire un vasto contributo informativo sulla storia della rivista in generale e sul rapporto con i collaboratori italiani in particolare, va segnalato che nelle note esplicative si è riservato un diverso trattamento agli autori italiani e a quelli stranieri: per quanto riguarda i primi, infatti, ogni volta che nelle lettere si è trovata citazione di un nuovo autore, sono stati riportati in nota i titoli di tutti i testi da lui pubblicati, prima o dopo, sulla rivista; per i collaboratori stranieri, invece, ci si è generalmente limitati a indicare, di volta in volta, il riferimento al testo in oggetto. Al termine di questo lavoro, i miei ringraziamenti vanno innanzitutto alla Fondazione Camillo Caetani: al suo Presidente, avvocato Giacomo Antonelli, per la fiducia accordata e per l'aiuto concretamente fornito nella ricerca di informazioni e di contatti, alla prof. Jacqueline Risset, per i suggerimenti relativi ai criteri di edizione, per l'attenta rilettura del mio testo e per lo scritto premesso al vo-
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Stefania Valli
lume; e in particolare al dott. Luigi Fiorani, per i consigli, gli incoraggiamenti e la fattiva collaborazione con cui ha seguito e sostenuto tutte le fasi del lavoro. Sono grata inoltre ai responsabili del Gabinetto G .P. Viesseux di Firenze per avermi permesso di consultare il fondo degli autografi, alla signora Puci Petroni, che mi ha fornito copia delle lettere di Marguerite Caetani da lei conservate, e a tutte le persone che hanno messo a mia disposizione i loro ricordi e le loro testimonianze: mi riferisco, in primo luogo, a Giorgio Bassani, quindi a Pietro Citati, a Giovanni Macchia, ad Antonio Russi, ancora una volta a Puci Petroni, ma anche a Vittorio Gabrieli, a Nicoletta Coppini, a Vera Cacciatore, a Maddalena De Luca, alla signora Tallone, alla famiglia Origo, che in vario modo hanno contribuito a facilitare e ad ampliare la mia ricerca. Ringrazio anche i responsabili del Fondo manoscritti autori moderni e contemporanei dell'Università di Pavia, che mi hanno reso possibile la consultazione di alcune lettere di Bassani, di Petroni e di Cassola, almeno indirettamente collegate con l'esperienza di « Botteghe Oscure». Sono grata infine a Sophie Levie, Elena Gajeri, Simona Mambrini, Francesca Neri, Laura Santone e Paolo Tamassia, con i quali mi sono confrontata in numerosi incontri redazionali, per definire gli aspetti tecnici ed editoriali relativi all'impostazione generale del lavoro.
Note 1
Vale la pena ricordare in particolare l'illuminante saggio di G. MAC· Biografia di una rivista: « Commerce », in Il paradiso della ragione, Torino, Einaudi, 1972, pp. 378-386. 2 Cfr. la nota bibliografica in calce al volume. 3 Due primi, importanti risultati di tali ricerche sono rappresentate dai saggi della ricercatrice olandese Sophie LEVIE, La rivista Commerce e il ruolo di Marguerite Caetani nella letteratura europea ( = Quaderni della Fondazione Camillo Caetani, V), Roma 1985, e Commerce 19241932: Une revue internationale moderniste, Fondazione Camillo Caetani, Roma 1989, che offrono un fondamentale contributo alla conoscenza e all'analisi della rivista parigina e del ruolo svolto in essa da Marguerite Caetani e dai suoi principali collaboratori. 4 Cfr. quadro riassuntivo a p. 61. 5 Si confronti ancora, in proposito, p. 61. Da segnalare peraltro che anche nel raggruppamento dei testi per sezioni si verificarono alcune rare ma significative eccezioni. È il caso, per esempio, del quaderno III, nel quale la sezione •francese vera e propria occupava la parte finale del volume (dopo più di 300 pagine di autori italiani e una brevissima sezione in lingua inglese), ma in apertura del fascicolo venivano presentati alcuni brevi testi poetici di Paul Valéry, per un totale di tre pagine di stampa: si trattava, molto probabilmente, di una scelta dovuta tanto al desiderio di rendere omaggio all'artista e al prezioso collaboratore di « Commerce », quanto al proposito di evidenziare con immediatezza la novità del quaderno III, nel quale venivano accolti per la prima volta autori francesi . Analogamente, nel quaderno XX, anche se la sezione francese, secondo una tradizione consolidatasi ormai da diversi anni, precedeva quelle in lingua inglese, le pagine iniziali ospitavano uno scritto dell'americano CHIA,
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Archibald MacLeish, dal titolo Reader to Readers: a Parenthesis: si trattava di un caso pressoché unico (a parte il Congedo di Bassani, che avrebbe chiuso l'ultimo quaderno di « Botteghe Oscure ») di saggio critico sulla rivista, scritto in occasione del suo decimo anniversario di vita, la cui eccezionalità e il cui contenuto giustificavano una collocazione di particolare rilievo. 6 Cfr. doc. 57. Da segnalare invece che que5ta scelta di Marguerite fu sostenuta da Elena Croce, come apprendiamo dal suo articolo Nasce una rivista a Roma liberata, « La Stampa», 5 gennaio 1975, in cui ella afferma di aver appoggiato « la tesi di Margherita che gli italiani, in quanto "residenti", andavano pubblicati, come furono, in fondo». 7 Da segnalare, peraltro, che in numerosi articoli e recensioni alla rivista furono espressi apprezzamenti per l'eleganza dei quaderni e per la finezza della carta su cui essi venivano stampati. 8 Sulla scelta dei caratteri tipografici, cfr. doc. 119. 9 Significativa in tal senso un'affermazione della Dallolio nel doc. 64: « Tu hai più simpatia per il corsivo che per il tondo, e ti pare più bello, e lo vuoi dare ai tuoi preferiti e negare a quelli di cui ti importa poco o niente, (e questo tuo slancio di affetto tipografico mi è veramente molto simpatico!) ma, carissima Marguerite, se vogliamo stampare con un certo stile dobbiamo attenerci a certe norme». 10 Da segnalare che diverse lettere presentate nell'epistolario confermano, più o meno indirettamente, che il progetto di stampare delle note relative ai vari collaboratori di « Botteghe Oscure » risaliva ai primi anni di vita della rivista: cfr., in particolare, doc. 109, ma anche docc. 57, 74 e 132. 11 Nel quaderno XVII appare una pubblicità dell'AGIP, con immagine e testo descrittivo. Nel quaderno XVIII e in quelli compresi tra il XX e il XXIV si ricorse invece ad una forma di propaganda più indiretta, presentando una pubblicità «artistica» dell'ENI: gran parte della pagina era occupata dalla riproduzione di un dipinto in bianco e nero, accompagnato semplicemente dalla didascalia « Particolare di una raffineria del gruppo ENI vista dal pittore Emilio Vedova», seguita dalla traduzione in inglese. 12 Fanno eccezione tre testi narrativi pubblicati sul numero VI, ma esclusi dal fascicolo delle traduzioni, probabilmente per motivi di spazio. 13 S. Rosati e N. Ruffini avevano curato anche la maggior parte delle traduzioni che accompagnavano il quaderno II. 14 Sull'antologia apparvero, nell'ordine, i seguenti testi: The Window di Mario Soldati, Poems di Giorgio Bassani, Cancroregina di Tommaso Landolfi, From « The Indian Hut » di Attilio Bertolucci, Angel Island di Giuseppe Dessì, The Funicular di Giorgio Caproni, Two Short Stories di Joyce Lussu, Poems di Franco Fortini, The Girls of Sanfrediano di Vasco Pratolini, Nove!, 1917 di Alfonso Gatto, Love Story di Bassani, Poems di Antonio Rinaldi, Poems /or a Print-Collector di Roberto Roversi e The House is Moving di Guglielmo Petroni. Il testo di Soldati venne tradotto da Henry Furst, quello di Landolfi da Jack Murphy, quelli di Dessì e della Lussu da William Packer, il racconto di Bassani da Margaret Bottrall e quello di Petroni da Peter Tompkins. Tutte le altre traduzioni furono curate da William Fense Weaver~ 15 Cfr. anche docc. 19, 20 e 61. 16 Forse si tratta di una pura casualità, ma è pur vero che in tal modo il nome di Bassani risultava il primo dell'elenco; da notare, per inciso, che Bassani fu l'unico autore del quale vennero inserite nell'antologia sia una prosa che delle liriche. 17 Tra le recensioni consèrvate in Archivio quelle relative all'antologia
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sono numericamente superiori a quelle riservate negli anni ai venucmque numeri della rivista. Per la maggior parte, i recensori dell'antologia mostrarono di apprezzare quella iniziativa editoriale e di condividerne gli scopi, anche se alcuni espressero perplessità in relazione alla scelta dei testi, in particolare di quelli poetici, e lamentarono la presenza di numerosi errori di stampa che ostacolavano e appesantivano la lettura. 18 Apparvero testi di Char su ben dodici numeri di « Botteghe Oscure»: la rivista non si limitò a pubblicare in lingua originale molti testi di Char ancora inediti, ma presentò altri due suoi scritti direttamente in traduzione, e in tre occasioni ospitò addirittura sia gli originali (già pu• blicati in Francia da Gallimard) sia la loro versione in lingua inglese. La scelta operata in questi ultimi tre casi appare, in verità, abbastanza singolare, dal momento che era abitudine della rivista pubblicare i testi in lingua originale, e nei rari casi in cui un'ope1a veniva presentata in traduzione, ad essa non si accompagnava la versione originale. Fanno eccezione, ovviamente, il qualerno II e i fascicoli con le traduzioni degli autori inglesi e americani che accompagnarono i quaderni IV, V e VI, ma si trattava di operazioni editoriali assai differenti e comunque, dopo il 1950, l'unico scrittore del quale si presentarono i medesimi testi sia in versione originale sia in traduzione fu proprio René Char, a conferma di un particolare legame di affetto e di stima da parte di Marguerite nei confronti dello scrittore francese. Diversi recensori di « Botteghe Oscure», hanno apprezzato la scelta di ospitare largamente scritti di Char sulle pagine della rivista e nelle pubblicazioni « a margine » di essa, sot• tolineando l'importanza del ruolo svolto da Marguerite Caetani per la diffusione delle opere di Char al di fuori della Francia. 19 Particolarmente eloquenti in tal senso ·alcune lettere di Elsa Dallolio: cfr. docc. 54-59; ma si veda anche la testimonianza di Citati. 20 Si trattava di una versione leggermente ridotta del saggio, già citato, apparso sul quaderno XX della rivista. 21 In « Commerce » si accolsero assai più che in « Botteghe Oscure » testi appartenenti ad epoche passate, presentati in lingua originale o in traduzione. 22 Nell'ordine, sull'indice di « Botteghe Oscure» le varie sezioni erano cosi intitolate: French Language (pp. 41-53), English Language (pp. 5594), Italian Language (pp. 97-110), German (pp. 113-115) e Spanish Language (pp. 117-118). 23 Cfr. in particolare docc. 109 e 132. 24 Più precisamente, sono attualmente a disposizione: una brochure di quattro pagine in lingua inglese, allegata al numero II di « Botteghe Oscure » e contenente una lunga presentazione della rivista (una pagina), i sommari dei primi due quaderni, qualche anticipazione sui contenuti del numero III, l'elenco dei distributori di « Botteghe Oscure» fuori dall'Italia e il costo della rivista in lire; una brochure di sei pagine in lingua inglese, allegata al quaderno VII e contenente una descrizione della rivista (circa mezza pagina), i sommari dei numeri V, VI e VII, l'elenco dei distributori in Italia, Francia, Inghilterra, Svizzera e Stati Uniti e, infine, i prezzi di vendita e le tariffe di abbonamento nei diversi paesi; una brochure di otto pagine in lingua francese, allegata al quaderno VIII e contenente una descrizione della rivista (traduzione parzialmente modificata di quella che apriva la brochure allegata al quaderno VII), i sommari dei numeri V, VI, VII e VIII, l'elenco dei distributori in Francia, Italia, Inghilterra e Stati Uniti e, infine, i prezzi di vendita e le tariffe di abbonamento nei diversi paesi; una brochure di otto pagine in lingua italiana, allegata al quaderno IX e contenente una descrizione della rivista (traduzione ulteriormente modificata rispetto alle pre-
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cedenti), i sommari dei numeri VI, VII, VIII e IX, l'elenco finale dei distributori in Italia e all'estero e le tariffe di vendita e di abbonamento in lire italiane; una brochure di otto pagine in lingua francese, allegata al quaderno XIII e contenente una descrizione della rivista (che presentava solo lievi varianti rispetto a quella che accompagnava il quaderno VIII) e i sommari dei numeri IX, X, XI, XII e XIII. 25 Alcune lettere di E. Dallolio confermano indirettamente questa ipotesi, poiché fanno riferimento a delle brochures in lingua inglese allegate al quaderno VIII, delle quali non è rimasta alcuna traccia in Archivio: cfr. docc. 68-70. 26 Cfr., in particolare, doc. 61. 27 Preziose, in tal senso, oltre alle testimonianze riportate in appendice, anche le informazioni contenute nell'articolo di I. ORIGO, Ritratto di Marguerite, « Tempo presente», marzo 1965, pp. 21-32 e nel saggio di E. CROCE, Due città, Milano, Adelphi, 1985, pp. 35-40 e pp. 49-62, ai quali rimando per ulteriori approfondimenti. 28 Da segnalare che lo splendido giardino di Ninfa, sorto agli inizi del Novecento nella vecchia tenuta di famiglia, fu ampliato ed arricchito per iniziativa di Marguerite Caetani e della figlia Lelia, che per anni si occuparono direttamente della scelta, della semina e della cura delle piante. Sul rapporto tra Ninfa e i Caetani cfr. Ninfa. Una città, un giardino. Atti del Colloquio della Fondazione Camilla Caetani, Roma, L'Erma di Bretschneider, 1990, pp. 325-346. 29 Sulla figura di G. Benzoni, cfr. CROCE, Due città, pp. 35-37 e 1: ORIGO, Un'amica, Firenze, Passigli Editore, 1988, pp. 41-44. N. Ruffini, come già notato, collaborò in seguito anche a « Botteghe Oscure» in qualità di traduttrice. 30 Sulla nascita e sulla storia del circolo « Il Ritrovo», si veda in particolare l'articolo di E. CROCE, Un punto di ritrovo, « Il Mondo», 21 gennaio 1964, ricco di interessanti informazioni e annotazioni anche sulla figura di Marguerite; ma si considerino anche le testimonianze di G. Macchia e di A. Russi riportate in appendice. 31 CROCE, Due città, p. 50. 32 CROCE, Nasce una rivista a Roma liberata. 33 Si rileggano in proposito le parole di ORIGO in Ritratto di Marguerite, p. 28, quando, parlando delle due riviste di Marguerite Caetani, afferma che « Botteghe Oscure » era « meno scelta di "Commerce ", più disuguale, più varia e, in un certo senso, più veramente sua». 34 Nell'Archivio della Fondazione non vi sono lettere di Ungaretti relative al periodo di pubblicazione di « Botteghe Oscure » né alle fasi di realizzazione del progetto. Cfr. anche testimonianza di A. Russi in appendice. Sulla collaborazione di Ungaretti a « Commerce », cfr. LEVIE, Commerce 1924-1932, pp. 189-198. 35 Per tale sintesi, si è fatto riferimento alle conclusioni tratte da LE· VIE in La rivista Commerce e il ruolo di Margerite Caetani nella letteratura europea, pp. 29-30 e in Commerce 1924-1932, p. 32. 36 Può essere considerata, in parte, un'eccezione il saggio di BASSANI, Congedo (apparso, come già accennato, sull'ultimo numero della rivista), che rappresenta una sorta di « dichiarazione di poetica a posteriori»: cfr. pp. 26-29. 37 Cfr. u. MORRA DI LAVRIANO, La Principessa Caetani, « La Nazione», 23 gennaio 1964. 38 Significativo, in tal senso, l'entusiasmo con cui Marguerite comu, nica a Petroni, nel doc. 32: « sento tanto bene di Lei da tutte le parti, giovani e vecchi, piccoli e grandi». 39 Cfr. E. MUIR, European Writing, « The Observer », 6 january 1952.
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Sul quaderno IV fu presentata in traduzione italiana un'ode di John Keats (1795-1821), mentre sul numero X apparve una traduzione dal greco al francese di un testo di Empedocle d'Agrigento, vissuto nel V secolo a.C.; i quaderni IX, XI e XX ospitarono traduzioni dal tedesco al francese di opere di Friedrich Holderlin (1770-1843); sul quaderno XI furono pubblicate in traduzione inglese sia poesie di Charles Baudelaire (1821-1867) e di François Villon (1431-1463) sia un testo dello spagnolo Fray Luis de Le6n (1527-1591). 41 Se si sfogliano le note bio-bibliografiche sui nuovi autori stampate, a partire dal 1953, alla fine dei vari quaderni, si registrerà sempre la presenza, più o meno cospicua, di scrittori che non avevano mai pubblicato nulla prima di essere accolti su « Botteghe Oscure». · 42 Cfr. LEVIE, Commerce 1924-1932, p. 30. 43 Cfr. doc. 121. 44 Cfr. G. PETRONI, Incontri con Marguerite Caetani, in Ninfa. Una città, un giardino, p. 330. 45 Cfr. pp. 12-13. 46 Sulla esclusione di Pavese cfr. anche doc. 100. 47 Cfr. G. BASSANI, Neorealisti italiani, « Lo Spettatore italiano», I, aprile 1948, 4. 48 Sui rapporti tra Bassani e l'ermetismo cfr. anche doc. 21 e conversazione con Pietro Citati. 49 Questa scelta appariva a MacLeish particolarmente apprezzabile e coraggiosa, vista la tendenza, tipica dei tempi, ad esasperare l'analisi e la critica come fuga dall'impegno e dal rischio della creazione in prima persona. Lamentava, infatti, lo scrittore che ormai « literary works are important not in themselves but as texts to be exploited by analyzers and arrangers. The result is the prevalence of a kind of second-hand literature, written by critics for critics, in which the work of art, when it appears at all, is means, not end. Even the young are tempted to leave the risky mine shafts of their own exploration for the safe well-lighted rooms where other men's accomplishments are sorted ». 50 ORIGO, Ritratto di Marguerite, p. 28. 51 In effetti, la sezione francese e, poi, quella tedesca e quella spagnola, pur guadagnando spazio sulla rivista, non occuparono mai un numero di pagine superiore a quello riservato agli italiani, mentre a partire dal numero VI e ininterrottamente fino all'ultimo quaderno, la sezione più ampia fu quella in lingua inglese, considerata nel suo complesso (ma in molti casi il discorso vale anche se si analizzano separatamente la sezione inglese e quella americana). 52 Dagli articoli conservati in Archivio e dalle ricerche effettuate risulta che la rivista fu più recensita negli USA che in Italia. Non a caso, su un totale di poco più di 5.000 lettori che sottoscrissero l'abbonamento a « Botteghe Oscure », circa 2.000 risiedevano negli Stati Uniti. Ed è significativo che anche in seguito le uniche iniziative di ricerca, di studio e di valorizzazione della rivista siano state realizzate sotto il patrocinio di università ed istituzioni culturali americane. Da segnalare, in particolare, la pubblicazione nel 1974 di un'antologia del periodico, dal titolo Botteghe Oscure reader, a cura della Wesleyan University Press del Connecticut, e l'allestimento nel 1991 di una mostra intitolata « Botteghe Oscure» - A Multinational Literary Journal, presso l'Harry Ransom Humanities Research Center della Università di Austin in Texas. 53 CROCE, Due città, p. 57. 54 Alcuni stralci dell'intervista (di cui non è indicata la provenienza) sono riportati nell'articolo di E. LEVIN, New London Born Princess Now Famed Critic, « Westerly Rhode Island », 10 january 1958.
Introduzione 55 CROCE, 56 CROCE,
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Nasce una rivista a Roma liberata. Due--città, p. 50. ,i Si vèda, in proposito, l'interpretazione fornita dal prof. Russi. 58 Cfr. in particolare docc. 19 e 20. 59 Si vedano, a titolo esemplificativo, T.G. BERGIN, The Vita! Italians, « The Freeman, New York», 25 december 1950, ed. E. MUIR, The Italian Spirit, « The Observer », 4 february 1951. 60 In realtà, dopo il quaderno XXV, uscito, come si ricorderà, nell'ottobre 1960, non fu pubblicato più nulla per le edizioni di «Botteghe Oscure». 61 Ci si riferisce, in particolare, al saggio Reader to Readers: A Parenthesis, in cui MacLeish esordiva spiegando che non era stato facile convincere Marguerite Caetani ad accogliere, in via del tutto eccezionale, sulle . stesse pagine di « Botteghe Oscure» un contributo critico sulla rivista, e chiariva che solo alla fine ella av·eva acconsentito, nella speranza che « some attempt to measure the achievemenl:s of the past ten years might makè it possible to continue them into the future»; e al termine del suo intervento, lo scrittore si congedava dai lettori affermando: « Màtguerite Caetani deserves something more than the admiration she is so freely given. She deserves the support she never asks for ». Sia pure in forma meno esplicita, l'appello era stato ripreso non soltanto da A. Pryce-Jones· verso la conclusione del saggio Twentieth Century Writing, ma anche da alcuni recensori della rivista. 62 ORIGO, Ritratto di Marguerite. p. 32. 63 Sul verso del secondo frontespizio si leggeva: « A cura di Marguerite Caetani. Redattore: Giorgio Bassani ». Da segnalare che su « Commerce » non era mai apparso il nome della fondatrice e direttrice della rivista, mentre dal primo all'ultimo quaderno erano sempre stati indicati in prima: pagina quelli dei tre redattori stabili, Valéry, Fargue e Larbaud. 64 B. Johnson era uno studioso americano che viveva a Roma, e che, già prima di questa apparizione ufficiale sulle pagine della rivista, aveva collaborato a « Botteghe Oscure» in qualità di consulente e correttore di bozze: cfr. docc. 58 e 76. 65 Lo scrittore americano E. Walter aveva già collaborato assiduamente alla rivista, non solo in qualità di autore (apparvero suoi testi in ben sei numeri del semestrale), ma anche e soprattutto, a partire dai primi anni Cinquanta, ·come consudente e assistente editoriale per la sezione americana di « Botteghe Oscure». 66 Cfr. rispettivamente docc. 13, 79 e 86. 67 Cfr. doc. 23. . 68 Il - rapporto tra le due donne e le modalità di collaborazione della Dallolio al lavoro redazionale verranno analizzati più compiutamente in seguito; · ·69 Da segnalare in proposito che nei primi cinque quaderni della rivista, nell'avvertenza relativa ai manoscritti, si leggeva che « quelli non pubblicati saranno restituiti entro il termine di tre mesi»; a partire dal quaderno VI e f.ino al . quaderno IX, visto che evidentemente avevano cominciato ad afluire troppi man9scritti e le spese. di spedizione si erano fatt'e insostenibili, si comunicò che essi « anche se non pubblicati, rion vengono restituiti »·; infine, si . scelse una soluzione di compromesso e dal numero X al numero XXIV si scrisse nell'avvertenza, presentata ora in lingua inglese, che i manoscritti « will only be returned if accompained .by a seif-addressed envelope and sufficient international reply coupons ». 70 Ci informa ancora una volta ORIGO (in Ritratto di Marguerite, p. 28): « Passavano molte volte- mesi e mesi prima che potesse pagare la fattura del tipografo, ma al tempo stesso generosi assegni erano spediti
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ad oscuri giovani poeti. A volte lo stesso 'pezzo' veniva pagato due volte; altre volte uno sfortunato autore le scriveva di non essere mai stato pagato. Ed ecco i manoscritti persi, le pagine perse (pagina 17 sotto il divano, pagina 24 volata non si sa dove nel giardino) e poi giungeva il furibondo telegramma di un collaboratore perché il secondo verso di una sua poesia era stato messo al posto del primo. Ma la costernazione di Marguerite era cosl grande, cosl disarmanti le sue scuse, che alla fine bene 'o male le cose si accomodavano». Da segnalare anche un articolo non firmato apparso sul «Time» dell'8 marzo 1984 e intitolato Highbrow Refuge, nel quale si legge: « A writer who is known to be wellto-do may get very little for a fine long story. A poor poet may be paid beyond bis wildest hopes for a brief poem ». 71 Stralci della lettera di Capote, in traduzione italiana, sono riportati nell'articolo di , ORIGO, Ritratto di Marguerite. Da segnalare che nell'articolo Highbrow Refuge si afferma che Marguerite Caetani riceveva e leggeva circa 500 manoscritti all'anno; in un articolo di c. WOHL, Roamin' Forum (apparso su « Rome Daily American » il 23 maggio 1956), si legge addirittura che ella riceveva in media cinque manoscritti al giorno. 72 CROCE, Due città, p. 57. 73 ORIGO, Ritratto di Marguerite, p. 24. A conferma delle affermazioni della Origo, si vedano le lettere di Marguerite Caetani a Guglielmo Petroni. 74 Particolarmente eloquenti, in tal senso, sia le lettere di Silone sia il carteggio tra Marguerite Caetani e Guglielmo Petroni. Riguardo ai «consulenti» per le altre nazioni, rimandiamo a quanto già accennato a proposito delle diverse forme di collaborazione, rispettivamente, di R. Char alla sezione francese e di E . Walter a quella americana; riteniamo comunque che gli ,~pistolari in lingue straniere di prossima pubblicazione potranno rivelare l'esistenza, soprattutto all'estero, di una più vasta rete di « agenti » e di assistenti editoriali, sia pure impegnati solo saltuariamente ed occasionalmente in tale ruolo . 75 CROCE, Nasce una rivista a Roma liberata. 76 CROCE, Due città, p. 51. , 77 Uno stralcio dell'intervista è riportato in G. SPAGNOLETTI, La nascita di « Botteghe Oscure», in Storia della letteratura italiana del Novecento, Roma, Newton , Compton, p. 877. 78 Cfr. G. BASSANI, Gli anni delle « Storie » , « Corriere della Sera», 4 febbraio 1971. 79 ORIGO, Un'amica , p. 99. 80 Paulhan ufficialmente collaborò con « Commerce » solo in qualità di autore di prose e di traduttore di testi russi e tedeschi: il suo nome, infatti, non poteva figurare tra quelli del comitato di redazione, visto che dal 1920 egli era il segretario e dal 1925 il redattore capo della « Nouvelle Revue Française »; d'altra parte, proprio in tale veste, grazie ai molteplici contatti con il mondo letterario ed alla vasta riserva di manoscritti cui poteva attingere, egli rappresentò un importantissimo tramite per il reperimento di opere da pubblicare su « Commerce », tanto da far insinuare a qualche critico che egli riservasse per Marguerite Caet,ani le cose migliori: dr. LEVIE, Commerce 1924-1932, pp. 18, 26, 129-136. 81 Da citare, a titolo esemplificativo, poesie di Dylan Thomas e di William Carlos Williams, di •Ronald Duncan e di Vernon Watkins, di Rocco Scotellaro e di Maria Luisa Spaziani. 82 Particolarmente significativo il caso di Bassani, collaboratore occasionale della rivista di Elena Croce; da citare, tra gli altri, anche i nomi di Mario Soldati, di Luciana Frezza, di Desideria Pasolini, di Salvatore Rosati, di Vittorio Gabrieli. 83 Sul rapporto tra Elena Croce e Marguerite Caetani si vedano an-
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che le testimonianze di P. Citati, G. Macchia e A. Russi, oltre alle opere di E. Croce citate in bibliografia. 84 Si pensi quale significato dovesse aver avuto nel 1948 per Petroni, ancora sconosciuto al grande pubblico e scoraggiato da tre anni di vani tentativi di far pubblicare Il mondo è una prigione, non solo vedere il suo scritto finalmente accettato con entusiasmo da una prestigiosa editrice, ma vederlo stampato sul primo numero della rivista, e per di più in apertura di quaderno, subito dopo una poesia di Montale (cfr., in proposito, doc. 120 nota 3). Ed è significativo, a conferma del debito di riconoscenza che legava Petroni a Marguerite, il fatto che, anche dopo la pubblicazione in volume di Il mondo è una prigione (Mondadori, 1949), lo scrittore abbia continuato a dare alla principessa i propri inediti, perché fossero publicati in anteprima su « Botteghe Oscure». 85 PETRONI, Incontri con Marguerite Caetani, in Ninfa. Una città, un giardino, p. 330. 86 Cfr. testimonianza della signora Petroni. 87 ORIGO, Ritratto di Marguerite , p. 29. 88 Si considerino, tra le altre, le lettere di Almansi, Fazzini, Frezza, Motta, Roversi. 89 È il caso, per esempio di Saba, di Moravia, di Pratolini, di Calvino. 90 Si vedano in particolare le lettere di Bacchelli e di Petrocchi. 91 CROCE, Due città, pp. 54-55 92 CROCE, Due città, p. 28. 93 R. Mattioli, assiduo frequentatore di Palazzo Caetani, finanziere ed economista, amministratore delegato e poi presidente della Banca Commerciale Italiana, partecipò attivamente anche alla vita culturale italiana, sia sovvenzionando artisti ed iniziative altrui ritenute particolarmente valide, sia assumendo in prima persona la presidenza dell'Istituto di studi storici di Napoli (dopo la morte di Benedetto Croce) e la carica di condirettore, insieme a Pietro Pancrazi e ad Alfredo Schiaffini, della collezione « Letteratura italiana. Storia e testi» dell'editore Ricciardi, col quale peraltro lo stesso Mattioli era entrato in società fin dal 1938. Nel citato articolo Nasce una rivista a Roma liberata, Elena Croce rivela che era stato Mattioli a suggerire il nome di Ricciardi come possibile stampatore di « Botteghe Oscure». 94 Cfr. doc. 51. 95 Cfr. doc. 110. 96 Cfr. Edizioni d'arte De Luca, a cura di R. Lucchese, Roma, Istituto Grafico Tiberino, p. 7. 97 Cfr. doc. 43. 98 Negli altri tre casi, la conservazione delle buste, con i relativi timbri postali, ha reso possibile stabilire con certezza le date di spedizione delle missive. 99 Da notare che nel quaderno I, sia nella prima che nella seconda edizione, il numero indicato corrisponde alle effettive pagine di testo, mentre in tutti i quaderni successivi i testi veri e propri furono stampati a partire da p . 9 o da p. 11 e nel computo delle pagine vennero considerati anche l'Indice del quaderno (che iniziava sempre a p. 7) e i tre fogli precedenti non numerati. Non solo ma, a partire dal quaderno XI. nella numerazione complessiva vennero incluse anche le pagine riservate alle note bibliografiche sui nuovi collaboratori della rivista. 100 Come chiarito, il quaderno II ospitò anche le traduzioni in italiano dei vari testi degli autori inglesi e americani: tali traduzioni, pur facendo parte integrante del quaderno, vennero stampate nella parte finale, precedute da un nuovo fontespizio, e presentate con numerazione a sé stante, per un totale di 62 pagine.
Epistolario 1948-1960
1.
Federico Almansi Milano, giovedl pomeriggio (1 giugno) [1950]
1
Gentile Principessa, Sono mortificato di scriverle con tanto ritardo; avrei dovuto farlo appena ricevuto il fascicolo di « Botteghe Oscure », ma il periodo difficile che attraverso, complicato da circostanze esterne, la mia inverosimile pigrizia, e soprattutto la timidità (che guai inverosimili può procurare un eccesso di timidezza!), mi hanno fatto rimandare, di giorno in giorno, fino ad oggi. Prima di tutto devo ringraziarla per la felicità di essere stato pubblicato: uscire su « Botteghe Oscure» è sempre un'invidiabile avventura; poi ho saputo da Saba 2 che Lei ha trovato le mie poesie «splendide», e quasi non ci ho creduto, perché mi sembrava troppo, non naturale. Ad ogni modo essere accettati e approvati permette sempre di sognare liberamente e con molta dolcezza. E quindi vede che Le devo molto. Di questi tempi che, scontroso, irritabile, giro per la casa come un adolescente (fuori età) a cui sia stato distrutto - la cattiveria dei grandi è sempre senza limite, e qualche volta quasi vergognosa - un mondo particolare, e vedo visi, quasi sempre inespressivi, che mi guardano ora con timore, ora anche con disprezzo, talvolta mi viene da sorridere, proprio per il fatto che, anche se da lontano, mi sento, almeno in parte, protetto. E Lei non può immaginare come questo mi renda felice. Mi creda Suo Federico Almansi 3 Un foglio, dattiloscritto nel recto. Firma manoscritta. 1 È possibile attribuire la missiva all'anno 1950, non solo perché le uniche poesie di Alrriansi apparse sulla rivista (Mia madre piange in cu-
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Epistolario
cina e Milano 1944) erano state pubblicate sul numero V, uscito nel maggio di quell'anno, ma anche perché il 1° giugno 1950 era effettivamente un giovedì. 2 È assai probabile che Saba, già collaboratore di « Botteghe Oscure » (cfr. docc. 133 e 134), avesse fatto da tramite per la pubblicazione delle poesie del suo giovane amico sulla rivista. , 3 Anche l'aggettivo possessivo che precede la firma è manoscritto.
F. Almansi è nato a Firenze nel 1924. Figlio di un amico ebreo di Umberto Saba, è riparato in Svizzera con il padre dopo l'invasione tedesca ed ha partecipato alla lotta partigiana. Ha collaborato in una sola occasione a « Botteghe Oscure»; nel 1948 aveva pubblicato una breve raccolta di Poesie (1938-1946), con prefazione dello stesso Saba.
2. Riccardo Bacchelli .· · Milano, 27 aprile 1949 Gentilissima Duchessa 1, ha · fatto molto bene a scrivermi francamente, e di ciò La ringrazio 2 • Ma è bene che siamo sinceri del tutto. Potrei risponderLe che adesso scrivo pochi racconti e di rado; · e sarebbe la verità; e potrei pure aggiungere, sempre con verità, che è probabile che del Po non scriva mai più: non Le pare che ne abbia già parlato abbastanza? 3. Ma invece vògllo dirLe schiettamente che non posso ammettere, che quando propongo versi a una rivista mi si risponda chiedendomi dellaprosa. Spero che questa non Le apparirà stravaganza d'orgoglio, ma che anzi vi leggerà quella .« umanità » a cui graziosamente e gentilmente Ella accenna nella Sua lettera, di cui Le sono grato. Un'altra volta mi è acèàduto, con una delle migliori riviste; e pregai il direttore di rinunciare alla mia ·collaborazione. Non impong() mai nulla di mio, ma se si vuol cose mie, ha da essere tutto o nulla. Vede che sono franco. Ora mi permetta di aggiungere (e non interpreti, La prego, malamente quel che Le dico) che Le chiedo in ogni modo di non pubblicare la mia poesia, e di darla a Bassani o alla Signora Cra veri 4, che me la restituiranno quando verrò a Roma. Lei intende che se venisse pubblicata adesso, io verrei ad averla imposta con una specie,-di amichevole ricatto, cosa da cui sono alienissimo. Inoltre, rispetto troppo la libertà dei gusti e dei giudizi, per tollerare anche ·il •sospettd· di averla forzata. Cori questo, Le ·ripeto i. ringraziamenti per la Sua franchezza, che apprezzo e mi diprima! Mi.. scusi piace, d__. icendole, ·se permette;_ Più i.unici 0
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se Le scrivo sulla mia carta da lavoro 5, e mi creda, coi migliori saluti. Dev.mo Riccardo Bacchelli Un foglio, manoscritto nel recto. 1 I Caetani, oltre ad essere principi di Bassiano, erano anche duchi di Sermoneta. 2 Come si intuisce in seguito dalle parole di Bacchelli, egli aveva mandato alla Principessa un'opera in versi e lei gli aveva scritto esortandolo ad inviarle piuttosto delle prose. Si può ipotizzare che il testo in questione fosse il poemetto Sui fiumi di Babele, poi inserito nel numero IV di « Botteghe Oscure» (dicembre 1949), anche se tale inserimento desta qualche stupore, soprattutto alla luce delle raccomandazioni espresse più avanti dall'autore nella lettera (« Le chiedo in ogni modo di non pubblicare la mia poesia»). Vero è che Sui fiumi di Babele non apparve sul numero primaverile, ma su quello autunnale e si può ritenere che nei mesi intercorsi tra aprile e dicembre la principessa abbia avuto modo di ricomporre il contrasto con Bacchelli e di convincerlo a recedere dalla sua richiesta. D'altra parte, non si può nemmeno escludere che la « poesia » di cui si parla in questa lettera sia un testo diverso da quello pubblicato poi sulla rivista. 3 Tra il 1938 e il 1940 Bacchelli aveva pubblicato la trilogia Il mulino del Po. 4 Si tratta evidentemente di Elena Craveri Croce, per la quale cfr. Introduzione e docc. 50-51. 5 La lettera è scritta su un foglio quadrettato di quaderno.
R. Bacchelli è nato a Bologna nel 1891 ed è morto a Monza nel 1985. Laureato in Lettere, ha partecipato alla prima guerra mondiale ed è state tra i fondatori della rivista letteraria « La Ronda» (1919-1923). Dopo l'esperienza della prosa d'arte si è rivolto soprattutto al romanzo storico e psicologico-sociale ma si è dedicato anche alla poesia, al teatro, alla saggistica, al giornalismo. Ha collaborato in una sola occasione con « Botteghe Oscure». Della sua vasta produzione creativa precedente ricordiamo le prose Lo sa il tonno (1923), Il diavolo al Pontelungo (1927), Una passione coniugale (1930), Oggi, domani e mai (1932) e la trilogia Il mulino del Po e le raccolte di poesia Poemi lirici (1914), Parole d'amore (1935) e La notte dell'8 settembre 1943 (1945).
3. Cecrope Barilli Roma, 23 dicembre 1950 Gentilissima Principessa, Ho il piacere di inviarLe alcune fotografie, prese a Sermoneta, in occasione della Sua visita a uno dei nostri Corsi 1 • Trovo
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in queste fotografie qualche traccia di quell'atmosfera di gioia serena e creativa che è propria dei Corsi di Sermoneta. Dal mese di luglio dell'anno scorso abbiamo goduto della Sua preziosa ospitalità nel Castello facendo sette Corsi, ai quali hanno partecipato, in complesso, più di duecento giovani. Due sono stati organizzati insieme con l'Aiuto Svizzero all'Europa, due con il British Council, due con l' American Friends Service Committee, uno con i Centres d'Entrainement aux Méthodes d'Education Active 2 • Non so come esprimerLe la nostra riconoscenza per averci consentito un'approfondita azione educativa verso i giovani, alla quale attribuiamo una certa importanza, e che occupa interamente tutta la riserva di speranza e di ottimismo di cui siamo capaci. A nome di questi giovani e di tutto il M.C.C. mi è estremamente gradito inviarLe i migliori auguri, ai quali desidero aggiungere i miei personali, sinceri e devoti. Suo Cecrope Barilli Un foglio, manoscritto nel recto. 1 Ci si riferisce qui ad una delle importanti iniziative sociali e culturali promosse da Marguerite Caetani nel Castello cli Sermoneta, nel quale vennero istituiti dei corsi pedagogico-formativi rivolti a giovani cli diverse età. Dai ricordi di alcuni testimoni è emerso che Barilli insegnava musica in questi corsi. 2 Molto ·probabilmente il carattere internazionale cli tali corsi doveva essere uno degli aspetti che avevano attratto l'interesse di Marguerite e suscitato in lei il desiderio di sostenere l'iniziativa.
C. Barilli è nato a Parma nel 1913. Figlio dello scrittore e musicista Bruno Barilli, ha pubblicato in tre occasioni su « Botteghe Oscure», tispettivamente poesie nei quaderni I e XIII e racconti brevi nel quaderno VII . Nel 1954 ha raccolto i suoi versi nel volumetto Marte e altre poesie, stampato da Luigi De Luca.
4. Luigi Bartolini Roma, 11 febbraio 1951 A Donna Margherita Caetani Principessa di Bassiano La ringrazio vivamente per l'assegno che mi ha mandato (L. 30.000) 1 • La ossequio. Luigi Bartolini
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Venga quando vuole. Io sarò sempre onorato da una Sua visita. Un foglio, manoscritto nel recto. 1 Si trattava, evidentemente, dell'assegno corrisposto per la collaborazione al quaderno VII della rivista, nel quale furono pubblicate tre poesie di Bartolini (L'Eremo dei frati bianchi, Ospite, non ti posso più accogliere e Lido di Roma).
L. Bartolini è nato a Cupramontana (Ancona) nel 1899 ed è morto a Roma nel 1963. Pittore, poeta, saggista e narratore, ha partecipato alla prima guerra mondiale, è vissuto per qualche anno all'estero e poi è tornato in Italia, dove ha cominciato a lavorare come insegnante di disegno. Ha collaborato in una sola occasione con « Botteghe Oscure». In precedenza aveva già pubblicato numerose opere di poesia, di narrativa e di saggistica; da ricordare, in particolare, il romanzo Ladri di biciclette (1946), reso poi famoso dal film di Vittorio De Sica.
5. Giorgio Bassani Roma, 25 maggio 1950 Carissima Principessa, Rosati 1 m'ha consegnato ieri - ed io ho passato a De Luca - tutte le poesie tradotte, le sue 3 e quelle di Saffi 4 ; ma non la prosa in slang 5, che pare sia diffusissima a rendersi in italiano, e per tradurre la quale il nostro amico sta convocando a casa Sua tutti gli americani di passaggio sui quali gli capita di stendere la mano. Prima di sabato questa benedetta prosa non sarà finita, e soltanto allora sarà possibile preparare in pochi giorni il fascicolo delle traduzioni. De Luca ha mandato già da una settimana le bozze di The Window a Furst 6, ma ancora nessuna risposta. Ieri io ho mandato un telegramma molto energico a Recco 7, e speriamo che serva a qualcosa. Quanto alle bozze del prospetto anglo-americano sono, da ieri, in mio possesso: ma giudico conveniente trattenerle, dato il Suo prossimo ritorno (28 maggio). Stamattina, alle 10½, mi debbo recare a casa Silone 8 per conferire con il nostro prefatore. Faremo l'introduzione all'Antologia insieme, introduzione che io spero possa esser pronta, già tradotta in inglese, per domenica prossima. Le accludo una lettera di Pratolini, arrivata ieri sera9 • Mi dica come debbo rispondere Affettuosi saluti dal suo Giorgio Bassani 2
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P.S. Accludo, contrariamente a quanto avevo deciso, copia del prospetto americano e del frontespizio dell'Antologia: in viaggio potrà pensare, così, a mutamenti e aggiunte da fare! Un foglio, manoscritto nel recto. Carta intestata: Botteghe Oscure - Quaderni di letteratura - Roma - Via Botteghe Oscure 32. 1 L'anglista Salvatore Rosati collaborò attivamente a « Botteghe Oscure» in qualità di traduttore (cfr. p. 11) e nell'Archivio della Fondazione sono conservate cinque sue lettere (docc. 127-131). 2 Luigi De Luca fu , come si ricorderà l'editore della rivista dal secondo fino all'ultimo numero: cfr. Introduzione. Di De Luca, inoltre, sono conservate cinque lettere nell'Archivio della Fondazione (docc. 8488). Il nome di De Luca comparirà più volte sia nelle lettere di Bassani sia in quelle di altri corrispondenti e non verrà più segnalato in nota. 3 Bassani si riferisce qui alle traduzioni che accompagnarono il numero V della rivista : cfr. doc. 128 nota 3. 4 Cfr. doc. 128 note 1 e 2. 5 La prosa in slang presente nel numero V era Last Class, una satira di Winterset Rothberg: in realtà, l'autore era l'americano Theodore Roethke, che pubblicò molti testi sulla rivista, ma solo in questo caso usò uno pseudonimo. Roethke, tra l'altro, intrattenne un lungo rapporto epistolare con Marguerite: le sue lettere, come tutte quelle di altri collaboratori stranieri citate in seguito nelle note, verranno inserite nei volumi di prossima pubblicazione. 6 Ad Henry Furst era stata affidata la traduzione in inglese del racconto di Mario Soldati La finestra (apparso sul numero V di « Botteghe Oscure»), da inserire in An Anthology of New Italian Writers. 7 Il riferimento non è chiarissimo, ma è probabile che Furst alloggiasse in quel periodo a Recco, una località della riviera ligure in pro. vincia di Genova. 8 Ignazio Silone collaborò in diverse forme a « Botteghe Oscure » e nell'Archivio della Fondazione sono conservate cinque lettere da lui inviate a Marguerite (docc. 137-141). Non risulta però che egli abbia scritto insieme a Bassani la prefazione a An Anthology of New Italian Writers, poiché il volume uscl privo di qualsiasi saggio introduttivo, accompagnato soltanto da una presentazione di poche righe sul risvolto interno della sovracopertina. Non sappiamo se si rinunciò al progetto della prefazione per ragioni di tempo (l'antologia fu finita di stampare nel giugno 1950), oppure se ancora una volta si scelse di astenersi da ogni forma di giudizio e di commento, per non condizionare in alcun modo l'accoglienza del volume da parte dei lettori. 9 Nell'Archivio della Fondazione non vi è traccia di tale lettera; vi sono conservate però altre due missive di Pratolini (cfr. docc. 116-117).
G. Bassani è nato a Bologna nel 1916 da una agiata famiglia della borghesia ebraica ed è cresciuto nella città di Ferrara. Si è laureato a Bologna, ha preso parte a movimenti antifascisti, ha vissuto l'esperienza del carcere e nel dopoguerra si è trasferito a Roma. Prima della sua collaborazione a « Botteghe Oscure», aveva pubblicato il volume di racconti Una città di pianura (1940; uscito con lo pseudonimo di Giacomo Marchi), e le raccolte di poesia Storie di poveri amanti e altri versi (1945) e Te lucis ante (1947). Negli anni '50, oltre ad occuparsi della redazione del semestrale, si è dedicato all'insegnamento e poi ha cominciato a lavorare come consulente e direttore editoriale per la casa editrice Feltrinelli; ha avviato una collaborazione con la rivista « Parago-
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ne» e ha pubblicato in volume i versi di Un'altra libertà (1952) e le prose La passeggiata prima di cena (1953), Cinque storie ferraresi (1956) e Gli occhiali d'oro (1958). Per quanto riguarda il ruolo di Bassani nella redazione della rivista e i suoi rapporti con Marguerite Caetani, cfr. Introduzione, in particolare pp. 4.3-46. Come autore, egli apparve su otto quaderni di « Botteghe Oscure», rispettivamente con i racconti Storia d'amore sul quaderno I, La passeggiata prima di cena sul quaderno VII, Una lapide in via Mazzini sul quaderno X e Una notte del '43 sul quaderno XV; con le poesei Dal profondo e In memoria del padre sul quaderno II, L'effimera creatura, Bei colori del giorno, L'alba ai vetri e Ho visto in sogno sul quaderno V e I fiori dei campi sul quaderno VI; con il già citato saggio Congedo sul quaderno XXV.
6. Giorgio Bassani Roma, 26 luglio 1950 Via Barelli 5 int. 9 Cara Principessa, sono tornato ieri sera da Genova, dove ho passato insieme con mia moglie e la bambina una decina di giorni. Speravo di trovare qui sue notizie: tanto più che De Luca non sa cosa fare dei piombi dell'antologia, e aspetta sempre sue istruzioni circa l'edizione inglese della medesima 1• Sarebbe davvero urgente che Lei decidesse in proposito. Le 1800 copie destinate all'America sono partite alcuni giorni fa a mezzo Gondrand. Durante il mio viaggio ho lavorato molto, moltissimo per « Botteghe Oscure». A Cecina, dove mi son fermato due giorni, ho letto un bellissimo romanzo inedito di Cassala. Una cosa veramente eccezionale. Potremmo stamparne due capitoli 2, che possono benissimo stare a sé. Cassala me li farà avere al più presto, ed io glieli manderò subito a far vedere. Quindi, dopo la sosta a Cecina, mi sono spostato a Forte dei Marmi, ospite di Bertolucci 3, che è naturalmente entusiasta dell'Antologia, e le scriverà per ringraziarLa. A Forte dei Marmi ho conosciuto Pea, il quale mi ha dato una commedia in tre atti 4, perché io gliela sottoponga. Si tratta d'una cosa scritta diversi anni fa, assolutamente inedita, e di cui il Pea possiede una sola copia (si è raccomandato caldissimamente che non gliela perdiamo) . A me non sembra tra le opere bellissime di questo scrittore; comunque è pur sempre una cosa di primo ordine, e dato che non è facile ottenere qualche scritto di Pea ... Insomma veda Lei, e giudichi con tutta libertà.
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Al Forte c'era anche la Banti, che m'ha dato un suo racconto'. È certo molto buono, molto forte. E la consiglierei vivamente di
stamparlo. Veniamo infine a Cancogni, che abita, come ricorderà, a Marina di Pietrasanta, e insieme al quale son stato a farè una bellissima gita nelle montagne dell'interno. Durante il mio soggiorno ho fatto in tempo a leggere interamente il romanzo (Poveri trentenni) da lui scritto un anno e mezzo fa. In questo frattempo lo ha accorciato sensibilmente, d'un buon terzo. A me sembra una cosa genialissima, d'una grande freschezza. Vedrà che si divertirà, a leggerlo. Dato che Cancogni non ha alcuna fretta di stamparlo, io credo che potremmo serbarlo vantaggiosamente per la primavera prossima 6 • · Non le parlo delle altre persone che ho visto durante la mia corsa. A Genova ho potuto pescare anche il vecchio Sbarbaro, che vive con la sorella nascosto in una casa della periferia, e che, nonostante abbia « chiuso bottega» - l'espressione è sua ha promesso di riaprirla apposta per noi 7 • Sarebbe un bel colpo ... Aspetto a mandarle il pacco coi manoscritti; desidererei che Lei mi indicasse un recapito sicuro. Io resterò qui per un mesetto circa, fino al 20 di agosto. Poi mi prenderò un'altra decina di giorni di permesso. Poi ritornerò a Roma per metter su casa. Poi, il 1 ottobre, comincerò a insegnare a Napoli. E Lei? Re~terà a Parigi, o andrà anche quest'anno in Inghilterra? Qui, al solito, fa un caldo atroce. Mi ricordi a Lelia 8, e mi creda con tutto l'affetto sempre il suo Bassani Un foglio, dattiloscritto in recto e in verso. Interventi e firma manoscritti. Carta intestata: Botteghe Oscure - Quaderni di letteratura - Roma - Via Botteghe Oscure 32. 1 Sul problema della distribuzione in Inghilterra di An Anthology of New Italian Writers, cfr. doc. 29 nota 3 e doc. 31. 2 I due capitoli cui fa riferimento Bassani non apparvero mai su « Botteghe Oscure»: infatti, a parte i racconti La moglie del mercante e Le amiche, che erano già stati pubblicati nel quaderno III, gli unici altri testi di Cassola che trovarono posto nella rivista furono, molti anni più tardi, La casa di via Valadier, Rosa Gagliardi e Angela, presentati rispettivamente sui numeri XV, XVIII e XXI. Considerato il giudizio tanto entusiasta di Bassani, la mancata pubblicazione dei due capitoli di Cassola desta qualche stupore; d'altra parte, poiché possiamo ipotizzare che il « bellissimo romanzo inedito » cui fa riferimento Bassani fosse Il taglio del bosco, che sarebbe apparso per la prima volta in « Paragone», n. 12, nel dicembre 1950, la spiegazione più verosimile è che lo stesso Cassola, essendogli stata offerta l'opportunità di pubblicare in tempi rapidi il romanzo nella sua versione integrale, avesse preferito declinare l'offerta a « Botteghe Oscure».
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3 Di Attilio Bertolucci, grande amico di Bassani, erano già state pubblicate undici poesie sul primo numero della rivista (Lettera da casa, Una sera di pioggia a Parma, A uno Storno, Da « Laodamia », Antognano, Scena di strada, Uccelli di passo, Tornando a casa, I Morti , Versi scritti in autunno, Estemporanea) e sarebbe apparsa a breve, sul numero IV, una parte del poemetto La capanna indiana. Altre poesie di Bertolucci vennero stampate in diverse occasioni su « Botteghe Oscure»: A Giuseppe, in Ottobre sul quaderno VI, Bernardo a cinque anni, Le more, A sua madre, che aveva nome Maria, Le ore suburbane, All'improvviso ricordando , Per A. Soldati pittore di Parma sul quaderno XIV, I pescatori sul quaderno XX e Su una fotografia, Dietro a una ragazza, Strano amore e Amore sul quaderno XXIII. 4 Bassani si riferisce qui alla commedia di Enrico Pea, Tre alberi. Tre atti, un prologo e un dialogo alla finestra, che fu poi pubblicata sul quaderno VII di « Botteghe Oscure ». 5 Si tratta molto probabilmente di Le donne muoiono, che fu subito pubblicato sul numero VI della rivista (autunno 1950). Un altro racconto di Anna Banti, I porci, era già apparso sul quaderno II , mentre molto più tardi, sul numero XXIV (1959), sarebbe stato pubblicato il dramma Artemisia, una versione teatrale del romanzo omonimo stampato per la prima volta da Sansoni nel 1947. Per la Banti, cfr. anche doc. 14 nota 9. 6 Il romanzo, tuttora inedito, non venne in realtà mai pubblicato sulla rivista, che di Manlio Cancogni, però, aveva già ospitato sul quaderno I il racconto lungo Azorin e Mirò e avrebbe pubblicato in seguito altri due testi narrativi, Cos'è l'amicizia nel quaderno XIV e Parlami, dimmi qualcosa nel quaderno XVIII. 7 In realtà, Bassani dovette aspettare ancora diversi anni prima di poter pubblicare qualcosa di Camillo Sbarbaro sulle pagine della rivista. Infatti, a partire dal 1940, per circa quindici anni, lo scrittore ligure rinunciò ad ogni attività creativa, dedicandosi soprattutto alle traduzioni dal greco e dal francese . Quando tornò alla creazione, però, diede a « Botteghe Oscure» alcune brevi prose, riunite sotto il titolo Spiccioli, che apparvero sul quaderno XVII nel marzo 1956 e poi confluirono in gran parte nella raccolta Fuochi fatui, pubblicata da Scheiwiller sempre nel 1956. 8 Lelia, come si ricorderà, era la figlia primogenita di Marguerite e di Roffredo Caetani: cfr. p. 15. Il nome di Lelia ricorre molte volte sia nelle lettere di Bassani che in quelle di altri corrispondenti e non se ne offrirà più spiegazione in nota.
7. Giorgio Bassani Forte dei Marmi, 14 agosto 1950 Cara Principessa, mi scuso, innanzitutto, di non poter dattiloscrivere; ma disgraziatamente non ho qui con me la macchina. Cercherò comunque di essere il più chiaro possibile. Quasi un mese fa, appena di ritorno dal mio viaggio a Ge-
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nova, le scrissi indirizzando a Aix en Provence. Evidentemente la mia lettera non l'ha raggiunta 1 • Le parlavo delle persone che avevo visto durante la mia corsa: Cassala a Cecina, Capitini a Pisa, Cancogni a Marina di Pietrasanta, Bertolucci a Forte dei Marmi, Pea nello stesso posto, Sbarbato a Genova, e qualche altro di minore importanza. Da De Luca, poi, ebbi sue notizie; mi disse, De Luca, della sua promessa di scrivergli entro pochi giorni, per definire la questione dell'Antologia da destinarsi all'Inghilterra. Da Weaver 2, che vidi alcuni giorni dopo, seppi che « Poetry » 3 avrebbe pubblicato le poesie: e mi dispiacque di non averle potute rivedere assieme col traduttore, perché, come le altre, saranno certamente piene d'errori 4 • Sarei molto contento se Lei mi facesse sapere dove posso mandare con sicurezza e direttamente, il seguente materiale: Prosa:
Una commedia di Pea Un racconto di Cassola Un racconto della Banti Due racconti di Desideria Pasolini (molto buoni)
Poesie:
Quattro poemi in prosa di Aldo Capitini Poesie di Romeo Giovannini Poesie di Luciano Erba Poesie di G. Caproni Poesie di Carlo Betocchi
Questo è il materiale che occorre che lei veda; dal quale, aggiungendo il racconto di Dessi, e le poesie di P.P. Pasolini in dialetto friulano, credo che si potrà trarre il necessario per il VI numero; _ Molto belli i poemi in prosa di Capitini, che le raccomando in modo particolare, e rappresentano secondo me il «colpo» più grosso. Lei ricorderà, immagino, chi è Capitini. È più un filosofo che un poeta. Ma questi cori, che sono soprattutto testimonianze religiose, toccano per me la poesia. Tenga presente ad ogni modo che mai nessuna rivista letteraria ha pubblicato, di Capitini, cose di questo genere e di questa importanza 6 • Spero di ricevere presto sue notizie. Io sono qui al Forte dei Marmi, ospite per due giorni di Bertolucci. Dopodomani sarò di nuovo a Roma, e mi ci tratterrò tutta la settimana. Molti affettuosi saluti dal suo Bassani Via Borelli 5 I 9, Roma Due fogli, manoscritti nel recto. Carta intestata: Botteghe Oscure Quaderni di letteratura - Roma - Via Botteghe Oscure 32. 1
Dobbiamo ritenere che Bassani si riferisca in realtà alla lettera .pre-
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cedente, anche se in essa non si trova alcun cenno all'incontro con Capitini, né ad una visita della città di Pisa. 2 L'americano William Fense Weaver, giunto in Italia durante la guerra e stabilitosi poi nel nostro paese, frequentò assiduamente Marguerite Caetani e, come si ricorderà, tradusse dall'italiano all'inglese la maggior parte dei testi pubblicati su An Anthology of New Italian Writers; inoltre, in due occasioni egli collaborò anche come autore a « Botteghe Oscure». 3 Si trattava di una importante rivista letteraria americana, fondata a Chicago nel 1912 da Harriet Monroe. 4 Come già accennato, la presenza di numerosi errori di stampa in An Anthology of New Italian Writers fu poi rilevata da diversi recensori dell'antologia. non soltanto da coloro che esprimevano una serie di riserve sui risultati di questa operazione editoriale (cfr. J.F., Brief Comment, in « New Republic New York, N.Y. » del 19 febbraio 1951), ma anche da alcuni convinti sostenitori della validità dell'impresa (cfr. o. DE uso, Some New Italian Writers, in « Dallas, Texas Times Herald » del 4 febbraio 1951). 5 Nel numero VI della rivista furono effettivamente pubblicati il già citato racconto della Banti, Le donne muoiono, un solo racconto di Desideria Pasolini (Mita), le prose poetiche di Aldo Capitini (La Festa), le poesie di Romeo Giovannini (Jole, A una cavalla che non sopporta cavalcatura, Mia sorella d'estate sul fiume Serchio, Era un piccolo seno, Rivedendo i posti della giovinezza), quelle di Luciano Erba (La biacca a quadri, Tabula Rasa?, Globuli rossi, I nostri vent'anni, Don Giovanni, Caino e le spine, Le Beau Dimanche), quelle di Giorgio Caproni (Versi ritrovati, Su cartolina, Altra cartolina, Di notte, All'alba), il racconto di Dessl (La frana) e i Versi friulani di Pier Paolo Pasolini. La pubblicazionè della commedia di Pea (The alberi. Tre atti, un prologo e un dialogo alla finestra) e delle poesie di Betocchi (Di sé e dell'ombra, Al termine del giorno, Requiem d'autunno, Sull'Aniene, Notturna, In Lode, All'uscita notturna dal cantiere) fu rinviata, probabilmente per ragioni di spazio, al numero VI di « Botteghe Oscure». Non ci sono tracce, invece, nella rivista, del secondo racconto di Desideria Pasolini né, come si ricorderà, di quello di Cassola. Quanto agli autori qui citati per la prima volta e presenti anche in altri numeri della rivista, va segnalato, nell'ordine, che di Giovannini vennero poi pubblicati altri versi (A colei che non scherza più, A mio fratello scomparso in Grecia nel 1943 e I vendemmiatori) sul quaderno XI; per Caproni, di cui è conservata una lettera in Archivio, cfr. doc. 47; di Betocchi vennero pubblicate alcune Poesie inedite vecchie e nuove (D'Aprile, Mattina, Dai tetti, Lettera d'autunno) sul quaderno XIX; di Dessl era già apparso Isola dell'Angelo sul numero III, mentre il racconto drammatico in tre atti La Giustizia (destinato alla programmazione radiofonica) sarebbe stato stampato sul numero XX e il racconto lungo Il disertore sul numero XXII; di Pasolini vennero poi pubblicate la prosa I Parlanti sul numero VIII e le poesie Picasso sul numero XII, Notte a Piazza di Spagna sul numero XIV, Recit sul numero XVIII e A un ragazzo sul numero XXI; di Desideria Pasolini, invece, non furono mai pubblicati altri testi sulla rivista, ma ella aveva già collaborato con « Botteghe Oscure » per la traduzione di una prosa di William Sansom, inserita in Quaderno V: Poeti e narratori inglesi e americani. 6 Nel testo di Aldo Capitini pubblicato su « Botteghe Oscure » erano riuniti sotto il titolo La Festa quattro cori, ciascuno dei quali composto da dieci «momenti»; non possiamo parlare, infatti, di vere e proprie strofe, in quanto il testo era scritto in prosa; si trattava, comunque, di
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una prosa poetìca e non a caso essa fu stampata in corsivo sulle pagine della rivista (cfr. p. 9).
8. Giorgio Bassani Roma, 23 agosto 1950 Cara Principessa, sono partito da Roma lunedi mattina, ed eccomi qui a Bologna per organizzare il trasloco della famiglia dall'Emilia al Lazio. La casa è pronta, finalmente Ora bisogna riempirla di quel po' di mobili che ci son rimasti dopo le razzie dei fascisti, molto pochi davvero, e degli altri che riusciremo a rimediare un po' qui un po' là. Prima di partire, ebbi le sue cinque lettere. Disgraziatamente non potei fare molto. De Luca non era ancora tornato, e il suo ufficio, la mattina del 21 ~u.s., risultava ancora sbarrato. Gli lasciai comunque una lettera, trasmettendogli le Sue istruzioni. Oggi ho ricevuto qui, respintami da Roma, una Sua lettera, contenente alcune poesie in inglese (Viereck, Marcia Nardi 1, ecc.), che mi sono affrettato a trasmettere a Rosati 2 • Mi dispiace di non esser riuscito, prima di partire da Roma, a mettermi in contatto con la segreteria di Mr. de Vieillefond 3, M.lle Curyon. Ho l'impressione che non si trovasse a Roma; comunque, appena tornerò a Roma, il che avverrà non dopo il 4 settembre p.v., andrò subito a cercarla. Quanto a ciò che mi dice nella sua lettera del 14 agosto, io non ho mai avuto fra le mani - se non per qualche momento, nell'inverno scorso, a casa Sua - « il piccolo libro del ragazzo fucilato dai tedeschi ». Se lei me lo farà avere, m'affretterò subito a farlo comporre. Spero che avrà ricevuto i manoscritti italiani che le ho mandato a mezzo del principe. Mancano i due racconti di Desideria 4, che le spedirò appena tornato a Roma. Molti affettuosi pensieri per Lei e per Lelia da Giorgio B. Un foglio, manoscritto nel recto. 1 Si tratta probabilmente dei versi Stanzas in Love with Life and August di Peter Viereck e And I knew the Body a Sea di Marcia Nardi, pubblicati nel quaderno VI della rivista. 2 Evidentemente Bassani aveva inviato le poesie a Rosati, perché esse fossero tradotte e quindi inserite in Quaderno VI: Poeti inglesi e ame-
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ricani. I-n realtà, però, non fu Rosati a occuparsi della traduzione delle poesie di Viereck e di Marcia Nardi, bensl Nina Ruffini. 3 ... M. de Vieillefond era consigliere culturale presso l'ambasciata francese di Roma. · 4 Si tratta di Desideria Pasolini.
9. Giorgio Bassani Livorno, 20 agosto 1952 Cara Principessa, ricevo qui la sua lettera del 13. È molto tempo che io le ho mandato l'elenco delle cose stampate 1; mi affrettai a mandarglielo non appena lei me lo richiese, più d'un mese fa. Forse non ha ricevuto la mia lettera? Ma non credo perché ad essa era acclusa la poesia di Pasolini 2 • Comunque ecco di nuovo l'elenco 3 : Italo Calvino: Elsa Morante: Silvio D'Arzo: Francesco Arcangeli: Alessandro Parronchi: Giuliano Gramigna:
La formica argentina pag. 35 Lo scialle andaluso pag. 46 Casa d'altri pag. 48 Prose pag.26 Viaggio a Pietramala_(poesia) pag.2 Poesie pag.2
Come vede, sono già 159 pagine. Restano il mio racconto che, come le dicevo nella mia ultima lettera, ho finito il 14 u.s., e debbo ricopiare. E la poesia di Pasolini. Fra tutti e due fanno almeno 50 pagine (40 pagine il racconto, e dieci la poesia). Come facciamo 4 ? Comunque vedrà lei quello che converrà. Il racconto glielo manderò ricopiato entro il 31 agosto. Domenica prossima sarò a S. Candido, da Valeria 5, e in pochi giorni mi sbrigherò della cosa. . .. Mi è dispiaciuto di aver deluso Roditi. Ma dovevo finire il racconto: e non è stato possibile, per ora, occuparmi d'altro. Speravo fino all'ultimo di potercela fare 6 ! . Mi scriva a San Candido, (Bolzano), Via [Versciaco] 1. Ci sarò dal 24 al 4 settembre. Con tutto l'affetto, suo Giorgio P.S. Credo che nella poesia di Pasolini possano esser cambiate some words. Ma è peccato 7 !
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Cartolina postale, manoscritta in recto e in verso. Indirizzata a: III.ma Principessa Marguerite Caetani - di Sermoneta - Paris - Rue du Cirque 4. 1 Si trattava dell'elenco dei testi già stampati per la sezione italiana del quaderno X. 2 Anche più avanti Bassani fa riferimento ad una poesia di Pasolini di circa 10 pagine, che doveva essere inserita nel quaderno X. In realtà, in tale numero della rivista non apparve nessun testo dello scrittore friulano, ma con ogni probabilità la poesia in questione era Picasso, poi pubblicata sul numero XII, dove occupò effettivamente dieci pagine di stampa. 3 Nella trascrizione dell'elenco sono stati seguiti i criteri normalmente adottati e si sono ordinate in modo uniforme le varie informazioni fornite. Da segnalare, però, che nell'originale di Bassani i nomi degli autori erano tutti sottolineati, mentre i titoli dei testi non venivano in alcun modo evidenziati; inoltre, i numeri delle pagine occupate dagli ultimi due testi in elenco non si trovavano incolonnati sotto i precedenti, ma, rispettivamente, all'inizio della penultima e dell'ultima riga, prima del nome dell'autore (tale anomalia è giustificata, nel primo caso, dalla mancanza di spazio sul margine destro della cartolina, mentre nel secondo caso si spiega solo per analogia con la riga precedente). 4 Il racconto di Bassani, intitolato Una lapide in via Mazzini, fu effettivamente pubblicato sul numero X, dove occ:1.ipò 36 pagine di stampa. Quanto ai testi citati nell'elenco, apparvero sul numero X i racconti di Calvino e di D'Arzo e le poesie di Parronchi e di Gramigna; anzi, nel caso di Parronchi, vennero aggiunte altre due liriche, Sera e Veglia di fine d'anno, per un totale di 5 pagine di stampa. Alla fine, pertanto, considerando che in realtà il racconto di Calvino e quello di D'Arzo occuparono rispettivamente 36 e 49 pagine, la sezione italiana risultò composta complessivamente di 128 pagine. Il racconto della Morante venne rinviato al numero XI, mentre le Prose di Francesco Arcangeli non vennero mai pubblicate da « Botteghe Oscure»; di questo autore, però, erano già apparse sul numero II della rivista sette poesie tratte dalla raccolta Stella sola. Va infine ricordato che sia Parronchi che Gramigna furono presenti solo sul quaderno X di « Botteghe Oscure», mentre per le altre collaborazioni di Calvino, di D'Arzo e della Morante, si confrontino, rispettivamente, doc. 15 nota 7, doc. 21 nota 1 e doc. 16 nota 1; di Calvino, inoltre, sono conservate due lettere nell'Archivio della Fondazione (dr. docc. 45-46). 5 Si trattava della moglie di Bassani, Valeria Sinigallia. 6 Non sappiamo a quale promessa fosse venuto meno Bassani, né identificare con certezza la persona che egli aveva deluso. Possiamo ipotizzare, comunque, che egli si riferisse a Edouard Roditi, nato in Francia ma cittadino americano e scrittore in lingua inglese, che in precedenza aveva già collaborato con « Botteghe Oscure » e del quale sono conservate due lettere nell'Archivio della Fondazione. 7 Questa aggiunta è stata scritta trasversalmente, sul margine sinistro della cartolina. Non è stato possibile stabilire se furono effettivamente cambiate delle parole nella poesia di Pasolini Picasso, dal momento che in Archivio non vi è traccia del manoscritto originale.
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10. Giorgio Bassani [Roma] 6 ottobre 1952 Cara Principessa, mi dice Elsa I che Lei crede che io sia offeso. Come può pensare una cosa simile? Le dirò subito, invece, che mai le ho voluto bene come ora, e che anche per questa ragione mi sento di magnifico umore. Guardi però che contrariamente a quanto Lei pensa io non ricevo sue notizie dirette dall'epoca di San Candido 2 • Il suo telegramma, che Lei mandò a Roma, mi raggiunse a Ferrara, respinto là da mia zia. Poi, più nulla. Avrei dovuto ringraziarla per la gioia che mi ha dato annunziandomi « J'aime beaucoup, ecc.» 3, e la prego di perdonarmi per non averlo fatto, I giorni successivi, comunque, li passai in gran angoscia, tentando (felicemente, per fortuna!) di ammansire la Banti 4. Ho dovuto adoperare tutte le mie arti diplomatiche, a questo proposito, ed è stato soltanto per questa ragione che con Lei non mi sono fatto più vivo . Il mio racconto sta avendo molto successo. L'ho fatto leggere in bozze a Gallo 5, che me ne ha fatto gran lodi. Entusiasmo addirittura da parte di Elena ed Alda Croce 6 • Da quando son tornato a Roma, vedo assai spesso Elsa. Abbiamo riguardato insieme tutte le bozze inglesi e francesi, per risolvere le solite questioni tipografiche. Ora aspettiamo le bozze di Char 7 per impaginare. Se non tardano troppo, il numero X dovrebbe esser pronto entro il 25 8 • Lei quando tornerà? I miei sono ancora a Bologna: aspettano a muoversi perché il piccolino ha un poco di febbre: niente di grave. Dentro la settimana dovrebbero essere tutti qua. Mi ricordi a Lelia, e mi creda con tutto l'affetto il suo Giorgio Due fogli, dattiloscritti nel recto. Firma manoscritta. Carta intestata: Botteghe Oscure - Quaderni di letteratura - Roma - Via Botteghe Oscure 32. 1 Si tratta evidentemente di Elsa Dallolio, citata anche più oltre nella lettera: dr. Introduzione e docc. 52-82. 2 Cfr. lettera precedente. 3 È assai probabile che Marguerite avesse scritto il telegramma a Bassani per esprimere apprezzamento e congratulazioni per il suo nuovo racconto, Una lapide in via Mazzini. 4 Non è chiaro per quali ragioni la Banti fosse tanto adirata con Bas-
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sani; si può solo ipotizzare, in base al contesto in cui si inserisce questa informazione, che egli in precedenza le avesse promesso il suo nuovo racconto per la rivista « Paragone » e che poi le avesse comunicato la decisione di pubblicarlo su « Botteghe Oscure». I riscontri in tal senso, però, non sono stringenti, anche perché nel 1952 Bassani non aveva ancora assunto impegni ufficiali per «Paragone» (cfr. doc. 14 nota 9) e quindi, nonostante i forti debiti di amicizia e di riconoscenza che lo legavano alla coppia Longhi-Banti, doveva apparire piuttosto naturale che egli pubblicasse i propri scritti sulla rivista di cui era redattore. 5 Si tratta del critico Niccolò Gallo, amico di Bassani e collaboratore di « Botteghe Oscure», del quale sono conservate due lettere nell'Archivio della Fondazione (docc. 97-98). 6 Per Elena Croce, cfr. Introduzione e docc. 50-51. Alda era la sorella minore di Elena, presente anch'ella, sia pure in modo più marginale, sulla scena letteraria italiana del dopoguerra. Dalla collaborazione tra le due sorelle nacque poi la biografia Vita di Francesco De Sanctis, pubblicata dalla UTET nel 1964. 7 Sul quaderno X apparvero, col titolo cumulativo Poems, 19 testi (prose poetiche, aforismi e vere e proprie poesie in versi) di René Char nella traduzione inglese di Jackson Mathews e Denis Devlin, seguite da gli originali in lingua francese (che erano già stati pubblicati in Francia da Gallimard, rispettivamente nei volumi Fureur et Mystère, 1948 e Les Matinaux, 1950): cfr. p. 66, nota 18. Il nome di Char ricorrerà molte volte nelle lettere di vari corrispondenti e non verrà più segnalato in nota. 8 Sul quaderno X si legge che esso fu finito di stampare nell'ottobre 1952: le previsioni di Bassani vennero quindi fondamentalmente rispettate. 0
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Giorgio Bassani [Roma] 21 novembre 1952 Carissima Principessa, il numero X della rivista è già nelle librerie di Roma. Questa volta credo che Mondadori sarà più sollecito anche nella distribuzione in campo nazionale 1 Ma sarà necessario, quando Lei ritornerà, che si arrivi a un accordo più preciso e circostanziato con il distributore (vedi, soprattutto, la faccenda degli abbonamenti). Mi sono lamentato, con Pagliara 2, che alcuni agenti regionali di Mondadori trascurino deliberatamente B.O. 3 • Pagliara mi ha consigliato di rivolgermi direttamente ad Alberto Mondadori 4, contro il quale, sembra, nell'interno stesso della Casa editrice, esistono forti correnti di sabotaggio. Io penso che tutte queste cose debba trattarle Lei personalmente con Alberto Mondadori. Una sua parola ha molte maggiori probabilità di essere ascoltata.
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Vedrò molto volentieri Laughlin 5 ; ma dove pescarlo? Bisognerebbe che sapessi che è arrivato, e dove sta. Ieri sera ho spedito una ventina di copie ai critici italiani. I soliti, più qualche altro che ha promesso di interessarsi tangibilmente alla rivista. Spero di vederla presto. Suo aff.mo Giorgio Un foglio, dattiloscritto nel recto. Firma manoscritta. Carta intestata: Istituto Grafico Tiberino Editore in Roma - Uffici: Roma, Via Gaeta, 14 - Stabilimento: Tivoli, Via Empolitana. 1 Come si ricorderà, in quel periodo Mondadori si occupava della distribuzione italiana di « Botteghe Oscure». 2 Sull'originale, sia qui sia poco più oltre, si legge « Pagliaro », ma è evidente che Bassani si riferiva in realtà ad Enzo Pagliara, che all'epoca era il responsabile della sede romana della Mondadori. Un riscontro in tal senso è fornito da una lettera indirizzata a quest'ultimo da Alberto Mondadori, scritta il 23 aprile 1951 e presentata nel volume Alberto Mondadori. Lettere dì una vita: 1922-1975, a cura di G.C. Ferretti, Milano, Mondadori, 1996, dalla quale risulta che era stato soprattutto Pagliara a insistere con il presidente Arnoldo per convincerlo ad accettare il contratto di distribuzione di « Botteghe Oscure », sostenendo che « la faccenda va presa sul serio perché non potremmo sopportare mai i danni di una pessima figura con un tipo come la Principessa Caetani ». 3 Molto spesso sia Bassani che altri corrispondenti usano la sigla ' B.O. per indicare la rivista « Botteghe Oscure». In seguito, casi analoghi non verranno più segnalati in nota. 4 Cfr. doc. 101 nota 1, e docc. 105, 106 e 43. 5 James Laughlin era il responsabile editoriale della New Directions, la casa editrice americana che aveva distribuito negli USA An Anthology of New Italian Writers, e possiamo ipotizzare, sia pure con riserva, che la principessa volesse sondare il terreno con lui in vista di un possibile ulteriore cambiamento delle modalità di distribuzione di « Botteghe Oscure » negli Stati Uniti. In effetti, nei suoi primi anni di vita, la rivista non aveva avuto negli USA un editore principale di riferimento, e la sua distribuzione era sempre stata affidata a diverse librerie, variamente dislocate sul territorio federale, mentre a partire dal numero X (uscito nell'ottobre 1952) Marguerite era riuscita a ridurre sensibilmente il numero dei distributori negli USA, accordandosi con due soli agenti di New York, rispettivamente conl'editore Farrar, Straus & Young per la vendita all'ingrosso e con la libreria Gothman Book Mart per gli abbonamenti e la vendita al dettaglio. Si può ipotizzare, però, che l'obiettivo di Marguerite fosse comunque quello di appoggiarsi ad un solo editore e che, anche subito dopo aver raggiunto l'accordo con i due agenti newyorkesi, ella avesse continuato a cercare altre strade: in ogni caso, a partire dal numero XVII, « Botteghe Oscure» riuscì finalmente ad avere anche negli Stati Uniti un solo distributore: The Noonday Press fino al numero XXIII e The Wesleyan University Press per gli ultimi due quaderni della rivista.
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12. Giorgio Bassani [Roma] 8 settembre 19 53 Cara Principessa, sono stato ad Ischia, da Auden 1. È stato un viaggio un po' sfortunato. A Roma ho perso il treno; ho dovuto perciò pernottare a Napoli; e a Napoli, in circostanze che le racconterò a voce, mi hanno rubato la penna stilografica (una bella Parker, . 'I) ahime .. Ho visto Auden e Kallman 2 nella specie di antro dell'orco in cui vivono insieme. Abbiamo a lungo discusso sulle bozze 3 • Ed ecco, in sunto, ciò che desidera Auden: 1) Tutto il testo deve essere composto nello stesso carattere, le parti to be sung come le altre. Lui dice di averLe scritto tempo fa a questo proposito; e si meraviglia come Lei non mi abbia avvertito di ciò. 2) Il carattere più adatto, secondo Auden (e secondo me!), è il corpo 8 tondo, quello cioè nel quale sono attualmente composti i pezzi to be sung. È molto chiaro: ed è l'unico che ci consenta di allineare su una medesima riga due strofette 4 • Riassumendo: tutto il testo dovrebbe venir composto in corpo tondo 8, le didascalie in corpo corsivo 8. Ci lasci far così. Vedrà che ne sarà contenta 5• Tra due o tre giorni le manderò l'elenco definitivo degli italiani. Le pagine le sa: 120 circa. Ma spero un po' meno 6 • Con moltissimo affetto, suo Giorgio Un foglio, dattiloscritto nel recto. Firma manoscritta. Carta intestata: Istituto Grafico Tiberino Editore in Roma - Uffici: Roma, Via Gaeta, 14 - Stabilimento: Tivoli, Via Aniene, 4. 1 Lo scrittore inglese Wystan Hugh Auden si era trasferito negli USA fin dal 1938, ma, a partire dal 1949, egli era solito trascorrere lunghi periodi di tempo ad Ischia, in compagnia del giovane poeta americano Chester Kallman. Di Auden erano già state pubblicate due liriche su « Botteghe Oscure ». 2 Sull'originale si legge « Kalmann ». 3 Bassani si riferisce qui alle bozze del testo Delia, or a Masque of Night, libretto per un'opera in un solo atto scritto da Auden in collaborazione con Chester Kallman e pubblicato poi sul quaderno XII di « Botteghe Oscure». 4 Emergono qui preoccupazioni relative allo spazio occupato dal testo sulla rivista, e, più in generale, alle dimensioni complessive della medesima, come confermato anche nella parte conclusiva della lettera
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!i In realtà, alla fine, rispettando il desiderio di Auden, si utilizzarono gli stessi caratteri per le parti cantate e per quelle recitate, ma nella scelta dei caratteri si adottò la soluzione opposta a quella prospettata da Bassani: infatti, il testo venne scritto in corpo corsivo 8 e le didascalie in corpo tondo 8, al contrario di quanto si faceva abitualmente nella stampa di testi per il teatro. D'altra parte, si può ipotizzare che proprio con questo utilizzo insolito dei caratteri di edizione si volesse evidenziare che lo scritto presentato non era un vero e proprio testo teatrale, ma il libretto per un'opera lirica. 6 Alla fine i testi italiani stampati sul quaderno XII occuparono 128 pagine.
13. Giorgio Bassani Roma, 17 [1955]
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Cara Principessa, sono pronte le seconde bozze. Ho già spedito le poesie francesi a Ménard, spedito le seconde bozze del suo scritto a Michaux, · mandato le seconde bozze spagnole a De Mesa, quelle inglesi e americane a Moss, che ora è a Sermoneta. Ora la prego di mandarmi la seguente lettera, perché io la possa mandare a mia volta a Bonfantini: « Caro Giorgio, riguardo a Bonfantini 2, mi dispiace immensamente, ma il prossimo numero sarà impossibile stamparlo. È vero che in un primo momento avevo deciso di stamparlo, e mi dispiace che Lei si sia impegnato. Ma adesso le cose stanno in modo che non è possibile riservare per la parte italiana più di centosessanta pagine. La rivista avrà nel prossimo numero oltre 500 pagine, come è possibile 3 ? Penso anche alla spesa. Cerchi di spiegare a Bonfantini che io sono disposta a stampare il suo scritto, per quanto queste cose della guerra non mi interessino più molto, ma non ad ogni modo nel prossimo numero. Se vuole, posso scrivergli io. Ma anche lui deve capire che la nostra rivista non è come tutte le altre, non può impegnarsi tempestivamente numero per numero. Mi duole di dire a Lei di no, malgrado le sue insistenze in contrario, a favore del Suo amico. Ma proprio non è possibile. Affezionatissima Sua M.C. » Grazie, cara Principessa, e mi scusi. Ma non c'è altro modo, per me, per cavarmi da questo spaventoso impiccio. Aspetto il Suo espresso.
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Sono quasi guarito dal raffreddore. È stato terribile, quest'anno. Credo che il mare mi farà proprio bene. Lelia e Hubert 4 partono oggi. Ci siamo salutati poco fa al telefono. Molti saluti affettuosi dal Suo Giorgio Un foglio, dattiloscritto nel recto. Firma manoscritta. Carta intestata: Istituto Grafico Tiberino Editore in Roma - Uffici: Roma, Via Gaeta, 14 - Stabilimento: Tivoli, Via Aniene, 4. 1 Sulla base dell'affermazione iniziale di Bassani, si può ipotizzare che la missiva risalga al 1955: infatti, a parte Michaux, possiamo ritenere che gli altri autori citati collaborassero alla rivista anche in qualità di correttori di bozze; nel caso di Moss, poi, tale ipotesi diventa una certezza, suffragata dal riscontro con due lettere dell'estate 1955 (una della Dallolio e una di De Luca) e con una nota apparsa sul quaderno XVII (cfr. pp. 39-40). Poiché, dunque, proprio nel settembre 1955 uscì il quaderno XVI, l'unico numero della rivista nel quale furono ospitati contemporaneamente sia uno scritto di Michaux (Vacances), sia una sezione di testi in lingua spagnola, tra cui un frammento di De Mesa (Pasifae), è possibile ipotizzare che la lettera di Bassani si riferisca alla preparazione di quel quaderno . 2 Non è stato possibile stabilire a quale testo di Mario Bonfantini ci si riferisca, anche se l'affermazione successiva che si tratta di «_cose della guerra » fa presumere che lo scrittore avesse inviato alla rivista un brano del romanzo autobiografico Salto nel buio (che pubblicò nel 1959 e con il quale vinse il Premio Bagutta opera prima) oppure uno dei racconti che sarebbero poi confluiti nella raccolta La svolta (1965), dal momento che entrambe le opere narrative traggono ispirazione dalle vicende della Resistenza e della lotta partigiana. 3 In realtà, il quaderno XVI risultò composto da 467 pagine e la sezione italiana ne occupò soltanto 106. 4 Hubert Howard, dei duchi di Norfolk, aveva sposato Lelia Caetani il 17 settembre 1951.
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Giorgio Bassani [Roma] sabato [1955 o 1956]
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Cara Principessa, le scrivo da Via Botteghe Oscure, dalla nuova sede della rivista 2 • È magnifica! Fuori, attaccato alla porta, fa bella mostra di sé un cartello che dice : Botteghe Oscure rivista letteraria 3• Dentro, solenni scaffali, dignitosi tavoli, austere sedie di legno (ahi un po' dure!): luogo ideale per intimidire qualunque visitatore, ma anche per rassicurarlo, in un certo senso. Manca
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ancora qualcosa: un telefono, una macchina da scrivere, un tavolo un poco più basso di quello attuale (io, che non sono piccolissimo, quasi ci passeggio sotto) una poltrona. Ma Bracco 4, al quale ho fatto i miei complimenti, dice che tutto questo verrà in seguito. Ha visto la bella fascetta che De Luca ha fatto per l'edizione italiana 5 ? Io ho veduto alcuni giorni fa il fascicolo a Firenze, esposto da Seeber 6 : e le garantisco che fa una bellissima figura. De Luca si è un po' arrabbiato con me, perché gli è risultato che sono stato io a dire a Lei la faccenda degli abbonamenti. Ma d'altra parte, che cosa potevo fare? Erano cinque mesi, a dir poco, che supplicavo De Luca di spedire il pacco a Garzanti 7 • E non riuscivo a nulla. Un'altra volta però bisognerebbe che lei non mi scoprisse ... Spero di vederla presto qui a Roma. Io sto lavorando molto: al libro per Einaudi, e a un nuovo lungo racconto 8 • A proposito: il premio Leggeri, istituito da « Paragone » 9, ha rivelato quest'anno una giovane scrittrice completamente inedita, certa Maria Teresa Nessi, di Como. Peccato che il suo racconto sia forse troppo lungo: altrimenti sarebbe stato magnifico poterlo stampare. Ma sembra una cosa deliziosa, letteralmente. Vedrà 10 • Molti saluti affettuosi dal Suo Giorgio Un foglio, dattiloscritto nel recto. Firma manoscritta. 1 Il riscontro tra le varie informazioni fornite nella lettera permette di collocarne con un buon margine di sicurezza la composizione tra l'estate 1955 e i primi mesi del 1956, comunque prima della pubblicazione del quaderno XVII (marzo 1956). 2 Dagli altri documenti consultati e dai ricordi dei testimoni non è emersa alcuna conferma relativa ad un cambiamento di sede. In realtà, in tutti i quaderni della rivista si trova, sia pure sotto diverse forme, il riferimento a via Botteghe Oscure 32, dunque all'indirizzo di Palazzo Caetani; d'altra parte, in base alle parole di Bassani, è lecito ipotizzare che nei primi anni non esistesse una vera e propria sede della rivista e che gli incontri con i collaboratori si svolgessero nell'appartamento dei principi, mentre in un secondo momento Marguerite potrebbe aver deciso di destinare alla redazione della rivista un vero e proprio ufficio, magari in una diversa ala dell'edificio. 3 In questo caso si è preferito derogare alle convenzioni stabilite nell'Avvertenza, lasciando inalterato l'uso di caratteri maiuscoli, poiché si è ritenuto che lo stesso Bassani li avesse utilizzati per visualizzare efficacemente alla Principessa l'immagine del cartello. 4 Federico Bracco fu per lungo tempo impiegato presso l'amministrazione di Palazzo Caetani e, in tale veste, si occupò delle questioni economiche ed organizzative legate alla conduzione della rivista. 5 Come si ricorderà, a partire dal numero VII e fino al numero XVI, ogni copia di « Botteghe Oscure » venne avvolta da una fascetta rossa (cfr. p. 8). Si può ipotizzare che Bassani si riferisce qui alla fascetta realizzata da De Luca per il numero XVI (uscito nel settembre 1955):
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essa, infatti, rappresentava una novità rispetto a quelle impiegate nei numeri precedenti, sia perché i lembi non erano più incollati, a chiudere completamente il volume, ma semplicemente ripiegati all'interno con risvolti sui due lati, sia perché conteneva solo la dicitura « In questo numero: Beatrice Cenci / Tragedia di / Alberto Moravia», in luogo della lista degli autori presenti nel quaderno. 6 Si trattava di un editore fiorentino. 7 Si ricorderà che tra il 1955 e il 1957 Garzanti fu il distributore ufficiale di « Botteghe Oscure» per l'Italia: cfr. p. 58. 8 .Con ogni probabilità, il libro a cui stava lavorando Bassani è Cinque storie ferraresi, pubblicato da Einaudi nel 1956: da segnalare, in proposito, che quattro dei cinque racconti riuniti in quel volume erano apparsi per la prima volta sulle pagine di « Botteghe Oscure», mentre uno di essi, Gli ultimi anni di Clelia Trotti, era uscito su «Paragone», perché Marguerite Caetani l'aveva trovato « inferiore ai precedenti» (dr. G. BASSANI, Gli anni delle «Storie»). Il « nuovo lungo racconto» cui si riferisce Bassani è, invece, verosimilmente, Gli occhiali d'oro, che sarebbe stato pubblicato dalla stessa casa editrice Einaudi nel 1958. 9 Il mensile «Paragone» era stato fondato a Firenze nel 1950 dal critico d'arte Roberto Longhi (di cui Bassani era stato un allievo devoto ed entusiasta) e da sua moglie, la scrittrice Anna Banti. Mentre Longhi dirigeva la sezione artistica della rivista, la Banti curava la sezione letteraria, affiancata da collaboratori quali Bertolucci, Gadda, De Robertis, Garboli e lo stesso Bassani, il quale entrò ufficialmente a far parj:e del comitato di redazione di «Paragone» nell'agosto 1953. 10 Evidentemente Marguerite dovette condividere il giudizio di Bassani, poiché decise di accogliere Sabato sera di Maria Teresa Nessi (vincitore del Premio Leggeri 1955) sul numero XVII di « Botteghe Oscure» (1956), nonostante si trattasse di un racconto molto lungo, stampato, non a caso, in caratteri più piccoli rispetto agli altri testi, per risparmiare sul numero delle pagine. Non solo ma, poiché nello stesso anno 1956 Sabato sera usd in volume da Garzanti, è lecito ipotizzare che fosse stata proprio la Principessa a segnalare la giovane autrice al suo editore-distributore.
15. Giorgio Bassani [Roma] Giovedì 27 giugno 1957 Cara Principessa, eccole l'elenco dei collaboratori 1 : Paolo Volponi: Il cuore dei due fiumi. L. 12.000 Hotel Dora, Ivrea (Torino). P.M; Pasinetti: Morte della signora Elisabetta Canal. L. 30.000 Via di Villa Massimo 24, Roma. Antonio Barolini 2 : Elegie di Croton. L. 12.000 50, Sunset Av. Croton on Hudson, N.Y.
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Giovanni Carocci: Nora. L. 15.000 Via degli Orsini 34 Roma Brunello Rondi: Preghiera per il giorno d'Ognissanti. L. 8.000 Via Taramelli 15 3 Roma. Brianna Carafa: La Porta di carta - Il sordo. L. 10.000 Carlo Betocchi: Poesie inedite vecchie e nuove. L. 20.000 Borgo Finti 61 Firenze. Mario La Cava: Il lungo cammino. L. 30.000 Bovalino (Reggio Calabria). Le ho fatto l'elenco completo, sebbene creda che lei abbia già pagato alcuni di questi coIIaboratori 4 • Le raccomando, comunque, di mandare subito il compenso a Betocchi, che proprio ieri mi scriveva una patetica cartolina di S.O.S. Per quel che ricordo io, lei ha già pagato La Cava, lasciandogli 30.000 in portineria; e Pasinetti, mandandogli a mano, in via di ViIIa Massimo, altre 30.000 5 • Degli altri non so niente di preciso. Ha letto il libro di Calvino, Il barone rampante? Dopo le prime ottanta pagine, molto promettenti, comincia la delusione. È una noveIIa, tirata in lungo a romanzo, ma senza intima necessità. Un vero peccato ... di presunzione letteraria 6 • Speriamo che il nostro racconto 7 sia meglio! Ha fatto buon viaggio? Qui, al caldo spaventoso dei giorni ultimi, è sottentrato di colpo un fresco delizioso. Ieri sera in via Veneto faceva quasi freddo. Molti saluti affettuosi dal suo Giorgio Un foglio, dattiloscritto in recto e in verso. Interventi e firma manoscritti. Carta intestata: Botteghe Oscure - Quaderni di letteratura Roma - Via Botteghe Oscure 32. 1 Si tratta dell'elenco dei collaboratori italiani al numero XIX della rivista. Da notare che se Bassani fa uso di un normalissimo foglio bianco per compilare l'elenco e se utilizza un criterio abbastanza singolare per la classificazione dei dati (il nome all'inizio e l'indirizzo alla fine, laddove questi due dati vengono generalmente abbinati proprio per facilitare chi deve inviare della corrispondenza), ciò fa ritenere che l'amministrazione della rivista non solo non possedesse dei moduli prestampati, ma non avesse neppure elaborato dei criteri uniformi per la raccolta di informazioni, peraltro, piuttosto ricorrenti. 2 Dello scrittore vicentino Antonio Barolini era già stato pubblicato sul quaderno XII Visite all'abbadessa, tratto dal romanzo La casa di campagna. Tutti gli altri autori presenti nell'elenco, a parte il già citato Betocchi, collaborarono solo al numero XIX della rivista. 3 Sull'originale questo indirizzo è manoscritto e il nome della via è ripetuto due volte: Bassani, infatti, l'ha scritto una prima volta in corsivo; poi, forse temendo possibili confusioni nell'interpretazione di
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alcune lettere, ha preferìto riscriverlo tra parentesi in stampatello maiuscolo. 4 Questa affermazione, cosl come la successiva « Pet quel che ricordo io [ ... ] altre 30.,000 » confermano ulteriormente le lacune dell'amministrazione contabile della rivista. 5 Sulla base del riscontro con la lettera del 15 luglio (doc. 17), nella quale Bassani informerà la Principessa di aver « passato a Pasinetti il suo assegno di trentamila lire», è lecito supporre che in questo caso, almeno per quanto riguarda Pasinetti, la memoria avesse tradito il puntiglioso redattore o che per qualche motivo l'operazione di pagamento si fosse a un certo punto inceppata; altrimenti, per spiegare l'incongruenza tra le due lettere, si dovrebbe ipotizzare che Marguerite, dopo aver pagato a Pasinetti il compenso per la collaborazione al quaderno XIX, avesse deciso di sovvenzionarlo ulteriormente fornendogli un anticipo per eventuali nuovi capitoli del romanzo (il racconto apparso sul quaderno XIX era stato presentato sulla rivista come il « primo capitolo di un romanzo Gli eredi, di prossima pubblicazione»). In realtà, nessun altro testo di Pasinetti fu in seguito pubblicato su « Botteghe Oscure», ma non è possibile escludere completamente la seconda ipotesi, perché non si tratterebbe del primo né dell'ultimo caso di finanziamenti a fondo perduto da parte di Marguerite. 6 Stupisce la severità di tale giudizio, anche se in seguito Bassani · dovette parzialmente ricredersi, o almeno dubitare della sua prima valutazione: dr. docc. 17 e 21. 7 Si tratta del racconto di Calvino, La speculazione edilizia (poi pubblicato sul numero XX della rivista), al quale Bassani farà riferimento più volte nelle lettere successive.
16. Giorgio Bassani [Roma] 5 luglio 1957 Cara principessa, sono in contatto continuo con Calvino, per il suo racconto. Promette di finirlo entro il 10 luglio, e credo che ce la farà. Ieri sera ci siamo visti. Gli ho prospettato la situazione, sottolineando fa sua responsabilità. L'ho trovato perfettamente consapevole di tutto. Ieri sera c'è stato il Premio Strega, vinto, come era da prevedersi, dalla Morante 1 • La gara è risultata meno emozionante dell'anno scorso, ma la festa, nonostante il caldo spaventoso, tropicale, è riuscita ugualmente benissimo. Debbo ora chiederle un favore. Ricorda quel Soggetto per un film di ambiente ferrarese, del mio amico Claudio Savonuzzi, che le detti poco tempo fa da leggere 2 ? Sarebbe possibile, per me, recuperarlo? Ricordo che lo portò a Ninfa 3 per leggerlo, donde, forse, di nuovo a Roma. Non sarà forse, ora, in camera sua?
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O magari, non lo deterrà Eugene 4? Mi dica se posso fare qualcosa per riaverlo. Sto lavorando alla traduzione di Char. È più difficile di quari..: to pensavo. Come spesso accade con la prosa francese, la versione italiana corrispondente rischia di continuo la banalità. In fondo è più facile tradurre dall'inglese. Trovo la traduzione di Mathews molto bella, e spesso illuminante 5 • Il romanzo è fermo da una settimana 6 • Il caldo terribile di questi giorni mi ha tolto l'energia nervosa necessaria per lavorare con successo. Alla fine di luglio andrò un poco al mare, dove mi auguro di riprendere lena. Mi ha scritto da Parigi Blanche Knopf 7, immagino per suo suggerimento. Grazie di cuore. L'importante signora sarà qui 1'11, e ci resterà fino al 17. L'attendo a piè fermo, con la traduzione di Rosenthal in mano 8 • Molti saluti affettuosi dal Suo Giorgio Un foglio, dattiloscritto in recto e in verso. Firma manoscritta. Carta intestata: Botteghe Oscure - Quaderni di letteratura - Roma, Via Botteghe Oscure 32. 1 Nel 1957 Elsa Morante vinse il Premio Strega con il suo secondo romanzo, L'isola di Arturo, pubblicato da Einaudi. Della Morante « Botteghe Oscure» aveva ospitato il testo poetico L'avventura sul numero VII (1951) e il racconto Lo scialle andaluso sul numero XI (1953) . 2 Non sappiamo se Bassani aveva ipotizzato di pubblicare sulla rivista quel testo di Claudio Savonuzzi (scrittore e giornalista veneziano, anch'egli allievo di Longhi all'Università di Bologna) o se l'aveva proposto a Marguerite per altri motivi. In ogni caso, nessun testo di Savonuzzi apparve mai su « Botteghe Oscure». 3 Come si ricorderà, si trattava della tenuta di campagna dei Caetani (cfr. p. 15), cui faranno riferimento più volte , anche in seguito, sia Bassani sia altri corrispondenti: casi analoghi non verranno più segnalati in nota. 4 Molto probabilmente, si tratta dello scrittore americano Eugene Walter, il quale all'epoca svolgeva per la rivista una vera e propria attività di segretario di redazione : cfr. p . 39. 5 L'americano Jackson Mathews, docente dell'Università di Washington e collaboratore di « Botteghe Oscure» anche in qualità di autore (un suo breve racconto era stato stampato sul quaderno XVI), aveva curato la traduzione dei testi di Char apparsi sul quaderno XIV (cfr. p. 12. Inoltre, nel 1956 era stato pubblicato dalla Random House il volume The Selected Poems of René Char, con traduzioni dello stesso Mathews. Non sappiamo a quale traduzione stesse lavorando Bassani (verosimilmente su commissione di Marguerite), ma risulta che nel 1962 uscl da Feltrinelli, nella collana « Biblioteca di letteratura » diretta dallo stesso Bassani, il volume di R . CHAR, Poesia e prosa, con traduzioni di Giorgio Caproni e di Vittorio Sereni. Pertanto, anche sulla base di alcuni riscontri indiretti offerti da altre due lettere di Bassani (docc. 17 e 22) e dalla missiva di Caproni (doc. 47), possiamo ipotizzare che il redattore di « Botteghe Oscure», dopo aver tentato ,in prima persona il dif-
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ficile lavoro di traduzione, avesse deciso di rinunciare e di affidarlo ad altri, forse rivolgendosi in un primo momento a Sereni, poi a Caproni, per decidere alla fine di suddividere il materiale tra i due diversi traduttori. 6 Bassani si riferisce qui molto probabilmente a Il giardino dei Pinzi: Contini. In effetti, anche se il romanzo fu pubblicato solo nel 1962, il progetto era stato abbozzato fin dal '55, come risulta da una cartolina inviata da Bassani ad Aldo Camerino il 12 aprile 1955 e conservata nel Fondo manoscritti autori moderni e contemporanei dell'Università di Pavia. In tale cartolina si legge: « Ho in mente un bel racconto. Te lo racconterò, quando ci vedremo: un arco di tempo più stretto degli altri, dal 25 luglio '43 all'8 settembre, e al centro una storia d 'amore. Titolo: Il giardino dei Pinzi Contini. Ho una gran voglia di scriverlo, ma le infinite grane della vita romana non mi consentono per ora la concentrazione necessaria». 7 Si trattava della moglie dell'editore americano Alfred A. Knopf e sappiamo che in varie occasioni Marguerite Caetani si rivolse a lei per far pubblicare all'estero le opere degli scrittori che le stavano più a cuore (cfr. docc. 26 e 28). Non solo, ma da una lettera della Knopf conservata in Archivio apprendiamo che nel 1955 Marguerite le aveva prop6sto anche un accordo per la distribuzione di « Botteghe Oscure » negli Stati Uniti: il progetto non venne però realizzato perché gli Knopf declinarono garbatamente l'offerta, ritenendola poco compatibile con le caratteristiche della loro società editoriale. 8 Bassani si augurava ·evidentemente che la signora Knopf fosse interessata a pubblicare in America qualche suo libro e il riscontro delle date autorizza a pensare che si trattasse di Cinque storie ferraresi, vincitore del Premio Strega nel 1956. Non risulta però che una traduzione inglese del romanzo di Bassani sia stata stampata prima del 1971, quando essa uscl, con il titolo Pive stories of Ferrara, a cura di W.F. Weaver, presso la Harcourt Brace Jovanovich di New York: il riferimento a Rosenthal desta pertanto qualche perplessità, anche ·se non possiamo escludere che quella prima traduzione non avesse convinto gli editori interpellati e che molti anni più tardi Bassani avesse deciso di affidare il lavoro a Weaver prima di proporlo ad altre case editrici.
17. Giorgio Bassani [Roma] 15 luglio 1957 Cara principessa, buone notizie. Calvino mi telegrafa in questo momento annunciandomi di aver finito il racconto. Sarà molto lungo (una sessantina di pagine della rivista), ma la cosa era scontata, mi pare 1• Intanto ho telefonato a Tombolini 2 perché le mandino il conto e i due ultimi libri di Calvino: Il visconte dimezzato e Il barone rampante 3• Ho passato . a Pasinetti il suo assegno di trentamila lire 4•
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Pasinetti in questo momento si trova a Venezia; ho dato la lettera a sua cognata, che glieb porterà. Incontrata finalmente la signora Knopf, e la sua amica-accompagnatrice signora Bradley 5• La mattina di venerdl fummo insieme a mangiare a Tor Carbone; la sera, con Rosenthal, Moravia, la Morante, Pasolini, Zolla, e non ricordo chi altro, alla trattoria del Bolognese, in Piazza del Popolo. Avevo combinato una gita a Ninfa, per il pomeriggio del giorno successivo, ma poi, per impegni sopraggiunti, la signora Knopf fu costretta a rinunciate. Forse ci andremo, tuttavia, prima della sua partenza da qui, che avverrà giovedl prossimo. Dimenticavo: nel pomerigigo di venerdl ho convocato al Grand Hotel, dove la signora alloggia, anche Petroni 6 • Credo che l'incontro sia andato molto bene: la signora Knopf, ogni tanto, mi bisbigliava all'orecchio: « mi sembra serio ... sincero ... mi interessa molto ». Ho consegnato alla signora Bradley, che la leggerà subito, la traduzione del mio libro fatta da Rosenthal. Tanto la Bradley che la Knopf mi sembrano molto ben disposte nei miei riguardi. Speriamo bene. Ho fatto per loro una lista molto ben nutrita di scrittori italiani delle ultime leve. Quanto al numero XIX di B.O. (a proposito: ho visto l'articolo veramente magnifico del Lit. Sup. del « Times » 7), lo hanno ambedue ammirato moltissimo. Non mi muoverò da Roma fino ai primi di agosto. In agosto, raggiungerò i miei a Livorno, e verso la fine dello stesso mese farò una breve puntata a Venezia. Comunque, Lei mi scriva sempre al mio indirizzo di Roma, via Gran Sasso 16. In ogni caso, la posta mi verrà immediatamente recapitata. Molti affettuosi saluti dal suo Giorgio P.S. Stanno uscendo molti libri interessanti, tutti nostri 8 • Eccone un piccolo elenco: Calvino: Il barone rampante . Einaudi. Cassala: Un matrimonio del dopoguerra. Einaudi. Ginzburg: Valentino. Einaudi. Cancogni: L'odontotecnico. Einaudi. P.P. Pasolini: Le ceneri di Gramsci. Garzanti. C.E. Gadda: Quer pasticciaccio brutto de via Merulana. Garzanti. A questi aggiunga il libro della Morante, e La Ciociara di Moravia 9, e poi dica che la letteratura italiana non è produttiva! II P.S. Le saprò dire quanto prima di Feltrinelli e di Sereni 10 •
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_ Un foglio, dàttiloscritto in recto e in verso. Ffrma manoscritta. Carta intestata: Botteghe Oscure - Quaderni di .letteratura - Roma - Via Bottegh~ Oscure 32. ·· ' 1 In realtà, il racconto La speculazione edilizia occupò ottanta pagine nella rivista, come lo stesso Bassani chiarirà alla Principessa nella lettera successiva. '·· 2 Tombolini· era uii noto ·Hbraio romano. } Entrà'mbi j : :libri · erano . stati pubblicati da Einaudi, il primo nel 1952 e il secondo nel 1957. 4 Cfr. doc. 15 nota 5. . 5 Come risulta dal doc. 35, la signora Bradley, era un agente letterario molto importante, che operava sia in Francia sia in Inghilterra sia negli Stati Uniti. 6 Cfr. · Introduzione, lettere di Petroni (docc. 112-115) e lettere di M. Caetahi a Petroni (docc. 26-39). 7 Nell'articolo apparso su « The Times Literary Supplement » del 21 giugno 1957, in occasione del decimo anniversario di « Botteghe Oscure» , la rivista veniva celebrata come « the biggest little magazine of all time» e apprezzata sia per il suo carattere internazionale, sia per la felicità di, certe sue scoperte, , sia infine per la sua libertà da ogni condizionamento commerciale. 8 Effettivamente tutti gli autori indicati qui da Bassani avevano già, all'epoca di ·questa lettera, pubblicato qualcosa su « Botteghe Oscure», ma solo alcuni dei testi elencati «appartengono» alla stòria della rivista: il raccontò V alent_ino, di Natalia Ginzburg, apparso sul quaderno VIII (poi stampato nella raccolta omonima, insieme a La madre e Sagittario) e _due -poesie di PasOI'ini, pubblicate, rispettivamente, nei quaderni XII e XVIII (poi confluite nella raccolta Le ceneri di Gramsci) . Quanto agli scrittori mai èitati in precedenza nell'epistolario, segnaliamo che di Nat;alia Ginzburg è conservata .una lettera in Archivio (doc. 100) e di Gadda era stato pubblicato il racconto L'Egoista sul quaderno XIV. 9 È strano che Bassani non abbia incluso la Morante e Moravia nell'elenco, . ma li abbia citati a margine di esso, dal momento che, come si ricorderà, •entrambi -gli scrittori avevano già collaborato a « Botteghe Oscure ». Da segnalare che di ·Moravia è conservata anche una lettera in Archivio (doc. 108). Da notare, infine, che di tutti gli autori qui citati, a parte Cancogni, Bassani parlerà più diffusamente nella lettera del 29 agosto (doc. 21). 10 - Il riferimento non è chiaro, ma possiamo .ipotizzare, sia pure con riserva, che Bassani si riferisca fin d'ora al progetto di affidare a Sereni, per conto dell'editore Feltrinelli, la traduzione delle opere di Char:' cfr. ·· · doc. 16 nota 5.
18 . .
Giotgio Bassani · Roma 27 luglio
1957
Cara Pri[tcipessa, -le mando, qui accltisa,, una lettera della E.D.A. riferentesi alla distribuzione di « Botteghe Oscure » 1 • La legga attentamente,
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e mi sappia dire se posso accettare. A me sembrano condizioni senz'altro buone. Dal colloquio che ho avuto a Milano :con que. sto dot~. Osenga, ·ho avuto l'impressione che sia persona onesta e ·càpace. ·È arrivato il ràcconto di Calvino, ché ho già consegnato a Luca. A me pare :molto bello; con qualche taglio, che ho consr~ gliato per lettera a Calvino, credo che verrà ancora.meglio. Pren~ derà almeno 80 pagine, tuttavia. · · De Luca chiuderà gli stabilimenti il 12 agosto e li rìaprirà il' 27. Prima del 12 avremo composto e sistemato ogni cosa. Sono a corttatto continuo con Eugene 2 • · · Nei giorni prossimi le scriverò ancora. Se ha occasione, intanto, di vedere·a Parigi la Signora Knopf, cerchi di sondate le su-è effettive intenzioni nei miei riguardi, please. In caso negativo, ci terrei molto a recuperare, al più presto, il prezioso dattiloscritto. Mi servirà per un altto editore. Molti affettuosi saluti dal suo . Giorgio
De
P.S.
Mi rimandi la lettera dell'ED ..A., mi ,raccomando.
Un foglio, dattiloscritto nel recto. Interventi è post scriptum manoscritti. Firma dàùiloscritta e manoscritta. Carta intestata: Giangiacomo Feltrinelli Editore SIAS - Milano - Via Fatebenefratelli, 15. Indirizzata a: Principessa / Marguerite Caetani / 4, Rue du Cirque / Paris 8°. 1 Nell'Archivio della Fondazione non ci sono tracce di t.ale lettera. Pertanto, non è stato possibile ricostrùire 'qùali fossero i ·termini per l'accordo pròposi:i dalla società di distribuzione, ma daUa successiva letter_a di Bassani veniamo a sapere che essi furono accettati da Marguerite. In realtà, però, sui numeri della rivista riori ·compare mai il nome della EDA, mentre, come si ricorderà, a partire dal quaderno XX (autunno 1957) il distributore dichiarato è Feltrinelli: pertanto, o dobbiamo ritenere che i djstributori ufficiali fossero affiancati da società minori; oppure si può ipotizzare che, venuto a cadere il contrai:to con Garzanli,. la_ redazione fosse stata inizialmente tentata dalla proposta .della EDA, ma che in un secondo momento avesse preferito accordari,i ·con ,uria prestigiosa casa editrice come la Feltrinelli. · 2 . Cfr. doc. 16 ni:>ta 4.
19. Giorgio Bassani
Cara Principessa, ... ricevo in _ questo m,omentc la sua lettera. Scrive,rò subit~ a Milano confermando che accettiamo l'impegnò per la distribu;..,
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zione. Io ritengo che le condizioni siano ottime, e che tutto andrà per il meglio. Una sua frase mi ha agghiacciato: « Spero che non ha messo poesie per una volta!!!» 1• Ma cara Principessa, come è possibile non mettere poesie? A parte il fatto che il numero del decennale non può essere esente da collaborazione poetica, provi a immaginarsi il racconto di Calvino, seguito immediatamente ,dal dramma di Dessì. Sarebbero ben 130 pagine di prosa 2, che allontanerebbero, di colpo, qualunque lettore. E poi: come non mettere la poesia di Bertolucci, che per giunta le è dedicata, essendo stata scritta a Ninfa? E poi: come non mettere le poesie di Vollaro, di Tobia, di Costabi]e, che aspettano da oltre un anno? E poi, come non mettere le poesie di Calef, il quale aspetta, anche lui, da qualcosa come quattro anni 3 ? Se non uscissero nemmeno questa volta, lo sa cosa dovrei fare? Cambiare indirizzo e girare coi baffi finti. D'altra parte io ho la memoria buona, molto buona. Nella primavera scorsa, prima di partire, lei mi dette l'autorizzazione, una volta tanto, di mettere fino a 160 pagine di italiani 4. Non vorrà mica, adesso che le sono lontano dagli occhi, e perciò dal cuore, tradirmi così? Come le dicevo qualche giorno fa, preferirei mandarle il racconto di Calvino, dopo che l'autore abbia corretto le bozze e fatto i tagli che ha promesso di fare. Le aspetto da un'ora all'altra. Un foglio, dattiloscritto nel recto. Lettera incompleta e priva di firma. Carta intestata: Giangiacomo Feltrinelli Editore SIAS - Milano - Via Fatebenefratelli, 15. Sotto l'intestazione prestampata è dattiloscritto l'indirizzo della sede romana della casa editrice: Roma - Via Arenula, 21. Indirizzata a: Principessa / Marguerite Caetani / 4, Rue du Cirque / Paris 8°. 1
Sul rapporto tra prosa e poesia nella sezione italiana della rivista, cfr. p. 36. 2 In realtà, come lo stesso Bassani chiarirà nella lettera successiva, il racconto La speculazione edilizia di Calvino e il dramma La Giustizia di Dessì avrebbero occupato in totale ben 148 pagine. 3 In questo caso, Bassani riuscì evidentemente a convincere la Principessa, perché nel numero XX apparvero effettivamente poesie di tutti gli autori da lui indicati (I pescatori di Attilio Bertolucci; Matrimonio d'estate, E aspettava, Sul prato, Previsioni del tempo, Oggetti di mare e L'incredibile guerra di Saverio Vollaro; La strage degli innocenti e Nel profondo di te di Enrico Tobia; Giro in paese, Supercortemaggiore, Calabria, rosa nel bicchiere e Rosa di Franco Costabile; Poesie varie di Vittorio Calef), oltre a · due poesie di Luca Canali (Uomini uccisi sull'altopiano e Fine d'agosto). Da segnalare che, a parte Enrico Tobia (del quale è conservata una lettera in Archivio: cfr. doc. 143) e il già citato Bertolucci, tutti gli altri scrittori qui elencati collaboràrono solo al quaderno XX. 4 Alla fine, sul quaderno XX la sezione italiana occupò 175 pagine di stampa.
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20. Giorgio Bassani Livorno, 18 agosto 1957 Cara Principessa, sono qui ad Antignano da lunedì scorso, giorno in cui De Luca ha chiuso bottega. Ho ricevuto le sue lettere, alle quali rispondo nell'ordine. 1) Temo che non ci sia niente da fare per il Pasternak di Feltrinelli. La traduzione, affidata a certo Zveteremic, risultò pessima. Venne allora passata à Gallo, il mio amico Niccolò Gallo, perché la rivedesse da lato stile e lingua. Il lavoro di revisione di Gallo dovrebbe ormai essere finito, ormai, dato che era intenzione di Feltrinelli di far uscire il libro nell'autunno prossimo 1 • Nel qual caso, come potremmo servicene noi? Credo che nella primavera prossima, il volume sarà già stato pubblicato da un pezzo. 2) Per ciò che si riferisce a B.O. XX, mi permetto di farle osservare che: le 80 (ottanta) pagine del racconto di Italo Calvino, più le 68 (sessantotto) del dramma di Dessì, fanno, messe insieme da sole, 148 pagine. 148 pagine di prosa. Mi deve dare atto di una cosa: che non sono stato io a voler mettere nel prossimo numero né il Dessì né il Calvino. Ci sono piovuti: il primo perché aspettava da un anno, e il secondo perché l'abbiamo supplicato quasi a ginocchi che ci mandasse un racconto. Inoltre: che cosa sono, in confronto a 148 pagine di prosa, 20 (dico venti), di poesia? A parte il fatto che mi sembrano il minimo contrappeso in carattere corsivo a tanto carattere tondo 2, anche dal punto di vista della spesa non rappresentano, non possono rappresentare un aggravio vero e proprio. Comunque, faccia pure quello che crede. Ho qui le bozze con me. Se proprio lo vuole, non mi ci vorrà nulla a ridurre di dieci pagine (ma ne varrebbe la pena?) 3, la poesia italiana. 3) Non è vero che gli italiani sono in ritardo. Tutto è pron, to, tutto è composto di già. L'unica colpa è di Calvino, il quale mi ha mandato il racconto lungamente invocato e lungamente atteso soltanto il 30 luglio ultimo scorso 4. Ma si può incolpare seriamente Calvino di non essere riuscito a finire un racconto di quella lunghezza e di quell'impegno altro che in extremis? 4) Non siamo in ritardo. Il 27 prossimo, De Luca riapre i battenti, e per quel giorno riceverà le bozze perfettamente corrette, anche quelle di Calvino, che ancora aspetto. Lei può calcolare di avere i numeri per l'America entro il 10 di settembre.
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5) Ho scritto, per il mio libro, al signor Erich Linder. Si dice disposto a cedere i diritti alla signora Bradley, ma soltanto per la Francia 5 • Gli riscriverò, cercando di persuaderlo a mollarmi completamente, e la terrà informata del proseguimento delle tràttative. Molti affettuosi saluti dal suo Giorgio
-Mio indirizzo: Antignano (Livorno) Pensione Aurora. Un foglio, dattiloscritto in recto e in verso. Firma manoscritta. Carta intestata; Botteghe -Oscure - Quaderni di letteratura - Roma - Via :Botteghe Oscure 32. 1 Il libro in questione era il Dottor Zivago di Pasternak, che fu pubblicato da FeltrineBi una prima volta nel 1957, con traduzione di Zveteremich, e una seconda volta nel 1958, con traduzione di Niccolò Gallo . Da segnalare, comunque, che nessun testo di Pasternak apparve mai su « Botteghe Oscure>➔• 2 Cfr_. p. 9. - _ 3 Sappiamo che Marguerite si lasciò convincere da Bassani e alla fine le poesie ·inserite nella sezione italiana del numero XX occuparono complessivamente 26 pagine. 4 Questa affermazione di Bassani presenta una lieve inesattezza, dal momento che, come si ricorderà, nella lettera del 27 luglio egli aveva informato la Principessa di aver ricevuto il racconto di Calvino e di averlo già consegnato a De Luca. · . 5 _Cfr. docc. 16 e 17: Erich Linder lavorava per la casa editrice Einàudi, la quale, come si ricorderà, aveva pubblicato il libro di · Bassani Cinque storie francesi· ed evidentemente si era assicurata anche i diritti per l'estero. Possiamo ipotizzare (ma si tratta di semplici . congetture) che la scelta di Linder di cedere i diritti soltanto per la Francia fosse un modo per scoraggiare l'accordo con la Bradley: infatti, mentre esisteva già una traduzione inglese del libro di Bassani, per una sua eventuale pub~ blicazione in -Francia ·sarebbe stato necessario affidare prima a qualcuno il lavoro di traµuzione.
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Giorgio Bassani Antignano (Livorno) Pensione Aurora 29 agosto 19 57 Cara Principessa, . .. . '
ricevo qui ad Antignano le sue due ultime lettere:.-·Per ciò che si riferiscè alla novella di D'Arzo 1, mi pare che la cosa migliore da farsi sia questa. Dato che la madre di D'Arzo ha bisogno di
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soldi, e ce li chiede continuamente, Lei potrebbe · cedere alla Modem Library 2 i diritti di usare della traduzione di W all al modest fee che crederà; e quindi trasferire tale modest fee alla predetta signora D'Arzò. .Per ora, dunque, io penso che Lei debba scrivere a Jess Stein 3, proponendo una cifra. Più tardi, quando l'avrà ottenuta, scriverà all'avvocato Giannino Degani, curatore degli interessi letterari del povero D'Arzo, affinché provveda a trasmettere l'assegno alla signora D'Arzo, a titolo di sanatoria generale. Che cosa pensa della mia idea? Comunque le rimetto tutto l'incartamento, in modo che Lei possa orientarsi. L'avvocato Giannino Degani viv-e a Reggio Emilia. Può scrivergli direttamente, senza bisogno di specificare il nome della via. Per ciò che si :riferisce alla sua richiesta di résumé, .non le nascondo il mio imbarazzo 4 • Può dire, ad ogni modo, che il 1957 si presenta come un anno particolarmente ricco di buoni libri, in Italia 5 • È uscita La Ciociara, di Moravia (Bompiani), un romanzo di buon livello nella produzione di questo scrittore: tentativo abbastanza riuscito di dilatare in una trama più vasta i temi dei Racconti romani 6 • È uscita L'isola di Arturo (Einaudi), di Elsa Morante, un ottimo romanzo ambientato · a Procida, un'isoletta del Golfo di Napoli: un libro che sviluppa e perfeziona poeticamente i doni di narratrice già annunciati dall'a. nel suo precedente romanzo, Menzogna e sortilegio 7 • Mario Soldati ha pubblicato un piccolo romanzo, Il vero Silvestri (Garzanti), bello quasi come la Giacca verde o La finestra 8 • Natalia Ginzburg ha raccolto in volume tre racconti: Valentino, La madre, e Sagittario nei quali trova realizzazione quasi perfetta Hsuo particolare temperamento lirico. Italo Calvino, col Barone rampante (Einaudi), ha terttato con successo 9 il romanzo allegorico, con chiare allusioni politiche e moralistiche: secondo la Hnea di un precedertte, felice racconto, stampato qualche anno fa 10 sempre da Eirtaudi, e cioè Il visconte dimezzato. Carlo Cassala ha pubblicato un altro breve romanzo: Un matrimonio del dopoguerra (Einaudi), assai bello, ma inferiore, forse, a Il soldato, un suo meraviglioso lungo racconto uscito nella primavera scorsa . su « Nuovi Argomenti » 11 • Su tutti gli altri si eleva, còmunque, Quer pasticciaccio brutto de via Merulanadi Carlo Emilio Gadda (Garzanti). Si tratta cli un roma1;1zo ambientato à Ronia: l'argomento, che è un fattaccio di cronaca nera, non è che un. pretesto. Gadda se ne serve per darci un'immagirte di Roma di tma potenza straordinaria. Nessuno scrittore, dopo il Belli, era riuscito ad andarè tanto oltre sul piano della trasfigurazione fantastica della realtà. .. . . Annata importante anche nel campo ddla p9esia. Sono uscite neglLultimi mesi ànche le Poesie di Sandro PennaY, (G,arzanti),
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un grosso volume che raccoglie il lavoro trentennale di questo poeta, discutibile, senza dubbio, ma dotato di una innegabile grazia, di una delicatezza di tocco veramente autentica. Sempre Garzanti ha pubblicato Le ceneri di Gramsci di P.P. Pasolini, il già noto autore di un bel romanzo: Ragazzi di vita, uscito due anni fa 13 • Il Pasolini è senz'altro una delle rivelazioni letterarie più notevoli di questo dopoguerra. La sua poesia è piena di impeto, fotemente engagée, «impura». Almeno apparentemente lontana dal grigiore e dalla « purezza » della lirica ermetica dell'anteguerra. Anche Mario Luzi, con Onore del vero (Neri Pozza ed. Venezia) ha dato un importante libro di versi. Gli intenditori, i nostalgici della poesia « pura », lo considerano, anzi, il prodotto più significativo della stagione: tanto più perché il Luzi, pur restando fedele alla sua poetica, che è quella dell'ermetismo, dimostra di sentire il « vero », il « reale » 14 • Esce anche lui, insomma, dalla torre d'avorio fiorentina della sua prima giovinezza letteraria. Queste le notizie principali: può aggiungere che se la Morante ha vinto il Premio Strega, Calvino e la Ginzburg (insieme con Penna e Pasolini) il premio Viareggio: quasi certamente Gadda e Luzi otterranno il Premio Marzotto 15 • Ho già spedito a De Luca le bozze che Calvino mi aveva mandato qui ad Antignano. Tra qualche giorno, dunque, le avrà anche lei, corrette. Vedrà il racconto di Calvino: a me è sembrato molto buono. Molti affettuosi saluti dal suo Giorgio P.S. Noi partiremo di qui domani, 30 agosto. Faremo una breve gita in montagna, poi io andrò per qualche giorno a Venezia, donde le scriverò. Sono in continuo contatto con De Luca. P.S. Ha visto il numero del 16 agosto del Supplemento Letterario del « Times », con quell'articolo sull'Italia? Chi l'ha fatto? Paolo Milano, per caso? Due fogli dattiloscritti, il primo in recto e in verso e il secondo in recto. Interventi, firma e un post-scriptum manoscritti. 1 Lo scrittore Silvio D'Arzo (pseudonimo di Ezio Comparoni), nato Reggio Emilia nel 1920, era morto prematuramente nel gennaio 1952; come si ricorderà, nell'autunno di quello stesso anno, sul numero X di « Botteghe Oscure» era stato pubblicato il racconto lungo Casa d'altri, mentre due poesie dello scrittore reggiano, Rimpianto e Purgatorio di A. Nerared, Professore (1897 ... ) erano apparse sul numero XI. Casa d'altri, che era stata poi stampata in volume da Sansoni nel 1953, aveva trovato un'ottima accoglienza nella critica e dalle parole di Bassani si intuisce che Marguerite aveva fatto tradurre l'opera a sue spese, affidando l'incarico a Bernard Wall: non risulta che tale traduzione fosse già stata pubblicata all'estero da qualche editore prima di questa richie-
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sta della Modem Library, ma va segnalato che in una lettera della casa editrice americana Grove Press, spedita a Marguerite in data 27-10-1953, si accennava all'ipotesi di far tradurre e pubblicare Casa d'altri. 2 Il riferimento è alla casa editrice americana Random House, il cui nome completo era Random House, Inc. - The Modem Library: dr. anche doc. 107. 3 Si tratta verosimilmente di un responsabile della casa editrice statunitense. 4 Sull'originale si legge « resumé », con un solo accento. Questo résumé, che tanto imbarazza Bassani, rappresenta in realtà un interessantissimo contributo critico, tanto più significativo se si pensa che si tratta di giudizi dati « a caldo», a distanza di pochi mesi dalla pubblicazione delle varie opere presentate e commentate. 5 Si riveda in proposito anche il post scriptum al doc. 17. 6 I Racconti romani erano stati pubblicati da Bompiani nel 1954. 1 Menzogna e sortilegio era stato pubblicato da Einaudi nel 1947. 8 Entrambi i racconti, considerati dalla critica tra i più significativi di Soldati, erano apparsi per la prima volta su « Botteghe Oscure», rispettivamente sul quaderno II e sul quaderno V, ed erano poi confluiti nella raccolta A cena col commendatore, pubblicata da Longanesi nel 1950; come si ricorderà, il secondo racconto era stato inserito anche in An Anthology of New Italian Writers. Di Soldati, inoltre, erano state pubblicate tre liriche (Filastrocca delle cinque vocali, Treno e A Giacomo Noventa) sul numero XII di « Botteghe Oscure» (1953). 9 Si riveda in proposito, però, il giudizio negativo espresso nel doc. 15. 10 Il visconte dimezzato era stato pubblicato nel 1952. 11 Il soldato fu pubblicato poi in volume da Feltrinelli nel 1958. 12 In due occasioni erano state pubblicate su « Botteghe Oscure» Poesie di S. Penna, rispettivamente sul quaderno I e sul quaderno VII (cfr. anche doc. 122). 13 Anche Ragazzi di vita, come la maggior parte dei testi di Pasolini, era stato pubblicato da Garzanti. 14 In effetti, nella raccolta del 1957 erano inserite due poesie (Il campo dei profughi e A Niki Z. e alla sua patria) ispirate a gravi fatti di cronaca; non solo, ma in un'altra poesia (Il pescatore), Luzi giungeva a chiedere perdono per la sua tendenza quasi fisiologica (« è parte dell'umano ») a proiettarsi in dimensioni sconosciute e a distaccarsi dalla realtà, alla quale, pure, riconosceva una superiore autenticità. A conferma della stima che Bassani nutriva per Luzi, al di là della distanza tra le loro concezioni poetiche, vale la pena ricordare che Monologo, un lungo testo in versi del poeta toscano, era stato accolto a suo tempo sul quaderno III di « Botteghe Oscure». Sui rapporti tra Bassani e gli ermetici dr. anche pp. 28-29 e testimonianza di Citati. 15 In realtà, nel 1957 Gadda non ottenne il Premio Marzotto, che fu assegnato a Luzi ex-aequo con Saba.
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22. Giorgio Bassani Ronchi, 8 agosto 1958 Cara Marguerite 1, ricevo qui a Ronchi la sua lettera con l'assegno, del quale la ringrazio molto. Non è tutto quanto contavo di ricevere (4 mesi di stipendio corrispondono a circa 200 dollari), ma sta bene ugualmente: quando le farà comodo, mi darà poi il resto. Mi dispiace per la faccenda di Caproni. Ma non abbia alcun timore che la cosa non marci. Caproni era un po' seccato che Feltrinelli non gli avesse ancora mandato il contratto: so però con sicurezza che adesso, forse nello stesso momento che le scrivo, lo avrà già avuto 2 • Lei deve avere pazienza, con Caproni. Ha un carattere non facile; inoltre, essendo un maestro di scuola, le sue condizioni finanziarie sono sempre pessime. È tuttavia laboriosissimo e scrupolosissimo, per cui, ne sono certo, farà un lavoro egregio. (Mi pare inutile ricordarle, riguardo alla qualità, che Caproni è considerato, oggi, uno dei tre o quattro migliori poeti italiani) . Credo che non farà nessuna difficoltà a ricevere da Lei soltanto 25.000 lire 3, per ora. Da Feltrinelli, insieme col contratto, dovrebbe aver ricevuto uh anticipo di 80.000 lire. Prima di partire da Roma ho fatto il riscontro delle seconde bozze del numero 4 • Non solo di quelle italiane, ma anche delle altre. De Luca si diceva piuttosto scettico sulla possibilità di riuscire a stampare il volume entro venerdl 8, cioè oggi, data di chiusura degli stabilimenti: e questo perché aveva ricevuto testi francesi da comporre fino a tre giorni prima, vale a dire fino al 30 luglio. Speriamo che ce l'abbia fatta ugualmente. Mi dispiace che Lei mi rimproveri sempre per aver messo troppi italiani 5 • Dieci o quindici pagine di versi non sono nulla, mi creda. Se mi sono permesso di passarne in tipografia qualcuno di più del preventivato, ad ogni modo, l'ho fatto non certo per nazionalismo letterario (Dio liberi!), ma soltanto perché mi sembra veramente disumano far attendere in anticamera della gente per tre o quattro anni. Se costringiamo questi poor people a simili attese, abbiamo voglia di cercarli giovani! Ce li ritroveremo, una qualche volta, con tanto di barba bianca e di bastone ... Abbia pazienza, e perdoni me e loro. Con tutto l'affetto, suo Giorgio
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P.S.6 Le raccomando di non perdere la mia lettera precedente 7, dove è la lista dei contributors del numero passato. Quanto al racconto di Renzo Rosso 8, cosa ha deciso di farne? Il suo telegramma, in proposito, era indecifrabile. Un foglio, dattiloscritto in recto e in verso. Firma manoscritta. Carta intestata: Giangiacomo Feltrinelli Editore SIAS - Roma - Via Arenula 21.
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1 Si tratta del primo e unico caso in cui Bassani si rivolge alla sua interlocutrice chiamandola « Marguerite », anziché «Principessa». 2 Dalla lettera di Caproni del 30 ottobre 1958 (doc. 47), risulta che il contratto che egli attendeva da Feltrinelli riguardava una impegnativa traduzione di Char, evidentemente commissionata da Marguerite: come si vedrà, nonostante le previsioni ottimistiche e le rassicurazioni fornite ora da Bassani, in quella lettera Caproni comunicherà di essere costretto a rinunciare a tale contratto per mancanza di tempo. Tuttavia, sulla base dell'ipotesi formulata nel doc. 16 nota 5, possiamo ritenere che in seguito egli si sia lasciato convincere a rivedere la sua decisione e ad accettare almeno una parte del lavoro di traduzione. 3 Sia questa affermazione sia quella precedente, relativa all'attesa, da parte dello stesso Bassani, di un ulteriore assegno da parte della Principessa, costituiscono un'ulteriore conferma delle difficoltà finanziarie in cui versava la rivista, giunta ormai all'undicesimo anno di pubblicazione. 4 Ci si riferisce evidentemente alle bozze del numero XXII, che fu stampato nell'agosto 1958. 5 Cfr. anche doc. 19. Nel numero XXII, composto da 527 pagine di testo, la sezione italiana occupava 145 pagine, rispettivamente 124 di prosa e 21 di poesia. 6 Questo post scriptum non è collocato, come di consueto, dopo la firma di Bassani (probabilmente per ragioni di spazio, visto che la lettera occupava due pagine complete), ma è stato scritto trasversalmente, dal basso verso l'alto, sul margine sinistro della prima pagina. 7 In realtà, nell'Archivio della Fondazione Caetani non c'è traccia di tale lettera. 8 Il racconto di Renzo Rosso Una lontana estate apparve poi sul quaderno XXIII di « Botteghe Oscure». Dello scrittore triestino era già stato pubblicato sul quaderno XVIII Breve viaggio nel cuore della Germania, poi confluito nella raccolta L'adescamento, edita da Feltrinelli nel 1959.
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Giorgio Bassani Roma, 19 settembre 1959 Cara Principessa, ieri sera, da De Luca, ho fatto gli ultimi riscontri, e licenziato alla stampa la rivista 1 • Tutto bene. Non mi fidavo di lasciar fare
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questo lavoro ad altri, ed ho avuto ragione di non fidarmi. Soltanto io potevo rendermi conto di certi errorucci annidati qua e là tra le righe, di certe imperfezioni minime. Il giorno prima avevo visto Flossie e Shaun 2• Flossie è molto più ubbidiente e tranquilla, adesso. Mi ha chiesto se poteva far mettere il suo nome e quello di Shaun come segretari di redazione . Io ho risposto di sL Però, ripensandoci, non sarebbe meglio rimandare questo al prossimo numero? In tutti i giornali e riviste che si rispettano è costume dare ai nuovi redattori un periodo di prova. Io credo che sarebbe molto più opportuno pubblicare i nomi dei nuovi segretari di redazione (ma saranno poi sempre due? Non bisognerà scegliere, durante l'inverno, tra l'uno e l'altro?) a cominciare dalla prossima primavera 3 • Scriva, in proposito, direttamente a De Luca. Io parto, oggi, per Ferrara, e non sarò di ritorno prima della fine del mese. Nel corso dell'estate ho potuto lavorare abbastanza. Ho finito la prima parte del romanzo 4 e ne sono discretamente contento. Vedrà. Spero che stia bene. Mi mandi qualche notizia . Suo aff.mo Giorgio Un foglio, dattiloscritto in recto e in verso. Firma manoscritta. Carta intestata: Giangiacomo Feltrinelli Editore SIAS - Roma - Via Arenula 21. 1
Si trattava del quaderno XXIV. Si tratta verosimilmente di due giovani collaboratori stranieri che, come si intuisce dalle parole di Bassani, svolsero lavori di segreteria presso la redazione della rivista, almeno durante la preparazione del quaderno XXIV (cfr. p. 40). Quanto alla identificazione dei due collaboratori, è assai probabile che con il primo nome Bassani si riferisse all'americana Flossie Hammond, della quale nell'Archivio della Fondazione è conservata una lettera ricca di significativi indizi: la missiva, infatti, è scritta su carta intestata « Botteghe Oscure» e analizza una serie di problemi relativi alla prossima pubblicazione del quaderno XXIV. Più problematica l'identificazione dell'altro assistente di redazione, dal momento che l'unico Shaun di cui siano conservate lettere nell'Archivio è lo scozzese Shaun Fitzsimon, del quale furono pubblicati numerosi testi poetici su « Botteghe Oscure». 3 Si ricorderà che i nomi dei due giovani collaboratori non apparvero né sul quaderno XXIV né sul quaderno XXV e che' quest'ultimo non fu stampato nella primavera, ma nel mese di ottobre 1960. 4 Cfr. doc. 16 nota 6. 2
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24. Raffaello Brignetti Isola d'Elba, 10 ottobre 1951 Eccellenza, Mi è gradito trascriverLe quanto il dott. Antonio Restivo, del Consolato Italiano di Algeri, mi comunica a proposito del mio racconto Destino pubblicato sul numero corrente della Sua rivista 1 : « Anzitutto Destino - egli dice - . È un bel racconto. Ho passato il fascicolo di « Botteghe Oscure » ad uno scrittore algerino, Jean Richard Smadja, che lo ha portato con sé, in vacanze ad Antibes, promettendomi di ritornare con la traduzione francese del Suo racconto. Ad una prima scorsa (egli è stato diverse volte e per varie occasioni in Italia e legge bene l'italiano) ha detto di trovare lo stile prezioso, ma efficacissimo. È questa anche la mia idea: per quel racconto non saprei immaginare altro stile. A proposito di « Botteghe Oscure » ha parlato « Les Nouvelles Littéraires » del 28 giugno, come della « plus brillante des révues intérnationales d'aujourd'hui ». Il dott. Restivo si interessa, presso il nostro Consolato di Algeri, di fatti culturali. Naturalmente egli accenna ad una traduzione non ancora da pubblicarsi, perché in questo caso se ne dovrebbe avere prima l'autorizzazione di « Botteghe Oscure » 2 • Sono co~ munque contento che la Sua rivista, oltre a conferire ad un giovane un'affermazione in Italia, lo presenti cosl bene anche all'estero. · Quanto a me, sono dispiacente di non aver potuto intervenire al Suo invito del maggio scorso. Viaggio spesso per « Il Tempo» di Roma, e questo mi impedisce, purtroppo, anche di scrivere in pace. Lei sa come abbia dovuto guardare anche alla mia vita pratica: e il mio non è un caso così raro, fra i giovani scrittori. Attualmente io sono di ritorno dalla Bretagna, dove ho visto uomini e cose e un mare molto importanti per me. Sono all'Isola d'Elba per scrivere appunto gli articoli dagli appunti che ho preso in Bretagna: qui è più calmo e c'è il mare 3 • Né ci sono turisti: il tempo è già invernale. Dopo scritti gli articoli, tornerò a Roma: sempre al numero di telefono 831351. La prego intanto di gradire i miei omaggi ed ossequi sinceri, ed anche gli auguri di buon lavoro Suo dev .mo Raffaello Brignetti 4
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Raffaello Brignetti Marciana Marina - Isola d'Elba (Livorno) Le ho scritto a macchina per trascrivere chiaramente la lettera da Algeri. Voglia scusarmi: e d'altro canto la mia calligrafia è sempre cosi poco corretta. Un foglio, dattiloscritto nel recto. Firma e interventi manoscritti. 1 Destino era apparso sul numero VII di « Botteghe Oscure», nella primavera del 1951. Sul quaderno V erano stati pubblicati altri due racconti di Brignetti, Sott'acqua e Vent'anni. 2 È forse possibile leggere qui il vero scopo della missiva: è probabile, infatti, che lo scrittore abbia voluto fare cosa gradita alla Principessa riportandole giudizi lusinghieri su « Botteghe Oscure», per riallacciare rapporti amichevoli e cordiali con lei (dopo la mancata risposta al suo invito, cui si fa cenno poco più avanti nella lettera) e predisporla ad autorizzare una eventuale cessione dei diritti per la pubblicazione della traduzione. 3 Si noti l'insistenza sul tema del mare, tanto caro al Brignetti uomo e scrittore. Egli, infatti, era figlio di un guardiano del faro e molti dei suoi racconti ed articoli sono legati al tema del viaggio, e in particolare del viaggio per mare. 4 Tutta la riga è manoscritta. L'indirizzo sottostante è dattiloscritto, mentre l'aggiunta a fondo pagina è manoscritta. Tutte le parti manoscritte sono in inchiostro rosso.
R. Brignetti è nato all'Isola del Giglio (Gr) nel 1921 ed è morto a Roma nel 1978. Dopo aver partecipato alla campagna di Grecia e aver trascorso un lungo periodo di prigionia in Germania, nel dopoguerra si è laureato in Lettere e ha cominciato a scrivere articoli e racconti per diversi giornali e riviste. Ha collaborato in due occasioni a « Botteghe Oscure», rispettivamente nel 1950 e nel 1951. Il suo primo volume, Morte per acqua, sarebbe stato pubblicato nel 1952.
25. Edoardo Cacciatore Roma, 19 ottobre 19 5 3 Piazza di Spagna, 26 (tel. 686385) Cara e gentile Amica, Se il numero autunnale di « Botteghe Oscure » non è ancora definitivamente composto, potrei darle qualcosa secondo l'invito suo 1 • Mi dica, per favore, quando potrò farle recapitare il dattiloscritto ed averne il suo parere.
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La saluto molto affettuosamente, e spero che questa sia anche un'occasione di rivederci. Suo Edoardo Cacciatore Un foglio, manoscritto nel recto. 1 Evidentemente Marguerite, soddisfatta delle liriche di Cacciatore (Graduali) apparse sul numero XI nella primavera del 1953, aveva chiesto altri versi per il quaderno successivo. Ma la lettera dello scrittore giunse troppo tardi (il quaderno XII usci nel mese di novembre) e gli Altri graduali furono poi pubblicati sul numero della primavera 1954.
E. Cacciatore è nato a Palermo nel 1912 ed è morto nel 1996 a Roma, dove è prevalentemente vissuto. Le sue prime poesie, Graduali e Altri graduali, sono apparse su « Botteghe Oscure », rispettivamente nel 1953 e nel 1954. In precedenza, aveva pubblicato un libro di meditazioni filosofiche, L'identificazione intera, nel 1951.
26. Marguerite Caetani a Guglielmo Petroni Hotal Saratz, Pontresina Engadina 24 Luglio [1949] Caro Amico, volevo dirle varie cose che ho sempre dimenticato. Prima di tutto in Ottobre le manderò 1 ancora 30.000 per il nuovo racconto 2 ; poi quando Lei mi ha detto che aveva dato i diritti per tutte le traduzioni future a Mondadori 3, ho chiesto a Silone come ha fatto lui. Lui dice che assolutamente non bisogna farlo. Che si deve sempre tenere per sé i diritti per l'estero. Mi pare così peccato. Non c'è niente da fare? E per quanto tempo durerà? Sono quasi certa che quando Lei ha questi due racconti Knopf 4 li prenderà e anche in Inghilterra. Scrivo oggi stesso alla Signora Knopf in proposito. Spero che la sua moglie col bambino siano partiti prima di questo gran caldo. Anche a Ronchi è stato troppo caldo. Siamo qui da parecchi giorni e aspetto il mio marito Giovedì. Saremo qui fino al 5 agosto, poi giriamo in Svizzera fino alla fine del mese, poi passiamo in Francia. Sono molto curiosa di sapere se Lei ha parlato a Palazzeschi 5 e come ha risposto. Certo se fosse possibile avere una cosa importante
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sua per il 1° Ottobre, ma essere sicuri, altrimenti poter annunciarlo per il numero di Primavera! Certo caro amico, Lei sa, spero, che non Le faccio perdere il suo tempo chiedendola questo, e sarebbe per me un'occasione per aiutarla un po' di più 6 Mi hanno detto che Lei concorre per il Premio di Viareggio. Mi terrà al corrente, non è vero? Con tutti i miei più affettuosi saluti anche per la moglie, se c'è. sua Marguerite Caetani Questo check sarebbe per comprare qualcosa per il bambino con mio affetto. Copia. Foglio di carta da lettere con quattro facciate manoscritte. 1 Nell'originale, manca l'accento sulla -o finale . Come chiarito nell'Avvertenza (alla quale si rimanda per i criteri ai trascrizione delle missive di Marguerite Caetani), nelle lettere della principessa gli errori di ortografia sono molto frequenti e nari verranno più segnalati. In questa sede, vale la pena sottolineare che con particolare assiduità ricorrono le omissioni delle doppie , degli apostrofi, degli accenti e, in misura minore, dell'h, cui si accompagna, per converso, l'erronea accentazione della preposizione a, per evidente analogia con la lingua francese . Inoltre, nonostante la scelta dei vocaboli rifletta una discreta padronanza lessicale, non sono rare le inesattezze nella forma delle parole (in particolare, per quanto riguarda le loro desinenze), le confusioni nella coniugazione dei verbi e le omissioni di qualche parte del discorso (soprattutto degli articoli). 2 Il «racconto» cui si riferisce Marguerite è La casa si muove di Petroni, apparso poi sul quaderno IV di « Botteghe Oscure» nell'autunno del 1949. 3 A partire dal 1949, e per i successivi trent'anni, a parte due raccolte di racconti, tutti i testi narrativi di più ampio respiro scritti da Petroni uscirono in volume presso Mondadori: sia Il mondo è una prigione (1949) , La casa si muove (1950) e Noi dobbiamo parlare (1955), già pubblicati su « Botteghe Oscure» (cfr. doc. 12 nota bio-bibliografica), sia Il colore della terra (1964) e La morte del fiume (1974), scritti dopo la cessazione della rivista. 4 Cfr. doc. 16 nota 7. Quanto ai due racconti che la Principessa voleva raccomandare all'editore statunitense, verosimilmente si trattava di Il mondo è una prigione e La casa si muove, come confermato anche dal riscontro con il doc. 28. Nonostante le previsioni ottimistiche di Marguerite, però, non risulta che questi libri di Petroni siano mai stati pubblicati né in America né in Inghilterra. 5 Sull'originale si legge la forma « Pallezzeshi ». Il nome dello scrit: tare Aldo Palazzeschi compare sia qui sia (in forma corretta!) in tre lettere successive di Marguerite (docc. 27, 28 e 30), sia infine in una missiva di Petroni (doc. 112), a conferma del fatto che per oltre un anno (tra l'estate del '49 e l'autunno del '50) la Principessa cercò di ottenere per la rivista qualche testo di Palazzeschi, avvalendosi del tramite di Petroni, che, lucchese, era particolarmente legato all'ambiente dei letterati toscani. Possiamo ipotizzare che ella si fosse pentita, o comunque
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fosse dispiaciuta per aver dovuto rifiutare in precedenza un racconto dell'anziano e affermato scrittore (cfr. doc. 110) e che per tale ragione avesse poi tentato con particolare insistenza di sollecitare una sua nuova collaborazione alla rivista . Come risulta dalla citata lettera di Petroni, dopo qualche riluttanza iniziale, Palazzeschi acconsenti a collaborare, anche se poi, per qualche ragione, il progetto dovette nuovamente naufragare, dal momento che nessun testo dello scrittore apparve mai su « Botteghe Oscure». 6 Da notare, in questo caso, il modo piuttosto discreto ed elegante con cui Marguerite fa presente a Petroni che anche per le collaborazioni indirette, in veste di « tramite» per la ricerca di contatti con altri autori, era previsto un riconoscimento economico. Particolarmente significativa e senza dubbio sincera l'affermazione che in tal modo ella avrebbe avuto «un'occasione» per aiutare maggiormente il giovane scrittore, quasi cercasse un pretesto per sovvenzionarlo senza offendere la sua dignità. Estremamente eloquente in tal senso anche il riferimento finale ad un assegno che accompagnava la lettera e la cui presenza era ufficialmente giustificata dal desiderio di fare un regalo al bambino dei Petroni. Marguerite Caetani è nata a New London (USA) nel 1880 ed è morta a Ninfa (Latina) nel 1963. Sulle sue vicende biografiche, cfr. pp. 15 ss.
27. Marguerite Caetani a Guglielmo Petroni Hotel Beau Rivage, Lausanne Svizzera 15 agosto [1949] Carissimo Amico, Grazie di cuore della sua lettera così tanto gentile. Ero veramente commossa di quello che Lei mi ha scritto. Mi pare che il famoso premio dev'essere oggi! Penso tanto a Lei. Questo è mio indirizzo fino al 26 Agosto e dopo è meglio Roma. Vedo con gioia che il caldo è meno in Italia. Spero che tutto va bene con Loro e Le mando tanti saluti affettuosi. Sua Marguerite Caetani Grazie tanto tanto di que:llo che fa per Palazzeschi! Copia. Foglio di carta da lettere con due facciate manoscritte . .
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28. Marguerite Caetani a Guglielmo Petroni [Losanna] 7 settembre [ 1949] Carissimo Amico, non ho potuto scrivere prima perché ero cosl disgustata per i risultati del Premio 1 • È veramente scandaloso. Ho scritto alla Signora Knopf che sta a Londra in questo momento proponendo la pubblicazione del Il mondo è una prigione, già tradotto per me da Darina Silone, insieme con il racconto che viene fuori in n°. IV 2• Vediamo quello che dirà. Ho paura che la cosa non è andato bene con Palazzeschi [come] 3 Lei non m'ha più scritto. Saremo qui fino al 14, poi Parigi fino alla fine del mese (4 rue du Cirque), poi Londra per l'Esposizione di Lelia 4 • Mi sembra molto tempo ancora, prima di poter tornare in Italia. Vedo che di nuovo fa un caldo tremendo. Che guaio. Lei anderà a Venezia per il [Pen] 5 ? Spero. Si svagherà un po'. Saluti affettuosi Marguerite Caetani. Copia. Foglio di carta da lettere con due facciate manoscritte. Carta intestata: Hotel Beau-Rivage - Ouchy-Lausanne - Suisse. 1
Secondo la testimonianza della signora Petroni, nel 1949 molti ritenevano che il Premio Viareggio sarebbe stato assegnato al libro di Petroni, Il mondo è una prigione, che, dopo la pubblicazione su « Botteghe Oscure», era stato recensito in termini molto positivi da Pancrazi sul « Corriere della Sera » e in generale era stato accolto assai favorevolmente dalla critica. Nonostante k previsioni della vigilia, però, il libro di Petroni non ottenne il Premio Viareggio, perché per la · prima volta esso andò ad Ùn'opera di saggistica (Stato e chiesa in Italia negli ultitni cento anni, di Carlo Arturo }emolo), mentre il secondo premio fu assegnato ex-aequo alla raccolta Banchetto di Libero De Libero e al romanzo L'Agnese va a morire di Renata Viganò, con una decisione che, oltre a deludere le speranze del giovane scrittore lucchese, lasciò Marguerite profondamente ·amareggiata e « disgustata » per il prevalere, evidentemente, di motivi di opportunità rispetto alle ragioni artistiche. Significativa, in tal senso, l'affermazione contenuta in un ritaglio di giornale del 1949 conservato in Archivio (del quale purtroppo non è stato possibile identificare la provenienza), in cui si rileva come Petroni sia « riuscito, pur essendo in nessun modo menzionato dalla relazione finale, a essere dichiarato il vincitore morale del premio Viareggio di quest'anno». 2 Darina Silone era la moglie irlandese di Ignazio Silone. In realtà, è probabile che Darina Silone non avesse affatto completato la traduzione, come si intuisce dal riscontro con la lettera successiva.
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3 La grafia di Marguerite è tnolto confusa e presenta spesso problemi di decifrazione: in questo caso, sembra comunque di poter leggere la parola «come», che la principessa può aver utilizzato per analogia con l'inglese as, attribuendd ad essa un significato causale. 4 La figlia di Marguerite e di Roffredo Caetani si dedicò fin da ragazza alla pittura e, a partire dal 1933, espose in varie occasioni i suoi quadri, soprattutto in Francia e in Inghilterra. La mostra cui fa riferitnento qui Marguerite fu allestita nel 1949 alla Lefévre Gallery di Londra. Sulla pittura di Lelia, cfr. doc. 137 nota 7; ma si legga anche il saggio di A. ONORATI, Appunti sulla pittura di Lelia Caetani Howard, in Ninfa: una città, un giardino, pp. 343-346. s La parola è di difficile decifrazione. È possibile che si tratti di una abbreviazione per Pen Club, l'organizzazione internazionale di scrittori cui si fa riferitnento nella conversazione con Antonio Russi.
29. Marguerite Caetani a Guglielmo Petroni Hotel des Glaciers, Col du Lautaret Hautes Alpes, France [ 1950] 1 Carissimo Amico, Sono cosl dispiaciuta di esser partita da Roma senza vederla e senza sapere se Darina ha finalmente dato la traduzione 2 • Ho fatto il mio possibile senza poter ·parlare con Lei al suo passaggio per Roma. Adesso Le scrivo che dev'essere di ritorno da Berlino. È una cosa inaudita e l'ho detto bene a Silone. Prego mandarmi un rigo qui dicendomi notizie. Siamo qui ancora 10 giorni e poi andiamo a Ninfa. Spero che Le è piaciuto l' Antologia. Mi pare bene riuscita. Spero che sarà distribuita anche in Inghilterra. Aspetto in questi giorni la risposta 3 • Chi è la persona che ha scritto su René Char nella « Fiera Letteraria » dell'll Giugno (credo) 4 ? Non c'è male. Ero molto felice che si parla di lui 5 . Cosa fa quest'Estate? Ho paura che faccia un grart caldo in questo momento. Si ricorda che « Botteghe Oscure » aspetta con impazienza il suo prossimo racconto e anche un giorno poesie, spero 6 ! Prego mandarmi un rigo. Con affettuosi pensieri a Lei e a sua moglie, Sua Marguerite Càetarti Copia. Foglio di carta da lettere con due facciate manoscritte. 1
La ricostruzione della data di composizione di questa lettera risulta
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a prima vista particolarmente problematica. perché in questo caso, contrariamente alle sue abitudini, Marguerite non ha fornito neppure l'indicazione del giorno e del mese. La signora Petroni aveva indicato con riserva l'anno 1952, ma l'accenno all'antologia e alla speranza di una sua prossima pubblicazione in Inghilterra e il riferimento ad un articolo su René Char, apparso sulla « Fiera letteraria» dell'll giugno 1950, rendono possibile attribuire con certezza questa missiva all'estate del 1950. Non solo ma, sulla base della domanda che la principessa rivolge a Petroni in relazione ai suoi progetti per l'estate, è lecito ipotizzare che questa lettera preceda quella del 19 agosto (doc. 30). 2 Cfr. doc. 28. Possiamo ritenere che Marguerite si riferisse anche qui alla traduzione di Il mondo è una prigione, perché l'altro testo narrativo di Petroni apparso su « Botteghe Oscure», La casa si muove, era già stato tradotto da Peter Tompkins per An Anthology of New Italian Writers. Tra l'altro, anche l'affermazione successiva che si tratta di « una cosa inaudita » (riferibile, con ogni probabilità, al comportamento di Darina) lascia intendere che doveva trattarsi di un ritardo molto lungo e assolutamente imprevedibile e quindi conferma l'ipotesi che si trattasse della stessa traduzione affidata alla signora Silone l'anno precedente. 3 È probabile che la persona da cui Marguerite aspettava una risposta fosse John Lehmann, che si occupò della distribuzione in Inghilterra di An Anthology of New Italian Writers. Dalle lettere di J. Lehmann conservate in Archivio, apprendiamo che l'antologia usd in Inghilterra tra l'ottobre 1950 e il gennaio 1951 ed ebbe un successo di vendite superiore alle aspettative. Sappiamo però che nel febbraio 1952 Lehmann rinunciò cortesemente ad un contratto per la distribuzione di « Botteghe Oscure», che Marguerite gli aveva proposto prima di rivolgersi all'editore Hamish Hamilton. 4 È probabile che Marguerite abbia rivolto questa domanda a Petroni perché in quegli anni egli collaborava alla rivista di Angioletti come redattore e critico letterario. L'articolo di Liliana Magrini, dal titolo René Char, poesia senza memoria, era apparso in realtà sulla « Fiera letteraria» dell'll-12 luglio 1950. 5 Da rilevare, nella spontanea dichiarazione di felicità da parte di Marguerite, l'espressione di un sincero interessamento per la fortuna critica di Char e, dunque, l'ulteriore conferma di un affetto e di una stima particolari nei suoi confronti: cfr. anche conversazione con Citati. 6 Sappiamo che « Botteghe Oscure » doveva aspettare ancora quasi quattro anni prima di poter pubblicare un'altra prosa di Petroni, mentre la speranza, più volte ribadita da Marguerite anche nelle lettere successive, di ottenere qualche poesia dallo scrittore andò sempre delusa. In realtà, durante il periodo di vita della rivista, Petroni non si astenne completamente dalla produzione in versi e nel 1959 pubblicò per Neri Pozza, col titolo Poesie, una edizione accresciuta della sua prima raccolta Versi e memoria (1935); vero è, però, che nella raccolta del '59 solo l'ultima sezione, dal titolo Autobiografia in pezzi, presentava poesie ancora inedite, scritte tra il 1953 e il 1957, mentre gli altri testi erano già stati pubblicati in volume o su altre riviste. È possibile che la scelta di non inviare nuove poesie a « Botteghe Oscure » fosse dovuta ad un precedente accordo con Neri Pozza o, comunque, al timore che un eventuale editore non avrebbe accettato in seguito di pubblicare una raccolta priva di testi inediti; ma, in mancanza di ulteriori riscontri, non si può escludere neanche che tale scelta dipendesse da una certa insoddisfazione dell'autore per le proprie prove in versi.
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30. Marguerite Caetani a Guglielmo Petroni [Londra] 19 agosto [1950] Gentile Amico, Le scrivo primo per dirle quanto bene mi hanno detto del suo racconto tutti quanti che hanno visto la rivista 1• Spero che lei è rimasto contento della presentazione. Poi vorrei pregarla di darci qualche poesia per il prossimo numero. Mi farebbe proprio un gran piacere. Spero che sarà possibile. Scrivo nello stesso tempo a Palazzeschi per pregarlo di tenere il suo promesso 2 e darci a tempo (che vuol dire molto presto) il suo racconto. Potrebbe Lei insistere appresso a lui. Le sarei infinitamente grata. Questo è mio indirizzo per un mese. Tanti cordiali saluti a Lei e a sua moglie sua Marguerite Caetani Copia. Foglio di carta da lettere con due facciate manoscritte. Carta intestata: The Connaught Hotel, Carlos Place, London, w. 1. 1 Il racconto in questione è, con ogni probabilità, La casa si muove. Non è chiaro qui se i commenti positivi raccolti da Marguerite si riferissero al testo di Petroni nella sua versione originale, cosi com'era apparso su « Botteghe Oscure», o alla sua traduzione in lingua inglese presentata in An Anthology of New Italian Writers. Da una parte, la prima ipotesi parrebbe la più plausibile, sia perché l'antologia fu distribuita in Inghilterra solo nell'autunno del 1950, sia perché nella missiva non si fa alcun riferimento esplicito ad essa, mentre si accenna alle persone « che hanno visto la rivista». D'altra parte, l'affermazione contenuta nella frase successiva (« Spero che Lei è rimasto contento della presentazione ») avvalora il riferimento alla seconda ipotesi, dal momento che, come si ricorderà, in fondo all'antologia erano inserite delle note relative ai vari autori, diversamente da quanto accadeva abitualmente, nei primi anni di vita della rivista, sulle pagine di « Botteghe Oscure»: in questo caso, si dovrebbe ovviamente supporre che i commenti raccolti da Marguerite fossero stati espressi da persone cui ella aveva consegnato personalmente il volume (stampato in Italia nel giugno 1950), prima della sua distribuzione ufficiale in Inghilterra. 2 Cfr. doc. 112.
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31. Marguerite Càteani a Guglielmo Petroni 4 rue du Cirque, Paris 8° 9 ottobre [1950] Caro Amico, Grazie mille volte per il libro 1• Devo dire che trovo poco cortese del Editore di nori mentionare 2 che per i suoi due ultimi libri erano usciti primi in « Botteghe Oscure », specialmente era facile dire nelle notizie su di Lei. Poi nella bibliografia c'era mentionato che una cosa sua era stata pubblicato su « Letteratura » 3 ! In America et in Inghilterra si riferisce sempre dove stato pubblicato per prima. È già accaduto varie volte già con « Botteghe Oscure». Volevo mandarle questo assegno molto prima e non mi era possibile. Spero tanto che malgrado tutto Lei ha potuto riposarsi un po' quest'estate e che Lei e la sua famiglia stanno bene. Io torno i primi giorni di Novembre ma spero che prima uscirà il n° VI che m'ha dato molto da fare. Rimango qui per vedere che sia lanci.ato bene da una nuova casa editrice molto in gamba 4 • Io spero in Lei per la Primavera! Abbiamo avuto u.n bell'articolo nel « Times Literary Supplement » 5 l'altro giorno. L'Antologia è in vendita in America dal 20 Settembre. In Inghilterra fra un mese spero 6. Tanti affettuosi pensieri. Marguerite Caetani Copia. Foglio di carta 1
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lettere con tre facciate manoscritte.
È assai probabile che si tratti dell 'edizione mondadoriana di La casa si muove. 2 È .curioso notare che Marguerite aveva scritto inizialmente la forma corretta « menzionare » e poi aveva cancellato la z e l'aveva sostituità con una t, 3 Si trattava molto probabilmente della prima prosa di Petroni, Lettere da Santa Margherita, apparsa per la prima volta a Firenze sul n. 4 della rivista «Letteratura» (ottobre 1937), inserito poi in Personaggi d'elezione, Firenze, Parenti, 1938. e pubblicatff in volume a sé stante dalla casa editrice romana Astrolabio nel 1946. 4 Verosimilmente Marguerite intendeva cercare un nuovo distributore per la Francia: sappiamo infatti, poiché risulta dalla brochure allegata al quaderno II, che per i primi numeri ci si era appoggiati alla Librairie Gallimard di Parigi, mentre poi nella brochure che accompagnava il quaderno VII vennero indicate, come Agent Général per la Francia, le Èditions du Coudrier. Non è stato possibile ricostruire quando avvenne esattamente il cambio di distributore, ma evidentemente neanche la nuo-
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12.3
va soluzione adottata riusci a soqdisfare pienamente Marguerite, dal momento che già nel quaderno X venne segnalato Jean Hugues come agente per la Francia. 5 Si tratta di una recensione al quaderno V apparsa su « The Times Literary Supplement » il 22 settembre 1950. 6 Cfr. doc. 29 nota 3.
32. Marguerite Caetani a Guglielmo Petroni 4 rue du Cirque, Paris 8 13 ottobre [ 1951] 1 Carissimo Amico, Questo per dire che sento tanto bene di Lei da tutte le parti, giovani e vecchi, piccoli e grande 2 • Se Double Day non La prende, credo sicuro Harpers Bros 3, che ho visto ultimamente. · I o devo avere qualcosa sua per Primavera. Un frammento del ·suo libro 4 ? Mi scriva un rigo dicendomi se ha potuto lavorare bene quest'estate e come sta la moglie e i bambini. Sono a Roma solo metà Novembre:!. Credo che _anche potrebbe aiutare Lei di mettere una parte in B.O. in primavera e aiuterebbe me enormemente! Tanti affettuosi saluti a Lei e a la ·moglie. Marguerite Caetani Copia. Foglio di carta da lettere con due facciate manoscritte. 1 A differenza che nella maggior parte delle altre lettere, in questo caso non si legge alcuna annotazione della signora Petroni relativa al probabile anno di spedizione della missiva. D'altra parte, è possibile ipotizzare che essa risalga al 1951, dal momento che una lettera di Petroni a Marguerite del 24 ottobre 1951 sembrerebbe essere stata scritta in risposta a questa della principessa (cfr. doc. 113). 2 Probabilmente i commenti positivi raccolti da Marguerite su Petroni erano riferiti soprattutto a The House is Moving: cfr. doc. 30 nota 1. 3 Sia la Doubleday & Company che la Harpers Bros erano case editrici newyorkesi. '4 Se si accetta l'attribuzione della lettera al 1951, il libro cui Petroni stavà lavorando era verosimilmente Noi dobbiamo parlare. ·
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33. Marguerite Caetani a Guglielmo Petroni Doganella di Ninfa 19 gennaio 1954 Così felice bel libro 1 bravo bravo congratulazioni e grande affetto Margherita Caetani Copia. Telegramma dattiloscritto su modulo prestampato. Data ricavabile dal timbro postale. 1 Ci si riferisce qui evidentemente a Noi dobbiamo parlare, che venne poi pubblicato sul quaderno XIII, nella primavera del '54.
34. Marguerite Caetani a Guglielmo Petroni Doganella di Ninfa 1 marzo 1954 Farò tutto quello che posso telefonerò domani Margherita "' Copia. Telegramma dattiloscritto su modulo prestampato. Data ricavabile dal timbro postale.
35. Marguerite Caetani a Guglielmo Petrohi 4 rue du Cirque, Paris (8°) 22 settembre [ 1957] 1 Caro Petroni, C'è qui Mrs. Bradley, l'ag~nte litterario più importante qui che era a Roma con Mrs. Knopf, alla quale ho dato Noi dobbiamo parlare nella traduzione in Inglese fatta da Dale Mc Adoo 2 e gli piace moltissimo e vorrebbe farla prendere qui, in Inghilterra e in America. Lei La prega di scrivere subito a me, meglio forse in Francese, ma questo è un dettaglio senza importanza, dicendo che Lei non ha un agente litterario già, e che
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nessuno si occupa di Lei in questi tre paese. Spero che riceverà questo presto e che mi risponderà subito. Grazie della cartolina. Spero che Lei e i suoi stanno bene. Con moltissimo affetto Marguerite Caetani P.S. Se vede Silone 3, prego di dirle tante care cose da parte mia e che Le scriverò subito. Non avevo il suo indirizzo. Spero tanto che Lei, Petroni, avrà qualcosa per il « Botteghe Oscure » di Primavera 4 ? Copia. Foglio di carta da lettere con tre facciate manoscritte. 1
Anche in questo caso non sembra accettabile la ricostruzione cronologica fornita dalla signora Petroni, che indica nel 1955 l'anno di composizione della missiva, perché una serie di elementi rendono assai verosimile una sua attribuzione al 1957. Infatti, il contenuto della lettera viene ripreso in un telegramma di Marguerite datato 28 settembre 1957 e trova una serie di riscontri più o meno diretti in una missiva di Petroni del 27 settembre 1957 (cfr. doc. 114), scritta assai verosimilmente in risposta a questa del 22 settembre. Inoltre, per chiarire chi fosse Mrs. Bradley, Marguerite dice che ella « era a Roma con Mrs. Knopf >>, alludendo evidentemente a ciò che le aveva riferito Bassani nella lettera del 15 luglio 1957: cfr. doc. 17. 2 Nell'Archivio della Fondazione è conservata una lettera di Mc Adoo, nella quale si parla proprio della traduzione di un testo di Petroni: è assai probabile, dunque, che anche in questo caso fosse stata Marguerite a commissionare e a finanziare il lavoro di traduzione. 3 Non solo Petroni era amico e vicino di casa di Silone, ma collaborava con lui anche presso l'Associazione Italiana per la Libertà della Cultura, della quale era segretario dal 1952. Silone era membro del Consiglio di Presidenza dell'Associazione ed è probabile che fosse stato lui a proporre Petroni per l'incarico di segretario. 4 Cfr. docc. 29-32: dopo qualche anno di tregua, la principessa torna alla carica con la richiesta di testi. È curioso notare, nella frase di Marguerite, come l'uso semanticamente improprio del punto interrogativo risulti in realtà assai efficace dal punto di vista espressivo, a sottolineare che la speranza di avere qualcosa da Petroni in tempi brevi è ormai consapevolmente accompagnata dal dubbio.
36. Marguerite Caetani a Guglielmo Petroni Paris 28 settembre 1957 Important agent tres interesse prie m ecrire si avez deja agent pour France Angleterre Amerique 1 Marguerite Caetani 4 rue du cirque
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Copia. Telegramma dattiloscritto su modulo prestampato. Data e luogo ricavabili dal timbro postale. Sotto il testo dattiloscritto, tre righe autografe di Petroni (« Già inviatole espresso dichiarazione stop agente libero trattare Francia Inghilterra Stati Uniti Grazie Petroni »), che rappresentano con ogni probabilità la minuta di un telegramma di risposta che lo scrittore intendeva inviare alla Principessa. 1 Marguerite riprende qui telegraficamente il contenuto della lettera precedente, evidentemente preoccupata che essa non fosse ancora giunta a Petroni e che un ritardo nei tempi di risposta potesse in qualche modo pregiudicare l'accordo con Mrs . Bradley. In realtà, Petroni le aveva inviato il 27 settembre la dichiarazione richiesta, ma è logico che la Principessa non l'avesse ancora ricevuta.
37. Marguerite Caetani a Guglielmo Petroni Natale [ 1957] Caro Amico, Tanti tanti affettuosi auguri per Lei e i suoi [di] Buon Anno. Vorrei molto vederla subito dopo il primo. Le telefonerò: credo che c'è molta speranza che la Bradley fa molto. Speriamo. Vorrei tanto avere altra cosa sua. Non è possibile? Tante belle cose Sua Marguerite Caetani Copia. Biglietto manoscritto in recto e in verso.
38. Marguerite Caetani a Guglielmo Petroni Paris 5 agosto 1958 Pardonez retard prends tres beau recit 1 avec joie Marguerite Caetani Copia. Telegramma dattiloscritto su modulo prestampato. Data e luogo ricavabili dal timbro postale. 1 Il nuovo racconto di Petroni, più volte sollecitato e ora accolto con gioia da Marguerite, era evidentemente Le macchie di Donato, poi apparso sul quaderno XXIII, nella primavera del '59, e confluito in seguito nella raccolta omonima, pubblicata da Bietti nel 1968.
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39. Marguerite Caecani a Guglielmo Petroni Ninfa 31 dicembre
1
Carissimo Amico, Sarò a Roma Mercoledi sera e La prego di telefonarmi: vorrei vederla il più presto possibile. Spero tanto che sta bene anche la sua famiglia e le mando qui tutti miei auguri più affettuosi per l'anno nuovo. Sua Marguerite Caetani Copia. Un foglio, manoscritto nel recto. 1
Il contenuto del biglietto e la mancanza di qualsiasi indicazione da parte della signora Petroni impediscono in questo caso di avanzare qualunque ipotesi relativa all'anno di spedizione della missiva. In realtà, essa potrebbe essere messa in collegamento con le altre scritte nel 1957 e, in particolare, con il doc. 37, nel quale Marguerite rivolgeva a Petroni gli auguri per l'anno nuovo e auspicava un sollecito incontro con lui per informarlo sui contatti avuti con la signora Bradley. D'altra parte, proprio il fatto che il presente biglietto non introduca alcun elemento di novità rispetto a quello succitato fa ritenere piuttosto improbabile una sua collocazione nello stesso anno 1957, a meno che non si debba ipotizzare che Marguerite avesse dimenticato di aver spedito il primo biglietto e, a distanza di una settimana o poco più, avesse rinnovato gli auguri e le sollecitazioni a Petroni.
40. Mnrguerite Caetani a Giacomo Debenedetti Sept. 4me [ 1949]
1
Gentile Professore Debenedetti, mi rincresce molto di rimandare il suo brillantissimo saggio ma non mi pare del tutto adatto a « Botteghe Oscure ». Visto che Lei ha scritto due altri saggi su Alfieri, uno bellissimo su « Poesia », l'altro non l'ho letto, e che prestissimo pare che tutti questi saggi usciranno in un volume. La nostra rivista era un po' in ritardo, come molto probabile potrebbe coincidere e noi non possiamo rischiare questo 2 • Anche l'Alfieri mi pare meno adatto di tutti grandi italiani per una rivista come il nostro che circola in vari paesi stranieri.
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Ho la più grande ammirazione per i suoi saggi critici e spero un giorno di vedere uno su << Botteghe Oscure » 3 • I miei saluti più cordiali a lei e a sua moglie. Sinceramente sua Marguerite Caetani Copia. Lettera manoscritta, con busta. Carta intestata: Hotel BeauRivage - Ouchy Lausanne - Suisse. La missiva è conservata nel Fondo Debenedetti presso il Gabinetto Viesseux di Firenze. 1
L'anno è ricavabile dal timbro postale sulla busta. La preoccupazione per la coincidenza di date appare, almeno a posteriori, poco credibile. Infatti, tre saggi su Alfieri di Giacomo Debenedetti (1901-1967) uscirono in volume, insieme ad altri, solo dieci anni più tardi, raccolti in Saggi critici, III serie, Milano 1959: certamente, non possiamo escludere che tale progetto editoriale fosse stato abbozzato verso la fine degli anni '40 e che poi, per qualche ragione, fosse rimasto in sospeso per lungo tempo. D 'altra parte, c'è forse da credere soprattutto alla seconda motivazione addotta da Marguerite: quello scritto di Debenedetti non le pareva « adatto» alla sua rivista che, come si ricorderà, solo in rarissime occasioni pubblicò testi di carattere saggistico. È probabile che il saggio respinto da « Botteghe Oscure » fosse quello intitolato Nascita delle tragedie, con il quale si chiudeva la trilogia sull'Alfieri pubblicata nel volume citato (si trattava, tra l'altro, di un testo lungo ben 28 pagine, laddove i pochissimi saggi apparsi sulla rivista erano sempre molto brevi), anche se non possiamo escludere che Debenedetti avesse inviato a Marguerite un altro dei suoi saggi su Alfieri, non pubblicato nella raccolta del 1959, ma apparso in un volume postumo, stampato nel 1977 da Editori Riuniti e intitolato Vocazione di Vittorio Alfieri, nel quale erano riuniti sette saggi sull'Astigiano. 3 In realtà, nessun saggio di Debenedetti apparve mai su « Botteghe Oscure». 2
41.
Marguerite Caetani a Alessandro Bonsanti Palazzo Caetani, Roma 7 febbraio [ 1950] _1 , I
,ti
Gentilissimo Dott. Bonsanti, qualche giorni fa Le ho rimandato il suo racconto perché molto troppo lungo per noi 2 per sfortuna! Mi rincresce [ tantissi mo] . Le mando qui il mio abbonamento per sua rivista 3 che aspetti con impazienza. Spero un giorno incontrarla: quando viene a Roma? Con i miei saluti più cordiali. Mi creda sua Marguerite Caetani 0
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Copia. Foglietto manoscritto, con busta. La missiva è conservata nel Fondo Rivista « Letteratura» presso il Gabinetto Viesseux di Firenze. 1
L'anno è ricavabile dal timbro postale sulla busta. È piuttosto difficile ricostruire quale racconto di Alessandro Bonsanti (1904-1984) fosse stato rifiutato da Marguerite, anche se il riferimento alla sua ampiezza permette di ipotizzare che il testo in questione fosse il romanzo La vipera e il toro (o, almeno, una prima versione di esso), pubblicato poi a Firenze nel 1955, dunque diversi anni più tardi. Non si può escludere, però, che si trattasse di un estratto dalla tetralogia La buca di San Colombano (1964-1972), del quale erano già apparsi ampi stralci su riviste fin dal 1937. Non sapendo a quale testo ci si riferisca, non è possibile stabilire se si debba credere fino in fondo alle motivazioni addotte da Marguerite per giustificare il suo rifiuto (sappiamo, infatti, che quando desiderava realmente pubblicare uno scritto, in genere non si lasciava scoraggiare dalla sua ampiezza ...), oppure se il racconto di Bonsanti fosse stato scarsamente apprezzato da lei o da Bassani. 3 Bonsanti, dopo aver collaborato alla redazione della rivista « Solatia» fino al 1936, nel 1937 aveva fondato «Letteratura», che di « Solatia» intendeva raccogliere l'eredità. 2
42. Marguerite Caetani a Giuseppe De Robertis [Ninfa] 25 giugno [ 1950]
1
Illustre Professore, Le faccio mandare a parte una copia di una antologia di « Bot~ teghe Oscure » tradotta in Inglese che verrà prossimamente diffusa in America e in Inghilterra 2• Spero che il volume le piaccia; e che, in tal caso, da quel prezioso amico che Lei è sempre stato della nostra rivista, ne voglia fare una recensione 3 • Grazie, comunque. E mi creda cordialmente Marguerite Caetani Copia. Lettera manoscritta, con busta. Carta intestata: Castello Caetani - Doganella di Ninfa (Prov. Littoria). La missiva è conservata nel Fondo De Robertis presso il Gabinetto Viesseux di Firenze. 1 2
L'anno è ricavabile dal ti.mbro postale sulla busta. Si tratta, ovviamente, di An Anthology of New Italian Writers 3 Il critico Giuseppe De Robertis (1888-1963) aveva già pubblicato numerose raccolte di saggi e collaborava all'epoca a diverse riviste. Non è stato possibile stabilire se De Robertis abbia accolto la richiesta della principessa, poiché nelle raccolte dei suoi saggi non si è trovata traccia di recensioni all'antologia né alla rivista. Tuttavia, in diversi articoli riuniti poi nel volume Altro Novecento (edito a Firenze da Le Monnier nel 1962), « Botteghe Oscure» viene citata diverse volte, come primo
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luogo di edizione di testi poi pubblicati in volume e presi in considerazione da De Robertis nella sua opera di scandaglio e di analisi critica della letteratura italiana contemporanea (a partire da Il mondo è una prigione di Petroni, fino a Il Gattopardo di Tornasi di Lampedusa).
43. Marguerite Caetani ad Alberto Mondadori [Roma 1952 o 1953]
1
Caro Dottor Alberto 2 col n. X di « Botteghe Oscure », siamo arrivati al termine del periodo di prova per la distribuzione della rivista preveduta 3 dal contratto steso tra me e Lei due anni or sono. Risultati più che soddisfacenti ce ne sono stati. La rivista oggi è solidamente affermata in Italia e fuori nella stimazione 4 generale: e ciò debbo anche alla sua collaborazione 5 • Non mi sentirei tuttavia, a questo punto, di rinnovare il nostro contratto. Intendo di 6 fare un altro esperimento. E cioè provvedere direttamente e personalmente alla distribuzione della mia pubblicazione. Certo l'impegno è grave: ma cercherò di fare del mio meglio per raggiungere, nella diffusione, quella capillarità che una grande Casa, così carica di compiti e d'incombenze come la sua 7 , non può ovviamente attuare. Ciò non toglie, ad ogni modo 8 che fra due anni, se il mio esperimento fallirà, io non debba di nuovo rivolgermi a Lei. E spero che, nel caso, Lei sarà così gentile come è sempre stato con me. Conto dunque, caro dottor Alberto 9 sulla sua amicizia. Lei conti sulla mia Cordialmente sua 10 M.C. P.S. La ringrazio infinitamente dell'assegno riguardante il n. X, arrivato proprio in buon punto! Circa la questione dell'editore francese da Lei segnalatomi provvederò subito a scrivere direttamente. Le sarò anthe grata se ci farà avere al più presto le rese dei n. 11 VII, VIII, IX rimasti invenduti nelle librerie. Abbiamo molte richieste di intere collezioni 12 , ci è indispensabile perciò recuperare numeri arretrati. M.C.
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Due fogli manoscritti, il primo in recto e in verso e il secondo in recto. 1
È acclusa un'altra stesura della missiva, redatta da Giorgio Bassani
(il riscontro calligrafico non lascia dubbi in tal senso). È da ritenere che sia stato Bassani a predisporre il testo originale della lettera e che la
principessa si sia limitata a copiarlo, per inviarlo a Mondadori in forma autografa: non solo, infatti, la correttezza sintattica e la fluidità del periodare rivelano una sicura padronanza della lingua italiana, permettendo di escludere un'attribuzione della missiva a Marguerite, ma l'analisi dei due manoscritti consente di evidenziare, nella stesura prodotta da Bassani, alcune cancellature e correzioni che non compaiono, invece, nella copia scritta dalla principessa. Nella trascrizione, si è riprodotta fedelmente la versione autografa di Marguerite e ci si è limitati a correggere, come sempre, i più comuni errori di ortografia (che in questo caso riguardano esclusivamente l'uso degli accenti); sono stati segnalati in nota gli altri casi di discordanza tra le due copie. Sulla minuta non vengono indicati né la data né il luogo di spedizione; d'altra parte, il contenuto della lettera, con il riferimento alla decisione di non rinnovare il contratto con Mondadori per la distribuzione della rivista (cfr. doc. 101), permette di collocarne con certezza la composizione tra la fine di novembre 1952 e l'inizio del 1953 (termine post-quem è sicuramente il 21 novembre 1952, data a cui risale una lettera di Bassani nella quale si dava ancora per scontato il proseguimento della collaborazione con la casa editrice: cfr. doc. 11). 2 Bassani aveva scritto « Caro Mondadori, ». 3 Bassani aveva scritto «preveduto». 4 Bassani aveva scritto «estimazione». 5 Tanta generosità di riconoscimenti desta a prima vista qualche stupore, dal momento che sappiamo che la collaborazione con Mondadori aveva suscitato diverse lamentele nella redazione di « Botteghe Oscure», soprattutto a causa dei ,ritardi della casa editrice nella distribuzione (cfr. docc. 103 e 105; ma si vedano anche le osservazioni della Dallolio nel doc. 78 e quelle di Bassani nel doc. 11). D'altra parte _ si tratta di una incongruenza solo apparente, visto che verosimilmente Bassani non intendeva pregiudicare la possibilità di una eventuale collaborazione futura con Mondadori, come si afferma esplicitamente verso la fine della missiva. Tra l'altro, si ricorderà che Bassani, nella succitata lettera del 21 novembre 1952, aveva sollecitato la Principessa a stabilire più dettagliatamente i termini dell'accordo con Mondadori, ma non aveva assolutamente preso in considerazione l'ipotesi di recedere da quella collaborazione. , 6 Bassani aveva scritto «ora», ma la sua grafia non era, in quel punto, molto chiara e Marguerite aveva probabilmente interpretato male. 7 Sia qui che in seguito, nella lettera, Marguerite scrive il possessivo « sua» con l'iniziale minuscola, mentre nella stesura di Bassani si legge sempre «Sua» con iniziale maiuscola. 8 Bassani aveva introdotto qui una virgola, omessa poi dalla Principessa. 9 Anche in questo caso, Marguerite non ha riportato la virgola presente nel testo di Bassani. 10 Bassani aveva scritto « Sua dev.ma ». 11 Bassani aveva scritto « nn. ». 12 Bassani aveva usato qui il punto e virgola come segno di punteggiatura.
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44. Nino Calos Parigi 1, maggio 19 57 Gentile signora,
Elliott Stein 2 è l'amico che mi ha suggerito di mandarle qualche saggio della mia produzione letteraria affinché ella possa giudicare se opportuno o meno ospitarmi nelle sue « Botteghe Oscure». Unisco alla lettera due prose poetiche e dieci liriche 3 • Sono italiano, ho trent'anni e vivo a Parigi. Diverse segnalazioni ho avuto e lauri d'onore a concorsi di poesia svoltisi in diverse città italiane come Milano, Torino, Firenze, Capri ecc. Spero nella sua benevolenza e la ringrazio molto. Voglia gradire, gentile signora, i miei più devoti omaggi. Devotissimo. Nino Calos Nino Calos 75, avenue des Champs Elysees. Paris 8' Un foglio, dattiloscrtto nel recto. Firma manoscritta. Indirizzata a: Gentile Signora / Marguerite Caetani / Via delle Botteghe Oscure, 32 / Roma . 1 Sull'originale si legge « parigi » e anche in seguito, nel testo, non compaiono mai lettere maiuscole (tranne che nella firma manoscritta), probabilmente a causa di qualche guasto nella macchina per scrivere utilizzata da Calos. Nella trascrizione sono state inserite le iniziali maiuscole solo nei casi in cui il loro utilizzo appariva strettamente necessario per garantire il rispetto delle fondamentali regole ortografiche. 2 Elliott Stein è un poeta americano, che aveva collaborato al quaderno XVIII della rivista: in Archivio è conservata una sua lettera a Màrguerite ·caetani. 3 Di tali testi non c'è traccia negli Archivi della Fondazione e comunque nessuno scritto di Calos fu mai pubblicato su « Botteghe Oscure.».
N. Calos (pseudonimo di Antonio Calogero) è nato a Messina nel 1926. Laureato in filosofia e trasferitosi ben presto a Parigi, si è dedicato soprattutto alla pittura e alla scultura, oltre che, in misura minore, alla poesia. In Italia non ha pubblicato nulla ·prima della raccolta È tempo, uscita nel 1960.
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1.33
45.
Italo Calvino Torino, 17 gennaio 1957 Gentile Principessa, Le sono molto grato della Sua lettera e delle cortesi e lusinghiere cose che mi scrive. Ho un racconto cominciato che darò a « Botteghe Oscure». Certo, se non per il XIX volume, sarà per il XX. Glielo voglio promettere 1• Coi più cordiali saluti e auguri. Suo 2 Italo Calvino Un foglio, dattiloscritto nel recto. Firma manòscritta. Carta intestata: Giulio Einaudi Editore S.p.A. - Torino Via Umberto Biancamano 1. A sinistra dell'intestazione, l'emblema editoriale con lo struzzo. Indirizzata a: N.D. Margherita Caetani di Bassiano / Palazzo Caetani / via Botteghe Oscure 37 / Roma. 1 Sappiamo che, sia pure con ritardo e con ripetute sollecitazioni da parte della redazione di « Botteghe Oscure», Calvino riusci a mantenere la promessa e La speculazione edilizia apparve effettivamente sul quaderno XX della rivista: cfr. doc. 15 e ss. Sia questo racconto sia La formica argentina (pubblicato, come si ricorderà, sul quaderno X) furono poi riuniti insieme ad altri nel volume I racconti. Torino, Einaudi, 1958. 2 Nell'originale, anche questa parola è manoscritta.
I. Calvino è nato a Santiago de Las Vegas (Cuba) nel 1923 ed è morto a Siena nel 1985. Ha preso parte alla guerra partigiana e nell'immediato dopoguerra ha cominciato a collaborare con «L'Unità», con « Il Politecnico» e con la casa editrice Einaudi, alternando fin da allora l'attività di saggista e di pubblicista con quella prevalente di narratore. Ha collaborato in due occasioni con « Botteghe Oscure», rispettivamente nel 1952 e nel 1957. In precedenza aveva pubblicato .per Einaudi i romanzi Il sentiero dei nidi di ragno (1947) , Ultimo viene il corvo (1949) e Il visconte dimezzato (1952); tra il 1952 e il 1957 sono usciti in volume anche L'entrata in guerra (1954), la raccolta Fiabe italiane (1956) e Il barone rampante (1957)
46. Italo Calvino New York 23 dee. 59 Dear Mrs. Marguerite, it's already 50 days I'm in New York and I cannot tel1 you
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how much I'm enjoying the city and I'm grateful to you far the occasion of the visit of this country 1• I had many interesting meeting among the literary people, but it's the American life - more than the American literature òf today - I looked farward, and about it my travel is already very rich of reflections and of poetica! emotions. I'll leave in few days far a trip all aver the West Coast and the South. My best wishes far the Holydays and the New Year Yours sincerely Italo Calvino Un foglio, manoscritto nel recto. 1 La gratitudine espressa da Calvino in questa lettera fa ritenere che proprio grazie all'interessamento di Marguerite egli avesse ottenuto dalla Ford Foundation il finanziamento per un viaggio di studio negli Stati Uniti: partito nel novembre del '59, rimase per sei mesi in America, visitando diverse località, ma trattenendosi soprattutto a New York, dove tenne una serie di conferenze alla Columbia University.
47.
Giorgio Caproni Roma, 30 ottobre 1958 Gentile Principessa, non risposi alla Sua del 30 settembre perché ammalato e fuori Roma. Neppure ora sto bene, e per di più devo lavorare come un cavallo da tiro. Non vorrei darLe la notizia che sono costretto a darLe: ormai non posso più tradurre Char. L'editore Feltrinelli mi ha mandato il contratto soltanto un mese fa (mi occorreva almeno sei mesi prima, quando lo chiesi), e io purtroppo ho dovuto prendere altri impegni che non mi lasceranno alcun tempo libero 1• Per di più sono cominciate anche le scuole, che riducono a metà tutte le mie giornate. Sono davvero spiacente, ma la colpa non è mia. Se l'Editore avesse mandato subito il contratto, a quest'ora il mio lavoro sarebbe finito, tantopiù che avrei potuto approfittare delle vacanze estive. Bassani, che ha fatto tutto il possibile perché il contratto mi giungesse in tempo, è più addolorato di me, mi creda.
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Perché non prova a rivolgersi a Franco Fortini 2 ? E un ottimo traduttore e potrebbe far bene. Per tradurre bene un libro come quello di Char occorrerebbe almeno un anno filato, e senza troppe altre distrazioni. Spero non me ne vorrà per questo, Lei è stata sempre così gentile con me 3 • E spero, quest'estate, di poterle mandare il libro che sto preparando 4 (se la salute mi reggerà, perché sono veramente a terra). Coi più devoti saluti Suo Giorgio Caproni P.S. Restituirò cheque 5 al Suo ammm1stratore Bracco (si chiama così?) 6 in questi stessi giorni. Un foglio, dattiloscritto nel recto. Firma dattiloscritta e manoscritta. 1 Cfr. doc. 16 nota 5 e doc. 22 nota 2: come già chiarito, possiamo ipotizzare che alla fine Caproni si sia convinto a recedere dal suo rifiuto, probabilmente rassicurato da Feltrinelli, attraverso Bassani, sulla possibilità di concedersi tempi lunghi per la traduzione e di dividere il lavoro con Vittorio Sereni. Infatti, il citato volume di CHAR, Poesia e prosa, fu pubblicato a più di tre anni di distanza da questa missiva, e Caproni si occupò della traduzione dei testi inclusi nell'opera originale Poèmes et proses choisies, Paris, Gallimard, 1957, mentre Sereni tradusse i Feuillets d'Hypnos, che erano apparsi per la prima volta nel 1946 e poi erano stati inseriti nel volume Fureur et Mystère. 2 Di Fortini sono conservate due lettere nell'Archivio della Fondazione (docc. 93-94). 3 Su « Botteghe Oscure » erano state ospitate più volte poesie di Caproni, rispettivamente La Funivia sul numero III, Versi ritrovati (1938), Su cartolina, Altra cartolina, Di notte e All'Alba sul numero VI e Alt Alone sul numero XIV. 4 Si tratta probabilmente della raccolta Il seme del piangere, pubblicata poi a Milano, da Garzanti, nel 1959. 5 In base al riscontro con il doc. 22, si può ipotizzare che Marguerite avesse inviato a Caproni un anticipo di L. 25.000 per il lavoro di traduzione. 6 Sull'originale manca il punto interrogativo: esso è stato inserito nella trascrizione perché solo in tal modo la frase appare giustificabile.
G. Caproni è nato a Livorno nel 1912 ed è morto a Roma nel 1990. Ha studiato a Genova e, dopo aver esercitato diversi mestieri, è diventato maestro di scuola elementare; ha pubblicato una prima raccolta di poesie nel 1936 e si è trasferito a Roma nel 1939. Ha partecipato alla guerra e alla lotta partigiana e poi ha ripreso l'insegnamento, continuando a scrivere poesie (ma anche qualche racconto) e curando alcune notevoli traduzioni letterarie, soprattutto dal francese. Ha collaborato in tre occasioni con « Botteghe Oscure». In precedenza, aveva pubblicato le raccolte in versi Come un'allegoria (1936), Ballo a Fontanigorda (1938), Finzioni (1941), Cronistoria (1943) e un testo narrativo dal titolo Giorni aperti. Itinerario di un reggimento al fronte occidentale (1942); nel 1952 sono usciti i versi di Stanze della funicolare e nel 1956 quelli de Il passaggio d'Enea.
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48. Gian Carlo Conti Parma, 18 gennaio 1956 Dichiaro di aver ricevuto dall'Amministrazione della rivista « Botteghe Oscure » un assegno della Banca del Fucino nume-
ro 1640511/A di L. 15.000 (quindicimila) quale compenso per la mia collaborazione al volume 16° della suddetta rivista 1, in fede Gian Carlo Conti Un foglio, dattiloscritto nel recto. Firma dattiloscritta e manoscritta. Indirizzata: All'Amministrazione della rivista « Botteghe Oscure» - Via Botteghe Oscure 32 - Roma. 1 Sul quaderno XVI di « Botteghe Oscure » erano state pubblicate nove brevi poesie di G.C. Conti: Nostalgia di casa, Ballo nel parco, La Corsa, Una partita di tennis, Samba sull'aia, Una fanciulla nel bar, Ricordando gli amici, Ancora e Una lettera per 1a riviera. Un'altra poesia di Conti, Villa Gloria, apparve poi sul quaderno XVIII.
G.C. Conti è nato a Piacenza nel 1928 ed è vissuto prevalentemente a Parma, dove è morto nel 1983. Poeta e critico cinematografico, ha collaborato in due occasioni a « Botteghe Oscure». In precedenza, aveva pubblicato le raccolte di versi Un mite ottobre ed altre poesie, Parma, La Bodoniana, 1952, e Il primo passeggio dopo il mare, Caltanissetta, Sciascia, 1955.
49. Benedetto Croce Napoli, 27 dicembre 1949 [Benedetto Croce, Senatore] presentando i suoi ossequi alla principessa di Bassiano La ringrazia in una sola volta di due suoi molto pregiati doni, della lettera curiosa del [ ... ] 1 sul De Sanctis e il [Leopardi] , e del volume sull' [ ... ]. Sarà lieto di visitarla quando gli accadrà di recarsi a Roma. [Trinità Maggiore, 12 Napoli]. Biglietto da visita, manoscritto in recto e in verso. 1
. La grafia di Benedetto Croce presenta notevoli difficoltà di decifrazione. In questo caso, sembra di poter leggere un nome con l'iniziale
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maiuscola R: potrebbe trattarsi di « Ranieri », ma si tratta di un'ipotesi non suffragata da sufficienti riscontri.
B. Croce è nato a Pescasseroli (AQ) nel 1866 ed è morto a Napoli nel 1952. Critico letterario, storiografo e filosofo, autore di una vastissima produzione saggistica, ha rappresentato per la cultura italiana un importantissimo punto di riferimento, anche polemico, fin dai primi anni del Novecento. Nel 1903 ha fondato la rivista « La Critica»; eletto senatore nel 1910, è stato ministro della Pubblica Istruzione nel quinto governo Giolitti (1920-1921) e all'avvento del fascismo si è ritirato dalla vita politica, alla quale è ritornato nel 1943: ministro nei governi Badoglio e Bonomi, deputato alla Costituente, è stato anche, per un breve periodo, presidente del Partito Liberale e infine senatore di diritto a partire dal 1947.
50. Elena Croce Parella 14
1
Carissima Margherita, ti ho scritto tanto tempo fa, poi mi sono impigrita nella vita sonnolenta della campagna, ma sono impaziente di avere tue notizie ... Qui si è così tagliati fuori che gli amici sembrano nella luna! E in fin dei conti, mi accorgo che stiamo diventando così intolleranti di tutto ciò che non sono gli amici - che è impossibile sviluppare il minimo contatto sociale in questi luoghi di vacanze. Non tanto qui, dove non c'è nessuno, come in montagna, dove la noia delle persone colora persino il paesaggio! Qui c'è anche Raimondo 2, e insieme giriamo i dintorni, che sono belli se li si guarda tutti a pezzettini e angoletti... di tipo in fondo molto nordico e da pittura a volte persino fiamminga. Poi leggo la biblioteca di mio suocero, che mi fornisce mille scoperte sulle passate avant-gardes letterarie italiane: gente veramente impossibile! La politica è ad una svolta molto importante: agita perfino me, che veramente non ho disposizione! Scrivimi, ti abbraccio la tua Elena Foglio di carta da lettere con due faC(;iate manoscritte. 1 Parella è il paese in provincia di Torino in cui abitavano i suoceri di Elena Croce; il numero 14 indica con ogni probabilità il giorno di composizione della lettera, ma non sono riportati né il mese né l'anno. Tuttavia, è possibile ipotizzare (anche se gli elementi a riscontro non
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sono stringenti) che essa sia stata scritta tra l'estate del I 945 e quella del 1947: da una parte, infatti, il tono intimo e familiare della missiva permette di escludere una sua collocazione precedente, visto che l'amicizia con Marguerite Caetani si era consolidata grazie soprattutto all'esperienza di collaborazione nel «Ritrovo» (avviata alla fine del 1944); dall'altra, la mancanza di qualsiasi cenno a « Botteghe Oscure » fa presumere che la lettera risalga ad un periodo anteriore alla nascita della rivista. 2 Si tratta del marito Raimondo Craveri: saggista, studioso di filosofia, di politica e di economia, partecipò alla Resistenza nelle file del Partito d'Azione e nel 1948 avrebbe fondato insieme alla moglie la rivista « Lo Spettatore italiano». E. Croce è nata a Napoli nel 1915 ed è morta a Roma nel 1994. Saggista e memorialista, figlia di Benedetto Croce, ha partecipato attivamente alla vita culturale delle due città in cui è vissuta (Napoli e Roma), interessandosi di diritto, di filosofia e soprattutto di letteratura. Ha àderito al partito d'Azione ed è stata tra i fondatori, a Napoli, della rivista « Aretusa », mentre a Roma ha diretto per nove anni, a partire dal 1948, la sezione letteraria della rivista « Lo Spettatore italiano». Sul suo rapporto con Marguerite Caetani e sulla sua collaborazione a « Botteghe Oscure», cfr. lntrodu.zione, in particolare pp. 49-50.
51. Elena Croce [Roma, estate 1948]
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Carissima Mc1rgherita, due righe in fretta per ringraziarti della tua lettera: come sarebbe bello girare un po' con voi 2, anziché stare a Roma non concludendo nulla, e meditando su dei disordinati progetti domestici. « Botteghe Oscure» mi sembra veramente bello; qualche piccolo difetto, come quello che la copertina è troppo crema 3 a confronto del bianco della carta. Io l'ho avuto fra le mani per due giorni, perché Mattioli 4 mi ha preso la mia copia per portarsela in America - dice, a tua sorella 5 • Le poesie mi pare abbiano un ottimo risalto, e sembrino assai migliori viste cosl nell'insieme: l'ho trovato nel complesso più ricco e vivo di quanto non lo credessi. Tutti quelli che l'han visto l'han trovato bellissimo. È decisamente una cosa completamente nuova. Don Giuseppe De Luca 6, che era corso per abbonarsi, è stato molto contento di essere incluso fra gli omaggi, e mi ha detto che spera proprio che« Botteghe Oscure» contribuiscano a creare a Roma un centro letterario che manca. Per l'editore si vedrà, ma credo sia bene non fare mutamenti
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se non dopo il secondo numero 7• Io sarò qui sino al 25, credo, poi vado a Pollone con i miei, poi spero qualche giorno in vacanza con Raimondo. Vedrò in Piemonte di farne propaganda. Intanto è l'unica cosa che sia uscita in questo poverissimo momento editoriale. Abbracciami Lelia. Sai che gli anziani dell'Italo Am. sono offesi perché si sono aumentati gli stipendi - e in fondo perché ci sono i denari 8 ? Vitt. Gabrieli 9 mi dice che sono veramente fantastici. Raimondo vi saluta aff., e ti abbraccia, la tua Elena Un foglio, dattiloscritto nel recto. 1 Il contenuto della lettera e, in particolare, la frase « credo sia bene non fare mutamenti se non dopo il secondo numero » permettono di collocarne la data di composizione nel periodo immediatamente successivo alla pubblicazione del primo quaderno di « Botteghe Oscure», che fu finito di stampare il 7 luglio 1948. 2 Finché i problemi di salute del Principe Roffredo non lo costrinsero ad una forzata immobilità, i Caetani viaggiavano spesso, trascorrendo, soprattutto nei mesi estivi, lunghi periodi all'estero. 3 Sulla scelta della copertina, cfr. docc. 121, 122 e 123. 4 Cfr. p. 71, nota 93. 5 È probabile che la sorella di Marguerite con cui Mattioli poteva avere rapporti di amicizia o di conoscenza fosse Katherine: cfr. doc. 73 nota 8. 6 Di don Giuseppe De Luca è conservata una lettera in Archivio: cfr. doc. 83. 7 In questo caso Marguerite non segui il consiglio dell'amica: infatti, come si ricorderà, si procedette al cambio dell'editore prima di stampare il secondo numero della rivista. 8 Il significato della frase non è chiaro. Con ogni probabilità comunque, Elena Croce si riferiva a qualche contrasto sorto in seno all'Associazione Italo-Americana, che aveva la sua sede a Roma, in via Michelangelo Caetani, era presieduta da Raffaele Mattioli e si occupava soprattutto dell'organizzazione di attività culturali, conferenze, concerti e letture (in quella stessa sede sorse in seguito la Biblioteca di Studi Americani, tuttora operante). 9 Vittorio Gabrieli, anglista, aveva militato nel Partito d'Azione, aveva pagato con il carcere il suo impegno antifascista e ricopriva all'epoca il ruolo di segretario dell'Associazione Italo-Americana. Per il tramite di Elena Croce, Gabrieli aveva cop.osciuto Marguerite fin dagli anni del « Ritrovo » e in seguito collaborò con lei per le traduzioni che accompagnarono i quaderni IV e V di « Botteghe Oscure».
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Elsa Dallolio [Roma]
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13 ottobre 1950
Carissima 2,
il tuo telegramma mi ha molto commosso e ti ringrazio di esser così buona e affettuosa con me, perché mi sembra che tu senta come ti voglio veramente bene. Anche questa bufera è passata 3 • Comincio ad alzarmi e a star qualche ora in poltrona, ma non ho molte forze a disposizione. Ora mi faranno delle iniezioni di autovaccino per veder di impedire questa frequenza di polmoniti. Mi dispiace per la stagione che è così bella e che vedo solo dalla finestra, but I dont't feel sorry far myself 4 • After all illnesses make one live in a world of their own where everything is much simplified. When are you coming back? Do enjoy dear Paris and the lights, wonderful at sunset in october. Love from Elsa If you happen to come across a book called Enracinement by Simone Weil 5 (is published I think by Gallimard) 6 could you take it far me? Un foglio, manoscritto nel recto. 1
Si ipotizza che la lettera sia stata spedita da Roma, visto che Elsa Dallolio, nella parte finale, chiede a Marguerite: « When are you coming back? ». 2 Da segnalare che sia in questa sia in molte altre lettere, la Dallolio non è andata a capo dopo la dedica, ma ha proseguito a scrivere il testo sulla stessa riga . Nella trascrizione ci si è ovviamente sempre uniformati ai criteri chiariti nell'Avvertenza e casi analoghi non verranno più segnalati in nota. 3 La Dallolio soffriva di una grave forma d'asma, che la costringeva spesso a periodi di malattia e di forzata immobilità. 4 In diverse lettere Elsa Dallolio alterna all'uso della lingua italiana quello della lingua inglese, della quale doveva possedere un'ottima padronanza; non a caso, come si ricorderà, ella collaborò alla rivista anche come traduttrice dei lavori di Marcia Nardi e di Hugh MacDiarmid per il fascicolo Quaderno N : Poeti inglesi e americani. Il ricorso all'inglese nelle sue lettere si spiega, molto probabilmente, con il desiderio di stabilire un dialogo più intimo e «familiare» con l'americana Marguerite: significativo, in tal senso, il fatto che la Dallolio si rivolga all'amica in inglese soprattutto per comunicarle emozioni, sensazioni o esperienze personali, laddove il ricorso all'italiano è pressoché obbligato in tutti i passi in cui si affrontano problemi di carattere professionale, legati alla realizzazione della rivista ed al rapporto con i collaboratori.
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~ 11 saggio di Simone Weil L'Enracinement, scritto nell'inverno 19421943, era stato pubblicato postumo a Parigi, dall'editore Gallimard, nel 1949. Da notare che anche in una delle sue ultime lettere (cfr. doc. 78) la Dallolio, in genere cosl parca di richieste, pregherà Marguerite di procurarle un libro di Simone Weil, a testimonianza di un interesse, di una simpatia e, forse, di un particolare sentimento di affinità nei confronti della scrittrice operaia francese, che aveva scelto di spendere tutte le sue energie « al servizio » dei deboli e degli oppressi. 6 Sull'originale questo inciso non era inserito tra parentesi né evidenziato da alcun segno di punteggiatura, ma si è ritenuto opportuno aggiungere la parentesi ai fini di una maggiore leggibilità dell'intero periodo. Da notare fin d'ora un uso discontinuo e non sempre coerente della punteggiatura nelle lettere di Elsa Dallolio; altrettanto discontinuo è il ricorso alle convenzioni vigenti nella citazione dei titoli dei testi, dei nomi delle riviste, delle parole straniere, che spesso non vengono in alcun modo evidenziati. Come sempre, comunque, nella tra-. scrizione ci si è uniformati ai criteri chiariti nell'Avvertenza.
E. Dallolio è nata a Bologna nel 1890 da una importante famiglia della borghesia cittadina, ha studiato a Venezia e a Londra e nel 1911 si è trasferita a Roma. dove è prevalentemente vissuta fino alla morte, avvenuta nel 1965. Molto impegnata e sensibile sul piano civile e umanitario, è stata infermiera degli Alpini durante la prima guerra mondiale, poi promotrice di iniziative culturali e assistenziali nel Meridione per conto dell'ANIMI (l'Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d'Italia, fondata da Umberto Zanotti Bianco nel 1910) e segretaria della CRI durante la seconda guerra mondiale. Sul suo rapporto con Marguerite Caetani e sulla sua collaborazione a « Botteghe Oscure», cfr. Introduzione, in particolare, pp. 40-41, 46-49.
53. Elsa Dallolio [Roma] Venerdì 24 agosto 1951 Carissima, sono arrivata ieri sera e ho trovato una cartolina di Giorgina 1 che arriva solo domenica sera. Intanto mando avanti i francesi 2 • E aspetto tu mi dia qualche notizia su W. Carlos Williams 3 per gli spazi, prima di mandarlo in tipografia dove certo il lavoro non manca. Sono arrivata in buone condizioni, malgrado il caldo e la gente in treno. Qui fa caldo in casa, ma sto bene e ho tutta la tranquillità necessaria per lavorare. Ho avuto Fiascherino 4 e le altre due lettere: Olivia e Moss 5 • Mille grazie. Il mss. di Th. Roethke non ha titolo, ci sono soltanto numeri:
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1, 2, 3. Mettiamo Poem - Poems o chiediamo un titolo? Non c'era indicato nulla nella lettera che accompagnava i versi 6 ? Ti abbraccio in fretta e ti riscrivo presto. Care cose a Lelia. Elsa Un foglio, manoscritto nel recto. 1
Sia qui che in altre lettere la Dallolio si riferisce a Giorgio Bassani chiamandolo affettuosamente « Giorgino ». Casi analoghi non verranno più segnalati in nota. 2 A partire da questa lettera, nella maggior parte della corrispondenza della Dallolio, i problemi cui si fa riferimento riguardano la preparazione del quaderno VIII di « Botteghe Oscure», dal momento che in quel periodo, come si ricorderà, ella svolse per la rivista un vèro e proprio lavoro di segretaria editoriale. Pertanto, per i testi citati di cui non si segnala in nota la collocazione, si intende che essi furono pubblicati sul quaderno VIII. 3 La Dallolio si riferisce qui al testo poetico The Desert Music dell'americano William Carlos Williams, che presentava una distribuzione molto irregolare degli spazi tra le righe, le parole e i segni di punteggiatura. Da segnalare che W.C. Williams collaborò in diverse occasioni a « Botteghe Oscure». 4 Si tratta di un componimento in versi di Alan Pryce-Jones (per il quale cfr. anche Introduzione). 5 Non è stato possibile interpretare il riferimento a Olivia. Quanto a Moss, si tratta con ogni probabilità dello scrittore Howard Moss, perché una sua poesia, Widow's Walk, apparve sul numero VIII. È molto difficile, infatti, che la Dallolio possa riferirsi a Stanley Moss, dal momento che egli collaborò alla rivista solo diversi anni più tardi (cfr. pp. 39-40 e doc. 79). 6 I versi di Theodore Roethke furono poi pubblicati con il titolo Song.
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Elsa Dallolio 36, via di Montegiordano Roma 25 agosto 19 51 Carissima grazie per la lettera ricevuta stamattina. Sono stata da De Luca al quale ho già consegnato un primo gruppo di manoscritti per la stampa 1 • Con lui abbiamo esaminato tutti 2 i manoscritti che sono in mano mia e abbiamo contato accuratamente i numeri delle rispettive pagine. Il risultato è il seguente:
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Francesi Italiani
128
Angloamericani
212
14.3
160 (compreso circa 10 pp. per indice titoli e pagine bianche) 500 pagine (il N° VII era di 475)
A parte ti ho fatto un elenco dettagliato di tutti i manoscritti con il numero delle pagine di stampa che richiedono, nonché ho rammentato i nomi dei vari autori che dovrebbero ancora inviare manoscritti 3 • Come faremo? De Luca dice che non si può fare un volume più grosso ancora del VII che arrivava a 4 75. Nell'elenco vedrai che ho contato tutti i manoscritti che ho, compreso quelli per i quali eravamo in dubbio per questo numero e contavamo tenere per il prossimo. Ti ho mandato l'elenco in doppia copia perché vorrei che tu me ne rimandassi una copia segnando quelli che credi si potrebbero omettere, tenendoli per il numero IX 4. Prima di stampare il Bernard: La hauteur de la nuit 5, bisogna decidere cosa si fa per i nomi che cambiano al 3° Atto perché se si stampa così come è ora, eppoi si dovesse cambiare, bisogna scomporre tutto e De Luca preferisce far lavorare anche fuori turno e stampare prestissimo, ma avere i nomi a posto. Io credo che trattandosi di un'opera non riveduta dall'Autore, stampata (come si dice nell'avvertenza 6) sull'unico manoscritto rimasto, si dovrebbe stampare tale e quale, con una nota in principio del 3° Atto per dire che i nomi sono stati stampati come erano nel manoscritto, non sapendo se il Bernard avrebbe poi definitivamente scelto i nomi del 1° atto o quelli del 3°. Di tutto questo potresti parlare subito con René Char e se sei d'accordo io faccio stampare subito così come è ora, e Char può fare una piccola nota che si inserirà in seguito prima del 3° atto per spiegare questo cambiamento dei nomi 7 • Mi pare difficile di decidere, per noi, quello che Bernard avrebbe fatto, in ultimo. In questi casi preferirei sempre « non cambiare » il manoscritto di un morto 8 • Ti sarei molto grata di rispondermi subito per Bernard, magari con un telegramma. In quattro o cinque giorni si stampa tutto il dramma e te lo farei mandare subito a Parigi, in bozze. De Luca mi ha anche pregato di informarti che le sole copie di B.O. VII che sono tornate indietro sono le dieci copie inviate a Char, a rue du Cirque 4 a Parigi 9 • È il caso di rimandarle, e dove? Spero che stiate tutti bene. Qui fa caldo e io mi consolo con gran bicchieri di pomodoro gelato ... Affettuosamente
Elsa
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Un foglio, dattiloscritto in recto e in verso. Interventi e firma manoscritti. 1
Qui per la prima volta e sempre, in seguito, nelle sue lettere dattiloscritte, la Dallolio non lascia alcuno spazio tra il segno di punteggiatura e l'inizio della parola (o frase) successiva. Ovviamente nella trascrizione non si è rispettato l'uso della scrivente e ci si è uniformati alle regole ortografiche. 2 Da osservare che nelle sue lettere la Dallolio sottolineava frequentemente parole ed espressioni alle quali attribuiva una particolare importanza: come chiarito nell'Avvertenza, esse sono state sempre trascritte in caratteri corsivi. 3 Nell'Archivio della Fondazione non c'è traccia di tale elenco. 4 Sul problema della eccessiva voluminosità del quaderno VIII la Dallolio tornerà molte volte nelle lettere successive. Alla fine, comunque, come si ricorderà, il quaderno VIII fu composto complessivamente da 481 pagine (più 3 pagine finali non numerate). · 5 Si tratta di un dramma in tre atti e un prologo dello scrittore francese Roger Bernard, che era morto giovanissimo nel 1944. Con ogni probabilità, era stato René Char a segnalare a Marguerite Caetani i testi di questo autore, del quale era già stata pubblicata sul quaderno VI la raccolta di liriche Ma faim noire déjà, preceduta da una lunga e commossa nota introduttiva scrit.ta dallo stesso Char. La Dallolio tornerà a riferirsi molto spesso, nelle sue lettere, ai problemi relativi alla pubblicazione del dramma di Bernard ed alla necessità di interpellare René Char per la loro soluzione. 6 In realtà, il testo di Bernard non fu accompagnato da un'avvertenza, ma da una nota introduttiva scritta sempre da René Char e stampata in fondo alla prima pagina di testo (cfr. doc. 59 nota 3). Da segnalare fin d'ora, però, che in quella nota di Char non si trova alcun cenno al fatto che fosse rimasto un solo manoscritto del dramma di Bernard. 7 Il testo fu effettivamente stampato come nel manoscritto di Bernard, con nomi differenti nel 3° Atto, ma René Char non ne forni alcuna spiegazione in nota. 8 Questo passo della lettera (cosi come altri, in lettere successive) contribuisce a chiarire come il ruolo df Elsa Dallolio, all'interno della rivista, non fosse quello di una semplice, e puramente esecutiva, « segretaria di redazione». Vero è che nelle sue lettere ella si rivolge prevalentemente a Marguerite per informarla sugli sviluppi del lavoro editoriale, per sollecitare decisioni e per chiedere specifiche indicazioni, mantenendo sempre l'atteggiamento umile di chi attende consegne da eseguire. È altrettanto vero, però, che, in questo come in altri casi, la Dallolio esprime pareri e suggerisce possibili soluzioni, mostrando, in genere, la chiarezza e la lucidità di argomentazioni proprie di una persona competente. 9 Da notare che, come si intuisce dalla lettera successiva e come risulta da alcune missive di Bassani e della stessa Dallolio, questo era anche l'indirizzo parigino di Marguerite Caetani: infatti, dopo la vendita di Villa Romaine e il trasferimento a Roma (cfr. p. 15), la principessa aveva comunque mantenuto un appartamento nella capitale francese, nello stesso palazzo in cui, almeno per un certo tempo, risiedette anche René Char.
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55. Elsa Dallolio Roma, 7 settembre 1951 Carissima immagino che avrai molto da fare 1, ma le tue lettere mi mancano molto! Il Bernard è stato mandato a Parigi, rue du Cirque, a tuo nome. Spero che Char lo correggerà e lo rimanderà con tutte le osservazioni che crede. Sono galley-proofs 2 e quindi c'è parecchio d·a correggere: io lo faccio anche per conto mio, ma · non mando in stamperia per la 2a bozza 3 finché non ho notizie delle bozze mandate a Parigi. Ho mandato in tipografia anche W .C. Williams e Field 4, e mi manca ora solo il Guilloux 5 • Se lasciamo come ti ho segnato nell'elenco accluso alla lettera del 2 settembre 6 (precedente questa) naturalmente senza Cicellis 7, credo andremo bene. Basandoci sulle 3 5 pagine che non ho ancora avute di Guilloux 8 , ma che sono incluse nel conto, si arriva a 486 con le previsioni, ma stampando si guadagneranno certo un 10 o 12 pagine, a meno che il ·racconto di Moravia 9 non sia un fiume . Dammi qualche notizia « privata » e dimmi come avete combinato per la cerimonia, se cambierai indirizzo in quei giorni o . ti si può sempre scrivere a Londra. Penso molto a te e ti seguo nei tuoi pensieri. Non alludo a « Botteghe Oscure » ... Se si potesse veramente far sentire l'affetto con le parole, lo troveresti qui dentro, con molta simpatia e molta tenerezza e pochissime parole per dire molto male che ti voglio molto bene, tua aff. Elsa Un foglio , dattiloscritto nel recto. Congedo e firma manoscritti. 1 Marguerite era impegnata nei preparativi per le nozzè della figlia · Lelia. 2 L'espressione inglese significa « bozze di stampa ». 3 Sull'originale, sia qui sia in altri casi che non verranno più segnalati in nota, la Dallolio ha scritto « 2° », indipendentemente dal genere e dal numero del sostantivo a cui si riferiva. 4 Dell'americano Edward Field, già collaboratore della rivista, furono pubblicate sul quaderno VIII le liriche Song, The Sponge Fisher II, Progress of the Season e Prometheus. 5 Si trattava della prosa Le Muet mélodieux. 6 Di tale lettera non c'è traccia nell'Archivio della Fondazione . . 7 Gli unici testi di Kay Cicellis pubblicati su « Botteghe Oscure » sono The Death of a Town e Beyond Corinth, due prose apparse sulla rivista
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rispettivamente sul numero XIII (1954) e sul numero XXIII (1959). Non si può escludere che la Dallolio si riferisse qui ad uno di questi testi, magari al primo, anche se l'ipotesi appare abbastanza improbabile, visto che in ogni caso esso sarebbe rimasto sul tavolo della redazione per qualche anno prima di essere dato alle stampe. È più verosimile che si trattasse di un altro scritto, rifiutato dalla rivista, come sembra suggerire l'espressione usata dalla Dallolio « naturalmente senza Cicellis », che fa pensare ad una esclusione scontata, o comunque meno sofferta rispetto ad altre. 8 In realtà, alla fine il testo di Louis Guilloux fu stampato in sole 23 pagine. 9 Come si chiarirà in seguito, il racconto di Moravia non piacque affatto né a Marguerite né alla Dallolio e non venne pubblicato sulla rivista: dr. doc. 61 e doc. 108.
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Elsa Dallolio [Roma] 8 settembre 19 51 Carissima Ho avuto la tua lettera del 6 e contemporaneamente una lunga lettera della signora Paule Thévenin 1 (rue Gabrielle 35, Charenton - Seine) 2 che per ora sembra non venga in Italia, contrariamente a quanto pare ti abbia detto per telefono. Io ho sempre avuto una buffa sensazione che l'Artaud non fosse come doveva essere, ma non avrei saputo dire perché e insistevo sempre noiosamente con te per mandare le bozze alla Thévenin. Quando ho letto la sua lettera e visto le bozze corrette, mi sono aumentati i capelli bianchi... 3 • Niente di meno che avevamo stampato (dalle bozze date a te e provenienti da Gallimard) il principio di una lettera al Docteur 4 Soulié de Morant con la fine di una lettera al Docteur Allendy !! ! ! E non è da dire che ci si sia sbagliati, perché io ho tenuto tutte le bozze di Gallimard e il principio di Allendy e la fine di Soulié de Morant non ci sono!!!! La Thévenin però, poveretta, non sapendo quale delle due lettere tu avresti voluto stampare, ha mandato entrambi i pezzi mancanti, e io ho già messo tutto insieme. La situazione ora è questa 5 : 1° L'Éperon malicieux etc. 6 , (autre Enclume des Forces). Questo scritto può esser circa del 1926 poiché l'Enclume fu pubblicato nel 192 6. 2° Lettre à la V oyante, già pubblicata nella « Rev. Surréaliste » 7 nel 1926. 3° Lettera al Docteur Allendy (del 1927) 3 pag. già stampate
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da noi, 1 pag. da stampare, avuta dalla Thévenin e che costituisce il principio. 4° Lettera al Docteur Soulié de Morant (del 1932) J pag. già stampate da noi, e altre 3 , avute dalla Thévenin, da stampare. Questa lettera non è mai stata finita da Artaud e non fu mai mandata al dottore. Noi però ora abbiamo tutto ciò che vi è, con quanto ha inviato la Thévenin. 5° La lettera che hai avuto dattilografata e che pare fosse destinata al Dottor Delmas, medico della Maison de Santé d'Ivry 8 • Circa del 194 7. La Thévenin ignora se Artaud ne ha mandata una copia più completa al Docteur Delmas, che è morto nel 1948. La Thévenin « n'a pas osé se renseigner auprès de, la famille du docteur ». Però è quasi certa che fosse Delmas « car Antonio Artaud m'avait confié avec beaucoup d'humour qu'il voulait écrire au Dr. Achille Delmas une lettre pour l'inviterà se méfier du l'opium et qu'il trouvait fort piquant que ce fùt justement lui, Artaud, qui le mette en garde contre cette substance ». Se si pubblica questa lettera, gli eredi di Delmas possono darci noie? Per legge le lettere appartengono a chi le scrive, quindi se mai saranno gli eredi Artaud. Ma questa lettera non proviene dalle bozze Gallimard; come invece il N° 3 e il 4° e il 2, e anche il N° 1 che c'è nelle bozze che non furono adoperate da noi 9• Mi sembra che sia la sola che si possa considerare inedita. Cosa vuoi fare? Se stampiamo tutto le 17 pagine vanno almeno a 20, forse a 21 10 • Aspetto ordini. Sono molto contenta di metter anche l'altra poesia di Erkinger 11 : è un ragazzo che promette, se non scivola nel « preziosismo». Ho corretto Goyen 12 : ma si era sbagliato di pagine .. . Speriamo che l'Adams non sia troppo lungo 13 • In fondo son contenta che Kassner non ci sia in questo numero 14 [segue una lunga serie di parole cancellate] 15 • Scusa queste cancellature sopra una mia idiozia. Mi dispiace che Char non sia più a portata di mano, ma spero che guarderà il Bernard. Scrivo in fretta per mandare ad impostare ancora stasera e non perder tempo, ma riscrivo presto con più calma. Questa lettera è tutta B.O. Scusa se ho scritto tirando via, ma è per metterti al corrente di tutto. Ma ho bisogno di ordini! Ti abbraccio Elsa Grazie per le care cose che mi dici. E il Guilloux quando viene 16 ?
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Un foglio, dattiloscritto in recto e in verso. Interventi, firma e aggiunte manoscritti. 1 Paule Thévenin era stata la compagna e l'editrice dello scrittore francese Antonin Artaud, morto nel 1948. 2 Sull'originale, in luogo del trattino, si trova un altro segno di apertura di parentesi prima della parola « Seine ». 3 È forse opportuno anticipare brevemente ciò che la Dallolio andrà chiarendo a poco a poco nella lettera: Marguerite aveva ricevuto in bozza, dall'editore francese Gallimard, alcuni scritti di Artaud e intendeva pubblicarli sul numero VIII della rivista insieme ad una lettera dattiloscritta (Lettre à Docteur Delmas) ancora inedita, probabilmente avuta direttamente dalla signora Thévenin. Stampate le bozze della rivista, la Dallolio le aveva spedite alla Thévenin, che aveva individuato un gravissimo errore nel materiale inviato da Gallimard: la parte iniziale e quella finale di due diverse lettere, indirizzate a due diversi destinatari (ris_P,ettivamente Monsieur Soulié de Morant e Docteur Allendy), erano state accorpate, come se si trattasse dell'inizio e della fine di una stessa lettera. La Thévenin aveva quindi inviato le parti mancanti delle due lettere alla Dallolio, la quale, dopo aver verificato che l'errore era presente già nelle bozze di Gallimard, aveva potuto ricostruire i testi originali, raggiungendo, ovviamente, un numero complessivo di pagine superiore alle previsioni. Pertanto ella ora si rivolge a Marguerite, per chiedere se devono essere pubblicate tutte le lettere o se è opprtuno fare dei tagli. 4 In realtà, Artaud si rivolgeva al suo interlocutore chiamandolo « Monsieur »: è probabile che la Dallolio abbia scritto più volte « Docteur » anche a proposito di Soulié de Morant per analogia con gli altri due docteurs destinatari delle lettere di Artaud. 5 La Dallolio elenca qui in ordine cronologico tutti gli scritti di Artaud a disposizione. Alla fine, tutti i testi citati furono stampati sul quaderno VIII nello stesso ordine, accompagnati da una nota esplicativa (cfr. anche doc. 57). 6 Sull'originale si legge « Eperon », senza l'accento sulla lettera iniziale. Il titolo completo era L'Éperon malicieux, le double-cheval e si trattava di un estratto dall'Enclume des Forces, pubblicato sulla « Révolution Surréaliste » il 15 giugno 1926. 7 La Lettre à la Voyante era apparta sulla « Révolution Surréaliste » il 1° dicembre 1926, con dedica ad André Breton. 8 Evidentemente Artaud aveva incontrato il Dr. Delmas nella clinica privata di Ivry, nella quale era stato trasferito nel 1946, dopo nove anni di internamento in ospedali psichiatrici. 9 L'espressione non è molto chiara, ma permette di ipotizzare che Gallimard avesse spedito alla Principessa l'intero testo dell'Enclume de For ces e che poi ella avesse stabilito di pubblicarne sulla rivista solo un breve stralcio (cfr. anche doc. 64). 10 I testi di Artaud furono definitivamente stampati in 20 pagine. 11 La Dallolio si riferisce qui al viennese Erkinger Schwarzenberg, allora diciottenne, che scriveva poesie in lingua francese: sul numero VIII furono pubblicate Ciels, Via Ardeatina, Cumes, Tournesols. 12 Si trattava della prosa A Shape of Light, tratta dal romanzo Ghost and Flesh dell'americano William Goyen, poi stampata in 28 pagine. 13 La poesia Light at Equinox di Leonie Adams occupò fortunatamente due sole pagine di stampa. 14 Probabilmente la Dallolio si riferisce qui al testo di Rudolf Kassner L'agonie de Platon, pubblicato poi nella traduzione francese di Philippe Jaccottet sul numero IX della rivista. 15 In realtà, c'è una frase leggibile al di sotto delle cancellature (« Non 0
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credi che Curtius lo tradurrebbe bene? Scrive benissimo in francese»). È molto probabile che la Dallolio si riferisse al famoso romanista tedesco Ernst Robert Curtius, che viveva a Roma e presumibilmente conosceva da tempo Marguerite Caetani, visto che era stato abbonato alla rivista « Commerce » (cfr. LEVIE, Commerce 1924-1932, p. 158). Non sappiamo perché la Dallolio scartò immediatamente, bollandola come una « idiozia», la possibilità di affidare a Curtius la traduzione del testo di Kassner, ma possiamo ipotizzare o che ella avesse ritenuto la proposta inaccettabile per la rivista, dal momento che Curtius non era di madrelingua francese, oppure che l'avesse considerata riduttiva e in qualche modo offensiva per lo studioso, proprio in virtù della fama acquisita e degli impegni prestigiosi dai quali era assorbito. 16 Questa aggiunta, a differenza della precedente, non è stata collocata sotto la firma, bensl nel margine superiore del foglio, nonostante vi fosse ampio spazio a fondo pagina.
57. Elsa Dallolio Roma, 10 settembre 1951 Carissima questa è un'altra lettera tutta di B.O. e che divido per argomenti, per renderla meno pesante. 1) Barbara Howes: ti accludo il foglietto di quella brava signora che ci ha detto tutto del marito, e di sé proprio quel che non serve 1• 2) Moravia aveva scritto 17 pag. poi le ha stracciate e ha ricominciato di nuovo a scrivere. Ora è a Venezia al Danieli, e promette di mandare 2 • 3) Artaud. Ho mandato in tipografia i due pezzi nuovi appiccicati ai pezzi vecchi già stampati. Una lettera specialmente, quella per il Dr. Allendy è molto interessante, e sarei d'avviso di stampar tutto ormai 3 • Però bisogna sapere anche se Char fa una nota 4, e in questo caso manderei subito a lui gli appunti della Thévenin. L'indirizzo è rue du Cirque, 4? Ho scritto alla Thév. Ringraziando per bozze corrette e guaio evitato. 4) Ti pregherei di rileggere la poesia di Rodgers che accludo. Se hai capito la molto chiara allusione e descrizione e credi che va bene lo stesso 5 ossia che è abbastanza « stilizzata » perché il valore letterario compensi una certa volgarità, non ho niente da dire 6 • Ma in questo numero abbiamo anche il Goyen con quelle descrizioni« anatomiche» che però hanno un tono poetico, cupo, da leggenda, molto diverso dalla flippancy di Rodgers. Ma possibile che gli scrittori d'oggi non sappiano trovar un altro soggetto?
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' 5) B;O. VIII aperto coi francesi. Ne ho parlato lungamente con Bassani. Non ne fa affatto una questione nazionalistica, ina unicamente tecnica. Mi ha detto che ti scriverà tutte le sue ragioni contrarie a questa novità, quindi aspetta a legger quello che ti dice. Naturalmente tu farai come credi, però pensaci. Io, personalmente, credo che bisogna mat1tenere una tradizione che B.O. ormai ha, che è giustificata dal fatto che è una rivista stampata in Italia, con titolo italiano. Se cominciamo a cambiare la disposizione interna, una volta dovremo metter gli inglesi, un'altra volta gli americani, poi i tedeschi o gli austriaci ecc. È il contenuto della rivist..i che conta, e ormai i francesi sanno di trovare i loro autori nel mezzo, e gli inglesi e gli americani vanno nella seconda metà del volumone, dove trovano tutti i loro. L'ultima volta, quando per un momento pensasti di aprire con i francesi, tu stessa poi ti sei convinta che era meglio di no e che questi « complimenti » come davanti a una porta (« passi prima lei! Ma per carità, passi Lei ... ) erano inutili agli effetti delle vendite e rompevano un « ordine » che ormai ha parecchi anni di vita. Per ora non c'è fretta da decidere, pensaci con tutta calma 7 • Siamo ancora alle prime bozze e ci sono ancora manoscritti da stampare (Guilloux e Leonie Adams). Quindi non rispondermi nemmeno per ora. Vorrei che per questa settimana non pensassi nemmeno a B.O., con tutto quello che sta davanti a te 8 • Dopo ne riparleremo e, come sempre, quello che deciderai · sarà fatto scrupolosamente. Ho corretto tutto il Bernard, ma aspetto la copia di Char per fare la seconda bozza, che sarà più attraente di questa prima. · Ti abbraccio molto affettuosamente Elsa . Un foglio, dattiloscritto in recto e in verso. Firma manoscritta. 1 Dell'americana Barbara Howes erano apparse alcune poesie sui qua• derni IV e VII di « Botteghe Oscure». Evidentemente, la redazione della rivista aveva richiesto alla scrittrice alcuni appunti sulla propria biografia, in vista della stampa di un indice generale di « Botteghe Oscure », con luoghi e date di nascita dei vari autori (cfr. pp. 12-13 ma anche docc .. 64 e 65) e della pubblicazione di note bio-bibliografiche su tutti i collaboratori di « Botteghe Oscure» (cfr. p. 9 ma anche docc. 74 e 109). 2 Cfr . .in particolare lettera di Moravia (doc. 108). 3 Sarebbe interessante sapere se nei due gìorni intercorsi tra la lettera precedente e quella in oggetto, Marguerite avesse in · qualche modo comunicato alla Dallolio le sue decisioni. È significativo, infatti, che mentre solo due giorni prima quest'ultima implorava « ordini » dall'alto, ora esprima con notevole determinazione il suo parere, non si sa se per la certezza di muoversi nella direzione voluta da Marguerhe o per la consapevolezza di dover assumere in sua vece la responsabilità di una rapida scelta. 4 Gli scritti di Artaud furono effettivamente accompagnati da una
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breve nota finale, in cui si fornivano soltanto alcune informazioni esseno ziali relative ai vari testi presentati (probabili date di composizione, destinatari delle lettere ed eventuali riferimenti a precedenti edizioni). Possiamo ipotizzare, però, visto il carattere assolutamente tecnico ed impersonale della nota, che essa non sia stata scritta da René Char, anche perché in questo caso non è riportata in calce la sigla « R.C. », presente invece nella nota al testo di Bernard (cfr. doc. 59 nota 3). 5 Sull'originale si legge « lostesso ». 6 Nonostante le perplessità della Dallolio, Marguerite decise di pubblicare la poesia di W.R. Rodgers, The Net, un giocoso invito all'amore, ricco di doppi sensi e di allusioni all'atto sessuale. 7 Come risulta dalla lettera successiva, Marguerite non si lasciò convincere dalle argomentazioni della Dallolio, né, evidentemente, da quelle di Bassani, dal momento che, a partire dal numero VIII, in tutti i quaderni della rivista la sezione francese sarebbe sempre apparsa in apertura e quella italiana in chiusura (cfr. anche pp. 6-7 e p. 61). 8 Cfr. doc. 55 nota 1.
58. Elsa Dallolio Roma 17 settembre 19 51 Carissima avevo già scritto quando è arrivata ora la tua che risponde in parte e perciò straccio e ricomincio. Ho capito per i francesi, primi 1, e per Artaud, che sarà il primo, allora, seguito da Bernard. Per l'impaginazione, a tuo comodo, mandami un ordine di precedenza. Ti accludo il conto delle bozze complete: calcola Leonie Adams e Ménard 2 circa 8 pagine. Cosa facciamo del Guilloux? Come vedrai siamo a 486 e bisognerebbe non oltrepassare il 4 75, mentre con Ménard e Adams (comprendendo Guilloux per 35 pag.) andiamo a 494. Accludo anche delle note per Artaud, prese dagli appunti della Thévenin. Vuoi che si facciano, o tutte insieme alla fine, o per ogni testo rispettivo, in caratteri piccoli, come una nota? O non si faccia alcuna nota 3 ? Ben Johnson 4 ha guardato il Tucci 5 ed è rimasto molto perplesso sul come e quanto correggere. Io ho lasciato il manoscritto come era, rendendomi conto, come già ti dissi a Ouchy 6, che era molto italiano. Ma Ben Johnson dice che è una brutta traduzione dall'italiano, con molti sbagli di lingua e di punteggiatura e che, secondo lui, pubblicandola così farebbe poco onore a Tucci. Io riferisco e ti prego di dirmi cosa si deve fare 7. Aspetto a far tirare le 2e bozze di aver la tua risposta. Tucci
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l'ha scritta originariamente 'in inglèse quella s'toria o l'ha tradotta lui o un 'non inglese' in inglese? Per tutto il resto siamo a posto e si tirano le 2e bozze. Per il Bernard vorrei sapere se nel 3° atto l'Eva Bertranc si deve stampare EVA oppure ÉVA con l'accento sull'E 8 • Le 2e bozze le vuoi a Parigi o mi mandi quelle corrette da Char per il riscontro? Sta tranquilla che credo non ci saranno ritardi .a meno che Moravia non faccia .qualche brutto scherzo. Bassani se ne occupa lui: . ·· . · · 9 Aspetto Pindirizzo di Graham • Io ne ho uno c/o Davenport, Rossetti House, Flood str. London S.W.3. Va bene? . Molti affettuosi saluti Elsa Ho avuto il telegr. del 13 (« Writing today ... ») e la lettera del 15. Per favore, puoi rispondermi per il titolo del Roethke, che chiedevo nella mia lettera non scritta a macchina e della quale non ho copia. C'era un titolo a quelle 3 poesie numerate di seguito 1. 2. 3.? Poem? Poems 10? Un foglio, dattiloscritto nel recto. Firma ed aggiunta manoscritte. 1
Cfr. doc. 57. Di René Ménard furono pubblicati, col titolo complessivo di Coriandres ou Les Dons de Vaucluse, 10 brevi componimenti, prevalentemente in versi, per un totale di cinque pagine di stampa. Tenendo conto che il già citato testo di Leonie Adams occupava due pagine, alla fine si risparmiò una pagina rispetto alle previsioni della Dallolio. Da segnalare che sull'originale si legge « Menard », senza accento sulla e; questo errore apparirà anche in altre lettere della Dallo1io e non verrà più segnalato in nota. 3 In realtà, a parte la già citata nota esplicativa che segue i testi di Artaud (cfr. doc. 57 nota 4), fu stampata soltanto una nota a pie' di•pagina scritta dallo stesso Artaud, a commento degli stati d'animo espressi nella Lettre à la V oyante. 4 Cfr. p. 39. 5 Sul numero VIII della rivista fu pubblicata, all'interno della sezione americana, una prosa autobiografica di Niccolò Tucci, dal titolo Those Long Shadows; successivamente, Tucci sarebbe riapparso in tre occasioni su « Botteghe Oscure»: rispettivamente con due prose in lingua italiana, Morte di Scarandogi e Il segreto, sui numeri XII e XV e con un'altra prosa in lingua inglese, This Particular Rich Lady, sul numero XXIV . .6 Si tratta di una località presso Losanna, in Svizzera, dove Margue-· rite era solita trascorrere alcuni periodi di villeggiatura. 7 È lecito ipotizzare che il manoscritto di Tucci sia stato almeno pare zialmente rivisto e corretto da Ben Johnson prima della stampa, come suggerito in seguito dalla stessa Dallolio nel doc. 50: nel testo pubblicato su « Botteghe .Oscure », infatti, non compaiono veri e propri ~bagli_ 2
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anche se esso ha comunque conservato alcuni italianismi abbastanza evi• denti, .soprattutto per quanto riguarda la struttura delle frasi. 8 Alla· fine si stampò « EVA » senza aècento. Da notare che sia in questo sia negli altri casi in cui la Dallolio utilizza i caratteri maiuscoli per sottoporre a Margueritè specifiche questioni tipografiche relative alla stampa di · parole che sulla stessa rivista sarebbero apparse poi in caratteri maiuscoli, si derogato ai criteri di uniformità definiti nell'Avvertenza, per rispettare fedelmente il testo originale. Casi analoghi non verranno più segnalati in nota. . 9 W.S. Graham collaborò al quaderno VIII con il testo poetico The Nightfishing. 1 Cfr. doc. 53 nota 6. Da segnalare che questa aggiunta manoscritta non è stata collocata, per ragioni di spazio, sotto la firma della scrivente, ma, di traverso, lungo il margine sinistro del foglio.
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Elsa Dallolio [Roma] 19 settembrè 1951 Carissima ipero che il Bernard arrivi presto, ma oggi è'è lo sciopero il primo e secondo atto, in seconde bozze, con alcune correzioni già fatte da me e alcuni ? ? ? ? ? ? ai quali vorrei che Char rispondesse 1 • Come ti ho già chiesto, vorrei essere sicura che EVA deve esser così, senza accento 2 • E pure vorrei esser sicura che la nota alla prima pagina delle bozze deve esser così, oppure che sarà incòrc porata nel cappello che scriverà Char e che metteremo al posto della nota 3 • Naturalmente, impaginando, ci saranno spazi diversi, ina per il 3° atto è corretto degli errori principali, ma è ancora la prima bozza perché aspetto di avere le risposte fatte. Non aver _ timore che tutto sarà pronto per fine ottobre. Lunedì Moravia: consegna la sua · novella. Dimmi se c'è altra robi¼ chè mi __·devi mandare; perché _nella settimana prossima, fi: riite le 2e bozze di tutto, si potrebbe cominciare a disporre per l'impaginazione. Mandami dunque, appena puoi l'ordine delle precedenze definitivo. Apriremo coi francesi: 1° Artaud, poi Bernard e via di seguito. Il Ménard è già stampato. Dimmi per il Guilloux e possibilmente mettiamolo a maggio 4 se no veramente non so come c'entriamo! Per FitzSimon mettiamo FITZ SIMON oppure FITZSIMON 5 ? Abbiamo sempre messo MACDIARMID 6, e per quel« nazionale » e ho paura che ritarderà. Ti ho mandato
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lo non c'è questione, ma questo è un nuovo e sono così suscettibili con questi nomi. Io; metterei staccato, ma non ho alcuna preferenza. Spero che avrai tempo di rispondere a tante domande che ti ho fatto nelle lettere precedenti. Specialmente per Tucci. Molti affettuosi saluti. Ho pensato molto a te in questi giorni e ... continuo. Ti abbraccio Elsa Un foglio, dattiloscritto nel recto. Firma manoscritta. 1 La Dallolio si distingue anche in questo caso per la sua efficienza: infatti, contrariamente a quanto annunciato il 10 settembre (cfr. doc. 57), ella aveva evidentemente ritenuto opportuno non aspettare le correzioni di Char e procedere a far stampare direttamente in seconda bozza almeno i primi due atti del Bernard (che presentavano meno problemi rispetto al 3° atto), limitandosi a segnalare all'attenzione di Char i passi più incerti. 2 Cfr. doc. 58 nota 8. 3 Alla fine, prevalse la seconda ipotesi, dal momento che fu stampata una sola nota, siglata da René Char, in calce alla prima pagina del dramma. In tale nota si legge. « De Roger Bernard, Botteghe Oscure a publié dans son numéro VI la totalité de ses poèmes groupés sous le titte de Ma faim noire déjà. A cette oeuvre doit s'ajouter La hauteur de la nuit, pièce de théatre inédite et non représentée, écrite durant l'hiver 1943-1944. Roger Bernard, dont la jeune vie géniale fut clouée au sol par les balles hitlériennes un matin de juin de l'année de la Libération, aurait aujourd'hui trente ans ~4 Per maggio 1952 era evidentemente prevista l'uscita del IX numero della rivista, che fu invece anticipata al mese di aprile. Come si ricorderà, comunque, il testo di Guilloux venne alla fine inserito nel quaderno VIII. 5 Di Shaun FitzSimon apparvero sul quaderno VIII sia il dramma in versi The Great Sad sia le poesie O Farthest Star, On W earied Eyes; Once Sleep Had Slippered Feet, Not All the Tears; To the Watcher. La richiesta della Dallolio si riferiva alla scelta dei caratteri per la prima pagina di testo, nella quale venivano sempre scritti interamente con lettere maiuscole il nome e il cognome dell'autore. Alla fine si scelse di scrivere FITZSIMON. Su Shaun FitzSimon cfr. anche doc. 23 nota 3. 6 Di Hugh MacDiarmid fu pubblicato sul quaderno VIII Once in a Cornish Garden ed erano già apparsi altri versi sul quaderno IV.
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60. Elsa Dallolio La Foce 1 sabato 22 settembre 1951 Carissima, sono venuta per il week-end alla Foce per respirare un po' di aria che non sia il brodo di Roma, ma lunedì sera sono di nuovo a Roma. . , . .. . · Ho avuto le tue lettere e il telegramma. La settimrtna prossima tutto andrà a posto spero e potremo già pensare all'ordine delle precedenze. Mi dispiace che tu abbia pensato che dovevi giustificare la tua decisione di metter prima i francesi 2 • Le tue ragioni sono buonissime, e a me - personalmente - non importa proprio nulla chi vien prima o dopo. Quello che mi importa è il successo della rivista e tu hai molte più occasioni di sç:ntire pareri e opinioni e se credi che mettendo prima i fran~ cesi sia meglio, non pensiamoci più e d'ora innanzi mettiamo sempre prima loro. Tanto più che le divisioni - nella rivista devono riguardare le lingue, non la nazionalità. Quello che però bisognerà pensare è se agli effetti della vendita e del successo negli U.S.A. sia meglio il francese o gli anglo-americani ossia quelli che scrivono in inglese prima. Ma se tu hai già deciso per i francesi, ci avrai già pensato. Per carità dimmi però se le 35 pagine di Guilloux verranno sì o no perché ora con Ménard e Paulhan 3 saliamo oltre le 500 ! ! ! Sempre contando che Moravia rimanga nelle 20-22 pagine. Vedremo lunedì quando consegnerà il manoscritto. Rispondimi per Tucci. Forse Ben J. 4 potrebbe darci una ripulita per le cose più evidenti, e sarebbe pronto anche quello subito. Come ti ho scritto ci sono dei veri sbagli, e poi ci sono degli italianismi molto comprensibili e anche buffi per chi sa l'italiano, ma un po' bewildering per gli altri. Owen Dodson 5 è a Copenhagen in questo momento, ma sta ritornando in America a giorni. Il suo indirizzo è Harvard University, Washington D.C. Se tu mi mandi gli indirizzi ci penso io a· scrivere per i dati biografici che ci mancano 6 • Molte grazie per il [check]. Ho pensato tanto a Lelia e a te in questi giorni e mi ha fatto piacere di parlarne qui con Iris che vi vuole veramente bene. Chissà come era bella e serenamente felice la tua cara figliuola.
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Spero che ci saranno almeno delle istantanee per gli assentì par • • 7 tec1pant1.. .. Tante care cose e un abbraccio affettuoso T ake care of yourself. Love from Elsa Dearest Marguerite, just a word of love from me for I carried Elsa away for the wcekend, because I thought she was looking [ ... 1 in the Roman Lent. Both of us bave talked (and thought) much of you and Lelia in these days. [ ... ] we long to bear from you. So much love 8 Iris Un foglio, manoscritto in recto e in verso. In fondo, 5 righe manoscritte da Iris Origo. 1 « La Foce» era il nome cli una tenuta, che si trovava in Toscana, cli proprietà cli Iris Origo (dr. Introduzione). 2 Cfr. doc. 57. 3 Come si ricorderà, Jean Paulhan, amico e collaboratore cli Marguerite ai tempi del suo soggiorno parigino, aveva svolto un ruolo fondamentale nella storia cli « Commerce »: dr. p. 71 nota 80. Su « Botteghe Oscure», invece, Paulhan fu ospitato solo due volte e, come risulterà dal doc. 64, la prosa poetica pubblicata sul quaderno VIII, La Peintre devant la toile à raboter, non fu molto apprezzata da Marguerite né dalla Dallolio. 4 La Dallolio si riferisce ovviamente a Ben Johnson. 5 Owen Dodson è uno scrittore americano, che aveva pubblicato una lirica sul quaderno II della rivista. 6 Cfr. doc. 57 nota 1. 7 Sulle nozze di Lelia dr. doc. 13 nota 4. 8 La grafia della Origo presenta notevoli problemi di decifraziòne: in due casi non è stato possibile avanzare alcuna ipotesi di interpretazione e anche per il resto la ricostruzione viene proposta con parziale riserva
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Elsa Dallolio [Roma] 4 ottobre 1951 Carissima, mi ha fatto molto piacere di sentire la tua voce, benché sopratutto sentissi il rimbombo della mia ... Credo che hai deciso bene non prendendo il Moravia che ha scritto una cosa molto inferiore alle sue possibilità, a parte la volgarità borghese e la spiacevolezza di tutta l'impostazione del
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racconto 1• Bassani non gli ha detto nulla, poiché tu gli scrivevi. Del resto, credo si sia accorto egli pure che non era una cosa molto adatta a BO. e aveva proposto di togliere quella volgarità finale, che dopo tutto era se mai contro il « partito ». Ma, secondo me non si trattava di determinate volgarità, ma era tutto il tono che era spiacevolissimo e triviale e privo -di valori artistici. Ora Bassani mi ha portato tutto il sommario italiano 2, e lo troverai in fondo all'Indice, che ti mando, perché tu veda se vuoi mantenere l'ordine o fare opportuni cambiamenti che il carattere stesso della stampa (corsivo o tondo) renderebbe opportuno. Ti no messo perciò l'indicazione T (tondo) oppure C (corsivo) di fianco ad ogni opera 3 • Tipograficamente abbiamo sempre cercato di alternare tondo e corsivo, e questo dà alle pagine di B.O. quell'eleganza che tanto le distingue ed è ammirata da tutti. Per questo io proporrei un ordine per i francesi che seguisse questo criterio e non accumulasse corsivi e tondi in grosse «fette» tutte uguali. Tu vedi cosa credi meglio e decidi 4, intanto che si stampa il Pratolini 5, e rispondimi subito per favore. Ho visto che per gli americani che sono in gran parte poesie hai preso il criterio dell'ordine alfabetico. In questo caso però il Tucci anderebbe di diritto alfabetico dopo Stallman 6 e prima di Walter 7 ; lo mettiamo lì? Si finisce con Zukofsky 8, e poiché il primo degli italiani che segue è Pratolini, va anche bene di non avere due lunghi racconti (tondi) uno dietro l'altro 9• Va bene allora così? Schwarzenberg è scrittore in francese, non tradotto, e va tra i francesi, poiché seguiamo il criterio della lingua, non della nazionalità, e così abbiamo fatto per l'italiano Tucci. Quando faremo l'indice di tutti gli anni passati, risulterà per ogni autore dove sono nati e l'età 10 • La nazionalità può contare per delle gare o delle corse dove ognuno « rappresenta » la propria nazione, ma in letteratura mi pare che sia la lingua in cui uno scrive che conta (vedi Zeno autore italiano che era poi di nome e di nascita tedesco 11 ). Altrimenti ho paura che se facciamo delle divisioni nazionali, un bel giorno salta fuori Israele e ti trovi « Botteghe Oscure » come un piccolo ghetto ... Per gli inglesi ho visto che hai pure seguito un criterio « alfabetico» (che è poi anche uno dei migliori specialmente quando non si può alternare tondo e corsivo perché manca prosa o poesia) e capisco anche che tu abbia messo il racconto della Smart dopo Thomas per non fare una «fetta» troppo grossa di poeti tra inglesi e americani 12 • Per Bernard mi pare che la pagina stia bene con la nota 13 e sia venuta tipograficamente bella. Io metterei anche il titolo delle poesie di B. (Ma faim noire déjà) in corsivo come La
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hauteur de la nuit, ma ci siamo attenuti al manoscritto di R.C. Forse vedendo stampato anche lui troverà che è meglio il corsivo 14. Prego informarmi. Spedisco a parte le bozze. Le rimandi, o dai il benestare per la stampa? Per i nomi scozzesi 15 • Nei numeri passati abbiamo sempre stampato il MacDiarmid come MACDIARMID poiché i nomi di tutti gli autori di B.O. sono stampati in maiuscolo tondo. Quando si tratta di un MC come per esempio McElroy 16 abbiamo stampato McELROY, e non sta male, e così questa volta stampiamo McCAIG (a meno che non si debba stampare in due parole Mc CAIG) 17 • Ma se stampiamo FitzSIMON è bruttissimo, ·quindi o mettere FITZ SIMON oppure FITZSIMON come abbiamo messo nel N° IV per MCDIARMID senza èhe ci siano stati reclami (tanto più che è un nom de piume perché lui si chiama Grieve ! ! ! ) 18 • Nei sommari o nelle brochures dove è stampato in maiuscoletto 19 , è facilissimo far bene, come fu fatto per MacNeice. Ti pregherei di dirmi come si deve fare: è una correzione che si fa anche all'ultimo momento. Appena mi mandi la tua approvazione per un ordinamento definitivo, si impagina e si tira tutto. La storia di Moravia ci ha fatto ritardare ma ritengo che non usciremo dalla data prevista. Quei tuoi cari autori francesi sono molto simpatici, ma dovrebbero imparare a correggere i loro testi. Guilloux mi ha fatto dannare. E quando faranno la riforma di abolire tutti gli accenti? Nessuno li mette scrivendo, ma se si omettessero stampando urlerebbero ... Pagine di B.O. tagliate 20 • Ne ho parlato con De Luca. Egli dice che tutto si può fare, ma che la carta fu ordinata nelle dimensioni di B.0. e che se si taglia ora il volume viene più piccolo. Se si volesse in seguito tagliare bisognerebbe ordinare dei fogli più grandi .21 e della carta non sfrangiata, forse più pesa anche. Ti ricorderai che per l'Antologia che ha le pagine tagliate si cambiò tipo di carta. Tirage Bernard. Come vuoi il tirage à part: numerato dal 1 al 100 o semplicemente come abbiamo fatto per Agee - hors commerce 22 - . E come ci regoliamo con Mondadori: · mettiamo Mondadori editore o solo « Botteghe Oscure» 23 ? Vuoi fare una « édition pour les amis de Roger Bernard » o come preferisci? Mi sembra che per oggi ce ne sia abbastanza: armati di pazienza e per piacere rispondi a tutto e non mandarmi al diavolo ... Ti abbraccio Elsa Il Guilloux ci ha dato la grata sorpresa di esser solo 23 pag. Così si sarebbe a 490 = se va bene Giorgina 24 •
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Nel .3° Atto di Bernard c'è un LOYCE che la dattilografa di Ginevra ha scritto LOYCE, ma non esistono i due punti sull'Y in tipografia e un professore francese interrogato ha detto che non l'usano mai in Francia. Se fossero per una volta si potrebbero mettere a mano, ma si ripetono infinite volte. Del resto il suono di Loyce e di Loyce è ugale 25 • Al povero Bernard - tipografo 26 - piacevano queste rarità ... n. Un foglio, dattiloscritto in recto e in verso. Firma e aggiunte manoscritte. 1 Nella sua lettera alla Principessa, lo stesso Moravia ammetteva che nella novella c'erano « alcune crudezze, ma strettamente necessarie e più caste che sia possibile»: cfr. doc. 108. , 2 Ci si riferisce, ovviamente, all'elenco dei testi presentati nella sezione italiana del quaderno VIII. 3 Sull'originale le lettere T e C che precedono le due parentesi sono dattiloscritte con l'inchiostro rosso e anche in seguito, in questa e in altre lettere della Dallolio, alcune parole sono sottolineate in rosso (i vari casi non verranno segnalati in nota). Sul problema dell'alternanza di ton· do e corsivo, cfr. p. 9 e doc. 20. 4 Possiamo ritenere che Marguerite non abbia accolto, o abbia accolto solo in parte, il consiglio della Dallolio, dal momento che, nella sezione francese, le prime 105 pagine ospitano tutti testi (di tre autori diversi) in carattere tondo, cui seguono sei testi poetici in carattere corsivo (per un totale di 18 pagine) e, infine, un testo narrativo, in carattere tondo, di 23 pagine. Presumibilmente, invece, Marguerite tenne conto delle indicazioni della Dallolio per il riordinamento dei testi della sezione italiana, poiché in tale sezione i testi in carattere tondo sono sempre intervallati da testi in carattere corsivo. 5 La sezione italiana del quaderno VIII era aperta dal racconto di V. Pratolini L'amante di vent'anni (cfr. anche docc. 116 e 117). 6 Sull'originale si legge « Stalmann ». Del poeta americano Robert Wooster Stallman furono pubblicate le poesie The Falling Out (in una nuova versione rispetto a quella apparsa sul quaderno VI), The Whistler, The Kiln e The Tempest. 7 Cfr. anche p. 39 The Southern Boy's Song e South, pubblicate sul numero VIII, sono le prime due poesie di Eugene Walter che apparvero su « Botteghe Oscure ». 8 Di Louis Zukofsky fu pubblicato il testo poetico A-11. 9 Evidentemente, nell'ordine dei testi di autori americani compilato da Marguerite, il nome di Tucci era stato posto in coda all'elenco (da notare che, in questo modo, Tucci, italiano di nascita e americano di adozione , si sarebbe trovato esattamente a cavallo tra la sezione americana e quella italiana) . In questo caso, comunque, il consiglio della Dallolio fu accolto da Marguerite e tra i due testi narrativi di Tucci e Pratolini vennero stampate 21 pagine di poesia. 1 Cfr. p. 13. 11 La Dallolio si riferisce evidentemente a Italo Svevo, confondendo il suo nome con quello del suo personaggio. Il vero nome di Svevo era Ettore Schmitz ed egli era nato a Trieste nel 1861, quando la città era ancora sotto il dominio austriaco. 12 Il racconto di E. Smart, The Assumption of the Rogues and Rascals, fu pubblicato alla fine della sezione inglese, dopo le poesie Do Not
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Go Gentle Into Thi:it Good Night e Lament di Dylan Thomas. Da segnalare che nella sezione inglese quello della Smart era l'unico testo in prosa e la sezione americana si apriva poi con otto autorL in versi. 13 Cfr. doc. 59 nota 3. · 14 Alla fine, i due titoli citati nella nota di René Char ebbero la stessa veste tipografica, ma non furono scritti in corsivo, bensì in maiuscoletto. Venne scritto, invece, in corsivo il nome della rivista. 15 Cfr. doc. 59. 16 Di Walter McElroy erano state pubblicate due poesie sul numero VII. Di MacNeice, citato poco oltre, erano apparse poesie sui quaderni IV e VI. 17 Si stampò effettivamente « McCAIG », senza alcuna interruzione. Di Norman McCaig furono pubblicate sul quaderno VIII le poesie End of Any Summer, You went away ed Empty Pool. 18 Hugh MacDiarmid era lo pseudonimo di Christopher Murray Grieve. 19 Con l'espressione « Nei sommari e nelk'brochures » la Dallolio sembra alludere a due còse differenti, ma dobbiamo ritenere çhe ella si riferisse, in realtà, alle sole brochures con i sommari che furono allegate ad alcuni numeri della rivista (cfr. p: 14): infatti, fino alla data di questa lettera, soltanto nelle suddette brochures i nomi degli autori erano stati stampati in carattere maiuscoletto, mentre negli indici premessi ai singoli quaderni i nomi erano sempre stati scritti iri caratteri normali. 2 Come già accennatq, nei primi nove numeri della rivista il margine superiore (e, in qualche caso anche quello laterale) dei fogli era lasciato intonso. Grazie a questa affermazione della Dallolio, apprendiamo che fa decisione di rifilare preventivamente le pagine era stata presa da Marguerite un anno prima della stampa del quaderno X, ma evidenetmente la sua applicazione era stata rimandata per le obiezioni avanzate da De Luca. . 21 In effetti, a partire da_ l quaderno X, i fogli misurarono, in lunghezza circa due millimetri in più rispetto a quelli dei primi quaderni, mentre persero circa due millimetri in larghezza. 22 Come apprendiamo da .questa e da altre lettere della Dallolio, insieme al numero VIII furono pubblicati anche gli estratti dei testi di Bèrnarcl, di Ménard e di . Graham apparsi su quel quaderno (a proposito degli estratti, cfr. pp. 14-15). Come si vedrà, gli estratti di Bernard furono poi numerati da 1 a 100 e si stabilì anche di scrivere, su ogni copia, « 100 exemplaires hors commerce numérotés de 1 à 100 » (ma si veda in proposito doc. 77). Quanto al riferimento ad Agee, nell'Archivio Caetani è stata trovata copia di un estratto con il racconto di James Agee The Morning W qtch, apparso sul quaderno VI: prima del testo, su una pagina bianca, si leggeva la dicitura « Por private circulation », anziché « hors commerce >>, come afferma qui la Dallolio. Non possiamo stabilire, in proposito, se ella, nel ricordare il concetto, avesse fatto confusione sulla lingua utilizzata oppure se su alcune copie si stamparono le diciture in inglese e su altre copie in francese, a seconda delle nazioni cui erano , destinat.e. 23 Nel contratto con Mondadori per la di~ti:ibuzione della rivista in Italia si era stabilito di stampare nel frontespizio di ogni numero la dicitura Arnoldo Mondadori Editore, ma non si era .fatto alcun riferimento agli estratti (cfr. doc. Iòl). Si comprende quindi l'indecisione della Dal, lolio; tanto più éhe si .trattava di copie fuori commercio e quindi sottratte ai normali canali di distribuzione: non a caso, alla fine, sull'estratto di Bernardo non apparve alcun riferimento a Mondadori . • 24 Oato per scontato che « Giorgino » . è il diminutivo di Giorgio Bassani, si potrebbe intendere che il totale di 490 pagine sarà rispettato se
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la sezione italiana (curata da Bassani) rientrerà nei limiti previsti; oppure potrebbe essere sottintesa una preposizione « a » davanti al nome, per indicare che il progetto complessivo del quaderno, così come si etA a poco a poco definito sulla base dei materiali a disposizione, doveva comunque essere sottoposto all'approvazione del redattore. 25 Alla fine si. stampò « LOYCE » senza la dieresi. 26 Era stato René Char a rivelare, nella nota che accompagnava il testo di Bernard, Ma faim noire déjà sul quaderno VI, che Bernard « apprit le inétier d'imprimeur dans l'imprimerie paternelle ». n Questa seconda aggiunta manoscritta non si trova, come la precedente, a fondo pagina, ma è collocata, in parte, trasversalmente sul margine sinistro del foglio e, in parte, capovolta sul margine superiore del foglio stesso.
62. Elsa Dallolio [Roma] 6 ottobre 1951 sabato Carissima, non ti ho risposto telegraficamente perché avevo già mandato tutte le bozze Bernard e ti avevo scritto lungamente giovedl scorso, air mail ed espresso. Oggi avrai certo avuto tutto e spero sarai stata soddisfatta. Il Pratolini è stato inviato subito in tipografia, ma domani ci saranno le bozze che mi porterà Bassani e lo leggerò. Ma sono sicura che se piace a te e a Bassani piacerà pure a me. Scrivo in fretta perché da due giorni mio padre che aveva avuto una febbre molto forte vescicale ha degli incomodi che forse renderanno necessaria una piccola operazione e ho avuto e ho parecchio da fare per tante cose. Con le bozze sono pronta e da lunedì manderemo tutto avanti per impaginazione, titoletti, indici, ecc. ecc. Scusa se scrivo così male Io sto bene, ma sono un po' stanca. Spero però che tutto vada bene date le buone condizioni del malato: può anche darsi che si eviti l'operazione. Ti abbraccio affettuosamente e aspetto ordini e risposte. Come avrai visto abbiamo fatto grandi guadagni di pagine - stampando - sul previsto e siamo - secondo i calcoli tanto miei che di Giorgino a 490 pagine, ma credo qualche cosa di più con l'indice del volume. tua Elsa Un foglio, manoscritto in recto e in verso,
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63. Elsa Dallolio [Roma, ottobre 1951]
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Carissima, ti mando questo Moravia dell'ultimo « Corriere della Sera». Una cosa molto simpatica e buonissima che avrebbe potuto dare a B.O. Glielo potresti dire quando gli scrivi. È vero che il « Corriere '> non gli avrebbe stampato quello che ti ha mandato e hai fatto benissimo anche tu a non prenderla 2 • Ho letto il P.ratolini. Ci sono delle cose buone, ma quelle donne di S. Frediano mi son venute a noia 3 • Vediamo se per B.O. IX si potesse avere qualcosa di Petroni 4 ? Affettuosamente Elsa Foglietto per appunti, manoscritto in recto e in verso. 1
Sul foglietto non è riportata alcuna data, ma il confronto con il doc. 68 permette di stabilire che Io scritto di Moravia apparso sull'« ultimo "Corriere della Sera" » cui fa riferimento qui la Dallolio era la prosa La tavola di pero, pubblicata il 7 ottobre 1951: la missiva peraltro dev'essere stata scritta lo stesso giorno 7 o, al più tardi, 1'8 ottobre. 2 Si ricorderà: il giudizio fermo ed impietoso che la Dallolio aveva espresso all'inizio del doc. 61 a proposito dello scritto inviato da Moravia a « Botteghe Oscure». 3 Sul numero III della rivista era stato pubblicato il racconto di Pratolini Le ragazze di Sanfrediano e anche L'amante di vent'anni si ambientava nello stesso quartiere fiorentino. Cfr. anche doc. 76. 4 Sappiamo che si dovette aspettare il quaderno XIII prima che riapparisse su « Botteghe Oscure » un testo di Petroni, nonostante le ripetute sollecitazioni in tal senso della principessa allo scrittore: cfr. in particolare docc. 29-32.
64. Elsa Dallolio [Roma] 9/10 ottobre 1951 Carissima non devi farti una colpa per il « corpo » o « type » del Bernard, perché l'abbiamo stampato con lo stesso corpo che abbiamo sempre stampato tutto cioè 10 e 12. E se lo guardi con un
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B.O. vecchio te ne accorgi subito. Io non ho tenuto conto che nel Brecht 1 c'erano delle parti stampate piccole, e ho fatto tutto nello stesso corpo. Mi sembra che così stia bene, e credo molto meglio che se si fosse stampato il testo in corsivo e tutte le altri parti in tondo. Le cose di teatro stanno meglio, tipograficamente così. Tu hai più simpatia per il corsivo che per il tondo, e ti pare più bello, e lo vuoi dare ai tuoi preferiti e negare a quelli di cui ti importa poco o niente, (e questo tuo slancio .di affetto tipografico mi è veramente molto simpatico!) ma, carissima Marguerite, se vogliamo stampare con un certo stile dobbiamo attenerci a certe norme 2 • Il Paulhan 3 p. es. non vale un gran che, d'accordo, ma è una di quelle prose poetiche o per lo meno poeticoidi che fanno i francesi, e Ponge 4 che fa più o meno lo stesso genere lo abbiamo sempre messo in corsivo. Non devi credere che il corsivo sia oro e il tondo argento! Naturalmente se poi tu vuoi assolutamente che certe cose siano stampate in corsivo e altre in tondo, quando andrebbero viceversa e lo dici prima, si farà così, ma io non posso che seguire il criterio che ormai ha creato uno stile di B.O. nonché le norme tipografiche che sono internazionali. Per la nota di R.C. al Bernard, se non ti piace come è stata fatta, si può rifare nella pagina che precede La hauteur de la nuit, cercando che sia la pagina di sinistra e che il drama 5 cominci a destra, come è fatto nei Cahiers di Paulhan che ho ricevuto ieri. Ma la nota è così breve che non so come starebbe. Nei Cahiers sono una ventina di righe, in corpo piccolissimo e noi abbiamo 7 righe di corpo più grande che ho paura starebbero un po' male in una pagina bianca, a sé stanti 6 • Ti accludo l'indice definitivo, copia di quello che ho mandato da parte tua a Mondadori (Arnoldo nonché commendatore) 7 • Ricordati che a meno che non lo dica tutto quello che ti mando puoi sempre tenerlo perché in genere ne faccio sempre una copia per me. Non ti preoccupare mai per questo e tieni tutto tranquillamente. Per le date di nascita 8, avrai certo trovato dei nomi che non c'erano nelle liste precedenti perché io ho voluto aggiungere anche quelli di cui avevamo le date ma non il luogo di nascita. Per la Flanner 9 è un errore di copia (di cui mi scuso) ma gli altri, cioè i due Duncan 10 , A.L. Barker, Carruth 11 , Zukofsky 12 , non li ho mai avuti da te, e ho riguardato tutto, cosa facile perché ho un dossier a parte per questi dati e li ho copiati anche sullo schedario degli autori che mi son fatta. Per Graham ho soltanto 1818, Scottish. A proposito di Graham non mi ha ancora mandato le bozze corrette a iersera gli ho telegrafato. Per i nomi scozzesi 13 va bene come hai scritto. Per la nota di Artaud: è una nota complessiva che si mette in
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fondo alla pubblicazione dei suoi scritti per spiegare, In questi casi si mette sempre. Nota al singolare, e credo che forse sta meglio la nota unica in fondo agli scritti e complessiva per tutti, piuttosto che una nota con l'asterisco ad ogni scritto. Dato come è fatta la nota gli asterischi sono inutili perché non c'è possibilità di confondersi ed è sempre riferita la spiegazione al titolo dello scritto o alla data delle lettere 14. Ma se la vuoi diversamente si può fare. Per L'Éperon malicieux, ti ho mandato a parte la bozza di Gallimard dove vedrai che L'Éperon fa parte di una lettera o articolo incompleto 15 che Gallimard pubblicherà nelle opere complete di Artaud 16, e in questo testo è messa quasi come una nota, mentre noi ci abbiamo dato assai più rilievo, come del r~sto meritava. Assieme a questa bozza ti ho anche mandato una delle ultime short stories pubblicata da Moravia sul « Corriere ». Vedrai come è bella e come sarebbe stata adatta per noi! Che traditore! Mi sembra di aver detto tutto quello che c'era da dire. Aspetto le notizie del Bernard pet potere impaginare, e ti abbraccio
Elsa Scusa l'orribile aspetto di questa lettera. La penna ha fatto tali schizzi che ho tagliato il macchiato ... 17 • Dt!e fogli, dattiloscritti nel recto. Firma e aggiunta manoscritte. 1 Sul numero VI della rivista era stata pubblicata, nella sezione francese, La Bonne Ame de Sé-Tchouan, una « parabole dramatique » di Bertolt Brecht, tradotta da Jeanne Stern; in quell'occasione, alcune parti del testo, cantate e non, erano state stampate in caratteri più piccoli. 2 Sul rapporto tra tondo e corsivo cfr. anche doc. 61. Alla fine, per la pubblicazione del dramma di Bernard, si adottò la soluzione prospettata dalla Dallolio: le parti dialogate vennero stampate in tondo, il prologo e le note di scena in corsivo. 3 Marguerite segul anche questo suggerimento della Dallolio e La Peintre devant la toile à raboter di Paulhan fu stampata in caratteri corsivi. Da notare però che un'altra breve prosa di Paulhan, anch'essa di carattere lirico-descrittivo, era stata stampata sul quaderno III in caratteri tondi. 4 Francis Ponge aveva già ,collaborato in due occasioni a « Botteghe Oscure», ma solo uno dei suoi scritti era una vera e propria prosa poetica, mentre l'altro era un testo composito, contenente alcune parti · in versi ed altre in prosa. 5 ~ probabile si tratti di un anglismo, anziché di un errore di ortografia. 6 Anche in questo caso prevalse l'opinione della Dallolio, perché, come si ricorderà, alla fine la nota di René Char venne stampata in fondo alla prima pagina del testo di Bernard: cfr:. doc. 59 nota 3. 7 Molto probabilmente si era voluto fare un atto di cortesia nei con-
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fronti dell'editore-distributore, inviandogli l'indice nel quaderno , prima della sua ·stampa definitiva. Infatti, nel contratto di distribuzione con Mondadori n<;>n ,c'è, nessupa clausola relativa ad una previa approvazione · dei testi da partè della casa editrice (dr. doc. 101). · · · ·8 Come risulta dalla lettera successiva, le date di nascita degli autori che avevano pubblicato su· « Botteghe Oscure » servivano per il prinio indice generale deHa rivista, che inizialmente ~i era pensato di distribuire .. , . . .· insieme al quaderno VIII. 9 Di Hilc:l_egard~ _Flantier fu pubblicata sul numero VIII la poesia Nightingale ·at Orgeval;
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Harry Duncan, già presente sul numero V, collaborò al quaderno VlII con Monodi_es for K.M.F.; .Ronald Duncan _era apparso s_ui quaderni III e VII. . . . , u A.L. _.Barker aveva collaborato al ·qÙaderno IV ed Hayden Carruth ai quaderni II e IV. . · 12 Sull'originale si legge « Zufosky >>. · 13 Cfr. docc. 59 e 61. 14 Cfr. doc. 57 nota 4. Alla fine, la soluzione tipografica adottata risentì solo in parte dei suggerimenti della Dallolio: si evitò, infatti, l'uso degli asterischi, ma si scrisse «Note» al plurale. · --1'5 Cfr. doc. 54 nota 6. Da notare che sull'originale di questa lettera per due volte la Dallolio ha scritto « eperon ». 16 Il primo volume delle Oeuvres complètes di Artaud fu poi stampato da Gallimard nel 1956. 17 Quest'aggiunta manoscritta è collocata sul margine superiore della prima pagina di scrittura.
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Elsa Dallolio [Roma] io ottobre [ 1951 J mattina Carissima, :. ho. avuto ~ra la tua lèttèra dell'8, in due giorni, e non capisco proprio come le bozze che sono partite raccomandata espresso la· sera del 4, non fossero ancora arrivate lunedl 8 1 • Mi dispiace p~r .te_:c½~ le aspettavi con tanta impazienza. _ _ . · Bassani ha accettato il rinvio del Tobino senza dir. nulla, contento del Manfredi, . e cosi siamo a un numero di pagine nor. male 2 • Io ero sicùta che andava a finir cosi, perché era evidente che Tobinò era di troppo, ma Bassani ha tentato... . .. Ti i;ingrazio per quello che mi dici per Papà il quale ha sofferto molto, ma ora sta meglio. Però il chirurgo non esclude che l'operazione si debba fare. È una cosa semplice, che si può fare in casa, ma lui si sente molto avvilito. D'altra parte a 98 anni ha l'inconveniente che in genere si ha a 70 ...
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Ora mi stancc meno e sto bene, ma sono sempre ·piuttosto preoccupata. Oggi faccio il foglietto italiat;10 con le critiche eppoi te lo mando. Forse può servire, ed .è una cosa che si stampa in un giorno 3 • Per quello inglese aspetto da te. Per l'indice delle annate passate penso che ormai lo faremo nel 1952 4 perché manchiamo di molti dati e si ritarderebbe la stampa del N° VIII che per la fine del mese potrebbe esser pronto 5 • Grazie di tutto. Io ti scrivo per tenerti al corrente e farti sentire sempre che lavoriamo insieme. Quello che è successo per gli -italiani in America con B.O. succede per i tuoi americani che compaiono ora in nv1ste italiane. B.O. è un agent straordinario e se tu lo fossi davvero credo si .potrebbe lavorare molto. Ti abbraccio
E. Anéhe stamani -nienti Graham con la posta! Ma dovrà pure rispondere al telegramma 6 • Un foglio, manoscritto in recto e in verso. 1 2
Si tratta evidentemente delle bozze del Bernard: cfr. doc. 61. Sul numero VIII della rivista fu pubblicata la poesia di Antonio Manfredi È voce azzurra del mare, che occupava solo due pagine; mentre fu rinviata al numero IX la pubblicazione del racconto di Mario Tobino Biassoli, che occupava ben venti pagine. 3 Evidentemente, si era pensato di allegare al quaderno VIII anche una raccolta di recensioni alla rivista, apparse in diverse nazioni. In realtà, poi, il « foglietto italiano con le critiche», sul quale la Dallolio tornerà più volte nelle lettere successive, non venne pubblicato, perché da lei giudicato « troppo misero» (cfr. doc. 71), né sono state trovate tracce, in Archivio, di un analogo «foglietto» in inglese relativo allo stesso quaderno. Sono stati rinvenuti, invece, due pieghevoli, uno in lingua inglese e l'altro in lingua francese, impostati in modo parzialmente diffe. rente, ma contenenti entrambi una presentazione della rivista, brani di recensioni critiche e i nomi di numerosi collaboratori · di varie nazioni: non è stato possibile _stabilire chiaramente in quali occasioni vennero stampati tali inserti, ma i riferimenti in essi contenuti permettono. di escludere che quello inglese sia stato rèalizzato prima d~ll'uscita del quaderno .XIV e quello francese prima della pubblicazione del quaderno XVIII . • 4 Esso; come si ricorderà, fu pubblicato solo nel 1953: cfr. p. 12. 5 Il numero VIII usd in realtà il 7 novembre 1951. come risulta dal doc. 73 ; 6 Si tratta di un'aggiunta scritta trasversalmente sul margine sinistro del foglio.
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66. Elsa Dallolio [Roma] 10 ottobre 1951
Carissima, avevo appena mandato ad_impostare la mia lettera che è·saltato fuori un foglietto tuo da una lettera piegata c;oi dati di Norman .McCaig e .di A.L. Ba,rker, quindi nori cercarli e scusami 1, ma in questi giorni ho avuto tante cose da fare che tutte le mie carte sono rimaste un po' disordinate. Ma oggi metto tutto a posto, e presto ti mando il foglietto italiano coi giudizi critici. Intanto molti affettuosi saluti. Elsa Cartolina postale affrancata, manoscritta in recto e in verso. Indirizzata a: Princesse Caetani / 4 rue du Cirque / Paris VIIIéme / Francia. 1
Cfr. doc. 64.
67. Elsa Dallolio Roma 17 ottòbre 1951 Carissima Marguerite, ti ringrazio molto per l'interess·amento per Papà. Ha sopportato molto bene l'operazione e sta meglio ora, ma come anderà a·· finire questa « riparazione » non si sa perché per quanto sia' straordinario come resistenza, ha 98 anni e gli organi logorati non possono riprendere le loro funzioni quando sono consunti. Ho una suora la notte e una infermiera di giorno e ora mi stanco molto meno, dormo e mi pare che ho resistito allo sforzo senza danni. « B. Oscure·» è andato all'impaginazione preparato accuratamente da me e aspetto ora di veder le bozze eppoi anderà in stampa e sarà pronto ai primissimi di novembre, forse anche a fine ottobre. Son contenta che tu abbia scritto a Giorgino che non si sentirà delaissé. Graham ·ha mandato le bozze con elogi per come eràno state stampate correttamente. Speriamo tutto vada bene!
Ti abbraccio e ti ringrazio aricbra scusandomi per questa lettera affrettata e per l'orribile inchiostro della Biro che sputa Lelia ha scritto a Iris 1 e mi '. par:e ·~ Ito st:rena e contenta. Sai che il Pancrazi 2 è stato operato allo stomaco. Tutto è andato bene e si spera che riprenda bene. Fà un tempò piovoso é umidissimo, poco piacevole e malinconico. Quando tornerai a Roma? Ti abbraccio Un foglio, manoscritto in recto
e in verso.
Ci si riferisce ovviamenté a tris -Origo. -' ' ' ., . ·- Si tratta;· evidentemente, del éritico e letterate>' toscariò Pietro Pan-· crazi, che poi mçrl a Firenze nel 1952. · · · · ·· I 2
68. Elsa Dallolio
'··· -[R,,òrtiaJ 2iottobre 1951 Carissima, ho avuto il telegramma e dato subito il via alla stampa delle poesie di Stallman, compreso The Falling Out. Io l'avevo stampata uguale al manoscritto, quindi evidentemente con la riga che manca invece in B.O. VI. ,Se àvessi saputo prima che era una « riparazione » non ti avrei seccato con la mia scoperta 1 • : La brochure francese è in stampa 2 ; mi occorre ora soltanto di avere i prezzi. come ti ho chiesto, e di sapere se vanno bene tutte le indicazioni dei distributors in Francia, U.S.A., e se si deve mantenere Bridel per la Svizzera 3 • Per l'inghilterra tengo solo, come tni hai scritto, W eidenfeld & Niçholson ma non metto sole distributors perché trovo che non vale la pena di limitare le possibilità di distribuire in Inghilterra dove veramente non c'è gran pubblicità intorno a B.O. · benché come pubblicità Jl « Times Lit. Supp. » 4 faccia sempre una certa réclame 5 con le sue recensioni. A questo proposito mi chiedo se tu hai mai pensato··o cercàto di affidare B.O. per la vendita a Londra all'AngloFrench Literary Services, 72, Charlotte street, London .W.L Vedo che fanno sempre molta pubblicità, e B.O. con tanti autori · francesi pubblicati farebbe proprio al caso loro 6 : · Ti sarei grata poi di dirmi o meglio confermarmi se va bene 100 copie di estratti per Roger Bemard e 50 per Ménard. Graham.mi hai detto di rìon farlo, .e mi sembra che hai ragione 7 • Mi ha telefonato ora Moravia per sapere dove era il suo manoscritto e mi ha ..detto çhe lo pensavà· che . a te non sarebbe
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piaciuta la novella 8, e lo aveva detto -a-Bassani che invece creqevà il c:ontrario (??) e che con lui (Moravia) l'aveva lodata ( ! ! ) .· Io· ho· tagliato corto diceridò che a me non sembrava adatta per B.O., c:hé avevo molto ammirato La tavola di pero e te.l'avevo mandata a leggere 9 • Moravia ha risposto che quella era una cosa éorta . e « senza impegno» non per B.O. e ha aggiunto: « La principessa crederà che mi sia· arrabbiato, ma non mi son arrabbi.ato per niente, ne farò un'altra per it numerò di primavera 10 e c'è tempò da pensarci». Dunque mi sembra che non ci sia stata una tragedia... _ _ _ _ Da quanto mi hai scritto· per le brochures io avrei capito che per le francesi bisogna tirarne: · 500 per lè copie da mandare a Parigi 1500 per distributori · a Parigi 30 in copie di omaggio per la Francia Direi dunque di tirarne almeno 2500 copie, no? Se credi vada bene, conferma nella tua prossima lettera. Per Inghilterra e U.S.A. stampare complessivamente 1000 brochures? O stampare quello che occorre per questo numero (_6Q0-70Ò) 11 ? ' ' : Ho tirato fuori da tutte le recensioni le· migliori critiche e fatto ùna ·scelta alla quale aggiungerò il Pasolini e Pancrazi appena I3assani * me li procura. Se credi si può fare un foglietto volante per il numero _che si vende in _Italia, subito 12 • ··• Ti mando quello che avrei trovato finora. Dimmi se ti va bene così. Spero sarai guarita del raffreddore. Hai buone notizie di Lelia? . Papà avviato alla convalescenza; gli harin_o levatp •i punti e tuttq -procede normalmente. _Grazie per l'interessamento ancora molto .., Ti abbraccio Elsa ,:-·* Bassani-dice-che il tedes~o e l'inglese bisog~a tr_ad_tirlo 1 per qn foglietto per l'Italia. Cosa credi? Ho messo solo le critiche per;B.O. rivista, quindi .non guelle per l'antologia. _-
:-.: D~e fogli, dattiloscritti nel recto: Interventi, firma e aggiunta manc:ktitti: · -·' ·· . " ·_ _. . . - · · · _ . 'i Cfr. doc ..6(notà 6.La poesia.già app;rs~ sul nµmero VI, venne stam: pata ;, obi con l'aggiun:ta di un verso nell'ultima strofa. Come si intuisce dalla frase successiva; guel ve1w e.ra già :presente sul manoscritto ·dell'autoi:è .e si comprende .che la Dallolio, pens11ndo evidentemente 1:1d.. una svista del tipografo, non avesse alcun dubbio circa l'opportunità di in:: tegrare la riga mancante, dal momento che in tal modo tutte e tre le strofe risultavano composte dallo stesso numero di versi. In realtà, però, se si leggono le due versioni della poesia, si comprende anche come la
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eliminazione del verso in questione potesse essere stata, a suo tempo, una «riparazione» voluta dall'autore soprattutto per ragioni ritmiche: in effetti, nel numero VIII (dunque, anche nel manoscritto originale) l'ultima strofa presentava ben due casi di anafora (precisamente, tra il secondo e il terzo verso e tra il quarto e il quinto), laddove nessuna anafora appariva nelle due strofe precedenti: pertanto, l'ultima strofa veniva ad assumere un'andatura cantilenante, che contrastava con il resto del componimento e che forse il poeta aveva poi cercato di attenuare attraverso l'eliminazione del quarto verso. 2 Ci si riferisce, ovviamente, alla brochure con i sommari degli ultimi quaderni, che fu allegata al quaderno VIII: cfr. p. 14. Anche nelle lettere successive la Dallolio accennerà più volte a tali brochures, per le quali si eviteranno ulteriori rimandi in nota. . 3 Alla fine, non venne inserito nell'elenco nessun distributore per la Svizzera; vennero però indicati anche per la Svizzera i prezzi di vendita della rivista e dell'abbonamento. . 4 Abbreviazione per « Times Literary Supplement ». In Archivio sono conservate numerose recensioni di « Botteghe Oscure » apparse . sul supplemento letterario del « Times ». 5 Sull'originale; sia qui sia nelle due lettere successive, si legge « redarne» senza accento. 6 La Dallolio si mostra, come al solito, informata e sinceramente motivata a promµovere la diffusione della rivista. In questo caso, il suo suggerimento a Marguerite non sembra aver avuto seguito, poiché non risulta nessuna forma di collaborazione con l'Anglo-French Literary Services; da segnalare invece che, a partire dal quaderno IX è fino all'ultimo numero di « Botteghe Oscure>>, il distributore ufficiale della rivista in Gran Bretagna fu l'editore Hamish Hamilton. 7 Cfr. doc. 61 nota 22. Nelle lettere successive la Dallolio tornerà a riferirsi più volte a tali estratti e casi analoghi non verranno più segnalati ih nota. Vale la pena chiarire fin d'ora, però, che rispetto a Graham Marguerite dovette di nuovo cambìare idea, poiché fu fatto un estratto anche del suo testo. 8 Cfr. docc. 61, 69 e 108 ... 9 Cfr. docc. 63 e 64. 10 In realtà, nessuna novella di Moravia usd sul numero di primavera: una sola opera dello scrittore romano apparve invece diversi anni più tardi su « Botteghe Oscure » e, come si ricorderà, non si trattava di un racconto, bensl della tragedia Beatrice Cenci. 11 Le lettere successive confermano che furono effettivamente stampate delle brochures in ·lingua inglese da allegare al quaderno VIII, ma di esse non è rimasta alcuna copia in Archivio. 12 Cfr. doc. 65 nota 3 . .Non è stato possibile stabilire _con certezza a quali interventi critici di Pasolini e Pancrazi faccia riferimento qui la Dallolio. Tuttavia, possiamo ipotizzare si trattasse di articoli relativi non propriamente a « Bot~eghe. Oscure», bensl a testi di singoli autori che erano apparsi per la prima volta sulle pagine della rivista e solo i11 seguito erano stati pubblicati in volume: per esempio, risulta che Pasolini aveva recensito su « Il Giorhale » il poemetto di A. Bertolucci, La capanna indiana e che' Pancrazi aveva commentato sul « Corriere della Sera » Il mondo è una prigione di Guglielmo Petroni, anche se ovviamente non possiamo escludere che la Dallolio si riferisse qui a recensioni differenti.
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69. Elsa Dallolio [Roma] 24 ottobre 1951 Carissima, ho avuto il tuo telegramma e le brochures tanto francesi che inglesi saranno stampate come vuoi tu, con i sommari dei numeri V, VI, VII, VIII, appena mi dirai anche cosa si deve metter come prezzo per i vari paesi. È tutto pronto e mentre si stampa il N° VIII si stampano subito anche le brochures. Per l'Inghilterra e l'America quante ne stampiamo? Avrai avuto la mia lettera precedente con tutte le domande e anche con il resoconto delle reactions di Moravia. Mi sembra che fossi un po' preoccupata, ma tra gli elogi prima di Bassani, che gli hanno « salvata là faccia», la tua lettera e la mia conversazione telefonica con la quale confermavo che si trattava di un giudizio di opportunità, che non .era adatto per B.O. ecc. ecc., la vanità dell'autore è rimasta salvata e con me, poveretto, si preoccupava a provarmi che « non era arrabbiato con la Principessa» ... Fa un tempo orribile anche a Roma. Spero non sia cosi a Parìgi. Aspetto i tuoi ordini per le brochures e se ti vanno bene le critiche che ho scelto per esser stampate come réclame a B.O. Tanti affettuosi saluti Elsa Un foglio, dattiloscritto nel recto. Interventi e firma manoscritti.
70.
Elsa Dallolio [Roma] Domenica 28 ottobre 1951 Carissima, è più di una settimana · che non ricevo lettere da te e mi chiedo se stai bene? Intanto io ti ho telegrafato oggi per avere aJ •più presto le indicazioni che occorrono. Nella settimana che viene B.O. VIII sarà pronta e vorrei che tutto fosse pronto per spedirla all'estero con le relative l?rqchures francesi e inglesi. Ripeto quindi quello che mi occorre dì sapere:
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1° Ho ordinato 100 estratti di Bernard e 50 di Ménard, ma se tu volessi cambiare quantitativo rispondendomi telegraficamente si arriverebbe ancora in tempo: In ogni modo desidererei avere conferma che queste quantità vanno bene (100 Bernard e 50 M.f.nard). . .. _ . 2° De Luca desidera avere gli elenchi degli omaggi che deve spedire all'estero. Per le spedizioni delle copie di B.O, ,ai :distri:: butori hai scritto a Bracco 1 ? In ogni modo parlerò con lui per sentire se ha avuto ordini tuoi. · 3° La fascia rossa intorno a B.O. VIII sarà fatta di carta più resistente come tu desideri. Ma voreri da te i · nomi che preferisci siano messi poiché è sempre una scelta. A meon che non si metta uno dietro all'altro tutti i nomi nell'ordine dell'indice; • Come vuoi tu 2• 4° · Le brochures . francesi e inglesi sono pronte, manca . solamente l'indicazione dei prezzi all'estero, e non so se tu hai fatto degli accordi per questo coi distributors : Vedi però di non metter tanto poco perché se ti ricordi già ti hanno detto che il prezzo per gli U.S.A. era veramente troppo basso. In ogni modo i prezzi devono esser proporzionati ·secondo le varie monete e il cambio · · medio attuale 3 : • · Ripensando a quelle critiche che ti ho niandato, mi sembra che verrebbe fuori un foglietto un po' magrolino e vorrei cifr.:: care di metter insieme qualcosa di più: Intanto non sappiamo ancora quante copie ha venduto Mondadori. Lui potrebbe fare intanto unpo' di réclame 4 e far fare una recensione «critica>> nei suoi periodici, non ti pare? Bisogna cercàre di far vender B.O; perché non pesi tutto su di te. Mi preoccupa il fatto che tutti i costi aumentano e che non potrai più comperarti le tue am;ite scarpe un ~el giomo se B.O. diventa cosl caq1 ... Lo so che tu non ci pensi, ma io vorrei che non fosse una perdita così forte e che tutta la pena e l'entusiasmo che ci metti fosse ricompensato da una maggior diffusione. Basta, spero che domani mi arriverà una lettera tua. L'ultima era del 17 ottobre , e dopo il telegramma del 23 per aggiungere il sommario del V numero alle brochures non ho avuto più nulla. Ti llbbraccio aff. Elsa Un foglio, dattiloscritto in recto e in verso. Firma manoscritta. 1
Cfr. doc. 14 nota 4. • Alla fine, sulla fascia rossa che cingeva il quaderno fu scritta circa la metà dei nomi degli autori" presenti in quel numero della rivista. La maggior · partè delle esclusioni riguarda il · gruppo degli autorì inglesi e americani; per il-resto, infatti; vennero citati tutti' gli scrittori in lingua francese tranne il giovane_ Erkinger Schwarzenbetg e tutti gli.italiani tr;m-2
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ne Giorgio Soavi (presente sul quaderno VIII con la poesia La vita in una stanza) e Pier Paolo Pasolini. Da segnalare, inoltre, che nella citazione degli autori francesi ed italiani, si seguì, nella fascia rossa, l'ordine con cui essi si incontravano nell'Indice iniziale, mentre tale ordine non venne rispettato per gli autori inglesi e americani. 3 Alla fine, sulla brochure francese allegata al quaderno VIII fu stam· pato il seguente listino-prezzi: France Le numéro Frs. 500 1 An (2 numéros) Frs. 800 » » Lire 850 » » » » Lire 1500 Italie » Sh. 8 » » » » Sh. 15 Angleterre » Suisse » » Fs. 6 » » » » Fs. 10 USA » » $ 2 » » » » $ 3,50 Da notare che in questo caso Marguerite non seguì il suggerimento della Dallolio, perché, come risulta dal confronto con la brochure allegata al quaderno VII, tutti i prezzi rimasero invariati, compreso quello per gli USA. 4 Da segnalare, in proposito, che il contratto con Mondadori per la' distribuzione di « Botteghe Oscure» prevedeva un impegno, da parte della casa editrice, a pubblicizzare la rivista: cfr. docc. 101 e 104.
71.
Elsa Dallolio [Roma] 1 novembre 1951 Carissima prima di ricevere la tua lettera mi ero gia messa d'accordo con De Luca per riguardare tutti i suoi indirizzi. E oggi ho telefonato anche a Bracco che mi manderà tutte le liste, cosi vedrò se ci sono errori in modo che questa spedizione sia esatta e rapida 1• Non ti devi fare alcun scrupolo di chiedermi queste cose perché io le faccio volentierissimo e mi fa piacere di levarti delle preoccupazioni. Quando non sono sicura, chiedo a te, ma in questo tempo di fobbricazione di B.O. VIII ho visto molto spesso De Luca e devo dire che è sempre pronto, gentile e puntuale e a me piace di lavorare con lui perché lo fa seriamente e con passione. Non mi hai detto se volevi tutti i francesi sulla fascia rossa: io metterei i primi 4 o 5 se mettiamo degli inglesi e degli americani solo quelli che mi hai indicato tu: Artaud, Roger, Bataille, Ménard, Comtin, Paulhan 2 • Se avessi altri desideri telegrafa. Per il foglietto italiano sono d'avviso per questa volta di non farlo, e per il prossimo di fare una brochure con un testo, nel quale magari si possono incorporare alcune critiche. Ma cosi come è ora, mi _sembra troppo misero . .
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Ieri è venuto un ragazzo Cantacuzene 3 che sta a Londra ed era molto interessato da B.0. Andava ora in Germania e avrebbe fatto scrivere a te da un suo amicò scrittore che, secondo lui, ha molto talento. Aspetto le liste. Nella settimana che viene tutto partirà, di B.O. Di Gray non ho indirizzo; Kay starà invece a Milano per un anno, alla scuola Britannica, via S. Andrea 5, Milano 4. Theodore Roethke, nel manoscr. ha l'indirizzo 1805, Gratiot Avenue, Saginaw, Michigan. Molti affettuosi saluti Elsa Un foglio, dattiloscritto nel recto. Firma manoscritta. 1 Sulla base del riscontro con il doc. 72 possiamo ritenere che tanto gli indirizzi che la Dallolio doveva riguardare con De Luca quanto le liste attese da Bracco si riferissero ai destinatari degli omaggi dei quaderni precedenti. Tra l'altro, il problema degli omaggi era già stato posto, come si ricorderà, nel doc. 70 e ad esso la Dallolio tornerà a riferirsi più volte anche nelle lettere successive: casi analoghi non verranno più segnalati in nota. 2 In questo caso Marguerite non seguì il suggerimento della Dallolio: cfr. doc. 70 nota 2. Quanto agli autori qui citati per la prima volta, si segnala che i testi di Georges Bataille e di Bernard Courtin apparsi sul quaderno VIII erano intitolati, rispettivamente, L'Amour d'un étre mortel e L'Amour et la Vérité. Roger era, evidentemente, il nome di Bernard. 3 Non è stato possibile decifrare questo riferimento. 4 Sul quaderno VIII furono pubblicate due liriche di Martin Gray, Death of Orpheus e Problem, e tre di George Kay, Turner's Venice, In V enice e T o V enice in W inter.
72. Elsa Dallolio [Roma] 5 novembre 1951 ore 15 Carissima, le fasce I rosse sono già in stampa e con tutti i francesi, meno Erkinger. Così il tuo telegramma che arriva ora mi dà la soddisfazione di aver fatto come volevi tu senza saperlo! Ieri, domenica, sono andata da De Luca a correggerle, in bozza, e oggi stanno stampandole. Ho corretto i nomi che aveva Bracco e che la signorina ha copiato in un quaderno. Ma la signorina stessa mi dice che tu devi avere un lungo elenco di indirizzi, che lei scrisse a mac-
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china e che ti diede e del quale lei non ha copia. De Luca non ha più niente perché ti restitul tutti gli eJenchi. Quindi ti prego di mandare gli elenchi degli «omaggi» che vuoi siano mandati da qui e che saranno spediti in settimana. I nomi che ha scritto la signorina saranno una ventina o poco più e sono stati presi dalle tue lettere, per spedizioni fatte ultimamente di copie precedenti di B.O. Se tu mandi gli elenchi a me li posso tutti saper cosl la signorina fa più presto a spedire. Ha già tutto pronto e la rivista domani o dopodomani è tutta stampata. Tanti affettuosi saluti Elsa Un foglio, dattiloscritto nel recto. Firma manoscritta. 1
Sull'originale si legge « fascie ~-
73. Elsa Dallolio [Roma] 8 novembre 19 51 Carissima, ieri sera è uscito B.O. e subito ti è stato spedito da Bracco e contemporaneamente, come volevi tu, a Char e a Roger Louis 1 • Spero che ti piacerà e che non ci saranno brutte sorprese! Ti accludo una copia degli elenchi come li ho fatti e sono già in mano a Bracco e alla signorina che ha cominciato a spedire 2 • Ho diviso secondo i paesi perché cosl era più facile per loro ed ero sicura che facevano prima la Francia. Ho controllato molti indirizzi, aggiunto nei francesi dove ci mancava l'arrondissement e per Rousseaux 3 ho mandato al « Figaro Littéraire » (visto che c'era un grande? vicino al suo indirizzo privato) e completato l'indirizzo per le « Nouvelles Littéraires » chiedendoli entrambi ai francesi del Cercle 4, qui. Ho completato gli indirizzi che avevo io, ma ora mi mancano, e aspetto da te: Eugene Walter (non c'è indirizzo sul manoscritto). Hugh MacDiarmid idem. Dylan Thomas: io ho un indirizzo vecchio The Boat House, Langharne, Carmarthenshire, Wales. Possiamo mandare Il? Norman Càmeron 5 : lo aspetto da te. Io ho interpretato gli indirizzi francesi che erano tutti cancellati a lapis, tenendo conto di quelli che avevano un segno / con-
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tro. Va bene? Però senza segno c'era Ménard, e siccome non mi pareva possibile, l'ho mandato a quell'indirizzo, rue du Mont Cenis 25, Paris XVIII. Se non ci stesse più, digli che lo reclami. Di nomi senza segno ce n'erano pochi altri, tra i quali Madame Valéry 6, e Charmasson 7 • Tra i nomi inglesi ce n'è uno che ti pregherei di volermi scrivere in stampateJlo perché non son riuscita a capirlo e l'ho copiato « Klimmimuth », ma mi sa di sbagliato e l'ho fatto ,5ospendere per ora. Stamattina ho fatto portare un B.O. a tua sorella 8 e uno a quel bambino di Erkinger che sarà raggiante 9 • Spero domani di vedere Kathleen 10 che, poveretta, è molto raffreddata con questo tempo infame. Ti manderò presto anche gli estratti. Li vuoi tutti a Parigi? Oppure per Graham se ne spedisce un certo numero a lui? Ti abbraccio e sta sicura che sorveglio tutto e vorrei andasse proprio bene 11 • Dove sta a Roma Mrs. Beet 12 ? Lo chiederò a Bracco. Tante care cose Elsa Un foglio, dattiloscritto nel recto. Firma e aggiunte manoscritte. 1 In Archivio sono conservate alcune lettere di Roger Louis, dalle quali si intuisce che egli in qualche modo collaborava con Marguerite Caetani per la distribuzione in Francia di « Botteghe Oscure». 2 Sul problema degli elenchi cfr. doc. 72. 3 Si tratta del critico francese André Rousseaux, collaboratore per lungo tempo del « Figaro Littéraire ». 4 Si trattava probabilmente di un circolo culturale francese con sede a Roma, ma non è stato possibile trovare precisi riscontri in tal senso. 5 Di Norman Cameron era stato pubblicato sul quaderno VIII il testo poetico That weird shall never daunton me. 6 Madame Valéry era, molto probabilmente, la vedova di Paul Valéry, morto nel 1945. 7 Non è chiaro a chi si riferisca la Dallolio; si può forse ipotizzare un errore di battitura ed interpretare Charasson: in questo caso, potrebbe trattarsi della scrittrice Henriette Charasson, moglie del cirtico René Johannet. 8 Si tratta di Katherine Garrison Chapin, sorella minore di Marguerite, poetessa e saggista, che aveva già pubblicato una lirica sul quaderno III e che in seguito avrebbe collaborato ancora alla rivista. Katherine era la moglie di Francis Biddle, importante giurista e uomo politico americano, che era stato Attorney Generai e poi membro del Tribunale Militare di Norimberga. Marguerite aveva anche un'altra sorella, la scultrice Cornelia Chapin, ma sembra indiscutibile qui il riferimento a Katherine, in base al confronto con la lettera successiva. 9 È probabile, vista la giovanissima età dello scrittore Erkinger Schwarzenberg, che si trattasse del primo caso in cui una rivista pubblicava qualcosa di suo. 10 Probabilmente si tratta della poetessa inglese Kathleen Raine, carissima amica di Marguerite e collaboratrice di « Botteghe Oscure».
BOTTEGHE OSCVRE
BOTTEGHE OSCVRE xxv
Spring, 1960 RENi! CHAR , HENlU MICHAUX • JEAN B&AtrntET , RENf MENA.RD , ANDRt FRÉNAUD • GUY LEVIll MANO • GASTON PUEL. P, A. DENOIT • BtrGt1E1TE CHAMPROUX , JACQUES BOREL • FRtotruc DUR!Atl' • PAllL FÉVRIER • JACL''TO
LUlS GVERERA • M, PLEYNET • WALLACE FOWLJE
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VERNON WATKlNS , PATRICK CREAGU • JAMES Rt!SSELL GRANT • KRISRNA BALDE VAID • SEAN O'CRIADAIN GIWAN STONEBAM, THEO LANG , NOEL WOODIN • JORN PRESS, MlDU BROCK , DESMOND O'GRADY, ROBERT MUSIL WlLUAM ARROWSMITH .• JAMES WRIGRT • ROBERT BLY
CLAIRE McALLlSTER , RICRARD O'CONNELL. JONATHAN LEVY , JACK SBOE~fAKER • KENNETT A. LOHF LYNi'fE LAWNER
HAN$ MAGNVS ENZE.'-"SBERGER , NELLY SACHS , RVTH l.ANDSHOFF YORCK , RAlNER BRAMBACH • MAX DENSE RUOOLF PEYER , RlLDE DOMlN , MANFRED Gt:l'NZEL KUNO RAEBER • HEL)ltrr RElSSENBt.l'l'rEL , WERNER
REINERT • UWE JOUNSON FRA..~CO
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RENATO PEDiO • RO~tEO LUCCHESE • UA \\'AJNS'TEIN CEClLlA MA.GGIONI • ltIRIAM CENTO • GIUSEPPE MAZZA.GLIA. l\f. DALMATI e N. RISJ .• GIORGIO BASSA.,1
1. Il primo e l'ultimo numero di Botteghe Oscure, 1948-1960.
2. Marguerite Caetani nel 1958.
3. Giorgio Bassani, 1960 circa.
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4. Il laboratorio di « Botteghe Oscure», nell'abitazione di Marguerite Caetani .
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5. Marguerite Caetani e Giuseppe Ungaretti, 1958.
6. Marguerite Caetani e Guglielmo Petroni, 1955 (foto di Walter Eugen).
7. Iris Origo, 1973.
8. Riccardo Bacchelli a Marguerite Caetani. Milano 27 aprile 1949.
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9. Giorgio Bassani a Marguerite Caetani. Roma 25 maggio 1950.
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Roma ; 28 Maggio lç5J All.a Signora Principessa Margherita
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Cara amica, io conservo di Lei un ricordo delizioso, sebbe1 ne abbia avuto il piacere di vederLa una volta sol.a , qua ndo , nel. 1.945 , ho J.ette a casa Sua U 1 t i m e C o s e • Tanto più mi dispiace di scriverLe J.a presente ; è solo- mi creda - l.a necessità che mi spiJ:Jge a farl.o. Kol.ti m.esi or sono ho dato a B o, t t e g h e O s c u r e un gruppo di miei ricordi - racc o n t i , con prefazio,n e di Carlo Levi • Avevo chiesto il pagamento antecipato, perchè avevo bisogno di sol.di e perchè pensavo che la cosa fosse , per Lei , indifferente , e quasi • Mi son• accontentato di meno della m.età di quanto ne avrei potuto prendere a stampare quelle prose in un giornaJ.e, che voleva pubblicarl.e a :i;:untate e mi offriva 380.000 lire • Ka io desideravo che fossero pubbmicate in B m t t e g h e O s c u r e , che è una rivista aristocratica e nelJ.a quale mi pareva figurassero meglio che in un giornale • Lei mi ha fatto pervenire un acconto ( 62.000 l lire) ; rimangono altre 88.000. - Se non mi trovassi ammalato in una clinica, non avrei avuto il coraggio di s criverLe quresta sollecitazione • Ma , nelle mie condizioni attuali , e con un ascesso che mi impedisce di viaggiare ( d;!, ritornare cioè a Trieste ) mi trovo assolutamente obbligato a pregarLa di regolare questa piccoJ.a pendenza. Ho dei conti da pagare , 'per i quali facevo - e faccio - conto su questo importo. Può ~andarmi l'assegno o con Bassani ( se è a Roma) oppure farlo avere al seguente indirizzo d i ~ Umberto Saba: Presso Lina Saba Giorni: Piazza Campo Marzio 7 • ( Non è l.' indiri:z;:z;o della clinica ; perch~ questa clinica - che è una casa di riposo - non consegna direttamente le lettere ai ricoverati; la sua lettera andrebbe prima a mia figlia, ed il ritardo conseguente aum.enterebbe J.a mia ansia) • Mi scusi tanto, La prego. Le ripeto che , se non dovessi pagare qui la Madre Superiora, che presenta i conti ogni LunedìMartedì della settimana, non avrei avuto iJ. coraggio di scriv,erLe. )(a io devo far calcolo su questo denaro Mi sarebbe tanto piaciuto rivederLa : posso sperarlo ? Io non scendo quasi mai a Roma, perchè - va da sè - non ho una macchina, ed il tram mi stanca. Se il Guo desiderio rispondesse al mio Le dò l'indiri:z;:z;o della clinica~ VilJ.a Elektra, Via della Car.u.l. luccia, 2J.; telefono 37.54.81. ( Sarebbe bene che , al caso , mi telefonasse prima, perchè non vorrei ci fossero altre persone e potrei anche essere momentaneamente uscito, per prendere un caffè, o comperarmi i sigari .•• ), Non si dim.entichi di me , L.a prego e riceva i più affettuosi e cordiali saluti dal. suo devo m.o
[{~., ~ ~ 12. Umberto Saba a Marguerite Caetani. Roma 28 maggio 1953.
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11 Questa riga è stata aggiunta a mano dalla Dallolio nel margine inferiore del foglio. Le brevi frasi successive e la firma sono state scritte invece, trasversalmente, sul margine sinistro. 12 Non è possibile stabilire di chi si tratti, né sapere se il nome è stato scritto correttamente, dal momento che la stessa Dallolio rivelerà, nel doc. 75, difficoltà di interpretazione del nome e di identificazione della persona.
74. Elsa Dallolio [Roma] novembre 1951
1
Carissima, prima che me lo dimentichi - come è già successo con molte precedenti lettere - voglio dirti che Dhotel 2 lo abbiamo stampato senza accento sull'o perché tutti i suoi libri, nonché i suoi articoli, hanno Dhotel e non Dhotel e allora ci siamo uniformati a come fanno in Francia (vedi « Empédocle » e « Critique »),3 • Ho avuto una lunga e carissima conversazione con tua sorella che mi è stata subito simpaticissima. Come se l'avessi conosciuta sempre. Mi ha fatto vedere le fotografie del matrimonio di Lelia e del Suo figliolo 4, e mi ha parlato con tanta tenerezza e ammirazione di te: spero che abbia sentito che ti voglio bene. Ora è arrivata la tua lettera di sabato e sono cosi contenta che B.O. ti abbia fatto buona impressione. Non troverai la dedica à R.C. nella rivista, ai versi di Ménard perché mi avevi scritto in settembre: « Char does not want to have the dedicace 5 to him of the poems of René Ménard - but I want a tirage à part of these poems ~md there it must be put back ». And of course there you'll find it ... Quando tua sorella è partita stava bene; anche Iris 6 che l'hà vista proprio il giorno della partenza me lo ha confermato. Purtroppo non sono potuta andare alla conferenza di Biddle 7, ma mi hanno detto che era brillantissima, e degna di un pubblico maggiore di quello che la pessima organizzazione di quelle manifestazioni del palazzetto Venezia gli ha offerto. Le Notes on Contributors sono utili e divertenti, ma non saprei in che lingua farle Agli americani e agli inglesi non si possono dire, dei loro rispettivi autori, quello che sarebbe necessario al lettore francese o italiano e viceversa. Per farle divertenti poi dovrebbero avere un carattere personale, quasi locale, che ho paura diventerebbe spesso incomprensibile per altri paesi 8• Ma di tutto questo potremo parlare al tuo ritorno e veder
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Epistolario
cosa si potrebbe fare, per il meglio. B.O. è una rivista unica nel suo paese e per questo anche è difficile fare certe cose che in una rivista nazionale p. es. sarebbero facilissime. Non mi hai confermato se l'indirizzo di Ménard è rue du Mont Cenis. E vorrei anche sapere se tutti i 50 esemplari suoi devono essergli spediti, o se ne teniamo almeno una decina qui, a tua disposizione - dal 10 al 20 - p. es. e così per Graham e per Bernard. Molti affettuosi saluti 9
E. Un foglio, manoscritto in recto e in verso. 1 Nonostante nella missiva non venga indicato il giorno di spedizione, il riscontro con le altre lettere rende abbastanza probabile una sua collocazione tra quella dell'8 novembre e quella del 14 novembre. L'8 novembre, infatti, rappresenta sicuramente il termine post quem, dal momento che a quella data Marguerite non poteva aver già ricevuto, osservato e valutato, sia pure sommariamente, il quaderno VIII; l'indicazione del 14 novembre come termine ante quem viene invece proposta con riserva, anche se appare piuttosto verosimile: possiamo ipotizzare, infatti, che la Dallolio aspettasse con ansia di conoscere il parere di Marguerite sul quaderno VIII e desterebbe qualche stupore la mancanza, nel doc. 75, di qualsiasi riferimento a tale attesa, se dovessimo escludere che da questo punto di vista ella era già stata rassicurata dall'amica. 2 Poiché nessun testo di questo autore apparve sul quaderno VIII, è evidente che la Dallolio si riferisce qui alla brochure con i sommari degli ultimi quattro numeri, sulla quale effettivamente si stampò « Dhotel » senza accento circonflesso, come già era stato fatto nel quaderno VII, laddove nei quaderni III e V il nome dell'artista era stato scritto con l'accento. Va rilevato, però, che la scelta della Dallolio, sia pure suffragata, come sempre, da puntuali motivazioni, evidentemente non convinse Marguerite, se è vero che nel numero X si scrisse ancora « Dhotel » nelle pagine del testo ma « Dhòtel » nell'Indice iniziale e in seguito si tornò sistematicamente a stampare il nome con l'accento circonflesso, sia in tutti i quaderni di « Botteghe Oscure» in cui apparvero nuovi testi dello scrittore francese sia nella brochure allegata al quaderno XIII sia, infine, nei due indici generali della rivista. Da notare, comunque, che analoghe oscillazioni nell'uso dell'accento per il nome di questo scrittore si riscontrano anche in altre riviste . 3 Si tratta di due riviste francesi. 4 La Dallolio fa riferimento qui a due nozze differenti: come si ricorderà, infatti, Lelia si era sposata a metà settembre e da alcune lettere di Katherine Garrison Chapin conservate in Archivio risulta che anche le nozze di suo figlio erano avvenute più o meno nello stesso periodo. 5 Forma errata per dedication. 6 Si tratta evidentemente di Iris Origo. 7 Cfr. anche doc. 84. 8 Sappiamo che in fondo a An Anthology of New Italian Writers erano state pubblicate delle sintetiche Notes on Contributors, per presentare ai lettori inglesi e americani i giovani scrittori italiani ospitati nel volume. Come già chiarito, invece, il progetto di stampare nei vari quaderni della rivista delle note bio-bibliografiche relative ai nuovi autori fu realizzato solo parzialmente nel numero XI (e più ampiamente a par-
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tire dal numero XII), forse anche a causa delle perplessità espresse in questa occasione dalla Dallolio. Particolarmente significative appaiono le obiezioni da lei avanzate in relazione al problema della lingua, dal momento che, come si ricorderà, quando le note vennero finalmente realizzate, il carattere internazionale della rivista determinò effettivamente una serie di ripensamenti intorno alla scelta della lingua da utilizzare (cfr. p. 9) . Da segnalare peraltro che anche un'altra osservazione della Dallolio fu in qualche modo recepita dr.gli estensori delle note : si rinunciò, infatti, al proposito di offrire contributi originali e divertenti sui diversi autori, per limitarsi a fornire i loro dati bio-bibliografici in modo telegrafico ed impersonale, volutamente privo di ogni colore locale e di ogni notazione critica. . 9 Quest'ultima frase è collocata trasversalmente sul margine sinistro del foglio, per mancanza di spazio a fondo pagina.
75.
Elsa Dallolio [Roma] 14 novembre 1951 Carissima, anche gli indirizzi ultimi mandati sono a posto e tutte le spedizioni procedono regolarmente. Credi pure che è meglio le faccia Bracco perché quando gli indirizzi sono esatti non c'è molto lavoro da fare, e si divide ogni giorno, perché più di tante cifre non si possono spedire giornalmente, se no la posta le rifiuta. E Bracco oramai ha capitò benissimo tutto. Per l'indirizzo che mi rimandi a Rondon e non London, University of Western Ontario in Canada, devo insistere perché ho controllato col tuo Webster 1 dove c'è l'elenco di tutte le università in U.S.A. e in Canada, e quella di Western Ontario è proprio a London Canada. Ho controllato anche nel dizionario geografico che dice pure: « London, Canada on Thames river N of lake Erie; pop. 78.264; University ». Specialmente se è scritto, è molto facile sbagliarsi, ma credo che il Webster abbia ragione, perché per 2 volte, come University e come Town non può sbagliare, mi pare, un libro stampato. Quella signora che né te né io abbiamo identificato te la mando come me l'hai scritto tu e jo ho creduto di leggere Beet!!!!! Ma chi è? Ieri è venuto Roy Marz, simpatico e pieno di entusiasmi poetici. Sta traducendo i nostri poeti italiani di B.O. e aveva in tasca una trad. di versi di Giorgina, il quale - per caso telefonò mentre Marz era qui 2 • Cosl lo feci venire e parlarono e s'intesero insieme e Giorgine era aux anges.
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Mi ha fatto tanto piacere quello che mi hai scritto di tua sorella. Che peccato che stia tanto lontano; sarebbe· .un appoggio averla qui e la sento cosl sicura e di buon consiglio . ..,. Mi fa proprio un gran piacere di pensare che presto ci rivedremo e che avrai tante cose interessanti da raccontarmi. Ti abbraccio.
E. Un foglio, manoscritto in recto e in verso. 1
È probabile si trattasse di una delle tante versioni aggiornate e, variamente ampliate del lessicografo ·americano N: WEBSTER, A Compendious Dictionary of the English Language, Hartford, New Haven, 1806. 2 Dell'americano Roy Marz vennero poi pubblicate quattro liriche ,;ul quaderno IX. Non è stato possibile invece stabilire a quali traduzioni di Bassani e di altri poeti italiani Marz stesse lavorando, perché esse non furono mai utilizzate per le edizioni di « Botteghe Oscure», né se ne trova altro cenno negli epistolari in lingua italiana o negli indici della rivista . Questa affermazione della Dallolio, comunque, permette di ipotizzare, sia pure con riserva, che dopo il successo di An Anthology of New Italian Writers, e prima che i problemi finanziari si facessero particolarmente pressanti, Marguerite avesse pensato di poter realizzare in seguito un'analoga iniziativa e avesse quindi già provveduto a commissionare qualche lavoro di traduzione.
76. Elsa DalloHo [Roma] 16 novembre 1951 Carissima, 1er1sera sono arrivati tutti gli estratti che sono poi piccole edizioni molto carine e che spero ti piaceranno. Te ne ho mandati subito stamattina 4 di Bernard, 2 di Ménard e 2 di Graham e ne ho tenuti qui per te 12 di Bernard, 8 di Ménard e per ora tutti quelli di Graham. Tutti gli altri Bernard ti saranno spediti poco alla volta da Bracco al quale li ho consegnati stamattina stesso, insieme al pacco per Ménard che gli sarà spedito direttamente. Se quelli che ho tenuto qui per te, pensando che sempre ti servirebbero per omaggi ecc. (cioè 12 Bernard e 8 Ménard) li vuoi a Parigi, dimmelo e li spedisco subito. Ieri sera sono stata da Bracco e ci ho trovato Roffredo 1, molto afflitto per la morte di Gigino Chigi. Bracco aveva sistemato tutto per B.O. e gli ho dato anche gli ultimi indirizzi. So che in Inghilterra è già arrivato B.O. e in perfetto stato. Quel giovane Marz (che starà un anno a Firenze, e mi propongo di procurar-
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gli delle conoscenze utili) mi ha detto che B.O. in America non si trova facilmente e che bisognerebbe fosse vénduto, fatto conoscere di più. Se questo numero VIII e gli estratti ti sono andati bene, sono molto rassicurata, perché questa . volta ho fatto tutto io. Ben Johnson ha guardato una volta gli inglesi, ma mi sono accorta che diverse cose gli erano sfuggite e ci sono rimasta un po' male. Adesso che posso leggere in pace ho apprezzato il Graham. Degli italiani preferisco la Ginzburg 2 a Pratolini che mi comincia a saper di muffa con le sue ragazze di San Frediano, e tutto quel « pezzo »; che Bassani trova così bello, non riesce a ·commuovermi. · Tanti affettuosi saluti anche a Lelia se è già arrivata.
E. Un foglio, manoscritto in recto e in verso. 1
Si tratta del principe Roffredo Caetani, marito di Marguerite. Come si ricorderà, Natalia Ginzburg aveva collaborato al quaderno VIII .con il racconto Valentino e Vasco Pratolini con il racconto L'amante di vent'anni. 2
77 . .~Isa pallolio . [Roma] Venerdi sera 23 novembre 1951 Carissima, ricevo ora la tùa lettera di mercoledì e sono desolata 1 • La colpa non è mia, perché ho qui la bozza con scritto chiaramente 100 exemplaires hors commerce numérotés de 1 à 100, come eravamo d'accordo. De Luca al quale ho telefonato immediatamente dice che in tipografia devono aver sbagliato colla dicitura che ha servito per Ménard (50 exemplaires) eppoi numerato dal1'1 al 100 perché gli esemplari sono 100 e li riceverai poco alla volta, perché Bracco te li ha mandati. Per spedirteli subito io ho · mandato subito il pacco a Bracco, tenendo solo qui per te 12 numeri :::he sono esattamente i numeri 11 - 12 - 13 - 14; eppoi i numeri 37 - 38 - 39 - 40 - 41 - 42 • 43 - 44. In più ci sono quelli che hai avuto da me insieme ai Ménard e Graham e non so che numeri fossero ... Quello che bisogna fare, ora, per riparare naturalmente a Sue spese, dice De Luca è di ritirare tutti i numeri dal 51 al 100. Se ,prima che Lelia riparte con la macchina fossero arrivati, po-
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tresti darli a lei da riportarli qui. De Luca cambierà la dicitura mettendo « il à été tiré 100 exemplaires » e numerandoli da 51 , a 100. Tu dovresti controllare i numeri dei pacchi e metter da parte da 51 a 100 perché certo non si possono dare con la dicitura « numérotés de 1 à 50 » e il numero superiore a 50. Se credi io ti posso mandar subito le dodici copie che ho qui e cosl tu subito avresti 50 copie da distribuire in perfetto ordine da 1 a 50 e in poco tempo anche le altre da 51 a 100, appena le avrai rimandate. Io avrei dovuto riguardare nel pacco, ma confesso che non. ho nemmeno pensato di farlo, poiché le bozze erano esatte e avevo già corretto degli accenti. De Luca è sicuro che i 100 estratti sono stati numerati da 1 a 100, ma bisogna controllare anche questo (basta trovare un numero superiore a 50). Non vorrei che ci fossero due 1, due 2, due 3 e via di seguito ossia una edizione doppia di 50 copie. In ogni modo te li vedrai arrivare tutti. Domando scusa per non aver « guardato » e mi dispiace molto che questo incidente possa averti annoiato. Affettuosamente Elsa Un foglio, manoscritto in recto e in verso. 1 Vale la pena riassumere anticipatamente ciò che si evince, un po' alla volta, dalla lettura dell'intera missiva e dal suo riscontro con le precedenti: erano stati stampati, secondo gli accordi, 100 estratti del testo di Bèrnard, numerati da 1 a 100, e 50 estratti di Ménard, numerati da 1 a 50. Sulle bozze degli estratti di Bernard era stata scritta la dicitura « 100 exemplaires hors commerce numérotés de 1 à 100 », mentre su quelle degli estratti di Ménard la dicitura recitava « 50 exemplaires hors commerce numérotés de 1 à 50 » . In tipografia, però, dopo aver correttamente numerato gli esemplari di Bernard da 1 a 100, avevano sbagliato dicitura, utilizzando quella predisposta per Ménard.
78. Elsa Dallolio [Roma] 2 dicembre 1951 Carissima, grazie per la tua lettera del 28. Bracco spedisce subito i 7 volumi di B.O. in 10 copie per ogni numero a Gotham Book Mart 1, nonché gli omaggi. Mrs. Henry Poor 2 è la seconda o terza volta che me la mandi: io ho
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fatto mandare 1 copia del N° VIII a lei, ma se ne deve avere di più avvertimi. Un'altra indicazione che non ho capito è Madame Fou, senza indirizzo, il che fa supporre che dovrei sapere chi è, ma confesso che lo ignoro, e così pure a Palazzo Caetani ... Chi è? Come già l'ultima volta, anche questa volta Mondadori 3 mette una ventina di giorni o più a dare il volume (che ha avuto 1'8 e il 9 /XI) nelle librerie. E questo è la ragione del non avercelo trovato, nemmeno a Milano. Per il prezzo Mondadori disse che manteneva quello della primavera 4 • Certo che bisognerà fissare se si distribuisce in I talia ai critici, e si manda agli amici tanto prima 5 • Per questa parte ha fatto Bassani, con elenchi dati da lui direttamente a Bracco; io ho mandato in Italia solo a quelli che avevi indicato tu. Lelia e Hubert hanno telegrafato che arrivano martedì sera. Avranno certo avuto bel tempo in Riviera perché anche qui è tornato il sole. Ti ringrazio molto per i libri, ma veramente non saprei cosa suggerire perché non so cosa ci sia. Le « opere » di Artaud sono uscite 6 ? Spero che finalmente Char sia arrivato e che tu possa avere il tempo di parlargli di tante cose prima della tua partenza. Arrivederci e molti affettuosi saluti Elsa Proprio ora vedo annunziato nel « Times Lit. Sup. » 7 che è uscito il 1° volume dei Cahiers di Simone Weil 8 • Vuoi prendermelo? Grazie. Un foglio, manoscritto in recto e in verso. 1 Si trattava di un distributore della rivista negli USA: cfr. doc. 11 nota 5. 2 Non è stato possibile identificare con certezza la signora cui fa riferimento la Dallolio, ma nell'Archivio della Fondazione è conservata una lettera di Bessie Poor, probabilmente una vecchia amica di famiglia, che scrive da New York e si rivolge a Marguerite in tono estremamente confidenziale. 3 Sui ritardi di Mondadori nella distribuzione di « Botteghe Oscure» cfr. anche docc. 11, 103 e 105. 4 Cfr. doc. 70 nota 3. 5 Con ogni probabilità questa frase va collegata all'affermazione contenuta nel capoverso precedente: la Dallolio sembra infatti preoccupata che, distribuendo con tanto anticipo la rivista tra i critici e gli amici, rispetto alla sua uscita nelle librerie, si rischi di vanificare ogni effetto propagandistico, perché una volta che essa sarà finalmente disponibile sul mercato, si sarà già spenta l'eco delle critiche e dei commenti dei primi e più autorevoli lettori. 6 È probabile ci si riferisca al progetto di Gallimard di stampare l'opera completa di Artaud: cfr. doc. 64 nota 16.
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Abbreviazioni! per « Times Literary Supplement ». . Cfr. doc. 52 ·nota 5. La Weil aveva cominciato a scrivere i suoi Cahiers intorno al 1940; una prima raccolta postuma dei suoi pensieri, presentati in forrna antologica da Gustave Thibon, era stata pubblicata a Parigi dalla casa editrice Plon nel 1947, col titolo La pesanteur et la gràce. Lo stesso editore fece poi stampare la versione integrale dei Cahi~rs, che uscirono in tre volumi tra il 1951 e il 1956. 8
79. Elsa Dallolio Vigna Sant'Andrea Borghetto di Grottaferrata (Roma) 27 luglio 1955 1 Carissima:.·Marguerite mi ha fatto un gran piacere di avere la tua lettera e mi sono , anche. vergognata di esser stata tanto pigra da non scriverti pef la prima. , Ma anche qui dove sto all'aria e vivo tranquillamente, l'asma mi perseguita e soffro del caldo. II 1° agosto sarò a Roma e il 3 parto per Lerici, sperando che il mare mi giovi. Il nostro Lapponi 2. me lo consiglia, ora, mentre ai primi del mese preferiva che non mi allontanassi molto da Roma, e per questo sono venuta qui da mia sorella. A Sorrento anderò in autunno, tanto più · · · che ora sono pieni di gente. Mi dispiace che tu abbia tanti fastidi per B.O. e vorrei tanto che trovas.si un vero aiuto, non come sembra si presenti il Mass 3, se · Giuliana '\ ·e le voci che· hai raccolte, sono nel vero: Spero . almeno possa corregger bene le bozze. Umberto 5 mi ha scritto da Londra, ma non capisco se è contento ò no. Bisognerà che si abitui a una vita molto diversa, ma dovrebbe in fondo piacergli molto. Cara Marguerite come vorrei esser più valida e poterti almerio aiutare un poco. Ma la mia cosiddetta 6 salute è còsì poco solida che non mi riesce più di lavorare e mi stanco subito. · Ti abbraccio e spero che avrai un'estate 7 più piacevole e fa. cile di quanto non sia stata finora per te, con tante noie. ·· Auguri per il flat 8 e un abbraccio affettuoso da Elsa Un foglio, m~noscritto z,:z recto e in verso. 1
Il confronto delle date evidenzia che qùesta lettera fo scritta
~
qwisi.
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quattro anni di distanza dal doc. 78 (laddove tutte le lettere precedenti, a_,parte la prima, erano state scritte in .un !\reo di tempo non superiore a quattro mesi). U tono ~olloquiale e i riferimenti, . decisamente prevalenti, alla vita privata delle due donne indicano chiaramente la conclusione di ogni rapporto professionale, come ribadito esplicitamente, è e.on rammarico, dalla Dallolio nella parte finale . della lettera. 2 Si trattava del medico personale dei Caetani e, verosimilmente; anche della Dallolio. 3 Sulla collaborazione dell'americano' Staruey · Moss alla redazione di « Botteghe Oscure». cfr. pp. ,l2:.1Q.. 4 La Dallolio si riferisce probabilmente alla comune amica Giuliana Benzoni: cfr. p. 16. 5 . Si tratta del giornalista e letterato toscano Umberto Morra di Lavriano, più volte citato nella Introduzione, molto amico sia di Elsa Dallolio che di Marguerite Caetani e autore dei volumi L'Inghilterra (1962) e _Col[oquio con Berenson (1963). 6 Sull'originale si legge « cosidetta ». 7 Sull'originale si legge « un estate»- senza l'apostrofo. 8 Possiamò ipotizzare che Marguerite avesse comunicato alla Dallolio un progetto di acquisto, di vendita o di ristrutturazione di qualche appartamento, forse di quello parigino (dr. doc. 54 nota 9): in base al con-. fronte .con .il doc. 82, l'ipotesi deUa vendita appare la più probabile, ma non è stato possibile trovare precisi riscontri in tal senso.
Elsa Dallolio [ Casalecèhio di Reno] 8 ottobre 19 55 Carissima Marguerite, · è passato un, mese ormai da quando pensavo ogni giorno che volevo scriverti, e mi ritrovo sulla via del ritorno a Roma senza averlo fatto! Ma nessuno più di te può perdonarmi e capire che , il silenzio non è proporzionato all'affetto... ,,,__ ·· .Dopo Lerici sono stata una quindicina di giorni a Firenze godendomi l'assenza dell'asma,. guarita a Lerici da una medicina meravigliosa datami dal prof. Lapiccirella 1 di Firenze che rivisitandpmi poi 11-Firenze mi aveva trnvato in molto buone condizioru di salute dopo il pessimo estate. A Bologna ho venduto tutta la terra che avevo e mi sono occupata di sistemare le cose, stando · qui da una vecchia amica di mia madre. Purtroppo il tempo ha «girato» ad un tratto .verso il freddo e l'umido e mi ·sono raffreddata abbastanza sèriamente, tanto che è tornato !?asma e un po' di bronchite e se il medico non era svelto con la- penicillina non sarebbe finito tanto presto; Lunedì finalmente ho trovato uno sleeper e torno a Roma, seccata.di questo infortunio, ma :conterita che· omiaLsia passato·: .: - . -~- -.· .;;· .. : , , : .--:
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Tu come stai? E come vanno tutti i tuoi letterati e il lavoro B.O. che tanto ti occupa sempre, e non sempre con soddisfazione 2 ? Spero che non ci saranno seccature o preoccupazioni in giro. Quando torni a Roma? Ho avuto qui con me mia nipote che mi ha assistito molto bene e che è molto simpatica 3 • Quest'anno che è libera dalla scuola (anderà all'Università) voglio fartela conoscere e sono certa ti piacerà. Arrivederci carissima e un abbraccio dalla tua vecchia amica Elsa Un foglio, manoscritto in recto e in verso, con busta. Carta intestata: Villa Gregorini - Casalecchio di Reno (prov. di Bologna) . Busta indirizzata a: La Princesse Marguerite Caetani / 4, rue du Cirque / Paris VIII / Francia. 1 Toni ancor più entusiastici su questa guarigione aveva usato la Dallolio in una lettera inviata nel mese di settembre ad Iris Origo e da questa riportata nel libro Un'amica, p. 95. Come apprendiamo dalla Origo, Vincenzo Lapiccirella era un importante cardiologo fiorentino. 2 Sull'originale manca il punto interrogativo. 3 Come ci informa Iris Origo nel libro Un'amica, la Dallolio fu sempre molto legata alla nipote Maria Teresa, figlia di sua sorella Gina.
81. Elsa Dallolio [Roma] 6 ottobre 1959 Carissima, non ti ho scritto in questi ultimi tempi perché speravo di' vederti arrivare con Lelia e da lei invece ho saputo che ancora ti fermerai a Parigi. Qui è una bellissima stagione e Ninfa deve esser un sogno. Perché non torni? Non mi piace molto di saperti sola a Parigi. Entro il mese anche il nostro caro Lapponi anderà a Parigi e forse potresti tornare con lui 1 • Sono certa che gli farebbe piacere di viaggiare con te. Io non mi sono mai mossa da Roma nell'estate, e questa immobilità mi ha permesso di fare un periodo di riposo col cortisone; sono oramai più di due mesi che non lo prendo, ma ne sento molto la mancanza e non so quanto potrò continuare. Ho visto il nuovo numero di B.O. 2 di bellissimo aspetto, ma
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ancora non ho letto nulla, all'infuori dell'indice. Morra mi ha detto dell'aiuto che avrai 3 : ne sono felice. Mi manchi molto cara Marguerite; mi piace di sapere che sei a Roma, o a Ninfa, vicina, e le lontananze le amo pochissimo. Intanto, aspettandoti, ti abbraccio affettuosamente Elsa Biglietto manoscritto in recto e in verso. 1 ~ probabile che Marguerite abbia preso in considerazione la proposta della Dallolio, dal momento che annotò di suo pugno, sul margine superiore sinistro del foglio, il nome di Lapponi. 2 Si trattava verosimilmente del numero XXIV della rivista, stampato nel settembre 1959. 3 Dal riscontro con la fettera di Bassani del 19 settembre 1959, si può ipotizzare che la Dallolio si riferisse qui ai due nuovi collaboratori stranieri che per qualche tempo lavorarono alla redazione della rivista: dr. doc. 23.
82. Elsa Dallolio [Roma] 12 agosto 1960 Deatest Marguerite, I know your are in Paris buthave no address and want news, hoping and wishing you in good health. Please write a card. A great hug and ali best wishes from Elsa Nobody has news at Palazzo Caetani. Please send only a card, but do write soon 1• (prière de faire suivre) 2 Cartolina illustrata (veduta di Roma), manoscritta nel verso. Indirizzata a: La Princesse / Marguerite Caetani / 4 rue du Cirque / Paris VIII / (Francia); poi sbarrati e corretti da altra mano il numero civico, il nome della strada (67 Rue Madame), e il numero del distretto di Parigi (6). Lungo la linea che separa le due parti della cartolina, indicazione del mittente: Exp: Elsa Dallolio, Monte Giordano 36 - Roma. 1 Questa aggiunta è stata scritta, con carattere rovesciati, sul margine superiore della cartolina, trasversalmente rispetto al testo vero e proprio. 2 Questa aggiunta è stata scritta ·sul margine superiore della cartolina, accanto al francobollo e sopra l'indirizzo.
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83. ' Giuseppe De Luca Roma 22 dicembre 1949 Principessa, pei;metta che ,quest'anno, tra gl'innumei;evoli auguranti, venga pure il sottoscritto. Ella fu così buona da venirmi a trovare nel mio «antro», principesco veramente e stato appartamento del giovane Chateaubriand, attaché d'ambasciatà 1; io vorrei v<::nire a trovarla, ma sono un selvaggio e mi sembra ché se vengo solo per cortesia non ci so fare e mi riesce una scortesia·; se vengo per amicizia, mi pare che mi do importanza; se vengo per amor di letteratura, è una presunzione. Certo da lei mi piace• rebbe ascoltare tante cose, le vorrei domandare un mucchio di cose: basta, per chiederle di venire una volta 2 ? Buon Natale, e grazie d'essersi anche lei sottoscritta alla mia serie 3, pesantis~ima per i lettori e per me opprimente. Mi abbia suo aff. don Giuseppe De Luca Un foglio manoscritto nel recto. Carta intestata: - Edizioni- di Storia Letteratura. Roma, Via Lancellotti, 18.
é
1 :popo la fillerra, don · Giuseppe De Luca aveva ottenuto in affitto un appartamento nel palazzo Lançellotti, rimasto ininterrottamente fin da allora la sede delle Ediziorii di Storia -e Letteratura. Nel medesimo appartamento aveva abitato Chateaubriand tra il giugno 1803 e il gennaio 1804, quando era stato primo segretario d'ambasciata a Roma. 2 Come ricordava alcuni. anni fa Giorgio Bassani in un cplloquio .con il segretario della Fondazione, don Giuseppe De Luca frequentò poi assiduamente casa Gaetani e la Principessa mostrò semprè ·•in:teresse a:·1 con:· versare con lui di poesia, di politica e di religione. ._ 3 La collana portante della casa editrice fondata da De Luca (intitolata « Storia e letteratura. Raccolta di studi e testi»), avviata nel 1943, era stata concepita come una- setie, alla qualè'· i -.iettori ·dovevano abbonarsi per ricevere, nel tempo, i diversi volumi; L½ibbonamento di Marguerite Caetani era contrassegnato dal numero 178. ·
Don e:;. De Luca è nato a Sasso di Castaldà :(Potenzà) nel 1898 ed è morto a Roma nel 1%2. Scrittç>re ·ed e,rudito, fratello dell'editore Luigi D'e Luca, è stato ordinato sacerdote nel 1923 e si è· occupato sopràttuttò di studi storici e religiosi. Ha collaborato con diverse riviste e_ con-la casa editrice MorceUiana di Brescia e nel 1942 ha fondato egli stesso una piccola ma prestigiosa casa editrice romana, le Edizioni di Storia e Letteratura. Da segnalare la sua Introduzione al primo volume dell'« Archivio italiano per la storia della pietà », che De Luca avrebbe curato e pubblicato presso la sua casa editrice a partire dal 1952.
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84. Luigi De Luca Roma 6 agosto 1952 Gentile Principessa, questa mattina è stato da me il Sig. Bidelle 1 • È una cara e gentile persona e sono stato lietissimo di averlo conosciuto e favorito. Era nel mio ufficio anche il Segretario Generale della quadriennale che ha consegnato al Sig. Bidelle la lettera d'invito a tenere a Roma, una serie di conferenze sull'arte contemporanea, nel corso di manifestazioni artistiche ufficiali che avranno luogo nel Palazzo dell'Esposizioni nell'autunno del 1953 . Con questa lettera il Sig. Biddle potrà ottenere l'incarico per l'Italia. Ho ricevuto daJla Signora Dallolio gli ultimi originali di « Botteghe Oscure» che consegnerò domani sera in bozze. Anche la parte italiana è tutta pronta. Ritornerò a Roma il 25 agosto e se troverò pronte le bozze corrette in pochi giorni impagineremo il fascicolo 2 • Ancora non so nulla del mio viaggio a Parigi: La terrò informata. Buona villeggiatura. Grazie di tutto e devoti ossequi dal suo [dev.] Luigi De Luca Ancora nulla di degno per la vendita dei quadri: sono in trattative 3• Un foglio, manoscritto in recto e in verso. Carta illustrata: Istituto Grafico Tiberino Editore in Roma - Uffici: Roma, Via Gaeta, 14 - Stabilimento: Tivoli, Via Empolitana. 1 Cfr. doc. 73 nota 8 e doc. 74. 2 De Luca si riferisce qui molto probabilmente alla preparazione del numero X della rivista, che uscl nell'autunno del 1952. 3 Questa frase aggiuntiva non è stata collocata, per ragioni di spazio, sotto la firma dello scrivente, ma, di traverso, lungo il margine sinistro del foglio. Quanto al contenuto della frase, si può ipotizzare che Marguerite, pressata da qualche urgenza finanziaria, avesse deciso di vendere dei quadri, incaricando De Luca di trovare qualche acquirente. L. De Luca è nato a Sasso di Castalda (PZ) nel 1907 ed è morto a Roma nel 1960. Titolare dell'Istituto Grafico Tiberino, è stato editore di diverse riviste letterarie (« Lettere d'oggi », « Letteratura », « Il Costume», « Lo Spettatore italiano», « Tempo Presente» ecc.), oltre che di « Botteghe Oscure » (cfr. Introduzione, in particolare pp. 55-56). Notevole, e progressivamente crescente, l'interesse di De Luca per il mondo delle arti figurative: è stato l'editore della rivista «L'Immagine» (realizzata da C. Brandi, G. Macchia, L. Magnani> G. Raimondi, T. Scialoja
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e R. Vlad tra il 1947 e il 1949), ha creato una collana di monografie su pittori e scultori italiani (Artisti d'oggi), ha pubblicato cataloghi e saggi critici su vari aspetti e momenti dell'arte italiana e internazionale; ha collaborato alla Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma e ha curato personalmente l'organizzazione di varie mostre.
85. Luigi De Luca [Roma] 22 luglio 1955 Gentile Principessa, oggi, per pacco espresso, le ho spedito le bozze dell'intero fascicolo di « Botteghe Oscure » 1• Spero di poter iniziare la stampa per i primi di agosto in modo da poter distribuire il fascicolo per i primi di settembre. Alla mostra di Junker 2 ho preso il quadro da 100 dollari. È molto bello e sono certo che rimarrà sodidsfatta della mia scelta. Sempre a sua disposizione e con i migliori auguri di una buona estate devotamente la ossequio suo [obblig.mo] Luigi De Luca Un foglio, manoscritto in recto e in verso. Carta intestata: Istituto Grafico Tiberino Editore in Roma - Uffici: Roma, Via Gaeta, 14 - Stabilimento: Tivoli, Via Aniene, 4. 1 Il fascicolo alla cui pubblicazione De Luca fa riferimento in questa lettera è, evidentemente, il numero XVI della rivista, che fu stampato nell'autunno del 1955. 2 Forse De Luca si riferisce al pittore tedesco Hermann Il Junker, nato a Francoforte nel 1867, ma si tratta di una ipotesi non suffragata da sufficienti riscontri, visto che diversi artisti con questo cognome sono vissuti tra il XVIII e il XX secolo.
86. Luigi De Luca Roma, 12 agosto 1955 Gentile Principessa, ho visto Moss 1 e ci siamo accordati per l'ultima revisione del-
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le bozze. Con Bracco 2 ho stabilito la tiratura del fascicolo 3 • In tutto saranno tirate 3.800 copie e precisamente: 1515 per l'America. 550 per l'Inghilterra; 450 per la Francia; 100 per Liberma 4; 1035 per l'Italia e il deposito e 200 per il Messico. Nel caso che fosse necessario modificare le cifre stabilite mi scriva subito. Ho preso nota degli estratti da tirare 5 e ho provveduto a stampare a pag. 6 della Rivista, con i caratteri da Lei scelti, la notizia del nuovo distributore in U.S.A. 6 • Per la fascia 7 mi atterrò al Suo modello con i risvolti ripiegati nell'interno e non incollati. Credo di averLa rassicurata su tutto; se ci fossero dei dubbi voglia darmene notizia per espresso. Io partirò lunedì 15 e sarò a Roma per il 28 di agosto. Sempre a Sua disposizione e tanti devoti ossequi dal suo Luigi De Luca Un foglio dattiloscritto nel recto. Interventi e firma manoscritti. Carta intestata: Istituto Grafico Tiberino Eritore in Roma - Uffici: Roma, Via Gaeta, 14 - Stabilimento: Tivoli, Via Aniene, 4. 1 2
Cfr. pp. 39-40 e doc. 79 Cfr. doc. 14 nota 4. 3 Si tratta del numero XVI della rivista. 4 Liberma era una libreria romana, alla quale la rivista si appoggiò, almeno per qualche tempo, per le vendite, come risulta anche dalla brochure allegata al quaderno VII. 5 In Archivio non è rimasta copia di estratti dal quaderno XVI: cfr. p. 14. 6 In fondo alla p. 6 del quaderno XVI, sotto l'elenco dei distributori, si legge: « Notice / Beginning with the succeeding issue, XVII, Spring, 1956, "Botteghe Oscure" will be distribuited in the United States by The Noonday Press, 17 Union Square, New York City 3, N.Y. ». Sui problemi della distribuzione della rivista negli USA cfr. anche doc. 11 nota 5. 7 Cfr. doc. 14 nota 5.
87. Luigi De Luca Roma, 4 ottobre 1956 Gentilissima Principessa, Le sono grato e La ringrazio del telegramma e della lettera: la Sua soddisfazione per l'ottima riuscita di questo fascicolo 1 è stato il migliore premio per il mio lavoro. Le hò fatto spedire oggi una copia della rivista con la sovracopertina in francese 2
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(ne ho tirate 700 copie) e con la pubblicità Mattei 3. Il foglietto con i sommari non è stato stampato e tutte le copie dell'edizione francese sono state già consegnate allo spedizioniere. Comunque se Lei crede necessario aggiungere alla rivista il foglietto posso stamparlo in pochi giorni e inviarlo al distributore francese 4 • Anche tutti gli estratti 5 sono stati consegnati al Signor Bracco. L'assegno di mille dollari 6 del 7 settembre mi arrivò puntualmente. La ringrazio e mi permetto pregarla di inviarmi, se è possibile, ancora un acconto. Mi sarebbe di grande aiuto. Se la mia richiesta dovesse crearle delle preoccupazioni, non ne tenga conto. Le scrivo a macchina perché la mia calligrafia è di difficile lettura. Sempre a Sua disposizione e con devoti ossequi mi creda suo [dev.] Luigi De Luca Un foglio, dattiloscritto nel recto. Interventi e firma manoscritti. Carta intestata: Istituto Grafico Tiberino Editore in Roma - Uffici: Roma, Via Gaeta, 14 - Stabilimento: Tivoli, Via Empolitana. 1 Si tratta, evidentemente, del numero XVIII della rivista, che era stato pubblicato nel mese di settembre 1956. 2 A proposito delle sovracopertine cfr. p. 18. Da segnalare che in tutte le sovracopertine conservate in Archivio sono riportati brani di recensioni in lingua inglese, tranne in quella del quaderno XVIII, scritta interamente in francese. Non possiamo escludere che, almeno in alcune occasioni, siano state realizzate per uno stesso quaderno sovracopertine in lingue diverse, a seconda delle nazioni a cui erano destinate. D'aitra parte, visto che tutte le sovracopertine del quaderno XVIII attualmente a disposizione sono scritte in francese e tutte le altre sovracopertine sono in inglese, è difficile pensare ad una pura coincidenza; possiamo ritenere allora che la redazione, avviando con il quaderno XVII l'iniziativa delle sovracopertine, avesse inizialmente pensato di alternare nel tempo l'uso delle varie lingue (almeno di quelle inglese e francese), realizzando la prima sovracopertina in inglese e la seconda in francese, ma si fosse poi decisa ad utilizzare esclusivamente l'inglese nei quaderni successivi, secondo una tendenza che abbiamo visto caratterizzare più in generale le scelte della rivista (cfr. p. 34) . 3 Cfr. p. 65 nota 11. 4 È probabile che Marguerite abbia deciso di soprassedere, dal momento che in Archivio non c'è traccia di una brochure allegata al quaderno XVIII; non possiamo escludere però che all'ultimo momento ne sia stato tirato un numero limitato di copie e che esse siano state utilizzate interamente per le spedizioni. 5 In Archivio è conservata copia di due estratti dal quaderno XVIII, relativi, rispettivamente, a Eleven Poems dell'olandese Hans Andreus e alla prosa Dear Sisters dell'americano Norris Lloyd. 6 Si trattava, per quegli anni, di una somma considerevole'; stupisce, pertanto; che a tale affermazione segua la richiesta' di un ulteriore. sac~
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conto, sia pure accompagnata dallo scrupolo di non creare preoccupazioni alla Principessa (e parole del tutto simili userà De Luca nella lettera successiva, per sollecitare ancora una volta l'invio di denaro).
88. Luigi De Luca Roma, 9 ottobre 1957 Gentile Principessa, voglia scusarmi del ritardo nel rispondere alla Sua lettera. Sono stato lontano dall'ufficio per qualche giorno a causa di un attacco di influenza. Non era asiatica, ma ugualmente noiosa. Ha ricevuto il fascicolo XX? A me pare il più bello di tutti 1 • Ho già consegnato a Tartaglia 2 le copie per l'America. Accludo il conto del fascicolo XIX con l'estratto completo. Il conto del fascicolo XX seguirà fra qualche giorno: aspetto di aver ultimato la consegna delle copie. È possibile avere una Sua rimessa? Mi aiuterebbe molto. Mi spiace tanto darLe fastidio e se la mia richiesta dovesse crearle delle preoccupazioni, non ne tenga conto. Spero rivederla presto a Roma. Devoti ossequi dal suo [dev.] Luigi De Luca Un foglio, dattiloscritto nel recto. Interventi e firma manoscritti. Carta intestata: Istituto Grafico Tiberino Editore in Roma - Uffici: Roma, Via Gaeta, 14 - Stabilimento: Tivoli, Via Aniene, 4. 1 È piuttosto improbabile che il giudizio di De Luca riguardi la qualità complessiva dei testi inseriti nel quaderno XX, perché in genere egli si asteneva da tali valutazioni. D'altra parte, anche la veste tipografica del volume non appare particolarmente originale, rispetto almeno al numero precedente, nel quale erano già state introdotte alcune novità, prima fra tutte la riduzione dell'interlinea nella stampa dei testi in prosa: vero è che questa scelta non si era tradotta, almeno inizialmente, in un effettivo risparmio sui numeri di pagina complessivi e, quindi, sui costi generali di edizione; al contrario, essa fornl probabilmente a Marguerite una giustificazione per accogliere un maggior numero di testi, col risultato che i quaderni XIX e XX furono in assoluto i più voluminosi in tutta la storia della rivista e, quindi, verosimilmente, anche i più onerosi per le finanze dei Caetani. Possiamo insinuare, pertanto, che scopo principale di De Luca, nel lodare il nuovo quaderno, fosse proprio quello di predisporre la Principessa ad accoglierlo favorevolmente, prima di inviarle il dettaglio dei costi. 2 Si trattava di uno spedizioniere.
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89. Giulio Einaudi Editore Torino, 15 luglio 1950 Gentile Principessa, Le siamo cordialmente grati per la Sua cortese segnalazione. Leggiamo sempre con grande piacere la Sua bella rivista. Abbiamo letto con vivo piacere e interesse il racconto della Buy Fazzini 1 : cosa veramente delicata, fresca e originale. Non possiamo, però, pensare a stamparlo: è troppo breve, e anche troppo « lieve » per essere un libro. La ringraziamo comunque e La preghiamo di segnalarci sempre quanto Le sembra degno d'interesse. Molti saluti cordiali. p. Giulio Einaudi Editore [ ... ] 2
Un foglio, dattiloscritto nel recto. Firma manoscritta non autografa. Carta intestata: Giulio Einaudi Editore - Torino Corso Umberto, 5 bis. A sinistra dell'intestazione, emblema editoriale. Indirizzata a: Principessa Margherita Caetani / Via Botteghe Oscure 32 / Roma. 1 2
Cfr. doc. 92. La firma manoscritta è difficilmente identificabile.
G. Einaudi è nato a Torino nel 1912. Figlio del grande economista e politico Luigi Einaudi, nel 1933 ha fondato la prestigiosa casa editrice omonima, che è divenuta ben presto un punto di riferimento e un polo di aggregazione per i letterati e gli intellettuali antifascisti e anche nel dopoguerra si è mantenuta sempre al centro del dibattito politico e letterario. Da segnalare che tra i più assidui collaboratori della casa editrice vi furono, oltre a Bassani, alcuni degli altri scrittori più significativi apparsi su « Botteghe Oscure», da Cassola a Calvino, alla Ginzburg, alla Morante.
90. Giulio Einaudi Editore Torino, 30 marzo 1951 Gentile Signora, il Suo desiderio di affidare alla mia casa la distribuzione di « Botteghe Oscure » mi onora e . mi procura un vivo piacere
1
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Nell'attesa di incontrarmi con lei appena possibile, mi sembra che, sulla traccia della lettera ricevuta dal Dott. Muscetta 2, i punti dell'accordo potrebbero essere press'a poco questi: a) L'intera tiratura di « Botteghe Oscure » sarebbe messa a nostra disposizione con lo sconto del 50% sul prezzo di copertina 3 • b) La Casa s'impegnerebbe a garantire una vendita complessiva minima di 500 copie, compresi gli abbonamenti, nel caso in cui gli abbonamenti attuali siano almeno 200; meglio ancora, il minimo si potrebbe concordare appena in possesso di tutti gli elementi necessari, o dopo un esperimento di sei mesi. Il corrispettivo di queste copie Le sarebbe versato a quattro mesi dalla data del ricevimento da parte nostra della tiratura di ogni quaderno; le copie vendute in eccedenza Le sarebbero liquidate a parte 4• c) Lei curerebbe la stampa, con tutti gli oneri connessi, di due volumetti di poesie (di 50-100 pp.) all'anno, che apparirebbero colla sigla della mia Casa, possibilmente congiunta con quella di « Botteghe Oscure ». Questi volumi sarebbero messi a disposizione nostra per la diffusione con lo sconto del 50%. I volumetti sarebbero scelti di comune accordo da Giorgio Bassani e Carlo Muscetta, con l'intesa che essi, presa una decisione, dovranno chiedere all'editore un ultimo consenso che sarebbe accordato entro il giro di pochi giorni. Sarebbe pure inteso che in testa ai volumi verrebbe apposta la scritta: « Collezione di poesia diretta da Muscetta e da Bassani ». d) La Casa s'impegnerebbe a garantire una vendita di 500 copie di ogni volumetto, con pagamento metà a sei mesi e metà a dodici me5i dalla data di ricevimento delle copie; per gli esemplari venduti in eccedenza ai primi 500, il corrispettivo sarebbe liquidato a parte 5. e) Sulla presentazione editoriale dei volumi e per quanto riguarda i prezzi di vendita dovrebbe essere sentito il parere dell'editore 6 • f) La distribuzione in libreria dei quaderni e dei volumetti non verrà effettuata isolatamente ma col gruppo di Edizioni Einaudi in spedizione alla fine di ogni mese. g) .Il contratto avrebbe la durata di due anni 7 e potrebbe essere in seguito rinnovato di anno in anno. Credo di non aver dimenticato nulla. Lieto di potermi presto incontrare con Lei, La prego di accogliere l'espressione della mia sincera stima e devozione. suò obbligatissimo Giulio Einaudi
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Un foglio, dattiloscritto in recto e in verso. Interventi manoscritti. Firma dattiloscritta e manoscritta. Carta intestata: Giulio Einaudi Editore - Segreteria Editoriale - Torino Corso Umberto 5 bis. A sinistra dell'intestazione, emblema editoriale. Indirizzata: Principessa Margherita di Bassiano / Palazzo Caetani / Via Botteghe Oscure 32 / Roma. 1 In realtà, come si ricorderà, l'accordo con Einaudi per la distribuzione di « Botteghe Oscure» non fu mai realizzato, mentre il contratto venne siglato con la Arnoldo Mondadori Editore: cfr. p .... e doc. 101. 2 Il critico Carlo Muscetta collaborava all'epoca con la casa editrice Einaudi in qualità di consulente. 3 Da questo punto di vista, il contratto stipulato con Mondadori presentava condizioni più vantaggiose per « Botteghe Oscure», dal momento che alla casa editrice veniva riconosciuta una percentuale del 45% sul prezzo di copertina di ogni copia venduta. 4 Nel complesso, come si vedrà, le condizioni poste in questo paragrafo sono analoghe a quelle offerte dalla Mondadori. 5 Le condizioni esposte nei paragrafi c) e cl) non trovano alcun corrispettivo nel contratto stipulato con Mondadori, che riguardava esclusivamente la distribuzione dei quaderni della rivista. È lecito ipotizzare che la proposta formulata da Einaudi al paragrafo c) fosse risultata particolarmente sgradita alla Principessa, non solo e non tanto perché l'avrebbe impegnata stabilmente ad ulteriori esborsi economici, ma forse soprattutto perché all'onere finanziario non sarebbe corrisposta quella totale libertà di iniziativa, quella possibilità di accogliere e respingere testi secondo il proprio gusto, quel privilegio di avere sempre « l'ultima parola» sulle scelte editoriali della rivista, che doveva rappresentare per Marguerite una delle maggiori gratificazioni della sua attività di mecenate. 6 Anche in questo caso, il contratto con la Mondadori offriva maggiori vantaggi, dal momento che la casa editrice non avanzava alcuna pretesa relativa alla presentazione editoriale dei volumi ed accettava i prezzi di vendita fissati dalla Principessa. 7 Anche il contratto con Mondadori aveva durata biennale.
91.
Luigi Einaudi Roma, lì 5 luglio 1950 Cara Principessa, La ringrazio per il cortese omaggio del quaderno V di « Botteghe Oscure» e per l'edizione americana dell'Antologia dei nuovi scrittori italiani 1 • La collezione di « Botteghe Oscure » si è cosi accresciuta di due nuove pregevoli opere, eccellente testimonianza del fine gusto artistico di chi ha avuto l'iniziativa dell'impresa e ne prosegue tanto. intelligentemente l'attuazione.
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Nell'augurarLe che il _meritato successo di « Botteghe Oscu.
re>> trovi sempre maggiori consensi, La prego di credermi,
molto cordialmente, suo dev.mo · Luigi Einaudi Un foglio, dattiloscritto nel recto. Congedo e firma manoscritti. Carta intestata: Luigi Einaudi. Indirizzata a: Principessa Margherita Caetani di Bassiano / Via delle Botteghe Oscure, n. 32 / Roma. ) Einaudi si riferisce ovviamente a An Anthology of New Italian · Writers.
L. Einaudi è nato a Carrù nel 18-74 ed è morto a Roma nel 1961. Docente di Scienza delle Finanze, giornalista, senatore dal 1919, esule in Svizzera nel 1943, nel 1945 ha ricevuto l'incarico di governatore della Banca d'Italia. Deputato liberale alla Costituente, poi ministro del bilancio, dal 1948 al 1955 è stato Presidente della Repubblica.
92. Anita Fazzini Roma 12 maggio 1950 _ Gentile Principessa, anche. con tanto ritardo riceva tanti ringraziamenti e tutta la mia riconoscenza. I beifiori m'hanno 1 rallegrata. I due volumi di « Botteghe oscùre » col mio racconto 2, mi hanno fatto spe-· rare in .~n domani migliore, più ricco delle mie attività d'un tempo-_- -e poì ì due pacchi di medicine!. .. Queste devono compiere il miracolo se no i9 vado-molto male. La bimba è belìina e ·saha --- l'abbiamo chiamata Barbara. Il racconto cosi ad~tta'to 3- è punto, ho idea che _si senta molto che 4 è up. frammento 5, però. Ho molto desiderio di scrivere è' sè:tivo anche ma la più nera malinconia e il più nero pessimismo mi portano a una specie 6 di decadenza. Devo sempre superare ·questè:·povertà del corpo. Mi ricordi qùakhe volta. Io la saluto e ringrazio c:on tutto il mio affetto.
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Anita Fazzini Un foglio, manoscritto in recto e in verso.
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1
Sull'originale si legge: « m'ànno ». Il racconto della Fazzini Un rimpianto terreno era st'atQ pubblicato sul quaderno V èff « Botteghe Oscure>). ·· . · ··· 3 Come risulta dal riscontro con le lettere di Niccolò Gallo (cfr. docc. 97 e 98r, gli _adattamenti furono realizzati dalla scrittrice sulla base dei suggerimenti e delle indicazioni fornite dallo stesso Gallo . 4 . Sull'originale si legge la forma apostrofata «che'». 5 Come si vedrà, Gallo aveva proposto ampie soppressioni del testo originale. 6 Sull'originale si legge « spece ». 2
A.
Buy Fazzini è nata a Domod~ssola nel 1914 ed è morta nel 1997. Moglie dello scultore Pericle Fazzini, ha collaborato in una sola occa: sione con « Botteghe Oscure», nel 1950. Solo nel 1958 avrebbe pubblicato il suo primo volume, Ritorno in pianura, Editrice Ceschina, Varese, vincitore del Premio Viareggio « Opera Prima».
93. Franco Fortini Milano, 8 gennaio 19 51 Gentile signora, la ringrazio molto delle sue cortesi paro!~ per la mia poesia 1 ; vorrei saper fare molto meglio, ma il limite non è (se non è troppo orgoglio) dell'ingegno, ma del carattere. Vedrò se mi sarà possibile dare, per l'autunno, una narrazione al mio amico Bassani ed alla sua rivista 2 • . .. Ho ricevuto oggi il libro di Char 3 e la ringrazio moltissimo. Ho letto, di Char ed ho, Feuillets d'Hypnos e Seuls demeurent 4 • Ho tentato anche la traduzione di alcuni passi di Seuls demeurent. Amo molto questo poeta. Recentemente, ad un articolo di Montale che citava Le loriot, risposi con una nota sull'« Avanti! » di Milano, facendo una piccola questione filologica a proposito appunto del « loriot » 5 • E sono molto amico di persona che è intima di Georges Mounin, l'esegeta di Avez..vous lu Charl 6• Mouhin e quel mio amico sono insieme a . Aix-en-Provence, e Moµnin è curiosissim,o di tutto quel che riguarda Char. · Nelle mie rare visite a Parigi ho conoscillto Queneau, Eluard 7, Frénaud 8, Sartre; ma non Char. Ptendo dunque appunto del suo indirizzo. In quanto all'editore Seghers 9, giorni or sono un lòcale « Cèntre Français d'Informations » ci ha convocati per la nostra opinione su di. una antologia di poeti contemporanei italiani tradot• in.tende. pllpbliçare. ti in francese, che Seghers . •.
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Mi auguro, signora, di poterla salutare quando abbia occasione di passare per Roma. Mi creda suo Franco Fortini Franco Fortini Via Milazzo, 10 Milano Un foglio, dattiloscritto n.el recto. Firma manoscritta. 1 È assai probabile che la parola « poesia » sia qui da intendersi in senso astratto: infatti Fortini aveva recentemente inviato alla rivista non una .ma almeno tre liriche (Logoi Christou, Il tarlo e Congedo, · J>ubblicate poi sul quaderno VII, nella primàvera 1951), che si aggiungevano a quelle già apparse ·sul numero IV. Altre poesie (Versi per R; e Sestina a Firenze) furono stampate poi sul quaderno XII. 2 Il racconto di Fortini Sere in Valdossola fu pubblicato nel quadei;s no IX, nella primavera del '52. 3 È possibile che Fortini si riferisca qui ad Art Bref o a Lù Malinaux, pubblicati entrambi nel 1950. · 4 · Si trattava di · due opere pubblicate, rispettivamente, nel 1946 e nel 1945. • 5 Le loriot era il titolo di un brevissimo componimento in versi scritto da René Char nel 1939 e inserito in Seuls demeurent. 6 Il saggio di Georges Mounin era stato pubblicato da Gallimard nel 1946. Un estratto da quel saggio sarebbe poi apparso .in traduzione nella raccolta René Char's Poetry - Studies, pubblicato nel 1956, come si ricorderà, per le edi~ioni di « Botteghe Oscure». 7 Sull'originale si legge la forma « Quenau ». 8 Diversi testi poetici di André Frénaud sarebbero poi apparsi su « :aotteghe Oscure». . . ... . . _ . 9 Si trattava del poeta francese Pierre Seghers, che aveva fondato l'omonima casa editrice nel ·1944_ ··
F. Fortini (pseudonimo di Franco Lattes) è nato a Firenze nel 1917 ed è morto nel 1994. Poeta, p.arratore, saggista, polemista, traduttore, ha iniziato la sua intensa attività culturale collaborando alla rivista « La Riforma Letteraria » di Giacomo Noventa .. Dopo aver partecipato alla lotta partigiana in Val d'Ossola, si è stabilito a Milano, dove è stato redattore .· del « Politecnico ». Ha collaborato in quattro occasioni con « Botteghe Oscure», tra il 1949 .e il 1953. In precedenza, aveva pubbli- . cato la raccolta di poesie Foglio di via e altri versi (1946) e la prosa Ago. nia di Nata!~ (1948). Della sua vasta pr<Xluzione degli anni '50 ricordiamo le raccolte di poesia Una facile allegoria (1954), I destini generali (1956), Poesia ed errore (1959) e i saggi Dieci inverni, 1947-1957 (1957)' e Il movimento surrealista (1959).
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94. Franco Fortini Milano, 3 giugno 1960 Gentile signora, mi permetto di raccomandarle vivamente per « Botteghe Oscure » - e vorrei pregarla di trasmettere a Bassani questa mia raccomandazione - le sette composizioni che le .accludo: Ne è autorè · Filiberto Borio 1, un matematico e germanista piemontese che abita a Milano, ha pubblicato dei versi notevoli in una· edizioncina semiclandestina ed una traduzione per molti versi esèmplare ·dell'intero Divano Occidentale~Orientale di Goethe per le edizioni Boringhieri. Mi dice che Bassani ebbe già a rifiutare, altra volta . suoi versi 2 • Mi permetto di insistere per queste sette composizioni (Siebensachen vorrebbe fossero intitolate l'autore, curioso cultore di poesia medievale tedesca e di psicanalisP: cioè « settecose », ma anche nome studentesco delle parti pudende) delle quali le ultime due almeno mi paiono splendide, seppur tanto lontane da quel che più è prossimo al mio gusto. Le sarò molto riconoscente se potrà darmi o farmi avere un cenno di ricevuta e di parere. Suo .Franco Fortini Un foglio, dattiloscritto. nel r~cto, con busta. Firma e interventi manoscritti. Sul marf!,ine superiore sinistro, indirizzo prestampato: Fortini, V. Novegno, 1. Milano. 1 Nell'Archivio della Fondazione sono tuttora conservate sette composizioni di Filiberto B,qrio, dattiloscritte e prive di titolo; esse però non vennero mai pubblicate su « Botteghe Oscure». 2 Si spiega forse qui il motivò per il quale Fortini si rivolse alla Prindpessa, anziché parla~e direttamente con il redattore della rivista (che nella lettera precedente aveva definito « il mio amico Bassani »). È probabile, cioè, che Fortini, temendo un atteggiamento di chiusura da parte di Bassani e confidando, .allo stesso tempo, nel fiuto e n:ella disponìbilità di Marguerite, ._ avesse deciso di inviare a lei i testi di Borio, ·nella_speranza che essi potessero ottenere. una .più . generosa accoglienza. 3 Sul testo originale, sopra ì due punti dattiloscritti l'autore ha aggiunto a mano un segno di chiusura di parentesi; poiché però il medesimo segno è tracciato anche dopo la parola « pudende », nella trascrizione si è ritenuto opportuno seguire la prima versione dattiloscritta.
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95.
Luciana Frezza Roma 16 gennaio [ 1951]
1
Gentile Principessa, . sono stata veramente felice di sapere che ·. le mie poesie Le sono piaciute e che potrò vederne pubblicate cinqu!! su « Botte• ghe Oscure » 2 • La poesia che incomincia « Assqnnata ti chiamo » deve rimanere senza titolo, con la citazione sola 3. Ho un grande desiderio di conoscerla e di parlarle: da quanto Ella ha avuto la bontà di scrivermi ho motivo di sperare che potrò avere molto presto questo piacere. Le sono assai grata di tutto e La prego di accettare i miei devoti ossequi. Luciana Frezza Un foglio, manoscritto n~l recto. 1 Si ipotizza che la missiva risalga al 1951 poiché nella primavera di quell'anno vennero pubblicate per la prima volta poesie di L. Frezza su « 'Botteghe Oscure » e al termine della lettera la scrittrice esprime il desiderio di conoscere Marguerite. Appare piuttosto improbabile, infatti, che tale affermazione possa essere stata fatta in occasione della seconda collaborazione di L. ·Frezza alla rivista, che essa avvenne molto più tardi, nell'autunno del 1959. 2 In realtà, sul quaderno VII della rivista vennero pubblicate solo tre poesie di Luciana Frezza: La Terrazza, S'aprono !'umide foglie e Su strade antiche. Sul numero XXIV sarebbero poi apparse altre sei poesie:· Con gli occhi di maga, Accigliata nel sole, Antony, Per il mondo si veste, Endecasillabi a M. e Tu fantasia. 3 Questa poesia non venne poi pubblicata su « Botteghe Oscure»: si tratta, evidentemente, di una delle due liriche inizialmente accettate e poi escluse dal quaderno VII.
L. Frezza è nata nel 1925 a Roma, dove è morta nel 1992. Poetessa e traduttrice dal francese, è stata ospitata in due occasioni su « Botteghe Oscure>>; prima della seconda collaborazione, ha pubblicato Cefalù e altre poesie (1958).
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96. Enrico Galassi [Roma] 18 settembre 1961 Cara Duchessa, non deve volermene, per i miei lunghi silenzi: nei nostri rapporti, in tanti anni, è stato sempre così. Io non la dimentico mai, · solo ogni tanto scompaio. Spero tuttavia le sia giunta la mia parola triste e addolorata, sinceramente .amica, che -io le scrissi alla morte del Duca 1• Mi farebbe tanto piacere rivederla e le telefonerò qualche giorno. , I miei migliori auguri e saluti suo Enrico Galassi Un foglio, manoscritto nel recto, Carta intestata: Edizioni Egal Roma - Via Ferdinando di Savoia, 3. Sul verso del foglio, appunto manoscritto: 18-9-61 Rispondere. 1
Roffredo Caetani ~ra morto H 12 aprile , 1961. ·.
E. Galassi è nato a Ravenna nel 1907 ed è morto a Pisa nel 1980. Pittore e mosaicista raffinato, nel 1928 si è trasferito a Roma e, a partire dal 1931, ha esposto in varie occasioni i suoi quadri, sia in Italia che all'estero (nel 1936 ha partecipato ad una mostra · di pittura italofrancese, allestita a Londra da Marguerite Caetani). A partire dagli anni '40 si è dedicato alle arti applicate e dopo la liberazione di Roma è stato tra i soci promotori del drcolo culturale « Il Ritrovo» (cfr. p. 16) ed uno dei più preziosi collaboratori di Marguerite nell'allestimento della struttura e nella organizzazione delle attività del circolo. ·
97. Niccolò Gallo Roma, 4 settembre [ 1949]
1
Gentilissima Principessa, mi dispiace di non potere mandarle subito, come Lei desidera, il dattiloscritto della signora Fazzini 2 • La sistemazione è più lunga e complessa di quanto non prevedessi in un primo momento: specie la parte centrale e gli ultimi capitoli debbono essere elaborati a fondo. Si tratta di un libro scritto in fretta, abbandonandosi all'invenzione e alla spontaneità, mentre è ne-
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cessario - dato il suo carattere prevalentemente psicologico, più che descrittivo e impressionistico -. - controllàrlo periodo per periòdo, farlo diventare un racconto quanto più è possibile
scritto. Non ho ancora veduto la Fazzini, perché preferisco prima terminare il lavoro e presentarglielo nella forma definitiva. Ho l'impressione che, in questo modo, si riuscirà a farne una cosa abbastanza -buona. Mi creda, con molti ossequi suo Niccolò Gallo Foglio ' di carta da lettere con una facciata manoscritta. 1
È possibile stabilire l'anno di spedizione della lettera grazie al confronto con quella successiva. 2 Cfr. doc. 92: evidentemente Marguerite aveva inizialmente previsto di stampare il testo della Fazzini sul quaderno IV.
N. Gallo è nato a Roma nel 1912 ed è morto a Santa Liberata (Grosseto, nel 1971. Laureato in Lettere, ha preso parte alla lotta partigiana e dopo la guerra si è iscritto al p ari:ii:o comunista, alternando l'insegnamento all'attività di critico e di saggista e pubblicando articoli su diverse riviste letteràrie. Particolarmente intensi sono stati la sua partecipazione al dibattito critico e i suoi impegni editoriali nel corso degli anni '50. Ha collaborato in più occasioni con Marguerite Caetani, per la revisione e per la traduzione di testi (cfr. anche doc. 20). ·
Niccolò Gallo Genova, 21 ottobre 1949 Gentilissima Prihdpéssa, finalmente ho terminato cli rivedere il dattiloscritto della signora Fazzini. Come Le scrissi un mese fa, è stato un lavoro più lungo e radicale di quanto non avessi giudicato ad una prima lettura. Circa un centinaio di pagine andrebbero sacrificate, per sopprimere le parti più scopertamente letterarie (il p~ggiore e più facil~ Lawrené::e), ff inutili · nel loro procedimento ingenuamente romanzesco . Così com'è ridotto, il racconto guadagna in cperenza mi parç che la ·storia e -i personaggi acquistino un sènso più preciso, anche se in parte alteratà. Bisognerà ora che la.. signora si11 .d'accordo _e . che voglia riscriv~rç il finale ~uUa linea che le ·suggerirò ·
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Le mando un résumé dei cambiamenti e delle soppressioni 1• Se Ella crede, pnò farlo avere alla signora Fazzini, perché ne sia facilitato il nostro prossimo incontro. Tra una settimana io sarò definitivamente a Roma e La informerò subito per mezzo di Bassani. Mi scusi il ritardo e il disturbo e mi creda, con molti ossequi
suo [ dev .mo] Niccolò Gallo Foglio di carta da lettera con una facciata manoscritta. 1 C'è da credere che, almeno per quanto riguarda la proposta di soppressione, l'autrice abbia _accolto il suggerimento di Gallo, dal momento che, nella versione definitiva apparsa su « Botteghe Oscure», l'intero racconto occupava 76 pagine.
99. Livio Garzanti Milano, 31 agosto 1954 Caro Bassani 1, trovo ora la tua lettera sul mio tavolo. Tu mi chiedevi una risposta pronta ed io ti rispondo con più di 20 giorni di ritardo, ma mi pare che si sia ancora in tempo 2 • Concordo con quanto mi scrivi. Mandami il fascicolo quando credi più opportuno. Basterà, per Hnome, che figuri il nostro in testa a quelli degli editori distributori 3 • Per il primo numero basteranno 700 copie in deposito. Per il secondo numero ti dirò il quantitativo desiderato in assoluto. Attendo di conoscere anche il prezzo per gli abbonamenti. Cordiali saluti. . . tuo Livio Garzanti [Saluto] a [Carocci] 4. . Un foglio, dattiloscritto nel recto. Firma e aggiunta manoscritte. Carta intestata: Aldo Garzanti Editore - Già · Fratelli Treves - Milano -- Via della Spiga, 30; sul margine sinistro, sotto l'intestazione, dicitura pre- · stampata: Il Direttore Generale. Indirizzata a: Sig. Giorgio Bassani / Via Gran Sasso 16 / Roma. 1 Si tratta di una delle pochissime lettere indirizzate a Bassani conservate nell'Archivio della Fondazione. ·
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2 Evidentemente, la lettera di Bassani si riferiva all'accordo per la distribuzione italiana di « Botteghe Oscure»: la risposta dell'editore, però, giunse troppo tardi, almeno per quello che riguardava il quaderno XIV. Tuttavia, come si ricorderà, la collaborazione fu avviata a partire dal numero successivo e si concluse dopo la stampa del quaderno XIX. 3 Questa richiesta di Garzanti fu accolta dalla redazione. 4 In questa aggiunta manoscritta soltanto la preposizione « a » è facilmente leggibile, mentre le altre due parole, e in particolare la prima, risultano di difficile decifrazione: pertanto. la ricostruzione proposta appare semplicemente la più probabile. Da segnalare che lo scrittore Giampiero Carocci aveva collaborato al quaderno III di « Botteghe Oscure » con la lunga prosa Memoria di prigionia.
L. Garzanti è nato a Milano nel 1921. Nel 1950 ha assunto la direzione della importante casa editrice fondata da suo padre nel 1938, ampliandone gradualmente l'ambito degli interessi e delle iniziative editoriali. Ha curato la distribuzione di « Botteghe Oscure» tra il 1955 e il 1957: cfr. p. 58.
100. Natalia Ginzburg Baldini [Torino 1950-1951]
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Gentile principessa, Einaudi la ringrazia molto della sua lettera, e insieme dell'invio dei numeri V e VI di « Botteghe oscure » che gli mancavano. Con grande piacere soffermeremo la nostra attenzione sullo scrittore americano che ci segnala 2 • Le mando una poesia inedita di Pavese, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, che è quella che dà il titolo alla piccola raccolta di prossima pubblicazione. Spero che possiate ancora metterla nel prossimo numero 3 • Non possiamo mandargliene di più perché le poesie di questa raccolta son cosl poche e il nostro volume perderebbe ogni interesse per il pubblico. Ma questa è forse la più bella della raccolta. Molti cari saluti da Einaudi e da me Natalia Ginzburg Baldi~i fI
Un foglio, manoscritto nel recto. Carta intestata: Giulio Einaudi Editore - Segreteria Editoriale: Torino, Corso Umberto 5 bis. A sinistra dell'intestazione, emblema editoriale. 1 È lecito supporre che la Ginzburg abbia scritto la lettera dal suo ufficio torinese presso la sede della Einaudi, dove continuò a lavorare per un certo tempo dopo le nozze con Baldini. Quanto alla data di spe-
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dizione, diverse affermazioni contenute nella missiva permettono di ipotizzare che essa risalga alla fine del 1950 o ai primi mesi del 1951. Infatti, il riferimento all'invio del numero VI di « Botteghe Oscure» consente di escludere una collocazione anteriore al mese di novembrè 1950, quando quel quaderno venne pubblicato; d'altra parte, la proposta della poesia ancora inedita di Pavese Verrà la morte e avrà i tuoi occhi permette di individuare come termine ante-quem il 28 febbraio 1951, quando uscl presso Einaudi la raccoltina omonima. 2 Non è possibile stabilire a quale scrittore americano ci si riferisca. Sappiamo però che non era questa la prima volta in cui Marguerite segnalava un autore ad Einaudi per una eventuale pubblicazione: cfr. doc. 89. 3 In realtà, la poesia non fu pubblicata nel numero successivo di « Botteghe Oscure», né, come già chiarito nell'Introduzione; furono mai ospitati testi di Pavese sulle pagine della rivista. Certamente, l'assenza di Pavese può spiegarsi innanzitutto col fatto che egli morl nel 1950 e che nel 1948, quando « Botteghe Oscure» fu fondata, egli aveva già raggiunto un notevole successo, il che poteva rendere difficile ottenere da lui degli inediti. D'altra parte, proprio questa difficoltà avrebbe dovuto far apparire la proposta della Ginzburg particolarmente interessante ed allettante, anche perché essa giungeva pochi mesi dopo la morte dello scrittore. Ora, è possibile che Marguerite non abbia potuto accettare la proposta per semplici ragioni di tempo, ma non si può escludere che all'origine del rifiuto di questa poesia, come di ogni altro testo di Pavese, ci fosse anche e soprattutto una più generale e radicata avversione, o almeno una scarsa simpatia, da parte di Bassani, verso lo scrittore piemontese. Si rivedano, in proposito, pp. 27-28 e le testimonianze di P. Citati e di A. Russi. N. Levi Ginzburg è nata a Palermo nel 1916 da famiglia israelita e antifascista ed è morta a Roma nel 1991. Trascorsi gli anni giovanili a Torino, nel 1934 ha pubblicato il suo primo racconto (I bambini) su «Salaria»; nel 1938 ha sposato Leone Ginzburg, antifascista militante, già collaboratore della casa editrice Einaudi, e nel 1940 lo ha seguito al confino in un paesino dell'Abruzzo: Dopo la morte in carcere del marito, ha ottenuto un impiego stabile presso Einaudi, prima nella sede romana, poi in quella torinese; nel 1950 ha sposato l'anglista Gabriele Baldini. Ha collaborato come autrice a « Botteghe Oscure » in una sola occasione, con il già citato racconto Valentino. In precedenza aveva già pubblicato in volume La strada che va in città (1942; uscito con lo pseudonimo di Alessandra Tornimparte) ed È stato così (1947) .
101. Arnoldo Mondadori Editore Milano, 4 luglio 1951 Tra là Società Arnoldo Mondadori Editore, nella persona del Presidente e Direttore Generale - Cavaliere del Lavoro Arnoldo Mondadori e la Principessa Margherita Caetani di Sermoneta si addiviene al presente accordo 1:
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premesso che la Principessa Caetani di Sermoneta pubblica la Rivista Letteraria « Botteghe Oscure »; - che tale Rivista Letteraria, edita e stampata semestralmente a Roma a cura della Principessa Caetani di Sermoneta, consta di circa 500 pagine e viene posta in vendita al prezzo che per ciascun numero semestrale verrà dalla stessa Principessa Caetani fissato: si conviene quanto segue 2 : - La Arnoldo Mondadori Editore si assume, per l'Italia, l'esclusività di vendita della rivista « Botteghe Oscure», impegnandosi a collocare, di ciascun numero, un quantitativo minimo di 500 copie. Tale esclusiva e impegno valgono per la durata di 2 anni e quindi per 4 numeri della rivista, e precisamente per i numeri dal 7 al 10 3 • - La Principessa Caetani di Sermoneta segnalerà alla Mondadori Editore tutti gli abbonamenti in corso, anche se scaduti, per l'Italia. - Sull'importo di ciascuna copia venduta della Rivista, che dovrà portare l'indicazione a stampa del relativo prezzo di vendita, verra riconosciuta alla Mondadori una percentuale del 45% del prezzo stesso. - I rendiconti verranno fatti semestralmente entro i quattro mesi successivi alla pubblicazione di ciascun numero. - La Arnoldo Mondadori Editore, nei limiti economici consentiti dall'accordo, si impegna di fare la migliore propaganda e pubblicità alla rivista « Botteghe Oscure » 4. - Nel frontespizio in basso di ciascun volume verrà stampata la dicitura: Arnoldo Mondadori Editore. Fatto in duplice esemplare, letto, approvato e sottoscritto. Arnoldo Mondadori Editore Il Presidente Due fogli, dattiloscritti nel recto. Firma dattiloscritta e manoscritta (presumibilmente autografa). Primo foglio su carta intestata: Arnoldo Mondadori Editore in Milano; sopra l'intestazione, stemma editoriale della rosa; sul margine sinistro, sotto l'intestazione, dicitura prestampata: Direzione Editoriale. Secondo foglio privo di intestazione; sul margine superiore sinistro, dicitura in parte prestampata e in parte dattiloscritta: Foglio n . 2 del contratto con la Principessa Caetani del 4-7-1951. 1 Questa copia del contratto per la distribuzione della rivista è conservata tra la corrispondenza della principessa, insieme alle altre lettere degli Editori: la mancanza della firma di Marguerite lascia supporre che si trattasse di una copia predisposta dalla casa editrice (probabilmente sulla base di precisi accordi verbali precedenti) e inviata alla principessa perché l'approvasse e la restituisse firmata. In assenza di altri decisivi riscontri, è difficile stabilire se le clausole del presente contratto furono pienamente accolte nella stipula definitiva o se fu apportata qualche mo-
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difica. Da segnalare, comunque, che l'accordo per la distribuzione di « Botteghe Oscure » fu accolto con una certa riluttanza dalla casa editrice Mondadori e incontrò notevoli resistenze soprattutto in Alberto Mondadori, all'epoca vicepresidente e condirettore generale della società. Come risulta, infatti, dalla lettera scritta dallo stesso Alberto il 23 aprile 1951 ad Enzo Pagliara (cfr. doc. 11 nota 2), egli, pur dichiarando stima ed apprezzamento per « Botteghe Oscure» e per Marguerite Caetani, riteneva che la rivista fosse troppo eletta ed aristocratica per giovarsi di una organizzazione commerciale come quella della Mondadori, per la quale gli agenti lavoravano unicamente su provvigione, orientandosi quindi verso prodotti di sicuro richiamo e facilmente collocabili sul mercato. D'altra parte, è probabile che al garbato ma fermo disaccordo di Alberto facesse riscontro una maggiore disponibilità da parte del padre Arnoldo: infatti, nel saggio di Gian Carlo Ferretti Alla sinistra del padre, premesso all'epistolario nel citato volume Alberto Mondadori. Lettere di una vita, si faceva notare, a proposito dell'accordo per la distribuzione di « Botteghe Oscure», che Arnoldo manifestava « un atteggiamento contraddittorio, tra attrazione e resistenza, verso una rivista tanto prestigiosa e caratterizzata dalla pubblicazione di significativi scrittori italiani, affermati o destinati a diventarlo ». In ogni caso, alla fine fu Arnoldo a stipulare il contratto con la principessa, laddove in seguito le questioni più importanti furono discusse con Alberto: cfr. docc. 11, 32, 105 e 106. 2 Per il confronto tra le clausole di questo contratto e quelle proposte dalla casa editrice Einaudi (e rifiutate da Marguerite), cfr. doc. 90 note 3, 4, 5, 6 e 7. 3 In effetti, la collaborazione con Mondadori per la distribuzione della rivista riguardò solo i quattro numeri qui citati, perché dopo il quaderno X (autunno 1952) Marguerite decise di non rinnovare la convenzione: cfr. doc. 43. Da notare comunque che, alla data della stesura di questo contratto, il quaderno VII della rivista era già uscito da circa tre mesi e già recava nel frontespizio la dicitura « Arnoldo Mondadori Editore»: possiamo ipotizzare, pertanto, che l'accordo con la casa editrice fosse stato definito verbalmente poco prima della pubblicazione del quaderno e che si fosse provveduto tempestivamente a far stampare la dicitura, rimandando poi la stipula del contratto vero e proprio ad una data successiva. 4 Una prova che tale clausola fu rispettata è offerta dal doc. 104, cui è allegato un inserto pubblicitario apparso sulla rivista « Epoca » nel maggio 1952. Arnoldo Mondadori è nato a Poggio Rusco (MN) nel 1889 ed è morto a Milano nel 1971. Autodidatta, garzone e poi operaio di tipografia, ha fondato nel 1907 l'omonima casa editrice, che negli anni 1951 e 1952 . ha curato la distribuzione italiana di « Botteghe Oscure»: in quel periodo, Arnoldo Mondadori era ancora Presidente della società, ma aveva associato a sé nella direzione i figli Alberto e Giorgio. Alberto Monda. dori, autore dei docc. 105 e 106, è nato a Ostiglia (Mantova) nel 1914 ed è morto a Venezia nel 1976; scrittore e giornalista, a partire dal 1943 ha assunto compiti direttivi nella casa editrice paterna; nel 1958, anche a causa di conflitti con il padre e con il consiglio di amministrazione, avrebbe fondato la prestigiosa società di edizione Il Saggiatore, continuando con alterne vicende la sua collaborazione con la Mondadori fino al 1967.
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102. Arnoldo Mondadori Editore · Milano, 6 maggio 1952 La nostra agente di New York ci informa che c'è colà un considerevole foteresse per le opere di Guglielmo Petroni ed anzi le vengono richiesti chiarimenti e notizie sul nuovo romanzo che a suo tempo dovrà essere pubblicato da noi 1 • Qualora Lei disponga di una copia in più del dattiloscritto, Le saremmo veramente grati se vorrà mandarcela in plico raccomandato indirizzandola al nostro Uffcio Cessioni Diritti 2 • Voglia gradire, gentile Signora, i nostri distinti ossequi Arnoldo Mondadori Editore Un foglio, dattiloscritto nel recto. Firma dattiloscritta e manoscritta (presumibilmente non autografa). Carta intestata: Arnoldo Mondadori Editore in Milano; sopra l'intestazione, stemma editoriale; · sul margine sinistro, sotto l'intestazione, dicitura prestampata: Direzione Editoriale. Indirizzata a: Gentile Principessa / Margherita Caetani di Sermoneta / « Botteghe Oscure » / Roma. 1 Per i rapporti tra Petroni e la casa editrice Mondadori cfr. anche doc. 26. A prima vista, risulta particolarmente difficile stabilire a quale « nuovo romanzo» di Petroni si faccia riferimento: da una parte, infatti , le prime due opere dello scrittore lucchese uscite su « Botteghe Oscure» erano state pubblicate già da tempo da Mondadori; dall'altra, la successiva richiesta di una copia del dattiloscritto sembra alludere ad un'opera già apparsa sulla rivista o, comunque, già conservata presso la redazione. Per tale motivo, si sarebbe portati ad escludere il riferimento a Noi dobbiamo parlare, che, come risulta dal doc. 33, fu consegnato alla principessa solo alla fine del 1953 o addirittura nei primi giorni del 1954. Poiché, però, nell'Archivio della Fondazione non vi è traccia di altre opere inedite di Petroni, e poiché sappiamo che già nel 1951 lo scrittore era impegnato nella elaborazione di Noi dobbiamo parlare (si vedano in proposito docc. 32 e 113), probabilmente dobbiamo ipotizzare che sia proprio questa la prosa a cui si fa riferimento nella J:\lissiva: è possibile, cioè, che la casa editrice, informata del fatto che Petroni stava lavor~ndo ormai da tempo al nuovo libro, ritenesse probabile che il dattiloscritto fosse già stato consegnato alla principessa e volesse, con questa richiesta, sondare il terreno e contestualmente sollecitare la pubblicazione della prosa sulla rivista e accelerarne la cessione all'Editrice stessa: Ma n9n possiamo escludere che lo stesso Petroni, per allentare le pressioni dell'editore, gli avesse lasciato intendere che il romanzo era ormai pronto e che le sorti del dattiloscritto dipendevano ora dalle decicisioni di Marguerite Caetani. 2 Sembra rivelarsi qui ulteriormente il vero scopo della missiva, al qi là della generica richiesta di informazioni e di chiarimenti da fornire all'agente di New York. Infatti, sollecitando la spedizione del dattiloscritto, da parte della principessa Caetani, all'Ufficio Cessione Diritti, la Monda0
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dori probabilmente intendeva soprattutto assicurarsi previamente una documentazione ufficiale che la liberasse da ogni vincolo nei confronti di « Botteghe Oscure».
103. Arnoldo Mondadori Editore Milano, 17 maggio 1952 Gentile Principessa, facciamo seguito al telegramma trasmessole in risposta a quello da Lei inviato 1• Il 31 marzo u.s. per la chiusura del nostro esercizio finanziario, tutte le nostre Agenzie, Roma compresa, hanno dovuto iniziare le annuali operazioni di inventario, ciò che ha provocato un certo ritardo . « Botteghe Oscure » è rivista semestrale e, come tale, abbiamo pensato di lasciare un certo intervallo tra un numero e l'altro: il precedente numero è uscito in gennaio ed è cosl che, anche in relazione alle vendite, abbiamo ritenuto di mantenere una certa distanza di tempo 2• Possiamo comunque assicurarle che provvediamo secondo i desideri da Lei espressi e che faremo in modo non possano ripetersi i contrattempi da Lei rilevati. Voglia gradire, gentile Principessa, i nostri migliori saluti. Arnoldo Mondadori Editore Un foglio, dattiloscritto nel recto. Firma dattiloscritta e manoscritta (presumibilmente non autografa). Carta intestata: Arnoldo Mondadori Editore in Milano; sopra l'intestazione, stemma editoriale; sul margine sinistro, sotto l'intestazione, dicitura prestampata: Direzione Editoriale. Indirizzata a: Principessa / Margherita Caetani di Sermoneta / Roma Palazzo Caetani. 1 Nell'Archivio della Fondazione Caetani non c'è traccia di tale telegramma, né è stato possibile reperire copia di quello inviato precedentemente da Marguerite alla casa editrice. Sulla base, però, del contenuto di questa lettera, possiamo ipotizzare che la principessa avesse lamentato il ritardo di Mondadori nella distribuzione del quaderno IX della rivista. 2 In realtà, il confronto con le lettere di Elsa Dallolio permette di rilevare che anche l'uscita in gennaio del numero precedente era attribuibile ad un ritardo di Mondadori, perché il quaderno VIII era già pronto agli inizi di novembre 1951: cfr. in particolare doc. 78.
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J04. Arnoldo Mondadori Editore Milano, 23 maggio 1952 Abbiamo il piacere di allegarLe copia della pubblicità 1 apparsa in questi giorni su: « Epoca » N. 85. · Cogliamo l'occasione per porgerLe i nostri migliori saluti. Arnoldo Mondadori Editore Ufficio Stampa All. I Arnoldo Mondadori Editore Un foglio, dattiloscritto nel recto con busta. Firma dattiloscritta e sigla manoscritta. Carta intestata: Arnoldo Mondadori Editore in Milano; sopra l'intestazione, stemma editoriale; sul margine sinistro, sotto l'intestazione, dicitura prestampata: Direzione Editoriale. Indirizzata a: Principessa / Caetani di Sermoneta / Roma. 1 Come si ricorderà, nel contratto con Marguerite Caetani, la casa edittice Mondadori si era impegnata a pubblicizzare « Botteghe Oscure». Nell'inserto pubblicitario apparso su «Epoca», il cui ritaglio è allegato alla presente, si legge: « Il nono "quaderno" di Botteghe Oscure. Rivtsta internazionale di letteratura. Anche questo IX "quaderno" (si tratta poi, come sempre, di un ampio volume) raccoglie inediti di primissimo piano di letteratura inglese, francese, americana - saggi, poesie, racconti, prose - in lingua originale, nonché una serie di pagine inedite di Silane, Fausto Pirandello, Mario Tobino. Scotellaro, Alice Ceresa, Fortini, Bacchetti, liriche inedite di Vigolo, Bellintani, Bigongiari, Giagni, Romanò. Si riconferma così il carattere di punta di questa rivista internazionale, diretta da Margherita Caetani, che è certq nel suo campo fra le più importanti del mondo. Un volume di pag. 484. L. 1.000. In vendita in tutte le librerie ».
105. Alberto Mondadori Editore Milano, 1O giugno 19 52 Gentile Principessa, la precedente lettera del 17 maggio scorso non è stata forse abbastanza esplicativa 1 ; ritengo perciò doveroso chiarirne meglio il contenuto. Noi ci rendiamo conto dei Suoi legittimi desideri e delle. necessità della rivista; vorrei peraltro che Ella con. . •·
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siderasse a Sua volta le insopprimibili esigenze di un organismo vasto e complesso come il nostro. L'ultimo numero è stato consegnato dapa Tipografia in un momento quanto mai impegnativo, quando cioè tutti i nostri 13 Magazzini e Agenzie sparsi in tutta Italia erano nel pieno delle annuali operazioni di inventario; un periodo cioè in cui le nostre stesse novità devono forzatamente subire ritardi nell'uscita. La sorte subita da « Botteghe Oscure» non fu dovuta dunque ad arbitrarie iniziative ma a esigenze aziendali. D'altronde, come si diceva nella precedente lettera, il ritardo, benché forzato, non preoccupava molto gli uffici commerciali in quanto il numero precedente era uscito da appena tre mesi anziché da sei. Ella contava di mutare le scadenze, ma di tale intenzione noi eravamo completamente all'oscuro. Che si abbia cura di mettere in vendita i prossimi numeri il più presto possibile, è ovvio e doveroso, oltre che di comune interesse; difficile è invece attenerci ad un termine prefissato e asso.Iuta di quindici giorni dalla consegna 2 perehé, dovendo noi diramare gli annunci per gruppi di volumi a seconda delle consegne del nostro Stabilimento, la consegna di « Botteghe Oscure » al nostro Magazzino può non coincidere esattamente con l'uno o con l'altro di tali gruppi. Ma la mancata coincidenza non può causare che lievissimi spostamenti di qualche giorno, e di questo Le sono personalmente garante. Sia dunque certa della premura dei miei uffici, che sapranno conciliare tutte le esigenze. Mi abbia, gentile amica, con devozione e amicizia Suo Alberto Mondadori Un foglio, dattiloscritto nel recto. Firma manoscritta. Carta intestata: Arnoldo Mondadori Editore Milano - Via Bi.anca di Savoia 20; sotto l'intestazione, stemma editoriale; sul margine sinistro, sotto l'intestazione, dicitura prestampata: Il Condirettore Generale. Indirizzata a: Principes, sa / Margherita Caetani di Sermoneta / Palazzo Caetani / Roma. 1 Possiamo ipotizzare che, dopo aver ricevuto la lettera del 17 maggio (doc. 103 ), Marguerite avesse inviato ulteriori parole di richiamo e di protesta, spingendo Alberto Mondadori ad intervenire in prima persona. Da notare che l'unico vero elemento di novità si trova nella parte finale della lettera, nella quale, pur ribadendo l'interesse e l'impegno a distribuire con celerità i prossimi numeri della rivista, Mondadori non promette, come era stato fatto il 17 maggio, che simili contrattempi non si sarebbero più verificati e, al contrario, sembra soprattutto preoccupato di avvertire la principessa che alcuni ritardi, sia pure «lievissimi», potranno riguardare anche la consegna dei quaderni successivi. 2 È probabile che questa condizione fosse stata posta da Marguerite nella missiva di cui la presente costituirebbe la responsiva; oppure dovremmo ipotizzare si trattasse di una clausola aggiunta al contratto nel momento della sua stipula definitiva, visto che nel doc. 101 non vi era alcun riferimento ad un termine prefissato per la vendita dei quaderni.
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106. Alberto Mondadori Editore Milano, 4 marzo 1953 Gentile principessa, rientrato in sede dopo un giro di affari trovo la Sua lettera del 23 u.s. alla quale mi affretto a rispondere. Le operazioni inerenti alla restituzione delle copie di « Botteghe Oscure » sono già state iniziate 1 : a suo tempo infatti abbiamo avvertito le nostre varie agenzie di far affluire presso quella di Roma tutte le copie giacenti e sono certo che a quest'ora la stessa avrà già iniziato le consegne. Sono sempre comunque a Sua disposizione e mi è gradito porgerLe, gentile Principessa, i miei migliori saluti. Suo Alberto Mondadori Un foglio, dattiloscritto nel recto. Firma manoscritta. Carta intestata: Arnoldo Mondadori Editore - Milano - Via Bianca di Savoia, 20; sotto l'intestazione, stemma editoriale; sul margine sinistro, sotto l'intestazione, dicitura prestampata: Il Condirettore Generale. Indirizzata a: Gentile• Principessa / Margherita Caetani / Via Botteghe Oscure 32 / Roma . 1
ar. doc. 43.
107. Arnoldo Mondadori Editore Milano 23 marzo 1960 Le inoltriamo lettera della Random House 1 a noi erroneamente ·indidzzàtà e riguardante la pubblicazione del racconto A People of Grass 2 apparso nel 1955 su « Botteghe Oscure» . . Con i nostri migliori saluti. Arnoldo Mondadori Editore Un foglio, dattiloscritto nel recto. Firma dattiloscritta e sigla manOJ · scritta. Carta intestata: Arrioldo Mondadori Editore - Direzione Editoriale; sopra l'intestazione, stemma editoriale. Indirizzata a: Gentilìssimà Contessa / Margherita Caetani / Via Botteghe Oscure / Roma. 1
In Archivio non c'è traccia di tale lettera; infatti, nonostante vi sia-
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no conservate molte missive della casa editrice americana Random House, esse risalgono tutte ad un periodo precedente (l'ultima è del luglio 1959). 2 Si trattava di un racconto di William Goyen, che in realtà era apparso su « Botteghe Oscure» nel 1956 (quaderno XVII) .
108. Alberto Moravia [Venezia, settembre 1951]
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Gentilissima amica, Finalmente posso dire di aver mantenuto la promessa che Le avevo fatto in seguito al suo cortese invito a collaborare a « Botteghe oscure». Stamani ho finito la novella che avevo incominciato a Roma, al mio ritorno da Capri. Spero che le piacerà 2• Si intitola Viaggio di nozze o qualchecosa di simile. Ci sono, è vero, alcune crudezze, ma strettamente necessarie e più caste che sia possibile. L'argomento, come vedrà, non è solito e forse non è mai stato trattato prima. Le ho scritto perché con Bassani ero ancora in dubbio. Ne avevo cominciata un'altra e dopo aver scritto una ventina di pagine, mi ero accorto che era brutta 3 • Questa direi di no: naturalmente, però, gli scrittori sono soggetti a sbagliarè. La novella è lunga circa una trentina di pagine dattiloscritte. Ad ogni modo adesso la riscrivo tutta e gliela consegnerò prima della fine del mese. Con tante cose cordiali e un saluto anche a Bassani, il Suo Alberto Moravia Foglio di carta da lettere con quattro facciate manoscritte. Carta intestata: Albergo reale Danieli - Venezia. 1 L'attribuzione della missiva al mese di settembre 1951 è suffragata dal riscontro con diverse lettere di Elsa Dallolio: cfr., in particolare, . . . . . docc. 55, 57, 59 e 61. 2 Come si ricorderà, la novella di Moravia fu rifiutata da Marguerite: cfr. dcicc. 61 , 63, 68 e 69. Da segnalare invece che quando, alcuni anni più tardi, apparve su « Botteghe Oscure» la tragedia Beatrice Cenci, essa fu accolta molto favorevolmente nell'ambiente letterario e il quaderno XVI fu uno dei più recensiti ·nella storia della rivista. 3 Sulle incertezze e i ritardi di Moravia nella consegna della novella, · cfr. doct. 57 , 58 e 60.
A. Moravia (pseudonimo di Alberto Pincherle) è nato a Roma nel 1907 ·da una famiglia della buona borghesia ed è niorto a Roma nel 1990.
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~ stato tra i primi collaboratori della rivista « 900 » di Bontempelli ed ha esordito come romanziere nel 1929 con Gli indifferenti; nel 1941 ha sposato la scrittrice Elsa Morante. Sempre presente sulla scena culturale italiana dal dopoguerra in poi, ha alternato le attività prevalenti di giornalista e narratore con quelle di sceneggiatore e critico cinematografico e di autore di opere teatrali. Ha collaborato una sola volta a « Botteghe Oscure», con la tragedia Beatrice Cenci, apparsa sul quaderno XVI (1955) . In precedenza, a parte il già citato romanzo d'esordio, aveva pubblicato Le ambizioni sbagliate (1935), L'imbroglio (1937), I sogni del pigro (1940), La mascherata (1941), Agostino (1944), La romana (1947), La disubbidienza (1948), L'amore coniugale e altri racconti (1949), Il conformista (1951), Racconti romani (1954) e Il disprezzo (1954).
109. Giuseppe Motta Roma, 16 giugno 1950 Gentilissima Principessa, La ringrazio sentitamente per l'assegno di cinquantamila 1, veramente cospicuo, che Lei mi ha mandato a mezzo di Bassani. . Sto già lavorando alle schede bio-bibliografiche dei vari autori sinora pubblicati su « Botteghe Oscure »; e intanto seguito a promuovere e raccogliere abbonamenti alla rivista. Grato ancora, Le porgo i miei più rispettosi ossequi Giuseppe Motta Via Rubicone 42, t. 80084, Roma Un foglio, manoscritto nel recto. 1 Come si intuisce in seguito, dovette trattarsi di un ennesimo caso di pagamento anticipato, oltre che « veramente cospicuo», dal momento che non risulta alcuna forma di collaborazione di Motta con « Botteghe Oscure» nel periodo precedente l'invio di questa missiva (al di là di quell'impegno a promuovere la rivista, ·cui egli stesso fa riferimento più oltre). Non solo ma, sulla base dei . dati attualmente a disposizione, si potrebbe anche ipotizzare si sia trattato di un anticipo a fondo perduto, dal momento che nelle varie pubblicazioni promosse da « Botteghe Oscure » e tra le carte conservate in Archivio non vi è traccia di schede bici-bibliografiche relative agli autori apparsi sulla rivista prima .del 1953 (cfr. p. 9).
· Non è stato possibile reperire notizie bio-bibliografiche relative a que~ sto corrispondente. Nei cataloghi della Bibliografia nazionale italiana abbondano i riferimenti a un Giuseppe Motta autore di numerosi libri di t\!sto per la scuola e curatore soprattutto di opere geografiche, ma non sappiamo se si tratta della stessa persona oppure di caso di omonimia.
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110. ·Aldo Palazzeschi Roma 12 settembre 1948 Illustre Signora, « Botteghe Oscure » è riuscita benissimo per veste e per contenuto. Una rivista di giovani con qualche vecchio, eccezionalmente, è di un gusto simpatico e generoso. Le tre prose di Petroni Bassani e Cancogni 1 sono buone tutte e tre, quella di Petroni in modo particolare. Io ho qui, pronto, il mio racconto per il 2° numero 2, e che Bassani verrà a ritirare domani o dopodomani per inviarlo a Ricciardi 3 • Sento con vivo piacere che vi saranno nel numero 2 dei giovani poeti inglesi 4, e anche questa è un'ottima cosa da fare, aiutare a conoscersi e, se possibile, ad amarsi e stimarsi un poco, non si può vivere sempre disprezzandosi o ignorandosi, questo dovrebbe essere il vero internazionale 5 • A presto, illustre Signora, Le ' invio i iniei devoti saluti suo Aldo Palazzeschi Foglio di carta da lettere con quattro facciate manoscritte. 1 Come si ricorderà, sul quaderno I di « Botteghe Oscure», Petroni, Bassani e Cancogni avevano pubblicato, rispettivamente, Il mondo è una prigione, Storia d'amore e Azorin e Mirò. 2 Non sappiamo per quali ragioni, ma il racconto di Palazzeschi non trovò accoglienza nella rivista. Dal carteggio tra Marguerite Caetani e Petroni risulta però che più volte in seguito la Principessa cercò di ottenere qualche altro testo dallo scrittore, ma i suoi tentativi non ebbero successo: cfr. in particolare doc. 26 nota 5 e doc. 112. 3 Grazie a questa affermazione di Palazzeschi, apprendiamo che a settembre inoltrato si ipotizzava ancora di far stampare a Ricciardi il qua. derno II della rivista: cfr. pp. 54-55 e docc. 118-124. 4 Come si ricorderà, il primo quaderno della rivista ospitava solo autori italiani, mentre nel secondo comparvero anche numerose poesie in lingua inglese, con le relative traduzioni. :s Vale la .pena sottolineare che queste semplici considerazioni di Pa- . lazzeschi .rappresentano, in ordine di tempo, il primo autorevole riconoscimento dell'importanza di « Botteghe Oscure» come· rivista internazionale. Si dovrebbe parlare, in realtà, di un riconoscimento anticipato, o, . meglio ancora, di un incoraggiamento, ma si ricorderà che le aspettative di Palazzeschi trovarono conferma nell'accoglienza che i lettori e i critici più avveduti riservarono in seguito alla rivista e, soprattutto, a -An Anthology of New Italian Writers.
A. Palazzeschi (pseudonimo di Aldo Giurlani) è nato a Firenze nel
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1885 ed è morto a Roma nel 1974. Dopo aver esordito come attore, ha pubblicato il suo primo libro di poesie, I cavalli bianchi, nel 1905. Ha collaborato alle riviste « La Voce» e « Lacerba » e durante la prima guerra mondiale ha vissuto per lunghi periodi a Parigi. Stabilitosi definitivamente a Roma nel 1941, si è dedicato ad una vastissima attività di produzione letteraria. Nessun testo di Palazzeschi è mai apparso su « Botteghe Oscure». Prima della ipotesi di collaborazione cui si fa riferimento in questa lettera, lo scrittore aveva già pubblicato numerose opere poetiche e narrative, oltre al saggio-manifesto Il controdolore (1915): ricordiamo, in particolare, le raccolte di poesia Lanterna (1907) , L'incendiario (1910), Poesie (1925; 1930; 1942) e i romanzi Il codice di Perelà (1911), Il re bello (1921), Stampe dell'Ottocento (1932), Sorelle Materassi (1934). Il ,palio dei buffi (1937) e I fratelli Cuccoli (1948).
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Giorgio Petrocchi Roma, 3 marzo 1950 Gentile Signora Principessa, naturalmente accetto il Suo rifiuto, come sempre accetto ogni rifiuto di editore o direttore, ma non posso né accettare, né comprendere il motivo dalla Signoria Vostra addotto. Ideologicamente (s'Ella intende, come me, fedeltà e adesione ad una norma morale e religiosa di concezione della vita, ed ad una pratica realizzazione come scrittore di casi di coscienza e di fatti naturali) il mio romanzo è totalmente a posto 1, nelle sue linee generali e nelle sue particolari soluzioni. Se io ho presentato, io cattolico osservante, il romanzo ad estranei per la pubblicazione, vuol dire che mi ero moralmertte documentato, cioè avevo ricevuto l'approvazione del mio confessore o direttore di coscienza e il suo permesso. Se non l'avessi avuto, il mio romanzo sarebbe rimasto nel cassetto o sarebbe stato modificato! Se perciò Una via di speranza fosse stato pubblicato su « Botteghe Oscure » non solo essa non avrebbe stonato ideologicamente, ma sarebbe stata (valori letterari ed artistici à parte) la prima operetta etico-religiosamente impegnata da lei pubblicata 2 • Mi scusi questa precisazione che ritenevo doverosà per la mia indole spirituale e per la mia dignità. Con ossequio Suo ·Giorgio Petrocchi" Corso Trieste 123, Roma Un foglio, manoscritto in recto e in verso. Carta intestata; Facoltà di Magistero (intestazione sbarrata con un tratto di penna).
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1 Si tratta, come Petrocchi chiarirà in seguito nella stessa lettera, del romanzo tuttora inedito Una via di speranza. t Non è chiaro se le stonature ideologiche individuate da Marguerite nel romanzo fossero avvertite come tutte interne al testo, o se invece ella avesse rilevato l'incongruità di una « operetta etico-religiosamente impegnata» all'interno di una rivista totalmente laica. Quanto alla prima ipotesi, appare piuttosto strano che Marguerite potesse avanzare delle perplessità relative alla maggiore o minore «ortodossia» di un'opera a sfondo religioso; ma se fosse vera la seconda ipotesi, le precisazioni di Petrocchi sarebbero abbastanza fuori luogo. Possiamo ipotizzare allora, sia pure con riserva, che Marguerite e Bassani non avessero trovato convincente, dal punto di vista letterario ed artistico, l'opera di Petrocchi e, non volendo offendere il giovane scrittore, avessero addotto ragionf ideologiche e morali per motivare il loro rifiuto .
G. Petrocchi è nato a Tivoli nel 1921 ed è morto a Roma nel 1989. Filologo, critico letterario e docente universitario, autore di importanti studi danteschi, negli anni giovanili si è dedicato anche alla produzione narrativa, pubblicando nel 1948 il romanzo La carità e scrivendo altri due romanzi rimasti inediti : L'inverno e Una via di speranza. Nessun testo di Petrocchi apparve su « Botteghe Oscure ». Prima della sua proposta di collaborazione alla rivista, aveva pubblicato anche il saggio Fede e poesia dell'Ottocento (1948).
112. Guglielmo Petroni [Roma] 25 settembre 1949 Cara Principessa sono mortificato del mio silenzio, ma. posso in parte giustificarlo assicurandole che mi sono interessato molto di quanto alei sta a cuore, ed anche dicendole che, fra Venezia, la campagna dove sono i miei, ed una sosta a Lucca per salutare i genitori, ho perduto quasi tutto il mese. Le dirò subito che Palazzeschi, vinto un certo risentimento 1, mi ha detto che sarà ben contento di farle avere qualcosa di suo 2 • Io penso che la cosa si potrebbe accelerare 3 se lei stessa gli scrivesse dicendogli che io le ho riferito e che lei avrebbe una certa fretta di ricevere il manoscritto: questo, .naturalmente, se lei lo crede opportuno. Le sono infinitamente grato di tutto quanto mi clice e del generoso interessamento ch'ella praticamente dimostra al mio lavoro. Spero di vederla presto e, per quanto le posso essere utile, ora che viene la stagione più calma nella quale i rapporti divengono per tutti più facili, lei mi ritenga sempre a sua disposizione. Penso che potrei, dopo averne parlato con lei, sollecitare la collaborazione di molti amici tra i più significativi della nostra let-
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teratura 4. Mi dirà comunque lei ciò che riterrà più opportuno. Di nuovo grazie di tutto. Mia moglie le manda un saluto ed ancora spera di vederla nella nuova stagione, specialmente ora che il bambino piccolo cresce e ci lascia tutti un poco più liberi. Si abbia i miei saluti più cordiali suo
Guglielmo Petroni P.S. Le invio a Roma perché ormai non so dove si trovi in questo momento. Un foglio, manoscritto in recto e in verso. Carta intestata: La Fiera Letteraria Roma - Direzione e redazione: Via d'Aracoeli, 3. 1 Il risentimento di Palazzeschi era probabilmente dovuto alla mancata pubblicazione del suo racconto sul quaderno II: cfr. doc. 110. 2 Cfr. doc. 26 nota 5. 3 Sull'originale si legge « accellerare ». , 4 Non è facile stabilire a quali autori si riferisca qui Petroni, né sapere quanto cospicuo fu il sùo apporto alla rivista nella ricerca di nuovi contatti, perché se è vero che molti degli scrittori italiani che collaborarono a « Botteghe Oscure » erano suoi amici, è altrettanto vero che in genere essi conoscevano e frequentavano anche Giorgio Bassani. Possiamo ipotizzare un maggior legame di Petroni con gli artisti toscani, ma si tratta di una semplice supposizione, non suffragata da ulteriori riscontri.
G. Petroni è nato a Lucca nel 1911 ed è morto a Roma nel 1993. Autodidatta, si è dedicato inizialmente alla pittura, per volgersi poi alla poesia, alla narrativa e alla saggistica. Redattore di varie riviste letterarie, nel '44 è stato arrestato per aver partecipato alle attività della Resistenza e incarcerato a Via Tasso. Ha collaborato in diverse occasioni a « Botteghe Oscure», tra il 1948 e il 1959, anche come tramite per la ricerca di nuovi collaboratori; come autore, è apparso con Il mondo è una prigione sul quaderno I, La casa si muove sul quaderno IV, Noi dobbiamo parlare sul quaderno XIII e Le macchie di Donato sul quaderno XXIII. In precedenza, aveva ·pubblicato la raccolta di poesie versi e memoria (1935), le prose Personaggi d'elezione (1938) e Le lettere da Santa Margherita (1946). Negli anni '50 è stato segretario dell'Associazione Italiana per la Libertà della Cultura e ha lavorato alla RAI come consulente. Sui rapporti di Petroni con Marguerite Caetani, cfr., in particolare, p." 32 e pp. 50-51, lettere di Marguerite Caetani a Petroni (docc. 26-39) e conversazione con la signora Petroni.
11_3. Gµglielmo. Petroni [Roma] 24 ottobre 1951 Cara Principessa La ringrazio · tanto della Sua lettera 1 • Da molto tempo pen~
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savo di scriverle, ma non sono riuscito a 2 vedere Bassani al quale volevo chiedere il Suo indirizzo. L'assillo mio maggiore di questi ultimi tempi è stato quello di mettere a punto il mio nuovo libro. Sono ancora molto indietro però. Malgrado tutto non dispero, per la primavera, di poterle dare almeno tutto il principio 3 • Lo desidero molto e, malgrado tante difficoltà che, per fortuna, vanno pian piano facendosi meno crude, veramente ho molta speranza di riuscirci. Le sono infinitamente grato del suo costante interessamento al mio lavoro, che mi è d'incitamento a meglio meritare ogni sua ; ' gentilezza. Il nuovo lavoro àlla RAI, dal quale attendo e, penso, avrò una discreta tranquillità, in questi tempi è stato assai duro. Comunque ho molto spesso lavorato alle mie cose in condizioni peggiori e non voglio assolutamente pensare che non vi riuscirò ora. Al suo ritorno spero di poterle dare qualche notizia più precisa. Intanto si abbia il più amichevole e devoto dei saluti, da me e da mia moglie. Guglielmo Petroni Un foglio, manoscritto in recto e in verso. 1
Cfr. doc. 32. Sull'originale si legge la forma errata ~ha». 3 Petroni si riferisce qui, con ogni probabilità, a Noi dobbiamo par. lare. Come si ricorderà, comunque, nessun frammento del nuovo libro apparve sulla rivista prima della sua pubblicazione integrale sul quaderno XIII, nella primavera del '54. 2
114.
Guglielmo Petroni [Roma] 27 settembre 1957 Cara Principessa, A lei scrivo in italiano, perché il mio francese, come vedrà dalla dichiarazione allegata 1 , non è certo molto perfetto e mi costa un po' di fatica, benché in questi ultimi anni abbia fatto molti progressi nello scriverlo per via delle lettere d'ufficio che mi ci obbligano quasi giornalmente. Mi ha fatto un gran piacere ricevere la sua lettera, direi che mi ha fatto anche bene, perché il suo interessamento a me è uno dei . pochi sproni che possano ancora smuovermi da una certa
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indifferenza e poca fiducia che, non del tutto ingiustificatamente, · spesso dominano le mie giornate. Questa estate comunque mi sono riposato particolarmente ed ho elaborato un piano di lavoro che spero di realizzare durante l'inverno. Quest'anno infatti vorrei lavorare molto e dissipare nel lavoro alcune incertezze che mi tengono tutt'ora in sospeso. Spero molto di vederla presto in Italia, spero che il genere di dichiarazione che sono ·riuscito a mettere insieme e che qui le allego possa bastare e, mdgrado la forma e gli errori, possa essere abbastanza sufficientemente 2 chiaro, sono comunque a sua disposizione per qualsiasi cosa in cui possa essere utile; ed inutilè dirle che il suo interesse mi tocca sempre profondamente. Mia moglie la saluta molto ed anch'io la ricordo con molto affetto. Silane la ricorda molto e la saluta 3 suo Guglielmo Petroni Un foglio, dattiloscritto nel recto. Interventi e firma manoscritti. Carta intestata: Associazione italiana per la libertà della cultura - Sede centrale: Roma, Piazza Accademia di San Luca, 75. 1 Di tale allegato non è rimasta alcuna traccia in Archivio. Si trattava, come si ricorderà, di una dichiarazione richiesta dalla signora Bradley, l'agente letterario interessato alla distribuzione all'estero di Noi dobbiamo parlare: cfr. doc. 35. 2 Sul dattiloscritto si legge « sufficentemente ». 3 Quest'ultima frase è manoscritta. Sui rapporti tra Petroni e Silane cfr. doc. 35 nota 3.
115. Guglielmo Petroni [Roma] Natale 1959 Cara Principessa, sono stato tanto lieto del nostro ultimo incontro; era tanto che non la vedevo 1 e parlare un poco con lei mi ha sempre dato forza nel lavoro e confortato d'ogni difficoltà che s'incontra a vivere, oggi, in quello che si chiama l'ambiente letterario. Voglia gradire per Lei e per tutti i suoi i più sinceri auguri d'un amico. Anche mia moglie le invia i più sinceri auguri suo Guglielmo Petroni
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Un foglio, manoscritto nel recto. 1 Secondo la testimonianza della signora Petroni, i rapporti suoi e del marito con Marguerite, molto frequenti nei primi anni di vita della rivista, si andarono diradando nel tempo. Molto probabilmente l'incontro cui si fa riferimento in questa lettera fu effettivamente l'ultima occasione in cui Petroni si recò a Palazzo Caetani e di cui l'artista, come ci ha segnalato sua moglie, ha lasciato una significativa testimonianza nel libro Il colore della terra. In effetti, nonostante i nomi dei personaggi non coincidano (del resto, lo stesso protagonista del libro, abbastanza scopertamente autobiografico, ha un nome diverso da quello dello scrittore), i riferimenti impliciti ai Principi Caetani e al loro Palazzo in via delle Botteghe Oscure sono chiarissimi. In particolare, in due diverse parti del libro (pp. 131-139 e pp. 181-190), Petroni rievoca rispettivamente la prima e l'ultima visita ai Principi, delineando con parole e immagini efficaci tutta la distanza tra l'atmosfera vivace e brillante del primo incontro e quella pesante e ormai irrimediabilmente segnata da un senso di decadenza e di morte incombente che caratterizza l'ultima visita, nonostanze fortissima resti la percezione di una profonda affinità di pensieri, di affetti e di sentimenti con l'anziana principessa.
116. Vasco Pratolini Piazzetta Mondragone, 13 Napoli, 5 gennaio 1949 Gentilissima Signora, grazie per il telegramma e per le sue parole a proposito del mio racconto; e grazie per l'assegno. Sono contento che Le ragazze di Sanfrediano le sia piaciuto, e di pubblicarlo sulla sua bella rivista 1• Mi creda, con ossequio, suo devotissimo Vasco Pratolini Un foglio, manoscritto nel recto. 1 Come già chiarito, il racconto Le ragazze di Sanfrediano fu poi pubblicato sul quaderno III della rivista, nella primavera del '49 . V. Pratolini è nato a Firenze nel 1913 ed è morto a Roma nel 1991. Cresciuto in una famiglia di modeste condizioni sociali, ha avuto una formazione letteraria da autodidatta nell'ambiente ermetico fiorentino; ha collaborato alle riviste « Il Bargello» e «Letteratura» e ha diretto, insieme ad Alfonso Gatto, « Campo di Marte». Ha partecipato alla Resistenza e nel dopogerra ha insegnato a Napoli per alcuni anni, prima di dedicarsi completamente -all'attività letteraria e al giornalismo. Ha collaborato in due occasioni con « Botteghe Oscure», nel 1949 e nel 1951. In precedenza, aveva già pubblicato diverse opere di narrativa: Il tappeto verde (1941), Via de' Magazzini (1942), Le amiche (1943), Il quartiere
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(1944), Cronaca familiare (1947), çronache di poveri amanti (1947), Mestiere da vagabondo (1947).
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Vasco Pratolini « Eldorado » Procida, 14 novembre 1951
Gentilissima Principessa, sono io contento che quel frammento le sia piaciuto 1, e di pubblicare su « Botteghe Oscure » . In quanto al compenso va benissimo, è molto generoso e La ringrazio. Io adesso sono qui, per vedere se mi riesce appunto di licenziare questo nuovo romanzo, a cui lavoro da un anno e che ancora non mi soddisfa 2 • Mi creda, con molti ossequi, suo Vasco Pratolini Un foglio, manoscritto nel recto. 1 Evidentemente Marguerite aveva inviato una lettera a Pratolini, dichiarandosi « contenta » di poter pubblicare un suo nuovo testo nella rivista. Il frammento in questione apparve sul numero VIII di « Botteghe Oscure» con il titolo L'amante di vent'anni e conflui poi, con alcune modifiche, in due parti diverse del romanzo Lo scialo. A proposito del frammento presentato sul quaderno VIII, si rivedano i giudizi e le riserve espresse da Elsa Dallolio nei docc. 63 e 76. 2 Sappiamo che in realtà dovevano trascorrere ancora molti anni prima che Pratolini si decidesse a pubblicare il romanzo Lo scialo: in effetti, egli aveva cominciato a scriverlo tra il 1949 e il 1950 e aveva proseguito per diverso tempo nel lavoro, ma nel 1952 si interruppe per dedicarsi al Metello, pubblicato nel 1955; riprese in mano Lo scialo solo nel 1954-55, rielaborando completamente i materiali rispetto all'ipotesi iniziale e dando alle stampe il volume soltanto nel -1960.
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Riccardo Ricciardi [Napoli] 19 dicembre 1947 Mia cara Elena 1, con molto piacere vedo, diciamo cosi, i tuoi caratteri che mi recano notizie purtroppo già note. È ben vero che non avete
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ori colati da esibire o valorizzare e che la ipotesi dei volumetti cade 2 ; ma, d'altra parte, con i cahiers che in italico linguaggio diventano dei quaderni, di esecrata memoria scolastica, le difficoltà di una degna e, possibilmente, originale veste tipografica si accrescono e con tutta la migliore mia buona volontà non so cosa trovare o consigliare. Cominciamo dalla considerazione che un « quaderno » non può essere troppo pasciuto e che, comunque, non si devono sorpassare le duecento pagine. Domando: basteranno duecento pagine o poco più per la « fiera » dei vostri scrittori 3 ? Sono grato a te e alla Principessa per la molta benevolenza e fiducia che avete (ahi, stolide!) nelle mie capacità tipografiche, ma in verità non so cosa consigliare o indicare. Un fascicolo tipo « Aretusa » 4 non va e mi piacerebbe qualc(?sa di estroso. Da escludere, naturalmente, il sesto uso « Nuova Antologia» 5 o, poniamo, tanto per dare una indicazione gradita, « Civiltà cattolica» 6 • E allora: o un ottavo allungato o un ottavo un po' quadrotta. Nei due casi, per evitare spreco di carta (da ridurre al formato) è sempre necessaria, a mio avviso, una apposita fabbricazione. Dimmi: quanti quaderni sono prevedibili per ogni anno? due? e quale il tiraggio? Come vedi, mi abbandono a paurosi interrogativi e attendo tuoi lumi. Ti prego di ossequiare la Principessa e ringraziarla della molta sua benevolenza e siffatte grazie rendo pure a te, mia giovane e pur vecchia mia amica. Non oso ricambiare il tuo abbraccio per evitarmi la nomea di vecchio satiro e passo ad onesti saluti che vorrai pure passare a Raimondo Tuo Ricçardo Come al solito, scritta a macchina - Dio sa come - e non riletta. Perché il niio estro (!) abbia a destarsi, cerca d'indicarmi il titolò 2he andrebbe dato alla pubblicazione in modo che io possa « vedere » la cosa. Un foglio, dattiloscritto nel recto. Firma e interventi manoscritti. Carta intestata: R. Ricciardi Editore Napoli. 1 Destinataria di questa lettera, che si riferisce alle fasi di progettazione di « Botteghe Oscure », non è Marguerite Caetani, ma Elena Croce, che evidentemente, come chiarito nella Introduzione, non si era limitata a segnalare Ricciardi a Marguerite come possibile stampatore della rivista, ma aveva fatto da tramite, almeno all'inizio, per lo scambio di informazioni e di consegne tra i due . 2 È probabile che « la ipotesi dei volumetti » (provvisoriamente accettata da 'Marguerite, come si intuisce dalla lettera successiva) fosse stata avanzata originariamente dallo stesso Ricciardi, vero artigiano dell'edi-
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toria, preoccupato soprattutto di suggerire soluzioni eleganti dal punto di vista tipografico. Tale ipotesi, infatti, non trova riscontro in altri documenti e la stessa Elena Croce, a proposito dell'iniziale progetto di Marguerite, afferma in Due città, p. 50: « Le sue aspirazioni, ancora imprecisamente formulate, si volgevano ad una collana di grandi quaderni di poesia». Sulla veste tipografica definitiva assunta dai quaderni di « Bo_tteghe Oscure», cfr. p. 8. 3 La domanda risulta, col senno di poi, più che legittima, dal momento che il primo numero era composto già di 226 pagine e lo spessore dei quaderni era destinato ad aumentare rapidamente e inesorabilmente nel tempo. 4 « Aretusa » era una rivista letteraria fondata a Napoli nel 1943 e piretta inizialmente da Francesco Flora: alla _sua realizzazione aveva contribuito la stessa Elena Croce, insieme a suo padre e ai giovani Gabriele Baldini, Antonio Russi e Alberto Moravia (cfr. Due città, p. 34). 5 Si trattava della rivista fondata a Firenze nel 1866 · e trasferita a Roma nel 1878, che nei primi decenni di vita aveva avuto tra i suoi collaboratori De Sanctis, Verga, Carducci, Pascoli, Pirandello, Croce; durante il fascismo era divenuta la rivista ufficiale dell'Accademia d'Italia e nel dopoguerra aveva proseguito le pubblicazioni sotto la direzione di Mario Ferrara. 6 « Civiltà Cattolica » era la rivista dei gesuiti, fondata a Napoli nel 1850 da C.M. Curci e trasferita in seguito a Roma. R. Ricciardi è nato a Napoli nel 1879 ed è morto nella sua città nel 1973. Dopo aver lavorato a lungo in una libreria ed essersi dedicato allo studio dell'arte tipografica, nel 1907 ha fondato l'omonima casa editrice, che si è sempre distinta per l'eleganza e il prestigio delle sue pubblicazioni. Sulla collaborazione di Ricciardi con « Botteghe Oscure», cfr. Introduzione, in particolare pp. 53-55.
119. Riccardo Ricciardi [Napoli] 11 gennaio 1948 Gentile Principessa, trattenuto e bloccato dal maltempo in un remoto paese dell'estremo Sannio, di ritorno a Napoli trovo la Sua gentile lettera. Mi è grato riprendere ora il nostro colloquio. Ebbi notizia dalla cara Elena della determinazione di rinunziare a separati volumetti e tornare al primo disegno dei cahiers. Io mi trovo tuttavi~ _nella impossibilità di fornire precise indicazioni, e mi occorre conoscere, tanto per addivenire ad una precisazione - ahimé finanziaria - il materiale disponibile. Riguardo al formato non consiglierei il sesto della « Critica » 1 o quello presso che simile della « Nuova Antologia ». Ho visto in bella veste un certo «Ulisse» 2 che si va pubblicando in Roma; ma, a mio avviso, occorre battere altra via 3 e mi piacerebbe qualcosa del ge-
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nere del « Ponte » 4 o, infine, dei miei libri ma in formato un pochino più allungato, come alcune pubblicazioni della tipografia Darantière. Punto oscuro i caratteri da adoperare. A Napoli non esistono in buone condizioni gli elzeviri, che tanto preferirei, e conviene adattarsi al bodoniano o romano, purtroppo come i miei libri 5 • Quanto alla carta occorrerà fabbricarla appena deciso il formato. Questo importa tempo e spese non lievi. Comunque, presumibilmente, quanti quaderni vanno pubblicati? e sia pure in via approssimativa, di quante pagine dovrà comporsi ogni fascicolo? E quale il tiraggio? Sono dolente di infliggerle tanti interrogativi, ma, ripeto, è necessario. Anche per il titolo è opportuno decidere o per i caratteri necessari o per la convenienza di approntarne un disegno. Per la diffusione confermo che malgrado la mia organizzazione, sotto un punto di vista piuttosto ampia, non è da sperare in un collocamento presso tutti i miei corrispondenti e ci si dovrà contentare e limitare alle principali librerie delle principali città. Quale sorte infatti sperare da« piazze» come Cuneo o Trapani? Per l'estero ho già detto, e confermo, che nulla posso e occorrerà l'opera di altri. Voglia perdonarmi la lunga lettera e i numerosi quesiti e gradire i miei ossequi [Dev.mo] R. Ricciardi Credo di avere lasciato da Lei alcuni campioni di carta e degli appunti, che mi interessano. Se non dispersi, voglia rendermeli. Un foglio, dattiloscritto in recto e in verso. Firma manoscritta. Carta intestata: R. Ricciardi Editore Napoli. 1 Si trattava della rivista bimestrale fondata a Bari da Benedetto Croce nel 1903 e da lui stesso diretta fino al 1944, quando la rivista cessò le sue pubblicazioni e fu sostituita dai « Quaderni della Critica»: essi uscirono tre volte l'anno tra il 1945 e il 1951 e furono interamente redatti da Croce. 2 Si trattava di una rivista di cultura internazionale, che affrontava in forma saggistica argomenti di carattere scientifico, economico, politico, amministrativo e artistico-letterario. Il periodico era diretto da Luisa Astaldi e il primo numero era uscito nel maggio 1947. 3 In effetti, la veste tipografica di « Botteghe Oscure » ebbe ben pochi aspetti in comune con quella della rivista « Ulisse » (nella quale sia il formato che i caratteri avevano dimensioni maggiori e numerose illustrazioni accompagnavano il testo scritto). 4 Si trattava di un mensile di politica e letteratura, di ispirazione laica, liberale e antifascista, fondato a Firenze nel 1945 da Piero Calamandrei. 5 Effettivamente i testi furono poi stampati in carattere bodoniano.
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120. Riccardo Ricciardi [Napoli] 2 marzo 1948 Gentile Principessa, mi giunge l'originale della prosa Bassani 1 e tre liriche (Così fa festa, ecc.) senza indicazione di autore 2 • Ho avviato la lavorazione della carta e consegnato in tipografia gli originali Montale e Petroni, secondo la progressione da Lei stabilita 3 • Voglia ora indicarmi il nome e collocazione in ordine delle tre liriche pervenutemi 4. Gradirò Suo riscontro. Mi abbia con ossequii [Dev.] R. Ricciardi Un foglio, dattiloscritto nel recto. Firma manoscritta. Carta intestata: R. Ricciardi Editore Napoli. · 1 Visto che la lettera di Ricciardi si riferisce alla preparazione del primo numero della rivista, la prosa di Bassani è, evidentemente, Storia d'amore. Si tratta di un racconto del quale Bassani ha prodotto innumerevoli versioni e la cui storia rappresenta una esemplare testimonianza del continuo lavoro di revisione e di limatura cui lo scrittore ferrarese sottoponeva i suoi testi. Ricordiamo brevemente che una prima versione di quel racconto, intitolata Storia di Debora, era stata presentata nella raccolta Una città di pianura, nel 1940. Dopo la pubblicazione del 1948 su « Botteghe Oscure» e l'inclusione in An Anthology of New Italian Writers, nel 1953 Storia d'amore fu inserita in La passeggiata prima di cena e nel 1956 il racconto, nuovamente rielaborato, confluì nelle Cinque storie ferraresi , col titolo di Lida Mantovani: cfr. anche p. 46. 2 Il titolo citato (Così fa festa) permette di stabilire che Ricciardi si riferiva qui alle liriche di Mario Sabbatini (pseudonimo di Giovanni Titta Rosa) del quale però furono pubblicate sul primo numero non tre, ma quattro testi poetici (In cima al colmo cuore; Agosto è già nel prato; Ma nemmeno il pianto; Così fa festa). 3 L'Anguilla di Montale e Il mondo è una prigione di Petroni aprivano il primo quaderno di « Botteghe Oscure». Vale la pena soffermarsi brevemente sul significato di tale scelta, anche perché, in mancanza di qualunque dichiarazione programmatica, la collocazione dei testi all'interno della rivista assume particolare importanza per comprendere gli orientamenti di fondo di Marguerite Caetani e dei suoi principali collaboratori. Ciò vale, ovviamente, in modo particolare per i primi testi del primo numero, che dovevano costituire una sorta di « biglietto da visita» da consegnare ai lettori. Il fascicolo, dunque, si apriva con una poesia, genere particolarmente amato da Marguerite, ma ad essa seguiva una lunr,a prosa, a segnalare immediatamente la compresenza e l'alternanza dei. due generi letterari sulla rivista. Inoltre, va considerata la scelta degli autori: è chiaro, infatti, che, decidendo di aprire con un artista ormai pienamente affermato ed apprezzato come Montale (sia pure con poe-
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sia tecnicamente piuttosto ardita, costituita da un'unica, lunghissima proposizione di 30 versi, in cui il soggetto si trova all'inizio e il verbo alla fine) , si intendeva sottolineare il legame con la tradizione, almeno con quella più recente e più impegnata; nello stesso tempo, affiancando al breve testo di Montale quello molto lungo di Petroni, si segnalava chiaramente l'intenzione di lasciare largo spazio agli scrittori più giovani e meno affermati, purché effettivamente capaci di esprimere qualcosa di nuovo e di autentico. Da segnalare che in seguito Montale avrebbe collaborato anche al quaderno IV di « Botteghe Oscure » con quattro Poesie numerate in progressione e prive di titolo. 4 Per l'ordine definitivo degli autori sul quaderno, cfr. doc. 121.
121. Riccardo Ricciardi Via Cavone 5 1 [Napoli] 15 marzo 1948 Gentile Principessa, eccomi a rispondere alla sua gradita lettera. Cercherò di chiarire, dirò partitamente, alle varie richieste: Originali. In mio possesso, secondo l'ordine da lei stabilito, Montale; Petroni; Penna; Bassani; Rinaldi; Guidi; Bertolani 2; Barilli, « Ignoto abruzzese» 3; Cancogni 4. Non altro: nulla so degli scritti del Sabbatini 5 • Voglia, La prego, fornirmi la progressione del materiale per non lasciare composizione sospesa con danno della sveltezza desiderata nel compimento del lavoro. Copertina. Mi è pervenuto pel tramite di Giuliana Benzoni 6 il bel fascicolo della « Licorne », che già conoscevo. Spero ottenere dalla Cartiera Magnani di Pescia una carta eguale, o quasi, al tipo indicato avorio. In mancanza potrò giovarmi delle Cartiere Miliani che hanno in listino qualcosa di simile 7 • Le sottoporrò i campioni che senza dubbio saranno di suo gradimento. Titolo. Confesso che« Botteghe Oscure» dice ben poco e più che al nobile palazzo Caetani si potrà pensare ad altro ben più recente edifizio e non so con quanta utilità 8 • Comunque occorre decidersi per provvedere al disegno della riga. Bozze. Nel torso della settimana riceverà le prime prove di stampa. Bisognerà che la revisione sia affidata ad esperta mano e credo che la nostra Elena potrà assumersi tale ingrata fatica. Deciderà lei se è il caso di mantenere le iniziali maiuscole o meno 9 • Non credo di aggiungere altro, pel momento, e non è detto che nella prima decade non possa decidermi per una breve corsa
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a Roma, specialmente se sarà possibile incontrare l'amico Mattioli 10 • Mi abbia con devoti saluti [Dev.mo] R. Ricciardi prego voltare 11 Ripensando al titolo da dare alla raccolta, esclusa la indicazione « Quaderni» o simile, oserei proporre senz'altro la data della pubblicazione: « Primavera 1948 » (e poi « Autunno 1948 ») o ancora: « Aprile (o maggio) 1948 » e pel secondo fascicolo « Ottobre 1948 ». · Dimenticavo rispondere circa il numero delle pagine. Non mi è possibile essere esatto e converrà almeno che sia messo su il primo foglio. Un foglio, tfattiloscritto in recto e in verso. Interventi e firma manosc,;itti. Carta intestata: R. Ricciardi Editore Napoli. 1 L'indirizzo, che è quello dell'ufficio di Ricciardi; si legge in forma · . . . .·. manoscritta . sotto l'intestazione prestampata. 2 È probabile che Ricdardi avesse ricevuto, tra gH altri, gli. originali dellé pòèsie di Attilio Bettolucci (effettivamente presenti, poi, sul primo numero della rivista), ma che avesse interpretato erroneamente il nome dell'autore. 3 Cfr. doc. 120 nota 2: Mario Sabbatini era nato in provincia dell'Aquila. . . . 4 Tale ordine fu poi fondamentalmente rispettatO nella stampa cfel primo numero della rivista, anche se le poesie di Bertolucci furono inserite dopo quelle di Rinaldi è prima delle prose di Guidi. Quanto agli autori mai citati in precedenza, va segnalato che di Antonio Rinaldi furono pubblicate sul quaderno I le poesie Qui sorrise ... , Memoria, Assenza, Proposito, Idillio, e Preghiera, mentre sul quaderno VII sarebbero poi apparse Canto di Maggio e Fantasia; Augusto Guidi, invece, collaborò .solo al quaderno I con tre Ricordi d'infanzia: La Cometa, Mercato della vigilia e Prima imprònta. 5 Evidentemente nella missiva di Marguerite si faceva riferimento ai testi di Sabbatini, ·ma Ricciardi non aveva preso in considerazione l'ipotesi che si trattasse di quell'« Ignoto abruzzese» di cui egli aveva già ricevuto le liriche . .6 -Cfr. p. 16. 7 . Alla fine si dovette optare per questa seconda soluzione, come risulta dalla lettera successiva. 8 Si ricorderà che, al termine della lettera ad Elena Croce, Ricciardi aveva ..attribuito grande .importanza alla questione . del titolo da .assegnare allà rivista ·ed è curioso notare l'insistenza co11 . cui egli _ritorna sul problema nel post-scriptum di questa lettera, a conferma del fatto che, anche dopo aver èoncluso la missiva, egli non aveva cessato di pensare a possibili proposte alternative. Sul problema della scelta del titolo, cfr. pp. "24-26. 9 : Non è molto chiaro quale decisione Ricciardi •volesse affidare ad Elena:.Croce. Tuttavia, sulla base di riscontro con la lettera successiva, si
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può ipotizzare che il problema riguardi l'eventuale opportunità di utilizzare caratteri differenti per la stampa delle iniziali maiuscole, ritenute poco armoniche da Ricciardi. io Cfr. p. 71 nota 93. 11 Questè parole, dattiloscritte con inchiostro rosso, appaiono a fondo pagina, sotto la firma, per segnalare l'esistenza di un post-scriptum nel verso de foglio.
122. Riccardo Ricciardi [Napoli] 18 marzo 1948 Gentile Principessa, riceverà, forse insieme con la presente, un primo fascio di bozze relative agli scritti di Montale, Petroni e Penna. La prego di non tener conto delle iniziali maiuscole che cercherò di adattare in modo più armonico. Non so come disporre nel paginato le liriche del Penna; mi pare .che sia eccessivo destinare una intera pagina ad un solo distico 1• Riguardo alla prosa del Petroni un serio impiccio per l'armonia della pagina è rappresentato dall'avvertenza che ho fatto comporre in. corsivo. Detta avvertenza, logicamente, dovrebbe precedere il testo e fa brutto all'occhio. Modificando il testo (e ne parli all'autore) non potrebbe andare a fine 2 ? Le esigenze tipografiche sovrastano talvolta le ragioni letterarie e la mia è la voce di un tipografo e non di un letterato! Ricevo comunicazione dalla Cartiera Magnani che la bella copertina avorio, tipo « Licorne » manca. È una vera contrarietà perché, ripeto, rispondeva pienamente ai Suoi desideri. Occorrerà contare sul tipo Miliani che appena possibile le sottoporrò. Attendo gradito suo riscontro e la prego gradire i miei ossequi [Dev.] R. Ricciardi Un foglio, dattiloscritto nel recto. Firma manoscritta. Carta infestata: R. Ricciardi Editore Napoli. 1
Sul quaderno I apparvero undici brevissime liriche di Penna (presentate col titolo complessivo di Poesie e contrassegnate unicamente dai numeri romani in progressione), tra le quali nessuna superava i sei versi ed una era composta da due soli versi. Per evidenti motivi di spazio, le poesie vennero poi stampate una di segnuho all'altra, come del resto si
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fece, sia sul quaderno I sia in quelh successivi, in tutti i èasi in cui si ospitarono diverse liriche di uno stesso autore. Nel caso in questione, tra l'altro, la scelta appariva giustificata non soltanto da ragioni tipografiche, ma anche dalla possibilità di cogliere una serie di rimandi e di corrispondenze tra una lirica e l'altra, quasi si trattasse di un unico «discorso» che si snodava aqraverso frammenti di ispirazione diversa ma variamente collegati tra loro. 2 Il testo di Petroni fu poi stampato senza alcuna avvertenza in carattere corsivo, né di tale avvertenza c'è traccia nella edizione mondadoriana del 1949. Si può pertanto ipotizzare che l'autore abbia accolto il suggerimento di modificare il testo, inglobando nella narrazione le notizie precedentemente fornite a parte, anche se non si può escludere che Petroni abbia deciso di eliminare l'avvertenza tout court, confermando poi questa scelta anche in occasione della pubblicazione del testo in volume.
123. Riccardo Ricciardi [Napoli] 11 aprile 1948 Gentile Principessa, mi pervenne ieri dalla tipografia l'impaginato del nostro lavoro, ma ho creduto apportarvi delle modificazioni così che tra un paio di giorni potrò inviarle le bozze definitive (spero). Intanto tenga fin da ora presenti alcuni rilievi. L'occhiello di ciascun componimento dovrà necessariamente restare di maiuscolo tondo mancando il carattere corsivo della stessa sagoma 1• Nella poesia del Montale, per ragioni di armonia tipografica, ho soppresso la data. Detta poesia forma un'unica pagina e non va spezzata 2• La prosa del Petroni nella parte dialogica, piuttosto limitata, reca nell'originale delle «virgolette»; meglio, a mio avviso, il trattino, così: -. Quando si tratta di interpensieri allora vanno adoperate le virgolette 3 • Le poesie di Penna come vanno « spezzate »? Veda un po' lei, insieme con Elena sul da farsi. Copertina: ripeto che mi sarà possibile avere la carta avorio da lei desiderata. Poiché certamente capiterò a Roma dopo la pugna di questi giorni, le mostrerò il campionario. Il dott. Mattioli, che assai fugacemente ho visto in Napoli nella scorsa settimana, mi ha consegnato alcuni scritti da inserire nel successivo quaderno 4 • C'è una commedia del Brancati che ho letta. Mi par che troppo insista in certi arguti argomenti,
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~pistola:rio
già esauriti é:òl &uo racconto « Il veèchio· dagli stivali »·-s. , Ne riparleremo, Attendo il disegno della dicitura 6 e della bilancia 7 • Mi abbia con devoti saluti [Dev.J _R. :rucdardi Un foglio, dattiloscritto 'nel recto: Firma manoscritta. Càrtd intestata." R. Ricciardi Editore N~poli. · . 1 Anche .nei quaderni successivi, editi da De Luca, i componiment( poetiéivennero sempre scritti in corsivo e gli occhielli in maiuscolo tondò; . 2 fo reali:à, nella stampa venne effettivamente soppressa la data, ma la poesia risultò comunque « spezzata » in due pagine. 3 Neanche questo suggerimento di Ricciardi fu accolto da Marguerite, perché sia nel testo di Petroni sia rielle altre prose presenti nel primo quaderno e in quelli successivi furono di norma usate le virgolette nelle parti dialogiche. . 4 Come più volte chiarito, in realtà il quaderno II non venne stampato da Ricciardi ma da De Luca. 5 La commedia di Brancati cui si fa riferimento era Raffaele, che poi venne pubblicata sul quaderno II di « Botteghe Oscure ». Invece, il racconto Il vecchio con gli stivali era apparso nell'omonima raccolta, pubblicata a Roma nel 1945 per le Edizioni L'Acquario. Va rilevato che le riserve espresse da Ricciardi sulla commedia di Bra:ncati trovano poi conferma nel giudizio di altri critici: da segnalare, per i suoi rapporti con la storia della rivista, .quello dell'inglc::se Margaret Bottràll, che in una recensione molto positiva di « Botteghe Oscure» e, in particolare, . di An Anthòlogy of New Italian Writers, nel lamentare l'assenza dall'antològia di testi di Branca ti (« a Sicilian who has a real genius for ironie comedy »); aP1metteva che « bis only contribution to "Botteghe Oscure"- wair !)Ot, perhaps, one of bis liveliest efforts » (M. BOTTRALL, From tbe Dark Sbops, « New Statesman and Nation », London 3 february 1951). 6 Ci si riferisce probabilmente al disegno del titolo da stampare sulla copertina. .' 7 Sul primo numero di « Botteghe Oscure» comparve il disegno di. una bilancia, secondo una tradizione inaugurata da « Comnterce ». Tuttavia, sul quadern9 edit~ da Riccia_rdi la bilancia ;iveva urìa forma differente e venne: stampata alla fine del volume, dopo l'ultima pagina ai testo, mentre in « Commerte » esso si trovava sempre in uria -delle :J?rinìé: pagine di ogni fascicolo . Va rilevato comunque che in tutti i quaderni stampati da De .Luca (compresa .la ristampa del quaderno l edita 'nel 1949) non vi è più traccia di quel disegno.
Epis,tolario
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124.
Riccatdo Ricciardi [Napoli] 19 aprile 1948 Gentile Principessa, , mi sono pervenuti ieri i disegni della riga e della bilancia che studierò bene per la riproduzione. Intanto riceverà in pagina e in assetto definitivo 80 e più pagine del quaderno che potrebber.o andare licenziate per la stampa. Ebbi a qire, e ripetq, .che nella ptosa dél Pètroni in cambio delle virgolette -vèdrei as·sai meglìo i tr.attini (come ho esemplificato) e soltanto nelle considerazioni ·interiori andrebbero logicamente ' conservate le virgolette.: . __ _ _ _ _ La nota-avvertenza_va a piedi di pagina dietro il bottello 1• ,, - Come vedrà la poesia del Montale è stata divisa, credo suf' --, , ficientemente. · · Troverà ·c;luè fogli della carta_che.ho fatto eSpressani~nte faba bricàre nel formato richiesto e che mi par -tollerabile, dato i tempi éhe corrono: È, infatti, di sufficiente bianchezza e di -decorosa. consistenza. Se gli eventi fo ·consentiranno, conto di trovarmi a_Roiiia -per, la fine del mese per incontrarmi con Mattioli e veder Lei. Mi abbia con i migliori saluti [Dev.] R. Ricciardi Voglia precisarmi il tiraggio.
Un foglio, dattiloscritto nel recto, Firma e aggiunta manoscritte. Carta intestata: R. Ricciardi Editore Napoli. 1
Cfr. doc. 122 nota 2.
125. · Agostino Richelmy Torin~
i
apriÌ~ 1951
$~ritili~si~a Principessa, -_:-_ là -Sua cortesia. ~elio scrivermi fa' sì èhe 'fo ne :f-,a ringraziacéeitfcon' deferenza IaSua decisione I. ' - , ,
e '
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Mi rincresce molto perdere un posto nella primavera; per me
il guadagno del tempo era come guadagno di ambizione e denaro; e dedico il mio modesto ma vero sacrifizio a Lei, Gentilissima Principessa, e alla stima e riconoscenza che ho per « Botteghe Oscure » 2 • · Favorisca distinguere e gradire in questa mia afflizione l'intensità amichevole del mio ossequio più cordiale e mi abbia per Suo [dev.] Agostino Richelmy Foglio di carta da lettere con una facciata manoscritta, con busta. 1 Come si intuisce dalle affermazioni successive, Marguerite aveva deciso di posticipare all'autunno (e quindi al quaderno VIII della rivista) la pubblicazione del racconto di Richelmy Il passo dell'orso, del quale si era inizialmente prevista l'inclusione nel numero VII (primavera 1951). 2 Richelmy aveva già pubblicato una serie di brevi liriche sul · quaderno III di « Botteghe Oscure». Altri suoi testi apparvero poi, oltre che nel numero VIII, in altri quaderni della rivista, rispettivamente la prosa Vignula sul numero XII, i versi di Novelle e Sottovento sul numero XVIII è le poesie Ballata d'aprile e Bologna sul numero XXIV.
A Richelmy è nato nel 1900 a Torino, dove è morto nel 1991. Ha collaborato in cinque occasioni con « Botteghe Oscure». Non ha pubblicato libri prima del 1965, quando è uscito presso Einaudi L'arrotino appassionato.
126. Agostino Richelmy 11 febbraio 19 57 Nel passare appena una mattina in Roma, e sotto la Casa · di Lei, Serenissima Signora Principessa, alta e chiara come penso ogni dimora e ogni avvio della Sua Gentilezza continua, mi permetto di porgerLe il mio modesto e devotissimo omaggio [ ... ] aff. Agostino Richelmy Via S. Francesco da Paolo 21. Torino 1• Biglietto manoscritto in recto e in verso. Anche se il biglietto è ufficialmente giustificato soltanto dal desiderio di rendere omaggio alla Principessa, l'annotazione dell'indirizzo sul verso fa presumere che lo scrittore sperasse in una risposta di Marguerite, magari accompagnata dalla richiesta di nuove collaborazioni alla rivista. 1
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127. Salvatore Rosati May 31, 1949 Dear Prince~s, I am returning you, with a thousands thanks, Mr. Eliot's book 1, a copy of which I have eventually got through the British Council. But I am indebted to your kindness for having been able to read the book before getting my copy. I have just begun a note which I hope to complete very soon for « Lo Spettatore italiano». Please accept my reiterated thanks, and believe me, dear Princess, with kindest regards, Most sincerely yours, Salvatore Rosati Un foglio, manoscritto nel recto. 1 Come si intuisce più oltre, si trattava del saggio di Eliot, Notes towards the Definition of Culture, London, Faber & Faber 1948. Esso, infatti, venne recensito da Rosati nella Rassegna Bibliografica dello « Spettatore italiano», anno II, n. 6 del giugno 1949.
S. Rosati è nato nel 1895 a Roma, dove è morto nel 1976. Studioso di letterature anglosassoni, pubblicista, saggista, traduttore, è stato docente universitario e membro della redazione della « Enciclopedia Treccani » dal 1920 al 1955. Ha collaborato a « Botteghe Oscure» per la traduzione di molti testi inglesi e americani presenti sui primi quaderni della rivista (cfr. pp. 10-11). In precedenza aveva pubblicato La storia di Roma nei suoi monumenti (1928) e Tullia d'Aragona (1936).
128. Salvatore Rosati Rome, June 1•t, 1950 Dear Princess, I have been told by Bassani that Antonio Saffi 1 still mantains that he was belated in the delivery of bis translations 2 because be got the poems from me after a fifteen-day delay. I am very reluctant to engage in an argument, since Antonio
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is a friend and the son of a dear friend of mine. Therefare I will only repeat you what I already told you by voice. When I received from you the 'bulk of the poems, I separated those you wished to have translated by me 3 • All the remaitiing typescripts were handed aver by me to Antonio in arder that he might select those he felt inclined to translate. A few days later I called on you and we decided to entrust sotl)~ of the poems to Nina Ruffini 4. I rang her up accordirigly, and she called on me two or three days later. When Nina arrived I said her: We shall have to await a few minutes till Antonio will come up and take the poems along with him. Only when Antò-' 11io arrived was Nina able to pick up the poems she has actually translated 3 • When Nina got these poems, Antonio had already kept aH the typescripts by him far three or faur days. As a matter of fact, his departure far England was drawing near, and he was much absorbed. In London he has been very busy with the opening of the Italian Institute. His long delay may thus be easily explained. Yet, in spite of his being absorbed, he might very well have finished his translations befare leaving far London, he is certainlv aware of that, and I think this is the reason why he is now lying like a schoolboy and trying to lay the blame on me . I will refrain fròtn any comment, but I kindly request you to ask to Nina wh(:.'.ther things did actually occur as I have been saying above. I hope you wi!I kindly do justice to me by speaking to Nina, and I than:k ,you. With kindest regards , believe me, dear Princess, Yours very cordially, Salvatore Rosati. Un foglio, manoscritto in recto e in verso. 1 Cfr. p. 11. Da notare che Antonio Saffi collaborò alla traduzione dei testi in lingua inglese presentati nei fascicoletti Quaderno IV: Poeti inglesi e americani e Quaderno .V: Poeti .e narratori inglesi e americani, mentre il suo nome non comparve nel fascicoletto Quaderno VI: Poeti inglesi e americani: forse tale assenza fu assolutamente casuale, ma non possiamo, escludere che essa, invece, vada in qualche modo collegata a questa missiva di Rosati, dalla quale la figura di Saffi esce almeno parzialmente sminuita. 2 Il confronto delle date permette di stabilire che Rosati si riferisce qui alle traduzioni dei testi inglesi e americani presentati in Quaderno V: Poeti e narratori inglesi e americani. Per tale quaderno, Saffi tradusse le poesie di Vernon Watkins, James A.gee, Clinch Calkins, Harry Duncan, Richard Eberhart. David lgnatow;. _ . 3 Nel fascicolo chè accompagnava il numero V della rivista, furono tradotti da Rosati i lavori di Ronald Bottrall, David Gascoyne, Edwin
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Muir, Kathleen Raine, Louis Zukofsky, Winterset Rothberg, Peter Viereck e Richard Wilbur. 4 Cfr. p. 11 e p. 16. 5 Si tratta delle poesie degli autori americani Brenda Chamberlain e Harry Roskolenko pubblicate sul quaderno V.
129. Salvatore Rosati Rame June 19, 1950 Dear Princess, Thank you so very much far your so kind and friendly letter of Friday last. I want to express you my sincere gratitude far your cheque; but I hope you will believe we when I teli you that much more than by the cheque I was pleased by your words, by the assurance that your friendship far me has remained inaltered. This is what I care far above ali. I am glad to hear that you have been satisfied with my translation of Rothberg's prose 1. It was a hard work: I had to make a search almost far every word, but even my good and modem dictionary of American slang proved sometimes inadeguate and I had to ask some questions to my friends Ben Johnson 2 and Bill Demby 3 • At last I carne through as best as I could, considering that the Italian language has no equivalent far slang. It is quite understandable that the Anthology 4 kept you very busy. Yet, it is well wòrth doing: I think it will do a lot of good towards a better knowledge of contemporary Italian literature in America. Recently I had to come to the conclusion that the main source of infarmation about Italian literature in America is Prezzolini 5 who is rather far from being a reliable source. I think I will have something to tel1 you in this connection. In a quite different field it is also well worth doing ali your painstaking work far poor children 6 • What you are doing both far art and charity is really admirable, and is not the least reason far which I am so very fand of you. I am working as hard as ever. At present I am engaged in translating The Cocktail Party 7 and editing far Garzanti the collection of English Classics sponsored by the British Council. A rather dull work, this, consisting chiefly in the revision of translations made by others.
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Anyhow I will always be re?.~Y to see you as soon as you will send me a note or simply ring me up. Indeed I look forward to the pleasure of seeing you because it is a lot of time since I saw you last. Meanwhile I thank you again very cordially for all your kindness and for your friendship which is most sincerely reciprocated. Believe me, dear Princess. With warmest regards, Yours as ever, Salvatore Rosati Un foglio, manoscritto in recto e in verso. 1 Cfr. doc. 5 nota 5. Sull'originale si legge « Ruthberg », ma mlla rivista e sulle pubblicazioni a margine si trova sempre « Rothberg ». 2 Cfr. p. 39 e docc. 58, 60 e 76. 3 Tre prose dell'americano William Demby furono pubblicate in seguito su « Botteghe Oscure». 4 Ci si riferisce ovviamente a An Anthology of New Italian Writers. 5 Giuseppe Prezzolini si era trasferito a New York nel 1930, dove insegnava presso la Columbia University e dove aveva già pubJ:.!icato diversi studi sulla letteratura italiana più recente. 6 Nel dopoguerra, Marguerite Caetani promosse varie iniziative assistenziali, soprattutto a favore dei bambini bisognosi che vivevano in area sermonetana, per i quali finanziava, tra l'altro, soggiorni estivi nel castello di famiglia. 7 Si trattava di una recentissima commedia di Eliot, pubblicata a Londra da Faber and Faber nel 1950. Cfr. anche doc. 131 nota 2.
130. Salvatore Rosati Rome, July 18, 1956 Dear Princess, I have just received the first part of the typescript of Mr. Roethke's poems 1 for which I thank you. Yesterday in the afternoon I had the pleasure of becoming acquainted with Mr. Roethke who called on me. He gave me the copy of another poem called The Sententious Man. As for the sequence the poem is to be inserted in the section I have just received from you: according to Mr. Roethke it should bt~ placed before Love's Progress and after The Surly One. In your typescript Love's Progress is on pages 17, 18 and The Surly One on page 19. The Sententious Man talr";; three sheets; in
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accordance witb Mr. Roetbke's arrangement, tbe page numbers sbould tberefore be as follows: The Other, p. 16; The Surly One, p. 17; The Sententious Man, pp. 18, 19, 20; Love's Progress, pp. 21, 22 . On the other band Mr. Roetbke said be bas not yet quite made up bis mind as to tbe definitive order of tbe poems, but I tbought it advisable to inform you all tbe same about tbe above addition. Mr. Roetbke and I bad also some talk concerning tbe edition. We botb tbink that tbe volume sbould contain tbe Englisb text togetber witb tbe Italian translation. First of all, even tbe best translation can only aim at being and aid ratber tban an actual equivalent wben poetry is concerned; secondly, tbe Englisb text will afford tbe reader a guarantee as far as tbe quality of tbe translation .goes. As regards a publisher, I suggested Edizioni di Storia e Letteratura, and Mr. Roetbke seemed to like sucb volumes produced by tbat publisbing firm as I showed him. He said he would talk about this with you in Paris where be will make a sbort stay on bis way to England. Wben tbese practical topics were over we had a conversation on contemporary poetry in America, and I was pleased to see tbat my impressions concerning some contemporary American poets were in full accord with Mr. Roetbke's. I bave been very glad to make bis acquaintance and bope we sball remain in correspondence. In a week or so I sball be able to begin my translation work. Wisbing you a pleasant stay in Paris, Believe rne, dear Princess, Witb truly affectionate regards, Yours most cordially, Rosati Un foglio, manoscritto nel recto. 1 Lo stesso Rosati cita in seguito almeno alcuni dei titoli delle poesie di Roethke testé ricevute: da ricordare che una di esse, Love's Progress, era già stata pubblicata sul quaderno XIV di « Botteghe Oscure», mentre un'altra, The Other, sarebbe apparsa sul numero XVIII, nell'autunno del 1956. Come si evince dalle parole di Rosati, Marguerite gli aveva affidato la traduzione delle poesie di Roethke in previsione di una loro raccolta in volume; in realtà, però, non si è trovata traccia di tale pubblicazione né nei cataloghi delle Edizioni di Storia e Letteratura (in seguito citate come possibile editore) né in quelli della Bibliografia nazionale italiana. È quindi lecito ipotizzare, anche in base al riscontro con la lettera successiva, che il progetto iniziale, ritardato per vari motivi e parzialmente modificato nel tempo, fosse poi definitivamer-te naufragato.
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131. Salvatore Rosati Rome August 8, 1958 Dear Princess, I must begin by offering you my humblest apologies for the delay with which I am answering your kind letter of July 17. T o say that for more than four months and till the end of July I have been in a fog, as they say in America, would be a most inadeguate understatement. Indeed, I have been literally overwhelmed by an almost unbearable burden · of work. As a result of all this toil, which kept me on the strain, I have published four books 1• One of them is a collection of Mr. Eliot's four plays 2 translated into Italian and with a introductory essay. I therefore hope you will kindly excuse my delay. I received with your letter the typed copies of Mr. Roethke's additional poems and I found them really good 3 • As regards the translation, you will perhaps remember what I once wrote you, that is that Bassani had asked Lombardo 4 to undertake the translation without knowing that you had previously spoken about it with me. I got in touch with Lombardo, and we agreed that each of us would transiate a part of the poems. But Lombardo was absorbed by his teaching both in Bari and Rome and I was absorbed by my teaching and by the above mentioned work. At present Lombardo is on holiday in Tuscany, and I will resume with him my talk about this matter as soon as he will be back in Rome. I need not say you will be duly informed. I am sincerely sorry to hear that Mr. Roethke was so seriously ill and will be confined to bed for one year. Let us hope that his recovery will eventually be complete and at the end of such a long period he will be quite himself again. Anyhow I would be most pleased to see you on your return to Rome and I hope you are in a perfect health. Please give the Prince,Donna Lelia and Mr. Howard my best regards and believe me, dear Princess, with warmest greetings and wishes, Yours very cordially, Salvatore Rosati Foglio di carta da lettere con due facciate manoscritte. 1
Effettivamente, oltre alle traduzioni di Eliot in seguito citate, nel
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1958 Rosati curò l'edizione di Poesie scelte di John Donne, Napoli, ES! e pubblicò due testi di carattere saggistico: Il giro della ruota. Saggio sul King Lear di Shakespeare, Firenze, Le Monnier e L'ombra dei padri. Studi sulla letteratura americana, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura. 2 Il volume Teatro di Thomas Stearns Eliot, Milano, Bompiani, 1958 si apriva con un ampio saggio introduttivo di Salvatore Rosati e presentava poi, in lingua originale e in traduzione, i quattro testi per il teatro scritti fino ad allora da Eliot: Assassinio nella Cattedrale (Murder in the Cathedral; 1935), tradotto da Alberto Castelli, e La riunione in famiglia (The Family Reunion; 1939), Il cocktail party (The Cocktail Party, 1950) e L'impiegato di fiducia (The Confidential Clerk ; 1954) tradotti dallo stesso Rosati. 3 Sulla base del riscontro con il doc. 130 e con una missiva di Roethke conservata in Archivio e datata 22 ottobre 1957, si può ipotizzare che le poesie in questione fossero additional rispetto a quelle di cui si era parlato proprio nella lettera precedente, che risaliva però al 1956: se ne deve dedurre, pertanto, che il progetto editoriale era stato fermo per due anni o, comunque, aveva proceduto con estrema lentezza, come avvalorato, del resto, tanto dalle giustificazioni addotte inizialmente da Rosati per motivare i suoi ritardi quanto dal successivo riferimento alla malattia di Roethke. 4 Ci si riferisce all'anglista Agostino Lombardo, il quale, tra l'altro, ha collaborato per lungo tempo con le Edizioni di Storia e Letteratura, sia come autore, sia come direttore della rivista « Studi americani », sia come curatore della collana « Biblioteca di studi americani». Neanche il suo nome figura nei cataloghi della casa editrice né in quelli della Bibliografia nazionale italiana come curatore e traduttore delle poesie di Roethke.
132. Roberto Roversi Bologna 4 maggio [ 1949]
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Gentilissimo Sig. Giorgio Bassani Nemmeno più speravo, quando Berto, il contadino, m'ha portato la sua lettera, quassù a Roncrio, lunedl. E allora la sorpresa è stata mia; sorpresa grande davvero, per avere trovato una simpatia così pronta, quale non aspettavo. Le sono grato per questo e per le buone parole e, soprattutto, perché dalla sua lettera s'intende come la dote antica e rara della comprensione non sia ancora andata perduta. E mi sono confortato. Che qualcuno potesse apprezzare i miei versi - sui quali oscuramente mi affatico - e, oltre a ciò, pubblicarli, non osavo sperare. Ora sono più lieto e appena più sicuro. E anche di questo la ringrazio. Della mia miseria ecco l'importante: nato nel 1923, laureato in filosofia, lavoro ora in una piccola fabbrica per la quale bado ai conti 2•
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Sia sicuro che non stamperò su altre riviste - né saprei come fare; perciò l'impegno mi è facile e grato 3 • · Se mai capiterà a Bologna e si ricorderà di me, sarò lieto di incontrarla, anche qua a Roncrio, piena di fiori. E intanto aspetto l'autunno.
Mi creda, suo Roberto Roversi Un foglio, dattiloscritto nel recto. Firma manoscritta. 1
La missiva è attribuibile con ogni probabilità all'anno 1949, visto che le uniche liriche di Roversi apparse sulla rivista, Poesie per l'amatore di stampe: Rachele, L'Arazzo e Pomeriggio, furono pubblicate sul numero IV, che usci nel dicembre 1949. 2 Evidentemente Bassani aveva chiesto a Roversi di fornire alcune informazioni essenziali sulla propria biografia, in previsione della stesura di note bio-bibliografiche sui collaboratori della rivista (come si ricorderà, però, il progetto andò in porto solo qualche anno più tardi: cfr. p. 9. Stupisce comunque che Roversi non abbia fatto alcun cenno alle raccolte di versi da lui precedentemente pubblicate: non sappiamo se tale omissione debba essere interpretata come un rifiuto della propria precedente produzione in versi oppure come un atto di modestia, dal momento che probabilmente si trattava di raccolte pubblicate a proprie spese e, dunque, non confortate dal riconoscimento «ufficiale» di un editore. 3 Si può presumere che Bassani, nella sua lettera, informando Roversi che avrebbe dovuto attendere qualche mese prima di veder pubblicate le sue poesie su « Botteghe Oscme » (il quaderno III era probabilmente già in stampa, o comunque non modificabile), gli avesse chiesto di impegnarsi, nel frattempo a non stamparle su qualche altra rivista. R. Roversi è nato a BoÌogna nel 1923. Laureato in filosofia, ha cominciato giovanissimo a dedicarsi alla poesia, per volgersi poi anche alla narrativa, alla saggistica e al teatro. Ha collaborato in una sola occasione con « Botteghe Oscure ». In precedenza aveva pubblicato Poesie di Roberto Roversi (1942), Rime (1943) e Umano (1943).
133. Linuccia Saba Trieste, 12 giugno 1951 Caro Bassani 1, eccole le ultime poesie di papà. Sono 35 e non 30, come lei diceva. Eccole le condizioni che mio padre chiede: 1) Papà deve essere assicurato di ricevere a tempo, e per un'ultima revisione, le bozze già corrette. Possono essergli sfuggiti degli errori di macchina; può fare, nel frattempo, qualche
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ritocco a qualche verso, ecc. E di tutto desidera poi assicurarsi sul testo definitivo. · 2) Le 35 poesie devono essere pubblicate tutte, e tutte nell'ordine che ha dato loro mio padre. Devono iniziare, spazialmente, il numero della Rivista (vale a dire che questo deve incominciare con Amicizia) ed essere pubblicate senza ritardi nel numero prossimo (credo. salvo errore - l'VIII). Questo perché papà intenderebbe pubblicare entro l'anno un volume con Uccelli 2 ed Amicizia che ne sono un po' (sebbene nati in un'atmosfera diversa) la continuazione 3 • 3) La Rivista versa a mio padre (o a me per lui) l'importo di L. 100.000; e queste subito, all'accettazione, cioè del dattiloscritto. 4) Papà spera che la signora Principessa non abbia nulla in contrario a che egli pubblichi prima tre delle poesie di Amicizia in altre Riviste, e precisamente Quasi una moralità - Sorpresa 4 - Morte di un pettirosso. Dette poesie sono state scelte da lui non già seguendo un criterio di « bellezza », ma perché sono quelle che meno soffrono ad essere pubblicate separatamente. Però queste poesie dovrebbero apparire ugualmente in « Botteghe Oscure», dato che Amicizia forma un gruppo di poesie inscindibile. Papà farà in cambio il possibile perché le Riviste nelle quali vorrebbe pubblicare le tre poesie, annuncino che la raccolta di cui fanno parte apparirà nella sua integrità nel numero prossimo di « Botteghe Oscure ». Papà non crede di chiedere con questo troppo. Io le avevo sempre parlato di 30 poesie, ora, anche senza considerare le tre nominate, sono 32 ... Tuttavia, mio padre non fa di questo una condizione sine qua non\ desidera, più che altro, accontentare degli amici, e guadagnare qualcosa di più. Papà m'incarica di salutarla caramente, e la prega di presentare i suoi omaggi e saluti cordiali alla signora Principessa Caetani. Egli si duole che la signora sia stata assente da Roma quando egli vi soggiornava, degente in una clinica. · Mio padre · aggiungerà forse una nota di poche righe, come chiarimento all'ultima poesia di Amicizia (Al Lettore), riferendosi alla prefazione di Uccelli (nell'edizioncina numerata dello Zibaldone 6 ) e nella quale prometteva formalmente che non avrebbe scritto altre poesie 7 • Per quanto riguarda poi il compenso chiesto, papà non lo crede affatto esagerato. A parte il fatto che egli pensa essere questa l'ultima volta che può presentare ad una Rivista un numero cosl ingente di poesie, se egli volesse pubblicarle qua e là separatamente, prenderebbe molto di più. Ma Amicizia sono per lui un gruppo inscindibile. Per questo, come per la stima che egli ha di « Botteghe Oscure », si è rivolto prima di ogni altro alla Principessa Caetani ed a lei 8 •
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Sarò a Roma la settimana prossima, salvo incidenti. Intanto, · i più affettuosi saluti dalla sua dev.ma Linuccia Un foglio, dattiloscritto in recto e in verso. Firma manoscritta. Carta intestata: Libreria Antiquaria Umberto Saba - Trieste (111) - Via S. Nicolò 30. 1 Nonostante la missiva sia indirizzata a Giorgio Bassani, è evidente che le richieste di Linuccia Saba sono rivolte soprattutto a Marguerite Caetani. È lecito supporre che Saba, volendo dettare alla Principessa una serie di condizioni, ma provando un certo imbarazzo a far questo, avesse preferito non rivolgersi a lei direttamente, bensì comunicare per interposta persona, attraverso i rispettivi collaboratori-segretari. Da segnalare che sull'originale L. Saba non aveva lasciato alcuno spazio tra la data, la dedica a Bassani e l'inizio della lettera vera e propria, scritti tutti di seguito nella prima riga di testo . 2 Le undici poesie della raccolta Uccelli erano state pubblicate integralmente sul quaderno III di « Botteghe Oscure» e poi, nel 1950, erano uscite a Trieste, per le edizioni dello Zibaldone, con una prefazione dell'autore. Va segnalato, invece, che le poesie riunite sotto il titolo Amicizia, cui Linuccia Saba si riferisce in questa lettera, non furono mai pubblicate su « Botteghe Oscure»: è probabile che proprio l'esosità e la perentorietà delle condizioni poste da Saba, non ultima quella, -,ia pure espressa con riserva, contrassegnata dal n. 4 (che avrebbe comportato la pubblicazione in « Botteghe Oscure» di tre poesie non inedite), abbiano dissuaso Marguerite dall'accogliere sulla rivista i nuovi testi dell'anziano poeta. 3 In effetti, nel dicembre 1951 le poesie delle due raccolte, affini per temi e motivi di ispirazione, furono pubblicate da Mondadori in un unico volume, con il titolo Uccelli - Quasi un racconto. Nonostante il differente titolo della seconda raccolta, siamo sicuri che esso si riferisca allo stesso gruppo di poesie inviate ora da Linuccia a « Botteghe Oscure », perché sarà proprio Saba a svelarlo nella Prefazione a « Quasi un racconto »: in quello scritto, infatti, il poeta chiarirà che la figlia Linuccia gli aveva suggerito per la raccolta il titolo di Amicizia, « cavandolo dal senso di distensione che, a quanto mi scriveva da Roma, appariva sulla faccia delle persone alle quali andava, mano mano, leggendo le poesie. Il titolo fu poi, per complicate ragioni, cambiato in ·Quasi un racconto » (p. 36). È comunque significativo che il titolo Amicizia, abbandonato in quella occasione, sia poi stato recuperato dalle persone più vicin,e a Saba, a molti anni dalla scomparsa del poeta, per una raccolta epistolare pubblicata da Mondadori nel 1976 e curata da Carlo Levi.- Se si considera, a tale proposito, che lo stesso Levi, nel saggio Su un vecchio manoscritto di Umberto Saba (cfr. doc. 134 nota 4), aveva individuato nell'amicizia il senti~ento portante per l'ispirazione dell'artista triestino si può ipotizzare che fosse stato proprio Levi a suggerire per primo quel titolo a Linuccia per la raccolta del 1951. Va infine rilevato che, nella edizione mondàdoriana, furono probabilmente inseriti altri quattro componimenti oltre a quelli inviati precedentemente a « Botteghe Oscure», poiché Linuccia parla più volte, in questa lettera, di 35 poesie, mentre Quasi un racconto ne comprende 39 . . 4 In Quasi un racconto non . comparve pç,i nessuna poesia intitolata Sorpresa: i dati a disposizione non consentono di stabilire se per qual0
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che ragione essa venne effettivamente esclusa dalla raccolta o se vi fu inserita con un titolo differente. 5 Il significato di questa affermazione non è molto chiaro; tuttavia, l'interpretazione più probabile è che Saba, pur desiderando pubblicare precedentemente alcune liriche e pur ritenendosi legittimato a farlo, fosse comunque disposto a rinunciare a tale progetto se esso implicava il rifiuto di quelle poesie da parte di « Botteghe Oscure». 6 « L'edizioncina » dello Zibaldone era uscita in 350 esemplari. 7 Nella prefazione a quella edizione di Uccelli, infatti, si leggeva: « Cari amici, di una cosa potete essere certi: le poche poesie riunite in questo fascicolo dello Zibaldone sono le ultime che ho scritte, e le ultime mie che leggerete me vivo. Fanno parte di una raccolta pure brevissima, che s'intitola Epigrafe, e che uscirà solo dopo la mia morte». Da segnalare che poi, nel volume mondadoriano, Saba non aggiunse una nota di poche righe all'ultima poesia della raccolta, ma scrisse la già citata Prefazione a « Quasi un racconto », in cui spiegava che quei versi erano nati « durante una breve tregua del male» ed affermava che si era deciso a pubblicarli solo per le insistenze della figlia Linuccia. In ogni caso, le poesie di Quasi un racconto rappresentano l'unica eccezione al proposito espresso da Saba nel 1950, dal momento che, dopo la loro pubblicazione in volume, egli non diede più alle stampe altre poesie; solo nel 1959, due anni dopo la morte dello scrittore, Il Saggiatore pubblicò Epigrafe - Ultime prose, a cura di G. Debenedetti. 8 A testimonianza della stima che Saba nutriva per « Botteghe Oscure » e della sofferenza con cui egli accolse il rifiuto delle sue poesie da parte di Marguerite Caetani, è interessante rileggere alcune lettere che Linuccia Saba e Carlo Levi si scambiarono nel luglio 1951: dopo aver comunicato entusiasta a Levi, in una lettera dell'll luglio, che Alberto Mondadori aveva accettato di stampare il volume Uccelli - Quasi un racconto e aveva addirittura stabilito di pubblicare in anteprima su « Epoca » dieci poesie della seconda raccolta, due giorni dopo, in una missiva datata 13 luglio, Linuccia riferiva con rammarico che il padre si era arrabbiato con lei per l'accordo raggiunto con Mondadori, perché era contrario a pubblicare le sue poesie in una rivista commerciale come « Epoca » e guardava « a B.O. come al paradiso perduto ». Levi, dal canto suo, nel rispondere alla missiva dell'll e, prima, evidentemente, di aver ricevuto quella del 13, cosl rispondeva il giorno 18: « .Sono felice di Mondadori, e spero che tuo Padre sia contento. Così potremo veramente anche dare una lezione alla Principessa, il che non fa male» (cfr. c. LEVI - L. SABA, Carissimo Puck - Lettere d'amore e di vita, Roma, Mancosu, 1994, lettere n. 175, 178 e 180).
L. Saba è nata a Trieste nel 1910 ed è morta a Roma nel 1980. Dopo gli studi liceali, ha lavorato per diverso tempo a Milano e poi è tornata a Trieste, dove nel 1941 ha sposato il pittore Lionello Giorni.Dopo l'armistizio del '43, è fuggita con i genitori da Trieste e nel 1944 ha conosciuto a Firenze Carlo Levi, con il quale ha intrecciato una importante e duratura relazione affettiva e professionale. Dopo la guerra si è fr·asferita a Roma, dove ha collaborato ad alcune riviste, si è dedicata ·con qualche successo alla pittura e ha svolto con impegno crescente il ruolo cli agente editoriale del padre
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134. Umberto Saba Roma; 28 maggio 1953 Cara amica, io conservo di Lei un ricordo delizioso, sebbene abbia avuto il piacere di vederLa una volta sola, quando, nel 1945, ho lette a casa sua Ultime Cose 1 • Tanto più mi dispiace di scriverLe la presente; è solo - mi creda-.-.. la necessità che mi spinge a farlo 2 • Molti mesi or sono ho dato a « Botteghe Oscure » un gruppo di miei Ricordi Racconti 3 , con prefazione di Carlo Levi 4 • Avevo chiesto il pagamento anticipato, perché avevo bisogno di soldi e perché pensavo che la cosa fosse, per Lei, indifferente, o quasi. Mi sono accontentato di meno della metà di quanto ne avrei potuto prendere a stampare quelle prose in un giornalé, che voleva pubblicarle a puntate e mi offriva 380.000 lire. Ma io desideravo che fossero pubblicate in « Botteghe Oscure », che è una rivista aristocratica 5 e nella quale mi pareva che figurassero meglio che in un giornale. Lei mi ha fatto pervenire un acconto (62 .000 lire); rimàngono altre 88 .000. Se non. mi trovassi ammalato in ùna clinica; non avrei av~to il coraggio di scriverLe questa sollecitazione. Ma, nelle mie .condizioni attuali, e con un ascesso che mi impedisce di viaggiare (di ritornare cioè a Trieste) mi trovo assolutamente obbligato a pregarLa di regolare questa piccola pende.nza. Ho dei conti da pagare, per i quali facevo - · e faccio -. - conto su questo importo. Può mandarmi Passegno o con Bassani (se è a Roma) oppure farlo avere al seguente indirizzo di Roma Umberto Saba: P1·esso Lina Saba Giorni: Piazza Campo Marzio 7. (Non è l'indirizzo della clinica; perché questa clinica - che è una casa di riposo - han consegna direttamente le lettere ai ricoverati; la Sua lettera andrebbe prirna a mia figlia, ed il ritardo conseguente aumenterebbe la mia ansia). Mi scusi tanto, La prego. Le ripeto che, se non dovessi pagare qui la Madre Superiora, che presenta i conti ogni Lunedl Martedì della settimana, non avrei avuto il coraggio di scriverle. Ma io devo far calcolo su questo denaro ... Mi sarebbe tanto piaciuto rivederla·: posso sperarlo? Io non scendo quasi mai a Roma, perché - va da sé - non ho una macchina, ed il tram mi stanca. Se il Suo desiderio rispondesse al mio Le dò l'indirizzo della clinica: Villa Elektra, Via della Camilluccia, 21: telefono 37.54.81. (Sarebbe bene che, al caso,
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mi telefonasse primà, perché non vorrei ci fossero altre persone e potrei anche essere momentaneamente uscito, per prendere un caffè, o comperarmi i sigari...). Non si dimentichi di me, La prego; e riceva i più affettuosi e cordiali saluti dal Suo dev .mo Umberto Saba Un foglio, dattiloscritto nel recto. Aggiunte e firma manoscritte. Indirizzata: Alla Signora Principessa Margherita Caetani - Roma. 1
Si trattava di una raccolta di poesie scritte tra il 1935 e il 1943 e pubblicate nel 1944 per le Edizioni di Lugano, con prefazione di Gianfranco Contini. Da segnalare che in una .lettera indirizzata alla moglie ed alla figlia il 9 marzo 1945 (in u . SABA, Atroce paese che amo, a cura di G. Lavezzi e R. Saccani, Bompiani, « Nuova Corona», 1987), Saba affermava: « Mercoledì prossimo leggerò al 'Ritrovo' Ultime cose ('Ritrovo' è il Circolo della Principessa di Bassiano; anche per questa lettura ho chiesto - che muso rotto! - un compenso.)». Per il riferimento a « Il Ritrovo» cfr. p. 16. Quanto alle parole autoironiche di Saba non si può fai;e a meno di notare che le richieste di compenso, le preoccupazioni per i ritardi nei pagamenti e le riflessioni sulle opportunità di guadagno rapptesentano un leit motiv nelle lettere della famiglia Saba, e in particolare in quelle che hanno a che vedere con la Principessa Caetani. 2 In una missiva indirizzata da Saba alla moglie Lina il 3 giugno 1953 (dunque pochi giorni dopo la spedizione della presente) e pubblicata nel volume Atroce pdese che amo, il poeta scriveva: << Mia Lina, Bassani [ ... ] ha telefonato a Carlo Levi, per dirgli che la principessa ha spiccato l'as-. segno a saldo. Ma non sa dove l'ha spedito, se a Roma o a Trieste. (Ma l'avrà poi spiccato?). Comunque, se l'assegno arrivasse a Trieste, vorrei che tu, attraverso Carletto, lo rispedissi (raccomandato espresso) all'indirizzo di Linuccia. Vorrei anche che Carletto mi mandasse un telegramma di conferma». La vicinanza tra le date di spedizione della presente e della lettera indirizzata alla moglie non ci permette di stabilire con certezza se la telefonata di Bassani a Levi rappresentasse la risposta della Principessa alla richiesta avanzata qui da Saba o se il poeta avesse tentato contemporaneamente altre vie, oltre a quella della missiva . .3 Il volume con questo titolo fu poi pubblicato da Mondadori nel 1956: si trattava di una raccolta di prose narrative, scritte in diversi periodi della vita dell'autore, tra il 1910 e il 1947. Tali prose non apparvero integralmente su « Botteghe Oscure», ma ne era appena stata pubblicata una sezione, intitolata Gli Ebrei, sul quaderno XI: si trattava di cinque racconti scritti tra il 1910 e il 1912 (Un letterato ebreo; Il ghetto di Trieste nel 1860; Sofia e Leone Vita; Il fratello Giuseppe e Ella gli fa del bene) e preèeduti da una Dedica a mia zia Regina e da una Prefazione, scritte entrambe nel 1952. Nonostante due di quei racconti fossero già apparsi su riviste (rispettivamente, Sofia e Leone Vita su « Riviera ligure» nell'ottobre 1911 e Il ghetto di Trieste verso il 1860 su « La Voce» del 16 maggio 1912), Marguerite e Bassani scelsero ugualmente di stamparle, probabilmente in considerazione del fatto che molti anni erano passati dalla loro prima edizione, che la raccolta Gli Ebrei non avrebbe sopportato mutilazioni e che comunque essa non era mai stata pubblicata integralmente. · , . . .4 Sia sul numero XI di « Botteghe Oscure », sia, poi, nel volume mondadoriano Ricordi - Racconti, la raccolta Gli Ebrei fu fatta precedere da un saggio introduttivo di Carlo Levi, intitolato Su un vecchio manoscrit-
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to di Umberto Saba, in cui Levi affermava di aver convinto a fatica l'anziano scrittore a far pubblicare quel gruppo di « racconti sullo stesso argomento, quasi il frammento di un grande romanzo» . A conferma e a giustificazione delle resistenze di Saba, si rileggano le sue parole a proposito di quella ipotesi di edizione nella lettera a Nello Stock del 22 novembre 1952 (riportate in Atroce paese che amo, p. 197 nota 1): « L'antisemitismo era, nel 1910, un gioco, o tale mi appariva allora. Dopo Buchenwald, mi sembrerebbe una cattiva azione pubblicare degli scritti, nei quali c'è sl nascosta una vena di tenerezza, ma anche un po' d'ironia». Sappiamo che poi Saba fu convinto a recedere dal suo rifiuto, ma è significativo che, nella prefazione scritta da lui stesso per presentare la raccolta Gli Ebrei, egli avesse voluto lasciar trasparire qualche dubbio circa l'opportunità di quella pubblicazione, affermando: « non so ancora se li pubblicherò, o no. Non sarò io a risolvere il conflitto. C'è - spero - chi lo farà per me. Non c'è nulla di male, quando si è vecchi, a lasciare che altri decida per noi. Almeno nelle cose pratiche». 5 Cfr. doc. 133 nota 8. U. Saba è nato a Trieste nel 1883 ed è morto a Gorizia nel 1957. Dopo aver compiuto studi irregolari, ha esordito nel 1911 con la raccolta Poesie, ha partecipato alla prima guerra mondiale e poi ha aperto a Trieste una libreria antiquaria, presso la quale ha pubblicato anche alcune delle sue raccolte. Costretto dalle leggi razziali a rifugiarsi prima a Parigi, poi a Firenze e a Roma, nel dopoguerra è vissuto tra Roma, Milano e Trieste. Ha collaborato in due occasioni a « Botteghe Oscure». Della sua vasta produzione precedente ricordiamo le raccolte di poesia Coi miei occhi (1912) , Cose leggere e vaganti (1920), Preludio e canzonette (1922), Preludio e fughe (1928), Parole (1934), Ultime cose (1944) , Mediterranee (1946), riunite via via nelle diverse e sempre rinnovate edizioni del Canzoniere, e le prose Scorciatoie e raccontini (1946) e Storia e cronistoria del «Canzoniere» (1948).
135. Gaetano Salvemini Firenze, 30 giugno 1950 Via San Gallo, 30 Gentilissima Signora, Ella deve avere pensato molte volte che io sono un uomo assai scortese. Deve avermi pensato ogni volta che mi ha fatto mandare le sue « Botteghe Oscure » - e io non ho mai pensato a scriverLe una sola parola per ringraziarLa. Domandare scuse? No. Dare delle spiegazioni. Da parecchi anni ho messo limiti ferrei alle mie curiosità, dato che senza quei limiti mi disperderei in tutte le direzioni e non concluderei nulla (ma non concludo nulla lo stesso!). Quindi non mi [ ... ] più - cioè non leggo più niente, assolutamente niente, sul Giappone, la Cina, l'India, l'Affrica meri-
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dionale e occidentale, l'America meridionale, l'Australia, il Polo Nord, il Polo Sud e non so che altro. Ed ho escluso dalla mia visione anche la poesia e la letteratura. A priori non leggo niente su questi argomenti. Ecco perché mi sono sempre interdetto di leggere « Botteghe Oscure», sebbene dando un'occhiata agli indici sentissi sempre qualche tentazione; ma sono stato sempre ... eroico. Ma l'Antologia degli scrittori italiani tradotti in inglese deve fare eccezione: l) perché mi arriva dopo che [ .. . ] e Giuliana Benzoni 1 mi hanno parlato di Lei, e mi hanno fatto venire il desiderio di esserLe presentato; 2) perché facendo conoscere buoni scrittori italiani, senza pregiudizi di nessun genere, al pubblico americano, Ella ha fatto opere veramente buone. Questo non vuol dire che leggerò il contenuto della Antologia. No, no, no - a nessun patto: neanche i Two Short Stories della Joyce Lussu 2 alla quale sono ,assai affezionato. Niente eccezioni per nessuno. Neanche se venisse Dante Alighieri col dolce color di orientai zaffiro. Debbo rimanere eroico! Coi più rispettosi saluti dev.mo G. Salvemini Un foglio, manoscritto in recto e in verso. 1
Cfr. p. 16. Joyce Lussu Salvadori, moglie dello scrittore e uomo politico Emilio Lussu, a sua volta scrittrice e giornalista, aveva pubblicato sul numero III di « Botteghe Oscure» i tre racconti La Matriarca, La Bambina e La Giubba del reduce: i primi due erano stati poi inseriti in An Anthology of New Italian Writers, col titolo, appunto, di Two Short Stories. 2
G . Salvemini è nato a Molfetta (Bari) nel 1873 ed è morto a Capo di Sorrento (Napoli) nel 1957. Storico e politico di estrazione socialista, si è dedicato fin da giovane all'insegnamento universitario, svolgendo nello stesso tempo un'intensa attività pubblicistica. Ha collaborato per diverso tempo alle riviste « Critica sociale» e « La Voce »; nel 1910 è uscito dal PSI e nel 1911 ha fondato il settimanale «L'Unità» (rimasto in vita fino al 1920). Eletto deputato nel 1919, si è sempre opposto al fascismo e nel 1925 ha fondato con i fratelli Rosselli la rivista clandestina « Non mollare». Dopo un lun,go esilio negli USA, durante il quale ha insegnato per diversi anni all'Università di Harvard, è rientrato in Italia nel 1947. Ha corrisposto in una sola occasione con Marguerite Caetani.
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136. Carlo Sforza Roma, lì 28 giugno 1950 Cara Amica, Brava! Glielo dico anche come Ministro degli Esteri 1• Gli Italiani ·.- e quanto, e più di loro, questi benedetti insular inglesi- hanno gran bisogno di finestre intellettuali sul mondo. Con questi New Italù;m Writers Lei ha offerto a inglesi e americani una bellissima finestra su molti belli e ben presentati orizzonti. Suo aff.mo Carlo Sforza Un foglio, dattiloscritto nel recto. Interventi e firma manoscritti. Carta intestata: II Ministro degli Affari Esteri (numero di protocollo 1/3189). Indirizzata a: La Duchessa di Sermoneta /, Margherita Caetani I Palazzo Caetani / Roma. 1 Marguerite Caetani conosceva Carlo Sforza fin dai tempi del « Ritrovo» (cfr. p. 16): come risulta, infatti. da varie testimonianze, era stato proprio Sforza ad inaugurare la serie delle conferenze organizzate presso il Circolo nel 1946. ·
C. Sforza è nato a Montignoso (MS) nel 1872 ed è morto a Roma nel 1952. Diplomatico di carriera e ministro degli Esteri nel gabinetto Giolitti del 1920-21, si è dimesso dalla sua carica all'avvento del fascismo ed è rimasto all'estere in volontario esilio fino al 1943. Rientrato in Italia, si è legato all'area del partito d'Azione e poi del partito Repubblicano. Nell'immediato dopoguerra è stato presidente della Consulta e poi di nuovo ministro degli Esteri dal 1947 al 1951. Ha pubblicato numerosi saggi di carattere politico in lingua italiana, inglese è francese.
137. Ignazio Silone Zurigo, 25 ottobre [ 1948]
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Gentilissima Amica, avevo già parlato con la Dr. [Amrein] 2 prima di ricevere la Sua del 20 ottobre. La signora A. era molto desolata di essere stata assente per malattia quando arrivò la Sua prima lettera, e poi ha dovuto riorganizzare la sua libreria in un altro locale, col
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risultato d'uno spiacevole ritardo in tutto il lavoro. Oggi le hc mostrato la Sua lettera con i quesiti per il deposito e Le risponderà direttamente. Inoltre, · ho ricevuto una lettera di Salvemini daH'America e una del prof. [Pettoello] 3 da Cambridge con molti ringraziamenti per aver ricevuto la rivista e promessa di occuparsene. I lavori di Brecht sono stati presi da G. Einaudi 4; ma cerco di procurare qualcos'altro della nuova Germania 5 • Sono rimasto così a lungo qui, per tornare assieme a Darina 6; ora sembra che ai primi di novembre possiamo stare a Roma. Così spero di salutarla prima che parte per Parigi. Ma temo che troverà una città assai triste. Anche tra gli artisti vi è molta depressione. Spero tanto che i quadri di Sua FigHa, così sinceri e chiari, facciano la buona impressione che meritano 7 • Là saluto molto cordialmente Suo dev.mo I. Silone Foglio di carta da lettere con tre facciate manoscritte. 1 È possibile ipòtizzare che la lettera risalga all'ottobre del 1948, dal momento che nella parte finale si accenna, sia pure · indirettamente, ad una mostra parigina dei quadri di Lelia e sappiamo che ella espose le sue tele nel 1948 nella Galleria André Weil di Parigi. A conferma dell'attribuzione della missiva al 1948, primo anno di vita di « Botteghe Oscure», si leggano anche i riferimenti ai ringraziamenti di Salvemini e di Pettoello per aver ricevuto la rivista e promesso di occuparsene. 2 La grafia non è chiarissima, ma sembra di poter leggere questo nome: si capisce in seguito che doveva trattarsi della proprietaria di una libreria, cui Marguerite si era rivolta per la distribuzione della rivista a Zurigo. 3 Anche in questo caso la grafia non è chiara, ma è stato possibile interpretare cosl grazie ad un suggerimento del prof. Antonio Russi, che ricorda di aver conosciuto un prof. Pettoello che insegnava in quegli anni letteratura italiana in un'università inglese. · · 4 Nel.1951 Einaudi avrebbe pubblicato tre volumi di opere di Brecht, rispettivaménte Ma4re Coraggio e i suoi figli e Santa Giovanna dei · Macelli, con traduzioni di Ruth Leiser e di Franco Fortini, e Teatro, voi. 1, a cura di Emilio Castellani e Renata Mertens. Da ricordare comunque che nel quaderno VI di « Botteghe Oscure» (1950) apparve un testo di Bertolt. Brecht in traduzione francese (cfr. doc. 64 nota 1) e molto probabilmente fu quella la prima occasione in cui uno scritto di Brecht fu pubblicato su una rivista italiana. . 5 Da questà prima parte della lettera emerge con notevole evidenza che Silone, almeno nei .primi anni di vita di « Botteghe Oscure», collaborò con Marguerite Caetani anche per la distribuzione della rivista e per la ricerca di testi da pubblicare, curando soprattutto i rapporti con la . Svizzera e con .il mondo germanico in generale. Si ricorderà, inoltre, eh.e nel 1950 Silone fu incaricato di .scrivere, insiei._ne a Bassani, la prefazione a AnAnthology'ofNew Itdlian Writers; anche se poi, per ragio: ni imprecisate, si stabill di rinunciate al progetto: dr. doc. 5. · ·
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6 Come si ricorderà, Darina era la moglie irlandese di Silone: cfr. doc. 28. 7 Pittrice dalle tonalità lievi e trasparenti, Lelia Caetani amava dipingere soprattutto i paesaggi, le piante e i fiori di Ninfa, secondo uno stile che risentiva, da un lato, della lezione degli impressionisti francesi e, dall'altro, della tradizione paesaggistica inglese, ma che soprattutto si alimentava di un istintivo ed autentico amore per la natura. Non a caso, come si ricorderà, Lelia si dedicò con la stessa passione alla pittura e al giardinaggio, curando in prima persona, insieme alla madre, lo splendido giardino di Ninfa.
I. Silone (pseudonimo e poi nome legale di Secondo Tranquilli) è nato a Pescina (L'Aquila) nel 1900 ed è morto a Ginevra nel 1978. Impegnato attivamente nella vita politica, ha partecipato alla fondazione del partito Comunista (1921), ricoprendovi incarichi di dirigenza fino al 1927, per poi allontanarsene progressivamente ed infine uscirne nel 1930. Dal 1930 al 1945 è vissuto in esilio in Svizzera, scrivendo in lingua tedesca i suoi primi libri (tradotti e pubblicati in Italia solo nel dopoguerra): i romanzi Fontamara (Zurigo 1933; Milano 1949) Pane e vino (Zurigo 1937; Milano 1950, col titolo Vino e pane), Il seme sotto la neve (Zurigo 1941; Roma 1945), il testo per il teatro Ed egli si nascose {ZurigoLugano 1944; Roma 1945) e il saggio La scuola dei dittatori (Zurigo 1938; Milano 1962). Rientrato in Italia, si è iscritto al partito Socialista, è stato direttore dell'« Avanti» e deputato all'Assemblea Costituente. Nel 1947 ha abbandonato la politica attiva, per dedicarsi completamente al lavoro letterario ed alla collaborazione a diversi periodici. Ha frequentato assiduamente i Caetani, sia a Roma che a Ninfa, e ha pubblicato due racconti su « Botteghe Oscure ».
138. Ignazio Silane 18 gennaio 1952 Gentilissima Amica, Le mando in esame queste pagine che costituiscono il primo capitolo della seconda parte del mio nuovo romanzo 1• Potrebbero avere come titolo: La fine dello stregone; Una sera di luglio a Sant'Andrea 2, come Lei preferisce. Per il caso che Lei accetti queste pagine, devo rivolgerle una importante preghiera. Queste pagine le ho dovuto togliere dalla copia del manoscritto pronta per la spedizione al traduttore francese. Non ho avuto il tempo di farle copiare. Se nell'amministrazione di Suo marito 3 vi fosse qualcuno che potesse copiarle subito, io Le sarei infinitamente grato di una pronta restituzione. Le mando anche i fascicoli col primo racconto della Signora Ceresa 4 • In quanto al breve testo La ragazza e il cane 5, già in Suo possesso, ne abbiamo discusso assieme e l'autore è d'accor-
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do di apportarvi un paio d'importanti aggiunte. Potrà farlo in bozza o deve mandarle subito il manoscritto corretto? · La ringrazio moltissimo per la Sua benevola insistenza e La saluto cordialmente. Ignazio Silone Un foglio, manoscritto in recto e in verso. 1 Silone si riferisce qui al romanzo Una manciata di more, pubblicato da Mondadori nello stesso anno 1952. Da segnalare che una prima versione della parte iniziale del romanzo era già apparsa, col titolo omonimo, sul quaderno VI di « Botteghe Oscure ». 2 Il capitolo in questione apparve sul quaderno IX con il titolo Una sera di luglio a Sant'Andrea. 3 Questa affermazione avvalora la convinzione che non vi fosse personale di segreteria impegnato esclusivamente nella redazione della rivista, ma ci si servisse di dipendenti di palazzo Caetani. 4 Il racconto Sabina e il fantasma della scrittrice svizzera Alice Ceresa fu poi pubblicato sul quaderno IX della rivista. 5 Su « Botteghe Oscure» non è mai stato pubblicato un racconto con questo titolo.
139. Ignazio Silone Roma, 10 marzo 1952 Gentilissima Amica, devo scusarmi se la mia domestica, applicando senza discernimento una norma imposta dal medico, ha risposto anche a Lei, sabato mattina, che io ero fuori di casa. In realtà ero a letto, con 39 di febbre, e già sottoposto alla cura di penicillina; la febbre è ora scomparsa, ma devo restare ancora un paio di giorni a letto e poi qualche giorno in casa, senza uscire. Ho esaminato la copia fotografica del testo di Kafka 1 • A dir la verità, non capisco perché, trattandosi di dattiloscritto, l'agente americano non l'abbia fatto semplicemente copiare a macchina, invece di fotografarlo. Dubito assai che il povero e disperato Kafka scrivesse i suoi quaderni d'appunti, a macchina, senza correzioni. Insomma, senza mettere in dubbio l'autenticità del testo e la serietà dell'agente, mi sembra che vi sia per lo meno una mess'in scena allo scopo di rialzare il valore, piuttosto debole, degli appunti. Anche il titolo Oktavhefte, che sembra contenere un'allusione musicale, pur riferendosi semplicemente al formato in 8° dei quaderni, mi sembra vagamente mistificatorio.
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Epistolario
Non ho la competenza per verificare quanti di quegli appunti si ritrovino inseriti nei libri già noti del Kafka, ma se le due annotazioni sul tem~ « processo » (le sole interessanti del testo messo a Sua disposizione) furono poi realmente utilizzate dal Kafka nel libro consacrato a quel tema 2, il quaderno ha ancora una qualche importanza solo per qualche specialista e non per un lettore comune. Per pura. coincidenza, a Parigi ho appreso da Bernard Grasset 3 che egli ha acquistato i diritti di traduzione dei quaderni di Kafka e li pubblicherà nel prossimo autunno. Questo potrebbe spiegare la contrarietà dell'agente a una traduzione francese su « Botteghe Oscure ». Mi dispiace di non saperLe dare un'opinione più precisa. (Farò deporre le fotocopie presso la portineria del Suo palazzo). Con i più cordiali saluti a Lei e a don Roffredo Suo dev.mo Ignazio Silone Un foglio, dattiloscritto in recto e in verso. Firma manoscritta. Indirizzata a: Principessa Margherita Caetani / Ninfa - Norma (Latina). 1 Il testo di Kafka cui si fa riferimento in questa missiva, come chiarito poco dopo dalle parole dello stesso Silone, era in realtà un quaderno di appunti dattiloscritti ancora inediti, inviato a Marguerite, con il titolo Oktavhefte, da un non meglio identificato agente americano. È molto probabile che l'agente in questione fosse Marcel Aubry, della società americana Aubry Publications, del quale sono conservate due lettere in Archivio: le due missive, scritte tra il novembre 1951 e il gennaio 1952, fanno riferimento infatti ad un accordo per la pubblicazione di alcuni inediti dello scrittore praghese. Alla fine, comunque, nessun testo di Kafka apparve su « Botteghe Oscure». 2 Il romanzo di Kafka Il processo era stato pubblicato nel 1925. 3 Si tratta dell'editore francese, fondatore dell'omonima casa editrice.
140. Ignazio Silone Roma, 29 gennaio 1953 Gentilissima Amica, dopo essere stato alcuni giorni a letto con una bronchite, prendo il treno per Zurigo, dove resterò una decina di giorni. Non so se sia stata colpa della bronchite, ma nel rileggere i testi della Terracini li ho trovati piuttosto banali e troppo facili, di quello spirito dolciastro che hanno le cartoline a colori in cui
Epistolario
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i bambini parlano come i grandi. Mi auguro però che la mia sia una falsa impressione 1• Nella speranza di rivederla al ritorno, La saluto devotamente. Suo Ignazio Silone Un foglio, manoscritto nel recto. 1 Non è stato possibile identificare i testi della scrittrice algerina Jeanne Terracini cui Silone fa riferimento né stabilire se Marguerite gli avesse richiesto una consulenza in proposito o se fosse stato egli stesso, in precedenza, a proporle la pubblicazione di quei testi. In ogni caso, è lecito ipotizzare che si tratti di opere non pubblicate su « Botteghe Oscure», dal momento che solo diversi anni più tardi nella sezione francese della rivista sarebbero apparsi dei racconti della Terracini, rispettivamente Marie sul numero XVIII, L'Insurrection sul numero XX e Le visiteur sul numero XXIII.
141. .1
Ignazio Silone [Roma] 18 aprile 1961 Appena tornato a Roma da un viaggio all'estero, apprendo la triste notizia della recente sparizione di Don Roffredo 1• Mi consenta 'di esprimerLe, anche a nome di mia moglie, che noi conserveremo sempre di Lui un ricordo assai affettuoso. Suo devotissimo Ignazio Silone Un foglio, manoscritto nel recto. Carta intestata: Ignazio Silone - Via Villa Ricotti, 36 - Roma. 1
Cfr. doc. 96 nota 1.
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Epistolario
142. Alberto Tallone [Alpignano] 31 maggio 1958 Gentilissima, grazie per il suo cortese biglietto. Noi stiamo bene in questo luogo di pace e assistiamo alla nascita della stamperia 1 • Questa non potrà essere pronta che nell'Ottobre prossimo e la stamperia organizzata nel mese successivo epoca nella quale potrei iniziare la composizione del primo volumetto del poeta parigino 2 e fare il preventivo. Anche a noi spiace la confusione che regna in Francia, ma siamo fiduciosi che quel popolo troverà presto la strada della pace 3• Spero che un giorno venendo Lei a Torino possa fare una scappata sino qui che dista da questa città dieci minuti di automobile. È un luogo tranquillo dove il lavoro potrà realizzarsi nella completa distensione. I bambini scorrazzano nei viali e approfittano del clima sano. Anche mio fratello pittore abita con me e lavora su soggetti campestri 4. Mia moglie si unisce a me per sempre ringraziarLa ed inviarLe un affettuoso saluto. Alberto Tallone Un foglio, dattiloscritto nel recto. Firma manoscritta. Carta intestata: Alberto Tallone Editore Stampatore Alpignano (Torino). 1 Tallone aveva deciso di tornare a vivere in Italia e di trasferire la stamperia da Parigi ad Alpignano. Secondo la cortese testimonianza offerta dalla moglie dell'editore, il trasferimento definitivo avvenne solo nell'anno 1960. 2 È probabile ci si riferisca qui a René Char: la sigriora Tallone, infatti, ricorda che per qualche tempo suo marito e Marguerite Caetani avevano ipotizzato una collaborazione per la stampa di alcune opere di Char, ma poi il progetto non era stato realizzato. 3 Si ricorderà che in quegli anni la Francia era impegnata nella guerra d'Algeria (1954-1962), che aveva provocato forti contrasti all'interno del paese, sospingendolo sull'orlo di una guerra civile. 4 Si tratta di Guido Tallone, ritrattista e paesaggista come suo padre.
A. Tallone è nato a Bergamo nel 1898 ed è morto ad Alpignano (Torino) nel 1968. Stampatore raffinato , figlio del pittore Cesare Tallone, ha vissuto per lungo tempo a Parigi, dove ha conosciuto Marguerite Caetani verso la metà degli anni '50.
Epistolario
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143.
Enrico Tobia Roma 23 maggio 1950 Gentile Signora, per la prima volta mi è dato, per Suo merito, pubblicare qualcosa di mio: tanto più Lei crederà, dunque, alla mia gratitudine per aver acconsentito alla stampa delle mie poesie in « Botteghe Oscure» 1 • Accetti, La prego, il mio ringraziamento per la Sua cortese liberalità e il mio ossequio. Enrico Tobia Un foglio, manoscritto nel recto. 1 Sul quaderno V della rivista vennero pubblicate cinque poesie di Tobia: Torcello, In Aeternum, La magnolia, O Pietà e Villa Medici a Roma. Altre liriche dello scrittore apparvero diversi anni più tardi su « Botteghe Oscure », rispettivamente La strage degli innocenti e Nel profondo di te sul numero XX e A scavare rimani ... e Dal ponte del!' Ariccia sul numero XXIII. Le poesie pubblicate sulla rivista, insieme ad altre apparse su «Paragone» e « Nuovi Argomenti», vennero poi riunite nel volume Dal ponte dell'Ariccia, uscito da Feltrinelli nel 1962.
E. Tobia è nato a Roma nel 1919 ed è morto nel 1992. Giornalista radiofonico, ha ricoperto vari incarichi alla RAI fin dal 1945. Ha collaborato in tre occasioni a « Botteghe Oscure».
Appendice
I.
Lettere di Giorgio Morandi, 1930-1948 e di Gino Severini, 1930-1948
1.
Giorgio Morandi Bologna 25 gennaio 19 30 Gentile Principessa, Le ho spedito a grande velocità due miei quadri. Prego V. E. di volermi far sapere quale dei due Le è piaciuto di più e intende conservare 1• La ringrazio profondamente della prova di stima che mi dà, ed ossequiandola con devozione mi dichiaro il Suo Dev.mo Giorgio Morandi Via Fondazza 34 Foglio di carta da lettere con una facciata manoscritta. 1 Attualmente a palazzo Caetani non è più conservata nessuna tela di Morandi. Si può comunque ipotizzare che i quadri inviati nel 1930 fossero nature morte, perché nel 1929 Morandi aveva dipinto quasi esclusivamente questo genere di soggetti.
G. Morandi è nato nel 1890 a Bologna, dove è morto nel 1964. Dopo gli studi di Belle Arti, nel 1911 ha cominciato a dedicarsi alle incisioni, a partire dagli anni '20 ha partecipato a varie esposizioni e nel 1930 gli è stata offerta la docenza presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna. Pittore attento soprattutto alla lezioni di Cézanne, ha dipinto prevalentemente paesaggi e nature morte.
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Appendice prima
2. Giorgio Morandi Bologna 5 settembre 19 31 Gentile Principessa, La ringrazio infinitamente dell'assegno di Lit. 4.000 rimessomi dietro Suo ordine dalla Banca Morgan di Parigi per i due quadri che tanto gentilmente volle prendere 1 • Di nuovo La ringrazio e devotamente La saluto Suo obbligatissimo Giorgio Morandi Un foglio, manoscritto nel recto, con busta. 1 Sulla base del riscontro con la lettera precedente, si potrebbe ipotizzare che Marguerite, anziché scegliere uno dei quadri inviati da Morandi, avesse, deciso. di acquistarli entrambi e che poi, vista l'entità dell'importo, ne avesse rimandato il pagamento per oltre un · anno e mezzo. D'altra parte, proprio la distanza di tempo tra le date di spedizione delle due missive nòn consente di escludete che si trattasse di opere diverse rispetto a quelle ricevute nel gennaio del 1930. ·
3. Giorgio Morandi Bologna 6 gennaio 1942 Gentilissima ·Principessa,
La Su:a lettera di cui La ringrazio mi è giunta oltre modo gradita. . · · Con molto piace.i;e ·Lè darò un ·rrifo dipinto, ·ma non mi sarà possibile .darglielo subito. perché ·non ho nessun quadro pronto in questo mòmento. Appena lo avrò ultimllto sarà mio dovere spedirglielo 1• · La ringrazio degli auguri che tanto gentilmente mi ha inviato e che Le ricambio di cuore. Devotamente La saluto Suo Giorgio Morandi
Appendice prima
26:3
Foglio di carta da lettere con una facciata manoscritta. 1 Cfr. lettera successiva. Da notare, come risulta sia da questa miss siva sia dalle lettere 1 e 7, che era abitudine di .Marguerite Caetani commissionare i quadri di Morandi « a scatola chiusa», a conferma di una assoluta e incondizionata fiducia nel loro valore.
4. Giorgio Morandi · Bologna 14 giugno ,1942 Gentile Principessa, Con piacere Le comunico che ho già pronto il dipinto per Lei. Si tratta di una natura morta 1• La prego di dirmi se desidera averla subito acciocché 2 faccia eseguire la cornice. Non dubiti che alla prima occasione che avrò di recarmi a Roma sarà mio dovere telefonarLe come è Suo desiderio. La ringrazio del Suo interessamento e devotamente La saluto Giorgio Morandi Un foglio, manoscritto nel recto. 1
Il dipinto ·in questione è, con ogni probabilità, una natura morta con chitarra, attualmente appartenente alla Collezione Magnani di Parma: cfr. lettera 5 nota descrittiva. 2 Sull'originale si legge la forma non accentata « acdocche ».
5. Giorgio Morandì Bologna 2 luglio 1942 Gentile Principessa, OggiLe ho spedito a mezzo collo espresso il >dipinto 1• Dovrebbero consegnarglielo fra un paio di giorni, spero prima della Sua partenza da Roma. Purtroppo non mi è stato possibile, dato il breve tempo poter avere la cornice. Ho però tenuto le misure del dipinto, nel caso Lei desideri che glie la faccia eseguire al mio ritori;:iQ. in ,.città
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Appe~dice prima
il prossimo autunno. Mi auguro che il quadro sia di Suo gradimento. La prego di dirmelo liberamente. La ringrazio de! Suo interessamento e devotamente La saluto. Suo Giorgio Morandi Un foglio, manoscritto nel recto. Sul verso del foglio, appunto manoscritto siglato da H . Howard e datato 20 gennaio 1970: « Lelia tells me that this is the picture that we sold to Prof. Luigi Magnani - Rocca of La Gaida - Reggio Emilia - who is making a collection of Morandi ».
· ·, Si tratta, evidentemente, dello stesso dipinto a cui fanno riferimento sia le due lettere precedenti sia quella successiva.
6. Giorgio Morandi Bologna 1 ottobre 1942 Mi è stato rimesso dalla Signora [di Pillo] l'importo del dipinto che Le inviai. La ringrazio infinitamente e devotamente La saluto. Giorgio Morandi Foglio di carta da lettere Eon una facciata manoscritta.
7. Giorgio Morandi Bologna 3 gennaio 1948 Gentile Principessa, Infinitamente La ringrazio del Suo interessamento per me. Mi fa molto piacere che i miei quadri della Collezione [ Roblino] abbiano interessato Lei ed il Signor Lefévre 1• · Non dubiti che terrò presente il Suo desiderio e spero, fra non molto, di poterle inviare il dipinto che desidera. Purtroppo in questi ultimi tempi non mi è stato possibile la-
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vorare, ma sua certa che il primo quadro che potrò ultimare sarà per Lei. Di nuovo La ringrazio e porgo a Lei e Famiglia i migliori auguri per il nuovo Anno. Devotamente La saluto Suo Giorgio Morandi Un foglio, manoscritto nel recto. 1 Possiamo ipotizzare si trattasse del proprietario della Lefévre Galle1y di Londra, che l'anno successivo avrebbe ospitato una esposizione di quadri di Lelia Caetani.
8. Gino Severini
5 rue Marié - Davy - XIV .me Paris, 13 Mai 1930 Madame, Je vous remercie infiniment de votre envoi recu ce matin. Je suis très heureux de vous ceder aussi la petite toile que vous m'avez designée et que je garde à votre disposition. (Le prix en est de 1500 frs.) 1. Quant au petit portrait, je suis enchanté de le faire 2, et je vous suis bien reconnaissant de votre confiance et de votre intéret pour moi. Veuillez agréer, Madame, mes hommages les plus respecteux. Gino Severini Un foglio, manoscritto nel recto. 1 È possibile si tratti del quadro noto come Nature morte aux trois pigeons, dipinto nel 1929 e conservato fino alla metà degli anni Ottanta nel palazzo Caetani. 2 Severini si riferisce qui al ritratto di Lelia Caetani, tuttora conservato nella sede della Fondazione. II quadro, dipinto tra il 1930 e il 1931, fu esposto in varie mostre personali del pittore, oltre che alla Biennale di Roma del 1935.
G. Severini è nato a Cortona nel 1883 ed è morto a Parigi nel 1966. Pittore, dopo aver soggiornato per qualche tempo a Roma, nel 1906 si è trasferito nella capitale francese, dove si è legato all'avanguardia. Nel 1921 ha scritto Dal cubismo al classicismo. Ha conosciuto Marguerite a Parigi negli anni '20, quando i Caetani ospitavano nella Villa Romaine di Versailles letterati, musicisti e pittori di varie nazionalità.
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App.endice prima
9. Gino Severini . 51/A Via Margutta presso Franchina 1 Roma 7 settembre 1948 Gentilissima e Cara Principessa, Sono stato dispiacentissimo che il mio arrivo a Roma, dove ero deciso di restare un po' di tempo, abbia coinciso con la Sua partenza, così non ho avuto il piacere di vederla nemmeno un momento. Spero di rivenire qui 2 nell'inverno; ma se per caso Lei tornasse a Parigi, mi farebbe cosa graditissima telefonandomi a Meudon, dove abito, nella casa di Jacques Maritain 3 • Il N. è il seguente: 0.B.S. 1352. L'indirizzo: 10 rue du Pare. Inutile dirle con quanto piacere verrei a trovarla dove Lei · mi dirà. Ho passati qui circa 2 mesi e mezzo di intenso lavoro per preparare un'esposizione che si inaugurerà 1'11 di questo mese a Venezia 4 • La Commissione della Biennale, composta in massima parte -di professori incartapecoriti e di pittori molto esauriti, si è còmportata verso di me in modo inqualificabile 5, perciò io rispondo con questa esposizione personale. Intanto Le debbo parlare di un'esposizione che si vorrebbe fare qui a Roma, delle opere del giovane pittore francesè Dàviaud 6 • Lei certo lo conosce e sa che. è un giovane di molto talento, e di molta serietà, e che quindi merita questa specie di omaggio che, in via extraufficiale, vogliono fargli i roma11i. Si è costituito un Comitato, e mi son permesso di mettere il Suo nome, insieme a quello di Moravia, Ungaretti, Principe Borghese, Prof. Gosio, e il mio. Spero ch'Ella vorrà accettare; e siccome parto stasera per Venezia, Le sarei grato se volesse rispondere al Sig: Vincenzo Moretti - 51 A Via Margutta, che è uno dei principali organizzatori. L'esposizione avrebbe luogo . in Ottobre. Voglia gradire intanto i più rispettosi omaggi del 0
Suo devot.mo Gino Severini 0
Un foglio,- manoscritto in recto e in verso; l..La figlia maggiore di Severini, Gina, aveva sposato lo scultore Nino Franchina.
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2 Sia in questo punto sia qualche riga più avanti, sull'originale si legge la forma accentata «qui». 3 Severini risiedette nella casa di Maritain dal 1946 al 1952. È lecito ipotizzare che anche il filosofo cattolico francese avesse frequentato o comunque incontrato Marguerite Caetani negli anni della sua permanenza a Parigi: da una lettera di J. Maritain del 16 luglio 1945, conservata in Archivio, si intuisce che i due, pur non essendo legati da rapporti di intima amicizia, erano sicuramente buoni conoscenti. 4 Severini si riferisce qui ad una mostra personale allestita presso la Galleria del Cavallino di Venezia. 5 Non conosciamo le ragioni del risentimento di Severini nei confronti della Commissione della Biennale di Venezia; risulta comunque che egli partecipò all'esposizione di quell'anno. 6 Si tratta verosimilmente del pittore e incisore Paul Daviaud, che si era fatto conoscere in Francia verso la fine degli anni '30.
Appendice
II.
Conversazioni su Marguerite Caetani e « Botteghe Oscure» Pietro Citati, Giovanni Macchia, Puci Petroni, Antonio Russi
Si riportano di seguito gli appunti raccolti nel corso di alcune conversazioni con persone che hanno conosciuto direttamente Marguerite Caetani e che sono state interpellate dalla curatrice del volume e da Luigi Fiorani nelle fasi iniziali del lavoro di ricerca. I titoli degli interventi sono redazionali, come i rinvii bibliografici e le integrazioni a pie' pagina.
r
I
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Pietro Citati « La più bella rivista letteraria italiana» del dopoguerra La Fondazione Caetani si è proposta di avviare una serie di studi e di ricerche su « Botteghe Oscure », partendo dalla pubblicazione dei carteggi tra Marguerite Caetani e i collaboratori della rivista. Lo scambio epistolare, infatti, ha rappresentato uno strumento assai importante nel lavoro editoriale di Marguerite. Credo di sì, e credo che la corrispondenza più interessante sia quella con gli stranieri, visto che della sezione italiana si occupava principalmente Bassani. In particolare, c'è un enigma che sarebbe interessante chiarire, a proposito di una lettera non spedita di Dylan Thomas. Dylan Thomas si era fatto pagare più volte per Il bosco di latte e poi scrisse una lettera bellissima, tragica, in cui copriva di insulti Marguerite. Si tratta di insulti che non avevano alcuna ragion d'essere, visto che da Marguerite lui aveva ricevuto soltanto danaro, amicizia, entusiasmo; però è una lettera bellissima, che andrebbe presa in considerazione: è inserita nel volume della corrispondenza completa di Dylan Thomas. · Come si esprimeva, in concreto, il lavoro di Marguerite? Qual era il suo programma, quale spazio lasciava ai suoi collaboratori? Ho conosciuto Marguerite, credo, nel 1953, attraverso Elena Croce, della quale ero molto amico. Io ero giovanissimo allora, avevo ventitré anni, facevo il lettore a Monaco di Baviera e lei mi pregò di metterla in contatto con qualche scrittore tedesco disposto a collaborare con la rivista. Io le procurai tre autori: Celan 1, che allora aveva pubblicato soltanto il suo primo libro di poesie e ·che solo più tardi raggiunse la fama; Heinz Piontek, che è un buon poeta ma del quale oggi si sono un po' perse le tracce; e Karl Krolow 2 • Quello che colpiva in lei era un dono straordinario, un « orecchio » eccezionale per capire quando c'era un talento poetico nuovo. A lei interessava solamente che venisse fuori qualcosa di nuovo. Aveva ovviamente le sue predilezioni: aveva per 1 Il testo poetico V or einer Kerze di Paul Celan fu pubblicato sul quaderno XVII. Sul numero XXI apparve invece Das Trunkene Schifi. una traduzione in lingua tedesca di Le bateau ivre di Rimbaud, curata dallo stesso Celan. 2 Sia di Piontek sia di Krolow furono pubblicate diverse liriche sul numero XIV.
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Char un'infinita ammirazione, aveva ammirazione per i suoi americani; ma quello che la incantava era trovare una voce nuova e aveva un fiuto incredibile: non sbagliava quasi mai. Come ricorda Elena Croce nel suo libretto Due città, Berenson diceva di lei: « Cerca sempre un nuovo arte più brutto di quello di prima » 3, ma invece ciò che lei pubblicava non era affatto brutto. Allora, per esempio, Dylan Thomas in Italia era conosciuto pochissimo e lei ha pubblicato alcune delle sue cose più belle, tra cui Llareggub , la prima versione del Bosco di latte 4. Ricordo che una volta le avevo portato a conoscere un mio giovane amico che aveva studiato con me alla Normale di Pisa e che aveva scritto dei ricordi. Lei era talmente incantata da una persona giovane che volle assolutamente pubblicare quello scritto, anche se non era una cosa eccezionale: Bassani non avrebbe voluto pubblicarla, ma lei non si lasciò convincere. Chi prendeva effettivamente le decisio,:1i per la sezione italiana della rivista? Le decisioni definitive spettavano a lei, ma della sezione italiana si occupava soprattutto Bassani. È fatta benissimo la sezione italiana di « Botteghe Oscure ». Bisognerebbe che qualcuno scrivesse un saggio su cosa è stata « Botteghe Oscure » nella cultura italiana, perché è una rivista ignota ed è stata la più bella rivista letteraria italiana di quel tempo, infinitamente più bella di «Politecnico», «Paragone >> ecc. ecc., che sono molto più noti. Purtroppo costava cara e poi era distribuita da De Luca, che non faceva molto per diffonderla. Ma in « Botteghe Oscure» sono presenti tutti i nostri migliori scrittori del tempo: il primo Pasolini e Calvino, i più bei racconti di Soldati, alcune tra le cose più belle di Bertolucci e-di Caproni, per non parlare di Bassani, che ha pubblicato lì i suoi racconti migliori. E poi c'era la parte straniera, ma gli italiani non sapevano quali geni fossero gli stranieri che lei invitava a scrivere. Gli italiani non si resero conto di quale meraviglia fosse quella rivista. Giorgio Bassani, in un suo articolo sulla genesi delle Cinque storie ferraresi scritto negli anni '70, affermava che Marguerite aveva avuto un ruolo determinante nell'orientarlo verso la prosa, dal momento che all'epoca in cui nacque « Botteghe Oscure»
3 CROCE,
Due città, p. 59. Llareggub, A Piece /or Radio Perhaps era stato pubblicato sul numero IX di « Botteghe Oscure », nella primavera del 1952, dunque prima della morte di Dylan Thomas (avvenuta nel 1953); la versione completa e definitiva, intitolata Under Milk Wood, uscl invece postuma nel 1954. 4
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egli aveva scritto principalmente poesie e si considerava « ormai un poeta lirico, e basta » 5• Non so dire nulla di preciso in merito. Ho conosciuto Giorgio nel 1952 o nel 1953, perché erano uscite le prime tre storie ferraresi ed io le avevo recensite. Quella prima edizione si intitolava La passeggiata prima di cena e presentava, oltre al racconto omonimo, anche Storia d'amore e Una lapide in via Mazzini. Le lessi per la prima volta in occasione dell'uscita di quel volume, perché fino ad allora non avevo nessuna copia di « Botteghe Oscure »; me le mandò tutte insieme più tardi Marguerite, quando si liberò di tanti fascicoli invenduti. Io non so quanto Marguerite abbia spronato e incitato Bas7 sani verso la narrativa. Sono sicuro, comunque, che lui ha dato un'impronta inconfondibile alla sezione italiana della rivista. Certamente alcuni consigli vennero da Elena Croce, ma sfogliando l'indice degli scrittori italiani che hanno scritto su « Botteghe Oscure» risulta molto chiaramente che si tratta di persone legate per la maggior parte a Bassani. Ecco, forse possono essere state individuate direttamente da Marguerite (magari per il tramite di Elena) persone come Perla Cacciaguerra, Edoardo Cacciatore, Brianna Carafa, forse anche Scotellaro; sicuramente anche Petroni era in rapporti con Marguerite indipendentemente da Bassani. Però in gran parte lei lasciava fare a Bassani, aveva fiducia in lui e aveva ragione: lui faceva benissimo il suo lavoro per la rivista. Certo, il discorso sulle sezioni straniere è più complesso. I francesi, comunque, li riceveva in gran parte da Char. Char era suo grande amico, lei lo adorava: lo adorava in un modo un po' infantile e lo fece pubblicare sia in lingua originale, sia in tutte le traduzioni possibili, che avvenivano sempre a sue spese. L'incredibile fiuto di Marguerite e il suo amore per il nuovo: qual era il nuovo a cui lei era più sensibile? Lei era sensibile a tutto, ma ciò che colpiva era il suo orecchio formidabile per la poesia, forse più ancora che per la prosa. E infatti « Botteghe Oscure » è soprattutto una rivista di poesia. In effetti, le testimonianze complessive su Marguerite indicano una sua predilezione per la poesia, anche se un'eccezione in tal nenso sembrerebbe rappresentata proprio dal suo rapporto con gli scrittori italiani, se è vero che ella invita Bassani a dare più spazio alla prosa e respinge i versi di Bacchelli, chiedendogli 5 BASSANI,
Gli anni delle «Storie».
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di inviare in cambio delle prose ( e suscitando l'indignazione dell'autore). Il problema non è che Marguerite non amasse la poesia italiana: semplicemente non conosceva bene la nostra letteratura e quindi è probabile che non avesse un giudizio preciso. Bassani aveva perfettamente ragione a voler pubblicare poesie. Io non posso dire altro: so che a volte c'era qualche contrasto tra lui e Marguerite, perché comunque era lei ad avere sempre l'ultima parola; ma in genere lei accettava tutte le proposte di Bassani, proprio perché sapeva di non essere competente, lasciava fare a lui. Non so perché chiedesse di pubblicare più racconti, forse perché erano apparsi sulla rivista racconti molto belli e molto apprezzati, -come quelli di Soldati, di Calvino; inoltre, i racconti si vendono di più e forse Marguerite aveva anche questo tipo di problemi: la rivista le costava moltissimo e si vendeva poco, soprattutto per colpa del distributore. Il rifiuto delle poesie di Bacchelli, poi, mi sembra possa avere una spiegazione molto semplice: è probabile che quelle poesie non fossero piaciute né a lei né, tantomeno, a Bassani. Penso che Bacchelli fosse stato presentato da Elena Croce o fosse arrivato per qualche altra via, perché mi sembra improbabile che Bassani possa averlo invitato a collaborare. Sorprendono le esclusioni di scrittori importanti come Vittorini o Pavese. Tra l'altro, c'è una lettera scritta da Natalia Ginzmurg poco dopo la morte di Pavese, con la quale la casa editrice Einaudi offre a Marguerite la possibilità di pubblicare una poesia inedita dello scrittore, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, prima che essa venga stampata nella raccolta omonima, curata dalla stessa casa editrice. Ora, la poesia non comparve mai su « Botteghe Oscure » e questa esclusione desta qualche stupore, visto che erano trascorsi pochi mesi dalla tragica fine di Pavese e quella proposta editoriale doveva apparire piuttosto allettante per il direttore di una rivista letteraria dell'epoca. In realtà, questa esclusione si spiega benissimo perché le poesie di quella raccolta non sono certamente tra le cose migliori di Pavese e Bassani avrà giustamente consigliato a Marguerite di non pubblicarle. In generale, io non parlerei di esclusioni, ma di scelte. Certamente Bassani non amava affatto Vittorini; Bassani aveva un suo gusto, che era il contrario di quello di Vittorini. E non amava neanche Pavese. Direi che Bassani rappresenta un momento della letteratura italiana che reagiva a Vittorini e a Pavese: la loro assenza dalla rivista, quindi, si spiega perfettamente. Bassani aveva una sua idea di letteratura e le sue scelte per la sezione italiana della rivista sono state in questo senso perfettamente coerenti.
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A conferma si può richiamare il Congedo che Bassani scrisse per l'ultimo numero di « Botteghe Oscure». Affermava che, nonostante l'assenza di saggi e di interventi critici, era individuabile fin dall'inizio una precisa direzione della rivista, identificabile soprattutto con « l'assenza di qualsiasi prodotto sperimentale » e il rifiuto « di ogni indulgenza nei confronti della cosiddetta letteratura d'avanguardia». A chi si riferiva Bassani quando parlava di una « letteratura d'avanguardia » esistente fin dai primi anni di vita della rivista? Si riferiva certamente a Vittorini, anche perché la nuova avanguardia nacque dopo la cessazione della rivista. E come si spiega l'assenza di Ungaretti da « Botteghe Oscure»? Tra l'altro, Ungaretti aveva collaborato con Marguerite ai tempi di « Commerce », sia come autore sia come traduttore sia come consulente per la ricerca di autori italiani da pubblicare. Non credo affatto che si tratti di una esclusione voluta. Non mi risulta che Bassani avesse cattivi rapporti con Ungaretti: probabilmente è stato un caso. Bassani era stato molto critico nei confronti della poesia ermetica. Sì, ma Ungaretti era un'altra cosa e Bassani lo ammirava. Certamente, invece, non amava affatto gli ermetici, li avversava idealmente, anche se rispettava molto Luzi: e infatti sulla rivista sono stati pubblicati sia Luzi sia Bigongiari 6 • Era troppo intelligente Bassani per rifiutare poeti buoni, anche se erano ermetici. La presenza di Elena Croce dovette essere importante: in quali forme si realizzò la sua collaborazione a « Botteghe Oscure » e quanto significativo fu il suo ruolo nella rivista? Credo che Elena abbia influito poco sulle scelte di « Botteghe Oscure », se non per il fatto importantissimo di aver suggerito a Marguerite il nome di Bassani, che era un suo amico. Per esempio, non credo che Elena Croce amasse molto le poesie di Caproni o di Bertolucci: le amava Bassani, che infatti ospitò tante volte questi autori nella rivista. Nel periodo in cui fu pubblicata « Botteghe Oscure», o almeno per diversi anni, Elena Croce dirigeva la sezione letteraria
6 Mario Luzi, come si ricorderà, collaborò al quaderno III di « Botteghe Oscure»; di Piero Bigongiari apparvero invece quattro poesie (Inverno arido, Un giorno per caso la verità, Ritorno di fuoco e Perplessità) sul numero IX.
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della rivista « Lo Spettatore italiano». Ci furono contatti tra le due riviste? No, io ho collaborato a « Lo Spettatore italiano » e non mi sembra proprio che ci fossero contatti, a parte il fatto che a volte « Lo Spettatore » ospitava recensioni a qualche numero di « Botteghe Oscure » o saggi critici su autori, soprattutto poeti inglesi e americani, che erano stati pubblicati da Margue rite 7 (su « Lo Spettatore italiano » scrivevano due importanti anglisti, che erano Giorgio Melchiori e Agostino Lombardo). Per il resto, non credo che Elena Croce abbia interferito in modo significativo con le scelte di « Botteghe Oscure »; fors~ Elena può aver suggerito il nome di qualche tedesco, per esempio quelli di Klaus Demus, di Ilse Aichinger e di Marie Luise Kaschnitz. 0
È stato dato, della rivista, un giudizio estremamente positivo. Allora perché nessuno scrisse saggi o fece studi su « Botteghe Oscure»? Perché « Botteghe Oscure » non era conosciuta; era diffusa solo tra pochi amici, che per la maggior parte erano proprio coloro che vi avevano scritto qualcosa. E poi era una rivista troppo intelligente per piacere ai critici letterari.
In sintesi, come si può definire la poetica della rivista? Qual era la sua collocazione nel panorama letterario dell'epoca? Non è una poetica che si possa definire positivamente, perché ci sono troppe cose diverse al suo interno; essa può essere però definita negativamente: Bassani era contro Vittorini ed era contro gli ermetici. Per il resto, l'unico orientamento che si può individuare è quello di pubblicare cose buone: quasi tutta la letteratura buona di quegli anni è dentro « Botteghe Oscure ». E c'è anche la letteratura che Bassani non amava, ma di cui riconosceva la grandezza (è il caso di Luzi).
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Sui rapporti tra le due riviste, cfr. pp. 49-50.
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Giovanni -Macchia L'ambieniè culturale .di « Botteghe Oscure » La principessa Caetani, Lei non solo l'ha conosciuta e ha co• nosciuto molto bene l'ambiente letterario in cui nacque l' esperienza di « Botteghe Oscure», ma già molti anni fa ha scritto un importante saggio su « Commerce ». Sì, ho scritto degli appunti su « Commerce », su quello straordinario florilegio di scrittori di prima grandezza che era « Com merce>>. Notàvo che la non apparizione, se non in un caso, di Proust mi lasciava perplesso. I redattori della rivista, che ·pure avevano pubblicato ,per la prima volta alcuni capitoli dell'Ulisse di Joyce nella traduzione francese di Larbaud, avevano lasciato in ombra il più grande scrittore francese di questo secolo. In quell'articolo feci qualche considerazione, innanzitutto in relazione al romanzo, ripensando soprattutto a ciò che aveva detto in proposito Valéry. Su « Commerce » si pubblicarono solo romanzi eccezionali, come quello di Joyce, ma il romanzo come genere letterario non vi è mai stato preso in considerazione. Ai redattori, che erano sostenìtori di un'idea -di letteratura pura, Proust probabilmente era sembrato un ritardatario, lui che .aveva portato alle estreme conseguenze il romanzb d'analisi. Essi apprezzavano soprattutto la poesia e la saggistica; i prosatori italiani che avevano collaborato a « Commerce », come Barilli, non facevano romanzi, ma prosa d'arte. Si erano occupati dei surrealisti, ma in modo un po' marginale. Fu un momento in cui gli scrittori francesi volevano assolutamente esaltare quelli che erano i meriti formali della letteratura. Conobbi Marguerite Caetani tramite Elena Croce, che era insieme .a , Marguerite una delle fondatrici del circolo culturale « Il Ritrovò», a Palazzo del Drago. Elena Croce, che era là figlia di Benedetto, conosceva molti artisti e si occupava in prima persona di letteratura. Ricordo due o tre ·delle conferenze che -avevano luogo in quel grande appartamento, con un salone enorme, nel quale venivano dati anche pranzi in onore di ospiti stranieri. Fu durante uno di questi pranzi che conobbi Carla D'Urso, che poi sar~bbe diventata mia moglie e che era moltò amica di Elena. Agli incontri di Palazzo del Drago erano presenti tutte le grandi personalità ·della cultura italiana di allora: ricordo, pèr esempio, Giorgio Amendola (c'erano anche alcuni comunisti), Carlo Antoni, Moravia, Silane, Cesare Brandi, Lionello Venturi, che era rientrato in Italia e venne chiamato a riferire sull'Ame-
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rica. Qualche volta venivamo invitati anche ·a Palazzo Caetani per dei concerti. Poi in qualche occasione andai a Ninfa, credo nell'immediato dopoguerra. Il « Ritrovo » era crocevia di persone e di idee, che non rimasero prive di influenza su « Botteghe Oscure». È vero. · Molta impressione fece la conferenza di Antonio Russi1, che dirigevà la rivista di poesie « La Strada»: il concetto su cui Russi puntava era che la poesia, che fino ad allora era vissuta in una torre d'avorio, doveva scendere sulla strada, per attraversare la vita di tutti. Fu chiamato al « Ritrovo » a parlare della sua rivista, in occasione della fondazione di un'altra rivista, « Poesià », diretta da Falqui e Gianna Manzini. C'è da dire in proposito che nel dopoguerra ci fu un improvviso interesse editoriale e di riviste, perché sbocciarono come funghi centinaia di editori, che non avevano mai fatto quel mestiere. Fu sicuramente Elena Croce a presentare Ricciardi, di cui era molto amica, alla principessa. Rkciardi era un grande stampatore, ma era lentissimo, faceva tante cose diverse e stampava un libro ogni sei anni. A lui poi subentrò De Luca ed Elena, ancora una volta, fece da tramite. « Botteghe Oscure » ebbe una ragione di nascere in quel momento culturale o si trattava solo del capriccio di un'aristocratica colta, con disponibilità finanziarie? La nascita di .« Botteghe Oscure » rientra in quel bisogno di rinnovamento che caratterizzò l'immediato dopoguerra. Allora si assistette alla decadenza delle riviste fiorentine, che avevano fatto il bello e il cattivo tempo per un periodo piuttosto lungo (prima << Solatia », la rivista di Bonsanti, poi « Letteratura», che si inaugurò con un saggio di Gadda). In un certo senso, gli scrittori chiamati a collaborare dalla principessa si opponevano a quella· letteratura di alto livello formale, legata all'ambiente culturale fiorentino , per fare una cosa più « romana». · Era uscita da poco « La Ruota», a cui collaborava anche Alicata, ma aveva già smesso le pubblicazioni. Poi c'erano altre nuove riviste: insieme a Cesare Brandi, Toti Scialoja, Luigi Magnani, Roman Vlad e Giuseppe Raimondi, io stesso fui tra i fondatori di una rivistà, « L'immagine », che venne pubblicata a Roma, da De Luca, per 17 numeri, a partir{: dal 1948. La rivista si occupava di arte in generale e delle arti figurative in particolare: ogni numero aveva carattere monografico ed era dedicato ad un singolo artista (Gide, .Petrassi, M,:mtakecc.).
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Cfr. testimonianza di A. Russi.
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Era il momento in cui ognuno voleva dire una parola nuova. Credo che lo scopo fondamentale di « Botteghe Oscure », almeno all'inizio, fosse quello di presentare soprattutto la nuova narrativa italiana del dopoguerra, caratterizzata da un certo « impegno» (si pensi alle cose scritte da Bassani o da Petroni). In effetti, c'erano parecchie differenze rispetto a « Commerce », soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra prosa e poesia. I redattori di « Commerce » non credevano nel romanzo e volevano una letteratura formalmente alta. Non avevano niente a che vedere con la « Nouvelle Revue Française »; anzi, erano una sorta di contraltare a quella rivista, anche se molti dei collaboratori di « Commerce » erano anche collaboratori della N.R.F. (Valéry, Fargue, Paulhan). Diciamo che c'era un settore della N.R.F. (che aveva un numero ben più vasto di autori) che veniva trasportato in « Commerce » come su un'isola, per esprimere una volontà di affermazione attraverso la parola, attraverso una forma di saggismo alla Valéry. Anche Fargue era uno scrittore per pochi eletti, mentre Larbaud era molto più noto. Il suo era un ideale di letteratura universale.
Ecco l'indice degli autori francesi di « Botteghe Oscure». Come li ricorda? Vediamo. Aguirre, se non sbaglio, è il genero di Pirandello. Artaud, Bataille, Char sono autori importanti, che hanno avuto più tardi, però, il loro fulgore. Mi sembra difficile che fosse Bassani a procurare questi contatti. Doveva essere Marguerite stessa a mantenere i rapporti con gli autori francesi, probabilmente grazie anche ad alcuni suoi antichi collaboratori di « Commerce ». Anche Artaud, dovette essere contattato direttamente da Marguerite attraverso amici francesi. Georges Bataille allora era poco noto e anche lui non poteva essere raggiunto da Bassani. Maurice Blanchot... feci la proposta di nominarlo Accademico dei Lincei, perché era ed è uno dei più grandi critici francesi, oltre che romanziere. Ah, Bertolt Brecht ... era il periodo in cui Brecht, attraverso soprattutto Strehler, conobbe il massimo splendore in Italia: Einaudi stampò in due volumi le sue opere a cura di Castellani. Poi ci fu la decadenza di Brecht. Jean Cayrol è un altro scrittore quasi dimenticato. Molti degli autori presenti in questo indice diventarono poi famosi. Evidentemente, la principessa aveva a Parigi dei consia glieri molto attenti alle novità della letteratura ... Un inedito di Delacroix non era cosa facile da trovare. C'è la traduzione di un brano di Empedocle d'Agrigento. In quell'epoca era apparsa sulla « Nouvelle Revue Française » una tragedia di Friedrich Holderlin dal titolo La mort d'Empédocle. Così il personag-
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gio di Empedocle era 'diveritato di moda: ma si trattava di una moda sana, intelligente e motivata. Ecco, vedo che nella rivista c'è anche Holderlin; con Fondement d'Empédocle. André Frénaud aveva molti rapporti con l'Italia. Groethuysen andava molto in quel periodo. Anche Louis Guilloùx era già abbastanza affermato. · René Leibowitz era anche un musicologo e veniva sempre in Italia. Mutilo Mendès stava in Italia. Ah, vedo anchè Jeanne Terracini, grande amica di Carla e mia. Lei era algerina e aveva sposato un Terracini che seguiva la carriera diplomatica. Lo stesso Terracini deve essersi occupato anche della educazione: dei figli della principessa ed-era molto amico di Elena Croc:e:, Von Hofmannsthal era un grande. Maria Zambrano era una filosofa spagnola amica d: Elena. « Botteghe Oscure» è veramente una rivista importante. È un bene che la Fondazione Caetani abbia deciso di occuparsene, Quello che noto è che si tratta per lo più di scrittori che hanno avuto più tardi il loro splendore e qualcosa di analogo era successo anche per « Commerce ». Comunque, di romanzieri ce n 'era~o .· pochi. Infatti, nella sezione francese si continuò maggiormente là tradizione inaugurata da « Commerce », privilegiando la poesia e la prosa d'arte e puntando comunque ad una letteratura piuttosto raffinata e aristocratica. Nella sezione italiana, invece, .la narrativa prevalse, nonostante venissero sempre ospitati anche testi in versi. Credo che Margherita, al di là delle diversità tra le due .riviste, volesse rifarsi in generale all'alta lezione di « Commerce ». Aveva un gusto · molto perspicace, aveva fiuto . Cercava e sapeva individuare sempre una certa nobiltà nello stile. Nelle sue riviste non trovano spazio forme letterarie popolaresche, becere) plebee. Come fu accolta «Botteghe Oscure» dalla critica e dai lettori? Come venne compresa la novità del suo messaggio?
In Italia la letteratura e la critica si sono occupate poco della rivista, perché a torto l'hanno sempre considerata una cosa piuttosto elitaria (anche De Luca ha avuto qualche colpa in questo senso). Io stesso, che in quegli anni mi occupavo molto di letteratura, « Botteghe Oscure» non la seguivo, dal momento che, almeno nei primi numeri, pubblicava soprattutto romanzi o raccanti. E spesso, non mi arrivava. L'indice degli autori italiani rivela la presenzà di molÙplici personalità, àccanto a quella di Giorgio Bassani. Ricorda se aftri
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scrittori collaborarono, sia pure temporaneamente, alla redazion?, della rivista? Mi sembra che attorno a Bassani non vi fossero altre persòne, anche perché Bassani era un accentratore. È interessante scorrere anche l'indice degli autori. italiani: Francesco Ar,cangeli è un emiliano e l'ha sicuramente invitato lui. Gino Bacchetti era un . dilettante. Anna Bànti. era· amica di Bassani e anche Bertolucci era un suo carissimo àmico. Perla Cacciaguerra scrive ancora versi: è una dilettante molto dignitosa. Edoardo Cacciatore è stato, forse, inizìalntente sopravvalutato e poi ingiustamente dimenticato: ora la critica lo sta rivalutando. Calef.ha· diretto un giornale, « Il Punto »: era un vecèhio liberale, amièo anche di Saràgat. Càproni àllora non era ancora tanto affermato. Briannà Carafa ha scritto libri per Einaudi: comunque, anche lei è una
outsider. Anche Cassola era molto amico di -Bassani. Silvio D'Arzo aveva. pubblicato nella rivista di Longhi: In effetti, questo indice consente di cogliere diversi rapporti con l'area léJnghiana: Arcangeli, Bertolucci, Delfini. Anche Delfini era amico di Bassani, co.sl .come Libero De Libero. Luciana Prezza era un'ottima traduttrice. Giandomenico Giagni, scomparso precocemehté, era molto amico di Sinisgalli. Natalia Ginzburg probabilmente collaborò una sola volta, perché poi litigò con Bassani. Mario Sabbatini (pseudonimo di Giovanni Titta Rosa) era un personaggio un po' marginale e la suà presenza su « Botteghe Oscure» desta qualche stupore. In sostanza, mi sembra difficile individuare una precisa ·linea editoriale della rivista forse a causa della mancanza di saggi critici, che l'avrebbero esplicitllta. Certamente su « Botteghe Oscurè >> apparvero grandi nomi, che facevano ottima letteratura, .e molte · promesse, alcune delle .quali sono cadute, mentre altre sono state pienamente mantenute.
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Puci Petroni Arte e amicizia Il rapporto di Marguerite Caetani con gli autori era assai spesso anche un rapporto di amicizia, che andava ampiamente al di là della semplice collaborazione editoriale e che scavalcava barriere di età e di prestigio sociale. Posso confermare pienamente, almeno per quanto riguarda i nostri rapporti con la principessa. Noi da lei, nonostante la diversa età, abbiamo sempre ricevuto dimostrazioni molto affettuose di amicizia: non mi riferisco solo al suo concreto interesc samento alle sorti di mio marito, come scrittore, ma anche alla naturalezza, alla spontaneità e alla familiarità che caratterizzavano il suo atteggiamento nei nostri confronti. Anche in questo, in fondo, Marguerite dimostrava di essere una vera signora: i contatti con gli artisti li teneva lei, senza passare per segretari o intermediari. Bassani non faceva da tramite per i rapporti con gli italiani? No, Bassani era un amico che si occupava di « Botteghe Oscure». Indubbiamente lui fece alla principessa il nome di Petroni e le fece leggere il manoscritto de Il mondo è una prigione, che era rimasto per tre anni nel cassetto: tutti gli editori interpellati l'avevano rifiutato, perché lo consideravano un libro « che mortificava la Resistenza », non era un libro trionfalistico, non parlava di torture e di eroismi. Sembra un'affermazione paradossale, dal momento che quel libro nasceva proprio dalla drammatica esperienza di suo marito nelle prigioni di Via Tasso. D'altra parte, è comprensibile che in pieno clima post-bellico, con tutti gli equivoci sulla letteratura nazional-popolare e politicamente impegnata, una lettura esteriore e superficiale de Il mondo è una prigione potesse suscitare qualche perplessità, visto il suo impianto prevalentemente riflessivo e meditativo, tutto orientato allo scavo nell'interiorità. Marguerite, invece, capì perfettamente e, non appena ricevette da Bassani il manoscritto, lo lesse, se ne entusiasmò, decise di pubblicarlo, e volle conoscere Petroni. Da allora lei e mio marito sono diventati molto amici e abbiamo cominciato a frequentare casa Caetani. Marguerite si prese molto a cuore le sorti di Petroni; noi in quel periodo avevamo particolari difficoltà economiche e lei trovava spesso il modo per aiutarci, magari inviando qualche assegno come anticipo per collaborazioni future. Si preoccupava e si occupava concretamente di mol-
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t1ss1me cose: era davvero una donna molto pàrticolare e attenta. Poco tempo dopo esserci conosciute, sapendo la nostra situazione, mi domandò se avevo un buon pediatra. Confesso che, ancora oggi, il ricordo mi commuove ... Spesso andavamo a Ninfa con i bambini che si divertivano molto. Sin dalla prima volta si sono accorti che il parco era diverso da quelli che conoscevano: era magico, e non solo per loro. Ma il fatto che li lasciava stupefatti avveniva prima della colazione, quando un addetto scendeva al torrente vicino a casa per pescare le trote che avremmo mangiato poco dopo e che, si diceva, erano della stessa qualità, incontam.inata, del ·tempo dei romani.
In quegli anni, a Palazzo Caetani e a Ninfa si dovevano incontrare personalità illustri. È vero, potevano ricevere, invitare chiunque li interessasse, sempre senza alcun tono di mondanità. Sapevano mettere a proprio agio chiunque: la persona famosa, e l'ancora sconosciuto. Erano i principi Caetani, ed erano veramente cittadini del mondo. Ricordo che, oltre a Silone, Bassani e a molti scrittori di passaggio, c'erano spesso Saragat, Mattioli, personaggi politici laici e liberal-socialisti. Due volte abbiamo cenato con Eliot. Quali erano i principali argomenti di conversazione con Marguerite Caetani? L'arte era ciò che le stava maggiormente a cuore; si può dire che la sua vita fosse centrata sull'arte. Lei amava gli scrittori, gli · artisti e li stimava proprio in quanto artisti, indipendentemente dalle loro condizioni sociali. Viceversa, non aveva alcun interesse per le persone che non amassero l'arte, fossero anche dei principi; e non a caso ebbe pochissimi rapporti con l'aristocrazia romana, che era composta spesso da persone poco interessate alla cultura. Una volta, mio marito le disse che il suo amico Franco Antonicelli aveva un grande desiderio di conoscerla e lei gli chiese subito: « Ma è un artista? (>- Mio marito le rispose èhe non lo era, ma era amico di molti scrittori, si occupava di letteratura e amava molto la poesia, a quel punto Marguerite acconsentì a riceverlo. A questi incontri spesso era presente il marito; il duca Roffredo, però, era molto diverso dalla moglie. Ascoltava, era molto riservato e non interveniva nelle discussioni letterarie. Vero è che lui aveva soprattutto interessi musicali, ma comunque, credo, non avesse con i musicisti rapporti simili a quelli che sua moglie aveva con i letterati. Sicuramente si dedicava con impegno alla musica, · ma lavorava soprattutto in solitudine, Lei ha conosciuto bene sia Marguerite Caetani che Giorgio
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Bassani: chi prendeva le decisioni per la sezione itàliana della rivista? -·
Le decisioni finali le prendeva. sempre lei. Lui pr9porieva, fua era comunque lei a dire ] 'ultima parola e non si laséiàva assolu~ tamente influenzare. Certamente potevano esserd·dei confronti e dei successivi ripensamenti: Bassani poteva insi~tèr~ se ère~ deva nella validità di un testo che a lei non era piaci_utç,; in altri casi, poteva essere lui a sconsigliarle di pubblicare qualche manoscritto che era giunto per altre vie. A volte avranno. anche discusso, ma questo è normale, accade in tutte le redazioni. Comunque, tutto passava sotto il vaglio di M.argue.rite? Assolutamente. Lei pagava e lei in genere sceglieva:c. Per fi~ nanziare la rivista, raccontò un giorno che aveva dovuto vendere dei quadri. Leggeva sempre tutti i testi e poi decideva sé aval~ larli o rifiutarli. Non solo, ma quasi sempre voleva conpscere gli autori, con i quali poi spesso intratteneva anche scambi epistolari. A questo proposito, ricordo che la principessa riceveva migliaia di lettere, le leggeva tutte, ma poi non si preoccupava di conservarle: le buttava in un cesto, lo aveva accanto aUetto, o le abbandonava su qualche tavolo e in genere, 'ma non sempre, c'era qualcuno che le raccoglieva e le metteva da parte, : · In quali forme Guglielmo Petroni collaborò a ;< Bott.eghè Oscure»? ·
Collaborò essenzialmente come autore, inviando i suoi testi alla rivista. Poi dovette procurare anche qualche contaÙo, ~ma a parte Palazzeschi, di cui si parla esplicitamente nelle lettère, non saprei dire esattamente quali scrittori siano stati segnalati da lui a Marguerite. Comunque, quello che colpisce di più in queste lettere è la partecipazione della principessa ai pro9lemi di mio marito, come quando si dichiarava disgustata per i risultati del premio Viareggio del 1949, che tutti ritenevano sarebbe andato a Petroni, ma che invece, per ragioni interne, andò ad altri; o come quando chiedeva consigli a Silane per suggerire a Petroni C(?me tutelarsi nei confronti dell'editore. Si potrebbero fare tanti altri esempi. Lei era sempre molto disponibile con gli artisti, ma direi che per mio marito aveva un debole: tra loro si era stabilito un rapporto molto vero, molto a~tentico. Lei lo apprezzava e lo stimava molto e lui provava per lei u~a,,grandissima ammirazione e affetto. E poi anche con-me lei era molto cara e affettuosa, mi invitava spesso colazione insieme a mio marito. In genere, quando arrivava una moglie « nuova.»,- lei la osservava, la scrutava, quasi fosse una suocera: lei _doveva proteggere: i suoi scrittori e voleva assicurarsi che ·le: loro· com-
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pagne fossero persone sensibili, capaci di alimentare e di incoraggiare la produzione artistica. E anche in questo aveva un fiuto notevole. Suo marito ha pubblicato diverse prose su « Botteghe Oscure», ma non ha mai inviato poesie. Eppure lui aveva esordito come poeta e anche dopo la sua collaborazione alla rivista pubblicò raccolte di versi. Sl, lui si è fatto conoscere la prima volta con una poesia, con cui ha vinto il premio« La Cabala». Petroni veniva da una famiglia molto povera di Lucca: subito dopo la sua nascita, il padre era emigrato in Argentina, ma non aveva fatto fortuna ed era poi riuscito a tornare in Italia solo arruolandosi come volontario per la grande guerra. La madre era sorda e faceva lavori di cucito per sfamare i due bambini. Dopo la guerra, il padre tornò a casa e aprirono una bottega di pantofole e di scarpe. Quella era la famiglia in cui mio marito era cresciuto, direi come un estraneo: fin da bambino non si era mai amalgamato; aveva ripetuto quasi tutte le classi elementari, perché era molto timido, molto schivo, chiuso in se stesso e veniva considerato quasi un ritardato. Poi ha smesso di andare a scuola e ha lavorato un po' nella bottega del padre. Ma un po' alla volta, tutta l'arte della Lucchesia gli è entrata dentro, quasi naturalmente, senza che lui se ne accorgesse, anche se ovviamente la sua grande sensibilità rappresentava un terreno fertile. Ha cominciato a seguire il lavoro di alcuni pittori e poi ha cominciato a dipingere anche lui: ha avuto nella pittura i suoi esordi di artista e, in una mostra in cui esponevano vari giovani, i suoi quadri furono molto apprezzati da Carrà. Poi si è dedicato alla scrittura, che è diventata ben presto la sua attività principale, ma nel tempo libero ha continuato a dipingere. Dicevo dunque che lui aveva mandato una delle sue prime poesie al concorso « La Cabala», che è stato il primo premio letterario istituito in Italia, con una giuria di tutto rispetto composta da persone del livello di Sibilla Aleramo, Ugo Betti, Bontempelli. A quell'epoca succedevano cose curiose, che adesso sono impensabili: da Pisa tre studenti universitari, che erano Dessl, Binni e Manacorda, partirono per Lucca in bicicletta, per andare a conoscere il giovane vincitore del premio. E cosl sono avvenuti i primi incontri, i primi contatti, le prime amicizie nell'ambiente letterario. E alcune di queste amicizie sono state importantissime, perché gli hanno permesso di incontrare persone che gli hanno aperto gli occhi sul mondo della cultura, gli hanno fatto scoprire artisti e scrittori che poi lui ha amato molto. Inizia da Il il percorso che lo porterà a essere presente nel primo numero di « Botteghe Oscure ».
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Durante il periodo di « Botteghe Oscure » Petroni scrisse anche poesie, o eventualmente altri romanzi? Veramente, mio marito non amava che i suoi libri fossero chiamati romanzi perché sosteneva che non erano romanzi: i suoi libri in genere seguivano altre direzioni, meno d'invenzione. Per questo 1 desiderava che fossero chiamati semplicemente libri. Comunque, in quel periodo, oltre a essersi dedicato molto anche alla saggistica, alla critica letteraria e alla critica d'arte, ha dato a « Botteghe Oscure » altri due libri e un racconto: La casa si muove, Noi dobbiamo parlare, Le macchie di Donato. Mio marito impiegava molto a scrivere i suoi libri e a partire dal '54 ne ha pubblicato uno ogni dieci anni: inizialmente è stato un caso e poi è diventato quasi un gioco 1 • Lui pensava che si seri~ vesse troppo e si dicesse troppo. Non è che lui facesse tante versioni dei suoi libri: semplicemente, li preparava molto a lungo dentro di sé. Non so, forse in quel periodo può aver scritto qualche racconto o qualche poesia, ma il meglio di sé l'ha sempre dato alla principessa, anche perché si sentiva molto debitore nei suoi confronti. Provava una grande gratitudine per questa donna, che capiva veramente quello che lui scriveva, un autore è sempre molto grato verso il lettore che lo capisce. Sicuramente per mio marito è stato molto importante sentire che qualcuno credeva in lui, nella sua possibilità di affermarsi come artista e di vivere anche del suo lavoro di scrittore: erano anni difficili per noi e lui, oltre a scrivere, doveva dedicarsi a diverse attività. Qual era l'opinione su « Botteghe Oscure » nel!'ambiente di scrittori e letterati che voi frequentavate? Era considerata una rivista molto importante. Per molti giovani letterati era un'ambizione pubblicare su « Botteghe Oscure » perché si sapeva che non tutti i testi venivano accolti e che Marguerite Caetani aveva un fiuto particolare, era una sorta di rabdomante, intuiva chi sarebbe diventato qualcuno: sa, all'epoca, nessuno di quei giovani era ancora affermato. Perché, allora, i critici e gli studiosi della letteratura contemporanea hanno dedicato scarsa attenzione alla rivista? Beh, da questo punto di vista Marguerite Caetani era davvero una principessa. Lei era nell'Empireo, era superiore, lon1 Dopo il '54 (anno in cui Noi dobbiamo parlare fu pubblicato su ·« Botteghe Oscure »), le prose di Petroni uscirono effettivamente a scadenze decennali: Il colore della terra nel 1964, La morte del fiume nel 1974 e Il nome delle parole nel 1984. L'unica eccezione è rappresentata da Le macchie di Donato (1968). ma, come si ricorderà, si trattava di una raccolta di racconti relativamente brevi. ·
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tana da ogni preoccupazione propagandistica. Comunque, all'estero la sua rivista era molto conosciuta, andava in tutto il mondo perché in tutto il mondo Marguerite Caetani aveva conquistato un suo posto preciso. Era in Italia che si parlava poco di « Botteghe Oscure», così come si era parlato poco di « Commerce ».
Oltre a Bassani, chi collaborava stabilmente alla rivista? C'erano delle segretarie, che non so se si occupavano sempre e soltanto della rivista. Poi spesso si poteva incontrare Elena Croce, ma non credo che avesse un ruolo preciso nella redazione né che percepisse uno stipendio: come ho detto, era un'amica, colta e preparata, con la quale Marguerite poteva discutere e confrontarsi su vari problemi. Direi che i loro caratteri si integravano. Bassani, comunque, è stato molto bravo nel modo in cui si è occupato della rivista, anche perché a quei tempi anche lui era molto giovane. Lei si fidava di lui e credo abbiano sempre avuto buoni rapporti, anche se verso la fine pare ci sia stata forse qualche incrinatura, qualche ombra, non so per quali motivi, né se sia vero. Perché si giunse alla cessazione della rivista? C'erano sicuramente delle gravi difficoltà economiche. A quell'epoca Hubert Howard, il genero di Marguerite, aveva preso in mano la gestione del patrimonio dei Caetani: lui aveva una mentalità pragmatica, non sopportava che i beni dei Caetani fossero sperperati con tanta prodigalità in investimenti che non avevano un ritorno economico. Credo però che questo suo atteggiamento poi sia cambiato, soprattutto dopo la morte della moglie: quando è rimasto solo, senza neanche un erede a cui lasciare tutti i beni di famiglia, deve aver pensato che valeva la pena fare qualcosa di utile per gli altri e finanziare delle iniziative culturali proprio nel nome dei Caetani. Nasce di lì la Fondazione Caetani. All'inizio, comunque, penso che lui abbia un po' frenato la generosità dei suoceri. E Lelia che ruolo aveva in tutto questo? Non saprei. Lei passava il suo tempo a dipingere. Sembrava un po' Alice nel paese delle meraviglie. Conosceva tutti, salutava tutti, scambiava qualche parola con ciascuno, ma era sempre assorta nel suo mondo; er9 molto delicata, molto inglese. Non aveva il temperamento della madre, che era americana e paradossalmente era molto più italiana di Lelia. Io con la madre avevo un rapporto di simpatia, un dialogo, uno scambio di idee, nonostante tutta la differenza di età e tutta la deferenza che io potevo provare nei suoi confronti; con Lelia c'era cordialità, ma non si andava oltre qualche parola sui suoi quadri, sulle sue mostre,
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sulle piante del giardino di Ninfa. Non credo che fossero molti, tra noi, quelli che avevano stabilito un rapporto più intenso con lei, anche se ovviamente non posso escluderlo.
Il vostro rapporto con Marguerite continuò anche negli ultimi anni di vita di « Botteghe Oscure»? Beh, no. Ci si vedeva ormai molto raramente. Roffredo stava male, anche lei stava invecchiando e perdendo le forze e la loro vita sociale ovviamente ne risentì. C'è un episodio, nel libro di mio marito Il colore della terra, in cui lui descrive, pur senza fare i nomi, la sua ultima visita a Palazzo Caetani e ritrae queste due persone ormai distaccate, evanescenti, che sembrano al di là del bene e del male, chiuse come sono in un cerchio di gesso tutto loro : Io penso che su questa condizione un po' estenuata dei Caetani nella vecchiaia abbia influito non soltanto il senso del finire della propria vita, ma anche il senso del finire di una famiglia, con tutta la tristezza ed il rimpianto per la morte del figlio maschio avvenuta in guerra. Loro erano democratici al massimo, ma si sentivano Caetani fino in fondo e la mancanza di una discendenza fu certamente un profondo dolore. Mi piacerebbe chiudere questa nostra conversazione con alcune delle parole che la principessa .scambiò con Petroni nel loro ultimo incontro. Petroni trascrisse tutto in un diario, che usò poi per descrivere nei particolari, come ho detto, quell'ultima visita. Mi sembra un giusto omaggio: « Abbiamo deciso di ritirarci in campagna [ ... ] . La vecchiaia viene come una ventata, cade su di noi, è caduta mentre non ci pensavamo [ ... ] . Il tempo lascia un segno. Prima ero sempre sicura delle mie scelte, ora qualche volta mi sembra di non saper più nemmeno quale sia la mia lingua. In questi ultimi anni vorrei limitarmi alla letteratura italiana, almeno con quella vorrei mantenermi giovane, seguire le cose più recenti, aver l'impressione di riuscire sempre a capire come si esprime questo tempo [ ... J. Resti lei in mezzo alla gente e si metta al lavoro. Mi tenga informata. Lo sa, non ho vissuto d'altro e vorrei poter partecipare ancora agli interessi dei pochi amici che mi rimangono » .
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Antonio Russi Per und letteratura senza confini È emerso da varie testimonianze che Marguerite Caetani effettuava le sue scelte artistiche in piena autonomia, ma non c'è dubbio che si era circondata di personalità del mondo letterario in grado di influire positivamente sul suo lavoro . « Botteghe Oscure » è diventata così lo spazio accogliente nel quale hanno potuto convergere le voci più libere e più diverse della nuova · cultura letteraria del dopoguerra. Questa mi sembra una dimensione essenziale del lavoro di Marguerite Caetani e del lavoro da lei svolto con « Botteghe, Oscure». Ho conosciuto bene fa principessa dopo la liberazione di Roma, in quanto, insieme ad Elena Croce, avevo frequentato il circolo « Il Ritrovo », dove avevo presentato la mia rivista « La Strada ». Poi sono stato invitato più volte a colazione a Palazzo Caetani, dove ho incontrato per la prima volta Ignazio Silane, che avevo recensito a Napoli, sul primo numero di « Aretusa », nell'aprile del 1944. Elena Croce e la principessa erano molto amiche e al tempo stesso erano molto diverse: in Marguerite c'erano l'ottimismo, la freschezza, lo slancio tipico degli americani, mentre Elena, 'che era figlia di Benedetto Croce, era cresciuta in un ambiente iritel-' lettuale molto autocritico e si era abituata, anche seguendo le tracce del padre, a giudicate certe volte molto spregiudicatamente gli amici. Allora, l'incontro fra la spigliatezza e l'apertura dell'americana e il modo più polemico, pessimistico e a tratti sospettoso di aggredire la vita tipico di Elena_si tradusse in una simbiosi molto piacevole. Elena non aveva affatto la generosità e gli slanci di Marguerite, la quale, a sua volta, non aveva la severità di giudizio, né, forse, la stessa competenza di Elena. Forse sono diventate tanto amiche, pur essendo diversissime, proprio perché c'era tra loro una proficua complementarietà: la principessa si fidava molto del giudizio di Elena ed Elena si faceva trascinare in modo piacevole dallo slancio di Marguerite. Fu proprio la grande fiducia che ella nutriva per Elena a riflettersi in qualche modo su di me, che, in quanto amico di Elena, potei gòdere fin dall'inizio della stima della principessa. Certàmente, lei apprezzò anche la mia conferenza al « Ritrovo », nella quale' presentavo il primo numero della rivista « La Strada », nel maggio del '46. Ricordo che la sala era piena e c'erano anche molti critici importanti, tra i quali, per esempio, Carlo Dionisotti. Potremmo dire comunque che, mentre tra la principessa ed
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Elena si realizzava una sorta di integrazione degli opposti, la simpatia che la principessa nutriva nei miei confronti derivava forse dal sentimento di una qualche affinità: in effetti io, pur non essendo nato in America, poi mi sono trovato bene negli Stati Uniti, anche perché nel giudicare e nell'affrontare le cose, partivo con una certa spinta entusiastica, che coincideva col temperamento ottimistico e americano della principessa. L'idea, che lei espose più volte in quegli anni, di una letteratura «mondiale» come dell'unica letteratura possibile dopo l'esperienza della guerra 1, può aver influito sul progetto stesso di Marguerite di fondare una nuova rivista internazionale? Credo che questa idea abbia influito moltissimo, perché lei, che aveva già fatto in Francia una rivista prestigiosa come « Commerce », si sentl incoraggiata a lanciarsi in una nuova iniziativa, proprio sentendo che c'erano dei giovani che si aprivano e sostenevano la necessità di una letteratura che superasse i confini nazionali. Devo dire che per quella mia definizione di « letteratura mondiale » sono stato preso in giro da una rivista fiorentina alla quale collaboravano anche personaggi importanti come Montale: quella mia fiducia sembrava loro eccessiva, mentre forse attirò su di me la simpatia della principessa. In effetti mi sono chiesto varie ,alte come mai io, che ero così giovane e, in fondo, senza partico1ari referenze, sia stato così bene accettato e invitate da lei a casa sua, dove mi ha fatto conoscere personaggi importanti. Comunque la principessa è sempre stata una grande operatrice nel campo della cultura, direi una realizzatrice, perché per f ue due riviste come « Commerce » ·e « Botteghe Oscure » ci vu,)le uno slrncio di base fuori dal comune. Insomma, non bastano le disponibilità finanziarie; anche perché saJ)piamo che esse non erano così illimitate, se è vero cht Margu,?rite dovette vendere alcuni quadri per sostenere le spes, di « Botteghe Oscure ». Una volta la principess~ mi disse che prima della crisi del '29 erano stati molto più ricchi. Io non ero a conoscenza di queste vendite, ma non mi stupisce affatto che Marguerite sia ricorsa a questa soluzione per poter alimentare le sue iniziative. In effetti, col passare degli anni, il mantenimento di « Botteghe Oscure » comportava oneri finanziari sempre più gravosi, anche per.ché la rivista aveva assunto ormai dimensioni manuI Il concetto, variamente espresso, ritorna in diversi articoli raccohi nel volume Antonio RUSSI, La poesia italiana nei primi anni del dopoguerra e la rivista« La Strada», Pisa, Nistri-Lischi, -1994.
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mentali; inoltre, veniva tirato un numero assolutamente esagerato di copie, che non potevano essere assorbite dal mercato. Questa fu sicuramente una delle ragioni che determinarono la chiusura della rivista. Lo immagino, perché uno non può seguitare a perdere denaro, specialmente poi in un periodo in cui non emergono nuovi collaboratori importanti; quello che la rivista aveva detto era già sufficientemente solido e poteva considerarsi anche concluso. Una volta concluso un ciclo, la principessa non poteva mettersi alla caccia di nuovi autori; dopo che ne aveva scoperti tanti, prima in Francia e poi in Italia, la sua parte l'aveva fatta . Ma come nacque il progetto della rivista? Io ricordo che la mia presentazione della rivista « La Strada » e molte discussioni che si fecero poi al « Ritrovo » con giovani poeti impressionarono la principessa, perché si vedeva di nuovo circondata (come già le era capitato a Parigi negli anni '30) da letterati che si presentavano come promesse possibili nel campo della letteratura. Inizialmente, a un certo punto, lei deve aver pensato alla possibilità che fossi io a ricoprire il ruolo che poi fu di Bassani, perché mi chiamò e mi parlò dei suoi progetti. Questa fu una cosa che mi impressionò molto favorevolmente, da parte di una signora così aristocratica: infatti, « La Strada » aveva avuto la collaborazione di molti poeti con una chiara connotazione politica comunista o comunque molto di sinistra. Nonostante questo, lei aveva sicuramente una forte simpatia umana verso di me; ma aveva anche un po' di paura per gli stretti rapporti politici che allora avevo con la sinistra. Io ero del partito d'Azione, che durante la guerra partigiana aveva molto strettamente collaborato con i comunisti, ma non sono stato mai comunista; eppure, a quell'epoca ero considerato un personaggio notevolmente spinto a sinistra da intellettuali che poi, appena hanno visto che le sinistre potevano procurare posti in Parlamento e in altre sedi prestigiose, sono diventati addirittura dei propagandisti della sinistra estrema: e a quel punto quelle stesse persone hanno cominciato a considerare me una specie di reazionario. Io ho avuto delle strane vicende in questo campo, pur non avendo mai cambiato le mie idee. Certamente, comunque, quando nacque il progetto di « Botteghe Oscure » , io avevo a torto una reputazione di « comunistoide », ed è logico che la principessa abbia scartato l'ipotesi di affidare a me quel ruolo che poi fu svolto egregiamente da Bassani. Bassani non aveva quella connotazione politica che allora in me sembrava così estrema; anzi, la sua famiglia e in particolare suo padre avevano avuto simpatie per il fascismo. Bassani dava maggiori garanzie, le sue idee politiche erano- più vi-
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cine a quelle della principessa: non che lei avesse personalmente paura delle mie idee politiche, ma non poteva ignorare che la stragrande maggioranza delle mie amicizie sfioravano l'altro noto edificio di via delle Botteghe Oscure ...
Quali intellettuali frequentavano il salotto di Elena Croce e quello della principessa? Si trattava delle stesse persone? « Il Ritrovo » e lo stesso Palazzo Caetani erano ambienti molto aperti, nei quali potevano capitare uomini politici di provenienze ·diversissime, purché accomunati da interessi artistici e culturali; nel salotto di Elena prevaleva invece nettamente il partito d'Azione, nei suoi personaggi più rappresentativi sul piano politico ed economico (Omodeo, finché fu in vita; Calamandrei; Mattioli, Giuliana Benzoni, La Malfa). Il salotto di Elena, insomma, era frequentato da tutte quelle ramificazioni di intellettuali che erano a sinistra dei liberali, ma a destra del partito comunista. Si trattava di ambienti molto diversi rispetto a quello, per esempio, del salotto Bellonci. Il salotto Bellonci era molto più ristretto rispetto a quello della Caetani, perché rappresentava tutti quei letterati che, sotto il fascismo, si erano schierati in una posizione attendistica, ma mai dichiaratamente antifascista; quindi non erano mai stati perseguitati dal regime, anche se non si erano asserviti ad esso. In generale, comunque, il salotto Bellonci era frequentato soprattutto dagli ermetici, che avevano una posizione un po' ambigua, perché erano dei buoni amministratori della loro capacità letteraria, ma al tempo stesso erano anche molto attenti a mantenere sempre buoni rapporti,con la politiça, persino nel periodo della dittatùra. Voglio raccontarle un episodio molto eloquente, che riguarda il modo in cui loro entrarono nel Pen Club: il Pen Club è una forte organizzazione internazionale di tutti gli scrittori (la sigla infatti corrisponde a Poets, Essaysts, Novelists). Alla fine della guerra, con la caduta del fascismo, si impose nel Pen Club l'esigenza di rivedere tutte le partecipazioni, per escludere coloro che avevano collaborato con il fascismo; decisero allora di affidare la direzione del Pen Club italiano ad Ignazio Silane, che chiamò accanto a sé un altro grande antifascista, il critico d'arte Lionello Venturi, e proclamò me segretario dell'associazione. Il nostro compito principale era quello di individuare i nomi di coloro che dovevano entrare nel Pen Club e quindi avevamo una notevole responsabilità. Bene, in quel periodo tut~ to il salotto Bellonci gravitava intorno a noi, in modo partico-· lare intorno a Silane e a Lionello Venturi, proprio perché volevano essere ammessi nel Pen Club. Si potrebbe dire, in defini-
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tiva, che il salotto Bellonci mirava soprattutto a conservare e a difendere il prestigio e l'autorevolezza di tutti quei letterati che erano già affermati negli anni '30, eccetto quelli che erano stati accademici d'Italia o propagandisti del fascismo e che quindi si erano compromessi in modo troppo evidente con il regime. A proposito di letterati che avevano avuto rapporti col regime, questa può essere la causa per cui in « Botteghe Oscure » non ci sono tracce di Ungaretti, che tanto aveva pubblicato invece in « Commerce », collaborando con Marguerite anche come consulente per il reperimento e la scelta di autori italiani? Ungaretti, che io ho conosciuto, era un personaggio simpaticissimo e aveva legami fortissimi con la cultura francese, proprio perché a Parigi aveva · ricevuto prevalentemente la sua formaziòne letteraria; era molto amico dei principali rappresentanti della poesia e dell'arte francese e anche in Italia aveva raggiunto ormai un prestigio indiscutibile: così si spiega la sua presenza rilevante in« Commerce ».Mail suo legame con il regime fascista e il fatto stesso di essere stato accademico d'Italia rappresentarono nel dopoguerra un forte limite e questo forse può spiegare perché i suoi testi non vennero mai pubblicati su « Botteghe Oscure». Tra l'altro, per un certo periodo, finché non si arrivò a1l'amnistia voluta da De Gasperi e Togliatti, Uqgaretti fu anche sospeso dall'insegnamento, perché la cattedra gli era stata assegnata dal regime senza regolare concorso; insomma, gli era stata regalata, pur senza demerito da parte sua. Certamente Pngaretti era un uomo di grande slancio (e questo tratto, quindi, lo accomunava alla principessa): lui non aveva mai avuto paura ad esporsi; era statò molto fascista e quiridi, in un certo senso, più generoso e meno prudente di tanti altri. Ciò nonostante, noi lo inserimmo nel Pen Club, considerandolo un grande poeta, ma indubbiamente la sua compromissione con il fascismo rese più difficile il suo destino nel dopoguerra e forse impedì alla stessa Marguerite di àccciglierlo in << Botteghe Oscure ». Quale era l'opinione su « Botteghe Oscure» nell'ambiente letterario? Veniva considerata una rivista seriamente rivolta a pubblicare inediti di persone di valore, ritenute capaci in campo letterario e degne di fama: su questo rion c'è dubbio. Naturalmente però, nelle scelte ci possono essere statè delle esclusioni discutibili di persone che non erano in linea con gli orientamenti della rivista, cioè soprattutto di Bassani. Bas~ani ha molto condizionato, ma con merito, le politiche della rivista; in quegli anni lui è stato uno scrittore estremainente rappresentativo, insieme a Cassola e a tanti altri, che poi sono .stati dileggiati e maltrattati dal
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Gruppo '63, dalla neovanguardia, che li chiamava ingiustamente « le Liale della letteratura ». Esclusioni clamorose e immeritate, dunque? No, direi di no a « Botteghe Oscure» non hanno fatto delle aggressive esclusioni, anche perché non si sono mai dichiarati apertamente; era una rivista antologica, che quindi non pretendeva di presentare una tendenza. Se avessero fatto questo, avrebberò dovuto giustificare in qualche modo le loro scelte, motivare le loro esclusioni. Ecco , questo non l'hanno mai fatto; però i vuoti ci sono: questi vuoti possono essere occasionali, nel senso che un autore interpellato poteva non avere nulla di inedito, ma potrebbero anche avere altre ragioni. In ogni caso, possiamo dire che la rivista ha rappresentato molto di tutto ciò che in quegli anni veniva riconosciuto come valido; ciò non toglie che poi, in quegli stessi anni, ci potesse essere qualche altra cosa che, pur essendo valida, non era stata ospitata nella rivista; ma ciò è quasi inevitabile. Comunque, a proposito di esclusioni, in « Botteghe Oscure » non furono mai pubblicati testi di Pavese: a prima vista ciò potrebbe essere imputato semplicemente alla mancanza di inediti (Pavese morì nel '50) o, magari, ad una certa «sufficienza» dell'autore già consacrato nei confronti della rivista; ma stupisce che Marguerite non abbia pubblicato, dopo la morte dello scrittore, la poesia ancora inedita Verrà la morte e avrà i tuoi occhi che le era . stata offerta dalla Einaudi, per il tramite di Natalia Ginzburg. Certamente Bassani non aveva grande simpatia per Pavese, innanzitutto perché gli sembrava che Pavese avesse avuto un riconoscimento eccessivo; inoltre, egli probabilmente fu seccato da certi atteggiamenti più recenti dello scrittore piemontese, che negli ultimi anni della sua vita sembrava quasi ossesisonato dalla ricerca di successi e di affermazioni personali ed era molto suscettibile agli allettamenti superficiali della fama . Oltre alle esclusioni, ci fu anche qualche inclusione non . del tu{to giustificata? Beh, qualche inclusione poco giustificata c'è stata, soprattutto tra le amicizie di Bassani, anche se adesso non saprei dire con precisione. C~rtamente Bassani ascoltava molto una serie di suoi amici, che navigavano in un'area non strettamente ermetica, tna para-ermetica. Direi comunque che,. a parte qualche caso, la rivista « Botteghe Oscure » è riuscita nel suo intento di pubblicare inediti di autori validi all'80-90% : e questo è sicurarpente;: suffiçiente. È stata una rivista molto decorosa e digni-
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tosa, in cui l'entusiasmo e lo sforzo economico della principessa sono stati accompagnati dalla notevole abilità sia di Bassani sia dei collaboratori che lui ha saputo scegliere. Nel complesso, la rivista non ha smentito affatto il prestigio che la principessa aveva conquistato in Francia con « Commerce », anche se nella pubblicazione parigina la qualità media dei testi era probabilmente superiore; ma è improprio fare paragoni tra le due riviste, perché la letteratura francese negli anni di « Commerce » era notevolmente avanzata rispetto a quella italiana e quindi era più facile scovare grandi artisti in Francia negli anni '20 e '30 che in Italia negli anni dell'immediato dopoguerra. Un altro aspetto interessante della rivista è ·quello del rape povto tra poesia e prosa. Sappiamo infatti che la principessa C6.:etani aveva una predilezione dichiarata per la poesia e in e/letti nelle sezioni straniere della rivista, di cui si occupava di,,ettamènte, si incontravano soprattutto testi in versi. Nella sezione italiana, invece, lo spazio riservato alla narrativa era decisamente prevalente. In proposito, posso azzardare una spiegazione che potrebbe sembrare malevola ma non lo è: Bassani fino ad allora era stato soprattutto un poeta e quindi poteva avere maggiori ragioni di disaccordo con altri poeti piuttosto che con prosatori; inoltre, proprio in quel periodo, lui stesso, come scrittore, stava vivendo un momento di passaggio dalla poesia alla prosa. Pertanto, questo prevalere di testi narrativi nella sezione italiana della rivista riflette la presenza, nello stesso redattore, di un movimento che lo portava dalla poesia verso la prosa. Ovviamente, il fatto che la principessa, profonda conoscitrice delle letterature straniere, promuovesse la presenza di poeti nelle altre sezioni della rivista, non disturbava affatto Bassani, perché non si trattava di poeti italiani. Ora, a proposito di poeti italiani, in un suo articolo scritto nell'immediato dopoguerra 2, lei auspicava una « svolta della poesia». Sì, e questa svolta poi non c'è stata: non a caso, quando qualche anno fa la Pivetti, allora presidente della Camera, ha voluto dedicare una giornata alla poesia, ha chiamato a Montecitorio poeti come Luzi, Bertolucci, Bigongiari, tutti di area ermetica e tutti operanti già da tempo quando io auspicavo quella svolta. L'unico « giovane » invitato dalla Pivetti è Sanguineti, che è un 2 Antonio RUSSI, Svolta della poesia, «Mercurio», Roma, marzo-apri•• le 1945, ora in La poesia nei primi anni del dopoguerra e la rivista « La Strada».
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ottimo criticò è saggista assai più che un poéta. Tutto ciò sta a testimoniare ché in questi cinquant'anni c'è stato un vero e proprio vuoto di poesia. C'è un'affermazione della principessa, riportata in una lettera di Bassani (« Spero che non ha messo poesie per una volta!!!»), apparentemente in contraddizione con quanto si è rilevato poco fa a proposito della sua predilezione per la poesia. Ora, ci si può chiedere se la scelta di dedicare, nella sezione italiana, maggiore spazio alla prosa non fosse dovuta alla percezione, più o meno consapevole, da parte della stessa principessa, di una certa inferiorità qualitativa della poesia italiana rispetto a quelle straniere, di quel vuoto di proposte nuove e significative cui si faceva riferimento: è possibile quindi che, avvertendo invece nei giovani scrittori in prosa un certo « movimento » e la disponibilità a tentare strade nuove, la principessa avesse incoraggiato Bassani in tal senso, sia come autore sia come redattore della rivista.
Considero giustissima questa interpretazione e mi sembra proprio una conferma che la svolta da noi auspicata non ci fu e, "in virtù del vuòto così crèato, tutte le migliori energie si volsero verso la prosa, nonostante la ricèrca puntasse originariamente soprattutto sulla poesia: indubbiamerite, già all'epoca di « Botteghe Oscure», i poeti erano meno facilmente reperibili in Ita~ lia di quanto non fo fossero i loro colleghi riàrratori.
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III.
Bibliografia Indice dei venticinque quaderni di « Botteghe Oscure »
Bibliografia
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Indice dei venticinque quaderni di « Botteghe Oscure »
Quaderno I, 1948 Eugenio Montale, L'anguilla, 1-2; Guglielmo Petroni, Il mondo è una prigione, 3-89; Sandro Penna, Poesie, 90-92; Giorgio Bassani, Storia d'amore, 93-129; Antonio Rinaldi, Poesie, 130-134; Attilio Bertolucci, Poesie, 135-141; Augusto Guidi, Ricordi d'infanzia, 142-157; Cecrope Barilli, Poesie, 158-159; Mario Sabbatini, Poesie, 160-163; Manlio Cancogni, Azorin e Mirò, 164-237.
Quaderno II, 1948 Giacomo Noventa, Versi e poesie di Emilio Sarpi, 9-18; Mario Soldati, La giacca verde, 19-102; Libero de Libero, Versi per uno spettro, 103-106; Adriano Magli, Frammento da una lirica incompiuta, 107-117; Francesco Arcangeli, Da « Stella sola», 118-121; Vitaliano Brancati, Raffaele, 122190; Giorgio Bassani, Dal profondo, 191-193; Anna Banti, I porci, 194213; Rocco Scotellaro, Poesie, 214-220; Rudolf Kassner, Morte di Menane, 221-242; W.H. Auden, Ischia, 243-245; Ronald Bottrall, Tenebrae, 246, Pandora, 246-247, Began, 247; Lilian Bowes Lyon, A failure, 248; Jocelyn Brooke, Travelling south, 249-250, Foggia, 250-251; Hamish Hen:le,son, El Adem, 252-253; Walter de la Mare, Pride, 254, An angel, 255; Laurie Lee, Repeat performance, 256; C. Day Lewis, Outside and in, 25725:3; Norman Nicholson, On the Lancashire coast, 259; Kathleen Raine, Ot.dy the Virgin knows, 260, Self, 261; Henry Reed, Ars poetica, 262264; W.R. Rodgers, Autumn, 265-266, The sea-Journey, 266-267; Edith Sitwell, The song of Dido, 268; Vernon Watkins, The strangled prayer, 269, A book /rom Venice, 270-271; Conrad Aiken, The clover, 272-275; Leonie Adams, The runner with the lots, 276-277; Hayden Carruth, Pdinuro, 278; E.E. Cummings, Poem, 279; Owen Dodson, Crystal us tbe future, 280-281; Richard Eberhart, Bright hour of Europe, 282, Sea scape with parable, 283-284; Edwa1d Field, Two poems, 285-286; Marianne Moore, At rest in the blast, 287; Theodore Roethke, Praise to the end!, 288-291; Karl Shapiro, The tingling back, 292-293; Theodore Spencer, American dream, 294, Six sestets, 294-296; William Jay Smith, Lachrymae Christi, 297; Dunstan Thompson, Another of the same shepherds, 298, Felix Hall, 298-299, On a wreath of laurels, 299; William Carlos William, The birth of Venus, 300-302; Richard Wilbur, Then when the ample season, 303, From the lookout rock, 303-305. [Appendice. Poeti inglesi e americani. Traduzioni], 1-62.
Quaderno III, 1949 Paul Valéry, Poésies, 9-11; Umberto Saba, Uccelli, 12-17; Vasco Pratolini, Le ragazze di Sanfrediano, 18-112; Agostino Richelmy, Liriche brevi, 113119; Giuseppe Dessì, Isola dell'Angelo, 120-140; Giorgio Caproni, La funivia, 141-144; Loredana Minelli, Il racconto di quei ragazzi, 145-153;
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Mario Luzi, Monologo, 154-160; Carlo Cassala, Due racconti, 161-193; Alfonso Gatto, Romanzo 1917, 194-196; Joyèe Lussu, Tre racconti, 197209; Giannina Angioletti, Poesie, 210-214; Margherita Guidacci, Poesie, 215-216; Giampiero Carrocci, Memorie di prigionia, 217-339; Katherine Garrison Chapin, Legend (Ninfa), 340; Peter Viereck, Castel S. Angelo, 341-342, To the noble Dead, my Instructors, 342; Ronald Duncan, « The Mongrel », 343-352; Francis Ponge, L'Araignèe, 353-357; Georges Limbour, La nuit close (avec une note de René Leibowitz), 358-384; Jean Paulhan, La bonne soirée, 385-386; René Char, Poésies, 387-389; André Dhotel, Deux contes, 390-396; Henri Thomas, Poésies, 397-400; Jean Tardieu, Les figurants (deux fragments), 401-407; Georges Garampon, Poésies, 408-411; Henri Calet, La Place de l'Étoile, 412-417.
Quaderno IV, 1949 Eugenio Montale, Poesie, 9-11; Tommaso Landolfi, Cancroregina, 12-72; Attilio Bertolucci, Da « La capanna indiana», 73-76; Roberto Roversi, Poesie per l'amatore di stampe, 77-83; Glauco Natoli, Preludio all'Apoca; lisse, 84-94; Gaetano Arcangeli, Poesie, 95-98; Franco Fortini, Poesie, 99103; Antonio Delfini, Racconto non finito, 104-128; Giorgio Soavi, Poesie, 129-133; Muzio Mazzocchi, Da « Suoni Albeniz », 134-137; Maria Luisa Spaziani, Poesie, 138-140; Mario Pinna, Cinque racconti, 141-163; Riccardo Bacchelli, Sui fiumi di Babele, 164-171; Guglielmo Petroni, La casa si muove, 172-292; Augusto Frassineti, Traduzione dell'Ode sopra un'urna greca di Keats, 293-295; Elise Asher, Poems, 296-298; Donna Bowen, The Components, 299-304; Hayden Carruth, The Return, 305-315; Babette Deutsch, Reality, 316-317; Lloyd Frankenberg, Carnival, 318-319; Lee Richard Hayman, Now is the Hour - and where?, 320, As through fog mist and rain beads, 320-321; Barbara Howes, The Homecoming, 322, The Don, 323; Marcia Nardi, In the Asylum, 324-327; Howard Nemerov, Succession, 328-329; Wallace Stevens, A half dozen small Pieces, 330-334; Tennessee Williams, The Christus of Guadalajara, 335-337, The Stonecutter's Angels, 337-339; William Carlos Williams, Two Pendants, 340:355; A.L. Barker, Imogen, 356-363; Jocelyn Brooke, Plainsong, 364-365, A memory of the Abruzzi, 365-366; Brenda Chamberlain, Island Fisherman, 367; Roy Fuller, Poems, 368-370; David Gascoyne, Poems, 371-374; Terence Heywood, Spring Balance, 375; Hugh Macdiarmid, Poems, 376-377; Louis MacNeice, The Crash Landing, 378-385; Edwin Muir, The Days, 386-387, The Animals, 388; Olivia, The Roundel of Goethe's Loves, 389392; Lorna Reynolds, Sanctuary, 393-394, The gentle West, 394-395; Stephen Spender, Travelling Northword home, 396; Dylan Thomas, Ove1 sir John's Hill, 397-399; Angus Wilson, Such Darling Dodos, 400-419.
Quaderno V, 1950 Carlo Levi, Poesie dell'Orologio, 9-14; Mario Soldati, La finestra, 15-89; Giorgio Bassani, Quattro poesie, 90-91; Rocco Scotellaro, Dalle carceri di Matera, 92-93; Giuseppe Raimondi,, Per ricordo, 94-99; Federico Almansi, Poesie, 100-103; Raffaello Brignetti, Due racconti, 104-119; Enrico Tobia, Poesie, 120-124; Anita Buy Fazzini, Un rimpianto terreno, 125-200; Paul Valéry, Guidé par l'image, 201, O mes étranges personnages, 201-202; René Char, La lune d'Hypnos, 203-207; Edith Boissonnas, Poésies, 208209; Noel Devaulx, L'Aquarelle, 210-213, Le sacri/ice des images, 214-218; Bernard Courtin, Poésies, 219-225; Jacques Dupin, Qui verra vivra, 226, Chantage, 227; Marcel Bisiaux, La poursuite, 228-239; Pietre Granville, Testament, 240-241, Les pièrres, 241-243; André du Bouchet, Poésies, 244-246; André Dhotel, La maitrise des va-nu-pieds, 247-272; Maurice Chappaz, Les villages descendent dans la terre, 273-279; Philippe Jaccot-
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tet, La semaison, 280-281, Ninfa, 282-283; Gustave Round, D'une quéte, 284-289; Ronald Bottrall, Water /rom the rock, 290, The mask, 291292; Brenda Chamberlain, Poems, 293-303; David Gascoyne, With a cotnet of Winkles, 304-306; Edwin Muir, Poems, 307-310; Kathleen Raine, A sparrow's flight, 311-316; Vernon Watkins, Testimony, 317-318; William Sansom, A world of glass, 319-335; James Agee, Two sonnets /rom a dream, 336-337; Anna Maria Armi, Poems, 338-349; Isabel Bolton, The dressmaker's model, 350-361; Clinch Calkins, Hymn to the winter solstice, 362-363; Harry Duncan, Found in a bottle, 364-365, O pioneers!, 365°366; Richard Eberhart, The verbalist of summer, 367-371; David Ignatow, Poems, 372-374; Louis Zukofsky, Some time, 375-380; James Lord, An evening at the fair, 381-395; Harry Roskolenko, Poems, 396399; Winterset Rothberg, Last class, 400-406; Peter Viereck, Homecoming, 407-408; Richard Wilbur, Parable, 409, A problem /rom Milton, 409-410; William Fense Weaver, A tent in this World, 411-468. Quaderno VI, 1950 Attilio Bertolucci, A Giuseppe, in ottobre, 9; Ignazio Silone, Una manciata di more, 10-44; Aldo Capitini, La festa, 45-53; Pier Paolo Pasolini, Versi friulani, 54-59; Anna Banti, Le donne muoiono, 60-81; Romeo Giovannini, Poesie, 82-85; Giorgio Caproni, Poesie , 86-88; Desideria Pasolini, Mita, 89-95; Luciano Erba, Poesie, 96-99; Giuseppe Dessi, Là frana, 100-160; Giorgio Bassani, I fiori dei campi, 161; Roger Bernard, Ma faim noire déjà, 162-171; Georges Bataille, Lettre à René Char sur les incompatibilités de l'écrivain, 172-187; Réne Ménard, Le chant des serviieurs, 188-189, Le retour, 189-190; Jacques Charpier, Journée d'une mésange, 191, Le jour t'ouvre ... , 192; André Ravaute, Deux poèmes pour la captive, 193-194; Bernard Courtin, Poèmes, 195-198; Bertolt Brecht, 'Le bonnè Ame de Sé-Tchouan, 199-312; David Gascoyne, After Twenty Springs, 313-314, A Little Zodiak , 314-319; Thomas Good, Aix-en-Provence, 320322; John Heath-Stubbs, Ibycus, 323-324; Luis MacNeice, Areopagus, 325-329; Edwin Muir, From a Roman Bas-relief, 330-331, The Mediterranean Island, 331-332; Charles Tomlinson, Poem, 333-334, The Light and Dark, 334; Dylan Thomas, In the White Giant's Thigh, 335-338; James Agee, The Morning Watch, 339-409; Elliot Coleman, Darkened Image Sonnets, 410-411, Confetti Sonnets, 412-413; Truman Capote, The House of Flowers, 414-429; Howard Griffin, The Sleeper in the Hotel, 430, Far Alvin, 431-432; Weldon Kees, Speeches for a Play, 433-434; Marcia Nardi, And I knew the Body a Sea, 435-440; Julia Randall, An Entertainment of the Imagination, 441, As There are Tongues, are Hands, are Accidents, 441-442; Theodore Roethke , Give Way ye Gates, 443-449; Karl Shapiro, The Figurehead, 450-451; Robert Wooster Stallman, The Falling out, 452; Peter Viereck, Stanzas in Love with Life and August, 453-456; Robert Flottemesch, Bingo Mountain, 457-473. Quaderno VII, 1951 Carlo Betocchi, Poesie, 11-16; Giorgio Bassani, La passeggiata prima di cena, 17-52; Luigi Bartolini, Poesie, 53-64; Sandro Penna, Poesie, 65-67; Cecrope Barilli, Racconti brevi, 68-87; Antonio Rinaldi, Canto 'di maggio, 88-89, Fantasia, 89-90; Franco Fortini, Poesie, 91-94; Velso Mucci, Poesie, 95-99; Raffaello Brignetti, Destino, 100-122; Elsa Morante, L'avventura, 123-126; Tito Balestra, I giorni si muovono, 127-131; Luciana Prezza, Poesie, 132-133; Enrico Pea, Trealberi, 134-181; George Barker; A Vision of Beasts and Gods, 182-186; Vernon Watkins, Niobe, 187-193; Ronald Duncan, Three Songs, 194-195; Michael Hamburger, Interrupted Nocturne, 196-199; John Lehmann, The House, 200-213; Arthur Waley,
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Kµtune Shirka, 214-236; Randall Jarrell, A Girl in a Library, 237-240, A Conversation with the Devi!, 240-245; Truman Capote, The Grass Harp, 246-265; Burns Singer, Of Iron. and Ice, 266-275, Sunlight, 275-;.76; Donald Windham, An Island of Pire, 277-291; Edward Field, New York, 292-293; Donkeys, 293-294; Harvey Shapiro, Song, 295; Cleve, larn;l Moffett, Bug, 296~309; Barbara Howes, Primavera, 310-311, Divertissement, 311-312; William Dem.by, The Rainbow, 313-321; Walter [14cEiroy, Atlantis, 322-323, Terra Incognita, 323-324; William . Fense Weaver, On Earth as It is, 325-335; Richard Eberhart, War and Poetry, 336-337, Phoenixes Again, 337-339; Edouard Roditi, Meet Mr. Lack[ove, 340-341; James Lord, The Human Bull's eye, 342-358; John Dillon Husband, Poems, 359-362; Herbert Gold, Where a Man dwells, 363-386; René Char, La Minutieuse, 387-388; Pierre Reverdy, Bonne chance, 389390; Henri Michaux, Lorenza reçoit une dernière visite, 391-394; Albert Camus, Un homme de lettres, 395-406; Georges Limbour, Domino, 407415; Maurice Blanchot, Le retour, 416-424; Francis Ponge, L'anthracite, 425-426; Jacques Dupin, L'iris, 427, L'aconit, 427-428; André Ravaute, Plusieurs roses, 429-430; André Dhotel, La chanson de Frédéric, 431-452; Bernard Groethuysen, Pomponazzi, 453-467; Maria Zambrano, Le mystère de la peinture espagnole chez Pernandez, 468-475. Quaderno VIII, 1951 Antonin Artaud, L'éperon malicieux, le double cheval, 11-12, Lettre à la Voyante, 12~16, Lettres, 17-30; Roger Bernard, La hauteur de la nuit, 31-104; Georges Bataille, L'amour d'un étre morte!, 105-115; Jean Paulhan, Le peintre devant la toile à raboter, 116-117; René Ménard, Coriandres ou !es dons de Vaucluse, 118-122; Jean Mambrino, La mer, 123-125, Les deux hétres, 126-127; Bernard Courtin, L'amour et la vérité, 128-130; Erkinger Schwarzenberg, Poésies, 131-133; Louis Guilloux, Le muet mélodieux, 134-156; Norman Cameron, « That weird shall never daunton me», 157-158; Shaun Fitzsimon, The Great Sad, 159-164, Poems, 164167; W.S. Graham, The Nightfishing, 168-184; Martin Gray, Death of Orpheus, 185, Problem, 185-186; George Kay, Poems, 187-188; Norman McCaig, Poems, 189-191; Hugh MacDiarmid, Once in a çornish Garden, 192-199; John Heath-Stubbs, Under Pisces, 200, Prometheus, 201; Alan Pryce-Jones, Piascherino, 202-205; W.R. Rodgers, The Net, 206-207; Dylan Thomas, Do Not Go Gentle Into That Good Night, 208, Lament, 209-210; Elizabeth Smart, The Assumption of the Rogues and Rascals, 211-219; Leonie Adams, Light at Equinox, 220-221; W.H. Auden, A Pace in the Moon, 222-223; William Belvin, Poems, 224-226; Harry Duncan, Monodies for K.M.P .. 227-231; Edward Field, Poems, 232-237; Hildegarde Flanner, Nightingale at Orgeval, 238-239; Lloyd Frankenberg, The Plate Glass Window, 240-245; Jean Garrigue, This Day is not like that Day, 246-247, Por the Angel of the Day, 247-248; William Goyen, A Shape of Light, 249-276; Howard Moss, Window's Walk, 277-278; Ralph Pomeroy, Mandarines or Tangerines, 279-281; Theodore Roethke, Song, 282-283; R.W. Stallman, Poems, 284-287; Niccolò Tucci, Those Long Shadows, 288-305; Eugene Walter, The Southern Boy's Song, 306-307, South, 307-309; William Carlos Williams, The Desert Music, 310-322; Sandra Wool, The Two Queens, 323-324, A Lady's Song, 324-325; Louis Zukofsky, 'A' -11, 326-327; Vasco Pratolini, L'amante di vent'anni, 328357; Rocco Scotellaro, L'ingiustizia, 358-360; Agostino Richelmy, Il passo dell'Orso, 361-400; Antonio Manfredi, Poesia, 401-402; Giorgio Soavi, La vita in una stanza, 403-404; Pier Paolo. Pasolini, I parlanti, 405-436; Vittorio Sermonti, Quattrq poesie d'amore, 437-441; Natalia Ginzburg, Valentino, 442-481.
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Quaderno' IX; 1952 Friedrich Holderlin, Fondement. d'Empédocle, 11-22; Georges Bataille, Le souverain, 23-38; Georges Limbour, Visiteurs et chantiers, 39-58; Yves de Bayser, Poèmes, 59-64; Henry Mathieu, Le còrdiloque, 65-7~; Jacques Dupin, Poèmes, 73-75; Jacques Audiberti, Strasbourg, 76,78; Guy Dumur, Sacr,ifice,. 79-88; Pierre Guerre, Archipel Mélanésien, 89-105; Rudolf Kassner, L'agqni~ cJ,e J'laton, 106-J25i }Iugo vonHofmannsthal, Rudolf Kassner, 126-127; Philippe Jaccottet, Les eaux et les foréts, 128129; Johannes Hiibner, L'éternel voisin, 130, Action de' graces, .130-13f; Lothar. Kliinner, Dans le -miroir, 132, Santé du malheur, 133; Dylan Thotnas; Uareggub ; · 134:155; Edwfn Muir, Poems, 156-158; W .R. Rodgers; The Pursi,it, 1.59-167; Ronald Bottrall, Natural Order, 168-172;'. Sydney Goodsir Smith, Poems, 173-176; Alexandér. Tròcchi, From « The Other Wìnd », 177'.180; Shaun Fitzsimon, Poems, 181-184; L.P. Hartley, Up the Garden Path, 185-203; Vernon Watkins, The Dead Shag, 204-206, Epithalamion, 206-208; Charles Madge, Poems; 209-212; Carson McCullers, The Dua/Angel, 213-218; E.E. Cumtnings, Seven Poems, 219-223; James Agee, A Mother's Tale, 224-248; Richard Wilbur, Beasts, 249-250; Roy Marz, Poems, 251-253; James Merrill, Thistledown, 254-255, Olive Grave, 255; Paul Goodman, Poems, 256-258; .P earl Kazin, The ]est er, 259-290; William Jay Smith, The Descent of Orpheus, 291,292 ; May Sarton, Poems, 293-297; Hildegarde Flanner, Music in Drought; 298; James Broughton, The Ballad of Mad ]enny, 299-304; Alfred Chester, Silence in Heaven, 305-313; James Lord, A Pretest for . Mourning, 314-335; Ignazio Silone, Una sera di luglio a Sant'Andrea, 336-342; Giorgio Vigolo, Poesie, 343, 351; Fausto Pirandello, Dal. Diario, 352-362; Mario Tobino, I Biassoli; 363-382; Utnberto Bellintani, Sopra una tomba abbandonata, 383, Tempo di bufera, 383-384; Rocco Sc.otellaro, La capèra, 385-389; Piero Bigongiari, Poesie, 390-393; Alice Ceresa, Sabina e il fantasma , 394-404; Leonardo Sinisgalli, Poesie, 405-406; Franco Fortini, Sere in Valdossola, 407439; Gian Domenico Giagni, Lamentazione, 440, Via Lagrange, 441; Angelo Romanò, Il puro creato, 442-443, Le sirene, 443; Gino Bacchetti, Il magazzino, 444-478.
Quaderno X, 1952 Empédocle d'Agrigente, De la Nature, 11-31; Henri Michaux, L'étraizger parte, 32-38; Maurice Blanchot, Le compagnon de route, 39-53; André Dhotel, L'enfant inconnu, 54-85; Erkinger Schwarzenberg, Poèmes,-86;88; René Cazelles, Poèmes, 89-90; Robert Besson, Poèmes, 91°92; Jean Gre• nier, La disparition de J'homme, 93-102; Alain Jouffroy, L'énonciation; 103-104; André du Bouchet, Poèmes, 105-107; Miche! de M'Uzan, qaut sous la terre, 108-115; Armen Lubin, Transfert nocturne, 116-119; Georges Garampon, Esquisse pour un portràit, 120-121; Vivette. Perret, Mon père, Lola, Marie, 122-127; René Char, Poems, translaied by Denis Devlin and. ]ackson Mathews, 128-162; Bryan MacMahon, The Candle is lighting, 163-171; Christopher Logue, Por .my Father~ 172-176, Poem, 176-178; Denis Devlin, The Colours of Love, 179-185; Henry Cbarles Hatcher, Poems, 186-18'9; AlexanderTrocchi, A Being of Distances, 190202; George Reavey, Seven Seas., 203-205; P.W . .Bowles,Letter; 206-208; Dannie Abse, A Meeting in the Morning, 209-210, A Posy for Summer, 210°212; Ronald Duncan, From -Don Juan, 213-238; Theodore Roethke, T be Changeling,-239,241; Robert Horan, :The .Sleepers, 242,24:3_, T he :Dust of Promise, 243,244,.The Dream of the Lion, 244-248; Sy!v1a Berkman, Beyond. another Shore, 249-260; Burns Singer, The gentle.. Ettgineer, 261.~ 218;,.Eugene. :Walter, .'. In the Prchard, . 279•288;. -Elea-nor Ross - Taylor,
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Appendice terza
Moved, 289-290; William Burford, Night, 291-292, A Madonna, 292-293; Hélène Sardeau, Autumn Rose, 294; Anne Ryan, Fear, 295-302; Ray B. West Jr., Ode, 303-309; Peter Matthiessen, Martin's Beach, 310-318; Hayden Carruth, Poems, 319-322; Marguerite Young, The Opium Lady, 323-351; Silvio d'Arzo, Casa d'altri, 352-400; Alessandro Parronchi, Poesie, 401-405; Italo Calvino, La formica argentina, 406-441; Giuliano Gramigna, Messaggio da Piazza San Babila, 442, Su un vecchio foglio, 442-443; Giorgio Bassani, Una lapide in Via Mazzini, 444-479.
Quaderno XI, 1953 René Char, Le Rempart de Brindilles, 11-12; Pierre Reverdy, Poèmes, 13-17; Georges Bataille, Le Non Savoir, 18-30; Louis Guilloux, Le Chercheur et la Servante, 31-39; Jacques Dupin, Poèmes, 40-42; Andrée Che0 did, Poèmes, 43-46; Maryse Lafont, Poèmes, 47-48; Yves de Bayser; Poèmes de la Mort, 49-51; André Frénaud, Poèmes, 52-55; Guy Dumur, La Rencontre, 56-66; Marcel Béalu, Cinq Tétes, 67-69; Réné Ménard, Réflexions sur la Vocation de la Poésie, 70-82; Friedrich Holderlin, Le Devenir dans le Périssable, 83-88; George Barker, Goodman Jacksin and the Angel, 89-100; Ronald Bottrall, Adam Unparadised, 101-104; Chapman Mortimer, The Runner, 105-131; Michael Sayers, Verses far Singers, 132-134, The Summer, 135; Norman McCaig, Poems, 136-138; George Reavey, The House of Great Longings, 139-140; Douglas Newton, Rebus: Or The Poet's Education, 141-151; Stephen Spender, Messenger, 152-154; Elizabeth Jennings, Poems, 155-156; Charles Fox, Canzone, 157-161; Tom Scott, The Balconie, 162-163, Epithaph, 163-164; George Santayana, Fragments, 165-171; Archibald MacLeish, This Music Crept by mé on the Water, 172-225; Carson McCullers, Clock without Hands, 226-248; Willìam Alfred, Agamemnon, 249-353; Wallace Fowlie, Prologue to Tobias, 354-366; William Carlos Williams , To Daphne and Virginia, 367-371; Sylvia Berkman, Flower Bough, or Leaf, 372-379; Pauline Hanson, Poem, 380'. 381; Randall Jarrell, Woman, 382-389; Elizabeth Pollet, The Green Seed, 390-422; Carlo Levi, Su un vecchio manoscritto di Umberto Saba, 423-426; Umberto Saba, Gli Ebrei, 427-469; Edoardo Cacciatore, Graduali, 470-476; Silvio D'Arzo, Due poesie, 477-478; Romeo Giovannfoi, Poesie , 479-481; Antonio Manfredi, Cielo toscano, 482-483 ; Rocco Scotellaro, Poesie, 484-486; Robert Lowell, Il cimitero dei Quaccheri a Nantucket, 487-492; Elsa Morante, Lo scialle andaluso, 493-539.
Quaderno XII, 19 5 3 André Malraux, Sur Le pays d'origine, 11-19; E. du Perron, Le pays d'origine, 20-42; Robert Besson, L'étang de Berre, 43-47; Jean Mambrino, Feuilles 1 48·50, Le poème de la neige, 50-51; André du Bouchet, ]e veux des mots... , 52-54; André Dhéìtel, Le cousin Martial et les oiseaux, 55-79; Henry Mathieu, La jeune fille, 80-81; André Pieyre de Mandiargues, Poèmes, 82-85; Jean Vagne, Moraines, 86-89; Jean Bloch-Michel, Daniel Grunberg, 90-106; Rudolf Kassner, Le paralytique de la piscine de Bethesda, 107-113; Robert Graves, The Devii is a Protestant, 114-123; Sidney Goodsir Smith, Poems, 124-126; Padraic Fallon, Eros, 127-128, The Mothers, 128-129; Vernon Watkins, Before a Birth, 130-131r Eliza, beth Smart, A Simple Statement, 132-139; Christopher Logue, Poems, 140°143; Anthony Cronin, Surprise, 144-145, Autumn Poem, 145; Henry Charles Hatcher, Elegy XII Jacques Cartier, 146-152; Alan Riddell, Poems, 153-155; E.J. Scovell, Poems, 156-160; Hilary Corke, The Bitter Ground, 161-162, The Fountain, 162-163; W.H. Auden • Chester Kallman, Delia or A Masque of Night, 164-210; Theodore Roethke, Words far the Wind, 211-214; Richard Wilbur, Looking into History, 215-217; Isabel
Appendice terza
309
Bolton, Poems, 218-222; William Goyen, The Figure over the Town, 223238; Carol Hall, Poems, . 239-241; Vernon Newton, Poems, 242-245; Lloyd Parks, The Bee, 246-247, To a Fallen Apple, 247; Harold Enrico, Listen, Comedian, 248-249, The Play, 249; Gene Baro, Poems, 250-254; Marianne Hauser, The Sun and the Colonel's Button, 255-272; W.S. Mer~ win, Poems, 273-284; Edward Field, Song, 285, Aladdin, 285-286; ]osé Garda Villa, Poems, 287-289; Hildegarde Flanner, The Moat, 290-291, The ]ourney, 291-292; Daniel Cory, The Village Poet, 293, Epitaph, 293; Paul Goodman, The Galley to Mytilene, 294-305; Eugene Walter, Seven Panels, 306-310, Fanfarade, 310, Nightwatchman, 311, Old Images, 311321; De Witt Snodgrass, Poems, 322-327; Weldon Kees, The Hours, 328334; Eve Triem, Us to Untouchable Ends, 335-336, The Ghostmaker, 3.36-337; Yvonne Triem; How to Draw a Borse, 338-343; Elizabeth Hardwick, A .Memoir of the 1930's, 344-362; Babette Deutsch, A Villa0 nelle, 363; Kenneth O. Hanson, Poems, 364-366; James Broughton, An Almanaè /or Amorists, 367-375; Alfted Chestet, Rapunzel, Rapunzel, 376401; Pier Paolo Pasolini, Picasso, 402-410; Niccolò Tucci, Morte di Scarandogi, 411-449; Franco Fortini, Versi per R., 450-453, Sestina a Firenze, 453-454; Giuseppe Raimondi, Una notte con la, luna, 455-466; Giacinto Spagnoletti, Versi d'occasione, 467-469; Toti Scialoja, Memorie insufficiènti, 470-476; Antonio Barolini, Visite all'Abbadessa, 477-493; Mario Soldati, Tre componimenti in versi, 494-497; Agostino Richelmy, Vignula, 498-529. Quaderno XIII, 1954 René Char, Marge d'Hypnos, 11-13; Georges Bataille, L'Etre Indifférencié n'est rien, 14-16; Jean Cayrol, Le Miroir de la misère, 17, Terre présente, 18-21; René Cazelles, Poèmes, 22-25; Vivette Perret, Les Mariés, 26-36; Maryse Lafont, Mère extréme, 37-38; André du Bouchet, Emplois de feu, 39-42; Roger Laporte, Souvenir de Reims, 43-63; Paul Février, Poèmes, 64-65; Jacgues Dupin, Poèmes, 66-68; Paul Valet, Poèmes, 69-71; Paulene Aspel, Triptyque américain, 72-77; André Vannier, Les Prisonniers, 78-94; Dylan Thomas, Three Letters, 93-102; Vernon Watkins, Elegy /or the Latest Dead, 103-105; David Paul, The Kite, 106-118; David Gascoyne, Elegiac Improvisation on the Death of Paul Eluard, 118-121; Burns Singer, The Love of Orpheus, 122-132, Poems, 132-133; George Barker, Letter to a Dea/ Poet, 134-141; John Lehmann, No Other Word, 142~143, The 1Vind Carried Away, 144-145; Douglas Newton, Foundations of our City, 146-149; John Hyslop, The Tide, 150-153; Robert Conquest, In the Marshes, 154-158; James Russell Grant, A Cloud of Ghosts, 159-161; Michael Sayers, The Triumph of Rationalism, 162-174; Kay Cicellis, The Death of a Town, 175-212; Robert Horan, The Riddle of the Sphinx, 213-224; Conrad Aiken, The W alk in the Garden, 225-230; Julia Randall, Poems, 231-237; Albert Herzing, Night Letter, 238-241, Whistling, 241242; David Stuart, Bird Man, 243-252; Marya Zaturenska, Poems, 253255; Horace Gregory, Gifts of the Age, 256-257, A Concerto with Three Speakers, 258-263; Eleanor Ross Taylor, At the Carnival, 264-265, Forbearance, 265-269; David Wagoner, Poems, 270-273; Isabella Gardner, Of Flesh and Bone, 274-276; Cleveland Moffett, A Costly- Project, 277284; W.S. Mervin, Poems, 285-290; William Belvin, Poems, 291-294; Chades Smith, Four Poems on Pictures, 295-297; M. Chadbourne, Stomi be/ore Dawn, 298, The Big Tent, 299-300; George Andrew Vukelich, The Memoires of a Young Man, 302-309; Josephine -Herbst, Hunter of Doves, 310-344; Edoardo Cacciatore, Altri Graduali, 345-351; Guglielmo Petroni, Noi dobbiamo parlare, 352-462; Cecrope Barilli, Poesie, 463-466.
310
Appendice terza
Quaderno XIV, 1954 Georges 'Limbour, Le chien blanc, 11-19; André' Cheèlid, L'oiseau de terre nous reviendra, 20-22; Jean-Jacques Morvan, .Poèmes, 23-26; Noel Devaulx, Vétrangère, 27-29, La voie, 29-32; Yves de Baysèr, Avec ce matin, 33-34; Hélène Bouvard, Janaka, Janaka, 35-39; Edmond Jabès, Le gardien du sol, A0-43; René Ménard, La responsabilité des poètes modernes, 44-. 47; Murilo Mendes, Poèmes, 48-51; Raul Gustavo · Aguirre, .Suavissima, 52-57; René Char (Translations by Jackson Mathews), Leav_es of Hypnos, 58-78, Lettera amorosa, 79,87; René Char (Origina! versions), Feuillets D'flypnos, 88-105, Lettera amorosa, 106-113; W.S. Graham, The Ballad of tbe Broad Close, 114-120; Hugo Chartéris, (ountry Dance, 121-129; Elizabeth Jennings, Pòems, 130-135; Charles Fox, Poems, 136-140; Michael Sayers, The Message, 141-164; John Heath-Stubbs, Poems, 165-168; Elisabeth Hilton-Young, Poems, 169-172; Thom Gunn, Poems, 173-175; Eithne Wilkins, Oranges and Lemons, 176-193;. Nieves De Madariaga, First of December in Tuscany, 194-197; Kato Gandhi, Drawings, 198-201; Marie Luise Kaschnitz, Gedichte, 202-206; Karl Krolow, Gedichte, 207214; Ingeborg Bachmann, Gedichte, 215-219; Heinz Pfontek, Gedichte, 220-223; Theodore Roethke, Poems, 224-226; Karl Shapiro, An Incident in a Castle, 227-235; Edward Newman Horn, Poems , 236-237; Lloyd Parks, Poems, 238-241; Gene Baro, Lonesome in the Evening, 242-254; Adrienne Cecile Rich, The Perennial Answer, 255-260; William Demby, The False Spring, 261-272; May Sarton, The Metaphysical Garden, 273276; Pauline Hanson, Poems far the Night, 277-279; Alfr,ed Chester, The Head of a Sad Angel, 280-315; P.P. Hyun, Verses /rom modern Korea, 316-330; Attilio Bertolucci, Poesie, 331-334; Carlo Emilio Gadda, L'egoista, 335-350; Pier Paolo Pasolini, Notte a Piazza di Spagna, 351-356; Giovanni Arpino, Tre racconti, 357-376; Gaetano Arcangeli, Ora il man~ do è la stanza, 377-381; Felice Del Vecchio, La chiesa di Canneto , 382410; Giorgio Caproni, Alt Alone, 411-414; Manlio Cancogni, Cos'è l'amicizia, 415-464.
Quaderno XV, 1955 André Frénaud, Poèmes, 11-14; André Du Bouchet, Poèmes, 15-19; Robert Besson, La /emme aux iris, 20-21; Miche! De M'Uzan, Enfance, 22-23; André Dhòtel, La langue journée, 24-46; Paul Chaulot, Le ciel entre les doigts, 47-52; Henry Mathieu, Contre-feux, 53-54; Marce! Béalu, Miroirs, 55-57; Rudolf Kassner, Le Comte et son Double, 58-87; Edw:in Muir, Poems, 88-92; Vernon Watkins, Secrecy, 93-94; Christopher Logue, First Testament, 95-108; David Paul, A Letter /rom ·a Village, 109-126; Michael Sayers, The underground Journey, 127-132; David Wright, An Invocation to the Goddess, 133-134; Robert Culff, A small World and Mamma, 135-147; Peter Evetett, Poems, 148-154; Jenny Joseph, Soinnam·bulist, 155-156; James Russell Grant, Landscape, as à Lea/ on a dead Tree, 157-159; Paul West, Praètice Jump, 160-161, Working-class Flats; Poggio Reale, Naples, 161-162; Douglas Newton, Lights with Us , 163199; Wilhelm Niemoller, Poems, 200-202; Richard Eberhart, Soul, 203~ 205, The Day-Bed, 205-208; WilHam Congdon, Four Venetian Sketches; 209-216; Katherine Garrison Chapin, The other Journey, 217-227; Ruth Herschberget, Poems, 228:231; Eve Triem, Poefifr, '232-238 ;--Ada Fòx, Poems, 239-242; Sylvia Berkman, Who Killed Coèk "Ròbin?, 243-25); Stanley Young, The middle Country, 254-264; Stanley Kunitz; When 'the Light Falls,265,Among the Gods, .266; Peter Viereck, The blind Doge at 83, 267-268; Hatfy Duncari, Daphne, 269; Madeiine Gleason; -T he Office, 270-278; William P. Wilcox, A red Light in the Closet, 279-291;
Appendice t~rza
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Kenneth O. Hanson, Poems, 292-295; Eugene Walter, Poems, 296-300; Willard Maas, The burning Snows, 301-303; Alexandra V. Krinken, Nothing but that to Prove your Blood and Mine, .304-305; Jean Garrigue, Summer: Pianissimo, 306-345; James S. Holmes, An Anthology of modern Dutch Poetry, 346-364; Niccolò Tucci, Il segreto, 365-409; Giorgio Bassani, Una notte del '43, 410-450; Carlo Cassola, La casa di via Valadier, 451-493.
Quaderno XVI, 1955 Henri Michaux, Vacances, 11-21; Jacques Dupin, Poèmes, 22-24; René Cazelles, Poèmes, 25-27; Maurice Blanchot, Le calme, 28-36; Guy Lévis Mano, Il n'y a pas plus solitaire que la nuit, 37-40; André Du Bouchet, Au deuxième étage, 41-42, Peinture obligée, 43-45; Andrée Chédid, L'étudiant et son témoin, 46-59; Léna Leclerq, En attendant la pluie, 60-61, Une jeune fille malade, 61; André Corboz, Haute époque, 62-69; Jean Cayrol, Trois Contes, 70-84; Elizabeth Bowen, A Day in the Dark, 85-94; Burns Singer, Sonnets far a Dying Man, 95-118; Hugo Charteris, The Theft, 119-128; James Kirkup, The Descent into the Cave, 129-155; D.J. Enright, Poems, 156-158; Esmé Hooton, Sycorax' Tree, 159-160, The Castle, 161-162; Olive.e Bernard, Poems, 163-166; M.S. Nugent-Head, Poem, 167-175; Wayland Young, Gilda, 176-196; Henry Charles Hatcher, Elegy to the Winds and the Wreck of the Schooner Prosper, 197-200; Octavio Paz, Piedra de sol, 201-203; J. Garda Ascot, Poema, 204, Poema, 205-206; Diego De Mesa y Gallardo, Pasifae (fragmento), 207-211; Luis Cernuda, Limbo, 212-213; Maria Zambrano, La multiplicidad de los tiempos, 214-223; Emilio Prados, Sitios de silencio, 224-229; Jose Lezama Lima, En sus momentos de volante, 230; Carlos Fuentes, Nueva Tenochtitlan, 231-238; Tomas Segovia, En brazos de la noche, 239; Guadalupe Amor, Tan solo es un fulgor ... , 240-243; Richard Wilbur, Poems, 244-247; Walter McElroy, A Letter to a Friend, 248-250; James Broughton, True & False Unicorn, 251-263; Carson McCullers, The Haunted Boy, 264-278; Paul Engle, Montauk Wreck, 279-281, Pace to face, 281-282; James Wright, Poems, 283-286 Richard Selig, Poems, 287-292; Wallace Fowlie, Epilogue to the Story of Tobias, 293-300; Rolfe Humphries, Poems, 301304; Harold Norse, Praises and Laments, 305-308; Melvin Walker La Follette, Poems, 309-313; Calvin Thomas, Poems, 314-319; Jackson Mathews, How Time Flies, 320-326; Edward Newman Horn, Poems, 327-330; Anthony Hecht, Ostia Antica, 331-333; Robert A. Wallace, Poem, 334, The Sundial, 335; John George Randolph, Adventure at Eleven , 336-342; Pauline Hanson, The Forever Young, 343-350; Henry Rago, In That Fierce Country, 351, Provence: Three M.trriaf!.e Songs, 351-352; Russell A. Atkins, Love Night, 353-357 ; Gian Carlo Conti, Poesie, 358-362; Alberto Moravia, Beatrice Cenci, 36.3-461; Angelo Romanò, Due sonetti, 462-463.
Quaderno XVII, 1956 René Char, Man poème est man voeu, 11-13; André Dhotel, La tribu des ombres, 14-30; Maurice Blanchard, Terre brulée, 31-34; Georges Bataille, Les Larmes et !es Rais, 35-55; Paul Chaulot, Poèmes, 56-60; Vivette Perret, Féte, 61-77; P .A. Benoit, Nous voulons devancer la vie, 78-79; Gaston Puel, Ce chant entre deux astres, 80-86; Michael Francis Gibson, Cinq poèmes d'exode, 87-90; Louis Gillet & Bernard Berenson, Quelques Lettres, 91-109; David Gascoyne, Night Thoughts, 110-117; William Sansom, Measures of Security, 118-128; Iris Tree, Poems, 129-131; Antonia Wilde, Canzon: In Your Despite, 132-134; George Aldis, Love-Letter, 135-136; Chapman Mortimer, Narayan, 137-171; Peter Everett, Poems, 172,175;
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Appendice terza
Jon Silkìn, Poems, 176-179; Elizabeth Montagu, Castor Saint, 180-192; Charles Fox, Poems, 193-197; André Davis, Poems, 198-201; Thomas Henry Jones, Poems, 202-204; Hilary Corke, Poem, 205-207; Donna Bowen, Poems, 208-210; Caro! Christopher Drake, Lazarus, 211-212; William Goyen, A People of Grass, 213-220; Stanley Young, Poems , 221225; Eugene Walter, I Love You Batty Sisters, 226-237; Daisy Aldan, Meeting, 238-239, Hope, 239; Caro! Hall, Poems, 240-244; Sidney Stebel, One Big, Final Dea!, 245-262; Richard F. Hugo, Triangle for Green Men, 263-266; John Simon, Desertion, Some Days After, 267-268, A Triptych of Troy, 268; Lin Ming-Hwei Chang, Song of a Crazy Monk, 269-270; Gene Baro, Norma among the Leaves, 271-284; Daniel Tamkus, The Crossing, 285-288; Cleveland Moffet, Seventy Seven Horrifying and Disgraceful Sunsets, 289-299; Marcia Nardi, Ah, but the Unloved Rave Had Power, 300, Love I Make It Because I Write It, 301-302; Carolyn Kizer, The Flower, 303-305, Columns and Caryatids, 305-307; Kim Yong Ik, Love in Winter, 308-325; L.R. Lind, Poème, 326; Stanley Moss, Poems, 327-330; M. Benaya, The hills of the Negev, 331-338; Ritten Edward Lee, Poems, 339-340 ; Edwin S. Miller, Ode to Other, 341-346; Rainer Maria Rilke, Randbemerkungen, 347-351; Rudolf Kassner, Das Auge, 352-377; Marie Luise Kaschnitz, Gedichte, 378-382; Hans Juergen Von Winterfeld, Bewusstsein, 383, Kastilien, 384; Paul Celan, Vor einer Kerze, 385-386; Mattias Braun, Gedichte, 387-390; Gerhard Neumann', Gedichte, 391-392; Uve Christian Fischer, Gedichte, 393-397; Gerd Gaiser, A niela, 398-435; Camillo Sbarbato, Spiccioli, 436-444; Bernardo Bertolucci, Poesie, 445-448; Mariateresa Nessi, Sabato sera, 449-534; Perla Cacciaguerra, Poesie, 535-539.
Quaderno XVIII, 1956 Maurice Blanchot, Comme un jour de neige, 11-19; Gilbert Lely, La mort du Marquis de Sade, 20-26; Maurice Blanchard, Poèmes, 27-29; André du Bouchet, Le voyage, 30-33; Maryse Lafont, Chant des feuilles, 34-35; Miche! Manoll, La Vénitienne, 36-42; Louis Guilloux, Hameau 1935, 43-63 ; Jeanne Terracini, Marie, 64-84; René Char, Which Rimbaud?,, 85-92; Vernon Watkins, Touch With Your Fingers, 93-94; Ruthven Todd, Of Molds and Mushrooms, 95-97; Muriel Spark, The Portobello Road, 98-122; Ruth Pitter, Persephone, 123-128; Norman Levine, A Sabbath Walk, 129-141; A.H . Heys, The Story of bis Love, 142-144; Christopher Levenson, When We Lay Down, 145-149; Noel Woodin, A Country Sequence, 150-155; Fyl Rahmes, Fuzzy-Wuzzy, 156-169; Dom Moraes, Poems, 170-174; Robert Musi!, The Perfecting of a Love, 175-225; Hans Andreus, Eleven Poems, 226-234; Theodore Roethke, The Other, 235-236; Babette Deutsch, The Moors, 237; W.S . Merwin, The Fish Hawk , 238239, The Bones, 239-240; Norris Lloyd, Dear Sisters , 241-279; Elliot Stein, Seven Poems, 280-285; Jean Garrigue, Far the Fountains and Fountaniers of Villa d'Este, 286-294; David Wagoner, Poems, 295-302; George Steiner, The Deeps of the Sea, 303-321; Walter Kerell, Poem, 322-324, The Poet Returns to New York, 324-325; Game! Woolsey, The Search for Demeter, 326-336; Christopher Perret, The Assumption, 337: 351; Five Philippine Poets: ]osé Garda Villa, Death and Dylan Thomas, 352-353; Emmanuel Torres, Fear of Gates, 353-354, Girl Taking a Siesta, 355-356; Rolando S. Tinio, Sprig of Jasmines, 356-357, Gentle My Song, 357-358 ; Ricaredo Demetillo, Poems, 358-360; Dominador I. Ilio, Percival on an Island, 361 , Icarus in Catechism Class, 362; Le6n Felipe, El Ciervo, 363-375; Marfa Zambrano, Diotima, 376-384; Vicente Aleixandre, La Aparecida, 385-386; Diego De Mesa, Una Muerte, 387-390; }orge Guillén, Pentecostés, 391-392; Emmanuel Carballo, Habla Fulanita, 393-
Appendice terza
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396; Octavio Paz, El Rio, 397-400; J.R. Wilcock, Fiesta de San )uan, 401-402; Jaime Garda Terrés, El Parque de Montsouris: Elegia Barbara, 403-405; Antonio Souza Viana, El Negro, 406-410; Jaime Gil De Biedma, Las Afueras, 411-413; Pier Paolo Pasolini, Recit, 414-419; Carlo Cassola, Rosa Gagliardi, 420-450; Lucia Drudi, La maestra di pianoforte, 451-460; Cesare Vivaldi, Fiumara, 461-462, Primavera, 462-466; Manlio Cancogni, Parlami, dimmi qualcosa, 467-475; Arturo Vivante, Il serpe, 476-479, Il gabbiano, 480-482; Agostino Richelmy, Novelle e Sottovento, 483-488; Angelo Ponsi, Domenica, 489-496; Gian Carlo Conti, Villa Gloria, 497499; Renzo Rosso, Breve viaggio nel cuore della Germania, 500-524. Quaderno XIX, 1957 Eugène Delacroix, Fragment inédit d'un Carnet de 1847, 11-12; Jacques Dupin, Poèmes, 13-15; André du Bouchet, Poèmes, 16-18; André Frénaud, Le Ture à Venise, 19-21; René Ménard, La Mer, 22-23; André Miguel, Toison, 24-27; Georges Limbour, Description d'un Tableau, 28-55; Michael Francis Gibson, Marches des deux Pays, 56-61; René Char, The Man Who Walked in a Ray of Sunshine, 62-74; Edwin Muir, Poems, 75,78; Christopher Logue, She Sings, He Sings, 79-91; Burns Singer, Two Definitions, 92-99; William Cooper Makins, Marietta's Manuscript, 100-108; Paul West, Breakage, 109-112, White Wind at Nuoro, 112-115; Joseph McLeod, Tristia, 116-122; Christine Brooke-Rose, The World a Catechumen, 123-133; David Paul, Passacaglia, 134-135, Barcarolle, 136137; Bernard Kops, Poems, 138-142; Marion La Bigoterie, The Rice-God, 143-150; Teresa Tanner, Poems, 151-160; Eric Ratcliffe, The Celestial Landlady, 161-162, Antelope Girl, 162; Gael Turnbull, To You, I Write, 163-169; Henry Brewster, Henry James and the Gallo-American, 170-181; Henry James, Fourteen Letters, 182-194; John Nova Phillips, A Twaddle of Graciousness, 195-202; Robert Penn Warren, Poems, 203-206; Theodore Roethke, Third Meditation, 207-210; Wallace Fowlie, Poem to Phaedra, 211-218; Paul Engle, For the Iowa Dead, 219-225; Alfred Chester, The Anatomy of Coming Back, 226-249; Ruth Herschberger, A . Dream Play, 250-269; James Wright, Poems, 270-278; Roger Shattuck, Streetsong, 279-281, Springsong, 281-282; Frederick Morgan, I nterlude , 283-284, Aubade, 284-285; Florence Gould, Poems, 286-288; Daphne Athas, Father Penultimate, 289-308; Carol Christopher Drake, Rain in the House, 309-310; Gene Baro, Poems, 311-315; Robert Pack, Parable, 316-317; William Congdon, Paris, Venice, Santorin, 318-331; John George Randolph, Night Rider, 332-338; Robert Duncan, Poems, 339-345; Madeline Gleason, Come, Love, and Love, 346-354, Through the Window Willie, 354-357; Barbara Howes, Poems, 358-360; Murrey Hargrove, The Parables of Arriva!, 361-363, Poem in Three Parts, 363-364; Alexander Taylor, MyLove, The Leaves A re Falling, 365-366, The Orchard, 366; Isak Dinesen, A Country Tale, 367-417; Wilhelm Niemoller, Poems, 418-423; Nieves de Madariaga Mathews, Looking at the Celio, 424-426 ; Simon Vinkenoog, Meeting, 427-429; Hugo von Hofmannsthal, Unveroffentlichte - Fragmente, 430-437; Heimito von Doderer, Im brennenden Haus, 438-444; Ingeborg Bachmann, Gedichte, 445-448; Heinrich Boll, Abschied von Irland, 449-454; Klaus Demus, Gedichte, 455-459; llse Aichinger, Strassen und Platze, 460-463; Hans W. Cohn, Gedichte, 464468; Uve Christian Fischer, Gedichte, 469-470, Nazmaz und seine Begleiter, 471-485; Lothar Kliinner, Ballade von Aigues Mortes, 486-489; Paolo Volponi, Il cuore dei due fiumi, 490-499; P .M. Pasinetti, Morte della Signora Elisabetta Canal Ved. Partibon, 500-528; Antonio Barolini; Elegie di Croton, 529-532; Giovanni Carocci, Nora, 533-545; Brunello Rondi, Preghiera d'ognissanti, 546-548; Briànna Carafa, La porta di catta,
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549-554, Il sordo, 554-557; Carlo Betocchi, Poesie inedite vecchie e nuove. 558-562; Mario La Cava, Il lungo cammino, 563-590. ·
Quaderno XX, 1957 Archibald MacLeish, Reader to Readers: a Parenthesis, 11-15; Friedrich Holderlin, Féte de Paix, 16-;21 Henri Michaux, The Thin Man, 22-24; André Dhòtel, David et la Trompette, 25-45; Yves Bonnefoy, Huit Poèmes, 46-49; Roger Caillois, Le Masque du Fulgore, 50-60; Jean Cayrol, Zeedijk, 61-71; René Bonnet, Récit en Marge d'une Histoire, 72-84; Jeanne Terracini, L'Insurrection, 85-97; Alberto de Lacerda, Douze Poèmes, 98-102; Patrick Brangwyn, Seven Poems, 103-107; Chapman Mortimer, The Lures, 108-138; Leonard Clark, Three Poems, 139-141; Peter Everett, Four Poems, 142-146; Ronald Blythe, The Common Soldiery, 146-158; Jon Silkin, Four Poems, 159-164; Shaun Fitzsimon, Och Ochone's Unique, 165-167, Old Time in Solemn Regret, 167; John Rosselli, The Sideboard in the Floods, 168-182; Jerzy Pietrkiewicz, Metropolitan Idyll, 183-192; Carol Hall, Seven Poems, 193-197; Eve Triem, Nine Poems, 198-207; Cleveland Moffett, The Importunities of M'sieur M****, 208-219; William Alfred, Elegy in the Harvard Yard, 220-222; William Arrowsmith, In Memoriam, 223-224; Eugene Walter, The Blockade-Runners, 225-248; Gene Baro, Eleven Poems, 249-256; Martin Halpern, Ishmael the Scrivener, 257-260, A Note Por One of My Students, 260261; Jean Garrigue, The Horses of the Park, 262-271; Robert Mezey, Six Poems, 272-279; James Broughton, Gavin and the Green Uncle, 280281; Robert Duncan, The Ballad of Mrs. Noah, 282-284; Damon Swanson, The Marriage of Slokey Bean, 285-299; Douglas Nichols, The Narrative of Johnny Appleseed, 300-327; Mark Schorer, A Burning Garden, 328338; Ben Brower, In Their Element, 339-340, In Search of Sarah Orne Jewett, 340-344; Sister Mary Jeremy, Three Poems, 345-348; John Becker, Lorie, 349-361; Harold Enrico, « I Hold a Beast, an Angel, and a Madman in Me ... », 362-364; W.D. Snodgrass, Deadlock, 365-368; Sylvia Berkman, A Quiet Room in Rome, 369-383; William Stafford, With My Crowbar Key, 384-385, Por the Grave of Daniel Baone, 385; John Dillon Husband, Tide Marsh, 386, The Ways We Came, 387; Cynthia Ozick, Stone, 388-414; Nanos Valaoritis, Problems of an Empire, 415-436; Attilio Bertolucci, I pescatori, 437; Italo Calvino, La speculazione edilizia, 438-517; Franco Costabile, Poesie, 518-525; Saverio Vòllaro, Poesie, 526-529; Enrico Tobia, La strage degli innocenti, 530-531, Nel profondo di te, 531-532; Giuseppe Dessl, La giustizia, 533-601; Luca Canali, Uomini uccisi sull'altopiano, 602-603, Fine d'agosto, 603; Vittorio Calef, Poesie varie, 604-611. Quaderno XXI, 1958 André Frénaud, Poèmes, 11-19; Georges Bataille, Le Pur Bonheur, 20-30; Paul Chaulot, Gisements, 31-35; Andrée Chedid, Poèmes, 36-37, L'Écharpe, 38-44; Maryse Lafont, Vert et pourpre, 45-48; Pierre A. Benoit, Pré_destiné, 49-50; Vivette Perret, Le Commencement, 51-69; Pierre-Albert Jourdan, Terre à mon pas, 70-73, Gaston Puel, Requiem, 74-76; Hugo von Hofmannsthal et Carl Burckhardt, Extraits d'un échange de lettres, 77-96; Vernon Watkins, I, Centurion, 97-99, Buried Light, 99-100; Christine Brooke-Rose, The Island of Rei!, 101-105; Paul West, Poems, 106-112; Elizabeth Jennings, Teresa of Avila, 113-114; D.J. Enright, Transports, 115-116, The Devi! Defeated, 116-117; Kathleen Abbott, Poems, 118-123; Lotte Bullock, Crumpled Sheets, 124-154; Elizabeth Young, At the Back Door, 155-157; Anthony Burton, Poems, 158-160; Daniel Cory, Solstice, 161, The Unveiled Heart, 161-162; Jenny Joseph,
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Poems, 163-166; Shay Oag, Poems, 167-169; Gillian Stoneham, The Goat, 170-171; Christopher Humble, A Friday Metamorphosis, 172, Window in the Sky, 173; Colm Gartlan, Green Innocence, 174-175; Constantine Trypanis, Poems, 176-177; Lewis George Ftyaras, Poems, 178-180; Archibald MacLeish, A View of the Lime Quarry, 181-182; Theod.::;re Roethke, Her Becoming, 183-186; Saul Bellow, Henderson in Africa, 187225; Hildegarde Flanner, P::-r:ms, 226-231; Marya Zaturenska, Poems, 232-236; Madeline Gleason, Family, 237-239, Once and Upon, 240-242; Ruth Herschberger, Upstart Omen, 243-251; Ruth Stephan, A Visit to Ninon, 252-277; William Arrowsmith, Awake at Night, 278-281; John Frederick Nims, Poems, 282-284; James Wright, Poems, 285-291; Daphne Athas, Greece by Prejudice, 292-308; William Congdon, Greek Islands Steamer, 309-312; John Haislip, Poems, 313-316; Peter Hanke, A Midsummer Saturday, 317-338; Ruth Slonim, Quarry, 339-340; Mary Kennedy, Poems, 341-343; Donald Finkel, The Hunt of the Unicorn, 344-349; George Vukelich, Wisconsin Poems, 350-352; Clancy Carlile, Roxanne, 353-369; Georg Heym, Der Tod des Schauspielers, 370; Nelly Sachs, Gedichte, 371-374; Arthur Rimbaud, Das Trunkene Schifi, 375-378; Gregor vor.. Rezzori, Fragmente, 379-407; Walter Hollerer, Gedichte, 408-412; Giinter Grass, Der Kuckuck, 413-424; Hans Magnus Enzensberger, Gedichte, 425-429; Giacomo Noventa, Poesie, 430-433; Pier Paolo Pasolini, A un ragazzo, 434-440; Giuseppe Tornasi di Lampedusa, Una giornata del principe Fabrizio, 441-472; Tito Balestra, Satira prima, 473474; Gianluigi Marchetti, Tugnì, 475-476; Carlo Cassola, Angela, 477528; Gian Carlo Artoni, Poesie, 529-531; Gaetano Arcangeli, L'Appennino, 532-537.
Quaderno XXII, 1958 Francis Ponge, Au génie de la Frar>::i et à la Beauté confondus, 11-12; Miche! Leiris, Songes de quiétude et d'inquiétude, 13-17; }acque Dupin, Lichens, 18-21; Maurice Blanchot, L'Attente, 22-33; Jean Cayrol, Les Debuts, 34-40; Yves Battistini, Poèmes, 41-44; Georges Berger, Retour de l'exil, 45, Poème d'un amour, 45; Edmond Jabès, Erigées sur nos fables, 46-50; André Vannier, Chansons, 51-65; Michael Francis Gibson, Invocation pour la nuit de Noel, 66-67, La Nuit transatlantique, 67-73; René Char, A une sérénité crispée, 74, To a Tensed Serenity, 75-113; Burns Singer, Biography of an Idr:alist, 114-121; Dom Moraes, Poems, 122-124; Iris Tree, The Ballad of Beds, 125-128; James Russell Grant, Poems, 129-136; David Paul, The Precious Process, 137-144; Raja Rao, The True Story of the Policeman and the Rose, 145-158; Nieves de Madariaga, One More December Pilgrimage, 159-162; Elizabeth Montagu, Interesting People, 163-171; Ronald Duncan, LoveLetter, 172-174; Noel Woodin, Morning, 175-177; Cyprian Norwid (1821-1883), Letters, 178° 190, Twelve Poems, 191-199; Jerzy Peterkiewicz, The Four Horizons, 200-213; James Broughton, A Liturgy for Poets, 214-217; William Belvin, Poems, 218-222; Sylvia Bcrkman, Ellen Craig, 223-244; Edward Field, Poems, 245-248; Ralph Pomeroy, Poems, 249-254; Richard Eberhart, Three Lyrics, 255-257; Carol Christopher Drake, Pive Elements, Failing Vision, 258-262; Hardie St. Martin, Poems, 263-266; Donald Windham, A Note on Anne Ryan, 267-271; Anne Ryan (1889-1954), The Darkest Leaf, 272-306; Jack Hirschman, A Correspondence of Americans, 307-310; Joseph Bennett, Theseus, 311-327; Walter Kerell, Poems, 328-333; Richard O'Connell, Overture, 334-337, Ten Epigrams, 337-339, Six Invectives, 339-343; Ricardo Pascyro, Poemas, 344-345; Adolfo Bloy Casares, Las Visperas de Fausto, 346-348; Claudio Rodrfguez, A la Nube Aquella, 349-350, Salida a la Labranza, 350-351; Manuel Merino-Rodrfguez; Poe-
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mas, 352~357; José Bergamin, Romantica de Soledades, 358-369; Carlos Barrai, Ciudad Menta!, 370-374; Raul Gustavo Aguirre, Cuaderno de Notas, 375-378; Elena Poniatowska, La Hija del Filosofo, 379-384; Edgar Bayley; Poemas, 385-389; Alfredo Castell6n, En Algun Lugar de Europa, 390-393; Giorgio Orèlli, Poesie, 394~396; Giuseppe Dessì, Il disertore, 397-453; Lillyam Tornasi, Poesie, 454-460; Alberto Bevilacqua, I ireni che segnano le ore, 461, Un'estate, 461-462; Sergio Civinini, Il grande invalido, 463-483; Maria Luisa Spaziani, Capricci boreali e altri versi, 484-486; Renzo Balbo, Poesie, 487-490; Gianni Mauro, La sua breve ora felice, 491-536; Cesare Vivaldi, Sulla soglia, 537, Il mare, 537-538.
Quaderno XXIII, 1959 Lucien Scheler, Lisières du devenir, 11-17; René Cazelles, Poèmes, 18-20; Philippe Jaccottet, La poursuite du réel, 21-36; Robert Besson, Musiciennes à Gournah, 37-38; Roger Laporte, Une migration, 39-60; Jean Laude, Études, 61-65; Jeanne Terracini, Le visiteur, 66-73; Pierre-Albert Jourdan, Ce torrent d'ombres, 74-76; Elisalex de Baillet-Latour, Lettre, 77-78; W.S. Graham, The Dark Dialogues, 79-86; Christopher Logue, The Story about the Road, 87-95; Oliver Bernard, His Chanson far Roland, 96-102; Robert Culff, A Childhood without Caps, 103-128; Edwin Brock, Poems, 129-133; Robert Gittings, A Breath of Air, 134-137; C.H. Sisson, Poems, 138-139; Kay Cicellis, Beyond Corinth, 140-183; Anthology of Polish Poetry, Translated by Burns Singer and Jerzy Peterkiewicz, 184-198; Robert Penn Warren, Poems, 199-204; Robert Lowell, My Last Afternoon with Uncle Devereux Winslow, 205-209; Katherine Garrison Chapin, Poems, 210-215; Jean Garrigue, Address /rom Firenze, 216-220; Daphne Athas, The Way to Find Hestia, 221-241; James Wright, Poems, 242-244; Dudley Huppler, Matter of Life and Death, 245-248; William Demby, From a Japanese Notebook, 249-268; Jane Mayhall, Fever and Chili, 269-289; Edith Shiffert, Poems, 290-293; Patricia Coombs, Poems, 294295; John Fandel, Poems, 296-298; James Purdy, Poems, 299-302; Ira Mothner, One Bright Day in Autumn, 303-308; Richard Selig, Last Poems, 309-316; Rudolf Kassner, Zwei Erziihlungen, 317-324; Nelly Sachs Gedichte, 325-328; Marie Luise Kaschnitz, Das rote Netz, 329-336; Ingeborg Bachmann, Jugend in einer osterreichischen Stadt, 337-345; Christoph Meckel, Gedichte, 346-350; Martin Walser, Bilderbogen, 351353; Franz Wurm, Das angebrochene Haus, 354-355; Horst Bienek, Ged-ichte, 356-358; Diego Valeri, Sette poesie, 359-361; Guglielmo Petroni, Le macchie di Donato, 362-378; Enrico Tobia, A scavare rimani .. . , 379, Dal ponte dell'Ariccia, 380; Renzo Rosso, Una lontana estate, 381-418; Massimo Ferretti, La croce copiativa, 419-438; Bernardo Bertolucci, Nuove poesie, 439-441; Rossana Ombres, Poesie, 442-445; Fernando Tempesti, Nuccia, 446-462; Gaio Fratini, Poesie, 463-467.
Quaderno XXIV, 1959 Pietre Jean Jouve, Proses, 11-14; Georges Blin, Avoir du port, 15-17; Maryse Lafont, Poèmes, 18-22; André Dhòtel, Les nuits de Malmont, 23-34; Jules Monnerot, Situation scissipare ou encore comment l'auteur de ces lignes fut assassiné, 35-42; Noel Devaulx, L'aubade à la folle, 43-50; Michael-Francis, Lettre à l'endormie, 51-52; Paul West, Poems, 53~57; Sean O 'Criadain, A Song, 58-67; Diarmaid Campbell, A Voice, 68, In Time of Soft Repose, 68-69; Edoardo Daneo, Poems, 70-72; Donagh MacDonagh, The Happy Day, 73-98; Willa Muir, Poems, 99-101; Antonia Wilde, Poems, 102-103; Denis Devlin, Memoirs of a Turcoman Diplomat, 104°109; Hilary Corke, Poems, 110-119; Niccolò Tucci, This
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Particular Rich Lady, 120-164; lieorge Garrett, The Moth, 165-174; Gene Baro, Poems, 175-184; David Madden, Hurry Up Please It's Time, 185-193; Arthur Gregor, Returning to Vienna, 194-201; Sonjia Urseth, The Bridges, 202-204, The Fledgling, 204-207; John George Randolph, The Crown of Lee Havey, 208-216; W.S. Merwin. Poems, 217-221; George Lorimer, Success, 222-226; Jack Richardson In the Pina! Year of Grace, 227-264; Willard Maas, Epithalamion, 265-267; William Congdon, Notes in Venice, 268-274; R. Bruce Moody, California, 275-287; Agostino Richelmy, Ballata d'aprile, 288-289, Bologna, 289-290; Lucio Piccolo, Poesie, 291-295; Anna Banti, Artemisia, 296-361; Mario Lavagetto, Una notte a Noceto, 362-363, La dolce stagione, 363-365, Proposito, 365-366; Luciana Frezza, Poesie, 367-370; Francesco Tentori, Poesie 1949-59, 371-374; Vittorio Sermonti, Sette capitoli di romanzo, 375-396; Enzo Siciliano, Poesie, 397-400. Quaderno XXV, 1960 René Char, Prompte, 11, L'avenir non prédit, 12; Henri Michaux, Partes donnant sur feu, 13-14; Jean Beaufret, Héraclite et Parménide, 15-30; René Ménard, Montagne, 31-32; André Frénaud, La lumière de l'amour, 33-37; Guy Levis Mano, Le dedans et le dehors, 38-41; Gaston Puel, Poèmes, 42-44; P.A. Benoit, Première lumière, 45-46, En amont, 46; Huguette Champroux, Divorce des prés, 47-49; Jacques Bore!, Mort des images, 50-54; Frédéric Duriau, La bataille du ]utland, 55-56; Paul Février, Poèmes, 57-59; Jacinto-Luis Guerefia, Pour la tombe D'Antonio Machado, 60; M. Pleynet, Paysage en deux, 61-64; Wallace Fowlie, Exercices, 65-67; Vernon Watkins, Poems, 68-70; Patrick Creagh, Poems, 71-76; James Russell Grant, Poems, 77-79; Krishna Balde Vaid, Silence, 80-92; Sean O'Criadain, Poems, 93-96; Gillian Stoneham, Poems, 97-99; Theo Lang, The watcher, 100-111; Noel Woodin, The daydream of the capitai «I», 112-113; John Press, Poems, 114-115; Midu Brock, Poems, 116-120; Desmond O'Grady, Poems, 121-123; Robert Musi!, The temptation of quiet Veronica, 124-163; William Arrowsmith, Villanelle, 164, Translation of two episodes /rom Aristophanes' The Birds, 165-185; James Wright, Poems, 186-190; Robert Bly, Poems, 191-193; Claire McAllister, Mystery, 194-196, Song far a respite, 196-197; Richard O'Connell, Poems, 198-207; Jonathan Levy, Schwartz, 208-210; Jack Shoemaker, Return of the ronda /rom K. 614, 211-212; Kenneth A. Lohf, Poems, 213-215; Lynne Lawner, Poems, 216-219, Proof, 220-231; Hans Magnus Enzensberger, Gedichte, 232-234; Nelly Sachs, Gedichte, 235-237; Ruth Landshoff Yorck, Georgenlegende, 238-243; Rainer Brambach, Gedichte, 244-247; Max Bense, Attribute Epikurs, 248-252; Rudolf Peyer, Gedichte, 253-256; Hilde Domin, Gedichte, 257-259; Manfred Giinzel, Deutsche Marchen, 260-265; Kuno Raeber, Gedichte, 266-268; Helmut Heissenbiittel, Vier Parabeln, 269-274; Werner Reinert, Gedichte, 275280; Uwe Johnson, Besonders die kleinen Propheten, 281-283; Franco Giovanelli, Poesie, 284-285; Beatrice Solinas Donghi, L'aiuto ai parenti, 286-358; Renato Pedfo, Yorik, 359-360, Albero nel giardino Zevi, 360; Romeo Lucchese, Poesie, 361-367; Lia Wainstein, Il Granfrugnese, 368385; Cecilia Maggioni, Poesie, 386-390; Miriam Cento, Poesie, 391-396; Giuseppe Mazzaglia, La gebbia, 397-414, Un fuoco di notte, 414-427; Margherita Dalmàti e Nelo Risi, Traduzioni da Cavafis, 428-433; Giorgio Bassani, Congedo, 434-439.
Indice dei nomi Dal presente indice sono esclusi i riferimenti al nome di Marguerite Caetani. I nomi dei corrispondenti sono espressi in corsivo, cosl come i numeri delle pagine in cui compaiono lettere da loro inviate o a loro indirizzate (in questi casi, si è omesso di segnalare il ricorrere del nome); sono state indicate, invece, in tondo le altre pagine in cui i loro nomi vengono citati.
Adams, Leonie 147, 148 n, 151, Barilli, Bruno 78 n, 277 Barilli, Cecrope 77-78, 228 152 n Agee, James XII, 158, 160 n, 236 n Barker, A.L. 163, 165 n, 167 Aguirre, Raul Gustavo 279 Barolini, Antonio 96, 97 n Bartolini, Luigi 78-79 Aichinger, Ilse 276 Aleramo, Sibilla 285 Bassani, Giorgio XI, XII, XIV, XV, Alfieri, Vittorio 127, 128 n 4, 7, 17, 19, 24-29, 31-34, 36-41, Alicata, Mario 278 43-49, 54-56, 58, 59, 64, 65 n, Allendy 146, 149 66 n, 68 n, 69 n, 71 n, 76, 79112, 125 n, 129 n, 131 n, 134, Almansi, Federico 71 n, 75-76 Amendola, Giorgio 277 135 n, 141, 142 n, 144 n, 150, Amrein 250 151 n, 152, 157, 158, 160 n, 161, Andreus, Hans 192 n 165, 167, 169, 171, 179, 180 n, Angioletti, Giovanni Battista 120 n 181, 183, 187 n, 188 n, 194 n, Antonelli, Giacomo 63 195, 198, 200 e n, 204-205, 206 Antoni, Carlo 277 n, 214, 215, 216 e n, 219 n, 220, Antonicelli, Franco 283 227 e n, 228, 235, 240, 241-245, Aragon, Louis IX 46, 247 n, 251 n, 271-276, 281, Arcangeli, Francesco 87, 88 n, 281 282, 284, 287, 291, 293-296 Artaud, Antonin IX, XI, 33, 146, Bassani Sinigallia, Valeria 87, 88 n 147, 148 n, 149, 150 n, 151, 152 Bataille, Georges XIII, XV, 33,173, n, 153, 163, 164, 165 n, 173, 174 n, 279 183 e n, 279 Baudelaire, Charles 68 n Astaldi, Luisa 226 n. Beet 176, 179 Aubry, Marce! 254 n. Belli, Giuseppe Gioachino 107 Auden, Wystan Hugh XV, 33, 92 Bellintani, Umberto 211 n e n, 93 n -..,.._ Bellonci, Goffredo e Maria 292 Benzoni Giuliana 16, 47, 184, 185 Bacchelli, Riccardo 71 n, 76-77, 273 n, 228, 249, 292 Berenson, Bernard 272 Bacchetti, Gino 211 n , 281 Bergin, Thomas G . 69 n Bachmann, Ingeborg XIV Badoglio, Pietro 137 n Bernard, Roger 143, 144 n, 145, Baldini, Gabriele 205 n, 206 n, 147, 150, 151 e n, 152, 153, 154 225 n n, 157-159, 160 n, 161 e n, 162, 163, 164 e n, 166 n, 172, 174 n, Banti, Anna 82, 83 n, 84, 85 n, 89 e n, 90 n, 96 n, 28~ 178, 180, 182 n
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Indice dei nomi
Bernari, Carlo 55 Bertolucci, Attilio XI, 33, 66 n, 81 , 83 n, 84, 96 n, 104 e n, 170 n, 229 n, 272, 275, 281 , 295 Betocchi, Carlo 84, 85 n, 97 Betti, Ugo 285 Biddle, Francis 176 n, 177, 189 Bigongiari, Piero 211 n, 275 , 295 Binni, Walter 285 Blanchot, Maurice XII, XIII Bonfantini, Mario 93, 94 n Bonnefoy, Yves XIV Bonomi, Ivanoe 137 n Bonsanti, Alessandro 4, 58 , 60, 128129, 278 Bontempelli, Massimo 215 n, 285 Borio, Filiberto 200 e n Bottrall, Margaret 46, 66 n, 232 n Bottrall, Ronald 236 n Bracco, Federico 95 e n, 145, 172, 173, 174 e n, 175, 176, 179-183 , 191, 192 Bradley 101, 102 n, 106 e n, 124, 125 n, 126 e n, 127 n, 221 n Brancati, Vitaliano 231 , 232 n Brandi, Cesare 189, 278 Brecht, Bertolt XIV, 163, 164 n, 251 e n, 279 Breton, André IX, XI, 148 n Brignetti, Raffaello 113-114 Cacciaguerra, Perla 273, 281 Cacciatore, Edoardo XI, 114-115, 273, 281 Cacciatore, Vera 64 Caetani, Camillo 15 Caetani, Lelia 15, 47, 56, 67 n , 82, 83 n, 86, 89, 94 e n, 118, 119 n, 139, 142, 145 n, 155, 156 e n, 168, 169, 177, 178 n, 181, 183 , 186, 240, 252 n, 264 n, 265 n, 287 Caetani, Roffredo 15, 38, 39, 83 n, 119 n, 139 n, 180, 181 n, 202 n, 254, 255, 283, 288 Calamandrei," Piero 226 n, 292 Calef, Vittorio 104 e n, 281 Calkins, Clinch 236 n Calos, Nino 132 Calvino, Italo XI, 3, 33, 58 , 71 n, 87, 88 n, 97, 98 e n, 100, 101, 103, 104. e n, 105, 106 n, 107, 108, 133-134, 194 n, 272, 274 . Camerino, Aldo 100 n Cameron, Norman 175, 176 n Camus, Albert XIII, XV, 33
Canali, Luca 104 n Cancogni, Manlio XI , 82 , 83 n, 84, 101 , 102 n, 216 e n, 228 Capitini, Aldo 84, 85 n Capote, Truman 33, 42, 70 n Caproni, Giorgio XI , 33, 55, 66 n, 84, 85 n, 99 n, 100 n, 110, 111 n, 134-135, 272, 275 , 281 Carafa, Brianna 97, 273, 281 Carducci, Giosuè 225 n Carocci, Giampiero 204, 205 n Carocci, Giovanni 97 Carrà, Carlo 285 Carruth, H ayden 163, 165 n Cassola, Carlo 33, 64 81 , 82 n, 84. 85, n, 101 , 107 , 194 n, 281, 293 Castellani, Emilio 251 n, 279 Castelli, Alberto 241 n Cayrol, Jean 279 Celan, Paul XI, XII , XIV, 271 Ceresa, Alice 211 n, 252, 253 n Cézanne, Paul 261 n Chamberlain, Brenda 237 n Chapin, Cornelia 176 n Chapin, Katherine Garrison XII, XIV, ~ 116-.n, 178 n Char, René XII , XIII , f1712, 22, 33 , 66 n, 70 n, 89, 90 n, 99 e 11, 102 n, 111 n, 119, 120 n, 134, 135 e n, 143, 144 n, 145, 147, 149, 150, 151 n, 152, 153 , 154 11, 160 n, 161 11, 164 n, 175, 177, 183, 198, 199 n, 256 n, 272, 273, 279 Charasson, Henriette 176 n. Charmasson 17 6 Chateaubriand, François-René de 188 e n Chédid, André XIV Chigi, Gigino 180 Cicellis, Kay 145 e n, 146 n Citati, Pietro 2, 3, 27, 28, 36, 49, 64, 67 11, 68 n, 71 n, 109 n, 120 n, 206 n, 269, 271 Claudel, Paul X, XV Coleridge, Samuel Taylor X Conti, Gian Carlo 136 Contini, Gianfranco 247 n Coppi11i, Nicoletta 64 Costabile, Franco 104 e n Courtin, Bernard 173, 17 4 n Craveri, Raimondo 49, 137, 138 n, 139, 224 Croce, Alda 89, 90 n Croce, Benedetto 72, 136-137, 138 n, 226 n, 289
Indice dei nomi
Croce, Elena X, 11, 16-19, 24, 27,
~,~,c,~,5~n,","'
60, 65 n, 67 n, 68 n, 69 n, 71 n, 72 n, 77, 89, 90 n, 137-139, 223225, 228, 229 n, 231, 271-278, 287 Curci, Carlo Maria 225 n Curtius, Ernst Robert 149 n Curyon 86 Dallolio, Elsa XIV, 3, 7, 11, 15, 40, 41, 46-48, 58-60, 65 n, 66 n, 67 n, 70 n, 89 e n, 94 n, 131 n, 140-187, 189, 210 n, 214 n, 223 n D'Arzo, Silvio XI, · 33, 87, 88 n, 106, 107, 108 n, 281 Daviaud, Paul 266, 267 n Debenedetti, Giacomo 4, 58, 60, 127-128, 245 n Degani, Giannino 107 De Gasperi, Alcide 293 Delacroix, Eugène 279 Delfini, Antonio 281 De Libero, Libero 118 n, 281 De Liso, Oscar 85 n Delmas, Achille 147, 148 n De Luca, Giuseppe 138, 139 n, 188 De Luca, Luigi 5, 14, 37, 38, 40, 41, 47, 49, 53, 55, 56, 58, 78 n, 79, 80 n, 81, 84, 86, 94 n, 95 e n, 103, 105, 106 n, 108, 110-112, 142, 143, 158, 160 n, 172, 173, 74 e n, 175, 181, 182, 188 n, 189-193, 232 n, 272, 278, 280 De Luca, Maddalena 64 De Mesa v Gallardo, Diego 93, 94 n Demby, William 237, 238 n Demus, Klaus 276 De Robertis, Giuseppe 4, 58, 60, 96 n, 129-130 De Sanctis, Francesco 136, 225 n De Sica, Vittorio 79 n Dessl, Giuseppe 66, 84, 85 n, 104 e n, 105, 285 Devlin, Denis XII, 12, 90 n Dhotel, André 177, 178 n · Dionisotti, Carlo 289 Dodson, Owen 155, 156 n Donne, John 241 n Du Bouchet, André XIV Duncan, Harry 163, 165 n, 236 n Duncan, Ronald 71 n, 163, 165 n D'Urso, Carla 277, 280
Eberhart, Richard 236 n Eckardt X
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Einaudi, Giulio 57, 58, 194-196, 205, 251, 279, 281 Einaudi, Luigi 194 n, 196-197 Eliot, Thomas Stearns IX, XV, 235 e n, 127 e n, 238 n, 240, 241 n Eluard, Paul 198 Empedocle d'Agrigento 68 n, 279 Enzesberger, Hans XIV Erba, Luciano 84, 85 n Falqui, Enrico 278 Fargue, Léon-Paul IX, 20, 70 n, 279 Fazzini Buy, Anita 71 n, 194, 197198, 202; 203 e n, 204 Fazzini, Pericle 198 n Ferrara, Mario 225 n Ferretti, Gian Carlo 91 n, 208 n Field, Edward 145 e n Fiorani, Luigi 64 Fitzgerald, Robert 12 Fitzsimon, Shaun 112 e n, 153, 154 n, 158 Flanner, Hildegarde 163, 165 n Flora, Francesco 225 n Fortini, Franco Xl, 66 n, 135 e n, 198-200, 211 n, 251 n Fou 183 Franchina, Nino 266 e n Frénaud, André 198, 199 n, 280 Prezza, Luciana 71 n, 211, 281 Furst, Henry 66 n, 79, 80 n
Gabrieli, Vittorio 11, 64, 71 n, 139 e n Gadda, Carlo Emilio XI, 96 n, 101, 102 n, 107, 1.Q.8, 109 n,278 GaferC Elena 64 ·, ... ~ c...Galassi, Enrico 202 Gallo, Niccolò 89, 90 n, 105, 106 n, 198 n, 202-204 Garboli, Cesare 96 n Gardner, Isabelle XIII Garzanti, Livio 58, 204-205 Gascoyne, David 2 3 ~ Gatto, Alfonso 66 n, 222 n Ghazali X Giagni, Gian Domenico 211 n, 281 Gide, André 278 Ginzburg, Leone 206 n Ginzburg, Natalia 27, 28, 101, 102 n, 107, 108, 181 e n, 194 n, 205206, 274, 281, 294 Giolitti, Giovanni 137 n, 250 n Giorni, Lionello 255 n Giovannini, Romeo 84, 85 n Goethe, Johann Wolfgang 200 Gosio 266
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Indice dei nomi
Goyen, William 147, 148 n, 149, 214 n Graham, W.S. 152, 153 n, 160 n, 163, 166, 167, 168, 170 n, 176, 178, 180, 181 Gramigna, Giuliano 87, 88 n Grasset, Bernard 254 Graves, Robert 33 Gray, Martin 174 e n Groethuysen, Bernard IX, 280 Guerre, Pierre 12 Guidi, Augusto 228, 229 n Guilloux, Louis 145, 146 n, 147, 150,151,153,154n,155,158,280 Hamilton, Amish XII, XIV Hammond, Flossie 112 e n Heym, George XIV Hofmannsthal, Hugo von 280 Holderlin, Friedrich 68 n, 280 Howard, Hubert 56, 94 e n, 240, 264 n, 287 Howes, Barbara 149, 150 n Hugues, Jean 123 n Ignatow, David 236 n Jabès, Edmond XIV Jaccottet, Philippe XIV, 148 n Jemolo, Carlo Arturo 118 n Johannet, René 176 n Johnson, Ben 39, 40, 70 n, 151, 152 n, 155, 156 n, 181, 237 Joyce, James 277 Junker, Hermann 190 e n Kafka, Franz IX, 253, 254 e n Kallman, Chester 92 e n Kaschnitz, Marie Luise 276 Kassner, Rudolf IX, XII, XIV, 147, 148 n, 149 n Kay, George 174 e n Klimmimuth 176 Knopf, Alfred A. 100 n Knopf, Bianche 99, 100 n, 101, 103, 115, 118, 124, 125 n Krolow, Karl 271 La Cava, Mario 97 La Malfa, Ugo 292 Landolfi, Tommaso 66 n Lapiccirella, Vincenzo 185, 186 n Laporte, Roger XIII Lapponi 184, 186, 187 n Larbaud, Valery IX, 20, 70 n, 277 Laughlin, James 90, 91 n
Lavezzi, G. 247 n Lawrence, David Herbert 203 Lefévre 119 n, 264 Lehmann, John 120 n Leibowitz, René 280 Leiser, Ruth 261 n Leopardi, Giacomo X Levi, Carlo 244 n, 245 n, 246, 247 n, 248 n Levie, Sophie 20, 22, 64, 65 n, 68 n, 71 n, 149 n Levin, Eugene 69 n Limbour, Georges X, 12 Linder, Erich 106 e n Lloyd, Norris 192 n Lombardo, Agostino 240, 241 n, 276 Longhi, Roberto 90 n, 96 n, 99 n, 281 Louis, Roger 175, 176 n Lucchese, Romeo 55, 72 n Luis de Le6n, fray 68 n Lussu, Emilio 249 n Lussu, Joyce 66 n, 249 e n Luzi, Mario XI, 108, 109 n, 275, 276, 295 Macchia, Giovanni 2, 3, 64, 65 n, 68 n, 71 n, 189 n, 269, 277 Mac Cullers, Carson XIV MacDiarmid, Hugh 140 n, 153, 154 n, 158, 160 n, 175 MacLeish, Archibald XII, 12, 26, 29-33, 65 n, 68 n, 69 n MacNeice, Louis 158, 160 n Magnani, Luigi 189 n, 264 n, 27'iJ Magrini, Liliana 120 n Mambrini, Simona 64 Manacorda, Gastone 285 Mandelstam, Ossip Emilievitch IX Manfredi, Antonio 165, 166 n Manzini, Gianna 278 Maritain, Jacques 266, 267 n Marz, Roy 179, 180 e n Mathews, Jackson XII, 12, 90 n, 99 e n Mattioli, Raffaele 53, 71 n, 72 n, 138, 139 n, 229, 231, 233, 283, 292 Mc Adoo, Dale 124, 125 n McCaig, Norman 158, 160 n, 167 McElroy, Walter 158, 160 n Melchiori, Giorgio 276 Ménard, René 12, 93, 151, 152 n, 153, 155, 160 n, 168, 172, 173, 176-178, 180, 181, 182 n
Indice dei nomi Mendès, Murilo 280 Mertens, Renata 251 n Michaux, Henri IX, 93, 94 n Milano, Paolo 108 Mondadori, Alberto 3, 58, 60, 90, 91 n, 130-131, 208 n, 211-213, 245 n. Mondadori, Arnoldo 91 n, 163, 206211 213 -~dori, Giorgio 208 n Monnier, Adrienne IX Montale, Eugenio XI, 33, 71 n, 198, 227 e n, 228 e n, 230, 231, 233, 278, 290 Mora, Vietar XIII Morandi, Giorgio 3, 59, 259, 261265 Morante, Elsa 33, 87, 88 n, 98, 9~ n, 101, 102 n, 107, 108, 194 n, 215 n Moravia, Alberto 33, 71 n, 96 n, 101, 102 n, 107, 145, 146 n, 149, 150 n, 152, 153, 155, 156, 158, 159 n, 162 e n, 164, 168, 169, 170 n, 171, 214, 225 n, 266, 277 Moretti, Vincenzo 266 Morra di Lavriano, Umberto 20, 21, • JJ_, 68 n, 184, 185 n, 1-8.t_- Moss, f.Loward-141~2 n M-:;,s, Stanley 40, 93, 94 n, 142 n, 184, 185 n, 190 Motta, Giuseppe 71 n, 215 Mounin, Georges 198, 199 n Muir, Edwin 21, 22, 68 n, 69, 236 n Murphy, Jack 66 n Muscetta, Carlo 195, 196 n Nardi, Marcia 86 e n, 87 n, 140 n Neri, Francesca 64 Nessi, Maria Teresa 95, 96 n Nietzsche, Friedrich Wilhelm X Noventa, Giacomo 199 n Olivia 141, 142 n Omodeo, Adolfo 292 ·Onorati, Alessandro 119 n Origo, Iris 11, 33, 39, 42, 46, 47, 51, 67 n, 68 n, 70 n, 156 e n, 168 e n, 177, 178 n, 186 n Osenga 103 Packer, William 66 n Pagliara, Enzo 90, 91 n, 208 n Palazzeschi, Aldo 115, 116 n, 117
323
e n, 118, 121, 216-217, 218, 219 n, 284 Pancrazi, Pietro 72 n, 118 n, 168 e n, 169, 170 n Parronchi, Alessandro 87, 88 n Pascoli, Giovanni 225 n Pasinetti, Pier Maria 96, 97, 98 n, 100, 101 Pasolini, Desideria 71 n, 84, 85 n, 86, 87 n Pasolini, Pier Paolo XI, 33, 84, 85 n, 101, 102 n, 108, 109 n, 169, 170 n, 173 n, 272 Pasternak, Boris Leonidovic IX, 105, 106 n Paul, David 12 Paulhan, Jean IX, XII, 49, 71 n, 155, 156 n, 163, 164 n, 173, c...,_ 279 Pavese, Cesare 27, 55, 68 n, 205, 206 n, 274, 294 Pea, Enrico 81, 83 n, 84, 85 n Penna, Sandro XI, 107, 10~, 109 n, 228, 230 e n, 231 Petrassi, Goffredo 278 Petrocchi, Giorgio 71 n, 217-218 Petroni, Guglielmo XI, 3, 13, 25, 26, 29, 32, 50, 51, 58, 60, 62, 64 (?), 66 n, 68 n, 68 n, 70 n, 71 n, 101, 102 n, 115-127, 130 n, 162 e n, 170 n, 209 e n, 216 e n, 218-222, 227 e n, 228 e n, 230, 231 e n, 232 n, 233, 273, 283-288 Petroni, Puci 3, 50, 52, 64, 71 n, 118 n, 120 n, 123 n, 125 n, 127 n, 219 n, 222 n, 269, 279, 282 Pettoello 251 e n Piontek, Heinz 271 Pirandello, Fausto 211 n Pirandello, Luigi 225 n Ponge, Francis IX, XV, 33, 163, 164 n Poor, Bessie 183 n Poor, Henry 182 Pound, Ezra 55 Pouchkine, Alexander X Pratolini, V asco 66 n, 71 n, 79, 80 n, 157, 159 n, 161, 162 e n, 181 e n, 222-223 Prezzolini, Giuseppe 237, 238 n Proust, Marcel 277 Pryce-Jones, Alan XIII, 13, 26, 2932, 42, 69 n, 142 n Quarantotti Gambini, Pier Antonio 27
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Indice dei nomi
Queneau, Raymond 198 Raimondi, Giuseppe 189 n, 278 Raine, Kathleen 176 e n, 237 n Restivo, Antonio 113 Reverdy, Pierre 33 Ricciardi, Riccardo 5, 8, 17, 24, 25, 37, 49, 53, 54, 60, 72 n, 216 e n, 223-233, 278 Richelmy, Agostino 233-234 Rilke, Rainer Maria IX Rimbaud, Arthur, 271 Rinaldi, Antonio 66 n, 228, 229 n Risset, Jacqueline IX, 63 Rodgers, W .R. 149, 151 n Roditi, Edouard 87, 88 n Roethke, Theodore 33, 80 n, 141, 142 n, 152, 174, 238, 239 e n, 240, 241 n; v. anche Rothberg, Winterset Romanò, Angelo 211 n Rondi, Brunello 97 Rosati, Salvatore 3, 11, 58, 66 n, 71 n, 79, 80 n, 86 e n, 87 n, 235-241 Rosenthal 99, 100 n, 101 Roskolenko, Harry 237 n Rosselli 249 n Rosso, Renzo 111 e n Rothberg, Winterset 80 n, 237 n, 129 e n; v. anche Roethke, Theodore Rousseaux, André 175, 176 n Roversi; Roberto 66 n, 71 n, 241242 Ruffini, Nina 11, 16, 47, 66 n, 67 n, 87 n, 236 Russi, Antonio 2, 3, 27, 64, 68 n, 69 n, 71 n, 119 n, 206 n, 225 n, 251 n, 269, 278, 289 Saba, Linuccia 242-245, 246, 247 n Saba, Umberto 33, 71 n, 75 , 76 n, 109 n, 244 n, 245 n, 246-248 Sabbatini, Mario 227 n, 228, 229 n, 281 Saccani, R. 247 n Sach, Nelly XIV Saffi, Antonio 11, 79, 235, 236 e n Salvemini, Gaetano 60, 248-249, 251 e n Saint-John Perse IX Sanguineti, Edoardo 295 Sansom, William 85 n Santone, Laura 64 Saragat, Giuseppe 283
Sartre, Jean Paul XIII, XV, 198 Savonuzzi, Claudio 98, 99 n Sbarbaro, Camillo 82 , 83 n, 84 Schiaffini, Alfredo 72 n Schwarzenberg, Erkinger 147, 148 n, 157, 172 n, 174, 176 e n Scialoja, Toti 189 n Scotellaro, Rocco 71 n, 211 n, 273 Scott, Tom XII Seghers, Pierre 198, 199 n Sereni, Vittorio 99 n, 100 n, 101 , 102 n, 135 n Severini, Gino 3, 59 , 259, 265-267 Sforza, Carlo 250 Silone, Darina 118 e n, 119, 120 n , 251 , 252 n Silane, Ignazio 33 , 70 n, 79, 80 n, 115, 118n, 119, 125 e n, 211 n, 221 e n, 250-255, 277, 283, 292 Sinisgalli, Leonardo 281 Sitwell, Edith 33 Smadja, Jean Richard 113 Smart, Elizabeth 157, 159 n, 160 , Soavi, Giorgio 173 n Soldati, Mario 33, 66 n, 71 n, 80 n . 107, 109 n, 274 Soulié de Morant 146, 147, 148 n Spagnoletti, Giacinto 71 n Spaziani, Maria Luisa 71 n Stallman, Robert Wooster 157, 159 n, 168 Stein, Elliott 132 e n Stein, Jess 107 Steiner, George IV Stevens, Wallace XIV Stern, Jeanne 164 n Stock, Nello 248 n Svevo, Italo 159 n Tallone, Alberto 256 Tallone, Cesare 256 n Tallone, Guido 256 n Tallone, signora 64, 256 n Tamassia, Paolo 64 Tartaglia 193 Terracini, Jeanne 254, 255 n, 280 Thévenin, Paule 146, 147, 148 n, 149, 151 Thibon, Gustave 184 n Thomàs, Dylan XIII, XVI, 33, 71 n , 157, 160 n, 175,271, 272 Tobia, Enrico 104 e n, 257 Tobino, Mario 165, 166 n, 211 n Togliatti, Palmiro 293 Tornasi di Lampedusa, Giuseppe 3.3, 130 n
Indice dei nomi Tombolini 100, 102 n Tompkins, I'eter 66 n, 120 n Tucci, Niccolò XVI, 3, 151, 152 n, 154, 155, 157, 159 n Ungaretti, Giuseppe 18, 68 n, 266, 275 Valéry, Paul IX, X, 20, 33, 65 a, 70 n, 176 n, 279 Valéry, madame 176 e n Vedova, Emilio 66 n Venturi, Lionello 277, 292 Verga, Giovanni 225 n Vieillefond, de 86, 87 n Viereck, Peter 86 e n, 87 n, 237 n Viganò, Renata 118 n Vigolo, Giorgio 211 n Villon, François 68 n Vittorini, Elio 27, 274 Vlad, Roman 190 n, 278 Vollaro, Saverio 104 e n Volponi, Paolo XI, 96
.325
Wall, Bernard 107, 108 n Walter, Eugene 39, 40, 44, 70 r 71 n, 99 e n, 103, 157, 159 n, 175 Watkins, Vernon 71 n, 236 n Weaver, William Fense 66 n, 84, 85 n, 100 n Webster, Noah 180 n Weil, Simone 140, 141 n, 183, 184 n West, Paul XII Wilbur, Richard 237 n Williams, William Carlos 33 , 71 n, 141, 142 n, 145 Wilson, Angus XIV Wohl, Cele 70 n Wright, James 12 Zambrano, Maria XIV, XV, 280 Zanotti Bianco, Umberto 141 n Zolla, Elémire 111 Zukofsky, Louis XIV, 157, 159 n, 163, 237 n Zveteremich, Pietro 105, 106 n
Indice dei nomi Tombolini 100, 102 n Tompkins, I'eter 66 n, 120 n Tucci, Niccolò XVI, 3, 151, 152 n, 154, 155, 157, 159 n Ungaretti, Giuseppe 18, 68 n, 266, 275 Valéry, Paul IX, X, 20, 33, 65 a, 70 n, 176 n, 279 Valéry, madame 176 e n Vedova, Emilio 66 n Venturi, Lionello 277, 292 Verga, Giovanni 225 n Vieillefond, de 86, 87 n Viereck, Peter 86 e n, 87 n, 237 n Viganò, Renata 118 n Vigolo, Giorgio 211 n Villon, François 68 n Vittorini, Elio 27, 274 Vlad, Roman 190 n, 278 Vollaro, Saverio 104 e n Volponi, Paolo XI, 96
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Wall, Bernard 107, 108 n Walter, Eugene 39, 40, 44, 70 r 71 n, 99 e n, 103, 157, 159 n, 175 Watkins, Vernon 71 n, 236 n Weaver, William Fense 66 n, 84, 85 n, 100 n Webster, Noah 180 n Weil, Simone 140, 141 n, 183, 184 n West, Paul XII Wilbur, Richard 237 n Williams, William Carlos 33, 71 n, 141, 142 n, 145 Wilson, Angus XIV Wohl, Cele 70 n Wright, James 12 Zambrano, Maria XIV, XV, 280 Zanotti Bianco, Umberto 141 n Zolla, Elémire 111 Zukofsky, Louis XIV, 157, 159 n, 163, 237 n Zveteremich, Pietro 105, 106 n
Finito di stampare il 20 gennaio 2000 dalla Tipografia « D. G. » s.r.l. Roma, via Bernardino T elesio, 4b
ISBN 88-8265-092-8
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