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Gallinelli

Cisterna agli inizi del XIX secolo: un esempio di Historical GIS per la ricostruzione degli antichi assetti territoriali

Il contributo in oggetto si rifà alla tesi Trasformazioni dell’uso e della copertura del suolo, dinamiche territoriali e ricostruzioni GIS nei possedimenti pontini della famiglia Caetani del dottorato di ricerca in Storia, territorio e patrimonio culturale dell’Università degli studi Roma Tre. Il progetto si inserisce nel filone degli studi geostorici ed ha avuto come obiettivo principale dimostrare come fonti diacroniche ed eterogenee abbinate ad un approccio storico-culturale della lettura del paesaggio possano integrarsi tra loro e divenire strumenti preziosi per lo studio delle trasformazioni territoriali.

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La consultazione dei documenti d’archivio, in particolare i Regesta Chartarum e il Fondo generale dell’archivio Caetani presso la Fondazione Camillo Caetani, ha fatto emergere materiale di vario genere, soprattutto di carattere locale, utile non solo ad indagare l’influenza della famiglia Caetani sul territorio, ma ad approfondire molteplici tematiche connesse all’utilizzo delle risorse della palude e alle controversie territoriali tra le varie comunità: problemi di confine, vertenze sull’assetto idrologico, conflitti per l’appropriazione di aree umide, incolte e boscose.

La contestualizzazione storica, politica e territoriale è servita come base conoscitiva necessaria alla parte applicativa del progetto, volta a evidenziare come da tre differenti tipologie di fonti (mappe del Catasto Gregoriano del 1820, foto aeree dell’Istituto Geografico Militare del 1954 e dati derivati dall’elaborazione di immagini satellitari del 2018) si possano ricavare informazioni sull’uso e sulla copertura del suolo con un grado di dettaglio molto simile ed effettuare analisi comparative multitemporali. In questo contributo, per limiti espositivi, verrà trattata solamente la ricostruzione del territorio di Cisterna nel 1820 attraverso le informazioni desunte dal Catasto Gregoriano.

L’utilizzo dei Sistemi Informativi Geografici (GIS) come strumento di ricerca utile per integrare dati storici e spaziali e fonti storiche e attuali vanta ormai un filone di studi consolidato che si apre a dialoghi interdisciplinari. Il metodo geostorico trae indubbi vantaggi dalle moderne tecniche dell’informazione geografica in quanto permette di: visualizzare i dati attraverso cartografia digitale e arricchire le rappresentazioni con animazioni e rendering 3D; gestire

un’enorme mole di dati di diversa natura e organizzarli in un database georeferenziato; compiere analisi spaziali statistiche e comparative (I. N. Gregory, K. K. Kemp, R. Mostern, Geographical Information and historical research: current progress and future directions, 2003).

La sovrapposizione delle fonti, visualizzabili come strati informativi, fornisce delle chiavi di lettura uniche per leggere i processi di territorializzazione e interpretare i mutamenti del paesaggio e dei processi socioeconomici in un’ottica diacronica.

Per questi motivi, oggi si parla di Historical GIS (HGIS) per quei progetti che, integrando le potenzialità degli strumenti di informazione geografica con gli interrogativi della disciplina geostorica, si prefiggono come obiettivo la comprensione del paesaggio/territorio quale prodotto di relazioni fra le misure del suo spazio e gli avvenimenti del suo passato (M. Grava, C. Berti, N. Gabellieri, A. Gallia, Historical GIS. Strumenti digitali per la geografia storica in Italia, 2020, p. 3).

L’indagine ha riguardato l’antico territorio di Cisterna che nel 1820 era molto più ampio rispetto all’attuale comune di Cisterna di Latina. Nelle statistiche proposte dallo storico Tito Berti (1884) il comune di Cisterna con i suoi 30.774 ettari era il più esteso della Pianura Pontina; una vasta pianura costituita da una complessa rete idrica di fossi e canali, aree coltivate, pascoli e una folta macchia.

Durante il XVI secolo Cisterna divenne oggetto di importanti iniziative da parte dei Caetani che la resero una moderna azienda agricola capace di generare notevoli introiti per le casse del casato. Dal documento relativo alle Memorie di tutte le entrate del Stato dell’Ill.mo Sig. di Sirmoneta del 1525 emerge che Cisterna, con 2000 ducati, rappresentava la voce più consistente delle finanze caetanee (AC, Fondo generale, 1525, n. 122714). Gli interventi sul territorio non furono solamente relativi al miglioramento degli aspetti economici, ma riguardarono anche l’assetto urbano, con la costruzione del palazzo in sostituzione dell’antico castello, l’edificazione di chiese e conventi, la ristrutturazione dell’ospedale e il rimodernamento dell’abitato (Caetani, Domus Caietana. Storia documentata della famiglia Caetani, 1927). Questo impegno rivolto nel restauro del vecchio borgo è testimoniato dal fatto che a metà del XVI secolo Cisterna divenne la residenza e il centro amministrativo, mentre Sermoneta mantenne il titolo di capitale e piazza d’armi dello Stato Caetani. Il forte peso economico del centro urbano, prima di allora esclusivamente luogo di produzione agricola e silvo-pastorale, nasceva dalla sua strategica localizzazione sull’Appia e dalla comodità di trovarsi in pianura e in posizione di controllo rispetto alle altre vie di comunicazione.

L’immagine proposta (Fig. 1) rappresenta la cartografia dell’uso del suolo del territorio di Cisterna. In-

torno al borgo di Cisterna, con un’estensione di appena 5 ettari, si concentravano le aree coltivate, in particolare vigneti e oliveti con una netta prevalenza dei primi. Si nota anche una consistente presenza di piccole particelle di ambiente umido che rappresentano canneti, favoriti dall’esistenza di numerosi fossi e canali che attraversavano il territorio. La vicinanza dei canneti alle superfi ci coltivate non era un fatto anomalo poiché le canne, oltre che per la costruzione di capanne e altri manufatti, venivano utilizzate soprattutto per sorreggere le viti. Le aree coltivate più periferiche erano costituite principalmente da grandi appezzamenti di seminativi e da aree agroforestali, ovvero un’associazione tra pascolo e colture miste. Nel complesso, le superfi ci agricole occupavano circa 2400 ettari, solamente l’8% del territorio.

La copertura principale era costituita dai territori boscati e semi-naturali (85%). Di questa categoria fanno parte principalmente le zone boscate, suddivise in boschi di latifoglie

Fig. 1 – Uso e copertura del suolo nel territorio di Cisterna nel 1820 desunto dalle informazioni del Catasto Gregoriano. Elaborazione dell’Autore in una scena di ArcGIS Pro con basemap Imagery.

Fig. 2 – Territorio di proprietà dei Caetani a Cisterna nel 1820 e aree affi ttate alle comunità attraverso la tematizzazione delle informazioni del Catasto Gregoriano. Elaborazione dell’Autore in ArcMap con basemap Imagery.

(27%) e pascolo boscato (38%). Le prime erano prevalenti nell’area centro-settentrionale e in un’estesa parte sud-orientale conosciuta come San Donato. Il pascolo boscato si deve immaginare come una copertura boschiva vera e propria ma predisposta per il pascolo degli animali che nel sottobosco trovavano un luogo ricco di acqua e cibo. Questa tipologia, alla quale si associa la descrizione ‘d’alto fusto’, ‘boscato forte’ o ‘coperta dalle acque la maggior parte dell’anno’, copriva un’area continua e omogenea e costituiva la macchia che dal centro del territorio arrivava fino ai laghi costieri. Nei brogliardi le informazioni più dettagliate riguardano soprattutto i sistemi boschivi ai quali in alcuni casi è indicata la specie, ad esempio ‘quercia fruttifera’ o ‘sughereta’.

La pratica del taglio è testimoniata dai boschi cedui, ma anche dall’aggettivo ‘forte’ che viene spesso associato ad alcune zone boschive. I boschi ‘forti’ erano quelli dai quali si ricavava la legna da immettere nel commercio in Italia e all’estero. Di questa remunerativa attività i Caetani erano protagonisti: in un documento del Fondo generale datato 1607 si legge: «Nel Regno non si dispone di legno buono e sufficiente; quindi si fanno trattative con l’amministrazione di casa Caetani per i tagli necessari a Fogliano per la costruzione di un numero grosso di galee e si prevede altre galee per il servizio delle Indie a nome della corona di Spagna» (AC, Fondo generale, n. 11207). Anche lo storico di Sermoneta Pietro Pantanelli (Notizie istoriche appartenenti alla terra di Sermoneta…, Roma 1911) sottolinea che nel 1714 la famiglia prevedeva di fare consistenti tagli nelle selve di Sermoneta e Cisterna e di vendere il legname ricavato ai genovesi. Inoltre, la Macchia di Cisterna era celebre anche per lo svolgimento delle grandi battute di caccia dell’aristocrazia non solo romana, ma anche europea, soprattutto del ramo inglese degli Stuart. Quest’ultimi erano ospiti abitudinari della famiglia Caetani tant’è che per loro venne costruito il casino di Fogliano (L. M. Pennacchi, Geografia ritrovata: paesaggi pontini del XVIII secolo dal palazzo Caetani di Cisterna. Per un regesto delle proprietà Caetani nel XVIII secolo, 2018, pp. 158-176).

Le aree a pascolo (16%) ricoprivano soprattutto la parte orientale del territorio e quella nord-orientale vicino Ninfa, ormai distrutta. Comprendevano tutta l’area identificata con Piscinaria, dalle fonti storiche più volte ricordata come lo spazio per eccellenza dedicato al pascolo, spesso ‘acquitrinoso’ e limitrofo a una grande area umida di ‘canne e di giunchi’.

Infine, il lago di Fogliano insieme al lago dei Monaci e di Caprolace, costituiva un sistema di corpi idrici continuo: infatti, nella cartografia catastale ottocentesca, i tre bacini vengono presentati come un unico ambiente. Ciò è dovuto senza dubbio a una loro maggior estensione – ridotta dalle opere di bonifica del Novecento – ma anche

ad una commistione tra terra, acqua e fango nelle aree prossime alle sponde che rendeva difficile distinguere le aree asciutte da quelle sommerse dalle acque. Senza dimenticare, inoltre, il sistema di canali che rendeva i tre laghi comunicanti tra loro.

Un’altra indicazione dei brogliardi che apre ad analisi ampie e meritevoli di essere approfondite riguarda le proprietà delle particelle catastali. Focalizzando l’attenzione sui possedimenti della famiglia Caetani, emerge che le loro terre si estendevano per circa 27643 ettari, ovvero l’89% del feudo di Cisterna. Da questo dato si comprendono ancor di più i grandi interessi verso questo territorio, le cui risorse (boschi, acque, superfici coltivate e a pascolo) erano pienamente godute dalla famiglia baronale ma non ad uso esclusivo della stessa. Infatti, le rendite derivavano in parte dallo sfruttamento diretto del territorio, dall’altra dall’affitto di alcuni spazi alla comunità di Cisterna e altre confinanti. Queste informazioni sono ancora una volta riportate nei brogliardi nei quali vengono indicati gli affittuari, il prezzo dell’affitto e le modalità di utilizzo dell’area. Le superfici affittate dai Caetani riguardano soprattutto le estese particelle catastali del pascolo boscato, una grande area a scopeto e alcune più piccole a pascolo presso Piscinaria. Leggendo i registri catastali, l’affitto consisteva nel concedere a bassianesi, sermonetani e cisternesi la possibilità di pascolare con vacche, maiali e cavalli mediante pagamento. Il forte potere feudale veniva esercitato anche nel tessuto insediativo poiché tutte le case poste nel borgo di Cisterna dovevano pagare un canone annuo di polli ai Caetani (Fig. 2).

In questo studio l’HGIS è stato utilizzato per organizzare, georiferire, vettorializzare e interrogare i dati estrapolati dal Catasto Gregoriano, fonte di una grande ricchezza informativa che si presta ad essere analizzata, scomposta e rappresentata attraverso tali strumenti. Si è evidenziato come da un catasto geometrico particellare si possano desumere informazioni sull’uso del suolo e la copertura vegetale, sulla proprietà, ma anche sulla rete stradale e idrografica, sui manufatti e sulle sistemazioni agrarie e sul valore catastale di ogni singola particella. Permette quindi un ampio ventaglio di analisi su diverse tematiche ed è in grado di ricostruire pratiche umane ed elementi ambientali spesso dimenticati e non più presenti nel territorio. In tal senso, le moderne tecnologie di indagine geografica contribuiscono ad ampliare le possibilità di lettura delle fonti geostoriche e a conferire dinamicità ed attualità agli studi sui territori del passato.

diEgo gaLLinELLi

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