Gelasio Caetani, Varia

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FONDAZIONE CAMILLO CAETANI

CENTRO DI STUDI INTERNAZIONALI GIUSEPPE ERMINI FERENTINO

ROMA

Digitalizzazione delle opere di Gelasio Caetani

*

GELASIO CAETANI

Varia Raccolta delle carte più antiche dell’Archivio Caetani e regesto delle pergamene del fondo pisano con introduzione di Cesare Ramadori

Città del Vaticano 1936


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DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

GELASIO CAETANI

VAR RAccoLTA DELLE cARTE ptù ANTIcHE DELL'ARcHvIO cAETANI REGESTO DELLE PERGAMENE DEL FONDO PISANO @N II{TRODUUONE DI CESARE RAMADORI

-

CITTA DEL VATICANO BIBLTOTECA AFOSTq.JCA VATTCAÎ{A

MCnD(XXVI

'


ABBREVIAZIONI E SEGNATURE

princ. MBP. AP. s., sig. sT. NT.

n. nato m. sPosa T. testa t - morto c. circa a.r. anteriore al post. posteriore al

principio del monoglamma

Bulla Plumbea Anulus Piscatoris Sigillo

Signum Tabellionatus Notitia Testium

:

Caíetanorum Genealogía, Perugia, 1921. Domus. - Domus Caíetano, vol. I (p. 'l' e 2) e vol. II, Sancasciano Val di Pesa, 1927-1933. Ep. - Eptstolarium Honorati Caíetaní,Sancasciano Val di Pesa, 1926.

Caiet. Gen.

Regesta Chailarum, vol. l, Perugia 1925; vol. II-VI, Sancasciano Val di Pesa, 1927-1932. Giustiníani: Dizionarìo geotgrafico-ragíonato del Regno dí Napolt.

Rug.

,

Pergamene dell'ArCaet., C - | 180 . II .7 Prg. 1403. Perga; chivio C-aetani; C- | 194. XII.8, F. P. pI, XVIII. Per le seggaturecf. Reg., mene del Fondo Pisano.

Arc.

-

3263.

Arc. Caet., 1195.1V.27, C-88.

Documeati cartacei dell'Archivio Caetani, numerati secondo il nuovo ordinamento cronologico.

Arc.

Miscellanee dell'Archivio Caetani, nuCaet.. Misc. C-8. merate secondo il nuovo ordinamento cronologico.

Atc. Col. Arc. Vat. Bibl. Vat.

-

Archivio Colonna. Archivio Vaticano. Biblioteca Vaticana.


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.

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INTRODUZIONE

ELAsto CaeraNI nel programma della sua vasta impresa, come appendice ai Regesta e all'Epísfolaúum e come complemento alla Domus, aveva compreso la serie dei Vdria, la raccolta cioè dei documenti cartacei più importanti sparsi nei fondi dell'Archivio familiare 2). Mano mano che li esaminava per condune a termine Ia narrazione delle vicende storiche della sua Casa dalle origini all'Ottocento, con rigorosa selezione archivistica I'Autore destiIniziale di bolla di Gregorio IX l). nava alla nuova serie dei Vafia quelle carte che meglio rispondevano allo scopo della impresa sua, condotta innanzi con tanto amore e con tanto profitto per i cultori di storia regionale, specialmente per guanto concerne il Lazio, la Campagna e Marittima ed il regno napoletano. Ed aveva così preordinato e fatto trascrivere una mole di documenti sufficiente per due volumi di Varía, mentre prepara\-a la pubblicazione dell'.Inúentarium Honorati Gaíetani, dqli statuti del ducato di Sermoneta e delle pergamene del Fondo

"

Pisano u.

Se non che, quasi presago che venisse a mancargli il tempo di compire l'opera così come l'rveva avviata, rinunziò al progetto di pubblicare in un volume separato Ie pergamene del u Fondo Pisano ,, 3) - interessante e curiosa collezione per numerose falsifrcazioni - e decise d'inserirne le autentiche fra le carte dei Varia. E a ciò fu mosso dal desiderio di non ritardare ulteriormente a mettere alla portata degli studiosi il materiale storico rimasto ancora inesplorato delle

l)

Arc,

Caet.,

C- 1238. VI

.

13, Prg. 1975.

2) R.s.,l, p.

XVll.

3) /oí, p. XV.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

del .. Fondo Pisano ,r, riservandosi di analizzarle, per sceverare il genuino dal falso, nella introduzione di questo volume. Così, con gli stessi criteri tecnici seguiti nei Regesfa pergamene

nel 1933 alla stampa del primo volume dei Varia, purtroppo, interrotto per la precoce sua morte. Esso vede ora la luce a cura della Biblioteca Apostolica Vaticana dopo che presso questa è stato depositato I'Archivio Caetani: deposito voluto da Gelasio Caetani e tradotto in atto nel gennaio 1935 ' con il gradimento sovrano di Pio XI e I'alto assenso del Capo del Governo - dal fratello Roffredo, condomino dell'archivio, padre e tutore dell'erede Camillo. Questo volume contiene carte e pergamene dal ll80 al 1522: tutto il materiale archi' vistico che copre il periodo medievale illustrato nei u Documenti dell'Archivio Caetani ', sinora editi. Delle pergamene, di cui diamo qui il testo o il regesto, I 18 appartengono al .. Fondo Pisano >, acquistato dal duca Onorato Caetani, cui spetta il merito di aver fornito gli ingenti mezzi finanziarii occorsi per il riordinamento dell'archivio familiare, iniziato nel 1894 da Leone Caetani e ripreso con nuovi criteri, dopo la morte del genitore, da Gelasio Caetani. e

nell'Eprsf olartum, pose mano

II

FONDO PIS^A,NO

II

I.

Acquisto e consistenza. principio del 1897 il perito ingegnere Leopoldo Glotti da Pisa informava il Duca di Sermoneta che, .. occupandosi di cose antiche )>, aveva osservato in una casa << una grandissima quantità di carte interessanti la illustre Casata ,,, e cioè .. oltre 200 cartapecore che cominciano dal 977 e finiscono col 1600. Autografi, stemmi, alberi genealogici che comineiano col 800 e finiscono col 1600, rescritti, contratti etc. >>. Richiesto di un brevissimo indice di tali documenti, il Glotti, << poco paleografo, o meno che poco >, precisava che il fondo era

Al

costituito da: .. Cartapecorc n. 205. Alberi genealogici 6. Libro in cartapecora àel 1443 riguardante fattl memorie, atti etc. della illustre famiglia Gaetani, di pagine 40. Cronologia delI'antichissima famiglia Gaetani del sig. Filippo Cherubini, stampata a Firenze nel 1722. Libro di contratti del 1579, voluminosissimo. Libro di ricordi che principia dal 1496 e termina al 1562, scompleto. Libro del 1300 riguardante ricordi, decreti, atti etc. della famiglia Gae' tani. 216 pezzi rr. Durante le trattative epistolari, il Glotti propose altresì I'acquisto .. di un libro manoscritto dell'illustre letterato Mattia Palmieri..., unico al mondo e sconosciuto..., intitolato Belli ltalící... di oltre 450 pagine... u. Pur avendo Leone Caetani limitato la scelta a 80 pergamene, il Cilotti, non richiesto, alla fine del 1897 si affrettò a far pervenire all'amministrazione del Duca di Sermoneta una cassa contenente Ie << cartapecore ed altri documenti ". Le trattative si conclusero così il 28 gennaio 1898 e le " 205 cartapecore ,' - fra cui alcuni documenti cartacei - entrarono a far parte del patrimonio archivistico di Casa Caetani, con la designazione di Fondo Pisano ,, e contraddistinte dai numeri 3143,3151-3187, 3189-3203,

"

3205-3304, 3306-3346, 3398-3399, 3456. Da un esame paleografico generale, iniziato nel 1906, risultò che I 30 di dette pergamene erano genuine, falsificate Ie altre; e che talune delle prime erano state intenzionalmente muti-


V,A,R I A

o

adulterate con abrasioni e sostituzioni di nomi. I documenti originali od autentici che vanno dal I 194 al 1573 interessano la storia della città e del territorio di Pisa; ben pochi si riferiscono alla famiglia dei Gaetani di Pisa, già signori e poi enfiteuti di Terra di Nome o del Terriccio. Tutte le scritture contraffatte, che dal 977 giungono al I 51 5, concernono esclusivamente i Gaetani di Pisa.

Iate

II.

Falsificazioni. Perchè furono alterati i documenti genuini ? Come furono messe insieme tante carte false ? Dalle piùr recenti fra queste risulta che tra il 1487 e il I 5 I 5 .< messer Gharghano deli Ghaitani di sancto Donato..., superstite legittimo della nobilissima Casa dei Gaetani di Pisa )), teneva non solo a rivendicare diritti aviti sul Terriccio ma a documentare altresì la propria discendenza da quell'Odone venuto nel 904 da Gaeta a Pisa, " Io quale ... fue soldato et habitavasi in Caieta nelo rione di Poltro et Gadubbio in dove è la su chasa et la torre sua et hebbe uno figlolo che se disse Mersuccho ... signore de Ia metà dela Liguria et era molto charo et ben veduto

dal gran singniore di Babilonia ... ,,. r) Onori, titoli e diritti, per tradizione e storia attribuiti e spettanti ai Gaetani di Pisa, che dettero però occasione al sedicente Galgano di stimare utile il commettere falsità, vergando senz'altro molte carte nuove e interpolando le antiche scritture genuine che possedeva. Con tali contrafiazioni, non a danno altrui e solo per crescere il lustro della sua prosapia, s'illudeva forse qualche modo a bolle, diplomi, prowisioni e stromenti notarili dispersi o distrutti ? D'altronde, anche dai pochi documenti autentici che ebbe sotto mano, Calgano derivava la conferma che pretesi antenati suoi avevano goduto privilegi e posseduto beni nella Marittima Pisana e in Pisa. Così da una pergamena (riprodotta in fac-simile in questo volume) gli risulmarzo 1282 Giovanni di Guelfo Bocchectí de domo Gaitanorum, dei conti di tava che Marittima e di Terra di Nome, era signore di un buon villaggio con case, ville, terre e chiesa

di supplire in

i

il 2

in

de Vada et ubi dicitur prope Castrum Sancti Felicís de Vada, per un'estensione di circa cingue miglia nella Marittima Pisana. Per liberare dalle incursioni di nemici tale proprietà curte

su cui, dopo Ia guerra coi genovesi, venivano commesse giomo e notte rapine di persone e di bestie, I'antenato del sedicente Galgano pagava al banco del podestà la tassa di cento fiorini d'oro i-po-

di Pisa. In altre pergamene genuine, dal sec. XIII al sec. XV, trovava ricordati i Caetani come proprietari di case, di una torre e della Loggia Vecchia posta nella cappella di S. Donato, di fondi in Terra di Nome, Colmezzano e San Regolo. Nel registro del processo intentato da Benedetto Gaetani contro il convento di S. Donnino, dibattutosi dinanzi a commissari di Alessandro VI fra il marzo e I'aprile del 1493, e precisamente nei documenti allegati alla causa, Galgano trovò il piùr valido aiuto per rafforzare gli antichi diritti dei Gaetani sul pascolo del Terriccio: diritti che, sia pure sotto forma di enfiteusi, venivano ad essi riconosciuti nel 1509 dal commendatario dell'abbazia di S. Donnino. Su la base pertanto di documenti autentici, sorretto dalla tradizione e dalla storia gloriosa dei Gaetani di Pisa, Galgano passa senz'altro all'opera falsatí tatímoníí. stagli dagli Anziani

l)

Arc. Caet., C-904-1260,Prg. ?246.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI Su una stessa pergarnena << dal colore fosco ,' {Prg. 3332), dopo il protocollo in latino, fa narrare in volgare come Raniero di Vanni de domo nobíIium de Gaetanís de Pisis, ambasciatore a Roma, presentò a Carlo IV nel I 350 (!) e ne ebbe confermato il privilegio d'immunità della contea di Terra di Nome nella Marittima Pisana, in Vada, in loco ... Panana et Macectí e di altre contrade, col giuspatronato della chiesa di S. Donato, con le prerogative di " chonti del sacro Palatio )>, con la facoltàd'inquartarenello stemma .. le imperiali insegne cumgaleaetfascÌbus,,. Fa narrare altresì come Raniero ottenne per sè e i posteri il riconoscimento della contea .. de la Villa de Sancta Pace in lo rengnio et insula de la Sardinia ... per Ia insinuatione del serenissimo Alfontio de Aragonia et de tucta Ia Sicilia u dal I 344 (l) in poi, con diritto di sedere nei magistrati e partecipare all'elezione dei vescovi " in tutto lo rengnio de la Sicilia et in Catania, Sirachusa et Trapani et in Messina ,r. In questa scrittura si afferrna che, mentre della concessione di Carlo IV si conserva la carta col sigillo pendente nella Camera Segreta del Palazzo di Pavia, tutti gli altri privilegi originali furono riposti nel Tesoro Segreto e nella Camera del regio Palazzo di Palermo dallo stesso Raniero ne perderentur síoe furentur. Vi si dichiara inoltre che tali privilegi, dei quali più non gode Galgano Gaetani perchè toltigli dai fiorentini, furono visti e letti dal supposto rogatario dell'atto, tal Filippo del fu ser Lupo de castro Bibbone, notaio per dignità papale, nel viaggio fatto in Sicilia con lo stesso Galgano durante i mesi di giugno, luglio e agosto dell'anno deil'lncarnazione I 487, indizione XI (!). L'autenticazione finale in latino, fatra in Palermo d'ordine di Galgano dal notaio Filippo, è preceduta dalle dichiarazioni parimenti in latino di due altri supposti colleghi: del notaio pavese Giuliano di Travetto che, con licenza del senato di Pavia, lesse e ascoltò la lettera di Carlo lV; del regio notaio in Palermo e nel giudicato di Gallura, ser Agosfino di ser Lucio, che lesse e ascoltò detta lettera, con licenza del regio luogotenente e del senato, presenti i testi Ludovico di Mauro da Palermo, custode delle scritture riposte nel Tesoro e nella Camera Segreta di Palermo, e Marco del fu Piero da Siracusa, cancelliere della Casa Reale di Palermo Ma Galgano fa redigere altresì da tale Antonio del fu Giacomo de Quoquíoís, cittadino e notaio pisano, I'esemplare di un privilegio sovrano (Prg. 321l) che, munito di sigillo in óera rossa, appeso con cordoncino serico bianco, si conservava nel Palazzo degli Anziani di Pisa. In questo atto Carlo VIII, il 9 novembre 1494 in Pisa, solennemente afierma che: Galgano discende da Marsucco, signore della Liguria e delle Riviere di' Genova; i beni e i titoli toltigli {ai frorentini gli vengono restituiti come conte dell'Agro Marittimo, di Terra di Nome, Parrana e Vada; in seguito alla libertà recuperata da Pisa, Galgano ed i suoi sono << conti e familiari in Francia e Sicilia, cavalieri di S. Maria de Super Faro Messane, come il loro antenato Ranieri al tempo di Filippo re di Francia e sotto il pontifrcato di Giovanni XXll ',. Per aggiungere credito alla sincerità di siffatta concessione regia, Galgano estrae dagli atti dello stesso notaio Antonio de Quoquitrís un transunto del privilegio e, ad arte, fa qua e là abrasioni ed apporta varianti nel testo della nuova pergamena (Prg, 3291). In forza di esso a Galgano ed ai posteri, conti e cavalieri di S. Maria de Messcnd, sono confermati da Carlo VIII i privilegi degli imperatori sui poderi di Marittima, sulle contrade Vada, Parrana, Terra di Nome, tolte dai fiorentini dopo la perdita della libe*à pisana. In altra pergamena (Pry.3200), ad istanza di Galgano trasferitosi in Sicilia e dimorante in Palermo, sotto la data 7 mano 1497, il supposto notaio Angelo de SíracusÍa dichiara che ha esaminato le scritture esistenti nel Tesoro'Segreto o nella Camera dell'Archivio di Palermo e, con licenza del regio senato, così elenca i privilegi dei Gaetani di Pisa: i discendenti di Giacomo di S. Donato in Ponte sono conti palatini, della Villa Marittima, di Vada e del Ter-


VARIA riccio o Terra di Nome, come benemeriti della repubblica pisana, difensori della cristianità e fedeli al sacro romano impero; sono conti in tutta la Sicilia per concessione dei re di Aragona quali discendenti di Gelasio II e Bonifacio VIII; godono del titolo nel regno di Napoli, in Roma, Bologna, Ferrara, Milano, Mantova, Galluria, Corsica, Sardegna, Costantinopoli, Tunisi, Palestina, Cairo, Damietta, Alessandria; in Trapani, Catania, Girgenti, Siracusa e Palermo possono intervenire nei magistrati e votare per i vescovi; è loro concesso inoltre di fare dottori e notari, legittimare bastardi, creare cavalieri e capitani, come i conti palatini di Casa Reale, e innalzare arme e insegne con fasci, corone da conte e aquila imperiale ornata secondo il privilegio di Carlo IV. Nello stesso anno, il l' ottobre, un rogatario che non si professa nè notaio nè cancelIiere, tale Stefano del fu Lupo de Pecciuli, dichiara che Galgano ha pagato al banco degli uffiziali di Pisa sette fiorini larghi d'oro per riscattare i beni propri, e che nel banco stesso gli Anziani di Pisa hanno riconosciuto al Gaetani il titolo di conte su Terra di Nome, Marittima, Parrana, Maccepfo e sulla terza parte di Vada Marittima, come dai libri della cancelleria del popolo pisano (Prg. 316l). Interessante e tipica è la dichiarazione che Galgano si fa rilasciare dagli Anziani di Pisa in data 8 agosto 1497. A " Ghalghano,, dei Gaetani, della cappella di S. Donato in Ponte, uomo molto utile alla città e atto alla difesa della libertà, gli Anziani del popolo e del comune di Pisa confermano i privilegi ottenuti dagli imperatori e dagli Anziani del I I 15, facendoli registrare nei libri della cancelleria; gli riconoscono cioè il titolo di conte del Terriccio o sia Terra di Nome nella Marittima Pisana con i beni posseduti anche in Vada e Parrana, occupate dai fiorentini. Il documento (Prg. 3239), estratto dai libri della cancelleria di Pisa, dimostra che Galgano è uno dei discendenti di Mersucco della Casa dei Gaetani, principe della Liguria. II testo è parte in volgare e parte in latino, e il presunto notaio Paolo del fu Giacomo de Arritío, che lo ha redatto, si professa notaio per dignità papale e notaio degli Anziani. In altra pergamena (Prg. 3201) Galgano racconta in volgare che, dopo la guerra del I 408 fra Pisa e Firenze, Piero di Betto Gaetani fu espulso da Pisa e si ricbverò a Firenze, a cui donò la parte dei beni paterni, e cioè i castelli e le terre di Fabbrica, Monti Lopio, Castelfalfi e Orciatico e quanto aveva in Peccioli, mentre ai fratelli Filippo e Francesco rimasero il Terriccio, Parrana, S. Giovanni e S. Donato. Dichiara di esser conte del Terriccio e di Vada, quantunque Firenze non riconobbe buoni i titoli concessi da imperatori romani: titoli goduti in Roma, Gaeta, Napoli, Pavia, Bologna, Milano, Messina, Mantova, Ferrara, Ravenna, Costantinopoli e Tunisi, nella Calabria e nella provincia romana. Vanta di discendere da Gelasio II e da Bonifacio VII[; asserisce di godere il titolo di conte in Corsica e Sardegna, nella provincia di Sicilia, a Siracusa, Palermo e Trapani, con facoltà di occupare le magistrature, di votare per la nomina dei vescovi, come da privilegio dei re d'Aragona, di creare notari, di legittimare bastardi, di fare dottori e d'innalzars .. le nostre armi con corona e fasci ". Afferma che le carte dei Gaetani << sono riposte nella chamera segreta del Magistrato regio di Palermo ... socto questo sengnio , (aquila sormontata da corona). Ed aggiunge: " Questi ricordi li ho facto io messer Ghalgano in questo anno 1499, indisione prima a die 25 aprile al chorso di Pisa, sendo tornato da Sicilia a Pisa et hoe veduto tucto quanto sopra ho dicto et hoe in questa 'memoria di chi verrae dopo di me perchè sia di tucto informato ,'. charta scripto tucto per Ma il manipolatore pensa anche alla varietà della materia scrittoria, e su due pezzi di carta bambagina, artifrciosamente patinati e macchiati, redige documenti (Prg. 3180). In uno di questi, ricordati le origini e i titoli dei Gaetani di Pisa, " da cui discesero i re d'Aragona, i marchesi t,' '


DOCUMENTT DELL'ARCHIVIO CAETANI e duchi di Mantova ,, fa dichiarare da un ipotetico notaio Pietro del fu Marco de Ripoma' rancio che il 3 ottobre 1498 egli depositò nell'archivio di Volterra I'estratto dei privilegi, dai quali risulta che Giacomo fu confermato conte di Terra di Nome da Carlo IV e che sin dall'anno 1272 (l) i Gaetani furono dichiarati marchesi dal re Alfonso d'Aragona. All'inesperto falsificatore era sfuggito che nel 1498 ai signori di Mantova spettava sì il titolo di mar*" non quello di duchi, concesso loro nel 15301Nell'altro ricorda che il 7 agosto 1498 "h"ri dagli Anziani del popolo e del comune di Pisa gli furono confermate le prerogative e le immugià nel I I 15, al ritorno dalle Baleari, a Raniero e Vanni de Gaetanís de Pisis, nità "on""rse ai quali fu assegnato dai pisani tutto il territorio di Terra di Nome e Parrana ín Maríctimis Písarum et in Vada Maccepti CoIIe et oersrrs Bisignanum per quantum gírat Maríctíma cítra amnem Cecine cum tÍtulo comítatus, come risulta dai libri della cancellaria degli Anziani. E a corroborare tali prerogative e immunità stende un terzo documento, servendosi di

due ritagli di carta corrosi e offuscati, I'uno incollato sull'altro (C - 2451 'lV). In esso narra t) in volgare come (< messer Gharghano deli Ghaitani di sancto Donato rr, l'8 agosto 1498, Iiberò la sua tenuta del Terriccio e fu confermato conte del Terriccio e di Vada con privilegio della signoria pisana; ed aggiunge in latino che gli Anziani lo esentarono da ogni grao*"'"o,o" conte di Terra di Nome e di Parrana e che depose i suoi privilegi nell'archivio segreto di Volterra sotto il numero CXXll. Nel 1500, per atto in volgare di un ipotetico Signoretto del fu Lamberto, notaio di Piombino (Prg.3165;, G"lgano, patrono della chiesa di S. Donato del Terriccio, quale erede dei Gaetani di S. Donato in Ponte di Pisa e conte di Terra di Nome, come da carte e privilegi degli imperatori Ottons Carlo I e Carlo IV e della Signoria pisana, riceve la cura e le entrate dei beni di detta chiesa, consistenti in I l0 staia di un campo posto nella corte di Terra Nome, in località Cerretello. In altro documento (Prg. 3281), datato con I'anno 1513, fa una rassegna di principi, magnati e ottimati della gente gaetana di Pisa: Marsucco seniore, principe di Liguria e di G"nouu nel 950; Marsucco iuniore, signore della terza parte della Liguria ; Raniero, nel consiglio della pace tra pisani e genovesi nel I 187 ; Gelasio II ; Villano, arcivescovo pisano nel I 145 ; Bonifa.io VIII, membro della famiglia gaetana di Pisa. Ricorda che i Gaetani furono conti di Vada, Pefia Casia, Orciatico, Monte Lopg, Fabbrica, Castelfalfi e Terra di Nome nella Marittima Pisana nel 1350; dai re d'Aragona ottennero di poter omare I'insegne proprie con i fasci, i colori e gli ornati di Casa d'Aragona; sono cittadini di Palermo, Napoli, Trapani, Siracusa, Grgenti, M"rrin", Catania etc., come risulta dai registri di Palermo. Dichiara che nel 1408 pi"tro di Benedetto Gaetani, nella guerra con i fiorentini, tradì Pisa e cedette a questi i castelli, le rocche e le terre di Lopio, Fabbrica, Farfio e Orciatico, rimanendo ai Gaetani di Pisa sol-tanto la corte di Terra di Nome e di Vada, le case entro la città, il giuspatronato in alcune chiese del suburbio detto .. al Gaetano ', ; nel 1495 Carlo VIII rinnovò tutti i privilegi a Galgano Gaetani, dichiarato conte di Terra di Nome e di Vada, terre perdute nella espugnazione di Piru da parte dei fiorentini, specificando che Terra di Nome era compresa fra Cecina e Pisa, e Vada fra il mare e il castello di S. Felice. E conchiude che tale rassegna Benedetto frglio di Filippo Gaetani della cappella di S. Donato in Ponte scrisse a memoria dei posteri. Ad essa segue la postilla: .. Sancto Donato di Maritima è tornato a nnoi "'

di

l) Cf.

lregio iniziale

di

questo volume,

p. l.


VARIA Non ostante Ia dichiarazione attribuita a Benedetto, che rivendicò effettivamente I'enfiteusi del Terriccio nel I 509, Ia scrittura è sempre una manipolazione di Galgano ! La sua attività falsifrcatrice si arresta nel I 51 5 allorchè da tale Nicola del fu Giovanni Thomei de Marinolis de Claoario Riparíe lanue, regio notaio di Palermo (Ptg. 3170), Galgano fa dichiarare chen conforme ai libri e alle carte della regia aula palermitana, Filippo del fu Benedetto dei Gaetani di Pisa, della cappella di S. Donato in Ponte, console pisano a Sassari, ottenne anche per i discendenti dal re Alfonso d'Aragona il titolo di conte di Calatrava e Barcellona, con speciali prerogative e giurisdizioni in Sicilia.

*** Pur di raggiungere lo scopo prefissosi, il sedicente Galgano non cessa dalle sue elucubrazioni e ricorre persino ad espedienti non consoni alla nobiltà di sangue della gente sua ! Ha sotto mano un editto genuino (Ptg. 3335) con il quale il conte palatino Michelangelo ... Gerardí Rainefii ... in Pisa, il 9 maggio 1498, legittima i fratelli Carlo e Lucrezia, nati da donna Caterina e Benedetto di Silvestro Maríaní de Cascinc, conforme all'autorità di cui è investito con privilegio imperiale. Galgano taglia la parte superiore della pergamena, asportandone il protocollo ed il testo del privilegio imperiale concesso al conte palatino Michelangelo. Ma per simulare che li comincia il documento, altera la prima parola del primo rigo, che dalI'originario quare viene cambiata in quum,' altera I'iniziale maiuscola di Michaelangelo ; dopo il nome proprio raschia il cognome e vi sostituisce de nobilibus de Gaetanis,' dopo il patronimico Gerardi Raínerii raschia altre parole sostituendovi comítis Terre Nomínís,' ma dimentica che nel testo Michaelangelus è sempre ricordato con la qualifrca di comes palatinus. Il privilegio di legittimazione - celebrata alla presenza di Antonio Períní de Cascina, canonico pisano, del sig. Antonio Coradi de Pontremulo, e del prete Prospero lacobí aromatafií, nella casa del rogatario Antonio di Giovanni di Gacomo de Quoquís, cittadino pisano e notaio, posta nella cappella di S. Pietro ad Istíam era munito del sigillo cereo del conte palatino Michelangelo. Ma I'interpolatore taglia il lembo inferiore della pergamena e non solo asporta il sigillo che vi era stato appeso con cordoncino serico, ma priva anche il documento del signum tabellionatus del rogatario. Vero è che questo notaio sarà adibito ad autenticare il suo primo atto falso da Galgano, il quale ne altera I'identità personale trasformandolo ora nel notaio Antonio di o del fu Giacomo de QuoquÍois ora nel notaio Antonio di ser Nicola de Quoquiois. E certamente si deve dar carico al nostro falsario delle abrasioni e interpolazioni riscontrate nelle pergamene pubblicate in questo volume, e forse di un altro scempio fatto della pergamena (Prg. 323A); dalla guale amputò il protocollo e la massima parte del dispositivo. Si tratta di una vendita per la quale si dà mallevadore il cittadino pisano Paolo Antonio del fu Cristoforo de Buoncontíbus, stipulata in Pisa ín lodia domus solite habitatíonis dicti operarii et opere predicte písane maiorís ecclesíe, in cappella eiusdem Sancte Maríe Maioris, presenti come testi Matteo di Giacomo Pieri de Cutígnít:ola alias Volpone e Turino di Gerardo Fanucci de CaIcí, molinaro, a rogito del notaio pisano Domenico del fu Zaccaria del fu Nanni di Nanni del Mancino, in data primo gennaio 1531. Donde si desume che messer Galgano manipolò documenti anche molto posteriormente alle dichiarazioni consacrate nelle scritture che dice fabbricate da se stesso ! Per Ie falsifrcazioni, perpetrate con mano propria o d'ordine suo, Galgano si serve di pergamene e di ritagli di cartapecora dal formato piir vario e dalle dimensioni Più strambe.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

xtv

Ne affumica il verso e ne spalma il u recto > con un liquido di colore giallo-oscuro. I documenti redatti nominalmente da notai diversi risultano vergati dei una stessa unica mano, la quale tenta imitare la scrittura notarile della rispettiva epoca; ma il caratteristico corsivo pisano, sempre regolare, chiaro e netto, viene così deformato da apparire una scrittura gotica cancelleresca, piùr che artificiosamente incerta, goffa per imperizia. L'inchiostro adoperato .e per le carte contraffatte e per le interpolazioni di documenti autentici è sempre della stessa qualità; sicchè Ia scrittura presenta in questi ed in quelle un omogeneo colore giallognolo. NIa oltre che da siffatti caratteri estrinseci, la falsità dei documenti redatti da Galgano balza evidente dai caratteri intrinseci. E piir che sufficiente la forma data al loro contenuto per testimoniarne la contraffazione, a patte Ia circostanza che dei roganti, coevi alla manipolazione di Galgano, non risultano. neppure i nomi nei repertori generali dei notai, compilati sinora presso gli archivi delle loro rispettive città. {€

*d.

ai tempi suoi I'attività del nostro falsario; sulla scorta di documenti genuini e sorretta sempre dalla tradizione e dalla storia dei Gaetani di Pisa, si spinge audace attraverso i secoli precedenti e anche ai piìr rernoti, perchè siffatte elucubrazioni per essere verisimili dovevano appoggiarsi ad antichi documenti. Ed ecco che Galgano, con rnezzi e metodo invariati, scrive memorie, stende contratti, prowisioni, privilegi e transunti .di bolle i quali dal XV risalgono fino al X secolo. Gli giovano per I'ardua impresa alcune pergamene genuine in cui pratica abrasioni ed interpolazioni. In ordine di tempo inserisce fra esse altre scritture da lui fabbricate. Quelle che debbono apparire originali, sono attribuite a notai immaginari, I) come è risultato da indagini e ricerche fatte pazientememente e ad abundanfÍam presso gli Archivi di Stato di Firenze, Pisa, Palermo e negli archivi notarili di Siracusa, dove furono rogati gli atti. Quelle che debbono essere ritenute copie autentiche sono attribuite al notaio pisano Antonio de Quoquítsis, che si dice figlio ora di Giacomo ora di Nicola, nella scrittura del quale si cela la .mano del falsificatore. In calce alle une e alle altre questi appone ricordi e notizie di antenati non sempr€ conMa non si

arresta

trollabili. 2) Così alla copia autentica - attribuita a tale Pietro del fu ser Benedetto di Pisa - di particola di testamento di Vanni Bocchetta, conte di Vada, Marittima e Terra di Nome (Prg. 31 79), il quale nel I 295 chiama a succedergli nella contea il nepote Pietro, figlio di Lapo, è aggiunto: .< Nota chome funo chonfirmati chonti de la Terra Nomine messer Jacobo et messer Ranieri figli legittimi et naturali de Piero Gaitani de Sancto Donato questo anno Messer Ghalghano prete non succede perché era prete et non potea sucemilletrecento L. dere, fue rectore de Sancto Iohanni fuordiporta ". Della stessa portata delle precedenti sono le notizie apposte al preteso sunto autentico della bolla di Bonifacio VIII (Prg. 3186), e ribadite in calce ad altro atto, relativo allo stesso oggetto (Prg. 3264), a rogito di tal Nicola di ser Ugo de Sancto Miníato longobardorum notaríus papalís: <... et io Ghaddo de messer Lorenzo conte del Tericio per defendere [e mia l) È d" eccettuare il notaio Francsco Cavalca cd. scr Guídonís Caoalce de Zíco al quale, come scrivano della curia arcivescovile di Pisa, viene afibbiato nel l35l un falso privilegio (Prg. 3198), con il quale i fratelli Raniero e Giacomo de nobíIibus

de

Gae|anís, conti del Palazzo Lateranense

e signori di

Marittima e Terra di Nome, creano notaio e giudice tal Silvio del fu Aaeelo de Bíbbona, con piena giurisdizione civile e criminale in tutta la loro co4tea. 2) Domus, l, l, p, 34.


VARIA

XV

ragioni chhoe in Ia chiesia de Sancto Donato et dicto transumpto era in chasa et hora soe perse le lectere per essere arse ... et li privilegii noi non I'aviamo et si son persi per Ia incuria da noi che non li traximo quando fue rovinato ... Sancto Nofri da li fiorentini ... channo dato il sacco et brusciate tucte le lectere. et chose de noi Pisani ... In del MCCCCXX fue ruinato Sancto Noferi et furo tracti et arsi i suo libri et scripture ... ,,. Galgano inventa prowisioni degli Anziani di Pisa fatte a pro dei pretesi maggiori suoi anche prima del 1294, ignorando che esse incominciano soltanto in detto anno. Ricordiamo per curiosità I'immunità concessa l'8 giugno 1267 a Vanni Bocchetta Gaetani, conte di Marittima, Terra di Nome e Parrana, come dichiara il notaio Vitale di Bonaiuto di Calci, cancelliere del comune (Prg. 3162), e confermatagli il primo dicembre successivo dal Consiglio dei senatori e della Credenza degli Anziani, dal Consiglio minore, dai Dodici e sapienti di guerra, mentre era podestà Bartolomeo de Soppo (Ptg. 3194): prowisione estratta dal breve del comune da ser Marco di ser Paolo de Caprona, notaio degli Anziani. Per le memorie poi ricorre a fonti manoscritte. Così per i privilegi concessi da Gelasio II al conte di Terra di Nome e alla chiesa di S. Donato fa redigere nel 1307 da tal Tommaso d. Símmundí de S. Regulo, a richiesta di Andrea di messer Rinieri Gaetani, copia autentica (Pre. 3192) che il rogatario dichiara estratta da un libro magno ... collapso oetustate, Per quanto concerne le origini della sua Casa, cita un libro de cartis bombíceís, scritto intorno al 1260 da Vanni Bocchetta de Gaetanis de Písis. E della storia genealogica familiare viene stesa nel 1499 copia autentica dal supposto notaio Antonio di ser Nicola de Quoquiors (Prg. 3246). Al suo preteso antenato Raniero di Vanni Gaetani attribuisce la dichiarazione in volgare del 3 settembre 1200, con Ia quale ricorda il restauro del castello della Corte di Terra di Nome, le bonifiche dei terreni annessi, i diritti su S. Donato e i beni ereditati da Mersucho che fue chonsolo de lanua: memoria conservata da Gaddo di Giacomo de domo Gaíetanoîum (Ptg. 3184). Altra simile sulla fondazione e sul giuspatronato di detta chiesa ne afibbia a Bochecto rtSIoIo dí messer Vanní de Ií Gataní in data 7 settembre I 21 0 (Prg. 3223). Da Raniero di Andrea Gaetani nel 1252 fa elencare le suppellettili sacre, fomite alla chiesa di S. Donato posf desbuctíonem sequtam in Marictímís a Saracenís (Prg. 3199). Senza darsi la pena di seguire oltre nella stra attività il falsario, che indifferentemente vergava carte coeve e carte del sec. Xl) persino con gli stessi caratteri e con il medesimo inchiostro, potrebbe interessare di stabilirne I'identità personale.

l) L'elenco delle

del . Fondo Pisano, viene completato così:

pergamene false

C-977 - IIl . 7,Prg.3203.- Pisr Meue,

dominuspattís Ligun'e, douaNiala de Libutao uB terreno ín plano Potlus; rog. Iulios Morci Gaíedour orcedc la libatà a Cadulfo Bolf di Pis; ros. Boníîatius not,

di

Pisa,

- Pis: Mouo C-ll0l .VIIII.7,Pq.3198.- MrcuoolÍmlacobial.Mewehí eBstadonuourterooin ChonleoinColltnísileMontcVitiilípr

C - 980 . XII . 7, Pre. 3197.

C

.

1269

.Vl . l5,Prs,

3221 .

-

.lll.1l,Pte.3l52. C.l27l .111.31,Pry.3159. C-1271

doteallachieadi S. Domto; rce. Ma$lcíí dc Choon nol. Castelvecchio: Vanni Bcchetta de Gaìtaais nomina Tommago dcl fu Paolo di Piombino a suo cutaldo aella onto di Vada, Tqn di Nome e Marittima; rsg. Benoenutus tl. PauIí ìle Moale Cuchetì nol. Pisa: Varni Bechettade Gaítanís ctea nolaio Pietro del fu Lupo de Sqilino; rse. Vitslìs fiL. Bonaíutí de Colci not. Pis: Ritoldo àe Ralolilis, giudice e asserere del poderta di Pis, saoziona la nomina del rcpraddetto gotaiot rce. Yítalis

c- tzTt .w.2-t3so,pr".rtr:.3"ii"*f ,""1,'j,"Xlt"u, ***o di un terreuo in ra chastetina. C-1275.1V. 2-135O,Pq.3154.'- Memoria sui onfini e sull'immunità della contea di Tcna di Nome e Vada; rog. Botlholweus s Lconis Plumbíno.

c - r2eE.vII.r7, Pw.3t53.-

*3ff5"11

l;Tm:": :iìi:,l;,i:",*T^ffi:", Î#x*:,x rionce al orte Dra fu Vehri Caelad il

- Tadqio rcivevo di Pisa dcl lotab s Bartolomo de Sqina. C-l306.Vll .17,P*317E. - Pia: Ar&a di Raliqo Gaaaai rcniu il C

- .l 298 .VllI . 6, Plg,

31

90.

bcnedetim Èa Fdippo

d'Arzo

Araa nol; Rsiepam:laqddfuHcrro dc Po.Iío,É E Eqlno sÉir€,èmsin

de

C.l336.VII .l,Prg.3lU.-

del

è assmta in dotc ra touta ( re

a rtlrrc

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da

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di S. Domto; rog. Ligts

cd. Pad

eiuDaboDato

tu S. Douto,

tqe

de

peeodi rucuolvigneìnlocòilícto


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETAN I

XVI

All'uopo però è indispensabile fare prima

una rassegna delle scritture genuine

del u Fondo

Pisano ,r.

m.

Documenti originali. Come è stato precedentemente accennatq questi abbracciano il periodo dal ll94 al1573. Non tutte le pergamene del u Fondo Pisano " si pubblicano qui, sia perchè non interessano nominativamente i Gaetani sia perchè vanno al di là del termine prefrsso a questo volume. Oltre le due già segnalate a p. xltl ricordiamo i rogiti dei seguenti notai: Antonio di Giuliano Ferunii di Pescia, in data 15 agosto 1482 ín Campiglia, stipula il

Cathooeteti nella ontea di M*ittima e Tcrra di Nome, dal prmratorc del conte Giaomo Gaetaui; rog. Iulius cd. Pehí de Cugnolo partìs Moríclìme' C - 1348 .Y .2, Pre.3l72.- Orestano: II procuratore del onte Giaomo Gaetani salda il mutuo da qu6ti @nlratto ol mqqnte pisno Larenrc del fu Piarc Ciampuliní; rog' Iohannes qil. Anthonií de Cloaato nd. el sctíba cutíe Arcslani. C-l34S.VllI .2,Pq,.3171.-Perladotedisuamoglie, Francqca deìfuFededco narchese diMua, il oate Giacomo Gactani prende pcssdella t@uta po6ta Ín conrtnibus Monlìs Vhìilís; rog. Bonaccutsus f.l. cil, set Benoenutl Císmquh nol. C- 1349.X1t. 4,Pte,32O6.- Pisr Giaomo Gaetani depone preg la c"ncellaia degli Anziani il privilegio on cui Culo lV lo nomina @nte palatino e conte della Mariuima infcriorc e di Tena di Nome; rcs. Paulur de Aùlío not. Aalhíanorum. C -1349. Xtt . 17 , Pre. 3166. - Pisa: Giaomo Gactaai, per oueiorc degli Auiani, inquarta nello stemma di famiglia l'aquila e i fasci impqiali ; rog. Anlonlus Peltí Paulì .le S, Sabîno not. Amiaui di Pisa, d'ordine imperiale, furo riponc nell'atchivio comuuale i pdvilegi c@ cui Giacomo Gaetani fu qcato c-l350.Vtll -l,Prs.?205.

-Gli

C.l35l .IX.S,Pq.,3187.C- l35l .Xll- |,P14'.3176.-

conte di Marittima c Tena di None; rog. Bematdus qd' Lconatdi dc Captona nol. AnthÍanorun. Estratto, involgarc, d'indulgenze oncwda Cloente VI al orte Ciaouo Gaetoi pa la chie di S.Donato; rog' Lucas set Caoalcantís Mannini de S. Minìato îot. Tena di Nome: Giaomo e Raniero Gaetani prendono rydellacouta di Tqa diNome e fmo pubbliqe la sentcua a loro favore di Niola del fu Guccio di Perugia, capitano e podeù di Pio; rog. Iocobus fi|. sq Londí Ursì de Mottona

iudu el nol. XII .8. Pte.3l63. - Baado pubblio pcr il powso preso da Giaomo e Rariero Gaetani della orte di Marittima e Tcna di C - 1t52. I . 3, Pfg. 3l5l . - Pagamato eeeuito per detto poss@ dai fratelli Gaetani ruper banco cambíí Píssni cio. Flotentie.

C - t 351 .

C.l35Z.il,zg, C

lt1, .lV. 4,

-

Prg. 3185.

Prg. 3195.

-

Deliuiiraziooc dellc

dtw cd.

Frcncíxi

Prowisionc degli

oate Cuilís Vaile, Terte Dui ile S. QairicÀo.

Auiani di Pie ciro la

Nomínís et Mailclìme, onforme ai libri della encellqia

Nome,

di Pisa; rce. ,4n-

da eercitarsi da Flaniero e Giacomo Caetani in Terta di Nome e uella Pieho Ferriai noraio degli Auziaoii rog. Lupatdus olim Danilíni d.c Rocho

eiurisdizione

quada parte di Vada, qufome agli atti di

*r

Motino,

C-

1354

pisano Prpo ile Mailí paga al prcqatore dcl oute Giaomo Gaetad I'a6tto del tenao ín loco dicto a S' Mailíno nel comune di Panaua, confome agli atti di sq Ciovand de Ghsno; tog, Iohonnq fiL. vt Domínici dc Píto nol. VíIIa Collís: Giacomo 1e nobìIibu de domo Gaílanomm cede al ratore di S. Douto la sua quota uuale di grano e di vino spettanteeli uelle tene ín CoIIi pa i rataui della chiq; rcg. Luw olím Baiholomcí cle Vílla Salecti íudex et not.

.Vl .30, Prg. 3l ó0. - Pisa: lt

C- f 355.VII. l4,Pre.32l0, -

C-1355.X.ó,Pte.)173.-Estsattodall'etimodelcomunediCastclvachiorclativoaltemo<Cdr€tcllo'&propricràdiGiacomoGaetmi;rog.

*t

C- I355.XII . l, Prg. 3156. C - liST

.Vl . I, Pp..

3177

Salectí: Bella Gaetani, vedova di Paolo Símeonir, únunzia al fratello Giacomo il l*eno porto ín cutle Tene Nomínís loco ìlíclo Cetro gtosso; rog. Barlholomeus rtI. set PauIì de la Rocha nol. Pis: Estratto dall'etimo d.l comuue di Pisa relativo al pascolo di poprietà del onte Giaomo Gaetani Ín confinibus casltí ìle Vaàa ; rcg. Guopor rt\. set Leopaúl tle Mottona cíois Písatum not. Pio: Prowisione @6a dagli AMiani, d'ordine di Simone di Spoleto podetà di Pisa, rcnemcnte il rionccimento in perpctuo ai Gaetari dd titolo e delle prerogative di ontil rog. Fílippus olím aet Ludooící le Rípomarcncío nol. el rctlba

- VíIIa ìn

.-

C.l35g,Vll.l7, Pte. 3155. *

poteslarìt.

C-l358.VIll.2B, Pte.32O2.- Pisa: Il podetà Cotnasano

C-l35g.ll .1, Prg.3225.,ll.l2,Pre.3l57. -

C-lt6Z

CecÀur

Lupí de Perusìo.

Simoue

fiL ...

di

Spoleto

dichim

che

i

Gaetani furono

qati onti

daeli

Auiui

sin dal I I 15; rce.

Lu@

de

Luce nol.

Pisa: GiaomodelfuGaddo deaomonobíIiumcomìtumYode,PanaqTencNomÍaÍsetMaic!ímec!Collìnatum Inferiorum, quale patrono, Gegna in dote alla chie di S. Donato cinquc tsqi Ín VÍlla Mrcîepti, cme da protmlli del notaio Tanello c/. Corclli ile CeuIí ; ps. Anàreu fiL. c<1. PuIi olím Aadrce ile Ripuli nol. et íailq. Tena di Nome: Referto gull'uminio del peromlc dclla oonie di S. Douto c sulla ssnlizione della úiq; xog. Matchus fi|, cd. ser CaoalcanlÍs Mannìaì de S. MinÍato nol. Il conte Benedetto Gaetani nomina Aronned. SímonÍs Lupatdi de Libuma rcttrc di S. Donato; rog. Paulus fi\.

C-l364.ttl .17,Pry.?175. -Pisa:

cd. Simonis <le CaIcì aot. et ìudex. Memoria in vokare sulla pcrmuta della tenuta Malandrone on I'altsa pocta in < via dc la Vectula c del Salvatore < ad aonte de le Cholliue,,, cone da atti di s Taddo " Chartdlcio > rot.

I ira l'abate di S. Quirio

C-l3B4.Vlll. l3,Prg. 3183.

-

C-1399.X.1

setLapìde Plumblno nol.; oula -RatinzioncdidotcaOmlaGaetani,vcdovadelwlcdeBulgoo;tog.Tadàeurfil. cuietaM di dcra dotc rilsiata da Carlo di Luigi Gouaga, qte di Castiglione, wndo marito di Orcla, come da atti di ser

-

l4OZ

.Vl . g, Ptg,

c-

1402

.vl. l,

3228.

Battirta dc Stona cd.

2, 9

-Xll .9,Pre.3174.

-

C-1409.U.1,Pry.3217. -

Mmoúa

ir

*t

volgroc sulla

Luce de Soonq RíPqtic lanue.

elcbwiore del

della dotc. ll conte Filippo Gaetad, @me pw .. tagfiorc > al omuue di Fircue; rcg.

maaimodo

di OEolt Gaetani ou Carlo Gomga e sul luganento della

dd fadodi Crstdvehio is Marittima IsIì@s cd. *r Colìnì Cc S. Iuxto.

gin

gebella

dal I I15, è oentato dal pagamento dcl


VARIA

XVII

contratto con il quale Unito del fu Cristoforo ile Campilía vende a Battista del fu Matteo Antonellí de CampíIia una vigna in contrada Aldrooinato (Prg. 3236); Geronimo del fu ser Pietro del fu Antonio de Roncioníóus, pisano, in data 20 dicembre 1486 in Pisa, stende lo strumento con il quale il rettore della chiesa dei SS. Quilico e Giuditta di Lugnano concede a livello perpetuo il terreno in contrada ín VílIa ai cugini Michele e Martino olim Nocchi (Prg. 3307); Giacomo del fu Mariano Michaelís de Vico, in data l0 aprile 1488 in Pisa, redige la quietanza con Ia quale Matteo e Giovanni-Francesco d'Appiano saldano a Giovannozzo de Marracíis, mercante pisano, un mutuo contratto il 24 luglio 1482 (Prg. 3293); Govanni Battista del fu Giuliano del fu Francesco de Pactano, pisano, cornmissario dei protocolli del premorto notaio Bartolomeo del fu maestro Pietro de Spína, in data 18 novembre 1489 in Pisa, autentica Ia scrittura con la quale Gregorio olím d. Urbaní de Cíeuti, pisano, anche a nome dei nepoti (come per procura dei notai pisani ser Giacomo Píeri de Cieult e ser Giacomo Mancini de Víco), si riconosce debitore verso i pisani Pietro e Nicola del fu Girolamo de Cascína, rispettivamente zio e nipote (Pry. 3222) i Raffaele del fu Govanni Pacis de Cascina, pisano, in data 3l luglio 1498 in Pisa, stende lo strumento con il quale Giovanni del fu Antonio Marchí, maestro e governatore dell'Ospedale di S. Spirito de Trooafellís, permuta un campo in territorio di Cascina con altri due terreni in quello del comune di San Prospero ad Viam Caoam, di proprietà di Benedetto del fu maestro Giuliano di Benedetto Fabrí de Cascina (Pre. 3287); Bernardino del fu Giuliano del PattíerL pisano, in data 28 apríle 1492 in Piombino, stende il contratto con il quale Buona del fu Antonio Guccii de Plumbino, vedova di Domenico Bernabe de Plumbino, vende al pisano Gerardino del fu Lancilotto di ser Matteo [d'Appiano], aromatario abitante in Piombino, un orto in località Laoacchío, fuori Piombino (Prg. 3317); Francesco del fu Artaldo di Pietro de Franchis, pisano, in data 2 settembre 1533 in Pisa, stende il contratto con il quale Michelangelo del fu Antonio del Ríccetto, pisano, vende a Nicola del fu Giacomo de Ancroía, pisano, un campo in contrada Piaggímone, nel territorio del comune Aoane VaIIis Sercli (Pry. 3313); Cesare Tm da Monterchi, notaio e cancelliere del vicariato di Vico Pisano e del comune di Buti, in data 5 settembre 1573, dichiara che Masino, Giovanni e Pierino del fu Mariano Pardino, del comune di Buti, sono esenti da ogni gabella per il trasporto del legname, conforme alla prowisione del 9 gennaio 1469 (Prg. 3318). Si deve altresì avvertire che la pergamena riprodotta qui in fac-simile (C'1282.111.2, Prg. 31 9l) non trovasi inserita fra i documenti dei Varía in quanto che in un primo momento fu sospettata falsa. Per Ia stessa ragione fu omessa la convenzione stipulata fra i Gaetani e i conti di Donoratico (C-1329.Xil.3, Prg. 3257), quasi pegno e suggello della riconciliazione e concordia fra le loro famiglie. Data I'importanza di tale documento, ne diamo in nota l) il regesto. l) Er hoc instrumento sit manifestum qucd dominus Andreoctus quondan Geradi Filippi comitis de domo nobilium Gaetanorum, patronus et posessor unius poteris sive habens petium terre cur domo, vineis, nemoribus et terrenis, paturis et onoribus (l), positis in comnuni Colnezzani, in loco dicto Fons Arsa, tenens confnes io bonis domini Raineri omitis de Donnoratico et in via dicta de Prato, et quod potere emit nobilis Filippus pater donnni Gerardi patris Andreoti a fratribm S. An-

dree in Croivilia, pisane civitatis, per cartam rogatam a Bonaccuno

notario 6lío quondam lldebrandini, Incarnationis mno milleimo ducentesimo septuagesimo quarto, vel sub quocumque datali, et guod dictus Andreoctus, ad petitionem Raineri comitis suprascripti et Actaviani et Napuleouis gennatrorun, filiorum eius, parabol"- dederit de pernutatione dicti poteris cum terris vicinioribus ad confinia Terre Nominis; et inde suprascripti comites Andreoctus et Rainerius onvenerint ex dileccione, quam inci-


DOCUMENTI DL LL'ARCHIVIO CAETANI

xuil

Fra le scritture autentiche che vedono la luce in questo volume, ben poche interessano i Gaetani di Pisa e si riconnettono al loro patrimonio fohdiario e terriero, con speciale riguardo a Terra di Nome o Terriccio, nel possesso enfrteutico del quale fu reintegrato Benedetto. Anzi, se si tien conto della procura rilasciatagli nel I 51 5, si può congetturare che tali documenti furono messi insieme e conservati dallo stesso Benedetto. Poche altre pergamene originali si riferiscono al traffico marinaro del porto pisano, ai nobili Buonconti, Dodi, Lanfranchi, Opesinghi, Orlandi .e ad altre famiglie della città e del territorio di Pisa, nonchè ad ospedali, a chiese e a monasteri della diocesi metropolitana pisana i pet la rnassima parte concernono la casa degli Appiani.

v. Indagini sul falsario. Questi si proclama talvolta (< messer Gharghano deli Ghaitani di sancto Donato ,', tal'altra si dichiara ., Ghalghano " figlio di Govanni Battista de nobilíbus de Gaetanís de Prsís. Stando a quanto afferma nelle scritture contrafiatte, egli avrebbe svolto Ia propria attività fra il 1487 e il I 51 5 : cioè, piir o meno, durante la lotta ingaggiata contro Firenze da Pisa la quale, resti' tuiti I'anzianato e gli ordinamenti dell'antico comune, difese tenacemente per quindici anni (1494-1509) la propria libertà fino a che, perduta la protezione francese e male soccorsa

dall'imperatore, dovette nuovamente piegarsi al dominio fiorentino. Intervallo di tempo agitato e convulso per la repubblica indipendente pisana, e quindi ritenuto adatto e propizio per riportarvi il suo falso documentale dall'asserto Galgano Nel desiderio pertanto di stabilire I'identità di costui, si è dovuto esaminare tutto il materiale finora messo insieme per la genealogia dei Gaetani di Pisa e studiare le fonti della storia pisana. Ma la guida piir sicura per tale indagine ci viene offerta dall'abate Costantino Gaetanit) con la sua ingente raccolta di monumenti e documenti, scritture e memorie, su cui potrebbe anche oggi, con rigida critica, venir compilata un'esauriente storia genealogica dei Gaetani di Pisa dal secolo X al I 639. Prima però d'interessarci alla ricerca del falsario attravero le scritture del dotto abate, giova ed è doveroso seguire I'opera di questo peroestígator archíoíorum dilígen-

piunt habere inter se, hoc gratum sibi facere et usque de

mense

sectembris currentis anni convenerint ipsum potere et terras iure permutationis dare et esse in libera Potestate domnni Raineri, frliorum suorum eorumque heredum, prout Andreoctus per hmc

cartam dedit ipsum potere proprietate ac pertinentis;

et

terras cum omni iure, actione,

et versa vice Rainerius in permuta'

tionem dedit Andreocto petia terre que remanent ad confinia Terre Nominis, videlicet ad terminum quod dicitur Oltrepe.cio, in loco dicto Stradella in crociata confinium Vade, Terre No' minis

et Colmezz:ni 3 gril con6ne in via magna Rome sequendo pertirc quadragintasr et inde sit confine recte ad

ipsam viam

Vallem del Melo equendo dict"- vallem silicet botrum usque in capite dicte vallis ad gonum quod est in botro et a gono recte versus Colmezzanum decendat ia fluvio Aque Alte et sequendo Aquam Altam sit confine sicut itur pet serram Tmai cui desubter est botrum Squelle et eundo per dictam tenam ad terminum quod dicitur Terraio et inde per dictam ser"- ad alios terninos in Podio Aquebone et inde ad alios conÉnes ut

fuit prius; curn omni iure, actione, ractione et pertinentis suis; et inter se convenerunt quod de dictis petiis tetrarum in peroutationem traditis non inbrigabunt aut per placitum faticabunt, pena dupli extimationis rei date, obligando se suosque heredes et proheredes et bona omnia. Actum in priori solario domus ipsius poteris, presentibus Filippo et Gaddo, germanis Éliis comitis Andreocti, et Actaviano et Napuleone, germanis 6liis comitis Rainerii, predicta omnia volentibus; domino Neringo Cini, presbitero ecclesie de Sancto Donato et Bacciameo quondam Petri Buglie de Racigniano, testibus; Incarnationis anno millesimo trecentesino trigesimo, indictione tertiadecima, tetio nons decembris, ST. lapardus Martini de Sondro de Riulo, imperialis aule notarius et iuder. l) uoxcrronr tt., Bíbliotheca Sicu/a, tomo I,pp, 143-5i ARMELLTNT

w.,

Bìbltotheca Bencdíclíno-CasfnensÍs, Pars I,

pp. 123-16; cANcELLIERI Colombo etc.., pp, 725.7.

F,,

DÎsseilazíont sopra Ctistoforo


VARIA

xtx

fÍssímus che, compreso della comune provenienza di tutti i rami dei Caetani da un unico stipite, fin dalla giovinezza attese febbrihnente, prima nella nativa Sicilia e poi nella penisola italiana,

a ricercarne Ia prova.

a

dal 1590 al

1594, pareva averla raggiunta ., per ogni strada procurando scritture per Ia presente nostra fatica ,r, com'egli si esprimeva. Alla fine del 1594 da Venezia erasi recato a Firenze << non per altro che per dar fine a quanto desiderava della presente Genealogia " dei Caetani. Di là si trasfed nell'autunno deltr'anno successivo a Pisa. Quivi, ., per favore di questi signori nostri Caetani, non solo hebbe alle mani diversi libri scritti a mano delle cose della città, ma anco oltre Ie scritture private di casa loro, di altri gentilhomini e del convento di S." Nicola dell'ordine di S. Agostino dove si sepeliscono i nostri Caetani, per molti giorni travagliai in legere e notare; lo che facea per me dalli scritturi e libri antichi della Cancelleria, quai si registrorno a tempo antico e guando quella città si governava da Republica ,r. l) Sicchè sodisfatto del lavoro compiuto, in data 16 novembre 1596, dalla Badia di Firenze, assicurava il patriarca Camillo Caetani, nunzio apostolico a Madrid: ., Si ricordi circa la Famiglia quanto ch'io li tenga in osservanza, lei stessa lo toccherà con mani proprie. Nè altro che quest'era Ia mia intentione, poichè molto bene so che I'inviluppo dell'origine di questa Famiglia nelle deliberationi ricerca e lungo consiglio e maturo discorso non che la mia poca sofficienza.,. Mi scrisse I'altro giorno Scipione Mazzella, storiografo napo2) letano, che nell'opera sua che have ristampato molto tratti della Famiglia ... Prego la Divina Maestà che mi dii tanta forza che vaglii, come grandemente bramo, far sì che S.S. Ill.'" e la Sua IIl.-' Casa resti servita, onde per vivi meriti venghi ad essere annoverato fra gl'altri suoi devotissimi oratori... u.3) Nel 1600, nella dedica ai principi romani di Casa Caetani, rimasta a) affermava: < tantaque fficia praestítístis ut .,. haec inedita, del suo de S. Gregorii Monachafu

Già

maíore

ín

Venezia, ove dimorò

oolumíne (quod de Caétanae Gentis ortu et íncremento nobilissimo medítor) descríbenila

ín medíum hic aferre superoacaneum sít ... ,r. Ed egli che, con i mezzi fornitigli dai Caetani ebbe modo e agio di rovistare quasi tutti gli archivi d'ltalia, perseguìcon tenacia il suo propositotanto che nel 1613')avrebbe potuto far redigere un nuovo .. Albore della Casa >, se questa non fosse stata renitente a spendere. Vero è che persino l'arcivescovo Antonio Caetani, al quale I'abate aveva chiesto di " provisionargli > un giovane per l' ,. Albore ,r, si dimostrava scettico dinanzi a certi risultati del lavoro genealogico di Don Costantino che, invaghito del proprio assunto, non rinunziava talvolta ad inoentíoni

6).

da Roma scriveva all'abate F. Ughelli a Siena: .. Aspetto che Sua Paternità raccoglia tutte quelle scritture et memorie di Casa Gaetana mia pisana, et non ci sparmi nè meno spesa perchè gli do parola da sacerdote ch'io la sodisfarrò con molto suo gusto, et lei sa quanto mi siano necessarie perchè ho ridotto I'Arbore et I'Historia in bon termine u. 7) Di quest' ultima opera non si conosce che un .. abbozzo t autografo : si tratta di sei dissertazioni incomplete ed informi intorno all'origine dei cognomi ed alla nobiltà delle famiglie, con speciale riguardo a quella dei Caetani, e intorno alla origine dei duchi di Gaeta ed alla pro8) venienza da essi dei Caetani.

Il 4 gennaio 163l

Yl,

167, c. 26. 2) Allude alla pubblicaione De Ie famíglíe noÀílí etc' che (secondo il toppr, Bíbliotcca Napolelana, l, p' 2El) su*itò

1) BibI. Vat., Chigt G.

un processo nel S. R. Consiglio' 3) Atc. Caet., N. 93211.

I,'-'

4) BíbI. Vat.,

Chist

D. VI, E7, 8E,

89.

5) Arc. Caet., C-1613 -VIII .6, N. 130132. 6) Ioí, C - ló18 . VIil . E, N. 54454. 7) Bíbl. Vat-, Barb. Lar.3244, c. 16l, l9l, 193 E) Ior', Chigi G.

VI,

167.

v.


DOCUMEN Comunque, non rallentò

TI DELL'ARCHIVIO CAETANI

la lena nella ricerca di

documenti sulla prosapia di cui era fiero; paziente lavoro di oltre mezzo secolo mise insierne

e, coadiuvato anche da eruditi amici, con il tre voluminosissimi regishi che, accanto ai sedici volumi mqnoscritti di vite di santi, si conservano nella Biblioteca Alessandrina di Roma, sotto il titolo De Familía Caietana (Ms. 184). Aveva perciò frugato e fatto frugare le pergamene del comune di Volterra; il fondo delle Riformazioni di Firenze; i registri della cancelleria, i protocolli notarili e persino manoscritti presso privati di Genova; I'Archivio Vaticano in Roma; gli archivi della cattedrale e del comune di Anagni, quelli della " Sicla " e dell'Annunziata di Napoli e quello della cattedrale di Gaeta. Ma la messe più copiosa di documenti fu raccolta in Pisa, dove trovò, piìr che un collaboratore, una guida prowidenziale per le sue ricerche in " Raffaello di Ranieri Roncione canonico pisano, huomo ne i monumenti et antichità pisane versatissimo ", il quale gli prestò persino manoscritti e gli compilò .. un indice di huomini illustri u della casa Gaetani. L'autore delle Istoríe Pi' t> cui spetta il merito di aver riordinati gli archivi arcivescovile e capitolare, aveva speso sane, I'ingegno e la vita (1557 -16l S) nel rintracciare i fatti e la nobiltà delle farniglie pisane e fu il primo a costituire e ordinare un proprio archivio " il quale, per la quantità e per I'eccellenza

delle antiche memorie che contiene, forma tuttora una raccolta diplomatica non ordinaria in una casa privata ,r. In esso, anche dopo la morte del Roncioni, I'abate Gaetani attinse a dovizia il materiale del quale intendeva valersi, insieme con i monumenti più, antichi che custodiva gelosamente, per quei Commentarií Caietane famíIie quos molimurE di questi dette un saggio nella vita 2) di Gelasio II, sgomentando il conterraneo genealogista Mugnos 3) il quale ammoniva che .. quando noi volessimo seguir i perigliosi sentieri del Padre don Constantino Gaetano ... sarebbe di mestiero haver nosco per sodisfar i critici tutti i libri ed auttori ch'egli cita, perché indi si scorge haver incominciato la prosapia Caetano,. per parte mascolina, da quel chiarissimo duce Enea Troiano e, dalla feminile, dalla chiariisima famiglia Appia Romana, portando per autorità sovra ciò alcuni versi di Giuseppe Castiglione Romano ... ,r. E dire che anche il Mugnos dimostra che la serenissima ed augusta casa austriaca di Filippo lll, a cui è dedicata I'opera, derivò la sua origine dalla famiglia romana Anicia e precisamente dal .. duce Aventino ... figlio del grand'Alcide ,' che, .. lasciando la Spagna al frglio Hirpulo, se ne passò nel 604 dopo I'universal diluvio del mondo ... in ltalia ove fu dal re Evandro cortesemente raccolto tt. Il che sta a provare come I'abate Gaetani non sottilizzava troppo sul valore storico della documentazione pur di scoprire e ammassare possibilmente tutta la congerie sterminata di scritture e memorie sulla Caíefcna Gens la quale, sussistendo in Gaeta come nel proprio tronco, si era poi diramata in Pisa, in Anagni, in Roma, in Napoli, in Sicilia e nella Spagna. Ma il piìr materiale documentario, che copre tutto il periodo dal 962 al 1639, gli fu fornito dagli "opioro archivi di Pisa. Orbene, i suoi tre voluminosi registri De Familía Caíetana, che sono Ia fonte migliore per la genealogia dei Gaetani di Pisa, sono stati pazientemente studiati, vagliati e schedati per ia Caíetanorum Genealogía e per la Domus Caietana; ma in essi non si è trovata alcuna

DeIIe Istoie Písane Líhí XVI dì R. Roncíonì, con íIluslrazíoní dí Frcncesco Bonaíní, iq encsrvro sToRrco rrALrANo, Tomo Vl, Parte I (1844) e Parte lI (1845); DÈ plomí pisani e îegesto delle caile prtdne etc., ivi' Tomo VI'

l)

II, supplemento to (1E48'1889, Dispenu VIIIbb); Delle Famíglíe Písane dí R. RoncÍoní, annolatc ìla F. Bo'

Parte

naíni, ivt, Tomo VI, Parre II, supplemento 20 (1848-18E9, Dispensa XIIIT*). 2) SS. D. N. Gelasíl Papae II oíta a Pandulpho Pí. sano connípta, etc,, Roma, 1638. 3) uucnos r., Teatto Genealogíco ilelle Famíglie nobill del tegno ilí SícíIía etc., Palermo, 1647.


VARIA traccia nè del sedicente Galgano nè di Giovanni Battista Gaetani, padre di lui; e non soltanto nei documenti che vanno dagli anni 1487 al 1515, in cui Galgano avrebbe fabbricato le sue scritture, ma neppure in altri delle epoche sia anteriore che posteriore.

*

dr*

Del resto il Dal Borgo l) ci dà il documento che fissa I'incontestabile termínus ante quem non sarebbero vissuti nè I'uno nè I'altro. Fra .. i nobili e cittadini pisani che discendevano da quelle famiglie le quali godevano degli onori e degli uffizi della loro patria nell'anno 1494 allorchè seguì la sollevazione di Pisa contro i fiorentini )> sono elencati i Gaetani. Tra essi però non è menzionato nè Giovanni Battista nè Galgano. Dal fatto poi che in tale .. descrizione generale fatta per ordine di Cosimo I granduca e trasmessa alla Pratica segreta nel giorno 29 di marzo dell'anno 1566, stile pisano ,', non appariscono i nomi loro, si ha I'indizio certo che nè Galgano nè Giovanni Battista erano venuti al mondo o vivevano in Pisa fino a che fu adottato questo prowedimento per la nobiltà pisana. Eppure, in considerazione delle benemerenze civiche riconosciute a Galgano dagli Anziani di Pisa, com'egli afferma nelle sue carte, il suo nome almeno non avrebbe potuto e dovuto omettersi in simile elenco uficiale! Sulle orme del Roncioni, altro contributo prezioso apportò alla storia della sua città I'in2) del quale, fra le << opere che manoscritte in signe lettore nel liceo pisano Paolo Tronci grandi volumi di sesto atlantico conservansi presso i nob. sigg. Del Torto ,r, rimasero inediti in due volumi .. Delle Famiglie Pisane antiche e moderne ,r.3) Da questi, alla fine del sec. XVII - come si rileva dal carattere, dall'inchiostro e dalla carta - un tal Ventimiglia fece trascrivere il capitolo concernente i Gaetani. Tale copia, che ha per titolo u Note cavate [dai Mss.l del Canonico Paolo Tronci, che si conservano in Pisa >> e porta in calce I'annotazione << cavate da me.... Ventimiglia ,r, fa parte dell'Archivio Caetani e, secondo I'ordinamento cro' nologico, è contrassegnata C - 59'XVI. È redatta su un fascicolo di sei carte: nella prima, all'angolo superiore sinistro è marcato il numero 22; lungo il margine destro un postillatore del principio del sec. XVIII riportò le notizie circa il giuspatronato sulle chiese di S. Giovanni al Gaetano e S. Donato in Ponte, sull'altare di S. Bartolomeo nella chiesa curata di Pisa, sulla parrocchia dei SS. Andrea e Lucia di Ripoli e sull'altare della SS. Annunziata la Nuova nella pieve di Cascina spettante ancora a membri della famiglia Gaetani. Il documento, che provenìvu dul carteggio di monsignore Onorato Caetani (1742-1797), fu inventariato successivamente dall'archivista G. B. Carinci sotto I'antica segnatura: Cassa XLIX, n. 36. Dalle notizie genealogiche, che il Tronci trasse da fonti diverse e che abbraciano il periodo dal 1089 al 1648, non vien fuori il nome del nostro Galgano Gaetani. Fra i canonici di Pisa sono menzionati un Galgano di Gaetano del I lB4 e un Giovanni Battista di Filippo Gaetani del1632, che nulla per altro hanno a vedere con I'autore falsati testimonii e con il suo rispettivo genitore. Dalle indagini sin qui esperite si può arguire che sotto le spoglie di .. messer Gharghano deli Ghaitani di sancto Donato ,, si cela un falsario che elucubrò le carte molto tempo dopo la morte del Tronci, dai manoscritti del quale il Ventimiglia aveva estratto le notizie sulla famiglia Gaetani, passate poi a monsignor Onorato Caetani. Del resto, nè I'abate Costantino

l) olr- BoRGo FL., Raccolta (Pisa, 1765), p. 433 e sg1 2) tnoNcr p,, Menoie

scelti diqlomî elc.

îstoúche iIeIIa cíttà

dl

Písa etc.,

Livoroo, ló82.

3) reueesrr R., Discorso accadernieo sull'Istofia Lelletuia Písaaa (Pisa, l7E7), 9p. 127-8.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

r)

il

il

nè Tronci 2) citano alcuno degli atti genuini del nostro .. Fondo Roncioni Pisano ,, : materiale archivistico rimasto ignoto anche ai recenti editori delle opere di questi due annalisti pisani. Gaetani

d€

Fra i documenti cartacei che dal Glotti furono ceduti all'Archivio Caetani si deve segnaIare la topia coeva - o forse meglio la minuta originale - di un contratto fC-22661 con il quale Lancilotto d'Appiano affitta per dieci anni ad Antonio e Pietro di Chelino de Capannulí, pisani, la quarta parte del molino de Camuglíano in corrispondenza ad altro precedente istromento stipulato con Bartolomeo de Leuli.3) Possono inoltre meritare qualche attenzione due appunti del principio del sec. XVIII redatti da una stessa mano: nel primo [C - 84'l] è ricordato il compromesso fra il capitolo pisano, I'abate di S. Paolo ad Rípam Arni e i signori de domo Gaíetanarum insieme con I'atto di concordia fatta nel I l9l (stile pisano) per mezzo del cardinale Gualando fra le parti suddette per I'investitura della chiesa di S. Giovanni Gaíefanorum; nell'altro [C- 189'l] è annotato un .. instrumento capitolare che riguarda I'unione dell'abbazia di S. Rossore con la propositura di S. Turpè di Pisa seguita l'anno l3l9 sotto n. 616 etc. u. Fra gli altri cartacei a) - tutte copie delle pergamene contraffatte da Galgano nonchè della legittimazione, di cui a p. xttl, e del documento riprodotto qui in fac-simile - c'è un foglio di carta bollata, in cui sono trascritti i brani leggibili del privilegio dell'imperatore Carlo IV al lqgato e nunzio Benedetto di Giacomo de Gaíetanis de Písís, datato dal Laterano il 17 giugno 1351, desunto da una copia eseguita nel 156l: exemplatum peî me Laurentium de Gaetanís ex quodam Líbro Prioilegíorum Rome, ertstentíum ab anno t354 ad 1364, adlaudem Dei, tempore... Pií pp. IV, pontíf. anno secnndo. Èi superfluo aggiungere che di questo Lorenzo non ha notizie neppure il Tronci ! Va rilevata per altro Ia dichiarazione apposta a questa trascrizione: < Estratta La presente copia da una Filzetta di Fogli Vecchi, che erano già della Famiglia dei Ss.'i Gaetani, in oggi esistenti nel Venerabil Monastero di S. Matteo di Pisa, quali Fogli Vecchi sono alquanto Logori, e cancellati in buona parte dall'lngiuria del tempo, e malamente, e con somma fatica si è rilevato quanto qui nella presente Copia si legge. Antonio Lorenzo Magrini ho copiato il Soprad." Documento questo dì 4 Maggio 1760 -dallaIo sopradetta Filzetta intitolata Cose dí Casa Gaetaní. Foglio n. 32 ". A parte il valore ed il credito da attribuire alla trascrizione del Magrini, e lasciando ad altri il compito di accertare a quale anno debba riferirsi il bollo granducale del foglio, nessun dubbio si può avere che questo, e per i caratteri e per I'inchiostro e per la marca di fabbrica, corrisponde pienamente al tempo in cui fu scritto e, più precisamente, all'ultimo venticinquennio del sec. XVI[: alla stessa epoca a cui sono da riportare le altre copie cartacee del nostro .. Fondo Pisano ,r, poc'anzi ricordate. Copie e trascrizione, datata forse intenzionalmente, che uscirono dall'officina pisana

l)

di

.. messer Gharghano

Op. cit.

2) Annati Písaní dì P. Troncí etc',2' eJlie''; Pisa (A. Vatenti), tomo I (1868), tomo II (1871)-

3) Vafia, pp. 192'3. 4) Atc. Caet', C-ll3;

C-125; C-125'l;

C ' l15; C- 122; C-123; C'140; C'lS2'l; C'220:

"

qualche tempo dopo

il

1760.

C-236; C-242; C-2441C-251 ; C-251, A; C-260; C-261; C-261 . l; C-261. ll; C- 261 . lll) C-262; C-263; C-264; C-312; C-314;C-330; C-360t C -400;C -754;,C - 2442;C - 2451 . U;C -2451 . V, C-2465: C-2482.


VARIA E come già nel sec. XVII, mentre l'abate Costantino Gaetani si affannava nelle ricerche archivistiche per i suoi commenti alla vita di Gelasio II, vi fu chi, a scbpo più di lucro che di adulazione; contrafiece e alterò scritture, le quali furono senz'altro accolte fra le memorie avite dei Caetani;r) così dopo che il Crescimbeni 2) ebbe riacceso nella " repubblica letteraria , la questione sulla non appartenenza di Gelasio II alla famiglia .. Gaetana Anagnina ,,, che si agitò per guasi un secolo, sostenuta dall'abate Cancellieri e contraddetta dal p. gesuita Massimiliano Gaetani, come vedremo, non mancò il profittatore il quale si accinse a commettere falsità per allestire nuove scritture a conforto delle conclusioni alle quali quest'ultimo era giunto con tanto appassionata erudizione. E il falsario non poteva trovare sede piùr adatta alle proprie elucubrazioni se non in Pisa, in cui già I'abate Costantino Gaetani aveva scoperto ed ammassato una congerie di documenti da cui doveva uscire la sua vagheggiata storia della famiglia Caetani.

*

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L'instancabile fervore con il quale questo erudito religioso era andato raccogliendo il .materiale per i commentari sulla sua Caíetana Gens, aveva talmente rawivato I'interesse dei Caetani per Ie memorie avite che, anche alla distanza di un secolo dalla morte di lui, si affannavano dietro indagini e ricerche archivistiche per ricostruire la loro storia genealogica. E sulle 3) orme dell'abate Costantino, precursore degli annalisti ecclesiastici e assertore del nuovo metodo storieo che egli fondava sull'esame .. d'autentiche scritture non ancor date alle stampe' come di privilegi ed altri manoscritti che negli archivi pubblici sogliono conservarsi >, monsignore Onorato Caetani dal 1773 sino all'ultimo istante della sua vita che precoce si spense nel 1797, attese infaticabilmente ad accumulare autografi, codici e cronache, ma soprattutto memorie e cimeli attinenti alla propria famiglia. D così singolare attività si ha la testimonianza nei volumi delle a) E dal suo carteggio con i piùr Miscellanee che tuttora si conservano nell'Archivio Caetani' eminenti letterati e scienziati d'ltalia e d'oltr'Alpe si rilevano I'interesse e la passione con cui questo insigne erudito andava mettendo insieme documenti e notizie sui Caetani e specialmente su Bonifacio VIII del quale aveva prornesso .. alla repubblica letteraria ,' un'apologia, anzi - com'egli soleva scrivere - .. Ia mia vita di Bonifacio VIII, il mio Bonifacio ,,. I suoi saggi letterari trovavano facile accoglienza nell'effemeridi del tempo (Nooelle Letteraríe, Notizíe del mondo, Gazzetta (Jníoercale, Dìafio fCrccasl, etc.), le quali non lesinavano encomi 5) ed alla dottrina di questo << protettore delle lettere ,. Sicchè non è da escludere alle pubblicazioni che la buona stampa, come oggi si dice, sul mecenatismo e sull'opera di monsignor Onorato fra il l7S0 e il 1790 abbia potuto dare incitamento a ree lusinghe di facile guadagno al falsificatore delle carte concernenti i Gaetani di Pisa. A meno che non si voglia convenire senz'altro che u messer Gharghano ,, mise in funzione I'oficina pisana dopo che, con la data " Napoli, 9 luglio 1790 ,,venne alla luce la Lettera ili Emanuello Aloígnano ad un suo amíco sopra la famíglia dt papa Gelasio II, con la quale si voleva questi rivendicato alla casa di Bonifacio VIII.

l)

Domus,

I, l,

ìn

Cosmei!ín

L'

Istofia della basilíca dl S. Roma (Rona, l7l5), pp' 140, 142.

Maia

3) caNcer-rrenr, op. cit., pp. 325'7. 4) Miscellanea, N. l00l-l l8l ; Buste l'4 Ordin"-ento Cronologico, passìm; Carteggio di Mom. Onorato Caetani

Il77}.l797l. Ne

facevuo parte gli autograÉ e

in questo volume, e cioè: i due consigli di Baldo lettere di Aldo Manuzio (p. 305), di Roberto Acciaioli (p. 309), di Albizi (p. 315), di Piero Soderini (p. 317-8,325), dt Baldmare Castiglione (p. 356-7); il breve

pubblicati

pp, 5, 34'

2) cnescrumnr n.,

i

documati

(p.34-6)r le

di

Leone

X

G,. 348).

5) cellCrr-r-reRl, op. cit., passím; EFFEMERTDI LETTERARIE Dl RovA, tomo Il, lE2l, pp. 3OE-32.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

xxtv

Ne fu autore il gesuita don Massimiliano d'Aragona Gaetani dei duchi di Laurenzana che, nella sua quotidiana consuetudine in Roma con i duchi di Sermoneta, dal 1773 avevaatteso a raccogliere documenti e monumenti per confermare, sulle orme dell'abate Costantino, la comunanza di origine dei diversi rami dei Caetani, incitando monsignor Onorato a porre fine all'annunziata vita di Bonifacio VIII. Vero è che costui si confidava in tono diverso col Bandini, a cui scriveva nel l7B2: u Di mano in mano vado lavorando il mio Bonifacio, ma conosco che non sono tempi Bonifaciali ma Prudenziali, onde vado adagio ',. Ma come il Cancellieri nel 1783 I'esortava a non privare la repubblica letteraria dell'apologia di Bonifacio VIII, così don Massimiliano lo spronava nel I 786 ad illustrare le memorie dei Caetani: Le idee di V. E. per la storia della " famiglia sono lodevoli e tanto pitr ora necessarie per animare alquanto questo grand'albero che va a seccarsi almeno in parte ,. Lieto che I'acquisto della spada del Valentino aveva contribuito nel l7B8 a .. dare particolarità di decoro al suo cognome ',, finalmente don Massimiliano nello scorcio della estate del 1790 con monsignor Onorato - reduce da Napoli dove aveva ottenuto il privilegio di dedicare il suo Secolo dí Carlo III, edito nella Stamperia Reale, a Carlo IV e a Ferdinando IV - potè combinare la stampa della lettera sopra la famiglia di Gelasio II. D questa pubblicazione, che aveva fatto gemere torchi romani e nella quale non si riuscì ad inserire alcune aggiunte, I'autore così fece omaggio a monsignore Onorato: .. Eccole il suo e mio Gelasio. Poche copie posso mandarle, atteso che sono molti quelli che ne chiedono ,,. E mentre il Cancellieri, il quale aveva messo in dubbio l'appartenenza di Gelasio II ai Caetani si assumeva il compito di diffondere la lettera .. tra tanti letterati di Lombardia suoi corrispondenti " inviandone copie all'abate Tiraboschi, don Massimiliano il 20 novembre 1790 scriveva a monsignor Onorato: " Alcuni giorni sono trasmisi al suo segretario 25 esemplari della lettera nota a V. E., quali fece il Principe suo nipote legare con qualche proprietà per farne poi un pr"r"nf. al capitolo di S. M. in -Cosmedin. Sebbene preveggo che converrà alla ristampa dell'accennata lettera procedere, tante

richieste ne ricevo; non credeva sì grato incontro ". E difatti dal u Convitto >, il 24 lebbraio 1792, don Massimiliano si raccomandava a monsignor Onorato perchè gli procurasse qualche copia della lettera dell'Aloignano dichiarando che ., di duecento fattesi stampare, ne sono rimaste in mia mano una, forse due rr. Con la diffusione ed il successo dunque della lettera dell'Aloígnano, r) se non si dette inizio, certo si aggiunse impulso alle falsificazioni dell'officina pisana, da cui l'artefice <( messer Gharghano " verso la fine del sec. XVIII si riprometteva tangibili beneficî.

V.

Riepilogo. beneficio fu quello di aver tramandato con i suoi falsi i documenti genuini u del nostro Fondo Pisano " i quali, pubblicati in questo volume getteranno altra luce sulla storia e sulla genealogia delle famiglie di Pisa. Ed in confronto di questo non è veramente

Ma I'unico

l) Fu inserita poi nella Vìtd di Gelasio 1/, recata dalla latina favella nella volgare da Pietro Pasqualoni, edita nel t802 in Roma, nella stamperia Caetani sull'Esquilino. Sotto un nuovo purto di vista, pur -r'ifestando la necessità di conoscere gli antichi documenti di Casa Caetani, Pietro Fedele esaminò la questione, tanto fervidmente difa da don Massimiliano Gaetani (La famìglía dí Gclasìo //, in encurvro DELLA R. socrrtÀ RoMANA Dr sroRrA pATRrÀ,,

vol,

XXVil, pp. 434-440), nella quale portò la luce meravi-

gliosa della sua scienza storico-critica. Ne seguì Ia falsàriga Filippo Pinpinella (Gelasrb II - Gíooannl Conlulo; Trani, Vecchi, l9l2). Gelasio Caetani (Caîe!. Gen., prefazione; Domus, l, l, pp. 23-31), a traverso un'arguta analisi delle fonti e dei documenti ontroversi e con I'autorità di scrittori del s. XII, si è adoperato a rivendicare I'antica tradizione che Gelasio II appartenga alla famiglia dei duchi di Gaeta dalla quale, conhariamente alla supposizione Reumont, traggono origine i Caetani.

del

Cregorovius

e del


VARIA da lamentare che << messer Gharghano " sfugga alle indagini condotte sin qui. Se il Glotti avesse dato precise informazioni sulla provenienza delle sue < cartapecore ,, cedute all'Archivio Caetani, forse si sarebbe potuto avere in mano il filo per risalire al copista Magrini e azzardare una congettura sul falsario che, ignaro o immemore delle pene capitali comminate dai Brevi del comune pisano contro chi falsava, tagliava e viziava atti pubblici e notarili, l) si affaticò invano a celebrare ed amplificare le vicende e la cronistoria dei Gaetani di Pisa. All'analisi paleografrca i documenti contraffatti alla fine del sec. XVil dall'imaginario << messer Gharghano deli Ghaitani di sancto Donato >), per i loro caratteri intrinseci ed estrinseci, non apportano neppure un contributo alla storia delle falsifrcazioni. Tutto al pitr possono essere considerati come esercitazioni paleografiche, mal riuscite per non dire goffe, di un inesperto e presuntuoso genealogista della famiglia Gaetani di Pisa, il quale, per rievocare memorie, titoli e diritti, o documentati o consacrati dalla storia o confortati daila tradizione, si prova a fabbricare scritture nuove per la verisimiglianza delle quali non rifugge dall'alterare documenti antichi. Privo di ogni senso giuridico e storico, mancante della capacità e della tecnica necessaria per contraffare in modo Ie carte da non ingenerare alcun dubbio sulla loro insincerità e inattendibilità, il manipolatore del Fondo Pisano ,, non è imputabile nemmeno di crimen falsí. " Ed allora perchè quest'analisi del falso documentale perpetrato da .. messer Garghano " ?

*** Dando pieno credito alle asserzioni di codesto << messere ,r, in un primo momento Gelasio Caetani rion esitò ad ammettere che i falsi del u Fondo Pisano , furono commessi da Galgano Gaetani tra Ia fine del Quattrocento e il principio del Cinquecento, con Ia riserva però di tornare a studiare tutte le carte, genuine e contrafiatte, di dettta collezione allorquando le avrebbe pubblicate e illustrate in un volume a parte. 2) Scartata poi simile idea e decisosi a inserire nei Varía i documenti autentici del " Fondo Pisano ,r, Gelasio Caetani si riprometteva di comunicare nella Introduzione a questo volume i risultati di un suo studio sulle scritture fabbricate e alterate da << messer Gharghano ,'. Con ciò Egli, che aveva basato la Caietanorum Genealogia e la Domus unicamente su monumenti coevi, su documenti genuini e su fonti certe, intendeva confermare quanto si sentisse alieno da qualsiasi ricostruzione storica, arbitraria o malsicura. E l'occasione di ribadire Ia sua fedeltà al rigoroso metodo scientifico, anche per quanto concerneva le memorie della sua Casa, gli veniva fornita dalla raccolta delle falsificazioni del Fondo Pisano >, messa così infelicemente a servizio " della vanità o dell'adulazione a traverso' un eventuale mercimonio. Ma mentre aveva portato a buon punto la stampa del testo del presente volume e si accingeva già a sviluppare lo schema della sua analisi storico-paleograÉca sulle carte pisane, che doveva costituire I'argomento della Introduzione dei Vaia, la morte prematuramente - il 23 ottobre 1934 - ne stroncò I'attività meravigliosa. E così, purtroppo, alla letteratura archivistica è venuto a mancare un nuovo contributo di Lui che, infaticabilmente studioso, passando dal campo dell'ingegneria mineraria a quello delle scienze storiche, vi eresse un monumento aere perennius con la pubblicazione dei u Documenti dell'Archivio Caetani ,. Impresa degna di un esemplare Patrizio Romano che, accorso da oltre Oceano in patria per servirla come volontario di guerra, iniziò nel I 918 I'opera di boniÉca nelle Paludi Pontine ed in pari tempo 2) runt cL,, Manuale

ìlí paleogtafia ilelle caile,

p. 196 e

segg. 3)

Reg.,

I' p. XV.


Ì É

Ì ! , í

DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI non sottraendosi a incarichi e uffici d'interesse nazionali - attese a raccoglierne le memorie e ad illustrarne i monumenti per tramandare alle nuove generazioni il patrimonio storico della provincia di Littoria, sorta su territori e feudi della sua stirpe. Fedele allo spirito e ai metodi cui si attenne I'Autore in questa sua pubblicazione, mi son provato ad adempire la promessa di Lui, per me retaggio sacro. All'uopo mi son valso anche di osservazioni raccolte trent'anni or sono dal prof. Vincenzo Federici; a lui e al comm. Pompeo Barbato, che trascrisse i documenti cartacei, rendo qui le debite grazie. Se queste pagine, scritte non senza trepidazione, saranno ritenute inadeguate al compito che I'Autore si era prefisso, prego paleografr e diplomatisti di volermene essere indulgenti. Non le critichino per I'entità, ma le considerino come il mio doveroso tributo di afietto e riconosceRza verso chi ebbe inalterata fiducia in me, dal I 906 quale archivista della Casa e dal l9l8 quale collaboratore suo. Con anirno commosso, nel nome e in memoria di Gelasio Caetani licenzio alle stampe questa Introduzione oggi, triste ricorrenza del primo anniversario della sua morte, che segnò una perdita ineparabile per la famiglia, gli studi e I'ltalia.

-

Bibltoteca Apostolíca Vatícana

23

ottobe 1935. Cesarc Ramadort


DEL FONDO PISANO. N. 3I9I (C

-

1282.III. 2\,


(Vedi Introduzione)

VOLUME PRIMO

Prg.1403,1388.

c-1180.II.7. conoenzioní fra i condomini e glí uomíní del castello di Tone (Caietani), i corríspondere aí rispettíoí sìgnorí í seroizí dooutí per le loro tenute, rispettando

e

Patti

quali si obblígano di Ia consueludine della

signoriadicusIodíreapropriespeseIafortezzaedípagarelammendaperl'adulterio. Qtîgínale, Nel úeÍso no!e, del sec, XIII: Instrumentum de pactis et consuetudinibusf Atc. Caet., ptg. n. 1403 t. inter dominos et vassallos castri Turris; del sec. XVII: Capitoli tra Signori et'attri particolari; ilel iec, XVIII: Scritture del sig. Cesare daetani romano signore del cstetlo della Torre; segnaluta del sec. XVII : n. 56. Ioî, Prg. n. ti88.r Copía (A), aulenlicalacon I'alto segucnle:ln nomine Dominj, amen. Hocestexemplumcuiusdam

(l) sic dicentis.., Ad quod eremptum legendum et auscultandum mecum ad supradictum originale publicum inscriniarii confectum non abolitum non encettatum nec in aliqua suj parte vitiatur.. hij testes rogati inter'lohannis strumentum manu preite. ' et fuerunt. Dominus iuder tio. Dominus Nicolaus Abbas sncti Salvatoris. Nicolaus de Vico scriniarius. Raynaldus dictus \ prebiter Petrus sancte Marie maioris de Alatro. Et ego lohannes Magis6j Girardj sancte Romane Ecclesie Notarius cui data est PotestaE ab eadem Ecctesia dandi .tutores et prertandi .ur"toro d""iuto111 iht .pon"tidi testes recipiendj et publicaudj acta protocolla et iastrumenta erenplaudj nec non auctoritatem instru' publico originali in quod invenj scripsi cecundum fideliter exemplum prescriptum e:aalcipare manumittere et adoptare volentibus. prescriptum et interlineavi intellectum mutet vel vitiet que semum Don vel litteram sillabam forte ni.i vel mento nichil addens -inuens publicam formam redegi et mei erempl,,- io )OgyJ. linea unusquisque. et XXXVIIIJ. predictorum. et ipsum eremplum rogatus in indictione quartaMensis Alexandri.lllJ."papeanno.VJ' pontiGcatusdominj ,ro-ioi""igoo- fcj.Aano Nativiiatis ei6 MoCoCoLXo. inter dominc de Turri consuetudinibus pactis et de Instrumentum del sec. XIV: nole, oerco Nel M. quarta. S.ptembel die del s*. XVII: et dlios homines eiurdem Cmtri et de servitijs et conventionibus que ipsi homines iam dictis suis dominis facere debent; Caelanus; seMuzius XVilI.' sec. ()) del notarius; Filtrinus C. Corino, A. 1619, erhibita in cancellaria ... publici instrumentis

Die sexta septembris gnatwa del sec.

ffi

XVII: t

56.

IN ilonarNE DoMTNJ

NOSTRJ YESU CHRTSTJ. AttNO DOMJNJCE JNCARNATIONJS EJUS M. C.

9CT9gESJMO, P9NTJFJCATUS donini Alexanfi JJJ PaPe. Anno .)QC primo, indictione XJJJ., Mense memorje februario àj" .Vll. Quoniam homjnum conventiones et pacta gestarum rerum constat perpetue res non sjne scripture publjce commemoratione propter humanam imbecilljtatem retineri non posse' que negue cc. L. instrumentis geruntur set jn jlljs testjmonium gestarum confertur, merito igjtur pacta, gue 2 quod con' est lnde convenit. habere firmjtatem p"rp"tuu* negue ccc. vel cc. booor'^odo fiunt. 3 et aljos suos homines quod turris jnter dominos de castro [voc]atur u"n"tioo"- sjve pactum conventum ejusdem *ruj d"-r".vjtjis et conruetudjnjbus que jpsi homjnes iam dictjs suis dominjs facere et observare sicut e: subgectjs ab' iuru iurando promjserunt. hoc brevj instrumento manifestum in perpetuum a "urn In prjmjs namque homines filjorum dgnin! davit de Aleho 6lii domini orlandj p"r"bjt 6".i "olu.ur. hec servjtia rnajorjs et nepotum. videljcet dominj theobaldi et dominjjohan"is et frahum eorum frliorum I,

l


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI jnfra scripta et consuetudjnes. non vj coactj set sponte cum jureiurando corporaljter prestjto. facere et observare promjserunt. Guttjfredus et Njcolaus filji jordanj et Amato filius johannjs fratris eorum unusquisque jstorum pro suo tenjmento. per unumquemgue 5 annum. debet dare suis dominjs hec. In primjs .X;;."i^ denarjos. et .XJJ. mjnas frumentj. sex de grano et .VJ. de ordeo. unam juxtam salmam merj. Item in festo sancte Marie .JJJJ." pjczas u p"oi et casatam unam si bestjas habuerjt. Item in natjvjtate dominj sjmjljter quatuor pjczas 6 et scapulam 7 et lumbum porcj sj eum habuerjt. Item jn festo pasce idem servjre debent. quod in festo sancte Marje. Post hec cum dominus filjum conjugaverjt debet ej dare de[na]rjum unum. Item si habuerit acgnum revjferum. debet eum dare domino. Item sj habuerjt pullurn de jumenta debet eum dare 8 domino. et propter hoc dominus debet ej djmittere totam fidantiam jlljus anni tantum. Item unum canistrum de uva. et unum cjstronem de rapjs. Item sj aljquam ferambestjam cum tallolis abpreenderit. e medietatem de his que ceperjt. debet dare domino. De jnde per omnem annum unusquisgue pro suo tenjmento debet prestare domino tres operas boum. ad vjneas putandas. adque ljgandas et ad palos faciendos debet dominum adjuvare non prestjtjs illj a domino cjbarjis. ad eas fodendas. debet eum adjuvare et dominus debet ei dare prandjum et merennam 10. Item tempore messium ad metendum. debet prestare domino operas per omnem edomadam unum djem ipsj domino. et alium sjbj. ubj domino opus fuerjt. Item ad trjtandas messes, debet .eum adjuvare dum trjta in area duraverjt. Post hec, debet ipsum adjuvare unusquisque ad ljgnamjna facjenda et domj reducenda. cum necesse fuerjt per se et per asinum si eum habuerit. Item ad fenum secandum, debet eum adjuvare per se ad tt reducendum. debet ei asinum prestare. ad coperiendas domos et aptandas 12 debet eum adjuillut vare cum domind necesse fuerjt, Item tenjmentum quod unusquisque predjctorum tenet a suo domino. vel a suis antecessoribus. neque illut vendere, nec ullomodo sjne sui domini ljcentia, alj"n"r" valeat. Reter quam si de [s]ujs acquisjtionjbus, quod eorum moderate secundum acquisitionjs mensuram pro anjma sua vel parentum suorum jn ecclesjis supra djcti castrj dare, seu relinquere voluerjt. Ceterj guoque omnes homines predictorum dominorum jpsius castrj. jlli qui tenjmentum jntegrum habent. pro suo tenjmento sjmjljter debent facere ut filij jordanj omnja suprascrjpta servitia. et reddjtus dare. Qum enim aon jntegrum tenjmentum, set partem habet, pro parte competentj de omnjbus predjctjs faciat et prestet. Homjnes filiorum dominj davjt domini ocgerjj {a et homjnes dominj guidocte et homjnes filjorum dominj torrescianj, sjmjljter unusguisque pro tenjmento jntegro et parte competentj. jllut jdem quod et filjj jordanj et aljj. homines filjorum et nepotum dominj davjt, facere et observare debent. Item Homjnes filjorum dominj ocdonjs et filiorum domjni orlandj dominj ocgerij 13 sjmjliter pro tenimento jntegro et parte competenti. idem facere et observare quod homjnes filjorum et nepotum domini davit. debent. Preter stampaiolli 14 quem dominus vertius 15 ad molendjnum jre sjbj debere djcebat. Homjnes filjorum domini Amatonjs et homjnes domini galleranj et dominj rainaldi 16 rubej. et homjnes frljorum rajnal[di] t7 de alberto. et Éliorum doctj. jdem facere et observare debent. pro integro tenimento et parte guod et homjnes predjctorum filiorum dominj davjt et nepotum. Preter leonem de franco quem dominus guajmarjus sjbj et franj ad molendjnum ire debere djcebat. Post hec omnes homjnes omnjum supradjctorum dominorum, unusquisgue suo domino super predjcta servjtia. debet ei facere et observare omnia alja necessarja et consueta obseguia homjnum et anjmaljum, que consueto modo, jnfra annum soljti facere sunt. Item nultum eorum debet renuere domino socjetatem, quando eam cum aljquo eorum dominus suus facere vóluerjt. Item communis. consuetudo totius segnorje est. ut cum necesse fuerjt predictum cashum sive massicjum custodjrj 17 predjctj suj homjnes tt iu* djctj castrj. debent eum custodjre sujs expensis. Item eorum consuetudo taljs est. ut sj coniugata muljer jpsjus castri fecerjt re adulterjum cum aljquo, vel sj vacantjva cum homjne conjugato adulterium fecerjt. a domino pro culverta abprendjtur et tenetur. 16 donec aut ipsa aut aljus pro ea domino suo .X. solidos denariorum prebeat. Homjnes dorrini rajnaldj 16 rubej de tenjmento facjunt predjcta. de augmento quod tenent. sjnt ad ipsjus dominj rajnaldi voluntatem. Hec omnia supradicta omnes fere homjnes predjctj castrj ut supradjctum est. cum iureiurando facere et observare promiserunt. fere dixj. pro jlljs qui forte tunc aberast. Pro omnjbus jam suprascrjptis unusquisque predjctorum obljgavit domino suo jn penam .XX. solidorum provisinorum sj predjcta observare noluerjt. seu contra ea venjre temptaverjt. In qua pena t[unc] demum incidat. cum ter fuerit jnde monjtus et quod facere debet non fecerjt. qua soluta. jnstrumentum firmum permaneat. Hujc conventionj adque promjssionj et jnstrumentj rogationi testes jnterfuerunt, et rogati sunt hji. 22 Dominus Fares dominj Lagari 20 Dominus ocdo 2r de Roma. Dominus Adjnulfus dominj vertij. 23 Dominus Martilius de campolato. Magister edelgerius de trebelliano.


VARIA Et ego iohannes Sancte Romane ecclesie scrinjarius a dominis et aljis suprasoiptis hominibus de turre et testjbus,rogatus hoc jnstrumentum scripsj et sjgmrm feci. M. t Quí ínsedta perchè omessa nel ool Io deÍ Regesta Chartarum. 2 Abh. mo 3 Danno prodotto da un foro. aAlatroínA(copíaaul), lr4óór.unuq 6lpigas ?lspatulam sscrlfodueoolte. eladprehenderit lrlillud lllabtandas 13 lOgerii r0 loerendam {altapaiolli {5 lVersius '16 lRaynaldi tTConetto sopîa un oríginario custodire. lE Scríflo ho homines, e Ie ptîme letlete ho cancellate dalla slessa mano. te Coretlo sopra un origínarto facit 20 I Lasarii 2r A Odo Pz AVetsií 23 Le sotloscrízíoní sono dlspostc Ín due colonne, c nel mezzo ci sono he S che mancano Ín A.

[1181-1rS4l.v. 23

c-83.

.

III

Lucio al oescoúo e ai canonici di Veroli: decreta che le chiese dí Monte San Giooanni Campano, Strangolagallt e San Nicola. de Civitella,, con i beni che legíttimamente posseggono, siano esentí da ogní esazìone laíca.

Veroli

-

Copia del sec.

XlX,

estratta

dall'Arc. di Veroli da G. B. Carinci.

Lucius [IIl] episcopus, servus servorum Dei, venerabili fratri A[mbrosio] episcopo et'dilectis frliis canonicis verulanis salutem et apostolicam benedictionem. Iustis petentium desideriis facilem nos convenit prebere consensum, et ea quae a rationis tramite non discordant effectu prosequente complere. Ea propter vestris iustis postulationibus grato concurrente assensu, Ecclesias, quas in castris Montis S. Iohannis et Strangulagalli iure diocesano. tenetis, Ecclesiam quoque S. Nicolai de Civitella, euam ir,rre fundatoris sicut ex publico instrumento et multorum iuratorum testium assertione coram dilecto filio Rainaldo subdiacono nostro a nobis ad hoc delegato probatum est, possidetis, ab omni exactione, vel ordinatione Laicorum liberas esse decernimus et easdem Ecclesias cum possessionibus, et hominibus quos in utroque castro legitimè possidetis, vobis, successoribus vestris auctoritate Apostolica confirmamus, et presentis scripti patrocinio communimus. Nulli ergo omnino hominum liceat hanc paginam nostrg confirmationis infringere, vel ei ausu temerario contraire. Si quis autem hoc attentare presumpserit indignationem Omnipotentis Dei, et beatorum Peti et Pauli Apostolorum eius se noverit insursurum. Datum Verulis X Kalendas iunii.

c - 1194. xII . 8.

,

F.P.3263.

" - Guido del fu lldebrandino u de Ponte , dona un pÍato, posto in localítà u Prato Uberti,, a Simone abate della chiesa di S. Michele degli Scalzt.

n Orticaria Arc.

Caet.,

Oigínale. NeI terco note, ilel sec. XV: a) barta donni Simoni abati Prg. (Fondo PÍsano) n. 3263. a Guidone de Ponte ... prate; ó) S[cilicetl prato starii IIII posto in Ptato Uberti di Guido d'Aldo-

Discalciatorum de datione facta brandino dal Ponte I 194.

,

ST. In donini nostri lhesu sit nomine Christi. Qui deus eternus regnat sine fine supernus. anno ab incarnatione eius. Millesimo Centesimo Nonagesimo quinto. Indictione tertiadecima. Sexto ldus decembris. Manifestus sum ego Guido quondam lldibrandini de Ponte quia per hanc cartulam do et concedo et ofero inrevoeabiliter inter vivos deo et ecclesie Sancti Michaelis discalciatorum et ipsi Simoni abati dicte ecclesie recipienti pro ea unam petiam integram de terra que est pratum. positum in loco ubi dicitur Prato Uberti. Cuius unum capút situm continetur in terra [Ba]ronis. et Rannucini gregorii I et filii quondam Riccii. Cum uno capite et cum uno latere et aliud latus in terra ecclesie Sancti Michaelis discalciatorum. et per mensuram stariora quatuor et si plus est. predicta igitur terre pecia qualitet ab omni parte circumdata et mensurata et per designata loca in integrum cum inferioribus et superioribus suis seu cum accessionibus et fnibus ingressibusque suis et cum omni iure et proprietate actioneque sua tibi ut dictum est do et concedo et ofero. in in6nito. Insuper autem cedo et mando tibi omnia iura omnesque actiones directas et utiles inde mihi competentes ut de cetero his fuo nomine ante aquirere ac experiri possis contra quamcumgue personam vel locu* Qu"- merm datiooem et concessionem et


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI ofertionem. si Ego vel prenominatus Guido vel meus heres sive a nobis summissa persona vel cui nos eam dedissemus aut dederimus retollere vel minuere aut fatigare presunserimus per aliquod ingenium tibi prefato abati recipienti per suprascriptam ecclesiam vel tuis successoribus aut cui vos eam dederitis vel habere decreveritis. Et si nos exinde autoles dare volueritis eamque vobis ... 2 dere non potuerimus et non defensaverimus. Spondeo ego una cum meis heredibus stipulari et ... 2 solli ... 2 componere vobis nomine pene suprascriptam meam dationem et conceptionem et ofertionem in duplum ... 2 sub extirnatione qualis tuc (t) fuerit. Et sic precipio tibi ut nomine suprascripte ecclesie corporaliter in posesione intres ac de cetero pro te possideam. Interim autem me pro te possidere constituto donec ipsam posesionem aprendas. Et sic tali ordine hec scribere rogavi. Iacobum. Iudicem. et Notarium. Actum Orticarie in claustro ecclesie Sancti Michaelis discalciatorum. in pt'esentia et testimonio. Gualfredi guondam Savini. et Ranierii frlii Bernardi. ad hec precipue convocatorum et testium pregatorum. Suprascriptus quidern Guido hac (!) cartulam ceu dictum est rogavit scribi. ST. Ego Iacobus quondam Palmenti filius et domini imperatoris Notarius eiusdemque 6[ii] Henrigi regis ludex post traditam conplevi et dedi. t Abbt. ggt

1195.[V.27 Enrico

VI

frio

c-88. Rtnaldo AcquaoĂ­oa e a Fortebraccio nonchĂŠ aIIe mogli e agli ercdi loro tutto lo Leone di Atri, suocero di Rinaldo, teneoa in demanĂ­o.

concede.

a

calce segue I'autenticazione.

curia, in Roma,

Renzullo,

pergamena.

.

stato che.

ln

' Danno della

La prima copia fu

desunta dall'originale da Giacomo Grenier, chierico di Tournai' notaio della

il 17.V1 .1564, e collazionata dal notaio Alberto Baldacci; dalla medesima etrase la presente copia il di Napoli, nellacuria del notaio Francesco Vinaccia, il 6.XII .1636, in Napoli.

notaio Ono-

In nomine Sanctg et Indicidug Trinitatis. Henricus VI divina favente clementia Romanorum Imperator semper Augustus et rex Sicilig. Dignum providemus esse de ratione censemus, ut ubi sinceritatis, et fidelitatis prgcedit obseguium digna subsequatur compensatio meritorum, inde est qtrod nos actendentes sincerg fidei, et devotionis constantia, quam Raynaldus de Acquaviva, et Fortisbracchia frdeles $emper nostris servitijs hgrere gualiter nondum cessant pro nostris utilitatibus devotius laborare; Considerantes etiam grata servitia, quae nobis eos credimus in antea prgstitos de mera gratia, et innata nobis beni' gnitate damus, et concedimus in perpetuum pgdicto Raynaldo de Acquaviva, uxori eius Forestg et heredibus suis; necnon et Fortibraccio, Sconfrctg uxori sug, et heredibus eius totam terram, quam quondam

tenuit Leon de

Atri

pater dictg Forestg, tam

in demanio, quam in servitio cum omni iure,

honore,

tenimentis, pertinentiis suis, sicut idem Leonus tempore Regis Guiglielmi tenuit, et possedit, guod in demanio, in demanium, quod in servitio in servitium scilicet Biseniam, Babuianum, Ruffianum, dimidium Aviani, Colle Marmoreus, Chinainus, duas partes Sancti Georgij, Casaleretum, Poggium Adimanunn, Scurranum., Poggium ad Rosam, Raminianum, Forcelli, Ripa loaanis frlii Bruoaldi, Cantalupus, Castellum Vetus de quo in numia ()) Perchanatam, Sanctum loannem de filio uibuni, Sanctam Mariam de Atri cum pogio ad faianum, Montem Peritum, et Terboccanum; Ita quidem ut predicti Rainaldus, et Fortisbraccia, uxores et heredes eorum, terram ipsam perpetuo teneant, possideant cum omni iure, honore, tenimentis, et pertinentiis suis, sicut predictum est salvo in omnibus mandato et ordinatione nostra' et heredum nostrorum, ut igitur hgc nostrg liberalitatis donatio, atque concessio 6rma semper et inconcussa Permaneat, et nulli ei in aliquo liceat contraire, presens privilegium conscribi, et nostro sigillo iussimus'communiri, statuentes, et imperiali precipientes edicto, ut nulla ecclesiastica, vel secularis humilis, vel alta persona hanc nostram coDcessionem et donationem dirumpere, vel evacuare prgsumat, si quis autem cuiuslibet temeritatis audacia huic noshg concessioni, et donationi obviator extitivit (t) in ulcionem transgressionis sug centum libras auri purissimi componat, medietatem camerg nostrg, reliquam vero Passis iniuriam persolvendam. Huius autem rei testes sunt Henricus Guarman episcopus, Guolfoguerus pacavensis episcopus, Philippus dux Tuscig, frater noster, Corradus dux Spoleti, et totius regni Sicilig Vicarius, Mercualdus senescalcus noster, Comes Hugo Lupinus, Comes Ugo de Matela et alii quamplures.


VARIA

.

Signum Henrici Romani Imperatoris invictissirni semper augusti, et regis Sicilig. Ufo Corradus trmperialis Aula cancellarius una cum Gualtero troiano episcopo, et regni Sicilig Canceilario 2o cognovimus. Acta sunt hgc anno Dominica incarnationis M.C. nonagesimo quinto indictione XIlt. Regnante domino Henrico VI. Romanorum invictissimo imperatore semPer augusto' et rege Sicilig Anno eius regni XXV. Imperii vero ItlI., et Regni Sicilig primo data per manus Alberti Imperialis Aule Frothonotarij V. Kalendas madii; Indictionis predictg.

c - 180.

t20t.1I.13.

xlu.

BÍnuIfu e Baro, Guido e Roberto, arbìlrí nella lite tra i sezzesí e i terracínesi, si recano ioí, conoocati i buoni uomini dal console e dal conestabile, í periti e gli aooocati a parti deliberano sul possesso di Maríttima, Selce e Fiumara. delle

Prioerno

-

Prioerno eÀ

Copia del sec.

XIV,

eseguita sull'altra autenticata

Exemplum instrumenti

pientis: Anno

il 1257.X.30

dal notaio Giovanni di Sezze.

per manus Matthey, sancte romane ecclesie scriniarij, confecti, sic inci-

1, r, Incarnationis millesimo ducentesimo indictione tertia tertiadecima die intrantis mensis

i"bruarii, anno tertio I lnnocentij tertij 'pape. Hijs publicis licteris memorie mandatur qualiter arbitri, videlicet Binulfus et Baro et Guido et Robertus, conmuniter electi, in questione sitinorum et terracinensium de Maritima et Silice et Flumaria et eorum usu et possessione, quarum omnium rerum questio cum diutius esset agitata coram predictis arbitris nec in dicisione causarum concorditer poxent procedere, consilium bonorum homirru- Pipernj et iuris peútorum petere statuerunt; deinde cum aput Pipernum accessissent, de voluntate utriusque partis, per consulem et comestabilem Pipernj bonis hominibus convocatis et iuris peritis, coram eis, ab utraque parte, per dissertos advocatos, plenarie causam tractaverunt, et post multas altercationes inter eos habitas et post renunptiationes ab utraque pal'te factas,. et post multas ammonitiones a bonis hominibus Pipernj sugestas, ut in cause decisione predicti arbitri convenirent et ex se procederent, quod minime ex se facere poxet asserentes, privilegia Silvestri et .' Benedicti pape ex parte terracinensium edita et actestationes sitinorum introducta et confexiones utriusgue partis scindìcorum exibitas omnia hec in manibus bonorum hominum Pipernj et iuris peritorum, in conspectu populi, conmuni voluntate partium et precibus arbitrorum, fuerunt collata, ut suPra hijs deliberarent quatenus per eorum consilium causa sortiretur efiectum; ad hec cum bonis hominibus Pipernj supervacuum nid"ru, (t) consilium impartiri, nisi partes promicterent eorum stare consilio, ita quod per eumdem consilium

dJ"r"t

terminari, quod ab utraque parte promissum sepius et precibus exoratum, deinde deliberatione

".ur" diligenti habita a iamdiciis pipernensibus, ad petitionem utriusque partis, in cospectu totius populi' eorum est recitatum in ecclesia Sancte Marie, quod tale est: Ut setini et terracinenses conmuniter "ooliliuutantur a Rivo Martini usque ad Rivum de Noccla in cesando, venando, tagliando, ut actenus usi sunt, et quod secundum quod nobis constat confexione utriusque scindici, a Rivo- de Nocchia inferius secundum setini maris, ad litus usgue Saccum et et Sarmentum recto tramiie ponigitur per Campoli et Capudhomo f"""r" cum guria canum a parte terracinensium, finitimis et vicinis ipsius rivj possint non audeant ".r", venare sine occasione malignandi, salvis proprietatibus specialium Personarum, sique sunt, a rivo inferius. De Silice ho" di"imus: Ut a Mese et superius sit usus et utilitas setinorum, inferius vero salvis (!) piscariis et ius (!) piscandi specialium personamm, ut ibi actenus habueruut, et salvum sit terracensibus dicimus:Utipsi DeFlumariahoc usisunt. ;nhijr nooig"r",et-ligraminafacere, etomnia sicuthactenus terracenenses usque ad Forcellati libere utantur eo usu, quo usque modo usi suntj et a Forcellati usque ad Salci more bone vicinitatis utantur sicut usi sunt, sine occasione malignandi; et setini a Forcellati usque ad Sitinum exinde non audeant cesas facere, proprietates specialium personarum setinorum sint in piscarijs et lectis et in cesis hactenus factis. Et petitiones in danpnis cesarum et in pena s"lve "isfacte ab utraque parte remictantur, et salva proprietate omnium istorum locorum utriusque conmupetenda nit"tir. Et hoc dicimus iure poxersionis et usus. Cuius rey rogati sunt testes: S Belbellus. S Transnundus domine Nune. S Landúlfus Patius. S Leo Cantafollia. S Transmundus lohannis Baronis. S Thomas Folli. S Pebus domini Rofiridi. É Ego Macùeus sancte romane ecclesie scriniarius in hijs publicis licteris reddegi.

I

L'anno

i.

àeI pontificata d'Innocazo

III

príncípía

íI

22.11 .t2OO, col quale anno non concotda l'ínilízìonle 3.a


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

.x.

1202

c-93.

u Petie Sancte Marie u (nella tenuta) - Gregorio di Stefono, abate del monastero di S. Angelo sopra Nínfa, fra Nicolo, priore dí S. Antonio di Carpíneto, Nicola Vari, dí Ninfa, é Gioro^o di Ntcola di Gíooanní, di Carpíneto, arbitri delle comunità di Norma e dí Collemezzo, pronunzíano ìl lodo suí confní trc í tenitoríi. Copia del sec.

Anno

XIV.

pontificatus Nicolaj pape quarti anno quarto, indictione quarta, mensis dudum materia questionis inter homines et universitatem castri [Normarum], r ex parte una, et homines et universitatem castri Collemedij, ex parte altera, super territorio et tenimento ubicumque sito, occasione inponendorum finium seu terminationis fac[iende] I inter tenimenta et territoria predictorum universitatum, et maxime occasione territorij et tenimenti infra fines utriusque castri costituti, quibus de causis predicta castra sirstinuerunt dampna, expensas, tahdem per Stephanum dictum Rubeum, filium condam Gregorij Rubej de Normis, scindicum et procuratorem per dominum lacobum Mosca Nas[uml, I Mo CCo secundo,

octubris. Orta

de Piperno, ac presbiterum ecclesie Sancte Marie de Normis, tunc ipsius castri vicarium, et per populum comunis eiusdem castri ad promictendum legitime ordinatum et per Catallum lohannis de Collemedio, scindicum et procuratorem per dominum Andream presbiterum ecclesie Sancte Annete de Anagnie, tunc vicarium dicti castrj Collemedij, et per populum ac universitatem eiusdem ad promictendum legitime, ordinatum, compromissum fuit in nos Gregorium Stephanj, abatem monasterii Sancti Angelj supra Nimpham, et fratrem Nicolaum, priorj (!) Sancti Antonij de Carpineto, et Nicolaum Varj de Nimpha et Iacobum Nicolaj lohannis de Carpineto, de guestionibus supradictis, prout in compromisso scripto per Bartholomeum de Talliacoczo, habitatorem castri Nimphe, continetur. Nos cupientes predictas questiones terminare, scindere materiam huiusmodi questionum, accessimus ad loca questionis predicte ipsague. de passu in passu intuentes et considerantes, nobiscum deliberatione preabita, pro bono pacis et concordie utrius.que universitatum et castrorum, arbitramur et mandamus inter ipsas partes super questionibus supradictis. In primis quod colomnella, gue sita est in monte quj dicitur le Rotecheta ?, sit terminus utriusque partis et sic descendendo per Serram longam usque ad Petram Aquaram, que sita est iuxta Petiam Sancte Marie, et ipsa petra sit terminus alter sic descendendo per maceriam Vie Antique et in pede per directum pretenditur usque ad morronem, ubi finsimus (!) crucem, quem morronem dicimus pro termino haberj, et sic ab ipso morione usque ad fossatum quod esit della Valle delle Cocte, et ab ipso fossato per directum usque ad arborem pirum que orta est in pede Collis Follorati; et sic ascendendo per ipsum collem per medium usque ad Vallem de Cocte et sic per directum protenendo (!) usque ad murum anticum, quod murum volumus esse terminum. Ita quod a dicta terminatione et finium de[signati]one I et decisione et ab alijs finibus per nos desingnatis usque ad Normas, sit de territorio et territorium Normarum, et ab ipsis finibus usque ad Collemedium sit de tenitorio et teritorium Collemedii, salvis proprietatibus et possessionibus singularium personarum utriusque partis, quas habent ulha fines predictos in tenimentis predictorum cash'orum, quibus habentibus per istud abitrium seu mandatum nullum volumus preiudicium generarj in possessionibus et proprietatibus supradictis. Redicta mandamus a predictis partibus in perpetuum observarj sub pena in compromisso contenta, reservantes nobis potestatem iterum et pluries arbitrandi

super predictis questionibus et presens laudum declarandi et coregendi guoties nobis visum fuerit expedire. Lectum, Iatum et recitatum fuit predictum laudum et mandatum per me notarium de mandato dominj fratris Crregorij, abatis, et dominj fratris Nicolaj, prioris, et Nicolaj Varj de Nimpha et lacobj Nicolai loha"nis de Carpineto, mandantium observarj debere a partibus supradictis sicud super apparet: presentibus Stephano, dicto Rubeo, filio condam Gregorio Rubej 3 de Normis, scinnico eiusdem castri, et Castello lohannis de Colleuredio, eiusdem cashi scindico, et predicta accectantibus. Actum in campis, in via publica que est supra dicta terra, que dicitur Petie Sancte Marie: magistro Angilo Ferrario de Normis, dicto Pedano, et Bartholomeo Mancino, Rainallo de Cora et Bono de Nimpha et Peho Macthej de Nimpha et Nicolao Pelono de Nimpha testibus. Bartholomeus de Tallacoczo, nunc habitator Nimphe, imperialj auctoritate notarius scripsi et signum oppusuj (!).

I

Danno della

caila,

? Nel feslo lerotecheta 3 Sctitto pnma Rubeo, poí conetto,


VARIA

C-r213.I.31 Colle SaloetJi (.1 Nubila

F.P.319O.

") -

Testamento

Bonaccorso

Arc. Caet., Ptg, (Fondo Písano) n, 3196. XVI: 1255; del sec. XVIII: 12... prinno

Nubula; del sec.

Copía

ilel

fu

Galgano

aulentíca. Nel

" de Nubila

oerso note,

del

sec.

u.

XIV:

Gatgano de

febraro.

Sit omnibus manifestum quod Bonacursus quondam Galgani de Nubila, inter cetera que in suo testamento disposuit; corpus suum sepeliendum iudicavit apud hospitale Sancti Lunardi de Stagno et eidem hospitali Iegavit pro anima sua libras sedecim denariorum pisanorum. Si verà Scorcialupus, filiut suus, ante legitimam etatem viginti annorum sine liberis decesserit, tunc sustituit ei Lupam et Dainam, filias suas, comuniter computatis dote suprascripte Daine et iudicio librarum sessaginta denariorum facto Lupe predicte. Si predictus filius suus et 6lia sua Lupa infra suprascriptam etatem decederent, legavit suprascripte Daine medietatem omnium bonorum suorum, computa (t) dote sua. Item in hoc casu legavit .Rodulfo modiorum unum prati, quod fuit Arnonis, et Beldie, sorori Guidi, soldos centum dinariorum pisanorum; medietatem illius quod remanet legavit hospilali de Stangno suprascripto pro anima sua. Huius sui iudicii et legati reliquid frdei commissarios, distributores et datores Buldronem quondam Henrigi, Morellum, germanum suprascripti Buldronis, et Rodulfum quoudam Bonacursi. Et in hoc modo Bonacursus Bartholomeum iudicem et notarium scribere rogavit. Actum Nubile, in domo suprascripti Bona[cursi: pre]sentibus I Guidone de Colognoli, Ranuccino quondam Ubaldini, presbitero Martino, presbitero Sismundo ... I quondam Henrigi et Guidone quondam Maimonis testibus, Incarnationis anno [millesimo] ducentesimo [terciodeci]mo r, indiccione prima, pridie kalendas februarii. ST. Bonalbergus Gualfredi de Musiliano, iudex et notarius domini imperatoris, hanc cartam a suprascripto Bartholomeo, iudice et notario quondam lacobi iudicis et notarii de Casainvidia, ut eiusdem scedis inveni, ex commissione a domino Stefano, vicario domini Anibaldi olim pisanorum potestatis, per formam sanatus (t) consilii michi inde fata (!), ita scripsi et fumavi. I La datazíone fu

1225. VII . 25

înlenzíonalmenle danneggìata con taschialura

e acídì, che rcnilono tileggibìIe qualche parcla.

c - r04.

.

Cateliati " - Capitoli del concordato fra í sígnorí di Acquaoioa Picena e Ia Ripatransone eon specíale ríguardo s Raniero de Trifunczo > e agli eîedí suoí e

" In Colle Sancte Marie comunÍtà

di

alla dífesa delle fispettíoe popolazionì. Copia del gec. XVI. NeI otso: Copia de priviteggio

"

dela casa d'Aquaviva.

Copia. Breve recordationis, pacti et promissionis gualiter Henricus et Gualterius, fratres, et Tadeus filius Riczardi, eorum nepos, et Mattheus Berardi Ottonis, et Albertinus domini Vinciguerre, domini de Aguaviva, concedimus comunitati Ripetransonis et tibi magistro Rainaldo Albertigisonis, massario et sindico eiusdem cashi, nomine dicte comunitatis recipienti, Rainerium de Trifunczo et eius heredes ad inhabitandum in casho predicto cum fructibus sui domanii et servitutis vassallorum, de vitalibus et usualibus; et si dominus Rainerius voluerit facere aliam habitationem, promictimus nos dictam comunitatem

et nos de comunitate ad invicem iuvare. Item promictimus nos dicti domini guod unus noshum habitabit semper in Ripatransonis ad mandatum rectoris vel rectorum, qui pro tempore fuerint in ipso castro Ripe, et omnes obedire rectoribus predictis iurabimus annuatim pro his que habemus vel habebirnus in Ripatransonis; et guamcumque penam Rainerij pro ipsa habitatione facienda, dicte comunitati faciet, concedimus et ratam habebimus, et omnes possessiones inmobiles, occupatas a nobis vel nostris vassallis de bonis ipsius Raiaerij et vassallorum eius, eidem restituere promictimus et restituimus, dando licentiam eidem Rainerio et vassallis eius possessionem ipsarum rerum, excepta portione tangente Trasmundum, intrare, et donec non inhabit, eius et vassallorum ipsius nomine possidere constituimus; et quietamus et remictimus ipsi Rainerio oltrnem penam et promissionem et obligationem, ab eo nobis factam, pro habitatione non facienda in dicto casho Ripe; instrumenta tamen, si qua fuerint apud nos, restituere, gue cassa

et inutilia de cetero habeantur et eis nullo tempore uti promictimus, et ea non dedimus nec dabimus alicui exemplanda. Item promictimus comunitatem Ripehansonis ab Aso in Truntum iuvare per nos et


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI (!) qui habitant in Ofrda, contl'a omnes homines offendentes ipsos in personis et"rebus, bona fide et sine fraude; et promictimus nos omnes predicti de Aquaviva quod de predictis nemini dedimus vel concessimus ius nostrum quondam et, si apparuerit, comunitatem Ripetransonis indemnem promictimus conservare, salvo in his omnibus privilegio quod habemus ab imperatore de Rainerio predicto et terîa sua, et tenimentis. Item ego Henricus promicto nne curaturum quod frater meus Rainaldus, pro parte sibi contingenti, simile datium, promissionem et concessionern faciet et predicta rata habebit; et ego Mattheus promicto me curaturum quod 6lie Alberti contra predicta non venient, et datium et concessionem simile facient de predictis pro portione ipsas tangente. Ex adverso nos de Ripetransonis pro dicta promissione, datione et concessione, et Rainaldus, rrr"Jr.riu, et sindicus, Bona Pars et Mattheus Buczi, consules, et Bertoninus, ;iudex eiusdem castri, pro ipsa comunitate, presente conscilio generali et speciali, hec approbante, promictimus vobis predictis ào.init de Aguaviva, Henrico, Gualterio, Tadeo et Albertino, et vestris heredibus dare quingentas vassallos nostros, habitantes infra dictas senaitas, preter eo

libras a vult (l) I proximis kalendis madii ad tres annos expletos, quarum immediate cuiuslibet tertiam partem, guas libras duo homines de Ripa de vestris vassallis et duo de nostris vassallis tenebunt, expendendas in domibus et vineis emendis pro vobis et heredibus vestris in castro predicto et pertinentiis dicti castri a vobis, vel ab illis qui de nostro consensu ad hec deputabuntur, de quibus Trasmundus Gualterii de Aquaviva habeat pro portione sibi contingenti, si predicta rata habebit et simile datium et concessionem faciet de predictis infra predictos tres annos. Item promictimus quod neminem de_ cetero vassallum nostrum (!), vel vassallum vassallorum vestroLum, vel ecclesiarum vestrarum inhabitandum recipiemus in Ripatransonis et eius pertinentiis, sine vestro consensu. Item curabimus quod Rainerius de Îifunczo faciat vobis et heredibus vestris hominium et frdelitatem pro se et heredibus suis, et ad requisitionem vestram se facturum promictat, et respondere vobis prout in vestro privilegio continetur- Item si vos de aliquo de Ripatransonis habitatore seu habitatoribus conqueri volueritis de rebus seu iuribus, vobis vel alicui vestrum nunc pertinentibus et competentibus, vobis et cuilibet vestrum fieri rationem faciemus, et vos insuper et vassallos vestros habitantes infra predictam senaitam iuvare de cetero Promictimus in Truntum contra omnes homines, bona fide et sine"fraude, in persoois et rebus, preter eos qui habitantin Ofrda; et similem promissionem, dationem et pactum domino Rainaldo et filiabus Alberti faciemus 6eri per comunitatem predictam, eo salvo quod non in alia guantitate quam quingentorum librarum supra p.o*irruru*, que comuniter vobis promissa est, domino Rainaldo et frliabus Alberti teneamur. Item pro,ni"ti*u, ,ro, di"ti domini quod neque per nos neque per vassallos nostros aliquid per vim domino Rainerio vel suis vassallis auferemus vel auferri faciemus, et si contra factum fuerit, infra mensem Per requisitionem emandare teneamur, et de omnibus malefitiis et dannis datis tam a domino Rainerio et predicta quam a dictis dominis, nos de comunitate et nos dicti domini guietationem vicissim "ornunit"t" ius dictus Rainerius, quod habet versus dominum Rainaldum, mihi Henrico de ipsis facimus, ""à"ndo datis, et ius, quod habet versus filias domini Alberti, mihi Matùeo, quod incontinenti male6tiis et dannis factum est. Omnia predicta nos supr.dicti de comunitate, scilicet dictus massarius et sindicus et consules et iudex, nomine di"te .omunitaús, et nos dicti domini ad invicem observare promictimus, sub pena M' omnia sacramento firmamus. Omnia facta sunt et completa in Colle Sancte Marie librarum (?); "t Cateliati, in fundo Antolini et Rubati Pagani, anno M.cc.)ofi/, indictione xlU, vltl kalendas augusti, Federico imperatore regnante. Testes sunt magister Mattheus esculanus, dominus Silvester et dominus civitate, et dominus Todemarius de Pennis et alii plures. Acto notarius Stultus Abbamantis, dI omnibus interfui et

I

""du* a predictis

rogatus subscrpsi.

Cosl a6ór. nel teslo.

F. P. 3226. c-1242.vII.18 . Il príore e í monací del monastero di S. Andrea " de Casainvièúa, concedono in enfiteusi a Pisa -(Jgolino . Fabro . melà di un terreno, posto in Písa, nella panucitía di S. Martino. Copia autntíca. NeI úeîe nole del sec. XIV: Carta Ugolini Fabri de Caet,, prg. (Fondo Písano) n. 3226. ilet *c. XVI: 1243; egnaluta ìlel sec- XVIII: n.9. Andree; Sancti a monasterio habet quam terra libelli

Atc.

ST. Anno ab Incarnatione millesimo ducentesimo guadragesimo tertio, indictione quintadecima; guintodecimo kalendas augusti. Sit omnibus manifestum quod ego donnus magister Fetrus, prior et rector


VARI A ecclesie et monasterii Sancti Andree de Casainvidia, convocato consilio infrascriptorum fratrum, videlicet domni Vitalis, Tomasii, Guilielmi, Bertraimi et lohannis, monacorum dicti monasterii, pro utilitate et melioratione ecclesie et monasterii, libellario nomine, ad infrascriptam pensionem reddendam, trado tibi Ugolino Fabro quondam Rodulfini medietatem integram pro indiviso terre petie, posite Pisis Kinthice, in parrocchia

Sancti Martini, super qua est quedam superficies suprascripti Ugolini et Bonaiunte Fabri quondam Franceschi: que petia terre tenet caput iu via publica, aliud in tena suprascripti monasterii, quam Iacobus Asinarius habet ad libellum ... 1 it Uguiccionis Tintoris, aliud in terra suprascripti monasterii et in superficie filiorum quondam Henrigi de Vecchiis, et est per men[suram] ... t et sexta pars scale; ut ab hac ora in antea tu Ugolinus tuigue heredes et heredum et heredes predictam medietatem terre petie habeatis absque mea vel successoris mei calumpnia vel contradiccione; unde tu Ugolinus tuique heredes ac proheredes mihi priori vel successoribus meis aut missis nostris apud monasterium, omni anno in festo Sancti Andree vel ante ipsum monasterium dare debeatis solidos decem et dimidium denariorum pro pentione (!) libelli; et si ita omnia observaveritis, et nos vobis eam tollemus sive imbrigabimus seu per placitum fatigamus te vel tuos heredes aut proheredes, et si inde contenti permanserimus aut si apparuerit a me aliquid datum vel factum aut scriptum huic cessioni contrarium vel nocivum, penam dupli extimationis suprascripte medietatis terre petie me et meos successores tibi et tuis heredibus et proheredibus conponere promicto. Et sic precipio tibi in possessionem intrare. Et taliter donnus Petrus prior et monaci Gerardum iudicem et notarium quondam Tedeschi 2 scribere rogaverunt. Actum Pisis Kinthice, in claustro suprascripti monasterii Sancti Andree: presentibus Schecta frlio Guiscardi et Petro quondam Gomite et presbitero Henrigo cappellano suprascripti monasterii et lunta guondam Bonaccursi testibus. ST. Benencasa Gerardi iudicis et notarii filius, imperialis aule notarius, hanc cartam a suprascripto Gerardo iudice et notario rogatam, eius sceda a me visa et lecta, ipsius quoque parabola et mandato scripsi atgue 6rnravi. t Danno della peryamena. 2 Aggíunto con un ríchíamo in fine al documento.

c,1263 .IV.19 Pisa

F. P. 3216.

.

I fratelli Giacomo e Oddone Gaetani, per 194 líbbre, I I soldi e un denaro, oendono un -terreno, posto neiconfini di S. Martino u de Veccula ", in località u Sanguineto ,, aI monastero dí S. Bernardo " de Carraiola " e ^S. Crcce o de France Arni ". Atc.

Caet.,

Prg. (Fondo Pisano)

n.3216.

Otígínale. NeI oerso

nole,delsec..

XIV: a)

Dele terre

di

Sanguineto;

ó) Sancti Martini de Veccula; c) Cartula monasterii Sancti Bernardi de terra quam emit a lacobo et Oddone germanis quondam Iohannis Buffamacci posita in Sanguineto; del sec. XV: a) stario XLV in Sanguineto a la Vettula trovo fu poi venduta a San Paulo a.Ripadarno'et cosi la pretende; ó) di Sancto Bernardo di Pisa ... dalla Veccliva, n. 9; del sec. XVIII: 1262, l3 maggio;1364, Gaetani.

Ex huius publici instrumenti clareat lectione quod lacobus et Oddo germani filii quondam lohannis quondam lacobi Buffamacci de domo Gaitanorum, ad evangelia iurando dictus Oddo se maiorem viginti annis esse, in solidum, vendiderunt lacobo Mastri, converso et sindico monasterii Sancti Bernardi de Curraiola et Sancte Crucis de Fauce Arni, pro ipso monasterio ementi, petium terre campie, positum in confrnibus Sancti Martini de Veccula, in loco dicto Sanguineto, guod tenet unum caput in Arno, aliud in viam Sancti Petri, latus unum in terra suprascripti monasterii, aliud in terra heredum quondam Bonaiuncte Pighe Tegularii, et est per mensuram stariora quadraginta quinque et panora novem et tertia pars unius panori; cum omni iure et actione et proprietate ac pertinentiis et cumfructibus huiusanni; pre pretio librarum centum nonaginta quatuor et soldorum undecim et denarii unius denariorum novorum r pisanorum 1 monete I minoris, I ad rationem librarum quatuor et solidorum quingue per singulum stariorum, quas dictus lacobus scindicus eisdem germanis solvit; et germani promiserunt suprascripto lacobo, obligando se et eorum bona, sub pena dupli estimationis totius rei vendite, quod de predicta re nullo modo imbrigabunt sive per placitum faticabuut monasterium, sed ab omnibus disbrigabunt et indempnes conservabunt suis suorumque heredum expensis; et quod si contigerit de re vendita lites vel questiones moveri, quod ipsas in se suscipient eorun expensis, daudo pro eis pigaora in curiis et solvendo expensas

filii

t,2


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

l0

iudicum et advocatorum, tam in causis principalibus quam in appellacione; quod si omnia non observaverint, suprascriptam penam se ipsi monasterio daturos promiserunt et omnes expensas curie et advocatorum et alias, obligando se et heredes et bona in solidum; et sic quisque eorum precepit Iacobo Mastri guod monasterium recipiat possessionem rei vendite. Insuper Pandul6nus guondam Lamberti Galli et Benectus guondam Ugolini Benecti Falconis, in solidum fideiubendo pro suPrascriptis germanis, promiserunt lacobo Mashi, obligando se suosque heredes et omnia bona sub eadem pena, omnia que germani promiserunt, et se de re vendita autores et defensores extituros monasterio Promiserunt sui$ suorumque heredum expensis. Et taliter omnes me Bonaccursum notarium hanc cartam scribere rogaverunt. Actum Pisis, in domo cammere pisani comunis: Orlando quondam Martini Scudarii et Bonaiuto Calchulario quondam Rustichini et Leopardo quondam Gerardini testibus, Incarnationis anno millesimo ducentesimo sexagesimo quarto, indictione sexta, terciodecimo kalendas maii. ST. Bonaccursus filius guondam lldebrandini, Frederici romanorum impe[ratoris], Sycilie atque Ierusalem regis notarius, scripsi

et

frrmavi.

I Abb.

nov, pis. mon. min.

c - 1265 . III.13 Pisa

.

F.

.

P . 3t82.

fu Armato " Fornarii ,, e Guido u Faber ,, del fu Benincasa, come tutore di figlia del fu Nocco, per sei libbre e díeci soldi, oendono a Bandino del fu Villano u Guerrerie > un muîo. con murelli e torre sottostante, posto fra Ie loro fispettioe case, nella

Taildeo -Romea cappella

Atc. muro domus

del

di S. Paolo ìlí Ripa d'Arno.

Origínale. Nel oerso, nota delsec. XIV: Cartula muri Bandini velde n. jl92. Bandini; del sec. XVI:1265t del sec. XVIII: 1265,3 matzo. Caet,, Prg. (Fondo Písano)

1 Anno ab Incarnatione millesimo [ducent]esimo sexagesimo quinto, indiccione octava, tertio idus martii. Ex hoc instru[mento] 1 sit manifestum quod Taddeus quondam Armati Fornarii, pro medietate, infrascripti muri et terre, et Guido Faber quondam Benencase, qui dicit se tutorem Romee filie guondam Nocehi, tutorio nomime, pro alia medietate, vendiderunt Bandino quondam Villani Guererie medietatem 2 pro indiviso unius muri cum morellis et turre, super quo hediGcatus est murus predictus, qui est per medium inter domos suprascripti Bandini et suprascriptorum Taddei et Romee, positas in cappella Sancti Pauli de Ripa Arni; atque concesserunt eidem Bandino omnia iura sua omnesque actiones et ractiones que eis competunt de re vendita, quatinus Bandinus et sui heredes valeant agere contra omnem

lo"urn; pro pretio librarum sex et solidorum decem denariorum pisanorum, quod ipsi Taddeus receperunt a Bandino, et ipsum, heredes et bona liberaverunt; Taddeus et Guido, tutor Romee, promiserunt, bona obligando, guod de supradicta re vendita et tradita Bandinum vel eius heredes et bona ion inbrigubunt neque per placitum fatigabunt, et autores et defensores et disbrigatores erunt ab omni imbrigante persona et loco, cum omnibus iudicii, curie et advocatorum expensis se resarcire p"o". dupli suprascripti precii Taddeus et Guido tutor precePerunt eidem Bandino promiserunt; "A ingredi porr"rrion"* rei vendite. Actum Pisis Kinthice, in curia domus ecclesie Sancti Pauli: BJnetto et Bon"iuto germaqis quondam Bonensegne testibus, Incarnationis anno millesimo ducentesimo sexagesimo,quinto, inJictione octava, tertio idus martii. ST. Benencasa quondarn lunte Gemme, Fre-

personam

"t et Guido tutor

derici romanorum imperatoris notarius, scripsi et fumavi' I Con un laglìo fu aslotlala I'angolo supetíore sinísbo' Ì Abb'

tre'

c -t24.

1268.IV.17. Sezze

- Annibaldo Sezze, c,he gli

Ceccano, dínanzí

aI

oicerettore,

al

giudice,

aI

consíglio genercle

e

specíale dí

di fare un fidotto per bestíame nella Martftima, nella hanno concesso iI località dela Zanneto, giuta che non si seroirà di quel luogo per altri fini, non lo oendetà nè cederà ad altfi. permesso

Copia, premessa al doc. seguente.

S Anno Moc6o sessagesimo octavo, pontiGcatus Clementis pape quarti anno quarto, indictione XJ, mensis aprilis die XVIJ. Coadunatis vice rectore et iudice comunis, consilio generali et speciali de


VARIA in ecclesia Sancte Marie, loci eiusdem, nobilis dominus Anibaldus de Cecchano, in dicta ecclesia, iuravit statuta, consuetudines, usus et citadinantiam setinorum, sicgt in ipsorum statutorum capitulis continetur, porrigens preces predictis vicerectori et consiliariis, nomine totius setinj populi, in hec verba: quod, cum ipse, si placeret eis et setino populo, intenderet facere reductum tantum pro bestiis in Maritima, in loco qui dicitur Zennitum, territorii et dominij Setie, qui locus, silicet Zennitum, habet hos affines: a primo latere Rivum lohannis de Franco, a secundo Rivum Martinum, a tertio Rivum Droge, territorj setini, a quarto latere marginem: petijt a vicerectore et consiliarijs, nomine totius setini populi, ut ipsum reductum precario sibi concederent cum omnibus que eis et setino populo placuerit, conditionibus, obligationibus, penis, servitutibus et cautelis; vicerector, iudex et consiliarij preces ipsius admiserunt, concedentes, nomine dicti populi, quod ipse Anibaldus, precario, Per eos et setinum populum, possit facere reductum pro bestijs tantum in loco petito, cum cautelis, servitutibus, obligationibus, penis et condictionibus infrascriptis. Anibaldus, deliberationem et concessionem huiusmodi gratanter recipiens, promisit et convenit vicerectori et consiliariis, recipientibus nomine totius comunis seu universitati (!) Setie, quod, constructo reducto, sicut superius petitum est, semper et ubiqr,re ipsum reductum, tam solum quam edificium seu structuram ipsius totam, tam ipse quam heredes et successores ipsius possidebunt precario per populum et universitatem Setie; et Anibaldus confessus est et heredes et successores ipsius recongnoscent eundem reductum et locum, in quo situm est vel erit, prout petitione declaratur; et quod ipsum reductum, totum vel partem, non vendent, non donabunt, non permutabunt alicui romano vel romanis vel alij potenti persone, nec de eo vel eius perte cum aliqua persona contractum venditionis, donationis, permutationis facient sine consensu totius populi supradicti; Lt quod quicumque in dicto reducto per Anibaldum aut eius heredes vel successores, cum bestiis vel sine bestijs, fuerit vel morabitur, tam homines quam bestie semper stabunt statutis, usibus et consuetudinibus setinorum et sub bandis, penis et cohertionibus rectoris, vicerectoris seu consulum eorumdem, quemadmodum alij cives et habitatores de Setia; et homines, quos ipse vel heredes ipsius ad ipsius reducti custodiam deputabunt, tenebunt (t) rectorem Setie seu consules, personas et bona setinorum non ollendere nec ab alijs ofiendi permictere; et pro predictis observandis prenominatus nobilis obligavit se suosque heredes et successores in perpetuum vicerectori et consiliariis, nomine universitatis et populi setini recipientibus, ad penam mille librarum denariorum senatus, in singulis capitulis commictendem ; insuper iam dictus nobilis iuravit omnia supradicta. Hij sunt testes: dominus Sanguinus dominj Gregorij de Òrescentio, dominus Odo de Ramberto, dominus Guido frlius eius, dominus Andreas dominj Palmerii, dominus Guctifridus dominj Adinulfr, dominus Andreas Magnacrapa. Iohannes setinus sancte romane ecclesie notarius scripsi. Deinde sequebatur signum notarij. Setia

c -124.

1268.v. 16. Sezze

popolo Sezze, in adunanza generale, concede ail Annibaldo di Ce'ccano, percAè úe pos.t@ - IIun fidotlodíper Ie bestie, un luogo posto in Marittíma, chiamato Zenneto.

fare

CoPia del sec.

.

XV.

Anno MoccoLXVIIJ, pontificatus Clementis pape guarti anno quarto, indictione Xt, rnensis maii die XVJ. Coadunato setino populo, ad sonum campane et vocem preconis, in platea ecclesie Sancte Marie de Setia, ad preces nobilis dominj -Anibaldi de Cecchano, deliberatum et concessum est per eumdem populum eiJem Anio-aldo quod possit facere et possidere reductum tantum pro bestiis in Maritima, io Io"L qui dicitur Zennitum, territorij et dominij Setie, secundum deliberationem factam per dominos vicerectorem, iudicem, consilium generale et speciale de Setia, et sec.undum conventiones promissiones, obligationes, servitutes, conditiones, cautelas et penas factas inter vicerectorem, iudicem et consiliu supradicta, ex una parte, et, ex altera, nobilem supradictum, secundum quod hec o-ttia apparent per contractum confectum per manus mei lohannis

notarij. Hij sunt testes: dominus Sanguinus

dominj óegorij de Crescentio, dominus Odo de Ramberto, dominus Andreas Magnacrapa, dominus Andreurdomini Palmerij. lohannes setinus sancte romane ecclesie notarius scripsi. Deinde sequebatur signum notarij. Die lune XXIJ novembris 145 l, collactionata Per me Co. de Vulterris supradicta duo instrumenta cum originali et coacordant-


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

l2

c -t274.vm.10. Pisa

Conoenzione -a Bugia.

F. P. 3330. per

íI

nolo della naoe u Bonaventura-San Concordio

Arc. Caet., Prg. (Fondo Plsano) navis Sancti Concordii

in viadio Bugee;

n. 3330. nole

ilel

sec,

"

per

íl oiaggío dal porto

Copîa autentica síncrona. NeI oerso, dímano dello stessonolaio.. XVII: 1264; Noleggio di Nave; 1264,4 ageto.

pisano

Locatio

Ex huius instrumenti clareat lectione quod Bonaventura Danielis guonclam Bonaccursi, Franciscug quondam Burgundij Tadi et Bandinus Maschione quondam lldebrandi ... I et securando navim dictam Bonaventuram Sanctum Concordium convenerunt, et promiserunt Guidoni Sampantis, Feo Guicti, Ugolino Balbo et Iacobo Murscio ... I procuratoribus infrascriptorum mercatorum ad hec, ut in sceda a Bartholomeo Musso notario rogata continetur, quod dictam navim habebunt bene conciam calca ... r fornitam duobus arboribus bonis, sanis et integris, fornitis sartiis et omnibus oportunis municionibus, duobus temonibus bonis, sanis et integris, fornitis omnibus necessariis, octo petiis antemnarum, velis septem bonis et sufficientibus, aguminis decem et septem bonis et sufficientibus, guarum duas novas ement antequam dicta navis collet de portu pisano, anchoris quindecim, fornitis omnibus oportunis, una barca de pariscalmo et una gondula, fornitis remis 2 et omnibus aliis oportunis, balistis duabus a lieva et aliis sex balistis ligri, fornitis omnibus necessariis, et lanceis et battarolis sufrcientibus et omnibus aliis corredis, furnimentis, apparatibus, municionibus et instrumentis necessariis et sufficientibus pro subscripto viadio faciendo; et marinariis triginta sex, in arte maris edoctis sufrcienter et armatis convenienter, inter quos erunt nauclerius et scribanus; qui nauclerius sit ad voluntatem dictorum procuratorum, et ultra suprascriptum numerum, famulis sive fantibus sex, qui facient omnia servicia necessaria dicte navi; et cum navi suprascripta sic preparata erunt parati collare et collabunt de portu pisano pro inhascripto carico reducendo hinc ad decem dies proxime exeunte presente mense augusti; et quod antequam collent, recipient a predictis et infrascriptis mercatoribus et eorum sociis res et merces quas a Pisis Bugeam mictere voluerint et eas in dicta pavi caricabunt; et quod antequam collent ponent expensis dicte navis placcas vel bussas in Arno pro recipiendo res et merces mercatorum, deferendas ad portum pisanum et caricandas in dicta navi; et guod etiam anteguam collent, facient iurare socios et marinarios, qui in ea ituri sunt, et stivatorem et nauclerium facere et observare omnia suprascripta et infrascripta et quod res et merces deferent pro naulo consueto, salvo guod mercatores predictos, pro quibus 6t hec locatio, et eorum socios, qui in dicta navi ire et redire voluerint, et eorum scocta, arnenses et dactiles, qui non reducerentur mercatantiliter, sine naulo portabunt et reducent; et dictas res et merces portabunt secundum guod consuetum est, recipiendo predicta apud Lappulam; et guod postquam dicta navis pervenerit in portum Bugee, ipsas res et merces in terra ponent vel facient poni et reddent eis per apertum scriptum sicut per scriptum eas receperint; et quod nullum havere deveti in ipsa navi caricabunt; et quod infra decem dies ex quo dicta navis in portum Bugee pervenerit, incipient caricare et caricabunt dictam navim et recipient a predictis vel pro predictis et inhascriptis mercatoribus dantibus ipsum caricum assidue et sufficienter et conmode, ita quod totum caricum conpleant recepisse ab inde ad mensem proximum videlicet cantaria vel cantariatas haveris et mercium duomilia quingenta; ita quod tercia coperta et puppis superior dicte navis remaneant expedite pro mercatoribus reversuris in dicta navi et pro eorum arnensibus reducendis, scilicet pro suprascripto Guidone cantaria ducenta quindecim; pro dicto Feo cantaria nonaginta.; pro dicto Ugolino cantaria centum triginta; pro dicto lacobo cantaria centum; pro Benenato Briganseno cantaria ducentaguiuquaginta; pro Matheo Ciaffo cantaria centum sexaginta; pro Guidone Pancia cantaria centum higintaquinque; pro Iacobo Salmuli cantaria nonaginta; pro Fulcherio Arlocti cantaria quadraginta; pro Betto Papa cantaria nonaginta; proAlberto Sciorta cantaria centum; pro Ildebrando de Doana cantaria centum; pro Benencasa Pontii cantaria quinquaginta; pro Michaele quondam lacobi pistoriensis $ cantaria quadraginta; pro Boccaccio Sciorta cantaria quadraginta; pro Guidone Medico cantaria quinquaginta; pro Dato Rustichelli cantaria quinquaginta; pro Ranerio Sciorta cantaria sexaginta; pro Alberto Rubeo cantaria triginta; pro mercatante de Sancta Cecilia cantaria quinguaginta; pro Guidone Rugerii cantaria viginti; pro Ugolino Sciorta cantaria nonaginta; pro Henrico Villano cantaria quinquaginta; pro Bonaiunta Boaapose cantaria centum; pro Vanni de Vivaldo cantaria quinguaginta; pro Michaele Ingurdi cantaria guinquaginta ; pro Albichello Passo can-


VARIA

t3

taria quinquaginta ; pro Gerardo Scaccia cantaria quinquaginta ; pro Ugolino Bindi cantaria quadraginta; pro Fatio Margatti cantaria octuaginta et pro Rainerio Arcario cantaria quinquaginta; pro naulo cuiusque cantaris vel cantariate dicti carici soldos septem et denarios octo et dimidii pisanorum minorum solvendo; salvo quod sine naulo reducent quattuor saccos vel fasces haveris pro opere Misericordie, distribuende ad provisionem procuratorum vel unius eorum; et quod recipient vel recipi facient, ad eorum custodiam et expensas dictorum mercatorum, secundum consuetudinem dicti portus, predictum havere deferendum ad ipsam navim; et quod custodient, salvabuntetdefendentpredictumhavereetportabunt ad dictamnavim et in ea caricabunt et stivabunt bene, diligenter et conmode; etquoddictumcaricumrecipient indicta navi per apertum scriptum pro suprascriptis mercatoribus et sociis, secundum divisionem predictam et etiam ad iustum et rectum pondus, faciendum per comunem pesatorem, super hoc a partibus ordinandum, cui satisfiat a dicta navi; quod quidem pondus, ex quo factum fuerit, scribitur per scribanum ipsius navis in cartulario dicte navis; qui scribanus, nauclerius et camerarius iurent ad evangelia custodire, salvare et defendere navim et eius correda et caricum, nullam ibi fraudem commictendo vel malitiam; et quod in dicta navi ad stivam battent vel batti facient duos bactos per singulam pilam et non plus, videlicet duos ad lanam et unum ad buldrones sine malitia, ita guod quilibet saccus lane remaneat per longitudinem palmis octo de carina; et si ultra batterent, debet dari naulum pro quolibet cantari vel cantariata dicti carici soldorum sex denariorum pisanorum tantum, ex pacto inde habito, et de residuo dicti nauli suprascripti pahoni navis in ipso casu predictos mercatores et eorum heredes et bona liberant et absolvunt; et quod, ex quo dictum caricum receptum et collocatum fuerit in predicta navi, cum ipsa navi et carico, quam citius sine fraude poterunt, redibunt in portum pisanum; et quod postquam in portum pisanum pervenerint, havere discaricabunt apud portum dicte navis, expensis ipsius navis; et quod pro aliquo corredo suprascripte navis aut alia occasione, eundo vel redeundo, havariam aliquam aut aliguid pro havaria non petent vel tollent aut tolli permictent; et quod non petent vel exigent naulum nisi tantum de rebus et mercibus quas in portu pisano dictis mercatoribus renuntiaverint et assignaverint; et quod si aliquis marinarius dicte navis, eundo vel redeundo, quocumque casu deficeret, eum quam citius poterunt recuperabunt sine aliqua havaria; et simile facient si aliquod corredum dicte navis perderent vel inaganearent; et quod a dicta navi non permictent separari marinarios, quin semper sint ibi tres partes marinariorum et nauclerius quousque dicta navis in totum discaricata fuerit; et quod facient scribi in guaterno dicte navis res et merces dictorum mercatorum, eundo et redeundo, et eas per scriptum restituent; et quod pro eundo in suprascriptum viadium collabunt de portu pisano cum suprascripta navi et postguam collaverint, quam citius poterunt, ibunt in portum Bugee pro recipiendo et reducendo suprascriptum caricum; et quod viadium non mutabunt vel aliquid aliud viadium facient aut aliquod caricum vel havere caricabunt vel reducent aut caricari vel reduci facient vel permictent aut patientur in dicta navj nisi superfluum quod navis ipsa reducere poterit, donec primo dictum caricum, pro quo reducendo hec navis acquiritur, in ea reductum fuerit ad portum pisanum. Et ita hec omnia predicta firma tenere et observare dictis procuratoribus pro se et suprascriptis mercatoribus recipientibus suprascripto modo promiserunt, nisi iusto Dei aut temporis impedimento remanserit, quo transacto, guam citius poterunt, recuperabunt et predicta sine fraude conplebunt, vel nisi quantum steterit parabola dictorum procuratorum, alioquim penam dupli predictorum et dampnum et dispendium totum, quod inde fieret, dictis procuratoribus resarcire promiserunt et se iu solidum et eorum heredes et bona omnia obligaverunt, renuntiando beneficio epistole divj Adriani et novarum constitutionum et omni iuri, eis contra predicta conpetenti. Dicti procuratores convenerunt'et promiserunt suprascriptis Bonaventure, Francisco et Bandino guod predictum caricum dabunt et tradent sive tradi facient et dedisse conplebunt predicto modo infra predictum terminum; et quod pro naulo cuiusque cantaris vel cantariate haveris, in portum pisanum reducendi, dabunt et solvent ipsis patronis aut eorum heredibus sive certo nuntio vel cui preceperint aut uni eorum vel camerario dicte navis, ita quod, uni eorum sive dicto camerario soluccione facta, liberatio contingat, et hec sceda in eo guod pro eis est eius parabola cassetur, soldos septem et denarios octo et dimidium denariorum pisanorum minorum in denariis aut auro vel argento et non in alia re contra eorum voluntatem; salvo quod supra dicitur de naulo soldorum sex, denariorum pisanorum tantum,'dando pro quolibet cantare vel cantariata in casu predicto; et salvo quod supradicitur de quattuor saccis vel fascibus sine naulo reducendis; quod naulum soldorum septem et denariorum octo et dimidij, salvo quod scriptum est de naulo soldorum sex et dictis quattuor saccis vel fascibus, solvent sive dictum caricum uadictum fuerit sive staret per dictos mercatores quominus haderent infra octo dies proximos ex quo dieta navis in portu pisano discaricata


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI fuerit et dictum caricum assignaturn fuerit dictis mercatoribus vel eorum certo nuntio in portu pisano, dummodo, antequam restitutio dicti carici fiat infra ipsum terminum octo dierum, prestetur ydonea cautio banci sive campsorum de ipso naulo, ut supra dicitur, solvendo; que omnia observabunt nisi iusto Dei et temporis impedimento remanserit, quo transacto, quantocius poterunt, recuperabunt et predicta sine fraude complebunt, vel nisi quantum statuerit ()) parabola dictorum patronorum suprascripte navis, alioquim penam dupli suprascripti nauli et dampnum et dispendium totum, quod inde fieret, dictis patronis suprascripto modo dare et resarcire promiserunt, et se dicti procuratores et eorum heredes et bona et etiam se pro suprascriptis mercatoribus et eos et eorum heredes et bona omnia ipsis patronis et eorum heredibus obligaverunt. Actum Pisis, in ecclesia Sancte Margarite: Pantonerio notario filio Bencivennis et Occulino pelippario de Sancto Bartholomeo de Pecciis guondam Rolandi testibus, Incarnationis anno millesimo ducentesimo septuagesimo quarto, indictione prima, quarto idus augusti. ST. Braccius Bonifatii quondam filius, imperialis aule iudex ordinarius et notarius, predicta omnia a suprascripto Baltholomeo Musso notario rogata, ut in eius scedis invenj, ita quoque sua parabola et mandato scripsi atque fermavj. I

Con

un

taglìo

fu

aspoilalo I'angolo superíore

sínisìto. 2 Aggíunla con un

fichíamo tn fme

aI documento.

- II

ló6r,

pistor

c-lll.L

t275.X.13. síndaco del comune dt Todt appella Montefiascone rettore del Patrimonio di S. Ptetro.

3

a

Gregorio

X

contro un'imposta arbitraría del

Copia, estratta dall'Arc. com. di Todi, autenticata dal protonotario apostolico Luca-Alberto o de Pettis o, di

Todi, il22 .Xt

'

1629.

1275 àie 13 octobris, in palatio Montis Flasconis. Franciscus Maccabriani, sindicus communis Tuderti, coram Tadeo comite Montis Filtri et Urbini, rectore Patrimonii Beati Petri in Thuscia et capitaneo generali, nomine communis Tuderti, appellavit ad Gregorium X de gravamine, quia dictus rector volebai exercere iurisditionem in civitate Tuderti eiusgue districtu contra formam conventionis facte inter t dictum rectorem, ex una, et Pehum, episcopum tudertinum, et Brunacium Beraldi, syndicum, et arr.ba' sciatores communis Tuderti, ut in instrumento dictg appellationis, rogato per Fenantem de Tuderto, nqtarium, in registro veteri dicti communis, folio 58, asservàto in archivio secreto eiusdem communis; apud sacristiam ecclesig Sancti Fortunati. I In matgíne: Hic Petrus episcopus erat de Caetanis.

1283.II.1 Todf

c - ll1.I.

.

*

Dinanzí aI poilestà di Todi i procuraton di parte guelfo ríIascíano guietanza dt dí denaú ai procuratori del comune di Todi.

Copia, estratta dalt'Arc. com. di Todi, autentiata dat protonotario apctolico Luca-Alberto o de Pettis

',

di Todi,

il

900 22

ltbbre

.Xl . 1629 .

1283 die prima februarii. Commune civitatis Tuderti tenebatur diversis nobilibus dictg civitatis partis guelfg tudertinorum (inter quos nominatur Petrus de Chitana idest de Aequitanis Coesiis) ' solvere ,u*,n"ro sex millium librarum denariorum cortonensium minutorum, vigore sententig latg per dominum Petrum Rodulphi, olim iudicem et vicarium communis Tuderti, tempore regiminis nobilis domini Luca domini lohannis de Sabello, olim potestatis dictg civitatis, et propterea Particella Mili, pro tribus partibus de quinque, et Angelutius Berardelli domini Glorii (erat de Stephanutiis), pro duabus partibus à" quinqu", duo procuratores de parte guelfa, fecerunt quietationem Lamberto Petri Berarducij et Angelutio Tadei, syndicis et procuratoribus communis Tuderti, de novem centum libris denariorum, debitis de dicta summa, quibus suis collegis idem Petrus de Chitana ius suum hac de causa cesserat, licet de dictis denariis ipsi Particella et Angelutius restitueriqt et solverint eidem Lamberto, secundum declarationem factam per cardinalem de Tornaquincis, 173 libras et octo solidos mandato domini Lofiredi Gaitani, nunc potistatis tudertini. Quod instrumentum fuit factum Tuderti, in palatio dicti


VARIA

t5

et multis testibus, inter quos nominatur' Mandronus Rustici (erat de Pettis de Tuderto), per acta ser lannini domini Bonifatii de Collazzone, notarii, in supradicto registro veteri, folio 89. communis, coram dicto domino Lofiredo Gaitano, potestate,

I In

matglne: Petrus Equitanus Cesius

in parte guelfa nobilium

tuderlinorum.

c - r11.I.

1283.111.2, Toú

GIi ex-camerari della città rilasciano -Caetaní, podestà di Todt.

guietanza della somma pagata per mandato dí Rofiedo

Copia, estratta dall'Arc. com. di Todi, autenlicata dal protonolario apostolico Luca-Alberto u de Pettis

| 283 die

2.'

martii.

,,

di Todi, il

22.X| .1629

Dominus Matthgus domini Petri et lohannes domini Thomassi, olim camerarii

communis Tuderti,. fecerunt quietationem Lamberto Petri, syndico communis Tuderti,'de 529 libris, | 5 solidis et quinque denariis cortonensibus minutorum domino Lamberto, solutis per ipsos Matthgum et lohannem de mandato nobilis domini Lofir'edi Gaytani de Anania, potestatis Tuderti, secundum declarationem factam dudum per cardinalem de Tornaquincis, olim potestatem civitatis Tuderti, causa solutionis faciendg, obligatis pro parte guelfa et eorum creditoribus, secundum declarationem factam per dominum Petrum Rodulphi, iolim iudicem et vicarium dictg civitatis, tempore regiminis domini Luca domini lohannis de Sabello, potestatis civitatis Tuderti, ut in instrumento rogato per ser lanninum domini Bonifatii de Collazzone, notarium, in predicto registro veteri, folio 78.

c -111.I.

1283.vI.5. Todt

Procura -scomuníca e di

rilasciata

a

Gentile

di

Giacomo peî giwaîe dinanzi a Martino IV sopra Ie sentenze di dal rcttore e daí oicari del Patrimonto di S. Pietro.

interdetto, emanate cnntro Todi

Copia, etraua dall'Arc. com. di Todi, autenticata dal protonotario apostolico Luca-Alberto o de Pettis u, di Todi,

il22'Xl

'1629.

1283 die 5 iunii. Congregato consilio generali et speciali communis Tuderti ac consulum artium dictg civitatis in palatio dicti communis, de mandato nobilis domini Catenacii, vicarii dicti comunis, pro nobili domino Lofiredo Gaytano de Anania, potestate tudertino, in guo consilio ipse potestas, consiliarii et consules, sperantes congequi iustitiam et gratiam specialem a Martino guarto, constituerunt dominum Gentilem domini Iacobi syndicum, procuratorem et nuncium specialem ad comparendum coram papa, et irrandum eius mandata, iuxta formam ecclesig, super omnibus sententiis excommunicationis et interdicti, latis contra civitatem Tuderti a rectore Patrimonii et suis vicariis, ut in instrumento rogato Per ser

Anbaldum Bonaventurg, in presentia domini Salamonis, domini Donadei, Marcutij Ranerii, domini Pauletti dorniui Auonis (erat de Attis), domini Dalimani Glorii (erat de Landis), et aliis testibus, in dicto registro veteri, lolio 121.

c -t287. x. 5, A.

Prg.1110.

popolo, col consanso dí Manuele, Pietro e Giacomo Frangípane, sÍgnori del castello, e dí - II Gíordane, Ioro oisconte, costítuisce Pìebo detto Boccamazo proprío procuratore a compraîe da alcuni príoati tulte Ie terre posle tra iI Fiume Moggiore e iI rioo del molíno di dettì signorì.

Aslura

Orígínale, sctítto ptíma ilel seguente. Nel oerso note, del sec. XV: lnstrumentum X.m Prg. n. I I lA.t ab universitate Asture in quendam dornino (!) Petrum Bocamazo ad erendum Procuratorium V". 1292 octobris Dog1tú Sub annis possessiones a penonir(?) privatis; del scc. XVII: mandatum procurg universitatis Asturg; segnatute, del sec. XVII: Parte prima, Cap. XXt, fasc. primo, a.3i del *c. XIX: X)OflV' n. 51.

Arc. Caet.,

Anno millesimo CC.IJOO(V[., prima indictione, mense ocrubris die V., apostolica sede vacante ttg.d ln presentia nnej lacobi scriniarii et tesdum, populut seu universitas

pastore per mortem Honorii


DOCUMENTI DELL'ARCHtrVIO CAETANI

t6

castri Asture, congregatus per comune in platea dicti castri, ad sonum campane et vocem preconis, cum consensu nobilium dominorum dicti castri, scilicet Manuelis, Petri et lacobi Fraiapane, et Iordanis vicecornitis dicti castri, constituit Petrum dictum Boccamago scindicurn, procuratorem et actorem ad emendum.

a Iohanne Todesco, Furagiocta, Oddone Carasie, Matheo domini Stephanj, Francisco de Pontecorvo, Nicolao Egidij, Leone de Benevento, Petrucio Altacime, Angaldo, Iacobo de Grato, Petro de Magno, Iohanne et Petro de Marenga et Domenico, habitatoribus dicti castri, omnes terras ipsorum, positas in territorio dicti castri, inter hos fines: a tribus lateribus Flumen Maior, a ltlJ.t" latere rivus molendini ipsorum dominorum: ad opus et utile dicti comunis et hominum comunis; et ad possessionem ipsarum terrarum recipiendum et pretium solvendum et ad mutuum recipiendum a quocumque sibi videbitur pro dictis terris emendis, si necesse fuerit, et ad ipsam rem obligandam pro mutuo; et ad omnia faciendum que comune facere posset; sub obligatione bonorum et rerum comunis et sub pena centum marcarum

argenti. Actum in castro Asture. S

Nicolaus de Cennamo testis. ffi Thomas de Traiecto testis. Guido Raynaldj testis. Domenicus familiaris Petri Fraiapane testis. 2 Iacobus Nicolai Nicolaj S ffi 3 Stephanj iudicis et scriniarii de Velletro, sancte romane ecclesie tabellio, scripsi.

I Omessa nel I ool. deÍ Regesta Chartarum. 2 NeIIo dí Pax Christi. ts ltór. iudic et scrin

spazío

lra Ie

soiloscrízíoní del lestí

c-1287.x.5,8.

iI

rcgatatío appose

ÍI

segno

Prg.lUO.

Alcuni prioati, per mille fiorini d'oro, oendono tutte le terre poste fra il Fiume Maggiore e il -rioo del molino dei signori del castello, a Piebo detto Boccamazo, ptocuratore del comune

Astura

di

Astura.

Arc. Caet., ín Prg. n, I I10. I

Origlnale, scrítto ìlí seguito

al

precedente.

Anno millesimo CC.LXXXVIJ., indictione prima, mense octubris die V., apostolica sede vacante IIIJti. In presentia mei Iacobi scriniarij et testium, Iohannes Todeìcus, Furaiocta, Oddo Carasie, Matheus dominj Stephanj, Franciscus de Pontecorvo, Nicolaus Egidij, Leo de Benevento, Petrus Altacime, Angaldus, Iacobus de Grato, Petrus de Magno, Domenicus 2 et Petrus pastore per mortem Honorii pape

Marenga, habitatores castri Asture, vendiderunt Petro dicto Boccamago, eiusdem castri habitatori, scindico et procuratori comunis et hominum cashi Asture, omnes terras et possessiones ipsorum, positas in territorio dicti castri inter hos fines: a tribus lateribus Flumen Maius, a lt[to latere rivus molendini dominorum de Astura: venditores dederunt dicto scindico ius et actionem, petitionem, persecutionem, quod et quam habent in dicta re vendita, nulla ipsis facta reservatione; pro pretio mille florenorum aurj, quos confessi

sunt a scindico recepisse; sub obligatione bonorum ipsorum; si dictum comune dampnum vel expensas incurreret, emendare promiserunt de bonis ipsorum, que scindico obligaverunt et pignorj posuerunt; omnia promiserunt rata habere sub pena dicte pecunie duple. Actum in castro Asture, in logia seu statio dominorum, ante ecclesiam Sancti Nicolaj. ffi Iacobus magistrj Nicolai testis. S Thomas de Traiecto testis. ffi Signiorile testis. ffi Angelus Cennamj testis. S Stephanus Nicolosj testis. S Migister Barone de Terracena testis. 3 lacobus Nicolai Nicolaj Stephanj iudicis et scriniarii a de Velletro, sancte rornane ecclesie tabellio, scripsi.

I

Io ool. /ei Regesta Chartarum. 2 Aggíunto, con un fichíamo, ín fne al documenlo. 3 Cf. n. 2 ilel preced.enle. a Abbr. iudic scrin

Omessa nel

documento

c.1292.X.1r.

F. P.3250.

per ltbbre 29, soldi tre e denari - Enrico detto Caoatorta, della casa dei Dodt di Pisa, quattro, oende a Giacomo e Ugolíno Villano, della casa dei Dodi, un terreno col u pedale >, delto Veryadoro, posto in Písa, in capo aI Ponte Nuooo, dalla parte di Porta del Mare.

Genooa

Arc, Caet., Ptg. (Fonilo Písano) n. 3250. ùígínale. Nel oeno note, del sec. XIV :Carta venditionis quam Henrigus Cavatorta fecit domino Iacobo Villano et domino Nono Villano de quarta parte unius carati in Vergadoro; del sec. XVIII: Vendita


VARIA

l7

fatta da Enrico della famiglia dei Dodi a quelli della famiglia de Villani tutti de Gaetani d'una 4o parte di una terra con un pedale detto Verga d'Oro pro indiviso posta in Pisa in capo al Ponte Nuovo verso I'Arsenale t 1293.

Ex hoc instrumento sit manifestum guod Henrigus dictus Cavatorta, de domo Dodonum de Pesis, 6lius condam domini Uberti de Grocto, vendidit michi lacobo lldebrandi notario, ementi pro domino Iacobo Villano, de eadem domo, frlio condam Henr,igi Villani et pro domino Ugolino dicto Nino Villano, de eadem domo Dodonum, filio condam domini Tedicij Villani, quartam partem pro indiviso unius carati sive partis pro indiviso de viginti quatuor caratis sive partibus totius petii tene cum pedali, dicto Vergadoro, super $e, et ipsius pedalis, gue quarta pars unius carati sive partis de vigintiquatuor est nonagesima sexta pars pro indiviso totius petii terre, cum suprascripto pedali super se, et ipsius pedalis; quod petium terre est positum Pisis, in capite Pontis Novi, ex latere Portemaris: et tenet unum caput in Arno, aliud in terra et domo multorum de domo Dodonum et de domo Gaitanorum et de domo Bocciolum et heredum lacobi Belloni, latus unum in via publica et aliud latus tenet partim in terra et turi heredum Henrigi Gaddubi et Marczucci Pape, olim germanorum, et partim in terra et tuni domini Gaddi Gombi et heredum domini Gerardi Filipi comitis (!) et heredum domini Gerardi Monacelle et consortum; cum omni iure, actione, proprietate, pertinentia et adiacentia sua et cum affixis et clavatis dicto et in dicto pedali; pro pretio librarum viginti novem et soldorum trium et denariorum quatuor denariorum pisanorum, ad rationem librarum duarum milium octingentorum denariorum pisanorum, quod Henrigus, ad interrogationem mei notarii, fuit confessus accepisse ab eis; promisit Henrigus, se suosque heredes et bona obligando, ad penam librarum vigintinovem et soldorum trium et denariorem quatuor, denariorum pisanorum, stipulationem promissam, et se de pretio pacatum vocavit; et sciens dictam rem venditam valere satis plus pretio supradicto, donavit totum ipsum plus et omia iura et nomina omnesque actiones et rationes sibi conpetentes et conpetentia; et Henrigus promisit quod vacuam et disbrigatarn possessionem suprascripte nonagesimesexte partis dabit lacobo Villano et Ugolino et quod non molestabit neque per placitum fatigabit lacobum Villanum et Hugolinum, sed defendet et suscipiet in se litem et iudicium quotiens pro ipsa lis moveretur et pignus dabit curie pro dirictura et advocato, pro eius salario, et expensas faciet, et quod omnia habebit rata; et precepit Iacobo Villano et Ugolino, licet absentibus, ut ingrediantur possessionem suprascripte nonogesimesexte partis. Actum lanue, in palatio de Modulo comunis lanue: Leopardo sellario de 'cappella Sancti lacobi de Sporanariis de Fisis quondam Bonaccursi, et Puccio Gomita de Pisis quondam Uguiccionis testibus, Incarnationis anno millesimo ducentesimo nonagesimo tertio, indictione sexta, quinto idus octubris, secundum cursum et consuetudinem pisanorum. ST. Iacobus quondam Ildebrandi Urselli notarii de Pisis, imperatorie dignitatis notarius, hanc cartam a me rogatam scripsi et firmavi.

c

[12e8]. per Ia facoltà dì portare ìI pallio nelle processionì, della cattelrale celebra ogni anno I'annioersario di Bonífacío VIII.

[TodiJ - Per Ia campana Bonìfazia e

Copia, *tratta dall'Arc. com. di Todi, autenticata dal protonotario apostolico Luca-Alberto u de Pettis

,,

- 111.

íl

di Todi, il22

I.

capítolo

.X\ ,1629

In

matgine: Campana nuncupata Bonifatia, concessa ab eodem [Bonifatio] papa ecclesig tudertine. Ex seniorum traditione refertur Bonifatium papam VIII dono tradidisse prefatg ecclesig cathedrali campanam (qug nunc est secunda), nuncupatam Bonifatiam, et facultatem deferendi palliurn sericum rubei coloris, cum cruce alba in toto medio, cum clavibus Sancte Romang Ecclesie ex h'ansverso, in principio omnium processionum, prout usque ad heg tempora observatur. Merito capitulum dictg cathedralis, non immemor tantorum benefrciorum, a prgnominato tempore citra consuevit pro anima ipsius papg Bonifacij quotannis anniversarium celebrare post diem commimorationis fidelium defunctorum.

c - 1298 Pisa

.lll .24 .

F. P. 3258.

fu Raniero da Pecciolí, curatoîe di Andrea delto s Dea , e tutore di -suoiVannuccioadelsaldo della dote doouta e Benúenuta, úedooa dello stesso Ranierc, cele ttatelli,

Cecco,

alcuni

teneni posti nel castello dí Peccíolí. Arc. Caet., Ptg. (Fonilo Pkano) n.3258. poste

in

1,3

Padrosso

e in de Rolando et Casaniacopo: b)

Ortgínale, Nel oers note, del sec. XIV: aJ Carta di tre pessiditerre WÀ tte; del sec. XV: a) carta solutionis domine Benvenute de Peccioli


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI quando fuerunt sibi data tria petia terre in solutum dotis a Vannuccio condam Ranerii de Peccioli, sec. XVI : a) a. 325 | b) H. qui sono tre pezzi de terra a Peccioli.

l299t b) Pezoli, n. 27;

del

Ex hoc instrumento sit manifestum quod Vannuccius condam Rainerij de Peccioli, curator specialis Andree dicte (t) Dee, germani sui et filii condam suprascripti Rainerij, adulti, et tutor Cecchi, germani sui 9t filii condam Rainerij, datus eidem Andree et amissus suprascripto Ceccho a dominjs lacobo et Gano, publicis iudicibus curie nove pupillorum, ut patet per cartas scriptas de actis suprascripte curie manu Ugolini notarii, scribe publici suprascripte curie nove pupillorum, sub anno Domini millesimo ducentesimo nonagesimo octavo, indictione undecima, nonas februarij : confecto inventario a dicto curatore et tutorio nomine pro dicto adulto et minore de bonis eorum, ut continetur in carta ipsius inventarij, rogata et firmata ab Oliverio Maschione notario, sub Incarnationis anno millesimo ducentesimo nonagesimo octavo, indictione undecima, nonas februarii, pro dando et solvendo in solutum ... neto I Benvenute relicte suprascripti Rainerij condam lacobi de Peccioli libras quadraginta denariorum pisanorum sui antefacti, et libras quadraginta denariorum pisanorum monete pro dote, in una parte, et libras viginti denariorum pisanorum monete pro extimatione duorum petiorum terrarum, gue suprascriptus vir Benvenute se in dote confessus fuit recepisse, ut constat per instrumentum dotale rogatum et firmatum a Lupo de Casanova notario, condam Beneveni filio, sub Incarnationis anno millesimo ducentesimo nonagesimo quinto, indictione septima, octavo idus iunij ; facta quoque proclamatione alta voce ex parte dominorurn Iacobi de Sancto Miniate et Gano de Ponte, publicis iudicibus curie nove pupillorum, per Gilium de cappella Sancti Martini Guanth. ()) Kinsiche, nuntium pisani comunis, apud domum habitationis Rainerij suprascripti, positam in Peccioli et nunc suprascriptorum Andree adulti et Cecchi minoris, germanorurn, filiorum condam suprascripti Rainerij, et in platea de Peccioli et apud ecclesiam de Peccioli, ut, si quis vellet emere vel in solutum recipere de bonis et possessionibus suprascriptorum germanorum, comparereat coram suprascriptis iqdicibus infra tertiam diem proxime, empturus vel in solutum recepturus de dictis bonis, quia Vannuccius curator pro ipsis adulto et minore germanis volebat vendere et in solutum dare pro debitis dishigandis et plus offerenti daretur septimo idus februariij ; cum dictus curator et tutor dicat se et dictos minores non habere mobile nec aliud immobile magis utile ad vendendum vel in solutum dandum quam infrascripta petia que in solutum dantur: nullus tamen coram iudicibus comparuit plus infrascripto pretio de dictis petiis terrarum dare volens. Causa itaque a iudicibus approbata, eorumque decreto et auctoritate interpositis, et primo visis ab eis cartis cure, tutele, inventarij, dotis et antefatti, et proclamatis de quibus supra facta est mentio, hoc instrumento curator et tutor tradidit Benvenute, relicte suprascripti Rainerii, in solutum et pro pagamento librarum nonaginta denariorum pisanorum minoris rnonete de surnmis et denariorum quantitatibus dotis et antefacti, que sunt summa librarum centum denariorum pisanorum, infrascripta petia terrarum: Primum est ortale cum arboribus, posita in inconfinibus Peccioli, iuxta castrum de Peccioli, et tenet unum caput in fosso dicti castri, aliud in terra Andree Berigerij, de castro Florentie, latus unum in terra filiorum condam Torscelli de villa Scrungnole, aliud in terra heredum lohannis et partim in via publica. Secundum petium est cum muris et arboribus, positum in confinibus de Peceioli, in loco dicto Fracta, prope ecclesiam Sancti lacobi, et tenet unum caput in via publica, aliud caput in tena heredum Galli, latus unum in terra Bonacursi Bonensirngne, aliud latus in terra Henrigi de Seta. Tertium petium est positum in confinibus suprascriptis, in loco dicto in Foialdi, cum vinea, et tenet capud in via publica, aliud caput in terra lohannis Ricordati, Iatera ambo in terra Iacobi Fraxie ; cum omni iure et proprietate ac pertinentia; et curator et tutor promisit dicte Benvenute, obligando se et dictos minores et eorum heredes et bona in solidum, ad penam dupli totius rei tradite in solutum, quod de suprascripta datione non imbrigabit neque per placitum fatigabit dictam Benvenutam vel eius heredes, et quod indepnes conservabit et quod litem, que eidem Benvenute mota fuerit, in se suscipiet et solvet advocatos et curias pignorabit; et precepit dicte Benvenute possessionem totius rei 2 tradite in solutum ingredi. Actum Pisis, in curia nova pupillorum, que est in domo pisanj comunis: Leopardo Cestonis, notario de Sancto Savino, et lohanne Proarello condam Guidonis, notario, testibus, Xncarnationis anno millesimo ducentesimo nonagesimo octavo, indictione undecima, nono kalendas aprilis. ST. Benettus filius Alberti notarii de Musiliano, imperiali auctoritate iudex ordinarius atque notarius, ut in actis curie pupillorum inveni, ita scĂşpsi et firmavj. I Danno della pergamena. 2

Omessa nel teslo.


VA,RI A

l9

xil . t2, A.

1300.

[Romal

- I

procuratori

controoersie

fra le

c di Oroìelo e due città.

Copia, estratta dall'Arc. com.

di Todi,

dt Todt demandano a Bonifacio VIII la

autenticata dal protonotario Luca-Alberto <rde'Pettis

definizíone

-111.

di

L

tutte Ie

u, di Todi, il 22.X1.1629.

1300 die 12 decembris. Nobiles dominus Ugolinus domini Boncontis et dominus Nerius domini Ugolini de Greca, milites urbevetani, syndici et procuratores communis dictg civitatis, ex una, et dominus Salamon domini Donadei de Tuderto, syndicus et procurator communis Tuderti, ex altera, coram Bonifatio papa VIII constituti, submiserunt se ac ipsa communia mandatis predicti papg, compromiserunt in Suam Sanctitatem libere tanquam in arbitrum et diffinitorem super reformanda pace et concordia inter dictas civitates et super omnibr,rs litibus, causis, controversiis, guerris, damnis et ofiensionibus'usque ad prgsens, quacumque occasione et presertim causa olim castri Montis Martis, eius iurisdictionis, tenitorii et districtus aut cuiuscumque alterius castri, prout Sue Sanctitati videbatur; promittentes cum iuramento laudum acceptare sub pgna viginti milliusr marcharum argenti, ut in instrumento facto in camera papg, in palatio ad Sanctum lohannem Lateranensem, rogato per ser Nicolaum dictum Novellum Vici, notarium. In dicto registro veteri communis Tuderti, lolio 207.

1300.

xll. 12,8.

fRomal

-

Lodo

speciale

aIIa

c

di Bonifacio VIII,

con cuí ordina Ia pace fra oroíetani dí Monte di Matte.

-

lll .L

e tudertìnì, c:on figuardo

giurìsdizìone sul castello

Copia, estratta dall'Arc. com.

di Todi,

autenticata dal protonotario Luca-Alberto

de " Pettis >, di Todi,

il 22.X1.1629.

[1300] die dicta [2 decembris]. Idem papa Bonifatius acceptavit dictum compromissum, et ex tunc subtraxit communi civitatis Perusig ornne compromissum factum dicta otcasione, cassavit et annullavit omnes confederationes ac societates factas inter communitates Perusig, Tuderti, Spoleti et Narnig, quocumque tempore; mandavit prgdictis syndicis ut inter se, nomine dictorum communium Urbisveteris et Tuderti, osculo pacis vicissim interveniente, facerent inter ipsa communia perpetuam pacem et remissionem super omnibus supradictis controversiis et guerris, Prout fecerunt, et specialiter o"c"rion" olim castri Montis Martis, ipsius iurisditionis et tenitorii aut aliorum castrorum seu bonorum; et promiserunt ad invicem nullam de catero accusationem in aliqua curia facere super prgdictis. Et insuper idem papa sibi reservavit liberum arbitrium difiniendi ea gug diffinita non sunt prout sibi nidÀitur, ut in instrumento manu eiusdem ser Nicolai. In dicto registro veteri, folio 209.

c

130r.vI.12. íI

di

Lodo di Bonifucìo VIII, denari cortonuì, oende aI comune di Todi Ia giurísdizione con

[AnagníJ

Copia, etratta dall'Arc. com.

l30l die l2 iunii.

di Todi,

cuí

comune

- 111.

l.

iI prezzo dí 20.000 ltbbre dt sul castello di Monte Maile.

Oroíeto, per

autenticata dal protonotario Luca-Alberto < de Pettis

>, di Todi, il 22-)(1.1629.

Bonifatius papaVIII, tamguam in arbitrum electum per syndicos et procuratores Tuderti, ultra qug pro bono pacis dictarum civitatum iam statuerat, communis et communis Urbisveteris reservato sibi libero arbitrio laudandi et declarandi quoties expedire sibi videretur, ut in insFumentis: nunc idem papa, vocatis partibus supradictis, laudavit et pronuntiavit ut Ranaldus, syndicus ocmmunis Urbisveteris, vendet et concedet (!) syndicis communis Tuderti, pro pretio viginti nillium librarum,


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

20

denariorum cortonensium minutorum, omnem iurisditionem, guam commune Urbisveteris habebat in olina castro Montis Martis eiusque territorio, cum aliis pactis et conditionibus, prout in continenti dicta venditio Montis Martis fuit facta ad favorem communis Tuderti, in prgsentia eiusdem papg, ut in instrumentis rnanu eiusdem ser Nicolai, celebratis Ananig, in camera ipsius papg. In dicto registro veteri communis

Tuderti, foliis 210 et 213.

c -180.III.

1301.IX.26. Anagní

e alcapitolo d'Anagni: Bonífacío'VIII al t)escoúo Leonardo [di AntìcolíJ, al -reciproca concordía, stabilisce come debba essere ammínistrota la chíesa di Anagni. preposto

per

Ia

Copia del sec,

XVII.

Bonifatius episcopus, servus servorum Dei. Leonardo episcopo et praeposito et capitulo anagnino. Gerentes ab olim anagninam ecclesiam in visceribus charitatis et ad sui honoris et exaltationis incrernenta foelicia, paternis studiis, intendentes opem, libenter impertimur operam ut, quibusvis obstaculis omnino subductis, eadem ecclesia in pacis pulcritudine sedeat et tranquillis prosperisque successibus gratuletur. Considerantes quod inter te, episcope, ex parte una, et vos capitulum, ex altera, occasione asisiae seu vivandae a te, episcope, diebus singulis, prout a longe retro temporibus noscitur observatum, vobis, capitulum, dissentionis materiam contingit exoriri, propter quod eiusdem status ecclesiae nubilo turbationis obducitur, eaque defectu tollerare conspicitur in divinis, multa nimirun'r sollecitudine ducimur exigenti desiderio affectamus, ut per nosham curiosam solertiam et sollecitudinem vigilantem super iis provisionis opportune remedium apponatur, quatenus propriis contenti limitibus, in pacis pulcritudine sedeatis, ac inter vos invicem nexus concordiae vigeat et animorum idemptitas perseveret: statuimus et ordinamus quod ex nunc tu, episcope, preter castÀm Acuti, anagninae diocesis, cum omnibus iuribus, possessionibus et pertinentiis suis habeas et pacifrce teneas, ita tamen quod tu, preposite, quandocumque de tua precesserit voluntate, de silvae dicti castri arboribus, ad utilitatem et comodum eiusdem ecclpsiae t ac domorum eius, tam intus, quam extra, ac etiam ipsius ubicumgue existentium, libere valeas bonorum omnium ad ecclesiam pertinentium, supradictorum occasione seu ratione annexionis et unionis et incorporationis ei, hactenus per nos factae, de monasterio Sancti Petri Villae Magnae predictae ministrandam et exhibendam, tibi, episcope, per praepositum ecclesiae, pro cursu temporis existentem, deductis expensis quas per eumdem praepositum fieri contigerit in premissis, quartam etiam fructuum, reddituum et proventuum, possessionum asisiae ecclesiae memoratae; ac insuper 3u- partem oblationum omnium, tam in pecunia, quam pane et vino, carnibus et cera, nec non et reddituum ecclesiarum in civitate anagnina consistentium, ecclesiae antedictae pertinentium, habeas et recipias pacifice. Praeterea statuimus et ordinamus quod cetera bona eiusdem ecclesiae, ubicumque consistere dignoscuntur, yestra, preposite et capitulum, existant, ac ea pacifrce teneatis. Decernimus ut huiusmodi, per nos pro bono pacis et auctoritate concordiae inter vos facta, divisio tamdiu robur Grmitatis obtineat et in suo vigore persistat quamdiu tu, episcope, regimini eiusdem ecclesiae presidebis. Datum Anagniae,6o kalendas octobris, pontificatus nostri anno 7o.

t

Segue nel testo: omissis aliis, quae legi Don Possunt, squuntur verba quae legi possunt.

1303.

c - lg0.

NeIIa concessíone della melà della tenuta di Arnone la maggiorc chiesa di Capua si risefia degli stoioni, anho le pretese del conte [Bartolomeo dt CapuaJ.t

Ia

v.

pesca

Appuntò del sec. XVI.

In anno 1303 frt concessio medietatis tenimenti Arnonis, cum medietate omnium rerum ipsi tenimento spectaritium, preter infra que in specie sub infrascriptis verbis reservantur: Inter alia, videlicet, exceptis captione et piscaria sturionum faciendis in aquis totius tenimenti predicti seu presentatione ipsorum, quas similiter captionem, piscariam sturionum seu presentationem ipsorum potestati nostÌe et successorum


VARIA

2t

nostrorum ac dicte nostre sancte maiori ecclesie capuanensi totaliter reservamus. Ecclesia capuana pro piscaria sturionum facit multas impensas et incidenter accidit quod, illa accomodata, in ea capiuntur alose. Eicit comes velle medietatem illarum, quia sturioni tantu$ sunt reservati et reliqua medietas omnium rerum est concessa, ex verbo offert contribuere pro rata in expensis faciendis, et principale fundamentum intentionis sue fundat in illo verbo o seu presentationem ipsorum ,, dicendo de sturionibus tantum posse tractari et non de aliis piscibus reservatis ecclesie que, si voluisset alios pisces reservari, dixisset in instrumento predicto guemadmodum dixit de sturionibus. Fit difficultas si comes in dicta pretendentia

debet obtinere.

I Cf.

GÍasftníanî

c - 1304.

x. 8.

Vicopisano

-

L.,

ool.

I

Lamberto del

dí denari

(Atnone).

F. P.3167.

fu

písoni, oendono

Bonaccorso

a Parello

e íl notaio Francesco del fu Leno notaio, per 30 libbre fu Lotto un teneno con casa, posto ín Porta Reale.

del

Copìa autentíca. Nel oerso, nota sìnctona: Carta ParelliLoctide Vico Arc, Caet., Prg, (Fondo Písano) n.3167, de domo quam emit a Lamberto Èbnu"urro et Francischo Leni notario; note, del sec. XV: Vico non tangit monasterium; del sec. XVIII : a) Vichopisano; ó)'casa in Porta Reale.

Ex hoc instrumento sit manifestum quod Lanbertus de Vico quondam Bonacursi et Francischus notarius quondam Leni notarii in solidum vendiderunt Parello de Vico quondam Locti unum petium terre cum domo, positum in castro Vici, in Porta Realis:'tenet caput in via publica, aliud in Morcivito vicani castri, latus in terra cum domo emptoris, aliud latus in terra cum domo et medio muro Gaddi Michaelis de Vico; cum omni iure, proprietate, atione ei pertinentia sua; pro pretio librarum sexaginta denariorum pisanorum minorum; venditores promiserunt Parello vel eius l'reredibus rem venditam nullo modo inbrigare, immo eis defendere ab omni persona et loco, et litem in se suscipere eorum expensis curie, avocatorum et aliis, et si non, penam dupli, estimationis rei vendite tradere, obligando se, suos heredes et bona in solidum i et preceperunt Parello ingredi possessionem rei vendite. Actum Vici, ante domum suprascripti Lanberti, in via: Coscio de Vico quondam Compagni et Banduccino filio Gaddi Bercii, testibus, anno Incarnationis millesimo trecentesimo quinto, indictione tersia, octavo idus octubris. ST. Francischus de Vico, filius Lagari Nicoli, imperatoria dignitate notarius et iudex ordinarius hanc cartam a lohanne notario de Vico quondam Uperhini notarii rogatam, prout iu eius actis inveni, ita sua parabola et mandato scripsi et firmavi.

1305

.x.26.

c

-17

4, c - 180.

xlil.

di Rofredo III Caetani, conte di Fondi, in nome di questo * Fontana Rammaldina " - AIla presenza pclatino, iI procuralore di Ptetro II Caetaní, conte di Caserta, e e del fratello Benedelto, conte í procuratori di Sermoneta, Normci e Bassiano fanno pace con í pîocuîatofi di Sezze e di Gior dano dí Treoi, annullando I'istromento di dù:isione dei lerritori rispettíoi nonché i contratti e Ie bolle dt conferma a faúore del detto Pietro. Copie, autenticate il 26.XI .1451. SuIIa copertína dí C-tilT..Xill ,notasíncrona: Copia instrumentifalsi setinorumcontra bullam apostolicam S. D. N. pape Bonifatii VIltr super confinibus territoriorum Sermineti, Nimphe, Sancti Donati et Setie.

Cum inter partes infrascriptas turbationis et scandalj fuerit suborta materia, ex qua gravia personarum et rerum pericula sunt sequuta, ipse inter se in modum qui sequitur reformarunt: In presentia nostri Petri Iohannis Salladinj de Sermineto et Petri Camariculi de Setia, notariorum, et testium, dominus Petrus domini Macthei, iudex, de Velletro, procurator Peni Gaytanj, comitis gsssv[sni, pro eo et nomine Gofiridi, Fundorum comitis, et Benedicti, comitis pallatini, filiorum dicti Petri, et omnium vaxallorum ipsius, lohannes dictus Boccalongi de Sermineto, scindicus universitatis et hominum castri Serminetj, magister lannone, de casbo Normarum, scindicus universitatis et hominum castri predicti,


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI Barctholomeus dictus Guerrerius de Bassiano, scindicus universitatis et hominum castri predicti, ex parte una, et Landulfus Parola de Setia, scindicus universitatis et hominum castri Setie ac procurator nobilj (l) Iordani de Trebis et vaxallorum suorum de dicto castro, ex parte altera, prout instrumentis apparebat: prefati procuratores et scindici, pro pacifico statu utriusgue partis, fecerunt, et tradiderunt inter se ad invicem per ossculum (!) pacis, perpetuam pacem, promictentes inter se alter alterum non ofiendere nec ofiendj facere in personis vel bonis, publice vel occulte; et alter alterj fecerunt remissionem de omnj briga, guena, cede, morte, suspendio hominum, dirrutionibus turrium et domorum inva' sionibus, conbustioniLus, incendijs seu destructionibus vasti (!) vinearum et arborum et rerum depredatio nibus, ablationibus, furtis et rapinis, captione et captivitatibus personarum, animalium et rerum, invasionibus seu insultibus castrorum et hominum occasionibus (!), privatis carceribus, percussionibus, damnjs, iacturis, violentijs, iniurijs, cavalcatis, exercitibus, ostilitatibus et omnibus excessibus, maleficijs, delictis, criminibus, ofiensionibus, damnis et iniuriosis actibus, sunptibus, expensis, interesse comrnissis seu incursis I inter partes predictas per se seu per stipendiarios, non cavatos (t) consortes, sequaces et fautores eorum a retro actis temporibus usgue in hodiernum diem; et renuntiaverunt predicte partes alter alteri actionibus criminalibus et civilibus super predictis; et remiserunt actiones, petitiones et iura que eis conpetunt; et promiserunt alter alteri non accusare, non agere, nec Processum facere, et, si processum est, a processibus desistere; et renuntiaverunt alter alterj accusis, sententijs, exbandimentis, diffidationibus. Et quia contractus, de quibus infra fit mensio, olim habiti inter Petrurn Gaytanum et comune Setie super terminis eorumdem territoriorum multum addiderunt ad guerram et pericula supradicta, ut pax ipsa cum prosperitate succedat, prefati dominus Petrus, procurator Petri Gaytani, Landulfus, ,"indi"ur- et procurator comunis Setie et personarum ipsius, resolverunt contractus olim habitos inter

et

ex parte una, et dominum Odonem domini Leonardj, militem de Setia, scindi"um co*unisl Setie, ex parte altera, super distintione territoriorum castrorum Nimphe, Sermineti, Petrum Gaytanum,

Sancti Donati et Bassianj et territorij comunis Setie, scriptos per Nicolaum dictum Novellum de Vico, 2 notarium, et lohannem dictum Cortese, de castro Turris, ac Petrum Gammariculum de Setia, notarios, a) Et prefatus dominus Petrus, seu per alios notarios, et omniĂ que in dictis contractibus continentur. etiarn confrrmationes et alias literas guam puo"ur"to, Petri Gaytanj, dissolvit tam ipsos contractus apostolicas, ad ipsos contractus, fines et tenimenta et omnia, gue in ipsis continentur, ipsi domino Gaytano seu ulii de domo eius facta super predictis, impehatas a dicto domino Petro; et voluit omnia contenta

ineisdem instr.umentjs, literjs apostolicis haberj pro cancellatis et irritis; et restituit comunis (!) Setie tenutas seu terras et possessiones et quicquit de terris, bonis, rebus et iuribus comunis et personarum ipsius idem dominus Petrgs occupavit vel recepit; et fecit predicto scindico cessionem et retranslationem de rebus et iuribus, ter.ris, tenutis et possessionibus et omnibus que eidern domino Petro seu dictis tenitoriis Nimphe, Sermineti, Sancti Donati et Bassiani accreverunt; et constituit idem procurator ea, que eidem domino petro seu tenitorijs castrorum Nimphe, Sermineti, Sancti Donati et Bassiani accreverunt, se tenere nomine et personis ipsius donec comune et persone ipsius adĂŹpĂ­sscantur possescomunis Setie et pro comunj-i*iurn predictorum; et similem concessionem idem scindicus, nomine dicti sionem tenutarum, rerum et quod de comunis, fecit ipsi domino Petro, recipienti procuratorio nomine Fetri Gaytanj, de ornni eo et rebus seu iuribus ipsius dominj Petri vel tenitoriorum casborum Nimphe, Sermineti, Sancti Donati altera pars' ex Bassianj accreverunt comuni Setie seu territorio suo. Et actum est inter partes quod pars reposuit et altera supradictis; et iuribus terris rebus, tenutis, in auctoritate alterius, possent reintrare alterius iuribus et rebus de nichil quod ita predictos, alteram in eo statu in quo erat ante contractus distintio ac litere apo:tolice et partis remaneat in alteram, set ita sit ac si contractus, confrrmationes dictorum territoriorum numquam facti fuissent. Que omnia Petrus, procurator Petri Gaytani, et scindici castrorum Sermineti, Norme et Bassianj et Landulfus, scindicus comunis Setie, et procurator Giordani de Trebis necnon prefati dominus Petrus et Landulfus, scindicus comunis Setie, nobis stipulantibus

nomine omnium quorum interest vel interesse poterit in futurum ac recipientibus nomine rectoris provincie, rata et firma habere perpetuo, sub pena decem milium florenorum aurj, recasura pro medietate rectorj provincie et pro alia medietate parti servanti. Et dominus Petrus, procurator Petri Gaytanj, in anima ipriuy loh"rrne, Boccalongus, scindicus universitatis terre Sermineti, in anima vicarij et hominum Sermineti: magister lannone, ,"indi"i (t) castri Norme, in anima vicarij et hominum dicti castri: Bartholomeus Gu..r"ri,ir, scindicus Bassianj, in anima vicarii et hominum dicti casni: Landulfus Parola, scindicus comunis Setie, in anima vicariorum et hominum dicti comunis et'in anima dicti lordanj de Trebis,


VARIA

23

cuius est procurator et actor: iuraverunt ad evangelia omnia perpetuo observare. Actum in campo, iuxta stratam publicam, illoco (!) qui dicitur Fontana Rammaldina: presentibus Roffrido comite Fundorum, filio Petri Gaytani, et testibus, videlicet domino Bernazone, domino Catenatio, domino Rogerio de Grirnaldo, militibus de Anania, domino Petro Sanctj lohannis, milite de Setia, domino Riccardo domine Bone, milite de Sermineto, .magistro Andrea Taccone de Setia, Massiolo de Spoleto, Iohanne dominj Guidonis de Setia, Americo dominj Alexandrinj de Cavis, magistro Nicolao scriniario de Sernnineto, Iacobo Palomerij de Setia, Petro lohannis Baroncellj de Sermineto, Berardo Sinioricti, flate 3 Paulo, dicto Folle, de Setia, et lohanne Macthie de Sermineto: anno millesimo cccc (!) quinto, tempore Clementis quinti in pontificem electi anno primo, indictione lllJs, mensis octobris die XXVJ. Petrus de Setia, auctoritate inperialj notarius, scripsi et signum meum posuj. Collactionata per me G[erardum] de Vulterris, pet'i (]) in Setia, die XXVJ novemblis et concordat cum originalj.

l, p. 163. NeII'aItra copla mangaviros 2 NeII'aItrc copía Camericulum 3 Nell'alba copia trecentesimo.

a) Vedi Regesta Chartarum, ooL

I

1305 . xII.12 Anagni

-

c - 176.

.

Pietro

II

Sermoneta,

Copia autentica del

Caetaní ratifica

Norma e

la

pace stípulata

dal suo oicorio di

Sermoneta con

Î

procuratort

Bassíano.

l45l .X1,25.

ffi Landulphus, dictus Parola, de Setia, scyndicgs comunis Setie, constitutus coram Petro Caytano, comiti casertano et Militiarum domino, exposuit quod dominus Petrus domini Macthey de Velletro, vicarius in casho Sermineti, tamquam procurator, videlicet procuratorio nomine vesho et pro vobis: Iohannes, dictus Boccalongus, de Sermineto, scyndicus universitatis et hominum dicti castri: magister lannone de castro Normarum, scyndicus universitatis et hominum dicti castri: Barthoromeus, dictus Guerrerius, de castro Bassianj, scyndicus universitatis et hominum dicti castri, ex parte una: et ego Landulphus, tamquam scyndicus universitatis et hominum Setie et tamquam procurator nobilis lordanj de Trebis et vassallorum suorum, ex parte altera: fecerant, et reddiderant inter se ad invicem osculum pacis, perpetuarn pacem, et quod promiserant inter se alter alterum non offendere nec offendi facere in personis vel bonis, publice vel occulte, et quod fecerant utraque pars alteri remissionem de omni briga, cede, morte' subspendio hominum, dirrutionibus turrium et domorum invasionibus, conmustionibus, incendijs seu destrussionibus, vastis vinearum, arborum, et rerum depredationibus, ablationibus, furtis, rapinis, caPtione et captivitatibus personarum, animalium et rerum, invasionibus seu insultibus castrorum et hominum, privatis carceribus, percussionibus, dampnis, facturis, volentijs, iniurijs, calvacatis, exercitibus, hostilitatibus et pro omnibus excessibus, malefrcijs, delictis, criminibus, ofiensijs (!) et iniuriosis actibus, sumptibus, expensis, dampnis et interesse, conmissis inter ipsas partes per se seu stipendiarios, mangaviros' consortes, sequaces, adiutores et fautores eorum a retrohactis temporibus usque in hodiernum diem; et quod renuntiaverant partes alter alteri accusationibus et actionibus, criminalibus et civilibus, supra predictis; et quod remise' rant omnes actiones, petitiones et iura que eis competunt occasione predictorum et quod fecerant pactum de ulterius non petendo vel molestando super predictis; et quod promiserant alter alteri inon accusare, non

agere, non processum facere seu promovere et, si processum, non dare operam guod procedatur super inquisitionibus, denunctiationibus, sententijs, exbandimentis, predictis, et renumptiaverant alter ult.ri """urir, et quod prefatus Petrus, Procurator pro vobis, predictorum; diffidutionibus et processibus factis occasione et ego Landulphus, scyndicus comunis Setie et hominum ipsius, dissolveramus contractus olim habitos iot"iP.tru- iaytanum seu alium, ex parte una, et dominum Odonem domini Leonardi, militem de Setia, scyndicum comunis Setie, ex parte altera, super distintione territoriorum castrorum Nimphe, Sermineti, d"n"ti Donati et Bassianj et territorij comunis Setie, scriptos Per Nicolaum dictum Novellum

notarìum, Iohannem dictum Cortese de castro Thivere, ac Petrum Camericulum de Setia, notarios, seu per alios notarios, et omnia que in dictis contractibus continentur; et guod procurator vester dissolverat tam ipsos contractus, fines et tenimenta et omnia que in ipsis contractibus, confirmationibus et alijs literis apostolicis continentur, vobis Petro Gaytauo seu alii de domo vestra facta, spectantia ad oo, ,up., predictis; et quod idem procurator vester voluit omnia contenta in eisdem insbumentis et literis

d" Vi"o,


24

DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

apostolicis haberj pro cancellatis, et nullius esse valoris; et quod restituerat comuni Setie tenutas seu terras et possessiones et quicquid de tenutis, teruis, possessionibus, bonis, rebus et iuribus ipsius comunis et personarum ipsius, que vos vel alius pro vobis accupaveratis, invaseratis, abstuleratis vel recuperaveratis; et quod fecerat mihi scyndico, recipienti nomine ipsius comunis et personarum ipsius, cessionem et retranslationem de omnibus rebus, terris, tenimentis et possessionibus et omnibus que vobis domino Petro Gaytano seu dictis territorijs Nimphe, Serminetj, Sancti Donati et Bassianj accreverant seu acquisita fuerant ex dictis contractibus, confirmationibus et literis apostolicis et his que continentur in eis seu dictis territorijs, et distintione territoriorum et ex translatione et cessione comunis Secie seu scindici comunis Setie seu territorii ipsius et personarum; et guod idem procurator vester constituerat ea, que vobis domino Petro Gaytano seu territorijs dictorum castrqrurn Nimphe, Sermineti, Sancti Donati et Bassianj accreverant, se tenere nomine comunis Setie donec iddem comune et persone ipsius adipiscantur possessiones tenutarum, rerum et iurium predictorum; et quod ego scyndicus, nomine comunis Setie, similem retranslationem, cessionem et constitutionem feceram procuratorj vestro de omni eo quod de iuribus vestris seu de rebus territoriorum castrorum Nimphe, Sermineti, Sancti Donati et Bassiani accreverant comuni Setie seu territorio eius ex dictis contractibus, seu concessione et cessione per vos eidem comuni facta; et guod utraque pars alteram in omnibus actionibus et iuribus, quesitis alteri parti per alteram partem,t in rem suam procuratorem constituerat; et quod actum fuerat inter partes quod altera pars, ex auctoritate alterius, possit reintrare in rebus, tenutis et iuribus supradictis; et quod altera pars reposuerat in statu et iure in quo fuerant ante contractis predictis (t), et quod nihil de rebus et Ă­uribu, alterius ipartis remanserat in alteram; et quod ex ipsis contractibus, confirmationibus et literis apostolicis perpetuo nec exceptio vel ius alicuj partium competat, sed ipsa sit ac si dicti contractus, confumationes, litere apostolice et distintio dictorum territoriorum nunquam facti fuissent; et quod predicta omnia idem procurator vester et scindici castrorum Sermineti, Normarum et Bassianj, ac ego Landulfus, scindicus comunis Setie et procurator lordanj de Trebis, nec non idem procurator vester et ego Landulphus tam predictas dissolutiones confrrmationum et aliarum literarum apostolicarum, concessarum vobis vel alio de domo vestra super predictis, et omnia que iuris (!) continentur promiserant alter alteri notarijs, qui ad predicta interfuerant, stipulantibus nomine quorum interest ac nomine rethoris provincie,.fuma h.bere perpetuo, sub pena decem miliurn florenorum aurj, recasura pro medietate recthore (!) provincie et pro alia medietate partj servanti; et quod vester procurator iuraverat in anima vestra et scindici iuraverant in animabus vicariorum et hominum dictorum castrorum ad evangelia predicta omnia perpetuo observare; et quod idem vester procurator et scyndicus universitatis et hominum castri Sermineti, ex parte una, et ego Landulphus, scyndicus comunis Setie, ex parte altera, super hore (!) Cavate Nove claudendo, olim facta per comune et homines de Setia, positum in Pantano, iuxta Flumen Maius et Pantanum quod dicitur Calamantinus, et super pontem reficiendo seu faciendo in Cavata Veccla, posita in Pantano inter ipsam Cavatam et Silicem et pratum dicti comunis, de quibus fuerat guestio inter eos, compromiserant in personam vestram et in quatuor bonos viros de Sermineto, quos vos duxeritis eligendos, et in personam nobilis lordanj de Normis, civis et habitatoris Setie, et in quatuor viros bonos de Setia, quos idem lordanus duxerit eligendos, et quod promiserant uhaque pars alteri adimplere quicquid dicti arbitri deciderint super predictis, sub pena mille marcharum argenti per partem, recasura pro medietate recthori provincie et pro alia.medietate parti servanti; etquod pro hijs omnibusobservandisProcuratorvesterin anima vestra et dicti scyndici in animabus hominum universitatum, quarum sunt scyndici, prestiterunt iuramentum; prout de his omnibus patet per scripturam confectam manu Petri Iohannis Saladinj de Sermineto et Pehi Camericulj de Setia, notariorum. Quibus expositis per dictum Landulfum, idem Landulphus, scyndicus comunis Setie, procuratorio nomine dicti lordanj de Trebis, petijt a Petro Gaytano ut pro bono pacis et concordie, perpetuo conservando inter ipsum et vassallos suos et comune Setie et homines ipsius, o*ni" qu" acta sunt per Petrum, procuratorem vestrum, supradictos scyndicos, una mecum Landulpho, scyndico comunis Setie et procuratore dicti lordanj de Trebis, prout Per manus dictorum notariorum continetur, quod dignemini et placeat confirmare atque de novo meculn promictere, pro vobis vestrisque heredibus et subcessoribus, perpetuo observare. Petrus Gaytanus, auditis omnibus capitulis expositis per Landulphum: visa forma procurationis et mandati facti per eum Petro procuratorj suo, visa etiam forma

dicti Landulphi et ea cum sapientibus ex"minata gue non videntur a predictis capitulis expositis per dictum Landulphum in aliquo discrepare: Petrus Gaytanus omnia capitula exposita per scyndicatus

dictum Landulphum respondit prout inferius continetur: Nos Petrus Gaytanus, auditis omnibus capitulis


VARIA

25

supradictis et his que continentur in eis per expositionem dicti Landulphi, actendentes guod pax et concordia est iurj consentanea, et tam ratione vicinitatis quam locorum omnino necessaria, tam pro comuni et hominibus de Setia quam pro nobis et vassallis nostris, ideo approbamus et confirmamus omnia supradicta et que acta sunt per Petrum, nostrum prccuratorem, et per scyndicos supradictos, quos dicte universitates, de nostro mandato et licentia ac vicariorum nostrorum, ad omnia supradicta constituerunt, tecum Landulpho Parole, scyndico comunis Setie, et procuratorio nomine dicti lordanj de tebis, prout per manus dictorum notariorum continetur; et omnia robur vere firmitatis volumus obtinere in perpetuum ac si presentialiter fecissemus. Nos Petrus Gaytanus, pro bono pacis et concordie, de novo restituimus et reintegramus tibi Landulpho, scyndico, recipienti nomine comunis Setie et personarum ipsius comunis et procuratorio nomine dicti Iordanj de Trebis, omnia predicta tenimenta vel territoria, possessiones et loca nobis vel alij tradita seu concessa seì agegata territorijs predictorum castrorum seu universitatum predictarum, tam ex distintione dudum facta inter nos, seu dictas universi[ates, et dominum Odonem domini I eonardi, scyndicum comunis Setie; annullantes omnem distintionem, divisionem, translationem, terminationem, assignationem, donationem, traditionem et concessionem et omnia instrumenta et alias literas et scripturas, confectas manu Nicolai de Vico, notarii, vel alterius notarii; renuntiantes iuribus gue nobis competere possent occasione literarum apostolicarum super confirmatione omnium capitulorum predictorum, concessorum nobis seu universitatibus supradictis, renuntiamus et promictimus, pro nobis nostrisque heredibus, iuris vel rej successoribus, imperpetuum, predicta omnia perpetuo observare, sub penis decem milium florenorum aurj et obligationibus stipulatis per notarium, procuratorem et scyndicos supradictos, prout per manus dictorum notariorum vel alterius eorum continentur. Rogamus vos Nicolaurn de Vico et Petrum Camericulum de Setia, notarios, ut faciatis instrumenta super omnibus capitulis expositis in presenti contractu. Actum Anagnie, in domibus Petrj Gaytanj, in capite scalarum, ante salam maiorem, anno Moccco quinto, pontificatus Clementis pape quinti anno primo, indictione quarta, mensis decembris die XIJ': Benedicto filio dicti dominj Pehi, comite pallatino, Barthoromeo de Ceccano, Barthoromeo Berardj, clerico ecclesie Sancti Nicolai de Anagnia, et Petro Iohannis de Vicho, clerico, nobilj Iordano de Normis, cive et habitatore Setie, domino Stephano Paulj iudice, et Roberto dicto Ballecta, de Setia, testibus. Petrus de Setia, auctoritate imperiali notarius, de mandato Petri Gaytanj, scripsi et signum meum posui. Collationata per dominum la[cobum] Burlono, commissarium in Setia, una cum suo originalj, mecum Gerardo notario Camere, videlicet die XXV novembris M.cccC.LJ. ST.

I

Segue nel

leslo.'hic apparebat quedam crux sic facta de inde

c - 1316.v. 6. Písa

sequebutur.

F. P. 3243.

Andrea del fu Giooanni " Garfagnini " díchiara che non esigerà Ia restituzione delle trecento -libbre di denari, assegnate da suo fratello Coscio aI monastero di S. Croce delle Sígnore " de Fossabandj , per Ia propria figlia Cilla, monaca.

Atíginale. NeI oerso, nota coeoa: Carta conÍrmationisdenariorumquos Arc. Caet,, Pery. (Fondo Pisano) n.324j. Coscius dedit pro Glla monasterio Sancte Crucis; note, del sec. XV: nulliur valoris; ilel sec. XVIII: D[ie] 6 maggio l3ló. manifestum quod Andreas condam lohannis Garfagnini, de cappella Sancti germani sui, coram me Noccho notario et testibus, confessus fuit quod instantiam Coscii, ad Ambrosij, ille libre trecente denariorum, quas Coscius solvit pro Cilla, filia dicti Coscij, monasterio Sancte Crucis Dominarum de Fossabandi [sive] r conventui ipsius monasterij, nunc monialj dicti monasterii, ipse Coscius eas dedit de consensu dicti Andree, de eorum bonis comunibus, non eo animo quod ipse Andreas velit propterea a dicto Coscio sibi fieri restitutionem; sdd ex nunc dictum Coscium et eius heredes et bona in totum absolvit; et vult quod dictus Coscius eas dedisse potuerit dicto monasterio pro dicta sua filia, et solute esse intelligantur de consensu dicti Andree; et eidem Coscio consensisse quod eas dederit absque eo quod inde debeat habere a dicto Coscio aliquam restitutionem de bonis eorum comunibus; et quod non imbrigabit Coscium; et promisit Andreas dicto Coscio quod ab ipso et eius heredibus non exiget vel edgi permictet aliquid predicte quantitatis denariorum, ad penam

Ex hoc instnfmento sit

1,4


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI dupli librarum centum quinquaginta denariorum. Actum Pisis, in apotheca domus Michaelis condam Upethini, posite in cappella Sancti Ambrosii, Moricone notario de Pontehere condam Lupi, Bencivenne Vinci condam Bondonis de Celloputido, et Lenso condam Alcheroli de Arena, testibus, anno Incarnationis millesimo trecentesimo septimo decimo, indictione quartadecima, pridie nonas maii. ST. Nocchus de Cerreto condam Romei, iudex ordinarius et notarius, scripsi. L

Danno

della

petgamena.

c-111.L

1316. XI .21. Todi

II consiglio dt Todi, d'ordíne del oicegercnte dí Bonifacío Caetani, podestà di Todí, costìtuísce -í procuratorí a riceoerel'omaggio difedeltà daII'unioersítà di . Podii Azzuani, teng Arnulforum >. Copia,estrattadall'Arc.com.diTodi,autenticatadalprotonotarioLuca-Alberto''dePettis"'diTodi'i122'y(l'162g'

l3ló, die 2l novembris.

Congregato generali consilio communis civitatis Tuderti, de mandato de Urbe, vicegerentis Bonifatii Gaietani, potestatis communis militis nobilis domini Matthgi Riccardi, prgdicti, fuerunt per commune Tuderti constituti syndici et procuratores nobilis Gualfredus quondam domini Nicolg et Zolus guondam Gerarducii domini Tudicci, cives tudertini, ad recipiendum promissionem hominum et universitatis castri Podii Azzuani, terrg Arnulphorum, suPer sequimento PerPetuo, fidelitate et subiectione prgstanda communi Tuderti, ut in instrumento rogato per ser Angelinum quondam Rainaldi domini Glorii de Tuderto, notarii, ut transumptato per ser Angelum quondam Francisci de Tuderto, notarii, sub anno 1320, continetur, in charta pergamina, asservato in archivio secreto communis Tuderti, apud sacristiam Sancti Fortunati de Tuderto; quo tempore civitas tudertina libertate fruebatur et potestas dictg civitatis, quem eligere consueverat de semestre in semestre, cum provisione mille et trecentorum florenorum, ad pondus communis Tuderti, conducere secum et retinere solebat familiam notabilem, videlicet tres iudices expertos; duos bonos et peritos sotios milites, quorum unus notarius, octo bonos et suffrcientes notarios, probatos et praticos, decem domicellos, triginta binuarios aptos ad arma portanda, quinque ragatios et decem eguos, ut in libris decretalibus communis Tuderti, in dicto archivio asservatis, Iegitur.

F. P . 3326.

c-t321.II.19 -111.24. Pisa

A richiesta dell'abate di S. Saloatorc, il podestà fa oppone i termíni ai confiní dí Tena di - Nome e Collemezzano, su cui oeilet)a questione fra i Gaetaní e i conli di Donoratie'o.

OrtgÍnale. Nel oetso, nole del Ptg. (Fondo Písano) n. j226. riccio e Colmenzano; ó) qu*tio cho chonti di Donoraticho. Arc.

Caet.,

sec.

XV : a) Carta di terni.i tra'l Ter

2 Cum Frederico dal Monte r de la Casa, Pisarum potestati, recl"r',atio facta fuerit a

donno

3 Paulo abbate Sancti Salvatoris ad margines Collinarum Superiorum, pro ipsa abbathia, domino Andreotto

Nerij Gombi de domo Gaitanorum et Vannuccio condam Marie, maioris ecclesie, de terminis ponendis in confinio Terre Ghini Urselli, de cappella Sancte Nominis et Colmeggaoi d" quo confinio questio vertebatur inter Rainerium comitèm de Donnoratico, Fatium comitem, 6lium condam comitis Gaddi, Tinuccium actorem comitis Rainerij, tutoris dicti comitis Fatij, dominum Rainerium lannis, dominum Tedicem lannis et Henricum lannis, comites de Donnoratico, ex una parte, et dominum Paulum, dominum Andreoctum, Gadduccium et Vannuccium suprascriptos, ex altera: et dictus potestas conmiserit domino Thomaso, sotio et militi suo, quatenus iret ad dicta loca cum Ciolo Cenami agrimensore et Nerio notario, filio Guidonis de Rinonichi, guibus etiam a predicto potestate conmissum fuit ut iremus ad dicta loca et faceremus que pertinerent ad nostrum officium in predictis, ut de hijs constat per acta cancellarie pisani comunis; cumque dictus Thomas se una nobiscum o"nerit ad dicta loca et coram me notario inquisiverit testes ubi termini poni deberent, et invenerit per testes terminos fore ponendos in infrascriptis locis: dictus Thomas, presente domino' Andreocto et quondam Gerardi Filipicontis, Gadduccio


VA RIA

27

Gadduccio Gombo de Gaitanis, procuratore domni Pauli, ut constat per cartam rogatam a me Rainerio notario, sub annis millesimo trecentesimo vigesimo primo, indictione quarta, septimo idus februarij, et ser lacobo de Guardistallo notario et Nicossino, procuratoribus domini Rainerij comitis et Fatij nepotis eius et filij condam comitis Gerardi, ut constat per cartam rogatam et firmatam a Bonaiunta notario, filio Mascari notarij de Montefosculi, sub annis millesimo vigesimo primo, indictione quarta, tertio idus februarij, et absentibus domino Rainerio condam lannis, domino Henrico et domino Tedicio, germanis domini Rainerij, tamen primo requisitis: mandavit Ciolo predicto guod poni facefet terminos; qui Ciolus posuit terminum unum iuxta botrum qui dicitur Oltrepescio et iuxta viam que dicitur Stradella in Crociata confinium Vade, Terre Nominis et Colmeggani; alium terminum in medio Vallis del Melo, iuxta Stradellam prope alium terminum, linea transyersa, perticis centum quadraginta quatuor vel circa; alium terminum in valle predicta prope alium terminum proxime suprascriptum, perticis centum sexaginta vel circa, recta linea pel dictam vallem; alium terminum in dicta valle sive Vallino del Melo in medio,

in loco dicto al Cotio a di Valimori, iuxta ipsum Gotium, in capite Vallis del Melo, prope alium

terminum inmediate superius nominatum, perticis quadringentis vel circa, recta linea, per ipsam vallem sive Vallinum del Melo; aliurrr- terminum in loco dicto Tribbio prope Crociatam Quercie grosse' perticis decem, iuxta viam que dicitur Stradella, que stradella est in loco Tribbii ; alium terminum in loco dicto lo Vallino di Candeuli, qui distat ab alio proximo termino perticis ducentis sexaginta vel circa; alium terminum

in loco dicto Lo Forcone dell'Acquelta 5 vel ibi prope, prope terminum proxime

superius

noninatum, perticis sexaginta vel circa, prope botrum Acquelte perticis duabus vel circa; alium termi5 nurn in capite loci qui dicitur Terraio, qui distat ab alio proximo termino dell'Acquelta, recta linea, per bohum Squelte, perticis quingentis triginta vel circa; alium terminum medio podij Acquabuone, qui àirtut u termino, qui est in capite Terraj, perticis sexaginta vel circa,; alium terminum in medio podij quod dicitur lo Poggio de le Suirrelle, qui locus etiam dicitur Mondigli, qui distat, recta linea, ab alio zuprascripto termino perticis centum quinquaginta vel circa; alium terminum in loco dicto Laivola Ri-pulbeli"r", iuxta oiu* quu itur a castro Ripalbelle ad Terram Nominis et inter locum dictum lo Corso dell'Ascini 6 et locum dictum Laivola Ripalbellese, qui distat a termino proxime superius nominato, posito in medio podij suprascripti, perticis ducentis duodecim vel circa. Acta sunt hec in predictis

iocis ubi termini positi fuerunt: presentibus Guiducciello Corsi, Puccino Pochonis, Guillielmuccio Vivoli, Cenne Canestrario, Guillielmuccio Bonaiunte, Ristoruccio Vivoli, Iohannello Corsi, Vannuccio Coccj et Vannuccio Pithicario, omnibus de comuni Vade: Cagnasso del Nero de Colmeggano: et Nigossante Gherardi, Marchese condam item Marchesis, Martino lannis, Michelino Qinghi, Cagnasso Marchesis, Coverino Corsini, Ceo Puccij, omnibus de comuni Terre Nominis: Vanne Baglonis" GhinelloMeuccii, Colo Coscii, Coscio Valentini, Coscio Cerreti, Bergo de Terra Nominis, commorante Rasignani, Necto Corsinelli, Corso Nuovi, Buto Rainerii, Parello Carraria, Pardellino Puccii, Bacciarello Ghini, Bectuccio Roberti, omnibus de comuni Rasignani: Lupo Fecini, Nino Cini, Orgogluccio Corso, Nierio Fedis, Cennino del Noro, Bocciolo Soggini, Becto Baronis, Binduccio Cei, Mannuccio Gonarelli, C'hellino Monelli, omnibus de comuni Belore: Nerio Puccij, Martino Robbini, Salvagno Lupi et Cino Macùei, de comuni Ripalbelle: testibus; Incarnationis anno millesimo trecentesimo vigesimo primo, indictione guarta, undecimo kalendas martii. Dominus Fredericus dal Monte de la Casa, Pisarum potestas, in presentia mei Rainerii notarii, ser Bonaiunte Carini notarij de Maritima et Donati condam Bondiei, de Sancti Martini Kinùice, testium, confirmavit omnia a domino Thomasio milite et sotio suo facta ""pp"ll" de ierminatione confinium. Actum in palatio pisani comunis, ubi residet Pisarum potestas, suprascriptis annis et indictione, nono kalendas aprilis. ST. Rainerius filius Guidonis de Collegarli, commorantis Rinonichi, imperiali auctoritate iudex ordinarius atque notarius, hanc cartam a me rogatam firmavi.

I NeI teslo dalmonte 2 6NeI

testo

dellmini

Ab]lr..

Pìs

s Abb. mgr:d'înceila

lettura.

a Nel feslo

algotio 3 NeI teslo dellacguelta


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

28

c - 1330.vI Písa

.

F. P. 3327.

12 .

II curatore degli eredí di Puccío, " de Biilneo >, per pagatne í debítí, cede al creditore, Píero -u Strenne,, alcuni fondì loro, posti neì confini dei comuni di S, Lorenzo e S. Pantaleo " de Campo,, Caprona, S. Lorenzo e S. Pantaleo . de Caneto ", S. Frcdiano a Settímo,'5. Vittorio o de Campo ".

Otíginale. NeI oetso note, del sec. XIV: Facta est proclamatio per Arc. Caet., Prg. (Fondo Pisano) n,3327. Lippum Caperocchium de Sancto Bernabe numptium comunis videlicet Marciano ,,. Peri.,. Materatio et in Sancta Viviana in Cima; del

sec.

XVI:

Piero

di

Baciomeo

di

Bochaccio

di

Sancto Hisiodoro

in

Canneto abitante

a Santo Lorenzo della Rivolta.

Ex hoc strumento sit manifestum guod Bectus Ugolini, de cappella Sancti Andree Foris, curator Nerucij et lohannis, filiorum condam et heredum pro duabus partibus Puccij de Balneo, de cappella Sancte Viviane, datus est in curia nova pupillorum pisane civitatis, Incarnationis anno millesimo trecentesimo trigesimo, indictione tertiadecima, pridie nonas marcij ; et suprascripti Nerucius et lohannes, con'cum Bectus curator dicat se non habere mobile unde debita satisfacere posset nec sensu dicti" Becti, aliud inmobile magis utile ad vendendum quam infrascriptas res que in solutum dantur: facta proclamatione ex parte dominorum Iohannis Tegrimi et Becti domini Iohannis domini Becti de Vicho, iudicum suprascripte curie, per Monnem Ciabactarium, de cappella Sancti Egidii, numptium pisani comunis, ad petitionem Ugolini, de cappella Sancti Andree Foris, curatoris specialis Nerij et Iohannis germanorum, adultorum, filiorum condam Puccii de Balneo, de cappella Sancte Viviane, condam Bergi, eis dati in curia pupillorum, Incarnàtionis anno millesimo trecentisimo trigesimo, indictione tertiadecima, pridie nonas marcij, apud domum habitationis suprascriptorum germanorum, positam in cappella Sancte Viviane, in gua Puccius, tempore sue mortis et antea habitare consuevit, et apud ecclesiam Sancte Viviane et in convicinia et apud infrascripta terrarum petia, que dari debent in solutum, ut si quis vult emere aud aliquid opponere, infra tres dies compareat ad curiam suprascriptam, cum Bectus curator velit ipsa. bona vendere plus offerenti, pro disbrigandis debitis ipsorum germanorum, alioquin dicto termino elapso vendet; millesimo trecentesimo trigesimo, indictione terciadecima, undecimo kalendas iunij ; similis etiam proclamatio facta est in suprascripta curia ex parte dictorum iudicum per nuntium, ad petitionem Becti curatoris, suprascripto die; nullus comparuit plus dare volens quam infrascriptus Pierus. Causa itague prius cognita et adprobata eorumque' decreto et auctoritate interpositis: et Bartholomeus filius et herede (!) pro ,"liqu" tercia parte Puccii de Balneo, maior annis viginti, ac coram me luffrido de Sala notario, r scriba curie, et testibus ad evangelia iuravit: dederunt et hadiderunt Piero condam Bacciamei Shenne, de cappella Sancti Laurentii de Rivolta, in pacamentum librarum centum septuaginta duarum, solidorum guatuor et denariorum sex, denariorum pisanorum, de summa librarum hecentarum quadraginta quatuor et solidorum novem, denariorum pisanorum, comprehensa in carta iurium cessionis, rogate et firmate a Francischo notario condam Rainerii Paccerij notarii, cive pisano, Incarnationis anno millesirno trecentesimo nonodecimo, indictione secunda, quarto idus februarii; et librarum centum undecim et solidorum duorum et denariorum trium, denariorum pisanorum, de summa librarum ducentorum viginti duarum et solidorum quatuor et denariorum sex, denariorum pisanorum minutorum, comprehensa in carta iurium cessionis rogata et publicata a suprascripto notario, millesimo trecentesimo octadecimo, indictione prima, idibus ianuarii; et librarum viginti et solidorum undecim de summa librarum centum viginti trium, denariorum pisanorum, comprehensa in strumento iurium cessionis rogato a Francischo notario de Saxeto filio lohannis, Incarnationis anno millesimo trecentesimo sextodecimo, indictione guartadecima, septimo decimo kalendas decembris; et librarum quinquaginta guatuor, solidorum trium et denaúorum quatuor, denariorum pisanorum, de summa librarum trecentarum vigintiquinque, comprehensa in alio strumento iurium cessionis, rogato a suprascripto notario, millesimo trecentesimo nonodecimo, indictione secunda, duodecimo kalendas decembris; et librarum centum quinquaginta unum, denariorum pisanorum, de summa librarum sexcentarum duodecim et solidorum decem, conprehetrsa in carta soluptionis rogata a Iacopo Pactume notario, Incarnationis anno millesimo trecentesimo sextodecimo, indictione quratadecima, sexto

ydus martij; et librarum septuaginta sex et solidorum decem et denariorum quatuor de suprascripta summa librarum sexcentarum duodecim et solidorum decem, comprehensa in carta soluptionis, rogata


VARIA

29

a suprascripto

lacopo notario, Incarnationis anno millesimo trécentesimo septimo decimo, indictione quinta decima, tercio idus februarii; et librarum septuaginta sex et solidorum undecim et denariorum trium de supradicta summa, comprehensa in carta soluptionis, rogata a lacopo notario, suprascriptis anno et indictione, quartodecimo kalendas martij ; et medietatem pro indiviso infrascriptorum petiorum terrarum, videlicet: petij terre campie, positum in confinibus comunis Sanctorum Laurentii et Pantaleonis de Campo, quod tenet unum caput in via publica a le Fracte 2, aliud in via dicta Casanucio, latus unum in terra Lemmucij, aliud in terra monasterij Sancti Stephani, quod est stariora undecim; petium terre campie, positum in conGnibus Caprone, quod tenet unum caput in terra Sancte lulie, aliud in Audio, latus unum in terra Cei de Balneo et aliud in terra archiepiscopatus pisani, quod est stariora duodecim; petium tere campie, positum in confinibus Sanctorum Laurentii et Pantaleonis de Caneto, quod tenet unurp caput in semiterio, aliud in terra Cioli de Abate, latus unum in terra Pucii Strenne de Nuca, aliud in tena * * quod est stariora sex; petium terre campie, positum in confinibus suprascriptis, quod tenet unum caput * +, aliud in terra Sancti Stephani, Iatus unum in terra Sancti Pantaleonis, aliud latus in terra * *, et est stariora sex; petium terre, cum domo et fructibus et vinea, positum in comuni Sancti Frediani de Septimo ad Barbaiani, quod tenet unum caput in Arno, aliud in terra illorum de Occaciatis, latus unum in via, aliud in terra Rossene, guod est stariora tredecim, aud si plus vel minus est; pecium terre canpie, partim vineatum et cum caneto, positum in confinibus Sancti Victorij de Campo, quod tenet unum caput in via, aliud in Arno, latus unum in terra Cosaj lldebrandini, aliud in tena Sancte Crucis, quod est stariora triginta octo, vel si plus vel minus est. Et suprascripti Nerucius et lohannes, consensu Becti tutoris, in solidum, cesserunt Piero iura, nomina, acciones in dictis rebus in solutum datis; Bartholomeus et Bectus, Nerucius et lohannes conyenerunt Piero eum vel eius heredes et successores in dictis rebus non imbrigare vel fatigare per placitum et vacuam possessionem dictarum rerum tradere ab omni honere et gravamine; et quod si lis moveretur, iudicium in se suscipient; insuper Nerucius et Iohannes minores iuraverunt ad evangelia predicta rata habere. Actum Pisis, in curia nova pupillorum, que est sub porticu palatii novi pisane civitatis, posita in cappella Sancti Ambrosij, ubi tenentur sex curie pisane civitatis: Lando condam Ursi, de cappella Sancti Anbrosii, et Bonincontro de Lavaiano, notariis suprascripte curie, testibus, Incarnationis anno millesimo trecentesimo trigesimo primo, indictione. tertiadecima, pridie idus iunij. ST. Iufiredus de Sala condam Giustamontis de Sala, imperiali auctoritate notarius et iudex ordinarius et nunc scriba suprascripte curie, scripsi et firmavi.

I Abb. Bacciai

e Nel testo alefracte

c-ul.1.

1333 ,1348,1356 . Todi

Nei librí deuetalí si fa menzíone della Porta Gaetana e di una lapide della famiglia Caetaní -presso Ia Porta Frctta. .

Copia, estratta datl'Arc. com. di Todi, autenticata dal protonotario Luca-Alberto

<

de Pettis", di Todi,

il 22,XI.1629.

Inter alias portas civitatis tudertine extat Porta Gaitana, de qua habetur mentio in libris decretalibus communis Tuderti, sub anno l3?3, 1348, l?56, in supradicto archivio secreto. asservatis, licet hisce temporibus clausa retineatur, ut clare aspicitur in Turrono Maiori, versus templum divg Marig Consolationis, ita nominata ut fama refert ab aliquo illorum dominorum de Gaitanis, gui potestatis munus in dicta civitate ante prgdicta tempora gesserunt, dum ipsa porta conshucta fuit. Apparent etiam insignia vetera in lapide sculpta ipsius familig Caetang, in quadam parte moenium eiusdem civitatis, prope aliam portam, qug vocatur Porta Fracta, ibidem posita eo quod illa pars restaurata fuerit opera alicuius domini de Caetanis, eodem oficio potestatis tum fungentis, ut supra Darratum fuit.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

30

1336

.

I. 6.

c - 240.

XII a Bertrando de Déaulx, arcioescor)o di Embrun, Iegato apostolico: ordìna - Benedetto iI processo conbo glí uffcíal| Iasciatí da Gíooanni XXII nel Patrímonío di S. Píetro, per gli

Aoignone

abusi denunziati Copia del sec.

dal catdinale Napoleone Orsini,

signore

della metà dí Montalto.

XlV.

Benedictus episcopus, servus servorum Dei, Bertrando archiepiscopo ebredunensi, apostolice sedis

numptio. Olficij nostri debitum ... Nuper, insinuante nobis Napoleo Sancti Adriani diaconi cardinalis, domino medietatis castri Montisalti, ad dictam ecclesiam et ipsum pro indiviso spectantis, castrensir diocesis, sue oblate nobis serie petitionis, accepimus quod officiales lohannis pape XXIJ in Patrimonio Beati Petri in Tuscia, videlicet rictor et thesaurarius qui adhuc, ex permissione vestra, remanserunt ibidem, et alij qui hactenus extiterunt pro eo, guod tempore dicti predecessoris non fuit facta iusticia contra ipsos, fuerunt omnes de dicto Patrimonio, qui voluntati eorum annuere voluerunt, hostiliter persecuti, et nichilominus dicto cardinali et iuribus suis infrascripta gravamina, dampna et iniurias intulerunt. Et primitus illi officiales, qui fuerunt hactenus, Castellucium, quod est prope dictum Montemaltum, et quod ecclesie dictoque cardinali fuit et debet esse commune, totaliter occupaverunt, et ex eo gentes ipsius cardinalis per violenciam expulerunt; ac illi, qui nunc sunt, pretextu dicti Castellucij guod tenent, guam plures possessiones hominum Montisalti et in districtu dicti castri, prope tamen ipsum Castellucium consistentes, ad manus eorum receperunt et occupaverunt ac detinentes occupatas, et nichilominus officiales ipsi, qui nunc sunt, in aliena iactura, rnercantes in portu dicti castri, guod est prope mare, a mense augusti proxime preterito, circa mille et quingentas salmas sarmenti onerari et ad partes diversas exha dominium Patrimonii deferri fecerunt, nulla per eos gabella, pro dicto blado extracto per eos, sicut tenebantur, communi curie persoluta, confringendo (!) quod erat granum ecclesie memorate; ac preter morem solitum ipsi officiales in dicto castro, in preiudicium et enervationem iurium cardinalis eiusdem, pro sola parte ipsorum, novum gabellarium posuerunt; guodque, licet pascuum (!) Montis Alti pro anno proxime preterito venditum fuerit mille forenis auri et ultra, tamen dicti officiales, qui nunc sunt, vicario dicti cardinalis non nisi trecentos florenos auri hadere voluerunt, ipsumque vicarium compulerunt seu cornpelli fecerunt ad faciendum eam quietationem de tota parte ipsum cardinalem de toto pascuo contingentem, gue ascendebat ad quingentos florenos auri; nec hijs contenti, Mancinum de Piperno, vicarium eiusdem cardinalis ac rectorem dicti castri, tunc, ea vice, per ipsum cardinalem et eius regimen deputatum, iuxta pacta inter cardinalem et officiales predictos habita, continentia quod vicissim, videlicet per ofrciales sex mensibus, et per cardinalem prefatum alijs sex mensibus, et sic successive, rector ad ipsius cashi Montisalti reginem debet deputari pro eo quod de quodam malefactore dicti castri fecit iusticiam de toto Patrimonio, in dicti cardinalis iniuriam, difidarunt et eciam bannuerunt, et contra eum alias graviter ptócesserunt, confringentes quod ipse rector non potuerat in dicto castro merum et mixtum imperium exercere, guamquam, prout est in partibus illis notorium, rectores dicti castri Montisalti, qui hactenus extiterunt, imperium huiusmodi libere ac paciGce ibidem exercuerunt, a tempore cuius conharij memoria non existit; et preter hoc, contra sexdecim homines de melioribus eiusdem castri, gui certam quantitatem bladi de soluta gabella, dedita communi curie antedicte, de ipsius curie licencia, in portu predicto fecerant onerari, pro huiusmodi extractione bladi de prefato castro, graviter processerunt et eorum singulos in guingentis libris, monete usualis illarum partium, condempnaverunt indebite et iniuste; guodque, licet ipsi olficiales de dicto castro magistrum Cunumbanicum (]) recipiunt (!), tamen in reparatione ipsius castri murorum, qui in diversis partibus corruerunt, voluerit contribuere, ex quo amissionis et occupationis iam dicti castri ab aliis periculum verisimiliter formidatur, infinita gravamina intulerunt de personis singularibus dicti castri, que non possent sine tedio recitari: guare nobis idem cardinalis supplicavit ut, cum de dictis off,cialibus qui nunc sunt, non possit, ut idem cardinalis asseruit, iusticia inveniri, eam impendi sententia conha eos per discretum vel discretos mandaremus. Fraternitati tue mandamus guatenus, vocatis eisdem o6cialibus et alijs qui fueruat evocandi, de predictis simpliciter et de plano. sine strepitu et figura iudicii, plenam et suficientem informationem recipias; eaque recepta, exhibias (!) super illis prefato cardinali seu procuratori vel procuratoribus eius, celeris expedire iusticie


VARIA

3l

complementum, contradictores per censuram ecclesiasticam, appellatione postposita, compescendo; testes, qui fuerunt nominati, si se gratia, odio vel timore subtraxerunt, censura simili, appellatione cessante, compellas veritati testimonium perhibere, non obstantibus tam duobus dicti in concilio generali quam Bonifatij octavi pape, qua inter cetera cavetur ne aliquis extra suam civitatem vel diocesim, in certis et ex certis casibus et in aliis ultra unam dietam a fine sue diocesis, ad iudicium evocetur, et alijs constitucionibus a romanis pontificibus in contrarium editis, quegue possent tue iurisditioni vel potestati eiusque libero arbitrio in hac parte quomodolibet obviare; aut si predictis officialibus sive aliquibus alijs, comuniter vel divisim, a sede apostolica sit indultum, guod videtur dici suspendi vel excomrnunicari non possit per literas apostolicas, non facientes plenam et expressam.-ac de verbo ad verbum de indulto huiusmodi mentionem. Datum Avinione, VIIJ idus ianuarij, pontificatus nostri anno primo.

c -1337. trX.26.

F. P.3168.

A Martinello a"i f" Parello, procuratore del monastero df S. Martíno degli Scabr,b) oengono tolti i terrení che per conto del monastero stesso laooraoa ìn località . Fossa Bolgati

Treggiaiaa)

e

"

u Pescina n.

Arc. Caet., Ptg. (Fondo Bolgati a Pescina protestatio;

del

Plsano) sec.

n, 3168.

XVII :

Orìgínale.

NeI oerso, nola coet)a.: ln Tregiaria in loco dicto

Fos

1338.

manifestum quod domnus [Martinellus condam Parelli] I de Treggiaria, abatis monasterii Sancti M[artini] t Dischal[ciatorum] i et conventus ipsius procurator monasterii, per cartam rogatam a Mattheo filio condam Bonaiunte de Pectore, notario, Incarnactionis anno millesimo trecentesimo trigesirno octavo, indictione quinta, sexto idus septembris, sindicatus et

Ex hoc instrumento sit domini fratris ... I

procuratorio nomine pro dictis abate et conventu, coram me Salvi notario et testibus inft'ascriptis, sententiavit et protestatus fuit Martinello condam Parelli de Treggiaria, apud domum habitationis ipsius Martinelli, positam in ... r publice cum proclamactione et alta voce quod dicti [abas] et conventus volunt quod ipse Martinellus non conducat, teneat vel laboret infrascripta dicti monasterij pecia terre, videlicet.: Pecium unum terre canpie, positum in confinibus communis Treggiarie, in loco dicto a Fossa Bolgati: et tenet unum capud in terra heredum lannini, aliud capud in terra heredum Befiardi, seu que fuit, latus unum in via, aliud tenet Vannis Sanguis. Pecium unum terre canpie, positum in supradictis confinibus, in loco dicto a Pescina: et tenet capud unum in terra heredum Calandri alias ... r, latus unum in terra Nicolai Mordoni aurificis, aliud latus n *; Pecium unum terre quod est boschatum: et tenet unum capud in via, aliud in terra heredum Iannini supradicti cum uno latere, aliud latus in terra Fei de Porcari. Petium unum terre canpie, positum in loco dicto Pescina: et tenet unum capud in via cum uno latere, aliud capud * *, latus * * i gue pecia ipse Martinellus conducebat et tenebat a dicto monasterio, et eidem Martinello, publice cum proclamatione et alta voce, apud supradictam domum, vetuit a dicto festo in antea predicta pecia vel aliquid eorum tenere vel laborare vel inhare; et rogavit me Salvi uotarium quod de predictis publicum conficerem instrumentum. Actum Treggiarie, in cima domus suprascripti Martinelli: Ioh","e filio Cecchi, Cengna frlio Vati et Nicolo Berti de Sancto Miniato, testibus, Incarnactionis anno millesimo trecentesimo trigesimo octavo, indictione sexta, sexto kalendas octubris. ST. Salvi filius condam Consilij de Treggiaria, imperiali auctoritate notarius et iudex ordinarius, hanc cartam a me rogatarn scripsi et publicavi. Dí Písa. b) Una lacetazíone AeIIa peryamena ímpedísce d'ídentificare iI monasterc con assolula ceilezza. ") I Danno della pergamena.

c - 1338.Iu.1, A.

F. P. 3333.

- I

coníugi Maggìo del fu Barone e Cíola del fu Puccíanno, per Campo ù oendono a Ciolo Pqora un terreno posto nei confiní dt Nubila.

Atc.

Caet.,

hg. (Fonìlo

Písano)

n. 33j3,

36

ltbbre

di denari

pisani,

Ofigînale, scrítto ptíma del seguente.

Ex hoc instrumento 5ig p6sifg5trrm quod Maggius condam Baronis de Campo, comunis Quardeci (!), causa indigentie alimentorum suorum et familie sue, quam suo iuramento pati dixit, vendidit Ciolo condam


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

32

Bonisigne Pecore, de capella Sancti Andree Kinsice, petium terre campie, positum in confinibus Nubile, tenens caput in terra Puccini (t) Duccii Campi, aliud in tera heredum Constemptini Nardi de Cugnano et partim in terra heredum suprascripti Puccianni, latus unum in via publica, aliud in Rio et partim in terra Opere ecclesie Sancti Cassiani I de Cugnano, et partim in tena 2 heredum Fecini de burgo Sancti Marci Kinsice, quod est per mensuram staria novem; cum omni iuré, accione, proprietate et pertinentiis suis; pro pretio librarum quatuor, denariorum pisanorum, pro singulo stanorio, quod pretium capit in summa librarum triginta sex, denariorum pisanorum, guas a Ciolo habuit; et Ciolum et suos heredes et bona liberavit; Maggius promisit de predicta re non inbrigabit seu per placitum fatigabit Ciolum Pecoram vel eius heredes, set proprietatem et possessionem Ciolo Pecore et suis heredibus disbrigabit; et si lis moveretur de re vendita, ipsam in se suscipiet, pignora curie dabit, advocatos adquiret et salaria solvet eis; et si non observaverit penam dupli pretii rei vendite et expensas solvere promisit; Ciola, filia condam Puccianni de Campo et uxor Maggii, voluntate suorum propinquorum, silicet Cenis Puccii et Puccepti Cagnassi de Campo, causa necessitatis quam se et suum virum et eorum familiam pati asseruit, et ad evangelia iuravit, suprascripte vendicioni et aliis consensit, et omni iuri ypotece et alii expresse renunciavit, dicens, ad petitionem emptoris, remanere in bonis sui viri tot alia bona, videlicet dictam rem gue venditur, de quibus integraliter sibi potest satisfreri de sua dote et iuribus quibuscumque. Actum in Campo suprascripto, sub porticu domus habitationis suprascripti Maggii, posite in dicto Campo: presbitero Colo, rectore ecclesie Sancte Marie de Castello, et Cegna condam Bonacursi, de cappella Sancti Martini Kinsice, testibus, Incarnationis anno millesimo trecentesimo trigesimo octavo, indictione sexta, ipso die kalendarum martij. ST. Francischus filius condam Leopardi Cestonis de Sancto Savino, imperiali auctoritate notarius et iudex ordinarius, hanc cartam scripsi et firmavi.

a) Bagni di San Gíuftano. 1 Abbr. Cus 2 Nell'înteilineo.

F. P.3333.

c-1338.III.1,8. Campo

del

Ctolo Pecora, per la corrisposta annua di tre staía fu Barone un terreno posto neí confi.ní di Nubila.

grano,

afitta per

sette

anni

a

Maggio

Orígínale, sctílto dt seguíto alprccedente. Neluerso nole, del sec. XIV: Arc. Cae!., Prg. (Fondo Písano) n, 3j33. a) Carta Compre Cioli Pecora facte a Maggio; b) Catta di Maggio di Barone di Campo di Cholina della conprita e della loghagione che fei a lui

; del

quel podae a Sesto

sec.

XVI:

in Nubita di Ciolo Pechora; ilel

lo Abate (?);

segnatura

del

sec.

sec.

XVIII.'

contratto datomi Allessandro Cmini quando mi vende

XVII: n,2.

Ex hoc instrumento sit manifestum quod condam Bonisigne Pecore, de cappella Sancti Andree

Kinsice, Iocavit Maggio 1 condam Baronis de Campo, comunis Quardecimi, petium terre campie, po$itum in confinibus Nubile, tenens caput in terra heredum Puccianni Duccij de Campo, aliud in terra heredum Coscepti 2 Nardi de Cugnano et partim in terra heredum Pucciannj suprascripti, latus unum in via publica, 3 aliud in Rio et partim in tera Opere ecclesie Sancti Cassiani de Cugnano et partim in terra heredum Fecini de burgo Sancti Marci Kinsice, qgod est per mensuram stariora noYem, ad habgndum hinc ad 1 septem annos proxime venturos; Ciolus promisit Maggio rem locàtam toto suprascripto termino non tollere et eam defendere, suis suorumque heredum expensis omnibus, iudicum, curie et advocatorum et aliis, obligando se et suos heredes et bona Maggio et suis heredibus; Maggius promisit Ciolo rem locatam pro eo tenere et ipsum in dominum recognoscere, ipsamque meliorare et laborare et solvere ei eius heredibus annuatim in festo Sancte Marie mensis augusti stariora tria grani, ad mensuram Pisarum, tracti et parati Pisis, ad domum Cioli, cum suis expensis, excepta cabella, sine briga, alioquin penam dupli ,suprascripti afictus et expensas Maggius promisit dare, obligando se et suos heredes et bona Ciolo et suis heredibus; et potestatem Ciolo dedit ingredi possessionem o-',ium bonorum suorum pro suprascripto capitali et peàa et expensis; et etiam quod a suprascripto termino in antea Ciolus possit Maggium facere capi et in carcerem micti nisi solucio affictus ei facta fuerit. Actum in suprascripto Ioco, in Campo, sub porticu domus habitationis suprascripti Maggii, posite in Campo: presbitero Colo, rectore ecclesie Sancte Marie de Castello, et Cegna condam Bonacursi de Colle, de cappella Sancti

et


3t

VARIA

Ma*ini Kinsice, testibus, Incarnationis anno millesimo trecentesimo trigesimo octavo, indictione sexta, ipso die kalendarum martii. ST. Francischus filius condam Leopardi Cestonis de Sancto Savino, impeúali auctoritate notarius et iudex ordinaúus, hanc cartam scripsi et fumavi. r

Sbrr'tlo Maggino, poi conetto con

cspunstone.,

' Ncl documenlo

ptecedenlc

è sulilo Costemptini z Abbr.

c-111.L

1340. Todt

Cala

Fra í 1300 caoalli, in serlizio dt Todi, ne risultano quattro donatí da Francesco -Caetani, conti palatini, aí signori degli AUt, Copia estratta dall'Arc. com.

di Todi,

autenticata dal protonotario Luca-Alberto <

e Bonifucío

de Pettis >, di Todi, il 22')(1.1629.

1340. I In libro nuncupato Scortg communis Tuderti, nuncupatg la Cavallata, continente nomina illorum de civitate et comitatu Tuderti, qui tenebant equos aptos ad bellum in servitium communis Tuderti, ad numerum mille et trecentorum equorum, sub stipendio publico, scripto sub anno 1340, per ser Egidium quondam luvii Nicolai de Tuderto, notarium, in charta pergamina, tabulis cooperto, sub regione Nidolg, inter alios descriptos pro eguis in dicto libro, as5ervato in prgnominato archivio secreto ? dicti comunis, legitur hec partita, sub his verbis, videlicet: Dominus Andreas domini Rainucii, ex donatione sibi facta per dominum Franciscum Gaitanum et Bonifatium Gaitanum, comites palatinos, ut de donatione constat instrumentum, scriptum manu magistri Nicolai lohannis Plenerij de Vico, notarii, pro quatuor equis 3.

I In margíne: g

In

Equorum deputatorum ad bellum, quos tenebant tudertini, erat numerus

margíne: Franciscus et

d. Bonifatius Gaitani,

1300.

comites palatini, donaverunt quatuor equos dominis de

e

In natgíne: de Actis. Aptis de Tuderto prgnomi-

nalo numero.

c

- 1341

Písa

.vnl.12

F. P. 3275.

.

Gtaoanni Battista, per 5l libbre dt Pisa, oende a Filippo canonico pisano, un teneno con easa e orto, posto in cappella dí S. Maia, della chiesa maggíore di Písa, presso iI pozzo detto . Posso del Testari ".

Colo -Ghabo, t

del

fu

lucco, cappellano

di S.

Copía aulentíea. NeI ùeîso,nota dcl sec.XV:Charte di CieccoPetro Arc. Caet., Ptg, (Fonilo Pisano) n.3275. e di Giovanni Ghabo ch'avea ad oso a Porcello e sono chasse et feli carta di quitanso a di d'aprile 1352 pet mano di * * discie-

pulo di ser Jacopo da Potecari (?)'

Tenore presentis instrurnenti pateat quod presbiter Colus condarn lucchi, cappellamus altaris I Sancti Iohannis Baptiste Pisarum, vendidit Filippo, pisano canonico, petium unum terre cum domo solariata et orto post ipsam, positum Pisis, in capella Sancte Marie, pisane maioris ecclesie, prope puteum quod dicitur Posso del Testari: quod tenet unum capud in via publica, aliud capud terra in omni iure, actione, ratione, proprietate, pertinentijs et adiacentiis suis; pro pretio ào-ini * n, , "rr111 librarum guinquaginta unius de Pisis, quod Colus, coram Bartholoneo de Calci notario et testibus infrascriptis, recepit a domino Philippo emptore, et eum, suos heredes et bona absolvit; Colus promisit philippo eum vel eius heredes vel successores in dicta re vendita non imbrigare aut per placitum fatigare, set ipsam rem emptori et suis heredibus et successoribus disbrigare et vacuam possessionem t aJere ab omni honere et gravamine; et si lis moveretur, quod ipse venditor iudicium in se suscipiet et causam exequetur et pingnera curijs dabit et advocatos acquiret et eis et notarijs salaria dabit; et si predicta non observaverit, penam dupli pretij aut extitnationis rei vendite et dampnum et dispendium ,oln"." promisit; et potestatem dedit emptori ingredi possessionem rei vendite. Actum Pisis, ia cano,ri"o no"u, sub porticu dicte canonice: Francisco de Montelupo, 6lio ser Lapi, conmorante Pisis, in 3 cupella ecclesie Sancte Marie, pisane maioris ecclesie, et Vanauccio Coscii, de Sancto Cassiano Vullir Atni, testibus, Incarnationis auno millesino b€centesimo quadragesimo secundo, indictione nona, die duodecima augusti. ST.' Franciscus Cavalca condam ser Guidonis Cavalce notarii, de Vico, t,5


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

34

imperiali auctoritate notarius atque iudex ordinarius et archiepiscopalis pisane curie scriba, ut in attis ser Bartholomei notarii condam .Angeli ditti Cangnassi de Calci inveni, ita, ex commissione ipsorum attorum mihi a capitanijs ()) a collegii notariorum pisane civitatis fatta, in publicam formam redegi.

(Nel maryine ínferiore).' Iohanni di Nino Gallo della cappella de Sancto Iacobo di Mercato, et fatti dare 2 soldi, xXI. 5 I II

o cognome tu enso, e da mano postefiorc e con ínchíostro díoerso oí fu rr'scrílfo Gaitano, Secondo la nola erc sctillo otiginaiamenle Chabo. 2 NeIteslo eraslalolasciatoínbíancodalrcgatatíoíl rcslo del rígo; suqueslo, dà:lla stessa mano che rrlcrÍsse Gaiìano, fu aggíunlo Iacobi de Gaitanis ex comitibus Terre Nominis et Maritime, latera ambo in tena dicti lacobi. 3 làór. Cass a Abbr. capitíjs 6 Danno della pergamena; /orse XXI denarii. paUonímíco

dorsale, totse

c -t72,VIII.

11344-14001.4 Parere

í

del

giureconsulto Baldo fdegli termíní delle cause cioilí.

Ubaldil 7

sopra I'ordínanza

dello statulo di Gubbio,

conceînente

QrígÍnale.

Ut finis litibus imponatur et parcatur hominibus, laboribus et expensis, statuimus et ordinamus quod quelibet causa civilis finiatur et term;netur in tempus quatuor mensium, a die primi termini dati ad probandunr in causa inchoandos, et quod iudices potestatis et quilibet alius iudex vel offitialis civitatis, comunitaÉs et districtus eugubini, ad primas causas civiles deputati, teneantur et debeant, vinculo iuramenti et ad penam quinqueginta librarum, vice qualibet qua fuerit contrafactum, ipsas causas civiles finire et terminare in tempus predictum, de quo tempore eorum syndicatr,rs debeant specialiter syndicari, eorumque sententias et processus revidere volumus, prout de actibus criminalibus est expressum. Et predicta intelligantur actore vel reo adsistentibus in causa et petentibus expeditionem cause; si vero aligua causa devenerit ad examen subcessoris vel alterius, iudex, coram quo non fuerit initiatum iuditium dicte cause, subcessor ipse habeat tempus quod supererat predecessori et, ulna dictum tempus, habeat duos menses ad expediendum causam predictam, quam si non expedierit in dictum tempus, incurrat penam predictam. In'causis vero presentibus et pendentibus teneatur iudex, qui de eis cognitionem habebit, ipsas expedire et terminare in tres menses a die quo petitum fuerit per actorem vel reum, ad supradictum penam. Et si steterit per actorem guod causa non finiatur in terminum supradictum, statim, dicto termino elapso, sit et esse intelligatur ipso iure perhenta instantia ipsius cause, non tamen ipsa causa seu negotium principale. Non tamen possit actor reinchoare novum iudicium seu instantia ipsius cause, nisi primo reo reficiat expensas legitimas, quas reus fecerit in dicta causa, instantia iam perhenta. Que expense debeant taxari per iudicem coram quo actor voluerit iudicium reinchoare ad petitionem actoris et, dicta taxatione facta, ut nova procedat instantia vel iudicium, sufEciat ipsarum expensarum depositio vel consignatio facta penes eum, guem iudex declaraverit, reo personaliter citato, quod veniat ad audiendum depositionem vel consignationem predictam; guas expensas iudex cause faciat refici et restitui ad petitionem petentis, b) In Christi nomine, amen. In primis videndum est an dicatur instantia ubi emanat confessio per modum voluntarie iurisdictionis in quali iuditio facta. Et dicendum est quod cunr emanaverit non contemptiose set de plano, ibi non est causa nec instantia nec iuditium, et de hoc est glo. ord. C. de bonis que liberis I. f. S necessitatem in glo. mangna. *. Item quid in precepto, et probatur in. l. post rem fi. de re iud., t nam confessio ipsa per se est terminus litis movende vel mote, ut ibi patet, ita quod non restat uisi mera executio, gue proprie non habet instantiam, Iicet habeat in se controversiam si id in contrarium obicitur, tamen istud summatim discutiendum est. Set posito quod ista controversia diceretur esse instantia, dico quod finita non est; nam cum reus produxit testes, ipse debuit curare ut tam celeriter examinarentur et publicarentur quod ferie non impedirent iudicem interlogui; narn reus debet esse solicitus in eo guod sibi incumbit post fundat"m intentionem actoris, nec debet mora rei vel deliberatio iudicis precedens ex facto rei et propter exceptiones ab eo obiectas nocere actori. C. de tempore in inte. re. l. peteade. et ad hec optime facit. ff. de dampno. infec. l. finita $ eleganter, nam tempus istud quo ad quod est utile guia requirit impedimentum .cessare. C, de tempore in integrurn rest. l. supervacuam cum glo. sua. facit quod notatur ff. de dolo. I. arbiuio C. P.


VARIA Set dubium est propter modum petitionis, quia non est petita executio confessionis tamquam contra possidentem, set est petita licentia vigore instrumenti etc.; set instrumentum non meretur hanc executionem, contra tertium non obligatum, ut plene legitur et notatur C. de pignore l. ltl. Set respondeo quod in iuditiis que intentat, unum videtur intentare quidquid est accessorium et 2 connexum 2 ad illud C. de. annali. exc. l. F. et notetur ff. de. iud. l. si quis intentetur ambigua, unde intentando certam viam virtute instrumenti, non videtur propterea se astringere, set iudex, cui est notorium ut iudici, debet exequi omnibus viis et modis, quia magis residet in iudice quam in parte modus exequendi ut extra ()) ut lite non contra guum frequenter et 3 ff. de. ap. scio. Et in istis summariis sufficit acton narrare factum secundum aliquam conclusionem, ut notatur Ino. et. Ho. post eum de libelli ob. C. l. et E. bene notatur. 5 Cum igitur, vigore confessionis sit notorium quod Fhylippus debet poni in possessione igitur etiam si hodie Phylippus dicat . Domine, ponatis me in possessione,, hoc debet fieri, quia mera executio est in qua non requiritur ordinaria petitio nec processus, ut notatur Ino. de ap. ex ratione et Bar. a. I. a divo Pio et glo. ord. C. de iudice l. l. Et ita dico et consulo ego Baldus de Perusia utliusque iuris doctor et ad fldem me subscripsi et sigillo mei nominis signavi. Sig. n a) Datíamo íI d.ocumento cosl, tipoiland,o íI paterc aI lungo pefiodo in cuÍ Baldo lnsegnà all'unÍoersî!à. b) Segue I'aulogafo ilí Baldo. I In margÍne : facit quod notatur Cy. in. l. l. C. de confessis, et C. de liberali causa iubemus. 2 Aggiunlo ín margínc, con ichìamo. 3 Il btano et - trotatur, aggÍunto ín margíne, con ichíamo. 4 In ceta rcssa, adetente aIIa catla.

c-[1344-1400.] 4

c -t72.VIIL

Parere del giureconsulto Baldo [deglí UbaldíJ sopta una quístíone testamentaia. Autografo,

In Christi nomine, amen. Queritur utrum, preterita filia, dicta dispositio valeat; et videtur quod sic, quia dicit in CC. ex. ()) de testamentis C. cum tibi, quod ista dispositio non continet heredis institutionem, set ab intestato bona dabuntur per executorem pauperibus, salva legitima succedentis ab intestato, nec fingitur dispositio captatoria set distributoria favore anime. Set veritas est in casu nostro in guo testator expresse dixit se nolle decedere intestatum, quod intelligitur dictum abbatem heredem istituisse, ut ff. de testamentis l. l. Et sic est nulla institutio ratione preteritionis, unde in nichilo valet testamentum, ut in at. ut. cum de appell. congnoscitur, $ Aldus quoque capitulum. Et si quis dixerit hunc non esse heredem, set quendam habentem potestatem ordinandi alium heredem, ista dispositio erit nulla quia captatoria, immo quia testator debet nominare heredem. C. de testamentis iubemus. Non obstat C. cum

tibi, quia ibi testator dicit voluntatem scilicet suam; aliquid igitur debet de sua voluntate exprimere; unde nostri doctores intelligunt quod ibi testator non conmisit factorem testamenti, quia hoc est impossibile, set rerum disributorem, scilicet Ric. Mal. et Dy. et Cy. in l. captatorias. Et ideo quia in istitutione heredis requiritur expressio heredis, alias... non declarati, videtur quod illud capitulum non loquatur in captatoria r institutione heredis, quia nunquam potest esse captatoria, set debet esse certa et clara, quia est capud testamenti, quidquid dicat Bar., cuius dictum limito in L captatorias. Primo, si nos bene consideramus in CC, (l), ipse distinguit: aut conmictitur dispositio universalis et censetur executor institutus heres pro pauperibus, aut commictitur dispositio certarum rerum, et tunc videtur ab intestato decedere; et hoc secundo casu legitur ab intestato succedit et legata solvit, deducta falcidia: et istam distinctionem traxit a glo. a9. in l. quoties fa. Herici. Cum igitur hic fuerit conmissa dispositio universalis, dato guod favore pie cause non censeretur captatoria, set certa et de certo herede, idest de executore facta, necesse est quod sit"nulla propter preteritionem frlie, nec potest ad intestatum ffahi C. de codicillis si quis agere et C. de testamentis I. non codicillum. Et ideo concludo dispositionem nullam, ut ff. de liberis et postea Gallus in principio et C. in omnibus et l. inter cetera. Non enim valet iure intestati, quia testator noluit decedere intestatus, nec iure testati, quia non potuit propter minus legitimam interpretativi heredis institutionem et in congruam testamenti ordinationem. Nam etiam cum Deo relinquitur, filius preteriri non potest nec exheredari, ut notatur ff. de. in oftt. te. pape C. si imperator. Primo illa verba * conmisit voluntatem voluntati ordinandam etc. ', ostenduut quod testator ipse supposuit voluntatem


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

36

suam voluntati alterius et quod non ordinavit set ordinandum conmisit, quod est impossibile, guia testamentum est voluntatis nostre instituta sententia; set istud verbum < nostre u, quod est de substantia difinitionis testamenti, cessat hic. Unde ista dispositio est plus quam captatoria, quia 2 vere et interpretative 2. Et ut ita dixerim est voluhtas captiosa est, cum per se ipsam constare debeat de heredi institutione ... sine voluntate, quod implicat contradictionem. Et quod alter alteri faciat testamentum vel ultimam voluntatem, non reperitur nisi in institutione pupillari et exemplaria, que fit iuditio (?) carentibus. Et ex duabus voluntatibus complexivis, viventis et mortui, ultima voluntas resultare non potest, ut I. fi. fi. comunia prediorum.

Istud ergo testamentum mente caret, pariter pietate et iuris auctoritate. Et ideo non valet nec de iuris subtilitate nec de canonica equitate, ponderate ... proposito. [Et ita] dico et consulo ego Baldus de Perusio utriusque iuris doctor et ad frdem me subscripsi et sigillo mei nominis signavi. Sig.t.

ù Clt. nola del documenlo prccedente' I Aggíunlo ín margíne, con rtchíamo. ' tossa, aderenle

3 Trcccîa dí

cera

aIIa carta.

c - 1346.ItI.16 Písa

Quia - institutione ,,,, aggíunto ín margíne, con ichíamo.

F. P.3323.

.

curatore dei fratelli Nícola e Anlonio, erdi dt Raníero dí Pfinerano, a saldo del debito dt 50 fiofini toro e 19 soldí t)erso Francesco Ferrante, cede a questo i due terzí spettantí loro sui terrení, postí nei confni del comune dí Santa Maria " ad Trebbiam > e di Appiano.

- II

Arc. Caet., Pry. (Fondo Pisano) n, 3j23. 6gliuoli di Niero di Primeranoi nola del sec. XIV:

Orìgínale. Nel oerso, nota sincrcna: Carta di Ceccho di Ferrante

da solutum Francischj Ferrantis de perijs terarum de Gonfo (?) positis in confrnibus comunis Sancte Marie ad Trebium ab heredibus Nerij Primerani.

daúo

in

sit manifestum quod Landus notarius condam Ursi, de cappella Sancti Felicis, crrator generalis Nicolai et Anthonij, germanorum, filiorum et heredum pro duabus partibus de tribus Rainerii dicti Nerii condam lacobi Primeranj, de cappella Sancti Sebastianj Kinthice, datus eis a dominis Iohanne de Gruneo et lacobo de Ripafracta, tunc iudicibus curie pupillorum pisane civitatis, ut constat per cartam rogatam in actis suprascripte curie, Incarnationis anno millesimo trecentesimo quadragesimo sexto, indictione tertiadecima, septimo idus septembris: confecto ab eo inventario de bonis germanorum, per cartam rogatam ab lpolito notario filio Orlandi condam Ursi de Sancto Felice, cive pisano, Incar-

Ex hoc

instrumento

nationis millesimo trecentesimo quadragesimo sexto, indictione quartadecima, QUarto nonas novembris: et ipsi Niceolaus et Anthonius, auctoritate curatoris et cum eo, facta proclamacione publice ex parte domini Óuccii domini lohannis domini Becti de Vico, iudicis curie pupillorum, habentis bailiam soli officium curie exercendi, cum dominus Iacobus ser Guidonis de Favulia, collega eius, sit anthianus pisani populj, per Guidonem Vanaellj, de cappella Sancti Marci Kinthice, nuntium pisani comunis, ad petitionem Landi curatoris, domi et apud domum habitationis dictorum Nicolai et Anthonij, positam Pisis, in cappella Sancti Sebastiani de Kinthica, et in convicinia dicte ecclesie et apud infrasoipta petia terrarum et in convicinia,. ut quicumque vult emere vel in solutum recipere bona Nicolai et Anthonij aut aliquid opponere, infra tertiam diem proxime venturam, compareat coram suPrascripto iudice, cum Landus velit *od"t" et in solutum dare plus ofierenti pro debitis dictorum germanorum solvendis, alioquin termino elapso vendet et tràdet guarto nonas martij sex petia terrarum. Primum quorum est positum in Palude, t, comunis Sancte Marie ad Trebbium, in loco dicto al Tremulese quod tenet unum caput in "oofiniboraliud in terra monasterij Sancti Pauli Riperanj, latus unum in terra C,oli Gardonis, aliud in terra Sannone, monialium monasterii Sancte Crucis de Fossabandi, quod esse dicitur Per mensuram stariora triginta octo vel quadraginta. Secusdum est positum in Palude, in loco dicto Canneto Albo in Classo Lupareccie, quod tenet unum caput in via publica, aliud in terra Magionj lohannis, latus unum in terra dominj Fucchi, aliud in terra heredum Simonis Francardelli, quod dicitur esse per mensuram stariora sedecjm. 2, Tertium est petium terre campie, positum in confnibus Appiani, in loco dicto e le Piaggie et tenet unum caput in via publica, aliud in terra Mecti Berti, latus unum in terra Pauli Berti, aliud in terra guam laborat Vannes Nini de Appiano, quod dicitur esse per merisuram stariora quatuordecjm. Quartum 2, quod tenet est petium terre campie, positum in suprascriptis confinibus, in loco dicto a le Piaggie


VAR IA

37

in tena abbathie de Cintorio, Iatus unum in tera quod dicitur esse per mensuram stariora septem. Pauli Berti de Gello, aliud in terra Berti Taluccij, 2f Quintum est petium lterre campie, positum in suprascriptis confinibus, in loco dicto a le Piaggie quod tenet unum caput in terra heredum Bonaccursi Sanguinei, aliud in terra heredum Simonis Stefanj, latus unum in terra heredum Sancti Simonis, aliud in terra heredum Vannis lacobi de Gello, quod esse dicitur per mensuram stariora guatuordecjm. Sextum est petium terre campie, positum in dictis confinibus, in loco dicto a le Piaggie 2, quod tenet unum caput in terra Simonis Stefanj, aliud in terra plebis de Appiano, latus unum in terra Paulj Spadarij, aliud in terra quam laborat Pardus de Appiano, quod esse dicitur per mensuram stariora undecjm; et alia petia terrarum in proclamacione conprehensa. Similiter proclamacio facta est, ex parte suprascripti iudicis, per suprascriptum nuntium, ad petitionem Landi curatoris, in platea Sancti Ambrosij et in suprascripta curia, suprascripto die. Cum Francischus, dictus Cecchus, condam Rainerij Ferrantis, de cappella Sanctj Martinj Kinthice, veniens ad suprascriptam curiam dixerit se velle emere et in solutum recipere duas partes de tribus integris pro indiviso suprascriptorum petiorum terrarum pro pretio librarum centum sexagint4 duarum, solidorum tredecjm et denariorum quatuor, denariorum pisanorum, in pacamentum florenorum quinquaginta auri et soldorum unum caput

in terra

Simonis Puccij de Gello, aliud

decem et novem, denariorum pisanorum minorum, contingentium dictis minoribus ad solvendum Francischo, dicto Ceccho, pro eorum duubu, partibus eius ()) quod ipsi rninores et dictus Iohannes Francischo tenentur

dare ex forma sententie late a Puccio condam Vannis de Favulia, de cappella Sancti Martinj Kinthice, et Nalduccio condam Pieri, de cappella Sancti Georgij Portemaris, arbitris ab suprascriptis partibus electis, Incarnationis millesimo trecentesimo quadragesimo sexto, indictione quartadecima, nonas decembris, de summa florenorum viginti sex de auro et soldorum viginti trium, denariorum pisanorum minorum, quos lohannes, Anthonius et Niccolaus dare tenebantur Francischo, dicto Ceccho, per cartam sententie, rogatam a Bindo Michaelis Geppi notario, suprascriptis anno, indictione et die, et de summa florenorum ducentorum quadraginta auri, quos lohannes condam Nerij Primerani, de cappella Sancti Sebastiani Kinthice, dare tenebatur suprascripto Francischo, dicto Ceccho, per cartam mutui, rogatam a Bonaccurso noiario condam Benvenutj Campulj, Incarnationis anno millesimo trecentimo quadragesimo sexto, indictione tertiadecima, pridie idus octubris, et firmatam a lohanne 6lio condam Corallj, notario de Sancto Cervasio 1 et qui florenj per dictam sententiam reductj fuerunt ad florenos quinquaginta et soldos decem et novem, denariorum pisanorum, videlicet ad ractionem solidorum sex et denariorum octo Pro qualibet libra, et ex qua sententia minores obligatj fuerunt; et cum pacto quod si due partes predictorum peciorum terrarum evincerentur ipsi Francischo, dicto Ceccho, vel suis heredibus et successoribus, iura florenorum quinguaginta et soldorum decem et novem remanerent Francischo, dicto Ceccho, in quantum dicte due partes evicte essent pro ea parte pro qua evictio facta fuerit, et arram posuerit suprascripte curie; et nulla alia Persona comparuit plus florenis quinguaginta et soldis decem novem pro pretio dictarum duarum partium dare volens: et, ut curator dicebat, pt"dl"ti germanj non habent aliud magis utile dictis duabus partibus ad vendendum vel in solutum dandum pro satisfactione florenorum quinquaginta auri et soldorum decem noYem: visis a domino Duccio iudice proclamacione et cartis cure, inventarij et debiti, et causa cognita et approbata, eius decreto et auctoritate interpositis: dederunt Francischo, dicto Ceccho, suprascriptas duas partes pro indiviso petiorum terrarum, cum omni iure, actione, proprietate et adiacentia sua, in pacamentum forenorum quinquaginta auri et soldorum decem et novem, sibi reservato iure contra Nicolaum et Anthonium, heredes, et lohannem, eorum germanum, 6lium condam et heredem pro alia tertia parte suprascripti Rainerij, heredes et bona et alios oĂˆligatos pro residuo suprascriptorum florenorum; et preceperunt Francischo, dicto Ceccho, ingedi possessionem rei in solutum date; et convenerunt quod vacuam et disbrigatam ei et suis heredibus et successoribus dabunt ab omnj onere et gravamine, et quod de predicta se non imbrigabunt negue per placitum fatigabunt; et si lis mota fuerit, ipsam curator et germanj in se suscipient et prosequentur tam in principalj causa quam in appellatione suis expensis, et pignera curiis et salaria iudicibus et advocatis et notariis dabunt; et si omnia non observaverint, penam dupli et expensas florenorum quinguaginta auri et solidorum decem et novem vel penam dupll extimationis rei, date in solutum, Francischo, dicto Ceccho, et eius heredibus pacare convenerunt, obligando se Landum et dictos germanos et eorum heredes et bona; hoc pacto opposito guod, si contingerit evinci rem Francischo, dicto Ceccho, vel suis heredibus aut succes-

dictj debiti remaneant firma. Actum Pisis, in curia pupillorum, posita in clausho sex curiarum pisane civitatis: Baldo condam Simonis de Gello Putido, notario et scriba curie pupillorum, et Iacobo filio ser Colinotarii cond"- Sauguinei notarii, de cappella Sancti Silvesri, testibus, Incarnationis soribus, iura


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI anno millesimo trecentesimo quadragesimo sexto, indictione quartadecima, septimodecimo kalendas aprilis. ST. Bonaiutus 6lius condam Stefani Bonaiuti de Spina, imperiali auctoritate iudex ordinarius atque notarius et nunc scriba curie pupillorum pro comunj pisano, hanc cartam, a me rogatam et in actis dicte curie per me scriptam, firmavi. Solvit Vannj Niccolosi, suprastanti cabelle maioris, cabellam debitam pro suprascriptis libris centum sexaginta duabus, soldis tredecjm et denarijs quatuor, denariorum pisanorum, pro simplo tantum, suprascriptis anno et indictione, decimo kalendas aprilis.

I NeI teslo altremulese 2 NeI lesto alepiaggie

c - 1353 - 1354.

F. P.3169.

")

fu Corsìno, conciatote, ríceoe ín mutuo 70 fioríni d'oro da Puccio Fíotaoante. chírurgo Piero, del fu Corsìno, e del concìatore Andrea, del fu Lippo. del fideiussíone Ortgíncle, Nel oetso note, del sec. XV: a) 1345 mutuum; ó,)... Arc. Caet., Ptg. (Fondo Pisano)"n. 3169. t dovea dare a Puccio Fioravante ... carta a Pero e a Nieri .'. ; del sec. XVII: 1350, 1355. Pisa

-conPannocchía

del

1

instrumento sit manifestum quod Pannocchia, coriarius, guondam Corsinj, de cappella Sancti Nicoli, coram me Rainerio notario et testibus infrascúptis, habuit mutuo a Puccio Fioravantis, de cappella Sancti Petri ad Yschiam, florenos sepuaginta de auro, guos Pannocchia promisit Puccio reddere ei vel eius heredibus hinc ad sex menses, in florenis de auro, non in alia moneta; et non probare neque compensare soluctionem debiti aut terminum esse.prorogatum vel cartam esse cassatam, quia sic est actum iuter eos; et hec omnia observabit sine briga et reclamatione curie, alioquin penam dupli supradicte quantitatis 0orenorum de auro et expensas curie et advocatorum et alias

Ex hoc

Puccio componere promisit; obligando se et suos heredes et bona. Magister Pierus, cerugichus, condam Corsini, de cappella Sancti Egidij, et Andreas condam Lippi, coriarius, de cappella Sancti Nicoli, mandato Pannocchie, pro eo in solidum fideiubendo et etiam nomine proprio, omnia promiserunt Puccio observare ad eandem penam, obligando se et bona in solidum; ei licentiam dederunt ingredi possessionem bonorum suorum sibique retinendi usgue ad satisfactionem ei factam de predictis; que bona pro debito sortis et pene et pro expensis possint capi et detineri, secundum formam capituli brevis Pisargm communis. Actum Pisis, in camera terrestri domus habitationis suprascripti Puccij, posite in cappella Sancti Petri ad Yschiam: Colo" cordovanerio, de cappella Sancti Cassiani Kinsice, et Migliore condam Pagni, de cappella Sancti Peni ad Yschiam, testibus, [ln]carnationis anno millesimo trecentesimo r ST. Rainerius fi ... r notarii Pisarum ... r atque notarius ... I quinquagesimo quar[to] .; ù Mancanilo I'índizíone, íI mese e íI gíomo della datazíone, l'íslromealo polaoa esserc stalo rogalo o nel 1353 o nel I

354,

Io stíIe Plsano. un taglío fu atportalo I'angolo tnferíore ileslrc della

secondo

I

Con

datazíone

c della

petgamena, sÎcché úmangono danneggìalí alcuní elementi della

rcgazíone.

C- [135so13881. 4I.10.

F. P.3265. Gaddubi o, úedooa

di

di

Tedda, figlia del fu Enríco " Filippo del fu Puccío Scíarra " de Duodis " b) alcuni fondí e immobíli ín Pisa.

tPir"]

Atc. del

sec.

Caet., Prg. (Fondo Písano) n' 3265. compra di duu eoruìi di Vergh[adoro].

Atigínale-

Gugltelmo

NeI oerso, nota del

sec.

Caprona, oende aI milite

XVI: Si è trovato

tagliato, 1368;

XVII:

t

quod domina Tedda uxor olim Guillielmi de Caprona, de. cappella Sancti Simonis ad r Perlascium, et filia condam Henrisci Gaddubj de ... [mihi Anto]nio notario, ementi pro nobili milite I domino Filippo condam Puccii Sciarra, de ... ex viginti quatuor caratis integris pro indiviso unius petii I terre cum turri que vocatur Lam ... [via] publica mediante, aliud caput in terra cum domo Macthei t Bocchetta, latus unum in terra cum domo domini Filippi militis suprascripti et ... duos duorum caraI torum integros pro indiviso de vigintj guatuor caratis integris pro indiviso unius ... et tenet unum caput in flumine Arni, via publica et logia Gaitanorum mediante, aliud caput in terra cum chasalino que est Tuni Gaitanorum gue... I fia]tus in terra cum domo filiorum Laurentii Spadarij et consortium; caratum t unum et sextum unum unius alterius carati de viginti ... qu. vocatur la Loggia Vecchia de Gaitani, ...


VARI A

39

posita in cappella Sancti Donati-suprascripta, et tenet unum caput in via publica dicta Via di Sancta ... I publica, aliud latus in terra cum domo vocata Vergadoro; caratos duos et guintos duos unius alterius carati de viginti ... t positi in cappella Sancti Donati suprascripta, et tenet unum caput in flumine Arni, via publica mediante, aliud caput in via publica, latus unum in tena... 1; caratum unum et guintum unum unius alterius carati de viginti quatuor caratis integris pro indiviso unius ... r Arni, via

publica mediante, aliud caput in claustro domini Ranerij de Gualandis, latus unum in Chiassatello publico de Choiai, aliud ... I unius alterius carati de viginti quatuor caratis integris pro indiviso unius petij terre cum domo ... n mediante, aliud caput in claustro suprascripti domini Ranerij, latus unum in terra cum domo suprascripti domini Ranerij, aliud latus in terra * * monasterii Sancti Martini ... r caratis integris pro indiviso unius petij tene cum turri et claustro post se, positi in cappella Sancti Donati ... r publica et mediante, aliud caput in via publica, Iatus unum in terra * * heredum domini Laurentij de Ghaetanis, aliud latus in terra cum turri Trafore Vinarij ... I caratjs integris pro indiviso unius petij terre curn turri que vocatur Lagaddubj, positi in cappella Sancti Donati suprascripta ... I Filippi et consortuum, latus unum in via publica, aliud latrrs in terra cum domo domine Llrsule, uxoris olim Iacobi Scharsi, vel si qui sunt aliji seu ... 1 ratione, proprietate et pertinentijs et adiacentijs suis; insuper domina Tedda vendidit omnia iura et nomina omnesque actiones et rationes que et ... 1 infrascriptis et prescriptis rebus venditis, quatenus hijs omnibus ...1 et revenerint inde agant, excipiant et experiantur et se et ipsas res tueantur contra omnem personam et locum... r ad pondus pisanum, quod totum pretium domina Tedda, interrogata a me Antonio notario. suprascripto ... I renuntiando exceptioni dictorum florenorum, non habitorum quam ... I modo vel iure, ad penam duplj infrascriptorum forenorum, de quo pretio se ab eo pacatam vocavit... 1 fiiber]avit in totum; et dornina Tedda promisit mihi Antonio notario, officiali recipienti pro suprascripto ..., 1 non imbrigare aut per placitum fatigare aut fatigari facere ... 1 set semper pati eum et suos heredes ... 1 possidere ipsas res venditas, et dictas ... r et eis defendere et disbrigare ab omni imbriganti persona et loco cum omnibus ... I principalis disbrigatix ei et eis semper esse, et vacuam et disbrigatam ... I tradere ab omni onere et gravamine, et eum ponere in pacificam ... 1 anteriores facere omni alia persona et loco circa proprietatem, dominium et possessionem dictarum rerum venditarum; et semper curare ... 1 tranquillam et disbrigatam possessionern dictarum rerum venditarum; et si lis aut controversia de ... I moveretur ... r cause et questionis in se suscipiet, et ipias lites, causas et questiones pertractabit usque ad finem cause ... 1 [adv]ocatos acquiret et eis et notariis salaria dabit et alia faciet cum omnibus ipsius domine Tedde suorumgue ... I omnia indempnem, indempnes et indempnia conservabit; et se totiens liti opponet et predicta omnia faciat quotiens ...t et quidlibet eorum domina Tedda sic non fecerit et non observaverit, aut si contra ea vel aliquid'eorum...1 iure penam duplj suprascripti pretii autduplj extimationis et valentie dictarum rerum, sub extimationis et valentie qualis nunc sunt ...r et dampnum et dispendium totum quod propterea habentur, mihi Antonio notario recipienti pro suprascripto Filippo et eis ...r bona omnia pro suprascriptis obligando; et sic precepit et bailiam et potestatem dedit mihi Antonio...r ingredi et apprehendere possessionem dictarum rerum; et sic se pro,,.1 ntia filia sua et frlia condam dicti Guillielmj et uxore Ludovici del Teste,2 de cappella Sancti Martini Kinsice, iuravit ad evangelia...r Antonij notarij inhascripti et promisit mihi Antonio notario, recipienti pro infrascripto domino Filippo et ei, licet absend, ...1 ratam et rata habere et contra non facere ullo unquam tempore ...t quod habeatur et fieret mihi Antonio notario, recipienti pro suprascripto domino Filippo et ei, licet absenti, conponere, dare et resarcire ...1 obligando; et renuntiavit omni iuri et beneficio...r prius efiecta a me certiorata, supponens se iuri, iurisdictioni et conventioni domini pisani archiepiscopi et eius vicarij et curie ...r [iu]dicantis quovis officio iurisdictione fungantur, ita quod pro predictis possit cogi omnibus iuris remedijs ...r suprascripta presen' tibus Piero Tintore condam Henrici, de cappella Sancti Simonis suprascripta, et Andrea condam Monis' de cappella Sancti Bartholomei Pontis, testibus ...1 gesimo octavo, indictione undecima, quarto ydus ianuarij [Antonius] ...r notarij de Vico pisanus civis imperiali auctoritate iudex ordinarius atgue notarius ...1 cabelle maioris cabella debita pro dicta emptione, pro simplo tantum, suprascriptis anno, indictione

et die sextodecimo ianuarij. a)

La sqlllura

chc fiporlare

I

Íl

nolaríb aplaîísce della seeonìIa me!à ilel s*. XlV, e, col solo sussíilío della ìnilízíone non possíamo due annt b) Cf. ìloc. teguente. aiportalo lulto tI margîne srnrlsfro, sícché íI documqúo è úmasto mutílo pe circa rll.lt teno del lesto.

corsîoa

documento matílo sotlo questì

Con un taglío

2 NcI leslo dehesta

fu


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

40

F.P.3256.

c - 1359 .III. 25. Písa

Raníeri

-

de' Gualandí assegnd Ia dote per le nozze di Costqnza Gaetani con Filíppo u de Duodis

'.

Orígtnale. NeI terso nole, ile! sec. XV: Carta de la consignazionc Atc. Cae!., Ptg. (Fondo Písano) n,3256, de la dota di Gosta$a dona che fue di Ranieri di condam ser Pero Lula; del sec. XVII: donazione et antefato fatta da mcsser Ranieri Gualandi a madonna Gostanza Villani di casa Gaetani; 1360.

Peri Lemmi Buglie de Gualandis, de cappella Sancti Cosme, propter nuptias domine Gostantie, filie condam Iohannis Villani de Gaitanis, du capp"ll" Sancti Donati, donavit Filippo, filio Iacobi dicti Puccij Sciane de Duodis, de cappella Sancti Don"ti, agenti pro domina Gostantia, et ipsi Gostantie, licet absenti, libras centum den"riorum pisanorum *ioutorurr de bonis ipsius Rainerij, pro quibus et tota dote, Rainerius obligavit et pign"ti posuit omnia sua bona, pacto quod, si Rainerius decesserit prius quam Gostantia et heres iuur, libi", centum infra tredecirn menses a die Rainerij obitus, dictum pignus sit Gostantie eiusque, heredum et successorum; pro qua donatione et obligatione Rainerius, interrogatus a Filippo, interrogante pro Petro, 6lio condam suprascripti Iohannis, et Gostantia, confessus fuit recepisse a dicto Filippo pro dote Gostantie libras -ill" du"""tas quinquaginta denariorum pisanorum minutorum, hoc modo videlicet: libras septingentas in denariis et libras quingentas quinquaginta corredorum, et in conedis et guarnimenfis,

Ex hoc instrumento sit

manifestum quod Rainerius, frlius condam domini

ducen' Jante predicio Filippo libras centum quinquaginta denariorusr pisanorum de summa librarum mille et bonis denarijs eius et de lohannis, suprascripti olim o, Àlio i'"t tarum quinquaginta pro suprascripto certis a recollectis propriis Gostantie, denarijs de proprijr, et'liúas qìadringentas pro G_ostantia, et l"gulit (t) ei ex donatione ei facta, et ab eodem Filippo, dante de suis denarijs io*nir-ex iudicis àt Vil.nimo r"hubendi a petr.o et uìu, h"r"dibus in eius bonis et in bonis que condam fuerunt Iohannis de lani, patris ipsius Petri, et in bonis que fuerunt domine Nelle, 6lie condam domini Cei Masselle dena-. septingentas libras pie, Petri, alias condam matris et Villani uxoris olim Iohannis St.t"rì, de do-o de dote riorum pisanorum de supradicta summa, ad penam librarum duarum millium quingentarum; promissionis carte ex forma Rainerius se pacatum oo""uit; de pena quam inciderant Filippus et Gostantia, de suprascripìa dote, rogate a Gerardo Mettefuocho, notario, condam lldebrandini Mettefuocho notarij, kalendas In"urrrutiorri, anno millesi]mo trecentesimo quinquagesimo nono, indictione undecima, octavodecimo sui et heredum obligatione sub promisit, et absolvit; eorurn h"r"d"t iulii, ipsos et suprascriptum Petrum et vel Gostantiam quod obligationis, pigneris et p"nu* dupli extimationis donationis et bonorum suorum, "à dicte Gallorum, domus solario heredes non imbrigabit n"qu" per placitum fatigabit. Actum Pisis, in

S. Nicholi,

Falconis, de 0"" "tt in capite"Pontis NoUr Buittolomeo F.lconis condam Becticondam Yagini in Ratoscella, Leonardi Sancti cappella .i loh"rrn" casseptario, de -cassectarii, cappella

testibus,

aprilis. Incarnationis unoo *ill"riroo tiecentesimo sexagesimo, indictione duodecima, octavo kalendas totam fuit recepisse confessus iterum Rainerius Coram quibus testibus et me notario, eodem die et loco, lohannis condarn frlius ,upour".ipt"* dotem, suprascripto Filippo eum interrogante. _ ST. Ildebrandus, Ilj"brunài notarii, civis pisanus, imperiali autoritate iudex ordinarius atque notarius, scripsi.

F'P'3295'

c-1363.vl.16. praga

Carlo IV a Pietro Corsiini, - L'ímperatore gíudící e nolaí e legittimare fglí spuríi.

Arc.

Cae!.,

ín Prg. (Fondo

Písano)

n. j295.

oescoto

di Volterra: concele facoltà di

Transunto autentíco, ínsetílo

ordínare

ín C'1380- VIII'4.

Karolus quartus, Romanorum imperator et Boemie rex, Petro episcopo vulterrano, suo et imperij

sacrj principi. Tunc romanum exaltatur imperium ... Tu, cuius predecessores per_obsequia divis imperutoriúu, ." ."gibur, predecessoribus nostris, prestita, multis honoribus et dignitatibus claruer'.rnt, quem etiam fidei et devotioiis .constantia et alia virtuosa insignia gratum reddunt, volentes gratijs insignire, tibj et successoribus tuis, quos noshos et sacrj romanj inperii principes fore declaramus et dignitatibus


VARIA

4l

imperialium principum conmunimus ut omnia libere exercere possitis, que requirit supradieta dignitas principatus, concedimus quod in civitate vulterrana et eius diocesi ae in tota Tuscia possitis per totum romanum imperium iudices, tabeliones et notarios constituere et etiam naturales filios, ex quocumque dampnato coytu natos, legiptimare et ad omnia iura legiptima restituere ut in bonis paternis et maternis subcedant et ad omnes actus, officia et honores admictantur, non obstante aliqua lege etc., presentium, sub nostre maiestatis sigillo, testimonio litterarum. Datum Plage, anno millesimo hecentesimo sexagesimo tertio, indictione prima, sextodecimo kalendas iulij, regnorum anno decimo septimo, imperij nono.

c - 1363. IX.6

F. P.3270.

.

Procura agli afari e alle líti, stipulata recìprocamente e Piero e Antonio, figli di Uberto " de Roccha ,.

Písa

-

Atc. Caet., Prg, (Fondo Písano) n. 3270. del

sec,

ín

solido

Orígínale, già seroîIo corne sguarclía dí

tra i mìlìti

líbrc,

NeI

Gíooannì,

oerso, traccía

note

XV e XVIIL

Ex hoc instrumento sit manifestum guod nobiles milites dominus Iohanes et dominus Pierus ... { et milites dominj Uberti de Roccha, et Antonius, frlius condam suprascripti dominj Ubertj, volentes de

t

procurare in solidum, eorum facta et negotia agere et defendere, sese ad invicem ordinaverunt in solidum procuratores ad negotia faciendum in curia et extra, et ad locandum et dislocandum suas terras, domos, possessiones, pasturas sive pascua et eorum bona; et dederunt sibi vicissim plenam bayliam et generalem administrationem, promictentes pro illis quorum interest de iudicio sisti et iudicato solvendo, volendo sese relevare ab omni satisdationis onere, et obligaverunt bona eorum. Actum Pisis, in claustro domorum habitationis suprascriptorum domini lohannis, domini Pieri et Anthonij, positarum in cappella SanctiLaurentii de Rivolta: Cagoucaodominj lohannis, de Perusio, etPiero lohannis, de Pistorio, testibus, Incarnationis anno millesimo hecentesimo sexagesimo guarto, indictione prima, octavo ydus septembris. ST. Iohannes, filius condam ser Dinj de Vignale, civis pisanus, imperiali auctoritate notarius atgue . eorum ...

iuder ordinarius, seripsi. I Con un tagllo fu asportald

l'ínlzîalc del documenlo, con Ie ptíme parolc deí prími cínque ighí.

c -1364.XI.15. Pisa

F. P.3225.

Ia dote e Ie somme dooute a Filippa, figlia figlía ed erede di Feo Gaelani, -del Mea,Guido fu " Boctecche u, oedoúa di Feo, oende a Filippo " de Duodis " la quarta parte della pascolo ,. pet pagare

corle

Atc.

e del

Cae!.,

ín

Terra

Prg. (Fondo Písano)

di

Nome,

n, j225,

o u de Doglia

Copía autenttca, însuíta

ln C-1493.III .30-V.24.

Ex hoc instrumento sit manifestum.quod domina Mea,6lia condam et heres Fei condamGaddi Gonbi, de domo Gatanorum, de cappella Sancti Nicoli, maior annis viginti, pronuntiata in curia pupilIorum pisane civitatis a domino Iacobo del Fornaro, iudice dicte curie, habente tantum oficium dicte curie exercendj, cum dominus Raynerius Sanpante, collega suus, sit absens a civitate pisana, in servitium pisani comunis, per sententiam scriptam in actis dicte curie, Incarnationis anno MCCCLXV, indictione tertia, pridie idus novembris, pro solvendo domine Filippe, uxorj olim suprascripti Fej, filie condam Guidonis condam Miglioris Boctecche, de dicta cappella, quantitates pecuniarum de summa infrascripti precij, videlicet: libras quingentas, ad rationem librarum hium et soldorum decem, denariorum pisanorum, pro floreno, dotis Filippe, conprehense in ipsius Filippe instrumento dotalj, rogato a me lldobrando, Incarnationis anno MCCCLIJ, indictione quinta, quinto kalendas februarij, debitas restituj Filippe secundum formam iuris et constituti pisani; Iibras centum denariorum pisanorum, Filippe antefacti, conprehensi in instrumento dotalj, debitas Filippe per Meam de bonis olirn Fej ; libras centum denariorum pisanorum, donamentorum ipsius Filippe et quas petere potest a Mea habere dicto hereditario nomine et in bonis Fej; libras quindecim denariorum pisanorum, iudicatas Filippe et olim Feo per testamentum ab eo conditum, iqiptum a Bindo notario condam Nicolaj Clarj notarij: vendidit Filippo, filio condam lacobi,

I,ó


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI dicti Puccij Sciane, de domo Dodorum, de cappella Sancti Donati, quartam partem pro indiviso curie et pascus Tere Nominis seu de Doglia, olim suprascripti Fei: tenet dicta curia et pascus unum caput in podio supra Lagustellum sicut vadit usque ad lacum Troie et sicut vadit recta ad Fontem Nocicchij, ex capite illo est coniunctus curie de Melis, aliud caput in strata veteri de Vada, latus unum in curia de Ripalbella sicut vadit ad ficum nigram et inde versus Ripalbellam sicut vadit per Coscium versus Ripalbellam, ita quod podium Montis Calvolj est de illo pascu usque ad gradum Loray et partim in

curia Colmezanj, sicut tenentterminj positi in confinibus Tere Nominis et Colmezanj, videlicet: terminus unus iuxta botrum qui vocant Ultrapescio et prope viam que vocant Stradella Incrociata confiniurn Vade et Terre Nominis et Colmezanj ; et alius in medio Vallis del Melo prope alium terminum suprascriptum, per perticas centum sexaginta in circa, recta via per dictam vallem; et alius terminus in dicta valle seu Vutti"" del Melo, in medio loco dicto al Goscio di Vallimori prope illum Ghotie in capite Vallis del Melo prope alium suprascriptum terminum in medio, per perticas quadringentas quadraginta vel in circa, cum recta via per Vallinum del Melo; et alius terminus in loco dicto Trebbio prope Gociatam quercus grosse per perticas decem prope viam que vocant Stradella, que est in loco dicto Trebbio; et alius i"*iou, in loco dicto Vallino Candoulj, qui est longinquus ab alio suprascripto proximo termino per perticas ducentas sexaginta vel in circa; et alius terminus in loco dicto lo Forchone, in loco dicto à.ll'A"quu Elta sive ibi prope alium terminum proxime scriptum, per perticas sexaginta vel circa prope botrum Aque Alte, per duas perticas vel circa; et alius terminus in capite loci qui vocant Terraio, qui est longinquus a suprascripto proximo termino Aque Alte per viam botri Aque Alte per perticas quinper rectam viam gentas triginta vel circa; et alius terminus in medio podij Aque Bone, qui est longinquus

suprascrrpto proxlmo termino per perticas centum quinquaginta vel circa; et alius terminus in loco dicto la Vàh Ripu.ballese prope viam qua itur a castro Riparbellese ad Terram Nominis et intra locum dictum lo Corso delli Asinj et in loco dicto la Vioìa Riparbellese, qui est longe a suprascripto proximo termino, posito in medio podij suprascripti, perticas ducentas duodecim vel circa; et aliud latus tenet et per Valegundulam pascus in'"u.i" Malandronis sicut itur per Riperium et recte sicut itur subtus quercum in Canneta et recte et Grossoletj per podium supra et Carrarie serram per et purtirn in curia Baldi et sicut itur per in curia Castelline partim et Garavellum ad podium della Leccia per rectam viam

a

ad

Gabbrigivolj ; cum omni iure, actione, proprietate, pertinentia et adiacentia; pro pretio librarum millevigintiquinque denariorum pisanorum, ad radonem librarum quatuor et soldorum guingue, denariorum pirunor"u., pro floreno, quod pretium ascendit summam florenorum ducentorum quadraginta unius de et ,o[joru- quindecim, denariorum pisanorum; quas Mea recepit a Filippo; Mea promisit quod "urore vendita Filippum vel heredes aut successores non imbrigabit neque per placitum fatigabit et quod de

,".u*

fideiussores, iudicio sixti et de rato et iudicato solvendo; si dispendium oo,oi" rroo observaverit, penam duplj pretij vel duplj extirnationis rej vendite et dampnum et dare promisit; actum est ex pacto quod libre quingente denariorum pisanorum dari debeant Filippe uxori

suscipiet

in se litem et iudicium, dando

et antefacti et donamentorum et in satisfactione librarum quindecim, iudicatarum Filippe a Feo per testamentum et ita quod emptor succedat in-locum et obligationem suPrascriptaium libr"ru*. A"tu* pisis, in clausbo domus Ludovicj et Bartolomei -del Voglia condam Nicolaj del Sancti Mar!1i de Kinsica: Biancho frlio Nicolaj Grassj, de dicta cappella Voglia, posite in ""pp"il" condam lohannis, de eadem cappella, testibus, Incarnationis anno millesimo iuili"l-o Suri"ti Martinj, "t trecentesimo ,"*"grri*o quinto, indictione tertia, septimo decimo kalendas decembris. Ildobrandus, frlius condam Iohannis lldobrandj notarij, pisanus civis, imperialj auctoritate iudex ordinarius atque

in

sat'isfactione dotis

notarius, scripsj.

c-1365.1.17. Sant'Ermete ruccio

del

F.P.3255.

Raniero del fu Nocco * Cordovanerii u, per 300 libbre di denatÎ písaní, oende a Ne' fu Banìlino, tre teneni ìn località Casale, Stqqeta e * in Fracino .r,7 nel territotio dí

Oratoío.

Orîgínale. Nel *rsodue nole del sec. XV: c) Carta de terra d'OraAtc. Caet., Ptg. (Fonilo Pínn) n. j255. t; ó) Nerucii Bandini de Otatorio de terre @EPrate. Ex hoc instrumento sit manifestum quod Rainerius, 6lius condam Nocchi Cordovanerij, de cappella Sancti Gosme, vendidit Neruccio, 6lio condam Bandini, de communi Oratorii, commoranti nunc Pisis, in

toro


VARIA

43

cappella Sancti Andree Kinsice, petium terre campie, positum in confinibus communis Oratorij, in loco ditto Casale, tenens unum capud cum uno latere in via publica, aliud capud in tena hospitalis Sancti Fredianj, aliud latus in teua ecclesie Sancti Silvestri, et est per mensuram stariora duodecim; et petium tene campie, positum in suprascriptis confinibus, in loco dicto Sterpeta, tenens unum capud in via publica, aliud in terra ecclesie Sancti Andree Foris, latus unum in terra Bartholomei Betti Teste, aliud in terra heredum Ciolj Lapi, et est per mensuram stariora quinque; et petium terre campie, positum in suprascriptis confinibus, in loco ditto in Fracino, I tenens unum capud in via publica, aliud in terra Rainerii Sardj, latus unum in terra heredum Andree de Sancto Savino, aliud in terra ecclesie Sancti Sepulcry, et est per mensuram stariora quatuor; cum omnj iure, actione, proprietate, pertinentijs et adiacentijs; pro pretio librarurn trecentalum denariorum pisanorum, quas Rainerius recepit a Neruccio in florenis septuaginta de auro, computato quolibet libris quattuor et solidis quinque et in grossis decem de argento, computato quolibet solidis quinque de Pisis; Rainerius promisit Neruccium vel suos heredes

aut successores in re vendita non imbrigare aut per placitum fatigare; et si lis moveretur, venditor iudicium in se suscipiet, et pignera curijs dabit, advocatos adquiret et eis et notarijs salaria persolvet; et si predicta non observaverit, penam duplj extimationis rei vendite et dampnum et dispendium dare promisit; dato fideiuxore Mariano, frlio condam Accursi Pandolfinj, de cappella Sancti Gosme, qui pro Rainerio frdeiussit, obligando se suosque heredes et bona omnia Neruccio et suis heredibus. Actum in comitatu pisano, in communi Sancti Heremetis de Orticaria, in via, publica, ante domum habitationis Iohannonis Franconis de Appiano, commorantis nunc in dicto communi, positam in comuni predicto: Iohanne condam Pieri, de cappella Sancti Christine, et Bacciameo condam Gardinj, de communi Oratorij, testibus, Incarn"tionis anno millesimo trecentesimo sexagesimo quinto, indictione tertia, sexto decimo kalendas februarij. ST. Iacobus, filius condam Bernardj Foretani notarij de Spina, imperiali auctoritate notarius,

scripsi.

r Ncl

festo

:

infracino 2 Nel leslo doratoro; oggi

Orcloío.

c

1368. Da|I'esa,me tatimoniale zione

-lll.

L

Philippi ,, di Terni, fisulla che Todí erc soggelta alla giuridì' Patilmonio di S. Ptetro e che ne fu sotbalta da Bonifacîo VIII.

ili MeIIino .

dei rettofi del

Copia, estratta dall'Arc. com. di Todi, autenticara dal protonotario

Lue-Alberto

<

de Pettis,, di Todi,

il 22.X(1.162g.

l3ó8. In processu causg vertentis de anno 1367 et 1368 inter romanam ecclesiam et commune civitatis Tuderti, super dominio, mero ac mixto imperio et libertate dictg civitatis, commissg Anglico, o) episcopo albanensi, cardinali, iudici, auditori et commissario ac arbitro per Urbanum papam V, isrervuto in archivio secreto communis Tuderti, apud sacristiam ecclesig Sancti Fortunati, dicte civitatis, apparet examen testium, factum pro utraque parte, et sub folio 73 continetur examen nobilis domini ffn"ffiti Philippi de Interamna, in utroque iure periti, aetatis 56 annorum, factum pro romana ecclesia, super primo articulo se legisse in ch,ronicis_ quod provincia Patrimonii Beati Petri in gui inter "liu-iirit tur"iu fuit antiquitu, don"t. ecclesie romane per comitissam Matildam super corpus Beati Pehi etc.; et super 2.' articulo dixit quod vidit multas lifteras, emanatas a rectoribus dicti Patrimonii, in quibus iidem ,""aor", se nominabant rectores civitatum tuderting, namiensis, Interamng et reating, ex speciali commisb) episcopo-sabinensi, ipse episcopus eidem sione. ltem dixit quod semel, cum esset Viterbii cum Egidio, testi dixit, videlicet per I 5 dies ante obitum ipsius, hgc verba: quod civitas tudertina et eius comitatus, usque ad tempus Bonifatii Vlll, fuit sub regimine rectoris Patrimonii, et veniebant in dictum regimen p"i g"o".ul"s commissiones, quas summi poniifr"", faciebant rectoribus provincig Patrimonii de regimine ipriuJ pro"iogie; et quod Bonifaciu, VIil, eo quod habuit dedignationem cum aliquibus guelphis de Tod"rio, occasione cuiusdam accipitris, propter quam causam recepit aliguam iniuriam, cum esset canonicus tudertinus, quia fuit percussus d" quodu* parcculo in capite; postea, cum fuit papa, dilexit multum gibellinos de Tuderto, .à quoro- preces tunc fecit bullam et exemit commune civitatis Tuderti de ài"tu g"n"ruti commissione; et ex tutrc postea pontifices consueverunt committere regimen dicte civitatis


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

44

prgdictis réctÒribus per specialern cornrnissionem; et ipse episcopus sabinensis dixit quod predictus habebat pen€s s€ bullas et privilegia, et dixit sibi testi quod, si aliquo tempore esset de predictis interrogatus, quod haberet dicere verba hec, et illa bene menti teneré.

ò

Angelo o Anglíco de Gfimond de

Gtísac.

b) Albonoz.

XI.25 . c -274. Leonatdo u Gorii Leonardi ", di Velletri, concede in locazione, peî un anno e Sermoneta - Il nobtle per la cotisposta di 120 fiorìni d'oro, a Giooannì Nicolai ,, e al notaio Gíooanni * Neapoli o, " dì Sermoneta, oicarío di Ntnfa, i moliní che possíede nel terrítorio di Sermoneta.

1369.

Copia del sec.

XV,

eseguita sull'autentica

del I .Vl .1401.

Copia sive transuntum protocolli, reperti in extenso inter rogos et protocolla condam Nicolai Zimarde r notarii, de Velletro, cuius protocolli sive libri tale est principium; et sequitur in X" carta dicti libri rogus infrascriptus: Locatio molendinorum castri Sermoneti. Anno millesimo trecentesimo LXIX, pontifrcatus Urbani pape quinti anno octavo, indictione octava, mensis novembris die vigesimo guinto. Nobilis Leonardus Gorij Leonardi, de Velletro, Iocavit pro uno anno proximo futuro, incipiendo in kalendis mensis septembris proxime preteriti, molendina sua existentia in tenimento Sermoneti, in Maritima constituta, pro ut suis confinibus terminantur, cum omnibus iuribus et actionibus ad ipsa molendina spectantibus, Iohanni Nicolai, de Sermineto, et notario lohanni Neapoli, de Sermineto, vicario Ninphe, pro pretio centum et viginti florenorum auri, quos predicti locatarij solvere promiserunt eidem Leonardo vel eius heredibus, videlicet LX florenos in festo Nativitatis Domini proxime futuri, et LX alios per totum carnis privium proxime futurum: et si dictos centum viginti florenos auri locatarii eidem Leonardo non solverint in tarenis, et ob id prefatus Leonardus vel eius heredes et subcexores damdum receperit, expensas fecerit, quod damna et expensas eidem Leonardo redere promisit: de quibus credere voluerunt soli verbo ipsius Leonardi vel eius heredum et successorum, cum iuramento tantum, non requirendo aliam probationem; et promiserunt locatarii dicta molendina, si fuerie necesse, actare et omnia molendinis necessaria facere eorum suptibus et expensis ac laboribus; omnia contrahentes iuraverunt ad evangelia observare, sub obligatione bonorum suorum et ad penam dupli dicte guantitatis, applicanda pena pro uredietate parti servanti et pro alia Camere Capitolii. Actum in castro Sermoneti, in rocca dicti castri: Tutio domini Dominici, Nicolao Ritii, Iacobo Magtano et Gorio Macthey Gorij de Velletro, testibus. Angelus Macthie Putij Lelli, imperiali auctoritate notarius, de Velleno, habens potestatem acta, rogos et protocolla alterius notarii exemplandi, predictum rogum et protocollum, sicud inveni in foliis carte bonbacine repertis in protocollis ac abreviaturis condam Nicolai Zimarde 1, notarii, de Velletro, et manu ipsius Nicolai scriptis, exemplavi et signum meum apposui, ad petitionem heredum dicti condam Leonardi Gorii, presentium, sub anno millesimo CCCC. prirno, pontificatus Bonifatii pape noni, indictione IX, mensis iunii die primo. Et post apParet signum dicti Angeli. Iacobus de Firmo, Iegum doctc, iudex palatinus et collateralis curie Capitolii ac militis domini Antonij Aceti, comitis Montis Viridis, LJrbis senatoris, adhibens fidem dicto exemplo, sumpto de uno r" notarii de Velletro, et quaterno, rep€rto inter alios rogos et protocolla condam dicti Nicolai Zimarde exenplato per Angelum Mactie Putii Lelli notarii. de Velletro; et quia ipsum exemplar, una cum infrascriptis ofrcialibus et prepositis conlegii notariorum Urbis et dicto Angelo, eius exemplatore, ascultavi et cum suo originali concordari inveni, dicto sumptui meam et dicti mey officij auctoritatem meumque decretum iudiciale interposui, et me subscripsi, ad petitionem heredum dicti Leonardi Godi, sub anno millesimo cccco primo, pontifrcatus Bonifatij pape noni, indictione IX, mensis iunij die primo. Butius Sanse, civis romanus apostolica et imperiali auctoritate notarius, et nunc oficialis collegii notariorurn Urbis et ad hec prepositus etc., dicto suptui meam ac dicti mey o6cii auctoritatem interpono, meum sigpum appono, ad petitionem dicti Leonardi Gorij, sub anoo et die predictis. Deinde apparet signum dicti Butii. Nardus condam Dominici Iohannis Boniandi, civis romanus, imperiali auctoritate notarius et iudex ordinarius et nunc ofrcialis et scindicus ad hec prepositus collegii notariorum Urbis etc.,

dicto sumptui meam et dicti mey o6cii auctoritatem interpono et meusr signum suppono, ad petitionem dicti Leonardi Gorii, sub anno et die predictis. Deinde apparet signum dicti Nardi. I Abbr. Zmade


VARIA

c . 1370.V[.2t

45

F. P. 3234.

.

Píombíno Tulíno del Cerco, dí Campíglía Maríttíma, curatore richiesta dí questo e della madre Gìcca, rinuncÍa all'eredità paterna.

-

di

fu

Giooanni suo figlíasbo, a

Arc. Caet', Ptg' (Fondo Písanc) n. 3234. Otíglnale. Nel oerso, nota del sec. XVIII: Giuliano di Francesco Campigli' nobil pisano, curatore di alcuni pupilli per contratto rogato da ser Giovanni del quondam ser Donnino dal Pero t'anno 1371.

Ex hoc instrumento sit manifestum guod Tulinus condam Cecchi, de comuni Campilie, a nobili domino Stephano Burdonense, licentiato in iure civilj, iudice et assessore Marittime et terre Plumbinl Pro comuni pisano, gercnte in hoc ofitium nove curie pupillorum pisane civitatis, causa cognita, datus est curator specialis lohanni condam lohannis adulti, privignio suo, de dicto comuni, ad letictionem ipsius lohannis adultj et domine Gicce, matris ipsius lohannis, uxoris Tulini, ad repudiandurn Lereditatem Paternam et bona hereditatis dicti olim lohannis et se ab ea et eis abstinendum in curia pupillorum pisane civitatis seu in curia Plumbinj, decreto iudicum dicte curie pupillorum seu iudicis terre Plumbinj et totius Marittime pro comuni pisano, et ad cartas de predictis faciendum; promittens mihi Iohannj de Piro, notario, stipulantj pro dicto minore, utilia facere et inutilia pretermittere, prestito ab eo iuramento curie, sub obbligactione bonorum suorum; Francischus condam Bacciamej de Plumbino, magister ascie, pro suprascripto Tulino fideiubendo, promisit sic osservare et osservarj facere ad similem suprascriptam penam et obbligactionem. Actum Plumbinj, in curia dicti comunis pisani: Philippo Bencivennis et Schudo magistrj Baldi de Plumbino testibus, Incarnactionis anno millesimo trecentesimo settuagesimo primo, indictione ottava, die vigesimo primo iunij. Tulinus, curator dicti Iohannis adulti, in suprascripta curia Plumbinj, coram domino Sthefano, iudice et urr"rràr" preditto, eiusgue decreto et auctoritate interpositis, cognioscens hereditatern paternam Iohanni fore dannosam potius quam lucrosam, dittam hereditatem et bona ipsius Iohannis adultj repudiavit et ab ea abstinuit, consentiente lohanne adulto, protestans Tulinus lohannem minorem non esse nec esse velle heres dicti olim pahis suj et quod de bonis dicti lohannis non tetigit nec tanget; et me notarium rogavit ut conficerem instrumentum. Actum Plumbini, in suprascripto loco, suprascriptis testibus, anno et indictione et die. ST. Iohannes condam ser Dominici de Piro notarij, pisanus civis, imperiali auctoritate iudex ordinarius atque notarius et pro comuni pisano scriba terre Plumbinj, scripsi.

c-137r.I.10 ,t3,14. Pisa

F.P.3237.

Il podestà Ballígano . de Balliganis n .,fa intimare íI bando conlro Giusto * Cagnassj o e -Guido " Baldinj u, consoli del comune dì Santa Luce, condannsti a pagare 30 fiofini d'oro a Nicola " Sardj ,, F€r iI prezzo di una caoalla. Atc, Cae!,, Pry. (Fonào Písano) n- j237.

Ongínale.

Nel oerso segnatarc, ilel *c.

XVI: *

1248t del

sec.

XVII:

17.

Iustus Cagn4ssj et Guido Baldinj, consules et sindici comunis Sancte Lucís Collinarum Superiorum, ex parte Minj Karolj de Senis, tunc pisani potestatis, ad petitionem ser Ranerii Cavalce, notarij, condam ser Simonis de Vico, procuratoris Nicolay Sardj condam ser Bectj Sardi, de capella Sanctj Martinj Kinsice, per Bonaverem Orsuccij, de capella Sancti Gregorij, nuntium pisani comunis, preceptum fuit quod venire deberent ad curiam concellarie ad recipiendum precepturn de solvendo ser Ranerio seu ser Nicolao Sardo debitum suum ipsius Nicolay eque unius, pilj rubei, facciate in fronte, balsaue pedem sinishum posteriorem, valentie florenorum triginta de auro, et ipsos forenos conprehensos in sententia contùmacie, lata in curia Legis foretanorum usus et confitentium pisani comitatus a Ranerio Sampante iudice, ut patet per acta curie, publicata per Bonaccursum condam ser Bindi de Cascina, notarium et scribarn suprascripte curie, Incarnationis anno milles'mo treeentesimo septuagesimo primo, indictione nona, sexto kalendas novembris; non yenemut nec aliquis eorum venit; ideo ex parte domini Balliganj dominj Manentis de Balliganis, de Exio, pisani potestatis, sunt p€r Barthslomeum Rossi, de *pell" Si""ti l"cobj


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI I

r [nuntium] pisani comunis, in libris

quinquaginta denaliorum pisanorum, et in debito de Speronariis, suprascripte eque Nicolao Sardo et ser Ranerio Cavalce, eius procuratorj, pro eo exbannitj et exbannitus, nisj hinc ad sex dies venerint ad mandata Balliganj potestatis, de quo banno, si illud inciderint, numquam exire possint, nisj primo debitum dicte egue solverit Nicolao Sardo vel eius procuratorj. Actum Pisis, in platea Sancti Ambro[sii]: 2 ser Gaddo Ferramoscha, notario suprascripte cancellarie, et Gerardo Macingne, notario,

de capella Sancte [Eu]fraxie 2, testibus,

Incarnationis anno millesimo trecentesimo

septuagesimo [primo], 2 indictione nona, quarto ydus iunuarii. 2 Puccij, de capella Sancte Marie, maioris ecclesie, numptius pisani comunis, retulit [Fran]ciscus ? [ser] Bindo notario, filio condam Franciscj de Appiano, notario et scribe curie cancellarie piàani comunis, se de mandato suprascripti pisani potestatis denunsiasse suprascriptis lusto Cagnassj et Guidoni Baldinj, consulibus et sindicis, in personis, qualiter dictum bannum datum erat eis dictis nominibus eo modo et forma ut supra continetur, suprascriptis anno et indictione, ydus ianuarii, ut retulit ser Bindo notario de Appiano, suprascriptis anno et indictione, nonodecimo kalendas februarii. ST. Iohannes, filius condam Andree Vannis, civis pisanus, imperiali auctoritate notarius atque iudex ordinarius, ut in actis curie cancellarie pisani comunis invenj, ita scripsi. 1 Ornerso nel

c - 137r .II. Písa

lcslo.

2 La pergamena è danneggíato lungo

I

maryínî'

F. P. 3296.

17.

affttano per dodict anní a Simone del fu Píero alcuni terreni

ereilí di ser Nerío Macigna -con Gli case, poslí nel territorío del comune di Pugnano.

Caet., Ptg. (Fondo Písano) n, j296, Moccia per Ser Guidonem Macignam etc.; del sec.

Arc.

Orígînale. Ncl ocrso note, del sec. XIV: Locatio facta Sinoni della XVI: del luogo da Sala; del sec. XVIII.'fittanza a P.ugniano, 1371.

I Ex hoc inshumento [sit manifestum quod] Guido Macigna condam ser Nocchi Macigne, de I cappella Sancte Eufraxie, pro se et pro lohanne d ...r fi[lio] et conherede Nerii Macigne condam ser Nocchi Macigne, pro guo de rato promisit, per hanc cartam locavit Simoni condam Pieri, de comuni 2 commoranti in communi Pugnani Vallissercli, petium terre cum domiSancti Andree in Pescavinclum, bus duabus terrestribus, ad unum tenentibus, cum fructibus et vitibus, positum in communi Pugnani, in loco dicto Sala, quod tenet caput in via publica et in tena Perelli filij condam Bindonis de Pugnano, semetula sive accessu mediante, per quam sive quem itur de dicto potere ad puteum ibi prope, remanente ipsis ser Guidonj et lohanni domo in qua habitare solebat domina Fania, cum pergula et teneno p"rgul" et via introitus et exitus, et in dicta locatione non comprehendantur; et petium terre vineate curn- fructibus, canneto et pedalibus decem et octo olivarum et partim agrestum, quod est divisum in pluribus petiis terrarum per tramita que sunt in eo, et est positum in comuni Pugnanj, ubi dicitur lo Scepato 3, quod tenet caput in via publica sive semetula, aliud cum parte montis agresti seu scopeti, 1 dicta vinea coniuncti seu confinati, in terra, [latus] unum in tena vineata heredum Mannarie .i*ul "uma et nepotum, semiterio sive semetula mediaate, aliud in terra; et petium unum terre campie, Brochiere positum in comuni Pugna[nj] ...1, quod tenet caput in via publica, latus in terra dicti poteris et domorum, l via mediante, aliud caput in terra vineata Teste de Pugnano, aliud in terra; e[t tina de] castaneo,

capacitatis barilium sedecim, existente in una predictarum domorum duarum localarum, quam tinam Simon, ad interrogationem ser Guidonis, fuit confessus se recepisse, renunciando exceptioni dicte tine non recepte, quam promisit, non opponere ad penam dupli totius eius de eo quod contra ageretur stipulari promissam; ad habendum, sappandum, vites legandum, invescandum, lupinos seminandum, melio,"ndu. hinc ad annos duodecim; cum hoc pacto quod redditus totus et fructus dictorum bonorum pro anno presentis vendemmie sint Guidonis et lohannis; ser Guido promisit Simoni res locatas nori tollere vel intarare s€t eas disbrigare suis suorumque heredum expensis, et dare eidem Simoni annuatim in subsidium...l florenum unum de auro et hoc anno vineam laboratam et giranno facere vel venire per se vel alium ad penam du[pli] redditus et totius eius de quo contra ageretur stipulari promissam, et dampnum et dispendium eidem Simoni dare promisit, se suosque heredes et bona obligando; Simon promisit Guidoni res locatas ab eis tenere, sappare, vineam ligare, invescare et singulis tribus annis lupinos


VAR IA et de primo petio terre dare annuatim apud Pugnanum, videlicet in primis quactuor annis, barilia quactuor vini puri, ad pisanam mensuram, et in annis octo subsequentibus barilia septem; et de secundo petio terre vineate et ultimo petio terrarum nredietatem totius vinj, redditus, fructus et aliorum omnium, gue Deus eis dederit singulo anno et tempore et etiam quartam unam nucium siccarum et ipsam tinam restituere; et contra non facere ad penam dupli totius eius de quo contra ageretur, et dampnum et dispendium ser Guidoni resarcire promisit, se suosque heredes et bona obligando; et sic precepit ingredi possessionem bonorum. Actum Pisis, in palatio comunis, ubi residentiam faciunt anthiani pisani populi, posito in cappella Sancti Sebastiani de Fabricis maiore: 5 Laurensio notario condam ser Bernardi, de cappella Sancte Eufraxie, et ser Macigna notario condam ser Guidonis, de cappella Sancte Eufraxie, testibus, Incarnationis anno millesimo trecentesimo septuagesimo primo, indictione nona,

seminare, meliorare,

tertiodecimo kalendas

martij. ST.

Blasius Clavelli

de

Malaventre, imperiali auctoritate notarius,

scripsi,

I Danno della peryamena. brochier s Abb. maiot.

c - 1378. IV.12 Pisa

2 Abbr. Pescavinclum; oggí S. Andrea

in Pescalola. 3 NeI testo loscepato

a Abb.

F. P. s251.

.

Giannetto dei fu Bonaccorso, da Suoereto, spezìale residente ín Castiglione della Pescaia, si -obbliga d'orc e 20 soldt, ríceoutí in mutuo do Masseo di restituíre in otto rate annuali I 14

fioríni

del

Verde.

Originale. NeI oeno nole, del nc. XV: aJ Carta di Maseo deÌ Verde Arc. Caet., Prg. (Fonilo Písano) n. 3251. di forini ll4 contra a Giannetto di Buonacoro da Suvareto etc,; b) Massei del Verde; /el sec. XVIII: Ricognizione di debito di

Giannetto Buonacorso spetiale, d'aprile 1379.

Ex hoc instrumento sit manifestum quod Iannectus spetiarius condam Bonacursi de Suvereto, commorans in terra Castilionis Pischarie, interrogatus a Masseo condam ser Colj del Verde, de cappella Sanctj Viti, fuit confessus se recepisse ab eo mutuo gratis florenos centumquactuordecim aurj et soldos vigintj, denariorum pisanorum minorum, renuntians exceptioni denariorum non receptorum, quam promisii ei non opponere, ad penam forenorum ducentorum viginti octo auri et soldorum quadraginta, quos florenos Iannectus promisit Masseo solvere hinc ad annos octo hoc modo, videlicet singulis sex mensibus florenos septem aurj et soldos decem, usque ad satisfationem debiti, in florenis de auro et denarijs tantum et non in alia re, sine briga et expensis, obligando. se et suos heredes et bona; et precepit Masseo ingredi possessionem bonorum suorum pro suprascripto capitalj, pena duplj et expensis, nisi solutio denariorum ei facta fuerit; cum pacto quod solutio probari non possit nisi per hanc cartam cassam vel aliam a notario confectam, et quod pro debito non soluto et non soluta pena et expensis Masseus possit lannectum facere in carceres mictj Pisis, Luce, Florentie, Pistorij, Senis, Vultenis, Ianue, Neapolim, Rome et ubique, secundum formam statutorum et brevium dictarum terrarum, et sic Iannectus promisit Masseo servaturum. Ego Bindus Clarj notarius precepi per guarentigiam quod debitum Masseo solvat et alia observet. Actum Pisis, in viridario domus carcerurn pisane civitatis, posite in cappella Sisti : Michaele condam Choltj, de cappella Sancte Cecilie, et Dominico oleario condam Lorpi, de cappella Sancti Massej, testibus, Incarnationis anno millesimo trecentesimo septuagesimo nono, indictione prima, pridie ydus aprelis, secundum cursum pisanorum. ST. Guelfus Clarj condam ser Nicolj Clarj notarij, civis pisanus, imperialj auctoritate notarius, predicta omnia, ut in actis ser Bindi Clarf notarii, germanj mei, condam Nicolj Clarj, invenj, ita ex commissione michi facta a eapitaneis et admonitoribus collegij notariorum pisane civitatis, scripsi.

c -1380 .vilI . 4. Voltera

F. P. 3295.

Símone Paganí, t)escooo dí Voltena, a Pierc de' Lanfranchi, Io legittíma ínsíeme con Raníero de' Lanfranchì.

-

di Pisa: in forza di púoí-

Iegío imperíale, Atc.,

Caet., Prg. (Fondo Písano)

n. j295.

Symon, episcopus vulterranus

de

Pisis.

Oigínale. NeI oeno, nola del

scc.

XVII

(omesa).

et sacri inperij princeps, Piero do-inj Gualterotti de

Lanfranchis,

Exibita nobis pro parte tua supplicatio continebat quod te, procreatum ex dicto Gualterotto


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI et

Iohanna Ciechj de Cotugnano, comitatus Pistorii, legiptimare et ad actus legiptimos habilem reddere dignaremur: nos actendentes fore dignum quod hij, quos in legiptimis actis defectus natalium impedit, legiptimationis honore per principem reparentur, eo quod secundum doctrinam Beati Ieronimj naxi de adulterio non est eius culpa gui nascitur sed illius quj generat, guoniam in seminibus non peccat terra que confovet, non semen quod in sulcis iacitur, non humor et calor quibus temperata frumenta in germen excrescunt, quia aà hoc mulieres natura producsit ut partus ederent, quibus est pudor nuptiarum premia non habere, supplicationibus annuimus; volentes tibj gratiam facere, auctoritate imperialj qua fungimur, concessa predecessoribus nostris et ecclesie vulterrane a romanis condam divis principibus, prout in privilegijs, sigillis munitis, per Agustinum notarium lectis, continetur, quorum tenor unius, quantum ad presens spectat negotium, talis est ("f. C-1363.V(.13): te Pierum, absentem, et Raynerium dominj Iacobi Nagarj de Lanfranchis, de Pisis, presentem et petentem pro te Piero et tuo nomine, legiptimamus ut in bonis paternis et maternis, propriis et feudalibus, subcedas tamquam legiptimus, agnatis et congnatis agnatus et congnatus efficiaris, et ad omnes actus, offitia et hono.es admictaris, non obstaute aliqua lege; mandantes per Agustinum, notarium nostrum, ea scribi et nostrj pontificalis sigillj t appensione muniri.. Datum et actum Vulterris, in episcopalj palatio: domino lusto, plebano plebis de Morba, vulterrane diocesis, Anthonio Leonardi, de Tarvisio, et Iacobo lohannis de Medicis, de Bersia, testibus, anno millesimo trecentesimo octuagesimo, indictione tertia, die quarto mensis agustj. Agustinus, filius olim ser Martinj de Vulterris, imperialj auctoritate iudex ordinarius atque notarius et nunc notarius episcopi vulterrani, de ipsius mandato soipsi et privilegia dictorum divorum principum vidi et signum meum 2 apposui.

I Ttaccla neÌfo,r.

sulla plica,

a

cut

era appeso. t Con un laglÍofu

atportato r'l

ST. nel matgíneínfeiore síntslrodella

p.tgamena,

c - 1381.vil.11 Pisa

F . P.3302

.

Gaetanì, per 60 fioríni d'oro, oende a Filippo Gaetaní -delCeo pascolo dì Teta di Nome o c de Dogla

due dei

,3226.

24 carcti della corte e"

".

Písano)n.3302.

aulentíca. Nel t)erso noledelsec.XVII: a).'Carta

decompradc Contra$o di vendita Ceo Gatani, 1382i b): Ghatani da Filippo ier di carari due dc 24 intieri carati pro indiviso della corte e pasco della Tcrra Nominis seu de Dogla fatta da Cco Gaetani a messcr Filippo di Puccio Gaetani. Iol, ín Ptg. (Fondo Plsano) n.3225, CoFía' ìnser.i,ta ín C-l49i.III-30-V.24.

Arc. Caet,, Pte. (Fowlo

carati dua et dc Teniccio

(e

contlnualà

da mano

Copía

dloersa) chompri

manifestum guod Ceus condam Gaddi domini Andreotti de Gatanis, cappella Sancti Donati, vendidit Philippo frlio condam Puccii Sciarre de Gaitanis, de cappella

Ex hoc instrumento pateat

de

Sancti Donati, caratos duos pro indiviso ex vigintiquatuor caratis pro indiviso curie et pascus Terre Nominis seu de Dogla: quod tenet pascus unum caput in podio supra Lacuscellum sicut vadit usque ad Lacum Troie et sicut vadit recte ad fontem Nocicchij exha capite illo est coniunctus de Melis, aliud caput in strata veterj de Vada, latus unum io curia de Riparbella sicut vadit ad ficum nigram et versus Riparbellam, sicut vadit per coscium versus Riparbellam, ita quod podium Montis Calvuli est de isto pascu et usque ad Gradum Loray et parte in curia Colmegauj, sicut tenent infrascripti terminj positi in confrnibus Tene Nominis et Colmeganj, videlicet: terminus unus positus iuxta botrum quod vocatur Ultrj Pescio et prope viam que vocatur Stradella Incrociata comunis Vade et Tene Nominis et Colmeganj ; alius terminus est in medio Vallis del Melo prope Stradellam prope alium terrúnum ex latere transverso circha perticas centum quadraginta quatuor vel circha; alius terminus est in valle suprascripta, prope alium terminum suprascriptum per perticas centum sexaginta vel circha, cum recta via per dictam vallem; alius terminus est in dicta valle seu Vallino del Melo in medio, in loco dicto al Gogio di Vallimori prope illum Gotie, in capite dicte Vallis del Melo, prope alium suprascriptum terminum in medio, per perticas quadringentas guadraginta vel circha, cum recta via per Vallinum del Melo; alius terminus in loco dicto Trebbio prope Crociatam querchus grosse, per perticas decem prope viam que 1 vocatur Stradella, que est in loco dicto Trebbio; alius terminus in loco dicto Vallino Candeuli, qui est louginquus ab alio suprascripto termino proximo per perticas ducentas sexaginta vel circha; alius terminus in loco dicto lo Forcone, 2 in loco dicto di la da I'Acqua Alta, sive ibi prope alium terminum proxime


V

ARIA

49

scriptum per perticas sexaginta vel circha, prope botrum Aque Alte per duas perticas vel circha; alius terminus in capite loci qui vocatur Terraio, qui est longinguus a suprascripto proximo termino Aque Alte per viam botrj Aque Alte per perticas quingentas triginta vel circha: alius terminus in medio Podij Aquebone, qui est longinquus a suprascripto termino, qui est in capite terminj, per perticas sexaginta vel circha; alius terminus in medio podii dicto lo Poggio delle Suvarelle, qui locus etiam vocatur Mondillio, qui est longinquus per rectam viam a suprascripto proximo terrnino per perticas centum guinquaginta vel circha; alius terminus in loco dicto Laivola Riparbellese, prope viam qua itur ad castrum Riparbelle, ad Terram Nominis et intra locum dictum lo Corso delli Asinj, in loco dicto Laivola Riparbellese, que est longe a suprascripto proximo termino, posito in medio podij suprascripti, per perticas ducentas duodecim vel circha; et aliud latus tenet pascus in curia Malandronis sicut itur per Riperum et recte sicut itur subtus guercus et per Vallem Gundulam etiam partim in curia Bladj et per senam Canarie et supra per podium Grufiuletj et in Caneta recte ad Podium della Leccia et ad Listhaivolum et per rectam viam ad Garavellum et partim irt curia Castelline sicut per seuam Cabbrigivoculj ; cum omni iure, proprietate, pertinentijs et adiacentijs sr,ris; pro pretio florenorum sexaginta aurj, ad pondus pisanum, quod Ceus fuit confessus se recepisse; renuntiando exceptionj florenorum non receptorum, quam promisit non opponere ad penam duplj ; Ceus promisit Philippo eum et eius heredes non imbrigare aut per pla-

citum fatigare in re vendita; et si lis de ipsa moveretur, quod in se suscipiet iudicium et pignera curijs dabit et advocatos acquiret, eis et notarijs salaria dabit; si omnia non observaverit, penam duplj pretij aut valentie rey vendite, dapnum et dispendium Philippo resarcire convenit. Actum Pisis, in apotheca domus habitationis Martinj lohannis Davinuccij, posite in capella et platea Sancti Ambroxij, quam ego conduco: Bartholomeo condam dominj Benedictj de Gaitanis, de capella Sancte Lucie de Richuccho, ser Colo condam ser Benvenuti de Scorno, de capella Sancti Bartholomei de Pecijs, et ser Framuccio notario condam ser Framuccii notarij, de capella Sancte Trinitatis, testibus, Incarnationis anno millesimo trecentesimo octuagesimo secundo, indictione quarta, quinto ydus iulij, secundum cursurn pisane civitatis. ST. Finus notarius condam ser Bartholomej notarij olim ser Finj de Boncetaneis, de Vico, civis pisanus, imperialj auctoritate notarius et iudex ordinarius, omnia rogata a ser Taddeo notario olim ser Betti notarii de Cartellosis, de Vico, pisano cive, prout in eius libro et' actis invenj, ita sumpsi ex commissione michi facta a pisanorum potestate et scripsi' secundum stilum et formam suprascripti ser Taddei. Solvit lohanni Bianchi Bondiej, exactorj gabelle maioris, gabellam debitam de predictis, pro simplo tantum, suprascriptis anno et indictione, die vigesimo tertio iulij.

I Nella

copla

Candouli 2 NeI

testo loforcone

c - 1381. xI.2.

F. P . 3249.

- Pietro Dies e Giooanni ma51;t.2 e padroni di naoi e suddíti del re di Goteres, anche

Genooa

console

Arc. sec.

XVIII:

degli spagnoli ín Piso.

a

nome

di Martino Yoagnes e Martino

Castiglia, costituiscono Gercrdo * de

Oghoa, Grassolinis "

Nel tserso, nota del Originale, scritlo pfima di C- 1381 ,XI .4. Caet., Prg. (Fondo Pìsano) n. 3249.t Gherardo Grassolini console di Spagna. Alberti f ievsarini 2 seusale, anno l3El 1 segnatwa del sec. XVII: n. 58,

Petrus Dies de Rialta, de Birbao, subditus et districtualis principis et regis Castelle, dominus, magister et patronus navis vocate Sanctus lacobus, nunc in portu pisano existentis, et Iohannes Goteres, de Sancto Iacobo Sancti Anderij, districtualis et subditus prefate regie maiestatis, magister alterius magne navis vocate Sanctus Iohannes de Sancto Anderio, nunc in portu Ianue existentis, parate de prosimo navigare ad partes Romanie, eorum nominibus et vice Martinj Yvagnes, de Corda de Bermeo, magistri et pauonj alterius navis vocate Sancta Maria, et Martinj Oyhoa, de Fano, magistri.alterius navisvocate Sancta Maria, que anno presenti de portu lanue recesserunt, yspanorum et subditorum regis Castelle, a quibus Petrus Dies et lohannes Goteres habent, ut aserunt, speciale mandatum: scientes ipsos magishos et patronos et quam plures alios yspanoe et castelanos sepe et sepius cum navibus et mercimonijs navigare ad portum Pisarum et ad civitatem Pisarum eiusgue territorium et districtum, et quasi omtres alias nationes in dicta civitate habere consulen, qui semper illos, pro quibus coDsules existunt, deffendúnt et eorum ,,7


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

50

iura protegunt, et quod yspanj sollj quasi sunt in Pisis qui consule carent: volentes utilitati eorum et aliorum yspanorum et subditorum regie maiestati Castelle providere, informati de scientia, legalitate et virtute Gerardi de Grassolinis, civis et mercatoris Pisarum, dictum Geraldum, licet absentem, constituunt consulem eis et toti nationj yspanorum in civitate Pisarum eiusque comitatu, tenitorio, posse et districtu, cum honoribus, emslumentis et comodis quibus consules aliarum nationum in civitate Pisarum fruuntur, et cum baylijs, potestatibus, iurisdictionibus et administrationibus quas consules aliarum nationum in civitate Pisarum habent; suplicantes ancianis civitatis Pisarum dominoque Petro de Gambacurtis, capitaneo etc. quatenus Guiraldum eligant consulem castelanorum et yspanorum. Actum lanue, in claustro monasterij et conventus Sancti Francisci de lanua, anno Nativitatis MCCCI-XXX primo, indictione IIll, secundum cursum Ianue, die secunda novembris, circa vesperas: testes frater Menendus, yspanus, ordinis Sanpti Francisci, socius cardinalis ianuensis, Bartholomeus de Odino condam Andrioli, Octavianus de Sancto Francisco et Paganus lJsusmaris. ST. Andriolus Caytus, de Arengano, notarius sacri imperij, scripsi.

I La rcstl

pergamena era cucíla

spago

coll'altra n. 3399 (C-1382.1V.2; C-1382.VLt6), come rísulta daì píccolí e supetíore. 2 Abbr, FiorFi

c- 1381. XI.4.

--

Arc.

e daí

F. P. 3249.

Gíooannì Martino, padrcne e goleînalore dí una naoe e suddito del re Gerardo u de Crrassolinis u consok ilegli spagnoli in Pisa.

Genooa

toi

nei lembì, ilspeltioamenle ínfeiote

Caet,.,

Prg. (Fondo Písano)

n.3249.

Oigínale,

scrílto

dl

seguíto

aI

di

Castiglia, costiluísce

precedenle.

Iohan Martinus, de Bermeo, districtualis et subditus principis et regis Castelle, magister, Patronus et gubernator navis vocate Sancta Maria, nunc in portu pisano existentis, sciens ipsum et quam plures

yrpioo, et castelanos sepe et sepius cum eorum navibus et mercimonijs navigare ad portum pisanum^ et ad Pisarum eiusgue territorium et districtum et quasi omnes alias nationes, navigantes et trafigantes "ioit"t"1n in civitate Pisarum habere consulem, qui semper illos, pro quibus consules existunt, defiendunt et quod ybpani soli sunt in Pisis qui consule carent: volens utilitati ipsius et aliorum yspanorum et aliorum àirtri"tu"liu111 regie maiestatis Castelle providere, informatus de scientia, moribus et virtute Gerardi de Grassolinis, civis et mercatoris Pisarum, habens scientiam de electione facta per Petrum Diem et Iohannem Goteres et alios yspanos de dicto Geraldo in consulem eorum' dictum Geraldum, licet absentem, constituit consulem ipsi et toti nationi yspanorum in civitate Pisarum eiusque comitatu, territorio, posse et dishictu, cum honoribus, emolumentis et comodis, quibus consules aliarum nationum fruuntur, et cum baylijs, potestatibus, iurisdictionibus et administrationibus, quas consules aliarum nationum in civitate Pisarum-habent;'suplicans antianis civitatis Pisarum necnon domino Peho de Gambacurtis, capitaneo civitatis Pisarum etc. quatenus dictum Guiraldum eligant consulem castelanorum et ysPanorum. Actum Ianue, in Bancis, ad bancum notarii infrascripti, anno Nativitatis MCCCLXXX primo, indictione IIU, secundum cursum lanue, die VI novembris, circa terciam: testes Bartholomeus Aspiranus, Symon Caytus et Anthonius Ebriatus, cives lanue. ST. Andriolus Caytus, de Arenzano, notarius sacri imperii, scripsi.

F. P. 3249.

c - 1381. XI .10 .

Domingo de Berries, maestro della bsrca o Santa Maria,, conferma l'elezíone diGeratdo Grassolino a console dei suddití ìlel re di Castiglia ín Pisa.

Genooa

Arc. Caet., Pery, (Fonilo Pisono) n. 3249.

OrígÌnale, scrtilo

dí *guÍIo al

pteredenle,

de Berries, vicinus de Sancto Sebastiano, disnictualis principis et regis Castelle, meriator yrpiour, ad presens moranr trahens ia civitate lanue necnon magister barche vocate Sancta Dominghus

Maria, habens scientiam Geraldum C,rassolinum, de Pisis, creatum fuisse consulem per nonnullos ysPanos, districtuales dicti regis, ipsis et alijs disuictualibus regis Castelle in civitate Pisarum eiusgue territorio,


VARIA

5t

et districtu, ut patet instrumentis manu notarij infrascripti, anno et mense presenti: informatus de virtute et legalitate dicti Guiraldi, electionem factam de dicto Geraldo ratifficat, cum bailiis, iurisdictionibus et emolunnentis, guibus consules aliorum nationum in civitate Pisarum potiuntur; suplicans antianis civitatis Pisarum necnon domino Petro de Gambacurtis, capitaneo civitatis Pisarum etc., quatenus dictam electionem aprobent. Actum Ianue, in Bancis, ad bancum notarij infrascripti, anno Nativitatis McccLXXX primo, indictione llll, secundum cursum lanue, die decima novembris, circa terciam: testes Bartholomeus Aspiranus, Gabriel Vignosus et Rollandus de Matena, cives lanue. ST. Andriolus Caytus, de Arenzano, notarius sacri imperij, scripsi.

posse, comitatu

c - 1382 .[v.2 Písa

F. P.3399.

.

Gonsallo u Sancis ,, maestto e padrone della naae " S. Giovanni Battista ,, -zíone di Gerardo Grassolino a console deí castíglíani resídenti ín Pisa. Arc. Caet., Ptg. (Fondo Písano) n, 3j99.!

conferma ltele-

Orígínale, scritto príma dí C- 1382.V1 .16.

Cum ad notitiam Gonsallj Sancis, de Sancto Andrea, regnj Castelle Spanee, condam Dominicj Sancis, magistrj et patronj unius sue navis, spinaccie, castellane, unius coperte et unius timonis, vocate Santus Iohannes Evangelista, nunc in portu pisano existentis, pervenerit quod certj de Castella Spanee domini, magistrj et patronj eorum navigiorum, tunc in portu Ianue existentium, elegerint in eorum consulem in civitate pisana eiusque portu Gerardum Grassolinum, civem et mercatorem Pisarum, ut constat per cartas rogatas in civitate Ianue ab Andrevolo Cayto, de Arengano, notario de lanua, anno a Nativitate McccLXXxl, indictione IIIJ, secundum cursum lanue, de mense novembris; et Gonsallus cognoscat predictam electionem consulis sibi.et alijs Castelle Spanee, venientibus et morantibus cum eorum navigijs et mercantijs ad civitatem pisanam eiusque portufn, esse necessariam: Gonsallus electionem de Gerardo factam in consulem ratificavit et ipsum in consulem elegit, promictens suprascripto Gerardo presenti electionem firmam tenere, ad penam dupli totius eius de quo ageretur ab eo, cum refectione dannorum' et expensarum litis. Actum Pisis, in apotheca turris Bacciamej Leulj, posite in capella Sancti Sebastianj Kinsice: Piero Maggiulino condam Bacciamei, cive pisano, Francischo Albertj, sensale, de Florentia, conmorante Pisis, et Nerino Bartholj Minutulj, de Pisis, testibus, Incarnationis anno millesimo trecentesimo octuagesimo tertio, indictione quinta, quarto nonas aprilis, secundum cursum notariorum pisane civitatis. ST. Ciale Meglioratj, filius olim Guidonis Megliorati, civis pisanus, imperialj auctoritate notarius et iudex ordinarius, scripsi.

I

Cf.

nota

ín C"l3BI .XI .2.

c - 1382 .vI .16 Pr'sa

F.P.3399.

.

e

Gíooanni Daudonsa, " S. -Gerardo Gassolino a console degli spagnoli residenti in Pisa.

maestrc

Atc.

Caet.,

in Prg. (Fonilo Písano) n. jjj9.

padrone della naoe Otígínale, sctitto

Giovanni

segaíto

al

conferma I'elezíone dí

",

ptecedenle.

Iohannes Martinj Daudonsa, de Bermeo Spanee, dominus, magister et patronus unius sue navis, castellane, unius timonis et coperte, vocate Sanctus lohannes, nunc in portu pisano existentis, ad cuius

notitiam pervenit Gerardum Grassulinum esse electum

in

consulem hominum

et

parsonaium Spanee,

venientium ad civitatem pisanam eiusque portum, electionem de ipso Gerardo factam ratificavit ac ipsum in consulem elegit, promictens predictam habere firmam, ad penam duplj eius de guo ageretur ab eo, sub obligatione suj et heredum bonorumque suorum. Actum in suprascripto loco: I Iuliano Guidonis Megliorati et Raneúo Cala condam Georgij, pisanis civibus, testibus, suprascriptis anno et indictione, 1. ST. Ciale Meglioratj, notarius suprascriptus, I sextodecimo kalendas iulij, secundum cursum predictum scripsi.

I cl. c- t i82.1V.2.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

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F. P.3299.

c - 1383 .VI. 26. Pisa

- II

notaio Andrea d'Appíano, tutore di Matteo, arfano di Fanuccìo di Gíooanni, per 150 fíorini d'orc, oende al notaío Piero d'Appíano, alcuní terreni in Appíano, nonché una caEa e un casalino in Ponte aI Serchio.

Copia Arc, Caet., Ptg. (Fondo Písano) n.3299, de Appiano contra ser Petrum de Appiano; à) de ser Matteo.

autentíca. l/el

aerso nole

del

sec.

XV: a) Carta ser Mathej

Ex hoc instrumento sit manifestum quod ser Andreas notarius, condam ser Dinj notarij de Appiano, de cappella Sancti Andree Kinsice, tutor Matthei, infantis, filij condam Fanuccij lohannis, de comuni Pontissacchii, heredis suj patris, ad quam hereditatem ser Andreas adivit cum benefrtio inventarij, per cartam rogatam a ser Piero notario filio Fej de Appiano, anno et indictione presentibus (l), die trigesima (?) sexta iunij, et qui Andreas datus fuit tutor a domino Gerardo Favullia, iudice nove curie pupillorum pisane civitatis, habente o6cium curie, cum dominus lohannes de Lanfrancis, eius collega, fuerit infirmus, adeo quod tunc ad curiam venire non valebat, per cartam tutele rogatam in actis curie nove pupillorum a ser Lupo notario 6lio Iohannis de Sancto Iusto in Canniccio, notario et scriba dicte curie, Incarnationis anno millesimo trecentesimo ottuagesimo quarto, indictione sexta, quartodecimo kalendas iulij, habens baliam ex forma decretj facti per suprascriptum Gerardum, per cartam rogatam a ser. Lupo notario, suprascriptis anno et indictione, quarto kalendas iulij, in guo decreto cavetur quod ser Andreas potest bona minoris alienare sine auctoritate iudicum dicte curie pro satisfaciendo debita minoris: vendidit ser Piero notario fllio Fei de Appiano, de cappella Sancti Martinj Kinsice, infrascripta petia terrarum, videlicet: Petium terre campie, posite in Appiano, in loco dicto Aptato, et tenet unum caput in via publica, aliud cum latere in terris Cenccij de Appiano, et est stariorum quatuor; petium terre campie, posite in Appiano, in loco dicto Acerro, et tenet unum caput in via publica, aliud in terra heredum suprascripti Cenccij, latus in terra monasterii Sancti Matthei, et est stariorum sex; petiunr terre cum canneto, posite in Appiano, alla Cascina, et tenet unum caput in Cascina, aliud in via, latus in tepa heredum Cenccij, et est stariorum duo; petium terre campie, posite in Appiano, alla Pieve, et tenet unum caput cum latere in vijs publicis, aliud caput in terra Massej Sigli, et est stariorum unum; petium terre sode, posite in Appiano, in loco dicto Spicciano, et tenet unum caput in terra domini Ranerij Mangiantis, aliud in terra heredum Cionis Guadangnj, Iatus * s et est stariorurn octo; petium terre sode, positJ in Appiano. in loco dicto alli Arbarelli,l et tenet caput in via, latus in terra heredum Cenccii suprascripti, et est stariorum duo; petium terre campie, posite in Appiano, in loco dicto a Strada 2, et tenet unum in strata, aliud caput in terra Fei Landi, latus in tena domini Bartholomei de Appiano, nunc canonicj pisane maioris ecclesie, et est stariorum sex; petium terre vineate, posite in suprascriptis confinibus, in loco dicto Via della Pieve de Appiano, et tenet caput in via publica, aliud in terra Pescinj Vannis, latus in terra Guiduccij Vannis, et est stariorum tria: petium terre cum domo, in qua dittus Fanuccius habitabat, posite in castro Pontissacchi, et tenet caput in strata publica, aliud in * *, latus ad domum Fei Landi et aliud ad domum Iohannis Puccinj ; casalinum copertum pro certa par.te, positum in dicto castro, et tenet caput in via, aliud ad domum Nannis Lostis, latus ad casaliourl r *; cum omni iure, proprietate, pertinentiis et adiacentijs eorum; pro pretio florenorum centum quinguaginta aurj, quod ser Pierus convenit ser Andree solvere vel Matteo minorj in florenis de auro et non in alia re, alioquin penam duplj, dampnum et dispendium dare convenit, et se, suos heredes et bona obligavit; et promisit de rebus venditis non inbrigare nec per placitum fatigare, et offerre se liti et questionj gue ser Piero vel eius heredibus moveretur, . et satisdare curie et suscipere in se litem cum suis suorumque heredum pingneribus, diritturis, salarijs iudicum et advocatorum: et renuntiavit iuri Mattheo minorj competenti. Actum Pisis, in camera pisani comunis, ubi recipitur et datur pecunia pisani comunis, posita in cappella Sancti Petrj in Curteveterj: Bonagiuntta condam Vannjs de Calcinaria, de cappella Sancti Andree Foris Porte, et Fanello lacobi, planulario, de cappella Sancti Frediani, testibus, Incalnationis anno millesimo trecentesimo ottuagesimo quarto, indictione sexta, sexto kalendas iulij. Soluta est cabella debita pro simplo tantum Marcho ser Pieri del Fornaio, exattorj cabelle maioris pisane civitatis pro comuni pisano, suprascriptis anno et indictione, die undecima iulii. ST.


VARIA

53

Nerius olim Coscii lohannini de Appiano, civis pisanus, imperialj auctoritate notarius, predittam cartam a ser Iohanne notario olim ser Bindi notarij de Appiano, cive pisano, rogatam, ut in attis ser lohannis invenj, in publicam formam redegi, mortuo ditto Iohanne et dittis attis in parte penes me existentibus

ex morte ditti lohannis. I Nel lesto alliarbarelli

c

-

1383

Palaia

-

'

AIel ,erro astrada.

.IX.4. Testamento

F. P. 3298.

di

Nocco del

fu

Arc. Caet., Prg. (Fondo Písano) n. j298. al poder del Ponte; c) ... di

ó,) Charte Appianelli

Vanní,

Pontederc.

aulentíca, Ne/ oerso nole del sec. XV: a) Ser Matej ; iÌ) .,. a ser Matteo de Appiano.

Copía Ponte ..'

di

de Apiano;

Ex hoc inshumento sit manifestum quod quoniam testamentum est testatio mentis de eo

quod quis de bonis suis post eius mortem fierj velit, ideo ego Nocchus condam Vannis, de comuni Pontishere, sanus mente, corpore et intellectu existens, sic testor et meam ultimam voluntatem dispono: In primis quod annullo alia mea testamentum, codicillos et donationes post mortem usque hodie rogata. Iudico corpus meum sepelliendum apud ecclesiam Sanctorum lacobi et Filippi de Pontishere, et ibi eligo meam sepulturam; expendj volo de meis bonis, in diebus obitus, septimj et trigesimj, quod placebit meis frdeycommissarijs. Mando quod domina Pina, relicta Nardj Puccinj, de comuni Pontishere, sit domina et usuhuctaria omnium nneorum bonorum donec in domo mea stare voluerit et vitam vidualiter honeste et caste servaverit; mando quod domina Pina, uxor mea, habeat usum et habitationem domus mee, in qua nunc habito, victum, vestimenta et calciamenta de meis bonis toto tempore vite sue. In alijs meis bonis filium vel filiam, nasciturum vel nascituram ex venhe pregnante dicte Pine, uxoris mee et frlie lohannis de Pugnano, mihi heredem instituo; et si contigerit quod filius vel filia nasciturj decedant ante etatem legitimim vel sine liberis legictimis, mihi et eis substituo heredem lohannem condam Nardj, de comuni' Pontishere; et si contingeret dictum lohannem decedere sine liberis legittimis, relinquo Nannj condam Vannis, de comuni Pontishere, petium terre cum domo et casalino post domum suprascriptam, positam iri castro Pontishere: et tenet ambo capita in vijs publicis, latus unum in terra lohannis Pacterij de Pisis

et aliud in terra mej ; cum omnj iure, proprietate et adiacentijs suis. Relinquo Malco, Ugolino et Antonio, filijs condam Bandinj, de comuni Pontishere, petium terre cum domo et casalino post dictam domum, positum in castro Pontishere, quod tenet ambo capita in vijs publicis, latera ambo in terra et domibus mej, cum omnj iure, proprietate et adiacentijs suis. Et in dicto casu Operam ecclesie Sanctorum Iacobj et Filippi mihi et ei heredem esse volo. Horum iudiciorum et legatorum relinquo fideycommissarios Marchum et Nannem suprascriptos et Pinam relictam Nardj Puccinj, de comuni Pontishere, cum pacto quod Pina sola cum uno ex dictis fideycommissarijs dictum oficium possit exercere: quibus concedo potestatem et plenum mandatum et administrationem de meis bonis recipiendi, alienandi et pignerandi pro meis iudicijs solvendis. Actum Palarie, in domo habitationis ser Guidonis notarij condam Burdotinj àe Palaria: ipso Guidone, Antonio Dominici, Antonio Dree, Iohanne Tini, Iohanne Vannuccii etAntonio Bennj, de Palaria, testibus, Incarnationis anno millesimo trecentesimo octuagesimo quarto, indictione sexta, pridie nonas septembris. ST. Iannes 6lius olim Simonis lannis de Palaria, pisanus civis et imperialj auctoritate notarius et iudex ordinarius, omnia prout in actis ser Pieri notarii condam Cambij de Palaria inveni, ita, ex commissione mihi facta a capitanijs et ammonitoribus collegij notariorum pisane civitatis, scripsi et in publicam formam redegi.

c-1385.I.3. Pisa

F. P.3143.

di Lando. de Corvar'ía,, per 120 fiorini d'oro, t)ende tutte le terre che possiede nei c,omuni di Poilo Pisano e " Treguli ,, a Elonaccorso del fu Bartolo " de eolle o, e a Bandíno del îu Vanní, di Lioorno, ai quali Gîooanní del fu Coscio " de Corvaria >, come

-

Giooanna, t:edooa


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DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CA ETANI

cutalore'di Coscío, erede dí Bartolomeo del fu Coscìo, per díeci ltbbre di denarí pìsani, oende Ia sesta parte di un terreno, posta nel comune di Porto Pisano. Arc. Caet., Ptg. (Fonilo Pisano) n. 3 I 4 j. Orígìnale. NeI oerso nole, del sec. XV : Cha*a delle terre de Porto Pisano comprate per Bonaccorso ...; del sec. XVI: a) compra delle possessionj del Piano di Porto da monna Giovanna da Corvara; ó) cartta depiù pessi de tera in confine de Liborna in luogo ditto el Pogo alla Canpana a Livorna; c, contratto delle compere et terre(l) delle terre dal Poggio alle Capanne; d) rogo ser Benedecto de lacopo Benedicti; del XVIII : contrato di Maria Lorenza di Livorno e moglie già di Alfonso del Capra ..,i aIIrc (omesse). Pateat quod domina lohanna, relicta dominj Landj condam Guidonis, de Corvaria, et frlia condam Simonis, de Aviano Lunigiane, comrnorans nunc Pisis, in cappella Sancti Nicolj, vendidit Bonaccurso filio condam Barùalj, de Colle, de cappella Sancti Martinj Kinsice, ementi pro se et pro Bandino filio condam Vannis, de comuni et castro Liburne, infrascripta petia tere, videlicet: Petium terre campie, quod vocatur lo Podere r, potitum in confinibus comunis Pisani Portus, in loco dicto la Capanna 2, et tenet unum caput in via publica super Conductus 3, aliud in terra suprascripte domine lohanne, latus unum in terra heredum Antonij Vannis del Gufo de Pisis, aliud in terra dominj Lemmj de Curte, et est per mensuram stariora triginta vel circa; petium terre campie, positum in suprascriptis confinibus et loco, et tenet unum caput in terra heredum suprascripti Antonij, aliud in terra ecclesie Sancti Nicolay de Portu Pisano, latus unum in terra heredum Nerij de Liburna, aliud in terra venditricis, et est per mensuram stariora quatuordecim; et ultra petium ten'e campie, positum in suprascriptis confinibus et loco, et tenet unum caput in tena pratata comunis pisani, aliud in terra Ravalde, latus unum in via publica, aliud in terra venditricis, et est per mensuram stariora quadraginta; petium terre campie, positum in suprascriptis confinibus et loco, et tenet unum caput in via publica Coductus, 3 aliud in terra Run"ldu, lutu, unu* in terra pratata comunis pisani, aliud in terua domini Lemmi de Curte, quod est per mensuram stariora sedecim; petium terre campie, potitum in suprascriptis confinibus, in loco dicto * *, et tenet unum caput in via publica, aliud in tena dominarurn monasterij Sancte Marie Valverde cum uno latere, aliud latus in terra dominj Lemrnj de Curte, et est per mensuram stariora viginti quatuor; petium terre campie, positum in suprascriptis confinibus, in loco dicto Faldo, et tenet unum caput in via publica, aliud in bosco **, latus unum in terra Ravalde, aliud interra suprascripti Lemmj, et est per mensuram staniora triginta i petium terre campie, positum in suprascriptis confinibus, in loco dicto *,F, et tenet unum caput in terra dominj Lemmi de Curte, aliud in tena heredum Ravalde cum uno latere, aliud latus in terra venditricis, et est per mensuram stariora octo; petium terre pratate, positum in confinibus comunis Pisani Portus, in loco dicto Via di Me99o, et tenet unum caput in terra ecclesie Sancti Nicolay de Portu, aliud in terra Pontonarij Pontis Veteris de Pisis, Iatris unum in terra pratata suprascripti Lemmj, aliud in terra pratata heredumsuprascripte Ravalde, et est per mensuram stariora octo; petiumterre campie, 2, et tenet unum positum in suprascriptis confinibus comunis Pisani Portus, in loco dicto la Capanna caput in via publica, aliud in terra boschata **, latus unum in terra Bandinj Vannis de Liburna, aliud in bosco x *, €t est per mensuram stariora sex vel circa; petium terre campie, positum in confinibus comunis Tregulj, in loco dicto al Tufo, quomodocumque confiuetur et quantumcumgue est per mensuram; terciam partem pro indiviso unius petij tene boschate, positam in confinibus comunis Pisani Portus, et tenet unum caput in Cinghia, aliud in via Carrareccia prope ecclesiam Sancti Stefanj de Via Portus Pisani, latus unum in strata publica qua itur ad Portum Pisanum, et quantumcumque est per mensuram; aliud petium terre pratate, positum in conÉnibus Pisani Portus, in loco dicto in nel Porto, et tenet ambo capita et ambo latera in terra heredum dominj Lemmj condam Puccii de Curte, de cappella Sanctj Yllarij ; et omnes alias possessiones quas dicta lohanna habet in confrnibus comunis Pisani Portus et comunis tegulj ; cum omnj iure, proprietate, pertinentiis et adiacentiis eorumdem; et precepit Bonaccurso ingredi possessionem rerum venditarum; pro pretio florenorum centum duorum de auro, quod domina Iohanna coram me notario et testibus recepit a Bonaccurso, et eum et eius hederes et bona absolvit; et promisit Bonaccursurn et Bandinum et eorum heredes et successores non imbrigare nec per placitum fatigare, et liberas possessiones eis tradere et offerre se omnj liti et questionj que eisdem moveretur et satisdare curie et implere solepnia iuris cum suis eiusque heredum pigneribus, diricturijs, salarijs iudicum et advoca4 torum et alijs expensis; si predicta non observavint, penan dupli pretij seu duplj extimationis rerum venditarum, dampnum et dispeadia compoBere promisit; et se et suos heredes et bona obligavit. Ad hec Iohannes filius condam Coscij de Corvaria, de cappella Sancti Clementis, precibus domine lohanne, fideiubendo pro ea in solidum, promisit omnia obseryare ad easdem penam, obligationem. Actum Pisis, super


VARIA

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hostio domus habitationis suprascripte lohanne, posite Pisis, in cappella Sancti Nicolj: Antonio filio magistri Ianninj, magistro lignaminis et murorum, de cappella Sancte Eufraxie, et Feduccio, pellippario, condam Duccij, de cappella Sancti Martinj Kinsice, testibus, Incarnationis anno millesimo trecentesimo octuagesimo quinto, indictione octava, tertio nonas ianuarij.

Pateat quod lohannes filius condam Coscij de Corvalia, de cappella Sancti Clementis, heres testamentarius pro dimidia patris suj, necnon curator generalis Coscii, filij condam et heredis Bartholomei fllij et heredis testamentarij Coscij, datus ei in curia pupillorum pisane civitatis a dominis Benedicto

de Plumbino et Bondo de Lanfreduccijs, tunc iudicibus dicte curie, per cartam scriptam in actis dicte curie per ser lohannem, filiurn Pieri de Sancto Cassiano, tunc notarium et scribam dicte curie, Incarnationis anno millesimo trecentesimo octuagesimo quinto, indictione octava, quarto kalendas decembris: vendidit Bonaccurso, 6lio condam Barthalj de Colle suprascripto, ementi pro se et suprascripto Bandino condam Vannis, sextam partem pro indiviso unius petij terre boschate, posite in conGnibus comunis Pisani Portus, tenentis unum caput in Cinghia, aliud in Carrareccia prope ecclesiam Sancti Stefanj de Via Pisani Portus, latus unum in strata publica qua itur ad Portum Pisanum, aliud in terra heredum dominj Lemmj de Curte, cum omnj iure, proprietate, pertinentia et adiacentia eius; pro pretib librarum decem denariorurn pisanorum, quod lohannes recepit a Bonaccurso, et eum, heredes et bona liberavit, et promisit non imbrigare nec per placiturn fatigare, sed liberam possessionem eis tradere,

et offerre se liti que Bonaccurso et Bandino vel eorum heredibus moveretur et satisdare curie et implere solepnia iuris, cum suis et eius heredum pigneribus, diricturijs, salarijs iudicum et advocatorum et alijs expensis; si omnia non observaverit, penam duplj pretij seu extimationis rei vendite, dapna et dispendia solvere promisit et se et suos heledes et bona obligavit. Actum Pisis, in apotheca domus ecclesie Sancti Felicis, in qua habitat lacobus Signoretti, rector dicte ecclesie, posite in cappella Sancti Felicis: ser Bacciameo notario condam Vannis de Saxeto, de cappella Sancti Andree Foris, et Nanne, corassario, condam Sosse, de cappella Sancti Simonis Portemaris, testibus, suprascriptis anno, indictione et die. ST. Benedictus filius condam lac,obi Benedicti, civis pisanus, imperialj auctoritate notarius et iudex ordinarius, scripsi. Solvit Gerardo Sguarcialupo, exactori cabelle maioris, plo comuni pisano recipienti, cabellarn debitam de predictis pro dictis duabus emptionibus, pro simplo tantum, suprascriptis anno eF indictione, die nono ianuarij. Floreni 36. Floreni 12, solidi 3, denarii 8.

I NeI lesto lopodere Abbt, lacapana '

3

lóór. conduct

a Aggíunto nell'ínterlÍneo, con inchíostro dítteno.

c-1386.IV.28-1389.V.22. Pisa

F.P.3266.

Giacomo Moronelli riceoe in mutuo grazioso da ser Bandíno Porcori fideiussione di Caíre del fu ser Banduccio e di ser Gìooanni Arciprete.

-

Arc. Cae!., Prg. (Fondo Písano) n. 3266. Otìginale. Nel oerso note, del sec. Iacopo Moronello; del sec. XZl: instrunrento di imprestito di fiorini 50.

XI/:

50 fiofini d'oto,

con

Carta de florenis 50 contra

Ex hoc instrumento sit manifestum quod lacobus, lanarius, olim Francisci Moronellj de Vico, de cappella Sancti Laurentij de Rivolta, ad interrogationern mei Uliverij notarij pro ser Bandino olim Martinj Porcarii, tabernarii, t de cappella Sancti Martinj Kinsice, fuit confessus se recepisse ab eo mutuo gratis florenos quinquaginta aurj, ad penam duplj: quos florenos lacobus promisit reddere ser Bandino hinc ad sex menses proxime venturos in florenis de auro et obligare se et suos heredes et bona eidem ser Bandino, data fideiussione ad hoc, Caire, Ianario, olim ser Banduccij de Vico, de cappella Sancte Cecilie, fideiubendo in solidum predicta omnia observare; guare principalis et fideiussor preceperunt ser Bandino, a dicto termino in antea, ingredi possessionem bonorum eorum usque ad satisfactionem debiti, pene et expensarum; et est actum inter eos quod principalis et Édeiussor possint capi et in carcerem micti Pisis, Florentie, Luce, Senis, Pistorii, Ianue, Venetijs et Sahone et alibi. Et ego Uliverius notarius precepi principali et fideiussori per guarantigiam ut sub nomine iuramenti predicta omnia faciant. Actum Pisis, in apotheca ecclesie Sancti Filippi de Vicecomitibus, posita sub sehalis dicte ecclesie: Anùonio olim ser Dominici Cioti, de cappella Sancti Cluistoforj, et Piero olim Nerij Faris 2 de Capa""ulj, pisanis civibus, testibus, Incarnationis anno millesimo trecentesimo octuagesimo septimo, indictione nona, die vigesimo octavo aprilis, secundum cursum Pisarum.


DOCUMENTI DELI.'ARCHIVIO CAETANI

56

Ex hoc instrumento sit manifestum quod ser Bandinus olim Martinj, volens gratiam concedere Cairj, lanario, olim ser Banduccij, ipsum Cairem et eius heredes et bona, a fideiuxione prestita apud supradictum ser Bandinum liberavit, non preiudicando aliquid ei contra lacobum, lanarium, olim Francisci, principalem in dicta carta dicti mutuj, sed eidem ser Bandino omnia iura et nomina, que habet contra Iacobum et eius heredes et bona, ex forma carte mutui reservando; et promisit Cairi eum vel eius heredes aut bona, ex forma fideiuxionis, non imbrigare vel non molestare, ad penam duplj suprascripte guantitatis florenorum mutui, sub obligatione bonorum. Actum Pisis, in via publica, sub porticu apothece heredum Coltj Cionis, de cappella Sancte Cecilie, posite in cappella Sancte Cecilie: Colto frlio Bartholomei, astarii, et lohanne olim Coscij, de cappella Sancti Petrj in Curteveteri, pisanis civibus, testibus, Incarnationis anno millesimo trecentesimo nonagesimo, indictione duodecima, die vigesimo secundo may.

Postea ser lohannes, notarius, olim ser Fanuccij Arcipretis, notarij, de Vico, de cappella Sancti I-aurentij de Rivolta, lecta et vulgarigata per me Uliverium notarium suprascripta carta rnutui florenorum quinguaginta aurj, facti per ser Bandinum olim Martinj lacobo, lanario, olim Francisci Moronelli, rogata a me notario, Incarnationis anno rnillesimo trecentesimo octuagesimo septimo, indictione nona, die vigesimo octavo aprilis, dixit, frdeiubendo pro lacobo lanario in solidum, omnia in dicta carta mutuj contenta observare, sub obligatione bonorum eius et heredum et cum bailijs persone et averis et teneús et pactis, prout in ipsa carta €ontinetur. Actum Pisis, in via publica, sub porticu heredum Colti Cionis: suprascripto Colto et Iohanne olim Coscii, testibus, suprascriptis anno, indictione et die. ST. Uliverius notarius olirn ser Francisci notarii de Vico, imperiali auctoritate iudex ordinarius atgue notarius, ocripsi.

I Abbr. tabr

2 Abbr, Fats

c - 1386.vI.16 ,26. Pisa

F. P. 3346.

a lodo pronunziato da Andrea " domini Ciani " e Giooanni * domini lu"obi ", i - In seguíto ser Gerardo e Guido Macìgna conoengono di non molestarsi a oicenda per Ia dioi

fratelli

sione beni.

Oùgínale, NeI oetso nole, del sec. XV: Carta della partigione da Arc, Caet., Prg. (Fondo Pisano) n. 3346. et 6ne ... a Guido Macigna fratelli et fra ... refutagione dell'altro ... ageto, fiorini 6; ilel sec. XVIII: ln queta

ser Gerardo Macigna

carta è nominato Lorenzo Maltajone Gaetani, 1387.

1 ...

in curia et extla et omnes

cartas et scripturas, tam publicas quam privatas, quas contra suPrascriptum Guidonem haberes, habere posses vel potes seu habere repeúeris, casses' irrites et annulles et cassarj, initari et a[nnullarj ... I eius bonis petere, exigere vel causarj potes vel posses guacumgue ractione, occasione vel causa, iure, titulo, nomine sive modo cum cartis et scripturis., publicis et privatis, et sine, et omnes cartas et scúpturas, tam publicas ...1 et tibi ser Gerardo suprascripto ipsas cartas et scripturas de cetero non utendi silentium inponamus et ut faeias eidem Guidonj generalem finem et refutationem, remissionem, liberaccionem, guietationem alias et pactum de ...r [quocu]mque tempore aliquo modo vel iure de omnj et pro omni et toto eo guod tu ser Gerardus suprascriptus a dicto Guidone vel in eius bonis petere, exigere vel causari potes vel posses quacumque ractione, occasione vel causa, iure, titulo ...1 penalibus stipulatione, obligatione, renuntiatione, pactis, articulis, tenoribus et cautelis et aliis utilibus et necessariis et in similibus poni consuetis, ita quod de iure bene valeat et teneatur et in alia parte de florenis du...1 quod ad nostrum pertinebat offcium inde faciemus; de predictis agit et predicta petit dictus Guido actor a te et contra te suprascriptum reum onni iure, via, causa, modo, nomine et forma quibus melius potes et potestafiatus officio ...1 ab altera et altera ab altera coram nobis arbitris et arbitratoribus suprascriptis dividj per nos inter dictas partes, ad partem stantem perpetuo duraturam, omnia bona, mobilia et immobilia, domos, possessiones, terras, iura, actiones ...1 massaritiis et aliis quibuscumque bonis, mobilibus et immobilibis, comunibus inter dictas partes, divisionem ad partem stantem perpetuo duraturam fierj a nobis arbitris et arbibatoribus suprascriptis; et petebant etiam dicte partes una ...r unde nos Andreas dominj Cianj et Iohannes dominj lacobi, arbitri et arbitratores predictj,


VARIA

57

visis a nobis suprascriptis petisionibus (!), a dictis partibus coram nobis, licet sine scriptis, factis, et ...1 secundum ea que coram nobis proposita et allegata fuerunt, et etiam omnibus hiis que dicte partes coram nobis dicere, proponere et obstendere (!) voluerunt, et ipsarum partium investigata deligenter et cognita ...1 [contr]oversias et difierentias omnes, ex vigore dictj conpromissj et arbitrij, nobis a dictis partibus inde datj et concessi, terminantes et decidentes per rationem et arbitrium, Iaudamentum et amicabilem conpositionem et de bono, plano ...1 [dece]rnimus et cognita ...r [controlversias et differentias omnes, ex vigore dicti compromissi et arbitrii, nobis a dictis partibus inde dati et concessi, terminantes et decidentes per rationem et arbitrium, laudamentum et amicabilem conpositionem et de bono, plano ...1 [decer]nimus et pronumptiands: quod dicta bona, possessiones, domus, terre arnesia, les et alia quecumque bona, mobilia et inmobilia, nunc comunia inter dictas partes, talem habeant inter se divisionem, ad partem stantem perpetuo duraturam, videlicet ...1 tribus solariis cum claustro, puteo et aranciis et sovita super se, posita Pisis, in cappella Sancti Sixtj, que tota domus tenet unum caput in via publica, aliud caput cun uno latere in .claustro Pierj ser Cecchi Nacchi de Plumbino ...1 [i]llos florenos ducentos aurj, boni

et iustj ponderis, quos dictus ser Cerardus habere debet a Ciolo condam Bartholj Murci, pannario, cive et mercatore Pisarum, de cappella Sancti Christoforj Kinsice et inscriptos in libro ...r decem octo aurj, quos dictus ser Gerardus dare tenetur eidem Ciolo in eius apotheca, occasione pannj per ipsum ser Gerardum habitj ab eo; item habeat dictus Guidone pro eius suprascripta parte petium unum terre campie partim et ...1 unum in terra cum domo Tomasi Belluchi de Ripafracta, aliud latus in tera dominj Laurentij Mattaionis, militis, de Gaitanis, vel siqui alij aliter sunt eius confines et quantumcumque sit per mensuram cum omnibus ... t det et solvat et dare et solvere teneatur et debeat domine lohanne, matris (!) ipsorum Guidonj et ser Gerardj et relicta suprascripti ser Macigne notarij, libras sexaginta quatuor denariorum pisanorum, guas ipsa domina lohanna recipere ... r dictus notarius habeat et habere debeat, iure divisionis ad partem stantem perpetuo durature, pro eius parte, totum potere, tam domesticum quam silveshe, et cum domibus et casalinis, boschis, silvis, vinejs et aliis quibuscumque ...1 Barbonellj conmodocumque per capita et latera confinatum et quantumcumque sit per mensuram, cum omni iure, actione, ractione, proprietate, pertinensiis et adiacentijs suis et appositis in dicto poterj, cum hac condictione ... r et aliorum quorumcumqne ipsius de Tore et omnia acta, scedas et scripturas predictj ser Maeigne notarij ; insuper damus et assignamus dicto ser Gerardo, pro dicta eius parte, alias omnes pecuniarum quanti[tates] ... r cumque per ipsum ser Gerardum ex industria sui operis ; et omnes quantitates bestiarum, tam porcinarum, bovinarum quam etiam aliarum manerierum, et alia queI cumque bona, mobilia et immobilia, gue in dictis bonis re ... occasione et causa et siqua debita reperirentur fore facta per suprascriptum ser Macignam, olim eorum patrem, solvere et restituere teneantur ambo suprascripti germanj, videlicet uterque pro medietate sua, et sic dictas partes dictorum ... 1 fdec]laratas et specificatas, ex vigore dicti conpromissi et arbitrij, nobis per illud, ut dicturn est, datj et concessi, dictis partibus et cuique earum, ad partern stantem perpetuo durature, assignamus et adiudicamus cum predictis adiectionibus onerioris (!) et pactis supra appositis et declaratis; hoc quidem hacto (!) pacto et tenore, modo et condictione ... I et singulis quod, si contigerit suprascriptas partes dictorum bonorum vel aliquam earum evincj dictis partibus vel alterj earum, vel earum seu alicuius earum heredibus o.l quibu, dederint vel habere decreverint vel inde habere pacificam aut successoribus, ,"u "uj possessionem, quod pars, cui dicte res vel aliqua earum evicte essent vel esset, possit et sibi liceat agere, excipere et experirj et petere et ... r pro exemptione et rej evicte illam partem que sibi contingerit; et quod dicte partes inter se ad invicem non possint vel debeant imbrigare vel molestare aut per placitum vel alio modo fatigare ullo unquam tempore, aliguo modo vel iure in dictis rebus, hinc inde datis, assignatis et adiucatis ad partem stantem perpetuo duraturam, ut dictum est, set dictas partes et quamlibet ... 1 [d]atas et assignatas et adiudicatas ad partèm stantem perpetuo duraturam semper et omni tempore firmas et ratas et firmam et ratam habere et tenere et contra non facere vel venire per se vel alium ullo unguam ternpore, aliquo modo vel iure; insuper dicimus, arbitramur et sententiamus quod dicti germanj sibi ipsis ad invicem teneantur facere generalem finem et ... 1 [om]nibus et singulis que inter se ad invicem usque nunc petere aut causarj possent, carta publica inde interveniente. Et in predictis omnibus et singulis faciendis, observandis et adimplendis, ut supra dicta sunt, dictas partes, videlicet unam partem alteri et altero- alterj, per preseutem sententiam condapnamus, ab omnibus autem alijs a dictis partibus ... 1 [nlobis, licet sine scriptis, petitis, ipsas partes et quamlibet earum absolvimus et liberarnus, firmis tamen manentibus suprascriptis dictis, laudatis, arbihatis et pronunsiatis (!) per no 1,8


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

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arbitros et arbitratores suprascriptos; et de hijs iubemus dictas partes fore et esse debere tacitas et contentas, et sic facere et observare et fierj et observarj ... r et per omnia, ut supra dictum est,' ad penam et obligationem in dicto conpromisso appositas et contentas, nostra sententia arbitratricia ex omnj bailia, via, modo et arbitrio quibus melius et efficatius possumus et valemus, tam ex forma consilij de compromissis fiendis loquentis quam ex forma dicti conpromissi, dicimus, sentensiamus (!), diffinimus, laudamus, arbiiramur, declaramus et pronuptiamus. Data electa (l) est Pisis, in claustro domus habitationis lohannis Nerij Macigne, posite in cappella Sancti Xisti, presentibus audientibus et intelligentibus suprascriptis ambabus partibus, et presentibus lohanne condam Nerii Macigne suprascripto et ser PieIo condam ser Ranerij, notario, de Morrona, Paschulino Pierj, caithulario, de cappella Sancti Bartholomei de Peccis et Berardino Abrae, sutore, de cappella Sancti Sixti, testibus ad hec rogatis et vocatis, dominice Incarnactionis anno millesimo trecentesimo octagesimo septimo, indictione nona, die sexto decimo iunij. Solverunt pro libris septingentis denariorum pisanorum, pro quibus ser Tancredus de Pistorio, officialis curie cabelle maioris pisane civitatis, declaravit cambium esse solvendum Gerardo Schoncialupo, suprastanti suprascripte cabelle, pro simplo tantum, libras vigintj tres, solidos sex, denarios octo, denariorum pisanorum, die vigesimo sexto iunii presentis, Ex hoc instrumento sit manifestum quod ser Gerardus notarius et Guido, germanj suprascripti, fecerunt inter se ad invicem generalem finem et refutationem, liberationem et pactum de ulterius npn petendo vel imbrigando de eo quod una pars ab altera petere, exigere aut causarj potest usgue hodie, quacumque occasione et causa, cum cartis et sine cartis; pro gua refutatione dicte partes fuerunt confesse apud se habere quicquid una pars ab altera petere potèst usque hodie, maxime occasione suprascripte sententie, proxime supra notate, renuntiando exceptioni totius eius guod confessatum est, coram notario et testibus infrascriptis, non habitj et non receptj; de quibus supra confessatis se bene guietos vocaverunt, et ad invicem se ac eorum heredes et bona absolverunt, et omnes cartas, scedas et scripturas et sententias, quas una pars habet contra alteram, cassas et nullius valoris vocaverunt, et ser Ceo notario, recipienti pro notarijs, eas habentibus,. et eis, licet absentibus, parabolam cassandj dederunt; omnia suprascripta partes convenerunt habere rata ad penam duplj totius eius de quo ageretur, dandam par$ fidem servanti a parte que in frde non steterit, obligantes se ad invicem et suos heredes et bona. Actum Pisis, in suprascripto loco, presentibus suprascriptis testibus, suprascriptis anno indictione et die. ST. Antonius condam ser Baldj notarij de Riprafacta, pisanus civis, imperiali auctoritate notarius atque iudex ordinarius, has cartas a ser Ceo notario, frlio ser Bartholomei notarij de Peccioli, cive pisano, sicut in eius actis inveni, ita eius parabola et mandato scripsi et publicavj.

r La

pergamena

fu taglíata nei margíní superíore e

sínìsho.

c - 1389. XI. 4. Pisa

F. P. 3229.

Macigna, per 150 fioríni d'oro, oende due terreni tn località . Asala >, € ( Perra-naioGiotannì , nel tenitc,rio di Pugnano, a Guido Macìgna, che gli cede i propri dirítti sul terueno in Iocalità " Sincanello ,, nel tenitorio di Malaúenhe, contro ser Tommaso di ser Baccìameo. Arc. Caet., Prg. (Fondo Písano) n. 3229.

Copìa aulentíca

Ex hoc instrumento sit manifestum guod lohannes olim Nerij Macigne, pisanus civis, de cappella Sancti Sixti, vendidit Guido olim ser Macigne, de supradicta cappella, petium unum terre, cum duabus domibus, quarum una est solariata et alia non, cum vinea et alijs fructibus, positum in communi Pugnanj, in loco dicto Asala: et tenet unum caput in via publica, aliud in**, latus unum in Chiasso, aliud in terra lohannis Feuccij, de communi Pugnanj ; et est per rnensuram stariora sex; et petium unum terre vineate, positum in supradicto communi, in loco dicto Penanaio: et tenet unum caput in Chiasso, aliud in tena venditoris, latus unum + *, €t €st per mensuram stariorum unum et panorj novem cum dimidio; concessit omnia iura, actiones ipsi competentia; et precepit ingredi possessionem, ut hijs Guidus et sucet locum;pro pretioflorenorum centumquinquagintaaurj, habet contra $er Thomasium ser Bacciamej de Malaventre

cessores agere possintconha omnempersonam

pro quo Guidus cessit Iohanni omnia que

r


VARIA

59

pro petio uno terre campive, posito in communi Malaventris, in loco dicto Sincanello: et tenet unum caput cum uno latere in viis publicis, aliud in terra lòhannis Simonis de Nodita, aliud latus in terra supradicti Tomasi et germanorum, et est per mensuram stariora octo et panorum quatuor; pro fforenis centum auri, ut patet per cartam rogatam a ser Noccho notario olim ser Bonincontrj notarii de Lavaiano, Incarnationis anno millesimo trecentesimo octuagesimo, indictione undecima 2, die octavo decimo novembris; prout Guido habet a dicto ser Tommaso; reliquos forenos quinquaginta Guido promisit Iohannj solvere ei vel heredibus hinc ad sex menses proxime venturos, sine briga et ullis expensis, ad penam duplj florenorum centumquinquaginta aurj; et omnes expensas eidern resarcire promisit, obligando se suosque heredes et bona; et promisit guod vacuam possessionem eidem Guido dabit; et guod suscipiet in se litem, si de rebus venditis questio moveretur; si contra venerit, penam dupli suprascripti pretij vel extimationis rerum venditarum et dapnum et dispendium eidem Guido componere promisit, se suosque heredes et bona eidem Guido obligando. Actum Pisis, in domo habitationis venditoris, posita in suprascripta cappella: Viviano olim Francisci, de cappella Sancti Sixti, et Sera6no olim Donati, de cappella Sancti Simonis ad Perlascium, testibus, Incarnationis anno millesimo trecentesimo nonagesimo, indictione tertiadecima, die quarto novembris. ST. Franciscus olim ser Pierj notarij guondam ser Iohannis notarij de Ghessano, pisanus atque florentinus civis, imperialj auctoritate notarius atque iudex ordinarius, predicta omnia a ser Antonio notario olim ser Baldi notarij de Ripafracta, pisano cive, rogata, prout in eius scedis invenj, ita ex commissione mihi de eius actis et scedis et protocollis, p€n€s me existentibus, facta a nobili Francisco Antonij de Girardis de Florentia, capitaneo bailie et custodie pisane civitatis et pisani po[tes]tatis in actis dicti olim ser Antonij, redassi et scripsi, aliquibus extensis, ordinatis, additis, secundum stilum et consuetudinem dicti ser Antonij ; et de dictis actis per alium notarium in autenticam formam reduci feci, me subscripsi, signo nominegue meis appositis, anno ab Incarnationis millesimo quadringentesimo guinquagesimo guinto, indictione secunda, die ultimo maii, more pisano | Nel /eslo quod 2 Con í! 1379 (sUIe pìsano I j80) non conísponde Ia ìndÍzíone I lo, ma Ia 2o rcmana, o _ la jo greca.

F.P. 3338.

c -1390.x.23. Pisa

d'oro, oendono a

fiofini GIi eredi testamentari di Ntno del îu ser Alfonso -Piero d'Appiano i terrení posli neí tenitori dt Camugliano, Ponle al Serchio e San Frediano notaío, per 66

seÍ

a

Settímo.

di

Qfiginale. ,lVel uerso note, Arc. Cae!., Prg. (Fondo Phano) n. 33j8. pesi 17 de terra poste a Camuglanoi del sec. XVill (omessa).

dcl

sec'

XVI:

Carta

di

ser Piero d'Appiano

Ex hoc instrumento sit manifestum quod ser Laurentius, notarius, quondam ser Puccij Salvi de Spina, de cappella Sancti Silvestri, et Andreas quondam Barthalomej de Forculi, de cappella Sancti Clementis, heredes testamentarij Nini, filij quondam et heredis ser Alifonsi notarij de Camulliaoo, de cappella Sancti Silvestrj, institutj ab eo per ipsius Nini ultimum testamentum, rogatum a ser Laurentio olim Pieri ser L'eopardi de Palaria, notario, Incarnationis anno millesimo trecentesimo octuagesimo quarto, indictione sexta, quirito kalendas augustj, in solidum, vendiderunt ser Piero notario, filio Fei de Appiano, de cappella Sanctj Martinj Kinsice, petia decemseptem terrarum, posita in confinibus Camulliani et nunc Pontissacchj : primum quo.u- est petium ten'e campie, positum in loco dicto al Monte, et tenet unum caput cum uno latere in terra hospitalis Sancte Clare de Pisis, aliud caput in via publica et aliud latus in terra Puccinj Dati, et est stariora quinque; secundum est petium terre campie, positum in locodicto Borgo di Camulliano, et tenet unum caput cum uno latere in via publica, aliud caput in terra ecclesie Sancti Iohannis Battiste de Pisis, et aliud latus in terra fratruum tertij ordinis Sancti Francisci de Pisis, et est stariora quattuor; tertium est petium terre cum domo, positum in suprascriptis conÉnibus et loco, et tenet unum caput in via publica, aliud caput cum uno latere in tena plebis Sancti lohannis de Pontesaccho et aliud caput in terra heredum Dree Nocchi de Camulliano, et est stariorum unum; quartum est petium terre vineate, positum in loco dicto Borgo di Camulliano, et'tenet unum caput in via publica, aliud in terra altaris Sanctj Felicis, latus unum in terra fratruum tertii ordinis Sanetj Franciscj


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DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

de Pisis, et aliud in terra olim Vannis de Va, et est stariora * *; Quintum est petium terre campie, positum iri loco dicto Prata Schietto, et tenet unum caput in terra Gerardi de Camulliano, aliud in Cascinella, latus unum in * x; sextum est petium terre campie, positum in supradictis confinibus, in loco dicto Camulliano, et tenet unum caput in via publica, aliud in tena domine Gadduccie de Lanfrancis, latus unum in terra Menicj Paulj de Pontesaccho et aliud in terra fratruum tertij ordinis Sancti Franciscj de Pisis, et est stariora decem; septimum est petium terre campie, positum in loco dicto Sancto Frediano, et tenet unum caput cum uno latere in terra domine Gadduccie de Lanfrancis, aliud latus in terra heredum ser Bacciamej Bonamicj, et est stariora tria; octavum est petium terre campie, positum in loco dicto a la Fonte a I'Ormo 1, et tenet unum caput cum uno latere in via" publica, aliud latus in terra ser Michaelis de Podio, et aliud caput in tena monasterij Sancte Anne, et est stariora duo; nonum est petium terre campie, positum in loco dicto a le Rata 2, et tenet unum caput in terra ser Petri de Camulliano, aliud in terua fratruum tertij òrdinis Sanctj Franciscj de Pisis, latus unum in terra domine Iohanne Rosse et aliud in semiterio, et est stariora quinque; decimum est petium terre campie, positum in loco dicto a Via Vecchia 3, et tenet unum caput in Via Vecchia, aliud in terra lustj de Palaria, latus unum in tena ser Bacciamei Bonamicj et aliud in terra monasterij Sancte Crucis, et est stariora duo; undecimum est petium tene campie, positum in loco dicto al Mulino di ser Pero da Massa, et tenet unum caput in via publica, aliud in terra Sancti Zenonis cum ambobus lateribus, et est stariora tria; duodecimum est petium tene campie, positum in loco dicto in del Piano dell'Ormo a, et tenet unum caput in via publica, aliud in terra ecclesie Sanctj Iohannis Battiste de Pisis, latus unum in tena Nicolay Bernardi et aliud in terra ecclesie Sanctj Petrj de Camulliano, et est stariora tria; tertiumdecimum est petium tere campie, positum in supradicto loco, et tenet unum caput in terra Nicolay Bernardj de Pontesaccho cum uno latere, aliud latus in terra heredum Andree Fagiuolj de Pisis, et est stariora sex; quartumdecimum est petium terre vineate, positum in loco dicto a Hera, et tenet unum caput in flumine Here, aliud in terra fratruum tertij ordinis Sanctj Franciscj de Pisis, latus unum in terra ser Michaelis de Podio et aliud in terra Venturinj Vannis, et est stariora quatuor; quintumdecimum est petium terre, partim campie et partim boscate, positum in loco dicto il Borgo 5 di Camulliano, et tenà t unum caput in via publica, aliud cum uno latere in terra suprascripti Nicolay Bernardj, et est stariora sex; sextumdecimum est petium terre campie, positum in confinibus Pontisacchj, in loco dicto * *, et tenet unum caput in terra ser Pierj de Appiano, notarij suprascripti, aliud in tena suprascripti Nicolay Bernardj, Iatus unum in via publica et aliud in terra quam conducit Vannes lohannis, et est stariora septem; septimumdecimum est petium tene campie, positum in loco dicto la Ceppa, et tenet unum caput in via publica, aliud in terra ser lacobj de Appiano et ambo latera in vijs publicis, et est stariora quattuor; cum pertinentijs et adiacentijs suis; insuper ser Laurentius et Andreas concesserunt ser Piero iura et nomina omnesque actiones gue et quas habent in predictis petijs tenarum venditis; pro pretio florenorum sexaginta sex aurj, quod receperunt a ser Piero; et ser Pierum et heredes et bona absolverunt in totum, et promiserunt ser Piero eum vel suos heredes aut successores non imbrigare aut per placitum fatigare, et disbrigatam possessionem ei et heredibus dare; et si questio moveretur, in solidum, iudicium in se suscipient et pignera curijs dabunt et advocatos acquirent et eis et notariis salaria dabunt, et Pierum heredes et bona indennes et indennia conservabunt; et si contra venerint, penam duplj pretij aut duplj extimationis petiorum terrarum dare convenerunt; et in solidum bona ser Piero obligaverunt. Actum Pisis, in apotecha cabelle Porte Sanctj Marcj Kinsice, posita iuxta muros et dictam portam pisane civitatis: Stefano quondam Stefanj Bonaiuti de Spina, de cappella Sanctj Silvestri, et Antonio Massei, magisho ligaaminis, de cappella Sanctj Martini Kinsice, testibus, Incarnationis anno millesimo tercentesimo nonagesimo primo, indictione quartadecima, decimo kalendas novembris. ST. Iohannes quondam ser Bindi notarij de Appiano, pisanus civis, imperialj auctoritate notarius atque iudex ordinariqs, scripsi. Soluta est inde cabelladebita de predictis, pro simplo tantum, Ranerio Laurentij, genevesis, suprastantj curie cabelle maioris pisane civitatis, pro communi pisano recipienti, suprascriptis anno et indictione, die guarto novembris.

I Nel lcslo alormo 2 Nel ilborgo

tcslo

alcprata 3 Nel

lcsto aviavecchia

. iĂšel ,csto delpiano dellormo

5 Ncl fesfo


VARIA

6t

c -1392 .1v.24. Pìss

F. P. 3247.

u de Filectulo o ríceoe ín grazioso mutuo 150 fioríni d'oro da ser Gíooanni Ciam" -puljPucretto u, con fideíussíone dí Francesco * Pancaldi , e di Ubertíno del fu Froncesco di ser Meo. Arc. Caet,, Pry. (Fondo Ptsano) n. j247.

Cop,la

aufentf"o. Net

ùetso, nota del see, XV:lnatrumentum mutui ser

Iohannie Ciampulj contra Pucceptum pelliparium.

Ex hoc instrumento sit manifestum quod Puceptus, pellipparius, condam Dominici de Filectulo, de capella Sancti Michaelis de Burgo, pisane civitatis, coram me notario et testibus infrascriptis, accepit mutuo gratis a ser lohanne, notario, condam Andree Ciampulj, de capella Sancte Marie Magdalene Kinsice, civitatis pisane, florenos centumquinquaginta de auro, et promisit ser Iohannj reddere in florenis de auro hinc ad unum annum, alioguin penam dupli et dampnum et dispendium componere promisit Pisis, Luce, Florentie, Senis, Perusij, Rome, Ianue, Saone, Neapoli vel in guocumque loco Pucceptus inveniatur seu debitum petitum fuerit, submittens se iudicio cuiuscumque magistratus, ita quod possit ubique locorum conveniri et detinerj, et se et suos heredes et bona obligavit. Francischus condam Iohannis Pancaldi, de capella Sancti.Pauli ad Ortum, pisane civitatis, et Ubertinus, spetiarius, condam Francisci ser Mey, de capella Sancti Felicis, dicte civitatis, frdeiubendo pro eo, videlicet Francischus pro florenis centum quinquaginta auri et Ubertinus pro florenis septuagintaquinque de auro, promiserunt ser Iohanni omnia a Puccepto promissa observare ad eamdem penam, et se et eorum heredes et bona obligaverunt. Principalis et fideiuxores preceperunt ser Iohanni a dicto termino in antea ingedi Possessionem bonorum eorum; et est actum inter eos quod solutio debitj probari non possit nisi tantum per cassaturam huius carte et quod, elapso dicto termino, Pucceptus, Francischus et Ubertinus possint detinerj. Actum Pisis, in apoteca domus heredum Lupi, pellipparij, quam conducit Pucceptus, posite in capella Sancte Cecilie: Bartholomeo condam Nerinj, de capella Sancte Euhasie, pisane civitatis, et Francisscho, pelligpario., de capella Sancti Michaelis, testibus, Incarnationis anno millesimo trecentesimo nonagesimo tertio, indictione quintadecima, octavo kalendas may, secundum consuetudinem pisanorum. ST. Iacobus filius olim ser Petri notarij de Ceulj, civis pisanus, apostolica et imperiali auctoritate notarius et iudex ordinarius, omnia rogata a ser Paulo notario, frlio olim magistri Salernj de Cascina, cive pisano, prout in eius actis invenj, ita ex commissione ser lohannis Ciampuli, cuidicta acta conmissa sunt, publicavj.

[1393

c - 582.

.IlI.prob.l ")

Capitoli propostí daí sermonetani aí sezzesí per Ia Bocca della Caoata. Esemplare della fine del sec.

XIV.

Infrascripti so li capitoli li quali se peteno per li sermenetani alli seczisi: In primis che la Boccha della Cavata se guberne et mantenga secondo lo tenore della sententia data per li homini de Terracina, arbitri [el]ecti { per ambeduj le parti, et similemente lo flume socto la Torre della Petrara, per lo quale se va ad Terracina, et lo flume de sopra alla torre per fi alla Boccha predicta della Cavata. Item che Ii sermenetani poczano a lloro voluntate usare con sandali et sensa et con riti, acte ad pischare, Io flume della Cavata, non preiudicando ad speciali peschere proprietarie de alcuni de Secze. Item che li sermenetani poczano usare senza conditione le pantana della dicta Cavata ad tagliare et fare ligname et portarese dove place, vero non poczano tagliare appresso alla ripe della dicta Cavata per dui passi, secondo se contene inello instromento della pace et pacti facti inter la bona memoria dello magnifico conte Nicola b) et lo comuno de Secze. Item che ne dechiara[no] li con6ni et terminj, facti et posti inter lo territorio de Secze et li territorij de Sermeneta* de Nimpha et de [Sanlto r Donato, iuxta la forma et lo tenore della bolla apostolica. Item che la fossell[a] dello flume Falcone perpetuo stia apparata et manutetruta secondo sta mo, et poczase racconciare la sua apparatura quando fosse necessaria ad comoditate dello Campo de Secze. non preiudicando alle iurisdictionj, dominio et proprietate


DOCUMENTI DELUARCHIVIO CAETANI

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dello signiure de Sermeneta, et questo mentre viverao pacifica[mente] I per ipsi seczisi collo signiore de Sermeneta, d,ummodo che lo dicto vivere pacifico mancasse per defecto et colpa delli dicti seczisi. Item che sia licito alli homini de Secze apparare et fare apparare, quanno fosse necessario, la dicta Boccha della Cavata et tenerela apparata tanto per octo di pro acconciatura delli loro campo, vero con licentia dello signiore de Serm[e]neta, 1 et tante fiate I'anno quanto sarra necessario; et dove, oltra li dicti octo di, tenissero apparata la dicta Boccha, sia licito alli homini de Sermeneta sparale la apparatura dello flume F[al]cone r et tenerelo sparqlo tanto tempo quanto ipsi seczisi tenissero ultra delli dicti octo di apparata la Bocca predicta della Cavata a)

I

C/. Regesta Charîarum, Danno della catta.

c -1395 .VI.1r. Písa

Ill, p. l3l-142.

b) Nlcolò

I

Caetanl.

F. P. 3248.

María, oedooa di Bonaccorso del fu Bonanno, per j2 fíorinì toro, soldi 32 e denarí seí, -oende a Ntcola Pattíeri una oigna, posta ín localítà * Prodonico ,, nel tertitorio di Cascína.

Copía auten!íca. Net oerso note, del sec. XV: Carta de la vigna da CaeI., Ptg. (Fonìlo Písanù n.3248. di Sancto Pattieri comprae da mona Maria da Cascina, 1396 (contínuata da mano díoerra) posta in luogo dicto Perdonico I del sec. XVI: carta della terra vigniata posta in nelle confine di Cascina in luogo dicto Pardonico ; ìlel sec, XVIIL Maria moglie di Buonacorso di Buon Anno figlia di Bonagiunta di Cascina, 1396.

Arc.

Cascina che Nicolao

Tenore huius pateat quod domina Maria, relicta Bonaccursi condam Bonannj de Cascina, comin communi Sancti Andree ad Perignanum et filia olim Boiunte de Cascina, eligens sibi infrascriptam rem que venditur et inde eam partem bonorum, que ipsi domine Marie, secundum formam pisani constituti, permissum est alienare, per hoc instrumentum vendidit Nicolao Patterio condam Sanctii de cappella Sancti Vitj, civi pisano, petium tene vineate, positum in confinibus communis Cascine, in loco dicto Prodonico: et tenet unum caput in terra vineata Lupi Vannjs de Cascina, aliud in terra vineata domine Francische olim Ticis Manentis de Cascina partim et partim in terra pisani archiepi' scopatus, latus unum partim in tera Antonij Bonannj et partim in terra Massei Vannis de Cascina, et aliud latus in terra quam laborat lunctinus Vannjs de Cascina, et est per mensuram staliora novem; insuper concessit Nicolao omnia iura et nomina omnesque actiones, rationes que competere possent Marie supra re vendita et eius posses$ione et proprietate ; et precepit eidem Nicolao ingredi Possessionem; morans

pro pretio florenorum trigintaduorum de auro et solidorum trigintaduorum et denariorum sex, denariorum pir"noru* minorum, guod Maria recepit a Nicolao; et eum, heredes et bona absolvit; et promisit Nicolaum vel eius heredes non imbrigare vel per placitum fatigare et suis expensis liberam possessionem ei dare, et offene se litj, que Nicolao vel successoribus moveretur, et satisdare curie et suscipere in se litem cum omnibus suis ipsius Marie et heredum pigneribus, 4iricturis, salarijs iudicum et advocatorum et alijs expensis necessarjs; si predicta non observaverit, penam' duplj predicti pretij, seu penam duplj extimationis rei vendite, et damnum et'dispendium solvere promisit; et se et suos heredes et bona obligavit. Franciscus condam Vulponis, de communi Sancti Andree ad Perignanum, mandato Marie, fideiuxit pro et suo nomine promisit Nicolao omnia a Maria conventa observare et observari facere; et se et ,uo, "" her"des et bona sua omnia obligavit. Actum P.isis, in domo habitationis Antonij notarij, filij Vannuccij de Ponte Saccj, posita in cappella Sancti Andree Kinsice: suprascripto Antonio notario et Iacobo condam Bonannj, de communi Cascine, testibus, Incarnationis anno millesimo trecentesimo nonagesimo sexto, indictione tertia, die undecimo iunij. ST. Nicolaus, filius lacobi de Colle Montanino, pir"nus, imperialj auctoritate notarius, ut in actis ser lohannis notarij olim Andree Ciampuli, pisani "ivi, civis, invenj, ita eius quoque parabola et mandato scripsi et publicavj. ST. Iohannes filius olim Andree Ciampulj, civis pisanus, imperialj auetoritate notarius et iudex ordinarius, predictis interfuj et ea rogatus in meis actis scripsi et hic per supradictum Nicolaum notarium scribi et publicarj feci et subscripsi. Soluta est inde cabella debita Antonio del Testaio, suprastanti cabelle maiorjs pisane civitatis, rupradictis anno et indictione, die vigesimopúmo iunij'


VARIA

c -1395.Vru. 22 -t396.1.t2. Síena - In seguìto aí capítoli dotalí, Gíoaanní u Galgani ' e Pierc gallie

4rc. sec.

XVII:

,

63

Pry. 722. del

fu

Nicola dí Lorenzo u Bar-

contraggono matrimonio.

Caet., Prg. n.722.1 Qfigínale. Nel oerso, nota síncrona: Carta pro domina Petra Donatione de lacomo, Giovanni e Nicola da Siena.

uxore...; altra nola del

Anno Incarnationis McccLXXXXVo, indictione IIl", secundum morem civitatis Senarum, die XXII" mensis augusti, pontificatus Bonifatij pape VIIII anno Vlo, romanorum sede imperatore vacante. Universis appareat quod lacobus, Iohannes, Guccius, Matheus et Nicholaus, fratres carnales, filij quondam Galgani Guccii Bichi de Senis, maiores quilibet eorum XXV annis, titulo donationis propter nuptias, donaverunt de bonis eorum in solidum Laurentio, frlio quondam Nicholai Laurentij Tori Bargallie, eivi senensi, recipienti pro domina Petra, eius sorore carnali, filia olim dicti Nicholai, sponsa et futura uxore prefati Iohannis Galgani, noningentos florenos auri, ad pondus comunis senensis, quum totidem florenos dictus Iohannes Galgani confessus fuit recepisse ab ipso Laurentio, solvente pro.dotibus dicte Petre, cum pacto quod supervivens ex eis lucretur de bonis premorientis, nomine lucri donationis propter nuptias seu antefatij (!), nonaginta florenos auri; quas dotes et lucrum donationis promiserunt restituere in omnem casum restituende dotis, in totum vel in partem, et de ipsis solutionem facere Senis, Pisis, Florentie et ubi locorum ubi reperti fuerint et convenirentur, cum refectione damnorum, expensarum et interesse; et concesserunt licentiam Laurentio et heredibus suis, in casu restitutionis faciende de dotibus et antefatio, capiendi de bonis eorum, absque iudicis vel curie requisitione, usgue ad satisfactionem predictorum; pro quibus observandis obligaverunt se ipsos ipsorumque heredes et bona omnia pignori prefato Laurentio et iuraverunti.quibus lacobo, Iohanni, Guccio, Matheo et Nicholao precepi ego notarius, nomine iuramenti et guarentie, secundum formam statuti senensis, quatenus predicta omnia observent prefato Petro et suis heredibus. Actum Senis, in curia officialium Mercantie: domino Christoforo Mini Verdelli, milite, domino Mino Nicholai Mini Vincentij, legum doctore, et Guidone Blasii de Piccolhominibus et Meo Iohannis lunctinj et quam pluribus alijs, in copioso numero, civibus senensibus, testibus. Eodem anno, indictione lllJ&, secundum morem civitatis Senarum, die XIJ" mensis ianuarij, pontificatus eiusdem pontificis anno VII., romanorum sede imperatore vacante. Pateat omnibus quod lohannes olim Galgani Guccii Bichi de Senis et domina Petra, filia olim Nicholai Laurentij Tori Bargallie de Senis, minor XXd annis et maior XIJ, faciens omnia infrascripta cum auctoritate Laurentij Mandoli de Piccolho' minibus Savini, Nicholai del Catasta, Anthonii Guidonis ser Vannis et Pauli Minucii Bargallie, civium senensium, quatuor de proximioribus consanguineis dicte Petre, hominum bone fame et maiorum XXV annis, consentientium per verba et consensum de presenti, insimul matrimonium contrasserunt; nam interrogata dicta Petra si volebat in suum virum et maritum lohannem, respondit quod sic, et interrogatus lohannes si volebat dictam Petram in uxorem suam, dixit quod sic; et Iohannes accipiens manum dicte Petre dexteram et quemdam anulum aureum, quem habebat, ipsam Petram, in anulari digito imittendo, investivit et desponsavit, et cetera observavit que ad huiusmodi desponsationem dignoscuntur pertinere; rogantes me quod de predictis conficiam instrumentum. Actum Senis, in domo habitationis dicti Laurentij et dicte domine Piere, sita infra parochiam ecclesie Sancti Petri Scalarum: domino Cristoforo Mini Verdelli, milite, domino Mino Nicholai Mini Vincentij, legum doctore, et Talomeo Petri Guccii, civibus senensibus, testibus. ST. Iohannes Cristofori guondam lohannis de Senis, imperiali auctoritate notarius atque

iudex ordinarius, scripsi.

t

Omessa nel

III

ool. Regesta Chartarum.

F. P. 3277. c - 1400 .III.8, 9. Nicola del Andrea, figlto ed erede di ser Píerc diMassa, per fioríni d'oro 142 e mezzo, Pisa -oende al notaíofuser Piero d'Appíano la sua quarta parte del lerreno detto " Io Mulino di ser Pero da Massa b, con casd e molino,

Arc.

Cael.,

Ptg. (Fondo Pisano) n.

3277.

Ofigînale. NeI oetso, nota del sec. XV: XVII: a. 15.

Carra de compra del mulino

facta per ser Piero de Appiaoo da guelli de Massa; segaatua ilet ses.

Ex hoc instrumento sit manifestum quod Nicolaus quondam Andree, filij quondam et heredis ser Peri de Massa, avj suj paternj, de cappella Sanctj Martinj Kinsice, vendidit ser Piero notario, filio


DOCUMENTI DELt-'ARCHIVIO CAETANI

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olim Fej de Appiano, de suprascripta cappella, quartam partem pro indiviso petii terre, cum domo et molendino cum tribus paribus macinarum, cum arboribus et alijs existentibus super dicto petio terre, vòcato lo Mulino di ser Piero da Massa, posito in confrnibus comunis Camullianj et nunc Pontissacchj, super flumine Here, in loco dicto Lavatoio: et tenet unum caput in flumine Here, aliud in terra magistri Andree et latus unum in via publica et aliud partim in terra Masinj de Montefosculi et partirn in tera Vannis Fabrj ; cum quarta parte pro indiviso omnium suorum dictj molendinj ferramentorum, macinarum, fornimentorum et massaritiarum, cum omnj iure, actione, proprietate et adiacentijs suis; pro pretio florenorum centum quardaginta duorum et dimidij aurj, quod Nicolaus, coram me notario et testibus, recepit a dicto Piero, et eum et eius heredes et bona absolvit; et promisit ser Piero eum vel suos heredes in dicta re vendita non imbrigare aut per placitum fatigare et vacuam possessionem ei et suis heredibus dare; et siqua lis moyeretur eidem ser Piero vel suis heredibus, quod ipse Nicolaus iudicium in se suscipiet et pignora curijs dabit et advocatos acquiret et eis et notarijs salaria dabit; et si predicta non observaverit, penam dupli extimationis rei vendite, dannum et dispendium conponere promisit: et se et suos heredes et bona obligavit ser Piero et precepit ei ingredi possessionem rei vendite. Simon quondam Andree olim ser Peri de Massa, germanus ipsius Nicolay, fideiubendo pro eo, omnia promissa a Nicolao observare et observarj facere promisit ad eamdem penam. Actum Pisis, in apoteca ser Bartholomej, notarii, quondam ser Pierj notarij de Ghessano, posita iuxta plateam ecclesie Sancte Eufrasie: Iohanne Buctarro frlio Provinche de Larj, de cappella Sancti Andree Kinsice, Piero filio Laurentij dell'Abate, I de cappella Sancti Egidij, et Ranerio quondam Bartholomej de Tapallo, de cappella Sancti Martini Kinsice, testibus, Incarnationis anno millesimo guadringentesimo, indictione octava, octavo 2 ydus martij. ST. Iohannes quondam ser Bindi notarij de Appiano, pisanus civis, imperialj auctoritate notarius atque iudex ordinarius, scripsi. Soluta est cabella, pro simplo tantum, Filippo Catrj, exactori curie cabelle maioris pisane civitatis pro comuni pisano, suprascriptis anno et indictione, die nono martii. I NcI testo dellabate Manca nel testo. '

c - 140r .1.29

Campiglia Maríttíma del

fu

F. P.3283.

.

Bíndino.

-

Neri del fu Gíacomo,

per

29 fiofiní d'oro,

oende alcuni terreni

a

Gíooanni

Oigínale. NeI oerso note, del sec. XVI: a) Cartadi vendita fatta da Arc, Cae!., Ptg. (Fonilo Phano) n. 328j. Nerj di laopo di certj pzi di terra a lohanni di Bindino con consentimento della donna di Nerj et di due propinqui (e dí altrc mano) dele tene del Teroberto e dele quercie de Fosa Guglielma e d'altre terre a I'Aqua Vivola; ó) M." Caterina 6" y.oi del sec. XVIII: Giovanni di Bindino... 1401, 29 gennaio. Tenore huius pateat quod Nerius condam lacopi, de civitate Campilie, pa*is Mariptime,

causa

necessitatis et indigentie victualium, quam se suamgue familiam pati dixit, suo iuramento, coram me Silvestro notario et testibus infrascriptis, vendidit lohanni condam Bindinj, de suprascripto comuni, petium terre campie, cum quercubús, positum in confinibus Campilie, in loco dicto Gualdo: tenet unum caput

Strada publica, aliud in loco dicto Fossa Guiglierma cum uno latere, aliud latus in tena Martinj ser Ghinj de Campiliai petium terre campie, positum in suprascriptis confinibus, in.loco dicto Terre Ubertj: tenet unum caput in loco dicto Campo delli Olmatellj, aliud in terra Sanctj lohannis, Iatus in terra hospitalis Sancti lacopi de Campilia, aliud in terra Sancti Nerij, et est per mensuram scafiatarum quinquei petium terre positum in suprascriptis confinibus et loco: tenetunum caput cumlatere interra Sancti lohannis, aliud caput in supradicto petio terre, aliud latus in terra Sanctj lohannis, aliud in Sancto Petro Tone (?) supra conÉnato, aliud latus in terra Sancti lohannis, et est per mensuram 1 scaffiate unius; petium terre campie, positum in lsuprascriptis confinibus et loco: tenet unum caput in Carraia, aliud caput in terra * *, latus unum in terra plebis de Campilia, aliud allo Stradone guod vadit all'Aqua 2 Vivola, et est per mensuram scaffiatarum duarum; cum omni iure, actione, proprietate, pertinentiis et adiacentiis; pro pretio florenorum viginti novem aurj, guod Nerius, coram me notario et testibus infrascriptis, habuit a lohanne, et eum et eius heredes et bona absolvit, et promisit ipsum vel heredes non imbrigare nec per placitum fatigare, et offerre se litj que Nerio vel eius heredibus move-

in


VARIA retur et suscipere in se litem suis, suorum heredum pigneribus, diricturis, salariis iudicum et advocatorum et aliis expensis; si predicta non observaverit, penam duplj predictj pretii seu extimationis rerum venditarum, et dapnum et dispendium solvere prornisit; et se et suos heredes et bona obligavit. Insuper domina lacopa, uxor Nerij et frlia olim Laurentij Lupi de Campilia, presentia et consilio lohannis condam Niccolaj et Francisci, item Franciscj, de supradicto comuni, propinquorum suorum, omnibus consensit, dicens suo iuramento omnia facta esse causa indigentie ac quod bona suj virj, que ei remanent, sunt tot quod de eis sibi potest satisfierj de iuribus suis dotis et antefacti. Actum in terra Campilie,

in

domo habitationis supradictj Nerij, posite in castro Campilie: Antonio condamVincentij et Bartholomeo condam Guiduccij, de Campilia, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo primo, indictione nona, die vigesimonono ianuarij. ST. Silvester condam ser Franciscj del Pattieri 3, civis pisanus, imperialj auctoritate notarius atque iudex ordinarius, scripsi.

t

c

Omesso

- 1401 .

III

ncl

.

testo. 2 NeI teslo allacqua 3 Nel lesto delpattieri.

10.

Compíglia Maríttima Teccía, figlta del

F .P .3213.

Atto di donazíone pet nozze fatta da Malteo del

fu

fu

Guíduccío

alla

moglie

Specechícclo.

Arc. Caet., Ptg, (Fondo Pisano) n. 3213.

Orìginale.

Tenore huius pateat quod Mattheus olim Guiduccij, de comuni Campilie, fecit domine Teccie, uxorj sue et frlie olim Specechicclj, de supradicto comuni, donationem propter nuptias et nomine antefactj ipsius librarum centum denariorum pisanorum super bonis Matthey, pro gua donatione Mattheus obligavit 'solverit Teccie omnia bona, pacto quod si contingerit Mattheum premorj Teccie et heres suus non dictas libras centum infra tredecim menses a die obitus dicti Macthej,l dictum pignus et bona Matthey. sint Teccie suorumque heredum et successorum; et Mattheus promisit Tecciam et eius heredes et successores non imbrigare nec per placitum fatigare; si predicta non observaverit, penam duplj pigneris et expensas dare et resarcire promisit; pro gua donatione Mattheus a Teccia fuit confessus habuisse, nomine dotis ipsius, Iibras trecentas denariorum pisanorum, videlicet medietatem in denariis et medietatem in corredis; et Tecciam et eius heredes et bona absolvit et cartas promissionis dotis cassas vocavit. Actum in castro Campilie, in domo habitationis Matthej : Bencivenne item Bencivennis, Ildrobandino quondam Cembonis et Bartalo quondam lohannis, de Campilia, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo primo, indictione nona, die decimo martij. ST. Silvester condam ser Franciscj notarij del Pattierj 2, civis pisanus, imperialj auctoritate notarius atque iudex ordinarius, scripsi.

I

Scrítto pnma Benvenut

j,

poí cancellalo

c - 1401. Iv. 26 -VIII.25 Pisa

.

c

tlsctlllo nell'ínterlineo dal rcgataúo

Macthei 2 NeI testo delpattieri.

F. P. 3345.

Raníerío de' Gualandí, per 600 fiorìni d'oro, e Ceo Gaetani, per 300 fíorìní d'oro, oendono -a Stefono Gaetaní Ie rispettíoe quote di terreni, postì neî territorí del castello di San Regolo, di dí Terra Nome, dí Lucíana, . Pagliane et Postignanj >, con tutti i diîíttí lorc. ì,

Orlgínale, scti!!í i!í seguilo su due pergamene íncollate ínsíeme. Nel Caef., Prg. (Fondo Písano) n. j345. del sec. XV: Carta di compra di Santo Regulo e del Terriccio; del sec. XVII: a) contratto di vendita di cinque parte intiere di sei pro indiviso di tutto il castello di S. Regolo et altri beni fatta da messer Ranieri Gurlandi a messer Stefano Gaetani; ú) altro contratto di vendita di una terza parte intiera pro indiviso della corte e pasco di Terra di None overo Doglia fatta da Ceodel quondam Aodreotto Gaetanial sopradettonresser Stefano Gaetani; 1402. Ioì, Ptg. (Fondo Pisano) n.324 l. Coptadelcnntratlo C-l40l.VilI .25, così autenlícalo: ST, Filippus fiiuscondm *rlohannisAndree dalCampo,rcivispisanus,

Arc.

oetxo note,

imperialj auctoritate notarius atqrrc iuder ordinarius, predicta omnia, prout in actis et scdis dicti ser lohi'.is patris mej invenj, ita hic, ex commiscione nihy hcta, dc dictis actb a scedit scripsi et publicavi. Nel oerlro nole, del *r. XV: Carta de compra di caratj otto del Terriccio vende Ceo Ghatani a ne!É€r Stefaqo GÈatani: dcl *c.XVII: compnfacta per StefanoGaetani daCeoGaetani

t,9


.66

DOCUMENTI DELLIARCHIVIO CAETANI

di una terza parte intiera pro indiviso della corte e bosco Terre Nominis seu de Copla autentlca, ínseila ín C - I 493 .lll .30 - V. 24.

Doglia. hti, ín Ptg. (Fonilo

Pisano)

n. i225.

Ex hoc instrumento sit manifesturn quod Ranerius condam domini Iacobi de Gualandis, de capella Sanctorum Gosme et Dagmianj, vendidit militi domino Stefano condam dominj Filippj Sciarre, militis, de Gaitanis, de capella Sancti Donati, quinque partes pro indiviso de sex partibus pro indiviso totius castrj Sancti Regulj, quod tenet ambo capita in via publica, latus unum partim in terra ortali Andree Mactaionis, nrilitis, de Gaitanis et partim in terra ortalj olim dicti Ranerij et nunc dicti emptoris, aliud latus partim in via publica et partim in terra ortalj ecclesie Sancti Regulj, ita quod per hoc non veniant in hanc venditionem bona què possidet ecclesia dicti castri, tam in dicto castro quam in Podio dicti castrj. Item vendidit 2 petium terre cum domo solariata, uno solario non completo, positum in dicto castro, et tenet unum caput in via, aliud in muro castellano, latus unum in terra cum domo dominj Andree Mactaionis de Caitanis, cuius domus dominj Andree terrenum est commune inter ipsum venditorem et ipsum dominum Andream pro suis partibus ut 2 ipse 2 Iacobus 2 dixit, 3 aliud latus in tena communi ipsius et dominj Andree, quam habet ad livellurn Michael Pupi, de comuni Sancti Regulj, et Nuonus Puccepti, de Postignano; petium terre, cum olivis et alijs fructibus et cum duabus domibus solariatis, positum in Villa castri Sanctj Reguli, et tenet unum caput cum duobus lateribus in via publica, aliud in terra dominj Andree Mactaionis de Gaitanis, et est per mensuram stariora quinque; petium terre, cum domo solariata medio solario, cum orto post dictam domum, positum iusta castrum Sancti Regulj, in loco dicto Corte, et tenet ambo capita cum uno latere in vijs publicis, aliud latus in terra dominj Andree Mactaionis, in qua domo dictus Ranerius tenebat cellarium; petium terre vineatum, cum olivis et alijs fructibus, positum in suprascripto comuni, in loco dicto I'Ortale, 3 et tenet ambo capita cum uno latere in via publica, aliud latus in terra olim venditoris et nunc emptoris, et est per mensuram stariora triginta sex; petium terre vineatum, cum olivis et alijs fructibus, positum in suprascripto comuni, in loco dicto la Casa, et tenet unum caput cum uno latere in via publica, aliud caput in terra olim Ranerij et nunc emptoris, aliud latus partim in terra dominj Andree et partim in terra suprascripte ecclesie, et est per mensuram stariora undecim; petium terre vineatum, cum olivis, positum in suprascripto comuni, in loco dicto Possuolo, et tenet unum caput in via publica, aliud in botro del Ceneto, latus unum in terra R4nerij, aliud partim in tera vineata heredum Baldi de Sancto Regulo et partim in terra vineata domini Andree Mactaionis, et est per mensuram stariora guatuordecim i petium unum terre, partim vineatum et partim campium, positum in suprascripto comuni, in loco dicto Cafaggio, et tenet unum caput in terra vineata Vannuccij Tuccij de Sancto Martino de Pagliana, aliud in rio dicto Fiocina, in terra ecclesie castrj Sancti Regulj et a est per mensuram triginta [stariora] ; a petium terre campie, positum in suprascripto comuni, prope locum qui dicitur Castellare in Valle di Conella, et tenet unum caput in terra ecciesie Sancti Regulj, aliud in terra heredum b Iacobi Bonannj * *, latus in via publica, aliud in terra olim Ranerij et nunc ernptoris, et est per mensuram stariora quatuor; petium terre campie, positurir ibi prope in Vallo di Chonella, et tenet unum caput in via, aliud in tena olim Ranerij, latus unum in terra dominj Andree Mactaionis, aliud latus * +, €t est per mensuram stariorum unum et dimidium; tertiam partem pro indiviso petij unius tene, partim veneati et partim agresti, positi in suprascripto comuni, in loco dicto al Castellare di Luciana, et tenet ambo capita in vijs publicis, latus unum in terra ecclesie Sancti Regulj, aliud latus * *, €t €st per metrsuram stariora quindecim totum petium terre ; petium teue campie, cum olivis, positum in suprascripto comuni, in loco dicto Io Uliveto, et tenet unum caput in via, aliud in terua Martinj Ugolinj, de suprascripto comuni, latus unum in terra archiepiscopatus pisani, et est per mensuram stariora octo; petium terre, cum olivis, positum in suprascripto comuni, in loco dicto I'Uliveto 6, et tenet unum caput cum uno latere in via publica, aliud caput in terra archiepiscopatus pisani, aliud in terra dominj Andree, et est per mensuram stariora tria; petium terre campie, cum uno olivo, positum in loco dicto la Casancia, ? et tenet ambo capita in terris olim Ranerij et n".nc emptoris, latus unum in tena vineata ecclesie Sancti Regulj, aliud in via, et est per mensurarn stariéra duo; petium terre campie, positum in suprascripto comuni, in loco dicto al Sasso di Malacoda, et tenet ambo capita in vijs publicis, latus unum in terra vineata dominj Andree, aliud in terra x *, et e$t per mensuram stariora sedecim; petium terre pratatum, positum ia conGnibus comunis Pagliane in Valle Conella, in loco dicto Ia Taula, 8 et tenet unum caput a Conella, aliud in terra olim venditoris et nunc emptoris, latus unum in terra dominj Andree, aliud in terra pratata Iohannis Chelinj, de comuni Sancti Regulj, et est per mensuram stariora septem; petium terre, partim campie et partim boschate, et partitum


VARIA

67

positum in confinibus comunis Pagliane, in loco dicto Acqua Viva n *; petium terre pratatum, positum in confinibus comunis Postignani, in loco dicto al Sancto sive all'Arberellj, e et tenet unum caput in rio dicto Fiocina, aliud in terra pratata heredum lohannis Nuti de Luciana, latus unum in terra pratata Menichettj Guidi de Luciana, aliud * *, et est per mensurarn stariora tria; petium terre campie, positum in confinibus suprascripti comunis, in loco dicto Valloculj, et tenet unum caput in terra Checchi Vannuccij, de comuni Sancti Regulj, aliud partim in terra olim Ranerij et partim in terra Nannis Pupi, civis pilani, latus unum in rio suprascripto, aliud in terra Nannis suprascripti, et est stariora quinqr:e; petium 10 tene campie, positum in suprascriptis confinibus et loco, et tenet unum caput in terra olim Ranerij et nunc emptoris, aliud caput * *, latus unum in suprascripto rio, aliud in terra suprascripti Nannis, et est stariorum unum i petium terre campie, positurn in confinibus comunis Sancti Regulj, in oco dicto Valloculj, et tenet unum caput in via, aliud in suprascripto rio, latus unum in terra suprascripti Nannis, aliud partim in terra domini Andree Mactaionis et partim in terra olim Ranerij et nunc emptoris, et est staliora quinque t0; petium terre campie, positum in suprascripto loco, divisum foveis in tres partes, et tenet totum 11 unum caput in suprascripto rio, aliud in terra olim Ranerij et nunc emptoris, latus unum partim in terra dominj Andree Mactaionis et partim in terra olim venditoris et nunc emptoris, aliud * *, et est totum per mensuram stariora sedecim i petium terre campie, positum in suprascripto loco, et tenet ambo capita in terris olim Ranerij et nunc emptoris, latus unum in terra dominj Andree, aliud latus * *, et est per mensuram stariora tria; petium terre pratate, positum in confinibus comunis Sanctj Regulj, in loco dicto Donnicato, et tenet unum caput in terra lohannis Pupi de Luciana, aliud in terra Menici Ursi de Luciana, de suprascripto comuni, latus unum in tena x +, â‚Źt â‚Źst per mensuram stariora decem novem; petium terre campie, positum in Valle Conellj, subtus Castellare castrj Luciane, et tenet unum caput in terra ser Pierj notarij quondam Cey de Luciana, aliud caput in terra heredum Antonij Stefanj et germanorum eius de Luciana, latus unum in Conella, aliud in terra olim venditoris et nunc emptoris, et est per mensuram stariora quatuordecim; petium terre campie pratate, divise in duas partes mediantibus fossis, positum in suprascripto loco, et tenet ambo capita in terris olim venditoris et nunc emptoris, latus ununq in tera ecclesie Sancti Regulj, aliud in terra * *, et est totum per mensuram stariora sex; petium terre campie, positum ibi prope, in suprascripto loco, et tenet unum caput in via, aHua cum uno latere in terra olim Ranerij et nunc emptoris, aliud latus x x, et est per mensuram stariorum unum et dimidium; petium terre campie, positum in suprascripto loco, et tenet unum caput cum parte unius lateris in terra olim Ranerij, aliud caput in via publica, aliud latus partim in terra Ranerij de Sancto Cassiano et partim in terra Antonij Stefanj et fratrum de Luciana, et est per mensurarn stariora quatuordecim; petium terre campie, positum in Valle di Conella, in loco dicto al Guado, 12 et tenet unum caput cum uno latere in via publica, aliud caput in tera Ranerij de Sancto Cassiano, aliud latus in terra Opere Sancte Marie Maioris, et est per mensul'am stariora quinque; petium terre campie, partitum in quinque partes mediantibus fossis, positurn in Valle di Conella, in loco dicto Campora, et tenet totum petiurn unum caput in via publica, aliud in Conella, latus unum in terra Opere Sancte Marie Maioris, aliud in terra ecclesie Sancti Regulj, et est per mensuram stariora vigintj ; petium terre campie, positum in Valle di Conella, in loco dicto Campora partim et partim a Pie rB di Chamonaci et partim alle Fontanelle, divisum in sex partes mediantibus foveis, et tenet totum petium terre ambo capita] in terra ecclesie Sancti Regulj, latus unum in via, aliud in Chonella, et est totum per mensuram stariora viginti octo i petium terre campie, positum in loco dicto Petrino, et tenet unum caput cum uno latere in via, aliud caput in terra ser Pierj Masi de Sancto Regulo, aliud latus * *, â‚Źt est per mensuram stariora duodecim; petium terre pratate, positum in Valle di Chonella, in loco dicto la Taula, 14 et tenet unum caput cum uno latere in via, aliud caput in terra pratata dominj Andree Mactaionis, aliud latus in Chonella, et est per mensuram stariora decem i petium terre campie, positum in Valle di Conella, in Ballionis, aliud in terra heredum Nannis. loco dicto la Vallina, r5 et tenet unum caput in terra Lupi -sancti Regulj et aliud in terra * *, et est perl Balduccij de Sancto Regulo, latus unum in t"rru ecclesie positum in loco dicto Petrino, et tenet unum caput mensuram stariola duodecim; petium terre campie, cum uno latere in via, aliud in terra olim venditoris et nunc emptoris, aliud latus in terra Opere Sancti Reguli, et est per mensuram stariora duo; petium terre pratate, positum in Valle di Chonella, socto la Fonte, in loco dicto le Lame, et tenet unum caput cum uno latere 16 in tena u pratata Nanais Pupi de Sancto Regulo, civie pisaai, aliud caput partim in terra pratata ecclesie Sancti Regulj et partim in tena consortum dicti Ranerii, aliud larus iu terra Sanfi lunctinj de Sancto Martino ad Paglianam, e1

in tribus petijs,


ó8

DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANT

est per mensuram stariora novem i petium tene campie, positum in Valle di Conella, in loco dicto alle Botra, et tenet unum caput in via, aliud in terra pratata ser Pierj Masi de Sancto Regulo, latus unum in terra archiepiscopatus pisani, aliud **, et est per mensuram stariora undecim; petlum terre, partim campie et partim macchie, prope Campum Ritondum, positum in confinibus comunis Sancti Regulj, et tenet unum caput in terra heredum comitis Gualandj de Castagneto, aliud in terra ecclesie Sancti Regulj, latus unum in via, aliud in Conella, et est per mensuram stariora quadraginta i petium terre, camlie, positum in confinibus comunis Pagliane, in loco dicto alli Vepre, 18 et tenet unum caput in tera heredum Nannis Pupi, aliud in terra heredum domine Bonture de Sancto Martino, latus unum in terra Michaelis Pupi de Sancto Regulo, aliud in terra olim venditoris et nunc emptoris, et est per mensuram stariora decem; petium terre boscatum, positum in confrnibus comunis Pagliane, in loco dicto Pie Monte, et tenet unum caput in terra boschata olim venditoris et nunc emptoris, aliud in terra boscata dominj Andree Macthaionis, Iatus unum partim in terra Casparis Andree et Lupi Vannuccij et consortum de Luciana, aliud latus**, et est per mensuram stariora viginti; petium terre boschate, positum in suprascriptis confinibus et loco, et tenet unum caput in terra boschata dominj Andree suprascripti, aliud partim in terra boscata Iohannis Pupi de Luciana et partim in terra boscata Nannis Pupi de Sancto Regulo, civis pisani, cum parte unius lateris, et pars altera alterius lateris in terra boscata certorum hominum de Luciana, et est per mensuram stariora vigintiquinque; tertiam partem pro indiviso petij unius terre, partim vineate et partim agrestis, positi in confinibus comunis -Sancti Regulj, in loco dicto Cereto, et tenet suprascriptum totum petium terre unum caput in terra ser Pierj Masi de Sancto Regulo, aliud caput n * latus unum in via, aliud al Botro {e del Cerreto, et est totum petium terre per mensurarn stariora quinquaginta: petium terre campie, cum olivis, positum in suprascripto comuni, in loco dicto la Chiusa 20 et in Poggio, et tenet unum caput cum uno latere in terra dominj Andree Mactaionis, aliud partim in via et partim in terra ecclesie Sancti Regulj et partim in terra Michaelis Pupi, de suprascripto comuni, aliud latus partim in terra ser Pierj Masi et partim in terra Nannis Pupi de Sancto Regulo, et est per mensuram stariora quindecim; petium terre cum olivis, positum in suprascripto comuni, in loco dicto Cafaggio, et tenet unum caput in via, aliud in terra Gerardj Nerij, de suprascripto comuni, et consortum, latus unum in terra dominj Andree Mactaionis, aliud in tera Opere ecclesie Sancti Regulj, et est pèr mensuram stariora sex; petium terre campie, ?1 cum olivis, positum in suprascripto comuni, in loco dicto la Sasa, et tenet unum caput cum uno latere in terra Opere ecclesie Sancti Regulj, aliud * *, aliud latus in terra dominj Andree, est est per mensuram stariora duo; petium terre campie, cum olivis, positum in suprascripto comuni, in loco dicto Ia Vallinella, et tenet unum caput partim in via et partim in terra olivata Martinj Ugolinj, de suprascripto comuni, aliud in terra Martini **, €t est per mensuram stariora octo; petium terre campie, cum duabus olivis, malegranatis, ficubus, positum in comuni Sancti Regulj, in loco dicto a Corte, et tenet unum caput in Carbonaria Castrj, via mediante, aliud cum uno latere in via publica, aliud latus in tena dominj Andree Mactaionis de Gaitanis, et est per mensurarn stariorum unum et dimidium; petium terre, partim campie et partim vineate, cum olivis, positum in suprascripto comuni, in loco dicto al Piano, 22 et tenet unum caput in via publica, aliud partim in terra vineata Gusti de Favulia et partim in terra boscata Michaelis Pupi de Sancto Regulo, latus unum in terua suprascúpti Michaelis, aliud partim in terra Gusti et partim in terra Nannis Pupi de Sancto Regulo, et est per mensuram decem stariora i petium terre boschatum, positum in suprascripto comuni, in loco dicto al Bucignone, 23 et tenet unum caput in via publica, aliud in tena ser Pierj Masi, latus unum in terra Michaelis Pupi, aiiud partim in terra Lupi Baglionis de Sancto Regulo et consortum et partim in terra * *, et est per mensuram stariora octo; petium terre vineate, positugr in confinibus comunis Pagliane,

in loco dicto al Vallino, 2a et tenet unum caput cum uno latere in terra vineata Antonij Fedis de Lueiana, de comuni Sancti Regulj, aliud caput in oiu, aliud latus * ,r, et est per mensuram stariora duo;

quinque partes pro indiviso de sex partibus integris pro indiviso casalinorum decemnovem, positorum in dicto castro, per ipsum Ranerium et consortes concessorum ad livellum pluribus personis, et de quolibet casalinorum habetur quolibet anlo par unum pullastrorum, et alia petia tenarum et bona que nunc per Ranerium possidentur, posita in con6nibus comunium Sancti Regulj, Luciane et Pagliane et Postignanj ; et quinque partes de sex iuris patronatus ecclesie, posite in dicto castro, et iuris presentandi et eligendi rectorem ad ecclesiam suprascriptam; cum o-tri iure, actione, proprietate, pertinentijs et adiacentijs; pro pretio florenorum sexcentorum de auro, quod Ranerius recepit a Stefano hoc modo, videlicet florenos trecentos triginta habitos mutuo gratia per 25 cartam mutui, rogetam ab infrascripto ser lohanne notario,

;


VARIA

69

infrascriptis anno, indictione et die, ?Ă­ Stefanum et eius heredes et bona absolvit, reliquos de sua pecunia; et precepit Ranerius Stefano ingredi possessionem suprascriptorum petiorum terrarumn iurium et nominum venditorum; et Ranerius promisit Stefano quod defendet et disbrigabit ei et eius heredibus sup'ascriptas res, iura et nomina; suis suorumque heredum expensis curie, iudicum et advocatorum et alijs, et quod non molestabit nec per placitum fatigabit eos; et quod Ranerius et eius heredes suscipient in se litem et iudicium, guotiens moveretur eis de dictis rebus venditis; et si predicta Ranerius non observaverit, penam duplj pretij vel penam duplj extimationis rerum venditarum et omnes expensas, dampna et

interesse promisit Stefano reddere, obligando se et suos heredes et bona omnia; datis ad hec fideiussoribus domino Iohanne condam dominj Petlj Bullie de Gualandis et domino Nicolao condam donrini Francisci de Gualandis, de capella Sanctorum Gosme et Dagmianj, qui in solidum omnia observare promiserunt, alioguin penam duplj florenorum sexcentorum de auro et omnes expensas, dampna et interesse Stefano reddere promiserunt, obligando se, eorum heredes et bona. Actum Pisis, in curia Maris, pisane civitatis: Marco condam Garuccij, de capella Sanctorum Gosme et Dagmianj, et Antonio condam dominj Petri dominj Opisi de Gualandis, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo secundo, indictione nona, die vigesimo sexto mensis aprilis. Ex hoc instrumento sit manifestum quod Ceus quondam dominj Andreocti de Gaitanis, de capella Sancti Donati, vendidit suprascripto domino Stefano, militi, tertiam partem pro indiviso curie et paschus Terre Nominis seu de Doglia, et tenet totus paschus unum caput in podio super Laguscellum, sicut vadit usque ad latum (!) Trohie et sicut vadit recta via ad Fontem Noticchii, ex capite illo est coniunctus curie de Melis, aliud caput in strata veterj de Vada, latus unum in curia Riparbelle, sicut vadit ad ficum 26 versus Ripalbellarn, ita quod Podium nigram, et inde versus Ripalbellam, sicut vadit pes Conscium Montiscalvulj est de ipso paschu et usgue ad gradum Loray et partim in curia Colmezzani, sicuti indicant terminj positi in confinibus Terre Nominis et Colmezanj, videlicet: terminus unus positus iuxta botrum qui 27 Vade et Terre Nominis et vocatur. Ultra Pescio et prope via que vocatur Stradella in Crociata, confinis Colmezanj ; et alius terminus in medio V allis del Melo, prope Stradellam, prope alium terminum ex latere tranverso circa perticas centum quadraginta quatuor; et alius terminus est in valle suprascripta prope alium terminum suprascriptum per perticas centum sexaginta, cum recta via per dictam vallem; et alius terminus' est in ipsa valle seu Vallino del Melo, in medio, in loco dicto al Gotio di Vallimorj prope illum go28 prope alium suprascriptum terminum in medio per pertichas quatiem (!) in capite dicte Vallis del Melo dringentas quadraginta, per rectam viam per illam vallem seu Vallinum del Melo; et alius terminus est in loco dicto tebbio, prope Crociata quercu$ grosse, per perticas decem prope viam que vocatur Stradella, que est in loco dicto Trebbio; et alius terrninus est in loco dicto Vallino Candeulj, qui est longinquus ab alio suprascripto proximo termino per pertichas ducentas sexaginta; et alius terminus est in loco dicto lo 30 Elta, sive ibi prope alium terminum proximum scriptum per Folcone,2e in loco dicto dell'Acquu pertichas sexaginta prope Botrum Aque Alte per duas pertichas; et alius terminus est in capite loci vocati Terraio, qui est longinguus a suprascripto proximo termino Aque Alte per viam Botrj Aque Alte per pertichas quingentas triginta; et alius terminus est in medio Podii Aque Bone, qui est longinquus rupr"r"ripto proximo termino, qui est in capite Terraj, per pertichas sexaginta; et alius terminus est "in medio podii dicti Poggio della Suverella, qui locus etiam vocatur Mondiglio, qui est longinquus per rectam viam a suprpscripto proximo termino perticis centum quadraginta; et alius terminus est in loco dicto la Mola 31 Ripalbellese, qui est longe a suprascripto proximo termino, posito in rnedio podif suprascripti, perticis ducentis duodecim; et aliud latus tenet dictus paschus in curia Malandronis, sicut itur per Riperum et recte sicut itur subtus quercum et per Vallem Gundulam et partim in curia Bladi 32 et per senam Carraie et super per Podium Groffolete et in Canneta et recte ad Podium della Leccia et ad Lischaiolam et per rectam viam ad Garavellum, et partim in curia Castelline sicut itur Per serram Gabrignoculj ; et omnes terras, tam domesticas quam silvestres et tam laboratas quam sodas et tam pratatas quam quomodocumque existentes, que comprehenduntur infra dictos confines, spectantes ad Ceum pro tertia parte; cum omni iure, actione, proprietate, pertinentijs suis paschus et Pasture et ipsorum petiorum terrarum; pro pretio florenorum trecentorum de auro, quod Ceus a domino Stefano fuit confessus recepisse; et Stefanum et eius heredes et bona absolvit; dans Stefano Potâ‚Źstatem ingrediendi possessionem rerum venditarum; et Ceus et Pierus quondan Benedicti de Gaitanis, de capella Sancti

Viti,

in

solidum, promiserunt Stefano quod defendent et disbrigabunt domino Stefano'et suis heredibus res venditas et earum proprietatem et iura, cum suis et eorum heredum expensis, curie, iudifrdeiubendo


DOCUMEN

70

TI DELL'ARCHIVIO CAETANI

cum et advocatorum et alijs, et quod suscipient in se litem et iudicium quotiens moveretur; et si predicta non observaverint, penam duplj pretij vel penam duplj extimatibnis rerum venditarum et omnes expensas promiserunt domino Stefano reddere, obligando se, heredes et bona. Hoc acto inter contrahentes guod Ceus et Pierus in solidum non teneantur de evictione illius primi termini et confinis, de quo supra fit mentio, videlicet: Et tenet dictus paschus unum caput in podio supra Lagustellum sicut vadit usque ad latum Trohie; sed dominus Stefanus habeat de 33'dicto 33 capite sB talia iura qualia Ceus habet. Actum Pisis, in apotheca posita sub palatio Pisarum potestatis, inter scalas lapideas ipsius palatij et curiam rnaleftiorum: T'inuccio condam Balduccij de Vivario, de capella Sancti Nicolaj, et domino Caddo,

milite, condam dominj Guidonis, militis, de Caprona, pisanis civibus, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo secundo, indictione nona, die vigesimo quinto mensis augusti. ST. Bartholomeus, filius ser Landi notarij olim ser Leopardi notarij de Monona, civis pisanus, imperialj auctoritate notarius atque iudex ordinarius, predicta omnia rogata per ser lohannem notarium olim Andree Coriarij, civem pisanum, prout in eius actis invenj, ita eius parabola et mandato publicavi. ST. Iohannes olim Andree Coriarij, civis pisanus, imperialj auctoritate notarius et iudex ordinarius, rogatus scripsi et ser Bartolomeo notario, alijs impedimentis occupatus, hic publicandi pa[ra]bolam dedi, ascultans suprascripta omnia una cum Bartholomeo notario ad mea acta originalia facta, et suprascriptas additiones, factas manu ser Bartholomei, addi feci, quia per errorem omiserat. Solvit de prirna emptione supraseripta Lando de Navacchio, suprastanti curie cabelle maioris, cabellam debitam de predictis, pro simplo tantum, anno millesimo quadringentesimo secundo, indictione nona, die trigesimo aprilis. Solvit de secunda emptione Paulo del Guercio, exactori ghabellotorum, qui emerunt suprascriptum dirictum a comuni pisano, cabellam debitam de suprascriptis, pro simplo tantum, de mandato gabellotorum, Incarnationis anno millesimo guadringentesimo tertio, indictione decima,

die quinto iunij. I NeI testo dalcampo r NelI'ínlerlíneo, con ínchíosho dírtetso, 3 Nel feslo lortate a II bnno et -[stariora] aggíunto nel nargíne desho, con ínchíostro díoerso. 5 Nell'íntetlíneo. 6 Nel feslo luliveto 7 NeI testo lacasancia 8 Nel feslo lataula s NeI leslo allarberelli r0 II btano petium-quinque, aggíunto dallo stesso rcgalaio, con un ichíamo, pilma delle sottoscrízíoní. r{ NelI'ìnterlíneo. '2 Nel feslo alguado 13 Ne/ teslo apie la Nel fesfo lataula 15 NeI lerlolavallina 16 SeguÍoa nel testo in via, aliud caput, poi cancellalo. 11 Seguíoo nel testo olim suprascripti venditoris el, poi cancellato '8 Nel fes/o allivepre re Nel fesfo albotro 20 Nel ,eslo lachius 2t Nell'ínterlíneo. 92 Nel feslo alpiano 23 Nel lesio albucignone 2'r NeI fesfo alvallino 2r . Seguíoa nel lesto ut paiet supra, poí cancellalo. Il bnno petdie, aggíunlo con un fichíamo ín fine aI documenlo. 16 lóór. consciu 21 Abbr, confrn 28 Nel lesto delmelo 2s NeI testo lofolcone 30 Ne/ testo dellacqua sl Nel testo lamola 32 Nell'ínterlíneo. Ì3 Aggíunlo, con un ríchíamo, aIIa fine del documenlo.

c -1401.ull .29.

F. P. 3252.

Quietanze rilascíate da legatari ai fedecommíssari testamentarí dí donna Geria dí Tultno di Cecco.

Campiglía Marittima

Atc. CaeL, Ptg. (Fondo

Písano)

n. j252.

Orígînale.

Nel oetso, nota del

sec,

XVII:

Rqga nel 1402d'agostorer

Betto d'altro ser Betto da Caxina.

Ex hoc instrumento sit manifestum quod domina Bernabe, relicta Paulj Simonis, domina Casma, relicta Tomej, dornina Romana, .hospitalaria, domina Antonia, relicta Nerij Fidis, domina Dominica, relicta Antonij, Pandina Nerij, domina Katerina, relicta Venture, domina Visa Petrj, domina Francischa Iohannis, domina Lina lohannis, domina Petra item Pierj, domina Bice Landinj, Iohannes Michaelis, domina Nensis del Villano, domina Margharita Tani, domina Francischa Iacobi Fatij, domina Nutina et Fiorensus Antonij, domina Tora Riccii, domina Tora Nerij Buglia, domina Ceccha magistri Simonis, prebister Antonius Macùej, domina Core Antonij, domina Antonia domine Bicis, domina Antonia, Antonius frlius Peruccii, omnes de comuni Campilie, coram me Betto notario et testibus infrascriptis, receperunt a lacobo olirn Dinj et Francischo condan Lupi, de comuni et castro Campilie, fidecommissarii et generales datores et distributores (l) iudiciorum, Iegatorum et bonorum omnium domine Gerie Tulini Cecchi de Campilia, ab ea relictis per suum ultimum testamentum, ab ea conditum, rogatum a


VAR IA

7t

Guiduccij de Appiano, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo secundo, indictione nona, die vigesima quinta septembris, brachia sex panni albagij vulterranj pro qualibet earum sive pro quolibet eorum, solventibus fideicommissariatus nomine pro domina Geria et pro eius anima et de eius bonis de summa florenorum triginta iudicatis, relictis pauperibus personis per domine Gerie testamentum, de quibus se bene pacatos et pacatas vocaverunt, et eos et eorum heredes et bona et animam domine Gerie defuncte absolverunt, et me rogaverunt ut de predictis conficerem instrumentum. Actum Campilie, in domo habitationis suprascripti Franciscj Lupi: domino Mariano de Sassetta, plebano plebis de Campilia, et Iacobo olim Coppi, de comuni Campilie, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo secundo, indictione nona, die vigesimanona augustj. Ex hoc instrumento sit manifestum quod Antonius tracobi, domina Chandona Massettj, Iacobus olim Dinj, Pierus fllius Guidi Mej, de comuni Carnpilie, intenogatj a Francischo condam Lupi, 6deicommissario iudiciorum et legatorum suprascripte domine Gerie, ab ea relicto, ut patet per testamentum rogatum a suprascripto ser Francischo, fuerunt confessi se recepisse ab eo, solvente pro domina Geria et pro eius anima et de eius bonis, videlicet: Antonius lacobi libras duas denariorum pisanorum ; domina Chandona Massettj libras tres et solidos decem denariorum pisanorum, de suprascripta summa florenorum triginta, iudicatorum ut suprapatet in suprascripta carta; Iacobus Dinj florenos decem aurj, sibi iudicatos a domina Geria per testamentum; et Pierus Guidj Mej florenos decem aurj, iudicatos heredibus Vannuccij Luce a domina Geria per suum testamentum, supra notatum; de quibus se pacatos vocaverunt, et dicturn Francischum et eius heredes et bona et animam domine Gerie absolverunt; et me Bettum notarium rogaverunt ut de predictis conficerem instrumentum. Actum in suprascripto loco, presentibus suprascriptis testibus, suprascriptis anno, indictione et die. Ex hoc instrumento sit manifestum quod dominus Marianus de Sassetta, plebanus plebis Sancti Iohannis de Campilia, interrogatus a lacobo olim Dinj et Francischo olim Lupi, fideicommissariis suprascriptis, fuit confessus se habuisse ab eis, solventibus pro domina Geria et pro eius anima et de eius bonis, forenoo duos aurj, iudicatos ecclesie Sancti Stefanj de Campilia a domina Geria per testamenturnt supra notatum, petiam unam pannj linj, iudicatam ecclesie Sancte Marie Novelle et petiam unam pannj linj, iudicatam domin" Geria tabule Virginis Marie per testamentum; renuncianio exceptioni non' " receptorum, ad penam duplj suprascriptorum florenorum et petiarum pannj linj; de quibus se pacatum vocavit; et suprascriptos lacobum et Francischum et eorum heredes et bona et animam domine Gerie absolvit; et me Bettum notarium ragavit ut de predictis conficerem instrumentum. Actum in suprascripto loco: presbitero Antonio Macùej et Nicolao lohannis testibus, suprascriptis anno, indictione e die. ST. Bettus condam item ser Bettj notarij de Cascina, pisanus civis, de capella Sancti Martinj Kinsice, imperialj auctoritate notarius atque iudex ordinarius redegi. ser Francischo notario olim

c.363.

c.t404. Appuntî relatioi

.

a

Roasa

d'Ebolí, moglíe di Giacomo

III

Caetani.

Appunti del sec. XVI-

portarò per estensum alla ritornata all.'^ sig." abbate aepote, et sarando copie autentiche di queste terre. Christoforus Gayetanus, miles et consiliarius, procurator Rogasig de Ebulo, uxoris lacobelli Gayetani, militis, qug prius fuit uxor quondam domini Tomasii de Marzano, militis, Regni magni admirati, doming Macchig et plurimorum castrorum. Ex registro reging lohanng prime, 1404, indictione 12, folio l6ó. Questa signora fu figlia di Pietro d'Jevoli, signore di Macchia, Monterodono, Mont'Aguila et di

Li

molte altre castelle del quale essa fu hgrede. (ln margine); La famiglia d'Jevoli e la prima de baroni del Regno et ha goduto

frivento

sotto

li re angioini,

il

contato di


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

72

C - 1405. Pisa

VII;2

F. P. 3245.

.

Procura generale rilasciata

-

Nícola nolaío, fíglio

Arc,

Caet.,

di

da Nofrío del Mosca e da " de Calcina n.

Giooanni del

fu

Piero, da Calci,

a

ser

Francesco

Prg. (Fondo Písano) n.

3245,

O'fgínale.

Ex hoc instrumento sit manifestum quod Nofrius, frlius condam Iacobj del Mosca, de capella Christine, et lohannes, filius condam Pierj de Calci, de capella Sancte Lucie de capella (!), pisani cives, I constituerunt eorum procuratorem ser Nicholaum notarium, filium Franciscj de Cascina, de capella Sancti Felicis, absentem, ad exigendum pecuniarum et rerum quantitates, cum cartis et sine cartis, et ad omnes lites, causas et questiones, quas habint et sunt habituri, et ad omnia alia faciendum que, si ipsjmet presentes essent, facere possunt; dantes eorum procuratori et substituendis ab eo liberam potestatem cum pleno mandato; promictentes conha non facere ad penam duplj totius eius de quo ageretur, sub obligatione bonorum. Actum Pisis, in platea Sancti Anblosij (l): ser Nicholo, notario, condam ser Bartholomej de Farneta, de capella Sanctj Martinj Kinsiée, et ser Dominico condam ser Bettj de Calcinaria, de Vrchiunn, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo sexto, indictione capella Sancti P"ttl "d 2 tertiadecima, die secundo iulij. ST. Antonius condam Gerinj de Favulia, notarius atque iudex ordinarius, scripsi.

I

Abh.

S.

2

Oggí F"ugIí".

1408.

V.r3.

Sezze

Tutii Tadei u, moglie di Lidano * Petri Rociluti ,,, di Sezze, per cínque fiorini e - Lilla "oende ad Angelo Mosca, dí Bassíano, un terreno in contrada Cerro, nel lerritorio

c - 2465.1.

tre carlini, dì Sezze.

Copia del scc.

XVIII,

eseguita da

G, Razza sull'originale conservato nell'Arc. com, di

Sezze.

Anno millesimo quadringentesimo octavo, pontificatus Gregorij pape duodecimi anno secundo, indictione prima, die XIll mensis mai. I-illa Tutij Tadei, nunc uxor Lidani Petd Rociluti, de Setia, ipso Lidano presente et consentiente, vendidit et, quod plus valet, donavit Angelo Moscha, de castro Bassiani, ementi pro se suisgue heredibus et successoribus in perpetuum, quoddam desertum suum, separatum inter duo loca, positum in territorio Setie, in contrata de Cerro, iuxta rem Stephani Mastij in ambobus locis, rem heredum lohannis Labrici, rem ipsius emptoris, juxta rem domini Golli (!) de Bassiano; cum omnibus iuribus, utilitatibus, pertinentiis et adiacentiis suis et cum inhoitu et exitu suo usque ad viam publicam; .pro pretio quinque Sorenorum et trium carolenorum, ad ratiouem XLVII solidorum

pro floreno, quod pretium venditrix recepit nunc in monetis argenteis et in quatrenis a dicto emptore; promisit venditrix, per eam prestito ad evangelia iuramento, et obligavit se suosque heredes et successores, Lidem emptori de deserto vendito controversiam non inferre nec inferenti consentire, sed istud defendere et reficere sibi dampna, labores, expensg (!) ac interesse, sub pgna dupli valoris dicti deserti venditi, applicanda pro medietate curie, ad quam extitit reclarnatum, et pro medietate emptori vel eius heredibus. Actum Setig, in domo Tutij Leti Zardoni: testibus prgfato Tutio Leti, Tutio Gessie et Iacobo Catallini, de Setia. Cicchus Andree Vallatoris de Setia, imperiali auctoritate notarius, scripsi et signum meum posui

c.

.v1.22.

1408 Roma

391

,392.

Trc Crístoforo I Caetaní e suo nipole Ruggero I Caetani, da una parte, e AIto Conti, dall'al- oiene stípulato iI contratto della dote e del dono per Ie nozze dí Cecca Conti con il detto

tra,

'

Ruggero. Copr" det sec. XV,

XII,

indictione prima, mensis iunii die XXIJ. Chrirtofanus Gatanus, miles, natus Iacobi Gatani de Gatanis, et Rogerius, nepos germanus dicti

Anno

MoccCCo octavo, pontificatus G'regorii pape


VARIA

7t

Christofani, 'natus quondam Iacobelli Gatani, germani fratris ipsius Christofani, qui ambo iuraverunt contra infrascripta perpetuo non facere et precipue Rogerius ratione sue minoris etatis XX seu XXV annorum: die presenti, in pignus dotale posuerunt Alto Comiti, nato lldebrandini de Comite, domini castri Vallismontonis, stipulanti pro se et nomine sui patris et domine Cecche de Comite, eius germane sororis filieque lldebrandini, sponse et future uxoris dicti Rogerij, et michi notario stipulanti nomine Ildebrandini, eiusdem nomine Cecche et heredum et successorum, affirmans Christofanus habere consâ‚Źnsum, ad hanc obligationem faciendam, Ladislai, Hungarie, Ierusalem et Sicilie regis: idest castrum Morconi et eius tenimentum ac iura et iurisdictiones ipsius castri, spectantis ad ipsum Christofanum, quod castrum situatum est in regno Apulie, ac etiam omnia alia castra, terras, villas et casalia ac possessiones tam ipsius Christofani quam prefati Rogerij, situatas in dicto regno Apulie; item castrum 'Serminete et eius tenimentum, cashum Vaxiani, castrum Normarum et castrum Ninfe et tenimenta eorumdem, situata extra Portam Lateranensem, in partibus Maritime, ac iura et iurisdictionem ipsorum castrorum, spectantium tam ad dictum Christofanum guam ad ipsum Rogerium; cum conditione quod castra Sermineti, Vaxiani, Normarum, Ninfe et eorum tenimenta tantum veniant in presenti obligatione et pignori dotali post mortem dicti lacobi, pahis dicti Christofani et avii paterni Rogerii, et generaliter ,omnia bona ipsorum Christofanj et Rogerij, que habent et acgusituri sunt, dum hec obligatio et pignus dotale; posuerunt Christofanus et Rogerius ipsi, tam coniunctim quam semotim, prefato Alto et michi notario pro,dote ipsius domine Cecche $ florenos, ad rationem xLvtl sollidorum provisinorum pro floreno, de quibus nunc Christofanus, cum consensu Rogerii, recepit a dicto Alto ,!f, florenorum, ad

rationem predictam; reliquos mille florenos prefatus Altus, qui iuravit sontra infrascripta non facere ratione sue minoris etatis XXti seu XXV annorum nec alia ratione, promisit Christofano et Rogerio solvere ipsi Christofano, de consensu dicti Rogerii, hinc ad unum annum proximum futurum, secundum guod declarabitur inter partes per apodissam, privatam scripturam, quam ipse Altus tcribere promisit super solutione dictorum mille florenorumr cum dampnis, expensis et interesse; pro quibus mille forenis ipse Altus obligavit se et bona sua sub pactis videlicet: quod, si contingat dictam Ceccham premori ipsi Rogerio, futuro eius viro, sine filiis nascituris ex dicto eorum matrimonio, in eo casu ipsi Christofanus et Rogerius promiserunt dicto AIto et mihi notario dictam dotem, videlicet dictos $ forenorum restituere Ildebrandino, patri dicte Cecche, si tunc vixerit, alias dicto Alto et eius fratribus germanis, filiis et heredibus ipsius lldebrandini, etiam ...r vixerint, alias ...r ipsa domina Ceccha reliquerit vel lex dederit, in spatium dimidij anni, computandi a die mortis ipsius Cecche; si contigerit dictum Rogerium premori Cecche, future uxori sue, tam cum filiis quam sine filijs, in eo casu Christofanus, si tunc vixerit, dotem restituere promisit ipsi Cecche infra spatium dimidii anni, computandi a die mortis Rogerij; si Christofanus non vixerit, in eo casu Christofanus et Rogerius voluerunt per heredes et successores ipsorum dotem $ florenorum restitui ipsi Cecche infra dictum spatium dimidij anni, computandi a die mortis Roger:ii; ad guam restitutionem dotis $ florenorum in omnem casum Christofanus et Rogerius voluerunt in solidum obligati esse ipse Cecche seu eius heredibus et successoribus. Et dicti Christofanus 'et Rogerius propter nutias (!) donaverunt, supra bonis predictis, dicto AIto, stipulanti nomine Cecche eius germane sororis, et mihi notario stipulanti pro ea, videlicet mille ducèntum Lt" florenos, ad rationem predictam, secundum formam statutorum Urbis, sub pactis, videlicet: quod si contingat Rogerium premori. Cecche, future eius uxori, stantibus frlijs ex eorum matrimonio natis, in eo casu Cecca dictam donationem lucretur tempore vite sue, post eius mortem ad communes 6lios revertatur; si Rogerium premori contingerit Cecche, sine filijs .natis ex eorum matrimonio, in eo casu ipsa Ceccha dictam donationem lucretur ad proprietatem, secundum formam statutorum Urbis. Et quando hec omnia fuerint adimpleta, in eo casu hec obligatio dotalis sit nulla, alias liceat Cecche et suis heredibus et successoribus bona obligata et omnia alia bona Christofani et Rogerij capere et de eis disponere pro suo libito volum,ptatis donec fuerit eidem integre satisfactum de dicta dote et donatione propter nutias; promiserunt Christofanus et Rogerius eidem Alto et michi notario guod bona obligata fuerunt et sunt Christofani et quod ad eum spectant et,quod nemini sunt vendita, obligata nec alienata in preiudicium presentis obligationis dotalis, alias voluerunt teneri de evitione, prout in Urbe consuetum est, ad restitutionem dampnorum et spensarum (!) et interesse, de quibus stare voluerunt soli sacramento Cecche et suorum heredum et successorum.; pro quibus omnibus observandis voluerunt Christofanus et Rogerius, in solidum, posse cogi in qualibet curia; renumptiaverunt legibus, statutis, privilegiis et consuetudinibus Urbis. Que omnia prorniserunt perpetuo observare sub obligatione bonorum predictorum et pena unius libre auri. Actum I, l0


DOCUMENT.I DELL'ARCHIVIO CAETANI

74

Rome, in fundicho [C]arli Gerij de Florentia, de regione Pontis: testibus lohanne de Burgo, Leone Leonelli, de Sancto Agapito,, Iohanne delli Belli, de Missino, .Nicolao domini ...r de Hitenanno (!), Stephanello Cole Valentini, Paulo Sabe Gorij, de regione Montium, Lauro Christofori, de regione Trivij.

I

Danno della caila.

Ir4rol.Ix.26. Roma

c - 4ro.

Giooanni XXIil a Giacomo II Caelani concede ín enJiteusí, a terza generazione, il castello dí Conca e Ia peschiera detta * lo Crrecescho u, con altrí possedimentí, speltanli alla badia di

'Grottaferrata. Copia coeva.

Ihesus. Iohannes episcopus, servus servorum Dei, nobili lacobo Gaytano, militi. Magne devocionis afiectus, quem ad nos et romanam geris ecclesiam, nec non multiplicata obsequia prefate ecclesie

attenus prestita merentur ut tibi redamur in exhibicione gratia liberales. Cum, sicud accepimus, castrum Concarum et piscaria lo Grecesca nominata, nec non alie possessiones, que quidem castrum iuxta Sancti Pehi in Formis, Noctuni et Astures (!) castra et territoria, ac piscaria in loco (!) Folglani, iuxta silvam Ninphe, ac possessiones huiusmodi in tenatorio (!) consistunt, et que ad abbatem et coaventum monasterii Sancte Marie de Grypta Ferata, ordinis Sancti Basilii, tusculane diocesis, pertinent, cum pratis, silvis, nemoribus, aquis, aguarum discursibus, piscacionibus et aliis iuribus et pertinenciis suis, per abbatem et conventum predictos pro annuo censu ecclesiasticis sive laycis in enfitheosim concedi consueverat: nos, volentes te meritorum intuitu favoribus prosequi, tuis supplicacionibus inclinati, castrum et piscariam ac possessiones predictas, cum iuribus et pertinenciis suis, tibi pro te ac heredibus et successoribus tuis legittimis, de corpore tuo, per lineam masculinam usque ad tertiam generacionem finitam, pro summa X florenorum auri, in festo Assumpcionis Beate Marie Virginis, per te heredes ac successores predictos annis singulis solvendorum eisdem abbati et conventui, per te et heredes ac successores predictos tenenda, regenda ac eciam gubernandi (!) in enfitheosim concedimus; pro hoc autem abbati et conventui predictis, dicta generacione finita, nullam volumus preiudicium generari. Datum Rome apud Sanctum Petrum, Vlt" kalendas octobris, pontificatus nostri anno primo.

c-r4ro.xil.5.

F.P.3207.

Pierc del fu Nicola riceoe 440 ltbbre dt denarí pisani in grazioso mutuo dal nobile Nello n de Astumano ". Fazio fu Atigtnale. Arc. Caet., Ptg. (Foailo Písano) n. j207.

Sr;rrilìno

del

-

Ex hoc instrumento sit manifestum quod Pierus condam Nicolay, de comuni Scarlinj, intenogatus a nobili Nello condam Fatij de Astumano, commorante in terra Scherlini, cive Senarum, fuit confessus se recepisse ab eo mutuo, grasia (!) et amore, libras quadringentas guadraginta denariorum, monete curÌentis, pro pretio mercantie sive carnium porcinarum, per Nellum venditarum eidem Piero Nicolaj, renunciando exceptioni non receptarum ad penam dupli; quas libras quadringentas guadraginta Pierus promisit Nello reddere ei vel suis heredibus hoc modo, videlicet libras ducentas vigintj die prirna carneprivij proxime venturi et reliquas a die carne pr:ivij ad totum mensem may proxime secuturum, in denarijs tantum dicte monete, obligaudo se et suos heredes et bona sua Nello et suis heredibus; datis frdeiussoribus Antonio condam Calcesani et Antonio condam Pisanj, de comuni Scarlinj, in solidum, qui omnia observare ad eundem terminum, penam et obligationem promiserunt; et preceperunt Nello a suprascriptis terminis ingredj Pierij et Antonij et Antonij possessionem bonorum; et est actum inter contrahentes, quod huius debitj solutio opponj non permittatur nisi per hanc cartam cassam vel aliam factam a notario et guod tam Pierus guam Antonius Calcisanj et Antonius Pisani possint in carcerem


VARIA

75

mittj, secundum formarn capitulj brevis inde loquentis. Actum in comuni Scarlini, in domo residentie potestatis terre Scharlinj, posita in dicto cumuni: Antonio condam Venture et Christofaro condam Bartalj, de comuni Scarlinj, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo undecimo, indictione quarta, die quinto decembris, secundum cursum notariorum terre Plumbinj. ST. Petrus, Slius condam Fey de Appiano, pisanus civis, imperialj auctoritate notarius, scripsi.

c-r4il.")il.u-III.4.

F. P.3325. del lodo

Atti tra Malleo d'Appiano e Pina, oedooa di 'concementi I'íntímazíone

Firenze

Arc.

Caet.,

Prg. (Fonilo

Písano)

n. j325.

Nocco

CopÍa

da Battista di Gíooanni Boccíanle Nanní e madre dí Antonio del fu Speranza.

pronunciato

aulenlíca. Nel

oterso, nota sínctona"

Ser Matteo d'Appiano.

Hic est liber sive guaternus causarum civilium comunis et civitatis Florentie eiusgue comitatus, 1 fortis et districtus infrascriptorum guarteriorum, videlicet Sancti Spiritus et Sancte Crucis, civitatis Flo2 rentie, continens processus et alias diversas scripturas ad officium causarum civilium, scriptus, editus et compositus tempore regiminis et potestarie nobilis comitis lacobj Cecchi, de Nursia, de Actonibus, I comitis Montis lovis, potestatis civitatis Florentie eiusque comitatus, fortis et districtus, sub examine legum doctoris dominj Antonii Ceccharellj de Turis, de Fulgineo, collateralis et iudicis potestatis eiusque .u"ri" ir. supraseriptis quarteriis Sancti Spiritus et Sancte Crucis, pro primis tribus mensibus sui regiminis et ofiitii, i". irifrur"riptum potestatem deputati, scriptus et publicatus Per me Benevintesum lacobj et per dominj Criìcj; de Fulgin"o, imperialj auetoritate notarium et nunc notarium et offitialem potestatis, 2 Crucis, et Sancte Spiritus Sancti quarteriis Jffitiurn causarum civilium in dictis ipsum deput"tu. "dindictione quartaa), tempore lohannis pape XXt[, pro primis tribus mensibus, diebus ,ub et

"nno-rrlccccx,

mensibus infrascriPtis'

Die Martis, dà .un", decima septima februari. Ad petitionem Antonii guondam Sperange dq perignano, civis pisanj, de cappella Sancti JVlartinj Kinsice, pisane civitatis, suo et procuratorio nomine Florentie et olim comitatus do,oi-n" pio", urori, oti* i.,to""ti Vannis, de com'unj Pontis Here, comitatus iudex et collateralis: viso instrumento infraofr""i et frlie condam lohannis Ursi, de Perignano,, dictus-iuris statutorum et ordinamentorum comunis ,Ap,í laudj, dati ab infrascripto ser Batista, visis forma et cuilibet alij numptio, in solidum, Florentie comunis numptio Tosii, Florentie, mundu"it Dominico 3 Appiaao de [notario] et civi pisano, nunc habitatori in qu;"nur'i*imet ser Matteo condam Fanuccii presenti millesimo terra pontis Sacci, comitatus Florentie et olim Pisarum, laudum latum fuisse de anno Florentie, secundum-cursum quudring"nt"rimo àecimo, indictione guarta et die ultima mensis ianuarij, pisanum, de Perignano, suo inter sei Matheum, ex una parte, et Antonium condam Sperange, civem tunc pro"ur"torio nomine domin" Pine, eius matris, et seu Lapum filium Locti, de Sancto Kassiano, "i Pine, eius matris, et domine Sperange condam procuratorio nomine et vice Antonij conpromictentem,

p.r'r", Batistam ioh"nr,i, Bocciantis, de Pisis, notarium florentinum, arbitrum et amicum comunem ài"t"ru. partium, ex conpromisso electum,3de quo laudo confecit instrumentum ser Dominicus olim notificationem ser Mathei Dominici, civis et notarius ... dictis anno, indictione et die; et dictam

dictis modis et faciat cum dimissione cedule, continentis laudum latum fuisse inter dictas Partes, laudj fecit, et instrumentum qui et notarii arbitri nonninibus, et tempus laudi et nomen et prenomen executionem laudum ut Florentie f""io,, ,""ondìrn formam statutorum et ordinamentorum comunis "U" Pine, allegavit instrumentum suj mandatj, -"..utur. Qui Antonius condam S69range, procurator 4o*11" item Andree de Cicuoli, notarii et civis pisani, Incarnationis publicatum manu ser Andree '*no .ill"rimo quadringentesimo"orB"rn prima, die vigesimo nono mensis augusti, secundum indictione nono, iudicis deposuit [penes] 3 dictum iudicem et mandato de ."rru- pisane "i"itutir," quod instrumentum in 619" notarii dictj iudicis et curie ad copiandum, secundum formam statutorum et ordinacuriam

"ì

mentorum comunis Florentie. Hic est liber sive quaternus causarum 2 civilium comunis et civitatis Florentie eiusque comitatus, fortis I et disbictus infrascriptorum quarteriorum, videlicet Sancti Spiritus et Sancle Crucis, civitatis 3 Florentie, continens pno""rru, et alias diversas scripturas ad ofrcium [causarum civiliurn] pertinentes,


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

76

soiptus, editus et conpositus tempore regiminis et potestarie nobilis [copitis] 3 lacobj Cecchi de Actonibus, de Nursia, comitis lovis (!), potestatis ci[vitatis] Florentie eiusque comitatus, fortis 1 et districtus, sub examine legum doctoris dominj Antonii Ceccharellj de Turis de [Ful]gineo,:1 collateralis et iudicis potestatis eiusque curie in infrascriptis quarteriis Sancti Spiritus et Sancte Gucis pro primis tribus mensibus suj regiminis et offitii, per infrascriptum potestatem deputati, scriptus et publicatus per me Ghasparem Gregorij, de Fulgineo, notarium et nunc notarium et ofitialem potestatis et per ipsum ad officium causarum civilium in dictis guarteriis Sancti Spiritus et Sancte Crucis deputatum, sub anno Moccccoxlo, indictione quarta a), tempore lohannis pape XXIIJ, pro primis tribus mensibus, incipiendis die VJ mensis ianuarii.

Die Mercurii, de mane, guarta martij. Ad petitionem Antonii condam Sperange, de Perignano, civis pisani, de cappella Sancti Martinj Kinsice, pisane civitatis, comitatus et dishictus Florentie, suo et procuratorio nomine domine Pine, uxoris olim Nocchi Nannis, de comuni Po[ntis] Here, comitatus Florentie et olim comitatus pisani, et filie condam Iohannis Ursi, de Perignano: Simon lulianus, numptius comunis Florentie, retulit iudici et curie et mihi notario se, ex conmissione dictj iudicis, die decima septima mensis februarij proxime preteritj, notificasse ser Matheo condam Fanuccii de Appiano, notado et cive (!) pisano, nunc habitatori in terra Pontis Saccj, comitatus Florentie et olim pisani, laudum latum fuisse anno millesimo quadringentesimo decimo, indictione guarta, die ultima mensis ianuarii, [secundum cursum Florentie],3 inter ser Matheum, ex una parte, et Antonium condam Sperange, suo et [procuratorio nomine domine] 3 Pine, et seu Lapum, filium dicti Loctj, de Sancto'Casciano, tunc conpromictentem procuratorio nomine... 3 dictj Antonij et domine Pine, per dictum ser Batistam Iohannis Bocciantis de Pisis, notarium florentinum, arbitrum dictarum partium, ex conpromisso electum, de quo laudo fecit instrumentum ser Dominicus olim ser Mathei Dominicj, civis et ,notarius florentinus, dictis anno, indictione et die; et notificationem fecisse cum dimissione cedule, continentis laudum latum fuisse inter dictas partes, d[ictis] 3 modis et nominibus, per dictum ser Batistam, et tempus laudj et .nomen et prenomen arbitri et notarii gui instrumentum laudj fecit, et omnia alia observasse, secundum formam statutorum et ordinamentorum comunis Florentie, ut laudum executionem mereatur; quam notificationem et omnia predicta numptius retulit se fecisse ser Matheo domui, ecclesie et vicinantiis habitationis ser Mathei". positis in terra Pontis Sacci, cum dimissione cedule, secundum formam statutorum et ordinamentorum comunis Florentie ... 3 [vilgesima tertia februarij proxime preteritj. Quj Antonius procurator ... 3 et 3 rnandatj, quod habuit a domina Pina, produxit et allegavit instrumentum ..'. forma, scriptum manu notarii; quod instrumentum mandati deposuit et alia fecit iudici et curie et in filga notarii iudicis et curie, petenti secundum formam statutorum et urdi[mentorum] comunis Florentie ... 3 gesima tertia 3 3 februarij proxime preteritj ; quj Antonius procurator ... mandatum quod habet a domina Pina produxit ... 3 forma scriptum manu notarii, quod instrumentum deposuit p[enes] dictum iudicem et curiam.et in filga 3 curie notarii dicti iudicis et curie ad copiandum, secundum formam statutor.um et ordin"mentorum ... ST. Dominicus olim ser Maùei Dominicj, civis florentinus et imperialj auctoritate iudex ordinarius atque notarius...3 florentinus, omnia, ut inactis et librisactorumserBenevintesiet.serGhasparisdeFulgineo, notàriorum et scribarum potestatis et iudicis collateralis dictorum quarteriorum, existentibus penes potesiatem, invenj, ita sumsi, annq ab Incarnatione millesimo quadringentesimo undecimo, indictione quarta a), die vigesima octava aprilis.

a) Datíamo íI ! Abbr. tott

doc. cosl, tíconenilo l'índízíone

2 Abbr.

catt

s

La

4o

peîgarmena

con I'anno

è

margíne àeslro.

sul

possesso

della quaúa parte del molino, detto o Io Molendino di ser Pero d,e ser Ghino, di Campiglia Marìttimo, e íI notaio

Transazíone -Massa ' e o da Camugliano ,, trc Martino di ser

'

il

F. P. 3319,

c-1412.111.24. Písa

l4l I.

danneggíala lunga

Matteo d'APpiano.

Ofigínale- Nel oern aote, del sec, XV: a)Ser Macthei de Appiano; Arc. Caet., Prg. (Fondo Písano) n. 3319. ò)'èarta del 4o proprio che Maitino di ser Ghino... per to mulino de Ccrnuglidno contro a ser Piero d'Appiano et contro la badia


VARIA di

SaoctoSaviaoetdellacasadePisa; c)ca*adel mulinocontrolieredi deMartinodi rerGhino; delsec.XVII: sec. XVill.'d'un quarto di mulino; segnaturc ilel sec. XVII: n.3.

l4l2,24mano;

del

Ex hoc instrumento sit manifestum guod, cum lis verteretur in curia pisanj potestatis inter Martinum condam ser Ghinj, de Campilia, de cappella Sancte Cicilie, ex parte una, et ser Mactheum, notarium, condam Fanuccii de Appiano, de cappella Sancti Andree Kinsice, ex parte altera, occasione quarte partis pro indiviso molendini ab aqua, cum tribus paribus macinarum et omnibus necessariis ad molendinum, cum quarta parte domus et possessionis, pertinentium ad molendinum, positi in confinibus Pontissacci, quam quartam partem possidet ser Mactheus cum herèdibus domine Tomase et Bacciamey Leulj et cum domino Petro de Gualandis, olim et nunc cum Francisco et germanis condam Bacciamej Leulj : quod molendinum vocatur lo Molendino di ser Pero de Massa, et tenet unum caput in flumine vocato le Hera, I latus in terris monasterij monialiurn Sanctj Mactey et etiam aliud caput: de gua quarta parte Martinus agebat ypothecarie contra ser Mactheum, quia Martinus dicebat sibj obligatam fore ex persona ser Pierj, notarij, condam Fey de Appiano, civis pisani, de cappélla Sancti Martinj Kinsice, pro florenis septingentis de auro, quos dominus lacobus, abbas monasterij Sanctj Savinj de Montione, pisane diocesis, habuit mutuo gratia a Martino ser Ghinj, et pro quibus florenis ser Pierus extitit fideiussor sub obligatione bonorum, per cartam mutuj rogatam a ser Guido olim dominj lacobj del Pactierj, 2 notario, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo primo, indictione octava, die tertiodecimo decembris, et quam guartam partem molendinj ser Pierus vendidit ser Mactheo per cartam, rogatam a ser Petro, notario, condam ser Iohannis notarij, de Plumbino, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo decimo, indictione secunda, die secunda septembris; et pro parte pisani potestatis, ad petitionem Martinj, fuerit missum ser Matheo perhemptorium, cuius tenor talis est: Positum est curie ab infrascriptis Martino et ser Guilielmo, Incarnationis anno millesimo guadringentesimo duodecimo, indictione quinta, die sextodecimo martij, et inde simile elevatum et datum Tomaso Michatti, nuntio pisani comunis, pro portando infrascripto reo, et postea datum reo, ut muntius retulit: nos Iohannes domini Donati de Barbadoris, de Florentia, pisanus potestas, pro populo et comuni florentino, tibj ser Macteo olim Fanuccii de Appiano, notario, de cappella Sancti Andree Kinsice, pisano civj, per hoc perhemptorium quinque dierum, mandamus ut ante nos venias, rationem facturus Martino ser Ghinj, de Campilia, de cappella Sancte Cicilie, pisano civj, et ser Guil-. lielmo notario, frlio Barùolomei Franchi, eius procuratori, per cartam rogatam a ser luliano Colinj, de Sancto lusto, sub suo datalj, de quarta parte pro indiviso petij tene, super guo est molendinum, et molendinj ab agua cum parijs tribus macinarum et omnibus necessariis ad molendinum, cum quarta parte domus et possessionis, pertinentium ad molendinum, positi in confinibus Pontissaccii, quam partem possidebat pro indiviso ser Pierus Fey de Appiano et tibi venditam cum heredibus Bacciamey Leulj et Petro de Gualandis et cum heredibus Pierj Chelini de Capannulj, quod molendinum vocatur lo Mulino di messer Pero da Massa et da Camugliano, et tenet unum caput in flumine Here, latus unum in terra monasterii rironialiurn Sanctj Massey cum alio capite; que quarta pars est Martino obligata pro pecunie guantitate et de expensis cause; quo, si non veneris, perhemptorio decurso, sententiam contumacie contra te dabimus; de predictis agunt dictj actores et predicta petunt a te et contra te reum, et petunt sibj iustitiam fieri ; et litis eventus sit incertus et partes velint litibus parcere, ad talem concordiam devenerunt, videlicet: quod Martinus vendidit ser Mactheo iura, nomina omnesque actiones et rationes conha monasterium Sanctj Savinj et ser Pierum eiusque heredes et bona, et contra omnem personam et locum, de eorum bonis habentem, florenis octoginta de auro, et pro florenis octoginta capitalis et eorum pena duplj et expensis et bonis obligatis de summa fiorenorum septingentorum de auro, mutuatorum, quatenus ser Mactheus et suj heredes et successores agant contra monasteúum et ser Pierum et eius heredes et contra omnem personam et locum tenenlem de bonis eorum, Martino obligatis; et precepit ei ingredi possessionem iurium et nominum; et promisit quod tenebit ratam hanc venditionem, pro qua Martinus recepit a Mactheo fiorenos octoginta de auro, et ser Mactheum eiusque heredes et bona absolvit; insuper Martinus promisit quartam partem molendinj non inquietare aut per placitum fatigare, set permictere ser Macùeum et eius heredes quartam partern .molendinj pacifice possidere, nec uti iuribus conha terras, potsessiones et bona ser Pierj, in quibus Martinus non meruit notitiam adiudicationis, posita in confaibus comunis Pontissaccii, a Gastina citra versus Pisas, et in confinibus Here, de quibus recolliguntur ,annuatim usque in staria septem et dimidium granj, ad metrsuram pisanam; nec utj iuribus conba iura et nomina florenorum sexaginta sex de auro, debitorum per Nicolam del Tignoso 3 eidem ser Piero, et florenorum duodecim de auro, debitorum per Maucinum Pollaiuolum ser Piero; et in casu quo quarta

%

s


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

78

pars molendini imbrigaretur, Martinus et eius heredes solvent ser Macteo vel suis heredibus florenos octoginta de auro, ad rationem librarum quatuor usualis monete presentis pro foreno, aut suscipient in se litem et iudicium; hoc acto inter eos quod in casu quo floreni octoginta .solventur per Martinum ser Mactheo, remaneant penes Martinum intacta ac et sicut presens contractus factus non esset, ita quod ipse et suj heredes possint iuribus florenorum octoginta utj et omnia facere prout Martinus ante celebrationem presentis contractus facere poterat; gue omnia Martinus et ser Mactheus convenerunt sibj invicern observare, alioquin penam florenorum centum de auro dare promiserunt; obligando sese et eorum bona. Actum Pisis, in apothecha que conducitur per me notarium a monasterio Sanctj Frediani, posita in cappella Sancti Sebastianj Kinsice, videlicet in carraria que vocatur Caldularia: Menico filio Lensi, de comuni Pontissaccij, Paulo condam Tebaldj, de Sancto Miniate, conmorante Pisis, in cappella Sanctj Martinj Kinsice, et Ranerio condam Antonij Bii, a de cappella Sanctj Egidii, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo duodecimo, indictione quinta, die vigesimo quarto mensis martij, secundum cursum pisane civitatis. ST. Iohannes, filius Pierj de Sancto Cassiano, pisanus civis, imperiali auctoritate notarius et iudex ordinarius, scripsi. r Nel testo lehera 2 NeI teslo dclpactierj 3 Nel leslo deltignoso 1 D'íncerla lettura fta Bii e Bu

c -1414.v.8. Piombíno

del fu

Arc.

F. P.3253.

Píero e Matteo d Appíano, per Ie loro liti, si imettono all'arbitrio del notaío Gíooanní u de Castilione ) e di Menico . Lentii ,', da Ponte al Serchio.

Cael,, Ptg. (Fonilo Plsano)

n. 3253.

ser

Andrea

Ortgínalc.

notarius, filius quondam Fei de Appiano, de cap' pella Sancti Martini Kinsice, habitator castri Plumbinj, ex una parte, et ser Mactheus, notarius, guondam Fanuccij de Appiano, de cappella Sancti Andree Kinsice, ex altera, compromiserunt in ser Andream, notarium, olim Iohannis de Castilione, habitatorem Plumbinj, et Menicum Lentii, de communi Pontissacci,

Ex hoc instrumento sit manifestum quod Pierus,

a ser Piero et Menicum a ser Mactheo, difrniendas ut eis placuerit hinc ad octo dies vel ad lites quas dicte partes inter se habent,

presentes, arbitros communiter electos, videlicet ser Andream

o.n".

alium terminum a supradictis arbitris, ad petitionem partium vel unius earum Prorogandum, excepto quod de amministratione et gestu factis olim per ser Pierum de bonis gue fuerunt olim supradicti Fanuccij" que non intelligantur venire in dicto compromisso; dantes partes arbitris potestatem citandi eas et ferendi sententiam; quod porsint uti consilio sapientis, de quo eis videbitur; promictentes adimplere quicquid sententiatum fuerit; si non observaverint, penam librarum mille denariorum pisanorum et expensas una pars alteri resarcire promisit. Actum Plumbinj, in claustro ecclesie Sancti Michaelis: fratre lacobo iohanni, de C,rassula, ynsule YIbe, Bartholomeo lacobj de Marti, vinario, habitatore Pluubini, et Antonio Francisci condam Nuovi, de communi Pontishere, pisani comitatus, testibus, Incarnationis anno millesimo guadringentesimo quintodecimo, indictione septima, die octavo may, secundum cursum Pisarum. ST. G"r"rdris, frlius otim Francisci Puccini de Spina, pisanus civis, imperiali auctoritate notarius atgue iudex ordinarius, scripsi.

c - 1414.v.9.

F. P. 3297 .

per 40 fíorínì d'oro, oende a ser Malleo d'Appiano alcuni teneni - Ser Piero tAppíano, posti nei comuni dí Ponte aI Serchio, Appíano e Pontedera,

Píombino

Oúgínate, Neloetso notc ilel sec. Cdet., Ptg. (Fonilo Pisano) n. j297. ú) carta di ser Matteo d'Appiano. Piombino; in d'Appiaoo ser Piero rioni comprate da Arc.

XV: a) Carta di

compra

di

po"es'

Pierus, notarius, 6lius quondam Fei de Appiano, de terre et cashi Plumbinj, vendidit ser Mactheo pisanus civis, habitator Kinsice, cappella Sancti Martini Sancti Andree Kinsice, infrascripta petia cappella pisano de civi, notario, filio olim Fanuccij de Appiano, terrarum, videlicet: Petium terre campie, positum in confinibus comunis Pontissacci, in loco dicto a Suada I presso a la Magione,z et tenet unnm caput in strata publica, aliud in terra campia plebis de Appiano, latus unum in terra lohannis Puccini Landi de Appiano, aliud in terra ser Pieri, et est per

Ex hoc instrumento sit manifestum quod ser


VAR IA

79

mensuram stariora duo et dimidium. Petium terre campie, positum in suprascriptis confinibus et loco, et tenet unum caput in strata publica, aliud in terra suprascripti ser Pieri, latus unum in terra suprascripti ser Macthei, aliud in terra ecclesie Sancti Paulj ad Ortum, et est per mensuram stariora septem. Petium terre campie, positum in suprascriptis confinibus, in loco dicto a Cascina, et tenet unum caput in via publica, aliud in tera Tommei Cimatoris de Pisis, latus unum in terra heredum dominj Gerardj de Appiano, aliud in terra Pierj Guiduccij de Appiano, et est per mensuram stariora quattuor. Petium terre, positum in confinibus comunis Appianj, in loco dicto Gambuccioni, et tenet unum caput in via publica, aliud in tera ser lohanuis de Appiano, latus unum in via publica, aliud in terra domini Bartholomei de Upethingis, et est per mensuram stariora undecim. Petium terre, positum in suprascriptis confinibus, in loco dicto a Casa 3 de Lando d'Orso, a et tenet unum caput in via publica, aliud partirn in terra Guillielmj Ciccholj de Lanfrancis et partim in terra Ranerii lanuensis de Pisis, latus unum in terra campia heredum domini lacobi de Appiano, aliud in * +, et €st per mensuram stariora quinque. Petium terre campie, positum in suprascriptis confinibus Pontissacci, in loco dicto Casato, et tenet unum caput in via publica, aliud in terra plebis Sancti lohannis de Appiano, latus unum in tena ser lohannis ser Bindi de Appiano, aliud in * *, et est pe mensuram stariora sex. Petium terre campie, positum in confinibus comunis Pontissaccj, in loco dicto Casa de Lando, et tenet unum caput in strata publica, aliud in tera heredum domini lacobj de Appiano, latus unum in terra Hospitalis Novi de Pisis, aliud in terra Ranerij lanuensis, et e$t per mensuram stariora septem. Petium terre vineatum, positum in suprascriptis confinibus, in loco dicto Appiano, et tenet unum caput iu terra ser Andree de Appiano partim et partim in tena * *, aliud in terra ser Andree de Appiano suprascripti, quam laborat Menicus lohannis, latus unum in terra plebis de Appiano et aliud * *, et est per mensuram stariora sex. Medietatem 5 petii 6 terre campie, positum in suprascriptis conÉnibus Pontissacci, in loco dicto Petrivolo, et tenet unum caput in via, aliud in terra Barsocti Pieri de Pontesacco, Iatus unum in terra heredum Nuovi Andreocti et aliud in tena Simonis Parolj, et est per mensuram stariora duo. Medietatem pro indiviso petij tere, posite in suprascriptis confinibus, in loco dicto Petrivolo, prope ecclesiam, et tenèt unum caput in terra Nuovj Andreocti, aliud in tema Vincellarii Gerardj Sparii, pisani civis, latus unum in via publica et aliud in tena Simonis Pardi de Pontesacco, et est per mensuram stariora tria et dimidium^ Medietatem pro indiviso petij terre, cum casalino, posite in tena et castro Pontissacci, guod tenet unum caput in via publica, aliud in tera Macthei Bernardj de Pontessacco et latus unum in terra heredum Bacciamei Leulj, pisani civis, et aliud in terra suprascripti Massei. Petium 7 terre campie, positum in confinibus comunis Pontishere, comitatus pisani, in loco dicto a le Piaggie, 8 et tenet unum caput in flumine Arni, aliud in via publica, latus unum in terra heredum ser Nuccii de Ponte Here et aliud in terra Rosperi Maggiulini, et est per mensuram stariora quattuor. Petium terre campie, positum in suprascriptis confinibus, in loco dicto al Campo e Atono, et tenet unum caput partim in tera Hospitalis Novj de Pisis et partim in terra heredum suprascripti ser Nuccii, aliud in terra Bartholomei Scarsi de Pisis et germanorum, Iatus unum in terra suprascripti hospitalis et aliud partim in terra domine lohanne Filippi Chelis de Ponte Here et partim in tera suprascriptorum heredum, et est per mensuram stariora guinque; 7 cum omni iure, actione, ratione, proprietate, pertinentiis et adiacentiis suis; pro pretio florenorum guadraginta aurj, quod ser Pierus, interrogatus a ser Mactheo, fiut confessus se recepisse, et eum et eius heredes et bona absolvit; et promisit quod pro suprascriptis rebus venditis ullo umquam tempore non irnbrigabit vel fatigabit ser Mactheum vel eius heredes; et quod si lis vel questio mota fuerit, ipsas ser Pierus in se suscipiet, suis suorumque heredum expensis, dando'pignera curie et salaria iudicum et advocatorum et faciendo alias expensas; si predicta non observaverit,'ser Pjerus emptori penam dupli suprascripti pretij vel extimationis rerum venditarum et expensas componere convenit, obligando se et suos heredes et bona; et precepit venditor emptori ingredi in possessionem rerum venditarum. Actum Plumbini, in claustro ecclesie Sancti Michaelis, posite in terra et castro Plumbinj: ser Andrea, notario, quondam Iohannis de Castilione, habitatore terre et castri Plumbinj, et Menico t0 Lentij de Ponte Sacco, pisani comitatus, testibus, Incarnationis anno millesimo guadringentesimo quintodecimo, indictione septima, die nono may, secundum cursum Pisarum. ST. Gerardus, filius olim Francisci Puccini de Spina, pisanus civis, imperialj auctoritate notarius atque iudex òrdinarius, scripsi.

I NeI fsro strada 2 NeI te4o ala-:gione 3 iVel tslo ac:g { NeJ leslo dorc I Aggíunlo con un 'i,chíamo ín fnc al documenlo. c Canelto mprc l'ofigínodo pe:tiw 7 Il bano petiun-quiague, aggiunto con m nchíamo ín fine al documcnlo. t Nel teslo alepiaggie I Nel lesro alcampo ro Se3rríoa quondao, poí cancellato.

* è


DOCUMENTT DELL'ARCHIVIO CAETANI

60

c -t4t4.v. 9, 10 " PÍomííno

-

Compromesso

F. P.3336. e lodo nelle

oertenze

tra

ser Piero

e

ser Matteo d'Appíano.

Arc, Caet., Prg. (Fonilo Piwno) n.33j6. Ortgínale. JVel oerso, nota sincrona: Compromissumet sententiacontra ser Pierium de Appiano in favorem ser Mattei de Appiano; nota del rcc. XVII: ser Piero di Feo d'Appiano et ser Matteo di Fanuccio d'Appiano, l4l 5.

Ex hiis instrumentis sit manifestum quod ser Pierus, notarius, 6lius olim Fei de ^A,ppiano, pisanus civis, de cappella Santi Martini Kinsice, ex una parte, et ser Mactheus, notarius, filius olim Fanuccij de Appiano, de cappella Sancti Andree Kincice, pisanus civis, gx altera, compromiserunt in ser Andrearn, notarium, quondam lohannis de Castilione, habitatorem terre et castri Plumblini, et Menicum Lentij de Pontesaccho, pisani comitatus, eorum arbitros concorditer electos, videlicet ser Andream a ser Piero et Menicum a ser Mactheo, omnes lites difrniendas hinc ad octo dies proxime venturos, dantes arbitris plenam potestatem ferendj sententias, promictentes adimplere quicquid arbihi sententiaverint; si non observaverint, penam librarum mille denariorum pisanorum et expensas una pars alteri dare convenit, obligando se et eorum heredes et bona. Actum in terra et castro Plumbinj, in claustro ecclesie Sancti Michaelis, fratrum ordinis Sancti Augustinj : Bartholomeo quondam lacobi de Marti, pisani comitatus, vinario, habitatore Plumbinj, et Antonio quondam Francisci Nuovi de Ponte Here, habitatore Plumbini, estibus, Incarnationis anno millesimo guadringentesimo guintodecimo, indictione septima, die nono may, secundum cursum et consuetudinem civitatis Pisarum. Nos Andreas, notarius, quondam lohannis de Castiglione Piscarie, habitator tere et castri Plumbini, et Menicus, filius Lentij, de communi Poatissacci, pisani comitatus, arbitri electi ex compromisso, videlicet Andreas a ser Piero, notario, filio olim Fei de Appiano, ex una parte, et Menicus a ser Mactheo, notario, quondam Fanuccij, ex alia, ad omes lites: cum pa*ibus pluries de predictis colloquio habito et ipsas quasi ad concordiam reductis, necnotr ipsis citatis, visis iuribus et allegationibus utriusque partis, pro tribunali sedentes, sententiamus nos quod ser Pierus solvat ser Mactheo vel eius heredibus florenos vigintiquinque auri in pagis infrascriptis videlicet: in festo Sancte Marie med,ii mensis augusti proxime futuri florenos octo auri et tertium unum floreni, et a dicto rnedio mense augusti ad unum annum proxime sequuturum florenos octo auri et tertiurn unum floreni, et a dicto proximo medio augusti ad unurn annum proxime futurum florenos octo et tertium unum floreni ; et quod ser Pierus teneatur cassare omnes ser Mactheo cartas et obligationes, quas haberet contra ser Mactheum, de molendino, sive parte ipsius mole ab aqua, posito in confinibus Pontissacci, pisani comitatus, in loco dicto a Camuliano, in flumine Here: guan partem molendini ser Pierus vendiderat ser Mactheo sub conditione restitueudj ; qu.m conditionem annullamus, et ser Mactheum ab onere dicte conditionis absolvimus; sententiamus quod ser Mactheus teneatur reddere ser Piero vel eius heredibus prosperas aliquas suas ipsius ser Pierj, cum lib'ris ipsius ser Pieri, et omnes massaritias et utensilia sua, excepta una cortina a lecto ipsius ser Pierj, guam volumus remanere apud ser Mactheurn; sententiamus guod una pars teneatur alteram finire de omnibus gestis et administratis, tam per ser Mactheum quam per ser Pierum; et partes liberamus ad invicem, dummodo quod neutra pars possit alteri aliquid petere de omnibus que habuissent agere usque in presentem diem, ad penam in compromisso contentam, r€servato ser Macteo iure in administratione et gestu bonorum Fanuccii, olim patris ser Mactej ; omnia mandamus partes debere observare. Data et lecta est sententia in terra et casho Plumbini, in domo habitationis mej notarij, in qua publicas teneo scolas gramatice, presentibus suprascriptis testibus, suprascriptis anno et indictione, die decimo may. ST. Gerardus, frlius olim Francisci Puccinj de Spina, pisanus civis, imperiali auctoritate notarius atque iudex ordinarius, scripsi'

&


VARIA

c-r4r5.II.25. Firenze

-

Ser Matteo d'Appiano dona

bílí di

8t

F. P. 3289.

a sua madre Maria, oedooa di

Fanuccío, alcuni fondÌ

e immo-

Pontedera.

Arc. Cael., Ptg. (Fondo Pìsano) n. 3289. Orígínale, Nel oerso, nola síncrona.'Carta de donagione fatta per me ser Matteo a mona Maria mia madre del podere del Pontedera et del mulino; del sec. XV: ser Mattei de Appiano iam et annus (l).

Anno ab Incarnatione millesimo guadrigentesimo quartodecimo, indictione ottava, die vigesima quinta mensis februarij, secundum cursum florentinum, actum Florentie im populo I Sancte Margherite, testibus ser lohanne Pauli A,ngeli, cive et notario .Florentie, et ser Bartolomeo frlio Bonaiutj Lorini, populi Sancti Niccholai de Florentia, et Appollonio filio Bartoli Firengis del Pancia, populi Sancti Georgij in Monte, de Florentia, et Antonio condam Cipriani de Mangionibus, cive Florentie: sèr Matteus condam Fanucij, notarius, de Ponte Sacci, alias de Appiano, comitatus olim Pisarum nunc Florentie, donavit domine Marie, vidue filie condam Puccini Baldi de Ponte Here, sive de Travalda, et matrj ser'Mattei et uxori condam Fanucij, absenti, quartam partem pro indiviso unius domus, cum molendino, cum tribus paribus macinarum macinante, posite super flumen Here, in confinibus comunis Camugliane, 2 seu Pontis Sacci, in luogo detto la Via del Mulino, ciri a ;o flumen Here, a IJo bona monasteiii * *, a tertio flumen, a quarto r *; item omnia bona que habet tam in castro Pontis Here quam extra, iàfra confines Pontis Here, videlicet: Quatuor domos contiguas, positas in castfo Pontis Here, cum quatuor chasalinis post dictas domos, cum orto et puteo, positas in quarterio Calcinarie, et tenent ambo capita in via publica, latus in domo Andree delle Branche, aliud in domo domine Galduccie * * de Calcinaria, latus in via, et tenent dictas domos Menicus Masi et Menicus Vannucci et heredes Pasquini de Pecziano. 3 Petium terre, partim campie et partim vineate, cum pastino, posite in confinibus comunis a Pontis Here, in loco dicto in su Rio, et tenet unum caput in suprascripto Rio, aliud in terra Hospitalis Novi, latus unum in via publica, aliud in flumine Here, et est per stariora viginti duo, quod tenet' 5 Nannes Lupi; petium tene campie in Boccha d'Era, et tenét unum caput in Hera, aliud in tena Raynerii Astorij, latus unum in Arno, aliud in terra heredum Andree Iannis, et est per menEuram stariora octo, guod tenet Iohannes Casuccj ; petium terre campie in dictis confinibus, in loco dicto alle 6 Quarra, et tenet unum caput alle Ledre della Quarre, aliud in terra dicti ser Mattei, latus unum in via publica, aliud in terra Sancti lacobi et Filippi, et est per mensuram stariora sex; petium terre campie, posite in dicto loco, et tenet unum caput partim in terra Sancti Sepulcri, aliud in terra supra7 scripti ser Mattei, latus unum in via, aliud in terra domini Antonij de I'Agnello, et est per mensúram I stariora duodecim; petium terre campie, posite in loco detto a Tavelle, et tenet unum caput in terra Bartolomei Micaelis, aliud in terra heredum Vannis de Appiano, latus unum in via publica, aliud in tena Hospitalis Sancti Antonij Pontis Here, et est per mensuram stariora quatuor; petium terre campie, posite in loco dicto Borgho di Tavelle, et tenet unum caput in via, aliud in Fosso di Tavelle, latus unum in tena Hospitalis Novi, aliud in terra heredum Vannis de Appiano, et est per mensuram stàriorum unum; que quatuor suprascripta petia terrarum conducit Corsus Bandi. Petium terre campie, po$ite in loco dicto sulla Via di Tavelle, et tenet unum caput in via publica, aliud partim in terra heredum Vannis de Appiano et partim in terra lacobi Scarsellaio, latus unum in via, aliud partim in terra ecclesie Sancti lacobi et Filippi, et est per mensuram stariora septem, quod conducit Checchus Fanucii de Ligliano. Petium tene pratate, posite in Ascha, et tenet unum caput in prata Checchi Vannuccj partim et partim in Banduccio dell'Abate, e aliud in prata di Piero Gallocto, latus unum in Sancta Maria a Tavelle, E aliud a prata, 10 quam ducit Bindo da Monte Castello, quod conducit Baldassar Masi et cst per men$uram stariora septem. Petium terre pratate, posite in Ascha, et tenet unum caput a prata r0 11, latus unum in prata Nofri del Moscha, aliud * *, Hospitalis Novj, aliud in tena ser Landi de Vicho posite terre in Via et tenet unum caput sode vineate, Nova, tria. Petium stariora per mensuram et est tz latus publica, unum in Via aliud in via Nova, aliud in tena Chiele, in terra heredum Lippi di I Banducci dell'Abate, et est per mensuram stariora sedecim. Petium terre vineate sode, posite in dicio loco, et tetiet unnm caput in via publica, aliud ia terra soda, latus uuum in via publica; aliud in terra só'ila * n, latus unum in via publica, aliud in terra * r, et est per mensuram staiora quatuor. Petium l,il


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI 13 aliud in tene sode, posite in Matagliate, et tenet unum caput in tena domini Tiglj de Iu Pesinghi, via publica, latus unum in terra "heredum Vannis de Appiano, aliud in terra x *, €t est Per mensuram 4 stariora sex. Petium terre campie, posite in su Rio, et tenet unum caput in Rio Sancti Martini, aliud in via publica, latus unum in terra Opere Pontis Here, aliud in terra lacobi de Cascina, et est per mensuram stariorum unum et panora VJ, et conducit Orsus Bandi. Petium terre, cum domo, cum uno solario

et cum duobus casalinis post dictam domum, posite in castro Pontis Here, in loco dicto la Canaia dalla Roccha, et tenet unum caput in dicta canaia, aliud in via publica, latus unurn in terra cum domo Bandi 13 et Antonii Ruccinj de Ponte Here, aliud partim in terra cum domo dornini Tiglj delli Pesinghi et partim 6 a chasalino la Bartholomei di Mago dal Ponte d'Era. Ser Matteus cessit iura et nomina omnesque actiones et rationes de rebus donatis et precepit ingredi possessionem suprascriptorum bonorum, et omnia proneisit rata habere et dicta bona eidem domine Marie disbrigare, ser Mattej expensis, advocatis, pigneribus et casibus (?) dicti donatoris, sub pena florenorem dlcentorum auri, sub refectione dannorum ; ser Matteus obligavit domine Marie se, heredes et bona; cui ser Matteo ego Batista "t-"*p.ouurum notarius precepi, ex forma statutorum et ordinamentorum comunis Florentie et aliorum locorum, guatenus o.r,iu obr".vet, et me rogavit ut de predictis confrcerem instrumentum. ST. Baptista condam lohannis Bocciantis, civis pisanus, imperialj auctoritate notarius et iudex ordinarius et notarius florentinus, per ser proIohannem Paulj Àngelj, civem et notarium florentinum, aliis negotiis impeditur, de meis scedis et

ùocollis scribj et publi""rj feci et me subscripsi. ST. Iohannes olim Pauli Angeli, civis florentinus, imperiali auctoritate iudex ordinarius atgue notarius florentinus, ut in scedis et protocollis suprascripti ser Batiste inveni, talia de eius conmissione scripsi' I Ncl ,csro impopulo 2 Nel lesto lavia dctmulino ? Scrítto príma pacziano, conelfo pof pecziano r Ncl ,csto insurio lo 'Nel 5 Nel leslo dera I NeI tcslo allequarra 1 NcI testo delagnello . 3 Ncl lcslo atavelle s NeI tcsto dellabatc ra rs ,? Nel lesfo achasalino Ncl lerto delipcsinghi, dellupesinghi Nelaro dichiele ,c!ro aprata r Ncl tcsro devicho

1416.v.5 Bassiano

c - 2465. I.

.

píetro

. a Giooanni

copia del sec.

Nicola o Landizonpe >, per tre libbre e 12 soldí dí prooísìni del senato, Monferrarii , un terrqrc ìn contrada Cerro, nel territorío dí Sezze.

di

xvII],

escguita da

G.

Razza sull'originale conservato

nelfArc. mm. di

oende

sezze-

Anno millesimo quadrigentesimo sextodecimo, indictione nona, sede apostolica vacante per mortem de castro Bassiano, Iohannis pape vigesimi iertii, menris maij die quinta. Petrus Nicolai Landizonpe, pro se suisgue predicto, ementi castro de Monferrarii, Iohanni vendidit, .i quoJ plus valet donavit, Setig, in positam in territorio saudam, terram et heredibus et successoribus in perpetuum, candetum rem lohannis Nicolai Bassiano, contrata Cerri, iuxta rem Petri Roberti, rem Antonij Nicolai Landi, de paisi, de Setia, cum inuoitu et exito suo et cum omnibus iuribus et pertinentiis suis, pro pretio librarum se a domino iiu* * solidorum duodecim, provisinorum senatus, quod pretium venditor cofessus fuitdefendere suis emptori venditam rem et successores heredes emptore habuisse; promittens se suosque pro curie ad medietate vendite, applicanda rei sumptibus et expensis ac operibus, sub pena dupli valoris observari observare et omnia iuravit quurn fu"rit proiamatum et pro alia medietate ipsi emptori; venditor plateg: Petro Nicolai Iohannis scalis in sitam Vallentis, Antonii domum ante Bassiani, f.""r". A"tu* testibus. Nicolaus lacobi Gfrg de Bassiano, petro Bono, et lacobo Cifrg lacobi Se'erio, Nardo Virios, posui' meum signum scripsi et notarius, auctoritatibus de B.rsiuoo, apostolica et imperiali

1416.vI. 6 .

c - 440.

Capìtoli della lregua latta fra i Caetani e i procuratori di Gaeta, di MoIa, del Castellone, della Bastia e della iorr" do Mare, di Maranola, di Castellonorato e dí Scauli,

NapolÍ

coeva. NeI oan, nola síncrona: Magni6co domino domino tacobo J ,"uur"ndo. (Cf. CAPASSO, Regeaa fng' dt Gaera, p' E9)'

Copia genitori

li

Gaytano militi ac Fundorum comiti etc. meo

pacti, conventiunj et capituli de la beuga, facta de commandamento, beneplacito et volentate de secunda, serenissimi et illustrissimi principi monsignore lu re lacobo et madamma la regina Iohanna


VARIA

E3

per la Dey gratia re et regina de Hungaria, Ierusalem et Sicilie etc., in presentia de lo dicto monsignore lo re, inter lu magnifico homo missere Christoforo Gaytano etc.; agente per se, proprio nome suo et per norno et parte de li magnifici homini missere lacobo Gaytano, suo patre, et Iacobo Gaytano et Rogerj Gaytano, soy neputi, per lli quali promecte"de rato se curaturum che li predicti soy patre et neputi lu habiano rato et firmo et debianolo inviolabelemente obset'vare, et per tucte citate, terre, castella, lochi, turre, roche et fortecze, homini, subditi et vaxalli, che teneno et possedeno, dall' una parte: et lj nobili hominj lacobo Gactula, iudece annale de Gayta, missere Angelo de Altissimi, doctore de medicina, et Gorj t Fanaone, de Gayta, ambasciaturj, sindici et procuratorj de la citate de Gayta, nomo et pro parte de la universitate de Gayta et delo districto et pertinentij de Gayta et de Mola et delo Castellone, dela Bastia et della Torre da Mare, ac nomine et pro parte dela universitate et hominj de Maranula et de Castello Honorato et de Scaulj, le guali teneno li gaytani al presente, per lli quali sirniliter promecteno de rato de curare et fare che le dicte universitate de Maranula et de Castello Honorato et de Scauli lu habiano rato et firmo et observeno tucte le infrascripte cose, da I'altra parte:

li

supranominati syndici et ambasciaturj de Gayta, contentante et acceptante de tucti et singuli li infrascripti capituli et guello che in ipsi se contene: In primis lo predicto missere Christoforo, per se et per lli prenominati soy patre et neputi et citate, terre et castella, fortecze, tumi, subditi et vaxallj, che teneno et possedeno, da una parte, et li sopranominati ambasciaturj et sindici de

presente missere Christoforo et

Gayta, per nomo et pro parte de la universitate de Gayta et suo dishictu et lochi, turre' forteczj et c"rlell", che teqeno, et per nomo et parte de le predicte universitate de Maranula et de Castello Honorato et Scaulj, dall'altra parte, fanno treuga per tucto lo istante anno de la decima inditione, et deinde in antea ad beneplacito dele prefate mayestati, la guale, durante lo dicto anno de Ia decima inditione, non se pocza ne debia rompere per neuna dele dicte parti, sensa speciale licentia et commandamento de le majestati predicte; et in caso che per commandamento et lecentia dele dicte mayestati se rompesse, che quella parte, a che sarra commandato chè rompa, debia notificare all' altra parte la ruttura dela dicta treuga per sey dj innanti che rompa; et in caso che alcuna deferentia o scrupulo o scandulo nassesse inter lle dicte parti inha le dicte parti (!) in lu tempo de la dicta treuga, che le dicte

parti lu debia notificare al dicte mayestati et essere nel loro conspccto et presentia et stare alla coreptione . .t det"rmirrutione de esse mayestati, ipsa treuga in suo robore firmiter duratura. Item le dicte parti voleno et so contente che, durante lu tempo dela predicta treuga, esse parti, homini, subditi et vaxalli, che teneno, possano usare et praticare insemi, de dj et de nocte, et fare mercantii et andare, s[are et tornare n"l" di"t" citate, terre, lochi et tenementi, che teneno, I'una parte et l'altla libere et secure, como fano inseme Ii alni frdeli dele predicte mayestati et como faceano in tempo dela bona pace. Item le predicte parti promecteno I'una all'altra de non scalare ne furare ne pillare, noĂš fare scalare ne fare furur" n" fare pillare ne una citate, terra, castello, rocha, torre et fortecze, che teneno le predicte parti et zasche una de esse, ne per forcza ne per bona volla ne Per tractato ne Per niuna altra forma .t *odo che sia, durante lu t"rnpo dela treuga predicta; et in caso che infra lu dicto tempo alcuna citate, terra, castello, rocha, torre et fortecze, che teneno le dicte parti et zasche una de esse, venesse al mano de alcuna dele dicte parti, o per forcza o per bona bollya o per rebellione o per scalamento o per facto o per tractato o per qualuncha altro modo et forma, che la dicta parte, alle manj dela quale la dicta citate, terra, castello, loco, fortecze et rocha Pervenesse' sia tenuta et debia incontenente, ad omne requisitione de I'alra parte che la predicta cosa perdesse, ad omne sua requisitione, terra, rocha, torre, castello et fortecze che le fosse levata, absgue dilatione restituyrili la dicta "it"t., parti promecteno I'una all'altra non dare passo et ne recepto ne predicte et didcultate. Item le for:aczo ad niuno inimico che volesse ofiendere le predicte parti o alcuna de esse et terre et lochi, subditi et vaxalli, che teneno, durante lo tempo dela dicta h'euga, anti siano tenute et debiano le predicte parti, iuxta posse, vetare lu passo et le offese ali dicti inimici et pillarelj, iuxta posse, et dove ooo lo pot"rru vetare ne pillare, notificarela all'altra parte aczoche se Poczano evitare et guardare dalo le ofiese deli inimici. Item le predicte parte so contente, voleno et promecteno, zo e lu dupoo "t diito -isr"re Clyistoforo, per se et soy predicti patre et neputi, siano tenuti et debiano restituire allu episcopato de Gayta la dyocesi et la iuredictione soa et soy terre, possessiuni et boni, et cusi restitucti li monasteri et ecclesij et clerici de Gayta tucti li loro beneficii, possessiuni et boii, tuyte "dalli gaytanj seculari tucte loro possessiuni et boni burgensatichi et feudali et feudi, che non n""r,o1 aveno fortecz", li qu.li per antiqua successione de loro antecessuri et per accacto facto dali veri patruni,

I


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI lu dicto episcopato de Gayta, monasterj, ecclesie et clerici et seculari de Gayta haveno tenuto et posseduto per fr alla morte dela clara memoria de re Ladiczlao nelle citate, terre, castella, lochi, casali et ville, che ipsi missere Christoforo et soy patre et neputi teneno; et cosi, e conyerso, siano restituyti alle ecclesie, clerici et seculari dele citate, terre, lochi et castella che ipsu missere Christoforo et soy patre et neputi teneno tucti loro beneficij, possessiuni et boni, che aveno tenuto in Gayta et suo districto, et in Maranula et in Castello Honorato et Scauli et soy pertinentie per fr alla morte delu predicto re Ladiczlao, ita che da mo innanti Ii patrunj de li predicti bonj et possessiuni dell'una parte et dell'altra se possano et debiano libere tenere et possedere li predicti boni et percipiendo li fructi et farene zo che li placera durunte lu tempo de la dicta treuga, come facevano in tempo de la vita delu supradicto re Ladiczlao. Item, licet che per li precedenti capituli se debiano restituyre tucti li boni borgensatichi et feudali ali gaytani, etiam ad cautelam et declaratione de missere Iannj Gactula et dela herede de missere Benedicto Mustaca, lu dicto missere Christoforo mecte et vole et e contento che la dicta herede de missere Benedicto Mustaca da mo tenga et posseda et piglle Ii fructi de la terra arbustiata, che sta in nelli pertinentij de Traytto, chiamata Sollazano, accatata olim per lo dicto missere Benedicto, et de tucti I'altrj boni burgensatichi et feudali, che foro delo dicto missere Benedicto, che non aveno fortecze; et cusi etiamdio lu dicto missere lanne Gactula tenga et posseda et piglle li fructi de tucte quelle terre laboratorie et possessiuni, che so in Traytto et soy pertinentie, accatate per

ipso dalu supradicto re Ladiczlao, le quali foro, ut asseritur, demaniali dela corte de Traytto et tucti l'alhi soy boni burgensatichi feudali che non aveno fortecze; vilo che in caso che ipso missere Christoforo, soy pabe et neputi se volessero accaptare per se la dicta terra de Solaczano dela predicta herede de missere Benedicto, et le predicte terre et possessiuni de missere lannj Gactula, che foro demaniali dela corte de Traytto, che ipsi siano tenuti pagare ala predicta herede de missere Benedicto et alu predicto missere lannj Gactula chillo preczo che le predicte maystate faranno appreczare le dicte terre et possessiunj,inquillj terminiche dicerannole mayestate predicte; et cheper fi adtantoche lipredictimissere Cluistoforo, sou patre et soy neputi non averanno pagato lu predicto preczo, la predicta herede de missere Benedicto et lu predicto missere Iannj Gactula non debiano essere amoviti dela possessione et perceptione delj fructi dele predicte terre et possessiunj. Item le predicte parti fanno libera absolutione et remissione, I'una parte ad I'altra et I'altra all'altra, et alj homini, subditi et vaxallj, che teneno, de omne homicidio, excesso, delicti, furti, rapinj, incendij, arborj et omne altro crimine per qualuncha modo se appella, dapni dati, animali furati et predati, mobele et roba tolta, fructi perceputi dalu tempo che lu dicto missere Christoforo, suo patre et soy neputi predicti o alcuno de ipsi pillaro delle tene delo contato de Fundi et per finj in nello presente dj, sexto delo presente .mese de iunno; ita quod durante lu tempo dela dicta treuga no sse possa, hinc inde, ademandare restitutione o raysone dele prefate cose, reservato et excepto che missere lanne Gactula et la rede de missere Benedicto Mustaca de Gayta possano usare et ademandare soy raysunj, che credesseno avere dali dicti missere Cluistoforo, sou patre et soy neputi, de bestiame, de mobele, de terre, castella, feudi et boni burgensatichi et feudali; et cusi, e converso, sia reservato alo dicto missere Christoforo, sou patre et neputi la raysone, che credesseno havere dalu dicto missere lanni Gactula et la rede del dicto missere Benedicto Mustaca, le quali raysuni I'una parte et I'altra Ie possa sequire via ordinaria, davante allu iudice competente, non obstante la presente treuga. Item le predicte parte voleno et so contente et promecteno de fare fare debita et expedita iustitia delj debituri dell'una parte et dell'altra, et de subditi et vaxalli, che teno, circa la reale recollectione et satisfatione delj debiti, ali qualj li dicti debituri so tenuti ex causa mutui, depositi et accommaudati et ex alia causa, et che I'una parte et I'altra possa usare sua raysone supra li dicti debiti coram iudice competenti, como se facea in tempo dela bona pace. Item li predicti ambasciaturj et syndici de Gayta so contenti et voleno che lu bono de lo hospetale dela Anuptiata de Gayta, che sta in nelli pertinetij de Traytto, donatili per lo dicto missere lanne Gactula, remanga supra la consciĂŠntia delo dicto missere Chrristoforo, suo patre et soy neputi, che sia in nella loro pontate se lo voleno rendere allo dicto hospitale della Anuptiata, si oy no. Item le predicte parte, de conmandamento, beneplacito et volentate dele dicte mayestate, so contente et voleno che lu facto delo castello de Sugio et la scafa de Sugio remanga in deliberatione et determenatione de le predicte mayestate, le quali mayestate quisto facto delo castelo de Sugio et de la scafa de Sugio non lo determenerando mo, ma voleno che se ste como se sta al presente, et che le dicte parti lo lasseno alla determinatione che esse mayestate farranno in futurum. Item le dicte parti voleno, promecteno et so contente de non receptate in loro citate, telpi et castella,


VARIA fortecze et lochi, che le predicte parti teneno, ne in Maranula, ne in Castello Honorato, ne in Scaulj li banniti et foro ussiti et fugitivy dall'una parte et dall'altra, et sence andassino et receptassino, le debiano pillare

presunj et mandareli ala parte dela quale so banniti et foro ussiti et fugitivi, o vero scaczarilj da tucta soa iurisdictione con effecto. Item lu dicto missere Christoforo promecte, vole et e contento che Ia universitate de Cayta percepa et recollya la raysone dela pyacza de Scauli, como aye facto lu prothonotaro Aurilia, per lo tempo passato, in vita de lu sopradicto re Ladiczlao, et che omne cabella o passi che missere Christoforo et soy patre et neputi o alcuno de ipsi li avesse imposta, sia ropta et cassa, et non debiano ne. possano imponere veruna altra durante lu ternpo de Ia dicta treuga. Item lo dicto missese Christoforo promecte allj predicti sindici et ambasciaturj de Gayta de restituyre et pagare ad quelli boni homini de Gayta, che accaptaro le gabelle de Ytri, tucti quilli denarj che missere Christoforo, soy patre et neputi et zasche uno de ipsi e soy officalj, o altri per loro parte, haveno perceputo delli dicte cabelle, dallo tempo che per ipsi o alcuno de ipsi fo pigglata Ytri per fi al presente di sexto delo presente mese de iunno, nec non et per la resta delo tempo, che dura lo dicto accacto, li satisfarra de lo preczo delo accacto per la rata delo tempo che dura lo accacto predicto, scontando li denari che ve habeno perceputo li dicti gaytanj. Item le dicte parti so cohtente, voleno et promecteno che la raysone tanto della scafa de Garillano quanto della scafa de Sugio non se possa menuyre ne accrescere, ma se debia recollere et percipere, como e stato debito et consucto perfr allu di dela morte delo supradicto re Ladiczlao. Item le supradicte parti voleno, promecteno et so contente che nulla dele dicte parti pocza ne debia fare o far fare nova fortellecza o propugnaculo allato seu appresso ale fortecze, che le dicte parte teneno; ma se le dicte parte o alcuna de esse volessero fortificare o reparare le fortecze, che alo presente teneno, lo possano fare a lloro volentate, libere et sine impedimento. Item le predicte parte promecteno et obligano se et tucto lo loro bono, burgensatico et feudale, mobile et stabile, presente et futuro, et alia de. observare et fare observare efÎectualiter et inviolabiliter la preseute heuga et li presenti capituli et zo che in ipsi se contene ad penam unciarum decem milium, pro medietate curie dictarum rnayestatum applicanda et pro medietate parti lese et observanti predicta; dicto rege presente et, in quantum tangitur obligatio bonorum feudalium, suum assensum prestante. Item le pedicte parti voleno et so contente, et humilemente supplicando al predicte mayestate, che per maiure cautela et observa- . tione dela presente treuga debiano fare fare ad zasche una dele predicte parti una lettera, ad sigillo peudente, colo inserto tenore de tucti li presenti capituli. Item le predicte mayestate, ad maiure' cautela et securitate dele predicte parti et zasche una de esse, per tenore de lo presente capitulo, affda et assecura la dicta treuga et amendoy le predicte parti et zasche una de esse et tucte le predicte citate, terre, roche et castella, lochi, fo*icze, turre, homini, subditi et vaxalli, che teneno, et le predicte terre de Maranula et de Castello Honorato et de Scaulj et loro homini, de die et de nocte, per vias et extra, per terras et aquas, dulces et salsas, et in terris et territorijs partium earumdem, in personis, equis, mercantijs, pecunijs, fustibus, vasis maritimis et fuvialibus ac rebus et bonis quibuscumque; et ulterius le dicte mayestate promectono essere contra la parte che contra facesse, una cola parte lesa, ad offendere la dicta parte contrafacente; et voleno et commandano le dicte mayestate che li presenti capituli dela presente treuga se debia observare como lege scripta, et habeant vim legis quia sic de mente dictarum mayestatum procedit. Acta sunt hec in Castro Novo Neapolis, sigillata sigillo prefati Christofori et nitijs prenominatorum sindicorum gayetanorum, subscriptague propriis manibus prefatorum Christoforj et scindicorum gayetanorum, anno millesimo quatricentesimo sextodecimo, die sexto mensis iunij, nona indictione: archiepiscopo consano, magno senescallo, cancellario, amirato regni Sicilie, comite Vigiliarum, domino Francisco de Ortona, domino Nacharella, domino Andrea de ludice et domino I-oysio de Arcellis. Christoforus Gaytanus miles etc. pròmicto et manu propria subscripsi et nitio nitiavi. Iacobus Gactula iudex annalis Gayete predicta promicto manu propria subscripsi et nitio nitiavi.

Dominus Angelus subscripsi

de Altissima de Gayeta medicine doctor predicta promicto et manu

et nitio nitiavi.

C'regorius Farraonus predicta promicto

et

propria

propria manu subscripsi et

nitio nitiavi. ù Gíacomo II, pailrc del mìttente t Nella sofiesìzíone Gregorius

Cislofoto,

#


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

E6

C-r418.I.9. Sadeano

Prg. 376;

Maiano Tdeschiní,

-

procuratore

dí Piero, suo padre, affi.ta un

molino

a

Salouccio

n Guidonis Andree ".

Otigínale. NeI oetso note, del sec. XV: Locatio molendini anua facta pcr Marianum Arc. Cael., Prg, n. j76.r Petri de Thedechinis Salvutio Petri Guidi Andree; ilel sec. XVill.'affictum molendini actum in castro Portiani, anno l4lE. Nativitate millesimo quatricentesimo decimo octavo, die nona ianuarij, indictione undecima, tempore Martini pape quintj, testibus Petro Poppi, Ma99o de Sertiano, Sandro Francisci Sandri, de dicto loco, er Nanne Lippo Berarducij, de Sertiano. Sit manifestum qualiter Marianus Pierj Tede' schinj, de Sertiano, procurator Pierj, suj patris, dedit Salvucio Guidonis Andree de Sertiano, Pro se et heredibus, pro afrctu et reditu, molendinum situm in districtu Sertianj, iuxta et extra Portam de Medio, terre Sertianj, cuius ab uno latere via publica comunis, ab alio res hospitalis terre Sertiani etc., hinc ad unum annum proximum futurum; promictens molendinum defendere et disbrigare; et e converso Salvucius promixit Mariano molendinum beng conservare et, finito tempore afictus, eidem ipsum redere bene fulcitum sicutj ad presens est et bene macinans, et molendinum et iura sua manutenere et ea (!) frdeliter, arbitrio bonj virj, et nomine aficms dare Mariano centum quatriginta quatuor sextaria granj ; cum pacto quod Salvucius debeat defen'e quolibet mense pattem granj pro rato temporis, ad petitionem M".ianj, in în" terminj molendinum restituere Mariano; volens Salvucius posse cogi in terra Sertiani et in qualibet civitate, castro seu villa et in qualibet curia; que omnia iurantes ad evangelia vicissim promixerunt. Domina Christofora, filia olim Guidonis de Sertiano et sororis Salvucii, Presens' in solidum promixit Mariano pro se et heredibus predicta omnia; obligavit se et heredes et omnia sua. Actum

Anno

a

domo domine Cristofore supradicte, cui ab uno latere via pu[bli]ca,z a duobus vie vicinales inrer domum Cascie Richi et ser Ninum Cole Guidonis Falcie presbitero (l) de Sertiano. Iohannes magistri Petrj de Senis, imperialj auctoritate notarius atque iudex ordinarius, scripsi. ST.

in Sertiano, in I

Omcssa nel

1418.I.19.

III

ool. Regeta

Chartarum.

3 NcI tesfo puca

c - 450.

i Caetani, da una parte, e i Conti, dall'altra, i - Capítolí della tregua lra per Ie controoersíe eoentualÍ si rímettono all'arbítrato di Giordano Colonna.

Spigno Saturnío

quali

Copia sincrona.

Copia etc. Capitoli, promissionj, conventionj et pacú, initi, facti et fermati fra li magnifici signorj missere lacobo Gaytano, conte de Fundy, per se et nomine delli uragpifici signorj missere Christofano, sou fillio, et de lacobo et Rogeri Gaytano et altri soy nepoti, collegati, adherenti, compleci, subditi et sequacy, de mandato della serennissima dompna madamma lohanna secunda, Hungarie, Iherusalem et Sicilie-regina etc., da una parte, et li magni6ci signurj lldebrandinor p€r s€ et nomo de Alto, Sagace, abate de'Suby""o, er Crrato Conte et de tucti li altrj soy fillolj, collegati, adherenti, compleci, subditi et sequaci, duraturj per tucto lo mese de agusto prossimo- da venire dello presente anno della undecima indictione, so chistiinfrascripti, videlicet: Inprimis lo predicto magnifico signore missere lacobo Gaytano, conte de Fundi etc., per se et nomo dellj supradicti della soa parte, promecte, sub verbo, 6de et legalitate nobilium, procerum et magnatum, non ofiendere ne fare ofiendere li magnifici tiglotl lldebrandino, Alto, Sagace, uú"t" d" Subyaco, et Crrato Conte et altrj soy 6lli, ne llj soy colligati, suMiti, complici, adherenti et sequaci, in persona o vero in loro cose, ne soy terre, citati, castella o vero fortize, durante lo tempo

pr"diito dello mese de augusto dello presente anno et inditione XJ" predicta. _ltem_l che missere lordano b-olo*pn" aya ad vedere Ia difierentia, che è tra lle dicte parti, de Trebe de Maretema, summarie et du pl"no et de iure terminando.l ltem che li supradicú magmfici signuri -missere lacobo Gaytano, con6 de Fundi etc., per se, nome et per p8Ìte de tucti li altri predicti et de zasche uno de ipsi dese


VARIA altrj, nomo et per parte de ipsi, poczano secure et liberamente possidere, naturaliter et civilemente, tucto lo teneno de Treve, quantum ad dominium et usumfructum, zo ene de Maretima, lo quale li fo concesso da papa lanni et dalla maysta predicta de madamma, ad loro volunta et beneplacito. Item che la terminatione dello Molino de lullano, petuto per li dicti magnifrci signorj conte

soa parte, ho vero

de Fundi et li altri predicti, nec non la restitutione de Trevi de Campagnia, tolta ad Benedicto-Houorato Gaytano, nepoti dellj dicti signorj Gaytanj, se contentano ponerela in mano dello magnifico signore missere Iordano Colopna etc., lu quale la aya a cognoscere de facto et de iure termenare; et similiter se faccia lo compromesso nelle manj de missere Iordano de tucte le cose che erano compromesse nello Gran Conestavele, puro summarie procedendo et de iure terminando. Item che per tucto lo guinto decimo di de febraio diga essere facto lo compromesso nelle mani del magnifico signore missere Iordano, secondo Io tenore dello primo facto in forma nello Gran Conestavelo, reservato che pocz[a] summarie congnoscere et de iure terminare, duraturo per chillo tempo che ad misser Iordano parera possibele poterlo termenare, non passando lo termine della presente treuga. Item che se in lo.tempo della dicta treuga intervenesse alecuno enore et dapno inha le dicte parte, et la parte lesa notifrcasselo alla parte che avesse offeso, poy della notifrcatione predicta se debia refare omne dampno et interesse ad essa predicta parte lesa per la parte che avesse ofieso, non per zo preiudicando ad essa predicta treuga infra termene de vinti di. Item che, durante lu tempo della dicta treuga, omne actione et raysone che conpetesse per lo tempo passato ho potesse in dello advenire conpetere ad alcuno vassallo o vero plu de issi subditi, adherenti et sequaci delli predicti magnifici signurj lacobo Gaytano, conte etc., missere Christofano, Iacobo et Rogerj et de altri soy nepoti, o vero de alcuno de ipsi contra li vassalli, subditi, sequaci, adherenti et recomendati dellj predicti magnifici signori lldebrandino, Alto, Sagace, abate de Subyaco, C,rato Conte et delli altrj soy 6llolj, primo notificato ad ipsi o vero ad alecuno de ipsi et soj officialj, per la adminisnatione delle predicte actionj et rascioni a lloro crediturj competenti, per plu volte recercati et nolli fosse ministrato rascione, in defecto de esser denegata iostitia, poczano et sia licito ad ipsi predicti signorj Gaytanj permectere et fare fare le represalle per esso debito, durante preterea Ia treuga in so stato. Et r similemente omne rascione voy actione, che conpetesse per lo passato voy potesse conpetere per advenire allj predicti magnifrci signuri lldebrandino Conte et soy filli, voy loro colll gati, vassallj, subditi et aderenti, dechiarato che fosse per missere lordano le quantitati delli debiti voy de altre rasciunj, che adpartenessero alle dicte parti voy ad qualunca homo de esse parti, se diga fare expedita rascione et conestrengere li debiturj ad satisfare; et cosi promitto li dicti signurj dall'una parte et dall'altra, et in caso che le dicte parte, voj alcuna de esse, no llo facessero, sia licito ad chi devesse r recepere faresene la represallia per quanto montasse la quantitate et non senne intenda rocta treuga. Et per observatione de tucti et singoli predicti capitolj et particularitati contente in ipsi l'una parte ad I'altra, et e converso I'altra alla altra se obligando per sollepne stipulatione, iuramento firmata, sub pena de ducati decemilia, aplicanda per la mitade de essa alla parte che observara et I'altra mitade alla corte dove ne fosse facto reclamatione della conventione de ipsi capitoli, exigenda da c}ella parte che contravenera. Et ad fermeza et ad validita de ipsi capitolj et contenti in ipsi ne so facti li predicti presenti capitolj, soscripti de. mano dello dicto conte de Fundi et sigillati de so consueto sigillo. Datum Spinej, die decimonono mensis ianuarij, undecima indictione, sub anno M"ccccl(VIIJ.o Nomina colligatorum sunt hec, videlicet: Comes Laureti, dominus Berardus de Celano, Paulus de Celano, Antonius Gaytanus de Fellecteno, Benedictus Honoratus Ga5rtanus, nos lacobus G[aytanus], comes Fundorum etc., Ch,ristofanus G[aytanus], Iacobus G[aytanus], Rogerius Gay[tanus] etc. I Queslo capítolo fu aggiutlo ín natgíne dalla stessa matm.

F41S. IX .l ")

a6.

C - 451 '

Capítoli e patti trc Gíacomo IV Caetani c Pirro Orsíni, conte detto Gíacomo con Giooannella, prímogenìla dí Pírro.

di Nola, pa il lututo

VI-

mattimonio di

Origioal€.

contracti inter li nagnifici et ercellenti singhori lacobo Gaytano, figliuolo de misser lacobello Gaytano, da una parte, e llo magnifico singhore Peno delli Ursini, conte# Conventioni et pacti,

initi et


DOCUMENTI DELL'ARCHIV IO

E8

di Nola,

C

AETAN

I

nome et pro parte della magnifica dompna madamma lohanna, soa figlia primogenita, dall'altra

parte, per contemplacione del futuro matrimonio da contrahere inter ipsi singhori lacobo et madàmma lohannella; sono questi, videlicet: ln primis che lo predicto singhore cohte Pero, per intuytu et contemplacione del predicto futuro matrimonio, promecte per dota della predicta madamma Iohannella ad ipso predicto singhore lacobo ducati venetiani diece milia, o vero altra moneta che lo vaglia, et non in altre cose, pagando per lo primo de essa quantitate ducati tria milia trecento trenta tre nello tempo di Natale, primo da venire, della indicione nona, quando essa madamma Iohannella si assignara; non stando per lo dicto sighore conte Perro, et in casu che per la sua singhora stesse, niente meno debba assignare nello tempo la dicta quantita, et lo residuo zo e ducati sey milia seicento sexanta sei si debiano assignare fra termino di tre anni da venire, dividendo essa quantitate per equali terzi; et in casu che infra ipso tempo non si assignassero li dicti denari, che anno per anno che non respondesse della dicta quantita, sia tenuto di pagare lu usufructu, secondo la consuetudine del Reame. Et ad cautela et fermeze de tucte le predicte cose, ipso conte predicto obliga se et le cose soy presenti et futuri, anche soi vaxalli de Neptunj con loro cose et anche essa universitate. Versa vice lo dicto magnifico singhore Iacobo promecte ad essa madamma Iohannella la terzaria, secundo lu usu et consuetudine dello Reame. Et ad cauteza dell'una parte et dell'altra sende faczano puplice cauteze. Et in casu soluti manimonii,

Nos Pérrus de Ursinis nolanus et palatinus comes etc. de manu propria scripsimus et nicciavimus. Sig. t

quod absit, voleno esse parte vivere iure francorum. Regesta Chartarum, III, p. 273. dl ccra rcssa, ailcrenle aIIa carta.

a)

C/.

'

Traccia

c-

1418.IX.1. stípulati Capítoli '

fra

IV

Raímondo Orsíní, conte

NoIo, e

Caetani, dall'altra, íntorno alla dote Giacomo e moglíe di Gíacomo. AlgíasÍo dí nipote

e

iI

suo curatore Algíosío Atsíní,

Giooannella Orsíni, sorella

451. III.

da una patte'

di

Raìmondo,

Originale.

Capitoli et pacti, havuti et firmati tra li magnifici signiori Raymondo degli Orsini, conte di Nola etc', et Algiaso degli Orsini, curatorio nomine del dicto conte, da I'una parte etc., e'l magnifico signjore Iu"obo- Gayetano etc., da I'altra parte, sopra la assignatione de la magnìfica _domicèlla Iohanna degli Orsini, uor"llu del dicto conte, nepote del nominato Algiaso e moglie del prefato lacobo Cayetano, et de le dote sue: In prima, li dicti magnifici signiori cohte et Algiaso se contentano et prometteno assi' gnare la dicta magnifica domicella lohanna al dicto magnifico signiore lacobo Gayetano, zuo marito, o Itr.i p", parte sua, per tutto el mese di octubro, primo da venire, de Ia instante duodecima indictione. It"m li ,opr"d""ti conte et Algiaso se contentano et prometteno uel dicto tempo che se assignara Xa dicta *"goifr"" domicella Iohanna, volereno assignare al dicto magpifieo-suo marito'_o alUi Per sua parte, ducati millecinguecento de cognio venetiano, o in carlini dece per ducato, per lo modo chi se e ducati cinquecento in groye, et altri cinquecenti in belluti, et altri cinquecenti in subscein", "io cavalli, extimandi li dicti gioye et c.v.Íi per commoni amici. Et in caso che'l precczo de li cavallj Bon fosse in summa de li dicti ducati cinguecento, essi signori conte et Aligiaso siano tenuti supplire in denari quello chi manca. Et li dicti ducati millecinquecenti se debiano scomputare de Ia summa l" buona memoria conte Perro, padre de la dicta magnifica domicella lohanna, per le promesa p.; àote sue per nomo et parte sua, secondo appare per la promessione facta dal prefato magnifico conte Peno. ltem li dicti magnifici signiori conte et Algiaso se contentano et prometteno lo resto dele sopradicte dote, promese a la dicta magnifica domicella lohanna, volereno assignare per Io niodo chi seguita cioe, omne anno in fine, computando dal di de la assignatione de la àict" magnifi"a domicell" Iohanna, ducati mille, a la rasone sopradecta, computandoli ala dicta paga del dicto resto omne denari chi havesse recevuti in cavalli o denari o sale o altre cose nel tempo del dicto magnifico conte Perro. Et al ultimo a$no recepa lo resto del numero dele dicte dote, cio e ducati cinquecenti. Et in caso che li dicti signiori notr pagassero lo resto predicto in tutto o-iu parte, siano* tc.rruti pagare lo usufructo, secondo lo usato del Reame ha li conte e li baroni, de quella quantita ch8*-


VARIA

li dicti signiori conte et Algiaso per observatione de le dicte cose se contentano et prometteno volerno dare pregiarie de le universitade de le tere del dicto conte, le quale universitati prometterano per loro syndici, ordinati specialmente a queste cose, de curare et fare si et in tale maniera con effecto che li dicti signiori conte et Algiaso observerano tucte queste predicte cose. Et in casu che non li observassero, sia licito al dicto magnifico lacobo Gayetano fare represrglia ne li beni loro perfino a la summa de quella quantita che devesse havere. Et anco per magiore cautela li assignarano la fortecce de Monteforte o vero la torre de Formo, a loro electione, con numero de li sergenti et salario loro, secondo per li dicti signiori conte et Algiaso e stato'usato a loro spese. Item li dicti signiori conte et Algiaso se contentano et prometteno che, durante la tenuta de Ia dicta fortecce, per la cagione predicta, si la dicta fortecce venisse in loro mano o ad altri per sua parte, per qualunche modo fosse, sensa volonta del dicto magnifico lacobo Gayetano o de chi la tenesse per parte sua, essi non pagassero. Item

signiori conte et Algiaso siano tenuti restituirla tenendola pure per la causa predicta et como e supra dicto. Et si non la restituissero, siano tenuti a la pena de ducati mille de auro, la meta a la parte e l'altra meta a quella corte competente dove nde fosse facto rechiamore per lo dicto magnifi"o iu"obo Gayetano o altri per sua parte; ita tamen che si Ii dicti conte et Algiaso la rescotessero per denari o vero nce facessero spese nel acquistare, lo dicto magnifico Iacobo Gayetano sia tenuto scomputarse li. dicti denari o le dicte spese ne Ie prime paghe da venire. Et dove per li dicti conte et Algiaso non se potesse rescotere o acquistare, esso magnifico Iacobo sia tenuto ala emenda de la dicta fortece o de non recepere le dicte dote infino a tanto che la dicta fortecce venisse in mano del prefato conte et Algiaso. Et se per aveùtura la dicta fortecce venesse in mano et potesta del dicto lacobo Gayetano in fine del pagamerito de le dote o vero non nce remanessero tante a pagare 'che valesse Io valore de Ia dicta fortecce, in tale caso'lo dicto lacobo Gayetano precise a la emenda concurrente ulna Io resto che fosse de le dote. Itern I facta che sara la assignatione de tucte Ia q[uantita] de Ii denari,

sia tenuto lo dicto lacobo assignare o fare assignare a li prefati conte et Algiaso o altri per sua parte la dicta fortecce, et dove non lo facesse, cada a la pena de ducati mille, Ia meta a la parte e .la meta Et e converso lo dicto signiore lacobo Gayetano, marito de a la corte dove fosse facto rechiamore. I promette nel tempo de la assignatione de la dicta magnifica suaet la prefata lohanna, se co4lenta moglie fare cauta sufficienter la dicta lohanna, proprio nomine suo, et li dicti signiori, per nomo et parte sua, a conseglio de savij, de la conservatione et restitutione de le dicte dote, et constituire la tertiaria a la dicta sua moglie, secondo la usanza del Reame tra Ii conti et li baroni, et farela cauta sufficienter. Et in casu restitutionis dotium predictarum, quod absit, se faccia la restitutione iure francorum. Item li presenti capitoli se debiano intendere sanamente et con bono intelletto et de eis fiant cautele, ad consilium sapientis cuiuslibet partis. Predicta capitula scripta, acta et firmata fuerunt die prima mensis septembris, duodecime indictionis, MccccoxVIIJ, et subscripta pro cautela manu propria dominorurn

predictorum. Nos Raymundus de de (!) Ursinis nolanus et palatinus comes etc.

predicta capitula et in eis contenta observare promictimus et manu propria subscripsimus. Ego Algias de Ursinis etc. predicta omnia confirmo et accetto et manu propria me subscripsi. Sig.' t

1418.

Querfo capítolo

XI.1

fu

aggíunto

ín matgÍne dalla

stessa

mano, 2 Traccia dì

cera rcssa, adetente

.

per un anno la tregua Valmsntone - I Contí, con i loro collegati, anfermano Ioro collegati, prorogata già da Giordano Colonna, duca di Venosa.

alla caila.

c - 450. fatta con i Caetani e í

Originale.

Nos Ildebrandinus de Comite per nos, Sagacem, abbatem Sublaci, Altum, Gratum aliosque natos nostros, nec non per colligatos, coadherentes, complices et sequaces, gentes armigeras, vaxallos, subditos et familiares nostros dictorumque colligatorum et cohaderencium nostrorum, heuguam, dudum faslam et@ fumatam de mandato lohaune secunde, regine Ungarie, Yerusalem et Sicilie etc., inter nos, ex parte una, et lacobum Gaytanum, militem, comitem Fundorum etc., natum et 'nepotes suos, Christoforurn t,

t?


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

90

Gaytanum, militem regnique Sicilie marescallum, Iacobum, Rogerium, Franciscum et Loysium Gaytanos, tam pro se ipsis quam pro colligatis, coadherentibus, complicibus, seguacibus, gentibus armigeris, vaxallis, subditis et familiaribus eorumdem, duraturam per totum mensem augusti, tunc proxime futurum et nune iam transactum, prout in capitulis continetur: et postea ad mandatum Iordani de Columna, ducis Venusii etc., refirmatam et prorogatam per totum mensem septembris proxime preteritum, exinde per totum mensem octobris proxime preteritum, sicut patet per apodixas factas, tam per nos, pro parte nostra atque nostrorum predictorum, quam per lacobum sunnominatum, pro parte sua suorumque nati, nepotum et omnium suorum supradictorum, ad lordani de Columna instantiam atque mandatum, refirmamus et prorogamus, cum omnibus suis pactis, clausulis et capitulis, hinc et per totum unuln annum inclusive proxime futurum, incipiendum hodierna prima die instantis mensis novembris, et in eodem, revolutis mensibus, finiendum; promictentes, dicto dumtaxat tempore, ipsam treuguam, ut supra prorogatam, observare et observari facere, volentes etiam quod in hac prorogatione prima et originalis heugua eiusgue capitula intelligantur repetita et declarata ac si de eis hic esset de verbo ad verbum facta mentio specialis. Et ad fidem hanc nostram apodixam fieri fecimus nostrique sigilli impressione et subscriptione nostre manus proprie roboratam, valituram ut supra, dum tamen a lacobo sunnominato apodixam consimilem habeamus. Datum in castro nostro Vallismontonis, die primo mensis novennbris, Xt indictione, millesimo quatricentesimo decimo octavo, pontificatus Martini pape quinti anno primo. Ego IIdebrandinus de Comite ad fidem manu propria subscripsi. Sig. I Antonius

Antonii notarii Iacobi de Paliano, cancellarius sunnominati excellentis domini Ildebrandini scripsi. t In ccta tosso,

.

r4r8. xI .12 NoIa

.

ailerenle

alla caila'

c - 452.

.

Raimondo Orsini, conte di NoIa, e Algiasio Arsini promettono c Cristoforo I Caetani e "a -Giacomo IV Caetanì di assicurare la dote pîomessa già da Pino Orsini, unte di Nola, o Giooan' nella Orsìní, moglie di detto Gíacomo, conforme ai capítolí all'uopo stipulati. Originale.

Nos Raymundus de Ursinis, nolanus et palatinus comes etc., magister iustitiarius regni Sicilie, et Algias de Ursinis etc. promittimus vobis avunculo, tanquam patri, et fratribus Christoforo Gayetano, militi, t"gni Si"ili" marescallo, et Iacobo Gayetano etc., quod ad vestri requisitionem, quotienscunque ad nos destinaveritis nuncios seu procuratores vestros, cautos facere vos de dotibus promissis vobis lacobo per gpondam nostrum genitorem et fratrem Perrum de Ursinis, nolanum et palatinum comitem, pro lohanna de Ursinig, filia sua et germana et nepte nosha ac uxore vestri lacobi memorati, secundum tenores capitulorum et promissionum, habitorum et habitarum inter nos, ex una parte, et vos Christoforum et I"cobum; hoc expresso guod, quotienscunque nos destinabimus procuratores seu nuncios nostros ad vos, vos, sub verbo et fide magnatum, promittatis nos et lohannellam cautos facere de dotibus vobis datis in casu matrimonij sine liberis dissoluti, seu alio modo, prout in dictis capitulis et promissionibus continetur, et prout cautelari inter dominos Regni ae comites fet barones solet et extitit consuetum. Et pro fide et^ observantia predictorum, hanc scripturam freri fecimus, nostris_nitijs et propriarum nosbarum .unuurn roboratam. Datum in civitate nostra nolana, die tertio mensis novembris, XIJ' iodictione, MccccoxVIII. Nos Raymundus de Ursinis nolanus et palatinus lcomes atque magister iustitiarius regni Sicilie predicta promi ctimus observare. Sig. t Ego Algias de Ursinis pr edicta omnia observare promitto et manu propria me

subscripsi.

Sig.'.

1 In ccta tossa, adcrcnle alla catta.


VARI

c.

1418.

9l

A

xll . 8.

F. P.3189.

Nuto e Fanuccio si riconoscono debítori di 32 ltbbre dí denari písaní oerso Paolo del Gaddo, da cui tengono in afftto due oigne nei terrilorí dí Vicopísano e San Gíooanní alla Vena.

Vicopísano

fu

3189. OrigínàIe. NeI oetso nole, del sec. XV: a) Carta chontra... de Pin...; iIeI sec. XVI: roga Martino di Iacopo Guerri da Cezano; del sec, XVII: Paolo di

.Arc. Cact., Prg, (Fondo Píaano) n. sallia da eer Giovanni; ó) ser Marttino Galdo compra nel 1409.

Ex hoc instrumento sit manifestum guod Nutus, 6lius olim Antonij quondam Nuti, de comuni Sancti lohannis de Vena, potestarie Vici Pisanj, et Fanuccius, eius filius, auctoritate Nuti, eius patris, ad interrogationem mey Martini notarii pro Paulo olim Gaddi de Cascina, cive pisano, de eappella Sancti**, fuerunt confessi se habuisse mutuo gratisa dicto Paulo libras triginta duas denariorum florenorum pisanorum, I ad gaudimentum, cum petijs duobus terre vineate, erorurl unum est positum in confrnibus Vici, in loco dicto Pereto, et est stariora septem, et aliud est positum in confrnibus comunis Sancti lohannis de Vena, in loco dicto alla Gora, et est stariora tria: que duo petia terrarum vineatarum Nutus et Fanuccius, ut dixerunt, habent in locationem a dicto Paulo: quam promiserunt non opponere reddere et ad penam duplj librarum triginta duarum, quas Nutus et Fanuccius in solidum promiserunt .in denariis eis locatarum, duo petia terrarum pacare Paulo vel suis heredibus quandocumgue relassabunt ianturn et non in alia re, sine briga, reclamatione curie et ullis expensis' alioquin penam et expensas eidem Paulo solvere convenerunt; ordinantes ex pacto se hoc debitum soluturos Pisis, Florentie, Luce, Senis, Perusio, Bononie, Carrarie, Sarezzane, Pontremulo, Parme, Plagentie, Mediolanj, Papie, Ianue, Saone, Venetijs, Rome, in Tuscia, in Lombardia et in alio loco, in quo Nutus et Fanuccius invenirentur, aut debitum eis petitum fuerit ab eodem Paulo, quemadmodum'ipse locus fuisset a principio huius contractus expresse nominatus et in eo fuisset solutio destinata; submictentes se iudicio et iurisdictioni cuiuscumque iudicis; pro quibus observandis Nutus et Fanuccius obligaverunt in solidum bona omnia, et preceperunt michi ingredi possessionem bonorum eorum et potestatem michi dederunt de eorurn borris vend-"ndi pro satisfarci.ndo sibi in totum de predictis capitali, pena, interesse et expensis, ac si sententia diffinitiva inde lata foret; et est actum inter Nutum et Fanuccium, ex una, et me notarium ex alia parte, quod a dicto termino in antea possint Nutus et Fanuccius ubique locorum et forj carcerari et detineri usque ad satisfactionem omnium premissorum, ad petitionem Pauli et eius heredum; Nuto et Fanuccio ego

Martinus,'iudex atque notarius, sequens formam statutorum communis florentini et aliarum civitatum et

et per gualentigiam quatenus omnia observent' Actum in apotecha domus nove mej Ma*inj notarij, posita in confinibus Vicj Pisani, districtus Florentie, in burgo dicto Mercato: Nutino olim Iacobj et Bernardo olim Puccinj, calsulario, ambobus de comuni Sancti lohannis de Vena, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo decimo nono, indictione duodecima, die octavo decembris, more Pisarum. ST. Martinus quondam Iacobi de Guerris de Cezano, civis pisauus, imperialj auctoritate iudex ordinarius atque notarius, scripsi. I Abb. Íp locorum, de guarehtigia tractantium, precepj per iuramentum

c - 450.

l4uel.x.23. Conti, anche per i

figli - Ildebrandino pet un altro anno la tregua stípulato con i dano Colonna, duca di Venosa.

Castello

e

i

collegati, ad istanza dt Cqetani

e

ì

sua

loro collegati

figlia

Cecca, riconferma

e già prorogata da

Gior'

Originale.

Nos lldebrandinus de Comite, per nos ac S[agacem] de Comite, abbatem sublacensem, Altum, Gratum et alios natos nos6os, familiares, vaxallos, subditos, recommendatos, adherentes, complices et sequaces et alias gentes nostras armigeras ipsorumque suHitos, vaxallos, familiares et gentes, pro quibus de rato promictimus, treugam dudum factam et 6rmatam, de mandato lohanne secunde, Hungarie, Ieru-

I


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI salem et Sicilie regine etc., inter nos, ex parte una, et lacobum Gayetanum, militem, comitem Fundorum etc., et Christoforum Gaytanum, militem et regni Sicilie marescallum etc., eius filium, Iacobum, Fiogerium, Francischum et Loyscium Gaytanum, eius nepotes, tam pro se ipsis guam pro colligatis, adherentibus, complicibus, et sequacibus, gentibus armorum, vaxallis, subditis et familiaribus eorumdem, ex parte altera, duraturam per totum mensem augusti, tunc proxime futurum, iam transactum, prout in capitulis continetur, et postea finaliter, ad mandatum lordani de Columna, ducis Venusij etc., refirmatam et prorogatam per unum annum, finiendum primo die mensis novembris proxime futuri, sicut patet per patentes Iiteras, de eiusdetn ducis mandato emanatas, inter nos et dominos supradictos: tenore presentium per manus (!) praticam et tractatum filie nostre Cecche de Comite, cum instantia nos requirentis, et inter nos et eosdem dominos pacem et concordiam procurantis, et ad eius preces, refirmamus et prorogamus, cum omnibus pactis, clausulis et capitulis oportunis hinc et per totum unum annum inclusive, incipiendum primo die mensis novembris proxime futuri'et in eodem die, revolutis mensibus, finiendo; promictentestam per nos quam nomine supradictorum, dicto dumtaxat tempore, ipsam treugam, ut supra prorogatam, observare et observari facere; volentes quod in hac prorogatione dicta prima et originalis treuga eiusque capitula intelligantur repetita ac si de eis esset de verbo ad verbum facta mentio specialis, et omnia alia intelligantur expressa que ad perfectionem huius obligationis et promissionis necessaria essent et oportuna. Et [ad] fidem premissorum hanc nostram apodissam fieri fecimus, nostri sigilli impressione et subscriptione nostre manus proprie roboratam, valituram per unum annum, dum tamen a dicto lacobo apodissam consimilem habeamus. Datum Castelli, sub anno Millesimo ccccx[lxl, pontificatus Martini pape V.'i anno secundo, indictione X[, mensis octobris die vicesimo tertio. Ildebrandinus de Comite ad fidem manu

propria subscripsi. Sig.t I In cera

rcssa, aderenle

alla

carta.

F.P.3208.

c -t420.III.9. Pisa Procura genercle filasciata -Alorino ,, caPorale a caoalla de " Arc. Cact., Ptg. (Fonìlo Písano) n' 3208.

al notaio Matteo d'Appiano da Antonello in Písa per i fiorcntinì. Oríginale.

del

fu

Gualtiera

NeI oerco, nola sinctona: Rocuratio Antonelli de [Alorinol.

Strenuus vir Antonellus olim Gualterii de Alorino, caporalis ab equo in civitate Pisarum pro populo et comuni florentino, habitans Pisis, in cappella Sancti Pauli ad Ortum, constituit suum procuratorem ser Mactheum olim Fanuccij de Appiano, notarium, pisanum civem, absentem, ad locandum et dislocandum possessiones et.domos et predia et omnia bona immobilia ipsius et ad omnia procurandum si presens esset, facere posset et que causarum merita que ad predicta pertinent et que "onrtitu"rrr, postulaùt in iudicio et exha, dans eidem et substituendis ab eo plenum 66ad6[rrm. Actum Pisis, in via publica dicta Borgo, ante apothecam spetiarie, posite sub domo heredum lohannis Lenzettini super angulo: Aldrobandino filio Leonardj Ciampulini et Nicolao Filippi Cati, pisanis civibus, spetiariis, testibus, Incarnationis anno millesimo quadriugentesimo vigesimo, indictione tertiadecima, die nono martij, more Pisarum. ST. Guillielmus, 6lius Bartholomei Franehi, pisanus civis, imperiali auctoritate iudex ordi-

narius atque notarius, scripsi.

1420

.x.23

c - 450.

.

figli e i collegati, per ordine di Giotdano Colonna, duca Salemo, finnooa la tregua, già fatta con i Caetaní e i loro collegati,

Conti, anche per i

- Ildetrrandino e pnncípe dÍ dí Venosa

Valmontone

prorogandola per tm altro anno. Originale.

Nos Ildebrandinus de Comite etc., per rx)s ac S[agacem], episcopum cavensem, Altum de Comite, pape magistrum hospicii, C,ratum de Comite ac Iacobum de Comite, priorem Barlecte, natos nosbos, familiares, vassallos, subditos, recommendatos, adherentes, complices et seguaces ac alias gentes trosbas

s

#


VARIA

9?

armigeras ipsorumque sequaces, concurrentes, et recommendatos ac colligatos, subditos et vaxallos, familiares et gentes, pro quibus de rato promictimus, treugam dudum factam et fu'matam de mandato lohanne secunde, Hungarie, Ierusalem et Sicilie regine etc., inter nos, ex parte una, et lacobum Gaytanurn, militem, comitern Fundorum, et Christofanum Gaytanum, militem, locothetam, prothonotarium regnj Sicilie etc., natum eius, Iacobum, Rogerium et Franciscum Gaytanum, nepotes suos, tatn pro se ipsis quam pro colligatis, adherentibus, complicibus et seguacibus, gentibus armorum, vaxallis, subditis, recommendatis et familiaribus eorumdem, ex parte alia, duraturam per totum mensem augusti, tunc proxime futurum, iam transactum, prout in capitulis continetur, et postea finaliter, ad mandatum principis lordani de Columpna, ducis Venusij, et nunc etiam principis Salernj etc., refirmatam et prorogatam per unum annum, finiendum primo die mensis novembris proxime futuri, sicut patet per patentes literas, de eiusdem lordani ducis mandato emanatas: inter nos et dominos supradictos refirmamus et prorogamus, de supradicti principis mandato, cum omnibus pactis, clausulis et capitulis oportunis, hinc et per totum unum annum inclusive proxin're futuruin, incipiendum primo die mensis novernbris proxirne futuri, et in eodem die, revolutis mensibus, finiendum; promictentes tam per nos quam nomine supradictorum, dicto dumtaxat tempore, ipsam treugam, ut supra prorogatam, observare et observari facere; volentes quod in hac prorogatione dicta prima et originalis treuga eiusque capitula intelligantur repetita ac si de eis hic esset facta mensio specialis, et omnia alia intelligantur expressa, que ad perfectionem huius obligationis et promissionis necessaria essent seu etiam oportuna. Et ad 6dem premissorum hanc nostram apodixam fieri fecimus, nostri sigillj irnpressione et subscriptione nostre manus proprie roboratarn, vali' turam per unum alium annum proxime futurum, ut supra. Datum in castro nostro Vallemontonis, sub anno millesimo CCCCoXX., pontificatus Martini pape quinti anno tertio, indictione XllJ, nensis octobris

die

XXIIJ. !ldebrandinus de Comite ad fidem manu propria subscripsi. Sig.t I In ceta

rcssa, aderente

c -t42t.v[l.22

alla catlo.

F. P. 3218.

.

Forcolí Gíacomo u de Benectis >, per guindicí olioeti nel territorio di Montefoscolí. Atc.

C9e!., Prg.(Fondo Písano)

n.3218.

fioini

d'oro, oende

Orígínale, NeI

aI

notaio

oetsonote síncrone: XVII: n. 13.

Matteo d'Appiano due

a)Cata delli ulivi da

Montefosculj;

À) delli ulivj da Montefosculi; c) Lodovico da Vnpiale; segnalura, del sec.

Ex hoc instrumento sit manifestum quod lacopus coudam Bindaccij de Benectis, civis pisanus, de cappella Sanctj Petrj ad Yschiam, causa indigentie victualium quam se suamque familiam pati dixit, suo iuramento prestito, vendidit ser Mactheo, notario et civi pisano, de cappella Sancti Andree Forisporte, et 6lio condam Fanuccij de Appiano, petium terre olivatum et cum ficibus, positum in confinibus comunis Montisfosculj, in loco dicto alla Fornace: guod tenet unum capud cum latere in via publica, aliud capud in terra Nannis domine Agnesine de Pisis et aliud latus in terra cum furnace Pierj Francisci de Montefosculj, et est per mensuram stariorum septem; et petium terre olivatum, positum in dictis confinibus, in loco dicto in Vallaia, et tenet unum capud cum uno latere, in via vicinali, aliud capud in terra Manfledis domini Rossi Buzaccharinj cum alio latere, et est per mensuram stariorum novem; guorum petiorum terre unum conducit Pierus Franciscj de Montefosculj, de quo rendit annuatjm pro afictu libras duas olej, et alterum petium terre conducit Antonius Barsalocti, tessandrus ()) dicti locj, de quo rendit annuatim libras tres olej ; cum omnj iure, actione, ratione, proprietate, pertinentijs et adiacentijs suis; pro pretio florenorum quindecim aurj, ad rationem librarum quattuor pro floreno, quod Iacopus fuit confessus se habuisse ab eo; Iacopus promisit emptorj eum vel suos heredes in dictis petijs terrarum non imbrigare aut per placitum fatigare; et si lis moveretur emptorj aut suis heredibus, venditor iudicium in se suscipiet et pignora curijs. dabit et advocatos adquiret et eis et notarijs salaria solvet, suis suorumque heredum expensis; et si predicta non observabit, penam duplj pretij aut duplj extimationis rerum venditarum, et dampnum et dispendium ser Mactheo et suis heredibus eomlxlnere promisit, se suosque heredes et bona obligando. Iacopus, tamguam procurator domine Tomase, uxoris sue et filie condam nobilis Iacopi de Orlandis, de Pisis, ut de eius mandato constat manu mej Nocchj notarij,

g

"#


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI predicte venditionj, suo iuramento prestito, secundum formam Pisarum constituti, consensit, confrtens quod in bonis lacopi, viri suj, domine Tomase sunt tot et tanta alia bona de quibus sibj potest satisfierj ex suis rationibus dotis et antefactj et alijs, promictens omnia rata habere ad suprascriptam penam, sub obligatione bonorum. Iacopus promisit curare quod Ydocchus, eius nepos carnalis et filius condam et heres pro dimidia Polj, filii Bindaccij de Benectis, confirmabit venditionem ad suprascriptam penÍrm, obligationem. Actum in foro Forculj, in cellario Antonij Ricchj de Forculi: Antonio Ricchi et Ferrerio condam Peri de Leguli, testibus, Incarnationis anno millesimo quatringentesimo vigesimo secundo, indictione

die vigesima secunda iulij, secundum morem notariorum pisane civitatis. ST. Rocchus, filius condam Thomei de Treggiaria, civis pisanus, imperialj auctoritate notarius atque iudex ordinaquartadecima,

rius, scripsi..

1421,.

c - 450"

X.10.

Giacomo II Caetani, conle dì Fondi, anche per iI figLio, í nípoti e i collegati, d'ordine dí Martino V, rínnooa la tregua fatta con í Conti e i loro collegati, già prorogata da Gíordano Colonna, duca di Venosa, riconfetmandola per un allto anno.

Sermoneta

-

Ori3inale.

I

Nos lacobus Gaytanus, miles, comes Fundorum etc., per nos, Christoforum Gaytanum, regni Sicilie logothetam et prothonatarium, Rogerium et Franciscum Gaytanum, natum et nepotes nostros, familiares, t"lullor, subdiios, recomendatos, adherentes, conplices et sequaces ac alias gentes nostras armigeras ipsorurnque sequaces, concurrentes et recomendatos ac colligatos, subditos et vaxallos, familiares et gentes, necnon per terras seu castra ipsalurnque incolas, costitutos sub gubernatione et regimine lacobi Óaytanj, nepotis nostri, nuper ad aliena stipendia militantis, quem tamquam armigerum alienum hic intercludere-non potuimus, pro quibus supradictis interclusis de rato promictimus: treugam, dudum faciam et firmatam, de mandato lohanne secunde, Ungarie, lherusalem, et Sicilie regine etc., inter nos, ex parte una, et lldebrandinum de Comite, Sagacem, episcopum cavensem, Altum de Comite, pape magistrum hospitij, Gratum de Comite ac lacobum de Comite, priorem Barlecte, natos ipsius lldebrandini, tam pro- sc ipsis quam pro colligatis, adherentibus complicibus et sequacibus, gentibus armorum' vaxallis, subditis, recomendatis et familiaribus eorurndem, ex parte altera, duraturam per totum mensem augusti, tunc proxime futurum, iam transactum, prout in capitulis continetur, et postea ad finaliter et ultimate, ad *"oduto- principis lordanj de Colurnpna, ducis Venusij et principis Salernj etc., refumatam et prorogatam per annurn- unum, finiendum primo die mensis novembris proxime futuri, sicut patet per patentes literas à" eiurd"m Iordanj mandato emanatas, inter nos et dominos supradictos: nunc demandato Martinj pape quincti refirmamus et prorogamus, cum omnibus pactis, clausulis et capitulis oportunis hinc et per totum uou* utrru* inclusive proxile futurum, incipiendo die primo mensis octobris proxime futuri et in eodem, revolutis mensibus, finiendum; promictentes tam per nos quam nomine supradictorum, dicto dumtaxat tempor.e, ipsarn treugam, ut supra prorogatam, observare et observari facere; volentes quod in hac pro,ogutio.r" ài"t" pri-^ et originalis treuga eiusque capitula intelligantur repetita ac si de eis hic esset faJta mentio specialis, et omnia alia intelligantur expressa que ad perfectionem huius obligatioais et promissionis necessaria essent seu etiam oportuna. Et ad fidem premissorum hanc nostram apodixam fieri f""i*ur, nosho parvo sigillo, quo utimur, ex defectu maioris, quo caremus ad presens, necnon subscriptione nostre manus proprie roboratam, valituram per unum annum proxime futurum, ut supra, dum.tamen a dicto lldebrandino aliam apodixam consimilem habeamus. Datum in casEo nostro Sermineti, in cancellaria nostra, sub anno millesimo CCCCoXXJJ, pontiGcatus Martinj pape quincti anno quarto, inditioneXlgJ",mensisoctobrisdieX". Iacobus Gaitanus comes Fundorum ad fidem propria

manu scripsi. I Il

foglto

è

Sig. t

fissalo con cerd tossa

all'akro

conlenente

îl

doc. C-

Í42t .X.12.

B

In

cera rcssa, adercnlc aIIa caila.


VARIA

l42t .X.r2.

95

c - 450.

Ildebrandíno Conti, anche per i figli e i collegati, prorcga Ia tregua fatta con i Caetaní e í loro collegati, già finnooata, come da ordíne dí Giordana Colonna, confermandola, per comando dí Mailino V, per un altro anno.

Valmonlone

Originale.

Nos Ildebrandinus de Comite, pro nobis et L[ucio] Sacio cardinali, ac Sagace episcopo cavense, pape magistro hospitij, Grato de Comite et lacobo de Comite, priore Barlecte, natis nostris nostrisque et ipsorum gentibus, colligatis, seguacibus, adherentibus, familiaribus, civitatibus, terris, castris, fortellitijs atque locis, vassallis, subditis et recomendatis, pro quibus de rato promictimus, treugam, dudum factam et firmatam de mandato lohanne secunde, Hungarie, Ierusalem et Sicilie regine etc., inter nos, ex parte una, et Iacobum Gaytanum, militem, comitem fiundotum etc., et Christoforurn Gaytanum, rengni Sicilie locothetam et prothonotarium, Iacobum, Rogerium et Franciscum Gaytanos, natos et nepotes predicti la[cobi], tam pro se ipsis quam pro colligatis, adherentibus, complicibus et sequacibus, gentibus armorum, vassallis, subditis, recomendatis et familiaribus eorumdem, ex parte altera, duraturam per totum mensem agusti tunc proxime futurum, iam transactum, prout in capitulis continetur, et postea finaliter et ultimate, ad mandatum principis lordani de Columpna, ducis Venusij et principis Salernj etc., refumatam et prorogatam per unum annum, finiendum primo die mensis novembris proxime futurj, sicud patet per patentes literas de eiusdem lordani mandato emanatas, inter nos et dominos supradictos nunc de mandato Martinj pape quinti refirmamus et prorogamus, cum omnibus capitulis, pactis et clausulis oportunis ac in prima dicta treuga contentis, hinc et per totum unum annum inclusive, proxime fu[s1rm, incipiendum die primo mensis novembris proxime futurj et in eodem, revolutis mensibus, finiendum; promictentes tam pro nobis quam supradictis, dicto dum taxat tempore, ipsam treugam, ut supra prorogatam, observare et observarj facere, sub pena in dicta prima treuga contenta et obligatione omniunt bonorum nostrorum; volentes quod in hac prorogatione dicta prima et originalis treuga, cum capitulis et omnibus continentjis suis intelligantur repetita, ac si de ea facta esset mentio specialis, et omnia alia intelligantur expressa que ad perfectionem huius obligationis et premissa necessaria essent seu etiam oportuna. Et ad fidem predictorum hanc nostram apodixam fierj, fecimus, nostri sigillj, quo utimur, et subscriptione nostre proprie manus roboratam, valituram ut supra, dum tamen a dicto lacobo apodissarn aliam consimilem habeamus. Datum in castro Vallismontonis, anno millesimo ccccoxxJ, pontificatus Martinj pape quincti, anno quarto, indictione Xll[, mensis octobris die XIJ. Ildebrandinus de Comite! ad fidem manu propria me subscripsi. Sig. 1 Stefanus de Signa

Alto de Comite,

de mandato subscripsi etc. t In eta

rcssa.

1422. I. 16 .

c - 472.

[Rom,al - Sante " de Cavis >, oev,ot)o di Ttooli, rilarcia guielanza per dieci fiofini a Giacomo II Caelani, conte di Fondi, per l'annua corrisposta della tenuta di Conca, afftlatagli dal monastero di S. María di Grottaferrata. Originale.

Sanctus [de Cavis], episcopus tiburtinus, pape in Urbe vicarius generalis etc. ac com-endatarius abacie et monasterii ecclesie Sancte Marie Gripte Fenate, fatemur et presentialiter recepimus in pecunia numerata a Iohanne Pontiano, de regione Sancti Angeli, solvente nomine lacobi Gapaui, Fundorun comitis, idest decem florenos, ad rationem )<LVIJ sollidorum provisinorum pro floreno, nobis debitos, pro hoc presenti anno, per dictum lacob'-, ex causa locationis facte ipsi comiti de integro tenimento Conche,' cum iuribus ipsius, pro censu dicti te"imenti dicti monasterii, pro presenti nnno; et ad fidem predictorum

$


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

96

et nostro sigillo sigillavimus, sub anno mitlejanuarij mensis die XVJ. SIanctus] episcopus ac vicarius indictione XV, XXIJ, f1. supradictus propria manu sube cripsi. Sig. t t In ceta rcssa,

presentem scripturam nostra propria manu sutscripsimus

simo

t422.III. 14. Ancarano - Tregua da Canara r.

c - 473. tra

Gíacomo

IV

Caetani, oiceré deglí Abruzzí, e

i

capìtanì Obizo e Ardízzone

Originale.

Quisti sonno capitolj, pacti conventionj et treugha, facti, initi et fernnati imfra lo magnifico et excellente signore lacobo Gaytano etc., de I'una provintia et de I'altra de Abrugio reginale vicemgerente et capitano ad guerra, in nome et per parte de tucte le terre domaniale delle decte provintie, da una parte, et li magnifici signorj et capitani Obigo et Ardigone da Carrara, dall'altra parte, con loro recomandati, complici, adherenti et sequaci, loro terre, genti d'arrne da cavallo et da pede, et subditi overo vaxalli loro etc. In primo li prefati magnifici signorj Obigo et Ardigone promecteno al predicto magnifico signore lacobo Gaytano viceré predicto, che per se, loro genti da cavallo et da pede, loro recomandati, adherenti, complici et sequaci et loro terre, tanto per le terre, che essi signorj tengono in Abrugio citra et ultra, quanto per quelle che tengono in la Marcha, et subditi et vassallj loro, non se {ara offesa veruna in Ia persona et gente da cavallo et da pede del decto signor viceré et alle predicte terre domaniali et hominj et habitanti in esse, ne loro benj et cose mobilj et immobilj, per iiun" ni" et per niuno guesito colore, directe vel indirecte, publice vel occulte, durante Io tempo et termine della dicta treugha, la quale se comenze in questo presente dj et dure et habia omne fermeza, che se rechiede iu omne valida treugha, per tucto Io mese de aprile proximo da venire; in la quale treugha se intenda Rapino, Casa Candidella et Altino et alhe casteìle, lochi et vassallj sogette alle decte tene domaniali. Item che questa treugha se intenda essere generale tanto per le terre deli dicti signori Obigo et Ardigone, che hanno in Abrugio citra et ultra, quanto de quelle hanno in la Marcha. Et prorn""teno essi s[ignori] Obigo et Ardigone, che per essi, loro genti d'arme, da cavallo et da pede, ""ui et tucte loro terre predicte, loro vassalli et subditi non se ofiendera ne fara offesa alcuna contro lo dicto s[ignorl vicere, soy genti d'arme, da cavallo et da pede, et contra Ie decte terre domaniale et homini et habitanti in esse et loro benj et cose, mobilj et immobilj, tanto delle terre domaniale che sonno in Abrusio citra quanto in Abrucio ultra. Item promecteno li dicti rnagnifici s[ignori] Obigo et Ardigone allo prefato s[igaod vicere che durante lo tempo et termene della decta treugha, de non cerchare ne.fare cerchare overo consentire, per se et per le decte soy genti da cavallo et da pede et Per le decte soy tege, subditi, recomandati, adherenti, complici et sequaci, de togliere overo furare alcuna terra del domanio d'Abrugio tanto citra quanto ultra. Item che durante la decta treugha sia licito ad ciaschuno compagno et fameglio et gente d'arme, da cavallo et da pede, del prefato s[ignor] vicere, et hominj et hubiianli delle decte terre domaniali usare et pratichare et pernoctare con merchatantie et altre cose loro per Ie decte terre et territorii dellj prefati s[ignori] Obigo et Ardigone et de loro recomandati, complici et sequaci, pro eorum libito voluntatis. Item se occorresse che per niuno delle genti delli prefati s[ignori] Obigo et Ardigone et soy recoméndati, adherenti, complici et sequaci et subditi overo vassallj, fosse rocta et maculata la decta treugha et fosse tolto preda o presionj o alcuna alha cosa allo predicto s[ignor] vicere et soy genti da cavallo et da pede, o alle decte terre domaniale et homini et habitanti in esse, che siano tenuti li dicti s[ignori] Obigo et Ardigone de fare rendere et restittlyre le cose tolte et presionj overo la emenda de esse, infra termene de deyce di da poy facta tra notificatione; et nichilominus, facendose la decta restitucione et emenda predicta al dicto termene, la decta treugha. se intenda esser sana et ferma et non esser rotta. Item che infra termene de X. di, li dicti s[ignori] Obigo et Ardigone siano tenuti dechiarare lj recomandati, adherenti, colligati et sequaci loro. -La quale treugha, pacti, capitolj et conventioni soprascripti promectemo nuy Obigo et Ardigone de Carrara predicti attendere et observare bene et lialemente et fare observare per le nostre terre et subditi

.


VARIA

97

et gente d'arme da cavallo et da pede, recomandati, adherenti, complici et sequaci nostrj, sub verbis et fidibus nostris et sotto pena de seymilia ducati et de essere chiamati manchatorj de fede. Et per piìr eautela avemo facti scrivere quisti presenti capitolj per Antonello de Fundi, nostro cancelliero, cum subsciptioni delle nostre proprie mano et sigellati del nostro proprio et consueto sigillo. Datum in Ancharano, die quartadecima mensis marcij anno millesimo ccccXXIJ, guintadecima indictione. Ego

Obizo de Carrara predicta acepto et afirmo et manu propria subscripsci. Ego Ardizonus de Cararia predicta acepto et manu pro pria subscripsi. Sig.t Antonellus de Fundis prefatorum dominorum mandato subscripsi. I

Pubbl.

ín

Car., Doc.,

2 VcdíDomus, I-2, p,28,

p.87.

t422. X.20. Sermoneta

-

Maúíno

Gíacomo

c - 450" ,ll

dí Fondí, anche per il figlio, i nipoti e í collegatí, d'ordine dí fatta con i Conti e i loro collegalí, prorogata già da Giordano

Caetaní, conte

V, rínnooa Ia tregua

Colonna e riconfermata dallo stesso pontefice. Copia sincrona.

Copia. Nos Iacobus Gaytanus, miles, comes Fundorum etc., pro nobis, Christoforo Gaytano, rengnj Sicilie logothete et protonotario, Iacobo, Rogerio et Franchisco Gaytanis, nato etc. nepotibus nostris, nostrisque et ipsorum gentibus, collegatis, sequacibus, adherentibus, familiaribus, civitatibus, terris"

cashis, fortellitijs atque locis, vassallis, subditis ac recomendatis, pro quibus de rati habitione promictimus: heugam, dudum factam ac firmatam de mandato lohanne secunde, Ungarie, Iherusaleur et Sicilie regine etc., inter nos, ex parte una, et lldebrandinum de Comite, Lucium cardinalem ac Sagacem episcopum Cavense (!), Altun de Comite, pape magistrum hospitij, Gratum de Comite ac lacobum de Comite, priorem Barlecte, natos ipsius lldebrandinj, tam pro se ipsius (!) quam pro colligatis, adherentibus, complicibus et sequacibus, gentibus armorum, vaxallis, subdictis (t), recomendatis et familiaribus .orrrnd"m, ex parte altera, duratuÀ* p", totum mensem agusti, tunc proxime futurum, iam transactum, prout in capitulis continetur, et postea, ad mandatum lordani de Colunda, ducis Venusii et principis Sallernj etc., refirmatam et rogatam (t) per unum andum (!) inclusive, finiendum primo die mensis novembris, tunc proxime futuro, iam preterito, prorogatam et refirmatam de mandato Martinj pape quinti pro uno alio ando (!) inclusive, finiendo primo die mensis novembris proxime futurj, sicut patet per patentes literas de eiusdem domini nostri mandato emanatas: inter nos et dominos supradictos, nunc de mandato sanctitatis eiusdem sponte refirmamus et prorogamus, cum omnibus capitulis, pactis et clausulis, in dicta prima treuga contentis, hinc et per totum unum andum (!) inclusive, proxime futurum, incipiendum die primo mense novembris proxime futurj et in eodem, revolutis mensibus, finiendum; promictentes tam pro nobis quam pro supradictis, dicto dumtaxat tempore, treugam ut supra prorogatam observare et observarj facere, sub pena in dicta prima heuga eontenta et obligatione omnium bonorum nostrorum, volentes quod in hac prorogatione prima et originalis treuga, cum suis capitulis et omnibus continentijs, inteligatur repetita ac si de ea hic facta esset mensio specialis, et omnia alia intelligantur expressa que ad perfectionem huius obligationis et promissionis necessaria essent seu oportuna. Et ad fidem predictorum hanc apodixam 6erj fecimus, nostro parvo sigillo, quo utimur, ex defectu maioris quo caremus

ad

presens, necnon 6erj fecimus subscriptione nostre proprie manus roboratam, valituram premisso

dumtaxat tempore, dum modo ab lldebraudino aliam consimilem habeamus. Datum Sermineti, in cancellaria nostra, sub ando (!) Nativitatis millesimo ccccoxxlJ,o pontificatus Martinj pape quinti anno guinto, indictione XV,e mensis octubris die XX.o

c

-1423. IV. 6 .

F . P. 3214.

Gíooanní " Tintj ,, per seilertoríni d'oro, oende Ie quote dÍ due terreni, postí nel tenilorio dí Bientina, a Duccio del Mtchele.

VicopÍsano

fu

Arc. Caet. Prg. (Fondo PÍsarc) n. 3214.

Oiglnale.

Ex hoc inshumento sit manifestum quod Iohannes oljm ser Franciscj Tintj de Vico, civis pisanus, capella de Sancti Bernabe, vendidit Duccio olim Michaelis, de comuni Bleatine, duas partes pro indit.

t3


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI viso de tribus partibus, pro indiviso cum heredibus Cayris de Vico, petij terre campie, posite in confinibus comunis Blentine, super Cilecchium Blentine: quod totum petium terre tenet unum caput in muris castellanis, Cilecchio et via publica mediantibus, aliud caput in via gua itur al Prato Grande, latus unum in terra campia Antonij Petrj de Blentina, aliud in terra campia Chiclis item Chiclis de Blentina partim et partim in terra que oljm erat Cayris de Vico: est per Inensuram stariorum quinque pro parte contingente venditorj ; et duas partes.pro indiviso petii terre campie de tribus partibus, pro indiviso cum suprascriptis heredibus, positas in confinibus Blentine, in loco dicto a la Via del Puntale, quod petium tenet ùnum caput in via, aliud in terra campia ecclesie Sancte Marie de Blentina, latus unum in terra heredum lohannjs Tomej, alias Baractone, de Blentina, aliud in terra Vannis Tani de Blen$na, est per mensuram stariorum duo pro parte contingenti venditorj ; cum omnj iure, actione, ratione, proprietate, pertinentijs et adiacentijs suis; pro pretio florenorum septem de auro, conputato quolibet libris quatuor florenorum parvorum,l quos lohannes a Duccio fuit confessus se habuisse; et venditor promisit emptorj eum et eius heredes de re vendita non imbrigare aut per placitum fatigare; iudicium et litem in se suscipiet; penam

duplj pretij vel duplj extimationis rej vendite et expensas, dampnum, dispendium ac interesse emptori vel eius heredibus resarcire convenit, obligando se et suos heredes et bona, et baliam Duccio dedit ingredi possessionem rej vendite. Actum in castro Vici, in domo mee habitationis: Martino 6lio Nardj, de comuni Blentine, et Martino frlio Grandinj, de comuni Vici, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo vigesimo guarto, indictione prima, die sexto aprilis, more pisano. ST. Nicolaus oljm ser Iacobj notarij del Passera de Vico, civis pisanus, imperialj auctoritate iudex ordinarius atque notarius, scripsi.

I

Abbr. îp.

c - 485.

1423.x.26.

II cardìnale Lucído Conti accetta la tregua che suo padre Aldobrandíno ha rifermata con i Caetdnì, d'ordíne del papa e dei conseroatori di Roma, fino aI pfimo di agosto oenturo.

Castello

.

Originale.

che Alvernino, meo patre, hagia refermata la treuga con misser Christofano Gaytano, conte de Fundi etc., et con li soi neputi, de comandamento de Nostro Signore et dilli Conservaturi de Roma per fi'allo primo di de augusto proximo da venire, con tucte chelle clausule et cauthele che in ipsa refermatione se conteo, nuy Lucido cardinale delli Conti acceptamo la dicta refermatione et promectemo de observarela con tucti li capitoli, promissiuni et cauthele che in ipsa refermatione se coiteo. Et ad cauthela de tucte le cose soPrescripte havemo facta fare chesta presente apodissa, sigillata dello nostro minore sigillo et subscripta de nostra propria manu. Datum in nello iastello, u di >o<vl dello mese de octobro delli annj mille CCCcXXII della prima inditione. L[uciusl cardinalis de ComitIibus] ad fidem predictorum manu propria me subscripsi. Sig.' Concessa de cosa

I In cera

rcssa.

c -1424.vI. Pisa

-

F. P.3268.

5.

Procura generale fiIasciata da donna Bartolomea

aI

secondo marilo

e aI figlio

di

prímo letto.

Ortginale. NeI oerso note sínctone: a,) Prochurade mona Bartholomea Arc. Caet., Ptg. (Fonilo Písano) n.3268. donna di ser Tomaso; à) prochura de monna Bartholomea; del sec. XVII: procura di monna Bartolomea moglie de Tommaso da Campiglia: fatta I'aano 1425.

I Ex hoc inshumento sit manifestum guod domina Bartholomea ... Nicolaj Barbavensjs et relicta t Antonii de Cattanis de Ripafracta et nunc uxor ser Tomasi item To[mati] ... notarii, civis pisani, de et

I

1 ordinavit suos procuratores ... Andree dal Campo, aotarium et civem pisanum, r ser Francischum olim Tomasi de Campo ... [cilvem pisanum, de cappella Sancti Nicoli, ambos

cappella Sancti Sixti ...


VARIA

99

absentes: ser Tomasum, eius virum secundum, et Gerardum, eius filium et frlium olim Antonij de Cattanis de Ripafracta, cives pisanos, ambos de dicta cappella Sancti Sixti, presentes et hoc mandaturn recipientes, in solidum, .d locandum et dislocandum bona et de bonis domine Barthalomee et Antonij olim virj suj, sibj competentibus pro iuribus dotalibus, antefacti et parafernalibus; et ad iura, actiones et nomina cedendum; et ad omnes lites coram quolibet iudicante; et ad tenere et teneria, tenutas et possessiones, stazinas et sequestrationes, assignationes et adiudicationes et executiones infrascriptorum documentorum et sententiarum capiendum, faciendum, cassandum et' denumptiandum; et ad suos debitores exbannirj et rebannirj et detinerj et relaxarj faciendum; et ad inscribendum et subscribendum ad talionis penam; et ad omnia que requirerent speciale mandatum et ad omnia alia procurandum; dans procuratoribus plenam bailiam; promictens procuratores ab omnj satisdationis honere relevare et adimplere 1 guicquid procuratores vel alter eorum fecerit, ad penam duplj, sub obligatione bonorum. [Actum] Pisis, in logia domus habitationis suprascriptorum ser Tomasi et domine Francesche, posite in cappella Sancti Sixti: Francischo quondam lohannis, olim pellipario et nunc commisso in Hospitalj Novo, de cappella Sancti Martinj Kinsice, et Dominico quondan Francisci, becchario, de cappella Sancte Marie Magdalene Kinsice, pisanis civibus, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo vigesimo quinto, indictione secunda, die quinto iunij, secundum cursum et consuetudinem pisanorum. ST. Andreas 6lius quondam ser Finj notarii de Boncetaneis, de Vico Pisano, pisanusque civis, imperiali auctoritate

iudex ordinarius atque notarius, scripsi. I Danno della peryamena.

c

-1424.

xI.4

F . P. 3262.

.

quíetanza Campiglia - I fratelli Pinozi ilIasciano già aIIa loro sorella.

al

cognato pet

la

restituzíone della dote, assegnata

Orígínale. NeI oerso, nota sincrona : Francescho de Lupo ; nota del Arc. Caet., Prg. (FoniÌo Písano) n. j262. di Lupo hebbe quietantia da Pino di Govanni Pinozi e da Antonio Pinozr, 1424.

sec.

XVII :

Fraocesco

Anno ab lncarnatione millesimo quatuorcentesimo vigeximo quarto, indictione tertia, die decima 1 quarta mensis novembris, actum in castro Campilie, in palatio residentie capitanei dictj locj, in tala inferiorj, ad bancum ubi ius reditur: nobili lacobo Laurentio lohannisBullette, de Florentia, Antonello trohunrri, de Milano, habitatore Donoratici, et Andrea Bartolomey de Campilia, testibus. Ex serie huius scripture sit manifestum qualiter Pinus filius olim Iohannis Pinozi et Antonius lohannis Pinozi, suo et nomine Bartglomey, 6lij Iohannis Pinozj et suj Antonij frahis, Pro quo promisit se facturum, se et suos heredes et bona obligando, quod Bartholomeus ratum habebil 6mnia: fecerunt quietationem Francischo filio olim Lupj, vocato Frescume,' d" Campiglia, de libris centum quinquaginta, quas Franciscus confessus fu".ut ,"""pisse a domina Laurentia, eorum sorore et filia olim lohannis Pinozj et uxore olim dicti Franciscj, in dotem ipsius Laurentie per inshumentum, de quibus libris Francischus per mortem Laurentie, ,."uodu. formam statutorum comunis Campilie, tenebatur restituere Antonio, Fino, Bartolomeo et Matteo, fratribus et frliis ditti olim Iohannis Pinozj, et heredibus ab intestato, equis portionibus, Laurentie, ut iudicatum fuit per certos arbitros inter partes eleptos, libras settuaginta unam flor"no.u* parvorum,3 videlicet cuilibet ipsorum quatuor pro quarta parte, libras decem et settem et 3 solidos quiid""i-, florenorum parvorum, salvo iure antefatj dotalis Laurentie vel donationis propter nuptias, quod sibi salvum fore voluerunt; pro gua quietatione recognoverunt se recepisse a Francischo, vijelicet pinus lib.as decem et settem et solidos quindecim et Antonius, pro se et Bartolomeo, libras triginta quinque et soldos decem, florenorum parvorum;3 quam quietationem promiserunt observare ad pJ* àupll ditturum quantitatum; cum refectione dampnorum et expensarum; Pinus et Antonius àb[g"""-ot se et eorum heredes et bona; quibus Pino et Antonio precepi ego notarius pro guarantis et ,r"omine iuramenti, prout mihi licet ex forma capitulorum et constitutorum comunis Floreutie, quatenus omnia observent, rogans me Francischus ut conficerem instrumentum. Dominicus condam ser Franciscj ser Adamj de F"roJtu, comitatus Florentie, provincie Casentinj, notarius iudexque ordinarius nunc notarius et miles sotius capitanei Campilie, scripxi. ST. t Abb. Caap 2 D'incqld lellua tn Fraume e Fiescume' t Abbr' f?'


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

t00

c -'AaS.IV. 4, A.

F. P. 3233.

- Cea del Colle, moglie Matteo d'Appiano.

Piombino

di Píero d'Appiano,

ríceoe

ín

deposito fioriní

28 e

soldi

56

da

Atc. Cael, Prg. (Fondo Pisano) n. 3233. Oúgínale. Ncl oerco, nota sínctona: a) Ca*a del deposito confesso donna I da ser Matteo d'Appiano ...? solidos LVI; nola del sec, XIV: car[ta ... flore]nos )OffllJ et solidos LVJ.

Cea di Bonacorso dal Colle

Ex hoc instrumento sit manifestum quod domina Cea condam Bonacursij del Colle, I de Pisis, uxor ser Pierj condam Fej de Appiano, absentis a tera Plumbinj, habitatrix Plumbinj, consensu Sinibaldi Nicolaj Peruccii de Plumbino et Iohannis condam Andree de Sancto Ga[etalnoz de Bonifacio, de comune Plumbini, eius propinquorum, recepit a ser Matteo condam Fanu[ccii de Appiano], 2 suprascripti comitatus Pisarum, nunc Plumbinj, in adcomandiciam seu depositum florenos viginti octo et solidos quinguagintasex, de libris quatuor pro floreno, convertendos in usus et utilitatem suam; quos promisit reddere eidem ser Mattheo hinc ad menses decem otto proxime venturos, ad penam dupli suprascripte quantitatis, obligando se suosgue heredes et bona, dando bailiam ser Matteo ingedi possessionem et tenere bonorum suorum, et iuravit omnia observare. Actum Plumbini, apud domum habitationis domine Cee: Nerio Marianj et Puccino Tomei Trenta, de Plumbino, testibus, Incarnationis anno millesimo quahicentesimo vigesimo sexto, indictione quarta,s die quarto aprilis, secundum cursum Plumbinj. ST. 2 [Laurentius] condam ser lohannis de Plumbino, imperialj auctoritate notarius atgue iudex ordinarius, scrissi.

I NeI tcslo delcollc, dalcolle

2 Danno della peryamcna

3 Con

íl 1425 (stilc

pisano) concotda

Ia 3'e non Ia 4'

indlztone.

c -1425.IV. 4, B. Pìambino

-

Quietanza

F. P.3193. di

saldo

fra

Cea del Colle, moglie

ser

Piero d'Appiano, e Matteo d'Appíano.

. Arc. Cae!., Ptg. (Fondo Písano) n. i193. Otígínale. NeI oerso, nota .sínctona: Carta di fine de me ser Macteo d'Appiano fatta pro mona Cea donna che fu di ser Piero d'Appiano di grano et altre cose riscosse per me per la dicta mona Cea per ser Piero suprascripto elc.

Ex hoc instrumento sit manifestum quod ante unam cartam depositj florenorum viginti otto et solidorum guinquaginta sex, de libris quatuor pro floreno, hodie in presentj hora factam, quod depositum domina Cea confessa fuit ab infrascripto ser Matteo, domina Cea condam Buonaccursij del Colle,r uxor ser Pierj notarij de 'Appiano, viro suo absente, ex una parte, et ser Matteus condam Fanuccij de Appiano, ex alia, fecerunt sibj invicem refutationern de eo quod Cea petere posset a ser Macteo, seu ser Pierus, vir Cee, pro grano et aliis rebus receptis per ser Matteúm, et de eo quod ser Mattheus petere posset ab ea et a ser Piero pro denarijs per ser Matteum solutis pro Cea pro panno et alijs rebus usque ad diem hodiernum, obligando sibj iuvicem se suisgue heredibus (!) et bona. Actum Plumbinj, apud domum habitationis domine Cee: Nerio Marianj et Puccino Tomej ? Trenta, de Plumbiuo, testibus, Incarnationis anno millesimo quatricentesimo vigesimo sexto, indictione undecirna,3 die quarto aprilis, secundum cursum terre Plumbinj. ST. Laurentius condam ser lohannis de Plumbino, imperialj auctoritate notarius atgue iudex ordinarius, scriSsi. I Nel tsto delcolle

c

2

Abb. tomj

3 Con

Í/ 1425 (slíIe písano) concorda Ia 3"

-1426 .V .t7 .

Pisa

-

e non

Ia I l'índízione.

F. P.3215.

Procura generale rilascíata da Piero de' Buonconti aI notaio Matteo d'Appiano.

Arc. Caet., lrg. (Fonào Písano) n. 3215.

Aigínale.

Pierus condam Bartholomei de Buoncontibus, civis pisanus, de capella Sancti Andree Forj, de novo constituit suum procuratorem ser Matheum, notarium, condam Fanuccij de Appiano, civem pisanum,


VARIA

t0t

de capella Sancti Andree Kinsice, duraturum r per unum annum proxime venturum, r ad exigendum pro Piero quicquid ipse recipere debet a quibuscumque personis et locis; scripturas cassandum et parabolam dandum, refutationem, iura et nomina, actiones dandum ac vendendum; ad omnes lites in quacumque curia movendum, sequestrationes et stazinas fieri et relaxarj faciendum, possessionem bonorum capiendum; et ad faciendum capi, exbapnirj, rebapnirj et relaxarj debitores; ad substituendum procuratores procuratori et substituendis ab eo plenum mandatum; promictens ratum habere quicquid per procuratorem factum fuerit, sub ypotheca et obligatione bonorum. Actum Pisis, in apotheca tironis heredum Bacciamey Leuli, posita in capella Sanctj Sebastiani Kinsice: Anthonio condam Lemmi de Podio, de capella Sancti Christoforj Kinsice, et Stefano condam Gallj, sensale, de capella Sanctj Paulj ad Ortum, pisanis civibus, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo vigesimo septimo, indictione quarta, die decimo septimo may, secundum cursum Pisarum. ST. Iulianus condam Colinj de Sancto lusto, civis pisanus, imperialj auctoritate iudex ordinarius atque notarius scripsi.

et ad omnia alia gerendum; concedens

1 duratururn-venturum, cggiunfo con un úchíama ín finc

c -1426. xlt.

al

documenlo.

F. P. 3209.

12.

grazioso mutuo 300 fiorini d'oro dal conte Giacomo - Ser Matteo d'Appiano riceoe in d'Appiano, signore dt Piombino.

Piotnbíno

Otígínale. Nel oerso, notailel sec.XVil; Ser Matreo di sr Fanuccio Prg. (Fondo Písano) n. j209. d'Appiano riceve in prestito da lacopo d'Appiano conte... di Piombino fiorini 300, anno 1427 i ilel sec. XVIil.'a,) prertati denaril Arc.

Caet.,

ó) 12 dicembre 1427, I'illustrisimo

signore de Piombino impresta fiorini

300;

segnatura del sec.

XVIII: n. l.

appareat qualiter ser Mactheus olim Fanuccij de Appiano, de cappella Sancti Andree, in Chinsica, civis pisanus 1, recepit a domino lacobo de Appiano, olim dominj Gerardi de Appiano, milite, comite dominoque Plumbinj etc., pro maritando dominam Chisam, ser Macthey filiam, mutuo, gratia et amore florenos trecentos aury, novos et largos, ad cuneum florentinum, ad pondus pisanum, guos debitor promisit restituere hinc ad annos duos proxime venturos, 2 ad penam duply suprascripte guantitatis, z hic Pisis, Luce, Florentie, Senis, Ianue, Bononie, Perusijs, alibi ubi ser Mactheus reperiretur, in florenis predictis tantum, cum refectione dannorum, expensarum, obligando se suosque heredes et bona; et bailiam dedit domino lacobo ingredy possessionem et tenere suorum bonorum nisi solutio dicti capitalis facta foret; et voluit pro capitaly, pena duply, damnorum, expensarum et interesse posse exbanniry et detineri. Actum Plumbinj, in palatio habitationis prefaty dominj lacoby: Nanne Magij de Vulterris, 3 habitatore Plumbinj, Piero Vincellarij, aromatiste, cive pisano, et Gerardo olim Guidy Mascignie, de suprascripto loco, habitatore terre Plumbiny, testibus, Incarnationis anno millesimo guadringentesimo vigesimo septimo, indictione quinta, die duodecima mensis decembris, secundum cursum tene Plumbiny. ST. Mamilianus ser Antonij Iacoby de comune Plumbiny, imperialy auctoritate notarius atque iudex ordinarius, scripsy.

Ex hoc instrumento manifestum 1

I in-pisanus, aggíunto con un fichiamo ín Íne a! documenlo. : menlo. 3 Prcced.eoa Plumbino, poí cancellato.

ad-quaaútatis, aggÍunto con

un ríchíamo ín fine aI ilocu-

c -1427 .IV. 25 . Piombino - Cea del Colle, oedooa di ser Pierc d'Appiono, riceoe una collre da ser Matteo d'Appíano,

F . P. 3231.

in

deposito

un

nappo d'argento e

Oilginale. NeI uerso note del sec. XV: a) C.axta di diposito d'uno Atc. Caet., Prg. (Fonilo Písano) n,3231. nappo d'ariento et d'una coltre; ó) instrumentum nappi et cultricis; c) 1428 inditione V, die )O(V aprilis, nappo.

Ex hoc instrumento appareat manifestum quod domina Cea, filia olim Buonacursij de Colle et relicta ser Pierj de Appiaoo, interrogata a ser Matheo condam Fanuccij de Appiano, cive r et notario pisano, I fuit confessa recepisse in acomarditiam mappum (!) unum argenti quod fuit ser Pierj olim virj


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

t02

de duobus que ipsa Cea habebat; et etiam cultrem unam magnarn ultramarinam, gue cultrix est apud heredes Ybi Tommassi de Florentia, olim habitatoris Plumbinj, renunptians exceptionj mappi et cultris non habuisse in acomandigiam, quam promisit ser Matteo non Cee, videlicet rnaiorem nappum

oppon"r" ad penam duplj valoris suprascriptarum rerum; quas, mappum argenti et cultrem, Cea promisit ,", Muth"o restituere ipsi vel eius heredibus Plumbinj, Pisis, Florentie, Luce, Senis et ubi ipsa inveniretur hinc ad festum Beate Sancte Marie, que est die quintadecima augusti, proxime venturum, in suprascriptis rebus tantum, et non in alia re, sine briga aut curie reclamatione aut expensis, ad similem pà"*, cum refectione dampnorum, interesse et expensarum, et obligavit se suosque heredes et bona; ut p*"".pit Cea ser Matheo a suprascripto termino in antea, si restitutio facta non fuerit, ingredi tenere et iorrerrio'em bonorum suorum usque ad satisfactionem. Actum Plumbinj, domi habitationis domine €ee, rite Flumbini, ex latere Podij iuxta domum Bartholomei Bernardi, alias Mancino: Antonio olim Pucci, auriflce, et lerolimo olirn lerolimj, de Plumbino, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo vigesimo octavo, indictione quinta, die vigesima quinta mensis aprilis, secundum cursum et morem tabellionu} plumbinj. ST. Iohannes frlius Bartholomei Vannis de Plumbino, imperiali auctoritate notarius ac iudex ordinarius, scripsi.

{

1427

cive-pisano, aggíunto con un úchíamo ín fine

.[v.27

al

documento'

c -502.

. e

dei monaci di Monlecassíno contro la

conoenzíone

Protesta dell'abate '[MontecassínoJ p$ orifr"- ilt Mattíno V, con Ruggero I Caetani, íI quale con Braccío da Montone le tere del monastero e intendeoa rítenere in afitto Castelnuooo") e Fratteb). Copia autentica del sec. XVII, estratta dall'originale che si conserva neli'Arc. di Montecassino r slolico Bernardino da Veroli, decano e archivista cminese'

e

da

slípulate,

aoet)a ínoaso

firmata dal protonotario apo'

Anno a Nativitate 1427, regnante lohanna secunda Hungarie, llerusalem et Siciliae, Dalmatiae, et ForcalCroatiae, Ramae, Serviae, GalitiaJ, Lodomeriae, Comaniae Bulgariaeque regina, Provinciae guintae aprilis, mensis sep]im3 die vigesimo querii ac Pedimontis comitissa, regnorum anno terciodecimo, ut asse' vitam, ad Siciliae per regnum indictionis. Nos Franciscus de Ébulo, ad causas et contractus et Laboris Terrae ruit, literatus iudex, Iohannes Nicolai Iohannes (!) de Rocca Arcis, per provinciam Andreas Russus comitatus Molisii regia auctoritate notarius, et infrascripti literati testes, videlicet dopnus Ciolfr de Rocca Iohannis Petrus dopnus Arcis, de Rocca loannis, de Calabria, dopnus- Simon Nicolai facimus notum Arcis, de Rocca lacobelli Arcis, Iulianus à" Coquir", de Rocca Sicca, et Bartholomeus Sancto de Iohannis fratris ac guod, nobis accersitis ad presentiam Pirri abbatis monasterii casinensis, Angelo, de Sancto Iohanne, prioris monasterii, fratris Antonii Summi de Sancto Germano, fratris Nicolai Simeonis de fratris panutii de Alamania, fratris Romani de Gaieta, fratris Barnabae de Ungaria, fratris fratris Apollinario, de Sancto fratris Philippi cellerarii, casinensis Alamania, fratris Mauri de Trevio, conventus et monachorum collegii totius Germano, lohannis de Sancto Petro, et fratris Andree de Santo conventus-unanimiter declamonasterii predicti, invenimus eosdem congregatos in capitulo : -abbas, prior et de Montone, tunc raverunt qùd uli"r, iam sunt sex elapsi .orri, puru- plus vel minus, quod Brachius notorius hostis, inimicus et rebellis sanctae romanae ecclesiae et Martini pape quinti, armorum "upitunur, oppida dicti armata manu invasit abbatiam casinensem, terras, castra, territoria, tenimenta, loca et favente et assistente, caPere, et occupare tirannice monasterii et conatus fuit toto posse abbatiam ipsam terras et loca et occupavit invasit adhgrente eidem Rogerio Gaytano, qui una cum Brachio tirannice honorem suum Beatum Benedictum habendo respectum neque monasterii predicti, iullum .i D"uro "t haterne et ad capiùla facta cum abbate predicto per scripturas suo sigillo munitas, de pacifice et fide magnatum vivendo, nec quomodolibet ofiendendo, frangendo frdem suam, et contra pacta facta sub plura territoria et potentia, et hostili tirannico veniendo, tandemque Brachius et Rogerius, dicto modo monaquiete, nomine et pacifice castra dicti monasterii, quae tunc dicti abbas et conventus possidebant haec et ceperunt sterii eiusdem, fractis dicti, capitulis atque frde, inter alia, invaserunt, occupaverunt Sanctum Apollinarem, castra, videlicet: Fractas, Castrìm Novum, Vallemfrigidam, Sanctum Andream, spoliando monasterium tenimenta, alia aonnulla et et Bandram, Sanctum Ambrosium, Sanctum Georgium


VARIA

t03

ipsum, dictosgue abbatem et conventum dictis castris, tenimentis' et locis et possessione illorum; dictaque castra, loca et tenimenta idem Rogerius, sic tirannice hostilique potentia occupata, detinuit per dictum temporis spatium, spoliationis vitio, fructusque omnes et ledditus et proventus et universa iura ex dictis castris, terris et locis colligendo et in suos usus convertendo et applicando contra voluntatem abbatis et conventus praedictorunn; et licet pluries Rogerius requisitus fuerit, interpellatus et monitus per eosdem abbatem et conventum et alios ut dicta castra, terras, et loca, cum fructibus perceptis, restitueret ipsis monasterio et abbati et conventui, restituere recusavit et denegavit, habito etiam vicibus pluribus recursu ad papam predictum ejusque sacrum cardinalium collegium, tam per abbatem personaliter, bina vice,

et per monachos conventus pluribus et diversis vicibus, et per plures ipsorum et per ambasciatores varios; et cum difficultate maxima, laboribus et. expensis, pluribus brevibus monitoriis obtentis, et ipsi Rogerio directis super restitutione castrorum praefatorum, Rogerius nihil curavit de brevibus ipsis, conGsus in consanguinitate, quam habet cum sanctitate domini nostri predicti, sicut ipsemet iactando dixit, effectus inobedientiae filius; propter quod iterum atque iterum recursu habito ad sanctitatem prefatam, per interpositionem et continuum patrocinium et favorem cardinalium, post tandem multas et insopportabiles expensas factas in romana curia, passosque labores varios per monasterium praedictum et eius abbatem et conventum, idem Rogerius respondit restituere velle castra ipsa, sed sibi reservare duo meliora, videlicet Castrum Novum et Fi'actas, peten$ de illis sibi locationem 6eri ad magnum tempus, et nihilominus sibi quietationem freri de omnibus fructibus et redditibus perceptis pro toto temPore preterito, abbate et conventu recusantibus et denegantibus locationem et quietationem ipsas facere; et iterato recursu habito ad papam predictum, asserendo quod castra ipsa perdita fuerunt, et per dictos tirannos occupata pro statu et fidelitate ecclesie et pape servandis, instantibus audacter cum dicta iusta et rationali causa cardinalibus, sanctitas ipsa mandavit tandem per apostolicam bullam suam Rogerio quod restitueret castra ipsa, exceptis et reservatis sibi dictis duobus melioribus castris, videlicet Casho Novo et Fractis, de quibus dicta sanctitas dicebat se contentari quod locatio freret Rogerio ad certos annos' cum pactis et conditionibus, de quibus poterat ipse Rogerius merito contentari, mandans sanctitas ipsa tam Rogerio quam abbati et conventui quod sine mora mitterent eorum procuratores et nuntios, cum pleno mandato, Romam ad faciendum locationem eamdem. Et ultra dictam bullam Simon, abbas Sancti Poli, perusinae diocesis, apostolicus nuntius, dicto abbati, in capitulo predicto, breve sanctitatis ejusdem assignavit ordentiarn (!) continens, per quam mandavit ipsis abbati et conventui quod dictus abbas, nuntius pro parte sanctissimi domini nostri quod statim mitterent eorum nuntium cum pleno mandato ad sanctitatem prefatam, pro dicta locatione Éenda; cuius sanctitatis mandatis volentes obedire, dicti abbas et conventus, facta prius protestatione, guod quicquid facerent, pro obedientia et de mandato pape facerent, cum non possint ulit", quu* obedire mandatis praedictis, eorumque nuntium cum pleno mandato, sicut eis mandatum extitit, trasmiserunt fratrem Bernardum, monachum et sub priorem casinensem, ad obediendum mandatis apostolicis, timentes non turbare sanctitatem affatam ex pluribus causis, et precipue quod dicta sanctitas consanguinitatem habet cum Rogerio prefato, propter quam, sicut aperte viderunt et cognoverunt et dixerunt, dicta castrorum restitutio ipsi abbati, conventui et monasterio facta non extitit, sed per tantum tempus in longum protracta; et quia dicta sanctitas per suam bullam declaravit velle et esse contentam quod locatio ipsa 6eret Rogerio de castris afiatis; sed quoniam nunquam fuit nec est intentionis ipsorum exponentium seu voluntatis, ut dixerunt, locationem aliquam facere Rogerio praedicto, sicut indebite et contra iustitiam spoliati, neque quietationem de dictis fructibus facere, quin immo cum temPus aderit,

cum omni sollicitudine et posse repetere et recuperare castra ipsa omnesque fructus et redditus ex ipsis perceptos; verum pro nunc noscentes et timentes voluntatem dicti pape et malam temporis et patris dispositionem, dubitantesque monasterium ipsum trahi in peiorem exitum et statum, quod in tantum iam exhaustum est, guod alimenta ipsis exponentibus deficiebant, dictum eorum nuntium destinarunt, non animo seu intentione locandi aut locationem aliquam faciendi seu quietationem Rogerio predicto, sed obediendi causa mandatis apostolicis predictis, timentesque ex causis superius enarratis; et Propterea ipsi abbas, prior et conventus, nomine monasterii prefati, conventualiter et collegialiter congregati, protestati sunt et protestationem fecerunt expressam coram nobis de ipsorum voluntate, intentione, metu et aliis causis predictis; quod si dictus frater Bernardus, nuntius eorum, propter dictum eis factum mandatum, trasmissus, locationem aliquam seu quietationem faceret, quod de eorum voluntate seu intentione non procedit, sed potius ex metu atque timore, qui potest cadere in constantes viros; et quod omni actui, per eum faciendo, conba iura dicti monasterii et eorum, nou consentiunt aut consentire intendunt;


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

t04

cum protestatione quod, quandocumgue poterunt et eis apparebit habilitas et posse aderit metusque cessaverit, repetere intendunt et volunt castra praedicta fructusque omnes et redditus et universa jura ad dicturn monasterium et exponentes ipsos ac successores eorum pertinentes et pertinentia, sicut rnelius poterunt et debebunt, et conha dictum Rogerium agere, haeredes et successores suos atque bona, sicut eis justitia suadebit. Et in dicta protestatione persistentes. abbas, prior et conventus praedictus, omnibus enarratis, dictis protestatis atque peractis, requisiverunt nos quatenus de protestatione huiusmodi ac omnibus aliis supradictis, pro monasterii et exponentium atque successorum eorundem testimonio, certitudine et cautela, conficere deberemus instrumentum, nostrum officium implorando. Nos presens confecimus instrumentum, per manus mei notarii lohannis predicti meoque solito signo signatum, dictorumque iudicis et testium subscriptionibus communitum. ST. Locus S signi. ffi ludex Franciscus de Florentia. ff Presbiter Andreas Russus de Calabria testis. I Simon de Arcis presbiter testis. S Dopnus Petrus lohannis Ciolfi testis. ffi lulianus de Coquina testis. lfi Bartholomeus lacobelli

de Rocca Arcis a)

Gaeta

c

Detlo gíà dí San Germano, e orc Castelnuooo Parano (cf. Gíustiníaní Gíustíníaní L.), Pubbl. ín Car.. Doc., p. 90.

L.).

b) Detto anche La Frutta,

ín

díocesl dí

(cf.

I

-1427

Pisa

testis.

.v .24 - vII

.

3r .

Il podestà Taddeo di Gíooanni dell'Antella, -píano, aggiudíca a Matteo {Appiano alcuní

F. P. 3340. con sentenza contro gIí erdt di ser Piero d'Apfondì postí neí tenitl,ori di Ponte al Serchío e

Camugliano.

Arc. Caet., Prg, (Fondo Písano) n. 334A. Aigínale. NeI r'erso nole, del sec. XV: Carta sententie late a domino pisano potestate in favorem ser Mattey de Appiano contra et adversus certa bona et possessionem olim ser Piery de Appiano ir confinibus Pontissacij; del sec. XVI: a) carta... di ser Piero d'Apiano; ó) ser Macthei Fanuccij ; c) septima. Nos Taddeus lohannis dell'Antella, t pisanus potestas, arbiter et vicemgerens iudicum curie arbitrorunn pisane civitatis, sendentes pro tribunalj, notitiam facimus qualiter coram nobili Guidone Tomasi Deti de Florentia, antecessore nostro, comparuit ser Matheus Fanuccij de Appiano, notarius, pisanus civis, et petijt sibj notitiam fierj contra heredes ser Pieri de Appiano, olim Fey de Appiano, notarii, et si non sunt, contra hereditatem iacentem ac contra dominum Benedictum, olim magistri Iacobi de Plumbino, legum doctorem, pisanum civem, assertum heredem, ex testamento ser Pierj, in infrascriptis bonis, in hunc modum: Facta est proclamatio publice et alta voce ex parte pisanj potestatis, ad petitionem ser Maùei, contra heredes ser Pieri de Appiano et, si non sunt, contra eius hereditatem iacentem et eius bona ac etiam contra dominum Benedictum magistri lacobi de Plumbino, heredem ser Pierj, in curia suprascripta, in pedibus Pontium Novi et Veteris, ex utroque latere, in plateis Sancti Ambrosij et Sancti Sebastiani Kinsice, domj et apud domum habitationis ser Pierj, positam Pisis, in cappella Sancti Martinj Kinsice, et domi et apud domum habitationis dominj Benedictj, positam Pisis, in cappella Sancti Micaelis de Burgo, et convicinijs dictarum domorum, in quibus, cum Pisis erant, habitare consueverunt, et in alijs locis consuetis pisane civitatis et aput eorum cappellas et ecclesias cappellarum per Colum Dinj, nurnptium pisani comunis, ut quicumque vult emere bona olim ser Pierj, in quibus ser Matheus est in tenerj, aut vult opponere contra instrumenta et iura ser Mathei, hinc ad tres dies compareat ad [curiam] 2 ad ofierendum et opponendum et copiam instrumentorum et iurium accipiendum et infra alios tres dies ad eligendum extimatorem, cum ser Matheus velit quod dicta bona vendantur aut sibj dentur ad satisfactionem tam capitalis quam pene et expensarum, reservatis sibj tamen iuribus in eo quod restaret recipere; et produxit eius instrumenta et iura et tenere et acta et actitata, ut numptius retulit omnia fecisse, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo vigesimo octavo, indictione quinta, die vigesimo quarto may. Nos, visa proclamatione et contumacia accusatorum per ser Matheum, et extimatoribus electis et extimationibus factis, ad instantiam ser Mathej, sententiamus iure dominij ser Matheo et ser Guillielmo Bartholomej Franchi, procuratorj predicto, pro florenis viginti duobus de summa florenorum centum quinquaginta capitalis debitj, contenti in instrumento producto, rogato a ser lohanne olim ser Bindi de Appiano, notario pisano, et de eius actis publicato a ser Nerio Conscij de Appiano,


VARIA

t05

notario, Incarnationis anno millesimo trecentesimo octuagesimo guarto, indictione sexta, sexto kalendas iulij, more Pisarum; et pro forenis quinque et solidis guadraginta pro pena de guatuor guinque; et pro Sorenis duobus, solidis quadraginta novem, denarijs duobus pro expensis in presenti causa factis, taxatione facta et delato iuramento sibj, sub quo dixit se tantum expendisse et ultra et pro soldis quadraginta, denarijs decem, guos solvit pro dirictura ser Matheo, suprascripta petia terrarum et domos, videlicet: Medietatem pro indiviso duarum domorum contiguarum, positarum in castro Pontissaccii, in quarterio Appianj : et tenet unum caput in via publica, aliud in Chiassetto, latus unum in domo et granario ser Mathei, aliud in terra heredum Berrecte de Appiano: quas conducunt lohannes et Antonius Bartali de Ponte Saccij pro starijs quatuor granj. Petium terre campie, positum in confinibus Camuglanj, in loco dicto la Vias del Mulino; ettenet unum caput in terra heredum Bacciamei Leulj, aliud interraSancti Petri de Camuglano, latus unum in via publica, aliud * *, â‚Źt est per mensuram stariora tria: quarn conducit lacopettus de Pontesacco pro quarris duabus grani. Petium terre campie, positum in dictis confrnibus, in loco dicto al Mulino: et tenet unum caput cum uno latere in terra fratrum Sancti Zenonis, aliud caput in via et aliud latus in tera heredum Vannuccij Puccinj dicti Maglo, et est per mensuram stariora septem: guam conducit ser Papinus pro quarris duabus granj. Petium terre cum duobus pedaa libus nucium, quod olim {uit domus, positum in dictis ionfrnibus, in loco dicto il Borgo de Camugliano: et tenet unum caput in via, aliud cum uno latere in terra heredum ser Andree de Appiano, aliud latus in terra plebis de Appiano, et est per mensuram stariorum unum et panorj sex: quam conducit Matheus Mej de Stibbio pro quarris tribus granj. Petium terre sode, olim vineatum, positum in dictis

confinibus et loco: et tenet unum caput in via, aliud in terra monasterij Sancti Zenonis de Pisis, latus unum in tena Sancti Petrj de Camuglano, et aliud in terra heredum Pupi Pieri, et est per mensuram stariora novem. Petium terre, partim boschate et partim campie, positum in dictis con6nibus et loco: et tenet unum caput in via, aliud cum uno latere in terra heredum Nicolaj Bernardj, aliud latus in terra heredum ser Andree, et est per mensuram stariora decem. Petium terre cum querciolis, positurn in dictis confinibus, in loco dicto Castellaccia: et tenet unum caput in terrafratrum Misericordie, aliud in terra Menicj Paulj, latus unum in via, aliud in terra monasterij Sancti Massei, et est per mensurarn star.iora quind""i*. P"tiu* terre sode, olim vineate et nunc boschate, positum in dictis confinibus, in. loco dicto al Monte: et tenet unum caput in via, aiiud cum uno latere in terra Hospitalis Novj, aliud in terra heredum Pierj Fasinj, et est per mensuram stariora octo. Medietatem pro indiviso petii terre, cum canneto et terra campia, positi in confinibus Pontissaccij, in loco dicto alla Cascjna: et tenet unum caput in Cascina, aliud in terra Sancti Andree Apetrivolo (!), latus unum in terra Opere Pontesacci, aliud in terra olim dict! ser Pieri, et est per mensuram stariora tria: guam conducit Masseus Nocchi pro quarra una granj. Petium tere campie, positum in dictis confinibus, post plebem: et tenet unum caput cum uno latere in terra Mansionis, aliud caput iuxta viam Pratj, et aliud latus in terra Sancti Iohannis de Pisis, et est per mensuram stariora septem: quam conducit Antonius Trincha pro quaris duabus grani. Petium terre campie, positum in dictis confinibus, in loco dicto alla Cascina: et tenet unum cuput in via, aliud in terra altaris domini Bartholomej de Appiano, latus unum in terra hereduryr

Antonij Galligio de Appiano et aliud latus partim in terra Lensj Andreottj et partim in terra plebis de Appiano, et est per mensuram stariora octo: guam conducit Narduccius Menichj pro quarris hibus grani. Medietatem pro indiviso petij terre campie, positi in dictis confrnibus, in loco dicto Borbagla: et tenet unum capur cum uno latere in via publica, aliud caput cum alio latere in tena Abbatie de Cintorio, et est per mensuram stariora duo et dimidium: quam conducit Lippus Blatij pro una quarra granj. Medietatem pro indiviso petij tene campie, positi in dictis confinibus et loco: et tenet unum caput in via publica, aliud partim in terra heredum dominj lacobj de Appiano et partim in terra heredum Iacobj Ponis, latus unum in terra Guidonis Burdonensis, aliud in terra vineata Antonii Nuovj, et est per mensuram stariora tria; quam conducit Karolus Antonii pro quarra una grani; cum omni iure, actione, ratione, proprietate, pertinentijs et adiacentijs; cum pacto quod si contigerit dicta bona ser Guillielmo aut ser tfrtuitt"o aut suis heredibus evincj, quod iura ser Mathej illesa sint et remaneant in eo statu in quo erant ante presentem assignationem; reservatis iuribus ser Guillielmo et ser Matheo, iuribus instrumentj debid in residuo a dictis florenis vigintiduobus supra. Data, lata et lecta est Pisis, in suprascripta curia, presente ser Guillielmo et absentibus supra citatis et quorum contumaciam ser Guillielmus accusavit, et presentibus ser Benenato Perini de Sancto Savino et ser Pebo eius 6lio et ser Bartholomeo notario olin Cecchi Monis de C-astagnefio, notariis, pisanis civibus, testibus, Incarnationis I,

t4


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

106

anno millesimo guadringentesimo vigesimo octavo, indictione quinta, die ultimo iulij, secundum cursunn civitatis Pisarum. Heredibus ser Pierj de Appiano et, si heredes non sunt, hereditati iacentj et domino Benedicto magistrj lacobi de Plumbino, si sua putat interesse, domibus et apud domos eorum solite habitationis, positas in suprascriptis cappellis, cum proclamatione, ex parte suprascripti potestatis, ad petitionem suprascripti ser Guillielmj per Colum Dinj, numptium pisanj comunis, notificatum est qualiter suprascripta sententia et adiudicatio data et facta est in suprascriptis bonis ser Guillielmo, ut numptius retulit potestatj et curie die suprascripto. ST. Gerardus olim Francisci Ru6ni, civis pisanus, imperialj auctoritate notarius atque notarius et scriba curie cancellarie pisani comunis et pisani potestatis, in actis dicte curie registravj et, alijs occupatus, per alium scribj feci et me subscripsi. t rNel

,esto

1427.vI.5

dellantella 2

Dennc della

petgamcna. 3 Ncl

,csto

lavia a Ncl

les/o tlborgo

c-503.

.

Roma - Breoe di Martino V a Gíscomo ziane dí Cislerna, ad essa spetlante.

IV

Caetaní: perché día

a Orsinq Orsinì i frutti della

por-

Copia del ,"". i<V.

Martinus papa V. Dilecte frli. Conquesta graviter nobis est nobilis mulier Ursina guod a nobilitate tua fructus portionis Cisterne, ad ipsam pertinentes, recipere non potest, et inter cetera posuit guod, cum paupertiate oppressa sit, si ab eadem nobilitate tua fructus habere non valueritr portionem Cisterne predictam vendere procurabit. Nos, cum eidem Ursine pio compatiamur efiectu, devotionem tuam reguirimus et exortamur ut, pro debito iustitie et honoris tui, prefate Ursine de fructibus, sibi debitis tam elapso tempore quam futuris temporibus, responderi facias, talemque te erga ipsam exibeas ut iuste guerele causam miaime imposterum habere possit. Ceterum hoc te latere noluimus quod, si dicta Ursina portionem predictam vendere procuraverit, emptorem reperiet. Datum Rome apud Sanctos Apostolos, sub anulo piscatoris, die vo iunij, pontificatus nostri anno decimo. A tergo: Dilecto filio nobili viro lacobo de Gaietanis domicello romano.

c -[428.VIU .6 - 1430 . X.16. Pisa

F . P. 3316.

50 fiorìní d'oro, che riceoe da Nanní " Barberio o, debítore oerso " Piccinellj ,, -serArrigo d'oro. a di questo per 66 Matteo d'Appíano, annulla Ia carta di deposito per

fatto

Arc. Caet., Ptg. (Fondo Písano) n. 3j16.

faoore

fioriní

Orígínale.

Ex his sit manifestum quod ser Mactheus, notarius, frlius guondam Fanuccij de Appiano, civis pisanus, de capella Sancti Felicis, coram me Bartholomeo, notario, filio quondam ser lacobj notarij de Calandrinis de Oliveto, pisano cive, et testibus, recepit in depositum et accomanditiam ab Anrigo filio guondam Iacobj Piccinellj, cive pisano, de capella Sanctj Andree Forisporte, florenos sexaginta sex,

videlicet libras ducentas I viginti in grossis de argento et residuum in bursa sigillata, in qua ser Mactheus dixit esse quantitatem florenorum ascendentem ad summam forenorum sexagintasex; guos convenit Anrigo reddere vel suis heredibus hinc ad unum annum proxime venturum, in florenis tantun et noo in alia re, sine briga, reclamatione curie et expensis, alioquin penam dupli florenorum sexagintasex convenit solvere, obligando se et suos heredes et bona. Menicus filius Lensi olim Andreottj, de comuni Pontissaccij, pro ser Mactheo fideiuxit; qui Menicus, Anrigo fideiubendo, omnia observare promisit, obligando se et suos heredes et bona; et preceperunt ser Macùeus et Menicus Anrigo ingredj possessionem et tenere bonorum pro satisfaciendo sibj ; ex pacto guod ser Mactheus et Menicus in solidum possint in carceres mictj usgue ad satisfactionem de predictis, ad petitionem Aorid, secundum formam capitulj brevis pisanj comunis. Actum Pisis, in apotecha domus universitatis Mercatorum pisane civitatis, vocata Curia Mercatorum, posita Pisis, in capella S**j lacobi de Mercato: Iohanne filio quondam Stefanj dal Colle,z


VARIA

t07

de capella Sanctj Martini Kinsice, et Sano, cimatore, filio quondam lohannis Tinellarii, de capella Sancti Luce, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo vigesimo nono, indictione sexta, die sexto augustj, more pisano.

Anrigus, filius quondam lacobi, suprascriptus creditor ser Macthei notarij in florenis sexaginta sex, vigore carte depositj et accomanditie, rogate a me Bartholomeo notario, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo vigesimo nono, indictione sexta, die sexto augusti, more pisano, coram me et testibus, recepit a Manne Barberio, filio condam Ursi de Balneo de Aquis, de capella Sancte Margarite et habitante in comuni Balnei de Aquis, debitore ser Macthei in florenis quinquaginta de auro, novis et conei comunis Florentie, per cartam rogatam a ser Antònio, notario, Bartholomei de Plumbino, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo trigesimo primo, indictione octava, die secundo mensis iunij, ad petitionem Francisci 6lij quondam Baudassaris del Tignoso, 3 de capella Sancti Martini Kinsice, procuratoris ser Macthei, per cartam rogatam a ser Guglielmo, notario, olim Barùolomei Franchi, notario pisano, sub intentione quod ser Mactheus consequatur liberationem a suprascripto Anrigo de florenis guinguaginta, et intentione consequendj liberationem a ser Mattheo a suo debito florenorunn quinquaginta de auro per cartam debitj supra notatam et rogatam a ser Antonio Bartholomei, notario de Plumbino, florenos quinquaginta novos de auro et conei comunis Florentie, videlicet in florenis guinquaginta septem de auro valentibus summam forenorum quinquaginta de auro novorum et conei comunis Florentie; renunciando exceptioni suprascriptorum florenorum non habitorum, guam Anrigus promisit non opponere ad penam dupli florenorum quinquaginta, et quos Nannes solvere tenebatur ser Maùeo vigore carte rogate a ser Antonio, videlicel de summa florenorum sexagintasexr QUos Anrigus habere habebat a ser Macùeo vigore suprascripte carte depositj, de quibus florenis guinquaginta se Anrigus

a Nanne et a ser Matteo pacatum vocavit, et Nannem, ser Mactheum et eorum heredes et bona absolvit et cartam depositj cassavit, reservato sibj Anrigo iure dicte carte in residuo dictj debitj. Actum Pisis, in suprascripto loco: Iacobo filio olim Pierj Bauduccij de Vivaria, de cappella Sancti Nicolj, et lacobo frlio olim lohannis Celli, de capella Sancte Cecilie, testibus, lncamationis anno millesimo quadringentesimo trigesimo primo, indictione nona, die sextodecimo octobris, more pisano. ST. Bartholomeus frlius guondam ser Iacobj notarii de Calandrinis de Oliveto, pisanus civis, imperiali auctoritate notarius atque iudex ordinarius, predictas duas cartas a me rogatas scripsi. !

Aggíunto con

un tîchíatno ín fine al ilocumento. I Nel

,esro

dalcolle e Nel tcsto deltignoso

c - 522.

1431.1.12.

Dinanzí ad Angelo Foschi, oescooo di Caoa deí Tirreni, commissario del papa nella causa dí giuspatrcnato della chiesa di S. Maria della Surresca, il procuratore di Tenacína rioendica il dtritto di nomína alla comuníIà contro l'íngerenza dí Gíacomo IV Caetani, Esernplare

sincrono. Nel

racenensis producta

uerso.. Cavensis [pro]cedat: Terracinensis iuspatronatus, peticio comunitatisac populi civitatisterper Tucium die Veneris XIJ ianuarii MCCCCXXXJ, indictione IX, registrata.

Coram vobis episcopo cavense, iudice et eommissario, auctoritate apostolica deputato, proponit in iudicio procurator universitatis sive communilatis ac populi civitatis terrasseuensis contra Iacobum de Gayetanis et dicit quod, licet ius presentandi personam ydoneam ad ecclesi"m Sancte Marie de Suruesco, terrassenensis diocesis, pertineat ad comunitatem civitatis terracinensis etc. a centum annis citra et ultra et a tanto tempore de cuius hominum memoria in contrarium non existit, quodque dicta comunitas, salva presenti controversia, fuit in possessione iuris presentandi personam idonearn ad dictam ecclesiam: et licet Buper per obitum Iohannis de Frige Panibus dicta comunitas sive universitas civitatis terrassenensis Karolum Nicolai de Frige Panibus presentassent, nichilominus dictus magnificus vir impedivit dictam comunitatem quominus in dicto suo iure presentandi remanere valeat, ac ad dictam ecclesiam asserens ius presentandi ad ipsum et suos predecessores spectare: quare petit dictus sindicus per vos et vestram defrnitivam sententiam pronunciare ius presentandi personam idoneam ad dictam ecclesiam Sancte Marie de Surresco ad comunitatem terrassenensem spectasse ac spectare nullumgue ius Iacobo de Gaytanis spectasse ac spectare, oppositionesque, per lacobum de Gayetanis factas comunitati terrase-


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

r0B

nensi, fuisse et esse illicitas, iniquas et iniustas, prefatoque Iacobo in oppositionibus necnon pretenso iure presentandi ad dictam ecclesiam perpetuum silentium per vos imponi necnon dictam comunitatem ab inpeticione dicti lacobi per vos absolvi atque dominum lacobum in expensis in huiusmodi causa factis

per vos condempnari et alias super premissis sibi iusticiam aministrare. Que dat et petit, salvo iure corrigendi, addendi, diminuendi etc. de quo petit.

n431.

u.

ll.

Traetlo

c-520.

Gíacomo

di-Nola, per i del

IV

í suoi procuratorí nella causo contro Raímondo Orsini, conte dotali e parcfunali ilella defunta Giooannella Orcíní, moglíe sua e sorella

Caetaní nomìma

bení

conte.

Originale.

Iacobus Gaytanus etc. capitaneis, commissarijs, iudicibus aliisque officialibus et eorum locatenentibus,

tam moram hahentibus intus civitatem Neapolis guam exha, notum facimus, qualiter confisi de fide aobilis dominj lohannis Honufrii de Forma de Pedemonte, militis ac regni Sicilie prothonotarij et logo1 ùete locumtenentis, necnon ser Ludovici de Cassis (?), nostri cancellarii, constituimus predictos dominum Iohannem, absentem, et ser Ludovicum, presentem, nostros procuratores, in solidum, in causa et controversia vertentibus inter nos, ex una parte, et comitem nolanum, palatinum et Sarnj ac regnj Sicilie nnagistrum iustitiarium, parte ex altera, occasione rerum dotalium et bonorum parafernalium condam trohannelle de Ursinis, consortis nostre et germane dicti comitis, pertinentium Honorato et Beatrici, filijs nostris et dicte condam lohannelle, ad agendum in quavis curia seu foro ecclesiastico vel seculari, riosque constituentes et nostrum ius ac filiorum nostrorum defendendum, et omnia alia faciendum in dicta causa que nosmet constituentes facefe possemus si personaliter interessemus; promictentes, sub fide et legalitate principum et magnatum, nos ratum habere perpetuo quicquid per nostros procuratoles nec non substitutum ab eisdem procuratum fuerit, relevantes eosdem ab omni onere satisdandi, iudicioque disti et iudicatum solvi, sub ypotheca et obligatione bonorum nostrorum. In cautela procuratorum et substitutorum ab eis hanc procuratorij patentem sibi 6eri fecimus, manu notarii Antonii Petri de Sermineto, nostri cancellarii, et nostra solita inprompta, cum subscriptione manus nostre proprie, iubximus roborari.

Actum Traiecti, in cancellaria nosba, anno millesimo CCCC.)O(XJ, pontifrcatus Martinj pape guincti anno XlllJ,o indictione lX,& mensis februarii die XJ.o lacobus Gaytanus mano propria pre-

dicta omnia aceptamus et confirmamus. Sig.'. I Abb. Cass ) In cera

1431

rcssa.

.III.1l.

Sezze

-

c - 2465,1.

Antonio

Erami

di

Giaoanni Mosca,

di Sezze, per lre fiortni,

oende

a Giooanni di

Antonio o Petri

,, di Bassíano, un teneno incolto, in cnnhada del Ceto, in tenítorio dí Sezze.

Copia del sec.

XVlll,

eeguita da

G.

Razza sull'originale conservato nell'Arc. com'

di

Sezze.

Anno millesimo quadringentesimo tricesimo primo, indictione nona, pontifrcatus Eugenij pape " " anno primo, meosis martij die undecima. Antonius Iohannis Mosche, de Setia, vendidit lohanni Antonii Petri Erami, de castro Bassiani, terram incultam, positam in territorio Setie, in conhata Cerri, iuxta rem heredum guond"- Iacobi Mane, rem Antonii Nicolai Pauli, de dicto casbo, rem Nardelli de Setia, iuxta viam publicam, cum introitu et exitu suo et cum omuibus iuribus et peÉinentiis; Pro pretio florenorum trium, ad rationem pro floreno solidorum quadraginta septem provisioaorum senatus, quod pretium venditor coùfessus fuit se a dicro emptore habuisse; promittens dictam rem venditam disbrigare ab omni homine, universitate et collegio suis expensis, et omnia in presenti conhactu contenta.observare, sub pena librarum viginti quatuor provisinorum senatus, applicandarum pro medietate curie ad quam fuerit proclamatum et pro medietate emptori et ejusdem heredibus; et venditor iuravit ad evangelia. Datum


VARIA

r09

in ecclesia Sancti Pauli: Petro Tutii Ley, de Setia, et Thomasio Petri Colg Ciocti, de Bassiano, testibus; Nicolaus lacobi Gffre de Bassiano, apostolica et imperiali auctoritatibus notalius, scripsi et Setie,

meum signum posui.

x43t.vI.r. Aversa

c - 521.

- La regína

Gíooanna

II a

Ruggero

donare Antonìo Colonna, gíà príncipe

Copia autentica, estratta dal registro (1423, fo. 261) dall'archivista Antonio Vincenti, íl 23.1.1635.

I e Francesco III Salerno, ribelle

di

Giovanna

Il,

Caetani: rinnoúa I'ordíne di abban-

alla

Chíer,ar.

conservato nella curia

"

Sícle

',, di Napoli, ed

eseg,:ita

Iohanna secunda regina etc., Rogerio et Francisco Gaytanis, affinibus, consiliariis, et fidelibus Tenemur et obligatg sumus ne dum nos sed omnes principes, duces, comites et barones atgue

nostris.

regnicolg regni nostri ecclesig et Eugenio papg qudrto in omnibus obedire, ac dictg ecclesig in onnnibus eius oppressionibus, rebellionibus et repugnationibus assistere et favere taliter quod, quantum in nobis sit, repulsatis ab ipsa ecclesia obstaculis rebellionis et anfractibus, pontifex in ipsa ecclesia prospere et tranquille Deo deserviens, sine molestiis perhanseat et guiescat. Et quoniam, sicut per alias nostras litteras et mandata vobis mandavimus, sub obtemptu nostrg gravissimg indignationis et gratig ut ab auxilio, consilio, prgsidio et favore Antonii de Columpna, olim principis salernitani, nqtorii rebellis et inobedientis ecclesig et pontificis discedere deberetis, guod hucusque minime perfeciqtis, de quo noaxime admiramur et etiam condolemus; iterum per prgsentes mandamus, sub pgna rebellionis et l9s9 nostrg maiestatis atgue privationis et configcationis omnium civitatum, terrarum, castrorum et locorum, rerum et bonorum vestrorum, quas et qug in dicto regno nostro possidetis, in quam vos incidere volumus ipso facto, si secus inde feceritis, et cum adjectione guod nullo unquam tempore in regno nostro possitis negue valeatis habere neque consequi statum, famam nec honorem, ted guod omni futuro temPore sitis proditores, rebelles atque infames tam dicte ecclesig, presentis pontificis et pontificum futurorum guam nostrg serenitatis et omnium aliorum regum, heredum et successorum nostrorum, quatenus statim, receptis presentibus, omni mora et excusatione, cavillatione et anfractu remotis, ab auxilio, consilio, prgsidio, assistentia et favore Antonii de Columpna, olim principis, discedere et abire debeatis nec minus eundem Antonium eiusque civitates, terras, castra et loca, subditos et vassallos, adherentes, $eguaces et fautores alios pro veshis inimicis capitalibus habere, atque contra eos eorumque res et bona facere tanguam ecclesig, pape et nostros emulos notorios, inobedientes et rebelles; sic in prgmissis vos obedienter et solicite geratis, sicuti nostram gatiam vobis illesam cupitis preservare atque penas suPradictas et alias graviores incurrere perhorrescitis et subire etc. Datum in castro nostro Aversgr per manus nostri Iohanng reging, anno l43l die primo mensis iunii, nong iudictionis, regnorum fnostrorum anno decimoseptimo. De mandato reginali oretenus, domino magno senescallo referente. A. de Theano.

t

Pubbl.

ín Car,

Doc,, P' 96.

F. P . 3261.

c-1432.I.26,4. per

"

.

200

d'oro, riceouti per Ie

fioríni - Chese d'Appiano, Ghetti , da Lanzillotto, suo fratello, cede a questi i diritti

Piombino

Baldj

),

secande

nozze con Antonio

dotalt cantro I'eredità

Frcncexo

suo primo suocerc.

OfigÍnale. Nel uerso, nola sínqona: Donagione de l-ancillotto de *r Arc. Caet., Prg. (Fondo PÌsano) n. 3261. Marteo fala per Mona Cheze sua sorella pella sua dota et donamenti apartenente a quella; nota del sec. XVI: erta di donazioae di

dote che Chcsa

... a Lanzillotto.

Ex hoc instrumento sit manifestum quod venerabilis domina Chese, filia ser Mattei Fanuccii de Appiano et relicta Fraacisci Andree Baldj de Pisis, ad presens habitatix Plumbini, auctoritate eius Langitotto, filio ser Mattej, eius fratri, in perpetuum o-nia iura et nomina omnesque actiones put ir, "on""ssit et rationes, quas Chese habet contra heredes Francisei Andree Baldi de Pisis, olim virj sui, et contra


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

il0

hereditatem iacentem ipsius Francisci pro florenis centum septuaginta, quos Franciscus habuit in dotem a ser Matteo pro Chese, ut per cartam rogatam a ser Francisco de Ghessano seu alio notario, et omniurn iurium dotalium, que habet contra heredes et hereditatem iacentem ipsius Franciscj vigore instrumenti dotalis, et precepit Lanzillotto ingredj tenere ipsorum iurium; et hoc fecit quia Chese a Lanzillotto confessa fuit se recepisse florenos ducentos auri, quos Chese dedit in dotem Antonio Puccii Ghetti, aurificj de Plumbino, futuro viro suo, ut dixerunt patere per cartam docium, rogatam a ser Soldano, notario, condam Nicolaj de Plumbino, hoc anno et indictione, de mense presenti quacumque die; renumpcians exceptioni non recepte summe, quam Chese promisit non opponere ad penam duplj suprascripte quantitatis, et eum absolvit; et promisit Lanzillotto suprascripta iura disbrigare et lites in se suscipere, pena duplj suprascripte quantitatis, dampnorum, expensarum et interesse, obligando se suosque heredes et bona. Actum Plumbinj, in domo habitationis suprascripti Lanzillottj: Ciolo condam Iohannis de Benedictis, de Pisis, et Leonardo Antonij Pierj, de Plumbino, testibus, Incarnationis anno millesimo quatricentesimo trigesimo secundo, indictione decima, secundum cursum terre Plumbinj, die vigesimo sexto ianuarii. ST. Laurentius condam ser lohannis notarii de Plumbino, impeúalj auctoritate notarius atque iudex ordinarius, scrissi.

c-t432.I.26,8. Piombíno

F.P.3227.

Procura generale rilascíata da

-

glíelmo u de Franchis Arc, et in

Caet., Prg. (Fondo

Chese

d'Appiano a Lanzilstto,

,.

Písano)n.3227. Orígínale.

suo

fratello, e

a

ser Gu-

Neloerso, rotorín"rono, Carta de procurain ser'Ghuillelmo

Lancilotto.

manifestum quod domina Chese, filia ser Matthei, notarij, de Appiano, patris, constituit suos procuratores ser Gulielmum, notarium, condam consensu suj habitanix Plumbinj,

Ex hoc instrumento sit

Franchis, de Pisis, abseatem, et Lanzillottum, ser Mattej 6lium et Chese gennanum, presentem, ad exigendum guanútatem docium, antifatj, donationis et alterius iurium dotalium, quam debet recipere ab heredibus Francisci Andree Baldj, olim viri suj ; et ad suos debitores detineri et relaxari faciendum; et ad tenere et teneria capiendum; et ad omnes lites guas Chese habere posset cum heredibus et hereditate iacente Francisci coram quibuscumque iudicibus, officialibus et magistratibus finiendum; ad procuratores substituendum et ad omnia faciendum, dans plenam bailiam et liberam potestatem cum plena administratione; promictens habere raturn quicquid constitutj et ab eis substituendj fecerint ad penam duplj, obligando se suosque heredes et bona. Actum Plumbinj, in domo dourini de Plumbino et habitationis Chesis: Ciolo Iohannis de Benedictis, de Pisis, ad presens Plunbini (?), et Leonardo Antonij Pierj de Plumbino, testibus, Incarnationis anno millesimo guatricentesimo trigesimo secundo, indictione decima, secundum cursum terre Plumbinj, die vigesimo sexto ianuarii. ST. Laurentius condam ser Iohannis de Plumbino, imperiali auctoritate notarius atque iudex ordinarius, scrissi. Bartolomej

de

1432.VII.19. Il

c- 532.I.

cardínqle Giordano Orsinr, atbíbo nelle contrcoersie per la rottura della tregua, stipulata ha e i Contí, condanna Giacomo IV Caetani a consegnarylí la tenuta di Tonecclúa.

i

Caetani

Copia sincrona, bcompleta.

Anno rnillesimo rh. xxXU, pontificatus Eugenij pape lllJd indictione X, mense iulii die xlx. Cum inter Christoforum de Gaytanis, militem, Fundorum conitem, Iacobum, Rogerium et Franciscum de Gaytanis, pro se ipsis ac pro eorum vassallis, adherentibus, complicibus et sequacibus, ex una parte, et Aliberninum de Comitibus, L[ucium] cardinalem, Sagacem episcopum carpentariensem, Altum et Gratum de Comitibus, pro se ipsis ac eorum vas$allis, adherentibus, complicibus et sequacibus, ex alia parte, firmata fuerint capitula et pacta pacis seu tregue, in quibus inter alia continetur quod dicte partes,


VARIA

ilt

ad alterutram, una pars aliam nec alia alteram, in persona vel bonis offenderent nec offendi facerent, ad Penam quinquaginta milia ducatorum auri, applicandam pro medietate camere apostolice et pro medietate oarti 6dem-servanti, prout in allegatis capitulis continetur; et allegatum extiterit dominos de Gaytanis, per se et alios, dominos de Comitibus seu vassallos et complices eorum offendisse et ofiendi fecisse, et dictam pacem seu treguam fregisse, et dictam penam commisisse: qua proptq per partes predictas factum extiterit compromisisse de omnibus differentiis in l[ordanum] de Ursinis cardinalem, prout de causis, allegato et compromisso scripta apparent manu Nicolai magistri Rainaldi ac * * €t mei Lodovici Blanci notariorum; et dictus cardinalis de Ursinis, arbiter partium, cognovit et examinari fecit et reperit Rogerium et Franciscum de Gaytanis deliquisse in dominos de Comitibus et in vassallos et sequaces eorum et eos ofiendisse, et pacem et treguan ac pacta fregisse, dictam penam commisisse; pro evitando maiora scandala et seditiones, turbationes et inquetationes, dictus cardinalis condepnavit Iacobum de Gaytanis ad dandum sibi cardinali de Ursinis tenimentum castri Torrecchie, fortellitium et terras ipsius casrri, et in manibus ipsius cardinalis disponendum de eo ad suum velle, prout continetur in suo arbitramento, de guo patet manu dictorum notariorum; prefatus cardinalis de Ursinis, cognoscens Rogerium et Franciscum de Gaytanis dictam penam conmisisse, in conscientia anime sue fatetur condemnationem fecisse et arbitramentum tulisse ad evitandum dispendia, iacturas, rancores et turbationes, que oriri possent inter dictas partes, et pro pace et quiete et tranquillitate ipsarum, sine cuius castri Torrecchie restitutione, asserens, facta eidem domino de Ursinis per lacobum Gaytanum, non pote[s]t atsequi (!) concordia, pax et tranquillitas inter partes predictas, que erat et est utilis et necessaria predictis partibus et maxime prefatis Rogerio et Francisco pro conservatione terrarum et locorum ipsorum et pro evitando condepnationern et satisfactionem ac solutionem L. milia ducatorum, in guorum pena inciderant, ut est expressum, dicti Rogerius et Franciscus

t432.vII . 28.

c-533.

Ildebrandino Conli e i suoí figIí apprcoano íl compromesso fatto dal cardinsle Lucío Contf Í -Caelsni, nonché íl lodo del cardinale Giordano Orsrni.

Valmontone

con

Originale.

Nos lldebrandinus de Comite, Sagax episcopus carpentoratensis et Gratus de Comite, fratres el ornnes certi6cati per Altum de Comite, 6lium et germanurn nostrum, ac etiam L[ucium] cardinalem de Comite, Élium et germanum nosbum, de compromisso per ipsum cardinalem facto, tam nomine suo guam nostro, pro quibus se et bona nostra dictus cardinalis obligavit et promisit de rato, ex una parte, et lacobum Mugiochum de Pedemonte, procuratorem et alios procuratores Christoforj Gaitani, militis, comitis Fundorum, rengnj Sicilie logoteùe et prothonotarij, Iacobi, Rogerij et Francisci, suorum nepotum, habentes mandata ab ipsis dominis de Gaytanis, prout patet in istrumentis scriptis manibus notariorum, et tempore compromissi infrascripti per procuratores productis occasione questionum que eraut inter partes predictas ac penarum incursarum, ut dicitur, per dominos de Gaytanis erga dominos de Comite seu erga eorum vassallos, complices et seguaces, item et occasione dampnorum et iniuriarum ac interesse illatorum, co--issorum et faetorum, ut dicitur, inter ipsas partes et per dictas partes seu eorum vassallos, complices et sequaces sic et aliter et ex alijs causis, prout in compromisso facto continetur, scripto manu notariorum, in l[ordanum] de Ursinis cardinalem; item et certifrchati de arbihamento lato per ipsum cardinalem de Ursinis, arbitrum et amicabilem compositorem dictarum partium, in guo laudo dictus cardinalis de Ursinis mandavit, prout in dicto laudo, scripto manibus notariorum, continetur; item et certiEcati de capitulis, pactis, promissionibus et obligationibus factis per dictum

filii dicti lldebrandinj,

cardinalem de Comite procuratoribus et cancellarijs dominorum de Gaytanis, prout patet manu notariorum; item declarati de contentis in dictis compromisso, laudo et promissionibus, et eis per nos auditis: omnia predicta in dictis compromisso, arbitrio, capitulis, promissionibus et pactis et omnia in eis contenta acceptamus et emologamus atgue firma haberj mandamus et promictimus per presentes dominis de Gaytanis, ipsis et alijs quorrrm interesse posset in futurum, omnia osservare et contra non facere sub fide et legalitate manguatum. Ad fiden has presentes patentes fieri et scribi fecimus et nostra solita inpronta, qua utimur, iuximus inpressione muniri, cum subscriptiooe cuiuslibet noskum proprie marus. Datum


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

lt2

in Vallemontonis, sub anno millesimo CCCC.-. XXXIJ, pontificatus Eugenii pape quarti anno secundo, indictione X, mense iulii die XXVtlJ. Ego Ildebrandinus de Comite ad fidem manu propria subscripsi. Sig. I Ego Gratus de Comite'ad;fidem rnanu propria sub-

scripsi. Sagax de Comite episcopus carpentoratensis ad fidem manu propria subscripsi. Sig.t. I In ceru tossa.

c

F . P. 3259.

-1434. tril.11.

Lucca

-

Nícola

Iomeo

Arc.

della Triana,

Caet.,

,, pieoano di S. Barto' nel possesso della chiesa di S. Nrcola * de Sessana ", a quella incotporcta.

de' Guinigi,

ín Prg. (Fonilo

úescoùo

Písano)

di Lucca,

n. 3259-

reíntegra Gabríele u Nocchj

Copla aulenlíca, ínserita

ín C- 1434.VI .4.

Nicholaus, episcopus lucanus, universis tam clericis quam laicis presentes licteras inspecturis. precordia nostra versantur ... Dolenter accipimus querelam pro parte Ghabriellis presbiteri, incole nostre diocesis, quem pridie instituimus in plebanum plebis Sancti Bartolomej de Triana, nostre diocesis, et post parum, propter inopi"* dicte plebis, sibi univimus ecclesiam Sancti Nicolai de Sessana; nostre diocesis, io ,ubriàiu* sue vite, quod inobedentie filij conati sunt impedire sibi assecutionem possessionis ecclesie Sancti Nicolaj, subiungendo guod archiepiscopus pisanus, ad subiectionem emulorum suorum' contra Ghub.iellem processit ad .rr"ri", sententias in dicta querela nominatas, pel quas infertur procedere quod preiudicandi benefrtio S"n"ìi Nicholaj renuntiaret; dubitans Ghabriel quod dicte sententie non habeant vim sede apostolica; a absolutionem impetravit iuribus sibi competentibus in benefitijs per nos sibi collatis, de de dictis benefitijs, et a nobis postuiavit quatenus, reformando provisionem alias per nos sibi {actam Comperto quod Gabriel obtinuerit absolutionem a sententiis exconovo dignaremur illa ,ibi "orr""d"re. capitulo nosho ac monitis assertis patronis ecclesie Sancti vocato municatilnis atque irregularitatis, plebem Sancti Bartolomei de Triana de novo sibi confirmamus Nicholaj, qui .lL, prebierunt consensum, iu.-ib*-et pertinentijs suis, et in subsidium sue vite, constito quod de dicta plebe substentarj "uropotest, ec"lesiam Sancti Nicholal de Sessana cum iuribus et pertinentijs suis dicte plebi incorporamus non quouàurqu" Gabriel nononice (!) obtinuerit dictam plebem, commictentes sibi curam et administrationern plebis et ecclesie Sancti Nicholaj, in presentia Andree Angeli, presbiteri lucani, recipientis """l"ri"ru* Petri condam Antonij de Gualandis, intervenientis vice consortum suolum' vice Gabrieiir,

"onr"rrru tribus consortum adserentis ad se pertinere ius patronatus ecclesie Sancti Nicholaj pro duabus vocibus de de Gambacurtis, suorum, in contumacia nobilis Nunni, Damianj de Pisis, tamquam procuratoris Laurentij debitam expectati" horam et ultra personam in citati vocibus, tribus de voce reliqua asserti patroni pro

de Aquis" Mandamus Dominico plebis de Appiano et Bartolomeo plebis de Tripallo et lohanni plebis (!) in posinducat quatenus Ghabriellem requisirus, plebanis lucane dioceri, et cuilibet eorum qui fuerit faciant Gabrielli ecclesiarum ,"rrioo"* ecclesiarum plebis et Sancti Nicholaj et de fructibus dictarum nostri sigilli responderi, amoto inliciìo detentore. Resentes litteras mandavimus sub vigore instrumenti et

Datum et actum Luce, in orto coniuncto nostro episcopali palatio, prop" iog."rium orti, nobis conrentientibus capitulariter dominis Nuto archipresbitero, Nicholao archidiaI.Jobo Interiora sacrista, Filippo, Michaele, Benedicto, Angelo, Iohanne et Stefano, cum alii non "ooo, convenerint tamen requisiti, canonicis nostre ecclesie et capituli, quos absentes reputavimus contumaces, atque testibus frahe Ni"hol"o olim lohannis de Petrasancta, ordinis Heremitarum Sancti Augustini, 'Paulo, presbitero, condam Antonij, canonico collegiate ecclesie Sanctorum loha""is et Reparate, lucanis et cappelluniì nostris; anno Nativitatis millesimo quadringentesimo trigesimo guartî,_indictione duodecima, die undecima mensis martii, pontificatus Eugenij pape quarti anno quarto. Iohanses condam Terij, prefati lucanus civis, appostolic" ei imperiali auctoritate notarius atque iudex ordinarius atque scriba pontifrc"lis appensione

muniri.

episcopi, scripsi et signo et nomiue roboravi.


VARIA

lt3

c-t4s4.vl.4.

F.P.3259.

>, pieoano dí S. Bartolomeo dellq Triana, u S. Nico/c . de Sessana > - Gabriele Nocchj possesso della chíesa dì S. Ntcola . de Sessand. >,t e quella incorporala. Arc, Caet., Prg, (Fonilo Pisano) n. 3259. aí nargìni della

prende

Ofigînale, sctítto su petgamenecucíle ínsiemeconfiIoe nunítedídue ST.

cucitura.

Clareat omnibus quod dominus Ghabriel Dominici Nocchj de Cascina, plebanus plebis Sancti Bartolomei de Triana necnon rectoris (!) ecclesie Sancti Nicholaj de Sessana, Iucane diocesis, presentavit domino Bartolomeo de Lorenzano, plebano plebis Sanctj Bartolomei de Tripallo, lucane diocesis, literas seu instrumentum cum sigillo cereo, cordula sirici impendenti, dornini Nicholaj de Ghuinigis, de ipsum Bartolomeum commisLucha, episcopi lucani, quarum tenor talis est (c/. C-1434.(il.1/); "t 1 quatenus, virtute dictarum literarum, ipsum inducat in sarium et iudicem idem Ghabriel [rogavitl

plebis Sanctj Bartolomej de Triana et ecclesie Sancti Nicolai de Sessana, plebi Sanctj Bartholomej de Triana unite, et bonorum et iurium dictarum ecclesiarum, amoto inlicito detentore. Dominus Bartolomeus dictas licteras recepit et in ecclesia Sancti Nicholaj de Sessana Ghabriellum introduxit per ianuam et inmisit in possessionem ecclesie et bonorum et iurium ecclesie, eidem ponendo in manibus tobaliam altaris et candelabra et missale et aperiendo et claudendo hostia et campanam ecclesie pulsando et Te Deum laudamus canendo, dando eidem Ghabriello curiam et administrationem ecclesie et bonorum, rerum et iurium ecclesie Sancti Nicholaj de Sessana, plebj Sancti Bartolomej de Triana unjte. Ghabriel in signum possessionis, aperiens et claudens hostia et pulsando campanam et accipiendo candelabra et tobalias altaris et missale dicte ecclesie in manu et in dicta ecclesia rnorando, protestatus fuit se non tantum capere possessionem ecclesie et bonorum et iurium ecclesie Sancti Nicholaj de Sessana, set etiam possidere. Et rogaverunt me notarium ut de predictis conficerem instrumentum. Acta in ecclesia Sanctj Nicholaj de Sessana, comitatus olim Pisarum et nunc comunitatis ' Florentie et lucane diocesis, cuj a primo et secundo via, a tertio et quarto sunt bona dicte ecclesie: presbitero Petro condam lobannis de Montoporj, rectore ecclesie Sancti Fridianj de Forculi, presbitero Iacobo Pieri de Casciana, rectore ecclesie Sancti Laurentij de Usigliano Balnej de Aquis, et domino Urso Andree de Palaria, plebano plebis de Montecastello, lucane diocesis, vicario episcopi lucanj, anno ab lncarnatione millesimo quadrincentesimo trigesimo quÍuto, indictione duodecima, die quarto mensis iunij, secundum consuetudinem florentinam. ST. Petrus lohannis ser Gualfredj de Vulterris, imperiali auctoritate iudex ordinarius et notarius nec non notarius florentinus, omnia que in hoc et alio petijs cartarum de membranis, simul sutis et in eorum suturis in margine ab utraque Parte meo signo signatis, scripta sunt, scripsi. possessionem ecclesiarum

I

Omesso

1434.

nel

testo.

c -551.

x. 4.

detenuto in Sermoneta, chiede di essere rimosso dalla ptigione @n I'obblígo dí pagare iI o Fundum Turris Maioris

- Tuccio Fede, di Sezze, u Fossae Milis " e rÍnchíuso nell'altra u

Sermoneta

riscatto, con fideíussione

dí Antonio

Rubei

i

,

e CoIa Gegi, di

Sezze.

Copia autentica, estratta dal fascicolo 23' dei contratti del notaio Antonio Tuzi, conaervato nell'Arc. dall'archivista Francesco-Tommaso de Rubeis, notaio di Sermoneta, nel sec. XVIII.

di

Sermoneta, ed eseguita

Promissio redemptionis per captivos Setie cum frdeiussione. 1434 die guarto ottobris, Xll indictione, in presentia mei notarii et testium n * Tutius lacobi Tutii Fede, de terra Setia, caPtiws in terra Ser-on"ti, exutus et liberatus compedibus, ex loco pristinae captivitatis suae redactusque in libertate sua, in loco publico, ante faciem Turris Maioris dicte terrae, coram nobili notario Antonello de Tartaglionibus, de castio Montis Rodoni, preposito redemptionis ipsius Tutii et aliorum sociorum captivorum Setiae, secum existentium, per Rogeriun Caqiani, maguum, regni Siciliae camerarium, sponte promisit notario

I,

t5


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

114

Antonello, post remotionem $uam a loco captivitatis Fossae Milis (!) in gua stabat, qua stante exoravit exire, velle introire pro quiaetiori loeo suae personae Fundum Tunis Maioris praedictae, ibique stare et morari, die noctuque, sine aligua machinatione, dictum locum, eius ianuas frangendi et violandi more captivorum etc. neque exire ab inde, quovis modo, quousgue praetium suae redemptionis integre solutum fuerit notario Antonello; nihilominus sponte promisit facere venire, et convenit eidem notario Antonello, per totum quintodecimum diem presentis mensis ducatos XXV et unum tertium ducati, medietatem suae redemptionis, et aliam medietatem per totum ultimum diem eiusdem mensis, salvo tamen semper merito debito ipsi notario Antonello, pro custodia eius et sociorum: obligans etc. ad poenam dupli etc. Ad cuius preces et instantiam, Antonius Antonii Rubei de Setia, habitator Sermoneti, frdeiuxit eidem notario Antonello pro dicto Tutio lacobi Tutii Fede, promittens etc. obligans etc. ad eumdem penam et iuravit. Pro quo fideiussore Cola lacobi Colae Gregi de Setia fideiussit prefato notario Antonello, promittens dictum Antonium fideiussorem principalem relevare, renuncians etc. obligans etc. ad dictam penam et iuravit. Actum Sermoneti, in loco predicto, ante plateam dictae Turris Maioris: presentibus notario Guglielmino magistri Belli Luciae de Fundis, Bartholomeo Antonio Stephani et domino loanne Petri Gori, de Sermineto. Franciscus Thomas de Rubeis, de Sermoneta, etc. notarius.

c -1438.vII. Písa

r.

F. P.3272.

di Písa, iI rettore della chiesa di S. María concede in Nocco o Facterij ,,, e aì loro discendenti un terreno con casa, posto alla Corti dello Audio ,,, in tenitorio di Mezzana. del oicafio

Con decreto -enfiteusi ai coníugi

in

conhada

Atc.

"

CamiIIa

Caet., Prg. (Fondo Písano)

arcíoescooíle

e

n. 3272.

Oilgínale.

Ex hac serie literarum pateat quod dominus Talanus condam lohannis, canonicus pisanus, luliani apostolice sedis gratia pisane ecclesie archiepiscopi, Sardinee et Corsice primatis et dicte sedis in eis legati vicarius generalis, intellecta petitione exibita pro parte presbiterj Michaelis Henrigi, rectoris ec"l"si" Sancte Marie de Mezana, pisane diocesis, exponentis quod dicta eius ecclesia habet petium unum terre cum domo ruinosa, partim coperta et partim discoperta, que die proxima in ruina deduceret nisi repararetur; et quod Michael propter guerram sit adeo pauper quod nedum reparare possit set querere victum eum opportet, deliberavit ipsam concedere ad livellum Nocho Cei, matrassario, et Camille, eius uxorj, eorumque filijs masculis et feminis sub annuo cen$u, et coram eo petijt licentiam sibj darj cum potestate illud petium terre locandi et cartam de predictis faciendi cum suis iuridentibus (!) et anexis. Dominus Talanus concessit presbitero Michaeli, rectori ecclesie Sancte Marie, dictum petium terre cu6 domo licentiam concedendi ad livellum domine Camille, frlie olim Georgij Bichieray, uxori Nocchi Cey Pacterij, et ipsi Noccho eorumque 6lijs imperpetuum, et cartam faciendi pro intratura de qua ipsi videbitur, actento quia ecclesia suam condictionem meliorat; et me Tomaxum notarium rogavit ut confrcerem instrumentum. Actum Pisis, in archiepiscopalj pisana curia: presbitero lohanne condam Andree de Aretio et ser Carlo condam Henrigi de Vachiano, notario, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo trigesimo nono, indictione prima, die primo iulij. Ex hac serie literarum pateat quod presbiter Michaelis quondam Henrigi, rector ecclesie Sancte Marie de Mezana, sequens formam suprascripte licentie, sibi date a domino Talano vicario, locavit, ad livellum et censum annuum persolvendum, Camille fllie olim Georgij Bicchieray et uxori Nocchi olim Cei Pacterij, de cappella Sancti Donati, recipieati pro se et Noccho, eius viro, et pro 6lijs et heredibus eorum' legitime descendentibus, tam ex Noccho et Camilla iugalibus guam etiam ex Noccho, imperpetuum, I p"tiurn unum tene cum domo, positum in comuni Mezane, in loco dicto alla Corti dello Audio, coperta ernbricibus partim et partim discoperta et ruinosa, spectans ad ecclesiam Sancte Marie de Mezana ex testamento condito a Guidone condam Pierj Betti de comuni Mezane, cum pacto quod Camilla et Nocchus debeant domum rep.ùare: tenet unum caput in terra Iohaunis Francisci Cioci, aliud in terra et casalino ecclesie Sancte Marie de Mezana, latera ambo in terris laboratoriis suprascripti Nocchi: Michael promisit dornum, eisdem locatam ad livellum, et eius possessionem disbrigare, obligando se et bona ecclesie; Camilla et Nocchus convenerunt domum et censuum (!) annuum meliorare et ipsam reParare et tenere pro ecclesia ad livellum et ipsum rectorem et successores in dominum et dominos recognoscere et solvere


il5

VARIA

rectori ecclesie quolibet anno imperpetuum, in festo Sancte Marie mensis augustj, pro livello starium unum granj carnellini et quarras duas, ad pisanam mensuram, sine briga, reclamatione curie et expensis, alioquin penam duplj, expensas, dapnum et dispendium et interesse dare promiserunt, obligando se, eorum heredes et bona. Michael recepit a Camilla et Noccho, pro intratura rei date ad livellum, libras quatuor monete; et est actum quod, si dictus census steterit per triennium insolutum contiguum (!), Camilla et Nocchus et alij. cadant a iure livelli et concessionis, et petium terre cum domo revertatur ad ecclesiam Sancte Marie; quibus omnibus dominus Talanus vicarius, cognoscens concessionem fore utilem, suam et cr.lrie archiepiscopalis auctoritatem interposuit et decretum. Actum Pisis, in archiepiscopali curia: ser Carolo condam Henrigi de Vachiano, notario, et presbitero lohanne condam Andree de Aretio, testibus, Incar' nationis anno millesimo quadringentesimo trigesimo nono, indictione prima, die primo iulij, secundum consuetudinem pisane civitatis. ST. Tomasus 6lius olim item Tomasi de Campilia, civis pisanus, imperiali auctoritate notarius atque iudex ordinarius et curie archiepiscopalis pisane notarius et scriba, scnpsr.

I Nel leslo

allacorti

c-1438.IX.23. Píombino

Arc.

-

F.P-3284.

Procura generale rílasciata

Caet., Prg. (Fondo Písano) n-

da

3284.

ser Matteo d'Appíano

a Lanciloilo,

suo

figlio,

Otígínale.

Ex hoc instrumento sit manifestum quod ser Matteus, notarius, condam Fanuecii de Appiano,

civis pisanus, habitator Plumbinj, constituit suum procuratorem Lancilottum, eius filium, ad exigendum qui"quid ser Matteus debet habere, ad locandum et dislocandum eius terras, possessiones et bona et ,"r, ad omnes lites coram quibuscumque iudicibus, potestatibus, rectoribus vel oficialibus Prosequen' "t dum, et ad stasinas et sequestrationes et arestationes et PrecePta faciendum, et ad omnia que ipsemet facere posset, dans Lancilotto et ab eo substituendis plenam bailiam cum plena administratione, promictens ad penam dupli, obligando se suosque heredes et bona. Actum Plumbini, in apoteca domus depinte Q) Èernabej Silvestrj àe Plumbino, in qua exigitur gabella generalis comunis Plumbini: Simone leronimj-et Guc"io Pierj Ghirellj (?), de Plumbino, et Bernabe aliter Gorino Mattei de Vulterris, habi' tante ei de comune Plumbini, testibus, Incarnationis anno millesimo quatricentesimo trigesimo nono, indictione prima, secundum cursum terre Plumbini, die.vigesimo tercio measis septembris. ST. Laurentius

"ooà".

1438. Gaeta

ser lohannis notarii de Plumbino, imperiali auctoritate notarius atgue iudes ordinarius, scrissi.

xI.30. a

Alfunso I concede -stemma del capitano Giooanni

Copia, autenticata nel sec.

XVII

c - 2321.

Xv. 1.

e dí

usare Io

Acuto Inglese Ia Íacoltà dí oíoere nel Regno Acuto, aoo di lui'

Giooanni

dal notaio GiovannlNicola Pancia, di Pettorano.

Giov.anni Acuto Inglese, fidel servo .le la Vostra MaeAchuto che fu stade, con sottomissione e riverentia le fa intendere come esso è nepote di Gio[vanni] c"pit"nio generale di tante republice, et anchor da papa Urbano chiente (!) fatto confaloniere de la S. R. E. lo ,uo v'alore sàrà noto a la Maestà Vostra, come ancora se potrà certiorare et chiarire da le scritture et fede mie, che le mando a posta; et veduto che è così, supplico la Maestà Vostra de dui gratie piacendole: la una si è che sopra la sua parola reale possa sicuramente in questo suo reame dimorare ,"*u inguooo, che io prometto a la Vostra sacra Corona, sotto parola di nobile, di essere con miei vita ne le sue des"end""oti sempre fide-l ,".no et vassallo a la Vostra Maestà et spendere semPre la le mando in carta, che avo, mio Achuto, di Gio[vanni] I'arme occorrenze; I'altra si è che mi confermi ne la vede, et anco si la cittade chiesa de come in Fiorenza, Iuogo d'ltalia dove morì, ne la maiore per la tenerò supplicante cosa rascionevole e di bontade, io Gio[vanni] nostra patria; che, se Lo"

Copia. A la Maestà

"

del signore

Re.

gratia grandissima da la Vostra reale Corona.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

iló

Visa supplicatione predicta per maiestatem nostram, et perlectis scripturis dicti exponentis, tenore presentis nostri regii rescripti, et latius in privilegio per nos expedito sub die 26 eiusdem mensis appar€t, eundem assecuramus ut possit in hoc nostro regno omni tempore manere tuto, libere et secure, absgue aliqua noxa vel ofiensa; concedimus etiam et confirmanus pro se suisgue posteris insignia capitanei generalis loannis Acuti, sui avui, iuxta formam ad nos traditam; mandantes oftcialibus nostris ut contrarium non faciant pro quanto gratiam maiestatis nostrg charam habent et penam unciarum auri L cupiunt evitare, cum hgc et non aliter sit nostra intentio atque voluntas. Datum Gayete, die XxX novembris, lJ indictione, M.cccc.xxxvlu Rex Alfonsus. Lucas de Caramanico secretarius. Locus sigilli.

c - 1439. IV.

F. P. 3269.

9.

di S.

del

al nobile Paolo " Lapi Nicolinj n,rticariodel Gíooanní d'Orco ì bení comprati da Matteo

Maria Fiore Lettera deglt Operari perché consegni a comune di Fírenze in Vicopisano:.

Firenze

d'Appiano. Arc.

Caet.,

în Prg. (Fondo Písanù n.3269.

Copía autenlica, ínseúta

ín C-1439.VII .3.

Karissimo nostro. E fu scritto una lettera per parte degli uficialj del Monte in favore del maestro Iohanni d'Orso, dal Bagnio ad Acqua, el tenore della quale pare sia registrato nel libro di Giovanni di Cocho, allora costì vicario, a carte octantuna, delle qualj seguì questo effecto che detto Giovannj per vigore della conmessione a lluy facta consegnio al detto maestro lohannj certi beni per stima como in detto libro si contiene, et simile per detta lettera gli fu asegniato per Giovannj di Gentile, vicario, ancora certj altrj benj, come appare negli atti suoy a carte guatordicj. La cagione ne fu perche al dicto rnaestro trohanni fu tolto et convinto da mona Cea, donna fu de ser Piero d'Apiano, per la dota sua, una casa posta in Pisa a lley obligatj per detta dota, la quale il detto maestro Iohannj avea comperata da ser Matteo d'Appiano, di cuj erano ancora i benj di sopra a lluy consegnàtj per conservatione della compera facta et a lluj obligatj nel tempo ebbe la carta della casa; detta consegnatione non ebbe luogo' ne effecto e lla cagione ne fu perche la lettera fatta per gli u6cialj detti fu adi diciotto di luglio mille quattrocento trentasette, nel qual tempo gia 'erano suti dati tucti i benj de rubelli alla nostra Opera et toltj a detti uficiali e niente n'avemo a fare. Et perche avendo liberamente comperato detto maestro Giovannj da detto ser Mattheo nel tempo potea vendere et essendo obligati tucti i suoi benj, volendo administrare ragione a ciascuno, inteso quanto intorno a ccio e stato facto, vogliamo, trovando tu essere così come si narra, et essendo I'estimo honesto et dovuto, di nuovo gli consegni i detti benj, et cosi ti comettiamo: parendoti s'avessono a ristimare, anche lo facci, perche conoscendo la tua prudentia et in quella confidandoci te ne diamo piena conmissione: et perche e detti beni non sono tenutj sodisfaccino detto maestro Giovanni della detta conpera, siamo contepmti et cosi ti comettiamo: hovandosi in alcuno luogo de benj di detto ser Matteo, che non fussono consegnatj ad altj, sendone avisato da detto maestro Giovanni o da altrj, gliele consegni et dia per quella istima sia ragionevole imsino allo 'ntero pagamento di detta compera, come apieno vedray per la carta: portandoti a quanto ti scriviamo in modo ne meriti commendatione. Datum Florentie, in loco. nostre residentie: die vigesimanona mensis aprilis millesimo quadrigentesimo trigesimo nono. Operarij opere Catthedralis ecclesie Sancte Marie del Fiore, civitatis Florentie. A tergo: Nobili viro Paulo Lapi Nicolinj pro communi Florentie vicario Vicj.

F. P.3269.

c - 1439 .vII. 3 . Vicopísano - Paolo " de del Fìore di Firenze,

posti nei territorí

XVI:

assegnare

dÍ Oratoi e

Ponteàeru-

n. j269.

Afigínale. Ncl rrltso nolc, Písano) ser Mathei de Appiano di pocesioai riavute ...

Arc. Caet,, Ptg. (Fonilo scc.

di Vicopisano e commissafio dell'Opera dí S. Maria a Gíooanni d'Orso i teneni del ribe[e ser Matteo d'Appiano,

Sirigattis,, oicafio

Ja

dcl

sec.

XV:

Posesiones de Ponte

Here; /cI

Nos Paulus Lapi Niccolinj de Sirigattis, de Florentia, pro populo et communi Florentie vicarius Vicj Pisani, Vallis Serculi et aliorum locorum dicto vicariatui subpositorum, nec non in hac parte


VA RIA

n7

1 commissarius dominorum Operariorum Opere maioris catthedralis ecclesie Sancte. Marie del Fiore, civitatis Florentie, prout de conmissione constat per licteras dictorum Operariorum, quarum tenor talis est ("f.C-t439.1V.29): visa conmissione nobis facta, viso instrumento emptionis facte per magistrum trohannem d'Orso, dal Bagnio ad Acqua, a ser Mattheo Fanuccij de Appiano, pro pretio florenorum nonaginta quinque auri, de anno millesimo quadrigentesimo trigesimo primo et die secunda iunii, manu

ser lohannis Bartholomey Vannis * * notarii, de domo site (t) in civitate Pisarum; et visa rebellione dicti ser Matthey, secuta post venditionem factam de dicta domo magistro lohannj Ursi de Bagnio ad Aquam; et habita fide qualiter de anno millesimo quadrigentesimo trigesimo quarto dicta bona, empta per magistrum lohannem a ser Mattheo, fuerint evicta et in solutum recepta a domina Cea, uxore olim .., Pi"i d" Àppiuno, vigore obligationis facte eidem Cee occasione dotium suarum; et visa consignatione facta per nobilem lohannem Cocchi Donatj, tunc vicarium Vicj, de bonis, sitis in communi Oratorij et ut infra confinatis, eidem magistro lohannj, vigore commissionis sibi tunc facte per ofitiales Diminu2 tionis Montis communis Florentie, pro extimatione librarum nonagintasex de florenis parvis, extimata tunc per Colum Nerij, Franciscum Ciuti et Laurentium Nannis, de Oratorio, et extimatores electos per lohannem bo"chi de anno millesimo quadrigentesimo trigesimo septimo die decima octava mensis iunij, ut cànstat rrìanu ser lohannis Marci de Bibbiena; et visa alia consignatione facta eidem magistro Iohanni de bonis

3 sitis in comuni et confinibus Pontis ad Here, ut infra confinatis, per nobilem lohanuem Gentilis de Albizis, tunc vicarium Vicj, vigore conmissionis eidem facte per offitiales Diminutionis Montis communis Florentie, pro extimatione florenorum viginti airj, facta per Antonium Chelis Patdi et lohannem Antonii, de Ponteadera, extimatores electos per lohannem Gentilis, de anno millesimo quadrigentesimo trigesimo octavo die decima septima mensis aprilis, prout constat manu ser Angeli Nolfi de Vicoratu notarii; et visa alia

extimatione fo"tu de infrascriptis bonis, positis in comuni Oratorij, pel Antonium Nannis, Micchaelem Menchj et Franciscum Ciuti, de comuni Oratorij, extimatores noviter Per nos electos ad reestimandum omnia infrascripta bona, sita in comuni Oratorij, que extimaverunt in totum florenos quadraginta auri conij et ponderi, comunis Florentie; et visa alia extimatioue noviter facta de omnibus infrascriptis bonis, et confinibus Pontisadere per lohannem Antonij, Antonium Vannis et Menicum Vannuccij, sitis in "o*uni de comuni Pontis Here, et extimatores per nos electos ad reextimandum bona existentia in comuni

Pontis Here, que extimaverunt in totum florenos triginta aurj ; et veduto il prefato uficio de signiorj Operay di S.. Maria del Fiore **: sedentes pro tribunali, omnia infrascripta bona in pagamentum eidem n""girtto Iohannj Ursi de Bagnio ad Aquam, tamquam de bonis ser Matthey et obligatis eidem magistro trohànni, adiudicamus pro extimationibus ultimis factis per extimatores pel nos electos et commiftimus, et nostrum et nostre curie executorem facimus lohannem Donnuci (!), nostrum et noshe curie caballero, presentem, quatenus vadat et magistrum lohannem in possessionem ponat et ei tradat de bonis infrascriptis et de inmissione nobis relationem faciat, et hec omnia pro parte crediti magishi lohannis florenorum nonagintaquinque, reservantes eidem magistro lohannj et eius heredibus, contra ser Matteum et eius

et bona, iura petendi residuum. Bona, de quibus supra fit mentio et que data fuerunt magistro lohannj, sunt ista: Pectium terre laborativum, stariorum triginta duorum, positum in comuni Oratorij : tenet caput penes bona Sancti Augustinj public". Pectium terre, positum in suprascriptis confinibus et loco: tenet ambo et ambo latera in "i" capita in via publica, et est per mensuram stariorum vigintiduorum. Pectium terre positum in.suprascriptis loco dicto Piaggie, staúorum quatuordecim: tenet caput in strata magistra, aliud in "onfinibur, "oluni, Arno. Pectium terre positum in suprascriptis comuni et confinibus, in loco dicto Caselle: caput et latus in via; stariorum Juode"im. Pectium terre positum in suprascriptis comuni et confinibus, in loco dieto Fearro: caput in via, latus ad terram Sancti Sepulcri; stariorum guatuor. Pectium terre positum in comuni Oratorij, loco dicto Pozzalez caput in via, latus in terra Sancti Andree extra Portam, latus in terra Sancti Sevinj ; stariorum quatuor. Pectium terre in dicts comuni et loco: caPut unum in via, aliud in rena Sancti Petri, latus in terra Hospitalis Novi, latus in terra Sancti Andre (t) exha Portam, stariorum octo; que settem petia terrarum, sita in comuni Oratorii, capiunt summam florenorum quadraginta, secundum ultimam extimationem factam per dictos extimatores. In comuni et confinibus Pontis ad Here: 3 Pectium terre, partim vineate et partim sode et aratorie, a positum in comuni Pontis Here, loco dicto a Rio de mona Pina, iuxta dictum rium et iuxta Hospitale i*lo"u* de Pisis et flumen Here, stariorum guatuordecim vel circa. Pectium tene vineate et sode, positum in dicto comuni, loco qui dicitur al Ponte Vecchio, iuxta s{ratam et iuxta Riccium Baldi et

heredes


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

ltE

flumen Here, stariorum sex. Pectium terre vineate et sode, positum in dicto comuni, loco, iuxta viam publicam et flumen Here et iuxta bona Opere Pontis Here et ecclesie Pontis Here, stariorum trium. Pectium tetre campie, positum in dicto communi, loco qui dicitur Bocchadera, iuxta flumen Here et iuxta bona Opere Sancte Marie de Pisis et iuxta flumen Arnj, stariorum octo. Pectium terre campie, positum in dicto comuni et confinibus, loco dicto alle Quarre, iuxta bona dicti olim ser Matthey et iuxta bona Angelinj de Sancto Miniate et bona Opere Sancte Marie, stariorum decem. Pectium terre positum in dicto comuni, loco dicto n n iuxta bona olim ser Mathey a duobus, et heredum Pierj Iacoby de Cascina, stariorum sex. Pectium terre positum in dicto comuni, loco dicto Borgo de Tavelle, iuxta fossum dicti borgi et viam publicam et Hospitalis Novvj (!) de Pisis, stariorum unius cum dimidio. Pectium terre campie, positum in dicto comuni, Ioco dicto alle Piaggie, iuxta flumen Arnj, iuxta bona Prosperj Maggiolinj, iuxta heredes Nierij Comuccii et heredes magistri lohannis, stariorum quatuor vel circa. Pectium tere campie, positum in dicto comuni, loco dicto alla Via de Tavelle, iuxta dictam viam et iuxta stratam et iuxta Hospitale Novum de Pisis et dicti Prosperj, stariorum octo vel circa. Pectium terre campie, positum in dicto comuni, loco dicto le Fosse de Tavelle, iuxta heredes Bartolomey Michelis et iuxta heredes Vannis de Appiano, via publica, stariorum 5 unius cum dimidio. Pectium terre campie, positum in dicto comuni, loco dicto la Via de Rapetta, iuxta Botrum Baionis, et iuxta heredes Nerii Comuccij. Que omnia undecim pectia tene, sita in comuni Pontishere, capiunt summam florenorum triginta auri, secundum ultimarn extimationem factam per dictos extimatores. Lata, data, consigniata et adiudicata fuerunt dicta bona per nobilem Paulum Lapy Niccolinj, vicarium, pro tribunali sedentem ad solitum iuris bancum, positum in lodia pallatii residentie vicarii, in terua Vici Pisani: cuy pallatio a Io rria, a lJo et a IIJ. bona comunis Vici, a IIIJo bona Sancti Franciscij (!): scripta, lecta et publicata per me notarium, sub annis ab Incarnatione millesimo quadrigentesimo trigesimo nono, indictione secunda, die tertia mensis iulij : Iohanne Tomasij Berci, pisano cive, et Nicolao Antonij, maniscalco de Luccha, habitatore Vici, testibus. ST. Niccolaus olim Franciscii (!) de Carmignano, comitatus Florentie, imperiali auctoritate iudex ordinarius atque notarius fforentinus, me subscripxj.

I NeI tesro delfiore z Abb. îp.

3 lfel teslo adere,

adhere

a

Nel teslo ario

5 Abbt. star

i - ragg.vIII .26 . Pisa

F. P.3301.

Il procuratore del cardínale Giooanni Vitelleschí, commendatario della badia di S. Saorno u de -Montione,, concede in enfíteusì perpetua un terreno con edifícío, posto in Pisa, nella cappella di S. Andrea u Chinsice,, ai coniugi Francesca Comandini e Antonío Laoari e ai loro díscendenti legittímí. Arc. Cael., Prg. (Fondo

Ex hijs sit

Písano)

n. j30 l.

Oigínale. Ne/ oerso,

manifestum quod dominus Nicolaus

nota

del

set..

XV:

Domine lacobedellaCascina.

Antonii, canonicus Sancti Pietrj de (Jrbe, procu-

rator lohannis tituli Sancti Laurentii in Lucina presbiterj cardinalis, Florentinivulgariter nuncupatj, perpetuj commendatarij abatie Sanctj Savini de Montione, districtus pisanj et ordinis Sanctj Benedictj, per cartam procure rogatam * *, conc€$sit in inphiteosim perpetuam et nomine livellario Antonio Lavario, Élio condam Andree ser Bettj de Cascina, de cappella Sanctj Martinj Chinsice, recipienti pro se necnon pro domina Francischa, u(ore sua et filia guondam magistrj lohannis Comandinj de Cascina, et pro heredibus ex ipsis iugalibus legiptime descensuris, alter alterj succedendo, petium terre, cum domo solariata uno solario et dimidio et cum claustro, orto, medio puteo, et fructibus, positum Pisis, in cappella Sancti Andree Chinsice: tenet unum caput in via publica dicta Lungarno, aliud in terra ortalj Michaelis Luparellj, latus unum in terra et domo suprascriptj Antonii, aliud in terra et domo olim ser lohar"'is de Sancto Michaelè et nunc altaris Annuntiate, sitj in pisana maiori ecclesia; quod pertinet ad dictam abatiam et dictum commendatarium; et insuper concessit o-nia iura cum omnj iure, actione, ratione atque iacentijs suis; curn hoc pacto quod suprascriptum petium terre cum domo sit in potestate suprascriptorum iugalium, heredum et proheredum tenendj, locandj et hedificandi et hedifrcium dicte domus et ius livellj alienandj, salvo guod ecclesie, hospitali sive loco religioso aut ecclesiastice vel nobili persone alienari, obligarj non possit, salvo semper abatie iure proprietatis et quod abatia habeat denarios duodecim, denariorum parvorum


VARIA

il9

per libram, totius pretij suprascriptj edifltij sive superficiei et iuris livellj, vel extimationis fiende a duobus extirnatoribus comunibus; Nicolaus promisit permittere ipsos Antonium et dominam Francischarn et eorum successores habere, locare, hedifrcare, vendere et iudicare dictum petium ten'e cum domo, et quod eos non imbrigabit nec in futurum censum augebit vel superimpositam non faciet; et si lis moveretur de re ad livellum concessa, ipsam in se suscipiet, dando pignora curie, iudicum et advocatorum; si predicta non observaverit, penam librarum ducentarum et penam duplj extimationis rei ad livellum concesse dominus Nicolaus convenit solvere, obligando se et commendatarium et abatiam et bona abatie; Antonius promisit quod ipse, domina Francischa et ipsorum successores dictum petium terre cum domo et alijs meliorabunt et non peiorabunt terminos et pro censu solvent domino Nicolao et abatie annuatim in festo Sanctj Mattie Apostuli candelum unum cere, ponderis unius libre; si predicta non observabunt, penam librarum ducentarum et penam duplj census Antonius promisit solvere, obligando se et suos heredes et bona, et baliam dedit doiino Nicolao ingredj possessionem et tenere bonorum suorum; ex pacto guod, quandocumque Antonius et domina Francischa aut successores venerint ad alienandumsuprascriptum hedifitium et superficiem et ius livellj, debeant requirere commendatarium abatie Sanctj Savinj vel abbatem, et si commendatarius vel abbas voluerint, teneantur emere infra quindecim dies post requisitionem sibi factam, alioquin, elapsis quindecim diebus, Antonius et domina Francischa et heredes possint eam vendere, salvo quam supradictis quibus vendj nullo modo possit, et salvo abatie iure proprietatis, et salvo quod abatia habeat denarios duodecim per libram ab illo qui hedifrcium sive superficiem domus et ius livelli habuerit totius pretij quod vel vendita vel extima fuerit a comunibus amicis vel a magistris murorum qui electj fuerint super extimando domos; et quod si Antonius et domina Francischa vel heredes steterint per biennum quod non solverint censum, debeant solvere duplum census; si per triennium solvere neglexerint, cadant a iure livellj, non obstante capitulo brevis pisanj comunis vel pisanj constitutj, sed revertatur ad abatiam; pro qua concessione dominus Nicolaus recepit a suprascripto Antonio libras .quinquaginta denariorum in florenis, et Antonium et dominam Francischam, absentem, et heredes et bona liberavit. Actum Pisis, in apotecha posita sub palatio de Gallettis, posita Pisis, in cappella Sancti Clementis, quam apotecham conducit ad pensionem Torpes filius quondam Federigi: Paio, farsettario, frlio quondam Iulianj Paj, de cappella Sanctj Martinj Chinsice, et Bartholomeo filio Michaelis de Linarj, comitatus Florentie, habitante nunc Pisis, in cappella Sanctj Gusme Chinsice, textore, testibus; Incarnationis anno millesimo quadringentesimo quadragesimo, indictione secunda, die vigesimo sexto augusti, more pisano. Solvit cabellam Bernardo de Salviatis, de Florentia, camerario generalj Pisarum pro comuni Florentie, pro simplo tantum, suprascripto anno, indictione tertia, die prima octobris, more pisano, in regisho generali a c. 47, per apodixam scriptam manu ser Alexandri de Pansano, notario dictarum cabellarum. ST. Bartholomeus filius quondam ser Iacobi notarij de Calandrinis, de Oliveto, pisanus civis, imperiali auctoritate notarius atque iudex ordinarius, scripsi.

c-1441.v.I-10. Vícopisana

-

Sante del

dí Montefoscoli, Arc. Vallaia; del

F. P. 3294.

a

Beilingeri dona í dirittí sull'oliueto, posto ín contrada VaIIaia, in territorio Banco Bencioenní, che Ii cede ad Antonio " de Buzaccharinis '.

fu

Cael., Prg. (Fondo Písano) sec.

XVII: A

n. 3294.

Orígínale. NeI

oetso nole,

Antonio Buaccharini, 1440, 1442; segnaluta del

sec-

del

sec.

XV:

Donazione dello uliveto di

XVII: n.4.

Ex hiis instrumentis sit manifestum quod Sanctus olim Berlingerij, de communi Montisfosculj, potestarie Palarie, olim pisani comitatus et nunc comitatus Florentie, donavit Banco olim Niccolo Bencivennis, civj florentino, de populo Sancti Frediani, omnia iura omnesgue actiones et rationes, que et quas ipse habet in petio terre olivate sode, cum viginti pedalibus olivorum et una nuce, posito in conGnibus comunis Montisfoschuli, in loco dicto Vallaia: et tenet unum caput in via publica sive vicinalj, aliud cum ambobus lateribus in terra olivata Antonij olim Martinj de Buzaccharinis, civis pisanj ; quod est per mensuram stariora tria: vigore carte venditionis dicti petij terre sibj facte ab Operariis Sancte Riparate, civitatis Florentie, ut dixit, rogate a ser Niccolò olim * * notario et cive florentino, de mense aprilis proxime preteriti, seu ab alio notario; promictens Sanctus quod de donatione et concessione iurium Bancum vel eius heredes et bona defendet, de suo dato et facto tantum, ita quod de alieno in nullo teneatur, et quod


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120

perpetuo firmas habebit; quod si predicta omnia non observaverit, penam dupli suprascriptorum iuriurn, .t iot"r"rrc et expensas solvere promisit, obligando se et sua bona et heredes. Actum in palatio residentie vicarii vicariatus Vici Pisani, in castro Vici, in camera que est a Parte anteriori primi solarii dicti palatij versus ecclesiam Sancti Stefanj : Bartholomeo olim Pierj de Boncontibus, cive pisano, Bonaccurso olim Bonaccursi de Lanfrancis, cive pisano, Henrico olim Gregorii, cive pisano, habitante in castro Vici, Goro olim lohannis de Florentia, de populo Sancti Felicis, Antonio olim Martini de Gangalandi, vocato Tartaglia, Piero lacobj de Florentia et lohanne olim Dominici de Sancto Donnino, habitante nunc in castro Vici, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo quadragesimo secundo, indictione guarta, die nono may, secundum cursum Pisarum. Nolilis vir 1 Bancus olim Niccolo Bencivennis, civis florentinus, de populo Sancti Fredianj, habens de infrascriptis iura, sibi donata a Sancto olim Berlingerii, de communi Montisfosculj, per instrumentum donationis sibi factum a Sancto et scriptum a me Martino notalio, Incarnationis anno millesimo guadringentesimo quadragesimo secundo, indictione quarta, die nono mai, supra notatum, donavit Antonio olirn- Martinj de Buzaccharinis, civj pisano, habitanti nunc in castro Montisfoschulj, omnia iura omnesgue

et rationes, que et quas Bancus habet in petio terre sode olivate, cum viginti pedalibus olivorum et cum una nuce, posito in confinibus comunis Montisfoschulj, in loco dicto Vallaia: et tenet unum caput in via publica sive vicinalj, aliud cum ambobus lateribus in terra olivata Antonij de Buzac' eharinis: quod est stariora tria; promictens quod de donatione Antoniunn et eius heredes et bona defendet et omnia iata habebit; quod si omnia non observaverit, penam dupli suprascriptorum iurium et interesse et expensas solvere promisit, obligando se suosque heredes et bona. Actum super primo verone palatiiresidentie vicarii Vici, posito in castro Vici Pisani : Bonaccurso olim Bonaccursi de Lanfrancis, pir"no, Nanne olim Tomazi Berci, cive pisano, ambobus habitantibus in castro Vici, et Baldassario "in" olim Niccolo Carduccij, cive florentino, de populo Sancti Stefanj, et Melchio olim Antonij de Btescia et Martino olim Niccolo de Alemania, ambobus domicellis vicarii Vici, testibus, Incarnationis anno actiones

millesimo quadringentesimo quadragesimo secundo, indictione quarta, die decimo maj, secundum cursum pisarum. ST. Martinus quondam Iacobi de Cezano, civis pisanus, imperialj auctoritate iudex ordinarius atque notarius, scriPsi. I Aggíunlo ín

c -t441. xl Pisa

.

margíne

20

dallo

slesto nolaío'

F. P. 3331.

.

La nobile Giacoma Rossi, uedooa di Francesco u de Opisinghis ,, pet60 fioríni d'oto,úende -a Mariano Pissicha , iI terreno con casct, detta n la Casa de messerTiglo", poslaincappella di S.

"

Cosimo.

Arc. CaeI., ptg. (Fonilo písano) n.33jl. Iacoba Francisci domini Tigli; nola ilel *c. XVI:

ocrm, nota sincrona: Mariaqus Pessiche enit a doinina ... Iaoba de Gualandis "' de Pisicha Maiiano Compera

Oríginale. Nel

Ex hoc instrumenro sit manifestum quod nobilis domina lacoba, relicta nobilis Francisci, 6lij rnilitis Sancti dominj Tigli domini Dinj de nobilibus de Ope*inghis, et filia olim Stefani Rossi, de cappella quinquaginta, virum non habens nec liberos, que habuit inter alias in Andr"" Flrisporte, m"io, "nnis riUi pL parte suorum iurium in solutum a Nanne Bonis de Fabrica, solqtum infrascriptam rem, datam dicta iura, familiare et procuratore prefati dominj Tigli, in solidum cum dicto Francischo obligati ad anno milIncarnationis Senarum' per cartam procure ,ogu,"* a ser lacobo Frun"ir"i de Casulj, notario de quingentis i"rirno quadringentesim"o decimo, indictione tertia, die sexto aprelis, videlicet pro florenis parafernalium, pen summa hor"oo** septingentorum dotis, denariorum et corredorum, dotis et iurium et de eius Argomenti, Framuccii item ser Framuccio a rogatam cartam confessionis dotis"et palafernj, -G"rurdi anno millesimo Incarnationis civibus, pisanis Dinj, notarijs, actis publicatam a ser Barthàlomeo et de more Pisarum, februarij, quarto trecentesimo nonagesimo octavo, indictione sexta, die vigesimo Incarpisano, dicta dactione constat per cartam rogatam a ser Francisco ser Pieri de Ghessano, notario Pisarum, nationis anno millesimo quadringentesimo duodecimo, indictione quarta, .die -ottavo maj, more coriario, Pissicha, Puccij Gèrardi olim Mariano vendidit vis'-: a me Guglielmo in publí""* foirn"* lateribus, de schalas duas ad cum domo nunc Sancti Cassiani, petium terre, d" pisano "iu], "upp"llu


VARI A

l2t

cum uno solario et olim multis solariolis, nunc quasi deructis, curn parte domorum ad archus quinque cum ballatorijs, partim sanis et partim derutis, cum claustror puteo et orto, et olim cum arancis et nunc sine et cum pergula, pro parte deruta, vocata la Casa de messer Tiglo, posita in cappella Sancti Gosme: et tenet unum caput in carraria Pontis Novj, aliud in tena et orto olim domine Fioris de Bursarijs, latus unum in hospitalj guod est in dicta canaria, aliud partirn in via publica per quam itur versus Campum Canaparium et partim in tena et domo olim domine lohanne domini Tiglj suprascripti et nunc dicte domine lacobe et partim in terra et domo Misericordie de Pisis, videlicet Hospitalis Novj; cum omnj iure, actione, ractione, proprietatibus, ingressibus et egressibus suis, pro pretio florenorum sexaginta aurj, ad florenos ponderis nunc Pisis cunentis, quod pretium coram me et testibus recepit in florenis aurj valentibus dictam summam, et Marianum et eius heredes absolvit; et promisit Marianum aut suos heredes non imbrigare nec per placitum fatigare; et dedit baliam eidem Mariano ingredj possessionem et tenere rej vendite; et si lis infenetur, in se suscipiet suis suorumque heredum expensis; omnia domina Iacoba promisit observare ad penam duplj dicti pretii aut duplj extimationis dicte rei; pro qua domina tracoba Gregorius olim Attavianj sensalis, pisanus civis, de cappella Sancti Donati, fideiussit in solidum, et promisit facere guod domina Iacoba omnia observabit, alias de suo faciet et observabit ad suprasoiptam penam, obligando se, heredes et bona. Actum Pisis, in secunda apotheca ab angulo versus Pontem Veterem, posita sub domu monasterii Sancti Frediani, in cappella Sancti Sebbastianj Kinsice: Andrea Clementis dal Campo et lacobo Cecchi, sensalibus, et Aldobrandino Leonardj Ciampulino, sppetiarij (t), pisanis civibus, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo quadragesimo secundo, indictione quinta, die vigesimo novembris, more Pisarum. ST. Marianus filius Baldovinj Coscij Baldovinj de Sancto lusto, civis pisanus, imperialj auctoritate notarius atque iudex ordinarius, predicta scripta et rogata ab infrascripto ser Guglelmo de Franchis, notario pisano, prout in eius actis inveni, ita cum licentia, parabola et mandato sumpsi et publicavj. ST. GuillÍelmus Bartholomei de Franchis, pisanus civis, imperiali auctoritate iudex ordinarius atque notarius, rogatus fui et, aliis occupatus, suprascripto ser Mariano de actis meis publicandi dedi licentiam et mandatum. Soluta est cabella per suprascriptum Marianum Piero domini Pieri, cameraúo, Pisis, in regisho a folio 226, manu ser Iohannis ser Bindi . Cardj ()), notarij florentini, MccccxI-l, indictione V, die duodecimo decembris. I

I

1442

PostíIla scrttta dal notaío Guglíelmo.

.Xll.27

.

Francesco Orsíni promette Nerola con Cateilna Orsiní, conforme

como

IV

c-

633.

di eseguire i copítoli stipulati per le nozze di Onoralo III Caetani le cautele usate per il matrímonío di Giooanna Orsini con Gía-

CaetanL

Originale.

Franciscus de Ursinis, Gravine et Cupersani comes, alme Urbis prefectus etc., per tenore della presente dechiaro et faccio manifesto como essendo facto et fermato certo parentato tra Io magnifico signore Iacobo, frgliolo de missere Iacovello Gaitano, et mi, cio e che Honorato, suo figlio legitimo et naturale, pigliasse per sua legitima mogliere Caterina delli Ursini, mia 6glia legitima et naturale, et

fuereno facti certi capituli, pacti, conventioni si dello numero della dota et de altre cose appertenente alla prefata parentecze, secondo appere per scripture facte in Roma per publici notari: per lla quale cosa, pro observantia de nostre promissioni, promettemo ad voy magnico signore Honorato Gaitano, figlio dello magnifico signore Iacobo Gaitano predicto, dareve et assignareve ad voy tutto et singolo numero de denari in dota della magnifica nostra figlia Catarina delli Ursini, con tucte quelle cose, pacti et conventioni che in nelle scripture facte per lli prefati notari se contecho; et promectemo pacarve la prefata dota et farve quelle cautele et pacare ad quelli termini et in quello modo che fece Ia bona memoria della magni6ca donna madamma lohavanna delli Ursini, frgliola delio excellente signore Pieni delli Ursini, conte de Nola, masho iustitieri dello reame de Cecilia, vostra matre, allo prefato magnifrco signore Iacobo Gaitano, vosho pahe. Et per cautela et observantia delle cose predicte avemo facta fare questa presente scriptura ad ser lanni de Priolo, nosho cancelleri, et sigillata de nostro sigillo et subscripta

I,

16


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t22

de nostra mano, sub anno millesimo quatricentesimo quatragintaduo, pontifrcatus Eugenii pape quarti, in rocca Nerule, die XXVIJ decennbris, quinte indictionis. Franciscus de Ursinis manu propria subscripsi. Sig.t. I In cua nssa.

c - 64r.

1443.1.22. Mílano

-

Filippo

glienze

Mafia

fatte in

( r ruolr: I

di Milano, a Onorato III Caetaní: suo camerarÍo, Frcncesa di Landriano,

Vísccntí, duca

Sermoneta

al

-

ringrazía per le acco-

[M]agnifico amico nostro carissimo ldlomino Honorato Gaietano Sermoneti

Entro: Magnifice amice noster carissime. Preter ea que, rediens ad nos ex partibus illis, camerarius noster, Franciscus de Landriano, nobis significavit de beneficijs et collatis in eum, respectu et consideratione nostra, honoribus et recolligentijs, cum Sulmoneti apud vos esset. Que omnia certe nobis gatissima fuerunt, et placuit adeo nobis ab eo intelligere non solum qua fide, benivolentia et dilectione nos statumque nostrum prosequimini, set etiam qua afiectione et observantia afiecti estis vos, et universa domus vesrra Aragonum regi, pro cuius favoribus et incrementis facultates etiam vestras exposuistis et libenter exposituri estis ut rem indignam et a consuetudine nostra alienam facere videamur nisi gratitudinem nostram ostendamus. Eam igitur vestram in eum liberalitatem grato animo suscipientes, irnmensas habemus magnificencie vestre gratias, et precamur eam ut in eiusmodi dispositione perseveret persuadeatque sibi mutuum erga se ac suo ... 1 animum nostrum. Qui pro laudibus et incrementis vestris, ac totius domus vestre [et] I imprimis illustris domini et prefecti'soceri vestri, quem ut fratrem diligimus, non aliter faceremus quam pro iis qui nobis cariores existunt. Quod cupimus ut aliquando effectualiter intelligatis, et intelligetis quidem, si ulla in re fuerimus requisiti ... I magniGcencia vesha, ad cuius -nos paratos ofîerimus. Datum [Med]iolani, die >ocrj ianuarij MccccxoLIIJ.o beneplacita queque Filippus Maria Anglus dux Mediolani etc. Papie Anglerieque comes ac lanue dominus. Guini'

fortus.

(NeI

I Danno della

[14431

.

oerso).'

AIuysius.

caúa.

c-642.

I. 28 , 4,.

in Anorato Caetani di Filettino ad Astorgio Agnesi, gooematore di Roma: Artena (MontefortinQ meito all'ordinanza di restituire a Anorcto III Caetani le caoalle rubategli, chiede che gIí siano I rese le 800 pecnre, rítenute da quest'ultimo. Copia del sec.

XV.

in Christo pater et domine, domine mi

singularissime, post recomendationem. O receputo lo vostro commandamento, de che respondo alla .Vostra Paternità che chi vi a informato che io aia tolte le cavalle dello signore Honorato indebitamente vi no a informato della veritate, per che io aveva con Sermoneta et con essi guerra, et forsa doj mesi nanti che fussero tolte certe cavalle 'nello teneno de Anagnij, circa da allo signore Honorato me avevano tolte allj mej hominj, che erano Reverendissime

octocento pecora,

le quale pecora la maiure parte ne a lo signore Honorato. Io li ofiersi anno li rendere le mei pecora che io li volea rendere le sue iomente; se le mej pecora se

piacesse volererne trovano tucte, io me lle pigliava et se no per rata parte delle soe iomente, se non se fussero trovate. Et questo sa la magnifrcentia dello castellano che io li offersi questo che scrivo. Et guardate se io havea licita guerra con esso che tucto quello """o nanti ce erav:mo offesi I'uno all'alno, et pigliati et rescuossi como se fa la guera. Et le soe iomente, che per li mej erano menate, foro retolte da quellj dello signiore Grato Conte, et renderole a mi et no ad essi, per che le mee pecora foro puro tolte alli loro che le menavano puro per li vassallj de essi signiori de casa dellj Conti et tennerole circa tre di, et


VARIA

123

poj I'assenaro ad essi et no a mj per la guerra era lecita infra mj et essi. Siche per; tanto me r€coÍr. rnando alla Vostra Paternità ve piaccia commandare allo predicto signiore Honorato che me renda le octocento pecora che anno me foro tolte, et esso signore Honorato le a, per che non foro tolte licitarrenten cha erano assecurate per lo rectore de Campagnia. Sempre me recommando alla Vostra Paternità. Ex Monteforteno, die XXVIIJ ianuarii. Ceterum la prima differentia che lo principio si fu che me fecero tollere ben octo migliara de pecora che erano in quello de Sermoneta ad hervatico per essi affidate et annarosenne ad Tarracina. Honoratus Gaytanus. Reverendissimo in Christo patri domino Astorgio beneventanus arcepiscopus (!), alme Urbis gubernatori, domino meo reverendissimo.

I Pubbl ín Cat., Doc., p.

129.

c-642.

1443.I. 28, B.

a Astorgio Agnesi, gooernatore di Roma.'- si duole dell'acftglto Alessandro, fatta da Onorcto III Caetani dí Sermoneta, scotefie a danno del medesimo, che Io doueoa fisarcire del bestiame toltogli. t

Artena (Montefortino)

i

cusa contro

circa

Fretese

Copia del sec.

-

Nícnla Contí

suoí uomini

e

suo

XV.

Rme. in Christo pater et domine post debitam recomendationem. Aio receputa una lettera da la V. R. P. sopra una correria della quale havete havuto informatione dal signore Honorato de Sermoneta essere stata facta contra li huomini suoi per Alexandro mio figliuolo. Io me doglio alla S. V. dello dicto Honorato che ha facto tale. accusa de rnj. Della S. V. me maraviglio che si facilemente abia creduto questa falsa informatione de mj, che pure la S. V. e pratica si longamente nel paese nostro che dovete havere notitia delle mej conditionj. Et accioche la P. V. sappia chi io sono et como e stato il mio vivere, pora la S. V. informarese da iitatini romanj, da baronj, gentili huominj et communitati dello paese et trovarete ch'io ne mej hominj maj se delectarono de rubare et sono vixo delle mei intrate nectamente quanto alcuno altro. Per la quale cosa me reconmando alla V. P. li piaccia della calumpnia et infamia datane punirene lo dicto Honorato secondo merita, 'accioche per lo da venire se honeste piu nel parlare contra chi non debba, et serrali utile per che e garsone imparare alle soe spese. Farro questa conclusione che mio figliuolo ne mei homini anno facta questa preda che la S. V. scrive, ne di qua se ragiona parola che ne ad Honorato ne ad altra sia stata facta offesa, ne grande ne piccola, et cosi me rendo certo che la S. V. e stata informata del falso. Non de meno se Honorato vuole puro dire che questa correria li sia stata facta et per mio 6gliolo, scriva guando et dove et quanta preda et dove e stata menata, per che ne mei lochi no e venuta, ne mio figliolo mai se parti da mj gia molti mesi sonno. Bene aviso la S. V. che'l decto Honorato me ha a sadisfare parecchij centinara de fermj per bestiame toltome gia da soo pake, et piu volte glj ho facto domandare che voglia fare soe dovere, ne maj conclusione alcuna bona ne poti havere, se no de ben farremo. Per la quale cosa me recomando alla S. V. gli piaccia interponerese ch'io abbia il mio dovere, del quale farro che Ia S. V. sarra informata. Altrimenti me scuso alla S. V. che'l sogno che Honorato a facto se verifrcara in suo preiudicio. Paratus etc. Ex Monteforteno, die XXVIIJ ianuarii 1443. Nicolaus de Comite. Rmo. in Christo pahi et domino honorando domino archiepiscopo beneventano, alme Urbis vicario et gubernatori etc.

I

Pubbl.

ín Car., Doc,, p, l3l,

c - 646.

1443.I.28,C. Attena (Montefortíno) cusa

.

Copia

-

Nícola Conli ad Antonío Rido, castellano di Castel S. Angelo: - contro I'aci suoi uomínì abbíano mai rubato ad Onorato III Caetoni. I

che suo figlío Alessandrc o del s. XV.

Copia littere misse per Nicolaum de Monte Forteno castellano Urbis. Magni6ce domine tamquam salutem. Agro receputa una lettera dela V. S. fer la quale me scrive che io faccia restituire alo signore H[onoratol de Sermoneta la preda et robaria facta contra el decto Honorato per

frater honorande


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

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Alixandro mio figliolo. Et per che de questo lungamente 'rescrivo ad monsignore lo governatore, non curo moltiplicar in parole cola S. V. Ia quale per la presente certifico che ne io ne miei homini may se delectaro rubare, secondo la S. V. se porra informare in Roma et nel pagese, et ne in questa preda che la S. V. scrive e stata facta per mio figliolo, ne sento che nel pagese sia stata facta offesa, ne picciola ne grande, ne ad Honorato ne ad altri. Et parme essere certo che la .S. V. è stata informata del falsu, farra bene la S. V. darne ad Honorato Ia punitione che merita. Bene me pare che Honorato voglia indivinare de quello che ragionevolmente li advenera, per che me a ad satisfare parecchie centinara de fiorini, de Ii quali non posso avere altro che parole. Et poi che luy me invita, io acceptaro. Bene prego la S. V. che gli piaccia operarse che io abia el mio dovere, del quale farro informare la S. V. prima ne 'segua altro inconveniente; aliter io delibero non aspettare piu ne essere tenuto in parole da uno garzone. Paratus ec. Ex Monteforteno, die XXVlll ianuarii 1443. Nicolaus de Comite.

t

Pubbl.

ín Car., Doc., p.

I

i2.

c - 646.

11443.I.281,D.

Artena (Montefortíno) Onorcto Caetani di Filettino ad Antonio Rido, castellano dí Castel S. Angelo: circa la restituzíone delle gíumente ad Onorato III Caetani, che gli aoeoa sequestrato delle pecore e minacciaoa dí catturcilo. t Copia del sec,

XV.

Copia littere misse per Honoratum de Felecteno castellano etc. Magnifice domine mi post recomendationem. Ho receputa la lettera de la S. V. et anche lo commandamento de monsignor lo governatore che me conmanda che reuna le giomente alo signor H[onorato] de Sermoneta, micha non a conmandato a lo predecto signore Honorato che me renna le pecora che a esso, che me {oro tolte ne lo monte de Anagne, assecorate per lo recthore de Campagna. Signore, io non non ho pio cavalle non so que cavalle che me avea de quelle tucte se so scortecate questo anno. Anno quando io li le volzi rendere et isso me rendesse le pecora, me promese lacovo Razza de respon'me dermenne se Io predecto signore H[onorato] volea rendere le pecora che io I'averia rendute quelle iomente che se fussero trovate et cosi io me pigliava per orata parte le pecora che se trovano allora. Io agio resposto a lo governatore et mandaroccie uno delli mey, ma accerto la S. V. che io non so soctoposto a Ia giorisditione de Roma. Non altro, sempre me reconmando alla V. S. Ceterum el predecto signore Honorato per alchuno de li soy a avuto a dire che se io vengo ad Roma me farra pigliare: de questo prego la S. V. che menne accerte se esso avesse guesta libertà. Honoratus Gaytanus.

I

PiEbL ín Can, Doc.,

p.

130.

u4431 .II. 2e. Sermoneta

-

Onorato

c- 643.

III

Csetani,

ad ístanza di

Antonio Bartolomeo de CambíÍs,

di

Copia estratta dall'originale, conservato nell'arc.

Roma, di

Soeoa Caetani, contasa

a ratíficare Ia

Sermoneta, nel quinterno

d'Albe,

poce con 47 degli

i

cosfífirísce procwatore

Contí.

istromenti rogati

nel 1443 da Antonio

Tuzi di ma$tro Pietro, e autenticata per atti dal notaio Francesco di Tommaso Rossi, di Sermoneta (1746-1763).

mensis februarii, Vtl 1 indictione. Honoratus Caietanus, dominus terrg Sermonetg et pertinentiarum ac districtus eius, conÉsus de Éde nobilis Antonii Bartolomei de Cambiis, de Urbe, de regione Pineg, constituit suum procuratorem prgfatum Antonium Barùolomeum, absentem, ad promittendum nomine costituentis, fideiussoris infrascriptg {eming, ad instautiam Svevae Gaietani, Albae comitissg et **, apud Sagacem de Comite, episcopum càrpensem, Altumque de Comite, sacri hospitii magistrum, nec non Crratum de Comite quod dicta Sveva non ofiendet nec olfendi faciet per se ipsam eiusque vaxallos,

Die ultimo


VARI A

125

subditos, adherentes, et sequaces prelibatos episcopum, Altum et Gratum de Comite, nec ipsorum vaxallos, subditos, adherentes et sequaces et bona eorum sub pena decem milium ducatorum auri, applicanda pro medietate camerg almg Urbis et pro medietate parti cuius interest; quam promissionem (!) validaque securitas seu pax aut dicta promissio inter dictos dominos et dominam invicem facienda et stipulanda, non intelligatur fracta nisi eo modo quo frangitur, secundum formam statutorum Urbis; nec non ad renunciandum epistolg divi Adriani et novg costitutionis beneficio; et ad obligandum omnia bona constituentis et ad iurandum in animam constituentis, quod idem constituens prgdicta omnia observabit; et promisit constituens se ratum habere quidquid per eius procuratorem seu substituendos ab eo actum fuerit; et obligavit omnia bona. Actum Sermoneti, in sala maiori curig dicti constituentis et prope secundam fenestram dictg salg: legum doctore domino Stefano de Alatro, magistro Petro Antonio Americi et Iohanne Paczo, de Sermineto, testibus. L NeI 1443 ficoneúa Ia 6o

c

-144s.

xII.

índìzíone.

F. P.3300.

18. d'oro, úende ad Enúco del paúe del Poggío.

200

Matteo d'Appiano, fíorini ín contrada Sprone, e un terreno con casa, dalla per

Píombíno

Arc,

Caet.,

Prg. (Fonilo Pisano) n. 3300.

Copía

autentìca. Ncl

úeno, noaa

del

fu

sec,

Francesco una casa,

XVI :

Charta

di patti

della

casa de Piombino.

Ex hoc instrumentum appareat manifestum quod ser Matheus olim Fanuccij de Appiano, civis quj die quindecima novembris proxime preteritj emit ab Henrico olim

pisanus, habitator Plumbinj,

Franciscj, cive pisano, habitatore Plumbinj, domum solariatam uno solario et solariolo super se, positam Plumbinj, ex parte Podij, in loco vocato Sprone: et tenet unum caput in via, aliud cum infrascripta domo, classo necessario mediante, latus unum cum domo Simonis Lengi et aliud cum casalino cuperto' heredum ser Laurentij ser lohannis de Plumbino; item petium terre cum domo, positum Plumbinj, ex parte Podij : et tenet unum caput in via, aliud cum suprascripta domo, classo necessario mediante, latus unum cum domo suprascripti Simonis et aliud cum domo heredum suprascripti ser Laurentij ; pro pretio florenorum ducentorum, de libris quattuor pro floreno; coram me notario et testibus obtulit se Henrico vendere suprascriptas domos, pro pretio et dirictu quem solvit pro emptione ipsarum domorum pro dirictu cabelle, quj Henricus recusavit velle emere; ad.preces Henrigi ser Matheus promisit eidem vel suis heredibus hinc ad guinque annos vendere domos emptas ab eo, cum tanto pluri quantum ser Matheus solvit Georgio Bonamoris, exactorj cabelle generalis comunis Plumbinj, pro dirictura ipsius cabelle pro emptione predicta et etiam pro tanto pluri quantum ser Matheus rependisset in recuperatione ipsarum domorum, videlicet in laboreriis necessariis, videlicet in recuperando et reactando tectus et in astracando cameras $upra magaggenos ipsarum domorum, et pro gubernando et reactando et vacuaudo necessaria et loca comunia et etiam reactatio scalarum et fenestrarum destructarum et alia laboreria, que ser Matheus et heredes facerent in dictis domibus, et semper ser Matheus infra quinque annos, ad petitionem Henrigi, teneatur vendere sibi suprascriptas domos, hac conditione quod Henricus et heredes obligati sint, et ipse Henricus promisit ser Matheo, ipsas domos sibj locare ad pensionem, usque ad tempus quinque annorum, videlicet pro tempore quod restaret de quinque annis, tempore emptionis fiende per Henricum, pro pensione florenorum decem, de grossis quatuordecim pro floreno, singulo anno, semper guod ser Matheus habitet in dicta domo annis quingue a die quo ipse emerit dornos a dicto Henrico et quod pensionem solvat postquam Henricus emerit domos ab ser Matheo ad similem penam et obligationem; omnia ser Matheus promisit rata habere ad penam duplj suprasoipti pretij, cum refectione dampnorum et expensarum. Actum Plumbinj, in apotheca platee magistri lohannis ser Laurentij, in gua tenet fundacum ad ritallum Lancillottus ser Mathej suprascripti: Leonardo olim Antonij Pierj et Philippo olim Valentinj, de Plumbino, testibus, Incarnationis anno millesimo quatrigentesimo guadragesimo guarto, indictione sepdma, die decimaoctava decembris, secundum cursum Plunbinj. ST. Iacobus filius condam ser Soldanj de Plumbino, imperiali autoritate notarius et iudex ordinarius necnon commissarius actorum dicti ser Soldani, olim mei patris, prout in actis dicti ser Soldani invenj, ita publicavj.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

t26

c-t444.II.18. Pisa

F. P.3310.

del defunto notaio Francesco del Campo, ín cambio di un teneno posto aì confíni dí Orzignano,a) riceoono da Gíooanní del defunto Betto da Fíllettole un altro terreno, posto neí con. Itni del comuhe u Depiro ,.

- I figli

Oríginale. NeIoerso, nota del sec. XV: CarÌa permutationis et cambii Arc. Caet-, Ptg. (Fondo Písano) n. 3j10. per Nannem ser Betti de Filettulo cum filiis ser Francisci dal Carnpo etc. in Salcieto. manifestum qualiter Bartholomeus, Tomasus et Simon, fratres et filij olirn Francisci, notarij, olim Tomasi dal Campo, civis pisani, de cappella Sancti Georgij Portemaris, in solidunn

Ex hoc instrumento sit

dederunt lohanni, frlio olim Becti de Filectulo, civi pisano, de cappella Sancti lacobi de Sperone,l petiurn ten'e, cum arboribus, vitibus et aliis, positum in confinibus comunis Orgignanj Vallissercli, prope ecclesiam comunis: quod tenet unum caput cum uno latere in via publica, aliud caput in via publica et partim in terra pisanj capitulj et partim in terra pisane maioris ecclesie et partim in terra ecclesie Sancte Marie de Pappiana Vallissercli, aliud latus in terra ecclesie Sancti Bartholomej de Orsignano, et est per mensuram stariora quatuordecim; quod ad presens conducit Laurentius Menici de Cisanello, habitans in comuni Orgrgnanj ; cum omnj iure, actione, ratione, proplietate, pertinentijs et adiacentijs suis; et promiserunt Nannem et eius heredes et bona non inbrigare in suprascriptis bonis; et si lis moveretur, ipsam in se suscipient eorum expensis; et preceperunt Nannj quod accipiat possessionem suprascripte rej in permutationem cambij, obligando se et bona eorum. Nannes olim Becti de Filectulo, iure permutationis et cambij, dedit Bartholomeo, Tomasio et Simeonj, in solidum, petium terre campie, ? positum in con6nibus comunis Depiro (!) Vallissercli, in loco dicto: et tenet ambo capita in terris lohannis Depiro (!), Iatus ununn in via publica, aliud in Flumine Veterj, et est per mensuram stariora trigintaduo; et petium terre campie, positum in confrnibus comunis Carraie, in loco dicto Renaio: et teriet unum caput in terra domine Agate ser Cecchi Vinettj, aliud in tena pisanj archiepiscopatus, latus unum in terra ecclesie prioratus Sancti Paulj ad Ortum partim et partim in terra monasterij et monialium. Sancti Stefanj ultra Auserrem prope Pisas, aliud partim in terra Bectuccii de Ripafracta et partim in te6a Sancti Salvatoris de Canaia Vallisserclj, et partim in tena ecclesie Sancti Torpetis de Pisis, et est per mensuram stariora sex; cum iuribus, actionibus, rationibus, proprietatibus, pertinentijs et adiacentijs suis; et Nannes promisit supi'ascriptos fratres non inbrigare in dictis bonis; et si lis moveretur, ipsam in se succipiet sujs, suorum heredum expensis; et plecepit suprascriptis fratribus guatenus accipiant possessionern suprascriptarum rerum, et obligavit se et bona; cum pacto quod si contingeret bona, data Nannj in permutationem et cambium per Bartholomeum, Tomasum et Simonem, evinci, et si contingerit (!) bona, data Bartholomeo, Tomasio et Simonj per Nannem, evinci, quod liceat unicuique partium habere sua pristina iura et bona libera; ad penam dupli eius de quo ageretur. Actum Pisis, in bancho supradictorum fratrum, posito in cappella Sancti Clementis, sub domo illorum de Casapieris: Becto olim Francisci Leuli, habitatore in tena Liburnj, et Actaviano 6lio Gregorii Attaviani, de cappella Sancti Donati, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo quadragesimo quarto, indictione sexta (!), die decimo octavo februarii, secundum cursum pisane civitatis. ST. Finus, notarius, olim ser Bartholornei notarij condarn ser Finj de Boncetaneis de Vico, civis pisanus, imperiali auctoritate notarius et iudex ordinarius, scripsi.

di Giulíano. I Abbr. spet 2 Segue un segno dl tíchíamo.

a) Bagnl

c - 65r.

1444.x.2. Sentenza a laoore del conoettto di Grcttaferrata contro Onorato Conca, la pachiera detta " Le Gracisco " ed altri beni. Copia del sec.

.

III

Coetani, condannato

a restítuír loro

XV.

Pro tribunali sedentes, coauditorum nostrorum assensu, per hanc difrnitivam sententiam decernimus in causa inter Petrum abbatem et cooventum monasterij Cúpteferrate, ordinis Sancti Basilij, tusculanensis

I


VARIA

127

diocesis, actores, ex una, et Honoratunn lacobi de Gaitanis, super casho Concharum et piscaria vocata le Gracisco et possessionibus et rebus alijs, in actis cause deductis, partibus ex altera, occupationes et impedimenta, per Honoratum abbati et conventui facta, esse iniqua et iniusta, premissaque faftemur] Honorato nec licuisse neque licere, prefatumque Honoratum ad restituendum abbatj et conventui dictum castrum, piscariam, possessiones et bona unacum fructibus, per se et dietum lacobum indebite perceptis a tempore dicte occupacionis citra, et in expensis condempnamus, qlarum expensarum taxationem nobis in posterum reservavimus. Decretum est ... per dominum Simonem de Valle, utriusgue iuris doctorem; anno millesimo quadringentesimo quadragesimo quarto, indictione septima, die Veneris secunda rnensis octobris, pontificatus Eugenij pape quartj anno quarto.

1444. X. 25. Corropoli

Lega tra

-

Copia,

c -655.

{

eseguita

íl

conte Frcncesco Sforza Viseontí

in Napoli dal

notaio Onofrio Renzullo,

il 6.XII

e

Gíosia Acquaoioa, duca

dí Teramo.

.1636.

Infrascritti sono patti, capituli, confederatione et liga initi, fatti, trattati e conclusi tra I'illrno. et eccelso sig. conte Francesco Sforza Visconte etc., da una palte, et lo magnifico signore losia d'Acquaviva, e dall'altra parte: In primis, che il predetto magnifico signore losia promette al predetto ill. signor conte haver, trattare, reputar et proseguire amici per amici, et inimici per inimici, presenti e futuri, si in dare passo, vittuaglie e ricetto ali amici del predetto ill. signor conte et prohibirlo e denegarlo ali inimici e con quelle operationi e fatti si ricercano como in ogni altra cosa. Secondo, promette il predetto signor Iosia fare et rompere guerra et far pace con qualunque re o signore et come et guando piacerà al predetto ill. signor conte. Tertio, promette il predetto magnifico signor losia accostarsi con li suoi et prestare

obedientia a quello re, o altro signore, al quale la prestarà il prelibato ill. signor conte. Quarto, il predetto signor losia promette al predetto ill. signor conte Francesco consignare de prgsenti al signor' messer Alessandro Sforza, suo fratello, la terra di Columpnella e la fortezza, la guale il detto signor messer Alessandro debbia tener un ntese a le sue rnano prima se ne faccia altro; de poi ne debbia fare la volontà dell'eccellentia del conte; et interim durante il detto rnese sia lecito al predetto sig. Iosia cavame sue vittuaglie e robbe, et che a li homini de la detta terra, soi amici, se debbia perdonar e rimetter ogni oflesa e non farli novità alcuna per I'offensioni o iniurie passate. Quinto, che il Fulignato famiglio del i. s. conte debbia restituire tutte possessioni, sue case e cose in qualunque luoco del magnifico signor losia fusseno de presenti et che erano del predetto Fulignato, o possedeva in quello tempo se perdette Columpnella. Sesto, che il predetto magnifico signor losia sia tenuto a pagare Ie colte a quello re o signore s'accosterà, et obedirà al detto eccelso sig. conte, como è di sopra detto. Settimo, promette il predetto sig. Iosia perdonare e rimettere ogni e ciascuna iniuria et offensione a lui fatta per qualunque persona di quelli luochi s'acquistaranno a lui per lo predetto ill. sig. conte, ut infra. Et versa vice il predetto ill. sig. conte promette al predetto ill. sig. Iosia defenderli lo stato, la persona, terre e luochi d'esso magnifico sig. Iosia, como defendesse il suo proprio. Secondo, promette il predetto sig. conte al predetto sig. losia che, pigliando accordio con re de Ragona, acconzare li fatti d'esso sig. Iosia como li soi. Tertio, promette lo predetto i. sig. conte al predetto magnifico sig. Iosia darli e consignare la città d'Adri, di Teramo e lor contado e Silvi, reacquistandosi et essendoci la volontà de li cittadini d'Adri e di Teramq, ma di Terarno promette per modo e via di dote, ut infra. Quarto, promette lo predetto i. sig. conte al predetto magnifico sig. Iosia oprare iuxta suo potere con qualunque re o signore esemptione et immunità, che havesse havuta o goduta, li serrà osservata per l'awenire et ancora oprarà iuxta suo potere che ottenerà esemptione nova e privileggij per lo tempo da venire tanto per esso sig. Iosia, quanto per I'huomeni soi. E questa utilità tutta rimanga ad esso sig. Iosia per sua provisione ottinendosi etc., operando ancora iuxta posse de le colte passate fargliene fare gratia. Ulterius il predetto sig. conte promette fare et curare cum effecto che la mag'ifica r.nudonna Lisa, sua sorella, contraerà legitimo matrimonio con lo detto signore losia, e lo detto sig. Iosia promette al predetto i. sig. conte contraere legitimo matrimonio, per verba de. presenti, con la detta magnifica m.' Lisa, a requisitione del predetto i. s. conte. E promette il predetto i. s. conte di dare et

I


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANT

128

consignaxe per dote della detta magnifica rnadonna Lisa la città e contado di Teramo, reacquistandosi et concunendoci Ia volontà de li cittadini di Teramo di ritornare sotto il dominio del detto sig. Iosia; et dove Teramo non s'acquistasse, promette il predetto sig. conte pagare per doti, ut supra, docati quattromilia d'oro; et dove s'acquistasse, e la volontà de li cittadini non concorresse a voler essere sotto il dominio del predetto sig. Iosia, che tunc Teramo con lo suo contado rimanga al predetto sig. conte e lui sia tenuto a pagare li detti d'::ati quattromilia per dote, come è detto. Et occorrendo caso dotis restituendg, si restituisca alla forma ricevuta, cioè che se Teramo era stato dote, che Teramo se restituisca, e se li detti docati quattromilia sarà dote, como è detto, che li detti quattromilia docati se debbiano restituire, e la ecellentia del conte sia tenuta dar vestita madonna Lisa. Et tutte singole e soprascritte cose promisero le dette parti et ciascuna di esse, cioè I'una all'altra e I'altra all'una, attendere et osservare, sicque ad evangelia et in fide principum et varonum (!), dominorum iuraverunt adimplere omnia sub obligatione bonorum et sub pena vigintiquinque millium ducatorum auri, solvendorum per partem non observantem parti observanti; .Alexander Sfortia, nomine Francisci Sfortig, sui germani, eidem losig, et losias eidem Alexandro prgmissa promisit omnia, necnon michi Bartolino cancellario, stipulanti pro qualibet partium et etiam pro domina Lisa et omnium quorum interest; et manu propria ,ubr"ripr"rurrt, eorum sigillis usitatis sigillari mandarunt, annullando partes alias conventiones et pacta conclusa hesterna die inter eas de treuga, induciis et sufferenciis; manu mei cancellarii subscripta. Acta

et conclusa fuerunt omnia suprascripta sub annis millesimo quadrigentesimo quadragesimo quarto, indictione septima, die vigesima quinta mensis octobris, tempore Eugenii pape quarti, regnante Alfonso rege Ara' gonum, et in terra Coropoli, in palatio residentig predicti losig: testibus legum doctore domino lohanne de Amelia, et shenuo viro Guerriero de Massa d'Esculo. S Loco sigilli losie de Aguaviva. ffi Loco sigilli Alexandri Sfortie. Alexander Sfortia suprascripta approbans et affirmans manu propria subscripsi. Iosias de Aguaviva, Therami dux et comes, suprascripta approbans et afrrmans manu propria. Bartolinus.

I

Pubbl.

ín Cat., Doc., p. 135.

F.P.3328.

c-1444. xI.12. Pisa

I priori del popolo deliberano dí annullarc la donazione dei -Andrea dí ser Betto all'Opera di S. Maila. Atc,

Caet.,

ín Pry. (Fondo

Písano)

n.3328.

Copía autenlíca, ínseftta íit

beni

fatta da Anlonío

del

îu

c-1444.X[ .27.

Anno ab lncarnatione millesimo quadringentesimo quadragesimo quinto, indictione octava, die

Pisarum. Fit

fides presentem paginam specturis qualiter Incarnationis anno millesimo quadringentesimo quadragesimo quarto, more Pisarum, die sextodecimo augusi, * t priores populj civitatis Pisarum, cum eorum collegijs congregati r! Palatio eorum solite resid"iti", vir" p.titioo" coram eis porrecta per Antonium quondam Andree ser Betti, lanarium de Cascina, civem pisanun, de cappella Sancti Martinj Kinsice, ad presens unum ex numero priorum, continente quod, ipse Antonius, motus divina spiratione, cupiens servire Deo eiusgue mahj Virginj Marie, se "uro cum bonis i*ibu, perpetuo famulari eisdem Deo et sue Matri, in opera Sancte Marie, pisane maioris duodecimo mensis novembris, secundum cursum

"i eficiendo participem indulgentiarum et benefrtiorum dicte opere, et effici et conservari pro donec vixerit exemptum ab omnibus oneribus pisanj comunis, et ita quod in catasto -co'r'unis, quod tunc per cives pisanos ordinabatur, more solito, vel in alia gravedine vel onere nullo modo describeretur, ex ecclesie,

pu"to quoà deberet habere, donec immunis vixerit, usufructum omnium bonorum suorum immobilium, mobilia vero quecumque esset (!), exha ipsam commissionem, in eius libertate, prout tunc erant et in ipsa conmissione nullo modo includerentur; et sic simplici 6de, etiam inscia domina Francischa, eius uxore et filia quondam magistrj lohannis quondam Comandinj de Cascina, sub promissione militis dominj lulianj guondam Colinj de bancto Iusto, civis pisani, operarij dicte opere, necnon Laurentij quondam BacBindacchi, Andree quondam Pieri de Vivario et Bernardi quondam Rossi de Botticellis, civiutn "iu*"y pirunoru*, absente tunc Andrea quondam Pierj de Boncontibus, eontm collega, electorum per comune populu* pisane civitatis, per consilia opportuna, cum bailia omnia cum ipso operario faciendi et

"t

é


VAR IA

129

eidem operario potestatem prestandi, * * priores et collegia, omnes dicte civitatis, pro dicta opera collegialiter, secundum formam ordinamentorum pisanj comunis et reforme cuiuscumque comunis, ut patet de eorum electione manu ser Finj, notarij, olim ser Bartholomei ser Fini de Vico notarij, in actis curie cancellarie suprascriptorum priorum et collegiorum notata: se cum bonis commisit in manibus ipsius dominj operarij, in presentia dictorum Laurentij, Andree et Bernardi, absente dicto Andrea, eorum collega, ut patet per cartam ipsius commissionis, rogatam a me Andrea notario; et cum per dicturn operarium et dictos Laurentium, Andream et Bernardum frdes predicta, data Antonio de conservando ipsum immunem ab omnibus operibus et quod non describeretur in catasto nec collectaretur cum alijs civibus pisanis in onere pisani comunis, minime servata sibj fuit: ymmo positus fuit et est in catasto, et descriptus et collectatus in eo sit cum alijs civibus pisanis, et opportuit et opportet solvere ratam suam prout ibidem descriptus est, ne sibj sit immunitas promissa observata; et cum etiam domina Francischa, uxor Antonij, contra ipsum insurexit, exponens ab eo decepta fore de talj conmissione et promissione, ea inconsulta factis, allegans hoc fore in preiudicium anime et dare eidem causam desperationis cum sit etiam contra naturam matrimonij, eo quod a doctoribus matrimonium sic diffinitur: matrimonium est viri et mulieris coniunctio, divini et humanj iuris comunicatio, individuam vite consuetudinem in se continens: ex gua domina Francischa a die facte conmissionis per Antonium citra continue die noctuque, nulla eminente tranquillitate, in tantum ipsum Antonium molestat et cruciatur quod molestiam plus sine cogitatione desperationis sufierre non potest; et multotiens petierit, guin ymmo supplicatus est dominis o + prioribus et coilegijs quatenus dignentur providere et deliberare vigore eorum offitij de duobus unum;

aut ipse Antonius cancelletur et aboleatur in totum de dicto catasto, et sibj restituant quantitates (!) et ab incomodis emersis reficiatur et immunis semper conservetur, prout apparet sibj promissum fuisse; aut ipsum a dicta conmissione, que de iure inanis, ut per predicta, concipitur, absolvere et eum ponere in suum primum statum, in quo erat ante ipsam factam conmissionem, ita quod nullo modo conmissio sibj nocere potuerit aut possit, in plenissima forma roboranda ita quod de iure bene valeat carta inde confrcienda per ser Pierum, notarium, guondam magistri Lupi, civem Pisarum, notarium et scribam dictorum priorum et collegiorum; et guod ser Andreas ser Finj, notarius, qui cartam conmissionis rogavit, ipsam cancellet et aboleat per modum quod vires non habeat, pror.ll prioribus et collegijs videbitur. Ideoque priores et eorum collegia, congregati in palatio eorum residentie, absente dicto Antonio Andree ser Betti, eorum collega, supplicante: visis omnibus suprascriptis et illorurn cognita veritate et qrled iuris fore expediens tam pro Opera quam pro comuni pisano, et tam vigore electionis civium supra nominatorum cum dicto operario quam vigore ordinamentorum et reformationis pisanj comunis, habito maturo consilio sapientum virorum et pro obviando expensis et incommodis, statuerunt ad fabas nigras et albas, obtento partito per omnes fabas nigras, nullo discordante, quod Autonius Andree ser Betti esse debeat tam in persona quam in rebus et bonis et iuribus protinus absolutus a dicta eonmissione et ipsa conmissio fuerit et sit cassa, et quod ser Andreas notariùs cartarr! conmissionis abolere debeat ad requisitionem ipsius Antonii; quam cartam conmissionis et oblationis priores et collegia ser Andree notario, licet absenti, et mihi Piero, notario, olim magistri Lupi licentiam dederunt et concesserunt domino luliano, operario, licet absenti, et michi Piero notario licentiam dictam cartam conmissionis, rogatam per ser Andream, annullandi, et cancellationem per priores et eorum collegia approbandi, vigore eorum ofrtij et presentis provisionis. Nicolaus olim magistri Dominici quondam Landi, notarius et civis pisanus necnon notarius florentinus et notarius et caacellarius *+ priorum populj civitatis Pisarum, omnia in presenti et in duabus precedentibus cartis scripta, prout in actis cancellarie priorum, rogatis a ser Piero magistri Lupi, tunc notario et cancellaúo púorum, inveni, ita scripsi. pecuniarum per eum solute

c-t444.x[.27 Pisa

F. P. 3328.

.

II proooeditore dell'Opera di S. María -aoeoa donato í beni all'opera stessa.

annulla

la carta con la

quale Antonío, detto Lancroia,

Orígînale. Nel uerso, nota del sec. XVI: Cartaome Antored'Andrea da Carina fu liberato da I'Opera del Duhomo di Pisa della commessione avea facta conditioaata nella dicta opera,

Atc. Caet., Prg. (Fonclo Pisano) n. 3j28.

di

ser Betto

Ex hoc instrumento sit maoifestum quod, cum hoc sit quod Autoaius quondam Andree ser Betti de Cascina, alias Lancroia, lanarius, civis pisanus, de cappella Sancti Martinj Kinsice, cupiens servire t,

t7


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI Deo et Marie Virgini, et se et bona conmiserit

in

Operam Sancte Marie, pisane maioris ecclesie,

consensu Laurentij quondam Bacciamey de Bindacchis, Andree quondam Pierj de Vivario et Bernardi quondam Rossi de Botticellis, civium et mercatorum pisanorum, absente Andrea quondam Pierj deBoncontibus, cive et mercatore pisano, eorum quarto collega, provisorum opere suprascripte, ut de conmissione constat per cartam rogatam a me Andrea notario, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo quadragesimo tertio, indictione sexta, die nonodecimo decembris: miles dominus Iulianus olim Colini de

Sancto lusto, operarius Opere Sancte Marie, pisane maioris ecclesie, pro dicta opera, sequens infrascriptam provisionem, cuius tenor est talis ("f, C- 1444.[X.12), annullavit cartam commissionis per Antonium factam in operam suprascriptam, per me rogatam, prout in ipsa provisione continetur, et mihi parhabolam cassandi dedit, cum hoc quod cassatio possit corrigi ad sensum sapientis. Actum Pisis, in sala Macchie domus opere suprascripte, posite in cappella Sancte Marie, pisane maioris ecclesie: Bernardo quondam Rossi Botticelle, cive et mercatore pisano, de cappella Sancte Lucie de Cappellarijs, .Antonio frlio Vannuccii de Orgignano et Silvestro quondam Laurentij de Campi, comitatus Florentie, conmorantibus Pisis, in cappella Sancte Marie suprascripta, testibus, Incarnationis anno rnillesimo quadringentesimo quadragesimo quinto, indictione octava, die vigesimoseptimo novembris, more pisano. ST. Andreas filius quondam ser Fini notarij de Boncetaneis, de Vico Pisano pisanusque civis, imperiali auctoritate iudex ordinarius atque notarius et scriba opere suprascripte, predictis conmissioni et cassationi ipsius presens fui et scripsi.

c - 339. LIII.

It44s -1477l. Nota di

uesúi

e

ornamenli mulíebi dati

Tatanto, a)

a

Scrittura del sec.

in

pegno

da Onorato

III

Caetani, per mezzo dell'arcíoescooo di

Cecca Contí.

XV.

pegni dati a madonna Ceccha per Io signor Honorato Gaytano per mano di Taranto. In primis: Una coregia con cento verde con XIIIJ spranglre *oorigoo, lo ".ciner"ouoii smaltaie et dorate et fibia et pontale. Una corregia con cento chermosi franciato con spranghe et cingitori XltJ dorati et smaltati, frbia et pontale con I'arme gaitana. Una conegia con cento roscio dorato et franciato con cingitori XllJ smaltati et dorati, frbia et pontale con una catenella et anelletto srnaltato. Una corregia rossa senza francie con VIIIJ compassi et VIJ cingitori, fibia et pontale con una catenella dorata et smaltata. Una corregia con cento di chermosi franciato et dorata con cingitori VIIry con frbia et pontale dorata et smaltata, et negellata nel pontale solo. Una corregia con cento chermosi franciato et dorato d'oro basso et a ricci con cingitori VIIJ, fibia et pontale dorati et nigellati con ursi. Una coregia con cento roscio franciato con sprange et cingitori XUII, frbia et pontale dorati et Questi sonno

li

smaltati. Una cioppa di velluto chermosi alla piana con maniche aperte foderate di pance di vari. Cioppa una di chermosi imbroccato d'oro alto et basso con maniche aPerte foderate di dossi. Uno cofano coperto di pelle con l'arme gaytana et ursina. Uno lenzolo sottile et grande di Itt; tele. Dui tele grosse di un aluo lenzolo piccolo. Otsini

a) Tra gIì arcíoescooí dí Tarcnto del (ilal 1472 al I477.VIII .l l).

XV

sono rícotdali:

Mafino Orsíni (dal 1445'VIn.30 aI 1449) e Lalins

c-2465.1.

1445.1.t2. Sezze

sec.

Gíooanni Imbraccía, di Fondi, figlio e donatatio della deJunta Buza dt Cola " Velli Candosi, dí Sezze, per trc fiofini, oende a Giooanni MaseIIi una úígna ín Sezze, in contrada Cerro.

Copia 'del, sec.

XV[],

eseguita

da G. RrzzÀ sull'originale in pergamena" conscryalo nell'Arc. com. di Sczze.

Anno millesimo quadrigentesimo gua&agesimo quinto, pontificatus Eugenij pape quarti anno decimo octavo, indictione octava, mensis ianuarij die duodecima. Iohannes Imbraccia de Fundis, filius quondam Buze Colg Velli Candosi, de Setia, ac donatarius bonorum hereditatis dicte quondarn Buze, cui


VARI A

r3t

Iohanni donata fuerunt bona hereditatis prgdictg per Honoratum Caitanum, comitem Fundi et heredem quondam Christofori Gaytani, Fundorum comitis, heredis dicte quondam Buze, prout patet ex testamento dictg quondam Buzg, scripto manu Guillermi Belli Lucie, notarii de Fundo, et de donatione patet manu Gabrielis de Galina notarii, de Neapoli: vendidit prgsbitero Petro Iohanni Maselli de Bassiano, ementi nomine lohannis Maselli, ejus patris, vineam guam alias dicto trohanni vendiderat aut lohanni Maselli de Setia, positam in territorio Setig, in contrata dello Cerro, iuxta rem heredum quondam lacobi Marre, rem Antonii Nicolai Pauli de Bassiano, viam publicam; cum omnibus pertinentiis et cum introitu et exitu usque ad viam publicam, pro prgtio florenorum trium, ad rationem sollidorum xLVIIl pro floreno; quod prgtium venditor in moneta habuit ab ernptore; et promisit cum iuramento venditor et obligavit se suosque heredes et successores emptori in perpetuum de vinea vendita litem non inferre, sed ipsam ab omni molestatione defendere propriis expensis, sub pena dupli valoris vineg venditg, applicanda pro medietate curig ad quam fuerit proclamatum et pro medietate emptori; pro quibus observandis Antonius Tacchonij de Setia fideiussit cum iuramento, sub obligatione et ypotheca bonorum. Actum Setig, in ecclesia Sancti lacobi: domino Angelo Sancti lohannis, notario, Evangelista Nicolai lohannis Angeli et Antonio Palactii, de Setia, testibus. Andreas Iohannis Andlee de Setia, apostolica et imperiali auctoritate notarius, scripsi et signum meum apPosui consuetum.

c-t445. vul.3 Pisa

-

"

F. P. SZ+2.

.

Filippo Gaetani, per 105 fiorini d'oro, Bondi , e aI milite Giooannozzo Pitti.

Arc.

Caet,, Pry. (Fonilo Písano)

del Terriccio a

mes,ser lovanossio

n. 3242.

ffitta iI

Oúgínale.

pascolo

del Terriccio aI

NeI oeno, nota del

sec.

XV:

beccaio Baúolomeo

Carta de lochagione del puco

Pitti.

Pateat qualiter Philippus olim domini Stefani de Gatanis, civis pisanus, de capella Sancti Donati,' locavit Bartholomeo Iohannis Bondj, beccharion civi florentino, populj Sancti Nicole Florentie, recipienti pro se et nobili domino lohannosso Francisci Picti, milite, absente, et pro eorum heredibus, pascus et pasturam vocatam il Terriccio, r Marittime pisane, videlicet erbas, frondes, fraschas, aquas, clandes et alia spectantia ad dictum pascum et pasturam; et est pro indiviso cum abbatia Sancti Donati pro tertie parte et pro alijs duabus tertiis partibus cum Philippo: quod tenet unum caPut in Malandrone, aliud in Col*.guno, latus unum in Riparbelle, aliud alla Castellina partim et partim alle Mele: 2 a kalendii septembris proximj venturi ad annos quinque; locator promisit Bartholomeo lohannis Bondj, becchario, recipienti pro se et domino Iohannosso de Pictis, milite, rem locatam ei defendere ad penam dupli supra,"riit" penrioni, et expensas restituere promisit, sub obligatione bonorum; Bartholomeus promisit'Philippo

in dominum recognoscere et solvere ei vel suis heredibus pro pensione florenos centum quinque 3 auri, ad rationem liblarum quatuor pro floreno, quolibet anno dicti temporis, videlicet solvere quolibet 5 a anno pensionem, 3 cuiusque annj dicti temporis, videlicet in kalendis septembris in principio cuiusque unni, i in denarijs tantum, sine briga, reclamatione curie et expensis, obligando se et suos heredes et bona; renuntiando bullettinis, privilegijs, salvisconductibus, inmunitatibus, securitatibus, sibi concessis a dominis nostris civitatis Florentie vel alijs rectoúbus et officialibus civitatis, comitatus et districtus Florentie; et baliam Philippo dedit a dictis terminis ingredj possessionem et tenere bonorum eius et heredum pro pensione, pena et expensis; ex pacto quod Philippus vel mandatarius a quolibet terminorura in antea possit Bartholomeum facere in carcerem micti et detineri usque ad integram satisfactionem. Actum Pisis, in bancho filiorum olim ser Francisci Tomasi dal Campo, posito in capella Sancti Clementis: dompno lohanne Dominici, fratre Sancti Savinj, et Christophoro, dicto Ciolo, Pierj de Ghiqano, mercatore bestiarum, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo quadragesimo sexto, indictione octava, die tertio agusti, secundum cursum pisane civitatis. ST. Finus, notarius, olim ser Bartholomei notarij condam ser Finj de Vico, civis pisanus, imperiali auctoritate notarius et iudex ordinarius, scripsi. ipsum

ilterriccio 2 Nel tsro allemele 3 solvere-pemioou, n'scrfflo su î(Eura in 6ne anni, poí cancellato 5 videlicet-aali, aggímto nell'íntalÍneo.

r- NeI tsto medietatem

a

*guíta

nel teslo, et aliam


DOCUMENTI DELL.ARCHIVIO CAETANI

132

7446.

VI|I.19.

c - 660.

Patti della lega stipulata tra Giooanní-Antonio Orsini, conte di Tagliaeozzo e di AIbe, da una parte, e Onorato III Caetani, dall'altra. e Rinaldo, di lui

Togliacozzo

fratello,

Originale,

in doppio

esemplare.

I

Pacta confederationis et colligationis ac recommendationis, facta inter Iohannem Antonium de Ursinis" comitem Talliacotij et Albe, et Raynaldum eius germanum, armorum capitaneum, ex una parte, et Honoraturn Gaytanum, ex altera: In primis, Honoratus Gaytanus facit et firmat confederationem et col-

ligationem cum ipsis comite et Raynaldo, nec non se subijcit, dat et reconmittit cum omnibus castris, locis et fortellitijs suis, tenimentis et bonis, cum vassallis et subditis suis et eorum bonis ipsi comiti et Raynaldo pro tempore quinque annorum proxime futurorum, incoandorum hodie feliciter. Item Honoratus Gaytanus ex nunc promittit tractare, querere et facere omnem rem utilem ipsi comiti et Raynaldo sujsque vassallis et recommendatis, adherentibus, complicibus, sequacibus, familiaribus et gentibus, et omnem rem inutilem et adversariam ipsis comiti et Raynaldo et sujs predictis evitare et obviare; amicos etiam comitis et Raynaldi pro amicis habere et tractare, dando eis eorumque hominibus, familiaribus, gentibus ac vassallis et conmendatis, complicibus et sequacibus receptum, quovis casu eveniente, ad ipsorum comitis et Raynaldi velle, similiter et victualia pro convenientibus pretijs; inimicos etiarn ipsorum comitis et Raynaldi, tam presentes quam futuros, pro inimicis habere, tractare et inquietare tanquam suos proprios hostes et persequi, dicto tempore durante. Item promittit Honoratus Gaytanus quod deinceps bellum aut guerram non inferet aut inferri faciet per se aut eius vassallos, subditos et gentes alicui absgue consensu ipsorum comitis et Raynaldi, facere guerras aut bellum cum aliquo; promittit Honoratus Gaytanus non facere treguas vel pacem cum illo vel cum illis absque consensu ipsorum comitis et Raynaldi. Et viceversa, Iohannes Antonius de Ursinis, Talliacotij et Albe comes, armorurn capitaneus etc., pro se et Raynaldo germano suo, facit et firmat colligationem et confede-

Sermineta ipsumque recipit et admittit in suum colligatum, tempore quinque annorum, proxime futurorum et ab hodie confederatum et Íeconmendatum incoandorum feliciter, cum omnibus terris, castris, locis, fortellitijs, teritorijs et vassallis, et cum eorum bonis; ac etiam promittit Honoratum Gaytanum, cum omnibus castris, terris, locis et vassallis, bonis et subditis et eorum bonis, favere, manutenere et defendere cum gentibus et vaxallis contra omnes personas aut communitates, hoc tamen declarato quod, si Honoratus Gaytanus, quavis de causa, bellum aut

de pro

rationem cum Honorato Gaytano

guerram faceret contra aliquam pel'sonam aut communitatem absque consensu ipsorum comitis et Raynaldi, tunc ipsi comes et Raynaldus nullatenus teneantur ei prestare auxilium et favorem. Et dicte partes inter se convenerunt ut de his omnibus, de verbo ad verbum, bine fierent scripture, quarum una apud alteram

ipsarum partium remaneret et altera apud alteram, sigillate ipsorum sigillis et subscriptionibus manibus proprijs; et voluerunt quod omnia supradicta intelligantur simplieiter et bona fide, absque dolo, versutia aut fraude, ad bonum, purum et sanum intellectum, omni cavillatione, exceptione et extrema interpretatione iessantibus; gue omnia intelligantu et sint conclusa, reseryata Édelitate pape et ecclesie. Acta 'firmata et sigillata fuerunt Talliacotij, per comitem Talliacotij, pro se et Raynaldo germano suo, et ct Antonium de ludicibus de Sermoneta, comissarium Honorati Gaytani, habentem ad predicta mandaturn, de guo constitit instrumento manu ser Antonij Tutij magistri Petri de Sermineto, auctoritate apostolica notarij, sub anno millesimo ccccoxlv die XVIIIJ mensis augusti, VIIJ indictionis, scripta et subscripta per me lohannem Cole Tutij de Talliacotio, scribam comitis Talliacotij, de eius mandato. Et predicta intelligantur habere robur et fumitatem dummodo per.dictum Honoratum in folio continente hec subscripserit se manu propria, et sigillum suum impresserit et infra decem dies proximos futuros remiserit dicto comiti folium sic scriptum, subscriptum et sigillatum. Ego Iohannes Antonius de Ursi-

nis comes predictus ad fidem manu propria subscripsi. Sig.2 Iohannes scriba predictus comitis Talliacotij etc. supradicta capitula, eius mandato scripsi et ad fidem hic rnanu propria me subscripsi. I NeI seconilo esemplare mancano Ia solloscrízíone e íl sígíIlo di Onorcto Caetanì; ha 2 In ceta rcssa. Nicolaus qui supra de mandato dicti dominj Honorati scripsi et subscripsi.

Ia

seguenle

rcgazíone.' Ego magi:ter


VARIA

c -1446.vlu.

133

F. P.3343.

10, 11.

Lodo di Guglíelmo u de Franchís " a faoore di ser Matteo d'Appiano contro Bartolomeo del . -fu Mailíno dí ser Chino per La oendíla della casa, pasta in Písa, in cappella dÌ S. Martino di

Pisa

Cínsìca. Arc. .Caet., Prg. (Fonilo Pisano) n.

334i.

Aúginale,

Nel oerco, nota sínctona: Sententia ser Mathej

contra Bartholomeum Martinj ser Ghinj de Campilia, civem pisanum; segnalura

del

sec.

d.

Appiano

XVII: n.3.

Nos Guillielmus Bartholomej de Franchis, notarius et civis pisanus, arbiter electus concorditer a Bartholomeo, filio olim et herede pro tertia parte Martinj guondam ser Ghinj de Campilia, cive pisano, ex una parte, et a ser Matheo condam Fanuccij de Appiano, notario, pisano cive, ex alia parte, ad lites quas partes habebant usque in presentem diem, et maxime occasione duarum venditionum ser Matheo factarum per olim Martinurn: primo, de caratis decem novem [inte]gris l de vigintiquatuor caratis pro indivisis domus, que fuerat ser Pierj Fej de Appiano, notarij, pisani civis, posite Pisis, in

r cappella Sancti Martinj Kinsice, pro florenis centum tredecim, [libra]rum quatuor in grossis pro floreno, per cartam rogatam a ser Iohanne Pierj de Sancto Kassiano, notario pisano, Incarnationis anno millesimo 1 quadringentesimo tertiodecimo, indictione sexta, die [dec]imo octavo mensis novembris; secundo, de restantibus quinque caratis dicte domus, ad rationem florenorum quinque et soldorum quadragintaquatuor pro carato in grossis, per cartam rogatam a ser Bartholomeo Boni 2 de Sancto Kassiano, notario pisano, Incarnationis anno millesimo quadrlngentesimo vigesimo nono, indictione septima, die vigesirno sexto novembris; que tota domus fuit ser Matheo, sive habenti cau$arn ab eo, evicta a domina Cea, relicta ser Pierj de Appiano, pro suis iuribus dotalibus, ut patet per acta curie pisanorum potestatis; et quam domum nunc possidet, titulo emptionis, Lazarus Nutj, bastarius, facte a dicta Cea, et etiam concessionis et traditionis iurium florenorum octuaginta, librarum quatuor in grossis pro floreno, et de summa iurium que Martinus habebat contra abbatiam Sanctj . Savinj et eius abbatem et suprascriptum ser Pierum, fideiussorem suum, et eorum bona et contra heredes ser Pierj de Appiano, per cartarn venditionis rogatam a suprascripto ser Iohanne notario, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo duodecimo, indictione guinta, die vigesimo quarto mensis martij : sedentes pro tribunalj, vigore compromissj in nos factj per ipsas partes et scripti a te Piero, notario, olim magistrj Lupj Pierj, cive pisano, de presenti anno et indictione, die trigesima mensis iulii: visis venditionibus de suprascripta domo factis per Martinum et actento quod domus fuerat locata per dictum ser Mattheum Lazaro Nutj, bastario, pisano civi, pro pen$ione et quod fuit postea per ser Mattheum vendita lohannj Ursj, barberio de Baloeo ad Aquas, et quod postea fuit evicta ser Matheo de Appiano per dominam Ceam; et viso insh'umento venditionis iurium florenorum octuaginta facta per dictum Martinum ser Matheo de summa iurium que habebat contra monasterium Sanctj Savini et eius abbatem et bona et ser Pierum, eius fideiuxorem, et eius heredes et bona; et visa evictione secuta de quinta parte molendinj, venditj dicto ser Matheo Per ser Pierum Fej de Appiano, debitorem dicti Martinj, vigore fideiuxionis facte pro abbate suprascripto et ad quam Martinus egit contra ser Matheum, et de gua in istrumento transactionis et venditionis iurium fit mentio; et visa evictione de guarta parte dictj molendinj, facta ser Matheo et heredibus suprascriptj Martinj ; et viso quod in transactione et venditione iurium continetur quod, si dicta evictio quarte partis fieret ser Matheo, quod Martinus teneretur reddere ser Maùeo florenos octuaginta, pro quibus venditio iurium facta fuit, et venditio iurium revertatur ad Martinum; et visis expensis factis ad defensam causatum, per dominam Ceam motarum conha ser Matheum et Martinum, in quibus est $ecuta evictio; viso quod Bartholomeus est solum heres olim Martinj ser Ghinj pro una tertia parte: nunc, ipsis partibus ad concordiam iam deductis, laudamus in hunc modum videlicet: Quia condemnamus Bartholomeum heredem ad solvendum ser Matheo pro sua tertia parte, Bartholorneum contingente, de summa in ipsis inskumenús contenta, florenos centum quadraginta et soldos sexaginta, denariorum librarum quatuor pro floreno, pro capitalj venditionum ser Matheo factarum de dicta domo, in una parte, et in alia pro damnis, interesse et expeasis factis, occasione evictionum, 0orenos septuaginta, ad rationem librarum quatuor pro floreno in grossis, videlicet tertiam partem ipsarum surilnarum pro pùte eumdem Bartholomeum contingente et, in alia parte, tertiam partem florenorum octuaginta pro capitalj venditionis dictorum iurium et tertiam partem florenorum octo 2 pro l"-.i5, interesse, cabella et expends, ad beneplacitum ser Maùei ; et


DOCUM ENTI DELL'ARCI-IIVIO CAETANI

134

condemnamus ser Matheum ad faciendum Bartholomeo Martinj pro $ua tertia parte quicquid obligatus est vigore pactorum et venditionis iurium; et mandamus partibus debere suprascripta exegui, ad penarn in compromisso appositam; et tibj Piero notario damus licentiam suprascripta extendendj. Lata et data

est a ser Guillielmo arbitro, in studio inferiorj domus sue, posite in cappella Sancti Egidii, presente ser Matheo: domino fratre Piero condam Antonij del Trincha, priore prioratus Sancij Antonij de Spassavento de Pisis, Ybo condam Gerardj de Chavaiano, funaiuolo, et Pietro condam ser lohannis Ciampulj, pisanis civibus, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo guadragesimo septimo, indictione nona, die decima mensis augustj, secundum cursum civitatis Pisarum. Antonius Martinj de Gangalandj, vocatus Tartaglia, numptius pisanj comunis, retulit michi Piero notario se, ex mandato ser Guilliernj arbitrj et ad petitionem ser Mathej, denumptiasse Bartholomeo Martinj ser Ghinj qualiter sententia lata erat contra eum; gue relatio facta fuit michi Piero notario per numptium Pisis, in via publica, ante palatium residentie pisanorum potestatis: Iacobo olirn Franciscj Roncione et Andrea filio Maùej condam Bartholomej Maschianj, pisanis civibus, testibus, suprascriptis anno et indictione, die undécima mensis augustj, more Pisarum. ST. Pierus olim magistrj Lupi Pierj, civis pisanus, imperialj auctoritate notarius et iudex ordinarius scripsi.

I

Danno della pergamena. 2 Aggiunlo con ichíamo ín fine

aI

documento,

c-1446.VIII.2e generale n'lasciala Fírenze - Procura d'Appíano.

F.P.3280. dal nobile Trcílo del fu Antonello da Lafino a

Arc. Caet,, Prg. (Fondo Písano) n, 3280, da Larino; segnalura del sec, XVII: u 19.

Otígínalc,

Nel

oerso, .nola

del

sec.

XV:

Procura

ser Matteo

di Troylo Antonello

Anno ab lncarnatione millesimo quadringentesimo quadragesimo sexto, indictione nona, die vigesima nona mensis augusti, actum in populo Sancti Ruffillj de Florentia: testibus ser Christoforo Pieri de

Vitolino, notario Florentino, et Baldassarre Pierf de Cascina, cive pisano. Nobilis Troyolus, 6lius olim Anùonellj de Larino, armiger equester, revocando alios procuratores, constituit suum procuratorem ser Mactheum olim Fanuccij de Appiano, civem pisanum, in omnibus litibus; ad exigendum quicquid constituenti debetur; ad faciendum capj et in carceribus ponj, staggirj et recomendarj debitores et de bonis eorum pignorarj faciendum; ad vendendum et permutandurn bona ipsius; ad commictendum et compromictendum in arbitros; et ad omnia faciendurn gue constituens facere posset si adesset; dans procuratorj plenum mandatum necnon promictens se ratum habiturum quicquid pel procuratorem gesfum fuerit, sub obligatione sui suorumque heredum et bonorum. ST. Franciscus olim lohatnis de Cepperello, imperialj auctoritate iudex ordinarius atque civis et notalius florentinus, scripsj.

1446.[X.27

.

c-6V7.

Taooleto Onorato III Caetaní aCaterina Orsinl.' --' sul sacco di Monte Boaggine, presso cuí è accampato con I'esercíto della Chíesa, ad un miglía da quello di Francesco Sforza, in altesa del conte Calo Gonzaga (?). ")

( [M]agni6ce consorti nostre Fuorì: | 1M.d.1-r Catherine de [Ursini]s etc. ( [Hooot1"t* [GaYtalnus etc.

I Entro.. Honne persona de ssa ... questa lectera haverra pacientia per che lu scriptore no e mellu. Delle nouelle de qua non ce so altre se no che d. poy che nuy vi scryvemo si mectenmo a sacco unu castellu de qujlli dellu contato di Monte Felho, Iu quale castellu se chiama Monte Boagine, dove erevamo a canpo lu esercito de santa ecclesia e llu canpo dellu conte Frangisco, si alloiamo circa uno


VARIA

115

mille da longna uno dalgliautro; et creese per la majure parte della gente de guisto esercito se pilgliara bactalglia se Iu conte ne averra volglia. Avisemovi che llo esercito de sancta ecclesia e gossedissimo et tucta via si e pliu grosso per le scluatre delle gente d'arme et fantaria assayssima che ad honne hora iungniono in campo; anco in ora in ora se aspecta lu conte Carlo con pliu de millj cava[j et fantaria asay. Altre novelle no ce so de gua al presente se no tucte bone per sancta ecclesia. Ex felici exercitu sacroque sante romane ecclesie, iusta Taboletum, die XXVIJ mensis setenbris 1446. Honoratus i

GaYtanus ietc'

rnanu ProPria'

a) Vedi Domus, | 2, p. 85. t Danno della caila.

1447

.v[.22.

c-

955.

Rorna - II cardinale Guglielmo d'Estouteoille, commissario pontíficío nellc causa saprc il domínio di Sermonetd, Bassiano, Ninfa e Notmo, ad ístanza di Francesco III Caetani, ordina la citazione di Onorato III Caetani. Originale.

Guillermus, tituli Sancti Martini in Montibus presbiter cardinalis, andegavensis vuigariter nuncupatus, causis ac partibus inflascriptis a papa iudex et commissarius deputatus, abbatibus, prioribus, prepositis, decanis, archidyaconis, scolasticis, cantoribus, custodibus, thesaurariis, sacristis, succentoribus gt canonicis, ecclesiarum rectoribus et locatenentibus eorumdem, plebanis, viceplebanis, cappellanis,

vicariis perpetuis, altaristis, presbiteris, clericis, notariis

et

tabellionibus

per civitates et

dyocesim

terracinenses et velletranenses ac alias ubilibet constitutis. Noveritis quod nuper Nicolaus papa guintus commissionis sive supplicationis cedula nobis per suos cursores presentari fecit, quam nos recepimus, similis tenoris: Beatissime Pater, dum alias discordie inter Franciscum de Gaietanis, ex una, et Honoratum etiam de Gaietanis de Sermineto, super dominio Sermineti, Bassianj, terracinensis dyocesis, ac Nimphe et Norme, castrorum et locorum velletranensis dyocesis, eorumgue tenimentorum, iurium et pertinentiarum, parte ex altera, forent suborte, pro tunc extitit concordatum super dimidietate castrorum et locorum predictorum in hunc modum, videlicet, quod una quarta pars pertineret ad Franciscum, alia quarta pars ad Honoratum spectaret; scilicet quod Honoratus quartam partem, que ad Franciscum spectaret, regeret et gubernaret, fructibus tamen illius ipsi Francisco reservatis quousque esset inter prefatos decisum ad quem religua dimidia pars castrorum et locorum predictorum spectaret. Verum, pater sancte, quia Honoratus castra et loca predicta in totum regit et gubernat nolitque, ut videtur, super hiis determinationem et decisionem fieri, dignetur sanctitas vestra alicuj ex cardinalibus mandare quatenus prefatos Franciscum et Honoratum ad se venire faciat illosque in eorum iuribus audiat, ac quod iustum fuerit decidat, cum p[otestate] procedendi summarie et de plano, sine strepitu et frgura iudicij et absque terminorun observatione, cum potestate etiam Honoratum citandi in romana curia et extra id partes, non obstante quod cause huismodi ad romanam curiam non forent devolute seu in eadem hactande aut finiende, constitutionibus et ordinationibus apostolicis ceterisque in contrarium facientibus non obstantibus quibuscumque, attento, pater sancte, quod Franciscus et Honoratus consanguinitate sunt proxima coniuncti. In fine dicte commissionis sive supplicationis cedule scripta erant de alterius manu, superiori litera ipsius cedule penitus dissimili, hec verba, videlicet: De mandato pape audiat cardinalis andegavensis, citet ut petitur et procedat etiam summarie etc. Post cuius cedule receptionem, fuimus pro parte Francisci de ,Gaietanis reguisiti quatenus sibi citationem extra romaram curiam et ad partes contra Honoratum de Gaietanis de Sermineto concedere dignalemur. Nos vos onures in solidum monemus, vobis sub excomunicationis pena mandantes, guatenus infra sex dierum spatium, post notificationem presentium et postquam pro parte Francisci de Gaietanis fueriús requisiti, Honoratum de Gaietanis de Sermineto in persona, alioquin in hospitio habitationis sue, si ad id vobis tutus pateat accessus, et in parrochiali sub qua moratur, sin autem in caùedralibus terracinensibus et velletranensibus et panochialibus ecclesiis aliisve ecclesiis et locis publicis, infra missarum et aliorum divinorum sollemnia, peremptorie citare curetis, guatenus guhtadecima die post citationem vestram Rome vel

.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

lJo

alibi ubi tunc

forsam papa cum sua curia residebit, in audientia causarum apostolica, mane, hora causarum

in iudicio coram nobis vel sr.rrrogando iudice et cornmissario, per se vel procuratorem suum, cum omnibus scripturis, instrumentis, processibus, iuribus et munimentis causam concernentibus, Francisco de Gaietanis super omnibus in diòta commissione contentis responsuri, ac alias r,rsque ad difinitivam sententiam procedentes, certificantes citatum quod, sive compalere curaverit sive noí, nos ad prennissa omnia procedemus; diem citationis vestre et quicquid in premissis feceritis nobis vel surrogando iudici et commissario per vestras patentes literas, sigillis autenticis sigillatas, aut instrumentum, harum serienn seu designationem sufficientem in se continentes seu continens, remissis presentibus, intimare curetis; absolutionem omnium qui excomunicationis sententiam incurrerint nobis vel superiori nostro reservamus. Presentes literas sive presens instrurnenturn fieri et per notarium publicari mandavirnus nostrique sigilli iussimus et fecimus appensione communiri. Datum et actum Rome, in domibus nostre residentie, sub anno millesimo quadringentesimo guadragesimo septimo, indictione decirna, die Iovis vigesima secunda mensis iunii, pontificatus Nicolai pape quinti anno primo: Iohanne vallerenense et lohanne meliorenense, clericis ab[it]inensis (]) et basinitine dyocesis, testibus. ST. Iohannes Raynerii de Gravia, [cl]ericus leodyensis dyocesis, apostolica et imperiali auctoritatibus notarius et Guillermj cardinalis, iudicis et commissarii et huiusmodi cause scriba, presens instrumentum, manu alterius scriptum, confeci et una cum dicti cardinalis sigillj appensione signavi. consueta, compareat

c - 339.

It447.VII.c.l.

xxvlil.

Dínanzí aI cardinale Guglielmo d'Estouteoìlle, commissario pontifi.cio, il curatore di Onorcto III Caetaní protesta coitro I'abusíoa ammínisbazione dello stato di Sermoneta da parte dí

[Romal -

Francesco Copia

III

Caetaní.

sincrona. In Arc. Caet' esiste

anche

la minuta,

segnata

C'339.XXXI'

Coram vobis G[uillermo], tituli Sancti Martini in Montibus presbitero cardinali, ac cause et patibus infrascriptis a papa commissario deputato, proponit curator liti datus Honorato, filio condam lacobi de Gaytanis, romani civis, domini de Sermoneta, minori XXV annis, partis sue ac procurator eiusdem Honorati, contra Franci.scum de Gaytanis, filium condam lacobelli, per modum libelli et summarie petitionis et per alium modum et dicit quod, postquam et ante annum M.CCCC.XXXVI et mensem martii XXV diem, Iacobus, pater Honorati, decesserat, et Honoratum et Beatricem, filios pupillos "iord"rr, suos et in sua hereditate castrum Sermonete et Bassiani, posita in dyocesi Terracene, cum "t et heredes eolum territoriis et pertinentiis, necnon castra diruta Nimphe, Normarum, Cisterne, Tiberie, Sancti Donad, Sancti Felicis et Aque Putride, cum eorum territoriis et pertinentiis, domibus, possessionibus, vassallis et vassallaticis ceterisque iuribus, iurisdictionibus et adiacentiis, necnon animalia ac plurima alia bona reliquerat; ipsi quoque Honoratus et Beatrix et eis boni homines deputati gubernatores, mortis predicte notitiam hrb"rrt", et pro iam dictis iuribus hereditatem paternam ad se delatam fore scientes et in illa se immiscentes, ipsi pro dictis iuribus et presertim prefatus Honoratus, masculus heres, per se et dictos sibi et bonis supradictis deputatos gubernatores, omnia castra, loca, terras, animalia, res et bona supra'

dicta tenuerunt et possiderunt, fructus

et redditus ut veri domini et heredes

percipiendo ex eisdem;

dictus Franciscus adversarius, occasione captata quod Honorati et Beatricis patruus existeret, cum consensu gubernatorum et universitatis castri Serrnonete, de anno, mense et die dictis, pupillorum, castrorum, t"errarum, locorum et bonorum gubernationem eorumque administrationem cum alijs adiectis clausulis ac conventione quod fructus, redditus et proventus castrorum, terrarum, locorum, animalium, rerum et bonorum pupillorum per duos aut hes frdatos homines castri Sermonete, deputandos per ipsius cashi universitatem, deductis necessariis seu comodosis expensis eorundem, conservarentur, mauutenerentur et gubernarentur pro ipsis pupillis et dote Beatricis, et cum debitis scripturis per capitula et instrumentum se obliguvit, .d qu" se refert. Et licet ipse Franciscus se ad gubernationem, cum modis et forrnis suprudiltis, obligatum, etiam Éde data, sciret, nichilominus ex dicta die gubernationem et adrninistrationem personarum, castrorum, locorum et tenarum iurisdictionumque eorumdem ac animalium, rerum et bonorum omnium in propria persona sua capiens, et in eis se intrudens, ex tunc continue curam et regimen, gubernationem et adminishationem castrorum, terrarum, bonorum, animalium, rerum ac bonorum


VARIA

137

orrnium et omnia pupillorum negotia gessit n * administravit et gubernavit usgue ad annum MccccXLII et mensem februarii ipsius anni, et sic per annos sex vel circa fructus, redditus et proventus castrorum., terrarum et locorum, animalium, iurisdictionum ac rerum omnium aliarum Honorati, in processu cause

et liquidandos, per se ipsum et suos specialiter a se deputatos homines et non per homines eligendos et deputandos, ut promiserat, percipiendo et in suos usus convertendo et faciendo de eis ad sui libitum voluntatis; et licet ex post Honoratus Beatricem nuptui magnifice tradens, eam dotaverit affluenter, propter quod iuxta statuta Urbis nec non cessione et lenunctiatione per Beatricem mihi de bonis paternis dicto Honorato, et in ius et favorem eius factis, eidem Honorato sibi et in solidum terre et cetera predicta hereditatis paterne, et que ex ea sequi po$sent, etiam actiones et iura contra Franciscum, occasione gubernationis et administrationis supradicte, pertineant; atque veritas fuerit et sit absque eo quod Franciscus aliquam rationem de gestis et administratis alicui et presertim Honorato unquam assignaverit et seu religua consignaverit et restituerit; et postquam Franciscus desiit gerere negotia predicta et Honorati bona predicta gubernare et administrare, idem Franciscus fuerit sepe sepius per partes Honorati requisitus, tam in iudicio quam extra, quatenus' rationem gubernationis, administrationis et gestionis negotiorum sibi redderet et reliqua consignaret et restitueret, tamen Franciscus hoc facere semper denegavit et denegat, in sue anime periculum et Honorati preiudicium non modicum et gravamen: quare petit curator predictus per vos cardinalem et commissarium vestramque dilfinitivam sententiam decerni Franciscum obligatum esse ad reddendum Honorato rationem sue gubernationis et administrationis et ad restitutionem et resignationem reliquorum ad eius manus perventorum, seu que ex deducendis et liquidandis apparebunt pervenisse, et ad omne id in quo apparebit Honoratum dampnificatum ex mala vel negligente eius administratione, una cum expensis in huiusmodi causa pro parte Honorati factis condempnari et super premissis sibi freri iustitie complementum, de expensis fiendis protestando. Et premissa petit curator, vestrum benignum officium implorando. Salvo iure etc. Et protestatur etc, declarandos

Í1447

c - 339. XXVII.

.VII. c.l.

Richíeste

di

Caetani contro Onorato III Caetani cìrca Ie propríe ragíoni sullo stato di Serrestituzíone di danni e interessi, nonché di Monteroduni, Macchia e Montaquila, del

Francesco

III

moneta,

Ia

bestiame

e della dote délla moglie.

Appunti del sec. XV.

Informatio pro parte domini Francisci Gaytani.

In prirno dimanda el prefato singnore Francesco, de la mita de Sermoneta, Bassiano et delle altre tere, ia debita ad lu conte de Fundi et dunata et transferita legitimamente ad lu conte de Fundi et dunata et transferita legitimamente ad lu dicto singnore Francesco, come appare per lettera et concessione patente. Item dimanda uno terso et uno quarto de un altro terso della mita della dicta Sermoneta, Bassiano et le altre terre qualj te Honorato, como appare nella sententia et lodo tra loro data per Io magnifico signore Castellano u). Item pete Ii fructi perceputi per Honorato della dicta mita et dello dicto terso et quarto de uno terso da tre annj in qua et piu che Honorato a fructato indebitamente. Item pete li danpni et li interessi soy el quali li sonno occursi et lo inpacciareli Ia possexione et la s. per le dicte soy parti et, se se allegassi convenacione niuna incontraria fatta sopra cio, dicese per parte del singnore Francesco non esserce convention niuna valida ma piu tosto invalida, sforsata et iniusta. Itern pete li fructi de quactordici anni deie dicte terre perceputi per lu singnore Iacobo Gaytano, patre de Honorato, governantq in nome sua et delli fratellj le dicte terre, et pertanto pretendea el singnore Iacobo tenere al terso per lo singnore Francesco et in suo nome, lu qual telso monta per li dicti quatordici annj ducati quactordici milia vel circa. Item pete che li siano rescossi et assingnati liberamente et desobligati li castelli de Monteroduni et Macchia et Monteaguila, li quali fo iudicato deverese scotere per Honorato et assingnareli Ia mita delle dicte terre con li fructi perceputi dal tempo che foro impingnorati per ipso Honorato per la dota della sorella. Item pete esserli restituito lu bestiame baccino, bufalino, pecorino et porcino con fructi et adlevy perceputi dal di che li fo tolto per ipso Honorato fine nel presente di, lu quale bestiame accagiano per

I,

t8

.


DOCUMENTI DELL'ARCTIIViO CAETANI

t38

v; milia.

ltem dornanda che la dota della donpna del singnore quale obligo per la terseria Sermoneta et Bassiano et le altre terre, secondo appare per conhacto: monta la dicta tersaria ducati duimilia et CCCXXXIIJ. a) Anlonío de Rído; cf. Dcmus, I, 2, p. 76. monteria, omnibus compensatis, ducati Francesco, inhato

in

casa

de

rnisser lacobello,

el

c-ro54.

It4'47l.vlrl. e.

procuralore del conte di Lauúto a faoore - Dichiarazíone di debno di ducatì 15 fatta dal di Onorato III Caetani per îesto del pagamento di Raccasecca e Castrocielo, oenduti aI conte da Antonio de Rida.

Sermoneta

Originale.

Io Cola de ludici lacobo de Vayrano,' generale erario del excellente conte de Lorito et del reame de Sicilie conte camborllingo etc., faczio noto et manifesto como lu dicto signor conte e debitore al s[ignorJ Honorato Gaytano de ducati guindici, li qualj quindici ducati Iu dicto s[ignor] Honorato ave p[ag]ati al castellano che fo del castello de Sancto Angelo de Roma, Antonio de Rido de Padua, per resto del pagamento de Rocha Sicha et Castrocelj, qualj conparao lu dicto conte dal dicto Antonio de Rido, olim castellano etc.; et ad cautela del prefato s[ignor] Honorato et ad chiareze de la verida ne agio iacta questa presente scripcta de mia rnanu propria et nizata del mio nizo. Sermonite, VIIIJ' agustj,

X indictione. Sig.' A

Abb. Vay.""

2 In ceta rcssa.

I\448.1.261post.4,

C -725.

Artícoli prodotti da Anoralo III Caetanì nella cousa rclatioa a Cisterna, per la paúe acquistata da Gíudítta Rosa. Copia del sec.

XV.

Articuli pro parte Honorati Gaytani in causa Velletrensis castú Cisterne. Addendo articulis pro parte Honorati Gayetani in hac causa productis, posiciones et articulos declarando, procurator Ftronorati ponit gue sequuntur ac petit per partem adversam, medio iuramento, responderi, et si negabitur probare ofiert et intendit seque et partem suam ad probandum admictj, citra onus superflue probationis, de quo protestatur. Imprimis probare intendit procurator quod in casum in quem constet fuisse unquam deductum pro parte Honorati quondam Baldasserram Cossam, Iohanuem XXIIJ tunc nuncupatum, fuisse et esse paparn, eo casu declarando dicit quod vel fuit et est verum in civitatibus et locis sibi de facto subiectis, ilest in iluibus sibi ut papa dabatur de facto obedientia, et sic fuit et est verum. Item quod id fuit et est absgue eo quod cotrdam Baldesar, dum Iohannes XXIIJ fuerit alicubi yerus papa, seu quod in civitatibus, terris et locis in quibus sibi non prestabatur obedientia, fuerit reputatus papa. Item probare intendit quod, vacante dudum romana ecclesia pastorè et summo pontifice per obitum condam Innocentii VIJ, videlicet de anno MCCccVl, tunc cardinales, in Urbe et curia romana existentes, in

eiusdem Urbis apostolico palatio in unum congregati, elegerunt in papam condam Angelum Corrario, cardinalem venetun tunc nuncupatum, Gregorium XJ postmodum appellatum palam et publice, et sic fuit et est verum. Item quod tunc de dicto anno condam cardinales dictum condam Angelum in papam Gregoriuq XIJ intronizarunt atque vocarunt palam et publice, et sic fuit et est verum. Item quod condam Gregorius in Urbe et apud solitam basilicam et inueius loco consueto, publice et palam, tamquam verus et indubitatus papa extitit coronatus, et sic fuit et est. verum. Item guod extunc et post continue condam Gregorius ab omaibus romanis, provincialibus et tota Italia et presertim in provinciis Urbi vicinis et in regno Sicilie a tunc cond,m l-ansdislao rege, eius proceribus et baronibus necnon in Maritima, Campania et Patrimonio Beati Petri, Ducatu et Marchia provincijs et in locis omnibus et ab omnibus illorum locorum et comuniter in verum et indubitatum papam et summum pontificem et universalem receptus, veneratus et obeditus extitit palam et publice, et sic fuit et est verum. Item quod


VARIA

t39

condam Gregorius, post electionem et coronationem, etiarn de anno MCCCCVII de Llrbe romana recessit et se in regnum neapolitanum transtulit inibique pluribus annis vitam suam duxit atgue in eodem moram traxit palam et publice, et sic fuit et est verum. Item quod omnia et singula premissa fuerunt et sunt vera et de ipsis fuit et est publica vox et fama. Item quod de anno Mccccvlo, VIlo, VIIIo, lxo, Xo, Xl", XII', et continue ac ante et post, condam Lansdislaus rex tenuit et possedit maiorem partem Maritime et Campanee provinciarr.lm illarumgue civitates, terras et loca et presertim terram Setie, et sic fuit et est verum, publicum et notorium. Item guod per annos et tempora proxime dicta dicte partes provinciarum ac civitates, terre et loca huiusmodi et presertim terra Setie earumque homines et habitatores omnes condarn Gregorio tamquam eorum pape, pastori et domino universali, et Lansdislao tamquam temporali veris dominis obedierunt illosque pro talibus reputaverunt palam et publice, et sic fuit et est verum. Item guod huiusmodi partes et tena Setie illarumque homines et habitatores dictos condam Angelum, Crregorium vocatum, usque ad tempus infrascriptum, et condam regem Lansdislaum usque ad eius obitum et post usque ad annum MCCCCXIIII et diem XX mensis novembris quo condam lacobus, tituli Sancti Eustachii diaconus cardinalis, universitatem, homines et habitatores terre Setie ab omnibus rebellionibus, excessibus criminibus, culpis, penis, malefitiis et delictis ac cavalcatis, curreriis, guastis, dirruptionibus domorum, incendiis, violentiis, furtis, rapinis, homicidiis et aliis malis per ipsos contra romanam ecclesiam in terra Setie ac contra quascumque terras, tam ipsius ecclesie guam dominorum sive baronum aut aliarum personarum, etiam ratione rebellionis contra ecclesiam aut cuiuslibet excessus sive adhesionis impie a iure prohibiti, etiam si crimen lese maiestatis aut heresis sapiebant, absolvit et liberavit, in ipsorum papam, pastorem universalem et veros dominos, sicut scriptum est in supra proximo articulo, tenuerunt et appellaverunt etiam concorditer et comuniter, et sic fuit et est verum. Item quod condam Baldesar Cossa de Neapoli, tunc pretendens se cardinalem, condam Gregorio XII romano pontifrce vivente et sedente in sede apostolica, videlicet post incoactum annum MCCCCIX a nonnullis se cardinales preten' dentibus se in papam lohannem XXIII fecit nominari, necnon de anno Mccccxl, cum! condam Alovisio, adversante condam rege Lansdislao in regno Apulee, (Jrbem romanam ingressus, illam occupavit et in sede Petri se intrusit, et sic fuit et est verum. Item quod regnum Apulee necnon omnes terre, civitates et loca supradicta, per condam regem Lansdislaum possessa et presertim terra Setie, toto temporq quo rex Lansdislaus vixit, ac habitatores et homines ipsorum concorditer et communiter reputaverunt, prout erat dictus, Baldasarem antipapam et in sede Petri intrusum palam et publice, et sic fuit et est ĂŹrru.. Item guod omnia premissa fuerunt et sunt vera et de ipsis fuit et est publica vox et fama.' Item probare intendit in casum et eventum alias in articulis, pro parte sua imprima instantia primo datis, guod dicta domina lodecta, dicti condam lacobi Rose frlia et heres pro tertia parte dicti condam Iacobi, post obitum eius patris, hereditatem adivit sive illi se immiscuit et pro herede dicte tertie partis se gessit et gerit palam et publice, et sic fuit et est verum. Item quod dicta domina lodecta, existens dicti condarn Iacobi sui pahis pro tertia parte heres, sciens dictum Honoratum dictam roccham Cisterne cum medietate eius tenimenti, que videlicet per dictos nobiles condam de Frayapanibus a principio possedebatur et prius ea dicto Ric[ardo] Rose fuit vendita et in eius parte sexta ipsa lodecta succese) mensis serat, ut est alias dictum, tenere et possidere dudum, de anno MCCCCXLVII; et die XXVJB ianuarii, partem sibi in castro Cisterne ex successione spectantem Honorato pro tunc ionvento pretio vendidit, prout in instrumento continetur, et sic fuit et est verum. Item quod Honoratus venditionem' per dominam lodectam sibi factam, scivit et scit illamque ratam habuit et habet, et sic fuit et est verurn. Item quod de premissis omnibus fuit et est publica vox et fama. Item probare intendit quod ante diem X mensis seft.mbris MCCCOO(XVII et ante obitum et aliquod testamentum lacobi, Iodecte patris, cum lodecta defectum natalium patienti, ut ipsa, defectu huiusmodi non obstante, in paternis necnon aliarum personarum, tunc expressarum, bonis succedere posset, per condam Eugenium paPam quartum dispensatur, et sic fuit et est verum. Item quod lodecta dispensationem huiusmodi scivit et scit illamque ratam habuit et habet, ac literas apostolicas desuper expediri fecit, et sic fuit et est verum. Item quod de premissis omnibus fuit et est publica vox et fama. Item alias probare intendit quod condam rex Lansdislaus, existens dominus et detentor et pro domino temporali reputatus dictarum tenarum et presertim terre Setie, et tenens castrum sive roccham Cisterne cum eius tenimento, de anno MCCCCICIII et post mensem iulii viam universe carnis fuit ingressus eiusque corPus ecclesiastice sepulture traditum extitit, et sic fuit et est verum. Item, declarando articulos ultimo datos pro parte *u", d" possessione Ursine sue medietatis et tempore vendictionis per Ursinam lacobo de Gayetanis,


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

140

patri Honorati, facte, probare intendit procurator quod, defuncto rege l-ansdislao et debellato dicto Fra Moriali, tunc romane ecclesie inimico et contra Urbem romanam bellante, dictumque castrum sive roccham Cisterne cum eius tenimento occupante, condam lacobus de Gayetanis, Honorati proavus, et ad quos successive castrum predictum devenit, cum LJrsina, sue medietatis dicti castri locatrice eiusdem, etiam successive convenerunt et, solvendo annuatim ex tunc pro redditibus pensionem et mercedem dicte medietatis eidem ursine, quandoque certam pecuniarum summam quandoque alios redditus in animalibus et blado consistentes, et sic {uit et est verum. Item quod iusta locationem et conventionem inter Ursinam et condam proavum et patrem Honorati fachs, ex tunc annuatim usque ad tempus vendictionis per condam Ursinam de medietate castri Cisterne eiusgue tenimenti eidem Iacobo, dicti Honorati patri, facte, _et usque ad annum MccccXXUt, prefati lacobus et lacobus, proavus et pater, successive, singulis annis, successivis temporibus, pensiones, responsiones, mercedes et redditus conventus (!) Ursine et alteri recipienti pro ea solverunt et consignari fecerunt possessionem dicte medietatis a domina Ursina et pro ea recongnoscente et habente palam et publice, et sic fuit et est verum. Item quod condam LJrsina, tunc in humanis agens, pluries confessa fuit se recepisse ab ipsis lacobo proavo et Iacobo pahe, pro locatione et conductione et dicti castri et illius tenimenti fructibus, pensiones, responsiones, mercedes et redditus conventos, et pro eis nonnullas successive lacobus, ipsius Honorati pater,

pecuniarum et animalium et bladorum guantitates, etiam usque ad tempus vendictionis antedicte habuisse palam et publice, et sic fuit et est verum. Item guod, cum semel Ursine in convento et ordinato tempore solutio predicta fuisse neglecta, ipsa Ursina breve a Martino papa quinto, de quo in actis, cause, impetravit, vigore cuius dicta negligentia fuit indilata, purgata et singulis prius ea secutis annis predictis eidem debita solutio et satisfatio facta extitit de predictis, et sic fuit et est verum. Item quod omnia premissa fuerunt et sunt vera et de ipsis fuit et est publica vox et fama. Salvo iure addendi etc. Et protestatur etc. prout fuit et est moris. u)

C/.

Regesta Chartarum,

iî,

pp,

305-6.

c - 703.

t448.vl . 30.

ili Nicolò V aI rettore e al gìudice di Campagna e Marittíma, cuí commette la causa - i Breoe e Onorato III Caelani. . fra Caetani Palatíni

Roma

Copia, inserita

in doc. |449.VII.

Nicolaus papa quintus. Dilecti 6lii. Vobis mandamus quatenus in causa restitutionis et sententiarum exequtionis inter Bonifatium et fraEes condam Bonifatii Gaytani, ex una, et Honoratum, filium condam lacobi Gaytani, ex parte altera, ratione spolii, de quo in serie sententiarum alias latarum dicitur contineri, iustitiam ministretis summarie, simpliciter et de plano, sine strepitu et 6gura iudicii, quocumque temporis cursu non obstante, si mala fide et indebite spolationem factam fuisse vobis constiterit. Datum Rome apud Sanctum Petrum, sub anulo piscatoris, die >oo(o iunii Mocccc\LVIIln, pontificatus nostri anno secundo. In subscriptione dicti brevis apparet verbum: Blondus. A tergo vero: Dilectis filiis rectori ac spirituali iudici provinciarum Campanie et Maritime.

.vlll.24.

1448

c - 693.

generale della díocesi dì Ostia e VeIIeti, conceÀe aì beneficiatí - Píetro de Cefiantes, oìcarío dí S. María Ia facoltà di oendere immobili per Ia copertwa del tetto della chiesa.

Ìrlrnío

Copia, iuserita nel doc. 1448.

IX.E.

Petrus de Cervantes, archidiaconus de Brunesta in ecclesia burgensi, ac in civitate et diecesi ostiensi et velliternensi loannis ostiensi episcopi cardinalis vicarius et officialis generalis. Cum ad nos :.. ad nostram devenerint audientiam qualiter ecclesia Sancte Marie castri Ninfarum, predictg digcesis, propter depopulationem ipsius castri et ruviiram maximam devenerat, ipsumque tectum et maior pars ecclesig


VARIA prgdictg disfacta et destructa erat; ideoque nos de prgmissis certam notitiam habentes, ac considerantes utilitatem et commodurn dicte ecclesig, et ad supplicationem archipresbiteri et beneficiatorum dicte ecclesig, videlicet ,Angeli videlicet (!) Nicolai Impeciantis (t), Antonii Stefani Saccotii, Ioannis Frencigena, troannis Antonii Grimaldi, Petri lacobi de Cora, Andreg de Cora, Angeli Pauli Pastg de Velletris et loannis Blasii, praesbiterorum, coram nobis personaliter constitutorum, eis auctoritatem concedimus vendendi et alienandi unam vel plures ex possessionibus dictg ecclesig usque ad valorem viginti quinque florenorum auri de camera, pro reaptatione et constructione tecti et ecclesig predicte fienda, guorum viginti guinque florenorum * * posse$siones huiusmodi venditg fuerint, receptionem archipresbitero et uni ex beneficiatis dicte ecclesig per eosdem beneficiatos eligendis committirnus, eisdemque archipresbitero et beneficiato mandando, sub excommunicationis pgna, quatenus a die venditionis dictarum possessionum, infra unius rnensis spatium ex tunc imediate sequens, reaptationem dicte ecclesig incipiant et continuent ac continuari faciant. Presentes litteras, manlt nostra et notarii nostri subscriptas, ac sigilli proprii impressione munitas, eisdem duximus concedendas. Datum et actum in palatio castri Ninfg, sub anno a Nativitate 1448, indictione XI, die 24 mensis augusti, pontificatus Nicolai pape V anno 2o: domino Roderico Luxxi, archidiacono de Alarconensi ()), in ecclesia conchensi, et Roderigo de Rogara, canonico civitatis Calagurritarg, testi[us. Post hec erat subposita, sub signo, manus propria dicti vicarii in tali forma: Pfetrus] archidiaconus et vicarius ostiensis. Et post hec erat impressum sigillum in cera rubea, cohoperta papiro, continens in se .scutum continens in se duos cervos sculptos et in circuitu scuti erat qugdam linea litterarr,rm, quas comprehendere volui * * Dec ron ab alio latere dextero sigilli erat subscriptio notarii sic dicens: Iohannes Ferdinandus de Modena notarius apostolicus et imperialis.

1448.IX.9

c - 693.

.

pet compierne la - L'arcìprete e i beneficiatt della chiesa rutale dí S. María di Ntnfa, copeîtwa del tetto, t)endono a Stefano dí Ntcola Traglíoni, di Sermonela, peî 25 ducati d'arc, un terreno ín contrada Forca di S. Romano, in territorio dí Ninfa.

Sermoneta

Copia, eseguita

il 4.11.1764

dal notaio Francesco u de Rubeis >,

di

Sermoneta, desunta dal registro del notaio Antonio di

Tuccio di Sermoneta.

Anno a Nativitate 1448, pontificatus Nicolai pape V anno VI", indictione XI, mensis septembris die septimo. Dominus Angelus ColE de Verulis, dominus Antonius Stefanus Saccotii, dominus Nicolaus Antonius Imperantis, dominus loannes Blasii, dominus loannes Frangigena et dominus loannes Antonii C'rimaldi de Sermineto, archipresbiter et clerici beneficiati ruralis ecclesie Sancte Marig de Ninfa, veliternensis digcesis, congregati in cappella situata ante et extra ianuam maioris ecclesig Sanctg Marig de Sermineto, terracinensis digcesis, quem locum elegerunt pro eorum capitulo ad hunc acturn, I tam pro se ipsis quam nomine domini Petrutii lacobi della * *, domini Thomaij magistri Iacobi de Therracina, nec non domini Anggli Pauli Pape de Velletris, etiam clericorum beneficiatorum prglibatg ecclesie ruralis, pro guibus tribus sociis absentibus de rato promiserunt: mature considerantes de stricta necessitate opus habere prosequi et ad debitum efiectum producere inchoatum iam opus caballaturg, et cohoperimenti tecti ecclesig supradictg ruralis, ne perderentur expensg nunc usgue factg ibidem per eos' valoris plurium ut fertur quatraginta florenorum de lignamine illuc perducto, et ne etiam contravenient mandatis Honorati Caietani, domini castri Ninfg etc., nec non domini Petri de Cervantes, vicarii generalis in episcopatu hostiensi et velliternensi pro loanne cardinali, qui domini eis * * iniunxerunt * * r cohopermentum, sub brevi termino commode exped[iendum] curarent; et non habentes denarios manuales seu alias res mobiles 'r,enales, quibus magis commode expedire valerent cohoperimentum predictum pro gtc., quod eidem ecclesig aliquoties in anno a suo clero, cum missarum celebrationibus, serviatur ad salutem animarurn benefactorum eiusdem ecclesig, et maxime illorum ibidem sepultorum, obtinuerunt a dicto vicario potestatem vendendi de rebus stabilibus prefatg ecclesig quantum ascendat ad summam viginti quinque ducatorum auri, per privilegium episcopatus, manu sui notarii scriptum et subscriptum manu propria vicarii et suo sigillo sigillatum, cuius tenor talis est (c/. 1448.V11.24): vendiderunt Stefano Nicolai Traglioni de Sermineto, plus offerenti, factis plurimis subastationibus in locis solitis Sermonetg per Mamioccum, mandatarium curig dictg terrg, teram prgfatg ruralis ecclesig, mensurg guatuor tinellorum, sitg in territorio


DOCUMENTI

t42

DE

LL'ARCFIIVIO CAETANI

Ninfg, in contrada Furcg Sancti Romani, iuxta viam publicam a duobus lateribus, videlicet a capite dictg terrg et alio latere versus Ninpham, iuxta rem abbatig Mammossoli, iuxta rem ecclesig Sancti Blasii de Ninfa et iuxta aliam rem dicte ecclesig Sanctg Marie, fuga seu cavata nrediante: Iiberam, francam et exemptam ab omni onere et servitute, cum introitibus et exitibus suis usque ad dictam viarn publicam' ac cum omnibus iuribus, adiacentiisipro pretio ducatorum auri viginti quinque de cognio romano' valoris bolongenorum septuaginta duorum pro ducato, quod prgtium venditores per manus domini loannis Magistri lacobi, archipresbiteri Sermineti, numerantis pro utraque parte, receperunt in ducatis aureis et moneta argentea assignatumque fuit pretium dornino Angelo archipresbitero et Antonio Imperiante, procuratori et magistro maxario ecclesig suprascripte **t et conhoperimento tecti prgfati, de quibus, opere completo, calculum rationis * n r promittentes venditores pro ipsa ecclesia emptori litem vel molestiam nullo unquam tempore inferre nec inferrenti consentire de re vendita sed ipsam defendere dicte ecclesie sumptibus et expensis et super sese iudicium suscipere; expensas et interesse litis integre reficere promiserunt, obligantes venditores sese et ipsam ecclesiam et bona sua eidem emptori omnia in presenti instrumento contenta observare, sub pena dupli, plo medietate curie ad quam fuerit reclamatum et pro medietate prgtii cuius interest; venditores, eorum dexteras ad pectora, iuraverunt premissa omnia observare et facere observariActum Sermineti fuit presens venditionis instrumentum in cappella predicta: domino Ioanne magistri Iacobi, archipresbitero Sermoneti, domino loanqe Petro Gori, canonico sermonetano, domino Antonio magistri Pgtri Capuani de Cora et loanne Blasii Branzatti ac magistro Nicolao Pauli Baumandi, sutore

de Sermoneta, testibus. I Danno ilella caila origínale.

c - 719.

[14481.4XII.25. Roma

Francesca u de Cressenzo b, monaca dí 5. Seóastiano, a Onorato III Caetaní: spaoento aúuto o causa del tenemoto e i danní da questo anecati aI ,monastero-

-

-

narra Io

Originale.

Fuorí:

Data a lo magrfico et ecellentisimo segnoyre Ooorlto Gaytaro s[iguor] dc

S.

Sermoneta

Excelletissimo mio segnyore, poy delle cento millia arecomandacione. Avisando la V. S. como yo ahyo avuto prima pyu""i.-d" lo r"rin"r" che me avite rnandalo per che yo stava con grandissima ,a{."ooi" et pencere de quisto terrebele terramoto che ey stato da gua che no ve avesse facto arcuna Dio benecto per la sua misericordia no ve ave facto nullo da mayo la guale desto ruina: ma poj "h" de nuy yllo et be viro che avimo passato uno grande pericolo moto contegte; la secund* p", "uirur"ve p". ur"our. che no ge potimo abitare che tucte stamo de che tocto lo monasterio nostro ey rema$o abitare, ma tucte per gracia de Dio simo vivi, acecto per la nocte et de di ala corte dili f.uie

"d

site' grande pagura tucte stamo como a morte; che per guanto ben te voglyo, como a segnyore che me che avisandove dallecordo, men Ih. tul" p.*. -" ave posto quisto terremoto che tremente so viva che avimo pagure multo me allegro delo .runi.i a.t" S. V., lo macco ge dirite uno poco de core a chiste ayute et avimo che no stamo non cilo non ten'a; I'"ltr" ve subrico la V. S' che se ve frontate colo signor conte ziema o se le scrivite, che multo lo regraciate da mia parte de lo grande onore et cortesia *" fa"; no aluo. F[rancesca] et la parente et iucte l'atre amice se recomandano a la S. V. et yo "li" o " lo pr"ruote se no che ayate paciencia se la littera no e cosi ben senza numero no ve di.o "lt per che ey facta con grandissima pressa. Scrita a li di xxv decembre' posto como la S. V. la mereta presto da qua, che me mandassevo la bolla che L'altra ve prego caramente ," no veoisri"o " "ori me avite facto-f"r!, benche yo ayera (l) piu che pyacere che la segnyoria vosha propria me la dovisse che piu acetta I'apera (!); no alko. Sempre rtre arecomaodo a la S' V' a) Datíamo No!ízîe ístoríche

così

ile'

ìI iloc,,

Tcnemoti,

rìportaniloci

p. 4. Vedi

aI

teremolo dùoeîúlo

ancÀe Baratta

Mario,

t

ín

Roma

teÌremotí

íl 4.XI .1448 e

d'Italìa p, 65.

descrílto

/a

MagnatiVinenzo,


VARIA

['!.449j . III.7

143

c.700.

.

Napoli Dichiarazíone di Raímondo Atsini, pfincipe dí Saierno, e di Frcncesco Arsiní, conte di Graoina e Conúercano, prefetlo di Roma, iguardcnte la dote di Gíovannella, figlia di Onorato III Caetani, fdanzata

di

Scipione Pandone,

dei conti di Venafro.

Originale.

Nos Raimundus de Ursinis, princeps Salerni ac regni Sicilie iustitiarius etc., et Franciscus de (Jrsinis, comes Gravine et Conversani ac alme Urbis prefectus etc., per tenore della presente facimo manifesto como infra li excellenti signorj misser Francesco Pandone, conte de Venafri, da I'una parte, lo excellente signor Honorato Gaietano, signore de Sermoneta, da l'altra parte, fo platicato cefio parentato infra lo figlio dello magifico signor Carlo Pandone, nomine Scipione, figlio primo genito dello prefato misser Carlo Pandone, figlio primo genito de misser Francesco sopradicto, e Giovandella Gaietana, figliota dello excellente signor Honorato, et della quale pratica ne foro facti certi capituli da parte in parte, infra Ii qualj capitulj ce e uno capitulo, lo quale se deve dichiarare per nuj. Per lla quale cosa havemo veduti li dicti capituli et maturanrente examinatelj ad ciò che infra li dicti signori se mantenga bona parenctecze, dechiaramo in nello presente modo et forma che, considerato che guactromilia ducati e assay condecente dote de paragio infra Ii dicti signorj, che la dicta Giovandella debia havere li dicti quactromilia ducati et non debia essere rnaritata in capillo, ma debia essere dotata delli dicti quactromilia ducati tempore sponsalie; li prefati misser Francesco, misser Carlo Scipione degano fare le cautele della dicta dote alla dicta rnadamma lovandella, et la dicta lovandella dega fare Ie refutanza allo padre, alla matre et allj fratellj dellj benj paternj et materni. Et per certitudine delle sopradicte havemo facta fare la presente dechiaratione, la quale e subscripta de nosha propria mano et nizata de nostro nizo. Datum Neapoli, VtJo martii, XlJ" iodictione. Raymundus de Ursinis princeps Salerni

etc. manu propria subscripsi. scripsi. Sig. I L

In

Sig.

n Franciscus de Ursinis manu propria sub-

ceta rcssa.

c -1449.v. 5.

F. P. 3276.

- Filtppo Gaetaní afftta a Guaterctto . de Bardis CoIItne Superíorí.

Vicopisano

Arc.

Caet., Ptg. (Fondo Pkana)

n. j276.

, la sua paúe di paxolo,

Atígînalc. NcI *rso, nota del scc. XVI : '..

locazione

posto nelle

...

Guaterotto

da Vernia.

oljm dominj Stefanj militis de Gaytanis, civis r olim lohannjs de Bardis de dominis de Vernia, Gu[atero]tto locavit pisanus, de cappella Sancti Donatj, civi florentino, duas partes pro indiviso de tribus partibus pro indiviso cum abbatia Sancti Donnini, pisane diocesis, totius paschus let pasture, posite in Collinis Superioribus, cum erbis, aqujs, haschis, glandis et spighis ; quas duas partes Guaterottus couducit usque ad kalendas septembris 145 I , prout per cartam rogatam a ser Fino, notario, oljm ser Bartholomei ser Finj de Vico, ad habendum a Lalendis septembris MCCCCLJ ad annos guinque; Guaterottus convenit solvere eidem Filippo vel suis heredibus 2 pro pentione pro ? florenos septuaginta de auro, computato floreno libris quatuor fiorenorum palvorum quolibet anno utilj, solvendas medietatem pentionis in medio annj et medietatem in 6ne annj, in dictis florenis de auro tantum, sine briga, reclamatione curie et expensis, alioquin penam dupli pentionis et expensas, dampna, dispendium ac interesse resarcire promisit, obligando se et suos heredes et bona; Guaterottus promisit locatorj dare a die incipiende locationis ad sex menses fideiussorem pro pentione primj annj, et, finito primo anuo aut ante, teneatu satisdare pro secuado arlno sequentj, et sic teneatur facere de anno in annun; et si non observaverit, Filippus dixit non velle tenere pasch"- vel pasturam, et Guaterottus possit exbanirl et in carceres mictj, non obstantibus bulettinis, salvisconductibus, brevibus, Ex hoc instrumento sit

manifestum guod Filippus


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

t44

legibus, statutis, privilegiis, gratijs et exernptionibus; Guaterotto precepi ego notarius pro guarantigiam (t) quatenus ornnia observet, secundum formam statutorurn et ordinamentorum de guarentigia tractantium. Acturn in burgis Vicj Pisani, in apotheca lacobj Guasparis, barberij, posita in mercato Vici, sub domo sue habitationis: suprascripto lacobo barberio et Gerardo oljm Franciscj Bonacursi, de Vico, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesirno quinquagesimo, indictione duodecima, die quinto may, more pisano. ST. Nicholais oljrn ser lacobj notarij del Passera, de Vico Pisano, imperialj auctoritate iudex ordinarius atque notarius, scripsi.

I

Danno della pergamena. 2 Abb. lp.

c - 703.

t449.VII. ,,

di

Campagna e Mafittima, Angelo Altíeri e Domepontifid, cítano Onorato III Caetani per Ia causa nico o de Humilibus,, giudicí e commissori contro i Caetani Palatiní.

Anagni

-

Bartolomeo u de Bologninis

rettore

Copia sincrona.

Bartholomeus de Bologninis, de Bononia, miles et iuris doctor, provinciarum Campanie ac Maritime rector .et gubernator etc., Angelus de Alterijs, de (Jrbe, legum doctor, canonicus lateranensis, prefatarum provinciarum spiritualis, et Dominicus de Humilibus, de Camereno, legum doctor et dictarum provincjarum iud"* g"n"r"lis, necnon pape commissarii et iudices delegati, prout per breve patet (Cf. 1448.V|.30): quo brevi coram nobis per procuratorem supradictorum Bonifatii et fratrum presentato et per nos recepto,

volentes super causa predicta procedere, secundum formam nostre comissionis, ad instantiam notarii Nicolaj de Alatro, procuratoris prefatorum Bonifatij et fratrum eius, comictimus tibi * * rurìtio quatenus, receptis presentibus, vadas ad castrurn Sermoneti ibique Honoratum condam lacobi Gaytani cites quatenus infra terminum octo dierum post citationem compareat coram nobis et nostra curia, in civitate Ananie vel alibj ubi tunc nos forsitan residere contingerit, ad opponendum conba nostram comissionem et contra impetrationem et personas impetrantium quomodo procedere intendimus in dicta causa, iuxta formam noshe comissionis, utrique parti iustitiam ministrando, absentia et contumacia ipsius non obstante. Diem tue citationis et quicquid feceris nobis, remissis presentibus, studeas frdeliter intinnare. Datr.lm Ananie, in domibus nostre residentie * * mensis iulij, Xlt indictione, anno xfoccccoxLvllu.

c- 649.

1450.Xil.25-1464.I.9. Roma

Quietanze ù del censo annuo, all'lsola.

Copia del sec.

pagato da Onorato

III

Caetani, per

Ie

case

di S.

Bartolomeo

XV'

Anno M"CCCC"!-I, die XXV decembris. Confiteor ego frater Bactista, rector ecclesie Sancti Bartholomei de Insula Licaonia, habuisse a domino Honorato de Gaetanis ducatos tres auri, pio censu domorum ipsius ecclesie, positarum in proprietate ipsius ecclesie et ante plateam ipsius ecclesie etc. Millesimoquatricentesimo quinguagesimo secundo die primo mensis ianuarii. Io frate Bartoloneo de Sergnie, rector etc. confexo avere receputo da Antonio dello ludice de Sermoneta, per Parte etc. per incenso delle case appresso de Sancto Bartolomeo etc. Io frate Flacito, priore del monastero de Sobbiaco e della ecclesia de Sancto Bartolomeo della Isula de Roma, confexo aver avuti dallo magnifico signore Honorato Gaytano de Sermoneta, per lle mani de signor lac[obo] de Bassiano, suo cancellero, etc. per lla resposta delle case della Isula etc. dell'anno pr"o*i.o p"rr"io millesimo quatricentesimo etc.; rul u.roo quakicentesimo quinquagesimo quinto mensis novembris die XXV. Nuj Pietro Paulo, citadino romano, et frate Enrico dello ordine de San Benedicto, cappellano dello venerabile frate Placito, priore dello monastero de Sobblaco et della ecelesia de Sancto Bartolomeo della


VARIA

t45

Isula de Rqma, confixamo avere avuti dal mag.' signor Honorato Gaytano etc. ducati tre de carnera per lla resposta della casa della Isula etc. per lo anno proximo passato millesimo cccco cinquanta cinque etc. sub anno millesimo CCCC.LVI, mensis decembris die ultirno etc. Anno millesimo ccccol.vl, in die Nativitatis etc. Io preite Cola, cappellano et factore della ecclesia de Sancto Bartolomeo della Isula de Roma etc., per lle mano de Antonio dello Iudice de Sermoneta etc. per lla resposta delle case della Isula etc. dell'anno passato etc., videlicet dell'anno rnillesimo CCCCoLVJ etc. Preite Cola de Castello Diodate etc. b) Die XVIII* ianuari millesimo ccccolx[. Ego Franciscus de Mareno, rector ecclesie Sancti Bartolomei de Insula, fateor recepisse a notario lacobo de Bassiano, procuratore etc. pro censu anni proxime preteriti millesimo CCCCLXJ etc. Anno Incarnationis millesimo ccccolxllJ mense decembris die XXVIIJ etc. Ego Franciscus de Mareno etc., doctor et rector ecclesie etc., site inter duos pontes etc., recepi a domino Honorato Gaytano, Fundorum comite, Sermineti etc. pro presenti anno proxime suprascripto factoque inter ipsum excellentem dominum et me calculo et visis literis receptorum etc. et visa solutione etc. facta usque in presentern diem, fateor rne quietum etc. Die VIIII ianuarii millesimo cccco[XIIIJ. Fateor ego Franciscus de Mareno recepisse a notario Iacobo procuratorj etc. pro anno miltesimo ccccolx[J, proxime preterito, et per manus nobilis Mariani Paulj pro eo solventis etc.

. n) Furonoqul omesse quelle dal 1442 aI 1450, giàpubblícate in Regesta, Ie qaldanze del 1458-9, pubbllcale fn Regesta, V, p. 155' 175.

IV, p.214 e segg.; V, p. 19.

Inoentario delle pigioni

delle

Ms. della meta del sec.

case

XV.

dei Caelani, poste in píazza

NeI oerso, nota del scc.

XVI:

.

Iagnj de Bove

furnara .

.

"

(Capo

di

Capo de Bove; segnalua del sec. XIX

Inventario delle case socto poste alla casa nosha de piacza lagni de Bove. Casa de Petri de Pera Lo orto de missere Angelo Cardella Coluca de lan Cristiano Casa de Rensi Brenda

Antonio sartore

v.

c - 709.

[1450. c.]

Casa de Angeluccia

b) Omesse

Booe

)). ^)

: XLV, n.

47.

Imprimis.

f. xxvJ f. v

d.

f.

d. vlry.

ty

vrty.

f.vl

d.

f.vJ f.vJ f. vr

d. vrrl. d. vrry. d. vrrr. d. vrtJ.

f. xry

d.

IIIJ.

d.

vu1.

vrry.

Pirocze

Casa de Vastio Casa de Cola Chiarello Casa che fo de Renso Maccuczo Duj case de Tuccio Mancino

f.v

Mactuczo dello C,rasso Casa de Gregorio calsolaro Casa de Buccia fornarie

La Casa de Iacovello de Corona Casa de tragni spadaro Pauluczo de Fetri Mactheo Casa de Marco Tuccio Marcho

f.x f.v f.v

belta . . . . . . . i"i*, .ouut:rcaneeti:"n"'."u'. . . . iil

Casa dove habita Pauluczo Bocca Duj case de Francischina, Petrus Casa de Migliancia Casa de lagni Vinci Guerra Casa de Petri Paulo Vancinoto Casa de Cola de Checco della Celza La herede de lacovello de Francia

Lt9

f. >ar f. nI f. nt

f.x

d. tnJ. d. vny.

d. vuy. d. x. d. vru. d. ru.

d.

nrJ.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

146

f. xxvy d."vrry. f. vl d. vrrl. f. tr1 d. rrJ. f. rU d. rrrJ.

Casa de Nardo coraczaro Casa de Paulo Nardo coraczaro . Casa de Cola Tracha Madonna Maithome de Picornaj Casa de Macthia macellaro La ponthica de Antonio Bellhomo Iacobo della Cecca La cerbinara de Antonio Bellhomo Casa de Cecho Patre . Iacobellus Theballj Casa de Alexo cupellaro Casa de Cola Rugica alias Naso Casa domine Philippe Tacchi Rentius Tucci Martini Casa Mactutii Bucchini

f. d. urJ. f.x f. r d. vrrry. f. x-v; d. vrrJ. f. xv d. vru. f. vJ d. rru. f. vuJ d. rnJ. f. xvJ d. vru. f.r

:

f. xv f. trry f. tu

Apotheca dicti Mactutii Casa loannis Migliari Petrutius Per lannini Casa dello Hospitale Sancta Sanctorum

f. xrrl f. xxvr f. ,U f. xx

f. xrrJ f. xv

f.x

lo Polo

f.r

f.rry f. xrJ

f.ru

Cl

Tomassetti

G.,

Camp.

Ron., II,

d. VIU. d.

IIU.

d.

IIU.

d.

VIU.

d. d. d.

urJ. rrry.

rU.

f. xxvry f. xxvJ

.

f. xuJ f. xr1 f. xrzJ

Petrj de Montefiascone per duj case de Simone de Glio Tre case de Checcho Leo quas tenet Naso. Coluccia Petrj lannini La casa de lannj de Ciana La casa de Carisenna che ll'a lacobo della Checcha .)

d. rrry. d. nU.

f.x

Ortus Reftii Marcògallo Ortus Petri Persone Casa de Gregorio calsolaro Casa de Marco Tuccio Marcho Casa Paulutii [T]incha Secla Q) Casa de ser P[aulj] dello Puntro Casa dove havitava Fors Le C'rocte de Sancto Blasio Le C'rocte de Petri Pera Miniscio Casa dello Ceccho calsolarii La Casa de Micchele

vrr;.

f.nl f. xv d. vrrl. f. uJ d. vrrJ. f. vur d. rru. f. xv f. xxvr d. vlJ.,

Uxor Paulj sarti . Casa Andreotij Cole Brivj Casa de Simione de Gilio Casa che fo de Gerardo quam tenet dictus Simeon Casa de lannj de. Roma Casa de Petro Muccio Palello Casa Antonii lannelli Casa lacobi Fircoma (l) Casa iuxta Sanctum Blasium Casa Lorenso Frassa Luscio. Casa dominj Angeli Ingioria Casa de Colucza de lacovo dicto

d.

p.67; '

Domus Caietana',

l-1,

p'

155'

d.

nU.

f.r

d. IrJ. d. vtrJ. d.

f. f.

d. VIU. d. VIIJ.

vJ r.t


VARIA

147

c - 751 .II.

c.l. I.

[1450.

Capitolí rtrmati metà

di

fra

Onorato

III

Caetanì

e

Battísta Leno, rclatioi

alla undita

(oooerosia mutuo) della

Tíoera.

Minuta del sec. XV.

Capituli, pacti et conventioni, facti, initi et firmati fra lo magnifrco et excellente signore Honorato Gaytano Sermineti et conte de Fundi etc., et Io spectabele Battista Leno, ciptadino romano, sopra la venditione della mita del castello del tenimento de Tivera, conioncta per non partita, facta per lo prefato signore al dicto Bactista, modo et forma secundo cqui de socto partitamente se contene: Primo, lo signore Honorato prefato ratifica, accepta et conferma la venditione del castello de Tivera o de suo tenimento, zoe per la mita conioncta per non partita, ad epso Battista Leno, per epso signore facta et convenuta, secundo consta per sollempne stipulatione facta per mano de ser Dominicho de Malamerenda de Roma, al quale per omnes sui partes se referisce. Et piu trovandose venduta I'herba della dicta tenuta de Tivera per quactro annj proximi ad Ludovico Mactheo et compagnj, pro recompensa delli dicti guactro annj, convene al prefato Battista et soy heredi etc. se possa libere fructare quella della Teppia verso Core, con Ii Colli de Nempha et della Pierrera, incomensando dalla strada, dal ponte con dui luci Teppia et dalla strada in su fino alla strada va ad Core et de li fino nelli termini superanti el tenimento de Nempha et de Core, con herbagii, terratichi et omni altro fructo et emolumento ce fosse: reservate le possessionj et li fructi de epsi de spetiali persone fussiro nelli dicti colli et confrnj. Le quali possessioni se possano fructare et lavorale sensa contradictione alcuna, tanto de fida quanto de fructi, per lj proprii patrunj o per altrj in nome de ipsi. Et piu trovandose lo signore havere promesso et convenuto allo prefato Battista possere lavorare o fare lavorare in quel de Tivera, non obstante la dicta locatione, pro bono pacis et concordie delli prefati locatarii et de epso Battista, transnnuta et reconpensa el prefato signor Honorato al prenominato Battista per nova conventione facta fra loro: quanto dovesse fare in quel de Tivera possa lavorare, fare lavorare nella tenuta de Nempha fino nel numero de quaranta rubbia, anno per armo, et Io rendito de epso lavoro se intenda de epso Battista o de chi aspectasse per luy. Et piu convene et promecte lo prefato signore Honorato ad epso Battista fin possa trasire quoad fructus scilicet percipiendos in legitima possessione della mita del castello de Tivera o de suo tenemento libere se possa fructare lo bagnatoro della Teppia, I'acquatico del lino con tucti usi, iurisditionj et emolumenti provenienti dalla dicta acqua de epsa Teppia. Et piu se contenta, dice et accepta lo prefato signore che le dicte recompense o permutationj supradicte non habbiano o in tutto o in parte preiudicare o derogare alla dicta conpara de Tivera o de suo tenimento, conioncta per non partita, al prefato Battista ne ad soy heredi et successori etc. Et e contra lo prelibato Battista promecte et convene al prefato signore Honorato, ad soi heredi et successorj, receputo lo suo dinaro, zo e ducati mille, spesi per luj nella conpra suprascripta, sia tenuto revendere la dicta mita de Tivera, conioncta per nop partita, ad omnj requisitione, instantia o yero domanda del prefato signore, havente

I'auctorita ad zo per quel medesme preczo et summa de mille ducati, cum hoc che li hucti occurrenti de quel *"d"r*à anno siano et essere debiano liberi et expediti del prenominato Battista o de soy legitimj heredi etc. Et pro observatione delle cose predicte I'una et I'altra parte, tanto lo prefato ,ifur.re quanto ipso Battista, anno subscripti de loro propria mano delli predicti et pacti suprascripti et con la inpressione de loro proprio sigillo.

1450.

c - 740.I.

I.5.

Conti cede a sua sorella; Cecca Conti, iI castello dí Torrecchia, per 3000 d.ucati d'orc, dei quali dceoe 1500 ducati, essendo stato con gli albi 1500 soddisfatto il detrito ,h, .SL e suo figlío

Gato

Giooanní aoeoano oerso Battista u Copia sincrom,

in fasicolo di otto

de Lenis ".

calte.

Copia. Anno MoccccoLo, pontiGcatus Nicolai pape V, indictione XIlt, mensis ianuarii die quinto. G,ratus de Comite vendidit Cecche de Comite, eius germane sorori, presenti et ementi pro


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

t48

se suisque heredibus et successoribus, castrum inhabitatum vocatum Torrecchia, positum extra Portam Lateranensem, in partibus Maritime, inter hos fines: cui castro et eius tenimento ab uno laterè est tenimentum civitatis Velletri, ab alio tenimentum terre Core, ab alio tenimentum Cisterne; cum fortillitio in eo existenti, cum molendino et toto suo tenimento, iuribus, iurisdictionibus, pertinentiis et adiacentiis, ad dictum castrum, rocham, molendinum et tenirnentum spectantibus; item vendidit Cecche ornnia iura, nomina et' actiones, iustitias et rationes ac officium iudicis, que venditor habet super dicto castro, rocha, molendino, tenimento et iuribus predictis, nullo iure nullaque actione emptori reservatis; et per Riccardum de Riccardinis, de Urbe, absentem, quem venditor procuratorem constituit, Ceccham sive eius procuratorem de dicto castro, fortellitio sive rocha, molendino, tenimento et iuribus supra venditis investiri mandavit, pro pretio trium milium ducatorum auri de camera, de quibus nunc recepit a domina emptrice, in ducatis de auro, ducatos auri mille et quingentos; reliquos mille et quingentos ducatos venditor confessus fuit solutos fuisse nobili Baptiste Laurentii Martini de Lenis pro satisfactione tantorumdem ducatorum auri, in quibus reverendus dominus Iohannes, 6lius venditoris, et ipse venditor erant debitores dicto Baptiste; venditor emptricy voluit teneri de evictione et ad refectionem damnorum, expensarum et interesse; rogatu C,rati et pro eo Altus de Comite, eorum germanus, fideiussit apud emptricem et voluit teneri ad omnia ad que venditor tenetur; tam venditor quam fideiussor obligaverunt bona et voluerunt posse conveniri

in omni curia;

et iuraverunt omnia perpetuo observare sub ipoteca et obligatione predictis

etc. Actum etc.

c-749.

1450 . UL15.

,Alfonso I d'Aragona legíltima í figli naturali di Frcncesco Orsini, contedi Conoer sano e Graoina, prefetto di Roma, ed aI primogenito di lui concde Ia contea dí Graoína, il castello dí Tetltzzí e Ia cíttà dí Canosa ín Terra di Barí, rìsen)andone I'usufrutto al padre e

Tone del Greco

-

confermando

Ia

successíone, gíà

da questo stabilita.

etratta dal registro dei privilegi di re Alfonso, foglio LVI, ad istanza del notaio Rafaele Cervera, dal notaio Montserratus Carbonell Hidriae (t), scrivano, d'ordine del mastro del Sacro Regio Consiglio. Coph del sec.

XVll,

etc.

Subiectorum nostrorum compendiis ... Pro parte Francisci de Ursinis, Urbis prefecti, consiliarii et fidelis nobis dilecti, fuit expositum almaeque Gravinae comitis

Alfonsus, rex Aragonum

Cupersani et guod quondam regina lohanna, mater nostra,

in

consideratione deductis ipsius exponentis rneritis et nirtutibu, ac ad iocundam eius prolem filiorum, qui, quamvis inlegitimi fuissent, lJrsinorum dornus yndolem prae se ferre videbantur, eosdem filios Antonacium, Alexandrum et Iacobum per suas litteras, nostris confrrmatas, natalibus restituit et ad successionem burgensaticorum et feudalium bonorum habiles reddidit, ipsi nihilominus praefecto, eorum genitori, potestatem concessit bona feudalia sua et per se quaesita inter eosdem filios dividendi. Quibus sic obtentis et diu pensatis natorum meritis, ad eundem Antonacium, tamquam ad primogenitum atque illius singularem et humilem in parentem obedientiam caeteraque probitatis et virtutum merita et maxime rei militaris disciplinam, paternum munus extendere volens, cum sibi, satis functo honoribus et dignitatibus, pulcherrimum atque iocurndissimum sit frlium sicut virtute praestantem sic dignitatibus inspicere decoratum, tantum est dilectio patris in Élium ut honorum titulis ab se depositis illum quam se maluerit insigniri: eidern Antonacio et suis masculini tamen sexus heredibus, ex suo corpore legitime descendentibus, civitates Gravinae, Canutii, de provincia Terre Bari, exponentis virtute ac bello quesitas, quas a nostra maiestate immediate et in capite tenebat sub feudalibus servitiis, cum arcibus, fortalitiis, hominibus, vassallis vassailorurnque redditibus, censibus, terris aquarumque decursibus, venationibus, feudatariis, subfeudatariis, angariis, perangariis caeterisgue dirictibus, bun"o iustitiae et cognitione causarum civilium ac baiulatione, mero mixtoque imperio et gladii pote"u* state aliisque iuribus, iurisdictionibus et pertinentiis, quemadmodum dictus praefectus ab eadem regina et successive a nobis tenuit, concessit omnem iurisdictionem atque ius, quam et quod dictus praefectus habebat, super dictis civitatibus et terra Antonacio, nihil ex eis reservans nisi usum fructum illarum quo ad vixerit ipse praefectus; post eius mortem voluit proprietati consolidari cum conditione guod, si contingat Antonacium sine legitimis et naturalibus masculini sexus heredibus ab hac vita transire, quod in dictis civitatibus et terra et illarum iuribus maior natu ex fratribus donatarii, qui tunc supererit, et filiis dicti praefecti aut illorum filii, gradus prerogativa servata, iuxta huius regni consuetudinem, succedere debeant,


VARI A

149

et teneantur filias, superstites dicto Antonacio, nuptui tradere de paragio, cum nubiles erunt, quas et voluit dictus praefectus, suis et illorum masculini sexus heredibus non extantibus, in eisdem civitatibus et terra, gradus prerogativa servata, succedere legitimo successionis iure, nostro super his assensu et beneplacito reservato, prout haec declarantur tribus documentis factis Capuae, per manus notarii Petrucii de Rahone, de civitate Capuae, notarii, interveniente pro iudice ad contractus Antonello Mactiochya, de Capua, et testibus, die ultirna mensis aprilis, duodecima indictione, anno a Nativitate millesimo quadringentesimo quatragesimo nono, in nostra curia originaliter presentatis et lectis; quare pro ipsorum praefecti et Antonacii parte fuit supplicatum ut dictis donationibus et instrumentis assentire, eundemgue Antonacium honore et titulo cornitatus insignire dignaremur. Nos consideratione sincere devotionis et fidei dictorum patris et frlii inostram erga maiestatem, quorum alter consilio viget alter animi corporisque virtute, et ad servitia per eosden maiestati nostrae praestita respectum habentes, prgdictis donationibus de civitatibus Gravinae et Canusii ac tene Terlitii, de provincia Terrae Bari, cum iuribus, iurisdictionibus et actionibus supradictis, eidem Antonacio factis, et instrumentis inde secutis, consensum pariterque decretum interponimus; easdemque donationes, iuxta instrumentorum tenores, confirmamus, dictumgue Antonacium titulo comitatus civitatis Gravinae, per vexilli traditionem et portationem, insignimus ita quod Antonacius Gravinae comes intituletur et se faciat nominari; decernentes quod Antonacius, Gravinae comes, praedictas civitates et terram, quemadmodum eius genitor possidebat, omni plena iurisdictione fungatur, ita quod tam donationes instrumentaque quam presens nostri assensus sint semper Antonacio et ipsius heredibus legitimis et naturalibus, servata conditione praescripta, firma nullunnque impugnationis obiectum aut dubietatis involucrum pertimescat. Declaramus . guod Antonacius seu eius procurator infra menses tres, a iie presenti immediate sequentes, ligium, homagium et fidelitatis iuramentum in manibus nostris aut Ferdinandi de Aragonia, Calabrie ducis, generalis locumtenentis in hoc regno, prirnogeniti et successoris nostri, praestet; dictas civitates et terram sub feudalibus seu militaribus servitiis, imrnediate et in capite, a nobis et nostra curia dictisgue nostris heredibus et successoribus in regno predicto, prout dictus praefectus tenebat, teneat suique heredes teneant, nullumgue alium, praeterquam nos et dictos no$tros heredes et suscessores, in superiorem et dominum recognoscant, servireque debeant de dictis miiitaribus servitiis quoties per nos et curiam nostram aut dictos nostros. heredes dictum feudale servitium in regno indicetur, iuxta usum et consuetudinem regni praedicti; et quod praesentem nostri assensus gratiam infra iddem himestre in quaternionibus camerae nostrae Summariae penes magnum camerarium et praesidentes ibidem residentes transcribi et annotari faciant ut, cum praedictum feud"le servitium indicetur, Antonacius ipse aut eius heredes ipsarum civitatum Crravinae et Canusii et terrae Terlitii possessores et feudalium servitiorum debitores reperiri contingat; presenúbus expresso quod ipse Antonacius, cum Franciscus eius genitor ab hac vita migraverit, debeat obitum infra legitima tempora nostrae curiae nunciare et debitum relevium solvere, alias donationes et inshunnenta praesensque nostra confrrmatio nullius sit roboris: frdelitate tamen nosh'a, feudalibus quoque servitiis et adhohis atque relevio et aliis, quae nostrae curiae successionis aut investiturae iure deberentur, et alterius iuribus semper salvis. Praesentes literas, magno maiestatis nostrae pendenti sigillo atque parvo iussimus communiri. Datum in castro novo Turris Octave, die quintodecimo mensis martii, decima tertia indictione, anno a Nativitate millesimo quadringentesimo quinquagesimo, regnorum nostrorurn anno trigesimo quinto, huius nostri citra Farum Siciliae regni sextodecimo. Rex Alfonsus. Dominus rex rnandavit mihi Arnaldo Fonolleda. Et viderunt eas magnus camerarius et Cictus Antonius Guidus pro conservatore generali regii patrimonii.

F. P. 3212.

c - 1450.vI.28. Piombino

Procura genercIe rilascíata dall'orefice Antonìo del

d'Appiano.

fu

Puccío " Ghetti >

a

seî Motteo

Orígínale. NeIoerso, dî manodel notaío: Cartadi prochurad'Antonio Arc. Caet., Prg. (Fondo Písano) n. 3212. orafo da Piombimo chosla grossa 3tf " cola charta notarecai segnatura del sec. XVII: n. 17. manifestum quod magister Antonius olim Puccii Ghetti, aurifex de Plum|V[sthsrrm notarium condam Fanuccii de Appiano, civem pisanurn, bino, constituit suum procuratorem

Ex hoc inshumìàto sit

r.t


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

150

absentem, ad exigendum quicquid constituenti debetur a Papino Martinj aurifice, cive pisano et a quacumque

alia persona et loco, comuni, universitate et ad alienandum bona constituentis et ad omnes lites quas constituens habere potest et ad transingendum, et ad faciendum ipsius debitores sbamniri, rebamniri ac incarcerari; et ad omnia alia faciendum gue, si ipsemet pre$ens esset, facere posset; dans procuratori plenum mandatum cum generali administratione; promictens ratum habere quicquid procurator fecerit, obligans se suosgue heredes et bona. Actum Plumbinj, in apotheca Dominici Bernabei Silvestri, in qua exigitur cabbella comunis Plumbini: Sinibaldo olim Nicolai Peruccij et Iohanne Georgij Buonamoris, de Plumbino, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo quinquagesimo primo, indictione tertiadecima, die vigesima octava mensis aprilis, secundum cursum notariorum terre Plumbinj. ST. Lucas olim magishi Bartholomei magishi Nuti de Plumbino, imperiali auctoritate notarius et iudex ordina-

rius, scripssi.

c - 7r5.

VII. 26 .

[1450- 1465 ].

Francesca o de Cressenzo ,, monaca di S. Sebastíano, a Onorato III Caetaní: - loimpen' prega della oita claustrale; si duole del rigore sieita per Ia guena che costuì ha nel suo stato,

Roma

-

perché

Ie mandi un

suo famigliare.

Otiginale.

Fuori: A lo magniEco exellentissimo suo segnyore Honorato Gaytano ex Sermoneta

S.

detur.

Excellentissimo segnyore Honorato Gaytano, avisando Vostra S. como yo ayo receputa la vostra littera, la guale dayo piglyata tanta contenteze che no ve lo poria may diri per che ave assay che non dayo saputa nuvella de Vostra Segnyoria. La prima me allegro assay ca state bene de la per' soae; la secunda me dole assay che la S. V. me scrive che state con grande guerra; Dio sa guanta doglya et malanconia dayo avuta; et avisandove, segnyore mio, che nui da qua stamo con tanta afanno ,rtn vidimo faza de cristiant, et tribulacione che ,roo ,*o como simo vivy, che stàmo tanto restrecte "he non de parente, non de amici, per che e facto scomecacione de papa et commandacione de re a tucte li monasterie che nullo secolaro non segnyore non nulla alha persone ge po venire, et con grandissiura fateca ayo receputa chesta littera che m'a mandata la S. V. No altra speranza ayo se no a la S. V' se ge potessivo arremediare col aiuto vostro, et subricandove pcr quanto amore me portate che me ngandasevo uno di li vostro fameglya per conzolacione mia et vederayo se le pozo parlare, poy che la fortuna mia volce che la S. V. fosse tanto da rassodame che se chesso non fosse me teneria la piu contenta donaa de quisto monasterio; avisandove, segnyore mio, che se questo dura de morimo de desperacione et piu una de naltra. No altro ve pozo diri allo presente per che sto tanto doglyosa che Dio lo sa per omne mao€ra: l'una per la guena che avite dalo pagese vosbo, che so certa che la V. S. me foria venuta a vedere se no fosse questo male; I'altra c'avimo lo male et no avimo quinga aiute; ora penzate como volimo stare. Se v'ayo dato troppo parole, perdonate me, per che nne pare de spaporare lo core mio con vuy che site segnyore et aiutorio et omne bene mio et con grande conffidaza me parllo cola V. Segnyoria; questo basta a la parte mia. F[rancesca] la parente et C. tucte se ecomandano

Ex via Poli, xxvl iulii.

a la S. V.

XI.4 . r, . Roma - Francesca de Cressenzo d'aoerlo saputo malato.

F45O - 14651

c - 718.

.

monaca di

S.

Sebastiano,

a Onoralo lll Caetani: - si

duole

Originale.

Fuori: Alo

mannifrco

et ellentissimo

segnyore Norato

Gaytano

S.

detur.

Amantissimo mio segnyore, poy di li infiaitissime arecomandacione. Multo me ayo. maravigliato dela .S. V. che da che andassevo a Roma, per fine mo non dayo saputa novella niente de S. V.;


VARIA

t5t

poy lo cocte de Ffundo me dissi che la S. V. era stata multo male, Ia quale yo no ve poria diri la rnalanconia chen dayo avuto, et ame despiaciuto assay che la S. V. non me ll'a mandato dicendo che lo maco de avesse avuto parte delo male vostro; avisandove, segnyore Norato, che, se cola legua ve avesse potuto levare lo male, yo v'apera sanato per che la S. V. et peccato ad avere male; et no ve rnaraveglyate se no ve resposse ala seconda littera vostra, per che la seconda littera che ve mandavo per Ioanne Paulo Ia mostray ala marchese r che yo non apera voluto benche Ia S. Soa me vole tanto bene che yo no lo mereto; avisandove che lo signor Francisco ey lo spasso mio, che omne di me vene a bedere et'trase per la rota de bona voglya et stasse tucto lo di co mico. Ora no altro alo presente se no subricando la S. V. che rne avisate como sta Ia S. V. F[rancesca] et la parente vostro et tucte l'amici nostre et se recomendano alla S. V. Scricta die quarto mensis novembris. r Nel Jerfo

11450 - 1465

marchse

.c.l

c -721.

Roma * Memoriale delle monache sia loro concesso (dal papa).

di S.

Seóastiano

a

Onotato

III

Caetani

su quanto desíderano

Originale.

Memoriale alo magnifrco et nobile segnyore Honorato Gaitano da parte dele relegiose donne de Sancto Sebastiano, zoe sore Fmnzesca de Clessenzo et sore Iuliana de Sorecto: deve avere a mmente in prima che ni poziamo assorvere de tutte nostre peccati; la seconda che ne poziamo elegere uno confexore a chi avimo nostra devocione, quando ne volimo confexare et specialemente una volta I'anno cola hotilitate de nostro sancto patre; la terza che guando ge fosse necessario andare ali bag"i, che no,ge fose vetato da nulla persona; la quaÉa per le grande necessetate che avimo ali nostre abisogni de servimento, potesimo tenere una serviciale a nostri spisi ditro lo monasterio. Scrita dela manu dela servitrice vosba Y. Ia quale subrica la segnyoria vostra che I'aiate a mente;

c-145r.I.3.')

F. P. 31Er. gabelladel banco del pdestàdí Pisa, paga 75 libbre

la Ser Matteo d'Appiano, di Firenze. ríere genercIe del comune per

tPito]

Arc. Caet., Ptg. (Fondo Písano) n. 3181. sec.

XV:

Ofigínale, scrìtto príma dì C-t45t.WI.\L. lE mesi; x.gnalwa del *t. XVII: n. lO.

al

teso-

Nel .u"rso, nota del

Carta del pachamento del bancho della Racione per

MccccLJ die uJ ianuaúj. Fit 6des qualiter ser Matteus Fanuccii de Appiano, civis et notarius pisanus, pro parte ghabelle Bancii potestatis civitatis Pisarum, Registro E, 72, solvit Seracino Antonij Puccij, pro communi Florentie, camerario gieneralj (!) civitatis predicte, libras septuaginta guinque absque duodecimo; et pro eo ser Andréas Antonij del Pitta et ser Ghuaspar Iohannes ser Ghuglielmj de Franchiis, cives et notarii pisanj, libras LXXV, solidos * *. Baptista ser Franciscij de Ghuardis, civis et notarius florentinus, ad presens notarius dicte ghabelle, me iubscripsi; 140.

"l

Seconilo

lo

stíIe Písano.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETA}J

lt2

c-r45r.II.8.

F. P. 3278.

Ser Matteo d'Appiano e Cellíno da! CoIIe demandano controoersie.

Fírenze

q tre arbibí la

decísìone sulle loro

Qrígínale. Nel rse$o nole sincrone: a) Compromisso fatto tra Cenlino Atc. Caet., Ptg. (Fondo Písano) n.3278. dal Colle et da me ser Macieo d'Appiano l45l; b) e la sententia.

Anno ab Incarnatione millesimo quatuorcentesimo quinguagesimo, indictione quartadecima, die octava februarij : actum Florentie, in palatio populj florentinj, residentie dominorum priorum artium et vexilliferi iustitie populi et comunis florentini: testibus ser Bastiano Antonij Zenobij, de Florentia, notario, et Alberto Martini ser Ghinj, de Pisis, et Pietro Laurentij, de Buemmia, famulo dominorum. Ser Matteus Fanucci de Appiano, civis et notarius pisanus, pel se et heredes, ex parte una, et Cellinus Pieri de Alcolle, civis pisanus, per se et heredes, ex parte alia, omnes lites vertentes inter dictas partes compromiserunt in Matteum Bartholomei de Maschianis, de Pisis, et Iohannem ser Carolj, aromatarium dicti loci, ambos cives pisanos, et Pierum Iacobi Francisci Neritti, civem florentinum, absentes, ut arbitratores; dantes arbitris plenissimam licentiam in omnibus causis laudandi; salvo quod non possint diminuere dotem olim domine Cee, filie olim Bonaccursj Bartoli del Colle et uxoris olim ser Pieri Fei de Appiano; promictentes partes lauda observare et ab ipsis non appellare, sub pena florenorum auri mille; et obligaverunt se in solidum, heredes et bona; guod compromissum durare voluerunt per totum mensem aprilis proxime futurum. ST. Iacobus ser Guidi magistri Paulj, civis et not€irius florentinus, imperialique auctoritate iudex ordinarius et notarius, scripsj.

F. P. 32d2.

c - 1451. IV. 7 ,16 . Pfsa

-

Lodo

concernente

Ie

In

tra

,4rc. Caet., Prg. (Fondo Píseno) n.

di

ser Matteo

j292.

d'Appiano e Cellino dal CoIIe.

Origínale, NeI oerso, nota

sincrona: Sententia tra Cellino dal Colleet

me ser Matteo d'Appiano, 1451.

Nos Matteus filius guondam Bartholomei de Maschianis, Iohannes, spetiarius, frlius quondam ser Caloli de Vechiano, de Pisis, et Pierus lacobi Francisci Neretti, civis florentinus, habitans Pisis, arbitri ex compromisso elettj a ser Matteo, notario, olim Fanuccii de Appiano, cive et notario pisano, ex Parte una, et a Cellino Pierj dal Cplle, cive pisano, ex altera, ad omnes lites inter partes, ut apparet per cartÍrm rogatam a ser lacobo, notario, filio guondam ser Guidonis magistri Paulj, cive et notario florentino, anno ab Incarnatione rnillesimo quadringentesimo quinquagesimo, iodictione quartadecima, die octava februarij, more notariorum Florentie, a me lettam: visis a nobis petitionibus et responsionibus, compromisso et iuribus productis, sedentes pro tribunalj, sententiamus quod in casu quo domina Cea, relicta ser Pierj de Appiano, in compromisso nominata, vel eius procurator vel Cellinus, eius heres, habuerit posse accipere et tenere pro suis iuribus dotalibus guartam partem molendinj, venditi per ser Pierum Fei de Appiano ser Matteo, notario, olim Fanuccii de Appiano, et Rqsitj in comunj Pontissacci, annullando sententias quas Cea obtinuerit contra ser Matteum, ipsa potuerit quartam partem molendinj accipere, ipsam sententiamus esse Cee et heredum; et in casu quo Cea non potuerit de iure accipere ipsam, condemnamus Cellinum ad restituendum ser Matteo quartam partem molendinj cum fluctibus quos perceperit, discomputatis per ser Matteum expensis per Ceam factis in molendino; sententiamus quod à" forenis quindecim et de una cultre, nappo argentj, quas res ser Matteus restabat habere a Cea per cartas depositorum, condemnamus Cellinum ad solvendum ser Matteo florenos tigoti, librarum quattuor pro quolibet, videlicet: hinc ad quattuor menses medietatem et hinc ad octo aliam medietatem, sententiamus quod in casu guo Cellinus teneret petia terrarum ser Mattei, condemnamus Cellinum ad restituendurn ser Matteo petia terrarum cum fructibus quos reeeperit; ub aliis que partes petere possent absolvimus.


VARIA

153

in apothqca domus universitatis mercatorum pisane civitatis, in cappella Sanctj lacobj de Mercato: Antonio filio quondam

Data, lata et letta est sententia Pisis, vocata Curia Mercatorum, posita Pisis,

Iacobi ser Berti, de Pistorio, de cappella Sanctj Pierj in Vinculis, Francischo, lsutore, filio quondam Dominici, de cappella Sanctj lacobj de Speronariis, et Niccholo, stampino, (l) filio quondam Iacobj de Florentia, de cappella Sancti Fredianj, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo quinquagesimo secundo, indictione guartadecima, die septimo aprilis, more pisano. Iohannes filius quòndam Paulj, de cappella Sancte Eufrasie, numptius pisanj comunis, retulit michi Bartholomeo se, ex commissione sibi facta a capitaneo et potestate Pisarum, denumptiasse Cellino, tamquam herede (l) domine Cee, uxoris olim ser Pierj de Appiano, ad petitionem ser Mattei olim Fanuccij de Appiano in persona, qualiter sententia lata erat Incarnationis anno millesimo quadringentesimo quinquagesimo secundo, indictione guartadecima, die sextodecimo aprilis, hora vigesima prirna, ut retulit michi Pisis, in dicto loco pro Bindo filio quondam Federigi Gallettj, de cappella Sancti Clementis, et ser Nicolao, notario, filio quondam ser Iacobj del Passara de Vicho, de cappella Sanctj Andree Forisporte, testibus. ST. Bartholometrs 6lius quondam ser lacobi notarij de Calandrinis, de Oliveto, pisanus civis, imperiali auctoritate iudex ordinarius nec non notarius, suprascriptas cartas scripsi.

c - 1451.Vil.10.

F. P.

")

Ser Matteo d'Appiano, per Ia gabella del banco tesotiere della gabella stessa.

[Pito] -

Arc. Caet,, în Prg. (Fondo Písano) n, 3181.

del podatà dí Písa,

origínale, sctítto dí seguíto a

c-

1451

paga

3181.

75 libbre

aI

.I'3.

r MccCcVIJ die xo iulii. Ser Matteus [Fanuccij de Appiano, civis et notarius pisanus] supra' scriprus, pro parte gabelle dicti bancj [potestatis civitatis Pisarum],r Regisno F,7, solvit Nicolao Panutii; quinque absque duodecimo, et pro eo ser Andreas Antonii Pir"ror, libras septuaginta .o1q".orio -Guiglelmi "ob"ll" dè Franchis, notarii et cives pisanj, l4l, libras 75. del Picta et ser Guaspar lohanner-r", Baldovinus olim Úominicj de Baldovinis, notarius florentinus et ad presens notarius dicte cabelle, subscripsi. a) Seconilo lo slile Písano' I Desunto dal doc, C' 1451 .1.3'

c - 771.Iil.

t45t.Vll.24. Deposizioni di mastro lanni da Zancati circa Prospero Colonna per aooelenare Alto e Grato Conti

Carpineto

-

iI

preteso complotto ordinato

dal

cardinale

an ì figlL

Copia sincrona.

All'annj de Deo MccccLJ, de pontifrcato dello nostro signore Nficolò] papa V, della inditione XgtJ, d-"llo -"r" de iulio ad di xxttu. Infrascripta è la confexione lfacta per mastro lanni de Zanfiati, mo habitatore de Supino, ademandato et examinatò per mi ser Grabiele de Gorga, vicario dello castello de Carpineta, supra certa inquisitione contra ipso formata de conmandamento dello magnifico signor C*ato àellj Conti, signore dello dicto castello, stante nella roccha dello dicto castello a" C*pi""ta, cio e nella sala maiore della dicta roccha, lo quale loco aio deputato. Dompne lo dicto Eastro Iannj spontaneamente dice che de quisto anno, della prima settimana de quatra' gesima, gea'ula d"."o. dello mese de marzo proximo paxato dalle Melitia ad San Petro de Romà Jt oo"uJ ne[a piacza de San Petro don lanni Raya, foreusciuto de Paliano, allo presente habitatore l,

20


154

DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

de Santo Vito; lo quale don lanni abracciao lo dicto mastro Iannj et ficciose carizi amenduj, insemj ad Sancto Petro rascionando; et inter alia, lo dicto don lannj dixe allo dicto mastro Iannj se volea andare Ed stare ad habitare in Genezano, ca li fecea dare adsai roba; et mastro lannj respuse et dixe cha non ci volea gire; et poi li dixe se volea intossecare Alto, Grato et li filli, cha li fecea dare ad monsignore della Colunna roba et denari assaj ; et lo dicto mastro Iannj respuse ca lo volea fare de intossecareli ( puro che me facci dare dallo ldicto monsignore roba assai et denari ". Et lo dicto don lannj dixe allo dicto mastro lannj: o che modo averai de intossicareli Grato et li filli ". Et ipso mastro lannj li dixe: " io farro che Bensivenuto mio fratre intossecara Grato et li filli et io intossecaraio Alto et Ii filli ,,. Et dicto questo, possero la posta insemj che puro quillo di gissero lo dicto mastro Iannj ad hora de vespero ad casa de monsignore della Colunna che trovava lo dicto don Iannj, et ad questo se separero l'uno dallo altro et lo dicto don Ianni remase in Sancto Petro et lo dicto mastro lannj torno alle Melitie ad acconciare ad pranso allo prothonotario, 6llolo dello segnore AIto Conte. Item dice lo dicto mastro Ianni ca gio alla dicta hora ad vespero alla dicta casa de monsignore della Colunna et trovao lo dicto don lannj ad pede allo ulmo della dicta casa et alla hora senne gero insemj allo dicto monsignore;"et don lannj dixe allo dicto monsignore: < questo e fillomo "; et lo dicto mbnsignore dixe: u poi che dice de quello che avimo rascionato insemi "; et lo dicto don lannj dixe allo dicto monsignore: ( quisto dice che vole fare cio che piace alla S. V. et ad mi, se lli date denari ' ; et ipso monsignore dixe allo dicto mastro lannj : . fa quello che che farrai de bona volla ca te vollo arriccare et dare roba et denari guanti ne voi " ; et dixe allo dicto mastro Ianni : o don Iannj me a dicto cha tu intossecarai Alto et li filli et farrai che Bensevenuto tou fratello intossecara Grato et li fllli; fa puro che Io faccilet de denari non te curare, fa puro lo spacci presto > ; et mastro lannj de farelo et cosi li promese. Item dice che lo dicto mastro lannj che in questo pillarono licentia dallo dicto monsignore et gero ipsi don lannj et mastro Iannj puro ad Sancto Petro, familiaremente rascionando insemj de piu cose; et piu volte li dicea che volesse puro andare ad habitare ad Genezano ; et sempre lo dicto mastro la"nj respondea allo dicto don Iannj che no ci volea gire: et toroando da San Petro vendero per fi ad Sancto Celso; et oll[ora] dixe lo dicto don lanni allo dicto mastro lannj; u or bene io mandaraio lo tosseco accuncio ad Cola de don lannj et Io dicto Cola lo darra ad ti et ad Bense' Item dicc dicto masho Iannj che lo dicto don venuto et operitelo como o dicto et spaciatelo presto '. Ianni li dixe: u ca io mandaraio allo dicto Cola de don Iannj ducati L.t' che li dia ad ti et ad Bensevenuto et fa che lo dicto tosseco dagy tu ad Alto et li frlli quando stanno insemj et fa che Bensevenuto tuo fratre sopradicto lo dia ad Grato et alli filli puro quando stanno insemj, voi in Roma, voi in altri lochi che fossero u. Item dice Io dicto mastro Ianni che alli vtll dello mese de iugnio proximo paxato, videlicet de martedi et poi I'Ascensione, quando Bensevenuto remeno li cavalli allo proùonotario, 6llo de Alto, li quali avea prestati ad Andrea Conte et ad madompna Paula quando revindero dalli bangni, et ipso Bensevenuto ando alla Minerva, dove stavano Nardo Fatato et li altri ad acconciare alli fratri; àllo quale Nardo avea promisso ipso Bensevenuto adiutare ad acconciare lla per uno carllino lo di; et iunto che fo lla mustraro allo dicto Nardo et [ad masbo lannj ducati d'oro XXIIJ dicendo: . aguardate, avet€ne tanti vuj che avete sempre cocinato et non vi trovate se non condeveta "; et lo dicto Nardo dixe: o o mastro lannj, che te nne pare ad frateto cha ci dice vellaria honestamente ,. Item dice lo dicto. mastro lanni che domandao lo dicto Bensevenuto dove li avea guadagnati li dicti denari, et ipso Bensevenuto dixe: . amelli dati Annese nostra sore >. Item dice lo dicto masholanni che li a he o quactro di dixe allo dicto Bensevenuto: < ame favellato don lannj Raya de Paliano et diceme se volimo tu et yo intossecare Alto et Grato et li frlli, cha ci farra dare dallo cardenale della Colunna denarj et roba assai o ; et Bensevenuto: u si voi tu che li intossechimo et io vollo anchora, aiarimo denari assai , ; et lo dicto mastro lanni li dixe: u or ben fa in questo modo che quando te sera dato lo tossico che lo micti nella pigniatella voi nella scotella della vivanda et che li signiuri siano insemi o; et Bensevenuto respuse et dixe: * Iassa fare ad mj ". Item dice che alli )<VJ de lo mese se partereno ipso et Bensivenuto et lannj Ssracino et iacguero la nocte de qua allo Borgecto et la demane vindero'rid Zancati, doveveade anchora lo dicto di lo sigaor G'rato, Iany Bactista et Andrellino; poi ad hora de vespero, como lo dicto signor C,rato abe parlabo còlli honini de Zancati se nne gio con Deo puro allo càstello. Item dice che partuto che fu lo signor Grato da Zancati, ipso mastro Ianni mente la ammasciata et che lo spacci presto et favellao con Bensevenuto et dixe: . fa cche .gr "d ben presto , ; et Bensevenuto Ii respuse et dixe: * lassa fare ad mi, ma con che voi che Io faccia ;


VARIA

155

dove e lo tossico; chi me llo da u ; et lo dicto mastro lannj dixe: " Cola de don lannj te llo darra, che lo deve avere avuto secondo a dicto ad mj Io dicto don lannj Raya ". Item dice che la sera puro ad tardo gio ad Zancati Antonj dello Sciave, che venea da Paliano, et solo, et trovao lo dicto mastro lannj insemj alla porta de Zancati con Bensevenuto, et lo dicto Antoni dixe allo dicto mastro Ianni et ad Bensevenuto: < dove sta Cola de don lannj , ; li quali li respusero dicendo: < sta dentro in Zancati o ; et lo dicto Antoni dixe ad ipsi mastro lannj et Bensevenuto: u orbene posso avere de quisti denari io u ; et lo dicto Bensevenuto dixe allo dicto Antoni: . vady ad Cola de don lannj cha ipso te nne darra ,; lo quale Antoni gio allo dicto Cola et tornao subito la dove stavano li dicti mastro lannj et Bensevenuto et cacciaose la borsa et sbactiosella per manj dicendo: <( ecco, io aio avuti denari che me lli a dati Cola de don Iannj "; et dice ipso mastro lannj che li parsero che devissero essere li dicti denari )O(V o XXX ducati et voi piu anchora; et guesto lo dicto Antoni dixe allo dicto Benseveuuto; . venerai demane ad Paliano che te darro Io tosseco et darocte denarj u; ma non se recorda se dixe L.b voi cento ducati. Item lo dicto mastro Iannj dixe li dixe Bensevenuto cha lo dicto Cola Ii dixe che avea recolto ad queste cose lo dicto Antoni Schiavo et uno che se chiama lacobo, lo quale ipso mastro lanni dixe avere veduto ad tallare la cesa collo dicto Cola et e barbero. Item dice che lo dicto Bensevenuto li dixe che lo dicto Cola avea ordenato collo dicto Antoni dello Schiave et lacobo che poi che avea dato ipso Bensevenuto lo tosseco ad ipsi signiuri se nne devea gire ipso Bensevenuto alla roccha de Paliano et stimava o de ingannare per altro modo Luca de Caperneta, lo quale stava alla guardia della roccha; et stavano la appresso li altrj, Antoni et lacobo, et faceali intrare subito nella dicta roccha. Item dice che la nocte li dicti mastro lannj et Bensevenuto iacquero in Zancati et la demane lo dicto Bensevenuto se nne gio ad Paliano ad Antoni dello Schiave, secondo avevano dicto la sera, et lo dicto mastro lanni se nne gio ad Supino. Item dice che poi circa IIIJrc o Vj di poi che gio ad Supino Cola, modo de Supino, dixe ad ipso mastro lannj per parte de Bruno Recchiuto de Segnie, coco dello signore Alto che Bensevenuto sou fratello stava in ptesone ad Paliano et lo dicto mastro Iannj gio ad Paliano per lo dicto fratre et parlao collo signore Andrea Conte sopra de cio, et alla tornata che fecea da Supino se nne gio ad Zarrcati et intrao in Zancati; et allora Annese, sore dello dicto rnastro lannj, de allo dicto mastro lannj, per parte de Cola de don lanni, ducati venetiani xX; et dixeli: " quilli le manda Cola de don lannj ca dice ca tu et Bensevenuto avete promisso intossecare Alto, Grato et li filli,; et allora dixe mastro Iannj, alla Annese, soa sorella: " or vidi che gillo a dato tu ii denari ad Bensevenuto et non me llo ai voluto dicere , ; et la dicta Annese dixe: u io aio avuta pagura de diceretello >; et in questo lo dicto mastro lannj mandao Ia sore per acqua per teperare Io vino che se avea facto venire dalla taberna; et mentre la dicta sore gio per acgua, lo dicto mastro Iannj cercao la lectera della dicta sore dove avea tolti li denari che avea dati ad ipso et trovaoci V ducati de oro et tre voi quactro carllini et tolsesilli et furaocilli et portaoselli con seco. G'rabiel supradictus, imperiali auctoritate notarius et vicarius castri Carpinete, sedens in loco supradicto, vigore commissionis michi facte per supradictum dominum Gratum, habens auteticas (l) literas, instrumenta, inquisitiones,

alia ad tabellionatum officium spectatia (!) exercendi, copiandi et in publicam confessionem prefati mastri lohannis, inquisiti coram me et alijs introsupradictam formam redigendi, scriptis notarijs et testibus, sponte factam, scripsi et in hanc publicam formam redegi ac signum meurn apposui: licteratis et notarijs, notario Nicolao Antonij lohannis de Montellanico, habitatore castri Carpeneti, notario lohaune Petri, notario Stephano Gorij, de Carpeneto, et Nicolao Cappellutia, Antonio Cole alias Manciordo, Nardo Antonij, Iohanne Antonelli, Stephano Andree, Iohanne Prospero,,lohanne Mancini et Carllo Andree Cole, testibus, de Carpineto. Nicolaus Antonij lohannis de Montellanico, habitator castri Carpanete, apostolica et impeĂşali auctoritate notarius, predicte confexionj et omnibus supradictis, dum sic agerentur et legerentur per supradictum vicarium et a dicto magistro lohanne ratificarentur, una cum introscriptis notariis et testibus, ad hec requisitis, interfui et in testem me subscripsi et signum meum apposui. Petrus lohannis Petrj de Carpineto, imperiali etc. Stephanus Gorij de Carpineto imperiali etc.

processus, responsiones et


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

156

c -777 .IV.

r45r.vII .28. Gaoignano

-

DeposizionĂ­

di

Bensioenuto da Zancati cĂ­rca

il

complolto pet aooelenare

i

Conti.

Copia sincrona.

All'anno de Dio mille cCCcLJ, del pontificato de nostro signor papa Nicola della divina providentia papa quinto, alli anni soi cinque, della Indictione xlltJ, et del mese de iullio ali di xxvuy. Infrascripta e la confessione facta per Bensivenuto de Zancati, adomandato per mi ser Pietro de Ripa, habitatore de Piperno, al presente notaro della corte del castello de Paliano, sopra certa inquisitione contra ipso formata de comandamento de lo magnifico signor Grato Conte, per lo prefato Nostro Sigrore nel dicto castello vicario etc., stante nella roccha de Gabiniano, cioe nella camera della guardaroba, Io quale loco ad cio deputaj. Donne lo dicto Bensivenuto spontaneamente dice, respondendo alla prefata inquisitione, como dello presente anno sopradicto ad di vu1 del mese de iungio, andando ipso Bensivenuto ad Roma ad remenare certi cavalli ad misser Francesco prothonotaro, figliolo del signore Alto, et ad misser lohan Conte, figliolo del signore Grato, Ii quali avevano prestati allo signore Andrea Conte et ad madonna Paola tornando dalli bagnj ad Paliano, et ancho per promissione havevano facta ad Nardo Fatato, lo quale con li altrj coci andaro ad cocinare alli frati alla Minerva, dove fecevano lo capitolo, per prezo de nove solli lo di, et facenno la via da Fraschati, andando ad Roma, lo dicto di per vedere Agnese, soa sore. Dove arrivando et favellando con la dicta Agnese, essa Agnese lo recercao per parte de don Cola Pectenaro da Paliano, nepote de don lannj Raya, foreoscito de Paliano et habitatore de Sancto Vito, dicendoli se se voleva retrovare una con mastro lannj, suo frate, ad intossicare li signori di Vallemontone. Et lo dicto Bensivenuto respuse: * io ci voglio fare tucto lo mio potere "; et allora la dicta Agnese, sua sore, li de in secreto, denanti a casa de Soreca de Fraschati, vinti et tre ducati papalj et cinque carlinj, fra li quali carlinj v'era alcun da septe, et promeseli como revenea ipso Bensivenuto da Roma ad Zancati darline piu, ma non disse quanti et dissili dovesse refavellare con essa et con Thomasso guanto piu presto posseva. Item dice esso Bensivenuto che circa tre o quactro di poy arrivaro ad Roma ad adiutare li dicti coci, mastro lanni, suo frate, li disse nella piaza della Minerva: " Bensivenuto, io so stato recercato da don Iannj Raya, per parte dello cardinal della Colonna, et se voglio intossicare Alto, Grato et li figli, ca me fa dare roba et denari quanti ne voglio; allo dicto cardinale io li aio plomesso di volerlo fare et in quella di me fece favellare con lo dicto cardinale, lo quale me disse: " que modo averai ad intossicare li dicti signori '. Io li respusi: * ad me basta l'animo de intossicare Alto et li figli et fanaio'che Bensivenuto, mio frate, intossicara G'rato et li figli. Et Io dicto cardinale me disse: bastavj I'animo de farelo et non curate de altro che vi faccio ricchi de denarj et de roba; si che se volemo guadagnare, ad nui sta u. Et esso Bensivenuto l[ disse: * io voglio fare cio che voi tu '. Item dice che, tornando da Roma alli decedocto di del mese predicto, de iovedi, passando nanti ad casa del dicto don Cola, lo dicto don Cola lo chiamao et disseli: " ate dati denarj commare Agnese > ; et ipso respuse: * ate dicto null'altra cosa >; et esso Bensivenuto respuse: ame dicto per pane toa se me voglio trovare con mastro " Iannj, mio hate, ad intossicare li signori de Vallemontone >; Io quale don Cola li disse et poy che dice, et ipso respuse: < eccome apparecchiato ad cio che io posso de bona voglia ". Item dice che alli decessipte di del mese predicto fse partiero da Roma tucti et dui una con lanni Sarracino, habitatore de Paliano, et la nocte dormero in campo ad una ara, isppr.tto alla Molara, et la domane.de iovedi, decedocto del mese predicto, se nne vinnero essi dui ad Zancati. Item dice che la sera po vespâ‚Źro, lo dicto iovedi, stanno una con mastro Iannj alla porta de Zancati, in secreto li disse lo dicto mastro lannj : * Bensivenuto, fa che agi ad mente Ia ambasciata et spacciala presto > ; et ipso li respuse: io lo faraio ma vorria lo tossico, ad chi lo domando o ; et mastro lanni " li disse: . don lanni Raya me ha dicto che esso lo dava ad don Cola, suo nepote, et esso lo deve avere, addinandali ca te llo darra ". Item dice lo dicto Bensivenuto como, stando in tale rascionamento con lo dicto mastro lannj, hora assay tarda, arrivao la Antonj dello Schiavo da Paliano, lo guale disse ad ipsi mastro lanni et Bensivenuto: . dove sta don C-ola ' ; et essi li dissero: < sta dentro ; ma che ne voy fare r; et esso li disse: < vengo si posso havere denarj r;'loquale Bensivenuto li disse: . va


VARIA

t57

alla casa che Io trovaray >. Item dice esso Bensivenuto como lo dicto Antonj odio le dicte parole, intrao in Zancati et stando per poco spatio tornao dove stavano essi Bensivenuto et mastro lann! dicendo: * Bensivenuto, veitenne domane ad Paliano ad favellare con meco che io aio avuti denarj da don Cola et eccoli in questa ponga; quando serai crai con meco te darraio lo tossico che me a dato don Cola et cento ducati " ; et esso Bensivenuto Ii respuse : u io veneraio domane ad bona hora ,. Item dice che la demane seguente de venerdi andao ad Paliano per favellare con lo dicto Antonj et portao certo guarnello et bambase per farese lo ioppecto; et arrivando nella piaza de Sancto Andrea de Paliano trovao loco lo signore Andrea Conte, lo quale comenzo favellare con esso et non se spartio mai 6n che fo nella roccha de Paliano dove lo fece mettere presone; adomandolo donde erano venuti li denari, quali haveva monstrati ad lannj Sarracino in Roma et per questo modo non favellao con lo dicto Antonj dello Schiavo. Item dice che aveva posto con don Cola de Antonj Pectenaro predicto che guando aveva dato lo tossico alli predicti signorj, esso Bensivenuto se nne doveva gire alla rocca de Paliano et stimava intossicare o gabare Luca Vaccino da Carpaneta, lo quale guardava la dicta roccha, et fare signo ad Antonj dello Schiavo predicto et ad lacobo de Petruccio de Nofo, quinato dello dicto don Cola da Paliano, li quali devevano stare apparecchiati appresso alla roccha predicta et farli intrare dentro. Et piu dice aveva dicto lo dicto don Cola devesse scroccare tre volte la bombarda et mettere lo lenzolo in cima della roccha accio che esso don Cola o Cola Valentino potissero andare ad farelo sapere allo prencepe, secundo era ordinato, et menare Ia gente per intrare in Paliano. Petrus de Ripa, imperiali auctoritate notarius et nunc notarius et officialis dictj castrj Palianj, stans in loco predicto, vigore commissionis]michi facte per supradictum Gratum, supradictam confessionem, examinationem et ratificationem predicti Bensivenuti, inquisiti coram me et alijs infrascriptis notarijs et testibus, sponte factam, de verbo ad verbum fideliter scripsi ac sine fraude in hanc publicam formam reddegi ac signum meum apposuj: literatis et alijs, videlicet notario Stephano Antonij Nicolai Stephanj de Signa, notario Antonio'Nicolai Petrj Romani de Carpineto, notario Bartolomeo magistrj Iohannis de Pontecurvo, civi anagnino, domno Antonio de Carpineto, archipresbitero Gabiniani, Iuliano Blasij, Antolinj de Anania, magistro Antonio Prioris de Signa, Cola lohannis Sancti, Petro lohanne notarii Petrj, Iuliano magistrj Marij de Dragoneto, et Cola Capotij de Gabiniano, testibus. Stephanus Antonij. Nicolai Stephanj de Signia, apostolica et imperiali auctoritate notarius, predicte confessioni et omnibus supradictis, dum sic agerentur et legerentur per supradictum notarium Petrum et a dicto Bensivenuto inquisito predicto ratifrcarentur, una cum introscriptis notarijs et testibus interfuj, et in testem vocatum me subscripsi et signum meum apposui. Bartholomeus magistrj lohannis de Pontecurvo, civis anaguinus, imperiali auctoritate notarius etc. Antonius Nicolai Petrj Romanj de Carpineto, imperiali auctoritate notarius etc.

1451.

c -777.

[VII.28.c.].

Deposízìone cÍrca

il

tentato attoelenamento

di Grato e Alto

11.

Cantí.

Copia sincrona.

La vigilia della Hoc erat in quodam folio separato, nescio ad cuius confessionem pertineat. .. Conte; disse: ay veduto don in Tone de de Tiberj Antoni stando ad trovai Roma Ascensione se parta * trovi, di che non che me favelle se lo " Iannj , ; et io dissi de no, de che disse: audi, u ca dice che vole te et mastro lannj insiemi , ; et don lannj disse: . io voglio che facci quello che voglio io, tu, et mastro lannj n ; et io dissi: u mastro lannj non me favella, fa che li favelli per che Io prencepe et monsignore te arriccano se possono havere Paliano nelle mano ,. Et la demane della Scesa dissi: * io aio trovato mastro lanni, et dictolj como debia fare omne cosa; fa che Ii dei quissi denarj et vidi che quesso altro e tossico, lassa fare ad esso lo avanzo. Et quando esso te advisa, fa che veguj presto ad Genezauo tu, voy Cola Valentino per che esso ancora sa che Bensivenuto deve intossicare C:rato et pigliare la roccha et fare lo cenno et alni aBcora cturera, ct Bastro Iannj intossicara Alto, et ben se llo porrao insiemi esso et lo frate; et se v'e factura, starra la gente piu in ponto che I'alha volta per che sta ad posta soa lo succurso. Et revignero insiemj, la sore de mastro lanni, io


DOCUMENT I, DELL ARCHIVIO CAETANI

t58

Cola et I'altra brigata; quando forono alla cona de Mesa Via, se spartiero et essa gio con lo marito, Alli Vl di, voy octo, torno ad Zanchati una sera: io li dei li denari, essa dicendo: < ate dati chiuvelli denarj , ; et io dissi: * che denarj > ; et essa disse: * io saccio omne cosa per che me llo ha dicto mastro lanni u; et io dissi: . so omne cosa )); et disse: * quando vole fare la faccenna u; et dissili: adviseno de omne cosa me, voy Cola " dilli che sse afironte insiemj esso et Bensivenuto et di chein de Schiavo di Sancto Iannj venne ad Zanchati: Valentino, etipso gerra per Ii fanti; et Antoni dello . de quella faccenna ad che sta ' ; et io dissi: < guesso sta ad ti et ad mastro lanni et ad Bensivenuto, et liberato starra una con mecho u.

F. P. 3236.

c -1451.vln.17.

Procura fiIascícita da Emanuele d'Appiano, signore di Piombino, a ser Matteo d'Appiano Piombíno per I'elezione del cappellano di S. Mtchele Arcangelo nel duomo di Písa.

-

Otígínale. Nel cerso, nola sínctona: Procura del signor Manovello Atc, Cael,, Pry, (Fondo Písano) n.3235. d'Appiano iu ser Matteum d'Appiano dell'altare della cappella di Santo Bartolomeo in Dúomo etc.

Anno ab Incarnatione millesimo guadringentesimo quinquagesimo secundo' indictione quartadecima, secundum cursum et consuetudinem notariorum terre Plumbini, massane diocesis, necnon iurisdictionis et dominii Emanuellis de Appiano, Plumbini domini insuleque llbe etc., die septima decima mensis augusti. Ex hoc instrumento appareat quod, cum cappella seu altare sub vocabulo Sancti Michaellis Ai".ngeli, existens in ecclesia Sancte Marie, seu domo vel canonicia civitatis Pisis (!), cuius cura spectat n ad Emlurru"lem, filium olim domini lacobi de Appiano Plumbinique dominum, vacet presbitero: prefatus dominus, confisus de bonitate atque prudentia presbiteri Michaellis lohannis, alias del Ciarpa, de Pisis' constituit suum procuratorem eloquentem ser Matheum condam Fanuccij de Appiano, civem pisanum, absentem, ad eligendum in cappellanum eiusdem altaris Sancti Michaellis Arcangeli, ad beneficiandum cum domibur, pJrrrrrionibus, ierris bonisque et rebus ad dictum altare spectantibus, pro temPore Pro quo procuratoú videbitur, eundemque presbiterum Michaelem revocandum cum omni potestate, tameh ho" -unduto 6rmo manente, et omnia faciendum que ad presbiteri electionem pertinent; dans procuratori plenum mandatum; promictens se habere firmum quicquid procurator fecerit; cuius cappelle seu altaris, ,iC in ecclesia cattedrali civitatis Pisarum, ius patronatus pertinet ad prefatum dominum. Actum domo constituentis, in camera sue solite habitationis, posita in confinibus Plumbini, in loco dicto Tra Palati, cuius a primo est platea, ab aliis duobus lateribus vie publice, a quarto domus Ghesis olim Berti de Plumbino: ser Iacobo olim ser Soldani de Plumbino et Rosso Pele de Colli, familiari prefati domini, testibus. ST. Ieronimus frlius condam Stefani Nerii de Plumbino, imperiali auctoritate

plumbini,

in

notarius et iudex ordinarius scripsi. Nos Anthianj comunis et populi Plumbini frdeui facimus qualiter ser leronimus est notarius et et ad fidem has iam sunt anni xttt; vel circa quibus artem notarie exercuit in terra Plumbini et alibi; in nostra Datum Plumbinj, sigillatas. nostras patentes lib".", 6eri fecimus nostroque parvo sigillo de Plumbino et ,"rid"ni., suprascriptis anno, indictione et die. Lucas magistri Bartholomei notarius

etc.

Sig.'. cancellarius de mandato I Nel|'íntetltneo. 2 Ttaccía dí cera rossa'

c-777. v.

t45t .Vlll.22.

Nicola V, per arcelerarc iI processo di tentato oeneficío contro í Conti, aí gíudìct commíssarí Nicola Amidano, oescooo piacentino, Nicola Porcínari, senatore dí Roma, Guglielmo Funderc, uditore del S. Palazzo Apostolíco, e Giooanni u de Maczancollis ,, uditori di Camera, aggíunge glt abatt dei morrasterí di Grottaferata e Subiaco'

Roma

-

Copia, inserita

in [145].Vill-221

post'

Nicolaus episcopus, servus servorum

Dei. Si quorumlibet

Christi .;. Cum pridem ad nostrum,

non solum fama public" aut gravi Prosperi, ad Velum Aureum dyaconi'cardinalis, de Colunna nuncupati


VARIA

159

querela referentibus, verum etiam ex relationibus nuntiorum Alti et Grati fratrum de Comite, ut et postea idem Gratus in nostra presentia eonstitutus id iddem asseruit, non sine mentis nostre turbatione, pervenisset auditum quod dicti Altus et Gratus assererent nonnullos Alti et Grati vaxallos et ratione vicariatuum seu pheudorum, quos a romana tenent ecclesia, subditos, clericos atque laicos, in eorum machinando vitam, ipsos eorumgue filios veneno extinguere tentasse, tractasse, voluisse et eosdem ob eam rem per dictum Gratum necnon Andream de Comite, dicti Grati natum, seu mandato eorumdem, per ipsorum officiales et commissarios captos, carceratos, tortos et examinatos in huiusmodi examine, prout hec in scripturis processuum, per dictos commissarios contra dictos vaxallos et subditos desuper factorum, noscitur contineri, dixisse se ad id persuasionibus dicti cardinalis, propterea eis venenum et certam pecuniarum guantitatem preparantis et dantis seu preparari et dari facientis, fuisse inductos; dictosque Graturn et Andream examina ei ut dicta vaxallorum et subditorum et contra eos factos processus huiusmodi, ad 'castri hec quoadunato populo nostri Paliani, penestrine dyocesis, publicasse, et eisdem dictum Andream per se ipsum legisse, prefatumque Altum, condam lohannem, eius cocum, alterum ex vaxallis et subditis predictis patibulo suspendi, Gratum vero et Andream predictos Bensivenuto, choco eorumdem, per ipsius sororem germanam evelli oculos publice in signum iustitie fecisse, et tertium ex eis, condarn don Colam Pectinarium, de castro Paliani, nuncupatum, in sacerdotio constitutum, in carceribus fuisse occisum, dictis de Comite asserentibus quod ipse in se seviens se gladio interemit: nos tunc dicto cardinali asserenti quod, licet ipse foret predictorum penitus ignorans et innocens, tamen ex ipsorum mala fama, que propterea non solum penes nos et fratres nostros ac nostras Urbem et curiam disparsa erat, sed etiam iam apud quamplures christianitatis partes et regna convolaverat, sic apud ipsorum reges' regna, dominia et populos in suis honore, dignitate, extimatione, fama et statu vulneratus, quod in sua declarata innocentia in predictis eorumdem error et iniquitas pariter propalaretur et publicaretur celeriter apud omnes, sibi supplicium vita et sollacium mors existeret eo quod vir veneficus et ex hoc proditor haberetur: compatientes dictos Gratum et Andream, coram nobis fecimus convoeari, et Nicolao, episcopo placentino, camere apostolice in camerariatu officio locumtenenti, nec non Nicolao de Porcinaria, Urbis senatori, Guillielmo Fundera, sacri palatii apostolici, et Iohanni de Maczancollis, de Interamne, canrere apostolice generali causarum auditoribus, dedimus in mandatis ut, in predictis summarie procedentes, inquirerent et veritatem repperirent: qui episcopus, senator et auditores, deputati iudices in causa inquisitionis huiusmodi ad actus aliguos processerunt. Nos igitur finem negotii processusque huiusmodi videre cupien' tes, et omnia gesta et facta in eodem per predictos iudices hic pro expressis habentes illaque ratificantes ct approbantes, ac prefatis episcopo, senatori et auditoribus in prosequutione processus et negotii huiusmodi Petrum, Beate Marie de Grictaferrata, dyocesis tusculanensis, ordinis Sancti Basilii, et Guillielmum sublacensis, quod nullius dyocesis existit, ordinis Sancti Benedicti, monasteriorum abbates, agregantes dictis episcopo, senatori, abbatibus et auditoribus, mandamus ut, adhibitis admissisque nostris procuratore et advocato fiscalibus, dictum ceptum inquisitionis negotium, quibusvis etiam alias in Dei honorem feriatis accelerando diebus prosequentes, siquid forsan sinistri aut peccati, quod absit, in et contra dicti cardinalis personam et per eum perpehatum in predictis repperirent, referre nobis, desupel cum nostris hatribus provisuris, alias vero eidem cardinali et sue innocentie detegende et restituende fame providere, et guoscumque in predictis seu predictorum occasione delinquentes aut culpabiles privationis feudorum, retrofeudorum, vicariatuum, que ab ecclesia rornana haberent, ipsorumque et aliorum casborum, locorum et terrarum et guorumcumque bonorum eorundem fisco nostro confiscationis et incorporationis ac personarum eorumdem carcerationis, perpetue vel temporalis, et aliis de quibus eis videbitur et dignas esse extimaverint penis, ipsius cardinalis dignilalg, qualitate pensatis, punire penitus et indilate procurent, Per hoc tamen prefato senatori guin suum ordinariam potestatem et omnem iurisdictionem contra aliquem seu aliguos ex predictis, quos deliquisse reppererit in predictis, exercere possit et huiusmodi delicta punire non tollimus seu adimimus potestatem, quin ymo guoscumque in predictis vel occasione predictorum per dictos episcopum, senatorem, abbates et auditores aut eorum ad hec per dictum episcopum requisitorum maiorem partem congregatam, aliorum absentia non obstante, aut per dictum senatolem solum, ex sua ordinaria potestate, predicti processus 6eri et fulminari sententiasque ferri contingat, illas et appellatione quacunque remota observari et per ipsos proferentes realiter et effectualiter, etiam cum seculari ad id per eos invocando brachio, exequi volumus et mandamus. Datum Rome apud Sanctum Petrum, anno Incarnationis dominice millesimo quatricentesimo quinquagesimo primo, undecimo kalendas septembris, pontificatus nosbi anuo quinto.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

160

[

1451.VIn. 2?lpost.

C

-777

,Y.

[Romal - Sentenza dei commíssarí pontifiú, con Ia quale assoloono da ogni accusa dí preteso oeneficío íI cardinale Prospero Colonna e scomunícano í Conti, prioandoli dt tutti i beni, per aoet estorlo, con tormentí, da prauntí rei, da loro giustízíatí, false deposízíoni, dioulgate a danno del cardinale

stesso.

Copia del sec.

XV, in

doppio esemplare.

Hec est sententia declaratoria et condemnatoria lata, data et promulgata per Nicolaum, episcopum placentinum, camere apostolice in camerariatus oficio locumtenentem, Nicolaum de Porcinaria de Aguila, alme Urbis senatorèm, Petrum abbatem Grutteferrate, ordinis Sancti Basilii, tusculane dyocesis, GulIielmum abbatem sublacensem, ordinis Sancti Benedicti, nullius dyocesis, Gullielmum de Fundera, sacri palatii apostolici, et lohannem de Maczancollis de Interamne, curie camere apostolice generales causarum auditores, a Nicolao papa quinto iudices et commissarios deputatos, ut ex literis apostolicis in bulla plumbea inpendenti continetur, quarum tenor est talis (c . I 451 . VilI .22 ) , p"t magistrum Girardum de

Vulterris, apostolice camere notarium et huiusmodi cause, coram supradictis dominis commissariis, scribam lecta et rogata, magistro IVfichaele de Prato, fisci camere apostolice procuratore, instigante et promovente; cuius nobis facte commissionis vigore et pro reperienda negotii et cause veritate, iuxta commissionem nobis fdctam, ad nonnullos actus solenniter processimus ac demum inquisitionem super predictis formari fecimus, huiusmodi sub tenore, videlicet: Hec inquisitio fit per Nicolaum, episcopum placentinum, camere aPostolice in camerariatus ofrcio locumtenentem, Nicolaum de Porcinaria de Aquila, alme Urbis senatorem, Petrum abbatem Gructeferrate, ordinis Sancti Basilii, tusculanensis diocesis, Guillelmum abbatem sublacensem, ordinis Sancti Benedicti, nullius dyocesis, Guillielmum de Fundera, sacri palatii apostolici, et Iohannem de Maczancollis de Interanne, curie camere apostolice generales causarum auditores, super his a Nicolao papa quinto iudiees auditores et commissarios deputatos, ac magistro Michaele de Prato, fisci camere apostolice procuratore, instigante et procurante, contra Gratum de Comite, pro papa castri Paliani etc. in temporalibus vicarium, et Andrean, eius filium, super eo quod, fama publica precedente et clamosa insinuatione referente famam non a malivolis et suspectis, sed potius a veriticis et fide dignis hominibus, non semel tantum sed sepe sepius, ad aures et notitiam ipsorum commissariorum per' o"oit quod, de presenti anno et mensibus iunii, iulii et augusti proxime preteritis, dicti Gratus et Andreas propter suspitiones eis iniectas, maxime occasione pecuniarum quas nuntiati sunt habere Bensivenutus, Loro- cocus, et magister lohannes, cocus Alti de Comite, fecerunt capi et in carcerem trudi dictum Bensivenutum et magistrum lohannem, dictam Agnetem, eorum sororem, de Zancato, dictum don Colam Antonii Pectinarii de Paliano, presbiterum, dictum Antonium Schiavi et Antonium Petrutii Nofl de Paliano et ultimo Antonium de Tybure; eosque omnes, nullis precedentibus inditiis legitimis, ad tormenta variis et repetitis vicibus poni per suos ofrciales et famulos, interveniente etiam multotiens Andrea predicto et per suas manus eas torturas et tormenta exercente adeo crudeliter quod, quanquam ad ipsorum tortorum pedes lapidem bumbarde gravissimum posuerunt et super eo lapite Andreas ipse, ex una parte, et alius, ex alia, pedibus ut tortum gravius cruciarent insilierunt; ipsosque sic tortos, sic spetialiter contra iustum et solitum questionum ordinem interrogari fecerunt et aliquos etiam per se ipsum dictus Andreas interrogavit an dictas pecunias solvi fecerit dicto Bensivenuto et magistro Iohanni cardinalis de Columna vel aliquis fratrum; et cum metu et immoderatissima vi tormentorum dictus Bensivenutus, dicte spetiali interrogationi respondens, tedio et longa vi tormentorum cohactus, respondisset eas pecunias habuisse a cardinali predicto per medium dicti don Cole et don lohannis Raie de Paliano, habitatoris in Sancto Vito, ipsius Cole avunculi, causa venenandi ipsos Gratum et Andream et Altum de Comite et filios et plura alia, prout in confessione ipsius apparebat, fecerunt efiectum dicte confessionis et substantiam narrari àicto magistro lohanni; et sic discurrendo de uuo in alium de dictis tortis et captivis narrari fecerunt ut in id"- "or"ordarent; quibus ex tormentis, spetialibus interrogationibus et subgestionibus, predicti confessir predictas per dictum cardinalem solutas esse et venenum assignatum debentibus [venerare] súnt et pecunias

predictos dominos de Comite et ipsorum familias; que omnia in gravissimam iniuriam dicti cardinalis et iprius honoris et dignitatis iacturam processerunt. Et ut predicta essent vulgatiora Andreas ipse, Grato


VARIA

t6t

in loco publico sedente, in quadam platea castri Paliani, assistente multitudine populi dicti castri ac civium romanorum ac forensium, alta et intelligibili voce, dictas confessiones in scriptis redactas legit; et insuper per suas literas pluribus dominis et magnatibus significavit. Quibus peractis, nullo iuris ordine reservato nec iudicii figura,'dictum magistrum lohannem, suam cohactam confessionem expresse revocantem, furcis lagueo suspendi in castro Carpineti fecerunt; dictum don Colam, in sacris constitutum, ymmo sacerdotem, ad semetipsum interficiendum, metu et dolore tormentorum, in castro Zanchati, conpulerunt; dictum Bensivenutum'in castro Gabiniani fecerunt luminibus privari. Et ut predicta facinora detestatiora forent maiorisque crudelitatis speciem preseferrent, dictam Agnetem, sororem, ad eruendos oculos fratri, proh dolor, impulerunt, minisque et tormentorum doloribus cohegerunt. Ultimo, cum hec, pape mandato, Rome examinanda per dictos conmissarios essent et quatuor ex dictis commissariis, quibus Sanctitas Sua id expresse commiserat, eisdem Grato et Andree expresse precepissent sub gravissirnis penis quod infra terminum sex dierum dictos captivos et alios, quos in potestate sua habebant, ac etiam omnes processus et scripturas in huiusmodi causa factas presentarent, infra ipsum terminum sex dierum, neque infra biduum post, per papam eis prorogatum, non presentarunt nisi tres ex dictis captivis; prefato

quibus et aliis postea presentatis minas et terrores intulerunt, per se et alios, quod in confessionibus persisterent, premia etiam pollicendo si perseverarent; ad que, non tanquam rectos iudices et ecclesie vicarios

decet, sed contra omnem humanitatem et ustitiam et pernitiosissimum rey exemplum processerunt. Et que omnia commissa et perpetrata fuerunt in castris Paliani, Carpeneti, Zanchati et Gabiniani, anno et mensibus suprascriptis, singula singulis referendo, preter et contra bonos mores, formam iuris ipsorumque tortorum, cecati et interfectorum preiudicium et iacturam, ipsorumque quoque Grati et Andree animarum periculum ac pape et cardinalium collegii et maxime persone cardinalis de Columna maximum dedecus, infamiam et iacturam. Et quia prefati Gratus et Andreas predicta omnia, salva dumtaxat particula inhobedientie, sponte confessi sunt vera esse, atgue omni termino faciende defensionis eis oblato renuntiarunt: idcircho visis attestationibus et depositionibus in hac causa factis, visis actis et actitatis, visa dictorum Grati et Andree in premissis spontanea confessione, visa etiam facti notorietate, ad hanc diffinitivam sententiam procedimus, videlicet: Pro tribunali sedentes, quamvis vite sanctimonia, laudabiles mores, dignitatis excellentia, decus familie et insignis progenies, quibus idem cardinalis de Columna preditus est, alieque multe coniecture suam innocentiam et puritatem, nemine suam causam agente, defenderet, cum tamen vigore suprascripte conmissionis sanctissimi domini nostri in hac ardua causa de veneficio et tossicatione agebatur, nobis facte, per diligentissimarn inquisitionem et solertem investigationem clarissime et lucir {ibsime comperimus eiusdem cardinalis [personam] ab omni huiusmodi criminis labe et nota exemptam, quam quidem variis astutiis et calumniis denigrare conati sunt: nos, volentes veritati testimonium reddere fameque et extimationi eiusdem domini, secundum nostre conmissionis formam, providere, habito inter nos multotiens colloquio et matura deliberatione exactissimoque scutrinio, per hanc nostram diffinitivam sen' tentiam, quam unanimi consensu et voluntate in his scriptis pronuntiamus, declaramus eundem cardinalem de omnibus, de quibus in supradicta nostra inguisitione 6t mentio, et de omnibus contentis in processibus, confessionibus, actestationibus, actis sive scripturis in huiusmodi causa, seu coram nobis factis seu coram supradicto Grato de Comite vel eius officialibus, ubicumque esse et fuisse insomptem, purum, immunem et penitus innocentem, ac omnia, contra eum dicta et obiecta, metu tormentorum et contra veritatem ordinata ac contra Deum et iustitiam; dictos Gratum et Andream, quia nobis constat omnia in dicta nostra inquisitione contenta, vera fuisse et esse, per eorum confessionem coram nobis in iudicio sponte factam, excepta inobedientia, guam de Grati et Andree voluntate pape remittimus, in penis privationis omnium bonorum, privilegiorum, castrorum, locorum et terrarum, pheudoium, rehopheudorum et vicariatuum, que a romana ecclesia habent, et confrscationis aliorum castrorum, locorum et terrarum et bonorum suorum et

carceris, deputandi quoad locum et tempus arbitrio pape, et quod teneantur omnibus universitatibus et dominis, sive temporalibus sive ecclesiasticis, quibus supra predictis aliqua scripseript in prefati cardinalis infamiarn, rescribere et notifrcare quod illa conha veritatem processerunt eumque innocentem fuisse penitus et esse, condernpnamus et per hanc nostram difinitivam sententiam privamus, confrscamus et incorporamus, singula singulis referendo; declarantes insuper dictos Gratum et Andream incurrisse sententiam excumunicationis, a canone latam, propter capturam factam de dicto don Cola, presbitero, et torturam ei illatam et mortem inde secutam, reservata nobis potestate procedendi contra alios quoscumque cuiuscuĂ?lque gradus, status seu dignitatis existant, qui in predictis sint seu fuerint quocumque modo culpabiles. . N[icolaus] episcopus placentinus ita pronuntiavi. Nicolaus senator predictus ita pronuntiavi.

l,

2t


DOCUMENTI DELUARCHIV IO

C

AETAN

I

G[uillelmus] abbas sublacensis ita pronuntiavi. GuiP[etrus] abbas G'ricteferrate ita pronuntiavi. gelmus de Fundera auditor ita pronuntiavi. Iohannes de Maczancollis de Iterande (!) auditor camere

ita

pronuntiavi. I Omessa nel

c - r45t . IX. Písa

-

Ser

leslo.

3

Matteo d'Appíano

F. P. 3324 ,3279.

si

obblíga

alla rcstituzione della dote, oalutala a400

Arc. Caet,, Prg. (Fondo Písano) n. 3324, OigÍnale, Nel oerso, nole del sec. . confessati per ser Mateo d'Apiano a monna Antonina sua donna; ó) charta de ... et pachate ... Ortglnate. Nel oerso, segnatura del sec. XVII: n- 52.

XV:

libbre e

t0

soldí

aJ Carta di dote et donamenti

IoÍ, Prg, (Fondo Plsano) n,3279,

serie huius inshumenti pateat quod ser Matheus, notarius, olim Fanuccij de Appiano, civis pisanus, olim de cappella Sancti Martinj Kinsice et nunc de cappella Sanctj Pauli ad Ortum, ad interrogationem domine Antonine, uxoris sue et filie olim Antonii condam Bindaccij de Benettis, pisanj civis, fuit, suo iuramento, se vendidisse infrascripta correda et donamenta Antonine, pro quibus 1 "olf"rru, recepit in totum florenos octuaginta octo et soldos triginta denariorum florenorum parvorum, ad rationem librarum quatuor pro floreno, videlicet: cintulam de sirico de grana, fulcitam de argento' ponderis r unciarum guindecim, pro pretio soldorum quinquaginta quatuor, denariorum forenorum parvorum pro uncia, et quam cintulam vendidit Atonio Iacobj del Testa et Nannj de Sarmulis, civibus et campsoribus I pisanis, pro pretio librarum quadraginta et soldorum decem, denariorum florenorum parvorum: duos roolor, videlicet unum de auro cum peha balastrj a tre canti et alium de auro cum petra zafinj, venditos Baptiste Maggiulino, civi et mercatori pisano, videlicet Maùeo Pierj, canapario, pisano civj, procuratori Baptiste Maggiulinj, in terra Plumbinj, pro pretio florenorum quinquaginta duorum, ad rationem librarum qu"tuo, pro fforeno; quam cintulam et anulos ser Matheus dixit donavisse Antonine, in domo patris sui, anteguam duceretur ad virum; ser Matheus confessus fuit quod ipse prestitit Antonello Gualterij de Lorino, olim et tunc conducterio ab equo comunis Florentie, cioppam unam de sirico in cremusi, ipsius Antonine et de corredis et vestimentis Antonine, et quam cioppam ser Maùeus dixit quod Antonellus de Lorino suppignoravit apud Ysac ebreum, feneratorem in civitate Pisarum, in cappella Sancte Margarite, pro libris centum quinque, denariorum florenorum parvorum, r et quod cioppa, Antonellus non valendo L"* ,"1u".", deperdita fuit et remansit apud suprascriptum Ysac in damnum Antonine; ser Matheus

Ex

fuit quod ipse habuit in pacamentum a suprascripto Antonio condam Bindaccii de Benettis, patre Antonine, et a domina Filippa, matre Antonine et uxore Antonij de Benettis, quintam Partem pro indiviso de quinque partibus pro indiviso cum alijs de Benectis, fratribus olim Antonij, petij unius terre sive locj, vocati lo Gagno 2 Vechio, positj in confinibus comunis *+, pro dote Antonine, pro I valentia librarum quinquaginta denariorum florenorum parvorum, et quod de dicta datione in solutum dixit constare per cartam scriptam a ser lacobo, notario, olim magistrj lohannis de Cuciglano, notario, pisano cive, Incarnationis anno MCCCCXX, indictione **, die ** rrI€DSis **1 lror€ Pisarum; gue summe faciunt quantitatem librarum quadringentarum trium et soldorum decem, denariorum monete currentis, quas ser Matheus dixit in suis negotijs expendisse; et quas libras quadringentas tres et soldos decem, denariorum florenorum parvorum, I debitai eidem Antonine, ser Matheus iubet reddj Antonine et suis heredibus in casu restitutionis dotis, ad ipsius et heredum requisitionem, et bailiam eidem dedit in dicto casu accipere tenutam bonorum ser Mathej pro satisfaciendo sibj in totum; ser Matheus obligavit se et suos heredes et bona. Actum Pisis, in domo habitationis ser Mathei et Antonine iugalium, posita in cappella Sancti Paulj ad Ortum, in loco dicto lo Chiasso di Mercatanti, et quam domum ser Matheus conducit a Piero Vincellaris, spetiario, pisano cive: Iacobo olim lohannis de Benedictis, de cappella 3 Sancte Cecilie, et lohanne filio Coli Bettonis, de cappella Sancti Luce, Ianarijs, pisanis civibus, et Benedieto Antonii de Luca, planulario, habitatore Pisarum, de cappella Sancti Paulj ad Ortum, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo quinquagesimo secundo, indictione quartadecima, die tertia mensis septembris, more et secundum cursum et consuetudinem civitatis Pisarum. ST. Pierus { olim magistri Lupj cond^- Pierj, civis pisanus, imperiali auctoritate notarius et iudex ordinarius, scripsi. confessus


l6t

VARI A

instrumentum dedi Lancilotto, filio suprascripti ser Mathei, hac die vigesima iulii anni MCccctxlltl, more civitatis Pisarum, et pro Lancillotto dedj Christoforo Benedictj, spetiario, ut procuratori Lancillotti,

Et

die

)fi

iulii

suprascripta.

I Abb. t. p. I'allto

2 Nclcsfo

logagno s Nell'altto

escmplarc

Coli Nicotai

Bettonis a II

brano chc seguc manca nel-

csemplarc.

c-772.11.

1451.

Ix.18.

Roma

Grato e Andrea Conti gíustìziati, deposízioni false'contro íI cardínale díacono Prospero Colonna.

attestano pubblicamente

dí auere strappato da oassalli, torturati e po[

Copia sincrona.

Universis presentem cedulam inspecturis. Nos Gratus et Andreas de Comite notum facimus quod pridem de mensibus iunii, iulii et augusti anni presentis, occasione certe suspitionis, nonnullos nostros vassallos capi, carcerari, torqueri et specialiter interogari fecimus de P[rospero] diacono cardinali

de Columna; ipsique torti, iuxta interrogationem huiusmodi, vi tormentorum predictorum nonnullas pecunias, de quibus interrogati fuerunt, certumque venenum prefato cardinali, per medium quorundam presbiterorum castri Paliani, prenestine diocesis, causa venenandi Altum de Comite, mei Grati fratrem, et me ceterosque filios ipsius atque meos habuisse et recepisse responderunt et confessi fuerunt. Noi tunc dictas confessiones publicari et desuper sententias corporales contra aliquos ex predictis promulgari predictorum effectum. . et exegui fecimus, ac nonnullis dominis et magnatibus scripsimus et nunctiavimus Verum quia predicta omnia contra veritatem ordinata fuerunt, prout in processu inquisitionis ex commissione rpostolica, contra nos formate, et sententia, desuper secuta, constat: idcirco nos, volentes veritati testimonium perhibere, universitati vestre resuibimus et notificamus quod predicta, que de cardinali primo scripsimus et supra relata sunt, contra veritatem processerunt, ipsumque cardinalem de illis fuisse et esse p"nìtu, innocentem. Et ad certitudinem predictorum hanc presentem cedulam sponte, et non ad alicuiús instantiam, me fecisse scribere manu eiusdem Andree, mei filii, et mea manu subscripsisse confiteor, et

in Capitolio: testibus milite domino Nicolao de Porciillustre ac famosissimo utriusque iuris doctore, senatore, Urbis alme ,r.riìr, d" Aquil", iurìs do"tore, doctore domino Egidio de Cenitiis, de famosissimo ac domino Iohanne Cole de Loractinis, de Nursia, Corneto, senatoris collateralibus, et iuris peritis domino Baptista lohannis, de Orte, et domino lacobo de Monte Sancte Marie in Lapide; anno millesimo quadrigentesimo guinquagesimo primo, indietione XV, mense septembris die XVIJ. G,ratus de Comite manu propria subscripsi. Andreas de Comite

proprio meo sigillo sigillasse. Datum Rome,

subscripsi.

Fasr

c -7t7.

?1.x.28.

r Antonio dt Nícola u de Grecis , a Onorato III Caetani: - circa una trama per ímpossesscrsí di Sermoneta e Palíano con I'appoggío di fantí del rc dt Napiolt.

VeIIetrì

Fuori:

Magnifico domino domino H[onotatol dc Gaytanis nostro domino singularissino et benefactori PreciPuo etc.

s.2

Magnifice domine post recommendationem. Per che quando se vede al tempo breve in questa (?) ,".ioo alla V. S. sub brivita, la narro. Concescia de cosa aia sentito da uno lo quale e usato de materia "h"" fare delle cosi mundane piu gattive che bone et cossi e in male mo recercato verso de fare cosi conha dello stato della S. V.; et posto che sia gattivo, tamen ad noi no, per che ce ao informato c.omo benivolo; et questa eo la cascione, che e dato ordine de tradire Sermoneta et presto et sondo certi fanti de Re cfie vando subdicendo ongne gattivo dello pagese che possono avere et de quisti ne era uno. . noi colle spalle de Re avremo per muodo de havere quisto, et usato con noj queste ;rarole, .tg " Sermonetu, de certo et anche Paliano '; donne dice che ne e cascione lo Églio de C'rato 4 etc. Donne

d!


DOCUMENTI DELLIARCHIVIO CAETANI

164

per guesta Presente avisamo la V. S, che nce abia in questo ad provedere et far cio che bisognia. In Velletri 3 sondo gtati quactro fanti et vando tucta via sollicitendo. Sapienti pauca. Se altro ce occurre, advisaremo de tucto la S. V. Sempre ce recommadamo alla V. M. S. Huvemo promissi allo presente portatore carlinj

tre. Velletrj, die XXVIIJ octobre.

Tuus fidelis servitor

Antonius Nicolaj de Grecis I de Velletro.

s

a) Andrea Contí.

I Abbr. Cecis: d'íncetta letlwa.

2 In cera

rossa,

3 lúàr. Vllj, Vllo,

c-145r.xI.26. Pisa

F. P.3303.

Lo speziale Bartolomeo e i figlí Giooanní e Gerardo, per 50 -Matteo posti nel terrítorio di Tremoleto. d'Appiano alcuni

ltbbre

df denari, úend.ono a

ser

fondi,

Arc, Caet,, Ptg. (Fonilo Písano) n.3303. Orígínale, uliveto et de casa et altre posessionj da Montalto da Bartholomeo di...

Ex hoc instrumento sit

NeI oerco, note del sec. XV: a) C.ata di compra spetiale, 1452i b) contrata de Tremuleto.

I

dello

manifestum quod Bartholomeus, spetiarius, olim Gerardj, spetiarii, pisanus

civis, olim de cappella Sanctj Martini Kinsice et nunc de cappella ...

r, €t

lohannes ei Gerardur, filij suprascriptj Bartholomej et heredes domine lacobe, matris eorum et uxoris Bartholomej ... r notarj pisanj, in solidum [vendiderunt] ... t linj Fanuccii de Appiano, pisano civj, infrascripta petia terrarum, posses. I siones et bona, videlicet: Petium ... positum in castro Tremuletj : et tenet unum caput cum uno latere in vijs publicis, aliud caput in terra cum domo Pierj Pasquinj del Corso et ... domo lacobj Mericj de " comuni Tremuletj. Petium terre olim vineatum et in parte boschatum, positum io suprascriptis confinibus comunis Tremuleti, in loco dicto ... [tenet un]urn r caput in via publica, aliud in terua Pierj Pasquinj de Motalto, latus unum in teúa Ninj * * de suprascripto comuni et aliud in terra Gherardi Scharsellarii, et est per mensuíam stariora decemocto. Fetium terre, super quo fuerunt due domus terrestres et sovita coperta embricibus et postea ceciderunt et nunc sunt destructe, et cum curia, ficis et olivis, positum in' suprascriptis confrnibus comunis Tremuletj, in loco dicto Bocchabej: et tenet unum caput in terra Pierj del Corso, aliud partim in terra vineata Pierj Pasquinj del Corso et partim in teua Marcj Bertuccij, latus unum in terra Pieri del Corso et aliud in terra Nuccij Lupj, et est per mensuram stariora quinque et.panni octo. Petium terre olim vineatum, positum in suprascripto comuni, in loco dicto Ficaiuola: et tenet unum caput cum uno latere in terra vineata suprascriptj olim Pasquinj et nunc Pierj del Corso, eius frlij, aliud.latus in terra boschata heredum Bernardj ** et est per mensuram stariora duo. Petium terre boschate ...1 super se, positurn in suprascripto comuni, in loco dicto Capannaio: et tenet unum caput in via publica, aliud cum uno latere in terra Fierj Pasquinj del Corso ... I Sanctj Petrj ad Vincula, et est per mensuram stariorum unum. Petium terre olim vineatum, positum in suprascripto comuni et loco: et tenet unum caput in suprascripto ... I latere in tena Pierj Pasquinj del Corso et aliud latus in terra ecclesie Sancti Fabbianj de suprascripto comuni, et est per mensuram stariora duo. Petium terre ... 1. [posit]um in suprascriptis confinibus suprascripti comunis: et tenet unum caput in proximo petio terre, aliud in tera ecclesie Sanctj Petri in Vinculis, latus unum in terra ... I in via publica, et est per mensuram stariorum unum. Petium terre olim vineatum et boscatum et cum boscho super se et cum pinis super se, positum in suprascripto comunj, in loco... [ten]et unum caput in via publica, aliud in Fossa Ducale et partim in terra ser Franciscj Sirnonis, latus unum in terra ser Fierj del Corso et aliud in terra ecclesie [Sancti] r Petri in Vincula, et est per mensuram stariora quatuor; et omnia alia petia terrarum seu predia, tam domestica quam silvestria, que Bartholomeus et eius filii haberent in confinibus comunis Tremuletj ; insuper vendiderunt suprascripto ser Matheo omnia iura et nomina omnesque actiones et rationes; pro pretio librarum quinquaginta octo denariorum monete currentis, quod receperunt a suprascripto ser Matheo; Bartholomeus et Iohannes et Gerardus promiserunt emptorj" quod non imbrigabunt neque per placitum faticabunt, set dictas res et possessionem [dis]brigabunt 1 {, sqis [expe]nsis curie, iudicum et advocatorum et alijs; et si lis ser Matheo et eius heredibus et r non observaverint, penam duplj pretij successoribus moveretur, Iitem in se suscipient; et [si omnia] resarcire promiserunt, obligando se in solidum et eorum heredes et bona suprascripto ser Matheo et siis heredibus. Actum Pisis, in apoteca residentie mej notarij, posita sub schalis domus Artis et Uni-


VARIA

165

t versitati$ Becchariorum pi[sane civitatis] ... Leonardo, notario, olim ser Iohannis notarii de Arena, pisano cive, et Betto olim Nicholetti, pissicagnolo, de Florentia, habitatore Pisarum, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo quinquagesimo secundo, indictione quintadecirna, die vigesima sexta mensis ST. Fierus olim magistrj Lupj Pierj, civis pisanus; novembris, more et secundum cursum [Pisarum]. I imperiali auctoritate-notarius et iudex ordinarius, scripsj. MccccLJ 4 die vigesima nona decembris, ser Matheus Fanuccij de Appiano pro cabella suprascripte emptionis, in Registro J., a carte 44, solvit Seracino Antonij Puccii, camerario cabellarum Pisarum, libram unarn, soldos decemocto, denarios octo, florenorum parvorum 2, ut per apodixam ser Baptiste de Guardijs notarij cabellarpm. a) Per questa d,ala non fu seguíto Io stíIe pisano. I Danno della pergamena. 2 Abb. Í. p.

c -2492.

l45l . Xil . rr . Roma

di Aquíla,

Porcínarí, - IaNícola prestazíone della cauzione,

per

conte

e

ptescîitta

senalore

Roma,

fa

citarc contí, signorí

e

baroni

dagli statuti di Roma,

Copia sincrona.

Nos Nicolaus de Porcinarijs, de Aquila, miles, comes et legum doctor, alme Urbis senator, I mandamus tibi Conti, nuntio destinato pro parte senatoris et conservatorum' Presenti, quatenus te per' sonaliter conferas ad civitates, terras, castra, loca, domus habitationis solite residentie infrascriptorum comitum et baronum et, de commissione sanctissimi domini nostri et ex nostra parte et mandato, cites; moneas et requiras, publica alta voce, civibus, hominibus et personis dictorum locorum audientibus, secundum formam statutorum Ùobir, n"l saltem hoc presens edictum hoficialibus dictorum locorum des et consignes,

possit: de Stabia;

ut de eo igniorantia allegari non

ursinum de Ursinis de

Formello;

comi'tem lJrsum de Gra-

comitem Eversum de Roncillione: Dominicum et LJrsinum, ziano; .omit"- Panulfum comites de Anguillaria; Macthiam et Tebaldum de Aniballis de Molara; Iacobum de Sabellis' de Palombara; Iohannem de Sancto Heustachio de Catino; Felicem et Laurentium; Stefanum Comitem de castro Poli; Altum et Andream de Comitibus de Vallismontone; Franciscum de Sabellis de Albano; Stefanum de Columpna de Penestrina; illustrem dominum Prefectum de Nernula; Pannulfum de Sabellis; dominum abatem de Sublaco; qui iuraverunt et non dederunt fideiussiones: quatenus infra terminum a statuto Urbis prefissum comparere debeant coram nobis et nostra curia Campitolii ud di""ndu* et allegandum causarn quare non debeant condendari per prefatum senatorem in penam que' continetur in bando, iam dudum preconizato in Urbe, quod bannum dictat quod omnes comites, domini 'satisdandum et fideiussores dannum (!), secundum formam et barones venire et comparere deberent ad statutorum Urbis et dicti banni, qum supradicti comites, domini et barones non satisdederint nec fideiussores dederint, prout facere debuerunt vigore dictorum statutorum et banni et secundum tenores ipsorum, alias procedetur etc.; et cites infrascfiptos etc., in locis etc.: comitem de Dagliacocto pro Monticelli; Eo"u. Butij de Celiveteri; Lodovicum et ft'atrem della Tolfa; Butium de Monterano; Franci-. scum comitem Sallexij ; Napulionem et Robertum de Ursinis de Bracchiano; dominam Geronimam 2 de Campagnano; monasterium Sancti Pauli de Santoreste et Ponsano; Angelum Ronconum de Vigniun"lli dominum Mactheum de Migniano; Iacobum de Ursinis et Laurensium de Montero" ,un}o, Petrum Angelum de Ursinis de Sabiniano; Theseum de Sabellis; Andream dello Moricone; Bactistam et flatrem de Bellomonte; Mactutium et fratrem de Moricone; Angelum de Ursinis; Angelum de Manerio; Antonium principem de Salerno; Adoardum Ducem; Iacobum deColunda; Simonectum de Castro Peri; Honoratum Gaytanum; quinon iuraveruntnec dederunt fideiussiones: guatenus infra terminum a statuto Urbis prefissum comparere debeant coram nobis condendari per prefatum et nostra curia Capiiolij ad dicendum et allegandum causam quare non debeant dictat quod omnes bannum quod preconizato, dudum in banno, senatorem in penam qu" "ontin"tur in dicto banno iam terminum, certum infra comites, do*ini et barones venire et comparere debeant 'comites' et barones nec domini elassum, ad iurandum et fideiussores dannum (!), cum supradicti formam statutorum alme Urbis iuruverint nec frdeiussores dederint, prout facere debuerint secundum alias, dicto termino elasso' et bannj, statutorum dictorum t.oor.* et vigore prefati banni et secundum


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

etc.

Datum Rome, in Capitolio, nostre solite residensie (!), sub anno a Nativitate l45l mensis procedetur pontificatus Nicolay pape quinti etc. Has fieri fecimus, quas restitui volumus integras XJ", decembris die .retenta tamen copia earumdem, si solverint, eorum tamen sumptibus et expensis, nostrique et inlesas, parvi sigilli impressione muniri fecimus tue relationi dabimus plenam fidem. Andreas lacobi de Baroncello de Turrita, notarius maleficiorum, de mandato scripsi.

i

I Abb. C.oat 2 Nel testo aó6r.

sanstste.

c-t452.IV.9

F. P. 3181.

- Ser Matteo d'Appiano, lesoríere della gabella stessa.

[Pisal

Atc.

Caet,,

in

Prg. (Fondo Písano)

per

Ia gabella del

n. 3lBl.

banco

del

podestà

Pisa, paga

Oigínale, sctílto dt segullo a C- 1451

75

libbre aI

.Vil.10.

aprilis.

Ser Matteus [Fanuccij de Appiano, civis et notarius pisanus] suprascriptus, pro parte gabelle dicti banci [potestatis Pisarum], Regisno F. 7, solvit Alexo Benedicti Lepaccini, camerario gabelle Pisarum, libras septuagintaquinque absque fi, et pro eo ser Andreas Antonii del Pitta et ser Guaspar ser Guiglielmjde Franchis, notarii et cives pisani, 142. Bramante olim Pierj Martini, notarius gabelle Pi$rum, subscripsi.

MccccLllJ die VIuJ mensis

1452 'v

'

c' 796'

21'

Stefano Astalli e Lucrezia Caetaní contraggono matrímonío dínanzi Sermoneta Caetaní e a Ca|erína OrsínÍ.

-

registro

Copia autentica, seguita il 29.VII.1755 da Francesco.Tommaso . de Rubeis 73' del notaio Antonio o Tutij '' 6glis di maeshs Pietro di Sermoneta'

r,

notaio

di

ad

Onorato

Sermoneta, che

la

III

estrasse dal

ponnÈcatus Nicolai pape quinti anno sexto, indictione XV, mensis maii Constituti personaliter in sala maiori curig Sermoneti, coram Honorato Gaytano, domino dictg Catherina de Ursinis, consorte dicti domini, adolescentes Stefanus Lelli de Astallis, de Urbe,

Anno a Nativitate 1452,

die

21.

terrg, et uo" parte, et Lucretia Gaytana, parte ex altera, matrimonium inter eos, per verba de presenti vis r "r et volo, ad invicem solemniter et legitime contraxerunt * * renuntiantes quidem beneficio minoris gtatis, tamquam minores viginti quatuor et viginti quinque annorum, promittentes huiusmodi matrimonium semPer vi"irrim observare, quin itno matrimonium deducere ad perfectam coniunctionem copulg coniugalis; obligantes sese et bona eorum omnia huiusce matrimonium ac omnia in eo contenta habere ratum et ineiocabile, ad pgnam dupli valoris rerum dotalium promissarum etc. domine Lucretig, applicandam pro medietate curie ad quam fuerit reclamatum et pro medietate predicta observanti; et, tactis scripturis, iuruverunt, requirentes me notarium quod de hiis conficere debererr instrumentum. Actum Sermineti t presens instrumentum matrimonii, taliter contracti, videlicet in medio dictg salg, Prope et in * * fenestrarum ài"tg r"l9: legum doctore domino Mariotto de domino lohanne Lionis,z capitaneo terrg Sermoneti, 3 de Sermineto, nobilibus Paulo Branchae Alberoni, Sigismundo mudi"ing- doctàre domino Bartholomeo domini Gncii, Gaspero Thomg Cavalerii, de Urbe, de regione Pineg, testibus.

I II notaîo che autentícò I'ísbomento, cosl assedsce nella rogazíone.' presentem copiam ertrari per quaDtum diff,cultaten 2 Abbr. Liont i!'ínceila lettuta fra Lionis c Lionardi s Abb. Bato

potui salvis ob

caractheris

c-t452.v[.2,3. Ptoeura generale d'Appiano.

Píombino

F.P.3273fiIascíata da Emanuele

Atc, Caet., Prg. (Fondo Písano) n. 3273'

d'Appiano, signore

di

Pfombíno,

a

Lanciloilo

Orígínale'

Anno ab Incarnatione nillesino guadringentesimo quinquagesimo tertio, indictione XV, secundum cursum, stilum et consuetudinem notariorum terre Plumbini, massane diocesis nec non iurisdictionis et


VARIA

t67

dominii Emanuellis de Appiano, Plumbini etc. domini, tempore pontificatus Nicolai pape quinti nec non tempore principis Federici romanorum regis, die secunda iulij. Ex hoc instrumento appareat quod Emanuel, filius olim domini Iacobi de Appiano, Plumbini dominus etc., ordinavit suum procuratorem nobilem Lancillottum, filium ser Mathei de Appiano, ad presens civem et mercatorem et de comuni Plumbini, ad exigendum quicquid constituens debet recipere a personis et locis, et nominatim a nobilibus Francischo Nigronis et sociis de Florentia, a Berto Guidonis Lippi de Florenzola, a Gualterotto de Bardis de Vernia, ab Giano Pieri Giani de Ficechio et ab Silvestro Pieri da Battifolli; et ad omnes lites quas constituens habet et ad fideiussores dandum et ad substituendum procuratores et generaliter ad omnia alia faciendum, etiam si talia essent que exigerent mandatum spetiale; dans procuratorj et subtituendis ab eo plenum mandatum cum plena administratione; promictens ratum habere quicquid procurator fecerit sub pena dupli totius de guo ageretur et contra fieret; sub obligatione et ypoteca bonorum suorum. Actum Plumbini, in palatio residentig prelibati domini, in eius camera inferiori: nobilibus Troyolo Antonelli della Reno (l), Mariano Francisci de Plumbino, et Antonio Pele de Colle, r testibus. ST. Ieronimus olim filius Stefani Nerii de Plumbino, imperiali auctoritate notarius, iudex ordinarius, scripsi. Nos Angianj et Gubernatores comunis et populj Plumbinj pro Emanuelle de Appiano, Plumbinj etc. domino, actestamur quod ser leronimus olim filiui Stefanj Nerij de Plumbino, tempore celebrationis dicti contractus, sub anno Incarnationis millesimo quadringentesimo quinquagesimo tercio, indictione quintadecima, die secunda mensis iulij, secundum terre Plumbinj cursum, et a iam annis quindecim citra fuit et est imperialj auctoritate notarius, et a dicto tempore citra exercuit et exercet artem notariatus seu tabellionatus in tena Plumbinj et alibi, et scripturis et instrumentis ab eo confectis semper fuit adhibita et adhibetur fides. Has nostras patentes fierj iussimus et nostri sigillj impressione roborarj ut habeant firmitatem coram universis. Datum Plumbinj, in palatio communis, nostre solite residencie, sub anno

ab Incarnatione millesimo quadringentesimo quinquagesimo tertio, indictione quintadecima, die Lune tertio mensis iulii. Sig.' Henricus cancellarius de mandato. I Abb. C-oll 2 TraccÍa dí cera, adercnte alla petgamena.

c-1452. x. 6 . Písa

Antonio del fu Píerc Maschiani, -Lancilotto d'Appiano. Arc. Cael., Ptg. (Fonilo Písano) n. 3220. in Lancilotto de ser Matteo d'Appiano.

F. P. 3220. procuratore dei propri

Aigìnale'

fiatelfí,

NcI oetn, nota del

sosfifuísce come procuratore

scc.

XV:

Carta de prochura Sancti

Maschiani

Ex hoc instrumento sit manifestum quod Antonius, filius quondam Pierj olim Nerij Maschiani, civis pisanus, de capella Sancti Petri in Vinculis, procurator Nerij Macthey et lacobi, frliorum quondam Bartholomei Nerij Maschianj, pisanorum civium, de capella Sancti Petri, necnon lohannis et Francisci, germanorum suorum et filiorum quondam Pieri olim Nerij Maschiani, de capella Sancti Pehj, per cartam procure, rogatam a ser Barthalomeo, filio quondam ser lacobi notarij de Calandrinis, de Oliveto, pisano cive, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo quadragesimo quarto, indictione sexta, die septimo substituit suum procuratorem Lanciloctum, filium ser Macthey notarij olim Fanuccij de Appiano, pisanum civem, commorantem in terra Plumbini, absentem, ad exigendum et ad omnes lites et ad teneria,

iulij,

et sequestrationes et adiudicationes et instrumentorum et sententiarum executiones petendum, et ad omnia tractandum pro eo; dans Lancilocto bailiam quam Antonius habet per cartam possessiones, stazinas

procure; promictens habere ratum quicquid Lanciloctus fecerit, ad penam duplj totius de quo ageretur. Actum Pisis, in apotheghino schalarum ecclesie Sancti Filippi de Vicecomitibus: ser Francischo, notaúo, quondam ser Pierj notarij olim ser lohannis notarii de Ghessano, pisano atque floreatino cive' et Piero, spetiario, quondam Duccij spetiarij, etiam pisano cive, testibus, Incarnationis anoo millesimo quadringentesimo quinquagesimo -quood.- tertio, indictione prima, die Veneris sexto mensis octobris, more pisano. ST. ser Fiai notarij de Boncetaneis, de Vico Pisauo pisanusque civis' imperiali Àndr"", fiiiu, auctoritate iudex ordinarius atque notarius, scripsi.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

t66

e -A52.

x.26.

Ser Mtchele " de Allamannis,,, comeprocutatore dísuamoglie, per Piombino oende iI fondo ín località Laoacchío a Lancilotto d'Appíano.

-

F. P.3321. 130 libbredidenaú,

Orígínale. Neloerso, note delsec. XV: a) Carta Cael,, Ptg, (Fonilo Písano) n.3i2t. compro Lancilotto in Piombino; ó) della gasa la Gora (?) de I'orto ditto Lavagio; c) carta di Langilocto... Arc,

d'un pezzodeterra

Anno ab Incarnatione millesimo quadringentesimo quinquagesimo tertio, indictione prima, secundum cursum, stilum et consuetudinem notariorum tene Plumbini, die Iovis vigesima sexta mensis octobris. Ex hoc instrumento appareat guod ser Michahel, notarius, filius condam Tinuccij de Allamannis de Repommerangia, comitatus Vulterrarum, assiduus habitator et de comuni Plumbinj, procurator domine Benedicte, uxoris sue et otim uxoris Antonij condam Guccij Nicole de Plumbino et filie condam ser Andree, notarij, olim lohannis de Alma, ut patet instrumento ser Luce, notarij, condam Bartolomej magistrj Nuti de Plumbino, sub anno Incarnationis millesimo quadringentesimo quinquagesimo, secundum Plumbini cursum, die septimo mensis iulij, indictione XIJ, a me Henrico notario viso et lecto, se suosque heredes et bona in solidum obligando, promictensque se facturum quod domina Benedicta omnia in presenti contractu contenta ratificabit et instrumentum faciet ratificacionis: vendidit Langillotto, filio ser M"th"j, notarij, condam Fanuccij de Appiano, civj et mercatorj pisano, assiduo habitatorj et de comuny Plumb-ini, peciam tene vineatam partim et partim camPie, cum muracibus casalenj, puteo, lavatorio ficubusque et alijs arboribus et eius pertinentia, sitam in confinibus Plumbini, in loco dicto Lavacchio: et tenei unum capud et unum latus in vijs publicis, aliud capud in rebus heredum Martinj olim Ghoty de Plumbino, aliud latus in rebus dicti ser Michaelis et domine Benedicte; pro precio librartlm centum triginta denariorum usualis monete, guod venditor recepit a Langilocto in florenis de auro et alia pecunia nut"rat"; promictens rem venditam defendere et disbrigare et emptorj et suis heredibus dare liberam possessionem; promisit venditor litem in se suscipere et omnia observare, ad penam duplj dicti pretii seu extimacionis rei vendite. Actum Plumbinj, in aputeca domus Dominicj condam Barnabej Silvestrj, posita iuxta Portam Novam, in qua exigitur generalis cabella comuDys Plumbinj : Bartholomeo condam Fierj lacobj de Parrana, cive pisano, assiduo habitatore et de comuni Plumbinj, Masio condam Pierj Curonis, ulia, Culnero, de Plumbino; et Barnaba, alias Gierino, condam Mathej de Vultenis, assiduo habitatore et de comuni Plumbinj, testibus. ST. Henricus Rodulfr de Nepotibus, aliter Etterlj de Allamania,l de Lugerna, Lighe Suytensium, constansiensis dyocesis, assiduus habitator et de comuni Plumbinj, imperiali auctoritate notarius, de matricula notariorum plumbinensium atque iudex ordinarius, scripsi.

t Abbt.

f1452.

Allara

Xil .l1l Post. ')

[Ronal - /Vico/à V conferma íI lodo deí cardinali Lodooico di Mezzarota e mefito aIIa questione dei confiní tenítorialí tra Sermoneta e Sezze. Copia del sec.

c-731.4. Prospero Colonna ín

XV.

Cum Bonifatius VIIJ, per suas licteras, distintionem confrnium castrorum et tenimentorum Sermineti, Nimphe et Sancti Donati, dudum ad dominum Petrum, per se et suos heredes et successores, domicellos de èaytanis, et nunc ad nobilem Honoratum etiam de Gaytanis pertinentium, et terre nostre Setie, in nostra provintia Maritime situatorum, super quibus dudum antea inter domicellos et universitatem terre Setie dissentiones, scandala ac etiam homicidia exorta et commissa fuerant, cum insertione instrumenti, super premissis confecti, confrrmaverit, prout in dictis licteris continetur; ac deinde diversis temporibus,

diÈ"r"ntiurum predictarum occasione, maxime propter assertionem instrirmentorum revocatoriorum licte' rarum prefatarum, inter Honoratum prefatum, sive eius rntecessores' et homines universitatis predicte lites et ultimo loco nove et graviores dissentiones emerserint, quas L[udovicus], tituli Sancti Laurentii


VARIA

t69

in Damaso presbiter, et P[rosper], tituli Sancti Georgii ad Velum Aureum diaconus cardinales, arbitri amicabilesque compositores, a partibus assumpti, pro bono pacis et concordie, eiusdem predecessoris licteris inherendo, terminaverunt, quemadmodum in instrumento super ipsa arbitramentali sententia subditotum nostrorum seu laudo confecto dicitur contineri: nos, dissidiis et scandali huiusmodi occurrere "c predictorum cardinalium ac alia in licteris sententiam paci providere volentes, laudum sive arbihamentalem et inshumentis contenta, que in nostris conficiendis licteris volumus inseri, ratificamus et confirmamus, mandantes laudum ab ipsis partibus observari ac licteras super premissis, cum insertione premlssa, confici. a)

[1453

ff.

Regesta Chartarum,

V, p. 70.

c -7tt.

prob.].IV. 9. 4

oferte del - II podestà, íl consiglío e iI comunedi Seze aOnorato III Caetaní: - secondo Ie suo ambasciatore circa la recíproca concordía, accettano iI disposìtíoo delle sentenze deì cardinali Lodooico di Mezzarota e Prospero Colonna e del gooernatore dí Roma.

Sezze

Originale.

Fuorì:

Magnifico et potenti domino domino Honorato Gaitano Sermineti etc. domino honorando.

S.

n

Entro: Magnifrce et potens domine, domine honorande, post reconmandationem. Avemo recePuta la lettera della S. V. et intiso el tenore de quella, piena de grandissima humanita et gratitudine, dove avemo conpreso el grande amore et benivolentia la V. S. porta ad tucta Ia communita, de la quale cosa non fommo maj in dubio et reingratiamo assay la V. prefata S. per che, como avemo inteso per Ia credenza expostoce per notaro lacobo, vostro capitano et ambasciatore, della optima vostra volunta et largha proferta conescemo la prefata vostra volunta essere despostissima mantenere et conservare questa uniorrJ et pace facta fra la V. S. et questa comunita, acceptando le doce gate vostre proferte, le qualj semo certi se verifrcarando con li facti mellio che con Ie parole. Et similiter per experientia vedera Ià S. V. questa comunita essere bene desposta dallo canto nostro continuamente mantenere Ia dicta unione et pace, ofierendo dallo lato nostro tucto guello che per nuilse possa operare in servitio della V. S. et de tucli vostrj vassallj, et averimo caro la S. V. pillia securita sempre da nui per che nui semo deliberati ad acceptare et pilliare securita de tucte le proferte della S. V. Quanto allo facto della desigoatione della comunitu plr vigore delle sententie dellj reverendissimj signori cardinalj et de monsignore lo governatore, facta et àeclarata per missere lulio, conmissario del prefato monsignore et homo di mezzo in fr" nuj, questa comunita in consillio generale et pleno populo sollempniter la ha acceptata et accepta i"nor" delle dicte sentencie. Sempre reconmandamo alla V. S. questa comunita et speciali secondo "l citadino secondo el prefato notaro Iacobo ve referira, allo quale ve piaccia dare piena fe quanto ad nuj proprio. Ex Setia, VlllJ aprilis.

Potestas

Consilium

Co--une a)

I

ff.

Regesta Chartarum,

V, p. 64 e

ì

et I Terre

Setie.

\

seg.

Traccta dt ceta rcssa.

c - 339.

[1453. XI.8]poEt. Causa Caetaní-Colonna: diirítti e al lago di Paola.

e

titoli possesso/i dí Onorato

III

Caetani relatioí

a

xxxvu.

San Felice Circeo

Appunto del sec. XV.

'

Iura et aminicula ac titula facientia pro magnifico do-ino Honorato, videlicet pro tenimento Ninphe et eius tenimenti: In primis, apparet in instrumento emptionis predicte per Perum Gaytanum de castro Sancte Felicis et eius tenimento, in quo describitur locus qui dicitur Paula fuisse in dicta

l,

22


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

t70

emptione et una curn dicto castro Sancte Felicis et eius tenimento et fuisse possessum per dictum emptorem dictus locus qui dicitur Paula et dictum castrum Sancte Felicis cum ripa maris, prout in dicto instrumento continetur, et multa alia tenimenta et loca in dicto instrumento contenta similiter possessa per dictum emptorem. Itern de predictis apparet etiam bulla Bonifatii pape octavi, que confirmat dictam emptionem, prout in ea apparet; similiter in dicta bulla continetur dictus locus qui dicitur Paula fuisse de tenimento dicti castri Sancte Felicis et spectasse ad dictum condam Petrum Gaytanum, vigore emptionis prefate; gui Petrus Gaytanus fuit pater condam Goffredi Gaytani; et Goffredus fuit pater comitis Nicole Gaytani; qui dominus Nicolaus pater extitit lacobi Gaytani, comitis Fundorum; qui Iacobus fuit pater lacobelli Gaytani; qui Iacobellus fuit pater lacobi Gaytani; qui lacobus fuit pater presentis Honorati Gaytani. Et sic digtus locus, qui dicitur Paula, adiudicatus per arbitrium per Svevam ") comitissam etc. illustri principi b) quod sit de tenimento Asture, adiudicari non potuit quoniam nullo modo fuit nec est de tenimento Asture prefate et similiter ripa maris predicta. c) CaetanÍ, m. di Lorenzo

Colonna.

b) Antonîo Colonna

c - 846.

1453.V.2s. Roma

- I*ttera

Ia rcstituzione di beslìe e reti aí dí Fogliano e a Foceoerde.

patente del cardinale Prosperc Colonna circa

netani, sorpresi

a

cacciarc e

a

pescare nel lago

serrno-

Copia sincrona, incompleta.

Prosper, Sancti Georgii ad Velum Aureum diaconus cardinalis, de Colunna vulgariter nupcupatus. Fidem facimus qualiter, cum pluries ab octo annis ciha vel idcircha, per vicarium castri Neptuni et homines de dicto casho fuerunt ablata quinque retia, acta ad capiendum palummos, et quinque bestias bufalinas a diversis hominibus castri Sermineti, gui aucupatum ad palummos cum dictis retibus et ad pascendum cum dictis bestiis iverant tam in loco qui dicitur la Nave de Fogliano, tam in loco qui dicitur Ia Foce Verde, et dicta animalia et retia, ut dicebant, detinerentur pro damno dato in dicti3 locis, tamquam in tenimento castri Asture, et ex eo quod in dictis locis contra voluntatem Antonii de Colunna, principis Salerni et domini castri Asture et suorum ofrcialium: fuimus requisiti pro parte Honorati de Gaytanis, castri Sermineti domini, ut res predictas patronis, quibus ablata fuerant, restitui faceremus; et verbo et in scriptis Anthonium de Colunna, dominum castrorum Neptunj et Asture, deprecati fuimus ut res predictas gratis et sine pene exactione et dampni refectione patronis restitui faceret, nostri contemplatione et de gratia; et licet quinque (l) durus extiterit, cum pro exercenda iurisdictione et servando iure dicti tenimenti sive dictorum Navis Fugliani et Faucis Verdis, dicte res in prefatis locis capte extiterint a prefata detemptione liberari. Resentes fieri fecimus, nostri rotundi

sigilli impressione muniri iuximus. Datum Rome, in domibus noskis, anno a Nativitate millesimo quatricentesimo quinquagesimo tertio die )<XVIIIJ maij, ponti6catus Nicolai pape quinti anno septimo.

c - 849. v.

1453.VIII. 8.

L'aooouto concístofiale Luca * de Tozolis, a Onorato III Caetani: - gli suggerísce di ottenere da Soeoa Caelani Colonna I'esame di tuttt i testímoní, ùtenendo míglior partíto appellare < ante sententiam ', nel caso che la contessa non aderísse alla fichiesta.

Roma

Originale.

Fuofi:

Magnifico domino domino Honorato Gaytano domino

honorando,

S.

t

Entro: Magnifice domine mi, post conmendationem. Vorria cone posso consiglare de iure, cosi potessi adiutare la V. S. in questo caso de facto mal guidato. La conclusione e che madamma Svea non fa honesta mente volere cognoscere questa cosa contra vostra volonta, et ne so vedere come Pronuntiara contra lo 69lo. Tuctavià ad me pare la V. S. se conyenga con lei che siate d'acordo I'una


t7l

VAR IA

parte et l'altra de uno valente homo, lo quale personalmente se conduca in loco et li examini tucti li testemonii che sonno da examinare; ho vero, se non site d'acordo ve nne chiamate uno per uno Ii qualj siano con madanna (!) ad examinare et ordinare lo processo silicet in loco. Tucte I'altre vie me pargono scarse. Vedete se madamma lo vole fare, sta bene et pareria me se nce conducesse la V. S., per darlj ad intendere tucto. Et se non lo vole fare, meglo e de appellare ante sententiam che post, che potete essere certo havere ad ogne modo ad appellare. Lo mandare ad examinare li testemonii non so chj valente homo porrete havere, che vada per currieri ad examinare la et in qua. Et dove queste cose non cadessero in caso alla contessa, ancho potete fare annullj questi testimonii et soprasede per mo per fin che se porra piìr habilemente praticare questa cosa se essa venissj ad Roma, dove sarremo tucti ad piglarne bona deliberatione. Et interim li fanete honore del compromesso che non innovarete covelle, et se non dura lo termine, lo porrete prolungare. In summa Cola me ha bene inteso; luj dirra ad boccha piu ad pieno. Nec alia, paratus etc. Ex Urbe, die I augusti 1453. Lucas

de Tozolis etc. I In cera

1453

rossa.

c-860. II.

.X.24,4.

Ia lettera, che questì gli ha suítto, ha recato Guglielmo (Jngarellí a) a Onorcto III Caetani : Roma grande allegrezza anche aI cardínale Lodooíco di Mezzarota, puî consapeoolì tutti del paicolo cuì

ha

esposto

il

proprio stato.

Origiíale.

Fuorí:

Magnifico domino domino meo

s.t

singulari domino Honorato [Gai]tano Sermoneti etc.

Entro: Magnifrce domine, domine mi singularis, post recomandacionem. Eri sera tardi recevi ung letera de lu V. S., data in Sermoneta a lí 22 de questo, la quale, leta e.intesa con grande alegreza, la lesi a lo R.-o Signor mio, el qual rimase tanto consolato quanto de cossa se potese dir al mondol" note ananci e lo di Ia S. S. maj non havea possato, nna rabiato come un Avisando V. S. "hL chane da dolore e afiano, hora, come e dito, la prefata S. S. rimane molto consolata e lieta, e cossi universalmente per dio tuta la casa, specialiter meser Cluistoforo e li altri vostri amici e servidorj, non pensando al pericolo grande del stato de la V. S. ne fa star molto suspesi. Deo sia obstante p"ro -Sp"r"rno "h. iuti mediante la prudentia de essa V. S. e la bonta e umauita sua che la cossa laudato. li iniqui rimagera atereti e vituperati; si che confortasi e guardesi bene la V. S. e terminera L"o. " Nui tuti ,iumo apur"chiati al bisogno e a difenderve verilmente insieme con el faza animo grande. "S[igoor"], el qual vi saluta e conforta asaj cordialiter e cossi la sua madona magnifrcha nostro R.-. comare. Ultimatim a la V. S. meser Cluistoforo e mi se ricomanda, offerendosi a quella per la vita e la roba. In Roma, adi 24 otobre 1453. Dominationis tue filius et servitor Guilielmus Ungarelus de Padua. C/. ") I

Epistolarium, P.

Trcccía

di

28 e 35-

ceta rcssa.

c- 960.I.

1453.X.24,8. Roma

-

Guglíelmo lJngarelli

a

Onorato

III

Caetani:

-

congratulazioni per

i

superati

prtali.

Originale.

Fuori:

Magnifico domino domino meo singulali domino Honorato Gaytano Sermoneti etc.

s.t

Entro: Magnifice d6ming, domine ni siogularis, post recomandacionem. Que$a sera ho recePuta letera de l" V. 5., data a li 23 de quesbo, e inteso quanto per sua continentia se contiene. Tanto.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

172

ho refierito alo mio

R.-'

S[ignore], quantunque la

R. S. S. da essa V. S. avese letera. Intese

tute

vostre lettere, la S. R. S. e tuti nui altrj, vostrj amici e servi, semo restati molto lieti e consolati che le cosse pericolose siano per vostra prudentia e benignita repressate e quiete, cossi speremo farete seguitar de bene in meglio. Qui non resta a scriver altro se no che Ia V. S. con animo grande se conforti e guarde, a la quale m'arecomando senpre ofierendome a quella usque 'ad mortem. Roma, a di 24 otobre 1463, hora 4" noctis. Quando achadera a la V. S. mandare li legumj, con aconzo sua potra mandarlj, e non altra mente. Tue dominationis filius et servitor

Guglielmus Ungarelus de L

In cera

Padiula.

tossa.

[1453.XI.r2]ant.

c-843,bia

da Onorato III Caetani nella causa oertente dinanzi a Soeoa Caetaní Colonna, cond'Albe, contro Antonio Cplonna, príncípe di Salemo, per dimostrare iI pacífico possesso def territorìo di Ninfa e ilella pesca ín mare.

Artícoli

presentatì

tessa

Copia coeva.

veritatis liquidationem et iurium suorum probationem Honoratus Gaetanus in hac causa compromissoria, vertente coram S[veva] Gaetana et Albe comitissa, inter eum, ex una, et Antonium de Colu.n", principem Salerni, ex altera, producit infrascriptos articulos et positiones, super quibus petit

Ad

examinari infrascriptos testes per eum nominandos, non propterea se ashingens ad aliquod honus probationis

superflue. In primis ponit quod in partibus Maritime, iam est tempus in cuius contrarium memoria hominum non existit, fuit ac est civitas vocata Ninpha, dirupta, amplium habens tenitorium, tenimentum,. pertinencias et iurisdictiones, tam in mari quam in terra, cum silvis, nemoribus, terris, aquarum decursibus; et ita fuit et est verum, publicum et notorium. Item quomodo tenimentum, territorium, iurisdictio et pertinencie civitatis Nimphe fuerunt ac sunt distincte et divise per evidencia signa et demonstrationes, tam in mari quam in terra, a locis, castris, teris et tenimentis eidem civitati Ninphe convicinis; et ita fuit et est verum, publicum et notorium. Item quomodo tenimentum civitatis Ninphe, pertinentie et iurisdictiones extenditur usque ad- mare inclusive et capit de mari centum miliaria de aqua; et ita fuit et est verum, publicum et notorium. Item quomodo domini civitatis Nimphe et qui illam tenuerunt et possederunt per se et eorum homines et vassallos teuuerunt et possederunt ac iurisdictionem exercuerunt et omnia fecerunt que faciunt veri domini et possessiones in mari predicto versus

tenimentum Ninphe per centum miliaria, eundo et redeundo, navigando, piscando, iurisdictionem exercendo, alios euntes et piscantes prohibendo, penas delinquentibus exigendo; et ita fuit et est verum, publicum et notorium. Item ponit quomodo civitas Ninphe versus terram habet districtum, tenimentum videlicet a Foce Viridi usque ad Focem Fogliani et Crapulazzia, et dictum Foglianum et Crapulazzia et silva, que vocatur Cinitello, fuit et existit de tenimento territorii et iurisdictione civitatis Ninphe; et ita fuit et est verum, publicum et notorium. Item quomodo domini qui tenuerunt civitatem Ninphe, pacifrce et guiete possederunt supradictum tenimentum, distinctum ut supra, iure proprietatis et dominii, ut tenirnentum civitatis Ninphe a tempore X, XX, XXX, L, IX et centum annorum citra et Per tantum tempus quod non hominum memoriam (!) in contrarium usgue ad tempora hodierna, ac ex tempore hodierno guecumque genera animalium pastorari faciendo in silvis, pascuis et nemoribus dictorum tenimentorum, terras in tenimentis predictis cultivari faciendo, fructus ex illis recolligendo, iurisdictionem in illo exercendo, multas et penas imponendo et exigendo, ac omnia faciendo que veri domini et possessores in eorum tenimentis faciunt, non conhadicentibus dominis convicinis ac pontificibus, et maxime pro temporibus

fuit dominus terrarum Neptuni et Asture, et deinde sciente Martino papa quinto et successive Antonio de Columpna, excepta presenti controversia; et ita fuit et est verum' publicum et notorium. Item quomodo retroactis temporibus in civitate Velletri fuit Leonardus Florii, notarius in civitate Velleni et locis circumstantibus fuit habitus; et ita fuit et est publicum et notorium. comite Nole, tempore'quo


VARIA

173

Item quomodo lacobellus Gaetanus rnortuus est, superstite sibi lacobo Gaetano, eius filio legittimo et naturali et herede universali. Item quomodo supradictus lacobus mortuus est, superstite sibi supradicto Honorato, eius filio legittimo et naturali et herede universali. Item guornodo lacobellus, in eius vita, et lacobus, post iilius mortem et, post mortem lacobi, Honoratus possederunt civitatem Ninphe diruptam, cum eius tenimento, tam in mari quam in terra, pro tempore annorum LX continuorum et ultra, prout hodie possidet, quecumque animalium pastorari faciendo in silvis, pascuis et nemoribus, terras culturari faciendo, fructus ex illis recolligi faciendo, iurisdictionem in mari usque ad centesimum miliare exercendo, et alia faciendo que faciunt domini et possessores; et ita fuit est verum, publicum et notorium. Item quod de predictis fuit publica vox et fama, comunis et vulgaris opinio in locis antedictis et in aliis circumstantibus ét convicinis ac eciam hodie est.

11454. II . Slpost.

c - 733,4.

popolo e iI consíglíd generale dí Sezze appîooano Ia desígnazione deí terminÍ della seloa - Il Víoola, in terrítorío dì Bassiano, fatta dal giudíce commissario Giulto de Costantinis . di Acqua " " dí Penna. Copia coeva. NeI oerco, nota del sec. XV: Instrumentum qualiter debet fieri ratificatio terminorum idest secundum volun-

[SezzeJ

tatem dominationis vestre et domini Luce set no[t.] Dominicus de Aretio non intendit aliguo modo facere'

et generali consilio ac populo et universitate comunis et hominum Setie in in quo interfuerunt duodecim officiales Setie, videlicet Antonius Tacconis, terre, dicte palatio "o-urri, bomini"ul Ballus, Cola Cazaro, Parellus, Tutius Bove, Scaramutia Fresone, Tutius Passaranus, Antonius I Nadus, Cola Angneli, Nardus Tutii Rubei, Tutius Tanus, Antreas Pieri Nalli, Nardus Cicci Vallatoris, de Setia, n""rroo maior et senior pars comunitatis, populi et hominum dicte terre, adeo quod numerus fuerit maior duarum partium ipsius populi, ad sonum campane, voce preconis' clausis portis dicte terre, etc., de mandato nobilium Laurentij de Torellis de Metio, potestatis Setie, et domini Macthie de Rotundis, de civitate Velletri, iudicis Setie, in quo consilio et generali populo et universitate in. vulgari sermone expositum fuit per dominum lulium de Costantinis de Penna, legum doctorem et g"o-"rul"- iudicem et commixarium Stephani de Nardinis, de Forlivio, apostolice sedis protonotarii Jt Cump"nie et Maritime ac Paliani etc. gubernatoris, ac etiam commissarii et iudicis subdeligati Lodovici, o) cardinalis aquilensis (!) etc. et Prosperi de Colunda, cardinalis Sancti Georgii etc., ut arbitri inter Honoratum Gaitanum, dominum Sermineti, Bassiani, Nimphe et Sancti Donati etc', ex una, et conmunitatem, populum, homines et universitatem Setie, partibus ex altera, ut in compromixo prefatorum cardinaliurn facto patet, de conmissione per supradicturn gubernatorem et iudicem delegatum supradicto Iulio super desingnatione terminorum silve Aque Vivole, posite in tenimento castri Bassiani, dominio prefati Honorati, secundum quod declaratum fuit per cardinales arbitratores predictos; et eodem modo narratum fuit qualiter per eundem lulium commissarium insimul cum Cola Iohannis Factenanti, scindico Setie, Nello Lialis et Antrea Clementis, de Setia, per o6ciales dicte tene electis ad desingn"tion". terminorum per lulium commissarium, desinguata et finibus et limitibus extiterat eadem silva t-erminata, et pars dicte silve comunitati setine adiudicata; et ne valeat dubitari de terminatione silve, idem lulius proponit et in vulgary sennone exposuit ut placeat populo et universitati commissionem Iulio factam, et de predictis scindico et setiuis electionem necnon et desingnationem terminorum in dicta silva, in loco ubi di"itu. Acqua Vivola, in territorio Bassiani, ratifrcare, prout desingnatum fuit per Iulium commissarium et scindicum Colam lohannis Factenanti, Nellum Liali et Antreas (!) Clementis, omnes Setie; que desingnatio et silve terminatio, per eumdem h,rlium facta, est huiusmodi, videlicet: lncipiendo a termino desiructo, sito in capite Vallis Insarani, dividente territorium Setie a tegitorio castri B".riuoi, eundo per directum usque ad vallem que progreditur et descendit usque ad furcola* bricciarie; unu, terminus; et alter terminus ponatur in capite dicte vallis, videlicet prope arborem et ibi debet "rr" locini, manu Eostra cruce singnatum, et in ipsa furcula ut pretenditur Per directum usgue ad vallem unam parvam, que est medium puteum Aque Vivole, et ibi fiat alter terminus in loco ubi lapidem ,ingn""i1aur, ipso termino ascendendo per directum ad cacumen montis per ipsam vallem, et guantum infà dictos terminos clauditur per cacumen montium versus inde de silvis pascivis (!) et tenitoriis, sit et esse debeat vestnrm et comunitatis Setie et de vestro tenitorio ia pleno dominio et proprietate; cum Congregato populo


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETAN

174

I

hoc etiam guod vos et homines vestri setini poxint et valeant impune et sine alicuius licentia cum eorum bestiis abeverare ad Aquam Vivolam omni tempore, sine tarnen dando dato, et quod nullo tempore omni questione referre valeatis, prout hec et alia costant manu notarii Antonii de Ferenteno, notarij et tunc notarij mei Iulij cornmissarii. Qui potestas, iudex, o6ciales, consilium, universitas, populus et singulares persone antedicte, auditis prernissis prepositionibus (!) et de hiis habentes scientiam ac notitiam, commissionem domino Iulio factam et eleciionem de predictis setinis cum domino lulio missis et desingnationem et terminationem silve retifrcaverunt, et predicta omnia vera fuisse et esse confexi fuerunt, et ea promiserunt sub pena duorum milium ducatorum auri et sub obligatione bonorum, applicanda pro medietate carnere apostolice et pro medietate parti fidem servanti; et iuraverunt.

I NeI testo o) Lodoúco

1454.III.19

a6ór. pi nalli Mezzarota, pahíarca

di

.

dÍ Aquíleia,

c - 876.

- Alfonso I al conte dí Venafro, aI capitano e aglí uffcíalí deUe contee d' Isernia e dí Venafro ordína che, conforme alla sentenza del S. R. Consiglío, costringano ad uscíre dal castello e territorio dí Montercduni i oassalli dí Montaquila, rífugiatíoisi, abbandonando i loro signori.

Napoli

Copia sincrona.

Alfonsus, rex Aragonum, Sicilie ciha ultra Farum, Valentie, Ierusalem, Ungarie, Maioricarum, Sardinie et Corsice, comes Barchinonis, dux Acthenarum et Neopatrie ac etiam comes Rossilionis et Cerritanie, comiti Venafri, capitaneo et olficialibus comitatum Isernie et Venafri et aliarum terrarum, castrorum et locorum nostrorum, dicti comitis Venafri, et cuilibet vestrum ad quem presentes pervenerint et fuerint presentate, consiliario et fidelibus nostris. Significamus vobis quod olim, vertente lite in nostro consilio inter lacobum de Monte Aquila, episcopum yserniensem, Lucam et condam Philippum de Monte Aquila, militem, fratres nepotesque dicti episcopi, actores, ex una parte, et vaxallos et homines eorum qui habitabant in castro Montis Aquile et derelinquerunt primum eorum incolatum et accesserunt ad habitandum in castro Montis Roduni, conventos, ex parte altera, super redductione prime habitationis eorum, sub hobedientia et iurisdictione dictorum actorum, lata fuit sententia difinitiva per nos condempnatoria, condempnando ipsos vaxallos ut deberent redire ad habitandum in dicto castro Montis Aquile, sicut prius hahitabant antequam discederent, infra mensem a die requisicionis in antea numerandum, quia reperti fuerunt esse adshicti ad opera personalia prestanda dictis actoribus prout dicta nosha regia sententia continetur. Et facta requisitione ac elapso mense, ipsis non obtemperantibus sententie nostre, fuerunt missi plures executores per nos et nostram curiam pro executione dicte sententie. Et sic dicti exponentes actores gravantur laboribus et expensis. Et quia pro parte actorum nobis fuit supplicatum ut de oportuno remedio providere dignaremur: mandamus sub pena ducatorum millium quatenus, forma sententie per eos actenta et illa observata, iterum mandatis universitati et hominibus castri Montisrodoni sub pena ducatorum mille, nostre regie curie applicandorum, ut vaxallos et homines castri Montisaquile cum eorum bonis et familiis expellant a castro Montisroduni et eius territorio, statim recepto mandato vesko et ulterius eos non receptent; et mandetis hominibus castri Montisaquile vel in eorum domibus, si reperirentur, ut infra dies tres, post mandatum vestrum, revertantur ad habitandumrlin casno Montisaquile cum eonm familiis et bonis ut prius habitaverunt sub pena ducatorum mille, nostre curie applicandorum, ibi morentur sub hobedieutia dictorum exponentium; et si inhobedientes erunt, cum eos ac eorum bona reperire quocumque contingerit, capiatis et ipsos captos detineatis vel transmictatis ad Bagnam nosh'am Vicarie ut tedio afiecú cogantur reddire ad habitandum in castro Montisaquile cum eorum familiis "uriu151 et bonis et stare sub hobedientia expoaentium ut prius habitabant; maudantes omnibus nostris officialibus, ad penam ducatorum mille, ut ad requisitionem vestram vobis prestent ar"rilium et favorem ut sententia suum conseguatur efiectum. Et si officiales, homines et universitas caski Montisrodoni non extrasóerint eos cum eorum familiis et bonis ab habitationibus eorum a castro Montis Rodoni et eius territorio, iuxta mandatum eis factum et iterum faciendum, nobis et nostre curie statim referre procuretis, ut possimus contra eos debite providere ad exaptionem pene predicte. Et contrarium non faciatis si gratiam nostram caram habetis iramque, indignationem nostram ac penam ducatorum mille, nostro fisco


VARIA

t75

applicandorum, cupitis evitare, presentibus, post oportunam inspectionerl earum, singulis vicibus, pro cautela remanentibus presentanti. Datum Neapoli, in nostro sacro consilio, die XVIIIJ. marcij, secunde indictionis, millesimo ccccoLIIIJo. Rex Alfonsus. Baptista Ruti etc. Registrata in consilio et visis per patriarcham alexandrinum sacri regii consilii presidentem. (In margine).' p. negotiorum consilij, It1. Registrata. Patriarche etpresidens.

1454.V.25.

C - 878,I.

Battista " de Giraldinis ", di Amelia, copitano dì Sermoneta, pronunzía sentenza di morte contumaci Giaeomo " Marnmoliní " e iI rtSIb di lui Gíulíano, reo di aoere ucciso la propria moglíe Vaca, confiscandone i beni a faúoîe della Camera di Onorato III Caetani.

Sermoneta

-i

contro

Copia sincrona.

Hec est sententia personalis et sbanditoria, lata et in his scriptis promulgata per Bactistam de Giraldinis, de Amelia, capitaneum terre Sermoneti pro Honorato Gaytano, domino dicte terre etc., sedentem pro tribunali, contra infrasoiptos homines male conditionis et fame, videlicet: Iacobum Mammolini et lulianum-eius frlium, culpatos repertos de infrascripto malleficio, delicto seu omicidio per ipsos commisso et perpetrato. Quare nos Bactista, sedentes pro tribunali, sententiam sbanditoriam et personalem conha infrascriptos lacobum Mammolini et lulianum, eius filium, de infrascripto delicto seu omicidio per ipsos commisso et perpetrato culpabiles repertos, damus et proferimus in hunc modum, videlicet: Quia processimus per viam inquisitionis, facte per nos et nostram curiam, ex nosho noshique curie oficio, contra Iacobum Mammolini et lulianum, eius filium, homines male fame, conditionis et vite, super eo videlicet quod, fama publica precedente et clamosa insinuatione referente, non quidem a malivolis et suspectis, sed a veridicis et fidedignis personis, non semel tamen, sed pluries et pluries ad aures et notitiam capitanei et sue curie auditu et relatu pervenerit quod supradicti inquisiti, de hoc presenti anno et mense maij ipsius anni, animo et intentione infrascriptum malleficium, delictum seu omicidium. commictendi et perpetrandi: videlicet lulianus, patre consentiente, rogante et acceptante, exivit domum cum armis, videlicet cum partisana et cultella, animo et intentione Vacam, uxorem suam, interficiendi; quia sciverat eam ituram lavatum et transire per viam Sancti Antonii, exivit Sermoneta, animo et intentione predictis, et convenit per viam Vacam, eius uxorem, proficisscentem pacifice et quiete per viam publicam, iusta Sanctum Antoniurn de dicta terra et ibi dictus Iulianus dictam Vacam prosecutus fuit et eam a latere posteriori cepit vulnerare et cum pluribus et pluribus vulneribus, factis cum una partisana, eam vulneravit ita cum sanguinis efiusione quod ex dictis vulneribus mortua est; Iacobo, eius pahe, in omni actu dicti luliani, eius frlij, consentiente et postea cum ipso aufugiente, prout nobis et noshe curie latius patet. Et predicta omnia perpetrata fuerunt per supradictos inguisitos in territorio Sermonete, in via publica, in loco predicto, contra formam iuris statutoruB et ordinamentorum tel're Serminete, contra leges et bonos mores, conha pacificum et quietum vivere dicte terre, penam in eis conteptam temere incurrendo, sub anno domini 1454, l1 indietione, sic vel aliter plus vel minus, prout in ipsa inquisitione continetur. Et quia costat nobis et noshe curie predicta omnia vera esse et fuisse per veras et legitimas contra eis datas in presentia frdedignorum testium et nunquam a supradicta inquisitione se excusandos conparuerunt, nec aiiquis alter pro eis aliquam defensionem fecit in predictis, prout in actis nostre curie continetur: nos Bactista, sequentes in predictis formam iuris et bonos mores dicte terre, vigore arbitrij et nobis et nostre curie actributi, ne dictus lacobus Mammolini et lulianus, eius frlius, de dicto malleficio transient impuniti, ut pena eorum aliis sit in exemplum, dictum Iacobum et Iulianum, eius filium, homines male conditionis et fame, condempnamus in hunc modum, videlicet: quod, si acciderit guod veniant in distripto et territorio domini Honorati, capiantur et capita eorum a spatulis disiungantur ac omnia eorum bona, mobilia et stabilia, camere doninj Honorati conflisschentur (!). Lata, data et in his scriptis promulgata et pronunctiata fuit sententia, personalis et sbanditoria, per supradictum capitaneum; et lecta, scripia et recitata per Ee lacobum Andree de Follonibus, de Ferentino, imperiali auctoritate notarium et nunc notarium et o6cialem supradicti capitanei, ad mallefrcia inter alia specialiter deputatum, sub asno millesimo ccccullJo, g indietionis, die )Oil/ maij: Tutio Racza, Georgeo Trnelli et magisho loh"t"'e de Terracena, testibus.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

176

c -t454. IX .2 . Cascina

F'. P.3341.

concernentí I'ìnoentarío deí beni deí pupilli di Nuto - Aui maggiore, dati loro come tutori dal podestà del comune.

Nassí, fatto dalla madte

e dal

ftatello ' donna

Arc. Caet., Prg. (Fondo Písano) n.334L fu de Nuto da Cucioliana, 1454.

Oigínale. NeI rterco,nota ilel

sec.

XV:La

tuteta demonnaVerdiana

Anno ab Incarnatione millesimo quadringentesimo quadragesimo I quarto, indictione tertia. Hic est liber sive guaternus causarum civilium et criminalium ac damnorum datorum potestarie Cascine, olim comitatus Pisarum et hodie comitatus Florentie, continens varias et diversas scripturas, ad oficium causarum civilium, rnalleÉciorum et dampnorum datorum pertinentes, factas tempore regiminis et potestarie nobilis Mariotti olim Henricj de Davanzatis, de Florentia, pro populò et comune florentino potestatis potestarie Cascine, et publicatus per me Rainaldum olim Bonnannj Rainaldi de Bonconpagnis, civem et notarium forentinum et nunc oficialem potestatis, tempore pontificatus Nicolaj pape quinti. Reperitur in suprascripto libro causarum civilium, compositus tempore dicti Mariotti potestatis, comparitio et petitio tutele et inventarium, videlicet: Die eecundo mensis octobris: 2 Coram vobis nobilj Mariotto Henricj de Davanzatis, potestate potestarie.Cascine et vicegerente iudicum curie nove pupillorum,-comuniter (t) dicte potestarie Cascine pro fopulo et comune florentino habite tempore mortis suprascripti Nutj in terra Cascine: Domina Verdiana, ielicta Nutj condam Nassi, de comuni Cuciglianj, pedemontis Pisarum, et 6lia Menicj de Rivalto et mater infrascriptorum infantium, et Bartholomeus, germanus infantium, a Mariotto condam Henrici de Davanzatis, de Florentia, pro tribunalj sedente, causa congnita, actenta forma constitutj pisanj et florentinj, dati sunt tutores Piero et Sirnonj infantibus et frlijs olim Nutj, quj iuraverunt utilia facere ipsosque minores defendere et obligaverunt sese et eorum heredes et bona, prestito ab eis iuramento tutele, dato fideiussore Silvestro l\{arianj Pierj del Pessa de Cascina, qui pro Verdiana et Bartholomep frdeiubendo promixit in solidum omnia a tutoribus convocata observare et observarj facere, sub obligatione bouorum; et rogaverunt me Rainaldum notarium ut de predictis conficerem instrumentum. Actum in castro Cascine, in curia potestatis Cascine, posita sub domo residentie ipsius potestatis, in castro Cascine, sub annis Incarnationis millesimo quadringentesimo quinquagesimo quarto, more notariorurn florentinorum, indictione secunda, die secundo mensis settembris: Filippo Nannis Bencini, Menico

Bettucci et Giuntino Puccj, testibus.

secundo mensis sectembris, de mane, hora causarum. Domina Verdiana, relicta Nutj di Nassi de Cucigliano, et Bartholomeus 6lius Nutj de Cucigliano, tutores Pierj et Simonis germani, 6liis (!) olim Nutj et Verdiane et gernnanis Bartholomei, ut de tutela constat instrumento rogato per me Rainaldum 'rem notarium in actis dicte curie MccccLV, indictione secunda et die secunda mensis settembris, congnitam et adprobatam a potestate, in hijs interponente decretum, eorum rischio, periculo et fortuna: tutor., siut impeditj variis causis et negotijs pro gestione tutele, in presentia potestatis Cascine, "u. constituerunt procruatorem Pierum quondam trohannis Pierj Bruschi, civem pisanum, Presentem' dantes eidem

Die

vices suas, promitteates habere rata.omnia que ser Pierus fecerit, sub obligatione bonorum. Actum in casho Cascine, in curia potestatis Cascine, posita sub domo residentie potestatis, sub annis ab Incarna-

tione millesimo qua,:lrigentessimo quinquagessimo quarto, more notariorum florentinorum, indictione secunda et die secundo mensis sectembris: Filippo Nannis Bencinj, Menico Bettucci et Giuntino Pucci testibus.

Quoniam de iure romano sancitum est ut tutores et curatores pupillorum et minorum de bonis ipsorum non tangere valeant uisi primo conficiant inventarium: Domina Verdiana, Élia olim Menici Je Rivulto èt uxor olin Nutj Nassi, de comuni Cuciglianj, habitans Cascine, tuhix et procuraeix Pierj et Simonis, filiorum olim Nuti et domine Verdiane, et Barùolomeus, filius olim Nutj, tutor et curator datus Piero et Simoni, volentes bona pupillorum adminisbare, conficimus inventarium et confitemur nos invenisse infrascripta bona mobilia, reperta in domo habitationis olim Nutj et nunc Pieri et Simonis, necnon bona inmobilia, posita in infrascriptis locis, videlicet: Domum cum palcis, cameris et salis et alijs hedificijs, positam in castro Cascine: tenet unum capud in shata publica, alium (t) ad domum Doninicj Iacobi Boncj, latum (!) ad domum Palmerini de Cascina, habitatoris in castro Liburnij, alium


VARIA

177

ad domum Buonaccursi olim alterius Buonaccursi de Lanfranchis. Petium terre vineate, stariorum guatuor vel circha, positum in frnibus Cascine, loco dicto Piaggia: tenet unum capud ad Laudium, alium in flumine Arnj, aliud cum fratribus de Agnano et Hospidale Novo de Pisis, latum unum in Senteris, alium in bonis abbatie Sancti Sabinj. Petium terre laboratorie, positum in confinibus comunis Settimj, stariorum duorum vel circha: tenet capud in shata publica, alium in bonis Hospitalis Novj de Fisis, latum in bonis * *, alium in bonis * *. unam tinam capacitatis salmarum triginta quinque vini ; aliam tinam salmarum similiter trigintaquinque vinj ; duo subtina capacitatis salmarum decem pro gualibet, in totum salmarum vigintj ; quatuordecim vegetes capacitatis, una pro alia, in totum salmarum vinj centum quadraginta: unam eguam pilaminis morellj, extimationis librarum viginti guatuor. Duas lettichas, magnitudinis brachiorum quinque pro qualibet; duas scassapanchas, longnitudinis brachiorum quinque vel circha; unum lectum cum cultrice, matarassa et capezzalia, lenteamina et copertorio et sachone; alium lectum cum cultrice, sacchone, matarassa, capezzalia, lenteamina et copertorio; et plures alias massaritias seu supellectilia que sunt per domum, lignaminis et alia, prout sunt padella, paioli et alias res a coquina, taglieria, trespulos et panchas, adendo predelle et dischotti, pignatte, lucernarj, cappellinarij, in totum exiimationis flor"ooru* * * non positis, detractis debitis aut creditis, et salvo nobis iure addendi et minuendj huic inventario; et me Rainaldum notarium contrahentes rogaverunt ut confrcerem instrumenturh' Actum in domo suprascripti Nutj, auctorizzante dicto potestate et locumtente: Vanne Massei de Cucigliano et Cipriano ioh"noit Pieri Chebunj de Cascina, testibus. ST. Rainaldus olim Bonannj Rainaldi de Bonconpagnis, civis et notarius florentinus, imperialj auctoritate iudex ordinarius, et nunc notarius et scriba dicti potestatis, scripsi. I Enato per quinquagesimo, come.sl fiIeoa dalle altte date, 2 Etalo force pet sectembris'

c - 887.

1454.X.16.

II oescooo Gíacomo Vannuc*i, tesoríere del papa e luogolenenle del camerario, cita Gia-. como Caetaní di Maewa, Onuato II Gae|aní dí Fondt e Píetruccio da Sonnino, teí dell'inoasione di Roccagorga e del saccheggio di Maenza-

Roma

Copia sincrona.

Iacobus episcopus perusinus, thesaurarius et in camerariatus pape o6cio locumtenens, abatibus, prioribus, pr"poritir, àec"nis, archidiaconis, scolasticis, archipresbiteris, cantoribus, thesaurariis et sacristis, sincentoribus canonicisque, ecclesiarum rectoribus seu locatenentibus eorumdem, plebanis, viceplebanis, cappellanis presbiteris, clericis, notariis et tabellionibus ac Pape cursoribus per almam Urbem et roman"m curi.m civitatesque et diocesis terracinensis, fundane, verulane provintiasque Campanie et Maritirne in solidum. Nuper in camera apostolica, nobis una cum dicte camere aliasque ubilibet

"oriituti, cleri"i, sedentibus, magister Michael de Prato, apostolice camere Ésci procurator, comparuit exposuitque guod lacobu, Fr"nciscl de Gayetanis, proditorie et violenter, contra voluntatem sui patris, de presenti mense octobris, invasit et occupavit, prout adhuc occupatam detinet' arcem sive Roccam Gurgam, in provincia Campanie sitam; item Honoratus de Gayetanis, comes civitatis Fundorum, ipsi lacobello prestitit in preàictis ausilium et favorem; et ultra hoc, invasit hostiliter castrum Magensie, prefati Francisci, atgue saccomenavit; nec non Petrutius de Sompneno predictis omnibus consilium suum prestitit et favorem; qua propter dicti talia perpetrantes excomunicationis et in eorum civitatibus, terris et locis interdicti ,.1nit"ntiurìtem et privationis privilegiorum, indulgentiarum, gratiarum, libertatum, imm'"itatum, pheudorum, ùcationum, bonoru., iurium et honorum, ofrciorum et concessionum' que a romatla et aliis Lcclesiis obtinere noscuntur, et alias penas, tam in costitutionibus provintiarum, civitatum, terrarum et locorum romane ecclesie fer pontifices latas et per Nicolaum papam quintum approbatas et innovatas, quam etiam a iure comio"tur, incurrerunt; et cum de predictis sit publica vox et fama ut eosdem laco-

ad audiendum declarari incidisse sententias et

Penas predictas, ad allegandum causam quare premissa minime fieri debeant per aliquem ex nostris supradictis extra romanam

úellum, Honoratum

et

Petrutium

et in partibus vel ubi illos reperiri possit, in personis, si comode haberi possint, alioquin in valvis ubi sua consueta domicilia tales habere consueYenmt, aut in hostiis propriarum

"urii. maiorum ec"lesiarum, t,

23


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

t78

domorum, per alfrxionem presentium, ad perentorium terminum citari mandaremus, pro interesse fisci dicte camere, sententiam cum iustitia postulavit. Nos Iacobus episcopus vobis, sub excomunicationis pena, mandàmus quatenus, statim visis presentibus, postquam pro parte procuratoris fiscalis requisiti fueritis, citetis prefatos lacobellum, Honoraturn et Fetrutium ad comparendum prima die post kalendas novembris proxime sequentis, qua nos cum apostolice camere clericis, mane, ora tertiarum consueta, in loco nostro solito sedere contingerit, et ad audiendum se declarari incidisse sententias et penas superius expecificatas et allegandum causam guare premissa minime fieri debeant, alioquin ad ulteriora procederetur, citatorum absàntia vel contumatia non obstante; quidquid in premissis feceritis, nobis per instnrmentum aut alias legitime significare curetis'; absolutionem omnium, qui nostram excomunicationis sententiam incurrerunt, nobis vel superiori nostro reservamus. Resentes litteras 6eri et sigilli, quo in talibus utimur, fecimus et iuximus appensione muniri. Datum Rome, in camera apostolica, sub anno a Nativitate Mcccc quinquagesimo quarto, indictione secunda, die sextadecima mensis octobris, pontiflcatus pape prefati anno octàvo. De Curia; G. de Vulterijs.

11454.

XI.lglpost.

Protesta

del

procuratore

Copia del sec.

Ad

r)

dì Onorato III

c - 731. Caetani contro

le

pretese

del capítolo làteranense su Casteloecchio.

XV.

de bono iure Honorati Gaietani,

Serminete etc. domini, et non iure prioris et in hac causa Velletrensis Bonorum, adversariorum, ac ipsos priorem, capituli ecclesie lateranensis de Urbe, canonicos et capitulum indebite et iniuste impetere, molestare et impedire prefatum Honoratum, necnon docendum

ad omnes alios meliores finem et effectum, prefato Honorato proficuos, dictis adversariis nocivos, procurator prefati Honorati ponit ea gue sequuntur ac de quibus petit per adversarios, medio iuramento, responderi, et si negabuntur, probare offert, et intendit seque et eius partem ad probandum admicti, in curia et extra, ad superfluam tamen probationem nullatenus se astringens, de quo protestatur. In primis ponit guod a LX annis proxime elapsis ac citra et supra et per tantum tempus, de cuius contraria hominum memoria non existit, in diocesi vellatrana fuit, prout hodie est, castellum sive cashum quod hodie dirutum existit et diu dirutum extitit, cum illius tenimento, vocatum comuniter Castellum Vetus, cui ab uno est territorium castri Gsterne, ab alio territorium castri Sancti Andree, ab alio territorium castri Concharum et ab alio lateribus territorium sive tenimentum castri Turricule; et sic fuit et est verum. Item quod in casum in quem constet castrum et tenimentum predicta, huiusmodi fuisse et esse castrum et tenimentum, supra quibus prior, canonici et capitulum ecclesie lateranensis contra prefatum Honoratum experiuntur, tunc ponit quod Castrum Vetus et tenimentum ante tempus et tempore venditionis ac emptionis, de quibus infra dicetur, spectarunt pleno iure dominis de Frigiepenatibus de Terracena; quodque dicti nobiles tenuerunt iusto titulo, fructus et proventus percipiendo, non contradicentibus priore, canonicis et capitulo ecclesie laterenensis; et sic fuit et est verum. Item in casum et eventum predictos ponit quod ante tempus et tempore venditionis et emptionis, de guibus infra dicetur, quondam Iacobus Gaietanus, prefati Honorati pater, Castrum Vetus cum illius tenimento, nomine dictorum nobilium et illis scientibus, nonnullis annis tenuit; et sic fuit et est verum. Item quod omnia premissa fuerunt et sunt vera ac de ipsis fuit et est publica vox et fama. Item quod nobiles Nicolaus et Blaxius Nofi de Frigiepenatibus, germani fratres, de Tenacena, et Castri Veteris et tenimenti pro duabus portionibus dominj, et se dominos pro duabus partibus totius fore pretendentes, Castrum Vetus cum illius tenimento eorum et abbatis lohannis, eorum fratris carrialis, et alterius tertie partis domini, et pro quo de rato promiserunt, scientes dictum quondam dominum Iacobum dictum castrum cum eius tenimento tenere et possidere pro precio centum et quinquaginta forenorum currentium, de moneta romana, ad rationem XLVIJ sollidorum pro floreno, eidem lacobo, ementi pro se suisgue heredibus et successoribus, de anno Mccccxxu, indictione XV et die xlJ mensis decembris, pontificatus quondam Martini pape quinti anno sexto, vendiderunt, prout iu instrumento, 2 pena et iuramento vallato, et quod in eo contenta dat quatenus tamen pro se et parte sua et contra adversarios faciant, et non alias nec alio modo, de quo protestatur; et sic fuit et est verum. Item quod quondam dominus lacobus, prefati Honorati pater, in vim emptionis per eum facte, Castrum Vetus dirutum et illius tenimentum cum omnibus iuribus et


VARIA

179

a dicto tempore sibi facte venditionis citra usque ad ipsius obitum, pro suis et ut sua tenuit, cuius quidem castri et tenirnenti possessionem fuerat per prius assecutus, fructus percipiendo, priore, canonicis et capitulo ecclesie lateranensis scientibus et non conhadicentibus; ac sic fuit et est verum. Item guod lacobus, dicti Honorati pater, verus dominus castri et tenimenti predictorum et in illorum

pertinentiis,

iam annis elapsis XX et ultra, viam universe carnis fuit ingressus, prefato Honorato, eius frlio legitimo et naturali ac herede universali, superstite; et sic fuit et est verum. Item quod post obitum dicti lacobi, prefatus Honoratus, tanquam eiusdem Iacobi filius et heres universalis, hereditati et bonis dicti quondam Iacobi se imiscuit illaque apprehendit et pro filio legitimo et naturali et herede universali se gessit ac fecit ea gue citra ius heredis facere non licet; ac sic fuit et est verum. Itern quod inter bona, in bonis et hereditate dicti Iacobi reperta, fuerunt reperta Castrum Vetus dirutum et tenimentum; quodque prefatus Honoratus castrum et tenimentum predicta a tempore obitus dicti sui patris iusto titulo tenuit, fructus percipiendo, nemine contradicente, hac controversia duntaxat excepta; et sic fuit et est verum. Item premissa fuerunt et sunt vera, absque eo quod castrum et tenimentum predicta ad ecclesiam lateranensem unquam spectaverint, aut quod saltem a tanto tempore, de cuius et capitulum dicte ecclesie cashum et tenimentum contrario hominum memoria non existit, p.iot, "unonici predicta tenuerint et fructifrcaverint; et sic fuit et est verum. Item quod omnia et singula premissa Íuerunt et sunt vera et de ipsis fuit et est publica vox et fama. Item quod, Iicet priori, canonicis et capitulo ecclesie lateranensis in dictis castro et tenimento nullum ius unquam competierit neque comPetat de presenti, nihilominus prior, canonici et capitulum Honoratum temere super castro diruto et tenimento predictis multipliciter impetierunt et impediunt ac faiiunt quominus Honoratus castrum et tenimentum predicta pacifrce et guiete fructiflcare possit, licet indebite et iniuste; et sic fuit et est verum. Item quod prior, canonici et capitulum predicti pro parte Honorati pluries fuerint requisiti ut ab impetitionibus et impedimentis se abstinere deberent, prout tenentur de iure, nihilominus ipsi premissa facere denegarunt et deiegant in eorum animarum periculum et Honorati damnum et iacturam. Item quomodo prior, canonici et capitulum ecclesie lateranensis pluries et pluries in principalibus et diversis locis, presentibus dictis venditoribus de Fraiapanibus et prefatis dominis lacobo emptore et Honorato successore et aliquando eis absentibur, prer"ntibus tamen multis fidedignis testibus, confessi fuerunt predicta omnia vera fuisse et. esse. It"m quo*odo, attentis predictis ac iuris dispositione attenta, fuit et est Per vos vicarium, iudicem delegatum et commissarium prefatus Honoratus absolvendus ab impetitione pro parte prioris, canonicorum et capituli ecclesie lateranensis producta, dictis priori, canonicis et capitulo perpetuum silentium imponendo, eosque in expensis condenando. Item guod de premissis omnibus fuit et est publica vox et fama. Salvo iure addendo. Et protestatur etc. possessione existens,

I C/. Regcsta Chartarum, V, p. 99.

1455. I.13

e C/. Reg. Chat-,

IV, p' 28'

c - 906.

.

Onorato III Caetani dichíara di aoer aouto , mutui da Onorato Gaetani, conte di Fondi.

Piperno

ducati duecenlo

ín

prestito <

et ex causa

Copia sincrona.

Honoratus Gaytanus Sermoneti etc. Confessamo per questa presente scripta avere avuto in prestansa.et ex causa mutuj dalo excellente s[ignorJ c[onte] de Fundi, per le mano de Bactista de Peàimonte, sou cancellerj, ducati ducento, ad rasone de carlini deyce delo R'eame per ciasche uno ducato, li quali promecto allo dicto cancelleri, recepente in nomo delo prefato s[ignorJ c[onte], ad omne termene et petitione o vero requesta de lo prefato s[ignor] c[onte], renderili et pagarelj sensa excezione alcuna. Ad fede et ad cauthela dele predicte cose ho facta questa presente scriptura, scripta Per rnano

Copia.

del mio cancellerj, subscripta de mia propria mano et sigillata del mio proprio sigillo. Datum Pipernj, in domo notarij Masai notari Petri de Piperno, posita iuxta plateam comunis: ab uno latere est via publica, ab alio mee residentie: die XIU ianuarii 1455. Honoratus Gaytanus.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

180

c- 920.

1455.I . 19. Sermoneta

-

Compromesso

tra Onorato

III

del castello di i fratelli Conti.

oendita

Caetani e

Torrecchía (oooerosia mutuo imposto su

di

esso)

Originale.

In nomo de Dio amen. Perche e usanza tra li baroni et signori de conpiacere I'uno all'altro, et per dare exempio ad altri faria semele piacere alli infrascipti missere Iohannj et fratelli: nui Hono. rato Gaitano de Sermoneta, per noj et per nostrj heredi et soccessurj, per vigore de questa presente scripta, sollempnemente promectemo al reverendissimo padre missere lohan Conte, per s€, vice et nome deli misseri soi fratelli Andrea et Iacobo et al procuratore sou misso, presente, recipiente et legitimamente stipulante vice et nome del dicto missere lohanni, per se e per li dicti nomi, de vendere al dicto missere lohanni, per se et Ii nomi predicti, et alli dicti Andrea et lacobo, tanto' coniuntamente ' quanto divisamente, lo castello guasto de Torrecchia, colla fortecza, mola, tenimento, i"aisoni, pertinente, posto inMaretima, infra guesti confinj: da I'uno canto li tene Io tenimento de Velletri, da I'altro lo tenimento de Chora, da I'altro lo tenimento dela Cisterna, da I'alno lo tenimento de lugliano o più veraci confini havesse; et fare instromento de la vendita con tucte cauthele, promissionj de evictione del facto mio tanto, obligationj de boni et altre cose necessarie et consuete, tanto de raisone quanto de consuetudine, al senno del savio de li misseri lohannj et fratelli; Io quale castello ia haio comparato dal dicto misser lohannj, per se et li dicti soi fratelli. Et guesta vendita promecto fare per mia liberalita no perche ne sia obligato, per preczo de tremilia ducati d'oro, in termene de septe annj proximj da venire, et passato el dicto termene no voglio essere piu obligato. Le quali tucte cose promecto observare socto la fede deli magniati et socto pena de deice milia ducati d'oro tante volte quante io o per mio procuratore conbafecesse al predicte cose, et niente de meno sempre la dicta scriptura obtenghe la sua fermecza. Per le quali cose ne obligo mi et li mei bienj et heredi et soccessuri et voglio poterene €ss€t€ conshicto in omne corte; renonzando ad omne exceptione, lege et statuto, per la quale potesse contrafarè, et iuro alle sancte Dei evangelia in questa scriptura observare Ie predicte cose et contra no fare per niuna raisone. Et ad fede et cauthela dele dicte cose haio facta scrivere per lo mio cancelleri et subscripta questa polisa de mia propria manu et sigillata del mio proprio sigillo et socto deli infrascripti testemonj so stati presenti alla presente scriptura. Datum in Sermineta, die decimonono ianuarij 1455, inditione tertia. Honorato Gaytano Ie predicte cose et preinserte accepto et osservo et suscryvo de mia propria manu. Sig. I lohannes Macari cancellarius scripsi de mandato. Io Iacovo de Antonj Tucce de Romano de Core publico imperiale auctoritate notaro per che alle cose tucte et singule predicte una con notaro Geronimo et notaro Cristofano infrascripty so stato presente et testimonio pregato inpercio in testimonio ad fede me so suscripto. Io notaro Geronimo de notaro Antonio de Ianni notaro Buccio de Core ad fidem me in testem subscripsi. Yo Christophano de Antoni de Coluza publico notaro de Core ad fidem me in testem subscripsi.z

I In ceta rcsa.

1555.

ilI

2

Srrrtloscrízíoní aulografe.

signore dei castelli di Monteroduni e - Onorato III Caetaní, generale, conttocato in Napoli dal re di Sicília contro i turchi, si rato Gaetani, conte dí Fondí.

Sermoneta

I'Arc.

c -926.

.17 .

di

fa

aI parlamento roppresentare da Ono-

Macr,hía,

Copia, dcunta dal registro (E3o) dei contratti det notaio Antonio n Tutii mag'.tri Petri t, di Sermoneta, contervato nelcomunale, ed autentiata dal notaio Tommaso o de Rubeis >, di Serrnoneta,'l 26,V111.1755.

Anno a Nativitate 1455, pontiÉcatus Nicolai pape V anno octavo' indictione tertia, mensis martii Honoratus Caitani, dominus casborum Montis Rodoni et Macchiae, in comitatu Molisii situatorum, cum nuperrime requisitus et strictus a maiestate regis Aragonum et utriusgue Siciliae per

die 17,


VARIA

r8t

eius patentes litteras, sigillatas suo magno sigillo, nec non . subscriptas, suae serenrssrmae manus roboratas, sub compendio disserentes ac mandantes, quatenus sive personaliter aut per suum procuratorem debeat interesse generali parlamento regio, vigesima die presentis mensis proxima futura, coram regia maiestate, in civitate Neapolis, una cum aliis principibus, ducibus, marchionibus, comitibus, baronibus, militibus, communitatibus et universitatibus terrarum et locorum regni Siciliae citra Farum, celebrando pro praevidendis et praeparandis remediis defensionum, tutelarum et offensionum necessariis et opportunis contra illum iniquissimum gvum Magomiecti magnum severum maledictum eiusque navales et terrenos exercitus interdictos, ad protectionem, victoriam et incrementum cattolicae fidei et christianae religionis, nihilhominus ad conculcationem infrdelium ac complicium et sequacium eorum: confisus de 6de Honorati Caietani, comitis Fundorum ac regni Siciliae locumtenentis et prothonotarii etc., sui patrui, creavit suum procuratorem prenominatum dominum, absentem, et pro eo parlamento regio comparendum cum prioratis, magnatibus, principibus et aliis qui ibidem interfuerint etc.; qugcumque illic conclusa fuerunt et obtenta, ad augumentum status regis quin etiam ad conflictum et totale exterminium totius supradicti ac omnium hostium frdei christianae, et ad alia faciendum, qug constituens facere posset si interesset; dans procuratori potestatem omnimodam et promittens se ratum habere quidquid per procuratorem sive substituendos ab eo actum fuerit, sub fide et legalitate principum et magnatum ac sub ypotheca et obligatione bonorum. Actum Sermongti, in plateuncula ante et exha maiores fores palatii crrriae dicti constituentis: Ioanne Paulo Gaytano de Fellectino, notario loanne de Machariis, de Castello Novo, locumtenente, et Placentino luliani de Ameria, cancellario dicti constituentis testibus

F.P.3288.

c - 1455. IV. r0 . Písa

Conoenzione -Maschianí.

círca

la dote e Ia donazíone per le nozze di Lancilotto d'Appiano con

Isabetta

Orígínale, NeI oerco, nota ilel sec. XVII: 1465 adi 12 aprile, Matteo. Arc. Caet., Ptg. (Fonclo Plsano) n. 3288. ser Fanuccio d'Appiano e Lancillotto suo figlio donano a Lisabetta figlia di Matteo Mctiani lire cento sposa di detto Lancillotto; pagato la gabella; segnatura del sec' XVII: n' 14.

di

Ex serie huius instrumenti pateat qualiter ser Matheus, notarius, olim Fanuccij de Appiano, civis pisanus, de cappella Sanctj Sixtj, et Laneilottus, eius filius, cum consensu fratris suj, in solidum, ita quod una donatio et una obligatio et confessio esse intelligatur, propter nuptias et nomiae antefatj domine Isabette, uxoris Lancilottj et filie Mathej condam Bartholomej de Maschianis, civis et mercatoris pisani, donaverunt Matheo, patrj domine Ysabette, et mihi Piero notario et domine Ysabette, absentj, libras centum denariorum super ipsorum ser Mathej et Lancilottj bonis; pro quibus libris centum et tota dote ser Matheus et Lancillottus in solidum obligaverunt et pignerj posuerunt omnia eorum bona; talj pacto quod si contingeret Lancilottum premorj donnine Ysabette, et heredes Lancilottj non restituerint infrascriptam quantitatem dotis domine Ysabette vel suis heredibus infra tredecim menses a die Lancilottj obitus, quod predictum pignus sit domine Ysabette suorumgue heredum et successorum; ser Matheus et Lancilottus promiserunt quod de suprascripta donatione aut pignore non inbrigabunt neque per placitum faticabunt dominam Ysabettam vel eius heredes et successores, et quod habebunt rata omnia ad penam duplj antefatj et dotis, et expensas restituere, cum refectione dannorum et interesse, domine Ysabette et eius heredibus et Matheo Maschiani promiserunt, obbligando se, heredes et bona; et preceperunt suprascripto Matheo et mihi notario, non expectato anno et inmediate post mortem Lancillottj, ingredj possessionem et tenere bonorum eorum pro satisfaciendo sibi de antefacto et dote. Ser Matheus et Lancilottus de Appiano, in solidum, interrogatj a Matheo condam Bartholomej Maschianj, fuerunt confessj se recepisse a dicto Matheo, pro dote domine Ysabette, florenos quatuorcentos, sibj Laucillotto promissos a Matheo Maschianj, ad declarationem Christoforj condam Benedictj, spetiarii, pisauj civis, de cappella Sancti Martinj de Petra, eorum arbitrj a partibus electj, prout constat per eartam iure makimonii et promissionis dotis scriptam a me Piero notario, Incarnationis anno millesimo qiradringentesimo quinquagesimo tertio, indictione quintadecima, die vigesima septima mensis augusti, more Pisarum, et postea per Christoforum ad dictam sunrmarn declaratam per eartam declarationis, rogatam a me Piero aotario, de presentj anno et indictione, die quinta presentis mensis aprelis. Matheus


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

tE2

et Lancilottus se a Matheo de Maschianis pacatos vocaverunt et dictum.Matheum et heredes et bona et dominam Ysabettam absolverunt, et dictam cartam matrimonij, quantum est in promissione dotis, annullaverunt. Actum Pisis, in apoteca posita sub schalis domus residentie Artis et Universitatis Bechariorum pisane civitatis, sita in cappella Sancti Filippj de Vicecomitibus: Luca olim Augustinj, cimatore, de cappella Sanctj Michaelis de Burgo, Iohanne olim Ser Bettj de Filectulo, de cappella Sanctj Iacobj de Speronarijs, et Iohanne otrim magistri Angelj, calsulario, de cappella Sanctj Andree Forisporte, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo quinquagesimo sexto, indictione tertia, die decima mensis aprelis, more et secundum cursum et consuetudinem civitatis Pisarum. ST. Pierus olim magistrj Lupj Pierj, civis pisanus, imperialj auctoritate notarius et iudex ordinarius, scripsi. MccccLV die XVIIIJ aprelis, Lancilottus ser Mathej de Appiano, pro cabella suprascripte dotis, videlicet pro cabella forenorum quadringentorum currentium, in Registro I. a c. 122, solvit Matheo Sandrj de Biliottis, cancellario cabellarum Pisarum, libras sexaginta unam, soldos septem et denarios decem, denariorum florenorum paryorum cum duodecimo, Iibras 61, solidos 7, denarios 10, florenorum parvorum, ut de dicta solutione patet per apodixam factam manu ser Pieri ser Bonachursj, notarii suprascriptarum cabellarum.

c -2455.1,

1455.IV.12

--- Leonardo di Benedetto, per 7 libbre, oende a Guído Pagani di Sezze un terreno tenitorio setíno, ín contrada Ceno.

Bassiano

Copia del sec.

XVIII,

eseguita da

G.

Razza sull'originale conservato

nell'Arc. com. di

posto nel

Sezze.

MCCCCLV, indictione Vtll, pontificatus Innocentij XI anno'tertio, mensis aprilis die Xll. Benedicti de Bassiano vendidit Guidoni Petri Pagani, de Setia, terram suam' positam in terLeonardus ritorio Setie, in contrata Cerri, iuxta rem lohannis lacobi Suffie, rem Castri Magiori Thomasij, rem Nofarelli Lamardi, de Setia, et rem ecclesie Sancti Erasmi et rem Petri Contis, de Bassiano; prg pretio VII librarum numis solidorum usualibus monete, quod venditor recepit in auro, argento et denariis a dicto emptore; cum accessibus et egressibus suis per terras hominum de Bassiano usgue in viam publicam, et cum omnibus pertinentiis suis; obligans se suosque heredes et successores dicto emptori venditionem ratam tenere sub pena dupli valoris rei vendite, applicanda pro medietate ad curiam ad quam extiterit proclamatum, et pro alia medietate ernptori, nec non resarsire omnia danna, expensas' et interesse. Actum ante portam castri Bassiani: presentibus Petro Simmani, Nicolao Spina, Leonardo Iacobi, de Bassiano, Petro Iacobi Nocanorola et lohanne lacobi Suffie, de Setia. Pehus domini Pauli Moreniani de -Setia, imperiali auctoritate notarius, scripsi et signum meum posui.

Anno

1455.V. 16.

c - 906.

Onorato III Caetaní dìchíara di retstítuirc od Onorato Gaetani, conte dí Fondt, 700 d'oro úeneti, ríceoutí ín grazíoso muluo.

Roma

ducati

Copia sincrona.

Honoratus Gaytanus Sermineti etc. Fateor dare debere vobis H[onorato] G[aytano], c[omitil Fundorum, regni Sicilie logoùete et prothonotario etc., ducatos septingentos venetos de- auro, guos mihi gratiose mutuastis, illosque recepit ser lacobus de Bassiano, meuE cancellarius; quos ducatos promicto, .ub v".bo et frde procerum et magnatum, vobis comiti restituere hinc et per totum mensem decembris venturi anni subsequentis IIIJ indictionem. Fieri feci presentem apodissam, mea propria'manu subscriptam meoque solito sigillo munitam, subscriptionibus testium corroboratam. Datum Rome, in hospitio residentie dicti comitis, prope Campum Florum, die K/l mensis MCCCC'LV. Honoratus Gaytanus. ffi Ser lacobus cancellarius predictis in testem me subscripsi. S Petrus notarii Nicolai de Bassiano me in testem subscripsi. S Paulus de Angelis de Neapoli testis subscripsi. S Placentinus cancellarius de mandato subscripsi.


VARI A

[

1455 ot47 o ] .VII. 7

Cori

-stroI

tE3

c - 790.

.

norsebuoni uomíni, ìlconsiglío e ílcomune

diCori a Onorato IIICaetaní:

fatto dal castellano di Cístema.

círcailseque-

-

Originale.

Fuorí:

Magnifico et potentii domino domino Honorato Gaytano etc. eorum amico et convicino

S.

t

honorando etc.

Entro: Magnifice et potens domine, amice et convicine noster honorande, post honorem salutem. Havemo receputa la lettera per parte della S. V. et intiso quanto egregiamente e stato exposto per Piacentino, vostro cancellerj, sopra lo facto del sequestro facto per lo castellano della S. V. della Cisterna. Et perche eramo in acto de fare lo consillio generale, lo havemo facto expectare per potere plu plenamente respondere alla S. V., perche. quanto cy e stato referito per llo dicto cancelleri per parte della S. V., lo havemo posto in nello prefato consillo. La quale ambasciata ad tucta la comunita e stata assay cara et grata et ciasche uno una voce anno deliberato volere piacere alla V. S. essere bon serviturj della S.'V. IDi che] 2 alla S. V., per parte della comunita, per questa volta se suppliche se digne donarelo allo comuno et fare restituire lo sequestro allo dicto castellano; et cosy pregamo la S. V. per nostro amore vy piaccia donarlo allo comuno. Et nuy havemo deliberato mandare uno banno sopra de cio per Ia terra che da mo qualunca persona passasse per li lochy predicty diano pacare lo passo allo castellano vostro della Cisterna, et questo servitio la S. V. lo fa ad tucta la comunita perche non volimo intrare per nullo modo in iudicio colla S. V., et sopra de cio lo prefato vostro cancellerj e ad plenum informato. Dignese adduncha la V. S. dareli fede in quello vy referera da nostra parte. Quanto ad E. V. D. nuy perpetuo paraty ad singula grata V. D. ac etiam et mandata.

.r*til*"";,1":"1,

I

Restl

servitores Consilium et Comune

dí ceîa rossa. 2 Danno della catta'

I t.rr" Cor". )

c - 790.

[1455 o 14701.IX.3. Cort

I nooe buoní.uomíni, il consìglio e íI comune dì Cori a Onorato III Caetanì: - lo ingra' -zíano per Ia líberczione dei catturati e per la restituzione del sequestro fatto aI passo dí Císterna. Fuofi:

Magnifico et eccellenti domino Honorato Gaytano Sermoneti etc. amico et convicino nostro quamplurimum honorando.

s.t

Entro: Magnifice et excellens domine, amice et convicine noster quamplurimum honorande, post honorem salutem. L'altro di conmectemmo allo egregio doctore Lorenso da Velletri, nostro honorando iudice, et lo circumspecto homo notaro lacovo Romano, nostro dilecto citadino, alcune cose da referirese alla M. V.; et, infra l'altre, adimandassero in dono et gratia la liberatione et restitutione della cavalla con la farina stagita per lo vosrto castellano della Cisterna per lo passo della dicta Cisterna et la liberatione de tuctj quillj erano de lla passati. Li qualj tornando ce referero la prefata M. S. V. averelj liberatj, et essa cavalla facta restituire liberalmente, ad nosha contemplatione. De che summamente ne reirgratiamo la M. S. V. alla quale remanemo de cio in perpetuo obligati, ofierendoce presti sempre ad tucti vostri conmandi, et similiter della bona conclusione pigliata, ad pace et unione nostra, certificando la prefata M. S. avevamo deliberato questa lettera mandare dimane per lo predicto notar[o la]covo,8 Io qu[ale ce] 2 avea dicto volere venire alla V. M. S. et per questo avevamo differito la presente mandare. Novem boni homines )

et Comune

Consilium

I

Restí

dt cera tossa. 2 Dqno della cuta.

I )

tene

Core. Ibi,

tryo septembris,

tt;

indictionis.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

t84

.IX.

1455

29

c- 935.

.

Luca a carico di

, a Onorato III Caetani.' luí e del caú. Lodooico di Mezzaro!.a.

u de Tozolis

Roma

Fuorí:

su/

Magifico domino domino Honorato Gaytano Sermonete domino honorando

passaggio

ín

Roma della gente d'arme,

S. t

Entro: Yhesus. Signore, hauta vostra lettera, incontenente ho facta la presente resposta. Le gente d'arme passaro heri matino de ssa et hanno hauti in tucto 90 ducati della V. S. et io cavalchai ad vederle. Sonno cosj acti hominj d'arme et utile compagnia quanto vedessj maj sempre; e dicto, et cosj canta la patente, la spesa vada per terzo alla V. S. et doi tersi ad monsignore. Molto me meraviglio de me che la V. S. faccia caso de tal cosa che havete octanta cavallj per centoquaranta ducati, et dico sonno che vaglono Io prezo. Vero e scripsi de CCC" che pensava loro venissero per llo rascionato et non fossero tanti homini d'arme quanti so. In omnem eventum alla V. S. non se cresce lo terzo et ad monsignore li doj tersi. Item in quella lettera medesma dove mandaj lo memoriale primo delli cavalj, in quella scripsi alla V. S. che se intendeva la V. S. I'avessi ad mantenere che sapete non serria possjbile, non havendo gente d'arme guelrar se possano mantenere alle loro sPese et non havere soldo. La V. S. e praticha nello mestierj. Queste spese sonno in tucto XXV rubia de grano et X de orso, et uno bove de carne, et altre cose non bisognano, perche li cavallj che stanno ad mangnatore voglono orso, l'altrj non. Ceterum sapete li non f[arra biso]gno quasi darlj niente per lle precora et Paese 2 gr"1ro. Tuctavia la V. S. sa que se hav... ad fare le gente sonno passate, secondo ne deve havere ilnformato Antonio, et hanno hauto 90 ducati. Io li fano aspectare fine alla venuta de Antonio. Ma veda la S. V. che interim non se sentano le cose, che herj lo prencepe me mando ad menacciare 3 che me fu facta Ia imbasciata in presentia de Pietro lanni nostro. Nec alia. Remandate presto Antonio del ludice. Ex Urbe, die penultima septembris 1455. Lucas de Tozolis etc. La V. S. respondendo alta mea lettera me scrivete che li fanete careczi etc. (Sulla ligula).' Yhesus. Per che lo s[ignor] Francesco con guesti homini d'arme sono in Roma et aspectano per tanto Io s[ignorl Hono,uto 1;1undi uno questa nocte che sia tra matino in Roma. Ho facto Francesco remanga contento piglate a trenta altrj ducati moneta, siche li mandi Antonio tra matino per tempo. I In

ceta

rcssa. z

Danno della

catla.

a Abb.

Po

a

Abb'

aio

c- 353.I.

[1455 fine]. Onorcto

III

che

di

Iegato

Caetani a [Bartolomeo ColleoniJ.'a) cíò

ín

occuperà

anc.he íl

cardinale ili

Io prega dí a.ssumqlo aI suo sen)ízío, sooertendolo -S. Maria Caroaial)J, che recasí ìn Portíco [Gíooannì

Venezía.

Minuta originale'

Illustris et excellens domine et domine tamquam rnaior frater honorande' Ho inteso Ia V. Ill." S. essere tornato in Ytalia et acconciatose alli stipendij della ill.-' Signoria de Venezia con grande et bona conditione. Dio el sa quanto ne sia alegro et ben contento nor men fosse mia propria prefata ill.-' Signoi"rron". Io haveria gran desiderio et volunta acconciarme alli predicti stipendij della pigliar de me, acconciarme voglia carcho Ill.' la V. fra nuj, ,iu. Pr"go, per quella vera fraternita e f. quanto per S. medesmo; farrite per me V. qu"Ílo miglior conditione porra, che non dubito che "oo et questa f" ho ,ensa dubio. Et piu haviso la V. S. che lo R.'" Monsignore el legato Sancta Maria in Porii"u, che vene in Venetia, ne parlara anque caldamente colla prenominata ill.-" Signoria dello mio acconciarme. Parendo anque alla V. Ill.' S. pigliar fatiga essere insemi col prefato Monsignore a parlarli sopra di cio, et dar lo modo et l'ordine da possere consequire questo mio desiderio et con


VARI A effetto. Io lasso secondo meglio li pare alla V. Ill." S. pigliare il partito. Misser Lionardo de Bassiano, mio fidatissimo, presente latore, dira alcune cose da mia parte alla V. Ill.' S.; sopre de cio piacciavi donarli quella indubitata fe non men fosse la mia propria persona. a) Qf. Domus,

1456.

I-2, p. 105;

Epistolarium,

p, 60-2.

c -947.

XI. - 1624.

Elenco delle scritture ríguardanti íl giuspatronato della chiesa CaPua, spettante a Casa Caetani.

di S.

Lorenzo

dí S. María Maggiore di

Appunto del sec. XVII.

1456 . XI . 8. Donatio reggis Alfonsi fatta domino Honorato Caetano, Fundorum comiti, iurispatronatus et presentandi, tunc conpetens dicto regi ex fundatione, ad ecclesiam Sancti Laurentij Sancte Marie Maioris Capue. 1457. Confirmatio reggis predicti ac concessionis nel termino presentationis et institutionis fatte in persona Balestarij. 1521. Institutio fatta de ecclesia in personam domini Nicolaj. de Aragonia Caetani cum presentatione domini Honorati Caetani, eius patris, de Aragonia, ducis Traietti, Fundorum comitis, eiusdem ecclesie patroni. 1530. Monitorium cum insertione bulle pro executione, ad instantiam Franciotti cardinalis Ursini, cui in comendam conceditur dicta ecclesia Sancti Laurentij, tunc vacans per liberam resignationem domini Nicolai Caetani. 1529 iulii (?). Bulla Sancti Laurentij et monasterij Sancte Marie de Pulsano, sipontine diocesis, ad favorem cardinalis Francotti Ursini per liberam resignationem fattam per dominum Nicolaum Caetanum. 1556. f . ianuarii. Rotestatio domine Cassandre de Neapoli, mater et tutrix domini Ioannis Caetani, filii et heredis domini Ferdinandi Caetani, compatre existentis in quasi possessione presentandi ad ecclesiam Sancti Laurentij in personam Vincentij de Franchiis ad prestandum consensum concordie faciende inter dominum Innicum de Avolos et dominum Laurentium de Polo, regentem Vicarie, presentatu'm a reggio fisco ad dictam ecclesiam Sancti Laurentii. 1561. 12 maij. Processus occasione litis inter dictum dominuri Innicum de Avolos, presentatum a domino Scipione Caetano, ex una, et dominum Laurentium Polo, in qua fuit per viceregem pronunciatum esse absolvendum dominum Laurentium, et fuit declaratum quod ius patronatus, olim competens ad dominum Honoratum, spettare ad Aloisium et fratres de Caetanis, et in processu apparet ius patronatus spettare ad dominos Caetanos et ad reggium 6scum. Institutio fatta per archiepiscopum capuanum in personam reverendissimi domini Antonij Caetanj, 1624 men' sibus elapsis defunti, ad presentationem reggis cattolici, ad quem et ad dominos Caetanos alternative spettat ius presentandi ad dictam ecclesiam, tunc vacantem per obitum cardinalis Henrici Caetani. Una lettera dell duca di Lerma quando il Re concesse detto iuspatronato al reverendissimo signor cardinale Antonio.

.Vil.15

1457

c - 956.II.

.

I,

aoendo gíà assegnato 1500 ducatí sopraí fondisegreti degli AbruzziaBerardomarchese di Pescaro, con I'obbligo dí passare 300 ducatí all'anno alla marchesa Beatrice Caetani e al rtglio, ordina aI primogeníto suo, Ferdinando d'Aragona, duca di Calabria, e ad Antonío Gazul, tesoríere, che paghino alla marchesa I'assegno < super secretia ", detraendo I'importo dalla proooigione del marìto e che, ot)e a questo non si renda la proooigíone, dai beni dí lui sía tratlo I'assegno per Ia moglie,

Napolt

-

Alfonso

Gaspare d'Aquino,

copie, inserite ín c.1457

.VlI.29 e in c-

1457

.Vlll .4.

Alfonsus etc. frlio Ferdinando de Ragona, duci Calabrie, primogenito et locumtenenti nosho generali, et post nostros felices dies heredi et legitimo successori, Antonio Gazullo, inaprutina provincia ih"ruu."rio, eius locumtenenti, et oflcialibus in eadem provincia constitutis et de cetero constitueudis, consiliariis. Non ignoramus Verardum Gasparem de Aquino, marchionem Piscarie, a nostra imaiestate super secretia eiusmodi aprutina provincia (!) provisionem ducatorum mille quingentorum obtinere, l,

24


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

t86

nec minus a nostra ordinatione et decreto interveniente, marchionem eundem in tricentis ducatis anno quolibet, huiusmodi decreto et ordinatione durante, marchionisse eius uxori et filio, pro eorum vite substentione obligatum esse; et guia nostra semper interest mulieres, tanto rnagis guanto nobiliores et virtutibus predite sunt, commendatas suscipere, cogitavimus qua via quove modo ipsa marchionissa eiusque frlius iam paulo ante mentionati, huiusmodi tricentos ducatos promtius atgue facilius habere possent, in mentem nostram venit eandem marchionissam et filium quomodo atque facile satisfreri posse super secretia ipsius aprutine provincie de ducatis tricentis iam dictis, ex provisione tantum ipsius marchionis deducendis, quam rem sic penitus certis considerationibus atque causisr QUas hic exprimere non curamus, ordinari omnino censuimus. Et idcirco Ferdinando de Ragonia, duci Calabrie, primogenito et locumtenenti nostro generali, intentum nostrum declaramus, vobis thesaurario seu substituto vestro et etiam aliis oficialibus damus in mandatis, sub pena guinguemilium ducatorum, a conti'afaciente exigenda et nostro inferenda erario, quatenus quolibet anno, vita dicte marchionisse et seu huiusmodi ordinatione et decreto nostro durante, ex provisione ipsius marchionis deducere debeatis dictos tricentos ducatos, ipsis marchionisse et eius filio ratione antedictorum alimentorum debitos, illosque eis in tribus tandis sive tertijs consignare seu consignari facere, centum silicet ducatos in quolibet quatrimestri ita quod, finito anno, sit eis integre satisfactum de tricentis ducatis; et si contingerit eundem marchionem non consequi dictam provisionem, in illius defectu, iubemus quod dicte marchionisse eiusque filio de tricentis ducatis satisfiat super aliis bonis marchionis, ubicumque reperiri contignerint; rnarchinissa (!), giusque filius seu legitima persona pro eis debeant apocam confrcere de pecuniis quas a vobis receperint,

et vos illas acceptare teneamini; quoniam mandamus magno huius regni camerario seu eius locumtenenti et presidentibus ac rationalibus camere nostre Summarie et aliis quibusvis a vobis conpotum audituris, quatenus adveniente vestri ratiocinij tempore et vobis ponentes in exitu tricentos ducatos, per vos eis solutos ac restituentes apocas iam dictas una cum transumpto presentium fidedigno, illas recipiant in vestris conpotis et admictant, dubio et difficultate cessantibus quibuscumque; mandamus etiam per has easdem supplà (!) contenta pena dicto marchioni, quod super receptione seu perceptione tricentorum ducatorum per marchionissam eiusque frlium aut aliam personarn pro eis, tam super dicta secretia quam, in illius defectu, super aliis bonis marchionis 6enda, nullarn novitatem, conditionem aut impedimentum eidem marchionisse eiusque frlio vel eorum procuratoribus inferat aut quomodolibet infeni permictat; et si marchio ipse et alii presentibus contravenire presumserint, eo casu Penam ipsam incurrant' quam absque remissione a contraventore exigere faciemus; et contrarium non faciatis negue faciant quanto gratiam nostram caram habetis et habent, iramgue et indignationem ac penam predictam cupitis et cupiunt evitare. Presentes literas magno magestatis nostra (!) inpendenti sigillo munitas, quas post earum inspectioriem restitui volumus, singulis vicibus, presentanti vobis propterea dirigentes. Datum in Castello Novo civitatis Neapolis, die XVo mensis iulii, V" indictionis, anno a Nativitate millesimo ccccol.vlJo, regnorum nostrorum anno XLIJo, Sicilie citra Farum regni anno XXIJo. Rex Alfonsus. Io e leydo la presente et plazeme que asi se faga. Dominus rex mandavit mihi Francisco Marturel.l Visis per magnum 2 camerarium et per Ciccum Antonium Guindacum (!) pro conservatore generali'

I Nell'alba

copía

Martorell 2 NeII'aIlra

1457.VII.29, A.

copìa abbr. Guind (Guindaciun)'

c - 956.

Alîonso I a Onorato III Caetani, sígnore di Sermoneta, e aí ùassallt e sudditi di lui concede di poter attraoersare i paesi e le prooincie del suo îegno con Ie loro bestie e attenderc ai Iorc negozí senza Pagctîe iI Pdaggio.

Napolt

Originale.

Alfonsus, rex Aragonum, Sicilie citra et ulEa Farum, Valencie, Hierusalem, Hungarie, Maiori. carum, Sardinie et Corsice, comes Barchinone, dux Athenarum et Neopatrie ac etiam comes Rossilionis et Ceritanie, passagerijs ac passuum custodibus utriusque Aprucij ceterisque officialibus nostris, necnon principibus, ducibus, marchionibus, comitibus, baronibus terrarumque dominis et dominabus ac univeri sitatibus, hominibus et habitatoribus civitatum, terarum et locorum regnj huius et presertim in civitate et tenlmento I enacrne et in confinibus regnj nostri constitutis, et alijs ad guos sPectet et Presentes a


VARIA

t8il

fuerint presentate, consiliarijs et fidelibus nostris. Quia nos, contemplatione servitiorum erga nostrah maiestatem prestitorum Honorati Gayetanj, utilis dominj terre Sermineti, provintie Maritime, licentiam sibi concessimus ac vassallis et subditis eiusdem Honorati quod ipsi cum suis et ipsius Honorati animalibus et bestijs possint venire ad regnum nostrum et in eodem ac illius provintijs, civitatibus terris, villis et locis tam nostri quam subditorum nostrorum, ut alij regnicole, subditi et vassallj, noitri praticare, stare, morarj et negotiarj ac erbas et aquas pro dictis animalibus et pascua sumere et queque demum eorum negotia agere, et postmodum quando eis placuerit cum dictis animalibhs redire dir""d"r" sine solutione pedagij, cabelle, vectigalis et alterius exiture iuris, nostre curie pertinentis, "t omni contradictione remota: propterea vobis, sub obtentu nostre gratie et indignationis incursu Penaque nostro arbitrio reservata, dicimus precipiendo mandantes quod, forma presentium per vos attenta, illam et ornnia in eis contersa tam prefato Honorato quam subditis et vassallis suis, cum dictis animalibus ad hoc regnum venientibus et redeuntibus, observetis et observari faciatis, -nullum prenominatis in adventu, m-ora et reditu impedimentum vel obstaculum, reale, vel personale, inferendo' guacumque inhibitione per quosvis facta et alijs presentibus observantibus nullatenus obstituris; cauti de secus agendo, pro quanto diligitis glatiam nostram indignationemque et penam predictarn cupitis evitare, presentibus, post e".urn iorp"ctionem, remansuris preseniantj. Datum in Castello Novo civitatis Neapolis, die XXVIIIJo RexAIfonsus. Yo mensisiulij,quinteindictionis,annoaNativitateMoccccguinquagesimoseptimo.

e leydo Ia presente e plazeme que asi se f aya. Sig.t (NeI margìne iffiríore, a sinis' tra): ln comuni Neapolis xo. Dominus rex mandavit mihi Mattheo loanni. Visis per E[nechuml magnum camerarium et Cicum Antonium pro conservatore generali ; (a destra).' Inichus magnus camerariur. Ciccus Antonius Guindacius pro conservatore generalj ; (nel oerso).' Regishata. I In ceta

îossa.

1457.Vn. 29,8.

c -956.I.

Napoli Inìco d'Aoalos, conte di Monteodorísio, gtan camerarío, ordina I'esecuzíone del prioilegio di ' Alyonro I a faoore dÍ &atríce Caetaní d'Aquino, marchesa di Pescara, e del figlio di let. Copia sincrona.

Innicus de Davalos, Montisodorisij comes, regius consiliarius et collateralis regnigue Sicilie magnus camerarius et presidens regie camere Summarie, Antonio Gazul, in aprutina provincia thesaurario, seu eius locumtenenti, et ceteris hoficialibus in eadem provincia constitutis, regijs fidelibus amicisque. Noviter pro parte marchionisse Piscarie et eius filij fuerunt coram nobis presentate regie litere; magno impendenti sigillo .urrit" ceterisque sollenditatibus sue regie curie roborate, tenoris sequentis (cf. l457.VII.l5)i suPer quibus requisita esecutoria in forma dicte Camere consueta, vobis mandamus quatenus, forma preinsertarum ,"gi"ru* literarum per vos actenta, illas ac omnia in eis contenta exequamini, et contrarium

non faciatiJ quanto regiam gratiam caram habetis et penam predictam cupitis evitare, presentibus remanentibus pier"ntunti. D"tu- in eadem camera, die XXIX iulij, rr" indictionis, M"ccccLVIJ. IniIacobus Andreas procurator actorum. Registrata in Extraordinariarum XVIJ. chus magnus

"um"r"riur.

t457.Vlll.4.

c - 956.II.

II conset1atore generale del regío palimonío ordina I'esecuzione del ptíoilegìo dí Alfonso I a faoore di Beatrice Caetaní d'Aquino, marchesa di Pescata.

Napoli

'

ei

Copia sincrona.

Conservator generalis regij patrimonij, officialibus et subditis regijs, ad quos infrascripta spectabunt presentes fuerini presentate, amicis nostris. . Exibite nobis et in oficio nostro regishate fuerunt regie

litere ,ub for-" ,"qu"nti ("1 C-t457.Vil.t5). Mandumur quatenus preinsertas regias literas' quam pr,imum vobis in earum prima figura presentate fueiint, exequamini et compleatis iuxta earum seriern; est certum quod in eisdem literis super raso in tertia decima linea continetur verbum sequens < nostro >


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI et

V

XXIIJa u dicta u. Datum Neapoli, in hospitio noshe residentie, die quarto mensis augusti, indictionis, anno a Nativitate MoccccLVIJo. Ciccus Antonius Guindacius, pro conservatore generali. Ioannes Antonius. In registro Neapolis IIIJo.

in

1457

c- g5g.I.

.1x.22.

Napolt

-

Onorclo Gaetani, conte

di

Fondí, si díchíara debitore a Onorato

III

Caetaní per

1500

ducati

d'oro papali, da restiluirsí metà a gennaio e metà a marzo del 1458. Originale.

Honoratus Gaytanus, miles, Fundorum comes, regnj Sicilie logotheta et prgthonotarius etc. Per tenore della presente, subscripta de nosha manu propria et sigillata de nostro sigillo, dicemo, dechiaramo et confessamo essere debitore allo magnifico et excellente s[ignor] Honorato Gaytano Sermonetj etc., nostro honorando fratello, de ducati mille et cinguecento de oro papali, quali gratiosarnente ce have prestatj, sono ducati MC.v pigliati per nostra parte, mille per mani de notaro Damiano, nostro erario de Fundj, in Sermoneta, adi VIIIJo de septembro, et cinguecento pigliati per nostra parte per mani de Iohanni Pelligrino, adi xvttl de lo dicto mese de septembro dell'anno presente, VI indictione, millesimo ccccolvlJo; li qualj ducatj mille et cinquecento, sub verbo et fide nobilium et magnatum promectemo allo dicto s[ignor] Honorato gratamente et sensa questione overo nota de litigio restitoire in Io modo infrascripto, zo e per tucto lo mese de iennaro primo futuro la mitate et I'altra mitate per tucto lo mese de marzo primo che verra; et per futura memoria havemo facta fare la presente. Datum in civitate Neapolis, die vicesimo secundo mensis septembris, Vle indictionis, anno Mccccolvry.o Fundorum, comes manu propria. Sig. I Benedictus Piccionus de mandato subscripsi . (Nel oerso) : Registrata.

I In cus

t4s7

rossa.

.x.12.

c - 959.II.

Procura di Onorcto III Caetani, rilascìata a Giacomo " Macthi > peî recarsí a Maríno ad esigere da maestro Antonio Mitabassa quanto questi gli dooeoa per aoer mancato aI patto

Sermoneta

dí costrube

una ferríera

in Ninfa.

Originale.

Ab

anno Nativitatis millesimo ccccol.vlJo, pontificatus Calisti pape tertij anno tertio, quinta indictione, mensis octobris die XtJ". Honoratus Gaytanus, dominus Sermoneti Nimpheque etc., asserens propter multa negotia ardua sibi occurrentia de presenti non posse se conferre exEa Sermonetum ad cashum Marenj, quamvis multa agere habeat in dicto castro et specialiter cum magisho Antonio Mirabassa, fabricatore et experto in hedificijs, de dicto casho Marenj, quia a magistro Antonio recipere debet multis occasionibus et causis, specialiter quia non servavit pacta et conventiones, per eum dicto domino conventas, circha constructionem ferrerie in casho Nimphe, et pro expensis incursis varijs causis et modis pro ferreria non completa, ducatos nonaginta, nec non, occasione mutuj, ducatum unum, sicut patet in laudo prolato et in rem iudicatam transacto inter ipsum dominum et magistrum Antonium: confisus de frde Iacobj Macthi, suj vassalli de Sermineto, ipsum presentem constituit suum procuratorem ad se se presentandum in castro Marenj, coram vicario et officiali dicti castrj et coram alio iudice, et ad exigendum a magistro Antonio quantitatem nonaginta unius ducatorum, Dec non ad se se reinvestiendum de bonis magistrj Antonij, nec non recipiendum de dictis bonis et specialiter de domo, vineis et alijs possessionibus et rebus mobilibus ipsius magistri Antonij et de his bonis, post possessionem receptam, disponendum, et omnia alia faciendum prout ipsemet constitueus facere posset si personaliter interesset, cum plena potestate; et promisit se ratum habiturum quicquid per procuratorem actum fuerit; et obligavit se suosque heredes et successores et bona; et iuravit. Actum Serminetj, in capite platee publice, iuxta apothecam heredum lacobi Tinatij, in presentia nobilium dominj Antonii Tinatij, iurisperiti, notarii loannis Tutii Carolj et Leonardj lacobj, lsstirrm de Sermineto. Evangelista .notarii Leonis de Sermineto, imperialj auctoritate notarius, scripsi. M.


VARIA

t89

c -973.I.

1458.III. 2.

Sermoneta " Macti ,, procuratote dí Onorcto III Caetani, protesta contro maestro Antonio - Iacobello Mirabassí e Giooanni Santo, da Marino, per non aoere ultimata Ia ferríera di Ntnfa. Originale.

Anno Nativitatis millesimo ccccoLVIIJo, pontificatus Calisti pape tertij anno tertio, indictione VI,' .die mensis martij secunda. Iacobellus Macti Ioannis de Sermineto, procurator Honorati Gaytani, dominj Sermoneti Bassianique etc., et coram ipso domino Honorato impresentiaque magistri Antonii Mirabassi, fabricatoris de castro Mareni, interrogando dictum magistrum Antonium si edificium Nimphe, quod promibit dicto excellenti domino perficere, prout convenerat ipse et successive Ioannes Sanctus de Mareno, prout patet ex instrumento et si inha terminum,. conventum in instromento, dictum edi6cium complere intendit et potest: iddem magister Antonius respondidit quod non potest dictum edificium infra dictum terminum perficere nec alius pro eo; procurator filit contra eundem magistrum Antonium et etiam contra dictum loannem Sanctum, frdeiuxorem pro eo, de damnis, expensis et interesse protestatus propter dictum edificium non completum; et quod vult quod instrumenta contra predictos magistrum Antonium et Ioannem de castro Marenj esse debeant 6rma; quod etiam instrumenta contra ipsum magistrum Antonium, Sermineti facta, similiter sint firma et valida, a guibus discedere non intendit; et rogavit me ut de predictis confrcere deberem instrumentum, et presens instrumentum feci. Actum Sermineti, in platea publica, iuxta lodiam novam, iuxta apotecam habree Moysi de Sermineto: nobilibus Petro Paulo de Urbe, magistro Alexandro de Ytro, medico, Iacobo Caporotundo de Fundis, testibus. Ioannes Tutij Caroli de Sermineto, imperiali auctoritate notarius, scripsi. ST.

F. P. s244.

c-1458.111.24. píccoli, compra Campiglia Maríttíma - Lancilotto d'Appíano,.per 288 libbre di fiorini del fu Filtppo una cesa posta in Piombíno. Arc.

Cael., Prg. (Fonilo Písano)

n. 3244.

Otlgínale,

dal

corso Alberto

NeI oetso, dl mano del rcgatarío: Lancilottj enptio

domus.

Anno ab Incarnatione millesimo quadringentesimo quinquagesimo septimo, indictione sexta, tempore pontiÉcatus Kalisd pape tertij, die vigesimaquarta mensis martij. Albertus olim Philippi, corsus, olim habitans Plumbino et ad presens Campilie, comitatus Florentie, vendidit Lancilotto olim ser Mactei de Piano, comitatus Pisarum et districtus Florentie, et habitanti Plumbino, domum positam in castro Plumbinj, intus Palatios: cui a primo via comunis, a secundo hereditas Antonij Molellj de Plumbino, a tertio menia castri Plumbinj : cum accessibus et egressibus suis usque in viam publicam; cum omni iure, actione, usu seu requisitione; pro pretio librarr'rm ducentarum octuaginta octo forenorum parvorum, quod venditor fuit confessus se ab emptore habuisse; promictens omnia rata habere ; sub pena duplj extimationis dicte rej, habita ratione meliorationis. Actum in castro Campilie, ad banchum iuris, positum in domo habitationis capitanej dicti castrj: Iohanne lohannis lacobj, Antonio Lapj et Agustino lacobi, omnibus de Campilia, testibus. Philippus Bartoli Pierj Riciardj de Sancto Gemminiano Vallis Else, districtus Florentie, imperiali auctoritate notarius iudex ordinarius atque notarius florentinus, scripxi.

C - 973

1458.VI .15 . Napolt

.II.

Alfonso I d'Aragona a Giacomo " de Pilaya ,, aoùocatofiscale, commette la causaoqtente - Onoruto III Caetaní e Nardella Caposcrofa, oedooa di Antonello Caetaní, sulla tutela di Gio-

fra

oamtella,

figlia dt lei, ordinando di

proooedere, pendente

la lite, alla

custodia e

aI

mantenimento

della pupilla. Copia silaona.

Alfonsus, rex Aragoaum, Sicilie ciba et ultra Farum, Valentie, Ierusalem, lJngarie, Maioricarum, Sardinie et Corsice, comes Barchinone, dux Athenarum et Neopatrie ac etiam comes Rossillionis et


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

t90

Ceritanie, Iacobo de Pilaya, legum doctori et advocato nostri fisci. Causam vertentem inter Honoratum Gayetanum, militem, utilem dominum terre Salmonete, ex una, et Nardellam Caposcropha de Neapoli et lohannellam, eius filiarn, ex altera partibus, supel administratione tutele et curatorie et bonorum ipsius lohannelle, prout in actis continetur, vobis commictimus et mandamus vobis quatenus super predictis ministretis et faciatis debitum iustitie complementum, procedendo summarie et de plano; ne, dicta conditione pendente, in preiudiciurn Iohannelle pupille aliquid innovaretur, maxime qqia recusat esse sub tutela dicti Honorati, ex eo quod dicit ipsum sibi esse debitorem, prout in petitione, quam coram capitaneo Averse optulit, vobis mandarnus quatenus lohannellarn ipsam, dicta lite pendente, ad manus vestras apprehendatis et capiatisr QUarrr in tuto et Lronesto loco reponatis ubi securius pro securitate partium ambarum conservetur; et inquiratis si seducta et qua de causa recusat dicta lohannella esse sub cura dicti Honorati, et celeri quo nnodo poterit fiat fides de debito in dicta petitione et Iegato, si aliud non obsistat, absque mora eidem magnifico Honorato Iohannellam ipsam tradatis et assignetis cum omnibus bonis suis, iuxta continentiam literarum nostrarum, pro huiusmodi causa superioribus diebus a nostra curia emanatarum, satisdationem rem pupille salvam fore prestanti; mandantes capitaneo civitatis Averse eiusgue locumtenenti et aliis ofFcialibus et subditis nostris guatenus vos lacobum de Pilaya, ad id commissarium deputatum, in premissis exequendis non impediant, quin immo vobis assistant atque obediant, cauti de contrario quanto gratiarn nostram caram habetis et habent ac penam mille unciarum cupitis ac cupiunt evitare, presentibus remanentibus presentanti. Datum in Castello Novo Neapolis, die xvo mensis iunij, Vt indictionis, millesimo cccCLVtlJ. Solvat tarenum unum. In registro Iustitie ltu. Thomas de Girifalco, mandato regio. F.o per vicarium qui eas vidit. P. Vidit

Van Daun Q)

vicarius.

F. P. 3254.

c-14[5el.m.

Giacomo, uffciale dí Gíacomo III d'Appiano, signore dì Piombino, cede la sua eaEa a Lodooico * Lochi,, da cui ne ríceoe in cambío un'altra insíeme con 80 libbre di denari pisani.

Scarlino

Arc. Caet., Ptg. (Fondo Pìsano) n. 3254. vico barratto de le case.

Origínale,. Ncl

oerco,

dì mano del notaio.' Iacomo da

Pisa e mo. Lodo-

Anno ab Incarnatione millesimo quatricentesino [LVIIII, secundr-lm] { stilum notariorum Pisarum et tene Scarlinj, indictione septima, die Mer[curii] 2 mensis martij, tempore pontificatus Pij secundi, regnante Federico romanorum imperatore, necnon tempore dominj lacobi de Appiano, Plumbini, Ylve et Scarlini etc., et rnilitis ac comitis etc. Iacobus condam Cristof[ori de] 1 Pisis, provisionatus prelibati dominj, titulo cambij dedit, et partim vendidit, Lodovico Iohannis Lochi de Scarlino domum ipsius ad presens et condam magnifrci dominj lacobi, sitam in terra Scarlinj, in terzerio de medio, iuxta muros et portam castri, vulgariter dictam Porta Nova, iuxta res Bianchi Micbaelis, viam publicam comunis et plateolam Citerne ipsius comunis; et hoc fecit lacobus quia Lodovicus permutavit Iacobo domum ipsius, sitam in castro Scarlinj, in terczerio superiori, cum cellerio contiguo et cum claustro contiguo: a primo strata seu via publica, iuxta res magistri Simonis Iacobi Lochi, res heredum lacobi Dominicj, res Antonij Ranerij et res lacobi Michaelis Federici terrninantes 3 viam aliam comunis; et hoc fecit lacobus, quia Ludovicus solvit Iacobo libras ottuaginta denariorum piqanorum pro pretio totius eius quod plus valeret dicta domus permutata per lacobum Lodovico; omnia promiserunt observare ad penam dupli valoris dictarum rerum. Aelum Scarlinj, in domo comunis, solita residentia cancellarij comunis: Andrea Marianj, Antonio Vinccij, Tomeo Andree et Piero lusti, de comuni Scarlinj, testibus. Sebastianus filius Antonij de Urbanis, de Tuderto, inperialj auctoritate notarius et iudex ordinarius, nunc scriba et cancellarius comunis Scarlini,

pro lacobo tertio de Appiano, Plumbini, Ylve et Scarlini etc. domino, scripsi. ST. I II mercoleill nel t 459 (stíIe písano) caileoa íI 7, íI 14 e iI 2l matzo. 2 Danno della pergamena.

3 Abbr, tt.


VARIA

t9l

c-

1459.VII.17.

980.

nome di suo figlio Francesco Monte San Gíooanni - Beatrice Caetani, marcltesa di Pescarc, anche a d'Aquìno, díchíara di aoere riceouto da Caterína Orsíni, cognata di Ieí, duecento ducaií per Ia , oendita di I 152 bestíe pecofine. Originale.

Beatrix Gaytana, Piscarie marchionissa ac Laureti et Sadriani comitissa etc. Per tenore dela nuj et pro misser Francisco de Aquino, nostro figliolo, per lo quale promectimo de rato, facemo fede et confessamo per guesta havere havuti et manualmente receputi contanti da madamma Chatharina LJrsina, nostra cognata, per manj de notaro lanni de Tuccio Carlo de Sermoneta et pagante per epsa, ducati de Camera ducento, de moneta de Reame et romana, sono per venditione de mille et cento cinquantaduj bestie pecorine bianche et carfagne, tra omne capo piccolo et grande, agrossate a grosso romano, a usanza mercantile, pecora mille in tucto, vendute et assignate alla prefata madamma Chatharina per lo dicto notaro lannj, nello tenimento de Bassiano, de nostra volonta, conmissione et mandato per nui a bocca facto ad ipso notaro lanni, pro preczo de ducati vinti per centenaro, la guale agrossatione, venditione et assignatione promectimo havere rata et ferma et perpetualmente et inviolabilmente observare et fare observare socto la nostra fe et obligatione de tucte cose nostre et beni mobili et stabili, presenti et futurj. Et ad cautela della dicta madamma Chatharina et del prefato notaro lannj et certitudine de tucte et singole Ie cose predicte, Ii havemo facta fare la presente per mano de Petro Paulo de Sermoneta, subscripta de nostra propria mano et sigillata de nostro proprio sigillo, presenti li spectabili homini abate Paulo Gaytano, Cola Mancino, notaro Iuliano Mancino, Loysi dello Ferro de Monte Sancto Iannj et notaro lacobo de Bassiano. Datum in Monte Sancti lohannis, die xVIy'iulij Moccccot-lxo. Manu propria. Sig.t Ego abbate Paulo testemonio predicto ad fede me so supscripto de mia propria manu. Eo Cola Mancino de Monte Sancto Iannj testimonio prqdicto ad fede me soscrivo de mia propria mano. Notarius lulianus Mancinus de Monte Sancto lohanne testis me subscripsi. I-isius de Ferro de Monte Sancto Ioanne qui supra predictis interfui ideo me subscripsi. Eo notaro lacovo de Bassiano testemonio predicto ad fede me so soscripto de mia propria presente, per

mano.

Petrus Paulus cancellarius de mandato

I In cera rossa. 2 Sottoscrízioni

1459 .VIil.11- X .6 Fondi

subscúpsi.z (N"I

oersa)

:

Registrata.

autogafe.

c- 906.

.

Quíetanze fiIasciate un mutuo grazioso.

da Onorato

III

Caetani

a Onorato Gaetani,

conte

di Fondi, in

conto di

Copia sincrona.

XJU mensis agusti, septime indictionis. Io Iannj de Angelo de Sermoneta, factore delo s[ignor] H[onorato] Gaytano, confesso manualemente avere receputo et avuto, nome et pro parte delo prefato s[ignor] H[onorato[ Gaytano, per vigore de una lettera aio portata de parte de ipso signore, per restitutione de maiore quantitate di denarj da iodice Nardo de Fundi, mastro maxaro delo [signor] c[onte] de Fundi, dante et assignante nomo et pro parte de ipso s[ignor] c[onte], in diverse monete de oro et de argento, ducati ducento cinquanta, rasonando ad carlinj deyce per ducato. Et ad cauthela et futura memoria-aio facta fare la presente apodissa, scripta per mano de Antonio de lo Russo de Fundi. S Magister Petrus de Mediolano marmorarius testis. S Nicolaus Theotonicus testis. S loh"n"es Antonius Marinj de Fundis testis. Petrutius notarii Iohannis Mellis testis. Die vicesimotertio mensis augusti, septime indictionis. Io Iannj de Augelo de Sermoneta, factore delo magnifico et excellente s[ignor] H[onorato] Gaytano de Sermoneta, per tenore dela presente, confesso avere receputo et manualemente avuto in contauti, da parte de lo prefato s[ignor] H[onorato], da iodice Nardo Piczandrone de Fundi, mastro maxaro delo excellente s[iguor] c[onte] de Fundi, per parte de ipso

Die


DOCUMENTI DELL"ARCHIVIO CAETANI

192

s[ignor] c[onte] ducati cento de carlinj, zo e ad rasone de carlini deyce per ducato. Et ad cauthela delo prefato iodice Nardo et futura memoria de I'una et l'altra parte, li ho facta fare la presente polissa per mano de notaro lannj, cancellerj delo s[ignor] c[gnte] de Morchone. Datr'rm Fundis, die et indictione ut supra, sub anno MoccccoLvtllJo. S Presbiter Iohannes lacobi Lisii de Fundis me subsoipsi. ff Christoforus Antonii Straczatus de Fundis me subscripsi. ffi Petruà Grassus de Fundis testis. Die VJ octobris, octave indictionis. Io lohanni de Petri Bove de Monteroduni, erario delo excellente de lu s[ignor] H[onorato] Gaytano, confesso avere receputo manualemente de notaro Dammiano, erario generale delo contato delFundi, ducati ducento de carlinj, nomo et pro parte delo dicto s[ignor] H[onolato], per accasone de prestito de maiure quantitate factu per ipso s[ignor] H[onorato] allo s[ignor] c[onte] de Fundi. Et ad cauthela agio facta Ia presente polissa de mia mano propria, subscritpa delj subscripti testimonij. Datum in Fundi. S Benedictus Honoratus Gaytanus comes palatinus ac vicecomes comiratus Fundorum me subscripsi. S Iohannes Antonii Marinj de Fundis me subscripsi. S Fram' magrus Antonii magistri Petri de Fundis testis. Die sexto mensis octobris, VIII" indictionis. Io Iohannj Bove, erario de lo excellente s[ignor] r H[onorato] Gaytano, nom[ine et per parte de la] dicta signoria, confesso manualemente avere receputo da lo egregio iodece Nardo de Fundi, mastro maxaro delo s[ignor] c[onte] de Fundi, ducati cinquanta de carlinj, per accasone de prestito de maiore quantitate facto per ipso [signor] H[onorato] allo agio facta Ia presente polissa, manu propria subscripta. s[ignor] *ififfi"'inc[onte] de Fundi. Et ad cauthela Fundi. ;4* Benedictus Honoratus Gaytanus, comes palatinus ac vicecomes comitatus Fundorum me subscripsi. S lohannes $,ntonii Marinj de Fundis me subscripsi. S Frammagrus Antonii magistri Petri de Fundis testis.

I

Danno della caila.

F. P.3337.

c-1459.X.2. Pìsa

d'Appíano, per sei sacchì di grcno all'anno, afftta a Bartolomeo " Leuli , Iasua Ponte aI Serchîo, in contrada " lo Mulino di Camu'

Lancilolto -quota del molino, posto nel territorio di glano

"'

Arc. Caet', Prg. (Fondo Pisano) n- 33j7. Camuglano ... Francesco de L,euli pro annis XX.

Orígínale.

Nel oeno, nola del

sec.

XVI:

Carta de locasione del mulino

Lancilottus, frlius olim et heres in solidum ser Mathej, notarij, olim Fanuccij de Appiano, civis pisanus, locavit Bartholomeo olim Franciscj Leulj, civj pisano, quartam partem [pro] indiviso cum Bariholoo1"o Leulj et cum Chelino olim Pierj de Capannulj, civibus pisanis, unius mcilendini ab aqua, dum taxat cum macinis que sunt ad presens super parmentum et cum ipsius corredis et fornimentes ad molendinum pro quarta parte spectantibus, et quartam partem totius terreni cum arboribus et alijs pertinentibus pro quarta p*ri" ud molendinum: positum in con6nibus comunis Pontis Sacci, videlicet in ,upr" flu-"o Here, in loco dicto lo Mulino di Camuglano; quod dicitur fuisse et esse Sull'Era i "t ruinatum et male in punto, co la stechaia guasta, adeo guod ad presens non macinat nisi reaptarj fiat; què reparatio fi".j noo poterit sine magno dispendio, pro quibus expensis fiendis Lancilottus non intendit oblig"tu* esse; et qúod non teneatur sic protestatur: quod tales expensas facere debeat Bartholomeus et d"ebeat molendinum conservare macinantem, ex pacto habito inter eos; contrahentes declaraverunt quod due alie macine, que sunt extra domurn molendinj et sunt Lancilottj, non intelliguntur venire in presenti locatione; ad habendum a die quintadecima presentis mensis octobris ad annos vigintj; et Lncilottus promisit Bartholomeo affictum non incarare, sed rem locatam ei et suis heredibus defendere ad penam Juplj aftctus unius annj tantum et damnum et dispendium resarcire promisit, se suosque h"r"d", et bona obligando; quare Bartholomeus promisit dictam quartam Partem molendini cum quarta parte, pro indiviso, **.do.u- et fornimentorum tempore vigintj annorum conducere et molendinum reparare et conservare expensis suis et Lancilottum in domiuum recognoscere et solvere- Lancilotto omni p.o afrctu sacchos sex grani carnellini, ad measuram florentinam, positos Pisis, ad domum Lanci. "ono lotti, excepta cabella, et omnia observare sine briga, alioquin Penam duplj affictus' exPenEas' damna


VARIA

193

et interesse componere promisit, obligando se et heredes et bona et quod pro observatione possit in carcerem mictj usque ad satisfactionem predictorum; hoc addito quod, si Bartholomeus voluerit emere dictam quartam partem rerum locatarum, quod Lancilottus debeat eidem vendere pro pretio florenorum sexaginta, ad rationem librarum guatuor pro floreno, et Bartholomeus promisit emere infra dictos viginti annos, ad Lancilotti requisitionem, . quartam partem locatam sibj pro pretio florenorum sexaginta; est actum quod, elapsis viginti annis, si Bartholomeus florenos sexaginta non dedisset, tunc Lancilottus possit rehabere quartam partem molendinj, hoc addito quod sit bene in punto d'ogni suo corredo et forninento et di stechaia et che sia in dicto tempo macinante; et est actum quod quandocumque Bartholomeus solveret aliquam quantitatem de summa florenorum sexaginta, tunc affictus debeat diminui pro rata tem'

in apoteca residentie rnei Pieri notarij, posita sub schalis Artis et Universitatis Beccariorum pisane civitatis, sita in cappella Sancti Filippj de Vicecomitibus: domno Piero olim Nicolaj de Tanaglis, de Vulterris, abbate monasterii Sancti Micaelis in Burgo pisane civitatis, et dompno Iohanne olim lohannis de Marchia, monaco suprascripti monasterii, et Francischo olim Ursj, barberio, pisano cive, de cappella Sancti Laurentii de Rivolta, testibus, Incarnationis anno rnillesimo quadringentesimo sexagesimo, indictione octava, die secunda mensis octobris, more Pisarum. ST. Pierus olim magistrj Lupj condam Pierj, civis pisanus, imperialj auctoritate notarius et iudex ordinarius, scripsi. Pierus magistri Lupj notarius recepj hac die XX octobris 1462, more Pisarum, a Lancilotto, pro mercede et labore meo et pro firmatura suprascriptj instrumentj, in totum grossos decem de argento de Florentia, videlicet libras duas et soldos quindecim denariorum.

poris solutionum fiendarum. Actum Pisis, domus

' NeI teslo io sullera

1459

.

c.984.

XII.3r.

Ferdinando I, re di Sicília, ai cittadiní díPontecoroo: perché alla suaíncoronazíone,.che sí di prestar-. celebrerà nella chiesa maggioîe di Barletta, siano mandati loro procuratorí con

Andria

facoltà

gli giurcmenlo. Copia del sec.

XV,

Ferdinandus, rex Sicilie, Hierusalem et Hungarie, nobilibus et egregii viris, universitatibus et hominibus terre nostre Pontis Corvj, fidelibus nostris. Extimando essere da conto et honestq che deli grandj et singulj donj et boneficentie che nostro signore Dio, per soa divina clementia ne have facto et fa continuamente circa lo regalj dominio de questo nostro reame, non solum Ii habiamo immortali gratie et che per laudabile opere et obedientia ad essa divina maesta Ie ne conrespondamo, ma de qu"ll" leto et grato animo acceptamo, pero che la recongnoscenza et grata acceptatione del recepente "um piu volte mangnifica et gratifica el dono et gratia del concedente: no scordandone adduncha de tanti et tali segni, vie et modj antecedentj, qualj la divina volunta, per sola soa benignita have demostrato et dato ad intendere perche nui dobiamo et habiamo soccedere in la regale dignita et dominio de questo dicto reame, disponendo ultimatim inter alia che per lu santissimo signore nosho et vicario de CÌristo papa Pio secundu, successore legitimo in la sede del beatissimo apostolo Saacto Petro et esse santa ,"àiu aportolica, audute le parte che su lo dicto regno pretendeamo havere ragione ni sia stata facta canonicamente la infeudatione et infestitura del dicto regale dominio et dingnita de qugsto reame con soe sufficientissime lectere et bulle apostolice, in forma solita et sollemne a nui mandate insembla collu reverendissimo in Christo patre lo signore cardinale a) de Ursinis, legato apostolico, con spetiale comissione etplenaria faccultatede untarenireyoministrareni lasacrauntione etdareny Iiinsigni dg,la regale corona col sceptro et pomo et con ognj ecclesiastica et canonica celebritate, a Ia quale ene stato dirato et assignato lo XXVIIJ di dello proximo siquente mesi de iendaro; et scia debito et costumato ad una tanta et tale celebritate convocare et intervenirente li illustri principi, duci, marchiscj, spectabilj comitj, magnificj barunj et sindici oy procuratorj delle citate et terre domaniale de questo reame: per cio vi dicimo, pregamo et recercamo che ala dicta iornata scieno li vosrj sinici con nuj alla dicta celebritate de nostra felice coronatione, in la ecclesia maiore della terra nostra de Barlecta, dove per alcune bone cosideratiunj, senza altra seculare festa et sellg"'.i1a1g, intendemo fare la dicta celebratione,

l,

25


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

t94

ponogando ad altri piu idonej tempi et loci ad fare la festa et pompa seculare, como tanto nj sera visto et ve sera dichiarato presentialemente per nuj; verum volimo che li iindici, che per Ia dicta celebratione manderete, habiano plena potesta de prestare o refermare, si volessemo, lu iuramento et homagio de frdelita costumato in Ii actj de coronatione. Datum in nostris felicibus èastris prope Andriatn, ultimo decembris MoccccolvluJo. ù Lalíno Orsíní.

11460l

.r.tz.

c -to24.1.

Marzano Rufo, princípe dí Rossano, a Onorato III Caetaní: d'Angìò, - Mafino - Giooanni di Calabria, íntende nominailo conte dì Fondi; Io esorta a seguire la parte angíoina; Ia cíttà

Teano

duca

dí Aquila ha alzato la bandíerc di rc

Renato. ")

Originale.

Fuoú:

Magnifco domino et tamquam fratrj nortro honorando domino Honorato Cagetano Sermineti domino

Regni i Sicilie

etc,

S. t

Admiratus etc.

Entro: Magnifice domine et tamquam frater noster honorande, salutem. Havimo inteso quanto per lu egregio lacobo, b) cancellerj de V. S., c'e stato exposto da parte de ipsa V. S., quale cosa ad nuj e stata gratissima havere per questo cognosciuto lu bono amore ce portate e Ia gran fe in nuj havite. Avisando V. S. non ve tengo in loco de amico ma in loco de carissimo frate e per li tempi lo vederite per efiecto che faúmo de le cose et per stato de V. S. et nostro, facendove certo non manco teniino V. S. possa exponere de nostro stato che nui proprio, per che simo certi simile possemo de vostro, et ia havemo conmensato ad vedere Io effecto. Advisove che monsignore lu duca de Calabria ve ha tanta bona fe et amave tanto ve ne farite, et piu volte ha dimandato quando verra V. S. Per bona relacione have havuta de V. S. et nuj non vece nocimo ad niente,perchece pare quellofacimo et dicemo per V. S. ce pare farlo per nuj. Monsignore lu duca molto se e doluto havere prornesse et concesse alcune cose, quali per V. S. li so state demandate per vostro cancellerj. Per servirene V. S. adviso ipsi V. S. che mo allo presente intende intitulare V. prenominata S. conte de Fundi, et sua I. S. et nuj al presente ve ce volimo agiutare ad acguistarlo et con gente et con omne cosa. Per che hogi ce credemo appressare, ve pregamo vogliate sequire la volunta de monsignore lo duca de Calabria et la servitu de ipso; et allo presente non cercate piu, chq verra tempo de cercare et trovarite, per che conoscemo el grande amore Soa I. S. ve porta per quello li dicemo nui, li facti de V. S. examinati et tenete quanto ce e stato possibile; con li tempi se conciano le cose, advisandove che lu contato de Fundi lo impetrammo per nuj per darelo ad V. S. et per che lu conte da qua non trovasse recapito. Quisto vostro cancelleri sta multo arduo et non se lassa rompere ad niente; scriviteli se lasse guidare ad nuj. Sapimo tucte gueste facende et quello al presente se po fare. Siate certo se se potesse piu lo farremo fare, ma tempo verra lo fanimo; Ad sey de quisto presente mese ve advisamo che la magnifica cita de I'Aquila alzao le bandere del re Renato et tucie queste cose vÍurno prospere alu facto vostro. Date presto expidicione et fate questa fiata ad nostro senno. Se da qua potimo operare cosa per V. S., simo parati operare como per nostro honorando fratello. Paratus etc. Ex civitate nostra Theanj, XI;o ianuarij, VIIJ indictionis. Princeps Rossanj dux Suesse et Squillacij. a) Si Pubblícano quí alcune letterc rcIatíoe all'inrsasíone dí Gíooanní d'Angíò, omesse nella compilazíone dell'Epistolaium Honorati Caietad. b) de Sanostris, ilí Amclía. L

In cera rcssa.

c-1033.III.

1460.Iv. 8. Luca u de Tozolis , a Caterina Originale.

Roma

Orsiní:

-

narra

I'aggre,síone

fattagli da lanni l-co.

Fuori: ,Magni6ce

domine mee Caterinc de [Qrsin]is domine .honorande.

Entro: Yhesus. Magnifrca domina, post conmendationem salutem. Iovedj passato, la matina, da Campitoglio ad casa mea me adcompagno úno chiamato lannj Leo; in mezo di passo da casa, sallutome


VARIA

t95

et offerseme se lj volea conmandare covelle. Deinde XXIJ' hora, tornando da monsignore lo governatore, allo quale ero andato per vostrj facti, come sa Antono del Iudice, me assalto de ,reto, percotennome le spalle et deinde in lo braccio, deinde cerchando admazarme cum armis; gratia Dej, male veruno me non fece. La cascione de guesto e secondo lui che dice io fussj contro de luj advocato .et data fo una exceptione usararia, la qual cosa e falsa.. Donde considero. essere stato leso da uno proditore et sensa cascione; della qual cosa tucto lo popolo de Roma ne ha facta grande demonstratione, el ad casa e lo seguito grande. Spero la fine serra laudabile, che luf se pentera de tal tradimentj. Ho caro advisarne V. S. ad cio che se me bisognassi favori vostrj, o recepti quelli, possa oportune havere. Lo dicto Antonio supplera la mea menteverbo. Paratus etc. Ex Urbe, die VllJ aprilis 1460. Lucas

de Tozolis advocatus

1460.xI.30.

etc.

c - 1016.

d'Angiò, luogotenente generale nel regno dt Stcilia, nomina Anorato III Caetaní, - Giooonni di Fondi, commissario dí guerra nella terra di Pontecoroo, nell'abazía dí Montecassíno e nella cíttà ilí Venafro.

Foggía

conte

Origirate.

Iohannes, Renati regis Ierusalem et Sicilie etc. primogenitus, dux Calabrie et Lothoringie, marchio Pontis et eiusdem regis in prefato regno Sicilie locumtenens et vicarius, Honorato Gayetano de Sermoneta, Fundorum comiti etc., regio paterno consiliario et fideli nobisque sincere dilecto et carissimo. Grca prosecutiones arduas regiorum paternorum et nostrorurn grandium agendorum, in quibus presertim regius paternus et noster honor tangitur evidenter et ad felicem expedientiam rei publice interesse

versatur, viros fortes, prudentes et frdelitate pollentes solerter exquirimus et in acceptabili tempore fidei et devotionis sinceritate probatos, qui noverunt agenda regie paterne et nostre curie fideliter procurarè. Dum igitur de statu regiorum paternorum et nostrorum fidelium et rei publice huius paterni regnj Sicilie, quem ex preteritarum et presencium guerrarum discriminibus cernimus multipliciter lacessitum, vertitur sollicitudinis nostre cura, dumque ad ipsorum quietem et gubernationem salubrem mens nostra vigili meditacione discutitur, sepe deliberationes habemus unde ipsis regijs paternis et nostris fidelibus et reipublice dicti regnj pacem et quietem possimus modis omnibus procurare. Et vertentes nostre considerationis intuitum ad personam vesFam, quam in regijs paternis et nostris agendis et arduis negocijs semper promtam invenimus, de quibus habemus experientiam satis claram, vos in regium paternum et nostrum commissarium et gubernatorem ad guerram in tena Pontiscurvj, abaciaque Sancti Germani ac civitate Venafri et alijs terris circumstantibus duximus statuendum et fiducialiter ordinandum, prout regia paterna auctoritate, qua fungimur, et cum deliberatione nostrj 'nobis assistentis consilij statuimus et ordinamus. Ea propter vobis mandamus quatenus statim, receptis presentibus, vos personaliter conferentes cum vestris armigeris, peditibus et comitiva ad dictam terram Pontiscurvi abaciamque Sancti Germani et civitatem Venafrj et alias terras convicinas, regie paterne maiestatis fideles, et sic studeatis dicti veshi commissariatus et gubernationis o6cium in eis fideliter et legaliter exercere, intendendo continue circa vigilem custodiam et defensionem ipsarum, quod de negligentia redargui non possitis, set de sollicitudine, bona custodia et gubernatione civitatis et terrarum predictarum valeatis, more solito, coram regie paterne maiestatis et nostro conspectu merito comendari. Ecce namque per has easdem prelatos et alias eccle. siasticas personas in dictis tena Pontiscurvj, abacia Sancti Germanj, civitate Venafrj et aliis tenis predictis circumstantibus requirimus et ortamur, universitatibus et hominibus civitatis et terrarum ipsarum damus expressius in mandatis quatenus in omnibus, que ad dictum vestrum commissariatus et gubernationis officium spectant et pertinent, vobis pareant, obediant et intendant tamquam nobis, nec non vobis et dictis vestris armigeris, peditibus et comitive provideant de stancijs et palea necessarijs, ad omnem vestri seu alterius veshi parte requisicionem; mandantes etiam principibus, ducibus, marchionibus, comitibus, baronibus terrarumque dominis et dominabus nec non universitatibus et hominibus universitatum et etiam vicemgerentibus, iusticiariis, commissarijs ceterisque alijs oficialibus et subditis regiis, paternis et nostris, quatenus in omnibus, que ad dictum yestrum'commissariatus et guberuationis officium spectare


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

196

et peftinere noscuntur, si requisiti fuerint, vobis pareant et obediant et intendaít tamquam nobis; et conbarium non faciant pro quanto regiam paternam et nostram gratiam caram habent iramque et indignationem cupiunt non subire; concedentes insuper vobis in eisdem predictis omnibus exeguendis vices, voces et potestatem nostras plenarie per presentes. Has presentes nostras licteras, nostra propria manu subscriptas, iussimus exinde fierj et nostro parvo sigillo munirj. Datum Fogre, die ultimo novembris MccccLX. Iehan. Sig.t Visa, Palamedes vicarius. Per dominum ducem in suo consilio, A. de Fererijs. Registrata, Salvator Lucerus l. L In ceta rcssa.

c - 1090.

146l .1.17 -1463. Deprelazioni

'

e

catture

fatte daí oassallí dí Casa Contì aí oassalli dr Casa Caetanì.

Due copie sincrone.

Quilli da Carpeneta, nel 1461, del mese de iennaro al di dicissecte, una con certi famiglj del signore Angelo da Farnese, tolsero porci trecento sessantaquattro ad Norme, dove intervenne fra l'altri Cola Catallo de Carpeneta, dellj qualj ne rehavemmo per le manj del famiglj del s[ignor] Angelo porci dicissette ad Montellanico et dicissette per mano de Pietro de Secze, vicario de Carpeneta. Item per Ii homini de Gavignano, de quel medesmo millesimo, del mese de decembro, a di cinque del mese de novembro (!), foron tolte ad Norme ad Madamma scrofe sessanta cinque, delle quali pagaro il passo ad Montellanico, fingendo haverle comparate; le quali forno vendute al macellaro de Anagne per ipsi de Gavignano et ad altri per Campagna, secundo liquidamente costa. Item quillj de Segne hanno tolti a I'anni 1462 ad Norme, del mese de decembro, scrofe novantadui et de allevo de Augusto Porcelli ducento sessanta quactro, et foron macellati ad Segne et ad Gorga, dove intervennero lj famiglj de Durante. Item de eidem millesimo et anno, del mese de decembro a di diciotto, forno levati ad Madamma ad Norme porci ducento cinquanta quactro per hominj de Andrea Conte, delli qualj ne erano venduti septanta ad Cola de Rogero, de Sompnino, et ad Antonaccio de Monticello ad chi forno restituiti per ipsi de Carpeneta, dove erano li maiali et venianj del Camborlengo per lo suo salato. Item certi de Core, de Secze et famiglj de Andrea Conte levarno al signore bovj quaranta ad Sancta Croce et missi in mano del conte de Morchone, ad nove de octubro a I'annj 1462, de Core, videlicet Cola Mondo de Secze, Antonio Cacacio et Tuccio Caccaccio, farnigli de Andrea Conte, Benedicto de Core, suo homo d'arme. Item seczesi receptaro fanti del conte de Morchone et per via de Antonio d'Angelo de Secze piglaro uno de Bassiano et menarlo dentro in Secze depo I'assignaro de quilli medesmi del conte de Morchone. Item octo de Montellanico, delli qualj partitamente havimo el nome, levaro del mese de gennnro nel 1463 allj hominj de Sermoneia bovi sei a l'Arnale della Abadia, delli qualj dui erano del signore. Item quilli de Torrecchia et de Carpeneta eodem anno anno levato trenta scrofe ad Iannj Marinello dal tenimento della Cisterna. Item et piu del mese de gennaro nel millesimo predicto Cola Cacaccio de Secze tolse dudici bovi serrnonetani alle olive Scraneri et menarole ad Sonnino ad venderli et ad Sancto Laurenso. Item Alto Conte fece levare ad quillj de Bassiano pannicti ascendevano alla quantita de ducati cento et piu et anco li tene in Segne. Item piu certi de Montellanico, delli quali se anno li nomi particulari, levarno bestie baccine ad Antonaccio et ad altri homini de Bassiano dudici quali se comllaro misser Bruno per ducati diciotto et felli macellare. Item piu misser Bruno fe Ievare ad Prossei ad certi homini de Madamma ducati in oro papalj trenta uno, certe baleshe et altre arme. Item piu nelli "nrri 146? Ío recaptato per Andrea Conte ducati vinti nove Nardo Panciardo de Bassiano como soldato militante annj deici alli stipendij del signore.

c

F; P.3304.

-1462. xII. 4 .

Pisa

Lancilotto d'Appiano, per 77 fiorini, oqde a ser lacopo dí sq Gandolft da Monte -Saoino, postÍ nel tenitorìo di guesto comune. cancellíere di Pontdera, alcuni

San

îorúí

Arc. Caet., Ptg, (Fondo Písano) n. jj04.

Oúglnale.

Pateat. qualiter Lanciloctus condam ser Matthei de Appiano, pisanus civis, de cappella Sancti Pieri in Vinculis Pìsarum, vendidit ser lacopo ser Ghandulfi de Monte Sancti Savini, cancellario com-


V,ARIA

197

munis castri Pontis ad Eram, infrascripta bona, videlicet: Petium terre campie et vineatum, positum in confinibus Pontis ad Heram, in loco dicto lo Rio che viene da Monte Ghiso: cui a primo dicta res, a 2" bona Hospitalis Novi de Pisis, a 3o flumen Here, a 4o via publica, et est stariora viginti. Petium tere campie, positum in dictis confinibus et loco dicto Bocha d'Era, cui a primo iflumen H"re, " 2" bona Rainerii Astarii, a 3" flumen Arni, a 4o bona heredum Andree Giannis, et est stariora octo. Petium terre campie, positum in dictis confinibus et loco dicto alle Quarte: cui a primo le Ledre (?) delle Quarte, a 2o bona venditoris, que fuerunt heredum Nochi Nannis de Ponte ad Heram, a 3o via publica, a guarto bona prepositure Pontis ad Heram, et est stariora sex. Petium terre positum in dictis confinibus et loco: a cui a primo strata publica Florentie et bona Sancti Sepulcry, a 2o bona venditoris, a 3o via publica, a 4o bona domini Antonij dell'Agnello, pisani civis, et est stariora duodecim. Petium tene campie, positum in dictis confinibus et loco dicto a la Via di Tavelle: cui a primo bona Bartholomei Michaelis, a 2o bona heredum Vannis de Appiano, a 3o via publica, a 4o bona hospitalis Sancti Antonij dal Ponte ad Heram, et est stariora quatuor. Petium terre campie, positum in dictis confinibus et loco dicto lo Borgo di Tavelle: cui a primo via publica, a 2o Fosso di Tavelle, a 3o Hospitale Novum de Pisis, a 4o bona heredum Vannis de Appiano, et est stariora unum. Petium terre campie, positum in dictis confinibus et loco dicto la Via di Tavelle: cui a primo via publica, a 2o bona heredum Vannis de Appiano et bona Iacopi Scharsellarii, a 3o via publica, a quarto bona prepositure Pontis ad Heram, et est stariora septem. Petium terre campie et vineate, positum in dictis confinibus

Via Nuova: cui a primo bona Lippi Chelis, a 2o via publica, a 3o Via Nuova, a 4o heredes'Banduccii de Abbate, et est stariora sedecim. Petium terre sode et olim vineate, positum in dictis confinibus et loco: cui a pĂşmo via publica, a 2o petium terre sode, a 3o via publica a 40 **, et est stariora quatuor. Petium terre pratatum, positum in dictis confinibus et loco dicto Mascha: cui a primo bona Chechi Vannucci et bona heredum Banducci de Abbate, a 2o bona Pieri Gallecti, a 3o bona Sancte Marie di Tavelle, a 4o bona Bandi de Monte Castello, et est stariora sePtem. Petium terre pratatum, positum in dictis confinibus et loco: cui a primo Hospitale Novum, a 2o * *, a 3o bona illorum dello Agnello, et est stariora guinque; Petium terre pratatum, positum in dictis confinibus et loco: cui a primo suprascriptum, hospitale, a 2o bona heredum ser Landi de Vico, a 3o bona Honofrii Moscha, et est stariora tres. Petium terre sode, positum in dictis con6nibus et loco dicto Maltagliata: a primo bona domini Rigli de Peginghis, a 2o via publica, a 3o bona heredum Vannis de Appiano, a 4o bona r *, et est stariora sex. Petium terre campie, positum in dictis confinibus et loco dicto Rio di Sancto Martino: cui a primo dicto rio, a 2o vra publica, o 3o bona Opere Pontis ad Heram, a 4o bona heredum lacopi de Palmeriis de Cascina, et est stariora tres. Petium terre sode, positum in dictis confrnibus et loco dicto il Borgo de Rapida, et est stariora quatuor. Petium terre sode, positum in dictis confinibus et loco dicto Rovaio, et est stariora quinque. Petium terre campie, positum in dictis confinibus et loco dicto in sul Rio a Sancio Martino: cui a primo dicto rio, a 2o via publica, a 3o bona ser Matthei de Appiano, a 4' heredes Iacopi de Palmeriis, et est stariorum unum cum medio. Petium terre campie, positum in dictis confinibus et loco dicto alle Piaggie: cui a primo flumen Arni, a 2o via publica, a 3' heredes ser Nucci da Ponte ad Heram, a 4o bona Prosperi de Maggiolinis, et est stariora guatuor. Petium terre campie positum in dictis confinibus et loco dicto Campo Aldro: cui a primo bona Hospitalis Novi et bona ser Nucci, a 2o bona Bartholomei de Lanfranchis et fratrum, a 3o bona Hospitalis Novi de Pisis, a 4o bona magisui lohannis Filippi de Ponte ad Eram et dictorum heredum, et est stariora quinque. Petium terre, olim vineate et nunc sode, positum in dictis confrnibus et loco dicto in Pie del Ponte ad Era, a Rio di Sancto Martino: cui a primo strada publica, a 2" dicto rio, a 3o fumen Here, a quarto via publica, et est stariora octo. Item vendidit omnia iura et nomina, omnesque actiones et rationes super dictis petiis terrarum; pro pretio florenorum septuaginta sePtem, ad rationem librarum quatuor pro floreno; de quo pretio Lanciloctus stetit fidei ser lacopi hinc ad annos quinque proxime futuros, reservato sibi iure dominij et proprietate suprascriptorum bonorum donec fueĂşt integraliter satisfactum; quousque lacopus et heredes steterint ad solvendum pretium, teneantur quolibet anno sachos duodecim grani ad florentinam mensuram dare et casu quo non solverent, bona revertantur ad Lanciloctum. Actum in castro Pontis Here, in sala domus habitationis Tomasii Marci de Florentia,'.hospiti in casho Pontis Here: Iacopo olim Antonii, vocato lacopo della Nante, de Fivizano, habitante in castro Pontis Here, mercatore, et Cristoforo Cini de Sbada, pisano cive, testibus, Incarnationis anno millesimo quadrilgentesimo seragesimo tertio, indictione undecima, die quarta decembris,

et loco dicto


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETAN

t98

I

more pisarc. ST. Nicholaus olim Nicholai Donati de Donatis de Vulterris, imperiali auctoritate iudex ordinarius atque notarius forentinus, scripsi.,

c - 1463.III.13 Capannolí

-

F. P. 3222.

.

Testamento

Arc. Caet., Ptg. (Fonilo

di

Piero del

Písano)

fu

n. 3222.

Palmíero da

Marli,

conestabile dí

fanti agli

stípendi

dí Venezia.

Oigínale,

Anno ab Incarnatione millesimo quadringentesimo

sexagesimo secundo, secundum cursum Florentie,

indictione undecima, die tertiadecima mensis martii, actum in castro Capannolis, comitatus olim Pisarum et hodie Florentie, in domo habitationis testatoris: Salvatore olim luncte de Calci, plebano plebis Capannolis, Paulo ser Laurentii de Palaria, cive pisano, Iohanne Salvatoris, alias de Caramella, de Capannolis, Iohanne Nicholai Marchetti de villa Saletti, armigero et habitatore Palarie, Gaspare Iusti Corsini de Capannolis, Angelo Dominici de Trani, habitatore Capannolis, Marino Antonii de Fermo, habitatore Capannolis, et Stefano del Paytha, de Carisa del Lunigiana, fabro, habitatore Capannolis, testibus. Pierus olim Palmerii condam Coli de Marti, comitatus olim Pisarum et hodie Florentie, peditum conestabilis, cum ad partes Grecie longinquas ad stipendia venetorum sit profecturus, testamentum condidit: Corpus suum, si Pisarum mori contigerit, sepelliri voluit in cimiterio ecclesie Sancti Martini de Pisis; si autem extra civitatem Pisarum diem extremum clauserit in partibus Tuscie, sepulturam elegit in cimiterio ecclesie Sancte Marie de Partino, comunis Palarie, comitatus olim Pisarum et hodie Florentie, in sepultura antiguorum suorum. Reliquit Operi Murorum Florentie libras duas pro constructione murorum. Reliquit Opere Sancte Marie del Fiore de Florentia libras duas pro constructione oper.is. Reliquit domine Margherite, uxori sue et 6lie olim Andree condam Ursi de Palaria, donec vidualem vitam servaverit, mansionem in domo sua, posita in villa Partini, comunis Palarie, et victum

et vestitum convenientem sibi et pro una famula, et mandavit quod heredes eidem et famule provideant et revereantur: reliquit Margherite dotes suas, de quibus voluit posse disponere, de quarum dotium confessione constare dixit manu ser Viviani * n de Marti notarii. Reliquit domine Banthr,rre, eius sorori et uxori Benedicti Francisci de Marti, et Augustine, alteri sorori et uxori Bartolomei Antonii de Marti,' in casum guo vidue renanerent, reditum et mansionem in domum suam et victum et vestitum, dum vitam vidualem servare voluerint. Reliquit Caterine, filie olirn lacopini * * de Reggio, partium Lombardie, et sorori lohanne, ex qua testator filios duos naturales habet, florenos sexaginta quando nupserit ot omnes vestes, tunicas, pannos, Ianeas et lineas, zonas argenteas, que ad usum ipsius Caterine facte repperirentur; et voluit quod guandbcumque vidua remaneret, habeat reditum et mansionem in domo testatoris curn Iohanna et victum et vestitum, casu quo cum lohanna vitam honestam servaverit. Reliquit lohanne, frlie olim lacopini de Reggio, ex qua habet duos 6lios naturales et heredes suos, et domine Clare, filie * * de Modona, partium Grecie, ex qua testator habet unum filium naturalem et heredem suum, et cuilibet earum mansionem in domo sua cum earum filiis et victum, vestitum et alimenta tempore vite ipsarum, [dummodo] r novas nuptias non quesierint; si Iohanna et Clara simul commensare nequiverint et humaniter simul vivere non potuerint, tunc heredes teneantur consignare eisdem vel alteri ipsarum unam ex domibus testatoris in civitate vel comitatu Pisarum pro habitatione, prout placuerit fidei commissariis et cuilibet solvere debeant quolibet anno libras octuaginta florenorum parvorum pro qualibet ipsarum, et omnes pannos ad usum ipsarum factos, dummodo honeste vixerint. Reliquit Marie, filie n * de partibus Sclavonie, eius famule, libras octuaginta florenorum parvorum et omnes res quas haberet ad usum persone, pro dotibus quando nupserit et si honeste vixerit in domo testatoris. Sibi heredes universales instituit Iohannem Palmerium et Antonium Palmerium, eius 6lios naturales, natos ex Iohanna Iacopini de Reggio, et Colum, alium 6lium naturalem, natum ex Clara de Modona, legiptimatos, ut dixit, imperialis privilegii auctoritate, ut constare dixit instrumentis, et omnes 6lios maschulos ex ipsis nascituros equis portionibus; et casu quo ipsi vel aliquis decesserit, superstites substituit, mandans heredibus quod lohanne et Clare revereantur. Fideicommissarios, tutores et curatores fecit Marianum et Ranerium, filios Simonis Contis de Sancto Petro, testatoris nepotes,, et Vivianum, filium Benedicti Francisci de Marti, 'et Andream,

filium Bartolomei de Marti, nepotes 'suos, concedens eisdem plenissimam administrationem pro executione testamenti. Thomas frlius Blasii, alias Antonii condam Guidonis, de Sancto Geminiano, Vallis EIse, comitatus Florentie, imperiali auctoritate notarius iudexque ordinarius et netarius florentinus, scripsi. ST. I Omesta nel tcsto.


VARIA

t99

c. 1463.VI.8. Pisa

F. P.3306.

- I rtSIi e glí eredi dí Nanni del Mancino, per 65 fioúní d'oro, oend.ono a LancíIotto d'Appíano

un teneno, con cosa, chiostro e due pozzi, posto in contrada u a Ia Valensana >, in cappella dí Pietro in Vincolí. Atc, Cael., Prg. (Fondo Písono) n.3306. Ofigínalc. NeI octso, nota sínctona: Charta de ta compera della cam siamo; nola del scc. XI4II: Compenso a corrpra de la casa; 1464.

S.

dove

Ex hoc instrumento sit manifestum qualiter Nannes, filius olim Nannis del Mancino, de Calci, de] cappella Sancti Pieri in Vinculis, et Antonius, filius dicti Nannis, etiam farsettarius et civis pisanus, vendiderint ser Mattheo olim Fanucci de Appiano, notario, [pisanoJ civi, ementi pro Lancilotto, filio dicti ser Matthei, pisano cive et mercatore, pro pretio florenorum centum auri largorum de Florentia, [quod] Nannes et Antonius receperint a ser Matheo, petium unum terre, cum domo et clausho et duobus puteis, solariatis tribus solariis, positum in cappella Sancti Petri in Vinculis, in loco dicto a la Valensana: tenet unum caput in via publica, aliud in via publica et in bonis livellariis Sancti Michaelis de Burgo, olim conductis per dictum Nannem ad livellum et nunc Lancilotti, laius in bonis fratrum Certusie de Calci, aliud in bonis Nannis; cum penis et clausulis contentis in inshumento, rogato a ser Piero olim magishi Lupi Pieri, notario pitano, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo quinquagesimo ottavo, indictione sexta, die quintadecima ottobris, more Pisarum; et cum ser Matheus solverit pro gabella et instrumento florenos quinque auri largos et ser Matheus promiserit dicta bona Nanni et Antonio vendere pro florenis centum et sit deinde mortuus, relicto Lancilotto filio, et sit domus maioris pretii, et velit Lancilottus pretium iustum supplere; et cum Nannes et Antonius velint pretium solvere Adovardo olim Niccolai de Rosserminis, civi et mercatori Pisarum, pro liberando potere unum cum domo, terra ortali cum fructibus, olivis, vineis, positum in confinibus farsettarius, pisanus ci[vis,

comunis Calci, pisani comitatus, olim strbpignoratum per eos Adovardo: Nannes olim Nannis del Mancino de Calci et Antonius et Zaccherias, eius filii, cum parabola et mandato Nannis, eorum patris, Andreas' et Franciscus, filii Antonii Nannis, maiores aonorum sedecim, minores viginti, cum parabola et mandato Nannis Nannis del Mancino, Antonii frlii Nannis, in presentia Mariotti de Aghinossi de Lippis, civis et mercatoris florentini, et ad presens potestatis Pisarum et locumtenentis iudicum nove curie pupillorum

pisane civitatis, informati bona ultra supplementum pretii non valere: Nannes, Antonius, Zaccherias, Andreas, Franciscus reciperunt a Lancilotto florenos sexaginta quinque, ad rationem librarum quattuor pro floreno, in florenis auris (!) largis; et Lancilottum et bona liberaverunt et omnes scripturas cassaverunt ipsumque in possessione confirmaverunt; sub pena forenorum quingentorum auri largorum de Florentia; obligaverunt bona; ego Guaspar notarius, ex forma statutorum et ordinamentorum tam comunis Florentie guam Pisarum, precepi quatenus omnia attendant; Mariottus de Lippis potestas interposuit decretum. Actum Pisis, in palatio residentie potestatis, posito in pede Pontis Veteris, in cappella Sancti Sebastiani Kinsice: legum doctore Ghabriele condam Pieri de Maschianis et Ieronimo olim Andree de Maractiis, calsaiuolo, pisanis civibus, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo sexagesimo quarto, indictione undecima, die ottavo mensis iunii, secundum cursum et stilum notariorum Pisarum. ST. Guaspar lohannes olim ser Guillielmi de Franchis, pisanus civis, imperiali auctoritate iudex ordinarius atgue notarius, per alium notarium de meis actis et inshumentis redigi feci et subscripsi.

c -1463.IX. 6. Pisa

F. P. 3309.

Antonío " de Orlandis >, per 125 fioríní, oende a Giorgío Gherardìní"| un teneno, soncasa, -chìostro e pozzo, posto in contrada al Posso Secho Ín cappella di S. Mafia Maddalena.

"

",

Caet., Pry. (Fondo Písano) n. 3309. Orígínale. NeI oeno note, del sec, XVI: a,) di Gorgio di Rinaldo Loctini dc Sarcto hcopo; ó,) Rioaldo de ChinoGherardini; del sec.XVII: coDtratto dellacompra della casa delta via della Mad. daleua, da Pozzo Sccho, comprà Giorgio [di Rinaldi] Aloygi di Locdino Ghsardini, I'anao 1464, spec 6orini 125.

Arc.

Pateat qualiter Antonius, 6lius olim Orlandi Cluistophori de Orlandis, de Senis, ad presens Pisis in solidum domine Kamille, filie olim Ranerii Galgani de Pisis, matris ipsius Antonii

existens, heres


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI et uxoris dicti olim Orlandi, suo et dicto hereditario nomine, habens infrascriptam rem que venditur, t bona dicte Camille matris sue, vendidit Georgio filio Raynaldi Aloysii [Loctini] de Florentia, ad presens Pisis, petium unum terre, cum domo solariata duobus solariis cum dimidio, cum orto, claustto, fructibus, aranciis, puteo et aliis, positum Pisis, in cappella Sancte Marie Magdalene, al Posso Secho: et tenet unum cafut in via publica, aliud in via publica dicta Chiasso d'Oro, latus unum in domo illorum del Bona de Pontesachi, aliud in via publica; pro pretio florenorum centum viginti quinque, quod Iohannes Francisci de Nerettis, civis et mercator florentinus, capserius, gubernator et administrator societatis Bernardi Renerii et Pieri Neretti et sotiorum de Florentia in Pisis, coram me Karolo notario et testibus habuit in depositum a Georgio in forenis centum quatuor auri largis; quos florenos idem lohannes promisit in depositum tenere, ipsosque restituere conditionibus inferius adnotatis. Si predicta omnia supradictus Antonius non fecerit, penam dupli supradicti pretii vel dupli extimationis rerum venditarum, et expensas, damna et interesse eidem Georgio dare promisit. Supradictus Iohannes Francisci de Nerettis promisit Antonio et Georgio supradictos florenos centum vigintiquinque in depositum tenere et custodire donec et guousque dictus Antonius eidem Georgio pro predicta venditione bonam et sufrcientem fideiussionem et cautionem dederit, carta publica interveniente; data vero predicta cautione, Iohannes promisit florenos centum viginti quinque reddere supradicto Antonio. Actum Pisis, in banco Bernardi Renerii et Pieri Nerecti ei sotiorum, posito in cappella Sancti Sebastiani Kinsice: Bartolomeo lacobi de Corbinis et Francisco Pieri, malischalco, pisanis civibus, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringen' tesimo sexagesimo quarto, indictione undecima, die sexta septembris, more Pisarum. ST. Karolus, filius olim lohannis condam Karoli notarii de Vechiano, pisanus civis, imperiali auctoritate notarius atque iudex ordinarius, scripsi.

t) Desunlo dalla nota dorsale. I II pakonímíco fu etaso postefiotmente.

c - 2202.1.

1463 - X.14 Capitolí della trcgua Ríonero Sannitico nitíco e Montenero VaI Cocchíara.

'

tra Onorato III

Caetani

e

le unioersità di Rron"ro Soi-

Originale.

de heva habiti, initi et fumati in fra lu excellente s[ignor] Norato conte de Fundj etc., da una parte, et li offitiali, universita et homini et Sermeneta de i"gniotu Gaitano, dello castelÉ de Regoniro, et dall'autra parte; li qualj capitolj, pacti et conventiunj de treva Promecte I'una parte et I'autra et I'autra et. I'una, tanto pro se quanto pro nomine et Parte delli lori saldati da c.r"llo et da pede, stipendarij, subditi, o6tialj, vassalgii, acherenti (!) et recomandati' observare et fare non contravenire, pupplice vel occulte, a la pena de ducati mille etc. observare et contra de ipsi "upit"ll excellente tligootl Norato, conte de Fundi etc., tanto pro se quanto prefato lo (!) Inprimis videlicet: Sub ofiendere et ne fare ofiendere et ne promectere et consintire scia no no.ioiúu, quibus ,up.", pro."cte o"culti seu alico quesito colore, li prefati ofrtialj et homini de Rigoniro et universitatj, off,ro, puppli"e ""1 et in person" nie in beni, nie lorore sollatj ne altri hominj, abbitatj, comoranti et recectantj inillo dicto castello; et e converso Íi prefati offitiali, universita et hominj dello dicto castello, tanto per lore proprio et ciascun de lloro tanto fro nomine et parte delli sopredicti lori sollati et da cavallo et da pede et homini, abbitantj, comorantj et recectantj in ipso predicto castello, promectemo- no ofiendere et no fare ofiend"re et ne promectere scia o6so, pupplice vel occulte seu alico quesito colore, lu prefato excellente s[ignor] Onorato, conte de Fundi etc., in persona et in beni et ad soe cita, terre, castella et loci, vaset recomandati, offitialj, suMitj da cavallo et da pede et abbitanti et comoranti in r"igi|, "d"r"nti delie dicti cita, terre, castella e locj dello prefato excellente tligootl Norato, conte de Fundj etc. Item lu prefato excellente s[ignor] Norato Gaitano, sengiore de Sermoneta et conte de Fundi etc., tanto pro se proprio quanto ,romirribu, quibus supra, promecte et vole che li prefati et universita et homini à"llo dicto-casteilo et hominj, abbitati et comoranti et receptanti in ipso et loro soldati de cavallo et da pede poczano venire franchi et securi de di et de nocte, per via et fore de via, annati et senza arme' in .tuf" dicte cita, terre et castella et lochj dello prefato excellente s[ignorl Norato Gaitano, conte de Capitulj facti et conventiunj


VARIA

20t

Fundi etc., et in ipse cita, tene, castella et lochj stare, premorare et pernoctare de dj et de nocte et da ipse cita, terre, castella et lochi retordare alle lore case con tucte marchetie, robbe et bestiame et bestie carche et scarche, denarj et omne altra cosa de qualunqua qualjta et quantita, franchi et securj, como e dicto de sopre; et e converso li prefati ofitialj, universita et hominj dello dicto castello de Regoniro voluno et promictono, tanto per loro proprio quanto nominibus quibus supra, che tucti vassalgii, subditi, stipendarij, sollati di cavallo et da pede, aderentj et recomandatj dello prefeto excellente s[ignorl Norato conte etc. et abbitantj et comorantj in ipse cita, tere et castella et lochj de ipso r[ignorj Norato etc. poczano venire franchi et securj, de dj et de nocte, per via et fore d" niu, ur*utj ,.nr" "t et arme, in dello dicto castello de Rigoniro con tucte robbe, marchetie, denarj, bestie et bestie carche scarche, et in ipso castello stare et pernoctale de di et de nocte et da ipso castello retordare ad a lloro case, franchj et securi, como e dicto de sopra, como fosse tempore pacis. Item promecte l'una parte e I'autra et lautra et a I'una durante la dicta treva no recetare et ne dare aguto, cosilgio et faore ad qualunqua gente venisse per ofiendere et avesse offso ad I'una delle parti, reservato avesse curso et portasse

preda, et avesse alcuno sequito dall'atra delle parti, tanto scia legito recectarela, dummodo che lasse preda dell'altra parte. Item promecte I'una parte et I'autra et I'autra et a I'una che se alcuna delle

parti sappesse overo sentisse allcuna gente annasse per ofiendere ad I'autra delle parti, subito lo sentisse, avisarela et gutqrela iusta posse. Item voleno le dicte partj che la dicta treva con tuctj pactj et conditione predictj et presentj capitolj dare et scia ferma ad bene placito delle dicte partj, comenzando da quello dj lo prefato excellente s[ignor] Norato conte avera li consimilj capitoli dallj prelibatj ofitialj, universita et hominj de Rigoniro, in quisto mese no sciano Ii capitolj validj et ave levate de le ofiese et ciasque una delle partj scia in soa libertate con sdesdicta de dj dece che durante la dicta et sdicta de di dece non scia licito a nnulla delle partj contravenire alla forma dellj dictj capitolj, alla pena predicta, receputj li consimilj capitolj sobscriptj et sigellatj Ia treva scia rata et ferma. Item che durante la dicta treva una delle parti offendesse o fecesse offendere o permectesse ofiesa all'altra parte et fosse dandifichata, che infra termene de di quindicj se debia fare la menda per la pa*e dandeficate alla parte dandeficata, et no fecendose la dicta menda, scia licito alla parte dandificata fare represalgia ad la parte dandeficante, et nichilhominus la dicta treva remanga in suo robore firmitatis, dummodo che, prima scia facta Ia represalgia, la parte dandificata mande uno o duj pulbici hominj ad protestarese de dando et interesse et facta la dicta protestatione et no serra facta la dicta menda infra termene de dj sey di devere la dicta represalgia se pocza fare licitamente tanto per la menda quanto per la pena, dando et interesse, alias non, et nichilhominus Ia dicta treva remanga in suo robore. Et perche li dicti capitolj mancha I'autoritate dello soperiore, quanto specta alli offitialj, universita et homini prefati dello dicto castello di Regoniro, ad zo che per vero una lege poczano esscusare contravenedose in allcuno modu per loro alla ferma delli dictj capitolj, promectemo li ofrtialj, universita et hominj de Monte Nigro allo prefato excellente s[ignor] Norato Gaytano conte etc. observare et fare observiue ad unguem li soprascripti capitoli et obligamoce alla pena de ducati mille. Per chautecza dello prefato excellente s[ignor] conte Norato Gaitano etc. ne semo sobscriptj nelilli ne presenti capitoli tre homini dello dicto chastello de Monte Nigro de nostra propria mano, renunziando omne lege et prevelegi per lu quale se poctesse defenderB contra venendose per li prefati ofitiali, universita et hominj de Regoniro alla forma delli capitolj sopre scriptj. Et per observatione delle cose predicte promictono [i pre]fatiexcellente s[ignor] Norato Gaitano, segiore de Sermoneta et conte de Fundj, et ofitiali, universita et homini delli prefati castelli de Regoniro et de Monte Nigro, in solido et in, corruno, I'uno all'atri et I'altrj all'uno, tam pro se ipsis quam nominibus quibus supra, li presentj capitolj cum omnibus contentis in ipsis avere ratj, grati et firmj et ad ipsi overo ad alcuno de ipsi non contravenire, pupplice vel occulte vel alico quesito colore, sub dicta pena ducatorum mille, adplicatorum parti observanti per partem .non observantem; et a manius robur lj predicti segiuri, offetialj et.hominj iuraverunt ad sancti Dey vangelia, scripturis corporaliter tactis, et in fidem prernissorum ne so facti duj para de capitolj consimulj in effectum, videlicet per li prefatj offitiali, universita et hominj de Regoniro et pro chautecza delli sopredicti capitolj se sondu sobscripti tre hominj de Monte Nigro et obligatose alla sopradicta penq et segelitolj dello nostro proprio sigillo. Date in Rigoniro, die xlllJ octubris sub anno Domini rr,locccct-xtty.o

Sig.n Ego Nicolaus Antonii Veradi de Motenigro camerarius dicti castri propria manu mea scripsi et subscripsi et omnia ea audivi et contentus fui etc. Ego Amicus Antonii Nicolai de Monte Nigro propria manu mea supscripsi t,

26


DOCUMENTI DELUARCHIVIO CAETANI

etc.

Ego donnus Nicolaus Pape de Monte Nigro propria subscripsi mea manu Ego donnus Petrus archipresbiter Montis Nigri' manu propria me suscribsi. I In ceta

1463

.

tossa.

c

XI. 30 .

Alfunso tAoalos a Onorcto III Caetaní: - Ínformandolo dell'assedio dí chíede un saloacondotto per íl suo cancelliere, che deoe confefire con lui.

Scapolt

-22A5,1. Castelnuooo,

Originale.

Fuori:

Magni6co et er.d domino Honorato Gagetano armorum etc. tamquam fratri honorando. Comitatus )

Molisij J

s.t

vicerer elc'

Magnifice et excellens domine, domine tamquam frater, salutem. Essendo conferiti da cgua per comandamento della maesta del s[ignor] re, et ordinatione del'ill. s[ignor] misser Alexandro,u) et anche per llo interesse nostro ad reducere Castellonovo, et ad reparare alli dampnj che de continuo fa V. S. alli fidelj de sua maesta et anche alli mey vaxallj; et havendo data ordinatione insemj col dicto ill. s[ignorl misser Alixandro ad obsediarve, me ha parso conveniente, per quella parentela che havimo insemi, de primo ammonire V. S. et fare con quella nostro debito. Et pertanto deliberamo piacendovi mandare da V. S. uno nostro caneellerj ad conferire con quella; pero piaza ad V. S. mandare uno salvo conducto cauto per llo dicto cancelleri, quovis nomine nuncupato, che a ccavallo, con tre a pedi, possa venire et retornare da V. S.; nec alias etc. Ex Scapulis, ultimo novembris 1463. Alfonsus de Davalos ) Regius Armorum "t"' "upitun"u, | e dì Pesaro. a) Alcssaniho Sfona, conte dí Cotígnola

I In

cera rcssa.

c-22A5.11.

1463.Xil.r.

Alftnso d'Aoalos a Onoruto III Caetani: - inseguito a quanto gliha rifefitoilsuo cellìere, toglie l'assedío a Castelnuoao fino a che siano conclusì ì capìtoli della tregua.

Scapoli

can-

Originale.

Fuori:

Erccllenti domino domino Hoaorato Gayetano Sermoneti etc. Armorum capitaneo tamqusn fratri honorando. Comitatus )

Molisij i

s.n

viccrer etc'

Excellens domine, domine tamguam frater honorande, salutem. Intiso quanto ce ha referito Io nostro cancelleri, li contentamo levare Ie oftese con V. S. et con lli soldati et vaxalli de quella, et promectemo non ofienderelj ne farelj ofiendere ne permictere che V. S. et li soldati de quella siano ofisi p", ouy ne per noshe genti, subditi, soldati et vaxalli per finche siano conclusi et firmati tra V. S.,et -capitoli della treva, quali manderrimo de maytino, con questa conditione che hagiamo la consinuy li miie da V. S., et che llj vosri siano salvj da nui in tucto lo terreno de Castelnovo, per che non

intendemo assecurare nisuno che trahesse robba dalla dicta terra ne lla conducesse in quella per fine alli capituli firmati, et extra lo dicto terreno no lli tenemo per assecurati, per accaysone'che non volemo ne esca ne trasa robba prima che lla treva sia fumata; nec alias, offerentes etc. Ex Scapulis,

primo decembris '

1463.

I " In ccro rossa.

!

Alfonsus de Davalos Regius Armorum

""pit"n"u,

)

| "'"'


VARIA

201

c .2205. nL

1463.xII.2.

amezzodel suo cancellíeremandalorchcma Alfonsod'Apalos a Onorato III Caetani: della tregua; chiede Ia liberazione di Pietro Porcello da Scapoli, e promette di rimandaryli íl

Scapoli

figlto e la figlia

di

Giacomo Mangone.

Originale.

Fuofi: Erd'

domino domino Honorato Gayctano Sermoneti e!c. ac armorum capitaneo tamquam patri honorando.

) Molisij I Comitatus

.

S.

,.

Vrcefex etc'

Excellens domine, domine tamquam frater honorande, salutem. Per conplimento de quanto fo exposto dal nostro cancelleri ad V. S. et da V. S. ad luy, per servare bona amicicia, parentela et fraternita, mandamo li capitolj della treva da quella et non sigillati ne subscripti;, ma ad correpcione et emendatione de quella; et emendati ce lle remandati et serrando da nuy roborati secondo in lloro se contene. Ma exorto V. S., si per nostra contemplatione si anche per llo devere, per che simo informati che sia piglyato socto treva, che faczati liberare Pietro Porcello delli Scapulj, et nuy fanemo che venerrando loco lo 6glyo de Iacobo Mangoqe et la sorella; et de questo multo V. S. se conplacerra. Ex Scapulis, secundo decembris 1463.

Alfonsus de Davalos Regius Armorum

I In cera tossa.

1463: XII. 3,

"tpit"n"u'

c-22A5,[v.

A.

- Alfonso d'Aoalos della tregua

Scapolí

,

i tt"'

)

a

Onorato

III

Csetaní:

-

cíîcs la clausola da aggíungere neì capítoli

Originale.

Fuori: Exti. domino

Honorato Gayetano Sermoneti etc.

ac armorum capitaneo tamguam fratri Comitatus ) - ..

Molisii i

honorando'

S.

t

vrcerer etc'

Entra: Ex* domine tamquam frater honorande, salutem. Receputa la lettera deV. Signoria: che voglyamo adiungere alli capitolj che llj vaxalli de I'una parte ne de I'alna se possano adceptare ne receptare da ipsi signori ne in lloro terre ne traficarece loro beni sensa speciale licentia de lloro superiore: respondemo essere contenti che questa clausula se intenda in lli dicti capitoli chomo se fosse deìcripta io qìiil|, et promectemo observareia; sopta quella medesmo pena contenta in lli dicti capitolj; et per securita de V. S. havimo subscripta la predicta lettera de nostra propria manu, et sigillata del nosno sigillo, collo quale havimo facto sigillare li capitulj. Ex castro nostro Scapulorum, I[o decembris 1463. AlÍonsus de Davalos tnanu propria. Et piacza ad V. S. questa clausula ad. iungere alli capituli de V. S. o farece una lettera consimile. I In ceta tosa.

1463.xu.3,8. Scapoli

-

Alfunso d'Aoalos

c -22O5,V. a

Onorato

III

Caetaní:

-

capítolí addízíonalí

alla

tregua.

Originale,

Fuori: E d. domino domino

Honorato Gayetano Sermoneti ctc.

ac armorurn capitaneo tamquam fratri

comitatrs

honorando.

S.

t

I Vi*r", Molisii l'-:---_- "t". Ex* domine, domine tamquam frater honorande, salutem. Intiso quanto V. S. ce scrive et quelle addictioni che quella ademanda in lli capitulj, ve respondemo: et prino che voglyamo adiun-


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

204

gere in llo quinto capitulo che lli forisciti si intendano in lla treva, che nuy li contentamo conmutare lo capitulo che siano securj et interclusi nella treiva in tucti terrenj de V. S., ma in lli nostri terrenj pratichando, che siano liciti presuni ; anche che ce pare Vostra S. se debia de cio contentare per evitare li enurj; et piaczalj contentarese anche ce possamo adiungere che non possano accasarese et habitare in Castello Novo, ma staranno lla chomo I'altri soldati de V. S., coh questo che non possano pratichare. Al 2" demando, li contentamo adiungerece le terre che V. S. ha in terra de Roma, extra Regnum. AI 3' demando, dicimo che li contentamo possano Ii vostrj pratichare con mercantie, bestie etc. in tucti terrenj nostri et de nostri recomandati, qualj sono Isernia, Miranda, li Calvillj, Rigonigro, Castello de Sangro, _Cola Carafa, la Torre delle Pescora, Sancto Pietro della Avellana, Sexano, Pretahabun. dante et Castelluczo et Alphedeno, dove allogiano certi nostri d'arme et fanti; in ll'altre terre della maesta de s[ignor] re et ad sua maesta subdite non intendemo extenderece perche non porriamo assecurarve. Allo 4' ademando che V. S. conprenda quale facesse allj subditi del s[ignor] re havendo sequito restituendo la preda et presunj, se possa salvare in lle sbarre et circa le terre nostre et de nostri recomandati: dicemo che non serria honesto et non porriamo con nostro honore farello, ma che possati passare per lli nostri terrenj lontano dalle terre uno tracto de balestra et fore le nostre sbarre, con qual se voglya preda simo conteati, sensa alcuna offensione. Et 5" che V. S. relaxarra Pietro Porcello, rengratiamo quella, et similiter nuy remandarrimo lo figlyo et figlya de lacobo Mangone. Per tanto V. S. contentandose pongamo ingrossa li capitulj et rescrivamolj in questa forma haviútice, et subito expediti, sigillati et subscripti. le remandarremo da V. S., a la quale li offerimo etc. Ex Scappulis, IIJ. decembris 1463.

Alfonsus de Davalos I etc' Regius Armorum capitaneus I

(Su

I In ceta

1463

.

: Et anche ce adiungerimo alli capitulj: per piu vivere in bona fraternita, che l! uno li soldati de l'altro.

striscíetta)

noh possa piglyare rcssa.

c- 2205.xL

XII. 9. a

III

annunzial'arrioo del capitano città contentissíma dì ossetoare la lregua.

Onorato

Caetani:

- Alfonso gli ha díchíarato

essere

Fuori: E ti' do-irro

Honorato Gayetano Sermoneti etc.

Scapoli

d'Aoalos

quella

armorum capitaneo tamquam fratri honorando.

) Molisij I

Comitatus

-

di

Isemìa che

s.'

--

vtcerex etc'

Entro: Exn. domine tamquam frater honorande, salutem. Haviso V. S. che ad questa hora à iuncto cquj da nny lo capitaneo de Isernia et declaratece la intentione sua et de tucta quella cita essere contentissima observare la nostra trieva ad unguem. E ben vero che per certi inimici, quale sono tra li homini de Macchya et de Isernia, per evitare li scandalj, et anche quilli de Monterodunj, non havessero ad intrare denho la terra et e contro quilli de Isernia in lle dicte vostre terre, ma possano andare Éne, alle porte et pratichare per tucto, unde per 6nche la cosa tra I'una parte et I'altra se venga ad mitiggre, ce pare che V. S. degia restare contenta. Offerentes etc. Ex Scapulis, vlIIJo decembris 1463. Alfonsus de Davalos ì etc' I Armorum capitaneus Regius l In eeta rcssa.


VARI A

205

t463. xII . r0.

c - 2205. XIII.

AUonso d'Aoalos a Onorato III oata anche da quellí d'Isernia.

Scapoli

Caetani:

-

círca

ì

capítolí della tregua, ehe sarà osser-

Originale.

Fuori : Exd. domino Honorato Gayetano Sermoneti ac Armorum capitaneo tamquam fratri

) Moilsij ì

Comitatus

etc.

honorando.

S.'

- ,.

vrcerex etc'

M"gnjfice domine tamquam frater honorande, salutem. Essendo piglyaia conclusione con quilli de Isernia et loro capitano de servare la nostra treva, reservata lo practicare in lla cita, parendoce non conveniente che lli capitolj non sse servassero ad 'unguem, havimo voluto et comandato che observano con V. S. et con li annotati alli capitoli la continentia de quillj: et cossi e Io capitano et la universita restata contenta; sicche poteno li vassallj de V. S. pratichare securissimamente; et non possemmo mandare ad V. S. tale haviso heri sera per che era tardo; et ad rnaiore cautela lo capitano scrive anche lo simile alla V. S., alla quale in ce offerimo. Ex Scappulis, X decembris 1463. Alfonsus de Davalos ) etc' { Regius Armorum capitaneus I

(Su stríscío).' Ceterum in quantunche in lla treva se intendano li habitanti et commoranti nelle terre intercluse allj nostri comuni capitolj, tamen per che lo capitano de Isernia have ad conferrese ad Oliveto, exorto V. S. ve piacza, respondendo alla sua lettera, quale manda ad V. S., assecurarelo et declarare che specifice, durante Io tempo della nostra trieva, se intenda o intercluda in quella o scriva questa clausula alla lettera responsiva ad nuy, chomo meglio pare ad V. S. I In cera rcssa.

c -2205.XVIL

1463.

xII

.15 .

Scapoli

-

Alfonso d'Aoalos a Onorato

III

Caetani:

stelnuooo.

-

círca un tentatioo di scalata alle mwa di Ca-

Originale.

Fuori: Exti. domiuo Honorato

Gayetano Sermoneti etc.

ac Armorum capitaneo tamquam fratri honorando.

s.t

comitatus

"*-- "t". ---Molisii ìJ Vi"ur.r

Entro: Magnifice domine tamquam frater honorande, salutem. Haviso V. S. che questa nocte, andando Ia guardia intorno la terra in uno loco dove mancha lo muro, sent€ro certo remore, et rehovaro una scala in li palj del sticchato actacchaùa, et sentero fugire: per lla quale cosa piu persunj se buctaro per quillo loco per reFovare chi havesse voluta scalare la terra, et retrovaro certe some, quale V. S. mandava ad Macchya, et tucte Ie piglyaro, credendo se lle havere licitamente guadagnate et che V. S. havesse facto fare la cosa: sicche nuy non havimo consentirello, et non credemo che tale acto de scalamento sia proceduto dalla mente de V. S., ma suspectamo che li foreusciti con uno certo conestabile de Bonito, quale fo cqua certi di per havere partito con nuy, et non possendolo havere, essendo da nuy licentiato, non havesse contractata tale cosa colli dicti foreusciti, per che intendemo sia acconzo con V. S. Et per tanto exortamo V. S. voglya con diligentia inquidere et se tale cosa e da loro procesa, et per honore de V. S. voglyatelli castigare; aliter havisatici, che nuy vedenimo no procedesse da cqua o alhonde, et provederrimo allo facto nostro; et remandamo da V. S. integre tucte Ie dicte some et robbe, per observantia della nostra fede; nec alias. Ex Scapulis, XV decembris 1463. Alfonsus de Davalos I Regius Armorum capitaneus 'L In cera rcsss.

I

etc',


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

206

c

1463. XII . 30.

-2207 .1.

rimedierà alle molestíe arrecateglí da quelli A$onso d'Aoalos a Onorato III Caetaní: dí Castelnuooo, nonché ai danní subiti ad opera dí quelli dí Scapoli, esortandolo a ríconere al suo

Isernia

Iuogotenente durante

Ia

sua breoe assenzo.

Originale.

Fuori:

ErÉ' domino Honorato Gayetano Sermoneti etc. ac Armorum capitaueo tamquam fratri nostro honorando.

S.

t

comitatus

----- "t".Molisii II vi".r"t

Ex* domine tamquam frater honorande, salutem. Ho receputa una lettera de V. S. ìt dou grosse et belle trocte, de che rendo ad quella infrnite gratie, et respondo che ho havuta assay displicentia dello errore facto per quilli de Castello, et che ad V. S. facza bisognyo per lle trangressioni delli nostrj fare tante litteri et querele; ma per che similj cose in lle trevie occorrere, et potixime havendo le persuni disperse in piu lochi, exorto V. S. che hagia patientia, per che may cesselro provedere et reparare et dare modo et expediente alla restitutione et satisfactione, et corregerro quilloro che per loro inscipientia son causa de dare ad V. S. tanta molestia et ad me, et che haveho si poco reguardo al nostro honore et observantia della nostra fede. Per lla quale cosa ad cio che V. S. sia certissima de nostro bono proposito et firmissima intentione sia ad unguem observata la nostra treva et de vivere con quella chomo con parente et fratello, ho scripto in forma tale ad Castello che non dubito resterra V. S. satisfacta et contenta. AIla restitutione del danpno de Macchia, iunto cqui et retrovando che per llo mastro iurato non ce era facta diligentia, subito scripsemo ad quillj de Macchya, che havevano patuto lo danpno, che fossero venuti da nuy che llj satisfarimo, si che venuti li farrimo retornare contenti. Al facto del rame et somari perduti alli Scapulj, iuro ad V. S. per la mia fede che suctilementg et cou omne diligentia ho cerchato per retrovareli et restituyre, per che amamo piu lo nosho honore et de conpiacere o conportare tale cosa ad uno villano o soldato, et no ne rehovo coniactura alcuna; sicche non sapemo che nce fare altro, non kovado lj somarj et rame predicto; sicche V. S. non restando contenta .ad questo, mande da me et io li pagarro. Et cossi anche de li presupti fano restitutione, inquantunche V. S. no lli extima, per che io extimo fare mio devere con quella. Sicche conclusive certifico V. S. che queste tale cose non succederando piu; et succedendo per disventura, serra proveduto et reparato et satisfacto per modo che V. S. serra contenta. Et lasso lo capitano de lsernia mio locutenente, al quale V. S. haverra ad recorrere in lle cose che accascassero Per fine alla mia retornata, quale serra prestissima. Ex Isernia, penultimo decembris 1463. Supplico V. S. facza restituyre le soy cose ad Orlando et ad quillo delli Scapulj, secondo scrive; alla quale me ofiero etc. Alfonsus de Davalos I etc' Regius Armorum capitaneus f I In cera rcssa.

1464

.v.tz.

Ceppaloní.

-

Testamento di

c - 2213. llaría dí ScíIIato, madre di Caterina Orsiní e suoceîa di Onoruto

III

Caetaní.

Copia sincrona.

Testamentum Ylarie de Scillatis de Ceppalono etc., anno Mocccc'txll[, regnante Ferdinando rege Sicilie citra Farum anno sexto, die X[ mensis madij, xtl indictionis, apud terram Ceppaloni. Dum acceósissemus ad domum habitacionis Ylarie de Scillatis de Ceppalono, more nobilium Personarum viventis, cum auctoritate et assensu Barùolomei Tramagly de Serino, capitaneo (t) tirre Ceppalonj, suj mundualdi per earn petiti et electi, ibidem presentis, positam in terra Ceppaluni, iuxta muros eiusdem tege, viam vicinalem et alios confines, invenimus ibiden dominam Ylariam, ad cuius instanciam vocati eramus, infirmam corporis, bone tamen memorie et recte locucionis existentem, que domina Ylaria, annul-


VARIA lato omnj alio, suum ultimum condidit testamentum. Inprimis heredem universalem sibj instituit magnificum dominum Camillum de Marra, suum nepotem, super omnibus bonis suis et iuribus, mobilibus et stabilibus, feudalibus et burcensaticis, ubicumque sitis, infrascriptis debitis et legatis dumtaxat exceptis. Cum ea mori contigerit, ordinavit corpus suum sepellirj in cappella Sanctj Antonij de Padua, constructa intus ecclesiam Sanctj Nicolaj de Ceppalono. Mandavit quod dominus Camillus debeat fierj facere unum sepulcrum in dicta cappella, ubj recondetur et ponetur suum corpus. Legavit de cera, suis exequijs luminanda, libras sexaginta de candelis et faculis. Legavit cuilibet sacerdotj, suis exeguijs intervenientj, grana decem, g. X. Legavit patruo ()) suo iure ecclesie ut decet. Legavit ecclesie Sancti Nicolai de Ceppalono uncias decem in beneficio fiendo uncias X. Legavit ecclesie Anuciate de Ceppalono, in beneficio fiendo unciam unam, unciam J. Legavit pro salterio sibj ter dicendo tarenos tres. Legavit pro tribus quatraginta una missis, dicendis infra unum annum, tarenos duodecim et grana sex. Legavit Stamis Uncio (!) tarenum unum. Legavit in beneficio cappelle Sancte Marie de Martiribus, constructa intus ecclesiam Anuciate de Ceppalono, tarenos quindecim. Legavit confratribus Sancte Marie de Martiribus, qui associent corpus suum cum faculis, tarenos qr,rinque pro decem faculis. Legavit in beneficio Sancte Catherine de Ceppalono tarenos guindecim. Legavit in beneficio fiendo ecclesie Sanctj Laurencij de Ceppalono tarenos sex. Legavit pro decima non integre soluta seu defraudata de faro thumolos decem. Legavit pro malis ablatis incertis tarenos decem. Legavit quod fiat unum calix ecclesie Sanctj Nicolaj precio ducatorum octo, pro quo legavit corrigiam unam argenteam, quam habet Cobellus Trontanus. Legavit pro septima de faro thumolos decem. Legavit quod dicatur sibj alia quatlaginta una missa in anniversario tarenos guatuor et grana duo. Legavit alia septima in anniversario de farb thumulos quinque. Legavit do'pno Antonio Boicharo de faro thumolos decem. Legavit Petrillo de Vayllyante quantitatem piltrj ad consienciam dictj Petrillj et dopni Pascalj per eos mutuatam. Legavit dicto Penillo caldaram unam magnam, precij tarenorum decem; item de faro thumulos decem. Legavit Fracisco Russo pro salario sue procuracionis, ut promisit, ducatos quatuor. Legavit dicto Francisco quantitatem piltri ad consienciam dictj Fraciscj; item concham unam de here; item sacehos duos et unam acceptam. Legavit dopno Pascalj ut oret pro anima sua, tarenos quindecim. Legavit dopno Pebo Sanso, ut oret pro animĂ sua, tarenos quindecim. Legavit heredi Bartholomej Megnictj, ut tenebatur, tarenos XX pro una mula et sua consciencia. Legavit Antone filie Stephani Inglese, r tarenos V. Legavit Antone filie Iohannis Vitaglhyani tarenos V. Legavit Velle filie.Bartholomej Simeonis tarenos V. Legavit domine Cance, sue nepote, de bona pecunia, uncias viginti quinque, quas promisit dare condam dominus lacobus Antonius de Marra dicte domine Cance. Legavit eidem domine Cance omnes porcos et crapas, boves sex, corrigiam unam argenteam guam tenet Petrillus de Vagllyante, foveam unam magnam, plenam frumentj, que est infra Cacellatam et domum Mazej Cacarj ; item totum campum seminatum. Legavit magnifica domina Iohanna de Marra, sua filia legitirna et naturali legitima, in terra Ceppaloni, silicet terciam partem in dicta tena Ceppalonj. Legavit magnifica domina Catherina de Ursinis, sua 6lia legitima et naturalj Iegitima, in dicta terra Ceppalonj, silicet terciam partem in dicta terra Ceppalonj. Legavit Bergantino, suo famulo, poxessionem unam positam in territorio Ceppalonj, ubi dicitur la Pratura, iuxta res Fracisci Russj, viam publicam, rendendo anno quolibet domino dicte terre de dicta poxessione in festo Nativitatis gracillam unam, alias francham et liberam ab omni alio reditu; et si Bergantinus mori contigerit sine herede, remaneat Rose matri Antonii Bergantinj et suis heredibus, cum dicto reditu. Legavit lohannj Scano poxessionem unam arbostatam, positan ubi dicitur Cigello, iuxta viam puplicam, rendendo omni anno domino terre Ceppalonj grana decem in festo Nativitatis; non rendendo, cadat ad penam duplj. Legavit heredibus Angeli Megnictj, ut tenebatur dap, de bona pecunia, ducatos sex. Testamentj executores esse voluit Franciscum Russum, Iacobum Boni Hominis de Nusco et Petrillum de Vagllyantj, presentes, ac Camillum de Marra, absentem, in solidum, cum plenaria potestate. Voluit testahix quod de presentj testamento fiant per me notarium unum, duo et plura instrumenta pro cautela exequtorum et legatariorum et eorumdem heredum et successorum. Ad dictj domini Camilli cautelam preseDs inshumentum factum est per rnanus mei Iacobj Russj, notarij quj premissis interfui, signo meo signatum, sig;no et subscrip-

cione propie manus nostrj iudicis, subrogati in locum Dominicj de Dionisio, premortui iudicis, et testium licteratorum subscripcionibus et inlicteratorum signis crucium roboratum. Copia extracta de suo origiuali per me notarium lacobum Russum de Ceppalono, protestacione premissa ips"m in puplicam formam redigendi. Anno a Nativitate millesimo quabicentesimo s.xagesimo quarto, reg;uante Ferdinando rege Sicilie, Ierusalem et Hungarie, regai Sicilie ann6 ss3fe, die duodecimo mensis madij, duodecime indic-


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI tionis, apud terram Ceppalonj. Nos Dominicus de Dionisio de Ceppalono, ad contractus iudex in provincia Rincipatus citra et ultra, Iacobus Russus de terra Ceppalonj, per regnum Sicilie regia ac imperiali auctoritatibus notarius, et testes videlicet abbas Petrus Russus, canonicus beneventanus ac archipresbiter terre Ceppalonj, dopnus Pascalis Colucii de Vagllyante, dopnus Antonius Canellus, dopnus Petrus Sansus, dopnus Guillelmus Cattropopolj,2 dopnus Galtelius Chapponus, Iacobus Bonni Hominis de Nusco, Iohannes Francisci Russj, Nicolaus de Martino, Nardus de Dionisio, Tonnasius Spata, Tomasius Barutus, Sebastianus Simeonus, Franciscus Russus, Antonius Russus, magister lohannes de Dionisio, Petrillus de Vagllyante, Iacobus Megneus, Iohannes Vitagllyanus, Iacobus Nigrellus, Cubellus de Marctina, Antonius Bonus Homo et Franciscus Carcagnus, de Ceppalono, testamur quod ,. *. { lóór. bennes 2 lóór. cattropplj

1464.v.15.

c - 2232.

I, re di Stcílía, conferma a Bernardino GaeCampooalano (negli accampamentí presso) - Ferdínondo tani, fratello ed erede dí Antonio-Crístoforo Gaetaní, i caslellí di Longano, Castelpízzuto, Rocca-' mandolfi, San Massimo, Baranello, Busso, nel Molise, e di Ríardo, in Terra dí Laooro, già possedutí dal padre loro, Giacomo Gaetaní dt Fondi. Copia, eseguita sul registro originale, intitolato * Quinterniorum Diversorum 2 " (fol. 98), dai conservatori Vincenzo e Fabrizio -. Sergio,poi presentata oinprocessulohannisFrancisci deTranso cum ill. SediliMontanegr,il 13agosto 1633, dal procuratorc Giro' lamo Barbetta, e dal proceso estratta in Napoli, il l.Xl .1637, dal maestro d'atti Giovanni Battista Sadonizi.

Ferdinandus, rex Sicilig, Hyerusalem et Ungarie. Feudorum successio. certis ... Pro parte Bernardinini Gaetani, fratris ac heredis Antonii Gaetani, fidelis nostri, fuit maestati nostre supplicatum ut, cum quondam Antonius Christofari Gaitanus, frater eius, possidens castrum Longane, Casale Piczuti, cashum Rocce Maynolfr, castrum Sancti Maximi, castrum Baranelli et castrum Bussi, de provintia Comitatus Molisij, cum fortellitiis, vassallis vassallorumgue redditibus, territoriis, molendinis, bactinderiis, bayulationibus, banco justitie et cognitione causarum civilium et criminalium et aliis iuribus iurisdictio' nibusque, cum quibus quondam lacobus Gaitanus, eorum pater,. terras ipsas possedit in feudum et sub contingenti feudali servitio seu adogha, nobis et nostre curig prestando, quoties scilicet in regno feudale seu militare servitium indiget (t) etc. et aliis qu9 nobis et dicte nostre curie debent etc., fuerit vita functtrs, superstite sibi Bernardino Gaitano, eius fratre ac herede st successore"in omnibus bonis eius, et signanter in dictis terris; cumque Berardinus ipse obitum dicti sui fratris in curia nostra, infra legitima tempora denuntiaverit aliaque adimpleverit, ad supplicationem Honorati Gaitani, comitis Fundorum, logotete et protonotarii huius regni, collateralis, consiliarii et fidelis nostri, sibi remiserimus, prout remittimus, Berardinum predictum, pro se et suis heredibus et successoribus, de dictis tenis et bonis feudalibus investire.dignaremur, subiuncto in dicta eius supplicatione, videlicet cum'castrum Riardi, de provintia Te11g Laboris, cuius tenuta et possessione pacifica dictus quondam lacobus Gaitanus, eius pater, anteactis belli temporibus indebite et minus iuste et de facto fuit spoliatus, pertiaeat ad ipsum Berardinum habeatqge etiam privilegia, tam a rege Alfonso patre guam a maiestate nostra concessa ac confirmata quondam Antonio Cristofaro; terram Riardi, cum eius fortellitio, vaxallis, et iuribus, non obstante quod ad alias manus.transierit, et dictus quondam eius pater, tempore guerrarum, eius possessione spoliatus fuerit, ac privilegia confirsiare eumque de terra ipsa investire dignaremur: nos, considerantes dictas terras, casha et feuda fuiSse prefati guondom lacobi, ipsius Berardini ac quondam Antonii Cristofori patris, et in illorum possessione seu quasi fuit ipseque Berardinus in dictis terris et bonis feudalibus succedit, de cuius successione et aliis capitulis ad hoc spectantibus nobis constat: ipsum Berardinum ad successionem dictorum castrorum, terrarum et bonorum feudalium cum fortellitiis, vaxallis, iuribus et iurisditionibus, cum quibus quondam eius pater et frater possedit, ad ipsum Berardinum, ex paterna fraternaque successione delatorum, licet in possessione castri Riardi non fuerit neque sit, investimus, et eidem Berardino eiusque = heredibus, de suo corpore legitime nascituris terras, casba et bona feudalia predicta eorumgue iura et 'presertim terram Riardi, cum fortellitio, vaxa'llis et iuribus suis privilegiaque a patre nosho et a nobis 'concesòa et Christofaro, fratri suo, confumamus et de novo donamus; ita quod Berardinus ipsè, here' des eius terras et casha bonaque feudalia ipsa a nobis et nostra curia, imediate et in capite, possi-


VARIA

209

deant, nullumque preter nos heredes et successores nostros superiorem et dominum recognoscant, serviregue debeant de feudalibus servitiis et adoghis, quoties in regno indicentur, fidelitate nostra feudalique servitio nostrisque aliis semper salvis; oolurnu, quod Berardinus debeat presens privilegium in quaternionibus camere nostrg Summarig, infra sex menses a die presenti in antea numerandos, transcribi et annotari

facere ut, quotiens feudale servitium in Regno indicetur, contingat Berardinum in quaternionibus ipsis reperiri. Presentes fieri et magno maestatis nostre pendenti sigillo communiri iussirnus. Datum in nostris felicibus castris apud Campum Gallanum, per nobilem Benedictum de Balsamo, de Pedimonte, locumtenentem Honorati Gaitani, Fundorum comitis, huius regni locotetg et prothonotarii, collateralis, consiliarii, die XV mensis maij, Xt; indictionis, anno millesimo quatricentesimo sexagesimo quarto, regnorum nostrorum anno septimo. Rex Ferdinandus. Egidius Sebastian pro Pascasio Garlon. Inichus magnus camerarius. Dominus rex mandavit mihi Antonello de Petrutiis. Solvit tarenos viginti quatuor. Regishata in cancellaria penes cancellarium in registro 4o. Locus magni regii pendentis sigilli. Citra preiudicium iurium regij ex quo fuit notatum hodie primo iulii 1587 et sic extra tempus iu quinterniolo Diversorum secundo, fol. 98.

c.2310. ÍI464.VIU Post. a) Onorato III Caetani chíede a Paolo II Ia restítuzíone del castello dt San Felíce Circeo, toltoglí da Alfonso I d'Aragona e poí dalla Camera Apostolica, dopo aoerlo ilaouto da Pto II. Copia. sincrona.

Honoratus Gaytanus, dominus terre Sermoneti, rettitui ad possessionem castri Sanctefelicis, terracinensis diocesis, quod iam centum octuaginta annis vel circha ad predecessores suos spectavit, prout spectat etc. Beatissime pater. Exponit S[anctitati] Vlestel "ur "t devotus vester Honoratus Gaytanus, dominus terre Sermoneti, quod castrum Sancte Felicis, terracinensis diocesis, emptum fuit a predecessoribus suis, iam sunt centum et octuaginta anni vel circha, de qua emptione apparet instrurnentum, confirmaturn apostolica auctoritate, et continuo fuit possessum per prefatos pr"d."error"s, fuitque habitatum etiam per ipsum Honoratum usque ad id tempus quod Alfonsus, rex Ar"gonu., habuit civitatem Terracene, et per plures annos postea; quodque, rebus sic stantibus, orta fuit guerra inter Eugenium papam IIIJ et predictum regem, ita et taliter quod dictus rex venit contra

Yesus. Petit

humilis servitor S.

Sermonetum tonquum hostir,

V.

quiu dictus Honoratus noluit esse cum ipso rege, sed voluit stare fidelis

"o ecclesie, cepitque multos homines et innumerabilia

animalia depredatus est, ascendentia ad valorem viginti milium ducatorum; et non contentus predictis, prefatus rex, redeundo versus Terracenam, posuit se hostili more prope dictum castrum Sanctefelicis illudque cepit et funditus dexhussit, prout apparet ad presens. Post hec Pius papa IJ rehabuit Terracenam et etiam apprehendit Possessionem dicti castri et pertinentiarum suarum; demum bene instructus de iuribus dicti Honorati, pqr suum breve, b) mandavit ài"turo castrum cum tenimento, iuribus, iurisdictionibus et pertinentiis suis ipsi Honorato restitui; guod factum fuit et dictus Honoratus dictum castrum per menses septem et ultra pacifice tenuit et possedit. Postmodum, ex certis respectibus, prefatus Honoratus . porr.rrione dicti castri cecidit territoriumque prout possidetur etiam de presenti. Cum autem, P[ater] predictum -S[ancte], nomine camere apostolice possessum extitit, territorio et pertinentiis ad dictum Honoratum pertineat, et per castrum predictum "urn "iu, camerah sine legitima causa detineatur, conveneatque equitati et iustitie romani pontificis unicuique iustitiam ministrare et neminem indebite permictere opprimi, supplicat S. V. ut constito de emptione, confumatione et continuata possessione et brevi predictis quodque camera prefata castrum et tenitorium predictum absque iusta et rationabili causa detineat, antedictum Honoratum ad possessionem dicti teniiorii, qua de facto fuit spoliatus, restituat, reintegret et reponat, ne ex sua fidelitate damnum aliquid \' patiatur de eo quod munerari deberet. V, p. ") C/. Reg€ta Chartarum,

. t,

27

238.

r) C/. Reg. Cherì..' V' p. 190'

l9l'


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

2t0

c -t464. xI. Piombíno

-

26

F. P . 3312.

.

Parlicole dei'I testamento

Arc. Caet,, Ptg. (Fonilo

Písano)

n. 3312.

Lancilotto d'Appíano. Copta aulenlíca.

Tenore huius instrumenti adpareat quod Lanciloctus, filius olim ser Mactei, domus nobilium de Apiano, de comuni Plumbini, cassando omnia testamenta, presens facere procuravi.l Relinquo Andree, filio meo, pro legiptima, medietatem pro indiviso domus mee inagne, site Plumbini, in loco dicto et platea dicta lo Sprone, et florenos ducentos, videlicet centum quos habet Bartolomeus Antonii Taccj in traffico apotece aluptarie et ius livellarium, guod exigo a Guccio quondam Checchi, et prestet honorem Isabecte consortj mee. Relinquo Egerardo, filio meo, pro legiptima, domunculam in qua habitat Egerardus ser Mactei de Pectorj, de Pisis, habitor (!) Plumbinj, {uan emj ab heredibus Martinj Gottj de Plumbino, et domum que olim fuit ser Ieronimi Stefani, et ius livellarium quod exigo a Valentino Bartolj, cornpatre meo, et florenos quinquagintar QUos debeo exigere in terra Plumbinj a pluribus. Et si contigerit aliguem filiorum meorum premorj alterj sine liberis, substituo viventem; et in casu quo Andreas et Gerardus morirentur sine liberis vel ipsi eorum filii ante etatem testandi, substituo eis infrascriptos meos heredes universales. In omrtibus alijs bonis, iuribus et actionibus Machteum, Iohannem, Franciscum et Dominicum heredes meos universales instituo; et in casu quo unus moriretur sine liberis, substituo ei superviventes; et in casu guo duo ex eis morirentur sine vel cum liberis et ipsi nati ex dictis suis 6lijs et heredibus universalibus morirentur ante etatem testandi, substituo superviventem vel natos ex eo; et in casu quo omnes filij mej, nati ex me et domina Isabecta, morirentur sine vel cum liberis et non pervenirent ad legiptimam etatem, tunc substituo dominam Isabectam, consortem meam, guoad usuhuctum omnium bonorum et si adierit alias nuptias et postea testetur, quod de eis bqnis frant pro anima mea res meritorie, prout sibi videbitur. Actum Plumbinj., in apoteca conducta ab ipso Lancillocto, sub dorno Iohannis Sinibaldj: Manfre Pauli della Seta ()), Iuliano Antonij, arornatario, Michaelle Ranerij Colla, de Pisis, habitatoribus Plumbinj, Antonio Taccj de Plumbino, Nicholao Peruccj, Francisco Bonaccorsi, de Subereto, et Lando Cosci, de Sancta Maria a Trebio, comitatus Pisarum, habitatoribus Plumbinj, testibus, Incarnationis anno millesimo quatrigentesimo sexagesimo quarto,z indictione XIll,2 die XXVI novernbris. Andreas, 6lius Lancillocti, maior annis viginti, facit quietationem de eo quod petere posset ultra Iegiptimam quia, intenogatus a patre, fuit confessus sibi fuisse statutam.partem hereditatis quatenus sibi debetur.ex forma statutorum Plumbinj. Actum Plumbini, in scripto loco, scriptis testibrrs, anno, Bense, indictione et die. Bernardinus ser lacobi Soldanus, imperiali auctoritate notarius et iudex ordinarius et commissarius actorum patris mej, ex eius protocollis exscripsi. ST. I Sono ilchÍamate, eon segní specíalí, altre disposizíoní dí un lestamenlo preceilenle. 2 Non appare seguíIo nclla datazíone Io s|íle písano; índízíone coslànlínopolilana.

c -2243.

1464. XII.11.

Roma - Vianesio Albergati, oíceòamerlengo del papa, a Onorato III Caetaní: - trasmette, per Ia pubblicazÍone nel terrìtorio dí Sermoneta, il proclama pontificío contro í furti, ed albÍ eccessí. Originale.

Fuoi:

Magaifico domino domino Honorato Gaietano domino Sermoneti etc.

S. ' Magnifice domine. De mandato S[anctissimi] D[omini] N[ostri] publicatum est proclama in alma Urbe, quod quelibet comunitas, princeps aut dominus, quocumque nomine censeatur, custodiri faciat territorium suum a furtis et latrocinis ac aliis excessibus enormibus, veluti in ipso diffusius continetur. Quare magnificentie vestre committimus ut ipsum proclama, cuius copiam his insertam eidem magnificentie vestre transmittimus, publicari faciat in suo territorio et observari. Quod si contra ipsum aliquid 6eri contigerit, iuxta ipsius proclamatis tenorem, ad omnem restitutionem obligata erit magnificentia vestra et super hoc incontinenti executio fiet. Bene valete. F'.* Urbe, die XI decembris MccccLXIIU v[ianesius] or"r!l_.."":l i s. n. N. vice camerarius. I In cera rossa.

bononrensrs

)


VARIA

[1465

2ll

-t467].

c - 339.XXV.

Iffitmazíone'nella causa ha Onorcto III Coetani e i figli Copia a) del secolo

di

Francesco

III

Caetaní

di

Maenza.

XV.

in

per filios condam Francisci Gaytani contra Honoratum Gaytanum Sermineti. Et primo como lo prefato signore Francesco, po Ia morte del signore Rogerj, fo chiamato dalli hominj de Sermoneta et de Bassiano devesse venire ad governare lo stato, nomo et pro parte del dicto signore Honorato, como tutore et gubernatore suo, inpero che epso signore Honorato era piccolino et no haveva saputo regere et governare. b) Item como lo signore Francesco venne ad governare con questa conditione et promise governal'e lo dicto signore Honorato con tucto suo stato, per suo nomo, corre pate per publici istromenti et capitolj. Item guomodo lo dicto signore Francesco [pro]mise tucti offitialj et castellanj devessero iurare fedelta in mano de epso signore Honorato, como vero signore et pahone. Item promese tucte commissioni de offitiali et castellanj et altre gratie se devessero intitulare et fare per lo dicto signore Honorato. Item promise tucte le intrate servare et tenere per le dote de madamma Beatrice, sorella del dicto signore Honorato, et solo ne devesse havere victum et vestitum. Item promise, quanno lo signore Honorato era in eta, consignarelj lo stato con tucte le intrate recepute et soperchie ultra victum et vestitum. Item promise regere et gover[na]re lo dicto signore Honorato como bono patre et gover[na]tore, et cosj li vassallj, et no recanoscere et(!) ne procedere conha alcuno vassallo de qualunque delicto commesso per lo passato. Et tucte queste cose promise, iurao et sacramentao sub certa pena, secundo pate per capitolj et publici instromenti. Item como lo dicto signore Francesco observao le dicte cose promesse circha un mese et poy piglio lo dominio per se et fu"euu como signore et non como gubernatore et tirandicamente tenne lo dicto stato non extimando lo signore Honorato per niennte. Item como se strense con alcunj assessinj et ribaldi et omne Persona d"b.n" posse, da parte detratiandolj, ammaczandolj et robandolj como veri canj. Item como tra I'altri caccio un lacobo de Giglio, con suo fratello, moglierj et figliolj, de Sermoneta, ad grandissimo vituperiò et manchamento et levollj roba de circa XvM ducati et piu, et se lli haveva in mano, li levava anque la vita a llui et al fratello. Item como fece ammaciare uno abate de Sancto Agnilo de Sermonera et levollj tucta la roba sua. Item como mando in exilio Antoni et lannj del ludice, Francesdo notar Agnilo, Antonj Recchia con certi altrj de Sermoneta. Item como per danificare lo dicto stato, ipso ,igoor" Francesco voluntariamente, per aumentare la conditione sua de la Roccha dell'Acquapucza allo patriar"ha Vitellescho morto, et per rehaverla lo dicto signore Honorato ci have speso et Paqato àumilia ducati et piu. Item conno lo dicto s[ignore] Francesco tenne cosi tirandicamente lo stato circha septe annj et poy fo cacciato fora per li homini de Sermoneta et de Bassiano et possero in signoria lo dicto signore Honorato, como vero signore et patrone. Item quomodo lo dicto signore Frurr""r"o fo cac[cia]to fore de signoria per li hominj de Sermoneta et de Bassiano per [li] soy mali I portamenti et guverno tristo che faceva ... non mandasse tucto questo stato in ruyna, co[mo] haveva comensato, et como quisti homini forono causa chiamarelo venisse ad governare, cosi so voluti essere casone de cacciarelo per la dicta casone et como homo che no observava cosa che havesse Promessa' et questo e noto et manifesto ad tucto lo mundo. Item como da poy la escita sua de Sermoneta, lo dicto signore Francesco, armata manu, con Riccio conestabile et circha mille fanti, tra foresteri et arme de Mujensa, de Sancto Lorenso et della Roccha, andao per pigliar Bassiano conducendose fine alle *uru, Jurnpnifrcando quella terra de guasto, bestiame et altre cose de XM ducati et piu. Item como de po de questo lo signore Francesco'fece convenire in Roma lo signore Honorato denanti ad missere Antonio de Rido, allora castellano de Castello Sancto Agnilo, et in epso castello, per forsa coshecto epso signore Honorato, vindero ad compromesso, in mano de epso castellano. Item como epso castellano, non vedute ne audite le rascionj de epso signore Honorato, sententio et laudo como li parze, in gandissimo dampno et preiudicio de epso signore Honorato. Item como lo decto castellano non volze lo signor Honorato appellasse dalla sua sententia et laudo, et per forsa coshecto li fece ratifrcare et la sententia et laudo suo iniuxtamente et for de o-"i rasone dato, como de epsa iniuxtitia """"ft"r" chiaramente pate per publico instromento. Item como lo dicto castellano de la dicta sententia et laudo, per potentia de facto [et n]on per rasone, como signore et Patrone che era allora de R[om]a et de Informatio facti

causam motam


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

212

tucta la provincia et per simonia, recep[e]o dal dicto signore Francesco dal quale habe tra denarj et argento circha ducati secento, et questa e cosa vera et certa. Item quomodo de po per vigore de questo laudo lq signore Francesco fo remesso per lo dicto castellano in Sermoneta ad signoriare et fructificare la parte sua, secundo Io laudo. Item como poy lalintrata per mano de quello commissario lo signore Francesco vende ad compositione col signore Honorato per pubblico instromento, epso signore Honorato devesse tenere et signoriare tucto lo stato et'lo signore Francesco sulo devesse havere Ia rata sua delli fructi, et cosi fo promesso et iurato per tucti dui socto pena de XM ducati, et ad maiure cautela et per observatione de questo al signore Francesco fece la securita et pregiaria lo signore Alto Conte et lo signore Benedicto de Pofe, et al signor Honorato fece la securita et pregiaria lo signore prefecto Francesco Ursino. Item como lo signore Francesco, poy de questa compositione et accordo. cerchao levare lo stato al signore Honorato piu fiate, non curando de sua promessa et ne de pena stipulata nel contracto. Et che sia vero una fiata .cerchao levarli Bassiano per via de tractato de alcuna della terra, secundo pate per confessione de questi tali tractatori. Et un altra fiata cercho de levarli Sermoneta, conducendose personalmente con certi fanti per fi alla porta della Torre Nova per intrare dentro, facendo contra la promissione et accordo facto, incurrendo la pena X.M ducati, stipulata

nel contracto de epso accordo. Conclusive, optente le cose predicte, le heredi del signore Francesco 1 hanno da rendere la rasone della sua administratione delli septe anni guberna[o] questo stato, et satisfare al dicto signoie Honorato quanto se trovara havere avanzato de tucte Ie intrate ultra le [spe]se, secundo lo signore Francesco promise. Item haveno ad satisfare al dicto signore Honorato li x.M iducati dampnifrco Bassiano quanno lo signore Francesco anno con Riccio Conestabele per pigliarela. , Item hayeno ad satisfare al dicto signore Honorato li dumilia ducati have pacati per recuperare et reavere I'Acquapucza, perduta per suo defecto, como e dicto de sopra. Item haveno ad satisfare al dicto signor Honorato la valuta della bestiame suo bufalino, cavallino, porcino et pecorino, venduto per lo signore Francesco anno in piu frate lo tempo habe guesto stato in governo, che monta octomilia ducati et piu. Item haveno ad satisfare al dicto signore Honorato la valuta de tucta la roba habe lo signore Francesco de Iacobo de Gglio et del fratello, dello abate de Sancto Agnilo fece ammaczare, de Francesco notar Agnilo, fratello de epso abate, de Antoni del Iudice, de Antoni Recchia et de tucti I'altri, che monta in tucto vintimilia ducati et piu. Item deveno satisfare al dicto sigror Honorato lo thesoro fo trovato nelli Casali, tenimento de Sermoneta, habe lo signor Francesco, che monta tra monete d'oro et de argento ultra tremilia ducati. Item se la sententia del castellano have loco della parte della bona memoria"del signor Rogeri Gaytano, quod non creditur, tamguam enormisse et iniuxte contra omne ius et iuxtitiam lata contra ipsum Honoratum in faorem dicti Francisci, stante donatione facta per ipsum condam Rogerium condam lacobo, suo fratri et pahi ipsius Honorati, petit ipse Honoratus satisfactionem omnium equorum, armorum, bestiarum diversorum generum, argentorum et aliorum mobilium, abitorum et receptorum per ipsum condam Roger{um de bonis ipsius Honorati, sibi relictis per condam lacobum, eius patrem, tempore obitus sui, que bona, secundum communem extimationem, ascendunt ad summam viginti millium ducatorum et ultra. ltem petit eo casu la satisfatione de cinque milia 6orini piccoli pacho epso signor Honorato ad madamma { Ceccha Conte, mogliera del dicto signor Rogeri, per [parte] soy recepute et consumate per epso signor r Rogeri; et [inl alia manu la satisfatione de dumilia alri florini paco epso signor Honorato alla dicta madamma Ceccha per li alimenti soy del tempo stecte sensa Io dicto signor Rogeri, suo marito, che ve ad montare in tucto florini piccoli vtl.ru ltem pete lo dicto signor Honorato, isto casu, la satisfatione del castello de Torrecchia, guale fo data ad casa delli Conti per la pena della treuva rocta per lo dicto sigpor Rogeri et per lo dicto signor Francesco contra de loro per sententia data per Ia bona memoria del cardinale de Ursinis et per la bona memoria del cardinal de Conti, arbitri sopre cio allora electi et deputati, che monta ducati guactro milia et piu. Ăš

I

Pubbl. Ă?n Car., Doc., pp. Danno della catta.

12l-126.

b)

(f.

Domus,

I-2,

pp.

7l

e

segg'


VARIA

1466

213

c-2267.

.IX.20.

proeuratore di Onorato III Caetani, Gíooanni . de Maseis ,, da Narni, senaRoma - Ad istanza del tore di Rama, ordina Ia citazíone di Onorato Caetani, signore dì Filettíno, perché produca i documentí dí finuncía fattagli dal conte di Fondi per 700 ducatí da lui a queslo pagatí da parte

d,ell'attore. Originale.

Nos Iohannes de Maseis, de Narnea, miles, alme Urbis senator, ad instantiam domini Iohannis Salamonii, procuratoris Honorati Gayetanj, domini Sermoneti' etc., mandamus tibi Meo Antonij de Bassiano, mandatario et iurato numptio curie predicte, quatenus te personaliter conferas ad cashum Felectinj, districtus Urbis, et ibidem precipias personaliter vel ad domum eius solite habitationis, publice et alta voce, vicinis audientibus, secundum formam statutorum Urbis, vel saltem presens edictum in curia dicti castri literate persone assignes, que illud legat ne ex eo ignorantia pretendi possit Honorato Gayetano, domino castri Felectini, districtus Urbis quatenus infra terminum quiniecim dierum proxime futurorum, a die assignationis presentium computandorum, sub pena mille ducatorum auri, curie Urbis applicandorum, debeat produxisse coram nobis omnia documenta, scripturas quas habet et refutationes sibi factas a comite Fundorum pro septingentis ducatis, per ipsum Honoratum de Felectino solutos dicto comiti pro Honorato de Sermoneto, de ipsius Honorati de Sermoneto commissione. Hoc facimus quia comparitum fuit coram nobis pro parte Honorati de Sermoneto et allegatum verti differentiam inter ipsum Honoratum de Sermoneto, ex una, et comitem Fundorum, ex alia, et ipsum egere dictis instrumentis in quibus apparet dicta solutio, et imploratum officium nostrum et pariter 6eri presens maudatum, cum Honoratum de Felectino, interpellatum super illorum consignatione, denegasse tradere fuerit affirmaturn, ut patet ex actis prothonotarij infrascripti; alias, dicto termino elapso et ipso Honorato non adimplente

et si quis de hoc senserit se gravatum, recepturus. Datum Rome, in Capitolio, apud banchum dicti senatoris, sub anno millesimo CCCC'LXVJ", pontificatus Pauli pape secundj, indictione XV," mensis septembris die vigesimo. Sig.n Cherubinus scriba sacrj senatus. Iohannes Sanctus Francie prothonotarius curie Capitolij subscripsi. Die XXIIIJ Presentatum 2 fuit presens mandatum.

contenta

in

presenti mandato, contra eum procedemus;

compareat coram nobis, iustitie complementum

I In ceta tos"o. 2 NeI lesto Pt€cntatum

r467.vl.19.

scntatum

c

-2271.

pîesenza [Romal - In forza del lodo di Antonío de Rído, castellano dí Castel S. Angelo, ed alla parte, e da una Onorato III Caetani, di e Giacomo, Nícola Fortiguerra, Nicola rtSIi del cardinale per í capitoli e i nipoli, dall'altra, ratificano i anche fratelli Cfistoforo Caetaní dì Maenza, gíufisdìzione dí sullo stato Onoralo ogní queslí ceduta ad ultimi della concordia, per cuí oíene da Sermoneta. Copia sincrona.

Anno MoCcccoLXVIJo, pontificatus Pauli pape IJ anno tertio, indictione Xv, die Veneris XX iunii, in presentia ser Archangeli Bartholomei de Palmis, civis romani, de regione Pontis, et mei notarii et t"rúuo, intrascriptorum. Infrascripta capitula, inita, confirmata et celebrata fuerunt coram N[icolao Fortiguerra], tituli sancte Cecilie pr"tbit"to cardinali, Theanensi vulgariter nuncupato, per Nicolaum et tacobum, filios Honorati Gaytani, pro quo promiserunt de rato, ex una parte, et Christoforum Gaytanum de Magentia, tam pro se quam etiam procuratorio nomine lohannis Gaytani de Magentia, eius fratris, de cuius mandato constare asseruit manu notarii Petri de Rapa notarii, ac etiam pro Raymundo Gaytano de Magentia, frabe Chrristofori et lohannis, qui Christoforus promisit de rati habitione pro Loysio Gaytano, filio condam legitimo et naturali lacobelli, eorum nepote, et domina Annesella et domina Pantasilea, filiabus legitinis et naturalibus condam lacobelli, eius fratris, et quod omnia infrascripta capi-


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

2t4

tula ratificabunt ut infra: In primis quod prefati domini, pretextu laudi condam lati per condam Antonium de Rido, olim castellanum Castri Sancti Angeli, I concorditer devenerunt ad infrascriptam concordiam, pacta, conventiones et compositionem, videlicet: Item guod Christoforus, fratres et nepotes, intendentes honorem inpendere dicto Honorato et eius filiis masculis, legitimis et naturalibus tantum, ut eorum maiorj consentiunt, quod pro quinque portionibus ex viginti guatuor eis debitis ipse Honoratus et filij sui dumtaxat terre Sermineti, castri Bassiani et aliorum locorum et tenimentorum comunium habeant administrationem, iurisdictionem, regimem et gubernationem liberam et expeditam; et vaxalli predictorum locorum dicto Honorato suisque 6liis predictis dumtaxat in cunctis parere debeant, cum potestate et arbitrio exercendi merum et mixtum imperium et gladij potestatem, ex toto et integro, etiam in dictis quinque partibus eum non tangentibus, iure tamen dominij et proprietatis Christofori, fratrum et nepotum semper salvo. Item per reddituum et fructuum omnium terrarum, castrorum, locorum et tenimentorum comunium, in laudo comprehensorum, Christoforus eiusque fratres et nepotes de viginti quatuor portionibus habere debeant quinque portiones pro indiviso integrorum fructuum, reddituum et proventuum, intus et extra, ordinariorum, et extraordinarium, set de extraordinariis, maleficiis vel quasi observabitur prout continetur in capitulo quinto inferius descripto. Item pro dictis portionibus colligendis, capiendis et exigendis Honoratus, nomine suo proprio, ponat unum magistrum massarium vel plures, prout expediens fuerit, et Christoforus eiusque fratres et nepotes unum alium vel plures intus Serminete et extra; pro cuius magistri massarij Christofori eiusque fratruum et nepotum habitatione, Honoratus teneatur dare unam domum, competentem ad habitandum et reponendum fructus, in terra Sermineti et castro Bassianj. Item quod Honoratus Christoforo eiusque fratribus et nepotibr,rs, pretextu omnium locorum et tenimentorum, ex maleficijs vel quasi vel alijs extraordinarijs freri solitorum, dare teneatur singulis annis tantum quantum prefatus cardinalis existimabit et declarabit; et donec declaraverit, ipsi Christoforus, fratres et nepotes quinque portiones eis debitas ex vigintiquatuor portionibus percipiant in dictis proventibus. Item quod Honoratus Cluistoforo, fratribus et nepotibus consignare teneatur arcem sive turrim castri diruti Normarum, ad usum et custodiam tantum, et pro eius custodia Christoforo, fratribus et nepotibus dare teneatur fiorenos LX, ad rationem XLVIJ solidorum provisionis, 2 annis singulis, dum tamen idonee se obligaverint de fideliter custodiendo, ad sensum prefati reverendissimi domini, sine danno, lesione et iactura status Honorati et bona fide, ipseque Honoratus et sui heredes arces Sermineti, castri Bassiani, Ninfarum et Cisterne custodire faciant suis sumptibus et expensis. ltem guod, si post dictum latum laudum usque in presens aliquid in predictis locis seu tenimentis, in laudo comprehensis, innovatum seu factum esset ab aliqua dictarum partium, propter quod dubium oriretur inter partes, si veniret vel non, comunicandum et in comunionem ponendurn; necnon si quid dubium esset aut oriretur inter partes de fructibus, perceptis usque in presens, aut de administratione prefatorum locorum, concorditer compromiserunt in prefatum cardinalem, cuius declarationi et sententie stare promiserunt, et ab ea non reclamare; ymo, quantum

in eis est, ex nunc prout ex tunc, acceptant et ernologant. Item quod Christoforo, fratribus

et

nepotibus liceat ire, venire, stare et permanere ad terram Sermineti, castrum Bassiani et per loca et tenimenta comunia, tamquam bonis fratribus H[onorati], et uti et frui valeant palatio terre Ninfarum, pro eorurn usu et conmoditate, libere et absque impedimento, et revereri et honorari in dictis locis secundum condecentiam ipsorum. Item quod neutrj dictarum partium liceat portiones, eis debitas, vendere sive alienare, nisi prius una pars alteram requisiveĂşt si emere voluerit, emere volenti vendere teneatur pro eodem pretio potiusquam alterj extraneo; et, si secus fieret, factum nullius roboris sit, imo non contravenienti, ipso facto, portiones ipse alienate applicentur. Item, casu quo 6lii ipsius Honorati terram Sermineti, cashum Bassianj et alia loca et tenimenta comunia dividerent et unusquisque portionem suam adipisceretur, tunc non possint dividere quinque portiones ex XXlltJo', pertinentes ad Cluistoforum fratres et nepotes, set Cluistoforus, fratres et nepotes dictas quinque portiones adipiscantur et conse' quantur libere et expedite, ac divise et separate. Item qĂşod pro portione tangente Ch'ristoforum, fratres et nepotes in dictis locis et tenimentis, quos seu que Honoratus pignoravit et ipotecavit seu obligavit quibusvis, prius restituantur ac reintegrentur in aliis partibus et redditibus terre Sermineti, castri Bassiani, tene Ninfarum et in aliis locis liberis, in quibus fructus et redditus non sunt obligati alicui. ltem guod predicta omnia dicte partes observare promiserunt, ad penam XM ducatorum, applicandam pro medietate parti observanti et pro medietate curie ad guam prius de premissis fuerit reclamatum, que totiens exigatur quotiens conventum fuerit, ratis tamen supradictis remanentibus.

I

NeI 1444.1V.

3; cf

Regesta Chartarun,

IV, p, 241.

2 Etralo per provisinorum.


VARIA

.lll.24- 1469.IV.

1468

c -2279.

20.

pontíficio, cita Nicola - Gaspare da Tetamo, udítore trctto matrÍmoniale con Bannella Gaetani di Fondi.

Roma

2t5

II

Caetanì per

Io scioglímento del con-

Originale.

Gaspar de Therarno, decretorum doctor, canonicus tridentinus, pape capellanus ipsiusque sacri palatii apostiloci causarum causeque et causis ac partibus infrascriptis ab eodem papa auditor deputatus, abbatibus, prioribus, prepositis, decanis, archidiaconis, scolasticis, cantoribus, custodibus, thesaurariis etc. per civitatem et dyocesim terracinensem ac alias constitutis, in solidum, ac illis ad quos presentes nostre litere pervenerint. Noveritis quod nuper Paulus papa secundus commissionem sive supplicationis cedulam nobis per suurn cursorem presentari fecit, huiusmodi sub tenore: Dignetur Sanctitas Vestra omnes causas, quas oratrix vestra nobilis mulier Bannella Baldasaris de Gaytanis, domicella fundane dyocesis, habgt contra Nicolaum Honorati de Sermoneto, militem, terracinensis dyocesis, super pretenso federe matrimonii, si quid fuit, dissolvendo, alicui ex vestri sacri palatii apostolici causarum auditoribus seu prelatis romane curie committere decidendum ac cum potestate citandi eumdem militem omnesque alios in executione citationis nominandos in romana curia, extra et ad paftes, absolvendique eandem oratricem a sententia excomunicationis si quam propter premissa incurrit, non obstante quod cause ipse ad eandem curiam legitime devolute non existant. In 6ne predicte commissionis sive supplicationis cedule scripta erant de alterius manus litera hec verba, videlicet: De mandato domini nostri pape audiat magister Gaspar, citet ut petitur, absolvet etiam ad cautelam si et prout de iure et iusticiam faciat. In extremitate inferioris marginis eiusdem commissionis sive supplicationis cedule scripta erant de aliena manu hec verba videlicet: Placet domino nostro pape: in Rota, Petrus Terasonensis. Post cuius commissionis sive supplicationis cedule presentacionem, fuimus pro parte Bannelle reguisiti quatenus sibi citari extra romanam curiam, ad partes, contra Nicolaum Honorati de Sermoneto, militem, ex adverso principalem, omnesque alios sua interesse puntantes decernere dignaiemur. Nos Gaspar, auditor, vos omnes supradictos, quibus presentes nostre litere diriguntur, monemus peremptorio vobisgue, sub excornunicacionis pena, mandamus quatenus infra sex dierum spatium, post notificacionem presentium et postquam pro parte dicte Bannelle principalis fúeritis requisiti, immediate sequentium, prefatum Nicolaum omnesque alios in eorum propriis personis, si ipsorum presentiam habere poteritis, alioquin in hospiciis habitacionum suarum, si ad ea tutus vobis pateat accessus, et in parochiali sub qua morantur, presertim in cathedrali terracinensi aliisve ecclesiis et locis publicis, infra missarum et divinarum horarum solemnia, dum populi multitudo ad divina audiendum convenerit seu alias congregata fuerit, ex parte nosh'a, publice, alta et intelligibili voce peremptorie citare curetis, ita quod de premissis ygnorantiam non valeant allegare; tricesima die post citationem vestram, ipsis per vos factam, iniungentes, si dies ipsa trigesima iurisdica fuerit et nos vel alter auditor ad iura reddenda pro tribunali sederimus vel sederit, alioquin prima die iuridica immediate sequenti, qua nos vel auditorem Rome vel alibi, ubi tunc papa cum sua r. Camera residebit, in audientia causarum apostolica, mane, hora causarum consueta, ad causas audiendum pro tribunali sedere contigerit, compareant in iudicio coram nobis vel surrogando auditore, per se vel procuratores suos, cum omnibus actis, litteris, scripturis, privilegiis etc. Et insuper attendentes quod in causa huiusmodi, coram nobis indecisa pendenti, nichil sit actemptandum, idcirco vobis mandamus quatenus post legitimam citationis executionem N. .), episcopo terracinensi eiusque vicario et officiali generali ac universis officialibus etc., per dictam civitatem et dyocesim terracinensem aut alibi constitutis, et presertim Nicolao, ex adverso principali, omnibusque aliis quorum interesse poterit, de quibus pro parte dicte Bannelle super hoc fueritis requisiti, inhibeatur ne ipsi seu alter in vilipendium litis pendentis ac iurisdicionis nostre, ymmo apostolice sedis contemptum, dicteque Bannelle iurisgue sui lesiooe preiudicium in causis huiusmodi, coram nobis indecisis pendentibus, quitquid attemptare vel innovare presumanti quod, si secus factum fuerit, id ad statum pristinum reducere curabimus; instrumenta seu dies citationis et inhibitionis vestrarum et quitguit in premissis feceritis nobis vel surrogando auditori per veshas patentes literas aut instrumentum, harum seriem sive designationern in se continentes sive continens, remissis presentibus, quantocius poteritis, intimare curetis; absolucionem omnium qui nostram excomunicationis sententiam incurrerint nobis vel superiori nostro tànturnrnodo reser-


DOCUMENT'I DELL'ARCHIVIO CAETANI

2t6

vamus. Presentes literas sive presens instrumentum freri et per notarium, huiusmodi cause coram nobis scribam, subscribi et publicari mandamus sigillique nostri iussimus appensione communiri. Datum et actum Rome, in domo habitacionis nostre, sub anno a Nativitate MccccLxVIlJ, indictione prima, die Iovis XXIIIJ mensis martii, pontificatus Pauli pape secundi anno quarto: magistris Egidio Dass et lohanne Hargentilez, notariis scribisgue nostris, clericis leodiensis et constanciensis dyocesis, testibus. Otto de Exrelze, clericus halbestadensis dyocesis, apostolica et imperiali auctoritatibus notarius prefatique Gasparis de Theramo auditoris et huiusmodi cause scriba, Presens instrumentum, manu alterius scriptum, confeci signoque et nomine meis, una cum prefati auditoris sigilli appensione, signavi. Oto. Resentata fuit die Mercurii vigesima aprilis MCCCCTXVIIU per lohannem Balestarium, pape cursorem et notarium etc., in villa Sancti Petri in Vinculis, diocesis ravennatis, in domo lacobi ifrtotiri de Ravenna: Michaete de Mantua et Maziotta barbitonsore de Sermoneto, testibus. Bartholomeus de Monte Sancti Martini notarius etc-

ù

DaI t458 aI 1490

fu

oescooo

dl

Tenacína conado MarceIIíní (cf. Gams, Scr.

Ep).

F. P . 3318.

c-1469.I.9. e della dogana aí custodi di detta gabella:

I gooernatorì delle per í manufattí dí castagno ai oalligìani dí Butí. poste

Firenze

Arc.

CaeI., Prg. (Fondo Písano)

a. jjlg.

Copta autentîca, ínsetila

-

cÌrca la franchígia

ìn C'1573.ÍX.5-

Persino alli 23 del mese di dicembre proximo passato per il consilio del Cento fu ottenuto una provisioni in favore delli homini della valle di Buti, del contado di Pisa, che tutti possino cavare d"ilo d"tt" valle, spostare per il contado e distretto di Firenze corbella, ceste, canestre, c"rchi", tini, botte et ogni altro lavoro di legname di castagno e non di altro legname' sensa pagare alcuna gabella o p"rr"gfio ad alcuno passagiero del comune di Firenze o ad alni del detto comune che lasciate andare liberamente li homini di detta valle; et comandeputati; et pertanto "om"ndiamo ad vostri quadernucci accio che vostri successori di tutto habbino ricordo dianvi che d"llo l.tt"r. facciate piena notitia e che detti homini non habbino a patire di ragione noia. Datum Florentie, loco nostre solite residentie, die VIItt ianuarii 1468, indictione 2". Intus : Rovisores et gubernatores gabelle Carissimi

nostri.

Extra : Passaggeriis et custodibus, tam secretis quam palesibus, gabelle postarum dohane civitatis Florentie.

por*ru. et dohane civitatis Florentie.

FaTo

c. 340.

c.l.

Ríassunfo delle oicende

Cistetna.

Appuàto del sec. XV.

Articulatur primo post generales quod ante annum 1400 Ricardus de Fraiapanensibus fuit dominus VIo pro castri Cisterne etc., qui dictim castrum cum pertinentijs suis etc. in pignus dedit Urbano nonus qui sexcentis ducatis, quoi'dor vixit tenuit etc. Deinde, ipso mortuo, adsumptus fuit Bonifatius et de hoc etc., donavit benemerita propter habebat, dictum castrum doriino lacobello omnia iura, que ad Rose, Ricardo castrum dictum vendidit prefatus etiam legitur littera quam hoú"o. Quod lacobellus parte in octava mortllo: p.o mille- et quingentis ducatis, Mccccxo. Quod, Ricardo de Fraiapanensibus àicti castrj ,u"""lrit Petrutius de Fraiapanensibus, salvo iure Ricardi Rose. Quod dictus P[ehutius] vendidit Ri"*do Rose ipsam octavam partem. Quod in quarta parte et medietate- alterius guarte Ricardo de Fraiapanen ibus subecesserunt lohannes, Cola et Blasius, 6lij condam Onofrii de Fraiapanensibus, l4(X. Quod ipsi lohannes, Cola et Blasius vendiderunt dictas partes, scilicet quartam et mediàtatem alterius guarte, ipsi Ricardo Rose, pro pretio quinque milium florenorum, ad rationem 40 solidorum pro flo."no. Quod in dinidia dicti castri ipsi Ricardo de Fraiapanensibus defunto succ€sserunt domina L;rsina, relicta condam lohannis Cecarelli, domicelli, et Francisca et Nana, Iohannis et


VARIA

217

Ursine predictorum frlie, domicelle terracinensis diocesis, et semper, salvis tenuta et possessione dicti Ricardi Rose. Quod prefate domine Ursina Francisca et Nanna, quia adheserunt se Landislavo de Duratio, tunc regi lerusalem etc., vigore concilii pisanj per lohannem vigesimum tertium auctoritate apostolica omnibus bonis et maxime medietate dicti castrj private fuerunt, et ipsam medietatem camere apostolice applicavit. Quod prefatus lohannes papa dictam medietatem, ex munificentia sedis apostolice, propter fidelitatem ecclesie per ipsum R[iccaidum] Rose inpensam et propter dapna etc., ipsi R[icardo] Rose donavit. Quod, premissorum occasione, Ricardus Rosa dictum castrum totum pro suo et ut suum tenuit et possedit usque ad sue vitem (!) obitum; quj obijt, relictis tribus frlijs legitimis et naturalibus, scilicet Petrutio, Iacobo et Cola. Quod prefati filii adiverunt hereditatem illique se immiscuerunt. Quod prefati Petrutius, Iacobus et Cola, post mortem eorum patris, dictum castrum pluribus temporibus pro indiviso tenuerunt etc. Quod prefatus Petrutius ab intestato, nulla relicta prole, extitit vita funtus, superstitibus Iacobo et Cola predictis et in ipsius parte subcedentibus. Quod dictus Iacobus de anno MccccXXXVt; extitit ab intestato defuntus, nullis relictis ex se filijs le$itimis et naturalibus, superstite predicto Cola. Quod prefatus Cola adijt hereditatem dicti Iacobi et ex nunc adit etc. Quod Iacobus Gaietanus, de anno MCCCCXX, dictum castrum occupavit et per annos XIIIJ tenuit. Quod prefatus Iacobus pluries confessus fuit dictum castrum fuisse dicti Ricardi Rose et spectare ad filios etc. Quod pluries requirj fecit ipsos frlios ut ipsi illud sibi vendere vellent. Quod prefatus Iacobus vita funtus est de anno MCCCCXXXIIJ. Quod dominus Honoratus successit in vitam dicti Iacobi etc.

Í1470.I. 3l ant. a)

c- 730.

III

Caetani, at)endo ottenuto in enfi.teusí, a terza genetazione, per I'annuo censo dí tre ducati d'oro, una casa díruta, attigua aIIa chiesa di S. Bartolomeo all'Isola, ed intendendo ripararla rífor^aria a propfie spese, puîché sía esonerato dal detto censo, fa istanza, insíeme con " della chiesa, aI papa perché autorízzí Ia permuta di detta casa con altri immoi paruocchìani

[Rotnal -

bili di

Onorato

Onorato.

Copia del scc.

XV.

Beatissime pater. Alias rector et parochiani ecclesie Sancti Bartholomei de Insula Licaonia de Urbe, attendentes quod domus, eidem ecclesie contigua, ruinosa et distructa et ad eam pertigens, magna reparacione, ad quam subeundum eiusdem ecclesie non suppetebant facultates, indigeret, illam ne totaliter corrueret idem rector, de ipsorum parochianorum voluntate, nobili Honorato de Gaytanis de Sermoneto, pro se suisque heredibus et successoribus usque in generationem tertiam, in emphiteosim, sub censu

annuo trium ducatorum auri, locavit, prout in instrumento désuper confecto, cuius tenorem ac ipsius domus situm, qualitatem etc., confines et verum valorem etc. pro expressis habere dignetur, continetur. Cum, Pater Sancte, dictus Honoratus domum predictam reparare et reformare ac in ea magnos sumPtus facere intendat, si illa sibi, libera et ab huiusmodi censu exempta, concedatur, ipseque alia bona immobilia, eidem ecclesie magis utilia et ex quibus maior census et utilitas provenient, tradere et assignarè afiectet, supplicant Sanctitatem Vesham Honoratus et parochiani predicti quatenus alicui probo viro, in Urbe connmoranti, committere et mandare dignemini quod de premissis se informet; et, siper informacionem ita esse ac permutacionem sive cambium predicta in evidentem ipsius ecclesie utilitetem cedere reppererit, postquam dictus Honoratus bona immobilia maioris redditus sive census memorate ecclesie assignaverit cum effectu, eandem domum, liberam et exemptam a canone et censu predictis, pro se et eiusdem heredibus, imperpetuum, assignet; ita quod de illa, tamquam de aliis bonis propriis, disponere et ordinare libere possit, alicuius super hoc licentia minime requisita. e) C/. Regeta Chutarum, VI' P. I.


DOCUMENTI DELU ARCHIVIO CAETA

218

c

-147r.

Pisa

NI

Iv. 26 -t47 4. vIIt. 26. Benectis,,

F.P.3314. di Matteo d'Appíano, dona un prato,posto in

Antonína " de - comune. Cornassani ,, a Lancilotto d'Appiano, con I'obblígo di far morle sua.nella csttdrale dt Pisa.

Arc. Caet., Pry. (Fondo Pîsano) praito de mona Antonina

oedor)a

n, 3314.

Oríginalc. Nel ouso, nota tíncrcna:

celebrure

terrítorio del

messe

dopo la

Carta de Lancilocto d'Apiano de

filia olim Antonij Bindaccj de Benectis cappella Sancte Cecilie, vidua, in senio constipisani civis, de et relicta ser Mathej de Appiano, tuta, cum consensu magistri Gistoforj olim Benedictj de Ammannatis, aromatarii, et Franciscj Thommagij Bonis, pisanorum civium, propinquorum suorum, teservato sibi usufructu totius infrascripte rei, donavit Lancilocto olim ser Mathej de Appiano, pisano civj, de cappella Sancti Pieri in Vinculis, petium unum terre pratate, positum in confinibus comunis Cornassani Vallis Serclj, comitatus Pisarum: et tenet unum caput in vi"-Corn"ssanj, aliud in terra pratata archiepiscopatus Pisarum, Quam possidebat $er Tommagius de Campilia olim et hodie Bernardus de Fantonibus, latus unum in Martraverso, aliud in terra pratata conventus Sancte Caterine de Pisis, et est stariora guadraginta otto; pro extimatione fforenorum vigintj, ad racionem librarum quatuor pro floreno; omnia promisit et iuravit rata habere, alioquin penam duplj suprascripte extimationis et expensas, dampna et interesse dare et solvere; cum pacto quod Lunciloctus debeat expendere totum introitum dicti petij terre primi annj post mortem Antonine pro missis mortuorum, celebrandis pro anima Antonine in ecclesia majori pisana. Actum Pisis, in sala ào*u, habitationis suprascripti magistri Cristoforj, in cappella Sancti Pierj in Vinculis: Matheo olim Bergi Germani, choriario, cive pisano, et lohanbaptista Bartholomei Vannuccinj de Pietrasanta, Pisis habitante,

Ex hoc

instrumento pateat guod domina Antonina,

dicta cappella, testibus, Incarnationis anno millesimo quadtingentesimo septuagesimo secundo, indictione quarta, die vigesima sexta aprilis, more Pisarum. ST. Bartholomeus olim magistri Pieri quondam magistri Iohaunis de Spina, eivis pisanus, imperiali auctoritate iudex ordinarius atque notarius, scripsi. Resbiter Guaspar Taddej de Campo, unus ex sacristis pisane maioris ecclesie, recepit a rne Bartholomeo notario, solvente de pecunia supradicti Lanciloctj ser Mathei de Appiano, donatarij, pro I missis dicendis: libras novem et soldos duodecim de florenis parvis pro missis triginta quatuor legendo et una cantando cum dyacono et subdyacono, celebratis in suprascripta ecclesia maiorj in duobus diebus, et pro libris quatuor cere pro dicto oftcio, pro anima suprascripte Antonine donatricis; et sunt dicte pecunie totus introitus suprascripti petij terre donatj pro primo anno, ut predictam pecuniam ita esse t ài*it tniti Bartholomeo notario alias Lanciloctus, una cum solidis otto de florenis parvis, quos habui ab eo pro mercede mee scripture et publicationis. Actum Pisis, in apothecha mee solite residentie, Sancti Clementis: presbitero Clemente Tommagij, rectore Sanctj Bartholomej de Putisita in ""ppella gnilo, et Andrea Abramj, aurifrce, pisano cive, testibus, Incarnationis anno millesimo quadringentesimo J.ptu"g.ri.o guinto, indictione septima, die vigesima sexta agustj, more Pisarum. Bartholomeus, notarius

in

et iudex ordinarius, scripsi.

I Abh. lp'

!.471.[VII. 26] ant. Conúenzione fra Onorcto III Caetani e mastro Guglielmo di Antonio, Pístojese, per I'impíanto della fenierc e del oalìco per Ia lana ín Ní"f".

Sermoneta

c -734 .8. da San'Marcello

Originale'

Anno Nativitatis millesimo ccccoLxxl, pontiÉcatus Pauli pape secundi anno VlJ, indictione lllJ.a Honoratus Gaytanus Sermineti etc., ex una, et magister Guglielmus Antonij de Sancto Marcello, comitatus Pistoye, partibus ex altera, ad infrascripta pacta pervenerunt: Et primo magister Guglielmus promisit eidem excellenti domino, stipulanti pro se suisque heredibus et successoribus, intus Nimpham


VARIA

219

acere construere et ordinare ignenia, acta ad fabricandum clavos grossos et minutos, ita quod de minutis in libra qualibet ponderis intrent clavi quatraginta octo ad plus; nec non promisit construere et ordinare oficinam unam, in qua folles seu mantaci agitentur et menentur ab aqua fluente ex laco Nimphe, in gua officina omnia feramenta, que manu aguntur a fabris, possint illic fieri ; et similiter promisit facere rotam unam ad aquam, causa arrotandi omnia ferramenta que arrotari solent in aliis similibus rotis; nec non promisit facere construere balcam unam pannorum, actam ad balcandum pannos cuiuscunque coloris lane; que omnia ignenia supradicta iddem magister Guglielmus promisit et se obligavit facere bona et perfecta, ad consilium magistrorum expertorum in similibus ignenis et edificijs, suis propriis sumptibus et expensis; et omnia ligniamina, pro edificandis et faciendis dictis ediÉcijs et ignenis, in silva tagliare et incidere et in terram prohicere et ipsa lignamina in silva ipsa limare et sgrossare usque ad suficiens. Et versa vice iddem excellens dominus promisit magistro Guglielmo, stipulanti pro se suisque heredibus et successoribus, dicta lignamina per magistrum Guglielmum incisa, sgrossata et lirnata usque ad sufflciens, suis propriis sumptibus et expensis conduci facere ad locum in quo ea locare vult, et pro factura et laboratura et mercede dictorum omnium edificiorum et igneniorum pacare eidem magistro Guglielmo ducatos quinquaginia duos, ad rationem bologninorum septuaginta duorum per ducatum. Et sic una pars alteri et altera alteri promiserunt et obligaverunt sese et eorum bona ac suos heredes et successores omnia semper rata habere sub pena vigínti quinque ducatorum, applicanda pro medietate curie, ad quam de predictis extiterit proclamatum, et pro alia medietate parti servanti'; et iuraverunt. Actum Sermineti, in camera curie sale magni (!) 'ipsius excellentis dominj : Placentino de Sanctris, de Ameria, notario Nicolao notarii Stephanj,'Pascale Petrj Boni et Antonio lohannis Angeli, de Sermineto, testibus. Iohannes Tutii Caroli de Sermineto, imperiali auctoritate notarius, scripsi. ST.

047t.

vtil -t473.vil

Informazíone circa

í

F*emplare del sec.

Informatio

dirítti

c - 588.

I.

di Onorato III

Caetaní su Acquapuzza, Zennelo

e

San Felìce Círceo.

XV.

de infrascriptis iuribus Honorati

Gaytani

:

De turri Aqueputride

cum tenimento

habetur bulla [Nicolai] pape de venditione, ultra quod ipse Honoratus et predecessores sui longeantea dictam turrim legittimo iure et titulo habuerint possederintque; quam nominatam tunim cum tenimento f. r. Paulus IJ, per literas in forma brevis, mandavit Sue Sanctitati assignarj eo tempore guo Deyphebus de Anguillaria una cum fratre suo de statu expulsus atque deiectus fuit. Que assignatio, obediencie potius gratia quam alia de causa, per ipsum Honoratum libere fuit facta. Habetur etiam instrumentum pro dicte arcis receptione per Nellum, tunc eiusdem pontificis dohanerium, in forma debita. Zennetum, parvulum casale, tenimenti Nimphe: dominium silicet et prgprietas vetusta totius Gaytane domus, prede' ce$sorum eiusdem et ipsius Ho[norati] ; de quo adstant innumerabilia iura; fuit pariter eodem tempore per f. r. Paulum IJ dicto Ho[norato] ablatum; quod Zennetum successive per ipsum Ho[noratuml legitime habitum ac possessum a primis eiusdem annis. De castro Sancte Felicis iam diruto habetur instrumento venditioni, inserto, Bonifacii Vill. Quod depopulatum ac dirutum fuit per bu1lu, "u* Alphonsum, utriusque Sicilie regem, tunc ecclesie hostem, et hoc quia nequaquam Honoratus voluit sue obsequi voluntati et sue subiacere ditioni ob fidem observandam ecclesie. Pro cuius statu, nedum castrum illud amissum irj et spoliarj, sed etiam subditos complures sermonetanos, iam captivos, exigendos ac spolium multarum omnis generis bestiarum, valoris xxx.t" millium ducatorum, ipse Honoratus PerPassus est. Ulteriusque pati paratus usque ad sanguinis efiusionem pro bono statu ecclesie. Et hoc sub Eugenio quarto. Postea Pius IJ, advertens bonam iustitiam dicti llonorati, per literas in forma brevis, dictum castrum cum suo tenimento et iuribus; sic dirutum, eidem reassignarj mandavit. Quod per septem menses, nemine obstante, fuit per dictum Honoratum pacifice ac legittime Possessum. Supervenientibus tamen malivolis et potissime militante ipso Honorato sub stipendio ducis Calabrie conha Ferdinandum regem prefatus pontifex auferri iussit dicto Honorato et suis.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

220

It47t. Vru -1473.VlI

c - 2303.

].

[Romal - Onorato III Caetaní chide a Sisto V I'annullamento della bolla dí Pio II; iI risarcimento dei danni arrecalí a luí'edaioassallidaí sezzesì,specie per Antonio Piccolomini; Ia restituzione delcastello di San Felice Círceo; I'esonero dalcontríbuto contro illwco; íI pagamento dí 1500 ducatì, dooutígli dal conte dí Fondi, e un coffissore peî la famiglia. Copia sincrona.

Beatissime pater. Dignese la Vostra Santita havereme reconmendato et conmettere la causa delli damnj, piu et diverse fiate in tempo pacifico in animali et altre cose ho avuto et receputo dalli hominj et persone de Seze. Item de revocare et annullare la bolla della bona memoria de papa Pio, facta in favore de sezisi et preiudicio delle mey rasciunj, indebitamente et iniustamente, impero per rascione non po preiudicare alle mei rasciunj, et maxime alla bolla bonofatiana, ne alle sententie date per sigpori cardinalj de comissione della bone memoria de papa Nichola per via arbitraria inter le parti, et non have potuto preiudicare alla ultima reconfirmatione facta per sezisi della dicta bolla bonofatiana sententie et rasciunj predicte spontaneamente et per certa loro scientia. Item de farelj expedita rascione delli damni, grandi et insoptortabili, facti ad mi et ad mei bassalli voluntariamente, sensa mio difecto 1 et sensa altra commissione de superiore, demonstrandose ostinelemente contra de me per missere Anthonio, nepote de papa Pio, asserto capitanio della ecclesia. Item de farme restituire lo castello de Sancta

Felice con tucte soe territorie et pertinentie, como mia cosa et de tutti mei precessuri posseduta per cintinara de annj con bono et iusto titulo, sensa altro pyaito, la quale me fo levata per la bona memoria de re de Ragona per non volere essere gaptivo et ne rebelle ad sancta ecclesia, como e stato de bono costumo de tucti mei passati, et al presente e in mano de V. Santita. Supplicando la Vostra Beatitudine voglia exaudire questi mei iusti domandi como minimo servulo et obidiente figliolo de quella. Item de farme gratia dello subsidio contro lo turcho, inposto per la bona memoria de papa Pio, optenta la disfatione mea et de mei bassalli per la accasone delli damni predicti, receputi dalli honinj de Seze et dallo dicto misser Anthonio, asserto capitanio della ecclesia. Et piu dignese farme rascione de ducati papali mille et cinguecento, occasione mutuj me e debitor lo conte de Fundo, secondo costa per patente sollempne, subscripta de soa mano, .et per simile accascion far seguestrare qual robe fussero de soa signoria quj in Roma fin nella satisfatione della dicta stima. Et piu dignarese posser uo confessore per me et mei frgliolj per poter intege assolvere etc, vicibus "l"g"r. "on""derem" vel semel in anno. quibuscumque 1

Píccolomìní.

c-7s4. A.

[1471] post. Conognzíone

fra

Onoralo

di NÍnfa.

III

Caetani

e Paolo .. de Massimi ", di

Roma, per l'afftto della ferriera

Minuta originale.

Sia noto et manifesto a gualuncha persona vedera o legiera la presente scritta chome Paulo de Massimj, de Roma, a tolto in lochazione a pensione del mag.- s[ignor] Honorato Chaetani, s[ignore] di Sermoneta etc., una sua fabricha et edefizio de feniera con uno focho, posta nela tenuta de Ninfa, canto a chastello o roccha de Ninfa, eziam un'altra chasa, posta apresso la detta ferriera, nela quale possa mettere e tenere et ferrare la vena et altro fare che bixognio per suo chommodita fussi; et tutto per tempo de cinque annj prossimi da venire, comenzando a churrere il tempo dela pesone dal di che la detta ferriera comenzara a lavorare et non prima, perche quando sara in pronto et necessario che Paulo prima la fornischa de charbone et facciavi condune la vena et li fenazuolj che lavorino; et son d'acchordo che sia per prezzo de ducati quaranta de c"mera, a 72 bfologm"il per ducato, I'anno a doverlj pachare sempre per mesj sej inantj ; et tutto coll'infrascripti pattj et convenzionj chome apresso sj fana menzione,


VARIA

221

cioe: et prima, che se lo detto s[ignor] Honorato fara ne la detta ferriera che vi se possa ben lavorare a due fuochj perfettj, et che a sue spese faccia fare li edifizii et chose necessarie et che.siano in ordine che lavorare chomodamente si possano, allora, in tal chaso, e oblighato il detto Paulo pacharlj la pesone a ragione de ducati settanta l'anno, e si non a ragione de ducati quaranta I'anno, chomme e detto. Et son d'acchordo che lo detto s[ignor] Honorato li debia dare et chonsigniare la detta ferriera per uno o due fuochi, fornita de una ancchudine grossa et un'altra pichola e tutte altre massarie, mantacj fornitj, ferramentj et altre massarizie necessarie a ttal uso, siche niente ci manchi; et manchandone alchuno, che Paulo possa farle fare alle spese del prefato s[ignot] Honorato et mettare a suo chonto de la pesone; et che de tutte chose et massarizie se ne debbia ha loro fare inventario et Paulo oblighato sia, Deo eoncedente, ristituirle alla fine del tempo. Et son d'achordo che Paulo possa liberamente a suo piacere de lj castagnetj et altro legniame, che buono sia et usato a simil mestierj, neli boschj de la tenuta de Norme et de Bassiano, dove piu chomodo Ii sia, far fare tutto lo charbone necessario per la detta fabricha, chomenzando prima allo legniame morto, se buono e, et se non del vivo dove chomodamente si possa fare la charvoniera, cioe che intorno apresso cie ne sia tanto che bastj et in quello de Bassiano et in quello de Norme, chome e detto, con patto che el carbone se paghj de salvaticho carlinj quattro al guartarone; et che lo detto s[ignor] Honorato debia fare achonciare e trapartire li charbonilj dove che li charbonarj portarando lo charbone, siche lo possano gittare ogniuno da per se, chome ne I'altre ferriere si chostuma per poterne vedere chonto. I Et son d'acchordo che li castagnietj apatronati e d'altre persone private non si debbino tocchare, ma tutto I'altro sia al piacere de Paulo et che 'l s[ignor Honorato sia oblighato a farnilo buono et defenderlilo contra ognj persona che glilo contradicesse, et in chaso che lo legniame atto a fiare carbone manchasse de quello che e in luocho chomodo, chome di sopra e detto, son d'acchordo che tanto durj la lochazione fino al tempo de li dicti cingue anni quanto lo legniame atto e buono da fare simil charbone ci sia abastanza e non piu, perche mancando il charbone la ferriera non porria lavorare et conseguentemente non sara debito che non lavorando Paulo n'avesse a pagare la pesone. Et son d'acchordo che tutto lo fero che in nela detta ferriera Paulo, Idio concedente, fara lavorare, si possa liberamente condurre et portare per tutte le terre et luochj del prefato s[ignor] Honorato sanza paghare passo o ghabella alcuna. Le quale tutte sopra dette chose lo detto magoifico s[ignorl Honorato a promesso al detto Paulo observare et far buone et ffare observare, alias essere oblighato ad omne danno, spesa et interesse; et similmente Paulo a promesso a lluj observare quanto di sopra e scripto et oblighato sia; et per fede di cio et per chiareza de I'uuo e de I'altro, di volunta e mandato della Sua S., io * r o scripta guesta scripta et chapitoli doplichata de mia propria mano, sotto dela quale I'uno et l'altro si sottoscriverando e suggiellarando di loro consuetj sugellj. Data in Sermoneta, adi etc. Noi s[ignor] Honorato Ghaetano, s[ignore] de Sermoneta soprascripto etc. amettemo et aprovemo tutte le soprascripte chose et patti et lj detti chapitolj essere scriptj de mia chonmessione et volonta etiam de volonta del detto Paulo de Massimi, li quali diligentemente avemo vedutj, Iettj, esaminatj et per chiareza di cio ne siamo sotto scripti de nostra propria mano e sugellattj del nosho consueto sugello. I Seguioa altto capítolo, cancellalo, e da altra mano fu annolalo nell'ínlalíneo: I-egate questo capitolo recato, ponateci quello in che farrite: se alcuno ediÉcio si gaetase della ferriera da questo che sta signato lo palaccrifo secte come stai a matglne: ponate loco de querto lo signato in nellj vostrj; e nel oerco della caila: S[ignore] questi so li capitolj ave facti Paulo di Maximo della ferrera. Vostra S[ignoria] ne faccia fare duj a chi vi piacc et tucte duj le socdverite et ponat€ lo sigillo et mannarele ad mj per che Paulo li golcrivira tucte duj et potrera lo suo rigillo; una re ne tollera luj et l'altra mannaro ad V. S.; loco de querto capitolo che sta scecato, V. S. ci mecta guesto che sta signato in nelli capitolj vostrj che avete mannati.

c - 339.LIV.

[1473] prob. Confiní

tta San Felíce

Scrittura del sec.

Circeo

e

Terracina,

XV.

Yhesus. Coafnj fra Sancta Felice e Terracina. Principiando da Linnisco su la sponda del fyume de Leola, che se dice lo Porto de Lintrisco, dove e una colompna grossa per termine, e pre-' tende per directo al luoco dicto Lova delli Caproli, dove e un'alha colompna et de lli etiam per


DOCUMENTI DELL'ARCHI VIO CAETANI directo al'luoco dicto Lova delli Imbraciatorj, e de Ii prosequendo etiam per directo al luoco dicto Lova Doneccha, e de li al luoco dicto lo Ragho Micillo su la spondada del lagho de Sancta Maria de Surrexa. Alii confines. dividentes predicta territoria. Rimo da Lintrisco, aliter dictus lo Porto de Lintisco, fin al luoco dicto Lova de li Caproli, ubi est colompna, de li al luoco dicto Lova de li Imbracciatorj, ubi est alia colompna, de li prosequendo divertendo ad luocum dicto Lova de Bernardo, dove e uno casalino, de li ale moline de gli Arcelonj, ' de li alo Pyoya in pede de gli Arceloni, 1 de li al luoco dicto Lova della Mascaronj, e de li entra nella via dricta quale va ala Festucha, e da la Festucha, pèr Ia via rendendo al luoco dicto la Fontana del Sanbuco, e de li margine fin a la ponta dello lagho, e de li entra nella strada dricta che va al luoco dicto la Cisternola, e de li entra nel pantano da capo ala dicta Cisternola. E questi secundj confinj sono piu utili al proposto nostro de Sancta Felice, delli primi.

l NeI testo de gliarceloni

c - 45l.Iv.

84731princ.

Al giudice cameralé sono esposfi i Acquapuzza, San Felice Círceo e Zenneto.

[Romal

títoli possessorr'i

di

Onorato

III

Caetani sui bení di

Copia coeva.

Pater. Tres sunt supplicationes, pro quibus fuit supplicatum

sanctissimo domino nostro pro parte Honorati, domini Sermineti, Ninphe et Sancti Donati, et quas sanctitas sua commisit examinandas in Camera Apostolica, et domini de Camera paternitatem vestram super dicta examinacione delegarunt; prefate peticiones infra describentur et unicuigue-parti apponentur summaria iurium, quibus Honoratus fundat intentionem suam; et si in facto aliquid desit quod per iura probarj non possit, paratus est et incontinenti docere precatur paternilatem vestràm: placeat illa discutere et referre prout iustum et equum paternitati vestre videbitur et habere commissam iusticiam dicti domini Honorati. Aquaputrida. Prima peticio est quod, cum ipse Honoratus et sui auctores, a tempore cuius contrarij horninum memoria non existit, possedissent turrim sive fortelitium Aqueputride illamque reparasset et r apostolice sedis legatus, pro securiori transitu suo et lestaurasset, et lohannes patriarcha alexandrinus,

Reverende

gencium armorum ad certas partes, tunc per hostes occupatas, obtinuisset ab eodem Honorato, sive illius tutore, sibi tradi dictum fortelicium cum promissione de illud restituendo et non restituisset, Nicolaus 2 dictum fortellicium restituit et donavit dicto Honorato, pro quo solvit vlrlc ducatos auri de Camera; et licet illud ex post usque ad annum domini MccccLXV pacifice possedisset, tamen fe. re. Paulus 3 voluit illud in .manibus suis habere, nescitur qua de causa, et scripsit breve credenciale in persona lacobelli Matti, familiaris ipsius Honorati, supra dicta consignatione cum continuacionibus etc., et dictus Honoratus, tanquam fidelis servitor ecclesie, illud nuncio dicti domini Pauli consignavit, nec potuit eo vivente rehabere. Unde supplicavit et petiit sibi illud debere restitui. Possessio et donatio probatur per bullam domini Nicolai.z ltem et possessio et consignacio facta patriarche alexandrino r probatur per bullam patriarche aquilegiensis,a factamde mandato domini Nicolai.2 ltem con3 probatur per breve et Per exposicionem credencie facta per dictum signacio facta ldomino Paulo 5 Iacobellum, qui illud coram vestra paternitate dixit et dicet, et sunt informati dominus Sancti Marci 6. Sancte Felicis. Secunda est super tenimento castri Sancte Felicis, et dominus mediolanensis terracinensis diocesis. Istud castrum emptum fuit per quondam Pehum de Gaietanis ante annos CIa quondam domino de Aniballis, pretio ff" florenorum, et dicta empcio cofirmata fuit per Bonifatium octavum per bullam, cum insercione inskumenti. Istud castrum a tempore empcionis citra fuit per 7 dominos Sermineti possessum, usque ad tempus guelre exorte inter Eugenium quartum et Alfonsum regem; et cum ipse Honoratus vellet perseverare in frdelitate ecclesie, a dicto rege, ipsius ecclesie hostes (!), infinita dampna suscepit, prout alij fideles ecclesie susceperunt, et tandem dictus rex com' buxit cashum Sancte Felicis et destruxit, et dictum tenimentum una cum civitate terracinensi detinuit occupatum. Deinde dominus Pius,8 qui dictan civitatem terracinensem recuperavit, habita plena informacione premissorum, sibi dictum tenimentum restituit, cum inhibicione ne fieret fortellicium in eo;


VARIA

223

et postquam per aliquot menses possederat, iterum dictus Pius I dictum tenimentum ab ipso Honorato abdicavit, nescitur qua de causa, mandans sibi ut illo non uteretur ulterius, et ipse tanquam obediens filius dimisit. De iure ipsius constat per instrumentum insertum in bulla Bonifatij VIII, confrrmantem dictam empcionem. De possessione, licet sit notoria in partibus, tamen breve domini Pii I illud affirmat cum, priusquam restitueret possessionem, voluit de huiusmodi iuribus et possessione informarj et propterea petitum fuit sibi debere restitui. Zennetum. Tercia peticio e est de casali, tuni et tenimento Zenneti, quod fuit possessum per dominos castri Sermineti ultra centum et XX annos, et obtente plures sentencie contra setinos, qui pretendebant ius in illo habere; et istud tenimentum, dum possideretur per predictum Honoratum, Paulus papa IJ commisit episcopo paduano, {0 quem ad illas partes destinaverat pro sedandis controversijs, que erant inter vassallos dicti domini et setinos, ut faceret sibi consignarj dictam turrim a dicto Honorato, et ipsam custodiret donec aliud deliberaret; et ipse Honoratus, tamquam obediencie filius, mandatis dicti episcopi ymmo domini Pauli 3 obtemperavit. Novissime, post obitum domini Pauli, s setini dictam turrim invaserunt et eam detinent occupatam. Quod Zennetum spectet ad Flonoratum constat ex infradicendis: Primo, cum domini Sermineti, Nimphe et Sancti Donati et setini promiscue uterentur eorum tenimentis et diu fuissent in certa communione, cum illa pareret scandalum, domini castrorum Sermineti et Nimphe, ex una, et comunitas setina, ex alia partibus, devenerunt ad divisionem dictorum tenimentorum et unicuique fuit porcio suo (!) assignata, et in porcione assignata dominis Sermineti, Nimphe et Sancti Donati, includitur Zennetum, et de ista divisione apparet instrumentum insertum in bulla Bonifatii VIIJ, confirmante dictam divisionem. Quod Zennetum includatur in porcione obventa dictis dominis et de possessione ipsorum apparet per duo instrumenta locationis et feudi, factarum per dominos de Sermineto quibusdam de Sermineto et de Secia, que sunt apud vos facta 1316 et l8(!) in annis MCCCCXVJ et MCCCCXVIIJ. Item et extat instrumentum vendicionis herbatici dicti tenimenti per procuratorem dicti Honorati, factum Baptiste l-aurencij Martini et certis aliis romanis in anno MoccccxLVIJ, manu Antonij Bartholomej, notarii romani, quod est registratum in libro registri cause, verse olim inter ipsum Honoratum et setinos. Item est sentencia a arbitralis contra setinos per patriarcam aquilegiensem et cardinalem de Columpna, 11 arbihos inter dictas partes, qui tulerunt sentenciam, visis probacionibus factis coram domino Iacobo Trullone, clerico Camere, delegato apostolico, gui accessit ad inspiciendum dictum locum et confinia, et habita, eciarn ipsius informacione, per quam declaratur dictum Zennetum includj in porcione tenimentorum Nimphe et Sancti Donati, ad ipsum dominum spectancium; et ita est in libro qui est apud vos. Item extat alia sentencia bo. me. domini metensis, r? cui fuerat commissa causa nullitatis dicte sentencie arbin'alis, ad instanciam setinorum, que lata fuit contra sentinos (!) et pro.dicto Honorato; et ista est etiam in dicto libro. Item extat 3u sentencia per archiepiscopum mediolanensem, 6 tunc provincie Campanee et Maritime gubernatorem, in qua applicatur tenimentum Zenneti dicto domino et mandatur ponj in possessione; et ista eciam fuit lata contra setinos et est in libro. Item est instrumentum investiture, per quod apparet dictum Honoratum fuisse repositum in possessione; et istud instrumenturn est in libro. Item ulterius extat unum magnum instrumentum, in quo narrantur omnes sentencie et omnia instrumenta faciencia ad causam dicti tenimenti Zenneti, in guo comunitas setina acceptat, confumat et emologat omnia predicta, specialiter nominando tenimentum Zenneti; et istud instrumentum magnum est apud vos in pergameno. Videat nunc paternitas vestra quemadmodum sint clara iura dicti Honorati et dignetur eum in sua iusticia habere commendatum et pro bona iusticiar QUarl sperat reportare, ipse et familia sua erunt perpetuo veshe paternitati obligati. a Catd. LodooÍco dí Mezzatota, 5 Card. Matco I Catd. Giooanní Vítelleschí. 2 Nícola V. 3 Paolo II. e Nel lerfo poicio 7 6 Cail. Stefano Naìlìní (1437-1484). Alfon"o I d'Aragona. I Pío IL Batbo (t461-t490). to Gíacomo Zeno (t460-1481). tr Ptosperc Colonna, t2 Card. Guglielmo Ugo d'Estaíng (1449-1455), gíA arcíd.dí Metz.

ll473l

princ.

Onorcto

III

c - 339.

Caetani chíede

Copia del sec.

a

Sisto

IV

la

restituzíone del castello dí Ac4uapuzza

xuu.

in Mariltíma.

XV.

Beatissime pater. Licet Honoratus Gaytanus, dominus in temporalibus terre Sermineti, terracinensis diocesis, castrum dirutum Aqueputride, in provincia Maritime situatum, cum roccha, fortellitio


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI passu, iurisditione, iuribus et pertinentiis suis iusto titulo et auctoritate apostolica, ut ex literis apostolicis tenuisset; tamen Paulus papa II, predecessor vester, sine aliqua iusta causa, postquam filios comitis Eversij expulserat, dictum castrum cum roccha etc. per dictum Honoratum sibi assignari voluit; ipseque Honoratus obediens, timens tamen iram dicti Pauli super eum, dictum castrum cum roccha etc. nuntiis dicti Pauli pape assignavit. Cum, Pater Sancte, dictum castrum cum roccha etc. antecèssoribus dicti Honorati et ipsi Honorato pertinuerit ac pertineat, supplicat S. V. prefatus Honoratus quatenus dictum castrum cum roccha etc. sibi restituere seu restitui mandare dignemini, de gratia speciali, cum clausulis opportunis.

c - 339.xvlil.

11,4731princ. Onorato

III

Caetani chiede

a

Ststo

IV la restítuzíone del cosale Zenneto,

ín

terrítorío

di Nínfa.

XV.

Copia del sec.

dictus Honoratus et sui antecessores casale Zennetum nuncupatum, tenimenti tene Nimphe, in Marittima, ad domum Gaytanam, de qua ipse Honoratus existit, ab antiquo tempore pertinens, tenuissent et possedissent iusto titulo, tamen Paulus papa II predictum illud casale per dictum Honoratum sibi tradi et assignari voluit; ipseque Honoratus obediens, metu tamen àicti Pauli, predecessoris vestri, nuntiis ipsius Pauli pape tradidit et assignavit. Supplicat igitur S. V. prefatus Honoratus quatenus sibi dictum casale restituere seu restitui mandare dignemini de g[ratia Beatissime

Pater. Licet

specialil.

c- 339.xvil.

11,4731princ. Onorato

III

Caetanì chiede

Copia del sec.

a

Sisto

IV la restítuzíone del castello di

San Felice Círceo.

XV.

dictus Honoratus et sui antecessores castrum dirutum Sancte Felicis, te'acinensis diocesis, cum roccha, fortillitio, iuribus pertinentiisque suis iusto titulo, ut in instrumento publico continetur, demum etiam vigore brevis Pij pape II, predecessoris vestri, tenuissent et possedisrent, tamen idem Pius, nescitur qua causa, dictum_ castrum Sancte Felicis sibi per dictum HÀoratum tradi et assignari voluit; idemque Honoratus obedierrs, metu tamen, illud nuntiis dicti Pii tradidit et assignavit. Supplicat igitur S. V. prefatus Honoratus quatenus dictum castrum Sancte Felicis ipsi Honorato iestituere seu restitui mandare dignemini, de gratia speciali, cum clausulis opportunis. Beatissirne

Pater. Licet

c -2322.

1473.II.18. Roma

d; Sisto IV a Onorato III Caetaní: - círca I' incaríco confefito aI protonotarío Vía' -nesío Breoe Alberyati dí comporre Ie contro,ersie tra luí e i sezzesí.

Copia sincrona.

Cupimus controversias, que diu, ut audivimus, terre [nostre] Setie viguerunt, terminari' Hinc est quod de fide rerumque inter te "t "oorunit"tem experientia Dianesij de Albergatis, notarij noshi, plurimum confidentes, eidem commisimus ut ad locum diferentiarum vestrarum personaliter se conferat easque componat, et que ad componendam pacem perpetuam inter vos n"""rr*i" fuerint exequatur. Super quo plenum eidem dedimus' pel alias nostras i. for*" brevis, arbitrium et facultatem. Tuarum partium erit sua monita amplecti et eidem in omnibus parere, sicuti te cum efiectu facturum confidimus, et ut ita fatias mandamus. Datum Rome apud Copia brevis Sixti pape

lllJ.ú

Dlecte

6li.

3"n"tu* Petrum, sub anulo piscatoris, die VllJ februarii MccccolxxllJ.o L. Grifus. A filio Honorato Gaytani Sermoneti domino.

tergo: Dilecto


)?\

VARIA

t473.vIII.11 VaIIata-

Ferdinando

c -2321.xv.I. I, re di Stcilta, a

Giooanni Acuto

da Ortona:

donatogli. Copia det sec.

XVII,

redatta sull'originale dal not. Giovanni-Nicola Pancia,

di

-

peî ringraziarlo del caoallo

Pettorano.

Rex Sicilig etc. A tergo: Magnifico viro Ioanni Acuto de Ortona, nostro fideli dilecto etc. ; cera rubea etc. Intus: Ioanne. Havenno con grandissima satisfactione receputo il vostro cavallo, et teneremo memoria particolare de questo servitio, che à la Maestà nostra havete fatto. Et perche semo molto bene 'informato che sete nepote di quel Gio[vanni] Achuto Inglese, tanto valorosissimo capitano, per questo non ci è parso cosa nova Ia vostra liberalità. Et non mancaremo in ogni vostro bisogno di favorirvi al solito, essendo voi persona meritevole. Et capitando che nella vostra razza ve fusse alcuno altro cavallo bello, ce farete servitio mandarcelo, che se sarà a nostra sodisfattione lo tenerremo per la Maestà nostra; ma se non ci piacesse, lo rimandaremo a voi; et non farete altrimenti per quanto havete nosha gatia chara. Datum Vallate, XI augusti M.CCCCLXXIIJ. Rex Ferdinandus.

Copia.

cum sigillo

A.

in

secretarius.

c

1473.VIII.25.

-2321,

xvul.

Breoe di Sisto IV a Nicola " de Ubaldis > : - oltre aIIa commissione per altre cose pres$o Ferdinando I, re di SícíIía, dà facoltà dí sedare Ia questíone tta Onorato III Caetaní e Ia comunità di Terracína, riguardante í confiní tra questa e San Felíce Cìrceo.

Tiooli

-

Copia del sec,

XV.

Nel oerso, nota síncrona: Copia brevis super ditfercntiis Sancte Felicis et Terrac.ne'

Sixtus papa IIII. Dilecte fili. Cum iam diu orta controversia inter nobilem Hono' ratum Gaytanum, Sermoneti dominum, et civitatem nostram terracinensem, occasione locorum gue

Copia.

utraque pars ad se spectare asserit, nos volentes discordias sedare et scandalis obviare, ut unusguisque quod suum est consequatur, tibi, de cuius potentia et integitate plenam fiduciam obtinemus, mandamus ut, preter commissionem de alijs rebus ad Ferdinandum, Sicilie regem, quam tibi dedimus, huic quoque insistens, ad loca differentiarum huiusmodi personaliter te conferas, et quid unicuique legitime tribuendum et assignandum sit, auditis summarie et extraiudicialiter utrisque partibus, iuxta prudentiam tuam inspicias et rem termines, prout iustitia dictaverit, limites utrisque impones, ne in futurum dissentiones etiam possent exoriri; aut si hoc succedere non posset, studeas eos per viam compositionis invicem concordare. Quod si tanta esset di{ficultas ut neque vie iusticie negue vie compositionis discordias has tollere Posses' volumus ut quid in causa ipsa repereris et quid tibi videatur ad nos, per literas tuas, referas, ut dissen' tionibus huiusmodi tandem finem imponere possimus. Super quibus omnibus plenam tibi concedimus facultatem. Datum Tibure, sub anulo piscatoris, die XXV augusti millesimo ccccoLxxllJ, pontificatus nostri anno

tertio. L. Grifius. A tergo: Dilecto filio

causarum auditori, oratori

Nicolao de Ubaldis, sacri palatij nostri

et commissario nosho.

c - 789.VIII.

114741. Ragioni addotte dal capítolo latercnense steloecchio e le due peschiere del lago dí Fogltano.

contro Onorato

[Romal

Copia del

III

Caetani círca

i

diritti su Ca'

sc. XV.

Ecclesia lateranensis habet duas piscarias in fundo Ninphe, in districtu domini Honorati, quas ecclesia non potest facere piscari, eo quod dictus Honoratus non permittit caPere ligna circum circa dictas piscarias, dicens omnia nemora et silvas, existentes circum circa dictas aquas' esse sui iuús; nec permittit quemquam accipere de dictis hgms pro artibus et servaturis fieudis in dictis piscariis; et sic ster. 29


DOCUM ENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI terunt per multa tempora dicte piscarie quod non fuerint piscate hac de causa; unde non est credendum quod dicte piscarie fuissent donate absque iurisdicione capiendi ligna circum circa, necessaria ad eas piscandum, sicut faciunt piscarie Grotte Ferrate et alie piscarie que sunt in dicto pantano Ninphe, et etiam alias dicta ecclesia fecit eas piscari, prout ostendetur loco et tempore oportuno. Item dicta ecclesia habet unum castrum in territorio Velletri, vocatum Castrum Vetus, prout apparet per donationem factam monasterio Sancti Andree in Silice, subiecto prefate ecclesie lateranensi, per dominum Narcisum, romanorum patricium, cum Castro Novo et aliis tenimentis. Item apparet per unum privilegium confirmatorium Inocentii pape tertii de dicto Castro Veteri. Item apparet per sententiam arbitrariam,

latam inter nobiles romanos de Frangepanis et dictum monasterium Sancti Andree, in qua sententia dictum Castrum Vetus declaratur esse et pertinere dicte ecclesie Sancti Andree. Item apparet per investituram factam per dictum capitulum dicte ecclesie Sancti Andree cuidam nobili romano de dicto Castro Veteri, quod castrum dicitur teneri per dictum Honoratum, quo iure, per canonicos

lateranenses nescitur. Ideogue petitur a dictis canonicis declarari utrum dicte piscarie debeant habere ligna necessaria ad faciendum artes ad piscandum de dictis silvis vel ne, sicut habent alie piscarie. Item petunt dicti canonici lateranenses declarari quo iure dictus Honoratus tenet Castrum Vetus et si iuste tenet, cum benedictione Domini; sin autem intendunt recuperare iura dicte ecciesie lateranensis et ea deffendere; rogantes vos dictum Antonium ut quam citius potestis ea declaretis, tamquam amicabilem compositorem, ne lis vertatur inter eos.

paT c.l

c - 339.1-x.

[Romal - I canonici della chiesa di S. Gíooanni in Laterano chíedono aI papa la facoltà di tsendere ad Onorato III Coetaní Ie due peschierc Ie Vaccucce e Ia Fossella, poste nel lago di Fogliano. Copia Cel sec.

XV.

Pater.

Habet ecclesia Sancti lohannis Lateranensis duas piscarias, seu aguosa loca acta ad eiusdem piscarias construendum et pisces piscandum, quarum altera vulgo dicitur le Beccuccie et altera la Fossella, positas in lacu Fogliani, in territorio Nimphe, ad Honoratum Gaytanum, dominum Sermineti, pleno iure spectantis; que piscarie ab omni latere circumdate sunt a territorio eiusdem dornini ; ex illis nullo, p", prior"* et canonicos eiusdem ecclesie fuisse fructus, redditus et proventus hactenus perceptos ulla hominum memoria extat, guod ex eo processisse creditur quia ad has piscarias nullus nihil per loca terre et lacus predictorum ipsius Honorati patet accessus, nullaque illis afierri potest rerum ad piscandum necessariarum comoditas, nisi gratiosa eiusdem Honorati concessio preberetur; sicque illas ecclesie predicte haberi nulla evidens resultat utilitas et in alios alienare, dictis causis, facile non repe' ritur; at idem dominus, illas emere requisitus, ob varias sollempnitates tractatus, cause utilis vel necessarie congnitionem, superioris auctoritatem, evidentem rei alienationis et conversionis pretii utilitatem et alias in huiusmodi rellm ecclesiasticarum alienationibus requisitas cautelas, hactenus emere cessavit: pro parte prioris, canonicorum et capituli ecclesie predicte supplicatur Vesbe Santitati quatenus eisdem concedere digaenini ut piscarias seu loca predicta, cum suis iuribus, usibus, pertinentiis et adiacentiis, maxime do*ioo Honorato, pro quocumgue inter eos conveniendo pretio, vendere; illique eas et ea tradere et consignare, nulla ex memoratis et aliis in huiusmodi alienationibus requisitis sollempnitaie penitus inter.r"r,i"it", libere per se ipsos possint; nec non ut idem Honoratus earumdem piscariarum et locorum dominium et possessionem pleno iure consequatur, verusque in perpetuum, per se suosque heredes et succesrores, dominus fiat, non bbstante [aliqua] dictarum et aliarurn'in huiusmodi alienationibus intervenire requisitarum vel solitarum sollempnitatum; et guod pretium in utilem vel necessariarn ipsius ecclesie causam non convertatur seu conversum non appareat, ex nunc statuere, validare et decernere auctoritate sedis apostolice., et Vestra Sanctitas, cum iurium derogatione necessaria et aliis clausulis oportunis, dignemini, de gratia speciali etc., supplentes etiam defectus quoscumque qui forsitam etc. Beatissime

1474.11.23.

c

-2329

,lV.

II podestà Ftltppo . de Guarinis ,, di Fano, in seguito a lettera del cardinale camerlengo Terracina . Latíno Orsíni, notifica a Onorato III Caetaní che si procederà all'estrazionedi documentí, esr'sfenfí


VARIA

227

nell'archioio comunale, che ínteressano I'appello della loro causa dinanzi alla Camera Apostolica sui confiní

tra Terracina e San Felíce

Circeo.

Originale.

Philippus de Guarinis, de Fano, legum doctor, potestas et iudex civitatis Terracene etc. Noveritis, domine Honorate de Gaetanis, Sermineti etc., quod coram nobis comparuisset presbiter Liverius, clericus ac canonicus catredralis ecclesie civitatis Taracene, et nobis presentasset literas inpulsorias pro parte Latini cardinalis de Ursinis, sanctissimique domini nostrj camerarij, et clericorum camere apostolice, pro parte procuratoris comunitatis Taracene, continens (!) prefatam comunitatem non nulla privilegia, iura, statuta et alias scripturas, prò ea facientia, in causa appellationis, euam prefata comunitas cum vestra dominatione habet in prefata camera apostolica. Volens prefata comunitas, iuxta formam dictarum literarum, dicta iura, privilegia, statuta et alias scripturas de eius archivio extrahere et pro eorum iuribus in prefata camera mittere manu notariorum, duximus vestre dominationj ad notitiam deducere, si vestra putatis interesse, dicte extractionj ... r infra terminum trium dierum a die huius presentationis comparuisse in dicta civitate Taracene ad interes ... r extractionj ; alias, elapso dicto termino, procedemus ad extractionem dictorum iurium prefate comunitatis, vestra [contumacia] I non obstante, iuxta tenorem literarum compulsivarum, nobis presentatarum; quas literas vestre dominationj iu[xirnus] presentari per Iohannem de Benafrj, mandatarium et nostrum numptium, relationj cuius plenam dabimus frdem. Has nostras literas 6eri fecimus et nostro parvo sigillo munitas. Datum Taracene, in palatio nostre solite residentie, die xxtu mensis februarij 1474, indictione 7. Philippus gui supra manu propria. Sig.' Franciscus notarius de mandato scripsi. (N"I oerso).' Registrata. 1 Danno ilella

caila.

2 In cera rossa.

c-2332.

fl475l, A.

Primo loilo dí Gíacomo " de Lutiis ,, uditoîe di Víanesfo Albergati, gooernatore di Roma, "d otbttro nella oertenza tra Giooanni Conti, arcioescooo di Conza, sígnore di Carpíneto, e I'unilersità di Carpineto, do unà parte, e Onorcto III Caetani e I'unioersità di Bassíano, dall'altra, relatíoa a Campo RoseIIo e aÍ confnì deí loro tenitorì. Due copie del sec.

XVll e XVIII.

NeI oerso, nota sínctona: Sentenza volgarizzata sopra

Ii

confini, data I'anno 1475-

Prima sentenza. A nome di Dio amen. Noi lacomo de Lutiis, dottor in legge et di monsignor Vianese de Albergatis, prothonotaro bolognese et di questa alma città governatorc, auditor suo, et" amicabile compositore iru morrrignor Giovanni de Comite, arcivescovo di Consano, segnore del castello

communità et huomini del medesimo castello, da una banda, et il magnifico et potente signore Horatio (t) de Gaetani, signore di Sermoneto et Bassiano, diocese di Terracinu, et I'università et huomini del medesimo castello di Bassiauo, dall'altra banda, sotto pre' testo de confini delli territorij di detti castelli et principalmente del Campo Rosello et danni dati; et cognoscendo delle'differenze che sono state et vertono di presente tra dette parti, per le quali difierenze et scandali, per detta occasione nati, primeramente inanzi monsignore Battista de Ursinis, all'hora "oirporr" prior. ro*uno dell'Ordine Hierosolimitano et al presente gran maestro del medesimo ordine, et Poi inanzi monsignor Marino de Ursinis, arciveseovo di Tarento, con consenso delle parti sono state agrtate, et ultimamente inanzi di noi vertono; et desiderando d'imporre qualche fine, et alli scandali che possono nascere per dette occasione obviare, havemo cercato con ogni diligentia et maturità spesse volte di sentire le parti, tanto fuora dei luoghi delle differenze quanto dentro delli stessi luoghi; et havendo visto il compiomesso fatto in persona nostra, come ne consta per mano di Nicola Gori, del medesimo castello di Carpineto, sindico di detta università di Carpineto, a nome della comunità, del qual sindicato me costa per publico instromento per mano di Bruno de Signia, publico notaro, rogato, et anco per mano del spettabile aotario Giovanni de Cifris, sindico dei predetti bassianesi, del qual sindicato costa Per instromento di mano d'Antonio de Cifris, et del qual compromesso consta, cioè di detti comunità et huomini per mano di Antonio Nicola predetto, Eotaro infrascri$o; et havendo visto li publici inshomenti

di Carpineto, deliu diocese d'Anagni, et


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI dette comunità, sindicati et compromesso fatto dal reverendissimo signor cardinal [Latino] Ursjni, di Frascati, a nome del rnagnifico signore Honorato, et dal signor cardinale Amerio r napolitano, a nome del detto signor arcivescovo; et havendo visto piu volte il loco delle differenze et la sentito le parti, et di piu il termine a provar et la petitione articolata, prodotta a nome di detta comunità di Carpineto et del reverendìssimo arcivescovo, et anco la petitione articulata della parte adversa et interrogatorij; et di piu havendo visto li testimoni et attestationi delli medesimi et sententie prodotte e ragioni d'ambe Ie parti; et havendo finalmente considerato maturamente quello che da loro procuratori et sindici hanno voluto proporre et allegare; havendo la monitione fatta da i predetti signori et sindici a questa nostra sentenza, laudo da proferirsi in guesto giorno et hora in questo loco, a quest'atto per nostro tribunale havemo eletto et deputato: diciamo, pronunciamo, sententiamo, diffinimo, laudiamo et arbitramo per questo presente scritto sopra le difierenze e controversie predette in questo modo e forma cioè: in prima laudiamo, giudichiamo e pronunciamo tra dette comunità di Carpineto e Bassiano et persone particolari pace perpetua e generale remissione de qual si voglia ingiuria et inimicitie, per causa de confini procedenti e guale per il pascolo hanno fiorite tra dette parti; qual pace commandiamo inviolabilmente osservare sotto pena di mille ducati d'oro, alla Camera Apostolica per metà d'applicarsi et I'altra metà alla parte osservante, se gli sarà contravenuto; qual pace finalmente dichiariamo s'intenda violata e rotta se da per se stessi signori et università predette, havendo convocato il consiglio di Bassiano, Carpineto et ofitiali di detti castelli o vero persone d'ambe le parti in gran moltitudine, contrafacessero. E per terminar le difierenze de detti confini diciamo, lodiamo et arbitriamo che cominciando da un certo termine, composto de sassi e calcina, posto nel fine del Campo Rosello verso Sessia, nella sommità d'un certo monte tra doi torrioni, qual loco, secondo li bassianesi, è chiamato la Scirna Cerasolo e, secondo i carpinensi, è chiamato lo Colle dell'Eremo, tendendo di sopra verso il monte chiamato la Sempre Viva, dove si viene ad un certo arbore di cerquo, quale è sotto detta Sempre Viva, diretta linea a detto termine, verso quel cerquo segnato da noi una croce, fatta di recente nella scorza, c'è in mezzo di doi arbori, et si ponga un termine de sassi a calcina; e da que$to termine tendendo a sinistra per costa di detto monte di Campo Rosello verso la strada, dalla quale si distende da detto monte verso Campo Rosello, nella quale strada o vero loco chiamato la Forcha," dentro per il medesimo spatio tra detti arbori de cerqua dicta da detta Sempre Viva, et si ponga un secondo termine; tendeate oltra per dicta costa del monte per il medesimo spatio, nel loco dove dicta scrima è più alta e relevata, si ponga il 3o termine constante come si è detto; da qual 3o termine dopoi si tenda verso lo Piglio ad un certo pen'one, quale e tutto detto Monte del Campo Rosello, sotto quel po$one verso Bassiano e chiamato la Fossa de I'Ardicaro, e detto porrone s'intenda I'altro quarto termine; e da questo porrone tendendo oltra per Ia scrimia o vero somità del detto monte chiamato Belvedere, da qual monte si riguardano li paesi maritimi e principali oppida della provincia di Campagna, et à questo monte descendendo al cole, sotto il quale verso Carpineto e la valle chiamata la Valle della Ceri, e si estende in oltre per la cima appresso il loco'chiarnato lo Stirio, finalmente si venga al cole, quale è sopra lo Lapilio, sotto la somità di quel colle è il loco chiamato la Fongara e riguarda il medesimo colle Io Lapilio et il loco chiamato l'Acqua della Folta, quasi nel mezzo dell'istesso colle tendendo da basso allo Lapilio, dove si termina il tenimento della Abbadia di Marmusolo, che si ponga et afiga I'ultimo termine, quale termine sia mezzano tra I'acqua et il cielo cadente, Ia guale da una parte casca verso Bassiano e dall'altra verso Car;iineto; da quale ultimo prossimo termine sia designato Ia cima verso il detto porrone, sotto il quale è lo fosso dello Ardicaro, e da detto porrone et tre primi termini, descritti di sopra, verso Bassiano sia et s'intenda libero il territorio di Bassiano; et da detto ultimo terrnine e ponone antedetto da Aquapendente verso

di

vescovo

Carpineto et sopra detti tre termini prossimi verso Carpineto sia et s'intenda libero il territorio di Carpineto con Valle Nova, adiudicando a dette città e parti rispettivamente. Item per oviar alli futuri scandali, che verisimilmente tra dette parti potessero nascere e già per sperienza s'è purcato maggiori scandali e mali esser venuti, diciamo, Iodiamo et arbitriamo non esser lecito àgli homini di Carpineto pigliar I'animali del signore overo delli homini di Bassiano o vero afidati al signor di Bassiano, trovati nel territorio di Carpineto pascere o vero danneggiando nel medesimo territorio di Carpineto e gli animali così presi è dover essere detenute e serrate a loco di pegno finche di detta pena e danno dato sia sodisfatto; ne al contrario sia lecito alli basinensi far il medesimo verso gli animali nelli loro territori ritrovati; ma basti pigliar qualche cosa in loco del pegno e segno, e quello che sarà pigliato in loco di segno si deva


VARIA

229

et s'astringa pigliando quanto prima à denuntiare e consignar al vicario del castello, ove gli animali saranno trovati come si è detto, e contra il non denonciante e consignante tra doi di, dal giorno che I'ha pigliato, possa il detto vicario del loco far procedere come contra ladro e farlo condennare de latrocinio; e contrafacendo qual non contento del pegno, come si è detto, pigliarebbe et terrebbe gli animali ritrovati,

di cento ducati d'oro, d'applicarsi alla Camera Apostolica per mettà è I'altra mettà al di detti animali; de quali pene, se vi sia I'accusatore, habbi la terza parte. Item dichiariamo e lodiamo qualmente non intendemo per questa nostra sentenza e laudo di pregiudicare a quelli di Carpineto nelle ragioni, a loro competenti, oltre la Sempre Viva et detto termine posto tra doi poroni verso Setia; et se quale ragione à loro conviene, se guardi illeso ò vero se si porta alcun pregiuditio per questa sententia e laudo, e assolviamo e liberiamo dette parti delle spese per causa giusta di litigare, reservando à noi la potestà un'altra volta e piùr volte giudicare, arbitrar e dechiarar massimamente sopra il Campo Rosello, secondo la facoltà nel compromesso à noi attributa, commandando a dette parti osservar le cose caschi nella pena

padrone

predette sotto pena da noi fatte nel compromesso; et questo diciamo, lodiamo, arbitriamo, pronunciamo e diffinimo et arbitramentamo in ogni meglior modo che si pole, secondo Ia forma del detto compromesso.

I

Olíolero Carcîa

(1458-15ll).

c - 2333.

[1475] , B. Giacomo

" de Lutiis , da

Sutri, uditore

Vianesío Albergatí, gooernatore

di

Roma, ed arbítrc nella

di Conza e signore di Carpineto, e I' uníoersità dí Carpíneto, úertenza tra da una parle, e Onorato III Caetaní e I' unioersilà di Bassiano, dall'altra, sulla questione di Campo Rose//o, fiforma la precedente sentenzainbase ad un istromento di 176 anni indíetro, del pontificato di Bonifacio VIIL Giooanní Conti, arcioescooo

Copia, volgarizzata, del sec.

XVII'

2", secunda sentenza. A nome di Dio, amen. Noi Iacomo de Lutiis, da Sutri, dottor iì lege, del reverendissimo signore Dianese de Albergatis, protonotario bolognese, dell'alma città di Roma governatore, auditore, arbitro et amorevole compositore tra il reverendissimo signor Giovanni de Comite, arcivescovo di Consano, padrone del castel di Carpineto, della diocesi di Anagni, et del medesimo castello università et homini, da una banda, et il magniGco et potente signore Honorato de Gaetani, padrone del castel di Bassiano, diocesi di Terracina,. e di detto castello, università et homini, dall'altra, de confini delli tenitorii delli medesimi castelli: li giorni adietro, sententiaudo, lodando et p", "uuru terminando Ie controversie de confini, che fioriscono tra Ii predetti signori e comunità, habbiamo reservato à noi specialmente la potestà e facoltà di pronunciar un'altra volta sopra le cose decise, dalle parti da (t) noi attributa et concessa, si come nel compromesso fatto in nostra Persona apparisce, ad effetto, si come le parti asseriscono, haver altre ragioni quali inanzi di noi non hanno dedotto e mostrato e quali speravano poter ritrovar, se le loro ragioni novamente ritrovate producessero, della loro ragione sarebbono intese et, si come è decente, haverebbono conseguito giustitia. Si come donque dalla prolatione del laudo ò vero sententia già data, per della qual consta per mano del notaro infrascritto, et I sia inanzi di noi prodotto da Giovanni de Cifris de Bassiano, sindico de bassinesi, e procuratore di detto signor Honorato, un certo instromento publico, da cento settantasei anni fatto, nel tempo di Bonifatio 8o, et havendo havute altre informationi, cercando d'oviar alli scandali et administrar la giustitia, dando ragione à chi I'hà; inherendo alli vestigij de quelli che le cose fatte da loro istessi Ie riformano, reformando al meglio la detta nostra sententia ò laudo nella parte la guale havemo giudicato all'università predetta di Carpineto le scrime di Campo Rosello, sopra tre primi termini in detta scrima descritti, alla quale s'habbi relatione; havendo visto detto instrumento antiquo et I'inshumento del sindicato di Bartolomeo de Melangolis da Carpineto, sindico della comunità di Carpineto et procuratore del predetto signor arcivescovo; et havendo maturamente considerato in questa reformatione che à quelli populi è expediente e per servar la giustitia et per togliere I'occasione de novi et maggiori scandali e risse, che potrebbono scatturire per la parte aiudicata à quelli di Carpineto nelle coste di Campo Rosello, qual parte di detta scrime e tre predetti termini è di parvo momento; perciò havendo avertito


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

230

ser Giovanni predetto, come sindico et procuratore antedecto, et decto Bartolomeo, sindico come si è detto; et havendo inteso Ie parti per questo giorno et hora in questa casa della nostra solita habitatione, hanno proposto di venire a guesta nostra sententia e reformatione: Invocando il nome di Crhisto e della sua gloriosissima Vergine Madre, per questa nostra sentenza, laudo e reforma, quale diamo per questa nostra sentenza, Iaudo e riforma, quale diamo per questo presente scritto, sedendo sul tribunale, sopra un scabello di legno, gual loco à quest'atto havemo letto et deputato per nostro tribunale, diciamo, laudiamo, arbitriamo et arbitramentiamo qualmente i conÉni et terrnini delli tenitorij delle comunità et huomini s'intendino e siano Ie scrime o vero sommità del Carnpo Rosello, cominciando dal ponone della Sempre Viva sopra I'istesso campo, exeunte e tendendo per I'istesse scrime ò vero sommità ad altre scrirne ò sommità del monte chiamato Belvedere; e dalle dette scrime al loco designato nella prima sentenza, come di sopra, lo Lapilio, s'ha da porre il termine qual divide il territorio di Carpinetto e Bassiano; quale tutte scrime e ogni cosa pendente verso Basiano con I'istesso Campo Rosello, dal detto perrone della Sempreviva e predetto ultimo termine, da porsi sopra il Lapilio, siano et s'intendeno fini et termini dividenti li teritorij delle istesse comunità ; e similmente tutti li pendenti verso Carpineto dal detto perone e scrime et termine da porsi con la valle, li beni siano delle università et homini di Carpineto; adiudicando dette parti, come s'è detto, e reservando à detta università et huomini di Carpineto libero transito dalle dette scrime di Carnpo Rosello verso Bassiano, nel andar et ritornar liberamente e senza alcuna contraditione in quella parte del territorio qual è oltra la Sempreviva verso Setia; et il termine posto nel fine di Campo Rosello tra doi perroni, qual parte detta università di Carpinetto pretende toccar à se; sì come noi non intendemo di ragione se gualcheduna conviene alla predetta comunità di Carpineto in quella parte pregiudicar, assolvendo per meglio pace e eoncordia l'università et huomini di Carpineto dalli danni dati per l'istessi huomini alli animali del predetto magnifico signor Honorato, e reservando dette parti la potestà e facoltà di provar tra sei mesi sopra il Campo Rosello per pubbliche et authentiche scritture ritrovate di novo, alli quali non intendemo pregiudicare si altrimenti legitimamente non possino esser guaste; e nel resto delli capitoli della predetta prima nostra sententia e laudo approviamo I'istessa sentenza et intendiamo rimaner e sussistere nella sua forza, commandando à dette parti. far osservar Ie sopradette cose sotto pena del compromesqo fatto à noi; e le cose predette diciamo, laudiamo e reformiamo in ogni miglior modo e forma che è

meglio, si puole et si deve fare.

I Neleslo Denfris

Il475.III.2U post.

c - 363.

II procuratore dí Onoruto III e Nicola II Caetaní riceoe ín mutuo da Onoruto Gaetani d'Aragona, conte di Fondi, 1100 ducatì con garanzia sopta t beni di Macchia, Monteroduni e

Sermoneta

Montaquila. Traasunto del sec.

)fl/ll.

Nobilis Placentinus de Sanctis, de Ameria, cancellarius Honorati Gayetani, domini Sermonete, uti procurator signater (!) ad id tam dicti Honorati quam Nicolai Gayetani, militis, eius fllii primogeniti, prout ex eorum procuratione facta die XXI martii 1475,8 indictione,.in supradicta terra Sermonetg, ,"""pit mutuo ducatos ll00 ab Honorato Gayetano de Aragonia, comite Fundorum et regni logotheta etpiothonotario; et promisit se curaturum quod, statim quod supradicti_pater et 6lius habebunt posses,ion"* castrorum Macchie, Montis Rotundi et Montis Aquilg, obligabunt pro debito predicto, prout ipse obligat. Ex protocollo notarii Paulini Gulini 1474, 8 indictione, die )<x maij 1475, gue protocolla conservantur in archivio divg Marig Annuntiate, Neapoli'


VARIA

23t

c-2337.

t47S.VIII.30. Roma II cardinale Giulíano della Rooere a Onorato III Caetani: Conca, gíà di propríetà del monastero dí Grottaferrata.

-

intorno

alla

peschíera

di

Originale.

Fuori : Ill.

domino honorando domino Honorato Gaie-

ql

tano: Sermonete: etc.

Iul. tituli Sancti Petri ad Vincula presbiter cardinalis sedis apostolice legatus

Entto: Ill. domine honorande. Ho inteso non senza despiacere assai che la s[ignora] prefectissa molesta alcuni homini de Sermoneta, subditi di Vostra S[ignoria] in nella piscaria de Concha, gia del mio monasterio de Grottaferrata, la quale Antonio factore mio li vendete; et ancora similemente la Vostra S[ignoria] per dicta cagione non lassa pescare dicti homini nella dicta piscaria. Priego adunque Vostra S[ignoria], che voglia desistere da tal impresa, perche sà bene che dicta pescaria è stata sempre del dicto mio monasterio, et altra persona non ce hà havuto interesse. Preterea Vostra S[ignoria] [sà] 2 che è venuto el tempo de pagare quelli denari. Per tanto priego quella che lo faccia, et cosi haverno el consenso de li monaci, et la Santità di Nostro Signore ogni vostra posta ve signara la supplicatione et expedirete la bolla. Vogliate adunque exeguire secondo I'accordo nostro. Bene valete. Dominatione vostra. Rome, XXX augusti nacccct-xXv. t In

cera

rcssa. 2 Danno

1475.[x.26,27

della carta.

c - 2333.II.

.

Marcellini,

L'udítore di Corrado accusatí di aoere abusioamente fatto e usata sale.

[Terracínal Copia

sincrona. NeI oerso, nota síncrona:

oescot)o

Inquisitio quanto a

di li

Tenacina, prccede conbo alcuni tenacínesí,

homini de Sancta Felice per lo episcopo de Terracina.

Hec est inquisitio guam fecit utriusque iuris professor dominus Antonius Thiriaca, terracinensis et pipernensis canonicus, Cor[radi] de Marcellinis, de Urbe, episcopi, castellani et gubernatoris terracinensis auditor, et in huiusmodi causa commissarius et iudex delegatus, contra Pehum Boccardinj, Iohannem Boccardini, Petrum Nardj Verdini, alias Spinarolo, Angelum lannutij alias Agnusdej, Petrum Martellonj, Bartolomeum Martelloni, ornnes cives, incolas et habitatores civitatis Terracene: super eo quod, fama publica precedente et dannosa insinuatione referente, non a malivolis et suspectis set a veridicis et fidedignis hominibus et personis, sepe sepius ad aures et notitiam prefati auditoris et commissarij auditu relatuque pervenit quod de annis 1471 et 1472 et 1473 et 1474, proxime preteritis, ac etiam de anno presenti 1475 et mensibus iunij, iulij et augustj singulorum annorum predictorum, tempore Sixti pape quartj, pontificatus eius annis primo, secundo, tertio et quarto, dicti inquisiti, animo et intentione infi'ascriptum excesstun commictendj, imperium et iurisdictionem prefatj pape ac prefati episcopi et castellanj contendendj et vilipendendj, fecerunt et congelaverunt non modicas quantitates salis artifitiose cum aqua maris, caldarijs et in territorio Sancte Felicis et eius pertinentijs, iuxta montem; et ipso sale, sic per eos artifitiose confecto, usi fuerunt et sunt in civitate Terracene et eius pertinentijs, veniendo contra generalem prohibitionem prefatj paPe et conua prohibitionem et bannimenta pro parte prefatj episcopi et castellanj et suorum in custodia arcis Terracine pro papa et sancta romana ecclesia precessorum, nomine ipsius pape et eius camere apostolice in dicta Teraccene et eius locis publicis et consuetis per precones et banditores preconizata, bannita "ioitut" et publicata, prout in actis ipsius episcopi et castellanj dicte arcis continetur, Penasgue preterea in ipsis prohibitionibus et bannimentis incurrendo. De quibus omnibus etc. Super quibus omnibus etc. Die 26 septembris 1475, indictione VIIJ. Incohata, inhitiata, facta et formata fuit iuquisitio etc. Die 27 septembris. Comparuerunt in iudicio coram supradicto auditore, pro tribunali sedente, etc.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

232

supradicti inquisiti, videlicet Petrus Boccardinj, Iohannes Boccardinj, Petrus Nardj Verdinj, alias Spinarolo, Angelus lannutij, alias Agnusdeo, Petrus Martellonj, pro se ipso et pro Bartholomeo, eius germano, pro quo de rato promisit: guj omnes, monitj et citatj, animo et intentione supradicte inquisitionj et contentis in ea respondendj et super eam litem contestandj, delato prius eisdem inquisitis iuramento de veritate dicenda et respondenda, contestando litem, sponte responderunt et confessi fuerunt confecisse predictum sal in dicto loco, in inquisitione contento, cum aqua salsa, collecta iuxta mare et cocta cum igne in caldarijs; et eo sale, sic confecto, usos esse in eorum domibus, in civitate Terracene ; set hoc fecisse soh.lm et dumtassat de hoc presentj anno et mensibus iulij et augustj, proxime preteritis; alia negarunt; que promiserunt etc.; obligaverunt etc. ; monitj fuerunt etc. Quibus datus fuit terrninus decem dierum proxime futurorum ad se excusandum etc.; oblata fuit eis copia etc. Pro quibus et eorum precibus fideiuxerunt, videlicet: pro Petro Nardj fideiuxit Iacobus Verdini, eius [fra]ter; pro Petro Martellonj et Bartholomeo, eius fratre, Édeiuxit lohannes, eorum frater; pro Petro Boccardinj frdeiuxit lohannes, eius frater; pro lohanne Boccardinj fideiuxit Petrus, eius frater; pro Angelo lannutij fideiuxit lacobus Cerce; quj omnes promiserunt etc.; obligaverunt etc. ; renuntiave' runt etc.; iuraverunt etc.

c-2339.I.

1475

.)(11.22.

Roma

Breoe di Sisto IV a Gíacomo di Acquasparta, tesoriere di Campagna e Marittima: - perché proooeda che siano restituíti ad Onorato III Caetaní i.maiali tolttglt nella tenuta di Norma da

Cristoforo

e

Raimondo Caetani

Copia sincrona, inserita

di

Maenza.

in C.1476.ll .6.

fili.

Dudum per aliud breve tibi dedimus in mandatis ut circa restitutionem certe quantitatis porcorum, Honorato Gaytano, domicello romano, de tenimento castri Normarum, ipsius Honorati, p., Crirtoforum et Raymundum etiam de Gaytanis, sive eorum commissione, ablatorum, etiam invocationb iuxilij bracchij seculaiis, providere deberes; et prout intellessimus nedum integra illorum restitutio facta fuit ex eo quia tibi, in vim alterius nostre comissionis, fuit inhibitum ut in dicta executione ad ulteriora non procederes. Quare tibi mandamus quatenus, huiusmodi inhibitione et aliis quibuscumque non obstantibus, ad ulteriorem executionem procedere debeas usque ad integram dictorum Porcorum et aliorum ablatorum satisfationem, invocato de novo, si opus fuerit, auxilio bracchij secularis, cum nostre intensionis existat quod, via iuris et non facti, inter dictas partes controversie terminentur, et ita eisdem mandes sub pena decem milium ducatorum, ut si in satisfatione dictorum porcorum rebelles fuerint, etiam ad penam' per

Dilecte

impositam et imponendam, procedi volumus; et sic tibi per presentes mandamus. Datum Rome apud Sanctum Petrum, sub anulo piscatoris, die vicesimo secundo decembris millesimo CcccLXXV, pontifr""tus nostri anno quinto. L. Grifus. A tergo scripta erant verba infrascripta: Dilecto filio Iacobo de Aquasparta provinciarum nostrarum Campanie et Maritiute thesaurario.

ie illis

c - 2339.I.

t476.II.6. Roccagorga

ii*, ti-

Cristoforo Caetaní dí Maenza, a richíesla del tesoríere pontificio di Campagna e Marítobbliga di restituire ad Onorato III Caetani i maÌali toltigli nella tenuta di Norma.

Copia sincrona.

Anno millesimo CCCCLXXVJ, pontificatus Sixti pape quaÉi anno quinto, indictione VIIIJ, mensis frebruarii die sexto. Cum Cluistoforus Gaytanus, de mandato lacobi de Aquasparta, comissarij pape, vigore brevis, tenoris subsequentis (cf. 1475.XII .22), mandaverit dicto Cluistoforo, presenti, ut irri"gre debeat restituere porcos ablatos dicto domino Honorato de dicta tenuta, ultra numerum restitutum, ad penam in ipso brevi contemptam, et dictus Ch'ristoforus, sine preiudicio iurium sibi spectantium, promiserit restituere; nunc, ad instantiam dicti commissarii prefati, idem Christoforus promisit dicto


VARIA

233

Iacobo, presenti, restituere, ad ipsius comissarii requisitionern, quantitatem porcorum ablatorum, ultra numerum restitutum, dummodo de dicta quantitate appareat, vel valorern porcorum restituendorum, secundurn formam brevis, ad penam dupli valoris dictorum porcorurn, applicandorum pro medietate camere apostolice et pro medietate dicto comissario, recipienti pro fabrica arcis Ceprani, salvis iuribus ad Christoforum spectantibus in possexione tenute Normarurn; et obligavit se et bona et iuravit predicta observare ad penam predictam; Christoforus posuit frdeiussores Antonium lohannis Petri, alias dicto Nappino, Nardum Carillum et Nardum Cicci, de castro Rocche Gorge, prornictentes se curaturos quod Christoforus predicta adimplebit i et in casu contraventionis, promiserunt satisfacere de eorum proprio, obligantes sese ad penam predictam, iuraverunt predicta servare. Actum in ecclesia Sancte Marie de castro Rocche Gorge: notario Leonardo, de Magentia, notario Nicolao magistri Berti, de Sompneno, capitaneo castri Rocchegurge, et Nardo Pecuderio, de dicto castto, testibus. Simplex copia cum potestate extendendi

c

et salvo iure melioris ascultationis.

F. P. 3308.

-1476. XI. 19.

Pisa

Dínanzi -nella sua abítazíoni.e,

di Giunta, da Calci, e Marco u Laurentij ", daCastelfioruntino: ín cappella dt S. Píetro in Vincoli, Malteo d'Appiano, erede dí Lan'. ltosta

testi Bartolomeo

i fratelli,

Gíooanní-Francesco, Domenico e Tommaso, col consenso della madre, Isabetta delfu Matteo u de Maschianis ,, e del tutore, Cristoforo delfu Benedetto, aromatario, a saldo del legato fatto da Lancilotto ad Andrea, fglio naturale suo legittímato, gli oende, per 95 fioriní, una metà del terreno, con casa, posto ín Piombíno, in località u lo Sperone ". cilotto

di

ser Matteo, anche pet

Arc. Caet., Prg. (Fondo PÌsano) notaio e gÌuCíce ordinatío

n. 3308.

Orígínale, a rcgíto dí Anilrea del

11477 c".1.

fu

Gíacomó

ser Gíooanní

dal Canpo,

c- 939.I[.

subdelegato del goúernatorc dí Campania e Marittima iI síndaco dell'unioersítà di Bassiano e procuratore dí Onorato III Caetaní eccepísce conho iI rescritto pontifcío, prodotto da Gíooanni Conti e dall'unioersità di Carpineto nella causa dí Campo Rosella.

Dinanzi

al

Copia sincrona:

Coram vobis, utriusque iuris doctore, domino Petro de Benassais de Luccha, gubernatoris provinciarum Campanae et Maritime delegati subdelegato, vestraque curia etc. notarius Iohannes notarii Petri de Cifris, de castro Bassiani, scindicus universitatis castri Bassiani ac procurator Honorati Gaytanj, domini dicti castri, contra rescriptum productum pro parte Iohanni sarchiepiscopi consauj, dominj castri Carpineti, eiusdemque castri et hominum et universitatis, super reductione interposita a laudo dato inter partes per fomosissimum utriusque iuris doctorem, dominum Iacobum de Lutijs, de Sutrio, super differentia olim inter easdem vertente occasione Campi Roselli et aliorum in compromisso contentorum: producit exceptiones, oppositiones et iura, quibus obstantibus, ad oficium yestru& pe*inebit pronunctiare rescriptum subrectitium

et

se ipsum fore incompetentem, cum condepnatione expensarum partis

adverse. Opponitur

rescriptum

obtentum fuisse tacita veritate et expressa falsitate, scienter et dolo supplicantis, in rnultis capitulis; et per qonsequens fuisse subrectitium et obrectitium ex eo quod fuit expositum potifici dorninum lacobum, post primam sententiam sive laudum, secundurn promulgasse enormiter ledens iura prefati archiepiscopi et communitatis Carpineti, adendo etiam ad eum non pertinere secundo Ioco laudare, ex quo per primum laudum functus erat officio suo. Et.super hoc tacuit potestatem concessam arbitratorj in compromisso de laudando semel et pluries, prout in compromisso continetur. Ex quo frt quod, licet alias de iure non possit per arbiuum pluries iudicari, tamen propter auctoritatem [a] partibus athibutam, F]otest sccundum laudum promulgarj validum et correctivum primj ; que clausula et potestas si pontifici fuisset narrata, nullatenus causain reductionis predicte guberaatori vel alteri conmisisset. Rescriptum redditur surrectitium, quia supplicantes dolose et falso modo explicaverunt pontifici eos vel ipsorum procuratorem non I,

30


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

234

fuisse citatos ad laudum audiendunn, cum rei veritas sit penitus in contrarium; propterea ex facie secundi laudi deprehenditur eorum procuratorem fuisse nedum citatum personaliter verum etiam ab ipso arbitratore in fac.iem monitum ad audiendum laudum pro die et hora in eius instrumento descriptis, guod coram vobis producit; quod sic (!) narratum fuisset pontifici, nullatenus litteras conmissionis concessisset. Supplicantes nanarunt pontifici a secundo laudo fuisse recursum ad arbitrium bonj viri propter enormem Iesionem, non tamen fuit expressum reclamationem non fuisse infra decendium interpositam, set potius tempore quo laudum in rern transiverit iudicatam, nec de illo poterat ulterius disputarj, adversa parte invita. Et super eodem capitulo tacuerunt sese in compromissi instrumento remisisse ad arbitrium bonj viri, etiam enormis lesionis, et conpromissum fuerit iuramento vallatum, quo casu cessat potestas reducendi ad arbitrium bonj virj, in quo partes ex conventione mutua sibi preiudicare potuerunt, adeo quod nec a talj iuramento concedenda esset propter lesionem, cessante tamen dolo ex proposito laudantis, prout cessare dignoscitur in presenti causa et laudo, in quo taliter laudatum esset, dicitur precedentibus documentis et pro bono pacis conservande inter partes. Que omnia si expressa fuissent pontifici, reiecisset supplicantium preces veluti iuri contrarias. Set quia falso multa expresserunt, alia dolose tacuerunt ut pontificis mentem in se inclinarent, carere debent inpretatis (!) et omni cornodo licterarum, et condempnari debent in expensis; et sic pronuntiarj petitur pro parte excipientium, alias protestatur procurator de suorum principalium gravaminibus necnon de appellando, petens se admicti etc. Ad que probanda producit instrumenta procuratorij partis adverse, instrumenta compromissi ac instrumentum scindicatus secundi laudi etc., que apud acta curie petit registrarj et sibi originalia restituj.

c -2342.

1477.11.24. Napolt

-

Capítoli per

Copia del sec,

XVII,

la condotta d'arme tra íl rc Ferdinando I e

Raímondo Caetaní dí Maenza.

eseguita dal notaio Giovanni-Vincenzo Sansono, scrivano del Registro.

Capituli facti et firmati fra la maestà del signore re, da una parte, et notaro Antonio de Mayenza, procuratore del strenuo messer Raymundo Gaytano, signore de Mayenza, dall'altra parte. In primis. lo dicto notare Antonio, procuratore del prefato strenuo messer Raymundo Gaytano, promecte a la maestà del signore re de bene et lealmente servire quella lo dicto strenuo messer Raymundo Gaytano, con la persona et soldati soi, et farà guerra ad tutti I'inimici et malivoli de la prefata maestà omne volta che per quello, o oficiali de quella, ne serà requesto. Item promecte lo dicto notare Antonio che el dicto strenuo messer Raymundo Caytano tenerà vinticingue cavalli vivi al soldo et strenuo (!) di sua maestà et la persona sua in ordine, secondo I'arte militare recerca, cum dicti vinti cinque cavalli, et quilli tenere appresso lo signor lacovo Conte. Et e converso la ditta maestà, acceptando ad soi servitij dicto messer Raymundo, è contenta di dar soldo ad ipso messer Raymundo et conducta deli ditti Xxv cavalli, et le paghe che generalmente correno per tutti li altri armigeri et soldati dela prefata maestà, computando dui ducati et dui terzi di ducato corrente per cavallo, secundo lo solito tucti altri soldati. Item è concordato fra dicte parte che la presente ferma habbia a durare tre anni continui, incomenzando da la data de li presenti capituli. Expedita fuerunt presentia capitula in civitate Neapolis, )O{IilJ februarij u'cccclxxul. Rex Ferdinandus. Io accepto et prometto observare lo supra scripto. Dominus Rex mandavit rnihi Ioanni Pontano. In Conduttorum primo, folio 183. Concordat cum suprascripto originali regisho, quod conservatur in regia cancellaria meliori collatione semper salva. Ioannes Vincentius Sansonus vice scriba registri subscripsi. Dumrnodo non possit uti in dicta visita.

c-1477.III.28 -Vl.t2. Písa

uficiali del Monle di Firenze consegnano iI terreno posto in Anghíari, nel terrítorio di -SanGIi Loreinzo a Pagnatico, agli ercdt di Lancilotto d'Appiano-

Arc. Caet., Ptg. (Fondo see. XVII : n. E.

Písano)

n' 3219-

Oftgínale.

NeI oeno, note del sec.

XVII

(omesse)

;

segnalura del

1 Incarnatione r millesimo quadringentesimo septuagesimo septimo, indictione decima, r vicesimo octavo mensis martii, actum Pisis, in chappella Sancti lacobi de Mercato: ser GasPare

Anno ab

die

F. P. 3219.


VARIA

235

ser Guglielmi de Franchis et lacoppo Bartholomei de Finis, habitatoribus Pisarum, testibus. Dominicus lacobi Nuccij, civis florentinus, asserens se anno millesimo quadringentesimo septuagesimo quinto consignasse infrascriptum petium terre, nomine oftcialium Montis communis forentini, heredibus Lancilotti ser Macthei de Appiano, verbo tantum: et volens ipsum consignare per scripturam, vice dictorurn officialium Montis, cum protestatione quod, non secuta ratificatione oficialium, presens conhactus evanescat, consignavit dictis heredibus petium terre pratate, positum in confinibus Sancti Laurentij de Pagnaticho, Ioco dicto Anghiari: quod tenet unum caput in bonis archiepiscopatus Pisarum, aliud cum latere in bonis abbatie Sancti Hermetis et aliud latus partim in bonis lanuccij de Boeriis ? et partim Iacobi Pieri Talocci, et est stariorum vigintiquatuor; mandans rectori et oficiali communis florentini quatenus dictos heredes in possessione'manuteneant: et dictum petium terre consignavit.dictis heredibus loco bonorurn ad heredes pertinentium extra Fossum Veterem communium Sancte Marie ad Trebbium, Sancti Laurentij de Pagnaticho et Sancti Rospari ; et omnia promisit observare sub pena duplj eius unde lis fieret et sub refectione damnorum et expensarum, necnon obligatione dicti officij Montis et eius bonorum. Dictis anno, indictione et die duodecima mensis iunij, officiales Montis communis florentini, intellectis omnibus factis per Dominicurn Iacobi Nuccij, in palatio populi florentini, residentie dominorum dicti communis, cum protestatione quod non intendant se vel eorum bona obligare sed solum officium Montis et eius bona, ratificaverunt omnia gesta per dictum Dorninicum. Iohannes olim ser Marci Thomasij de Romena, imperiali auctoritate iudex ordinarius notariusque et civis florentinus, alijs meis negotijs occupatus, scribenda comisi $er Zenobio Facis notario ideoque me subscripsi. ST. Zenobius Pacis Zenobij Pacis, civis florentinus, imperiali auctoritate iudex ordinarius notariusque, omnia imbreviata per ser lohannem ser Marc! de Romena notarium ex eiusdem rogationibus et imbreviatuús sumpsj et publicavj. ST. I Secondo Io stlle fiorentíno. 2 Incerta la letturc /ra Boeriis e Boenis.

c

-1477 .IV. 6

F. P.3286.

.

Transazíone fra Tilio del fu Piero dí Antonio di Guido, in proprío e come tutore degli "r"di dì Guglielmo Mangiacaooli, da una parte, e Crístoforo del fu Stefano dì Francesco e Martino del fu Noco, dall'altra, per la cessione dei dhitti su/ passo dell'Arno, detto el Passo de Santo

Piero a Castello da Settimo ". Arc. Caet., Pry. (Fondo Písano) n..3286.

"

Oúgînale. NeI oern,

nola sínuona.' Barcha

di

San Piero

in

Cmtello.

Anno ab Incarnatione MCcccLXX sexto, indietione decima, die sexta mensis aprilis, secundum morem florentinum, testibus Silvestro Francisci, cive florentino, ministro in Doana Pisarum, Ierolimo Nicholay de Aretio, habitatore Nugane, et Rainerio Pieri Benthavuglio de Sancto Rospero. Certum est qualiter Guglielmus olim Rainerij nngistri Domjnici Mangiacavoli, civis pisanus, vendidit Martino Noche de Lugnano, potestarie Vice (!) Pisani, ementi pro se et heredibus et nomine eius parentum et fratrum .rrauliu- et consobrinorum et ut procurator Antonij Dinj, de comune Nocie, et Christofani Stefani Francisci, modo et nominibus in instrumento emptionis contentis, et Oliverij Antonij Nannie de Lugnano, ementi pro se et nominibus in instrumento emptionis contentis, omnia iura et actiones in 1 purrido sive transitu in fiumjne Arni, qui vulgariter dicitur el Passo de Sancto Piero a Castello da 2 Settimo Vallis Arni, territorii Pisarum, cum suis usibus et confinibus, pro pretio florenorum centum auri largorum, prout in instrumento emptionis et vendite, de quo rogatus fuit ser Matteus Iohannis Favuglie, notarius pisanus, die 13 may 1467. Certum est qualiter emptores...3 dictus Passus eis et 3 cuilib-et eorum fuisset traslatus, et intellecto dicta iura teneri ad solvendum quolibet ". Pisarum pro comuni florentino recipere pro affitto perpetuo libras sex decem, promiserunt solvere pro dicto Guglielmo dicre gabelle libras sexdecim quolibet anno et Guliermum et heredes ab dictis libris sexdecim conservare ind.pnes, prout constat instrumento rogato manu ditti Mattey die 13 may 1467. Certum est qualiter emptores fuerunt gavati per provisores dicte gabelle pro debito Pro quo Passus tenebatur pro preterito dicta gabella rationis librarum XVI quolibet anno, quarum occasione partes mediantibus provisoribus se ad invicem concordaverint de debito quod habebant cum gabella et ita solvere; et guia partes r.evocabant in dubium guis debeat solvere deinceps anauatim gabellam librarum sexdecim, set cognoscentes


DOCUI\{ENT

I DELL' AR,CHIVIO CAE.TANI

veritat€m et quis solvere debeat, volentes providere ne inter partes schandala oriantur, propterea Tilius olim Pieri Antonij Guidonis (!), civis pisanus, nornine proprio et filiorurn et heredum Guglielmj Rainerij de Cigoli, et ut tutor et curator filiorum et hereditatis Guglielmi, ex parte una, et Cristofanus olinn Stefani Frincisci de Lugnano, ex parte altera, et Martinus olim Nochi fecerunt ad invicem frnem, quietationem et pactum de aliquid ulterius non petendo occasione dicti passi sive transiti fluminis Arnj, qui vulgariter dicitur il Passo de Sancto Piero a Castello, 1 et libralum sexdecim debitarum quolibet anno dicte gabelle pro afficto dicti passi; Cristofanus et Martinus promiserunt Tilio solvere filiis et heredibus Guglielmi, pecuniis propriis, dicte gabelle libras sexdecim quolibet anno et filios et heredes Guglielmi et iilium ab dictis libris sexdecim conservare indepnes; et concesserunt licentiam provisoribus dicte gabelle et notariis et scribariis cassare olim Guglieboum dictosque eius filios et heredes et Tilium de tuibuscurnque libris dicte gabelle et de novo describendo super dictis libris Cristofanurn et Martinum. sint affecti dictis libris sexdecim solvendis quolibet anno; et Tilius, audito instrumento facto ita quod 'Guglielmum de dicto passido, sub die XIIJ may 1467, promisit Cristofano et Martino curare ita per quod olim Guglielmus et eius filii et heredes observabunt omnia per olim Guglielmum in dicto instrumento promirra, alius de suo proprio observare promisit; omnia promiserunt partes observare sub pena dupli de quo ageretur. ST. Petrus olim ser Marianj Verulj Cechi de Florentia, irnperiali auctoritate iudex ordinarius notariusque florentinus, scripsi. 1 NeI testo a cctello 2 NeI testo dassettimo 3 Una lacerczíone danneggía alcune parole nel margíne ileslto.

c -2s45.

t477.vlll.2t.

Onorato IIICaetanial consiglio e all'unioercítà di Sermoneta:- cbcalaliberazionedeiser' Roma monetani, rímastí prígioníeri nel conflitto sul Campo Rosse//o' di Copia sincrona. NeI oerco nota del sec. XV: 2l Augusti 1477, lettera del s[ignor] Fionorato in risposta alli o6ciali Sermoueta che crede che alla receputa

di

u) non obedi*e che relevara una questa saranno liberati gl'altri prigioni, e che se I'arcivescovo

mala bastonata,

Fideles nostri

dilecti.

Havemo ad quisti

di passati

receputa una vostra lettera, parte responsivi

a duj delle nostre et della gratia la quale dornandate de misser Tiberio etc. A questa parte respond"'oo. pigliumo non po"hu rnu assaj admiratione che volete tolerare lo errore che hando facto multi buctarolo ad uno che non haveva carcho nisciuno datoli per noi; si che ll'e ultri, priniipalmente li ""pi non accade. Volendo far risposta ad partita per partita, Ia porrissimo dove *ul" àur" "ur"ho ad uno fare fosse honore nostro et vostro, che ben sapremo tucto; et per questa occasion tacemo. Piaceci grandemente siano tornati una gan parte, et tenemo pro certo, alla receputa di questa, siano tucti iiberati, perche sapemo le cose sondo in tal modo ordinate da qua che non porriano partorir altro. parte ci serria caro non obedissero; non obedendo, euanto " ,rnoi per damno et manchamento della Rengratiato sia ldio, le lettere vostre mandate alla bastonata. rnala una tàete pro fomà l"o"riano b) alli altri noshi da ssa, dandoli ad tutti in effecto notitia li vui et ill.* marchese, nostra sorella, ad ordinj dati per li comissarij per liberatione delli nostri,^\ogt . che se nde vidono li efiecti, la brigata piu dire essere cosa poetica, ma ystoria etc. Salutamo et confortamo tucti universalmente. noo

io

Rome, die )o<I augusti 1477. a) Giooannì Conll,

1477.

atcìoescooo

ilí Conza. b) Beabíce, m. di Bercrdo-Gasparc d'Aquino,

c

XII. 26.")

Sermoneta

-

Teslamento

marchese

dí Onotato III

dl

Pescaru'

-2340 ,2352

,ll.

Caetani'

d Alt due copie auten' Copia sincrona, molto danneggiata, e copia del sec. )fl/I (C-2340), da cùi trmiviamo il testo. " (ló23'1650), con la seguente roganotaio Impernicati, Francesco ache(C-2352-ll) furono eseguite dall'archivista di Sermoneta, zione: Copia seu transumpum testamenti in Archivio Semonete reperti inter rogitus quond"- notrii Iohaonis Tutii Caroli, notarii terracinensis diocesis, imperiali auctoritate Sermonete, cuius tenor ert ut sequitur... Et qd. ego Franciscus Impernicatus de Sermoneta, 'aorarius, ad presens dictae terrae archivista, presentem copiam testameoti inter rogitus quoudarn notarii Iohannis Tutij Caroli, in archivij, apposui. ST' archivio dictrc tenae existentes, a proprio originali ertrari et publicavi signumque meum, una cum signo Anno Nativitatis MocCcCoLXXVIIJ,o pontif,catus Sixti pape quarti anno VIJ,o indictione X," mense decembris die )<xVI. In presentia nostrorum notariorum infrascriptorum, notarii lohannis Tutii Caroli et


VARIA

237

de Sermoneta, nec non et testium infrascriptorum, Honoratus Cayecorpore, sanus tamen mente et intellectu recteque locutionis et infirmus constitutus, Sermonete etc. tanus cognitionis existens, presens suum ultimum nuncupativum testamentum, quod iure civili dicitur sine scriptis, manu nostrorum notariorurn, fecit. In primis commendavit animan suam altissimo creatori coeli et terre notarii Nicolai notarii Stephani,

omnibus sanitis suis ut rnisericordiarn et remissionem peccatorum commissorum consequatur in futuro seculo pro eorurn intercessione. Pro salute eius anime reliquit hospitali Annuntiate benedicte de Sermoneto ducatos centum, de quibus iussit prefatus dominus fieri cubilia et fornimenta ipsius, in quibus homines et persone advene et peregrini comode stare et perrnanere possint. Item reliquit, pro salute anime sue, novo loco incepto ad honorem Sancti Francisci, in loco qui dicitur Sanctus Quintinus, ducatos centum. Item reliquit, pro salute anime sue suot'umque parentum, ecclesie Sancte Marie de Sermoneto, ac pro restitutione et conpensatione denariorum habitorum et receptorum quomodocumque et qualitercumque per dictum dominum testatorem de pecunijs dicte ecclesie, habitis et receptis per eum' videlicet pensionem paludis Sancti Leonardi cum alijs ornnibus pischerijs, vendi et locari solitis, pro quatuor annis dumtaxat, aut ducatos l, prout infrascriptis suis heredibus universalibus melius videbitur, pro reparatione vel ornamentis dicte ecclesie. Item elegit testator sibi sepulturam in ecclesia Sancti Petri de Sermoneta, in cappella in qua pater et sui precessores sepulti sunt, mandans infrascriptis suis heredibus universalibus facere debere cappellam dignam et nobilern cum sollernni marmoreo pilo, in quo sculta appareant arma domus ipsius testatoris, cum descriptione norninis et cognorninis, cum die et pontificatu obitus sui, pro cuius cappelle constructione pariter et ornamentis una cum pilo predictis, reliquit ducatos quatrigentos. Item reliquit et voluit testaior decimas cere triginta pro cannelis et duplerijs pro suis e*"quij, laborandis, pro cuius cere pretio et laboratura reliquit pecuniam necessariam et sufÉcientem. Item reliquit testator celebrari, pro salute anime sue, officiurn sollemne mortuorum, more magnatum, pro quo reliquit elemosinarn dare consuetam. Itern voluit et rnandavit testator vestiri totam fanoiliam ,uu* commensales lugubribus vestibus, ut infrascripto prirnogenito frlio suo Nicolao, militi, vide"t placebit. Item reliquit testator domine Catherine de Ursinis consorti, tamquam benemerite, bitur et vita sua tantum durante, omnes fructus et introitus tenute Tiberie, ab ea die qua erit facta solutio omnibus creditoribus dicti magnifici domini usque in hodiernum diem, necnon ab ea die qua erit facta redernptio tenute Cisterne; volens et mandans dictus testator infrascriptis suis heredibus universalibus, sub benedictione paterna, ut debeant honorare et revereri ipsam Catherinam, suam consorterh et ipsorum filiorum et heredum matrem, et ipsam tamquam eorum dominam et matrem obtemperare et hobedire, prout boni, perfecti et hobedientes filii. Item voluit et mandavit testator quod omnes introitus, fructus, redditus et proventus quoscumque ex dicto statu suo, tenimentis et tenutis quovis modo provenientes, debeant disfoni et ordinari in relutione et redemptione et reparatione Cisterne, vendite, sub conditione et pacto de revendendo, G[uilielmo] I episcopo hostiensi cardinali Rothannagensi (!) ac pape camerario, et citra solutionem integram debitorum quorumcumque per prelibatum testatorem usque in presentem diem factorum, reservato usu vivendi, ut convenit magnatibus, infrascriptis sive (!) heredibus universalibus et alijs in presenti testamento per testatorem ordinatis. ltem voluit et mandavit testator quod, si in futurum appareret se alicui obligatum esse in aliqua pecuniarum quantitate, quacumqÚe ex causa vel in bonis alijs quibuscumque, quod infrascripti sui frlij et heredes, constito eis de veritate, illas pecunias et bona satirfacere debeant. Item voluit et mandavit testator quod (t) infrascriptis suis filijs et heredibus

et

dominam B[eatricem] Gaytanam, Pischarie marchionissam, suam cordialissimam sororem, revereri, honorari et amari tanquam eorum matrern et illi hobedire ut boni et obedientes frlij, et quod possit et valeat ipsa marchionissa venire ad terram Sermonete et Bassiani pro libito voluntatis sue et ibi permorari, prout sibi visum fuerit et placebit; et stantem ibidem et permorantem infrascripti sui frlij et heredes Lu1;1 gub"rn*e et alimenta praestare teneantur; cui marchionisse dictos suos filios et statum totum ex conmendavit et conmisit. Item voluit et mandavit testator, non obstantibus quibuscumque debitis, "ord" lacobus Gaytanus, eius filius, debeat in studio manteneri prout decet Pares magnatos et substenquod tari de comuni durante suo studio, adeo quod honorifice stare, studere et permanere in dicto studio possit. Item legavit testator domino Nicolao Gayetano, suo primogenito filio, omnes bubalas et boves, luos et guas Ăˆabet de presenti, et non teneatur dicta animalia communicare cum alijs suis frauibus, set sint ipsius.domini Nicolai propria et libera. Item voluit testator quod quatuor milia ducatos papales 2 auri, habitos et receptos pro dote et dotis nomine Lihonore (Jrsine, dicti testatoris nurus' ab illustri et potenti domino domino Napulione de Ursinis, exigantur et reficiantur de communi hereditate. Item


238

DOCUMENTI DELL'ARCFIIVIO CAETANI

voluit testator quod omnes bubale et .boves, per testatorem empte a Paulo et Petro de Lenis, de Urbe, debeant manuteneri et gubernari in comuni, nec tangantur et alienentur aliquo modo usque quo integre fuerit satisfacturn de pretio dictarum bubalarurn et baccarum antedictis Petro et Paulo de Lenis. Item instituit suam heredem testator dominam lohannellam Gaytanam, frliam suam legitimam et naturalem, cui iure institutionis reliquit ornnia bona dotalia, tradita et assignata, pro dote et dotis nomine dicte sue filie, domino Petro Loysio de Farnesio tempore nuptiarum, et superaddidit dicte sue filie, dicto iure institutionis, ducatos decem, volens et mandans ipsam fore et esse quietam, contentam et tacitam, ita quod de bonis suis plus petere non possit et hoc pro omni iure sue legitime. Item instituit testator 3 iure institutionis [suam heredem] Iacobellam Gayetanam, aliam filiam suam legitimam et naturalem, cui de familia domus habere earum dotibus alie solite sunt pro quantum nomine et dotis pro dote reliquit et suPeret sic voluit et paragio dotata; mandavit et de convenienter sit quod eiusdern testatoris, ita possit, plus petere non ita quod de bonis suis XXV, addidit dicto iure, eidern tracobelle, frlie sue, ducatos hac conditione quod, si dicta lohannella et lacobella, filie sue, vel altera ipsarum mori contigerit guandocumque sine frlijs legitimis et naturalibus, succedant infrascripti sui filij et heredes universales. Demum instituit suos heredes universales dictus testator dominum Nicolaum Gayetanum, militem, Iacobum Gayetanum et Gulielmum Gaytanum, filios suos legitimos et naturales, quibus iure institutionis reliquit omnia bona sua, stabilia et mobilia, presentia et futura ac sese moventia [ubicumque existentia],3 iura, nomina et actiones ubicurnque reperiantur, et specialiter terram Sermonete, castrum Bassiani, castrum dirutum Nymphe, cum eius territorio et tenimento, tenimentum Sancti Donati, castrum dirutum Cisterne, castrum a dirotu- Tiberie, arcernque Putide cum eius tenimento, et castrum dirutum Normarum cum eius tenimento, et castrum dirutum Sancte Felicis, et tenimenta eorundem castrorum et locorum; guos filios et quod heredes invicem et reciproce substituit si sine frlijs legitimis et naturalibus decederint, cum hoc bona dicte toto tempore vite eorum debeant vivere in comuni, simul et semel possidendo et fructifrcando dicta eorum vita hereditat-is pro indiviso, fraterna cum dilectione et amore mutuo, absque eo quod, petere, exinde provenientium et fructuum hereditatis status, divisionem ipsorum durante, possit aliquis debeant esse in set omnia predicta, et bona statum quovis modo sive alias'in toto vel in parte alienare manibus et potestate dicti domini Nicolai, eius primogeniti

frlii et heredis

universalis.

5

[Et si aliquis

eorum peteret sive petere attentaverit divisionem de dictis bonis et rebus vel alienationem aliquam salva eius legitima facere attentaret, tunc et eo ipso cadat ab omni iure hereditario sibi competente, et illis accrescat et in communione, in unione remanentes fratres alii dumtaxat, et in ea succedant ó testator, pro et insuper voluit mandavit Et ultra legitimaml. illorum portio ex dicta causa defrciens filius primogenitus quod dominus Nicolaus, conservatione status et bono regimine et pace subditorum, regendi et heres predictus, habeat plenam, liberam et absolutam potestatem et facultatem dominandi, et gubernandi totum et integrum statum predictum, in omnibus et singulis gue concernunt curam, regimen 3 id-inirtrutionem [status], iurisditionis ac presidentie dominij, cum plena, libera et absoluta potestate "t meri et misti exercendi omnia et singula que sunt et in futurum esse contigerint circa ipsum statum, et alijs eorum locis dictis in imperij etiam cum potÀtate deputandi officiales quoseumque et castellanos pro ,"gimioe et custodia status comunis predicti, absque eo quod presentia vel consensus aliorum ex ài"ti, i"t ibus et heredibus interveniat; possit insuper penas guascumque, civiles, criminales et mixtas, que per eum fieri pro sua voluatate imponere, moderare, alterare, et relaxare, ita quod de his et impensis, 6 teneatur fratribus reddere rationern nullam pruii"torum et ipsius status conpensationem, ionting"rit "ir"" liberat de predictis, absolvit et quietat, et herldibus prài"tir. Et ex nunc testator eumdem Nicolaurn ipsius Nicolai quio y**o quod pr"f"ti lacobus et Gulielmus voluit et mandavit parere debeant mandatis honoi"." jebeant tamquam patrem et tanquann primogenitum, hac condictione apposita quod si "urn ", filijs, succedat sequens frater Nicolaus, eius primogenitus 6lius, *ori "ontig.rit sine legitimis et naturalibus expressum. ltem voluit et fuit 7 prout superius Nicolai, maior natu in dicto reginnine in locum prefati debeaut amore paterno diligere paterna, mandavit testator quod ài"ti sui filij et heredes, sub benedictione humanissime tractare, tanquam f,lios omnes subditos et vassallos tam Sermonete quam Bassiani et ipsos subvenire quantum possunt, et quoscumque manutenere, defendere et gubernare, et in omnibus eorum agendis et paterna dilectione. Item comenamore caritate, cum recognoscere pro dignitate persone fav"orabiliter collegio cardinalium, quibus sacro ac apostolice sedi davit totum statum suum et filios suos predictos domino nostro pro temPore sanctissimo frlijs rnandavit quod sint et esse debeant fideles et obedientes et fidei conmissarios huius existenti, prout ulij predecessores huius status facere consueverunt. Executores


VARIA

239

presentis testamenti et anime sue fecit, constituit et ordinavit dominurn G[uilielmum] { episcopurn hostiensem ac pape camerarium, et dominurn A[ngelum] I tituli Sancte Crucis in lerusalem, cardinales dignissimos,

guibus dedit plenam licentiam et liberam potestatem vendendi tantum de bonis ipsius testatoris donec plene fiat executio huiusmodi presentis testamenti et anime sue, quibus filijs predictis (!) statum omnem, loca, subditos et vaxallos plenissime comendavii. Et hanc suarn ultimam voluntatem testator asseruit esse velle, quam valere voluit iure [testarnenti et si iure testamenti non valeret eam valere voluit iure] e codicillorurn seu iure donationis causa mortis seu alio iure sive ultime voluntatis melius, validius et perfectius valere potest et debet. Actum Serrnonete, in camera veteri Turris de Scarapazis,'ro sita in curia seu palatio ipsius testatoris: domino Antonio de Mactis, archipresbitero ecclesie Sancte Marie de Sermoneta, presbitero Iannutio t{ Nardi Equalis, Placentino de Sanctris 12 de Amelia, ra domino Antonio de Tinatijs, notario Alexandro magistri Petri Americi, notario Antonio de Quatrassis, Nicolao Macti, Angelo Scammelle, Ioanne Angelo Caccabarij, 1d et-Sebastiano quondam magistri lacobi, 15 de Sermoneta testibus. a\ Pubbl. Pantanelli, No!ìzíe ístorÍche.,. di Setmoneta, I, p, 502 e seg. b) Per dati cronologìcí oedr' Dornus, I-2, p. 159. I D'EstouteoíIle. 2 NeIIe albe copíe Dionore 3 Desunta dalle altre copie. a NeIIe allre copÍe arcem Aque Putride 5 Quesla clausola fu desunta dalle altte copie. 6 NeIIe altte copíe conservationem I NeIIe altre copíe minor a Capraníca. e Desunta dalle alire copìe. r0 Ne/le altre copíe aulentíche Strapatiis; nella copía ilel sec. XV Scarapaczis 't NeIIe copíe auten!íche loannino Leonardi Qualis; nellc copía delsec. XV Ioannutio Leonardi Equalis 12 Nelle copíeautenlicÀe Sanctinis t3 NeIIe copíe autentlche Americo ta Nella copía del sec. XV Caccabbarij; nelle copíe aulentiche Cannabatii

tb NeIIa copía del

147 8

sec.

XV

segue barberij

c -2s52.

.Vl .27 .

Luígi Caetani dí Maenza cede a Margherita u de Cabannis Amaseno (San Lorenzo)

e

suí beni paterni,

"i

dírittí e le giurísdizioni

sul

castello di

Copia, desunta da un protocollo < in carta bonbicina, in forma bastardelli o di ser Mariano o de Pennazolis ', "d "..guitu ad istanza di Raimondo Caetani di Maena, da Giustiniano u de Penazolis ', enonico di Priverno, e collazionata con Valeriano g Guariro o, Corradho u Peritj , e Antouio di Giusto Pedacchia, notai di Priverno, in presenza di Mattia < de Odis ,, cittadino romano, podesià e giudice di Priverno.

:l l4.lll .1495,

Anno millesimo quadrigentesimo septuagesimo octavo, pontificatus Sixti IV anno septimo, r indictione Xl, mensis iunij die 27. Aloisius domini lacobelli Gaytani ? donavit, mortis causa, excelse domine Margarite de Cabandis, sue avie paterne, acceptanti pro se suisque heredibus et successoribus in perpetuum, omne ius omnemque actionem ac iurisdictionem, quod et quam habet, tam ex successione paterna quam quomodocumgue, in castro Sancti Laurentii, confinato a latere maris cum Sonneno, Monticello, Rocca[sicca] et Postertio diruto, et ab alio latere orientis cum Vallecursa, Castro ... 3 et Sancto Stefano, sub diocesi Ferentini, et aliis confrnibus, ratione et occasione hereditatis et successionis paterne, tam ex testamento guam ab intestato, vel alia ratione ad donatorem spectatrtia et peÉinentia et de omnibus bonis paternis ipsius do[uatoris] 3 et ad eum spectantibus et pertiaentibus, constituens se donator ... 3 dictam dominam Margaritam et suos heredes in possessione ... 3 et bonorum, iurium et iurisditionum predictorum donatorum et dicti [castri] 3 Sancti Laurentij ; promittensgue dominus Loysius domine Margarite omnia predicta bona, iura, dominium, iurisditionem dicti castri Sancti [Laurentij] 3 dare; volensque donator atque paciscens ut iilico ... 3 morte secuta petitio et exactio dictorum bonorum, a et iurium et castri Sancti Laurentij domine Margarite conpetat pleno iure ut sua auctoritate capere possit sine iudicis auctoritate et sine licentia heredis seu heredum Loysij; et voluit quod non sit necesse de manibus heredum Loysij capere, ipsam dominam Margaritam in possessionem constituendo, ut supra; quam donationem voluit habere roboris firmitatem etiam absque eo quod hereditas eius esset adita. Et voluit ut sui heredes de dictis bonis, castro, iuribus donatis nullam petere valeant falcidiam nec bebellianicam, guam eis inhibuit petere expresse; qui quidem ... 3 eidem domine Margarite attendere et observare supradicta irrevocabiliter, nisi ipse dominus Loysius dictam presentem donationem... 3 eius specialiter revocaret, nominando personam donatarij, speciem et quantitatem donationis, guam voluerit revocare. 5 Et voluit dictus dominus Loysius guod presens donatio non intelligatur revocata per aliquem actum


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI per eum frendum tam intet vivos quam in testamento seu ultima voiuntate, tacite nec expresse, etiam ,i d" ,.oo"utione huiusmodi fuerit expressa mentio vel tacita, nisi in illo actu revocationis tacite vel expresse facta esset et appareret descripta oratio dominica, que incipit Pater noster et tota integra de ud verbum; et hec omnia pro expressis Loysius per presentem cause mortis donationem disposuit ""rbo et asseruit esse suam ultimam voluntatem et dispositionern anirni sui, quam valere voluit iure et predicte cadse mortis donationis et cuiuscumque alterius summe et ultime dispositionis et sue voluntatis, omni rnodo via iure et forma, quibus perfectius et validius de iure valere potest et debet: domino Nicolao Antonii6 Tutij, archipresbitero Magentie, Nicolao Petro de Ripa, domino Nicolao AntoniiT Marinj, 7 domino Gistophoro de Bove, Policloro Antonii Blasii de Ferentino, testibus. I Segue nel teslo: post seguebatur duas literas cassas quas apparere... 2 Segue nel teslo: in margine protocolli apparebat ! Danno della carla a Post sequebatur unam dicere videlicet: renuntiando prius beneficio minoris etatis, cum iuramento etc. partem cassam quam apparebat dicere Castri, deinde sequebatur 5 Post sequebantur certas paltes cassas, quas apparebant dicere, 6 videticet, nisi inseratur maximo dominicali videlicet Pater mi nostri (l) et Ave Maria. Deinde sequebatur Nel ,es!o aúór. Anitutii

7 Abb. Ant.

c

F.P. s27t.

-1479. x .11.

Píombíno -- NeIIa chíesa di S. Antonio u de Platea ,,, dinanzi ai testi Míchelangelo di maestro Bartolomeo, di Piombino, e Matteo o Guerini ,, dí Corsíca: Domeníco u Bernabeí " e Meliano del fu Comuccio, di Píombíno, tutori testamentaríi dí Candía, figIta d erede di Antonío u Cipollinj ",

Piombíno, ríIascíano quíetanza per libbre 140 e soldt Í6 a Pizzino del fu Guadagnino; dí Corsíca, cui fu oenduto un lerreno con casa, posto ín Píombino, ín contrada Malpertugio, come da istromento di ser Cesarc u de Venetijs > ; e cíoè, aoendo Pízzíno pagato già per Candia 100 ' Iibbre a Pietro u domine Carasie >, pet spignarare Ia oígna data a questo dal padre della stessa Candia, si obbliga di pagare iI resíduo entro he mesì aI detto Pietro. C-t480.1.24 - Aoendo questì ríceouto libbre 40 e soldt 16 da Filtppo e Sìmone, figlt ea eredidi Pízzino, il notaío e giudíce ordínario Guido del fu Andrea . Scrinei ", di Piombino: presenti i testi Gaspare . Ghesis , e Peretto Corso, annulla I'istromento nel ceppo e ptotocollo dei propri atti.

di

Arc. Caet., Pry. (Fondo Písano) n. 327 I .

Oigínale.

F. P.3315.

c -1480.Iil.10.

Ia abblígazíone della dote, spettante a Gherardíno d'Appiano, Antonina di - Per Giorgij n, gIí consegna alcuni immobíIi di sua propríetà in Piombino.

Píombíno

"

Arc. Caet., Prg. (Fondo

di

Písano)

n. 3315.

Ortgínale. NeI ouso,

Nicola

nota sínctona: Charta della dota e consegnag[i]one

Tessa mia prima donna.

de

Plumbino], 1 volens obligatam esse ad infrascripta, curn voluntate Francisci Petri Lupi et Petri Antonii lacobi, alias r di Monna bur"ri", Bartolomei lulianj, aromatarij, et Laurentii ei[us fratrisi, vénit ad infrascriptas { obligationei cum Gherardino olim Lancilocti de Apianol de Pisis, ad presens habitatore Plumbinj, { videlicet: cum sit quod Gherardinus recipere debeat libras quingentas pro mea ... usoris sue et filie domine Caterine Dini Giorgii Buonamoris et uxoris Antonij de Serintis, patris dicte Tesse, guam dotem Gherardinus habere debebat a Caterina, olim eius socru, ut Antonina et Gherardinus confessi fuerunt: Antonina constituit se Gherardini debinicem de libris quingentis, guas Gherardinus recipere debebat a Caterina, promictente eidem Gherardino pro eius uxore, quam obligationem Antouina in se libere suscepit, Èciens, se pro alieno debito obligare, pronnictens per se suosque heredes predicta firma habere sub pena ducatorum ducentorum; et hoc fecit quia Gherardinus donavit Antonine omnia eius iura, nornina et actiones, que ipse habebat contra Caterinam vel heredes et tradidit inshumentum dotale in quo constat, per arbitros electos inter Gherardinum et Caterinam, prefatam dominam obligatam esse Gherardino in iibras mille, rogato a ser lohanne Vulpio de Plumbino; et omnia Antonine donavit ita quod donatio

Tenore huius instrumeirtj adpareat qualiter domina Antoni[na Nicholaj Georgij


VARIA

241

revocarj non possit, obligans se Gherardinus $uosque heredes et bona; hoc intellecto quod de his que r exigerentur a civitate vulterana, vighore dotium Cater[ine] ... dicte exactionis habeat medietatem quam sibireservat. Actum Plumbinj, domi habitationis legumdoctoris domini Burgundij de Leolis, de Pisis, in presentiarum... 1: Petro Laurentij de Marciana et Toma magistri Gerardi, de Pisis, testibus; [lncarnationis anno millesimol { quatricentesimo octuagesimo, indictione tridecima, die decima martij. Bernardinus ser lacobi, soldanus plumbinensis, imperialis notarius et iudex ordinarius, scripxi. Tenore huius instrumentj sit manifestum qualiter domina Antonina Nicholaj Giorgij de Plumbino, sciens se obligatam ad dandum libras quingentas Gherardino olim Lanciloctj de Apiano de Pisis, habitatori Plumbinj, vighore dotis Gherardinj et instrumenti per me rogati, cum voluntate Francisci Petrj Lupi et Petrj Antonii lacobi, alias domine Carasie, quos ipsa asseruit propinquiores, volens se a 1 dicta obligatione eximere, consignavit pro satisfatione suprascripte obligationis vel ... quam dixit ad se pertinere vighore hereditatis Andree fratris sui et suarum dotium, videlicet: Rimo petium terre cum vinea, I porit"m in ierritorio Plumbinj, in loco dicto la Capriola: cui... a bonis Antonii Inguidazi et aliud a tonis Speranze Petrj de Plumbino: pro libris centum usualis monete. [ltem ius livell]arium quod consistit super orto Iacobi de Motala, cui a tribus sunt vie publice et a guarto bona olim ser Laurentii ser lohannis, quod ius livellarium consistit in libris centum et'pro eius censu ipse.lacobus solvit quolibet anno libras quinqur. Item unum solarium in quo continetur una camera cum una quoquina, positum super domo oliin'Gio.gij Buonamoris de Plumbino, posita allo Sprone, in strata sic vocata Plumbinj, qu" in presentiarum Rirtor"lli et Rainuccj corsicorum: cui a primo via publica et ab alio classo "ri comunj et necessario, a tertio cum bonis ipsius Antonine, hoc est cum domo que olim erat Giorgij, et . quu.to cum domo Petrj Laurentij de Marciana: pro libris centum viginti; hoc pacto quod si contigerit pro Antoninam retinere velle dictum solariurn, infra annum Gherardinus teneatur eidem restituere bona gue penam dupli; ad suprascripto pretio et premio et sic se obligavit, iurans predicta observare que veniunt ad [summam] I librarum quingentarum; Ar,toninu G"rardino -du-.ispro quantitatibus "onsigrravit interesse, predicta oservare (!); pro Antonina fideiusserunt Bartaobligurrr, cum pena dupli, "t asserentes maiores viginti annis esse, obligantes se quod casu quo lo,nJu, Iulianj, et Laurentius lulianj, dupli,. bona Gherardino evincerentur vells obligatos esse ad restitutionem dictarum rerum cum pena habitadomj Plumbinj, dampnis, expensis et interesse, obligantes se suosque heredes et b_ona' Actum tionis domini Burgundij, legum d-octoris: Petro Laurentij de Marciana et Toma magistri Gerardi, martij. testibus; Incarnatioii, u'no riill".i*o quatricentesirno octuagesimo, indictione tridecima, die X

ST. Bernardinus notarius predictus scripxi' L Danno della Peryamena.

c -r48r .v.23 pisa

-

"La

F.

.

comunità

di

Ríparbella

Arc. Caet., prg. (Fondo

pisano)

riceoe in

n. j285.

menti prestiti per sindicum comunis Riparbelle in ar.hiepìr"opi pisani de anno Domini 1482; det sec'

feudo dall'arcíoescooato dí Pisa

Otlgínale. Nel

oerco.note,

ìlel

sec.

iI

P.3285.

pascolo del suo tenitorio-

XZf :

Recognitionis facte et iura'

et sindici r'ti domini Raphaellis cardinàlis Sancti Georgii tunc (omusa); segnatura del sec' XVI: XJ"' lU"'

manibus procuratoris

XVilI

pisane Cunctis pateat qualiter Petrus Luce Matùey, de comunj Riparbelle, Marittime Pisarum, (!), ordinatus per cartam scrittam a ser diocesis, pro"urutor hominum, comunis et universitatis Riparbellj Miniate, Vallis Arni inferioris, qotario Sancto de ser Duccj Antonio olim magistrj Augustinj quondam constitutus in preflorentino, Incarnaiionis anno MCCCCLXXX primo, indictione XlltJ, die XX prima may, ab illusri principe substituti sentia reverendi domini Francisci de Nozeto, commissarij et procuratoris Santti Georgi tituli Hyeronimo vicecomite de Riaria, Forlivij, Ymole etc., procuratore Raphaelis "d V"lu. Aureum diaconj cardinalis, pisane ecclesie archiepiscopi, Sardinee et Corsice primatis et dicte notario et testibus sedis in eis legatj, ut de substitutione constare vidi manu notarij, corarn me Karolo et archiearchiepiscopi fideles esse fore et confessus fuit se et comune Riparbelle et homines eiusdem pasturam et piscopatus Pisarum et possidere ad livellum et censum anBuum a ditto archiepiscopatu Pascum partirn ilip".b"U" r qui pur.oi tenet unum caput in pascu de Melis, aliud in pascu Belore, latus unum

t,

?1.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETAnvI pascu Belore et partim in pascu et confinibus Terriccj et Castelline, aliud in pascu et confinibus montis Scuderij partim et partim in confrnibus Casaliusti : ut de concessione livellj constat per cartam publicatam a ser Andrea olim Antonii de Picta, notario, Incarnationis anno MCCCCLVIJ, indictione IllJ, die X may, more pisano; et fuit pollicitus obseguitia et servitia debita; supradictus Petrus sindicus iuravit in manibus domini Francisci vassallagium et homagium fidelitatis, et prestare archiepiscopo obedientiam et reverentiam et alia que vaxallj dominis suis prestare tenentur, necnon iura, honores et bona pisani archiepiscopatus defendere, et quod nullo tempore erunt in detrimentum persone archiepiscopi sive archiepiscopatus nec illud machinabuntr ]mrlo aliquid in contrariutn machinatum, guam primum ad eorum notitiam devenerit, ad pristinum statum reducet et suj principales reducent et, si reducere non poterunt, archiepiscopo secrete intimare curabit et curabunt; quidquid sub fide et chredentia ab ipso archiepiscopo iniunctum fuerit, fideliter et secreto retinebunt. Iuramentum et omnia suprascripta commissarius admisit et eos de ditto feudo per traditionem librj feudorum pisani archiepiscopatus investivit. Actum Pisis, in archiepiscopali palatio, videlicet in cancellaria ditti palatij : domino Bartholomeo de Morrona, canonico et presbitero, Teseo Lancilottj, cappellano pisane maioris ecclesie, testibus; Incarnationis anno millesimo quadringentesimo ottuagesimo secundo, indittione quartadecima, die vigesimo tertio mensis may, more pisano. ST. Karolus olim Iohannis ser Karolj de Vechiano, pisanus civis, imperialj auctoritate notarius atque iudex ordinarius nec non curie archiepiscopalis pisane civitatis scriba, scripsi. (NeI ouso): Registrata.

in

c -2358.

r484.1V.4. [Romal -

Capitoli matrimoniali tra Paalo Margani e lacobella CaetanĂŹ.

Copia sincrona.

Paulum de Marganis et dominam Iacobellam de Gaitanis. quibus supra, die quarta aprilis etc. Inhascripta sunt pacta etindictione pontifrcatu 1484.Anno, lacobum de Gaitanis, sedis apostolice prothonotarium, et iuvenem sponsalia et nuptialia conclusa inter

In marginer Sponsalia inter

fratrem, ut fratres ac procuratores comitis Nicolai de Gaitanis, eorum confrahis absentis, gui se obligarunt et de rato pro ipso Nicolao promiserunt etc., qui Guilliermus cum iuramento ac sub frde magnatum renuntiavit quoad hec benefrcio minoris etatis viginti seu XXV annorum, ac promisit restitutionis auxilium non petere nec aliter convenire, ex una, et iuvenem Paulum frlium nobilis Stephani de Marganis, romanj civis, de regione Campitellj, parte ex altera, in hunc modum, videlicet: quia dicti prothonotarius et Guilliermus, per se ipsos et de rato promictentes pro domina lacobella, ipsorum sorore, absente, et se facturos etc. ita guod lacobella consensum prestabit contractuj nuptiarum et matrimonij, ac promiserunt dare in legitimam uxorem dicto Paulo de Marganis Iacobellam cum dote trium millium ducatorum auri de camera, ad computum LXXIJ bolognenorum pro ducato, et ultra tot appannamenta lanea, bombicea et de cortina in capsis existentia, que ascendant ad valorem ducentorum ducatorum, et cum omnibus gregibus et animalibus aliisque bonis sujs peculiaribus, que habet Iacobella seorsum a fratribus, que remaneant ipsius lacobelle propria et parafernalia et ab omni nexu et obligatione dotis separata, ad disponendum de dictis bonis tanquam parafernalibus pro ipsius lacobelle voluntate; et Paulus cum presentia nobilis Stephani de Marganis, 'sui patris, suum consensum prestantis, promisit Iacobellam in suam legitimam uxorem recipere velle, curn dicta dote et cum dictis appannamentis caPsarum valoris ducentorum ducatorum et cum aliis bonis et rebus parafernalibus; quam dotem solvere promiserunt prothonotarius et Guilliermus, pro seetnomine Cole, eorum fratris, infra terminos infrascriptos,videlicet: quingentos ducatos solvere in prompta et numerata pecunia promiserunt, cum lacobella transfereretur in familiam dicti Pauli, et antequam ducatur ad eius domum; reliquos, usque ad summam ducatorum trium millium ducatorum, in pecunia numerata solvere annuatim, videlicet singulis annis ducatos quatringentos, donec fuerit dicta integra dos satisfacta; percipiendos ex fructibus lacus dictorum fratrum, vulgariter dicti Fogliano, siti etc. ; quem lacum ac omnes redditus ipsius usque ad dictam concurrentem guantitatem prothonotarius et Guilliermus ipothecaverunt Paulo, ad fructifrcandum tam diu quam diu fuerit sibi de integra dote satisfactum; et dederunt potestatem Paulo quod possit, absque iudicis licentia, capere possessionem dictumque lacum

Guillermum

de Gaitanis, eius

eiusque fructus locare, vendere, affictare;

et quidquid ex

eo, ultra dictos cccct* ducatos, annuatirn


VARIA

24J

percipietur, restituatur dictis fratribus; guam possessionem donec Paulus acceperit, constituerunt se lacobus prothonotarius et Guilliermus tenere ipsius Pauli nomine et in omnem casum dotis restituende; Paulus, casu quo premoreretur sue future uxori, sive cum liberis sive sine liberis, ex eorum matrimonio procreandis, promisit dicta tria millia ducatorum, si integraliter soluta fuerint, alioquin partem gue soluta erit, restituere in pecunia numerata lacobelle supraviventi sive dictis fratribus; et restituere promisit dicta appannamenta in eo statu quo reperientur sine mora; si lacobella sine liberis predecesserit, promisit Paulus dotem restituere cui lex dederit vel ipsa commiserit; si cum frliis, tunc Paulus lucrari dotem et bona ad usumfructum durante vita sua, salva proprietate et substantia pro communibus liberis; pro quibus tribus millibus ducatis, dote et appannamentis restituendis, quam primum soluta fuerint in totum vel in partem, Paulus, cum mandato Stephani, sui patris, presentis, pignoravit lacobelle, absenti, et fratribus, communi nomine recipientibus, omnes aedes magnas at accasamenta eorum patris et frlij simul iuncta, ubi de presenti habitant, sitas in regione Campitelli: quibus a duabus lateribus, videlícet ante et a latere, sunt vie publice, ab alio latere est viculus vicinalis, retro sunt res quarumdam bizocarum et alia via publica que dicitur Apothecarum Obscurarum; cum omnibus membris etc.; item aliam domum, sitam in dicta regione: cui ab uno latere sunt res Baptiste de Marganis, a duobus lateribus sunt vie publice; cum membris etc.; et omnia alia bona etc. ; et in casum restitutionis dotis et bonorum dedit licentiam Paulus Iacobelle et fratribus et eorum heredibus capiendi etc. Et promiserunt quod dicta bona obligata sunt ipsorum etc. ; et iuraverunt, dictus prothonotarius more prelatorum, alii omnes tactis sacris scripturis etc. Acta fuerunt etc.

c - 2363.I.

t487.1II.17. [Romal - II

protonotario Giacomo Caetani e Paolo Marganí confermano restituzione della dote, assegnata dai fratelli a lacobella Caetani.

Ia clausola

concernente la

Copia sincrona.

Anno millesimo quatringentesimo octuagesimo octavo, pontificatus Innocentij pape octavi, iodiction" quinta, mensis martii die decimo septimo. Iacobus Caetanus, sedis apostolice protonotarius, ex una, et Paulus de Marganis, nobilis romailus, parte ex altera, asseruerunt inter eos contraxisse parentelam, videlicet quod Paulus in sua legitima uxore accepit lacobellam, dicti lacobi sororem, prout constat instrumento manu domini Camilli de Beninbene notarii; et considerantes casum dissolutionis huiusmodi, cupientes ne inter eos vel eorum posteros questio oriatur, devenerunt ad infrascripta pacta, ultra alia inter eos celebrata, videlicet in eventum dotis restituende: Paulus, casu quo premoreretur sue uxori, sive cum liberis sive cum non liberis, ex eorum matrimonio procreandis, promisit per se et suos heredes et succes' sores tria milia ducatorum, que pro dotibus lacohelle promissa existunt, si integaliter solute fuerint, alioquin illam partem, que soluta erit, restituere infra spatium, de iure imperiali concessum, in pecunia numerata lacobelle super viventi, seu dicto prothonotario vel eorum fratribus; sive lacobelle sive liberis predecesserit, promisit Paulus dotam (!) restituere cui lex dederit vel ipsa commiserit, sive vel (!) cum filiis, tunc Paulus lucretur dotam et bona ad suum fructum durante vita sua, salva proprietate Pro communibus liberis, quia sic conventum fuit inter eos; pro quibus tribus milibus'ducatorum Paulus, de mandato stli patris etc., pignoravit et ypothecavit omnes domos magnas et accasamenta ipsorum patris et filii simul iuncta, ubi de presenti habitant, sita in regione Campitelli etc., cum membris et pertinentiis etc. Datum etc.

r488.II.2o. Roeasecca

-

Tatamento di Beatriee Caetaní d'Aquíno, marchesa

c-2363'xII' di

Pescara.

Copia sincrona.

Anno millesimo quadrincentesimo octuagesimo octavo, pontificatus Innocentii pape octavi anno quarto, die vigesimo mensis februarii, sexte indictiouis. Declaramus qualiter, dum nos iudex, notarius et testes rogati essemus pro parte Beatricis Gaietane, marchionisse Piscarie et Laureti et Sadriani comitisse,


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

ad castrum Rocce Secce et ad domos dicte marchionisse, sitas apud dictum castrum, ubi dicitur la Valle; et cum ibidem essemus, iuvenimus dominam Beatricem sedentem in scanno prope lectum et in senili etate constitutam, aliis autem infirmitatibus non omnino carentem, mente et anima accessimus

et recte locutionis existentem; que domina, agens cum consensu ser Antonii de Ciphris, de Bassiano, per eam mundui petiti et per iudicem confirmati, in defectu legitimi quo carere se dixit ad presens, hoc nuncupativum condidit testamentum, cassans omnia alia testamenta per ipsam actenus facta. Testatrix sibi suam heredem instituit universalem Antonellam de Aquino, comitissam Montisdorisij, huius regni camerariam, ipsius filiam, super omnibus bonis suis, castris, villis, oppidis, feudalibus et burgenzatichis, ac iuribus et actionibus, exceptis legatis et fidei per eam commissis infrascriptis, cum honeribus inferius expressis, que per Antonellam adimpleri mandavit; et casu quo in aliquo predictorum defecerit, eius heres integram hereditatem restituere teneatur basilice Sancti Petri de Urbe absque detractione alicuius quarte, que basilica predicta

in

predictum eventum agnosceri

(!)

debeat onera sue hereclitatis iniuncta.

locum ,"iulture sui corporis in ecclesia Sancti Francisci de Roccha Siccha. Item legavit Ii"* "l"git basilice Sancti Petri de Urbe ducatos mille et quingentos, debitos sibi per heredes condam Francisci de Aquino, Laureti et Sadriani comitis ac regni Sicilie magni camerarij, sui soceris, super castro Pescosonnolj. Item legavit eidem basilice alios mille ducatos, sibi debitos per Antonellam de Aquino, eius 6liam et heredem, ex causa mutui alias sibi facti, de quorum mutuatione apparet per apodixam scriptam manu ser Dominici, cancellarij predicte domine, eiusque debitricis propria manu subscriptam, sigillatam suo sigillo, in civitate neapolitana, de anno millesimo quadricentesimo octuagesimo primo, indictione XIltJ" et mensis aprilis die XIJ." Item legavit eidem basilice Sancti Petri infrascripia vasa argentea, confecta et signata de argento carlenorum, videlicet: baccilem unum et unum bocchalem, ponderis librarum octo unciarum decem et unius octave; plactos duos magnos, ponderis librarum decem et unciarum duarum cum dimidia; taxas sex cum uno cuperculo, ponderis librarum novem et unciarum septem et quartarum trium; plactellectos duos, unam scutellam, scutellinos duos, duas ovarias et unam tarrecciam, ponderis librarum decem et unciarum undecim; cuppam unam coopertam, saleriam unam et unam saponeriam, ponderis librarum quatuor, unciarum sex et quartarum trium cum dimidia; ascendentia ipsa vasa in totum ad libras argenti quatraginta quatuor, unciam unam et quartam unam. Item legavit basilice Sancti Petri bac. cilem unum argenti et duos bocchales argenteos, taxas guatuor, scutellas sePtem, plactellectas guatuor, saleriam unam de argento de carolenis, ponderis in totum librarum viginti octo. Item legavit dicte ecclesie Sancti Petri de Urbe omnia sua vestimenta, lectos, liateamina, copertoria lectorum, peczia pannorum linj, vegetes, caldarios eris et omnia alia suppellectilia domus que reperirentur post eius mortem: cum hac conditione quod capitulum basilice Sancti Petri debeat singulis annis semel in anno celebrare et universaliter orare in dicta ecclesia, missas cantando et legendo, et copiose orando pro salute anime testatricis ac condam Iacobi Gaietani, sui patris, et Iohannelle ursine, sue matris, et condam Francisci de Aquino, Piscarie marchionis, sui filij, ac etiam condam Honorati Gaietani, sui fratris, et omnium suorum defunctorum. Item legavit Nicolao Gaietano Sermoneti, suo nepoti, ducatos quatuor milia sexcentos, ad rationem decem carolenorum pro ducato, quos pro residuo dotis sue condam Honoratus, eius frater, et nunc sui heredes debent testatrici, prout patet instrumento confecto manu Pauli Iohannis Paulini de Venefro (t), notarii, Iegans omne ius omnemque actionem, quod et quam habet testatrix pro dicto residuo contra quamcumque persoaap; et si ex causa predicta predictus Nicolaus ad aliam partem teneretur, pro portione sua iPsum assolvit volensque eundem ex causa predicta nullatenus molestari posse per dictam suam heredem aut alios eius successores. ltem legavit Nicolao, suo nepoti, omnem armentum bestiarum bubalarum, guas habet et tempore sue mortis habebit testatrix, servata sibi dispositione libera de fructibus dum vivet, ita quod que supererunt sint predicti sui nepotis legatarij. Item voluit quod Nicolaus Gaietanus Sermoneti, suus nepos, et etiam capitulum basilice Sancti Petri de Urbe pro dimidia teneantur, eorum sunptibus, nuptui tradere omnes testakiqi5 f"mulas et servientes, repertas ad eius servitia tempore sue mortis, et easdem dotare condecentibus dotibus, qualitate cuiuslibet ac servitiorum prestitorum meritis undique pensatis, intelligendo de hiis que dotate et Bupte non fuissent; alie que nec nupte nec dotate essent et nubere nollent, similiter habere debeant a predictis legatariis iuxta qualitatum merita ipsarum, hoc addito quod, si cui dos promissa fuerit per ipsam testatricem, illam solvi et consignare sibi debeat per eosdem absque alia taxatione et consideratione qualitatis. Item voluit quod si qui servientium suorum masculorum, repertorum ad eius servitia tempore sue mortis, qui laborum merita non fuissent consequuti, consequi debeant ab eisdem legatariis iuxtam et discretam remunerationem, cuiuscumque meritis pon-


VARIA

245

deratis; et si qui ipsorum steterint aliquo tempore cum dicta testatrice ad eius servitia pro certa conventa mercede et non soluta, in totum vel in partem, posito curn eis calculo, predicti legatarij debeant de integro debito satisfacere, ita quod salarium conventum in nullo illis diminuatur. Item legavit ecclesie Sancti Francisci castri Rocce Sicce ducatos trecentos, solvendos per heredes et legatarios modo infrascripto, videlicet: ducatos centum per capitulum Sancti Petri de Urbe, et ducatos centum per suam filiarn et heredem, et ducatos centum restantes per Nicolaum Gaietanum, suum nepotem et legatarium, ex quibus fiat una cappella intus dictam ecclesiam Sancti Francisci, pro anima testatricis et condam Francisci Antonii, sui filij. Item legavit dicte ecclesie Sancti Francisci unam tunicellam auream, ubi sclupta seu designata est paxio lesu Christi, cum uno zaffiro, duobus balascis et duodecim perlis. Item legavit ecclesie Sancti Thomasii de Roccha Siccha, pro reparatione, unciam unam, evidenti dicte ecclesie. Item reliquit ecclesie Sancti Benedicti Montis Casini, pro evidenti reparatione dicte ecclesie, ducatos 'carolenis. quinquaginta de Item legavit ecclesie Annuntiate Rocce Sicche, pro reparatione, unciam unam. Item legavit dicta testatrix quod Antonella, sua filia et heres, et capitulum Sancti Petri de Urbe et dictus Nicolaus Sermineti, legatarij, teneantur pro equali portione contribuere in celebratione offitii celebrandi tempore mortis testatricis per presbiteros et religiosos, et pro executione omnium suorum funeralium, ut decet" teneantur pro eguali portione. Item executores et fidei commissarios testamenti constituit predictum Nicolaum legatarium et dictam Antonellam, suam frliam, in solidum, quibus concessit potestatem, post ipsius testatricis mortem, excipiendi et alienandi, sine iudicis curie seu magistratus decreto, tantum de bonis testatricis quod sufficiat ad executionem sue ultime voluntatis; acto etiam per testatricern quod de presenti testamento possit freri unum et plura inshumenta, tam de toto quam de legato. In quorum fidem cautelamque dicti Nicolai legatarij suorumque heredum et successorum, rogatu dicte testatricis" facturn est hoc instrumenturn, subscriptionibus et signis iudicis et testium propriis manibus roboratum. Acta fuerunt hec sub anno, pontificatu, die, mense, indictione, loco et forma predictis: Francisco Iacobi de Rosis, de Sancto lermano, ad causas et. contractus iudice, pro iudice, don Francisco Agneli lacobi de Agnelo, don Iohanne Perono, don Leonardo Nicolai de Nardo, diacono, Iohanne Antonij Andree

Sancti lacobi, diacono, Nardo Iohannelli Roberti, diacono, Antonio lohannis, Antonio Christofori, subdiacono, Honufrio Antonutij Donati de Sancto Hiermano, Antonio de Cifris et ser Iohanne de Cifri* de Bassiano, testibus. Christoforus Peronus de Sancto lermano, abbatiali et imperiali auctoritatibus notarius, instrumentum scrixi meoque signo signavi. Franciscus de Rosis, de Sancto lermano, iudex me subscripsi. Don FranciscusAgneli Iacobi de Agnelo, de Sancto lermano, me subscripsi. Don Leo-

de Nicolao testis me subscripsi. Antonius de Christoforis de Sancto lermano, testis me subscripsi. Honufrius de Antonutijs, de Sancto lermano, testis me subscripsi. Iohannes Antonius Sancti lacobi, de Sancto lermano, testis me subscripsi. Don lohannes de Sancto lermano, testis me subscripsi. Leonardus lannelli, de Sancto lermano, testis me subscripsi. Notarius Antonius de Cifris, de Bassiano, testis me subscripsi. Ser Iohannes de Cifris, de Bassiano, testis me subscripsi. nardus

c -1489.vI.4. Víterbo

F. P. 3344.

Gaddo e Lattanzio Gaetaní, esuli

moglie dello zio Benedetto

dt

Pisa, per

Gaetani, ípotecano

il

la dote

Terriccio e

assegnata a Gineora, loro sorella e la casa propría in Písa, confscata

dai fiorentini. Arc. Caet,, Ptg. (Fonilo Písano) n. 3344.

Otìgínale'

N"Lur"o, nola del

sec.

XVII

(omessa).

Anno a Nativitate millesimo quatricentesimo octuagesimo nono, indictione septima, pontificatus Innocentii pape octaii, die guarta mensis iunii. Coram legum doctore domino Nembrotto de Mauris de Balneoregio, iudice et collaterali nobilis lacobi de Nicolinis de Florentia, potestatis civitatis Viterbij, sedenti pro tribunalj, Gadus et Lactantius, frlij lohannis G[adi] de Ga[tanis], de Pisis, et domine lohanne Philipp[e] domini Sthefani de Gatanis, de Pisis, uxoris olim dicti lohannis, exposuerunt quod, cum sint extra eorum pahiam et velint domicilium habere, declaraverunt ex nunc se velle domicilium habere in civitate Viterbij et ita domicilium iu civitate Viterbii transferunt. Postquam Gadus et Lactantius assererent se esse minores XXIIU annorum et maiores XIIIJ, cum intendant contrahere cum Benedicto Philippi domini Sthefani de


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETAN

246

Pisis, [eorum] aunculo (t), petierunt eis dari curatorem dumtaxat ad hunc actum, videlicet ad contrahendum cum Benedicto, Thomasinum Petrini de Pisis: qui [iudex] in curatorem Gado et Lactantio concessit dictum Thomasinum: Maulo Antonii, fabro de Viterbio, et magistro Petro Scelto, habitatore Viterbii, testibus.

Dictis anno, mense, die et loco. Cum hoc sit quod Benedictus Philippi de Gatanis predictus, aunculus Gadi et Lactantii lohannis, de Pisis, nupserit Sandram, ipsorum sororem carnalem, et pro dote ipsius promiserit solvere forenos quatricentos, ad rationem quatuor librarum pro floreno et promiserit nubere alteram ipsorum sororem nomine Genefram et pro eius dote dare eidem quatricentos florenos, et scientes se Gadus et Lactantius teneri ad restitutionem dictorum octicentorum florenorum dicto Benedicto et non habere alium modum illos restituere nisi de bonis dotalibus domine lohanne, olim eorum matris; cum Iohannes, eorum pater, sit exul a patria pisana et bona sua confiscata fisco Florentie, hinc est quod Gadus et Lactantius, cum auctoritate dicti iudicis et consensu lohannis, eorum patris, presentis, et cum voluntate Thomasini, eorum curatoris, presentis, concesserunt in pagamentum octicentorum florenorum Benedicto possessionem seu pasturam vulgariter nuncupatam el Terriccio, sitam in comitatu Pisarum, iuxta tenimentum Castelline et Ripabelle, que fuit alias data in dotem lohanne eorum matri, videlicet tertiam partem pro Don divisa cum abatia Sancti Salvatoris et cum dicto Benedicto, extimatam pro guingentis florenis; et Benedicto cesserunt omnia ipsorum iura; et pro residuo octicentorum florenorum ypotÈecaverunt domum positam in civitate Pisarum, in contrata Cappelle Sancti Donati, in loco qui dicitur al Campo ad San Nicola, iuxta res Thomassi dal Campo, Clementis Tebularij, que domus occupatur a dominis forentinis, casu guo recuperari contingerit; Benedictus promisit Gado et Lactantio pro Genepra eidem solvere pro dote florenos quatricentos. Qui iudex sedens pro tribunali in quadam domo heredum comitis Flaschi, solite residentie potestatis, sita in civitate Viterbij, in contrata Sancti Blaxij, iuxta res heredum domini Ugonis, mei notaúi, vias publicas, decretum interposuit. De quibus rogaverunt me conficere instrumentum. Acta in civitate Viterbii et contrata predicta ac domo ut supra posita: Maulo Antonii, fabro, de Viterbio, et magistro Petro Scelto, carpentario, habitatore Viterbii, testibus. Leonardus Iacobi de Ghagliardis, de Viterbio, imperiali auctoritate notarius et iudex ordinarius, alijs negotijs occupatus, per alium scribi feci. ST. Priores populi civitatis Viterbij fidem facimus quod ser Leonardus suprascriptus est notarius, in matricula collegii aliorum notariorum nostre civitatis descriptus. Datum Viterbij, in palatio nostre residentie, sub nostro sigillo, die ultimo iunij MccccLxXXX. Sig.t Hieronimus cancellarius de mandato subscripsi.

I In

cera rossa, prctetlo da catta,

c - 2369.II.

1489 . XI. 26 . Nicola Caetaní inoita Purcio de Pucíis, dottore con Francesca Conti. I

Roma

dí leggi, aI matrímonio del fratello Guglíelmo

Originale.

Fuori:

Magnifco ac famosissimo do-i.o Pucio de Puciis uti fratri coìendo et.

legum doctori civi florentino

S'

Entro: Magnifice ac famosissime legum doctor et tamquam frater colende, salutem. Me pare debito a questa festa de Gulielmo nostro fratello de menare moglie, che serrà, Domino duce, alli x del mese de iennaro proximo da venire, ci vogliate intervenire personalmente, o vero, per altre [o]ccu' patiuni non possendo venire, ci vogliate mandare leronima; al che, anque che sia del divere, farrite a tucti nui altri singulare piacere, che multo ci lla desideramo et non ci llo voglia per niente denegare. Non alia; a tucti piaceri vostri ci offerimo tucti. Rome, die XXVI novembris 1489.

Nicolaus Gaytanus Sermoneti Armorum t

Pubbltcato

il 29.V. 1929

per Ie nozze

etc'

dÍ Michelangelo Caetanl con Cora degll Anlínofi.


VARIA

247

c - 1490 . xI. 8.

F. P.3329.

Arc. Cae!., Prg. (Fonìlo Pisano) n. 3329. Oigínale, NeI

Piombino

del del

-

fu fu

oerco

nola del sec.

XVI:

Charta della chasa a Molpirtuso (l).

NeIIa bottega dt Paolo u Pasgualini >, posta nella píazza del. comune, presenti Olitsiero Lucchíno o Gactoni , e Francesco del fu Mafiano di Baúolomeo . Vannis " t Giuliana Guadagníno, di Corsica, sorella ed erede di Filippo, come da testamento rogato da ser Gío-

,,, dí Píombino, col consenso dei congiunti Paolo u Pasqualini n e Bartolomeo del fu Antonío .. Taccij ,, F€î 150 libbre, oende un terreno con casa., posto in Piombino, in contrada Malpertugío, a Gerardino del fu Lancillotlo di ser Matteo [d'AppianoJ, di Pisa, da cuí riceoe 24 libbre; con I'obbligo disoddisfore colresiduo i credítori ercditari, a richiestadel detto Bartolomeo, Etto procuratore; con fideiussione dí Nicola del fu Píetro " Pasqualini ", dí Bailolomeo del fu Antonío u Taccij " e dí fra Giooanní di ser Bartolomeo " Guidini de Soraggio u, dei mínorí di S. Francesco, guardíano del conoento di Monte Muro, nel distretto dí oanni

di Bendetto

u Vulpis

Scarlino, legatario, Frediano del

PÍetro di Pisa, ueditoredi Ftlippo, presenti Martino " Baldj " Corsica, ficeoe da Gerardíno, per spezíe fornitegli, 20 libhe, residuo " del prezzo della casa comprata da Gíulíana. Gercrdíno paga 60 libbrea Santinasocera di Filtppo,in restÍtuzione dídote, C-t49l.lll.25-26.

C-t490.X1.24. e Orlanduccro .

di

Mariani

-

,

.

Giooanni u'Villani e Sebastíano Villani u, a dai congiuntí Nicola ViIIano ehe dà Ia sua fideiussíone, compenso delle spezíe fornite aI di lei genero Giacomo del Lenzi Gadduccij presenlí Mailino Baldj e Pierino ". " " procuratore dí Gíulíana acuedita a Gercrdíno libbre otto, pagate a Sambuchel/o " Christoforj " per frumento fornito FtliPPo. Gerardíno, nella sua bottega dí aromatario, presenti Nícola " Vernuclj ", di Corsica, 149 I .1V.29.

all'uopo autorízzata

,

II

C-

fu

îu

a

-

e Ludooìco dí Enríco u Gonnarini,, a saldodelresiduo delprezzo dellacasa, siconfessaancoîo. debítore dí 18 libbre, pagate a Matteo * Gavini ,, dí Corsíca, creditore dt Ftltppo.

1491.vII.1.

c - 2391. I.

Ferdínando I, preoío inrsenlafio") deí beni dí Onorato II Gaetaní d'Aragona, ante di Fondi, logoteta e protonotario del Regno, íI quale aoeoa chíamato a succedergli i nipoti Onoralo III, fidanzato a Sancia d'Arogona, figlia naturale del re, e Giacomo Mafia Gaetaní d'Aragona, ímpartisce a Catefina Pignatelli, oelooa del conte, le ístruzíoní círca iI gooetno dello stato.

Napoli.

Copia autentica.

Rex Sicilie etc. Instructioni ad vui, illustre Catherina Pignatella, 'nugliere del quondam illustre Honorato Gaytano d'Aragona, conte de Fundi, de guanto particularmente havete da esequire circa la gubernatione et administratione particulare de la tutella de li illustri neputi et heredi di detto guondam conte per beneficio, conservatione et aumento del stato et cose de quelli. Et primo provederite che all'illustre Honorato Gaytano de A'ragona, moderno conte de Fundi et de Trayecto, logotheta et prothonotaro del regno, et a donna Ciancia d'Aragona, sua mogliere, se ordene la casa e lo governo de loro persone secundo apPresso se conviene cioe: Li oficiali del dicto Conte: Messer loan Baptista Brancaccio per governatore de dicto conte et sua casa, al quale se darrà per anno Messer loanne Campano De Verdi, maestro de scola de dicto conte, al quale se danà per d. 60 anno ducati sessanta Fra Iuliano Carbone de Trayecto per mastro de casa, al guale per anno se li donarà ducati guaranta

Baldarr"o" Crescentino per ùesorero, al quale per arno se li donarà ducati trenta lacobello Papa Ligori per camarero, al quale per anno se li donarà ducati benta

" "

30 30


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

248

Antonio Carazulo, Francisco Gaytano, Bartholomeo Ferrante, Ioanne Freczella, Gismundo Freczella: tutti li prenominati hanno da servire per cortesani de dicto conte et ad ciascuno se darà trenta ducati per anno che fanno la summa di ducati centocinquanta, videlicet . d. t50 Ioan Francisco de Trayecto per trenciante, al quale se donarà ducati vintiquattro 15 Ioanne de Sperlonga per cancellero, al quale se donanà ducati quindici Ferrante d'Aflitto per compratore, al quale similiter se li donarà ducati vintiquattro Santillo de Capua per mastro de stalla, al quale se donarà ducati vintiquattro Antonello de Baya per cavalcatore, al quale se li donarà ducati trenta Donno lacovo de Forlano per cappellano, al quale se donarà ducati quindici Iuliano de Cola Paya per repostero, al quale se donarrà ducati deciotto o$ Fabritio de Trayecto, adiutante de dicto repostero, al quale se danà ducati otto. 'quale l8 deceotto darrà ducati panecteri, al se Mastro Angelo de Nola per Dui coci et uno adiutante, al quale a tutti dui se darrà ducati trentasei IJno menescalco ed uno adiutante, al quale se darrà ducati vinti quattro Dui muczi di spoli, ali quali similiter se li daranno ducati vinti quattro Tre muczi di stalla, alli quali si donaranno ducati trenta Quatho mulicteri, ali quali si doneranno ducati quarantotto. Uno cellararo sarà guardiano dela casa de Napoli, a la quale se li donaranno ducati dudici. Tre o quatho pagi quali steranno ad merito et ad quelli se darà vestire, calzare et omne altra cosa

"24

" "24 "24 "30 "15 "18 ' "24 "24 ,30 "48 "12

necessaria.

et ordinamo che tutte Ie infrascripte robe, oro et argenti liberamente debbiate consignare per uso de casa del dicto conte et per ipso a li officiali deputati in casa sua: Due cathene de oro, quale teneva et usava il dicto conte in tempo de suo avo; tutti li vestiti de la persona di dicto conte, octo panni de racza; guattro porteri; due spallere; sey bucali; octo tapeti, videlicet dui grandi et sei piccoli; octo coperte de carriagi armizati; tutti quelli mobili bianchi de lino seranno necessarii p.. uro de casa de dicto conte, secundo lo parere vostro: matarazzi 3; coltre de li beni bianchi foro inventariai (!) in lo palazo de Fundi de la heredità predelta. Et per uso de la cappella volemo che consegnate le cosesequenti: Una croce d'argento; dui can-

Et

cossì volimo

delieri; dui bocaletti; uno bacilecto; uno campanello; una pace; una bussula da tenere hostie; uno calice con la patena, la quale se haverà da fare de novo per lo erario generale; uno fornimento de I'altare de d"111"r"o bianco; una pianeta de damaschino bianco con lo cammiso et altri fornimenti per lo preyte et altare; uno messale de carta de coyro. Tutte Ie supradette robe, oro, argento e vestiti volemo debbiate consignare con lo debito inventario in potere de supradetto mastro de camera de supradetto conte et della consignatione predetta debbiate recuperare debita et publica apodixa, ad securità et cautela vostra et de dicti heredi, lo quale mastro de camera è Iacobello Papa Legorio supradecto. Li argenti et alhe cose del reposto, videlicet: Dui platti grandi; dui platti mezani; due confictere; dui bacili; àui bucali; una lancella; una staynata grande; una staynata piccola; dudece scotelle; dudici plactoletti; quathosaleri; dudici tasse; tre candelieri et un paro di forficecte; due salerei_una averl coperchiata; una tarongera; una brocca grande; quattro brocche piccole; guatho cocchiarelli. Tucti -"r"li, tovaglie, torcabicchi, rame, piltro et altre cose per uso de la tavola et de lo tinello de la casa de dicto conte, secundo lo parere vostro. Et li sopradecti argenti et cose, debito inventario rnediante, debbiate consignare in potere del supradecto'repostero, deputato in casa del dicto conte, dal quale debbiate ,""up_er"r" polisa ad cautelam ut supra, quale repostero è luliano de Cola Paya supradicto. Le cavalcature

et altre bestie per la stalla, videlicet: Mula una per la persona del dicto conte; cavalli quattordici; muli otto di carriagio. Tutte le selle e barde con tucte albe cose necessarie per uso de detta stalla et per li mulicteri. Tutti li sopradecti cavalli, muli et robe debbiate, inventario mediante, fare consegnare in potere del supradecto Santillo, mastro de stalla, deputato in casa de lo dicto conte' et da ipsJrecuperarite poliru uut"ntica de recepto ut supra. Et de più debbiate fare'consignare, debito ionent"rii mediante, al coco deputato in casa del dicto conte le pignate de rame, spiti et tucte altre cose necessarie per la dicta cucina, et de ipso recuperare polise de dicta consignatione ad cautelam ut supra. Et piùr oLU*o che quando Io dicto conte anderà in Napoli, faccia consignare a li officiali deputati in casa sua, secundo ad ciascuno de ipsi specta, tucte le robe et supellectile sono state inven-


VARIA

249

tariate et trovate in la casa de Napoli, che foro del dicto quondam conte, fandosi debito inventario de le cose saranno consegnate ad ciascuno de dicti officiali, recuperando da ipsi la debita apodixa ad cautelam ut supra. Et cossì volimo che al dicto thesoriero, deputato in casa de ipso conte, debbiate dare I'infrascritte instructioni et ordinationi secundo le lquali se habbia da regere et gubernare: In primis che decto thesoriero debbia procurare, exigere et pigliare da lo erario generale, deputato in lo stato de dicto conte di Fundi et conte de Morcone, ciascuno anno, ducati dui milia de carlini, ordinari darrese per la provisione del dicto conte, sua corte, in tre rande sive termini, cio è da quattro in quattro nresi, curn hoc che sempre Ii sia antieipata una terza di detta sua provisione, provedere al bisogno di sua casa secundo se recerca; et de Ia receptione de decti denari sempre lo dicto thesoriero debbia fare polisa al dicto erario generale de la quantitate che da ipso receperà; et ipso thesoriero se debbia fare introyto de dicti denari et tenere bono et leale conto tanto de lo inhoyto cdmo de Io exito et farne quinterni clari et lucidi, con distintione particolare tam pecuniarum receptarum quam nominum et cognominum de le persune ad chi farrà I'exito et pecunig quantitatum, cum appositione dierum, da produrse in tempo che haverà da render conto. ltem che Io dicto thesoriero debbia provedere spendere dicti denari in le cose saranno necessarie per uso de la persona de dicto conte et de lo victo de sua casa, soi familiari et servituri, et in li tempi congrui se debbia provedere a la dicta spesa et fare munitione de le cose comestibile et necessarie all'uso cotidiano per mano de lo comperatore, deputato in casa de lo dicto conte, dal guale comparatore debbia pigliare polisa di ciascuna quantità de denari che Ii pagarà ipso thesoriero per le cose predicte, da producerse in lo rendere de soi computi. Item che dicto thesoriero debbia ordinare al dicto comparatore che de tucta la spesa predicta debbia fare quanterno (!) particolare, con la distintione de li iorni, de le cose che compera, de li denari che paga per lo Prezzo de dicte cose, lo quale quaterno ipso thesoriero uno con lo mastro de casa, deputato in casa de dicto conte, omne sabato, debbiano vedere et reconoscere; et trovandono Ia decta spesa farsi bene et fidelmerrte, se debbiano acceptare et passarla al decto compratore con la suscrictione de loro proprie mani, avertendo sempre all'introyto et exito di decte spese et denari che saranno pagati per lo dicto thesoriero al decto compratore per modo non se commecta fraude nè dolo alcuno. Item che lo detto thesoriero debbia pagare deli supradecti denari le provisioni stabilite alli supradecti o6ciali ordinari et deputati in casa de lo dicto conte, mese per mese, Ia rata a ciascuno tangente ad ciò che comodamente si Possano sustentare al servizio del dicto conte et de sua corte, et da quelli recuperare le debite apodixe de recepto da acceptarnose in Io rendere de suo cumputo alli quali si farà Ia spesa del vitto cotidiano per ipsi, Ioro cavalcature et ragaczi et anche de lo fenario. Item ad vestiti del dicto conte et altri bisogni li occorressero et ancora si lo dicto conte volesse spendere alcuna cosa per suo piacere, si debbia spendere e fare secundo per lo governatore si ordinarà, de che ipso thesoriero farrà particolare notamento in suo quaterno: quale spesa e pagamento per ipso thesoriero faciendi serranno admesse et accettate in lo rendere de suo computo, con la suscrittione de lo decto governatore et del mastro de casa de decto conte. Item decto thesoriero del denaro spenderà per lo decto vestire et qualsivoglia altra cosa ad ornato de Ia persona delo decto conte et de li pagi e domestici de sua camera, guale non hauno provisione stabilita, debbia fare particolare annotamento in suo computo et libro, con la distintione delle robe delle persone, dalli quali li compararà, de li iorni et del prezo et de le qualità che fussero dette cose de panni sive de seta, et con la distintione de le sorte: delle quali robe sempre debbia havere certificatione dalo gubernatore de camera de Io dieto conte de recepto. Item dicto thesoriero una con lo gubernatore deputato appresso de lo dicto conte, in li tempi congrui, debbiano provedere a la monitione sarà necessaria per li cavalli, carriagi et altre bestie de casa de decto eonte per modo che sempre se ProcuÌe omne debita utilità et beneficio de sua casa et corte, et similmente provedeno a la monitione che bisognarà per lo victo de Ia gente de casa del detto conte in li lochi dove detto conte con sua corte haverà da fare residentia. Item similmente lo dicto thesoriero debbia tenere bono et liale cumpto de tucti dinari chi (!) spenderà per quaìsivoglia cosa, con la distintione de li tempi, persone, quantitate, qualitate, secundo se deve fare per omne bono et leale administratore, et sempre recuperare certificatione de le robe comparate et consignate in mano a lo mastro de casa, quanto ad qualsivoglia altro oficiale deputato in casa del dicto conte; et in fine cuiuslibet anni dicto thesoriero tia tenuto dare et liquidare lo suo cunto davante

lo ratiouale deputando a la visione et

discussione

de quillo et

obtenere da dicto rationate la

debita declaratione de detto suo cunto, ad sua cautela et ce*iltdine de lo conte predicto; et trovandosi l,

32.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

250

ipso thesoriero debitore in alcuna quantità de denari per la liquidatione de dicto suo cunto, lo dicto rationale lo debbia significare debitore in scriptis al detto erario generale ciascuno anno. Appresso ordinarite li officiali et regimento de la casa de la illustre madamma Ciancia de Aragona, moderna contessa de Fundi et de Trayecto, secundo appresso se contene: Messer Cola de Petragnanis per mastro de casa, al guale per sua annua provisione se darrà ducati quaranta d. 40

FedericodeserMarcodeleFracteperthesorieroetselidaràloannoducatitrenta.> Bernardino de ltri per cancellero et se li darrà per anno ducati vinti quactro Sebastiano Guglielmino per trensante et se li darà per anno ducati vinti quactro Petro de Ramundo per cavallariczo seu mastro de stalla et se li darà ducati vinti quactro

Hyeronimo de Friczella per comparatore et se

li

darrà per anno ducati

Donno Nardo de Lisi de Fundi per cappellano, con uno iacono

deceocto

(t),

et se

li

. . . quactro vinti .

> > ))

>

30 24 24 24 24

darà per anno ducati

.

))

t8

Iacovo Peccinino de Fundi per conservatore et gubernatore de la munitione de Ia stalla, biave,

strameetaltrecosenecessarie,etselidarràperannoducatiquindici.>> Lo Siciliano de Pedemonte per repostero et se li darrà per anno ducati vinti . et per uno ragaczo, quale ipso tenerà et vestarà. .

l5 > )>

20 6 34 22

Dui coci, uno garzone de cucina, per loro provisione similiter per anno, ducati trenta quactro Uno panecteri con uno garzone, similiter per anno, ducati vinti dui . > Un cellararo per se et uno altro suo compagno che hanno da servire allo cellaro et conser24 vare le monitione de casa, similiter per anno, ducati vinti quactro )) 24 Dui muzi di spoli et se li darà per anno ad tucti dui ducati vinti quactro > 20 Dui muzi de stalla, similiter per anno, ad tucti dui ducati vinti 24 Dui mulictieri, per loro provisione similiter per anno, ducati vinti quactro Per due donne temporesche per la compagnia di decta contessa, per loro annua provisione similiter, ducati cinquanta . " 50 Per tre altre donne di minore portata puro per compagnia de decta contessa, similiter per . > 76 loro annua provisione, ducati trenta sey Per tre altre donne per lavare et fare altri servitij di casa, similiter per loro annua provisione, . > 24 ducati vinti quactro Per cinque o sey citelle quale serveranno in la camera de decta contessa ad merito, se li provederà de vestire et omne altra cosa necessaria per uso de loro persune. Per quactro pagi serveranno ad merito, similiter se loro doverà lo vestire et altre cose neces>)

)>

sarie,

ut

supra.

Et se Ie supradecte donne uon se trovassero che resteno contente per la supradecta provisione, debbiate provedere de darli quello piùr che ve parerà honesto et necessario per lo condure alli servitii predecti. Le infrascritte robbe se consignaranno per vui a le donne et ofitiali deputati in casa de la decta contessa moderna: In primis tucte le ioye, perle et oro lavorato foro donati a Ia dicta contessa in Ia casa di sua matre et le altre ioye ad essa contessa donate per lo quondam conte de Fundi per ofierta in ofierta de capo d'anno, le quali in la morte de lo dicto quondam conte non si kovaro in potere de decta contessa et sò inventariate et sò le infrascricte, cioè: In primis una croce con cinque rose de diamanti de peczi vinti quactro con sey robini, cinque smiraldi et cinque perle pendente in una cathenecta d'oro. ltem una cannaccha con nove rose de diamanti et nove robini et perle trenta sey. Item uno firmaglio con uno za6no, uuo robino in coppa et una perla tonda impede (!). Iten un altro firmaglio con una rosa di diamante, tre rubini grossi brizoni et una perla. Item ducento perle tonde. Le iohe donate in le feste de capo d'anno. Item una crocecta piccola di cinque peczi de diamanti, quactro robini et cinque perle. Item uno firmagliolo piccolo cotr uno diamante, tre robini et tre perle. Dece panni de racza et sey porteri. Doe spallere et sei bancali et quacho coperte armizate. Dudici tappeti, videlicet dui grandi et dece piccoli. Item facta sarrà la consignatione de Ii supradicti nobili bianchi a lo moderno conte, marito de dicta contessa, li restanti beni mobili bianchi de lino, colhe et tucti li filati inventariati de Ia dicta heredità in lo palaczo de Fundi, se consigneno a la dicta contessa et anco quilli mataraczi, colitre et altre supellectile che pareranno a vui essere necessarij per uso suo et delle donne soe, reservato però tucti


VARIA

25t

quelli panni de lino bianchi e coltre servivano per la fameglia de casa, de Ie quali appresso si farà mentione. Le quali supradicte ioye, panni et robe debbiate consignare ad Sarra Caserta de Sessa, quale è deputata stare in casa de decta contessa et per essa se debbeano goveÍnare et conservare per uso et servitio de decta contessa et li mobili bianchi per uso de la decta et de Io illustre Iacovo Maria, moderno conte de Morcone; et de la consignatione de li dicti boni, ioye, robbe se debbea fare pubblico, claro et particolare notamento, con la distintione de le ioye et piso, qualità et quantità, et cossì etiam de le supradicte altre robe per perpetua cautela et sicurtà vostra et de li heredi predicti. Li argenti et altre cose bisognano per lo reposto de la dicta contessa: Dui plaeti grandi; dui placti mezani; due confectere; dui bacili; dui bucalj; due staynate, una videlicet grande et una piczola; una lancella; dudici scutelle; dudici plactellectj ; dudece taze; quactro sanceri; due salere; una overa coperchyata; una tarongera; tre candeleri; una brocca grande; quactrobrocche piccole; quactrococchiarelli. Rame, piltro e tucte altre cose necessarie per uso de la tavola de decta contessa e de soa fameglia, $ecundo parerà ad vui. Li quali supradicti argenti et robbe si consignaranno al repostero deputato in casa de decta contessa de Fundi et de Trayecto, et de la consignatione de ipsi se debbea fare pubblico, claro et particolare notamento, con la destincione del piso de decto argento et recuperaresende polisa de recepto ad securitate, certitudine et cautela ut supra i {uale repostero è lo Siciliano de Pedimonte supradicto. Per la cappella de dicta contessa: Dui panni d'altare, videlicet uno de seta moresca et uno de seta celestra; due pianete, videlicet una de seta negra et una de seta celestra; tucti altri fornimenti doppij per ornamento de lo altare, de preyti; uno messale de carta de coyro. Et perchè in li argenti di dicta hereditate non sonno I'infrascricti vasi d'argento necessarij per ornamento de dicta cappella, volimo debbeate ordinare et provedere farli fare o vero de li argenti bianchi inventariati et trovati in la decta hereditate o vero farli fare dallo erario generale et lo prezo o vero fructata de decti argenti facciate pagare da decto erario con interventione del credenziero, appresso de ipso depútato, fandose claro notamento del piso de dicto argento che gosterà et che farrà fare, videlicet:

una croce; dui candelieri; unocaliceconla patenainaurata;dueimpollecte; unobaciletto;unabussola da tenere hostie ; uno campanello; una pace. Li quali supradicti argenti et ornamenti de dicta cappella' se debbeano consignare al supradicto cappellano per uso quotidiano de dicta cappella; et de la consignatione predicta se ne debbea fare publico, claro et particolare notamento, con la destintione del fito d" decto argento, recuperandose polisa de dicta consignatione per cautela et securtà ut supra; lo quale cappellano è donno Nardo de Lisi de Fundi supradicto. Per la stalla de dicta contessa: Cinque mule de sella; dui cavalli; quacho muli de carriagio. Tutte le selle, briglie, bande et alh'e cose necessarie per uso di decta stalla et de li molecteri. Le quali supradecte cavalcature et altre bestie se debbeano consignare al mastro de stalla, deputato in casa de la dicta contessa; et de la dicta consignatione se debbia fare particolare et publico notamento ad cautelam et securitatem ut supra, recuperandosene polisa de dicta consignatione ut supra; la quale consignatione se farrà ad lacopo Piccinino de Fundi, conservatore supradicto. La cocina de la dicta contessa: Rame, piltro, pignato, caldaro, spiti et altri fornimenti necessarii in la decta cocina, tucte se debbiano consignare in potere de lo coco, deputato in la casa de la dicta contessa; de le quali cose similiter se faccia pubblico et claro notamento ad cautelam et securitatem, recuperandosene polisa de decta consign"tione, ut suPra. ' A lo iltustre conte de Morcone: Una cathena dbro, la quale teneva et usava in tempo de suo avo; tucti li vestiti soi; guale cathena et vestiti se debbeano consignare e conservateper quelladonna che è stata deputata al guberno de dicto conte; et de la consignatione predecta se faccia pubblico et particolare notamento ad cautelam et securitatem, recuperandosene polisa de decta consignatione, ut

tayecto. Dui ronzini sauretti piccoli con le selle, et dicti ronzini con li guarnimenti, se debbeano sole cavalcare, dicto conte briglie et guarnimenti, quali 1t gubernare per lo supradicto mastro de stalla, deputato a la stalla de la sopradecta contessa "oÀigo"." de Fundo et de Traetté moderna; de che se faccia publico et particolare notamento ad cautelam et securitatem ut supra; ciò è lo dicto lacovo Piccinino conservatore. Al supradicto thesoriero, deputato in casa de Ia deeta illusne contessa de Fundi et de Traecto, volimo debbeate donare Ie infrascritte inshuctioni, secundo le quali se habia du regere et gubernare: In primis dicto ùesoriero debbea procurare, con debita diligenza exigere et pigliare da Io erario gene,upru; quale donna

se chiama

Elionora Mandrona da


252

DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

in lo dicto stato, ducati mille et septecento de carlini, per ciascuno anno ordinati per provisione de dicta contessa per Ia spesa et substentatione de sua corte et casa de lo conte de Morcone, in tre rande sive termini, cum hoc che sempre li sia anticipata una terza de sua provisione per posserse provedere al bisogno de decta casa, secundo serrà expediente; et della receptione de dicti denari ciascuna volta debbea fare polisa al decto erario de recepto, et de ciascuna quantitate receperà ipso thesoriero se debbia fare introyto et tenerenne bono particulare et liale cunto, tanto dell'introyto como de lo exito. Item dicto thesoriero debbia provedere de spendere li dicti denari in le cose saranno necessarie per uso et guberno de la persona de decta contessa et de tucta la famiglia de sua casa et corte, et in li tempi congrui debbea provedere a la monitione de le necessarie a lo victo et uso quotidiano per mano del eomperatore, deputato in casa di decta contessa, de Io quale debbea pigliare polisa de ciascuna quantità de denari Ii pagherà per spendere ut supra, quale polise se debbiano adrnectere in lo rendere de suo cunto; intendendo però Ia spesa etiam se have da fare ad vui, decta contessa de Fundi, gubernatrice, per lo victo de sidici persone staranno al vostro servitio, tra masculi et femine, et per due cavalcature et similiter la spesa del dicto conte de Morcone et de tre o quactro bucche haveranno da dicto conte dui soi roncini per cavalcare. Item dicto thesoriero debbea ordinare al dicto compratore che de tucta la dicta spesa debbea fare quaterno particolare, con la distintione de li iorni, delle cose che compera et de li denari che pagarà per lo prezo de dicte cose; guale quaterno dicto thesoriero una con lo mastro de casa, deputato in casa de dicta contessa, omne sabato debbeano vedere et reconoscere et trovandono la decta spesa farese bene et fidelmente, debbeano quella acceptare et passare al dicto comparatore con la subscriptione de Ie loro proprie mani, advertendo sempre a Io introyto et exito per modo non senne commecta dolo nè fraude alcuna. Item dicto thesoriero de li supradicti dinari debbea pagare a li supradicti offitiali et persone deputate al servizio de la casa et corte de la dicta contessa le supradicte quantitate ad ciascuno stabilite per loro provisione et salarij, mese per mese, per la rata tangente ad ciascuno, acciò che comodamente se possano sustentare al servitio predicto, et da dicti offitiali et persone a li quali farà dicti pagamenti, debbea pigliare et recuperare le debite apodixe de soluto da accectarenose in lo rendere de soi cunti; a li quali si faranno le spese per loro victo de le cavalcature, ragaczi et de ferraro. Item dicto thesoriero debbea pagare, da dicti denari in mano propria di detta contessa de Fundi et de Traecto, ducati cento de carlini da spenderli a suo piacere et voluntà, da la quale debbea pigliare polisa da accectarese in lo rendere del cuncto de ipso thesoriero. Item dicto thesoriero debbea pagare per la provisione de onze guactro a lo mastro se deputarà per vui al conte di Morcone; et similmente pagarà ad uno muczo de spolo per lo dicto conte ducati dudici; et cossì ancora debbea pagare tucto quello serrà necessario per lo vestire de dicto conte et de uno pagio per ipso, secundo lo vedere vostro. Itern dicto thesoriero de li denari spenderà per vestire et qualsivoglia altra cosa nece$saria ad ornato de la persona de dicta contessa, de le donne et pagi ad sua camera, guali non haveno provisione stabilita, debbea fare particolare notamento in suo cunto et libro, con la distintione de le robe comparate da le persone, de li iorni, prezo e qualitate, fossero dicte cose de panno seu di seta, et de la sorte; quale robe debbea sempre comparare per ordinatione de la dicta moderna contessa et vostra, et ad cautela de la verità sempre lo dicto mastro de casa de la moderna contessa, ad requisitione de ipso thesoriero, se debba subscrivere de sua propria mano in lo libro de ipso thesoriero, testificando et declarando esser stato ordinato lo comperare de dicte cose, et quelle havere consignate a la dicta contessa et a le donne de sua casa, taxando però Io vestire ' predicto non passe la summa di ducati ducento cinquanta per anno. Item dicto thesoriero, uno (t) con lo mastro de casa, in li tempi et termini congrui, debbeano provedere a la munitione sarà necessaria per li cavalli, muli di caniagio et alre bestie de casa de dicta contessa,' et similmente provvederà a la munitione necessaria per lo victo de la gente de casa de dicta contessa in li lochi dove se haverà da fare residenza. Item lo dicto thesoriero debbea tenere bono et leale cunto de tucti li denari piglierà et spenderà per qualsivoglia cosa, ut supra, con la distintione de li tempi, persone, quantitate et qualitate, secundo se deve fare per bono et legale administratore, et sempre debbea recuperare certificatione de le robe comperate et consignate ut supra; et in fine de ciascuno anno dicto thesoriero sia tenuto dare et liquidare lo suo cunto davante lo rationale deputando alla visione et discussione de quello, et obtenere da lo dicto rationale Ia debita declaratoria del dicto suo cuncto; et visto lo dicto suo cuncto per lo rationale predicto, et remanendo debitore in alcuna quantità de denari de quello dicto rationale, lo debbea significare per debitore al dicto erario generale, in scriptis, ciascuno anno. rale, deputato

la


VARIA

253

Itern volimo debbeate ordinare per erario generale Antonio de Fructi de Pedimonte in tucte Ie tene de li dicti conte di Fundi, e tayecto et de Morcone, et similmente ordinarite per credenzero apPressp de ipso notare Ioanne Perrecta de Fundi, a li quali se daranno per uno le infrascritte ordinatione, secundo le quale volimo se habbiano da regere et gubernare: In primis dicto erario generale, con debita diligentia, realiter et cum effectu, debbea procurare, exigere, p"r"iper" tucte et qu;'lrinogliu intrate, denari, fructi, rediti et proventino, spectantino et pertinentino a Io introyto ordinario sive extraordinario de le tene, feudi et burgensatici de li illustri moderni conte de Fundi, de Traecto et conte de Morcone, site et poste in lo regno de Sicilia et in Maritima er Campagna Urbis: et dicta administratione et exactione ipso erario debbea fare con interventione de dicto notaro Ioanne Perrecta de Fundi, credenzero deputato appresso de dicto erario; Ii quali erario et credenzero ciascuno anno debbeano faie lucidi, claro et particolari quaterni, curn distinctione de li iorni, de le persone, quantitate et qualitate de le pecunie, tucte cose et introyti che ad mano di dicto erario perveneranno, fando sempre lo dicto erario bone et sufficiente polise et cautele ad quilli da li quali exigerà ciascuna dL Ie intrate "oru predicte, ad cautela de quelli che pagano et certitudine de la corte di decti conti. Item lo dicto erario generale debbia procurare di exigere, percipere tucti li emolumenti et intrate pertinentino et spectante allbfficio di prothonotaro del Regno, concesso a lo illustre Honorato Gaytano d'Aragona, moderno conte di Fundi et de Trayecto; quali emolumenti debbia exigere da tucti li perceptori dlputati et deputandi sopra la exactione de quelli in ciascuno loco et provintia de lo Regno, et de li dicti preceptori recuperare singulo anno Ii particolari cunti et ad ipsi fare le debite apodixe et declaratorie, omni futuro tempore valiture. Item lo supradicto credenzero, cum debita diligentia, debbia procurare, intendere et intervenire in tucte et singule exactioni se faranno per lo dicto erario de le intrate predicte et similmente in qualsivole pagamento et exito farrà Io dicto erario; de lo quale introyto et exito dicto credenziero debbea fare partictrlare notamento et quaterno, con la distintione ut supra, Io quale quaterno se debbia presentare ciascuno anno davante li rationali deputandi in la visione et discussione de li cunti del dicto erario et credenzero. Item dicto. erario generale, cum deliberatione et parere vostro, ciascuno anno, debbia ordinare et creare in tucte Ie terre de li dicti illustri conte de Fundi, de Trayecto et de Morcone uno suficiente bono et legale erario particolare et mastri massari siti in lo Regno,' secundo è stato solito ordinarese per lo passato, a li quali si debbia dare ordine che de tucte Ie intrate de le dicte terre debbeano fare particolare notamento et quaterno con la distintione de li iorni, de le guantitate et de ciascuna cosa exigeranno; et de lo exito che faranno, et in fine de ciascuno anno debbiano portare et presentare li dicti loro guaterni con le debite cautele et apodixe a lo dicto generale erario, eon lo q"uale debbiano fare cunto de li introyti et exiti di ciascuna tena; et ipro gen"r"l. erario debbiano (!) exigere et pigliare da li dicti particolari erarij et mastri massari tucto quello trovarà in potere de ciascuno de ipsi et faresende intrata in lo suo cunto, et a Ii dicti particolari erarii et mastri massari debbia fare le debite apodixe et declaratorie per loro cautele et certitudine de la corte de li decti compti. Verum dicto generale erario debbia ancora ordinare che non se faccia alcun exito per Ii dicti particolari offitiali senza vostra spetiale ordinatione o de ipso erario generale, li quali cunti particolari debbia producere et presentare davante li dicti rationali, in tempo ipso erario darà cunto et rasone de sua administratione. Item che tucti Ii dicti erarij et mastri massari, deputati ut supra in ciascuna de dicte terre, debbeano fare quaterni lucidi et clari de tutte le intrate et rediti in ciascuna terra senanno da exigere; ot etiam de li proventi si faranno in le corte de li capitanei, deputati et deputandi pro tempore in ciascuna de dicte terre; et perchè a li dicti capitanei sò ordinate Ie loro provisioni et salarij per annum, dicti particolari erarij debbiano advertere che tucto quello che monteranno decti proventi per le decte loro provisione le debbiano exigere et farese intrata in lo loro cunto particulariter et distinte de dicti proventi; et dicto erario generale, omne anno similiter, debbia procurare havere dicti computi da li dicti erarij particolari, li quali similiter producerà davanti li dicti rationali deputandi in tempo dar.à lo suo cunto; et se nnanco montassero li proventi de Ia provisione ad ciascuno stabilita, decto erario generale, con interventione del dicto credenzero, debbia supplire quello li mancasse. Item lo dicto erario, con inierventione de dicto credenzero, appresso de ipso deputato, debbia pagare, in li termini oportuni et necessarij, de le intrate perveneranno in soe mano, le infrascritte quantitate, videlicet: A lo supradicto thesoriero, ordinato in casa de lo illustre moderno conte de Fundi, de Trayecto, per provisione e spese de sua corte et casa, ciascuno anuo, ducati dui milia de.carlini, terza per terza, ita tamen che sempre le debbia anticipare una terza i dal quale thesoriero ipso erario de


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

254

singulis solutionibus debbea pigliare debita, clara et autentica apodixa de recepto admictenda in lo rendere de suo cunto. Al supradicto thesoriero, ordinato in casa de la illustre contessa di Fundi et de Trayecto, per provisione e spesa de sua casa-e corte, similmente debbia pagare ciascuno anno ducati mille et settecento de carlini, de terza in terza, con la anticipatione predicta et recepere da ipso thesoriero le debite apodixe ut suPra.

illustre contessa de Fundi, relicta del dieto quondam conte, per vostra annua "ui, provisione per lo governo del stato de li dicti moderno conte de Fundo et tayecto et conte de Morcone; ducati ducento, de terza in terza, et da vui debbia recepere le debbite apodixe ut supra A la excellente contessa de Morcone' Per sua provisione e spesa de sua casa, per anno, ducati trecento in tre terze, da la quale debbia pigliare debite apodixe ut

Ad

d.

ccc

suPra

Ad

madamma Covella Gaytana, figlia del dicto quondam conte de Fundi, per anno' ducati cento, in tre tande ut suPra, et da essa pigliare debite apodixe ut supra madamma lacobella Gaytana, sorella del decto conte, similiter per anno, ducati

Ad

cinquanta madamma Madalena Spinella, sorella de messer

Ad

50

Fabritio Spinello, similiter per 60

anno, ducati sessanta

r50

All'auditore generale, similiter per anno' ducati 150 p", unno, ducati cento À lo iodi"" i"n.rul", similiter r ha da intervenire in la visione de li conti per quale Ad Massone de Marco, lo rationale, una cum li altri rationali deputandi, similiter per anno, ducati 150 ad

100

CL

soe spese

ipso erario generale, similiter Per anno' cum uno suo scriptore, quale tenerà con ipso, ducati cento cinquanta Al supradicto credenzero, deputato "dpr.rro de ipso erario, similiter Per anno, Per suo salario' ducati settanta dui A Io mastro massaro, dePutato a lo goberno de le bestiame, similiter Per anno' Per

Ad

suo salatio, duca'ti novanta A lo credenzero, deputato apPresso de dicto mastro massaro' similiter per salario, per anno, ducati quaranta octo Al perceptor" d"pututo sopra la exactione- de le pecunie fiscale debbiate, ciascuno et onno, per le universitate de le terre de dicti conte de Fundo, de Trayecto de Morcone, Per suo salario Per anno' ducati settanta dui A Io erario particolare de Pedemonte, similiter Per anno' ducalr quarauta Al particolare erario de Morcone, similiter per anno' ducati dudici

A lo er.rio di Cayvano, similiter Per anno' ducati 12 Al particolare erario de Trayecto' Per anno' ducati vinti quactro

At parti"olare erario di Spigno, similiter per anno, ducati dudici At pa*icol"re erario di castello Forte, similiter per anno, ducati 12

Al particolare erario de le Fracte, similiter per anno' ducati dudici Ad quello rescoterà I'inbate de Funde ducati trenta Al particolare erario di sperlonga, similiter per anno, ducati dudici a ti rurttl massari, deputati in le dicte tene,. se darrà per anno quello è stato solito et consueto darese et acceptarese per lo quondam conte de Funde. Ad messer Francisco de Funellis d'Aversa, medico, per sua provisione Per anno, ducati cento cinquanta

che haverà lo govemo de li panni de racza et altri mobili in lo palazzo de Fundi, per anno ad soe spese, ducati vinti quactro All'erarfu di Campagna se debbiano pagare ciascuno anno per lo supradicto erario generalé ducati- seicento de li denari et intrate che ad soe mano pervene-

Ad Anton de Fundi,

iunno,

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cc

spese

et pagamento haverà da fare dicto erario de Campagna et

a: LXXrr

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VARIA

255

de Marictima; lo guale erario de Campagna debbia fare a dicto erario generale debite apodixe de recepto; de le quali ducati seicento ipso erario de Campagna debbia fare introyto in suo cunto et quelle, una con le intrate de le tene di Campagna, spendere et pagare, cum interventione de lo credenzero, appresso de ipso deputato, stando I'ordine se li darà; et in fine di ciascuno anno dicto erario de Campagna sia tenuto dare suo cunto, una con li conti particolari de li erarij et mastri massari, deputati in le dicte terre de Campagna et de Mariti*", ui supradicto erario generale; singulo anno, debbia vedere discorrere et esaminare et fare a lo dicto erario de Campagna la debita declaratoria per cautela de ipso erario et certitudine de la corte predicta, recuperando sempre tucto quello per la liquidatione de dicti cunti detto erario de Campagna restasse debitore; de che ipso erario generale debbia presentare lo predicto cunto de lo erario de Campagna

davanti lo rationale deputando ad vedereli soi cunti

d.

DC

li infrascritti

castellani et compagli (t), videlicet: Ad Arcangelo Stono di Monticello, ordinato castellano de lo castello di Trayecto, per la sua provisione per anno, ducati vinticinque, et per compagni tre, per ciascuno ducati XVlll per anno, a loro spese, montano per anno ducati settanta nove Ad Andrea de Nardello de Fundi, ordinato castellano in lo castello delle Fracte, per sua provisione per anno, ducati vinticingue, et per quattro compagni, per ciascuno ducati XVttt, a loro spese, montatro per anno ducati novanta sette A Benedetto de Cola de Prodenzo de Trayecto, ordinato castellano in lo castello de Fundi, per sè et per dui compagni, similiter a la dicta rasone, montano per anno ducati vinti quactro, et per dui compagni ducati trentasei, sono in tucto Ad Ferrante de Cola Mastro lanni de Castello Forte, ordinato castellano in lo castello Pagamento, se haverà da fare a

LXXVIIII

'

LXXXXVII

tx

de Montecello, per sè ducati vinticinque, et per sei compagni similiter montano per anno ducati, ad rasone de ducati XVIII per uno I'anno, so in tucto ducati cento trenta tre Scovenza de Morcone, ordinato castellano in lo castello de Cayvano, per sua provisione per anno, ad soe spese, ducati vinti Viello de Sa de Viello de ltri, ordinato castellano de Sperlonga, per sè ducati vinti quactro, et per he compagni, ad loro spese, ducati cinquanta quactro, so in tucto ducati settanta octo Antonio Barberi di Santo lorio, ordinato castellano de Petra Mayuri, dishabitato, in Io contato di Morcone, per ipso, per guardia del tenimento et intrate di decto

cxxxrI

castello, per anno, ducati xvttt Magnapane de Morcone, ordinato castellano in lo castello de Morcone, per anno ducati octo, ad soe spese Iuliano Porcaro de Trayecto, ordinato castellano in Ia Torre de Garigliano, per sè ducati xxllll, et per compagni dui, ad loro spese, per anno, ducati 36, sono

l8

in íucto ducati

60

Ad Antonio Ad Ad

txxvill

Ad Antonio Ad

sessanta

Ad Marco Greco de Fundi, ordinato

castellano

in lo castello de ltri, per sua pro-

visione pei anno ducati vinti quactro, et per compagni dui, ad loro spese, per anno, ducati 36, et so in tucto ducati sessanta Ad Antonio Sacchecta de ltri, ordinato castellano de Castellonovo per [sè] ducati 24, et per compagni tre ducati LIIII, quali sò in tucto ducati settant'octo Provisione et legati ordinati pagarnose per lo illustre quondam conte de Fundi, per soi privilegij et per virtùr de suo testamento et codicillo et altri exiti da faronose per lo dicto erario, cum interventione del suo credenzero: Al monisterio di Santo Dominico de Fundi, per provisione sive elemosina stabila (!) darse in vita dal decto conte, per anno, ducati guarant'octo de carlini, guali se li deveno annuatim in perpetuo per privilegio facto per dicto quond"- conte ducati Al monisterio et convento de Santo Dominico de Pedemonte, per censo annuo, redito di certi stabili pigliati dal detto convento per I'arte della lana et censo in Pede-

60 78

48


DOCUMENTI DELL'ARCI{IVIO CAETANI

256

monte, secundo appare per publico instromento, per anno, ducati 60, so ducati

in

tucto d.

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Item lo dicto erario generale con diligentia debbea pagare, con interventione del credenzero, appresso de ipso deputato, in li termini et rande necessarij et oportuni, tucte le spese bisogneranno per la conservatione, custodia et guberno delle massarie de le iumente, bufale, porci et scrofe, pecore et crape, trovate et inventariate in la dicta heredità; de Ie quale spese e pagamento se fanà, debbea sempre recuperare certificatione particulare et distinta da lo mastro massaro e credenzero, deputati al goberno de le decte massarie; in Ie quali certificationi distintamente se debbia fare mentione de li nomi, del tempo et de la quantità et qualitàr de esse spese, quale in lo rendere de suo cunto li seranno admesse et acceptate con lo particulare libro et annotamento del decto credenzero et certificatione particulare. Item dicto erario qenerale, singulo anno, debbea pagare de le intrate ad sue mano perveniende ad vui, illustre contessa de Fundi, relicta de lo decto guondam conte, tueto quello che manca de onze cento mancassero et valessero le intrate de la terra de Maranula, Ia quale per testamento del decto quondam conte ve è stata legata e lassata, con espressa mentione che ciascuno anno le entrate de decta terra habbiano da valere onze cento; et quando manchassero de la decta summa, ve sia supplito et satisfacto da le altre intrate de Ie terre de lo dicto quondam conte fine a Ia integra satisfatione de le dicte unze cento per anno; pertanto haverite, haverà dicto erario vera et clara certificatione per li cunti de Ii mastri massari et erario, deputati et deputandi in la exactione de le intrate de Ia decta terra di Maranola, tucto quello che mancasse a lo cornplirnento de dicte unze cento, ve li debbia pagare; et perchè lo dicto quondam conte ab hac vita decessit die 25 preteriti rnensis aprilis del presente anno, VIIII inditione, et cossì vui devite consequire le dicte entrate de Maranula pro rata temporis che incomenzando dal primo de magio et per tucto agusto correno mesi quactro, che la rata de dicte onze cento per anno per li sopradicti guactro mesi del presente anno, 9o inditione, monta ducati ducento; et cossì Io dicto erario con diligentia debba proeurare et havere particulare informatione ut supra dè tucti l'introyti pervenuti in lo presente anno de Ia decta terra in potere de lo erario et mastri massari, in quella deputati per vui, contessa, dopo Ia morte del decto guondam conte, vostro consorte; et si ultra li dicti ducati ducento havessero perceputi et exacti, facta prius diligenti compensatione de li preczi de li grani et altri victuagli, secundo comunemente valeranno in Io recogliere de quilli, quello che piùr fusse stato exacto per lo erario et mastro massa"ro de vui, predicta contessa, ipso erario generale lo debbea recuperare et facendosene intrate in Io cunto suo, con interventione de Io dicto credenzero, et quello che mancasse fin all'integra satisfatione de dicti ducati ducento debbea supplire e pagare in potere vostro; et cossì successive, singulis annis, et da vui, singulis solutionibus, debbea pigliare et recuperare debita et cauta apodixa, producenda in lo rendere de suo cunto, da accectarese omni futuro tempore, iusta la forma de dicto legato et testamento. Item lo dicto erario generale debbea pagare tucti li offitiali et persone provisionate erano in casa del dicto quondam conte de Fundi de tucto quello deveno havere fino a lo iorno seranno licentiati et deputati con altre provisioni, dopo la espeditione de le presente instructioni et ordinatione: quale pagamento se farrà con la interventione del dicto credenzero, et de ciascuno se debbea recuperare polixa, producenda et acceptanda in lo rendere de lo cunto de ipso erario. Item dicto erario, con interventione de lo dictq credenzero, debbea supplire et pagare tucto quello fosse devuto ad qualsevola persone per cose pigliate et altre spese facte in la infirmità del dicto quondam conte, per lo esequio, cultra de inbroccato, bandere, sopravesta, panni, cera et omne altra cosa et spesa facta, intendendosi però quello che fino al presente non fusse stato pagato; et de tucto se debbia fare particolare notamento et recuperarene polixa del soluto, ut supra, et similmente de Ii medici foro in la infrrmità del dicto guondam conte. Item lo dicto erario generale, con interventione de dicto credenzero, debbea pagare iu potere ut supra ducati sette cento de carlini, li guali vui haverite a destribuire a Ie donne de vostra casa, iusta lo tenore de lo legato facto per Io dicto quondam conte de Fundi; et da vui, contessa, debbia pigliare debita et sufficiente polisa et quietatione de recepto,

in lo rendere de suo cunto, li serà accectata et admessa. quoùdam conte, p€r suo codicillo ordinao et lassao se dovesse fornire Item, acteso che lo dicto la ecclesia de Santa Maria de Fundi, in lo quale foroimento se haveriano da dispendere ducati mille di carlini, poco più o poco meno; pertanto s'ordina al dieto erario che, con interventione del dicto credenziero, debbea pagare in potere de guello have facto I'altra spesa de la dicta ecclesia dicti ducati mille fra termine de anni cingue, ad rasone de ducati ducento per anno; lo quale spenditore, con quale, per virtùr de la presente,


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interventione de uno credenzero, appresso de ipso deputando per vui, debbea spendere in lo complimento de la dicta ecclesia et in satisfatione de quilli restano ad havere per Ii servitij et fatiche haveno facte in la dicta ecclesia in Io tempo passato. Item, acteso che lo dicto quondam conte, in sua vita, havea dato ordine e principiò'fare una bella et ornata cappiella in la ecclesia di Santo Francisco de Fundi, dove se havesse ad ponere et sepellire lo. suo corpo, et per constructione de quella havea facto venire in Fundi gran quantità de marmo gentile, et dato ordine al lavore de dicti marmori et per suo codicillo ordinao decta cappella se debbea fornire per mano de Massone: et pertanto ordinarite al dicto erario che de le intrate, ad sue manu perveniende, debbia pagare in mano del dicto Massone ducati mille e ducento infra termine de anni sei, li quali dicto Massone, con interventione de uno credenziero, appresso de ipso deputando per vui, contessa gubernatrice, debbia spendere in la constructione de la dicta cappella et fornimento de lo campanaro de la dicta ecclesia de Santo Francisco; et de tucte et singule spese, che per tale causa se faranno et pagheranno, dicto Massone et credenzero debbiano fare lucidi, particulari et clari quinterni, con Ie distintioni de le persone, de li tempi, iorni, opere e magistero che se farà e de la quantità

che ciascuno se pagherà per la causa predecta. Item, acteso che lo dicto quondam conte, per suo codicillo, have ordinamento et legato che se debbia complire et finire la fabrica de monasterio di Santo Francisco de Trayecto, ordinarete al dicto erario che de le intrate, che a le mano soe perveneranno, debbia Pagare al procuratore de dicto monasterio ducati mille fra termine di anni cinque, cioè omne anno ducati ducento; et lo dicto procuratore, con interventione de uno credenzero, deputando per vui, anno per anno' debbia spendere dicti denari in la dicta fabrica; de che ipso procuratore et credenzero debbiano fare particulare et claro quinterno, con la distintione ut supra, et da lo supradicto procuratore ipso erario debbia pigliare de singulis solutionibus debita et cauta apodixa, producenda in Io rendere de suo cunto. Item similmente dicto guondam conte, per suo codicillo, ordinao se debbia fornire la fabrica de lo dormitorio de Santo Domenico de Fundi: pertanto ordinarete al dicto eralio debba pagare al procuratore de dicto monasterio et convento ducati ducento fra termine de anni cinque, cioè omne anno àucati quaranta; et dicto procuratore debbia quelli spendere in la fabrica predecta, con interventione de uno credenzero, deputando per vui; et dicto erario de singulis solutionibus debbia pigliare debita apodixa, da producerse in Io rendere de suo cuncto. Item, acteso lo dicto guondam conte, per suo codicillo, have ordinato et legato al magnifico Luyse Gaytano la integra satisfatione del preczo del castello di Santo Laurenzo, sito in le pertinentie de Maritima Urbis, del quale preczo dicto Luyse si contenta havere ducati quactro milia et settecento de carlini, secondo la conventione havea facta lo dicto quondam conte: pertanto s'ordina al dicto erario generale che, havuta haverà dal decto Luyse la debita cautela et instrumento de venditione del dicto castello di Santo Laurenzo, con sue rasoni, intrate et pertinentie, ipso erario, in mano del decto moderno conte de Fundi et de Trayecto, se debbea constituire vero debitore al decto Luyse de li dicti ducati quactro milia septecento de carlini, cum obligatione de pagareli infra termine de anni quattro, videlicet omne anno la rata contingente; et durante lo tempo de la decta satisfactione et Pagamento pro rata, ut supra, ipso erario debbia pagare al decto Luyse, per provisione et benefrcio di detta quantità, ducati ducento de carlini per anno; hoc tamen declarato et expresso che tanto meno se habbia da pagare anno per anno de li dicti ducati ducento quanto sarà Ia rata che ipso Luyse consequirà et receperà dal dicto erario de Ii supradecti ducati quactro milia sectecento, recuperando semple lo decto erario dal dicto Luyse debita et publica apodixa di ciascuno pagamento per tale causa li farà; et in fine temporis se debbia fu. ,o.p"r", annullare et cassare lo contracto et instrumento del dicto debito et pigìiare dal dicto Luyse et da sua madre, pro se, heredibus et successoribus suis, la debita et sollemne cautela de perpetua quietatione del decto debito, ad consiglio del savio. Item, acteso per codicillo facto per lo dicto quondam conte, foro legati et lassati a la figliola di Domitio Carazziolo ducati ducento de carlini per sua dote et maritare, se ordina al dicto erario debbea pagare al dicto Domitio li dicti ducati ducento, iusta lo tenore del dicto codicillo, et da ipso pigliare debita et publica cautela de recepto. Item dicto erario debia pagare al capitolo di Santa Maria de Fundi ducati undici, legati per lo dicto guondam conte per le messe se havevano da dire per la soa anima, de li quali debbia pigliare polissa i" lo pro"uratorà del dicto capitolo de soluto. Item dicto erario similiter debbea pagare ducati dudici l,

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al procuratore de Santo Francisco de Fundi, secondo I'ordine havea da lo guardiano de lo dicto loco, legati et lpssati per lo dicto quondam conte per messe se havevano da dire per sqa anima. Item, acteso che dicto quondam conte have lassati et legati per maritare dudece povere citelle del suo stato once cinque per ciascuno de ipse, che in tucto fanno Ia summa di ducati 360, se ordina a dicto erario, con interventione del dicto credenzero, debbia bene et diligentemente advertere, con consentimento et deliberatione del reverendissimo archiepiscopo capuano [e] vostro, al maritare di dicte citelle, iusta Ia forma del dicto legato, et ad ciascuna de ipsa debbia pagare le dicte cingue uncie et recuperare debita cautela tanto de lo maritagio quanto de lo pagamento predecto, da acceptarese in lo rendere de suo cunto, ita che dicte citelle siano de bona vita et miserabile. Itern, acteso lo dicto quondam conte have legato et lassato ad tucte le donne servitrice se trovano in casa de ipso quondam conte lo dì de suo obito, cioè ad quelle donne havessero servito per anni secte, ad rasone de unce septe di carlini per ciascuna, et de beni rnobili altre uncie tre, ad complimento de uncie dece per una; et se piìr tempo havessero servito de anni secte, se debbia satisfare et pagare ad ciascheduna de ipse uncie una per anno, et con quelle che meno havessero servito d'anni sette se debbia dare et pagare la rata de le supradicte uncie due: pertanto se ordina al decto erario che, iusta la forma de lo dicto legato, debbea eseguire, con deliberatione vostra e con interventione del dicto credenzero, et da ciascuna di dicte donne lo dicto erario debbea recuperare debita cautela, con distintione de la quantità le pagherà in denari et quella che pagarà in boni mobili, iusta la forma

del dicto legato. Item similiter dicto erario debbea pagare a messer Francisco de Finicellis de Aversa, fo medico del dicto guondam conte, ducati cento de carlini, legati et lassati per maritagio d'una sua figlia et da ipsa recuperà (!) debita cautela, iusta la forma del dicto legato. Item similiter dicto erario debbea pagare ad Francisco Gaytano ducati cento di carlini, ad ipso legati et lassati per lo dicto quondam conte, et da ipso recuperare debita et publica cautela de recepto, iusta la forma del codicillo facto per lo dicto quondam conte.

Item, acteso che in potere del magnifico Ioanne Bactista Gaytano sonno certe belle ioye, quale iu pigno de lo dicto quondam conte per ducati mille seycento, piir o meno, secundo se dice tene apparere per pubblico instromento: dicto erario debea provedere recaptare et rescotere le dicte ioye dal dicto loanne Battista, al quale pagarà tucto quello che legitimamente deve havere per virtir del dicto instromento, al (t) quale instromento debbea recuperare per rupto, casso e nullo, et da ipso pigliare quietatione de dicto debito da producerese in lo rendere de suo cunto; et recaptate haverà le.dicte ioye, quelle debea consignarein potere vostro et recuperare da vui cautela'pubblica de lo piso e qualità de dicte ioye, producenda similiter in lo rendere de suo cunto. Item similmente dicto erario debbea procurare et providere recaptare lo firmaglio tene in pigno Augustino de Laudato di Gaeta per ducati seicento, più o meno, al quale debbea pagare quello che legitimamente deve havere, iusta la forma de la cautela sopra ciò facta; guale cautela debbea procurare havere per ropta, cassa et nulla con perpetua guietatione; quale frrmaglio recaptato sia, lo debbia consignare puro in potere vostro et da vui recuperare publica cautela de recepto, con la distintione del peso et qualità senà lo dicto fermaglio, da producerese, una con le supradicte altre cautele, in lo rendere de suo cunto. Item dicto erario, con interventione del dicto credenzero, debbea far pagare tucta quella spesa necessaria che li sarà ordinata per vui in Ia fabrica del palaczo de Fundi, et spese bisognasse in lo acconzo de la fontaua et del castello di Trayecto, in tutte le stantie et membri saranno bisogno etnecessari per Ia comoda habitatione de li dicti illustri conti et contessa di Fundi et de Trayecto et de lo conte de Morcone et de tucta loro casa et corte; de Ia guale spesa se debea fare particulare notamento, ut supra, et similmente in la casa de Napoli et tucte altre spese che a la iornata li saranno ordinate in scriptis per vui. Item lo dicto erario, con interventione del dicto credeazero, debea providere fare tucte le spese saranno necessarie in lo guberno de le robe stabile, site in le pertinentie de la cictà di Fundi,.come sono iardini, vigne, oliveti, case et altre possessioni, procurando sempre la utilità et beneficio di decto conte. Et similmente dicto erario debbia dare et far le spese necessarie tanto de.lo victo come de lo vestire ad tucti li schiavi, vechi et infirmi che staranno in lo palaczo di Fundi pro temporibus; de le quali spese se debbia fare particulare et claro notamento per lo dicto credenzero appresso de ipso deputato, Item dicto erario debea pagare tucte altre spese et debiti per virtùr de suo officio de


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erariato, facte tanto in tempore vivea dicto quondam conte, quanto dopo fino a la speditione de Ie presente istructioni et ordinatione, da intimarse ad ipso erario; de le quali spese debbea recuperare debite cautele da acceptarenose in lo rendere de suoi cunti. Item lo dicto erario, con interventione del dicto credenzero, debea provedere con bona diligentia spendere ducati octo cento di carlini in compera d'arme et artigliarie, necessarie a la guardia et munitione de le castella se haveno da guardare tanto in Ie terre de lo Regno quanto in le terre de Maretema et Campagna; le quali arme et artigliarie debea mandare et consignare a li castellani di dicte castelle, secundo per vui li serà ordinato et pigliare polisa da li dicti castellani de la consignatione di dicte artigliarie et arme et anco da li venditori de quelli, a li quali pagherà lo preczo predecto. Item dicto erario de le supradicte armature et artegliarie che compararà, ut supra, debea fare particulare introyto et notamento con la distintione de li nomi, qualitate et quantitate et de lo piso, et cossì etiam debea fare notamento de lo exito per modo se ne habea semPre bono et leale cunto, con

la interventione del credenzero, ut supra. Item dicto erario debea con diligentia provedere ponere et mandare in ciascuno di dicte castelle tanto del Regno come de Maretema et Campagna la munitione de grano, vino, acito, miglio, sale, oglio, carne salata, bestie per conducere legna et omne altra munitione necessaria a la custodia et guardia di dicte castelle, secundo li serrà ordinato per vui in scriptis; et de la consignatione de le cose predicte debea pigliare polise e cautele sufficiente da li supradiCti castellani de recepto, guali li seranno acceptate in lo rendere de suo cunto. Item dicto generale erario, con interventione del dicto credenzeio, ciascuno anno, de mense augusti seu de mense septembris appresso sequente, debea con diligentia reconoscere le supradicte munitioni de li castelli de lo Regno; et quelli trovasse non esserno bone et non poternose per lo anno da venire, lo debbea vendere per lo meglio precio porrà, procurando sempre la "oor"ruur" debita utilità de la corte, et comperarende altre tante et ponerle in dicti castelli; et quella spesa ci occorrerà, la debbia fare con interventione del decto credenzero et certificatione del castellano. Item dicto erario debea provedere, con interventione del dicto credenzero, fare conciare tucte le armature et artigliaria fusr"ro guaste, et male in ordine in ciascuno de li dicti castelli del Regno, procurando ,"rnpr" la utilità et benefrcio serrà possibile; et de ciò se faccia particulare notamento, con la distintionè de li iorni, de li denari pagherà et de le artegliarie farà conzare; et de ciò se procureno le debite certificationi da li castellani. Item dicto generale erario paghe lo debito salario a li commissarij et altre persune, che haveno vacato et vacaranno circa la confectione de lo inventario et altre scricture de la hereditate de lo dicto quondam illustre conte de Fundi, in modo siano integramente satisfacti et pagati dal tempo haveno poneranno in servitio de Ia dicta heredità, et similmente de li commissarij notati et omne altra por,o "a ,p"r" o""orra et che occorresse in lo assicuramento de li vassalli de lo Regno et de le terre di Campugnu. Item lo dicto erario generale debea procurare realiter et cum efiectu de tucti et singuli introyti, spJctantino et pertinentino a li dicti illustri conti de Fundi et de Trayecto et cotrte de Morcone, pro' et altri pagamenti ordinarii sive extraordinarij, che ad mano de ipso erario perveneranno, fare "i.ioo" lucido quaterno particulare et distinte lo introyto et similiter lo exito, che per soe particulare "luro "i io"no u"""d.rà farese per virtù del suo oficio ciascuno anno, per modo che in fine de lo dicto anno debea stare in ordine de dare et presentare lo suo cunto davante li rationali; deputandi a la visione de [i computi de dicto erario, et ad omne requesta de dicti rationali debea comparere davante de quelli con li dicti soi cunti et con tucte le cautele et scripture necessdrie'a la liquidatione di dicti cunti;et viduto, examinato et discusso serà lo dicto suo cunto per li dicti rationali, tucto quello serrà trovato et declarato vero debitore per li dicti rationali, ipso erario debea manualmente pagare et consignare in potere vostro et da vui recuperare pubblica cautela et apodixa per instromento, valitura ad ipso erario omni futuro tempore; et li dicti rationali, deputandi ut suPra, visto et discusso haveranno lo computo de dicto erario una con le cautele et scripture necessarie et quillo liquidato, debbiano fare ad ipso erario le debite declaratorie lettere, con la particulare distintione de lo inroyto et exito et de quello serrà significato debitore ad vui, per modo che sempre et omni futuro tempore li sia suficiente et oportuni cautela per se et heredibus suis. Item lo dicto'erario generale se debbea fare introyto particulare et distinto di tucte le quantitate de denari et qualsivoglia altre cose significati in scriptis per ii rationali, deputandi alla visione et discussione de li computi, de li oficiali deputati et deputandi circa I'administrationl di tucte le intrate et pecunie de li dicti moderni conti di Fundi, Trayecto et conte de


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI Morcone; et in la liquidatione de dicto suo introyto debea producere tucte le sign[ificato]rie (]) che ad ipso seranno diriczato per li dicti rationali. Item volimo che debbiate ordinare et fare per mastro massaro generale notaro Andrea Proya de Fundi, lo quale habea ad gubernare tucte le massarie del bestiame de li dicti conti, et apresso de quillo per credenzero suo Andrea Parise de le Fracte, a li quali si daranno le infrasclitte ordinationi; a lo quale notaro Andrea farite consignare tucto lo bestiame rimasto de la heredità de lo decto quondam conte di Fondi in le instructioni sequente ve ordinamo li debbiate donare claramente se contene. Ordinationi et instructione se daranno a Ii supradicti mastro massaro et credenzero, deputati supra lo goberno de le massarie de iumente, bufale, scrofe, porci, pecore et capre de li dicti conti sonno le infrascripte, videlicet: In primis dicto mastro massaro debea pigliare tucte le iumente per inventario con la distintione de li nomi, de le pelature, merchi, balzani che ciascuna tene et con la distintione de le flgliate in lo presente anno, Vllll indictione, et de quelle haveno figli mascoli o femine, de le prene et de le stirpi et finalmente de li pollitri et stacche, con la distintione del tempo che haveno et si sonno mercate o norì mercate, ponendose ad ciascuna la pelatura et balzane tenesse, cum interventione del credenzero appresso de ipso deputato. Item, similmente per inventario, debbea pigliare tucti li stalloni se troveranno in dicta massaria, con la distintione de li nomi, pelature, merchi et balzani che tenessero. Item dicto mastro massaro, con interventione de dicto credenzero, con debita diligentia et sollecitudine debbea gubernare et fare gubernare la dicta massaria de le iumente, et in li termini congrui debea provedere a la monta de quelle et a lo mel'care de quelle non fossero mercate; de che sempre se faczea fnrticulare annotamento per ipsi mastro massaro et credenzero, secundo se recerca, per modo non habea da patere alcuno incomodo et sempre se ne habbea bono cunto. Item dicto massaro, con interventione de decto credenzero, proveda che tucti li pollitri procederanno da le dicte iumente, in li tempi congrui et oportuni se debbeano caczare et de quelli se ne debbea fare particulare annotamento et farende exito, secundo per vui o per lo erario generale li sarà ordinato in scriptis. Item dicto mastro massaro, con interventione de Io dicto credenzero, debea pigliare per inventario Ia massaria de le pecore, con la particulare distintione de le pecore gentili, mosce sive carfogne, de le figliate in lo presente anno' VIIIJ indictione, et si sono lanute o tosate, et similmente de le pecore stirpi, de li castrati chi nce sonno; con Ia distintione de lo tempo che haveno, de li montuni et se sonno lanuti o vero tosati. Item dicto mastro massaro con diligentia debea provedere farele gobernare bene et fidelmente in modo che per

sua negligenza non habeano da patire danno alcuno; et ciascuno anno, con interventione del dicto credenzero, debea procurare realiter et cum effectu, a Ii termini debiti et statuti, allo contare de dicte pecore con lo aumento sive allevo ce serrà, e quelle fare tosare e mongere, et de la lana e fructo pervenerà de dicte pecore debea far ipso et far fare debito et claro notamento del decto credenzero con la distintione del piso, cioè se è mayorina, agnina sive matricina, per modo sempre se ne habea bono et leale cunto; et de lo introyto et fructi de quelle debea respondere al generale erario, deputato in Io stato de li dicti conte de Fundi, Trayecto et de Morcone. Item dicto mastro massaro debea procurare, con debita diligentia et con interventione de Io dicto credenzero, caczare et vendere li casbati che in li tempi saranno in ipsa massaria, procurando sempre omne debita utilità che procurare si deve per bono massaro in lo vendere de quilli; de che se facza particulare notamento, con la distintione de lo numero, de lo tempo, de lo preczo et de le persone a quali seranno venduti; et similmente debea vendere lo caso, llna, coyra, carnagio et omne altro introyto pervenisse da dicta massaria, con la distintione ut suPra, per modo sempre se ne habea bono cunto. Et similiter dicto mastro massaro, debito inventario mediante, debea pigliare, con interventione de dicto credenzero, Ia massaria de le scrofe, porci, verri, cum la particulare distintione de le scrofe figliate, pl.ene e stirpi et de lo allevo che haveno in lo presente anno, de le fresenghe, de li porci, con la distintione de lo tempo che haveno et cossì de li verri. Item dicto mastro massarq, ciascuno anno, con interventione de dicto credenzero, debbia fare et provedere a lo imporchiare de decte scrofe, de che se facza particulare notamento de lo numero de li porcelli che se imporchiaranno, cum Ia particularitate de li masculi et de le femine. Item dicto mastro massaro in li tempi congrui debbea procurare, con interventione de dicto credenzero, cacciare et vendere de Ia dicta massaria tucti quelli porci et altre bestie li pariranno espediente devernose caczare et vendere, procurando sempre omne debita utilità et benefrtio circa lo preczo de epse, fandose sempre particulare notamento de lo numero de li porci et altre bestie venderando, de lo preczo, de lo tempo et de le persone acl chi seranno vendute, de che se possa havere bono et leale cunto.


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Item dicto mastro massaro, con interventione de dicto credenzero, similiter debbia pigliare, debito inventario mediante, la massaria de le bufale con la particulare distintione de le bufale glosse, figliate et stirpi, de li masculi et de le prene et de quelle sonno mercate et ad mercare, de li vitelli et anno (l) le femine et masculi ; quale massaria debea bene et fidelmente gubernare et regere taliter che per suo defecto non habea da patire danno nè detrimento alcuno; et similmente de lo caso pervenerà iorno per iorno de la decta massaria se debbea fare particulare notamento, con la distintione del peso e de lo numero, delle provatul'e et altri casi sive forme se facessero, et cossì etiam de lo burro pervenerà de dicte bufale; guale caso debea vendere in Ii tempi oportuni per meglio preczo porrà convenire, et fare particulare notamento de la quantità se venderà, con la distintione de li iorni et de lo peso ut supra. Item dicto mastro massal'o debbea provedere con omne debita sollecitudine cacciar da la dicta massaria de bufale tucte quelle bestie che a la iornata le pareranno essere da cacciare, tanto de le grosse como de le minute, et quelle debbea vendere, con interventione del dicto credenzero, per lo meglio preczo che convenire ponà, procurando sempre la debita utilitate; et de tucto se faccia particulare notamento, con la distintione de Ie bestie grande sive piccoli, masculi sive femine, de Io tempo, de lo preczo et de le persone a le quali se venderanno. Item similmente lo dicto mastro massaro, con interventione de dicto credenzero, debito inventario mediante, debbea pigliare la massaria di capre, con la distintione de le capre figliate, de le stirpe, de li caperruni et de li capretti masculi sive femine che nce fossero; et decta massaria debea procurare farla bene gubernare et regere secundo Io bisogno, et de lo fructo tanto de li capretti como de lo caso, con interventione de ipso credenzero, debea fare notamento et fare vendere a la iornata, et similmente de li capenuni fussero da cacciare da decta massaria si vendano ut supra. Item dicto mastro massaro del denaro e fructo pervenerà ad sue mano de lo introyto de le supradicte massarie et qualsevole de ipse, in li tempi et termini, debea ciascuno anno debea (t) fare exito al supradicto erario generale e, fatto ad ipso erario lo pagamento et consignare de li decti introyti et fructi, debea pigliare da ipso erario et (!) clara apodixa de recepto, da acceptarese in lo rendere de li cunti farrà ipso mastro massaro a Ii rationali deputandi. Item, acteso che Ie supradicte massarie de bestiame senza a debita custodia et spesa non se porriano regere et governare, decto mastro massaro, con interventionq de lo dicto credenzero, in li tempi necessarii et oportuni, debea provedere in ciascuna de quelle de le persone, guardiani et offitiali necessarij, de le quali se facza particulare notamento, con la distintione de li nomj, tempo et preczo serrà accordato ciascuno et de lo iorno che ciascuno de ipso serrà licentiato dal servitio predicto, per modo sempre che per lo libro suo et del dicto credenzero se possa havere plena et indubitata fede de la spesa et salarij che in ciascuna di decte massarie se farrà et pagherà. Item, acteso che al supradecto generale erario s'ordina debea pagare la spesa necessaria de le dicte massarie, et ad ciò che ipso erario possa liberamente fare lo dicto pagamento, ipsi mastro massaro et credenzeri, ciascuiro mese, con la debita diligentia et fede, debbiano fare certificatione particulare et distinta a Io dicto erario, qui pro tempore fuerit, con la distintione de tucti et singuli spese tanto de salarij, herbagi et qualsivoglia altra cosa necessaria a la conservatione et goberno de dicte massarie et ciascuna de epse, acciò che ipso erario cautamente in li lochi, dove saranno dette massarie stanziate et collocate, possa fare pagare Ii denari necessarij, iusta la testificatione predicta, et recupera[rejnde Ie debite apodixe de soluto. Item dicto mastro massaro, con interventione de dicto credenzero, debea advertere fare debito et particulare notamento de tucte le bestie che in ciascuna de dicte massarie, quod absit, morissero o vero se perdessero per alcuno modo et recuperare le coyra da li pasturi, garzoni et guardiani a la custodia di quelli deputati; de le quali coyra debea fare introyto, con la distintione delle bestie, e guelle debea vendere, debita subastatione mediante, et plus offerenti libelarle, et de lo preczo da esse coyra faccia exito a dicto generale erario. Item dicto mastro massalo, con debita diligentia, a li tempi debiti, necessarij et oportuni, con interventione del dicto credenzero, debea procurare fare comptare' mercare et tosare le supradicte bestiame per modo che per loro negligentia non sende habea danno, ma sempre se procure omne debita utilità et beneficio.

li dicti mastri massaro et credenzero, ciascuno anno, ad requisitione de li rationali la visione et discussione de li cunti, debiano comparere davante de ipsi rationali con li loro libri, cautele et scricture a dar conto et rasone de dicta loro adminisbatione et da dicti rationali pigliareno la debita declaratione de Ii dicti loro cunti. Item che

deputandi circa


262

DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

Item volimo che vui debeate ordinare et fare per erario generale loan de Banduzo de Fundi in tucte le terre de Jo dicto moderno conte de Fundi et de Trayecto, site et poste in Campagna et in Maretema, et per credenzero, appresso de ipso, notaro Angelo Simione de Maranula, a Ii quali se le infrascricte ordinationi, videlicet: Ordinatione et instructioni si daranno ali'erario generale ordinato in le terre de Campagna et de Maretema Urbis et a lo credenzero, appresso de quello deputato, sò le Ie infrascritte, videlicet: In primis dicto generale erario, con interventione del credenzero, appresso de ipso deputato, con la debita diligentia et sollecitudine, debea procurare de exigere et lescotere tucti li fructi et denari et intrate debite, spectantino et pertinentino a lo utile signore et barone de dicte terre, ciascuno anno, in li termini et paghe solite et consuete, per mano de li particulari erarij seu mastri massari deputandi per ipso generale erario in ciascuno de dicte ten'e, con consentimento et volontà vostra, che siano iJonei et leali, de Ii quali merito se li possa confidare. Item tucti li erarij seu mastri massari seranno deputati in le dicte terre et ciascuna de epse debeano fare quaterni lucidi, particulari et clari de tucte le intrate et rediti che in ciascuna teua selranno da exigere, et etiam de Ii proventi si faranno in la corte delli capitanei deputati et deputandi pro temporibus in ciascuna de decte terre, et però che a li dicti capitanei sonno ordinate le loro provisioni et salarij che annuatim deveno consequire; dicti particulari erarij seu rnastri massari debeano advertere fare debito et particulare notamento de dicti proventi, et quello piùr che montassero delle supradicte provisioni stabilite a li supradicti' capitaneo (!) debeano exigere per Ia corte et farende entrata in suo cunto; et lo dicto erario generale, in fine de ciascuno anno, debea procurare havere li dicti cunti da li dicti particulari erarij sive mastri massari, quali debea vedere, discutere et examinare et quelli producere in lo rendere de suo cunto et presentarli al supradicto erario generale de tucto daranno

lo

stato

de li dicti cunti; et se li dicti proventi non bastassero a la integra provisione de dicti

capitani, lo dicto generale erario debbea supplire de li altri introyti ad mano sue proveniendi a li dicti capitani et recuperare polisa autentica de soluto. Item dicto erario generale, con deliberatione et parere vostro, ciascuno anno, debea ordinare et creare in tucte le terre de Ii dicti illustri conte de Fundi et de Trayecto uno suff,ciente, bono et leale erario particulare sive mastro rnassaro in Maretema et Campagna Urbis, secondo è stato solito per lo passato, a li quali se debea dare ordine che de tucte le intrate de le dicte terre debeano fare particulari quinterni et notamento, con Ia distintione de li iorni, de le quantitate di ciascuna cosa exigeranno et de Io exito che faranno; et in fine de ciascuno anno debeano portare e presentare li dicti loro quaterni, con le debite cautele et apodixe, a Io dicto generale erario, con lo quale debeano fare cunto de li introyti et exiti di ciascuna terra; et ipso generale erario debea exigere et pigliare da li dicti particulari erarij sive mastri massari tucto quello trovarà in potere de ciascuno de ipsi et farendese intrata in lo suo cunto, et a Ii dicti particulari erarij sive mastri massari debea fare le debite apodixe et declaratoria per loro cautela et certitudine de la corte de dicto conte. Verum dicto generale erario proveda che non se facza altro exito per li dicti particulari erarij seu mastri massari senza speciale ordinatione vostra e de ipso erario generale in scriptis, li quali cunti particulari debbia producere et presentare a lo erario generale de tucto lo stato de li dicti conti in tempo che esso erario generale de Campagna et Maritima darrà cunto et rason de sua administratione. Item lo dicto erario generale de le supradicte tene de Maritima et Campagna Urbis debea con diligentia provedere che li grani, vini et altri fructi perveneranno quolibet anno in potere de li particulari erarij sive mastri massari, si vendano a li tempi congrui et oportuni, procurando sempre la maggiore utilità se poria in aumento del preczo de dicti fructi. Item lo dicto erario generale de dicte terre, con interventione de dicto credenzero appresso de ipso deputato, debea fare particulare notamento de lo introyto de tucti Ii denari et qualsivoglia altra cosa che a soe mano perveneranno, ordinarij et extraordinarii, per virtù de suo offrtio, con la distintione de li iorni, persone e quantitate de li dicti denari et cose predicte taliter che sempre se rie possa havere bono et leale cunto, da darese per ipso erario et per lo dicto credenzero a Io generale erario, deputato in Io stato delli modermi conti di Fundi, Trayecto et de Morcone. ' Item lo dicto erario generale deputato in le dicte tene di Maritima et Campagna, con diligentia et sollicitudine et con interventione del decto credenzero, de Ie intrate ad soe mano perveneranno, ut supra, debea pagare et fare Io infrascritto exito, videlicet: d. LXXII Ad ipso erario per la sua annua provisione o per ipso deputando lo credenzero appresso da XXXX Ad notaro Angelo Simione,


VARIA

263

Ad

Sancto Catino d'ltri, ordinato castellano in la tone seu fortellecze di Sonnino, per sua provisione et salario, da paqarese mese per rnese ad soe spese, per anno ducati trenta de carlini Ad soi (!) compagni in decta fortellecza ordinati, per loro salarij, ad loro spese, ad rasone de ducati dui lo mese per ciascuno, montano per anno A Io bombardero ordinato in dicta fortellecza, ad soe spese, per anno ducati 36 Ad Luca Santoro di Monticello, ordinato castellano del castello di Sancto Laurenzo, per suo salario et provisione, ad soe spese, per anno ducati 36 Ad quactordici compagni, similiter ad ducati dui lo mese per ciascuno, a loro spese, montano per anno

A lo bombardero ordinato in dicto castello,

similiter ad soe spese, per anno ducati

d. ))

CXXXXIII

)>

XXXVI

XXXVI

"

trentasei

Ad Ad

A

CCCXXXVI

XXXVI

Cola Paterno de Pedemonte, ordinato castellano al castello de Ciccano, per suo salario et provisione, ad soe spese, ducati quaranta doi quactordici compagni, similiter ad ducati dui lo mese per ciascuno, ad loro spese,

montano per anno ducati 336 lo bombardero similiter per anno,

xxx

XXXXII ))

CCCXXXVI

ad

soe spese, ducati 36 XXXVI Ad Cola de Filippo d'ltri, ordinato castellano allo castello de Vallecorsa, similiter per soa annua provisione, a soe spese, ducati trenta XXX Ad sei compagni, a ducati dui per uno lo mese, ad loro spese, per anno ducati cento quaranta quactro CXXXXIIII A lo bombardaro, ad soe spese, per anno ducati 36 > XXXVI Ad Iacobo de Petro de Trayecto, ordinato castellano in lo castello de Pofr, per soa provisione et salario, ad soe spese, per anno ducati trenta sey XXXVI Ad quactordici compagni, ad ducati dui Io mese per uno, a loro spese, per anno ' ducati trecento trenta sey CCCXXXVI A Io bombardero, similiter ad soe spese, per anno ducati 36 XXXVI' Ad Iacovo Martello di Trayecto, ordinato per castellano a lo castello de Salvaterra (!), per sua annua provisione, per anno, a soe spese XXX Ad sei compagni, ad ducati dui per uno lo mese, ad loro spese, montano per anno > CXXXXIIII ducati cento quaranta quactro A lo bombardero, similiter per anno, a soe spese, ducati 36 > xxXVI - Item lo dicto erario generale, con interventione de lo dicto credenzero, ciascuno anno, debea con diligentia, in mense augusti seu septembris, provedere tutte le monitione di ciascuna di dicte castella, et trovando essere bisogno renovare,altra cosa de dicte munitioni, maxime de Ii victuagli et carne salata, quello debea vendere et camparare alhe tante de nuovo per modo tale che sempre resteno fornite de dicte monitione per Ia bona guardia di esse castelle et fortellecze; et se alcuna spesa ne occorresse in la renovatione predicta, sende debea fare debito et particolare notamento per lo dicto credenzero, tanto de lo vendere come de lo comparare, et con la certificatione de Io dicto castellano serà admessa et accettata in lo rendere de suo cunto. Item dicto generale erario, con la debita diligentia, debea provedere che li particulari erarij seu mastri massari, deputati in ciascuna de dicte terre, debeano fare tucte le spese necessarie per lo guberno, conservatione e beneficio de le intrate de dicte terre, sicomo da lo dicto erario generale serrà ad ciascuno de ipsi ordinato; et similmente debeano fare conzare tucte armature et artegliarie che se trovassero guaste in ciascuno de dicti castelli; et de tucto se faccia particulare notamento per lo dicto credenzero, appresso de dicto generale erario deputato, et se ne recupere certificatione da li castellani in Ie cose occorreranno alli castelli et da li capitanei de le spese se faranno in reparatione de le cose stabile sonno in Ie terre predicte da provederse in lo rendere de li cunti de dicti particulari erarij seu mastri massari ad cautelam seu certitudinem de la corte de lo dicto conte de Fundi et de Trayecto.

Item, acteso che è stato ordinato a lo generale erario de tucto lo stato de li supradicti conti de Fundi et de Trayecto et de Morcone che de Ie intrate et pecunie ad soe .uoo p.rt"oeranno debea supplire et pagare ciascuno anno a lo dicto erario generale, ordinato in Ie terre di Maritina et Campagna, fino a la summa di seicento ducati, dicto erario deputato in le dicte tere, quando sarà lo bisogno


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CA ETANI debea procurare havere et pigliare da lo dicto erario generale de lo dicto stato li supradicti ducati sei cento per anno, et per ciascuna quantità che recupererà fin a la surnma predicta debea fare debita apodixa et cautela a lo dicto generale erario de lo stato et farese lo debito introyto de quello che da ipso recuperà (!), con la distintione de lo tempo et de Ia quantità. Item'lo dicto erario generale in Ie dicte terre deputato, con interventione de lo dicto credenzero, tanto de le intrate, rediti et fructi perveneranno da dicte tene quanto de li supradicti ducati sei cento, debea fare lo pagamento mese per mese a li supradicti castellani, compagni, bombarderi et altre spese predicte et salarij, et quello che li superasse debea convertere e spendere in reparatione et fabrica de le supradicte fortellicze, secundo per vui o vero per lo supradicto generale erario de lo stato li serrà ordinato in scriptis, in modo che in 6ne anni sia tanto Io introyto di sua administratione quanto lo exito, adeo che in lo rendere de suo computo, da farese onme anno in potere de lo dicto erario generale, possa havere et obtenere la debita declaratoria de dicto suo computo per sua cautela, per certitudine de Ia corte de lo dicto conte de Fundi et de Trayecto. Item volimo che vui debbiate ordinare et fare perceptore notare Antonio de Leo de Castello Forte, quale haverà da exigere le pecunie fiscale in le terre de lo stato .de li conti de Fundi, di Trayecto et conte di Morcone, site in lo Regno, a lo quale si daranno per vui Ie infrascritte ordinationi: Ordinationi et instructiuni se daranno al supraditto perceptore de Ie pecunie fiscale, debite et debende per le universitate de le citate, terre et luochi del supradicto conte de Fundi et de Trayecto et del supradicto conte de Morcone, so questi, videlicet: In primis dicto perceptore, con debita diligentia

et sollecitudine, debbia curare realiter et cum effectu de imponere in le dicte citate, terre et lochi li terzi de li fochi et sali, in le tande et termini statuti et consueti et secondo se imponeranno per li nostri commissarij, qui pro tempore fuerint in la provintia di Terra di Lavore, Contato di Molise et Principato ultra, iusta lo cedulario e lista haverà da li dicti nostri commissarij ; et similmente debbea imponere tucti altri pagamenti che per la nostra corte seu per li dicti nostri commissarii senanno ordinate deverse imponere et exigere da le decte università de le dicte citate, terre et lochi; et facta la impositione predicta, ipso perceptore, con la debita diligentia, debea exigere la rata et guantitate ad ciascuna universitate contingente et decreta in li termini statuti sive statuendi, et farse introyto iorno per iorno de le dicte pecunie, con la distintione de le persune sive sindici, da li quali exigerà dicti denari de dicte impo: sitioni; et debea fare polisa autentica a Ii dicti sindici et qualsivoglia persona che in nome e parte da esse università pagherà ad epso perceptole qualsivoglia quantitate de dicti denari, con la distintione de li terzi sive sali o vero de altre impositione fossero, ad cautela de dicte universitate et certitudine de Ia corte vostra. Item lo dicto perceptore, con debita diligentia, debea providere in li termini consueti fare dare et consignare a li sindici seu procuraturi de le dicte universitate et ciascuna de esse la rata de Ii sali tangenti per ciascuna tertia sive mezo tumulo de sale che se sole imponere per ciascuno ierzo a le dicte universitate per li loro fochi, iusta la lista haverà da Ii dicti commissarij nostri in li fundici nostri de sali, in li quali sonno soliti pigliare dicto sale, lo quale sale dicto perceptore debea fare spartire in le terre et lochi predicti per la rata ad ciascuno tangente per modo omne uno habbia lo suo devere et parte; et in questo, non si commecta fraude, ma che tucti resteno contenti de Ia rata predicta. Item dicto perceptore, exacti haverà dicti denari de li dicti impositione Éscali, di quilli debea pagare in potere dell'erario generale supradicto, deputato sopra la perceptoria de le intrate del stato de li dicti conti, ducati quactromilia quacho cento dudici, tari dui de la summa di ducati quactro milia cinco cento quaranta si soleno pagare all'illusne quondam conte de Fundi et successive al moderno conte de Fundi et de Trayecto per le infrascricte annue provisioni ad ipso concesse et confumate per noi, videlicet: duèati dui milia cento novania per I'oficio di logotheta et prothonotaro del Regno, et ducati mille e ducento concessi in feudum sopra li fochi et sali del contato de Fundi, et ducati mille concessi de provisione al dicto conte sopra la rasone del sale del dicto contato, et ducati cento cinquanta in feudum concessa sopra la rasone fiscale d'ltro et de Trayecto per scambio del passo d'ltro et. de Scauli; de li quali ducati quactro milia cinco cento quaranta, deducta la ragione de quactro per cento, ciò (!) di quilli non sonno concessi in feudum, restano che se haveno da pagare in potere del diito erario generale del dicto introyto et exactione fiscale Ii supradicti ducati quactro milia quattro cento dudici, tari dui, necti da l'agio; et dal dicto erario generale ipso perceptore debea recuperare publica polisa di ciascuuo pagamento li farrà de la dicta summa, quale polise seranno ad (!) ipso perceptore acceptate et admesse in lo rendere de suo cunto. Item lo dicto perceptore, deputato in la exactione predicta, tucta la restante quantità dal supradicto introyto de le rasone 6scale, per ipso exigende, debea pagare et consignare in li termini che dicti denari


VAR IA

265

et pecunie fiscale seranno exacte in potere del nostro commissario de la dicta provincie de Terra de Lavore, da lo quale debea pigliare polisa autentica de recepto de ciascuno pagamento li farà, Ie quali polise li seranno acceptate et admese in lo rendere de suo conto. Item lo dicto perceptore debea curare realiter et cum efiectu, ciascuno anno, habere integramente exacti li dicti pagamenti fiscali, da tanda in tanda, et ordinare suo cunto per tucto lo mese de octobre de lo seguente anno, et quello debea presentare in la Regia Camera nostra della Summaria, dove sia tenuto comparere con tucti soi quaterni et scripture per la liquidatione de epse, ed octenere da la dicta Camera le debite et consuete declaratorie de dicto cunto, ad cautela de Ii dicti conti di Fundi et de Trayecto et conte de Morcone et certitudine de la vostra corte, per modo che de anno in anno se debbea sempre liquidare lo dicto suo cunto, iusta I'ordine et stilo de la dicta Camera. Et ultra le cose predicte volimo che debbiate esequire et fare exequire le infrascritte altre cose, videlicet: Acteso chc lo illustre quondarn conte de Fundi, in tempo viveva, fece vcnire una pecza de inbroccato, inventariato in li beni de la dicta hereditate, quale imbroccato havea da servire per lo omamento et paramento di Santa Maria de Fundi, noviter constructa et edificata per lo dicto quondam conte, volimo debeate consignare la dicta pecza de imbroccato a li procuratori de la dicta ecclesia, per mano de li quali de dicto imbroccato se debbia fare quelli vestimentj de preiti et de altari saranno bisogno per lo ornamento de dicta ecclesia, secondo lo vedere et parere vostro; da li quali procuratori recuperati (!) publica apodixa de recepto per vostra cautela. Item, facta sarà Ia consignatione de le supradicte robe al supradicto moderno conte di Fundi et di Trayecto et a la supradicta.contessa, soa mogliere, como sonno panni de racza, lecti, robe mobili bianche et altre suppellectile, trovate et inventariate in lo dicto palaczo di Fundi, se debbiano consignare per vui, debito inventario mediante, in potere de lo supradicto Antonio de Fundi, oldinato guardiano de lo dicto palaczo de Fundi et de li beni mobili, quali in quello per vui se lassaranno; da lo quale conservatore pigliarite per vostra cautela apodixa seu inventario publico. Item similmente, facta serrà la consignatione de le cavalcature et bestie de carriagio a li sopra nominati moderni conti et contessa per uso de loro case et ccrte, se aleune bestic che, tanto de cavalcare como de carriagio, restassero de la dicta hereditate, queile debbiate fare consignare in potere de Io supradicto generale erario, ad ciò che ipso erario di quilli possa fare exito a li tappeti (!) seu montani et a li castelli dove fussero necessarij; et non bisognandono per uso et servitio de le cose de dicta hereditate, se debbia vendere, con interventione del credenzero appresso de ipso deputato; de che se faccia particulare notamento per ipso erario ei credenzero, con la distintione del preczo et de le persone a le quali le saranno vendute le dicte bestie; et dicto erario debbia fare polisa publica ad vui de recepto, con la particularitate de Ie dicte bestie, ad cautela et securitate vosba, omni futuro tempore valitura. Item, acteso che in lo inventario de Ia dicta hereditate sonno alcuni schiavi, masculi et femine, iuveni et vechi, debeate provedere de dare et consignare al supradicto moderno conte de Fundi et de Trayecto et a la contessa, soa mogliere, quilli schiavi et schiave saranno bisogno per uso de casa de

dicto conte et contessa, debito inventario mediante, secundo lo parere vostro; et quilli schiavi restassero, vecchi et inhabili et non fussero habili et acti a lo servitio di detto conte et contessa, li debeate lassare in Fundi in potere de Io supradicto erario generale et dc lo gobernatore de lo palaczo de Fundi, a lo quale se daranno Ie spese necessarie et vestire per non andareno mendicando et sende haverà quello servitio senne porrà; et de dicta consignatione da ipso recuperarite polixa per cautela ut supra. Item, acteso che in lo inventario de le robe hovate in lo palaczo de Fundi sonno stati inventariati Ii tucti vestiti de la persona del decto quondam conte, in li quali sonno vestiti con fodere de martore et zebelline et altre pellami, debbiate provedere quelle fare sfoderare et farle conservare et gubernare da lo supradicto Antonio de Fundi, ordinato guardiano et gubernatore de li boni mobili, penni di racza et altre robe restano in lo palaczo di Fundi, ad ciò per lo advenire li dicti moderni conte et contessa de dicte inforre se possano servire secundo parerà ad vui; et li vestimenti, tanto di seta guanto panni, ieppuni, calze et altri vestimenti foro de dicto quondam conte, debbiate dispensare per I'anima di detto quondam conte, a lo vostro arbitrio et voluntate. Verum de le supradicte inforre facziate fare debito inventar-io, quando se consigneranno al dicto guardiano et gubernatore de lo dicto palaczo di Fundi, per cautela vosha et per certitudiqe de dicti heredi; et de dicta consignatione recuperarite polisa per vostra cautela t,

34.

et sicurtà ut

supra.


266

DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

Item, facto serrà lo inventario di tucti li altri beni, tanto mobili, como artigliarie, arme et munitione in tucti li castelli de la supradicta hereditate, debbeate providere et ordinare farli consignare, debito inventario mediante, a li castellani deputati in ciascuno de li castelli de li supradicti moderni conte de Fundi et de Trayecto et del conte di Morcone, tanto in Regno quanto extra Regno; da li quali castellani et ciascuno de ipsi debeate recuperare apodixa publica, con la distintione dei supradicti boni mobili, artegliarie, arme et monitione che in ciascuno castello seranno trovate et inventariate; quali apodixa sarà ad vui sicurtà et cautela et certitudine de Ii dicti moderni conti. Item, acteso lo dicto quondam conte have legato et lassato che la hostaria de lo Borghetto de Fundi sia consegnata a lo clero de Santo Petro et capitulo de Fundi, cum hoc che dicto capitulo, omne anno, sia tenuto dare et pagare a li frati di San Francisco di Fundi ducati cinquanta di carlini per lo vestire et spese di dicti frad, et quando lo dicto capitulo non volesse questo acceptare, dicta hostaria sia data cum dicto onere a Io hospitale dell'Annunziata de Napoli: pertanto volimo che debbiate exequire et providere che la dicta hostaria sia consignata, con lo dicto piso e carrico di dicti ducati cinquanta per anno da pagarenose a lo procuratore de dicto loco di Santo Francisco, singulo anno, iusta lo tenore de lo dicto legato; et de la consignatione de dicta hostaria debeate pigliare cautela publica de observarese lo tenore de lo dicto legato, omni futuro tempo valitura. Item, acteso che similmente per Io dicto quondam conte è stata legata una terra, sita in le pertinentie d'ltro, a ló monasterio, de Santo Martino d'ltro, de Donnu, p". IorJ sostentazione et vita: pertanto volimo che debeate fare consignare Ia dicta terra a lo procuratore de dicto rnonasterio, secundo la forma de lo dicto legato, de che ne facciate fare publica cautela, ad certitudine de la verità, omni futuro tempore valitura. Item volimo che debeate providere et ordinare a lo erario generale che, con interventione de lo credenzero appresso de ipso deputato, debea fare exequire le elemosine erano consuete farese a li lochi sonno in Fundi, , di Santo Francisco et di Santo Domenico, in tempore vivea lo dicto quondam conte ; de che se faccia particulare notamento per lo dicto credenzero. Item, acteso che preite Antonio de ludice lanne de Fundi pretende havere certa iusta rasone sopra una certa parte de la hostaria de lo Burghetto, et in vita de dicto conte venne ad convenl tione et conclusione che Io dicto conte li pagasse ducati cento di carlini, et ipso li renuntiava et cedeva tucta la sua rasone et actione havea sopra la decta parte de hostaria et cose, secundo dice constare ad vui et per Antonio de Fructo, tunc erario; et però che lo dicto conte have ordinato per suo codicillo la dicta hostaria et introyto di quella certo modo a li frati de Sancto Francisco de Fundi et primo havesse mandate ad debita exequtione la supradicta conventione fo lo dicto conte morto, et con . bona conscientia non se ne porria exequire lo legato predicto senza che primo non se venesse a Ia satisfatione de la dicta conventione: pertanto, constando la conventione come sopra se espone per la testiÉcatione publica, debbeate provedere et ordinare a lo erario generale de lo stato predicto che debia pagare al predicto preite Antonio li supradicti ducati cento, secundo lo appuntamento facto con lo dicto quondam conte, et da ipso preite Antoni recuperare la debita cautela in forma publica, ad consiglio di-savio, de la cessione sive vendita de la rasone havea dicto preite Antoni sopra la dicta parte di decte cose et hostaria. Item, però che in le terre de lo stato de Ii supradicti conte di Fundi, Trayecto et Morcone è necessaria I'administratione de la iustitia, volimo che, ciascuno anno, debeate provedere deputare in le infrascritle terre et lochi li capitanei idonei et .sufficienti, secundo lo vostro vedere, de li quali merito se possa comandale Ia loro administratione, a li quali facciate espedire le commissioni necessarie et oportune, con plena et ampla potestà de Ia administratione di detta iustitia, ita taliter che dicti oficiali, omne anno, habeano ad stare ad sindicato in le dicte terre et lochi, dove haveranno administrare loro offitij, iusta li capituli et constitutione del Regno; a li quali offitiali et ad ciascuno de ipsi se ordinaranno per vui le annue provisione, secundo ve parerà espediente per la qualità de li lochi, tempi et homini che per voi seu ce deputaranno, quali offtiali et ciascuno de ipsi se pagharanno per li erarii, secondo de sopra

è ordinato. '

Item, accadendo de farenose alcuni reparatione et fabriche in alcuni castelli de le terre et lochi del Regno et in altri casi (!) et lochi de li dicti conte, provederete che lo erario generale, con interventione del dicto credenzero, quella debea fare et pagare la spesa necessaria, secundo per vui li sarà ordinato in scriptis, et specialmente a la terra di Santo Nastasi; et de tucte le spese predicte ipsi erario et


VARIA

267

credenzero debeano fare particulare, claro et distinto notamento et recuperarende sempre idonea et la reparatione et constructione de nove fabriche quanto de lo denaro che per

sufficiente cautela, tanto de tale causa pagherà.

Item, perchè a lo erario de le terre di Manitima et Campagna è stato ordinato che, con interventione del dicto suc credenzero, tanto de le intrate, rediti et fructi perveneranno de dicte terre quanto de li ducati sei cento li saranno dati per lo erario generale, debia pagare et satisfare le despese ad ipso ordinate, et quella che le superasse debea convertere et spendere tucto in reparatione e fabriche de le fortellecze de decte terre, adeo che in Io rendere de suo cunto habea da essere tanto lo exito quanto lo introyto: pertanto volirno che vui li debeate ordinare in le fabriche li haverà da spendere secundo lo vostro parere e quello ve parirà più necessario. Expedite in Castellonovo civitatis Neapolis, die primo mensis iulii u'cccclxxxxl. Rex Fer-

dinandus. Contessa, liberamente ad unguem esequirete la presente instructione. Io Alfonso d'Aragona duca di Calabria mi rendo conforme a la voluntà et dispositione de la predecta maestà del signor re mio padre manu propria. P[asquasi]us Garlon. Iulius de Scortiatis locum tenens magni camerarii. Dorninus rex mandavit mihi Iohanni Pontano. In Instructionum 4o, [.' 24, Concordat cum supradicto originali regisho quod conservatur in regia Cancellaria, maiori collatione semper salva. Disse per servirsene per sua instructione. Iohannes Vincentius Sansonus r. scriba Registri. Sig.' a)

NeI ool. Io della Domus Caietana (cap.

LII\

sono ampíamente íIluslruIe

la oíta ptîoala dì Onorato II

Gaetaní d'Arogona

e Ie circostanze che condusseto alla díseredazíone del f glío Pletn-Bemardíno. Dopo Ia moile dí Onoralo II (149 l.IV.25), Ferdínando I fece rcilígere un patticolareggíato inoenlaio dí tultí í beni del defunto, con la àescúzíone non solo deglí ímmobíIí ma anche deí mobili e ileí documentî concernentÍ Ie proprietà, í díriltí e Ie gíutísdizíoní dello stato, Questo codice peîgamenaceo sarà pubhlícato

NeI

IV

ín un oolune, a parle, della oolume deí Regesta ed

L Balilassate

o de Marco

>,

presente collezíone, solto

íI

títolo Inventarium Honorati Gaietani.

ín queslo /ei Varia sí dànno alcuní documentí complementari del suddelto ínoentarío.

detto Massone

(c/. Regeta, VI, p. I t t).

2

In cera

rcssa, protetto

[492.VIII.30. Istruzíoni su| da Caterina Pignatelli, conte

di Morcone,

carta.

c - 238e.Ii. gooerno delle massefie

Traelto

da

contessa.

di

del

bestíame esistente

al di là del

Garígliano, ímpartite

Fondi, quale lulríce del conte dt Fondi

aI notaio Antonìo " de Licio ,,

e di

Trcetto e del

mastro massaro.

Copia sincrona'

Instruc[iuni et ordinaciuni se donano per nuy contessa de Fundi, balia, tutrice et gubernatrice de lo illustre conte de Fundi et de Trayecto et conte de Morchone etc., ad notaro Antoni de l.icio, de Sancto lorio, deputato mastro rnassaro sopra lo goberno de Ie massarie de iomente, scrofe, porci, pecore et crape de li dicti conti, guali sono da llà de Io Gariglyano, sonno le infrascripte, videliceb secundo le

(!) quanto in epse se contene: Imprimis dicto notaro Antoni, mastro massaro, ut supra, debia piglyare tucte le iomente Per inventario, con la distincione de li nomi, de le pelature, merchi, balzanj che chiascuna tene et con Ia distincione de le figlyate in lo presente'anno, X inditione, et de quelle haveno 6glyate, masculi o femene, de le prene et de le stirpe et similiter de li pullitri et stache, con la distincione de Io tempo che haveno, et se sono merchate o no merchate, ponendose ad chiascuna Ia pelatura et balzana tenesse, co intervecione de lo credenzeri, appresso de ìpso deputato. Item similimente per inventario debia piglyare tucti li stalluni se trovarando in dicta nnassaria, con la distincione de li nomi, pelature, merchi et balzani che tenessero. Item dicto mastro massaro, co intervencione de dicto credenczere, con debita diligentia et sollicitudine, debia gobernare et fare gobernare la dicta massaria de le iomente, et in li termini congruy debia provedere alla monta de quelle et allo mercare de quelle non fussero mercate; de che sempre se facza particulare notamento per ipso mastro massato et credenczeri, secondo se recercha, p", modo no habia da patere alcuno incomodo, et senpre se ne habia bono cunto- Item dicto mastro massaro proveda, co intervencione de lo dicto credenczeri, che tucti li pollitri procederando de le dicte iomente, in li tempi congruy et oportuni, se debiano caczare, et de quilli se debia fare quale se regerà et amministrarà suo officio, observando puntaliter


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI farene exito, secundo per nuy o per lo erario generale senà ordenato in scriptis. Item dicto massaro, co intervencione de lo dicto ctedenzero, debia piglyare per inventario la massaria de le pecore, co la particulare distincione de le pecore gintile, moste (l) sive carfangie, de le frglyate in lo presente anno, X indicione, et se sono lanute o tossate, et similimente de le pecore stirpi, de li castrati che nce sono, co la distincione de li tempi che haveno, de li montuni et se sono lanute overo tosate. Item dicto mastro massaro con diligencia debia provedere farele gobernare bene et fedelemente in modo che per sua negligencia non habiano da patere dampno alcuno, et chiscuno (!) anno, co intervencione de lo dicto credenczero, debia procurare realiter et co effecto, alli terminj debiti et statuti, allo contare de le dicte pecore collo aumento sive allevo nce serrà, et quelle fare tosare et mongere; et de la lana et fructo pervenerà de dicte pecore debia fare ipso et fare fare debito et claro notamento da lo dicto credenczero, co la distincione de lo piso, cziò è se è maiorina, agnina sive matrina, per modo sempre se ne habia bono et liale cunto; de lo introyto et fi'ucto de quelle debia respondere allo generale erario, deputato in lo stato de dicti conti de Fundi, de Trayecto et conte de Morchone. Item dicto mastro massaro debia procurare, con debita diligencia et co intervencione de lo dicto credenczero, caczare et vendere li castrati che in li tempi serrando in epsa massaria, procurando sempre omne debita utilità che procurare se deve per bono massaro in lo vendere de quilli; de che se facza particulare notamento, con la distincione de lo numero et de lo ternpo, de lo preczo et de le persuni alli quali serranno vendute; et similimente debia vendere lo caso, lana, coyra, carnagi et omne altro introyto pervenisse da dicta massaria, ut supra, per modo sempre se ne habia bono cunto. Item similiter dicto mastro massaro, debito inventario mediante, debia piglyare, co intervencione de lo dicto credenczeri, la massaria de le scrofe, porci et verri, con la particulare distincione de le scrofe, figlyate, prene et stirpi, et de lo allevo che haveno in lo presente anno, de le fresinghe, de li porci, con la distirrcione de lo tempo che haveno et cossì de li verri. Item dicto mastro massaro, chiascuno anno, co intervencione de dicto credenczeri, debia fare et provedere allo imporchiare de dicte scrofe, de che se facza particulare notamento de lo numero de li porcelli che se imporchiaranno, con la particularità de li masculi et de le femene. Item dicto mastro massaro, in Ii tempi congruy, debia procurare, co intervencione de lo dicto credenczeri, caczdre et vendere de la dicta massaria tucti quilli porci et altre

particulare notamento

et

pareranno expediente deverenose caczare et vendere, procuranno semPre omne debita utilità et benefrcio circa lo preczo de epse, fannose sempre particulare notamento de lo numero de li porci et altre bestie venderanno, de lo preczo, de lo tempo et de le persuni ad chi serranno vendute, de che se possa havere bono et liale cunto. Item dicto mastro massaro, similiter co intervencione de dicto debito inventario mediante, debia piglyare la massaria de le crape, con la distincione de le "ruà"n"r"ri, et de le sterpe, de li capruni et de li crapicti masculi, filie femene che nce fossero; et crape figlyate di"iu *irr"ria debia procurare farela bene gobernare et regere secundo Io besongio; et de lo fructo, tanto de li crapecti como de lo caso, co intervencione de dicto credenczeri, debia fare notamento et fare vendere alla iornata; et simelemente de li capruni fossero da caczare de dicta massaria se vendano. Item dicto mastro massaro de Io denaro et fructo pervenerà ad soy mano de lo introyto de le sopradicte massarie et qualesevoglya de epse, in li tempi et termini debiti, chiascuno anno, debia fare exito allo g.noale; et facto ad ipso erario lo pagamento et consignacione de dicto introyto et sopradicto "r*io pigly;r" da ipso erario debita et clara apodissa de rececto et accectarese in lo rendere de fructi, debia -ipto mastro massaro alli racionali deputandi. Item, acteso che le sopradicte massarie de li cunti f*rà

bestie

li

bestiame sencza la debita custodia et spesa non se poteranno regere et gobernare, dicto mastro massato, co intervencione de lo dicto credenczeri, in li tempi necessari et oportuni, debia provedere in chiascuna de quelle persune, guardiani et officiali necessarii, de li quali se facza particulare notamento, con la distincione à" li no.i, tempo et preczo serrà accordato chiascuno, et de lo iurno che chiascuno de ipsi serrà licenciato da lo ,ernicio predicto, per modo sempre, per libro suo et de lo dicto credenczero, se possa havere plena et indubitata fede de la spesa et salarii che in chiascuna de dicte massarie se farà pagheryà. Item, acteso che allo supradicto generale erario se ordenattà debia pagare la spesa "t n"""rr"riu alle dicte massarie et aczò che ipso erario possa fare liberamente dicto Pagamento, ipsi mastro pro mas$aro et credenczero, chiascuno mese, co la debita diligencia et distinta al dicto erario, gui altra tempore fuerit, con la distincione de tucte et singule spese, tanto de salarij, erbagii et qualesevoglya *oru n"".rruria alla conservacione et goberno de dicte massarie et chiascuna de epse aczò che ipso erario cautamente, in li lochi don" ,eirunno dicte massarie stanciate et collocate, possa fare pagare li


VARIA

269

denari necessarii iuxta le testiÉcaciuni predicte et recuperarene le debite apodisse de soluto. Item dicto mastro massaro, co intervencione de dicto credenczero, debia avertere fare debito et particulare notamento de tucte le bestie che in chiascuna de dicte massarie morissero overo se perdessero per alcuno modo et recuperarene le coyra dalli pasturi, garzuni et guardiani, alla custodia de quilli deputati; de li quali

coyra debia fare introyto, con la distincione de le bestie, et quelle debia vendere, debita subastacione mediante et plus ofierenti liberarele, et de lo preczo de epse coyra facza exito ad dicto generale erario. Item dicto mastro massaro, con debita diligentia, alli tempi debiti, necessarii et oportuni, co intervencione de lo dicto credenczeri, debia procurare fare contare, mercare et tosare le supradicte bestiame, per modo che per loro negligencea (l) non se ne habia dampno, ma sempre se procura omne debita utilità et beneficio. Item che Ii dicti mastro massaro et credenczeri, chiascuno anno, ad requisione (!) de li racionali deputandi circa la visione, excussione de li cunti, debiano conparere davanto ad ipsi racionali co li loro libri, cautele et scripture ad dare cunto et racione de la dicta loro amministracione, et da

dicto racionale piglyare la debita declaratoria de li dicti loro cunti. Expedite fuerunt presentes in castello terre Trayecti per Catarinam Pignatellam de Neapoli, comitissam Fundorum, baliam, tutricem comitis Fundorum et Trayecti ac comitis Murchoni et totius eorum status gubernatricem, et consignate prefato notario Antonio, magistro massario, die ultimo (l) mensis augusti, X indictione, Die penultimo augusti, X indictione. Confexo yo notaro Antonio predicto havere M. c.llll ixxxxu. recepute le instructioni scripte per mano de Federico cancelleri, subscripte de propria mano de la ill. madamma la contessa; e lle simile, facta la collacione I'una coll'altra, scripte de mia propria mano, agio lassate in potere de Ia dicta madamma la contessa.

instructiones

lt492l. Ix .1, A

c - 2389.Iil.

.

Caterina Pígnatelli, tutrice dei nipoti Onorato e Gíacomo Gaetani d'Atagona,

Istruzioní al- notaío Andrea * Proya ,,, percettore

Traetto

delle entrate fiscalí nella conlea

di

Fondi.

Originale.

Instructiunj et ordenatiunj se donnao per nuj contessa de Fundi, ballia et tutlice et gubernatrice dellj ill. signori conti de Fundi et Trajecto et conte de Morcone, loro stati et benj, ad vuj notaro Andrea Proyu, d! Fundj, per nuj ordenato perceptore delle pecunie fiscali, debite et debenne per Ie università déle citate et tene, castella et lochi dellj sopradicti conti de Fundj et de Trayecto et conte de Morcone, so queste, videlicet, secundo le qualj ve regite et amministrarite vostro offitio, observando puntualiter quanto in epse se contene: Imprimis vuj decto percePtore con diligentia-debita curarete' et

Ihesus.

con sollicituiin" reuliteì et cum efiectu, d. inpon"r" l' le di"t" cità, terre et lochi li terzi deilj fochj et sali in le tande et termini statuti constructi (!) et secondo se imponerando per li commissarii della (t) de Molisi et Maestà del S.'" Re, quj pro t"rpor" erunt in Ia provintia de Terra de Labore, Contatato et lista haverrite dallj dicti conmissarii; et semelmente debiate Principato ultro, iuxta io ""dulurio inpon"r" tucti altri pagamenti che per Ia dicta Regia Corte seu per li dicti regii commissarij ve sar,."odo o.d"oati deveioiosse inponere et exigere dal dicte università de dicte citate, terre et lochi; et facta Ia inpositione predicta, vuj perceptore con la debita diligentia .debiate exigere Ia rata et guantità jorno ad ciasch"Lna università contingente et derecta in Ij terrrinj statuti et statuendi, et farene introito denarj dicti Iu distintione delle persone sive scindici dallj qualj exigerite per iorno del dicte pecunie, "oo fare polisa autentica allj dicti sindici et quale se voglia persona che in debiate et à" i;"r" inpositiuni; uniu"rrità pagerà ad vuj pelceptore quale se voglia quantità de dicti denarj, con nome et purt" d" "pr" la distintiàne dellj terzj sive sali o vero de altra inpositione fossero ad cautela de dicte università et certitudine deila h.egia Co*e. Item vuj, dicto perceptore, con debita diligentia debiate provedere in li termini consuetj f*" dur" et consignare allj sindici seu procuraturi del dicte università et ciasqueuna de epse la rata iellj salj tangenti per ciasgueuna terza sive mezo de sale che se sole inponere per terzo al dicte università per li loro fochi, iuxta la lista haverrite dallj dicti commlssarii "i"rqo"uoo in li regij fundici del sale, in li qualj sonno soliti pigliare dicto sale; lo quale sale vuj, perceptore' debiate-iare spartire in nelle terrè et lochi predicti per la rata ad ciasqueuna tangente per modo


DOCUMENTI DELTARCHIVIO CAETAN

270

I

onne uno habbia el suo devere et parte; et in questo non se commecta fraude, ma che tucte restano contenti della rata predicta. Item vuj, dicto perceptore, exacti haverrite dicti denarj delle dicte inpositiunj fiscalj, de quilli debiate pagare in potere dello erario generale supradicto, deputato sopra la perceptione delle intrate del stato del dicti conti, ducati quactromilia quactrocento dudici, tarj duj della summa de ducati quactrornilia cinquocento quaranta se soleno paghare allo illustre condam conte de Fundi et successive al moderno conte de Fundi et de Trayecto per le infrascripte annue provisiuni ad ipsi concesse et confirmate per lo S." Re, videlicet: ducati dumilia cento novanta per lo offitio de logotheta et prothonotario del Regnio, et ducati mille et ducento, coneessi in feudum sopra Ii fochi e sali del comitato de Fundi ; et ducati mille concessi de provisione al dicto conte sopra le raiunj del sale de dicto contato; et ducati cento cinquanta in pheudum concessj sopra le raiunj fiscali de ltro et Trayecto per scambio dello passo de ltro et de Scaulj; dellj qualj ducati quactromilia cinquocento quaranta, deducta la rasone de quactro per cenpto, zò è de quillj non sonno concessi in pheudum, restano che se have da pagare in potere dello erario generale del dicto introito et exactione fiscalj li sopradicti ducati quactro milia quactrocento dudici, tarj duj, nicti da I'agio; et dal dicto erario generale vuj, perceptore, debiate recuperare puplica polisa de ciasqueuno pagamento li farrite de dicta summa, qualj polisi per vuj, perceptore, serrando acceptate et ammesse in lo rendere de vostro cunto. Item vuj, dicto perceptore, deputato in la exactione predicta, tucta la restante quantità del supradicto introito delle raiunj fiscalj per vuj exigende debiate pagare et consignare in 'l termini che dicti denarj et pecunie fiscalj' serrando exacte, in potere dello commissario della Maestà del S." Re della dicta provincia de Terla de Lavore, dallo quale debiate recuperare polisa autentica de recepto de ciascheuno pagamento li farrite, le qualj polise ve sanando acceptate et ammesse in lo rendere de vostro cunto. Item vuj, dicto perceptore, debiate curare realiter et cum effectu ciascheuno anno havere integramente exacti li dicti pagamenti fiscalj da tanda in tanda et de ordenare vostro cunto per tucto lo mese de octubro del sequente anno, et quillo debiate presentare in la Regia Camera della Summaria, dove siate tenuti comparere con tucti vostri quinternj et scripture per la liquidatione de epse et optenere dalla dicta Cammeta le debite et consuete dechiaratorie de dicto cunto, ad cautela dellj dicti conti de Fundj et de Trayecto et conte de Morcone et certitudine della Regia Corte, per modo che de anno in' anno debiate sempre liquidare lo dicto vostro cunto, iuxta I'ordene et stilo de dicta Cammera. Expedite fuerunt presentes inshuctiones in castello terre Trayecti per C[atherinam] P[ignatelli], de Neapoli, cornitissam Fundorum, baliam, tutricem et gubernatricem comitis Fundorum et Trayecti et comitis Murchonj,

totius eorum status, et consignate fuerunt predicto notario Andree Proie de Fundis, erario ut supra, die primo sectembris, XI" indictione. Io notaro Andrea Proya de Fundi, erario generale, dechiaro et confesso per la presente havere recepute dalla ill. madamma Catarina Pignatella, contessa de Fundi, balia etc. le consimilj instroctioni, exemplate de verbo ad verbum, scripte per mano de Biasio de Macto de Fundi, et promecto per Ia presente governareme secondo lo suo tenore et quelle osservare.

t492. IX.

1,

B.

c - 2389. IV.

Fondì e di Traetto e del conte dí Morcone, Trcetlo - Caterína Pígnatellí, tutrice del conte dí ímpartísce ístruzíoni aI notaio Andrea Proia dí Fondi, erarìo generale nelle terre di Campagna e Maríttima, Originale. a)

Ihesus. Ordenatiunj et instructiunj date per nuy Catarina Pignatella, de Neapolj, contessa de Fundi, balia, tutrice delli illustri signori conte de Fundi et de Trayecto et conte de Morcone, et gobernahice de loro stato, ad vuy notaro Andrea Proia, de Fundi, erario generale ordinato in delle terre de Campangnia et de Maretima Urbis, per nuy deputato, qualj havenite da observare secondo lu tenore et continentia de guelle, como sono particularmente inferius annotate: In primjs vuy, generale erario, con interventione del credenzero appresso de vuy deputato, con la debita diligentia et sollicitudine, debiate procurare de exigere et rescotere tucti lj fructi, denarj et intrate debite spectano et perteneno a I'utile signore et barone de dicte terre, chiascheuno anno, in nellj terminj et pache solite et consuete, per mano de lj particularj erarii


VARIA

27t

seu mastrj maxari, deputandi per vuy, generale erario, in chiascheuna de dicte terre, cum consentimento et voluntà nostra, che siano idoney et legalj, de li qualj merito se possa confidare. Item tucti lj erarij seu mastrj maxari, serrando deputati in delle dicte terre et chiascheuna de esse, debiano fare quinternj lucidi, particularmente et chiari de tucte le intrate et renditi che in chiascheuna terra senando da exigere, et etiam de lj proventi se farrando in delle curti de lj capitanei, deputati et deputandi pro temporibus in chiascheuna de dicte terre; et però che allj dicti capitanei sono ordinate le loro provisiunj et salario che annuatirn deveno consequire, dicti particularj erarij seu mastrj maxari debiano advertere et fare particulare et debito annotamento de dicti proventi, et quillj che più montassero delle supradicte provisiunj stabilite allj sopra dicti capitanei debiano exigere per la corte et fare intrata in suo cunto; et vuy, erario generale, in fine de chiascheuno anno debiate procurare havere lj dicti cunti da lj dicti particularj erarij seu mastrj maxarj, qualj debiate vedere, discutere et examinare et quillj producere in lo rendere de vostro cunto et plesentarelj allo supradicto erario generale de tucto lu stato de lj dicti conti; et se lj dicti proventi non bastassero alla integra provisione de dicti capitanei, vuy, generale erario, debiate supplire dellj altrj introyti, ad vostre mano perveniendi, allj dicti capitanei et recuperare polisa autentica de soluto. Item vuy, erario generale, con deliberatione et parere nostro, chiascheuno anno, debiate ordenare et creare in tucte le terre de lj illustri conti de Fundi et de Trayecto uno suffi' ciente, bono et leale erario particulare sive mastro maxaro in Maritima et Campangna Urbis, secondo è stato solito per lo passato, allj qualj se debia dare ordene che tucte le intrate. de le dicte terre debiano fare particularj quinternj et notamento, con la distentione de lj jornj, de le quantitate de chiascheuna casa farrando in la fine de chiascheuno anno, debiano porta'e et presentare lj i.llo .*ito, "*ig"iondo; "tcon le debite"h" cautele et apodisse ad vuy, generale erario, allu quale debiano dare cunto IorJ quaternj,

dellj introyti et exiti de chiascheuna terra; et vuy, generale erario, debiate exigere et pilliare da li dicti part'icularj- erarj sive mastrj maxarj tucto quello trovarite de chiascheuno de ipsi et farritenende intrata in d"llu vostro cunto; et a lj dicti particularj erarij sive mastri maxari debiate fare le debite apodixe et che non dechiaratiunj per loro cauteia et certitudine de la corte. Verum vuy, generale erari-o, provedate se facza alcuno exito per lj dicti particularj erarij sive mastrj maxarj senza spetiale ordinatione nostra et de vuy, erario generale, in scriptis; lj qualj cunti particularj debiate producere et presentare vuy erario' ad ipso'erario g"i"rul" de tucto h,r stato et de dicte conti in tempo che vuy, erario generale de Cam' de Ie p"ngnu et Maritima, darrite cunto et ragione de vostra admiuistratione. Item vuy, erario generale ,upr"uai"," terre de Campangna et Maritima Urbis, debiate con diligentia provedere che lj granj, vinj et alirj fructi p"ru"n"rundo quolib"t anno in potere de lj erarij sive mastrj maxari se vendano a li tempi et àportunj, pro"urundo sempre la maiore utilità se porrà per agumento de lu_ preczo de dicti "ong.ujfru"ti. Item vuy, erario generale de le dicte terre, con interventione de lu dicto credenzero, appresso de vuy deputato, debiate íare particulare notamento et introyto de tucti dinarj et qualesevollia altra officio, con la cosa che ad vostre *uno p.r""oerando, ordinarie et extraordinarie, per vertìr de voltro sene Pocza che_sempre taliter cosa et dinarj lj jornj, de quantitate persunj, et fredicte distentione de lj erario, generale allu credenzero per lu dicto et havere bono et iiul"-"unto d" du."r" per vuy erario vuy, erario Item et de Morcone. deputato in lo stato de lj modernj conti de Fundi et de Trayecto g"n"rul", deputato in n"l" dicte terre de Maritima et de Campagna, con diligentia et sollicitudine et Ion int"ro"ntione del dicto credenzero, de le intrate ad vostre mano Pervenienti ut supra debiate Pagare et fare lo infrascriPto exito: duc. LXXI Ad vuy erario ve retinerite per vostra annua provisione ducati sectantaduj ducati Ad noiuro Angelo Simione, predicto credenzero ad presso de vuy deputando,

xxxxlt

quaranta due

Ad Ad

seu fortecze de Sonnino, Sancto Catino de ltro, ad soy expese, Per per mese, per sua provisione et salario, da p'agarese mese anno ducati trenta de carlinj sey conpangnj in dicta fortelecze ordenati, per loro salario, ad soy exspese, ad ,"ion" d" ducati duj lu mese per chiascheuno, montano per anno ducati cento ordenato castellano

in là torre

quaranta quactro A lo tummarderj ordinato in dicta fortellecze, ad soy expese, per anno ducati trentasey. Ad Luca Sanctoro de Monticello, ordenato castellano in de lu castellio de Sancto Laurenzo, per suosalario'et provisione, ad soy exPese, Per anno dUcati trentasey

XXX

>Ì

cxxxxilll XXXVI XXXVI


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

Ad

quactordici conpagnj, similiter ad ducati dui lu mese per chiascheuno, exsPese'montanoPerannoducatitrecentotrentasey

A lo

bummardero, ordenato

in dicto castellio,

ad

loro

similiter ad soy exspese, per anno ducati XXXVI

trentasey.

Cola Paterno de Pedimonte, ordenato castellano de Cecchano, per suo salario et provisione, ad soy exPese, ducati quarantaduj Ad quactordici compangnj, similiter ad ducati duj lu mese per chiascheuno, ad loro exspese, montano per anno ducati trecento trentasei A lo bummardero, similiter per anno, ad soy expese, ducati trentasey Ad Cola de Felippo de ltro, ordenato castellano allu castellio de Vallecorsa, similiter .per sua annua provisione, ad soy exsPese' ducati trenta Ad sey compagnj, ad ducati duj lu mese Per uno, ad loro expese, per anno ducati

Ad

Ad

" "

CCCXXXVI

XXXVI

XXX CXXXXIIII

cento guarantaquactro

,

A

lo bumbardery, ad soy expese' Per anno ducati trentasey Ad lacobo Petri de Leo de Trayecto, ordenato castellano in de lu castellio de per sua provisione et salario, ad soy exspese, per anno ducati trentasey

XXXXII

XXXVI

Pofi,

XXXVI

quactordici compangnj, ad ducati dui lu mese per uno, ad loro exspese, per anno

ducati hecento tr€ntasey A lo bumbarderj, similiter ad soy expese, Per anno ducati trentasey Ad lacobo Martellio de Trayecto, ordenato castellano de Falvaterra, per sua annua provisione, ad soy exPese' ducati trenta Ad sey compangnj, ad ducati dui per uno Iu mese, ad loro exspese, ducati cento-

CCCXXXVI

XXXVI XXX

quaranta c;uactro " CXXXXIIII )) trentasey ad exspese, ducati per anno, soy , XXXVI similiter A lo bummarderj, del dicto credenzero, chiascheuno con interventione anno, debiate con Item vuy, erario generale, diligentia in mense augusti sive sectembrjs provedere tucte le munitiunj de ciascheuno de dicte castella et fortelliczi, con voto et parere de lu castellano de dicte castella; et trovando essere bisongno renovdre aleuna cosa de dicta monitione, maxime de Ij victualli e carne salata, quello debiate vendere et conparare alhe tanto de novo, per modo et tale [che] dicte castelle resteno fornite de dicte monitiunj per la bona guardia de esse castella et fortelliczi; et se alcuna exspesa ce accorressero in nella renovatione predicta, se ne debia fare debito et particolare annotamento per lo dicto credenzero, tanto de lo vendere quanto de lo comparare, con Ia certificatione del dicto castellano, [che] serrà ammessa et acceptata in de lo rendere de vostro cunto. Item vuy, generale erario, con la debita diligentia debiate provedere che li particularj erarij seu mastrj maxarj, deputati in chiascheuna de dicte terre, debiate fare tucte Ie exspese necessarie per lu governo et conservatione et beneficio de le intrate de dicte terre, sì como da vuy, erario generale, serrà ad ciascheuno de ipsi ordinato; et similmente debiate fare conciare tucte armature et artilliarie che se trovassero guaste in chiascheuna de esse castella; et de tucto se facza particulare annotamento per lu dicto credenzero, appresso de vuy, generale erario, ordenato, et se ne recupere certificatione de li castellanj de le cose accaderando in delle dicte castella; et da li capitanei de le exspese se farrando in reparatione in nele cose stabilj sono in nelle tene predicte, da produceresse in dello rendere de lj cunti de dicti particularj erarij seu mastrj maxari ad cauthela et certificatione de la corte de lu dicto conte de Fundi et de Trayecto. Item, acteso che è stato ordenato a lu generale erario de lj supradicti conti de Fundi et de Trayecto et de Morcone de Ie intrate et pecunie ad soy manj pervenerando debia supplire et pagare ciascheuno anno ad vuy, erario generale, ordenate in nele dicte terre de Maritima et Campangna, fine alla summa de ducati seycento, vuy erario, deputato in nelle dicte terre, quando serrà lo bisogno, debiate procurare habere et pilliare dallu dicto erario generale de lo dicto stato lj supradicti ducati seycento per anno, et de chiascheuna quantitate che receperite fine alla dicta summa debiate fare debita apodixa et cautela a lo supradicto generale erario de lo stato et farene lo debito introyto et de guello che da ipso receperite, con la distintione dellu tempo et quantitate. Item vuy, erario generale, deputato in nelle dicte tere, con interventione de lo dicto credenzero, tanto de le intrate et rendite et fructi pervenerando da le dicte terre; quanto de lj supradicti ducati seycento, debiate fare lo pagamento mese per mese a lj dicti castellanj et compangni, bummarderj et altre exspese predicte et galario, et guello che qce superasse debiate eonvertire et spendere in la reparatione et


VARIA

273

fabrica de le supradicte fortelliczi, secondo per nuy o per lo sopradicto generale erario de lo stato ve serrà ordenato in scriptis, in modo che in fine anni sia tancto lo introyto de vostra administratione guanto lo exito: adeo che in lo rendere de vostro cuncto, da farese omne anno in potere dello erario generale de lo stato, lo introyto et exito sia eguale, et da lu dicto generale erario possate habere et obtinere Ia debita declaratione de lo dicto vostro cunto per vostra cautela et certitudine de la corte de lo dicto conte de Fundi et de Trayecto. Item, acteso ve se ordena debiate pagare le provisiunj supradicte per li compangni de le castella, ad raione de ducati duj lu mese, pertanto vuy, trovando in dicte castella compangnj ydoney per minore preczo, lj conduceriti per quello manco preczo porrite, procurando sempre la utilità de la corte; et trovandolj, mutarite quillj che nce stando a lo presente, no volendo stare per dicto manco preczo, o vero confermandoce quellj nce stando, essendo però ydoney, fandone però primo de tucto ad nuy notitia. Et per che pò soccedere per nuy pro tempore se mutassero lj supradicti castellanj, o tucti o alcunj de ipsi, ponerence (!) altrj in nellj lochi loro; soccedenno dicta mutatione, darrite alle dicte persone qualj serrando per nuy deputati in nellj lochi loro le supradicte persunj a lj dicti castellani, secundo stane ordenate al presente a lj suprannominati. Expedite fuerunt presentes instructiones in castello terre Trayecti per Catherinam Pignatellam de Neapoli, comitissam Fundorum, baliam, tutricem et gubernatricem comitis Fundorum et tayecti et comitis Murchoni et totius eorum status, et consingnate fuerunt predicto notario Andree Proye de Fundis, erario ut supra, die primo sectembrjs, XJ indictione, MocccgxxxxlJ. Fundorum comitissa etc. a) Io notare Andrea Proya de Fundi, deputato et ordinato erario generale in le terre de Campagna et de Maritima Urbis, confesso et dichiaro per la preselte habere recepute le consimilj instroctionj, qualj sò de mano de Biasio de Macto de Fundi, mastro de lo illusne signore conte de Morcone, dalla illustre madamma Catharina Pignatella, de Napolj, contessa di Fundi, balia, totrice et governatrice dellj illustri signori conte de Fundi et de Trayecto et conte de Morcone, allo dl sopradicto, quale promecto observare secundo in esse se contene; et ad fede de sua prefata illustre signoria, me sò soctoscripto de mia propria mano.

r) L'allro esemplate C-2389.X11 rcca Ia seguente autenticazíone: Presens copia instructionum facta fuit per ne notariuÀ Iohannem Petelam credenserium ex originalj mihi tradito per comitissam Fundorum, baliam etc., quam extraxi pro cautela dicte comitisse, et me subscrissi et signum meum apposuj. ST.

F. P.3260. c -t492. IX. 18. obblìga dí restituire 136 staía di terra ogli eredi Firenze - Il procuratore del comune dì Pontedera sí

di

Lancillotto d' Appiano.

Arc. Cae!., Prg, (Fonìlo presso

ìI

margíne

sínístro,

Písano)

n. 3260.

Oilginale, scitlo su due pergatnene cucíte ínsíeme, rccanti a teryo íI ST. lo Écto anno lo conuno de Ponte d'Era di stariora 136 de terra

NeI oerco, nota síncrona: Cartta de

anno a dare.

Anno ab Incarnatione MCCCCL)QO<X secundo, indictione X", die XVIII mensis settembris, actum Florentie, in palatio dominorum civitatis, testibus ser Iacobo Laurentii de Vulteris et ser Iacobo Marci Antonii, notariis florentinis. Verum esse dicitur quod anno 1463 et mense decembris Lancilloctus ser Matthei de Appiano, civis pisanus, vendidit ser lacobo ser Gandulfr de Monte Sancti Sabini, cancellario curiè comunitatis Pontis Here, comitatus olim Pisarum hodie Florentie, ementi pro nominando ab eo petia terarum Lancillotti, sextariorum 136, sita in comuni Pontis Here, pro pretio florenorurn LXXVII, ad rationem librarum quatuor pro floreno, de quo recepit fidem hinc ad quinque annos, et reservavit sibi dominium donec eidem esset satisfactum; et propterea Lancillottus bona locavit ser Iacobo pro quinquennio et pro sachis XII grani quolibet anno, quos promisit pro afictu, et sachos XV grani pro tempore preterito; et casu quo infra dictum tempus non esset facta solutio, quod veuditio haberetur ac si non esset facta, prout in instrumento ser Nicolai alterius Nicolai de Donatis de Vulteris sub die quaria decembris 1463; er est certum qualiter comune et homines Pontis Here bona empta a Lancillotto, temquam no*inati a ser lacobo et veri emptores, usque hodie possident et solverunt gabellam comuni Florentie, et de dicta nominatione fuit facta scriptura manu ser lacobi ser Gandul6 in libro publico extimi dicti comunis; ac etiam dicitur esse certum qualiter comune et homiues Pontis Ere dicunt t.

35.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

274

omnia bona ad eos pertinere vigore consignationis eisdem facte per Dominicum Pucci, comissarium officialium Montis super consignationibus fiendis in territorio pisano; et cum sit quod postea iam sunt anni XVII Lancillottus mortuus est, superstitibus adhuc Mattheo, Iohanne Francisco, Dominico et Tomasio, eius filiis et heredibus in solidum; et cum sit lis inter heredes, ex I*, et comune et homines Pontis Here,

ex alia, coram presenti dominatione florentina per querellam factam per dictum Mattheum contra responsionem factam nomine comunis per Leonardum Antoni, I vocatum Pallaya, circa possessionem dictorum bonorum et fructus perceptos: unde hac die Matùeus, heres pro quarta parte olim Lancillotti de Appiano, etiam ut procurator eius fratrum carnalium, prout constare dixit manu ser Antoni 1 lacobi de Cento, notarii, habitatoris Pisis, ex parte una, et Leonardus Antoni, I habitator in castro Pontis Ere, suo nomine ac etiam ut procurator dicti comunis, ut constare dixit instrumento ser Laurencii de Monte Varchio, notarii florentini, consensu magistri Marci lohannis Fabri et Filetti Bernardi de dicto loco ac etiam in presentia ser Iacobi ser Gandulfi, ex alia, declaraverunt venditionem factam per Lancillottum esse resolutam ex deffectu non solutionis facte per comune seu ser lacobum de pretio; advertentes quod maxima confusio esset inter homines Pontis Here circa reconsignationem fiendam dominis de Appiano, quia fuerunt personis consignata, Leonardus promisit Mattheo consignare stariora centumtriginta sex infra quatuor menses; ad penam florenorum quingentorum largorum. ST. Carolus guondam Iohannis Pieri de Meleto, civis florentinus, imperiali auctoritate iudex ordinarius notariusque florentinus, omnibus scriptis in precentibus cartis de membrana simul sutis et signo meo signatis interfui.

t

Abbr. Ani

t492. xI . 8.

c - 2389. VI.

perché non proceda al commissario in Piedimonte: Casal di Pincípe - Ferdinando I contro i oassalli del cante di Fondt senza la sootana decisíone. Copia autentica, eseguita ael sec.

XVII da Giovanni

ad

esecuzíoní

Vincenzo Sansoni, scrittore del Registro nella R. Cancelleria di Napoli.

Rex etc. Commissario. Simo informati che ave facta certa esequtione ad quilli de Piedemonte, del che havemo preso rencrescirnento, essendo quilli vassalli dell'illustre conte de Fundi al quale, per amarlo nui de 6gliolo, volimo se Ii habbia altro respetto et non sia tractato como li altri; et però ve dicimo che debbiate revocare detta exequtione facta a dicti homini et esequire humanamente; et quando fusse che se havesse da venire ad tali atti d'esequtione, prima facciate altro contro li vassalli et cose de dicto conte, ne darrite notitia perchè ve daremo notitia de la volontà nostra; et cossì eseguirete et non altrimente. Datum in Casali Principis, 8o mensis novembris Mocccclxxxxfl. Rex Ferdinandus, fate lo soprascritto. Io. Pontanus. Ia. de Martina pro P. Garlon.

c

-1492.

xII.

F. P. 3225.

3r.

- Francesco Senato, commendatario dell'abazia di S. del paxolo detto il Terrìccio a Benedetto Gaetani.

Roma

Arc.

Caet.,

ín Prg, (Fonilo

Pìsano)

n. 3225.

Donnino, concede in enfiteusi la terza parte

Copía aulent_íca, ínsenta nel

processo C

- t 4g3 .III .30 - V.24.

Anno a Nativitate millesimo quadringentesimo nonagesimo tertio, pontificatus Alexandri pape sexti anno primo, indictione undecima, die ultima mensis decembris. Cum pascuum appellatum Pascuum et Pasturiam Terre Nominis, vulgariter nuncupatum il Terriccio, situm in diocesi pisana, inter tenimenta delle Mele, Riparbelle, Collis Mesani, Vade, Malandronis, Duarum Abbatiarum ac Castelline ac alia tenimenta, pro tertia parte pro indiviso cum nobili Benedicto quondam Phylippi domini Stephani de Gatanis, cive pisano, ad abbatiam olim Sancti Salvatoris hodie Sancti Dompnini nuncupatam extra et prope muros Pisarurn, et pro duabus tertiis partibus pro indiviso cum dicta abbatia ad Benedictum pertineat; cumque dicta tertia pars per abbates locetur pro annua pensione florenorum quinquagintaquinque, Iibrarum quatuor morrete illarum partium pro floreno, necnon librarum ducentarum casei bufalini et unius porci, ponderis librarum ducentarum; cogitaveritque dominus Franciscus Serratus, clericus saonensis,


VARIA

275

abbatie perpetuus commendatarius, non fuisse huc usque pro tam parva pensione locatam nisi quia in nulle sunt domus, nulla vinea, nulle seu saltem pauce arbores olivarum et fructuum; ac cognoverit abbates predicta non fecisse quia cogitaverunt quod plus inpendissent quam ex illis percepissent; si premissa in dicto pascuo faceret, idem sibi eveniret, et quod si tertia pars pascui Benedicto in emphyteosim concedatur, domus construerentur, vinee et arbores plantarentur, annua pensio augebitur in utilitatern abbatie: Franciscus commendatarius, salvo sedis apostolice beneplacito, in emphyteosim Benedicto, pro se eiusque 6liis et nepotibus, per masculinam lineam in perpetuo descendentibus et, non existentibus masculis, pro ipsius filiabus tantum et ad ipsarum vitam dumtaxat, suprascriptam tertiam partem, liberam ab omni onere, directo dominio abbatie semper salvo, cessit quia Benedictus promisit pro annuo censu solvere eidem Francisco florenos septuaginta, libras ducentas casei bufalini, necnon porcum ponderis librarum ducentarum ita quod prima solutio census fiat infra annum a die decima quinta maii proxime futura et guod caseus et porcus dari debeant in civitate pisana; cum pacto quod si census steterit per triennium insolutus, Benedictus cadat a iure concessionis et bona cum tertia parte melioramentorum revertantur ad abbatiam et etiam guod Benedictus debeat infra sex annos, a die quintadecima mensis maii proxime futuri incipiendos, construere in pascuo tres domos pro usu laboratoris necnon plantare petia vinearum stariorum sexaginta ac centum et viginti arbores olivarum, sub pena florenorum quinquaginta. Acta Rome, in domibus habitationis Raphaelis Sancti Georgei diaconi cardinalis, pape camerarii, et in camera ipsius Francisci commendatarii, nepotis ipsius cardinalis: doctoribus domino Petro de Costa, albinganensi, canonico pisano, domino Octaviano de Furnariis, scriptore apostolico, et lohanne de Lucha, cappellanis ipsius cardinalis, testibus. Phylippus de Pontecurvo, camere apostolice notarius, instrumentum manu alterius scriptum in hanc publicam formam redegi, signo nomineque meis appositis. pascuo

F.P.3225.

c-1493.I.9.

Francesco Serrato, commendatarío dell'abazía di S. Donnino, a Maríotto de' Lan' franchi e Símone o de Scorno n perché concedano in enfíteusi la terza parte del Terriccio a Benedetto Gaetaní di Ptsa.

Romn

-

Arc.

Prccura

Caet,,

ín Prg. (Fondo

PÍsano)

n.3225.

Copía autentíca, ínsenta nel processo

C-l493.lII-30'V-24.

Anno a Nativitate millesimo quadrigentesimo nonagesimo tertio, indictione undecima, die nona Mercurii mensis ianuarii, pontifrcatus Alexandri pape sexti anno primo' Dominus Franciscus Serratus, clericus saonensis, abbatie olim Sancti Salvatoris hodie Sancti Dompnini nuncupate, extra et ProPe muros civitatis pisane. commendatarius, nominavit suos procuratores nobiles Mariottum Aschanii de Lanfranchis et Simonem Baptiste de Scorno, cives pisanos, in solidum, ad concessionem in emphyteosim Benedicto quondam Filippi domini Stephani de Gatanis, civi pisano, de tertia parte pascui appellati Pascuum et É"rturum Terri""i, ad abbatiam spectantis factam cum pactis in guodam instrumento Phylippi de Ponte Curvo, camere apostolice notarii, contentis, per papam seu iudices ab eo deputatos confrrmari faciendum necnon processui interessendum. Acta Rome, in domo filiorum et heredum quondam comitis leronimi, ubi habiiat cardinalis Raphael Sancti Georgii ad Velum Aureum, pape camerarius: Iohanne de Vannuglis, iuris doctore, et leronimo Spramo, clericis lucensis et cesenatensis civitatum, testibus. Augustinus Laurentii Uniti de Pisis, legum doctor, in romana curia causarum palatii apostolici procurator apostolicaque et imperiali autoritatibus ,rot*iur, hoc instrumentum manu alterius scriptum publicavi et signavi.

F.P.3225.

c-1493.1.27.

Alessandro VI ordina a Gerardo de' Buonconti e Giacomo de' Corbini' canonici pÍsani, di confermare I'enfiteusi del pascolo * el Terriccío,, fatta dal commendatario del monastero di S. Donníno a Benedetto Gaetaní dí Pisa.

Roma

Arc.

Caet.,

ìn Prg. (Fonilo

PÍsano)

n. 3225,

Copía autentíca, inseúta ael ptocaso

C-1493.IlI .30-V.24.

Alexander episcopus, servus servorum Dei, Gerardo de Boncontibus et Iacobo de Corbinis, canonicis ecclesi" pirane. Iniunctum nobis desuper ... Dudum a Paulo papa secundo emanarunt littere


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

276

(cf.C-1465.V.15); r et

deinde, sicut exibita nobis pro parte Francisci Serrati, clerici saonensis, et Benedicti Filippi Step'hanj de Gatanis, civis pisani, petitio continebat, ipse Franciscus, cui monasterium Sancti Dompninj, olim Sancti Salvatoris nuncupatum, prope et extra muros Pisarurn, cistirciensis ordinis, tunc vacans concessum fuerat, considerans quod pascuum el Terriccio nuncupatum, in diocesi pisana consistens et ad dictum monasterium pro tertia parte pro indiviso cum aliis duabus tertijs partibus ad dictum Benedictum spectantibus pertinens, eidem monasterio tantam utilitatem non olferebat quantam afferre posset si super eo melioramenta facta forent, volensque utilitati monasterij providere: dictam terram, partem prefati pascus ad monasterium pertinentis, ex qua hactenus monasterium a6cturn annuum qr,rinquaginta quingue florenorum, quatuor librarum monete pro foreno computatis (!), ac ducentarum librarum casei bufalinj et unius porci, ponderis ducentarum librarum, annis singulis percipere consueverat, dicto Benedicto, pro se eiusque filijs et nepotibus, per lineam masculinam in perpetuum descenden' tibus et, non existentibus masculis, pro ipsius Benedicti filiabus tantum, in emphyteosim perpetuam, pro censu annuo sepl,uaginta florenorum et ducentarum librarum casei et porci ponderis predicti, dicto Francisco et abbati seu commendatario monasterij annis singulis persolvendo; cum pacto quod si Benedictus et descendentes in solutione canonis per triennium contiguum cessarent, tertia pars pascus cum parte melioramentorum ad monasterium reverteretur eo ipso quodque Benedictus et descendentes infra sex annos in dicto pascuo tres domos aptas ad usum laboratoris pascus construere, nec non unam seu plures petias vinearum stariorum sexaginta ac centum viginti arbores olivarum suis expensis plantare tenerentur, salvo sedis apostolice beneplacito, Iocavit prout in instrurnento dicitur continerj; cum eadem petitio subiungebat locatio et concessio predicte in utilitatem monasterii cedant, pro parte Franciscj et Benedicti predictorum, asserentium monasterium Francisco postmodum comendatum fuisse et conventu carere, nobis fuit supplicaturn ut locationj robur apostolice con6rmationis adjcere dignaremur: nos, ipsos Franciscum et Benedictum a quibusvis censuris et penis absolventes, discretionj vestre maudamus quatenus, si servata forma peinsertarum litterarum ac alijs premissis vobis expositis, quodque locatio et concessiones huiusmodi in utilitatem monasterij cedant constiterit, Iocationem et concessionem ac omnia in dicto instrumento contenta confirmetis. Datum Rome apud Sanctum Petrum, anno Incarnationis millesimo guadringentesimo nonagesimo secundo, sexto kalendas februarij, pontificatus anno primo. M. de Magistris. tenoris subseguentis

r

C/.

Regesta Chartarum,

V, p. 250.

c - 1493 .III . 30 -V.24. Písa

F. P.3225.

e senlenza círca I'enfiteusi del pascolo del Terriccio, I'abazia di S. Donníno a Bendetto Gaetani.

-

Processo

Arc. Cael., Perg. (Fondo

Písano)

n. 3225.

Orígínale,

concessa

dal

cammendatario del-

ín un fasc. dí 3O cc. numerate. Sul ftontapízìo

cailaceo

fu

annolaloilalrogatafio.'Hoc est registrum processu$ con6rmationis instrumenti livellarii aobilis viri Benedicti de Gatanis de tertia parte etc...,i sulla copeilína posleúore, nota del sec.XVIII: Coutratto e beneplacitoapostolico riluardanteillivellodella terzaparte del Terric.cio con I'abbazia di S. Donnino ora de I'lnnocenti di Firenze àell'a. 1443 ecc. e instrumenti d'acquisti di parte del Terriccio fatlo dagli Sciana della casa Gaetani.

Pateat quod arino millesimo quadringentesimo nonagesimo tertio, stilo florentino et secundum ritum romane curie, et millesimo quadringentesimo nonagesimo quarto, stilo pisano, indictione undecima, die trigesimo mensis martii, pontiGcatus Alexandri pape sexti, nobilis Benedictus condam Filippi de Gatanis, pisanus civis, et Simon Baptiste condam Mariani de Scorno, civis pisanus, procurator domini Francisci Serrati, clerici saonensis, abbatie Sancti Salvatoris, hodie Sancti Dompnini nutrcupati, extra et prope civitatis pisane (!), commendatarii perpetui, ut constat per cartam rogatam a domino Augustino Laurentii Uniti de Pisis, legum doctore, in romana curia causarum palatii apostolici procuratore, notario, publicato de anno a Nativitate millesimo quadringentesimo nonagesimo tertio, indictione undecima, die Mercurii nono mensis ianuarii, pontificatus prefati pape anao primo: constituti in presentia dominorum Gerardi de Boncontibus et lacobi de Corbinis, canonicorun pisaue maioris ecclesie, coram me Bernardino notario et testibus, presentaverunt litteras Alexandri pape sexti, sub datum Rome apud Sanctum Petrum, anno Incarnationis millesimo guadringentesimo nonagesimo secundo, sexto Lalendas februarii,


VARlA

277

, C-t493.1.27); post quarum literarum apostolicarum presentationern, Beneet lacobum, canonicos, iudices et conmissarios, rogaverunt quatenus Gerardum dominos dictus et Simon procedere dignarentur: qui commissarii apostolici elegerunt sibi eis ad executionem contentorum in tribunal ecclesiam Sancti Michaelis in Burgo Pisarum et in notarium cause me Bernardinum et in nuncios omnes nuncios et cursores curie pisani archiepiscopatus et conmiserunt fieri citationem, rogantes me ut conficerem instrumentum. Acta Pisis, in domo habitationis domini Gerardi de Boncontibus, posita in cappella Sancte Cecilie: Carolo olim Bartholomei de Boncontibus et Nicolao olim Francisci de Rosser-

pontifrcatus anno primo ("f

Conventus et monaci abbatie Sancti Dompnini et alii apud valvds abbatie et pisane maioris ecclesie et per loca consueta civitatis, cum proclamacione, ex mandato dorninorum Gerardi de Boncontibus et lacobi de Corbinis conmissariorum apostolicorum, ad instantiam Benedicti de Gatanis et Simonis de Scorno, per lohannem luliani de Crernona, nuntium curie archiepiscopalis pisane civitatis, citati sunt quatenus infra sex dierum spatium in vesperis, hora iuris, compareant coram prefatis iudicibus in dicta ecclesia ad videndurn dictas litteras apostolicas super confirmatione fienda de instrumento emphyteotice concessionis facte per dominuno Franciscum Serratum, commendatarium abbatie, Benedicto de Gatanis, die XXX martii. Benedictus de Gatanis et Simon de Schorno, constituti coram conmissariis apostolicis, accusaverunt contumaciam omniumcitatorum,dieXltl mensis aprilisMCCCCLXXXXIIII, stilo pisano. Qui iudices, visa comparitione dictorum Benedicti et Simonis, pronuntiaverunt citatos fore contumaces. Coram vobis dominis Gerardo de Boncontibus et Iacobo de Corbinis, canonicis pisanis, iudicibus delegatis et conmissariis apostolicis, Benedictus de Gatanis et Simon de Scorno exponuBt gualiter p"r"uir Terre Nominis, alias nuncupatum il Terriccio, situm in diocesi pisana, inter tenimenta Colle Melle, Collis Mesanj, Vade, Malandronis, Duarum Abbatiarum ac Castelline et alia tenimenta, pro tertia parte pro indiviso cum Benedicto de Gatanis, ad abbatiam Sancti Dompnini et pro duabus pertinet, prout constat Per iertijs partibus pro indiviso cum dicta abbatia ad Benedictum de Gatanis item dicunt qualiter produxit; que plu." instrun enta emptionum factarum per antecessores ipsius Benedicti, àictu t.rtia pars ad ubb"tiu* spectans locari solita sit pro affictu florenorum quinquaginta quinque ad rationem librarum guatuor pro floreno, necnon librarurn ducentarum casej bufalini et unius porci ponderis librarum ducentarum, prout per plures locationes rogatas a notarijs, QUas producunt; iter4 ài"unt qualiter dictam tertiam partem pascus non fuisse huc usque locatam nisi quia in pascu nulle sunt domus ubj conductores seu illorum famuli et pastores se cum bonis et anirnalibus reducere

*ínir, pirunis civibus, testibus.

possint; nulla vinea, nulle seu saltim pauce arbores olivarum et aliorum fructuum; ac cognoverint ,bbu,", predicta in pascu non fecisse, quia cognoverunt quod plus in predictis inpendissent quam ex illis percepissent; quod si Franciscus principalis dicti - Simonis - in pascuo faceret idem sibj eveniret; et quod ,i t"rtiu pars pascuj in emphyteosim concederetur, domus construerentur, vinee ac arbores planiarentur, unnu" p"nuio augeretur: Franciscus commendatarius, consideratis predictis et attenta sedis Le6oratione et augmento affictus abbatie frendis per Benedictum de Gatanis, concessit, salvo 'et ad livellum nobilj Benedicto de Gatanis, Pro se eiusque apostolice b"n"plu-cito, in emphyteosim in p", .ur"ulin"m lio"um perpetuum descendentibus, et non existentibus mascuiis, fii;;, .t nepotibus, 'B"n"di"ti Éliabus tantum et ad ipsarum vitam dumtaxat stipulanti, suprascriptam et ad livelpro ipriu, ium tertiam partem pascuj, spectantem ad abbatiam, liberam ab omni servitute et obligatione, salvo iure propúeiatis et dire"ti dominii abbatie; et Benedictus promisit domino Francisco iure emphy-

livell"rio tenere a suprascripta abbatia, et pro annuo censu solvere eidem domino Francisco, teotico "t alias abbatie, florenos septuagi;ta et libras ducentas casej bufalini necnon Porcum ponderis librarum per triennium ducentarum in civitate pit*", expensis conductorum; cum pacto quod si census steterit

Pconcessa cum tertia parte contiguum insolutum, Benedictus et alij cadant a iure concessionis, et bona et alij debeant melio-ramentorum pro indiviso revertantur ad abbatiam; et cum pacto guod Benedictus plantare unuEl seu necnon laboratoris, usum ad actas tres domos, pa$cuo infra sex annos construere in expeasis; conductorum olivarum, arbores viginti et plura petia vinearum stariorunr- sexaginta ac centum

ua p"iurn florenorum guinquaginta, ìt uppur"t per cartam publicatam a ser Filippo de Pontecurvo' *o,"r" apostolice notario, d"-unno a Nativitate millesimo quadringeutesimo-nonagesimo tertio, pontianno primo, indictione undecima, die ultima mensis decembris. Dicunt insuper ficatus pr"f"6 pape -Fr.o"ir"u, et Benedictus omnia 'exPosuerunt pape eidemque supplicarunt ut robur gualiter dorrrírru, omnia cedere in apostolice confirmationis adhijcere vellet; qui papa mandrvit quod si vobis constiterit continetur; presentatis, vobis brevis, uiilitut"* abbatie, ea confirmetis, prout iu eius patentibus litteris in forma


278

DOCUĂš,TEI{TI DELL'ARCH IVIO

C

AE,TANI

item dicunt qualiter omnia veniunt in commodum abbatie; quare petunt Benedictus et Simon per vos decerni ornnia vera esse et omnia facta inter contrahentes et instrumentum cedere in utilitatem abbatie Sancti Dornpnini ipsique robur apostolice confrrmationis adhijcere et omnia conflrmare, petentes in hiis procedj iuxta formam vestre conrnissionis etc. Instrumenti livelli de quo petitur confirmatio tenor est talis (c/.

C-l492.XII.3l).

Exhibita fuitpetitiocuminstrumentocoramiudicibus quipredictaadmiActa Pisis, in audientia: Iacobo olim Betti, Cilla et Laurentio del Pitta, pisanis civibus, testibus, Incarnationis anno rnillesimo quadringentesimo nonagesimo tertio, indictione undecima, die tertiadecima mensis aprilis, stilo pisano. Monaci et conventus abbatie Sancti Dompnini et alii in valvis dicte abbatie et pisane maioris ecclesie et per loca consueta pisane civitatis, cum proclamatione, ex mandato iudicum et ad instantiam dictorum Benedicti et Simonis, citati sunt quatenus prima die iuridica in vesperis conpareant Pisis, in ecclesia Sancti Michaelis in Burgo, die XIII aprilis. Benedictus de Gatanis et Simon de Scorno coram iudicibus accusaverunt contumaciam omnium citatorum et petierunt procedi ad confirmationem instrumenti et produxerunt testes, die XXII mensis aprilis. Nomina testium sunt: Iohannes Ciacchi, Baldassus Lombardini, Bartalinus Quilici, de Castellina; Iohannes Antonii de Riparbella, pisane diocesis; et per Iohannem de Cremona, numptium curie archiepiscopalis pisane, citati sunt quatenus inter hodie et diem iuridicam compareant; monaci et conventus dicte abbatie die I mensis maii, indictione XI, MCCCCLXXXXIII, stilo pisano. Testes iuraverunt die IIII maii, presentibus Benedicto et Simone et absentibus citatis; qui testes iuraverunt et deposuerunt premissa vera esse et instrumentum concessionis ad livellum, per dictum Franciscum commendatarium eidem Benedicto de Gatanis factum, fuit in utilitatem abbatie, et dixerunt de premissis habere scientiam qui[a] ipsi sunt terrarum cultores et fuerunt pratici in confinibus ubi est pascus et pastura del Terriccio; et quod distat a civitate pisana et a dicta abbatia per milia viginti septem sive viginti octo et quod ad presens in pascu nulle sunt domus nec vinee et quod de dicta tertia parte abbates sive commendatarii soliti erant percipere de affictu florenos quinquaginta usque in quinquagintaquinque; et quod, considerato augumento annui aftctus facto per Benedictum et cum onere fabricandi domos et plantandi vineas et olivas, concessio cedit in utilitatem abbatie. Interrogati de loco, dixerunt in comuni Castelline, Riparbelle et aliis locis; interrogati da tempore, dixerunt octuaginta annis et citra; interrogati de contestibus, dixemnt de se teste, Simone dal Pontadera, olim conductore dicti pascus, et eius filiis et aliis; interrogati quotennis sunt, responderunt: Iohannes Ciacchi de Castellina se esse etatis annorum quadraginta quingue; Baldassus quadraginta; Barthalinus .Coram vobis dominis Gerardo de Boncontibus quadraginta sex; et Iohannes Antoni quinquaginta sex. et lacobo de Corbinis, canonicis pisanis, iudicibus et commissariis apostolicis, comparuerunt Benedictus de Gatanis et Simon de Scorno ad probandum quod predicta concessio cedit in utilitatem abbatie Sancti Dompnini et commendatarii, et produxerunt inh'ascripta acta, videlicet mandatum ipsius Simonis quod habet a doroino Francisco commendatario, publicatum a domino Augustino Laurentii Uniti de Pisis, legum doctore et notario (rf. C- 1493 .1.9); produxerunt litteras apostolicas, bulla plumbea impendenti bullatas, Alexandri pape sexti; instrumentum locationis facte per dominum Appollonium olim Iohannis de Puccis, tunc abbatem Sancti Dompnini, dicto Simoni olim Nannis Bergi de Ponte ad Heram de terria parte, pro indiviso cum heredibus Phylippi domini Stephani de Gatanis, pascus et pasture del Terriccio, pro tempore annorum sex et pro annuo'afictu florenorum quinquaginta quinque et porci unius ponderis librarum ducentarum et librarum centum casei bufalini, publicatum a ser Guaspare loanne de Franchis, notario, pisano cive, de anno MCCCCLXXIIII, indictione sexta, die XVIII mensis martii, more Pisarum; produxerunt aliud instrumentum locationis facte per dictum Appollonium suprascripto Simoni de Ponte ad Heram de dicta tertia parte pro tempore annorum trium pro affictu, singulo anno, forenorum sexaginta et porci unius ponderis librarum ducentarum et librarum centum casei bufalini, rogatum a ser Guaspare lohanne de Franchis, notario pisano, de anno MCCCCLXXVIII, indictione XI, die quinta mensis decembris, stilo pisano; produxerunt aliud instrumeatum locationis, facte per sindicum et procuratorem abbatie Sancti Dompnini et commendatarii eiusdem, Gabrieli Simonis de Ponte ad Heram de dicta tertia parte pro annuo afrctu florenorum triginta quinque et librarum ducentarum casei bufalini et porci unius librarum ducentarum, rogatum a ser Carolo lslannis de Vechiano, notario, pisano cive, de anno MccccLX)O(VItI sub die XXVII mensis iulii, stilo pisano; produxerunt aliud inshumentum locationis facte per dictum sindicum et procuratorem abbatie prefato Gabrieli Simoni de Ponte ad Heram de dicta tertia parte pro annuo a6ctu florenorum triginta quinque et librarum ducentarum casei bufalini et porci unius, rogatum a ser leronimo olim ser Petri de Roncionibus, notario, pisano cive, de anno se

uat.


VARIA Domini MccccLxXXXII sub die XXX mensis iulii, stilo pisano; produxerunt instrunnenturn concessionis ad livellum, factum per dominum Franciscum Serraturn de Saona, commendatarium perpetuum abbatie Sancti Dopnini, dicto Benedicto de Gatanis de dicta tertia parte ipsius pascus et. pasture del Teniccio, pro indiviso cum Benedicto, pro annuo censu et livello fl.orenorum septuaginta, librarum quatuor pro floreno, et librarum ducentarum casei bufalini et porci unius, ponderis librarum ducentarum, rogatum a ser Filippo de Fontecurvo, notario apostolico, de anno Nativitatis MCCCCLXXXXI|I, indictione XI, die ultima mensis decembris; produxerunt attestationes testium examinatorum et omnia acta in dicta causa, scripta a notario actuario cause; item produxerunt omnia iura, regulas cancellarie et sinodales consti, tutiones et petierunt deveniri ad confirmationem instrumenti livelli et sententiari per dictos conmissarios apostolicos concessionem ad livellum cessisse in utilitatem abbatie Sancti Dompnini etc., die decima mensis rnaii suprascripti. Benedictus de Gatanis et Simon de Schorno, ad probandum qualiter,duas tertias partes pro indiviso pascus et pasture del Tericcio spectant ad Benedictu-, produ".runt inirascripta tria instrumenta, videlicet: instrumentum emptionis, facte per nobilem Filippum quondam lacobi dicti Pucci Sciane, antecessorem Benedicti de Gatanis, a domina Mea fllia olim et herede Fei condam Gaddi Gonbi de domo Gatanorum, de quarta parte pascus et pasture del Teniccio, pro pretio librarum mille viginti guinque, publicatum a ser lldobrando condam lohannis lldobrandi notario pisano, de anno Domini McccLxV, indictione lll, septimo kalendas decembris ("f. C - 1364 . XI .25) ; aliud instrumentr-rm emptionis, facte per Phylippum condam Pucci Sciane de Gatanis, de cappella Sancti Donati, a Ceo condam Gaddi domini Andreotti de Gatanis, de cappella Sancti Donati, de caratis duobus dicti pascus, pro pretio florenorum sexaginta auri, publicatum a ser Taddeo ser Betti de Cartellosis de Vico, notario pisano, de anno 1382, indictione quarta, quinto idus iulii, stilo pisano, transumptum a ser Fino ser Bartolornei ser Fini de Boncentaneis de Vico, notario pisano ("f. C- l38l . VII . I //; aliud instrumentum emptionis, facte per dominum Stephanum rnilitem condam domini Filippi Sciarre de Gatanis a Ceo condarn domini Andreotti de Gatanis, de tertia parte dicti pascus et pasture del Terriccio, pro precio florenorum trecentorum de auro, publicatum a ser Iohanne condam Andree dal Carnpo, notario, pisano cive, transumptum,a ser Filippo lohannis AndreedalCanpo,notariopisano ("f.C-1401 .Vil(.25),'etpetierunt per notarium, actuarium cause, illa in actis redigi, die decima mensis maii. Qui conmissarii et â‚Źxâ‚Źcutores apostolici mandaverunt magistro lohanni de Cremona, numptio pisano, quatenus per loca consueta pisane civitatis et in valvis pisane maioris ecclesie, ad instantiam dictorum Benedicti et Simonis, citet omnes putantes sua interesse quatenus infra primam et secundam dies iuridicas coram dictis commissariis conpareant: numptius retulit se hodie citasse omnes.quatenus infra tres dies compareant coram conmissariis ad videndum predicta instrumenta et opponendum, die XI mensis maii suprascripti. Conparuerunt coram dictis iudicibus Benedictus de Gatanis et Simon de Schorno et accusaverunt contumaciam citatorum, die XVII mensis maii suprascripti. Qui conmissarii, visis dictis instrumentis, interposuerunt decretum, presentibus Benedicto et Simone et accusantibus contumaciam citatorum: Carolo de Boncontibus et Nicolao de Rosserminis, testibus, die decima septima mensis maii suprascripti. Monaci et conventus abbatie Sancti Dompini, ad petitionem dictorum Benedicti et Simonis, citati sunt quatenus prima die iuridica conpareant ad audiendum sententiam, die XVIII maii suprascripti. Monaci et conventus abbatie Sancti Dompnini citati sunt ad audiendum sententiam, die )(XIII mensis maii suprascripti. Nos Gerardus de Boncontibus et Iacobus de Corbinis, canonici pisane maioris ecclesie, commissaĂşi deputati a domino Alexandro papa sexto per patentes litteras et bulla plumbea impendenti bullatas in filis canapis, sedentes pro tribunali, visis omnibus: declaramus omnia in suprascripta petitione' eontenta vera esse et omnia facta inter contrahentes venire in utilitatem abbatie et ecclesie olim Sancti Salvatoris hodie Sancti Donpnini et commendatarii eiusdem et confirmamus. Data, lata et lecta est . sententia Pisis, in ecclesia Sancti Michaelis in Burgo, presentibus dictis Benedicto et Simone et omnia emologantibus: nobilibus Andrea guondam Baptiste de Lanfreduccis et Francisco olim Gerardi de Vivario, pisanis civibus, testibus, Incarnationis anno millesimo guadringentesimo nonagesimo quarto, indictione undecima, die Veneris vigesima quarta mensis maii, stilo pisano, pontificatus Alexandri pape sexti anno primo. Monacis et conventui abbatie Sancti Dompnini intimatum fuit qualiter per conmissarios fuit confirmatum instrumentum livelli et super eo lata sententia. ST. Bernardinus olim ser Andree notarii quondam Antonii del Pitta, civis pisanus, imperiali auctoritate notarius atgue iudex ordinarius necnon notarius actuarius et scriba iudicum.


DOCUMENTI DELI-'ARCHIVIO CAETANI

280

1493.x[.9.

c -2465.1.

Testamento dí Pietru"rro dí Bassiano.

Bassiano

Copia, estratta dal processo

d"t

C'1499.VI'4-

fu

Píetro * Erasmi Maselli >, moglie

ili

Nicola u Belli

,

19.

Anno a Nativitate Mocccc nonagesimo tertio, pontifrcatus Alexandri pape sexti anno secundo, indictione undecima, die vero nona mensis novembris. Petrutia filia quondam Petri Erasmi Maselli uxorque Nicolai Belli, de castro Bassiano, sana mentis et intellectus, hoc ultimum condidit testamentum. Testitrix reliquit unam decennam cum dimidia cere, de gua mandavit fieri candellas et duplicia infra' scripta, quorum unum relequit ecclesie Sancti Erasmi, unum ecclesie Sancti Nicolai, unum ecclesie Frrsti (!), unum ecclesie Sancte Marie de Platea, unum ecclesie Sancti Spiritus, unum ecclesie Sancti Antooiì, unum ecclesie Annunptiate, unum ecclesie Sancte Marie de Populo, unum ecclesie Sancti Philippi et unum ecclesie Sancte Marie de Palmis; et mandavit de cera relicta ut sui executores et fii""ommissarii debeant accipere unam libram cum dimidia cere et fieri candellas, et distribuantur inter mulieres dicti castri, que sunt de Fraternitate Beate Virginis Marie, ut consuetum est facere iri dicto casho; et de residuo dicte cere mandavit fieri candellas, distribuendas inter presbiteros et clericos dicti castri, mqre solito. Reliquit cuilibet presbitero dicti castri, venienti coctam induto in sue mortis (!), sollidos duos et cuilibet clerico denarios duodecim: et reliquit cuilibet presbitero dicti et pro castri, celebr"niibu, missam in die sui obitus, dum ejus corpus fuerit inhumatum, solidos duos, facere est moris dicentibus, lt pro vigiliis et quindecim, sollidos untione viatico, testamento et extrema quinque, sollidos Sancti Nicolai abbati ecclesie patriatico in di"io castro, sollidos decem. Reliquit pro et pro malis ablatis sollidos decem cum hoc ut mittantur ante perata (!) dicte ecclesie Sancti Nicolai; pro sepultura, quam dicta testatrix sibi elegit in dicta ecclesia Sancti Nicolai, sollidos triginta, "t pr" reparatione dicte sepulture, attanto (!) ipsam, sollidos quinque. Mandavit testatrix ut dicatur ", celebrantur misse in dicta ecclesia per presbiteros djcti cast{ cum pane obu"quiu* pro anima ,u" "i et vino per unum annum, incipiendo dictum obsequium c-antare et dicere more solito in dicta ecclesia septem pro Sancti Ni"olai post mortem zuam et finiendum usque ad annum. Reliquit psalmas grani septimo sibi fienda infra terminum duorum annorum- post eius mortem, ut Éat panis et distribuatur Per more solito et consueto, per manus mei infrascripti et Nicolai Belli sui mariti, guos voluit esse "ol,*o,o, pro quolibet,'si suos executores et 6deycommissarios; et reliquit pro eorum labore sollidos decem Petri de Cifiris notarij Nicolaum exequtores suos vixerint in humanis, et ii non vixerint deputavit esse est. scriptum supra et petrum filium quondam Antonij Vendicto, quibus reliquit pro eorum labore ut Reliquit ad pias causas ecclesie Sancte Marie de fopulo- unum ortum suum positum in contrata dicti o, qu" ji"i,u, la Plaza Mercarella, iusta rem lohannis del Veltro, iusta rem Antonij Vulpicelli, ""rt di.tu- la Volpe. Reliquit unum tinellum terre ecclesie Sancti Nicolai, positum iuxta rem heredum "1i., positum in quondam Marie notarij Nicolai de Cifris; _et unum tinellum terre ecclesie Sancti Erasmi, Angeli rem Antonij iuxta territorio Setie, in conl"tu que dicitur lo Monte, iusta rem ipsius ecclesie, territorio Mor"h", alias dictu Antonius lonnarello. Reliquit Cobello duos tinellos terrarum, positos in tinellorum Setie, in contrata que dicitur le Macile, cum certa vinea stante a pede dictorum duorum existentium; vinea in dicta partem fructuum quartam ad Mustarellus terrarum, quam vineam laborat lohannes reliquit eidem Cobello unum cubile, plenum penna vetusta usitata, et unum capissale plenum "tiu* "" in connata Vallis penna nova, et unam arcam de fao, et unum castangetum positum in territorio dicto, cum conditione IÈ,butiu, iurtu ,u* dotalem uxoris Peti lacobi, rem Antonij notarij Petro de Cifirls, relicta in testamento cera de cere decenam solvent et successores ut dictus Cobellus aut sui heredes solvent dictam non successores et sui heredes aut suo predictis suis executoribus; et si dictus Cobellus Antonio stabilibus et mobilibss suis de d""à* cere, cadant ipso facto a legato. Reliquit bonis et lohanni, filiis et h"r"àibu, quondam M"ri" Simeonis lohanni Antonij et Leonardi Antonij Vendicti, propter servitia eidem testatri"i i*p"nru per dictam guoudam Mariam, dum vixit, videlicet unam ào*u* suam cum cisterna stante in di"t" domo, posita in decarcia Villantie dicti castri, iuxta cellarium curie, iuxta rem Pippi della Tessa, iuxta ecclesiam Sancte Marie, cum condictione quam habet


VARI A

281

dicta domus et cisternd*in se et supra se, cum cellario existente subtus dictam domum, cum omnibus necessarijs stantibus in dicta domo et cellario; et unum orturn existentem extra muros dicti castri, positurn in contrada loda, iuxta rem dotalem Iohannis Sirnonis Maximi, rem heredum quondam Antoni; Magnacarne; et unum lucernam magnam titarisiam et unum incisorium rnagnum de pitrtro, cutrn condictione ut dictus Iohannes et Antonius, filii et heredes ut supra, unus succedat alteri in bonis et rebus ipsis relictis per dictum testatorem; et si decesserint sine filiis de legitimo matrimonio natis, vult testatrix ut in bonis, tam mobilibus guam stabilibus, relictis per ipsam testatricem in dicto suo ultimo testarnento predictis Antonio et lohanni, ut succedere debeat Leonardus Antonij Vendicti, eorum patruus, si vixerit, et si non vixerit succedere debeant proximiores in grado consanguinitatis dictorum Antonij et lohanni; cum hoc adito in dicto testamento ut de suprascriptis septem psalmis grani, per eam relictis pro septima, si supradicti Antonius et Iohannes aut sui heredes et successores sui dare recusaverint, cadant ipso facto a legata (!) et relicto eisdern Antonio et Iohanne facto et relicto. Testatrix instituit sibi universales heredes Iohannem Panciardum et Ritam, suos nepotes; in omnibus aliis suis bonis, iuribus, nominibus et actionibus, videlicet: in tribus tinellis terrarum, positarum in territorio Bassiano, in contrata que dicitur lo Campo di Sotto, iuxta dotalem Antonelle frlie quondam Pauli Mandutii, iusta rem Nicolai de Bassiano,alias dicto ColaCentoFiriny; in uno alio tinello terre, posito interritoriodicticastri,in contrata que dicitur lo Plano de layborzese, iusta rem ecclesie Sancti Erasmi ; in duobus aliis tinellis terrarum, I positarum in contrata que dicitur Vallis Menardo, iusta monte con * * ; in una alia terra posita in territorio Setie, in contrata que dicitur la Soleta de Antogniano, iuxta rem heredum magistri lacobi Ballelly, iuxta montem commune; in una domo posita in decarcia TurĂşs dicti castri, iusta rem dotalem Nardelle Spine, uxoris magistri lacobi Cantarelli, iusta rem Saccomandi, viam publicam; in uno sterio posito in decarcia

Sancti Angeli dicti castri, iuxta rem heredum quondam Marie Setenij, equaliter dividendo inter ipsos eius heredes universales cum hac conditione ut dicti sui universales heredes teneantur Ponere seu mittere psalmas tres grani pro supradicta septima facienda et decenam unam cere et omnia alia legata in dicto suo testamenÚ ,olu.r" dèbeant. Ei si dicti sui universales heredes hoc facere recusaverint, concedit auctoritatem predictis suis executoribus et fideicommissariis ut possint vendere tantum de bonis et rebus, per ipsam testatricem relictis in dicto testamento supradictis suis universalibus heredibus, unde minus dunrrfnurn fuerit, et instrumentum venditionis facere, quantum ascendat ad summam legatorum in presenti testamento contentorum. Testatrix reliquit Petro Veudicto et Nardo Vendicto, eius fratri, tmam terram desertinam seu terram, positam in contrata Gurgarum, iusta rem Antonij Leonardi Erami, iusta rem quondam presbiteri Antonij de Setia, in gua terra fecerunt vineam, cum hoc ut supradicti Petrus et I-."orr-du, teneantur quolibet anno renditam musti seu vini, in dicta terra existentium, dicte testatrici, si vixerit, et si non vixerit teneantur facere renditam Nicolao Bello, suo marito; cum hoc adito guod quando dicta vinea remanserit inculta, ipsa testatrix reliquit dictam vineam supradictis Petro et Leonardo eius fratri; et vult dicta testatrix ut dictus Nicolaus Bellus, ejus maritus, sit dominus et ususfructuarius omnium bonorum suorurn, per ipsam testatricem relictorum in dicto suo ultimo testamento predictis

Antonio et lohanni, filiis er heredibus dicte quondam Marie Simeonis et Leonardo Vendicto, nec non bonorum, per ipsam testatricem relictorum lohanni Panciardi et Rite Panciardi, eius nepotum et eius universalibus heredibus, ut stipulatum est, dum dictus Nicolaus eius maritus vitam servaverit vidualem et vixerit in humanis. Et quod ususfructus veniens ex dictis bonis, tam mobilibus quam stabilibus, per ipsam testatricem in presenii testamento relictis supradictis Antonio et Iohanni, filiis dicte Marie Simeonis L"orrurdi Vendici, ac etiam supradictis Petro et Rite Panciardi, eius universalibus heredibus, et "t aliis hominibus in ipso testamento annotatis, ac quirente (t) Nicolao suo marito integre et libere, absque aliqua conditione. Reliquit testatrix Nicolao Bello, suo marito, terram suam positam in territorio Setie, in contrata qge dicitur lo Cerro, iuxta rem heredum lohannis Panciardi, francam et liberam, et quod possit eius maritus dictam terram vendere, donare, relinquere cui melius eidem Nicolao placebit. Hanc voluit testatrix esse suam ultimam voluntatem et ultimum testamentum. Actum in castro Bassiani, in domo testatricis, posita in decarcia Villantie dicti castri: presbitero Leonardo Lidani, magistro Angello Iohanni Augeli Mosche Antonij Pelose, Antonio Antonij Simeonis, magistro Peuo Cellerario, Berardino Leonardi Mlchese et lohanne Pacillo, de castro Bassiani testibus. Pehus notarij Nicolai de Cifris, de castro Bassiani, terracinensis diocesis, imperiali auctoritate uotarius, scripsi et signum meum posui. I l,

36.

Forse conmune


DOCUMENTI DELUARCHIVIO CAETANI

c - 2411.v.

r494.vl.15. II a ...: -

ínfotmato che quei dí Ripí, oassallí del destinatario, aoeuano depredato oassallí del duca di Trcetto, ordina che costoro siano risarciti dei danní e che fino all'arríoo del regio commissario non si faccia alcuna ínnooazíone.

Alfonso

Napoli

quei dí Pofi,

Copia autentica.

Rex Sicilie. IIl. amice noster carissime. Lo illustre duca de Trayecto ne ha fatto interessare come li soi vassalli della terra de Puo6 sono stati dannegiati de Ii vostri homini d'arme et vassalli in li grani, biade e depredatione de bestie et altre victuaglie et robe, sì in loro territorio come in quello di Ripi; del che, per lo amore portamo al dicto duca, havimo pigliato dispiacere et ve pregamo cbe, sì per amor nostro como per lo devere, vogliate provedere che a li dicti huomini di Puofi siano integramente restituite tucte le robe li sono state arobate da li homini d'arme et vassalli vostri et quando le robe non si trovassero lo iusto precio de quelle, el che haveranno a complacenza singulare. Similmente lo dicto duca ci ha facto interessare che per li vassalli vostri di Ripi Ii dicti suoi vassalli de Puofi sono stati de facto spogliati de certi loro territorij che possedeno in lo tenimento de Ripi; Pertanto ve Pregamo vogliate bene intendere questa cosa che, essendo stati spogliati, come se dice, vogliate ordinare che siano restituiti in la loro pristina et pacifica possessione; et perchè in Ia differentia vixte de territorio fra li huomini de dicte tene Puofi et Ripi deliberamo mandare uno commissario, quale habbia ad finire decta difierenzia, ve pregamo et exhortamo non vogliate fare innovare cosa alcuna finchè mandarimo dicto commissario, quale mandamo presto acciò che tra loro cesse omne natura de inconveniente, como è il nostro desiderio; del che ne farete piacere accepto et grato. Datum in Castello novo, Neapoli, xv iunij 1494. Rex Alfonsus. Io. Pontanus. In Particularium p.", f. 80. Concordat cum suprascripto originali registro quod conservatur in regia cancellaria etc. Ioannes Vincentius Sansonus, r scriba Registri etc. Disse servirsene per sua instructione.

c - 24l3,lll.

1494. X.17. Terracína

II aI iluca dí...: - ordina che gli uomini d'arme dí Gugltelmo Caetani, -ín Alfonso Fondi, oadano a troúarc questi.

che

sono

Copia àutentica

Rex Sicilie etc. Illustre Duca. Noi siamo grandemente maravigliati che quilli

huomini

d'arme del magnifrco Guglielmo Gaytano che so in Fundi ancora non siano andati ad trovare dicto magnifrco Guglielmo; et perciò vi dicimo che vogliate provedere che subito se Partano e vadanolo ad bovare; et questo non manche per cosa alcuna. Datum in nostris felicibus castris prope Terracenam, die XvlJ mensis octobris M"cccclxxxxluJ. Rex Alfonsus. Io. Pontanus. In Comune P.o, f.n 196; a tergo: Trayecti. Concordat cum suprascripto originali registro quod conservatur in regia cancellaria etc' Ioannes Viocentius Sansonus r. scriba Registri etc. Dummodo non possit uti in d. visita.

c -2420 .I , A.

1495.IV.29. Napoli

Gaetani d'Aragona, aI prozío Bonífacío Gaetani, príore di Barletta: Piedimonte d'Alife e della contea di Morcone, concessi loro di

Onorcto e Gíacomo - perché prenda possesso dí

-nuooo dal re dí Francia. Originale.

et R.'o Bonifacio Gaitano priori Baroti nostro patruo et tanquam patri [honora]ndo etc.

Fuori: M.-

s.r

Entro: M.* ac R.-" d.ne d.ne prior patrue et tanquam pater honorande, commendationem. Nui, per essere occupati circa lo servitio regio et circa altre occupatione che spectano multo a la redemptione


VARIA

2E3

del resto de nostro stato, non possimo personalmente andare ad pigliare la poxessione de Pedemonte et del contato de Morchone, quale ne è stato confirmato et de novo concesso dal signor re de Franza etc., secundo lppare per privilegio de soa maestà; però confrdando a la exquisita prudentia et paterno amore d" lu S.d; Vostra, pregamo et astringemo guella che li piaga de continente da nostra parte andare et conferirese in la predicìa tena de Pedemonte et in tute le terre del contato de Morcone ad pigliare corporale poxessione de una per una de dicte terre da parte de ciasche uno de nui ad chi specta, ,""àndo lo' t"nor" del privilegio, quale ve damo che lo possate presentare et monstrare al iudici seu altri o6ciali, consiglio et universitate de quelle; et pigliate che havenite dicte poxessione sì de le predicte terye sì anco de É fortellize de quelle, ne farrite fare un publico contracto in omne una del predicte terre per notaro publico, presente iudice et testimonij ; et dicto privilegio conservarite diligentemente et lo retornarite in nostre mani. Neapoli, die penultimo aprilis XIII indictionis 1495. Lo vostro como figlio lo duca de Traiecto mano propria. Comes Murconi manu propria. I Tracce di cera rcssa.

c -2422.

.Xl .22, A.

1495

L'arcioescooo Giooanni de Sacchis, gooernatore dí Roma, a Gíacomo Caelani, prolonotario -apostolíco: sospese Ie iappresaglÌe contrc i sermonetani, ha citato glt uffctali di VeIIetfi a comparirgli dínanzi insieme con queÍ di Sermoneta per espoîre le loro ragioni.

Roma

Originale.

Fuori: R. P.

dno. Iacobo Gaietano prothonotario et secretario apostolico Sermoneti etc.

uti fratri carissimo.

s.t

Entro: Reverende in Christo pater et ut frater carissime post commendationem etc. Havemo receputo le lettere de V. S. circa le represaglie concesse contra li homini et cose de Sermoneta, et per vigore à" qu"ll" havemo scripto alli ofrciali de Velletro che loro debeno comparire pnti d1 noi con le loro ,uroo", fra termine di sei dì de poi la presentatione de le nostre lettere, et allegare le rasoni perchè dicte represagliesieno iustamente concesse; et interim havemo sospesodicterepresaglie;chè,pervigore alcuna de esse, fra dlcto tempo et per fine a tanto habiamo dechiarato sopra de ciò, non se Possa fare cosa dì, contra dicti hominj i" S"*oo"ta. Et similmente la V. S. mandarà da noi, fra dicto tempo de sei alcuni in nome de la communità de Sermoneta con li loro rasioni et che siano informati ad ciò possiamo in guesto provedere et fare quello vole la iusticia. Et bene valeat D. V., cui nos semper ofierimus. Ex Urbe, die XxrJ novembris 1495. E D. V. R. deditissimus IoIhannes] archiepi-

scopus ragusinus Urbis gubernator. L

In ceta

rcssa, Proletta da catta.

1495.x'1.22, B.

c - 2420 .lll.

L'arcioescooo dí Ragusa, Giooanní de Sacchís, goùernatore dell Uúa al podestà e ai nor)e a richiesta di Giacomo Caetani, protonotario apstolic'o, e buoni uomíni della cíttà di Velletri: deí sermonetani, ordina che, sospese Ie rappresaglíe íngiustamente otaentite da loro antro questi, gli sí presentíno qtro seí gíorní per' addurne Ie rcgioni, come pafimertti impone agli uomini di

Roma

Sermoneta. Copia sincrona.


VARIA

2E3

del resto de nostro stato, non possimo personalmente andare ad pigliare la poxessione de Pedemonte et del contato de Morchone, quale ne è stato conflrmato et de novo concesso dal signor re de Franza etc., secundo lppare per privilegio de soa maestà; però confrdando a la exquisita prudentia et paterno amore d" lu S.d; Vostra, pregamo et astringemo guella che li piaga de continente da nostra parte andare et conferirese in la predicìa terua de Pedemonte et in tute le terre del contato de Morcone ad pigliare corporale poxessione de una per una de dicte terre da parte de ciasche uno de nui ad chi specta, ,""ondo lo' t"nor" del privilegio, quale ve damo che lo possate presentare et monstrare al iudici seu altri o6ciali, consiglio et universitate de quelle; et pigliate che havenite dicte poxessione sì de le predicte tepe sì anco de le fortellize de quelle, ne farrite fare un publico contracto in omne una del predicte terre per notaro publico, presente iudice et testimonij ; et dicto privilegio conservarite diligentemente et lo retornarite in nostre mani. Neapoli, die penultimo aprilis XIII indictionis 1495. Lo vostro como figlio lo duca de Traiecto mano propria. Comes Murconi manu propria. I Tracce di ceta

rcssa.

c -2422.

.Xl .22, A.

1495 Roma

L'arcioescooo Giooanni de Sacchís, gooernatore dí Roma, a Gíacomo Caetani, prolonotario sospese Ie iappresaglìe contro i sermonetaní, ha citato glt uffciali di VeIIetfi a apostolíco: -dínanzi insíeme con queí di Sermoneta peî espoîre le loro tagioni.

comparirgli Originale.

Fuori: R. P. dno. Iacobo

Gaietano

prothonotario et secretario apostolico Sermoneti etc.

uú fratri

carissimo.

S'

t

Entro: Reverende in Christo pater et ut frater carissime post commendationem etc. Havemo receputo le lettere de V. S. circa le represaglie concesse contra li homini et cose de Sermoneta, et per vigore à" qu.ll" havemo scripto alli ofrciali de Velletro che loro debeno comparire ynti d1 noi con le loro ,uroo", fra termine di sei dì de poi la presentatione de le nostre lettere, et allegare le rasoni perchè dicte represagliesieno iustamente concesse; et interim havemo sospesodicterepresaglie;chè'pervigore fare cosa alcuna de esse, fra dlcto tempo et per fine a tanto habiamo dechiarato sopra de ciò, non se Possa contra dicti hominj i" S"*oo"ta. Et similmente la V. S. mandarà da noi, fra dicto tempo de sei dì, alcuni in nome de la communità de Sermoneta con li loro rasioni et che siano informati ad ciò possiamo in guesto provedere et fare quello vole la iusticia. Et bene valeat D. V., cui nos semper ofierimus. Ex Urbe, die )firJ novembris 1495. E D. V. R. deditissimus IoIhannes] archiepi-

scopus ragusinus Urbis gubernator. L

In ceta

rcssa, Proletla da catta.

.)f,1.22, B.

1495

c - 2420 .lll.

L'arcioescooo dí Ragusa, Giooanní de Sacchís, goúernatore dell Urbe, al podestà e ai nooe a ríchiesta di Gíacomo Caetani, protonotario apstolico, e buoni uomínì della cíttà di Velletri: deí sermonetani, ordina che, sospese Ie rappresaglie íngiustamente qnsentite da loto anho questi, gli sí presentíno qtro seí gíornì per' addurne Ie ragioni, come pafimettti ímpone agli uomini di

Roma

Sermoneta. Copia sincrona.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

284

1496.

I. g.

c - 2432'If,.

L'arcíoescooo Gior',anni de Sacchis, gooernatore di Roma, aI podestà di Velletri: perché, sospese Ie rappresaglíe a danno dei sermonetaní, illascino gli anestati e li cita per il nuooo arbibio

Roma

commesso. Copia

sincrona, NeI oerso nola.' Examinationes,

attestationes

et scripture inite inter Meum Zafiaranum Antonij de Conca

et tres alios velitranos, emptores baccatum, ex parte una, et Sanctum Verrotium, emptorem duarum equarum a Bernardino alias Speadato de Montefortino, nec non Ioannem Antonii Damianum ac locatarios Foglianj et pischerie Sancti Felicis de Sermoneto, parte altera, cum literis gubernatoris Urbis, subscriptis manu propria. La fede fa Romano de Core, cavalerj de Velletro, è stata mandata Per messer Iacobo Mundi de Velletro per farci mettere Io dì, quale hogi X de febraio è revenuta una con la copia delle lettere del governatore de Roma ad velletrani.

Copia. - I[ohannes], archiepiscopus ragusinus, Urbis gubernator. Spectabiles viri, amici charissimi, salutem. Alias per altre nostre lettere suspesemo le rep[resa]glie concesse contra li homini de Sermineta et ... I che quelle concesse contra de voy pro bono pacis et concordie et pro es ... r tolti certi bovi ad ... r o Meo Zafiaranj, vostro citadino, per li hom[ini] de Sermoneta fo preso ... r I. Antonio de Sermineta per voy; per el ... r Ie mo Pelagallo da Vellet.lo] ... r fece la senuta per vigore della quale ... [a]l ! presente è detenuto priscione in fVel]letro et perchè nanti di noy ha da ... r sentesa de stare ad rasone contra voy per dicte represaglie, a noy specta se ... r e represaglie sonno bene o male concesse et execute: per qtlesto ve commandamo debiate incontinenti et sine mora aliqua relassare dicto Pelagallo; et de piy se voy pretendite havere rasone alcuna contra li homini predicti de Sermineta, debiate comparere davanti de noy fra octo dì proximi da venire colle vostre rasoni et offeremo fare la iustitia; et questo faremo sotto pena de docento ducati da applicarlj alla Camera apostolica; altramente, se non el relassarite, procederemo cotrtra de voy alla pena predicta; et bene valete. Ex Urbe, die VIIIJ ianuarii 1496. I[ohannes], archiepiscopus ragusinus, Urbis gubernator. Spectabilibus viris potestati etc. civitatis velletranensis amicis nostris carissimis. L Danno

della catta.

t496.VIII. 14. Bassíano

-

c - 2465.1.

Nicola . Belli " dì Bassíano,

esecutore testamentario

per 13 carlíni papali, oende a Giooanni Sezze, in contrada . lo Cerro. t Copia, estratta dal processo

di

Pietruccía o Pehi Maselli n, Bassíano due terreni in territorío di

sua moglie

" Petri Ciotti " di

C-1499.V| .4-19.

Anno MoccccLXXXXVI, pontificatus Alexandri pape sexti anno quinto, indictione XIIII, die XtIIlo augusti. Nicolaus Belli de castro Bassiani, executor anime Petrutie Petri Maselli, sue uxoris, prout constat ex testamento facto manu notarij Petri de Cifris, vendidit lohanni Petri Ciotti de castro Bassiani duas petias cum dimidia desertine, posite in territorio setino, in contrata gue dicitur lo.Ceuo, iusta rem heredum quondam lacobi Marre, rem Antonij Cole Pauii, viam publicam; francas, et exemptas ab omni servitute; pro pretio carlenorum tredecim papalium, ad rationem decem solidorum pro carleno, quod venditor recepit a dicto emptore in pecunia; sub penÀ decem ducatorum, applicanda pro medietate curie dominorum de Bassiano et pro medietate parti observanti. Actum Bassiani, in apotheca notarii Iohannis Cifre, posita .iusta plateam dicti castri: Andrea Iohanni Belli, Bartholomeo Vulpicello et Luca Peloso, de Bassiano testibus. Iohannes Leonardi Magnacarne de Bassiano, imperiali auctoritate mensis

notarius, scripsi signumque meum apposui.

,


VARIA

28'

c - 363.

7497 .IV.16. Fedeico rc dí Napoli conferma a Bernardino Maria Caetaní, signore Nicola, i castellí dì Macchia, Montercduni e Montaquìla.

Sermoneta

e prímogeníto del fu

Appunto del sec. XVII.

Magnifico viro consiliario nostro dilecto et fideli Berardino Marig Gayetano, rniliti, domino Serminete, 6lio primogenito legitimo et naturali quondam magnifici viri Nicolai Gayetani, domini Sermonetg ac terrarum Macchig, Montis Rotundi et Montis Aquile: cum suis castris in ì'egno, confirmat dictas terras, prout eius pater tenebat,sub data 1497 die 16 aprilis; exprivilegiorum quondamregis Federici in regia cancellaria.

1497.1v.27-1498.v.I

c-2444.

Nota delle argenterie prestate da Gugltelmo Caetani aI cardinale Alessandro Farnese. Originale.

R.-o card.l" da Farnese de' dare al s." Guglielmo Gaytano suo zio lo infrascripto argento che li prestò: In primis, due baccili; due boccali; due confectere; due piatti piccoli; dodici scudelle; dodici tondi; dodici scudellini; cinque taze col pede; una salera doppia ad barile; sei piatti bastardi da r mangiare salata; una coppa aurata col coperchio; una stagnata piccola da acqua; mandate al signore 1 per madama. Die XXVII aprilis 1497. R.-o card.'" da Farnese contrascripto de'havere, per tanto ha restituito del contrascripto argento ad messer Iacomo Balduino, cancellere del s.o'Guglielmo, li infrascripti pezi: In primis, uno baccile coll'arme Gaytana; due confectere, una coll'arme Gaytana et I'altra coll'armg del conte di Pitigliano ; una coppa col coperchio dorata coll'arme Gaytana; una stagnata da acqua; diece tondi piani; sei scudelle piane; nove scodellini piani; uno piatto piccolo piano. Restano in manu de sua Signoria R.-o: uno bacile; due boccali; uno piatto piccolo; sei scudelle; tre scudellini; due tondi; cinque tazze col pede; sei piatti bastardi; una salera ad barile, doppia. Li antiscripti pezi de argento, che sonno restati in manu de mons.o' R.^" sonno stati pesati alla zeccha per mano de messer Lorenzo Pucci et de Antonio Segni, zecchiero, come appare per uno memoriale de dicto messer Lorenzo Pucci, et sonno in tucto libre deargento XXxVlll, oncielll etdenarillll,in questomodo,videlicet: Uno bacino pesarono libre XXII, oncie llll, sei piattellini 2 et sono argento de carlini, ad carlini 96 la dui ... libra, ciò (!) libre 22, oncie IIII tre scudelle tre scudellini Item cinque taze d'argento de carlini pesarono libre octo, oncie octo et mezo, ad carlini 96 la libra: ciò è libre 8, oncie 8|. Item scudelle tre et u-no botticino da sale pesorono libre 4, oncie IIIJ, denari XVI, ad carlini 96 la libra: ciò è libre 4, oncie 4, denari xu. Item piattellino uno ad legha x! pesò libre Il, oncie l0' Summa ut supra libre 38, oncie lll, denari IIIL Cherubinus Ghezius manu propria. Anno 1498 die prima maii. Io Alexandro cardinale de Farnese per questa polyssa, scripta de mia propria mano, me confesso essere vero debitore dello signor Guglielmo Caytano de libre henta otto, oo"" t et denari quattro de argento, per tanti sui pezi me sonno restati in mano, guali ascendoao al " sopraditto peso, como in nella scripta qui di ricontro si contien Per mano de Cherubino, nosho mastro lo guale argento de qui ad uno anno proximo futuro prometto restituirli; et in fede de ciò d. "ur", ho facta la presente de mia propria mano ut suPra, Íulno' mese et dì sopra scripto' S.3 A. Car.lt" d" Farnesio propria. t Aggíunto nell'íntslíneo.

2 Datno della caia.

t T'a'c" dì czta rcssa'


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

286

t499.V.18. Sermoneta

-

c - 2463. Alessandro Assalonne dichíara dí aoere ficerJuto, da parte dí Giacomo Caetani, ducatí in Roma aglí soízzeri oenuti per Ia guena di Sezze.

cento, distríbuíti

Originale. NeI terso, nola

sincrona: Polizza de ducati centopagati per

Io Alisantro Adsalondo di

Sermoneta confiesso

li

signizari

per la

guera de

li

setini, duc. 100,

et dico per Ia presente scripta de mia

propria

mano havere havuto et manoalmente etc. in Sermoneta da Macteo dello protonotaro, per nomo et parte de sua reverennisima signuria, ducati cento, ad boll[ognini] sectanta cingue per ducato, li quali poi portai in Roma de commisione del prefato monsigniore et liberai ... t p.r mani mei et de Francesschino in Roma ad li saviczari vinnero ... t ne la guerra de seczisi, presenti Vicenso de Foligni, cancelleri del pro[tonot]aro, et Cristoforo homo d'arme et ... r Rensi Cola Rensi et Cola ... r et Folato de Sermoneta; et ad cautela de ciò ò facta Ia presente de mia propria mano, adì XVIIJ de maio 1499.

Io Alisantro predicto manu propria scripsi et subscripsi. schino confesso le cose supra sciptte e sedera (!) !

Io France-

Danno della catta.

c - 2664.

1,499.V.127 o 28?1.

- Quietanza rílascíala da Píetro * de notaro Antonio prestati all'uníoersità dí Sermoneta nella gueúa contro Sezze.

>a

[sermonetal

Originate. NeI tserso,

nota sinuona.. ...

I

ducati zinquan[ta] ...

I

Gíacomo Caetaní per ducati

50

pagati a notaro Petro de Sermoneta.

Die XX ...r; naij 1499. Io Peni de notaro Antonio de Sermoneta confesso et dico hu""." havuto et manualiter receputo, per nome et parte della univerdtà de Sermoneta, per alcune spese hab[e ad fare] dicta università in guesta guerra de Secze, dallo r.-' [m]onsignore lo prothonotaro, per Ie mani de Macteo, suo [thesau]rero, in prestito, per la dicta università et per la dicta cascione, ducati cinquanta de carlinj nella sua camera; delli quali cinquanta ducati ne so stati spisi prima per le mano de sua R.*" Signoria et de lannj de Francesco Capirchio ducati octo, liberati ad certi scotareli, et quarantaduj ducati de carlinj, fine nella dicta summa de cinquanta ducati, ne ho receputi io Petrj per nome de dicta università, per la supradicta cascione. Et ad fede, cautela et chiarecza de ciò ho scripta la presente de mia propria mano et subscripta nella camera de sua residentia del prefato r." monsignore,adì,meseetannj Dominj predictietc. Io] Petro predicto manu propria subscripsi. r

Danno della cada.

c-2465,1.

1499.vI.2. Roma

Breoe di Alessandro VI a Gíooanní de Sacchìs, aîcíúescooo dí Ragusa: - perché, accedendo 'territorío conteso fra i sezzesi e í suddíti dí Gíacomo Caetaní, imponga loro una tregua dí nel

armi e decida ogni controoersía. Copia, inserita nel processo

C-l4gg.Vl .4-19.

Vi

loanni, archiepiscopo ragusino, referendario, domestico ac commissario nostro. et homines terre nostre Setie, ex una, et subditos prothonotarij de Sermoneta super possessionibus confinibusque eorurn aliisque causis, partibus ex altera, nos cupientes controversiis et scandalis obviare, fraternitati tug mandamus quatenus ad terram Setig et alia loca subditorum predicti prothonotarij personaliter accedas, et partibus prgdictis ut in primis ab armis abstiAlexander papa

Vertente lite iater universitatem


VARIA neant eaque deponant, vel treguam aliquam faciant, cautionemque de se non offendendo idoneam prestent prgcipias, ac causam et causas hujusmodi in statu et terminis in quibus reperiuntur assumas, ac in eis etiam extraiudicialiter procedendo illas decidas; dantes tibi potestatem omnia exequendi que pro hujusmodi causarum decisione, ac partium ipsarum pace et concordia necessaria cognoveris. Datum Rome apud Sanctum Petrum, sub annulo piscatoris, die secunda iunij MccccLxxxxvllll, pontificatus nostri anno

septimo.

Hadrianus.

t499.VI.4

-19

c -2465.1.

.

Gíooanni de Sacchis, arcíoescoúo di Ragusa, nominato gíudice da Alessandro VI a definhe Ie controúersie territoialí tra Gíacomo e Guglielmo Caetaní, sígnorí di Sermoneta e dí Bassiano, da una parte, e I uníoersítà di Sezze, dall'altra: ordina la cessazione di ogni ostilità, fino a questíone decisa. Intanto sí procede a sopralluoghí; í Caetani promettono riparare gli argíni deì fiumí; sí ptoducono i documenti dí ptooa; sí ordína aí sermonetaní I'esecuzíone dei laoorí; aooíene

Pfioerno

I'aggressíonedelmesso gíudízíarío; si tendeun agguatoagli oratoridí Sezze;seguono altrisopralluoghi, oiolenze,íncendi, rupine, I'atterramento della tonein contrcda * lo Porto ,, con I'uccísione del castellano; ínfine íl giudíce aieta aí sezzesi di ríprendere le armi, ordinando loro dí non molestare i bassianesì aoentì, da diecí annl, possessioní ín terribrto di Sezze. Copia del sec. XVIII, in un quaderno di carte 90. Nella caila che ptecede íI teslo leggesí: Copia fatta dal proprio originale, tcritto in gotico, esistente nell'Archivio Segreto della Communità di Sezze, in pergamena, copiato da me Giacomo Razza.

Anno a Nuti"it"t. millesimo quadringentesimo nonagesimo nono, indictione secunda, die Martis quarta mensis iunij, pontificatus Alexandri sexti anno septimo. Iohannes, archiepiscopus ragusinus' PaPe refferendarius, domesticus, iudex et commissarius ad terminandum lites inter Iacobum prothonotarium et Guillermum de Caietanis fratres, condominos terrg de Sermoneta, ac illorum subditos, ex una, qc universitatem et homines terre Setie, partibus ex altera; ab eodem papa deputatus: ad tenam de Sermoneta et domos habitationis ipsorum prothonotarii et Guillermi de Caietanis de Sermoneta personaliter accessit, et reperto personaliter dicto lacobo prothonotario et habito secum colloquio, tandem litteras in forma brevis, a papa sub annulo suo piscatoris emanatas et eidem prothonotario directas, eidem prothonotario clausas tradidit; quas prothonotarius recepit ac illas aperuit e1 perlegit. Deinde archiepiscopus commissarius litteras su9 facultatis et iurisdictionis et ipfrascriptas, etiam in forma brevis, ab ipso papa sub annulo piscatoris etiam emanatas, scriptas tenor est talis lcl C - 1499 . VI .2).

efibuit

ac illas aPertas perlegi fecit, quarum

Quarum litterarum vigore commissarius prothonotario de Sermbneta prgsenti ac Guillermo, eius fratri, et aliis condominis locorum de Sermoneta et de Bassiano, licet absentibus, eorumque subditis et vassallis, sub pgna decem mille ducatorum, camerg apostolica applicandorum, ac sub pena indignationis papg mandavit quatenus ab armis abstineant illaque per totam diem hodiernam deponant; eisque inhibuit ne contra universitatem et homines terrg Setig quicquam attentare vel inaovare Prgsumerent ac mandatis desuper suo sigillo decrevit, cuius tenor inferius est insertus. Proùonotarius omnia acceptavit et arma deponere et ab illis se abstinere ac aliis prgmissis obedire se obtulit, et copiam tam litterarum facultatis et iurisdictionis ipsius commissarii quam mandati sibi facti per me notaúum sibi dari petiit, venerabilibus dominis Placentino de Sanctis de Ameria, secretario ipsius prothonotarii; Andrea de Vaghis, prgsbitero parmensi; Nicolao lenson, utriusque iuris doctore, veneto; Cesario Hetgbech, clerico coloniensis digcesis; et Cristiano Burissardi, clerico edinensi, ac quampluribus vassallis et servitoribus ipsius prothonotarii testibus. Tenor dicti mandati est talis: Iohannes, archiepiscopus ragusinus, pape referendarius, domesticus, ìiudex et commissarius ad inhascripta ab eodem papa deputatus, Iacobo Caitano prothonotario et Guillermo etiam Caitano ac dominis locorum de Sermoneta et de Bassiano, omnibusque aliis vassallis et subditis. Noveritis nos nuper litteras apostolicas in forma brevis, sub annulo suo piscatoris, recepisse, ut suPra inseritur; quarum vigore nos comnissarius, antequam ad cognitionem litium in eisdem litteris coutentarum procedere incipiamus, vobis sub excommunicationis late sententie ac decem millium ducatorum, immediate camere


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI apostoiice applicandorum, ac sub indignationis pape mandarnus quatenus arma, qug sumpsistis contra et homines Setie, propter discordias et controversias inter vos et subditos vestros, ac et homines predictos, super territoriis et possessionibus illorumque confinibus, ortas per totam hodiernam diern, deponere et ab illis perpetuo abstinere debeatis, et dicti vestri subditi et vassalli debeant; vobisque in solidum sub similibus penis inhibemus ut durantibus hujusmodi controversiis contra universitatem et homines predictos quicquam attemptare neque eos olfendere presumatis. Has litteras freri et per notarium et secretarium nostrum subscribi et publicari mandavimus nostrique parvi sigilli iussimus impressione muniri. Datum et actum Sermonete, in domibus ipsoiurn dominorum de Serrnoneta, sub anno a Nativitate MccccLXxxXVIIIt, indictione secunda, die quarta mensis iunii, pontificatus Alexandri pape sexti anno septimo. Consequenter commissarius ad tenam Setig accessit, et ibidern in domo habitationis nobilis communitatern communitatem

Iohannis Francisci, dicte terrg, nonnulli asserentes se fore officiales dictg terrg, videlicet notarius Angelus Rubej, Lodovicus notarius et procurator, Andreas Ciceris et Andreas Colg lohannis, ac quamplures cives dictg terrg, communitatem representantes, coram commissario se congregaverunt; quibus omnibus commissarius litteras prefati pape in forma brevis clausas presentavit, nec non litteras sug iurisdictionis eisdem prioribus et hominibus perlegi fecit, illarumque vigore universitati et hominibus dicte terre, sub excommunicationis latg sententig ac decem milium ducatorum, camerg apostolica applicandorum nec non indignationis pape penis, mandavit quatenus arma, que sumpserant conha prothonotarium et alios condominos de Sermoneta et de Bassiano et eorurn subditos et vassallos, propter controversias predictas, per totam hodiernam diem deponant et Ab illis perpetuo se abstineant; et nihilominus sub similibus penis inhibuit ne contra prothonotarium, Guillermum et alios dominos de Sermoneta et de Bassiano nec eorum subditos quicquam attemptare neque eos ofiendere presumant, prout in dicto mandato inferius inserto continetur. Qui priores et alij cives litteras legerunt et copiam iu"ultuti, ipsius comrnissarij sibi dari petierunt, quam consignavi eisdem: dictis dominis Andrea de Vaghis, Cesario Henxtberth (!) et Cristiano 'Bulessardi testibus. Tenor mandati est talis:

Iohannes, archiepiscopus ragusinus, pape refierendarius, domesticus, iudex et commissarius ad infrascripta ab eodem deputatus, communitati et hominibus tene Setig terracinensis diocesis. Noveritis. oo, nup.. litteras ipsius pape in forma brevis recepisse, huiusmodi sub tenore kf. C'1499.V(.2). procedere incipiamus, vobis sub excomQuarum vigore nos commissarius, antequam ad cognitionem litium munic"tionis latg sententig ac decem milium ducatorum, camerg applicandorum, ac sub indignationis pape penis mandamus quatenus arma, que sumpsistis contra lacobum Caietanum, sedis apostolice prothonotarium, et Guillermum etiam Caietanum fratres et eolum vassallos et subditos de Sermoneta ac communitatem et homines castri de Bassiano, dictg diocesis, super tenitorijs et possessionibus illorumque confinibus, per totam hodiernam diem deponere et ab illis perpetuo abstinere debeatis; vobisgue in solidum sub similibus

pgnis inhibemus ne durantibus hujusmodi controversiis contra prothonotarium et Guillermum fratres vassallos et subditos ac communitatem et homines castri de Bassiano quicguam innovare "oru1aqu" neque eos ofiendere presumatis. Has litteras fieri et per notarium et secretarium nostrum subscribi *urrduni*u, nostrique parvi sigilli iussimus impressione muniri. Datum et actum Setig, in domo nobilis Iohannis Francisci, sub anno a Nativitate Mcccclxxxxvllll, indictione secunda, die quarta mensis iunii, pontificatus Alexandri pape sexti anno septimo. Die Mercurij quinctu mensis iunii,.comparuerunt coram domino commissario Setig, in domo habitationis nobilis Iohaoni, Francisci, in qua commissarius cum sua familia hospitatus existit, infrascripti cives dicte terre, videlicet lohannes Paganellus, notarius Angelus Rubei, Andreas Ciceris, Andreas Colg Iohannis, Iohannes Velle Sancti, Iohannes Nardi Dentis, Bernardinus Rubèi, Iacobus lacobatij, Lodovicus notarius, procurator dicte communitatis, et Damianus Pauli Nepti, asserentes quod hoc mane fuisset et quod fuerant per ipsam communitatem deputati ad comparendum coram commissario; tentum "onsilium et una cum pluribus aliis civibus dictg terrg comparentibus querelantes exposuerunt commissario qualiter a decem dielu, citra prothonotarius de Sermoneta et subditi sui non permittunt decurrere fltrvium per eorum territoria per alveum et locum per quem ab antiquissimo tempore decurrere consuevit; quin potius viam, videlicet per buccas et rupturas Per eorum campaniam et territoria, ubi ipsam aguam p", "li"m h"b"nt .orurn gr"ou, legumina, herbas et blada, expandere faciunt, in maximam communitatis et hominum iacturam; et propterea rogant per commissarium provideri. Commissarius interrogavit dictos deputatos et alios cives an acceptassent mandatum per ipsum eis factum et an essent delibeLati arma deponere et


VARIA ab illis se abstinere ac alias rnandato parere. Qui deputati et alii communitatem terrg representantes responderunt iam arma dimisisse et ab illis se abstinere ac mandato obedire velle. Commissarius instetit apud presentes quod darent sibi quatuor viros praticos de dicta communitate ad visitandum secum aquam ac loca, fluvium et terrena prgdicta, guia intendebat illa post prandium, hora decimanona, visitare, et quod mandaret per unum ex suis familiaribus ad proùonotarium de Sermoneta'quod veniret personaliter vel mitteret etiam quatuor de suis ad visitandum illa. Paulo post commissarius litteras missivas, ab ipso prothonotario emanatas, per manum dicti nuntij recepit, in vulgari italico scriptas, qualum tenor inferius est insertus; ipseque commissarius alias litteras missivas per dominum Clementem Marcha, clericum aurelianensem, familiarem suum, ad prothonotarium scripsit, per guas litteras prothonotario respondebat et prothonotarium rogabat ut dignaretur personaliter venire aut aliquos de suis mittere ad faciendam hujusmodi visitationem, prout ipse Clemens Marca postmodum rediens litteras commissarij prothonotario dedisse retulit et frdem fecit. Qui prothonotarius ad videndum flumina, loca et terrena predicta non venit nec aliquos de iuis misit, sed alias litteras missivas ad ipsum commissarium misit, guarum tenor inferius est insertus. Adveniente hora decimanona, commissarius una cum quatuor aut quinque hominibus dictg communitatis flumina, aquam, loca et terrena predicta personaliter visitavit, ubi reperit quinque aut sex buccas sive fracturas de novo factas, per quas aqua dispergebatur per terrena et campos communitatis et hominurn dictg terrg; viditque damna qug aqua in tenenis et campis afierebat; tandemque commissarius, de dictis locis rediens, ad prothonotarium scripsit ut die crastina, de mane, bona hora, personaliter venire aut aliquos de suis mittere deberet ad loca et territoria Bassiani, ubi etiam controversig existebant, quia commissarius ipsa loca et territoria etiam personaliter visitare intendebat: prgsentibus dominis Andrea de Vaghis et .Cesario Henxtberch (l). Tenores littèrarum prothonotarii sunt tales: Rev.-" Pater, etc. Per exequire li mandati de Ia Santità de nostro Sergnore et ancho l'ordine de Vostra Rev.-o Signoria, subito mandai tale adviso a uno altro nostro èastello, chiamato Bassiano, che li homini d'epso devissero deponer I'arme et I'offesa; donde fui advisato che heri a bona hora se partirono dal dicto castello certi fanti; io ho facta provisione de mandarli ad trovare ad revocarli da qualche loro deliberatione, tamen per non sapere certo dove siano andati, non so se seranno trovati; quicquid sit, succedendo preda o pressiuni (!), Vostra Signoria Rev.-" ne serà advisata, del che poi se . exequirà quanto quella me commenderà; m'è parso necessario significarli questa cosa perchè, havendo efietto qualche designo havessoro dicti fanti, quale con quante provissione ho pussuto ho mandato ad divertere, Vostra Signoria Rev.-" non la ascriva ad innovamento de poi la sua venuta; quella me troverà sempre parata primo a la obedientia de la Santità de nostro Segnote, et mai da I'ordine et consiglio de Vostra Rev.*' Signoria deviarò, alla quale continuo me recommando, et felix valeat. Sermonete, quinta iunij 1499. E D. V. Reverendissima servitor Iacobus Caietanus Sermonete et prothonotarius apostolicus. A tergo dictarum litterarum talis scribebatur directio: R.'" in Christo patri domino domino meo honorando domino lohanni archiepiscopo ragusino.

Rev.-o Pater, etc. Inteso quanto Vostra Signoria me ha scripto, per el presente breviter li respondo suplicando la li piaccia in primo videre et cognoscere la differentia de Bassiano, per la quale al presente se è venuto ad questa nova controversia che, come origine dal scandalo, aerrà bene primo acceptare et ponere silentio ad quella; qual determinata che serrà per Vostra Signoria, porrò di poi venire dove scrive, che de continuo me troverà paratissimo ad obedire non solo Ii precepti ma li soi accenni et non serò mai discrepante dal dovere et venerò io personalmente, o quel che li parrà più expediente serrà sine mora exeguito. Mandoli un pocchi delli nostri fructi de gua, quali se degnerà mangnare per amor nostro, et per el presenti mandarme la copia de la sua commissione et del commendamento me ha facto, acciò possa et sappia meglio obedire a nostro Segnore et a Ia V. S., alla qualle de continuo me racomando. Sermonetg, quinta iunij 1499. E V. R.-' D. servitor lacobus Caitanus Sermonete prothonotarius manu propria. A tergo dictarum litterarum talis scribebatur directio: R.-" in Christo patri et domino domino observando domino Iohanni archiepiscopo ragusino, sauctissimi domini nostri papg commissario. Die lovis sexta mensis iunij commissarius ad loca et territoria Bassiani accessit et, inibi existente, superve1erunt dominus lacobus Mondus, capitaneus terrg Sermonetg, negotiorum gestor dominorum de Sermoneta, ac notarius lohannes de Cifhis, ac quamplurium homiuum (!) loci de Bassiano; et capitaneus litteras rnissivas, a prothonotario emanatas, commissario presentavit, quarum tenor inferius est insertus; et lectis predictis litteris, commissarius de novo intimavit lacobo Cajtaneo (!) ac notario lohanni de Cifiris et aliis l,

37.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI hominibus Bassiani qualiter ipse commissarius iam fecerat prothonotario et Guillermb de Sermoneta ac subditis et vassallis eorundem unum mandatum guod dimitterent arma et quod nihil innovarent sub pena decem milium ducatorum; qui notarius lohannes et alii responderunt velle obbedire mandato. Postremo commissarius una curn quatuor hominibus de Bassiano loca et territoria difierentiarum visitavit: dominis

(!) testibus. Tenor litterarum est talis: quanto V. Ho inteso R.-" Pater, etc. [S.l R.-' m'à scripto circa el venire mio al locho della differentia de Bassiano; ad che respondo che per essere tra sezesi et mi quelli meriti che guella sa, mal volentieri mì conduri" in simule (l) locbo quale è in locho forte; et però, non possendo personaliter conferirme per questo rispecto, volendo, in quella parte che li successi tra loro et mi permettono, hobedir la S. V., mando missere Iacobo Mondo, della presente exhibitore, cum tre altri de Bassiano con li quali poterà conferire et tractare quello li parerà, che da mi hanno auctoritate in dicta difierentia quanto se io personalmente si fusse, pregando la li piaccia prestarli non minor fe che alla persona mia, et ad quella de continuo me recomando. Sermonete, quinta iunij 1499. E V. R." D. servitor lacobus Caitanus, Sermoneti prothonotarius manu propria. A tergo: Dictarum litterarum talis erat super subscriptio (!): Andrea de Vaghis et Cesario Henxtherh

in Christo Patri et domino domino suo observando domino lohanni, archiepiscopo ragusino, sanctissimi domini nostri pape commissario. Die Veneris septima iunij comparuit coram commissario, Setie, in domo nobilis Iohannis Francisci, magister lohannes Paganellus de Setia, procurator universitatis et hominum dictg terrg, et prgsentavit protestationis, cuius tenor inferius inseritur. Paulo post comparuit cot'am commissario lacobus ""dul"Mundus, capitaneus, et presentavit eidem commissario litteras emanatas a prothonotario de Sermoneta, quarum tenor inferius est insertus.

R.-"

Coram vobis Iohanne, archiepiscopo ragusino, pape Alexandri commissario, deputato ad determinandas lites tenitorii, confinium et possessionum inter lacobum et Guillermum Caietanos, dominos Sermoneti et Bassiani, ex una, et communitatem et homines terrg Setig, ex altera, se representat lohannes Paganellus de Setia, sindicus universitatis Setig, et exponit: cum iam tribus mensibus proximis elapsis homines de Bassiano, vassalli et subditi prothonotarij ac Guillermi dominorum, prout supra, venientes armata manu in territorium setinum, in locum qui dicitur lo Casale de Sancta Maria de Setia, et in dicto lpco violenter agEessi sunt homines de terra Setia, et unum, Astorium Cerronem nuncupatum, setinum civem, interfecerunt; homines de Setia pro defensione sua arma suscepere; unde papa Alexander pro pacifrco statu utriusque partis per breve et vivg vocis oraculo mandavit dominis de Sermoneta quod homines de Setia eorumque possessiones, sub pena duorum milium ducatorum et indignationis sug sanctitatis, molestare non auderent; quod idem hominibus de Setia per aliud breve sug sanctitatis mandatum fuit ut prefatos dominos nec non eorum vassallos dictorumque vassallorum possessiones, sub eadem pena, non molestarent. Post dictum mandatum et representationem blevium, domini de Sermineto una cum eorum vassallis et stipendiariis, armata manu, ultra alias incursiones contra homines et bona terrg Setig per eos factas contra mandatum papg et breve sanctitatis sug, accesserunt armata manu ad territorium setinum usque ad contrada qug dicitur lo Fossato Bovem (!) prope montem Setig; et illo eodem die, dominica gue est vicesima quinta maij ucccclxxxxvllll, accesserunt ad territorium setinum et Aqug Puteulg, in quibus tenitoriis exeunt duo flumina, quorum unum nuncupatur flumen Puczg, aliud flumen Falconis, qug per suos alveos ducent aquam ad aliud flumen quod vocatur la Cavata, et ad flumem quod vocatur lo Fiumicello; unde prefati domini cum eorum vassallis et stipendiariis, armata manu, dicta Sumina, videlicet flumen Falconis, fumen Puze et Fiumicellum a parte posteriori versus Sermonetum et Setiam ruperunt et devastarunt, et diverterunt aquam a propriis alveis dictorum fuminum, et aquarn ipsorum fluminum ructorum duxerunt in Campum Setig, in contrata gue dicitur lo Basso della Puza Tartarena Campetta alturam bucce nerum cum boccaghis supra usque calanellam (l); quem campum et contratam propter ructuram fluminum aqug suÉocaverunt et inundaverunt cum danno hominum de Setia; in quibus campo et contratis sunt maxime quantitates grani, ordei, lini, canapis, leguminum et aliorum segetum et fructuum; que frumenta et fructus sunt deperditaadeo.quodhominesdeSetiaetdominipossessionum inundatarum sunt adeo dampnificati guod dampnum ascendit ad summam quingue milium ducatorum hucusque et homines de Setia et domiui dictarum possessionum in futurum incurrunt, ita quod sindicus petit ut extraiudicialiter dominos de Sermoneto cogere debeat Dominatio Vestra Reverendissima ad resaraptandum, obturandum et reedificandum dicta flumina devastata ut aqua per naturales alveos ""rrdr*, discurrere valeat; necnon petit ut damna et interesse, gue ascendunt ad summam quinque milium ducatorum,


VARIA

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per vos ad satisfaciendum et solvendum hominibus et dominis possessionum de Setia domini de Sermoneto compellantur, et uberius danna et interesse, que in futurum, propter inundationem, dictum comune et homines setini passuri forent, cum possessiones et campus inundatus coli non poterit plures annos. Item quia prefati domini cum suis vassallis et stipendiariis, post devastationem fluminum, uno die, qui est Ji"t ulti1nu maij UccccLXXXXVIIII, accesserunt armata manu ad territorium setinum, in contrata qug dicitur lo Porto, in qua contrata manebat una turris, qug erat communitatis Setig, quam turrim prefati domini debellarunt et ceperunt, et in ipsa turri unum hominem de Setia, Tutium Andreg Rubei, intere' merunt, et bona qug .runt intus turrim, videlicet: una bonmardella, quatuor balestrg grossg et quatuor strapunta, tres alig balestrg parvg, decem decene pulveris bonmardg et tres caude dicte bonmardellg et mulra alia bona, qug ascendunt ad summam centum ducatorum, gug prgdicta omnia prefati domini secum portaverunt, et inde abstulerunt; unde ipsa turris cum prgdictis bonis ob devastationem dampnificarunt communitatem et homines de Setia, pro eorum dannis et interesse, in valore duorum millium ducatorum; petit sindicus quatenus extraiudicialiter dominos de Sermoneto corhpellat Dominatio Vestra Reverendissima ad refici.ndum et obturandum flumina et ad satisfaciendum dannum et interesse passa et patienda per homines de Setia ob ructuram fluminum, nec non compellat prgfatos dominos ad satisfaciendum bona et danna et interesse passa et patienda ob devastationem dictg turris; et petit freri debere extrajudi-

cialiter etc.

Pater, etc. Mando da V. S. R." misser lacobo Mondo, mio capitaneo de Sermoneto, presente latore, per ordene de quella, dal quale ho inteso quanto da soa parte me have referito; al ,ro1 fo altra risposta perché dal prefato rnisser lacobo intendrà resolutamente el facto, pregando la "h" se degne prestarli indubbitata fè non meno se io personalmente fosse con lei, et con quella fidutia parlasse con mi; et ad quella de continuo mi recomando. Sermoneti, die VII iunij 1499, p"rl"rii "on.n" prothonotarius manu propria.

R.-'

servitor lacobus Caitanus Sermoneti Die sabbati octava iunij commissarius, animo paeificandi difierentias et concludendi super fluminibus quod redrlcerentur ad naturales eorum alveos et quod aqua fluminum non ulterius dampnificaret et homines Setie, accessit ad turrim vocatam la Pucza, apud quam prothonotarius et "o**unitut"m Guillermus, domini de Sermoneta interesse, debebant cum deputatis et officialibus terrg Setig, videlicet: Francisco Balli, Antonio Pagano, Gentili de Lotijs, Antonio Augelli de Lilio, Serangelo de Rubeis, Damiano Pauli Necti, Iohanne de le Sancti, et lohaune Petri Angeli; et dum pergerent commissarius, ofrciales et deputati, reperierunt in via, prope dictam turrim, prothonotarium et Guillermum ejus fratrem, venientes obni"m .orn*irru.io; et tunc, intuitu commissarij, deputati et officiales, frumaniter et in signum

deventionis ad bonam pacem, deoseulati fuerunt successive prothonotarium it Guillermum; et accedentibus apud dictam turrim et habitis inter eos amicabilibus colloquiis presertim super reductione fluminum, tandem- prothonotarius et Guillermus promiserunt eorum expensis reduci facere flumina ad eorum proprium d""urru* ac obturari facere fracturas et buccas, per eos ad conducendum aquam fluminum alveum "t per possessiones, territoria et campos communitatis et hominum factas; et quod cras facient incipere hoc quod communitas et homines darent pallos seu vallos iuborur" super hujusmodi reductiorr",

"ur

obturatione buccarum et reductione fluminum necessarios: deinde, facto insimul prandio' cum deputatis et ofiicialibus, cum bona gratia, ut apparuit, ipsorum dominorum de Sermoneta, "Jm*irra.iu, Setiam revertit: venerando domino Petro Provinciali, vicario generali episcopi terracinensis, ac dictis dominis Andrea de Vaghis, Clemente Marchaut et Cesario Henxtbech, testibus' Die dominicu .oou iunii commissafius accersit ad locum difierentiarum loci de Bassiano, et coram eo apud certum fontem, existentem prope confines territoriorum Setig et de Bassiano, comparuerunt prothonotarius de Sermoneta et dominus Iacobus Mondus, eius capitaneus, ac notarius lohannes de Gflris, -lrli"oluu, Herami, Cristoforus Ricci, Nicolaus Belli et plures alij, saltem usque ad quadraginta ciha vel lignorum

in

circa, omnes homines loci de Bassiano et subditi dominorum de Sermoneta, et produxerunt duo instrumenta antiqua in pergameno et latino scripta: unum videlicet certi laudi et ordinationis olim facti per quondam Phillippum de Lazarijs de Pistorio, iuris utriusque doctorem, inter ipsos communitatem et homines Setig et homines de Bassiano, sub die decimanona mensis iunii Ucccc>o<rc<lll, per magistros Petrum Colg et Petrum lacobi Cimini de Piperno, apostolica et imperiali auctoritatibus notarios, ut appararuit signatum et subscriptum, quod, postquam fuit visitatum per commissarium, ego notarius restitui hominibus dJ Barriano, retenta tamen una clausula inhascúpta quarn ex instrumento prius extraxi de mandato commissarij ; aliud instrumentum venditionis vineg presbiteri Petri Maselli de Bassiano per


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO,CAETANI

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Andream lohannis Andree de Setia, apostolica auctoritate notarium signatum et subscriptum, cuius tenor inferius est insertus. Deinde commissarius interrogavit prothonotarium si faciebat laborare in reductione.fluminum, rogando euryr qqod reduceret flumina et obturari faceret rupturas et buccas quam citius posset, prout sibi heri promiserat. Ex tunc prothonotarius respondit quod hodie miserat sexaginta ex suis hominibus et subditis ad reducendum flumina et quod non dubitaret cornmissarius ulterius, quia volebat realiter.reduci facere et obturare, prout promiserat, et guod volebat solvere ex sua scarcella guam propterea manu sua percussit. Deinde commissarius intimavit hominibus de Bassiano qualiter alias fecerat eis mandatum quod deponerent arma et ab illis se abstinerent sub pena decem milium ducatorum camerg apostolica applicandorum, et quod sub simili pgna nunquam de cetero aliquid contra homines et communitatem setinorum attemptarent seu innovarent. Ex tunc ipsi hornines et prothonotarius responderunt

bene scire dictum mandatum, et quod erant parati illi obedire et obtemperare. Postremo commissarius visitavit possessiones dicti territorij, super quibus difierentia habetur inter partes, presertim unam petiam, terre solidam alias vineatam, positam in territorio vocato dello Ceno: dominis Andrea de Vaghis, Clemente Marchaut, Nicolao lenson, utriusque iuris doctore, potestate seu judice Setie, et Cesario Henxtbench, testibus. (Cf. 1445 .l . l2). Die lung decima iunii commissarius accessit ad visitandum ffumina et rupturas, an prothonotarius et Guillermus de Sermoneta reduxissent illa ad naturales decursus et alveos et obturari fecissent buccas et rupturas, prout sibi promiserant; reperit quod communitas et homines 'Setie detulerant iam apud flumina pallos seu vallos lignorum ad obturandum rupturas, ad reducendum fiumina necessaria, prout promiserant, et'quod prothonotarius in certis rupturis et buccis laborari fecerat, sed illas, prout decebat et promiserat, non fecerat obturari nec flumina reduci. Deinde commissarius recepit litteras missivas, duas a prothonotario de Sermoneta emanatas, nec non tria instrumenta antiqua in latino et carta pecorina scripta: unam emptionem terre inculte cuidam Iohanni (!) Petri etiam de Bassiano per Andream Iacobi Cifire de Bassiano, apostolica et imperiali notarium, et aliam etiam venditionis certi deserti cuidam Angelo Mostha de castro Bassiani per Ciccum Andreg Vallatoris de Setia, imperiali auctoritate notarium, et reliquam etiam venditionis canneti et terrg saude cuidam Iohanni Monferrati de dicto castro per Nicolaum Iacobi Ciffre de Bassiano, apostolica et imperiali auctoritatibus notarius (!), respective signata. Tenoros litterarum et inshumentorum sunt tales: Rev.'" Pater, etc. Da poi che son tornato ho trovato che mio fratello ha fatto serrare la boccha de fiume Falcone, et ha ad anguem exequito el parere et volere de V. S. R. secondo quel che he[ri] sera me scrixe; per el che se pò dire essere quasi emandato et correpto tutto Quello pocho de innovamento che del quanto (!) nostro, et essendo provocati et lacessiti, et (!) stato fatto et quantum che I'honestà e'l dovere havesse richiesto che Ie cose de Bassiano, in le qualli quella sa quanto ingiustamente habiano inquietati et molestati, turbando le pacifice possessione delli nostri, se dovessimo primo et ante omnia determinare come causa et origine de quanto et (!) sequito; pure per assecundare alli ordini de V. S., per farli con effecto cognoscere de guanto io sia desideroso vivere in quiete con quessa terra; ho voluto inconmenzare a condescendere piaceri de quella, attento che del canto loro come primi innovatori se dovea primamente corregere et emendare le cose mal fatte; quel che sia per havere compiaciuta et servita V. S., son contento haverlo fatto; ben la prego li piacirà in le cose de Bassiano imponere guel silentio che la ragione de Ii mei permette; perché li dico apertamente che per fin che quelle non son óognosciute et decise, se nesun'altra boccha da aqua ce resta de redure in li primi termini, non intendo siano tocchate per 6no alla ultima declaratione de dicte cose de Bassiano. Pregola anchóra per el tempo currerà in guesta sua declaratione, li piacirà conferirse in altro locho commodo, perché quello dove sta, ad mi et alii mei, et maxime per essere'io venuto a I'ordine de V. S. solo et inerme, come quella sa, et loro son venuti per ogni volta con moltitudine de homini posti in lochi secreti che per omni verso non son termini convenienti tra persone che habiano animo vivere in pace; et perhò andando V. S. in altro locho, se leverà via ogni suspicione, et omni uno haverà la sua parte de la incomodità. Mandoli questi instrumenti quali chiamano quelli che V. S. ha visti hogi; piacirali per littera subscripta de sua mano certifrcarmi che habia receputi, et non.consignarli ad nesuno senza mia de mia man subscripta; et ad quella de continuo me recomando. Sermoneti, decima iunij 1499. E V. R. D. servitor Iacobus Caitanus prothonotarius Sermoneti' manu propria. A tergo litterarum talis erat superscriptio: R'o in Christo patri et domino domino suo observando domino lohanni archiepiscopo ragusino ac sanctissimi .

domini nostri commissario.


VARIA

293

Pater, etc. Circa due hore de nocte ho recepute le littere de V. R." S., et iusta la con(!) tincentia de quelle respondo che li homini nostri, secondo la deliberatione pigliata hogi insieme, erano in ordine domatina andare al locho deputato; tamen stando questa nova mutatione, et per essere I'hora

R.'"

tarda, et essendo necessario fare intendere ad questi nostri questa deliberatione, non so se porà exequire quanto V. R.'" S. me'scrive, attamen del canto mio me sforzarò de fare el possibile. Item domane seranno li nostri con V. S. R.-' alla quale me recomando, et felix valeat. Sermonete, VIll iunii MccccLXXXXulll. E D. V. R.'" servitor Iacobus Caitanus Sermonete etc. prothonotarius. A tergo litterarum talis reperiebatur superscriptio: R.^" in Christo patri ac d.no d.no meo honorando d.no Iohanni archiepiscopo ragusino ac S.mi D.ni N.ri commissario dignissimo. (Cf. l43l .Iil . I t ;

t408.V. t3 ; I4t6.V.I6).

Die Martis undecima iunij,

sibi tribunal in ecclesia Beate Marie Piperni, terracinensis diocesis, ad cognoscendum differentias partium; deinde concessit citationenn contra homines loci de Bassiano, nec non aliam contra prothonotarium et Guillermum et alios condominos locorum Sermonete et Bassiani, ad comparendum in dicto loco Piperni, Mercurij hora vesperorum, ac singulis diebus lovis et Veneris, ac singulis horis, ad deducendum et ad audiendam voluntatem domini, sabbati, que erit XV hujus, hora tertiarum; nec non concessit mandatum contra prothonotarium, Guillermum et alios condomiùs de Sermoneta guod debeant reducere fumina sufiicienter et obturare buccas, prout promiserunt, sub pena quinque milium ducatorum cameÌe apostolice applicandorum, infra tres dies; quod si non adimpleverint, penam predictam incurrendo, permittant, sub simili pena et ut supra applicanda, quod communitas et homines Setie flumina reducere, et buccas sive rupturas obturare possint sine contradictione et impedimentis, et quod nunquam de cetero presumant flumina a propriis et naturalibus eorum cursibus et alveis deviare, sub pena decem milium ducatorum eidem camere applicandorum. Deinde commissarius deputavit in nuncium ad exequendum citationes et mandata Aquistam Antonij Hieronimi de Patrica, ferentinensis diocesis, cui de mandato commissarij ego notarius tradidi citationes et mandata, ad illa exeguendum contra proùonotarium et Guillermum ac homines de Bassiano respective, una cum litteris missivis commissarij : dominis Andrea de Vaghis, Clemente Marchaut et Iacobo Chullim, testibus. Infra duas horas vel circa revenit Aquista nuntius gui retulit reperisse, eundo Bassianum ad exequendam citationem, in loco dicto a lo Capo Croce del Ferrate, prope fontem existentem apud 6nes territoriorum Setie et Bassiani, guinque homines, videlicet tres soldatos et duos alios facie velatos, et habens quilibet unum papafrco; qui duo velati abstulerunt eidem nuntio per vim litteras, citationes et mandata predicta ac unam pertisanam et unam birretam et uham bursam in qua erant decem bolendini, et unus illorum penetravit sibi vestem una pertisana; interrogatus si cognovit illos, dixit quod non, sed credit quo illi duo velati essent de Bassiano. Die Mercurij duodecima iunij comparuit coram commissario, Setie, in domo dicti domini lohannis Francisci, dominus lacobus Mondus, capitaneus Sermoneti, procurator prothonotadj et Guillermi, dominorum de Sermoneta, et exhibuit litteram missivam a prothonotario emanatam. Deinde idem Iacobus, nomine dominorum de Sermoneta, exposuit commissario nec non lohanni Paganelli, sindico et procuratori universitatis, ac Iacobo de Monte, Damiano Pauli Vecti, Lodovico Bertholomei Rubei, Iohanni Nardi Dentis, notario Angelo de Rubeis, Iacobo lacobatij et Andree Cole lohannis, ofiicialibus terre Setie, et guampluribus civibus dicte terre quod prothonotarius et Guillermus'de Sermoneti erant parati facere pacem perpetuam cum communitate et hominibus Setie, et reducere fumina ac obturari facere rupturas et buccas, et quod crastina die id facere inciperant (!). Deinde commissarius citavit dictum procuratorem dominorum de Sermoneti, nec non decrevit unam citationem contra homines loci de Bassiano, quam dedit exequendam eidem domino lacobo, nec non similiter citavit sindicum, officiales et homines Setie ad comparendum coram eo Piperni, in ecclesia Beate Marie, hodie hora vesperorum, et deinde per totam diem, ac singulis lovis et Veneris diebus proxime sequentibus, et singulis horis, ad deducendum quicquid voluerint, et sabbati quintadecima hujus, hora tertiarum, ad audieudam voluutatem domini super differentiis teritoriorum Bassiani; dominis Petro Provinciali, vicario terracinensi, Andrea de Vaghis et frahe lohanne heremita de Mediolano, testibus. Die lovis tertia decima iunij, com-issarius, ex quo intellexit per nonnullos de communitate terre Setie domini de Sermoneti non inceperant reducere fiumina, prout pluries promiserant, concessit maDdatum de novo contra dominos de Sermoneti quod debeant reducere flumina et obturare rupturas infra duos dies, sub pena quingue millium ducatorum camere apostolice applicandorum; quod si non fecerint, penam predictam iucurrendo, permittant, sub simili pena, reduci summo mane, commissarius elegit


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DOCUM ENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

per communitatem et homines Setie ac quod de cetero nunquam tempore presumant deviare flumina a propriis alveis, sub pena decem milium ducatorum, prout in mandato quod dedit exequendurn: dominis Andrea de Vaghis, Clemente Marchaut et Gistiano Buressan, testibus. Tenor mandati unde supra est talis: Iohannes archiepiscopus ragusinus, pape referendarius, domesticus, iudex et commissarius ab eodem papa deputatus, Iacobo Caietani, sancte sedis apostolice prothonotario, ac Guillermo etiam Caietani et quibusvis condominis temporalibus locorum de Sermoneta et de Bassiano. Noveritis nos alias litteras ipsius pape-in forma brevis sub annulo piscatoris recepisse, hujusmodi sub tenore (C - I 499 .VI .2); quĂ rum vigore, postquam in controversijs, existentibus inter communitatem et homines terre Setie et vassallos et subditos vestros loci de Bassiano, super terris et possessionibus existentibus in tenitorio dictorum communitatis et hominum, ad nonnullos actus tam Setie quam in locis differentiarum hujusmodi processimus, et coram nobis processum existit. Quia tamen, ut accepimus, vos, domine prothonotarie et domine Guillerme, flumina per viam et communitatis et hominum Setie territoria decurrentia, ab eorum cursu et alveo deviastis, et per alia locum sive alveum insolitum ffuere et decurrere, et per rupturas et fracturas aquam ipsorum fluminum per agros, campos et territoria communitatis et hominum innundari fecistis, prout adhuc facitis, adeo quod communitas et homines ex innundatione in eorum granis, bladis, leguminibus et herbis maxima patiuntur detrimenta, unde petierunt per nos super dannis, expensis et interesse per eos passis provideri; et quia etiam hiis elapsis diebus pro pace nobis pluries promiseratis flumina predicta ad pristinum statum reducere et dictas fracturas et buccas obturare, dummodo ipsi communitas et homines darent vallos lignorum, quos postea realiter dederunt et ad locum debitum detulerunt, quod non fecistis saltem prout pluries promiseratis et necesse erat, prout loca illa visitando nobis apparuit; et novissime per dominum lacobum Mondum, capitaneum Ă­estrum Sermonete, iterato vos id facere et hodie incipere obtulistis quod minime etiam fecistis: nos igitur tantis dannis et quodam modo irreparabilibus obviare volentes, vobis prothonotario et Guillermo et aliis condominis mandamus quatenus, sub pena quinque milium ducatorum, camere apostolice applicandorum, infra duos dies, dicta flumina ad eorum alveum et in statum pristinum reducere et omnes rupturas et buccas obturare debeatis, ita ut communitas et homines predicti ulterius dampnificari non possint; quod si non adimpleveritis, penam predictam propterea incurrendo, sub simili pena permittatis quod ipsi communitas et homines dicta flumina reducere, et rupturas et buccas' huiusmodi obturare valeant; et nihilominus, sub alia pena decem milium ducatorum ac sub indignatione ipsius pape, etiam inhibemus quateaus dicta flumina ab eorum cursu et alveo ullo unguam tempore deviare et aqua fluminum per aliena loca et alveos insolitos decuni et rupturas seu buccas facere minime presumatis, cognitionem damnorum et expensarum et interesse pape reservando. Presentes litteras fieri et per notarium et secretarium nostrum .publicari mandavimus nostrique sigilli rotundi parvi ussimus impressione communiri. Datum et actum Piperni, in domo pro nunc nostre habitationis, sub anno a Nativitate MCSCCLXXXXVIIII, indictione secunda, die tertia decima mensis iunij, pontifrcatus Alexandri pape VI anno septimo. Petrus Filiolerij notarius scripsit de mandato. Die Veneris Xllll iunij, commissarius in ecclesia Piperni, hora tertiarum, deputavit unum nuntium ad citandas partes, videlicet dominum Antonium Blasij, etiam nuntium communitatis Piperni presentem, et nihilominus iuravit in manibus mei notarij de fideliter exequendo mandata in personam dominorum de Sermoneti aut alios prout potuerit. Deinde comparuerunt dominus Iacobus Mondus, notarius Iohannes Cifire ac notarius lohannes Magnacarne, sindici et procuratores universitatis et hominum castri Bassiani: protestatione premissa quod non intendunt per presentem actum et comparitionem quovis modo discedere a laudo et sententia utriusque iuris. doctoris domini Philippi de Leazardis (!) de Pistorio (cf. 1443 . VI . l9), citati ex parte commissarij, et produxerunt instrumentum procurationis manu Nicolai notarij Nicolai Iohannis Antonij Panzardi de Bassiano, ofierentes se parere iuri coram commissario tam cum communitate terrg Setig quam etiam cum quibusvis hominibus et personis dictg terrg, molestantibus vel molestare pretendentibus communitatem castri Bassiani ac etiam homines et personas eiusdem castri in eorum possessionibus, guas habent et retinent ad eorum verum dominium et proprietatem in tenitorio dictg terrg Setig; et ita expresse protestantur de d6nnis, expensis et interesse tam contra dictam communitatem Setie quam contra homines particulares eiusdem terre, presentibus domino Francisco de Anibaldis et ser Nicolao de Mercadantis et Antonio Angeli de Lilio, setinis, procuratoribus communitatis terrg Setig, et protestantibus quod, quatenus exposita per supradictos procuratores ex adverso faciant contra iura communitatis Setie et personarum, illis contradicunt, guatenus vero pro communitate et personis Setie et eorum iuribus faciant, illa acceptant; et nihilominus dicti procuratores petierunt copiam


VARIA expositionis ex adverso facte ad respondendum, et nihilominus protestati sunt de nullitate actus ac de dannis, expensis et interesse, et sese admitti petierunt et produxerunt procuratorium in eos factum per Iohannem Baptistam Pennagallis de Piperno, auctoritate imperiali notarium, presentibus dominis Iacobo Mondo, Iohanne de Ciffris et Iohanne Magnacarne, ex adverso procuratoribus; ex tunc dominus omnia admisit et decrevit copiam partibus cum prefixione termini. Ad horam vesperorum comparuerunt magistri Franciscus de Aniballis, Nicolaus de Mercadantis et Antonius Angeli, procuratores Setie, et exhibuerunt duo instrumenta, in latino et pergameno scripta, antiqua, unum laudi alias per dominum Philippum de Leazariis de Pistorio, utriusque iuris doctorem, inter dictas communitates olim lati, per magistros Petrum Iacobi Caniti et Petrum Cole de Piperno notarios subscriptos, quod post modum ego notarius de mandato commissarij et de consensu partium restitui, retenta clausula in eo contenta, collationata cum originali, cuius tenor inferius inseritur; et aliud vendictionis cuidam Guidoni Petri Pagani de Setia per Petrum domini Pauli Magnacarne de lSetia, imperiali auctoritate notarium subscriptum, nec non duo paria capitulorum sive articulorum; et pro verificatione eorundem produxerunt guatuor testes, videlicet Antonium Nardi Cole Angeli minorem, Iohannem Nigrum ... (!) Meum Saputi et Octavianum de Sancto Laurentio, qui iurarunt super causa et recognitione, presentibus dominis Iacobo Mondo, Iohanne de Glfris et lohanne Magnacarne; et guatuor instrumenta, alias pro eorum parte superius producta, ac omnia acta actitata in hujusmodi causa, in quantum tamen pro se faciant et non alias, obtinendo pre6gi dictis procuratoribus ex adverso presentibus ad dicendum contra repetita usque cras hora tertiarum; et nihilominus produxerunt hos testes, videlicet Cristoforum Ricci, Iohannem Thomasii, Antonium Nicolai Heranij, Nardum Marchesij, Antonium Cerincij et Thomam Moscha, omnes de Bassiano, qui iurarunt; et procuratores Bassiani petierunt illos examinari supra contrata possessionis Cerre, super qua hic agitur, presentibus prefatis dominis Francisco, Nicolao et Antonio, procuratoribus Setie, et dantibus generalia contra ex adverso producta ac repetentibqs per eos producta et opportuna contra reproductionem dictorum instrumentorum, cum nullam fidem faciant nec sint vera, sed potius nulla; et ulterius protestantur guod testes ex adverso producti non admittantur, cum habeant interesse in hac causa; et si et quatenus nos admitti contigerit, petentibus ipsos interrogari si in dictis possessionibus habeant aliquod interesse particulare, salvis exceptionibus aliis alias producendum, presentibus dumtaxat magistris lacobo lohanne de Cifiris et lohanne Magnacarne, procuratoribus Bassiani, et contradicentibus producta etc. pro parte hominum de Setia in parte et partibus contra se facientibus in aliis vero acceptantibus pro se facientibus, ac protestantibus contra personas et dicenda per testes ex adverso productos, quos diligenter interrogari petunt a commissario de necessarijs et opportunis; et nihilominus petunt copiam petitionis ex adverso

facte; ex tunc commissarius omnia admisit et prefrxit partibus terminum ad dicendum conha producta et alia producenda et probanda usque ad cras hora tertiarum; necnon ad concludendum et audiendum sententiam et voluntatem suam cras hora vesperorum. Paulo post comparuit Franciscus de Sancto Laurentio, ferentine diocesis, trompeta domini lohannis Baptiste de Comitibus, nuntius ad exeguendum mandatum super reductione fluminum heri deputatus, et retulit iuramento prestito, intimasse et presentasse hodie de mane dictum mandatum in personam prothonotarij de Sermoneta, in platea seu palatij Sermoneti; qui prothonotarius perlegit mandatum et fecit extrahere copiam illius, et respondit se paratum illi parere. Deinde fuerunt examinati tres testes, ridelice't Antonius Nardi minor, Meus Safuti (!) et lohannes Niger, Iaici, omnes de Setia, pro pafte setinorum producti et iqrati, qui deposuerunt ut in fine processus habetur. Postremo commissarius recepit litteras missivas a prothonotario emanatas. Tenores mandatorum, articulorum, iurium et instrumentorum sunt tales: Anno Nativitatis MCCCCLXXXXVIIII, pontifrcatus Alexandri pape sexti, anno septirno, indictione secunda, die XI mensis iunij. Constituti personaliter in platea castri Bassiani, Herasmus Magnacarne, Iohannes Maxime,.Ligdanus Antonij Ligdani et Petrus Antonius Colorij, comestabiles universitatis dicti castri, Cristoforus Ritij Saccornandus, Antonius Cole Ionte, Placentinus Augustini, Iacobus lunij, Iacobus Maxime, Andreas Iohannis Belli et lohanne Santi Panzardi, major pars consiliariorum et oftcialium Xll dicti castri, de assensu Cardonis de Sermineto, capitanei dicti castri pro lacobo Cayetano Sermoneti, domino dicti castri, apostolico prothonotario, vice et nomine universitatis et hominum cashi eiusdem, constituerunt procuratores legum doctorem dominum lacobum Mondum, capitaneum terre Sermoneti, notarium Iohannem de Cilris et notarium lohannem Magnacarne, de castro Bassiani, absentes tanguam presentes, ad comparendum coram Iohaane archiepiscopo ragusino, sanctissimi domini nostri referendario, in terra Piperni et ubique locorum, et in hac causa iudice et commissario, occasione litis vertentis inter


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DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

homines et personas communitatis terre Setie, ex una parte, et homines et personas castri Bassiani, parte ex altera, de possessionibus existentibus in territorio communitatis Setie; ad omnia faciendum que merita cause exigunt et gue constituentes facere trossent; sub ipotheca et obligatione bonorum prestiterunt 'in castro predicto, in platea dicti castri: Antonio Antonj Simeonis, Antonio iuramentum. Actum Gallarda et Leonardo Bruscho, de castro Bassiani, testibus. Nicolaus lohannis Antonij Panzardi de Bassiano, tarracenensis diocesis, archipresbiter Sancti Herasmi dicti castri, imperiali auctoritate notarius, scripsi et signum meum apposui. Anno MCCCCLXXXXVIIII, pontifrcatus Alexandri pape sexti, indictione secunda, mensis iunii die XIII. Congregato generali consilio et parlamento populi teue Setie, in quo.intervenerunt lohannes Paganellus. generalis sindicus, ser Lodovicus, procurator, ser Angelus de Rubeis, Damnianus lacobi minoris, Andreas Ciceris, Iohannes Nardi Dentis, Iacobus Ioannis, Lodovicus Bartolomei Rubei, Iohannes Petri Angeli, Andreas Cole lanni, ofrciales dicte terre, in presentia legum doctoris domini Nicolai lenson Cret, locumtenentis domini Angeli Leonini de Tiburi, potestatis et iudicis tere Setie: qui omnes creaverunt eorum procuratores nobiles dominum Franciscum Ballum, ser Angelum Angeli et ser Nicolaum de Mercatantis, cives setinos, in solidum in omnibus causis, et expresse in difierentiis vertentibus inter communitatem et homines terre Setie et homines de Bassiano et ipsum castrum Bassiani, tam super confinibus quam super possessionibus horninum de Setia et terre Setie et hominum de Bassiano et castrun Bassiani, sive questio sit de possessionibus existentibus in territorio setino sive exha, coram quocumque iudice, maxime coram lohanne archiepiscopo ragusino, in predictis difenentiis per papam Alexandrum commissario deputato ; [ad] comparendum Setie, Piperni, Sermoneti et ubi locorum; ad agendum contra homines de Bassiano et castrum Bassiani et eorum dominos; dantes dictis procuratoribus plenam potestatem, sub ypotheca et obligatione bonorum terrg Setig. Acta in tera Setig, in capite scalarurn palatij communitatis: Angello de Montellanio (!), Cesario Antonij Censij de Terracina, Ammonardo Nacrio de Sancto Laurentio, testibus. Iohannes Baptista Pennagallis de Piperno, imperiali auctoritatibus notarius et nunc notarius et cancellarius communitatis et terre Setie ad malleficia et reformationes deputatus scripsi et signum meum apposui r. Coram vobis lohanne, archiepiscopo ragusino, commissario in diflerentiis dominorum de Sermoneto. et eorum vassallorum et communitatis tene Setie deputato, Iohannes Paganellus, sindicus terre Setie, exponit cum, de mense elapso die VIII. maij 1499, fuit mandatum Iacobo Caytano, prothonotario, domino Sermoneti, per papam Alexandrum quod in differentiis guas habet cum hominibus et terra Setie arma deponere deberet et homines Setie et terram Setie non rrolestaret, nec non de predictis fuit prefato domino de Sermoneto breve representatum ut dictam ten'am et homines non molestaret nec etiam in possessionibus hominum de Setia: post domini de Sermoneto; contra mandatum, venerunt ad territorium setinum armata manu, causa molestandi et dannificandi terram Setie et homines; et specialiter nominando dictas incursiones et danna, extrajudicialiter ponit dictus sindicus quod post mandatum et breve domini de Sermoneto accesserunt armata manu, mense maii 23 die 1499, ad plura loca, insidias faciendo causa occidendi oratores Setie, qui tales erant nobiles Franciscus Vallus, Gentilis de Lotiis, Antonius de Normisinis, Antonius Angeli, Iohannes Veli Sancta, Andreas Fuguttari, Fanellus et multi alii de Setia; qui cratores veniebant Rorna versus Setiam; maxime domini de Sermoneto insidiati sunt oratores in territorio Proxedis, prope terram Piperni, in contrata et loco qui dicitur Ie Mole de Magiensa, et ibi steterunt per duos dies expectando dictos oratores ut illac transirent ut eos occidere possint; et oratores, detectis hujusmodi insidiis, remanserunt in castro Roxedis expectando- ut illinc discenderent. Secundo ponit sindicus quod, de mense naij die XXVI. 1449, domini de Sermoneto .accesserunt armata manu ad territorium setinum usque ad foxatum Voverij, prope montem Setie, et ibi moram traxerunt ut populus setinus illuc iret tum cum dicto populo debellandi; et eodem die redeundo prefati domini Sermonetam versus, accesserunt ad flumina Puze et Falconis et Flumicellum, et dictis fluminibus fecerunt maximas rupturas, divertendo aquas propriis et naturalibus alveis in Campum Setie, suffocando totum campum,

prout alias productum fuit. Tertio ponit prefatus sindicus quod alio die, videlicet die 27 dicti mensis 1499, accesserunt prefati domini ad prenarata flumina in quibus fecerunt aliam rupturam, divertendo aquam prout supra, adeo quod est dannjficata terra Setie vel domini ipsarum possessionum inundatarum in ducatis quinque milia vel citra. Quarto dicit idem sindicus quod domini de Sermoneto accesserunt alio die, qui est 28 1499, ad tenitorium setinum, in contrata que dicitur I'Arco prope Turrim Pretare, et predati sunt equos hominum terre Setie, et eodem die venerunt ad idem teritorium prope


VARIA

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foxatum Voverij et granum hominum terre Setie devastarunt et inciderunt, causa dannificandi tenam Setie et homines dicte terre, nec non capannam prope dictam turrim combusserunt. Quinto ponit dictus sindicus quod domini de Serrnoneto, die ultimo maij 1499, accesserunt armata manu ad territorium setinum, in contrata que dicitur Io Porto, et in dicto territorio Porti manebat una turris terre Setie, et domini de Sermoneto dictam turrim debellarunt et ceperunt ac in terram proicerunt, et multa bona ex dicta turui exportaverunt, et unum castellanurn setinum, nominaturn Tutium Andree Rubei, interfecerunt, prout in aliis productis continetur. Sexto et ultimo narrat dictus sindicus qualiter predicta in facto consistunt et verificatione indigent; propterea ad supradicta verifrcandum producit infrascriptos testes, guos petit examinari; et ad verifrcandum primurn narratum, videlicet quod insidiati sunt oratores setinos c&usa eos occidendi, producit sindicus infrascriptos testes, videlicet: Zaccaglionem

super secundo articulo, de Piperno testes

Blasium Catenam

Colam Benvenuti Andream Cenfrise Ciccum Barbao omnes de castro Porseudi

Iohannem Stefani Rite

(!), super primo articulo

Colam Antonelli Stefanum Martini Johannem Corsurn et Ottavianum Masinum Mancini

i de castro Sancti Laurentij,

super omnibus articulis

)

Cristofanus Carbone de Piperno, super omnibus articulis. Coram vobis lohanne, archiepiscopo ragusino, pape Alexandri in causis et difierentiis dominorum de Sermoneto nec non hominum cashi Bassiani, predictorum dominorum vassallorum, commissario deputato, et universitatis et hominum ten'e Setie, in termino prefixo dato universitati et hominibus terre Setie ad opponendum contra producta iura hominum castri Bassiani, comparent nobiles Franciscus de Accunballis (t),

.Ă , Antoniu, Angeli de Lilio et ser Nicolaus de Mercatantis, de Setia,

procuratores,

et producunt

positiones et iura ad que petunt nomine universitatis ac horrinum terre Setie admitti. Et primo excipiunt Lt opponunt, cum instrumenta hominum de Bas3iano per eosdem producta non obstant, nec (!) relevant quin possessiones, quas pretendunt habere in territorio setino, in contrata que dicitur lo Colle Canne, vigore dictorum instrumentorum productorum, non pertineant nec pertinent ad universitatem et homines terre

Setie et, vigo.-re predictorum instrumentorum per eos productorum, nullum ius in prenominatis possessionibus merentur homines de Bassiano reportare, cum inepta et nulla petitione precedente vel aliqua forma iuris servata dicta instrumenta producta; unde, tamquam inepte producta, nullam de predictis posses' sionibus homines de Bassiano victoriam merentur reportare, sed tamquam temere agentes et producentes et nihil in eflectu probantes, tam in expensis quam in principalibus petitis et in omnibus damnis et interesse predictos homines de Bassiano condennari; quod fieri petuat sindici et procuratores universitatis terre Setie. Secundo dicunt et allegant quod ipsi homines de Bassiano possessiones, quas pretendunt habere in territorio setino, ratione dictorurn instrumentorum productorum, nullo modo habent nec habere debent, cum instrumenta per eos producta non sonant illas possessiones, quas dicuntur habere in contrata Cerri, secundum tenorem dictorum instrumentorum productorum, esse dictas possessiones quas pretendunt et habere; quia possessiones, quas dicunt ipsos possidere, et que fuerunt demonstrate oculata possidere -fid" Do*inutioni Vestre Reverendissime, non sunt in contrata Cerri, sed sunt in contrata que dicitur lo Colle Canne; unum quod aliud sonant instrumenta et aliud pretendunt dicti homines de Bassiano habere merito, cum dicta instrumenta non probant aliquas possessiones in loco difierentiarum, in quo pretendunt habere dictas possessiones: idcirco dicte possessiones sunt refrrmande universitati et hominibus terre

Setie, et predictos homines de Bassiano, tamquam temere ac de facto volentes predictas possessiones occupare Lt universitatem et homines terre Setie molestare, cum omni iure repellendos, condennandos prout supra, que petunt procuratores et sindici fieri. Tertio proponunt quod, cum homines de Bassiano, Ă " 111.or" martij 1499, accedentes armata manu ad territorium setinum, in contrata que dicitur lo Colle Canne, ad possessionem universitatis et hominum terr.e Setie, incultam et non laboratam nec ad aliquem fructum ordinatam, volentes dictam possessionem occupare ac sniversitatem et homines terre Setie molestare,

l,

38.

^


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DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

custodes universitatis terre Setie, secundum formam statutorum dicte terre, accesserunt ad dictam possessionem incultam in qua erant homines de Bassiano; secundum formam statutorum terre Setie, dicti custodes pignus et signum, videlicet una zappa in signum dominij dictarum possessionum et possessionem ipsarum susceperunt, et homines de Bassiano ab ipsa possessione sine danno et noxia expellerunt; unde homines de Bassiano, causa molestandi universitatem et homines terre Setie, ih dicta possessione inculta

venerunt armata manu, et hominem de terre Setie, Astorern Cerronem nuncupatum, interemerunt; ex gua rnolestatione, per homines de Bassiano universitati et hominibus terre Setie facta, sunt multe rixe, occisiones et alia damna intollerabilia sequuta, adeo quod universitas et homines terre Setie sunt damnificati in septem milibus ducati vel citra, quia domini de Sermoneto, hominum de Bassiano domini, una cum ipsis hominibus de Bassiano plures in universitatem et homines terre Setie incursiones fecerunt, eas specificando et specialiter narrando, ultra hominum terre Setie occisiones et alias invasiones, flumina Falconis, Puze et Flumicellum, currentia in territorium setinum, ruperunt, divertendo aquas a propriis et naturalibus eorum alveis, ducendo aquas in Campum Setie, in contratas que dicuntur. Rev.-" patri ac domino lohanne, archiepiscopo ragusino, S. D. N. commissario. Monsignor mio Reverendissimo. Ho viduto uno mandato, quale Vostra Reverendissima Signoria me ha indirizzato per il trombetta, del che sò stato alquanto suspiso, per vedere quella havere qualche diffidentia della servitù mia come privato benefattor mio li havesse manchato, el che non piaccia a Dio che in quella in scorno della Casamia, fu mai cioè manchare alle promesse loro: ... (!)idcirco trovai Ie rupture heri, Xltl del presente, esserne obturate tre; se Ie cose non se facissero con quella celerità che li adversarij mei vorriano, volendolo fare loro, io per satisfare alla Signoria Vostra, se (t) consento et donoli licentia, quale porranno usare sensa alcuno loro detrimento et danno, iuribus meis et meorum semper salvis; non però che io, quando loro nol facissero, stia per manchare al quanto ve Ii ò prornisso como privato servitore et amico vostro; raccomandando ad Vostra Reverendissima Signoria la justitia delli mei da Bassiano, dalla quale procederà la tranquillità loro; e io ad quella sempre me offero et recommando, et bene valeat. Sermonete, XIIII iunij 1499, - E D. V. R.'n servitor Iacobus Caietanus Sermoneti prothonotarius manu propria. Die sabbati XV iunij, hora tertiarum, comparuerunt magistri Iacobus Mondus, Iohannes Cifire et Iohannes Magnacarne, procuratores de Bassiano, et in termino fecerunt exceptiones et protestationes. Deinde produxerunt duo instrumenta, in latino.et papiro scripta, unum videlicet testamentum quondam Petrutie Petri Masplli de Bassiano, per Petrum notarium de Ciffris de castro Bassiani, et aliud venditionis possessionis, super qua agitur, facte lohanni Petri Grotti de dicto castro, per Nicolaum Belli de dicto castro, tanquam executorem testamenti dicte Petrutie, per magistrum lohannem Leonardi Magna-

carne de Bassiano, imperiali auctoritate notarium, respective subscripta. Deinde magister lacobus Mondus, procurator dicti lohannis Petri Grotti, volens docere de mandato suo, dedit illud in papiro et latino scriptum ac per magistrum Petrum notarij Nicolai de Ciffris subscriptum, protestans quod in huiusmodi causa nichil frat nisi eo legitime vocato; et ipsi tres procuratores bassianorum protestati sunt guod omnia iura et instrumenta producta eis restituantur, postquam registrata fuerint aut causa terminata fuerit. Consequenter procuratores bassianorum produxerunt duplicatum litterarum executorialium a Guillermo de Perreriis, sacri palatij apostolici causarum auditore emanatarum, a proprio originali extractum, ut in illius pede tres notarii, videlicet Nicolaus Crapella de Castro Forti, caietane diocesis, Fetrus notarij Antonij de Sermoneta, et lacobus de Gracianis, de Monte Rhodunno, civis et incola Sermoneti, faciunt fidem; et hoc in oppositum iurium ex adverso productorum; et quantum ad partitam in illis positam qualiter homines de Bassiano fuerunt liberati a solutione trium librarum denariorum super possessionibus, quas possident in territorio setinorum. Quod duplicatum ego notarius hujusmodi cause, de mandato commissarij, restitui partibus producentibus, retencta copia partite, prout inferius. Poshemo produxerunt unum testem, videlicet Antonium Simeonis, laicum de Bassiano, qui iuravit, presentibus Francisco de Aniballis, Antonio Angeli et notario Nicolao, procuratoribus communitatis Setie, et protestantibus de nullitate actus ac dicentibus litteris executorialibus non debere adhiberi fidem, cum non sit originale, nec notarij, de transumpto rogati, sint tales quales sese fecerunt, nec transumptum fuit solennitatibus et modo a iure requisitis, presertim cum a dicto laudo et sententia fuerit petita reductio, provocatum et appellatum et revocatum a Calixto papa, qui ad'se advocavit dictum laudum et sententiam et omnes differentias, et posmodum decisum et decise fuerunt per Pium papam, prout patet commissario; ac etiam cum not... rog...(t) cum alias scripserit quam prolatum ei pronuntiatum fuerit, condempnatus fuerit


VAR IA

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de falso, et quia scriptura pro majori parte faciet fidem de predictis sunt Rome penes notarios rogatos diversis de causis ibi vertentibus inter communitatem Setie ac dominos et vassallos Sermoneti et Bassiani,

et de facili et brevi non posset haberi copia sine competenti'dilatione: propterea dicti procuratores petierunt eis competentem terminum prefigi ad docendum de predictis, alias protestati fuerunt de gravamine et appellando, et nihilominus dicentes dictam productionem non relevare neque eis prodesse, curn sese in presenti causa remiserint ad sententiam dornini Fhilippi de Pistorio et illam observare promiserunt; et petierunt copiam particule litterarum executorialium, cum terrnino ad probandurn de eorum iuribus et se se admitti; alias ibidem dictis lacobo Mondo, Iohanne de Cilfris et Iohanne Magnacarne,

procuratoribus de Bassiano, et contl'adicentibus replicatis in parte ac dicentibus non esse vera et se stare velle sententie dicti domini Philippi, nisi tantum quoad effectum ut setini essent actores, prout esse debent, et in locis illis et capitulis in quibus non apparet talis sententia correcta; idcirco petentes et insistentes ut supra, presentibus dictis procuratoribus setinorum, protestantes. Consequenter procur&tores setinorum produxerunt hos testes, videlicet Antonium Nardi majorem, Iohannem notarij Laurentij, Antonium Vestri, fratrem lulianum, Iacobum Guertium, Antonium Macionem, Nardum Marolum, Gorium Petii Gori, Antonium Petri Gori, Antonium Marinum, Lidanum Marolum et Antonium Cole lohannis, laicos de Setia, qui iurarunt, presentibus dictis Iacobo et Iohanne de Ciffris ac Iohanne Magnacarne, ex adverso procuratoribus, qui exhibuerunt litteras missivas a prothonotario emanatas, et petierunt prorogari terminum duorum dierum dominis de Sermoneto ad reducendum supradicta fumina et obturandum rupturas, per commissarium prefixum; commissarius omnia admissit, et prorogavit eisdem dominis de Sermoneto terminum usque ad dien lune proxime future, pro ultimo et peremptorio termino; super quibus procuratores sibi a me notario petierunt fieri instrumentum; nec non commissarius monuit partes ad comparendum coram eo die lune, hora tertiarum, ad audiendam sententiam: dominis Andreas de Vaghis et Cesario Henxtberch, testibus. Tenores iurium et instrumentorum sunt tales: In termino monitionis, facte a Vestra Reverendissima Domiaatione, commissario apostolico, ad impugnandum deducta et allegata pro parte setinorum, comparent dominus lacobus Mondus, notarius Iohannes Cifira et notarius Iohannes Magnacarne, sindici et procuratores universitatis et hominum castri Bassiani, premissa protestatione quod si qua allegaverint quod contra eorum iura facere videantur, illa habeantur pro non producta, et si qua continentur in deductis pro parte setinorum, que facere videantur in favorem bassianorum, ea non impugnant, sed quatenus aliqua concernunt in obiectum. iurium supradictorum de Bassiano, illa duntaxat impugnant. Et primo, excipiendo contra primam exceptionerr in ordine positam, in qua sindici setini conantur contradicere scripturis et instrumentis hominum de Bassiano, productis coram commissario, eo quod ex productione eorundem, nulla saltem subsistente petitione primo loco facta, nullum ius resultat eis sic et aliter ut in prima exceptione continetur; cum exceptioni, unico verbo replicando, obicitur in aliquo non obstare instrumentis, pro informatione commissarij citra formam productionis ostensis, etiam absque aliqua petitione, maxime guia homines de Bassiano non tenent nec debent contra setinos petitionem aliquam producere de possessionibus existentibus et quas habent in territorio setino, sed quatenus molestarentur in eorum possessionibus, de titulo vel saltem de possessione decennij ostendere et probare iuxta tenorem sententie domini Philippi de Liazzarijs, quam ipsimet

setini produxerunt

et iterum reproducimus, Itern, premissis salvis, excipiendo contra secundam

in ordine positam, in qua in efiectu dicunt instrumenta producta pro parte ex quo aliud pretendunt homines de Bassiano et aliud cantant obstarent, non in aliquo bassianensium

exceptionem seu allegationem

instrumenta predicta; cum instrumenta dicent de contrata Colle Canne, et questio sit de possessionibus existentibus in contrata Cerri, procuratores et sindici antedicti dicunt talis frigola (!) et, cum reverentia, exceptio mendax, omni prorsus veritate carent (!), in aliquo non obstare nec obesse, cum homines de Bassiano in eorum pacificis possessionibus stantes in omnibus contratis territorij setini in quibus possessiones habent, et quam maxime in contrata Collis tamen in quibus possessionibus in ipsa conkata existentibus hucusque minime molestati fuerunt, sed tantum in possessione existente in conhata Cerri, de gua amicabiliter instrumenta commissario dedusserunt, prout ex tenore instrumentorum aPParet, et sic prefati sindici et procuratores setini ulterius non advertentes eaque eorum nomina apparent deducta deduxerunt. Item, premissis salvis, opponentes tertie exceptioni in ordine posite, in qua multifarie locuntur circa danna eis illata per homines de Bassiano ac de Sermoneto, nichil propterea ad rem minime facientia nec ad propositum cause, de qua se ipsi setini agere intendunt: allegant sindici et procuratores castri Bassiani quod fuit et est preter id et absque eo guod contenta in ipsa exceptione aliqua veritate vitante,


300

DOCUMENTI DELL'ARCIIIVIO CAETANI

quin imo ea fuerunt et sunt indebite et minus iuste ac falso modo contra veritatem ordinata atque composita per mendicata suflTagia que, si vera essent, prout non sunt, obstarent minime. Item, premissis salvis, excipiendo contra quartanr et ultimam exceptionem seu altregationem in ordine positam, in qua in effectu multa videntur deducere secundum eorum iudicium, tamen cuilibet recte intuenti nil boni efiectu aliter concludunt in ipsa eorum allegatione; et quod hoc sit verum attendat Reverendissima Dominatio, iudicare habens: constat enim ex tenore sententie domini Philippi de Liazardis de Pistorio, in qua ipse deciaravit quod si homines castri Bassiani, habentes possessiones in territorio setino, super dictis possessionibus de eorum dominio vel iure per communitatem vel alios particulares dicte terre Setie coram iudice ordinario vel delegato teneantur docere de legitimo titulo quo retineant dictas possessiones, vel saltern probare se ipsos retinuisse per decennium, infra terminum duorurn mensium, vel in alio termino per ipsum iudicem assignandum; ponderatis itaque verbis que plana sunt et expositione aliqua non egent, satis constat quod bassianenses in eorum possessionibus, existentibus in territorio setino et quas in ipso territorio habent, et verba sive sonant ipsos habere eatenus quatenus in ipsis possessionibus molestarentur a communitate Setie vel ab hominibus ipsius, coram iudice, tunc et eo casu, et non aliter nec alio modo tenentur de titulo vel possessione, ut superius est expressum, docere. Et sic fuit inconveniens proponere et allegare gue preposita et allegata fuerunt, cum bassianenses sunt et esse debent rei conveniendi ab hominibus setinis, guorum nemine minime constat aliquid petitum, gestum vel iuridice attentatum contra homines de Bassiano in eorum pacificis possessionibus, quas habent in teritorio setino, prout ex processatis et ex aliis husque gestis evidenter apparet. In eo autem quod prefati sindici setini allegant hornines castri Bassiani cecidisse ab omni eorum iure possessionum, quas habent in territorio setino, .propterea quod non solverunt redditum annuum trium librarum, ut solvere tenebantur in festo Sancte Marie de mense augusti, iusta formam sententie dicti domini Philippi, quam actualiter produxerunt, certe in hoc oberrant et sequuntur vestigia Sinonis greci; ceperunt namque dicere veritatem in eo quod homines de Bassiano tenebantur singulis annis solvere dictas tres libras, sed noluerunt exprimere guod post dictam latam sententiam seu laudum, quod Stefanus de Nardis de Forlivio, sancte romane ecclesie prothonotarius,'utriusque iuris doctor, tunc provinciarum Maritime et Campanee ac Paliani rector et gubernator generalis, iudex ordinarius, et in dictis causis setinis et possessionibus in setino territorio existentibus, possessis ab hominibus de Bassiano, commissarius seu delegatus iudex, et vicem habens cardinalium Lodovici, tituli Sancti Laurentij in Damaso, presbiteri, pape camerarii, et Prosperi de Colunna, tituli Sancti Georgij ad Velum Aureum, diaconi, cardinalium, tunc viventium, arbitrorum executorum, inter alia capitula pro bono pacis et concordie, in hunc modum dixit videlicet: u Mandamu$, et declaramus, et absolvimus homines et universitatem castri Bassiani a solutione trium librarum, quas annuatim solvebant communitati Setie, per utriusque iuris doctorem dominum Philippum de Liazaris de Pistorio, et ex nunc a dicta solutione redimus (!) et pro absolutis et liberatis intelligantur n. Et sic homines de Bassiano libras tres ulterius solvere non tenentur, quod sic fuisse et esse offerunt se probaturos, verbo ploducentes particulam supra nominatam, sive cum protestatione in scriptis, et actualiter producendam. Ex quibus omnibus dicunt procuratores et sindici castri Bassiani esse debere, ad imponendum silentium setinis, seu aliter sententiandum fore in favore bassientium (t) et 'aliqua in facto contra setinos ipsosque merito in expensis condemnari, et ita fieri petunt. Et quia videntur consistere que probationibus egent ac pro informatione commissarii, examinari habentis, probare intendunt qualiter res aliter quam per setinos sit expositum se habent. Item probare intendunt qualiter presbiter Perrus Maselli de Bassiano, nomine Iohannis Maselli, sui patris, emit a setino, nominato Iohannes Imbraccia de Fundis, 6lius guondam Brezg Colg Velli Carinfe de Setia, vineam positam in territorio setino, in contrata que dicitur Io Cerro, iuxta rem heredum quondam lacobi Marre, rem Antonij Cole Pauli, viam publicam, prout in instrumento quod iterum producunt. Item ponunt qualiter Iohannes Masellus, cuius vinea a dicto setino empta fuit, dicta possessio seu vineata tamquam sua et pro sua

possedit.

Item ponunt qualiter, post mortem prenominati lohannis, vineam possedit Petrutia filia quondam

Petri Maselli, fratris lohannis Maselli, ad quem Petrum Masellum possessio, iure divisionis facte inter Iohannem eius fratrem, venit et ad Petrutiam iure dotis sibi uaditam a Petro suo patre. Item ponunt qualitBr Petrutia nucta fuit Nicolao Bello de Bassiano, et ab illo tempore vir et uxor predicti ipsam possessionem tenuerunt. Item ponunt qualiter Petrutia est mortua eiusque corpus traditum ecclesiastice sepulture eiusque heredibus institutis, ac testameuto celebrato per eam manu notarij Petri de Ciffris, in quo suum executorem fecit Nieolaum Belli, eius maritum, cum potestate alienandi de bonis et rebus


VARIA

301

suis quantum sufficiant pro satisfactione legatorum. Item ponunt qualiter Nicolaus Bellus, post mortem Petrutie sue uxoris, de anno 1496 àie quartodecimo rnensis augusti, vendidit Iohanni Petro Ciotti, de castro Bassiano dictam vineam et nunc desertinam, mensure duarum petiarum cum dimidia, positam in dicto territorio setino, in contrata que dicitur lo Cerro, iuxta rem heredum quondam Iacobi Marre, rem Antonij Colle (!) Pauli, viam publicam. Item ponunt gualiter a die venditionis lohannes Petri Ciotti dictas duas petias cum dimidia desertine possedit. Item ponunt qualiter continuatis temporibus tam Iohannes Maseili quam Petrus Maselli, eius fiatrer, quam Petrutia, sua filia, una cum Nicolao suo marito, et etiam lohannes Petri Ciotti vineam possiderunt per annos quinquaginta. Item ponunt come la possessione overo desertina, della qualle adesso verte la questione, et dove che fu tolta la zappa ad loanni Petri Ciotto per li setini, essa possessione dal principio è stata vigna pastinata de ... et da essa possessione, in nel tempo che la possedevano Ioanne Masello et Petro, suo fratello, Petrutia et Colla (!) Bello, suo marito, era vigna et recollevano de essa vigna le uve che le viti produceano. Item ponunt qualiter dicta possessio a principio vitibus pastinata fu, et è quella medesima possessione dove che fu tolta la zappa, et dove è stato Io principio della questione, et dove sta dicta possessione, primo vigna et rno desertina sbignata, quello loco et contrata, proprio de continuo et per omne tempo, s'è chiamata, conforme che allo presente se chiama, la contrata dello Cerro; et che sia la veritate pate per uno cerro grande che sta de sopre nella somità overo cacumine existente sopra essa possessione, et contrata de Cerro et in nello territorio setino, et territorio de Bassiano non si fu mai, ne è altro loco che lo sopra rescripto che fosse mai chiamato nè ancho se chiamasse lo Cerro; et questa è la verità, et la contrata de Colle Canne stà più sù verso le macchie' ltem ponunt quod de predictis omnibus fuit et est publica vox et fama; ad que probanda hos exhibet testes, videlicet: Thomeo Mosca, Antoniss Cerinto, luunoi Tomasi, Antonius Cola Erarno, Cristofano Riccio, Antonio Simione, Nardo Marchese. Sufiocando

possessiones in dicto campo et contratis existentes, in quibus erant per seminata multa frumenta, videlicet granum, ordeum, legumina, lina, Setie universitatem et homines terre cannapa, que frumenta et fructus sunt devastati ac deperditi ob inundationem et suffocationem dictorum flu*irru*; quorum frumenti et fructuum extimatio ad summam quinque milium ducatorum vel circa ascendit. Nec non, occasione hominum de Bassiano, prefati eorum domini, una cum dictis hominibus, ad territorium setinum, in contrata que dicitur la Via de Maretime, iuxta tenutam Portus, armata manu se contulerunt, in qua contrata fundata erat turris antiqua universitatis et hominum terre Setie, quam turrim debellarunt, ceperunt et devastarunt, et bona in dicta turri existentia, videlicet quatuor bombardella, VIll balista inter magnas et parvas vel circa, et m'rlta alia bona; que omnia' cum devastatione turris et eius extimatione, ulcendit ad summam duorum milium ducatorum vel circa, et multa alia damna et interesse, tam in operis perditis quam in dispendiis per universitatem et homines terre Setie factis et passis. Idcirco, cum dicta iu*nu sunt facta culpa et dolo hominum de Bassiano, Petunt prefati procu-

et innundando

,atores et sindici dictos dominos et homines de Bassiano ad damna et interesse condennari, et condennatos ad satisfaciendum cornpelli; protestantes quod si de damnis et interesse ab eorum dominis fuerit facta petitio, quod ista ,r"" illi nec illa isti universitati et hominibus terre Setie preiudicium sit paritura, quia ,ron i' forma iudicii sed de facto extrajudicialiter dicti procuratores et sindici predicta proponunt; ad que omnia petunt se admitti, protestantes etiam quod de aliis deductis nullum preiudiciurn dicte universitati et hominibus tene Setie a$erri debeat. Quarto excipiunt .possessiones' que sunt in territorio contrata que dicitur lo Ferraccio et Strata Suso Machie et Antonianni, et in aliis contratis, i' quibu. pretendunt homines de Bassiano aliquod ius habere, tam vigore instrumentorum per eosdem Pistorio inter homines el universitatem terre proiu"to.urnr QUarr vigore sententie domini Philippi de -Setie ad universitatem et homines terre Setie; pertinere et pertinuisse et homines castr] Bassiani late, domini Philippi de Pistorio, prout ipsa sententia maxime cum fundamentum hominum de Bassiano sit in est in comparitione per procuratores et sindicos hominum de Bassiano producta, quia prefata sententia dictat quoJ si homines de Bassiano, in terrnino eis assignato per iudicem, uon probaverint possessiones in terriiorio setino existentes, in quibus pretendunt ius habere, eas Per decem annos ab eis paciÉce setino,

in

vel legitimum titulum non obstenderint, quod dicte possessiones, in quibus preteúdunt ius adiudi.Àtur universitati et hominibus terre Setie. Itaque cum homines de Bassiano, in termino eis prefixo nichil probaverint, petunt per difinitivam Dominationis Vestre Reverendissime sententi"m declarari Lon.,in", de Bassiano in territorio setino universitatem et homines de Setia non molestare, et possessiones

possessas

'h"b"..,


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

302

in prefato territorio, in quibus

pretendunt ius habere, universitati et hominibus terre Setie confirmari; nec non ad onnnia darnna et interesse ad satisfaciendum condemnari, ad que petunt se admitti; protestantes de expensis, damnis et interesse; deducentes qualiter homines de Bassiano non solverunt per annos octo canonem dictarum possessionum, secundum tenorem dicte sententie, propterea deciderunt ab omnibus iuribus eorum et ita decidisse declarari petierunt; et quia aliqua in facto consistunt, que probasitas

tionibus indigent, prefati procuratores et sindici setini probare intendunt contenta in primo, sâ‚Źcundo, tertio et quarto locis prenarrata; et producunt etiam oculatam fidem Dominationis Vestre Reverendissime, que tam rupiuras fuminum quam devastationem turris, campum (!) submersionem et innundationem ac sufiocationem vidit et confessionem vassallorum dictorum dominorum et confessionem dictorum dorninorum; et constando Dominationi Vestre Reverendissime, non esset opus alia probatione; et producunt infrascriptos testes, quos petunt examinari:

Antonius Nardi Cole Angeli minor Iohannis Niger

Meus Saputi Antonius Restri minor Lidanum Marolli Antonium Marolli Antonium Maccione Antonium Petri Rei Antonium Laurentij Capus Petrum Nasini Franciscum Trobie Cristoforum lohanni Singni Colam Angeli

Tutium Andree Salis Antonium Nardi major

testes

ad

probandum qualiter

illa

contrata, que est in

territorio setino, quam appellant la Contrata dello Cerro, non dicitur la Contrata dello Cerro sed la Contrata Colle Canne, et etiam ad probandum damna et interesse.

testes ad probandum turbationem primam et inquietationem

possessionis, ex qua fuit interfectus Astorius et fuit suscepta zappa in signum possessionis et dominij, et qui locus erat incultus ac fuit Per annos decem vel circa,

Octavianum de Sancto Laurentio Iohanne Corsum de Sancto Laurentio

Petrurn Saya de Sancto Laurentio Masinum Manantis de Sancto Lau-

testes ad probandum rupturam fluminis, inundationem Campi.

rentio

Sententia domini Philippi de Pistorio in parte et partibus facta pro universitate et hominibus setinis cum protestatione quod restituatur. (Cf . 1493 . XI .9 ; 1496 . VIil . l4). Anno quud.igentesimo nonagesimo nono, pontificatus Alexandri pape sexti anno sexto, indictione prima, dir quurtudecima iunij. Iohannes Petri Ciotti de Castro Bassiano, confrsus de fide nobilis

Ă omioi Iu"oti Mondi, legum doctoris, ordinavit suum procuratorem lacobum Mondum, absentem, de possessione sua sita in territorio Setie, in contrata seu loco qui dicitur lo Cerro, ad comparendum cor"m lohuone, episcopo ragusino, deputato per Alexandrum papam sextum occasione litis inter communitatem terre Setie, ex una parte, et universitatem castri Bassiani, parte ex altera, de Possessionibus hominum castri Bassiani, existentibus in territorio terre Setie, in quacumque curia et coram quocumgue iudice et ad alia faciendum gue merita huius cause exigunt, et que constituens facere posset .i perronaliter interesset, concedens procuratori plenam potestatem, promittens_se ratum habere in castro Bassiano, in domo iuicquid procuratum fuerit, sub ypotheca et obligatione bonorum. Actum Leonardi Cole Cassici Simeone Simeonis, Antonij Antonio Villantia: m"i rroturij, posita in decarcia Cifris de Bassiano, terrade Notarij Nicolai et Andrea lohannis Belle, de Bassiano testibus. Petrus posui. cinensis diocesis, imperiali auctoritate notarius, scripsi et siguum meum Iterir absolvimus homines, universitatem casbi Bassiani a solutione trium librarum' quas annuatim solvebant communitati Setie, vigore sententie late inter ipsos homiues et communitatern Setie Per utriusque iuris doctorem Philippum de Leazaris de Pistorio; et incipit: * Reverendissimis venerandis in Christo patribus dominis dominis Raphaeli ". Incipit sententia: " Christi eiusque gloriose matris Virginis Marie ".


VARIA Domino lacobo Mundo, capitaneo Sermoneti, et notarjis Iohanni de Ciphris et lohanni Magnacarne, de Bassiano. Domine capitanee et fideles dilecti. Havemo havuta una vostra lettera, alla quale non facemo altra resposta se non che ad quest'hora dovete havere receputa la nostra et similmente il commissario al quale, non obstante guello havemo scripto ad uni (!), havemo scripto in bon modo, videlicet; che per mi non se mancharà ad quello che comme signore nostro Ie havemo promisso, et b.he per maiori parte le ropture sono serrate et che, si el resto seguisse, le vogliano reparare, et serrà piacere et non se lli farrà impedimento alcuno, quando non se cessarà dal canto nostro observare quello li havemo promisso; serrite adunque con sua signoria, et reiterateli questo medesimo; et concludendo che mai debiamo seguitare dicta reparatione, dimandate da nostra parte dilazione di dui o tre dl; qua dunche speramo per tutta domenica proxima havere fatto tutto el bisogno; non alia, valete. Sermoneti, 4 iunij 1499. Iacobus Caietanus protonotarius etc. Sermoneti etc. Die lune XVll huius iunij, in ecclesia Beate Marie Piperni, hora tertiarum, et in termino hinc inde partibus assignato, comparuerunt coram commissario magister, Iacobus Mundus, Iohannes de Ciffris et Iohannes Magnacarne, procuratores communitatis et hominum de Bassiano et magistrorum Francisci de Anibalis, Nicolai de Mercadantis et Antonij Angeli, ex adverso procuratorum, non comparentium con.tumaciam accusarunt, et per commissarium sententiam ferri petierunt. Commissarius magistros Franciscum, Nicolaum et Antonium, ex adverso procuratores, in contumaciam accusavit et una cum magistris Iacobo Mundo, Iohanne de Ci$ris et Iohanne Magnacarne conclusit; et ad suam diffinitivam sententiam processit, eamque per ea que vidit et cognovit in his scriptis tulit, prout in sententia, quam legit, continetur, cr.lius tenor inferius est insertus. Super quibus omnibus dicti procuratores confici petierunt instrumenta: dominis Petro Paulo.,. (!) de Piperno, ser Antonio Gillardi, magistro Bernardino Martini, Troillo Pe... (l) iolli, de Piperno, ac dictis dominis Andrea de Vaghis, Cristiano Buressardi et Cesario Henxberch, testibus. Tenor sententig: Per hanc nostram difinitivam sententiam, quam in his scriptis ferimus, declaramus in lite vertente inter communitatem et homines et universitatem terre Setie, terracinensis diocesis, ex una, et communitatem et homines castri Bassiani, dicte diocesis, super vineis, cannetis, terris et possessionibus in territorio terre Setie existentibus, et presertim super petia terre sodili olim vineate, posita in dicto territorio, in contrata dello Cerro, iuxta res et bona olim heredum quondam Iacobi Marre ac res et bona Antonij Nicolai Pauli de Bassiano ac viam publicam, partibus ex altera: Visis per nos dicta petia tene sodili ac instrumentis auctenticis coram nobis productis, visis etiam aliis per partes deducds de iure servandi dictam petiam terre, et testibus examinatis, nobis clare apparuit ad Iohannem Petri Ciotti spectare, illaque (!) eidem adiudicamus, ita quod super illa per communitatem et homines terie Setie aut alios nunquam molestari possit. Et pro pacificatione et ad obviandum guod inter dictas communitates et homines lites non oriantur nec ad arma deveniant, prout nuper et alias devenerunt, inhibemus ut ullo unquam tempore communitas et homines castri Bassiani non audeant, sub pena mille ducatorum auri de camera, pro una camere apostolice et alia medietatibus communitati et hominibus terre Setie applicandorum, nec particularis habitator dicti castri, sub pena quinquaginta ducatorum auri, presumat in tenitorio Setie, in terrenis sodilibus et hactenus a decem annis citra insolitis cultivari, aliquod terrenum sive petiam terre, etiam arbustate aut nemorose, ad cr,rlturam reducere, seu aut quomodocumque sibi appropriare, nisi primitus coram gubernatore Campanie, seu eius locumtenente aut potestate seu iudice terre Piperni, dicte diocesis, vocatis ad hoc communitate et hominibus terre Setie, docuerit etiam extrajudicialiter de suo legitimo titulo, aut quod possiderint (t) dictum terrenum sive petiam terre per decem annos, iuxta tenorem laudi, olim inter dictas communitates Setie et Bassiani per Philippum de Leazariis de Pistorio, utriusgue iuris doctorem, sub die decimanona mensis iunij uccccxxXXIII lati; quod si probaverint, liceat communitati et homini[us Bassiani vel Siarticulafi persone terrenum seu petiam predictam possidere ac ad culturam reducere absque impedimentis; communitatem et homines de Bassiano, quotiens contra premissa fecerint vel favorem habitatori eiusdem castri dederint, penam mille ducatorum ipsamque particularem personam penam quinquaginta ducatorum respective incurrere; et tam communitatem et homines Bassiani quam particularem personam contravenientes ab omni iure, quod super dicto terreno vel petia terre sodili tunc habere pretenderint, ipso facto cecidisse, et illud per contraventorem hujusmodi communitati et hominibus terre Setie acguisitum esse decernimus per presentes. Item inhibemus quod communitas et homines terre Setie nullo unquam tempore debeant, sub pena mille ducatorum auri, pro una camere aposiolice et alia medietatibus communitati et hominibus casbi Bassiani applicandorum, neque eorum aliquis in particulari, sub pena quinquaginta ducatorum, debeat communitatem et homines


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

304

castri Bassiani, vel eorum aliquem, super vineis iam plantatis et cannetis sive arundinetis aliisque possessionibus et terris, in territorio Setie positis, per ipsos de Bassiano a decem annis citra cultivari solitis, ad culturam reductis, et illorum occasione molestare; quin potius, si velint, ipsos de Bassiano super illis coram dicto gubernatore vel ejus locumtenente seu dicto potestate seu iudice ad docendum de eorum titulis vel possessione decennali, iuxta tenorem dicti laudi, convenire teneantur. Quod si ipsi de Bassiano sic conventi de titulo aut de decennali possessione hujusmodi etiam extrajudicialiter docuerint, liceat sibi vineam, cannetos seu possessiones hujusmodi absque impedimentis possidere, iuxta tenorem dicti laudi; si predicti de Bassiano non docuerint, et aliguis ex comunitate et hominibus terre Setie iustum titulum in eisdem vineis, cannetis et possessionibus etiam summarie docuerit, liceat eidem vineas, cannetos et possessiones apprehendere et retinere absque impedimentis; alioguin, si nulli probaverint, vinee, canneti et possessiones ipse communitatis et hominurn terre Setie fore et ad illam spectare eo ipso censeantur et pertineant, iuxta tenorem dicti laudi; communitatem Setie guotiens contra premissa fecerit, seu particulari persone ad illis contraveniendum favorem dederit, penam mille ducatorum' ac Personam particularem, quotiens contrafecerit, penaú quinquaginta ducatorum respective incurrere mandamus; partes ab omnibus expensis, occasione premissorum hactenus factis, nichilominus absolventes. Quam sententiam commissarius manu propria sic subscripsit: Ita pronuntiavi, feci, statui et ordinavi ego lohannes archiepiscopus ragusinus, commissarius.

Die martis XVlt supradicti iunij, in terra Setie, videlicet in platea aPud muros ecclesie

ejusdem

terre, constituti coram commissario, Iohannes Paganellus, sindicus et procurator communitatis Setie; Iacobus Antonij de Monte, Iohannes Petri Angeli, notarius Angelus, Andreas Ciceris, Bernardinus Cole Facte Dentis, Iacobus lacobatij, Ludovicus Parisij, Iohannes Nardi Dentis, Andreas Cole, Iohannes Darniani, Paulus Vecti, Iohannes Bello Sancti, Ludovicus Martini de Ceruciis, officiales communitatis Setie; Raymundus Cole Catiore, Hectore lacobi de Morincino, Iohannes Franciscus etiam de Morincino, Antonius Nardi Cole Angeli, Franciscus de Aniballis, Andreas Cola Gori, notarius Antonius Angeli, Ludovicus de Cinguli, notarius Nicolaus Nardi Boni et alij communitatem dicte terre representantes: in unum congregati, preinsertam sententiam ac omnia in ea contenta confumant et emologant: dominis Andrea d" Vufhir e1 Clemente Marchaut, nec non Cesario Henxberch, clerico coloniensis diocesis, et Cristiano Buressardi, clerico eduensis diocesis, testibus. Die Mercurii decirnanona mensis iunij, in terra Sermonete, in domo et palatio Iacobi et Guillermi de Cajetanis, condominorum dicte terre, coram commissario constituti, magistri lacobus Mondus, Iohannes Ciffre et lohannes Magnacarne, procuratores communitatis et hominum castri Bassiani, nec non Petrus Colotius, Erasmus Mugnu"urn", Lidanus Mandarini et lohannes Cristofori Magnacarne, connestabiles et ofrciales comnlunitatis !t ho*inurn Bassiani, asserentes se esse informatos de preinserta sententia, dictam sententiam ac onania in ea contenta, de voluntate prothonotarij et Guillermi de Sermoneta, ibidem presentium, confirrnant, ernologant: supradictis dominis Andrea de Vaghis, Clemente Marchaut, Cesario et Cristiano testibus. ST. Petrus Filiolerij, clericus lugdunensis diocesis, apostolica et imperiali auctoritatibus ac sacri palatij apostolici causarum notarius, hunc processum manu alterius scriptum in viginti septem foliis confeci et publicavi, signoque et nomine meis una cum commissarij sigilli appensione signavi

et

subscripsi

I

Seguono: una partícola del loilo

C-1443.Vl .tg,

pubhlícato

rn

Regesta Chartarum,

III,

p' 225, e

I'ínfrasetílto

ísbomento:

pontifrcatus Innocentii pape VI anno tertio, mensis aprilis die Xll. Lmnadus Benedicti iuta rem Iohannis de Bassiano vendidit Guidoni Petri Pagani de Setia terram suam, positam in territorio Setig, in contra'a Cerri' Petri Contii, de rem Ersmi et Sancti ecclesig et rem Setia, de Nofarelli Lamardi, rem Thomasii, magistri Curtii rem Iacobi Suffie,

Anno MCCCLV, indictione

Bassiano, pro preìio

VIII,

VII librarum, nummis 4 4 solidorum

usualibus monetg; cum accessibus et egresibus suis per tenas

ho-i'um

de Bassiano

Bassiano, usque in viam publicam. Actum ante portam castri Bassiani: Petro Simmaai, Nicolao Spina' Leonardo lacobi, de petro Iacobi Noanorola et lohanne Iacobi SufÉe, de Setia, Petrus domini Pauli Mareniani de Setia, inperiali auctoritate notarius'

scripsi

et signum meum

posui.


VARIA

.[X,2

1499

[Sermonetal

305

c - 2469.

. Quíetanza dt

-

50 ducati

ríIascíata

a

Giacomo Caetaní, protonotarío apostolico, per í

balestríeri ingaggíatí nella guerra contro Sezze.

Originale. NeI oetso nota sínqona:

Polizza de ducati zinquantapagati per zerti cavalli,dinaride I'arme rescossiduc.50.

Petrj de notar Alixandro et Petrj de notar Antonj de Sermoneta confessano et dico (t) havere havuti et manualiter receputi dallo R.-' Monsignor lo signor Rothonotaro de Sermoneta per Ie manj de Mattheo, suo thesaurerj, ducati de carlinj cinquanti, qualj se hanno ad liberare ad certi balestrerj ad cavallo conducti in defensione della guerra de Secze. Et ad cautela de cciò Peuj de notar Antoni predicto et per nome dello prefato Petrj de notar Alexandro ha scripta et subscripta la presente de sua propria mano nella corte dello prefato Monsignore, adl secundo de sectembro 1499, ducati L.o

Petrus notarii Antonii qui supra manu propria subscripsi.

1499.

X.2g

Venezia

-

Lettera

Autografa. Fuorí :

c-2469.v.

.

di AIdo Manuzío a Marcello Virgtlto:

NeI marylne ínfetlore, nota del sec.

XVI: Vid. Ep.

gli inoía alcune

-

dedicat.

sue pubblicazioní.

Q. Curtii luntarum. A.

1507.

Doctissirno utriusque linguae Marcello a secretis summi Magistratus illustris Reipubli*" Florentinae-

Entro: Aldus Manutius Marcello suo s. p. d. Alexander Acciaiolus homó omnium humanissimus' et doctrina insignis, quicquid graece in hunc usque diem imprimeudum curavimus emit a me tuo nomine. Quapropter, mi Marcelle, nactus occasionem statui ad te aliquid literarum dare, quibus significarem me, ob singularem doctrinam tuam, et bonarum literarum cognitionem, qua te non mediocriter praeditum a plurimis, et quidem eruditis accepi, tuum esse, ac cupere ut me uti velis familiariter, si quid acciderit, in quo mea tibi opera, ac studio opus fuerit. Polliceor nunc me ad omnia quae iusseris semper paratum. Sed quoniam quos a me tibi Acciaiolus emit libros, minoris venundari, quod cum aliis quibusdam mihi communes erant, non potuerunt, tum ut quae verbis polliceor, re comprobem, meos solius Dioscoridem, et Nicandrum cum commentariis: item horas graecas in Virginis laudem mitto ad te muneri; quae apud te sint longum py1p,óotyoy amicitiae nostrae. Vale et me ama. Venetiis, 28 octobris 1499.

t499 " XI . 25 - 1500 . II. 3. Appunti estrattí daglí atti del

c - 2469. processo ordinato

Guglíelmo Caetaní per conrtscaîe Copia sincrona, apposta alla bolla

di

lo

stoto

Alessandro

da Alessandro

di

VI

contro

il

in

VI, p.210).

protonotario Giacomo

e

Sermoneta.

VI (C-1499.1X.22,

pubbl.

Reg.

Coram Petro Suaglie, r archiepiscopo regino, gubernatore etc. et episcopo nucerino, et lulio de Scortiatis senatori. 1499.25 novembris - Commissio in forma motu proprii contra dominos lacobum Gaetanum, prothonotarium et secretarium apostolicum, et Guillielmum eius germanum, terrarum Sermonete et Bassiani eorumque iurisdictionis et districtus condominos et ecclesie subditos, sub pretextu quod in contemptum mandatorum pape sanctegue sedis apostolice et pape reverenda posttergata, Dey timore postposito etc., 2 erecta cervice etc., eoadunatis gentibus armatis et machiais aliisque insbumentis bellicis adhibitis, in

l,

39


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

306

territorio terre Sezzie hostiliter discurrentes,.turrim Pratatam nuncupatam, ad universitatem terre Sezzie pertinentem, propria temeritate violenter invasissent etc. et homines etc. interfecissent seu interfici fecissent; et propterea exprimit penas propterea incursas, et narrat contra eos et consortes extare declaratas privationem et confrscationem camere apostolice, prout in literis etc., et nichilominus conmictit ut admictantur ad defensionem et congnoscantur, et conmictitur cum facultate citandi per edictum ad personaliter conparendum, et quod sine tela iuditiaria prefrgatur terminus peremptorius ad probandum handit (?) et similiter sine tela etc. recipiant contra eos probata ()), si aliquis volet contra eos insistere et insistit ()) absolvant, et literas apostolicas anullent etc.; si vero non se defenderint etc. trina monitione precedente per contradictos ()) contra non conparentes, declarent eos pro confessis etc. et confrrment literas et super impugnanti perpetuum silentium imponant et ad alias penas etiam quoad clericos degradandos proce-

dant.

Placet et ita motu proprio conmictimus et mandamus. M. de Cuccinis obtinet decerni citationem, Ío. 13. Citatio predicta, fo. 16, sub termino 12 dierum et est in forma comuni nisi quia metuant (?) ad

personaliter conparendum.

Notarius Pehus Pontanus.

3 iudices exponunt conmissionem prothonotario, ibidem existenti in sala setinos; vide Ío.46. magna, Responsio prothonotarii, Îo. 46, et datur (?) tunc interogatorium per fiscalem et petit ()) pro prothonotario medio iuramento responderi et ita monetur et ipse iurat etc.

3

- In Castro fo. 40; et interogant eum de contentis in conmissione et factis contra decembris

Interogatorium a predictum,

fo. 48; in prohemio apprehenditur (?) pro tertia parte Serminete,

Bassiani et Nimphe. Depositionses prothonotarii, fo. 60. 7 decembris - Conmissio dependens cum p.t' preinserta et exequtione facta in Sora, videÍo. 77, et in Signa et fit firmiter; et est etiam personaliter conha uxorèm domini Guillielmi et datur facultas citandi ut effectum habere possit conmissio. Articuli pro verificatione conmissionis, f. 79. 5 Testes examinati, fo. 83, et sunt in fine regishati. Primi testes sunt super absentia domini Gui[lielmi a terris .eorum; alii testes sunt super morte domini Cole et testantur(l) istam materiami corc€t' nentes (!) non sunt in regrstro, tanquam etiam de quodam proiecto in puteum vocato notario Honofrio: Primus Iohannes Antonius magistri Antonellis de Sermineta.

2 3 4 5 6

lohannes Citarellus de Sermoneta.

Petrus Paulus Evangeliste. Iohannes del Monte. Cristoforus lacobi. lohannes

de Cifiris et iste magis gravat quia loquitur de

cane mortui

et non reperta caliga

Christoferi (?). 7 Franciscus Stefani. I Placentinus Ganalis (?). Testes super citatione prima. 5

Decernitur citatio per edictum, fo. 95, sub termino X dierum. (l) presentatam, cum prothonotario, fo. 130. I I decembris - Dic contra conmissionem ultimo Portatur conmissio ad prothonotarium et requiritur ut nominet advocatos pro sua defensione,

Ío.132. Ipse respondit nolle contradicere sed remictere se ad pietatem Domini Nostri, et nolle procuratorem neque awocatum nisi Suam Santitatem.

Idem dicit etiam in presentia iudicum, îo, 135, qui monent eum ut velit se defendere quia ipsi debent facere oficium iudicum, et ipse replicat ut supra. Fiscalis petit ipsum iterum interogari et examinari super interogatoriis (l), fo. 136:' et ita monetur et respondet ut alias et in illis persistit; et iterum monetur super advocatis eligendis etc. et ipse persistit ut supra. Fiscalis petit prefigi terminum ad faciendum defensiones; ipse respondet nolle alium terminum etc. ; et tamen prefigitur terminus 30 dierum et decernunt etiam quod fiscalis interim decernere possit ea que

viderit expedire etc.


VARI A 27 decembris

XX

- Reproducitur exegutio citationis per edictum, fo. 143, dierum domino Guillielmo, Ío, 146. A*iculi pro fisco; et recipit ad

coruigendum,

fo.

et

prefigitur terminus

148.

1500. 29 decembris

Notarius refert pape que facta fuerunt et que prothonotarius responderit, fo. l5l; et papa respondet-quod vult quod 6at iustitia. 2 ianuarii - Prothonotarius iterum monetur pro advocatis et cum oblatione quod solvetur, fo. l5l, per fiscum oportune etc.: et die tertia respondet ut supra et multa ampla verba profert versus pontificem; vide fo. 155 et 156. Articuli corepti representantur fo. 156; l) Teracinensis et 2) Settina terre ecclesie. 3) Turris de Retata. 4) Turis Pontis. 5) Quod spectent ad Setinos. 6) De scientia istorum dominorum. 7) Sermineta et alia castra istorum dominorum. 8) Quod ante Bonifatium nonum erant ecclesie. 9) De concessione per Bonifatium ipsis dominis et cum adiecto quod proderent si non essent

fideles. l0) Quod isti ex dicta concessione

et subcessione habebant. ll) Et ita se habuerunt pro 12) De constitutionibus provincialibus etiam contra clericos. 13) De forma procedendi contra malefactores. 14) De literis Alexandri 1493. 15) De privatione (?).. 16) Generaliter()). 17) De homicidiis et derobationibus contrasetinos peristosdominos. 18) De inhibitionibus et prohibitionibus per Gubernatores. s 19) De contraventione et occasionibus. 20) De conducta armatorum. 2l) De guena mota setinis. 22)De expugnatione Turris Parata (!). 23)De scoppeteriis. 24) De mandato ut expugnaretur. 25) De actuali ()) expugnatione. 26) De cavalcatis et scursionibus. 27) De demolitione turris [Portus]. 28) De penis rebelÌionis. 29) De notorietate in locis predictis. 30) De inundatione territorii setinorum facta [opera ]l dictorum dominorum. 3l) Quod Ragusinus fuit missus ut provideret. 32) De prohibitione per ipsum Ragusinum facta. 33) De sententia et inhibitione. 33) Iterum de acceptatione sententie. 34) Generaliter ()). 35) De gentibus armorum de novo conductis 36) et notorietate ad idem 37) adfaciendum guerram setinis. 38) De monitione ad guenam ()) omnium subditorum. 39) De congregatione stipendiariorum. 40) De bonbarda capta. 4l) De brevibus scriptis prohibendo et mandando sub penis ut desisterent. 42) De cavalcata 6 cum armatis 23 ottobris. 43) De expugnatione Turre Pratate. 44) De custodia passus ne " possit succurri. 45) De expugnatione tunis et quod prothonotarius ministrabat armigeris. 46) De sollicitatione Guillielmi. 47) De aggressu contra setinos et interfectione 40 hominum assolute bonorum. 48) De sollicitatione per prothonotarium. 49) De convocatione Guillielmi cum suis armatis quasi successoribus. Generaliter

(?).

aliis. 50) De cavalcata per ipsum Guillielmum contra setinos captivando et interficiendo. Nomina aliguorum particularium interfectorum. 52) Suplices etiam interfecti dicendo: . Nolumus nisi carnem '. 53) Quod predicta facta fuerunt per ipsos Guillielmum et prothonotarium et eorum mandatis. 54) De plantatione bonbarde contra turrim. 55) De omni conatu ut expugnaretur. 56) Quod nisi rupta fuisset bonbarda expugnata fuisset. 57) Quod verisimiliter sciverunt ex talibus guerris segui debebat strages hominum. 58) Quod premissa fuerunt notorie inexcusabilia et nulla requisitione defenduntur (?). 59) Quod propterea incurrerunt penas criminis lese maiestatis etc. 60) De privatione per breve motu proprio per Alexandrum ex premissis 1499,10 Lalendas octobris. 6l) De publicatione dictarum literarum apostolicarum. 62) De recongnitione superioritatis pontificis per civitates et loca dominorum de Sermineto consulto facienda. 63) Guillielmus ita suasit. 64) De oratoribus missis ad pontificem. 65) Quod illis Guillielmus conmisit ut ipsi conmendarent pontifici. 66) De recessu Guillielmi. 67) Oratores coram pontifrce omuia cesserunt et fidelitatem iuraverunt. 68) Papa commonuit ut scriberent Guillielmo ut personaliter veniret. 69) Quod noluit comparere. 70) Generaliter (?). 7 ianuarii - Dic ()) contra articulos, et iurant testes cum domino lacobo, fo. 213; et per conbadictos (?) contra Guillielmum, fo. I 17 (!). 8 ianuarii - Admissio articulorum, et iurant testes, fo. 224; rcsaum nomina, lo. 226. Prima citationis prime alias emanate etc. Exequtio in contradictos (?) in valvis etc., îo. 246, quingentis cum

5l)

1499

.5

decembris.

Exequtio per cursorem pro querendo Guillielmum in civitate Serminete et Sore, fo. 249; et eo non reperto, fit ad domum solite habitationis et caùedralis et alterius collegiate et demum ad personam uxoris in terra Segne. Exequtio citationis secunde in contradictos G), Í.o. 252; exequtio iu civitate Terracine et Segne.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

308

Bulla privationis per Alexandrum 1499, l0 kalendas octobris, lo. 258; publicatio in valvis Lateranensis et basilice Principis Apostolorum, [o, 269. Bulla Alexandri prohibens cavalcatas et scandala fieri et sibi pri . . ius dici, fo. 270. Pubblicatio istarum literarum, Ío. 277. Testes examinantur, fo. 278, et ibi sunt nomina. Producuntur statuta et constitutiones, et iurant testes super recongnitis et mandatur extrahi et restitui, a fo. 280 usque ad Ío. 306. Intimatio termini ad faciendum defensiones contra Guillielmum, fo. 307. Litere missive domine Chaterine [Jrsine, fo. 308 - 20 sectembris 1499. Litere missive prothonotarii ad dominam Chatherinam, lo. 309. Instrumentum mandati illorum de Sermineta ad prestandum obedientiam, fo.3l0; aliud illorum de Bassiano, Ío. 317 . Sumptum bulle Bonifatii [x] super cessioo" iuriu* 600 ducatorum et expensis super tenimento cashi Cisterne etc. Iacobello Gaetano, fo, 321 Sumptum bulle Bonifatii [x] super donatione terrarum Serminete, Bassiani et Nimphe Iacobo Caetano, îo. 325. Sumptum bulle Sixti [tv] super extensione constitutionum Marchie, Io. 328. Rincipium voluminis Secundi Libri Constitutionum, Ío. 343. Constitutio facta ()) ad propositum, fo. 346: alía 354; alia 358; alía 362. Instrumentum fidelitatis per illos de Sermineta, fo. 366. Testes examinati, fo. 3Bl et 383 et 385 er 3941426. Ad dicendum contra omnia producta et repetita, fo. 387. . Conmissio domino Guillielmo, nec comparentes (?) personaliter, Ío. 396; ad idem 2o, Ío. 406. Repetitio confessionum prothonotarii ad dicendum contra, Ío. 399. Dic (?) contra omnia repetita et producas quicquid vis cum prothonotario, fo. 410. Recessus finalis ab inde ()), Ío. 415. Conmissio dependens habens preinsertam (l) primos (l), fo. 419. Sunptum brevis, lo. 442. Aliud breve, [o. 445. Relatio Gubernatoris, lo. 477. Dic (t) contra ultimo producta, fo. 452. 29 ianuarii - Sententiatur, îo. 453. Petitio plenissima quoad omnia, lo. 470. Sententia conformis, Ío. 479, subscripta principaliter per archiepiscopum reginum et accessorie per dominum Matheum 7 et per Laurentium, 8 senatoris adhibitos. Petitio principalis coram locumtenente contra dominum Guillielmum super decapitatione etc., fo. 490.

Sententia conformis, Ío. 487. Intimatio sententie prothonotario, fo. 505, qui respondet referendo gratias iudicibus et fatendo errorem suum et sententie iustitiam et solum sperare in clementia pape et conmictit quod iudices rogentur suplicando pontificem ne patiatur exequtionem fieri quoad degradationem, fo. 506; verba prothonotarii,

fo.507. Relatio iudicum Sanctissimo Domino Nostro super premissis omnibus, et papa mandat superse-

deri, fo. 508.

3 februarii

-

Papa dat conmissionem conmissariis prefatis, fo.

5ll.

Conmissio predicta, Ío. 512, et decretum (?) quod pena degradationis conmutetur ad perpetuos carceres, fo. 513. Mandatum conmissariorum directum castellano pro tempore existeuti ut dictum dominum Iacobum in perpetuis carceribus detineat, Io, 516.

4

I Isualí. 2 A margíne la stessa mano annotò: Copia pro fundamento guia est tenibilis. 3 Caslel Sant'Angelo. A margine: copia. s In fine aI documento. 6 Nel testo calyacata, ? De Ubaldie. s De Arianis.


V

1499.

ARIA

309

Xfi.5.

C -2469 ÒVtrI.

- Lettera di Roberto Accíaioli l'acquisto dí un codice.

Roma

a

Marcello Virgflfo:

-

circa alcuní

aooisì

d'indole politica

e

Autografa.

Fuori:

Eximio viro domino Marcello Virgilio Secretario Priorum Libertatis Florentie.

s.'

Entro: Eximie vir etc. Per una vostra resto avisato quanto desiderate circa la causa di messer di che si farà per noi quanto lui medesimo richiederà con quella solicitudine et afiectione meriton le vostre recomendatione. Li avisi ne date ci sono gratissimi per esser certificati di tutta l'intentione di costì, et da poi che tempi danno, che ci bisogni haver tanti respecti, et consulere potius necessitati quam dignitati nostre, bisogna soportiamo come si può, Iddio ci cavi un tratto delle mani de becchini; ma secondo intendo noi facciam quanto possiamo dal canto nosho di non migliorare, et oltre a non fare le previsione necessarie, perseveriamo ancor nelle pazzie, nè si spengono queste nostre rabbie private, che ci condurranno ad ogni modo alla fossa, et farem se non siamo prudenti riuscire el disegno a Vinitiani. La M." iell'oratore sendo malato di gotta Paulo Ruscella!, mi mandò a llui per la faccenda del libro, et scrivendovi m'impone vi avisi di quanto ho ritracto da llui del fatto del messale, acciò riferiate a nostri Excelsi Signori tutto. El messale è nelle man sua per fiorini 270 de quali e Capponi Ii eron debitori, et loro guando cessorno l[i risJposono lo vendessi et pagassisi, et da indi in su rimettessi loro, et credo secretamente perchè non enh'assi in conto delli altri creditori, et la. prima commissione fu, che non lo dessi per manco di fiorini 500, et perchè di poi non I'ha potuto vendere ha di commissione darlo per 400, et ancora non l'ha potuto vendere, tamen senza participatione di Francesco di Niccolo del Grasso non lo darebbe per manco, ma crede bene, Francesco s'accorderebbe a manco: et dice che da fiorini 270 in su non si cura quanto si venda, che a llui basta avanti li esca di mano esser pagato. Hora perchè Anton Ruscellai è tornato costì indicheremo fussi bene tractar con esso tutto, che è informato et puollo fare: et perchè Francesco Capponi non si habbi a scoprire in pubblico, Antonio medesimo pohà tractar con esso, et mercatare per Ia Signoria a miglior pretio pohà. Circa el mandarlo costì, mal volentieri lo manderebbe, per non lo fidar a periculi della strada, che ogni dì è spogliato gente, se già non lo mandassi a rischio d'altri, el che noq si è acceptato: masono costl li scriptori et miniatori, con chi facilmente potete informarvi del primo costo, che credo non si pagherebbe el tertib di quello che costò. Noi l'abbiamo visto et di lettera et tutto è molto ben condocto, ha di spesa ancora la legatura et argenti, che si richieggono alla conrispondeatia del resto. Sicchè circa questo si è ritracto quanto siate avisato, conferite tutto per parte dell'oratoe a nostri Excelsi Signori. Nuove, non ci è, ma credo se queste cose di Romagna procedono con lunghezza, ci parrà fatica lo spendere, et se pure spenderemo li pagherà qualchuno, che ci persuademo che 'l Cristianissimo per li benefitij li habbiamo fatti ci facessi haver qualche stato a man salva et senza spesa, et in questo ci siamo ingannati dell'animo di Sua Maestà verso di noj. Altro per qua non accade se non raccomandarmj a voi et al nostro magnifico signore Pandolfo. Romg, die V Decembris MCCCCLXXXX\/IIII. Rob[erto] Ac[ciaioli]. Ho di poi rivisto iterum e libro, di che sopra scrivo, et visto che non è messale: ma è un breviario gande come messale et con lettere grande, et è secundum ritum Romang C*iE. Iohanni Raugeo:

! Ttaccía dl cera

nssa.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

3t0

[1500

.t.2el.

c -2469.

Pìetro Isualí, arcíoescooo dí Reggio Calabría, gooernatore dí Roma, e Matleo . de Ubaldis ", oescooo di Nooara, gíudicí commissailì, delegati da Alessandro VI, con I'dssistenza dí Lorenzo u de Arianis n, luogotenente del senatorc dí Roma, nel processo di ríbellione a caúco di Gíacomo e Guglíelmo Caelani, accusatí di aoer mosso gueîra a Sezze, pronuncíano la sentenza con la quale prioano ì fratelli Caetani delle tene dì Sermoneta e Bassiano, dei castellì dí Nínfa, Norma e TÍoera e degli altrí díríttt, con Ia degradazione dì Gíacomo da ogní dígnità e príoílegío ecclesisstíco.

Roma

-

Copia sincrona, scritta

di

seguito alla bolla

C-1499.1X.22 (cl.

Regesta,

VI' p. 210).

De iurisperitorum consilio per hanc sententiam, quam pro tribunali sedentes, adhibito nobiscum domino Laurentio de Arianis de Parma, Iulij de Scortiatis alme Urbis senatoris locumtenente, ferimus, declaramus in causa, que coram nobis et adhibito senatore primo et deinde eius locumtenente, inter dominum Marianum de Cuccinis, Alexandri pape sexti et camere apostolice procuratore fiscalem, instantem, ex una, et dominum Iacobum quondam Honorati de Gaetanis de Sermoneta, olim protbonotarium et secretarium apostolicum, ac Gulielmum Gaitanum, eiusdem lacobi fratrem germanum, domicellos lomanos, terrarum Sermonete et Bassianj et castrorum Nymphe et Normarum, terracinensis diocesis, olim condominos, super eo quod, cum ipsi lacobus et Gulielmus Gaetanj de Sermoneta, coadunatis gentibus armatis,pedestribus et equestribus etiam alie[ni]genis, et bombardis et machinis aliisque bellicis instrumentis adhibitis, bellum sive guerram contra universitatem, homines, territorium, fortilitia et bona terre Setie, r dicte diocesis, ad sanctam romanam ecclesiam immediate pertinentes, movissent; coadunationemque et congegationem gentium armatarum, equestrium et pedestrium, in copioso numero, pluribus'vicibus et temporibus, fecissent et in territorium terre Setie hostiliter discurrissent, ac cavalcatas fecissent; necnon turres, videlicet Portus alias dello Insoglio, aliam Pretatam nuncupatam, ad universitatem Setie pertinentes' vi et armis invassissent et occupare conati fuissent; eandemque turrim Portus, alias dello Insoglio appelIatam, interfecto per eos ibidem illius principale custode, vi et armis occupassent et devastassent et deruissent; aliam turrim Pretatam nuncupatam vi et armis obsedissent ac bonbardis et alijs instrumentis bellicis oppugnassent et hostiliter occupare conati fuissent; necnon quam plurimos terre Setie homines et incolas, sancte romane ecclesie inmediate subditos, hostiliter per gentes predictas interfecissent aut interfici mandantes fecissent et operam dedissent aliosque captivassent et captivos ad terram Sermonete duxissent dictasque interfectiones ratas habuissent; et propterea maioris excomunicationis sententiam ac privilegiorum, gratiarum, libertatum et inmunitatum, realium et personalium, feudorumque, locationum, terrarum, castrorum, bonorum, iurium, iurisdictionum ac honorum, o6tiorum ecclesiasticorum et secularium et concessionum privationis et rebellionis, publicationis et confrscatioais omnium predictarum et aliarum terrarum et castrorum et iurium que obtinebant et inabiles ad obtinenda et actus legitimos exercendos et alias penas etiam contra commictentes crimen lese maiestatis et perduellionis statutas, talia perpetrantes, tam de iure comuni quam per constitutiones apostolica auctoritate editas, etiam provinciales ac etiam per literas apostolicas a domino Alexandro papa sexto pfomulgatas, penas incurrissent; predictaque omnia, excessus et delicta tam notoria et inexcusabilia forent ut nulla possint tergiversatione excusari, et prefatus papa per suas sententiam et literas apostolicas, motu proprio, prefatos lacobum et Gulielmum eorumque eonsortes

et in terris predictis olim condominos, qui in premissis excessibus consenserunt aut

ratum id habuerunt, excomunicationis sententiam incurrisse; omnibusque privilegijs, gratijs, libertatibus, inmunitatibus, feudis, locationibus, bonis, iuúbus, honoribus, offitijs Sermonete et Bassianj alijsque terris, castris, iurisdictionibus et concessionibus, que obtinebant, privatos et inhabiles ac indignos ad illa et alia obtinenda et actus legitimos exercendos fuisse et esse declarasse, ac seotentiando privasset et inhabilitasset; nec non dominia, terras, iurisdictiones et bona eorum camere apostolice confiscasset et appropriasset illaque et eorum incolas et habitatores ad ius et proprietatem sancte romane ecclesie reduxisset et illorum possessionem pro camera apostolica apprehendeudam mandasset, aliaque quam plura fecisset et fieri mandasset, prout in eisdem literis continetur; idem sanctissimus dominus noster, volens cum eisdem Iacobo et Gulielmo misericorditer agere, eosdem lacobum et Gulielmum ad allegandum, deducendum


VARIA

3lt

et

probandum quicquid allegare, deducere et probare vellent quantum a premissis excessibus, culpis et penis se excusare pretenderent, audiri debere indulsit; nobisgue mandavit quatenus Iacobum et Gulielmum prefatos, etiam per edictum publice constitutum de non tuto accessu, ut personaliter et per se ipsos in romana curia coram nobis, etiam usque ad sententiam et finalem excusationem indultorum sive iudicandorum infra peremptorium terminum, per nos prefigendum, comparere deberent, ad allegandum, deducendum et probandum quicquid allegare, deducere et probare vellent quantum premissas penas non incurrisse pretenderent, moneremus, prout in commissionibus nobis factis continetur; et nos lacobum et Gulielmum monuimus et terminum peremptorium eisdem prefiximus et alias dilationes concessimus; nec non articulos, materias, probationes et iura pro parte fisci deducta et producta recepimus; dictumque Gulielmum non comparentem in contumaciam reputavimus; nec non eorumdem Gulielmi et Iacobi condemnationem et declarationem rebusque alijs in actis cause huiusmodi expressis: reos conventos, partibus ex altera, versa fuit et vertitur: Iacobum et Gulielmum de Gaetanis de Sermoneta, crimina, excessus et delicta predicta commisisse confessos, criminaque, excessus et delicta predicta notoria et inexcusabilia fuisse et esse declaramus; eisdemque Iacobo et Gulielmo super premissarum literarum confrscationis, incorporationis, locationis et appropriationis predictarum et inde seguutorum impugnatione et impugnandi facultate perpetuum silentium inponimus; Iacobum et Gulielmum Gaetanos crimina et excessus et delicta predicta malitia commisisse, et propterea sententias et penas contrafacientes, coadunationem gentium armigerarum guerramque moventes, et plura homicidia perpetrantes ac cavalcatas facientes, et alias que rebelles sancte romane ecclesie crimenque lese maiestatis et perduellionis committentes ac iuribus constitutionibusque provincialibus et aliis literis apostolicis publicationisque et confiscationis Sermonete et Bassiani terrarum ac castrorum et tenutarum Nimphe, Normarum, Cisterne et Thivere aliorumque bonorum et iurium, tam temporalium guam perpetuorum, Iacobi et Gulielmi eorumdem penas incurrisse ac eisdem penis puniri debuisse et debere, et propterea terras, castra et bona ac iura omnia eorum predicta camere apostolice confiscata et ut talia legitime apprehensa fuisse et esse declaramus; prefatumque Iacobum Gaetanum propterea et ob multiplicata etiam diversis temporibus homicidia et scelera, de eius mandato et opera commissa, secretariatu et notariatu apostolicis omnibusque offitijs et beneficiis et dignitatibus ecclesiasticis privatum esse declaramus; Iacobum privilegio, ministerio et ordine. ecclesiastico verbaliter degradamus; sicque degradaturn etiam actualiter degradari mandamus et actualiter degradatum omni ministerio, privilegio et ordine clericali exuimus et curie seculari, ut iuxta legitimas sanctiones iustitie conplementum recipiat, tradi et relaxari mandamus; eosdemque Iacobum et Gulielmum in expensis pro parte fisci in hac causa propterea legitime factis condemnamus, guarum expensarum taxationem nobis reservamus. Ita pronunptiavi ego Petrus archiepiscopus reginus, Urbis gubernator et iudex commissarius, una cum Matteo episcopo nucerino, adhibito nobiscum domino Laurentio de Arianis, locumtenente senatoris. Ita est sicut archiepiscopus reginus, Urbis gubernator, dicit in precedenti sua subscriptione: Matheus de Ubaldis, episcopus nucerinus, commissarius. Laurentius de Arianis de Parma, Iocumtenens alme Urbis senatoris, interfui prolationi 2 supradicte sententie.

I NeI testo ad aationemque. t Nel

[1500

lesto prohetioni.

.ll , 41,7.

c -4717.

Il protonotarìo Giacomo Caetaní prolesta eil appella al pontefice e al concilio aút)erco alla sentenza con Ia quale, spogliato deí bení e delle prerogatioe, oenioa deferíto alla curìa secalare.

Roma

Originale, con le sottoscùioni autografe dei depositari della cedola.

JC. Cum sit quod ego lacobus Cai[t]anus Sermineti ad presens detineor in Castro Sancti Angeli et, ut dicitur seu ut pretenditur, sim ex pretensis delictis, que per me commissa fuisse etiam dicitur seu pretenditur condemnatus ut reus lese maiestatis et quod debeam tradi curie seculari; egoque sciam me innocentem saltem quoad hanc penam, sicque me plusquam injuste fuisse condemnatum; et guia semper dixi me sperare in misericordia et elementia D.d N.'i. Sanctirsimi, prout vere sperab"- quod, atteuta qualitate rei et iustificatione meis, satis pro maxima pena tne tenuisse in dicto castro per duos menses, eaque spe pretus non aliter me defenderim, sed putaverim ea lenitate verborum reducere D."* Nostrum


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

312

SS.-u' ad iustitiam; eaque etiam spe fretus, multa contra veritatem fuerim confessus, que ex metu carceris et tormentorum comminatorum, immo mihi etiam datorum et per me passorum, confiteri fui coactus; ac etiam quia non videbam, postquam eram statu et omnibus bonis denudatus, quomodo potuissem quoquomodo. considerabiliter et cum effectu me juvare; consideratis etiam aliquibus que nunc sum contentus silentio preterire et que intendo latius suo tempore prosequi et specificare: nuncque post hujusmodi pretensam sententiam idem nedum nullam esse clementiam in prefato D."' N.'o SS.'" irno

me contra Deum et iustitiam, ut dixi eo modo quo supra, condemnatum; consideremque etiam quod, nisi alias appellarem et huiusmodi appellationem conmittj peterem, promptum periculum esset ne contra Deum et iustitiam in,statu et contra statum causa non cognita ab initio facta extitit: hinc est quod, his omnibus mature et ut potui consideratis, duxi consultius fore simpliciter in his scriptis et ut infra potui appellare quam aliter agere: propterea igitur hodie, scilicet die quarta februarii 1500, omnibus melioribus formis, vijs et modis quibus melius, et validius possum, et debeo, ab huiusmodi pretensa sententia et omnibus inde sequtis, tam ad eumdem D.oo- N.'u- SS.'"' guatenus quis sit melius informatus, quam et quatenus etiam opus sit, ad futurum pontifrcem et ad sacrum consilium, si quod unquam fiet, appello; deque predicte pretense sententie totiusque processus desuper facti et habiti omniumque et singulorum, post et contra appelladonem huiusmodi factorum seu r faciendorum, multiplici'nullitate dico et protestor protestatione etc. quod, quamprimum dabitur facultas hujusmodi appellationem et nullitatem prosequendi, eam prosequar; et nunc per presentem rogo te loannem Stagliam2seu lacobum Balduinum,seperatimunum sine alio, guatenus, his receptis coram notario publico et testibus, hujusmodi appellationem nomine rneo interponas ac de nullitate dicas, cum totali insertione presentis cedule in instrumento desuper faciendo. Et si huiusmodi appellatio seu de nullitate protestatio non est melius composita, non est quia non videam sententiam esse iniguissimam et nullissimam, easque prosequi in suo tempore, ut dixi, intenderim, sed quia timeo ut prefertur, et sum nedum sine notario et testibus, set penitus sine alicuius consilio; doque etiam uni ex supradictis per presentem facultatem, sine tamen preiuditio presentis appellationis et nullitatis protestationis, iterum, quatenus uni ex predictis videatur, appellandi, de nullitate dicendi ac omnia agendi que in premissis et circha prennissa alteri ex supradictis videbantur et opportuna, cum plena et libera potestate etc. Ego Petrus Marci de Aretio habui in manibus presentem cedulam ista die settima mensis februarij 1500 et ad memoriam me subscripsi manu propria. Ego Ludovicus Zephyrus de Lugniano etiam habui presentem cedulam et legi ista die septima februarii 1500 et ad memoriam me subscripsi manu propria. Die 7 februarij. Presentibus venerabilibus viris dominis lacobo Ruffino, militj hierosolimitano, ac domino Petro de Aretio, causarum procuratore, et domino Ludovico Zephyro, clerico amerine diocesis, testibus etc. L

Rípetuto nel

testo. 2 Con segno di abbreoíazíone.

c-4717.

1500.11.7. Roma

- II

nobíIe Gíooanni Staglia, all'uopo autorizzato con GÍacomo Balduìno,

dola dell'appello ínterposto da Gíacomo Caetani Originale, pubblicato dal Gregorovius

di

Sermoneta

in Lucrezía Boryía, doc. !9, pag.61.

aI

fa

pontefice ed

autenticare Ia ce-

aI

concilío.

.

Anno a Nativitate millesimo guingentesimo, indictione IIJ, die Veneris VIJ mensis februarij, ponti' ficatus Alexandri pape VI anno octavo. Nobilis Iohannes Staglia, civis romanus, de regione ... (!), tenens in suis manibus papirj cedulam, cuius tenor est talis (cf. C-15A0.//1.4,7). Quam cedulam nobilis vir lohannes Staglia mihi notario in presentia testium tradidit ac publice et palam dixit quod narrabat, appellabat et protestabatur in omnibus et per omnia, prout in dicta cedula continebatur, omnibus melioribus [modis] I quibus poterat ... r rogavit ... r et cum insertione ... I unum [vel. plura] 1 conficerem instrumenta. Acta fuerunt hec in palatio residen[tie] ... r domini Alexandri, Sanctorum Cosme et Damjanj sancteque r[omanej n ecclesie diaconj cardinalis de Farnesio vulgariter nuncupatj, in anticamera prefatj cardinalis: dominis Iacobo Ruffino, rnilitj lerosolomitano, ac Petro de Aretio, in romana curia causarum procuratore, et Ludovíco Zeffiro, clerico amerine


VARIA

313

diocesis, testibus. ST. Et quia ego lulianus ser Laurentij de Prato, apostolica et imperiali auctoritatibus notarius, premissis appellationj et protestationj interfui eaque in notam sumpsj, ideo presens instrumentum confeci rogatus.

I La

carla è dannegglala da lacerczíoní.

c -247t.

II.12.

1500.

Pietro Isualí, arcioescooo dí Reggio Calabría, gooerncttoîe dí Roma e oícecamerlengo, Franc65co Borgia, arcù)escooo di Cosenza e tesorÍere generale del papa, Sinolfo dí Castell'Ottierí, oe1coúo dí Chíusí, Domeníco Capranica, Ottaoiano Fornari, oescooo di Maríana, Adriano protonotafio e segretario apostolíco, Ventura Bufalini, úescooo di Terni, e Ventura .. de Benassais,, presídenti e chierìcí della Camera Apostolíca, allg pîesenza di Gíustíno o de Carosis,, at)oocato fiscale, e di Mariano u de Cuccinis >, procuratore fiscale: per mandato di Alessan' dro VI, per iI prezzo di 80.000 ducati d'oro di Camera, oendono a Guglielmo Ramundo Borgía, procuratore di Lucrezía Borgia d'Aragona, duchessa dt Btsceglie e príncipessa di Salerno, Ia tena dí Sermoneta, íI castello di Bassiano, Ie tenute di Ntnfo, Norma, Tioera, Cisterna, San Felice e San Donato con tutte le giurísdizìoní e gli annessi dírítti.

Roma

-

Copia sincrona.

Anno a Nativitate millesimo quingentesimo, indictione tertia, die Mercurij Xu mensis februarij, pontifrcatus Alexandrj pape VI anno octavo. Congregati in camera apostolica, hora solita, in loco eorum residentie, Petrus archiepiscopus reginus, alme Urbis gubernator et vicecamerarius, Fraúciscus Borgia, archiepiscopus cusentinus et pape thesaurarius generalis, Synolphus de Castro Octerio, episcopus clusinus, Dominicus Capranica, Octavianus episcopus marianensis, Adrianus prothonotarius et secretarius apostolicus, Ventura Bufalinus, episcopus interannensis, et Ventura de Benassais, presidentes et clerici camere apostolice, presentibus iuris utriusque doctore domino lustino de Carosis advocato, et domino Mariano de iuccinis procuratore fiscalibus: viso mandato prefati pape, tenoris subsequentis: Alexander pape VI. Cum superioribus mensibus etc.; voleates sue sanctitatis obedire mandatis; communicato prius consilio inter eos, unanimi voto, pro Sanctissimo Domino Nostro et camera apostolica agentes: vendiderunt domino Guillerrno Ramundo Borgia, procuratori illustris domine Lucretie Borgia de Aragonia, ducisse Vigiliarum

et principisse Salerni, ad infrascripta ab ea mandatum habenti manu mei notarii infrascripti, et mihi notario, recipientibus pro illustri domina Lucretia suisque heredibus et successoribus, terram Sermoneti et castrum Bassiani, nec non tenutas Nimphe, Normarum, Tyvere, Cisterne, Sancte Felicis et Sancti Donati, terracinensis et velletranensis diocesis, cum fortillitijs, tenimentis et territorijs ac cum mero et mixto imperio et gladij potestate et eorum dominijs, membris, iuribus, iurisdictionibus, actionibus, edifrcijs, domibus, casalenii molendinis, campis, vineis, silvis, pratis, arboribus, nemoribus, aquis aquarum decur' sibus, lacubus, piscarijs, vallibus, montibus, pascuis, planitiebus, griptis, stirparijs, introitibus et exitibus, utilitatibus, commoditatibus, pertinentijs et adiacentijs ac etiam iurisdictione, hominibus, vasallis vassal' lorumque redditibus; Iibera et exempta ab omni onere, censu, canone vel servitute et cuno onnni eo quod ipsa terra, castrum et tenute habent intra et extra se; concesserunt omnia iura, nomina et actiones, iustitias et rationes ac officium iudicis, gue Sanctissimus Dominus Noster et camera apostolica habent super dictis terra, castro et tenutis, tenimentis, iuribus et pertinentijs supradictis, -nullo iure nullaque u"tion", petitione ac iurisdictione super dictis terra, castro et tenutis ac iuribus venditis Pape et camere apostolice reservatis; mandantes quod domina Lucretia suique successores et heredes ex nunc in antea dictam tenam, castrum et tenutas cum tenimentis, iuribus et pertinentijs supradictis possideant eisque fruantur quemadmodum Sanctissimus Dominus Noster et camera apostolica tenebant; Ponentes dominam Lucretiam et illiu, procuratorem in eorum et camere apostolice locum, ius et privilegium; prefati reverendissimi domini, vicecamerarius et clerici constituerunt suum et camere apostolice Procuratorem dominum Franciscum Borgia, archiepiscopum cusentinum et thesaurarium, ad investiendum dominam Lucretiam seu predictum

dorninurn Guillermum Ramundum tenutis

l,

40.

aut

aliosl procuratores, ab

et iuribus ut supra venditis et ad consignandum eorum

ea ad id eligendos, de terra,

castro,

possessionem; promictentes firmum perpetuo


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

3t4

habere quicquid per eundem Franciscum archiepiscopum procuratorem gestum fuerit, sub hypotheca et obligatione omnium bonorum camere apostolice. Hanc venditionem fecerunt prefati vicecamerarius, presidens et clerici eidem procuratori vigore supradicti mandati pape eis facti ac propter causas et rationes expressas in eo et pro precio octuaginta millium ducatorum auri, in auro de camera, que prefatus dominus Guillermus Ramundus procurator, in presentia mei notarij et testium infrascriptorum, eisdem venditoribus manualiter consignavit et que illico, de commissione eorundem reverendorum dorninorum, dominus Antonius de Spannochijs, pecuniarum camere apostolice generalis depositarius, ibidem recepit ac secum portavit, et cui reverendi domini mandaverunt ut octuaginta milia ducati ad ordinarium introitum prefate camere in libro currenti notaret et scriberet; de quibus octuaginta milibus ducatis venditores se solutos et satisfactos esse dixerunt, et renuntiaverunt exceptioni non ponderatorum et non numeratorum octuaginta milia ducatorum ceterisque alijs exceptionibus; affirmantes hoc esse iustum et honestum plecium pro terra, castro et tenutis ut supra venditis, et quod nullus apparuit qui plus dicto precio obtulerit aut solvere voluerit; et dominam Lucretiam et eius procuratorem quietaverunt, cum pacto de nichil ulterius occasione precij predicti ullo numquam tempore petendi. Promiserunt insuper iidem venditores procuratori permictere dominam Lucretiam suosque heredes et successores terram, castrum, tenutas et iura, ut prefatur vendita, pacifice et guiete possidere illisque gaudere, fructus quoque redditus et proventus et emolumenta ex eis colligere et pro se recipere libere, quodque deinceps camera apostolica eidem domine Lucretie suisque heredibus et successoribus super terra, castro, tenutis et iuribus sic venditis non movebit litern, causam vel novitatem, quin immo dominam Lucretiam suosque heredes et successores, seu illum vel illos cui vel quibus iura eorum vendiderint vel donaverint, in terra, castro, tenutis, tenimentis et iuribus venditis tueri et disbrigare ab omni persona, comuni, collegio et universitate molestante, camere apostolice expensis. Item promiserunt predicto procuratori quod terra, castrum et tenute predicte, cum suis iuribus et pertinentijs, pape et camere apostolice et ad eos pertinent, et non sunt alicui vendita, pignorata aut quovis alio modo alienata, nec de his factus est alius contractus et, si quo tempore contrarium aPpareret, voluerunt prefati domini quod camera apostolica perpetuo remaneat obligata ipsi domine Lucretie eiusque heredibus et successoribus, dictamque cameram de evictione teneri et ad refectionem et restitutionem

tam pretij quam damnorum, expensarum et interesse, que quas et quod ipsa domina Lucretia suiqug et heredes, aut ille vel illi vel quibus ius suum concedere voluerint, quomodolibet substinerent; promictentes insuper iidem domini eidem procuratori quod, si de terra, castro, tenutis et tenimentis et iuribus sic venditis causa et controversia domine Lucretie suisgue heredibus et successoribus et alijs predictis deinceps quomodolibet moveretur, tam per cameram apostolicarn quarn alios pro eadem camera apostolica et pro ea agentes, in se suscipient et prosequentur suis expensis; et sirniliter, si evictio sequeretur, camera apostolica ipsa pretium rei sic evicte absque contradictione integre restituet, cum dannis, interesse et expensis, quas dominam Lucretiam sive heredes et successores suos in dicta causa fecisse contingeret. De quibus expensis stare voluerunt iuramento ipsius domine Lucretie seu heredum et successorum eiusdem absque alicuius onere, probatione seu alicuius iudicis declaratione; et simili modo refrcient omnia meliorarnenta que inlerim fieri contigerit in novis ediEcationibus faciendis per eandem dominam Lucretiam suosque successores et heredes in terra, castro ac eorum fortellicijs et tenutis supradictis, extimanda per duos probos et expertos viros per ipsas partes eligendos. Pro quibus observandis prefati reverendi domini obligaverunt, hipotecaverunt prefato procuratori et michi notario omnia bona prefate camere apostolice, spiritualia et temporalia, iurando etiam dicti reverendi domini ponendo manus supra pectus, more prelatorum. Super quibus omnibus tam predicti reverendi guam Procurator rogaverunt me notarium ut unum vel plura conficerem instrumenta. Acta fuerunt hec Rome, in camera r apostolica, apud Sanctum Petrum: domino Petro episcopo calinensi, domino Iacobo de Sancta Cruce, Ludovico Mosca, civibus romanis, domino Ludovico de Castro et domino Cristoforo Piccinino, basilice Beate Marie Maioris de Urbe canonico, testibus. successores

I Pietro Gamboo,

oescooo

di Cainola-


VAR IA

1501.

Ix.12.

Lomel

-

3t5

c - 2484.

Lettera

di Blas(l) a

IV[arcello

Virgilio:

-

circail soggìomo del card. Giorgío d'Amboíse dí tutta ltalía e moltì signori lombardi.

a Lomel, dooe booansi Carlo Orsíní, glí ambascíatori Originale.

Fuoi:

M.ag.co

et etoquenti viro D. Marcello Vir[gilio]

ex[cel]se

R. P, F. primo

Secretario ut

s.t

[patro]no suo marime honorando. In Palatio Flor[entino].

Magnifice 2 et honorande patrone etc. Noi siamo a Lomel, luogo di qua da Milano 32 míglia et dove si truova la Signoria del Cardinale et per essere luogho piccolo et lui havere drieto 400 cavalli o piùr ci stiamo con sinistro grande. Trovacisi Carlo Orsino et molti altri signori lombardj, ambasciatori di tutta ltalia: et tutti lo hanno presentato, chi argenti, chi broccati et chi cavalli et denique di omni ragione cose se ne partirà presentato. Sono stati li oratori hoggi seco, benchè, per esser stata sua S[ignoria] occupata, hanno poco parlato: et quello generalmente: pure si può fare iudicio che 3 et anchora più là. Staremo ad vedere quello partorirà il parlare si farà domani del quale harete notitia per le publiche. Nec plura. Raccomando et me et le cose mia a Vostra M[agnificen]tia, gue bene valeatis. Ex Lomel, die XX septembris MDI. S[ervit]or Blas (?). I In cera azz.tfto-nerd. ? NeI maryíne superíore: Edita. 3 Seguono círca qualtto fighe ín cifra.

1502

.V.26.

Napoli

* II

c - 2489.IV. ' capitano di Monte...t -

Gran Contestabile del Regno a Nico(a " de Guastaferris fra I'altro íI suo dispiacere per /'assassínrb di Bernardino [CaetaniJ.

manifesta Originale,

Fuori:

Magnifico viro Nicolao de Guutaferris capitanio Montis ... { nostro charisimo.

Remi ) -Musnu'

iì"lt'to I

s.2

comestabilis'

Entro: Capitaneo. Vostre lettere havemo receputo, et inteso la morte del signor Berardino, de Ia quale ne havemo preso ciispiacere assaj como havessi stato nostro figliolo o fratello. Tucta volta voi gubernariti bene quessa terra, et anco farete intendere a tucte altrj ofitiali de soi terre se gubernino bene, sì per lo servitio del Christianissimo signor Re, come anco per servitio de madamma Leonora Ursina madre de dicto signor Bernardino; et voi et li altrj ministrerite iustitia como erate acostomate, et fareti tal guberno che siate comendate; et accadendove altro, ne donerite aviso a fine possamo provedere per servitio del signor Re Christianissimo. Mandamo el gubernatore nostro de Venafrj per fare Ie informatione de tale homicidio azò, quella hauta, se possa provedere ad quello la iustitia recerca. Benevalete. Neapoli, xxvt maij 1502. E. 8...3 Io. de Bongres ()) subscripsi. I Danno della catta. 2 Trccce ilella cera rcssa. s Fìma índecífraùíle'

tsoz. vI. 7.

Arc. Gonzaga, F.11.8,Busta 2459. Caetaní ad Enea Furlano Gonzaga:

- Guglíelmo Caetani e Ie mínacce contro se sfesso. a)

Mantooa

-

círca /'assassinto dí &mardíno-María

Originale.

Fuori: A

I'Excellente signore et patron mio observandissimo

el signor

cavaliere

[Enea Furlaao Q6nz"ga] etc.

Entro: Ex.'" signore et patron mio observandissimo, commendationem. La servitù mia recercha la S. V. debia esser partecipe de tutti li infelici successi mey: et però I'aviso che heri hebi nova che


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETAN

316

I

da Roma como un mio unico nepote de hetà de quindici anni, el qual stava nel Riame, dove ce haveva dui castelli, è stato da otto spagnoli assaltato et crudelmente admazato, con li quali el sventurato haveva fatta grande amicitia; et andando a veder certi soi cavalli che stavano all'erba, trovò quelli homini dabene in un passo che I'aspettavano; el guale como li vide li andò incontro et con la barretta in mano li salutò, credendose che li fussero quilli veri amici che reputava; et loro per ricornpensa li respusero et salutorlo con bone punte de giannette et de spada: et deroli tante ferite che subito lo admazzorno et incontinenti pigliarno la via de Roma dove visibilmente et con la victoria capitarno. Po' aduncha pensare V. S. in quanto aftanno et dolore me ritrovo, privato del stato, de un fratello, te un figliolo et de un nepote, et con pocha speranza de homo che viva et in grandissima povertà; et liberamente questa bastonata è stata de sorte che mai più serrò contento non tanto per la morte, ma per el crudo modo della morte. Niente de meno, è piaciuto a Dio et alli homini del mondo far cusì, è necessario che piaccia anche ad mi; et cusì dellibero fare et tollerarlo con quella piùr patientia che sia possibile. So anque advisato che me è necessario fare una casa in celo per alcuni che son stati deputati alla offension della persona mia; non curaria perderla purchè prima possesse con le rney mani sadisfare I'animo mio' come spero de potere; et intertanto è necessario che me guarde Dio et appresso el signor marchese, perchè da me non so da chi mi guardare. Credeva che la fortuna et Ia mia mala sorte fossero stracche et satie de tanto tormentarme, ma io cognoscho che ogni dì trovano novo modo de adcordarme et (?) con tutto questo so delliberato esser fermo et costante, et lassarò altre donne el piangere. Signor mio, se io so stato longo et fastidioso, quella .me habia per excuso perchè ho cascion grandissima de dolerme; et sfogando Ii affanni mey con Ia S. V., rne pare che me sia licito; alla quale continuo me recomando, pregandola se li accade che me voglia recomandare alla excellentia del signore. Mantue, die VII iunii 1501. De V. S. servitore Guglielmo Gaytano infelice. ")

Domus

.1.t2

1503

l-2, p.

242-3,

C-2499.II,1i"'

.

a Mawízio

- Guglielmo Caetani duca Valeniíno contro gli Orsini.

Ghedt.

Boccaríno:

-

círca

Ia tragedia di Senígallia e Ia guerra del

Originale.

Fuori: Al

mio amatissimo Mauritio Boccarino de Amelia.

S.

t

Mauritio. Nè per via de Bologna nè per el cavallaro de Brescia non ho havuta lettera vostra alcuna, salvo una dal signor Conte fatta allj dui del Presente, per Ia quale me fate intendere, Entro:

che la cathena sta in pegno per cento ducati, et che quillo che la tene non la vol dare, per havet'e altro scanbio, etc. Respondo, dico et voglio che quando sia cusì, che sse venda tanto argento che baste ad rescoglierla; et che insemj con le altre cose la portate; et non voglia persona che mira esserme totore, perchè alla roba ch'io ho me pare haver sentimento d'avanzo. Et per haverla ho scripto ad madamma el medesmo modo ch'io scrivo a vuj ; et quando per Sua Signoria o per altri restasse che non ve fosse data, havisatemene et non vengate sensa, perchè ho delliberato (poi che vogliono) farlj vedere se so passÍu I'Alpe. In conclusione io la voglio con le altre cose ad presso de mj, et non bisogna che nisciun se ronpa Ia testa. Et pregate madamma che voglia far in modo che non me sia necessario per questa cosa fastidirla et nè scriverline più. Et cusì ve dico che non vengate sensa' ma me'l farrite intendere. Similmente della risposta del Farnese la quale so certo che serrà como è stata delle alue, perchè tutto quel che ha fatto respondere ad madamma, l'à fatto per levarsela dalle spalle. Ma sia con Dio: Sua Signoria non fa guel che deve fare per ognj respetto dell'andar nostro llà: lo remetto a vuj. Dico ben che se adesso nolr se nne cava qualche conclusione, che non se nne cava maj piùr: pur intenderite la resposta et secundo serrà: cusì ve governarete. Ho intese le infelice nove tanto de quelle de Sinigallia, quanto de quelle de Roma, de che ne


VARIA

3t7

sto de pessima voglia; et certamente come sapete ognj persona ha cognosciuto et anteveduto che 'l papa, nè la excellentia del signor Ducha de Romagna, non parderia questa cosa maj se non con ruina de Casa Ursina. Niente de meno, Dio ha voluto far cusì, non se pò contradire al voler suo: fossero almeno libere Ie persone, che serria men male. Credo che I'abiano facto ad zò che nui altrj ghibellinj ce debiamo contentare della sorte nostra, zoè esser la magiur parte de nuj fin cque vivj sanj et liberj. Pur sia como se vole, io la ho per malissima cosa, et tanto più quanto credo et so certo che Francescha se deve trovare con quellj manbolj ad Monterotundo; pur me dà qualche bona openione, chè non posso credere che, per retrovarve vuj de ssà in queste conbustionj, non habiate pigliato partito al mancho' de Camillo, del quale ho pensato da cqua ad qualche dì farlo condune da gueste bande ancora ch'io me havesse ad partire; benchè in questo ce pensarò meglio. Ma intertanto voglio che 'l stia con la madre ad Pitigliano o vero a Ssorano; perchè, essendo pigliato el cardinale 2 et Io signor Giulio, s secundo se dice de cquà, me par essere certo che 'l stato sia tucto del papa, et con tanta presteza che ad pena posso pensare dove se siano possute salvare lj frgliolj del signor Giulio et lj mey. E benchè sia certissimo che non siate stato fin alla receputa de questa ad avisarme che partito habiate pigliato de Camillo et dove se sia reducta Francescha con Hersilia, pur non mancate replicarmelo, perchè possite pensare con che animo posso stare. Et se non per non dar fastidio a lley, io lj scriveria in modo che lj farria cognoscere ch'io so pocho sadisfatto, perchè, da che lj signorj Ursini se accordarno col papa, lj scrissi se devesse levare de llà et venirsene nelle terre del Conte che, se ll'avesse fatto, non starria in quisto affanno. Ma se Dio l'à delliberato de privarme de quel putto, non se porrà remediare; ma l'omo se deve governare col devere, et non per le carize che lj faceva la sorella; et Dio voglia ch'io sia el busciardo. Havisandove ch'io non darria una fava de Valmontone nè del resto, perchè so che vorrà fare del resto, et vorrà rnustare (!) de volere et de sapere vencere, sicomo haverriano possuto (quando havessero voluto) lj signori Ursinj con lj altri conlegati. Niente de meno ll peccati loro hanno voluto darlj questa penitentia, habianosella; io non posso se non dolermene, et cusì me nne doglio. Per la frecta del messo non posso scrivere altro. In Ghedj, a di xU de gennaro 1503.

Guglielmus

I

Guftunut ì ! In

ceta rcssa, prclella da

carta. z

Gíooanni Battista

manu ProPrra

Otsíní. 3 VÌteIIí.

c - 2499. III. che Ia chíesa della Pieoe a Santo

1503.II.8.

aI Cesare Borgia: - îaccpmanda - Píetro Soderíni duca Stefano, concessa durante Ia fiooluzione di Arezzo a Giulio Vttellt, sia ceduta

Firenze

a

Francesco Silígatlo.

Minuta originale.

Ill.-" domine tanquam frater carissime etc. Li huominj della Pieve a Santo Stephano volentieri concederebbono la chiesa loro a messer Francesco Siligatto, amicissimo mio, la quale messer lulio Vitelli si fece concedere da loro Io anno passato, cioè fra il tempo durò la revolutione di Arezzo. Onde prego V. Ex. rechiegha epso messer lulio Ia compiaccia per uno amico suo fiorentino, homo docto et da bene (come re vera è guesto messer Francesco). Quando messer lulio ne compiaccia a V. Ex., come la ragione decta per più conti debbi fare, lo pigli in se et lo largischa a questo messer Francesco Siligatto, amicissimo mio, corne è decto, et io lo reputarò da V. Ex. a beneficio non punto vulgare. Quae bene valeat. Ex Palatio Florentino, die VIIJ februarij 1503.

lr5o3.II. 8.1 Piero Soderini carneoale.

Firenze

all'abate BasíIío, oicario dell'ordine camaldolese:

-

c-2449.111. inoilo per iI prossr'mo

Minuta originale, scritta di seguito alla precedente'

Pehus de soderinis poouli Florentini. i Vexillifer lustitiae \ ^-r-" Sublimitas ac celsitudo domini tabulaccinorum r Palatii

Florentini. Reverendo pactrj (!) suo domino abbati Basilio, benemerito vicario totius ordinis Camaldulensis salutem. Apropuiquandosi il dì della


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

3tE

solennità

di

Carnasciale, nel quale facciamo

la nostra festa, c'è parso darne per la présente ad

quella

notitia, et con tucto il core nosho pregharla, quando commodamente possa, si degni venire lietamente a festeggiare con epso noi; dove sarà vista oltre a modo volentierj et benignamente ricevuta. Et quando pel pondo del suo officio non potessi satisfare al desiderio nostro della venuta et visitatione sua, Ia hareno sempre per presenxata, perchè ogni suo danno et incommodo lo reputeremo in noi medesimi. Ma non ci manchi di uno segnio del suo consueto amore perchè ci rapresentj quella, del quale beneficio la sublimità et celsitudine nostra alla R.'" S. V. ve ne riferirà inmortalj gratie et per ogni tempo la riconoscerà per certo et optimo padre, et suo (?) precipuo bene factore.

I Era

stato scrfllo familiae, poí cancellato

e

sostítuíto coa tabulaccinorum.

1503. II. 15 .

c - 2499

.v.

- Gugltelmo Caetani a sua madre Caterina Orsini e a sua moglie Francesca Conti: perché accolgano degnamente Cesare Gonzaga e Baldassare Castiglione; si lamenta del contegno del cardinale Alessandro Farnese; chíede oggetti e finimentí personalí.

Mantooa.

Originale.

Fuori:

Excellenti domine matri honorande

D. Catherine Ursine

et

Mag.@ consorti amantissime

Domine Francische [de] Comite etc. Rome

in

s.t

Insula apud sanctum Bartholomeum etc.

Entro: Excellens domina mater honoranda et magnifrca consors amantissima, commendationem. magnifico messer Cesaro da Gonzaga, portator della presente, vene in Roma, per condurse alli servitij della excellentia del duca de Romagna, et cum lui vene el magnifico messer Baldassar da Castigione, suo fratello consobrino; et perchè poteria essere che yenissero ad vedere le Signorie Vostre, ritrovandome io tanto obligato ad tucti dui et alle Case loro, guanto non poteria mai exprimere, desidero grandemente per le Signorie Vostre se lli faccia tucta quella demonstratione che la sorte in la qual ce ritrovamo ce concede, in honorarlj et ofierirlj almeno quesso povero nido che ci è remasto; che quando dal canto mio se facesse tucto quello che possea fare in tempo che era in casa, non poteria ricognoscerli in la millesima parte de quello che il debito mio richiede, avisando le S. V. che 'l predecto messer Cesaro è figliolo del magnifico messer lohan Petro da Gonzaga, el quale in questa nostra adversità me è stato et è padre, protectore et benefactore in modo che, si mille annj vivesse, non poteria mai satisfare ad una minima parte dello obligo che li ho, sicome le Siguoúe Voshe per guanti delli nostri son venuti de llà, son certo hanno inteso, per quanto a-ore quelle me portano, non manchino in quanto se po' ad quanto li scrivo. Et bisognando vaglianose in ciò, como che fanno in l'altre cose, de I'opera de messer Phelice, de messer Ludovico del Farnese, et ancH de messer Prospero da Viterbo, li quali

El

me rendo certissimo non li ricrescerà per amor mio andare ad honorare li predecti gentilhomini, et 2 cum parole et cum quelli effecti che la fortuna ci ha riserbati. Et anchi ritrovandose el signor Federico in Roma, me serria charissimo facesse el simile, se non che per homo suo li mandasse ad visitare et offerirlj tucto quello che son certo non mancharia exibirlo in benefitio mio, et ad me non serria meno caro facendolo per loro. In summa le Signorie Vostre siano pregate che, per quanto la possibilità loro se distende et guelle poche amicitie et pareutele ce son remaste, non manchino senza ritegno alchuno exponerlo per lo honore et utile de predecti gentilhomini, che ad me non poteriano fare la magiure, nè simile satisfatione. Mauritio tornò per Dio gratia ad salvamento et, intesa da lui la tepida provisione facta per il r.-o cardinale nostro circha la necessitaia domanda mia, non posso ceÉamente restarne se non cum pocha satisfatione et con admiratione grande; et non cresi mai che in tanti mei extremi bisogni sua signoria me dovesse venire meno; che si bene in tucto quello che serria stato el bisogno et desiderio suo, nel tempo ch'io era in stato, uon li satisfeci, puro ha possuto cognoscere I'animo mio, che in guanto ho possuto, Io ha trovato de sorte che per cosa del mundo non me pare dovesse meritare sì fredo cambio.


VAR

I,A.

319

Et per dirlo più apertamente, una domanda sì giusta et causata da tal necessità, se non meritava risposta che per satisfare in qualche particella al bisogno mio, se vederia operare che quellj tengono a6cìo le intrate, dove hanno ad pagare ad magio, anticipassero qualche dì; che per essere sua signoria cli quella prudentia et experientia che gli è, deve pensare che nesuno cavallo per possente et forbito che 'i sia,

el dicembre, iennaro, febraro, marzo et aprile, anchor che ad magio li et fusse certo de havere abundantissimo pascolo; et che multo mancho el potria fare quello che 'l se ritrova, totalmente exhausto et indebilito de ogni substantia, tanto più daendosellj dubia et avara promessa. Et tucto me serrà caro le S. V. fanciano intendere ad messer Ludovico et ad messer Prospero. Et si me dirnandaranno che me serria parso che monsignor dovesse haver facto in questa mia necebsità, per parlare cum loro fora de ambages, dico che come sua signoria, essendo facto cardinale et havendo lo integro stato suo paterno, volse, como el debito ricerchava, valerse della Casa mia, anzi de mi solo, che guel pocho subvenimento li fu dato, uscì della borsa de Guglielmo et furono delle dote de sua mogliera, cussì anchora in questa rnia extrema sorte havesse se non del suo proprio, saltim satisfactione del credito ho cum sua signoria. Item che, como sua signoria se tenne quelli pochi argenti mei tanto quanto Ii piaccque se lli tenne et usò, et de poi senza alchuna mia saputa ne fe ancora quello li piaccque, cussì adesso anchor che fusse bisognato inpegnare o vendere li soi, me serria parso el dovesse haver facto. Nè mancho me pare queste soi excusatione siano troppo da essere admisse, perchè si sua signoria che è quello che è, et è ogni dì bonificato et de offitij et de benefitij, benchè non sia quanto merita et quanto io desideraria, dice trovarse in bisogni, deve pensare che in multo magiori rne rihovo io che va per quattro annj che vivo in modo che non vorria vivere et senza substentaculo alchuno. Io scrivo tucto quello che me serria parso sua signoria dovesse havere facto; ma cognoscho che pocho me giova si pare altramente ad sua signoria. Sia cum Dio, io voglio pur che lo intenda, al meno se haverò el danpno, non voglio essere tenuto tanto grossero che non cognoscha anchora io el facto mio; faccia como li piace. So che gli è ben certo che non lo farrò mai eonvenire ad rasone; ma Ii recordo bene questo che, se gli è utile, non li è potrebbe mai star senza magnare

fusse promisso

hoppo honore.

Ho havuta la tacza et le altre cose havete mandate per Mauritio; mi manchano la cathena, Ii ' bo[cto]ni, el cinto, un altro fornimento da scarsella, et guel boqtone de che scrixi ad vuj Francesca. Et perchè dice che colui tene la cathena non la vol dare se non cum li soi denarj, como per.un'altra ho scripto per el famiglio de messer Mario Bonaventura, vendanose o inpegninose tanti de quellj argenti che bastino ad riscotere dicta cathena; quale fate senza fallo alchuno se consegni al predecto messer Baldassarro da Castiglione che è persona che la po*a[rà] Gdelmente; sirnilmente per li boctonj, el cinto er quelle altre cose. Et perchè Mauritio me dice che erano restate iu una cassecta ad Monte Rotundo, havendole facte venire al ricever di guesta, bene sta quando non fate per ogni modo se habino nel tempo che 'l predecto messer Baldassarro sta in Roma et per lui me lle mandate; et non fate el contrario perchè io son deliberato haverle. Item me mandarite anchora quella conecta d'aolio che fu del prothonotaro, che la voglio dare ad madama marchesana. Le S."" V. me rispondano che li pare de quanto li ho scripto, de Hersilia et de Honorato, a) "h. in quanto ad mi, havendo ad restar de qua, serria per farne quanto li ho scripto. Li cento ducati che Mauritio me dice erano in ordine per rimecterli qui per via di quel gentilhomo mantuano, havendoli consegnati, le S. V. sollicitino, non venendo lui in persona, che scriva qui me siamo dati, non havendoli consegnati et che per via sua o per altra non li possate rimectere piùr presto, li porranno fare consignare al predecto messer Baldassar. Similmente Ie S. V. se ricordano, o inseme cum la soma de quel gentilhomo mantuano o per altra via de mulattieri fino ad Bologna, mandarme quellj vestiti de ciambellocto, tanto el nigro quanto el pavonaczo, et quell'altro gabbano; et mandandoli fino ad Bologna, sia consignato el fardello in potere de madonna Laura, figliola del signor messer lohan Bentivoglio; et guell'altre dui ca-ise, non havendo da mandarle più presto, le porrite mandare per messer Baldassar. Ad V. S.d' me ricomando. Mantue, 15 februarii 1503.

Filius et coosors Gu. Gaietanus. ù Dî

dí Ersilía, sí ha 2 Contí. L In cerc rcsEo, prctelta da carta questo Onoralo,

fratello

soltsnlo notízìa quí e

rcI

lestamanlo

dí Calcúna

a..síní

(cf. p. 323).


DOCUMENTI DELUARCHIVIO CAETANI

320

r5o3.VIil.

c-2499.VII.

25 , A.

perché rímangano dí S. Cectlía, agli uffcíalí dì Sermonela: -di Prospero quale Colonna Ie truppe a difesa del muoúetanno Borgia, Rodrígo al duca, loro fedelt

Roma.

-

Francesco Boryía, cardìnale

con parte dell'esercito spagnolo. Originale.

Fuofi:

Spectabilibus viris olf,cialibus, consilio et communi terre Sermonetj amicis nostris catissimis. Franciscus

tituli Sancte Cecilie presbiter cardinalis

s.'

Cosentinus illustrissimi dominj ducis Sermonetj tutor.

viri et amici nostri carissimi, salutem. De poi lo adviso, per piìr et piìr nostre, del caso oc;urso de la felice memoria di la Santità di N. S.', per quatriplicate et seplicate (!) lettere, vi habbiamo exhortati et comfortati ad Ia fede et constantia promessa per voi ad lo ill.'" signor Don Roderico, vostro duca, in la quale non dubitamo, immo semo certi per la cognitione de li vostri animi, diuturna et singulare afiectione, quale in voi se cognosce, persisterete. Et ad ciò non piglate alclna admiratione de la consignatione de li stati facta ad lo ill.'" signor Prospero Colonna et Casa Colonna, imperò vi scrivimo lu ir"r"nt": per Ia quale ve significamo che decta assignatione è. facta Per concernentia de la tutela de li stati de la Ex.'ù del ill.'" signor Duca di Romagna et Ii ill.-' signori Duci de Sermoneta et et Camerino, et facta fra prefata Ex.tio et signoi Prospero confederatione ad pernitie de loro inimici tutela di loro stati p"rpJu" con tucta casa Colonna. Certificandove che con lo exercito, quale ha prefata Ex.'i", .iò è oc homin! d'arme, millj cavallj legierj, "t # fanti, et la maiur parte de I'exercito-spagnolo, perchè vene in favore de prefata Ex.o' quale vene presto -ill.-t qui, del quale noo n" piglate admiraiione, ,igoo.i Duci, lo (!) causa che vogliono opprimere questi Ursinj, quali procuravano locarè et li prefati insidie et tumultua;j moti in le persone et stati de prefati ill.^i signori Duci; et per coroboratione de questo vi advisamo come ad lo ill.-' signor Don Roderico, vostro duca, è data per consorte una signora de questi ill.-' siqnori Colonnesi, sì che possete pensare con quanto fundamento al presente sendo le "Ex.ù et questi i[.d signoú Duci, et che sendo piùr da agumentarse continuo che prefata d" "or" minuirse; sì che state de bono animo ei in quella fidelità se spera da voi et secundo la nostra bona openione et eo magis, per dispositione divina, questo sacro Collegio elegerà-novo pontefi"",..9:îl".t"tt1 o' et ill.* signori satisfactione de tucti lo populo- cristiano et propitio ad lj stati et cose de prefata Ex. Duci, dal quale non *"no ," ne spererà comodo et beneficii che da la felice recordatione de prefata Spectabiles

Sautità; imperò quantunche ,uppiu.o non bisognare, ma per fare lo nosho debito, de novo vi comfortamo et exhortamo ad perseverare in quella constantia et fede prefata che, ultra la laude ne consequirete, ne suspi ion:..:l serrete recognirciuti (!) grandemente et secundo li vosni desiderij; et non piglate alcuna et ill.'' Ex.t'" prefata de li stati de conservatione per è tucto facto che cose, admiratione ie li pr"Íutl la fede da meno venire se sentissj sentilla se alcuna sappiate, signori Duci et aulumento de epsi; et state constantj, imperò pernitie; ad vostra et prlfu,u et openione, tucto questo exercito verrà supra voj ,".pr" noi serrimo prompti ad li vostre occurrentie; sì che voi site savij et state de bono animo

"h" qu*do serete fideli, senete recognoscutj (!) secundo la vostra voluntà. Et bene valete. Rome, "h", apostolico, )oil/ augusti tttotll. ex palatio ' Iorup", vi pregamo proiedate al castellano per li soi denarj de victualie, et qui vederemo chi è fidele.

FIranciscus] cardinalis Cusentinus tutor manu propria'

I Ttacce dì cera

rossa.


VARIA

321

1503.vI[ .25,8. Roma

c-2495,2499,V1.

II cardinale Francesco Borgía aí consiglíeri e al comune dí Sermoneta: saglíe, da parte del duca Valentíno, contro qualsíasí tentatioo dt fibellbne.

mínaccía rappte-

Originale,

Fuori:

Spectabilibus viris consiliarijs et communj Sermoneti amicis

s.t

nostris charissimis'

F. tt. S.

Cecilie presbiter cardinalis Cosentinus.

Entro: Prestan[tissimi] virj, amici nostri charissimi, salutem. I-lavemo inteso che in quessa terra se è facta certa novità senza alcun respecto del sacro iuramento de fedelità et homaggio havevate prestito al vostro signore; non ce possemo indurre a crederlo per modo alcuno, perchè sapémo certo non esser causa nessuna che ve habbia spinto a guesto. Pure quando sia che per alcuno particulare che altramente non ce persuademo, aut aliter guomodocunque, in la terra habbiate receptato alcuno contra lo stato del vostro signor Ducha, ve dicemo che subito, vista la presente, li date licentia, facendo demonstratione della vostra solita fedelità, la quale per 6no ad mo havemo cognosciuta intemerata et salda. ' Altramente facendo, cognoscerete evidentemente et tenetevi in mano la vostra ultima ruina, perchè Ia excellentia del signor Ducha de Romagna ha facto ferma et perpetua liga et confederatione con li signoú Colonnesj et capitulato per certa tutela et securità de. quesso stato, restituendo loro tucte sue terre. Et per più chiaro effecto già se è mandato per tucto Io sforzo del campo de spagnoli, che subito venirà per desfactione.de rebelli nostrj et de sua Excellentia, et senza alcuna remissione se procederà

ad tale exterminio. Notificandove che una zitella de casa Colonna noviter se è coniuncta et èoncluso el matrimonio. col nostro signor Ducha. Et non vi generj desdegno della Torre della Pretata che ex nunc vi promettemo darvela in mano et aperire quella contemptiosa bocca, poi che è venuto el tempo. Nec alia; bene valete. Rome, ex palatio apostolico, die XXV augusti MDII;.

FIranciscus] cardinalis Cusentinus manu propria.

L Ttacce dí cera

rcssa.

c - 2498.

1503.Vru. 25 ,C . Colonna

Roma

- Prospero dí Guglíelmo Caetaní,

Copia .del Carinci.

Fuorí:

ai

consiglíeri

di Sermoneta: -

perché licenzíno Federico Conti

e Ia moglie

sotto minaccia dí ruina della tetra.

o)

Spectabilibus viris comiliarijs teng Sermonetg nostris caisimis

Entro: Magnifici viri, amici carissimi, salutem. Havendo hoge inteso che havete facta novità, ad instantia del sig. Federico delli Conti, quale è venuto in guessa' tena, ne so restato meravigliato, perchè sapete che in passando ve feci intendere non ve movessivo ad cosa alcuna, perchè ad tucto se pigliava

di manera che restaressivo contenti. Et perchè sapete che io amo non poco quessa università et ho caro omne vostro bene, imperhò ve exhorto et astrengo che subito debiate dare licentia al predecto sig. Federico et alla mogliera del sig. Guglielmo, chè o-"e cosa se fa per bonissimo respecto. Et delle cose vostre lassate lo carico ad me, perchè le govemerò bene et de manera che restarete satisfacti, e consequirete guello che afettate; alhimeote ve chiarisco che me serrà necessario non solo non operar bene alcuno per voi, ma venirye inconho et farvi lo pegro che posso. Sicchè iterum ve assecto,

t.

4L.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

122

exhorto ad fare secundo de sopra ho decto, certificandove che, se fate el contrario, potrà essere I'ultima ruina vostra. Nec alia; ad voi.ne offerimo de continuo. Rome, XXV augusti 1503. Allo piacere vostro. Prospero Colonna mano propria. a) Pubblicata dal medesimo

1503.

in Lcttere di O. Caetaní, p' 197-8,

IX.25.

Mantooa

per íI

c - 2499.

Laura Bentiooglío Gonzaga, marchesa di Mantooa, a Guglielmo Caetaní: ricupero dello stato di Sermoneta.

-

si congralula

Originale.

s.'

Fuofi: Mag.o ac potenti dno. . tatrquam fratri nostro dilectiscimo dno. Guglielmo Gayetano Sermoneti etc.

Entrc: Magnifice ac potens domine tanquam frater dilectissime. Inteso, per lettera de V. S. de VllI del presente, la felice recuperatione del stato suo, cum la rocha, et li prosperi suoi sueessi, ne ho pr€so*quella leticia et sumrno gaudio, che si convene al cordiale amore ch'io gli porto. Et perhò cum la presente mia me n" ,ul"!ro et congratulo seco, pregando la Divina M.tà che gli feliciti ogni slro progresso per I'advenire. De le amor.vole ofierte che mi fa essa V. S., a me gratissime, la ringratio cum tutto il cuore, certifrcandola che ne usaria, accadendo il bisogno, cum quella fiducia che essa poteria pigliare de me et ogni mia facultate Perchè non posso fare le recomandatione de V. S. a I'ill. signore mio consorte, per I'absentia sua, le ho duplicate a la Bella lulia che le ha havute aceptissime, et cussì le rende multiplicate. a quella, a la quale io etiam mi ofiero et racomando. Mantuae, XXV septembris 1503. Uti soror. Laura Bent[ivogli]a de, Gonzaga Marchionissa L Tracce di ceta

c

- 1501. ")

xil.

rcssa.

F. P.3320.

s.

Nella bottega , -dinaltzi aì testi e a

Pisa

Giacorno del

fu

Pietro

di

ser

>,

posla nella cappeUa dt S. Giacomo...,' Gíacomo . de Lionte >, notaio e gíudice pisano :

Geronimo u lacobi, spetiarii

Gabriele María del fu Gaspare * de Corbinis u, della cappella di S. Maila Maggìorc di Písa, per cento ducatí di denarí pisaní, oende a Fanucxío del fu Tomeo, detto " Fabro de Fonte ad Sachum ,,2 cittadino di Pisa, un terreno alberato, posto neltenitorio . Pontesachi ',2 ín località

.

Campidocsio ".

Arc. Caet. Prg. (Fonìlo Písano) n. 3320,

Ortgínale, danneggíato dall'umidità'

a) NeI doc. millesimo quingentesimo secundo, indictione quinta (indr'zione

t)

Interta

1504.

I.9.

Sermoneta Copia

-

Ia

letluta: Arpolli, dc Polli'

Apolli.

2

greca).

Pontasserchío'

c- 2499.xI. Testamenlo

sincrona. Ncl

di Catertna

oerso, nola del

Orsrhi.

*c. XI/I:

Testamentum

domi*

Catherine de.Ursinis'

Anno a Nativitate '1504, pontificatus lulii pape IJ.anno primo, indictione VIJ', mensis ianuarii die IX. Illustris et excellens domina Catherina de Ursinis, Sermoneti etc., liiet infuma corPore

.lC.


VARIA mente tamen

et intellectu

323

sana, recteque loquutionis et cognitionis existens, suum ultimum condidit

testamentum. Et primo reliquit sibi per infrascriptum suum universalem heredem omnia funeri sue oportuna preparari atque exhibi (!) de extrema sacra untione et aliis ad opus necessariis. Item voluit corpus suum asportari ad ecclesiam Sancti Francisci et in eadem sepelliri, iuxta altare maius ubi presbiter, celebrans missam, permanet; et voluit pro elemosina dari portitoribus carolinos duos pro quolibet; de cera, funalibus et candelis et de ecclesiis seu presbiteris et fratribus, ad funus eius associandum invitandis, et aliis oportunis remisit se ad voluntatem Guilielmi Gaytani, sui unici fllii et heredis, iuxta conditionem

sue excellentie. Reliquit pro male ablatis incertis ducatos de carlenis guinque et totidem pro satisfatione decimaram. Reliquit hospità li Sermoneti ducatos sex, in quibus cognoscit se esse debitricem et, ultra istos sex, religuit eidern hospitali ducatos quatuor. Reliquit ecclesig Sancti Angeli ducatos tres, et totidem ecclesie Sancti Nicolai de Sermineto, ut in oportuno ac nuper necessario opere expendantur. Reliquit ecclesig seu conventui Sancti Francisci de Sermoneto ducatos quinquaginta, expendendos in eo quo magis ipse conventus opere indigebit et, ultra hos quinquaginta ducatos, vult quod prius expediatur de omnibus oportunis qugdam cappeila quam ipsa testatrix in dicto conventu fabricari fecit. Reliquit ecclesig Santg Marig de dicta terra Sermineti ducatos quinquaginta expendendos ut supra ad voluntatem vicarii et archipresbiteri dicte terle Sermineti. Reliquit ducatos quinque Societati Corporis Christi. Reliquit Sanctg Marie Gratiarum de Sermineto ut fiat ibi, ad honorem Virginis Marie, una planeta de serico albo. Reliquit quod octavo sug mortis die fiant exequig mortuorum solemniter. Reliquit ut semel per quemlibet presbiterum sermonetanum celebrentur missE Sancti Gregorii, prc guibus reliquit pro elemosina ducatum unum pro quolibet presbitero, et guod celebrentur dictg misse per spatium unius mensis post mortem ipsius testatricis. Reliquit ducatos duos tradendos canonicis ecclesig Sarqctg Marig quod legant psalterium antequam corpus eius sepulturg tradatur. Reliquit Agatg, qug per annos plurimos sibi bene inservivit, ducatos viginti ab omni onere exemptos. Reliquit eidem Agatg, dua durante vita, anno quolibet ducatos sex. Reliquit Cathering Agate id quod habere debet de dotibus sibi promissis per eandem testatricem. Reliquit Marig Luce pedissequg sue id quod habere debet pro residuo sibi promissg dotis. Reliquit Cathering Malatacca, pro suo servitio, ducatos sex. Reliquit Antonellg ducatos tres et totidem Cathering morg. Reliquit Nanng Antonij Baci, alias de Mappurcectis, quatraginta florenos sibi in dotem per ipsam testatricem promissos. Reliquit aliis pedissequis, existentibus ad servitia totius domus, ducatum unum pro qualibet. Reliquit Antonio de Venafro ut vestiatur omnibus vestibus oportunis de panno sibi condecenti, sumptibus ipsius testahicis, et si dictus Antonius vult hinc recedere, dentur sibi, ultra dictas vestes, ducati duo. Reliquit Cica de Exhaneo unam gonnellam et aliam Cica nutrici, ipsis condecentem, iuxta earum conditionem. Reliquit Stefano magistri Cicci ducatos duos pro uno pare caligarum. Reliquit doming lacobellg Gaytang, frlig sug, ducatos quinguaginta de carlenis, cum conditione quod de bonis et rebus ipsius testatricis quovis iure amplius petere non possit. Reliquit quod guocunque tempore ipsa lacobella vellÊt Sermonetum accedere, quod habere debeat domicilium in curia Sermoneti et victum pro se et duabus aut tribus pedisseguis. Reliquit domino Alexandro cardinali de Farnesio, suo nepoti, ducatos decem, et totidem doming lulig. nec non et totidem doming Hieronymg, sororibus prefati cardinalis, ac neptibus ipsius testatricis, cum conditione quod de bonis et rebus suis plus petere non valeant. Reliquit doming Roasig Gaytang ducatos decem, ea similiter conditione ut supra. Reliquit doming Francisca de Comitibus, sug nurui, bubalas grossas decem et omnes pecudes quas ipsa testatrix habet et quotguot etiam I bestias vaccinas habet. Reliquit domino Honorato Gaytano, nepoti suo, unum corcopeum seu sparverium de pulcrioribus qug ipsa testatrix habet et duo paria linteaminum. Item unum aliud spaverium similiter de pulcrioribus et duo paria linteaminum reliquit doming Hersilig Gaytang, nepti sug, cum hoc quod sibi in dotem rninime computentur. In omnibus aliis bonis et rebus suis instituit suum heredem universalem Guilielmum Gaytanum, dominum Sermoneti etc., filium suum unicum legitimum et naturalem, cui vice institutionis reliquit omnia bona sua mobilia et stabilia, iura, nomina et actiones et ubicumque de bonis suis poterit quomodolibet reperiri pleno iure, cum onere tamen maritandi unam pupillam condecenti dote, pro anima condam domini prothonotarii Gaytani, sui germani fratris. Exeguutores huius testamenti ordinavit Alexandrum diaconum cardinalem de Faruesio et Orlandum de Ursinis, episcopum nolanum, nepotes suos, cum potestate tantum vendendi de bonis et rebus suis, minus tamen damrum facientibus, quantum pro celeriori satisfatione dicti sui testamenti suficiat. Actum Sermoned, in arce, videlicet in aula solitg residentig prefatg testatricis: Scipione Scammelle, archipresbitero ecclesig Sanctg Marig de Sermoneto, magistro loanne de Cora, aÉium e.t medicing doctore, magisho Laurentio de Prato


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

324

chirurgico, Petro notarii Alexandri de Americis, Stefano magistri Cicci, Leonardo Dano Thomeo Ioannis Pellionis, testibus de Sermineto.

I Cf.

-

seu

nota a), p. 319.

c -25A7.

1504.IV.18. Maenza.

et Thoma

Testamento

di

RaĂ­mondo Caetani, signore

di Maenza e

Roccagorga,

Copia sincrona.

Copia testamenti domini Ramundi Gaytani. Anno Domini 1504, pontifrcatus Iulij pape secundi anno primo, indictione septima, mensis aprilis die decimo octavo. Magnifrcus et excellens dominus dominus Ramundus Gaytanus, castri Magentie et Rocce Gurge etc. dominus, licet infirmus corpore, mente tamen et animo bene sanus recteque locutionis existens, presens testamentum facere procuravit. Reliquit corpus suum sepeliri deberi in ecclesia cathedrali Magentie, in capella sub vocabulo Beati Antonij de Padua, cui capelle reliquit ducatos quindecim. Reliquit quod, corpus suum dum est super terram, celebrentur misse viginti. Reliquit pro cera sui funeris decenas triginta, distribuendas hoc modo: decenas quinque dum corpus est super terram, et decenas decem et octo exequia fienda, reliquum in capite anni; et primo invitetur capitulum Sancte Marie de Magentia et capitulurn Sancte Marie de RocĂłagurga cum crucibus. Reliquit pro qualibet cruce ducatum unum; item pro quolibet presbitero missam dicentem (t) carolenum unum, et presbiteris cantantibus missam, pro quolibet, carolenos duos. Reliquit portantibus cruces, dum corpus suum fertur ad ecclesiam, pro quolibet, bolonenos quinque.

Reliquit pulsantibus campanas, pro quotribet, carolenum unum. Reliquit fodentibus foveam, pro quolibet, carolenum unum. Reliquit portantibus corpus suum ad eclesiam, pro quolibet, carolenos duos. Reliquit pro 'incertis florenum unum. Reliquit patino suo penitentie carolenos duos; item pro decima male ablatis defraudata florepum unum. Religuit quod celebrentur pro anima sua misse Sancti Gregorii. Reliquit ecclesie Sancte Marie de Magentia ducatum unum. Religuit domo Frus.t" (!) Sancte Lucie, ecclesie Sancti Antonii, ecclesie Sancte Liberate, ecclesie Sancti Sebastiani et ecclesie Sancti Leonardi dicti castri, pro qualibet, florenum unum; item ecclesie Sancte Marie de Roccagurga ducatum unum, ecclesie Sancti Leonardi, ecclesie Sancti Petri, ecclesie Salvatoris dicti castri, pro qualibet, florenum unum. Volens recognoscere bonam fidem erga dominarn Chatarinam de Comitibus, eius uxorem, confessus fuit se recepisse in denariis et aliis bonis mobilibus florenos tria milia pro dote ipsius domine, quam sibi reliquit restitui de bonis suis usque ad satisfationem dotis predicte. Reliquit eamdem Chatarinam, dilectissimam uxorem, dominam, patronam, gubernatricem et administratricem omnium castrorum, terrarum et bonorum suorum, mobilium immobilium, iurium et actionum, ubicumque existentium, ac suorum filiorum et vaxal' "i lorum, mandans suis vaxallis ut eidem gubernanici parere debeant tanquam persone ipsius testatoris si viveret: cum potestate delinquentes, inobedientes et rebelles puniendi, carcerandi, ad predicta fieri faciendi, prout ordo iuris declaraverit et qualitas delictorum requisiverit et sibi expediens visum fuerit; ac etiam benedictionem personalem cum charitate dedit omnibus suis filiis masculis et feminis, ac ventris ipsius domine Chatarine, que gravida est, quibus omnibus ac poslumo nascituro precepit, sub pena privationis hereditatis a sua hereditate et bonorum ipsius testatoris successione, quos contrafacientes ex nunc prout ex tunc et, e converso, bonis et hereditate ac portione sua privatos et exheredatos esse voluit. trn casu contraversionis (t), quod non credit, ut eidem domine Chatarine, cum omni honore, obedientia et reverentia, in omnibus rebus exhibere et prestare debeant; et si aliquis dictorum Gliorum suorum contrafecerit, voluit simpliciter, cum iuramento et sine, stari et credi debere dicto ipsius domini cui dedit facultatem declarandi inobedientem et rebellem, ac illum expellendi etprivandi sive exhaendi ab omnibus suis bonis. Mandavit testator suis filiis quod, vivente Chatarina, eius uxore et eorum matre, nullus ipsorum petere possit divisionem bonorum seu alias quandolibet partem, si (!) in hereditatem dicti testatoris contingentem, neque minus petere rationem administrationis fieude per dominam Chatarinam de bonis ipsius testatoris, ad quam redendam testator ipse penitus liberavit dominam Chatarinam; siquis suorum filiorum contrarium fecerit seu huic sue ultime voluntati et dispositioni non acquieverit, tandem contra-

-


VARIA

325

facientem contraveniet, seu huic sue ultime voluntati acquieverit, privatum esse voluit, et privavit portione sibi tangente de suis bonis et hereditate. Dominam Chatarinam, eius uxorem, tuhicem suorum filiorum et heredum esse voluit; in omnibus suis bonis heredes universales esse voluit filios legitimos et naturales, videlicet Franciscum, Petrurn, Iohannem, Nicolaum, Iacobum, Honoratum et Christophanum ac ventrem seu postumum nasciturum ex dicta domina Chatarina que gravida est, si masculum pariet, pro equali portione; si autem pariet filiam feminam, ipsam ac omnes, Antoniam, Hipolitam et Margaritam, eius filias legitimas et naturales, heredes instituit particulares in dotibus eis assignandis per dominam Chatarinam, eius uxorem, et infrascripto, ,ùor exactores (!) et frdei commissarios, in solidum, tempore quo tradentur nuptui, mandans testator de bonis suis aliquid ultra petere non possit, sed quod contenta esse debeat dotibus suis cuilibet ipsarum assignandis; dominam Victoriam et Elisabectam, ipsius testatoris alias frlias feminas, que in monasterio Sancti Sixti ingresse sunt et moniales eiusdem monasterii esse intendunt, sibi heredes particulares instituit in dotibus, taxandis per antedictam dominam et executores infrascriptos, in solidum. Si quis ex suis filiis aut filiabus decesserit in pupillari etate seu alias sine filiis legitimis et naturalibus ex eorum corpore descendentibus, substituit supervenientes masculos pro equali portione. Voluit quod, si aliqua suarum filiarum remanserit vidua, ipsa possit redire ad domum ipsius testatoris et habere victum et vestitum, reportando dotes suas et communicando labores cum suis heredibus universalibus. Reliquit executores ac fidei commissarios archiepiscopum de Comitibus et magnificum dominum Gulielmum Gaytanum, quibus dedit potestatem alienandi de bonis dicti testatoris usgue ad sententiam huius testamenti. Actum in arce castri Magentie, videlicet in càmera prefati testatoris: domino Petro Nardo de Piperno, Petro Paulo de Antonellis de Anania, notario Antonio Gasparis de Roccagurga; notario Antonio Ferrazolo, domino Antonio Pascione, Nardo Pecoraro et domino Liberozo, de Magentia testibus. Nicolaus Tutii Perrini de Magentia, imperiali auctoritate notarius, scripsi et signum meum apposui.

1504.VIII.2. [FirenzeJ. - Lettera di Piero Soderiní a Dimas, capitano della flotta fiorentina: di Albertinello si scontrí col Bardella.

c-2517. -

perché

Ia

natte

Minuta.

Domino Dimas, capitaneo classis Reipublice excelse florentine. Magnifice domine et amice noshe non risponderemo alle lettere della Signoria Vostra se non quando achascherà qualche cosa importante. Ma con le opere proseguiremo e ricordi et domanda della S.fr" V., prosupponendo habbino ad essere sempre iusti et convenienti. Mandossi la pagha come quella desiderava et ha ad sapere qu.ella che tucta la fede di ltalia è restata in questa Republica et in noi. Desiderremo adsai che Ia S.* V. operassi che Ia nave dello Albertinello si potessi adoperare per qualche giorno per fare uno scontro col Bardella, la qual cosa tornerebbe et honorevole et utile et ad q'uesta repubblica et alla V. S.'i' et noi non mancheremo di qualche gentileza verso di quella. La V. S.d' intende guanto questa cosa importi alla republjca mostra, quanto sia da quella stimata, et quanto da epsa si desideri. Et però non diceno (t) altro. Bene valeatis. Die l1 augusti 1504.

carissime. Noi

c - 2510.

1504.X[.27,30. concordia e po.ce tra Guglielmo Caetaní, signore Roma. - Conoenzíoní e capitoli di comunità e gli uomíni dí Sezze,

Sermoneta, e Ia

Originale, con sottoscrizioni autografe.

Conventiones et capitula concoldig et perpetug pacis faciendg inter Guilielmum Gayetanum, Sermoneti dominum, et communitatem et homines terrg Setig pro satisfatione voluntatis Sanctissimi Domini Nostri et quiete utriusque partis: In primis dominus Guilieimus vult relinguere dictg com'nitati et hominibus medietatem unius tenutg nuncupatg Mesagne, cum conditionibus quod per commissarium illuc destinandum per Antonium de Ruvere, episcopum eugubinun, Sanctissimi Domini Nostri magishum domus,


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DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

debeant declarari confinia dictg tenutg, ac postea illarn dividere cum aftxione limitum muratorum modo ordine quibus commissario deputando videbitur utrique parti melius expedire, declarando dictas Mesagnas intelligi a capite Fluminis Novi per ipsum flumen eundo usque ad pedem eiusdem, ad locum nuncupatum Locus Trovae, et a capite Fluminis Novi per Cavatam usque quo reperientur confinia dictarum Mesagnarum, a pede Fluminis Novi veniendo ad dictam Cavatarn, secundum divisionem faciendam per dictum commissarium, exceptis pescherijs, qug non debeant includi in dictis terminis, et super quibus pescherijs nihil debeat innovari. Quod communitas et homines predicti in ea parte Mesagnarum, hoc est in dicta medietate que illis continget et sua erit, non possint unquam aliquid innovare quod aquas moveat a suo naturali et antiquo cursu, sed perpetuo tnanere debeat eo modo quo manebit, presentibus conventionibus et capitulis executioni demandatis et conclusis. Quod dicta communitas et homines possint uti ad beneplacitum suum medietate tenute Mesagnarum etiam pascendo eorum, non tamen aliena pecora, et quod non possint afidare in dicta medietate alia peccora quam setinorum, nec consentire quod alij homines quam veri incolg et habitatores terrg Setig possint ibidern in dicta medietate pecora pascere. Additum: de consensu partium. Et quod possint dicti homines in dicta medietate pascere aliena pecora qug haberent in socita usque ad numerurn quinquaginta; qtlo numero transacto, pro qualibet bestia teneantur ad penam unius ducati. Quod, divisa dicta tenuta ut supra, ad evitandum omne inconveniens quod posset pacem et concordiam turbare, occurendo quod pecora alterius partium casualiter transcurrerent in partem tenutg alterius partium usque ad numerum decem, non teneatur pars ipsa ad aliquam penam. Transacto autern dicto nurnero decem transcurrentium' declaratur per prefatum magistrum domus, cuius declarationi et arbitrio super hoc partes ipse consenserunt, quod pro qualibet bestia grossa transcurrente, ultra dictum numeruut, teneatur illa pars, cuius erunt bestig, solvere alteri parti per dictam transcursionem damnificatg soldos quinque, et pro qualibet parva et minuta bestia teneatur solvere soldum unum et pastores cum impunitate remaneant. Quod, si altera partium reperiet in partg sug tenutg pascere pecora alterius partis, non possit retinere nee seducere aliquam bestiam, sed solummodo debeat retinere aliqucd signum ad verificationem transcursionis et hoc etiam observari debeat in omnibus territorijs utriusque partis. Quod dominus Sermoneti pro commodo predictg communitatis et hominum vult bis in anno, in vere, de mense aprilis vel maij' et in autunno, de mense septembris vel octobris, purgare et mundare {lumen suum Puzam nuncupatum, et hoc faciet suis expensis .cum ferris et bestijs, prout erit de consuetudine; et ultra hoc vult consentire dicte communitati et hominibus quod, volentes ipsi pro sua utilitate flumen ipsum Puzam ultra dictas duas purgationes, rnagis purgari, liceat eis purgare et mundare, cum pacto quod primo debeant petere licentiam a domino Serrnoneti, cuius consensus super huiusrnodi licentia appareat solemniter celebratus; et statim, petita licentia ot oblato censu, liceat eisdem comunitati et horninibus purgare et mundare dictum flumen, etiam dicta licentia non obtenta; et pro purgatione per setinos facienda declaratur per prefatum magistrum domus, cuius quidem declarationi et arbitrio super hoc partes ipsg consenserunt, debere solvi domino Sermoneti annuatim in Nativitate Yesu Christi mediam libram piperis per ipsos setinos et licentia debeat fieri per manus,notarij ; qus licentia desuper habita intelligatur pro tot vicibus purgationis quot communitas et homines predicti voluerint, cum pacto quod pro qualibet vice purgationis per unum diem ante debeat notificari domino Sermoneti per literas dictg communitatis de tali purgatione facienda; ac cum pacto quod omnes pisces, qui in dictis pugationibus faciendis capientur, debeant consignari domino Sermoneti vel suo deputato. Quod fiumen adherens portioni tenutg qu9 continget communitati et hominibus predictis sit commune utrique parti; videlicet quod tam dominus Sermoneti et sui subditi et vassalli quam communitas et homines predicti possint in eo piscari et uti ad eorum libitum, ac possint per illud ire, redire, stare, morari sine tamen aliqua clausura; ac etiam quod vasalli et subditi prefati à omini possint ire et redire per omnia flumina currentia ad Terracinam et ad mare cum navibus et sandalis, portando et reportando quecunque voluerint sine aliqua licentia, cum dicta flumina sint stratg publica et regig. Quod liceat communitati et hominibus predictis, guotiens opus fuerit, arginare et ,"puror. omnes ripas fluminis Puze versus Setiam ad evitandam aquarum inundationem, petita prius lieentia, et hoc totiens guotiens opus fuerit ad evitanda illorum dt-na, etiam licentia non obtenta' rupturam in flumine Puze, specialiter Quod dominus Sermoneti nullo tempore nec ulla causa possit facere Falconis, et a setinis nuncupatur Fossella Fluminis Capud appellatur Sermoneti in loco qui ab hominibus facere aperire vèl aperire os Cavatg, alias possit non Sermoneti Collg Campanellg. Quod do-i"us predictos, debeat Pel'eosdem Pretarg. Quod os Fluminis Novi, apertum per comunitatem et homines

et


VARIA

327

claudi et perpetuo clausum remanere, et quod liceat domino Sermoneti providere quod Flumen Novum non afierat sibi damnum. Quod limites et terminj inter Setiam et Aquam Puzam debeant observari secundum divisionem registrj Campanig prout declarabitur per commissarium deputandum. Itern pro compositione rerum Bassiani et Setig dominus Sermoneti remittit se ad sententias latas inter eos et ad declarationem et compositionem prefati magistri domus dessuper per eum faciendam. Quod interhomines Setig et subditos domini Sermoneti, ad evitanda scandala et pro conservatione pacis et concordig predictg, non possint fieri represalig nisi contra principalem. Item partes contentantur stare rebus terminatis, alias iudicatis, secundum bullam Bonifacij pape VIIJ, exceptis pescherijs, quas dicti homines possident et possederunt usque in presentem diem, super quibus pescherijs non possit per dictas partes quidpiam innovarj, sed eisdem setinis libere remanere. Quod bona domini Sermoneti et suorum descendentium ac subditorum et vassallorum eiusdem sint exempta ab omni onere datij et gabellg de et ex transitu flurninum comunitatis Setig; et, e contra, comunitas et homines predicti sint exempti quoad gabellas transitus per omnia territoria domini Sermoneti. Quod presentes conventiones, compositiones et capitula transeant ad utriusque partis descendentes et successores usque in infinitum, ut perpetuo sit inter eosdem quies, pax et indissolubilis concordia. Quod pro conservatione dictg pacis S.-"' D. N. velit ordinare ut desuper fiant omnes opportung et necessarig provisiones, cum impositione penarum et privatione iurium. Et utraque pars se obligat in pleniori forma Camerg observare presentia capitula et conventiones sub pena duorum millium ducatorr,rm auri de Camera, ipso facto, si contrafecerint, Camerg Apostolica applicandorum, ac sub pena amissionis iurium; iuraruntque partes ipsg ac se subscripserunt. Datum Romg, in Palatio Apostolico, in camera soiitg residentig prefati magistri domus, anno a Nativitate millesimo quingentesimo quarto, indictione septima, die XXVIJ mensis novembris, pontificatus lulij pape IJ anno secundo; presentibus domino Benedicto de Castellanis de Fara, iuris utriusque doctore, domino Antonio

de Podio, archidiacono saonensi, domino Toribio Alfonsi, clerico zamorensi, et domino Aurelio

de

Masonibus, clerico mantuano, S.'i D. N. familiaribus. Quoniam superius in sexto capitulo dicitur quod setini pro facienda per eos purgatione in fiumine Puze debent petere licentiam a domino Sermoneti, declaratur hic quod talis licentia debet peti per literas ' dictg comunitatis, infrascripti tenoris videlicet: u lllustrissime domine honorande. Quoniam desideramus' purgare et mundare flumen Puzam pro commodo agrorum. nostrorum, oramus D. V. dignetur nobis pro dicta mundatione facienda licentiam prestare etc. >. Et si talis licentia illis negaretur, illa non habita, possint impune facere purgationem predicti setinj. Ego 1 Gulielmus Gaytanus Sermoneti etc. omnia et singula premissa approbavj et confrrmavj et in 6dem manu propria mea subscripsi. Ego ? Franciscus de Anibaldis scindicus et horator communitatis terrg Setig abens ad hoc specialem mandatum vice et nomine prefate comunitatis premissa omnia et singula aprobavj et confirmavj et in fidem manu mea propria subscrissy. Et ego Gentilis de Lu[ti]is scindicus et orator communitatis terre Setie habens ad hoc speciale mandatum vice et nomine prefate communitatis una cum prenominatis conscindicis premissa omnia et singula approbavj et confirmavj et in fidem manu mea propria subscripsy. Et 3 ego Petrus Bovis scindicus et orator comunitatis tenae Setiae habens ad hoc speciale mandatum vice et nornine prefatae communitatis una cum prenominatis consindicis premissa omnia et singula approbavj et confrrmavj et ad frdem manu mea propria subsciipsi. ST. a Andreas Piperarius, clericus cremonensis, iuris utriusque doctor ac prefati magistri domus secretarius, imperiali auctoritate notarius, presentia capitula scripsi et publicavj. Hodierna die ultima presentis mensis novembris Mcccccll[, constitutus Guilielmus Gaietanus, Sermoneti dominus, et Franciscus de Anibaldis, Gentilis de Lutijs et Petrus Bovis, sindici et oratores communitatis tèrrg Setig, genibus flexis coram prefato S.^" D. N., in loggia palatij Belvedere presentarunt predicta capitula Sanctitati Sug; que capitula Sua Sanctitas commendavit et approbavit et con6rmavit et mandavit ut instrumenta et privilegia in autentica forma, ac etiam literg apostolica sub plumbo desuper conficerentur et expedirentur ad laudem et gloriam omnipotentis Dei et ad robur et fi.rmamentum pacis et concordig predictg: presentibus domino Francisco, episcopo melitensi, u S.'i D. N. thesaurario generalj, et domino loanne Regino, clerico saonensi, cubiculario apostolico, et me notario suprascripto,

ad premissa rogatis. I Nel matgíne, da mano del lempo fu annolato: Eusze regit. ? Regit manum tuam Eusze. 3 Regit maun tuam. a Marcellus regit bene cootractum IFr eum p€rcr;ptuh et dedit Se signum suum; Eu:ze totum. 5 Fr. Alídosí, oese, dí MíIeIo, poí cardinale.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

328

J

1505

-

)(II.

sO

-LX.22.

c -2525.

della Valle, úescoùo dì Colrone, coffirma Ia transazione sull'eredità di Bernar - Andrea dino Caetani, ínleroenuta fra Guglíelmo Caelaní, Eleonora Orsinì, oedooa del conte Nícola Caetani, e Roasa Caetani, monaca professa col nome di suor Antonia nel monastero deí S5. Cosma e Damiano di Roma.

Roma,

Copia del sec.

XVII.

Andreas, episcopus crotonensis, cancellariae apostolicae regens, iudex et commissarius ad infrascripta a papa depr.ltatus. Commissionis sive supplicationis papiri cedulam, per magistrum lacoburn de Balduinis, civem romanum, regionis Ripae, in romana curia causarum, et Gulielmi Caetani, domini loci de Ser' moneta, magnatis Urbis, principalis ex una, et abbatissae et monialium monasterij Sancti Cosmati de Urbe, ordinis minoris Sanctae Clarae, partibus ex altera, procuratorem, prout de suae procurationis rnandato apud acta causae constat, nos noveritis recepisse, huiusmodi sub tenore. Beatissime Pater. Orta controversia inter oratorem Gulielmum Caetanum, magnatem Urbis, ex una, et Leonoram de Ursinis, relictam quondam comitis Nicolai Caetani, ac matrem et haeredem pro sua portione quondam pueri Bernardini, sui et dicti quondam Nicolai Caetani frlii et haeredis, ac religiosarum mulierum Per easdem olim [Roasam] nunc Antoniam nuncupatarum (i), eiusdem quondam Nicolai filiam et quondam Bernardini sororem et haeredem pro sua et portione monasterii Sancti Cosmati de Urbe, ordinis minoris Sanctg Clarg professarum, et priorissam et moniales dicti monasterii, super dominio ac iure castri Sermonetg et aliorum castrorum et bonorum quae in haereditate quondam Nicolai et Bernardini remanserunt et qug per Alexandrum papam sextum occupata fuerunt et post obitum predicti Bernardini per ipsum Gulielmum recuperata extiterunt et per eumdem possidebantur; cum dicta casha et dominia et eorum iura communia fuissent inter eorum fratres et ad solos masculos de progenie Caietana, pro viribus, sexus Iineam discendentes, pervenire deberent; et ipsae mulieres presertim religiosg ad eorum gubernationem et regimen idoneae non essent. Et cum bona mobilia et sese moventia, in auro et argento et lapidibus pretiosis, vestibus, tapezaria et animalibus guahupedibus consisÌentia, valoris duorum millium ducatorum auri et ultra ad ipr"rum Lionore et filig manus pervenissent et in utilitatem monasterii conversa fuissent; ad transactionem et concordiam devenerunt per quam dominium castrorum et oppidorum, in instrumento desuper confecto descriptorum, cum iuribus et actionibus eidem Guglielmo concesserunt; prefataque Lionora portionem ei tangentem Gulielmo donavit cum hac conditione quod Gulielmus singulis annis, quoad dicta donatrix oir"rit, eidem pro alimentis solvere debeat annuos ducentos ducatos de carolenis decem veteribus pro ducato. Et ultra bona mobilia, de quibus quietationem monasterio et monialibus fecit, idem Gulielmus solvere debeat, infra certas annuas dilationes, summam aliorum duorum millium ducatorum, et cum hac conditione quod si aliqua solutionum defrceret, conhactus sit nullus, Prout ex inshumento capitulariter celebrato, etiam procurutoru111 monasterii assensu, apparere dignoscitur, quod pro inspecto habere dignemini; et cum transactio et concordia in utilitatem monasterii facta extiterint, et ex ea non parum locupletetur et donatio iudicis decreto insinuata fuerit: idcirco pro parte contrahentium supplicatur quatenus dignemini alicui praelato et, si placet, episcopo crotonensi ut se informet et, constito ei per "o.*itt"." quod concordia et transactio sit utilis, monasterio et monialibus et quod extraiudicial"*

"r"*in"tionem donatio fuerit legitime insiuuata, contractum seu contractus transactionis et concordiae ac donationis et insinuationis confrrmet,-supplendo defectus; habentes omnia pro expressis, constitutionibus apostolicis et praesertim Fauli pape sectmdi prohibendis (!) alienationem bonorum stabilium ecclesiasticorum et piorum locorum, etiam cum derogationibus censurantm. In 6ne cedulae talis signatura manu cardinalis Sancti Petri ad r Vincula, reperiÀatur, videlicet: Concessum ut petitur, in presentia domini noshi papae, C. cardinalis Sancti Petri ad Vincula. Sequebantur clausulae, videlicet: et cum absolutione ab omnibus censuris ad effectum validitatis contractuum et cum commissione confirmationis et cum clausula suppletionis defectuum, et cum derogatione predicta etc. et quod presentis supplicatiouis sola signatura sufficiat etc. Quae clau' r sulae claudeb"ntut signatura, videlicet: C. cardinalis Sancti Petri ad Vincula. Postremd talis sequebatur data manu datarii S. D. Nosni papae apposita, videlicet: Romae, apud Sanctum Petrum, tertio idus decembris anno secundo. Post cuius cedulae presentationem comparuit coram nobis magister lacobus


VARIA

329

de Balduinis et positiones et articulos nec non duo instrumenta, videlicet testamenti quondam Honorat Caetani, domini Sermonete, in papiro scriptum et per magnificum lacobum de Cratianis 2 de Sermineto, imperiali auctoritate notarium, signatum et subscriptum, una (!) videlicet attestationibus et realiter testamentum fuit extractum a proprio originali per dominos Angelum Germanellum, de Anania, utriusque iuris doctorem, capitaneum Sermonetae, et loannem Leonardi Magnani, de Bassiano notarium, factum et subscriptum; aliud donationis et concordiae inter ipsum Guglielmum Caetanum, ex una, et Leonoram de Ursinis et Antoniam, olim Roasam nominatam, frliam dictae Lionorae et monialem expresse professam monasterii Sancti Cosmati sororemque et haeredem pro sua portione dicti quondam Bernardini pupilli, et omnes alias moniales dicti monasterii super haereditate et bonis dicti quondam Bernardini, in pergameno et latino scriptum et per dominum Camillum de Bene in Bene, civem romanum, notarium, signatum exhibuit atque dedit, et nihilominus ipse procurator nos ut ad executionem dictae commissionis procedere dignaremur postulavit. Nos Andreas, ad Iacobi de Balduinis instantiam, positiones et articulos ad probandum eosdem per nos admissos, nec non testibus per notarium nostrum examinatis, et visis per nos actis, iuribus et munimentis: pronunciamus donationem et concordiam super haereditate et bonis praedictis in monasterii Sancti Cosmati cedere utilitatem, illasque ac instrumentum desuper confectum confrrmamus. Daturn et actum Romae, in domo habitationis mei notarii infrascripti, hora vesperorum, ad hanc cameram audiendum pro tribunali sedente, sub anno a Nativitate millesimo quingentesimo quinto, indictione 8", die lung vigesima secunda mensis septembris, pontificatus Iulii papae secundi anno secundo: Ioanne de Tibiano, medico, cive romano, et domino Ioanne Peti (!), Collisscipionis, interamnensis diocesis, Ioanne lo Bianco, clericis agrigentenensis diocesis, testibus. Petrus Filedori, clericus lugdunensis diocesis, apostolica et imperiali auctoritate notarius, presens instrumentum, manu alterius scriptum, publicavi et, una cutr pra€r libati iudicis et commissarii sigilli appensione, signavi. L Enato pet

G.

cíoè Galeotto Francíol!í

ìlella Rooere. 2 Errato per

Gratianis.

F. P. 3232".

c -1505.V[.t2. d'Appiano,presentato

ai tre cittadini preposti alle Píe

Case della città,

- Giooanni Francesco oiene inoestito del rettorato dell'ospedale di S. Andrea dí Massa dal oicario del oescooo.

Massa.

Arc,

Caet,, Prg. (Fondo Písano)

n. 3232.

Orígínale, mancante

del sigíllo della curía, gíà appeso alla plíca.

salutifera Incarnatione MoDoVo, indictione VIII, die XII mensis iunii, secundum stilum notariorum civitatis Masse, pontifrcatus Iulii pape secundi et Maximiliano romanorum imperatore, ut comuniter Senis fertur. Cum ser Iohannes Franciscus Lanzilotti de Appiano, civis pisanus, fuerit electus rector et hospitalarius hospitalis Sancti Andree de Massa, prout patet in libro reformationum comunis Masse, manu ser Mactei Andriuccii de Senis, notarii et eancellarii comunis, idem Iohannes presentavit se coram Paulo luliani, Piero lohannis Pieri et Taddeo Salvatoris de Massa, tribus civibus super Domibus Piis

Anno

a

dicte c,ivitatis: volentes executioni mandare commissionem eis a statuto Masse concessam, dictum lohannem presentaverunt coram Ludovico quondam Dominici, archipresbitero et canonicho massano, vichario generali episcopi massani, quatenus sibi placeat ipsum confirmare in rectorem et hospitalarium dicti hospitalis; qui vicharius, secundum formam statutorum civitatis, Iohannem in rectorem et hospitalarium confumavit et eidem consignavit sedem in choro maioris et catredalis ecclesie Masse et de ea per eius anuli tradictionem investivit: super gua sedit dicendo sibi: . Esto rector et hospitalarius toto tempore vite tue et bene age , ; auctoritatem suam interponendo et decretum, instrumentum scribi mandavit eiusque rotundi sigilli episcopatus iussit appensione muniri. Datum et actum Masse, in civitate veteri et in dicta ecclesia catredali et in choro eiusdern: Petro Paolo Vinciguerre et Michaele Angelo Baldaccii notario, de Massa testibus. Ludovichus quondam Salvatoris Michaelis, imperiali auctoritate notarius et civis massanus et iudex et nuDc notarius et scriba vicarii et eius churie- ST.

1,42


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

330

I505.XII.6. Cori.

Delíberazíone del magìstrato di Corì contro le rcppresaglie -glielmo Caetaní ed i coresí,

c-2529.1. per

debitf

fra í

sudditf

df

Gu-

Originale.

Anno a Nativitate millesimo quingentesimo quintoi pontificatus Iulii pape secundi anno tertio, indictione oetava, mensis decembris die sexta. Cum nosha intersit pacatas regere civitates et illas a dispendiis et laboribus relevare, maxime pro bono, pace et concordie (t) huius terre nostre Core ut recte beneque ac pacifice cum circumstantibus vicinis vivere possimus et ut bene merentes benemerita suscipiant et malefactores pro qualitate debite pensate honera suscipiant: idcircho ad evitandas tales lesiones quas quotidie patiuntur et quod nemini liceat locuplectari cum aliena iactura, officiales et domini novem, cum presentia Iacobi Blanchy, generalis sindici dicte terre, in pleno consilio proposuerunt inconvenientias seu represalias esse removendas maxime inter cives, subditos et vassallos Guylelmi Caytanj de Sermoneto et coranos cives, deditos devotioni prefati illustrissimi domini: quorum officialium et dominorum novem [nomina] hec sunt: Marcus lunnon", ser Cola Antonius Romanj, Petrus Pestilli, Petrus Fusci, Ioannes Augustini, Iacobus Ritij, Filicianus Petri Tutii, Franciscus Nardi et Simeon Corbi: in quo consilio unanimiter deliberaverunt quod tales represalie nullo modo, accedente voluntate prefati ill.-' dominj, inter cives, subditos et vassallos eiusdem et inter nostros cives coranos committi possint, nisi et tantummodo contra principales debitores, facienda semper discussione bonorum ipsorum creditorum, et non contra alios tam de subditis, civibus et vassallis predictis quam de civibus coranis, ad hoc ut creditores ipsarum

partium magis tute et advertenter negotiarj possint, alias sibi ipsi imputari debeat; declarantes tamen quod in creditis fiscalibus que prefatus dominus contingerit habere cum hominibus et incolis terre Core, et versa vice in hijs que prefata comunitas corana contingerit habere cum subditis et vassallis prefati domini, liceat unique partium facere represalias quibus re[me]dijs possint et valeant eorum credita consequi absque dilatione, subterfugio et gavillacione (!); adentes insuper et id perpetuo et inviolabiliter observari sancientes quod nemo ex coranis et subditis prefati domini, in quocumque gradu seu sorte positis, possit impetrare seu impretari facere tam a S.'" D. N. eiusque camera apostolica quam a cart dinalj neapolitano vel a quocumque alio super eosdem córanos ius et potestatem habente neque a prefato domino eiusque locumtenentibus et officialibus moratorias seu quinquendales neque eorum beneficio seu privilegio quoquomodo uti; quin immo hijsdem beneficijs seu privilegijs utraque pars renuntiavit omnique meliori modo derogavit. Et ad cautelam predictorum supradicti dominj novem et oGciales signum et sigillum huniversitatis tene Core desuper afigi et poni mandaverunt. Horatius Antonij Capulana de 2 Cora, cancellarius de mandato dominorum novem scripsi' S.

!

Olíoíeto

1506.

Carcfa. 2 Trcccía tlell ímponla cîrcolan.

Xil. 21,4.

c - 2539.v,bi"

che Ia donazione dí Altamura, Montepeloso, Míneroino, Mottola e del poce conclusa Traetto, della contea di Fondi e degli altri feudt possedutí prima della

- Ferdinando V dichtara Grottole ad Onorato III Gaetaní d'Aragona non ne pregiudíca le ragioní sulla restítuzione

Napoli.

ducato con

di

Luígi XII.

Originale.

Nos FgnpruANDVs, rex Aragonum, Sicilie citra et ulha Farum, Hierusalem etc. Per lo presente nostro albarano declaramo, che per la donatione per nui facta in quisto presente dì a lo ill. duca de Trayecto de le terre sequente, videlicet Altamura, Montepeluso, Menorbino, Mottula et C'roctola, nè per alho facto o in qualsevoglia modo da farse, non se ne habia da preiudicare ad ipso duca et "l"uno successori, circa la conservatione de le ragion a llor spectanteno et pertinenteno, tanto in petitorio et


VARIA

33t

lo modo executivo; et specialmente per lo capitulo de la pace et de la capitulatione de dicta pace a llor spectanteno per la consecutione de la possessione de le terre restante, da exequirse per virtìr de dicto capitulo et capitulatione de la pace, videlicet Fundi, Trayecto, con la tone Scafa et passo de lo Garigliano a ltri, Castello Forte, Le Fracte, Spigno, Suyo con la Scafa, Castello Honorato, Castellonovo, Sperlonga, Mcinticello, Pastina, Lenola, Campo de Mele, Maranola, feudi de Ambrife, Aquaviva et Santi et altri feudj seu ad qualsevoglia altra persona, de qualsevoglia auctorità, dignità ei potestà fulgente, etiam supprema, in beneficio de ipso duca et successori; et che dicta preservatione se intenda esser facta con tucte claFsule, punti, parole et cautele expresse et declarate et subintellecte in un altro albarano, che havimo expedito in quisto presente dì, che la supersessoria de la executione de le tene supradicte, restante ad exeguirse, et de la possessione de epse, in le quale havimo reservata Ia deliberatione, non se induca preiuditio ad dicto duca et successori, inimo se habiano pro specialmente expresse in questo presente nostro albarano, come ce fossero realmente descripte et specialmente annotate, de parola in parola, et punto per punto; nè anco se habia da inducere preiudicio alcuno a li predicti per la promessa ne ha facta dicto duca per suo albarano in questo presente dl de nce cedere dicte terre, zoè Altamura, Montepeluso, Menorbino, Mottula et Grottola, subito che haverà recuperate efiectualmente la possessione de le dicte terre restante da exequirse. Et piùr declaramo et volimo che dicta donatione per nuj facta a li predicti de le terre predicte sia et se intenda mera donatione et per li servitij per loro prestiti in omne. futuro tempo, et non altramente nè in aluo modo. Et essendo tucto lo predicto de nostra ferma et incommutabile intentione, con plena et matura deliberatione del nostro Consiglio, per cautela sufficientissima del supradicto duca et successori, ne havimo expedito lo presente

possessorio como in

nostro albarano, firmato de nostra propria manu et roborato del nostro secreto sigillo, con la subscriptione del nostro secretario, Ia continentia del quale et tutte et ciascuna parole in epse contente promictimo omne futuro tempo observarle. Datum in castello nosho novo Neapolis, die XXI mensis decembris millesimo quingentesimo sexto. FerIdinandus] yo el Rey FerIdinandusl. ViditMalferitus. Dominus rex mandavit michi Michaeli Perez d'Almagan. Io[hannes] Baptista conservator generalis. Sig. t. Que por darse Altamura al duque de Trayeto no se cause preiuyzio y el ha fecho albaran de restituyla siempre que cobre su tierra. r ln ceta totsa, pftttetta da catta'

1506.

xn.

21,8.

c - 2539.vI.

ducato dí Traetto, della contea dt Fondì e - Ferdínondo V fa ríseroe sulla restítuzione del degli altri feudí posseduti da Onorato III Gaetani d'Aragona prima dello pace conclusa an Luígi XII.

Napoli.

Originale.

Nos Fr,npluANDVs, rex Aragonum, Sicilie citra et ultra Farum, Hierusalem etc. Per lo presente nostro albarano declaramo che havendomo, per virtùr de la capitulatione de la pace firmata con lo Christianissimo Re de Franza, expedito hodie et eodem instanti ac in mediate provisione executoriale de far reponere lo ill. duca de Trayecto in la sua pristina possessione de la terra de Pedimonte con Ii casalj, et integro statu suo, et reservata la deliberatione de expedirle, per virtìr de dicta capitulatione, provirione executoriale de reponerlo et integre restituirlo in la sua pristina possessione_de le terre infrascripte, videlicet: Fundi, Trayecto, con la torre Scafa et passu de lo Garigliano, Ytri, Castello Honorato, Castello Novo, Sperlonga, Monticello, Pastina, Lenola, Campo de Mele, feudi de Ambrife, Aquaviva et Santi et altri feudi et Maranola: in possessione de le quale tene predicte è notorio et ad nui consta plenissimamente dicto duca essere stato in tempo de la roptura de la guena de I'Atripalda fra nui et dicto Ch,ristianissimo Re, expresso et contento dicto tempo in la dicta capitulatione, che persupersedermo in le executione de la restitutione de la possessione de le terre predicte restante ad exequirse' soPre de che havimo reservata la nostra deliberatione, non se induca preiuditio alcuno, in qualsevoglia modo se Possa excogitare, etiam per special et specialissimo et singularissimo casu, a le ragione de dicto duca, et specialmente del modo executivo competente et spectante ad ipso duca per qualsevoglia causa et specialemnte per dicto capitulo et capitulatione de pace, directe vel indirecte vel alio quovis quesito colore, ad ipsg


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

332

duca et soi successorj spectanteno et pertinenteno, seu ad qualsevoglia altra persona quacumque auctoritate, dignitate'vel potestate fulgente, etiam supprema, in beneficio de ipso duca et successori, et che omne senso obliquo, Io quale in qualsevoglia modo da dicte lettere executoriale, con la deliberatione reservata, et altre cose commissionale resultasse, et anco de la interpretatione de epse parole, se habia da interpretare, intendere et pigliare in favore de dicto duca et successorj, et assensu et beneficio de ipsi, tanto in lo acto cognitivo come decisivo et executivo et altro in qualsevoglia modo, de manera che dicto capitulo et capitulatione de la pace in favore del dicto duca et successorj perpetuamente remanga in la sua firmità, nè in alcuno modo se intenda facta novatione, nec ipso iure nec ope exceptionis, nè in qualsevoglia altro modo se possa allegare nè excipere. Et essendo nostra firma intentione preservare le ragione del predicto duca et successorj, con tucte le declaratione, cautele, clausule, punti et parole supradicte, ne havimo expedito lo presente nostro albarano, firmato de nostra propria mano et roborato del nosho secreto sigillo, con Ia subscriptione del nosho secretario; qual volimo, sub verbo et fide Regis, promettimo che sia et habia da essere omne futuro tempo sufficientissima cautela et conservatione ad dicto duca et successori. Datum in castello nostro novo civitatis Neapolis, die )fil decembris millesimo quingentesimo sexto. FerIdinandus] yo el Rey FerIdinandus]. Vidit Malferitus. Dominus Rex mandavit michi Michaeli Perez d'Almagan. Iohannes Baptista Spinellus conseryator generalis. Sig. t Que por tornar el duque de Trayeto la possession de Pedirnonte no se le cause

prejuycio en sus drichos. I In cerc

1506

.

rcssa, ptoletla

Xil. 21,C.

da catla.

c - 2539'vll.

Ferdinando V concede il tttolo di principe dì Pidimonte aI duca dí Traetto, Onorato III di Aragona, che glí at)cúa promesso dí cderglí Altamura e le altre terre di cui era in possesso anteríormente alla guerra dt Atrtpalda, ud o cui era anneslo íI titolo dí príncípato dí Altamura.

Napolt.

-

Gaetani

Originale.

Nos FEnonANDUs, rex Aragonum, Sicilie, citra et ultra Farum, Hierusalem etc. Per lo presente nostro albarano declaramo che, havendomo nuj gratiosamente donato et concesso a lo ill. duca de Trayecto et successorj Altamura, Montepeluso, M"rrorbino, Mottula et Groctula con titulo, dignità et honoie de principato de dicta terra de Altamura et illustrato dicto duca et successorj de dicto titulo, dignità et honore de principato, como se demonstra ampliamente per lo privilegio Ii havimo ad questo dì presente expedito; et perché dicto duca ne have promiso per suo albarano che, subito che haverà recuperata effectualmente la possessione de Fundi et sua forteza, Trayecto et suo castello et forteza, con la torre Scafa et passo de lo Garigliano, Ytri, Castello Forte, Le Fracte, Spigno, Suyo con la Scafa, Castiello Honorato, Castiello Nuovo, Sperlonga, Monteciello, Pastina, Lenola, Campo de Mele, Maranola, feudi di Ambrife, Acquaviva et Santi et altri feudi: delle quali tutte terre, luochi, feudi et castelle predicte dicto duca era in possessione in tempo de la roptura de la guerra in Atripalda fra nuj et lo Christianissimo Re de Franza, de cederce Altamura et le predicte altre terre: et non parendonce conveniente che in dicto casu restasse dishonorato et senza tituio de principato: per tanto, da mo per allora, ex certa nostra scientia previaque deliberatione del nostro assistente Consiglio, havimo gratiosamente donato

et coniesso, sl como per lo presente li donamo et concedimo, ad dicto duca et successorj, et ipsj illustrati, insigniti de titulo de principato della terra de Pedimonte, quale possano usiue perpetuamente, cossì como tucti li altri principi de questo regno de loro principati, senza sperare alho nostro privilegio seu nostra ordinatione et de noshi successorj in questó Regno; et che guisto presente nosho albarano Ii sia su6cientissima cautela, como se ne fosse expedito privilegio per nui in anplissima et cautissima forma; gual gratia volimo habia da essere firma et incommutabile nè pata obstaculo seu obiectione alèuna, ma omne futuro tempo in iudicio et extra et in tucti acti, cerimonie et regalj actione sià et habia da essere ad ipso duca et successori realis et fructuosa, con tucte preheminentie, prerogative et prelatione spectanteno et pertinenteno ad similj titulj, dignitate et honore de principato, iuxta lo constumatu de dicto nostro regno. Et in fede et plena probatione de dicta nostra gratia ne havimo expedito lo


VARIA

33?

presente nostro albarano, subscripto de la nostra propria manu, roborato del nosho solito secreto sigillo, et cum la subscriptione de I'infrascripto nostro secretario; la continentia del quale et tucti et ciascheduqa parola in ipso expresse et contente promettimo, sub verbo et fide regiis, ad ipso duca et successorj perpetuamente observarlo, et ad maiore cautela et satisfacione de dicto duca, volendo ipso duca, expedirneli privilegio in forma. Datum in castello nostro novo Neapolis, die XXI mensis decembris millesimo

quingentesimosexto. FerIdinandus] yo el Rey FerIdinandus]. ViditMalferitus. Dominus Rex mandavit mihi Michaeli Perez d'Almagan. Iohannes Baptista Spinellus conservator generalis. Sig. t A que siempre que el duque de Trayeto dexe a Altamura se intitule principe de Pedimonte. L

In ceta tossa, prolelta da caila.

c - 1506 . xII " 2l,D

Prg. 3456.')

.

Ferdinando V ordína ai suoi commissari di giudicare in merÍto aIIa richiesta aúanzata da Onorato III Gaetani d'Aragona per essere reíntegrato nel ducato di Traetto, nella contea di Fondt e neglí altrí feudí, già possedutí príma della pace conchíusa con Luigi XII ed occupatí da Prc-

Napoli.

spero Colonna.

Arc. Caet., Prg. n. 3456

(C'2539.V110.

Orígínale.

Nos FenowANDUs, rex Aragonum, Sicilie citra et ultra Farum, Hierusalem, Valentie, Maioricarum, Sardinie et Corsice, comes Barchinone, dux Athenarum et Neopatrie, comes Rossilioais et Ceritanie marchio Oristanni et Goceanj, Thome Malferito, cancellariam nostram regenti, Antonio lanuario, locum' r tenenti prothonotarii, Antonio Augustino, Ioannj Loncx et Hieronimo Sperandeo, consiliariis nostris. inter nos et regem Francorum, est capitulum Quoniam inter capitula pacis federis et unionis, concordata te=noris sequentis: Item fuit concordatum quod omnes principes, barones, domini, milites et alij, cuiuscumque status vel conditionis sint, Sicilie citra Farum regni vel aliunde, qui partem Christianissimi regis contra Catholicum regem secuti sunt, vel eorum heredes legitimi, illico post matrimonium conclusum inter Catholicum regem et dominurn Germanam de Fuxo restituentur integre in possessione suorum principatuum, domorum, teriarum, dominiorum, bonorum inmobilium, que ipsi possidebant in initio belli quod fuit anno Dominj millesimo quingentesimo secundo, in estate, tempore quo armigeri regis Inspauie venerunt ad domirrus de Aubigny venit contra eos, quamvis per Caùolicum regem vel suos locumAt.ip"idu"t tenentes fuerint alienata; et similiter erunt restituti in possessione bonorum, que possidebant predicto tempore, quamvis illa fuerint alienata per regem Federicum aut suos locumtenentes, sieut dictum est; que alienationes non poterunt preiudicare iuri petitorii nec posse€sorii principum et aliorum baronum iuribus,

eis spectantibus ad bonu qu" ipsi possidebant in initio dicti belli, dummodo prestent iuramenta et homagia fideliiatis Catholicis regi et regine. Et quia tempore dicte rupture Honoratus Gaytanus, dux Trayecti, erat in possessione terre Trayecti cum titulo ducatus ac cum turri Scafa et passu Gariglianj et cum aliis ."r"libu, suis, habitatis et inhabitatis, civitatis Fundorum cum titulo comitatus, terre Castri Fortis, terre Fractarum, terre Spinei, terre Castri Honorati, terre Maranule, terre Castri Novi, teme Sugij cum scaJa, terre Spelunce, terre Monticelli, terre Inole, terre Pastine, terre Campimellis, terre Ytri "u*purrello, "u* terre Pedii Montis cum castello et casalibus suis, ac feudorum Ambrify, Aquevive et Santi et aliorum feudorum inhabitatorum, prout constat; ligiumque sacramentum et homagium fidelitatis, iuxta continentiam preinserti capituli, in posr" nostro et regine consortis nostre prestitit, prout in instrumento confecto per lecretarium nostrum die xxlJ mensis aprilis proxime preteriti et anni presentis contiuetur: ideo, pro observatione capituli pacis ipsiusque pacis capitulationis ac eius executione, mandavimus Honoratum Gaytanum, ducem Traiecti, reintegrari in possessione terrarum, feudorum et bonorum omnium predictorum, cum mero et mixto imperio et gladij potestate, cognitione causarum civilium et criminalium, Prout possidebat temPore memorato in preinserto capitulo, prout apparet per nostrum privilegium executoriale expeditum: quibus

mandatis et provisionibu, ooodum executis ipsoque duce pro efiectuali executione instante, virtute dicti capituli pacis ipsiusque pacis capitulationis et prememorate nostre provisionis executorialis, decrevimus, pro observ"tion. di"ti capituli ac nostre provisionis, incontinenti dictum ducem restituendum esse in porrerrion" dicte terre Pedis Montis, curP castello et casalibus suis et cum integro statu suo, sicut


334

DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

melius ipse dux possedit tempore dicte rupture, salva deliberatione super efiectuali executione predictarum civitatis et terrarum restantium exequi, citra preiuditium dicti ducis et successorum et iuris executivi, eisdem competentis virtute dicti capituli pacis ipsiusque pacis capitulationis prefateque nostre provisionis, tam ipsis quam alteri persone, quacumque dignitate etiam suprema fulgenti, in bene6cio ipsius ducis et succèssorum, destinamusque commissarium ad reintegrandum ipsum ducem in possessione terre Pedis Montis, cum castello et casalibus suis, cum integro statu suo, ut apparet in nostra concessione inde expedita; instanteque ipso duce coram nostra maiestate pro effectualj executione predicte civitatis et terrarum restantium exequi, virtute dicti capituli pacis ipsiusque capitulationis et prememorate nostre provisionis

executorialis, volentesque nos super predictis providere: vobis magistris consiliarijs nostris mandamus quatenus, sola facti veritate inspecta et prout convenit regie potestati'nostreque maiestati, cuius vices geritis, procedatis quatenus, per vos diligenter consideratis predictis et dicta deliberatione per nos citra preiudicium dicti ducis et successorum reservata, an dicta executio eftectualiter 6eri debeat vel ne, prefate civitatis et terrarum restantium exequi, videatis; et si vobis iuri consonum videbitur per nos relaxari debere eidem duci commissionem executorialem prefatarum civitatis et teuarum restantium exequi destinandumque esse commissarium et executorem ipsius pro reintegratione dicti ducis in possessione civitatis et tenarum restantium exequi, absque alia discussione, quod statim debeatis commissarium destinare ad exequendum predicta; et si vobis videbitur minime de iustitia deberi commissarium, sine alia discussione, destinari, executivo modo predicto et de iustitia procedi debere in possessorio, tamen reiectis quibuslibet exceptionibus, ex mandato nostro regio, in dicto possessorio procedendo, sola facti veritate inspecta et prout convenit nostre regie celsitudini procedendo, cuius vices geritis, indemnitati dicti ducis et successorum, quam celerrime possitis circa reintegrationem civitatis et terrarum restantium exequi, de iustitia provideatis; et si vobis de iustitia videbitur non posse procedi sine admissione exceptionum seu alicuius ipsarum, quod, modo et forma prefatis procedendo cum dicta admissione, indemnitati predicti ducis et successorum, quam celerrime potest, provideatis; et si vobis de iustitia videbitur debere admitti iura concernentia petitorium et possessorium et debere, instante adversario, procedi in possessorio et petitorio, modo et forma prefatis procedendo, predictis duci et successoribus iustitiam et expeditam faciatis; ita quod, etiam quod procedere deberetis in petitorio et possessorio^ ""1à."m debeatis, omni excusatione rieiecta, terminare et sententiare, nomine nostro regio, dictam causam infra menses quatuor inmediate sequentes, scilicet ianuarij, februarij, martii et aprilis: guem terminum, consultata tamen dominica potestate, previa deliberatione noshi Consilij, ex nonnullis urgentissimis et iustissimis causis, et signanter pro bono pacis status totius huius regni nostri et reipublice, prefigimus finalem et peremptoriuri ... 2 si qua admictenda erit, derogamus, cum iuramento decernentes, matura prehabita deli' Leratione nostri Consilij, pro bono pacis status Regni et totius reipublice, quod, si infra dictum tempus quatuor mensium dicta causa finaliter sententiaretur, facto et quocunque impedimento vel casu adversarii vel commissariorum per nos deputatorum vel alterius vestrum vel alterius cuiuscumque, quacumque Potestate 2 fulgentis etiam supprerra, ... guibus cum iuramento per nos pre_stito, previa deliberatioue nosui Consilij, 2 pro* bono pacis status Regni et totius reipublice, derogamus ... si per nos quecumque provisio etiam 2 p.o booo pacis status et rei publice expediretur, in derogationem etiam minimam supradicti nostri ... à"""*io,u, nullam ac per surreptionem et obreption"* ...' et importunitatem2 impetratam et non modo 2 a nostra mente deviatam... nullam censendam esse: quod illico et integre ... executivo modo predicto, ipse dux eiusque successores restitui debeant in pacifica possessione dictarum civitatis et tenarum 2 restantium exequi, cum fortelicijs et ... iuribus, iurisdictionibus, preeminentijs, prerogativis, prout possedit ipse [dux] ..., 2 concedentes vobis vices ac regiam potestatem nostras et prout nosmet ipsi senten' tiaremus per presentes guas, post presentationem ipsarum et copia autenticata vobis dimissa, eidem duci, restitui mandamus. Datum in castello novo Neapolis, die )ofl mensis p.o iprius etìucèessorum

""ut"lu,

àu"ernb.is,decimeindictionis,annoaNativitatedominimillesimoquingentesimosexto. FerIdinandus] yo el rey Fer[dinandus]. Dominus rex mandavit mihi Michaeli Perez d'Almagan. Solvat 3 iur"ou- uou*, L. d'Exea taxator. In Partium IIIJ, folio 60. (Ne/ oerso).' Regishata. Sig. La comission para los Vo doctores sobre lo de Trayeto y Fundi con Prospero Coluna. Malferitus. a) Questo documento carlaceo, molto danneggíato ila lacetazíoni, Pa cnrtcsÎa dí Mons. Carusi, fu testautalo nel labotatotío della Bîblìoteca Va!ícana e fu collocato poî fta Ie peîgamene. È l'ortgínol" iIeI ìIocumento tante oolte cllalo nella Storia Generale della Casa Gaetani dÍ O. Gaelaní d'Aragona (Casetta, 1888). I Scfilto l-once con segno dl abbreoíazíone in fne: Lonce o Loncx. 2 Una lacerazíone rcnde tllegíbíIi Ie clausole. s Granile sigîIlo ailercnte, ín cera rossa, ptotetta da caila; oísÍbíIe Ia leggenila: [Ferdinandus] rer. Isa[bella] regina Arag. Hier.


VARIA

335

1507.IV. 17.

c- 2553.

Napoli. Decreto della R. Sommarìa contro Ia rcstìtuzíone del ducato dí Traetto e della contea dí Fondt ad onorato III Gaetaní d'Aragona da parre di Prcspeîo colonna. Copia autentica. Ncl ùetso, nota slncrona.'Decretum latum die 27 aprilis 1507 per excellentes.Thomam Malferitum, Antonium lanuarium, Agustinum, Ioannem Long r et Hieronymum Sperandio in lite vertente inter illustrem ducem Trayecti et prosperum Colupne de statu ducaty Trayectj et comitatus Fundorum,

Patheat (!) quod anno a Nativitate millesimo quingentesimo septimo, in civitate Neapolis, die decima septima mensis aprilis, Ferdinando Aragonum, utriusque Sicilie, Hierusalem etc. rege, ibidern cum sua curia personaliter residente, in causa ex commissione catholice maiestatis vertente inter Honoratum Gayetanum,

ex una' et Prosperurn de Colupna, ex altera partibus, coram Thoma de Malferito, regiam cancellariam regente, Antonio lanuario vice protonotario, Antonio Augustino, Ioànne Love (!) et Ieronimo Sperandeo, uhiusgue iuris doctoribus, regiis consiliariis, super restitucione residui status, p61i1s per Honoratum Gayetanum, et aliis racionibus in literis conmissionalibus expressis: ex provisione conmissariorum fuit per me Petrum Lazarum de Exea, regis locumtenentis protonotarii ac cause scribam, ipsis partibus notificatum decretum tenoris sequentis: In facto Honorati Gayetani cum Rospero de Colupna super exegucione petita pro residuo statu fuit per conmissarios determinatum literas exequtoriales regias, obtentas p", ìpru* Èonoratum, pro observacione dicte capitulacionis pacis, pro residuo statu non esse exequendas nec debere mandari execucionj, citra tamen preiudicium iurium utriusque parcium, tam super poxessorio quaru super petitorio, et ita conmissarii declarant. Vidit Malferitus regens; vidit Antonius viceprotonotarius ; oidit Augustinus r.; vidit Love (!) r.; vidit Ieronimus Sperandeus r. Signum mei Petri Lazari de Exea predicti serenissimi et catholici domini regis locumtenentis prothonotarij sueque rnaiestatis auctoritate per totam ipsius terram et diccionem notarij ac cause huiusmodi scribe; quia predictis interfui atque hec in publicam formam redigens scribi feci mandatoque dictorum dominorum commissariorum predicti illusnis Honorati Gayetanj (!) traddidi etc. Die XXVIIIJ mensis marcij 1516, presens copia decreti exhacta est ex tramsumpto originali producto in Camera Summarie ad instanciam Honorati Cayetani de Aragonia, cum quo concordat et excellens dominus Hieronimus de Francisco, Iocumtenens regie Camere Summarie eam subscripsit cum subscripcione

mei Iacobi de Raparijs ipsius Camere actorum magistri substitutj. Datum Neapoli, in regia Camera

Summarie. Hieronymus de Francisco, locumtenens magni camerarii. Raparius pro magistro etc. Sig.' I Cf. nota I, pag.334,

z In cera rosta, protetta da caila.

1508.III.6 Roma.

-

c-2566.

Donazíone dí alcunÍ cannoni

Originale. NcI

Iacobus

oetso nota sìncrona:

fatta da Fabrízío Colonna a Guglíelmo Caetaní.

Polis del signor Fabritiospra I'artigliaria,6o martij

1508.

Yhesus. Noi Fabritio Colonna, duca de Tagliacozzi et conte d'Albi, armorum capitaneus (?). Per la presente nostra facemo fede como al tempo del ponteficato di papa Alessandro VJo, essendo expugnata la nostra lortezza d'Ardea, donde furno levate più et piùr boche de fuoco di metallo grosse et conducte nel castello de Sermoneta, intra le quali c'era una con I'arme lJrsina, quale per alcun respecto afiectando recuperare, lo ill. sig. Guglielmo Gaytano volendoce particolarmente compiacere, ce ha fatto restituire effectualmente detta artegliaria con l'arme Ursina; et però a dicto sig. Guglielmo remectemo, donamo et quietamo de tutte Ie altre decte boche de foco et artegliarie che fussero per tal via pervenute in poter suo, che cosl ne simo convenuti con sua signoria per mezo del magnifico messer Pierhieron;mo Margano; et Per questo, tanto in nostro proprio nome quanto in nome et vece di gualungue .lt r p.rrona ce havesse interesse, decto ill. sig. Guglielmo et suoj successori quietrmq et liberamente absolvemo et liberamo per virtùr de Ia presente sottoscripta de nostra propria mano et sigillata del nostro solito sigillo. Datum Rome, die vt nartij uovttt. Fabritio colonna manu propria. sig. t I In ceru

îossa, prold;ta

da cota.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

336

c.2588.I.

1509.VIII. 30. Napolt.

-

Capítoli per

íI

matrimonio

dí Federíco Gaetani d'Aragona con Caterina dí

Sansetseríno-

Copia autentica.

í

Iesus. Die r

penultimo mensis augusti, XIJù indictionis, Neapoli, 1509. Constitutis Berardino de Sancto Severino, principe Bisinianj, duce Sancti Marci etc., tam pro se quam Pro parte Catherine eius filie, ex una, et Honorato Cayetano de Aragonia, duce Trayecti et comite Fundorum etc., tam pro se quam pro parte don Federicj eius frlij primogenitj, parte altera: prefate partes asseruerunt inter easdem, mediantibus comunibus consanguineis et amicis, habitum fore tractatum de matrimonio contrahendo inter Catherinam et don Federico: sicque desiderantes matrimonium ad effectum ducere, asseruerunt inter eas firma fuisse infrascripta capitula: Capituli, pacti et conventione habiti, initi et firmati tra lo illustre et potente signor lo signor Berardino de Sanseverino, princepe de Bisignano, duca de San Marcho etc., patre legitimo et naturale de la illustre signora donna Catherina de Sanseverino, tanto per ipso signor prin."p" quanto per nome et parte de dicta Catherina, per la quale promecte de rato et rati habitione,

à. l:uì" purt", "t Io illustre signor Honorato Cayetano de Aragonia, duca de Trayecto et conte de Fundo etc., tanto per se quanto per nome et parte de I'illustre don Federico Cayetano de Aragonia, suo figliolo primogenito, legitirno et naturale, per lo quale dicto signor duca promecte de rato et rati

habitiJne, du l'"ltiu parte, sopra lo matrimonio contrahendo infra la dicta donna Catherina, de se ipsa, ex una, et lo dicto don Federico, de se ipso, partibus ex altera, so quisti, videlicet: In primis, lo prefato illustre signor princepe promecte al dicto illustre signor duca curare et fare realmente, per ogni fu""nJo ,uo potere però non se possa excusare' che la dicta donna Catherina, sua figliola, *odo, "h" pigliurrà lo dicto don Federico per suo vero, caro et legitimo marito et con ipso contraherà solenpne matrimonio, secundo lo uso et consuetudine de la sancta romana ecclesia, infra anno uno dal "t-l"gitino primo'dì del mese di septembro primo futuro computando. trtem promecte el dicto signor princepe, et causa del dicto matrimonio, dare et assignare per le dote de la dicta donna Cathe' p",' "orrt"*platione ,ioo . li dicti signor duca et don Federico, suo figliolo, ducati dudice millia de carline de argento, de bono et iusto piso, ad carlinj dece per ducato, in li termini et modo subscripti, videlicet: duca-ti quacttrode argento insiema con la dicta dopna Catherina matrimonialiter traducenda ad casa millia de "urlin" de ipso signor duca et suo figliolo infra anno uno dal primo del dicto mese de septembro primo futuro ,ru,nàr"rrdJ; et li restanti ducati octo milia da pò ad anni quactro da I'hora avanti computando, cioè omne anno ducati dui millia: in pace et senza dilatione alcuna. Et da I'altra parte, lo predicto illusne la signor duca promecte al dicto signor princepe curare et fare che lo dicto don Federico prenderrà matrimonio epsa contraherrà con et consorte et legitima chara di""tu donnu Catherina per sua vera, romana ecclesia in lo solempne et legitimam"nt", ,""undo lo dicto uso et consuetudine de Ia sancta donna Catherina dicto ìermino. Item promecte lo predicto signor duca, al tempo che receperà la dicta signor una curn li dicti ducati quactromillia et havuta cautela per instromento de imprunto da Io dicto dicto lo una cum fare cauti et cautelare supra, pagarsi ut da octomilia, princepe de li restanti ducuti et successuri loro herede et figliola et sua princepe signor li àon Fud"ri.o, suo 6gliolo, et in solidum dicti de tucti le dicte dot'. d" ducatj dudice millia, de quelle*tenere, conservare guardare et fare salve supra tucti li beni de ipso signor duca et suo figliolo, rnobili et stabili, burgensatichi et ieudali, presenti et

futuri, ad opo et i"utun"iu et per nome et parte de li dicti signor princepe et sua frgliola et de loro herede et succersuii; et ipse dote restituire a la dicta donna Catherina et soy herede et successuri' o vero a lo dicto signor princepe et soy heredj et successuri, in casu de la restitucione de dicta dote, secundo lo uso .t Jooru"tudinà d" I magnati, conti et barunj de questo regno de Sicilia citra Farum: salva potestate de testare a la dicta donna Catherina de le soe dote predicte, secundo lo uso ef consuetudine antedicta; et de dicte cose rogarende publico instromento dotale, vallando et roborando con la obligatione de ipri ,iguo, duca et don Federico, suo figliolo, et de ciascuno de loro in solidum et de loro et de qual'seuogii" d" ipsi heredj, successurj et beni mobili et stabili, burgensatichi et feudalj, presenti Iu ,".".u"tioo" del regio beneplacito et assensu per Io obligo de li feudali, pena, renunet futuri, "u* tiatione, iuramento et altri clausole oportune, ad consiglio del sapio de lj dictj signor princepe et sua


VARIA

337

figliola. Item è convenuto tra epse parte che, dove se dissolvesse lo dicto matrimonio per la morte de lo dicto don Federico et in dicto caso non fosse facta la integra satisfacione de dicti ducatj octo milia da continerse in dicto instromento de imprunto, che da dicta donna Catherina et soy heredj et successorj se debiano excomputare in dicte dote restituende quella quantità in la quale el dicJo signoi princepe in dicto caso se tlovasse debitore, per vigore de dicto instromento de imprunto de dicti ducati octomilia; et che in Io dicto instrumento de mutuo da farse se habia da ponere lo predicto pacto de lo excomputo ut supra, cum voluntà et consensu de la dicta donpna Catherina. Item promecte lo predicto signor duca, al tempo che se faranno dicte cautele una cum lo dicto don Federico, suo figliolo, et in solidum per raione et causa del dicto matrimonio contrahendo, et anche havendo respecto alle dote predicte et per altre iuste cause, constituire, ordinare, fare et donare supra tutti li loro predictj beni, mobili, stabili, burgensatichi et feudali, presenti et futuri, a la dicta donna Catherina dodario o vero terciaria de ducati quactro milia de carlinj de argento, de bono et iusto piso, ad carlinj dece per ducato; ad havere et guadagnare lo dicto dodario o vero terciaria per la dicta donna Catherina supra tucti li dictj bonj de ipso signor duca et suo figliolo, mobili et stabilj, burgensatichi et feudali, presenti et futuri, secundo lo dicto uso et consuetudine de dicti magnati, conti et barunj de quisto regno de Sicilia citra Fàrum, per publicum instrumento vallando et roborando ut supra. Item promecte dicto signor duca curare et fare che la dicta donna Catherina, cum consensu de lo dicto signor duca et don Federico, suo figliolo, al tempo se farranno dicte cautele, se confexerrà essere dotata dal dicto signor princepe, suo patre, de paragio et ultra paragium per qualsevoglia parte legitima et dote de paragio, ad epsa spectante et pertinente supra lj boni, cità, terre, statu et feudj paternj et dote materne; et ipso signor principe et soy heredi et successori quieterà, libererà et absolverà perpetua et finalmente de le soe dote, paragio, legitima et loro supplemento: et de ogne et qualsevoglia altro portione ad essa spectante supra dicti boni, cità, terre, statu et feudj paternj, maternj et dote materne; et ad ipso signor princepe renunzerà et cederà omne raione et actione, ad epsa competente et competitura, supfa tutti li bonj, cità, terre, statu, tituli et feudj paternj, materni, fraterni, avite utriusque et excadentie qualesevogliano ad epsa devolute et devolvende, tam ex testamento quam ab intestato, per fr a lj dì del dicto renunzo da farsi; et da po'avante, ab intestato tantum; et tanto perraione et lineapaterna et maternaquanto avita et fraterna, per publico instrumento vallando et roborando cum la obligatione de epsa donna Catherina, soy heredi, successorj et beni, mobili et stabilj, burgensatichi et feudalj, presenti et futurj, dote et raione dotale, reservato regio assensu, pena, renunciatione, iuramento et altre clausule oportune, al consiglio del sapio del dicto signor principe. Item promecte dicto signor duca transducere et menare ad casa sua et de suo figliolo la dicta donna Catherina, in lo dicto termino de Ia assegnatione de quella, honorifice ut decet magnates; la guale assignatione se farrà in la tera di Miglionico. Item promecte lo dicto signor duca, pro honorabilj vita ducenda de dicti don Federico et donna Catherina, futuri marito et mogliere, dare et assignare al dicto signor don Federico ducati dui milia de carlini per ciascuno anno, daldì dela assignatione deladictadonna Catherina, avantecomputando;necnon dare Ia habitatione a li dicti don Federico et sua predicta consorte in una de le terre soe de Puglia; videlicet in la terra de le Groctule o vero de Monte Piluso. Item è convenuto tra le dicte parte' Per conte' platione et causa del dicto matrimonio, che in lo statu, cità, terre, castelle et tituli, quali ipso signor duca tene in quisto reguo de presenti et etiam in quellj se recupereranno, succeda et debia succedere solum Io predicto signor Federico et descendente legitime ex suo corpore, et che lo predicto signor duca non possa de dicto statu, cità, terre, castelle et tituli, tanto quillj tene quanto quillj se recuPeraranno, disponere in li altrj soy figliolj, masculi seu femine, presente et futuri et nasciturj de quellj, excePto casu deficientie,de ipso signor don Federico et ex se legitime descendentium; etdel presentecapitulo farne cautele ad ogni instantia del predicto signor principe. Item promectono ad invicem le dicte parti fare celebrare et publicare Ii presenti capituli et rogarne publico instrumento, ad ogni requesta de ciascuna de epse parte. Li quali pacti, capituli et conventiune promecteno le dicte parte et ciascuna de quelle et obligano sè et ciascuna de epse et loro heredi et successori et beni mobilj, stabilj, burgensatici et feudalj, presenti et futurj, et signanter lo predicto signor duca obliga el dicto suo stato, cità, terre et castelle, reseryato lo regio assensu in quanto se obligano lj benj feudali, l'una parte ad I'altra et, e conEa, havere et tenerli rati, grati et fumi et ad quelli Don contravenire per modo alcuno; sub pena del duppio de dicte dote et dodario, applicaadose per la mità a la parte, et per l'alua mità a la Regia Corte, secondo la forma de publicj instrumenti; renunciaado ad ogni privilegio de foro, lege t. 43.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

338

et defensione: et niente de meno, le dicte parte iurano ad sancta Dej evangelia, per esse corporalmente tochate, le dicte cose essere vere et quelle observare, secundo de sopra è declarato. Et per cautela de I'una parte et de I'altra sono facti lj presenti capituli, subscripti de loro proprie manu. Datum Neapolj, die penultimo mensis augusti 1509. Io Berardino princepe de Bisignano accepto lo sopra scripto manu propria. Io Honorato Cayetano de Aragonia duca de Trayecto accepto lo soprascripto manu propria. Quibus capitulis, per nos publice lectis, partes ipse predicta capitula ratiGcaverunt et omnia observare et obligaverunt se, heredes successores et bona omnia, reservato regio beneplacito et assensu quatenus bona feudalia tanguntur, ad penam duplj dotium et dodarij et iuraverunt etc.: presentibus iudice Iacobo de Morte, de Neapoli, ad contractus; Ioanne de Aragonia, vice rege; don Carolo de Aragonia, marchione Giracij ; Andrea Matheo Aquaviva de Aragonia, duce Hadrie; Ioanne Francisco Carrafa, duce Arianj ; Ioanne Thoma Carrafa, comite Magdaloni ; Andrea Carrafa, comite Sancte Severing; Ioanne Baptista Spinello, comite Cariati; Hectore Pignatello, comite Montis Leonis; Bernardo Villamari, comite Caputacij ; domino Belingerio Carrafa; Ioanne Carolo Tram[ontalno, comite Matere; domino Petro Lazaro de Scea, regio secretario; domino Antonio lanuario, utriusque iuris doctore, vice prothonotario; domino Ludovico de Monte Alto, utriusque iuris doctore, regio consiliario; domino Antonio Carrafa de Neapoli; domino Hieronimo Azapaza; domino loanne Baptista de Duce; domino Petro Iacobo lanuario; Francisco Muscectula; Antonio Rota et Mazeo Arcella, omnibus de Neapoli. Presens copia extracta est ab actis mei notarii Angeli Martianj, de Neapoli, qui interfui et signavj. ST. I In

margíne: Presentatum eodem die.

F. P. 3225.

c-1509.X.6. Pisa.

Arc.

pîocuratoîe àell'abazia

Tommaso Riarío, -possesro dell'enfiteusi del pascolo del Terriccio

Caet.,

ìn Ptg. (Fondo Písano) n,3225.

dí S.

Copía autentíca, apposta

Donníno, rcínlegra Benedetto Gaetani nel

ol

processo

C-1493.111.30-V-24.

Pateat qualiter dominus Franciscus Serratus, commendatarius tunc abbatie Sancti Dompnini, con-

Filippi condam Stephani de Gatanis tertiam partem' pro indiviso cum Benedicto, pascus et pasture vulgariter nuncupate del Terriccio Pro annuo censu flore' oorur septuaginta et librarum ducentarum casei bufalini et unius porci ponderis librarum ducentarum et I cum pactis prout in instrumento concessionis supra in actis registrato et publicato a Filippo de Monte Cu."o, notario apostolico, sub die ultima mensis decembris MCCCCI-)(X)Q(III, indictione' stilo romane curie; cumque fuerit per dictos iudices delegatos confrmatum et cum sit quod proPter bellum Benedictus cesserit ad livellum et censum annuurtr Benedicto olim

emphyteota non potuerit dictum pascum usufructare, gue omia constare fecerit domino Thommasio de Riario, decano pisano et procuratori abbatie Sancti Dompnini et pisani archiepiscopatus, et petierit ab eo observantiam instrumenti livelli: dominus Tommas de Riario reintegravit Benedictum de Gatanis in omnibus iuribus, item in dicta tertia parte paschus et Pasture del Terriccio' non obstante locacione de ea facta, et eam Benedicto liberam relaxavit; omnia dominus Tommas promisit observare, ad penam dupli eius de quo ageretur, et obligavit omnia bona abbatie. Actum Pisis, in curia archiepiscopali, ad banchum iuris: domino Laurentio lacobi de Ancroia, canonico pisano, et ser leronimo olim ser Petri de Roncionibus, pisanis civibus, testibus, Incarnationis anno millesimo quingentesimo decimo, indictione tertia decima, die sexta mensis octobris, stilo pisano. Bernardinus olim ser Andree del Pitta, civis et notarius suprascriptus necnon notaúus et scriba dicte curie archiepiscopalis, me subscripsi.

t Enalo

Pcr Ponte.


VARIA

c - 1512. xII.

F. P.3334.

21 .

Lodo sull4 gestione dí ser Giooanfrancesco dí Massa.

Masso,

Arc.

Caet,, Pry. (Foailo Pisano)

3t9

n.

33j4,

d'Appíano, spedalieredell'ospedale dí S. Andrea

Otlgínale.

.

Noi lacobo di Giovanni di Guccio e Paghanello di lacobo, da Massa, arbitri eletti dal comune et homini della città di Massa, da una parte, et da ser Giovanfrancesco di Lancilotto d'Apiano, spedalieri di Sancto Andrea di Massa, da I'altra, a terminare li conti de I'aministlatione di Giovanfrancesco, d'annj sette in circha che he governò el detto spedale, come della electione et mandato nostro apare a le riformationj d'esso comuno, di mano di ser Antonio di Mariotto da Grosseto, al presente cancellieri d'esso comuno: et examinato li libri di detti conti de I'entrate e uscite d'esso spedale e I'inventario de le cose commisse per Giovanfrancesco : e veduto li denarj e cose nel detto spedale si domandano e quelle che mancano al detto inventario, consumate ne li bisogni d'esso spedale, et ancora el pegioramento de suoi pannj e altre massaritie al tempo perduto per lui in servitio d'essa casa: e veduto che nel giudicare dette ragioni con licentia del vicario del vescovo e che per via d'essi conti "o"oru o testimonj era luuri inpossibile discernere la verità se in quelli fusse fraude o inganno se no per via de giuramento da darsi a Giovanfrancesco: fatoli prima deligente inquisitione per lo decto vicario del e per noi, più volte tale giuramento prese sopra de I'anima sua aftermando in alcuno modo "ur"ooo in qualunque cosa per lui operata del decto spedale sempre andò fraude o inganno uo"r" "i "o-*esso puramente: onde bene examinato guello era da examinare, dichiariamo cioè, prima veduto che I'uscite sono piùr che I'entrate lire quatrocento novantacinque, soldi sei e denari otto, quelle reduciamo e mettiamo essere pari con I'entrate, perchè troviamo che a le dette entrate mancano molte cose o denari che per Giovanfrancesco non si sono scripte e però tale uscita viene a essere piìr che I'entrata. Veduto I'inventario de le cose, giudichiamo che Giovanfrancesco resti havere dal detto spedale tutte. le cose che commisse nel detto spedale come si trovano al presente, secondo lo dicto inventario; e per Ie cose che mancano e per li denari contanti quali vi commisse e denarj accatati soPra uno grorro e altre cose per luj domandate, giudichiamo che Giovanfrancesco resti havere dal detto "n"llo lire quatrocento di dette e talj cose d'esso inventario e dette lire quahocento li siano restituite spedale qìundo serà liberato del decto spedale per lo comuno di Massa. Caso che alcuna cosa si ritrovasse

j"

l"

notate nel decto spedale o fuorj, che non fusse venduta o consumata ne' bisogni d'esso spedale,

"or" come per Giovanfrancesco se domandano, si metteno al conto suo de dette lire 400 per quel prezo che già son messe, e decto spedale resti debitore al decto Giovanfrancesco. Veduto che per esso si dolmanda el pegioramento de suoi panni e massarie di casa commisse nel decto spedale et anchora che a luj s'usi dilcretione d'anni sette e più che è stato.al servitio di detto spedale, della gual cosa rimettiamo al comuno di Massa. Ariserviamo el tempo di diece dì proximi avenire dal dì del decto lodo da poter corregere el detto lodo in quelle parti aparesse da conefere, et così el medesmo tempo . l" p.ti a poter produre ogni altra ragione. Et le predecte cose sententiamo. Et io Paghanello ho scripto el presente tao ai *iu rn*o, di volontà del decto lacobo. E io lacobo soprascritto affermo el decto lodo e per fede mi son sottoscripto. essere logre e consumate Questi ,ono li denarj e cose che si domandano per ser Giovanfrancesco sopra uno anello, lire 42, sei accatati ducati soldi*a; lire 140, o"nd1it" di suo: ducati vinti d'oro, "soldi**; panno venduto a la moglie di FilippoVachaio, Iire 16, soldi ss; panno diLondra nociatosenese' oouj.Éun" per sé proprio, lire 16, soldi**i panno acordellatopavonazo sifé un paiodicalze persé, lire 7, soldi * *; punoo bigio,Z bracci, panno cilestro, 2 bracci, bianchetta, bracci I , logri in casa, lire 7' soldi 16, punoo buiato, Èr"c"i 5, si fé la gonella a la figliuola di Beccarino, serva, lire 10, soldiEs; fustano o"ro, br"ccia7, et una peza di tela gialla per uno paramento e resto Per oasa' lire l0' soldi**; unpaio di calze de saia vendé a Regolo d'Antonio di Cecho, cioè nera, lire 5, soldia*; una logra in casa per li bastri, lire 3, soldi l0; tela di lenza e da camiscie e di canaPe, p"ru ài "armi![uolo parte vendute et parte p", *r", lire 40, soldi**; nastari di seta per lire 15, e banbagia filata per lire 13, soldi 10, vendutqa piìr perrone,lire 28, soldi l0; re6 e seta frlata venduta per lire 12 e soldi l0 estringhe


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

340

bianche per lire 13, Iire 25, soldi l0; pettinj 40 in circha e uno spechio grande e due piccoli venduti, lire 4, soldi 12; una torcia e due falcole recò da Piombino, non so ne I'inventario, lire 3, soldiga; lapigionedela casadiPiornbino o verbuttigaperanni sej alire25 I'anno,lire l50,soldiax.; per farina pan fatto, più forme di cascio di piùr sorte e moza e per le spese facte a 18 hominj che andareno per luj a Piombino, in tutto lire 31, soldi**. L" qual soma aviamo reducta a lire 400 e resto anuliamo, e caso che alcuna d'esse cose si ritrovasse, quelle s'abino a mettere a conto d'esse lire 400. Latum laudum per suprascriptos arbitratores pro tribunali, in abotheca (t) Paganellj lacobi aromatarii, sita in civitate Masse, in terzerio civitatis veteris, et publicatum per me Ludovicum notarium sub annis Incarnationis millesimo quingentesimo duodecimo, indictione prima,

vigesima prima decembris, tempore pontificatus

Iulij

")

secundum stilum Masse, die

pape secundi, regnante Maximiliano romanorum Masso Philippi aromatario, de Massa testibus. Laudum

et in consilio generali comunis Masse, presente dicto loannfrancisco. Ludovicus olim cisci Luce de Massa, imperiali auctoritate notarius necnon iudex, scripsi. ST. imperatore: Cerbonio loannis Sabbatinj

promulgatum

a)

Enala:

decima prima.

r5r3.I.15. Piedímonte

Fran-

d'Aliîe.

C-2649.III. -

Copitoli per il matrímonio

di

Beatrice Gaetaní d'Arogona con CamíIlo Caetani.

Originale.

Capituli, pacti et conventioni habiti, inyti et fermati tra Io ill. s.'" Honorato Caytano de Aragonia, duca de Trayecto et conte de Fundi et principe de Altemura etc., padre legitimo et naturale de la s." donna Beatrice Gaytana de Aragonia, tanto per ipso s.'" duca quanto per nome et parte de dicta s." donna Beatrice, per la quale promette de rato et rati habicione, da una parte; et lo ill. s." Guglielmo Gaytaao, signore de Sermoneta etc., tanto per sé quanto per nome et parte de I'excellente s.o' Camillo Honorato Gaytano, suo unico figliolo legitimo et naturale, per lo guale dicto s." Guglielmo promecte de rato et rati habicione, da I'alua parte: sopre lo matrimonio contrahendo infra la dicta s.'" donna Beatrice, de se ipsa, ex una, et lo dicto s." Camillo Honorato, de se ipso, parte ex altera, son questi, videlicet: In primis lo prefato ill. s.* duca promecte al dicto ill. s.'" Gu, glielmo curare et fare realmente, per omne modo facendo suo potere però non se possa.excusare, che la dicta donna Beatrice, soa figliola legitima et naturale, pigliarà lo dicto signor Camillo Honorato Gaytano per suo vero, caro et legitimo marito, et con ipso contrahere sollempne et legitimo matrimonio,

ffi Yhesus.

secondo la consuetudine et uso de santa romana ecclesia, infra uno anno, computando dal presente dì, reservato lo regio beneplacito et assensu. Item promecte lo dicto ill. s." duca, per contemplacione et causa del dicto matrimonio contrahendo, dare et assiguare in dote et per la dote de la dicta donna Beakice al dicto ill. s.'"Guglielmo et s.'oCamillo Honorato, suo figliolo, ducatinovemiliade oro larghi,

de bono et iusto piso, et in specie de oro, in tra Ii termini et modo subscripti, videlicet: ducati doy milia de oro in oro larghi quando dicta donna Beatrice se consegnarà et mahimonialiter se traducerà ad casa de ipso s.'" Guglielmo et de dicto suo figliolo; et li restanti ducati septemilia de oro in oro larghi, da allora avanti computando, onne anno, ducati mille de oro in oro larghi, fine alla integra satisfactione, in pace, et sensa dilacione alcuna, Et da I'altra parte Io predicto ill. s.'" Guglielmo promecte al dicto ill. s.- duca curare et fare con efiectu che lo dicto s.'" Camillo Honorato, suo figliolo Iegitimo et naturale, prenderà la dicta donna Beatrice, figliola legitima et naturale del predicto s.'" duca, per soa vera, cara et legitima mogliera et con epsa contrahere matrimonio sollempne et legitimamente, secondo Io dicto uso et consuetudine de la santa romana ecclesia, infra lo dicto termine. Item promecte lo dicto s.'" Guglielmo, guando se contraherà Io dicto matrimonio, fare omne oportuna cautela, per instromento pubblico vallando, de la dicta dote et de Ia constitucione dello dotario, secondo Ia consuetudine et uso de li magnati, proceú, conti et baroni del regno di Napoli. Datum in Pedemonte, XV mense ianuarii 1513. Io Honorato Caietano duca de Traecto acepto et confirmo li supra scripti capitolj et' a magiore fede me so sopto scripto de mia propria mano.t Sig.' I Autografo. 2 In ceta rossa, gmtetta da caila.


VARIA

341

c - 2652.II.

1513.IV. 16. Roma.

Breoe di Leone X círca Ia recuperazione deì castelli dí Monteleone Sabíno, Arnara e Foglia, -usurpatí dalla oedooa di Troílo Orsíni.

Copia del sec.

XVII.

Dilecte filij. Superioribus diebus, vacante sede, Hieronima relicta Troili de Ursinis possessionem castrorum Montisleonis, Arnarii, Folii et nonnullorum castrorum eorumgue arcium, ad cameram apostolicam spectantium, invasit et occupavit in nostri' et sedis apostolice contenptum; quod nos tollere volentes et indemnitati camere apostclice consulere, deque tua fide et experientia con6si, tibi mandamus ut ad dicta castra te personaliter conferas, et possessionem castrorum earumque arcium tam [a] predicta Hieronima quam ab hominibus illorum, nostro et camerg apostolicae nomine, repetas; si parere recusaverit, eisdem Hieronimae et hominibus, sub censuris et penis pecuniariis de quibus tibi videbitur, mandes ut possessionem huiusmodi, visis presentibus, libere tibi tradant. Volumus quod, postquam pos-

et camerg predictg nomine teneas, donec aliud a nobis habueris in mandatis, et guod in dictis cashis idoneum substitutum pro retinenda eorum possessione relinguere possis. Datum Rome apud Sanctum Petrum, sub annulo piscatoris, 16 aprilis 1513. ln dorso: Dilecto 6lio Emi-

sessionem acceperis, nostro

lio, familiari, cubiculario et commissario

nostro. A

Leone

X'o

infrascriptum breve pro capienda posses-

sione obtinuit.

c-1513.X1.24. Písa

-

" de Tadeis >, commissafio per ì consolí del mare, eletto dai rìformatorÍ della Repubdi FÍrenze, assegna a Malteo e Tommaso d'Appiano i beni posti nel tenitorio di Aratoío."

Taddeo

blica

.

F. P.3274.

Arc. Caet,, Prg. (Fonilo Písano) n. 3274.

Anno ab Incamatione millesimo

Oiginale,

mancante

del ST.

quingentesimo tertio decimo, indictione secunda, a) die XXIIII mensis novembris, actum Pisis, in domo domini lohannis de Capponibus, magistri de AIto Paseuo: Laurentio Luce, famulo Rotellini infrascritti commissarii, et Bartolomeo Mariotti de Ponte ad Sevem, etiam eius famulo, testibus.. Taddeus olim Francisci de Tadeis, nobilis civis florentinus, commissarius generalis super bonis immobilibus positis in comitatu Pisarum, tam consignatis per consules maris quam super consignandis per dictos consules in connuni Cutignani, Oratorii, Effagiani, electus per reformatores reipublice florentine de presenti anno l5l3 et de mense octobris, cum auctoritate terminandi querelas eorum qui se gravatos occasione consignationum dictorum bonorum factarum dicerentur: visa portata sibi exibita per Matheum et Tomasium Lancilotti Appiani de bonis in comuni Oratorii existentibus, consignavit Maùeo et Tomasio inhascripta petia in comuni Oratorii posita: Petium tere laboratie, positum in comune Oratorii, loco dicto Pozale, slariqlrrm trigrnta, cui ab uno capite via Pozalis versus Arnum, perticarum 45 l, ab alio Menici Sanctis pecorarii de Oratorioiet bona Sancti Petri ad Hostiam versus Padule, perticarum 49 1, ab uno latere monalium (!) Sancti loannis Fierorum,versus Pisas, particarum 45, ab alio carriola Pozalis versus Titignanum, perticarum 28. Petium terre laboratie, positum in dicto loco, stariorum quatuor, cui ab uno capite carriola Pozalis versus Pisas, perticarum X j; ab alio Rugolaio di mezo, versus Titignanum, perticarum X î; ub uno latere bona Societatis Sancti Antonii et Sancte Lucie Dunelmochi ()) et Menici genuensis versus Arnum, perticarum 25; ab alio abbatie Sancti Savini, versus Padule, perticarum 25. Petium terre laboratie in dicto comune, loco dicto Resangheri, stariorum decem, cui ab uno capite fossum vetus versus Arnum, perticarum 17 |; ab alio caniola Ghargalone versus Padule, perticarum 17 t; ab uno latere via maior Oratorii vers.-us Titignanum, perticarum 38 t; ub alio bona Sancti Michaelis Oratorii, versus Pisas, perticarum 38 +: Petiul tene pratate in dicto comune, loco dicto Montachiello in Guarnaia, stariorum nonagiuta octo: cui ab uno


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

342

capite via maior Oratorii versus Padule, perticarum 26; ab alio Nicholaj Mathei Ghucci, versus Arnurn, perticarum 26; ab uno latere universitatis capellanorum Duomi et monalium Sancti Silvestri, versus Collem Salvetti, perticarum 250 ab alio Nicholai Mathei Gucci versus Pisas, perticarum 250. Petium terre pratate, positum in comune Oratorii, Ioco dicto Gramus Cella prope ffi marmoris, stariorum quindecim: cui ab uno capite strata Colline et via Vacarum versus Arnum, perticarum l3 !;ab alio Sancti Stephani a Pecteri, versus Padule, perticarum 2l; ab uno latere via Vacharum, versus Pisas, perticarum 58; ab alio strata Colline versus Titignanum, perticarum 58. Bastianus ser Nicolai Guidi de Pistorio, civis et notarius florentinus nec non cancellarius dicti commissarii.

t)

Inilízione geca.

II.

1514.

10,

A

c-2660.

.

II cardínale Alessandro Farnese a Guglíelmo Caetani: - sulla conclusìone di- Erstlia Caetaní con Giooanni-Francesco Orsíní, conte dí Pitigliano.

Roma.

Originale. Fuorí:

Pubbl. in Nozze dí

M.

Caetaní con C, deglí

del matrímonio

Antinoi, p. 28-9.

-Illustri domino avunculo nostro amantissimo domino Guiglielmo Caiethano.

Enfro.. Iesus. Ill. domine avuncule amantissime. Havendo inteso el conte de Pitigliano lo motivo et desiderio de Ia S. V. circa la refutanza de m[adonna] Hersilia, s'è contentato in omnibus et. per omnia satisfarlj : et cus€ì per I'homo suo ad posta et per lettere me ha resoluto et de tanta bona voglia et animo è disposto ad prestare el suo consenso et del 6gliolo ad guanto V. S. ordinarà che piùr non se poteria dire et desiderare: et cussì per questa de mia propria mano fo fede et liberamente prometto che 'l [pr]edicto conte observarà, lo quale scrive et fa intendere Io medesmo allo s[ignor] Io. Iordano ad tale ne p[ossa scr]ivere et promettere el medesmo: et cussì se è expedito subito a[d Vico]varo. Ma per che in la sua expeditione p[ot]eria andare qualche tem[po, sono c]erto che la S. V.' me darrà quel credito che pò et deve non me[no che a]d se medesmo. La prego che subito se [desplongha ad consignare [a] figliola sensa più dilatione, ad tale con ogni comodità et bono ordine se possa ritrovare domani ad octo in Pitigliano dove è aspectata con grandissimo desiderio; et cussì, como fin qui per Dio gratia se è datp bon principio alle feste et allegreze, attendemo ad continuare et mandarle ad perfectione da ogni banda; et a la S. V. me recommando et a la [signora] duchessa, con li quali me congratulo quanto posso de lo bon successo de li sposi, communi figlioli, et de lo sviscerato amore se portano in demonstratione et effectj ; che de tutto sia regratiato Dio et ce conceda per sua gratia lj necessarij et desiderati fructj, del che, apresso li boni principii, la bontà et continue orationi de m[adam]a Francesca nostra me danno 6rmissima sper"n'a. Da messer Berardino et I'homo venuto al presente dal conte quella intenderà piùr ad pieno de Ia libera et piena voluntà et promessa de loro patrone, a li quali darrà fede quanto ad me proprio. De Roma, l0 febr. 1514. Vostro nepote el Cardinale de Farnese mano propria. Sig.t

I In eta

rcssa, Protetta

da caila,

c - 2661.

1514.I1.10, B.

sulle trattatioe della rínuncia da farsi dq Bercrdíno Banzio a Guglielmo Caetaní: Roma. e sulle disposízíoni per Ia partenza di leì Orciní, Ersìlia Caetani, sposa di Gíooanní-Ftancesco per Pitiglíano.

Originale.

Pubb, in"No:ze

ili M. CaeLant con C. deglí Anlinoú' p. 27'8.

dno. d.no Gulielmo Gaetano dno. tuo observandissimo.

FuorÍ: Ill-

S.

t

Entro: Ill.'" dne. dne. et benefactor observandissime, comendationem etc. Questa sera è venuto prete Menico cappellano del s[ignod conte, quale andò ad trovare el s[ignor] conte, ad stafietta, ad farli


VARIA

343

intendere quanto V. S. voleva facesse m[adonna] Hersilia de quella renuntia, recercandone el consenso del prefato s[ignor] conte, dove s[ua] slignoria] me scrive et similiter piìr a pieno ad monsignor r.-" de Farnese e_t al s[ignor] Io. Iordano che è contento se facci quanto V. S. vole. Et che de tucio prega Ioro s[ignorie] voglino fare lettere ad V. S. et promettere quanto quella vole, che de tucto observerà et farà honore. Et così in questo ponto ho spacciato uno al s[ignor] Io. Iordano per decta lettera; inmo a ciò V. S. sappia el tucto, lo s[ignor] conte me scrive che non solo è contento se facci decta renuntia, ma guando ad quella satisfacesse, saria per gravar lo s[ignor] Io. Francesco ad far cessione de Pitiglano del quale V. S. a desponere quanto despone de Sermoneta, come più a pieno tucte refe-

rirò ad

V.

S.

Domenica, cioè domane, saremo ad V. S. per levare lunedì m[adonna] Hersilia dove sarà monsignor I'arcivescovo de Nicosia, fratello del s[ignor] conte, et qualche altro gentilomo, et in Fiano havemo ordine trovare lo s[ignor] Io. Iordano, et tucti inseme la conduceranno a Pitiglano. Et ad V. S. me racomando. Roma, l0 februarii 1514.

v.

Ilt. D.

L Ttaccía dí ceta

Servitor Berardinus Bantius secretarius d.ni comitis Pitiliani etc. tossa.

1514.II.10, C. Pitiglíano.

-

c - 2662.

Lodooíco Orsiní

Ersília,

sposa

Originale.

Fuorí: ltl.

di

suo

a Guglíelmo Caetani:

figlío.

Pubbl. in Nozze dì

M.

Caetaní con C. deglì

dno. d. Guglietmo Caietano

fratri auo plurimum

-

sulla rínunzia

a

dirítti ereditari per parte dí

Antínoi, p. 27.

s.t

colendissimo.

Entro: Ill. domine frater, plurimum honorande etc. Sa quell[a I'antiq]ua benivolentia è stata sempre fra ia Casa de quella, et Ia nostra. Et [per conser]vatione de questa è derivato el parentato fra de noi, et non per interromp[erla] ; et tanto semo contenti per quanto ne ha referto prete Domenico, nostro capellan[o, de] che habiamo visto in memoriale, che madonna Hersilia renuncij in mano [de] V. n. S. et facci tanto quanto quella domanda: che tutte cose mie remetteria in mano de quella,la la quale continuo me racomando et ofiero. Pitiliani, X febr. M.' D. xllry. 4fi.'* uti frater Ludovicus Ursinus Pitiliani comes armorun. t In cen Ìossa, Frctella da caila.

1514.II.20.

c-2662,1.

Inoentaio dei bení pardfernali datí ad Ersilia Caetaní, sposa di Giooanní-Francesco Orsìni. Copia

autentica.

Pubbl.

in

Nozze

dl M.

Caetaní con

C, deglí Antlnorí, pp. 24-6.

Copia inventarii dello adconcio della ex.-" madonna Hersilia Caietana facto per lo ill. s[ignor] Guglielmo Caietano et madonna Francesca sua consorte, consegnate allo r.-" mons. lu arcivescovo de Niccosia a) et ad misser Ber[nardino] de Scanzano, secretario €t procuratore dello ilI. s.[ignor] conte de Pitiliano.

In primo: Una collana d'oro de maglie vinti sei. Uno bocchale et uno baccile de libre **. Uno secchio d'argento de peso de unce vinti una. Uno cortinagt" dr letto de damasco turchino'alfa fran€ese con lectera et sua coperta del medeximo dr-asco eon francie d'oro. sonno beni parafrenali donati per lo prefato s.' Guglielno ad madonna Hersilia, sua ^ L'infrascripti figliola, in primis: Uno spanere da lecto de panno lino con reticelle rf,laÉ coo ,uo Un'altro

""pp"úo.


DOCUMENTI DELL'ARCHTVIO CAETANI

344

sparvere da lecto de panno lino con reticelle bianche con suo capello. Un paro de lenzola de panno lino con reticelle sfrlate de giallo et biancho. Un'altro paro de lenzola del medeximo panno con reticelle bianche. Item quattro para de lenzola senza reticelle. Uno pezo de tovaglie da faccie. (Jn'altro pezo de tovaglie da Item dui panni da sparveri indorati. Item quattro para de coscini de cortina. Item quattro asciucatori de cortina. Item quattro asciucatori de panno caiétanesco. Item uno paro de camicie de donna lavorate d'oro, lo collare et dintorno. Item duo camicie de donna lavorate de seta negra. Item deci camicie da donna de cortina. Item duo gorghere de cortina con maniche con friso Item duo altre gorghere de sensile con maniche lavorate d'oro. Item duo coscini de sensile con friso d'oro foderati de taffetta crimosino. Item una tovaglia grande lavorata d'oro ion france d'oro. Item una gorghera de sensile lavorata d'oro dintorno. Item un'altra gorghera henciata alla moresca. Item una coregia d'argento indorato con cinto d'imbroccato. Item una cathena d'oro con quattro perle et uno iacinto. [Jno coresietto sive frontale d'oro. Una scufra trenzata d'oro. Un'alha scufÉa d'oro senza trenzata. [Jno henzato de sensile. (Jn'altro trenzato de camerai. Un'altro trenzato de tela moresca. Una gorghera de sensile lavorata d'oro. Un'altro trenzato de sensile da lavare la testa. Septe scuffie de sensile lavorate d'oro de diverse sorte. Item tredici scufie de tela.

pedi.

d'oro.

Uno specchio indorato. Duo officioli de donna in carta pergamena. Uno officiolo de Septe Salmi guarnito d'argento. Due filze de coralli pater nostri tramezati d'argento. Item una filza de pater nostri d'aolio, una de diaspri et una de calcidonij. Una gonna de donna de seta crimosina. Una bernia de velluto negro foderata de giallo. Una gonna de rose secche con maniche de velluto negro. Uno cinto de velluto negro guarnito d'argento. Una cassetta d'aolio et uno pectine. (Jn'altro paro de lenzola. Item cento et quattro tovaglie de più sorte. Uno capello de seta rossa. Item un'altra gorghera con maniche larghe lavorate d'oro. Item tre veletti de bambacia sottile et un'altro pezo de veletti un poco grossi. tJno pezetto de veletti de seta colli orletti d'oro, et uno veletto de bambacie. Et ut de predictis series rei et facti veritas magis elucescat, cum de verbo ad verbum cum suo originali concordare inveni, transumptum et copiam predictam omnium dictorum bonorum et rerum publicavi et subscripsi, sub annis M.o D." decimo quarto, indictione secunda, tempore pontificatus Leonis pape decimi, die )o( mensis februarii. Gistoforus Pellicionius de civitate Casui. ST. ù

1514

.

Roma.

Aldobrcadíno Orcínî.

c.2671.

XII.18.

-

a Guglíelmo Caetaní: - sulla facoltà di gli ebrei, con Ia clausola ( non obsiantibus ".

Gírolamo Butígella

mente

gíudícare

í

sudditi,

e

special-

Originale.

Fuort: ilustri et excellenti domino Gulielmo Caietano Sermonete dornino etc. domino suo honorando.

s.t

Scrmonete.

Entro: Illustris dne. mi honorandissime. Quod scripsi scripsi. Cioè per quello che pienamente ho deducto nel conseglio, quale feci li zorni passati in favore de V. S., tengo per fermo che quella absolutamente possi scrivere et commetere cause fra soi subditi cum la clausula non obstantióus etc. Et tanto piùr in lo caso de I'ebreo del quale me scrive, sì per che le probatione de natura sua molto pendano da l'arbitrio de l'iudicante, sì per che-se vole aiutare le cause guanto se pò a ciò que per defecto de probatione non periscano, sl ancora per che cossa dificile è ad uno povero ebreo provare per chústiani la morte et filiatione de ebrei in loci remoti; et tanto più che intendo che molti sono ebrei quale le ponano et ancora lì sono alcune coniecture circa dita probatione de morte et filiatione. Tal che el defecto de la qualità de Ie persone per lo Bumero et altre coniecture se compensa. Onde securissimamente, al iudicio mio, V. S. pò concedere secundo la supplicatione; nè altramente haria


VARIA

345

scrito per parole de la parte adversa ben che non I'ho veduta. Se altro posso, prego V. S. se degni A la quale el calvalere (t) et io se ricornandiamo. Rome, XVIIJ decembris MDXlllJ.

commandarme.

D. V. I In

Servitor Hieronymus Buti$olla

iuris utriusque doctor. ceta îotsa, ptoletla

ila carta.

F. P.3339.

c-1515.II.15,17. ,, di Pisa, erede

.

Bendetto'

fratello .anche - Donna Sandra del fu Francesco de Zaccis Bastiafio, col consenso dei congíuntí Saloatore e Piehandrea " Michaelis ", rilascra procura alle líti a Francesco Tortí, písano, presentí i testi Leulo " Frediani , e Giacomo " Orchini ,.

Pìombíno.

del

Oiglnale, a rogìto ilel notalo e gÍuiltce Galoano delfu Arc. iaet., PrS, (Fon[o Písano) n, 33 j9. úlascíala dal cancellíere llaio " de Calafatis "ptíori Ptombino, ìleglí anzíaní ìlt e deî autentÍcaztone con

Anlonío u de Rivo

,,

F. P.33ll.

c.1515.VIII .22,24.

t Napolt. -- Presentí íI giudice ai contrattí Gíooanni-Antonio Maríuzola, di Napolí, e i testí Ladislco u de Plutino ,, dottore dí leggí, Geronímo Calp, di Valenza, don Motolo Plasmo,z di Trcpea: l'abate Pítí (l) Gíooanni Scoma, dt Napolì, rilascía piocura genetale aI prtore dt S. Gírolamo * de Agriano,, dellq congrcgazíone dí Monteolíoeto, in díocesí di Pisa, ed aí nobilí Beneletto Gaetani,? Arc. cazlone

e

Pisa,

e

Francesco u Sancti

,, dì Síena.

Ofigínale, a togíto del notato Anello Gíorilano, dí Napolí, con aulentí' n. 331l. Dîdaco Fortodo de Menoza, conte dí Mlleto, rcggente la Vícaia, fiIascÍata dal maslro dí altÍ della cutia

Caet., Ptg. (Fondo Písano)

sígíIlo

i!í don

Gíooannt GíroIIa,

L Nella

1515.

di

NaPoIí.

soltosctlzîone

Maruzóta. 2 Nella

sollosctízíone Moctulus

Pasimo.

3 Nel lcsto Gatani.

c -2694.

XI.21.

AffUo della pesca a Foceoerde, concessa e a Giacomo * de Carelli

Sermoneta.

da Guglíelmo Caelaní a Raímo

.

de Battoro

'

".

Copía autenllca cosi rcdatta: Fidem facio ego causarum curig Camerg Apostolica notarius fuisse mihi a domino Raymundo novembris l5l5' in carta p€rgam€na Rasi, ratiocinatore ducis don Michaelis Augeli Caetani, prgsentatum instrumentum rogatum die 2l Roma 13 ianuarii 1746. Domiprout collationavi. collationandi, eodem desumpta ab cum copia iltud efectum ad conscriptum, nicus Paparozzius causarum curig Camerg Apostolicg notarius' ST'

Anno millesimo quingentesimo decimo quinto, pontificatus Leonis pape decimi, indictione tertia, mensis novembris die 21. Notarius loannes Magnacarue de Bassiano, teracinensis diocesis, erarius Guglielmi Caetani, domini Sermonete etc., nomine Guglielni Caetani, locavit Raimo de Battoro et lacobo "Carelli, de Gaeta piscatoribus, ius et actiouem piscandi, cum una aretia pro quolibet, in tenimento de Ninpharum prefati dcmini Gullielmi, in loco qui dicitur la Foce Verde, incipiendo a loco nuncuPato Ia Paluzzata usque ad Focem Viridem, cum iure piscandi in mari cum duabus aretiis et ipsa aretia tirandi a mare ad spiaggiam in Tomoleto et ligna faciendi in ea _pro usu eorum famulorum tantum, ultra ad usum piscandi; uc etiam cum.iure pascendi equas, equos et bestias eorum in dictis locis ad dictum urum pisc"ndi, prout per alios locatarios predecessores solitum est; qu9 locatio incepit de mense sePtembris proximi preteriti et durabit ad festum Pascatis Resurexionis proximg futuri (t), pro pensione ducatorum sex pro quolibet, videlicet pro qualibet aretia, solvenda per eos aut per alium eorum ad requisitionem ipsius domini Guillielmi et suorum heredum et successorum; et notarius lohatt"es, erarius et locator, promisit eosdem locatarios manutenere et tueri; et prefati locatarii promiserunt eidem notario lo".t''i ,olu"r" quantitatem ducatorum sex, pro quolibet, tempore guo placuerit eidem dourino Gullielmo; notarius Ioannes obligavit dominum Gutlielmum suosque heredes et successores et ornnia bona, et Raimus et t.

44.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

346

Iacobus obligaverunt sese eorumque heredes et successores et omnia bona, sub pena centum ducatorum auri, applicanda pro medietate parti observanti et pro alia medietate curig ad quam fuerit proclamatum, et iuraverunt omnia observare. Actum Sermonetg, in loggia dictg teru9: Antonio Colasante alias Magna Pesce, de Terracina, magistro Matthig Petri, de Petrella, Antonello Stefanurij, de Sora etc., testibus. Antonius Caetus, de Chora, imperiali auctoritate notarius, scripsi signumque meum apposui.

c-27st.

î517.IV. 15. Dioìsione eredílaria Copia del sec.

fra i "

Sette Fratellí ,,, figli

di

Raímondo Caetaní

di Maenza e di

Caterìna Conti.

XVII-

'

Anno a Nativitate 1517, indictione 5', die 15 aprilis, pontificatus Leonis papg decimi anno quinto. Pehus Caetanus, suo et Francisci, eius fratris, licet absenti (!), pro quo de rato infra mensem a die stipulationis praesentis contractus promisit, et tamquam procurator iuvenis Vincentij, eius fratris, de cuius procurationis mandato mihi notario fecit fidem instrumento rogato per dominum Valerianum de Enarinis, de Piperno, notarium, sub die 8'presentis mensis aprilis dicti anni 1617 (!) et Nicolaus ac Honoratus, fratres et heredes Raymundi de Caetanis, ac tanquam procurator lacobi, eius fratris, prout de procurationis mandato instrumento dicti Valeriani notarii, sub data die 8' mensis et anni predictorum, mihi notario extitit facta fides I nec non domina Catherina, dicti Raymundi relicta ac eorum et iuvenis Gistophori mater, tanquam curatrix dicti Christophori, de cuius curationis deputatione instrumentum, manu dicti Antonij quondam Bernardiui Antonij de C'ratianis notarij et civis florentini, sub die 6' mensis et anni antedictorum, apparet: ad divisionem bonorum, gu9 Petrus ac Nicolaus ac Honoratus fratres dixerunt inter se et Franciscum et Ioannem Vincentium ac lacobum, eius fratres, esse communia et pro indiviso, amicabiliter devenire cupientes, idcirco dicti Petrus nec non Nicolaus et Honoratus et domina Catherina, fraterna charitate moti, ad huiusmodi divisionem devenerunt: quod Nicolaus et Honoratus ac lacobus, Christophorus predicti habere debeant oppidum Mayentiae ac Insulam, nec non prata et possessiones in territorio existentia, cum iuribus, iurisdictionibus et adiacentijs, quorum vocabula et confinia partes haberi voluerunt pro expressis; Pehus et Franciscus ac loannes Vincentius habere debeant Normam et Roccam Burgam (!) 4 ac domum positam in Piperno, nec non possessionem qug vulgo appellatur I'Acqua della Fug. etc. (!), cum iuúsdictionibus, iuribus et pertinentijs, quorum vocabula et confines partes haberi voluerunt pro specificatis, cum pacto quod Petrus et Franciscus ac Ioannes Vincentius sint obligati singulis annis tradere Nicolao, Honorato ac Iacobo et Christophoro summam 145 ducatorum de carlenis pro portione unius ex eisdem Nicolao et Honorato ac Iacobo et Cristophoro, hoc pacto apposito quod oppidum et 145 ducati inter ipsos quatuor fratres commune et communes sint. Dicti fratres convenerunt quod domina Cateúna, eorum mater, habere debeat singulis annis centum ducatos de auro pro fructibus eius dotis et pecuniis, quae sibi super dictis bonis debentur; ac voluerunt quod usqueguo domine Victoria et Lucia (!), eorumdem sorores, nuptui traditae fuerint, dari debeaut eidem dominae Cathering, pro earum alimentis, singulis annis, ducati 30 de carrenis et decem rubrorum(!) grani et decem cavallata vini; guos centum de auro et 30 de carlenis respective ducatos ac grani quantitates voluerunt dicti fratres posse capi per dominam Catherinam ex eorum proventibus, ad doming Caùering beneplacitum; et dicti fratres, pro rata sua, dederunt doming Cathering potestatem 130 ducatos et deeem rubra grani et decem cavallatas vini, ex eorum bonis et redditibus, exigendi, Petrus et loannes et fratres eius voluerunt quod domina Catherina, Laurae et et Victoriae dotibus, possit omnia bona alienare ac alias de illis disponere usquequo Laurae et Victoriae de earum dotibr,rs integraliter provisum fuerit. Quamobrem iurarunt dominam Caùerinam nullo unquam tempore revocare quousque de dotibus eisdem Laurae et Victoriae provisum fuerit, intelligendo quantitatem dotium secundurn capitula per eosdem fratres alias subscripta, hoc est pro qualibet praefatarum Laurae et Victoriae ducatorum 3000 de carlenis, quae capitula voluerunt observari. Etiam voluerunt

quod domina Caùeúna possit uti pascuis pro tot animalibus pro quot archiepiscopus consanensis, I eiusdem domine Catherinae frater et dictorum dominorum avunculus, ordinabit. Convenerunt guod omnia bona huiusmodi in perpetuum remanere debeant inter illas de domo vel familia de Gaetanis et guod non


VARIA

347

possint nec eis liceat illa, existere (!) familiam masculinam domus de Gaetanis, quomodocumque alienare seu alias, et pro quibuscumque etiam urgentissimis necessitatibus, distrahere vel dismembrare, et guod omnia per ipsos fratres ex dictis bonis usgue in presentem diem levata et recepta censeantur. (OmÍssrt). Et nominaverunt procuratores magistros Thomam Reges, Marium de Perusches et Blasium de Caeqena, in romana curia procuratores, necnon loannem Baptistam de Ecclesia, Tranquiilum de Remansis et Andrearn de Portiis, curiae causarum Camerae Apostolica notarios (Omíssls). Acta fuerunt Romae in Militijs, in camera turris domus seu palatij habitationis archiepiscopi de Comitibus: magnifico Gre. gorio Leonio de Spoleto, domino Antonio de Pisce, beneventino (t), et Antonio Caesareo de Roccaviga, domino Sancto Georgi de Erbinano et domino Nicolao loanne de Bassano testibus. Ser Franciscus de Alarico, imperiali auctoritate notarius, praesens instrumentum, ex aliena manu extractum, confeci signoque et nomine meis signavi.

ù

ileÍ < Sette FrcteIIi ". Notizíe sul feudo dí Rocca (C-2730.1.). Copîadel sec. XVill.

Eredllà

Roccagotga

Gorga, Feudo di Rocca Gorga sotioposto al 6decommisso e primogenitura ordinata da Cristoforo, Onorato, Nicola, Giacomo, Pietro, Francesco e Giovanni-Vncenzo fratelli Gaetani per gli atti di ser Francesco Colonna, notaro d'Alatri, I aprile 1517. Detto, per morte di Prospero Gaetani, pervenuto in donna Madalena sua figtia, che nel t635 il riteneva per le ragioni dotali, fu vindicato da Cristofaro iuniore ad altri Íratelli Per Eentenza rotale e, ael 1642 li 12 aprile, per gli atti del Fontia, notaro A. C., oggi Lancioni, da monsignor Cesi, allora tesoriere, come giudice deputato per l'ésecuzione dei decreti della Congtegazione de Baroni, con special chirografo di Urbano VIII' fu deliberato al marchese Giuseppe Gnnetti per prezzo di scudi fr, depositati nel Monte di Pietà di Roma col vincolo di dover stare Pro e doversi rinvestire in talti Luoghi di Monte, come ad a quale etc. Delli sopradetti fr furono comprati gli infrascritti Luo'

eyictione

istromento

ghi di Monte negl'iofrascritti 16 Li. 16 Li. 16 Li. 16 Li.

anni.

LL. Monte S. Bonaventura LL. Monte S. Pietro LL. Monte S. Pietro LL. Monte S. Pietro

2'

erezione

2" 6"

erezione

8'

erezione

erezione

E così si eounciara tutto il prezzo rinvestito. Delli detti Luoghi S. Pietro, 2'erezione, proveoieuti da luoghi S. Bona' ventura, 2'erezione, Luoghi 7 già cantaoti in faccia del marchese Francesco Amadeo Marúnelghi, trasferiti alla cappellania ordi' uata da Cleria Capranica Lenis, come a lib. 6, fol. 485: luoghi 7. Li tB luglio 1696 d. Filippo Gaetani, con setrtenza dell'A. C. Tomati, per gli atti del Fazii oggi Lancioni, registro originale Íol. 286, citato d. Francesco Lanli cappellaoo, li vindica come soggetti al fidecommisso e primogenitura e, sotto li 3l luglio soddetto, li trasferisce in faccia sua, lib. 9 Îo1.397. Detto dì d. Filippo li rassegna per scudi 175 a Gioau Paolo Andreozzi con patto redimendi dentro sei mei solamente Luoghi 9, fol.39E, col vincolo etc. Li ll dicembre 1699'

Paolo Andreozzi liberamente li raseegna a Clemente Millio e perchè li aveva attergati a favor della Dataria, atterga il dì 15 detto altri Luoghi 7 Monte simile, lib. ll' fol. l0l. Detto dì, Clemente Millio ne rassegna Luoghi cinque a Carlo Turriari, lib. ll, fol. l04,Luoghi 5; e Luoghi duaa d.Gio' vanni Ugotini, segnati 28 novembre e l0 dicembre, lib. I I' fol. 93, Luoghi 2. Li detti Luoghi due cantanti in faccia di don Govanni Ugolini, li l0 aprile 1726, in una partita di Luoghi 24 deno Monte, furono rassegnati a Stefano Ugolini nipote, tib. 21, fol. 201, riservati i frutti ad Agostino Ugolini. U 2l mano 1749 trasferiti all'ilI.* sig. Giovanni Battista Ugolini, fratello ed erede ab intestato di detto Stehno, e P€r mortc

Go.

I

Francesco Contí.

seguìta 9 giugno 1744, li 14 luglio 1749 cassata Li Luoghi cinque la riserva de frutti come a lib. * * fol. * *. cantanti a Carlo Turriani, li 12 dicembre 1709, furono rasse. gnati a Carlo iuniore, Gaetano, Giorgio ed Andrea Turriani, fgli ed eredi di Francesto Turriani, figli ed eredi di Carlo

di Agostino,

seniore Turriani,

lib. 15, fol. 66.

A di primoluglio 1710,

come a detto I a C"rlo e Gaetano Turriani, rassegnaLuo1710, ne lib. 15, fol.86. Carlo, li 25 ottobre ehi 2 a Berardino Pelod, lib. 15, fol. 66; a li 28 novembre 1710, ne rassegna altri Luoghi 2 all'abbate Quintiliano Va. lenti, come a detto libro e foglio; e Luogo |, "o.. lib. 15, Íol.7l?. Li 3 agosto 1717, Gaetano Turriani rassegna Luogo uno a Lavinia Zuccalona, come a lib. 18, fol. 465, e Luogo uno e mezo all'eredità del cardinal Gaspare Carpcgna, lib. 18, Íol. 146. Li 6 settembre, a li 28 detto, Luogo I j ,"t.urassegnati Luoghi Z

à gnato già all'eredità del card. Gupare Carpegua, "u11752 Nicola Ganucci, come pocsessore della prelatura Carpcgna, come a lib.3ó, fol..; quale, li 13 narzo 1761, atterga i frutti a favor del sig. Paolo Sarnani con patto redi' mendi. ll Luogo mezo, rassegnato da Gaetano Turriani li 28 novemhre l7l0 all'abbate Quintiliano Valenti, come a

as6€gaa a mons.

lib. 15, fol. 713, unito coo Luoghi 2 |,

rassegnati a detto

ab'

bate dal marchese Girotamo Teodoli, fu assegnato a Mons. An' ton Francesco Valenti, sotto datario, al colounello Gio. Battigta e capitano Filiberto Valenti, erede ab intestato dell'abbare QuinDetto tiliano, li I 4 ottobre I 71 9, in una partita di lloghi 38.

dì 14

ottobre 1719, Luoghi 12

vanni Battista Valenti,

bre 17t9, incorporati

f

rasegnati

al

colonnetto

Gio-

lib. 19, fol. 274; qtale, li 5 dicen-

"

$+,

I

rassegaa

a don Francesco

d'Aquino, duca di Casole, come a lib. 19, fol. 304. Li 30 giugao 1736, incorporati ad una partita di Luoghi 176,84t05, rassegaati a don Aatonio d'Aquino, terzo genito e donatario del duca Fraoce*o, sottoposti al magiorasco e fidecommisso, hb. 27, Íol. calona,

li t5

275.

Il Luogo uno, gil cantante a Lavinia Zucl727,il p. Giuseppe Maiani' de' Mini-

settembrè

stri degl'lnfermi, come esecutor testamentario di detta Lavinia, .l .uo convento della Maddalma, cotne a ne ra$egna #

lib.,., fol. :: # alli Padri della Scala, ome a lib. ". " Delli Luoghi 2 di Berardino Pelci, rassegaatili da fol. . -, Carlo Turriani li 2-i ottobre 1710, comc a lib. 15, fol. E6, trasferiti li I I aprile l7l? a Pieuo Pelosi figlio, Luogo uno lib. 16, Íd.671, li 4 dicembre l72l si riuovarono le pateuti; e Luogo uno, li 24 aprile 1713, ruscgnato al monactero e oonactre di S. Margaritadi Casi4come alib. 16, foL 670, gualiilprimo dicembre 1750 lo rassegnmo al monastero e rnonache di S- Grolamo di S. Gi!€rio, comc a lib. 37, ÍoL 207. rassegoato a Margarita Bcrnona rotrrana, oorne a

alla quale


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

34E

c -27s4.

1517.VII.7. Roma. - Leone X a Pietro Beriszlo, t)escot)o mína dí lui a cardinale. Copia del secolo

XVIII,

collazionata

Veszprím, bano

di Croazia: -

sulla diferita no-

da mons. Onorato Caetani.

Leo X Peho Berislavo. Nolumus mirari nec moleste ferre si, iis ipsis diebus sacro collegio cardinalium per novam creationem aucto multisque per nos in eum summum ordinem adscitis, fraternitatem tuam, contra quam in animo habebamus et quam erat nobis decretum; in aliud tempus reservavimus. Non enim accidit hoc quidem quod aut tuae praeclarae virtutes illo amplissimo honore non dignissimae sint, aut nos earum virtutum tuorumgue erga nos et sanctam hanc sedem christianamque adeo remPublicam meritorum coeperit oblivio, quae iam pridem hanc ipsarn summam et eminentissimam dignitatem iure suo poscere videantur; sed quae causae et rationes inciderint, vellemus praesens adesses' facilius posses ex nobis cognoscere, simul prefecto (!) intelligere, et quem animum erga te geramus et quod iudicium de te faciamus. Multa certe intervenerunt quae nos in hanc partem compellerent ut, quamvis grandi numero adlecto, tamen aliquibus vel charis affinibus nostris tum etiam optime de nobis meritis, Iatisfacere non potuerimus; sed non omnia praescribenda sunt, praesertim cum Thomas Niger, vicarius tuus, homo et prudens et summe erga te fidelis, copiosus sit tibi totum animum nostrum, quem ipse

perspicuum habet, expositurus, qui praesens (!) temporum rerumgue vicissitudines di6cultatesque cognovit. praetermisimus quod in magno Quod ri causa simpliciter fraternitati tuae referenda est, idcirco nunc te

'non egregia commendatio et testificatio dignitatis tuae; quae nunc praetermissa est, sed ad propinquum tempus traslata ut, quemadmodum optabamus, singularis viri et probati $ummum honorem singularis causa decoret et illustret. Quamobrem, etsi minime necessarium tua et animi fortitudo non postulat, iutamus aut te cohortari, aut no, ipsot excusare quod alterum virtus quam te ornando atque omni dignitate de ea deliberatione et te nostra, nos freti conscientia erga d" "lt"ro tamen non alienum duximus has nostras ad amplifrcando infixam in animo hub"mur, non ita laboramus, fraternitatem tuam dirigere, plenas paterna benevolentia et eiusdem summi (!) quibus, re tibi significata ut cecidisset, intelligeret fraternitas tua nos in sententia pristina permanere, effectum tamen honoris tui non omisisse, sed in illustriorem occasionem distulisse. De quo fraternitati tuae in verbo illo romani pontificis, quod fallere nefas, pollicemur nos de tua augenda prope diem dignitate ita- acturos, ut optime ac pru""l"rirri-e tecum actum putes, te in hac copia annumeratum non fuisse. Tu modo instituta tua ratione, qr" Duo et reipublicae deserviendo merita tua omni honore superiora reddidisti, perge atque insiste in .i, ,"bu, ug"odir, quibus vera immortalitas facile comparatul', oPeram da prospere atque exPectatione, quam de te-tuoque exercitu concitasti ut aliquid fortiter feliciterque gestum nobis primo quoque tempore nuncietur ut, eiusmodi arrepta occasione, tuum honorem cum illa gratiarum actione, quae Deo omnipotenti debita erit, coniung.*ur. Quod tam libenter ac tam laeto animo faciemus tanquam eodem facto et Deo immortali et virtuti ac meritis tuis et noshae suurmae ac singulari erga te benevolentiae accumulate late

,,u."ro non erat futura illustris et

simus satisfacturi. Sed de his et aliis supradictus Thomas, vicarius suus (!), fraternitatem tuam abundantius nostro nomine colloquetur, cui frdem plenam adhibebis. Datum Rome, die VII iulii uoxvtt, pontificatus

nostri anno V.

1517.

c -2734.L

vII.9.

II cardinale Giooanní Medtcí dichiara che Guglíelmo Caetani ha restituito í tre anelli che teneoa presso di sè a garenzia del grazioso prestilo dí 4000 ducati, fatto a l*one X.

Roma.

etìgtnale. NeI oetso, nota ilel sec. XVI:

Polisa del Cardinal de Medici de le gioie restituite'

Io[hanaesl tituli Sancti Laurentii in Damaso Presbiter cardinalis de Medicis

9 iulii

1517.

I S. R. E.

)

Vicecancellarius

Per virtù della presente facemo fede come lo lll.-" S[ignod Guglielmo Caytano de Sermoneta ha , restituito a Berardo Binj per lla S.È del N. S. he anella, cio è uno diamante tavola, uno balascio


VARIA

349

tavola et uno smiraldo colmo, de valuta de sei milia ducati, le quale gioie teneva apresso de sè predicto s[ignorel per securtà de 4000 ducati d'oro de Camera, hàuta imprestato gratis a S. S.'à Et a sua sigroria se sonno li 4000 ducati restituiti per rnano de Marcantonio suo cancelliero. Et ad fede havemo facta fare la presente, subscripta de nostra propria mano et del nostro solito sigillo sigillata. Datum Romg, in Palatio apostolico, die VIITJ iuliinaoxvly. IoIhannes] Vicecancellarius. Sig.t. P. Ardinghellus. I Era

stalo scrillo per mano mia, alla:

pol

conetlo dallo stesso catìlínale a Ber.du Bini

per

2

In

ceta îolxa, proletta da cafla.

c - 2766.

1518.VI.6.

II

notarío Gaspare u de Aquis racinensis confinium

Originale.

,

ríeeùe da Guglielmo Caetani ducati

97 per onorari della

causa

.

Ter-

".

Neloerco, nota coeùa: Poliza del notaro de Martino auditore de denari receputi per la causa setina, 6 iunii

l5l8

Terracinensis confinium. Ego presentis cause notarius infrascriptus fateor me recepisse ab illu{ domino Guillielmo Gaietano, principali, pro intega solutione partis sue, ducatos auri de Camera nonaginta et septem, dico ducatos LXXXXVIJ, cum quibus satisfactus et solutus sum tam de registro quam processu ac examine testium et interrogatorijs excessiiis ac viatico ceterisque omnibus in causa huiusnodj, pro parte dicti illushissimi domini Guillielmi, principalis, usgue in presentem diem infrascriptum. In cuius fidem etc., die sexta mensis iunij 1518. Ita est Gaspar de Aquis notarius gui supra manu propria. strissimo

L Era stato scríIto a Duce, poÍ corrello ab ill'o

F. P.3307.

c-1519.1.'22.

panocchía dei SS. Quilico e Lugnano - Il prete Giooanní di Bartolomeo Malasoma, rettore della Giuditta, cnn il consenso di Roberto Carlo Strozzí, di Fírenze, oicario generale del cadínale Rafaele Riario, arcioescooo di Pìsa, aoendo dato a líoello un terreno, in contruda " in Villa ", nel tenítorio di Lugnano, a Martíno del fu Nocco dì Lugnano e al cugíno Míchele d ai loro eredí maschì ín perpetuo, conforme all'ístromento a rogito del notaìo Geronímo del fu ser Pietro Roncíoni, cittadíno písano, in data 20 . Xil . 1487 , riportato ín calce: presenti Mtchele del fu Luca * Canpile , e Giacomo ilel fu Bartolomeo " Laurentii ,,, preti di Cascina, nella casa panocchiale, iI prete Lancilotto del fu Domeníco d'Appiano, rettore di detta c.hìesa, rinnooa la concessíone, an le clausole contenute nell'istromenlo sfesso, a faoore dei fratellí Nocco, Lorenzo e Matteo, eredi di Martíno, essendosí estinta la línea dt Michele.

de'

Arc. Caet., Ptg. (Fondo Písano), n. 3307.

"

de Bencinis u,

-

Sebastíano ìlel

îu

Filippo det

c

151g.V.20. Roma

Oigínale, a togíto del nolaÍo

fu

Nanni

Cascína.

-2793.1.

X

perchè il cardínale Alessandro e Giooanni Giorgío Cesarínì possano Leone Rescritto con patto di riscatto, a Guglíelmo Caetani, princípe dí Sermoneto, I'annuo censo grcoante

di

oendere,

sul casale

di

Camposeloa.

Odginale.

Beatissime pater. Cum devota creatura vestra Alexander, Sanctorum Sergii et Bachi diaconus cardinalis, Iohrnres Georgius de Cesarinis, domicellus ronìatrus, devoto oratori vesuo Guillelmo Gaietano, Sermonete ptircipi, artruum censum trecenturn quinquagiata ducatorum arri de Camera, pro pretio quinque millium ducatorum, ad rationem septem pro quolibet centenario, super casale C-ampisilve, in .partibus Latij districtus Urbis situm, cum pacto de revendendo infra terminum tium aDnorum, vendere


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

350

proponant; et Guillelmus cum simili pacto emere sit paratus et ab aliquibus dicatur asseri sine scrupulo conscientie, auctoritate Sanctitatis Vestre cessante, id minime fieri posse: propterea Sanctitatem Vestram supplicant creatura, Iohannes Georgius orator prefati quatenus, ut pro certis suis imminentibus necessitatibus ad presens subvenire possint sibi, venditionern census huiusmodi faciendi et eidem Guillelmo illum ()) etiam cum simili pacto de retrovendendo, ita quod nullatenus fructus exinde percipiendi in sortem connputari per eosdem venditores non possint nec valeant, licentiam et facultatem quodque omnia modo supradicto libere et licite facere possint concedere et indulgere, necnon contraetum huiusmodi de usurarie pravitate propterea quoquomodo notarj vel impugnari non posse decernere dignemini de gratia speciali, non obstantibus premissis ac constitutionibus .et ordinibus apostolicis, privilegijs et indultis ac in sinodalibus et provincialibus editis extravagantibus latissime in literis extendendis ceterisque contrarijs guibuscumque cum clausulis opportunis et consuetis. Fiat ut petitur, IIohannes]. Et cum absolutione a censuris ad efiectum etc. et de concessione, indulto, decreto omnibusque alijs supradictis que ad partem etiam quoad singulas partes repetitas censeantur; et cum derogacione privilegiorum, indultorum et aliorum supradictorum latissime extendendis; et quod presentis supplicationis sola signatura sufrciat, attento quod super re in districtu Urbis existente; et quod omnium premissorum, etiam si in vim pacti vel capitulationis inter ipsorum contrahentes inite cum eorumdem capitulorum approbatione, si opus fuerit, latissime inserendi aliorumque circa ea, necnon maior et verior speciGcatio fieri possit in literis. Fiat, I[ohannes]. Datum Rome, apud Sanctum Petrum, tertio decimo kalendas iunii anno septimo. (Ne/ uerso): Re[gistratal, L. D. de Aretio. Libro 8n, folio cJ. (Nel margine superiore): Confirmatio venditionis census super infrascripto casali cum pacto de retrovendendo et quod fructus percipiendi non computentur in sortem.

c-2797.

1519.VI.30. Regolamento concernente Copia siacrona mutila.

L[irel 120

per

huomo d'arme per quartiron.

Li condotieri di l[ance] 100: all'anno ducati 500.

soldo della truppa

della

Repubblrca

dr

Venezía.

.)

M.D.Xtx ultimo iunij. È ,o*."."nte necessario, volendo conseguire quel frutto che si desidelle genti nosbe d'arme, redurre et regolare gli stipendii et pagamenti loro a tal uniformità et egualità che con bene6cio publico sia rimossa ogni dannosa emulatione et querela fra esse, per modo et forma che Ii capi habbino causa di ben servire et gl'huomeni d'arme habbino etiam il debito del stipendio suo, et però. L'anderà parte che, per auttorità di guesto conseglio, de cetero tutte le nostre genti d'arme indiferenter habbino et haver debbino ducati 80 mozzi all'anno per cadaun huomo d'arme et sieno pagate a quartiron, videlicet ogni tre mesi, che seranno ducati xx per quartiron; nè per alcun modo si possa piìr condur nè refermare a nostri stipendij alcuno. Alnimenti et sia ch'esser si voglia ecetti però solamente da questo ordine il luogotenente, capitano et governator generale. Nè si possi pattezzare fra 'l condotiero et huomo d'arme di minor stipendio per alcuna forma overo ingegno, sotto pena al condotiero conhafacente di perpetua privatione di nostri stipendii. Li condotieri veranente tutti de cetero debbiano esser condotti a provisione per la persona sua, la b) quale provisione sia et esser s'intenda alli condotieri de lance 100, ducati 1000 all'anno, aL.6, R.4 per ducato, a ragione de ducati 250 per quartirone. Et quelli da lance 50, ducati 500 all'anno, a ducati 125 per quartirone. Il qual condutiero di lance 50 non habbi a livrar altro stipendio per la sua lat'"a che la provisione soprascritta; e quelli che seranno condoiti con piìr o meno numero de lance, haver debbiano la provision sua per la rata .et portion della condotta al modo sopra detto. E oltre di questo debbiano etiam haver il suo caposoldo consueto, del qual però sieno obligati li condotieri delle 100 lance dar ad uno luogotenente ducati 92, ad uno banderaro ducati 52 all'anno oltr'l suo stipendio ordinario, et a dui trombetti ducati 62, li quali non sieno compresi uel numero delle lance, et ducati 194 si debbiano dispensar a 15 huomeni d'arme, delli più eletti della compagnia sua, che meritassero avantaggio, come al condutiero parerà, da essergli dati et pagati alla banca general, secondo che si daranno le paghe ordinarie; et quelli condotieridelle lance 50, et da llì iu giuso dar debbianoal suoluogote-

ordine - de. ouar,ir",, a"rrc Luoti dera d'arrre.

il


VARIA

351

nente ducati 72; al banderaro ducati 42 all'anno, oltr'l stipendio ordinario, et ad uno tronnbetta, qual similiter non sia compreso nel numero delle lance, ducati 30 all'anno; et ducati 160 siano divisi tra X huomeni d'arme, delli piùr eletti, come alli condotieri parerà, da esser pagati alla banca, ut supra, ad huomo per huomo, secondo la forma della parte de dì primo marzo prossimo passato, la quale sia inviolabiliter osservata in tutte le nostre genti d'arme indiferenter, eccettuati, come di sopra è detto, da guest'ordine, luogotenente, capitano et governator generale. Nè si possi dar la paga ad altri che ad huomo d'arme in persona, salvo sempre iusto impedimento, da esser conosciuto per la banca general, qual è capitano, camerlengo di Verona, et colleteral general; et de cetero sia statuido, determinato che tutti li rettori et camerlenghi delle terre, dove è limitatione de genti d'arme, siano obligati, di mese in mese, mandar in groppo alli rettori di Verona tutti li dinari che haveranno scosso della limitatione; li quali rettori di Verona debbiano quelli così intatti tener et conservar in uno scrigno di ferro et sicuro 6n'al tempo della paga sotto 3 chiave, da esser tenute una per il capitano, una per il camerlengo e la terza per il collateral nostro general; et similmente osservar debbiano della limitatione di quella camera nostra di Verona; et sopra i mensuali, che di mese in mese si manderanno dalle camere, si debbiano quelli camerlenghi, all'incontro di quello che haveranno scosso per conto di detta limitatione, far creditori di tutta Ia somma haveranno mandata a Verona, sì che quel conto resti saldo. Al tempo veramente delle paghe li detti groppi si debbano aprire presente uno delli rettori nostri di Verona, il camerlengo et il colleteral generale, o vero vice colleteral, dispensandoli alli soldati, a huomo per huomo, secondo I'ordine sopradetto. Nè possi esser ritenuto alli detti soldati salvo soldi 4 per huorno d'arme per ogni quartirone per quel camerlengo che manderà li dinari a Verona, et R. 2 per quel camerlengo che Ii pagherà, similiter per ogni quartiron. Far si debbiano de cetero ogni anno due mostre, videlicet una armada et I'alha disarmada, ciò è una di marzo et I'altra di settembre, principiando il mese di settembre prossimo, a cadauna della qual mostre dar si debba uno quartiron, intravenendo sempre ad esse mostre uno delli savij di terra ferma, et uno delli rasonati nostri, da esser ballotati per il collegio nostro, et alla seconda mostra, Ia qual si farà il mese di marzo 1520, tutti gl'huomenid'arme sianotenuti presentar allabaucahecavalli buoni et soficienti, videlicet: il capo di lanza, bardado et con la sua testiera, et lui armato d'arme . bianche; et sopra il primo piatto, il saccomano armato alla leggiera; et sopra il secondo, il fameglio secondo'l consueto, et come far si soleva avanti la guerra; et non presentando così gl'huomeni come li cavalli, siagli dato 'l defetto secondo gl'ordini della banca per la portion del stipendio che harranno

a

toccare.

La essecutione veramente del presente pagamento et ordine principiar si debba a dì primo genaio prossimo futuro, al qual tempo saranno finite le condotte, et quelli condotieri che servano al presente a Paghe X all'anno' una

in

paga

Pagamento fatto ultimamente alli sotto scritti lancichinel per ser Costantin Cavazza, secretario ragion de Raines 4, da L.4, R. l0 per uno per paga.

Capitani.

. .

Paghevive

Sig." Georgio Dux no. 546 Sig." Girolamo Comperger 426 Sig.' Bastiano Sarandolf 525 Sig.' Carlo Dalinda, 441 Sig." Girolamo Perben. 389 Sig." Michiel Praisin 425 Sig." Adam Cheple 431 Sig." Daniel Saiberstolf 450 Sig." Ruoch da Raisuch 436 Sig." Georgio Soler. 339 Sig.' Christofolo Da Sine . 386 Sig." Iacob Mosperger . 328 Somma Paghe

Sopra

paghe

Archibusieri uno I per uno n", 64

Raines Carantani

a R.i

no. 106

il0

t06 117

106 106 106

106

57 52 78 4Z 44

no.2572 2200.60

2576 2310 2022

2168

55

2202.60

55

2278.60 2228

t06

60

96

37

1856.60

106

40

2008

106

35

r8t0.60

5152 *w"paghe a.o 1277 xaan;erin.'619 M.ts V.s p.. n. 26334 n.60


DOCUMENTT DELL'ARCHIVIO CAETANI

352

Nota come uno capitano di lancichinek 500 debbia haver sopra paghe n.o 206, ordinariamente, delle quali si distribuiscono alli sottoscritti et non ad altri n.o 26; li 80 alla banca si danno a quelli par meritano avantaggio, et ancora che qui sopra sia notado, a chi più a chi meno, è stato fatto per contentar i capitani. Similmente li archibugieri che per Ii pagamenti vechi si solevano dare per avantaggio 20 per c.o, sì delle paghe vive come delle morte, come appare in questo R. 3 ad presente gli è sta dato Raines uno per uno di avantaggio olha la sua paga a quanti hanno voluto li capitani.

Al

paghe

l0

paghe a I'alfrer al capellano paghe paghe al cancelliero paghe al barbiero paghe al furier paghe al condutiero paghe al fifaro a uno sergente paghe a un altro sergente paghe a un altro fifaro paghe

5

capitano

al tamburlino a un'altro tamburlino a I'allabardiero a un altro allabardiero al qervidor dell'interprete

paghe 2 paghe 2 paghe l'1, paghe l'ln paghe I paghe 2 all'interprete paghe I al cogo al ragazzo del capitano paghe I paga I al ragazzo de I'alfier

2 2 2

2 ,)

')

2 2 2

persone

20

paghe 46

Nota come Ii Sviceri, Grisoni et lancichinek non si scrivono alla banca, ma il modo che tengono è questo: che li capi presentano uno rolo, dove è descritto tutto'l numero dell'huomini si trovano in esse1, et li collaterali insieme con il pagatore et proveditore li fanno passar in camPagna' et contati quanti fanti sono, tanti ne pagano, dando li dinari alli suoi capi, et non a huomo per huomo, come si Sig. Antonio Ur. pagano I'ltaliani. aino lll.'" sig. Cesare Fregoso ha la condotta sua de leggieri 200, a cagione ii 9ry per lanza, al sono lance 25 all'anno, non computata quella della persona sua' presente ridotto ia leggieri 50, "h. monta per uno quartiion L. 108 per lanza, non compreso li capi soldi, che sono L. 12 per uno, L. 5 R. 16. ducati 435, L. 3, ducati l74l E per provisione di esso sig.* Cesare ducati 2500 all'aano, nelli quali si comprendono ducati 800, da L. 6 per ducato, che monta li capi soldi di tutta la condotta che sono lauce 100. Item vi è compreso ducati 80 della sua lanza, delli quali ducati 2500 si debbia dispensar alla banca ducati 400 all'anno da L.6 nelli sopra detti leggieri, o come meglio parerà ad esso sig." Cesare. Ducati 2500 L, Ill.-' sig. Camillo Orsino ha la condotta sua di lance 100, al presente re' dotto in luo"" 50, non computata quella della persona sua, per uno guartiron a L. 108 per lanza netto, non compresi li cappi soldi ducati 820, L. 6 all'anno. Ducati 3483 L. 5 R. I É, p", la provisione di esso sig. Camillo ducati 2500 all'anuo, nella qual sia dispensa di ducati 387' ducati 800 da L. 6 per ducato delli cappi soldi, di tutta la L"" per R'e' r*ta Per ,i "ompr"odono conto del detto sig'r Qacondotia, che sono lance 100, et ducati 80 della sua lanza, delli qual ducati millo ducali 2ll2 L' 2500 si debbia dispensar alla banca tutto guello si dispensava sì come havesse Ducati 2500 L. le lance 100, iusta la parte del Senato údotta in presente al lance 100, sua di condotta la ha Bua Co. Mercurio a 108 guartiron L. per uno persona sua, monta lance 50, computata quella della per lanza, non computati li capi soldi, che sono, L. 12 per lanza, ducati 870,

Ducati 3483 L. 5 R. I L. 6, o"l all'anno. . et per li capisoldi delle ditte lance 50, ridotte a L. 12 per una per 96 L.4 R. t6 Ducati quartiron 2 L. 0 R. 12 387 Ducati val all'anno ducati 387, L. 0 ch'è la sua Et per li capi soldi delle ditte lance 50 fino al u-o di l@ condotta, a L. 12 ut supra, Per unoquartironducati 96 L. 4, R. 16 inun'anno L. 0,l2,li quali capi soldi insieme.con li

soprascritti delle lance 50 come I'havesse in esser tutta sì alla banca, tutti in esser si debbiano dispensar

ducati 387

la

sua condotta

E

integra

per la sua provisione

Ducati

all'anno

Ducati

387 1000

L.0 L.

R.

12


VARIA

353

Sig." Allessandro Fregoso ha la condotta sua, de lance 60, al presente ridotta in lance 30, oltra quella della persona sua, per un quartiron a L. 108 per lanza non compreso li capi soldi, monta àucatí 522 L. ?1, R. 12 all'anno. Ducati Et per li capi soldi delle ditte lance 30, ridotte per uno quartiron a L. 12 per lanza, monta ducati 58 L. 0. 8, all'anno ducati 232 L. l. 12... Ducati Et per li capisoldi delle ditte lance 30, fino alle dette lance 60, che è la sua condotta, a L. 12 ut supra per uno, per quartiron ducati 58 L. 0. 8, alI'anno ducati 232, L, l, R. 12, li quali capisoldi, insieme con li soprascútti delle lance 30 in esser, si debbano dispensar tutti alla banca, sì come egl'havesse in esser tutta la sua condotta intiera Ducati E per Ia provisione di esso sig. Alessandro all'anno Ducati D. Batista Martinengo ha la condotta sua di lance 60, al presente redotta in lance 30, oltra quella della persona sua, per uno quartiron all'anno a L. 108 per lanza, monta ducati 522, L. 3, R. 12, non computadi li capisoldi che sono Ducati L. 12 per lanza Et per li capi soldi delle dette lance 30, ridotte per uno quartiron a

L. 0, R. 8 all'anno dacatiZ3Z, L. I , R. l2 Ducati capisoldi delle dette lance 30, fino alle dette lance 60, che è Ia sua condotta a L. 12 per una, pel uno quartiron ducati 58, L. 0, R. 8, alI'anno ducati 212, L. l, R. 12, Ii quali capi soldi insieme con li soprascritti delle lance 30 in esser, si debbano dispensar tutti alla Banca, si come egl'havesse Ducati in essere tutta la sua condotta Ducati Et per la provisione di esso d. Batista Martinengo . Co. Alberto Scoto per lance 60, ridotta in 30, monta ut supra. Ducati Ducati Et per li capi soldi delle dette lance 30, in esser ut supra . Et per li capi soldi delle lance 30, per ascender alle 60, che è la sua . Ducati condotta ut supra, si dispensano ut supra Ducati Et per la provisione di esso signor Co. Alberto ut supra Co. Aluigi Avogaro ha la condotta sua di lance 50, al presente ridotta in lance 25, oltra quello della persona sua, per uno quartiroqa L. 108 per lanza, Ducati monta ducati 435, L. 3, non compresi li capi soldi Et per li capi delle lance 25, ridotte a L. 12 per lanza, per uno quartiron ducati 48 L.2 R.8, all'anno ducati 193 L.3.8 Ducati Et per li capi delle dette lance 25, fino al numero delle 50, che è la sua condotta a L. 12 per una, monta per uno quartiron ducati 48, L. 2, R. 8, all'anno ducati 193 L. 3 R. 8, li quali capi soldi insieme con li soprascritti delle lance 25 in esser, si debbano dispensar tutti alla banca, si come egl'haveise in esser tutta lacondotta Ducati : . Et per Ia sua provisione all'anno Ducati D. Gio: Paolo Manfron per lance 50, ridotte in 25, monta ut supra Ducati Et per Ii capi soldi delle lance in esser, monta ut supra . Ducati Et pe il capo soldo delle lance 25 in esser, fino al numero di 50 che è Ia sua condotta, monta ut supra . Ducati Et per la sua provisione all'anno monta ut supra Ducati D. Pietro Paolo Manfrone ut supra . Ducati

L.

12 per lanza, monta ducati 58,

Sig. Ridolfo 2

232 L.

I

232 L. 600 L.

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Venezía, rn Senato terra, reg. 21,

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íI

ducato

108 per lanza, poí cancellalo.

dí líre sei, soldî quatbo

12

2090 L.

2

L.

I

R. r2

232 L.

I

R.

237,

600 2A90 232

D. P.'o Marti-

12

L. 2 L. I R. 12

232 L.

I

R. t2

600

l47t L. 5 R. t6 193

L.3

193 500

L,3 R.8

l47t 193

R.8

L,5 R. 16 L,3 R.8

193 L. 500 L.

R.8

2629 L.

R.4

ilel

de*teto; manca però Ia

pagamenlo.

b) La moneta comunemente adoperata

t.

c. 32, è ipoilato íI

R.

nengo

Et per li

nola

Campeggio

2090 L.

pet ilucato.

Co.ScotoTroilocon lance 30 solamente


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

354

c- 2809.

1519.X.31. Federíco Conli a Guglielmo Caetaní: ed aIIe míre dí Prospero Colonna su Sermoneta.

Valmontone.

intorno

alla

congiura

\,r[ . bir

dei Caetani dí Maenza

Originale.

Fuotí: Allo ill. et c:cctlentc

s.t

s[ignorl Gug-

lelm-o Gaytano cognato

et fratello honoraido.

Entro: Illustre s." cognato et quanto fratello, commendationem. Per render conto ad V. S. de quello che trovammo heri fra el r.-" de li Conti et altri, sua signoria ne disse haver facto iuditio che guella compagnia, quale in tucto arrivava ad cento fanti, era venuta Per occupar la Cisterna et far in qu.i lo"o et che, ad suo iuditio, questo ha assai del verisimile; ma pensa che siano retirati solo "ito perchè coloro che Ii governavano non li è parso tempo de innovare. Et tanto piìr guanto dice haver volte sopra questi loro moti, et che li ha chiariti che quando loro pigliassero conferito con loro "ltre la rocha et terra de Sermoneta, fatigariano per altri, et volendo inferire d9f s."' Prospero, quale ha hawta sempre mira ad voler un dì farse patron de Sermoneta; ad che li s." parenti dice non li haver risposto .ltro ," non che tucto questo era vero et che loro Io cognoscevano; ma che ad questo deveva p*ru, più V. S. che loro. Una parte de queste gente, quale era con li forosciti, dice el Cardinale Lrr., st"ti I'altra nocte in la mola sua de Tonechia nascosti et non haver inteso sua signoria niente se non dopoi, et I'altra parte in Casa Nevola, la medesma nocte, o immo doi o tre nocti. Dgnde io sono de parere, essendo quello hoste un gran ribaldo, che V.. S. vedessi haverlo in le mano perchè et se non se potesse havere con altro modo, me pare che lì medesmo Io mandi saperia1nolt" "or", io aj pigliare, in che non ricercaria in questo caso altro consenso del Cardinale, quale me ha Promesso uo"àri far diligentia de intenderla rneglio questa _"o_r1,-"t de quanto trovarà advisarla. Un staffier mio scontrò uno d. Cora heri per strada venendo ad Valmontone et domandandoli quello se faceva ad Core; li rispose colui che se ragionava assai de gueste novità de Sermoneta et che Io s."' Pietro I'altra nocte volse entrar in Core con trenta cavalli et che non Ii volsero aprire. Noi andamo ad Roma; de quanto se trovarà et farà, de là V. S. serà advisata. Non alho, ad lei me reconmando' Ex Vallemontone, ultimo octobre MDXIX.

De V. S. cognato et fratello Federico Conte abbate manu propria scripsi.

L

In

cerc rossa, Protetta da caila'

c-2809.xvl.

r519.XI.V. II cancelliere Eusebío Panarí a Gugltelno Sermoneta, ordito per pfima dí Natale.

Roma.

Caetaní:

-

circa lo scalamento della rocca di

Originale.

'

si[goor] mio hon[orardo] et s[ignor] Guglietmo Gaytano de Sermoneta etc.

Fuorí: A I'lll.

s.t

Sermoneia'

Entro: Ill. s[ignor] mio, commendationem. Heri,circa un'horadi poila partita diquideCola Cantarello, essendo venuto ad trovarmi il vecchio et affectionato servitore di V. S., Francesco Thoscanella, mi dette la alligata et ultra mi aperse a boca che, essendoli casualmente occurso parlare con uno' intese da lui che era stato con XX compagni nascosto in una casa aPresso la Porta delle Noce, vestiti da buffalari, dove per homini della terra, in su Ia meza nocte, se li portava da magnare; et ehe tenevano intelliger,ti* con uno della roccha, el quale dovea calarli dal corritore una corda, dove attacavano 2 le scale de funj per montare su le mura, et che dalla Abadia Ii veniva il succorso de I'altre gentj al zenno che si davano; et desperandose e biastemando che li era stato interropto el disegno, disse che,


VARI A

535

nanti Natale, ad ogni modo deliberavano mandarlo ad execqutione, agiongendomi che quello tale della rocha li haveva data la imprompta in cera delle chiavi della roca, la quale haveva tolta havendole trovate sul lecto del castellano, et che havevano le chiavi che operivano ad tucto. Che sia la casa dove sonno stati nascosti apresso la Porta delle Noci, lo raccoglio, perchè dice che è quella porta vicina l dove stava la stalla vecchia, sopto dove è la citadella et donde se vene dalla casa della Badia. Il tucto mi è parso, ultra le lettere suoi, avisarli, perché chi molto intende meglio provede. Questa matina per Pietro, stafiero del duca di Traetto, ho receputo lettere de V. S., e poco di poi altre per li foglianari, dove me avisa solo havere receputo lé mei ultime per li montanarj. Aspecto intendere se haverà successive per Battaglino della Cisterna receputo le altre mei allegate con altre altli (!), et altre per Cola Cantarello. E per questa altro non me occorre se non recommandarme in gratia de V. S. sempre. Rome, 5 novembre 1519. Servitor Eusebius etc. (ln ligula): Postea. Mi seria caro intendere se a V. S. non despiacesse ch'io tentasse condurre prete lanni ad colloquio con me, et operare de disviarlo dalle prateche de P[ietro] Gai[ta]no, con confinarlo in loco dove vivesse con supportatione de V. S., preposto sempre el .decoro de quella, et

di non

havere ad negotiare

Aviserò

la

cosa legiermente.

in no*" de V. S. el r.*o Farnese de

quanto

mi ordina.

Idem servitor Eu[sebius]

Pa[narius].

(ln altra ligula): Postea. El mastro recamatore tandem pregato et astrecto da m[esser] Vincenzo et me farà le portere secondo el suo desegno per quattro ducati de carlini I'una, quantunque semPre parlasse d'oro; et se altramente ho scripto, è stato errore; et quando V. S. Ie faccia altramente che secondo el desegno suo, serà una mascara, et servirà bene et con gratia. Idem etc. L In cera îossa, prolella da caila, 2 Badía di Valoíscíolo. C - 2936. bis

1520.V!!I.17. Roma

-

Antonio " Lutii

,

a Bonífacío Caetaní:

-

suí laootí di bonifica delle Paludi Pontine.

Originale.

Fuori: All'lil.mo Sig.d

Patron mio oss.-o Bonifacio Caetani etc.'

a

il Sig."'

S.

t

Cisterna.

Entro: Ill.-" Sig.' Padron mio osservandissimo. A m[esser] Piersanto detti la lettera di V. S. Ill.'" et gli riferii tutto quello che il Cardinale et Lei mi havevano ordinato. Circa alli architetti, et altri particolari interessati, i quali io gli dissi ingegnarsi di mandar la desiccatione sotto nome della Camera per facilitar il lor disegno, et che VV. SS. Ill." sapevano molto ben quelli che sostentavano questo negotio. Mi rispose che finché venne costà per le cose di Badino, S. Santità gli ragionò di tal desiccatiòne, et se ben Ella era stata informata da architetti, haveva però fatto da per sè la deliberatione et datoli quel carico, il quale egli haveva preso invito. Et dicendoli io che S. S.to veniva ingannata da quelli che le proponevaro Ia cosa facile, dicendogli la ragione che I'acqua non anderebbe all'insìr, mi rispose che non se ne poteva ragionar fondatamente, se non si veniva alla prova, la qual con meno di cinquecento scudi li bastava I'animo di fare, et sperava mostrar a W. SS. Ill.'u che, se havevano bisogno di cento piedi di pendenza, ne haveriano dugento; et quantunque io mi opponessj alle sue risposte, sempre tornò su guella sua prova. Et entrandoli io nel bel modo che hanno preso per indurci piìr facilmente S. S.'a dicendo che V. S. Ill.-" al tempo di Pio IIIJ haveva voluto seccarle, et narrandoli la verità, non seppe che replicare. Circa a quello che io li dissi che letti havessi i capitoli che VV. SS. trll.-" hanno colla comunità di Sezza, intenderebbe la lettera che V. S. Ill." gli scrisse, mi rispose haverli veduti tutti et che non spettavano nè toccavano punto questa desiccatione: nel che potrà essere che si inganni, perchè quasi mi confermò che volevano rompere nel luogo detto al Bastione. Et dolendomi io esser parso skano a W. SS. lll." che le loro acque fussino state livellate senza loro asserso o intervento de loro homini, mi rispose che guando fu costà ne haveva ragionato con V. S. lll.*' Circa al letto del Fiume Nuovo che vorrieno fare et la cosa


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

356

delli argini, mi rispose che per mezzo delli architettori si potrà rimediar et trovar rnodo che tal inconveniente non segua; et che quando non ci si trovassi remedio, sarebbe egli quello che sconsiglieria s[ignor] Padrone da tale impresa, et che W. SS. IIl." haveriano, se ciò fusse, molto ben ragione a non voler consentire, ma che bisognava farne la sperienza. Et dicendoli io che le non erano mai per prestarci lo assenso loro, mi rispose che le si ingannavano, et che con questa opera voleva migliorar lo stato loro sette o otto mila scudi d'entrata ogni anno. Mostra di voler venir da W. SS. Ill,'" fra otto o dieci giorui, et sta aspettando certi architetti che dice voler menar seco. Gli ho detto che VV. SS. Ill.* lo vederanno volentieri et sentiranno piacere d'udirlo. Secondo il parlar suo, disegnano di far un nuovo letto alla Teppia et lasciarli ancora aperto il letto suo moderno, acciochè ingrossando se ne corra I'acqua per amendue i letti, et così si schifi la inondatione; et ne parla in rnodo che, o e' finge di non havere, o non ha molto fondamento in tal impresa, ma sempre si riferisce alla opinioné delli architetti. Con che humilmente bacio le mani a V. S. Ill'"., che Dio la conservi. Da Roma, ii xvty di agosto 1520.

Di

v. s. Il.-'

Humilissimo et

I In ceî(t îossa, ptote,a

da

obbl.'"

carta.

1521.VII,10. Roma.

c - 2960.I.

Lettera dí Baldassane Castiglione

-

servitore

Antonio Lutii

a

sua madre'Luigia Gonzaga.

Originale.

Fuofi: Alla

molto magnifica madonna mia madre honoranda M.o Alouisa

s.'

Gonzaga da Castiglione. In Mantua.

Entro: Molto mag.o mad.ou mia honoranda. Alle lettere de V. S. del primo, de 3 e de 6 occorre poco altro che respondere, se non ch'io sono (Dio gratia) sano et assai contento de I'animo, per quella contentezza che vi pò capere; che certo, per dire el vero, parmi pur haver fatto qualche cosa. Dio sia laudato. Dolmi che sor Laura habbi male. V. S. non si metta già in fantasia ch'io voglia venire per questi caldi, che non serebbe honesto; qui cominciano pur a stringere, di modo che col stare in casa al fresco a pena vi si regge; e molto magior fatica è il cavalcare che il scrivere. Altro non mi occorre dire se non che gran premio delle mie fatiche mi dà la mia conscientia: e questo niuno me lo po' torre. A V. S. sempre mi racomando, pregandola a farmi fare un alno par de calce de la medesima sorte, e far dire per me due messe: una a nosha Donna de S. Pietro, l'altra a quella de le Gratie. V. S. mi racomandi a tutti Ii noshi. In Roma, alli x de luglio M.D.xxJ. D. V. S. Ob. fi[glio] Bal[dasare] casti[glione]'

mi

L

In

cetanera, proteltd. ila

caila.

t521. XI. 26.

C _ 2g64.bi" Leone X, díchíara di aoere Íiceùuto, per conto dt S. S., da Camillo CaeSermoneta, diecimila ducati d'oro, in grazíoso prestÍto, per il ncuprl.o di Parma

Baldassarre Turiní, datario

tani, signorc dí e Piacenza.

di

Oigínale. Neloet*, notasínctona:

Quitanzadel s[igoo]r Datario delli

ftducati

prestati a papa Leone.

Io Baldasar Turini, datario di N. S. papa Leone X, per la presente confesso havere ricevuto per conto di Sua Santità da lo ill." s[iguorl Camillo Gaetano, s[ignore] di Sermoneta, la summa di ducatidece milia d'oroin oro di Camera; iquali ducati x milia se sonohabuti in questomodo,cioè;


VARIA da s[ua] ill. s[ignoria] ducati quatro milia d'oro in oro larghi, per ducati 4100d'oro in oro di Camera; e sonossi dati al r.o m[esser] Io: Matheo Giberti che li à mandati a Fiorenza a Domenico Boninsigni, sotto dì 22 di octobre 1521, che ne ha lettera haverli ricevuti; et ducati cinquemilia novecento d'oro in oro di Camera habuti per s[ua] s[ignoria] da li heredi di Filippo Stiozzi et compri in Roma et mandati ad dicto Boninsigni per Angelo del Vantagio, sotto dì XX di novembre, per il fiorentino corieri in groppi tre. Di quali ducati X milia d'oro in oro il dicto s[ignore] ne ha servito Sua Santità gratis et amore per recuperatione di Parma et Piasenza. Et in fede li ho facto la presente et sotto scripta di mia propria mano guesto dì xxvy novembre 1521. Ita est idem Bal[das]ar qui supra manu propria subscripsi.

c - 2864.I.

It52t. XIr .61 . Roma.

-

Lettera

di

Baldassarre Castiglione

e

sua madre

Luigta Gonzaga.

Originale.

Fuori: Alla

srolto mag.* mad.a

s.'

mia m.re hon. mad.o" Aluysa Gonzaga da Crotiglione.

Entro: Molto mag."" mad.o" mia madre honoranda. Alla lettera di V. S., portata per m[esserl Agostino nostro, respondendo dico che acciò che I'animo mio non si alterasse troppo per la vittoria de Milano, non essendo troppo assueto alle contentezze, nostro S.'" Dio ha voluto contemperarlo con questa morte del Papa, Ia quale in vero è stata, al parer mio, molto for di tempo; pur sia fatta la volontà de Dio. Ho inteso quel mio credito e debito con Ia Thesaureria, e de m[aest]ro Matheo sarto; di quelle lettere che andavano a Verona, se n'hebbe subito risposta; e despiacemi che V. S. n'habbia hauto fatica; pur, ad maiorem cautelam, è sempre bono far diligentia. Ho ancor hauta quella lista de gli officij ; se Dio vonà, trovaremo pur gualche modo. De quelli denari de che mi ha scrito m". Polisena, fatto che sia un papa, procurerò de riscuotergli. Al Capino, per esser mio locotenente, non do io cosa alcuna, e lasso lo impazzo allo ill." e de lui e de la compagnia, per quelli rispetti ch'io scrissi a V. S. nelle mie di quel tempo, e li mei homini d'arme li paga il conte Nicola o chi paga gli altri. Li mei cavalli desidero havergli; ma li tempi non mi comportano mandar hora a torli. Piacemi che li rnei puttini stiano bene. Prego V. S. che dica a quel geco che insegna a Camillo ch'io ho hauta la sua, ma non li respondo perchè non ho tempo. Ma lo ringratio e prego a continuar ad insegnarli, e ch'io lo remunerarò; e fra tanto V. S. li potria forsi donar qualche cosa, come un saio de panno negro delli mei, sol ve ne che sia bono; quel berettino I'ho dessignato ad un altro; o qualche altra cosa. Il cavallino ho' io in casa, e manderollo più presto che potrò i e manderò qualche cosa alle puttine. Se V. S. mi scrive qui ()); altro non dirò, se non che a llei di core mi racomaodo. Im Roma, el dì e l'hora del mio natale: che Dio me ne faccia vedere qualcunalho un poco più alegro. Di V. S. obediente figlio L

In ceta nera,

protetta

ila

B'

caila.

tszt. xII.14.

castiglione'

c - 2865.

Il cardínale camerlengo Froncesco Armellini Mdici tíconasce a Camíllo Caetani iI credíto di 10.000 ducati d'oro, che questí aúeoa dato in grazíoso mutuo a Leone X per rícuperare

Roma

Parma e Piacenza ed altre terre

alla

Chtesa.

Oigínale. NeI uerso, nota síncrona: Tempore s. d, n. d. Clementis VIJ, die deenbris 1524, fuerunt scomputati pro uaa compositione cum d. Datario pro compositione iuris patronatus abbatie Saacti Stefani de Malbizolo, terracine..i. diocesis, ducati guingenti auri de Canera, duc. 500. Die XXVII iulij 1525, fuerunt ercomputati pro decimis aarrerum 1523 a 1524 ... auri ducati txv, duc. 65.

F[ranciscus] A"rmellinus Medices, tituli Sancti Calisti presbiter cardinalis, camerarius, Camillo Caietano, domicello romano, Sermonetti domino temporali. Cum Dfominatiol tua Leoni pape decimo,


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI dum in humanis egit, pro oportunitatibus quas ad manutenendos stipendiarios milites, ad tomane ecclesie commoda militantes pro conservandis iuribus et recuperandis civitatibus, terris et locis romane ecclesie, a nonnullis occupatis, de necessitate subire oportebat, decem milia ducatos auri in auro de Camera de tuis pecuniis gratuito mutuaveris, per manus Balthasaris de Piscia, prelibati domini Leonis datarij, et quos ducatos decem mille Sanctitas prefata, prout nobis dictus datarius fidem fecit, ut Parmarn et Placentiam, opulentissimas civitates, et nonnulla alia castra et terras, quas ad obedientiarn et devotio-

nem ecclesie dudum reduxit, in dictis stipendijs erogavit, ac eius superveniente obitu, neque illa restituere neque de hiis tibi cavere oportunum valuit, prout sue inconcusse mentis erat: nos volentes tuam bonam fidem cognoscere, cum pecunia predicta in recuperatione dictarum terrarum versa fore noscatur, iccirco auctoritate nostri camerariatus officij, te tuosque hetedps et successores Camere Apostolice creditores in dictis X' ducatis, per te mutuatis, recognoscimus; ac ad illos rehabendos et ab eadem Camera consignandos, omnes introitus et proventus Camere Apostolice, spirituales et temporales, ubilibet existentes obligamus vobis et hippotecamus, illosque vobis assignamus; mandantes preòydentibus et clericis Camere Apostolice et aliis, ad cluos spectat, quatenus de introitibus et proventibus huiusmodi dictos X.' ducatos tibi vel tuis heredibus et s$ccessoribus restitui faciant; dantes tibi heredibusque tuis facultatem dictos introitus et proventus exigendi, absque alia licentia, usque ad integram satisfactionenn decem M. ducatorum. Datum Rome, in Palacio Apostolico, die XIIIJ decembris M.D.Xxl, sede apon Donat[us]. (lúe/ uerso): stolica vacante. IFranciscus] carIdina]lis camerarius. Sig. Registrata.

t In cera îossa, Protetta da caila.

c - 2876. I, D.

1522.11.27. Roccagorga

-

Francesco Caetani di Maenza e i suoí iI loro parenle Camillo Caetaní.

fiatelli díchiarcno a

Vespasiano Colonna che non

ofenderanno

Copia, allegata alla lettera seguente.

Iil."

S[ignor] nostro, comrnendationem. Desiderosi ponere fino ad queste nostre differentie quale havemo con lo s[ignor] Camillo Gaietano, nostro parente, sì como multe volte Vostra Signoria ce ha exhortatj, ce è necessario, fin che serrà iudicato quel che de ragione se haverrà da fare, de promettere I'uno ad I'altro de non ofiendere nè fare offendere; et confidando noi in V. S. per la afiectione che li tenemo, ce ha parso pigliare sicurtà de epsa, de pregarla voglia promectere in nome nostro al s[ignor] Camillo predicto che per noi altrj non se llj oflenderà nè farrà offendere; che quanto prometterà semo per osservare inviolabilmente et tucto receperemo da V. S. ad gratia, alla quale de continuo ce recommandamo. In Rocca Corga, XXVIJ de Íebtaro 1522. Et per Nicolò et Cristophano absenti promectemo che non mancheranno observare guanto per

V.

S.

Ill.*

serà promessò et ordinato. Francesco Gaietano, Petro Gaietano, Iacobo Gaietano, Ioan Gaietano, Honorato Gaietano.

c-2976.I,

1522.III.7. Fondi

-

D,

a Camillo Caetani: - acclude copia della precedente díchíarazione dei di Maenza, e chiede cAe a questi síano rcstítuiti í loro due uomini catturatí con le bestie.

Vespasiano Colonna

Caetaní Orfuinale.

Fuori: A I'ill' il

fratre

s[ignore] come s.r Camillo Gaietano.

S.

t

Entro; lll. S[ignorel come fratre. Li signori parenti de V. S. mi hanno recercato che voglia prometter ad V. S. in nome loro, sì couro per la inclusa copia pohà quella particularmente intendere,


VARIA

359

perchè acciò se possa tra Ie Signorie Vostre stare senza suspetto et dare principio alla guiete, ho voluto farcelo intendere per guesta, per la quale li dico che potr,à stare de loro sicuro fin alla determinatione che seguirà, et lo medesmo officio farrò con loro signorie in nome de Vostra Signoria. Li predicti signori me hanno facto intendere che da alcunj vaxallj de V. S. so statj presi dui loro con dui bestie et menatj et detenutj in Sermoneta; la prego, per dare alle cose bon principio, voglia ordinare che siano relassatj, che me ne farrà summo piacere. Rengratio V. S. della resposta che me fa in lo havere dellj sessani, et la prego voglia in questo fare quella opera fania io per lej ; et ad V. S. me ofiero et recommando. Fundir, vll martij 1522. De V. S. como fratre Vespasiano Colonna. I In cera rotsa, ptoletta

d.a caila,

1522.V.15. Roma

- I

c - 2883.

cardínalí Alessandro Farnese, Gíouanní Píccolamíní

Sede Apostolica,

a Camillo Caetani, sígnore di

d'oro, dati in grazioso mutuo a Leone

X

per

e

Giooanní Saloíati, reggentí la

íl credíto di 10.000 ducatí dí Parma e Piacenza.

Sermoneta, ficonoscono

íl

ricupero

Originale.

Episcopi, presbiteri, diaconi cardinales, nobili Camillo Gaitano, domicello romano, domino Sermoneti, amico nostro charissimo. Quum, sicut ex liteús Francisci tituli Sancti Calisti presbiteri cardinalis Armellini et camerarii, aliorumque attestatione fidedignorum nobis constitit tu Leoni pape X-o, pro recuperatione civitatis Parmae et Placentiae seu alias pro conservandis iuribus, terris et locis sanctae romanae ecclesiae et necessitatibus sedis apostolicae, summam decem millium ducatorum auri in auro de Camera de tuis pecuniis gatuito mutuaveris, et ob supervenientiam obitus eiusdem Leonis neque tibi illa restituta neque alias tibi idonee cautum fuit, prout sug inconcussg mentis fuerat et per te apud sacrosanctum collegium nostrum ut tibi et indemnitati tuae provideatur instatum fueriti nos, literis eiusdem cardinalis et camerarii (Cf. I52l .Xil.14, C-2865) pensatis: attendentes etiam gguum quin potius debitum esse ut indemnitati tuae provideatur; volentesque tuam bonam fidem agnoscere, quum maxime dicta summa in utilitatem ecclesig et sedis apostolicae et recuperationem dictarum terrarum a manibus illas occupantium versa fore noscatur: preinsertas literas confirmantes, te tuosque frlios, heredes et successores ecclesiae et sedis apostolicae creditores in summa Xt ducatorum mutuatorum recognoscimus; ac omnes ecclesiae et sedis apostolicae introitus et proventus, spirituales et temporales, ubilibet existentes, pro tua securitate obligamus et ipothecamus; mandantes omnibus oficialibus, administratoribus et dispensatoribus introituum et proventuum predictorum tibi heredibusque tuis X- ducatos de eisdem

restituant et restitui faciant; dantes tibi tuisque heredibus facultatem dictos inhoitus exigendi, absque alia licentia, usque ad integram satisfactionem X' ducatorum; supplicantes etiarn, presentium per tenorem, moderno electo romano pontifici ut,omnia praedicta confirmare illaque observari mandare dignetur. Datum Romae, in Palatio apostolico, in nostra congregatione, die XV maii u.o.xxll, sub subscriptione secretarii Sig. ' Sig. ' nostri infrascripti, ac sigillis nostrorum trium ex et a nobis deputatorum. Sig. t Io. Madrigal. (Ne/ uerso): Regisnata. L

In cera îossa,, pîoletta ila catta, I

Gíooanni Saloíatí.

sígíIli sono ríspettíoanente deí carAínalí Alessandrc Farncse, Giooanní Piccoloníní c


INDICE

' "

'--1.

l' 16"

.l


I.

NOTAI CHE HANNO ROGATO Acto not. (1225) 8' Alarico (ser Franciscus de), not. (1517) 347, Allamannia (Etterli de) u. Nepotibus (de). Angeli (lohannes olim Pauli), florentinus, not' (1415) 82' Antonii cd. Guidonis u. Blasii (Thomas 61.)' Antonij lohannis (Nicolaus), de Montellanico, not' (1451) 155.

not. de Oliveto, pisanus, not. (1428) 107, (1439)

(t45t)

153.

úrooc"llo (Andreas Iacobi de), de Turrita, not' curie Ca' pitolii (1451) ló6.

Bartholemeus, de Monte Sancti Martini, not' (1468)' 216' Bartoli Pieri o. Riciardi. Bencinis (Sebastiano de), fu Filippo fu Nanni, not' di Cascina (1519) 349. (1385) 55' Benedicti (Benedictus fil. cd. Iacobi), pisanus, not' (242) not' aule imp' frI., not. et iudicis Gerardi Benencasa 9.

Benencasa qd. Iunte Gemme, Frederici romanotum imp' not. (1265) 10. (1371) Bernardi (Laurènsius cd. ser), de Pisis, nor, testis 47.

Blasii (Thomas fiI.), alias Antonii cd' Guidonis' de Geminiano, not. (14ó3) 198. Bocciantis (Baptista cd. Iohannis), pisanus not" iudex et

not. florentinus (1415) 82. Bonaccursus frI. qd. Ildebrandini, Frederici romanorum imp' not. (12ó4) 10. Bonaiuti o. Spina (de).

Boncetaneis (de):

Andreas frl' qd' ser Fini not" (1444) de Vico Pisano pisanusque civis, not' (1424) 99' cd' not' Bartholomei ser olim Finus, ]l?l1, Q452) 167. ser Fini, de Vico Pisano, pisanus' not' (1381) 49'

(1444) 126, (t44r) l1t. Boncompagnis (Rainaldus de), olim Bonanni Rainaldi' not' florentinus (1454) 177. Boniandi (Nardus cd. Dominici lohannis), romanus' not'

(t?69) 44. (1274) 14' Braccius Bonifatii qd. frl., inp. aule iudex, not' de notaro' lanni Buccio (Geronimo), de notdo Antonio de (1455) 180. Core, not.

L ínilíca

Nelll ínilice sono

la

pisanus' not.

Campo (dal):

Andrea del fu Giacomo di ser Giovanni, ser lohannis Andree, not. (1476) 233. Filippus,61. "à. pisanus, not. (l,f0l) ó5. Iohannes Andree, not. (l'l0l

ant.) ó5. Cangnassi

de Calci

(Bartholomeus

cd. Angeli de),

not.

(t34t, 34. Carinus (ser Bonaiunta), not. de Maritima' tetis (1721) 27 ' Carmignano (Niccolaus olim Francisci de), not- forentinus (1439) l18.

Caroli u. Tutii. Cartellosis de Vico (Taddeus de), not., olimser Betti, pisanus (1381) 49. Cascina (Bettus de), cd. ser Betti not., pisanus, not', (1401) 71. Cavalca (Franciscus), cd. ser Guidonis Cavalce not., de Vico, not (1341) 31-4. Caytus (Andriolus), de Arenqano, not. s. imperii (1381) 50'l'

Cechi o. Veruli. Cepperello (Franciscus olim Iohannis de), not' florentinus (1446) 134. Cerreto (Nocchus de), cd. Romei' not. (1316) 26' Cestonis: Francischus, frI. cd. Leopardi, de S' Savino, not. (1338) 32'1. Leoparàus,de S. Savino' not.,testis (1298) 18. Ceuli (lacobus de), fr|. olim ser Petri not', pisanus, not'

'

(t?92) 61. Cezano (de) u. Guerris (de). Ciampuli (Ionaones, 61. olim Andree), pisanus,

not' (l

395) 62'

Cifre, Cifris (de): Nicolaus lacobi,

de Bassiano' (1431) Nicolai' de not' Petrus (l4ló) 109. S2, not. Bassiano, not. (1493) 281, (1499) 302. i: Bindus, cd. ser Nicoli Clari, not. (1378)

CIar

47

'

Guel-

fus, cd. ser Nicoli Clari not., pisanus, not' (1378) 47'

Clavelli de Malaventre (Blasius), not. (1371) 47' Colini de S. Iusto (lulianus cd.) pisanus, not. (1426) Collazzone (ser Ianninus d. Bonifatii), not. (1283) 15'

l0l'

Collegarli (Rainerius de), 61. Guidonis commorantis Rinoni' chi, not. (1321) 27. Colle Montanino (Nicolaus' 61. Iacobi de), pisanus, not'

(119r) 62. Coluza (Christophano de), de Antoni, not.' de Core (1455) r80.

parcntesí i tutai ìIdle atie dcorìlde nel lesto e ne.lle note. II numero luor. teste' cotre notaío apqatisce íI ttoocí la ilata tldtato îogalo ila cíasa;rlt rctaio o ín cuí

t4ìsttodi azche

pagína: antro Patenlr:li

fiI. olim Tomasi,

(1438) l15.

53'

(14il)

ll9,

153.

Campilia (Tomasus de),

Iohannes ed. ser Bindi not',pisanus' not. (1383) 53' (lJgO) ó0, (1400) ó4' Nerius olim Pe' Conscij lohannini, pisanus, not. (14@ post')

q

DOCUMENTI.'

Caetus (Antonius), de Chora, not. (1515) 34ó. Calandrinis de Oliveto (Bartholomeus de), fiI. qd' ser lacobi

Appiano (de):

trus, fiI. cd. Fey, pisanus, not. (1410) 75' Baldacci (Alberto), not. (1564) 4. Baldovinj de S. Iusto (Marianus), fiI. Baldovinj Coscii' pisanus, not. (1441) 121. Baldovinis (Baldovinus de), olim Dominici, not' florentinus

I


DOCUMENTI DELUARCHIVIO CAETANI

3U

Coriarii (lohannes olim Andree), pisanus, not. (l'{01) 70. Coscij u. Appiano (de), Baldovini. Cristofori (lohannes), qd. Iohannis, de Senis, not, (1395) 63. Dominici (Dominicus olim ser Mathei), florentinus, not'

(l4l

l)

76.

Donatis (Nicholaus de), olim Nicholai Donati, de Vulterris, not. florentinus (14ó2) 198'

Etterlj de Allamannia o. Nepotibus (de). Exea (Petrus Lazarus d'), not' (1507) 335. Farneta (Dominicus de), cd, ser Francisci ser Adami, not. (1424',) 99. Favutia (Antonius cd. Gerinj de), not. (1405) 72. Ferrante de Tuderto, not. (1275) 14. Filiolerii, Filedori (Petrus), cler. lusdunensis dioc., S. P. A. not. (1499) 304, (1505) 329.

Filtrinus, not. cancellarie C. A. (ló19) l. Follonibus (lacobus Andree de), de Ferentino, not. ad malleficia Sermoneti (1454) 175. Foretani (Iacobus), 61. cd. Bernardi not., de Spina, not. Q365',) 43.

Franchis (de), Franchi:

Guaspar lohannes, olim 199. Guillielmus Bar-

ser Guillietmi, pisanus, not. (1463)

tholomei, pisanus, not. (1420) 92, (1441) l2l. Gagliardis (Leonardus Iacobi de), de Viterbio, not. (1489) 246. Ghessano (Franciscus de), olim ser Pierj not. qd. ser lohannis not., pisanus, florentinus civis, not' (1389) 59. Ghuardijs (Baptista ser Francisci de), not. florentinus (1451)

l5t,

165.

Mactheus, S. R. E. scriniarius (1201) 5. Magnacarne (lohannes Leonardi), de Bassiano, not. (1496) 284.

Malaventre (de) u. Clavelli. Mareniani (Petrus d. Pauli), de Setia, not. (1355) 304l' o. Moreniani. Martiani (Aneelus), de Neapoli, not. (1509) 338. Martini (Bramante olim Pieri), not. gabelle Pisarum (1452) t6ó. Meglioratj (Ciale), fil. olim Cuidonis Meglioratj, pisanus, not.

(382) 5t. Meleto (Carolus de),

qd. Iohannis Pieri, not.

florentinus

Q492) 274. Michaelis (Ludovichus qd. Salvatoris), not. massanus (1505) 329.

Moreniani (Petrus u. Mareniani,

d. Pauli), de

Setia, not. (1455) 182;

Morrona (Bartholomeus de), frI. ser. Landinot. olim ser Leopardi not,, pisanus, not. (1401) 70. M u s i I i a n o ( d e ) : Benettus fr|. Alberti not., iudex, not. (1298) 18. Bonalbersus Gualfredi, iudex, not. imperatoris (1213) 7. Nepotibus (Henricus Rodulfr de), alias Etterlj de Allamania, not. (1452) 168. Nerij (leronimus), fil. cd. Stefani, de Plumbino, not, (1451) 158, (t452' t67. Nicolai (lacobus), Nicolai Stephani iudicis Velletre, s. R. E. tabellio (1287) 16. Nicolaus (mag.), not. (1445,132.

et scriniarii de

Giordano (Anello), not. di Napoli (l5l5l 345. Gorii (Stephanus), de Carpineto, not., testis (1451) 155. Gravia (lohannes Raynerii de), cler. leodyensis dvoc', not.

Notarii Leonis (Evangelista), de Sermoneto, not. (1457) 188. Oliveto (de) r'. Calandrinis (de). Pacis (Zenobius), Pacis Zenobii, florentinus, not.(1477) 235"

(1447' 136. Grenier (Giacomo), di Tournai, not. curiale (1564) 4. Guarino (Valeriano), not. di Priverno (1495) 239. Guerris de Cezano (Martinus qd. Iacobi de), pisanus, not. 04t8) et, (t441) l20. Cuidi (Bastianus ser Nicolai), de Pistorio, not' florendnus

Palaria (de) u. Iannis. Pantonerius not., fil. Bencivennis not., testis (1274') 14. Panzardi (Nicotaus lohannis Antonii), de Bassiano, not. (1499) 296. Paparozzius (Dominicus), C. A. not. (1746) 345. Passera (Nicolaus del), oìirn ser lacobi not., de Vico Pisano, pisanus, not. (1423) 98, (1449) 144. Pattieri (Silvester del), cd. ser Francisci, pisanus, not.

(5t3\

342.

Guidonis (ser Macisna cd. ser), de Pisis, not., testis (l 371) 47. Iacobus qd. Palmenti fiI,, imperatoris not. (1195) 4. Iacoby (Mamilianus ser Antonii), de com. Plurnbinv, not.

(t426) t0l. Iannis de Palaria (Iannes), 61. olim Simonis, pisanus, not(1183) 53. Ildebrandus, Ildobrandus, 61. cd. Iohannis lldebrandi not., pisanus, not. (1359) 40, (1364) 42. Impernicatus (Franciscus), de Sermoneta' not. (l 627 -50) 236. Iohannes magistri Girardj, S. R. E. not. (1260) l. Iohannes, S. R. E. scriniarjus (1180) 3. Iohannes, setinus, S. R. E. not. (12ó8)

ll.

Iohannis u. Antonij. Iohannis Andree (Andreas), de Setia, not. (l'145) l3l. Landi (Nicolaus olim mag. Dominici qd.), not., pisanus, not. florentinus (1444) 129. Laurentii (lulianus ser), de Prato, not. (15@) 312-3Lavaiano (Bonincontrus de), not. curie pupillorum pisane civ.,

testis (1330) 29.

Lelli o. Putij. Luce (Ludovicus olim Francisci), de Massa, not (1512)148. Masistri Pauli (Iacobus ser Guidi), civis et not. florentinus

(t451) t52. Magistri Petri (lohannes), de Senis, not. (1418) 86.

040r)

65.

Pedacchia (Antonio),

di Giusto, not. di Priverno (1495) 219.

Pelliccionus (Cristoforus), de civitate Castri, not. (1514) 344. (de): Giustiniano, not' di Priverno (1495)

Penazolis

239. Mariano (ser), not.

(1495) 239.

Pennagallis (Iohannes Baptista), de Piperno,

not. (1499)

29(i.

Periti (Corradino), not. di Priverno (1495) 239. Peronus (Christoforus), de S. Iermano, not. (1488) 245. Perrini (Nicolaus Tutii), not. de Magenria (1504) 324. Petri (Petrus lohannis), de Carpineto, not., testis (1451) 155. Pettis (Luca-Alberto de), proton. di Todi (ló29) 26,29,33,43. Pierj (Pierus), olim mag. Lupi, pisanus, not., (1446) 134, Q45t) 162, t65, (t455) 182, (1459) t93. Pieri (Bartoli) o. Riciardi. Piperarius (Andreas), cler. cremonensis, not. (1504) 327. Piro (lohannes de), cd. ser Dominici not., pisanus, not.

(370)

45.

Pitta (Bernardinus del), olim ser Andree nòt.,, qd. Antonii, not., pisanus (14931 279, (15ú) 338. Plumbino (de); Lucas olim mag' Bartholomei mag. Nuti, not. (1450) 150, (1451) 158. Laurentius, cd. ser Iohannis, not. (1425) 100, (1432) ll0, (1438) l15; u' Iacoby, Nerii, Soldanus, Vannis.


VARIA P o n t ec u r v

o ( d e):

Bartholomeus mag. Iohannis, ana-

sninus, not. (1451,157. Phylippus, C. A. not. (1492) 275.

Proarellus (lohannes), cd. Guidonis, not., testis (1298)

18.

Puccinj u. Spina (de).

Putii Lelli (Aneelus Macthie), not., de Velletro (1401) 44. Rainerius, fi... notarii, Pisarum ... not. (1353) 38. Renzullo (Onofrio), di Napoli, not. (1636\ 4. Riciardi (Philippus Bartoli Pieri), de S. Gemminiano, not. (t458) t89. Ripafracta (Antonius de), cd. ser Baldi not., pisanus, not.

038ó)

58.

Rivo (Galvano de), fu Antonio, not. (1515) 345. Romanj (Antonius Nicolai Petri), de Carpineto, not. (1451)

Tallacoczo (Bartholomeus de), habitator Nimphe, not. (t202) 6. Terii (lohannes cd.), lucanus; not, (1434) ll2, Treggiaria (de)r Nocchus fil. cd. Thomei, pisanus, not. (1421) 94. Salvi, fiI. cd. Consilij, not. (1317) 31. Tucce de Romano (lacovo de Antoni), de Core, not. (1455) 180.

Tutii, Tuzi:

Antonio, di maestro Pietro, not. di Sermoneta(1443) 124,141,(1452) 166, (145t) 180. Ioannes Caroli, de Sermineto, not. (1458) 189, (1471) 219. Uniti (Augustinus Laurentii), de Pisis, not. (1493) 275. Urbanis (Sebastianus de), fiI. Antonii, de Tuderto, not. (1459) tgo.

Urselli (lacobus qd, Ildebrandi not.), de Pisis, (1292)

157.

Romano (de) o. Tucce. Romena (Iohannes de), olim ser Marci Thomasii, florentinus, not. (1477) 235. Roncioni (Geronimo de'), fu ser Pietro, not., pisano (1487)

349. Rubeis (de R oss Franciscus Thomas, de Sermo' Francesco di Tommaso, not. di neta, not. (1434) Sermoneta (1755) 124, lóó, 180, (1764) 141. Rufinj (Gerardus olim Francisci), pisanus, not. (1427) 106. Russus (lacobus), de Ceppalono, not. (14ó4 post.) 207-8. Sala (Iuffredus de), cd. Giustamontis de Sala, not. (1330) 29. Sancto Cassiano (Iohannes, fiI. Pieri de), pisanus, not.

),

i: ll4.

(t4t2) 78. Sancto lusto (de).u. Baldovini, Colini. Sanse (Butius), romanus, not. (1401) 44. Scrinei (Guido), fu Andrea, not. di Piombino (1479) 24fr. Setia (Petrus de), not. (1305) 23,25. (de) u. Foretani: Bartholomeusolimmag. Petri qd. mas, Iohannis, pisanus, not. (1471) 218. BonaiuGerardus, tus 61. cd. Stefani Bonaiuti, not. (134ó) 61. olim Francisci Puccini, pisanus, not. (1414) 78-80. S o I d a n u s: Bernardinus, ser lacobi, not. (1464) 210,

Spina

38'

(14S0) 241. Iacobus frl. cd. ser Soldani de Plumbino, not., (1443) 125. Soldanus, not. (lrA3 ant') 125. Stephanj (Stephanus Antonii Nicolai), de Signia, not- (1451)

t57.

365

not.

t7.

Ursi (Landus cd.), not. curie pupillorum pisane civ., testis (t330) 29. Vallatoris (Cicchus Andree), de Setia, not. (1408) 72.

Vannisr lohannes, fil. cd. Andree, pisanus, not. (1371) 46. Iohannes, frl. Bartholomei, de Plumbino' not. (t427) t02. Vechiano (Karolus de), olim lohannis cd. Karoli not., pisanus, not. (146?) 200, (l48ll 242. Veruli Cechi (Petrus), olim ser Mariani de Florentia, not.

(477) 216. V i c o (de) o. Cartellosis (de): Antonius ... notarij, pisanus, not. (1358 o 1388) 39. Finus olim ser Bartholomei not. cd, ser Fini, pisanus, not. (1445) l3l. Franciicus, fil. tacari Nicoli, not., (1304) 21. Iohannes not. qd. Uperhini not. (1304) 2t. Nicolaus (ser), dictus Novellus, not. (1300-1301) 19-20. Uliverius not., olim ser Francisci not. (1386) 5ó. Vignale (Iohannes de), 61. cd. ser Dini, pisanus, not' (1163, 4t. Vinaccia (Francesco),

di Napoli, not. (ló36)

4.

Vul te rri s (d e): Agustinus, fiI. olim ser Martini, not. (1380) 48. Co., not. (1451) ll. Gerardus, C. A not' (1451) 23,

25.

Petrus lohannis ser Gualfredi, not'

llj.

florentinus (14i4) Zimatàe (Nicolaus), not., de Velletro (1169)

4.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

366

il.

NOMI PROPRI E COSE NOTEVOLI.' A.r

secret. Ferdinandi

I

Abbamantis:

Acquitanis Coesiis (de) u. Chitana (de).

regis Sicilie 225.

Abadia (Arnale della) I !ló. Abate (a Sesto Io) 32. Silvester (d.), de civ. esculana

Actis, Aptis, Attis (de): domini, de Tuderto33.

8.

Stul-

tus (d.) 8. abbatia u. casinensis,Cintorio, in Collinis superioribus, Don-

nini (S.), Firenze, Grottaferrata" Hermetis (S.), Marmo' solio, Montrone, Pisa, Salvatoris (S.), Savini (S.), Valvisciolo; abbatiali auct. not. 245. abitinensis dvoc. 136. Abrae (Berardinus), sutor, de Pisis 58. Abramj (AndreaO, aurifex, pisanus 218. Abrucio citra etultra 9ó; (reg. vicemgerens) u. Caetani lacobus IVt Aprucii utriusgue (passagerii ac passuum cu'

ciaioli:

Alexander

305.

acordellato (panno) 339. Acqua, Aquas (ad) u. Bagni. Acqua Alta (l') 48; Aque alte (botrum) 42, 49; Acqua Elta, Acquelta (in loco dicto dell') 27, 42,69. Acquabone u. Podium. Acqua (l') della Fug. 346. acqua palustre o. Paludi Pontine'

'

Acquapendente (da) 228. Acquapuzza 2ll-2, 327; Aque Puteule (territ-) 290; Aque Putride (arx) 238-9; (castrum) 136, 224; (tunis) 219' 222-V; o.Puza. Acguasparta, Aquasparta (lacobus de), thesaurius Campanie

Acquaviva [d'Aragona] : (domini)

8.

Alberti (frlie) 8. 7, Andreas Matheus, dux

Albertinus d. Vinciguerre 7, 8. Hadrie 338. Berardus Ottonis 7. Gualterius 7, 8' Henricus 7, 8. Iosia Therami dux et comes 127'8; (m.) u, Sforza Visconti (Lisa). Mattheus Berardi 7' 8. Otto Berardi zardus

7,

7,

terii 7, B.

8.

Raynaldus 7, 8; (m.) u. Foresta. RicTrasmundus Gual' Tadeus Riczardi 7, Vinciguerra (d.) 7,8.

8.

Acqua Viva (in) ó7. Acqua, Aqua Vivola 174; (silva) 173; (stradone q. vadit

all)

64.

Il

numero

arubía

dfedsce

di

Giovanni

ll5.

de Ortona 225.

ó4.

Pierus,

fil. Laurentij ó4.

Adinulfi (Guctifridus d.) I l. Adjnultus d. Vertii, Versii (d.) 2. admiratus a. Sicilie (regnum).

Adri u. Atri. Adriani (S.) u. Roma. Adriani (epistola divi) 13, 125. Adsalondo

r.r. Assalonne.

adulterium 2. Adulti (Iohannes cd. Iohanniù 45; (mater) u' Gicca. advocatus 194, 3M-7: fiscalis 190,313-4; t:. Napoli, Roma. aes

244; de here 207.

Affitto (Ferrante d')

248.

Agata, inserviens Catherine Ursine J23; Caterina Agate 323.

Aghinossi (de) o. Lippis (de). asto 264. Agnano (fratres de) 177.

Agnello (dello):

(illi) 197. Antonius (d.) 81,

siazíeggìato,

il

coErctne

o íl

197'

Asnelo (de) u. Angeli. lgn€si (Astorgius), beneventanus archiep., Urbis guberlator 123. Agnesine (Nannis d,), de Pisis 93. agnina (pecora) 260,268; acgnus revifer 2.

Agnusdei u. Iannutii. Agriano (priore di S. Cirolamo de), dioc. asrisentensis dioc, 329. agrimensor 26-7.

di

Pisa 345.

agrossatione l9l. aguminis (navis fornita) 12.

Panutius, monacus casinensis 102.

Simeon, mon. casinensis 102.

alla Wína.

In

crltsùn sono eipottdj

í

llr,mì 'rlll'ilerzrì deí lwehí

ín

eui

furono rcgatí

gIí atti e í cogomÍ àí dignítarí íAaúìrtcdí; ín nerdto, í agomì dclle lanìSlíe dailatí nella Caietanorum

in

225.

Ioannes,

Abate, Abbate (de, dell'): BanducciusdePonte Here 8l; (heredes) 197. Ciolus 29. Laurentius, de

Alamania (de):

Acquelta u. Acqua Alta, Botro. Acquis (plebs de), lucane dioc ll2.

L

Giovanni, capitanio ge-

R. E. 115-6; lnslese

Adimanum o. Poggium.

Roberto 309.

232-3.

nerale, confaloniere de S. Giovanni Inglese, nepote

adconcio (eer nozze) J47-4.

Accumballis (de) u. Anibaldi. Acerro (in loco diao) 52. Acetus (Antonius), comes Montis Viridis, Urbis senator 44. Achuto u. Acuto. acito (munitione de) 259.

et Maritime

Acuto, Achuto, Acutus:

Pisis

stodes) 186; aprutina (provincia) 185' 187. accepta 207.

Ac

Andreas d. Rainucii 33. Atto (d.) 15. Paulettus d. Attonis 15. Rainucius (d.) 33. Acto not. 8. Actonibus (lacobus Cecchi de), de Nursia, comes Montis Iovis, potestas Florentie 75-6. Acuti (castrum), anasriinae dioc. 20.

pattoninío (rtrldrne

4

Fersone ìIíoeîse'

Genealogia;


VARIA Alarconensi (archidiac. de) l4l. Alatri (d') 347 ; Alatro (presb' S. Marie maioris de) l ' Davit de Aletro, fr!. d. Orlandi maioris' Iohannes, nepos Davit l. dominus castri Turris l,

Alatro (de):

2.

Nicolaus, not. 144. Ogerii' Ocgerjj (6lii et nepotes) 2, 3, Orlandj d. Ocgerjj (6lii d.) 2. Stefanus (d.) 125.

Theobaldus, nepos Davit l. albagii (brachia panni) 7l o. Volterra.

Albano (de) ló5: albanensie (ep'l 43. albarano (resto) 330-5. Albe, Albi (comes) 132, 335; (comitissa) 124' 172; r:. Co' lonna.

Albergati, Albergatis (Dianesius, Vianesius de), vice camerarius, prothonot. bononiensis 210, 224; governatore di Roma 227.9. Alberoni (nob. Paulus Branchae) ló6. Albertj (Francischus), sensalis, de Florentia 51. Albertigisonis (Rainaldus mag.), massarius Ripetransonis 7, 8' Albertinello (nave dello) 325. Alberto (Rajnaldus de) 2. Albertus imp. aule prothonot. 5. albiganensis 275.

i,

de Albizis:

Iohannes Gentilis,

vic' Vici

I 17'

Luca (u. BIas) 315.

Albo (in Canneto) 3ó. Alt&noz (Egidius), ep. sabinensis 43-4. Alcolle (de) u. Colle (dal). Aletro (de) u. Alatro (de).

III, pp. L Alexander lV pp. l. Alexander Yl pp.274'8, n0,

2; u. Iordani'

85, 169; oratoî 225,307,309,115' 127' Amboise (Giorgio d'), card' 315. Ambrife (feudo de) 331, 333'5. Ambrosii (S.) o. Pisa.

ambasciatore 83,

Ambroslus, ep. verulanus 3. Amelia, Ameria (de) 175, 195, 219, 230' 219, 287, 316; amc' rina (dioc.) 312. Amelia (de): Iohannes, legum doctor 128. Placentinus

u. Sanctris (de).

i:

er i c Alexander, mag. Petri, not', de Sermoneta 239' Petrus Antonius (mag.) 125. Petrus not' Alexandri 324' Amidano (Nicolaus), ep. placentinus, in camerariatus oficio

Am

Iocumtenens 159-61. Ammannatis (mag. Cristoforus de), olim Benedicti' pisanus

2t8. ampolline, impollecte 251. Anasní 19, 20, 23, 144t Anasnia, Anania 157, 324,729; (eccl.): S. Annete ó; S. Nicolai 25; (domus P. Gavtani)

vis) 157; (ep.) 20. Ancatano 9ó; Ancharano 97. ancchudine 221. anchoris (navis fornita) 12. Ancroia (d. Laurentius lacobi de), can. pisanus 338' andegavensis o. Estouteville (d')' Andree (in festo S.) 9; o. Massa, Pisa, S. Andrea, Vico sano.

28/,, 287'97'

302,3ffi'8' 310'

Andree ,. Guidi,

Iohannis: Carllus (Cole)' de Carpi'

155. Gaspar, de Luciana 68. Stephanus, de Car' '190. Ursus, de Papineto 155. Tomeus, de Scarlino

neto

312,317, 320, 328, 335. Alexandrinj (Americus d.), de Cavis 23. alexandrinus (patriarcha) 175, 222-3. Alexo cupellaro (casa de) 14ó.

Iaria, plebanus de Montecastello, vic. ep' lucani ll3' Lensus 105. Menicus, frl' Lensi, de co-

Andreotti:

muni Pontissaccii 106. Nuovi (heredes) 79'

Alphedeno 204.

affier 352.

Alfonsi (Toribius), cler. zamorensis 327. Alfonsus I, rex Arasonum l16' 128, 148,175,185-7' 189'90, 208-9,219, 222'3; (cuóa" fiscus) 174; (fiI') u' Aragona (d'); (secret.) u. Caramanico (de). Alfonsus II, rex Sicilie 282.

Andreozzi (Gioan Paolo) 347. Anihía 193; Andriam (in castris regiis apud) 194' Andriucci (ser Macteus), de Senis, not' ?29. anello 339, 348; o. anulus. Aneeli (S.) u. Nin{a.

Angeli,

Angelo (d'),

Aogneli ll2.

Alidosi (Franciscus), ep. melitensis, thesaurarius pp' 327'

Nicolai: Andreas, presb. lucanus

allabardiero 352. Allamannis (Michahel de), not., fiI. cd. Tinuccii 168' Atma (Benedicta de), fiI. cd. ser Andree not. 168; (m') o'

ser), setiuus

Plumbino (Antonius de). Alorino (Antonellus Gualterij de), caporalis ab equo

in

civ'

Pisarum 92, alose 21.

AIpe 0') 3ló. Altamura (principato d', 330-5, 340. altare (fornimento

d') 248, 251; (vestimenti)

2ó5.

Alta u. Acqua. Altacime (Petrucius, Petrus), habit' Asture 16' Alteriis (Angelus de), de Urbe, can. lateranensis, prov. Campanie et Maritime iudex Altino, in Abrucio 9ó.

Pi'

Andreas, presb. S. Annete de Anagnie, vic. Collemedij 6' Andreas (Iacobus), procurator actorum Summarie 187'

Alexander

Alf edena,

Amatonis (frlii d'), de castro Turris

25; (macellaro) 196; (miles) ll; (monte) 124; (tet' rcno) 122; anagnina (dioc') 20' 227-9; anagninus (ci'

Albi u. Albe. AIbiz

367

144.

Altissimi, Altissima (Angdo de), de Gavta 83' 85'

AIto Pascuo (de) 341. aluptarie (traficus apotece) 210. Aluysius, de cancell. ducis Mediolaai I22.

u.Lilio(de)' Angelus (nob'

n6, 3M. Antonius (nob.), de Setia 19ó' (nq.) 303; (not.) 304. Cola, oficialis Setie 17?,302. Ianni,de Sermoneta l9l. Iohannes (olim 796,298;

nagistri), calsularius, de Pisis 192. Iohannes Petri' de Setia 29ó, 304: Petri Angeli 291. Iohannes Pauli (ser), not. Florentie 8l-2. Angelis (Paulus de), de Neapoli 182. Angeluccia furnara (casa de) 145. Angelus, can. eccl. et capituli Luce ll2. Anghiari 0ocus dictus) 235.

Angiò (d'): u,

Alovisius Renatus rex.

139'

Iohannes,

dur Calabrie 194'6;

angioini (re) 71. Anglerie comes 122 o. ViscontiAnguillara, de Aoepillaria: Deyphebus 219. Dominicus (comes) tó5. Eversus (comes) 165. Ursinus (comes) ló5. ADibddi, de Aniballis: (dominus) 222. Franciscus (nob. d.) Batlus, Vallus, setinus D4A, 303'4, 327.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

368

A,nibaldi della Molara: Macthias 165. Tibaldus 165. Anibaldus (d.), pisanorum potestas 7. Anitutii, Antonii Tutii (d, Nicolaus), archipr. Magentie

36, 52; (plebs S. Iohannis) 52,79, 105, I 12; o. Pontissacci (con6nes). Appiano (d'): (domini) 274; (domus nobilium) 210. ...linus Fanuccii ló4. Andreas (ser), not. cd. ser Dini 52, 79,

240.

Anne (mon. S.) u. Camugliani (comune). Annuntiata (Maria) u. Bassiano, Ceppaloni, Napoli. antefactum, antefatum l8l. Antella (Taddeus Iohannis dell'), pisanus potestas 104, antemnarum (navis fornita petiis) 12, Anticoli (Leonardus di), ep. anagninus 20. Antinori: Cora 246; (m,) u. Caetani (Michelangelo). Antiqua (Via) 6. Antogniano (Soleta de) 281. Antolinj (lulianus Blasij), de Anania

105. Andreas, frl. Lancilocti 210, 233. Bartholomeus (d.), can. pisane maioris eccl. 52, 105. Berrecte (heredes) 105. Bindus (ser), not., fi|. Francisci 46,53,60, 64,79, 104. Cencij (heredes) 52. Chesa, Chisa (d.), ser Macthey filia l0l, 109-10; (m.) u. Ghetti Antonius. Conscius, Coscius Iohannini 53, 104. Dinus (ser), not. 52. Dominicus Lancillotti 210, 277,274. Egerardus ú. Gerardinus. Emanuel, olim d, Iacobi, Plumbini dominus etc., 158, 166-7. Fanuccius 75-Bl, 92-3, l0l, r 04, l 06, r 09, I r 5, 1 17, 125, 133, 149-57, 158, 162, 164-5

157.

Antolini (in fundo) Bl u. Colle S, Marie Cateliati.

(m.) u. Baldi Maria. Feus 52, 59, 60, 64,75, 77 -80, 100, 104, 133,152. Francischus (ser), not,, olim Guiduccii Franconis (fil.) 43. 46, 7 I Franciscus Lancilocti 2 I Gerardj (hereder d.) 79, Gerardinus, Gherardinus, Gerardus, Egerardus Lancilocti 210,240.1, 247. Guiduccius 70,79. Iacobus (ser) 60; (heredes) 79,105,158. Iacobus Gerardi, miles, comes dominusque Plumbinj etc. Iacobus tertius, dominus Plumbini etc. 190. Iohannes (ser), not,, olim ser Bindi 53, 60, 64,79, 104. Iohannes Lancilocti 210;l ohannes Puccinj Landj 7B. Iohannes Franciscus 2T, 274, 329, 339-40' Iohanninus Coscij 53. Iohannone Franconis 43. Lanciloctus, Lancilottus, fiI. ser Mattej 109-10, ll5, 125, 163, 167-8, I 8 I -2, I 89, 192-1, t96-7, 199, 210, 218, 277, 235, 273 -4 t (m.) u. Mastiani Isabecta. Lancilotto, fu Domenico, prete 349. Landus Puccini 78. Matteus (ser), cd' Fanuccii, not. 53,75-82,9L3, lW-2, 104-7, 109-10, I 1518, I25, 173-4, I49, I5l-3, 158, 162-6, l8l-2, 192, 197,. 199,210,218; (m.) u. Benectis (Antonina de). Matteus Lancillotti 233,274,341. Nerius, olim Coscij lohannini, not. 53, 1 04-5. Pardus 37. Petrus, Pierus, not. fi|. Fej 52.59. 60. 63.4.75-80, 100.1, 104, 106, 116-7, 133, 152-3; (m) u. Colle (Cea del). Pierus Guiduccij 79. Puccinus Landi 78. Tomasius Lancillotti 2?3,274,341. Vannis (heredes) 8l-2, I 18, 197. Aprucii, aprutina (prov.) o. Abrucio.

Antonella, inserviens Catherine Urcine 327. Antonelli, de Antonellis: Cola, de Porseudi 297. Iohannes, de Carpineto 155. Petrus Paulus, de Anania 324.

Antonia (d.), relicta Nerij Fidis, de comuni Campilie 70.

Antonia d. Bicis (d.), de còmuni Campilie 70. Antoniani (contrata) 301. Antonii (S.) u. Bassiano, Carpineto, Pisa; de Padua u. Ceppaloni, Magentia. Antonii u. Blasii, Guidonis, Iohannis, Marini, Notarii, Pallaya, Pieri, Simeonis, Stefani, Tutii, Vendicti: Antonius, not. Iacobi, de Paliano, canc. Ildebrandini de Comite 90. Bartolomeus, de Marti 198; (m.) u. Palmierii Augustina. Core (d.), de comuni Campilie 70. Fiorensus, de comuni Campilie

70.

17.

matarius, de

Iohannes, de Riparbella

Guglielmus (mag.),

278.

Iulianus, aro-

Pisis.210. Karolus t05. Maulus, faber,

de

Viterbio 246. Melchio (olirn), de Brescia 120. Meus, de Bassiano, muntius curie senatoris Urbis 213. Nardus, de Carpineto 155. Nicolaus (d.), can. S. Petri

de Urbe I l8'9. Nicolaus, maniscalcus de

Luccha

Campilie 70. Paulus (cd.), presb. collegiate SS. Iohannis et Reparate ll2. Antonij lohannis (Nicolaus), de Montellanico, hab. Car-

ll8. Nutina (d.), de comuni

panete,

not.

Aptato (in loco dicto) 52. Aptis (de) u. Actis (de). Apulie (in rceno) 7), 139. Aqua a. Acgua. Aquaram (ad Petram) 6. Aquevive (feudum) 131, 377-5.

155.

Antonio, fattore del card. Ciuliano della Rovere 231. Antonio, sartore de piacza lagni de Bove 145. Antonius (Ioannes), de curia Alfonsi I regis 187. Antonutii, de Antonutiis (Honufrius Donati) 245. anuli (traditio) 329t anulo piscatoris (sub) 224;1,287,341:' o. anello. Anqaldus, habitator Asture 16. aolio u. avorio. apatronati (castagnieti) 221.

Apetrivolo (!) 105. Apiano (de) u. Appiano (d'). apodissa, polisa 244, 248-9, 251-7, 259, 261-6, 268-2, 285.

apostolica ,. constitutio; apostolicum Galatium) u. Roma; apostolicus u. commissarius, prothonotarius, scriptor, secretarius.

apotheca, botteea, ponthica, 26, 49, 51, 56, 64, l0l, 125, 144, 146, 16É, 247t apotheghinus 167. appannamenta 242-3. Appianelli (charte) 53. Appiani (confines) 36-7,78-9; (mon. nianialium S. Massey,

Mactey) 52,77; (in suarterio) 105; Appiano (de, in)

l0l.

l0l.

de S. Marcello 218-9. Iohannes, de Ponteadera, extimator I

0.

.

Aquila ló0, 163, 165, 194. Aquileia

'

I74;

aquileiensis, aquilegiensis (patriarcha) 222-j

u. Mezzarota (L. de).

Aquino (d'): Antonella, comitissa Montisodorisii 244-5. Antonio 347. Berardus, Verardus Gaspar, marchio Piscarie 185-ó, 2i6; (m.) u. Caetani Beatrice. Franciscus, Laureti et Sadriani comes, regni Sicilie magnus cametatius 244. Franciscus, Piscarie marchio 244; Frarrciscus Antonius l9l, 241. Francesco, duca di Casole 347:

Aquis (Caspar de), not 349.

Aregona (d) u. Acquaviva, Borgia. Gaetani: Alfonso, duca di Calabria 267; u. Atfonso I[. Carolus, marchio Giracii 338. Ferdinandus, Calabrie dux, primogenitus Alfonsi rex

[tl

338.

149, 185-ó u. Ferdinandus

gona (Onorato

III);

I.

Ioannes, vice-

,250; (n.) u. Gaetani d'Ara(madre) u. Gazzella (Trusia).

Sancia, Ciancia

2 47


VARIA

369

Aragonia (re de) 127-8, 148-9; fuagorium rcx 122,174, 180, 185-ó, 189, 209, 330.5; Ragona (re Aù 220.

Artena 122-4 o. Montefortrno. artium (doctor) p. medicina.

arancia 200.

arundinetum 304. Asala (in loco dicto) 58. Ascensione (l') 154, 157. Ascha (in), in conf. Pontis Here 8t. ascie (magister) 45.

dîazzo, racza (panni de) 248,25A,254,265.

Arbarelli (in loco dicto alli) 52; fuberellj

all)

(in loco

dicto

67.

arbores navis 12; arbustata (terra) 303. arca 280. Arcarius (Rainerius) 13. de Arcellis: Loysius (d.) 85, Mazeus, de Nea-

Arcella,

.poli 338. Arcelonj (moline de gli) 222. archibugiere 351-3. architetto, architettore 355-6.

,l02,

ft*ivum u. Napoli,

109. Terracina, Todi; archivista fucipretis (lohannes), not., olim ser Fanuccij not., de Vico

)ó. Arcis u. Rocca (de). Arcis (Simon de), presb. 104. Arco (contrada l') 29ó. Ardea (fortezza d') 335. Ardicaro (fosso dello) 228.

Aretio (de):

Dominicus, not, 173. IerolimoNicholav 235. Iohannes cd, Andree, presb. I l4-5. L. D., de cur. Leonis X pp. 350. Arezzo (revolutione de) 317; Aretio (de) 312. arsentum 182, 244, 285,315.6, 319,328; arsenta 212; ap senti'0i) 248; bianchi 251; u. grossus, libra, moneta, secchio.

Argomentj (ser Framuccius Framuccii), not., pisanus 120. Ariani (dux) 338. Arianis (Laurentius de), locumtenens senatoris Urbis 308, 310-1. 12.

2, 266, 287 -8, 303, 3 5 I ; ar matw a 259, 263, 27 2 ; * me (compasnia d') 184; (gente d') 183' 194,204' 222: (homo d') 184, 19ó, 282, 286, V20,357; o. Caetani, cavalli, Orsini; (governatore generale) 350-3; armorum (gentes) 307, 310-l; (capitaneus) 102, 1J2,246' 3J5, 343, 350-J; armiser 198,84,307, 313: equester 134; equestres, pedestres (gentes armate) 310. Armellinus Medices (Franciscus), card. camerarius 357'8' ar ma 21

armentum 244. armizate (coperte) 250; armizati (coperte di carriagi) 2'l8. Arnale della Abadia 196. funarii (castrum) 341. 12.

177, 197, 2]5'6' i4l'2 ; (mon. S. Crucis de Fauce) 9: (cappella S. Pauli de Ripa) 9' l0; (Vallis) 33, 235,241; u' S. Cassiano; Arno (in) 9, 12,

Arni (flumen) 38-9, 79, I 18,

17,29,81,

ll7.

Arnonis (pratum) 7; (tenim.) 20. Arnulphorum (tene) 26. aromatarius 152, 210, 218, 233, 244-1, 339'40 (bottega di) 247. Arsenale

Q) u.

Pisa.

artegliaria 2r9, 263, 26ú., 272, 3r5.

t,

47

(in

Assumpcionis

,{stalli:

74; o. Maàa (Virgo). Lelli, de Urbe 166; (m.) u. Caetani Lu-

festo)

Stefanus

Coltus,

fiI. Bartholomei,

pisanus

56.

Rainerius

8t,197.

aretia 345,

'

assessor 45..,

cretia,

Arena (de)

Arnenses

Asinarius (lacobus) 9. asisia seu vivanda 20. Aso (ab) in Truntum 7. Aspiranus (Bartholomeus), civis lanue 50'1. Assalonne, Adsalondo (Alessandro), di Sermoneta 28ó.

Astarii:

Ardinghellus [P.], de canc. apostolica 349. a. Reno (della): Iohannes not., de Pisis 165. Lensus cd, Alcheroli 2ó. Leonardus, not., ser Iohannis not., pisanus 165. Arenzano, Arengano (de) 50-1.

Arlocti (Fulcherius)

asciucatori de cortina 344. Ascini, Asini (dell') u. Corso (lo).

;

Astumano (nob. Nellus), cd. Fatij, civis Senarum 74. Asturu 15-6; Asture (castrum) 74, 170, 172; (ecd. S. Nicolai) 16; (flumen maius, rivus molendini) 16; (domini) u. Colonna, Frangipani. Athenarum (dux) 174, 186,189,373. Atono (al Campo) 79. Atri 4, 127 | Hadrie (dux) 338. Leon, A t r ( d e ): Foresta uxor Raynaldi de Acquaviva Leonus, pater Foreste 4.

4.

i

Atripalda (guerra de l') 371,333. Actavianus, fil. Gregorii sensalis, pisanus l2l.

Attavianj:

12ó. Cresorius,

Atti QksIí) u. Actis (de). Aubigny (dominus Aù fiJ. Audio (in) 29, ll4 o. Corti (alla). auditor p. uditore. Augustini (ordo S.) 80; (Heremitarum) mune). A u g u st i n

ll2;

u. Oratorii (co-

i:

Iohannes,de Cora 330. Lucas,de Pisisl82. Placentinus, de Bassiano 295. Augustinus (Antonius), consiliarius reitus 3?)-5. aurelianensis (cler.) 289. aurifex 31, 102, I 10, 140,149-50,218; aurum 182; orc 248, 328,34i-4; lavorato250; u. collana, ducati, floreni, li-

bra,

moneta.

Aurilia 0u protonotaro) 85. Auserrem (ultra), prope Pisas 126. Avalor Alfonsus, regius armorum capitaneus, comitatus Molisii úcercx 202-6. Innicus, Enechus, Montesodorisii comes. masnus camerarius 185, 187, 209. Avellana p. San Pietro. Aoersa l09t Averse (castrum) 254,258; (capitaneus) 190. Aviani (feudum) 4. Aviano Lunigiane (de) 54.

(d):

Aoígnone 30; Avinione 31.

Avogaro (Aluigi), condottiero veneto 353. avorio, aolio (pater nostri d'r 744. Azapaza (d. Hieronimus), de Neapoli 338. Azzuani u. Podii.

arornatario

&buianum (feudum) 4. Bacciamei (Francischus cù), Baci

a Mappurcectis

(dd.

d" Plumbino,

mag. ascie 45.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

370

bacile, baccile, bacilecto 244,248,251, 285. bactinderium 208. Bactista (frater), rector S. Bartholomei de Insula Licaonia 144.

bactus ad buldrones, ad lanam 13. Baglonis, Ballionis: Lupus, de S. Regulo 67-6. Vannes, de comuni Rasignani 27. Basni ili S. Gíuliano 32, l2f; Bagnio ad Acqua I 16-7 t, Balnei de Aquis (comune) 107, 133; eccl. S. Laurentij de

Baglionis,

Baldj

ll7'

l2l;

u. Coscii.

Baldovinis (Baldovinus Dominicj de), not., florentinus 153. Balduccij (heredes Nannis), de S. Regulo 67. Balduinis (mag. Iacobus), romanus 285,312' 328-9. Baldus u. Ubaldi (degli). Balestarius (clericus) 185 u' Capua' Balestarius (lohannes), cursor pape, not. 2ló. balestra 196,291; baliste ligni 12, 301; balestreri ad cavallo 305. Ballecta.(Robertus), de Setia 25. Ballelly (heredes mag. Iacobi) 281. Balli u. Anibaldi. Balliganis (Balliganus d. Manentis de), de Exio, pisanus potestas 45-6.

Ballionis r. Baslionis. Ballus (Dominicus), oficialis Setie 173. Balnej de Aquis (comune) a. Bagni di S. Giuliano. Balneo (de): Bartholomeus, frI. Puccii 28. Cets 29. Iohannes, fi|, Pucii 28-9. Nerucius, Nerius 28-9. Puccius cd. Berei 28-9. Balneoregio (de) 245. Balsamo (nob' Benedictus de), locumtenens Honorati Gaitani

2ú. balzano 260, 267 ; balzata

267 .

bambacia (veletti de) 344; bambagia frlata 339. bancali 250. banchus 126,l3l; bancus l6ó,2fi); banci (cautio) l4; u. Ianua, Pisa.

bandera 256; banùento 350-3. Bandi (Corsus, Orsus), de Ponte Here 8t-2Antonius, de com. Pontishere

Bandini: 53.

Neruccius de com. Oratorii com. Pontishere 53.

423.

banditor 231. Bandra (castrum) 102. .Banduzo (loan de), erario

di

Fondi 262.

Bantius (Berardinus), de Scanzano 342'3. Baractone u. Tomei. Baranelli (castrum) 208. Baratta (Mario) 142.

Barberi, Barberius: 255.

Nannes, Mannes,

Antonio,

fiI. Ursi, de

di

u,

Cattanis

Santo Iorio

Balneo de Aquis

107.

bierc

balca pannorum 219. Baldacci (Alberto), not. 4. Baldacii (Michael Angelus), not. de Massa 329. u. Ripafracta (de): Franciscus Andree, de Pisis 109-10; (mJ o. Appiano (Chese d'). Maria, frI. Puccini 8l-2; (m.) o, Appiano (Fanuccius d'). Martino, di Corclca 247. Puccinus, de Ponte Here, sive de Travalda Schudus(mas'), de Plumbino 45. 81. Riccius Baldinj (Guido), consul S. Lucis Collinarum superiorum 45-6. Baldovini (Marianus), fi|. Baldovini Coscij, de S. Iuèto, pi-

iudex

testas 77.

Barbaiani Gù 29. Barbao (Ciccus), de Porseudi 297. Barbavensjs (Bartholomea ... Nicolail 98; (m.) (Ant. de), Tomasi.

barberius 116-7, 131, 144, 193,239; barbitonsor 216;

Usigliano I13. Baionis u, Botrum (iuxta). balascium 245; balascio tavola 348-9. Balbo (Ueolinus) 12.

sanus not. et

Barbadoris (lohannes d. Donatj de), de Florentia, pisanus po-

53.

Marcus

Ugolinus, de

bx-

352.

Barbetta (Girolamo), procur, di G. F. de Transo 208. Barbo (Marcus), card., dominus S. Marci 222-3. Barbonellj (...) 57. barca de pariscalmo 12; (magister) 50, Barchinone (comes) 174, 186, 189,333. barde 248. Bardella, corsaro pisano 325. Bardis (Gualterottus, Guaterottus Iohannjs de), de dominis de Vernia, florentinus 143-4,167. B a r g a I I i a: Laurentius, 61. Nicholai LauBargagI rentij Tori, senensis ó3, Paulus Minucij, senensis 63' Petra, Piera (d.), fiI. Nicholai Laurentij Tori 63; (m.) u.

i,

Bichi (lohannes). barilia 46-7. Barlecta (eccl. maiore de) 193; Barlecte (ptior) 92,94-7 o,

Conti (lacobus) Baroli (prior) 282. Baro, arbiter in questione sitinorum et terracinensium 5; Barone (rnag,), de Terracena ló. Baro n c el t j (Petrus lohannis), de Sermineio 23. Barone (de), Baronis: Bectus, de com. Belore 27. Maggius, de Campo di Cholina, 3l-2; (r*) u. Camii, (Ciola). Transmundus lohannis 5 o. Baro. Baroni (congragazione dei) 347. Baronis (in terra) 3. Barsaloctj (Antonius), tessandrus (?) Montisfosculi 93. Bartali o. Colle (de): Antonius, de Ponte Saccij 105. Iohannes 105. Christofarus, de com. Scarlinj 75. Bartholomei, Bartolomei (S.) u. Orsignano, Piombino, Pisa, Roma, Triana.

Bartholornei,

Bartolomey (mag.): Andreas, de Cam-

99.

Antonius, not., romanus 223. Lwcas, not. de Plumbino 158. Bartoli (Vdentiuus) 210. Bartolinus, cancellarius Alexandri Sfortie 128. Barutus Clomasius), de Ceppalono 208. Basilii (ordinis S.\ 74, 126.7,159.60,162.

pilia

Basilius, abbas, vic. ord. Camaldulensis 317. basinitine dyoc. (cler.) 136. Bassiano 82, 182, 280, 284; Bassiani, Vaxiani (castrum) 22-3, 72-3, 109, 131, 135-8, r8r, 19ó, 212, 228-30, 237-8, 244-5, 289, 298, 306, 308, 3t0-4, 327, 329, 345, 347 : (arx) 214; (boschi) 221 ; (capitaneus) 295; (comestabiles, consiliarii) 295,3M; (comunitas) 288; (contrada): Ioda 281 Plaza Mercardla 280 (curia) 280, 284 ; (decarcia): S. Angeli 281; Turris 281; Villantie 280-1, 302; (ecd.): Annunptiate 280; S. Antonii 280; S. Erasmi 182, nU1,296,304; Frasti 280; S. Marie de Palmis 280; S. Marie de Platea 280; S. Marie de Populo 280; S. Nicolai 280; S. Philippi 280; S. Spiritus 280; (dominus) 173, 189, 227-8, 233,287-8, 305 o. Caetani; (Fraternitas B. V. Marie) 280; (homini) 2l I,

; la

;

f


VA RIA 227-9,297,299,301-4,308; (muri) 280; (platea)

82,

171

Benencasa lunt.e Gemme,

not.

10.

284,295; (porta) 182, 304; (territorium) 22,191,227- beneventanus (archiep.) 123; (can.) 208; beneventinus 347. Benevento (Leo de), habitator Asture 16, 30, 280-1,289-9ó; bassianenses 299-300.

Bassiano (de): Antonaccio196. Ciolli,Crolli(resd.), Beninbene u. Bene in Bene (de). 72. Iacobus, not., canc. Honorati fllll Caetani 144-5, Bennj (Antonius), de Palaria 53. 182, l9l. Lionardo (misser) 185. ' . Bentavuglio (Rainerius Pieri), de S. Prospero 235.

290.

Basso della Puza Tartarena Campetta (contrata)

239. 133:basui319. 83. Bastione (al) 355. battaroiis (navis fornita) 12. Battifolli (da) 167. Battoro (Raimo de), de Gaeta 345. bastardello (protocollo) bastarius Bastia (districto de la)

Belfardi (heredes)

5.

226.

142. .2'{8.

Bersus' de Terra Nominis 27. Berigerij (Andrea), de castro Florentie 18. Beriszlo, Berislavo (Pietro), bano di Ctoazia 348.

Pisa.

(de).

31.

Belbellus Bella lulia o, Bellhomo(lacerbinara, laponthicadeAntonio) Bellus, Belle: Andreas lohannis, de Bassiano 295,302. Iohannes, de Missino 74. Nicolaus, de

Farnese.

146.

Belli,

siano 280-1, 284, 291, 298, 300-1; (m.)

(Petrutia).

Belli Luciae (Guslielmus), de Fundis, not.

284, Basr'. Maselli

ll4, l3l.

bellicum(instrumentum) 305,110. Bellomonte'(Bactista de) 165. Belloni (heredes lacobi) 17.

228,230.

304. 57' 241-2, 227.

Benafri (lohannes de), nuntius Tetacene B e n a s s a i s (de): Petrus, de L:ucclta 233. Ventura'

C,

A.313-4

Berlingerij (Sanctus olim), de com. Montisfosculj I 19-20. Bermeo Spanee (de) 49-51. Bernabe (de S.) o' Pisa. Bernabe (d.), relicta Pauli Simonis, de com. Campilie 70. Bernabei @omenico), di Piombino 2'10. Bernardi de Carraiola (mon, S.) 9 u. Pisa. Bernardi:... (terra heredum), in com. Tremuleti 164; Filettus, de Ponte Ere 274. Laurensius, de Pisis, not. 4T. Mactheus, de Pontesacco 79. Nicolaus, de Pontesaccho 60; (heredes) 105. Bernardi (Ranierius frI.) 4. Bernardo (de) u. Lova. Bernardus (frater), sub prior casinensis 103. Bernazone (d.), miles de Anania 23.

bernia de velluto 344.

Belto Sancti (lohannes), off,cialis Setie Belluschi (domus Tomasi), de Ripafracta Belore (de comuni) 27; (pascus) Belvedere (monte)

Benvenuti (Cola), de Piperno 297. Beraldi (Brunacius), syndicus Tuderti 14. Berardj (Barthoromeus), cler. de Anagnia 25. Berarducij (Lambertus Petri), sindicus Tuderti l4-5. Banduccinus, frI. Gaddi2l. Iohannes Tomasij, pisanus I 18; Nannes Tomazi 120. Bergantinus (Antonius), famulus Ylarie de Scillatis 207. Bersi (Simon olim Nannis), de Ponte ad Heram 278.

Berci, Bercii:

339.

309.

Iohanni(messer)319. Laura,march.de

Q-onzaga 319, 322.

Baumandi (mag. Nicolaus Pauli), sutor, de Sermoneta Baya (de Antonello), cavalcatore del conte di Fondi Beccarino (figliuola di) beccarius 99,171t (ars etuniversitas) 165 o. becchino Beccuccie (piscaria le) Becti u. Betti, Cascina, Filectulo

Bentivoglio:

Bernona (Margarita), tomana 347. berretta, barretta 316; birreta 293; bercttino 357. Berries (Dominghus de), vicinus de S. Sebastiano, mercator yspanus 50.

cler.

Bencini (Filippus Nannis) 176. Bencivennis: BancusNiccolò,florentinusl19-20. Bencivenne, de Campilia ó5. Pantonerius, not. 14. Phi'

Bersia (de) 48. ser Berti: Antonius,6l. Iacobi, de Pistorio 153. Iacobus 153. Mecti (terra), in conf. Appiani36. Nicolo, de S. Miniato 31. Pauli (terra), in conf. Appia36. Bertoninus, iudex castri Ripetransonis 8.

Berti,

ú 45. Benectis, Benettis (de):Antonina'(d.),olimAn- Bertraimus(d.),monacus S.AndreedeCasainvidia9. Bertuccii (terra Marcj), in conf. Tremuleti ló4. tonii Bindacci 162,218: (m.) Appiano (Matteo d'). Anbestia, bestiame2}|,219,254,265,269,n2'326-7;(Aecasa, tonius cd. Bindaccii, pisanus 162; (m.) u. Filippa (d.). da soma) 249,252' 259; o. massaria, mercator. Bindaccius, pisanus 93-4, 162' Iacopus Bindaccij 93-4; (-.) u. Orlandis (Tomasa de). Polus Bindaccii 94, Betti: Guido (cd. Pieri), de com, Mezane ll4. Iacobus (olim), pisanus 278; u. Filectulo (de). Ydocchus, fil. Polj 94. Bettonis: Benedictus(8.) Colus 162;ColusNicolaj ló3. Iohannes,fil. Benedictj(ordiniss.) l18, 144, 159-60, 162: Coli, lanarius, pisanus 162. 102. Bettucci (Menicus) 176' Benedicti, de Benedictis: Benedictus, fiI. cd. spebiada, blada, bladum 250, 282, 288, 294. pisanus, Christophorus, not. et iudex 54-5. Iacobi, bianchetta 339. tiarius, písanus ló3, l8l. Ciolus cd. Iohannis, de Pisis ll0. Iacobus olim lohannis, lanarius, pisanus 162. Bianco (loannes lo), cler. 329. Bibbiena (ser lohanne Marci de) 1 17. Iohannes 162. Leonardus, de Bassiano 182, J04. Bibliotrca Apostolica Vaticana 334; u. Roma, Benedictus IX pp. 5. Bichi: Galganus Gugsii, de Senis ó3; (m.) u. Bargagli Benedictus XII pp.30. (Petra). Gucciusqd.Calgani63. Iacobusó3. IohanBenedictus, can. eccl. Luce ll2. nes 63. Matheus ó3., Nicholaus 63. Bene in Bene, Beninbene (d. Camillus de), not. 243; rcmaBichieray (d- Camilla olim Ceoreii), de Pisis ll4-5. (m) nus, not.329. Pattjeri (Noccus del). Benencasa Gerardi iudicis et not.6l., not. 9. Iippus, de Plumbino

I


DOCUT,TENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

372

7.

182.

Cegna, de Pjsis 32, Daina, filia Bonacursi Franciscus, de Subereto 210. Gerardus Francisci, de Vico

Bindacchi, de Bindacchis (Laurentius Bacciamey), mercator

Pisano 144. Iannectus, spetiarius de Suvereto 47.

Bii, Bu

(Ranerius cd. Antonij), de Pisis 78. Bitiottis (Mathe,rs Sandri de), canc. cabelle Pisarum

pisanus 128-30. Bindi (Ugolinus) 13. Bindini (lohannes cd.), de com. Campilie ó4. Bindonis (terra Perelli fil. cd,), de Pugnano Vallissercli 46. Bini (Berardo) 348. Binulfus, arbiter inter .sitinos et terracinenses 5. Birbao (de) 49. birruarii apti ad arma 26. Bisenia (feudum) 4. Bisiniani (princeps) 336-8 o. Sanseverino.

105.

Blentine (comune) 97; (eccl. S. Marie de Blentina) 98. Blondus 140. Boaggine (Monte) 134. bocca 321; bucce (nerum) 290; boche da fuoco di metallo 335; o. Cavata, fluminum. Boccabella (Pauluczo), de piacza lagni de Bove 145. Boccalongi, Boccalongus (lohannes), de Sermineto 2l'3. Boccamago, Bocamazo (Petrus dictus), scindicus Asture 15'6. boccale, bucale, bocalett o 244, 248, ztl, 285, 343; boccaglis

(cum) 290. Bo

ccardi ni :

Iohannes, civis. Terracene

231'2. Petrus

231-2.

Boccarino (Maurizio), d'Amelia 316, 318. Bocchabei 0ocus), in conf. Tremuleti 164. Boccha d'Era, Bocchadera (in) 81, ll8, 197; o. Era. Bocchetta (domus Macthei) 38. Bocciantis (ser Batista lohannis), de Pisis, not. florentinus 75-6, 82. Bocciorum (de domo) 17. Bochaccio (di) u. Strenne.

Boctecche:

Filippa 4l-2;

(m) GaetanidiPisa

(Feo).

Guido cd. Miglioris, pisane civ. 41. boctone 319. Boemie re: 40; Buemmia (de) 152, Boeriis, Boenis (Iannuccius de) 235. Boicharus (d. Antonius) 207. bolendini u. bolognini. Boleati (Fossa) 31. Bologna 316,319; Bononia 91, thonotarius) 210, 227 -8.

17.

cursi

Lupa,

7.

Bonaiunta (Guillielmuccius), de com. Yad,e 27. Bonamicj (terra heredum ser Bacciamej), in conf. Camul-

lianj

ó0.

Bonamoris,

Buonamoris: Caterina Dini Giorgii, socrus Gherardini de Appiano 240; (m.) u. Serintis (Antonius de). Georgius, exactor cabelle Plumbinj 125,

241.

bizocarum (res) 243.

Bladj (in curia) 49, ó9. Blanchiis (Emilius de), cubicularius Leonis X pp. 341. Blanchy (lacobus), sindicus Core 330. Blanci (Lodovicus), not. lll. Blas (lettera di) 315, lesed Albizi Luca [cf. Banilíai A' M', Collectio veterum monimentorum, p. 291. Blasii (S.) u. Iagni de Bove, Ninfa. Blasii: Antonius, nuntius Piperni 294. Ioannes, presb. Ninfarum l4l. Polidorus Antonii, de Ferentino 240.

tslatij (Lippus)

9.

Lambertus 21. Leopardus, sellarius, de Pifilia Bonacursi 7. Pierus, not. cabelle Pisarum 182. Rodulfus 7. Scorcialupus, fil. Bonac-

Iunta

sis

l0l,

144; bononiensis (pro'

bolognini, bolendini, bolongeni 142, 219-20,242, 2ffi, 293, 324.

Bologninis (Bartholomeus de), de Bononia, miles. 144. bombarda, bombardella 291, 301, 307, 310; bombardero

26L4, 271-2. bombicea (appannamenta) 242; bombiana (cartal B9Bone (Riccardus) 23. B o n a c c o r s i Bonaccursi (qd,), Bonaccursus: Bouacursus

,

qd. Galcani, de NubilaT. BonaventuraDanielis l2-3.

Iohannes Georgij 150. Bonanni (qd.), Buon Anno u. Cascina (de): Antonij (terra) 62. Bonaccursus, de Cascina 62; (m.) u. Cascina (Maria de). Iacobus, de com. Cascine 62;

Bonanni,

(heredes) 66.

Bona Pars, consul Ripetransonis 8. Bonapose (Bonaiunta) 12. Bonaventura Sanctus Concordius (navis dicta) 12. Bo n a v e ntu ra: Anbaldus, not, Tuderti 15. Mario(messer) 319. Boncetaneis (de): Andreas, fil. ser Finj, iudex, not. 99, 129-30. Bartholomeus cd. ser Finj de Vico, not. 49,126,129,143. Finus, cd. ser Bartholomej not. olim ser Finj, de Vico, pisanus, not. 49, 99, 126, 129-)1, 143. Finus ser Bartolomei ser Fini, not. pisanus 279. Bonci (Dominicus lacobi) 176. Boncompagnis (Rainaldus de), olim Bonnanni Rainaldi, not.

fiorentinus 176.

Boncontibus, Buoncontibus (de):

Andreas

Pierj, mercator pisanus 128-30. Bartholomeus Pieri 120. Carolus olim Bartholomei 277,279. Gerardus, canonicus pisanus 275-7. Pierus Bartholomei, pisanus 100-1. Boncontis (nob. Ugolinus d.), miles urbevetanus 19. Bondj (Bartholomeus Iohannis), beccharius, florentinus

Bondiei: ctor

Donatus, de Pisis gabelle Pisarum 49.

27.

l3t.

Iohannes Bianchi, exa-

Bonensigna,

Bonensegne (qd.): Benettus 10. Bonaccursi (terra) 18. Bonaiutus, frater Benetti 10. Bongress (lo. de) 315. Boni u, Nardi, Petri. Bonj (ser Bartholomeus), de S. Kassiano, not. pisanus 133. Boniandi (Nardus Dominici lohannis), romanus, collegii nota-

riorum Urbis 44. Bonifacio (de) 100. Bonifatia (campana ecd. tudertins) 17. Bonifatii (Braccius qd.), iudex, not. 14.

VIII pp. 17, 19-20,31, 43, 63,219, 222-7, 229, 327; (bulla) 21, 168,170,220. Bonifatius IX pp. 44, 216, 307-8. Bonincontrj (ser Nocchus olim ser), not. de Lavaiano 59. Boninsigni (Domenico) 357. B o n i s: Franciscus Thonimacii, pisanus 218. Nannes, de Fabrica 120. Bonito (conestabile de) 205. Bonus (Iacobus), de Bassiano 82. Bonus Homo, Boni Hominis: Antonius, de Ceppalono 208. Iacobus, de Nusco 207-8. Borbagla (in), in conf. Pontissaccij 105. Botbone (Giaomo di), re di Napoli 82-3. Borgecto (allo) 154; Borghetto de Fundi (hostaria d.elo') 266. Bonifatius

d

\


VARI.A Borgia;

Cesare 3 I 7-8, 320-1. Franciscus, card. 313-432A-1. Cuillermus Ramundus 313-4. Luoetia, de Aragonia 313-4. Roderico, Rodrigo 320-1. Borgo: de Camulliano 59, ó0, 105; de Rapida 197; di Tavelle 81, ll8, 197; u. Burgo, Pisa. Borra de Pontesachi (domus illorum del) 200. bos, bove 196,207,237-8, 284; boum (opera) 2. Botro (in): dell'Acsuelta, Aque Alte 27, 42,49, 69:

del Cerreto óó, ó8; Oltrepescio 27. botte 216; botticino de sale 285. bottega u. apotheca. Botticellis, Botticelle (Bernardus qd. Rossi de), mercator Baionis I

pi'

braccio (misura) 339; brachium 71, l77t brachii secularis (auxilium) 232.

del conte di

Brancha o, Alberoni; Branche (domus Andree delle),

in

cler.

eduensis

287-294, 303-4. bursensi (in eccl.) 140. Burgo (Iohannes de) 74; rr. Borgo. Burlono (lacobus), commissarius in Setia 25.

burro 261. bursa 293. Bursarijs (terra

d. Fioris

de), in cappella S. Gosme Pisarum

in Arno

12,

Bussi (castrum) 208. bussola da tenere hostie 248,251. Buti (valte dD 216. Butigella (Hieronymus), iuris doctor 344-5. Butii (Eneas), de Celeveteri ló5. de Buzaccharinis: Antonius Martinj, Buzacchari pisanus I 19-20. Manfridis (terra) 93. Rossus (d.) 93.

ni,

Caballaturg (opus) l4l; caballero curie u. Firenze. Cabannis (de): Margherita (à.) 239. cabella u. gabella,

Fondi 247. ca-

stro Pontis Here 81. Branzatti (Ioannes Blasii), de Sermoneta 142. Brenda (casa de Rensi) 145. Brescia (de) 120; (cavallaro de) 316. breviario 309.

bricciarie (furcola) 173.

,196.

Cacacio,

Caccacio: Antonio 19ó. Tuccio Cacari (Mazeus) 207. Caccabarij, Cannabatii (Ioannes Angelus), de Sermoneta 239. cacio, cascio, caso, caseus 260-1,268,340; o. bufala. Caesena (mag. Blasius de), proc. in romana curia347. Caesareus (Antonius), de Roccaviga 347. Caetani di Sermonc ta u. Caetani : (arme) 130, 237, 285 ; (do(Domus, Casa) 219, 224, rnicelli) ló8; (domini) 298, 319, 328, 343, 1 46-7 i (iuspatronatus) I 85 ; (lapis) 29 ;

lll;

Brigansenus (Benenatus) 12. btiglie 251.

(palatium) 304: Antonius II, card. 185. Beatrix, Iacobi 61. 108' l3ó-7; Piscarie marchionissa etc. 191,2317,243-5;(m') u Aquino (8. G. d).

14ó.

brizoni 250 u. rubini. brocca 248, 251. broccati 315; imbroccato 256, 266. Brochiere (terra heredum Mannarie), Brunesta (archidiac, de) 140. Bruno (missere) 196.

in

com. Pugnanj 46-

Bruoaldi (Ripa loannis frlii), feudum 4. Bruschusr Leonardus, de Bassiano

Bruschi,

rus qd. Iohannis Pieri

Buressan, Buressardi, Burissardi (Cristianus),

busse vel placche

sanus 128-30. Bove (piacza lagnj de) 145. B o v e , de Bove, Bovis u. Petri: Cristophorus (d.) 240. Petrus, orator Setie 327. Tutius, oficialis Setie 173. Bracciano, Bracchiano (de) lé5 u. Orsini.

Brivj (casa Andreotii Cole)

\

l2l.

18;

Braccius qd. Bonifatij, iudex, not. 14. Brancaccio (messer loan Baptista), govern.

373

î,

296. Pie'

176.

Bu u. Bii. Bua (Mercurio), condottiero Yeneto 352. bucale u. boccale; bucca u. bocca. Bucignone (al), in comuni S. Regulj ó8. Bucchinj (casa, apotheca Mactutiil 14ó' Buccia fornarie (casa de) 145. Buctarrus (lohannes), 61. Provinche de Lari, de Pisis 64. Buczi (Mattheus), consul Ripetransonis 8. bufala, bubala, l7 0, 21 2, 2i7 -8, 244, 256, 260'l' 32? o. mas' saria; bufalinus (caseus) 274-7, 279,318. Bufalinus (Ventura), ep. interannensis 313'4. Bufiamacci u. Gaetani di Pisa. Bueia; Bueee (portus) l2-3. buiato (panno) 339. Buglia (d. Tora Nerij), de com. Campilie 70. buldrones (bactus ad) 13. Bulgariae (reeina) 102.

bulla plumbea 278. Bullette (nob. Iacobus Laurentius lohannis), de Florentia 99. B u r d o n ensis: Guidonis (terra) 105. Stephanus (nob.), iudex et assessor Marittime et Plumbini 45. Burdotini (Guido qd.), de Palaria, not. 53.

Benedictus, can. tudertinus 43 u. Bonifatius VIII. Benedictus, comes palatinus, Petri fil. 2l' 25. Benedictus-Honoratus, vicecomes Fundorum 87' Bernardino-Maria, di Nicola 285, 315'6, i28'9. Bonifacio I, di Camillo 355. Bonifatius, potestas com. Tuderti 26. Camillo I, di Guglielmo 317,356-9; CamilloHonorato340; (m.) u. Caetani d'Aragona Beatrice.

Filippo 347. Gofhidus u. Rofhedo. Guilielmus, 6t. Honorati 238, 24L1, 246' 282, 285, 287 '8, 2W6,104-5,310-1, 115-6, 3lB-9, 321-30, 335, 340, 342-5, 348-50,354; {m.) o. Conti Francesca' Henricus I, card. 185. Hersilia 317, ?23,342-3; (m.) u. Orsini Gio. Francesco. Honoratus III, fil. Iacobi 108, l2l'4, 127, 130, 132, 134.40, 163, 1

ló5; dominus Sermonete 124, 136, 14L3,

66, 1 68-7 5, I 78-80, I 82'4,

1

B7

-92, 209-l r, 217 -22, 224-7,

230'3, 236-9, 244t armontm capitaneus etc- 20L6; eom' missarius et gubernator ad guerram Renati regis 195; Fundorum comes 145, 147, 150, tgl, 2OO-l; regni Sicilie admiratus 194; romanus civis 136; (testamentum)

329:

6)

u. Orsini Caterina.

Honoratus, nepos Catherine Ursine 319,323. Iacobdla II, 61. Honorati 238' 242-J, 321; (m.)

u' Mar-

gani (Paulus), tacobellus III,.fil. Iacobi II, miles 71,7t,87' 136, 138, l7O, 173,308: (m) o. Eboli (Rogasia de).


DOCUM

374

di Sermoneta: II, fil. Nicolai 72; miles

Gaetani

Iacobus

ENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

74; Fundorum

comes

82-7, 89.95, 170; Iacobellus 2ló-7. IV, fiI. Iacobelli 83, 86-8, 90,92-7, 107-8, I l0-1, l2l, 127, 136-7,139-40, 144, 170, 173, l7B-9,212, 244; domicellus romanus 106l reginale vicerè de Abruqio 96-7; (m.) u. Orsini (lohanna). Iacobus V, fil. Honorati 213-4, 237-8;. protonotarius

Iacobus

ap. 242-i, 283.4, 286-96, 298, 30?-8, 310-1, 319, 323.

Iohannella IV, fi|. Honorati 143,238; (m) a.

Farnese

Pierluigi.

Cagnassj (lustus), consul 45-6: u{Camni (de).

S. Lucis Collinarum Superiorum

Caieta u. Ga-eta. Cala (Ranerius cd, Georgij), pisanus 51. Calabria 102, 104; Calabrie (dux) 149, 185, 194-r,219,267. Calafatis (llario de), canc. di Piombino 345. calagurritarg (civ) l4l. Calamantinus (pantanum q. Aic,) 24.

Calandri (terra heredum) 31.

Calandrinis (de):

Bartolomeus, fil. ser lacobj, de Oliveto, pisanus, not., iudex 106-7, I 19, 153, 167. Iacobus (ser.), not., de Oliveto l0ó-7, ll9,153.

Loffredus u. Ro{fredo. Loysius, Iacobi II nepos 90. Lucretia, Honorati III fiI. lóó: (m.) o. Astalli (Stefanus). Michael Angelus I, dux 345.

calanellam (usque) 290. Calcesanj, Calcisani (Antonius), de Scarlino 74. Calchularius (Bonaiutus), qd. Rustichini 10.

Michelangelo, di Onorato fVlll 246. Nicolaus I, frl. Gofridi 170; conte ól-2; signiure de Sermoneta 62. Nicolaus II, frI. Honorati 213-5,230,237-8, 242-4,246,

Calci (de) 199,233. Calci (de): Angelus dittus Cangnassus 34. Bartholomeus, not. 33; fl1. cd. Angeli 34. Iohannes, frI. Pierj, 72. Pierus, de Pisis 72. Salvator olim luncte, pleba-

285,306,328; (m) o. Orsini Leonora. Onorato VI, di Michelangelo, monsignore 348. Petrus, ep. tudertinus 14. Petrus II, combs casertanus2l-5, 168-70,222; Militiarum dominus 23. Roasa, Roasia 323; monialis S. Cosmati, Antonianuncupata 328-9. Roffredo Roffredo

potestas tudertinus l4'5. Gofridus, Fundorum comes, 61. Petri 21,

I, Lofredus de Anania,

III,

23, 170. Roserius I, fiI. Iacobelli 72-3, 83, 86.7,90'5,97,102'4' 109-l I l, 2l l-2; magnus regni Siciliae camerarius I 13: (m.) u. Conti (Ceccha). Sveva,

fi|. Iacobelli III, Albae comitissa

124, 170'172;(m.)

u. Colonna Lorenzo.

Caetani di Filettino: Antonius 87. Honoratus dominus Felec'tini

213.

Ioannes Paulus

l8l

.

122-4;

Muzius I '

Caetani di Maenza (congiura) 354: Aloisius, Loysius, fiI. cd. Iacobdti 213-4,239-40,257. Annesella, fiI. cd. Iacobelli 213-4. Antonia, Gl. Ramundi 324. Chri' stofanus, fiI. Ramundi 324, 346, 358-9. .Cristofaro, iuniore 347. Christoforus, Francisci lll fiI. 21j'4, 232-3. Elisabecta, fiI. Ramundi 324. Franciscus III, fiI. Iacobelli 9O-5,97,109-lll, 135-6, 177; (filii) 2ll-2; (in Roma) 184. Franciscus, flI. Ramundi 325,346'7, 358-9. Hippolita, frI. Ramundi 324. Honoratus, fi1. Ramundi 124,346-7,

358-9. lacobellus,

Iacobus, Fran-

III

frL.177-8. Iacobus, fil. Ramundi 324'746-7, 358-9. Iohannes, Francisci lll fr1.213-4. Iohannes, fiI. Ramundi 324,358-9; Iohannes Vincentius 346-7. Lawa346-7. Maddalena347. Margarita, fil. Ramundi

cisci

324. Nicolaus, 61. Ramundi 324, J46'7,358-9. Pantasilea, fi|. cd. Iacobelli 213-4. Petrus, 61. Ramundi !324, 346-7, 354-5, 358-9. Prospero 347. Ramundus' Raymundus, Francisci

lll

frl. 213-4, 212, 234, 346 Catherina. Victoria,

(testamentum) 324-5 : (m.\ o. Conti

fiI. Ramundi 324,346-7. Caetani Palatini: Benedictus Honoratus, comes palatinus 192. Bonifatius, 33; (fratres) 140, 144- Franciscus,

33.

Paolo, abate

Cactani della Torre: della Torre Cafasgio (in),

l9l.

Cesafe, romano, signore

l.

in comuni S. Resuli 6ó, ó8.

Cagetano, Caitani o. Caetani.

iel

castello

nus Capannolis 198. calcidonii (pater nostri de) 144.

Calcinaria (de):

Bettus (ser), de Pisis 72. Bonagiunta Vannjs, de Pisis 52. Dominicus (ser), cd. ser B"tA lZ. Galduccie ** (domus d.) 81.

Calcinarie (in quarterio), in castro Pontis Here 81. caldara, caldaro, caldarium 207,211-2,251; (eis) 244. Caldularia (in carraria q. voc.) 78. calice 248,251; calix 207. calisa 306, 32i. calinensis (ep.) 314. Calistus III pp. 188-9,298. Calp (Geronimo), di Valenza 345. calsaiolus 199; calsolaro 145-6; calsularius 92, 192. Calsolarii (casa dello Ceccho) 14ó.

Calvilli 0i)

204.

Calvolj (podium Montis) 42, 48, 69. calze 265; de saia 339, Camaldulensis (ordo) 317. Camariculus, Camericulus, Gammariculus (Petrus), de Setia,

not. 2l-5. Cambij (Pierus cd.), not. de Palaria 53. Cambiis (nob. Antonius Bartolomei de), de Urbe 124. Camera 241,351; (de) a. ducati, floreni; Apostolica u. Roma; Regia u. Napoli; camerarius, tamerlengo 15, 119, l2l-2, l5l, 165, 247, 251; gabelle 15t, 166 rr. Firenze, Pisa. camerai (de) 344. Camereno (de) l'f4; Camerino (duca di) 320. camisa, camiscia 319, 344; (tela da) 339; camrniso 248. Campagna, Campania (prov.) 87, I 38-40, 177, 196, 228; (era-

ljo) 254-5,259; (gubernator) ?0j-4; (registrum) 327; (rettore) 123-4; Campagna et Maretima Urbis 177, 262, 270-1, 273; (eralj'o) 254-5; Gtùenator) 173, 223, 233t (iudex, rector) 140, 144; (thesaurarius) 232;

u.

Marittima. (d. Geronima de) 165. campana 17, 173,324; campanaro 257; campanello 248,251

Campagnano

o. Itri. Campano De Verdi (loanne), maestro de schola 247. Campeggio (Ridolfo), condottiero veneto 353. C.ampetta

o. Bassso (o).

C.mpi u. Campo. Camp

...

i,

C a rn p

o

(d

e,

Andree, not., pisanus

d

al ) : (banchus fratrum)

98.

126.

Andreas Clementis, sen-


VARIA salis, pisanus

l2l'

Bartholomeus,6l. Francisci not., olim

375

canellinum

,.

grano,

Tomasi 12ó. Cenes Puccij 32, Ciola, filia Puccianni 32: (m.') u. Baronis (Maggius cd.). Filippus, fil' ser Iohannis Andree, pisanus, not., iudex 65,279- Fran'

Can3ilus (d. Antonius), de Ceppalono 208. can5stra 216; canistrum de uva 2. Canestrarius (Cenna), de com. Yade 27.

cischus (ser), olim Tomasi, pisanus 98; (banchus) l3l' Franciscus, not. pisanus, 126. Guaspar Taddei, sacrista pisane maioris eccl. 218. Iohannes (ser) cd. Andree,

Caneta

not. pisanus 279. Pucceptus Cagnassi 32. Pucciannus, Puccinus Duccij 32. Silvester Laurentij, comitatus Flo' rentie 130. Simon, fiI. Francisci not. olim Tomasi 12ó. Tomasus, pisanus 12ó. Tomasus, frI. Francisci not.

canis 306. Caniti (Petrus Iacobi), not., de Piperno 295.

olim Tomasi 126. Jhomassus 246. Campidocsio (locus) 322.

Campigli (Giuliano di Francesco), nob. pisano 45. Campíslía Matíttima 64-5, 70' 99, 189; Campilie (comune), partis Mariptim e 45, 70-1, 77, 133 :(capitaneus) 99' 189; (eccl'): S. Nerii 64, 7l; S. Iohannis 64,71; S' Marie Novetle 7l ; S. Stefani 7l; (hospitale S. Iacopi) ó4; (in S. Petro Torre), in conf. Campilie ó4; (statuta) 99' Campiglia, Campilia (de): Ildrobandinus qd' Cembonis

il5,

ó5.

Tomasus,

fiI. Tomasi, pisanus, not'

98,

218.

Campisilve (casale) 349-50.

Campitolium o. Roma. Canpo 3l u. Bagni di S. Giuliano; Campo, Campi (de), com. Quardeci 3l-2; (eccl. S- Marie de Castello) 32' Campo (de) o. SS. Laurentii et Pantaleonis, S, Victorii (co-

Caccabarij.

Canne (contrada. Colle) n7, 299, 341-2. canneta, canneti 292, 3A3-4. Canneta (in) 42,69, Canneto (in) o, S. Hisiodoro (de). Canneto Albo (in), in Classo Lupareccie, Canniccio (in) u. S. Iusto (de). canor 302,313-4; canonis (solutio) 27ó. Canpana (Pogo alla) 54. Canpile (Michele), Iu Luca, prete 349.

in

Palude 36.

Cantafollia (Leo) 5. Cantalupus (feudum) 4. cantare, cantaria, cantariata haveris pro naulo l2-3. C a n t a r e I I i, Cantarello: Cola 354. Iacobus (mag') 281 ; (m.) u. Spina Nardella. Canusii, Canutii (civ.), de prov. Terre Bari 148'9. capanna 297.

(in la), in conf. Pisani Portus 54' (in), in com. Tremuleti 164.

Capanne (Poggio alle) 54. Capannolí 198; Capannolis (castrum) 198. C a p a n n u I i ( d e )r Chelinus olim Pieri 192: (heredes) 77.

Campolj (per) 5. Campora (in)' in Valle di Conella 67. Campo Rosello 227 -30, 233. Campooalano 208; Campum Gallanum (castra apud) 209' campsor 162; caEpsorum (cautio) 14; u. capsa'

Campulj (Bonaccrirsus cd. Benvenutj)' not' 37' Campus ar. Pisa (via), Setia. Campus Ritondus, in conf' S' Reguli ó8' Camugliani, Camulliani (com') 59-ó0, ó4,81' 105; (eccl'): S'

Petri 60, 105; S. Zenonis (terra) ó0; Hospitalis Novi (terra) 105; (mon.): S. Anne ó0; S. Massei 105; Camulliano (in loco dicto) 60; in flumine Here, in conf. Pontissacci 80; (mulino de)76'7; Gerardusó0' Ninus, frl' etheres

105'

ser Alifonsi not., de Pisis 59. trus (ser) ó0. Canaparius (Campus) o. Pisa. canape 290, 301; (tela Ai) 3?9; canaparius ló2' cancellaria 242; apostolica u. Roma; resia u' Napoli; eula) 279: cancellarius, cancellero 97, I 08' I I 8' 129' 167,182,188, 190-2, 196-7, 209,244, 246,248' 267, 273-4,285-6,339' 345, 349,351; imperialis 5; u. Cori, Firenze, Massa, Piombino, Siena' Papinus (ser)

l.

Capannaio

Campo Aldro (locus dictus) 197. Campo Atono (al) 79' Campo delli Olmatellj (in) ó4. Campo di Cholina (di) 32. Campo di Mele 331; Campimellis (tena) 333'5' Campo di Sotto (contrata q. dic. lo) 281. Campolato (d. Martilius de) 2.

canàela 237, 280, 323; candelieri 248, 251.

Candeuli, Candouli (in Vallino) 27' Candidella (Casa) 9ó.

Cannabatii

cannaccha 250.

Capanna

mune),

Camulliano (de):

(in) 49.

Caneto (de) u. SS. Laurentij et Pantaleonis (comune). Cangnassus u. Calci (Angelus de)'

42' 48'9, 69'

Candosi u. Velli. Canecti (Peuus Paulus), de piacza Iagni de Bove 145'

Pierus olim Nerij Faris, pisanus 55. Caperocchius (Lippius), de S. Bernabe 28. capezzalia 177; capissale 280. Capino, luogotenente di B. Castiglione 357. Capirchio (lanni), de Francesco 286. capitaneus, capitano 50-1,59,66-7, 96-7' 99, 102, lf'f, 169, 17 4 -5, 189, 204-6, 225, 262-5, 266, 222, 289 -96, 81 -9,

3024,315

(armorum) 102, 132,202ó; (cote) 253,

271; o. Caetani, Campiglia" Carrara (da), Roma (Chiesa), Sermoneta; (sotius) o. miles. C.apitolium u. Roma. Capo Croce del Ferrate (a lo) 293. caporalis ab equo 92. Caporotundus (nob. Iacobus), de Fundis lB9. C a p o s c r o p h a: Iohannella, de Neapoli I 90. Nardella I 90. caposoldo 350-3.

Pe-

CaÉotij (Cola), de Gabiniano 157. cappella u. Pisa; (ornamenti, vasi) 251; cappellanus9, 33, l44r (cardinalis) 275;(pap.) 215; cappellano 248,25A-1,

(re' 158,

Cappellarijs (de) a. Fisa. cappellinarius 177; capello 343. Cappellutia (Nicolaus), de Carpineto 155.

25A'

Capponi,

aule

(d.), mag. de Alto Pascuo ll. Capra.. (Alfonso del) 54; (m.) u. Livorno (Maria Lorenza

275,

352.

de Capponibus: Francesco 309. Iohannes

di).

Caprmica; Angelus, carà. 239. Dominicus, der. C. A.

3134. Capranica Lenis (Cleria) 347. capre, crape (massaria de) 207,256,2&'l' 267'9; capretti, capricti 261, 268: capemrai 261; capruni 268.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

376

Caproli (Lova delli) 221-2.

Caprona(de):

j , Karolj o. Tutii: Iohannes (ser.), aromatarius de Pisis 152. Minus, de Senis, pisanus potestas 45. Carolus IV, Romanorum imp., Boemie rex 40. Carosis (lustinus de), advocatus fiscalis C. A.313-4. CaroI

Capriola (la) 241. Caprolace, Cr apulazzia l7 2. Gaddus d. Guidonis, miles, pisanus 70.

Guillielmi (uxor olim) 38-9, o. Gaddubi (Tedda). ....ntia, filia Cuillielmi 38-9; (m.)

r.r.

Teste (Ludovicus

Carpegna (Gaspare), caÀ, 347. carpensis (ep,), 124-5 ; carpentariensis, carpentoratensis (ep.) 110.2.

duD.

Caprone (in confrnibus) 29. capsa 242; capserius 200; u. campsor' Capua 149; eccl. S. Laurentii S. Marie Maioris 185;capuana

(ecd,)

2l;

carpentarius 24ó. Carpíaeto 153; Carpineti (castrum)

6, 155, 157, ló1, 227-30; (àominúsI 153, 227-10,2V2 u. Conti; eccl. S. Antonii (prior) 6; (roccha) 153; Carpaneta (quilli

capuanus (archiep.) 185,258.

Capua (di): Bartolomeo (conte)

20.

àe) 196,

227.

Capua (Santillo de), mastro de stalla 248.

Carpineto (de):

Capuani (Antonius mag. Petri), àe Cola 142. Capudhomo (per) 5, Capulana (Horatius Antonii), de Cora, canc. 330. Capus (Antonius Laurentii) 302.

Carraia (in), in conf. Campilie64; Carraie, Carrarie (per sernm) 42, 49,69. Carraia dalla Roccha (la), in castro Pontis Here 82. Carraie (comune) 126; Salvatoris (terra S.), de Carraia Val-

Caputacii (comes) 338. Caracciolo, Carazulo: Antonio, cortigiano del conte di Fondi

Carraiola (mon.

248. Domitro 257. Carafa: Andreas, comes S. Severine 338. Antonius (d'), de Neapoli 338. Berlingerius (d.) 338. Cola 204. Ioannes Franciscus, dux Ariani 338. Ioannes Thomas, comes Magdaloni 338. Oliviero, Amerio, card. napoletano 228-9,330. Caramanico (Lucas de), secretarius Alfonsi I regis l'16. Caramella (lohannes Salvatoris de), de Capannolis 198.

lisserclj 126.

Pisa. I

Ardizonus, Ardiqone (magn.), capitano 96-7. Obiso (maen.), capitano 96-7. Carrareccia (in via), in confrnibus Pisani Portus 54-5.

Carraria 9l; o. Carraia. Carraria (Parellus), de comuni Rasignani 27. carriagio 248-9, 265; carriola 341. carta pecorina 292. Cartellosio (ser Taddeus de), not., olim ser Betti not., de Vico,

pisanus 49, 279.

Carasie (d.),

Carasia (di Monna): Franciscus Petri Lupi 240. Oddo, habitator Asture 16. Petrus Antonii

Iacobi 240-1. carati 16-7, 38-9, 48,65, 133:. pascus 279. Carazziolo, Carazulo o. Caracciolo' Carbonaria Castri, in com. S, Reguli ó8; u. Corte (a). C a r b o n e: Cristofanus, de Piperno 297. Iuliano, de Tra' yecto 247. carbone, charbonari, charboni, charvoneria Ia) 220'1. Carbonell (Montserratus), not. Hidriae (?) 148. Carcasnug (Franciscus), de Ceppalono 208. carcer 7l2l carceres perpetui 308. Cardella (orto de missere Angelo) 145. Cardj (ser Iohannes ser Bindj), not. florentinus l2l. Carduccij (Baldassarius, olim Niccolo), florentinus 120Carelli (lacobus de), de Caeta 345. carfagna (pecora) 191, 260, 268, C-ariati (comes) 338.

Carillus (Nardus), de castro Rocche Gorge 233. carina (palmi de) 12. Carinfe u. Velli. Carini (ser Bonaiunta), not., de Marittima 27.

di)

314.

Carinci (Giovanni Battista) 321-2. Carisa del Lunigiana (de) l9S. Carisenna (casa

S. Bernardi de) 9 o.

Carrara (da):

carantani 351.

Carinola (vesc.

Antonius (d.) 157. Luca 155.

de)

146.

carlini, caroleni 72,88, 154-6, 164, 179, l9l'2, 24+5' 249'58' 263, 266, 27 l, 285, 305, 323-4, 346-7, 355 ; d'arsento

336-8; papales 284; veteres 328. carmigliuolo (peza ài) 339. Carmignano (de), comitatus Florentie ll8. carnasio 260, ?.68; carne salata 259,262. carnasciale 31 8 ; carnevale 31 7 ; carneprivium 44' 7 4'

carnellinum 0' grano. caroleni u, carlini'

carthularius 58; cartularium navis 13, Carusi (mons. Enrico) 334. Carvajal (Giovanni), card., legato in Venezia 184. (in la), in comuni S. Regulj 66; u. Monte (dal). Casa Candidella, in Abrueio 96. Casa de Lando, in confinibus Pontissaccj 79. Casa de Lando d'Orso, in confinibus com. Appiani 79. Casa de messer Tislo, in capp. S. Gosme de Pisis l2l' Casainvidia (Bartholomeus de), iudex, not., qd. Iacobi iudicis et not. 7; u. Pisa (mon. S. Andrea).

Casa

Casal Casale

Pdncípe 274; Casali Principis (in) 214. (in), in confinibus Oratorii 43.

di

Casale de S. Maria de Setia (1. q. dic.) 290. casalenum 168 u. muracesl casalino 222. Casale Piczuti 208.

Casaleretum (feudum) 4. Casali, tenimento de Sermoneta 212. Casali (ser lacobus Franciscj de), not. Senarum 120. Casaliusti (confines) 242. Casancia Gn la), in comuni S. Reguli 6ó. Casa Nevola (in) 354.

Casaniacopo (terra in) 17.. Casanova (Lupus de), not., cd. Beneveni fil. 18. Casanucio (via dicta), in conf. SS. Laurentii et Pantaleonis

de Campo 29. Casapieris (domus illorum de) 126. Casato (in), in confrnibus Pontissacci 79. Cascia (mon. di S. Margarita dî) 347C..cjana (de) a. S. Casciano (de),

lt3;

Casína 176; Cascine (castrum) 62,70, l1?, l18, 128-9, 134, 177, 197,349. Cascina (de) o. Bonanni:AndreasserBettj l18. Antonius Andree, lanarius ll8-9; prior Pisarum 128.30; alias Lancroia 129; (m.) u. Comandini (Francischa). Bettus ser Betti not., pisanus, not., iudex 70-1. Bonac-


VARI.A Eorgia;

l.

7'8, 320Guillermus Ramundus Cesere

373

\ Franciscus, card. 313-4, 320-1,

Bulessan, Buressardi, Burissardi (Cristianus),

313-4, Lucretia, de Aragonia 313-4. Roderho, Rodrigo 320-1. Borgo: de Camulliano 59, 60, l05t de Rapida 197; di

n7-294, 303-4. burgensi (in eccl.) 140. Burgo (Iohannes de) 74; a. Borgo. Burlono (lacobus), commissarius in Setia 25.

3 I

Tavelle 81, l18, 197; u. Burgo, Pisa. Borra de Pontesachi (domus illorum del) 200. bos, bove 196, 207,2J7-8, 284; boum (opera) 2.

Botro

(in):

botte 2ló;

18;

del Cerreto ó6, botticino de sale 285.

ó8;

eduensis

burro 261.

dell'Acquelta, Aque Alte 27, 42,49, 69t

Baionis I

cler.

bursa 293. Bursarijs (terra

d. Fioris

de), in cappella S. Gosme Pisarum

l2l.

Oltrepescio 27.

busse vel placche

bottega er. apotheca. Botticellis, Botticelle (Bernardus qd. Rossi de), mercator pisanus 128-30. Bove (piacza lagni de) 145. B o v e , de Bove, Bovis u. Petri: Cristophorus (d,) 240. Pe-

trus, orator Setie 327. Tutius, officialis Setie 173. (d") 165 o. Orsini. braccio (misura) 339; brachium 71, 177 brachii secularis

Bracciano, Bracchiano

in Arno

12.

Bussi (castrum) 208. bussola da tenere hostie 248,251. Buti (valle di) 2ló. Butigella (Hieronymus), iuris doctor 344-5. Butij (Eneas), de Celeveteri ló5. Buzacchari n i, de Buzaccharinis: Antonius Martinj, pisanus l19'20. Manfredis (terra)93. Rossus (d.)93.

(auxilium) 232. Braccius qd. Bonifatii, iudex, not. 14. Brancaccio (messer loan Baptista), govern.

Caballaturg (opus)

del coíte di

Fondí 247. Brancha u. Alberoni; Branche (domus Andree delle), in castro Pontis Here 81. Branzatti (loannes Blasii), de Sermoneta 142. Brenda (casa de Rensi) 145. Brescia (de) 120; (cavallaro de) 3ló. breviario 309.

bricciarie (furcola) 173.

239.

cabella u. gabella,

Cacacio,

Caccacio: Antonio 196. Tuccio 196. Cacari (Mazeus) 207. Caccabarij, Cannabatii (loannes Angelus), de Sermoneta 239, cacio, cascio, caso, caseus 260-1,268,3rf0; a. bufala. C.aesena (mag. Blasius de), proc. in romana cuia347. Caesareus (Antonius), de Roccaviga 347. Caetani di Sermone ta p. Gaetani : (arme) I 30, 237, 285 ; (do-

ló8; (domini) lll; (Domus, Casa) 219, 224, 298, 319, 328, 343, 346-7 ; (iuspatronatus) I 85 ; (lapis) 29 ; 146.

bnzoni 250 u. rubini. brocca 248, 251. broccati 315; imbroccato 256, 266. Brodriere (terra heredum Mannarie), Brunesta (archidiac. de) 140. Bruno (missere) 196.

in

com. Pugnani 46.

Bruoaldi (Ripa Ioannis filii), feudum 4. Bruschus: Leonardus, de Bassiano

Bruschi,

rus qd. Iohannis Pieri Bu o. Bii.

caballero curie r.r. Firenze.

micelli)

Brigansenus (Benenatus) 12.

brislie 251. Brivj (casa Andreotii Cole)

l4l;

Cabannis (de): N4algldita (d.)

296.

Pie-

176.

Bua (Mercurio), condottiero Yeneto 352. bucale u. boccale; bucca o. bocca. Bucignone (al), in comuni S. Regulj ó8. Bucchinj (casa, apotheca Mactutiil l,ló, Buccia fornarie (casa de) 145. Buctarrus (Iohannes), fil. Provinche de Lari, de Pisis ó4. Buczi (Mattheus), consul Ripetransonis 8. bufala, bubala, 17 0, 212, 237 -8, 244, 256, 26U1, 323 o. massaria; bufalinus (caseus) 274.7, 279,338. Bufalinus (Ventura), ep. interannensis 313-4. Buffamacci o. Gaetani di Pisa. Bugia, Bugee (portus) l2-3. buiato (panno) 339. Buglia (d. Tora Nerij), de com. Campilie 70. buldrones (bactus ad) 13. Buleariae (regina) 102. bulla plumbea 278. Bullette (nob. Iacobus l.aurentius lohannis), de Florentia 99. B u r d o n ensis: Guidonis (terra) 105. Stephanus (nob'),

iudex et assessor Marittime et Plumbinj 45. Burdotinj (Guido qd.), de Palaria, not. 53.

(palatium) 304: Antonius II, card. 185. Beatrix, Iacobi fi!. 108, 136-7; Piscarie marchionissa etc. l9l, 236-7 , 243-5 ; (m.) u. Asuino (B. G. d). Benedictus, can. tudertinus 43 u. Bonifatius VIII. Benedictus, comes palatinus, Peui frL.21,25. Benedictus-Honoratus, vicecomes Fundorum 87, Bernardino-Maria, di Nicola 285, 315-6, 328-9. Bonifacio I, di Camillo 355. Bonifatius, potestas com. Tuderti 2ó. Camillo I, di Guglielmo 317 35A9 : Camillo Honorato (m.) rr. Caetani d'fuagona Beatrice.

340 ;

Filippo 347. Gofhidus o- Roffredo. Guilielmus, 61. Honorati 238, 24LJ, 246, 282, 285, 287 -8, 2:90-6,304-8,310-t, 315-6, 318-9, 321-30, 335, 340, 342-5, 348-50,354; (m.) o' Conti Francesca. Henricus I, card. 185. Hersilia 317,323,342-3t 6) u. Orsini Gio. Francesco. Honoratus III, fi|. Iacobi 108, 121-4, 127, 130, 132, 134-40, 163, 165; dominus Sermonete 124, 116, 14L3, I 66, I 68-7 5, I 78-80, I 82-4, I 87 -92, 209 -1 5, 217

-n,

224-7,

230-3,236-9,244; armorum capitaneus etc- 20L6; commissarius et gubernator ad guerram Renati regis 195; Fundorum comes 145, 147, 150, l%, frD-l; regni Sicilie admiratus 194; romanus civis 13ó; (testamentum) 329; (m.) u. Orsini Caterina. Honoratus, nepos Catùerine Ursine 319,323. Iacobdla II, 61. Honorati ZA, 24L1,323; (m-l ú. Margani (Paulus). Iacobellus IIl,,6l. Iacobi Il, miles 71,73,87,136, 138, 170, 173,308; (-.) o. Eboli (Rogasia de).


ENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

DOCUM

374

Caetani

di Sermoneta: II, fiI. Nicolai 72: miles 74;

Iacobus

82-7,89-95,170; Iacobellus

comes

Fundorum

2ló-7.

, l2l, 127, 136-7, 139-40, 144, 170, 173, 178-9, 212, 244; domicetlus romanus 106; reginale vicerè de Abru' qio 96-7; (m.) e'. Orsini (lohanna). Iacobus V, fiI. Honorati 213-4, 237-8; protonotarius

Iacobus

IV, fiI.

Iacobetli 83, 86-8, 90,92-7, I Ó7-8, I l0-

I

Cagnassj (lustus), consul 45-62 q. Campi (de).

S. Lucis Collinarum Superiorum

Caieta u. Gaeta. Cula (Ran"rim cd' Georgii), pisanus 51. Calabria 102, l04t Calabrie (dux) 149, 185, 194-5,219,267. Cala{atis (llario de), canc. di Piombino 345.

calasurritars (civ') l4l. Calamantinris (pantanum q. dic.) 24.

ap.242-3,283-4,286-96,298,303-8,310-1,319,323. Calandri (terra heredum) 31. Iohannella IV, fiI. Honorati l4?,238; (m) o. Fatnese Calandrinis (de): Bartolomeus, fil. ser lacobj,

Pierluigi. Loflredus o. Rofredo. Loysius, Iacobi II nepos 90. Lucretia, Honorati

Michael Angelus

III fil. 16ó; (m.) o. Astalli (SteÍanus).

I,

dux

345.

de

Oliveto, pisanus, not., iudex l0ó-7, I 19, 153,167. Iacobus (ser.), not., de Oliveto 106.7, ll9, ln.

246.

Michetangelo, di Onorato fVlll Nicolaus I, fi|. Gofiridi 170; conte ól-2; signiure moneta Nicolaus II, frI. Honorati 213-5,230, 237-8,

deSer.

62.

calanellam (usque) 290. Calcesanj, Calcisani (Antonius), de Scarlino 74. Calchularius (Bonaiutus), qd. Rustichini 10.

Calci (de) 199, 233. Angelus dittus Cangnassus 34. Bartholomeus, not. 73; frl. cA. Angeli 34. Iohannes, fi|. Pierj. 72. Pierus, de Pisis 72. Salvator olim luncte, pleba-

Calci (de):

242-4,246, nus Capannolis 198. Leonora. calcidonii (pater nostri de) 344. Onorato VI, di Michelangelo, monsignore 348. Calcinaria (de): Bettus (ser), de Pisis 72. BonaPetrus, ep. tudertinus 14. Petrus II, cornes casertanus?l-5, 168-70,222tMilitiarum giunta Vannjs, de Pisis 52. Dominicus (ser), cd. ser Bettj 72. Galduccie x* (domus d.) 81. dominus 23. 285,306,328; (m.) o. Orsini

Roasa, Roasia 323; monialis S. Cosmati,

328-9. Roflredo Roflredo

Antonianuncupata

potestas tudertinus l4-5, Gollridus, Fundorum comes' fiI. Petri 21,

I, Lofredus de Anania,

III, 21, l7O.

I, frI. Iacobelli 72-3, 83, 86-7,90'5,97, 102'4, 109-lll,2ll-2; magnus regni Siciliaecamerarius l13:

Rogerius

(m.) u. Conti (Ceccha). Sveva,fil. Iacobelli III, Albae comitissa 124,

u. Colonna

170-172t|m.)

Lorenzo.

Caetani di Filettino: Antonius 87. Honoratus

122-4;

Calcinarie (in quarterio), in castro Pontis Here 81. caldara, caldaro, caldarium 207,231-2,211t, Gris) 244. Caldularia (in carraria q. voc.) 78. calice 248' 251; ca]ix 207. calis,a 3A6, 323. calinensis (ep.) 314. Calistus III pp. 188-9' 298. Calp (Geronimo), di Valenza 345. calsaiolus 199; colsolaro 145-6; calsulariw92, 192. Calsolarii (casa dello Ceccho) lzf6.

Calvilli

(i)

204.

Calvolj (podium Montis) 42, 48' 213. Ioannes Paulus l8l. Muzius l. Caetani di Maetza (congiura) 354: Aloisius, Loysius, calze265; de saia 339. dominus Felectini

fiI. cd. Iacobelli 213-4,239.40,257.

Annesella,

fil.

cd.

69.

Camaldulensis (ordo) 317.

Camariculus, Camericulus, Gammariculus (Petrus), de Setia, Iacobelli 213-4. Antonia, fiI. Ramundi 324. Chrinot.2l'5. stofanus, fit, Ramundi 324, 346, 358'9. .Cristofaro, iuniore 347. Christoforus, Francisci lll fl. 211-4, Cambii (Pierus cd.), not. de Palaria 53. Cambiis (nob. Antonius Bartolomei de), de Urbe 124. 232-3. Elisabecta, fil. Ramundi 324. Franciscus III, Camera 24l, 35l ; (de) o. ducati, foreni; Apostolica rr. Roma; fi|. Iacobelli 90-5, 97, 09-l l l, 135-6, 177: (frlii) 2ll-2; Regia u. Napoli; camerarius, tamerlenso 15, I 19, l2l-2, (in Roma) 184. Franciscus, fiI. Ramundi 325, 346-7, 151,165,247,251; gabelle 153,166 o. Firenze, Pisa. 358-9. Hippolita, fil. Ramundi 324. Honoratus, fiI. camerai (de) 344Ramundi 324,346-7,358-9. Iacobellus, Iacobus, Francisci III frL.177'8. Iacobus, fil. Ramundi 124'346-7, Camereno (de) 144; Camerino (duca di) 320' 358-9. Iohannes, Francisci llI fr1.213-4. Iohannes, camisa, camiscia3l9,344; (tela da) 339; cammiso 248. fr|. Ramundi 324, 358-9; Iohannes Vincentius 346-7. Campagna, Campania(prov.) 87, 138-40, 177,196'228;(eni'o) 254-5,259; (gubernator) 303-4; (registrum) 327; l-au[a34ó-7. Maddalena347. Margarita, fil. Ramundi (rettore) 123-4; Campasna et Maretima Urbis 177, Panfi!. Ramundi 124,346-7,358-9. Nicolaus, 324. 262, 270-1, 273t Graio) 254-5; (g\beftator) 173. tasilea, fiI. cd. Iacobelli 213-4. Petrus, Gl. Ramundi !324, 346-7,354-5,358-9. Prospero 347. Ramundus, 223,233t (fudex, rector) 140, t44; (thesaurariw)212; o. Marittima. Raymundus, Francisci lll fr1. 213-4, 232, 2?4, 34ú Campagnano (d. Geronima de) 165. (testamentum) 324-5;(m.)o. Conti Catherina. Victoria, 1

fiI. Ramundi 324, 346-7. Caetani Palatini: Benedictus Honoratus, comes palatinus 192. Bonifatius, 33; (fratres) 140, 144. Franciscus,

33.

Paolo, abate

l9l.

campana 17, 173,324: campanaro 257; campanello 248,251

o. Itri. Campano De Verdi (Ioanne), maestro de schola 247. Campeggio (Ridolfo), condottiero veneto 353.

romno, signore iel castello C.ampetta o. Bassso 0o)C"mpi o. Campo. l. Campi, Campo (de, dal):(banchusfratrum)126. Cafaggio(in),incomuniS.Regulj6é,ó8. .., Andree, not., pisanus 98. Andreas Clementis, senCaitani u. Caetani. Cagetano,

Cactani della Torre: ilella Torre

Cesare,

'


VARIA

175 q

salis, pisanus

l2l.

Tomasi 12ó.

Bartholomeus, frl. Francisci not., olim Cenes Puccii 32. Ciola, filia Puccianni

32;, (m.) u. Baronis (Mageius cd.). Filippus' fil. ser Iohannis Andree, pisanus, not., iudex 65,279. Frcn' cischus (ser), olim Tomasi, pisanus 98; (banchus) l3l. Franciscus, not. pisanus, 126. Guaspar Taddei, sacrista pisane maioris eccl. 218. Iohannes (ser) cd. Andree, not. pisanus 279. Pucceptus Cagnassi 32. Pucciannus,

Puccinus Duccij 32. Silvester Laurentii, comitatus Flo' rentie 130. Simon, fil' Francisci not. olim Tomasi 126. Tomasus, pisanus 126. Tomasus, fi!. Francisci not.

olim Tomasi 12ó. Jhomassus

246.

Campidocsio (locus) 322.

Campigli (Giuliano di Francesco), nob. pisano 45' CampfuIía Maríttíma 64'5, 70' 99,189; Campilie (comune), partis Mariptime 45,70-1,77,133t (capitaneus) 99' 189; (eccl.): S. Nerii ó4, 7l; S' Iohannis 64,71; S. Marie Novelle 7l ; S. Stefani 7l; (hospitale S. Iacopi) 64; (in S. Petro Torre), in conf. Campilie 64; (statuta) 99. Campiglia, Campilia (de): Ildrobandinus qd. Cembonis ó5. Tomasus, fiI. Tomasi, pisanus, not. 98,

ll5,218. Campisilve (casale) 349-50.

Campitolium u. Roma. Campo 3l u. Bagni di S. Giuliano; Campo, Campi (de)' com. Quardeci 31.2t Gccl. S. Marie de Castello) 32. Campo (de) u. SS' Laurentii et Pantaleonis, S. Victorii (comune).

canellinum

r.

t

grano,

Canellus (d. Antonius), de Ceppalono 208. canestra 216; canistrum de uva 2.

Canestrarius (Cenna), de com. Yaàe 27. Caneta

(in)

49.

Caneto (de) u. SS. Laurentij et Pantaleonis (comune). Cangnassus o. Calci (Aneelus de). canis 306. Caniti (Petrus lacobi), not., de Piperno 295. Cannabatii u. Caccabarij. cannaccha 250.

Canne (contrada. Colle) 297, 299, 3012. canneta, canneti 292, 303-4. Canneta (in) 42,69. Canneto (in) o. S. Hisiodoro (de). Canneto Albo (in), in Classo Lupareccie, Canniccio (in) u. S. Iusto (de). canon 302, 313-4; canonis (solutio) 27ó. Canpana (Poeo alla) 54' Canpile (Michele), fu Luca, prete 349.

in

Palude 36.

Cantafollia (Leo) 5. Cantalupus (feudum) 4. cantare, cantaria, cantariata haveris pro naulo l2-3. C a n t a r e I I i , Cantarello: Cola 354. Iacobus (mag') (m,) u. Spina Nardella. Canusii, Canutii (civ.), de prov. Terre Bari l4&9.

281 ;

capanna 297. Capanna

(in la), in conf. Pisani Portus

54.

Campo Aldro (locus dictus) 197. Campo Atono (al) 79. Campo delli Olmatellj (in) ó4. Campo di Cholina (di) 32. Campo di Mele 331 ; Campimellis (tena) 333'5. Campo di Sotto (contrata q. dic. lo) 281.

Capannaio (in), in com. Tremuleti 164. Capanne (Poggio alle) 54. Capannolí 198; Capannolis (castrum) 198.

Campolato (d. Martiljus de) 2.

capezzalia 177; capissale 280.

Campoli (per) 5.

Capino, luogotenente di B. Castiglione 357. Capirchio (lanni), de Francesco 286' capitaneus, capitano 50-1,59, 66-7,96-7, 9, rcz' 1óÉ, 169' 174-5, 189, 204.6, 225, 262-5, 266, 222,289-96,D1-9, 302-4, 315 (armorum) 102, 132, 2A26; (ante) 257, 271; o. Caetani, Campiglia, Carrara (da), Roma(Chiesa), Sermoneta; (sotius) o. miles.

Campora (in), in Valle di Conella 67. Campo Rosello 227 -30, 233. Campooalano 208; Campum Gallanum (castra apud) 209. campsor 162; campsorum (cautio) 14; a. capsa'

Campulj (Bonaccursus cd. Benvenutj), not.37' Campus u. Pisa (via), Setia. Campus Ritondus, in conf' S. Reguli ó8. Camugliani, Camultiani (com') 59-60' ó4' 8l' 105; (ecd'): S' Petri 60, 105; S. Zenonis (terra) 60; Hospitalis Novj

j

): Chelinus olim Pierj 192; (heredes) 77. Pierus olim Nerii Faris, pisanus 55. Caperocchius (Lippius), de S. Bernabe 28.

CapannuI

(d

e

C.apitolium u. Roma. C.apo Croce del Ferrate caporalis ab equo 92.

(alo) 293.

(terra) 105; (mon.): S. Anne ó0; S. Massei 105; Camulliano (in toco dicto) 60; in flumine Here, in

C-aporotundus (nob. Iacobus), de Fundis 189. C a p o s c r o p h a: Iohannella, de Neapoli I 90. Nardella I 90.

conf. Pontissacci 80; (mulino àe)76'7: Gerardus60' Ninus, fiI. etheres ser Aliionsi not., de.Pisis 59. Papinus (ser) 105' Pe'

caposoldo 350'3.

Camulli,ano (de): trus (ser) ó0.

Canaparius (Campus) o. Pisa. 'ló2' canape 290, 301 ; (tela dil 339; canaparius cancellaria 242t apostolica o. Roma; resia o. Napoli; (reella) 279;cancellarius, cancellero 97, 108' I l8' 129,158, 167, 182, 188, 190-2, 196-7, 209, 244, 246, 248, 250' 267, 273-4, 255'6, 339, 345, 349, 351; imperialis aule 5; a. Cori, Firenze, Massa, Piombino, Siena. candàa 237, ?f,ll, 323; candelieri 248, 251. Candeuli, Candouli (in Vallino) 27,42, 48'9, 69. Candidella (Casa) 9ó. Candosi u. Velli. Canecti (Petrus Paulus), de piacza lagnj de Bove 145.

Capotij (Cola), de Gabiniano 157. cappella o. Pisa; (ornamenti, vasi) 251; cappellanus 9, 33, 144; (cardinalis) 275: (pape) 2l 5; cappellano 248, 254'1,

275,

352.

Cappellarijs (de) u. Pisa. cappellinarius 177i capello 343. Cappellutia (Nicolaus), de Carpineto 155.

Capponi,

de Capponibus: Francesco 309. Iohannes

(d.), mae. de Alto Pascuo 341. Capra... (Alfonso d'el) 54; (m.) o. Livorno (Maria Lorenza di).

Capranica; Angelus, carà. 239. Dominicus, cler. C. A.

?134. Capranica Lenis (Cleria) 347. capre, crape (massaria dò 2A7,256,2&1,267-9: capretti, capricti 2ó1, 2ó8: capemrni 2ól; capruni 2ó8.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

376

Capriola (la) 241. Caprolace, Crapulazzia l7 2.

Caproli (Lova delli) 221-2.

Caprona(de):

Gaddus d. Guidonis, miles, pisanus 70.

Guillielmi (uxor olim) 38-9, o. Gaddubi (Tedda).

....ntia, frlia Guillielmi 3B'9; (m.) o. Teste (Ludovicus d"l). Caprone (in confinibus) 29. capsa 242; capserius 200; o. campsor. Capua 149; eccl. S. Laurentii S.,Marie Maioris 185; capuana (ecd.) 2l; capuanus (archiep.) lB5, 258. Capua (di)s Bartolomeo (conte) 20. Capua (Santillo de), mastro de stalla 248. Capuani (Antonius mag. Petri), de Cora 142. Capudhomo (per) 5. Capulana (Horatius Antonii), de Cora, canc. 330. Capus (Antonius Laurentii) 302. Caputacii (comes) 338.

Caracciolo, Carazulo: Antonio, coftigiano del conte di Fondi

248. Domitio 257. Carafa: Andreas, comes S. Severine 338. Antonius (d,), de Neapoli 338. Berlingerius (d.) 338. Cola 204. Ioannes Franciscus, dux Ariani 338. Ioannes Thomas, comes Magdaloni 338, Oliviero, Amerio, card. napoletano 228-9,330. Caramanico (Lucas de), secretarius Alfonsi I regis 116. Caramella (lohannes Salvatoris de), de Capannolis l9B' carantani 351.

Carasie (d.),

Carasia (di Monna): Franciscus Petri Lupi 240. Oddo, habitator Asture 16. Petrus Antonii

Iacobi 240-1. carati 16-7, 38-9, 48, 65, 173: pascus 279. Carazziolo, Carazulo o. Caracciolo. Carbonaria Castri, in com. S. Regulj 68; u. Corte (a). C a r b o n e: Cristofanus, de Piperno 297' Iuìiano, de Trayeao 247. carbone, charbonari, charboni, charvoneria Aù 220'1. Carbonell (Montserratus), not. Hidriae (?) 148. Carcagnus (Franciscus), de Ceppalono 208. carcer VlZ; carceres perpetui 308. Cardella (orto de missere Angelo) 145. Cardi (ser Iohannes ser Bindj), not. florentinus l2l. Carduccij (Baldassarius, olim Niccolo), florentinus 120. Cardli (Iacobus de), de Gaeta 345. carfasna Gecora) 191,260' 268. Cariati (comes) 338. Carillus (Nardus), de castro Rocche Corge 233.

carina Galmi de) 12. Carinfe o. Velli. Carini (sdr Bonaiunta), not., de Marittima 27. Carinola (vesc.

di)

314.

Carinci (Giovanni Battista) 321-2. Carisa del Lunigiana (de) 198. Carisenna (casa

de)

146.

carlini, caroleni 72' 88' 154.6, 164, 179, l9l'2,244'5, 249'58, 263, 266, 27 1, 285, 305, 323-4, J46-7, 355 ; d'argento

336-8; papales 284; veteres 328. carmisliuolo (peza di) 339. Carmignano (de), comitatus Florentie ll8' carnagio 260,268; carne ealata 259,262. carnasciale 3,l8; carnevale 317; carneprivitm 44' 74. carnellinum !r. grano. caroleni rr. carlini.

Caroli,

Karoli u. Tutii: Iohannes (ser.), aromatarius de Pisis 152. Minus, de Senis, pisanus potestas 45. Carolus IV, Romanorum imp., Boemie rex 40. Carosis (lustinus de), advocatus fiscalis C. A.313-4. Carpegna (Guspare), card, 347. carpensis (ep.), 124-5; carpentariensis, carpentoratensis (ep.) 110-2.

carpentarius 246.

Caryíneto 153; Carpineti (castrum) 6, 155, 157, ló1, 227-30; (d,ominus) 153, 227-70, 232 o. Conti; eccl. S. Antonii (prior) ó; (roccha) 153; Carpaneta (quilli de) 196,227, Carpineto (de): Antonius (d.) 157. Luca 155. Carraia (in), in conf. Campilie64; Carraie, Carrarie (per ser-

nm) 42, 49,69. Canaia dalla Roccha (la), in castro Pontis Here 82. Carraie (comune) 126; Salvatoris (terra S.), de Carraia ValIissercli 126. Carraiola (mon.

S. Bernardi de) 9 u,

Pisa.

Carrara (da):

Ardizonus, Ardieone (magn.), capitano 9ó-7. Obieo (magn.), capitano 96-7. Carrareccia (in via), in confinibus Pisani Portus 54-5.

Carraria

9l; u, Carraia.

Carraria (Parellus), de comuni Rasignani 27. carriagio 248-9, 265; carriola 341, carta pecorina 292. Cartellosio (ser Taddeus de), not., olim ser Betti not., deVico, pisanus 49, 279. carthularius 58; cartularium navis 13. Carusi (mons. Enrico) 334. Carvajal (Giovanni), card., legato in Venezia 184. (in Ia), in comuni S, Regulj 66; o. Monte (dal)' Casa Candidella, in Abrueio 96. Casa de Lando, in confrnibus Pontissacci 79. Casa de Lando d'Orso, in confinibus com. Appiàni 79. Casa de messer Tiglo, in capp. S. Cosme de Pisis l2l. Casainvidia (Bartholomeus de), iudex, not., qd. Iacobi iudicis et not. 7; o. Pisa (mon. S. Andrea). Casal dí Príncípe 274; Casali Principis (in) 274. Casale (in), in confinibus Oratorij 43. Casale de S. Maria de Setia 0. q. dic.) 290. casalenum ló8 u. muraces; casalino 222.

Casa

Casale Piczuti 208.

Casaleretum (feudum) 4. Casali, tenimento de Sermoneta 212. Casalj (ser lacobus Francisci de), not. Senarum 120. Casaliusti (confines) 242. Casancia Gn la), in comuni S. Regulj óó. Casa Nevola (in) ?54.

Casaniacopo (terra in) 17.. Casanova (Lupus de), not., cd, Beneveni 61. 18. Casanucio (via dicta), in conf. SS. Laurentii et Pintaleonis

de Campo 29. Casapieris (domus illorum de) 126. Casato (in), in confinibus Pontissacci 79. Cascia (mon. di S. Margarita èi) 147. Casciana (de) ll3; u. S. Casciano (de). Cal*,ína 176; Cascine (castrum) 62, 70,

1l?, 118, 128-9, 134,

177, 197,349.

Cascina (de) o. Bonanni:AndreasserBetti l18. Antonius Andree, lanarius ll8-9; prior Pisarum 128-30; alias Lancroia 129; (m.) u. Comandini (Francischa). Bettus ser Betti not,, pisanus, not., iudex 70-1. Bonac-


VARIA cursus cd. ser Bindj, not.

45.

Franciscus, de Pisis

72.

Iacoba (d.) ll8. Iacobi (terra in su Rio) 81. Maria (d.), fiI. Bonagiunte 62; (m.) u. Bonanni (Bonaccursus). Nicholaus not., fiI. Franciscj, de Pisis 72. Pal. merinus 17ó. Paulus Gaddi, pisanus,9l. Paulus, not., fil, mag. Salernj, pisanus 61. Pierj,lacoby (heredes)

ll8.

in Appiano 52; in conf. Pontissaccij Cascinella (in), in confinibus Camullianj Cascini (Alessandro) Cascina (alla),

32.

Caselle (in),

in

confinibus Oratorii

Casentinj (prov.)

99.

ó0.

79,105.

ll7.

78-80.

Castilionis Pischarie (terra) 47, 80. castrati 26O 268. castrensis dioc. 30. Castrj (Carbonaria) 68. Castro (d. Ludovicus de) 314. Castrocelj 138. Castro Octerio (Synolphus de), ep. clusinus 313-4. Castro Peri (Simonectus de) ló5.

in territ. Velletri u. Castel-

nuovo.

251. t Caetani (Petrus). Tomej, de Campilia 70.

Casonis (Masius cd. Pierj), alias Culnero, de Plumbino casinensis (abbaìia)

102-3. Casole (duca di) 347.

Casseptarius (lohannes), cassetta d'aolio

Castiglione, Castilione (ser Andreas de), olim lohannis, not.

Castrum Novum u. Napoli;

Caserta (Sarra), de Sessa casertanus (comes) 21, 23 Casma (d.), relicta

377

cd. Yagini Cassectarii

344.

Casciano. 302.

105.

108.

Castagnechio (de) castagneto 221; castangetum 280; castagno 0egname di) Castagneto (heredes comitis Gualandi de)

ó8.

Castelfiorentino (àa) Castelforte, Castello Forte (de) 254.5; Castri Fortis caietane dioc. 298, Castellaccia (in), in confrnibus Camuglianj Casteìlanis (d. Benedictus de), de Fan castellano, castellanus 123-4, l?7-8,2ll-6,

3?1,373.5.

Cateliati (Colle S. Marie) 7, 8.

40.

Cassiani (S.) u. Crrgn"no, Pisa, S. Cassici (Simeón Leonardi Cole), de Bassiano Cassis (ser Ludovicus de), canc. Iacobi IV Gaytani

2]3.

168.

Castrum [Volscorum] 239. Casuccij (terra loùannis), Pontis, in conf. Here 81. Catallini (lacobus), de Setia 72. Catallo (Cola), de Carpeneta lg6. Catasta (Nicholaus del), senensis 63.

216.

(terra),

catena, cathena Jl6,7l9; d'oro 248, 250-1,344. Catena (Blasius), de Piperno 297. Catenacius (nob.), vic. Tuderti 15; Catenatius (d.), miles de Anania 23. Caterina, Katerina (d.), relicta Venture de Campilia 70. Catherina (S.) u. Ceppaloni, Catherina mora, inserviens Catherine Utsine 322. catholicus, cattolicus (rex) 185,333-5. Cati (Nicolars Filippi), pisanus, spetiarius 92. Catino (de) ló5 u. S. Heustachio (de). Catino (Sancto), d' Itri, castellano di Sonnino 26?, 271, Catiore (Raymundus Cole), de Setia 304.

105. 327. Catrj (Filippus), exactor cabelle pisane civ. ó4. n1,255,259, Cattanis (de): Antonius, de Ripafracta 98-9; (m.) ú. Barbavensis (Bartholomea). Gerardus, fiI. Antonij, 261-4, 266, 271-3, 297, 308 u. compagno, Roma; pisanus 99. castello o. Cegcano, munitione, Po6, S. Lorenzo, Traetto,Vallecorsa. Cattropopolj (d. Guillielmus), de Ceppalono 208. cauda bonmardelle 291. Castellare di Luciana (al), in Valle di Canella, in com, S. ReCavalca: Franciscus cd. ser Guidonis notarij, de Vico, sulj'66-7. not, iúdex 33-4. Ranerius (ser), not. cd. ser Simonis, Castelle, Castalle Spanee (regnum\ 49-5lt castelani 49; (conde Vico 45-6. sul)'50. .cavalcata 307-8, 310-l; cavalcatura 248-9,251-2,255:.u. Castellina, Marittime pisane l3l; Castelline (com.) 27E; (confines) 242; (curia) 42, 49, 69:' (tenim.) 246, 274, valiere 315; cavalerj u. Velletri; cavallariczo 250: cavallo 212, 225, 234,248-9,251-2,315-6,319, ?51-4, 277. 357t atmato 184; (condotta ài) 84.; cavalli legieri 320; Castello u. Campo, Castrum, Monte (da). cavallata vini 346; equa 284; pilaminis morelli 177; Castello 91,98; Castelli 92. equus 212, 296,345; r. arma. Castello da Settimo 235. Cavalerii (nob. Casperus Thome) 166. Castello de Sangro 204. Castello Diodate (Cola de), cappellano de S. Bartolomeo Cavallata 0a) 33 u. Todi. della Isula de Roma t45. Cavata (flumen la) 61,290, ?26-7; (Bocca) 6l-2; Cavate Nove (os) 24: C,avata Veccla, in Pantano 24. CastelloneL{districto de lo) 83. Cavatorta (dictus) o- Dodi (Henricus). Castelfonorato, Castello Honorato 83-5, 311 ; Castri HonoC.avazza (Costantin), segretario 351. nti (tern) 333-5. cavensis (ep.) 92,94-5,97, 107. Castellonovo u. Castelnuovo. Cavis (de) 23. Castellucium, prope Montemaltum 30. Cavis (sanctus de), ep. tiburtinus 95-6. Castellum Vetus (feudum) 4. Caytus: Andriolus, Andrevolus de Arengano, not. de Castelluczo 204. lanua 50-1. Symon, civis Ianue 50. Castelnuooo Patano, iletto già ìli S. Germano 104; Castrum Cayvano (castellano àe) 255; (erario de) 254. Novum 102-4 202, 204, 206, 255; Castellonovo 331; Cazaro (Cola), officialis S*ie 173. Castri Novi (tena) 333-5. Cea (mona), uror ser Pieri de Appiano llil7,173. Castelpizzuto o. Casale Piczuti. Castelvecchio, Castellum Vetus (castrum dirutum), Castrum Cecca" Checcha (lacobo ddla), de piacza lagni de Bove 146. Vetus, in terrir Velletri 178-9, 226. Castiglione: Baldassarre 3l&9; 0ettere) t56-7. Cd- Ccccano (dr): Anibaldus (nob.) ll. Barthoroureus 25. Ceccano (Aù 272; Ciccano (castdlo Aù 263. millo 357. Maria Polissena (?, 357. L48


DOCUMENTI DELL'ARCHIVTO CAETA

378

Francisca frI. Iohannis 216-7. Iohannes, domicellus 216-7: (n.) o. Frangipani (Ursina;. Nana, fil. Iohannis 2ló-7. di Cecho, Cecchi (cd.): Geria Tulini (d)' de Iohan' Campilia 70-1. Iacobus, sensalis, pisanus

Ccccaretli:

Cecchi, nes,

fil'

l2l.

Cecchi, de S. Miniato 31. Regolo, d'Antonio com. CamPilie 45.

339. Tulinus, de

Ceccho calsolarij (casa dello) 14ó.

Cecilia (S.) u. Pisa. Cecilia (reame de) u. Sicilia. cedula 3ll-2; cedulario 264' 269. Cei, Cey (qd.): Binduccius, de com. Belore27. Pierus (ser.), not. de Luciana 67. Celano (da): B"rurdns (d.) 87. Paulus 87. Celeveteri (de) ló5. cellararius 102; cellararo, cellaro 248,250; cellarium 280-l;

cellerium 190,

Celso (S.) u. Roma. Celza (Cola de Checco della) 145. Cenamis (Ciolus), agrimenssr Pisarum 26'7. Cenci (nob. Sigismundus d. Cincii) lóó. Cennamj, de Cennamo: Angelus,deAstura

o.

Caesena.

cesta 2ló.

s: Francischus 61. Leopardir de S. Savino, not., iudex, 32-3. Leopardus, not. 18, 32-3. Ceulj (lacobus de), ser. Petri not., pisanus, not., iudex ó1. Cesano (de) 91. Cezano (Martinus Iacobi de)' pisanus, iudex, not. 120. Chamonaci (a Pie di) ó7. Chapponus (d. Galterius), de Ceppalono 208. Cest oni

Chavaiano (Ybo cd. Gerardi de), lunaiolus, pisanus 134. Checcha (della) u. Cecca; Checco (de) o. Celza.

Checchi (Guccius qd.) 210. Chelinj (lohannes), de comuni S. Regulj óó.

,

Chielis,

Antonius (Pardi), de PonChielis, de Blentina 98. Fi-

di Chiele:

ll7.

Cherubinus, scriba senatus Urbis 213.

16. Ni-

Chiarello (casa de Cola) 145. Chiassatello (in) o. Pisa. Chiasso

(in), de com. Puenanj 58; o' Classo, Pisa'

Chiele (di), Chielis u. Chelis.

censura 328. census 241, 255, 275, 279.

Cento (ser Antonius lacobus de), not.274, Cento Firisiy (Cola, Nicolaus), de Bassiano 281' cento chermosi franciato, roscio dorato 130. Ceppa 0a), in confinibus Pontissacchi ó0' Ceppaloní 206; Ceppaluni (terra) 207; (archipresbiter) 2Q8; (benefieium): S. Catherine 207; S- l,aurencii 207; (Ca-

cellata) 207; (capitaneus) 206; (cappella): S' Antonii de Padua 207; S. Marie de Martiribus 207; (eccl'): Annunciate 207; S. Nicolai 207. Ceppatono (d. Paschalis àe) 207. Cepperello (Franciscus lohannis de), iudex, not.,'florentinus 134.

Chinainus (feudum) 4. Chinsica u. Pisa, chirurgicus 323-4; cerugichus 38. Chitana (Petrus de), idest de Acquitanis Coesiis, nob. civ.

Tuderti

Ceprani (fabrica arcis) 233.

ce;a278,237,256,280'1,323'4; (candela et facula de) 207' Cerasolo (Scima) 228.

cerbinara 0.) 146. Cerce (lacobus), civis Terracene 232. cerchia 2ló.

Ceri (Valle della) 228. Cerincii, Cerinto (Antonius), de Bassiano 295,301, Ceritanie, Cerritanie (comes) 174, 186' 190, i?3. cerqua

Coscius' de com'

Ra-

signani 27. Nocchus cd. Romei, iudex' not. 25-ó. Cerreto (in), in comuni S. Reguli 66, 68; o. Botro. Cerri, Cerre (contrata), in territ' Setig, 82, rc8' ftz' 295.

lJl, 2s1, 284., 292,

3m,-?.

Cerritiis (Egidius de), de Corneto' doctor, senatoris Urbis collateralis ló5. Cerrone, Cerro (Astor, Astorius), de Setia D0, ?98. Certusie (fratres), de Calci 19. Ceruciis (Ludovicus Martini de), o6cialis Setie 3(M. Cervantes (Petrus de), aichid. de Brunesta 140-1.

14'

Chiusa 0a), in comuni S. Regulj 68.

Choiai (de) u. Pisa. Cholina (Campo di) 32. Choltj (Michael cd.), de Pjsis 47. Chonella u. Conella' choriarius 218. chorus 329.

Christine (S.) o. Pisa. Christoferus

24Q.

297. 299, 304; Cerro (de lo) 72,

i

Iohan.

Iippus 79. Iohanna Filippi 79. Lippi (heredes) 81. Lippus 197. Cheple (Adam), lancichinek 351.

colaus 16.

,. quercus. Cerreti, Cerreto (de):

cesenatensis (civitas) 275

349-50.

Cesi: Pier Donato, tesoriere A. C. 347.

teadera, extimator

Censij (Cesarius Antonii), de Terracina 296.

ceppo (protocollo)

Cervera (Raffaele), not, 148. Ccearini, de Cesarinis: Alexander, card. nes Georgius 349-50,

C h eIi s

Cellelarius (mag. Petrus), de Bassiano 281. Cellj (lacobus 61. Iohannis), de Pisis 107.

NT

o. Cristoforo.

Christofori (S.) u. Pisa' C h ri st o f o ri, de Christoforis : Antonius, subdiaconus 245. Laurus, de reg. Trivij, Rome 74. Christoforo (meser), amico di Onorato III Caetani l7l. Chullim (Iacobus) 293. Ciabactarius (Monnis), numptius pisani comunis 28. Ciacchi (Iohannes), de Castellina 278. Ciactoni (Oliviero), del fu Lucchino 247. Ciafus (Mattheus) 12. ciambellocto (vestiti de) 319. Iohannes (ser), CiampuI

i:

cd. Andree, not., pisanus Petrus, cd. ser lohannis 134. C i a m p u I i n i: Aldobrandinus, fi|. Leonardi, pisanus, spetiarius 92, l2l. Leonardus 92. Ciana (Casa de lannj de) 14ó. Cianj (Andreas d.) 56. Garpa (Michael Iohannes del), presb. {e Pisis 158. Gcci (Nardus), de castro Rocche Gorge 233; u. Vallatoris. Gceris (Andreas), ofrcialis Setie 288, 296,304. Cicia, nutrix 323. Cicugliano (Nutus de) 177' Cicuolj (Andreas de), cd' Andree, not., pisanus 75'

6l-2, 134.


VARIA

379

colai, not. 284,298. Cigello, in territ. Ceppaloni 207. Cigoli (fi|. Cuglielmi Rainerii de) 236. Cilecchium Blentine (super) 98.

cocina, coquina 177, 241, 251 ; coco 154-6, 159.60, 16?, 248, 250, 352. cocta 280; Cocte (delle) u. Valle. Coesiis (de Acquitanis) u. Chitana (de). cofano con I'arme Ursina 130. Cola, fiduciario di Onorato III Caetani l7l; u. Prodenzo (de). Cola u. Mastro lanni. Cola Eramo (Antonius) 301. Colasante (Antonius), alias Magna Pesce, de Terracina 345. Cole o. Andree, Angeli, Nardi: Andreas, officialis Setie 304. Angelus, de Verulis, archipresb. eccl, S. Marie de Ninfa l4l-2. Antonius, alias Manciordug de Carpineto" 155. Peuus, not. de Piperno 291,295.

Cima (in) o. Pisa (S. Viviana).

Cole Brivi (casa Andreotiil 14ó.

cimator 182. Cimatoris (terra Tommej), de Pisis 79. Cimini (Petrus lacobi), not., de Piperno 291. cimiterium 198. Cinghia (in), in confinibus Pisani Portus 54'5. . cingitori dorati et smaltati 130. Cinguli (Ludovicus de), de Setia 304. Cini (Ninus), de comuni Belorc 27. cinto 319; d'imbroccato 344. Cintorio (abbatia de), in confinibus Pontissaccii 77,105. Cioci (terra lohannis Francisci), in com. Mezane ll4. Ciocti, Ciotti: Iohannes Petri, de Bassiano 284'301'3' Thomasius Petri Cole 109. Ciolfi (d. Petrus lohannis), de Rocca Arcis t02' 104.

Andreas, officialis Setie 288,296. Antonius, laicus de Setia 299. Cole Pauli (Antonius) 284, V00-1. Cole Tutii (lohannes), de Talliacotio, scriba comitis Tallia-

Ciechj (lohanna), de Cotugnano, comit. Pistorij 48; (61.) u. Lanfranchis (Pieri de). C i f r a; Ciffris (de): Andreas lacobi, not., de Bassiano 292. Antonius, not. 244-5; Antonio Nicola 227; notarii Pe' tri 280. Giovanni, not., 227,229.30; lohannes 245, 289-91, 294-5, 298-9, 301-4, ?M. Iacobus lohannes 295t notariiPet;j,233. Marie notarii Nicolai (heredes) 280. Nardus Iacobi 82. Nicolaus lacobi, not.82, 109, 292, ?00. Nicolaus notarii Petri 280. Petrus not. Ni-

Cole Iohannis:

cotij 132; u. Tutii. Colini (ser lulianus), de S. Iusto 77; pisanus, iudex et not'

l0l; operarius, miles 128-30. colitre rr. coltre. Colla (Michaellis Ranerii), de Pisis 210. collana d'oro 343. collaterale generale 251; collateralis 208-9; potestatis 245:' o. Roma (senator).

Collazzone (ser Ianninus

Colle (de) 54-5,

Colle (dal),

d. Bonifatii de), not. Tuderti

l67t Colli (de)

15.

158.

Cirritello (silva) 172. Cisanello (de) 126'

Alcolle (de): Bonaccursus, cd. Barthali Pisis 100-2, 152' Cea, Cegna cd. Bonacurs32, 100-2, 152-); (m.) u. Appiano (Pierus d'). Cellij nus Pieri, pisanus 152-3. Iohannes, 61. Stefani l(h-7. Colle Campanelle (Fossella) 32&7. Colle Canne (contrata) 297. 299, 301-2. Colle dell'Eremo (monte) 228.

Cisterna 180, ?54-5; Cisterne (castrum dirutum) 136' 138' 178,217,?f9; (a*, roccha) 139-40, 214; (castellano) 183: (dominus) 216 o. Caetani, Orsini; (fructus) 106; (passo) I 83 ; (tenim') I 48, I 9ó, 237, )08, 711, 31?,'4' Cisterna (Battaglino della) 355.

Colle Marmoreus (feudum) 4. Collemedij (castrum) 6; (vic.) o. Andreas (d.); Collemedio

Ciolus (Christophorus dictus), de Pisis l3l. Cionis (apotheca heredum Coltil, de Pisis 56.

cioppa di velluto chermosi 130. Cioti (Anthonius ser Dominici), pisanus 55. Cipollini (Can<lia), di Antonio, di Piombino 2'10'

cisterna 280-1.

54-5;

d,e

Collegarli (de):

Guido, commorans Rinonichi 27. Rainerius, Gl, Guidonis, iudex, not. 27. Collegio (Sacro), collegium notariorum o. Roma.

(Castellus, Catallus lohannis de) 6.

Colle Melle (tenimentum) 277.

.Cisternola Qa) 222. cjstro de rapjs 2. Citarellus (Iohannes), de Sermoneta 306. citella 258; per servizio di camera 250. Ciuti (Franciscus), de comuni Oratorii, extimator ll7' Civitella (eccl. S. Nicolai de) 3. Clare (opdo minor S.) 328; o. Pisa. Bindus, not., cd. ser Nicolj not. 47. Guelfus, pisa' CIar

ji

nus, not. 47. classo 241 u. Chiasso Lupareccie. claustrum 39,40,42,50, 190' 200; solariatum 199. Clemens (S.) o. Pisa. Clemens IV pp. l0-1. Clemens Y pp, 2?,25. Clemens VII pp. 357. Clementis (Antrea), de Setia 173' clusinus (ep.) 313-4. Cobellus, legatarius Petrutie Erasmi Maselli 280. Cocchi, Cocho (nob. Iohannes), tl. Donati, vicarius Vici 116-7. cocchiarelli 248,251' Vade 27Cocci (Vannuccius), de

"o6-'i

Collemezzano 26; Collis Mesani (tenim.) 274,277 ; Colmesano (in), Marittime pisane l3l; (confines) 26-7,42,48; Colmezzani (curia), de Terra Nominis 42, 69. Colle Montanino (Nicolaus de), fil. Iacobi' pisanus, not. 62. Colleoni (Bartolomeo) 184. Colle Saloettí 7; Collem Salvetti (versus) 342; u. Nubila. Colle S. Marie Cateliati (in) 7, 8. Colli de Nempha 0i) 147. Colli della Pierrera 0i) 147. r Cólline (strata) 342. Collinis Superioribus (in) 143; Collinarum Superiorum (abbatia S. Salvatoris ad margines) 26; u. S. Lucis (comune).

Collis Follorati (in pede) ó. Collisscipionis 329. Colmecano (in1 o. Collemeano.

Colognoli (Guido de) 7. colompna 221-2. coloniensis (dioc-) 287, 304. Coloooa: (Gsa) 320; Colonnesi 321 : Adoardus dux (?) 165. Antonius, pdnceps Salerni 165, 170, 172; (re-


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

380

di Nicola 123-4. Alibernino, Alvernino u. Ildebrandinus. Altus, fi!. Ildebrandini 73,86'7, 89, 91, ll0-1, 148, 154-7, 159-60, 161,196,212; de Vallismontone ló5; sacri hospitii mag. 92, 94-5, 97, 124-5. Andreas, fi|. Grati 154-7,159-61, 163-4, 180, 196; de

bellis eccl.) 109. Fabritio, duca de Tasliacozzi, conte d; Albi 335. Iacobus 97, ló5. Iordano 8ó-7; Iorda' nus, dux Venusii etc.90-5; princeps Salerni 93-5, 97.

xandro,

Lorenzo 170; (m.) o. Caetani. Sveva. Prosper 154; card. 156, 158-61' 163, 169-70, 173, 223,300,320, 322, 334-5,354. Stefanus, de Penestrino ló5. Vespasiano 358-9. Colonna (Francesco), not, di Alatri 347. Colorij, Colotius (Petrus Antonii), de Bassiano 295,304.

Vallismontone

coltre 248, 250-l; cultra de imbroccato 256i cukrix 177. Columpnella (terra di) 127. Colus (presb,), rector eccl. S. Marie de Castello 32, Comandinj (Francischa), fi|. mag. Iohannis I l8-9, 128-9; (m.) u. Cascina (Antonius de). Comaniae (reeina) 102. comestabilis, conestabile 5, 205, 211,295; (peditum) 198: (magnus) 315; Cran Conestavele 87. comestibile (cose) 249. Comite (de) u. Conti. Comitatus (prov.) u. Molise. commendatarius rr. Gfottaferrata. (apostolicus) 277, commissarius 241,259, 264, 274, 279,103-4,325-7 ; (pape) 286-8, 32Ú commissario regio 264-5,282. compasno, compaglio 255, 264, 272; de Ie castelle 273; del castellano 255, 263; in fortelecze 271Comperger (Girolamo), lancichinek 351. compratore, comperatore 248-50, 252' Comuccij (heredes Nerij, Nierij) I18. Conca (de) 284; Concarum (castrum) 74, 127,178; Concha

rentius, de castro Poli ló5. Lucius, Lucido, card., fil. Ildebrandini95,9T-8, ll0-1,212. Nicolaus 123-4.

coperta 248; armizata 250; navis 12; de damasco 343t coper-

torium

177.

244.

rius ab equo 162; otdotúero 352-3. Conductus, Coductus (via), in confinibus Pisani Portus 54. conecta d'aolio 319.

(in) 67-8; Chonella (in valle di) ó6-8; (opera S. Marie Maioris) ó7.

Conella

eccl.

conestabile rr. comestabilis. confectere, confictere 248, 25l,; (d'argento) 285. confessore (eleeerc\ 220. Congregazione dei Baroni (decreti della) 347. consanensis, consanus (archiep.) 85, 2?3, 36'7;

o. Conti,

Conza,

Conicium u. Coscium.

tqii

Paula (madompna) 154, 156. Sagax, abbas Sublaci, fiI. Ildebrandini 86-7, 89, 9l ; ep. cavensis 92, 94-5,97; ep. carpentariensis ll0-2; ep. carpensis 124. Stefanus, de castro Poli (?) 165. Conti, nuntius senatoris et conservatorum Urbis ló5. Conversani, Cupersani (comes) l2l, 143, lrf8 u. Orsini. Conza 22730,236; o. consanensis (archiep.).

coppa 250; coppa aurata coì coperchio 285; cuppa cooperta

Concordius (navis dicta Bonaventura S.) 12. condotta d'armi 350-3; conductaarmatorum30T; conducte-

conservator o. stalla; generalis 331-5;

324-5,

97, 180,234, Ildebrandinus, dominus Vallismontonis T3, 86-7, 89-93, 97-8, I I l-2; Alibernimus I l0; Alvernino 98. Iohannes, fil. Grati 148,156,180; archiep. consanus 227-30, 233, 236. Iohannes Baptista (d.) 295. Lau-

J{l;

(piscaria de) 231;Conche (tenim.) 95. concha de herc 207. conchensi (in eccl.) l4l. concilium pisanum 217; (sacrum) 312.

ló5; Andrellino 154. Cathefina

346;(m,) u. Caetani di Maenza (Raymundus). Ceccha, fl. Ildebrandini 73, 92, 147,8, 212, (m.) o. Caetani Ruggero I. Federico (abbate) 318, 321, 354. Fe.165. lix, de castro Poli Francesca 316-9, 321, 323, 342-3; (n.) u. Caetani Guglielmo. Francesco, di Alto, proton. l5l, 154,156; archiep, consanus 324,346-7; card.354-5. Gratus, 61. Ildebrandini 86.7, 89, 9l-2, 94,97, fiO-1, 122,124.5,147-8,156-7, 159-6t, t63t signore de Carpineta 153-5; wo papa castri Paliani vic. 160. Iacobus, fil, Ildebrandini, prior Barlecte 92,,94-5,

patrimonii 149,

Coppi (Iacobus olim),.de comuni Campilie 71, copula coniugalis ló6. Coquina (Iulianus de), de Rocca Sicca 102, 104. Cora (de) o. Cori: Andreas, presb. eccl. S, Marie Ninfarum Benedicto, homo d'arme 196. Iohannes (mag.), artium et medicine Àoctot 323. Petrus lacobi, presb. eccl. S. Marie Ninfarum Rainallus Romano, cavalerj de Velletro 284. Corallj (lohannes fiI. cd.), not., de S. Cervasio 37. coralli (filze de') 344. coraczaro lrf6 u. Nardi (Nardo); corassarius 55. corbella 2ló. Corbi (Simeon), de Cora 330. (de): Bartolomeus lacobi, pisanus 200. Gabriele Maria, del fu Gaspare 322. Iacobus, canonicus pisanus 275-7.

l4l.

l4l.

6.

Corbinis

323; u. sparverius.

187-8,331-5. consiliarius (r.), Consilium (S. R.) o. Napoli. Consolationis u. Marie (S.).

corcopeus

constaotiensis (diocesis) 16f' 216. constitutio 308; apostolica 328; provincialis 307,310; con' stitutionum novarum (beneficium) 13; Constitutionum

Rainerius, 61. cd. Nocchi, de Pisis 42-3. colegia u. corregia. Coú 183,330; Corc (terra) 6, 142, 180, 196,346,354; (consilium, novem boni homines) 183; (sigillum univ.) 330; (tenimentum) 147-ù Cora (de). coresietto 344. Coriarij (Iohannes Andree), pisanus, not, iudex 68, 70.

(Secundus Liber) 308; ,. statuta. consuetudines (servitia et) 1,2. consul 5, 45-6,50-1,341 u. Pisa. Contato u. Molise. Conte Contis o. Conti: Marianus, fil' Simonis, de S, Petro 198. Petrus, de Bassiano 182. Ranerius, fil.

,

Simonis 198. Simon 198. Conti: (Casa) 122,212; (domini)

Corda (de) u. Yvagnes.

Cordovanerij,

Cordovanerius: Colus,

a

.

coriarius 38, 120-1.

Corino (4. C.)

l.

Cornassani (comune) 218.

lll;

(Torre de') 157: Ale-

Corneto (de) ló3.

de Pisis 38.

#


VARIA Corona (Casa de lacobello de) 145. Corradus, dux Spoleti, regni Sicilie vic. 4. Corradus (Ugo), imper. aule cancellarius 5, Corrario (Angelus), card. venetus 138; u. Gregorius

38t

Cristiano (Coluca de Ian), de piacza lagnj de Bove 145.

XI.

corregia 130; corrigia argentea 207, 344. Corropolí 127; Coropoli (terra) 129. Corsi, Corso(dal),Còrsus: Guiducciellus, decom. Vade 27, Iohannellus2T. Orgagluccius,decom. Belore27. Pasquinj (terra), in com. Tremuletj ló4. Peretto, di Piombino 240. Piero, 61. Pasquinj ló4. Corsica 240, 247; (brimas) ll4,24l; (rex) 174, 186, 189, 333; corsicup 241; corsus 189. Corsica (di): Filippo di Pizzino 240,247. Ciuliana

delfuGuadagnino24T. PizzinodelfuGuadagnino240. Simone di Pizzino 240. Corsinelli (Nectus), de comuni Rasignani 27. Corsini: Petrus, ep. vulterranus, imperij s. princeps

Cristoforo, del fu Benedetto, aromatario 233. Cristo{oro, homo d'arme 286; Christopheri (caliga;30ó. Croatiae (reeina) 102; Croazia (bano dil 348. croce, crocecta 250-l; d'argento 248.

Crociatam quercus grosse (prope)

27, 42, 48, 69;

o.

strada. crotonensis (ep.) u. Cotrone,

Crucis (mon. S.): de Fauce Arni 9; Dominarum de Fossabandi 25, 3ó; (terra): in conf. Camulliani ó0; in conf. S. Victorii del Carnpo 29: o.Ftrenze. cruces (portans) 324, cubicularius apostolicus 327.

cubile 280; cubilia 237. Cuccinis (Marianus de), C. A. fiscalis 30ó, 310,313-4. Cucigliani, Cuciglani (comune) 176.

40. Cuciliano (de): Bartholomeus, olim Nuti 176. Iacobus (ser), not,, olim mag. Iohannis, pisanus ló2. GaPierus, olim Nuti 17ó. Nutus cd. Nassi 17ó;(m.) o, spar lusti, de Capannolis 198. Pannocchia (cd,),.coRivalto (Verdiana de). Simon, olim Nuti 176. riarius, de Pisis 38. Pierus (mac,), cerugichus, de PiCugnano (opera eccl. S. Cassiani de), in conf. Nubile 32, sis 38, Culnero (alias) o. Casonis. Corsodell'Ascini, Asinj, in conf. TerreNominis 27,42,49. cultella (arma) 175. Corsus (lohanrÉs), de castro S. Laurentii 297, 102. cultrix a. coltre. Corte (in), iusta castrum S. Regulj ó6, 68. culverta (pro) 2. corte ,. curia; (regia) u. Napoli; cortesano, cortigiano 248. Cunumbanicus (mag,), de castro Montisalti 30. Cortese (lohannes), de castro Ttrrris2h de castro Thivere 23. Cupellaro (casa de Alexo) 146. Corti dello Audio (alla), in comuni Mezane ll4. cotina344:(appannamenta Aù242; cortinagiodeletto343. Cupersani u Conversani (comes), cubpa o. coppa. cortonenses minuti (denarii) 14-5,19-20 u. libra. curatores pupillorum et minorum 17ó. Corvara, Corvaria (lohanna de), relicta d. Landj cd. Guidocuria 10, 29, 42, 48-9, 60' 69, l4l, 166, 182, 196, 213, nis, de Aviano Lunisiane 54-5. 219,245,262,273-4,302' 311,3!6; o. Campaena, Cosci j u. Baldovini: Colus, decom. Rasignani 27. CoCascina, Malandrone, Monte S. Sabini, Pisa, Roma, scius, fit. Bartholomej de Corvaria 54-5. Iohannes, fl. Sermoneta. cd. Coscij, de Pisis 54-ó. Landus, cd. Guidonis.54; (relicta) u. Corvaria (lohanna de). Landus, de S. Maria cursor 277,307; pape 177, 215.6. Curte (terra d. Lemmi cd. Pucci), ip conf. Pisani Pora Trebio 210. Vannuccius, de S. Cassiano Vallis Corsini:

Arni

Coverinus, de com. Terre Nominis 27.

33.

coscini de cottina 344. Coscium (per), versus Ripalbellam 42;inTe:r,a Nominis cosentinus (archiep.) 313-4; (czrd.) 320-1. Cosma (S.) u. Pisa, Roma. Cossa (Baldesar), de Neapoli, antipapa

nes

l3&9 o.

69.

Iohan-

XXIII.

Dactiles

Costa (Petrus de), doctor, albiganensis 275. Costantinis (Iulius de), de Penna, iudex Campanie et time 169, 173-4. Cotignola (conte di) 202.

Mari-

(de).

credenzero, credenziero

251,253-8,260-7,269-70,272-3tQí-

bro del) 256, Cremona (de\277-9; cremonensis

(cleù327.

Crescentino (Baldassare), thesorero del conte Crescentio (Sanguinus d. Gregorii de) ll.

di Fondi 247.

Cressenzo(Francescade),monacadiS.Sebastianol42,l50-1. Cret u. Ienson. Cripteferrate (mon.) a, G,rottaferrata Criscj (Benevintesus lacobj d.), de Fulgineo, not.

potestatis

Florentie 75-ó. Cristianissimo (re) o. Luigi

I

XIL

12'

Dagliacocto, Dagliacorto (comes de) ló5.

Cotrone (vesc. di) 328. Cotugnano (de), comitatus Pistorij 48. coyra 2ó0,268-9; coyro (carta de) 248.251. Crapella (Nicolaus), de Castro Forti, not. 298'

Cratiani rt. Gratianis

tus 54-5. Curteveterj (in) u. Pisa (capp' S. Petri). cusentinus u. cosentinus' Cutienani (comune) 341.

Dalinda (Carlo), lancichinel 351. Dalmatiae (regina) 102' damaschino, damasco bianco 248,343. -l Damiani (S.) o. Pisa Damiani, Damianus; Iohannes, oficialis Setie304. Iohannes Antonii 284. Nannes (nob,), de Pisis ll2. Damiano, not., erario de Fundi 188' Danus (Leonardus), de Sermineto 324. Dass (mag. Egidius), not., cler. leodiensis dyoc. 2ló. Dataria Apostolica u. Roma. Datj (terra Puccini), in confinibus Carrulliani 59. datii (onus) 327. Daudonsa (lohannes Martinil, de Bermeo Spanee 51. Davalos (de) o. Avalos (d'). Davanzatis (nob. Mariottus de), olim Henrici, potestas Cascine 176. Davinucii (domus Martini Iohannis), Pisis 49. Décult (Bertrandus de), archiep. ebredunensis, apost. sedis .

numptius 30.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

382

\ decapitatio 308. decarcia u. Bassiano. decena, decina 280,324; o. cera. decima 207, 3B-4,357. degradatio 308. declaratoria 251,2r5,265, 269.70; di conto 259. decretorum (doctor) 215 o. iuris (doctor). delegatus apostolicus 223.

Donadeus

252; (letten)

denarii 2, 9, 14,25.6,28.9,34, 47,55,91,105' l18' ló2' t65, ló8, 181-2,193, 201, 280, 285, 298, 319-20, 324, 339-40; t. cortonenses' fioreni, libra, Pisa' solidus; rnonete currentis 74,162,164; parvus l18; senatus ll.

Dentis

u, Nardi: Bernardinus Cole Facte, officialis Setie Iohannes Nardi 288, 296,304. depinta (domus) l15. Depiro (terra lohannis), in conf. Depiro Vallissetcli 126. desertina (terra) 281, 284; sbignata 301; desertum 292. Deti (nob. Guido Tomasi), de Florentia, pisanus potestas 104. diamante (peczi, rose di) 250; tavola 348.

304.

diaspri Grater nostri ile) 344. Dies (Petrus), de Rialta, de Birbao 49, 50. Dimas (d.), capitaneus classis Reip. Florentine 321. Dini: Antonius, de com. Nocie 235. Bartolomeus Ge' rardi, not. pisanus 120. Colus, numptius pisani comunis 104, 106. Iacobus (olim), de com. Campilie 70-1. diocesano (iure) 3. Diodate (de) Castello 145. D ionisio (de): Dominicus, de Ceppalono, iudex 208' Iohannes (mag.) 208. Nardus 208. Dioscoridis (liber) 305. Discalciatorum (abas, eccl.) u' Orticaria' discottus 177. Doana (Ildebrandus de) 12. Doctj (homines filiorum), de castro Turris 2. doctor ló3, 275; o. decretorum, iuris, medicine. dodarium ?37'8,

tn-

Dodi, de Duodis o. Villani: (Dodonum domus) 17, 42: . Fitippus, miles 38-9; 61. Iacobi dicti Puccii Sciarre, de . Pisis 40-2; (m.) u. Gaetani de Pisa (Gostantia). Henricus dictus Cavatorta, de domo Dodonum, 61. cd. Uberti de Grocto 16'7. Hueolinus, dictus Ninus, fiI. Tedicii Villani t6-7. Iacobus,fil. Henrigi Villani lGl7. Doglia, Dogla (de) 42, 48,65,69 o. Terra Nominis. dohana r.r, Firenze; dohanerius pp.2l9. Domenico, coppellano di Lodovico Orsini 343. Dominicus, familiaris Petri Fraiapane 16. domesticus pape 286.7; domestico di camera 249' domicellus 120; romanus 106' 310.

Dominarum de Fossabandi (mon. S. Crucis) 25' Dominica (d.), relicta Antonii de comuni Campilie 70' Dominici (S.) u. Fondi, Piedimonte. D o m i n i c i: Antonius, de Palaria 53. Dominicus (ser Mathei), not. florentinus 75-6. Franciscus (qd'), sutor, de Pisis 153. Iacobi (heredes) 190. Iohannes (ó), de Pisis l3l. Iohannes (olim),de S. Donnino 120' Ludovicus. archipresb. massanus 329. Tutius (d'), de Vel' 'letro 44. Dominicus, cancellarius Beatricis de Aquino 244' Dominicus, plebis deAppiano plebanus, lucane dioc' ll2' domus depinta l15; solariata 199'2cfJ; domus coperiendas et aptandas (opera ad) 2; a. laborator.

Donadei (Salamon d.), de Tuderto 19.

(dJ, de Tuderto

15.

Donati (S) u. Pisa, S. Donati (castrum). Donatj o. Cocchj. Donati (Serafinus olim), de Pisis 59. Donatis (ser Nicolaus Nicolai de), de Vulterris, not.273. Donatus, cler. C. A. 358. Dondimar u; Dimas fcÍ. Archùtío Stoico llalíano, Ser. I, 15, pp.272-1061. Doneccha rr. Lova. donne di casa 250.2,256; temporesche 250. Donnicato (in), in confinibus S. Reguli ó7. Donninj (abbatia S.), pisane dioc. 143, 338; o. Pisa, S' Donnino. Donoraticj (habitator) 99. Donnoratico (de): Fatius comes, fiI. comitis Gaddi 2ó-7. Henricus lannis, comes26-7. Rainerius lannis, comes 26-7. Tedicius lannis, comes 2ó'7. Donnuci (Iohannes), civ. Firentie caballero ll7. dossi (m'aniche aperte foderate di) 130.

dotalis (res) 16ó. Dragoneto (de) 157. Dree (Antonius), de Palaria 53. Droge u. Rivus. Duarum Abbatiarum (tenimentum) 274, 277. Ducale o. Fossa (in).

ducati 87, 97, 114, 137-8, 143, 147, 157, 183' 185'6' l%'2, 200-1, 2a7, 2ll-2, 214, 216,219, 221, 227, 2V8, 240, 244-5. 247 -59. 262-4, 266-7, 270-2, 284, 286-96, 298, 301, 3M-5,308, 316, 319, 322-4. 336-8, 345, 355: mozzi 350-3; de Camera 145, 191,220; auri, d'oro 89, ilr, 125,128,141-2,144, t54-5, 174, tgq, 2t3' 217, 225-9, 314, 328, 339, 346:' de Camera 148, 222, 242-?, 303,349' 356'9t de cosnio romano 142; ai cognio venetiano 88; d'oro larghi 140, 357; paptli 156, 220; papales auri 188, 196,2i7; ,. venetus. Ducatus 138. Duccii (Feduccius cd'), pellipparius, de Pisis rus, spetiarius, qd. Ducii spetiarii ló7. Duce (d. Ioannes Baptista de), de Neapoli 338. Dunelmochi o. Pisa. Duodis (de) o. Dodi. duplicia 280; dupplerium 237. Durante (famigli de) 196. Duratio (de) 217 a ladislaus.

55.

Pie-

Dux (Ceorgio), lancichinclt 351.

Ebredunensis (archiep.) 30. ebreo 344; hebreus 189.

Ebriatus (Anthonius), civis lanue 50. Eboli (d'): (famiglia) 71. Pietro, sig. Rogasia,

uxor lacobdli

III

Gavetani

di

Macchia 7l'

7l'

Ebulo (Franciscus de), iudex per resnum Siciliae 102R.) o. Roma. Ecclesia (loannes Baptista de), C. .A" not 347.

Ecclesia (S.

edinensis (der.) 287. eduensis (dioc.) 304.

Efi"grU

(comune)

ll.

Eeidii (S.) u. Pisa. Esidij (NicolaEs), habitator Asture 16. Else o. Vallis. Elta tl. Acqua (dell'). Enarinis (Valerianus de), not., de Piperno 346.


VAR IA Enrico (frate), cappellano del mon. de Sobblaco 144. Equalis, Qualis (lannutius), presbiter de Sermoneta 239. equa, €quus u. caporalis, cavalcatura' conducterius; equestef ,. afma. Eguitanus Cesius o, Chitana (de).

Era (sull') 192; Here (flumen) 60,U,77,80-1, ll7-8, 192, 197 a. Boccha d'Era, Pontedera; (in loco dicto a), in conf. Camullianj 60. Erami, Erasmi u. Herami, Maselli, Petri. erariato 258-9; erario, erarius 138' 18ó' 188, 192, 248-73, 345; o. Campagna, Fondi, Napoli' Erasmi (S) o. Bassiano. erbaeio 2ó8; herba 288, 294; herbatici (vendicio) 223' Erbinano (àe) 347. Eremo (Colle dell') 228. esculana (civ.), esculanus 8; Esculo (d') t. Massa (de). escquio 256; exequite 237. Estaing (Cuglielmo Uso d'), card., arcidiac. di Metz 223. Este (lsabella d') 319; (m.) o. Gonzaga G. F. EstoutertíIk(Grillermus d'), presb. card', andegavensis nuncupatus 135-6; card. camerarius2ST, 239.

Eufrasie (S.) o.

Pisa.

Eugenius IV pp. 108-10, 112, 122. 127'8, 130' 139' 209, 219, 222. eugubini (districtus) 34; eugubinus (ep.) 325.

Eustachii (S.) u. Roma. Evangeliste (Petrus Paulus) 306.

exactioni 253; exactor 52,70. excomunicationis (sententia) 177 -8, 310. Exea (d'), Scea (de): Petrus l-azarus, not., scriba protonot.

r.

secretarius 338.

Exio (de) 45. Exrelze (Otto de), not. auditoris S. P. A. 216. extimi 0iber) 273; extimatot ll7. Exraneo (Cicia de) 323. exul 246.

Fabiani (S.) o. îemul*i (comune). faber 198,219,246. F a b r i , Faber: Benencasa (qd.) 10. Bonaiunta qd- Franceschi 9. Guido qd. Benencase I0' Marcus Iohannis, de Ponte Ete 274. Ugolinus qd. Rodulfini 8, 9. Vannis (terra), in Lavatoio ó4. Fabrica (de) 120.

{abricator 188-9. Fabricis (de) u. Pisa (S. Sebastiani). Fabro de Ponte ad Sachum 322 o. Fanuccio. Factenanti (Cola lohannis), scindicus Setie 173. Íactorc 191,231. fasgio, fao (de) 280. Fasiuolj (heredes Andree), de Pisis ó0. Faianum (Pogium ad) 4. Falcie (ser Ninus Cole Guidonis), presb. de Sertiano 86' falcola 340.

Falcone (frume) 6l-2, 292; Falconis (flum.n) 290, 296'

n8,326-7-

Bartholomeus cd. Becti, de Pisis 40. Beuectus Ugolini Benecti 10. Faldo Gn), in confnibus Pisani Portut 54. Falvaterra (castello Ael 263,272. famiglio 196, 319,351; famula l%, 244; famulus 152' 341.

Falconis:

Fanellus, nob. de Setia 296. Fania (domus d.), in comuni Pugnani 46.

Fano (de) 49,227. fanti 19ó, 204, 2ll-2,320, 354; D. arma. Fantonibus (Bernardus de) 218. Fanuccio del fu Tomeo 322 o. Fabro.

Fata (de) 327. farina 340; stasita Farnese

3

355,359 Ludovico

serl

183.

Alessandro, card. 285, 312, 316, 318-9, 323,342-3,

Aneelo 196. Hieronima 323. lulia322-3. 318-9. Petrus Loysius 238. Phelice (mes-

318.

Farneta (de):

Dominicus ser Franciscj ser Adamj, not., miles 99. Nicholo (ser), not., cd. ser Bartholomej, de Pisis 72. Farraone, Farraonus (Gorj, Gregorius), de Gavta 83, 85. faro, farro (de) 207. farsettarius ll9, 199. Farum (ciua) o. Sicilie (regnum). Fasinj (heredes Pierj) 105. Fatato (Nardo), coco delli frati alla Minerva 154, 156. Fatij (Francischa Iacobi d.), de comuni Campilie 70. Fauce Arni (mon. S. Crucis de) 9. Faucis Verdis, viridis

o. Foce

Verde,

Fauslia 72,

Favulia, Favullia (de),

Favuglie: Antonius cd,

72. Gerardus (d.), iudex curie pupillorum pisane civ. 52. Gustus, de S. Regulo ó8. Iacobus ser Guidonis, anthianus pisani populj 36. Matteus Gerini, not.

Eusze 327.

teers 335l' taxator 334;

383

Iohannis, not. pisanus 235. Puccius cd. Vannis, de Pisis 37. Fazi, not. A. C. 347. Fearro (in), in confinibus Oratorij ll7. Feci ni: (beredes), de burgo S. Marci Kinsice 32. I-upus, de comuni Belore 27.

e, Fedis, Fidis: Antonius, de Luciana, de eom. S. Reguìi 68. Nierius, de com' Belore 27; Nerii

Fed

Fidis (relicta) 70 u. Antonia (d). Tutius lacobioTutii, de terra Setie ll3-4. Federici, Federigi: Iacobus Michaelis 190. Torpes (qd.), de Pisis ll9. Federicus II, imperator 8; Sycilie, Ierusalem rex 10. Federicus III, romanorum rex 167; imperator 190, Federicus, rex Neapolis, Sicilie 285, 333. Felectini (castrurr, curia) 213; (dominus) rr. Caetani; Feleceno (de) 124. Felice

(S) u. Firenze, Pisa, S. Felicis

(castrum).

Fdippo (de) u. Filippi. fenerator 162. fenestra 166. Ferdinandus I, rex Sicilie 193, 206-9,219,225,214,24756, 267, 274. Ferdinandus V, rex 330-5; (m.) u. Isabella, Fuxo (Germana de).

Ferenteno (Antonius de), not. 174. Ferentini (castrum) 175, 239-40: (àioc-) 2V9, 293, 295Iacobus, legum doctor, iudex Fermo, Fir m.o palatinus et collateralis curie Capitolii 44. Marinus Antonii, habitator Capannolis 198. Ferraccio (contrata lo) 301.

(de):

fcrramenta 219, 221; ferrario 249, 252; Îanzrtoli 220;

ferriera con fuochi 188, 220-1. Ferramoscha (ser Gaddus), not. cans pisani comunis 46.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

184

F

e

rran t e, Ferrantis: 248.

Bartholomeo, cortigiano in Fondi Francischus, dictus Cecchus, cd. Rainerij, de Pi-

sls 36-7 Ferrarius (mag. Angilus), de Normis, dictus Pedanus ó. Ferrate (Capo Croce del) 293. Ferrazolus (Antonius), not. de Masentia 324. Ferreriis (A. de), de curia Iohannis ducis Calabrie 196. Ferro (Lisius, Loysi de), de Monte S. Ioanne l9l.

(via ala') 222. Feuccij (terra lohannis), de com. Pugnani 58.

Festucha

Fidis o. Fede. Fieri o. Pisa. Fíeschí Gíooanní, card. ianuensis 50.

frÍaro 352.

Élati 250.

Filettino u. Felectini

(castrum).

Fi

Iohannes olim ser Bettj, pisanus 126,

182. Pucceptus, Puceptus, pellipparius, cd. Dominici, de Burgo pisane civ. 61. Filiolerij (Petrus), not. 294.

Fili pico miti s, Fili pico ntis:

Andreottus Ce-

rardi, de Pisis 26. Gerardi (turris heredum) 17. Filippa (d.), mater Antonine 162 ; (m.) o. Benettis (A. de). Filippi (S.) u. Bassiano, Pisa, Pontedera. Filippi, Filippo (de): Albertus (olim), corsus 189. Cola, de ltro 263, 272. Iohannes (mag.), de Ponte ad Heram

197.

Massus, aromatarius de Massa

linus, de Ingeramno Filippus, can. eccl.

et

3'f0.

Mel-

43.

capituli Luce I 12.

Filtrinus (?) not. L Finicellis (messer Francisco de), de Aversa, medico 258.

Finis (Iacopus Bartholomei de) 215. Fiocina (in rio), in confinibus Postignani

gubernatores gabelle postarum dohane)

216;

(guarte-

rium): S. Crucis 75; S. Spiritus 75-6; (reformatores forentine reipublice)341.2; (a secretis Magistratus) 305; (secretarius Priorum Libertatis) 308; (primus secretarius)

315; (Signoria) 309; (vexillifer iustitiae fórentini

po-

puli) 317; (via publica) 197; o. floreni, Florentia (de), grossus; florentina: (consuetudo) l13; (dominatio) 274; 192; forentinum (comune) 177; (caporalis ab equo pro populo et comuni) 92; (constitutum) 176; (statuta) 9l; (domini) 235,246; (priores artium et vexillifer iustitie) 152; (rector) 235; florentinus: (civis) 59,131,143, 167, 235, 246, 317,341,146; (cursus) 81, l0l; (stilus) 235,276: (mercator) 199, 200; (populus) 176; (not.) 82,113, l2l, 129, 174, l5l, 198, 2J6,241, 373-4; (morc notariorum) 152, 176. Firensis u. Pancia (del). firmaelio, firmagliolo 250, 258. fiscus 24ó, 307, 3ll; frscalis (pecunia, perceptor, procurator) 160, 177, 254, 264-5, 269-70; j06, 313-4; frscalia credita 330; u. Napoli, Roma. Fiume Nuovo 355-6, t. Flumen, Fiumicello 290; Flumicellum (ffumen) 296, 298. Fivizano (de) 197. Flaschi (domus heredum comitis) 24ó. (mensura)

Fiano (in) 343. fibia nigellata, negellata nel pontale 130. Ficaiuola (in), in comuni Tremuleti i64.' Ficechio (de) 167. ficum nisram (adl 42; ficus ló8.

lectulo (de):

gherite 8l; S. Niccholai, Nicole 8l; S. Rufilli 134; S.Stefanil20; (potestas, officiales) 75-6; (provisoreset

66-7.

Fioravantis (Puccius), de Pisis 38.

Fiorentini (Alberti), sensale 49, Fiorenza u. Firenze. fiorini o. floreni.

Flasconis (Montis) a. Montefiascone. fiscalis procurator. fiscus 307, 3l

l;

floreni, fiorini 39,41,55,72-3, 95, 100, 104-8, ll9'20, 124-5, 133,177-8, l8l, l9?,197.200, 210, 214,216, 222,233,246, 273, 274-9, 309, 124, ?38; larsi 2fi), 235; de Florentia 199; parvi 9B-9,143, 162, 165,182,. 189, 212, 218: pisani 9l; denariorum pisanorum minorum 37; auri, de auro 16, 22,24-5, 30,37-8, 42'3, 45-7 , 49, 52, 54-62, 64, 68-9, 71, 74, 77-80, 82, 93, 98, 107, ll0, ll7-8, l3l, l43., 152,168; de Camera l4l; conij et ponderis comunis Florentie I 17; novi 107; novi et largi, ad pondus pisanum l0l, l2l; ad pondus communis senensis 63; ad pondus Tuderti 26; o' denarii,

libra, solidi.

Florentia (de) 74.

Fircoma (casa lacobi), de piacza lagni de Bove 146. Fbenze 75,81, I 16, lJ4, 152, 216,273,317,325; Florentie (civ.) 51, 59, 6l , 6?, 77, 101'2, 104, 165, 167 , 193, 200' 245, 349, 357; (abbazia de l' Innocenti) 276; (cabal' (cancellarius commissarii) 342t GaIero curie) pitaneusclassis reipublice florentine)325t (carceres) 47, 55; (comitatus) 75-6, ll8,130-1,176; (comune, co' munitas) l13, l16, l5l; camerarius gen. Pisarum l19;

tl7;

numptius 75-ó; capitula et constituta 99; conducterius ab equo ló2; statuta et ordinamenta 75-6,82,

ll7

Franciscus,

Pisis

u. Firenze: Carlus Cerii, de Roma iudex 104. Niccholo, fiI. Iacobj, de

153.

Florentie (de castro) 18. Florenzola (de) 167.

Florii (Leonardus), not. in civ. Velletri

172.

Flumaria (de) 5. Flumen: Maius 16, 24; Novum 326-7, 355-6; Vetus, in conf. Depiro Vallisserclj 126. fluminum (ruptura) 301-4; fuvii (bucca) 288. Foce Verde, Faucis Viridis 0ocus l. dic.) 170, 172, i45-

a. Fogliani.

sia

fochi (terzi àelli) 264,269-70. Fogia 196. Fosliani Qacus) 226, 242; (Foce) 172; (locatarii) 284; Fw gliano (Nave de) 170; Folglani (piseria) 74.

(commissarius) 274; Diminutionis

foelianari 355. Foiald.r (in), in confinibus Peccioli 18. Folcone 0o), in confinibus Terre Nominis 69.

floreni; (consilio del Cento) 216; (cursus) 75-6, 198; (districtus) 199; (conium et pondu!)

107,

u.

91, l3l, 189; (domini) l3l; (ecclesie): maiore eccle' ll5; S. Maria del Fiore 116-7; (Opera, Opera-v) I 16-7: S. Riparate (Operarii) | 19-20; (fiscus) 24ó; (liber causarum civilium) 75; Montis (oficiales) 235;

l16-7;

Montis

(ofitiales)

(OpusMurorum) 198; (palatium): populi florentini) 152, 235; dominorum 273; Palatium Florentinum 315, 317; (populus) l3l: S. Felicis 120; S. Frediani ll9-20; S. Georgii in Monte 8l ; S. Mar-

Folisni Mncenso de), canc. del proton. G. Caetani Folú (castmm) ll. folles seu mantici 219. Follis: Paulus (frate), de Setia

Follis,

23.

286-

Thomas 5.


VARIA Follorati (in peda Collis) ó.

ll4, 130, 189, 192, 282, 300, 3?1, (castellano) 255; (chiese, monasteri): S, Dome255, 266; S. Francesco 257-8,266; S. Maria

Fondí 358; Fundis (de)

359; nico

256-7, 265t S. Pietro 266; Fundorum comes 21,2?, 82, 86-7, 89-95, 97-8, ilo, t3t, 137, 145,147, l5l, 170, 179,

t8t-2, t85, l9l,

247 -60, 262-7 4, 333 -8, 340 ;

194, 200-1, 208.9, 213, 220,

(sovernatore

di

casa) 249 ;

Fundorum comi tissa 250, 256, 258, 265, 267, 269 -7 0, 27 1 ; (casa) 251; (corte) 252, 254; Fundi (contado de) 84, 192, 194, 264, 270; (vicecomes comitatus) 192; (dor-

mitorio di S, Domenico) 257; (erario) lBB, 2óó, 268; (lorteza)332: (hostaria de lo Borehetto) 26ó; (iardini)

258;

(inttate)

254;

(not.)

l3l;

(palaczo)

248, 250, 254,258; sovernatore 265; fundana (diocesis) 177, 215. Fondi (d a): Antonello, canc. de Iacobo IV Galtano 97. Antonio, governatore 254, 26r. Nardo, iodice, mastro maxaro l9l. Fongara (la) 228. Fonolleda (Arnaldus) 149. îons 42, 48, 69, 292-3. Fontana del Sanbuco (la) 222.

in Terra

Nominis 69.

Forcha (la) 228.

in conf. Terre

Nominis 42;

dell'Acquelta 27. (eccl. S. Fridiani)

l13; (in foro) 94.

Forculj (Andreas qd. Barthalomej de), de Pisis 59, ó0. Foretanj (lacobus), fiI. cd. Bernardi, de Spina, not. 43. foretanorum (usus legis) u. Pisa. forficecte (paro di) 2'l8. Forisporte u. Pisa (S. Andrea). Forlano (d. Iacovo), cappellano del conte di Fondi 248. Forlivio (de) 173; (dominus) 241. Forma (lohannes Honulrii de), de Pedemonte, miles 108. Formello (de) ló5. Formis (in) u. S, Petri (castrum). Formo 0a torre de) 89. Fornace (alla), in confinibus Montisfosculj 93' Fornarie (casa de Buccia) 145; u. Furnara. Fornari, de Furnariis, Fornarii, del Fornaro: Iacobus, iudex curie pupillorum pisane civ. 41. Marchus ser Pierj,exattor cabelle maioris pisane civ. 52. Octavianus, scriptor ap.275; ep. marianensis 3t3-4. Taddeus qd. 10.

Fors (casa), in piacza Iagnj de Bove 146. fortellicium 222,311-4; Íottezza 89; fortellecza 263-4, 267, 272-3; o, munitione. Fortiguerra (Nicolaus), tit, S. Cecilie presb. card. 213-4. Fortisbracchia, Fortisbraccia 4 o. Acquaviva; (m.) o. Scrr' ficta. Fortodo de Mendoza @idaco), conte di Mileto 345.

Fortunati (S.) o. Tuderti. Foschí Angelo, ep. cavensis 107Fossabandi (mon. S. Crucis Dominarum de) 25.

l,

49

(le), in com. Pontis ad Here ll8;

di Tavelle 81,

Fosso

197.

Fossella (piscaria la) 226.

Fossella Colle Campane\le 326-7. Fossum Veterem (extra) 235, fovéam (fodens) 324. Fracino (in), in confinibus Oratorij 43, Fracta (locus dictus), in confrnibus de Peccioli 18. Fracte (via a le), in conf, SS. Laurentii et Pantaleonis de Campo 29; u. Fratte. Fraiapane u. Frangipani. Frammagrus Antonii magistri Petri, de Fundis 192. Framuccius (ser), cd. ser Framuccii notarii, not., de Pisis 49. Francardelli (terra heredum Simonis), in Palude, in Classo

(d. Hieronimus de), locumtenens R C.

Sum-

mari.e 1J5.

Forcalquerii (comitissa) I 02.

Armati

Fosse de Tavelle

Francesco

Forcellati (ad) 5. Forcelli (feudum) 4.

Fotalig3; Forculj

Fossae Milis u. Sermoneta. Fossato Bovem (contrada lo) 290.

Lupareccie 36.

2l;

Forchone, Forcono (lo) 48;

Fossa Bolgati (a), in confinibus Treggiarie 31. Fossa Ducale.(in), in comuni Tremuletj 164. Fossa Guiglierma, Guglielma (in), in conf. Campilie ó4.

Francesche (domus d.), Pisis 99.

Rammaldina, in campo Setie 23' Fontana Ramaldina Fontanelle (alle), in Valle di Conetla ó7; Fonte (la) ó7. Fonte a I'Ormo (a la), in confinibus Camullianj 60.

Fontem Noticchij (ad) 42; Fontia, not. A. C. 347.

385

lo protonotaro Giacomo Caetani 286. Franchis, Franchiis (de): Bartholomeus, pi' sanus 77,92,104,107, ll0, 121,133. Gaspar, Guaspar Iohannes ser Ghuglielmi (ser), not. pisarius l5l' 153, 166, 84-5, 278. Guilielmus (ser), frÌ. Bartholomei, not. 17, 92,104-7; de Pisis ll0, l2l, 133'4, I5l' 153. Vincentius (cler.) 185. Francia (re dù 283, 331-5; francese (alla) 343; francorum (iure) 88-9.

Francesschino, de

Franchi,

fuancia è'orc 343-4.

Francia (de), Francie: piacza Iasni de Bove

curie Capitolii

145.

Iacovello (herede de), de Iohannes Sanctus, prothon.

213.

Franciotti della Rovere (Galeottus), catd. 328'9. Francischina (case de), de piacza lagnj de Bove 145. Francisci (ordinis S.) 50; (fratres tertii ordinis) 59'60; Francesco (minori di S.) 247; u. Genova Pisa'Vico Pisano. Francisci: Angelus (qd.), de Tuderto, not.26. Bene, dictus, de Marti 198. Cristofanus olim Stefani, de Lugnano235-6. Dominicus (qd.),pisanus99. Franciscus, de Campilia 65. Henricus (olim), pisanus 125. Iohannes (nob.), de Setia 28f, 290,293. Marianus, de Plum'

bino

ló7.

Niccolaus (olim), de Carmignano, not. ll8. 93. Silvester, fforenti(ser), Vivianus (olim)' 55-ó' not. Uliverius

Pieris (terra), de Montefosculi

nts 235. de Pisis 59. Vivianus, fiI. Benedicti Franciscus, not. potestatis Tartacete 227.

198.

Francisschus, pellipparius, de Pisis ó1.

Franco (de): Leo 2.

Rivus lohannis

ll.

Frangigena, Frencigena (Ioannes), presb. l4l' Frangipani : (domini) 178-9; (nobiles) | 39; (oobiles romani) 226: Blaxius Nofi, cd. Onofrii 178, 216. Iacobus, do'lohannes Nofi, a'rbas minus Asture t6. Iohannes 107. 107. Manuel, Nicolai Karolus 178; cd. Onofrii 216. dominus Asture 16. Nicolaus Nofi 178; Cola cd. Onofuii 216. Petrus, dominus Asture 16. Petrutius 2tó. Ricardus, dominus Gsterne 216. Ursina 216'7: (m.) o.

Ceccarelli (Iohannes). Frascati (vescovo f,1)228; Fraschati (casa de Soreca da) 156Frassa Luscio (Lorenzo), de piacza lasni de Bove 146.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

386

Fraternitas u. Bassiano. Frctte, La Frutta,in dioc. di Gaeta 102'4; Fractarum (terra) 333-5; Fracta (le) 250, 260,331; (castellano) 255; (erafio) 254. Fraxie (terra lacobi), in Foialdi, in confinibus Peccioli 18. Freczella, Friczella (de): Gismundo 248. Iohan-

ne 248. Hyeronimo

250.

Fredericus er. Federicus. Frediani (S.) o. Firenze, Forcoli, Oratorio, Pisa, S. Frediano,

Frediani (Leulo) 345.

Fregoso:

Alessandro, condotiiero veneto

353.

Cesare

352.

Frencigena u. Frangigena. Frescume, Fiescume (vocatus) 99 u, Lupj (Francischus). fresenga, fresingha (scrofa) 260, 268. Fresone (Scaramutia), officialis Setie 173. Frige Panibus (de) o. Frangipani,

friso d'oro 344. frontale d'orc 344. Fructi, Fructo (Antonio de), de Pedimonte 253' 266. frumenta 305; frumenti (loveù 247. Fucchi (terra d.), in Palude, in Classo Lupareccie 36. Fugliani (Navis) u. Fogliano. Fuguttari (nob. Andreas), de Setia 296. Fulgineo (de) 75-6. Fulignato, famiglio del conte Francesco Sforza Visconti 127. funaiolus 134. funales 323. Fundera (Guillielmus), S. P. A" auditor 159-ó0, 162' Fundi, Fundis (de) u. Fondi. fundico 2ó9 o. sale. Fundus Turris Maioris Sermoneti l14. Funellis (messer Francisco de), d'Aversa, medico 254' îuneralia 245, Furagiocta, Furaiocta, habitator Asture 16. Furca S. Romani (contrada), in territ. Ninfg 142'

furcola, furcula bricciarie 173.

Íurier 352. Furnara (casa de Angeluccio) 145; Furnariis (de) u, Fornari. furta (proclama contra) 210. Fusci (Petrus), de Cora 330. fustano 339. Fuxo (Germana de), teeina 333.

G"b.nu 339;

u'

Fornarie.

ab

o,

Ghabus: Ciecco Pietro

Gactula

o.

33.

rato, scrittore

334.

Pietro-Bernardino

267.

Scipio 185.

Gaetani di Pisa: (domus) 9, 17 , 26, 41.2, 279;0oeia, turris) 38-9 u. Pisa; (Sciarra) 27ó: Andreas Mactaionis, miles 66-8. Bartholomeus d, Benedicti 49, Benedictus Filippi d. Stefani 245-6, 274-6, 338, 345t, (m) o. Gaetani di Pisa (Sandra), Ceus qd. d. Andreoctj 65,

69, 70. Ceus cd. Gaddi d. Andreotti 48-9,279. Feus cd. Gaddj Gonbi 17,4t-2; (uxor) u.Boctecche (Filippa). Filippus, fi|. Puccij Sciarre 48-9; miles 66; qd. Iacobi dicti Pucci Sciarre 279. Filippus Stefani l3l, 143; (heredes) 278. Gadduccius Nerij Gombi 2ó; Gadus lohannis Gadi 245-6, Genefra, Genepra 24ó.

Gombus 27; Gombi (cd. Gaddil 41. Costantia., fiI. Iohannis Villani 40; (-.) u. Dodi (Filippus).

Iacobus, frI. qd. Iohannis frI. qd. Iacobi Buffamacci 9, Iacobus, ex comitibus Terre Nominis et Maritime 34. Iohanna Filippi d. Stefani 245-6; {m.) Gaetani di Pisa (lohannes). Iohannes Gadi245-6; (m.) u. Gaetani di Pisa (lohanna). Iohannes Villanus 40; (m.) a. Stateris (Pia de). Lactantius lohannisGadi 245. Laurentij(heredes d.)

Benedicti

69-70.

39.

Laurentius Mattaionis, miles

Filippus, pisanus can.

33.

.Gattola.

Galdi. Gonbi (heres) u. Gaetani di Pisa. Gaddubi: Henrigi (turris heredum), Pisis 17. Tedda, uxor olim Guillielmi de Caprona, 38-9. Gadduccii o. Lenzl. Gaeta 115: Cayeta 102, 116,258; (ambasciaturi) 83-5: (episcopato) 83-4; (hospetale de la Anuptiata) 84; (piscato-

res) 345; u. Mola; caietane (dioc.) 298; (panno) 344; gavtani 0i) 83.

caiètanesco

Petrus, frl. Iohannis Villani

40.

Puc-

Sandra 246; (m.) u. Gaetani di Pisa (Benedictus). Stefano (messer) 65; Stefanuscd. Filippj Sciarre, miles ffi, 66-70 143, 279. Gaetano, Gaetanus, Gaitanus o. Caetani, Gaetani. Gagliardis (Leonardus Iacobi de), de Viterbio, not.246. 162. Gagno Vecchio (lo), in confinibus,* Galeotti u. Riario. Galgani (Kamilla olim Ranerii), de Pisis 199-200; (fiI.) o. OrIandis (Antonius de), Galina (Gabriel de), not., de Neapoli l3l. Caìitiae (regina) 102. cius Sciarra

gabbano 319.

33-4. Ciovnni

natus) 185: Antonius Christofarj, Gl. Iacobi 208. Baldasar 215. Bannella Baldasaris 215. Beatrice, di Onorato 340; (m.) Caetani Camillo. Bernardinus, fiI. Iacobi 208-9. Bonifacius, prior Barcli 282-3. Christoforus I, fi!. Iacobi II, miles,7l-j,83-7: regni Sicilie marescallus 89'95; logotheta, prothonotarius 93-5, 97; Fundorum comes 98, ll0-1, l3l. Covella, Iacovella, del qd. Onorato [Il] 254. Federicus, 61. Honorati 33ó'8; (m.) o. Sanseverino (Chaterina). Ferdinandus 185; (m.) o. Neapoli (Cassandra de). Francesco, cortigiano 248; legatario di Onorato tlll 258. Giacomo, Iacobus 208, 247-56t lacow Maria, conte de Morcone 251-6, n2. Giovanni Battista, legatario di Onorato tlll 258. Honoratus II, comes Fundorum l3l, 177-9, l8l-2; dux Traietti 185, 188, l9l-2, 282, 330-8, 340; losotheta et prothonotarius regni Sicilie 208-9,230,247-56, 267; (m.) o. Pignatelli (Caterina). Iohannes, 61. Ferdinandi 185. Nicolaus, fiI. Honorati tIIl 185. Ono-

56-7. Mea,6l. Fei cd. Gaddj Gonbi 4l-2,279. Oàdo fiÌ. qd. Iohannis filii qd. Iacobi Buffamacci 9. Pierus

Gabbrieivoculi, Cabbrieivoli, Gabrienoculi (sena\ 42, 49, 69. gabella, cabella 60, 192, 199, 216, 221, 273,327; (provisorcs\ 235-6; (registrum) 16ó; o. Firenze, Pisa, transitus. Cabiniani (castrum) n. GaviSnano. G

Gaetani di Fondi, poi d'Aragona: (casa) 258; (iuspatro.

48-9.

*

Gallarda (Antonius), de Bassiano 296. Callerani (homines d.) 2.

Gallettj,

Callecti:Bindus, fiI. Federigi, de Pisis 153. Pierus 197. Galli, Gallo: heredum (terra), in conf. Peccioli 18. Iohanni di Nino, di Pisa 34. Pandulfinus Lamberti 10. Stefanus (cd.), sensalis, pisanus l0l. Galligio (heredes Antonij), de Appiano 105. Callocto (prata di Piero), in conf. Pontis Here 81.


VARIA Gambacurtis (de):Laurentius l12. Petrus,capitaneus civ. Pisarum 50-1, Gamboa (Petrus), ep. calinensis 314. Gambuccioni (in), in confinibus Appianj 79. Gammariculus o. Camariculus. Ganalis (Placentinus) 306. Gangalandj (Antonius Martinj de), voc. Tartaglia 120, 114. Ganucci (Nicola), monsignore 347. Garavellum (ad) 42,49,69, Gardinj (Bacciameus cd.), de com. Oratorii 43. Gardonis (terra Coli), in Palude, al Tremulese 3ó. Carfagnini: Andreas cd. Iohannis, de Pisis 25. Cilla, filia Coscij, monialis 25. Coscius 25. Gargalone (carriola) 341. Garigliano 2ó7 ; (castellano in la Torre Aù 255; (passo de lo) 331,133-5. Garlon (Fasquasius, Pascasius), canc. Ferdinandi I regis 209, 267,274. Garuccij (Marcus cd.), de Pisis ó9. garzoni, catzuni 261,269. Gasparis, Guàsparis: Antonius, not. de Roccagurg,a 324. Iacobi barberii (apotheca), in mercato Vici Pisani 144. Gastina (a) 77. Gatanis, Ghaetanis (de) u. Caetani, Gaetani. Gattola: Iacobo (nob.), iudece annale de Gayta 83, 85. Gauignano 15ó; (homini de) 19ó; Gabiniani (castrum) lól ; (archipresli.) 157; (roccha) 15ó. Gavini (Matteo), di Corsica 247. Gayta u. Gaeta; Gaytanus r. Caetani, Caetani. Cazul, Gazullus (Antonius), in aprutina prov. thesaurarius 185-7. Gazzella (Trusia), madre di Sancia d'Aragona 250. Gello (de): Pauti Berti (terra), in conf. Appiani 27. Simonis Prrccii (terra) 37. Vannis lacobi (terra heredurn) 37. Celloputido (de) 2ó. Gello Putido (Baldus cd. Simonis de), not. curie Pisarum 37. Geminiano (S.) u. S. Geminiano, Gemme (lunte) a. Benencasa. Genezano (in) 154, 157. Gentile (Ciovannj di), vic. del com. di Firenze 116. gentilhomini 318. gentili, gintili (pecore) 260, 268. Genooa 16,49, 50; Ianue (civ.) 61, 91, l0l; (in Bancis) 50-l; (carceres) 47-55; (claustrum mon. S. Francisci 50); (d"minus) 122 o. Visconti; (palatium de Modulo) 17; (portus) 49,51; januensis (socius card.) 50 u. Menendus (frater); senevesis ó0. Genuensis (bona Menici) 341. Georgi (d. Sanctus), de Erbinano 347. Georgii (S.) o. Pisa, S. Georgii (castrum); in Monte o. Firenze; ad Velum Aureum o, Roma. Geppi (Bindus Michaelis), not.J7. G e r a r d i rr. Benencasa: Bartholomeus, spetiarius, pisanus ló4; (m.) u. Iacoba. Gerardus, fil. Bartholomei olim Gerardj 164. Iohannes 164. Tomas (mag.), de Pisis 241. Gerardini (Leopardus) 10. Gerardo (casa de), in piacza lagnj de Bove 146. Gerardus, not. Camere 25. Germanellus (Angelus), de Anania, capit. Sermonetae ?29. Germani (abbacia S.) 195 o. Montecassino, S. Germano. Germani (Matheus olim Bergi), pisanus 218.

i87

serosolimitano(ordine)227;o. lerusalem, Gessie (Tutius), de Setia 72. Ghedt 316,

Gherardi (Nigossante), de com. Terre Nominis 27.

Gherardini:Ciorgio,diRinaldiAloygi,diLoctino

199,

Rinaldo de Chino 199. Ghesis (Gaspare), di Piombino 240.

Ghessano, Ghiqano (de): Bartholomej (apoteca not.), cd. ser Pierj, not., Pisis 64. Franciscus olim ser Pierj not. qd. ser lohannis not., pisanus atque florentinus not.59, ll0, 120, ló7. Pieri, mercator bestiarum, de Pisis l3l. Ghettj (mag. Antonius Puccij), aurifex, de Plumbino I10, 149; (m.) u. Appiano (Chesis d'). Ghezius (Cherubinus), mastro di casa del card. A. Farnese 285.

ghibellini 317; gibellini de Tuderto 43. G h i n i: Albertus Martini, de Pisis 152. Bacciarellusr de com.Rasignani2T. Bartholomeus,pisanusl33-4. Martinus, de Campilia 64' 76'8. Ghirellj (Guccius Pierj), de Plumbino ll5. Ghigano u. Ghessano (de).

Giani (Gianus Pieri), de Ficechio 167. giannetta (punta de) 3ló. Giannis (heredes Andree) 197. Giberti (messer Io. Matheo) 357. Gicca (d.), mater Iohannis cd. Iohannis 45; (m) o. Cecchi (Tulinus cd.). Gierino (alias) u. Vulterris (Barnaba de). Giglio, Gilio (de): Iacobo, de Sermoneta 2ll'2. Simione (casa de) 146. Gillardi (ser Antonius), de Piperno 303. Gilius, nuntius com. pisani 18. Ginnetti (marchese Guseppe) 347. gioie, iove 25V1, 258,348-9G i o r g i i: Andreas Nicholai 241, Antonina Nicholaj, de Plumbino 240'1. Giracii (marchio) 338. Giraldinis(Bactista de), de Amelia, capit. Sermoneti 175. Girardj (lohannes Magistri), S. R. E not. l. Grardis (nob. Franciscus Antonii de), de Florentia, capitaneus pisane

civ'

59.

Girifalcus (Thomas de), cancellarius Alfonsi I regis 190. Girolamo (S.) u. San Ginesio Girolla (Govanni), mastro d'atti della Vicaria 345. giudice o. iudex. Giudiua (S.) r'. Lugnano'

Giuliano a. Iugliano. Giunta (Bartolomeo di), da Calci 213. giustizia (amministrazione della) 266. gladii potestas 214,31?-4. Glorii (ser Angelinus qd. Rainaldi d.), de Tuderto, not- 2óGoceani (marchio) 333. Gogio di Vallimori (al), in Vallino del Melo 48. Gombi u. Gaetani di Pisa. Gomita, Gomite:.Petrus (qd.) 9. Puccius de Pisis

qd. Ueuiccionis

17.

Gonarelli (Mannuccius), de comuni Belorc Gonbi u. Caetani di Pisa.

27 ,

gondula 12. Gonfo (terra de), in confinibus S. Marie ad Trebium 36. sonrla 344; gonnella 323, 89, 344.

Gonnarini (Ludovico), dtEnÀco 247' Gonzaga: (Casa) 3,l8: Alouisa 35ó-7; (f.) u. Castiglione B.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

388

Carlo, conte 135. Cesare 318. Enea Furlano, cava' lierc 315. Giovanni, marchese 322t 6) o. Bentivoglio

Laura. Iohan Petro 318. Laura (sor) 35ó. in conf. S. Iohannis de Vena 9l;

Gora (la),

(gasa la)

Grimaldi (loannes Antoniì), de Sermineto, presb. l4l. Grimaldo (Roeerius de), miles de Anania 23. Glimonil ile Grkac (Anglicus, Angelus de), ep. albanensis,

ló8. Gorga 196. Gorga (ser Gabriele de), vic, de Carpineta 153:' not.155. goryhere 344. Gorii: Andreas Cola, deSetia 304. Antonius Pe-

Gorj,

tri, de

Gregorius XII pp. 72, 139. Crenier (Giacomo), di Tournai, not, della curia in Roma 4. Grifus (L.), de curia Sisti IV pp. 224-5,232.

Setia 299. Corius Macthey, de Velletro 44.

Corius Petri, de Setia 299' Iohannes Petri (d.), de Sermineto ll4; Ioannes Petrus, can. sermonetanus 142. Leonardus Leonardi, de Velletro 44' Nicola, sindico di Carpineto 227. Paulus Sabe, de Roma 74. Stephanus,

Grottaferrata, Grypta Ferrata, tusculane dioc. (mon. S. Marie, ord. S. Basilii àe) 74, 126-7, 159-60, 162, 231t

S. Anderii, mag-

navis

49, 50. Gotie (terminus),

in capite Vallis del Melo 42, 48; Gotio, Goscio di Vallimorj (al),27,42,69; Gotium (iuxta) 27.

Gotti (heredes Martini), de Plumbino 2t0. Goafret Adianus, prothon. apostolicus 313-4. governatore, gubernator

r.

arma' Campagna, Paliano,Roma,

192.

granum (moneta) 207. del Grasso, Grassus: Bianchus fiI. Nicolaj, de Pisis 42. Francesco di Niccolò 309. Mactuczo, de piacza Iagnj de Bove t45. Petrus, de Fundis 192. Grassolini, Grassolinis (de), Crassulinus (Gerardus), mercator Pisarum, consul 49-51' Crassula (frater Iacobus lohannis de), vnsule YIbe 78. G r a t i a n i s ( d e ): Antonius qd. Bernardini Antonii, not' florentinus 346' Iacobus, de Monte Rhodunno, not.

Crassi,

298,329. Grato (lacobus de), habitator Asture ló. Gravia (lohannes Raynerii de), cler. leodvensis dyoc., not' 116.

Cravinae (civ.), de prov. Terre Bari' 148-9; (comes)

l2l,

Graziano (comes Ursus de) ló5. Greca (Nerius d. Ugolini de), miles urbevetanus 19' Grecesca (piscaria lo) 74; Gracisco Aò 127. Grecie (partes) 198; greco (insegnante) 357Grecis (Antonius Nicolai de), de Velletro 164. Greco (Marco), de Fundi, castellano de lti' 255. ercges 242.

Greei (Cola Iacobi Colae), de Setia l 14 Gregori (missa S.) 323-4t o. Pisa. Gregorii: Ghaspar, de Fulgineo, not. potesta-

tis Florentie 7ó.

Cualandi, Guaìandis (de):

226.

Antonius cd. d.

Henricus (olim), pisanus 120. Ran'

nucini (terra) 3. Gregorio calsolaro (casa de), de piacza Iagni de Bove 145-6. Gregorius X pp. 14. Gregorius XI pp. 138-9 u. Corrario.

69.

Nicolaus cd.

d.

Francisci

69.

Petrj

Petrus (d.)

77; cd. Antonii de Luca ll2. Ranieri (messer) ó5; Ranerius Iacobi 66-9. Rainerius, frl. d. Peri Lemmi Buelie 40; Ranieri di cd. ser Pero Lula 39-40. Gualdo (in), in confinibus Campilie ó4. Gualf redi:Bonalbersus, de Musiliano, iudex, not. imperatoris 7, Petrus Iohannis (ser), de Vulterris, iudex, not. florentinus ll3. Gualterus, troianus ep., regni SiciliE cancellarius 5. guardarobiera 251; guardia di fortellecze 263; s:oarAiano 261, 269. Guardis, Ghuardis (Baptista ser Franciscii de), not. floren-

tinus l5l. Guardistallo (ser lacobus de), not. 27.

Guarinis (Philippus de), de Fano, potestas Tenacene 227. Guarnian (Henricus), ep. 4. Guarnaia (in) 341. Guasparis o. Gasparis. Guastaferris (Nicolars de), capitaneus Montis... 315.

gubernator

Guccii,

tr

governatore.

di Guccio:

Iacobo

di Ciovanni, da Massa

339-

,10. Nicholai Mathei (bona) 342, Tolomeus Petri, nensis

143, 148 o. Orsini.

Cregori,

; (piscaria)

Guadangnj (terra heredum Cionis), in Appiano 52. Guado (al), in Valle di Conella 67. Guajmarjus (d.), de castro Turris 2.

Bullie

Gramus Cella (ocus) 342' Grandini (Martinus), de comuni Vicj Pisanj 98. srano, granum 32,77, 105,256,259' 262' 271,280'2,294' 294,301; (rubia) 184,346; (sachus) 273; carnellini, ca'

ll5,

(commendatarius abacie) 95-6

Grotti (Iohannes Petri), de Bassiano 298. Cruneo (lohannes de), iudex curie pisane civ,3ó.

Petrj d. Opisi ó9. Iacoba 120. Iohannes cd.

Terracina. Cracianis (de) u. Gratianis (de). gtacilla 207. Gradum Loray (ad) 48.

nellini (starium)

Grosseto (da) 339.

grossi 125, 133; de arsento 43,106.193 o. Firenze, Roma.

de Carpeneto, not. 155. Goscio (al) u. Gotie. Gosme et Dagmiani (SS.) u. Pisa. Goteres (Iohannes), de S. Iacobo

card. 43-4.

eripta 313-4. Grisoni 352. Crocte de S. Blasio (le), de piacza Iasnj de Bove 14ó. Crocto (de) 17 u. Dodi. Groctola 330-5; Groctule (terra de le) 337. Grofolete, Grossoleti, Gruffuleti u. Podium.

se-

ó3; u. Bichi.

Cuerini (Matteo), di Corsica

240.

Guertius (Iacobus), laicus de Setia 299. Gufo (heredes Antonij Vannis del), de Pisis 54. guelfg (nobiles partis) 14; guelphi de Tuderto 43. Guercio (Paulus del), exactor ghabellotorum Pisarum 70. Guerrerie (Bandinus od. Villani; 10. Guerrerius (Bartholomeus), de Bassiano 22-3. Guerris (Matinus Iacobi de), de Cezano, pisanus, not. 91.

Cuglielmino (Sebastiano), trensante in Fondi 250.

Guicti (Feus)

12.

Guidi, Guidus (Menichettus), de Luciana 67. Guidi And ree: Christofora(d.), fil. Guidonis 86.

Sal-

vucius Guidonis Andree, de Sertiano 86' Guidini de Soraggro (ha Giovanni), dei minori di S. Franceco 247.


VA RIA Cuido, arbiter intcr sitinos et terracinenses 5. Cuidonis u. Lippi: Iohannes (d.), de Setia 23. Tilius

olim Pieri Antonii, pisanus 23ó. Gujdocte (homines d.) 2. Guiducci j: Bartholomeus (cd'),de Campilia65. Mat' theus ó5: (m.) u. Specechicclj (Teccia). Guiglielmus, rex Sicilie 4. Guiglierma u. Fossa, Guilielmus (d.), monacus mon. S. Andree de Casainvidia 9. Guillielmus, sublacensis mon. abbas 159'60' 162. Guindacius (Ciccus Antonius), de curia Alfonsi I regis

389

Hungaria (frater Barnaba de), mon. casinensis 102, Hunsarie, Unsarie (reeina)83, 86, 89, 91, 93-5,97, 102; (rex) 73,83, 174, 186, 189, 193,207-8.

I, J:

iacinto 344.

Iacoba, uxor Bartholonrei Gerardi ló4. Iacobatii (lacobus), officialis Setie 288, 304. Iacobelli (Bartholomeus), de Rocca Arcis 102, 104. Iacobi, Iacopi (S.) o, Campiglia, Peccioli, Pisa, S' Iacobo, ' Sezza; Iacobus (navis vocata S') 49: et Filippus (Ss.) q. Pontedera.

Iacobi,

t49, l8ó-8.

Iacopi, de lacovo: Agustinus, de Campilia 189.

Guinifortus 122. Guinisis, Ghuinigis (Nicholaus de), ep. lucanus ll2'3. Guiscardi (Schecta fil.) 9.

Antonius, de Campilia 71. Cristoforus 306. Colucza, dicto lo Polo 146. Dammianus, de Setia 29ó.

Gulini (Paulinus), not.

cius Tuderti 15. Geronimo,

230.

56. Ioannes, archipresb' Sermineti 142. Iohannes lohannis. de Campilia 189. Leonardus, de Bassiano 182,304. Leonardus, de Sermineto 188. Mamilianus ser Antonii, de Plumbino, not., l0l. Michael (qd.)' pistoriensis 12. Nerius (cd.), de Campilia 64'5;(m') u. Lupi (lacopa), Nutinus (olim), de com. S. Iohannis de Vena 9l, Paganellus, aromatarius, de Massa 33940. Petrus280. Petrutiusdella**, cler. eccl. S. Ma' rie de Ninfa l4l. Pierus, de Florentia 120. Thomaus (mag.), de Terracina, cler' S. Marie de Ninfa l4l. (d.)

Gundulam u, Vallem (per). Guolfoguerus, pacavensis ep. 5. guria canum (cesa cum) 5. Gurgarum (contrata) 281.

Hadriunor, de curia Alexandri VI pp. 287' havere u. cantaria. haìbestandensis (cìer. dyoc.) 216. Hargentilex (mag. Iohannes), cler. constanciensis dvoc., not. 216.

hebreus u. ebreo' hedificiis (expertus in) 188. Henricus VI, Romanorum imp., Svevia (di).

52. Gentilis (d.), nunài Plsa 322. Iohannes

Fanellus, planularius,de Pisis

Iacobo (di Borbone), re de Sicilia 82-3. Iacobo (uno che se chiama) 155' Iacobus (d.), abbas mon. S. Savini de Montione 77.

Henricus, cancellarius comunis Plumbini ló7. Michael, presb., rector eccl. Buldro (od') Henrig Morellus, germanus BulS. Marie de Mezana

Iacoby u. Antonij. iacono (diacono) 250. Iagnj de Bove Giacza) 145-6; Blasio 0e srocte de S') 146; Blasium (casa iuxta S.) 14ó o. Roma. Iagni spadaro (casa de) 145.

dronis 7. Henrigus (presb.), mon. S. Andree de Casainvidia 9. Henxberch, Henxtberch (Cesarius), cler. coloniensis dioc.

Roberti, diaconus 245. Ianni, not., cancelleri delo conte de Morchone 192.

rer Sicilic 4' 5; (frater)

u.

7. ll4'5.

i:

.

287-96, 299,303-4. Here (ffumen) o. Era'

Heranii, Erasmi o. Maselli, Petri: Antonius Leonardi 281. Antonius Nicolai, de Bassiano 295'

Nicolaus, de Bassiano 291. herba u erbagio. Heremetis (S.) o. Hermetis (S.). heremita 293; Heremitarum S' Augustini (ordo)

ll2

o. Pe-

trasancta (de). Hermetis (abbatia S.) 235; o. S. Hermetis (comune)' Hidriae (not.) 148 u. Carbonell. Hiermano (de S.) o' S. Germano (de). Hieronimi (Aquista Antonii), de Patrica, nuncius 293'

Hieronimus, cancellarius priorum Viterbii

o.

2'16.

Ierusalem.

Hisiodoro (S.) o. S. Hisiodoro. Hiterraneo (Nicolaus d, ... de) 74. hominium 8, Honofrius (not.) 30ó. Honorius III pp. 15-6. horarum (infra solemnia divinarum) 215.

hortus

,.

ortus.

hospitale, hospitalarius 70, 329;

Ianni (prete)

Ioannelli: Antonio

(casa

de) 146. Nardus

355.

Iannis: Andree (terra heredum), in Boccha d'Era Bl. Cola (don) 154-5. Iannes fiI. Simonis, de Palaria, pisanus, not. 53. Martinus, de com. Terre Nominis 27. Pietro 184.

Ianni,

Herami,

Hierusalem

Iannelli,

u.

Campiglia, Camugliane,

Massa, Napoli' Nubila Pisa, Roma. Hostiam (ad) o. Pisa; hostie u. bussola; hostiensis u. ostiensis' Humilibus (Dominicus de), de C-amereno, iuder 144'

Ianninj o. Petri. Iannini (terra heredum), a Fossa Bolgati 31. trannini (Antonius fit' mae')' de Pisis 55. Iannone (mag.), de castro Normarum 2l-3. Iannone (Marcus), de Cora 330. Iannutij (Angelus), alias Agnusdei, civis Terracene 231-2.

lanua, ianuensis u. Genova. Ianuensis (terra Ranerii), de Pisis, in conf' Appiani 79. Ianuarius: Antonius, vice prothonotarius Regni 333'5, 3?8. Petrus lacobus (d.), de Neapoli 338. Iany Bactista t54. Ienson Cret (Nicolaus), venetus 287; potestas Setie 292' 296.

ieppuni 2ó5.

Ierolimj,

Ieronimi: Ierolimus (olim), de

Plumbino

102. Simon, de Plumbino l15. Ieronimi (doctrina B.) 48. Iermano (de S.) u. S. Cermano (de). Ierusalem (regrna) 83, 86, 89, 91, 93.5, 97, 102; (rex) 10, 73, 83, 17 4, l 8ó, 89, 193, 195, 207 -8, 217, J30-5 : hierosolimitanus (miles) 312; (otào) 2271


DOCUMENTI DELL'AR.CHIVIO CAETANI

39A

Iesu Christi (sculpta paxio) Ievoli (di) u. Eboli (d').

in com. Pontis ad Here ll8. .... (terra heredum), confinibus de Peccioli 18. Antonellus, de Milano 99, Antonius, de S. Hiermano 245. Baptista, de Orte 163. Bartalus (qd.), de Campilia ó5. Cagnuccus (d.), de Perusio 41. Fanuccius, de com. Pontissacchij 52. Francisca (d.), de Gmpilia 70. Francischus (qd.), pisanus 99. Corus (cd.), de Florentia 120. Guilielmus (cd.), de Pisis 42. Iacobus, de Setia 29ó. Iacobus Nicolaj, de Carpineto 6. Iohannes Nicolai, de

245.

in

ignenia (ordinare) 219. Ilbe (insula) 78; Ylve (dominus) 158, 190.

I

ldebrandi,

Ildobrand'i

o.

Urselli:

Bonaccursus

(qd.), not. 10. Cosaj (terra), in conf. S, Victorij de Campo 29. Guido (qd.), de Ponte 3, 4. Ildebrandus, fiI. cd. Iohannis not,, pisanus, not,40, 42. Ildebrandus lohannes, not. pisanus 279. Imbraccia (lohannes), de Fundis 130'1, 300. Imbraciatori o. Lova. imbroccato a. broccati. Imole, Ymole (dominus) 241 o. Riario. Imperantis, Imperiantis (Nicolaus Antonius), presbiter

Rocca Arcis, not.

. 4l;

mag. maxarius eccl. S. Marie de Ninfa 142. imperij sacrj (not,) 50-l; (princeps) 40; 47; imperium (me-

rum et mixtum) 214,238,313-4.

Pontissacchii 60. Iohannis Andree (Andreas), de Setia, not.131,292.

inforre (fodere) 265. Ingioria (casa d. Angelj), de piacza lagnj de Bove 14ó. Inglese (Antonia), fi!. Stephani 207; u. Acuto. Inguidazi (Antonius) 241. Ineurdi (Michael) 12. Innocentius lll pp. 5,226. Innocentius VI pp. 304.

VII pp. 138, VIII pp. 245. XI pp. 182.

II, resina Sicilie 82-3, 86, 148, 89, 91, 9?-r, 97.102, t09, 148. Iohanna (d.), relicta ser Macigne not.57.

Iohanna

Iohannes (S.)u. Campiglia, Monte, Pisa, Pontesacco, S. Iohannes; (navis vocata) 49, 5l; Baptista o. Pisa; Evangelista

(navis vocata S.) 5l; Lateranensis parata (Ss.) rr. Lucca.

o. Roma; et Re-

Iohannes, can. eccl. et capituli Luce

ll2.

2.

Gut-

2.

u. Maqionj: ...

Isabella, regina Aragonum 334. Isabecta (d.), consors Lancilocti de Appiano 210.

Isemía

206

Yserrie (capitaneus comitatus) 174-5, 204-6t

yserniensis (epirc.) 174.

Isolani (lacobus), tit. S. Eustachii diac. card. 139. Isuali, Isualia, Isualles (Petrus), archiep. reginus, gubernator Rome 305, 308,313-4. Italia 138,184,315,325; italiani (huomini d'arme) 352. Itri, Ytri 26J-4, 271-2, 331; (campanellus) 333-5; (castellano) 255; (gabelle) 85 ; (monastero de Donne di S. Martino) 2ó6; (passo) 264,270.

Ytro (de): Alexander(nob. mas.), medicus 189. Bernardino, canc. della contessa di Fondi 250. lucchi (Colus cd.), capp. S. Io. Baptiste Pisarum 33. iudex 4, 7 , 18, 2l-t, 25-7, 32-4, J6, 40-5, 5l-3, 55, 59, 64-5, 68, 70-2, 83, 85, 9l-2, 98, t00-1, t04, I 10, I 13, I 15, 144, 149, 153, 162, 173-4, 208, 245-6, 300, 302, 3A8| Itri,

Iudice, Iudicibus (de): Andreas

(heredes mag.),

(d.) 85. An-

tonius, de Serm oneta l72, 44-5, 1 84, l9 4, 2l l -2. Ianni, de Sermoneta 2l'1. Iudice lanne (Antonio de), preite, de Fundi 266. 1

Iudici lacobo (Cola de), de Vayrano

159.

Iohannes (d.), mon. S. Andree de Casainvidia 9. Iohannes magistri Girardi, S. R. E. not. l. Iohannes, plebis de Aquis plebanus ll2. Iohannes, S. R. E. scriniarius l-3. Iohannes qetinus, S. R. E. not. ll. Iohanni Angeli u. Mosca Iohanni Antonii (Maria Simeonis) 280-l; (m.) o. Vendicti (Leonardus Antonii).

Ioannis

Ionte (Antonius Cole), de Bassiano 295. I o r d a n i: Amato, fil. Iohannis dè castro Turris

(officium) 306,313-4; rr. curia, potestas.

Iohannes XXll pp. 30. Iohannes XXIII pp. 74-6,82, 118-9,217 u. Cossa (Bald.); Ianni (papa) 87.

Iohannis,

Gorce 239.

Iohannis Sancti (Cola), de Dragoneto 157; u. Panciardi. iomente, iumente (massarie de) 256, 260, 267-9. Ionnarello (Antonius) u. Mosca (Antonius).

Nicolaus 2. Iordanus, vicecomes Asture 16. Iovis o. Montis.

interprete 352, Iohanna I, regina Sicilie 71.

AIti de Comite

Iohannis Angeli: Antonius, de Sermineto 219. Evangelista Nicolai, de Setia l3l. Iohannis Petri (Antonius), alias Nappino, de castro Rocche

tifredus

Inole (terra) u. Lenola. inpulsorie (literc) 227. Insoglio (dello) o. Torre lo Porto, Insula 34ó-7; Licaonia o, Roma. Insarani (Vallis) 173. Interamna, Iterande (de) 159-60, 162; (rectores) 43; interamnensis (dioc.) 329; (ep.) ll3-4. interdicti (sententia) 177; interdictum 15. Interiora (Iacobus), sacrista can. eccl. Luce ll2,

Iohannes, cocus

colai (d.), de Rocca fucis 102, Talanus (cd.), pisane vic. sen. ll4-5. Vannis (terra), in conf.

eccl. archiep.

impollecte (ampolline) 251. imporchiare 260, 26 a. porco, scrofa. incisorium magnum de piltro 280. incrociata rr. strada. ,

Innocentius Innocentius Innocentius

102. Laurentius (cd. ser), de Plum-

ll0, l15; (heredes) 125, 241. Lina (d.), de Campilia 70. Mattheus, fiI. Fanuccij 52. Menicus, laborans terram 79, Nicolaus, de Bassiano 347. Nicolaus, de Campilia 71. Petrus (cd.), presb. de Montoporj ll3. Pierus, de Pistorio 41. Simon Nibino, not. 100,

138.

Iugliano (tenimento de) 180. Iuliani, Iulianus: Bartolomeus, aromatarius 24A-1. Iohannes, de.Cremona 277-9. Laurentius, frater Bartolomei 24G1. Paulus, de Massa329. Simon, numptius com. Florentie 76. Iulianus (frater), Iaicus de Setia 29. Iulie (terra S.), in confinibus Caprone 29. Iulius II pp. 322, 324, 127, 329, 330, 340. Iullano, (de) 87 o. Mulino.


VARIA Iunctinj:

Meus lohannis, senensis

Martino ad Paglianam

63.

Sander, de S.

67.

Iunii (lacobus), de Bassiano

295.

Iunte Gemme (Benencasa), not. 10. iuris (banchus) 189; (doctor) 144, 163, 233, 275, 286.7, 4, 327, 329, 318, 345 ; (peritus) 43, 163, lB8; (professor) 2il; iur.e civili Qicentiatus in)

29 I -2, 29 4, 300, 303, 3l

3-

45; legum doctor 104, l0ó, 128, 144, 166, 173, l9A, 199, 227, 241,245-6,276,278,281, 295-6, 302, 345.

39t

Lapi, Lapy Nicolinj (nob. Paulus), vic. Vici 116, ll8. Lapide (in) a. Monte S. Marie (de). Iapides pretiose 328; lapis sculpta 29 u. Caetani, Todi. I-apilio (colle lo) 228,2?0. Lappulam (apud)

12.

Larj (de) ó4 o. Buctarrus (loha'rnes). Larino (nob. Troyolus de), fiI. Anthonellj, armiger equester 134.

Latii (in partibus) 349. latino (in) 298. latrocinia (proclama contra) 210, Laudato (Augustino de), di Gaeta 258. Laudium Gù 177. Laura (sor), di Mantova 356.

iuspatronatus 185 u. Caetani, Gaetani, Napoli. Iusti (Pierus), de Scarlino 190.

Iusto (S.) u. S. Iusto (de). Iustus (d.), plebanus plebis de Morba 48. Iuvii Nicolai (ser Egidius), de Tuderto, not.33.

Laurentii (S.) u. Bagni, Capua, Ceppaloni, Pisa, Roma, S. Lau-

Kalistus a.

rentii (castrum).

Calistus.

Laurentii:

Giacomo, fu Bartolomeo, prete 349. Iohannis (apotheca), Plumbinj 125. Marco, da Castelfrorentino 233. Petrus, de Buemmia 152. Ranerius, gene-

Karolus u. Carolus. Kassiano (S.) u. S. Cassiano (de).

Katerina u. Caterina. Kinsica u. Pisa.

vesis 60.

Laureti (comes) 87,244; Laurito, Lorito (conte di) 138; (co-

Laboratoris (domus ad usum) 277. Labrici (res heredum lohannis), in territ, Setie 72, Lacum Troie GA) 42, 48.

l2l.

Lacuscellum r,t. Laguscellum. Ladislaus, rex Sicilie 73,84-5, 138-40, 217.

Lagaddubi (turris) o. Gadduli, Pisa. Laguscellum, Lagustellum, Lacuscellum in Terra Nominis 42, 48, 69-70. laicorum (exactio vel ordinatio) 3. Laivola Ripalbellese (in) 27, 49.

(in

podio super),

lana 219, 260, 268t Grte) 255; lanam (bactus ad) 13; lanea 198; (appannamenta) 242; lanarius 55-6, ll8-9, 128,162; lanute (pecore) 260,268. lancia 350-3; (compagnia) 357; lanceis (navis fornita) 12; lancella 248, 251. lancichinek (paghe a) 351-2. Lancilotti (Teseus), cappellanus pisane maioris ecd,esie 242. Lancroia (alias) 129 rr. Cascina (Antonius de).

Antonius Nicolai, de Bassiano

in Appiano 52; (domus),

in

Pontesacco

197. Bonaccursus 177, Gadduccie (terra d'), in conf. Camullianj ó0. Guillielmj Ciccholj (terra), in Bartholomeus

Bonaccursi, pisanus 120,

conf. Appiani 79. Iohannes (d.) 52. Mariottus Ascanii (nob.), pisanus 275. Pierus d. Cualterottj, de

Pisis 47-8; (mater) u. Ciechi (lohanna)' d. Iacobi Nacarj, de Pisis'{8.

Lanfreduccis (de): 279.

Raynerius

Andreas (nob.), qd. Bapiste,

Bondus, iudex curie pisane 55.

Lanli (don Francesco) 347. Lapi: Antonius, de Campilia 189. Cioli (terra heredum),

in

iuris

doc'

Lellj u. Putii. Campo 29.

82. Fei (terra), 52. Nicola mag.

Dominici (qd.), pisanus, not. florentinus 129. Landinj (d. Bice), de com. Campilie 70. Landis (Dalimanus Glorii de), de Tuderto 15. Landizonpe (Pétrus Nicolai), de Bassiano 82. Lando (de) u. Casa. Landriano (Franciscui de), canierarius ducis Mediolani 122.

pisanus

et Corsice 241. legis foretanorum (usus) o. Pisa; legum doctor u, tor. legname u. ligna. Legulj (Ferrerius Perj de) 94. legumina 172, 288, 290, 294, 301.

Lemmucij (terra), in conf. SS. Laurentii et Pantaleonis de

Lancioni, not. A. C. 347.

Lanf ran chi s (de):

lavatorium 168, Lacarj, Lacarii (d. Fares d,), de Roma 2, 3' Lazaiis Leazariis, Leazardis (d. Philippus de), de Pistorio 291,294-5, 299-301. Leccia (della) o. Podium. lectum, lectus 177, 244,265; lecterc 343; letticha 177. Ledre della Quarre (alle), in conf. Pontis Here Bl, 197. Le Fratte ,. Fratte. legato (card.) 184; leeatus apostoìice seAis 222,231; Sardinee

Lamardi (Nofarellus), de Setia 182,3M. Lame (le), in Valle di Chonella 67.

Landi:.

mitissa) l9l, 243-5. Lavacchio (locus dictus) 168; Lavagio (orto ditto) ló7. Lavaiano (Boninconhus de), not.curie pisane29' Lavatoio (in), in confinibus Camullianj 64.

confrnibus Oratorij 43.

Leni (Francischus not.), de Vico Pisano 21.

Lenis (de),

Leno u. Capranica: Baptista Laurentii Mar-

tini, romano 147S. Paulus, de Urbe 238. Petrus Lenola 331; Inole (terra) 333-5. Lensi, Lentij (Menicus), de com. Pontissacci 78-80. lenza (tela ài) 139.

238.

Lenzettini (domus heredum lohannis), Pisis 92. Lenqi (domus Simonis), Plumbini 125. Lenzi Gadduccii (Pierino) 247. lenzola u. linteamina. Leo X pp. 341,344-50,355-9. Leo, (de) Leo: Antonio, not. de C-astello Forte 2ó4. Checcho (case), de piacza lagùi de Bove 146' Iacobo Petri, de Ttayecto 272. Ianni 194-5. leodyensis dyoc. (der.) 136,216. Leola (6ume ài') 221-2.

Leolis (de),

Leuli: Bacciameus, pisanus 79; (ape Bacciamei (heredes), de Camutheca turris) 51, gliano 105. Bartholomeus olim Francisci 192'3' But' gundius, IeSum doctor, de Pisis 241. Bectus Francisci,

l0l.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

i92

habitator Liburni 126. Franciscus cd. Bacciamej 77. Tomase (heredes d,) 77. Leonardi (S.) rr. Maenza, Pisa, Roccagorga.

L

letto u. cortinagio, lectum, sparvere. Lialis (Nello), de Setia 173. Liazadis (de) u. Lazariis (de). Liberata (S.) u. Maenza. Liberozus (d.), de Magentia 324. libra B, 145, 289, 34, 100, 106, l15, 133, 125, l3l, t5l-3, t66, ló8, l8l-2, 189.90, 193, 197-9, 207, 218-9,235-6,240-1,244, 246-7, 273-71 279-80, 2Br, 300, 302, 304; olej 93; (pondus) 119,3i8,343 u. piper; de

ll9,

162, 164,298; cortonensium minutorum 14, 19-20; pi17-8, 28, 32-3, 37-8, 40-3, 46, 55, 57-8, sanorum 7,

n,

65,71,78,80; novorum pisanorum monete minoris 9; pisanorum minutorum 18,21,28,40; senatus ll; flo' renorum parvorum 98-9, ll7, 14J 16l; pisanorum

9l;

monete Patrimonii B. Petri 30; provisinorum sena' tus 82, 108. libro (computo et) 249. Liburna (terra heredum Nerij de), in con{. Pisani Portus 54, Liburne, Liburnii (castrum), Liborna, Livorna 54, 176. Licaonia (lnsula) o. Roma. Licio (Antoni de), not., de S. Iorio 2ó7-9. Lidani, Ligdani: Leonardus, presb. de Bassiano 281. Ligdanus Antonii, de Bassiano 295. Ligliano (Checchus Fanucii de), de Ponte Here Bl. ligna (capere) 225-6; licrttari.na 221; (limarè et sgrossare) 219; lignaminis (maeister) 55, ó0; lignorum (palli, valli) 291-2, 294.

Ligori u.

Papa.

Lilio (Antoniuà Angeli de), de Setia 291,294'5, 297' Linari (de): Bartholomeus, fiI. Michaelis, comit- Florentie

l19.

Michael l19.

I

90.

Simon laco

173.

Lodomeriae (regina) 102. Forchone.

logotheta et prothonotarius u. Napoli, Sicilia. Lombardia (in) 9l; (partes) 198; lombardi (signori) 315. Lombardini (Baldassus), de Castellina 278. Lomel 315. -

Loace, Loncx, Long, Love (loannes), consiliarius regius 3JJ-5.

Londra (panno ài) 89. Longano, Longane (castrum) 208. Loractinis (lohannes Cole de), de Nursia, senatoris Urbis collateralis 163. Loray (ad gradum) 42; de paschu Terre Nominis 69. Lorenzano (d. Bartolomeus de), plebanus S. Bartholomei de

Tripallo

I 13.

Lorenzo (S.) u. S. Laurentii (castrum). Lorini (Bartholomeus ser), 61. Bonaiuti, de Florentia 81. Lorino (Antonellus Gualterii de), conducterius ab equo Flo-

rentie 162.

Lorito (conte de) o, Laureti (comes). Lorpi (Dominicus cd.), olearius, de Pisis

47.

Lostis (domus Nannis), in castro Pontissacchi 52. Lothoringie (dux) 195. Lotiis (nob. Gentilis de), de Setia 291,296. Lova: de Bernardo 222; delli Caproli 221'2; de Donecha 222t àelli Imbracciatori 222: della Mascaroni 222, Luca (S.) u. Pisa. Lucca ll2: Luce (civ.) 61, 91, 101-2, ll3, 233t (carceresl 47, 55; (collegiata SS. Iohannis et Reparate) l12; (episcopale palatium)

ll2;

0ucana dioc.)

ll2'7;lurcen'

sis (civitas) 275.

Luca,

Luce: Benedictus Antonii, hab' Pisarum 162. Io'

haúnes, cappellamts 275. Laurentius, famulus Rotellini 341. Maria, pedissequa Catherine Ursine 323. Van-

nuccij (heredes) 71. lucerna magna titarisia 281; lucernarius 177. Lucerus (Salvator), de curia Iohannis [d'.Ang'òl 196. Lucia (S.) u. Maenza, Pisa. Luciana (castrum, terra) 6ó-7; de comuni S. Reguli Castellare (al).

lino (mobili, panni bianchi de) 248, 250-1,343'4:' linum 290; (peczia pannorum) 244t, Iina, linea l9B' 30,l. linteamina 177, 244,323; lenzola j44.

Lucie a. Belli. Lucis (S.) o. S. Lucis (com.). Lucius III pp.3.

Lintrisco Ga\ 221.2. Uonardi, Lionis o. Leonardi. Lionte (Giacomo de), fu Pietro di ser Giacomo, not. 322. Lippi: Andreas (cd.), de Pisis 38. Bertus Guidonis, de Flotenzola 167. Lippis (Mariottus de), de Aghinossi, florentinus, pote'

lugduirensis (Aioc.) 304, 329. Lusnano 3491 Lugnano (Aù 215-6; Lugniano (parr. SS. Quilico e Guditta) 349. Luigi XII, re di Francia ?W,315' Lula (Pero) u. Gualandis (Rainerius de).

stas Pisarum 199.

tira (moneta) 339-40, 350-3. Lischaiolam (ad) ó9; Listhaivolum (ad) 49'

Li

s

i

j,

(d

e) Li s i:

Iohannes lacobi, presbiter, de Fun-

dis 192. Nardo (donno), de Fundi 250-1. Iiterae apostolicae 306-7 ; executoriales 298-9; lettera grande 3og.

Liverius, canonicus catredalis Taracene 227. Livorno (Maria Lorenza di), moglie di Alfonso del Cupra.'. 54; o. Liburne (castrum).

-

Loctini (Georgius), fil. Raynaldi Alovsii, de Florentia 199-200.

Lo Forcone a.

Lepaccini (Alexus Benedicti), camerarius gabelìe Pisarum 166. Lerma (duca di) 185.

43; awi 4,73; denariorum 14,25'6,74,

Lodovicus lohannis, de Scarlino

locini (arbor)

Anthonius,de Tarvisio

(d.), Iohanne Lionis 166. Leonelli (Leo), de S. Aeapito 74. Leonini (d. Angelus), de Tibure, potestas Setie 296, Leonius (Gregorius), de Spoleto 347.

arsento

i:

bi (mag.) 190.

48. Odo miles dc Setia 22-3, 25. Mariottus (d.), de d.

Leonardi, Lionardi:

och

68;

(de)

o.

312;

lumbus porcj 2. Lunardi (S.) u. Nubilu. Lungarno u. Pisa. Lunigiana (de) 54, 198. Luoghi o. Monte. luogotenente di genti d'arme 350-3. Lupareccie

(in Classo) 36.

Lup.r"llj (terra ortalis Michaelis), in via Lungarno, Pisis I 18. Lupi, de Lupo u. Carasie (d.): ...(domus here' dum),Pisisót. Caterina(m.)64. Franciichus, de Campilia 70-1. Francischus vocatus Forescume, de Cam-


VARIA pilia 99; (m.) u. Pinozi (Laurentia). 241. rius

Franciscus Petri

Iacopa, fi!. olim. Laurentij ó5; (m.)

cd.).

Laurentius, de Campilia

65.

u.

Iacopi

(Ne'

Moricone (cd.),

not. de Pontehere 2ó. Nannes, tenens terram in conf. Pontis Here 81. Nuccij (terra), in con{. Tremuletj 164. Pierus (mag.), not., pisanus Ripabelle 27. Lupinus (comes Hugo) 4.

129.

Salvagnus, de com.

Luscio a. Frassa.

Lutiis (de), Lutii:

Antonio 355'6. Gentilis, orator Setie 327. Iacobus, de Sutrio 2?3i uditote del sovern. ài Roma 227-9. Luxxi (Rodericus), archidiac. de Alarconensi l4l. Lucerna (de) ló8.

Mu"uri, de Machariis (lohannes), not., de Castello Novo 180-1.

Maccabriani (Franciscus), sindicus Tuderti 14. Macchia (castello Àe) 137,180, 204-ó' 230; (domina) 7l o' Eboli (Rogasia d'); (dominus) 285. Macchie (sala) u. Pisa; macchia 301 ; (suso) u. strada. Maccione, Macio (Antonius), de Setia 299, 302. Maccuczo (casa de Renso), de piacza Iagnj de Bove 145. macellaio, macellaro 146. 196. machina bellica 305. Macigna: Gèrardus, not., de Pisis 4ó; frater Guidonis 5ó-8; Guidv l0l. Guido, cd. ser Nocchi, de Pisis 46-7' Guido, Guidus olim ser Macisne, de Pisis 56'9; (tna' ter) u. Iohanna (d.)' Iohannes, 6t. Nerii cd. ser Nocchi 46; pisanus 58-9. Macisna (ser), cd. ser Guidonis, de Pisis, not. 47:pater Guidonis et Gerardi 57-8. Nerius cd. ser Nocchi 46. Macile (contrata q. dic. le) 280. macina 192.

Mactaionis a. Gaetani di Pisa. Mactei, Matthei, Massey (S.) o. Appiani (confines), Mattie (S.), Pisa. Mactis (de) u. Mattis (de). Maczancollis (lohannes de), de Interamne, C. A. auditor 159-60, 162.

Madrigal (lo.), de curia collegii cardinalium 359' Manza 324; Magentia 177,211'4' 213,746-7 u' Mole 0e); (arx\ 324; (ecclesie): S. Antonii, S. Leonardi' S' Uberate, S. Marie, S. Sebastiani 324; (archipresb', capitulum) 234,324; (domini) u. Caetani. maestro de schola 247; ,. mastro. Magdaloni (comes) 338. M a g e n t i a, M a y e n z a ( d 234. Leonardus, not. 233.

e

) u. Maenza: Antonio, not'

Maggiolini, de Mageiolinis, Maggiolinus: Baptista, pisanus ló2. Pieruscd.Bacciamei,pisanus5l. Prosper l97t Gona), in conf. Pontishere 79, ll8. Magione 0a), in conf. Pontissacci 78; Mansionis (terra), in conf. Pontissaccii l0l. Magiori Thomasii (res Castri), de Setia 182. magister domus pape 325'7. magistero (opere e) 257; magistratus (decreto) 245' M"st"tri Antonelli (lohannes Antonius), de

Sermoneta 30ó'

Magistri Berti (Nicolaus), not., de Sompneno 233. Magistri Gcci (Stefanus), de Sermineto 324. Mugtttri Girardi (lohannes), S. R E. not. l. Magistri Petri u. Frammagtus-

I'

50

t93

Masistri Simonis (d. Ceccha), de Campilia 70. Magistri Thomasii (Curtius), de Setia 304. Magistris (M. d"), de curia Alexandri Yl pp. 276. Maelo (dictus) 105 u. Puccinj. Magnacarne: Antonii (heredes

qd.) 281.

Erasmus,

Bassiano 295, 304. Iohannes, not. 294-5, 298'9, 301-4,345; Iohannes Leonardus 298, 329. Iohannes Christofori 304. Petrus d. Pauli, not. de Setia 295. Masnacrapa (d, Andreas) I l. Magnanus (lacobus), de Velletro 44. Magnapane (Antonio), castellano de Morcone 255'

de

Magna Pesce u. Colasante. Magnati (Vincenzo) 142. masnates lB0-2, 188, 2?7,242'

Magno (Petrus de),'habitator Asture Maiani (p. Giuseppe) 347. maiestatis (crimen lese) 307, 310'll.

16.

Maimonis (Guido qd.), de Nubila 7. Maioricarum (rex) t74, 186, 189,33i. maiorina, mayorina (pecora) 260, 268. Malacoda (al Sasso di) ó6. Malamerenda (ser Dominicho de), de Roma 147. Malandrone (in), Marittime pisane l3l; (curia) 69; in conf. Terre Nominis 42; (pascus) 49: (tenim.) 274,277. Matasoma (Ciovanni), di Bartolomeo, prete 349. Malatacca (Catherina) 323. Malaventre, Malaventris (éomune) 58-9.

Malaventre (de):

Blaeius Clavelli, not.47. Thoma' sius ser Bacciamei (ser) 58-9. maleficium lT5,Zl4tmallefrciorum (officium) 176 u. Cascina. Malferitus (Thomas), regens cancellariam regiam Neapolis

331-5.

Maltagliata, Maltagliate(in) l97;inconf. Pontis Here 84 Mamioccu:, mandatarius curig Sermonetg l4l. Mammolini: Iacobus 175. Iulianus, fi!. Iacobi 175; (m.) o. Vaca. Mammossoli o. Marmosolio Manantis (Masinus), de S. Laurentio 302. manboli (bamboli) 317.

Mancini, del Mancino, Mancinus: Andreas, fil. Antonii 199. Bartholomeus 6. Bartholomei Bernardj (domus), Plumbini 102. Nannes olim Nannis, de Calci Monte S. 199. Antonius, fil' Nannis 199. Cola,

di

Govanni l9l. Franciscus, fiI. Antonii 199. Iohannes, de Carpineto 155. Iuliano, not. di Monte S. Giovanni l9l. Ottavianus Masinus, de castro S. Laurendti 297- Tuccio (case de), de piacza lagni de Bove 145. Zaccherias, frl. Nannis 199. Mandarini (Lidanus), oftcialis Bassiani 304. '

Mandrona (Elionora), de Travecto 251. Mandutii u. Manutius. Manentis (d. Francischa olim Ticis), de Cascina 62. Manerio (Angelus de) ló5.

Manfrone:

Giovanni Paolo, condottiero veneto 353. Pietro Paolo 353.

mangaviri 23. Mangiacavoli (Cuglielmus), olim Rainerii mag' Dominici, pisanus 235. Mangiautis (terra d. Ranerii), in Appiano 52.

Mangionibus (Antonius cd. Cipriani de), civis Florentie 81. Mangone (lacobo) 203-4. maniscalcus ll8; maliscalcus 200; menescalco 248.

Mansionis (tara) o. Magione.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

394

folles.

mantaci 221; mantici 219 o. Mantooa 315,318, 322; Mantua 316, 119,35ó-7; N.'. Donna de S. Pietro, delle Gratie 356; (thesaureria) 357; mantuano (gentilhomo) 319; mantuanus (clet.)

. (marchesana) 319, Mantova (di), Mantua (de): Agostino Michaelis 216.

(chiese): 327;

(messer)

305 lcÎ. Banilíni, Collectio p. 281. Antonella qd. Pauli

Manutius,Mandutii:Aldus veterum monimentorum

281. Maometto, Magomiectus

357.

III] l8l.

Maria MaÉdalena (S.) u. Pisa. Maria ..., famula Pierii Palmerii 198. marianensis (ep.) 313-4, M a r i a n i: Andreas, de Scarlino 190. Nerius, de PIum-

bino 100. Orlanduccio, di Corsica 247. Marij (Iulianus mag.), deDragoneto 157. Marinello (Ianni) 19ó. Marinj, Marinus: Antonius, de Setia299. Iohannes. Antonius, de Fundis l9l-2. Nicolaus Antonii 240.

Mariotti, di

Mappurcectis (Nanna Antonii Baci de) 323. Maractiis (leronimus de), olim Andree, calsaiolus

Massa

di Mariotto: Antonio(ser), da

339.

Grosseto, canc.

Bartolomeus, de Ponte ad Sevem 341.

Marittima, Maritima, Mur"t"-", Mariptima lJùis 5,

ll,27,

44, 86, 138, 180,224,257; (comites) 34; (iudex et as199. sessor) 45; (in partibus) 73, 148, 172; (prov,) 139-40, Maranola, Maranula 83-5,256,262,331,313-5. ló8, 187, 223; Maritima et Campagna Urbis 253, 259, marca argenti 16, 19,24. 263, 267,271-2; (eubernator) 300; u. Campagna. Marca, Marcha (la) 96; Marchia 138; (constitutiones) 308; Marittima, Maritima pisana 64, 27,131. o. Marchaut. Marcantonio, canc. di Guglielmo Caetani 349. Mariuzola, Maruzola (Giovanni Antonio), di Napoli 345. Marcellini, de Marcellinis (Corradus), de Urbe, ep,215-6, marmo gentile 25T; marmorarius l9l; marmoreus pilus 23T. Marmoreus u. Colle. 231. Marcellus 327. Marmosolio, Marmusolo (abbadia di) 228i Mammossoli (res abbatig), in territ. Ninfe 142. Marchaut, Marcha (Clemens), cler. aurelianensis 289,291-4, Marolli, Marolus: Antonius 302. Lindanus, de Setia 3A4299, 302, Nardus 299. M a r c h e s e, Marchesis, Marchesii: Berardinus Leonardi, Marra(della): Camillus (à.) 207. Iacobus Antonius 207. de Bassiano 281. Cagnassus, de com. Terre NomiIohanna, fi|. Ylarie de Scillatis 207. nis 27. Marchese 27. Nardus, de Bassiano 295,301. Marre (heredes qd. Iacobi), de Setia 108,284,300-1,303; marchetia (mercanzia) 20t. (res) l3l. Marcheui (Iohannes Nicholai), de villa Saletti, armiger 198. Marchia (Iohannes de), olim lohannis, monacus S. Micaelis Martellio, Martello (lacobo), de Trayecto, castellano de Falin Burgo 193; o. Marca. "aterra 263, 272. Martelloni: Bartolomeus,civisTenacene23l-Z. IoMarci (S.)o.Pisa. Marci: Petrus (d.), de Aretio 312. Tomasius, de Flohannes 232. Petrus 231-2.

*",J,"ij,.tjltser

racobus), not" florentinus Marciana (Petrus Laurentii de) Marciano ...

28. -Marco (de),Marcho:

241.

273.

ilTlJlil:1:

Andreas, 6r. Bartoromei res. B",tholo, meus lacobi, habitator Plumbinj 78, 80. Vivianus

(t"t) .-, not. 198. leFracte Martina(Iacobusde),decuriaFerdinandilrcgis2T4, 250,269. Massone, rationale di Fondi 254,257; BalMartinengo, Martinenghi: Batista, condottiero veneto dassarre, detto Massone 267. Marco Tuccio (casa de) 353. Francesco Amadeo, marchese 347. Piero, condottiero veneto 353. 145-6. Martini (S.) u. Itri, Pisa, Rio (in), S. Martini (castrum); Marcogallo (ortus Rentij), de piacza lagni de Bove 146. in Montibus o. Roma, Marctina (Cubellus de), de Ceppalono 208 u. Marúna. Martinj u. Rivus. Mare (da) 83 u. Torre. Marenga: Dominicus, habitator Asture ló. Iohannes Martini, (de) Martino: *** (terra), in com. S. Reguli ó8. Baptista Laurencii, romatus 223. ló. Petrus ló. Bernardinus (ser), de Piperno 303. Papinus, piMareni (castrum) 188-9. sanus t50, Nicolaus, de Ceppalomo 208. Stefanus, Mareno (Franciscus de), rector S. Bartolomei de Insula 145. de Porseudi 297. marescallus o, Sicilie (regnum). Martino, uditore nella carsa Tenacínensís conrtnium 349. Maretema u. Marittima. Margani3 Baptista 143. Paulus nobilis Stephani 242-3; Martinus IV pp. 15. (m.) o. Caetani (lacobella I[). Pierhieronimo (messer) Martinus V pp. 8ó, 9A,92,94-5,97, 102-3, l0ó, 108, 140, 172,178. 335. Stephanus (nob.) 242-3. Martis u. Montis. Margarita (S.) o. Cascia, Firenze, Pisa. Margatti (Fatius) 13. martore (fodere de) 2ó5. Martorell, Marturel (Franciscus), de curia Alfonsi III 186. Maria (Virgo) 128, 230,302,323t Marie (festum S.) 2,32, Martraverso (in) 218. 80, 102, 115,300 u. Assumpcionis (festum); (ecclesie) u. Bagsiano, Blentina, Campo, Maenza, Mezzana, Ninfa, Maruzula u. Mariuzola. Marzaao (di): Tomasius, Regni magnus admiratus 7l; Norma, Pappiana, Piperno, Pisa, Sermoneta, Sezze, Sur(m.) o. Eboli (Rogasia d'). resca; (navis vocata) 49-50; (mon.) u. Grottaferrata, Valverde; Consolationis u. Toddi; del Fiore u, Firenze; Marzano Ruffo (di): Marino, principe di Rossano 194. in Lapide o. Monte (de); de Martiribus u, Ceppaloni; Mascari (Bonaiunta fi|.), not. de Montefosculi 27. Maior o. Alatri, Capua, Conella, Roma; Novella u. CamMascaronj rr, Lova. pielia; u. Petie (tenuta). Mascha 0ocus dictus) 197. Federico(ser),de


VAR IA

Maschianis (de),

Maschiani: Andreas, frl.Mathej cd. Bartholomej, pisanus 134. Antonius, frI. qd. Pierj olim Nerii 167. Bartholomeus, de Pisis 152. Franciscus, fil. qd. Pierj olim Nerii 167. Ghabriel cd. Pieri, lesum doctor 199. Iacobus, fi|. qd. Bartholomei Nerii 167. Iohannes, fiI. qd. Pierj olim Nerii ló7. Isabecta, fi|.

Mathei

l8l'2, 233; (m.) u. Appiano

Maseis (Iohannes de), de Narnea, Urbis senator 213.

elli

u, Herami:

Iohannes, de Setia

Matthie (Iohannes), de Sermineto 23. Matthiochya {Antonellus), de Capua, iudex 149, Mattis, Macto. (de), Matti, Macti: Antonius, archipr. S. Marie de Sermoneta 239. Biasio, de Fundi

270.

lil,3@-1.

Io-

1J1,300. Petrus lohannes, pfesb., de Bassiano l3l,29l; Iohannes 300-1. Petrutia Petú 284, 298, 300-l: (m.) o. Belli (Nicolaus). hannes, de Bassiano

Bl.

Masi:

PieBaldassar, de Ponte Here 81, Menicus rus, de S. Regulo ó7-8. Masonibus (Aurelius de), cler. mantuanus 327. Massa 329, 139; (canc. del comune) 339; Masse (cathedralis, sigillum episcopatus) 329; (domus Pie) l29;(hospitale S. Andree) 329, 319-4h (terzerium civ. veteris) 340; (vic. del vescovo) 339; massana (dioc.) 158, 166; massanus (ep.) 329. Massa (de): Andreas, fil. ser Peú 63-4. Nicolaus Ai'rdree ser Peti 63-4. Pierus (ser), avus Nicolai 60, 63-4, 77. Simon Andree olim ser Peri 64. Massa d'Esculo (Guerrierus de) 128, massaria 221, 256, 260-1,267-9 o. bestiame, bufala, capra; massaro (mastro) l9l, 253-6, 261 -3, 267 -9, 27 l -2; maxarius (mag.) 142,214; senerale 2t9-61. massaria di casa 339; massaritie 177,221,3?9. Massei (mon. S.) o. Camwliane (com.), Pisa. Masiej (Antonius), mas. lignaminis, de Pisis 60. Massettj (Chandona), de comuni Campilie 71.

Iacobellus loannis, de Sermineto

(notaro)

(r ancillotto d').

Matteus, Gl. Bartholomei, pisanus 134, 152, 167,181-2. Nerius, fiI. qd'. Bartholomei Nerii 167. Maschione: Bandinus qd. Ildebrandi l2-3, Oliverius, not. lB.

Mas

395

ló9;

Iacobus,

de

de Sermoneta 239.

Mauris (d. Nembrottus de), de Balneoregio, iudex 245-6. M a x i m e: Iacobus, de Bassiano 295. Iohannes 295.

Maximi (S.) u. S. Maximi (castrum). Maximi (lohannes Simonis) 281. Maximilianus I, romanorum impet. 329,340. Maqionj (terra lohannis), in Palude, in Classo Lupareccie 36. Maziotta, barbitonsor de Sermoneto 2ló. Maqo (Bartholomeus, di), dal Ponte d'Era 82. Medici: Iohannes u, Leo X pp. Iohannes, tit. S. Laurentii in Damaso presb. card. 348-9. medicine doctor 83, 85, 166,323; medicus 189, 254;256, 258,329. Medicis (lacobus Iohannis de), de Bersia 48.

Medicus (Guido) 12. Medio (de) 86. u. Porta.

Mediolano (de)

o, Milano: Iohannes (frater),here' mita 293. Petrus (mag.), marmorarius l9l. Meglioratj, Ciale, fiI. Guidonis, pisanus, not., iudex 51. Iulianus Guidonis 51. Megneus (Iacobus), de Ceppalono 208.

Megnicti:

(Angeli heredes) 207. Bartholomei (heres)

207.

M

e

Pierus fiI. Guidi, de Campilia 71. Ubertinus (ser), spetiarius, cd. Francisci, pisanus 61.

i:

Melangolis (Bartolomeo de), di Carpineto 229-30. Mele (aìle), Marittime pisane l3l; (tenimentum delle) 274; Melis (curia de), in Terra Nominis 42, 69; (pascus) 48, 241. Meliorenensis (lohannes), cler. basinitine

Massimo, Massimj: Paulo, de Roma 220-1. Massone u. Marco (B. de). Mastij (res Stephani), in territ. Setie 72.

189,222. lacobo

Sermineto 188. Nicolaus,

dyoc.

136.

melitensis (ep.) 327.

Mastri (lacobus), conversus mon. S. Bernardi de Carraiola et S. Crucis de Fauce Arni 9, 10. mastro: de camera 248; de casa 104, 247,249-50,252,285; de stalla 248,250-l; iurato 206; a' maestro, massaro. Mastro lanni (Ferrante de Cola), de Castello Fote ?55. matarazzi 248,250; materassa 177; matrassarius Matela (comes Ugo de) 4. Matena (Rollandus de), civis Ianue 51.

ll4-5.

Mellis (Petruiius), notarii Iohannis l9l. Melo (del) o. Vallino, Vallis. membrana (catte àe) 274. Menchj (Micchael), de comuni Oratorii, extimator ll7. Menendus (frater), yspanus, ord. S. Francisci 50. Menichi (Narduccius) 105. Menici ([,aurentius), de Gsanello 12ó. Menico, prete, cappellano del conte di Pitigliano 342-3. Mercantia o. Siena

Mercantis, Mercatantis (ser Nicolaus de), nob. de Setia

Materatio (...) 28.

294-7, ?03.

Matere (comes) 338. Matheo u. Matteo. Matilda (comitissa) 43. matricina (pecora) 2ó0; matrina (pecora) 268. matricula collegii notariorrtm 246. Macthej, Mactheo u. Gorii: Antonius (presb.), de Campilia 70-1. Cinus, de Ripalbella 27. Ioanni, de curia Alfonsi regis 187. Ludovico, de Tivera

Mattei,

I

6. Petrus (d.), iudex' de Velletro, 2l-3,25. Petrus Luce, de Riparbella 241-2' Matteo, thesaureri de lo prothon. dè Sermoneta 286' 305. Matteo (maestro), sarto di Mantova 357. 147, Petrus, de Nimpha

Matteus esculanus (-"g.) 8. Mattheus, s. rom. eccl. scriniarius 5.

Matthia macellaro (casa de), in piacza Mattie Apostuli (in festo S.) ll9.

Iagi

de Bove t46.

Mercato (in burgo), mercator 50-l ,

57

,

in

conf. Vicj Pisanj

128-30, 162, 167 -8,

197

9l; ,

I

u. Pisa.

99-200; bestia-

rum l3l. mercium (cantariata) l2'3. merco (per bestie) 260-1, 267,269. Mercualdus, senescalcus Henrici VI imper. 4. merenna, merenda 2, 3. Mericj (domus lacobj), de comuni Tremuletj ló4. Mesasne (tenta) 325-7. Mesa Via (cona de) 158. mesali 248. Mese (a) 5. messa, missa 215, 2M, 258, 280; mortuorum 218; messale 309: de carta de coyro 248,251. metallo (boche de fuoco AI n5.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

396

metensis (dominus) 223

Metio (de)

Mondieli, Mondiglio, Mondilio (locus

o. Metz.

q.

dic.) 27, 49, 69;

u. Poggio.

173.

Mettefuocho (Gerardus), not., cd. Ildebrandini notarij 40. Metz (arcidiac. di) 227 o. mctensis. Meuccij (Ghinellus), de comuni Rasignani 27'

Mondus,

Mondo, Mundir Cola, de Secze 196. Iacobo

(messer), de Velletro

284.

Iacobus, de Bassiano 289-

96, 298-9, 302-4.

Mecqo (de) 57 o. Yia. Micaelis, Michelis (S') u. Oratoio, Orticaria, Piombino, Pisa S. Michaele; Arcangeli u. Pisa. M i caeli s, Michaelis: Bartolomei (terra), in conf. Pontis

Monelli (Chellinus), de comuni Belore 27. moneta d'argento, d'oro l9l, 212; (usualis, currens) ló4, 168; u. denarii, libra, Napoli, Roma. Mon{errarij (lohannes), de Bassiano 82. Monferrati (Iohannes), de Setia 292. Monis: Andreas (cd.), de Pisis 39. Bartholomeus Cecchi, de Castagnechio, not., pisanus 105. Monna at. Carasie (d.).

18. Bartholomeus 197. Biancus 190. Duccius (olim), de Blentina 97-8. Iohannes, de Campiglia 70. Pietrandrea 345. Salvatorc 345. Micchele 0a casa de), de piacza Iagni de Bove 14ó'

Montachiello in Guarnaia 341. Montalto, Montisalti (castrum, portus), castrensis dioc. 30. Montalto, Monte Alto (Ludovicus de), regius consiliarius

Mey o. Mei.

ll4;

eccl. S. Marie, pisane dioc. ll4-5. Mezane (comune) Mezzatota (Ludovicus de), card. 168-9, l7l'2, 184; camerarius pp. 196, 300; patr' aquilegiensis 173-4, 222'3.

Here

8l;

(heredes) I

Michael, can. eccì. Luce ll2. Michattj (Tomasus), nuntius pisani comunis 77. Micillo u. Ragho 0o). Migliancia (casa de} de piacza Iagnj de Bove 145' Migliari (casa loannis), de piacza Iagni de Bove 146' miglio (munitione de\ 259. Miglionico (tena Ai\ 337. Migniano (d. Mactheus de) ló5. Mílano 122; Mediolani (civ') 91, 122; (àux) u' Viscontil Milano 99,315; (vittoriE di) 357; mediolanensis (archiep')

223: (doúws) 222. miles 19, 22-3, 25-6, 41, 56'7' 66'8,70'7, 89'95, 97, lA8, il0-1, 120, 131,143, 174, 190, 213, 215, 230, 2374,

279,285,312; (stipendiarius) 358: sotius capitanei 99' Mileto (vesc. di) 327. Mili (Porticella), de Tuderto 14. milia (per) 278; miliare 173; miliarium 172; mielia 315'

Milis (Fossae) u. Sermoneta. Millio (Clemente) 347. mine frumenti Minervino, Menorbino 330-5miniatore 309. Miniscio, de piacza lagni de Bove 14ó' Ministri degli Infermi 347. 2.

Minturno u. Traetto. Minutulj (Nerinus Bartholil, de Pisis 5t. Mirabassa, Mirabassi (mag. Antonius), de Mareno 188-9'

Miranda 204. Misericordie (fratres) 105; u. Pisa. Missino (de') 74. mobili bianchi 250'1. Moccia (della) 4ó a. Pieri (Simon cd.)

Modena, Modona (de): 198.

imp.

l4l'

modiorum prati 7.

Modulo (de) u. Genova. Mola de Gayta (districto de) 83. Mola Ripalbell".e (lu), in confinibus Terre Nominis 69' Molara (alla, de) 156, 165; o. Anibaldi. Mote de Magiensa (le) 296 u. Maenza. Molendino o. Mulino; molendinum ab aqua 192-3; molino 222.

Molise, Molisi (prov.

338; o. Motalto. montani, tappeti 248, 250,265. Montanino (de 62 Colle). Montaquila, Montis Aquile (castrum) 71, 137, 174, 2J0, 285; (dominus) o. Eboli (d').

Montaquila (di): Iacobus, episc. yserniensis 174. miles 174. Philippus (cd.) 174.

Lucas,

Monte (Luoghi di): S. Bonaventura, S. Pietro 347; o,Firenze, Roma.

Monte (al), in confinibus Camulliani 59, 105. Monte (contrata lo), in territ. Setie 280. Monte (de, del): Iacobuè Antonii, oficialis Setie 293'

3M.

Iohannes 306.

Monte Boagjne (castello di) 134. Montecassíîto 102; (archivio) 102; (abbatia S. Germani) (eccl.

S. Benedicti)

l!5;

245.

Montecastello (plebanus de), lucane dioc. ll3. Monte Castello (Bindo da), de Ponte Here 81, 197.

Monte Curvo (de) u. Pontecorvo. Monte de la Casa (Fredericus dal), pisarum potestas 2ó-7. Monte del Campo Rosello 228. Monte Feltro (contado di) 134; Montie Filtri (comes) 14. Montefiascone 14; Montis Flasconis (palatium) 14. Montefiascone (Petri de), de piacza Iagni de Bove 146. Monteforte 0a fortecce de) 89. Montefortino, Monte Forteno 123-4. Montefortino (Bernardinus de), alias Spendato 284. Montefosculi (com.\ 27 93; potestarie Palarie ll9-20. Montefuscolj (terra Masinj de), in Lavatoio 64. Monte Ghiso 197. Montelanico, Montellanico 155; (passo) 196.

Clara(d'), mater Coli Palmerii

Iohannes Ferdinandus, not. apost. et

monte 260, 267.

di Contato di) 264' 2ó9;

(comitatus) 102, I 80, 208: (vrcercx) 202-6. Mona Pia (de) u. Rio. Monacelle (turris heredum d. Gerardi)' Pisis 17.

Molisii

Montellanio (Angelus de) 296. Montelupo (Franciscus de), fil' ser Lapi, Pisis 33. Monte Muro (convento Aù 247. Monte Nigro (castello de) 201.2 u. Rigonigro. Monteoliveto (congregazione di) 345. Montepeluso 330-5; Monte Piluso (terra de) 137.

Montem Peritum (feudum) 4. Monterano (Butius de) ló5. Monteroduni, Montis Rodoni Montis Rotundi (castrum) 7l'

rt3,

137, 174, 180, 192,2M,230,

n\298;

(dominus)

o. Eboli (d'). Monte Rotundo, Monterotondo 317, 319. Monterotuirdo (L:urensius de) ló5. MonteS. Mariein Lapide (d. Iacobus de), iuris peritus 163.

Monte Sancti Martini (de) 216.


VAR IA Moít" S.

munitione di casa 250; di stalla 250.

Biagio u. Monticelli.

Monte San Gíoouní

l9l'

Monte Sancti Sabini, Savini (ser Iacobus ser Gandulfi de), cancellarius curie Pontis Hete 196'7,273'4. Monte Varchio (ser Laurencius de), not. florentinus 274. Monticelli, Monticello 165, 239, 263, 271' 331' 333-5; (ca' steilano) 255.

Monticello (Antonaccio de) 196. Montione (de), pisane dioc.: (abatia, mon. S. Savini) 76'7; districtus pisani ll8. Montis Calvolj (poitium) 42, 48, 69. Montis Iovis (comes) 75-6 u. Actonibus (de)' Montisleonis (castrum)

341

; (comes) 338.

Montis Martis (olim castrum) 19, 20, Montisodorisii (comitissa) 244-5. Montis S. Iohannis (ecclesie in castro) 3. Montis Scuderii (pascus) 242. Montis Viridis (comes) 44; u. Acetus. Montone (Brachius de), armorum capitaneus 102' Montopori (de) I13. montuni 260,268.. mon 32i u. Catherina; moresca (tela) 344. Morba (plebanus de), vulterrane dioc. 48' Morcivito (in), vicani castri 21. Morconi (castrum), in regno Apulie 73; Morcone (conte di), Murchoni (comes) 192, 196' 249'56, 258'60, 2$'74, 272-3,281. Mordoni (terra Nicolai), aurificis, in loco dicto a Pescina 3l' Morieli (Fra), contra Urbem bellans 140.

Moricone (d", dello): et frater

Andreas

165'

Mactutius

165.

Mori ncino (de):

Hector lacobi, de

Setia304' Iohan-

nes Franciscus 304.

Morisi (lacobus), de Ravenna 216. Moronelti (Iacobus), olim Francisci de Vico 55'ó' Morrona (d") 58. Morrona (de): Bartholomeus,6l. ser Landi olim ser Leopardi, pisanus, not., iudex 70. Bartholomeus' presbiter pisane maioris ecclesie 242' Morte (Iacobus de), de Neapoli, iudex 338' mortuorum. (exequie) 323; (officium) 217; o' me*sa'

Mosca (del), Moscha:

Angelus,

de

Bassiano 72'

292. Aneello (mag.), Iohannis Angeli Antonii Pelose' de Bassiano 281. Antonius Angeli, alias Antonius lon' narello 280. Antonius lohannis, de Setia 108' Ludovicus, romanus 314. Nofrius, frl' Iacobi, pisanus 72; Honofrius 197. Tomas, de Bassiano 295, 301' Mosca Nasus (d. Iacobus), de Piperno 6' Mosperser (Iacob), lancichinek 351. mosce, moste

8l'

(poor") 260, 26f.

Motala (Iacobus de) 241' Motalto (de), Montalto (da) ló4 u. Pasquini. Mottola, Mottula 330-5. Muccio Palello-(casa de Petro), in piacza Iagni de Bove 146.

lll.

Mugischus (lacobus), de Pedemonte mula 207, 248; àa sella 251 ; muli di carriagio 248, 251-2; mulicteri ; molecteri 248, 250-1'319.

8l o' Via: in conf. Camugliani 105; di

Ca' Massa, in da Pero ser di 87; Iullano de muslano 192; conf. C"-ulliani 60, 64,77. Mundi, Mundus o. Mondus. mundualdus 20ó; munduus petitus 244'

Mulino (del)

397

di castelli 263' 266; èi iorteliczi' 272;

Murcj (Ciolus crl. Bartholi), pannarius Pisarum

'

murus anticus 6; cum morellis et turre ster) 55; muraces casaleni ló8.

l0;

57.

murorum (magi-

Murscio (lacobus) 12. Muscectula (Franciscus), de Neapoìi 338. Musiliano (de) 7 u. Gualfredi (Bonalbergus). Musiliano (Benettus de), fiI. Alberti not., iudex, not.

18.

Musso (Barholomeus), not. 12, 14' Mustaca 0a herede de missere Benedicto)' de Gavta 84. Mustarellus (lohannes) 280. mustum 281. muzo, muczo 250,252; di spoli, di stalla 248.

Nacchi (Pierus ser Cecchj), de Plumbino 57. Nacharella (dominus) 85. Nacrius (Ammonardus), de S. Laurentio 29ó. Nadus (Antonius), ofÉcialis Setie 173. Nalli (Antreas Pieri), oficialis Setie 173.

Nannie (Oliverius Antonii), de Lugnano 235. Nannis: Antonius, lt7. Laurentius, de Oratorio l17. Nante (lacopus olim Antonii della), de Fivizano 197. Napolt 82, 143, 174, 185-9' 234,282, 715,330'6, 345;

Neapolis (civ.) ó1, 108, 127, 131, 175' 182, 248, 273, 283, 338 (archivium D. . Marie Annuntiate)

230;

(ca"a Cel conte

di Fondi) 248-9,2!8:

(carceres)

47; (Castrum Novum) 85; (Castellum Novum) 186-7, 190, 267, 282, 331-5; (hospitale dell'Annunziata) 266; (Sedilis Montaneg) 208; (regnum) 139' 186-7' 202 rt' Sicilia; (Reame, Reeno) 179, 193,31ó; (magnus admiratus) 7l; (barones, principes, comites, milites) 71,90' 3J3, 34fr; (camero Summarie) 149' 186'7, 265' 270; (sigillum) 335; (cameraria) 244'5; (magnus camerarius) 18ó; (conte camborlingo) 138; (cancellaria\ 234' 267, 282, 285, 333 ; (castelli) 259, 266 ; (masnus comestabilis) 315; (S. R. Consilium) 175,331-5'338; (consuetudines) 88-9; (conservator generalis patrimonii) l8ó-7; (Corte) 269-70,337; (costittizioni) 266; (curia Sicle) 109; (era' rius) 186; (fiscus) 185; (infeudatione) 193;0ogoteta e protonotario) 241,253,264,270 (moneta) l9l; (parlamentum) I 8 I ; (Vicaria) I 85 ; (sigillo del reggente) 345 ; 202, 204, 270; (commissario) 269'7A; (secretarius) 338; (vicerex) 185,338; napolitano 228; neapolitanus (card.) 330 a. Carafa OlivieroNappino (alias) o. Iohannis Petri. Narcisus, patricius romanorum 226. Nardello (Andrea de), de Fundi, castellano de le Fracte 255'

Nardi,

de Nardo, Nardus o. Dentis: Antonius, maior, de Setia 299,30^ Antonius Cole Angeli, minor 295, 302,3A4 u. Angeli' Coscepti' Constemptini (terra he' redum), de Cugnano 32-3. Franciscus, de Cora 330' Iohannes (cd.), de com. Pontishere 53. Leonardus (don) Ni- colai, diaconus 245; Martinus, de Blentina 98. Nardo, de piacza lagni de Bove 146. Paulo 146'

Petrus, de Piperno 324. Nicolaus Boni, not' de Setia 704. Nardinis (Stephanus de), de Forlivio , 173,3i0; catà' 222-3' Narnea (de) 213; Namie (com.) 19; narniensis (civ') 43' Nasini (Petrus) 302. Naso (alias) 146 u. Rwica. nastari

di

seta 339.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

398

Mosca.

Nasus u. Natale 88, 355; Nativitate Dominj (in) 2, 44, 207, Navacchio (Landus de), curie cabelle Pisarum Nave u. Fogliano; navis l2-4,32ó; (magister)

rius l2-3; naulum

Neapoli (de)

70. 49.50;naucle-

l2-4,

u. Napoli: Cassandra 185; (fi|.) u. Gaetani (lohannes). Iohannes, de Sermineto, not. 44. Necti, Nepti u. Vecti. Nellus, dohanerius Pauli II pp. 219. negellata (frbia) 130.

303. 189,333.

nemus 172; nemorosa tewa Neopatrie (dux) 174, 186, Neptuni, Noctuni (castrum)

74,88, 170,172: (dominus)

Colonna. Neretti, (d") Nerettis: rentinus

200.

200. Pieruslacobi

Iohannes Francisci, Francisci, florentinus

u.

flo152,

Nerij (S.) ,. Campiglia. Nerij (dicti) a. Primeranj (Rainerij).

Neri j:

rccca) 214,220; (confines) 2l-3; (domini) l4l, 172-3, 188,222-3; (eccl.): archipresb., beneficiati, nag. maxa-

326.

ll7.

S. not.

Coìus, de Oratorio Gerardus, de com. Regulj 68. Ieronimus, fiI. Stefani, de Plumbino, 158, ló7. Pandina, de com. Campilie Nerini (Bartholomeus cd.), pisane civ. Nernula (d. Prefectus de) Nero (Cagnassus del), de Colmecqano Nerola l2l; Nerule kocca\

165.

122.

70. 61.

27.

Nicandri 0iber) 305. Niccolini u. Lapi (nob. Paulus). Niccolò olim+* (ser), not. florentinus ll9. Niccolo (Martinus olim), de Alemania 120. Niccolosi (Vannes), supr.ufans cabelle maioris Pisarum

ll2.

Nicholaus, archidiac. ecd. Luce Nichoìettj (Bettus), pissicasnolus, de Florentia Nicola (conte) ..., di Mantova Nicolai (S.) u. Bassiano, Ceppaloni, Civitella, Firenze,

357.

ló5.

38.

rius 140-2t S. Blasii 142; S. Marie l4l; (edi6cium) 189; (ferriera confocho) 188,220;(fundus)225-6;Qacúù219: (mon. S. Angelj supra Nimpham) ó; (palatium) l4l,2l4; (pantanum)226;(piscatia)225.6;(silva)74;(tenimentum) 61, 142,168-9,219, 224,'226, 3ll,3l3:4,345 o. Colli,

Nin

Furca; (vicarius) 44. ... (terra), de comunj Tremuleti ló4.

Nini (Vannes), de Appiano 36. Ninus (dictus) o.. Villani (Ugolinus). nobilium (fides) 188. Nocanorola (Petrus lacobi), de Setia 182,304. Nocchi, Nochi, Nocha, di Nocco: Dree (terra heredum), de Camulliano 59. Ghabriel Dominici, de Cascina, presb. ll2-3. Lorenzo, di Martino349. Martinus,de Ltgnano235,349; (olim) 236. Masseus 105. Matteo di Martino 349. Michele, di Lugnano 349. Nocco, di Martino349. Romea (fiI. qd.) 10. Noccla, Nocchia (de) 5 u. Rivus. nociato senese 339. Nocicchij (ad fontem) 42, 48; Noticchii (ad Fontem), in Terra Nominis 69. Nocie (comune) 235. Noctuni u. Neptuni (casuum). Nodita(terra lohannis Simonis de), in com. Malaventris 59. .l57, Nofi, Nofo (de) 160 o. Petraccio (Iacobo de). NoIa 90; (conte) 88, l2l; Nole(comes) 172 u. Orsini; nolana (civ.) 90; nolanus (comes) 88-90, 108; (ep.)321. Nola (mastro Anselo de), panecteri del conte di Fondi 248. Nominis a. Terra. Norma, Normarum, (castrum') 21, 23, 73, 193, 3lA-1, 346-7; velletrensis dioc.135; (fines)6; (ecd. S. Marià) ó; (castrum dirutum) 13ó, 238; (turris) 214; (tenimentum) 232-3,313-4; (boschi de la tenuta) 221.

Pisa, PortusPisani,(com-)Sessana. Normis, Normisinis (de): Antonius(nob.),de N i c o I a i u. Pauli: Amicus Antonii, de Monte Nigro 201. Setia 296. Iordanus (nob.), civis S*ie 24-5. Iacobus (mag.), de Astura 16. Iohannes, de Sermineto Noro (Cenninus del), de comuni Belore 27, 44. Iohannes (cd.),de Campilia 65. Pierus (cd.), de Notar Agnilo: ...,abate de S. Aenilo, de Sermoneta Scarlino 74. Soldanus (cd.), de Plumbino, not. ll0. 212. Francesco, de Sermoneta 2ll-2. Nicolai Stef a n i. Iacobus Nicolaj, S. R. E. tabellio Notar Alexandro (Petri de), de Sermoneta 305. Notar Antoni, Notarii Antonii (Petrus de), de Sermoneta, 16; scriniarius 15-6. Stephanus Antonij, de Signa, not. 157. not.286, 298,105. notariatus apostolicus 3l l; (ars) 167; notariorum (collegium) Nicolaus IV pp. ó. Nicolaus V pp. 135-ó, 140-1,147,153,156,158, 160, 166-7, u. Roma. Notarii Laurentii (Iohannes), laicus de Setia 299. l7l, 176-8,219.20,222-3. Nicolaus (d.), abbas S. Salvatoris I. Notarii Stephani (Nicolaus), not., de Sermineto 219,237. Notaro Antonio u. Notar Antoni. Nicolaus (frater), prior S. Antonij de Carpineto ó. Nicolaus (mag.), not. 132. Noticchi u. Nocicchii. Novellus (dictus) u. Vici (ser Nicolaus). Nicole (Gualfredus qd. d.), oob. tudertinus 26. Nicoli (S.) u. Nicolai (S.). Nozeto (d. Franciscus de) 241. Nicolinis (nob. Iacobus de), de Florentia 245. Nubila: (confines) 32; (hospitale S. Lunardi de Stagno) 7. Nicolosj (Stephanus), de Astura 16. Nubila (de): Beldia, soror Guidi 7. Henriei (qd....) 7. Nicossinus, procur. Rainerij de Donnoratico 27. Martinus,presb.T. Scorcialupus,fil.Bonacursiqd.Galgani 7. Sismundus... presb. 7. nigellata u. negellata. Niger: Iohannes, de Setia 295,302. Thomas, vicarius Nuca (de) 29 a. Strenne. Berislavi 348. Nuccij (Dominicus lacobi), 0orentinus 235. Nigrellus (Iacobus), de Ceppallono 208. nucerinus (ep.) 305, 3ll. Nigronis (nob. Franciscus), de Florentia ló7. nucium siccarum (quarta) 47. Nimpha (Bonus de) ó. nummus 304. nuncius: curie 36, 76, 117-9; pape 222, 224; apostolicus Nínlal4l; Ninfarum(castrum) 6,22-4,73, 142;218-9, 3M, 308, 310; dioc. ostiensis et velletranensis 135, 140; (ca103. strum dirutum) 136, 238; (civitas dirupta) 172-3; (a*, Nune Cfransnundus domine) 5.


VARIA N u o vj: Antonius 105. Antonius Francisci, de com. Pontishere 78,

80.

Corsus, de com. Rasignani 27.

399

Angelus 165. Antonacius, fiI. naturalis Francisci 148; Gravinae comes 149. Antonio, condottiero ve-

ntptialia 242-3.

neto

Nursia (de) 75-6, 163. Nusco (de) 207-8.

lomitano

Nuti:

Antonius (ed.), de com. S. Iohannis de Vena 91. Bartholomeus (mag.), de Plumbino 150, Fanuccius fiI. Nuti, de com. S. Iohannis de Vena 91. Iohannis (he' redes), de Luciana 67. Lazarus, pisanus 133. Lucas mas. Bartholomei, de Plumbino, not. 150, 168. Nutus fi|. Anto,nij, de com. S, Iohannis de Vena 91.

nutrix (Cicia) 323. Nutus (d.), archipresb. eccl, Luce

ll2.

Nugane (habitator) 235.

Obsequitia (polliceri) 242; obsequium (cantare) 280. de), in com. S, Frediani de Sep' timo 29.

Occaciatis (terra illorum

Octave (Turris) rs, Tone del Creco. Odino (Bartholomeus cd. Andrioli de) 50. O d i s ( d e ): Mattia, romano, potestà di Piverno239. Odo (d.), de Roma 3; Ocdonjs (homines fliorum d.) 2. ofÉcina 219. oficioli in carta pergamena 344. offitium (celebrare) 245.

Ofida (in) 8. olearius 47;olivarum (arbores) 275-8; oelio (munitione de) 259.

Oliveto (de) lM-7, ll9, 153, 167,205. Olmatellj (Campo delli) ó4. Oltrepescio 27 o. Botro, Ultra Pescio.'

S. Reeuli.

Pesinghi, de Peqinghis,

Upethinsis: Bartholomei (terra d.), in Gambucciqni 79. Franciscus (nob.), fi!. îgli d. Dinj 120; (relicta) u. Rossi (Iacoba). Iohanna d. Tigli l2l. Tiglus d. Dinj, miles 120; (terra) in Maltagliate 82; 0a Casa de messer Tiglo) l2l; Riglus (d.) 197. Oratoio, Oratorij (comune) 42-3,117,341; (bona S. Augu-

stini) ll7; (bona S. Michaelis)

S.

ll7;

341

;

(terra S. Andree

(terra eccl, S. Silvestri) 43: (terua hospitalis S. Frediani), in loco ditto Casale 43; (via maior) 341'2. orator r. ambasciatore. Orchini (Giacomo) 345. ordeum 290; 301; orzo (rubia de) 184. extra Portam

Sevini)

Orgignani Vallissercli (comune) 126; Orsisnano (eccl. S. Bar-

tholomei Aò 126. Orgignano (Antonius fiI. Vannuccij de), commorans Pisis 130,

Oristanni (marchio) 333.

Orlandis (de):

Antonius olim Orlandi Christofori, de Senis 199-200; (mater) u. Galgani (Camilla). Tomasa (d.), fiI. nob. Iacopj, de Pisis 93-4;(n.) u. Benectis (lacopus de), Ormo 0') o. Fonte (a la), Piano (in del). ofo rr. aurum. Orsignano o. Orgignani (com.). Orsini; (arme) 130,285,335; (C,asa, Domus) 148,317,320, 343: Aldobrandino, arciv. di Nicasia 343. Algias, Algiaso

88-90.

227. Camillo,

mastro dell'ordine Ceroso, condottiero venelo 352.

Carlo 315. Caterina, figlia di Francesco l2l, 134, 166, l7l, l9l, 194, 196, 237, 308, 318-9; (testamentum) 322-4; Cathetina fiI. Ilarie de Scillatis 207; (m.) u. Caetani Onorato III. Eversii (6lii comitis) 224. Franciscus, Gravine et Cupersani comes, Urbis prefectus etc. l2l-2, 143, 14ffi, 212, Franciortus, card. 185. Giovanni Battista, card. 3 I 7. Giovanni-Francesco, conte di Pitigliano 342-3; (m.) u. Caetani Ersilia. Giovanni CioÀ,ano342-3, Iacobus, fiI. naturalis Francisci .148. Iacobus, de Monterotundo 165. Iohanna, Iohannella di . Perro,88-90, l0B, 121,244: (m.) u. Caetani Giacomo IV. Iohannes Antonius, comes Talliacotij et Atbe 132. Iordanus, card, ltl. Latino, arciv. di Taranto 130; card. legato in Napoli 193-4; Latinus, card. camerarius 212, 227; tescovo di Frascati 228. Leonora, Dionora 2?7, 315,328-9; (m.) o. Caetani Nicola II. Ludovicus, comes Pitiliani 341. Marino, arciv, di Taranto 130,227-9. Orlandus, ep. nolanus 323. Napoleo, S. Adriani diac. c8rd. 30. Napulio de Bracchiano 165,237. Perro, conte di Nola 87-8; Perrus, nolanus et palatinus comes 88; .pater Ildebrandini et frater Algiasis 90; mastro iustitieri dello reame de Cecilia l2l. Petrus Angefus, de Sabiniano I 65. Raymondo, conte di Nola 88; Raymundus, nolanus et palatinus comes etc., mag. iustitiarus regni Sicilie 90, I 08; princeps Salernj etc. 1 43. Raynaldus, germanus lohannisAntonij, armorum capitaneus 132, Ro-

oncia o. uncia. opera ,. bos, domus, palus, vinea; Opera, Operarii (ecd.) u. Conella, Cugnano, Firenze, Pisa, Pontedera, Pontesacco,

Opessinghis (de), de li

352. Battista, gram

Alexander, €1. naturalis Francisci lrl8.

bertus,deBracchiano ló5. Troilus34l; (m.) u. Santacroce Hieronima. Ursina, domina castri Cisterne 106, 139-40. Ursinus, de Formello 165. '130; orso, urso Orso (d') o. Casa de Lando, Ursi. Orsuccij (Bonavere), nuntius pisani comunis 45. Ortale 0'), in comuni S. Reguli 66,

Orte (de)

163.

Ottícaia 3; (de) 43; (in claustro eccl, S. Michaelis Discalciatorum) 4. Ortona (d. Franciscus de) 85. ortus 241, 280-l; ortalis (terra) 199. ospedale o. hospitale. ostiensis (civ. et diocesis)

l,{); (ep., card.) 140, 217,239; (ap chidiac. et vicarius) l4l. or,aria 2M; overa (coperchiata) 248, 251. Oyhoa (Martinus), de Fano, mag. navis yspanus 49.

Pacavensis ep. 4. Paccerij u. Pattieri (del). Pacillui (Iohannes), de Bassiano 281. Pacterii, Pactieri (del) u. Pattieri (del). Pactume (lacopus), not. 28-9. Paczus (lohannes), de Sermineto 125. padella 177. Padrosso (terra

in)

17.

Padua (de) 118,171,324; paduanus (ep.) ?.?3. Padule (versus) 341-2. Paganelli, Paganellus (Iohannes), de Setia 288,

2n,

?9/3,296,

3M. i , Paganus: Antonius, de Setia 291. Guido Petri, de Setia 182, D\ 304. Symon, ep. vulterranus et s. imperii princcps 47-8.

Pagan


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

400

panno, pannus 198,249, 256, 265,323,343-4; accordellato pavonazzo 339; (mensura) ló4; (saio) 357 o. balca, lino;

pagatoîe 352.

passio, pasio 248.50, 252. Pagliane (comune) 66-8; Paglianam (ad) u. S. Martino. Pasnatico (de) 235. Pagnj (Migliore cd.), d" Pisis 38. Pai (Paius), fiI. Iulianj, de Pisis

pannicti 19ó; pannarius 57. panora 9, 82; panori (mensura) 58-9, 105. Pansano (ser Alexander de), not. cabellarum Pisarum Pantaleonis (S.) u. S. Laurentii (terra).

ll9.

paiolum 177. Paisi (Nicolaus lohannis), de Setia 82. palacrifo (paragrafo) 221. Palactii (Antonius), de Setia l3l. Palaía 53; Palaria (de) l13; (potestaria) l19; (cimiterium eccl. S. Marie de Partino) 198. Palamedes, vic. Iohannis d'lngó ducis Calabrie 196. conf. Cau. Palaia: Iustj (terra), Palaria not. Leopardi, ser Pieri olim 60. Laurentius mullianj 59. Margarita, olim Andree cd. Ursi 198; (m.) a. Pal' merii (Pierus). Paulus ser Laurentii, pisanus 198.

(de)

in

Palati (in Tra) 158. palatinus (comes) 21, 25, ?j,88'90,108; (iudex) 44. Palello u. Muccio. Paliano 90, 160, 163; Paliani (castrum), prenestine dioc' 159; (vicarius pro papa) 160; (platea) 16l; (presbiteri) 163; (gubernator) 17i,300; (corte del castello) 156; (foreuscito) 153-4, 156; (piaza de S. Andrea) 157; (roccha) 155' 157. Pallaya (Leonardus Antoni vocatus) 274.

pallium sericum rubei coloris I 7. pallus u. ligna, palos. Patmenti (Iacobus qd.), imperatoris not., iudex 4.

Palmerij, (de) Palme:iis:

ll'

An-

tonii (Bartolomeus). Banthura, soror Pieri 198; (m) u. Francisci (Benedictus). Colus, fiI. naturalis Pierii 198; (mater) u. Modena (Clara de). Iacopi (heredes), de Cascina 197. Iohannes, fiÌ. naturalis Pierii 198; (mater) o' Regsio (lohanna de). Pierus olim Palmerii cd' Coli, de

Marti

198.

palmi de carina

13.

Palmis (Archangelus Bartholomei de), romanus 213' Palombara (de) 165 u. Savelli. Palomerij (Iacobus), de Setia 23. palos faciendos (opera ad) 2. Palude (in), in conf. com. S. Marie ad Trebbium 63' Paludi Pontine (bonifica) 355-6; paludis (pensio) 237' palummus 170.

Papa

Angelus Pauli, de Velletris, cler. l4l. Bettus 12. Marczucci (turris heredum), Pisis 17. Nicolaus (d.),

a:

de Monte Nigro 202: Ligori, Legorio (lacobello), camerario del conte di Fondi

247-8. papali u. carlini, ducati; pape t.l. cursor, Roma, thesaurarius' Papie 9l; (comes) 122 o. Visconti. papiro (in) 298,329; papiri (cedula) 328. Pappiana Vallissercli (terra eccl' S. Marie de), in confinibus comunis Orgignani 126. parabola 199. parafernalia (bona) 242; paragium 238,337.

,.

Parano Castelnuovo. Parata u. Torre della Petrara.

Pardi (Simon), de Pontesacco 79; u. Chelis. Pardonico, Perdonico u. Prodonico. Parelli (Martinellus cd'), de Treggiaria 31. Parellus, ofEcialis Setie 173. pariscalmo (barca de) 12.

Parisii: Andrea, de oficialis Setie 304.

le

Fratte 260. Ludovi'

parlamentum (regium) a. NaPoli. Parma 91, 310-1,358; Parma et Piasenza (recuperatione di) 357, 359; parmensis (presbiter) 287.

pafmentum t92. Parola (Landulfus), scindicus Setie 22'5. Parolj (Simon), de Pontesacco 79. Parrana (Bartholomeus de), cd. Pieri lacobj ló8. Partini (villa) 198. Pars u. Bona. partisana (arma) 175; pertisana 293. Pascatis Resurexionis, Pasce (festum) 2, 345. Pascione (d. Antonius), de Maeentia 324. pascus 172, 241.2, 275-9; (domus laboratoàs) 276; rr. Terra

di

Nome.

Paselli (presb. Petrus), de Bassiano 300. Pasino, Plasmo (don Motolo), di Tropea.345. Pasqualini: Nicola, del fu Pietro 247. Paolo 247, com' Tremuleti 164. Pasquini (terra Pieri), de Motalto, Passara, Passera (d e): Iacobus (ser), not. de Vico 98, 153; de Vico Pisano 144. Nicolaus ser Iacobi de

in

Paluzzata Qa) i45.

Guglielmo Caetani 354'5'

Panari (Eusebio), canc. di Pancaldi (Francischus cd. Iohannis), pisane civ' 6t' pancha, scassapancha 177. P a n c i a ( d e I ): Appollonius fit' Bartoli, de Florentia 8l' BartolusSl. Giovanni-Nicola' di Pettorano, not' ll5'

Guido 12.

281'

Panciardi, Panzardi: Iohannes . Santi, di Bassiano 295. Nardo, de Bassiano

Iohannes

196' Ni-

colaus not. Nicolai Iohannis Antonii, not' de Bassiano

294,296. Rita

Pap

cus,

(d')

Andreas

pantana 0e), pantano 24,61,222,226; o. Cavata. Panutii (Nicolaus), camerarius cabelle Pisarum 153.

Parise,

tonius, fil. naturalis Pierii I 98; (mater) u' Reggio (Iohanna de). Augustina, soror Pierii Palmerii 198; (m') a' An'

ll9.

281.

misser Francesco

cesco, conte de Venafri 143. Scipione, (m.) u. Caetani Giovannella. panis 280; panecteri 248.

passaggio, passagieri 216; passidus (transitus) 235; passo, pas-

sts 221,235.6,270; passus (custodia) 307; u. Abrucio,

Itri,

Montelanico, Scauli.

(el) de Sancto Piero, a Castello da Settimo 235-6. Passus (Albichellus) 12. Pastg (Angelus Pauli), de Velletris, presb. l4l. Passo

PastilLa 331, 73)-5. pastinata (vigna) 301.

Pandolfini (Marianus), frt. Accursi, de Pisis 43' Pandolfo (magnifico sie.) 309.

Pandone: Carlo(masn.),de

Vico, pisanus, iudex, not. 98' 144,153. Passaranus (Tutius), officialis Setie 173.

143. Fran-

di

Carlo 143;

pastura

a

pascus,

Terra di Nome; pasturi 261,

patena 248; inaurata 251.

Paterno (Cola), de Pedemonte 263, 272. patinus penitentie ?24.

269-


VARIA Patius (Landulfus) 5. patriatico (pro) 280. Patrica (de)

293.

Patrimonii B, Petri

in

41,

Tuscia (prov., rector) 14-5,30,

Tuscia.

138; u. Roma,

40t

Pellionis (Thomeus loannis), de Sermineto 324. Pelonus (Nicolaus), de Nimpha 6. Pelosi, Peloso: Berardino 347. Luca, de Bassiano 284 u. Mosca. Pietto 347. Penestina

u. Prenestina.

penitentie (patinus) 324. 146' Pattierj (del), Pacterij: Francischus,not., cd.Rai- penna nova, vetusta 280. Penna (de) 173. Pennis (d. Todemarius de) 8.. nerii not,, pisanus 28. Franciscus (ser) ó5. Guido (lohannes Baptista), not. de Piperno 295-6. Pennagtllis de'Pisis 53. not.77. Iohannis(terra), olimd. Iacobj Perben (Girolamo), lancichinek 351. Nicolaus cd, Sanctj, pisanus ó2. Nocchus Cey, de perceptore, perceptoria 253-4,264-5, 269-70 o. erario, fisco. Pisis I l4-5; (m.) o. Bichieray (Camilla), Silvester cd. Perchanata (feudum) 4. ser Franciscj, pisanus, not. 64-5. perduellionis (crimen) 310'1. Paula 0ocus q. dic.) ló9-70. Pereto (in), in confinibus Vici 91. Pauli (S.) u. Pisa, Ripadarno, S. Oreste, Sezze. (uxor), piacza Perez d'Almaqan (Michael) 331-5. Bove 146. Iagni de Pauli sartj de pergamena 223, 291, 295,329,344'5' Paulini (Paulus lohannis), de Venefro, not, 244. Pauli, Paulus u. Cole, Nicolai: AntoniusNicoìaiPauli, Per Ianninj ,. Petri lannini. de Setia 108, Antonius Nicolai, de Bassiano 131,30?. Pera (casa de Petri de), de piacza lagni de Bove 145. IacobusserGuidj(mag.),not.florentinusl52. Ioanne, Peri u. Castro (de); Peri... 28. Perignano(de)75-6;Perignanum(ad)ó2u.S.Andree(com.); Iohannes (qd,), numptius pisanj comunis l5?, l5l. Pusnano (de) 53. Marianus (nob.) 145. Menicus 105. Menici (terra), Perinj (Petrus ser), frI. ser Benenati, de S. Savino, pisanus de Pontesaccho ó0. Pietro, romano 144; Petrus, nob. not. 105. de Urbe 189. Petrus, de Sermoneta, l9l. Stephanus, Peritum (feudum Montem) 4. iudex, de Setia 25. peÀa 245,250,244. Paulus II pp. 209,21V,215-9,222-4,275, 328. Perlascium (ad) u. Pisa (capp. S. Simonis). Paulus (d.), abbas S, Salvatoris ad margines Collinarum suPero Lula (cd. ser) o. Gualandi (Rainerius). perionm 26.7. Pero (dal) u. Piro. paxio Iesu Christi (sculpta) 245. Peronus (don lohannes), de S. Hiermano 245. Paya (luliano de Cola), repostero del conte di Fondi 248. Perranaio (in), in com. Pugnanj 58. Paytha (Stefanus del), de Carisa de Lunigiana, faber 198. Perrecta(loanne), notaro, deFundi 253. Peccioli (castrum de) l8; eccl. S. Iacobi 18. Peccioli (de): Andreas dicta Dea, fiI, cd. Rainerij Perreriis (Guillermus de), S. P. A. causarum auditor 298. '18, Benvenuta (d.) 17; relicta Rainerii cd. Iacobi 18. pettone 228'9; porrone 230(ortus Petri), de piacza Iagni de Bove 146. (ser), fiI. not., ser Persone Ceus Rainerij 18, fil. cd. Cecchus, petúca 27, 42, 48'9, 69,341'2. Bartholomej not., pisanus 58. Rainerius cd. Iacobi 18. Perucci, Peruccii:Antonius(fil.),deCampilia70. NiVannucciuscd, RaineriilS. cholaus, de Subereto 210. Nicolaus, de Plumbino (eccl. (de) S. Barthotomei). Peccis u, Pisa 100. Sinibaldus Nicolaj 100' 150. Pecora, Pechora (Ciolus cd. Bonisigne),dePisis 3l; (doPerusches (mag. Marius de), in romana curia proc. 347. mus) 32, Pecorarius, Pecorarus: Menicus Sanctis, de Oratorio Perusia, Perusio (de) 19,35-6,41, 61, 91, l0l; perusina dioc. 103; perusinus (ep.) 177. 341. Nardus, de Magentia 324.

in piacza lagni de Bove

Patre (casa de Cecho),

pecorel9l,2l2;(altevo, massaria)2@-1,267'9;pecrs326'7; Pesaro (conte ài) 202. pecudes

323. Pisa.

17.

pedali (terra cum)

o. Ferrarius (mag.

pedestres (gentes armate)

Pedimonte (de) conte di Fondi tessa

Pescina (a),

An-

159-61. Pectori

Pedanus (dictus)

Angilus).

310.

u. Piedimonte: Bactista, canc. del 179. Siciliano 0o), repostero della con-

di Fondi 250-1.

II.

323. 2@, 267.

pedissequa

Pele: Antonio' de colle 167' Rossus 158' pellami 265; pelipparius, pelliparius, pellipparius 14, 55, 61, 99. Pelligrino (Iohanni)

l,

5t

188.

Pescosonnoli (castrum)

Pesinghi

de

not.3l. 233. 81.

Pedimontis (comitissa) 102 u. Iohanna pelatura

(in)'fó u. S. Andrea. in confinibus Tregeiarie

Pescavindum

Pecteri (a) o. Pectenaro, Pectinarius (don Cola), da Paliano 15(-7; de tonj 157: presb. (de): Egerardus ser Mactei' Pectore, Pisis 210. Mattheus, fiI. cd. Bonaiunte, Pecuderius (Nardus), de castro Roccheerrrge Pecziano (heredes Pasguini de), de castro Pontis Here

51,

pesone

(li) o.

2214.

Opessinehis

(de).

31. r

(a6tto) 22(Ll.

Pessa (Silvester

Mariani Pieri del), de Cascina 17ó. Pestilli (Petrus), de Cora 330. Petda (Iohannes), not., credenserius etc.273. Peti (Ioannes), Collesscipionis, clet.329. petia (mensura) 301. Petie S. Marie (tenuta), in Collemedio 6. Petram Aquaram (ad) ó. Petragnanis (messer Cola de), mastro de casa ddla contessa di Fondi 250' Petra Mayuri (castellano de) 255Petrara (della) rr. Torre. Petrasancta (frater Nicholaus de), olim lohannis, ord. Here' mitarum s' Ausustini ll2' Petella (de) 3454. Petri (corpus B) 4?; (sed€s) 139, 193; r.r. Campiglia, Camucliaae (com.) Patrimonii, Pisa, Roccagorga, Roma,


D

402

OCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

S. Petri (com.), Siena, Villa Magna; Petri et Pauli Apostolorum (indignatio BB.) 3. u. Angeli, Iohannis, Rociluti, Romani, Tutii: Antonius, de Blentina 98. Antonius, de Sermineto, not. 108. Iohannes, de Bassiano 292, Iohannes, de Carpeneto, not. 155. Lambertus, syndicus Tuderti 15 u. Berarducij. Mattheus ( d. camerarius Tuderti 15. Matthia (mag.), de Petrella 346, Petrus Iohannis, de Carpineto, not. 155. Petrus Iohannes (not.), dè Dragoneto 157. Visa (d.), de Campilia 70. Petri Boni (Pascalis), de Sermineto 219. Petri Bove (lohannis de), de Monteroduni 192.

Petri

),

Petribrami (Antonius), de Bassiano 108,

Petrj Janninj,

Per lannini: Coluccia, de piacza Iagnj de Bove 146, Petrutius 14ó. Petri Matheo (Pauluczo de), de piacza lagni de Bove 145.

Petrini (Thomasinus), de Pisis 246. Petrino (in), in Valle di Conella 67. Petrivolo (in), in confinibus Pontissacci 79. Petro (lacobo de), de Trayecto 2ó3. Petruccio de Nofo, Petrutii Nofi (Iacobo de), da Paliano 157, t60. Petrus, abbas mon. B. Marie de Griptaferrata 126-7, 159-

60,162. '

Petrus (d.), archipresb. Montis Nigri 202. Petrus (mag.), prior mon. S. Andree de Casainvidia Petrus, presb. S. Marie Maioris de Alatro l. Petrus Terasonensis, de S. R. Rota 215. pettine 340, 344.

Pettis (de):

8,

9.

de

Tuderto 15. Pettorano (dD ll5. Peeinghis (de)

u. Opessinghis (de).

Pezoli u. Peccioli. Philippi, Philippus o. Filippi, Filippus. Piacenza

u. Lupi (mae.), Nalli, Vitolino (de)r Baldassar, de Cascina, pisanus 134. Barsoctus, de Pontesacco 79. Franciscus, pisanus 200. Iacobus, presb., de Casciana Iohannes,dePisis43. Iohannes (ser), de S. Kassiano, not.,pisanus 133. LeonardusAntonij, de Plumbino I Leonardus, olim Antonii de Plumbino 125. Lupus (mac.) 162. Matheus, pisanus ló2. Nalduccius (cd.), de Pisis 37. Paschalinus, de Pisis 58. Petra

Pieri

ll3.

l0;

(d.), de Campilia 70.

Pierus,

not., olim mag. Lupi,

pisanus 133-4, l8l, 199; not., iudex ló2. Pierus (d.). camerarius Pisarum 212. Pierus Iohannis, de Massa

329. Pupj (heredes) 105. Silvester, da Battifolli Simon (cd.), de com. S. Andree 4ó; u. Moccia (della). Piero (S.) o. Passo (el). Pierrera (li Colli della) 147.

in

Piersanto (messer) 355. Pietrasanta 218 o. Petrasancta (de).

Pietro, staffiero 355. Pieve (alla), in Appiano 52; o. Yia, Pieve S. Stefano (chiesa della) 317. Pighe Tegularii (terra heredum qd. Bonaiuncte), in confini. bus S. Martini de Veccula 9. Pislio 0o) 228. Pignatelli: Catharina, de Neapoli, comitissa Fundorum

ll7;

Piano (de) u. Appiano (de). Piano dell'Ormo (in del), in confinibus Camulliani 60. Piano di Porto 54 piatto, platto 24 4, 248, 251, 35 I ; tondo 285, 2BB t d'arsento bastardo da salata 285; plactellecti 244,248,251. Piccinellj (Anrieus), fiI. Iacobj, pisanus 106-7.

Piccinino,

Piccininus: Cristoforus (d.), basilice B' Ma' rie Maioris canonicus 314. Iacopo, de Fundi 250-1.

Piccionus (Benedictus), cancellarius comitis Fundorum 188' Piccolomini: Anthonio (misser), capitanio della ecclesia 220.

Giovanni, card. 359. Guido Blasii, senensis ó3. Piccolomini Savini (Laurentius Mandoli), civis senensis ó3. Picornaj (madonna Marthome de), de piacza lagnj de Bove 146.

Picta (del), Picti o. Piua (del), Pitti. Piczandrone (Nardo), iodice, de Fundi l9l-2. piede 355. Pie del Ponte ad Era (in) 197. Pie di Chamonaci (a), in Valle di Conella 67. P ieilímonte d' AIíÍe 340 t Pedemonte (de) I 08, I 1 1, 253, 2516,

II).

Hector, comes Montis Leonis 338. pignatta 177; pignata de rame 248:. pienúo 251. Pilaya (lacobus de), advocatus fisci Alfonsi I regis 190. piltro, piltrum 207, 248, 251 (àe) rr. incisorium. Pina (de Mona) ll7 u. Rio (a). Pinozj: Antonius, fiI. Iohannis 99, Bartolomeus 99. Laurentia 99; (-.) o. Lupi (Franciscus). Matteus 99. Pinus 99. Píombîno 45, 78-80,100-1, 109-10,

a. Placentia.

Piasgia 0ocus dictuù in finibus Cascine 177; Piaggie (a le)' in conl. in conf. Appiani36-7; in conf. Oratorij Pontishere 79, ll8, 197. pianeta 248; de seta 251. Piano (al), in comuni S. Reguli ó8.

167.

Pescavinclum

247-56,267-73; (m.) u. Gaetani d'Arasona (Onorato

Luca Alberto di Todi, protonot., apost.

l4-5, 17, 19,26, 29,33, 43. Mandronus Rustici,

263, 272,283,331-5t (commissario) 274; (convento de

S. Dominico) 255.; (enúo') 254. (principato) 332-5. Pie Monte (in), in confinibus comunis Fagliane ó8.

168, 210, 240,

ll5,

125, 149, 158, 166,

247,345; Plumbini (comune) 57,

77,

162, 340; (anthiani, gubernatores, priores) 158, 167, 345; (comes, dominus) l0l, ll0, 167, 190 o. Appiano (de); (contrada): Malpertugio 240, 247; intus Palatios 189; Podii 102; Sperone, Sprone 0o) 233, 241; (curia) 45; (cursus, stilus) 75, ll0, 150, 158, l6G8; (domus, casa) 125,241; depinta l15; (eccl.):

S.

Antonio de Platea 240; Duomo, capp. di

S.

Bartolomeo 158; S. Michaelis 78-80; (gabella, cabella) ll5, 125,150,168; (piacza del comune) 147; (platea dicta.lo Sprone) 210; (Porta Nova) ló8; (sigillum) ló7; (statuta) 210; (territorium, confines) 158, 168, 241; plumbinensis 241; plumbinensium (matricula notariorum) 168. Piombino (di), Plumbino (de): Antonius Bartholomei, not. 107. Antonius, cd. Guccii Nicole 168; (m.) (Benedicta de). Benedictus, iudex 55. Benedictus mag. Iacobj, legum doctor lM, l0ó. Ghesis

u. Alma

olimBe*i(donus) 158. Iacobus ser Soldani(ser) Iohannes,nol 77. Martinj olim Ghoty (heredes)

158. 168.

Meliano del fu Comuccio240. Michelangelo di maestro Bartholomeo 240. Speranza Petó. 241. piperis 0ibra) 32G7. Pípemo 5,

I

79; Pipernum 5, 156, 291, 294-6, 297, 303, 324,

346; (consilium, consul, comestabilis) 5; (eccl. B. Marie)


VA RIA 5,

293.4, 303; (canonicus) 231, 239; (iudex) 303-4; (platea comunis) 179; (potestas) 239, 30?-4: pipernensis 5. Mancinus, vic. ac rector castri Montis Piperno Alti 30. Masaj notari Petri, not, 179. Petrus Paulus .,.

(de):

303. Troillus

Pe

... iolli

303.

Piro (lohannes cd. ser Dominicj de), pisanus, not.45. Pirocze, de piacza lagnj de Bove 145. Pirrus, abbas mon. casinensis 102. pirus (arbor) 6. Pr'sc

l3l, l3J, l5t-3,162,164,166-7,

-4, 241, 27 6, 322,338,341; Pisarum (civ.): (abbatia)r S. Donati l3l; S. Salvatoris 2,1ó; hodie S. Dompnini, prope muros Pisarum 274-9t S. Savini l3l, 133, 177: de Montione, districtus pisani et ordinis S. Benedicti ll8-9; versus I 81, I 92, 196 (Iee si Pontedera), 199, 218, 233

Padule 341 I

lB; S.

36, 68,

47 ll2,

;

(admonitor)

34,53;

(ahare): Annuntiate

Michaelis Arcangeli I 58; (anthiani, priores) 128-92 (archiepiscopatus, archiepiscopus) 62, ll4, 218, 2?5, 241-2, 138, 349; curta 29, 34,

37, 39, 114-5, 242, 278, 338; cursor, nuncius

277

: libet

feudorum 242; terta 29, 66, 126; (Arsenale) 17; (camera, camerarius) 10, ll9 o. gabella; (Campo ad

S. Nicola) 24ó; (cancellaria) 26; (canonica (canonicus) 33, 55, | 14, 275-6, 338

53,153; bailie eqro)

92;

25-26, 29,

Foris 28,

59;

nova) 33; (capitaneus) 50'l'

;

(capitulum) 12ó; (caporalis ab

(cappella, burgo, patrocchia): S. Ambrosii

49; S. Andree 62, 78, 80, l0l, ll8'9; 4), 52, 55, 92-3,100-1,106, l18, 120'

lB2; Kinsice 32, 42-3, 52, 62-4, 75-8, 80, 100-l' Bartholomei de Pecijs 14, 49, 59; S' Bernabe 97; S. Bernardo 9; S. Cassiani l20,li3; S' Cecilie 12' 47, 55'6,77, 107, 162,218, 277; S' Ctuisrine 43, 72; S. Christofori 55,57,101 ; S. Clementis 54'5, 59,119, 126, l3l, l5i, 218; S. Gosme Chinsice 40, 42-3, 119, 121 ; SS. Gosme et Damiani 66, 69; S. Donati I 18; S.

38-9, 40, 42, 48, 66, 69, l l 4, 121, 1 26, l3l, 4j, 246, 279 ; S. Eufrasie 4G7, 55' 153 ; S. Egidii 28, 38, 64, 78, 134 S. Filippi de S. Felicis 36, 61,72, 104, 106-7, Vicecomitibus 182, 193; S. Frediani 52; S. Georeii Portemaris 37, 126: S. Giacomo 322; S. Gregorii 45; S. Iacobj di Mercato 34, 104, l0ó-7, I I8, 153, 234; de 1

;

llB;

Speronariis, Sporonariis, Sperone 17, 45'6, 126, l5t' 182; S. Laurentii de Rivoha,28, 4l,55-6, 193; S. Leonardi in Pratoscella 40; S' Luce t04' 106'7, ll8; S. Lucie 72; de Cappellariis 130; de Richuccho 49; S. Marci Kinsice 32, 36; S. Margarite 104' 106'7' I 18'

ló2r S. Marie 26, 1?0; S. Marie Maiois 26, 33,

46,

322; S. Marie Magdalene ó0-1,98-9, 200; S. Martini Kinsice 9, 27, 32-7,37,39, 42, 45, 52, 54'5, 59'60, 63-4, 7l-2,75-6,78,98-9, 104, l0ó-7, ll8-9, 128-9, li\,162, 164; àe Petra l8l; S. Massei 47; S. Michaelis de Burgo 60-1,104, 106-7, ll8' 182, 199; S. Nicolai 38, 41, 54-5,70,98-9' 104' 106-7' ll8; S. Pauli ad Ortum 9, 61, 92'3, 100'1, 126, 162; a Ripadarno 9-l0l S. Petri, in Curteveteri 52' 56;

in Vinculis

153, 167, 196, 199, 218,

2)3; ad Yschiam

38, 72, 92-3; S. Sebastiani de Kinthica 36'7' 5l'2, 75-8, l01,lM, 106-7, l18, l2l, 199'ZCo; S. Silvestri 37, 59, ffi; S. Simonis ad Perlascium 38'9' 59:. Por. temaris

55;

49; S. Viti 47,62,69; S. Viviane in Cima 28; S. Yllarij 54; (carceres) 47,55; (Chiassatellode Choiai) 39; (Chiassodi Mercatantj) ló2; (cimiterium eccl. S. Mar' tini) 198; (collegium) 129; notariorum 34; (comitatus) 43, 45.75-6,78,81, 100, l13, l19, l7ó, 189, 198-9, 210,216,218,346, 273,341; (comune) ó0, 70, ll9' 128; breve 38; camera 52; catasto 128; cufia 45'6, 106; nuntius 45-6,77, 104, 106, 134, 153; ordinamenta 129;tel::a

8'10, 12,17, 25-6, 28, 33, 36, i8, 40-1,45-8,51-J, 55-6,58-9, 61.3, 65,72,76,92,98, 100, 104, l0ó, I 14, l18, 120, t26, 128-9,

401

S. Sixti 47, 57-9,98-9,

l8l

:

S.

Trinitatis

54;

(concilium)

217;

(consules maris) 341 ;

(curia) u. gabella: arbitrorum 104-5; legis foretanorum 45; maior 70; malefitiorum 70; Maris ó9; Mercatorum 106, 153: nova pupillorum 18, 28-9, 36-8, 41,45" 52, 55, 199: (cursus, stilus, consuetudo) 17, 47, 49, 51, 59, 6t, 78-80, 9l -2, 94, 99, I 01, 105.7, t 15, ltg, 2t t26, 128, 130-t, 134,144,162-3,165, l8l-2, 190, 193, 198200, 2lB, 242; 276,278'9; (decanus) 338; (diocesis) 77, 114, 143' 241,274,276'8,345; (districtus) ll8; (Doana) 235; (domus): Artis et Universitatis Becchariorum 164-5, 182, 193; cammere l0; communis 18, 28-9,36-5,41 ; Davinuccii 49; dicta Gallorum 40; Ho' spitalis Novi l2t; Misericordie de,Pisis l2l ; S. Marie 130;153; S. Pauli Kinthice l0; cd. Tebaldi ó2; universitatis mercatorum l0ó; del Vaglia 42; (ecclesia): Ca' thedralis. maior 33, 52, ll8, 126,128,130, 158' 218' 242,275-9; cappellani Duomi 342; S. Andree Apetri' volol05;extraPortam l17; S. Eufrasieó4; S. Felicis 55,59; S. Filippi de Vicecomitibus 55, ló7; SS. Iacobi et Filippi 8l; S. Francisci59-60t, S. Iohannis 105; S. Iohannis Baptiste ?3, 59-60; S. Lucie Dunelmochi 341 ; S. Margarite 14; S. Michaelis Discalciatorum3, 4, 3l; in Burso Pisarum 277, 279; S. Pauli Kin' thice l0; ad Ortum 79; S. Petri ad Hostiam 341 ; in Vinculis ló4; S. Sebastiani (convicinia) 36; de Fabricis (cappella maior)

47;

S. Stephani aPectei34?;

S. Torpetis 12ó; (gabella, cabella) ó0'1, 119,157,165, 182; Bancii potpstatis l1l, 153; múor 38'9, 49, 52, 55, 58, 60, 62, 64; exactor ghabellotorum 70; (Hospitale): Novum 79, 81, 99, ll7-8, 121,177,197; SClare 59; (Loggia Vecchia de Gaitani) 38-9; (salo

l3l,

241; (monasterium, Macchie) 130; (Marittima) S. Caterine conventus): S. Andree de Casainvidia 8,

9;

218; S. Frediani 78,121; S. Ioannis Fierorum 34t;' S. Marie Valverde (terra dominarum) 54; S. Martini

39; S. Michaelis in Burgo 193; Discalciatorum 3, 4, 3l; S. Pauli Riperani, in Palude al Tremulese

36r S. Silvestri 59-6Q,342: (S. Stefani ultra Auserrem prope Pisas t2ó; S. Zenonis 105: (nr.À) 274'6; (Opera, Operarii): S. Cassiani Kinsice 38; S. Ma128-30; Misericordie 13; (palatium) 272 ar' chiepiscopatus 242; communis 47; de Gallettis I 19; novum 29; potestatis 70, 134, 199; (pedemontis) 176; (platea): S. Ambrosii 77,46,72,104; S. Eufrasie 64; S. Sebastiani 104; (Pons): Novus 17, 40' 104; in carraria Pontis Novi l2l; Vetus 54, 104'121,199; (Porta): Maris 17; Portemaris 126; S. Marci Kinsice ó0'l; S.MarieKinsiceó0; (portus) 49'51 x. Portus Pisani; (potestas) 26-7, 45-6, 49, 77, 104, 151, l5?, 166, 199; capitaneus 59; curia 77, l?3: not. l0ó; (Pozzo Secho) 199,200;(Posso del Testari) 33; puteus domts 32'3; (prioratus) u.Asriano (de): S. Antonii de Spassavento I 3l ' l34 ; (Societas S. Antonii) 341; (statuta, ordinamenta, ius) 41, 62, 129, 176, 199; (territorium) 235, 27 4 ; (tur' ris): Bacciamei 51, l0l; Gaitanorum 38; L-agadubbi 39t

rie ll8,


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

404

q. v. Lamb.,. 38; Trafore Vicarii 39; (via): Borgo 92; versus Campum Canaparium l2l; Chiasso d'oro 200; della Maddalena 199; Lungarno I 18; Vergadoro (terra cum pedali) ló-7; (cum domo) 38-9; (viridarium)47; (pisana) : Iibra 33 i menstn a 32, 47, 77, I 15 patria 246 ; (pisanum) : pondus39, 49, I 0l

;

;

(pisani) : denarii 7, I 0, I 3,

17-8, 28, 32, 37-8, 40-3, 46, 55, 57-8, 65, 71, 78, 80, 190,322; novi monete minoris 9; minores, minoris mo.

nete minuti 13,18,21,28,37,40, 43, 47,62,91 o. foreni, libra, solidi; auri 49, l0l; (pisano); giudice 322; (pisanus). mercator 50-1,57, 168, l8l, 199; notarius 38, 45, 75-6, 104, 107, 120-1, 133, 152-3, 164, 166, 199, 279; numptius 279. Pisanj (Antonius), de comuni Scarlinj 74. Pisano u. Vico (de).

Pisis (de):

Frediano del

fu

Pietro 247. Iacobus cd.

Cristofori 190. piscandi (ius) 345; piscaria, pescheria 225-6, 231, 237, 284. 313-4,326-7l' piscatores 345; piscatoris u. anulus; pisces Piscarie (marchio, marchionissa) 185-7, 191, 237, 243-5 o. Aquino (d'); Pischarie ,. Castilionis (terra). Pisce (d. Antonius de), beneventinus 347. Piscia (Balthasar), Leonis X pp. datarius 358' pissicagnolus ló5. Pissicha (Marianus Gerardi Puccii), pisanus 120-1. Pistoia, Pistorio (de) 41, 153, 291, 294-5, 299-303,342; (carceres) 47,55; (comitatus) 48, 218; pistoriensis 12. Pistorio (Tancredus de), ofic. curie pisane civ. 58. Pithicarius (Vannuccius), de comuni Yaàe 27. Pítìslíano 343:. (inl 317; (arme del conte) n5,342-3.

i t t a ( d e I ): Andreas Antonii, not. pisanus l5l, 153, 166, 242. Bernardinus, not. 276-7, Cilla 278' Laurentius 278.

Pitti, de Pictis (nob. Iohannossus Francisci), miles l3l. Pius II pp. 190, l9?,209,219-20,222-4,298. piqe, picze pani 2,3. placche vel busse in Arno 12.

Ponsacco u. Pontesacco (de). Ponsano (de) 165.

pontale dorato et maltato 130. P o n t a n o, Pontanus: Iohannes, de curia Ferdinandi

I resis267,234,267, 274; Alfonsi II regis 282. Petrus, not. 346. Fontasserchio 322 lesgí Ponsacco; Ponteal Serchio 78 /eggí

Ponte (de):

Ganus,iudexPisarum 18. Guido qd. IIdibrandini 3-4. Ponte (al poder del) 53. Ponte ad Sevem (de) 341. Pontecorvo, Pontis Curvi (terra) 193; (gubernator ad guer-

ram)

195.

Pontecorvo (de):

Bartolomeus mag. Iohannis, anagninus 157. Filippus, not. apostolicus 277, 279, 338. Franciscus, habitator Asture ló. Ponteterc (in luogo di Pisa) 196; Pontis Here (comune) 26, 53,75-6,78-9,8l-2, ll7-8, 197, 273-4,278; (canc. cufie) 196-7,273; (eccl.) ll8: SS. Iacobi et Filippi 53; (hospitale S. Antonii) 81, 197; (Opera) 82, l18, 197: SS. Filippi et Iacobi 53; S. Marie alle Quarre I 18; Pontedera (podere del) 8l ; (possessiones) I l6; (quarterium): Calcinarie, la Carraia della Roccha 8l-2; (prepositura) 197.

a ( d e ) , Pontadera (dal): Nuccii (heredes ser) 80, 197; heredes Nochi Nannis 197. Simone 278, ponthica 0a) o. apotheca. Pontii (Benencasa) 12. Ponteder

Placentia, Plagentia 91, 358 u. Parma; placentinus (ep') | 59-61.

Placentinus Ganalis 306. Placito (frate), priore del mon. de Sobbiaco 144.

placitum

polisa,'polixa u, apodixa. Pollaiuolus (Mancinus) 77. pollitro 260, 267 o. cavallo. Polo (Laurentius de), regens Vicarie 185. Polo (dicto lo) u. Iacobi (Colucza). Ponis (heredes lacobj) 105.

Ponsacco.

326-7.

P

Poggium Adimanum, feudum Leonis de Atri 4. Poggium ad Rosam, feudum Leonis de Atri 4. Pogium ad Faianum 4 u. S. Maria de Atri. Pogo o. Poggio. Poli (abbas S.), perusine dioc. 103. Poli (castrum) 150, 165.

l8l.

Pontesacco (de), Pontissacchij (comune) 52, 59 -60, 62, 7 5 -81,

Plaga u. Praga.

105-6, 152,192,200,322; (Opera) 105; (quarterium Ap-

planeta 323.

piani in Chiassetto) 105; (terra plebis S. Iohannis)

59.

Plano de Iayborzese (contrata q. dic' lo) 281.

Pontesacco (Iacopettus de) 105.

planularius 52, 162. Plutino (l,adislao de), dottore di leggi 345. Pochonis (Puccinus), de comuni Yade 27. Podere (terra carnpia q. voc. lo), in conf. Pisani Portus 54. Podii Azzuani (castrum) 26 u. Arnulphorum (terra). Po d i o ( d e): Anthonius Lemmj, pisanus l0l. Antonius,

Ponte Vecchio (al), in com. Pontis ad Here ll7. Pontianus (IoLannes), de Urbe 95. Pontis (marchio) 195. Pontonarii (terra), Pontis Veteris de Pisis 54. Pontremulo 91. Poppi (Petrus), de Sertiano 8ó. (de), Porcarij, Porcaro: Bandinus (ser), olim Martini 55-ó. Fei (terra) 31. Iuliano, de TrayectoZ55. PorceII Porcello: Augusto, di Norma 196, Pietro, delli Scapuli 203. Pietro 204. Porcello (a) 33. Porcinaria, Porcinariis (Nicolaus de), Urbis senator 159-ó0,

archidiac. saonensis

327.

Michaelis (terra ser),

in conf.

Camulliani ó0. Podium o. Montis Calvoli, Poggio, S. Reguli: Acquabuone

(terminus) 27, 49l' in conf, Terre Nominis 42, 69; Grufiuletj, Groffolete, Grossoleti 49, ó9; della Leccia 42, 49, 69; Plumbini (ex latere) 102, 125 u. Piombino. Pofe (sig. Benedicto Aò 212. Pofr (castello di) 263,272,282.

Poggio: alle Capanne, alla Campana 54 o. Livorno; de Ie Suirrelle (ter. podii q, dic. lo) 27: éella Suverella (terminus podii dicti), in conf. Terre Nominis; 49, 69 o. Mondielo.

Porcari

i,

163,165. Ixtrco, porcus, 196, 207, 23L3, 27 4-7, 279 338 ; (allevo) I 96, 212; (nassaria) 256, 2@, 267-9; porcelli 260; imporchiati 268; (spatula, scapula) 2, 3. polTone t. peffone. Porseuili (castrum) u, Prossedi.


VARI A Provinciae (comitissa) 102.

portera 355; porteri 248,250. Portiani (in castro) 8ó. Portiis (Andreas de), not. apostolicus 347. Porto (contrata lo) 297; Portus (territ.) 301 u. Torre. Porto (in nel), in conf. com. Pisani Portus 54.

provisini 82,

Porto de Lintisco 221-2.

Possuolo, in com. S, Regulj 66. posta (sesnare la) 231; postarum dohane (gabella) 216:' a.

Fi'

îenze. Postertium (castrum dirutum) 239. Postignani (comune) 66-8. Potecari (ser Iacopo da) 33. potestaria 91, ll9-20t potestariatus (officium) 56; potestas 26-7,75-6, 166, t77, 199, 227,239,245-6,292" (ofr-

ll7.

in conf. Camullianj

60.

,.

(d.) ló5'

psalterium 323; salteri:rrm 207. Puccepti (Nuonus), de Postignano ó6. P u c c i Puccii o. Puccis (de): Antonius (olim), de Plumbino 102. Ceus,de com. Terre Nominis 27. Dominl cus, comissarius Montis 274. Franciscus, numptius pisanicomunis46. Ciuntinus 176, Lorenzo, zecchiero 285. Nerius, de com. Ripalbelle 27. Pardellinus, de com. Rasignani 27, Seracinus Antonii, camerarius Pi-

,

sarum l5l, 165. Puccini: Bernardus

Vena

91, Duccii

(olim), de com. S. Iohannis de Puccianni, (heredes) de Campo 32.

Iohannis (domus), in castro Pontissacchi 52. Nardi (relicta) 53 u. Pugnano (Pina de). Vannuccii, (heredes)

s, Puciis (d e): Appollonius olim lohannis, abbas S. Dompnini 278. Pucius (d.), florentinus 24ó. Puccius Sciarra (dictus) u. Gaetani di Pisa'

Pucza u. Puza. Puetia 337. Puenani (com.) 58; Vallissercli (com.) 46; Pugnano (de) o. Perienano (de). Pulsano (monasterium S. Marie de) 185. pulveris (decena) 291. Puntale (de) u, Via. Puntro (casa ser Pauli dello), de piacza Iagni de Bove

146.

Puofi o. Pofi.

predella 177.

Pupi:

prestaria 212. Preite (dictus) u. Raynaldus; preite o. presbiter. Prenestina, Penestrina

(de) 165; penestrine (dvoc')

159,

Fresanghieri (locus) 341.

presbiter 245; preiti (fornimenti de) 248' 251,265' Pretahabundante (de) 204. Pretara u. Torre della Petrara. P r i m e r a n i , (de) Primerano: Antonius, 61. Rainerii 36-7' Iohannes cd. Nerii 37. Nicolaus' 61. Rainerij 3ó-7' Rainerii dicti Nerii cd. Iacobi (frI. et heres) 36-7. Principatus citra et ultra (provincia) 2M,264,269' Priolo (ser lanni de), canc. de Francesco Ursini l2l.

prior, sub prior

57-8. Michael, de com. S. Nannes, pisanus, de com. S. Reguli ó7-8. curator; pupillorum (curia) u. Cascina, Pisa'

Iohannes, de Luciana

Regulj 66,

163.

103.

Prioris (mas. Antonius), de Signa 157. Priverno o. Piperno. Proarellus (lohannes cd. Guidonis), not. 18. procerum (fides) 182. Prodenzo (Benedetto de Cola de), castellano di Fondi 255' Prodonico, Pardonico, Perdonico (in), in conf. Cascine 62' Proia rr. Proya. Prosparus (S.)

o. libra, solidus.

Pucci

Prati (via), in conf. Pontissaccij 105. Prato (de): Laurentius (mag.), chirurgicus 323. Michael (mag.), A. C. fisci procurator 160, 177. Prato Grande (via aì), in conf. Blentine 98. Prato Uberti (ubi dic.) 3. Pratura (la), in territ. Ceppaloni 207. preco 173, 231. Prefectus de Nernula

ll4

dicti Maglo 105.

Prcsa 40; Plaea 41. Praisin (Michiet), lancichinek 351. Prata (a le), Prata Schietto (in), Torre della Petrara. Pratata

.l08,

provisione 249-50, 252-6, 262-3, 266, 27 0-3 ; fteeia) 264 ; pro. visionatus 190; proveditore 352, Proya, Proia (Andrea), not. di Fondi 260,269-70,273.

Portus Pisani (comune) 54-5; (eccl): S. Stefani 54-5; S. Nicolay 54; (strata) 54-5; o' Pisa, Via.

cialis) 75'6; 0ocumtenens) 296. Pozale (locus) 341;Pozzale, in conf. com. Oratorii

405

u. S' Prosperi (com.)'

Prospero (Iohannes), de Carpineto 155. Prossedi, Prossei, Porseudi, Proxedis (castrum) 196' 296'7'

protocollum 239-40.

pupillus

,.

68.

puppis superior navis 12. puteus 33, 168, 200' 30ó; solariatus 199. Putide (arx) u. Acguapuzza, Puza. Putido u. Gello (de). Putignano (de): ecclesia S. Bartholomei 218. Putij Lelli (Angelus Macthie), not. de Velletro 44. Puza, Pucze (flumen) 290, 296, 298, 326-7; (turris la) 291;

o, Acquapuzza, Basso 0o). Pyoya (a lo) 222.

Qu.dero.t""io 21 6 ; quaterno 249, 252'3, 265 diti) 265; (introyto et esito) 259. Qualis u. Equalis. Quardeci, Quardecimi (comune) 3l-2.

;

(entrate e re'

quarra gtrani 105; ad pisanam mensuram ll5. (alle). Quarre (alle),in conf. Pontis Here 81, ll8; o. Ledre qusîta 47, 244. Quarte (alle) 197. quartirone 350-3. Quatrassis (Antonius de),

not. de Sermoneta 239' quercus, cerqua, cerquo 228; o' Croàatam (prope). Quilici (Bartalinus), de Castellina 278.

protonotarius 319; (locumtenens) 333; apostolicus' S. Sedis, l4-5, 17, 19, 26, 29, 13, 43, 173, 242-3, 283, 286-8, 3W, 313-4 cuÀe Capitolii 213; o. Albergati' Caetani, Napoli, Sicilie (regnum).

Quilico (S.) u. Lugaano. quinquendales (moratorie) 330. quinterno 249, 257, 262, 270-1.

provatura 261. Provinche de Lari (fr|.) 64 o. Buctamrs (Iohannes). Provinciali (d. Petms), vicarius terracinensis A9, m-

R""'"

u. Ru',r. f:aet O. atazz;.


406

DOCUMENTI DE LL'ARCHIVIO CAETANI

rasaczi, rasatii 26, 250, 252, 352; per stalla

Micillo (lo)222. Ragona u. Aragona.

249.

302,307. 149.

ragusinus (archiep.) 283-4, 286.8: (ep.) Rahone (Petrucius de), not. de Capua

Raya. naldi, Ravnaldi: Guido16. Nicolaus(mag.),not.tll. Rainaldus, subdiac. verulanus 3. Rainerii, Raynerii, Ranerii: Antonius 190. Butus, de Rasignano 27. Marcutius, de Tuderto 15. Pierus (cd. ser), not. de Morrona 58. Rainerius fi... notarii Pisarum... not. 38. raines 350.3. Rainucius, corsicus 241. Raisuch (Ruoch da), lancichinek 351. Ramae (regina) 102. Ramberto (d. Guido de), fi|. Odonis I l. tame 206,248,251. Raminianum (feudum) 4. Rammaldina ,. Fontana. Ramundo (Petro de), cavallariczo 250. Ranaldus, syndicus Urbisveteris 19. ' rande /eggr'. tande. Ranerius fiI. Bernardi 4. Ranuccinus qd. Ubaldini 7. Rapa (Petrus de), not. 213. Rapariis (de), Raparius, mas. actorum Summarie 335. Rapetta (de) o. Via 0a). Rapino, inAbrucio 96. Rasi (d. Raymundus), ratiocinator ducis Sermonete 345. Rasignani (comune) 27. ratiocinator 345; rationale 249-19,261,269. Raugeo (messer Iohanni) 309. Ravalde (terra heredum) 54. Ravenna (de),ravennatis (dioc.) 216. Raya, Raia (don lannj), de Paliano l5J-7,160. Raynaldus, dictus Preite, de Alatro l. Razza: Giacomo, Iacovo 8, 124, 130. Tutius 175. Realis u. Porta. reating (rectores civ.) 43. recamatore (mastro) 355. Recchia (Antoni), de Sermoneta 2ll-2. Recchiuto (Bruno), de Segnie, coco 155. referendarius pp.286-7,295. refr,339. Reges (mag. Thomas), in romana curia proc. 347. Reggio (de): Caterina,olimlacopini...l9S. Iohanna 198. reginus (archiep.) 305, 3ffi, 111,31?.4. Reginus (Ioannes), cler. saonensis 327. registrum o. Campania, gabella. resnicola 187 u. Napoli. Reguli (S.) u. S. Reguli (castrum). Rei (Antonius Petri) 302, relieiosus 245. Remansis (Tranquillus de), C. A, not' 347. Renaio (in), in conf. com. Carraie 12ó. Renatus, rex Sicilie 194-5t o. Angiò (d'). Renerii (Bernardus), metcator forentinus 200. Reno (Troyolus della), nob. 167; u. Arena (de). Rensi (Cota Rensi) 28ó. Renzullo (Onofrio), di Napoli, not.4,127. Reparate (S.) o. Firenze, Lucca. Raia u.

Rai

Repommeraneia (de) 168.

repostero, reposto 248, 250-1. represalie 283-4,330,327.

Raeho

Restri (Antonius), minor 302.

rete 170; reticella 343-4. revjfer (acgnus) 2. Rialto (de) 49. Riardi (castrum) 208.

Riario:Hieronimus,vicecomesdeRiaria24l-2;(heredes)

275. Thommasius (d.), decanus pisanus 338. Riario-Galeotti (Raphael), cal.d,. 241-2,275, 349. Riccardi (nob. Matthgus), miles, de Urbe 26. Riccardinis (Riccardus de), de Urbe 1,18. Riccardus d. Bone, miles, de Sermineto 23. Ricchj (Antonius), de Forculj 94. ricci con cingitori 130. a, Ritii: Cristoforus, saccomandus de Bassiano Ricc 281, 291, 295, 301. Iulianus, pisane eccl. archiep. Tora (d.), de Campiglia 70.

i

ll4.

Ricci (in terra filii qd.) 3. Riccio, conestabile di Maenza 2ll-2. Richi (domus Casce), de Sertiano 8ó. Richuccho (de) o. Pisa. Ricordati (terra lohannis), in Foialdi 18. Rr'do (Antonio de), castellanus Urbis l2V-4; castellano di Sermoneta 137-8; di Castel S. Angelo l38,2llA,214. Resoniro, Rigonigro (de) o. Rionero. Rinonichi (Nerius Rainerius de), not., fil. Guidonis 2ó, 27. Riou.Rivus:in conf. Nubile 32; in conf.Pontis Here 8l-2;a S. Martino82,l97;deMona Pia I l7;daMonte Chisol97. Ríonero Satmitíco

Ripa (castrum)

2

Ripa (de): P;perno,

00 ;

Rigonigro, Regoniro (castello)

7,8; o. Ripatransonis

20 I ,

204.

(castrum).

Nicolaus Petrus 240. Pietro (ser), dJ

not'

156'7.

Ripaf racta (de): Antoniuscd.serBaldjnot.,pisanus, not. 58-9. Bectuccij (terra), in conf. Carraie 126Iacobus, iudex curie pupillorum pisane civ. 36, Ripafratta, Ripafracta 57-9,98'9. Ripa loannis filii Bruoaldi ({eudum) 4. Riparbella, Ripalbelle (comune) 27 , l3l, 241, 278; (cuia) 42, 48, 69; (pascus) 241-2: (tenimentum) 146, 274; (via) 42,

49; Riparbellese (via a castro) ad Terram Nominis 27, 42; o. l-aivola, Mola, Viola. Ripatransonis (castrum, comunitas) 7, 8. Riperium (per) 42; Riperum (per) 49, 69. Ripi 282' Ristorellus,corsicus24l.

Rite (lohannes Stefani), de Porseudi 297. Ritii o. Ricci: Iacobus, de Cora 330. Nicolaus, de Vellerro 44. Ritondus o. Campus. Rivalto (de): Menicus 176. Verdiana, fiI. Menici 176; (m.)

u. Nutus. Rivus o. Rio: Droge, territ. Setini

I l; Martini 5, I l; de Noccla 5. Robbini (Martinus), de Ripalbella 27. robe (depredatione de) 282. Roberti: Bectuccius, de Rasignano 27. Petri (res), in

territ. Setig 82. Robertus, arbiter inter sitinos et terracinenses 5, Rocca Arcis (de) 102' 104.

Rocca d'Evandro o. Bandra. Roccagotga 232, 358:' Rocca Gurga, Roccaburge (castrum)


VARIA

(tit.) 135-ó: S. Petri, Principis Apostolorum (basilica)

233,324, 346-7t Grx) 177; (capitaneus) 233; (eccl.): S. Leonardi, S. Marie, S. Petri, Salvatoris 324; (Íantl) 2ll; (dominus) u. Caetani di Maenza.

ll8, 244.5,308; epud S. Petrum 74, l4A, 159, 224, 232, 276, 287, 314, 328, 341, 350; S. Petri ad Vincula (tit.)231,328; SS. Sergii et Bachi (tit.) 349; conventus, monasterium: S. Andree in Silice 226; S. Cosmati 328-9; della Maddalena 347; Minerva (frati alla) 15ó; S. Pauli ló5; Scala (padri della) 347t S. Sebastiano 142, l5l; S. Sixti 324; gubernator, sovernatore 169, 195,227-9, 283-4,305,308, 3ll, 313-4; (auditore) 227-9; Hospi-

Roccamandolfi, Rocce Maynolfr (castrum) 208. Roccasecca 243; Rocce Secce (castrum) 244-5; 102, 138,239; (eccl.): Annuntiate, S. Benedicti, S. Francisci 244-5. Roccaviga (de) 347. Roccha (dalla) 82 u. Carraia.

Roccha (de): Antonius, fil. cd. d.Uberti,civ. 41. Iohanes, miles 41. Pierus, miles 41.

Pisarum

tale Sancta Sanctorum 14ó; magnas 328; miles 26; Monte di Pietà 347: popolo I 95 ; prefectissa 211 ; prefectus l2l, 123, 143, 148,212: resio, platea, via: via

Rociluti (Lidanus Petri), de Setia 72; (m.) u. Tutii Tadei (Lilla). Rodulphi (Petrus), iudex et vic. Tuderti l4-5.

Roffridi (Petrus d.)

5.

Rogara (Rodericus de), can. civ. Calagurritarg

l4l.

Rogero (Cola de), de Sompino 19ó,

Rolandi (Occulinus qd.), de Pisis 14. Rolando (terra posta in de) 17. Roma 19,72,74,95, 106, 135-6, 140, 142, 144, 150-1, 158, 160, 163, 165, 168, 170-7, 182, 184, 210, 213,2t5, 217, 220, 224, 226, 231-2, 236, 242-3, 246, 274-5, 283-4, 286, 309.1 l, 320- l, 325, 328, 335, 341 -2, 3 48-9, 35 4 -5 ; Urbs (passín): Ecclesia (S. R.) 43, 74, 102-3, 134-5, 138-40, 159, 16l, 219, 336'7, 340t (capitaneus) 14,

.

348-9; Camera Apostolica llt, 215, 217, 222, 227"9, 231, 233, 284, 287-96, 303, 306, 327, 330, 341, 355, 358 o. ducati; (camerarius

(vicecancellarius)

pp) 237,239,275, 300; (card. camborlengo

; (clerici, preside stes) 223, ; 313-41 (depositarius generalis pecuniarum) 314; (6sci procurator) 160, 177-8,310; (not.) 4,25, 159-60, 162, 27 5, 277, 345, 347 ; (camerariatus officium) I 77 ; 0ocumI

(vicecamer arius) 313-4

tenens) 159-ó0; cancellerieapostolice regens 32Bt C-ol' legio Sacro 320; Dataria apostolica 347; datarius pp. 328,357-8t Curia Romana 135-6t 177,215, 276,311;

curia) 138; (ritus) 276,309,338; Curia causarum ?12 328; (auditor) 159-60, 162,215; (proctîator)312,347; Palatium Apostolicum (5.) 138, 275, 320-1, 327, 349, 358-9; (causarum auditor) 159'ó0, 215,225,298; (not.) 304; (procurator') 275'6t, Palatii (cardinales

in

(in logeia) 327;, Rotz (S.) 215; sedes apostolica (s.) 193, 275-7, 288, 305, 141, 359; Camera, curia Urbis 125,213; Capitolium 2l?, 16?,166, 194; (camera) ,f4; (curia) 44, 165; (carceres) 47; Castrum S. Aneeli, Castel S. Angelo 138, 211,214,306,3ll; (castellanus) 123-4, 1383A8 ; conlegium notariorum 44, 299; Conservaturi 98; dixtrictus 138, 204, 213, 249' 50; domus, palatium: aedes et accasamenta dd. de Marganis 243; case de Iannj de Bove 145-ó; casa dello Hospitale Sancta Sanctorum 146; domus card' R. Riarii 275; hospitiumcomitis Fundorum 182; in palatio ad S. Iohannem Lateranensem 19; ecclesie: S. Adriani (tit.) Belvedere

13,

30; apud SS. Apostolos

106; S. Bartholomei de

357-9t S. Cecilie Cosme et Damia ni

(tit.) 320-1,213:'

24i. Romagna 309; (duca) 317-8, 320-1. Romana (d.), hospitalaria, de Campilia 70. Romani (S.) r.'. Furce (contrada).

Romani,

Roncillione (de) 165.

Roncionibus (de), sanus

S. Marci (dominus) 22L3; S. Maria .in Porticu 184; B. Marie Maioris (basilica) 314; S. Martini in Montibus

Roncioni: Iacobus Franciscj, piIeronimus (ser), olim ser Petri, not. pisanus 165.

ronzini sauretti 2rl-2. Rosa, mater Antonii Bergantini 207.

Rosa:

Cola cd. Ricardi 217. Iacobus cd. Ricardi 139, Iodecta (d.), cd. Iacobi fi|. 139. Petrutius cd. Ricardi 217. Ricardus 139,216-7. Rosam (ad) u. Poggium.

217.

Rosellus u. C-ampus. Rosis (Franciscus Iacobi de), de S. Iermano, iudex 245. Rossani (princeps) 194. Rossene (terra), in com. S. Frediani de Septinio ad Barbaiani 29.

Rosserminis (de): cator Pisarum

277;

Adovardo olim Niccolai, mer199. Nicolaus olim Francisci, pisanus

Nicolaus 279. Russus: Bartholomeus, nuntius pisani

Rossi u. Rubei,

45-6. Francesco di Tommaso, not., di Sermonetal24. Iacoba,frl..Stefanj 120-1. IohanneRosse (terra d.), in conf, Camullianj ó0. Stefanus, de Pisis

ad S. Celso 154; SS.

(tit.) 168'9, 348; S.laurentii in Lucina (tit.) ll8;

134.

278,338. Ronconus (Angelus), de Vignianelli

comunis

(tit.) ló9-70, t44,

Ia-

Romanie (ad parte") 49.

239; S. Eustachii

nensis

Con?30.

Romanus (frater), de Gaieta, mon. casinensis 102.

(tit,) 312; S. Crucis in Ierusalem (tit.)

(tit.) 139; S. Georgii ad Velum Aureum 173, 241, 275,300; S. Iohannis Latera178-9, 225-6,308; S. I-aurentii in Damaso

Romano: Antonius Nicolai Petrj, de Carpi-

neto, not. 157. Cola Antonius (ser), de covo, not., di Cori 183.

In-

sulaLicaonia 144-5,217; S.Blasii 146; S. Calisti Git.)

Apotheòarum Obscurarum 243; piacza Iagni de Bove 145-ó; Campitelli 242-3; Campus Florum 182; Insula Licaonia 144-5; apud S. Bartholomeum 318; alla Minerva 154, 156; le Militie, in Militiis 23, 153-4, 347;.Montium 74; Pinee 124, 166; Pontis 74,213; ad S. Celso 154; extra Portam Lateranensem 73, 148; de San Petro 153-4; senator 44,165, 159-60,163, 305, 308, 310-l; senatus 213; statuta 73,125,137, 165,213; terremoto 142; Torre de Conte 157; vic. generalis95-6; romana (moneta) 178, l9l; Romanorum (imp.) 4,5,10,40,63,190; (rex) ló7; romani (patr'rcii) 226; (imperiales, principes) 41, 48; romano (conio) 142: (grosso) romanum(ius) 176;romanus (domicellus; 106, 232, 349, 157,359; lr,obilis) 226,

l9l;

220; (claves) 17; (confaloniere) l15; (not., scriniarius)

l, 5, l1;

407

t2a. Rossilionis Gomes) 174, 186, 189, 333. Rota (Antonius), de Neapoli 338.

rota ad aquam 219.

R"t

(S. R.;

a Roon


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

408

Rotecheta (colomnella in monte le) 6' Rotellinus, commissarius reipublice florentine 341. rothomasensis

(caÀ)

237.

Rotundis (nob. d. Macthia de), de civ. Velletri 173. Rovaio 0ocus dictus) 197. Antonius, ep. eugubinus 325-7. Rovere Iulianus, card., legatus 231. Rubati Pagani (Íundus), in Colle S. Marie Cateliati 8. rubbia 147; u. grano, orzo. de Rubeis, Rubeus u. Rossi, Russus: Albertus 12. Anselus, officialis Setie, not. 288, 296; Se'

(della):

Rubei,

ll4'

Ber' rangelus 291. Antonius Antonii de Setia nardinus, civis Setie288. Franciscus Thomas, de Ser-

moneta, not. ll3'4, l4l. Gresorius, de Normis 6. Lodovicus Bartholomei, de Setia 293, 296. Nardus Tutii, ofFcialis Setie 173. Rajnaldj (homines d.) 2. Stephanus, dictus Rubeus, cd. Gregorii Rubej de Normis 6. Tutius Andree, de Setia 291, 297. rubini grossi brizoni 250. rubrum 346. R u c c i n j: Antonius, de Ponte Here 82. Bandus 82: Rufranum (feudum) 4.

Ruftlli (S.) u.

Rugerij (Guido)

12.

Saletti (de villa) 198. Salladinus (Petrus lohannes), de Sermineto, not' 21, 24. Sallexij (Franciscus comes) ló5. salma, psalma 280-l; meri 2; sarmenti 30; vini 177. Salmoneta u. Sermoneta. Salmuli (lacobusl 12. salterium u. psalterium. salvacondotto 202. Salvaterra (de) u. Falvaterra, Salvatoris (S,) u, Carraia, Roccagorga; (abbatia) u. Collinis

u. Rossi, Rubei: Andreas (d.)' de CaAntonius, de Antonio,de Fundi

, de lo Russo

l9l. 104' 208. Franciscus20T'8. Iacobus,not.208. Franciscus 208. Petrus (abbas), archipresb'

Iohannes Ceppaloni 208. Rustichelli (Datus) 12. Ruti (Baptista), de curia Alfonsi

Salviati,

Sanbuco rr. Fontana. Sancis (Gonsallus), cd. Dominici,

ruolo, rolo 352. Ruscellai: Anton 309. Paulo 309. labria 102,

Salvatoris (Taddeus), de Massa 329. de Salviatis: Bernardus, de Florentia l'19. Giovanni, caÀ. 359. S a m p a n t e, Sampantis: Guido 12. Raynerius, iudex pisane

civ. 41, 45.

Rugica (Cola), alias Naso 146' Rugolaio di mezo 341.

Ceppalono

285. Salerni (princeps) 93-5, 97, 143, 16r, 170, 172; (principissa) 313-4; salernitanus (princeps) 109.

Superioribus (in), Pisa.

Marzano.

Russus

III

Caetani 213. Salamonii (d. Iohannes), proc. Honorati salario, salarium 245, 252, 254, 259-64, 268, 27 l -2. salato 196. Salci (ad) 5. Salcieto (in) 126. sale 259, 2ó9-701 (fundichi regii) 264,269; (conficere, coneelare) 231-2; salen 244, 248,251; doppia ad barile

Firenze.

Ruffinj, Rufinus: Gerardus Francisci, pisanus, not. 106. Iacobus (d.), miles hierosolimitanus 312. Rufo u.

sala maior lóó. Salamon (d.), de Tuderto 15.

I

regis 175.

de S. Andrea, regni Castelle 51. Sancta u. Veli. Sancta Cioce (ad) 19ó; u. Santacroce. Sancte Felicis (castrum) 169-70, 209,220-3; (castrum dirutum) 136, 219, 224, 238; (pischeria) 284; (tenuia) 231,3t3-4. S. Lucis Collinarum Superiorum (comune) 45. S. Maria de Atri 4. S. Maria de Surresco (eccl.), terracinensis dioc. 107; de Surrexa (laeho ò,e) 222,

S. Maria a Tavelle, in conf. Pontis Here 81. S. Marie ad Trebbium (comune) 36,210,2?5.

Sabbatini (Cerbonius loannis), de Massa 340. Sabe u. Gorii, Sabellis (de) u. Savelli. sabinensis (ep.) 43-4. Sabini, Savini (S.) u. Monte, Montione (de).

S. Severinae (comes) 338. Sanci Agapiti (terîa) 74. S. Ambrosii (casrrum), mon. casinensis S. Anderio (de) 49.

Sabiniano (de) ló5 u. Orsini. Sacchecta (Antonio), d'e ltri 255. Sacchis (Iohannes de), archiep. ragusinus, 283-4, 286-304. sacchus 192, 207,273 saccomandus

r.

Urbis

gubernator

srano.

u. Ricci Cristoforus;

saccomano armato 351;

saccomenare 177.

Saccotii (Antonius Stefanus), presb.

l4l.

Saccum (per) 5. sacrista 218.

Sadonizi (Giovanni Battista), maestro d'atti 208. Sadriani (comitissa) l9l, 241, 241-5.

Safuti u. Saputi. saia 339; saio de panno 357.

Saiberstolf (Daniel), lancichinek 351. in com. Pugnani 4ó. Sala (Iufiridus de), cd. Giustamontis not., pisane civitatis 28-9.

Sala (tocus dictus),

102.

S. Andrea (de), resni Castelle 51. S. Andree (castrum), dioc. veìlarane 178. S, Andree (castrum), mon. casinensis 102. S. Andree in Pescavinclum (comune) 46. S. Andree ad Perignanum (comune) ó2. S. Angelo (frater Nicolaus de), mon. casinensis 102. S. Apollinaris (castrum), mon. casintnsis 102' S. Apollinario (frater Philippus de), monacus 102. S. Cassiano (de), Vallis Atni33. Cassiano (de): Iohannes, frI. Pieri, pisanus not. et iudex 55, 78. Lapus, frl. Locti 75-ó. Ranerius 67. S. Donati (castnrm dirutum) 13ó; (con6nes territ.) 2l-4,

S,

61, 168; (dominus) 173,222-3; (tenuta) 238,713-4. S. Donnino (de) 120. SantEtmete 42; S. Heremetis de Orticaria (com.) 43. S. Francisco (Octavianus de) 50. S. Frediani de Septimo (comune) 29.


VARIA S. Frediano (locus dictus), in con{. Camulliani

ó0.

S. Gaetano (lohannes de), de Bonifacio, de Plumbino S. Geminiano (de) 189, 198.

100.

S. Georeij (feudum) 4.

S. Georgii (eastrum), mon. casinensis 102. S. Germano, Hiermano (de) 102, 104, 245. S. Germano (frater Andreas de) mon. casinensis S. Gervasio (de) 37. S. Ginesio (monastero di S. Girolamo) 347. S. Heustachio (lohannes de), de Catino S. Hisiodoro in Canneto (de) 28. S. Iacobo S. Anderij (de) 49.

Sannone (in), in Palude 3ó. Sanostris (lacobo de), di Amelia 194. Sanpante rr. Sampante. Sanse (Butius), romanusr not. 44.

165.

102.

Sangeverino: Bernardinus, princeps Bisiniani, dux S. Marci

336-8. Catherina, fiI. Berardini 33ó-8; (m) u. tani d'Aragona (Federicus).

4.

Sansonus (lohannes Vincentius),

S. Iorio (àe)255,267.

S. Iusto (àe) 77, I0l,

Sancto (Vannis de), de Pisis 55. sandalum 326-7. Sandri (Sander Franciscj), de Sertiano 86. S a n g u i n e i : Bonaccursi (terra heredum), in conf. Appiani 37. Iacobus, fiI. ser Coli not., de Pisis 37. Sanguineto (in loco dicto) 9. Sanguinis (efiusio) 219. Sanguis (Vannis) 31.

102.

S. Iohanne (frater lohannes de), prior mon. casinensis

S. Ioannes de frlio Tribuni (feudum) S. Iohannis de Vena (comune) 91.

4@

r.

Gae-

scriba Registri 234,267,

282.

128-30.

(d. Petrus), de Ceppalono 207-8. Hieronima, relicta Troili de Ursinis 341.

S. Iusto in Canniccio (Lupus de), fi|. Iohannis, not. pisane civ.52. S. Laurentii (castrum) 196, 239, 263, 257, 272, 296'7 t (lanti)

Sansus

2ll. S, Laurentio

Santi (feudum) 331, 333-5. Santina, suocera di Filippo di Corsica 247. Santoro (Luca), di Monticello 26J,271. Saona 61, 9l; Sihone (carceres) 55; saonensis (archidiac.)

S.

(de):

Franciscus, trompeta 295.

Octavianus 295,3A2. Laurentii de Pagnatico (confines) 235.

SS. Laurentii et Pantaleonis S. Stephani (terra) 29. S. Leonardi (pensio paludis)

de Campo (comune):

mon'

S, Pietro della Avellana 204. S. Prosperi (comune) 235. S. Reguli (comune) ó5-8; (eccl., opera) óó-8;

Sardus: Nicolaus cd.serBectj, de Pisis 45-6. Rainerij (terra), in conf. Oratorij 43.

Sardj,

Sardinie (rex) l7 4, 186, 189, 3i3 ; (primas) I I 4, 241. Sarezzane 91.

Sarmentum (per) 5. Sarmulis (Nannus de), campsor pisanùs 162. Sarnani (Paolo) 347. Sarni (mag. iustitiarius) 108. Sarracino, Serracino (Ianni), de Paliano 154' 156-7. Saúenno 86; Sertiani (hospitale) 86; (Porta de Medio) 8ó;

86: u. Sertiano (de). (uxor l'ló. Pauli) Sarti (presb.)

sartiis (arbores navis forniti) 12. sartore 145; sartus 14ó; g\toî 142, Sasa 0a), in com. S. Regulj 68. Sassetta (d. Marianus de), plebanus

pilia Sasso

(in

Podio,

Pogeio) 66-ó8.

S. Reeulo (heredes Baldi de) 6ó. S. Savino (de) 18, 32-3,10r' S. Savino (terra heredum Andree de), in conf. Oratorii 43. S. Sebastiano (de), districtus Castelle 50. S. Stefani (castrum) 239. S. Victorij de Campo (in conf.) 29.

S. Vito (de) lt4,156,160. Sanctus: Angelus lohannis, not. de Setia l3l. Francesco, nob. di Siena 345. Iohannes, de Mareno 189. Iohannes Antonii Andree lacobi, diaconus 245. Iohannes Veli, Velle, civis Setie 288, 291, 296. Pe-

Sancti,

trus loLannis, miles de Setia ?3. Sanctis, Sandris, Sanctris (Placentinus Iuliani de), de Ame'

ria l8l-3, 219,230, 89, ?f7. (al), sive all'Ar$erelli, in conf. Postignani 67.

52

327; (cleù 274-6. Saputi, Safuti (Meus)' de Setia 295, 302. Sarandolf (Bastiano), lancichinek 351.

237.

S. Martino (heredes d. Bonture de) ó8. S. Martino de Pasliana (de\ 66-7S. Martini de Veccula (confines) 9. S. Maximi (castrum) 208. S. Michaele (ser lohannes de) ll8. S. Miniato, Miniate (de) 31, 78. S. Miniato (de): Aneelini (bona), in conf. Pontis Here I18. Antonius (ser), olim mag. Augustini qd. ser Ducci, not. florentinus 241. Cengna, 61. Vati 31. Iacobus, iudex Pisarum 18' S. Nastasi (terra di) 266. S. Oreste (de) ló5. S. Petri in Formis (castrum) 74. S. Petri in Vinculis (villa), dioc' ravennatis 216. S. Petro (frater Iohannes de), monacus casinensis 102.

l,

Iacobus romanus 314.

saponeria 244.

S. Marcello (de) 218. S. Marci (dux) 336-8.

Sancto

Santacroce:

l1J. S. Iohannis de Cam'

71.

di Malacoda (al), in com. S. Regulj 6ó.

sauceri 251. sauda (terra) 292.

sauretti u. ronzini.

Savelli: Franciscus, de Albano 165. Iacobus, de Palom' bara ló5. Lucas d. tohannis (nob.), potestas Tuderti

l4-5.

Pannulfus 165. Theseus 16l.

saviczari u. svizzero. Savini (mon. S.) de Montione, pisane dioc. 77; u. Oratoio, Pisa, S, Saiino. Savini (Gualfredus qd.) 4; u. Piccolomini' Saxeto (de): Bacciameus (ser), cd' Vannis, not. Pi' sarum

55.

Francischus,

Saya (Petrus), de

fiI. Iohannis, not.

S. Laurentio 302.

sbanditoria (sententia) 175. sbarre (in lle) 204. Scaccia (Gerardus) 13. Scafa (torre la\ 331, 331-5.

28.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVI O CAETAN

4t0

scafiatarum (mensura) ó4. scala de tuni 354. S

scudi 355-6. scuffia trenzata d'orc 344.

ca m mel I e: Angelus, deSermoneta239. Scipio, archipresb. S. Marie 323.

scannus 244.

Scanus (lohannes) 207. Scanzano (àe) 343, Scapolí 202-5; Scapulorum, Scapuli (castrum) 202-6. scapula ú. porco. Scatlíno 74, 190; (distretto) 246: Scarlini, Scherlini (comune)

75; (plateola Citerne, Porta Nova, terzerius, via) 190. scarsella (fornimento de) 319.

sculpta (lapis) 29; (paxio lesu Christi) 245. Scurranum (feudum) 4. Sebastian (Egidius), de canc. Ferdinandi I regis 209. Sebastiani (S,) u. Maenza, Pisa, Roma, S, Sebastiano. secchio d'argento 343. Secla u. Tincha. secretarius 305, 3ú, 315, 327 u. Firenze; apostolicus 305, 310-1, 313-4t resius 331, 338 u. Napoli. Segni, Segnie, Sienia 155, 157, 196,306-7. Segn

carsellaio,

Scharsellarii: Gherardi (terra),in com. Tremuleti 164. Iacopus 197; (terra) 81. S c a r s i, Scharsi: Bartholomei (terra), de Pisis 79, Iacobus 39; (m.) u. Ursula. S

scassapancha

o.

pancha.

Scauli 83-5; (passo) 2ó4, 270; (pyacza) 85. Scea (de) o. Exea (d'). scecato (capitolo) 221. Sceltus (Petrus), habitator Yiteùii 246. Scepato 0o),

in com. Pugnani

I

(de)

86. sensale, sensalis 49,

l0l, l2l,

sensile 344.

Schietto r. Prata. Schoncialupus (Gerardus), de curie cabelle pisane 58. Sciarra rr. Gaetani di Pisa. Scillato, Scillatis (de): Cancia, nepos Ylarie 207. llaia, Ylana 206-7. Scima Cerasolo (monte) 228.

12.

sella 248, 251; sellarius 17. Sempre Viva (monte) 228-30. Senaita 8. senator u. Roma. Senigallia, Sinigallia (strage di) 3ló. senio (in) 218. u. Siena: Iohannes Cristofori.qd. Iohannis, Senis not. ó3. Iohannes mag. Petrj, not., iudex de Sertiano

Scherlini (com.) u. Scarlino. Schiavo (Antonj dello), da Paliano 155-8. schiavo 160, 258; schiava 258,265.

Albertus 12. Boccaccius Ugolinus 12. Sclavonie (partes) 198.

Antonio,zecchiero2S5. Bartolomeo (frate), 144.

senescalcus 4.

46.

Sciorta:

i (da):

de Sergnie

Ranerius

12.

Senteris (in) 177. septima (pro) 207, 280-1. Septimo (de) o. Frediani (com. S.). Sepulchry, Sepulcri (S.): (terro ecct.), in com. Oratorii 43, l17; (terra, bona), in conf. Pontis Here 81, 197. sepultura (ecclesiastica) 300. Sercli, Serculj u. Vallis; Serchio (al) u. Ponte, Pontesacco. sergente 352. Se

scocta 12. ecodellino, scutellino 244, 285i scudella, scotella 244, 251, 285. scola (maestro àe) 247.

rgi

o:

Fabrizio, conserv. dei registri regii in Napoli 208.

Vincenzo 208. serico albo (de) 323. Serino (de) 206.

Serintis (de): Antonius

Sconficta, uxor Fortisbraccii 4. scoppetteriis (de) 307. Scorna (Piti Giovanni), abate, di Napoli 345. Scorno (de): Benvenutus (ser), de Pisis

terina).

Tessa,

240; (m.) u. Buonamoris (Ca-

fi|. Antonii 240. (n.) u. Appiano (Ghe-

rardino d'). Sermoneta 44, 94, 97, 1 13, 124, 1 38,

49.

l

4l,

166,

17

5, 80, 1

I

BB-9,

cd. ser Benvenuti 49. Simon Baptiste cd. Mariani,

210, 21 8, 230, 236, 296, 305, 322 ; Sermoneti, Sul moneti (castrum) passim: (archivum) 1134, 124, 180, 236; (can-

nob. pisanus 275'9.

cellaria)

Colus

Scortg fliber) 33 u. Tuderti (com.). Scortiatis Clulius de), loc. magni camerarii Regni 2ó7; senator Urbis 305, 310. scotareli 28ó. Scoto: Alberto, condottiero veneto353. veneto 353. Scovenza (Antonio),

Troilo,

condottiero

de Morcone 255.

Scraneri (alle olive) 19ó. scriba 33-4, 37,8, 45, 52, 114-5, ln-30, 132 p. Pisa; (senatus) 213 r.r. Roma; scribanus navis l2-3; scribarii 236; scrivano 148. scrigno di fierlro 351.

scrima, scrimia 228-30. scriniarius l5-ó; S. R. E. l, 3. scriptore 309; scriptor apostolicus 275. scrofe 19ó; (massaria àe) 256, 260, 267-9. Scrungnole (de villa) 18. Scudarii (Orlandus Martini) 10. Scuderii (pascus Montis) 242.

97;

(capitaneus) 16É,, 175,

295,303,329: (ca-

stellano)320; (comunittr, università) 283-4, ?.86; (consiliarii, commune)320-l; (curia) l4l, 166, 175, 323; (maior curia) 125; (camera curie) 219, 239; (dominus) passfm; (duchessa) 342; (dux) 320; (princeps 349);

(domus) 288; (palatium) 239, 304; (eccl.): S. Angeli 323; abate àe S. Agnilo 2ll-2; S. Antonius 175; S. Maie 237,239,323; (maior eccl., collegiata) l4l-2,307; S. Marie Gratiarum 323; S. Nicolai 323: S.PetrìZ37t,

;

(conventus):S. Ftancisci 237 ,323; (esiliaú)2| I Fossae (fructi) 289; (hospitale) Milis (locus captivitatis)

ll4;

323: Annuntiate 2?7; (loeeia) 346; 0odia nova) 189; (miles) 188-9;

23;

(molendina)

44;

(platea) 295; publica

Turris Maioris I 14; (plateuncula): extra fores pa-

latii domini Sermoneti l8l; (porta): delle Noci 354-5; della Torre Nova 212; (quatuor boni viri) 24; (rocca, arù 44,214,322-3,335, ?54-5; Sanctus Quintinus (.

q. àrc.') 217; (scinilicus) 2l-3; (scrinarius) 23; (Societas Corporis Christi) 323; (statuta) 175; (territorium, con6nes) 2l-4, 61, 168; (turris): Maior I l3-4;


VARIA de Scarapazis, Strapatiis2S9; (via)z S. Antonii 175;, (vicarius) 23; sermonetani 61, 219; sermonetanus can. 142; presb. 323. S er mò n et

lato

): Cardo, capitaneus Bassiani 295. FoI. Antonio 284. Moysi habrea (apoteca) 189.

o(d

286.

e

Sebastianus qd.

magistri lacobi 239. Serracino u, Sarracino. Serram longam (per) ó. Serratus (d. Franciscus), commend. abbatie S. Dompnini 338; S. Salvatoris 274-9. Serrerius (Petrus), de Bassiano 82, Sertiano (Maqcus de) 8ó; u. Sarteano. sena 339; serviens 244; servitus 313-4: servitia et consuetu-

dines

l,

2.

Serviae (regina) 102. Sessa (de) 251; Suesse (dux) 194. Sessana (de) ll2-3; (patronus) u. Gambacurtis (de). Sesto lo Abate (a) 32. seta 249, 344: frlata 339; moresca 251 ; (nastari) 339; (vesti-

Seta (de, della):

Henrigi(terra), in conf. Peccioli Manfre Pauli, de Pisis 210.

18.

Sexano 204. sextaia 273; grani 86.Sezze l0-1, 72, 108, 130, 169, 1 73; Setie (terra) l l3-4, 39' 182, 228-30, 289, 355; (archivio comunale) 82, 130; (Campo) 61, 290,296, 298,302; (cancellarius ad malleficia et reformationes) 296:. no Casale de S. Maria) 290; (commissarius) 25; (comune, universitas, popu' 1

Ius) 2l-5, 61, 223-4,226, 286-90, 299,301-4,325-7;

296; (domus nob. Iohannis Francisci) 288; (eccl.): S. Iacobi (consilium, officiales) 169, 173-4, 291, 293,

l3l ; S. Marie l0-l; S. Pauli 109; (fortilitia)

310;

(guerra) 286, 305, 307; (miles) 22; (Mons) 296: lo Fossato Bovem 290; (ontoò29ó; Galatium comunis) (platea) 3M: S. Marie l0'l; 173,296 (peschiere) (potestas) 168, 173-4,292,296; (priores) 288; (qua(statuta) 298; tuorboni .rrrri)24; (sigillum)

6l:

ll,

lll;

(terrritorium, confines) ll, 2l-5, 61, 72, 82, 108, l3l' 168, 182, 280-1, 284, 289-304, 306-7, 310; setina (causa) 349; setinorum et terracinensium (questio) 5; se-

5, ll,2l, 61-2, 174, 196,220, 223,286,

289-96, 299, 307, 326-7.

Sf

47, 55; (curia) ó3;

(eccl.

senese (nociato) 339.

sísilli cI. nomì propd, Sigli (terra Massej), in Appiano 52. Signia (de) u. Sesni: Bruno, not. 227. Stefanus 95. signizari rr. svizzeri. Signoretti (lacobus), rector. S. Felicis de Pisis 55. Signiorile de Arturo 16, Silice (questio de) 5; Silicem (in Pantano inter Cavatam et) 24.

Siligatto (messer Francesco), fiorentino.3l 7. silva 172. Silvestri (S.) u. Oratoio, Pisa. Silvestri (?) on. (n{vilegium) 5. Silvestri (Dominicu! Bernabei), de Plumbino Silvi (citta de) 127. Simeonis, Simonis (S.) a. Pisa. Simmani (Petrus), de Bassiano 182,304.

llt,

150, ló8.

Simon, abas Discalciatorum 3.

orza'Visconti:

Alessan&o 127-8; conte di Cotignola e Pesaro202. Francesco, contel27, t34. Lisa

(madonna) 127-8; (m.) a. Acquaviva (losia).

Sicilie (regnum) 102,195,253; citra Farum 149,

l8l,

18ó'

333: citta et ultra Farum 174, 180, 186, 189, 219, 330-5; (regina) 83, 86, 89, 92-5, 97, 102; (rex) 4,5' 10,73, 83, 193, 195,206.5,225, 282; (admiratus) 85, 94: (magnus camerarius) 1 l?, 187, 244; (cancellarius) 5, 85; (generale erario) 138; (magister iusticiarius) 90, 108' 1

121,143;0oeotheta et prothonotarius)93-5,97,108, I I l, l8l-2, 188, 2M-9, 230, 247-56, 267: Iocumtenens 149, l8l; (magnati, conti, baroni) 336'7; (marescallus) 89-95; (magnus senescallus) 85; (vicarius) 4, 195:' o. Napoli. 19P, 945:' Síena 63; Senis (de) 45, 61, 74, 91, l0l,

lfr,

simonia 212.

i ,

i Simeonis. Simione rr. Magistri: Angelo, not, de Maranula 262,271. Antonio Antonii, de Bassiano 281, 296,298,301.2. Francisci (terra sqr), in com. Tremuletj ló4. Gabrieì, de Ponte ad Heram 278. Iohanna, de Aviano 54. Pauli (relicta) 70 o. Bernabe (d.). Sancti

Simo

Setenij (heredes Marie) 281. S et i a ( d e) u. Sezze: Antonius2Sl. Lodovicus, not. 288, 296. Nardellus l0S. Petrus, not,2?,25. Pietro,vic.de Carpeneta 196. Setinus (lohannes), S. R. E, not. ll. Settimi (confines) 177; Settimo (a Castello àa) 235.

seczisi

(cancellarius) 329; (carceres)

S. Petri Scalarum 63);

Simon, abbas S. Poli, perusinae dioc. 103.

menti) 2ó5.

tini,

4il

(térra heredum), in conf. Appiani

37,

Sebastianus, de

Ceppaloni 208. Vella, fil. Bartholomei 207. Simonis greci (vestigia) 300. Sincanello (in),

in com. Malaventris

59.

Sine (Christofolo Da), lancichinek 351. Sioibaldi (Iohannes) 210. Sinioricti (Berardus), de Setia 23. Sineni (Cristoforus lohanni) 302. sinodales constitutiones 279.

sipontina (diocesis) 185. Sirigattis (Paulus Lapi Niccolinj de), de Florentia 116'7.

sitini o.

Sezze.

Sitinum (ad) 5. Sisti, Sixti (S.) u. Pisa, Roma. Sistus IV pp. 220, 222-6, nl-z, 216, 239,308. smiraldo 250: colmo 349. societatis (gubernator) 200 o. Neretti, Sermoneta; socius 167; socita 32G7. Soderini 0ettera di Piero) 317,32t. sodile (terrenum) 303. Solaczano o. Sollazano. solariata o. domus; solarium 241. Soldanus (lacobus), not. 210; fiI. cd, ser Soldani, de Plum-

bino

125.

soldato 196, 204, 206, 2?4, 293, 350-3; a cavallo 2N'2soldo della truppa 184, 234, 350-3; solidi, soldi, solli

t'l,

100, 105, l3l, 133, 156, 178, 182,193, 216, 218, 244, 28A, 284, 104,32G7, 139-40,350-3; de arsento 43; denariorum 2,9, 162; pi' sanorum 7, 9, 10,13, 17, 28,37'8, 43,47,58,62,71; florenorum parvorum 99, 162, 165; provisini 2'7), 95t

t4-5, 28-9, 34, 55, 97, 99,

senatus 82, 108.

Soler (Giorgio), lancichinek 351. Soleta de Antogniano (contrata q. dic. la) 281. Sollazano (terra), nelli pertinentii de Traytto 84. soma somaro 205-6. Sonnino. Sompneuo (Petrutius de) 177$;

a


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

412

Sonnino 196,239; (rorre) 271; (castellano) 263.

stagnata, staynata 248, 251, 285.

sopravesta 256.

Siagno (de) o. Nubila. stalla 248, 251; (conservatote) 250-l; (mastro) 24; (muczo) 248, 250l. stallone 260, 2ó7. Stamis Uncio (l) 207. Stampajollj, Tapaiolli 2, 3. stampino 153. stariora, starium 3. 9, 29, 16-7, 43, 52, 54, 58-60, 62, 66-8, 79, Bl-2, 91, 9j, 98, 105, lt7-20, 126, 164, 177, t97,

Sora 306-7, 346; (cathedralis) 307. Soraggio (de) u. Guidini. Sorecto (sore luliana de), relegiosa de S. Sebastiano Sosse (Nannes cd.), corassarius, de Pisis 55. sotius u. capitaneus, miles, potestas. Soccini (Bocciolus), de com. Belorc 27.

l5l.

spada 316; spadaro 145.

Spadarij,

Spadaro: Laurentij (domus filiorum) 38.

Paulj (terra)

37. lagni (casa de)

145.

di) 49; Spanee, Inspanie (regnum, rex) 51, 333; spagnoli 316; (campo, esercito) 320-l ; vspanus (consul, mercator) 49-50,

Spagna (console

spallerc 248, 250. Spannochiis (d. Antonius de), depositarius C. Sparij (Vincellarius Gerardj), pisanus 79.

A.

314.

sparverius 323; spatvete dalecto J43'4. Spata (Tomasius), de Ceppalono 208. spatula

specchio 340; inàoato 344. Specechicclj (Teccia olim), de Campilia 65; (m.) o. Guiduccii

(Mattheus). spedale, spedaliere u, hospitale.

r.

consiliarius 333-5.

Sperange (Antonius qd.), de Perignano, pisanus 75-6' Sperlonsa 331; (castellano) 255;(entio) 254; Spelunce (terra) 331-5. Sperlonga (Ioanne de), canc. del conte

di Fondi

248.

spetiarius 47, 61,92, 121, 163-4, 167, l8l' 322; spezie 247Spicciano 0ocus dictus), in Appiano 52. Spígno Satumío 86; Spinei (terra) 87, 331, 333-5; (enrio) 254. Spina

,

de Spina: Bonaiutus cd' Stefani Bonaiuti, iudex, Gerardus, fiI. Francisci Puccinj, pisanus, not. iudex 78-80. Laurentiu", not., qd. ser Puccii Salvj, de not.

uxor lohannis Villani de Gaitanis de Pisis 40. statuta t99,308 u. Bassiano, Campiglia, Firenze, Piombino, Pisa, Roma, Sermoneta, Terracina. stazina 167. stechaia 192-i: o. sticchato. Stefani (S.) u. Campiglia, Firenze, Pisa, S. Stefani, SS. Laurentii et Pantaleonis, (castrum), Vicopisano Stephani u. Francisci, Nicolai: Antonii (heredes), de Luciana 67. Bartholomeus Antonius, de Sermineto Franciscus 306. Gregorius, abas mon. Singelj supra Nimpham Ieronimus (ser) 210. Matheus (d.), habit. Asture I Simonis (terra heredum), in

Stefani,

,. porco.

spenditore 256. Sperandeus (Hieronimus),

218, 235, 277, 341 -2 ; ad mensuram pisanam 32, 77, I I 5, Nella(d.),61. d. Cei Masselle 40. Pia,

Stateris (de):

38.

ó0. Nardella 281; (m.) u. Cantarelli (Iacobus). Nicolaus, de Bassiano 182,304. Stefanus qd' Stefanj, de Pisis 60. Spina (de) 43. Pisis 59,

ll4.

conf. Appiani 37. Stefanurii (Antonellus), de Sora 346. Stefanus, can. eccl. Luce ll2. Stefanus (d.), vic. pisanorum potestatis 7. Stephanutiis (Angelutius Berardelli d. Glorii de), Tuderti 14. sterio (in) 281. Sterpeta (ocus dictus), in conf, Oratorij 43. Stibbio (Matheus Mej de) 105. sticchato (pali del) 205; a. stechaia. stipendiarii 290-1,307; u. soldati, soldo. Stirio 0o) 228. stirpi 2ó0; (bufale) 261 ; (capre) 261,268: (iumente) 267; (pe. core) 260, 268; (scrofe) 260,268. stiva navis 13; stivator 12. Storro (Arcangelo), di Monticello 255. Straczatus (Christoforus Antonii), de Fundis 192. Strada (Cristoforus Cini de), pisanus 197. strada u. via: in Appiano 52; in conf. Pontisacci 78; strada pu-

blica in conf. Campilie 64; strata regia 326; stradella (via q. dic.), in loco Tribbij 27,42, 48; in Crociata (via q. àic.) 27; Incrociata, in conf. Terre Nominis 42, 48, 69; suso Machie (contrata) 301; stradone q. vadit all'Aqua Vivola, in conf. Campilie ó4.

Spinarolo u. Verdini.

Spinelli,

Spinellus: Fabritio 254. Ioannes Baptista,

comes Cariati 338. Iohannes Baptista, r. conservator 331-5; comes Cariati 338. Madalena 254. Spiritus (S.) u. Bassiano, Firenze. spiti 248, 251. Spoleto 347; Spoleti (com.) 19; (dux) 4. Spoleto (Massiolus de) 23. spoli (muczi di) 248, 250,256. spond.ada 222.

sponsalia 242-3. sprange, spranghe smaltate 130. Sprano (Ieronimus), cler. cesenatensis 275.

Sprone u. Piombino, Squarcialupus (Gerardus), exactor cabelle Pisarum 55. Squelte (per botrum) 27.

Squillacii (dux) 194. Ssorano (?) 317. Stabia (comes Panulfus de) ló5. stacche 260.

staffetta GA) 342; staffierc 354-5. Staslia (lohannes), nob. romanus 312.

6. 6.

strame 250. Strangulagalli (ecclesie strapunta 291. S

tr

in

castro) 3.

e n n o: Pierus cd. Bacciamei 28-9. Piero di Baciomeo di Bochaccio, di S. Hisiodoro in Canneto 28. Puccii (tera), de Nuca, in conl S. Laurentii et Panta-

leonis de Caneto 29. stringhe 339.

Strozzi:

Filippo (eredi di) 357. Roberto Carlo, di Fi-

tenze 349.

studio (manutenei in) 237. stutionum Giscaria) 20.1. Suaglie o. Isuali. Subiaco, Sublaci (abas) 86-7,89,91, 165; (priore) 144; sublacense (mon.), ord. S. Benedicti 159-60,162.

subtina 177, Suffie (lohannes Iacobi), de Setia 182,304.


VARIA Suio, Sueii (terra) 84,331,3J3-5; (la Scafa) 84.

Suirrelle u. Poggio. Sulmoneti rr. Sermoneta. Summarie (Camera) u. Napoli. Srr--l (frut"r Antonius), de S. Cermano, mon. casinensis 102.

Supino 153, 155. suppellettile, supellectilia 177, 244, 248, 250' Surresco, Surrexa (de) u. S. Maria.

Tabellionatts (ars) 167; tabellio S. R. E.

VI imp.

4.

16.

tabernarius 55-6. Taboletum o. Tavoleto. tabulaccini 317-8. Tabularii (Clemens) 24ó.

Tacchi (casa d. Philippe) 146. Taccj: Antonius, de Plumbino 210. Bartolomeus Anto-

nii 210, 247.

Taccone,

Tacchonii: Andreas (mag.), deSetia

23.

An'

tonius l3l,173. Tadei (Angelutius), syndicus Tuderti 14; u. Tutii. Tadeis (Taddeus de), olim Francisci, forentinus 341. Tadeus, comes Montis Filtri et Urbini Tadi (Franciscus qd. Bureundii) l2-3'

Teano l94i Theani (civitas) 194; theanensis (card.) 213. Tebaldi (Paulus cd.), de S. Miniate 78. Tedeschi (Gerurdus qd.), iudex, not.9. Tedeschini, de Tedeschinis (Marianus Petri), de Sertia-

no

8ó.

Tegrinus (d. Iohannes), iudex pisane civ. 28. Tegularii u. Pighe. tela 339; moresca 344; iuditiaria 306. temonibus (navis lornita) teneria 167.

sutor ,. saftore. Sutrio (de) 233. Suverella u. Poggio. Suvereto (de) 47; Subereto (de) 210. Suytensium 0ieha) ló8. Svevia (Philippus de), duxTuscig, frater Henrici svizzeri, saviczari, signizari 286, 352.

4t3

14.

tafietta crimosino 344. Taslíacozzo 132; (duca) 3351 Tagliacotii (comes) 132' Tallacoczo (Bartholomeus de), not' ó.

talloljs (cum) 2. Talocci (lacobus Pieti) 235. Taluccij (terra Berti), in conf. Appiani 37. tamburlino 352. Tanaglis (Pierus olim Nicoli de), de Vulterris, abbas mon' S. Michaelis in Bureo 193. tanàe 249, 252, 254-6, 264-5, 269'70. T a n j: Margharita; de Campilia 70. Vannes, de Blentina 98' Tanus ffutius), officialis Setie 173. Tapaiolli u. Stampaiollj. Tapallo (Ranerius Bartholomei de), de Pisis 64. tapeti, tappeti o. montani; tapezaria 328. Taranto (arciv. di) 130,227'9. tarenus 44, 190,207; tayj. 264,270. taronsera 248,251. taneceia 244. Tartaelia (vocatus) u. Gangalandi (de). .

Tartaglionibus (nob. Antonellus de), de castro Montis Ro-

doni, not. ll3-4.

'12.

Teodoli (Girolamo), marchese 347. Teppia (la) 147,356. Teramo 127-8; Therami (dux, comes) 128. Theramo (Gaspar de), Palatii Ap, auditor 215-6. Terasonensis (Petrus), de S. R. Rota 215. Terboccanum (feudum) 4. Terii (lohannes cd.), lucanus, not., iudex ll2. Terlitii (terra), de prov, Terrae Bari 149. Terní o. Interamna. Terobeto u. Terre Ubertj (locus dictus). Terracena (mag. Iohannes de) 175. Tenacína226,231,282; Tarracena, Terracina (de) ll, 123, I 4t, I 78, 186, 209, ?32, 296, 307, 326, 34ó ; (archivum) 227; (a;:) 231; (confini) 221-2t, (horruru) ól; (stutttu)

227; Tercaeenam (in castris regiis prope) 2821 tertaci' nensis 107; (ean.) 231 ; (civ.) 222,225; (castellanus et subernator)231 ; (cathedralis eccl.) 135, 215,227; (àioc'\ 135-6, t4l, 177, 209, 215, 217, 224, 227-9,236, 281, 288, 293, 302-3, 310, 313, 345, 357 ; (ep') 215'6, 321,291 ; terracinensium (questio sitinorum et) 5;(causa): Terracinensis et Settina terre ecclesie nensis (con6nium) 149.

307;

Terraci3

Terra di Bari 148-9. Terra di Lavoro 264-5, 269-70; Terre Laboris 102' 208. Terra di Nome 65; Terre Nominis (comes) 34; (comune) 26-7; (tetrnni in confinibus) ó9; (via) 48-9: a castro Ripalbelle ad Terram Nominis 27, 42t (pascrts) Terre: Nominis seu de Doglia 42,48,69; nuncupatus il Terriccio48, ó5, 131,242,246,274.9,338; u. Doglia. Terraj (terminus in capite) 27, 69; Terraio (locus .t. v.) 42' 449. Terre Ubertj (locus dictus) ,Terobeto (terre del), in conf.

Campilie 64. Terriccio (il) a'. Terra di Nome. terza 253-4; teruo 264,269-70: terciana i17 o. dodario. Tessa (Pippus della) 280. tessandrus

(?) 93.

Testa (del), Teste: Antonius lacobi, pisanus 162. Bartholomei Betti (terra), in conf' Oratorij 43. L'u' dovicus, de Pisis 39; (m) o. Caprona (...ntra). Testaio (Antonius del), suprastans cabelle pisane 62' testiera 351. Theano (A, de) 109; u. Teano. Theballi (lacobellus), de piacza Iagni de Bove 146.

Theotonicus (Nicolaus)

l9l.

Tarvisio (d.) 48. Tauìa (in Ia)' in conf. com. Pagliane ó6'7. Tavelle l18: S. Maria 197; in conf. Pontis Here 8l ; o. Borgo,

thesoriero, thesaurarius 247, 249-54, 269 o. Campagna, Roma ; thesoro 212. Thiriaca (d. Antonius), gubernatoris Terracine auèitor 231-2. Thivera u. Tiberie (castrum).

Fosso, Via. tavola (cose per uso de la) 248' 251. Taooleto 134; Taboletum (iuxta) 135. taxator (regius) 334.

Thomasso 156. Thoscanella (Francesco) 354.

Tartarena o. Basso (lo).

tazza 244, 248, 251, 2f,5,319.

Thomasii u. Magiori, Tomasi. Thomasius (d.), sotius et miles Pisarum potestatis 26-7.

thumulus 207: tumrlo 264-


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

414

Thuscia u.

Tuscia. 157.

Tiberj (Antoni de)

Tiberie, Thivere (castrum)23; (castrum dirutum) 136,2JB; Tivera (castello àe) 147 ; (tenuta) 277, ?ll, il3-4.

Tiberio (messer) 236. Tibiano (loannes de), romanus, medicus

Tiooli225; Tibur 160,296; tiburtinus (ep.)

de

Pisis

177 ; tino 21 6; tinellorum (mensura) I 4l ; tinellus (terre) 280-l: tinello (cose per uso de lo) 248. Tinatii, de Tinatiis: Antonius, iurisperitus de Sermi-

tina

neto 188, 239. Iacobi (apotheca heredum) 188. Tincha Secla (casa Paulutij), de piacza lagni de Bove 146. Tinellarii (Sanus), fil. Iohannis, de Pisis 107. Înelli (Georgius) 175.

53.

Tinj

(lohannes), de Palaria Tintj (Iohannes ser Francisci), de Vico, pisanus

Tintor:

97-8.

Uguiccio 9. Tinuccius, actor comitis de Donnoratico 2ó. Tio (dominus iudex) l. titarisia o. lucerna. Titignanum (versus) 341. Tivera o. Tiberie (castrum). Todescus (lohannes), habitator Asture ló. Todi 14-5, 17,26,29, 33; Tuderti (civ,, comune) 190; (archivum) 14, 17, 19, 26, 29, 33, 43; (consules artium) 15; (eccl.): cathedralis 17; D. Marie Consolationis 29; S. Fortunati 14,26,43; (floreni ad pondus communis) 26; (ghibellini, guelphi) 14-5,43; (interdictum) '' 15; (lapis sculpta familig Caetang in parte moenium) 29; (liber nunc. Scort-e) 33; (libri decretales) 29; (palatium comunis) l4-5; (Porta Gaitana, Porta Fracta) 29; (resio Nidole) 33; (in registrum vetus communis) 19,20; (in Turrono Maiori) 29; tudertinus (can.) 43; (ep.) 14; (potestas) l4-5; o. Caetani. Tolfa (Ludovicus della) 165. Tomasi, Tomassi, Tommassi, Tommaqii: Clemens, rePierus cd. Henrici, de Pisis

39.

de Iuanni

ctor S. Bartholomei de Putignano 218. Iohannes, Bassiano

295.

Iohannes, camerarius Tuderti

15.

Tomasus, not. pisanus 98-9; (m.) u. Barbavensis (Bartholomea). Ybi (heredes), de Florentia

301,

Tomasius (d.), monacus S. Andree de Casainvidia

102. 9.

Tomati, auditor C. A. 347. Tomej (heredes lohannis), alias Baractone, de Blentina Tomej (relicta) 70. Tomoleto (in) 145. tondo u. piatto.

248. 340. Tore (de) 57.

98.

torcabucchi

torcia

Torellis (nob. Laurentius de), de Metio Tori o. Bargagli.

312.

321

;

Prctarc (os) 326-7.

Torre lo Porto, Turris Portus 291, 297,301,307; alias dello Insoglio 310. Torrescjanj (homines filiorum d.) 2. Torscelli (filii cd.), de villa Scrunenole lB.

329. 95.

Ticis (olim) u. Manentis. Tignoso (del); Franciscus, fiI. Bandassaris, 107. Nicola 77.

Torre íIeI Greco 148; Turris Octave (castrum) 149. Torre detle Pescora (la) 202. Torre della Petrara Turris Pratata 61, 296,305, n7,3lO,

173.

tormenta Tornaquincis (Petrus, card. de) 14; potestas Tuderti torre, turris u. Acquapuzza, Formo, Garigliano, Pisa, Scafa 0a), Sonnino, Zennetum; torrione 28-9 o. Torre (castello della), Torre Caietani, Turris l, 2,22;

Torti, del Torto (Francesco), pisano 345. Tosij (Dominicus), numptius Florentie 75-6. Tournai (chier. di) 4. tovaglia 248, 344.

Tozolis (Lucas de), advocatus 170-1, 173, 183, 194. Tracha (casp de Cola), de piacza lagnj de Bove 146. Trafore Vinarii (turris), de Pisis 39. Traglioni (Stefanus Nicolai), de Sermineto l4l. Tramontanus (loannes Carolus), comes Matere 338.

transitus (gabella) 327. Tra Palati (in), in conf. Plumbini 158. Travalda (de) 81. Trcetto 108, 267, 269-70; Trayecti (terta) 247, 33lt kastellano) 255; (castello) 258, 269-70,273,332; (conte) 253,257-60, 262-73t (contessa) 250-1,254,258;, (corte) 84,254,258,264, Q72-3: (ùrca) 185, 282-3, 330-8, 340,355;(eraúo)254; (fontana) 258; (monastero di S. .

(tene demaniali) 84. ' (de): Fabritio 248. Ioan Francisco 248.

Francesco) 257;

Traiecto

Thomas 16. Tramagly (Bartholomeus), de Serino 106. Trani (Angelus Dominici de), hab. Capannolis 198. Transo (Iohannes Franciscus de) 208. Trebbio, Tribbio (in), in con{. Terre Nominis 27,42, 48,ó9; Trebbium (ad) u. S. Maria. Trebelljano (mag. Edelgerjus de) 2. Trebis (de), de Trevio u. Trevi: Iordanus (nob.) 22-5. Maurus (frater), mon. casinensis 102. Treggíaía

dt

Pisa

3l;

Treggiarie (in confinibus) 31.

Treesiaria (de):

Rocchus,fil.Thomej,pisanus,not.,

iud9r93-4. Salvi, fi|. Consilij, not.3l. Tregulj (in conf. comunis) 54. Tremulese (al) 36 o. Palude (in).

Tremuleti (comune)

ló4;

(eccl.

S.

Fabbianj,

S.

Petri)

164.

trenciante, trensante 248, 250:' trenciata, trenzata, trenzato 344. Trenta (Puccinus Tomej), de Plumbino 100.

trespulus 177.

Trevi de Campagnia 87; Trebe de Maretema (dé) 86; Tievio (de) 102. Triana (pleb. S. Bartholomej de) ll2-3. Tribbio u. Trebbio. Tribuni ({eudum S. Ioannes de filio) 4. tridentinus (can.) 215.

15. Roma, Todi. (mas-

sicium) 2. Torrecchia (castello), Turricule (castrum) lll, 178, 180, 196, 212; (castrum inhabitatum) 148; (mola) 354. Torre da Mare (districto dela) 83.

Trifunczo (Rainerius de), de castro Ripetransonis 7, 8. '105. T r i n c h a, del Trincha: Antonius Pierus cd. Antonii, de Pisis 134. trita messium in area 2. Tripallo (plebs de), lucane dioc. ll2-3. Trivento (contato di) 71. Trobie (Franciscus) 302. Trohie (usque ad latus), in Terra Nominis 69.70. troianus (ep.) 5. Troie (ad lacum) 42, 48.


VARIA Urselli:

trombetta 350-3; trompeta ?95. Trontanus (Cubellus) 207. trota, trocta 206. Trovae (Locus) 326-7. Trullone (lacobus), cler. C. A. 223.

, Tuccii u. Tutii: Rentius Martinj, de piacza Iagnj de Bove 146. Vannuccius, de S. Martino de Pagliana

Pina,

ucci

66.

Tucius

107.

Tuderto (Ferrante de), not. 14; u. Todi, Tudicci (Zolus qd. Gerarducij d,), tudertinus 2ó. Tufo (al), in conf. Treeulj 54. tunica 198; tunicella atrea 245. turcho (subsidio contro lo) 220. Turini (Baldasar), datario di Leone X pp. ?56-7.

not 17.

Vannuccius

fi|. cd,

Iohannis

de

Perignano 75-6; relicta

Nardi Puccini 531' (m,) u. Vannis (Noccus) Ursini o. Orsini. Ursula, uxor olim lacobi Scharsi 39. Usigliano (de) u. Bagni di S. Ciuliano. Ususmaris (Paganus) 50.

Vr

(t"rru olim Vannis de), in Borgo de Camulliano 60. Vaca, uxor Iuliani Mammolini 175. vacantjva mulier 2. Vacarum (via), versus Arnum 342. vacca, bacca 238, 284; baccine (bestie) 196, 323.

Turis (Antonius Ceccharellj de), de Fulgineo 75-ó. turre (murus cum morellis et) l0 o. torre. T u r r i a n i: Andrea 347. Carlo 347. Carlo, iuniore 347. Francesco 347. Gaetano 347. Ciorsio 347. Turrita (de) ló6. Tuscia (in) ?0, 41, 43,9l; Tuscie (dux) 4; (partes) 198;

u.

Patrimoni (nrov.),

Vaccino (Luca), da Carpaneta 157. Vachaio Filippo (moglie di) 339. Vachiano (ser Carlus.Henrigi de), not, ll4-5. Vade (comune) 27; (confines) 42; (strata vetus, via) 42,

48; in Terra Nominis 69; (tenimentun) 274,

tusculana, tusculanensis (dioc,) 74, 126-7, 159-60.

Tutii, Tuzi I 13;

Iacobus qd. Ildebrandini,

cd. Ghini 26. U r s i , d'Orso: Franciscus (olim), pisenus 193. Iohannes, de Balneo ad Aquas 116-7,133. Ipolitus, not. fi!. OrIandi, de S, Felice, pisanus 36. Landus, not., de Pisis 29, 36-7. Menicus, de com. S. Regulj 67.

Truntum (in) 7, 8.

T

415

o. Cole, Rubei: Antonio, di Sermoneta di maestro Pietro, not. 124, 132. Filicianus Petri,

de Cora 330. Ioannes Caroli, not. de Sermineto 188, l9l, 236. Lilla Tadei, de Setia 72. Pettus Ley, de Setia 109. Tybure (Antonius de) 160; o. Tivoli.

277.

Vaehis (Andreas de), presb. parmensis 287-96,299,303-4. de Vayllyante: Pascalis Colucii (d.) 207-8. Petrillus' de Ceppalono 207-8.

Vaglyante,

.Valensana (a la) 199. VaIent Anton Francesco, sotto datario 347. Giovanni Battista, colonnello 347. Filiberto, capitano 347. Quin-

i:

tiliano, abbate 347. Valentino: Cola t57-8. Coscius, de Rasignano 27. Philippus, de Plumbino 125. Stepha-

Valentini, U I utdi

(degIi

),

de Ubaldis: Matheus, ep. nucerinus

308,310-1. Nicolaus, S. P. A. causarum auútor225. Ubaldus, de Perusia 34-ó. Ubaldini (Ranucinus qd.) 7. Uberti u. Prato, Terre. uditore, avAitor 227-9,231-2; sener'ale 254,349t u. Roma.

nellus Cole, de Roma 74. Valenza 345; Valencie (rex) 174, 186, t89,333. Vallaia

(in), in conf. Montisfuscoli 93,

119.20.

Vallata 225.

Vallatoris:

de com. S. Reeulj 66, 68. Stefano 347. Ugolinus, not, Pisarum 18.

Cicchus Andree, de Setia, not. 72,292. Nardus Cicci 173. Valle (della), de Valle: Andreas, ep. crotonensis 328. Simon 127. Valle (ubi àic. la) 244. Valle Conella, Conelli, in conf. Pagliane 66-7.

Ugonis (res heredum d.) 246. Uliveto 0o), in com. S. Reeulj ó6. Ultra Pescio (botrus), in conf. Terre Nominis 42, 48,69;

Vallecorsa, Vallecursa 239, 263, 272. Valle della Ceri 228. Valle delle Cocte (fossatum della) ó.

Ugo de Matela (comes) 4.

U s o I i n i: Agostino

347.

Bectus, de Pisis

28-9. Cio-

vanni (don) 347. Giovanni Battista 347. Martinus,

o,

Botro, Oltrepescio. uncia 85, 207, 244-5,258; oncia 252, 256, 258,285; uncia auri 116; unciarum (pondus) 162,343. Ungarelli, Unsarelus (Guilielmus), de Padua

l7l-2.

Ungaria o. Hungaria. Uniti (Aueustinus Laurentii), de Pisis, not, 276' 178. untio (extrema) 28A,323; untione (s.) di Ferdinando I re 193.

Upechini not. (lohannes qd,), not. de Vico 21. Upethini (in apotheca Michaelis cd.), de Pisis 2ó. Upethingrs (de) o. Opessinehis (de). Urbanus Urbanus

Y pp.43-4,115.

Urbanus

VIII pp. 347.

69.

VI pp. 216.

Urbeveteris (comune) 19-20; urbevatanus (miles) Urbini (comes) 14.

Urbs u. Maritima, Roma.

Vallegundulam krcò 42, 49, 69. Valle Nova 228. Vallentis (domus Antonii), in Bassiano 82. Vallerenènsis (Iohannes), der. abiiinensis dyoc. 136. Vallimorj (al Gotio di) 27, 42, 48, 69. Vallina 0a), in Valle di Conella ó7. Vallinella (la), in com. S. Reeuli ó8. Vallino (al), in conf. Pagliane 68. Vallino Candeuli (in) 27,48-9; in conf. Terre Nominis 42,

19.

Vallino del Melo (in) 27, 42, 48: in conf. Terre Nominis 69. Vallis o. Arni. Vallis Abbatis (contrata) 280, Vallis Else 189, 198. Vallisfrieida 102.

Vallis Insarmi 173. Valis dd Melo 27, 42,

48:.

in conf. Terre Nominis

69.


DOC

416

UMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

Vallis Menardo (contrata q, dic.) 281. Vallis Sercli 218; Serculi I 16; o. Carraia, Orgignani, Pugnani

Vendicti,

Vendictus: Antonius,

fil.

Leonardi Antonii

(m.)280-1. Iohannes2S0'1. Leonardus Antonii 280-l

(com.).

Valloculi (in), in conf. Postignanj, S. Regulj 67. Vallus u. Anibaldi. vallus o. Iignum.

lll, 354; Vallismontonis (castrum) ll2, 165,354; (dominus) 73, 156; (Íava)

Valmontone 89, 92, 95,

90, 93,95, 317.

in conf. Pisani Portus 54' Valvisciolo (Badia di) 354-5; abbatia S. Stefani de Malbi-

Valverde (terre mon. S. Marie), zolo 357.

Vancinoto (casa de Petri Paulo) 145. Van Daun, vic. canc. Alfonsi I regis 190. Vannélli (Guido), nuntius pisani com. 36. V a n n i s: Antonius, de com. Pontis Here I I 7. Anthonius Guidonis, senensis ó3. Bandinus, de castro Liburne 54-5. Francesco del fu Mariano di Bartolomeo 247' Guiduccij (terra), in via della Pieve de .Appiano 52. Iohannes, fil. Andree, pisanus, not.,iudex 46. Iohannes fiI. Bartholomei, de Plumbino, not., iudex 102, ll7. Iunctinus, de Cascina 62. Lupus 62. Masseus 62. Nannes, de com. Pontishere 53. Nocchus, de comPontis Here 53, 75-6; (m.) u. Ursi (Pina). Pescini (terra), in Via della Pieve de Appiano 52. Venturini (terra), in conf. Camulliani 60. Vannucci, Vannuccii: Antonii (domus)' not., fiI. Vannuccii de Ponte Saccj 62. Checchus 197; de com. S. Regulj 67; (prata), in conf. Pontis Here 8l' Iacobus, ep. perusinus 177-8. Iohannes, de Palaria53. Menicus, de com. Pontis Here 81, ll7. Lupus, de Luciana 68. Vannuccinj (lohanbaptista Bartholomei), de Pietrasanta 2l 8. Vannuglis (lohannes de), cler. lucensis 275. Vantagio (Angelo àe) 357. Varj (Nicolaus), de Nimpha 6.

vari (pance di)

130.

vasa argentea 244. Vastio (casa de), de piacza Iagni de Bove 145.

Vaxiani (castrum) rr. Bassiano' Vayrano (de) 138.

Vechiano (de):

Carolus lohannis, not.pisanus 278.

Iohannes, frI. ser Carolj, de Pisis 152' Vecchiis (filii qd. Henrigi de) 9. Veccula (de) u. S. Martini. Vecti, Necti, Nepti: Damianus Pauli, de Setia 288,291'

293.

Venafro (antonius àe) 32?.

Paulus 304.

veees 177,244. Veli, Velle o. Sancti.

velis (navis fornita) 12; veletto 344. velletfi 16?; Velletro (d.) ló, 21,23, 44, l4l, 164,172'3, 180; (cavaleri, o6ciales, potestas) 283-4; (tenim., territ.) 148, 22il velletranensis (cathedralis) I 35 ; (dioc.) I 40-l' 178,313; Velletrensis Bonorum (causa) 178; velletrense castrum 138 u. Cisterne. Vetletri (da)r Lorenzo (dott.) 183. Pelaeallo 284' Veìli Candosi (fiI. Buze Colg), de Setia 130; Carinfe (Breza Coìe) 300; (fil.) u. Imbraccia.

velluto 344. Veltro (Iohannes del), de Bassiano 280. vena (ferrare la) 220 u. Ninfa. Vena (com. S. Iohannis da) 91. Venafro, Venafri (civ') 244; (comes) 14J, 174; (gubernator) 191, 115.

u.

Iohanni Antonii (Maria Simeonis). Petrus

tonii

;

qd. An-

280-1.

Venezia305; Venetiae 91, lB4; (R' Archivio di Stato) 353; (banca, consiglio, senato, truppa) 350-3; (carcer) 55; (Signoria) 184; venetiani 287,309:' venetus (card. nunc.) l3B; (ducatus) 88, 155; de auro 182; venetorum (ad stipendia) 198. Venetiis (Cesare de), not.240.

Venture (Antonius cd.), de com. Scarlinj 75. Venture (d. Katerina relicta) "70. Venusii (dux) 90-5,97. Vepre (alli), in conf. com. Pagliane 68. Veradi (Nicolaus Antonii), de Montenigro 201' Verde (Masseus cd. ser Coli del), de Pisis 47. Verdelli (Christoforus Mini), miles, senensis 63. Verdi (de) u. Campano. Verdini: Iacobus, civis Terracene 232. Petrus Nardi' alias Spinarolo 231-2. Vernia (de) 167; (domini) 143. Vernudj (Nicola), di Corsica 247. Verck 3; Verulis (de) l4l; (can., ep') 3; (dioc.) 177; vetv' lanus (subdiac.) 3.

Veroli (Bernardino da), archivista cassinese 102. Yercna 357; (camerlengo, rettore) 351.

verro

t.

porco.

Verrotius (Sanctus) 284, Vertius, Versius (d.) 2, 3'

Veruli u. Cechi. vestimenta, vestitus 198, 244, 248'9, 251; vestis lugubriq 237.

Vestri (Iulianus), de Setia 299. Veszprim (vescovo di) 348.

vexillifer iustitiae u. Firenze. Via: Antiqua 6; de Maretima (contrata la)

301

; de

Me99o,

in conf.Pisani Portus 54; del Mulino, in conf. Camugliane seu Pontis Sacci 81, 105; Nova, in conf. Pontis Here Bl, 197; della Pieve de Appiano 52; Portus Pisani 54-5; del Puntale, in conf. Blentine 98; de Rapetta, in com. Pontis ad Here ll8; di Tavelle' in conf. Pontis Here Bl, l18, 197; Vecchia, in conf. Camullianj 60.

viadium l2-3. viaticum 280. vicanum castrun 2l u. Morcivito (in), Vicopisano. Vicaria o. Napoli. Vicecomitibus (de) o. Pisa. Vi co (d e): Antonius.'., pisanus, iudex, not. 38'9. Caire olim ser Banduccij, de Pisis 55-6; (heredes) 98. Be' ctus d. Iohannis d. Becti, iudex pisane eiv. 28,36. Coscius qd. Compagni 21. Duccius d. Iohannis d. Becti, iudex 36-7. Finus not', olim ser Bartholomei not. cd ser Finj, pisanus, not., iudex l3l. Francischus, fi!. Laeari Nicoli, not., iudex 21. Gaddus Michaelis 21. Iohannes not, qd. Uperhini not. 21. Lanbertus qd. Bonacursi 21. Landi (terra ser), in conf. Pontis Here

8l;

(heredes)

197. Nicolaus

(ser), dictus Novellus, not.

19,20,22-3,25; scriniarius de Sermineto l, 23. Nicolaus lohannis Plenerii (mas.), not. 33. Parellus qd' Lúi 21. Petrus lohannis, det.25. Vícopísto 21,91,97, I16, I19, 143; Vico (àe) 1, 22'3, 25, 33. 79. 45. 49, 55-6, 98, 120, 126, 129,

279

; (conÎ.) 9l ;


VARIA (Porta Realis) 2l; Vici Pisani (castrum) 98, 130, 144, 167; (in bureis) 144; (cappella): S.Andree Forisporte 153;(conf.) 9l; (eccl.): S. Francisci I l8; S. Stefani 120; (potestaria) 91, 235; (vicarius) l16-7; (palatium vic.) ll8, 120. Vicoratu (Angelus Nol6 de), not. I 17, Vicovaro 6ù 342. victo (monitione per) 249, 252; vict:ualia 216, 263, 282, 320. Viello (Sa de Viello de), de Itri 255. Vigiliarum (comes) 85; (ducissa) 313'4.

vigilie 280.

Vignale (de), Vingniale sanus, not., iudex

41,

(da): Iohannes, ser Dinj, pi-

Lodovico 93.

Visnianelli (de) ló5. Vignosus (Gabriel), civis lanue 51. Villa (in) 349; castrj S. Regulj ó6. Villae Magnae (mon. S. Petri) 20. Viliamaris (Bernardus), Caputacii 338. Villani, del Villano,Villanusu. Dodi, Gaetani di Pisa: Giacomo 247. Henricus 12. Nensis (d.), de Campilia 70. Nicola di Giovanni 247. Sebastiano 247 . Vinaccia (Francesco), not. in Napoli 4, vinarius 78, 80.

Vinarij o. Trafore (turris). Vincellarij (Pierus), pisanus l0l, 162. V i n c e n t i, Vincentii: Antonio, archivista 109. Antonius, de Campilia 65. Minus Nicholai Mini, senensis ó3. Vincenzo (messer) 355. V i n c i , Vincij: Antonius, de Scarlino 190. Bencivenne cd. Bondonis, de Gelloputido 26. Vinci Guerra: Iagni (casa), de piacza

Vincisuerra,

Iasni de Bove 145. Petrus Paolus, de Massa 329. 303-4; (opera) 2; vineata (terra) ló8; vino 259, 262, 271,280; (cavallata) 346 u. salma.

vinea 241, 275-81, 300-1,

Vinetti (Agata ser Cecchi)

Sforza.

Vitallyani:

Antona, fi|. Iohannis 207. Iohannes, de Ceppalono 208. Vitalis (d,), mon. S. Andree de Casainvidia 9. Vitelleschi (Iohannes), card. florentinus nunc. I 18; patr. alexandrinus 2ll,222-3. 317.

vitello 261. Viteúo 245 ; Viterbii (civ.) 43 ; (contr. S. Blaxii) 246; (domus comitis Flaschi) 24ó. Viterbo (messer Prospero da) 318-9. Viti (S.) u. Pisa, S. Vito. Vitolino (Christoforus Pieri de), not. florentinus 134. Vivaldo (Vannes de) 12. V i v a r i a ( d e ) , Vivario (de): Andreas qd. Pieri, pisanus

128-30. Franciscus Gerardi, pisanus 279. Iacobus fiI. Pierj Banduccij, de Pisis 107, Tinuccius Balduccii 70. Viviana (S.) u. Pisa. V i v o I i: Guillielmuccius, de com. VaAe 27. Ristoruccius 27.

l,

53

Voglia (del): 42.

Bartolomeus cd. Nicolaj

42.

Ludovicus

Nicolaus, de Pisis 42.

Volpe (la) o. Vulpicelli. Voltena 47; Vulterris (de)

ll3, 193; (carceres) 47 (ep. paIatium) 48; vulterrarum (comitatus) ló8; vulterrana (civ., eccl., dioc.) 41, 48,241; vulterranj (brachia panni albagii) 7l; vulterranus (ep.) 40, 47.8. Voverij (foxatus) 296-7.

Vulpicelli:

Antonius, alias la Volpe 280. Bartholomeus, de Bassiano 284. Vulpis (ser Giovannidi Benedetto), not,247, Vulpius (ser lohannes), not. de Plumbino 240. Vulponis (Franciscus cd.), de com. S. Andree ad Perignanum 62.

Vulterris (de)

u, Volterra: Augustinus, fiI. ser Martinj, iudex, not. 48. Bernaba, aliter Gorinus Mattej, de Plumbino ll5; Barnaba, alias Gierino, cd. Mathej

ló8. Co. ll. Berardus, o"1.ni(?) in Setia 23. Cirardus (61g.),d. C. not. 160, 178. Iacobus Laurentii, notarjus florentinus 273. Nannes Magij, hab. Plum-

bini l0l.

X;.ti

(S.) u. Sixti (S.).

Yuror"l"rn u.

Ierusalem.

Ylarii

(capp. S.) u. Pisa. Ylba u. Ilbe (insula). Ymola u. Imola. Ysae ebreus, civ, Pisarum 162. Yschiam (capp. S. Petri ad) u. Pisa. yspanus u. Spagna.

Ytri u. Itri. Yvasnes de Corda (Martinus), de Bermeo tinus, de Bermeo 50.

49; Iohan Mar-

12ó.

Viola Riparbellese 0a), in conf. Terre Nominis 42' Virgilius (Macellus), secr. Florentie 105, 309, 315' Virginis Marie (tabula) 7l; (horae sraecae) 305 u. Maria (S.). Virios (Petrus Nicolai lohannis), de Bassiano 82. Visconti (Filippus Maria Anglus), dux Mediolani l2l-2; o.

vitelli (ciulio)

417

Zaccag,lio, Zaccaglione, de Piperno 297. Zaccis Benedetto-Bastiano, diPisa345.- Sandra

(de):

del fu Francesco 345. Zaffaranus (Meus Antonii), de Conca 284. zaffino 250; zafitum 245. zamorensis (cler.) 327. Zancati; Zanchati (castrum)

Zaacato (de):

Agnes

.|54-8,

16l; Gorta) 155-6. 154-7,161. Bensivenutus 154-61.

Ianni (mastro), de Supino 153-61. zappa 298,301. Zardoni (domus Tutij Leti), Setie 72. zebelline (fodere de) 2ó5. zecca, zecchiero 285.

in Maritima, ll: (casale) 219,223-4: (atrÀs) 221. Zeno (Giacomo), vesc. di Padova 223. Zenobij (Bastianus Antonij), de Florentia, not.152. Zenonis (S.) u. Camugliane (com.), Pisa. Zephirus (Ludovicus), de Lugniano 312. Ziema (conte) 142. Zimarda (Nicolaus), not., de Velletro 44. Qinghi (Michelinus), de com. Terre Nominis 27.

Zennetum, Zennitum,

zona argentea 198. Zuccabona ([.avinia) 347.


DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETANI

,tl8

tu.

TAVOLA DI CORRELAZIONE TRA LE' ÉEGNATURE ARCHIVISTICHE E U ORDINAMENTO CRONOLOGICO.

PERGAMENE Se8natura

376.

c- 14t8. I. 9.

722.

c.1395.

Vllt.

c-

X. 5, A.

il 10. il t0.

c-

r388.

3t43. F.P.

3167. t D

7169. t 3181., D

3181. 3181. 3182, , D D

ites.

D

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3207. 120f,.

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3213. ' 3214. ' 3215. ' 3216. ù 3218. 3219. 3220. t D D

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3n5. t 3225. t 3225. t 3226. 3227.

1287.

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c - t!52. tv. 9. c - 2165. lll.lr. c - r4t8. xII. 8. c-142r. tv. 4, B.

D

3247. 3248. 1249. 1249. 3249. 3250. 3211. 1252. 3253. ù 3254. 3255. 3256. 3258.

D D

,)

c- lzlt. l. il.

))

c - t410. xII. t. c - 1420. IlI. 9. c - 1426. XII. 12. c - 1450. vl. 28. c - 1401. III. 10. c - t42t. lv. 6. c -t426. V. 17. c - l?6t. lv. t9. c - 142t. vfi. n.

)) ))

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D D

c - 1477. III. 28-VI. 12. c - 1452. X. 6. c - l#t.III. 13, c - 1t64. xI. 15. c - 1381. vII. I l. c - 1401. lv. 26-vlll. 25. c - 1492. XII. 31.

c - 124L VII. 18. c - 1432. l. 26, B.

D

t217. ' 3241. 3U2.

c- 145r. vlI.l0.

c-r5{)9.xó.

o

))

1235.

3.

c - t4s3. l. 9. c - 1493. l. 27. c - 14s3. lll. ?o-v.

324.

,nt. ' 3234.

7.

c - il80. II. 7. c - 1385. l. 3. c - l3M. x. 8. c - 1737. lx. 26. c - l35t-1354. c - t45t. l.

12.

V231. ' 3232. t

c-1n7. x. 5, B.

140?.

316f'

Segnatura

Ordinam. cronologico

24.

c - r38r. xl. 4. c - r38r. xt. r0. c - 1292. X. lt. c - 1378. lv. 12. c - r40t. VIII. 29.

c- t4t4- v. 8. c- 14 t591. rrr. c- 1365. t. 17. c-

c-

1259-

D

3268..

- 1,CI5. VII. 2. c - 1192. lv. 24. c - 1395. VL I t. c - l3sr. xl. 2.

C

D

D

3261. 3262. 3263. 1265. 32éf..

c - t389. XI. 4. c - 1490. xI. 8. c - 1427. lv. 25. c - 1505. vI. 12. c - 142r. rv. 4, A. c - t370. vI. 21. c - 1451. VIII. 17. c-1371.I. t0, 13, 14. c - t40r. tv. 26-vlll. 25. c - t445. VrII. 3. c - t3ró. w. 6. c - 145s. m- 24.

D

t259.

32&.

Ordinam, cronologico.

) ,) )) D

)) )) D

3269. I 3269. o 7UO. ' 3271D

13591298. 1434.

m.

25.

lfi. 24. III. il.

'

cc - 1434. Vt. 4. c - 1492. IX. t8. c-14?2. t.26, A. c-1424. Xl. 4. c - il94. XII. 8. C - il358 o 13881. I. 10. c - 1386. tv. 28-1389. V. c - 1424. Vt. 16.

c- 1419. IV. 9.

c-

t439.

c-

1479.

Vn.

3.

c-l%3.[x.6. X.

ll.

n.


VARIA Segnatura

3272. F.P.

3273. 3274. 32V5. 3276. ) 3277. 1278. 3279. 7280. t 328V. 32e4. 3285. V286. 3288. ) ))

))

))

D D

))

))

D ))

D

3n9.

D

3292. ) 3294. 3295. ) 3295. 1296. 'l 3297. 3298. D

))

D D

329.

330f]..

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1101. 3102. 3t0V. 3304. 3306. ù )t )) ))

D

nA1.

D

3308.

))

33ú.

3310. 3311.

)) )) )>

c.. 1438. VII. r. c - 1452. Vtr. 2, ?. c - 1513. Xl. 24. cc-

1449.

V.

3312. F.

3314. 3315. 3116. 3?18. 3319.

12.

5.

III. 8, 9. c- t451. II. 8. c.l45t. tx. 1. 1400.

n20.

3321. 332V. 3324. 1325. 3326.

c-1446. VIII.29.

c,

140r.

t.

Ordinam. cronologico

Segnatura

Ordinam. cronologico

c.l74t. vul.

419

29.

c - 1438. lx. 23. c - 148t. v. 21. c - 1477. tV. 6. c - t455. IV. r0. c - 1415. ll. 21.

P. D

) ù )) D

3i?3.

r)

'

D

ù ))

),

)) ))

)) ))

?344.

)

- 1463; VI. 8. c - tilg. l. 22. c - 1476. XI. 19. c - r4ó3. IX. 6.

3346. 1399.

1462.

Xll.

134r.

C

c,

1444.

c-

1515.

II. 18. Vlll. 22, 24.

1444.

Xl.

12.

c - 1512. xll. 21. c - 1414. v. 9, 10. c - 1459. X. 2. c - 1190. x. 23. c.1115. Ll. 15, 17. c - 1427. V. 24-Vlt. 3t. c - 1454. lx. 2.

))

4,

c-

c-

4. 24.

c.1444. Xl. 27. c-1274. VIII. 10. c - 1441. XL 20. c-1318. IlI. 1, A. c - t338. tII. I, B.

)

3t43.

26.

c - 172t. II. lg-tll. c - l?v0. vl. 12.

D

3333. 1734. ' 3V36. ) 3737. 1138. t 3339, 3140. 3341.

c- tt8l. vII. ll. c - t451. xl. 26.

lv. 26.1474. VIII. 26. III. 10.

c- 1346. III. 16. c- 145t. Ix. 3. c,14il. II. I7-III.

D

D

c - t380. vlII. 4. c - tt7l. ll. t7. c - r4t4. v. 9. c - 1383- IX. 4. c - 1?8i. vl. 26. c - 1443. XII. 18. c - 1439. Vfil. 26.

Xl.

1471. 1480.

c.1469. l. 9. c - t422. lll. 24. c - ltor. xll. 3. c - 1452. X. 26.

D

n27. ' 3328.

c-145t. tv.7, t6. c-t44t. v.9,r0. c - l3ó3. vI. 16.

t464.

.c c-1428. VIII.6-1430. X.

,'

3128. 3130. 3331.

cc-

c-1446. VIII. 10, ll.

,) ))

)

319.

))

7456.

c - 1489. VI. 4. c - 1401. lv. 26-vllr. c - 138ó. vl. t6, 26.

25.

c-1t82. w.2,

c - 1n2. vI.

c-

1506.

16-

xll.

21, D.

DOCUMENTI CARTACEI Segnatura

Ordinam, cronologico

c.-

83.

c-88. c-93.

c-tM.

c,lll.t.

c, lll. I. c- il|. I. c- ilI. I. c- il|. I. c- il|. I. c- ilr. I. c- ilI. I. c- ilt. I. c- il1. I. c- ilr'I. c- ilt. I. c - 124. c - 124. c- r72.VIII.

til8r-ll84l. v. 1195. lv.27.

23.

1202. X.

Vfi. 25. 1275. Y\ 13. t283. II. l. 1225-

128t. t283.

ill.2.

VI.

5l

fr 2e8l.

xll. 12, A. xlt. 12, B. t30t. vl. 12. t300.

1300.

xI.

21. 13v3, 1748, 1356. 1316.

c c c c

Ordinam. cronologico

- 174. - 176. - r80. ItI. - 180. v.

c,

180. XIII. c - t80. XIII.

t368. 1268.

IV.

t268.

V.

17. 16.

il344-14001.

N 26. xII. 12.

130r.

Ix.

1105.

26.

Itot. 1201. 1305.

II: 13. x. 26"

c-2N.

t?16. t. 6,

c - 274.

1369.

c - 339. XVII. c - 339. XVIIL c - 339. XVIII.

ll473l princ.

c - 339. XXV. c-339.XXVIL c-

319. - 3?9.

xxvIII.

)O(X/II. c c-139- Llll-

1340.

1305.

c-139.LN. c-tJg.t'J(c - ?40.

Xl.

25.

il4731 princ. il4731 princ. 1t465-14É.n.

il4{7. VII; c.l. il4{7. VII. c.l. il453. XI.:81 post. fi+45-t4v7I. il4731 prob.

[474

c.l.

11470 c.l.

16.


F

DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO CAETAN Segnatura

Ordinam. cronologico,

c-353.t.

11455 finel.

c - 363.

14fr4.

lll.2ll

c - 363. c - 361. c - 391.

1408.

tV. 16. Vl. 22.

c-

1408.

vl.

c

11475.

1497.

392.

lr4rol. Ix.

- 4t0.

l4ró. vt.

440.

ccc-

450.

r418.

450.

1418.

450.

t4u9l. x.

c - 450. c - 450. cc-

I.

x.

1420.

19. 23.

2r.

x. r0. t421. x. t2.

450.

c - 4il. tII. c - 451' IV. c - 45t. vI. c - 452. c - 472c - 473. c - 485.

c - 502. c - 503. c - 520.

c - 734,

B.

c - 749"

t450.

III.

il450. c.l. I.

c

789.

VrrI.

-790.

c - 790. c - 796.

ll4l8. IX.l

c - 846. c - 849' V. c - 860. I. c - 8ó0. II. c - 876. c - 878' I. c - 887.

r4t8.

xI.

L t6.

rL

1421.

X.

14. 26.

t-

t5.

vfi.

145t.

r45r. IX. 1451.

ant.

5.

24. 18.

NII.

t45r.

vll.

1451.

Vfii.

28. c.l. 28.

22.

ll45l. VIII.

221 post.

lt474l. Í1455

o

14701.

Yll.7.

11455

o

14701.

lX.

Il4r3. Xl. t2l t453. V. 29.

VIII.

1453.

ant.

8.

X. 24, B. t453. X.24, A.

1453.

1454.

\t.

t9.

1454.

t43r.

c

-906. c - 906.

t455.

t.

c - 52t. c - 522.

II. il. 143t. vt. t.

V. X.

t431. t.-12.

c

- 906.

1459;

c-532.t.

1432.

c

-920.

c

-926.

t455.

\t.

c - 9J5.

1455.

tX.29.

c - 919. il. c - 947. c -955.

Í1477 c.l. 1447-

Vl.

c -956. c-956.t.

t457.

1457.

Vil. 29, A. Vfi. 29, B. Vfi. 15. Vilt. 4.

1457.

tX.22.

1427. tV. 27. 1427. Vt. 5.

533.

1432.

c-5il.

Vfi. t9. Vlt. 28.

1434.

X.

c-

582.

il393.

c c c c c

-

588.

-

641. 642.

-

642.

c-

III. prob.l. [47t. VIII.-1473. VIl. 1442. Xil. 27. 144?. l. 22.

6?3.

1t4431.1.28, A.

t44t- t. 28, C. 1450.

XII.

X. 1444. X.

c - 677. c - 69t.

25-1464. 1.9.

1444.

2.

1445.

VUt.

1446.

lX.27.

VIII. 23. Vilt. 24. t448. IX.9. lr449l. IIt, 7. 1448.

69?. 700.

c - 703.

c - 703.

c-7w.v-

t448. VI. 30. l,Í49. VII. il450. c.l.

[453 prob.l. IV.

xr.

c

fi45o-14651.

tr448l.

25.

9.

î1450-14651. VII. 2ó. lr45l ?1. x. 28.

xil.

4.

16.

13.

-984.

t456. Xt.-1624.

1457. 1457.

1457

22.

- X. 12.

r458. t458.

III.

2.

VI.

t5. 1459. Vil. t7.

t459. r4ó0.

XII. 3t.

1463.

X. t4. Xt. 30.

xI. 30. tl460l. I. r2. r4ó0. Iv. 8. ll44n. VIII. 9. r4ót. L t7-1463.

c-2202.t. c-2205.t.

146J.

c-2205.V.

XII. r. Xil.2. t4ó3. XII. 12. 3, A. r4ó3. XII. 3, B.

c - 2205. Xt. c - 2205- Xlll. c - 2205. r/n. c-2207-t-

xfi. 9. XII. t0. l4ó3. XII. t5. t463. XII. 30.

c-

2205.

lll.

c-2205.tv.

1463.

146?.

146t. l4ó3.

c - 721. c -725-

il450-14ó5. c.l.

c - 730.

11470.

c-n13.

1464.

V.

1464.

V- t5.

t1452.

c c

t4ó4.

XIr. lt.

c - 731. c-731,

t1448.

l.

2ól post.

I. 3l ant. 11454. Xl. l9l post. A.

XlI.

lll

post

ó.

17.

c - r0t6. c-1024.1. c - t033. IIL c - 1054. c - 1080.

c-2205.il.

c - 7ltc - 715. c -717. c - 7t8. -719-

c-956-Il,. c-959.1. c-959.fi. c-973,tc.973. lt.

c

19.

25.

V. t6. VIII. ll-X. 1455. t. t9.

c - 980.

25.

1448.

c.693c-

l.2S.t, D.

11447.

t454.

1455.

c-%6.fi.

l. 28, B. It441l. ll. 29. 1443.

c - 643. c - 646. c - 646. c - 649. c - 65t. c - 655. c - óó0.

c.

4.

3.

t452. V. 2t.

C - 843, bis

t2.

post.

c - 751. il.

t42L X.20. t4t8. IX. t. ll473l princ.

1422. 1422.

ll.5l post.

[VII.2ó]

c,

ant.

11454.

[471] 1471. 1450.

c-777.tV. c-777.Y, c-777.V.

t,

1421.

450.

A. A.

c -771. fil. c -772. n. c -777. n.

2ó.

ó.

xl.

c-733, c-734,

c-740.r.

22.

c-

Ordinam. cronologico.

Segnatura

post.

I

-2232. - 2243-

12.


F E.

; ? p

VARIA Segnatura

Segnatura

Otdinam. cronologico.

c-

c-

2267-

146ó.

IX.20.

c-

2271.

r4ó7.

VI.

19.

1468.

IIL

24-1469.

c - 2279. c - 2303. c - 2310.

lt47r. vtil-r473.

c-2321.XV.t.

1438.

XI.

t473. 1472.

1473. 1474.

II.

ll4ó4.

c - 232t. XV. I. c - 2vLt. xvilt. c - 2122. c - 2329' lV. c - 2332. c - 2333. c-2333.

ll.

c - 23J7. c-2319.t.

c-2339't. c.23n. c - 2342. c - 2345. c - 2352.

'

c-2363.t.

lV.

20.

vlll.

Oidinam..cronologio.

2471.

1500.

c- 2484.

150t.

c-

2489.

tV.

c.2492.

vtII. vilt.

t503.

VIII. lt.

c-

2499.

VHL

C

1503. 1503. 150?. 1503.

- 2499' II, his c - 2499. llt. C-2499: Y. c - 249D. Vl. c - 2499. Vll. c - 2499. Xl.

18.

il.23.

Ít4751, B. 1475. tX.26,27.

26.

xll. il.

2498.

25.

V.

1502.

2495.

post.

30.

IL 12. Ix. t2.

14î.

cc-

VIIII

lr475l, A.

t. 12. II. B. t503. II. tt. 1503. VIIL 25, B,

vtil.

rt03.

tt04. t.

c-

2507.

t504.

IV.

c-

2510.

1504.

xI.

c-

2517.

r504.

VIII.

c-2529.1. C - 2539' V, bis c - 25?9. Vt. c - 2539, Vlr.

t477. Xll. 26. t484. IV. 4.

t487. III. t7. t488. Ir. 20.

té. 27, 30. 2.

xtl.

c.2525.

27.

25, A.

9.

VIII.30.

tV.

25, B. 25, c.

tX.25.

Xil. 22. 1476. fi. 6. 1477. Xll. 26. 1477. fi. 24. 1477. Vilt. 2t.

1475. 1475.

1478.

c-2352.11. c - 2358.

421

1505. 10-tx. 22. 1505. xII. 6. 2r, A. 150ó. r50ó. xlr. 2t, B. 1506. xII. 2r, C.

xlt.

c - 2553. c - 2566.

t507. IV. t7.

c - 2588. I. c-2646.1. c - 2u9. lll. c-2652.11.

r509.

III. ó. vtlr. 30.

1508.

c-2363.X11. c-2369.11.

1489.

c-2t8t.1.

149r.

c-2389.11. c-2389.111.

VIII. 30. [492]. IX. r, A" t492. IX. I, B. t492. XI. 8. 1494. VI. 15. 1494. X. 17.

c-

266\.

c-

2662.

c-2662.1. c - 2664.

1514.

fi.20.

1499.

V. f27 o

tV.

cc-

15t4. r515.

c-2389. lV.

cc-

2389. Vr 2411. v.

c-2413-ll[. c-2420.t, A. c - 2420. c - 2422.

lll.

2449.

vll

2ó.

l.

r492.

1495.

c - 2660.

29.

Xl. 22, B. Xl. 22, A. 1496. t. 9. 1495.

1495.

c-2432'll. c-24U. c-

XI.

ln.

c-2455.t. c - 246J. c-2465.1. c-2465.1. c - 2M5. l.

t497. IV. 27-1498. tr503. rI. 8.1. 1455. lV. t2. t499. V. 18.

V. t.

c-2465.l. c-2465.1.

149ó.

c-2465'1.

VIII. 14. t4w. vl. 2.

c-2465.1.

r49. VI.

c - 2468. c - 2469. c - 2469. c-2469.V. c - 2469. Vll.

l4w.lx.2.

XL 25-15W. lt. ilt00. I. 2el. 1499.

1499. 1499.

X,

28.

XII.

5.

3.

28 11.

xlr. 18. xI. 21.

vlt.7. vII. 9. ril8. vl. 6. t'519. v. 20.

2766.

c-28&.1. c-n65. c - 2876. l, c - 2876. l, c - 2883. c - 4717. c - 4717.

Ifl3. IV. t6. t5t4. II. t0, A. t5t4. II. 10, B. t5t4. II. 10, c.

t5t7.

C - 283ó, bis c - 28ó0. I. C - 28ó4, bis

4-19.

12.

15t7.

c - 2797. c - 2809. VI, bis c - 2809. XVI.

9.

t-

I. t5.

15t7. IV. t5.

c-2793.1.

v. 13. 1416. v. 5. t43t. III. ll. XI.

2694.

c - 2731. c - 2734. c-2734.1.

c-

1408.

t493.

2671.

1445.

15t3.

vr. 30. x. 31. xr. 5. 1520. VIII. 17. 1519.

t5t9. t5r9.

t52r. 152t.

vtI.

t0.

xt.4.

lr52r.

xII.

ó1.

xll. t4. 1522. ll. 27. 1522. ill.7. 1522. V. lr.

152t. D. D.

ll50o. t500.

II. 41, 7. II. 17.


VARIA

ERRATA-CORRIGE.

P.3 ,5 r9 fló

t32 t3? ú42 ù45 ù53 r56 ù63 ù63 ,76 )78 ,81 082 ,85 ù94 D 100 r t9l }) ll8 r ll8

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ù 175 r 180 rlE r 196 b 197 b 219 b 220 , 23t b87 , 241 ù 245 b '245

t 247 ù 271 , 292 | 3ll , 315 ù3n b 325 ù 354 F1

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r. l2 insurswum t 35-6 Transnundus

le3rgi incursurum

D Transmundus. I e de Fauce Arni r I Magister r. 15 Misister r quod Ciolus condam ?331 )r I suod condam F. P. r a le Piaggie F. P. 1723 t 25 e le t,32z5DlDodorum l Dodonum u Adulti b 3214 ,r 5 adulti '3249 t 2l Btaniora )) stariofa ù 32úó r 9 Bartholomei, astarii ,r B. futarii I prefate Petre Prg. 722 D 17 prefato Petro ù I Piccolhominibus, Savini Savini Pícc<ilhominibus 24:5 r D I ordinamentorum F, P. 3t25 t 32 urdimentorum C-

180'XIII

F.P. 3216 Prg. lll0

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c-230, c-939

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I I acefe cappello Sisto V

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lohanni sarchiepiscopi decimas

Potaaw Astarij impeditùs misgere

Nocchus

aggùmgi r.ecepisse lqggí turris

1555

r. 2 inaprutina c-9tó.tI 3304 cappello Píso F. P. i tt04 r. 27 suprascriptum, c-734,

t I l l I

aI Serchío

ù 3289 r. 20 Astorii t 17 impeditii 3289 ) r 8 missese. C-440 F. P. t?lS ,r 8 Rocchus r 3193 t 3 confessa fuit ,>?215rStironis u 3301 cappello Laoad r 3il1 î. 4 Lavario ,r 4l 'Gctus A Guidus C-Ttg t 5 Patriarche c.87ó

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Patriarcha

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in aprutina

v D I ù I r

Guindacius

1455.

Ponteìlaa suprascriptum hospitale facere SKIO

IV

lohannis archiepiscopi decinas

soldanus , I lacobi Soldanus, l sculpta r sclupta I C-276r.Xll r Philipplil F. P. ,344 'r 4 Philipplel t figlia tutatalc ìIi cappello Sancía,... ìIeI t9 C-2381 '1. ù cosa casa r. l0 C- 2389 'IV I ad unguem l 30 ad. anguem c-2465.r tr 5 elementia I dementia c - 4717 t Luca Albízí C-2484 cappelloe I 9 Blas(?) t Poru,accl nota I Pontasserchio F.P. tzn t nostra r- 9 mostra c - 2517 r 1519. XI.5 C - 2809 'XVI cappello 1519. XI . V F.

P.

lacobi,

Alîoaso ùrc,a

ìlí

Calatrr'ia.


FINITO DI STAMPARE IL XV.MAGCIO MCMXXXVI PER

I-

TIPI DELLO STABILIMENTO

TIPOCRAFICO FRATELLI STIANTI

IN

SANCASCIANO

VAL DI

PESA



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