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Tab.6: sintesi degli strati informativi utilizzati e loro caratteristiche principali (S = informazioni riguardo alla struttura , F = informazioni riguardo a funzioni, PNDF = Parco Naturale Dolomiti Friulane)

5.1.2 Riclassificazione degli usi/coperture del suolo in funzione delle Unità di Paesaggio del Nomination Document

L'area del Sito copre due ambiti amministrativi differenti: uno veneto e uno friulano (figura 6). Quest'ultimo è ripartito fra l'area facente parte del Parco Naturale Dolomiti Friulane (PNDF) e una porzione esterna ad esso. Tale situazione rispecchia la disponibilità di strati informativi sull'uso/copertura del suolo differenti per estensione e caratteristiche tecniche:

Per l’area interna ai confini del PNDF è stata utilizzata una carta di uso (copertura) del suolo coerente CLC al 4° livello di dettaglio a scala 1:100008;

Per l’area esterna al PNDF non essendo disponibili altri dati si è optato per la copertura/uso del suolo forniti dal database MOLAND, con scala al 25000 ;

Per l'ambito veneto è disponibile l'uso del suolo coerente CLC al 5° livello di dettaglio a scala 1:100009 .

Fig. 6: Disponibilità di cartografie di copertura/uso del suolo per l’area in oggetto.

La necessità di classificare le Unità di Paesaggio in base a quanto indicato nel Nomination Document ed in relazione alla legenda Corine Land Cover che rappresenta la base cartografica, implica la costruzione di una matrice di comparazione delle due legende al fine di individuare le corrispondenze creando una nuova nomenclatura per gli oggetti della carta delle Unità di Paesaggio (tabella 7).

8Piano di conservazione e sviluppo del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane – Relazione illustrativa (Bozza). Agosto 2012. 9Metadati della banca dati della copertura del suolo della Regione del Veneto. http://idt.regione.veneto.it/app/metacatalog/index?deflevel=165, 25/01/2013.

Nomination Document Corine Land Cover (APAT, 2005)10

Foresta: includono tutti i boschi di conifere (abete rosso, abete bianco, larice, pino alpinosilvestre) , misti a faggio e la macchia arbusteti subalpinai (pino mugo, rododendrio, ontano verde, varie tipi di e salici pionieri).Data la varietà di orografia e microclimi sono presenti molteplici situazioni, spesso inaspettate. Boschi misti con prevalenza di abete bianco, grandi boschi di abete rosso, abete o larice e pino cembro, creano in autunno un paesaggio dai magnifici colori. 3.1.x.x.x Zone boscate (e sottoclassi): racchiude tutte le formazioni vegetali dove dominano specie forestali di latifoglie e conifere.

3.2.4 Aree a vegetazione boschiva ed arbustiva in evoluzione: vegetazione arbustiva o erbacea con alberi sparsi. Formazioni che possono derivare dalla degradazione della foresta o da una rinnovazione della stessa per ricolonizzazione di aree non forestali.

Lande e brughiere: sia nel sottobosco e al di sopra dei limiti della foresta, gli arbusti e arbusti nani sono una vegetazione tipica delle Dolomiti. Grandi formazioni continue a rododendri, ginepri, erica e mirtilli in fiore, offrono scorci spettacolari in primavera. Visivamente, la brughiera alpina è un tipo di copertura del suolo che evidenzia forme ondulate delle aree più basse. 3.2.2 Brughiere e cespuglieti: formazioni vegetali basse e chiuse, composte principalmente di cespugli, arbusti e piante erbacee (eriche, rovi, ginestre dei vari tipi ecc.). Vi sono comprese le formazioni a pino mugo.

Prati e pascoli: le formazioni erbacee dolomitiche sono molto varie. Quando poste sotto al limite della vegetazione sono originate dalle attività di pascolamento o di sfalcio. Queste sono piuttosto poco presenti e la loro manutenzione serve a trattenere il bosco. Tuttavia la tipologia prevalente è la prateria alpina primaria posta sopra il limite della vegetazione arborea. La ricca varietà di piante erbacee è tipica dei pascoli dolomitici primari grazie alle particolari caratteristiche fisico-chimiche e del suolo, ed è un indicatore climatico-ambientale. Durante la fioritura estiva, le praterie sono spettacolari e di grande valore paesaggistico.

3.2.1.x Aree a pascolo naturale e praterie d'alta quota (e

sottoclassi): aree foraggere a bassa produttività. Sono spesso situate in zone accidentate. Interessano spesso superfici rocciose, roveti e arbusteti. Sulle aree interessate dalla classe non sono di norma presenti limiti di particelle (siepi, muri, recinti). 2.3.1. Prati stabili (foraggere permanenti): superfici a copertura erbacea densa a composizione floristica rappresentata principalmente da graminacee, non soggette a rotazione.

2.4.3 Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali (formazioni vegetali naturali,boschi, lande, cespuglieti, bacini d'acqua, rocce nude, ecc.)

importanti: le colture agrarie occupano più del 25 e meno del 75% della superficie totale dell'unità.

Zone umide: le zone umide sono tra gli ambienti più delicati e importanti delle Dolomiti dal punto di vista naturalistico. Anche se non molto estese sono numerose e qualitativamente importanti e per questo motivo sono considerate come habitat protetti a livello nazionale e internazionale. Torbiere, sorgenti d'acqua, aree paludose, prati umidi , stagni estivi e ed specchi d’acqua di sorgente sono tutti ambienti considerati come zone umide. Non presenti nell'area studio e/o non identificate dall'uso del suolo impiegato.

Ghiaioni: i depositi detritici delle Dolomiti sono imponenti e caratterizzano significativamente la regione. Questi enormi depositi hanno una morfologia particolare e una significativa presenza del pino mugo, una delle specie più fisionomizzanti nella regione, che ha anche l'importante ruolo di consolidamento dei versanti contro frane. 3.3.3 Aree con vegetazione rada: comprende le steppe xerofile, le steppe alofile, le tundre e le aree calanchive in senso lato.

Nuda roccia: le pareti verticali molto alte sembrano essere completamente nude se osservate nel complesso. La totale assenza di vegetazione, è senza dubbio uno degli aspetti più suggestivi delle Dolomiti e dà loro quel "selvaggio e terribile " aspetto che così ha impressionato i primi visitatori. Infatti, la verticalità e la compattezza della roccia previene la crescita di coperture vegetali significative. Tuttavia, le primule, potentille, , campanule e sassifraghe appaiono nelle fessure delle pareti rocciose per creare effetti sorprendenti. La fioritura più impressionante è quella dal papavero alpino alle quote più elevate, in zone generalmente coperte dalla neve. Il contrasto straordinario di colore con il candore delle pareti, crea un'immagine di grande forza evocativa.

3.3.2 Rocce nude, falesie, rupi, affioramenti.

Nevai: la presenza di un gran numero di piccoli ghiacciai e nevai, anche a quote relativamente basse, è tipico delle Dolomiti. Quasi ogni gruppo montuoso ha il suo piccolo nevaio in luoghi riparato e freddo ed esposto a nord. Alcune specie vegetali rare e sorprendenti sono adattate a questi ambienti estremi. Le aree prossime ai nevai hanno una bassa biodiversità ma organismi estremamente specializzati. Non presenti nell'area studio.

10APAT, 2005. La realizzazione in Italia del progetto europeo Corine Land Cover 2000. Rapporti 36/2005.

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