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evoluzione Brughiere e cespuglieti 3.2.2 Brughiere e cespuglieti 3

Aree a pascolo naturale e praterie d’alta quota 3.2.1 Aree a pascolo Praterie continue 3.2.1.1 naturale e praterie Praterie discontinue 3.2.1.2 d’alta quota Prati stabili 2.3.1. 4

Aree prevalentemente occupate da colture agrarie Aree con vegetazione rada 2.4.3

3.3.3 Aree con vegetazione rada (falde detritiche) 5

Rocce nude, falesie, rupi, affioramenti 3.3.2 Rocce nude, falesie, rupi, affioramenti 6

Tab.8: riclassificazione della copertura del suolo CLC coerente con le Unità di Paesaggio espresse nel Nomination Document.

Lo strato vettoriale della copertura del suolo è stato integrato (mediante funzioni di overlay) con gli strati cartografici relativi ad aree core, buffer e fasce altitudinali ottenendo così una ripartizione delle Unità di Paesaggio. Ciò ha permesso di suddividere l'originale copertura del suolo sulla base dei suddetti ambiti (Core, Buffer, fasce altitudinali) e mediante procedure di interrogazione di associare alle geometrie corrispondenti alle Unità di Paesaggio l’informazione relativa (figura 8).

Fig.8: presenza relativa delle diverse Unità di Paesaggio (codifica secondo Corine Land Cover) nell’area buffer e core.

5.1.5 La caratterizzazione delle Unità di Paesaggio delle Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave Il caso di studio ha considerato gli aspetti relativi alle funzioni legate alle attività antropiche, mentre non sono state considerate in questa fase quelli concernenti le dinamiche idrogeologiche. La iniziale ricognizione degli elementi corrispondenti a strutture/utilizzi ha portato alla acquisizione di una serie di cartografie tematiche ( figura 9)

Fig. 9: strati tematici relativi ai dati per strutture/elementi utilizzi.

In una prima fase ricognitiva per ogni strato tematico è stato valutato il portato informativo in relazione alle funzioni individuate, costruendo così la matrice riportata in figura 10. All'interno della matrice è stato valutato il tipo di informazione disponibile ed approntato uno specifico sistema di codifica. Quest’ultimo, ad esempio nel caso delle casere usate come rifugi, consente di distinguere fra casere attive (CA1), casere inattive perché abbandonate, o ruderi (CA0). In altri casi invece il codice rivela solo la presenza dell’elemento/struttura (es: centri visita = CV).

Strati informativi Stato Codic e PSI Funzione

Silvicolturale Agropastorale Turistica/esc ursionistica Idroelettrica

Piani di gestione forestale Presenza In uso PF1 Non in uso

PF0 x

Viabilità forestale Casere [malghe] Presenza

VF x x x

MA x x

Casere [rifugi, ricoveri] Azioni PdG ZPS VEN Presenza In uso CA1

Non in uso

CA0

Sentieristica Parcheggi Centri visita Punti d'interesse Presenza

SE PA x CV PI

Centrali idroelettriche

CI

Fig 10: matrice di individuazione e valutazione di strutture/elementi determinanti funzioni.

x

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x

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La distribuzione delle funzioni nel Sito studiato (figura 11) mostra che la fascia altimetrica corrispondente all’intervallo 390-1200 msl.m. è caratterizzata in generale dalla forte presenza di attività turistiche/escursionistiche e forestali, sia nella fascia tampone che nell'area d'eccellenza. Nella fascia 1200-1750 msl.m. si ha un aumento delle aree con funzione di supporto alla conservazione ambientale (assenza di funzioni legate ad attività antropica e supporto alla naturalità), diminuiscono le aree caratterizzate da attività agro-pastorali, mentre le funzioni prevalenti diventano quelle forestali e turistiche/escursionistiche. La fascia 1750-2000 msl.m. è quella in cui massima è la funzione di supporto alla naturalità e tra le limitate funzioni presenti prevalgono quelle turistiche/escursionistiche. Una situazione analoga si rileva nella fascia altitudinale maggiore (2000-2860 msl.m.).

Fig. 11: carta tematica delle Unità di Paesaggio caratterizzate in termini di funzioni.

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