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3.2 La proposta metodologica per le Dolomiti Pag
la definizione dello scopo; lo studio a tavolino; l’indagine sul campo; la classificazione e la descrizione; la scelta dell’approccio di valutazione; la formulazione del giudizio.
Questo tipo di approccio è largamente utilizzato nei paesi anglosassoni, ma si sta rapidamente diffondendo anche nei paesi mediterranei con alcune interessanti analisi proprio nelle zone alpine (Schirpke U., Tasser E., Tappeiner U., 2013)
La dimensione soggettiva rimane tuttavia una forte connotazione del metodo con risvolti sia positivi che negativi. La percezione della bellezza scenica dipende infatti in parte dal background culturale di colui che guarda e analizza (Bourassa S.C., 1991): in alcuni studi condotti sulle Alpi sono emersi giudizi diversi se chi osserva è di nazionalità italiana, o tedesca e in base alla fascia di età di appartenenza (Schirpke U.,Hölzler S.,Leitinger G.,Bacher M.,Tappeiner U., Tasser E., 2013)
3.2 La proposta metodologica per le Dolomiti
La proposta metodologica per il monitoraggio della landscape diversity delle Dolomiti si ispira all’LCA ma da questa differisce poiché non prevede la definizione del carattere del paesaggio, per le Dolomiti già espresso dal Nomination Document, ma ne coglie le indicazioni relative alla valutazione degli aspetti estetici. Il metodo si articola in tre fasi sequenziali. La prima ha come obiettivo la preparazione dei materiali di base per le analisi dei fenomeni (processi) geologici e geomorfologici e degli scenari di paesaggio, la seconda è dedicata alla misura oggettiva di parametri che consentano di rilevare lo stato ed il cambiamento nel tempo di tali elementi, mentre la terza riguarda la valutazione dell’importanza estetica e della bellezza naturale.
Fase I
La creazione di cartografie e modelli tridimensionali relativi alle aree interessate dalla presenza dei valori naturali tutelati consentirà di avere una base di lavoro comune ai nove Siti, costituita da geodatabase che mediante funzioni di interrogazione consentono di misurarne la dimensione orizzontale (es. distribuzione nello spazio delle coperture del suolo) mediante cartografie tematiche e la dimensione verticale attraverso modelli digitali del terreno, o l’interpretazione di immagini fotografiche. I valori geologici e geomorfologici sono indicati per ciascun sito dal Nomination Document ed ampiamente trattati dalla Rete Funzionale del Patrimonio Geologico e Geomorfologico alla quale possono essere richieste le cartografie di base necessarie. Per quanto concerne la scala di scenario, l’individuazione dei panorami di interesse per valutare la landscape diversity può avvenire su base cartografica, considerando agli usi/coperture del suolo, (in primis Corinne Land Cover), o la distribuzione degli habitat (cartografia tematica degli habitat). In figura 1 si riportano alcuni esempi di individuazione del cono visivo la cui ampiezza dovrà essere definita caso per caso ed in relazione alla capacità di comprendere l’insieme dei valori da analizzare.
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Fig.1:esempi di individuazione del cono visivo da carta di uso del suolo (a) e carta tecnica (b). b
Va ricordato che gli scenari sono stati intesi come livello di organizzazione che comprende l’intera gamma dei valori naturali tutelati, possono quindi rendersi necessarie più vedute per ciascun singolo sito. Si segnala che una attenta ed articolata analisi dei panorami che presentano caratteristiche che li rendono esteticamente apprezzabili è stata condotta nell’ambito del progetto che prevede l’individuazione dei “Balconi panoramici” curato dalla Rete Funzionale della Geologia.
Fase II
In questa fase si prevede il calcolo di indicatori relativamente semplici mediante funzioni di interrogazione geografica, o altre funzioni messe a disposizione dalle tecnologie dei Geographic Information Systems applicate alle rappresentazioni dei coni visivi. A titolo di esempio si possono citare indicatori base come il numero e le superfici occupate dai diversi elementi tutelati nei diversi siti, la loro densità, le superfici relative delle coperture costituenti gli scenari.
Un approfondito dibattito, che si rimanda in primis alla Rete del Patrimonio Paesaggistico basato anche sull’analisi di esperienze già maturate, dovrebbe rappresentare il punto di partenza per la formulazione della struttura degli indicatori, che dovrà essere sviluppata a diverse scale per rispondere alle esigenze di misurazione degli elementi puntuali e degli scenari.
Fase III
Questa fase riguarda la valutazione degli aspetti estetico percettivi degli scenari e delle sequenze di elementi puntuali. I riferimenti possibili per valutazioni simili già sperimentante sono diversi ed a riguardo si rileva una ampia letteratura scientifica, della quale si segnala un’ampia review nel documento "Study on the application of Criterion VII” curato dall’IUCN nel 2013
Tra i diversi aspetti estetici utilizzabili per la valutazione del carattere del paesaggio presentati dalla LCA si riportano i seguenti:
ARMONIA DELLE PROPORZIONI: si riferisce alla quantità dei differenti elementi all’interno del cono visivo che influenzano l’armonia delle proporzioni. Le proporzioni possono essere trascritte utilizzando le frazioni: 1/2 – 1/3- ecc. Gli effetti stagionali devono essere presi in considerazione poiché le proporzioni possono variare da stagione a stagione.
COLORI: si riferisce ai colori dominanti del paesaggio considerato. Anche in questo caso vanno tenute presenti le differenze stagionali e climatiche oltre che all’ ora della rilevazioni. SCALA: la dimensione complessiva del paesaggio deve essere valutata una volta che i fattori che lo definiscono sono stati stabiliti. La scala è strettamente legata all’armonia delle proporzioni e alla chiusura delle aree.
DIVERSITÀ/UNIFORMITÀ: valuta l’uniformità e l’eterogeneità degli elementi che compongono il paesaggio. Da tenere presente è la tendenza del cambiamento poiché il grado di eterogeneità / uniformità potrebbe aumentare o diminuire.
CHIUSURA: indica la chiusura di determinati spazi da parte degli elementi del paesaggio, questo ha un effetto sulla composizione dello spazio.
TEXTURE: è determinata dalle colture, dalla copertura arborea, dimensione degli alberi, dalla presenza di prati, corsi d’acqua o laghi, rocce o ghiacciai. E’ un importante contributo per determinare omogeneità e l’eterogeneità, è suscettibile al cambiamento con l’aggiunta o la perdita degli elementi del paesaggio.
UNITÀ: contribuiscono ad essa la similarità degli elementi, l’armonia e le proporzioni, la scala e la chiusura. Il grado con cui gli elementi contrastanti disturbano la composizione, questo chiaramente dipende anche dal contesto.
FORMA: descrive le forme presenti nella visuale ad esempio: rettangolare, curvilineo, rotondeggiate, piatto ecc..
La formulazione del giudizio degli aspetti estetici implica fare ricorso alla propria esperienza personale, al proprio sentire, quindi risulta fortemente soggettiva. Tale caratteristica rende questa fase particolarmente idonea al coinvolgimento di persone non esperte in materia ambientale o territoriale. Quindi, tale valutazione può essere aperta ad addetti ai lavori, amministratori, rappresentanti dell’associazionismo ed altri portatori di interessi, componenti delle comunità residenti, o turisti. Ciò può essere collegato con contesti di analisi non specificatamente dedicati alla landscape diversity ma ad esempio alla definizione dei valori associati al Bene.
3.2.1 indicatori estetici di valutazione per le Dolomiti Unesco Tra i diversi aspetti estetici che l’LCA propone ne sono stati scelti alcuni e rivisti in base alle specificità del territorio analizzato:
FORMA: con riferimento agli andamenti lineari (sagome, profili) e alle forme degli elementi e delle serie di elementi che compongono una visuale paesaggistica (prati, campi coltivati, pareti rocciose, ghiacciai), ampiezza e regolarità degli elementi areali.
EQUILIBRIO FRA LE PARTI: riferiti alle relative quantità di elementi differenti presenti all’interno di un vista che determinano proporzioni fra le parti considerando maggiore equilibrio la dove si configura la dominanza di un elemento ma in relazione ad un limitato set di tipi di elementi complessivi. Come criterio di valutazione vengono utilizzate le proporzioni: 1/2-1/3- 1/4
APERTURA/CHIUSURA: se gli elementi sono relazionati e disposti reciprocamente in modo da delimitare uno spazio e generare un effetto di ampia visibilità in termini di profondità del cono visivo e da consentire per gli elementi dominanti di cogliere le forme in maniera completa. Il criterio di valutazione in questo caso può essere : Forte=1, Moderato=2, Basso=3
TESSITURA: riguarda la trama formale che si ripete all’interno del pattern di riferimento. I criteri di valutazione possono essere i seguenti: Armoniosa=1, Irregolare=2, Estremamente Irregolare=3
CROMATISMO: fa riferimento allo spettro cromatico della struttura del paesaggio che viene valutato in relazione al contrasto tra i colori di insiemi di elementi collegati dal punto di vista funzionale. Il riferimento alla funzione da una misura indiretta dell’armonia dell’insieme rilevato. E’ influenzato dagli effetti climatici, dalla attività agricola, dalle condizioni metereologiche di rilievo: I criteri suggeriti sono: monocromo, mutevole, variopinto ecc..
DIVERSITÀ: variazione nel tipo di elementi del paesaggio che determinano complessivamente quanto uniforme o eterogeneo sia l’insieme delle sue componenti. E’ necessario considerare le tendenze di cambiamento. Il criterio di valutazione in questo caso può essere : Forte=1, Moderato=2, Basso=3
Al paragrafo successivo viene proposta una scheda di valutazione degli aspetti estetici della landscape diversity a completamento dei dati ottenuti dalla fase precedente alle diverse scale. Le sezioni principali ed i contenuti della scheda dovrebbero essere condivisi da competenze di diverse reti con particolare riferimento alla Rete Funzionale del patrimonio Geologico e Geomorfologico.