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SCOPERTO UN NUOVO FOSSILE NELLE DOLOMITI

il numero dei posteggi disponibili. Non solo, ma il nuovo sistema di gestione parcheggi prevede anche quelli della Loita con complessivi 190 punti di sosta per campers e veicoli, oltre a quello del Lago d'Antorno che prevede la capienza di 120 vetture. Tutta la gestione del sistema può poi essere controllato da remoto sia con tablet, sia da postazioni fisse collocate nel municipio di Auronzo. Quanto strettamente attinente alla viabilità sempre nell'area della Loita, dove si biforcano le strade che conducono una al Rifugio Auronzo e l'altra al Bosi sul Monte Piana, è prevista una rotatoria. Così, nel caso di esaurimento dei posti auto, è permesso alle auto e ai pullman di invertire più agevolmente la marcia e non restare imbottigliati. Difatti nella scorsa estate, quando la coda raggiungeva il lago d'Antorno, i vigili urbani interrompevano il traffico proprio all'altezza della Loita nei pressi del ristorante Genzianella. Gianfranco Giuseppini

Corriere delle Alpi | 22 Aprile 2020

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Park Tre Cime, nuove regole per navette e automobilisti

AURONZO Le Tre Cime sono il santuario delle Dolomiti e il rifugio Auronzo, il più frequentato del Cai, è la loro sacrestia. Migliaia di escursionisti anche in un solo giorno. Bastano poche ore perché si esauriscano i 799 posti macchina del parcheggio. «Negli anni scorsi, già a Pasqua, eravamo pieni di prenotazioni, da ogni parte del mondo. Al momento nessuna, ma apriremo», assicura Max Casagrande, del Cai di Auronzo. L'esterno del rifugio, uno straordinario balcone sui Cadini di Misurina e altre cime, si trasformerà in un ristorante dai tavoli "più che distanziati" . Ma saliranno ancora 2 mila auto al giorno, con la turnazione al parcheggio? «Non lo so, vedremo», risponde la sindaca Tatiana Pais Becher. «Probabilmente contingenteremo gli ingressi a valle. Di sicuro in auto non potranno starci più di due viaggiatori. E anche questo è un problema».Il pedaggio è di 24 euro ad auto; diviso 2 sono 12 euro, diviso 4 sono 6. Le navette? Una ogni quarto d'ora, stracariche anch'esse, almeno al mattino. La strada a pagamento fa entrare nelle casse comunali circa un milione e mezzo l'anno. «Nulla faremo», avverte il sindaco, «che comporti minore sicurezza per il turista e l'escursionista. Il presidente dell'Istituto Superiore di sanità, Silvio Brusaferro, ha detto che le Dolomiti sono le più sicure. Non possiamo smentirlo».Per gli ambientalisti di Mountain Wildernes questa è l'occasione provvidenziale per razionalizzare l'accesso automobilistico alle Tre Cime. -- f.d.m.

Trentino | 8 Aprile 2020

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Nelle Dolomiti di Braies scoperto il fossile di un raro rettile

BOLZANO Le Dolomiti sono famose per la loro geologia, bellezza del paesaggio e per le storie che possono raccontare del passato di milioni di anni fa. Molte rocce sono ricche di fossili, specialmente di animali marini come bivalvi e ammoniti. Rari sono invece i ritrovamenti di fossili di piante ed animali terrestri, specialmente di rettili. Uno di questi rari resti è lo scheletro incompleto e fossilizzato di un giovane individuo di "Eusaurophargis dalsassoi", un piccolo rettile terrestre, che risale a circa 245 milioni di anni fa e che è stato rinvenuto sul Piz da Peres nelle Dolomiti di Braies. Le sue forme erano tozze, sul dorso e lungo i lati del corpo erano presenti delle piastre ossee; da adulto poteva raggiungere il mezzo metro di lunghezza, la dentatura fa pensare ad una dieta onnivora. Un gruppo di studiose e studiosi guidati da Silvio Renesto dell'Università degli studi dell'Insubria (Varese), di cui fanno parte anche Evelyn Kustatscher del Museo di Scienze Naturali dell'Alto Adige e Piero Gianolla del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra dell'Università degli studi di Ferrara, ha preso in esame questi resti e pubblicato ora i risultati dello studio nella Rivista Italiana di Paleontologia e Stratigrafia RIPS. «Si tratta del secondo scheletro di rettile terrestre del Triassico finora rinvenuto nelle Dolomiti - osserva Kustatscher - ma ci fa anche capire che probabilmente esistono tanti altri resti che devono ancora essere scoperti». Le informazioni che si avevano finora di questa specie provengono da parti fossilizzate di esemplari, ritrovati a Monte San Giorgio tra il Canton Ticino in Svizzera e la provincia di Varese (che, come le Dolomiti, è Patrimonio dell'Umanità UNESCO) e in Olanda, mentre il fossile di un esemplare giovanile completo proviene dalla Formazione di Prosanto, nei pressi di Davos in Svizzera; quest'ultimo esemplare ha le stesse dimensioni di quello rinvenuto sul Piz da Peres. «L'importanza scientifica della scoperta è notevole - spiega Renesto, capofila della ricerca - perché amplia le conoscenze sulla diversità dei rettili terrestri vissuti nell'area delle Dolomiti e perché testimonia una notevole affinità fra le faune che all'epoca vivevano sulle terre emerse attorno ai bacini Italo-Svizzeri e le piccole isole presenti nell'area delle Dolomiti».

Corriere delle Alpi | 5 Aprile 2020

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Manutenzioni in vista nell'area protetta del Parco

Raffaele Scottini FELTRE L'ente Parco si sta attrezzando per effettuare una serie di interventi di manutenzione sul territorio per presentare l'area protetta ai visitatori nell'aspetto migliore possibile, appena le norme per il coronavirus lo permetteranno. Va in questa direzione il bando per l'aggiudicazione del servizio di manutenzione sul territorio del Parco delle Dolomiti per l'anno 2020. La procedura si è conclusa nei giorni scorsi con l'affidamento alla coop Val Cismon di Sovramonte. Una partita importante perché si tratta di mantenere e migliorare il decoro del territorio nell'area protetta del Parco, sia in termini di sfalcio dei prati che di quei piccoli interventi come la sistemazione di una panchina, che normalmente un ente fa con i propri operai ma che il Parco non ha. L'ente di Villa Binotto aveva aperto la gara alle cooperative sociali di tipo B, cioè quelle finalizzate all'inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, e sono state invitate a fare un'offerta tre realtà che avevano presentato la manifestazione di interesse.La Val Cismon si è aggiudicata il bando con l'importo di 41 mila 942 (che non include gli oneri per la sicurezza), grazie a un ribasso del 13. 36 per cento. «Se oltre all'aspetto della tutela vogliamo fare un ulteriore salto dal punto di vista turistico, abbiamo bisogno che l'ambiente sia sempre in ordine e ben manutentato», dice il presidente del Parco delle Dolomiti, Ennio Vigne. «La tabella rovinata, la tabella divelta non danno una bella immagine del Parco, quindi puntiamo a fare questo tipo di interventi». Dal punto di vista operativo, tutto è legato all'evoluzione dell'emergenza coronavirus. Intanto, il governatore del Veneto Luca Zaia ha firmato la nuova ordinanza in base alla quale le Prefetture possono autorizzare le imprese a lavorare nei cantieri per la sicurezza idrogeologica, ma qui si tratta di manutenzioni.«Non dimentichiamo che siamo ancora ai primi di aprile», sottolinea Vigne, «la primavera si sta aprendo adesso. Spero che viaggino affiancati l'arrivo della bella stagione e il via libera per l'operatività. In questa fase stiamo facendo tutto quello che si può fare in termini di predisposizione delle carte».Sempre in tema di cura del territorio, va ricordato inoltre che a fine febbraio il direttivo del Parco ha rinnovato l'accordo con il Cai (sezioni di Feltre, Belluno, Longarone, Oderzo, Val di Zoldo e Agordo) per l'attuazione di interventi di manutenzione straordinaria della rete sentieristica Cai, di bivacchi e infrastrutture a servizio dei rifugi all'interno dei confini dell'area protetta (per questo la convenzione prevede un contributo da parte del Parco di 32 mila euro). Altro capitolo riguarda la tabellazione dell'area protetta, sia quella dei confini che quella informativa, affinché gli accessi al territorio del Parco delle Dolomiti siano segnalati con chiarezza ai visitatori. Il perimetro è ampio ed è un lavoro che partirà appena possibile, compatibilmente con la situazione attuale, e che durerà qualche anno. --© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 7 Aprile 2020

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Ultimo giorno del bando per direttore del Parco

FELTRE Scadono oggi i termini per presentare la propria candidatura a futuro direttore del Parco Dolomiti Bellunesi. L'incarico è vacante dal marzo del 2019 quando terminò il mandato di Antonio Andrich. Il ruolo è piuttosto ambito e ci sono parecchie domande che si sono aggiunte in questo periodo dedicato alla riapertura del bando, che riprende quello del 2018 che però non era arrivato a conclusione. Allora i candidati che presentarono regolare domanda furono 54, altri se ne sono aggiunti e oggi sarà il momento per fare la conta definitiva. Gli ammessi a presentare la domanda devono essere obbligatoriamente iscritti all'albo degli idonei all'esercizio dell'attività di direttore di Parco sul sito del ministero dell'Ambiente. Una prima scorsa dei papabili ha mostrato la presenza nell'elenco delle domande pervenute di parecchi papabili che risiedono piuttosto lontano dal Veneto. Nei prossimi giorni il direttivo guidato dal presidente Ennio Vigne comincerà a prendere in esame la documentazione relativa al 2018 e quella più recente per capire come districarsi e arrivare alla scelta della terna di nomi da sottoporre al Ministero dell'Ambiente che poi avrà l'ultima parola sulla designazione.La prima scadenza del bando, risalente al 24 ottobre 2018 pone anche la questione di una verifica del reale attuale interesse di quei 54 candidati, i quali, nel frattempo, potrebbero avere compiuto già importanti scelte a livello umano e professionale.

Corriere delle Alpi | 16 Aprile 2020

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In 65 sono in corsa per fare il direttore Pronti 300 mila euro per Villa Binotto

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