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OLIMPIADI MILANO-CORTINA 2026: GLI AGGIORNAMENTI
Alto Adige | 3 novembre 2022
p. 34
«No a sprechi e nuovi impianti per le Olimpiadi del 2026»
Dolomiti "Limitare gli impatti ed evitare gli sprechi con la nuova pista bob a Cortina". È l'appello che 14 associazioni ambientaliste dell'area dolomitica lanciano chiedendo "un confronto e un aggiornamento sulle opere in programma e sui costi delle infrastrutture sportive previste per le Olimpiadi del 2026", costi, scrivono gli ambientalisti, "in lievitazione esponenziale".Alla base del recente incontro, le associazioni hanno messo "la constatazione che tanto le nuove infrastrutture sportive quanto una parte dei nuovi progetti di viabilità/mobilità inseriti nei finanziamenti per le Olimpiadi non si attengono ai principi enunciati nel Dossier di candidatura, secondo il quale i Giochi del 2026 devono costituire un evento a impatto zero. Non solo assistiamo al fallimento dell'obiettivo costo zero affermano gli ambientalisti - ma anche al mancato rispetto del principio di sostenibilità, non essendo stata fatta la Valutazione Ambientale Strategica (Vas) prevista per legge, e del principio di partecipazione e condivisione delle scelte.Infatti tutte le opere in programma sono state commissariate, impedendo di fatto a soggetti portatori di interessi, come associazioni e cittadini, di venire a conoscenza dei progetti per poter intervenire con le proprie osservazioni in tempi utili".Ed eccoci alla nuova pista da bob di Cortina, "opera - scrivono ancora gli ambientalisti - costosissima e difficilmente giustificabile, vista anche la scarsa popolarità delle discipline sportive ad essa legate. La petizione online sulla piattaforma Change contro questo progetto conta già 4.586 firme mentre sono 1.185 le firme raccolte fisicamente a Cortina durante l'estate e già inviate al Presidente del Cio Su questo tema le Associazioni che si sono incontrate a Cortina si impegnano, ognuna nel proprio ambito, a sensibilizzare la cittadinanza, a indirizzare le amministrazioni e a fare pressione sui decisori perché vengano adottate soluzioni più sostenibili per il territorio, per la tutela del clima e per le tasche dei contribuenti. In questa ottica rivolgono un appello alle autorità politiche che da decenni celebrano la cooperazione transfrontaliera in questa area alpina, affinché prendano posizione a favore dell'utilizzo della pista di bob di Innsbruck-Igls per le gare olimpiche, prendendo le distanze dall'attuale progetto di Cortina, che prevede lo smantellamento della storica pista Monti e la costruzione di una nuova impattante struttura in area urbana, e affinché si oppongano a un utilizzo inappropriato del fondo Brancher (che assegna 80 milioni di euro all'anno per stemperare l'impatto dello Statuto Speciale sui Comuni confinanti), nello spirito di una reale collaborazione transfrontaliera".
Gazzettino | 11 novembre 2022
p. 3, edizione Belluno
Ritardi e vincoli rallentano i lavori per le Olimpiadi
I pesanti e diffusi ritardi delle opere sportive, da realizzare per poter organizzare i Giochi olimpici e paralimpici invernali Milano Cortina 2026, stanno suscitando crescente disagio nell'amministrazione comunale ampezzana. Il sindaco Gianluca Lorenzi ha espresso più volte la sua apprensione, perché di questi tempi si dovrebbero vedere già i cantieri al lavoro, mentre non è ancora nemmeno concluso l'iter delle autorizzazioni. In primo piano c'è la pista di Ronco, a sostituire lo storico tracciato Eugenio Monti, per le gare di bob, skeleton e slittino. Il 25 agosto, in un incontro ufficiale nell'aula consiliare del municipio, era intervenuto Luigivalerio Sant'Andrea, commissario di governo e amministratore delegato della società Infrastrutture Milano Cortina 2026: «Il tempo è il nostro nemico più grande. Già nel mese di settembre il governo emetterà un decreto che sancisce l'avvio di tutti i provvedimenti. La pista di bob è un'opera essenziale e indifferibile, perché altrimenti non si fanno le gare. Con il commissario è stato accelerato tutto. Senza l'attività istruttoria della Regione Veneto, nel progetto di fattibilità tecnica ed economica, oggi non ci sarebbero i tempi, per assicurare il completamento dell'opera entro le date richieste dal Comitato olimpico. La conferenza di servizi preliminare, a luglio, ha individuato l'andamento della pista e la localizzazione. Si è deciso di intervenire per stralci funzionali. Entro la fine dell'anno si procederà con la pulizia di una parte di pista, per poi perfezionare il progetto definitivo, andare all'appalto e iniziare il cantiere nel giugno 2023».
GLI OSTACOLI
In realtà l'unica novità intervenuta è il vincolo della Soprintendenza di Venezia, sullo storico manufatto. Di cantieri non se ne sono visti, nemmeno per demolire l'esistente. Crescono invece le opposizioni alla nuova pista, con voci sempre più alte, che chiedono di disputare le gare a cinque cerchi in un impianto già esistente, a Igls, presso Innsbruck, in Austria. Ora si prospettano difficoltà anche per il villaggio olimpico, per accogliere gli atleti: nel dossier della candidatura era previsto a Fiames, ma sta emergendo un problema del rischio idrogeologico su quell'area. Potrebbe quindi rendersi necessario individuare un altro posto, dove collocare le strutture provvisorie: il progetto prevede infatti una struttura per il solo periodo dei Giochi. A meno che non passi la richiesta delle associazioni
di categoria, in particolare degli albergatori, di creare invece alloggi permanenti, che possano diventare foresteria per i lavoratori del turismo, dopo il febbraio 2026.
LE PISTE
Per lo sci alpino le piste ci sono: il comprensorio della Tofana è stato ammodernato, con impianti e tracciati, con zone d'arrivo, per i Campionati del mondo Cortina 2021. Nel dossier è indicata l'assegnazione a Cortina di tutte le gare del calendario femminile; resta l'incognita del parere della Federazione internazionale sci, che non vedrebbe di buon occhio la divisione delle squadre nazionali, con le gare maschili a Bormio, in Valtellina, e quelle femminili a Cortina. L'altra specialità è il curling, che si dovrebbe giocare sul ghiaccio dello storico stadio Olimpico, monumento ai Giochi 1956, sia del torneo olimpico, sia di quello paralimpico. Anche questo impianto ha però bisogno di interventi strutturali, con la creazione di spazi e servizi, in particolare spogliatoi, oltre ad altre aree funzionali. Anche per questi lavori non ci sono ancora neppure i progetti, mentre altre località italiane fanno sapere, con insistenza che accoglierebbero volentieri le partite di curling. Intanto da Venezia arriva un altro vincolo della Soprintendenza: non si può intervenire sul vecchio trampolino olimpico Italia per il salto con gli sci, dove si voleva creare la piazza per la consegna delle medaglie. M. Dib.
Corriere delle Alpi | 16 novembre 2022
p. 21
Pista da bob, Zaia forza la mano col Coni: «Il governo scelga Cortina o Innsbruck»
CORTINA Ma la pista di bob la volete o no? È significativo che, nel giorno in cui il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, inaugura il nuovo palaghiaccio di Varese, inneggiando alle Olimpiadi, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, chieda invece conto a Giovanni Malagò, presidente della Fondazione Milano Cortina, e al ministro dello sport, Andrea Abodi, di chiarire le rispettive, reali volontà sul discusso impianto per il bob, lo slittino e lo skeleton.80 MILIONILa lettera, per la verità, è ancora del 26 ottobre ma se ne è venuti a conoscenza solo ieri. «Per senso di responsabilità», palesa Zaia, «ho il dovere di rappresentare come la situazione geopolitica attuale e la crisi in corso abbiano comportato l'aumento in alcuni casi esponenziale delle materie prime; ciò sta significando un cospicuo aumento dei costi anche per la realizzazione della pista da bob (indicativamente da 55 a 80 milioni di euro, ndr)». Zaia ammette di rendersi ben conto che si tratta di elementi di novità che necessitano di essere valutati qualora inducano «a conclusioni diverse in coerenza della già citata Agenda Olimpica 2020». Agenda che, come ormai ben si sa, contempla «la sostenibilità» in tutti gli aspetti dei Giochi e, in particolare, la riduzione dei costi.CONFERMARE O MENOZaia, dunque, dice di ritenere che «sussistano ancora, seppur per poco» i tempi per rappresentare alla nuova compagine di governo tutti gli elementi necessari (attenzione al seguito...) «per poter confermare o modificare la scelta dell'intervento di riqualificazione della pista da bob, oppure per valutare altre possibili soluzioni, tra cui la più volte paventata pista di Innsbruck».APERTURA O NO?È una clamorosa, peraltro imprevista, apertura verso l'alternativa più volte sollecitata da Comitati ed ambientalisti? Questo Zaia non lo fa intendere esplicitamente nella lettera, ma invita la Fondazione da una parte e il Governo dall'altra a decidere. E decidere significa aggiungere la quota di soldi che oggi manca. Ma bisogna farlo subito, perché lo studio progettuale è in corso in questi giorni e potrebbe essere concluso tra la fine del mese e l'inizio del prossimo.CHIARISCA IL CIO«Rilevo la necessità», scrive Zaia, «di avere formali e puntuali indicazioni in ordine alle decisioni che saranno assunte, considerando altresì il ruolo di competente interlocutore della Fondazione Mico 2026, nei confronti del Cio, in ragione delle scelte e delle valutazioni che saranno fatte nel rispetto dei richiamati obiettivi della succitata Agenda Olimpica». Questo passaggio della lettera è fondamentale. Zaia chiede a Malagò di pronunciarsi per dire una volta per tutte la sua anche nei confronti di Thomas Bach che, a suo tempo, aveva lasciato aperta la breccia di Innsbruck, lasciando quanto meno perplessi sia il Veneto e sia Cortina.BACH LA VUOLE O NO?In altre parole, Bach vuole o no la pista? Nella missiva Zaia ricorda infatti che il Cio, «pur nella leale collaborazione mai venuta meno, fin dal 2020, ha esternato una serie di dichiarazioni in ordine alla realizzazione della pista, rappresentandone, in una pluralità di occasioni, presunte criticità sotto vari profili, precipuamente connessi alla sostenibilità finanziaria e ambientale». Conclude significativamente Zaia: «Richiamata, dunque, la necessità e l'urgenza che non rimanga alcuna ombra sulla linea da adottare, nel rispetto dei summenzionati principi di sostenibilità, la Regione del Veneto, per quanto di competenza, si adeguerà alla scelta definitiva e conseguente».MALAGO' E VARNIERAdesso, al vertice della Fondazione c'è, oltre a Malagò, l'ad Andrea Varnier, veneto di Verona, scelto dal ministro Abodi, d'accordo col presidente Zaia, in prima istanza; non si sa quanto la scelta sia stata condivisa da Malagò, che ieri infatti si è limitato ad un freddo saluto: "Sono onorato di dare il benvenuto - a nome di tutta la squadra di Milano Cortina 2026 - ad Andrea Varnier, nominato nuovo amministratore delegato della Fondazione. Il suo ingresso, condiviso con i soci fondatori attraverso l'opportuna metodologia utilizzata dal governo e nello specifico dal ministro Andrea Abodi, è un passaggio fondamentale per dare forma e contenuto alle linee programmatiche del progetto. Le esperienze maturate da Varnier, unite alle riconosciute capacità - e alla vocazione a cinque cerchi che connota da sempre il suo percorso professionale - sono premesse importanti e ci permettono di rinnovare l'impegno per realizzare un sogno che dovrà rendere orgoglioso l'intero Paese". Tutto ok? Sì, ma senza entusiasmo, rilevano a Cortina. --Francesco Dal Mas© RIPRODUZIONE RISERVATA