Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee 2014

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Terza Premio edizione Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee 2014

FFF—Exhibition


Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee 2014 Terza edizione Villa Brandolini, Pieve di Soligo (Tv) 29 novembre – 21 dicembre 2014

A cura di: Carlo Sala

Fondazione Francesco Fabbri

Giuria: Arte emergente Ilaria Bonacossa Andrea Bruciati Stefano Coletto Raffaele Gavarro

Presidente: Giustino Moro

Fotografia contemporanea Walter Guadagnini Luca Panaro Valentina Tanni Francesco Zanot Segreteria Organizzativa: Sara Ruffini Progetto Grafico: Metodo studio (Paolo Palma) Stampa: Grafiche Tintoretto, TV Si ringraziano: Mara Mazzaro Paolo Palma Laura Sartor Tutti i diritti riservati © Fondazione Francesco Fabbri Onlus © Gli autori per i testi

con: Comune di Pieve di Soligo

Crediti fotografici © Gli autori Catalogo edito da: @2014 Edizioni Tintoretto

rassegna inserita in: ISBN: 978-88-97583-16-5 4

con il patrocinio di:

e di:

sponsor:

technical partner:

Consiglio di Amministrazione: Bruno Dal Col Giuseppe Covre Teresa Fabbri Ivano Sartor Stefano Soldan Battista Zardet Direttore: Claudio Bertorelli Segretario: Alberto De Lucca Comitato Scientifico: Fausta Bressani Luisa Cigagna Renzo di Renzo Federico Giotto Dino De Zan Silvia Fattore Roberto Masiero Sergio Maset Giovanni Perillo Maurizio Rasera Renato Ruffini Carlo Sala


Indice

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Saluti istituzionali

Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee Mappatura di un presente ibrido

Arte emergente

Fotografia contemporanea

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Il Premio Francesco Fabbri per le arti contemporanee è giovane ma già forte di risultati e di eco, grazie alla precisa volontà che lo accompagna fin dalla prima edizione di mappare la ricerca più giovane e innovativa della sensibilità artistica contemporanea attraverso l’esperienza di giurie di chiara fama, in linea con le finalità generali di Fondazione Francesco Fabbri, impegnata nella valorizzazione dei linguaggi e delle problematiche della contemporaneità attraverso le sue diverse piattaforme culturali. Per questi tre anni di splendidi risultati voglio ringraziare anche quanti hanno percorso assieme a noi questa strada: tra i tanti, la famiglia di Francesco Fabbri, dalla cui statura morale e pensiero innovativo ci lasciamo ispirare, il Comune di Pieve di Soligo e i partner e gli sponsor che credono, come noi, nelle dinamiche che aprono a uno sguardo rinnovato al presente.

Il Premio Francesco Fabbri per le arti contemporanee giunge ormai alla sua terza edizione, consolidando l’ambiziosità e la risonanza della sua portata culturale, resa possibile anche dalla vitalità del palinsesto regionale e provinciale annuale RetEventi Cultura Veneto, una programmazione di eventi culturali e di spettacolo di qualità che nei suoi cinque anni di vita ha maturato esperienza e raccolto consensi, grazie alla consapevolezza che il Veneto è un diffuso palcoscenico costituito da scenari straordinari e da proposte culturali di spessore. Un progetto, dunque, fondato sulla condivisione e sulla capacità di collaborazione, elementi imprescindibili per garantire, anche per il futuro, una forte attenzione e sensibilità verso un “fare cultura” di qualità.

Giustino Moro Presidente Fondazione Francesco Fabbri Onlus

Silvia Moro Assessore alla Cultura e Turismo Provincia di Treviso


Il Consorzio Bim Piave fin dal 2003 si è fatto promotore della costituzione della Fondazione assieme alle sorelle del Senatore e al Comune di Pieve di Soligo, proprio per ricordare e onorare Francesco Fabbri, Fondatore e primo Presidente del Consorzio, e tramandarne l’alta testimonianza di uomo politico ed il suo grande impegno per lo sviluppo sociale, economico e culturale della collettività regionale e nazionale; tra le numerose iniziative di respiro culturale cui Consorzio Bim Piave offre il proprio supporto Premio Francesco Fabbri per le arti contemporanee, concorso volto a premiare le istanze più innovative e di ricerca della sensibilità artistica odierna, le cui menzioni di giuria nascono come testimonianza dell’impegno che il Consorzio profonde nel sostenere la cultura, l’istruzione e l’innovazione nei nostri territori.

Stefano Soldan Sindaco di Pieve di Soligo

Battista Zardet Presidente del Consorzio Bim Piave Treviso

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Villa Brandolini, magnifico esemplare seicentesco che si affaccia sulle dolci colline di Pieve di Soligo, dopo attento restauro si qualifica come spazio espositivo di pregio, ideale scrigno di manifestazioni di qualità, tra le molte l’importante ciclo di mostre sul paesaggio nella pittura moderna Oltre il paesaggio, e ospite permanente del Museo Toti Dal Monte, dedicato al grande soprano lirico leggero con cimeli originali. Naturale quindi farne il palcoscenico della terza edizione del Premio Francesco Fabbri per le arti contemporanee, il concorso che premia la ricerca visiva più innovativa e attuale di cui il Comune di Pieve di Soligo è lieto di essere patrocinatore, conscio di come iniziative di rilievo, quali sono quelle che l’Amministrazione Comunale pone in essere, concorrano a quella capacità di costante rinnovamento culturale che meglio può dare lustro a Pieve di Soligo nel panorama nazionale, come fece a suo tempo l’On. Francesco Fabbri, la cui figura la Fondazione onora.


Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee Mappatura di un presente ibrido di Carlo Sala

Mi accingo a scrivere queste poche righe di introduzione al catalogo della terza edizione del Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee, pensando ai reiterati segnali di debolezza che il sistema dell’arte contemporanea ha manifestato recentemente nel nostro Paese. Dalla nomina tardiva del curatore del Padiglione Italia per la prossima Biennale di Venezia, al divorzio del Mart di Rovereto dalla sua direttrice (che lamenta, in un’intervista pubblica, l’endemica mancanza di progettualità, «una sorta di indefinitezza, probabilmente dettata dalla crisi generale che investe le istituzioni culturali oggi»1), alla cronica situazione di stallo che attanaglia alcuni musei che teoricamente dovrebbero rappresentare le eccellenze nazionali, primo tra tutti il Macro di Roma. La stagione di euforia, vissuta una decina di anni fa grazie all’apertura di una serie di centri per le arti contemporanee, sembra essere stata davvero un ‘fuoco di paglia’, privo di una reale sostenibilità a lungo termine: è innegabile che la congiuntura economica ne sia un fattore determinante, ma un’onesta lettura della situazione evidenzia come quest’ultima abbia solamente allargato le crepe già presenti nel sistema italiano, che si avviava già allora a divenire sempre più marginale nelle scelte internazionali di maggior peso. In questo scenario irto di difficoltà fortunatamente siamo in presenza di almeno due generazioni di autori emergenti, che portano avanti ricerche di grande qualità, sintonizzate sulle istanze globali; occorre garantire loro luoghi di visibilità e incontro con gli operatori in modo da dare una strutturazione ai rispettivi percorsi. Ma anche dei momenti di confronto con gli altri artisti per creare forme di dibattito e riflessione, distaccandosi da ogni tentazione di emulare il mito dell’artista isolato. E sono proprio queste le motivazioni che il Premio Fabbri fa proprie, offrendo una panoramica aggiornata tra le più attuali istanze di ricerca, al fine di generare connessioni e sinergie. Questa terza edizione del Premio si presenta come un quadro variegato di ricerche che riassumono le migliori tendenze contemporanee. Tra le opere finaliste anche quest’anno si registrano alcune ricorrenze significative: una forte presenza della videoarte, una vitalità delle ricerche pittoriche, e più in generale, un’attitudine a mettere in crisi i compartimenti

mediali. In quest’ultimo contesto, si inserisce Trofeo (2013), il lavoro di Barbara Prenka, vincitrice della sezione “Arte emergente”, rivolta agli under 35. Il dipinto, realizzato ad acrilico e olio, si libera infatti dei confini della tela, entrando nel territorio della pittura espansa attraverso l’amplificazione della dimensione oggettuale quasi a tradurre il tentativo di superare i vincoli materiali imposti dalle due dimensioni. La superficie dell’opera è composta da elementi che, nella loro fisicità, rimandano alla pelle: un’epidermide a brandelli che potrebbe provenire dal corpo scuoiato di un animale o essere la membrana residuale di un supplizio medievale. Pelle come elemento carico di significati: primo involucro esteriore dell’essere umano e superficie che porta i segni dello scorrere del tempo. L’artista, in questo come nei precedenti lavori, si rapporta alla tela con grande immediatezza, affidandosi ad un modus operandi seriale, che nel profondo conserva persino un aspetto ludico e personale: ogni gesto pittorico sembra la recita sussurrata di un mantra dove azione e pensiero sono inscindibilmente legati. La realizzazione del quadro diventa così un’implicita condivisione di esperienze e di memorie tra l’autore e il fruitore, tanto da esautorare ogni ulteriore narrazione, potendosi quest’ultima al contrario giocare sulla trasmissione di atmosfere. Tra gli autori emergenti la giuria ha voluto attribuire le due menzioni a MartinEmilian Balint e Silvia Giambrone. Al primo per MEM-NON | The Butterfly Process (2014), video che racconta la realizzazione di una installazione interattiva. Qui, come in altri suoi lavori, l’artista rumeno vuole mettere al centro della riflessione il processo stesso che porta al compimento dell’opera d’arte, attribuendovi un valore concettuale indipendente. La Giambrone invece è stata segnalata per il video della performance Teatro anatomico (2012), un sublime intreccio tra bellezza e violenza. L’azione vede un medico che applica a cucitura sulla pelle dell’artista un colletto di macramè: quest’oggetto, simbolo di un lavoro tipicamente femminile, è un modo per riflettere sul ruolo sociale della donna. La sezione dedicata alla “Fotografia Contemporanea” è uno specchio delle ricerche metacomunicative, che introducono cioè un ragionamento sullo statuto del mezzo espressivo e si concentrano sull’autonomia


1 Dario Pappalardo, Divorzio al Mart di Rovereto, Cristiana Collu lascia: “Manca un’idea di museo”, La Repubblica, 15 novembre, 2014.

mai fissato in una forma definita, rimanendo materia mutevole che deve essere ogni volta codificata dall’osservatore. Per il secondo anno viene attribuito il Premio Acquisto Rotary Club di Asolo e Pedemontana del Grappa che, istituzionalizzando una forma di sostegno, crea una connessione con il collezionismo del territorio. L’opera premiata è Dreamers (2014) di Christian Fogarolli, nata dall’interesse dell’artista nei confronti dei fondi fotografici storici a carattere scientifico, come le immagini manicomiali, realizzate tra l’Ottocento e l’alba del Novecento. Da qui è nata la serie di opere intitolate Lost identities (2011-2012), dove era presente una marcata manipolazione delle immagini d’archivio con sovrapposizioni e mutamenti cromatici. I lavori più recenti, pur seguendo la medesima linea tematica, presentano tuttavia una formalizzazione minimale per cui l’intervento dell’autore si limita al recupero e all’accostamento di immagini preesistenti allo scopo di stimolare nuovi aspetti percettivi. Ciò permette all’artista di abbandonare la presunta oggettività che dominava i ritratti originari e di scavare nell’inconscio delle persone raffigurate. Nella fotografia di Fogarolli esposta vediamo una serie di persone con gli occhi chiusi, forse a causa di uno stato alterato di coscienza o più semplicemente per effetto di un battito di ciglia sopraggiunto al momento dello scatto. Quest’incertezza è un ulteriore modo per riflettere sui tanti giudizi avventati circa il ‘normotipo’, sull’omologazione e sugli scostamenti dai modelli, quando piuttosto simili presunte “anomalie”, già in epoca positivista, erano tali soltanto per (paradossale) difetto di cultura scientifica. Ma oggi quello che conta per l’artista non è tanto ricostruire con perizia la storia di quegli sfortunati pazienti o trovare una risposta a questi dubbi che si celano nelle cartelle cliniche e nell’anamnesi, ma lavorare su un piano differente, che rimetta al centro l’uomo. La forza della manifestazione sta nella sua apertura ad una pluralità di punti di vista sull’arte contemporanea, così da dar vita ad una mappatura delle sue istanze più vitali – quelle cioè che, pur nell’ibridazione dei linguaggi, nelle differenti forme estetiche e nei contenuti tra loro distanti, mettono pur sempre al centro il processo e gli aspetti che ne hanno presieduto la realizzazione.

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dell’immagine. Lungo questa linea si colloca il collettivo The Cool Couple, che ha trionfato con l’opera Cossackboots, Arta Terme #001 del 2013, parte del ciclo Approximation to the West sviluppato negli ultimi due anni. Gli autori sono partiti da un fatto storico, che è divenuto il pretesto per ragionare sulla geopolitica odierna, sulla complessità e sulla stratificazione dei paesaggi culturali, sul ruolo dell’artista. L’immagine mostra degli stivali militari, utilizzati durante l’invasione della Carnia in Friuli da parte di un’armata cosacca, assoldata durante il secondo conflitto mondiale. Lo specifico riferimento è solo il punto di partenza per innescare dei cortocircuiti di senso e attivare una dimensione critica nei confronti dell’immagine, ossia per andare oltre gli aspetti meramente realistico-descrittivi e l’apparente semplicità formale. La loro ricerca si muove in terreni ibridi, dove fotografia, video e installazione dialogano tra di loro per creare un articolato archivio di stimoli visivi. Questo ciclo è infatti composto da materiali già esistenti che si alternano a immagini che, citando abilmente differenti stili fotografici, sembrano eliminare ogni soggettivismo nella resa finale. La fotografia presentata al Premio Fabbri è stata realizzata con la tecnica, oggi del tutto desueta, dell’anaglifo: la scelta non è affatto casuale perché questa veniva utilizzata, tra le altre applicazioni, nella realizzazione delle mappe militari, creando così una sottile dialettica tra l’indagine storica e le tensioni estetiche che soggiacciono al lavoro. Le due menzioni della giuria nella sezione dedicata alla fotografia contemporanea testimoniano l’attenzione riservata alla pluralità delle posizioni oggi emergenti. La prima è andata a IOCOSE, un collettivo che indaga, attraverso la commistione tra differenti mezzi espressivi, l’impatto delle nuove tecnologie sulla nostra società. L’immagine presentata, estrapolata dalla serie Drone Selfies (2014), ipotizza degli atti di vanità compiuti dai velivoli, che, una volta esaurita la loro funzione di videosorveglianza, si trovano a compiere alcune azioni quotidiane tipiche dell’uomo, come, ad esempio, osservarsi allo specchio. Enrico Smerilli con Here is where we meet #15 (2013) si è aggiudicato la seconda menzione per un lavoro che ragiona invece sull’essenza stessa dell’immagine: lo spettatore deve confrontarsi con un soggetto che non appare



Arte emergente

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Vincitore della sezione Arte emergente

Barbara Prenka Trofeo, 2013 Tecnica mista


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Menzione della Giuria Bim Piave

Martin-Emilian Balint MEM–NON | The Butterfly Process, 2014 Video, 12:24 minuti


Silvia Giambrone Teatro anatomico, 2012 Documentazione video della performance, 5:10 minuti

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Menzione della Giuria Bim Piave


Paola Angelini Studio di luce 2, 2014 Olio su lino

Matteo Antonini Occhi neri in ogni tela, 2014 Olio su tela


Filippo Armellin Land Cycle #19, 2014 Fotografia digitale allestita

Edoardo Aruta 14—15

Tra cielo e terra, 2013 Stampa inkjetÂ


Fatima Bianchi Oggi che è domenica, vi immagino tutti a casa e vi sono vicino, 2014 Installazione video, 8:43 minuti e materiale cartaceo (lettere dal carcere)

Pamela Breda Walden, 2014 Video (found footage da Johanna Alemann), 9:13 minuti


Francesco Cardarelli A4 remember, 2010 Installazione audio video, 4:05 minuti

Claudio Corfone 16—17

Parete auditorium, 2014 Installazione con proiezione video su parete, pannello, proiettore, video da YouTube, audio, loop


Veronica de Giovanelli Forsaken II, 2014 Acrilico ed olio su tela

Andrea Delai Die grĂźneReiter #1, La natura si sostiene, 2014 Stampa inkjet su carta cotone


Sara Faccin Corona, 2014 Acrilico su tela cotone non preparata

Daniele Giorgis 18—19

Il vuoto dentro #1, 2013 Stampa ai sali d’argento da negativo b/n


Anna Gramaccia Sleepwalking, 2014 Inchiostro e pennarello su carta incisa

Francesco Irnem Archeometria delle r–esistenze in scala 1:10000, 2014 Alluminio anodizzato, olio su tela, magneti, lampada, mensola in legno, stampa su carta blue back, pagina di libro


Francesca Longhini Suddenlyanotherone, 2014 Olio, pigmento, grafite e incisioni su legno

Filippo Luini 20—21

Itaca, 2014 Stampa inkjet


Elena Mazzi LACUNA–Land of hidden spaces, 2014 Video, 12:16 minuti

Ryts Monet Explosions, 2014 Collage (da riviste vintage) su stampa a solventi


Nuvola Ravera Erbario Familiare, 2012–2014 Video-slideshow, 2:40 minuti

Anna Pavone 22—23

Things I love I’m allowed to keep, 2014 Video, 00:39 minuti


Giovanni Sartori Braido Strutture in uno spazio–Beta, 2013 Acrilico su tela

Patrizia Emma Scialpi Tarde TĂ , 2013 Video, 3:51 minuti


Caterina Silva Tropicana, 2014 Olio su tela

Claudia Sinigaglia 24—25

Untitled, 2014 Stampa digitale


Valentina Sommariva L’equilibrista, 2014 Video, 3:30 minuti

Adriano Valeri Due Vasi, 2014 Olio su tela


Špela Volcic In absentia #01, 2009–2013 Fotografia analogica, C-print

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Fotografia contemporanea

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Vincitore della sezione Fotografia contemporanea

The Cool Couple Cossackboots, Arta Terme #001, 2013 Stampa inkjet su carta HahnemĂźhle. Opera prodotta con il supporto del Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Firenze


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Menzione della Giuria Bim Piave

IOCOSE #happyhour #droneselfie #intimesofpeace (dalla serie Drone Selfies), 2014 Stampa lambda applicata su dibond


Enrico Smerilli Here is where we meet #15, 2013 Stampa giclée su fine art Hahnemühle

32—33

Menzione della Giuria Bim Piave


Premio Acquisto Rotary Club di Asolo e Pedemontana del Grappa

Christian Fogarolli Dreamers, 2014 Stampa a pigmenti su carta cotone HahnemĂźhle


Giulia Agostini Ragazza con arance, 2014 Fotografia analogica

Valentina Boner 34—35

Rainboldash, 2014 Stampa fotografica


Sanghita Bruno Perdita a vista d’occhio #4, 2014 Stampa truegiclÊe e dibond

Andrea Buzzichelli Food portrait, 2014 Fotografia digitale


Marco Cadioli Square with concentric circle, 2013 Stampa inkjet su carta baritata

Stefano Cagol 36—37

La fine del confine (della mente), 2013 Foto montata tra plexiglas e dibond


Chiara Corica Newborn / Newporn, 2014 Installazione con stampe inkjet

Paola Dallavalle e Fulvio Guerrieri Una bella foto, 2014 Video, 9:24 minuti


Alessandro Dandini de Sylva Studio per decostruzione di paesaggio, 2013 Stampa a getto d’inchiostro

Mezzo secondo, 2014 Scansione di negativo 8mm stampate su carta fotografica

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Giuseppe De Mattia per Home Movies


Eva Frapiccini Untitled dalla serie GJ. Scoprendo la Sudditanza (GJ. Discovering Subjection), 2014 Stampa inkjet su carta cotone

Marcello Galvani Posseggio, 2014 C-print a contatto da negativo


Simona Luchian La prima notte dell’immagine, 2013 Stampa ai sali d’argento su carta baritata

Giovanni Mantovani 40—41

Specie di spazi #03, 2014 Stampa inkjet


Silvia Mariotti Tempo neutro, 2014 Stampa inkjet su carta baritata

Luca Massaro L’Aquila e La Rana #13, 2013 C-print


Tommaso Mori Simone di Cirene, 2014 Fotografia digitale

Sylvia Morin 42—43

Space Vision, n.3, 2014 Fotografia digitale


Stefano Parrini Home, 2013 Fotografia analogica / digitale, stampa fine art giclĂŠe

Lucia Pizzinato Nel buio della foresta, 2013 Installazione: fogli A4, immagini d’archivio on-line, stampa laser, quaderno appunti della ricerca


Luca Pozzi Supersymmetric Partner, “Cena in Casa di Simone”, Pinacoteca di Brera, Milano, 2007–2009 Stampa a getto d’inchiostro su dibond

Giovanni Presutti 44—45

PresbytisEntellus (dalla serie Anomalia Extinta), 2012 Fotografia digitale, stampa fine art giclée su dibond


Fabio Sandri Uno a uno (stanza), 2014 Impronta a contatto diretto su carta fotografica (in scala reale di una stanza d’abitazione)

Alberto Sinigaglia Network Physicality I, 2014 C-print


Lamberto Teotino Ti ricordi Prohaska e di quando lo chiamavano Schneckerl?, 2014 Processo chimico su lastra fotografica, stampa su carta baritata

Rui Wu 46—47

Hairscape, 2014 Stampa inkjet


Fondazione Francesco Fabbri non persegue fini di lucro, il suo ruolo è quello di essere strumento di sviluppo culturale, sociale ed economico delle comunità. La missione è perseguita attraverso lo sviluppo di programmi ed azioni da ideare, coordinare e promuovere in una logica di rete orientata alle forme del Contemporaneo. Opera nell’ambito del territorio veneto ma con uno sguardo aperto al sistema nazionale, nei settori dell’assistenza, dell’istruzione e formazione, della promozione e valorizzazione nel campo artistico, culturale, storico, dell’innovazione e del paesaggio in attuazione della Convenzione Europea di riferimento. www.fondazionefrancescofabbri.it

Fondazione Francesco Fabbri Onlus Piazza Libertà, 7 31053 Pieve di Soligo (TV) m 334 9677948 info@fondazionefrancescofabbri.it www.fondazionefrancescofabbri.it

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