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ecologica nella matrice Riserve naturali e corridoi per la conservazione dell'orso bruno nelle Alpi

Le Alpi sono una delle aree montane con la più alta presenza umana al mondo. Se da una parte alcune zone hanno registrato un declino demografico a causa dello spopolamento, negli ultimi anni c’è stata una crescita dei visitatori, in particolare per le attività ricreative all’aperto (ad esempio attività sportive ed escursionismo), in tutto il territorio alpino. Grazie a una rete infrastrutturale sempre più ricca e diffusa, in parallelo è anche aumentata l’accessibilità alle aree naturali extraurbane. Come conseguenza di questa maggiore frequentazione della montagna, diverse specie animali, fra cui l’orso, si stanno adattando per convivere con l’uomo.

Il progetto AlpBearConnect, sviluppato in collaborazione scientifica con l’Università di Trento e con il Parco Nazionale dello Stelvio, con il supporto del MUSE ed il Settore Grandi

Carnivori della Provincia Autonoma di Trento, ha dimostrato che gli orsi selezionano, all’interno dei loro home range, le zone dove le attività ricreative all’aperto sono meno intense. Per quanto gli orsi abbiano una chiara mappa cognitiva del territorio in cui vivono e generalmente evitino, quando possibile, l’uomo, ci sono momenti in cui gli individui sono particolarmente vulnerabili al disturbo antropico, in particolare durante il riposo o l’alimentazione. Quantificare la risposta comportamentale degli orsi in questi momenti è importante sia per minimizzare gli incontri uomo-orso che per garantire il benessere animale.

Grazie alla telemetria satellitare di 12 orsi è stato possibile individuare oltre 500 siti di riposo giornalieri sparsi nel territorio provinciale. Per ogni sito sono state misurate l’inten - sità locale delle attività ricreative e le caratteristiche ambientali. È stato osservato che la maggior parte dei siti di riposo è stata utilizzata durante le ore del giorno, cioè quando il disturbo è maggiore. Inoltre gli orsi hanno selezionato i siti di riposo in aree con minore disturbo umano, maggiore copertura forestale e minore accessibilità. La selezione dello spazio degli orsi è stata esaminata anche in relazione alle aree con alta ricchezza di frutti carnosi (aree di foraggiamento naturali) e all’uso della rete sentieristica da parte delle persone. È stato osservato che l’accesso a queste aree è modulato dalla presenza umana, dato che gli orsi evitano aree con alta ricchezza di frutti se queste si trovano in zone con alta frequentazione umana. Sebbene questo comportamento si manifesti durante tutto l’anno, è particolarmente evidente nel periodo autunnale, quando gli animali necessitano il maggior quantitativo di calorie (fase dell’iperfagia autunnale). Questi risultati dimostrano come la distribuzione spazio-temporale e l’intensità del disturbo umano influenzano il comportamento e l’uso dello spazio degli orsi alpini.

Maggiori informazioni nell’articolo pubblicato su Biological Conservation (2021) 253, 108818. https://doi.org/10.1016/j.biocon.2020.108818

PAROLE CHIAVE: cumulative outdoor activity Index, mobilità umana, evitamento spazio-temporale del rischio

SPECIE: Ursus arctos

Charlotte Vanderlocht

FEDERICO OSSI

ANDREA CORRADINI

SIMONE DAL FARRA

LAURA LIMONCIELLO

NOEMI SQUILLACI

BENJAMIN ROBIRA

LUCA PEDROTTI*

LUANA BONTEMPO

HEIDI C. HAUFFE

FRANCESCA CAGNACCI

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