Deglutiamo con il bacino

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Heike STICHER – Karin GAMPP LEHMANN * “Deglutiamo col bacino...” Presupposti posturali Il titolo “deglutiamo con il bacino” può suonare irritante o provocante, ma in realtà nel lavoro pratico della F.O.T.T. (Facial Oral Tract Therapy) questa frase per le autrici è importante come indicazione per cause ed effficacia. Un paziente con un grave trauma cranico o dopo un ictus sovente non è in grado di modificare la propria posizione con modalità fisiologiche. Ciò può dipendere da numerosi fattori, p. es. informazioni sensoriali mancanti o distorte oppure difficoltà nell’elaborazione delle informazioni sensorie. Le informazioni inoltre possono essere ordinate inadeguatamente. Il paziente si muoverà, modificherà la sua posizione, ma solo per quanto gli è possibile dalle modificazioni della sua sensomotricità. In un danno encefalico l’individuo è colpito nella sua totalità e non su determinati nervi o gruppi muscolari. Così una disfagia frequentemente non è un disturbo isolato ma una parte “dell’intero problema” (Gratz e Woik, 1999). Per il lavoro riabilitativo nei pazienti neurologici, è importante che nessun ambito necessitante un trattamento sia considerato isolatamente, ma sia visto nell’individualità della persona e nei suoi rapporti funzionali. Per avvicinarci alla tesi “deglutiamo col bacino” in questo capitolo verranno esposti i rapporti anatomici e funzionali fra singole strutture corporee e comportamenti fisiologici o non fisiologici – in primis di ordine generale e quindi dettagliatamente nell’ambito della deglutizione. Con l’aiuto di queste conoscenze sui rapporti funzionali e sulle deviazioni nelle lesioni neurologiche si possono analizzare esattamente e trattare terapeuticamente le disfunzioni muscolari dei pazienti neurologici. Il solo trattamento del tratto orofaciale senza tener conto e senza coinvolgere l’intero corpo condurrebbe a conseguenze non fisiologiche quali un collassamento asimmetrico del tronco con postura non fisiologica del capo. Queste a loro volta evocherebbero schemi motori non fisiologici (p. es. spasticità all’estensione nelle estremità rendendo così difficile al paziente il riapprendimento di movimenti il più possibile normali fino a renderli eventualmente impossibili (Nusser – Müller – Busch 1997). Partendo da presupposti non fisiologici vengono impediti schemi motori normali come vedremo in seguito dai rapporti funzionali. Desideriamo offrire al paziente una possibilità ottimale di esperire nuovamente movimenti normali nel tratto orofaciale. Ciò significa nel lavoro con i nostri pazienti, che le logopediste devono lavorare preliminarmente e concomitantemente sulla base, cioè sulla postura e sul movimento. 2.1 Principi fisiologici della postura Attenzione: il nostro corpo è predisposto per effettuare tutti i movimenti in modo congruo, sicuro ed economico. I nostri schemi motori in parte sono già predisposti prima della nascita, in seguito stabilmente utilizzati ed ulteriormente raffinati e con ciò ottimizzati (movimenti automatizzati. Con il tempo si creano delle particolarità: alcuni aspetti individuali si rafforzano , altre abilità motorie non sono più così fluenti, si fanno percorsi alternativi oppure – in caso di insuccesso – devono essere adottati dei compensi. Ciò dipende da una parte dalle abitudini e dall’altra anche “ex non usu”. Nel nostro corpo, in uno spazio piccolissimo, si trovano molte strutture diverse (ossa, muscoli, tendini, nervi; vasi sanguigni, tessuto connettivo…) che sono in relazione fra loro, si strutturano reciprocamente e devono funzionare assieme. Siccome l’uomo ha un grosso repertorio di possibilità di movimento, ha bisogno di uno speciale sistema di postura concomitante – sfondo posturale – in * Capitolo 2 di Nusser – Müller – Busch, Die Therapie des Facio – Oralen Trakts – Springer – Berlin, 2004, F.O.T.T. (Facial Oral Tract Therapie) di Kay COOMBS, Traduzione di O. Schindler


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