PERIODICO DI FONDAZIONE VERONESI GIUGNO - N. 2 ANNO 2024
Un controllo per caso mi ha salvato i polmoni
NOI E VOI
Una piattaforma di cure sul polmone
A PAGINA 10
Cerimonia per i finanziamenti alla ricerca 2024
A PAGINA 14
SCIENZA ED ETICA
E se a scegliere la cura ci aiutasse un algoritmo?
A PAGINA 24
Ho scelto di migliorare la vita di chi verrà dopo di me.
Con un lascito testamentario a Fondazione Umberto Veronesi.
Un lascito nel tuo testamento a Fondazione Veronesi permetterà di sostenere la ricerca sui tumori per migliorare la vita delle generazioni future e delle persone che ami di più Scegli oggi di aiutare chi avrà bisogno di cure domani.
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Ho letto su un'autorevole rivista internazionale uno studio sull’importanza del caso nell’insorgenza del cancro. E la conclusione era che due terzi dei tumori sono dovuti a “bad luck”, sfortuna. Non sono d’accordo: il cancro non è questione di sfortuna. La parola sfortuna non appartiene al linguaggio scientifico ma a quello delle chiromanti. È una conclusione sbagliata e ancora più sbagliato è il pensiero che ne può derivare: “se tanto non ci posso fare nulla, a che serve parlare di prevenzione e stile di vita sano?”. Sappiamo ormai che il cancro è una malattia multifattoriale, in cui mutazioni genetiche e ambiente interagiscono. Gli agenti esterni possono essere di vario tipo: fisici, chimici, virali.
La verità è che se da domani al mondo nessuno fumasse e tutti seguissero una dieta vegetariana, nell’arco di pochi anni vedremmo milioni di vite risparmiate. E non per caso.
Umberto Veronesi
Umberto Veronesi ha dedicato la vita alla ricerca medica e alla cura dei pazienti malati di cancro; nel 2003 ha creato e presieduto la Fondazione che porta il suo nome e che oggi persegue gli stessi obiettivi, per un futuro di salute per tutti.
numero
In questo
N ews GIUGNO N ° 2 ANNO 2024
Quell'insonnia che mi ha salvato la vita.
E i polmoni
Una sera non riuscivo a dormire. Scorro il cellulare, uno spot invita a fare un controllo ai polmoni. Ma che c’entro io? Poi però ci penso e lo faccio.
Una piattaforma di cure sul polmone
Una ricerca speciale, finanziata dalla Fondazione Veronesi, verrà condotta con il San Raffaele e l’Università di Chicago. Obiettivo: arrivare a diagnosi sempre più precoci e a individuare terapie su misura nel tumore polmonare. Allo studio il ruolo della “memoria immunologica”
Tumore del polmone: la cura è su misura
Immunoterapia e terapie a bersaglio molecolare: così si affronta oggi questo cancro, che è il più diffuso dopo quello al seno.
A 5 anni dalla diagnosi sopravvivenza del 20%
12
Il 15 maggio consegnati i finanziamenti a 141 ricercatori nell’Aula Magna dell’Università di Milano. Privilegiati gli studi ispirati alla “medicina traslazionale”, con risultati che arrivano presto al letto del malato. Alla cerimonia autorità, sostenitori, testimonial
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News
Il giornale di chi crede nella ricerca
Giugno - N°2 Anno 2024
Periodicità quadrimestrale - Aut.
Tribunale di Milano N° 265 - del 13/04/2004
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L’editoriale
DI PAOLO VERONESI
Presto potrebbe diventare possibile la diagnosi precoce anche per il tumore del polmone.
Quanto alla ricerca, ecco i progetti e i ricercatori finanziati grazie a voi
Cari amici,
quando si ha a che fare con una patologia tumorale, prima si arriva alla diagnosi e maggiori sono le probabilità di cura. Fortunatamente per alcune neoplasie - mi riferisco al tumore del seno, a quello del colon-retto e della cervice uterina - abbiamo a disposizione esami di screening capaci di ridurre la mortalità. Prima si iniziano le terapie e maggiori saranno le chances di sconfiggere la malattia. Complice il progresso della ricerca scientifica, la diagnosi precoce potrebbe diventare realtà anche per il tumore del polmone.
In questo numero della newsletter troverete la storia di Aldo, ex-forte fumatore che grazie a un progetto pilota di screening ha scoperto un tumore al polmone in fase precoce. Una situazione che lo ha portato ad affrontare con successo la malattia quando questa era ancora confinata.
Nelle pagine interne, sempre in ottica di tumore del polmone, troverete un approfondimento sulle nuove cure a nostra disposizione e un aggiornamento sulla ricerca portata avanti da Fondazione Veronesi per sconfiggere questa neoplasia che ogni anno, in Italia, conta 44 mila nuove diagnosi.
Per ultimo vi segnalo l’articolo dedicato alla nostra cerimonia per la consegna dei finanziamenti alla ricerca 2024. Tanti i ricercatori sostenuti grazie alla vostra generosità. Grazie di cuore
Quell’insonnia che mi ha salvato la vita. E i polmoni
Una sera non riuscivo a dormire. Scorro il cellulare, uno spot invita a fare un controllo ai polmoni. Ma che c’entro io? Poi però ci penso e lo faccio. Eccolo un nodulo, piccolo ma cattivo. Il medico mi convince all’intervento, non invasivo. Oggi sono qua e sto bene. Grazie, mancanza di sonno!
di Aldo Priori
Testo raccolto da Donatella Barus
Me lo ricordo bene il momento che ha cambiato il corso della mia vita. Era un pomeriggio come tanti, eravamo usciti da una riunione di lavoro e ho accettato di andare a bere un caffè al bar, contrariamente alle mie abitudini: di solito evito la caffeina dopo una certa ora, perché poi fatico ad addormentarmi.
E puntualmente fu ciò che accadde anche quella sera, mi rigiravo nel letto senza riuscire a dormire. Così in quella notte
insonne decisi di alzarmi, presi lo smartphone e mi sedetti sul divano a scorrere notizie e video. All’improvviso comparve uno spot con l’invito ad aderire allo screening per la diagno-
Fumavo da 30 anni 7-8 sigarette al giorno. Per me non ero a rischio
si precoce del tumore del polmone, promosso da un grande ospedale non troppo lontano da dove vivo io, l’Irccs San Raffaele di Milano. Ad una prima visione mi dissi: «Va be’. Non mi riguarda». Poi però ci tornai su, rilessi il tutto e mi dissi: «Perché non lo faccio?». Non avevo sintomi preoccupanti, stavo bene. E soprattutto non mi consideravo un fumatore accanito. Una persona a rischio io? Macché: 54 anni, fumatore per 30 anni di circa 7-8 sigarette al giorno. Da circa un anno e mezzo ero passato alle sigarette elettroniche senza nicotina. Volevo smettere anche con quelle, ma al “ciuccio” non riuscivo a rinunciare. Eppure lessi con attenzione, rientravo nei parametri consigliati per lo screening.
Così, decisi di aderire e quasi me ne dimenticai, senza neppure sapere se davvero mi avrebbero chiamato. Invece, dopo circa un mese, ecco la telefonata dall’ospedale. Andai alla visita, mi sottoposi
a una Tc a basso dosaggio di radiazioni e, con mia enorme sorpresa, scoprii di avere un nodulo. Come da protocollo, dopo tre mesi la Tc fu ripetuta e confermò che il nodulo era in crescita. A quel punto i medici ne erano quasi sicuri: avevo un tumore.
Io continuo ancora oggi a pensarci. Se quella sera avessi dormito, se non avessi visto quell’invito, se non avessi pensato che poteva essere rivolto a me… non lo so oggi dove sarei, come starei.
Il dottore mi spiegò che il tumore era piccolo, ma non era di quelli leggeri. Quando mi prospettò la necessità di intervenire subito mi bloccai. Dissi che no, non avrei fatto nulla, avrei lasciato andare le cose come dovevano andare. Mi spaventava molto un percorso di cure lunghe e dolorose. «Un mese,
Il medico mi prese da parte, mi spiegò con un disegno
un anno, dieci anni, qualunque sia il tempo che mi rimane lascio le cose come sono. Non faccio niente».
Il medico mi prese da parte, mi spiegò nel dettaglio (e con un disegno che ho ancora con me!) come avrebbero operato. Dopo gli esami preoperatori approfonditi mi avrebbero sottoposto ad un intervento di segmentectomia polmonare. Si trattava di asportare una piccola porzione di tessuto polmonare con tecnica mininvasiva robotica, attra-
verso quattro piccole incisioni. Sia per ottenere una diagnosi definitiva del nodulo, sia per eliminare una volta per tutte la malattia.
Lo guardai negli occhi. Mi disse: «Non sarà una passeggiata, ma non sarà brutto come pensi». E aggiunse che sarei stato pazzo a rinunciare, che ero fortunato ad averlo scoperto così presto e che non capita a molti. Sospirai. «Va bene, facciamolo». A due giorni dall’intervento venni dimesso. L’esame istologico confermò che quel nodulo era un tumore del polmone, piccolo e maligno, chiamato adenocarcinoma minimamente invasivo, una malattia che se curata in una fase molto iniziale non avrebbe avuto bisogno di altri trattamenti.
A gennaio sono andato alla visita di controllo e il dottore mi ha chiesto: «Ma fumi?». «Ma figurati, dottore! Il 26 marzo del 2023 ho buttato via la sigaretta elettronica. Fra poco sarà un anno che sono stato operato ed è un anno che non fumo e neppure svapo. È così strano?». Purtroppo, ha sottolineato lui, non è così per tutti.
Oggi proseguo i controlli, nel tempo saranno sempre più distanziati. Faccio una vita normale e soprattutto respiro meglio di prima perché non fumo più. Sono vivo, sto bene e ne sono grato.
APPROFONDIMENTO
LO SCREENING NEI FORTI FUMATORI
di Daniele Banfi
44.000
nuovi casi di tumore al polmone in Italia nel 2023
Identificare il tumore sul nascere nelle persone a rischio. Così si interviene precocemente e aumentano le probabilità di successo delle terapie. I progetti pilota hanno dato esito positivo
Prima si arriva ad una diagnosi di tumore e maggiori sono le probabilità di cura. Intercettare la malattia sul nascere è fondamentale. È per questa ragione che negli anni sono nati gli screening oncologici, esami offerti gratuitamente dal Sistema Sanitario Nazionale volti ad intercettare la malattia in quelle fasce di età maggiormente a
30.000 negli uomini
14.000
nelle donne
80% di diagnosi di tumore del polmone avviene nei fumatori o ex-fumatori
GLOSSARIO
34.000 i decessi annui in Italia
Prima causa di morte per tumore nella popolazione italiana
TC a basso dosaggio
La TC a basso dosaggio, conosciuta anche come TC spirale, è un’indagine diagnostica veloce (pochi secondi), con bassa esposizione alle radiazioni e senza mezzo di contrasto che permette di identificare noduli polmonari di piccole dimensioni e intervenire con chirurgia o terapia mirata in una fase iniziale del tumore.
rischio. A quelli già disponibili per il tumore al seno, della cervice uterina e del colon-retto, presto potrebbe affiancarsi quello per il tumore del polmone dedicato ai forti fumatori ed ex-forti fumatori.
Da diversi anni studi clinici realizzati grazie a progetti pilota di screening hanno dimostrato che l’esecuzione di una TC a basso dosaggio, quando eseguita in una popolazione a elevato rischio per età e abitudine al fumo, è in grado di identificare tumori polmonari in fase iniziale e quindi curabili in una elevata percentuale dei casi. Attraverso i programmi di screening è infatti possibile incrementare la quota di pazienti identificati in fase iniziale di malattia -nell’80% dei casi circa- quando le cure sono ancora efficaci e gli interventi meno invasivi. Caratteristiche che si traducono in un chiaro beneficio in termini di sopravvivenza e qualità di vita. In particolare il tumore al polmone, quando diagnosticato in fase precoce anche grazie allo screening, è curabile con un approccio prevalentemente chirurgico -ma anche farmacologico a seconda dello stadio- nella maggioranza dei pazienti con tassi di sopravvivenza a 5 anni intorno al 70-80%. Ecco perché al Ministero della Salute è in fase di studio un'implementazione nazionale dei vari progetti pilota nati in questi anni.
Una piattaforma di cure sul polmone
Una ricerca speciale, finanziata dalla Fondazione Veronesi, verrà condotta con il San Raffaele e l’Università di Chicago. Obiettivo: arrivare a diagnosi sempre più precoci e a terapie su misura nel tumore polmonare. Allo studio il ruolo della “memoria immunologica”
di Redazione
Migliorare la diagnosi e la cura dei tumori del polmone. È questo il grande obiettivo della neonata piattaforma di ricerca finanziata da Fondazione Veronesi. Sviluppata in collaborazione con l'Irccs Ospedale San Raffele di Milano (centro coordinatore) e la University of Chicago, avrà durata quinquennale. Nel 2023 in Italia i tumori del polmone sono stati la neoplasia più frequente in assoluto dopo quella al seno e al colon-retto, con 44.000 nuovi casi diagnosticati (quasi 30.000 negli uomini e 14.000 nelle donne). L’80 per cento delle diagnosi riguarda i fumatori e la prognosi, nonostante i progressi ottenuti nella cura, resta spesso sfavorevole, anche a causa del fatto che la
malattia si scopre tardi nella maggior parte dei casi. Così nel nostro Paese il tumore del polmone rappresenta ancora oggi una delle principali cause di morte per cancro, con un bilancio pesantissimo di 35.700 vittime l’anno.
Si stima che nei prossimi decenni i casi, in entrambi i sessi, aumenteranno al ritmo dell’1,3 per cento l’anno; nelle donne in particolare i numeri continuano a salire, anche se inferiori a quelli maschili in assoluto, per effetto dell’aumento delle fumatrici nei decenni passati. Ma ci sono anche notizie incoraggianti: negli ultimi anni l’introduzione di nuovi farmaci ha provocato un sensibile calo della mortalità. Le risposte per ridurre l’impatto della malattia quindi sono pre-
venire l’uso del fumo, aiutare i fumatori a smettere, in qualsiasi momento, anche chi è già malato, essere consapevoli che prima si arriva alla diagnosi e meglio è e investire nella ricerca di terapie più precise sulla base delle caratteristiche del paziente. Ed è alla luce di questi dati che Fondazione Veronesi ha deciso di potenziare il suo impegno e sviluppare una piattaforma di ricerca dedicata.
44.000 nuovi casi nel 2023. L'80 per cento riguarda fumatori
La piattaforma si aprirà con una prima linea progettuale, condotta presso l’Unità di Oncologia medica dell’Irccs Ospedale San Raffaele in collaborazione con l’Università di Chicago, che studierà il ruolo della “memoria immunologica” e di alcune formazioni linfoidi (cellule, tessuti e organi che formano le difese immunitarie) nei pazienti con tumore al polmone. Questi pazienti verranno valutati dopo la chemioterapia neoadiuvante e la chirurgia, per identificare nuovi marcatori in grado di aiutare il medico nella scelta della terapia più adatta. Successivamente la piattaforma si arricchirà di nuove progettualità, per sviluppare soluzioni per il tumore del polmone da diversi punti di vista.
L’appello alla politica: date al tabacco il suo vero prezzo
Fondazione Veronesi ha rinnovato l’appello a intervenire in modo efficace per contenere i danni del fumo agendo sulla tassazione e sul prezzo del tabacco, come raccomandato dalla comunità scientifica e dalle istituzioni internazionali, a partire dall’OMS. È stata infatti presentata agli attuali Presidenti di Camera e Senato la Petizione per un aumento delle accise su sigarette, tabacco sciolto e riscaldato, sottoscritta dal Comitato scientifico contro il fumo di Fondazione Veronesi.
PERCHÉ
In Italia si attribuiscono al fumo di tabacco oltre 93.000 morti l’anno, con oltre il 25% dei decessi compreso tra i 35 e i 65 anni di età, con più di 26 miliardi di euro tra costi diretti e indiretti.
CHE COSA SI CHIEDE:
• un aumento significativo del prezzo dei pacchetti di sigarette, del tabacco sciolto, dei dispositivi a tabacco riscaldato, attraverso l’incremento delle accise senza differenza significativa di prezzo tra i diversi tipi di tabacco;
• che parte dei ricavi derivanti dall’aumento sia destinata: 1. al sostegno di programmi di prevenzione primaria e di disassuefazione da fumo, nell’ambito del SSN; 2. a programmi di prevenzione secondaria per la diagnosi precoce delle malattie fumo-correlate; 3. ad attività di ricerca indipendente sul fumo e i suoi effetti.
Norvegia 212.80 Francia 175.00
Paesi Bassi 125.80 Belgio 109.40
Germania 108.90
EU (media) 100.00
Italia 92.20
Tumore del polmone: la cura è su misura
Immunoterapia e terapie a bersaglio
molecolare: così si affronta oggi questo cancro, che è il più diffuso dopo quello al seno. A 5 anni dalla diagnosi la sopravvivenza è raddoppiata
di Daniele Banfi
Con 44 mila nuove diagnosi all'anno il tumore del polmone non a piccole cellule (Nsclc), la tipologia più diffusa, rappresenta la seconda neoplasia più diagnosticata dopo il tumore al
seno. Purtroppo, a causa di sintomi specifici e in assenza di un programma di screening volto ad intercettare la malattia sul nascere, le diagnosi di questo tumore avvengono quando la neoplasia è già in fase avanzata. In questi casi - e quando la rimozione chirurgica non è più possibile - l'obiettivo delle terapie è quello di controllare il più possibile la malattia nel lungo periodo. Sino al 2010 nessun farmaco era in grado di riuscire a incidere in maniera significativa sull'aspettativa di vita dei malati e nei casi in cui il tumore
Le recidive sono frequenti ma si possono evitare
Anche se preso in tempo il tumore al polmone presenta un alto tasso di recidiva dopo la rimozione chirurgica. Evitare, però, che la malattia si ripresenti è oggi possibile.
Nelle neoplasie del polmone con mutazione nel gene Egfr (è presente in circa il 15% dei tumori), l'utilizzo di osimertinib dopo la chirurgia contribuisce a ridurre il rischio di recidiva o morte del 51 per cento rispetto alla chemioterapia. A cinque anni dalla diagnosi, quasi il 90% dei pazienti è ancora vivo.
Fortunatamente in Italia la terapia è disponibile da quasi due anni. Per accedervi è fondamentale che la persona venga sottoposta al test di ricerca della mutazione Egfr, meglio se effettuato direttamente sul campione della biopsia per anticipare i tempi.
era già in fase avanzata solo il 5,5 per cento dei pazienti trattati con chemioterapia era vivo a 5 anni dalla diagnosi. Questa situazione di totale impotenza si è sbloccata grazie all'avvento dell'immunoterapia. Secondo gli ultimi dati disponibili la sopravvivenza globale a 5 anni dalla diagnosi nei pazienti trattati con questo approccio in combinazione con la chemioterapia è più che raddoppiata, arrivando al 20 per cento circa. Ma i tumori del polmone non sono tutti uguali. Un numero sempre crescente - si calcola
Se fumi, se smetti
qual è il tuo destino?
Vi ricordate lo spot “Hai fatto tutti i controlli?”, la candid camera con Nic Bello per sensibilizzare gli uomini a prendersi cura della propria salute effettuando i controlli necessari? Quest’anno Fondazione Veronesi ha deciso di replicarlo dedicandosi agli effetti dannosi del fumo di sigaretta.
La scelta è ricaduta su Napoli, città dove storicamente i tarocchi fanno parte della cultura popolare. Per questo abbiamo deciso di realizzare una nuova candid camera utilizzando una finta cartomante per far visualizzare un futuro possibile ai fumatori, ovvero quello del peggioramento del loro stato di salute.
Attenzione: possibile, ma non ineluttabile, perché cambiando immediatamente abitudini si potrà cambiare il proprio domani. Un domani riassunto nel claim della campagna: “Il tuo destino non è già scritto”.
almeno un terzo di tutte le diagnosi - presenta delle particolari caratteristiche molecolari che possono essere sfruttate per colpire selettivamente le cellule malate grazie alle terapie a target molecolare. Alcuni esempi
Manca lo screening, così la diagnosi arriva tardi
Inquadra il QR code
sono le mutazioni nei geni Egfr, Ros1, Alk e Braf per cui già in Italia esistono farmaci approvati. Ma proprio per la possibilità di colpire selettivamente le cellule malate risparmiando le sane, oggi e in futuro sarà sempre più fondamentale il ruolo dei centri di cura: la corretta diagnosi e stadiazione del tumore unita all'esecuzione dei test molecolari utili a orientare le terapie saranno cruciali per fornire la giusta terapia al paziente. Una sfida non indifferente se si pensa che, a oggi, la diffusione di questi test stenta ancora a decollare.
Così sosteniamo la ricerca d’eccellenza
il 15 maggio consegnati i finanziamenti alla ricerca nell’Aula Magna dell’Università di Milano. Privilegiati gli studi ispirati alla “ricerca traslazionale”, con risultati che arrivano presto al letto del malato. Alla cerimonia autorità, sostenitori, testimonial
di Serena Zoli
La più giovane protagonista sul palco alla consegna dei finanziamenti ai ricercatori è stata Anna, una bimba di otto anni, col suo viso incantato e il sorriso timido a dire la sua vittoria sulla leucemia, di cui ha raccontato la mamma Daniela commossa tra i tanti grazie alla ricerca, insieme al marito. È stata poi la volta di descrivere la loro lotta col tumore, rispettivamente all’ovaio e a un testicolo, a due sportivi, Alice, appassionata di scherma, e Achille Palonara (solo in video), cestista e campione della Virtus Bologna.
Sono i momenti più toccanti della cerimonia nell’Aula ma-
gna dell’Università degli Studi di Milano del 15 maggio scorso, cui hanno partecipato numerose autorità tra le quali si è inserito con un suo messaggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella lodando l’attività della Fondazione Veronesi in quanto “sempre più frequentemente le scoperte scientifiche sono frutto della sinergica collaborazione tra studiosi di diverse nazionalità e del sapiente impiego della tecnologia”. «Le nuove tecnologie stanno esplodendo – gli ha fatto quasi eco il presidente della Fondazione, il professor Paolo Veronesi – e il futuro anche prossimo ci offrirà panorami molto diversi
da quelli a cui siamo abituati». Ma oggi, ha ricordato, la realtà ci parla di 400mila nuovi casi di tumore nel 2023, una sfida per i nuovi ricercatori.
La professoressa Chiara Tonelli, presidente del Comitato scientifico che ha scelto i 141 destinatari (su 292 domande presentate) dei finanziamenti di Fondazione Veronesi ha spiegato che, accanto al principio di eccellenza, si è tenuto conto della “ricerca traslazionale”, quel privilegiare i risultati della ricerca che in più breve tempo possono arrivare al letto del malato. Sono poi sfilati sul palco tutti i premiati con tanti sorrisi, qualche emozione, l’immancabile foto.
LE VINCITRICI DEL “VERONESI AWARD”
Dal 2018 Fondazione Veronesi ha istituito il Fondazione Umberto Veronesi Award, che premia le tre migliori pubblicazioni scientifiche di ricercatori sostenuti da Fondazione e pubblicate nell’anno precedente. Ecco le vincitrici dell’edizione 2024.
Irene Caffa - Sostenuta da Fondazione Veronesi nel 2017: i risultati della sua ricerca svolta presso l'Università degli Studi di Genova sono stati pubblicati su Nature Communications.
Nicoletta Caronni - Sostenuta da Fondazione Veronesi nel 2022 e nel 2023: i risultati della sua ricerca, svolta presso il San Raffaele Telethon Institute for Gene Therapy (SR-Tiget) di Milano, sono stati pubblicati su Nature.
Roberta Sartori - Sostenuta da Fondazione Veronesi nel 2018 e nel 2020: i risultati della sua ricerca, svolta presso l’Istituto Veneto di Medicina Molecolare e l’Università degli Studi di Padova, sono stati pubblicati su Nature Communications.
GRANT
PER I RICERCATORI
A QUOTA 141
I finanziamenti 2024 della Fondazione Veronesi sono stati:
• 141 ricercatori di cui 120 borse post-dottorato da bando pubblico, scelte tra 292 domande 21 borse di formazione e specializzazione
A questo numero si aggiunge il sostegno a:
• 14 progetti di ricerca in corso italiani e internazionali
• 4 protocolli di cura in oncologia pediatrica in corso
• 3 piattaforme di ricerca e cura
• Scuola Europea di Medicina Molecolare (Semm)
21 ANNI DI FINANZIAMENTI
In totale, dal 2003 al 2024, Fondazione Veronesi ha sostenuto:
• 2.334 ricercatori in 179 istituti e università, in Italia e all’estero,
• 154 progetti di ricerca
• 18 protocolli di cura e registri clinici
• 3 piattaforme di ricerca e cura.
IL NUOVO BANDO
Il bando Post-Doctoral Fellowship 2025 di Fondazione Veronesi è aperto fino al 19 luglio 2024. Informazioni sul sito dedicato: borse.fondazioneveronesi.it
con Elena Dogliotti
Legumi per tutti i gusti… anche in estate
Includere i legumi nel nostro menù quotidiano è una buona idea per molte ragioni: sono ricchi di fibre, proteine vegetali, vitamine del gruppo B, ferro e altri minerali. Ma non solo, il loro consumo regolare può aiutare a controllare il peso, grazie alle fibre che favoriscono il senso di sazietà e contribuiscono a ridurre il consumo calorico complessivo.
Inoltre, sono una fonte di energia a basso impatto ambientale, che richiede meno acqua e produce meno emissioni di gas serra rispetto alle proteine animali. E chi pensa che siano da riservare a zuppe fumanti e tavole invernali… si sbaglia!
IN INSALATA
Anche durante la stagione calda abbiamo gustose opportunità per godere dei benefici dei legumi. Come? Possiamo prepara-
In crema, macinati, in insalata ceci, fagioli,
lenticchie sono cibi adatti anche ai mesi caldi. Regalano proteine vegetali e vitamine del gruppo B, poi tante fibre che regolano l’intestino e favoriscono il senso di sazietà aiutando così a controllare il peso
re fresche insalate utilizzando ceci, fagioli, lenticchie, piselli o edamame assieme alle verdure a foglia verde come base. E per arricchirle via libera a pomodori, cetrioli, peperoni, conditi con olio extravergine di oliva, succo di limone e aromi freschi come basilico o prezzemolo.
IN CREMA
Si possono poi preparare gustose e rapide creme, le più famose sono gli hummus di ceci, ma si possono utilizzare anche le varie tipologie di fagioli. Non c’è limite alla fantasia per insaporirle e renderle uniche, alternando con olive, scorza di limone, frutta a guscio, semi, pomodoro secco, capperi, acciughe, aglio, spezie ed erbe varie.
SCHIACCIATI
Un'altra opzione sono i burger e le polpette vegetariani, utiliz-
zando ceci o fagioli schiacciati, insieme a pangrattato, uova e spezie. Cotti al forno o in padella, possono essere impiegati come farcitura di un panino o serviti con contorni freschi come insalate o salse a base di yogurt.
MACINATI
Anche le farine di legumi si prestano a ricette gustose e nutrienti, con formati di pasta o farinate da abbinare a ortaggi, latticini freschi o pesce e consumare anche freddi. Con la farina di legumi si possono anche realizzare crêpes per gustose colazioni salate o aumentare consistenza e quota proteica di frappè e smoothies di frutta.
SE … CI DIAMO DELLE ARIE
Si sa, i legumi fanno bene, ma possono anche causare la for-
LENTICCHIE
mazione di aria nella pancia. Questo accade perché le fibre non vengono digerite completamente nel tratto digestivo superiore passando al colon.
Qui i batteri intestinali le fermentano, producendo gas che può provocare gonfiore e flatulenza. Nelle persone con sindrome del colon irritabile, anche alcuni dei carboidrati presenti nei legumi possono causare i medesimi disturbi.
Ma esistono strategie per ridurre i sintomi:
→ scegliere legumi decorticati,
→ partire da piccolissime porzioni, aumentando quantità e frequenza per gradi,
→ preferire i cotti in scatola rispetto ai secchi,
→ allungare i tempi di ammollo dei secchi prima della cottura.
Elena Dogliotti Biologa nutrizionista, supervisore scientifico per Fondazione Veronesi
Burger di lenticchie allo yogurt e zafferano
500g di lenticchie lessate
1 cipolla bianca e mezza
10 rametti di prezzemolo fresco
2 carote
3 cucchiai di farina di ceci olio extravergine di oliva (evo), curry, sale
→ Per la salsa:
200g di yogurt greco 0% di grassi
1 bustina di zafferano 1/2 cipolla
PROVA QUESTA RICETTINA!
→ Frullate le lenticchie scolate con la cipolla, le carote, il prezzemolo, la farina di ceci, il sale e 5 cucchiai di olio evo. La crema deve risultare consistente e omogenea. Regolate di sale e curry.
→ Riscaldate una padella antiaderente unta con olio evo, appoggiatevi i coppapasta e riempiteli con l’impasto. Fate cuocere per circa 10 minuti, quindi rigirate i burger delicatamente e cuocete dall’altro lato. Dopo circa 8-10 minuti spegnete la fiamma e lasciateli nella pentola.
→ Preparate la salsina: in una ciotola riunite yogurt, zafferano e la cipolla tritata. Mescolate bene e conservate in frigo. Sformate i burger e serviteli tiepidi accompagnati dalla salsa fredda.
Science for Peace and Health quest’anno va al cinema
Edizione n. 16 del progetto voluto
da Umberto Veronesi. In primo piano i risvolti dell’Intelligenza artificiale e la cultura dei film per i giovani
di Alessandro Volpe
Il percorso di Science for Peace and Health prosegue anche quest’anno con un’edizione che guarda al futuro. Nato nel 2009 per volere di Umberto Veronesi, il progetto riunisce ogni anno esperti di fama mondiale da diversi ambiti, ponendosi due obiettivi: diffondere una cultura di pace, soprattutto tra i giovani, e favorire maggiori in-
È con grande entusiasmo che annunciamo che il nostro webgame "Smogville - Fino all'ultimo respiro" è stato dichiarato vincitore dell'edizione 2024 di Play4Change
Il concorso, che vede come capofila il Game Science Research Center, premia la ricerca, lo
vestimenti in ricerca scientifica. Giunta nel 2024 alla sua sedicesima edizione, Science for Peace and Health affronterà il tema dell’intelligenza artificiale e della rapidità delle trasformazioni tecnologiche. Negli ultimi anni, infatti, l’intelligenza artificiale (IA) ha compiuto un’accelerazione dirompente di cui si ha tuttavia difficoltà a preve-
derne gli esiti, imponendo un dibattito che deve coinvolgere scienziati e decisori politici. Oltre all’ambito della salute e della sanità, sono coinvolti anche gli scenari ed equilibri geopolitici, nonché l’urgenza di regolamentazioni efficaci.
Per la sua sedicesima edizione, il progetto si rinnova attraverso l’ampliamento di Science for Peace and Health al cinema, rivolto alle scuole di ogni grado, un incontro con la società civile e altre attività di sensibilizzazione e divulgazione etica e scientifica rivolte ai più giovani. Per seguire gli aggiornamenti del progetto si può consultare il sito di Fondazione.
“Smogville”, il nostro
web-gioco
sviluppo e l’uso di Giochi per il Cambiamento Sociale per dare visibilità e valore ai progetti che forniscono competenze utili a leggere e ad affrontare il mondo e la sua complessità con una maggiore sensibilità e consapevolezza.
"Smogville" è più di un sempli-
ce gioco: è un ponte tra scienza ed educazione, che serve a conoscere i rischi legati agli inquinanti atmosferici, non soltanto per illustrare le patologie a essi connessi, ma anche per conoscere le possibili azioni di prevenzione. Insieme, possiamo fare la differenza.
Come restare in salute? Ma è un gioco da ragazzi!
Il progetto “Io Vivo Sano Alimentazione e movimento” per i più piccoli promuove stili di vita sani, divertendo. Intanto, crearsi un carrello della spesa virtuale, ideare piatti sani, organizzare il frigo…
Aporto di Cortilia, Fondazione Veronesi ha deciso di promuovere i principi della sana alimentazione, dell’attività fisica e della prevenzione attraverso giochi e attività interattive, che daranno vita a un percorso ludico, ma rigoroso.
I bambini potranno creare un carrello della spesa digitale, ideale dal punto di vista nutritivo, per poi comporre un piatto sano e perfettamente bilanciato, scoprendo le proprietà degli alimenti. Giocando potranno apprendere come disporre i cibi nel frigorifero per una conservazione perfetta, utile a ridurre gli sprechi.
Infine prenderanno parte a una sfida all’ultimo fiato per trovare risposta a numerose domande sull’attività fisica e sul movimento. Ci muoviamo davvero abbastanza? Tutti gli sport sono uguali? Quante calorie bruciamo con lo sport e di quanta energia abbiamo bisogno? Mangiare bene, muoversi e rimanere in salute sarà... un gioco da ragazzi! di Caterina Fazion
ttività fisica e alimentazione sono fondamentali per mantenersi in salute, sin da piccoli. Le buone abitudini, infatti, se acquisite in giovane età, tendono a essere mantenute nel tempo e a ridurre il rischio di sviluppare patologie durante l’età adulta. Conoscere e praticare corretti stili di vita ci permette quindi di costruire il nostro futuro, da vivere bene e a lungo. Il prossimo autunno, con il progetto Io Vivo Sano Alimentazione e movimento dedicato a più di 1.000 bambini milanesi della scuola primaria, grazie al sup-
SCENDE IN CAMPO LA PREVENZIONE
MASCHILE
Per sviluppare la cultura della prevenzione anche negli uomini, meno abituati a prendersi cura della propria salute rispetto alle donne, Fondazione Veronesi organizza eventi sul territorio, incontri e campagne di comunicazione. L'obiettivo? Sensibilizzare sulla salute maschile in tutte le fasce di età e raccogliere fondi per la ricerca sui tumori maschili.
Durante le giornate dedicate all’iniziativa sarà offerta la possibilità di effettuare un counseling medico gratuito con un urologo negli stand presenti in differenti location.
GLI APPUNTAMENTI
SONO:
• 28/07/24
Golf Club Courmayeur
• 14/09/24
Golf Club Cherasco
• 26/10/24
Golf Club Cà Amata di Castelfranco Veneto
Edoardo Jun Mattioli Delegazione di Bologna, guidata da Rita Demo Magli
Alessandra Ferraresi Delegazione di Novara, guidata da Anna Chiara Invernizzi
Jacopo di Gregorio Delegazione di Teramo guidata da Anna Maria Ressa Camerino
Davide Capoferri Ass. Valtrompiacuore presieduta da Mario Mari (Delegazione di Brescia)
| Fondazione Veronesi
Francesca Corsi Rotary Club Lovere-Iseo-Breno (Delegazione di Brescia)
Luisa Racca Delegazione di Novara guidata da Anna Chiara Invernizzi
Michela Anna Polidoro Delegazione di Pescara guidata da Gabriella Gallucci
Alessandra Marinelli Ass. Valtrompiacuore presieduta da Mario Mari (Delegazione di Brescia)
Dalle Delegazioni il sostegno a 12 ricercatori e 2 progetti
Annamaria Tolomeo Delegazione di Lecce guidata da Francesca Romana Melfi
Filippo Severin Delegazione di Padova guidata da Elisa Drago
Laura Carminati Delegazione di Bergamo guidata da Marta Savona Borsa in memoria di Patrizia Signorelli
Giacomo Biagiotti Delegazione di Viareggio guidata da Marina Gridelli
Da Bergamo a Lecce, da Pescara
a Brescia i nostri centri sul territorio finanziano gli studiosi della ricerca più avanzata. In particolare sponsorizzano
la piattaforma Palm contro la leucemia
mieloide e un registro Car-T per terapie più efficaci nei bambini
di Caterina Fazion
Le Delegazioni di Fondazione Umberto Veronesi, con il contributo di enti benefici del territorio bresciano, sono riuscite a raccogliere i fondi necessari per finanziare un anno di lavoro per 12 ricercatori e per supportare l’avanzamento di due importanti progetti: Palm Research Project® sulle leucemie pediatriche e il registro Car-T.
→ PALM Research Project®
Le delegazioni di Como, guidata da Francesca Ruffini Stoppani, e Brescia, guidata da Raffaella Franzoni, seguite da Belluno (Angela De Min), Courmayeur (Filippo Valdata), Pesaro-Urbino (Claudia Orciani) e Roma (Matilde Salvo), per l’anno 2024 contribuiranno al finanziamento della piattaforma per la leu-
Buon 10° compleanno alla Delegazione di Arezzo
Il 20 aprile la Delegazione di Arezzo ha celebrato il suo decimo anniversario con una serata di raccolta fondi a favore della ricerca presso il Resort Badia di Pomaio, organizzata dalla responsabile Laura Carlini e dalle altre delegate.
L’evento, a cui ha partecipato anche il professor Paolo Veronesi, è stato reso possibile grazie al contributo delle attività del territorio Fattoria La Vialla, Sugar, Damiano Parati, Cantina Olivi Le Buche e il fioraio Giorgini.
cemia mieloide acuta dei bambini, ossia una rete internazionale di istituti specializzati in campo oncoematologico finanziata da Fondazione Veronesi e coordinata dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.
→ Registro CAR-T
I fondi raccolti durante lo scorso anno grazie all'impegno della delegazione di Torino, guidata da Adele Artom, hanno permesso di contribuire all’avviamento del «Registro di trattamento con Car-T», una banca dati efficiente che consentirà di individuare in modo veloce le cure più efficaci per i bambini e gli adolescenti affetti da tumori del sangue.
Entrambi i progetti hanno l’obiettivo di permettere ai piccoli pazienti di avere maggiori possibilità di guarigione e minori effetti collaterali dalle terapie.
Le Delegazioni si occupano di diffondere la mission di Fondazione Veronesi a livello locale, organizzando e promuovendo iniziative di raccolta fondi e campagne di sensibilizzazione sui temi della salute.
A OGGI
1.565.000 euro RACCOLTI 51 Ricercatori FINANZIATI
Sono 537.500 le retine vendute. È un grande successo per questa ottava edizione. Un vivo ringraziamento a tutti coloro che le hanno scelte
di Caterina Fazion
Con i nostri Limoni per la ricerca® raccolti 215.000 €
Oltre due milioni di limoni, equivalenti a 537.500 retine vendute, hanno permesso di raccogliere 215.000 euro per finanziare la ricerca scientifica di altissimo profilo. Sono i numeri dell’ottava edizione de “I Limoni per la ricerca®”, il progetto di Fondazione Umberto Veronesi realizzato insieme con Citrus l’Orto Italiano, che si è te-
Prepariamoci per la Pink Parade!
nuta durante il mese di marzo. Dal 3 al 16 marzo 2024, infatti, i limoni siciliani varietà primofiore sono stati offerti in tutti i supermercati, ipermercati e discount italiani che hanno aderito all’iniziativa. Per ogni retina messa in vendita al costo di 2 euro, Citrus l’Orto Italiano ha devoluto 40 centesimi a Fondazione Veronesi per finanziare eccellenti ricercatori e ricercatrici.
Quest’anno la PittaRosso Pink Parade, camminata non competitiva, si terrà domenica 20 ottobre a Milano. Ci si potrà iscrivere a partire dal 18 luglio.
600.000 € con il Pomodoro per la ricerca®
L'evento è tornato in piazza. Il ricavato, al netto delle spese, andrà all’oncologia pediatrica. Grazie ai 2.000 volontari
di Serena Zoli
Grazie al prezioso supporto di quasi 2000 volontari, “Il Pomodoro per la ricerca. Buono per te, buono per l’ambiente®”, l’evento con cui Fondazione Veronesi è approdata per la 7a volta in piazze, scuole e aziende
sabato 20 e domenica 21 aprile, conferma il suo importante sostegno alla ricerca scientifica contro i tumori pediatrici. Sono stati raccolti oltre 600.000 euro, che al netto delle spese di gestione contribuiranno al finanziamento della piattaforma Palm avviata nel 2023. È un progetto internazionale di 5 anni, finanziato da Fondazione Veronesi, di ricerca e sviluppo di terapie innovative per i bambini malati di leucemia mieloide acuta.
La manifestazione è stata possibile grazie al fondamentale contributo dell'Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali (Anicav) e del Consorzio nazionale Riciclo e Recupero imballaggi Acciaio (Ricrea) che anche quest’anno
hanno sostenuto l’iniziativa. I volontari hanno distribuito a fronte di una donazione di 12€ le confezioni composte da tre barattoli in acciaio di pomodoro: pelati, polpa, pomodorino. Tutti buonissimi!
È stata una vera emozione toccare con mano quanta solidarietà ci sia ancora nella nostra società.
Grandi e piccini sono venuti numerosi ai nostri banchetti sostenendo la ricerca e portando così una ventata di speranza!
2.860.000
volontaria
con Marco Annoni
E se a scegliere la cura ci aiutasse un algoritmo?
Nel caso che siamo impossibilitati a decidere, il medico può seguire le istruzioni del nostro testamento biologico (Dat).
Ma se questo manca o il quesito è diverso, forse potrebbe venirci in aiuto l’Intelligenza artificiale
Nella medicina di oggi le decisioni cliniche si basano sul “consenso libero e informato”. Questo significa che ogni paziente sufficientemente capace di decidere ha il diritto di scegliere quali trattamenti ricevere e quali sospendere o rifiutare. Il medico ha l’obbligo di fornire tutte le informazioni necessarie per prendere una decisione e poi di rispettare la scelta finale del paziente. Come sancisce finalmente la legge 219 del 2017, dunque, sono finiti i tempi in cui erano solo i medici a decidere, spesso al posto dei pazienti e senza averli prima ascoltati.
Ma a volte una persona non è in grado di decidere a causa di un trauma, di una malattia o di altro. In questi casi, per determinare le sue preferenze di trattamento si ricorre a due strumenti. Il primo sono le “Disposizioni Anticipate di Trattamento”, e cioè le Dat, o il “testamento biologico”. Le Dat sono un documento nel quale una persona indica in anticipo quali trattamenti vorrebbe ricevere o rifiutare qualora non fosse più in grado di decidere.
Il secondo strumento sta nel ricorrere a dei “decisori surrogati”, e cioè a persone che, a vario titolo, si fanno carico di decidere al posto della persona incapacitata.
Tuttavia, entrambi questi strumenti sono imperfetti. Per quanto riguarda le Dat, purtroppo solo una piccola parte della popolazione le ha finora compilate e depositate. Inoltre, vista la complessità delle decisioni cliniche, è difficile dare indicazioni precise nelle Dat oltre ad alcune casistiche note. Per quanto riguarda i decisori surrogati, invece, il problema è che spesso queste persone non sono in grado di ricostruire le preferenze di trattamento della persona incapacitata. Questo può accadere per vari motivi, tra cui il fatto che non si conosce sufficientemente bene la persona, oppure per la complessità della decisione da prendere. Essere “decisori surrogati” può essere una fonte di forte stress emotivo e psicologico, perché si è chiamati a decidere per qualcun altro senza sapere se si sta facendo la scelta giusta. Per risolvere questi e altri problemi simili, recentemente si è proposto di ricorrere alla cosiddetta “Intelligenza Artificiale” (IA) generativa. Questo particolare tipo di IA è in grado di rispondere a domande dirette (dette “prompt”) producendo nuovi contenuti (da qui il termine “generativa”) sotto forma di testi, immagini o altro. Quando ultimamente si sente parlare di “ChatGPT”, è proprio a
Ogni paziente sufficientemente capace ha il diritto di scegliere
questo tipo di strumenti cui ci fa riferimento.
Ebbene, alcuni ricercatori hanno pensato di “addestrare” dei particolari modelli testuali di IA generativa per aiutare a determinare le preferenze di trattamento in situazioni di incertezza. Sviluppare questi strumenti potrebbe essere molto utile, perché permetterebbe a chiunque di “potenziare” le
proprie Dat, rendendole capaci di adattarsi meglio agli scenari più diversi. Inoltre, usando questi strumenti, i decisori surrogati potrebbero ricostruire con maggiore accuratezza le preferenze di trattamento di una persona che al momento si trova incapacitata.
Lo scenario può sembrare fantasioso, eppure questi modelli sono già in sviluppo. Infine, sviluppare questi modelli potrebbe essere utile anche per aiutare le persone che sono ancora autonome a esplorare meglio i propri valori e le proprie preferenze di trattamento, per esempio attraverso un gioco di “domande e risposte” su vari scenari possibili in ambito clinico.
Naturalmente, accanto a queste prospettive, lo sviluppo di tali strumenti solleva anche profonde domande etiche. Come testarli? E sarebbe etico utilizzarli senza il consenso della persona interessata? È possibile addestrare questi modelli senza violare la privacy dei pazienti? Chi (o cosa!) è responsabile nel caso di errori? È un diritto opporsi al loro utilizzo? Il dibattito è appena iniziato, ma è importante prepararsi e non dare nulla per scontato. Come insegna la storia, ciò che sembra fantascienza oggi, domani potrebbe diventare realtà.
QSi dice Paperdì e significa lotta al tumore dell’esofago
uest’ anno, per la prima volta, al fianco di Fondazione Umberto Veronesi ci sarà anche Paperdì.
La realtà campana, che produce e trasforma articoli in carta per usi igienico-sanitari, ha stretto infatti un accordo di
DL’olio d’oliva
collaborazione pluriennale con Fondazione per sostenere la ricerca. Nel 2024, il suo contributo permetterà di finanziare il lavoro di una ricercatrice, la dottoressa Camilla Paoletti che è impegnata al Politecnico di Torino sul progetto per un nuovo approccio terapeutico, basato su nanoparticelle, per i pazienti con tumore all’ esofago.
La Paperdì opera dal 1989 nel comparto “tissue” del settore della carta, producendo articoli monouso per impieghi igienici e alimentari. La ricerca e l’esperienza acquisita negli anni le consentono di avere una vasta gamma di prodotti, dalle bobine industriali agli asciugamani, ai lenzuolini e tanto altro ancora sia in pura cellulosa sia in carta riciclata, puntando costantemente a soddisfare ogni esigenza.
e la virtuosa sinergia tra ricerca e impresa
a sempre ai vertici tra i brand leader di mercato in Italia nel settore dell’olio extravergine d’oliva, dal 2021 Monini è al fianco di Fondazione Veronesi per sostenere la ricerca scientifica. Nel 2024, l’azienda sosterrà per la prima volta in qualità di sponsor il progetto Pink Ambassador e finanzierà una ricerca biennale che ha l’obiettivo di comprendere se, nel contesto della dieta mediterranea, il consumo abituale di olio d’oliva possa ridurre il rischio di insorgenza dei tumori del sistema nervoso centrale.
Nel 2024 sono stati pubblicati su European Journal of Clinical Nutrition i risultati di uno studio sui potenziali benefici del consumo di olio d’oliva in relazione alla riduzione del rischio di tumori, realizzato anche grazie al contributo non condizionato di Monini. L’impegno dell’azien -
da a favore della ricerca scientifica rientra nel piano di sostenibilità 2030 “A Hand for the Future” avviato in occasione del suo centenario.
Una banca seduta a tavola nelle cene dedicate alla raccolta fondi
Banca Patrimoni Sella e Sella SGR saranno gli sponsor ufficiale delle annuali cene di raccolta fondi di Fondazione Veronesi organizzate dalle delegazioni di Torino, Bergamo Brescia e di quella di Milano.
Le due società del gruppo Sella dal 2020 sostengono la ricerca scientifica di Fondazione Veronesi grazie al fondo di investimento TFS iCARE che prevede una devoluzione annua pari a una quota del valore complessivo netto del comparto. Quest’anno le due società hanno scelto di sostenere anche le nostre serate di raccolta fondi
per rimarcare il loro impegno nei confronti della ricerca scientifica e della piattaforma Palm, inoltre per raccontare al
nostro pubblico come è nata la partnership e come la finanza sia oggi un importante supporto anche per la salute.
io Bimbo, io Mamma insieme appassionatamente
Io Bimbo, azienda specialista della prima infanzia, da oltre 25 anni ispira, accompagna e supporta tutte le famiglie a scoprire la gioia della vita con i loro piccoli. Ogni giorno nei
suoi 40 negozi in 11 regioni, dà il benvenuto a una nuova generazione con il desiderio di creare una vita quotidiana migliore. Per io Bimbo la felicità dei bambini è strettamente legata al
benessere delle loro mamme. Per questo motivo, in occasione della Festa della Mamma, ha deciso di fare un gesto concreto a sostegno della salute femminile, attraverso una donazione a Fondazione Umberto Veronesi Ets per la ricerca scientifica sui tumori tipicamente femminili, ossia seno, utero e ovaio. «Crediamo che ogni mamma abbia il diritto di vivere una vita sana e felice al fianco dei propri figli», afferma Nicolò Patacchiola, Marketing Director di io Bimbo. «Per questo, abbiamo scelto di sostenere Fondazione Veronesi investendo nella ricerca scientifica e nella promozione di stili di vita sani».
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