PERIODICO DI FONDAZIONE VERONESI OTTOBRE - N. 3 ANNO 2024
Contro la malattia ho deciso di
“mordere la vita”
Seno e ovaio: una lotta con più armi
A PAGINA 12
Tabacco: il vero prezzo si paga in salute
A PAGINA 14 IN SALUTE
SALUTE IN TAVOLA
Del broccolo non si butta via proprio niente
A PAGINA 16
Con un lascito testamentario ho scelto di migliorare la vita di chi verrà dopo di me.
Un lascito nel tuo testamento a Fondazione Umberto Veronesi permetterà di sostenere la ricerca sui tumori per migliorare la vita delle generazioni future e delle persone che ami di più. Scegli oggi di aiutare chi avrà bisogno di cure domani.
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Forse l’antica medicina araba aveva capito meglio di noi che il malato è una persona. Nell’ospedale fondato al Cairo nel 1283 c’era un inizio di scienza (sale separate a seconda delle malattie), ma c’erano anche fontane zampillanti di acqua purissima, e tante piante fiorite. Ho pensato a quell’antico ospedale mentre nel Comitato Etico della Fondazione Veronesi discutevamo sul “decalogo” dei diritti del malato, e gli ho attribuito un valore simbolico, dicendo a me stesso che negare un diritto è separazione, e riconoscere un diritto è congiunzione.
Le carceri, gli orfanotrofi, gli ospizi, gli ospedali, sono le gabbie in cui si istituzionalizza la persona, mentre riconoscere e diffondere la cultura dei diritti dei malati è difendere la libertà e l’infinita varietà del mondo.
Umberto Veronesi
Umberto Veronesi ha dedicato la vita alla ricerca medica e alla cura dei pazienti malati di cancro; nel 2003 ha creato e presieduto la Fondazione che porta il suo nome e che oggi persegue gli stessi obiettivi, per un futuro di salute per tutti.
In
OTTOBRE N ° 3 ANNO 2024
6
Contro il tumore ho deciso di
“
mordere la vita
”
Ho dovuto imparare due parole sconosciute: cancro chemioterapia. Un carcinoma ovarico mi ha costretto a 3 interventi in 6 mesi. Ma sono ancora qui, piena di energia. A chi dire grazie? Alla ricerca
Gli screening contro i tumori femminili
10
La diagnosi precoce è fondamentale per combattere il cancro. Nel caso delle donne, gli esami specifici sono soprattutto mammografia e Pap-test, proposti per fasce di età dal sistema nazionale.
Si sta sempre più diffondendo tra le Regioni l'Hpv-Dna test per individuare le neoplasie del collo dell’utero
12 IN SALUTE
Seno e ovaio: una lotta con
più armi
Per i tumori femminili nuove cure prospettate da due studi che combinanopiù farmaci. L’immunoterapia con terapie a bersaglio molecolare e gli anticorpi coniugati tengono la malattia sotto controllo per un lungo periodo IN SALUTE
Il vero prezzo del tabacco si paga in salute
Ogni anno sono 44.000 i nuovi casi di carcinoma polmonare. In Italia le accise sulle sigarette sono tra le più basse in Europa. Per contenere il consumo di fumo gli enti mondiali spingono per aumentarne il costo al pubblico
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News
Il giornale di chi crede nella ricerca
Ottobre - N°3 Anno 2024
Periodicità quadrimestrale
Aut. Tribunale di Milano N° 265 del 13/04/2004
Fondazione Umberto Veronesi ETS
Via Solferino 19, 20121 Milano
Direttore responsabile
Serena Zoli
Redazione
Marco Annoni, Daniele Banfi
Donatella Barus, Elena Dogliotti
Caterina Fazion, Alessandro Volpe
Segreteria di redazione
Cecilia de’ Donato
Art direction e impaginazione
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Foto
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Nanni Fontana
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Fotografo: Riccardo Rolandi
Stampa
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Via Pomaro, 3 - 10136 Torino
L’editoriale
DI PAOLO VERONESI
Sono 76.000 i nuovi casi di tumori femminili all’anno in Italia. Ottobre è un mese
“rosa” in quanto dedicato a queste neoplasie.
Alice ci racconta la sua storia di successo contro un carcinoma ovarico
Cari sostenitori,
il numero di ottobre della nostra newsletter è dedicato in gran parte alla sensibilizzazione sui tumori femminili. A livello internazionale, ottobre è quel periodo dell’anno in cui si ricorda l’importanza della prevenzione di queste neoplasie e l’importanza del sostegno alla ricerca scientifica. Nel nostro Paese i tumori al seno, all’utero e all’ovaio contano complessivamente oltre 76 mila nuove diagnosi all’anno. Fortunatamente negli ultimi tempi molto è cambiato in meglio nel trattamento di questi tumori. Le donne che sopravvivono con una diagnosi di malattia e quelle che sono considerate guarite aumentano costantemente. Questo dato ci dice che le cure funzionano e che la diagnosi precoce fa la differenza.
La storia di copertina è dedicata ad Alice, nostra ambasciatrice in rosa, che ci racconta la sua storia di rinascita dopo un tumore, un carcinoma ovarico che l’ha costretta a 3 interventi nel giro di 6 mesi. All’interno di questo numero troverete anche un importante approfondimento con indicazioni utili sulla prevenzione e le ultime novità in fatto di terapie.
Per quanto riguarda i temi etici, vi segnalo un articolo sull’intelligenza artificiale in medicina e in particolare sul suo ruolo nei processi di decisione medica. Ed è proprio di intelligenza artificiale che si parlerà alla sedicesima edizione di “Science for Peace and Health”. Per informazioni circa il programma e le modalità di partecipazione vi invito a consultare il sito della Fondazione.
Grazie di cuore
Mi chiamo Alice Agostino e voglio raccontarvi un po’ della mia storia, che per un periodo è stata come salire su una montagna russa: 3 interventi in 6 mesi e la diagnosi: carcinoma ovarico al terzo stadio. Avevo 28 anni e mi sono ritrovata a dover familiarizzare con due parole a me sconosciute: cancro e chemioterapia. Ero spaventata? Certo. Arrabbiata? Ancora di più… e mi domandavo: perché a me? Avevo due scelte in quel momento: lasciarmi andare o mordere la vita. Ho scelto la seconda. Non è stato un periodo facile: gli interventi, il dolore, la chemioterapia, le persone che ti compatiscono e dover accettare di non poter avere figli perché con l’ultimo intervento si è scelto di fare un’isterectomia. Niente più ovaie.
Per tanti anni mi sono quasi vergognata di avere avuto un cancro perché è vero che se ne parla tanto, ma è anche vero che le persone ti guardano con occhi diversi.
La svolta è arrivata nel 2020, quando, durante la pandemia, mi sono imbattuta in un post su Facebook che diceva: “Vuoi essere una Pink Ambassador della Fondazione Umberto Veronesi?
Per candidarti, devi aver avuto un tumore al seno, all’utero o alle ovaie…”. Tac, ce l’ho! Ho cliccato e da lì tutto è cambiato… Ho imparato a non vergognarmi più di quello che mi era accaduto, ma ad essere voce e testimone del fatto che c’è una vita dopo la diagnosi.
Quando mi sono ammalata, le informazioni erano scarse, e invece allo stesso tempo la ricerca si stava già orientando verso cure e prevenzione efficaci. Ricordo che allora mi dissero che il tumore ovarico era la quarta causa di morte per neoplasia maligna nelle donne nei pae-
Contro il tumore ho deciso di “mordere la vita”
A 28 anni ho dovuto imparare due parole sconosciute: cancro e chemioterapia. Un carcinoma ovarico mi ha costretto
a 3 interventi in 6 mesi. Ma sono ancora qui, piena di energia, sono anche diventata una provetta schermitrice perché mio marito
è maestro di scherma. A chi dire grazie? Alla ricerca e ai bravi scienziati che vi si dedicano
di Alice Agostino
si industrializzati. Ancora oggi credo di non essere stata fortunata, ma miracolata.
La storia della mia diagnosi è lunga, e non voglio trattenermi su quella, perché quel che veramente penso che conti è il qui e ora. E qui e ora ci tengo innanzitutto a dire grazie: grazie ai ricercatori, grazie alla scienza e grazie ai donatori che permettono alla ricerca di non fermarsi mai. La scienza in tutti questi anni ha fatto passi da gigante, ha trovato cure innovative e
sempre più efficaci, ha permesso a donne che hanno avuto il mio stesso problema di riuscire ad avere bambini.
Grazie alla ricerca, siamo in grado di prevenire e di arginare quello che ci può accadere. C’è poi la prevenzione che parte da noi: avere uno stile di vita sano, fare attività fisica, fare diagnosi precoce, ma anche saper ascoltarsi e conoscersi. Se noi facciamo questo, potremo aiutare a nostra volta, e nel nostro piccolo, i ricercatori che hanno dedi-
cato la propria vita allo studio e alla cura dei tumori. Prima di Natale, ho fatto il test per la mutazione dei geni Brca1 e 2, spinta da due forti motivazioni: una è Anita, la mia nipotina di pochi mesi, l’altra è il desiderio di contribuire alla ricerca scientifica. Per fortuna non è stata trovata nessuna familiarità, quindi mi sono rassicurata sul futuro della piccola Anita. Nel frattempo, appena finite tutte le mie terapie, era arrivato Guido. Proprio “arrivato”: ad abitare nello stesso palazzo. È stato 12 anni fa, da dieci siamo felicemente sposati, io di anni
Scoprire le Pink Ambassador ha aperto nuovi orizzonti
ora ne ho 42 e sono un’appassionata schermitrice. È strano. Ci avevo provato da bambina a tirare di spada, e mi piaceva, ma la cosa era finita lì. Ma ecco che arriva Guido, maestro di scherma! Chiaro che ho ripreso la mia antica passione e qualche coppa in casa l’ho anche vinta io. Benché la campionessa di famiglia sia mia cognata. La mia esperienza di malattia e di vita mi è molto utile nell'attività di Pink Ambassador: sono ambasciatrice del messaggio che il tumore può essere una svolta nell’esistenza verso nuove prospettive e speranze. Senza dimenticare: grazie, ricerca.
LE PINK AMBASSADOR
ALLENANO GRAZIE A
PINK AMBASSADOR, UNA CORSA PER LA SPERANZA
Il progetto di Fondazione Veronesi coinvolge donne che hanno affrontato un tumore femminile e che accettano una nuova sfida: allenarsi per correre una mezza maratona. Con il loro impegno testimoniano e divulgano l’importanza della prevenzione e del sostegno alla ricerca. Nel 2024 le Pink Ambassador sono in 22 città in tutta italia.
APPROFONDIMENTO
di Daniele Banfi
6.000
NUOVI CASI DI TUMORE
DELL'OVAIO OGNI ANNO
80% DIAGNOSI IN FASE AVANZATA
SOLO IL 20% IN FASE INIZIALE
TUMORE DELL'OVAIO
Seimila nuovi casi all’anno e spesso la diagnosi arriva in fase avanzata perché i sintomi non sono specifici e possono facilmente non essere colti. D’altro lato non è il caso di allarmarsi se si hanno sospetti: meglio consultare subito il medico. L’individuazione precoce avviene soltanto nel 10 per cento dei casi
Ogni anno in Italia sono circa 6.000 i nuovi casi di tumore dell’ovaio. Circa l'80 per cento delle pazienti arriva alla diagnosi con una malattia in fase avanzata mentre solo il 20 per cento scopre il tumore quando è ancora circoscritto alle ovaie o alla pelvi, magari nel corso di una visita periodica dal ginecologo. I segnali della presenza della malattia possono variare da donna a donna e da caso a caso. Per lungo tempo si è pensato che non esistessero sintomi precoci del tumore ovarico; tuttavia, una serie di studi recenti ha mostrato che alcuni sintomi sono presenti anche nelle prime fasi della malattia. Questi includono dolore addominale
In 1 caso su 4 a contare sono i geni
In un caso su 4, specialmente nelle giovani donne, la malattia può svilupparsi a causa della presenza di mutazioni nei geni Brca.
Mentre il rischio di sviluppare un tumore ovarico è pari a circa l’1-2 per cento nella popolazione generale, in presenza di tali mutazioni il rischio aumenta fino al 40 per cento nelle donne con mutazione Brca1 e del 15 per cento in quelle che hanno ereditato una mutazione del gene Brca2.
Rischio di sviluppare un tumore ovarico
o pelvico che si propone in forma regolare, ma non necessariamente continuativa; senso di pienezza precoce e di non riuscire a mangiare nella solita quantità; distensione addominale che persiste (non quella normale che va e viene). Altri sintomi includono una modificazione delle abitudini intestinali, la frequenza minzionale, il sanguinamento vaginale, altre sintomatologie intestinali. Trattandosi di sintomi generici, è molto probabile che quando si presentano siano dovuti ad altre cause e non a un tumore ovarico. Non devono allarmare. Tuttavia, se persistono o diventano più gravi può essere utile tenere un diario preciso e parlarne con il proprio medico.
1-2%
NELLA POPOLAZIONE GENERALE
2
Gli screening contro i tumori femminili
La diagnosi precoce è fondamentale per combattere il cancro. Nel caso delle donne, gli esami specifici sono soprattutto mammografia e Pap-test, proposti per fasce di età dal sistema nazionale. Si sta sempre più diffondendo tra le Regioni l'Hpv-Dna test per individuare le neoplasie del collo dell’utero
di Daniele Banfi
In qualsiasi campo della medicina, prima si arriva ad una diagnosi certa e maggiori sono le probabilità di cura. Questo è particolarmente vero per i tumori. Per arrivare a diagnosticarli in tempo utile per poterli trattati, un efficace strumento è rappresentato dagli screening oncologici, particolari esami offerti gratuitamente dal Sistema Sanitario Nazionale volti ad intercettare la malattia in quelle fasce di età maggiormente a rischio.
Per quanto riguarda i tumori tipicamente femminili esistono due tipologie di screening: quello mammografico e quello per il tumore del collo dell’utero. Lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario si rivolge alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni e si esegue con una mammografia ogni 2 anni. In alcune Regioni si sta sperimentando l’efficacia in una fascia di età più ampia,
quella compresa tra i 45 e i 74 anni. Se l'esame risulta "positivo", la donna viene chiamata per ulteriori accertamenti volti a chiarire se l'eventuale lesione presente è di natura tumorale. Una positività alla mammografia non equivale a una diagnosi certa di cancro al seno, anche se indica una maggiore probabilità di essere affette dalla patologia. Per questa ragione, in caso di un sospetto, al primo esame seguono ulteriori accertamenti diagnostici che, all’interno dei programmi organizzati di scre-
In caso di sospetti accertamenti
fino alla biopsia, poi parte il programma terapeutico
ening, consistono in una seconda mammografia, in un'ecografia e in una visita clinica. A questi esami può far seguito una biopsia per valutare le caratteristiche delle eventuali cellule tumorali. Soltanto al completamento di questo percorso si ottiene la conferma della diagnosi e, in caso di positività, si dà il via all’iter terapeutico. I test per lo screening del tumore del collo dell’utero sono il Pap-test e il test per Papilloma virus (Hpv-Dna test). Il test impiegato finora è il Pap-test, offerto ogni 3 anni alle donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni. Poiché recenti evidenze scientifiche hanno dimostrato che sopra i 30 anni è più costo-efficace il test per il Papilloma virus (Hpv-Dna test) effettuato ogni 5 anni, tutte le Regioni si stanno impegnando per adottare il modello basato sul test Hpv-Dna.
Il nuovo test di screening si
basa sulla ricerca dell’infezione dell’Hpv ad alto rischio. Il prelievo è simile a quello del Pap-test. L’esame deve essere effettuato non prima dei 30 anni ed essere ripetuto con intervalli non inferiori ai 5 anni in caso di negatività. Se il test Hpv risulta positivo, la donna dovrà sottoporsi a un Pap-test che quindi diventa un “esame di completamento” (chiamato anche “test di triage”), perché seleziona le don-
ne che hanno modificazioni cellulari e che devono fare la colposcopia. Se invece la citologia non presenta alterazioni importanti, la donna ripeterà il test Hpv dopo un anno.
Dai 25 ai 30 anni l’esame di riferimento rimane il Pap test da eseguirsi ogni tre anni. Questa scelta è dovuta al fatto che in giovane età la probabilità di avere una infezione da Hpv è molto alta senza che questa assuma una importanza clinica.
La risposta delle donne aumenta, ma non basta
Nonostante la gratuità, l'adesione agli screening negli anni non è mai stata molto elevata e la pandemia ha peggiorato la situazione. Fortunatamente oggi la tendenza è quella della ripresa.
2022 - ADESIONE ALLO SCREENING MAMMOGRAFICO
Italia
87% +1% RISPETTO AL 2021
Sud e isole
72% +14% RISPETTO AL 2021
Anche se l’obiettivo europeo di garantire che entro il 2025 il 90 per cento della popolazione dell’Unione dotata dei requisiti per l’accesso abbia la possibilità di sottoporsi agli esami è ancora lontano, gli ultimi dati disponibili di adesione agli screening, nel 2022, fanno ben sperare: per quanto riguarda quello mammografico, l’indicatore di copertura, pari all’87%, supera i risultati raggiunti l’anno precedente (86%), allineandosi di fatto ai valori del 2019 (88%) precedenti la pandemia, con 3.637.962 donne invitate. La macroarea Sud e Isole, in particolare, ha registrato un importante incremento passando dal 58% al 72%, confermando la ripresa evidenziata lo scorso anno e raggiungendo il valore più alto dell’ultimo decennio.
Seno e ovaio: una lotta con più armi
Per i tumori femminili nuove cure prospettate da due studi che combinano più farmaci. L’immunoterapia con terapie a bersaglio molecolare e gli anticorpi coniugati tengono la malattia sotto controllo per un lungo periodo
di Daniele Banfi
Non più solo chemioterapia. Da qualche anno a questa parte i tumori al seno e alle ovaie possono essere affrontati con nuove armi. Dagli anticorpi coniugati alle combinazioni di immunoterapia e terapie a bersaglio molecolare, anche le forme più avanzate delle due malattie possono essere trattate con maggiore
successo. Non certo la cura definitiva, ma strategie in grado di controllare sempre più a lungo termine la malattia. A testimoniarlo sono due recenti studi che cambieranno la pratica clinica corrente. Ecco quali:
-> Gli anticorpi coniugati nel tumore al seno
Uno dei risultati più importan-
ti raggiunti negli ultimi mesi dalla ricerca contro il cancro della mammella riguarda l’utilizzo degli anticorpi coniugati, farmaci composti da un anticorpo in grado di riconoscere i recettori ormonali presenti nei tumori uniti a molecole di chemioterapico capaci di penetrare nella cellula tumorale bloccandone la replicazione.
Al recente congresso dell’American Society of Clinical Oncology svoltosi a Chicago, sono stati presentati i risultati dello studio Destimy-Breast06 sull’utilizzo di trastuzumab deruxtecan dopo la terapia ormonale. Questo anticorpo coniugato, nei tumori metastatici classificati come Her2-low (oltre la metà di tutti i tumori al seno metastatici), si è dimostrato utile nel migliorare la sopravvivenza libera da pro-
gressione (il tempo che intercorre tra il trattamento e la ripresa della malattia) e nel ridurre il rischio di progressione e morte rispetto alla chemioterapia. Un risultato storico destinato a cambiare la pratica clinica.
-> Combinazioni per affrontare il tumore dell’ovaio
Un’altra grande novità dal mondo della ricerca riguarda il tumore dell'ovaio in stadio avanzato. Unire la forza dell'immunoterapia con la precisione dei farmaci a bersaglio molecolare è la strategia migliore per provare a tenere sotto controllo la malattia. Nello studio Duo-o, la combinazione di olaparib e durvalumab in aggiunta alla terapia standard si è dimostrata utile nell'estendere la progressione libera da malattia.
CURA PERSONALIZZATA: UNA PIATTAFORMA DIRÀ
QUALI PAZIENTI POSSONO
EVITARE LA CHEMIOTERAPIA
La quota d’iscrizione alla PittaRosso Pink Parade 2024, al netto dei costi di gestione e di spedizione, sarà interamente devoluta a Fondazione Umberto Veronesi per finanziare la ricerca scientifica sui tumori femminili e nello specifico per contribuire all’avviamento e implementazione di una piattaforma innovativa sul tumore al seno
-> Obiettivo di questo nuovo progetto sarà personalizzare sempre di più la presa in carico delle donne che hanno ricevuto una diagnosi di tumore al seno, una malattia solo apparentemente omogenea che in realtà si manifesta in tipologie con caratteristiche cliniche e patologiche fra loro diverse, che possono dunque beneficiare di cure fra loro diverse.
-> La ricerca si focalizzerà sui tumori della mammella che esprimono i recettori per gli ormoni e che invece non esprimono la proteina Her2 (Hr+/Her2-) in fase iniziale. Attraverso la tipizzazione genetica dei tumori delle singole pazienti, l’obiettivo è capire quali di loro possono evitare la chemioterapia adiuvante a seguito di intervento chirurgico di rimozione e radioterapia, mantenendo inalterate le probabilità di superare la malattia, ma riducendo gli effetti collaterali delle cure. Si migliorerà così la loro qualità della vita.
Un risultato particolarmente importante poiché ottenuto anche in quelle pazienti senza mutazione nei geni Brca e che non presentano difetti di ricombinazione omologa, caratteristica che spesso non le rende ido-
nee a ricevere un Parp inibitore come olaparib. Non solo, quanto raggiunto dimostra come la combinazione di più terapie sia in grado di meglio controllare sul lungo termine il tumore dell'ovaio in stadio avanzato.
Il 20 ottobre torna la PittaRosso Pink Parade. Unisciti a noi per la ricerca sui tumori femminili!
Anche quest'anno si potrà scegliere tra due modalità di partecipazione:
-> MILANO con la tradizionale camminata di 5 Km
-> EVENTO DIFFUSO partecipando dove vuoi e con chi vuoi
Info e iscrizioni: pittarossopinkparade.it
Il vero prezzo del tabacco si paga in salute
CHE COSA SAPPIAMO
AL FUMO OGNI ANNO SI DEVONO:
CHE COSA DICONO I DATI
Politiche di tassazione dei prodotti a base di tabacco e di contrasto al tabagismo. Focus su politiche rivolte a bambini e adolescenti. Cergas Sda Bocconi
1 ADULTO su 4 e 1 ADOLESCENTE su 5 (15-19 anni)
FA USO QUOTIDIANO DI TABACCO
1 FUMATORE su 3 ha provato a smettere nell’ultimo anno
1 FUMATORE su 10 è riuscito a smettere da almeno 6 mesi
Oltre 90.000 VITTIME
Almeno 1,64 MILIARDI DI EURO spesi in ricoveri ospedalieri
L’AUMENTO DELLA TASSAZIONE E DEL PREZZO DEL TABACCO SONO ASSOCIATI A:
MENO FUMO TRA I GIOVANI
PIÙ BENEFICI PER LE PERSONE IN CONDIZIONI DI SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO
PIÙ SALUTE PER NEONATI E BAMBINI
prezzo salute
tabagismo ed è indicata fra gli strumenti più utili dal Piano europeo per la lotta ai tumori (European Beating Cancer Plan). Eppure è ancora una delle misure delle più trascurate. Fondazione Veronesi ha deciso di promuovere e finanziare un progetto di ricerca elaborato e condotto da Cergas (Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale) di Sda Bocconi. I primi risultati sono stati presentati il 24 settembre a Palazzo Madama, sede del Senato, di fronte ai referenti istituzionali di tutte le forze politiche presenti in Parlamento. Nella stessa occasione è stata presentata una mozione unitaria che sarà portata
Ogni anno sono 44.000 i nuovi casi di carcinoma polmonare. In Italia le accise sulle sigarette sono tra le più basse in Europa. Per contenere
il consumo di fumo gli enti mondiali spingono per aumentarne il costo al pubblico
di Donatella Barus
Il mercato dei prodotti da fumo muta rapidamente, ma c’è un dato che resta una costante: continuiamo a pagare immani costi sociali e sanitari. Ecco perché Fondazione Veronesi rinnova l’impegno per promuovere il confronto e la conoscenza sulle strategie concrete per contenere i consumi di tabacco e prevenirne l’uso. Come? A partire dalla modulazione delle accise e dalle leve fiscali che influiscono sui prezzi al consumatore. Aumentare il prezzo del tabacco tramite la tassazione è considerato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) la più costo-efficace fra le misure di difesa della salute dal
dinanzi al Parlamento in vista dell’approvazione della Legge di Bilancio.
Gli obiettivi del lavoro di ricerca, che proseguirà fino al 2026, sono:
-> comprendere le attuali politiche di extra tassazione delle sigarette (o loro sostituti), gli impatti positivi e le eventuali conseguenze negative;
-> identificare le condizioni politico istituzionali che hanno favorito la loro approvazione;
-> rilevare le principali criticità nel sistema di servizi anti fumo nel contesto italiano e le priorità di miglioramento;
-> progettare un piano di investimento di fondi che produca
il massimo dei benefici per prevenire e ridurre il tabagismo.
Il fumo di tabacco è la principale causa evitabile di malattia e disabilità, i centri antifumo sono in calo su tutto il territorio nazionale, i farmaci e i trattamenti disponibili sono rimborsabili solo per alcune categorie di pazienti e le risorse sono insufficienti.
Attualmente in Italia le accise sulle sigarette sono tra le più basse in Europa (€ 3,13 per un pacchetto di 20 sigarette) rispetto a Irlanda (€9,30) e Francia (€6,95). L’Italia è anche il maggior produttore di tabacco in Europa.
«Ogni anno in Italia contiamo 44.000 nuovi casi di carcinoma polmonare, nove su dieci legati al fumo», ha ricordato Giulia Veronesi, direttore Programma Chirurgia Toracica Robotica Ospedale San Raffaele, professore ordinario Università Vita e Salute San Raffaele di Milano e membro del Comitato scientifico per la Lotta al Fumo di Fondazione Veronesi. «I ragazzi che oggi cadono nella trappola della nicotina rischiano di essere i fumatori che domani si ammaleranno. Dobbiamo lavorare sulla prevenzione e sulla diagnosi precoce, anche grazie a programmi di screening mirati, per ridurre la mortalità purtroppo elevata. Sappiamo che le politiche fiscali sono una leva importante e ancora non sfruttata, ormai già diversi paesi nel mondo anche vicino a noi si sono mossi con misure lungimiranti. È urgente spezzare l'immobilismo e agire con misure efficaci e adatte al contesto italiano. È un tema complesso e per molti scomodo, ma la conoscenza è la risposta, ecco perché sosteniamo una ricerca libera e di alta qualità per trovare soluzioni concrete ed efficaci».
con Elena Dogliotti
Del broccolo non si butta via niente
Gustosi e salutari, non dovrebbero mancare nei menu autunnali.
Con qualche accorgimento
per non sprecare e trarne il massimo beneficio
Ibroccoli sono ortaggi ricchi di nutrienti interessanti, studiati per molti potenziali benefici nei confronti della salute. Qualche esempio? Contengono vitamine, tra cui la C e la K, minerali, fibre e una piccola quota proteica, ma ad aver guadagnato crescente attenzione sono le sostanze fitochimiche dai nomi complicati, come i glucosinolati e i composti fenolici.
I glucosinolati sono molecole che contengono zolfo e azoto, e sono loro i responsabili dell’odore caratteristico di tutta la famiglia delle brassicacee di cui fanno parte i broccoli. Vale la pena conoscerli perché alcuni di essi, durante i processi digestivi, si trasformano in sostanze come sulforafano e indolo-3-carbinolo, che sono stati associati a effetti protettivi nei confronti di alcuni tipi di tumo-
re come quelli al colon retto, alla prostata e quelli del seno dipendenti dagli estrogeni.
I loro meccanismi di azione sarebbero molteplici, agirebbero come contrasto nelle varie fasi dello sviluppo tumorale e sarebbero rafforzati dall’azione positiva degli altri antiossidanti e delle fibre presenti nei broccoli. Sono tutti elementi che fanno di questo ortaggio un prodotto prezioso da non far mancare sulla nostra tavola da ottobre a marzo.
C’è però una particolarità: le sue foglie costituiscono la porzione più grande della pianta matura, quasi la metà in peso, seguite dagli steli e dalle radici. Le cimette, che sono quelle che prevalentemente consumiamo, sono solo il 15 per cento del broccolo. Di solito, infatti, le foglie e i grandi gambi sono parti sottoutilizzate, talvolta scartate
già alla raccolta e spesso gettate, sprecandole, anche nella cucina di casa.
Per trarre il massimo vantaggio dalle sostanze da questa verdura “fiorita”, e non buttare niente, si possono seguire questi accorgimenti:
1 Scegliere prodotti freschi: osservare che le cime siano compatte e di colore verde brillante
2 Conservare correttamente: in frigorifero metterli nel cassetto della verdura e consumarli o prepararli entro due o tre giorni dall’acquisto
3 Utilizzare tutte le parti: anche le foglie e i gambi dei broccoli possono essere consumati. Le foglie si possono sbollentare e
A GENNAIO
Nei migliori supermercati potrai trovare i Broccoli per la ricerca ® che sostengono la ricerca sui tumori maschili.
consumare come contorno mentre i gambi possono essere grattugiati o tritati e utilizzati in salse o zuppe.
4 Cuocere in modo “gentile”: i nutrienti possono deteriorarsi con il calore o perdersi nell’acqua di cottura quindi l’ideale è ridurre il prodotto in pezzi piccoli e della stessa dimensione e cuocere (bolliti, stufati, al vapore) per pochi minuti.
Elena Dogliotti Biologa nutrizionista, supervisore scientifico per Fondazione Veronesi
PROVA QUESTA RICETTINA!
Pasta e broccoli
5 Congelare se necessario: se si hanno troppi broccoli o si rischia di farli appassire in frigorifero, meglio sbollentarli due o tre minuti e riporli già porzionati nel freezer. Saranno pronti per essere utilizzati nelle varie declinazioni in un secondo momento. Niente da buttare!
5 pomodori secchi
1 spicchio di aglio
1/2 peperoncino
50 g di acciughe sotto sale
1 kg di broccoli
320 g di bucatini integrali olio evo, sale
Metti i pomodori secchi in ammollo per circa 30 minuti, poi strizzali e tagliali a striscioline. Schiaccia l’aglio e spezzetta il mezzo peperoncino. Pulisci le acciughe, diliscale e sciacquale sotto l'acqua corrente per togliere il sale.
Monda ora i broccoli. Mi raccomando: non buttare niente! Per la ricetta serviranno, oltre alle cimette, anche le foglie e la parte più tenera del gambo. Riduci i gambi a cubetti.
In una larga padella antiaderente versa due cucchiai d’olio e due di acqua e metti sul fuoco. Fai dorare il peperoncino e l’aglio, eliminandolo prima che prenda colore. Aggiungi le acciughe e schiacciale con una forchetta per farle sciogliere. A questo punto, spegni la fiamma e unisci i pomodori secchi.
A parte, scalda dell’acqua leggermente salata e tuffavi i broccoli. Cuocili per 7 minuti, quindi estraili con una schiumarola quando sono ancora croccanti. Nella stessa acqua lessa la pasta: quando sarà al dente, scolala e saltala in padella con il sugo e i broccoli.
“Science for Peace and Health”: i ragazzi esplorano l’IA attraverso il Cinema
Giunto alla sua sedicesima edizione, il progetto della Scienza per la pace discuterà il tema “Giovani intelligenze. Nuove tecnologie e scenari futuri”. Coinvolgendo i giovani attraverso il linguaggio dei film
di Alessandro Volpe
L'edizione 2024 di "Science for Peace and Health", dedicata all'intelligenza artificiale (Ia) e alla rapidità delle sue trasformazioni, mette al centro il coinvolgimento dei giovani. Attraverso proiezioni cinematografiche speciali organizzate in collaborazione con Anteo Palazzo del Cinema di Milano,
IL PROGRAMMA
infatti, studenti delle scuole primarie e secondarie esploreranno il futuro dell'Ia che sta vivendo un’accelerazione dirompente con effetti già visibili, ma esiti ancora imprevedibili. Dopo ogni proiezione, alcuni esperti discuteranno con i ragazzi, stimolando un dibattito sulle sfide e opportunità legate a queste tecnologie emergenti.
-> Le giornate di "Science for Peace and Health" avranno inizio l’11 novembre, con la sessione online mattutina, dedicata agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. L’incontro, condotto da Giulia Innocenzi, vedrà l’intervento di tre esperti che risponderanno alle curiosità dei ragazzi.
-> Le proiezioni-dibattito presso Anteo Palazzo del Cinema di Milano si terranno la mattina del: 12 novembre - per le scuole primarie 13 novembre - per le scuole secondarie di primo grado 14 novembre - per le scuole secondarie di secondo grado
-> Il 28 novembre sono anche previste due proiezioni a Spoleto, rivolte alle scuole primarie e alle scuole secondarie di secondo grado, presso Sala Pegasus e Sala Frau.
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Scuola: laboratori contro fumo e cibi sbagliati
Fondazione Veronesi rinnova e amplia l’offerta rivolta a studenti e docenti per l’anno scolastico 2024/2025 con iniziative su tabacco, inquinamento e alimentazione
di Caterina Fazion
Tra migliorie e novità assolute, anche per questo nuovo anno scolastico
Fondazione Veronesi si impegna a offrire un ricco ventaglio di opportunità educative con l'obiettivo di promuovere la salute nelle scuole di tutta Italia. Il programma “Io Vivo Sano” si arricchisce di nuove iniziative per continuare a esplorare tematiche cruciali come inquinamento, fumo, alimentazione e movimento. Le piattaforme digitali verranno potenziate e verrà introdotta la metodologia peer-to-peer in alcune attività, stimolando una partecipazione attiva della comunità scolastica. In risposta alla crescente domanda, saranno inoltre proposti nuovi webinar, ampliando così l’accesso ai nostri laboratori. Sempre attuale è l'offerta di "Io Vivo Sano Contro il fumo", che affronta il problema del fumo
da prospettive scientifiche, ambientali, psicologiche, sociali ed economiche. La piattaforma "Escape Smoke" rappresenta il cuore dei nostri laboratori: una escape room virtuale, immersiva e interattiva, già in funzione in Liguria e pronta a spostarsi in Piemonte con nuovi contenuti pensati per i docenti.
A livello nazionale, l'iniziativa "Fumo e altre stories" coinvolge direttamente gli studenti con approfondimenti interattivi e video-stories. L’obiettivo è svelare i falsi miti, gli effetti sulla salute e le strategie di promozione occulta legate ai nuovi prodotti del fumo.
Novità per l’anno 2024/2025 è il progetto “AriaMI” che si concentra sulla qualità dell’aria e sull’impatto in termini di salute, preparando i ragazzi ad affrontare le sfide ambientali attuali e future. Il progetto prenderà vita nella città metropolitana di Milano, un’area particolarmente critica a causa della distribuzione dei rilievi montuosi e della densità industriale della Pianura padana.
Non mancano le proposte legate a “Alimentazione e movimento”: l’educazione a una sana alimentazione, al movimento e a stili di vita corretti rappresenta uno dei pilastri fondamentali della prevenzione per una vita non solo più lunga, ma soprattutto da vivere in salute.
Il “Pomodoro per la ricerca” arriva in classe. Chi vincerà questa edizione?
Se sei studente, partecipa alla 4ª edizione del contest “A scuola con il Pomodoro per la ricerca” per sostenere la ricerca sui tumori infantili. Le scuole italiane gareggeranno per raccogliere fondi e vincere premi in materiale scolastico distribuendo il maggior numero di confezioni di pomodoro, di ben tre qualità. Sotto, ragazzi!
Per le Delegazioni un'agenda ricca di eventi
Le Delegazioni di Fondazione Veronesi, anche sul finire dell’estate, hanno continuato a sostenere la ricerca scientifica attraverso le loro attività. I fondi raccolti sono destinati a progetti diversificati che supportano la salute di bambini, donne e uomini nel campo dell'oncologia.
Il 6 settembre la Delegazione di Viareggio ha organizzato una Charity Dinner presso il Twiga Beach Club a Marina di Pietrasanta. I fondi raccolti contribuiranno al finanziamento di un ricercatore locale impegnato a trovare nuove cure per le patologie oncologiche.
Il 14 settembre, invece, la Delegazione di Torino ha puntato sullo sport per promuovere la salute maschile, organizzando un torneo di golf presso il Golf Club Cherasco. Questa manifestazione, che si inserisce nel più ampio progetto “La prevenzione maschile in campo”, mira a sensibilizzare circa
Inquadra il QR code e scopri dove sono attive
Che si tratti di organizzare concerti, incontri oppure tornei di golf, l’obiettivo è lo stesso: raccogliere fondi per sostenere la ricerca scientifica e migliorare la vita di pazienti e loro familiari
di Caterina Fazion
l’importanza della prevenzione sui tumori degli uomini e a raccogliere fondi che finanzieranno la ricerca per migliorarne le cure. Anche la salute delle donne è una priorità, come dimostra la Charity Dinner organizzata il 26 settembre dalla Delegazione di Novara, presso il Grand Hotel Des Iles Borromées a Stresa. I fondi raccolti, infatti, contribuiranno al finanziamento di un ricercatore impegnato a trovare nuove cure per le patologie oncologiche tipicamente femminili.
Le Delegazioni si occupano di diffondere la mission di Fondazione Veronesi a livello locale, organizzando e promuovendo iniziative di raccolta fondi e campagne di sensibilizzazione sui temi della salute.
BENVENUTA, DELEGAZIONE DI SPOLETO!
Fondazione Veronesi dà il benvenuto alla nuova Delegazione di Spoleto, guidata da Francesca Palescandolo. La presentazione ufficiale alla cittadinanza e alle istituzioni locali, mercoledì 27 novembre alle 11 presso Palazzo Mauri, sarà anche l’occasione per illustrare il supporto al progetto "Science for Peace and Health", giunto alla sua XVI edizione, e quest’anno intitolato "Giovani intelligenze. Nuove tecnologie e scenari futuri".
Giovedì 28 novembre, nei cinema Frau e Sala Pegasus di Spoleto, saranno infatti proiettati due film adatti a diverse fasce d'età, seguiti da un dibattito per stimolare nei ragazzi una riflessione sull'intelligenza artificiale e sulla rapida evoluzione tecnologica che si prospetta.
NAPOLI DEBUTTA A OTTOBRE CON UN CONCERTO
La Delegazione di Napoli, guidata dalla nuova responsabile Marina Ciaravolo, inaugurerà la propria attività a sostegno della ricerca con un evento al Museo Donnaregina, sabato 12 ottobre. La serata inizierà con un concerto del Coro di voci bianche del Teatro San Carlo, seguito da una visita guidata alla Cappella della Chiesa Santa Maria Donnaregina e un rinfresco con prodotti locali. I fondi raccolti finanzieranno la ricerca sui tumori femminili.
Autunno, metti una sera a cena…
Anche
l’autunno si prospetta ricco di eventi per le Delegazioni di Fondazione
Umberto Veronesi. Sono numerose le charity dinner già messe in programma
18 OTTOBRE
Delegazione di Padova, presso il Golf Club Padova, a sostegno della ricerca sui tumori femminili.
10 NOVEMBRE
Delegazione di Bergamo, presso il locale Globe a Bergamo, anche in questo caso a sostegno della ricerca sui tumori femminili.
21 NOVEMBRE
Delegazione di Como, che quest’anno festeggia il decimo anno di attività, presso il Teatro Sociale di Como, a sostegno del progetto Palm dedicato alle leucemie infantili.
23 NOVEMBRE
Anche la Delegazione di Lecce, presso il ristorante Torre del Parco, sosterrà la ricerca oncologica pediatrica tramite il progetto Palm.
6 DICEMBRE
Delegazione di Courmayeur, presso il ristorante Cadran Solaire a Courmayeur, ancora una volta a sostegno di Palm per i bambini malati.
13 DICEMBRE
Delegazione di Pescara, presso l’Hotel Villa Maria nella località Francavilla al Mare, a sostegno della ricerca oncologica.
Ciak! Si promuove la salute
Fondazione
Veronesi con gli allievi della Civica Scuola di Cinema di Milano per creare spot dedicati a prevenzione e benessere
La promozione della salute è stata il fulcro della collaborazione di Fondazione Veronesi con la Civica Scuola di Cinema “Luchino Visconti” nei primi mesi del 2024. Il progetto ha coinvolto gli allievi della classe di sceneggiatura e, in seguito, della classe di animazione, regia, produzione, montaggio, fotografia e suono. Tre i temi (Hpv, prevenzione al maschile e fumo) individuati dalla supervisione scientifica di Fondazione Veronesi, che ha anche condotto momenti di formazione per i ragazzi. Grande la soddisfazione per il lavoro svolto, che ha portato alla realizzazione di 4 veri e propri spot, in live action e in animazione.
Pedalando per la ricerca
Ventiduemila Km in bici per sostenere la ricerca sui tumori e ricordare una persona speciale. Il lungo viaggio dei coraggiosi Andrea e Giacomo
di Donatella Barus
Sono partiti il 21 aprile dalla loro Torino alla volta di Adelaide, Australia, con il loro progetto “Biking against cancer”, in bici contro il cancro, che ha preso forma dopo che Silia, la mamma di Andrea, nel novembre 2023, è scomparsa per un tumore al seno metastatico. «Siamo consapevoli dell’importanza della ricerca che a Silia, dopo la diagnosi, ha regalato tre anni di vita insieme a noi - spiegano Andrea e Giacomo -. Per questo abbiamo deciso di orga-
nizzare una raccolta fondi per Fondazione Veronesi».
La campagna è stata aperta con la piattaforma online “Insieme per la ricerca”, che consente in pochi clic di avviare una raccolta fondi da condividere e rilanciare su canali social e Whatsapp. «Attraverseremo montagne e deserti. Sapere di avere il vostro sostegno ci aiuterà ad affrontare sole, vento, pioggia e ci spingerà nelle salite più ripide», dicono i due generosi ciclisti. Per sostenere il progetto: insieme.fondazioneveronesi.it
Il Giardino incantato di Lu
Migliaia di tulipani piantati dalla madre perché Luena li amava. Un luogo
di incontro e lotta contro il tumore all’ovaio
di Serena Zoli
«Alei piacevano i tulipani. Io gliene ho subito procurati 15mila.
Piantati, questi bulbi così amati da mia figlia, maneggiandoli con amore; e il mettere le mani nella terra, io che sono una “astratta” insegnante di disegno e di arte, mi ha dato sollievo, come se parte del mio grande dolore si depositasse lì, nel terreno. Una cura per me e, ho pensato, per altri».
Così è nato “Il giardino di Lu” dedicato a Luena Mirai che se n’è andata, a 37 anni, nel 2016 per un tumore ovarico. E a lei, che tanto amava i tulipani, la madre
Maria Fois Maglione ha dedicato un intero ettaro di questi fiori a Pimentel in provincia di Cagliari, aprendolo alle donne toccate dalla stessa malattia, ai loro familiari e a chiunque desideri passeggiare tra profluvi di petali
Una prima passeggiata tra i fiori, i frutti e i valori della piantagione di Maria e Luena si può fare inoltrandosi nel sito www.ilgiardinodilu.org
multicolori avendo la sensibilità di legare questo piacere alla voglia di partecipare all’aumento delle guarigioni sostenendo la ricerca scientifica.
Maria Fois è riuscita a legare tutto questo in un’iniziativa di successo offrendo, oltre alla consolazione della bellezza, un aiuto alle donne fiaccate per esempio dalla chemioterapia che possono venire lì, nel Giardino, a dare una mano per la coltivazione oppure a raccogliere mazzi di fiori o a partecipare alle varie attività: corsi di yoga o shiatsu, chiedere informazioni al naturopata come all’oncologo, tutti volontari, disponibili di sabato e domenica. E poiché la stagione dei tulipani è breve, a marzo-aprile, Maria ha ampliato il tempo dei fiori con girasoli alti 2-3 metri che fioriscono a settembre, disposti a creare un labirinto, più aiuole di altri girasoli ma non
gialli: dei più disparati colori. Chissà dove li ha trovati questa entusiasta signora sarda. Il fascino del Giardino è aumentato, l’ultima Pasquetta, racconta lei, sono venute 5.500 persone. «Non sapevamo che fare, abbiamo dovuto regolamentare le entrate e le uscite».
Eppure, dal 2023 all’ettaro-giardino si sono aggiunti 3 ettari di “Orto terapeutico”, affidato ai fratelli di Luena, Andrea e Cristian. Si coltiva di tutto e ognuno si porta a casa quello che raccoglie. Oltre a dare una mano, beninteso, e non scordare una donazione.
Oggi il Giar-
Cerco sollievo nella bellezza della natura, che crea spettacoli meravigliosi e straordinari
Maria Fois Maglione Fondatrice e mamma di Luena Mirai
dino di Lu sostiene, attraverso la Fondazione Umberto Veronesi, il progetto annuale della dottoressa Gabriela Avila Morales che lavora allo Ieo di Milano appunto sul tumore ovarico.
con Marco Annoni
Intelligenza artificiale: attenti ai suoi inganni
È uno strumento capace di grandi prodigi, potente acceleratore nel campo della ricerca scientifica, ma un suo uso malevolo permette di creare falsi quasi impossibili da decifrare.
La Commissione Europea ha pubblicato specifiche linee-guida cui i ricercatori devono attenersi e anche
il Comitato Etico della Fondazione si è espresso
L’uso dei nuovi strumenti basati sull’ “Intelligenza artificiale” (Ia) sta rivoluzionando anche la ricerca scientifica. Ad esempio, in fisica, astronomia, biologia oppure nella ricerca biomedica, l’uso dell’intelligenza artificiale consente già di ridurre ricerche che in passato avrebbero richiesto decenni al lavoro di poche ore, mentre in altri permette di pianificare ricerche ed esperimenti altrimenti impossibili con le sole tecniche di ricerca tradizionali. In prospettiva, i benefici derivanti da un uso responsabile dell’Ia per fini di ricerca in termini di progressi e miglioramento delle qualità di vita per i singoli e la collettività potrebbero essere incalcolabili. Dall’altra parte, però, l’uso massiccio dell’intelligenza artificiale pone anche una serie di sfide sotto il profilo etico. Tra tutti i casi che sono oggi al centro del dibattito, uno dei più significativi riguarda la possibilità di creare nuove frodi scien-
tifiche grazie ai nuovi strumenti di intelligenza artificiale “generativa”. Questi strumenti di Ia, infatti, permettono a chiunque, già oggi, di creare con grande rapidità e facilità dei contenuti “sintetici” – e cioè, ad esempio, testi o immagini inventati – che sono però indistinguibili da quelli reali.
Quando tali strumenti sono usati con intenti malevoli diventa possibile produrre immagini, dati, statistiche, o interi articoli scientifici, interamente falsi. Se fino a pochi anni fa le frodi scientifiche erano una questione “artigianale” – fatta di immagini duplicate e ritagliate a mano, oppure di paragrafi o testi interamente copiati –, oggi i nuovi strumenti di intelligenza artificiale generativa consentono invece di produrre automaticamente contenuti falsi che nemmeno i migliori esperti di settore o altri algoritmi sono in grado di riconoscere come tali.
Da una parte, dunque, l’Ia potrebbe consentirci di scoprire
nuove e fondamentali verità sul mondo che ci circonda e anche su noi stessi, dall’altra parte, però, l’Ia è grado di cancellare il confine tra vero e falso, tra una ricerca condotta onestamente e una del tutto fraudolenta.
I rischi che derivano da un uso malevolo di queste nuove tecnologie nella ricerca sono molto concreti. Per questo motivo è urgente che le istituzioni accademiche e le riviste scientifiche implementino rigorosi processi di revisione e adottino strumenti avanzati di verifica dei dati, oltre a promuovere una più diffusa cultura dell’integrità e trasparenza nella ricerca. Allo stesso tempo, è altrettanto importante dotarsi di nuovi codici etici e linee guida condivisi, sulla scorta di quanto fatto dalla Commissione Europea, la quale ha appena pubblicato delle linee che individuano quattro principi che devono orientare la condotta dei ricercatori/ricercatrici nella ricerca (Affidabilità, Onestà, Rispetto, e Responsabilità),
nonché una serie di indicazioni pratiche rivolte ai ricercatori, alle istituzioni e alle agenzie di finanziamento rispetto all’uso dell’intelligenza artificiale generativa nella scienza.
Anche il Comitato Etico di Fondazione Veronesi ha deciso di impegnarsi su questi temi di frontiera, pubblicando una nuova “Dichiarazione in materia di Integrità nella Ricerca” nella quale compare per la prima volta una sezione dedicata proprio ai doveri etici che riguardano l’uso responsabile di strumenti di intelligenza artificiale per fini di ricerca scientifica. Questa
Si può cancellare il confine tra vero e falso, occorrono mezzi avanzati di verifica
dichiarazione rappresenta un impegno morale chiaro e concreto che ogni ricercatrice o ricercatore che in futuro riceverà una borsa di ricerca dalla Fondazione dovrà sottoscrivere. Certo, in un tempo in cui si parla di algoritmi e intelligenze di silicio può sembrare quasi anacronistico chiedere un impegno pubblico a rispettare certi valori e principii di integrità morale. Eppure, non si deve sottovalutare che dietro a ogni macchina o algoritmo, c’è sempre qualcuno che lo ha progettato e che decide di usarlo per un fine o per un altro. Se vogliano mitigare i rischi di un uso malevolo e fraudolento dell’Ia nella ricerca scientifica, dobbiamo quindi partire e investire nella formazione dalle persone che tali strumenti li progettano e li useranno, impegnandole a rispettare quegli stessi principii etici che da sempre animano l’impresa scientifica come motore inesauribile di progressi conoscitivi, culturali e umani.
Di azienda in azienda è tutto un mese in “rosa”
Sempre più aziende riconoscono l'importanza della responsabilità
sociale scegliendo Fondazione Veronesi come partner per sostenere la ricerca scientifica e promuovere la prevenzione dei tumori femminili
Ottobre, da sempre mese dedicato alla prevenzione e ricerca sui tumori femminili, vede ogni anno un crescente impegno da parte delle aziende che scelgono di sostenere Fondazione Veronesi. Il settore produt-
Lauretana
tivo in questi anni si sta infatti sempre più distinguendo per l’impegno nella responsabilità sociale allo scopo di offrire un contributo concreto al benessere della collettività.
È grazie al supporto di quasi settanta aziende partner che
Anche quest’anno Lauretana conferma il suo sostegno alla ricerca scientifica sui tumori tipicamente femminili promossa da Fondazione Veronesi con una donazione. Inoltre, per sensibilizzare le consumatrici sull’importanza della prevenzione, nel mese di ottobre Lauretana propone le speciali confezioni nel “rosa che fa bene” delle bottiglie in Pet 100% riciclabile da 1500ml naturale, che contengono un Qr-code per scoprire alcuni consigli di Fondazione Umberto Veronesi per vivere in salute all’insegna dei sani e corretti stili di vita.
Pompadour
Quest’anno, per la prima volta, al fianco di Fondazione Veronesi c’è anche Pompadour. Il marchio che dal 1913 è sinonimo di tisane e infusi di qualità, ha scelto di dare il suo contributo alla ricerca scientifica sui tumori femminili, devolvendo a Fondazione Veronesi 0,30€ per ogni confezione di Tisana Ciclo Sereno venduta.
Fondazione può continuare a promuovere la ricerca scientifica di eccellenza e diffondere la cultura della prevenzione. In queste pagine vogliamo rendere omaggio ad alcune delle realtà che hanno scelto di affiancarci in questa importante missione.
ghd
Da sempre in prima fila nel sostegno alla ricerca sul cancro al seno, anche quest’anno ghd è al fianco di Fondazione Veronesi, finanziando il lavoro di tre eccellenti ricercatrici impegnate a trovare nuove efficaci terapie per le pazienti affette da tumore alla mammella.
Per continuare a sostenere la ricerca, da giugno ad ottobre, ghd devolverà a Fondazione 10€ per ogni prodotto della collezione ghd Pink in edizione limitata venduto. Inoltre sensibilizzerà le proprie clienti sull’importanza di praticare una corretta e regolare autopalpazione del seno.
Citrus
Nel mese di ottobre, Citrus tinge di rosa il suo datterino per sensibilizzare le donne sull’importanza della prevenzione del tumore al seno.
In ogni confezione, infatti, è presente una guida per praticare una corretta autopalpazione del seno realizzata con il contributo scientifico di Fondazione Veronesi.
Select
QVC
Patarò
Quest’anno, Patarò per la prima volta è al fianco di Fondazione Veronesi per dare il proprio contributo alla ricerca scientifica sui tumori femminili. Dal 1° settembre al 31 ottobre, infatti, per ogni confezione di “Gnocchi di solo patate e acqua” venduta all’insegna, il marchio devolverà 0,10€ a Fondazione per contribuire a finanziare il lavoro di eccellenti ricercatori e ricercatrici impegnate nello studio e nella cura dei tumori che colpiscono le donne.
Qvc, leader mondiale del video e-commerce, dal 2015 è al fianco di Fondazione Veronesi. Questo ottobre, con il programma Shopping4good, offrirà ai suoi clienti la possibilità di dare un contributo acquistando prodotti messi a disposizione dai brand partner oppure aggiungendo 1€ al proprio ordine. La vendita è sul sito shopping4good e l’intero ricavato verrà devoluto alla Fondazione per la ricerca d’eccellenza sui tumori femminili. Grazie a Qvc, dal 2015 è stato possibile finanziare il lavoro di 26 ricercatrici.
Select, storico marchio campano leader a livello nazionale nella selezione di legumi e cereali dal 1957, rinnova il proprio sostegno a Fondazione Veronesi finanziando il lavoro di una ricercatrice impegnata nello studio del tumore al seno triplo negativo.
In ottobre, inoltre, devolverà a Fondazione parte del ricavato della vendita dei prodotti della linea “Benessere”, disponibili anche online sullo shop del brand.
To.market
Insegna italiana di supermercati con 18 punti vendita a Milano, Monza, Brescia e Pavia, to.market sostiene dal 2019 la ricerca sui tumori e s’impegna a divulgare i consigli di Fondazione Veronesi per una sana alimentazione. Per questo mese “rosa”, l’insegna ha realizzato una shopper speciale, la borsa Pink Prevenzione Femminile, parte del cui ricavato sarà devoluto a Fondazione per la ricerca sui tumori femminili.
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