Catalogo a cura di Sergio Risaliti Progetto e realizzazione editoriale Forma Edizioni srl, Firenze, Italia redazione@formaedizioni.it www.formaedizioni.it Coordinamento editoriale e redazionale Laura Andreini Supervisione redazionale Riccardo Bruscagli Redazione Valentina Muscedra Maria Giulia Caliri Gagosian Gallery: Elena Pinchiurri Iacopo Ceni Grafica Elisa Balducci Vitoria Muzi Isabella Peruzzi Mauro Sampaolesi
JOHN CURRIN. PAINTINGS Museo Stefano Bardini, Firenze 13 giugno – 2 ottobre 2016
I curatori desiderano esprimere un ringraziamento particolare a:
Ente promotore Comune di Firenze
Dario Nardella, Sindaco di Firenze
A cura di Antonella Nesi e Sergio Risaliti
Rachel Feinstein Melissa Lazarov Pepi Marchetti Franchi Rebecca Sternthal Suzanne Bennett
Gestione del progetto e supervisione Pepi Marchetti Franchi, Rebecca Sternthal Partner Gagosian Gallery Main Sponsor Faliero Sarti Organizzazione e coordinamento MUS.E Gagosian Gallery: Anna Page Nadin, Manuela Cuccuru
Fotolitografia Art & Pixel, Firenze, Italia
Allestimento
Stampa Tap Grafiche, Poggibonsi, Italia
Gagosian Gallery: Antonello Martella
Traduzioni Ilaria Ciccioni Elisabetta Zoni
Progetto grafico Mallet Studio
Crediti fotografici © Serge Domingie pp. 4-5, 8, 10-11, 16, 19, 20-21, 29, 72-73, 77, 83 © John Currin. Photography by Rob McKeever. Courtesy Gagosian Gallery, pp. 35, 43, 45, 47, 49, 51, 53, 55, 57 © John Currin. Courtesy Gagosian Gallery, pp. 33, 37
MUS.E
Logistica Gagosian Gallery: Dale Snepar, Antonello Martella Movimentazione e installazione opere Arterìa Catalogo Forma Edizioni Ufficio Stampa
© John Currin. Courtesy Sadie Coles HQ and Gagosian Gallery, pp. 39, 41
Opera Laboratori Fiorentini – Gruppo Civita Salvatore La Spina, Barbara Izzo, Arianna Diana
© John Currin. Douglas M. Parker Studio. Courtesy Gagosian Gallery, p. 59
Comune di Firenze Elisa Di Lupo MUS.E Daniele Pasquini Gagosian Gallery Matilde Marozzi
Testi © Gli autori Intervista a John Currin © Angus Cook and John Currin Precedentemente pubblicato in John Currin, Gagosian Gallery, New York 2011 L’editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate. © 2015 Forma Edizioni srl, Firenze, Italia Nesssuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore. Prima edizione: giugno 2016 ISBN: 978-88-99534-19-6
Pagine 4-5: Museo Stefano Bardini, Sala delle cornici Pagina 8: Scalone dei tappeti Pagine 10-11: Sala dei dipinti
John Currin Larry Gagosian
Monica Sarti Angus Cook AIEM Si ringrazia inoltre: Il personale del Comune di Firenze e in particolare: per la Direzione Ufficio del Sindaco Francesca Santoro, Manuele Braghero, Rita Corsini, Carmela Valdevies, Tommaso Sacchi; per la Direzione Cultura Gabriella Farsi, Emanuele Crocetti, Silvia Gozzi, Antonella Chiti, Laura Visentin, Cristina Poggi, Claudia Bardelloni, Maria Francesca Granelli e tutto il personale del Servizio Musei Comunali; per la Direzione Servizi Tecnici Michele Mazzoni, Valter Masini, Andrea Bonini Il personale MUS.E: Matteo Spanò, Elena Arsenio, Andrea Batistini, Andrea Bianchi, Paolo Borghigiani, Daniela Carboni, Giovanni Carta, Monica Consoli, Valentina Gensini, Michele Iagulli, Roberta Masucci, Cecilia Pappaianni, Daniele Pasquini, Barbara Rapaccini, Pier Luigi Ricciardelli, Chiara Romei, Francesca Santoro, Davide Serufilli, Lorenzo Valloriani, Valentina Zucchi Lo staff Gagosian Gallery e in particolare: Emily Hodes, Anita Foden, Amanda Fischer, Darlina Goldak, Emily Florido, Brett Garde Laura Andreini, Maria Giulia Caliri, Marco Casamonti, Serge Domingie, Sylvie Garcia Bonas, Mara Martini, Valentina Muscedra, Antonella Nicola, Irene Nigi, Isabella Peruzzi, Mauro Sampaolesi, Elvis Shkambi, Elisa Stefanini Uno speciale ringraziamento a tutti i prestatori delle opere
INDICE
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Presentazione Dario Nardella
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La parete: tecnica, intuito e gusto in Stefano Bardini Antonella Nesi
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John Currin. Paintings Sergio Risaliti
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Opere in mostra
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Intervista a John Currin Angus Cook
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Mostre personali
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Principali mostre collettive
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Bibliografia
LA PARETE: TECNICA, INTUITO E GUSTO IN STEFANO BARDINI Antonella Nesi
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È innegabile. Chiunque visiti il Museo Stefano Bardini rimane inesorabilmente attratto dalle sue pareti, sala dopo sala, sempre diverse, sempre emotivamente seducenti. Era il 1880 quando l’antiquario Bardini, al culmine del proprio successo, decise di acquistare l’antico e dismesso convento di San Gregorio alla Pace in Piazza de’ Mozzi per farne un elegante palazzo neocinquecentesco da destinare ad esposizione delle antichità in vendita1. Già i due termini “antichità” ed “esposizione” risultano non perfettamente pertinenti alle intenzioni del mercante, il primo perché la qualità delle opere e degli oggetti selezionati era di così alto livello da essere più adatta ad una galleria o a un museo pubblico e il secondo perché una nuova formula allestitiva era destinata ad adombrare gli obsoleti negozi di antiquari, angusti, affollati di oggetti e scarsamente illuminati della Firenze del tempo. Stefano Bardini, con i suggerimenti di Corinto Corinzi, progettò grandi finestroni e innumerevoli lucernari, tali e tanti da rendere le sale luminosissime e in contrapposizione con il denso colore blu delle pareti. Una simbiosi luce/colore che avrebbe permesso la chiara visione degli oggetti e la loro valorizzazione per il contrasto delle cornici dorate e della valenza delle pitture sul fondo carico di pigmenti freddi. La formula del cosiddetto “Blu Bardini” prevedeva infatti la combinazione di blu, di indaco e di violetto, proposta in varie sfumature e che l’antiquario usava a sua discrezione in rapporto agli oggetti e alla luce di ogni singola sala. È ormai noto che i cosiddetti colori freddi hanno tonalità che stanno ad indicare contemplazione, riposo, calma e rilassatezza. Proprio per questo sono chiamati freddi, perchè non suscitano al primo impatto emozioni forti ma piuttosto invitano a meditare. In particolare il blu, soprattutto nelle sue tonalità più chiare, è da sempre ritenuto un colore molto rilassante, adatto a pensieri positivi. Già nei saloni e nelle residenze dei suoi facoltosi clienti russi l’antiquario aveva potuto apprezzare la profusione del blu a decoro dei saloni da ballo e delle sale di rappresentanza, ma inserire tanto colore in un palazzo a destinazione commerciale era ben altra cosa. Nel Museo dell’Accademia, luogo familiare a Bardini per la sua formazione di pittore, si era sperimentato, intorno agli anni sessanta-settanta dell’Ottocento, il colore azzurro per dare risalto ai fondi oro delle pale ecclesiastiche. Due dipinti di Odoardo Borrani, conservati uno nella stessa Galleria dell’Accademia ed un altro presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma, sono chiara testimonianza della presenza del colore sulle pareti di un museo pubblico. Stefano Bardini intendeva quindi proporre ai propri clienti un luogo di carattere museale anche nella soluzione di una tinteggiatura che richiamasse ad eccellenti esempi di istituzioni museali pubbliche della Città. Ne è ulteriore prova lo scalone centrale del Palazzo in Piazza de’ Mozzi, realizzato a imitazione di quello del Palazzo del Bargello, edificio medievale divenuto sede museale per dare ambientazione storica alle collezioni medievali e rinascimentali di Firenze. La vicinanza del Bardini con il Museo Nazionale fiorentino registrò un crescendo
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JOHN CURRIN. PAINTINGS Sergio Risaliti
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La storia dell’arte figurativa è un’inarrestabile sequela di conquiste da Giotto fino ai nostri giorni. In gran parte si deve all’affermazione dell’individualismo artistico e della borghesia, alla dialettica tra committenti e artefici. Ogni conquista figurativa è stata immediatamente confutata dalla successiva, ogni traguardo superato da un nuovo e diverso obiettivo, dopo gli apocalittici sono arrivati gli integrati, per citare una celebre distinzione coniata da Umberto Eco, e il singolo artista si è affermato proponendo la propria alterità rispetto alla concorrenza. Tale evoluzione non è tuttavia da considerarsi secondo uno schema esclusivamente lineare. Si tratta di qualcosa di ben più complesso e reticolare, dove in molti casi il progresso risponde a interessi retroattivi. Come quando l’ispirazione prende slancio dalla riscoperta e dal recupero di materiali e generi più antichi, oppure obsoleti o sepolti. L’artista si sente libero di girovagare per la storia alla ricerca di nuove avventure stilistiche e di nuovi compagni d’arte. A questo proposito, la libertà creativa mal sopporta imposizioni accademiche e sovrastrutture ideologiche che impoveriscono la vita delle forme e reprimono i contenuti visivi. La stessa carriera di un artista può avere un andamento complicato, se non contorto e contraddittorio. L’autore tradisce di sovente se stesso nel progredire e affermarsi della propria attività artistica in modo da soddisfare nuove ambizioni e pulsioni o per reagire a nuovi gusti e interessi, ai più diversi condizionamenti sociali, politici o economici. Così molte volte si ha l’impressione che un grande artista rinasca dopo l’ultima sua prestazione, benché il suo apprezzamento sia già consolidato e il suo stile ampiamente riconosciuto. L’opera, sopraggiunta come qualcosa di alieno e di sorprendente, testimonia la propria genesi all’interno di un campo intricato di nessi e di correlazioni spiazzando di sovente l’establishment critico, incapace di prevedere e poi digerire scarti e deviazioni. In quella novità si legge la gestazione, la nascita e poi la crescita di una realtà pittorica e figurativa prima inesistente, che ora si distingue e si allontana dalla maggior parte delle opere contemporanee, mentre si accosta inaspettatamente ad altre. In casi del genere, e a posteriori, gli storici dell’arte si affidano ai disegni preparatori per studiare il processo creativo dell’artista fin dai primi schizzi. Non è un caso che alcuni pittori o scultori abbiano eliminato tali prove. È il caso ad esempio di Michelangelo Buonarroti che distrusse quasi interamente la sua produzione grafica per non svelare ai posteri le sue fonti e i tanti ripensamenti, oltre al fatto che un’idea figurativa ne potesse generare molte altre. Proprio il Buonarroti è un caso esemplare di come un artista moderno possa progredire mettendo in crisi se stesso, quasi rinnegando le proprie conquiste formali per soddisfare una soggettività tormentata e mai paga, costantemente travolta dalla forza dell’amore carnale e di quello spirituale. Tra gli artisti del XX secolo nessuno come Picasso ha offerto un esempio di libertà creativa: quella dello spagnolo è un’avventura artistica totalmente condizionata da una vitalità irrefrenabile e da un’audacia visuale senza paragoni. Picasso non è certamente un artista lineare e prevedibile. Per molti aspetti, Willem de Kooning è un caso altrettanto esemplare: ha contraddetto le aspettative
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OPERE IN MOSTRA
The Penitent 2004 Olio su tela 106,7 Ă— 86,4 cm Collezione privata 44 / 45
Nude in a Convex Mirror 2015 Olio su tela Diametro: 106,7 cm Collezione privata 58 / 59
MOSTRE PERSONALI
John Currin nasce a Boulder, Colorado, nel 1962. Compie i suoi studi in Belle Arti presso la Carnegie Mellon University a Pittsburg, dove si laurea nel 1984. Nel 1986 conclude il proprio percorso universitario con un Master in Fine Arts a Yale, Connecticut. Vive e lavora a New York.
2016 John Currin: Paintings, Museo Stefano Bardini, Firenze, Italia. 2015 John Currin, Gagosian Gallery, Beverly Hills, CA. 2013 John Currin, Gagosian Gallery, Paris, France. 2012 John Currin, Sadie Coles HQ, London, England. 2011 John Currin, DHC/Art, Montreal, Canada. John Currin meets Cornelis van Haarlem, Frans Hals Museum, Haarlem, Netherlands. 2010 John Currin: New Paintings, Gagosian Gallery, Madison Avenue, New York, NY. 2009 John Currin: Works on Paper, A Fifteen Year Survey of Women, Andrea Rosen Gallery, New York, NY. 2008 John Currin: New Paintings, Sadie Coles HQ, London, England. 2006 John Currin, Gagosian Gallery, Madison Avenue, New York, NY. 2003 John Currin, The Museum of Contemporary Art, Chicago, IL; The Serpentine Gallery, London, England; The Whitney Museum of American Art, New York, NY. New Work 7: John Currin, Works on Paper, The Aspen Art Museum, Aspen, CO. 2002 Regen Projects, Los Angeles, CA. 2001 Andrea Rosen Gallery, New York, NY. 2000 Monika Spruth Galerie, Köln, Deutschland. Sadie Coles HQ, London, England.
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1999 Andrea Rosen Gallery, New York, NY. Regen Projects, Los Angeles, CA. 1997 Andrea Rosen Gallery, New York, NY. Sadie Coles HQ, London, England. 1996 Regen Projects, Los Angeles, CA. 1995 Institute of Contemporary Art, London, England. Andrea Rosen Gallery, New York, NY. Fonds Regional d’Art Contemporain, Limousin, Limoges, France. Donald Young Gallery, Seattle, WA. Jack Hanley Gallery, San Francisco, CA. 1994 Galerie Jennifer Flay, San Francisco, CA. Andrea Rosen Gallery, New York, NY. 1993 Critical Distance, Ado Gallery, Antwerpen, Belgique. Galerie Monika Spruth, Köln, Deutschland. 1992 Andrea Rosen Gallery, New York, NY. 1989 White Columns, New York, NY.
PRINCIPALI MOSTRE COLLETTIVE
2015 Beverly Hills 20-Year Anniversary Invitational Exhibition, 1995–2015, Gagosian Gallery, Beverly Hills, CA. Summer Group Show, Gagosian Gallery, Madison Avenue, New York, NY. Unrealism, Moore Building, Miami, FL. America Is Hard to See, Whitney Museum of American Art, New York, NY. Dans un Intérieur. Meubles, œuvres murales & textiles d’artistes, Almine Rech Gallery, Brussels, Belgique. As Is Is, Altman Siegel, San Francisco, CA. La Peregrina, Royal Academy of Arts, London, England. The Shell (Landscapes, Portraits & Shapes), Almine Rech Gallery, Paris, France. Sleepless — The bed in history and contemporary art, 21er Haus, Österreichische Galerie Belvedere, Wien, Österreich. 2014 She: Picturing Women at the Turn of the 21st Century, David Winton Bell Gallery and the Cohen Gallery, Brown University, Providence, RI. Somos Libres II: Works from the Mario Testino Collection, Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, Torino, Italia. FIERCE CREATIVITY. Pace Gallery, New York, NY. 2013 NYC1993: Experimental Jet Set, Trash and No Star, New Museum, New York, NY. 2012 The Deer, Le Consortium Dijon, Dijon, France. 2010 Crash: Homage to JG Ballard, Gagosian Gallery, Britannia Street, London, England. In the Company of Alice, Victoria Miro Gallery, London, England. 2009 Mary Magdelene, The Metropolitan Opera, New York, NY. 2008 Diana And Actaeon-The Forbidden Sight of Nudity, Stiftung Museum Kunst Palast, Düsseldorf, Deutschland.
Bad Painting, Good Art, MUMUK, Museum of Modern Art, Wien, Österreich.
Centre Pompidou, Paris; Kunsthalle Wien, Österreich, Kunsthalle, Frankfurt am Main, Deutschland.
2007 Old School, Hauser & Wirth Colnaghi, London, England; Zwirner & Wirth, New York, NY. Very Abstract and Hyper Figurative, Thomas Dane Gallery, London, England.
2001 Naked Since 1950, C & M Arts, New York, NY. About Faces, C & M Arts, New York, NY. The Way I See It, Galerie Jennifer Flay, Paris, France. Drawings, Regen Projects, Los Angeles, CA. Works on Paper from Acconci to Zittel, Victoria Miro Gallery, London, England.
2006 In the Darkest Hour there may be light, Opere della Damien Hirst’s Murderme Collection, Serpentine Gallery, London, England. Surprise, Surprise, ICA., London, England. Zurück zur Figur: Marlerei der Gegenwart, Kunsthalle der Hypo-Kulturstiftung, München, Deutschland; Kunsthal Rotterdam, Rotterdam, Nederland. Painting Codes: I Codici della Pittura. Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone, Monafalcone, Italia. Prints. Sadie Coles HQ, London, England. 2005 Girls on Film, Zwriner and Wirth Gallery, New York, NY. Drawing from the Modern, 1975-2005, Museum of Modern Art, New York, NY. Idols of Perversity, Bellwether, New York, NY. In Limbo, Victoria H. Myhren Gallery, University of Denver, CO. Getting Emotional, Institute of Contemporary Art, Boston, MA. 2004 SITE Sante Fe’s Fifth International Biennial, Disparities and Deformations: Our Grotesque, SITE Santa Fe, NM. She’s Come Undone, Artemis Greenberg Van Doren Gallery, New York, NY. Supernova: Art of the 1990s From the Logan Collection: Painting, Sculpture and Photography, San Francisco Museum of Modern Art, CA. 2002 Drawing Now: Eight Propositions, The Museum of Modern Art, Queens, New York. Liebe Maler, male mir…Dear Painter, paint me…Cher Peintre, peins-moi,
2000 Kin, Kerlin Gallery, Dublin, Ireland. 00: Drawings 2000, Barbara Gladstone Gallery, New York, NY. Innuendo, Dee/Glasoe Gallery, New York, NY. Biennial, The Whitney Museum of American Art, New York, NY. Couples, Cheim & Read, New York, NY. 1999 I’m Not Here: Constructing Identity at the Turn of the Century, The Susquehanna Art Museum, Harrisburg, PA. Carnegie International 1999/2000, CI: 99/00,The Carnegie Museum, Pittsburgh, PA. The Great Drawings Show: 1550 to 1999, Kohn Turner Gallery, Los Angeles, CA. Malerei, INIT-Kunsthalle, Berlin. The Nude in Contemporary Art, Aldrich Museum of Contemporary Art, Ridgefield, CO. Troublespot Painting, Museum van Hedendaagse kunst Antwepren (MUIIKA), Antwerpen, Belgique. Examining Pictures: Exhibiting Paintings, Whitechapel Art Gallery, London; Museum of Contemporary Art, Chicago, IL. Etcetera, Spacex, Exeter, England. John Currin and Elizabeth Peyton, Capenter Center for the Visual Arts, Harvard University, Cambridge, MA. Salome: Images of Women in Contemporary Art, Castle Gallery, The College of New Rochelle, New York, NY. Positioning, Center for Curatorial Studies Museum, Bard College, Annandale-on-Hudson, NY.
Questo volume è stato stampato nel mese di giugno 2016 da Forma Edizioni, Italia
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ISBN 978-88-99534-19-6