Report WS Catanzaro 29-30.10.12

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PON GOVERNANCE E AZIONI DI SISTEMA ASSE E – Capacità Istituzionale – Obiettivo Specifico 5.1

CALABRIA Linea A.2 – PROGETTARE Miglioramento dei programmi, dei progetti e della performance

REPORT WORKSHOP “L’inclusione sociale degli anziani nella Regione Calabria” Qualificazione dei servizi semiresidenziali e integrazione con l’ADI Biblioteca Comunale “Filippo De Nobili”, Villa Trieste, Via Iannoni – Catanzaro 29 ottobre 2012 – ore 9.00 – 16.30 30 ottobre 2012 – ore 9.00 – 14.00


CAPITOLO I - Il Workshop nella strategia della Regione Calabria sulle politiche dell’inclusione sociale degli anziani ........................................................................................ 4 1.1 La programmazione regionale 2007 - 2013 nei servizi di cura: le policy di riferimento e la strategia di attuazione. ........................................................................................................ 4 1.2 L’Obiettivo del workshop ...................................................................................................5 1.3. I partecipanti al Workshop ............................................................................................. 6 CAPITOLO II- Dall’idea progettuale espressa dal Comune alla definizione del “Pianeta Anziani Catanzaro” ................................................................................................................. 6 2.1. La metodologia di lavoro .................................................................................................. 6 2.2. Il Centro Anziani Umberto I e l’ idea progettuale del Comune di Catanzaro ..................7 2.3. L’idea progettuale “Pianeta anziani Catanzaro” ...............................................................7 2.4 La valutazione del workshop da parte dei partecipanti ................................................. 11 ALLEGATI E TABELLE.......................................................................................................... 13 Allegato I - Programma workshop ......................................................................................... 13 Allegato II - Elenco dei partecipanti ...................................................................................... 14 Allegato III - Le tabelle .......................................................................................................... 15 Tabella 1 – Caratteristiche e servizi dei Centri diurni per anziani, classificati per aree di miglioramento relative a: ....................................................................................................... 15 Tabella 2 – Il Quadro Logico del progetto sperimentale “Pianeta anziani a Catanzaro” . 16 Tabella 3 - Le condizioni esterne e i rischi ........................................................................... 17 Tabella 4- Le questioni/azioni da affrontare per lo sviluppo della progettazione ............ 18 Tabella 5 - Il piano di azione per la stesura del progetto ...................................................... 19 Allegato IV - Breve descrizione del Quadro Logico (QL) ..................................................... 20 Allegato V- Le foto................................................................................................................. 22


INTRODUZIONE Il progetto Capacity SUD, nell’ambito del quale è stato realizzato il workshop di Catanzaro, è finanziato dal Programma Operativo Nazionale "Governance e Azioni di Sistema" (PON GAS) ed è finalizzato ad accrescere l’innovazione, l’efficacia e la trasparenza delle amministrazioni delle regioni dell’obiettivo convergenza. In particolare, la Linea A.2 di Capacity SUD, denominata PROGETTARE, si pone l’obiettivo del miglioramento dei programmi, dei progetti, del ciclo di gestione delle politiche e delle organizzazioni che quelle politiche realizzano. Il Workshop di Catanzaro rappresenta il terzo step di un processo di progettazione partecipata iniziato nel corso del Seminario di presentazione del Pon Gas Capacity SUD (Lamezia Terme, 5 luglio 2012)e più precisamente del tavolo di lavoro in cui i partecipanti, attraverso una discussione guidata, hanno individuato ambiti di intervento delle politiche regionali su cui sarebbe stato interessante realizzare laboratori di progettazione, coerentemente con lo spirito e gli obiettivi della Linea PROGETTARE di Capacity SUD. In quella sede era emersa la tematica dell’invecchiamento attivo come tematica strategica, a livello europeo, nazionale e regionale, con l’indicazione di perseguire un rapporto di collaborazione in tal senso con l’Amministrazione Regionale . Ai primi di ottobre lo staff di Progetto ha incontrato i Dirigenti regionali – AdG FSE e Dirigente Politiche sociali- condividendo con loro tale orientamento e addivenendo alla decisione di avviare tempestivamente la progettazione di un centro diurno per gli anziani nelle 5 Province calabresi. Il Workshop di progettazione partecipata di Catanzaro si è tenuto, di concerto con l’ Amministrazione Regionale e col Comune di Catanzaro, rappresentato dall’Assessore alle Politiche Sociali, il 29 e 30 ottobre. Il report che segue ha una doppia “identità”:  

Quella di report in quanto riproduce lo sviluppo del lavoro realizzato dal gruppo di partecipanti, pubblici e del privato sociale, contestualizzato all’interno degli indirizzi di policy della Regione e delle scelte operative del Comune di Catanzaro. Quella di idea progettuale in quanto definisce poi il Quadro Logico di Progetto necessario ai responsabili delle politiche sociali comunali di costruire il progetto secondo metodologia PCM.

E’ il risultato quindi di un processo di messa in comune di riflessioni, opinioni e idee, sistematizzati all’interno di una metodologia di progettazione riprodotta in un documento che ha valore in sé come prodotto auto consistente ma che vuole essere soprattutto un prodotto utile alla progettazione esecutiva da parte dell’amministrazione del Comune di Catanzaro. La parte discorsiva del documento riproduce il contesto di policy del lavoro svolto, il processo delle due giornate, i passaggi delle varie fasi dell’idea progettuale man mano che andava definendosi. Gli allegati riproducono gli aspetti di dettaglio dell’attività e la progettazione così come definita dal Quadro logico e dai contributi di tutti i partecipanti, dalle relazioni introduttive alle sessioni di lavoro. A tutti va il ringraziamento dello Staff di progetto Capacity SUD


CAPITOLO I - Il Workshop nella strategia della Regione Calabria sulle politiche dell’inclusione sociale degli anziani 1.1 La programmazione regionale 2007 - 2013 nei servizi di cura: le policy di riferimento e la strategia di attuazione. Una maggiore cura per gli anziani è una delle priorità della riprogrammazione dei fondi comunitari per il Mezzogiorno che il Ministro per la coesione territoriale, Fabrizio Barca ha destinato alle Regioni Obiettivo 1: non solo il sostegno per permettere ad una persona anziana di continuare a vivere nel proprio domicilio, ma anche misure (decise a livello locale) per favorire il mantenimento di legami con il resto della società. Il rischio di restare fuori dalla società cresce con l'incremento del disagio economico e favorire l’invecchiamento attivo significa per prima cosa adottare politiche inclusive ad ampio raggio, di sostegno nella cura, nei servizi, nel rafforzamento positivo della propria identità. Da qui, l’importanza della condivisione e dell’integrazione fra politiche, attori, azioni per l’inclusione sociale: un approccio metodologico che attraversi l’intero ciclo di gestione delle politiche, a partire dalla definizione del policy design attraverso la costruzione di progetti condivisi da tutti i soggetti istituzionali e non, fino alla valutazione in itinere ed ex post.. In Calabria, il piano di riforma dei servizi d’integrazione socio- assistenziali previsto dalla Legge 328/00 e dalla LR.23/2003 che ne ha recepito i contenuti, non ha trovato attuazione e, il percorso che avrebbe dovuto portare alla realizzazione dei Piani di Zona, non è giunto a conclusione. Inoltre, la progressiva riduzione delle risorse finanziarie statali destinate alle politiche sociali ha determinato un azzeramento dei fondi destinati alla non autosufficienza come evidenziato dalla tabella di seguito riportata. Figura 1-I principali fondi statali a carattere sociale ( Mln euro) PRINCIPALI FONDI STATALI A CARATTERE SOCIALE (Mln €)

RISORSE

FONDO NAZIONALE POLTICHE SOCIALI

FONDO POLITICHE PER LA FAMIGLIA

2010

2011

453,3

185,3

2012

275

70

52,5

32

0

0

39

40

,

FONDO PER LA NON AUTOSUFFICIENZA

400

FONDO SERVIZI PER L’INFANZIA

40

,

La strategia regionale è quella di costruire il WELFARE TERRITORIALE: 

rafforzando l’integrazione socio-sanitaria e dando corpo alle azioni strutturali delle politiche come i piani di zona, regolamenti, uffici di piano, co-progettandoli con le amministrazioni locali e con il no profit;


stimolando i territori e le comunità a divenire “imprenditori di rete” attraverso il coinvolgimento attivo in tutti i processi e il supporto concreto da parte dell’amministrazione a creare azioni innovative, partnership virtuose, soggetti collettivi imprenditoriali; mettendo in atto processi finalizzati a rinnovare fiducia nell’ organizzazione pubblica e a creare capitale sociale attraverso processi partecipativi: a partire dalla conoscenza dei problemi e dalla informazione sui servizi, attraverso la identificazione delle esigenze e alla costruzione dei progetti fino a una rendicontazione che permetta di valutare la qualità degli stessi servizi e quindi le opportunità di miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini anziani.

L’opportunità offerta dal “Piano Barca” può essere l’occasione per realizzare un modello di integrazione di servizi replicabile sul territorio. L’obiettivo della Regione Calabria, è quella di realizzare, sulle cinque province di Catanzaro, Cosenza, Vibo, Crotone e Reggio Calabria, 5 progetti pilota nell’ambito dei servizi per gli anziani, immediatamente cantierabili, contestualizzandoli in un’ottica di Sistema, intesa come logica di cooperazione e coordinamento tra Istituzioni e privato sociale. I progetti dovranno avere la garanzia della sostenibilità (Infatti, dopo una prima fase che prevede il sostegno alla gestione con i Fondi del Piano Barca compensati con Fondi Comunali, delle Asp e del PAC, sarà necessario mettere a sistema il progetto): ciò significa considerare già in fase progettuale, tutte quelle possibili strutture e i possibili attori territoriali che possono essere coinvolti nella sostenibilità dei costi di gestione. anche attraverso forme di sostegno con risorse private dei fruitori del servizio. Tutto ciò richiede azioni di sistema che agiscano sulla capacità istituzionale delle amministrazioni coinvolte aiutandole, oltre che a programmare interventi che rispondano alle loro esigenze prioritarie, a dotarsi delle competenze, degli strumenti e delle tecnologie necessarie per una loro efficace attuazione. 1.2 L’Obiettivo del workshop L’invecchiamento attivo ha assunto un grande valore aggiunto nell’ambito della programmazione comunitaria 2007 – 2013, in particolare, l’Anno 2012 è stato proclamato dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell'Unione Europea, Anno europeo dell'invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni. “Rafforzare l’offerta dei servizi per gli anziani non autosufficienti”, è uno degli obiettivi fondamentali della programmazione regionale e nazionale con l’obiettivo di favorire la crescita e l’inclusione sociale con un intervento diretto al rafforzamento della componente socio assistenziale, tipicamente erogata dai Comuni (attraverso gli ambiti sociali), in un’ottica di integrazione sociosanitaria e di presa in carico globale dell’anziano. E’ importante sottolineare, inoltre, come l’integrazione sociale rappresenti una priorità nella strategia Europa 2020, e diventa quindi di fondamentale importanza consolidare ulteriormente il ruolo attivo degli anziani per la comune realizzazione di politiche di sviluppo attive e integrate con il territorio. Alla luce di quanto sopra esposto, il Dipartimento 10 – Lavoro, Politiche della Famiglia, Formazione Professionale, Cooperazione e Volontariato della Regione Calabria ha ritenuto opportuno definire in modo condiviso la programmazione e progettazione di interventi pilota innovativi finalizzati alla qualificazione dell’offerta dei servizi semiresidenziali, attraverso la


creazione di strutture specializzate all’assistenza degli anziani, leggere e rispettose della dignità e della libertà individuale. Il workshop ha avuto quale obiettivo principale la condivisione tra gli attori coinvolti di un metodo di lavoro efficace nella definizione di un modello “ideal-tipico” dei Centri diurni per anziani in integrazione con l’ADI (“il Centro e i servizi che vogliamo”): i risultati del WS saranno successivamente oggetto di approfondimento da parte di esperti e da parte dell’amministrazione regionale, con la quale si pianificherà il percorso di laboratori in cui l’idea progettuale potrà essere sviluppata. Il programma del workshop è riportato nell’Allegato I. 1.3. I partecipanti al Workshop Ai lavori hanno partecipato, oltre al Gruppo di Lavoro FormezPA, che ha condotto e coordinato i lavori, referenti istituzionali appartenenti alle seguenti strutture: -

Dipartimento 10 della Regione Calabria – Lavoro, Politiche della Famiglia, Formazione Professionale, Cooperazione e Volontariato

-

Comune di Catanzaro – Assessorato alle Politiche Sociali

-

ASP di Catanzaro

-

FIELD Ente in house della Regione Calabria

e privato sociale così rappresentato: -

l’Associazione diritti degli anziani (ADA)

-

l’AUSER di Catanzaro Lido.

-

il Centro Servizi al Volontariato di Catanzaro (CSV).

-

il Patronato ACLI (Associazione, Cristiana, Lavoratori Italiani).

L’elenco dei partecipanti al workshop è riportata nell’Allegato II.

CAPITOLO II- Dall’idea progettuale espressa dal Comune alla definizione del

“Pianeta Anziani Catanzaro” 2.1. La metodologia di lavoro Le sessioni di lavoro partecipative sono state condotte da un facilitatore professionista che ha avuto il compito di gestire la discussione favorendo coinvolgimento attivo dei partecipanti, finalizzato al raggiungimento di un risultato concreto: il quadro logico del progetto per un Centro diurno, che integri servizi sociali e sanitari e che realizzi l’obiettivo di dare opportunità inclusive agli anziani . Il facilitatore ha utilizzato un sistema di visualizzazione per organizzare i contributi dei partecipanti in uno schema chiaro e condiviso e per ottenere alla fine di ogni sessione dei “prodotti” utili per il lavoro del gruppo (obiettivi e servizi del Centro, caratteristiche operative, iniziative per attivarlo, ecc.). I paragrafi che seguono illustrano i risultati del workshop dalle sessioni partecipative a partire dall’ idea progettuale già identificata ed espressa dal Comune di Catanzaro


2.2. Il Centro Anziani Umberto I e l’ idea progettuale del Comune di Catanzaro Il Settore delle Politiche Sociali del Comune di Catanzaro ha definito tra le sue priorità quella di rafforzare l’erogazione di servizi a favore degli anziani autosufficienti e non, proponendosi di intercettare le risorse disponibili sui “fondi Barca”. L’idea progettuale proposta dal Comune è quella di rendere attivo l’immobile appena ristrutturato del Centro Anziani Umberto I°, una struttura cittadina che dovrebbe diventare il polo di riferimento nell’offerta di servizi innovativi agli anziani autosufficienti e non autosufficienti. Si tratta di un immobile storico localizzato nel centro della città, con una superficie distribuita su due piani di circa 400- 500 mq a piano. L’immobile è stato ristrutturato dall’Asp (Azienda Sanitaria Provinciale) di Catanzaro con cui il Comune ha già attivato una convenzione per offrire servizi sia di carattere sanitario (nei locali del primo piano, dove si pensa di realizzare anche ambulatori per la cura delle patologie tipiche degli anziani ) che di carattere sociale (nei locali del piano terra) .Nella logica di Distretto, Catanzaro si pone non solo come Comune ma anche come capo fila di Ambito territoriale. La struttura si configura, pertanto, come un Centro “stellare” propulsore di servizi e attività che si coordinano con quelli di altri centri presenti sul territorio del Distretto. La struttura, accoglierà in prevalenza gli anziani ( autosufficienti e non) del centro storico, ma dovrà promuovere iniziative e servizi che investiranno tutto il territorio del Distretto. 2.3. L’idea progettuale “Pianeta anziani Catanzaro” La definizione dell’idea progettuale è stata effettuata attraverso la matrice del Quadro Logico (QL), della quale si fornisce una breve descrizione nell’Allegato IV. Questo esercizio ha comportato un processo articolato in due momenti: una prima fase di “visioning” e cioè di identificazione degli obiettivi e delle caratteristiche dei servizi del “Centro e dei servizi che vogliamo” (v. Tabella 1) e una seconda fase in cui queste idee sono state riorganizzate e collocate all’interno della matrice del QL (v. Tabella 2). Qui sotto si riporta la descrizione dello sviluppo di questo lavoro fino al risultato, vale a dire la matrice del Quadro Logico, e i principali passaggi della discussione che hanno portato a questo risultato. o

Il punto dal quale si è partiti è la necessità che il Comune di Catanzaro, con il supporto della Regione Calabria, Dipartimento 10, predisponga entro la data del 30 novembre 2012 un progetto sperimentale per la creazione e/o riqualificazione di strutture adibite a Centri diurni per anziani in linea con gli orientamenti di invecchiamento attivo della popolazione anziana auspicati a livello comunitario e nazionale.

o

Tale progetto sarà sostenuto dalla Regione Calabria nell’ambito dei fondi messi a disposizione dal Ministero per la Coesione Territoriale nell’ambito del Piano di Azione e Coesione.

o

A questo proposito il Comune ha già provveduto per proprio conto negli anni passati a ristrutturare il Centro Umberto I, rendendolo agibile per un’iniziativa del genere (prevedendo anche, in linea con la richiesta di integrazione tra servizi sociali e sanitari, l’istallazione, nella struttura medesima, di ambulatori ASP) e concependolo come “cuore pulsante” di un sistema di servizi per gli anziani che funzioni “ a stella” (da cui il titolo assegnato al lavoro svolto nel workshop “Pianeta anziani a Catanzaro”), raccordando gli altri Centri anziani della città ed eventualmente anche dell’intero ambito. Ciò è giustificato dalla particolare ubicazione dell’Umberto I nel centro della città, aspetto questo che, pur rendendolo più vicino a una parte dell’utenza (molti anziani risiedono in centro), non potrebbe certo, anche per motivi logistici, soddisfare l’intera utenza.

o

E’ importante precisare che gli utenti del Centro Umberto I sarebbero sia gli anziani autosufficienti sia quelli non autosufficienti, dal momento che è previsto un servizio di trasporto del Comune destinato ad accompagnare gli anziani e i loro familiari presso le


strutture del Centro. La compresenza di servizi sociali e sanitari rappresenta una caratteristica distintiva del Centro Umberto I rispetto agli altri centri esistenti, i quali invece sono rivolti a una utenza anziana autosufficiente. Pertanto, l’obiettivo principale (lo scopo) del progetto sperimentale di centri diurni per anziani è la loro partecipazione attiva alla vita della comunità. Per ostacolare la criticità maggiore messa in luce dalla discussione, che è la tendenza ad emarginare gli anziani dalla vita cittadina e quindi la loro stessa auto emarginazione dalla socialità e il progressivo svilimento del loro ruolo e della loro auto percezione. Per quanto riguarda gli obiettivi generali di questo progetto, essi sono in parte di natura sociale in parte di natura economica 

un rafforzamento dell’identità, nel senso che l’anziano rappresenta un patrimonio culturale che può aiutare le giovani generazioni a definire la loro identità con rapporto al territorio di appartenenza;

una maggiore coesione sociale, nel senso di un riavvicinamento tra i diversi gruppi di età che spesso tendono a non comunicare significativamente tra loro una diminuzione del “carico” familiare, e cioè del lavoro di cura che grava oggi sulle famiglie, sia grazie a una maggiore autosufficienza degli anziani sia in termini di servizi che gli anziani possono offrire alle famiglie;

la riduzione dei costi sanitari, dovuta a un miglioramento dello stato di salute della parte meno giovane della società;

Per quanto concerne i risultati attesi e le relative attività tese al raggiungimento dello scopo del Progetto, un Centro diurno per anziani in integrazione con l’ADI e le ASP dovrebbe offrire i seguenti servizi agli utenti: 

un miglioramento dello stato di salute; a questo proposito l’idea fondamentale è che, data la particolare fisionomia degli utenti, nel Centro dovrebbe essere disponibile un servizio ambulatoriale, da organizzarsi in collaborazione con i servizi sanitari, nel quale siano presenti le specialità mediche specifiche per gli anziani (es. cardiologia, geriatria, ecc.); coerentemente con l’idea di partecipazione attiva e di integrazione degli anziani nella comunità, tali servizi ambulatoriali dovrebbero essere comunque aperti a tutta la cittadinanza e non solamente agli utenti del Centro. Parallelamente ai servizi di assistenza sanitaria, il Centro dovrebbe offrire agli anziani anche una serie di momenti informativi riguardanti temi legati alla salute come per esempio seminari sugli stili di vita più salutari o sull’alimentazione ecc.; di fondamentale importanza diventa, in un Centro anziani, il rapporto con uno dei principali interlocutori degli utenti, e cioè il medico di famiglia, che dovrà sapere interagire con i servizi offerti dal Centro;

un miglioramento della vita di relazione degli anziani; uno dei problemi principali degli anziani, secondo gli operatori presenti nel workshop, è la solitudine, pertanto il Centro dovrà realizzare attività volte a intensificare la vita relazionale dei propri utenti sia con attività di socializzazione e di integrazione attiva tra gli anziani e sia anche con attività di tipo ricreativo che rafforzino l’elemento di relazione tra le persone (mensa, servizi ecc.);

la trasmissione del sapere e quindi la valorizzazione delle culture da parte degli anziani nei confronti della comunità: questa è la tipologia di attività/servizi su cui si è concentrata la maggior parte delle indicazioni dei partecipanti: l’anziano è sicuramente detentore di un sapere “antico” che nelle società di oggi si sta perdendo (dalle ricette ai mestieri tradizionali, ai racconti ecc.): l’idea è che, anche per rafforzare il senso di appartenenza dei giovani alla comunità, gli anziani trasmettano questo sapere attraverso


laboratori esperienziali (scuola di cucina, laboratori sugli antichi mestieri ecc.), tenendo conto del fatto che queste attività sarebbero utili in primo luogo anche per gli anziani stessi giacché darebbe loro la consapevolezza di rendersi utili alla collettività; 

il miglioramento dell’offerta di servizi reali da e per gli anziani; con questa definizione sono incluse due tipologie di attività: da un lato l’offerta di servizi, soprattutto di natura fiscale e amministrativa, diretta agli anziani e dall’altro l’offerta di servizi al territorio da parte degli anziani stessi: per esempio il servizio di “nonno-sitter” e/o servizi di manutenzione (es. idraulica, elettrica, muraria ecc.) col quale valorizzare le competenze degli anziani stessi e, anche in questo caso, renderli utili alla collettività;

la creazione occasioni di svago e di cultura: numerose sono le esigenze che in questo senso gli anziani esprimono e che potrebbero essere soddisfatte da un Centro diurno: attività di tipo turistico, molto apprezzate dagli anziani (gite, escursioni, visite guidate ecc.); attività di tipo ludico (danza, giochi ecc.) e attività di tipo culturale (teatro, concerti, mostre ecc.); è interessante notare che, secondo gli operatori presenti, l’attività più richiesta dagli anziani è il ballo;

l’apprendimento dell’uso e l’accesso a nuove tecnologie: è noto a questo proposito che la classe di età più anziana soffre di un vero e proprio “digital divide” nei confronti delle altre fasce di età: gli anziani rischiano di essere tagliati fuori da una serie di opportunità in quanto non sufficientemente alfabetizzati all’uso delle nuove tecnologie; il Centro potrebbe offrire loro sia un ambiente fisico attrezzato nel quale entrare in contatto, in modo assistito, con le nuove tecnologie (computer collegati in rete ecc.) sia delle attività di formazione e di accompagnamento individualizzato che li rendano più capaci di interfacciarsi con le nuove tecnologie;

l’integrazione coi servizi di mobilità: si è già detto in precedenza come il Comune di Catanzaro abbia approntato un servizio di minibus per accompagnare al Centro Umberto I gli utenti non autosufficienti ma il Centro potrebbe offrire anche altri strumenti che favoriscano la mobilità degli anziani da e per il Centro (es. convenzione con parcheggi ecc.);

L’ integrazione socio-sanitaria: a questo proposito, oltre a quanto già detto in precedenza, è stato proposto di creare dei P.U.A. presso il Centro stesso così come l’erogazione di servizi di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI).

Durante la discussione sono state evidenziate numerose caratteristiche di fondo di un Centro diurno che richiedono un’analisi dei bisogni che chiarifichi quali sono le esigenze e le aspettative degli utenti: 

l’anziano deve percepire come proprio il Centro, diventarne il protagonista e quindi essere coinvolto nella definizione degli spazi e dei servizi

l’ambiente fisico dovrà essere confortevole e accogliente, soddisfacendo l’esigenza di “bellezza” propria di ogni essere umano

il Centro deve essere aperto, permettere cioè anche a categorie sociali diverse dagli anziani di svolgere attività culturali o ricreative, al fine di non ghettizzare gli anziani in questa struttura ma di intensificare le proprie relazioni con la comunità.

L’ integrazione tra servizi sanitari e servizi socio-assistenziali sarà resa possibile dalla tipologia di struttura dell’ Umberto I, dal momento che lo stabile ospiterà al primo e al secondo piano i servizi della ASP e al piano terra i servizi per gli anziani.


Per quanto concerne le ipotesi e precondizioni del progetto, i partecipanti hanno proceduto a identificare tutti quei fattori (v. Tabella 3) che, pur essendo in partenza esterni al progetto, potrebbero concorrere a raggiungerne i risultati (o, visto in negativo, quali rischi ne potrebbero inficiare il successo). In sintesi, questi elementi fanno riferimento a:      

gli aspetti di mobilità esterna e interna (barriere architettoniche), particolarmente rilevanti nel caso di un Centro per anziani; la collaborazione delle famiglie, aspetto anche questo di importanza strategica per il successo del Centro; la promozione dell’iniziativa presso la cittadinanza, nel senso che il successo dell’iniziativa dipenderà anche dall’impatto che essa produrrà sulla comunità e dalla sua accettazione da parte di quest’ultima; il rischio che la presenza di ambulatori ASP aperti al pubblico crei una criticità operativa all’interno del Centro; il rapporto di collaborazione con le agenzie del privato sociale; gli aspetti legati al funzionamento e alla disposizione dei diversi servizi della e nella struttura.

Quest’analisi ha permesso di identificare, a questo punto, ulteriori attività di tipo trasversale:  le attività di informazione e di promozione dell’iniziativa sul territorio;  una verifica dell’adeguamento strutturale interno; la valutazione della sostenibilità economica dell’iniziativa 2.5. Il piano di lavoro per lo sviluppo dell’idea progettuale Una volta definita la proposta progettuale relativa ai Centri diurni per anziani, il gruppo dei partecipanti ha riflettuto sul “come procedere” per perfezionare la progettazione e realizzare le attività progettuali. E’ importante chiarire che il progetto, approssimativamente della grandezza di un milione di euro, finanzierà, oltre ai costi di gestione, anche le opere di ristrutturazione delle strutture. Il lavoro svolto in quest’ultima sessione si è articolato in due parti: 

una prima parte in cui ai partecipanti è stato chiesto da parte del facilitatore quali fossero tutte le questioni/azioni ancora irrisolte o da chiarire o da realizzare in vista dello sviluppo dell’idea progettuale. Tutte queste azioni/questioni sono state suddivise secondo la suddivisione temporale “adesso” (questioni urgenti da definire subito o entro pochi giorni) o “in fase di progettazione esecutiva” o “in fase di realizzazione” (il risultato di questo lavoro è riportato nella Tabella 4);

una seconda parte in cui, sulla base delle sole questioni/azioni delle colonne “adesso” e “in fase di progettazione esecutiva” e di altre idee, il gruppo ha proceduto a definire un piano di lavoro (v. Tabella 5) dal giorno del workshop alla scadenza del 30 novembre prossimo per rendere possibile la presentazione del progetto “Pianeta anziani a Catanzaro” nell’ambito del Piano di Azione Coesione.

Per quanto riguarda le questioni più urgenti (colonna “adesso” della Tabella 4), esse riguardano due esigenze fondamentali: 

la necessità di verificare quali altri strutture nel Comune di Catanzaro siano adatte a diventare i Centri anziani (esistono già due centri del Comune a Ponte Piccolo e Aranceto, nonché una struttura del Comune, l’ex mercato coperto a Catanzaro Lido, che potrebbe essere ristrutturata e diventare uno dei “pianeti” del sistema stellare che si vuole costruire)


che insieme all’Umberto I come centro propulsore costituiscano il sistema “a stella” dei Centri diurni per anziani dell’area; la necessità di contattare e se necessario coinvolgere nel progetto gli stakeholder più significativi, inclusi i Comuni limitrofi.

Per quel che concerne le questioni e le azioni da tenere presenti nella fase di progettazione esecutiva, esse fanno riferimento a: 

  

le risorse umane da impiegare nei centri: è opportuna una valutazione della quantità e della tipologia delle figure professionali da impegnare nei Centri e conseguentemente la definizione delle modalità operative (attivazione e valorizzazione delle risorse del privato sociale) nell’ambito delle quali le diverse figure opereranno; il raccordo tra assistenza sociale e assistenza sanitaria, nella linea di integrazione già richiamata; il materiale di arredo e le soluzioni architettoniche interne, nel senso di verificare attentamente quali siano gli strumenti e le opere di ristrutturazione necessarie; le modalità di gestione dei Centri (soprattutto una valutazione dei costi), con particolare riguardo alla sostenibilità economica dell’iniziativa.

Per quanto riguarda infine le questioni/azioni che possono essere demandate alla fase di realizzazione, queste attengono fondamentalmente agli aspetti operativi dei Centri, vale a dire la definizione di un regolamento del funzionamento dei Centri (orari, servizi ecc.) la predisposizione di bandi di gara per assegnare i servizi e l’aspetto delle autorizzazioni. L’identificazione di queste azioni ha permesso ai partecipanti di condividere un piano di azione (v. Tabella 5) per completare il progetto entro i tempi previsti (30 novembre 2012). Questo piano prevede in sintesi le seguenti azioni: -

-

predisposizione, da parte del Formez, e invio agli attori presenti al workshop del rapporto sul workshop stesso entro il 9 novembre 2012; predisposizione e invio al Comune da parte della Regione Calabria di una check-list o formulario con cui impostare la struttura del progetto entro il 9 novembre 2012; ricognizione e verifica, ad opera del Comune, delle strutture che potrebbero, insieme all’Umberto I, costituire il sistema “a stella” dei Centri anziani a Catanzaro; è importante sottolineare che esiste una struttura, l’ex mercato coperto a Catanzaro Lido, che potrebbe essere ristrutturata per diventare uno dei poli del servizio; predisposizione, ad opera del Comune con la collaborazione della Regione ed eventualmente delle associazioni del privato sociale, del progetto finale “pianeta anziani a Catanzaro” entro il 30 novembre 2012.

2.4 La valutazione del workshop da parte dei partecipanti Al termine del workshop il facilitatore ha chiesto ai partecipanti una valutazione del workshop stesso. Questi in sintesi i giudizi espressi; “Incontro costruttivo, ha risposto all’esigenza di progettazione partecipata.” “Sono rimasto entusiasta di questa modalità di lavoro, il facilitatore ha permesso a tutti di esprimere la propria opinione.” “Ci siamo trovati spontaneamente a condividere l’obiettivo del lavoro.” “Importante la presenza delle istituzioni che ha accolto i suggerimenti del privato sociale.” “Importante questo tipo di incontri per la partecipazione degli operatori del sociale. Ognuno ha imparato dagli altri. Il partenariato è indispensabile nelle politiche sociali.” “Quando le persone si scambiano le idee, tutti ne escono arricchiti. Ora bisogna dare concretezza alle idee.”


“Bellissima esperienza, ci siamo trovati a essere protagonisti. Grazie alle istituzioni che ci hanno dato questa possibilità.” “Grazie alle istituzioni che ci hanno dato la possibilità di lavorare con metodi partecipativi. Non è una pratica così comune. Speriamo di essere coinvolti nella realizzazione del progetto.” “Conoscevo il metodo e sapevo che portava a risultati concreti. Va condiviso e applicato più frequentemente. Vorrei fare un workshop di questo tipo sul problema degli asili nido.” ”Grazie alla Regione per averci messo a disposizione questa opportunità con il Formez. Questa volta abbiamo coinvolto le associazioni nel processo decisionale. E’ necessario instaurare un clima di collaborazione tra tutti gli attori.”


ALLEGATI E TABELLE

Allegato I - Programma workshop

29 ottobre 2012 9.00 – 9.30

Accoglienza e registrazione dei partecipanti

9.30 – 10.00

Saluto e introduzione ai lavori Bruno Calvetta – Direttore Generale del Dipartimento 10 – Lavoro, Politiche della Famiglia, Formazione Professionale, Cooperazione e Volontariato – Regione Calabria Caterina Salerno – Assessore alle Politiche Sociali – Comune di Catanzaro Elena Tropeano – Responsabile della Linea A.2 del Progetto Capacity SUD – Formez PA

10.00 – 11.00

Programmazione regionale 2007 – 2013 nei servizi di cura Alessandra Celi – Dirigente di Servizio – Settore Politiche Sociali – Regione Calabria Renato Scordamaglia – Consulente – Regione Calabria

11.15 – 11.45

Principi fondamentali del PPCM (Programme and Project Cycle Management) per una progettazione di qualità Federico Bussi – Formez PA

11.45 – 13.30

Creazione di una visione comune degli obiettivi e delle attività del Centro diurno in integrazione con l’ADI (Sessione partecipativa – I parte) Federico Bussi – Formez PA

13.30 – 14.30

Light Lunch

14.30 – 16.30

Creazione di una visione comune degli obiettivi e delle attività del Centro diurno in integrazione con l’ADI (Sessione partecipativa – II parte) Federico Bussi – Formez PA

30 ottobre 2012 9.00 – 14.00

Definizione di azioni comuni per lo sviluppo del Centro diurno in integrazione con l’ADI (Sessione partecipativa) Federico Bussi – Formez PA


Allegato II - Elenco dei partecipanti

Cognome

Nome

Ente/Organizzazione di appartenenza

Ruolo

De Vito

Alessandra

ADA

Volontario direttivo

Frontera

Alberto

ADA Calabria

Presidente

Migliarese

Francesca

ADA Catanzaro

Presidente

Caccia

Franco

ASP Catanzaro

Scalise

Angelo

AUSER

Dirigente/Sociolo go Volontario

Ferraiolo

Antonio

Comune di Catanzaro

Dirigente

Gigliotti

Flora

Comune di Catanzaro

Assistente sociale

Melito

Leonardo

Comune di Catanzaro

Funzionario

Procopio

Serina

Comune di Catanzaro

Assistente sociale/Responsa bile centri sociali

Salerno

Caterina

Comune di Catanzaro

Assessore

Menniti

Giulia

CSV – Centro Servizi per il Volontariato

Responsabile promozione

Colistra

Maria Teresa

FIELD

Morelli

Giuseppe

FIELD

Collaboratore

Scordamaglia

Renato

FIELD

Collaboratore

Basile

Luigi

Patronato ACLI CZ

Direttore provinciale

Celi Parente

Alessandra Angelo

Regione Calabria Regione Calabria

Dirigente Funzionario

E-mail calabria@uilpensio nati.it adacalabria@libero.it calabria@uilpensio nati.it francocaccia@liber o.it ausercz@tin.it antonio.ferraiolo@ comunecz.it politiche ociali.dipendenze @comunecz.it leonardo.melito@c omunecz.it politiche sociali.dipendenze @comunecz.it assessore.salerno@ comunecatanzaro.i t segreteria@csvcata nzaro.it teresacolistra@yah oo.it giuseppemorelli1@ gmail.com scordam@gmail.co m catanzaro@patron ato.acli.it – luigi.basile@acli.it a.celi@regcal.it a.parente@regcal.it


Allegato III - Le tabelle Tabella 1 – Caratteristiche e servizi dei Centri diurni per anziani, classificati per aree di miglioramento relative a: SALUTE

RELAZIONE

TRASMISSIONE SAPERE

SERVIZI REALI

Centro attrezzato per terapia fisica assistita con ausilio oltre che di fisioterapisti anche di psicologi

Aggregazione e socializzazione anziani autosufficienti e non autosufficienti per integrazione attiva con animazione, giochi, mensa, servizi barbiere, ecc.

Luogo dove le donne anziane svolgano attività di cucina sui sapori antichi

Risposte alla sua esigenza di servizi

Luogo integrazione con i servizi sanitari ASP CZ e utilizzo palestra

Attraverso le diverse attività’, attivare un processo di scambio interpersonale

Integrazione sociosanitaria Informazione su stili di vita salutari

Protagonisti di eventi esterni

Luoghi di incontro tra gli anziani provenienti dai comuni dell’ambito per i loro racconti di vita Riempire le sue “giornate” ed organizzi le sue “potenzialità’”

Luogo in cui gli anziani usano le loro capacità’ – abilità Spazio scuola di cucina

Polo assistenza fiscale con rapporto personalizzato e non burocratico Wi–Fi / accessibilità internet Svolgere attività di svago

Attività/servizi trasversali

Ambiente confortevole

Venire incontro ai loro desideri e bisogni

Protagonismo degli anziani e delle loro famiglie

Spazio nonno/a sitter

Verifica bisogni “in ingresso”

Incontri tra anziani– minori

Corsi di lavori artigianali

Centro aperto all’ascolto

Luogo percepito come proprio. appartenenza consapevole

Svolgere attività di svago

Ambiente confortevole e pieno d’amore Seminari/momenti culturali sull’invecchiamento attivo aperti alla comunità


Tabella 2 – Il Quadro Logico del progetto sperimentale “Pianeta anziani a Catanzaro” Obiettivi generali

Rafforzamento dell’identità

Riduzione costi sanitari

Diminuzione carico familiare

Maggiore coesione sociale

Obiettivo Partecipazione attiva alla principale vita della comunità Risultati Miglioramento dello stato di salute

Miglioramento Trasmissione Servizi reali Occasioni di Accesso alle Mobilità della vita di del sapere svago e nuove facilitata relazione cultura tecnologie R.1 R.2 R.3 R.4 R.5 R.6

Integrazione socio assistenziale R.7 e socio sanitaria R.8

Attività

Servizi sanitari ambulatoriali

Attività relazionali

A1.1 Struttura/servizi di aiuti della persona A.1.2 Rapporto/collaborazione con i medici di famiglia A.1.3 Attività trasversali: Attività di promozione e informazione sul territorio

Laboratori esperienziali

A.2

A.3

Servizi di manutenzion e

Attività turistiche

A.4.1 A.5.1 Servizi Attività fiscali/ammi ludiche nistrativi A.4.2 A.5.2 Attività culturali A.5.3

Verifica adeguamento strutturale interno

Attività formative e accompagnamento A.6

Servizi di mobilità per non autosufficienti

Creazione P.U.A.

A.7.1 A.8.1 Convenzione Servizi ADI per parcheggi

Valutazione sostenibilità

A.7.2

A.8.2


Tabella 3 - Le condizioni esterne e i rischi Attuale situazione economica rischio mancanza risorse finanziarie

Collaborazione delle famiglie

Mancata conoscenza delle opportunità offerte dal Centro

Adeguamento strutturale

Rischio che la presenza di ambulatori aperti al pubblico finiscano con il saturare la disponibilità per gli anziani Rapporto con i medici di famiglia Bisogno delle persone anziane di essere attive

Prevenzione sociale

®

Informare il territorio sui servizi del Centro Disponibilità limitata di parcheggi

® Accessibilità / barriere architettoniche nei dintorni

Difficoltà di spostarsi

Efficienza servizio trasporti pubblici La residenzialità correlata alla presenza di cucine e fruizione di pasti potrebbe trasformare il Centro in un “deposito” per anziani Coinvolgimento attivo del volontariato

Difficoltà correlate alla situazione del trasporto pubblico e alla carenza di aree di sosta e parcheggio nelle aree circostanti al Centro Scarsa dialettica fra le istituzioni chiamate alla riuscita del progetto Rete/dialogo tra comune/i e terzo settore Rete di trasporti non adeguata per i beneficiari ® Scarsa collaborazione delle famiglie

®

Miglioramento accesso esterno alla struttura


Tabella 4- Le questioni/azioni da affrontare per lo sviluppo della progettazione

ADESSO Necessità di una struttura idonea: - Accessibilità - Parcheggi - Verde E’ interessante per gli utenti finali? Abbiamo coinvolto tutti gli stakeholder necessari? Incontro con i comuni dell’ambito di zona

IN PROGETTAZIONE ESECUTIVA

IN FASE DI REALIZZAZIONE

Decidere le modalità di gestione del Centro

Espletamento bando di gara per gestione servizi

Formazione operatori e volontari Figure professionali impiegate per il funzionamento del Centro Riassetto organizzativo personale settore politiche sociali e individuazione figure professionali per il Centro Definire modalità integrazione sociosanitaria Protocolli di intesa con ASP, Associazioni, CSV, Geriatri, ecc. Dotazione della struttura di moderni supporti per non autosufficienti (es. porte con apertura automatica) Verifica materiale d’arredo e possibile integrazione Verifica reale degli adeguamenti architettonici interni Altri Centri collegati e costi eventuali di ristrutturazione Costi di gestione per utente non autosufficiente e autonomi

Autorizzazione al funzionamento Flessibilità: - Attività interne - Attività esterne Regolamentazione Centri diurni anziani


Tabella 5 - Il piano di azione per la stesura del progetto AZIONE

RESPONSABILE

PRODOTTO

DATA SCADENZA

RAPPORTO SU WS 29 e 30 OTTOBRE 2012

FORMEZ

REPORT

ENTRO 9/11/2012

CHECK LIST

REGIONE

CECK LIST (FORMULARIO)

ENTRO 9/11/2012

RICOGNIZIONE DELLE STRUTTURE E ALTRE VERIFICHE

UFFICIO TECNICO COMUNE DI CATANZARO

RELAZIONE

WORKSHOP 29-30 NOVEMBRE 2012

FORMEZ

REDAZIONE FINALE PROGETTO FINALE MINISTERO PER LA COESIONE TERRITORIALE

30 Novembre 2012


Allegato IV - Breve descrizione del Quadro Logico (QL)

La matrice di progettazione del Quadro Logico Il Quadro Logico è una matrice di progettazione, largamente usata nei programmi promossi dalla Commissione Europea e da altri organismi internazionali, molto utile per definire in maniera chiara i diversi elementi di un intervento progettuale e per visualizzarli in modo efficace, favorendo quindi anche una riflessione comune sul progetto. Essa è lo strumento di progettazione usato nella metodologia GOPP (Goal Oriented Project Planning), parte integrante dell’approccio PPCM (Programme and Project Cycle management). Prima di presentare il Quadro Logico nel suo formato standard completo, è opportuno spiegare qual è il significato della sua parte più significativa, la logica di intervento. La logica di intervento è articolata in quattro livelli, legati tra loro da un rapporto di causa-effetto in senso verticale, dal basso verso l’alto, secondo il quale le attività portano ai risultati, i risultati conducono al raggiungimento dello scopo del progetto e lo scopo contribuisce al raggiungimento degli obiettivi generali. Significato e definizione dei livelli del Quadro Logico LOGICA DI INTERVENTO

Obiettivi Generali

DEFINIZIONE (Che cos’è ?)

I benefici sociali ed economici di medio e lungo termine al Perché il progetto è raggiungimento dei quali il importante per la società ? progetto contribuirà

Il beneficio “tangibile” per i beneficiari (il miglioramento Scopo del progetto di una condizione di vita dei (Obiettivo beneficiari o di una aspetto specifico) importante di una organizzazione) Risultati

Attività

SIGNIFICATO (A che domanda risponde ?)

I servizi che i beneficiari riceveranno dal progetto Ciò che sarà fatto durante il progetto per garantire la fornitura dei servizi

Perché i beneficiari ne hanno bisogno ? Cosa i beneficiari saranno in grado di fare, di sapere o di saper fare grazie alle attività del progetto Cosa sarà fatto per fornire i servizi ?

Di seguito vengono illustrati con maggiore dettaglio i quattro livelli della logica di intervento di un progetto. 

Obiettivi generali. Essi sono i benefici sociali e/o economici di lungo termine per la società in generale (non solo e non tanto quindi per i beneficiari del progetto) ai quali il progetto contribuirà. Questi obiettivi non vengono raggiunti esclusivamente tramite il progetto ma con il contributo di altri interventi o progetti o programmi. Essi sono attinenti a diversi aspetti di carattere sociale ed economico, pertanto il singolo progetto potrà prevedere più obiettivi generali. E’ importante sottolineare come il progetto non sia responsabile di raggiungere questi risultati.


Scopo del progetto. (Anche definito come obiettivo specifico). Esso indica i benefici o il beneficio tangibile che i beneficiari otterranno mettendo a frutto i servizi che riceveranno nell’ambito del progetto. In particolare, lo scopo del progetto definisce l’aspetto o condizione della vita dei beneficiari che registrerà un miglioramento a seguito dell’utilizzo dei servizi forniti nell’ambito del progetto. Di norma, è opportuno che il progetto stabilisca un solo obiettivo specifico. A differenza degli obiettivi generali, a cui il progetto può contribuire insieme ad altri fattori, il progetto è direttamente responsabile del raggiungimento dell’obiettivo specifico. Per beneficiari di un progetto si intendono gli individui i cui problemi sono affrontati dal progetto e non il personale delle organizzazioni impegnate nella sua realizzazione.

Risultati. Questi si riferiscono ai servizi che i beneficiari, o altri soggetti facenti parte del contesto specifico, otterranno a seguito delle attività realizzate nell’ambito del progetto. Essi definiscono cosa i beneficiari saranno in grado di fare, di sapere o di saper fare grazie alle attività del progetto. I risultati non riguardano le infrastrutture realizzate ma i servizi offerti nell’ambito di tali infrastrutture.

Attività. Tale termine indica le azioni che saranno realizzate nell’ambito del progetto per fornire i servizi necessari ai beneficiari o ad altri soggetti.

E’ importante sottolineare che mentre il progetto non è direttamente responsabile di raggiungere gli obiettivi generali (che ne costituiscono piuttosto la “giustificazione sociale”), esso è responsabile di conseguire l’obiettivo specifico, il cui raggiungimento determina l’efficacia del progetto stesso. L’obiettivo specifico di norma viene raggiunto dai beneficiari dopo che il progetto è stato portato a termine. Ciò che resta sul campo, a progetto appena terminato, sono i risultati, vale dire quello che i beneficiari sono in gradi di fare, di essere o di saper fare grazie alle azioni del progetto. Di norma il Quadro Logico è, nella sua versione completa, presentato secondo il seguente formato: Formato completo del Quadro Logico LOGICA DI INTERVENTO

INDICATORI

FONTI DI VERIFICA

IPOTESI

Obiettivi Generali Scopo (Obiettivo specifico) Risultati Attività Precondizioni Per ciascuno dei quattro livelli già descritti, che insieme rappresentano la logica di intervento del progetto, si identificano gli indicatori di raggiungimento, le fonti presso le quali reperire i dati a essi relativi e soprattutto le ipotesi, definibili come quei fattori o condizioni esterni al progetto ma importanti per raggiungere i risultati e gli obiettivi del progetto. L’esistenza delle ipotesi scaturisce dalla considerazione che gli interventi progettuali, spesso per mancanza di risorse o di competenza degli attori, non possono operare in più settori allo stesso tempo. Questo fa sì che per raggiungere certi obiettivi cosiddetti finali, il progetto debba appunto “ipotizzare” che altre condizioni, assolutamente esterne e indipendenti dal progetto, si verifichino.


Allegato V- Le foto


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