PRINCIPI DI
GEMMOTERAPIA
Indice 1. Che cos’è la Gemmoterapia, pag.1 1.1 Definizione, pag.2 1.2 La composizione dei tessuti embrionali, pag.2 1.2.1 Gemme, pag.2 1.2.2 Ormoni vegetali, pag.3 1.2.2.1 Auxine, pag.3 1.2.2.2 Gibberelline, pag.4 1.2.2.3 Citochine, pag.4 1.2.2.4 Acido abscissico, pag.5 1.2.2.5 Etilene, pag.5 1.2.3 Altri componenti, pag.5 1.2.4 Tra gli altri componenti: Steroli e Stimoline, pag.6 1.2.5 Steroli e Stimoline per il Benessere, pag.6 1.2.6 Immunomodulazione, pag.7 2. Le cellule staminali, pag.8 2.1 Tipologie di cellule staminali, pag.9 2.2 Potenza replicativa delle cellule staminali, pag.10 3. La ricerca, pag.11 3.1 Studi sperimentali, pag.11 3.1.1 Propilo proteico, pag.11 3.1.2 Linee cellulari, pag.11 4. Il drenaggio, pag.13 4.1 Definizione, pag.13 4.2 Il drenaggio in gemmoterapia, pag.13 4.3 Posologie per un corretto drenaggio, pag.14 4.4 Tecniche del drenaggio, pag.15 4.4.1 Drenaggio di terreno, pag.15 4.4.2 Il Terreno, pag.15 4.4.3 Recettività, pag.17 4.4.4 Drenaggio specifico per organi emuntori, pag.18 5. Medicina funzionale, pag.19 5.1 Individualità biochimica, pag.19 5.2 La funzionalità biomeccanica, pag.20 5.3 L’aspetto psicosomatico, pag.21
6. Pratica clinica 6.1 Correlazione gemmoderivati - Apparati 6.2 Un gemmoderivato per patologia 6.3 Gemmoderivati e apparati 6.3.1 Apparato Urogenitale 6.3.2 Apparato Cardiovascolare 6.3.3 Apparato Osteoarticolare 6.3.4 Apparato Digerente 6.3.5 Apparato Nervoso 6.4 Gemmoterapia in Geriatria 6.5 Gemmoterapia in Pediatria 6.6 Gemmoterapia in Ginecologia 6.7 Gemmoterapia negli stati Allergici
1. Che cos’è la gemmoterapia 1.1 Definizione La gemmoterapia è un metodo terapeutico, di ambiente fitoterapico, che utilizza tessuti vegetali freschi allo stato embrionale, quali gemme o altri tessuti in via di accresci- mento (giovani getti, giovani radici, scorza delle radici, semi, scorza dei giovani fusti, etc..) I tessuti embrionali sono preparati secondo una particolare procedura, codificata nella Farma- copea francese ed europea, che porta all’ottenimento del macerato glicerinato.Tale prepara- to viene quindi, generalmente, diluito alla prima decimale hahnemanniana. Il medico belga Pol Henry (1918-1988), per primo, negli anni Cinquanta, pensò all’impiego terapeutico dei tessuti vegetali freschi raccolti allo stato embrionale. Le prime gemme che studiò furono quelle della Betula pubescens, e individuò nell’alcool e nella glicerina i solventi adatti per estrarre in modo ottimale i principi presenti nei tessuti embriona- li. L’utilizzo di questi solventi non è casuale ma giustificata dalle caratteristiche estrattive di questi elementi: l’acqua, naturalmente contenuta nelle gemme, dissolve i principi idrosolubili tra cui alune vitamine, alcuni flavonoidi, i sali minerali e i tannini – l’etanolo circolato dissolve gli alcaloidi, diversi eterosidi, i glucosidi e le vitamine – il glicerolo vegetale da palma dissol- ve le cere, i fenoli, i le gomme, i pigmenti, i flavonoidi e contribuisce alla stabilizzazione di alcune molecole. Tale metodica fu definita dal Dr. Henry fitoembrioterapia e la descrisse come un “sistema terapeutico basato sull’energia potenziale dei vegetali”. La potenzialità dei tessuti embrionali è quella di poter attivare alcuni processi biologici dell’organismo in quanto caratterizzati da un’intensa attività di moltiplicazione cellulare e di processi anabolici che concorono all’organogenesi: l’estratto delle gemme è un concentrato di energia vitale e di memoria biologica. Gli studi di Paul Henry furono basati sull’analisi delle variazioni del profilo proteico rilevabili tramite elettroforesi: ciò permetteva di visualizzare nell’uomo l’attività di un vegetale allo stato embrionale. Il presupposto di partenza era che negli embrioni delle piante fossero presenti sostanze particolari, sia per qualità che per quantità, capaci di svolgere una precisa azione sul profilo proteico dell’individuo da trattare. L’utilizzo clinico dei gemmoderivati si deve ai medici omeopati Julian O.A., Berge- ret C., e in particolare al dottor Max Tètau, che negli anni Settanta si ispirarono ai principi del drenaggio omeopatico nell’utilizzo utilizza degli estratti di gemme vegetali o altri tessuti embrionali vegetali in via di accrescimento, raccolti freschi e sottoposti alla tecnica estrattiva messa a punto da Paul Henry. 1
Il concepimento della gemmoterapia come metodo terapeutico complementare da attuarsi durante una prescrizione omeopatica come metodo di drenaggio fu compiuta. L’utilizzo dei gemmoderivati consentiva, infatti, da un lato di eliminare le sostanze tossiche dall’organismo e quindi di ridurre i rischi di malattia, dall’altro favoriva l’efficacia del medica- mento omeopatico. “La Gemmoterapia è certamente un apporto interessante per il medico di forma- zione ippocratica, sia egli omeopata, allopata, generico o specialista. Trattando apparato per apparato, organo per organo, il metodo aumenta le difese tessutali e ristabilisce i metaboli- smi locali alterati. Per la sua azione elettiva sui vari emuntori del corpo umano e per la stimolazione più generale che esercita sul sistema reticolo-endoteliale, la gemmoterapia assicura una profonda e durevole disintossicazione, che pone l’organismo nelle migliori condizioni. Sprovvista di qualunque tossicità, nonostante la sua efficacia, essa s’integra perfettamente nell’ideale terapeutico definito da Ippocrate. Se la natura non è sufficiente per la guarigione, l’Arte insegna a esercitare dolci sforzi, disturbandola in modo che essa si liberi senza alcun rischio da ciò che la sovraccarica”.
1.2 La composizione dei tessuti embrionali La gemmoterapia utilizza i tessuti meristematici (o embrionali) in via di differenzia- zione (gemme, giovani getti, giovani radici, etc..) e per tale motivo viene anche designata come fitoembrioterapia o meristemoterapia. Abitualmente il termine più in uso è gemmote- rapia, in quanto sono le gemme a essere maggiormente impiegate. Nella fase di crescita, i tessuti come le gemme e i giovani getti, contengono alte dosi di minerali, vitamine, enzimi, antiossidanti, nonché una grande quantità di informazioni geneti- che utili per la formazioni della pianta adulta. 1.2.1 Gemme La gemma può essere considerata come una fonte di cellule: essa infatti è costituita dal tessuto meristematico, che ha il compito di costruire miglialia di cellule vegetali indispensa- bili per la crescita e il pieno sviluppo della pianta. Nei tessuti embrionali sono presenti, infatti, biostimoline tissutali o fattori di crescita che ne controllano e ne regolano lo sviluppo armonioso. Ciò che caratterizza la gemma è la peculiarità di “poter trattenere in un piccolo spazio buona parte del germoglio già abbozzato (gemma nuda), spesso chiuso entro un sistema alveolare di protezione che ne permette la vitalità e ne assicura l’integrità nella stagione avversa (gemma vestita). […] Qualcosa di analogo avviene per le radici, con la differenza che le radici secondarie si generano non da vere gemme, ma da primordi che traggono origine da tessuti interni di quest’organo. Le gemme nude sono composte quindi interamente da tessuto meristematico, mentre le gemme vestite presentano le cellule meristematiche (apice meristematico) avvolte da squame con funzioni di protezione: appare ovvio come le due parti possano presentare composizione chimico-farmacologiche diverse. 2
1.2.2 Ormoni Vegetali
La comunicazione fra cellule meristematiche è mediata dall’azione di messaggeri chimici chiamati ormoni. Similmente agli animali, le piante hanno un sistema ormonale che aiuta la regolazione delle loro attività fisiologiche e agiscono nel mantenimento dell’omeostasi. Generalmente gli ormoni delle piante sono suddivise in 5 grandi categorie: auxine, citochine, gibberelline, acido abscissico ed etilene. Nelle cellule gli ormoni interagiscono con proteine specifiche definite recettori. Gli ormoni vegetali (fitormoni), attivi a piccolissime quantità e pressoché ubiquitarie nel mondo vegeta- le, sono composti organici prodotti dalle piante di cui controllano e regolano l’accrescimento e le altre funzioni della vita vegetale. È utile ricordare che gli ormoni della crescita si trovano solo nelle gemme e negli altri tessuti meristematici e non nella pianta adulta.
1.2.2.1 Auxine
Presentano una struttura molecolare simile al triptofano e vengono elaborate dall’apice vegetativo, mobilitando le sostanze nutritive e determinando la sintesi proteica necessaria alla divisione cellulare apicale. Si ritiene che l’acido indol-3-acetico (IAA), isolato nel 1942, rappresenti, in termini fisiologici, l’auxina più significativa delle piante. L’acido Indolo-3-acetico (IAA) è stata la prima molecola isolata del gruppo delle auxine;; è sintetizzato dalla pianta dall’aminoacido triptofano. Gioca un ruolo fondamentale nella distensione della cellula e nell’inibizione della crescita delle gemme laterali. L’IAA induce inoltre un aumento dell’estensibilità delle pareti cellulari e previene la caduta prematura dei frutti e delle foglie dei fiori. Alcune delle risposte provocate dalla presenza di auxina sono (Davies ,1995;; Mauseth, 1991;; Ravien, 1992;; Salisbury and Ross, 1992). Stimola la distensione della cellula;; Stimula la suddivisione cellulare nel cambio apicale in combinazione con le citochine nei tessuti;; Stimola la differenziazione tra il legno e il floema;; Stimola l’accrescimento della radice e l’inibizione della crescita delle gemme laterali;; Regola il tropismo della pianta nei confronti dei fattori esterni che agiscono su di essa Regola la senescenza delle foglie Può inibire o indurre l’abscissione delle foglie e dei frutti;; Regola la maturazione dei frutti;; Promuove la fioritura nelle Bromeliacee Stimola la crescita deli fiori;; 3
1.2.2.2 Gibberelline
A differenza delle auxine che sono classificate sulla base della loro funzione, le gibberelline sono classificate principalmente sulla base delle loro strutture e solo secondariamente sulla base della loro funzione. Tutte le gibberelline derivano da una struttura base;; le gibberelline sono denominate GA1, GA2, GA3,...,GAn, in ordine di scoperta. L’acido gibberellinico è stata la prima gibberellina ad essere scoperta (GA1). Sono correntemente state scoperto 136 gibberelline da piante, funghi e batteri. Le gibberelline determinano cambiamenti della giovinezza e nella sessualità fiorile, e promuovono la formazione di frutti, la loro crescita e la germinazione dei semi. Le gibberelline attive hanno mostrato diversi effetti fisiologici, ciascuno dipendente dal tipo di gibberellina presente nella specie della pianta esaminata. Le gibberelline: Stimolano l’estensione della pianta tramite la stimolazione della suddisivione cellulare;; Stimolano la foritura;; Interrompono la dormienza dei semi nelle piante che richiedono la stratificazione o la luce per l’induzione della germinazione;; Stimolano la produzione dell’enzima a-amylase nella germinazione dei cereali per la mobilizzazione dei semi di riserva;; Induce l’espressione sesuale del fiore;; Può causare lo sviluppo di frutti privi di seme;; Può influire sui tempi di senescenza delle foglie e dei frutti agrumati;; 1.2.2.3 Citochine Alcuni degli effetti causati dalle citochine sono: Stimolazione della suddivisione cellulare;; Stimolazione della morfogenesii (iniziazione della formazione del getto);; Stimolazione della crescita delle gemme laterali;; Stimolazione dell’espansione della foglia risultante dall’ingrandimento della cellula;; Promuovono la conversione di ezioplasti in clororoplasti tramite la stimolazione della fotosintesi clorofilliana;; Stimolano il metabolismo e la divisione cellulare e sono pertanto in grado di regolare il ciclo cellulare vegetale. Le citochine innescano la proliferazione cellulare in tessuti che contengono concentrazione ottimale di auxine. Le citochine ritardano inoltre la senescenza e stimolano la mobilitazione delle sostanze nutrienti e promuovono la sintesi di proteine fotosintetiche.
4
1.2.2.4 Acido abscissico L’acido abscissico è un componente naturale delle piante;; L’ABA è una molecola di 15 atomi di carbonio configurati in un anello alifatico con un doppio legame, tre gruppi metilici e una catena insatura che termina con un gruppo carbossilico. La produzione di ABA nelle piante è accentuato dallo stress a cui la pianta stessa può essere sottoposta per via di mancanza d’acqua o temperature troppo rigide. Alcune delle risposte fisiologiche associate all’acido abscissico sono: Stimola la chiusura degli stomi (lo stress indotto dall’acqua in mancanza o in eccesso, porta ad un aumento nella sintesi di ABA);; Inibisce la crescita dei giovani getti;; Inibisce l’azione delle gibberelline nella stimolazione della sintesi dell’a-amilase;; Ha effetti sull’induzione e sul mantenimento della dormienza;; Induce la trascrizione dei geni;; 1.2.2.5 Etilene L’etilene svolge un ruolo importante nella maturazione dei frutti stimolando la sintesi degli enzimi litici (pectinasi, ad esempio). Le piante che diventano insensibili all’etilene in seguito a una mutazione presentano fenotipi caratteristici: allungamento eccessivo, ritardo o assen- za di maturazione dei frutti, fiori che durano a lungo e non appassiscono. È risaputo che l’etilene è l’unico ormone gassoso e influenza i seguenti processi: Stimola il termine della dormienza;; Stimola la crescita e la differenziazione dei getti e delle radici;; Stimola l’abscissione delle foglie e dei frutti;; Stimola l’apertura dei fiori;; Stimola la senescenza dei fiori e delle radici;; Stimola la maturazione del frutto;; 1.2.3 Alri componenti Nelle gemme, oltre alle biostimoline, si trovano amminoacidi (in particolare argini- na, prolina, alanina), sostanze minerali, oligoelementi, enzimi, vitamine e importanti concen- trazioni di flavonoidi (antociani, favoni e altri pigmenti). L’efficacia dei gemmoderivati deriva, come avviene sempre in ambito fitoterapico, dall’impiego del fitocomplesso, e cioè dall’insieme dei componenti presenti nella pianta. La presenza delle biostimoline (o fattori della crescita) determina comunque una parte importante delle proprietà terapeutiche dei gemmoterapici. Già nel 1945 Filatov, nelle sue teorie sullo stress e sull’utlizzo delle sostanze adattogene impiegate per contrastarlo, aveva sottolineato il valore delle biostimoline: “Ogni tessuto umano, animale o vegetale, mantenuto in stato di sopravvivenza, messo però in condizioni di sofferenza, reagisce difendendosi con la produzione di speciali sostanze di resistenza (stimolatori biogeni o biostimoline) che 5
introdotte a loro volta in un organismo vivente umano, animale o vegetale, ne riattivano i processi organici vitali migliorando la potenzialità difensiva verso le alterazioni morbose”. Quanto esposto, oltre a confermare l’efficacia terapeutica di tali preparati e la loro innocuità, può rappresentare un incentivo a potenziare la ricerca per quanto riguarda gli ambiti d’impiego nell’utilizzo clinico. 1.2.4 Tra gli altri componenti: Steroli e stimoline È provato che gli steroli e le stimoline presenti nelle piante sono efficaci nella modulazione del sistema immunitario e, di conseguenza, possono essere un grande aiuto per le persone che soffrono dei sintomi correlati a varie patologie autoimmunitarie. Esiste un approccio alternativo a quello dell’immuno-soppressione fino ad oggi utilizzato, che cade sotto la branca dell’immunologia e prende il nome di NEURO-IMMUNO-MODULAZIONE L’approccio prevede, tramite l’uso di steroli e stimoline, il potenziamento di alcune cellule e l’inibizione di altre, tutte facenti parte del sistema immunitario. Questa modulazione ha avuto grande successo nel trattamento di diversi casi di patologie autoimmunitarie. Una risposta efficace dal punto di vista immunologico coinvolge due grandi gruppi di cellule, i linfociti e le cellule-T. I Linfociti derivano dalla linea linfoide delle cellule staminali multipotenti presenti nel midollo osseo e a seconda del luogo, all'interno dell'organismo, nel quale avviene la maturazione cellulare, si ottengono due linee linfocitarie ben distinte: i linfociti B e i linfociti T. Il luogo di maturazione dei linfociti risulta appunto diverso a seconda delle caratteristiche che questi hanno;; il linfocita T infatti matura pienamente nel timo, mentre i linfociti B e NK (Natural Killer, i nostri linfociti "ancestrali") hanno piena maturazione nel midollo osseo, ovvero dove nascono. Il timo svolge un ruolo importante nello sviluppo del sistema immunitario, essendo il sito primario che permette la maturazione delle cellule-T.
1.2.5 Steroli e stimoline per il Benessere Le cellule-T sono di due tipi: linfociti T-helper (CTH) e linfociti T-citotossici (CTL). Tecnici di laboratorio sono riusciti ad isolare due tipi di cellule denominate TH1 e TH2. La TH1 rilascia interleuchina-2 (IL-2) e una gamma di interferoni, che attiva le cellule citotossiche. Questo tipo di risposta cellula-mediata è cruciale per la sopravvivenza del corpo all’attacco di un’ampia gamma di agenti patogeni. Qualora il sistema dovesse fallire, una infezione può diventare cronica. Le cellule TH2 secernono IL-4, IL-6 e IL-10, tutte coinvolte nello sviluppo dei linfociti-B. In un individuo sano, esiste un delicato equilibrio tra TH1 e TH2, essendo queste direttamente correlate tra loro;; quanto i livelli di TH1 sono alti, i livelli di TH2 sono bassi e viceversa. In presenza di condizioni di malattia, una delle due linee di linfociti può predominare, creando un disequilibrio tra le cellule TH1 e TH2.
Th1 6
Th2
Rappresentazione del disequilibrio tra cellule Th1 e Th2
Th2
Th1
Th2
Th1
Dominanza Th2
Dominanza Th1
Allergie Sinusite cronica Asma Epatite C Cancro Infezioni virali Coliti ulcerose
Diabte di tipo I Sclerosi multipla Morbo di Chrohn Psoriasi Infezione H.pylori Morbo di Hashimoto
1.2.6 Immunomodulazione In passato la gestione delle fattispecie riferite alle condizioni immunitarie ha solitamente previsto l’uso di farmaci tossici in modo da indurre una immunosoppressione. L’approccio della medicina alternativa è da sempre quello di rinforzare la risposta immunita- ria in modo da permettere all’organismo di essere più resistente agli attacchi esterni. Oggi esiste all’interno dell’immunologia una specfica area di studio che prende il nome di neuroimmunomodulazione, che prevede l’utilizzo di sostanze di origine vegetale capaci di normalizzare la risposta immunitaria. In sostanze si cerca di far diventare uno stato TH1 dominante in uno stato TH2 dominante e viceversa, raggiungendo quindi un equilibrio TH1/TH2. Gli steroli vegetali sono componenti naturali che si trovano negli oli vegetali. Le verdure dal colore verde e giallo contengono un quantitativo significativo di questi principi e i loro semi ne concentrano grosse quantità. Molte delle ricerche su questi fitonutrienti sono state effettuate sui semi delle zucche, della soia, del riso e si altre erbe officinali. Gli studi hanno dimostrato che la somministrazione orale di steroli vegetali combinati con gli enzimi delle piante hanno la capacità di equilibrare le cellule TH1 e TH2. 7
Numero studi hanno messo in evidenza come gli steroli agiscano sul benessere psico-fisico. Questi studi hanno indicato che gli steroli sono benefici nel trattamento delle iperplasie prostatiche, avrebbero la capacità di inibire la crescita delle cellule cancerogene del seno, della prostata e del colon;; ridurrebbero le infiammazioni artritiche. Altri studi hanno dimostrato che inibiscono l’assimilazione di colesterolo nell’intestino, facendone un ottimo rimedio per il trattamento delle ipercolesterolemie. Il 21° secolo ci induce a fronteggiare una sfida con un ambiente sempre più tossico per il nostro organismo e in particolare per il nostro sistema metabolico. Il nostro sistema immunitario per via della sua complessità è particolarmente delicato e può facilmente risentire dei danni derivanti dall’esterno. Gli steroli vegetali sembrano offrire una via per matenere un sistema immunitario integro e sano. Sono certamente necessarie ulteriori investigazioni scientifiche e cliniche per affermare che gli steroli vegetali possano certamente avere effetti positivi nel trattamento delle patologie croniche.
2. Le cellule Staminali
Per comprendere a pieno le potenzialità dei gemmoderivati è necessario analizzare la scienza che è alla base delle cellule staminali e la loro proprietà autorigenerative. Le cellule staminali sono cellule primarie indifferenziate capaci di riprodursi nell’organismo da sole e diventare qualsiasi tipo di cellula organo;; questo avviene tramite la suddivisione mitotica delle cellule, un processo in cui la cellula duplica i propri cromosomi e genera due cellule identiche con un’equa distribuzione dei componenti cellulari. Una delle cellule rimane nello stato staminale mentre le altre create diventano via via più differenziate. Questa proprietà di differenziazione cellulare rappresenta un potenziale illimitato di risorse curative. Un prodotto che può stimolare la moltiplicazione e la differenziazione delle cellule staminali può riparare qualsiasi tipo di tessuto specifico e di organo in fase di sviluppo. Le cellule staminali vegetali possono stimolare la riparazione di tessuti specifici, ma non possono intervenire nella creazione di nuovi organi umani. Le cellule staminali (cellule indifferenziate capaci di dividersi e differenziarsi in una cellula tipo di cui un particolare organo ha bisogno) sono presenti in molti organismi multi-cellulari tra cui gli esseri umani, gli animali e le piante.
8
2.1 Tipologie di cellule staminali
Cellule staminali embrionali: Le cellule staminali embrionali derivano dai blastocisti;; sono cellule che si trovano in uno stato iniziale dello sviluppo animale/umano (per es. all’inizio della gravidanza) e sono capaci di differenziarsi in qualsiasi tipologia di cellula embrionale tessutale. Come ben noto, le questioni etiche e politiche che circondano le cellule staminali embrionali, influenzano la strada verso lo sviluppo di terapie funzionali. Le cellule meristematiche (cellule staminali vegetali) sono analoghe per funzionalità alle cellule staminali animali.
Cellule staminali adulte Le cellule staminali adulte si trovano nei tessuti degli adulti e dei bambini e sono prive di controversia etica in quanto il loro utilizzo non richiede una distruzione embrionale. Sono capaci di dividersi indipendentemente e indefinitivamente in cellule tipo dello stesso organo da cui derivano. Posso potenzialmente generare un intero organo da poche cellule. L’origine delle cellule staminali adulte nei tessuti maturi è sconosciuta.
Cellule staminali da cordone ombelicale Queste cellule si trovano nel sangue che fluisce dal cordone ombellicare alla placenta. Sono state utilizzate come risorsa di cellule staminali per trapianti. Fino a qualche anno fa gli studiosi pensavano che le cellule staminali presenti in un organo potessero solo differenziarsi in un particolare tipo di cellula utile a rigenerare la stessa tipologia di tessuto da cui avevano origine. Tuttavia recenti sviluppi hanno dimostrato che le cellule staminali da particolari organi si possono trasformare in cellule tipo d’altri organi. Per esempio, le cellule staminali contenuto nel midollo osseo possono trasformarsi in cellule del fegato, dei nervi, dei muscoli e dei reni. Le capacità di sviluppo delle cellule staminali sono descritte utilizzando tre aggettivi: totipo- tente, pluripotente e multipotente.
9
2.2. Potenza replicativa delle cellule staminali Cellule Totipotenti Le cellule totipotenti hanno la capacità di divenire qualsiasi tipo di cellula adulta nel corpo. Una cellula totipotente può replicarsi e differenziarsi tante volte tanto da costituire un essere umano. La cellula totipotente è creata nel momento in cui uno spermatozoo feconda un ovulo e si divide in un’identica cellula totipotente dopo alcune ore dalla fecondazione. Alcuni giorni dopo, questa cellula totipotente si specializza in cellule pluripotenti da cui derivano la maggior parte dei tessuti necessari allo sviluppo fetale. Nel regno vegetale, questo può essere visto nello sviluppo di un’intera pianta da un semplice innesto. (Le cellule totipotenti sono attualmente in fase di studio in quanto ancora oggi si ritiene che queste cellule non abbiano la capacità di riprodursi, tuttavia si ritiene che quest’affermazione non sia totalmente vera). Cellule pluripotenti Questa tipologia di cellula può essere isolata esclusivamente da tessuti embrionali o fetali, hanno la potenzialità di differenziarsi in tante cellule tipo. Le cellule staminali pluripotenti possono svilupparsi in qualsiasi delle tre tipologie di tessuti: endodermico, mesodermico ed ectodermico. Cellule staminali pluripotenti possono eventualmente specializzarsi in tessuti del corpo, tuttavia non possono svilupparsi in un corpo umano. Nelle piante, questo tipo di cellule sono conosciute come cellule meristematiche. Cellule multipotenti Le cellule multipotenti si trovano in animali/umani adulti, possono solo differenziarsi in un numero limitato di cellule. Per esempio il midollo osseo contiene cellule staminali multipotenti che possono dar vita a cellule del sangue ma non ad altre tipologie di cellule.
“L’azione delle Cellule Staminali Vegetali negli umani e negli animali è pluripotente e multipotente”. Ma la potenzialità delle Cellule Staminali Vegetali non è compiuta finché il corpo non ha percorso i diversi step di guarigione per raggiungere la rigenerazione. Primo fra tutti il medico dovrebbe indirizzare il proprio paziente verso una completa depurazione delle cellule, e dei vari organi che saranno interessati da successivi trattamenti. 10
3. La ricerca 3.1 Studi sperimentali Secondo P.Henry, ogni lesione produce nell’organismo alterazioni cellulari che determinano la liberaione di proteine normali o degradate che è possibile misurare nel siero: “Il siero poiché è vettore del metabolismo generale offre una visione dinamica del bilancio protidico” (Haumont C.). Pol Henry utilizzò una serie di test in grado di “decriptare le proteine del siero” quali il protido- gramma, il test di flocculazione, l’immunoelettroforesi, i test di coagulazione ecc. Tali test permettono infatti di evidenziare come per ogni malattia si possono verificare particolare variazioni del profilo proteico invidivuale. Il dottor Henry fu il primo a dimostrare, tramite prove di laboratorio, che estratti di gemme sono in grado di modificare in modo caratteristico le proteine del siero. 3.1.1 Profilo proteico Le proteine plasmatiche sono per la maggior parte prodotte dal fegato a eccezione delle Ig, degli ormoni e di alcuni enzimi. Sono in equilibrio dinamico con le componenti dei tessuti e dei liquidi biologici, a turnover particolare di ogni frazione e degradate o eliminate a livello epatico, gastrointestinale, etc. Mediante elettroforesi si possono separare le diverse componenti: albumina, α1, α2, β, γglobuline. 3.1.2 Linee cellulari Il dottor Henry, pionere della ricerca sperimentale in gemmoterapia, esaminò nella cavia, tramite mielogramma e attraverso lo studio istologico delle cellule macrofaghe, quali fossero le modificazioni indotte dai tessuti embrionali vegetali a livello della “linea ematica”. Evidenziò in tal modo quanto segue: in seguito a un’aggressione esogena o endogena, vengono mobilizzati dall’organismo i polinucleati neutrofili e gli eosinofili. I tessuti embrionali “determinano, indipendentemente dal loro protidogramma, una stimolazione cellulare favorevole alla guarigione di certe affezioni infiammatorie di carattere localizzato e tendente alla cronicità. Quattro di essi agisono sulla neutrofilia e sull’eosinofilia, sono: Rosmarinus officinalis: allergie epatodigestive, Viburnum lantana: allergie tracheobronchitiche, Ficus carica: allergie mucose ipoplastiche, Alnus glutinosa: allergie mucose iperplastiche”. Per quanto riguarda le cellule macrofagiche, il cui insieme costituisce il sistema reticoloistio- citario, i gemmoderivati per i quali Henry segnala un’attività sono: Betula pubescens, Betula verrucosa, Juglans regia, Fagus sylvatica, Ulmus Campestris, Cornus sanguinea.
11
Questi gemmoderivati agirebbero principalmente a livello delle celule di Kupffer (fegato). L’eritropoiesi viene stimolata da Corylus avellana e Abies pectinata così come dalla paggior parte delle conifere;; la stimolazione degli osteoblasti è data da Betula verrucosa e Abies pectinata, quella dei megariociti-piastrine da Tamarix gallica e Carpinus betulus. La disintossicazione o meglio depurazione è il frutto della stimolazione dell’organismo, l’eccitazione dei tessuti e l’eliminazione delle tossine da parte degli ormoni della crescita. La depurazione può essere ricondotta al trattamento dei disturbi della Forza Vitale dell’organismo. Nella classificazione del termine depurativo rientrano anche gli organi emuntori (i canali di pulizia ed eliminazione delle tossine dal corpo) e la funzione escretiva. I gemmoderivati correggono la funzione dell’organismo stimolando l’eliminazione delle tossine tramite l’attività che gli ormoni contenuti nei tessuti embrionali esercitano sulle cellule degli organi umani dediti alla depurazione. Il sistema depurativo è costituito da: Fegato, Cistifellea, Reni, Colon, Pelle, Polmoni e Cuore. Altri organi di depurazione che sono meno evidenti sono: il sistema linfatico e il sistema nervoso che rivestono un ruolo fondamentale in quanto per permettere al Fegato e ai Reni di funzionare bene, è fondamentale che il nostro Cuore, le nostre Arterie e il nostro Sistema Nervoso siano ben funzionanti.
12
4. Il Drenaggio 4.1 Definizione In fitoterapia e in omeopatia si parla molto di drenaggio, in quanto è considerato come un importante momento dell’atto terapeutico: effettuato correttamente, infatti, pone l’organismo nelle condizioni di recuperare un equilibrio alterato e di rispondere in modo ottimale alle terapie. Atonie Nebel (1870-1954) e Léon Vannier (1880-1963), medici omeopati, furono i primi medici a parlare di drenaggio, indicando con tale terminologia una particolare tecnica terapeutica tramite la quale è possibile liberare l’organismo dalle scorie metaboliche (impropriamente chiamate tossine) che si sono accumulate sovraccaricando l’organismo. Scopo del drenaggio è quello di assicurare la loro eliminazione attraverso gli emuntori naturali (fegato, reni, intestino e pelle). Max Tètau successivamente delineò in modo chiaro le modalità l’impiego clinico di questa metodica attuata con l’utilizazione dei gemmoderivati. 4.2 Il Drenaggio in Gemmoterapia I gemmoderivati possono svolgere grazie alla presenza delle biostimoline tissutali (auxine e gibberelline) e alla bassa diluizione con le quali sono impiegati, un’azione drenante a livello degli organi emuntori e un’azione di stimolo a livello del sistema reticolo-endoteliale (SRE). Tale sistema, i cui elementi sono presenti nei noduli linfatici, nella milza, nel fegato, nel midollo osseo e nei polmoni, riveste, insieme ai globuli bianchi, un ruolo importante nella difesa contro gli agenti patogeni: questa funzione viene espletata grazie all’attività fagocita- ria e a un’attiva riproduzione in grado di sbarrare le vie di diffusione dei medesimi. I pochi batteri, ad esempio, che sopravvivono nell’ambiente ostile del tubo digerente, ricco di acidi e di enzimi, vengono assorbiti dall’intestino insieme alle sostanze alimentari digerite e passano nella vena porta che irrora il fegato. Nel fegato sono distrutti dalle cellule del Kupffer, o cellule reticolari, in grado di fagocitare i corpi estranei. Analoghe cellule a livello del midollo osseo rimuovono e distruggono a loro volta le sostanze tossiche. Il drenaggio gemmoterapico, attuato cioè con i gemmoderivati, grazie all’apporto di biostimoline tissutali, risulta essere particolarmente attivo nei confronti degli organi da trattare e presenta, inoltre, una importante azione stimolante a livello del sistema reticolo-endoteliale, in quanto sono in grado di potenziarne sia l’azione antinfiammatoria sia quella disintossicante. Drenare vuol dire, quindi, aumentare in modo equilibrato le funzioni fisiologiche globali di depurazione dell’organismo e determinare un’azione disintossicante profonda a livello del terreno. Risulta importante, pertanto, prima di inoltrarsi nella trattazione riguardante le varie tecniche di drenaggio e per meglio comprendere le finalità, introdurre la definizione di terreno. Tale termine vuole indicare “l’insieme dei fattori costituzionali e acquisiti che preesi- stono alla comparsa della malattia e che possono favorire l’insorgenza e la prognosi”. 13
Lo stato di salute, infatti, dipende dall’equilibrio fra terreno individuale e sollecitazioni ambientali, le quali, se troppo forti o persistenti, possono essere in grado di alterare l’omeostasi interna e condurre quindi, a uno stato di malattia. Il motivo per cui è opportuno lavorare sul terreno ce lo spiega in modo chiaro e sintetico il dottor Tètau (1989): “[…]
poiché l’uomo viene considerato nella sua totalità, le malattie di cui è vittima si sviluppano su un terreno reso fragile dal rallentamento degli organi di eliminazione – gli emuntori - e dell’accumulo di un pool di sostanze tossiche, di metaboliti mal degradati , di sostanze di rifiuto […]. Uno dei mezzi per facilitare il ritorno allo stato di salute è quello di diminuire il carico di tossico endogeno stimolando l’attività dei vari organi di eliminazione. È questo il ruolo del drenaggio”. La prescrizione di gemmoderivati riveste in quest’ottica, pertanto, un ruolo molto importante: grazie alla oro attività drenante a livello del terreno è possibile, ripristinando l’omeostasi interna, evitare, ad esempio l’aggravamento della sintomatologia all’inizio di un trattamento omeopatico, o comunque limitare gli effetti troppo marcati di un medicamento. Il drenaggio risulta di valido aiuto quando un trattamento, sia esso omeopatico o meno, opportunamente scelto e prescritto, non determina i risultati sperati, e si assiste,invece ad un aggravamento del quadro sintomatologico. Regola fondamentale per condurre un buon drenaggio è quello di stimolare blandamente e tramite adeguata posologia, gli emuntori naturali, vale a dire aumentare blandamente la diuresi, la coleresi, il trasnsito intestinale, la secrezione delle ghiandole sudoripare, ecc. 4.3 Posologie per un corretto Drenaggio Affinché il drenaggio sia effettuato “blandamente” è essenziale che la posologia sia inferiore a quella abituale (la metà o un quarto): la posologia, infatti, che a pieno titolo può essere ritenuta la chiave di lettura del drenaggio, deve essere in grado di determinare un effetto disintossicamene, depurativo e , in alcuni casi, di preparazione al trattamento eziologico, ma non direttamente terapeutico. Scrive Paul Belaiche (1985): “Il rischio nel quale non bisogna cadere è quello di trasformare un drenaggio in un trattamento specifico”. La posologia consigliata è, pertanto, di 20-30 gocce 1-2 volte al giorno, diluite in acqua, da assumere al mattino al risveglio. Se il drenaggio viene ffettuato prima di un ciclo terapeutico, di qualunque natura esso sia, verrà prescritto per 20 giorni in modo da preparare l’organismo alla successiva terapia. Se invece viene effettuato, per necessità di ordine clinico, contemporaneamente al trattamento base, potrà servire non solo a limitare i possibili effetti collaterali, ma eventualmente a potenziare la risposta dell’organismo alla terapia. Può essere somministrato anche un solo gemmoderivati, sempre però seguendo le regole posologiche segnalate in precedenza.
14
4.4 Tecniche del Drenaggio Le tecniche di drenaggio sono varie: oltre, infatti, ad una valutazione sull’opportunità di stimolare il terreno o un organo in particolare, un altro parametro da prendere in considera- zione è quello temporale, vale a dire considerare in quale momento dell’atto terapeutico conviene inserire tale metodica. Il drenaggio può essere infatti effettuato in fase pre-terapeutica, intra-terapeutica, post-terapeutica, oppure può essere indifferenziato o di terreno. 4.4.1 Drenaggio di Terreno Questo tipo di drenaggio solitamente viene attuato con piante o gemmoderivati che agiscono principalmente sull’apparato epato-renale e sul SRE. Garantisce un riequili- brio ottimale dell’organismo in toto e può essere attuato in qualsiasi momento, anche come atto di prevenzione per mantenere lo stato di buona salute. Tale drenaggio andrà effettuato almeno 2-3 volte l’anno, per cicli di 20 giorni. In gemmoterapia, Betula pubescens MG1DH è la gemma che manifesta un particolare tropismo per il SRE e presenta, pertanto, una grande potenzialità drenante. Il sistema reticolo-endoteliale (SRE), i cui elementi sono presenti nei noduli linfatici, nella milza, nel fegato, nel midollo osseo e nei polmoni, riveste, insieme ai globuli bianchi, un ruolo importante nella difesa contro gli agenti patogeni: questa funzione viene espletata grazie all’attività fagocitaria e a un’attiva riproduzione in grado di sbarrare le vie di diffusione dei medesimi. I gemmoderivati, stimolando tale sistema, sono in grado, pertanto, di potenziarne sia l’azione antinfiammatoria sia quella disintossicante. Betula pubescens 30 gocce, diluite in acqua, al risveglio e prima di coricarsi, per 20 giorni. Altrettanto validi risultano essere Juniperus communis MG1DH, ottimo drenante epato- renale, in virtù della sua attività antiepatotossica e stimolante la funzionalità renale ( 30 gocce diluite in aqua 2 volte al giorno) oppure Linfa di Betulla 1DH, drenante generale per l’organismo conosciuta per l’azione antalgica e uricolitica (30 gocce diluite in acqua 2 volte al dì, per 20 giorni). 4.4.2 Il Terreno Il terreno è il principale oggetto delle attenzioni della naturopatia e il suo migliora- mento è il fine ultimo di qualunque trattamento naturopatico. Per chi si avvicina alla medicina complementare, il termine terreno può risultare poco chiaro quindi "che cosa si intende esattamente con il termine di terreno? La naturopatia si prefigge innanzitutto il compito di stimolare la forza vitale della persona. Come agisce in concreto nel perseguire questo obiettivo? Lo fa con strumenti e logiche pecualiri, che, in maniera sinergica, mirano in definitiva a migliorare quanto più possibile il terreno individuale.
15
 Il  terreno  è  la  sommatoria  del  complesso  delle  peculiaritĂ Â morfologiche  e  metaboliche  dell'individuo  che  dipendono  dal  patrimonio  genetico  (ovvero  la  costituzione)  e  dell’insieme  delle  sue  predisposizioni,  che  sono  il  risultato  dell'interazione  tra  stile  di  vita  e  suddetti  fattori  ereditari  (ossia  quella  che  è,  in  termini  naturopatici,  la  diatesi).  E'  quindi  possibile  sintetizzare  il  tutto  con  l’equazione Â
Terreno = Costituzione + Diatesi ed  è  di  conseguenza  evidente  che  ognuno  di  noi  ha  una  caratteristica  individualitĂ ,  che,  al  di  lĂ Â della  mera  appartenenza  al  genere  umano,  ci  rende  unici  e  ci  porta  a  reagire  in  modi  caratteristici  a  eventi,  persone,  virus,  cibi,  malattie,  tensioni,  ecc. Un  terreno  adeguatamente  “bonificatoâ€?  da  anni  di  errata  alimentazione,  tossine,  sovraccarichi,  scarti,  stress,  pensieri  inutili  e  quant’altro  sarĂ Â quindi  il  terreno  di  un  individuo  in  grado  di  esprimere  appieno  la  propria  energia  vitale  e  di  resistere  al  meglio  alle  aggressioni  di  varia  natura  (microbica,  tossica,  traumatica,  termica,  psichica,  emozionale,  ecc.)  a  cui  quotidianamente  è  esposto.  In  breve,  sarĂ Â il  terreno  di  una  persona  sana  capace  di  mantenersi  piĂš  facilmente  in  salute. 0D FRPH VL UDIIRU]D LO WHUUHQR IDFHQGR TXLQGL HPHUJHUH OD IRU]D YLWDOH" /D QDWXURSDWLD concentra  l’attenzione  innanzitutto  su  alcuni  fattori  (benessere  intestinale,  riequilibrio  del  sistema  neurovegetativo,  modulazione  dell’infiammazione,  deacidificazione  tissutale,  rimineralizzazione,  ecc.)  e  utilizza,  per  riequilibrarli,  tutti  gli  strumenti  opportuni  tra  i  numerosi  di  cui  dispone:  piante,  oligoelementi,  integratori,  alimenti,  fiori  di  Bach,  tecniche  corporee,  ecc.,  strumenti  che  pertanto  chi  abbraccia  la  medicina  complementare  non  impiegano  in  maniera  sintomatica,  sostituendo  semplicemente  l’aspirina  con  l’olmaria,  il  farmaco  con  l'integratore  o  con  il  cibo,  bensĂŹ  al  fine  di  normalizzare  l’omeostasi  corporea,  ovvero  l’innata  risposta  fisiologica  dell’individuo  a  fronte  di  una  piĂš  ampia  sintomatologia,  e  di  consentire  all’organismo  di  rientrare  nella  norma  biologica.  Migliorare  il  “terrenoâ€?  significa  combattere  la  predisposizione  dell’individuo  a  sviluppare  certe  “forme  morboseâ€?.  Secondo  l’interpretazione  della  Medicina  funzionale,  la  malattia  è  da  considerarsi  come  il  prodotto  di  due  cofattori:   1.  Un  attacco  esogeno  che  interviene  sul  soggetto;Íž  2.  Soggetto  che  subisce  l’attacco  esogeno  ed  è  portatore  di  una  relativa        “dèfaillanceâ€?  energetica. /D PDODWWLD TXLQGL QHOOÂśLQWHQ]LRQH GHOOD 0HGLFLQD )XQ]LRQDOH q FRPH GLSHQGHQWH GD GXH cause:   1.  Una  che  potremmo  definire  â€?generaleâ€?  (potremo,  in  altre  parole,  riferirci  alla        costituzione  del  soggetto,  al  “terrenoâ€?  del  soggetto,  alla  maggiore  o  minore        difesa  presente  in  tempi  diversi  nella  costituzione  del  soggetto);Íž /ÂśDOWUD FKH SRWUHPPR GHILQLUH SL VWUHWWDPHQWH ´RFFDVLRQDOH´ LGHQWLILFDELOH      nell’aggressione  di  un  dato  momento 16
4.4.3 RecettivitÀ La Medicina Funzionale dà una prepotente e forte importanza alla parte ”umana” della malattia, ovvero alla recettività del soggetto. Il fatto che malattie e casi di disfunzione si manifestino unicamente negli individui in cui pre-esistono già le condizioni interne adatte affinché l’organismo risulti particolarmente vulnerabile agli attacchi esterni, dipende dal grado di recettività individuale. La recettività alle malattie varia non solo da un individuo all’altro, ma -nella stessa persona- può variare sia nel tempo che nei vari organi del corpo umano. Infatti, la recettività può essere influenzata nel corso della vita dalle modificazioni ambientali che avvengono nell’habitat in cui il soggetto vive. Inoltre, e’ stato ormai dimostrato come diverse influenze (tra cui quella nervosa) creino, in ogni individuo, zone maggiormente sensibili e zone più resistenti all’azione di agenti patogeni. Questa recettività “locale” può essere modificata modulando l’attività del sistema nervoso simpatico e parasimpatico, attraverso la liberazione di mediatori chimici. Un soggetto che si trovi in uno stato di disfunzione organica e’ predisposto alla malattia, essendo in quello stato di disequilibrio che può precedere lo stato lesionale. Con l’utilizzo di appropriati medicamenti atti a rafforzare le difese dell’organismo, si può rendere il terreno individuale improprio allo sviluppo della malattia. E’ essenziale che il riconoscimento di un terreno adatto allo sviluppo della malattia avvenga precocemente, in modo che si possa procedere con un discorso profilattico preventivo, finalizzato al rafforzamento del terreno e che si basi sull’utilizzo degli oligoelementi. Il vantaggio di un trattamento terapeutico oligoelementico rispetto ad un trattamento tradizio- nale e’ rappresentato dal rafforzamento del terreno individuale che ne risulta (in altre parole un rafforzamento della costituzione). Tale rafforzamento garantisce una guarigione profonda e duratura nel tempo. I rimedi tradizionali usati per la cura delle comuni malattie lasciano spesso il rischio di ricadute. Infatti, non è sempre l’insediamento di microrganismi nell’organismo umano la causa prima della malattia, ma spesso ne è la conseguenza, a causa di difese immunitarie deficitarie.
17
4.4.4 Drenaggio specifico per organi emuntori Il drenaggio specifico “svolge un ruolo complementare nei confronti di altre terapia nel trattamento delle varie affezioni” (Brigo). Secondo gli autori francesi, in particolare Tétau, può risultare importante stimolare, ad esempio durante un trattamento omeopatico, gli organi emuntori tramite rimedi dei quali si conosce sia il tropismo d’organo sia l’attività clinica. I gemmoderivati maggiormente impiegati in questo tipo di drenaggio sono:
DRENAGGIO GENERALE Betula pubescens
Drenaggio cutaneo Juniperus communis Ulmus campestris Cedrus libani
Drenaggio polmonare Viburnum lantana Corylus avellana
Drenaggio epatico Rosmarinus officinalis Juniperus communis
Drenaggio renale Linfa di betulla Juniperus communis Betula pubescens Vaccinium vitis idaea
Drenaggio intestinale Vaccinium vitis idaea
Grazie a un adeguato drenaggio d’organo sarebbe possibile, infatti, ottimizzare l’intervento terapeutico in quanto l’organo drenato viene messo nelle migliori condizioni per poter ricevere il trattamento terapeutico vero e proprio.
18
5. Medicina Funzionale Pur essendo questo trattato specificamente indirizzato sulla gemmoterapia al fine di raccoglierne la storia, le constatazioni scientifiche e le applicazioni cliniche, penso sia utile dedicare una piccola appendice al concetto di Medicina Funzionale si differenzia da quella convenzionale per il suo concetto di "Salute" inteso non solo come stato di benessere fisico e psichico dell'organismo umano derivante dal buon funzionamento di tutti gli organi e apparati, ma anche salute come uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, dovuto all'assenza di malattie e alla presenza di una vitalità positiva unica per ogni individuo.
MI CA
CH I BIO
E
ICH
PS
Questo concetto costituisce il punto di arrivo del programma terapeutico della medicina funzionale che prende in considerazione tre punti base del paziente al fine di poter formulare un programma curativo personalizzato: 1. L’individualità Biochimica 2. La funzionalità Biomeccanica 3. L’aspetto Psicosomatico
STRUTTURA
5.1 Individualità Biochimica Ogni individuo è considerato tale in quanto, pur somigliando per certi aspetti ad altri individui, presenta delle caratteristiche che lo rendono unico;; questa unicità gli permette di adeguarsi nel modo più personale alle esperienze di vita, alle circostanze, allo stress, che gli determinano sia le attività volontarie, quali decisionalità, sviluppo della personalità e dell'emotività, sia quelle involontarie connesse al metabolismo dei nutrienti, ai processi cellulari ed al funzionamento di organi e sistemi nel suo corpo. Anche lo sviluppo di una malattia o la manifestazione di sintomi clinici sono diversi in ogni individuo, e dipendono da diversi fattori: possono esserci caratteristiche personali di predisposizione genetica, ma per condurre ad una patologia è necessario che esse si associno a vari cofattori quali cattive abitudini alimentari e di vita, tossicità ambientale, stress, traumi fisici, ricordi di momenti stressanti, rapporti sociali negativi. Tutti questi eventi scatenano nell'organismo la propria sequenza di reazioni biologiche negative;; ecco perché, per ottenere una diagnosi accurata, un individuale equilibrio biochimico e la vera prevenzione, è necessario conoscere questi aspetti e consigliare al paziente di seguire una efficace terapia che lo riporti a uno stato di completo benessere, ed una serie di regole di vita che gli permettano di mantenere il più a lungo possibile una buona salute. 19
5.2 La funzionalità Biomeccanica Gli stimoli sensoriali che continuamente confluiscono al sistema nervoso centrale attraverso i tre aspetti interdipendenti del triangolo della salute (biochimica, struttura e psiche). se appropriati ne determinano corrette risposte motrici generanti un completo stato di benessere fisico. Al contrario, se gli stimoli confluissero in modo viziato, genererebbero una disfunzione, che protratta nel tempo potrebbe trasformarsi in patologia. L'obbiettivo della funzionalità biomeccanica è appunto quello di individuare e correggere una stimolazione sensoriale alterata per permettere alla memoria neurologica centrale di dare una corretta risposta funzionale all'organismo;; questa memoria che può essere ereditaria o non ereditabile (dipendente dalle personali esperienze di vita) è individuale e responsabile del determinarsi delle disfunzioni automatiche della gestione biomeccanica. Attraverso corrette informazioni da parte di tutto il sistema nervoso, è possibile ricreare un controllo neurologico bilanciato della struttura biomeccanica, e conseguentemente individuare l'equilibrio biochimico alterato dal precedente squilibrio della postura.
5.3 L’aspetto Psicosomatico La funzione psicologica dell'individuo è riassunta dal suo schema o dai suoi schemi mentali definiti o dalla memoria innata o dalla memoria acquisita ed è in grado di generare sia una reazione biomeccanica che una reazione biochimica, dal momento che, come spiegato in precedenza, le tre funzioni sono connesse l'una alle altre ed interdipendenti. Più precisamente, uno schema mentale di rabbia, ad esempio può causare una reazione somatica di contrazione muscolare, così come una reazione organica di secrezione ghiandolare. La canalizzazione energetica degli schemi mentali ci permette di capire in quale organo/i questi schemi si somatizzano in eccesso o in difetto energetico. Tramite test energetici è possibile riscontrare le principali patologie psicologiche, che possono derivare da esperienze infantili o essere acquisite nel corso della vita;; tra le più comuni ricordiamo: a) Repressione delle emozioni (colpa, frustrazione, paura, ecc.) ;; b) Insicurezza;; c) Scarsa autostima;; d) Rabbia;; e) Mancanza di flessibilità.
20
6. Pratica Clinica 6.1 Correlazione Gemmoderivati - Apparati Abies pectinata Acer campestre Aesculus hippocastanum Alnus glutinosa Ampelopsis Weitchii Betula pubescens Betula pubescens (amenti) Betula pubescens (giovani radici) Betula verrucosa (linfa) Betula verrucosa (semi) Carpinus betulus Castanea vesca Cedrus libani Cercis siliquastrum Cistru limonum Cornus sanguinea Corylus avellana Crategus oxyacantha Fagus sylvatica Fraxinus excelsior Juglans regia Juniperus communis Olea europaea Pinus montana Platanus orientalis Populus nigra Prunus amygdalus Quercus peduncolata Ribes nigrum Rosa canina Rosmarinus officinalis Rubus fructicosus Rubus idaeus Secale cereale Sequoia gigantea Sorbus domestica
Apparato scheletrico, tessuto linfatico Vie biliari, sistema nervoso, vasi arteriosi Vasi venosi Vasi arteriosi e venosi, mucose Articolazioni, tessuto periarticolare Apparato osteoarticolare, metabolismo generale, SRE Sistema endocrino Vie urinarie Apparato urinario, apparato osteoarticolare Encefalo Seni paranasali e via aeree alte, midollo osseo Vasi linfatici Cute Vasi arteriosi, emocrasia Emocrasia Emocrasia, miocardio, tiroide Tessuto connettivo (polmoni, fegato), emocrasia Apparato cardiovascolare, sistema nervoso Vie urinarie, sistema reticoloendoteliale Vie urinarie, apparato locomotore Cute e mucose Fegato, vie urinarie Vasi arteriosi Apparato osteoarticolare Cute Vasi arteriosi, crasi ematica, vie respiratorie e urinarie Cardiovascolare Corteccia surrenale, gonadi, intestino Corteccia surrenale Sistema reticolo-endoteliale, apparato respiratorio Vie biliari, corteccia surrenale Apparato osteoarticolare, apparato respiratorio Apparato genitale femminile Fegato, pelle Apparato osteoarticolare, prostata Vasi venosi, orecchio
Syringa vulgaris Tamarix gallica Tilia tomentosa Ulmus campestris Vaccinium vitis idaea Viburnum lantana Viscum album Zea mais
Coronarie Midollo osseo e milza Sistema neurovegetativo Cute Intestino – apparato urinario – apparato genitale femminile Apparato respiratorio (sistema neurovegetativo) Sistema nervoso, vasi arteriosi Miocardio
6.2 Un gemmoderivato per patologia Acne Acne rosecaea Acrocianosi Acufeni Adenoidi (ipertrofia) Afte Allergia Andropausa Anemia Ansia generalizzata Ansia gastrica Ansia e tachicardia Aritmie Arteriosclerosi Arterite Artrosi con osteofiti Artrosi deformante Artrosi e degenerazione cartilagine Artrosi piccole articolazioni Asma Astenia Astenia sessuale Bronchite Calazio-blefarite Cartilagine (usura) Cefalea Cefalea pulsante Cellulite Circolazione cerebrale
Ulmus campestris Vitis vinifera Aesculus hippocastanum Sorbus domestica Abies pectinata Linfa di betulla Ribes nigrum Sequoia gigantea Tamarix gallica Tilia tomentosa Ficus carica Crataegus oxyacantha Crataegus oxyacantha Olea europaea Populus nigra Vitis vinifera Ampelopsis weitchii Pinus montana Vitis vinifera Viburnum lantana Betula verrucosa, semi Betula pubescens, amenti Alnus glutinosa Platanus orientalis Pinus montana Rosa canina Alnus glutinosa Linfa di betulla Alnus glutinosa
Cistite Cisti ovariche Climaterio Colite Convalescenza Couperose Coxartrosi Dentizione infantile Diarrea post-antibiotici Disturbi della crescita Dermatite seborroica Dermatosi infette Dermatosi puriginose Dimagrimento Discinesi vie biliari Dismenorrea Dispepsia Dolori crescita Emorroidi Emorragia cerebrale (sequel) Enfisema Enuresi Epatosteatosi Eritema solare Ernia jatale Faringite – tracheite Fibroma uterino Fragilità capillare Frigidità Gambe pesanti Gastrite Geloni Gonartrosi Gotta Herpes Herpes zoster Impetigo Impotenza Influenza Insonnia
Vaccinium vitis idaea Alnus incana Vaccinium vitis idaea Vaccinium vitis idaea Betula pubescens Vitis vinifera Pinus montana Abies pectinata Juglans regia Abies pectinata Ulmus campestris Juglans regia Cedrus libani Abies pectinata Rosmarinus officinalis Rubus idaeus Ficus carica Betula verrucosa Aesculus hippocastanum Alnus glutinosa Corylus avellana Abies pectinata Juniperus communis Ribes nigrum Ficus carica Ribes nigrum Rubus fructicosus Aesculus hippocastanum Betula pubescens, amenti Sorbus domestica Ficus carica Aesculus hippocastanum Pinus montana Fraxinus excelsior Rosa canina Ulmus campestris Acer campestris Juglans regia Quercus peduncolata Rosa canina
Insufficienza linfatica ( e venosa) Insufficienza venosa ( elinfatica) Insufficienza venosa-linfatica Intestino irritabile Intolleranze alimentari Ipercheratosi Ipercolesterolemia Ipetrigliceridemia Ipertensione Ipertensione e ipercoletsrolemia Ipertrofia prostatica Iperuricemia Ipotiroidismo Ipotensione Laringite Leucorrea Litiasi renale – renella Lombalgia – sciatalgia Mastopatia fibricistica Memoria Menopausa Meteorismo – flatulenza Micosi Nevralgia Nevralgia del trigemino Nevralgia post-erpetica Nevrosi Oculorinite allergica Orticaria Papillomi Periartrite scapolo-omerale Pitiriasi versicolor Prurito Piorrea Prostata (adenoma-ipertrofia) Rachitismo Rinite allergica Ritenzione idrica Ritenzione idrica e soprappeso
Castanea vesca Sorbus domestica Aesculus hippocastanum Vaccinium vitis idaea Fagus sylvatica Cedrus libani Olea europaea Rosmarinus officinalis Crataegus oxyacantha Olea europaea Sequoia gigantea Linfa di betulla Betula pubescens, amenti Ribes nigrum Carpinus betulus Ulmus campestris Fagus sylvatica Ribes nigrum Ilex aquifolium Betulla verrucosa semi Vaccinium vitis idaea Vaccinium vitis idaea Juglans regia Tilia tomentosa Ficus carica Acer campestris Tilia tomentosa Ribes nigrum Ribes nigrum Vitis vinifera Ampelopsis weitchii Juglans regia Cedrus libani Abies pectinata Sequoia gigantea Abies pectinata Ribes nigrum Lifna di betulla Fagus sylvatica
Sclerosi vascolare Seborrea (capelli) Senescenza cerebrale Sinusite Smagliature Stipsi Surmenage intellettuale Stanchezza Tachicardia Tendinite Tonsille (ipertrofia) Tosse Tracheite e bronchite Turbe mestruali Tonico sistema nervoso Ulcera gastro-duodenale Ulcera varicosa Vaginiti Vampate di calore Varici Verruche Vertigini (sclerosi vascolare) Vertigini (ipertensione) Vitiligine
Prunus amygdalus Ulmus campestris Sequoia gigantea Carpinus betulus Platanus orientalis Quercus peduncolata Betula verrucosa, smei Quercus peduncolata Crategus oxyacantha Ampelopsis weitchii Abies pectinata Carpinus betulus Carpinus betulus Rubus idaeaus Betula verrucosa, semi Ficus carica Juglans regia Rubus idaeus Sorbus domestica Aesculus hippocastanum Vitis vinifera Alnus glutinosa Viscum album Platanus orientalis
6.3 Gemmoderivati e Apparati
Apparato Urogenitale Cistiti Juniperus communis Vaccinium vitis idaea Litiasi renale Fagus sylvatica Juniperus communis Prostata (ipertrofia) Quercus peduncolata Ribes nigrum Sequoia gigantea
Iperuricemia Betula pubescens Corylus avellana Fraxinus excelsior Juniperus communis Linfa di betulla Populus nigra Rosmarinus officinalis Tilia tomentosa Ulmus campestris Vaccinium vitis idaea
Apparato Cardiovascolare Arteriopatie Alnus glutinosa Cercis siliquastrum Cornus sanguinea Corylus avellana Populus nigra Coagulazione Alnus glutinosa Citrus limonum Cornus sanguinea Corylus avellana Populus nigra Prunus amygdalus Emorroidi Aesculus hippocastanum Sorbus domestica
Insufficienza coronaria Alnus glutinosa Cronus sanguinea Crategus oxyacantha Syringa vulgaris Zea Mais Ipotensione Quercus peduncolata Ribes nigrum Rosmarinus officinalis Ipertensione Crataegus oxyacantha Viscum album Varici Aesculus hippocastanum Alnus glutinosa Castanea vesca Sorbus domestica
Apparato Osteoarticolare Artrosi Pinus montana Ribes nigrum Vitis vinifera
Frattura ossea Abies pectinata Pinus montana
Artrosi piccole articolazioni Ampelopsis weitchii Ribes nigrum Vitis vinifera
Gonartrosi Pinus montana Rosa canina
Cartilagine Pinus montana Coxartrosi Betula pubescens Pinus montana Ribes nigrum
Osteoporosi Rubus fructicosus Sequoia gigantea Vaccinium vitis idaea Turbe metabolismo fosfocalcico Abies pectinata Betula pubescens
Apparato Digerente Colite Juglans regia Tilia tomentosa Vaccinium vitis idaea
Gastrite Ficus carica Tilia tomentosa
Epatopatie Corylus avellana Juniperus communis Rosmarinus officinalis Secale cereale
Litiasi biliare Acer campestris Fraxinus excelsior Rosmarinus officinalis
Apparato Nervoso
Ansia Crataegus oxyacantha Ficus carica Tilia tomentosa
Nevralgia del trigemino Ficus carica Olea europaea
Concentrazione e memoria Betula verrucosa, semi Rosmarinus officinalis
Stress – sovraffaticamento Ficus carica Quercus peduncolata Rosmarinus officinalis Tilia tomentosa
Nevrosi d’angoscia Acer campestris Fraxinus excelsior Tilia tomentosa
Tono depressivo dell’umore Betula verrucosa Sequoia gigantea Tilia tomentosa
Nevrosi fobica – nevrosi ossessiva Ficus carica Olea europaea Prunus amygdalus Tilia tomentosa
Manifestazione psicosomatiche Neurastenia: Betula verrucosa Erestimo cardiaco: Crataegus oxyacantha Gastroduodenite: Ficus carica Emicrania: Rosa canina Dismenorrea: Rubus idaeus Colon irritabile: Vaccinium vitis idaea Asma bronchiale: Viburnum lantana
6.4 Gemmoterapia in Geriatria
Senescenza maschile Sequoia gigantea Senescenza femminile Vaccinium vitis idaea Funzioni cognitive (concentrazione e memoria) Alnus glutinosa Betula verrucosa Corylus avellana Rosmarinus officinalis Sistema cardiovascolare Cornus sanguinea Crataegus oxyacantha Olea europaea Apparato respiratorio Alnus glutinosa (processi suppurativi) Carpinus betulus (bronchite cronica) Corylus avellana (enfisema) Viburnum lantana (dispnea asmatiforme)
Apparato uro-genitale (nell’uomo) Quercus peduncolata Rosmarinus officinalis Sequoia gigantea Apparato Uro-genitale (nella donna) Rubus fructicosus Rubus idaeaus Vaccinium vitis idaea Tono dell’umore Betula pubescens (astenia sessuale) Quercus peduncolata (astenia) Ribes nigrum (astenia) Altro: Degenerazione amiloidea: Calluna vulgaris Prurito senile – invecchiamento cutaneo: Cedrus libani Ipercolesterolemia e discinesia a carico delle vie biliari: Acer campestris Cataratta senile: Juglans regia
6.5 Gemmoterapia in Pediatria Difese immunitarie Abies pectinata Betula pubescens Ribes nigrum Rosa canina Metabolismo fosfo-calcio Abies pectinata Apparato respiratorio Carpinus betulus Rosa canina Viburnum lantana
Altro Carie: Abies pectinata Colite: Vaccinium vitis idaea Convalescenza: Betulla pubescens Difficoltà di concentrazione: Betula verrucosa Disbiosi (dopo terapia antibiotica): Juglans regia Disturbi del sonno: Betula verrucosa Processi depurativi: Alnus glutinosa
5.6 Gemmoterapia in Ginecologia Astenia sessuale Betula pubescens Quercus peduncolata Dismenorrea Rubus idaeus Tilia tomentosa Carenza estrogenica Rubus idaeus Vaccinium vitis idaea Menopausa Rubus idaeus Sorbus domestica Vaccinium vitis idaea
Mastopatia fibrocistica Betula verrucosa Ilex aquifolium Rubus idaeus Fibroma uterino Alnus incana Rubus fructicosus Rubus idaeus Vaccinium vitis idaea Cisti ovariche Alnus incana Rubus idaeus Cistite Juniperus communis Vaccinium vitis idaea
5.6 Gemmoterapia negli stati Allergici Betula pubescens Fagus sylvatica Juniperus communis Ribes nigrum Rosmarinus officinalis Altro Allergia con astenia: Quercus peduncolata Allergia e cefalea: Rosa canina Allergia e rintenzione idrica: Fagus sylvatica Allergia solare: Ficus carica Asma: Viburnum lantana Corizza spastica: Carpinus betulus Dermatite atopica: Ulmus campestris Intolleranza alimentare: Fagus sylvatica Orticaria: Alnus glutinosa Prurito: Cedrus libani
PRINCIPI DI
GEMMOTERAPIA